SPORT CLUB GIUGNO 2010

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Scocca l'ora dei Mondiali Carles Puyol, bandiera della Spagna e testimonial CP5 Sport, cercherĂ di strapparci la Coppa




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Sommario

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Editoriale Roma 2020 non è stata costruita in un giorno…

10 Focus Nel cuore il sogno Olimpico 12 Focus

I pericoli dell’alta quota nei prossimi Mondiali

13 Diritto e rovescio

I requisiti di un giocatore per partecipare alla Nazionale Italiana

14 Cover Carles Pujol 18 Calcio La storia dell’Italia ai Mondiali

22 Sport&Finanza Fifa World Cup: biglietto da visita Internazionale per il Sudafrica

26 Riflessioni Springboks rugby e calcio il potere 28 Atletica Una settimana di atletica per i trenta anni del Golden Gala 30 Fiamme Gialle Fiamme Gialle e Golden Gala: un feeling lungo dodici anni 34 Taekwondo Testa e cuore di un campione 38 Taekwondo A scuola con il taekwondo

40 Formula Run sport e solidarietà “in corsa” a Roma 44 Rugby Il tour sudafricano 46 Rugby È in arrivo il “Green Network Romaseven 2010” …imperdibile! 50 Nuoto sincronizzato British Gas Championships

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54 Motori Roma Motor Show 2010 56 Eventi 4NCI 2010 music & basket 58 Beneficenza Festival del cuore

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Golf Roma Tuttincircolo Roma Tornei Focus psicologia Cultura sportiva Fitness

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Sport Club Editori srl

via Morlupo, 51 00191 Roma tel. 06 97600342 fax 06 97277879 www.sportclubmagazine.it info@sportclubmagazine.it

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Sport Club Anno VIII - n. 60 - Giugno 2010 Reg. trib. di Roma n. 591/2004 del 30-12-2004 Direttore responsabile Luigi Capasso l.capasso@sportclubmagazine.it Editorialisti Cecilia D’Angelo, Paolo Cecinelli, Franco Chimenti, Pino Capua, Alessandro Cochi, Paolo Del Bene, Daniele Popolizio, Tommaso Mandato Hanno collaborato a questo numero Matteo Cirelli, Carlo Stigliano, Silvia Pittelli, Marco Trozzi, Alessandro Morucci, Enrico Morucci, Roberto Cundari, Andrea Tranquilli, Andrea Cecinelli, Gianni Boninsegna, Luigia Latteri Golf Simone Selli Sport&Finanza Marcel Vulpis Rugby Andrea Cimbrico Progetto grafico e Impaginazione Adversign s.r.l. grafica@sportclubmagazine.it Presidente Onorario Giuseppe Capelli Pubblicità Adversign s.r.l. Davide Campanella Via Morlupo, 51 - 00191 Roma tel. 06 97600342 cell. 335 7574074

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Editoriale

Roma 2020 non è stata costruita in un giorno… di Luigi Capasso

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i pappano pure le Olimpiadi” intitolava Libero di Maurizio Belpietro. Bisogna saper perdere, rispondiamo noi. Ce l’abbiamo fatta. Sconfitta Venezia. Anzi distrutta, annientata per 68 voti ad uno. La candidatura veneta non è stata neanche ammessa al voto, per mancanza di requisiti minimi, dal Consiglio del Coni chiamato ad esprimersi in merito lo scorso 19 maggio nella Sala d’Onore del palazzo H. Mesi e mesi di pressioni politiche, di tremendi sospetti, di vittimismi gratuiti, di chiamata alle armi, di campagne mediatiche sono solo servite ad evidenziare all’Italia intera che Roma è forte ed è pronta ad affrontare, combattendola, la sua lunga battaglia per ottenere i Giochi dopo sessant’anni iniziando una lunga ed affascinante avventura per aggiudicarsi le agognate olimpiadi del 2020. La capitale ha vinto per 5 ragioni: è più grande, è più esperta come organizzatrice di grandi eventi, le aree scelte dal progetto sono quasi tutte pubbliche, ha la maggior parte degli impianti già pronti, è più attrezzata nelle infrastrutture, trasporti e ricettività alberghiera. E chi legge Sport Club sa benissimo che lo stesso giorno che a

Copenhagen fu annunciata la sede di Rio per l’edizione del 2016 la nostra testata ha sposato con passione, vigore ed entusiasmo la candidatura della Città Eterna pubblicando fior di articoli ed editoriali e addirittura una edizione speciale solo ed esclusivamente al fine di sensibilizzare il mondo “civile” a trovare un unione di intenti per un avvenimento davvero unico, che potrebbe tornare a far risplendere di luce propria la nostra città e dare un nuovo volano a tutta l’economia metropolitana. E segnali ben forti ci sono, vedendo scendere in campo nientepopodimeno che l’Unione Industriale Romani capofila dei più prestigiosi asset dell’economia laziale. E proprio in questo momento che il clima è più sereno e dovremmo lavorare tutti insieme per più di tre anni attendendo il placet del CIO nel 2013 a Buenos Aires qualcosa avremmo da chiedere. Roma sicuramente ha tutte le carte in regola per vincere il 2020, i professionisti che stanno lavorando a questo affascinante progetto hanno i numeri, il know how, le strutture ed il fund rising per centrare la meta, ma la Capitale dovrebbe dare prima delle risposte a delle semplici domande. Anche considerando che per l’or-

