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Vancouver, stiamo arrivando! L’obiettivo è superare le 11 medaglie delle Olimpiadi di Torino
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Sommario
sommario gennaio 2010 Editoriale
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Ricordiamoci del Paolo Rosi
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Focus Quel sogno olimpico 8 Formazione Il massaggiatore sportivo 9 Diritto e rovescio La tutela infortunistica 10 Focus 11 Focus Alla ricerca del vivaio perduto 12 Cultura sportiva Fair play, fair play no
34 Intervista Massimo Piscedda 36 Rugby Qualche numero 38 Surf Diario di bordo 46 Vela America’s Cup 48 Sport&Finanza 52 Pesistica Presentato il college di pesistica 54 Solidarietà Un cuore grande così
Sport Club Anno VIII - n. 55 - Gennaio 2010 Reg. trib. di Roma n. 591/2004 del 30-12-2004 Direttore responsabile Luigi Capasso l.capasso@sportclubmagazine.it Editorialisti Cecilia D’Angelo, Paolo Cecinelli, Franco Chimenti, Pino Capua, Alessandro Cochi, Paolo Del Bene, Daniele Popolizio, Tommaso Mandato
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Golf Simone Selli Motori Matteo Cirelli Sport&Finanza Marcel Vulpis Rugby Andrea Cimbrico
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Presidente Onorario Giuseppe Capelli Consiglio di amministrazione Sport Club Editori Luigi Capasso, Giuseppe Capelli e Donatella Fedeli Progetto grafico e Impaginazione Adversign s.r.l. grafica@sportclubmagazine.it Pubblicità Adversign s.r.l. Davide Campanella Via Morlupo, 51 - 00191 Roma tel. 06 97600342 cell. 335 7574074
d.campanella@sportclubmagazine.it Redazione Napoli Sportform - Centro Direzionale Is. B/3 - Napoli tel. 081 19562785 - fax 081 19562657 info@sportform.it
Golf Roma Tuttincircolo Roma tornei Napoli Tuttincircolo
82 Formazione Un futuro nel mondo dello sport 84 Psicologia Psicologia giovanile 86 Focus Donne e sport 86 Fitness
Hanno collaborato a questo numero Matteo Cirelli, Fabio Onnis, Carlo Stigliano, Silvia Pittelli, Gianluca Scarlata, Marco Trozzi, Alessandro Morucci, Enrico Morucci, Roberto Cundari, Andrea Tranquilli, Anna Tina Mirra, Alexia Amaricci, Andrea Cecinelli, Daniela Perrone, Gianni Boninsegna, Pietro Malato, Luigia Latteri, Andrea Friedrich, Mattia Morandi
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56 Jorkyball Siamo piccoli ma cresceremo 62 68 76 80
via Morlupo, 51 ß 00191 Roma tel. 06 97600342 fax 06 97277879 www.sportclubmagazine.it info@sportclubmagazine.it Direttore editoriale Luigi Capasso
14 Cover Obiettivo Vancouver 20 Olimpiadi Una scia di colore azzurro 26 Intervista Alessio D’amato 28 Etica nello sport Che entusiasmo per il MECS
Sport Club Editori srl
www.sportclubmagazine.it
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Fotografie Grazia Neri Stampa Plus Group s.r.l. - Roma Finito di stampare nel mese di dicembre 2010
Salvo accordi scritti o contratti di cessione di copyright, la collaborazione a questo periodico è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali giunti in redazione. È vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari realizzati dalla Editrice Capasso s.r.l.
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Sport Club è anche su
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Editoriale
Pensiamo alle Olimpiadi, ma ricordiamoci del “Paolo Rosi” giorni di silenzio. Ce lo immaginavamo. La proposta di lanciare le Primarie per scegliere i membri del Comitato Promotore per l’assegnazione delle Olimpiadi del prossimo 2020 a Roma è caduto nel vuoto. O, perlomeno, è stato fatto cadere nel vuoto. Poco importa, noi continueremo la nostra battaglia etica e di cultura sportiva auspicando che, almeno questa volta, siano gli sportivi comuni ad indicare gli uomini che debbano intraprendere questa avventura nata per portare la fiacca olimpica dopo 60 anni precisi nella Capitale. Vi faremo sapere: tramite il sito, facebook e la rivista sarete aggiornati sul modus operandi per organizzare queste benedette “PRIMARIE OLIMPICHE”. Ma alcuni pensieri si insinuano nella testa: prima di pensare ai Cinque Cerchi ed immaginare la nascita di una Wonderland nostrana non sarebbe il caso di risolvere qualche … piccolo … problemino di impiantisca de’ noantri.? Avete presente il vecchio Stadio delle Aquile, ora Stadio Paolo Rosi, costruito nel 1936, casa storica dell’atletica, meeting point degli appassionati del jogging, da ormai troppi anni è in una condizione vergognosa. Di proprietà del Comune e gestito dal CONI, colpisce immediatamente che il luogo che servì per gli allenamenti di Roma60 e Roma87 è in un degrado assoluto. Passeggiando intorno al quello che rimane della pista sem-
di Luigi Capasso
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bra di diventare protagonisti inconsapevoli di una pellicola cinematografica di un’Italia d’altri tempi. La fotografia sbiadita di un campo abbandonato di un piccolo paesino in uno sconosciuto angolo della Penisola. E il grido d’allarme non è recente, perché chi lo frequenta regolarmente è da lungo tempo che segnala questa incuria perenne. Fatevi una passeggiata all’Acqua Acetosa, visto i tempi meglio di giorno, è rende-
tevi conto di come è ridotto un simbolo di uno sport nobile come l’Atletica e nello stesso tempo capirete il motivo per il quale in Italia non nascono più campioni e ai Mondiali di Berlino siamo andati a fare quelle figuracce e raccolto ZERU MEDAGLIE. Morale: è giusto pensare alle Olimpiadi perché è anche un motivo per trovare i fondi per sistemare tutte questi scempi e far nascere nuovi impianti ma ricordiamoci anche che
i ragazzini che con grande entusiasmo ora si allenano, solo sotto il sole cocente perché con due gocce di pioggia il Paolo Rosi è impraticabile, nel 2020 saranno già padri. Mentre stiamo andando in stampa, la FIDAL Lazio ci segnala che stanno partendo i lavori di ristrutturazione degli spogliatoi: investimento 160.000 euro. E’ un primo passo positivo. Ma sempre un primo passo.
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Focus
di Alessandro Cochi Delegato allo Sport del Comune di Roma
Quel sogno
olimpico inquant’anni fa si svolse l’Olimpiade che mostrò al Mondo, per la prima volta così numeroso davanti alla tv, l’efficienza organizzativa tutta italiana, la bellezza della città eterna, la passione della gente che per un mese incrociò i propri quotidiani destini con i ciclisti in fuga sulla Cristoforo Colombo, con i maratoneti di corsa alle Terme di Caracalla e con gli eroi dell’atletica nel cuore del Foro Italico. Furono giorni straordinari che sono oggi testimoniati da quelle nitide immagini in bianco e nero: il ricordo che ci muove per regalare all’Urbe, di nuovo, un sogno olimpico. Stiamo lavorando in questa direzione. Roma, così come Venezia l’attuale competitor italiano, dovrà presentare entro fine febbraio il proprio dossier rispondendo a una serie di quesiti posti dal Comitato Olimpico. Ad aprile partirà la candidatura italiana, a luglio 2013 avverrà la scelta del Cio. Nell’estate del 2020 si svolgeranno, dunque, le Olimpiadi. Un’occasione da non perdere. Sicuramente per quello che una kermesse di questo tipo comporta a livello sportivo, economico e mediatico. Ma, anche, e lo sotto-
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lineo nel rispetto del mio ruolo istituzionale, per quello che le Olimpiadi possono rappresentare per Roma e per i romani. Ancora è forte l’eredità lasciata dai giochi del 1960 in termini di impiantistica. Ma un’Olimpiade è importante anche per rilanciare concetti basilari di cultura sportiva e tutte quelle discipline considerate a torto minori che spesso, purtroppo, hanno la loro vetrina solo in occasioni di grandi competizioni e che poi tornano all’ombra di sport come il Calcio. Cinquant’anni fa le “nostre” prime Olimpiadi. Ripartiamo da lì. Con la consapevolezza della ferma volontà dell’Amministrazione Comunale e nel rispetto delle indicazioni che arriveranno dal Coni nella scelta della sede da candidare che dovrà essere poi condivisa e sostenuta da tutta Italia. Affinché le Olimpiadi siano lustro e vanto per l’intera Nazione. A sostenere l’ipotesi di un’Italia Olimpica ci sarà anche un personaggio di assoluto rilievo: quel Mario Pescante che è oggi ai vertici del Cio e che rappresenta lo Sport all’Onu. Avanti, dunque, al di là degli schieramenti perché questo sogno con i dovuti passaggi diventi una splendida realtà.
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Formazione
a cura dell’Avv. Tommaso Mandato Presidente Sport Form
Il Massaggiatore Sportivo: linfa non solo per i muscoli ma anche per la mente dell’atleta... a figura del Massaggiatore sportivo ha assunto nel tempo una sempre maggiore rilevanza all’interno della preparazione globale di un atleta, con una competenza ed un approccio specialistico: una volta conosciuti i meccanismi bio-fisiologici e spesso anche psicologici dell’atleta, la sua opera diventa fondamentale per ottimizzare la preparazione e per consentire allo sportivo di rendere sempre al massimo. Per uno sportivo è fondamentale avere i muscoli ben nutriti, pronti ed ossigenati prima di una gara o di un allenamento, al pari di una buona funzionalità del sistema nervoso e della condizione mentale. Il massaggio totale pregara richiede circa 60 minuti ed è un massaggio piuttosto energico, con manovre eseguite “in carico”, che stimolano la capacità contrattile e la fluidità dei muscoli. Il massaggio post-gara è invece un massaggio di “scarico”. E’ di particolare interesse analizzare in maniera più approfondita questa particolare ma fondamentale figura professionale la cui definizione può essere così sintetiz-
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zata: “il massaggiatore sportivo è un operatore di interesse sanitario (come previsto dall’art. 1, comma 2, della legge 43/2006) che svolge in via autonoma, o in collaborazione con altri professionisti, interventi di massaggio e attività collegate finalizzate alla preparazione sportiva pre e post prestazione ed alle attività di movimento in genere”. Egli opera prevalentemente presso impianti sportivi, percorsi e campi di gara e allenamento, squadre sportive, palestre, centri estetici, con la possibilità di erogare il proprio servizio anche presso un proprio studio o il domicilio dello sportivo. Partecipa alla attività sportiva delle associazioni e dei club secondo quanto regolamentato dalle singole federazioni del CONI, dalle Discipline Associate e dagli Enti di Promozione riconosciuti dal CONI, coadiuva le società ed i medici sportivi nella gestione delle idoneità sportive”. La qualifica di "massaggiatore sportivo" può essere ascritta solo a coloro che, già in possesso di un titolo abilitante alla professione sanitaria nell'area riabilitativa, abbiano conseguito un ulteriore diploma di specializzazione ai sensi del DM
interministeriale Sanità/Istruzione 5 luglio 1975 sulla "Determinazione delle materie fondamentali di insegnamento per quanto concerne i corsi per massaggiatori sportivi". I punti fondamentali che si evincono dal decreto sono i seguenti: 1) i corsi devono essere autorizzati con apposita delibera dalle regioni; 2) sono ammessi ai corsi coloro che sono in possesso del diploma di massofisioterapista ai sensi dell'art. 1 della legge 19 maggio 1971. Ovviamente puo' accedervi anche il fisioterapista, che ha oggi assorbito la figura del massofisioterapista, e il terapista della riabilitazione in quanto ritenuto equipollente al fisioterapista (ai sensi del decreto interministeriale Sanità/Università 27 luglio 2000); 3) il corso deve essere articolato in diverse aree formative fra le quali: anatomia e fisiologia, traumatologia, igiene, fisioterapia, chinesologia e rieducazione. Spetta alle regioni, in collaborazione con il CONI comitato olimpico nazionale italiano, fissare i requisiti dell'ente gestore del corso,
delle sedi del corso e dei docenti. 4) l'esame finale consiste in una prova pratica (tecniche e manovre del massaggio) e in una prova orale sul programma svolto. 5) A coloro che avranno superato l'esame finale verrà rilasciato un attestato di massaggiatore sportivo, a norma della legge 26 ottobre 1971, n. 1099, redatto secondo apposito modulo indicato all'art. 6 del DM 5 luglio 1975, avente valore di licenza ai sensi della legge 28 dicembre 1950, n. 1055. Ad ogni buon conto, per concludere, al di là delle specifiche competenze e della necessaria professionalità, il massaggiatore sportivo deve avere soprattutto spiccate doti umane, in quanto il suo ruolo è divenuto fondamentale ed insostituibile e può essere considerato a giusta ragione, l’anima di ogni spogliatoio, proprio perché è lui il depositario dei tanti segreti, è a lui che vengono confessate tutte le paure, le ansie, tutti gli stati d’animo che caratterizzano il pre ed il post gara di ogni atleta.
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Diritto e Rovescio
La tutela infortunistica nello sport ell’ambito del settore sportivo la tutela antinfortunistica si presenta, sotto il profilo dei soggetti beneficiari, più completa di quella previdenziale. Invero, mentre quest’ultima si rivolge esclusivamente agli sportivi professionisti, la prima esplica effetti anche nei confronti degli sportivi dilettanti. In considerazione di ciò, la distinzione tra attività sportiva dilettantistica ed attività sportiva professionistica, affermata dagli artt. 1 e 2 della legge 23 marzo 1981, n. 91, assume in questo settore una rilevanza giuridica maggiore, caratterizzandosi il sistema per una duplicità di normative tendenti ad assicurare a ciascuna delle due categorie di sportivi una specifica tutela. In tale contesto i soggetti chiamati ad assolvere il richiamato compito sono stati finora la Cassa di Previdenza per l’Assicurazione degli Sportivi (Sportass) e l’Inail, competenti rispettivamente per gli sportivi dilettanti e per quelli professionisti, seppur limitatamente a coloro i quali sono legati alle società di appartenenza da un rapporto di lavoro subordinato. L’art. 6 del d.lgs n. 38 del 2000 individua quali soggetti beneficiari della tutela antinfortunistica “Gli sportivi professionisti dipendenti dai soggetti di cui all’art. 9 del testo unico”. Ad oggi, le federazioni sportive che al loro interno hanno istituito il professionismo sono il cal-
dell’Avv. Sabrina Rondinelli Specializzata in diritto dello sport Dottoranda di ricerca Fac. Giurisprudenza “La Sapienza” sabrina.rondinelli@uniroma1.it
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cio (serie A, B, C1 e C2), la pallacanestro (serie A1 e A2 maschile), il ciclismo (per le gare su strade e su pista approvate dalla lega ciclismo), il motociclismo (per la disciplina della velocità e del motocross), il pugilato (I, II e III serie nelle 15 categorie di peso) ed il golf. Affinchè operi la tutela di cui si discute è necessario che tali sportivi siano anche titolari di un rapporto di lavoro subordinato, essendo tale requisito esplicitamente richiesto dalla norma (“…sportivi professionisti dipendenti dai soggetti di cui all’art. 9 del testo unico”). La costituzione di un simile rapporto tra la società e lo sportivo professionista presuppone, a pena di nullità, la stipulazione di un contratto in forma scritta, conforme al contratto tipo predisposto e che va depositato per l’approvazione presso la federazione sportiva nazionale di appartenenza (art. 4 legge n. 81 del 1991). La mancanza anche
di uno solo dei presupposti sopra indicati (forma scritta, conformità al modello tipo e deposito per l’approvazione) comporta la nullità del contratto e, quindi, l’inapplicabilità della tutela assicurativa Inail, residuando soltanto, ove ne ricorrano gli estremi, quella prevista dall’art. 2126 c.c. anche per ciò che riguarda la regolarizzazione della posizione previdenziale per il periodo in cui il rapporto di lavoro ha avuto esecuzione. Dalla lettera dell’art. 3 della legge n. 91 del 1981 emerge che solo per gli atleti vi è una presunzione assoluta di un rapporto di lavoro subordinato, dovendosi, invece, per le altre tre figure di sportivi professionisti valutare caso per caso la ricorrenza di tale rapporto, essendo in concreto compatibile anche lo svolgimento di una prestazione che presenta i connotati tipici del lavoro autonomo. La tutela assicurativa ha per oggetto l’attività sportiva che il la-
voratore è tenuto a svolgere in forza del contratto stipulato con la società destinataria della prestazione sportiva. Tale attività comprende quindi anche le sedute di preparazione o di allenamento-finalizzate di norma, alla preparazione dell’evento agonistico che lo sportivo è contrattualmente obbligato a frequentare. In considerazione di ciò la copertura assicurativa fornita dall’Inail riguarda non soltanto la partecipazione alla partita settimanale di campionato, ma anche tutte le altre attività alle quali il lavoratore sia tenuto a partecipare in adempimento degli obblighi contrattuali assunti verso la società di appartenenza. Per quanto riguarda la “sede di lavoro” essa deve intendersi il luogo in cui si svolge in via prevalente la prestazione che costituisce oggetto del rapporto lavorativo. Pertanto, tenuto conto che, sotto il profilo quantitativo, prevalgono le prestazioni effettuate durante le sedute di preparazione o di allenamento, per sede di lavoro deve intendersi il luogo nel quale normalmente si svolgono tale sedute. Per gli infortuni avvenuti fuori sede rimane competente la sede Inail che gestisce il rapporto assicurativo con la società. La tutela obbligatoria si estende anche alle attività connesse ed accessorie alle prestazioni propriamente lavorative (es. spostamenti su mezzi di trasporto della società) secondi i principi generali del rischio aggravato.
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del Prof. Dott. Marco Zilia Bonamini Pepoli Docente in AFS presso Università degli Studi di Roma Foro Italico
Stato dell’Arte nella Posturologia in ambito sportivo e riabilitativo l termine “postura” già presente nella nostra lingua a partire dal 1200, è stato usato per la prima volta nel Rinascimento da Redi nel “Trattato di Anatomia Umana” per definire un atteggiamento abituale del corpo o parti di esso. La Posturologia è oggi una vera e propria “branca trasversale”della Medicina Sportiva e delle Scienze Motorie che impegna molti specialisti; medici dello sport, ortopedici, dentisti, oculisti, fisiatri, vestibologi, neurologi, fisioterapisti osteopati e dottori in Scienze Motorie. Sono proprio questi ultimi che oggi hanno le conoscenze ed il giusto approccio culturale che il loro percorso universitario, attraverso la riabilitativa adattata ,mette in condizione di valutare gli atteggiamenti posturali dei vari soggetti sia atleti che normali sportivi, oppure pazienti da riabilitare dopo traumi o interventi chirurgici. Vivendo la quotidianità nei centri sportivi piuttosto che nelle palestre essi sono in grado ,secondo le moderne tecniche di valutazione diagnostica (pedana baropodometrica ecc.) di seguire, gli atleti nei loro movimenti abituali e, se necessario, dove c’è “malessere muscolare”consultare i vari medici di riferimento.
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Seguire oggi un atleta significa valutare i suoi movimenti muscolari agonisti abituali per il suo sport e quindi coordinare il fine allenamento per il “riequilibrio posturale”. Oggi per fortuna si parla molto e a vari livelli di posturologia o di problematiche posturali. Le figure professionali spesso impe-
gnate sono i dentisti (bite) ed i podologi (solette) ma molto spesso mancano le dovute qualifiche ed esperienze professionali per potere con giusta attenzione (scienza e coscienza) valutare il paziente. Trattare il sistema tonico posturale fine è molto delicato ed oggi troppo spesso si altera con bi-
te impropri piuttosto che con solette o plantari inutili, quando altresì dopo giusta e corretta valutazione, questi ausili ortopedici risultano estremamente positivi ed efficaci. L’Università degli Studi di Roma “Foro Italico” così come altre realtà Universitarie italiane, sta seguendo con grande attenzione l’evoluzione della posturologia. Ad oggi si sta organizzando,per la prossima primavera insieme all’Università di Roma “La Sapienza”, Reparto “Disfunzioni dell’occlusione e dell’Atm” interno alla Clinica Odontoiatrica (Prof. Carlo Di Paolo), e Master in Posturologia (proff.ri Amabile e Scoppa), una consensus conference che coinvolgerà i massimi esperti universitari sull’argomento posturale, per arrivare a gettare le basi per un protocollo serio di valutazione posturale soprattutto avvallato da dati scientifici. Si parlerà di posturologia sportiva e riabilitativa dall’ATM all’appoggio podalico e sarà aperto a tutte le figure professionali interessate. Sarà il primo mattone per un futuro qualificato e qualificante in una disciplina moderna che offre ampi spazi di approfondimento e di professionalità.
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Alla ricerca del pallone d’oro perduto l pallone d’Oro 2009 assegnato al giocatore del Barcellone Lionel Messi, è stato il giusto riconoscimento all’annata straordinaria dell’argentino e dei blaugrana. Nonostante fosse tra i favoriti, Messi, soprannominato la “Pulce”, ha appreso la notizia della sua vittoria con sorpresa, soprattutto per il grande vantaggio sul secondo classificato, Cristiano Ronaldo. Dopo la paura per la sofferta qualificazione della Nazionale argentina, ora Messi è atteso alla conferma nei prossimi Mondiali in Sudafrica. Oltre ad essere il primo argentino ad entrare nell’albo d’oro del trofeo, dall’apertura del 1995 ai giocatori di tutti i continenti, il fantasista ventiduenne è uno dei premiati con il Pallone d’Oro più giovani della storia, superato solo dal brasiliano Ronaldo che lo ha vinto a soli ventuno nel 1997, e dall’inglese Owen che lo conquistò nel 2001 anche lui a 22 anni. Strano destino quello di Messi: a soli 13 anni, emigrato dall’Argentina per problemi economici giunse in Spagna, ed effettuò il 1° provino con la prestigiosa società del Barcellona, che si rese subito conto di avere tra le mani un vero talento. Si può parlare di colpo di fortuna del Barcellona o di strategia mirata? Quella di puntare su giovani talenti stranieri e farli cre-
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scere alla propria corte, sembra ormai la scelta di molte società calcistiche. Ma allora, investire sui vivai nazionali è ancora plausibile e conveniente? La sensazione che il calcio italiano sia in declino per la mancanza di giovani promesse è piuttosto diffusa, anche se Marcello Lippi, CT della nostra Nazionale, non è d’accordo, convinto che ottimi talenti siano nascendo e crescendo nelle varie rappresentative giovanili. Eppure le squadre del nostro campionato di serie A sono zeppe di giocatori stranieri: colpa della gestione complessiva del nostro sistema calcio, degli sta-
di Pino Capua Consulente per il Sindaco per le politiche sportive del Comune di Roma
di obsoleti, del nostro sistema fiscale, dei facili guadagni ottenuti dalle società attraverso i diritti televisivi, della scarsa disponibilità ad intervenire sui vivai o sui settori giovanili, che non danno risposte immediate a società con bilanci pericolosamente in bilico. Il problema risale anche ad una mentalità di gioco che tende a penalizzare la classe e la tecnica e a privilegiare la fisicità: squadre non di rado ciniche come l’Inter che si basano sullo strapotere atletico, in Italia dominano, mentre in Europa arrancano. Non è un caso che l’ultimo giocatore italiano a vincere il pallone d’o-
ro sia stato il grande Roberto Baggio, come non meraviglia che talenti come Giovinco e Giuseppe Rossi in Italia facciano fatica a trovare spazio e siano costretti a migrare in altri Paesi. Cosa ci dobbiamo aspettare quindi? Affidarsi alla sorte ed aspettare un colpo di fortuna che ci regali qualche nuovo asso mi sembra riduttivo. Credo che invece sia giunta l’ora di avere il coraggio di programmare: intervenendo sui vivai con una ricerca meno esasperata della tattica e della fisicità, dando risalto all’estro individuale senza trascurare i fondamentali di quel bellissimo gioco che è il calcio.
Roberto Baggio, pallone d’oro 1993
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Cultura sportiva
di Paolo Del Bene
Docente del Corso di Laurea di Scienze Motorie Università Tor Vergata
ltimamente la questione della correttezza in ambito sportivo si è ripresentata più che bollente. La cosiddetta “mano di Dio” che ha portato la Francia ai mondiali ha scoperchiato uno smisurato calderone di polemiche. Giustamente un’infrazione così clamorosa ha fatto infervorare tutti gli sportivi, ma il problema è più complesso di quello che sembra. Perché a questo punto sorge per l’ennesima volta la fatidica domanda: si deve costruire una polemica ed un ricorso ad ogni infrazione sportiva, o si deve accettare l’umano verdetto dell’arbitro, giusto o sbagliato che sia? Perché dopo tutto questo è, o dovrebbe essere un gioco. Le infrazioni impunite nello sport ci sono sempre state, e con le dovute proporzioni probabilmente le vediamo in ogni partita. Ogni domenica vediamo valanghe di falli non dati o di rigori dubbi, ed ogni domenica si riaccendono i fuochi della polemica. La mia riflessione sulla famigerata partita Francia – Irlanda, considerando comunque l’importanza della gara e il peso dell’infrazione, non si risolve nel ripeterla, ipotesi a mio avviso impensabile ed inutile, ma nel fare in modo che avvenimenti del genere non possano più verificarsi. La forza dello sport moderno è nell’utilizzo costruttivo della tecnologia: instant replay, movio-
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Fair play si, fair play no...
la in campo, tutte risorse che smorzerebbero le polemiche e che limiterebbero gli errori arbitrali. Per me è questa l’unica polemica veramente ragionevole da portare avanti. Poter sanzionare o premiare il comportamento di un giocatore con esattezza e nel momento stesso del gioco non
può che far bene allo sport ed essere d’esempio altrove. Se ci avessimo pensato prima le qualificazioni ai mondiali probabilmente avrebbero preso una piega differente. Da poco nel calcio italiano si è presentata un’altra occasione per discutere sul fair play, ma in que-
sto caso la situazione è ribaltata rispetto a quella di cui abbiamo parlato prima. Qui si tratta addirittura di “troppo” fair play. L’allenatore dell’Ascoli Bepi Pillon, dopo aver segnato un gol mentre uno degli avversari era infortunato, decide con la squadra di subire il pareggio degli avversari. L’Ascoli alla fine perderà 3 a 1 e la furia dei tifosi e del presidente si scaglierà sull’allenatore Pillon. Un avvenimento del genere è così raro che facciamo quasi fatica a classificarlo. Qui credo che il gesto vada al di là del gioco e delle sue regole, è quasi uno scatto d’orgoglio e di rivendicazione morale di un gruppo di persone. Se avessero fatto finta di niente la loro integrità di sportivi ne avrebbe risentito. Le parole dell’allenatore dell’Ascoli dopo la partita sono state chiarissime ed oneste: “Abbiamo scelto di far segnare la Reggina, e siamo dei cretini, ma la mia coscienza è sana, è il calcio che è malato, soffocato da troppe tensioni, da troppi interessi. Sono stato all’estero, in Inghilterra cose del genere non succedono, qui ad Ascoli la tensione si taglia con il coltello”. Qui la battaglia si sposta sul piano culturale, un gesto del genere non dovrebbe provocare una reazione di rabbia, ma di orgoglio.
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Obiettivo Vancouver per l’Italia della neve e del ghiaccio Per le Fiamme Gialle e per tutto il “Circo Bianco” l’obbiettivo è Vancouver (Canada) dove dal 12 al 28 febbraio 2010, si disputeranno i XXI Giochi Olimpici Invernali di Gianni Boninsegna
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Dopo l’esordio in Coppa del Mondo sul ghiacciaio austriaco di Soelden, appuntamento che ha regalato all’Italia il terzo posto in gigante di Denise Karbon, il Circo Bianco prosegue il suo peregrinare sulle piste di tutto il mondo.
a stagione dello sci è entrata nel vivo. Dopo l’esordio in Coppa del Mondo sul ghiacciaio austriaco di Soelden, appuntamento che ha regalato all’Italia il terzo posto in gigante di Denise Karbon, il Circo Bianco prosegue il suo peregrinare sulle piste di tutto il mondo. Conclusa la trasferta nordamericana con un altro podio targato Fiamme Gialle, grazie al secondo posto di Werner Heel nella discesa libera di Lake Louise, la Coppa del Mondo di sci alpino è rientrata nel vecchio Continente mentre l’attenzione mediatica inizia a salire. Ci stiamo avvicinando a passi spediti verso l’appuntamento clou dell’intera stagione, quello che, se vai bene, ti può cambiare la vi-
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Giochi Olimpici di Vancouver, evento che scatterà il prossimo 12 febbraio nella splendida città della British Columbia che si è fregiata, nel 2009, del titolo di “Città più vivibile del mondo”
ta. Stiamo ovviamente parlando dei Giochi Olimpici di Vancouver, evento che scatterà il prossimo 12 febbraio nella splendida città della British Columbia che si è fregiata, nel 2009, del titolo di “Città più vivibile del mondo”. Il Centro Studi della rivista “The Economist” ha analizzato le 140 maggiori città del mondo, considerandone stabilità, cura della salute, cultura, ambiente, infrastrutture ed educazione. Vancouver ha vinto con il punteggio di 98 su una scala di 100. La città prende il nome del navigatore inglese Lord George Vancouver, che nel 1792 scoprì la baia e diede il nome al primo insediamento. Negli ultimi anni Vancouver è divenuta famosa anche per un soprannome datole dagli americani: “Hollywood North”. Un soprannome frutto del fatto che la
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città è spesso scelta come location per moltissimi film e serie televisive americane. La città presenta un ottimo grado di integrazione tra le comunità etniche residenti qui da molto tempo, soprattutto provenienti dal sudest asiatico. Sono molti gli abitanti provenienti dall'Asia, tanto che spesso viene chiamata "Hong Kouver", questo perchè nella città si sono stabiliti molti facoltosi cinesi fuggiti da Hong Kong prima che questa fosse restituita alla Cina nel 1997. Lo stadio scelto per le cerimonie di apertura e chiusura dei Giochi Olimpici, il “BC Place”, è il tempio della locale squadra di football “BC Lions”. E’ caratterizzato da un enorme cupola gonfiabile, dispone di 60.000 posti a sedere ed è considerato come il più grande stadio pressurizzato del mondo. Tornando ai Giochi Invernali, l’Italia parte per il Canada con tante, concrete, speranze da podio. Nello sci alpino possiamo essere protagonisti ed ambire ad una medaglia con diversi atleti: dai fratelli Moelgg a Denise Karbon, da Max Blardone alle sorelle Fanchini passando per Werner Heel, Christof Innerhofer, Giuliano Razzoli, Nicole Gius e Davide Simoncelli. Nel fondo l’Italia punta tut-
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Tanti nomi, tanti campioni, tutti con la reale possibilità di salire sul podio olimpico. L’Italia si affida a loro, ai loro sogni, alla loro voglia di realizzare un sogno che è ora di far uscire dal cassetto. to su Marianna Longa, Arianna Follis, sui “vecchietti” Giorgio Di Centa, Pietro Piller Cottrer e su Cristian “Zorro” Zorzi. Nel biathlon la più vicina al bersaglio-medaglia, stando ai risultati delle ultime gare, sembra Michela Ponza, anche se ci si attende molto anche dal giovane Lukas Hofer e dagli ormai esperti Vuillermoz e De Lorenzi. Nel salto occhi puntati su Sebastian Colloredo e Andrea Morassi, mentre nella combinata nordica il giovane campione del mondo fra gli junior
Alessandro Pittin sembra ormai pronto al…scusate il gioco di parole…grande salto. Nello slittino l’Italia si affida al leggendario Armin Zoeggeler mentre nel pattinaggio su ghiaccio sarà il protagonista di Torino 2006 Enrico Fabris a cercare di difendere i suoi 2 ori olimpici, uno dei quali conquistato nell’inseguimento a squadre insieme anche al finanziere trentino Matteo Anesi. Lo short track azzurro punta sulla campionessa europea Arianna Fontana e su Yuri Confortola, Nicola Rodigari e Roberto Serra. Tanti nomi, tanti campioni, tutti con la reale possibilità di salire sul podio olimpico. L’Italia si affida a loro, ai loro sogni, alla loro voglia di realizzare un sogno che è ora di far uscire dal cassetto.
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Una scia di colo r di Marco Trozzi
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o re azzurro
i terrà a Vancouver dal 12 al 28 febbraio 2010 la XXI edizione dei Giochi Olimpici invernali. Sedici giorni di gare, quindici le discipline che andranno in scena, un evento molto atteso quattro anni dopo Torino 2006, al momento la più grande Olimpiade invernale mai realizzata.
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Le discipline di Vancouver 2010 L’edizione ospitata da Vancouver è la terza in territorio canadese dopo quella estiva di Montreal (1976) e quella invernale di Calgary (1988). Conclusi i Giochi Olimpici, dal 12 al 21 marzo, si terranno anche quelli Paralimpici, giunti alla loro decima edizione. In quella che prenderà il via tra poco più di un mese, come detto, saranno quindici le discipline: biathlon, bob, combinata nordica, curling, freestyle, hockey, pattinaggio artistico, pattinaggio di velocità, salto con gli sci, sci alpino, sci di fondo, short track, skeleton, slittino, snowboard.
Casa Italia Il 4 dicembre presso il Salone d’Onore del Coni è stata presentata Casa Italia che, per la prima volta nella storia delle Olimpiadi invernali, sarà composta da due sedi: una a Vancouver e una a Whistler, località che, come detto, ospiterà le gare sulla neve. La scelta è stata dettata dall’esigenza di usufruire di una struttura di accoglienza vicina ai luoghi di gara, evitando spostamenti tra le diverse sedi olimpiche. Tra le due location, Casa Italia metterà a disposizione una superficie di 6.000 metri quadrati e 40 giorni di attività. A Vancouver, Casa Italia sarà ospitata presso la Roundhouse, edificio costruito nel 1888 come parte integrante di un complesso edilizio destinato a stazione delle locomotive a vapore e, attualmente, adibita a centro culturale e polifunzionale. Presso Casa Italia a Vancouver si concentrerà la maggior parte delle attività di intrattenimento rivolte al grande pubblico e alle aziende partner. A Whistler, sarà allestito un avamposto di Casa Italia, un punto di riferimento per tutti quelli che decideranno di seguire le gare di sci alpino, sci di fondo, slittino, salto, biathlon, bob e combinata nordica che si terranno in zona.
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Gli azzurri a Vancouver e il medagliere di Torino 2006 Rispetto a Torino 2006, dove gli atleti italiani in gara furono 185, il numero di azzurri protagonisti diminuirà di circa 70 unità. In Canada, infatti, saranno tra i 115 e i 120, ma è lecito attendersi, come di consueto per lo sport italiano, una manifestazione da ricordare. L’obiettivo, infatti, è quello di migliorare i risultati ottenuti quattro anni fa. Nel capoluogo piemontese gli azzurri si sono piazzati al nono posto della classifica generale del medagliere in virtù dei cinque ori e sei bronzi conquistati. Il primo posto è stato conquistato nello slittino (Armin Zoeggeler), nell’inseguimento a squadre, nel pattinaggio di velocità (Matteo Nesi, Stefano Donagrandi, Stefano Fabris, Ippolito Sanfratello), nella staffetta 4x10 maschile dello sci di fondo (Fulvio Valbusa, Giorgio di Centa, Pietro Piller Cottrer, Cristian Zorzi), nei 1.500 m pattinaggio di velocità (Enrico Fabris) e nella 50 km libera partenza in linea maschile dello sci di fondo (Giorgio di Centa). Le sei medaglie di bronzo invece: pattinaggio
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La prima edizione in assoluto dei Giochi Olimpici invernali è stata quella di Chamonix del 1924. Due le edizioni che non ci sono state (1940 e 1944) a causa delle Guerre Mondiali. di velocità categoria 5.000 m maschile (Enrico Fabris), sci di fondo categoria 30 km inseguimento maschile (Pietro Piller Cottrer), doppio slittino (Gerhard Plankensteiner e Oswald Haselrieder), staffetta 4 x 5 km femminile (Arianna Follis, Gabriella Paruzzi, Antonella Confortola, Sabina Valbusa), bob femminile (Gerda Weissensteiner e Jennifer Isacco), 3.000 metri staffetta short track (Marta Capurso, Mara Zini, Arianna Fontana, Katia Zini).
Le edizioni precedenti Come detto, quella che sta per cominciare è la XXI edizione dei Giochi Olimpici invernali, la seconda in Canada dopo Calgary (1988). Esattamente come quelle estive, le Olimpiadi
invernali si tengono ogni quattro anni, alternandosi ogni due, dal 1994, con i Giochi nati nell’antica Grecia. Due le edizioni che non ci sono state (1940 e 1944) a causa delle Guerre Mondiali. La prima edizione in assoluto dei Giochi Olimpici invernali è stata quella di Chamonix del 1924. Prima di allora il pattinaggio di figura e l’hockey su ghiaccio vennero a volte introdotti nei programmi dei Giochi estivi, ma non ottennero mai lo “status” di disciplina ufficiale. Nel 1921, durante il congresso del CIO venne deciso che la Francia, Paese organizzatore delle Olimpiadi (Parigi 1924, ndr) avrebbe anche ospitato una distinta “Settimana internazionale degli sport invernali”, sotto il patrocinio del CIO. Più di 200 atleti provenienti da 16 nazioni si affrontarono in 16 specialità. Il primo furono i 500m di pattinaggio di velocità, vinti dallo statunitense Charlie Jewtraw, che divenne quindi il primo campione olimpico invernale. Finlandesi e norvegesi dominarono le gare, così come i canadesi nell’hockey. Questa settimana si rivelò un grosso successo e nel 1925 il CIO
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decise di creare una manifestazione separata, i Giochi olimpici invernali, indipendenti da quelli estivi. Le gare del 1924 vennero così retroattivamente designate come la prima Olimpiade invernale decidendo al contempo che tutti gli sport inseriti nel programma olimpico invernale avrebbero dovuto svolgersi esclusivamente sul ghiaccio o sulla neve. La seconda edizione, quella del 1928 a St. Moritz, in Svizzera venne rovinata dalla temperatura atmosferica molto alta che impedì lo svolgimento o la conclusione di alcune gare. Nel 1932, per la prima volta nella storia, i Giochi Olimpici invernali si tennero in Nord America, a Lake Placid. Il numero di atleti partecipanti fu inferiore a quello del 1928, poiché il viaggio era lungo e costoso per molti atleti e c’erano pochi soldi a disposizione dello sport nel bel mezzo della Grande depressione. Venne introdotta la gara di bob e furono inseriti tre sport dimostrativi: corsa su slitta, il curling e il pattinaggio di velocità femminile. Le città tedesche di Garmisch e Partenkirchen organizzarono insieme l’edizione del 1936. Lo
Il numero di azzurri sarà tra i 115 e i 120, ma è lecito attendersi, come di consueto per lo sport italiano, una manifestazione da ricordare sci alpino fece il suo debutto olimpico, ma i maestri di sci vennero esclusi dalla competizione, perché considerati professionisti. Questa decisione fece si che gli sciatori svizzeri e austriaci boicottassero le Olimpiadi. Anche la staffetta di fondo venne disputata per la prima volta, mentre la pattuglia militare e l’eisstock (o stock sport, tipica pratica sportiva bavarese) furono dimostrativi. La cittadina svizzera di St. Moritz (1948), non colpita dalla guerra perché la Svizzera rimase neutrale, divenne il primo luogo ad organizzare le Olimpiadi invernali per la seconda volta. Vi presero parte ventotto nazioni, anche se Germania e Giappone non vennero invitate. Lo skeleton rientrò in program-
ma dopo 20 anni di assenza. L’oro in questa disciplina fu vinto dall’italiano Nino Bibbia, che conquistò la prima medaglia in assoluto per l’Italia ai Giochi olimpici invernali. Questo sport scomparve nuovamente dopo St. Moritz, ricomparendo nel 2002. Vennero aggiunte anche altre quattro gare di sci alpino. Uno strano incidente avvenne nell’hockey su ghiaccio. A causa di una disputa, in Svizzera giunsero due squadre statunitensi: una riconosciuta dal Comitato Olimpico Americano (AOC), e una dall’American Hockey Association (AHA). Il CIO scelse di non far partecipare nessuna delle due, ma la Svizzera permise alla squadra dell’AHA di competere ugualmente, mentre quella dell’AOC sfilò nella cerimonia di apertura. Dopo che il CIO minacciò di annullare l’intera competizione, la squadra dell’AHA venne rimossa dalla classifica e perse la sua quarta posizione. Nel 1952, i Giochi invernali arrivarono in Norvegia, considerato il luogo di nascita dello sci moderno. In segno di tributo, la Fiamma Olimpica venne accesa nel caminet-
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to della casa del pioniere dello sci Sondre Nordheim. Il programma venne ampliato con la prima gara femminile di sci di fondo, mentre la combinata alpina venne sostituita con lo slalom gigante. Il bandy, sport popolare nei paesi nordici, venne disputato come sport dimostrativo. La Germania ritornò ai Giochi Olimpici dopo 16 anni, anche se rappresentata solo dagli atleti della parte ovest della nazione. Dopo non aver potuto ospitare i Giochi nel 1944 a causa della guerra, Cortina d’Ampezzo ottenne quelli del 1956. Questi furono i primi Giochi invernali ad essere teletrasmessi e il programma venne esteso con l’aggiunta di due gare di fondo. In Italia debuttarono anche gli atleti dell’Unione Sovietica. La nazione mostrò subito il suo potenziale vincendo più medaglie delle altre ponendo fine al dominio canadese nell’hockey. Il 1960 fu l’anno in cui per la seconda volta una città nord americana ospitò i Giochi Olimpici: Squaw Valley, in California. Tra le discipline non ci fu il bob, mentre ci fu per la prima volta il biathlon così come le gare di pattinaggio di velocità per le donne. La città tirolese di Innsbruck ospitò l’edizione del 1964. Nonostante fosse una tradizionale località per gli sport invernali, la scarsi-
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La ventesima ed ultima edizione si è tenuta a Torino nel 2006, in Italia per la seconda volta dopo l’edizione di Cortina d’Ampezzo del 1956 tà di neve e ghiaccio costrinse l’esercito austriaco a portarne una grande quantità sui campi di gara. Il bob ritornò ai Giochi olimpici così come si disputarono anche le prime gare olimpiche di slittino, anche se questo sport ricevette una cattiva pubblicità quando un atleta rimase ucciso durante un allenamento preolimpico. A Grenoble, nel 1968, la Germania per la prima volta partecipò con due squadre distinte. Tra le discipline esordì la staffetta 4 x 10 km del biathlon e si ebbero per la prima volta controlli su doping e sesso degli atleti. Nel 1972 i Giochi Olimpici sbarcarono a Sapporo, Giappone, dove ci furono molte polemiche riguardo il presunto professionismo o meno di numerosi atleti. A causa di questo problema, ad esempio, la squadra di hockey canadese non partecipò in segno di protesta
nei confronti degli atleti dell’est Europa che secondo alcuni erano a tutti gli effetti professionisti. In Giappone venne vinta anche l’ultima medaglia d’oro grazie agli sci di legno (Magne Myrmo nella 50 km di fondo); da quel momento in poi, infatti, tutte le nazioni di vertice nello sci di fondo avrebbero schierato atleti che utilizzavano sci fabbricati principalmente in fibra di vetro e materiali sintetici. Nel 1976, dodici anni dopo aver ospitato i Giochi per la prima volta, Innsbruck si fece carico nuovamente dell’organizzazione, chiamata a sostituire la statunitense Denver che fu costretta a rinunciare a causa dell’opposizione dei cittadini contrari all’evento. Tra le discipline vennero introdotte la danza su ghiaccio e i mille metri maschili nel pattinaggio di velocità. Anno 1980: le Olimpiadi sbarcarono nuovamente negli Stati Uniti, ancora Lake Placid. La Cina partecipò per la prima volta e Taiwan fu costretta dal CIO a gareggiare con il nome di Taipei, ma gli atleti taiwanesi si rifiutarono divenendo così l’unica nazione a boicottare i Giochi. Per gli americani il momento topico fu il torneo di hockey. In una partita in seguito battezzata come “Miracolo sul ghiac-
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Impianti e località di gara Le gare degli sport su ghiaccio si svolgeranno negli impianti che si trovano a Vancouver, mentre quelle su neve si terranno in località nei pressi della terza città più importante del Canada. È dall’edizione dei Giochi Olimpici di Salt Lake City del 2002 che le gare si svolgono in più sedi.
Vancouver Canada Hockey Place: impianto da 19.300 spettatori che ospiterà le partite di hockey. Vancouver Olympic Centre: 5.600 spettatori (curling). Pacific Coliseum: 14.500 spettatori (pattinaggio artistico e short track). Whistler località a 125 km a nord di Vancouver Whistler Sliding Centre: 12mila spettatori (bob, slittino, skeleton). Whistler Creekside: 7.700 spettatori (sci alpino). Whistler Olympic Park: 12mila spettatori (biathlon, combinata nordica, salto con gli sci, sci di fondo).
Richmond Richmond Olympic Oval: 7600 spettatori (pattinaggio di velocità).
West Vancouver Cypress Mountain: da 8mila a 12mila spettatori (freestyle e snowboard).
cio”, la squadra di casa (composta da dilettanti e giocatori universitari) sconfisse la favorita Unione Sovietica. Quattro anni dopo, nel 1984, venne scelta Sarajevo come nuova sede. Jure Franko vinse la prima medaglia nella storia per la Jugoslavia (argento nello slalom gigante) e venne introdotta la 20 km di sci di fondo femminile. 1988: La città canadese di Calgary ospitò le prime Olimpiadi invernali con un programma esteso a 16 giorni. Vennero aggiunte nuove gare nello sci alpino, nel salto con gli sci e nel pattinaggio di velocità, mentre il curling, lo short track e il freestyle, futuri sport olimpici, fecero la loro prima apparizione come sport dimostrativi. I Giochi del 1992 si svolsero ad Albertville, Francia. Le gare furono solo 18. Di queste, tre riguardarono nuove discipline: lo short track, lo sci freestyle e il biathlon femminile. Curling, sci di velocità e due delle gare di freestyle furono solo dimostrative. Le Olimpiadi di Albertville sono ricordate ancora oggi per le novità riguardanti le squadre partecipanti, riflesso dei cambiamenti politici dell’epoca: la Germania gareggiò con una squadra unica per la prima volta dagli anni ‘60 e le ex-repubbliche jugoslave di Croazia e Slovenia fecero la
loro prima apparizione. L’Unione Sovietica gareggiò ancora come un’unica squadra sotto il nome di Squadra Unificata, ma gli Stati baltici parteciparono in maniera indipendente per la prima volta dalla seconda guerra mondiale. Nel 1986, il CIO decise di non disputare più nello stesso anno i Giochi estivi e quelli invernali. I Giochi di Lillehammer del 1994 furono i primi a non rispettare la vecchia cadenza quadriennale. Il programma delle gare venne nuovamente ampliato, con due nuovi eventi nel freestyle e nello short track. Dopo la divisione della Cecoslovacchia nel 1993, Repubblica Ceca e Slovacchia fecero il loro debutto olimpico assieme a diverse repubbliche dell’ex Unione Sovietica. Nagano 1998: Per la prima volta gli atleti che parteciparono a un’edizione delle Olimpiadi invernali superarono le 2.000 unità. Vennero introdotti due nuovi sport: snowboard e curling, oltre al torneo femminile di hockey su ghiaccio. Il torneo maschile di hockey venne aperto per la prima volta a tutti i giocatori, rendendo le squadre di Canada e Usa, zeppe di professionisti della NHL, le due favorite per l’oro. Ad ogni modo nessuna delle due ottenne una medaglia, e il titolo andò alla squadra della Repubblica Ceca. Nel 2002 i Giochi Olim-
pici invernali tornarono negli Stati Uniti, a Salt Lake City. Ancora una volta il programma venne ampliato. Tornò lo skeleton, mentre nuove gare vennero aggiunte nel biathlon, nel bob, nello sci di fondo, nella combinata nordica e nello short track. A 10 anni da Albertville Stefania Belmondo riconquistò una medaglia d’oro nella prima gara del fondo (e dell’Olimpiade), poi conquisterà un bronzo. La ventesima ed ultima edizione si è tenuta a Torino nel 2006, in Italia per la seconda volta dopo l’edizione di Cortina d’Ampezzo del 1956. L’evento olimpico aumentò ulteriormente di dimensione rispetto all’edizione precedente: 85 comitati olimpici nazionali, oltre 2500 atleti, 84 eventi in 15 discipline sportive diverse. Per la prima volta l’Albania, l’Algeria e la Costa Rica parteciparono ai Giochi olimpici invernali. Vennero aggiunte due gare con partenza in linea nel biathlon, l’inseguimento a squadre maschile e femminile nel pattinaggio di velocità e le due prove di snowboardcross nello snowboard. Tra gli italiani, in evidenza Enrico Fabris che conquistò due ori e un bronzo nel pattinaggio di velocità, le prime medaglie olimpiche italiane nella storia di questo sport.