ganizzazione dei Giochi i costi previsti sono pari a 1,9 miliardi di Euro; il ricavato, fra sponsor, spettatori ( 9 milioni di biglietti), diritti televisivi, è stimato in 1,9 miliardi, visto che l’Olimpiade genera un indotto economico di 13 miliardi, 70 mila nuovi posti di lavoro ed un aumento del turismo del 20%, alcune domande nascono spontanee. Com’è possibile che una Città che ha ospitato nel giro di 15 mesi i mondiali di nuoto, di baseball e di pallavolo, la finale di Champions League, il Sei Nazioni, che organizzerà il Gran premio di Formula Uno e tanto altro non abbia un assessorato allo sport ma una semplice delega sebbene esplicitata in maniera ottimale? Com’è possibile che una Paese che vuole ospitare l’avvenimento sportivo più importante del pianeta non abbia un Ministro dello Sport e qualvolta siamo chiamati ad illustrare un dossier all’estero (vedi Europei 2016) la nostra Penisola è rappresentata in maniera altrettanto eccellente ma da un sottosegretariato. Com’è possibile che il nome delle persone che si avvicinano ai papabili componenti del Comitato Promotore sono sempre gli stessi che tra dieci anni avranno superato perlomeno la soglia degli ottanta?

Com’è possibile che il board organizzativo degli Internazionali di Tennis, dei mondiali di beach volley, del Golden Gala, del Festival del Fitness sia composto dalle stesse persone: nessuno mette in dubbio che lavorino alla grande ma non potranno mai avere la specificità che può avere chi esercita una professione in quel campo da lunghi decenni? Il nostro principale problema, che purtroppo dubito che risolveremo presto, che essendo uomini di sport, crediamo profondamente nel valore che esso esprime e siamo convinti che per ottenere un successo per Roma 2020 bisogna dare spazio a nuove professionalità e a nuove risorse umane. Non è detto che bisogna per forza cambiare la squadra che vince, bisogna solo allargare la rosa. Aborriamo l’idea di casta, cricca e furbettini del quartierino e diamo un forte segnale di apertura nella composizione del Comitato Promotore. Auguriamoci che questa candidatura olimpica sia l’inizio di un nuovo percorso, un cambiamento di rotta, un auspicio che davvero nel mondo dello sport qualcosa possa davvero cambiare. C’è ancora tanto da fare e bene. Ed in fondo, Roma non è stata costruita in un giorno…


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La MRoma Volley passa in A1. Ăˆ festa nella Capitale


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Focus

Nel cuore il sogno Olimpico di Alessandro Cochi Delegato allo Sport del Comune di Roma

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stato e sarà un periodo denso di avvenimenti. Roma sta vivendo una nuova giovinezza a livello sportivo. In primis poiché è stata indicata come città destinata a rappresentare l’Italia nella corsa olimpica verso il 2020. Eravamo presenti al Coni il giorno 19 scorso e l’annuncio della scelta di Roma, pur da noi sperata e immaginata, ha provocato una forte emozione. Non ero nato quando la Capitale celebrò l’Olimpiade del 1960. Ma ho letto tanto di quell’estate e nel mio ruolo di amministratore sto lavorando a cavallo tra il passato e il futuro, arrivando a conoscere nel dettaglio tanti fatti e retroscena dell’evento. Immaginare ora di poter vivere la corsa verso il 2020 a fianco della macchina organizzativa non può lasciarmi indifferente, da amante dello sport, del costume e della mia città. Mi perdonino i lettori per questa parentesi personale. Dagli Internazionali di Tennis al Beach Volley nella cornice del Foro Italico, dal Festival del Fitness al Golden Gala di Atletica

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e ai Mondiali di Volley: Roma ha vissuto o sta per vivere tanti grandi momenti di sport. Compresi i Mondiali di Calcio che saranno vissuti in Sud-Africa ma anche… sotto il cielo di Roma, grazie ad una intuizione della Fifa che ha deciso di irradiare tutte le partite all’aperto in sei grandi siti di altrettante importantissime città del Mondo. Da parte dell’Amministrazione Comunale non può non arrivare un plauso nei confronti del progetto International Fifa Fan Fest (IFFF) che dal primo giugno

all’11 luglio rappresenterà un evento di intrattenimento ed insieme una festa popolare in concomitanza con il primo Mondiale di Calcio che si svolgerà in terra d’Africa. In contemporanea a Roma ed in altre cinque città (Berlino, Città del Messico, Parigi, Rio de Janeiro e Sydney) saranno allestite aree in cui tifosi italiani e di altre etnie si ritroveranno davanti a maxi-schermi per tifare la propria nazionale e per vivere dal vivo e all’aria aperta le gare del Mondiale di Calcio 2010