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Etica nello sport: indispensabile anche fuori dal campo Intervista al consigliere regionale del Lazio Alessio D’Amato, tifoso di rugby ed appassionato del Torneo delle Sei Nazioni di Enrico Morucci
ispetto, lealtà, fairplay per un nuovo modo di fare e vivere lo sport. Da quando il professionismo è entrato a far parte in maniera assidua del mondo dello sport con il suo carico legato all’obbligo dei risultati, la pratica sportiva ha subito profonde modifiche, che ne hanno snaturato la sua identità originale. Una delle conseguenze più evidenti è stata la perdita della valenza dell’aspetto amatoriale, ossia quel caratteristico tratto aggregativo ed associativo dello sport dilettantistico che ha permesso alle diverse discipline di crescere in termini di praticanti ed affiliati, coinvolgendo uomini e donne per la sola passione di stare insieme facendo attività sportiva. Recuperare questa prerogativa è dunque diventato uno dei nuovi obiettivi che l’associazionismo dello sport, ormai da alcuni anni, cerca di raggiungere in sinergia con altre realtà, a partire dagli Enti pubblici. È una sfida che passa, ad esempio, attraverso la promozione di quelle discipline dove ancora è forte la dimensione amatoriale e sono particolarmente sentiti i valori legati al rispetto dell’avversario. Ma come si traduce, in concreto, questa collaborazione tra mondo sportivo e mondo politico? Ne parliamo con un consigliere regionale
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del Lazio che proprio a questo tema ha dedicato energie e risorse durante tutta la legislatura che sta per concludersi: Alessio D’Amato. Consigliere D’Amato, come vede nel complesso lo sport nella nostra regione? “Lo sport è senza dubbio un settore di primissimo piano nel Lazio, che coinvolge quotidianamente e ad ogni livello uomini e donne nei circoli e negli impianti di tutte le nostre province. Premesso ciò, la caratteristica a mio giudizio più importante del mondo sportivo laziale è la sua complessità, ossia la contemporanea presenza di tante e differenti discipline che incentivano, ciascuna nel proprio ambito, la socializzazione attraverso l’attività fisica. In parole povere: lo sport nel Lazio non è solo il calcio.” Eppure, numericamente parlando, il calcio è trainante nel Lazio così come nelle altre regioni. “Il calcio, con in testa le squadre big Roma e Lazio, catalizzano l’attenzione della maggioranza degli sportivi, praticanti e non, con una miriade di piccole e medie realtà societarie che rivestono un ruolo importante e significativo in molti quartieri della Capitale così come in numerosi centri provinciali. Tuttavia, l’esasperazione che purtroppo ruota attorno al mondo
del pallone, con i suoi idoli proposti costantemente che dalle tv o da altri mass media, sono quanto di più lontano da un modello di sportivo legato al naturale, e direi ovvio, rispetto dell’avversario in campo. E guardando cosa succede negli stadi del calcio in occasione di alcuni match, fuori e dentro gli stadi, si può facilmente comprendere il livello distorto di percezione di uno sport da parte del pubblico.” In che modo si può allora intervenire per modificare comportamenti violenti nello sport? “La violenza non ha nulla a che vedere con lo sport, questo deve essere il dato chiaro da cui partire per qualunque intervento o iniziativa che veda la politica scendere affianco al mondo sportivo. Ciò significa, in concreto, incentivare e sostenere tutte quelle discipline che portano un messaggio di forte responsabilità nel confronto agonistico, che significa certamente cercare di vincere ma con la consapevolezza che l’avversario non è un nemico. E se il rispetto delle regole è parte integrante di qualunque disciplina sportiva lo è in particolar modo nel rugby, sport che ho potuto seguire da tifoso durante l’ormai noto Torneo delle Sei Nazioni e supportare localmente collaborando con due importanti realtà romane: l’Unione Rugby Ca-
pitolina e l’Arvalia Villa Pamhpili. Con queste società abbiamo portato avanti diverse iniziative, tutte caratterizzate da un denominatore comune: avvicinare i giovani alla palla ovale migliorando l’impiantistica e la ricettività dei rispettivi circoli.” Perché proprio il rugby? “Anzitutto perché il rugby è uno sport dove la dimensione amatoriale ed associativa è ancora viva e forte, ed è una disciplina in costante crescita come numero di tesserati e club in tutto il Lazio. Poi, sotto il profilo etico-sportivo, perché uno sport che esalta le prestazioni degli atleti e la loro preparazione in un rigoroso contesto di rispetto delle regole del gioco e dell’avversario, nonostante il contatto fisico sia predominante. Nel rugby, infatti, si va in meta e si superano gli ostacoli in un solo modo: battendo l’avversario esclusivamente con i propri mezzi e senza barare. Chi cerca di fare il furbo o, peggio ancora, compie scorrettezze finisce subito fuori dal campo, con tutta la riprovazione dei tifosi: lo vediamo a tutti i livelli di gioco del rugby, dal Sei Nazioni in giù. Uno sport così può dunque insegnare molto e fornire modelli positivi ai nostri giovani: nel gioco, così come nella vita, conta l’etica della responsabilità.”
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Etica nello Sport
Che entusiasmo per il M.E.C.S! di Matteo Cirelli
i è svolta presso la Sala Conferenze dello Stadio Olimpico di Roma la Giornata della Cultura Sportiva. Scopo dell'incontro, la promozione dell'Etica e dei valori positivi che risiedono nello sport, attraverso le iniziative SegnalEtica e Eticamp promosse dal Movimento per l'Etica e la Cultura nello Sport (MECS). All'evento hanno partecipato il presidente onorario del MECS Pier Luigi Celli, il presidente del MECS Gianni Rivera, il presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli, l'assessore Cultura, Sport e Spetta-
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colo della Regione Lazio Giulia Rodano, il presidente dell'Istituto Credito Sportivo Andrea Cardinaletti, il coordinatore Regionale Ed. Fisica Uff. Scolastico del Lazio Antonino Mancuso, il presidente del Comitato Promotore per l'Etica e la Cultura nello Sport Tommaso Mandato e il coordinatore del MECS Paolo Del Bene. Erano presenti anche molti protagonisti dello sport, come l'ex portiere della SS Lazio campione d'Italia nel 2000 Luca Marchegiani, il campione europeo di tiro a volo Massimo Fabrizi e l'ex nuotatore Marcello Guarducci. Moderatore del dibattito, il giornalista del Corriere del-
Il Movimento per l'Etica e la Cultura nello Sport lancia i progetti SegnalEtica e Eticamp per insegnare ai giovani i valori positivi che risiedono nelle pratiche sportive.
lo Sport Stadio Mario Arceri. Di fronte al tavolo del dibattito, oltre 500 ragazzi in rappresentanza di 25 scuole medie accorse da tutto il Lazio. SegnalEtica è il concorso aperto a tutti gli studenti delle scuole medie aderenti all'iniziativa delle regioni Lazio, Campania, Abruzzo e Marche e basato sulla realizzazione di un elaborato che abbia come tema l'Etica nello Sport. Fino al 10 febbraio 2010 i ragazzi potranno inviare i propri componimenti al sito www.eticanellosport.com sezione concorso SegnalEtica. La commissione del MECS visionerà i lavori e sceglierà
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un elaborato per Regione. La seconda iniziativa riguarda gli EtiCamp, campi sportivi che saranno allestiti nel prossimo luglio, attraverso i quali il Movimento per l'Etica e la Cultura nello Sport vuole rendere un servizio socio-pedagogico-sportivo ai tanti ragazzi desiderosi di socializzare e fare sport, prediligendo la crescita umana dell'individuo e nel contempo suscitando l'interesse per le attività proposte. Negli Eticamp, insieme ai tanti campioni dello sport provenienti dalle sezioni sportive di Esercito (Valerio Cleri, oro negli ultimi Campionati del Mondo di Nuoto di Roma), Fiamme Gialle (Andrea Barberi, primatista italiano dei 400 metri), Fiamme Oro (Francesco D'Aniello, argento a Pechino nel double trap) e Carabinieri (Giampiero Pastore, bronzo a Pechino nella specialità della sciabola), i ragazzi potranno non solo fare sport, ma anche capire come si diventa dei campioni di fair play. Nel saluto di benvenuto, il presidente onorario del MECS Pier Luigi Celli ha voluto sottolineare “l'importanza fondamentale nel seguire eticamente le regole, presenti nella vita così nello sport. Grazie all'etica si man-
tiene vivo il rispetto verso se stessi, verso i propri compagni e verso gli avversari, e si crea una cultura che rifugge da pratiche illegali e deplorevoli. Nello sport non si vince mai da soli, dal gruppo nasce la forza del singolo”. La palla è poi passata al presidente del MECS Gianni Rivera: “Crediamo molto in queste manifestazioni. Dobbiamo seminare il terreno per un futuro migliore. Accettare le diversità, convivere con i propri compagni, rispettare gli avversari, nel mondo come nello sport. Questa è la strada che vogliamo intraprendere”. Gli insegnamenti derivati dallo sport sono stati al centro dell'intervento di Luca Pancalli, presidente Cip. “Sono convinto che attraverso lo sport si possa crescere. Imparare dai compagni, dalle sconfitte prima che dalle vittorie, porta all'annullamento delle differenze. Campioni come Pistorius e Zanardi ne sono esempi, nelle loro storie sta la forza dello sport”. Parole appassionate anche quelle di Giulia Rodano, che ha ricordato come lo sport sia un importante fattore di formazione e informazione: “Dobbiamo batterci per il prima-
to della logica dei valori – ha dichiarato l'Assessore della Regione Lazio – e il MECS sta costruendo opportunità per promuovere il fair play. Lo sport è fondamentale nella vita di una persona perché ci spinge a vincere ma ci insegna a perdere”. “Stiamo riportando l'uomo all'interno delle attività – ha invece detto il presidente dell'Istituto Credito Sportivo Andrea Cardinaletti – e dobbiamo puntare sulla crescita educativa dei giovani, in tutti gli ambiti”. Prima della conclusione dell'incontro, il MECS ha assegnato il titolo di Cavaliere dell'Etica e Cultura nello Sport ai docenti di Educazione Fisica, volendo così onorare questa figura che interpreta al meglio ciò che vuol dire coniugare i valori dello sport nella vita scolastica quotidiana dei ragazzi. La giornata si è conclusa con un tour all'interno delle strutture dello Stadio Olimpico. Accompagnati dai loro professori e dal personale del Coni, gli studenti hanno potuto visitare gli spogliatoi della AS Roma e della SS Lazio, la palestra e naturalmente il campo da gioco, prima di riunirsi sugli spalti della Tribuna Monte Mario per la conclusive foto di gruppo.
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Etica nello Sport
II Tappa - Napoli Il Movimento per l'Etica e la Cultura nello Sport ha incontrato i ragazzi campani per promuovere i valori positivi delle attività sportive Oltre 300 ragazzi entusiasti in rappresentanza di 60 scuole della regione Campania hanno partecipato a “La giornata della Cultura sportiva” promossa dal Movimento per l'Etica e la Cultura nello Sport (MECS) e dal suo presidente Gianni Rivera. Nella splendida cornice del complesso “Villa Doria d'Angri” dell'Università Parthenope di Napoli, il MECS ha presentato agli alunni campani, accompagnati dai loro professori d'educazione fisica, le iniziative SegnalEtica e Eticamp, volte a promuovere l'Etica e i valori positivi che risiedono nello sport. Alla manifestazione, patrocinata dal Coni, sono intervenuti Gianni Rivera, Presidente del MECS, Corrado Gabriele, Assessore all'Istruzione ed alla Formazione della Regione Campania, Serena Albano, Presidente Commissione Cultura d Affari Sociali Provincia di Napoli, Alfredo Ponticelli, Assessore allo Sport Comune di Napoli, Gennaro Mantile, Coordinatore Regionale Educ. Fisica Ufficio Scolastico Campa-
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nia. Ha moderato l'incontro Tommaso Mandato, Presidente del Com.to Promotore per l'Etica e la Cultura nello Sport. SegnalEtica è il concorso aperto a tutti gli studenti delle scuole medie aderenti all'iniziativa delle regioni Lazio, Campania, Abruzzo e Marche e basato sulla realizzazione di un elaborato che abbia come tema l'Etica nello Sport. Fino al 10 febbraio 2010 i ragazzi potranno inviare i propri componimenti al sito www.etica-
nellosport.com sezione concorso SegnalEtica. La seconda iniziativa riguarda gli EtiCamp, campi sportivi che saranno allestiti nel prossimo luglio, attraverso i quali il Movimento per l'Etica e la Cultura nello Sport vuole rendere un servizio socio-pedagogico-sportivo ai tanti ragazzi desiderosi di socializzare e fare sport, prediligendo la crescita umana dell'individuo e nel contempo suscitando l'interesse per le attività proposte. Negli Eticamp, insieme ai tanti campioni dello sport provenienti dalle sezioni sportive di Esercito (Valerio Cleri, oro negli ultimi Campionati del Mondo di Nuoto di Roma), Fiamme Gialle (Andrea Barberi, primatista italiano dei 400 metri), Fiamme Oro (Francesco D'Aniello, argento a Pechino nel double trap) e Carabinieri (Giampiero Pastore, bronzo a Pechino nella specialità della sciabola), i ragazzi potranno non solo fare sport, ma anche capire come si diventa dei campioni di fair play. Durante l'incontro, il Movimento per l'Etica e la Cultura nello Sport ha nominato quali "Ambasciatori del MECS", alcuni atleti che, durante la loro carriera, si sono distinti non solo per le doti sportive, ma anche per i comportamenti assunti dentro e fuori dal campo. Hanno ricevuto il riconoscimento: Gigi Caffarelli (ex calciatore ed attuale dirigente SSC Napoli), Pino Maddaloni (campione olimpionico judo), Andrea Scotti Galletta (capitano CN Posillipo pallanuoto) e Gianluca Attanasio (campione italiano CIP nuoto). In seguito, il MECS ha nominato “Cavalieri del-
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l'Etica Sportiva” i Professori di Educazione Fisica delle scuole che hanno aderito al progetto, e che quindi fungeranno da precursori per il messaggio che il MECS intende diffondere all'interno delle scuole. Salutando i ragazzi presenti nella sala, il presidente del MECS Gianni Rivera ha ricordato: “Quello in cui viviamo è un presente che ha tante possibilità ma non ha ancora trovato la strada giusta. Finora ha vinto Mammona, i beni materiali, l'opulenza. Noi invece crediamo fortemente nei valori positivi della società, e nello sport, che di quei valori deve essere portatore”. A seguire ha preso la parola Corrado Gabriele. “Dobbiamo concentrarci sulla sicurezza nelle scuole – ha detto l'Assessore all'Istruzione ed alla Formazione della Regione Campania – ci stiamo impegnando per stanziare fondi per la ristrutturazione dei locali scolastici e per l'acquisto di materiale sportivo. Credo nello lo sport come veicolo di interazione sociale e crescita dei ragazzi”. Serena Albano ha invece voluto interagire direttamente con i ragazzi, spronandoli a fare delle domande ai relatori. I quesiti, raccolti in un foglio, sono stati in seguito consegnati a Gianni Rivera, che si è impegnato a rispondere al più presto, sul sito www.eticanellosport.com, alle curiosità degli alunni. Gennaro Mantile si è invece rivolto ai professori d'educazione fisica presenti in aula: “Siete una risorsa fondamentale per la crescita dei ragazzi. Molto spesso si dice ai ragazzi che de-
vono imparare la cultura della sconfitta. Giusto, ma io vi esorto a insegnare anche a vincere, perché nelle scuole d'Italia risiedono i campioni del futuro”.
III Tappa - Ancona Ad Ancona il Movimento per l'Etica e la Cultura nello Sport ad Ancona ha incontrato i ragazzi delle scuole marchigiane per promuovere l'Etica e i valori positivi che risiedono nelle attività sportive Ancona (Marche) 2 dicembre 2009 - Più di 300 ragazzi in rappresentanza di 20 scuole della regione Marche, accompagnati dai loro professori d'Educazione Fisica, hanno partecipato a“La giornata della Cultura sportiva” promossa dal Movimento per l'Etica e la Cultura nello Sport (MECS) e dal suo presidente Gianni Rivera. Un clima appassionato e coinvolto ha circondato l'incontro-dibattito, tenutosi nella nuova Sala Conferenze Terzo Censi dell'impianto PalaRossini di Ancona. La manifestazione, giunta alla sua terza
tappa dopo quelle di Roma (23 novembre scorso presso la Sala Conferenze dello Stadio Olimpico) e di Napoli (il 25 novembre presso il complesso Villa Doria d'Angri dell'Università Parthenope), ha rappresentato l'occasione per il MECS di promuovere l'Etica e i valori positivi che risiedono nello sport, attraverso le due iniziative SegnalEtica e Eticamp. Ad Ancona il messaggio del Movimento è stato ancora più forte, data la presenza sul territorio della Fondazione Gabriele Cardinaletti, promotrice del Codice atletico. Alla manifestazione, patrocinata dal Coni, sono intervenuti Gianni Rivera, Presidente del MECS, Mauro Zallocco, Segretario CONI Regione Marche, Lidio Rocchi, Assessore Sport Regione Marche, Michelangela Ionna, Coordinatore regionale Ed.Fisica Uff. Scol. Regionale Marche, Franco Brasili, Vice Sindaco di Ancona e Assessore allo sport del Comune di Ancona, Paolo Del Bene e Tommaso Mandato, Coordinatori Movimento Etica e Cultura nello Sport e Tarcisio Pacetti, Presidente del Panathlon Club Ancona. Ha moderato l'incontro Luigi Capasso, Coordinatore Movimento Etica e Cultura nello Sport. SegnalEtica: il concorso aperto a tutti gli studenti delle scuole medie aderenti all'iniziativa delle regioni Lazio, Campania, Abruzzo e Marche e basato sulla realizzazione di un elaborato che abbia come tema l'Etica nello Sport. Fino al 10 febbraio 2010 i ragazzi potranno inviare i propri componimenti al sito www.eticanellosport.com sezione concorso SegnalEtica.
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Etica nello Sport
Il Presidente del MECS Gianni Rivera, nomina Ambasciatore dell’etica Massimo Fabrizi
EtiCamp: campi sportivi che saranno allestiti nel prossimo luglio, attraverso i quali il Movimento per l'Etica e la Cultura nello Sport vuole rendere un servizio socio-pedagogicosportivo ai tanti ragazzi desiderosi di socializzare e fare sport, prediligendo la crescita umana dell'individuo e nel contempo suscitando l'interesse per le attività proposte. Negli Eticamp, insieme ai tanti campioni dello sport provenienti dalle sezioni sportive di Esercito (Valerio Cleri, oro negli ultimi Campionati del Mondo di Nuoto di Roma), Fiamme Gialle (Andrea Barberi, primatista italiano dei 400 metri), Fiamme Oro (Francesco D'Aniello, argento a Pechino nel double trap) e Carabinieri (Giampiero Pastore, bronzo a Pechino nella specialità della sciabola), i ragazzi potranno non solo fare sport, ma anche capire come si diventa dei campioni di fair play. Durante il dibattito, il Presidente del MECS Gianni Rivera ha nominato “Cavalieri dell'Etica Sportiva” i Professori di Educazione Fisica delle scuole che hanno aderito al progetto, e che quindi fungeranno da precursori per il messaggio che il MECS intende diffondere all'interno delle scuole. Dopo il saluto di benvenuto del presidente Gianni Rivera, a cui i ragazzi in sala hanno rivolto al termine dell'incontro diverse e curiose domande sul suo passato da calciatore, il primo a parlare alla platea è stato Mauro Zal-
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locco: “Siamo molto contenti di potervi ospitare nella nuova Sala Conferenze Terzo Censi, inaugurata il 23 settembre scorso. Il Coni ha fra gli obiettivi proprio questo, dotare la popolazione di impianti e strutture adatte alle esigenze della popolazione”. Ha preso poi parola Lidio Rocchi: “La regione Marche è sempre intervenuta, e sempre interverrà in occasioni come quella promossa oggi dal Movimento per l'Etica e la Cultura nel-
lo Sport. Le attività scolastiche devono essere al centro della nostre politiche di sviluppo, e lo sport in particolar modo è veicolo di integrazione e di valori positivi”. Michelangela Ionna si è rivolta ai ragazzi, ricordando che: “In tutti noi albergano i valori positivi. Ma l'etica va coltivata, formata. Solo così potrete diventare dei cittadini completi. Il rispetto verso tutti è alla base del vivere civile. Noi oggi siamo qui, anche per farvi capire
quanto l'istituzione scolastica è attenta alla vostra crescita”. Durante il dibattito c'è stato anche il tempo per promuovere Il Cartellino Verde, l'iniziativa nata proprio ad Ancona e che ha come scopo quello di evidenziare gli atteggiamenti e i comportamenti positivi che ricorrono nelle attività sportive: “Evidenziare e premiare un atteggiamento positivo – ha detto Tarcisio Pacetti – ci condurrà verso una cultura diversa, migliore”.
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Intervista
Vado al Massimo! Intervista a Massimo Piscedda, selezionatore della Nazionale Italiana under 19
di Andrea Tranquilli
l cellulare suona in continuazione ed il tono delle telefonate è sempre lo stesso… “Massimo, che ti serve un buon terzino sinistro…”. Massimo Piscedda, romano e biancoceleste doc, classe ’62, ex giocatore di Lazio, Avellino, Ascoli e Siena ed attuale selezionatore della nazionale under 18 e 19 che ha superato brillantemente il primo turno di qualificazione dell’Europeo di Categoria, fondamentale tappa di avvicinamento al Mondiale Under 20 che si dis-
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puterà in Colombia nel 2011. Mister Piscedda ha un ruolo fondamentale per le sorti del calcio italiano avendo la grande responsabilità di allenare una nazionale che rappresenta per il prossimo futuro l’esatto crocevia per un calciatore modello quando si riesce a capire se con il pallone dovrà passare il resto della vita o sia meglio che rimetta i piedi per terra e torni, nel migliore dei casi a studiare, nei peggiori a lavorare. “I ragazzi che alleno - esordisce Piscedda – sono in un momento molto parti-
colare agonistico soprattutto per il calcio italiano. All’estero, penso all’Inghilterra e al “mio” Federico Macheda, se hai le qualità anche a sedici anni non si pongono grandi problemi e già ti buttano nella mischia facendoti esordire in Premiere League, non si creano molti problemi quando dimostri di avere i numeri, scommettono subito su di te ed investono nel calciatore. Da noi, in Italia, prima che accedi alla prima squadra devi fare talmente tanta gavetta e sporcarti di tanto fango nelle catego-
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Massimo Piscedda in compagnia di Sir Alex Ferguson, allenatore del Manchester United
rie inferiori che il rischio di bruciarti è concreto. Lavorando molto con l’estero ti rendi conto che nel nostro Paese è assente la cultura del Vivaio, manca la fiducia nella potenzialità dei settori giovanili, non capendo che se gestiti bene possono essere una fucina di Campioni del domani. Anche a livello economico i nostri presidenti non si rendono conto che spendendo un decimo di quello che sborsano per gli stranieri potrebbero allestire un fior di progetto che costituirebbe le fondamenta del domani” Si capisce che quando si ama tanto questo sport è duro confrontarsi quotidianamente con una disciplina che puzza sempre di più di business e profuma poco di sport “È la battaglia di una vita lavorativa. Sono anni che cerco di far capire ai dirigenti che mandano avanti il circo del pallone che se non si punta sui ragazzi non abbiamo futuro. Su un centinaio di nostri ragazzi che vanno all’estero a migliaia entrano nel nostro paese. Spendiamo un patrimonio nella costruzione di una rete di osservatori che vada in giro per il mondo a scovare campioni in erba, ma non sarebbe più economico ed etico investire tutti quei soldi in viaggi ed altro per costruire le fondamenta di
una scula calcio. Allenando i ragazzi non potete immaginare quanti campioni nascono in Italia che per colpa della concorrenza si perdono.” Quando si pensa ai baby azzurri, potenziali campioni, viene alla mente Santon e Ballottelli: il primo non gioca mai ed il secondo fa un po’ troppe bizze: “ Il caso Santon è la sintesi perfetta del mio discorso – continua Piscedda – un buon giocatore che potrebbe diventare nel tempo un ottimo calciatore che non trova spazio chiuso dalla concorrenza di tanti stranieri. Ballottelli è un bravissimo ragazzo ma che rischia di diventare la prima vittima di un personaggio che si è creato e gli hanno vestito addosso, peccato perché ai Mondiali lo avrei visto bene, ma penso che ancora non sia maturo. Mentre confido molto in una convocazione di Bonucci e Ranocchia, vedrete che Lippi non li lascerà a casa…”. E dei ragazzi che alleni chi ci segnali: “Ora dovrei fare il solito discorso che sono tutti bravi, tutti campioni e tutti allo stesso livello: e, credetemi, è proprio così. Ma se proprio devo fare dei nomi …il bomber Destro, il centrocampista del Chelsea Sala ed il compagno Fabio Borini. Poi c’è D’Alessandro…” Abbiamo capito, tutti.
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Rugby
Qualche numero... Il primo, più importante di tutti: 24. Come i punti segnati dall’Italia a Samoa nel terzo e ultimo dei Cariparma Test Match di novembre, per un 24-6 finale che, al Del Duca di Ascoli, ha riportato gli Azzurri di Nick Mallett alla vittoria dopo diciotto mesi esatti di assenza. di Andrea Cimbrico ultimo successo, 28 giugno 2008, risaliva al successo esterno di Cordoba contro l’Argentina e pazienza se quella che ha portato a casa il risultato non è stata la più bella Italia del novembre appena passato. Nel mezzo, ci sono tanti altri numeri. Gli ottantamila di San Siro per la partita contro la Nuova Zelanda, ad esempio. I centoventisettemila che hanno seguito la Nazionale in un
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percorso iniziato a Milano per il match-evento con gli All Blacks, proseguito a Udine per la sfida ai Campioni del Mondo del Sudafrica rientrati nello spogliatoio a metà gara in debito d’ossigeno contro un’Italia che non voleva uscire dalla partita, terminato ad Ascoli con Samoa in quella partita che né Mallett né i suoi volevano o potevano perdere. Quante Nazionali, oggi, sono in grado di garantire questi numeri, di muovere la
stessa passione? E chi non ha trovato un biglietto (impossibile a Milano e Udine, difficile ad Ascoli), o in tempi difficili ha anteposto il bilancio familiare a un pomeriggio allo stadio ha trovato posto davanti alla televisione, dove La7 e Sky Sport Italia, in simulcast, hanno garantito una copertura televisiva ampia e di alto livello. Ancora numeri: oltre due milioni di telespettatori complessivi per la partita di Milano (15% di share cir-
ca), un milione abbondante per i Cariparma Test Match contro Sudafrica e Samoa: numeri superiori o analoghi a quelli delle ultime edizioni dell’RBS 6 Nazioni, piacevole testimonianza di quanto il rugby abbia saputo consolidare e rafforzare la propria posizione nei cuori della gente. Ventitre sono, invece, i giocatori che il CT azzurro Nick Mallett ha mandato in campo nel corso delle tre partite di novembre. Qualche assenza per in-
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fortunio (Bortolami, Canavosio, Masi, Festuccia, Dellapè, Staibano, Marcato), qualche giovane che ha confermato quanto di buono fatto vedere in estate al tour (Tebaldi, Sgarbi, Favaro), e un gruppo che, nel suo insieme, ha dimostrato di possedere l’attitudine e le qualità per essere protagonista lungo il percorso che si snoda sino ai Mondiali neozelandesi del 2011. Aggiungete le due vittorie che l’Italia “A” di Gianluca Guidi ha ottenuto contro Romania e Georgia nello stesso mese di novembre e avrete il quadro, chiaro, di un progetto per l’alto livello che abbraccia una cinquantina di giocatori che hanno dimostrato di saper gestire una serie di grandi appuntamenti: in questo sta il grande successo del novembre azzurro. Sei, infine, i mesi che, giorno più, giorno meno, dovrà passare Sergio
Parisse lontano dal campo da gioco. Un allenamento come tanti, l’ultimo prima della partita con Samoa. Un cambio di direzione come migliaia in carriera, solo che questa volta il piede destro rimane una frazione di troppo nel terreno, il ginocchio ha un sussulto e Sergio rimane per terra. Crociato anteriore destro, operazione pochi giorni dopo, addio Sei Nazioni e la vittoria con Samoa conquistata guardando la partita dalla panchina, senza rinunciare al dialogo coi compagni, a un consiglio, a un rimprovero. Di positivo rimane la prova di maturità che una squadra orfana del suo leader ha saputo offrire in una gara non semplice, una partita dove era vietato sbagliare. Con gli Azzurri, arrivederci a febbraio, a Croke Park, per la partita con l’Irlanda che inaugura il Sei Nazioni 2010. Per Parisse, arrivederci a giugno.
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Surf
Il Protest Banzai Pro 2009 è stato un surf contest davvero impegnativo per gli oltre 40 atleti in gara, regalando spettacolo puro al pubblico presente che nonostante le condizioni a tratti avverse non demordeva nell’incitare i surfers impegnati in una difficile ma bellissima gara.
Diario di bordo... di Alessandro Morucci
utto inizia come stabilito con la prima heat del girone Trias Open Protest alle 8:30, il mare fino a un’ora prima era quasi del tutto piatto ma come per magia arrivano i primi set a delineare l’orizzonte. Dunque subito lotta accesa per la conquista delle Wild Card in palio ai due finalisti del girone trias, unica via per entrare nel main event e poter affrontare i più forti surfers della penisola. Nomi conosciuti come Leira, Maffei, Thilo Sili e altri si giocano il tutto per tutto a suon di manovre più o meno efficaci ma comunque sempre di buon livello. Una volta giunti alle semifinali con i più titolati e rispettando i vari pronostici si lascia il campo libero alle girls! Prende il via la gara anche per le ragazze che spregiudicate si lanciano tra le schiume sotto riva nella speranza di arrivare sulla line up. È co-
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sì sarà per 4 di loro mentre la Balistreri dovrà ritirarsi a causa di una serie di onde troppo potenti per la giovane laziale. Prontamente soccorsa dai medici presenti con un rapido controllo nell’autoambulanza presente per tutta la manifestazione. La sicurezza in mare è sempre stata garantita dall’unità cinofila CUCS di S.Marinella partner fisso di questi eventi. Le altre ragazze spariscono dietro i frangenti per poi riapparire in piedi sulla tavola e sarà la superiorità tattica della Vitale che la farà vincere sull’ottima prestazione della Mauri, della toscana Delle Luche e della Bonomelli (sorella di Angelo). Si riprende con la finale del girone trials dove il giovanissimo Leo Fioravanti si conferma il favorito piazzandosi al primo posto e vincendo così la WC. Anche Morelli arrivando secondo si aggiudica la seconda WC e i due lasciano
a bocca asciutta Thilo Sili e Pacitto rispettivamente terzo e al quarto posto. Dopo una piccola sosta, iniziano le prime heat del main event che vedono alcuni tra i più forti surfer della penisola e naturalmente i pretendenti al titolo Angelo Bonomelli e Roberto D’Amico. Le onde sembrano ingrossare ulteriormente, mentre a terra, il vento e la pioggia decidono di colpire il campo gara fortunatamente per pochi minuti. La gara inizia a delinearsi, chi è più in forma riesce a sfruttare le migliori pareti fino nell’inside per poi tornare velocemente sul picco. Simi, Vanno, Dionisi, Esposito, Barcelloni, Leporatti, Beydi, Fabiani e Bianchi escono a testa alta già solo per il fatto di aver affrontato un mare di queste dimensioni e cattiveria. Proprio per questo motivo arriva il ritiro da parte di Leo Fioravanti, vincitore della finale trias, che giustamente rinuncia alla Wild Card
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...Parte per primo Bonomelli che con il suo stile impeccabile inizia ad anelare i punti che gli servono per vincere il titolo ma anche gli altri finalisti vogliono il loro momento di gloria e spingono al massimo sulle onde più grandi. e decide saggiamente di non entrare in mare in quelle condizioni proibitive. Alla sua età e con il suo fisico sarebbero state onde di 5 metri e la corrente lo avrebbe penalizzato troppo, quindi il piccolo campione che conosce i propri limiti rimanda l’appuntamento con le grandi onde. Tra i veterani, invece, nessuno ha intenzione di mollare ma le condizioni mettono a dura prova il fisico e il giusto posizionamento nella line up diventa fondamentale per non essere travolti da muri enormi di schiuma bianca e dalla forte corrente. Purtroppo per Giuliani e Bonfili la gara termina agli ottavi e solo Marcianò riesce ad avanzare ai quarti. Nel frattempo superano il girone anche Castagna, Bonomelli, D’Amico, Pulvirenti, Morelli, Fioravanti (Matteo), Ranaldi, Pavone, Lancioni e Clinco. Tutto sembra delineato con i due pretendenti al titolo lanciati verso la vittoria finale senza che nessuno possa infastidirli più di tanto. A que-
sta supremazia resistono solo Ranaldi, Pulvirenti e Matteo Fioravanti. Infatti Angelo Bonomelli e D’Amico sono già in semifinale e si ritrovano a giocarsi il posto in finale nella stessa heat. Uno scontro imprevisto e anticipato rispetto i pronostici ma il risultato alla fine è doppio. Si perché vedere due atleti così di alto livello gareggiare insieme è molto spettacolare, figuratevi poi se li vede per due heat consecutive. Accedono alla finalissima appunto Bonomelli, D’Amico e il toscano Castagna dopo una eccellente semifinale insieme a Ranaldi. Parte per primo Bonomelli che con il suo stile impeccabile inizia ad anelare i punti che gli servono per vincere il titolo ma anche gli altri finalisti vogliono il loro momento di gloria e spingono al massimo sulle onde più grandi. Il contest director incita sia gli atleti che il pubblico perché sa che quegli ultimi 25 minuti di spettacolo sportivo sono assolutamente rari. E Onda
Prende il via la gara anche per le ragazze che spregiudicate si lanciano tra le schiume sotto riva nella speranza di arrivare sulla line up. dopo onda Castagna e Ranaldi partono su vere bombe cercando di sfruttare tutta la parete con manovre sempre al limite fino a quando il giovanissimo D’Amico non decide di mettere fine a tutto con una partenza su una delle migliori onde del contest infilandosi in un profondo tubo per poi uscirne alla grande! 9,5 è il punteggio che ottiene, il più alto di tutta la giornata! La vittoria meritata va a D’Amico compreso anche il premio Secret Best Trick, mentre grande gioia per il neo campione italiano Angelo Bonomelli. Ottimo terzo posto per il team rider Protest Lorenzo Castagna e quarto per il romano Marco Ranaldi.
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Vela
America’s Cup Due anni e quattro mesi di cause e tribunali. La coppa america approda finalmente alla sfida numero 33 dopo una serie estenuante di litigi e dispetti tra due degli uomini più ricchi della terra.
di Paolo Cecinelli Caporedattore centrale La7 Sport
rnesto Bertarelli, vincitore con alinghi delle ultime due edizioni, ha perso l’ultimo ricorso legale. La Corte d’appello di New York ha deciso infatti che, nel prossimo mese di febbraio, il suo equipaggio dovrà affrontare in acqua a Valencia quello di bmw oracle, team presiedu-
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to dall’americano Larry Ellison. Basta con le cause, basta con le accuse. Bertarelli ed Ellison dovranno risolvere la loro disputa infinita secondo le regole del duello a vela piu’ antico del mondo. Il match race. Una barca contro l’altra. Vince chi taglia per primo il traguardo, il resto non conta.
“in questo gioco, non ci sono secondi”, come disse nel 1851 il capitano del “britannia” rispondendo alla regina d’inghilterra. La goletta “america” aveva fatto il vuoto dietro di sé, staccando tutti e 13 i vascelli inglesi che avevano inutilmente cercato di batterla. Era la prima sfida dell’america’s cup, passata alla storia co-
me “coppa delle cento ghinee” per il valore del trofeo d’argento messo in palio. Un giro intorno all’isola di wight, nelle difficili correnti del solent e la nebbia, per un primato platonico. I giornali l’avevano raccontata come “la sfida dei due mondi”. La vecchia Europa contro la nuova america, ansiosa di dimostrare di essere mi-
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gliore della tradizione. Da allora nulla sembra cambiato. Le regate si sono succedute nel tempo a scansione non sempre regolare mentre costante ed immutato e’ stato il fascino di questa sfida. 33 edizioni in 158 anni che hanno visto per protagonisti gli uomini più ricchi del mondo. Vanderbilt, Rotschield, Sopwith, Sir Thomas Lipton, tedd turner, il Barone Bic, Gianni Agnelli, Raul
Gardini, Bill Koch. Per conquistare il sacro gral della vela, hanno dissipato delle intere fortune ma nessuno e’ rimasto insoddisfatto del prestigio mondiale che solo la coppa america concede a chi arriva alla sfida finale. La disputa tra Bertarelli ed Ellison è il risultato di tutti questi anni di contese che hanno rappresentato sempre qualcosa che andava oltre la mera regata a vela. Il nuovo millennio, e le sue contraddizioni, hanno amplificato tutto ciò, come nessuno si sarebbe mai immaginato. Sono tante le cose che non hanno senso in questa 33-esima coppa america. Innanzitutto la natura delle due barche. Una diversa dall’altra. Gli svizzeri si presentano con un mega-catamarano (due scafi) e gli americani con un trimarano (trescafi). Sembra quasi una scommessa, di quelle per stabilire se sia più veloce una moto o un’auto. Sono lunghe 90 piedi, circa 33 metri,
con un albero che supera i 50 metri d’altezza. Uno sproposito. Ma la cosa più assurda è che i due mostri del vento sono stati costruiti per gareggiare nel golfo persico, nello specchio d’acqua di fronte agli emirati arabi dove il mare è un lago ed il vento leggerissimo. Le strutture delle imbarcazioni sono state progettate per affrontare condizioni molto diverse da quelle che troveranno a Valencia nel mese di febbraio. Per la prima volta la coppa america si disputerà nell’emisfero nord durante i mesi invernali. Sembrerà un dettaglio ma non è così. Il mare d’inverno va lasciato ai navigatori, quelli che lo affrontano con solide imbarcazioni come succede nella “volvo ocean race”, il giro del mondo in equipaggio. Il fascino della coppa america però, è stato sempre inversamente proporzionale all’assurdità della sfida. Negli anni ’30 gli americani, allora detentori del trofeo, in-
trodussero una regola che obbligava gli sfidanti a raggiungere il campo di regata di Rhode Island Navgando a vela. La traversata atlantica rappresentava quasi sempre un durissimo banco di prova per le imbarcazioni progettate per regatare tra le boe. Questa volta assisteremo alla sfida tra due grattacieli del mare. BMW Oracle ha ideato una speciale vela rigida, una sorta di ala di aereo, grande più del doppio di quella di un jumbo. Alinghi invece dovrebbe essere la barca più leggera. Per azionare le vele al posto dei Grinder – sarebbero serviti almeno dieci uomini – c’e’ un motore a scoppio. Poco elegante ma molto efficace. Sarà comunque la sfida più tecnologica e veloce di tutta la storia della coppa america. Sarà comunque la sfida più spettacolare di sempre. Per seguire queste imbarcazioni più veloci del vento l’unica soluzione sarà affittare un elicottero oppure vederle in tv.
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Fiamme Gialle
Antonietta Di Martino e Fabrizio Donato
In vetrina i campioni del futuro e il calendario “in gialloverde” Per il 19simo anno consecutivo le Fiamme Gialle hanno condensato 12 mesi di straordinaria attività agonistica, quelli del 2009, nelle poche ma significative pagine del tradizionale calendario da tavolo presentato martedì 15 dicembre a margine della premiazione degli atleti della Sezione Giovanile Fiamme Gialle. di Alessandro Morucci
l 15 dicembre scorso a Roma, nella suggestiva Sala del Tempio di Adriano, a Piazza di Pietra, presenti l’Assessore allo Sport della Provincia di Roma Patrizia Prestipino, Alessandro Cochi, Delegato allo sport del
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Sindaco di Roma, e il membro CIO Manuela Di Centa, le Fiamme Gialle hanno incontrato la stampa nel tradizionale appuntamento di fine anno durante il quale è stato presentato il calendario da tavolo realizzato per il 2010 da Marchesi Grafiche Edi-
toriali e premiato i migliori atleti delle Sezioni Giovanili che, dal 1960, continuano a sfornare “campioni in erba”. Presenti pure i presidenti Federali Paolo Barelli (nuoto), Giorgio Scarso (scherma), Enrico Gandola (canottaggio), Carlo Croce (vela) e
Giancarlo Bolognini (sport del ghiaccio). Molti i consensi per il calendario Fiamme Gialle, poiché l’oggetto identifica lo sport che, giornalmente, si pratica tra le fila delle squadre gialloverdi assumendo anche un valore simbolico sempre maggiore fino ad
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L’On. Alessandro Cochi premia il nuotatore Mihaj Pantir
L'assessore alla sport provincia di roma Patrizia Prestipino premia Roberta Fiorini
L'On. Manuela Di Centa premia Daniele Donnarumma della sezione giovanile di canoa
Il Gen.D. Gianni Gola e l'On. Manuela Di Centa consegnano un premio alla carriera a Ylenia Scapin
essere diventato, negli anni, un autentico tratto distintivo del Centro Sportivo della Guardia di Finanza diretto dal Generale di Divisione Gianni Gola. Il Calendario “in gialloverde”, rinnovato ulteriormente nell’aspetto, è pronto per raggiungere le scrivanie di dirigenti, atleti, tecnici ed appassionati dello sport – molti dei quali lo aspettavano con curiosità! -, ed accompagnarli nella nuova avventura agonistica ed umana dell’anno oramai alle porte. Nell’entusiasmante carrellata di immagini relative alla stagione 2009, spicca l’armonia dei gesti di Tania Cagnotto che, grazie alle cinque medaglie vinte, tre d’oro ai Cam-
pionati Europei di Torino, e due – una d’argento ed una di bronzo – ai Mondiali di Roma, ha guadagnato a buon diritto la copertina del calendario, ed il titolo di Atleta Fiamme Gialle dell'Anno per il 2009. Tra gli interventi particolarmente apprezzate sono state le parole espresse dall’On. Alessandro Cochi che, parlando di “Modello Fiamme Gialle”, ha sottolineato come la Guardia di Finanza: “Non si occupa solo di sport di vertice, ma cura e organizza anche molti eventi che coinvolgono i giovani ed il mondo scolastico”. L’evento è stato anche occasione per presentare la tradizionale “palla di Natale” realizzata con
Tavolo delle Autorità
la collaborazione del free press sportivo, media partner delle Fiamme Gialle, Sport Club edito da Luigi Capasso. Ampio spazio, infine, per la premiazione dei giovani atleti gialloverdi che hanno conseguito risultati d’eccellenza in Italia ed all’estero tra cui: nella canoa Matteo Brillo, vincitore nella categoria juniores di due titoli europei e della medaglia d’argento ai campio-
nati mondiali, Daniele Donnarumma e Roberta Fiorini, entrambi medaglia d’argento ai campionati europei juniores, nel nuoto da Mihaj Pantir, bronzo agli europei juniores, e nell’atletica leggera da Daniele Secci che ha migliorato più volte i primati italiani di categoria nel getto del peso ed ha proprio sabato scorso conquistato l’oro nelle Gymnasiadi di Doha.
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Solidarietà
Ritorna la corsa di Miguel di Enrico Morucci
il biglietto da visita della Corsa. Lo puoi “leggere” a Villa Pamphili o a via Lemonia, in una maratona di Firenze o persino al Central Park di New York uno dei giorni prima della sfida della Grande Mela. Lo indossano ragazze con l’ipod e pure qualche campione. È la maglietta della Corsa di Miguel, rigorosamente a maniche lunghe, rigorosamente senza sponsor, rigorosamente bella. Anzi, sono le varie versioni della maglietta: arancione, bianca e verde, blu, rossa. Quest’anno come sarà? La domanda incuriosisce e fa crescere l’attesa per quella che è diventata negli anni la gara più partecipata d’Italia sulla distanza dei 10 chilometri. Pensata, organizzata e vissuta per ricordare la vita di un giovane di 25 anni, fondista e poeta autodidatta, spezzata dalla dittatura militare in Argentina, nell’anno terribile della tragedia dei desaparecidos, gli scomparsi, il 1978. Miguel Benancio Sanchez amava questa bellezza, la bellezza dell’atletica, la bellezza del sentirsi bene dopo aver corso dalle parti di casa sua, nella Gran Buenos Aires, fra i campi da golf di Ranelagh e la tenera pista di Villa Dominico. Ma amava più di ogni altra cosa la possibilità, attraverso lo sport, di conoscere e conoscersi. Gli piaceva mischiare le lingue, le esperienze, gli allenamenti. Quindi la Corsa che porta il suo nome, organizzata dal Club Atletico Centrale, s’è proposta prima di tutto di favorire l’incontrarsi fra persone anche molto diverse fra loro. Si corre forte o piano, a 17 o a 70 anni, con la fidanzata o con il papà o la figlia, pensando a vin-
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cere o semplicemente a battere il vicino di casa o il compagno di squadra. L’appuntamento è sempre a gennaio e il percorso è un altro tratto distintivo della storia della Corsa di Miguel: partenza e arrivo all’Acqua Acetosa e in mezzo la fontana vicino al circolo Aniene, il bowling, il Tevere, la Dea Roma, la ciclabile, Ponte Milvio… Di tutto di più. Quest’anno pure la novità delle Onde. Per dividere i cinquemila podisti sono state studiate tre partenze a distanza di due minuti. L’Onda Bikila, in ricordo dell’olimpionico a piedi nudi, premierà chi s’è iscritto prima o quelli che hanno corso Miguel almeno una volta sotto i 42 minuti. Poi gli altri competitivi con l’Onda Miguel appunto, infine i non competitivi con i ragazzi autistici del Progetto Filippide, grandi amici della Corsa fin dal primo anno di nascita, il 2000. A proposito di Bikila un braccialetto e una sorpresa nel pacco gara, celebreranno un immaginario incontro fra Miguel e il grande corridore etiope. Ma non mancheranno altre sorprese. Una è l’anteprima, Aspettando Miguel, otto corse nei parchi di Roma il 16 gennaio per tirare la volata alla Corsa più grande. Raduni podistici dove si mischieranno scuole e amatori, allenamenti collettivi e altri giochi, sempre all’insegna della festa. Quindi, a febbraio, toccherà agli studenti con il Mille di Miguel. In un calendario che si allarga sempre di più come dimostra la straordinaria esperienza della Corsa di Miguel a L’Aquila, il 18 ottobre, una domenica del cuore in cui 1500 podisti hanno invaso il centro storico del capoluogo abruzzese colpito dal terremoto. Insomma, Miguel corre tutto l’anno.