(con il supporto televisivo della Rai). Tifosi, diversi per razza, lingua, religione, cultura, avranno il calcio come “collante” per scambiarsi emozioni, passioni e pensieri durante un mese che porterà alla celebrazione della nuova squadra campione del mondo di calcio Cultura delle feste di piazza, passione popolare, promozione dello sport e integrazione sociale: questi saranno i grandi temi in campo nelle notti mondiali di Roma città scelta dalla FIFA in un ideale riconoscimento per la Città Eterna da sempre luogo di integrazione e accoglienza. La sede prescelta è particolarmente affascinante: la manifestazione si svolgerà nel cuore di Villa Borghese, nell’ovale di Piazza di Siena lì dove dal 1922 si svolge, di fronte al Presidente della Repubblica, il Concorso Ippico Internazionale di Piazza di Siena. Parteciperanno in tanti mentre gli azzurri tenteranno di difendere il quarto titolo mondiale conquistato nell’ultimo Mondiale disputatosi in Germania con l’indimenticabile finale di Berlino.



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Focus

di Pino Capua

Consulente per il Sindaco per le politiche sportive del Comune di Roma

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li ormai prossimi Mondiali di calcio 2010 saranno forse i più freddi della storia: il Sudafrica, infatti, si trova nell'emisfero australe e quindi ci ritroveremo a giocare in pieno inverno, oltre i 1.400 metri. Ecco spiegata la scelta dei 2.035 metri del Sestriere per la preparazione dei nostri atleti. Lo stesso Lippi ha sottolineato l'importanza del periodo da trascorrere in altura per non arrivare in Sudafrica con problemi dovuti all'altitudine. In effetti in alta quota l'atleta lavora in ipossia: la pressione atmosferica e quella parziale dell'ossigeno nell'aria diminuiscono e ciò comporta un aumento della ventilazione, della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa. Se avete fatto l'esperienza di andare in montagna, sopra i 2.000 metri, oltre alla purezza dell'aria avrete senz'altro avvertito un maggior affaticamento nei movimenti: ciò è dovuto proprio alla minore pressione parziale dell'ossigeno, cioè alla sua minore concentrazione in ogni metro cubo di aria. All'aumentare dell'altitudine, l'aria che raggiunge gli alveoli contiene meno ossigeno e con livelli bassi di ossigeno nel sangue anche i tessuti ne dispongono in minor quantità. Meno ossigeno nel sangue, meno globuli rossi, ma quando il fisico comincia ad abituarsi all'alta quota e ad acclimatarsi, i reni secer-

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I pericoli dell’alta quota nei prossimi Mondiali

Le montagne del Sestriere

nono l'ormone eritropoietina, che stimola la sintesi di eritrociti, determinando un aumento anche fino al 60% dell'ematocrito e si va così in “policitemia”. L'aumento degli eritrociti provoca anche l'aumento della concentrazione di emoglobina nel sangue e quindi sale la capacità di trasporto di ossigeno del sangue stesso. Preparandosi in altura, quindi, l'organismo si adatta e impara a stimolare la produzione di globuli rossi ma è importante, però, prima di iniziare un periodo di allenamento in altitudine, controllare i depositi di Ferro di ogni atleta, altrimenti, se questi fossero insufficienti, si correrebbe il rischio di non essere in grado di aumen-

tare i globuli rossi in risposta all'altitudine. Ad alta quota la palla va più veloce, ma i recuperi sono più lenti e, per evitare il rischio di non essere nella dovuta forma fisica, c'è bisogno di un lavoro adeguato. Qualche Nazionale di calcio, dal momento che le leggi dei loro Paesi lo permettono, vedi Spagna e Inghilterra, potrebbe ricorrere a delle scorciatoie per un adattamento più veloce, mi riferisco alle tende ipossiche-ipobariche: esse sono delle strutture chiuse nelle quali l'atleta soggiorna per alcune ore, in genere di notte, respirando aria nella quale è stata ridotta artificialmente la pressione parziale di ossigeno. Certamen-

te le tende ipossiche sono più comode, ma in Italia sono considerate doping e quindi non sono lecite. E allora? Oltre ad auspicare regolamenti uguali per tutti, non rimane che effettuare i dovuti allenamenti. Le esperienze di molti atleti ci dicono che per impostare un ciclo d'allenamento completo servono dalle due alle tre settimane, partendo cauti e valutando man mano le variazioni dei valori con esami clinici. E se è vero, come afferma Lippi, che conta la stanchezza mentale non quella fisica, perché è la testa che aiuta le gambe, auguro alla nostra Nazionale un Mondiale “spensierato”.