La Corsa di Miguel 24 gennaio 2010 www.lacorsadimiguel.it Iscrizioni: 8 euro Scadenza iscrizioni: 19 gennaio Competitiva di 10 km Non competitiva di 4 km Info 3931765455
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Sport&Finanza
Mondiali: Sudafrica 2010 un affare da 3 mld di euro di Massimo Lucchese
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Al termine dell’evento calcistico un Paese profondamente cambiato: 65 mld di investimenti in infratrutture. Nella precedente edizione l’audience globale dell’evento è stato di 3.5 miliardi di contatti tv.
l Mondiale di calcio è il più grande evento sportivo a livellop planetario. Per immagine solo l’Olimpiade estiva riesce a tenergli testa. Più 200 milioni di persone sparse in 200 Paesi hanno seguito lo scorso 4 dicembre le immagini, provenienti da Città del Capo, del sorteggio dei gironi di SudAfrica 2010, 19ima edizione del Mondiale di calcio. L’evento a marchio Fifa si caratterizza per una serie di re-
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cord. Il valore globale del business della Coppa del Mondo è superiore ai 3 miliardi di euro, per due terzi coperti dalla mano pubblica, per il restante terzo dai contributi privati. Al termine della manifestazione la crescita economica dello stato africano sarà pari a 5 miliardi di euro, senza considerare i 65 mld stanziati per implementare tutte le infrastrutture pubbliche. Il fiore all’occhiello è l’impiantistica sportiva. La metà degli stadi sono nuovi e, al termine della competizione, si stimano più di 1,3 miliardi di euro di investimenti. L’ufficio del turismo prevede che 1,5 milioni di turisti visiterà il Paese per la prima volta e che circa 400 mila persone acquisteranno almeno un biglietto di gara. Diritti tv (in Germania, precedente edizione, l’audience cumulativa è stata di 3,5 mld di contatti) e sponsorizzazioni saranno le due principali fonti di ricavi del Saloc (il Comitato organizzatore locale). Se sul terreno televisivo sono ancora molti gli accordi strategici da firmare (si prevede il superamento del tetto di 1,3 mld di euro), in ambito sponsorizzativo il budget è molto vicino a quanto previsto dal comitato organizzatore. Più di un miliardo di euro arriverà direttamente dagli sponsor globali della Fifa. Tra gli investitori principali di SudAfrica2010 vi sono, per esempio, Coca Cola, Adidas (fornitore del pallone di gioco e delle divise delle terne arbitrali), Hyundai, Visa, Sony ed Emirates (alla seconda presenza consecutiva dopo Germania 2006). A queste aziende si affiancheranno diversi sponsor nazionali e altri sei partner inseriti nel format “sponsor Fifa world cup” (il colosso indiano Satyam, Mtn, Budweiser, Castrol, McDonald’s e Continental). Fino a oggi hanno già firmato realtà sudafricane del calibro di Telkom SA (più di 26 mln di euro) e First national bank (35 mln di euro). Quest’ultima ha anche acquisito i naming rights dell’Ellis Park (uno degli stadi del Mondiale) per 2,5 milioni di euro annui. Vi si
affiancano, inoltre, Neoafrica (consulenza nel settore IT), Prasa (compagnia di trasporti pubblici) e Bp Africa (idrocarburi). “Le principali marche di abbigliamento sportivo si contenderanno lo scettro dello sportswear e del footwear, utilizzando SudAfrica2010 come volano per le vendite su scala internazionale”, ha spiegato a Sport&Finanza, Roberto Ghiretti, uno dei maggiori esperti italiani di sports-marketing. “Adidas parte con un vantaggio considerevole. È partner Fifa dal 1970 per la fornitura del pallone da gara e delle divise delle terne arbitrali (oltre che del personale di staff, ndr), ma Nike con 9 team nazionali (anche se la casa tedesca ne può vantare ben 12) è lì a un passo. Puma, eterno terzo incomodo, in questa lotta al vertice, vestirà sei squadre di cui quattro africane (solo SudAfrica e Nigeria le sono sfuggite). Importante anche il ruolo di Umbro, gruppo Nike, a supporto dell’Inghilterra. Se Beckham e compagni dovessero vincere il trofeo farebbe schizzare alle stelle il fatturato della casa della doppia losanga”. Un’ulteriore area di ricavi è quella della biglietteria, con prezzi compresi tra 13 e 600 euro. La Fifa metterà in vendita circa 3 milioni di tagliandi. Un milione è destinato esclusivamente al mercato locale e ai supporter dei Bafana-Bafana, così come vengono chiamati i calciatori della Nazionale sudafricana, un ulteriore milione ai fan delle altre 31 selezioni. L’ultimo milione di biglietti sarà gestito dal Saloc e dalla Fifa, che, a sua volta, li utilizzerà per gli ospiti degli sponsor. Uno dei punti di debolezza della manifestazione, per la prima volta in terra africana, è la sicurezza. Per l’occasione il Governo metterà in campo 45 mila agenti e un budget per l’ordine pubblico pari a 4,5 mld di euro. Città come Durban, Pretoria o la stessa Johannesburg, infatti, sono ancora tormentate dagli scontri tra gang, spesso dedite a sequestri-lampo di turisti o lavoratori occidentali.
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Sport&Finanza
Messi, nuova icona di Marcel Vulpis
del calcio “globale”
er la prima volta un calciatore argentino è in cima al mondo. Neppure Diego Armando Maradona era riuscito in questa impresa (anche perché ai suoi tempi potevano partecipare al premio transalpino solo campioni europei). Il "predestinato" in questione è Lionel Messi, in forza al Barcellona, che ha vinto con 473 voti, sui 480 disponibili, il Pallone d'oro 2009, premio ideato dal magazine France Football e destinato al miglior calciatore della stagione. L’ultima valutazione di Forbes pone Messi al nono posto tra i Paperoni dello sport con più di 16,97 mln di euro tra ingaggio e ricavi commerciali. Quest’anno l’argentino ha firmato un contratto con il Barça di 9,5 mln di euro ed è sponsorizzato da Adidas (oltre un milione di euro), Pepsi, Telefonica, Banco de Sabadell per l’America Latina, e da Garbarino (catena di negozi di elettrodomestici) per il solo territorio argentino.
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“Per l’agenzia di pubblicità BBDO, Messi è un brand del valore di 30 mln di euro e la conquista del Pallone d’oro può far crescere più velocemente, nell’ordine del 10-20%, tutti i contratti in scadenza”, spiega a Sport&Finanza, Roberto Ghiretti, presidente dell’omonima struttura di sports-marketing. Insieme, poi, a Kakà e Cristiano Ronaldo (giunto secondo nella classifica 2009 del Pallone d’oro) è un’icona glocal. “Da un lato è un personaggio globale e lo dimostrano le campagne studiate da Adidas in tutto il mondo, dall’altro molte aziende argentine si stanno avvicinando a lui per sfruttare, in concomitanza di SudAfrica2010, il volano del mondiale di calcio”, ha sottolineato Marco Nazzari, direttore di Immagine&Sport – agenzia di monitoring research in ambito sportivo. “Messi è molto giovane ed ha la possibilità tra l’altro di superare il record di tre palloni d’oro, come è avvenuto precedentemente con campioni del calibro di Michel Platini, attuale numero uno dell’Uefa”.
Adesso il Barcellona potrà sfruttare l’effetto Messi sui mercati internazionali per far lievitare le vendite del merchandising, così come l’Adidas, partner tecnico dell’argentino, spingerà in comunicazione e sui mercati con il prodotto “F50i” (lo scarpino della “Pulce”). Fa riflettere, di contro, l’assoluta assenza di giocatori italiani nella lista dei primi 30 calciatori al mondo. È il segno, anche questo, del declino del nostro movimento calcistico, confermato sul campo di gioco, per esempio, dall’uscita della Juventus dalla Champions league (anche se avrà modo di rifarsi in Uefa league) per mano del Bayern Monaco (per 4 reti ad una). Una cosa è certa. Se continueremo a non qualificare le nostre squadre sarà sempre più difficile trovare i campioni tricolori nella classifica di France Football. Se poi si pensa che Lionel Messi è cresciuto all’estero nel vivaio del Barcellona, è normale pensare che stiamo sbagliando tutto all’interno del nostro modello.
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Club news
Dott. Roberto Sinibaldi Medico Chirurgo Specialista in Medicina Fisica e Riabilitazione
Discese innevate e traumi da sci
Lesione del legamento crociato anteriore Attrezzature particolari, ambiente insidioso ed aumento della velocità. Lo sci è pratica sportiva che espone al rischio di infortuni: la lesione del legamento crociato anteriore. La fotografia del Dott. Sinibaldi:“Miglioramento delle prestazioni legate alle attrezzature e maggiore velocità, fanno purtroppo il paio con l'aumento di incidenti ed infortuni”. di Paolo Brandimarte
e discese ardite e le risalite. Piste innevate, panorama mozzafiato, slalom funambolici ed ottima compagnia. Di contro: cadute rovinose, traumi e distorsioni. Lesioni traumatiche legate allo sci: focus sulla lesione del legamento crociato anteriore. Dott.Sinibaldi, la lesione del LCA costituisce uno degli infortuni più frequenti tra gli sciatori. Clinicamente parlando, cosa avviene? “Si tratta di traumi in algostress che possono comportare anche la lesione del mediale collaterale e di uno o due menischi (solitamente quello interno ndr).
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Da cosa dipende? “Principalmente dall’ambiente in cui questo sport si esplica e poi dalle attrezzature utilizzate. In questo senso, l’attaccatura protegge la caviglia ma non mette a riparo dagli infortuni al ginocchio. Non vanno poi dimenticate le cadute rovinose, eventi assolutamente traumatici per dinamica, impatto e conseguenze”. Che tipo di sintomatologia presenta? “Molto sinteticamente: tumefazione, impotenza funzionale e dolore”. Vademecum del perfetto sciatore.
Prevenire questo genere di traumi è possibile. In che modo? “La prevenzione passa soprattutto per una buona preparazione atletica, condizione indispensabile per preservare l’articolazione. Discreto stato di forma fisica e muscolatura allenata sono aspetti che non vanno assolutamente trascurati”. Sci sciancrati, piste maggiormente “levigate” e conseguente aumento di velocità. Che incidenza hanno questi fattori? “Un’incidenza massiccia, senza ombra di dubbio. Oggi le piste vengono trattate, levigate e limate in mo-
do tale da ridurne le asperità legate alla morfologia”. Con quale risultato? “Miglioramento delle prestazioni legate alle attrezzature e mag-
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risonanza magnetica del LCA
giore velocità fanno purtroppo il paio con l’aumento di incidenti ed infortuni”. Come si interviene in caso di lesione del legamento crociato anteriore? “Nell’immediato viene applicato un tutore in estensione. Successivamente, si ricorre all’artrocentesi (aspirazione del liquido ndr). In un secondo momento, viene stanziato un programma di riabilitazione specifico, in linea con le esigenze del paziente. L’obiettivo principale è il recupero dell’ articolarità e del trofismo muscolare, in vista della ricostruzione chirurgica”.
A proposito di ricostruzione chirurgica. Come avviene? “Tramite il prelievo di parte del tendine rotuleo o in alternativa, del tendine semitendinoso e gracile, che viene adattato e reintrodotto artroscopicamente”. Per quale tipo di pazienti è consigliabile il trattamento chirurgico? “La LCA determina un’ instabilità del ginocchio che ad ogni modo non “paralizza” le attività ed i movimenti nella vita quotidiana. Di conseguenza, suddetto trattamento non è espressamente necessario. Invece, per gli atleti chiamati a gareggiare in chiave agonistica, l’intervento
IL MEDICO RISPONDE
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chirurgico è imprescindibile” Post-intervento. Quali aspetti ed attività vengono maggiormente curati in fase riabilitativa? “Premesso che, i tempi di recupero si aggirano intorno ai 4 mesi, la riabilitazione osserva step e passaggi ben precisi. La prima
fase si incentra sul recupero dell’ articolarità e della muscolatura: viene condotta in palestra ed in acqua (idrokinesiterapia ndr). In un secondo momento, si procede alla fase legata alla preparazione atletica e dunque un richiamo condotto direttamente sul campo”.
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Pesistica
Presentato il progetto College di Pesistica di Andrea Tranquilli
stato presentato il 25 novembre a Trieste il Progetto College di Pesistica 2009-2010. Ad aprire la conferenza, moderata dal Vicepresidente della FIPCF, il Prof. Claudio Toninel, è stato il Presidente FIPCF, Antonio Urso, che ha illustrato il Progetto: “Il College di Pesistica che, nella nuova modalità organizzativa, ben definisce il nostro concetto di Federazione attenta alle politiche giovanili e che ha scelto di investire sull'aspetto culturale oltre che sportivo. Il Progetto – ha aggiunto Urso – è unico in Italia, il primo a livello nazionale. Un progetto non solo prettamente sportivo ma anche morale che vogliamo trasferire a tutto il mondo dello sport. Il College è un programma che funziona: dopo i primi tre anni a Roma, infatti, abbiamo ottenuto ottimi risultati dai nostri Atleti a livello internazionale fino ad arrivare alla partecipazione olimpica dello scorso anno.” Il Presidente Urso ha ribadito il concetto del forte investimento sui giovani, per dimostrare quanto la Pesistica Olimpica, oltre al valore in sé, costituisca la base di
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ogni altra disciplina sportiva e sia ottimale per la formazione di Atleti completi. È poi intervenuto il “padrone di casa”, l’Assessore allo Sport della Regione Friuli Venezia Giulia, Elio De Anna: “A volte si dimenticano i valori dello sport e si pensa solo alla vittoria. Ma la carta olimpica parla chiaro quando dice che lo sport contribuisce anche alla società del futuro. Se è quindi un obbligo di ogni Atleta onorare i valori dello sport altrettanto lo è per la Classe Dirigente Sportiva e dunque per le Federazioni e le Istituzioni dare il loro contributo in tal senso. Dichiaro, in questa sede, che mi prenderò proprio un impegno “fisico e morale” con la Federazione per creare future sinergie”. È seguito poi il discorso del Sindaco di Lignano Sabbiadoro, Silvano Delzotto: “All'inizio l'ampliamento delle strutture sportive aveva la finalità di incrementare il turismo sportivo. È per me un onore, ora, poter far parte di questo Progetto dove il focus diventano i valori e la cultura sportiva. Il lavoro che andremo a svolgere sarà di squadra grazie alla collaborazione tra l'Istituto Savorgnan di
Brazzà, le Istituzioni ed il Villaggio Ge.Tur. La Federazione Pesistica, con questo Progetto, ha come obiettivo quello di continuare a migliorare e crescere, ed insieme, potremo fare grandi cose”. Francesco Cipolla, rappresentante del CONI Friuli Venezia Giulia e Responsabile della Scuola dello Sport, ha poi ribadito il lavoro della Regione nell'ambito scolastico-sportivo: “Nella nostra Regione sono già presenti diversi Istituti con indirizzo sportivo. Sono convinto che questa iniziativa porterà ottimi risultati”. Come anticipato dal Presidente Urso il Progetto, dopo tre anni di svolgimento a Roma, presso il Centro di Preparazione Olimpica del CONI “Giulio Onesti”, ha trovato la sua collocazione ideale a Lignano Sabbiadoro, per la straordinaria capacità ricettivo-sportiva del Villaggio Ge.Tur e per la preziosa collaborazione dell’Istituto Tecnico Statale per il Turismo con Indirizzo Sportivo, “Pietro Savorgnan di Brazzà”, che ne ha condiviso e compreso le potenzialità come spiega il Dirigente Scolastico dell’Istituto Turistico Statale, la prof.ssa Ada Lantero: “È la prima
volta che si realizza un tale progetto di formazione per i ragazzi”. Ha preso poi la parola il Presidente EFA per il Ge.Tur. Village, Mons. Luigi Fabbro: “È un sogno che si realizza. Io sono responsabile di una società per la crescita morale. Il nostro non è un albergo, ma una sorta di famiglia, un gruppo di persone che, per un certo periodo, dovranno vivere assieme in un ambiente in cui è fondamentale stare bene. Un giovane deve crescere in tutte le direzioni, a livello culturale, educativo ed anche sportivo”. Presenti tutti i ragazzi del College oltre a Giada Dijust, la giovane Atleta della Nazionale cresciuta nel College di Roma e che, da lunedì prossimo entrerà a fare parte del Gruppo Sportivo dell'Esercito Italiano, un’ulteriore chance per la propria preparazione. I prossimi appuntamenti saranno le qualificazioni ai Giochi Olimpici Giovanili di Singapore che si svolgeranno il prossimo anno. Sarà proprio dal College che usciranno, per certo, i componenti della squadra maschile, per la femminile, invece, la selezione è già iniziata.
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Solidarietà
Un cuore grande così di Andrea Cecinelli
uando noi della Happy Family Onlus siamo arrivati in Abruzzo 24 ore dopo il terremoto a portare le prime ludoteche per distrarre i bambini distrutti dal dolore e sconvolti dalla portata del dramma del terremoto abbiamo visto cose che non scorderemo più per il resto della vita: bambini curati per strada su delle barelle, bambini ricoverati in delle tende, e subito abbiamo capito che mancava una cosa importante: un Ospedale mobile pediatrico di altissimo livello con apparecchiature in grado di stabilizzare bene un piccolo paziente e di assicurargli le prime preziose cure in
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maniera professionale ed autonoma. Un mezzo con due sale operatorie/visita con ogni tipo di apparecchio, con un gruppo elettrogeno, con dei televisori con cartoni animati (come quelli che da anni mettiamo nei reparti di chemioterapia pediatrica per distrarre i bambini). Molti ci dissero che eravamo dei sognatori e che ci sarebbero voluti almeno 300milaeuro e che... sarebbe stato impossibile. Impossibile è una parola che a noi della Happy Family ci fa sorridere, perché pensiamo tutti e 12 che è “solo” una opinione, che non è uguale per tutti e che non è per sempre.
Il giorno 22 dicembre alle ore 19 il sogno “irrealizzabile” vedrà la luce all’Acquaniene perché la Happy Family ha permesso a questo sogno di diventare realtà . Un Ospedale mobile pediatrico denominata “Unità Materno Infantile Happy Family “ che è stata interamente progettata dai Pediatri della Task Force Pediatrica della Croce Rossa in forza al Reparto Pediatrico dell’Ospedale Sant’Andrea della Prof.ssa Maria Pia Villa coordinati dal Dott. Jacopo Pagani Medico Pediatra d’emergenza extraterritoriale. A questo mezzo innovativo e rivoluzionario completamente autono-
mo saranno subito affiancati altri due mezzi: un monovolume da 8 posti per portare i medici pediatri al seguito dell’unità mobile e un fuoristrada 4x4 per portare il gruppo elettrogeno e i farmaci. Quando abbiamo visto che cosa avevamo realizzato in pochissimo tempo ci siamo resi conto che non potevamo fermarci, e con la stessa casa costruttrice abbiamo già messo in cantiere il secondo Ospedale Mobile Pediatrico Odontoiatrico per curare i denti ai bambini in chemioterapia e con gravi malattie presso le loro case. Questa volta nessuno ci ha detto che... è impossibile.”
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Presenta: LoSciClubOrsello è lieto di annunciare che il4 e 5 Gennaio 2010 presso la stazione sciistica di Campo Felice (Aq) si terrà la prima edizione dell’Orsello Cup. Il trofeo, riservato alle categorie Ragazzi - Allievi - AspirantiJuniores e Seniores si articolerà in due giorni. Il primo giorno sarà dedicato allo svolgimento della gara di Slalom Gigante, mentre il secondo vedrà sfidarsi i vari atleti degli Sci Club Laziali, nella gara di Slalom Speciale. www.scicluborsello.it
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Jorky ball
“Siamo piccoli,
ma cresceremo”
Abbiamo incontrato Alessandro Tozzi, nuovo allenatore della Nazionale di jorky ball
di Enrico Morucci
uarantuno anni, avvocato, biancoceleste doc (ha scritto il libro “La mia Lazio”, raccontando la storia del club di Formello partendo dal boato per il gol di Fiorini che la salvò dalla serie C fino ad arrivare a quello dello scudetto del 2000), il romano Alessandro Tozzi è stato nominato commissario tecnico della nazionale di jorky ball. Che è il calcio due contro due, disciplina veloce fatta di sponde (il vecchio battimuro) e regole semplici. Prima di sedersi sulla panchina azzurra, Tozzi ha conquistato 3 scudetti (e tre volte è stato vice campione), 2 coppe Italia, varie supercoppe e una Champions League.
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Da giocatore della Nazionale a commissario tecnico. Come ci si sente? Sono il quarto mister nella storia della Nazionale e ammetto, pure se è una certificazione degli anni che passano, che è una bella sensazione, anche perché alcuni elementi della squadra sono ragazzi con i quali ho giocato, e che a volte ho sconfitto. Spero questo mi faccia sentire come uno di loro, visto che peraltro ancora gioco. In base a quali indicazioni ha effettuato le sue prime convocazioni?
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Sulla base dei campionati italiani: ho chiamato i cinque giocatori delle due squadre prime classificate in campionato e in coppa Italia. Consideri che il sesto ero io, che facevo parte della squadra arrivata seconda. Scelte che hanno portato già un buon risultato... Se si riferisce al secondo posto (sette squadre partecipanti, ndr) ottenuto all’ultimo torneo internazionale disputato in Francia possiamo dire di sì. Ma l'obiettivo reale è l'Europeo del prossimo anno, che si disputerà a marzo. Che situazione vive il jorky ball nel nostro Paese? Non c'è cognizione, e su questo bisogna lavorare, anche perché si moltiplicano invece giochi simili. Alcuni ex calciatori praticano una disciplina che va in onda sulle pay-tv, ma quello è un jorky quasi senza regole. Evidentemente esiste la voglia, ma mancano le basi solide. Se pensiamo che in Francia, Paese che ha cominciato a dare spazio al jorky insieme a noi, esistono una quarantina di circoli dove si gioca solo ed esclusivamente il calcio 2 contro due, si può percepire quanto siamo indietro su questo punto di vista. Anche se occorre ricor-
dare che da loro non esiste il calcetto, e anche questo è comunque assai strano. Secondo lei ci sono margini di crescita per questo sport? Sì, l'ho sempre pensato. Ma bisogna investire, soprattutto sui giovani. Questo è uno sport che può aiutare molto i bambini che si avvicinano al calcio: aiuta nel controllo di palla, stimola l'attenzione e la fantasia. Certo, la disciplina è ancora molto indietro, basti pensare che non è nemmeno affiliata al Coni, non esistono sponsor e mancano molti arbitri. Sì, ci sono solo alcune migliaia di persone che, con passione, giocano. Ma bisogna ancora crescere tanto. Per il salto di qualità c'è più bisogno di ex calciatori o di una maggiore attenzione dei media? Sarebbe bello veder giocare ex calciatori e i casi non mancano. Luppi, ex difensore del Bologna e della Juve, ha aperto un circolo in Emilia. Diciamo che serve un po' tutto: un'organizzazione efficiente, una buona base di giocatori, la possibilità di mettersi in mostra, investimenti concreti, l'entusiasmo di chi ci sta dentro e spera che questo gioco riesca ad ampliare i suoi orizzonti.
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Progetti
Il nuovo parco giochi “Primo Sport 0-2-4-6” Il progetto, presentato a Milano nel corso del convegno organizzato da Verde Sport e dal titolo “Sport, giovani e responsabilità sociale dell’impresa nel territorio”, prevede la realizzazione di un’area con giochi e strutture ludiche, dedicata allo sviluppo della mobilità nei bambini 0-6 anni di Alessandro Morucci
erde Sport, braccio operativo nell’ambito sportivo del Gruppo Benetton, consolida il proprio impegno in ambito di responsabilità sociale dell’impresa verso il territorio con il progetto “Primo Sport 0-2-4-6”, un luogo sicuro nel verde dove i bambini possano divertirsi praticando le attività motorie adatte alla loro età, seguendo specifici canoni didattici. Il primo modello verrà realizzato a La Ghirada-Città dello Sport di Treviso entro la primavera 2010 e sarà esportabile su tutto il territorio nazionale, con le linee guida didattiche studiate dallo staff del-
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l’Università di Verona, la collaborazione del CONI, il supporto operativo di Legnolandia, Electron del gruppo Finmeccanica che curerà la sicurezza dell’area e Fabrica. “Primo Sport 0-2-4-6”, che si estenderà su di un’area di circa 3.500 metri quadrati, non si fermerà tuttavia a La Ghirada: è infatti in cantiere una Fondazione che proporrà il progetto presso le istituzioni locali in tutta Italia e cercherà di renderlo sostenibile, da un punto di vista economico ed ambientale. Gli obiettivi principali di “Primo Sport 0-2-4-6” quali acquisire abilità motorie di base, aumentare il livello di attività fisica, im-
parare ad agire in gruppo, promuovere la passione per il movimento e divertire, vengono perseguiti proponendo attività adeguate al livello di sviluppo psico-motorio del bambino. Il parco rappresenta inoltre un luogo di sicurezza e tranquillità per le famiglie grazie ad una concreta partecipazione dei cittadini per il controllo delle aree della struttura tramite l’ausilio di nuove e attuali tecnologie non invasive che si complimenteranno ai sistemi di video-sorveglianza esistenti. Il progetto ha ricevuto ampi consensi da parte delle istituzioni presenti: Il Ministro Sacconi: “Verde Sport
esempio di dialogo con la comunità, specialmente con il territorio di riferimento, nello sforzo quotidiano di promuovere lo sport ed i suoi valori per un tenore di vita positivo’”. Gianni Petrucci, Presidente del CONI: “L’impegno della Famiglia Benetton in ambito Sport e giovani è unico e non solo in Italia”. Rocco Crimi, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con Delega allo Sport: “Siamo convinti che incentivare la nascita di nuove aree per lo sport non possa che aiutare la diffusione della sua pratica”.
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Libri
Da Kinshasa… al Futbolclub di Raffaella Giuliana Vignali
arterre de roi per la presentazione del nuovo libro di Rino Tommasi, che si è tenuta il 15 dicembre scorso presso la Sala Adidas del circolo Futbolclub. “Da Kinshasa a Las Vegas via Wimbledon”, questo il titolo attraverso cui colui che probabilmente può essere definito uno dei maggiori esperti mondiali di statistica sportiva, racconta aneddoti e storie di quello Sport che dice di aver “forse visto troppo”. Un viaggio unico, che racconta
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cinquanta anni di vita fatta di match visti e commentati ma, soprattutto, vissuti con il coinvolgimento che lo ha reso la Voce dello Sport in Italia. La presentazione, moderata da Alessandro Antinelli, si è ben presto trasformata in una chiacchierata tra amici, fatta di aneddoti, ricordi e battute, tirate in primis dal Presidente della Rai Paolo Garimberti che, al fianco di Rino Tommasi, ha rievocato le tappe di una conoscenza nata quasi mezzo secolo fa sui campi di terra rossa.
Ad omaggiare la presentazione anche il Presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano Mario Pescante che, prima di onorare i successi di una carriera unica, per sottolineare la tradizione sportiva familiare, ha voluto ricordare anche il padre di Rino Tommasi, Virgilio, primatista italiano di salto in lungo dal 1923 al 1936 ed Olimpionico nel 1924 e 1928. Le tante domande e curiosità, soddisfatte con la sorprendente puntualità di sempre e condite dall’immancabile ironia, hanno
piacevolmente coinvolto tanti personaggi e protagonisti dello Sport italiano: Nino Benvenuti, Nicola Pietrangeli, Adriano Panatta, Giampiero Galeazzi, Zibì Boniek, Luca Marchegiani, Bruno Giordano, il Delegato allo Sport del Comune di Roma Alessandro Cochi e l'ex Presidente del Comitato Organizzatore dei Mondiali di Nuoto di Roma 2009 Giovanni Malagò. Immancabili, insieme alla famiglia al completo, i compagni di una vita Ubaldo Scanagatta e Cino Marchese.
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Golf
un bilancio da record di Enrico Morucci
stata una stagione indimenticabile per il golf italiano non solo per aver raggiunto e superato lo storico traguardo dei centomila tesserati, ma per tutta una serie di eventi che hanno accompagnato uno degli obiettivi primari della gestione Chimenti. Il 2009 è stato un anno di raccolto, ma non ci si poteva certo aspettare che la messe potesse essere così copiosa. In campo mondiale il golf ha avuto il suo grande momento con il ritorno sulla scena olimpica, in sede federale praticamente sono entrate a regime tutte le iniziative intraprese nel tempo dal presidente Franco Chimenti e dal Consiglio Federale. Il Decentramento, prima svolta epocale nel sistema FIG, ha portato alla piena efficienza degli Organi Periferici. Operando sul territorio hanno offerto grande aperture al-
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la disciplina che si sono estrinsecate in una lunga serie di iniziative promozionali e hanno soprattutto aperto il dialogo con le amministrazioni locali, ora più che mai convinte che il golf sia un veicolo di primaria importanza per il turismo, ma anche per il recupero di aree degradate e per altri servizi sociali. Il Tesseramento Libero ha dato la spinta decisiva nell’incremento dei tesserati e ha definitivamente tolto al golf la patina di sport d’élite. Poi le 26 vittorie in campo internazionale in una sola stagione, alcune di grande qualità e prestigio, che hanno dato un responso eclatante all’organizzazione capillare che la FIG ha costruito attorno ai propri atleti, ossia una struttura tecnica efficace e un Comitato Organizzatore che gestisce tutta l’attività nazionale. I tecnici non lavorano a compartimen-
ti stagni, ma con l’unico fine di preparare gli atleti al professionismo. Una volta che i ragazzi cambiano categoria trovano nel Comitato Organizzatore un supporto fondamentale che li accompagna in un passaggio molto delicato che in passato si è sempre rivelato traumatico. Naturalmente sul campo vanno gli atleti e i meriti dei successi sono esclusivamente loro, ma sono messi nelle migliori condizioni di potersi esprimere al top. In una stagione che era già stata nobilitata dalla vittoria del dilettante Matteo Manassero nell’Amateur Championship, un major per dilettanti, e dalla presenza di Diana Luna nella squadra europea di Solheim Cup, prima azzurra a farne parte, è arrivata la ciliegina sulla torta con la splendida affermazione dei fratelli Edoardo e Francesco Molinari alla World Cup. L’I-
talia è salita sul tetto del mondo e non poteva esservi conclusione migliore per un anno che avrà un posto di grande rilievo nella storia del golf italiano. “Non è però un punto di arrivo tiene a precisare il presidente Chimenti - ma di partenza. Le nostre strutture hanno dimostrato tutta la loro validità e in un certo senso hanno precorso i tempi, perché abbiamo già le basi per poter portare due nostri atleti alle Olimpiadi. Sul fronte promozione abbiamo iniziato una campagna sulla scuola, destinando fondi e utilizzando persone di grande competenza. Non è però un rapporto con la scuola intesa come Ministero. Contatteremo direttamente tutti gli istituti italiani con il supporto fondamentale dell’organizzazione periferica della Federazione che, grazie al Decentramento, è divenuta portante e importante”.
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a cura di Andrea Cecinelli - Responsabile del Golf Forense
ARCO DI COSTANTINO Top di iscrizioni per il Fornari Trophy Mercoledì 25 Novembre si è giocato presso i green dell'Arco di Costantino Golf Club il "Fornari Trophy", una delle gare più attese perchè ufficializza l'ingresso nel mondo del golf di una azienda storica romana: la "Fornari Argenti".
Oltre 100 gli iscritti alla gara con tanti nomi illustri nel mondo dello sport, dell'informazione e dell'imprenditoria. Ospite illustre della giornata è stato Mister Zdenek Zeman. Ad aggiudicarsi il Primo Premio Lordo è stato Paolo Rossi, mentre il Primo Premio Netto è stato vinto da Marco Muratori. Primo classificato nella Seconda Categoria è stato Giuseppe Sanchioli, a pari merito con Mario Cavallaro. Infine primo classificato della Terza Categoria è stato Marco Ciarlante.
OLGIATA GOLF CLUB Campionato Laziale Pro È Marco Bernardini il neo campione Pro del Lazio. Al termine delle 36 buche, giocate sul percorso dell'Olgiata, il trentunenne giocatore, figlio d’arte (suo padre Roberto è stato un grande giocatore negli anni 50-60) ha vinto la terza edizione del Campionato dei Professionisti di Golf del Lazio Meridio Consulting con il punteggio di 145, frutto di un 72 e 73. Alle sue spalle, con un solo colpo di ritardo il fiuggino Gianluca Pietrobono (146) e al terzo posto Emanuele Lattanzi (147) anch'egli proveniente dalla storica scuola della Città delle Terme. Ascanio Pacelli, che aveva chiuso in testa la prima giornata con un mediocre 77 è sceso al quarto posto in coabitazione con Lorenzo Magini con il punteggio complessivo di 148 colpi. Il campione in carica, Gianfranco Riandi, penalizzato da una brutta partenza (78) ha recuperato nella seconda giornata (73) chiudendo in ottava posizione con 151. Felice naturalmente il vincitore a fine gara. “Sono contento - ha detto il neo campione del Lazio - perchè penso di aver giocato bene. Ho solo fatto qualche errore gra-
tuito, ma ho trovato la forza morale di riprendermi. Determinanti i birdies alla 13, 15 e 18. Era la prima volta che partecipavo a questa manifestazione. Il campo l'ho trovato meraviglioso e green eccezionali". Due i premi speciali assegnati: il Nearest to the pin alla buca 14 del secondo giro è stato vinto da Danilo Serafini. Il Driving Contest disputato alla buca 18, sempre del 2° giro, ha visto il successo di Filippo Mangani del Tarquinia Country Club. Al Campionato è stata abbinata una gara con formula Quattro palle la migliore con la partecipazione di dilettanti. La classifica al lordo ha visto il successo della coppia composta da Paolo Cardoni con Filippo Mangani, nella classifica del netto il successo ha arriso alla coppia Ascanio Pacelli con Luciano Flamini. La tre giorni dell'Olgiata si è conclusa con l'attesa Pro-Am Istituto del Credito Sportivo. In gara 32 formazioni, a vincere la formazione del pro Daniele Fiaschi che aveva Maurizio Duiella, Daniele Pacini, Francesco Artale e Francesco Vitale.
ARGENTARIO GOLF CLUB Si brinda al circolo Si è disputata sul percorso dell’Argentario Golf Club martedì 8 dicembre, il trofeo UCCELLINA WINE & GOLF, una manifestazione che trova il suo swing vincente nello sposalizio tra L’ Azienda Agricola dell’Uccellina, le sfiziosità gastronomiche della cucina maremmana ed il green: nella natura per apprezzare i frutti della natura stessa. I sapori e i profumi delle vigne e della macchia mediterranea, sono stati i protagonisti della 19^ buca, ove i vini prodotti dall’ Azienda Agricola dell’Uccellina hanno riscosso il consueto successo così come alta è stata l’attenzione per le sfiziosità proposte dalla sapiente cucina dello chef del Dama Dama Restaurant. La gara si è svolta all'insegna della vento che ha accompagnato i giocatori che nonostante le previsioni indicassero pioggia tutto il giorno non hanno voluto perdere l'occasione di assaggiare le specialità proposte dall’ Azienda Agricola dell’Uccellina. La cerimonia di premiazione della gara individuale svoltasi nelle eleganti sale del Resort ha avuto come protagonisti i prodotti di punta dell’Azienda Agricola dell’Uccellina fra cui
il rinomato doc morellino di scansano Spergolaia, accompagnato dagli altri vini dell’azienda Rosso, Bianco e Rosè di Rèdola. I vini dell’Azienda Agricola dell’Uccellina sono il frutto di un intenso lavoro di equipe che inizia nella vigna e continua nelle cantine con l’ obiettivo preciso di massima qualità. Una storia di nobili passioni, di un radicato legame con le tradizioni del passato, fanno dell’AZIENDA Agricola dell’Uccellina un magico equilibrio famigliare e professionale immerso in un territorio unico, quello della maremma, dalla natura ricchissima e complessa. il sommelier del Dama Dama, ristorante dell’Argentario Golf Resort ha condotto i giocatori ad un percorso di degustazione dei quattro vini che più rappresentano le cantine che si trovano all’interno del Parco Naturale della Maremma e delle specialità gastronomiche del territorio declinate ad arte per stupire i palati raffinati dei numerosi golfisti che hanno preso parte alla manifestazione. Questi i risultati. 1^ categoria: Maurizio Curci (Argentario, 31 punti), Fabio Pareti (Argentario, 29). 1° lordo: Roberto Turco (24). 2^ cat.: Fabio Rispoli (34), Sergio Niccolaini (30). 3^ cat.: Arnaldo Vongher (Argentario, 30), Arrigo Raponi (30). 1° ladies: Donatella Cadlolo (Argentario, 25). 1° seniores: Phillippe Van Riet (Argentario, 29).
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Abbiamo incontrato l’Avvocato Nicola Colavita, ideatore ed organizzatore del Golf Forense, per fare il bilancio di questa annata.
La bellissima Francesca Mercantini, Responsabile del Golf Forense
Buon Natale Golf Forense
L'avv. Nicola Colavita
di Alessandro Morucci_Foto Silvia Apice e Damiano Rosa
stato l’appuntamento golfistico più gettonato della Capitale. 5 tappe, 760 giocatori iscritti, 12 sponsor, 7 patrocinii istituzionali, 3 partner televisivi, 1 partner radiofonico, oltre a riviste, quotidiani e giornali di settore. Numeri importanti che hanno consacrato il successo di questo torneo. Allora Avvocato Colavita è contento di questa stagione?
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“Direi proprio di si. E’ stato un anno decisamente positivo, faticoso, ma di grande soddisfazione”. E’ cambiato il nome della manifestazione rispetto agli anni precedenti con l’ingresso di un prestigioso main sponsor. Com’è andata con questo nuovo e importante partner? “Benissimo. Mercedes Benz Roma, con il brand Smart, ha acquisito i diritti di Title Sponsor per il 2009. Mercedes Benz è da sempre vicina
al mondo del golf ed il Dott. Antonio Melidoni, responsabile marketing dell’Azienda, è una persona che conosce molto bene le realtà legate al mondo della comunicazione che si muovono su Roma. E’ un grande professionista oltre ad essere un grandissimo comunicatore: io lo definisco un “portatore sano di comunicazione”. Il fatto che abbia voluto sposare per quest’anno il progetto Golf Forense è stato per me Il Dott. Antonio Melidoni, Responsabile Marketing di Mercedes-Benz Roma
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Mauro Antonelli con Mauro Guerini ed il Presidente della FIG Lazio Carlo Scatena
Roberta Sciubba, Paolo Cecinelli, l'Avv. Nicola Colavita ed il Mister Zdenek Zeman
Carlo Massi con Armando Imparato, Mariano Simari e Giovanni Williams
Alessandro, Ilario e Daniele Piscioneri
motivo di grandissimo orgoglio e soddisfazione. Direi che quello tra Smart–Mercedes Benz Roma ed il Golf Forense è stato un sodalizio fortunato. Mi auguro che si possa rinnovare anche nei prossimi anni”. Anche la formula ha subito qualche cambiamento. Era necessario stravolgere un format così riuscito e consolidato? “Non parlerei di vero e proprio stravolgimento. Direi più semplicemente che quest’anno ci siamo rifatti un po’ il trucco. Abbiamo allargato le categorie degli aventi diritto che possono partecipare a questa manifestazione. Il vecchio Golf Forense è diventato Golf Forense Più. Ed il “Più” sta a sottolineare l’ingresso dei medici che si sono andati ad aggiungere ai cosiddetti forensi “doc”: avvocati, no-
tai, magistrati e commercialisti”. Dal 2005 ad oggi ci sono state 5 edizioni del Golf Forense. Qual’è la cosa che le è più piaciuta in questi anni? “Mi piace constatare la presenza continua di molte Aziende che da anni investono nel Golf Forense, notare il piacere con il quale i golfisti vengono a giocare, mi piace il clima che si respira durante le tappe e durante gli affollatissimi dopo gara, altro aspetto importante che ha caratterizzato questo torneo insieme alla creazione dell’area ospitalità, sempre magistralmente realizzata da Mauro Antonelli. Io, Mauro, Francesca Mercantini, Andrea Cecinelli e tutto lo staff del Golf Forense abbiamo sempre curato molto anche la parte ludica della manifestazione, quella del
cocktail di premiazione di fine gara. Una sorta di “Terzo Tempo” dove i giocatori che hanno partecipato al torneo, gli sponsor i soci dei circoli e gli ospiti che di volta in volta intervengono si ritrovano tutti insieme. E’ un momento di festa. Forse è stata proprio questa attenzione per l’aspetto mondano che ha reso il Golf Forense diverso rispetto alle altre gare di golf”. Progetti per il futuro? Ci saranno altre novità per la prossima stagione? “Stiamo ancora lavorando, working progress. Quello che le posso anticipare è che nel 2010 partirà una collaborazione con il maestro di golf Simone Selli e con i maestri dello staff di Golf Program che ci seguiranno durante le tappe del prossimo chal-
lenge. Stiamo valutando anche l’opportunità di organizzare delle Clinic, una sorta di “Accademia del Golf Forense”, per dare la possibilità ai nostri golfisti di affinare la propria tecnica e, perché no, di avvicinare nuove persone a questo sport a detta di tutti così affascinante e che in questo momento sta vivendo in Italia un momento di grande crescita, grazie anche alla vittoria dei fratelli Molinari nell’ultima World Cup.”. Grazie per la chiacchierata Avvocato, allora non ci resta che augurarle buon Natale e fare un grosso in bocca al lupo per la prossima stagione a lei ed a tutto lo staff del Golf Forense. “Molte grazie e tanti auguri di buon Natale anche a voi ed a tutti i lettori di Sport Club”.
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Fratelli d’Italia... Campioni del mondo di Simone Selli
on era mai accaduto che l’Italia vincesse la prestigiosa World Cup di golf. l’incredibile successo è dei fratelli Francesco e Edoardo Molinari alla Omega World Cup di golf. Alla manifestazione sportiva che si è tenuta in Cina sui campi del Mission Hills Golf Club, i fratelli torinesi si sono imposti con lo score complessivo di 259 colpi, -29 rispetto al par, precedendo di una lunghezza l’Irlanda, rappresentata dai due talenti emergenti, Rory McIlroy e Graeme McDowell e la Svezia detentrice del titolo, con Robert Karlsson e Henrik Stenson. Era ormai dai tempi di Costantino Rocca che giungeva secondo al British Open che non ci trovavamo davanti alla TV a soffrire ed esultare con un tifo da stadio di calcio. È stato meraviglioso partecipare emotivamente e vincere con Loro una manifestazione di questa portata. Chicco ed Edoardo sono ragazzi straordinari, due giocatori fortissimi fin da giovanissimi, usciti dal prolifico vivaio del Golf Torino. Ho
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avuto la fortuna e l'onore di conoscerli e giocare con loro, spesso, compresa la mia ultima gara da dilettante prima di divantare un Professionista. Ricordo lo strapotere mai spavaldo che esprimevano in campo, un gioco ed un talento cristallino, accompagnato sempre da grande modestia ed un fairplay di rara qualità. Due bravi ragazzi. In campo e fuori. Li ho trovati ancora più attrezzati fisicamente, risultato del gran lavoro anche in palestra, del gioco inutile parlarne, basti pensare all'ultima uscita dal bunker in cui Francesco ha messo la palla a 50 cm dalla buca... da brividi la freddezza di quel colpo, in quel momento... Ora l'Italia ha due testimonial di sicuro valore sia atletico che morale. Anche noi abbiamo gli idoli da seguire ed emulare. É arrivato forse il momento auspicato del boom del golf, che ora può agganciarsi al treno delle vittorie di due ragazzi d'oro che hanno forse nelle loro mani non solo il putt della vittoria ma anche la possibilità di portare il numero dei tesserati del
golf a livello Europeo. Questo è già successo nello sci con Thoni e nel tennis con Panatta. Anche questo sarà merito vostro, tutti noi ce lo auguriamo. Grazie ancora ragazzi, per le emozioni che ci avete trasmesso, per le vittorie che saprete cogliere , per
quello che ci avete dato e che nessuno dimenticherà mai più... A guardare bene i loro volti in campo durante la coppa del mondo la sensazione è stata netta, Francesco e Edoardo sono solo all'inizio.... ed il mondo se ne è accorto... E se poi arriva anche Matteo Manassero?
Grazie, buona pratica e buone feste a tutti i lettori... Dalle pagine di questa rubrica vorrei ringraziare ed augurare un Felice Natale a tutti quelli che ci hanno seguito e letto con interesse, alla redazione di SportClub Magazine che ci ospita ormai da 2 anni e al mio “dirimpettaio di pagina” Nicola Colavita, ideatore e promotore del prestigioso circuito del golf Forense. L'anno prossimo infatti, l'associazione degli Avvocati, e il Team dei Maestri Golfprogram hanno intenzione di promuovere insieme il golf, offrendo la possi-
bilità a tutti gli associati ed i loro amici di avvicinarsi ed iniziare “il gioco più bello del mondo”. Buon Natale a tutti! Simone Selli
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news dal Club dei Circoli Sportivi Storici news dal Club dei Circoli Sportivi Storici
a cura di Matteo Cirelli
Club deiCircoli Sportivi Storici
Agostino De Zordo, Segretario Generale del Club Circoli Sportivi Storici
Lo sport: scuola di vita e non solo divertimento elle iniziative poste in essere dal “Club dei Circoli Sportivi Storici”, tra cui quella significativa della Maratona con Telethon, risalta l’aspetto etico ed educativo nei confronti dei giovani che si affacciano al mondo dello sport perché facciano parte della loro avventura individuale e sociale e del loro futuro.. Che lo sport sia scuola di vita e non solo gioco e divertimento è testimoniato dalla coerenza e forza dei nostri atleti che hanno raggiunto con il proprio impegno e sforzo i massimi traguardi sportivi. Significative sono le parole della campionessa Federica Pellegrini, in una intervista rilasciata a Roberto Perone sul Corriere della Sera dove ricorda che lo sport per lei è stato sacrificio e sofferenza e che
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ciò è però necessario se si vuole conoscere il proprio limite e raggiungere un traguardo superiore, il culmine delle proprie possibilità e aspirazioni. E non parliamo dello sport commercializzato ma di quello che ritorna subito nell’ombra dopo le vittorie, dove si torna a combattere da soli senza palcoscenici e luci della ribalta né contratti miliardari. Lo sport puro che consente lo sviluppo robusto e armonico del proprio fisico, che libera le energie mentali e educa all’impegno e al rispetto di sé e di altri, alimentando la crescita individuale e migliorando le condizioni di vita. Lo sport che abitua al rigore, al confronto, all’accettazione e soprattutto al sacrificio, per migliorarsi e, se possibile, superarsi.
Lo sport in senso ampio si lega indissolubilmente al concetto dell’educazione come rispetto, conoscenza e padronanza del proprio corpo e come aspirazione ad una libertà morale e materiale in un mondo fondato sul merito, sulla passione e non su falsi modelli che si misurano in termini meramente economici e di apparizioni televisive o su rotocalchi scandalistici. Non dobbiamo permettere che lo sport sia ridotto a questo, ad uno spettacolo degradante come quello che ci viene somministrato tutti i giorni (doping, scandali, etc.) perché lo sport non è questo ma un principio e un motore di crescita fisica e mentale, un investimento individuale e sociale, nella ricerca continua di nuovi e più impegnativi traguardi.