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Diritto e Rovescio

dell’Avv. Sabrina Rondinelli

Specializzata in diritto dello sport Dottoranda di ricerca Fac. Giurisprudenza “La Sapienza” sabrina.rondinelli@uniroma1.it

I requisiti di un giocatore per partecipare alla Nazionale Italiana nei Mondiali di Calcio. Statuto FIFA

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i avvicinano i Mondiali di Calcio 2010 in SudAfrica, questo paese si è gia reso protagonista di un evento sportivo, in quanto nel 1995 si sono svolti i Mondiali di Rugby. La speranza è che il business economico di tale evento, possa portare un po’ di crescita economica in luoghi molto poveri. Per quanto riguarda le entrate della FIFA, (Federatiòn Internationale de Football Association) per un evento simile sono molteplici. Pubblicità, diritti televisivi e licenze per la vendita dei prodotti sono infatti direttamente gestiti dalla FIFA, e i piu grossi appalti legati alla realizzazione delle opere sono stati assegnati a ristrettissime elite.I soldi dati dal Governo Africano, come contributo ai preparativi del mondiale sono stati spesi per gli stadi e le infrastrutture. Fatta questa piccola ma dovuta premessa, nei Mondiali saranno presenti, come da regolamento, tutte le Nazionali di calcio rappresentative dei vari paesi del mondo. Per quanto riguarda i requisiti che i giocatori devono avere, questi sono indicati espressamente dallo Statuto della Fifa. Lo Statuto stabilisce che qualsiasi persona che si in possesso di una nazionalità permanente che non sia vincolata alla residenza in un determinato paese può giocare per

le squadre rappresentative nazionali dell’associazione del suddetto paese. Stabilisce poi che un giocatore, che abbia già giocato per un’associazione in un incontro (per tutta o parte della sua durata) nell’ambito di una competizione ufficiale di qualunque categoria, ovvero di qualunque tipologia di calcio,non può disputare incontri internazionali per le rappresentative nazionale di un’altra associazione. Nel nostro campionato italiano ci

sono giocatori che anche se o di colore o per il fatto di avere papà italiano sono chiamati dalla Nazionale Italiana, tutto questo è possibile, in quanto lo Statuto Fifa, stabilisce, che un calciatore che risulti autorizzato a rappresentare più di un’associazione in virtù della sua nazionalità può disputare incontri internazionali per una di queste associazioni soltanto a condizione che, oltre a disporre delle relative nazionalità, egli soddisfi almeno uno dei se-

guenti criteri:1)il calciatore è nato nel territorio dell’associazione interessata;2)la madre o il padre biologici del calciatore sono nati nel territorio dell’associazione interessata;3)il calciatore ha vissuto continuamente nel territorio dell’associazione interessata per almeno due anni; Qualora un calciatore possieda più nazionalità, ne acquisisca una nuova o sia autorizzato a giocare per più rappresentative nazionali in virtù della sua nazionalità, egli ha la facoltà di richiedere, fino al 21° anno di età e una sola volta, di cambiare l’associazione di un altro paese di cui ne possiede la nazionalità. A tutela di queste disposizioni vi sono gli organi giudicanti della FIFA che sono:La Commissione Disciplinare e la Commissione per l’etica, per poi giungere nei casi più gravi d’infrazione al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna. Le Confederazioni, le affiliate e le leghe s’impegnano a riconoscere il Tas quale autorità giudiziaria indipendente e a garantire che le proprie affiliate, i giocatori tesserati e i dirigenti si uniformino alle decisioni adottate dal Tas.Lo stesso obbligo vale per gli agenti degli incontri e dei giocatori debitamente autorizzati. Il ricorso ai Tribunali Ordinari è vietato, salvo il caso in cui ciò sia espressamente previsto nei regolamenti Fifa.

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Carles Puyol, Pagina 14

puntuale... nella difesa

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Il capitano del Barcellona e simbolo della nazionale campione d'Europa, in concomitanza dei Mondiali in Sudafrica lancia anche in Italia il suo orologio CP5 Sport.

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di Arnau Espel

arles Puyol Saforcada, meglio conosciuto come Puyol, capitano del Barcellona e giocatore della nazionale spagnola, inizia la sua carriera da giocatore professionista tra le giovanili del Barcellona. Nella stagione 1999-2000 l'allenatore Louis Van Gal lo fa esordire in prima squadra e da quel momento in poi una carriera sempre in crescendo, lo elegge il punto di riferimento della squadra e simbolo della città, fino ad arrivare nella scorsa stagione come capitano del Barcellona ad alzare sei trofei tra cui la Liga, la Champions League ed il Mondiale per Club. Oggi Puyol si appresta a lanciare la sfida ai mondiali ed in Italia come imprenditore, attraverso CP5 Sport, il marchio di orologi "design oriented" di cui è anche il testimonial principale. Ecco cosa ha raccontato a Sport Club. Dalla Pobla de Segur a capitano della squadra che nella scorsa stagione ha vinto tutto ciò che poteva vincere, quali sono stati per lei i momenti chiave di questo suo percorso? In assoluto firmare per il Barcellona e poi arrivare a giocare nella prima squadra. Ci racconti le sue sensazioni di questa sua nuova stagione da capitano del Barcellona? Naturalmente sono delle emozioni fantastiche e dopo aver vinto ben sei titoli l’anno scorso, la voglia e l’ambizione di continuare su questra strada sono ogni giorno ben impresse nella mia mission. La scorsa estate, prima che lei rinnovasse il suo contratto fino al 2013, il suo nome è stato spesso affiancato al Milan, si è mai immaginato indossando i colori rossoneri di venire a vivere in Italia ? Ho degli ottimi amici Italiani e ho sempre detto che a parte il Barcellona mi sarebbe piaciu-

foto di Miguel Ruiz

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to giocare in Italia. Ma la mia idea è quella di continuare con il Barça. Crede che la nazionale spagnola dopo avere vinto gli ultimi europei sia pronta a lottare per la vittoria nei mondiali in Sudafrica? Per la nazionale spagnola è un buon momento pero nel mondiale partecipano molte squadre forti e competitive. Noi cercheremo di fare del nostro meglio e soprattutto una bella figura, ma sarà dura. All'interno dello spogliatoio del Barcellona, si parla mai di quella che potrebbe essere la possibile vincitrice in Sudafrica? No, mai.