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news dal Club dei Circoli Sportivi Storici news dal Club dei Circoli Sportivi Storici
CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE Immensa Federica
Dopo la “scorpacciata” di vittorie e record del Mondo ai XIII FINA Word Championships – nell’ambito di una manifestazione che l’ha per sempre consegnata alla storia di questo sport – Federica Pellegrini ha vinto e convinto anche agli Europei in vasca corta di Istanbul, primo appuntamento internazionale di stagione. Dopo aver ben nuotato in entrambe le staffette – con la 4x50 stile libero vicina al podio (1’39”03 – Le-
trari, Di Pietro, Gemo, Pellegrini) – la stella del Circolo Canottieri Aniene ha ottenuto un nuovo, strepitoso, primato iridato. Per l’esattezza si è trattato dell’undicesimo in carriera, il secondo in vasca corta, l’ottavo sulla distanza dei 200 stile libero. Nella Abdi Ipecki Arena di Istanbul, Federica ha asfaltato le avversarie con una progressione devastante: nulla hanno potuto la sorprendente ungherese Verraszto e l’olandese Heemskerk, rispettivamente seconda e terza. Il crono di 1’51”17 (26”58, 54”84, 1’23”09, passaggi al di sotto del precedente primato) ha rappresentato così un’altra preziosissima gemma che va ad incastonarsi in un già impressionante palmares. Ottimi Europei anche per Damiano Lestingi, giunto fino alla finale dei 100 dorso dove ha ulteriormente abbassato il record italiano fino ai 50”65. Il competitivo stato di forma degli atleti del Canottieri Aniene era già stato palesato in occasione dei Campionati Assoluti Invernali di Riccione. Nella piscina romagnola Elena Gemo ha messo a segno una splendida doppietta nel dorso (50 e 200), mentre Lestingi ha prima dominato nei 100 dorso ed è poi salito sul gradino più alto del podio anche nei 100 misti, dopo aver centrato la terza prestazione azzurra di ogni epoca. Tennis: Si è fermato in semifinale il cammino del Canottieri Aniene nelle fasi conclusive dei campionati A1 di tennis di scena a Bra dal 5 all'8 dicembre. Il caloroso pubblico proveniente da Roma ha sostenuto gli atleti gialloblu, che hanno lottato fino al doppio di spareggio contro i Campioni del Tennis Capri. Incontro interminabile, risolto solo nel cuore della notte dai cam-
pani che, con la coppia “davis” Seppi-Starace, ha centrato il punto decisivo contro Santopadre e Cipolla, battuti 4/6 6/4 10-8. Per giungere in finale, poi vinta contro Bassano, Capri ha però sudato le famigerate sette camicie contro l'Aniene, che nonostante il forfait del suo giocatore migliore Philipp Kohlschreiber (fermato da un malore nel match contro Seppi) ha venduto molto cara la pelle.
Club Circoli Sportivi Storici
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I RISULTATI: Volandri (C) b. Di Mauro (A) 64 26 64 Seppi (C) b .Kohlschreiber (A) 46 61 1-0 ritiro Santopadre (A) b. Giorgini (C) 26 64 62 Cipolla (A) b. Starace (C) 26 62 76 (2) Santopadre/Cipolla (A) b. Seppi/ Starace (C) 36 76 (3) 10-5 Volandri/Giorgini (C) b. Di Mauro/Charpentier (A) 63 63 Seppi/Starace (C) b. Santopadre/Cipolla (A) b. 46 6410-8
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Intervista con Giuseppe Viggiano 30 novembre 2009: è stato approvato il nuovo Statuto .“Ne siamo veramente contenti, poiché, per un circolo storico, è un passaggio importante – commenta Giuseppe Viggiano direttore sportivo del CC Lazio In questo modo abbiamo raggiunto un elemento di modernità. È ormai un anno e mezzo che ricopro tale ruolo e, in questo arco di tempo, ho potuto riscontrare un notevole miglioramento della situazione. L’arrivo di questo nuovo consiglio direttivo, del quale anche io faccio parte, ha portato con sé delle novità”. Il consigliere guarda poi al prossimo futuro del circolo: “Nella società si è ripristinato il settore della scuola remiera, che era leggermente scemato per diverse ragioni. Tra queste sicuramente quelle logistiche, causate dall’affondamento del nostro galleggiante principale. Fortunatamente, abbiamo superato tali ostacoli. Adesso stiamo anche iniziando i lavori per riabilitare l’altro galleggiante rimasto. Inoltre abbiamo cambiato allenatore, Giovanni Sorrentino. Con lui abbiamo concentrato l’attività sui
CIRCOLO CANOTTIERI TIRRENIA TODARO Quello che le donne non dicono Che il Circolo puntasse sull’attività femminile, lo sapevamo. Basti pensare ai meravigliosi risultati ottenuti dalla Cappabianca prima e dal duo Tinelli Romiti qualche anno più tar-
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di. Tale spinta evidentemente non si è esaurita, almeno a vedere i risultati del 4 di coppia juniores femminile nella prova nazionale di fondo del 06 dicembre 2009. Il sodalizio nerazzurro, infatti, ha conquistato il gradino più alto del podio schierando in formazione Silvia De Matteis, Giulia Dominijanni, Clara Pandolfi ed Elisa Pandolfi, quattro bravissime atlete. La capovoga, Silvia De Matteis, peraltro, ha coronato questa felice settimana con la convocazione al raduno nazionale juniores presso il Centro fe-
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nostri atleti di livello, che hanno soddisfatto le nostre aspettative ottenendo ottimi risultati nella stagione appena trascorsa. Infatti due nostri juniores, Acerra e Rocchi, hanno vinto il campionato italiano con il due con e ciò significa nuove leve che si stanno affermando in campo nazionale. Poi c'è il grande lavoro delle ragazze. Gabriella Bascelli ed Erika Bello ci rappresentano in campo internazionale. Jean Smerghettoil 6 dicembre ha guidato la corazzata SS Lazio sul Tevere raccogliendo ben cinque medaglie per i nostri equipaggi”. Il bottino biancoazzurro vanta l'oro nel quattro di coppia senior maschile, l'oro ed l'argento nel quattro di coppia master femminile, l'argento nel quattro di coppia master43 ed l'oro nell’otto master maschile. Un tema importante quello dei master, che la società biancoazzurra cura con impegno: “abbiamo dei Master A, ex atleti che hanno sempre vogato, anche con ottimi risultati. I Master B, invece, sono soci amatori che si sono avvicinati all’attività remiera in età adulta. Con loro, ancor prima che io assumessi questo incarico, ci siamo sempre divertiti, partecipando a gara agonistiche, soprattutto quelle del campionato nazionale, infatti costituivano l’occasione non solo per un confronto remiero, ma anche per realizzare delle gite e visitare le città in cui si faceva tappa”.
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E.U.R.
CIRCOLO TENNIS EUR Fondato nel 1963 presidente Leonardo Ceoldo
Finali del Master “Città di Roma” Dal 24/10 al 31/10/2009 al C.T. Eur si sono disputate, con ampia e appassionata partecipazione di pubblico, le finali del Torneo di tennis Master Città di Roma. Al CT Eur è stata assegnata la “Coppa Seven 2000” per aver realizzato il miglior punteggio di tutte le tappe del circuito e la “Coppa dei Presidenti” per avere ottenuto il miglior punteggio nelle finali del Master. Inoltre motivo di particolare orgoglio è stato dato dal fatto che han-
derale di Piediluco dal 10 al 13 dicembre 2009. “Non speravamo di riuscire ad ottenere un risultato così rilevante” confessa Silvia De Matteis, “Ci siamo preparate con grande impegno e, alla fine, abbiamo raggiunto l’obiettivo desiderato. Ne siamo veramente molto felici”. “Questi risultati sono stati importanti anche per il circolo che rappresento” continua la giovane promessa del Tirrenia “Per noi è importante, siamo orgogliose della maglia che indossiamo e vincere significa anche ricompensare la no-
no vinto le finali nelle loro rispettive categorie e si sno aggiudicati la coppa del torneo proprio i soci del Circolo : Vellucci nell’over 55,De Santis nell’over 50 e Maggiorani nell’over 70 Alle premiazioni e al relativo rinfresco, presso gli accoglienti ed eleganti locali del C.T. Eur, era presente il Presidente del Comitato Regionale della FIT che ha espresso apprezzamento per l’organizzazione del Torneo ed in particolare per l’opera del maestro Peppe Pozzi che ha condotto, come sempre, con particolare attenzione e cura l’intera fase finale del Master. Le premiazioni sono state effettuate dai membri del Consiglio Direttivo Avv. Francesco Tassoni e Ing. Enrico Ricci, su delega del Presidente Avv. Massimo Grimaldi.
stra società”. Ma non solo, grande gioia anche per il loro allenatore, Emilio Trivini, il super coach che sta regalando soddisfazioni enormi al circolo, ormai da anni. “I suoi insegnamenti ci sono sempre utilissimi, affrontiamo ogni percorso tenendo ben a mente ogni sua parola ed ogni suo appunto, per cercare di migliorare soprattutto la tecnica di voga”. Una nuova promessa, dunque? I dirigenti del Circolo ne sono convinti e a giudicare dalle premesse, non rimane che attendere.
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DUE PONTI SPORTING CLUB Dal Master alle giovani promesse. Il nuoto del Due Ponti non ha età Ottanta società partecipanti, millecentocinquanta atleti iscritti, duemilatrecento presenze, otto ore ininterrotte di manifestazione: sono solo alcuni dei dati del 12° Memorial Marco Grisanti, la manifestazione di nuoto riservata al settore Master (adulti dai 25 anni in poi) , organizzata dal Due Ponti Sporting Club, svoltasi domenica 13 dicembre nella Piscina dei Mosaici del Foro Italico. Quella che si può considerare ormai un “classico” delle manifestazioni di nuoto Master, anche quest’anno, ha richiamato società provenienti da tutta Italia e anche dall’Ungheria e ha visto darsi “battaglia” tra le corsie, ex campioni di livello internazionale, accanto ad amatori “purissimi”, tutti con l’intento di migliorare, anche solo di pochi deci-
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mi, quelli che sono i propri limiti personali. Con un’organizzazione collaudatissima ed una giuria veloce e competente, la manifestazione è filata via senza intoppi, regalando emozioni e sussulti agli atleti, ai tecnici e al foltissimo pubblico presente sulle tribune. I meravigliosi piccoli grandi campioni del Due Ponti tornano invece dalla spedizione di Civitavecchia del 6 dicembre con tre record italiani, un podio tutto “colorato” Due Ponti, nei 100 Farfalla categoria Ragazzi e un numero incredibile di secondi e terzi posti, che testimoniano l’impegno, lo scrupolo, la dedizione, la passione con cui questi ragazzi, giorno dopo giorno, costruiscono i propri miglioramenti, sotto l’attenta regia di Marco Pomponi. Ecco i detentori dei nuovi primati italiani: Federico Colajanni, 50 stile libero, categoria Ragazzi Maschi; Andrea Cappugi, 100 farfalla, cat. Juniores Maschi; Mattia Napolitano, 100 Farfalla, cat.Ragazzi Maschi(trionfo completato da Federico Colajanni secondo e da Leonardo Tornaboni terzo).
A coronamento di ciò, vi sono stati altri ottimi piazzamenti con record mancati per pochi decimi: Emanuele Forti, argento nei 100 dorso Cadetti a 7 decimi dal record, Angelica Ortolani, nei 50 rana Juniores, prima a 4 decimi dal primato, Arianna Brunella, nei 100 farfalla Esordienti A, seconda per due
decimi. E ancora, due bronzi, nei 50 stile e nei 50 rana cadetti femmine di Clizia Durazzo e un argento nella stessa categoria rana di Giulia Ippoliti, un bronzo nei 200 misti juniores maschi di Valerio Gabrielli e un argento nella Staffetta Cadetti (Durazzo, Forti, Ortolani, Colajanni).
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SALARIA SPORT VILLAGE 2^ tappa di Coppa Italia di canottaggio Giornata splendida al Salaria Sport Village, domenica 6 Dicembre, per gli amanti del canottaggio e non solo. Uno splendido sole ha baciato la 2^ tappa di Coppa Italia di canottaggio, organizzata dal circolo di Settebagni per il secondo anno consecutivo. Hanno partecipato pi첫 di 500 atleti giunti da tutta Italia, supportati da parenti, amici e appassionati di questo sport. Bellissima anche la partecipazione dei ragazzi Special Olympics, organizzata dalla Tevere Remo e accol-
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ta con entusiasmo dal Salaria Sport Village che ha messo a un’imbarcazione e i remorgometri per fare attività, dimostrandosi ancora una volta attento a chi non riscontra facilmente la possibilità di fare sport. il bacino tiberino del Salaria Sport Village si è confermato ancora una volta all'altezza delle aspettative, offrendo acque calme e con scarsissima corrente, che hanno permesso ai concorrenti la possibilità di esprimere al meglio le loro potenzialità remiere. Prossimo appuntamento per gli appassionati del canottaggio, domenica 13 Dicembre con la Coppa di Natale organizzata da Salaria Sport Village e Comitato Regionale, sempre nello splendido circolo di Settebagni, dove alle 17,30 si brinderà alle festività in arrivo con un concerto gospel ed un pomeriggio all'insegna del Natale e dei bambini.
FUTBOLCLUB Natale al Futbolclub di Carlo Maria Stigliano
Come ormai da tradizione, con l’arrivo del Natale, gli Orange di Via degli Olimpionici si tingono di rosso con la classica Coppa di Natale dei Circoli Romani e la classica partita dei Soci-Babbi Natale. Il 19 dicembre, infatti, i festeg-
giamenti partiranno con il calcio d’inizio della Coppa di Natale, torneo di calcio a 5 a cui prenderanno parte le categorie Over 40 ed Over 60 dei circoli romani. Ad accompagnare il torneo, quest’anno, una nuova iniziativa benefica: tutti i partecipanti dovranno infatti presentare, a titolo di iscrizione, un giocattolo nuovo che verrà donato a bambini e ragazzi ospiti di due istituti di accoglienza di Roma e Rocca di Papa. A premiare le squadre che risulteranno vincitrici interverrà Suor Paola, che porterà i doni ai bambini insieme agli auguri di tutti i giocatori partecipanti. A chiudere la giornata la partita dei Babbi Natale, momento in cui i soci del Futbolclub scenderanno in campo vestiti con cappel-
Il socio del mese Nome: Claudio Maccaroni
Detto: Maccaroni Ruolo: a tutto campo! Piede preferito: destro Pezzo forte del repertorio: Big Mac Squadra del cuore: AS Roma
lo, barba e sacco dei regali, rigorosamente di iuta, che ciascun marcatore deve portare a tracolla nel corso della partita.
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a cura di SPORTFORM
CAPRI SPORTS ACADEMY Il Capri Sports Academy ancora tricolore Il Capri Sports Academy è campione d’Italia per la quarta volta consecutiva. La squadra del numero uno Roberto Russo ha vinto la finale contro il Tennis Bassano 41, chiudendo nel migliore dei modi le Final Four 2009 di Bra (Cuneo). Il punto decisivo è arrivato dalla coppia Volandri-Giorgini, che ha superato il doppio friulano formato da Lorenzi e Aldi. A conquistare gli altri tre punti, in singolare, sono stati Andreas Seppi, Filippo Volandri e Daniele Giorgini. Il numero uno d’Italia ha confermato l’imbattibilità in singolare con la maglia del Capri vincendo in due set contro Paolo Lorenzi 6-4, 7-5. Il livornese ha superato la resistenza di un ottimo Francesco Aldi, conquistando la terza vittoria in tre partite in queste Final Four 2009, dopo le due contro l’Aniene: 4-6, 6-3, 7-6 (4) il punteggio. Splendida anche la prestazione di Daniele Giorgini, che ha vendicato il ko di domenica scorsa travolgendo Federico Torresi in 51’, 6-1, 6-2. Ha perso invece Potito Stara-
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ce contro Andrea Arnaboldi in tre set (3-6, 6-4, 6-2). “E’ il quarto scudetto ed è il più bello in assoluto. Hanno provato a distruggerci e fermarci, ma nonostante tutto e tutti il Capri c’è ed ha dimostrato il suo valore sul campo. Da Bra riportiamo a Napoli lo scudetto e siamo felici”. Lo ha dichiarato il presidente del Capri Sports Academy, Roberto Russo, dopo la finale scudetto del campionato di serie A1 vinta contro il Bassano a Bra (Cuneo): “Il segreto? Nulla nasce per caso, c’è una grande programmazione e uno staff tecnico e dirigenziale di primo livello. E’ stata dura, la tensione è stata incredibile quest’anno perché tutti ci aspettavano al varco. Forse le nostre vittorie non fanno piacere a tutti, ma siamo stati capaci di vincere di nuovo e anche i tifosi fuori dalla Campania ci hanno applaudito – ha detto Russo -. D’altronde, noi portiamo alta l’immagine di Napoli e della nostra Regione, non a caso ci sentiamo il Napoli Calcio del tennis. Abbiamo anche il 50% dei giocatori nati in Campania (Starace, Petrazzuolo e Capone). In futuro – ha concluso Russo - il Capri continuerà a lavorare per essere competitivo e vincere ancora”. Esulta Potito Starace, vera e propria ‘bandiera’ del club isolano: “Oggi ero un po’ affaticato, le palle erano lente e il mio avversario ha giocato il match della vita. L’importante comunque è aver vinto il quarto scudetto consecutivo, il successo del Capri conta più di qualsiasi altra cosa”. Una vitto-
ria dal sapore particolare: “E’ stato un anno difficile, siamo partiti in ritardo e questo scudetto vale doppio – ha detto Starace -. Poi in semifinale il doppio di spareggio contro l’Aniene era quasi perso, io e Andreas Seppi siamo stati bravi a rimanere uniti e rimetterlo in piedi. Oggi è stato tutto più facile, faccio i complimenti a Giorgini che è stato determinante. Dedichiamo lo scudetto a tutti i tifosi che ci hanno seguito fino a Bra. Il futuro? Abbiamo ancora tanta fame”. Esprime soddisfazione anche il capitano Daniele Silvestre: “Il Bassano ci aveva imposto il pareggio nella fase a gironi, volevamo il riscatto ed è andata bene. Siamo felici – ha concluso - il merito è di un gruppo che è davvero compatto. Giorgini ha dato una grande prova di superiorità tecnica e mentale, Starace ha perso solo contro due giocatori che hanno giocato benissimo, Volandri è stato splendido e Seppi non è una sorpresa”.
CIRCOLO POSILLIPO Kayak e Canoa Polo verso il 2010 Inizia ufficialmente la stagione 2010. Convocati per il primo raduno di Acqua Piatta gli atleti Senior. Albino Battelli, Raffaele Cicala, Samuel Pierotti e Fabio Murra, seguiti dal tecnico Giuseppe Buonfiglio, sono impegnati dal 12 al 15 novembre nelle acqua del lago di Albano di Castel Gandolfo. Primi test in barca e a secco nel Villaggio Vogatori che ospitò le Olimpiadi di Roma '60, oggi di proprietà della Federazione Italiana Canoa Kayak."Non abbiamo mai smesso di prepararci - spiega il tecnico Peppe Buonfiglio -. E’ chiaro che in questo momento le priorità tecniche-organiche sono rivolte a particolari che ci serviranno più avanti nel periodo agonistico". A Maio-
ri, in costiera Amalfitana, invece il primo raduno Nazionale della categoria U21 di Canoa Polo. Francesco De Simone e Roberto Pagano, fanno parte della rosa dei convocati per una due giorni di lavoro tecnico, tattico ed atletico. Agli ordini del Commissario Tecnico U21 Gabriele Fabris, già tecnico rossoverde della scuola canoa velocità, ci saranno 16 atleti provenienti da tutta Italia. La rosa dei ragazzi, alla domenica, sarà divisa in due team che parteciperanno al torneo - allenamento organizzato dallo Sporting Club No Limits, società ospitante, a cui parteciperanno altre sei squadre. "Siamo contenti che il nostro lavoro -racconta il responsabile tecnico polo del CNP Rodolfo Vastola - sia apprezzato a livello nazionale". "E' certamente - continua "Boffy"- sintomo di una programmazione sui giovani che trova il giusto risultato".
Bambine prodigio Conclusa a Calenzano (Firenze) e San Severo (Foggia) la prima prova nazionale under 14 del Gran Premio Giovanissimi. Le gare, riservate agli atleti più giovani ed esordienti hanno visto la partecipazione complessiva di oltre 1500 agonisti nelle varie categorie. Nessun titolo posillipino questa volta ma due ottimi piazzamenti arrivati sia da Firenze che da San Severo. Seconda piazza, infatti, per Roberto Rubinacci nella gara riservata agli allievi di sciabola e un eccellente terzo posto per l'esordien-
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te Caterina Scaramella nella gara riservata alle bambine di spada. Buono anche il piazzamento di Sabrina Merolla che si è classificata ottava nella gara delle bambine di sciabola.
dati e piazzamenti d’onore. Nei prossimi mesi, si dedicherà a portare ancora più in alto la sezione canottaggio del Circolo Savoia.
CIRCOLO CANOTTIERI CIRCOLO SAVOIA Coppola nuovo tecnico Andrea Coppola, plurimedagliato tecnico federale, è il nuovo responsabile canottaggio del Circolo Savoia. L’annuncio è stato dato dal presidente Pippo Dalla Vecchia nel giorno di Santa Barbara, che il so-
dalizio partenopeo dal 1991 dedica appunto ai canottieri. Nato il 4 gennaio 1952 a Castellammare di Stabia (NA) dove vive con la famiglia, Coppola inizia a fare canottaggio alla fine degli Anni ‘60, presso il Circolo Nautico Stabia il cui allenatore era allora il dottor Giuseppe La Mura. Nel 1975 inizia a collaborare tecnicamente con il tecnico della Canottieri Napoli, Aldo Calì. Nel 1977 vince a Piediluco il Campionato Italiano Assoluto in “due con” assieme a Giuseppe Abbagnale. Nel settembre del 1980 gli viene affidata la conduzione tecnica del Circolo Nautico Posillipo che ha mantenuto ininterrottamente fino al 2006, portando nella bacheca del sodalizio partenopeo rossoverde ben 115 titoli italiani in varie categorie e specialità. Numerosi suoi atleti hanno vestito la maglia azzurra e molti di questi hanno conquistato titoli iri-
Via alla serie A-2 E’ scattato ad inizio dicembre il campionato di serie A-2 di pallanuoto, che vede impegnate nel girone meridionale ben quattro squadre campane. Favoritissima per la vittoria finale l’Acquachiara di Franco Porzio, vera regina del mercato, che ambisce il prossimo anno a disputare un inedito derby con il Posillipo. Dovrebbero invece recitare un ruolo da comprimarie sia la Rari Nantes che la Canottieri Salerno, mentre sarà un anno di transizione per la Canottieri Napoli. Il Circolo del Molosiglio, infatti, ha decisamente ringiovanito la rosa, ma ha conservato allo stesso tempo alcuni pezzi pregiati del proprio
CIRCOLO REMO E VELA ITALIA Caputo-Barbiero sul trono d’Europa Roberta Caputo e Benedetta Barbiero dominano l’Europa nel 4.20. Entrambe provenienti dal Circolo Savoia, il prestigioso sodalizio di Santa Lucia, Caputo-Barbiero hanno appena intascato la vittoria in una delle manifestazioni più importanti del panorama continentale: l’Imperia Winter regata 2009, conquistando ben 24 punti in un totale di 7 prove. Nel mare di Imperia erano ben dieci le nazioni in gara, ma alla fine l’ha spuntata l’equipaggio partenopeo. “Erano due piccole campioncino sin dai tempi in cui gareggiavano nell’optimist - dice Pippo Dalla Vecchia, presidente del Circolo Savoia - hanno talento e carattere. Nella vela è decisivo essere veloci, ma non basta. Loro hanno tutti gli ingredienti per esprimersi ad altissimi livelli. Napoli ed il nostro Circolo hanno tirato fuori le ennesime campioncine”. Caputo-Barbiero, prima di chiudere l’attività del 2009, hanno fatto passerella proprio al Circolo Savoia per le Regate di Natale.
Soricelli e Marino campionesse d’Italia organico. Inoltre, la presenza in panchina di Paolo Zizza rappresenta una garanzia in termini di esperienza e professionalità. Giuseppe Postiglione e Marcello De Giorgio rappresentano il fiore all’occhiello di un “sette” che può contare anche su un portiere di assoluto valore come Turiello. L’avvio di stagione si presentava in salita, ma i ragazzi della Canottieri sono riusciti ad impattare (7-7) sul difficile campo dell’Acicastello per poi cedere con onore nel derby con l’Acquachiara (14-9) alla Scandone.
Il tricolore resta a Napoli. Camilla Marino e Claudia Soricelli si aggiudicano i Campionati Italiani femminili della classe 420 e bissano il successo dello scorso anno, a completare l’impresa anche l’ottima prestazione degli equipaggi napoletani che salgono sul secondo gradino del podio, con Roberta Caputo e Benedetta Barbiero (circolo Savoia) e sul terzo, con Barbara Rinauro e Anna Chiara Malventi (circolo Posillipo). Un successo, quello dell’equipaggio del circolo Italia, che mette il suggello ad una stagione esaltan-
te per le due atlete napoletane; dopo la vittoria ai campionati zonali e le due medaglie d’argento ai mondiali di categoria ed assoluti, giunge ora il tricolore assoluto ed il titolo nazionale si categoria juniores. Il cammino della barca rossoblù non ha mai avuto tentennamenti nelle sette regate del campionato, che si è svolto nella acque del golfo di Napoli, collezionando tre prime piazze, tre seconde ed un terzo posto, a dimostrazione dello strapotere delle due campionesse partenopee che hanno chiuso con 9 punti in classifica generale distaccando le seconde di ben 22 punti. Il vento debole dell’ultima giornata di regate non ha impedito lo svolgimento delle prove, pur riducendone il programma. Ad approfittare del debole libeccio sono state le due imbarcazioni napoletane del Savoia e del Posillipo, la prima confermando la medaglia d’argento, e la seconda scalando la classifica e superando due equipaggi avversari sino a chiudere al terzo posto con la medaglia di bronzo. “Un anno impegnativo che ci ha regalato tanto - afferma Camilla Marino - la conclusione in bellezza non può che farci felici, forse unico rammarico è quello di sciogliere l’equipaggio. Continuare insieme, con Claudia, sarebbe stato fantastico, magari in 470, puntando alla partecipazione ai giochi olimpici. Ora ognuna di noi farà le sue scelte agonistiche”.
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Formazione
Un futuro nel mondo del lavoro nel panorama dello sport di Enrico Morucci
uante volte abbiamo letto di contratti faroinici con tanti zero ed abbiamo pensato quale magico mondo ci fosse dietro ad una stipula milionaria che può rendere felice un professionista per tutta la vita: ora possiamo scoprirlo. L'Associazione Sportform, in collaborazione con la TGM Sport srl e con la nostra rivista, dopo lo straordinario risultato ottenuto la scorsa edizione, ripropone il corso di preparazione in vista della prossima sessione di esame per il rilascio della Licenza di Agente di Calciatori (già Procuratore Sportivo) che si svolgerà, si attende
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l'ufficialità della data precisa, a fine Marzo presso la FIGC a Roma. La figura dell'Agente di Calciatori negli ultimi anni, ha assunto un'importanza ed un ruolo sempre crescente nell'ambito dello sport, e del calcio in particolare, e quindi per poter operare è fondamentale una preparazione specifica e particolarmente accurata, finalizzata non solo all'ottenimento della famosa "Licenza", ma anche e soprattutto atta a fronteggiare le molteplici problematiche che un'attività del genere comporta. E per tali motivi, cercando di soddisfare le numerose richieste pervenute, abbiamo deciso di riproporre un
Corso di preparazione altamente qualificato e prettamente specifico. Il Corso si articolerà in sei incontri frontali, in cui si affronteranno tutte le tematiche e le materie oggetto dell'esame. La faculty sarà composta da Professori Universitari, Magistrati, Avvocati ed esperti del settore. Il Corso è a numero chiuso e si svolgerà presso le sedi didattiche dell'Associazione a Napoli e Roma presso il circolo Futbolclub, durante i mesi di Gennaio, Febbraio e Marzo 2010. Per la partecipazione è necessario inviare alla Segreteria dell'Associazione il modulo di preiscrizione e la documentazione richiesta con-
sultabile e scaricabile dal sito www.sportform.it entro e non oltre il termine del 9 Gennaio 2010. Si ribadisce che la partecipazione al presente Corso è finalizzata unicamente a fornire una valida preparazione all'esame la cui idoneità resta di esclusiva pertinenza della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Per informazioni è possibile contattare la Segreteria della Sportform al numero 081.19562785 o agli indirizzi mail info@sportform.it msansoni@sportform.it
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Roma tornei Adidas League
Adidas League 2009-2010: tornano le sfide dei Campioni di Matteo Cirelli
circoli romani sono tornati a sfidarsi e l'occasione, come avviene ormai da sette anni, è l'Adidas League, l'evento sportivo più atteso dai romani amanti del pallone. Quest'anno il torneo di calciotto, partito il 21 novembre, può contare sulla sponsorizzazione principale di Snai, da sempre sinonimo di divertimento associato allo sport. La formula si articola in una prima fase a gironi, poi ottavi,
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quarti e semifinali andata e ritorno, al termine delle quali una super finale unica decreterà i nuovi campioni. L'agonismo, la passione e la determinazione sono gli ingredienti che hanno reso l'Adidas League un appuntamento imperdibile per i romani e condiranno di certo anche l'edizione 2010. Ma chi si aggiudicherà la “palma” di migliore? Lo scorso anno il trofeo è andato al circolo Due Ponti, che ovviamente va a cac-
cia del bis. Per riuscire nell'impresa, potrà avvalersi di un bomber fra i più temuti, Matteo Materazzi, fratello del campione del Mondo Marco, e figlio dell'ex tecnico della Lazio Giuseppe. Le altre squadre non staranno certo a guardare. Già la prima giornata ha regalato grande emozioni. Ad inaugurare l'Adidas League, CC Roma e SC Olgiata, quest'ultima con un organico pieno di glorie del calcio nazionale e internazionale. Gente come Aldair, Di
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Biagio, Silenzi e Dell'Anno. Un'autentica parata di stelle che non ha tuttavia evitato all'SC Olgiata una chiara sconfitta, 5-0, ciò che la dice lunga sul livello del torneo. Non è stata peraltro questa l'unica sorpresa della prima giornata: strapazzato infatti anche il Montecitorio con le 4 reti a 0, rifilate dall'Antico Tiro al Volo, grazie a un doppio Prosperi e alle reti di Seri e Centro. Quanto al Due Ponti detentore, un debutto vittorioso ha legittimato tutte le ambizioni, con le reti di Ranzani, Barni, Monari e di Matteo Materazzi, autore di una doppietta, per il 5-0 finale ai danni del CC Lazio. Pareggio sofferto per i padroni di casa del Futbolclub, che schierano l'ex azzurro Di Livio e che, sotto di un gol, hanno ribaltato il risultato grazie agli spunti di Aliotti e dello stesso Di Livio per poi essere raggiunti sul 2-2 grazie al colpo di testa di Mogos. La rivincita dell'SC Olgiata è arrivata già nella seconda giornata ai danni dell'Antico Tiro a Volo, con i gol illustri di Silenzi (bomber girovago, ex di Arezzo, Napoli, Reggiana, Torino,
Venezia, Nottingham e altro), Di Biagio e Gottardi (il Guerino popolarissimo della Lazio di Cragnotti). Stoppato il tentativo di fuga del Due Ponti, che dopo l'esordio senza problemi si è dovuto accontentare di un pareggio contro lo Sporting Eur, mentre il Forum SC conquistava la vetta della classifica a punteggio pieno. Ma siamo solo all'inizio, l'agone sportivo ancora sta montando e tutto può ancora accadere. Nelle sette edizioni dell'Adidas League finora disputate, fatta eccezione per l'edizione 2005/2006, il titolo non è mai mai andato alla stessa squadra: nell'edizione 2004-05, ad aggiudicarsi la prima edizione del torneo che sarebbe diventanto un “must” fu il CC Roma, seguito nel 2005 dal CC Aniene. La doppietta è stato appannaggio esclusivo dei padroni di casa del Futbolclub nel 2006 e nel 2007. Ad alzare una volta la coppa anche il CC Lazio, nel 2008. I gladiatori del calciotto romano sono nell'Arena... e non c'è dubbio che la lotta sarà serrata per decidere chi farà la parte del leone.
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Roma tornei Torneo Pezzana
E’ tempo dei primi bilanci di Alessandro Morucci
on il 33° Torneo Pezzana sembrano siano cambiate anche le tradizionali gerarchie. Negli Assoluti complice anche l’assenza del Manchester di Parnasi e dell’Inter di Arquilla, neanche i campioni di Ricci e De Rosa sembrano far fatica a tenere il passo delle nuove forze del River (Forno Nonna Iole) di Boccolini, la Sampdoria (Assoc. Note Positive) di Vommaro, il Racing Santander (NiceCar) di Mugavero e Proietti, l’Ajax (Blitz Tre) di De Laurentiis, il Getafe di Massimo Giuliani. Tra le uniche conferme del passato ma in crescita ci sono solo la Roma (Great Estate) di Younes “Mido”,
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il Flamengo (Studio Legale Traisci) di Palmegiano e l’Avv. Traisci, e l’Arsenal dell’Antico Tiro al Volo di mister Mearelli. Negli Over40 mentre faticano la Juventus (Canottieri Lazio) di Vicerè, l’Arsenal di Centro e i campioni in carica del Barcellona (Capolino Ceramiche) di mister Armato, il Real Madrid (Rezza Mutui) di Palladino non perde un colpo e comanda la classifica inseguito dall’Ajax (The Fans) di De Marchis, il Porto (Mobilnovo) di De Rosa, il Flamengo (Gruppo Siri) di Carboni, la Roma (Autocarrozzeria Grassi) di Grassi e il Marsiglia (Centro Asfalti) di Fabio Amadori. È sempre un piacere assistere alle gare del Pez-
zana, organizzazione efficiente, squadre ben organizzate, gare che non saltano mai, centro sportivo della Polizia di Stato all’avanguardia con ampi parcheggi, campi grandi e perfettamente drenanti, sicurezza garantita, spaziosi spalti dai quali è possibile gustare gare competitive e sempre corrette. Sul fair play si nota che l’organizzazione punta forte, da quest’anno esiste una classifica ufficiale fair play con punteggi in negativo per le squadre che accumulano più ammonizioni ed espulsioni; questo punteggio sarà molto utile alle squadre più corrette nelle fasi finali ad eliminazione diretta, quando a parità di punteggio al termine dei tempi supplementari non si tireranno più i rigori ma passerà direttamente al turno successivo la squadra con miglior classifica fair play. Ci sembra un’iniziativa che segue i principi del Movimento per l’Etica nello Sport che riceve il gradimento anche dal Pezzana. Da gennaio poi si ricomincia con la Coppa tra le migliori 16 classificate in campionato al termine del 2009. Per seguire il torneo www.torneopezzana.com, per info 340 3738509.
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Psicologia
del prof. Daniele Popolizio Mental Coach Resp.le “Progetto Europeo sullo Sport”, Direttore Generale CENPIS
Psicologia giovanile
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giovani. Spesso se ne parla, quasi sempre viene citata la parola Talento quando si par-
la di loro. Ebbene noi al Cenpis sono ormai quasi 5 anni che parliamo e affrontiamo scientificamente il tema del Talento, preparando metodi sempre nuovi che di anno in anno ci permettono di meglio comprendere questa particolare dimensione psicologica. Sì perché in realtà “essere un Talento”, soprattutto scoprire di esserlo, ha a che fare in realtà più con una dimensione della nostra mente, con una nuova collocazione di noi stessi in una nuova dimensione spazio-temporale, che non rappresentare un qualcosa di “posseduto”, di acquisito. “Essere speciali” in un campo della vita significa molte cose. Quasi sempre quando arrivano atleti professionisti da noi, artisti, manager, liberi professionisti o studenti universitari, viene posta questa richiesta: “che cosa ho?”. Puntualmente rispondiamo “niente, cosa pensa di avere? Al massimo possiamo vedere insieme se il suo profilo psicologico ha qualcosa di particolare, di diverso dagli altri, di speciale”. È ovvio che molte volte ci siano anche delle problematiche e dunque dei sintomi psicologici, per esempio piccole fissazioni, paure, preoccupazioni, fenomeni di stress psicosomatico. Ma il punto è che noi ci portiamo dietro nel corso della vi-
ta tutto quello che non abbiamo affrontato da giovani, quando era il momento di affrontarlo. I nostri rapporti familiari, le prime relazioni affettive, le prime relazioni amicali, alcune problematiche fisiche o eventi particolari…tutto, ripeto tutto, è sedimentato dentro di noi. È posizionato nella nostra “zona nascosta”, nel secondo livello della nostra vita interiore. Mio padre, il Prof. Antonio Popolizio dice spesso nei suoi convegni scientifici “noi siamo dei perfetti sconosciuti di noi stessi”. Cosa significa? Significa che il nostro potenziale, il nostro Talento fatica ad uscire e quasi sempre lo scopriamo per caso. Due giorni fa è venuto al Cenpis un famoso cantante lirico, un tenore di alto livello di 39 anni, che mi ha chiesto di prepararlo ad esprimere il suo Talento co-
me faccio per gli atleti, perché da quando aveva scoperto, 3 anni prima, che sapeva cantare come pochi aveva iniziato a vivere con difficoltà questa nuova realtà. Mi ha detto “Professore, non riesco ad essere sereno perché io pensavo di essere uno qualunque”. Ecco il nodo cruciale del mio discorso è esattamente qui: da giovani si prova quasi tutto, ma non si costruisce la cultura del “scopriamo chi sono, cosa sono portato a fare… e chi voglio diventare”. I giovani atleti di talento che vengono da noi, svolgono tutti un programma diverso dagli atleti di èlite o dai professionisti che addestriamo; il giovane deve prima di tutto capire che tipo di Talento ha e che livello di Talento non solo è oggi, ma può diventare. La percezione che una persona ha di sé, l’idea che sviluppa re-
Valentino Rossi, nove volte campione del mondo in varie classi del Motomondiale. Già a 16 anni vincitore del campionato italiano della Classe 125
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lativamente a quanto vale o non vale, è fondamentale per l’efficacia che sarà in grado di sviluppare. Sembra incredibile ma effettivamente tendiamo a rimanere confinati dentro a “ciò che pensiamo di valere”. Per accrescere se stessi ed espandersi, diventando efficaci, serve dunque lavorare su due aspetti: scoprire il proprio Talento e liberarlo dagli imbrigliamenti che noi stessi gli cuciamo attorno senza saperlo. Bene, il Talento giovanile è spesso frenato da due fattori molto condizionanti: l’educazione familiare e l’esperienza. L’idea di sé che si costruisce da giovani in famiglia va verificata quanto prima o si rischia di rimanerci legati facendola così divenire un enorme limite. Inoltre le prime esperienze che viviamo e con le quali ci mettiamo alla prova non devono far subito costruire l’idea di sé stessi, ma devono essere continuamente verificate con sfide sempre nuove e più difficili. La paura in questi due processi è il vero ostacolo che dobbiamo saltare. Questa emozione spesso ci blocca o ci fa commettere errori che solo una preparazione psicologica evoluta può davvero trasformare. E questo lavoro non ha nulla a che fare con la psicologia classica che vediamo qui in Italia. Federica Pellegrini, nuovamente vincente, lo ha ben compreso più di 3 anni fa. Occorre oggi saper investire sul proprio Talento, per ottimizzarlo e tradurlo in successo.
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T B R U O L P C S ne uzio no b i r t a is in d che amriale o v o ti to por ti color e ama s e t o tu zin aga voce a ionistic m ss dà imo Il pr ita che t pr ofe u or grat lo sp
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di Giulia Rodano
Assessore Cultura, Spettacolo e Sport della Regione Lazio
Donne e Sport:
un futuro da costruire on il suo impegno sullo sport femminile, la Regione Lazio, con può dire con orgoglio di aver contribuito a migliorare lo sport nazionale. L’inserimento nel 2007 della Tutela della maternità nei Principi fondamentali del CONI, per esempio, è scaturito dall’impegno di Assist e dal sostegno dalla Regione Lazio. Mercoledì 3 dicembre l'Assessorato Cultura, Spettacolo e Sport della Regione Lazio e le associazioni “Assist” e “D@Sport”, nell'ambito della terza edizione di “Donne & Sport Day”, hanno riunito, in uno storico incontro di lavoro, le dirigenti e le manager del mondo sportivo italiano in un forum intitolato “Donne e Sport: un futuro da costruire”. I lavori sono durati tutta la giornata e hanno coinvolto, nella sede della Regione Lazio a Roma, una quarantina di donne rappresentanti di Università, Enti, Federazioni, Aziende, Associazioni e Giornalismo del mondo sportivo italiano. Al loro fianco la prestigiosa presenza internazionale di Lila de Soysa (Commissione Europea Federazione Internazionale Tennis Tavolo), figura di spicco della International Working Group on Women and Sport,
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organizzazione che l’anno prossimo a Sydney convocherà gli “stati generali” delle donne dello sport mondiale. Presenti le campionesse Diana Bianchedi (scherma) e Vera Carrara (ciclismo) che si sono unite al coro autorevole per chiedere uno nuovo modo di pensare e vivere lo sport. L'obiettivo del workshop era quello di fare il punto della situazione dello sport per la donna in Italia: la donna che si occupa di sport in qualità di volontaria, la donna manager all'interno di società sportive, che ha un ruolo all'interno di una delle tante organizzazioni o come atleta che ha terminato la carriera e che vuole lavorare. In questa terza edizione del Donne e Sport Day si è toccato un altro tasto dolente: sono stati evidenziati il lavoro, la bravura e la dedizione delle dirigenti e manager dello sport, presenti nelle Istituzioni, nelle Federazioni, nelle aziende. Proprio per la loro provenienza dal mondo sportivo, queste professioniste conoscono le sue regole e hanno la capacità di operare in squadra per un fine comune, qualità fondamentale per ogni dirigente al giorno d'oggi. Nonostante ciò il loro numero è anco-
A destra, Vera Carrara ai Mondiali di Ciclismo su Pista a Manchester
ra molto inferiore rispetto a quello dei loro colleghi uomini. Il fine del convegno quindi è stato la ricerca comune di nuovi percorsi, nuove possibilità formative o occupazionali affinché le donne abbiano accesso in misura maggiore a ruoli decisionali. I quattro workgroups che si sono tenuti hanno discusso di comunicazione, normativa e lavoro, pari opportunità e formazione nello sport. Molto interessanti le relazioni che hanno presentato le linee guida di ciascun gruppo, con l’apporto delle due campionesse Diana Bianchedi e Vera Carrara. Infatti, il Forum ha individuato una serie di proposte concrete sulle quali costruire uno sport inclu-
sivo per le donne in ogni ambito e competenza. In quella sede ho manifestato la necessità di una nuova Legge Regionale dello Sport che recepisca con ancora più forza le istanze emerse in maniera inequivocabile durante i lavori dei gruppi: maggiore rappresentanza, pari opportunità e una migliore visibilità e promozione dello sport femminile. Ma non basta. Partendo dalla Legge Regionale potremo essere promotori di una Legge Quadro Nazionale sullo sport che possa prevedere fondi necessari e un ordinamento specifico su una materia socialmente così rilevante, che dia avvio ad una politica pubblica dello sport.
Gennaio 2010
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Fitness
di Fabio Ingargiola Personal Trainer fabioingargiola@yahoo.it
Come allenare la forza nel calcio Per ottimizzare la forza del calciatore ecco alcune proposte di esercizi “combinati”, che si complementano in maniera davvero efficace e migliorano le performance sul campo. l calcio moderno è sempre piu rapido, per questo la forza muscolare ha bisogno di un’adeguata preparazione. Il tipo di corsa che il calciatore adotta è un susseguirsi di fasi accelerative e decelerative e in tutti i momenti di gioco più “coinvolgenti", intervengono qualità di forza specifica che necessitano un allenamento mirato degli arti inferiori. Possedere una grande forza non significa saperla usare rapidamente Non ritengo necessarie metodologie di allenamento della forza esasperate: i benefici sul campo da calcio non sarebbero proporzionali ai potenziali rischi rappresentati dall’ eccessivo sovraccarico funzionale. Inoltre, possedere una grande forza non significa anche saperla usare rapidamente. Per il calciatore che voglia avvicinarsi all’allenamento della forza con l’utilizzo dei sovraccarichi, consiglierei un approccio graduale e metodologicamente razionale. Imparare la tecnica Una volta acqusita la tecnica dei principali esercizi per gli arti inferiori (squat, affondi e alzate olimpiche), la loro esecuzione cambia molto in funzione al tipo di forza che s’intende sollecitare.
I
Quale principio alla base della scelta degli esercizi? Per ottimizzare l’allenamento ho scelto 2 combinazioni di esercizi, formate da un esercizio fondamentale, uno analitico e uno di trasformazione. Per esercizio fondamentale si intende un movimento che solleciti sia il gruppo muscolare principale coinvolto nel movimento sia tutti gli altri gruppi ad esso sinergici. Il secondo esercizio è costituito da un movimento maggiormente analitico, che coinvolga sempre il gruppo muscolare principale ma da un’angolazione diversa e attuando una sinergia muscolare minore. L’esercizio di trasformazione invece è un gesto tecnico, comecalciare il pallone o meno tecnico (ad.es skip) che serve a trasformare la forza in velocità, che, non dimentichiamo deve essere l’obiettivo principale del calciatore. L’alternanza di carichi, la trasformazione in velocità e le diverse modalità di sollecitazione sono il segreto per un ottima preparazione nel calcio.
Quanto peso utilizzare? Il primo esercizio va eseguito con un carico intorno al 50% del massimale, ad una velocità elevata nella fase di spinta. Se la velocità esecutiva non è alta e meglio ridurre il
carico ma eseguire il gesto più velocemente. Nota bene: veloce nella fase di spinta, e controllato nella fase di discesa; il rapporto deve essere sempre 1:2. La serie non deve superare le 6 ripetizioni. Lo scopo è sollecitare le fibre veloci che rispondono solo ad un carico medio alto eseguito in maniera esplosiva. Il secondo esercizio va eseguito con un carico inferiore (30/35%) ma con un numero di ripetizioni più alte (10-12). La modalità di esecuzione è sempre esplosiva. Lo scopo è allenare la forza veloce in un regime di fatica, stimolare dunque la resistenza alla forza veloce. La trasformazione si esegue con carichi leggeri oppure a carico naturale, e la velocità esecutiva deve essere assolutamente esplosiva. La serie è interrotta quando la velocità del gesto tende a calare. Non superare comunque mai le 8/10 ripetizioni. Prima combinazione: mezzo squat+leg curl +sprint Eseguite 6 ripetizioni di mezzo squatt con un carico al 50% del massimale.Trenta secondi di recupero e poi 12 ripetizoni al 30-35% di leg curl. Alla fine delle 3/5 serie(recupero tra le serie 2’30/3’) trasformiamo tutto il lavoro con 6/8
sprint in slalom su una distanza di 10/15 metri (ritorno camminando). Seconda combinazione: affondi+leg extension+ tiri in porta Eseguite 6/8passi affondi in avanzamento al 50%del massimale. Trenta secondi e poi 10/12ripetizioni di leg extension (30/35%). Alle fine delle 3/5 serie(recupero 2’/3’) trasformiamo con 6/8 tiri in porta sia di destro che di sinistro cercando di colpire un bersaglio preciso (il palo ad esempio) Ovviamente il tutto va inserito nel contesto agonistico del giocatore. Orientativamente nel periodo di precampionato arriveremo a 5 serie con il massimo carico mentre durante il campionato diminuiremo i carichi del 10-20% e le serie a 2 massimo 3.Buon allenamento.
Come calcolare il massimale Scegliete un carico ed eseguite il massimo numero di ripetizioni: ammettiamo che abbiate effettuato 10 ripetizioni dell’esercizio di mezzo squat con un totale di 80 kg (ricordate di tener conto anche del peso della sbarra), per sapere quale è il carico con il quale riuscirete ad effettuare una sola ripetizione, ossia il vostro massimale, eseguite questo calcolo: Carico sollevato 1,02778-0,00278 X n° ripetiz. svolte
carico = massimale
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