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Sappiamo che è appassionato di orologi, come è nata questa sua passione e perché ha deciso di creare la linea CP5 Sport? Ho sempre avuto la passione per gli orologi e

quando dei miei amici del settore mi hanno proposto di realizzarne uno tutto mio, non ci ho pensato due volte e devo dire che il risultato in Spagna è stato grandioso…ora pensiamo agli altri mercati e l’Italia in questa fase di start up sta rispondendo molto bene. L'anno scorso in occasione dei festeggiamenti del "triplete" abbiamo potuto vedere tutti i giocatori della squadra indossare uno dei suoi orologi CP5 Sport, pensa che questa estate sarà possibile vedere i suoi compagni della seleccion espanola indossare orologi CP5 sport per celebrare la vittoria dei mondiali? Pensi che proprio per questo grande evento abbiamo pensato e disegnato dei modelli speciali di CP5 Spoert, con i colori e la bandiera di alcuni paesi che partecipano ai mondiali di calcio, spero tanto che tutti i giocatori della nazionale spagnola possano indossare il modello fatto con la nostra bandiera.

Dopo il successo annunciato in Spagna, c’è chi dice che anche in Italia CP5 Sport sarà l'orologio dell'estate 2010...a tal proposito quali sono i suoi obiettivi nel nostro paese ? Da un mese siamo sbarcati anche in Italia, partendo da Roma e la prima risposta è stata grandiosa. Il nostro obiettivo è trovare in ogni nazione dei distributori esclusivi che possano posizionare l’orologio in importanti punti vendita, cosa che sta accadendo a Roma. A chi vi rivolgete ? Siamo indirizzati decisamente ad un pubblico giovanile, sportivo e sempre attento alle mode...ma anche a chi è amante del design e dei “colori” visto che i 10 modelli e 4 varianti che abbiamo realizzato per la collezione CP5 SPORT sono stati creati per soddisfare tutte le esigenze ed i gusti…e soprattutto per vivere un’estate all’insegna dell’originalità, non trascurando di certi i materiali utilizzati, come per esempio


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CP5 sport

Dopo il grande successo riscosso negli ultimi mesi in Spagna, con migliaia di pezzi venduti, sbarca in questi giorni anche in Italia l’orologio che piace tanto ai vip ed ai trend setter della penisola iberica.

foto di Miguel Ruiz

Cp5 sport - sara’ commercializzato in Italia in 10 colorazioni e diverse varianti, ma soprattutto con un prezzo di lancio – 150 euro – di sicuro appeal.

Tra i proprietari del marchio Carles Puyol – che oltre ad essere il capitano del Football Club Barcellona – ne e’ anche il principale testimonial.

Le vendita iniziata in questi giorni da Roma è destinata a pochi e selezionati punti vendita, tra cui alcune delle orologerie e gioiellerie più prestigiose della capitale...e dai primi rumors, già è iniziata la gara per aggiudicarsi la distribuzione del marchio in esclusiva per l’Italia, attualmente gestita in questa fase di start up dalla casa madre catalana.

foto di Miguel Ruiz

In arrivo anche un modello più piccolo rivolto al mercato femminile e bambino e per la stagione autunno – inverno altri importanti novità ancora top

su questa versione estiva la quale possiede cassa e corona in alluminio e fondello in acciaio ed una impermeabilità fino a 10 atmosfere. Abbiamo saputo di un grande seguito sui social network e dell’apertura anche in Italia di una pagina su facebook ? Si è vero, sono molto felice che ora anche in Italia la MarketingXpression, agenzia di Roma che si occupa per noi del marketing e delle pubbliche relazioni, abbia lanciato con un’ottima risposta il gruppo CP5 ITALIA. CP5 ...non è solo Sport, ma anche modelli più “seri” ? Assolutamente si, abbiamo il modello cp5 macchina del tempo che è decisamente più sobrio e realizzato con materiali più importanti. Inoltre stiamo già lavorando ad un paio di versioni invernali di sicuro appeal sia nei materiali che per quanto concerne lo stile.


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La storia dell’Italia ai Mondiali di Calcio

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di Marco Trozzi


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l via l’operazione Sudafrica per la nazionale maschile di calcio che con il ritiro al Sestrière si è tuffata nell’ennesima avventura iridata della sua storia. Gli azzurri, infatti, saranno impegnati in Piemonte fino al 5 giugno per poi partire alla volta del continente africano l’8 giugno. Due le amichevoli in programma: il 3 giugno a Bruxelles contro il Messico e il 5 contro la Svizzera. Quella che l’Italia si appresta ad affrontare da campione in carica è la diciannovesima edizione della rassegna iridata, una competizione che spesso ha visto tra i protagonisti proprio i portacolori nostrani. I Campionati del Mondo sono stati vinti, infatti, ben quattro volte dalla nazionale azzurra, seconda solo ai “pentacampeon” del Brasile.

Una lunga storia fatta di successi...

Come detto l’Italia ha vinto il titolo iridato quattro volte nella sua storia: nel 1934, 1938, 1982 e 2006. Il primo successo arrivò nel 1934 quan-

do fu proprio il nostro Paese, per volontà di Benito Mussolini, ad organizzare la seconda edizione dei Campionati del Mondo che si tennero dal 27 maggio al 10 giugno in otto città: Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Torino e Trieste. Oltre ad essere il primo Campionato del Mondo disputato in Europa, quello del 1934 passò alla storia anche come il primo torneo in cui si disputarono delle qualificazioni nelle quali fu impegnato anche il Paese ospitante. A Milano, l’Italia sconfisse la Grecia per 4-0. Alla fase finale presero parte 16 nazioni: 12 europee, 3 americane e, per la prima volta, un’africana: l’Egitto. Nessuna squadra extra-europea, comunque, superò gli ottavi di finale. I campioni in carica dell’Uruguay rifiutarono di partecipare in risposta all’episodio avvenuto nel 1930, quando le molte squadre europee, tra le quali l’Italia, declinarono l’invito perchè non in grado di sostenere le spese di viaggio e di soggiorno in Sud America. Quella che prese parte al torneo e che vinse in finale in rimonta contro la Cecoslovacchia con il punteggio di 2-1 al termine dei tempi supplementari (reti di Puc, Orsi e Schiavio) fu una squadra soprannominata “Nazio-Juve” perchè molti dei giocatori allenati da Vittorio Pozzo militavano proprio nella formazione torinese: Combi, Monti, Bertolini, Orsi, Ferrari, Borel II. Come spesso avviene, molti furono i sospetti di favoritismi nei confronti dei padroni di casa, ma alla fine gli azzurri portarono a casa la prima Coppa Rimet della loro storia. Quattro anni dopo, nel 1938, fu ancora l’Italia a confermarsi sul tetto del mondo: il torneo si giocò in nove città francesi (Antibes, Bordeaux,

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Calcio

Le Havre, Lilla, Marsiglia, Parigi, Reims, Strasburgo, Tolosa) dal 4 al 19 giugno. Quando nel 1936 venne affidata alla Francia l’organizzazione del Mondiale, la scelta scatenò polemiche, a causa del mancato ritorno del torneo in Sud America: l’Argentina, che a lungo aveva coltivato l’ambizione di ospitare la terza edizione del campionato, ritirò dalla competizione la nazionale, subito imitata dall’Uruguay. Per la prima volta, la nazionale del Paese ospitante e quella campione uscente (in questo caso, Francia e Italia), vennero ammesse di diritto alla fase finale alla quale presero parte 13 squadre europee, due sudamericane e, per la prima volta, un’asiatica, l’Indonesia. Le altre tre esordienti furono Cuba, Norvegia e Polonia. Il torneo fu inevitabilmente condizionato dagli avvenimenti politici che stavano conducendo al Secondo Conflitto Mondiale: l’Austria rinunciò perchè molti dei suoi giocatori vennero convocati dalla Germania e la Spagna, lacerata dalla guerra civile, non prese parte neanche alle qualificazioni. Nel complesso, l’Italia allenata ancora da Vittorio Pozzo vinse meritatamente la sua seconda Coppa Rimet nonostante un calendario non proprio agevole. In finale ebbe la meglio sull’Ungheria con il punteggio di 4-2 grazie alle doppiette di Colaussi e Piola (Colaussi, Titkos, Piola, Colaussi, Sarosi, Piola) dopo aver avuto la meglio nei quarti sui padroni di casa e in semifinale sul formidabile Brasile. Per assistere ad un nuovo successo azzurro sono stati necessari 44 anni di attesa: solo nel 1982, infatti, la nazionale italiana fu in grado di laurearsi nuovamente campione del

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mondo. La rassegna iridata si tenne in Spagna (13 giugno - 11 luglio) e fu la prima a 24 squadre. Da molti, quello disputato nella penisola iberica, è considerato uno dei tornei più belli della storia del calcio dal punto di vista della spettacolarità e del livello tecnico grazie alla partecipazione di ben 14 formazioni europee (presenti tutte quelle di vertice dell’epoca) e di squadre in rappresentanza di tutti i continenti e le confederazioni. La Spagna venne scelta il 6 luglio 1966 dalla FIFA come sede del torneo, ben sedici anni prima della manifestazione, in quanto in quell’occasione, per una serie di circostanze, furono scelte le sedi dei mondiali del 1974, del 1978 e del 1982. All’epoca la Spagna si candidò insieme alla Germania Ovest sia per l’edizione del 1974 che per quella del 1982, successivamente, grazie ad un accordo tra i due Paesi per ottenere ciascuna una edizione, gli spagnoli si ritirarono dalla corsa per i mondiali del 1974 e i tedeschi da quella per i mondiali del 1982. L’Italia allenata da Bearzot era una formazione composta essenzialmente da giocatori provenienti dalla Juventus, una squadra che non godeva dei pronostici della vigilia, ma che seppe compattarsi dopo la prima fase chiusa con soli 3 punti in 3 gare (frutto di altrettanti pareggi) alle spalle della Polonia. Nel secondo girone, invece, un’Italia trasformata superò sia l’Argentina sia il Brasile per poi presentarsi in semifinale dove dominò la Polonia battuta 2-0 con una doppietta di Rossi. La finale fu una gara indimenticabile: 3-1 (Rossi, Tardelli, Altobelli, Breitner) alla Germania

CONVOCATI Portieri: Buffon, De Sanctis, Marchetti, Sirigu. Difensori: Bocchetti, Bonucci, Cannavaro, Cassani, Chiellini, Criscito, Grosso, Maggio, Zambrotta. Centrocampisti: Camoranesi, Candreva, Cossu, De Rossi, Gattuso, Marchisio, Montolivo, Palombo, Pepe, Pirlo. Attaccanti: Borriello, Di Natale, Gilardino, Iaquinta, Pazzini, Quagliarella, Rossi.

Ovest dopo un rigore fallito da Antonio Cabrini e l’urlo di Marco Tardelli, insieme a quello del telecronista Rai Nando Martellini a fine gara, rimasti nella storia. Ultimo capitolo di una saga vincente è l’ultima rassegna mondiale: Germania 2006. L’Italia del pallone venne travolta dalla vicenda calciopoli, il movimento nazionale perdette credibilità, ma nonostante un clima sfavorevole i ragazzi guidati da Marcello Lippi riuscirono a salire sul tetto del mondo grazie ad una marcia praticamente inarrestabile: per gli azzurri sei vittorie (di cui l’ultima in finale ai calci di rigore contro la Francia) e un solo pareggio nelle sette gare disputate. Gli azzurri superarono i transalpini dopo 120 minuti palpitanti che


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passeranno alla storia per la testata rifilata da Zidane a Materazzi, proprio gli autori dei due gol con i quali era terminata la gara.

...e di sconfitte

Come ogni grande squadra che si rispetti, però, l’Italia ha collezionato anche una serie di delusioni. Tra tutte, si segnalano i due secondi posti collezionati nel 1970, nel 1994 e il quarto del 1978. Tre sconfitte patite in finale proprio contro il Brasile, l’unica nazionale che, come detto, ci precede nel palmarès con cinque titoli. Proprio la rassegna iridata disputata in Messico nel 1970 è stata l’ultima edizione a chiamarsi con il nome di “Coppa del Mondo Jules Rimet”. Come detto fu il Brasile a vincerla, che se l’aggiudicò definitivamente avendola vinta per 3 volte. Dall’edizione successiva prese il nome di “Coppa del Mondo FIFA”. La nona edizione presentò alcune singolarità: per la prima volta erano presenti tutte le squadre che avessero vinto almeno una volta il campionato del mondo. Anzi, ben tre su cinque delle naziona-

li fino ad allora campioni (Brasile, Italia e Uruguay) avevano già vinto la coppa Rimet per due volte. Ad esse si aggiungeva l’Inghilterra, campione uscente, che aveva vinto quattro anni prima la Coppa in casa propria. In semifinale arrivarono tutte e tre le squadre bicampioni del mondo, per cui vi era un’alta probabilità che la Coppa Rimet avrebbe trovato un padrone definitivo proprio a Mexico ‘70, essendo tale coppa appannaggio della nazionale che la vincesse per tre volte anche non consecutive. Una seconda novità fu l’introduzione dei cartellini colorati per segnalare le ammonizioni ed espulsioni. Dopo la storica semifinale vinta contro la Germania con il punteggio di 4-3, da molti considerata la partita del secolo, gli azzurri vennero sconfitti sonoramente dal Brasile (4-1), forse anche a causa della stanchezza mentale e fisica accumulata nella partita precedente. Otto anni dopo, nel 1978, fu l’Argentina, il Paese ospitante, ad imporsi in finale contro l’Olanda con il punteggio di 3-1 per la prima volta nella sua storia. Per gli orange, invece, arrivò

la seconda sconfitta consecutiva in finale. Un’Italia giovane e poco esperta guidata da Enzo Bearzot, dopo aver superato brillantemente a punteggio pieno la prima fase, nel secondo girone non riuscì a confermarsi sugli stessi livelli e dovette accontentarsi di disputare la finale per il 3°- 4° posto dove fu sconfitta 2-1 ancora una volta dal Brasile. Dopo il mondiale in Argentina per gli azzurri arrivarono un primo posto in Spagna (’82), ma soprattutto il secondo piazzamento negli Stati Uniti nel 1994 dove, ancora una volta fu il Brasile a fermare in finale la corsa dei ragazzi allenati da Arrigo Sacchi. Il percorso della nazionale italiana non fu swi più brillanti. Dopo aver superato la prima fase con qualche difficoltà, la formaziona italiana battè negli ottavi di finale la Nigeria ai supplementari grazie al “Divin Codino” Roberto Baggio, la Spagna nei quarti ancora grazie a Baggio su assist di Signori e la Bulgaria in semifinale . Nell’ultimo atto della rassegna iridata l’Italia si ritrovò di fronte il Brasile 24 anni dopo la finale di Messico 1970. Ancora una volta furono i verdeoro ad imporsi. Dopo i tempi regolamentari e supplementari giocati in sostanziale equilibrio le squadre, per la prima volta nella storia della competizione, arrivarono ai calci di rigore dove gli errori di Baresi, Massaro e proprio di Roberto Baggio costrinsero gli azzurri ad arrendersi ancora una volta agli storici rivali sudamericani.

Sud Africa 2010: a caccia del bis

L’Italia si presenta alla rassegna iridata africana da campione del mondo. Gli uomini di Marcello Lippi, che nel frattempo ha diramato la lista dei 30 azzurri tra i quali verranno scelti i 23 che parteciperanno al torneo, sono alla ricerca di un’impresa che potrebbe consegnarli definitivamente alla storia.

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Sport&Finanza

Al termine dell’evento vi sarà un Paese profondamente cambiato: 65 miliardi di euro in infrastrutture

Fifa World Cup: biglietto da visita Internazionale per il Sudafrica di Massimo Lucchese

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er la prima volta nella storia della FIFA World Cup il continente africano ospiterà una rassegna iridata di calcio. Un’operazione fortemente voluta da Joseph Sepp Blatter, numero uno del massimo organo di governo del football, ma anche da parte della Repubblica del SudAfrica, che vuole consacrarsi, a livello internazionale, come una nazione ormai lontana dal problema-apartheid. Le differenze tra bianchi e neri, tra ceti ricchi e poveri, ancora esistono, ma questa manifestazione può essere un “driver” non solo economico, ma anche sociale. Uno dei costi maggiori sostenuti dal Comitato organizzatore locale sarà proprio la “sicurezza”, perché vi sono diverse aree del Paese (molte delle quali coincidono con le città sedi di gara del Mondiale) a rischio criminalità, ma il governo sudafricano e la FIFA sono certi che tutto filerà liscio, come sempre è avvenuto nella storia decennale del Mondiale di calcio (antenne dritte, inoltre, sul tema del terrorismo per le minacce

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di al-Qaeda rivolte alle Nazionali d’Inghilterra e degli USA). Il valore globale degli affari generati dalla Coppa del Mondo è stimabile 3 miliardi di euro, per due terzi coperti dalla mano pubblica, per il restante terzo dai contributi privati. Alla fine della manifestazione calcistica la crescita economica dello stato africano sarà valorizzabile in 5 miliardi di euro, senza considerare i 65 miliardi stanziati per implementare tutte le infrastrutture. La metà degli stadi sono nuovi e, al termine della competizione, sono attesi più di 1,3 miliardi di euro di costi (dal piano di fattibilità ad oggi sono quadruplicati). L’ufficio del turismo sudafricano prevede che 1,5 milioni di turisti visiteranno il Paese per la prima volta e che circa 400 mila persone acquisteranno almeno un biglietto di gara. Diritti tv e sponsorizzazioni saranno le due principali fonti di ricavi del SALOC (il Comitato organizzatore locale). Sul terreno televisivo si prevede il superamento del tetto record di 1,3 mld

di euro, in ambito sponsorizzativo il budget è molto vicino a quanto previsto dal comitato organizzatore. Più di un miliardo di euro arriverà direttamente dagli sponsor globali della Fifa, che si presenta sempre più come una macchina da affari incredibile. Tra gli investitori principali di SudAfrica2010 ci sono, per esempio, Adidas (fornitore del pallone di gioco e delle divise delle terne arbitrali), Coca-Cola, Hyundai, Visa, Sony, McDonald’s ed Emirates (alla seconda presenza consecutiva dopo Germania 2006). A queste aziende si affiancheranno diversi sponsor nazionali e altri sei internazionali inseriti nel format “sponsor Fifa world cup” (il colosso indiano Satyam, Mtn, Budweiser, Castrol, McDonald’s e Continental). Hanno firmato colossi sudafricani del calibro di Telkom SA (più di 26 mln di euro) e First national bank (35 mln di euro). Quest’ultima ha anche acquisito i naming rights dell’Ellis Park (uno degli stadi del Mondiale) per 2,5 milioni di euro annui. Vi si affiancano, inoltre,


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Neoafrica (consulenza nel settore IT), Prasa (compagnia di trasporti pubblici) e Bp Africa (idrocarburi). Un’ulteriore area di ricavi è quella della biglietteria, con prezzi compresi tra 13 e 600 euro. La Fifa metterà in vendita circa 3 milioni di tagliandi. Un milione di euro è destinato esclusivamente al mercato locale e ai supporter dei Bafana-Bafana, così come vengono chiamati i

calciatori della Nazionale sudafricana, un ulteriore milione ai fan delle altre 31 selezioni nazionali e l’ultimo milione di pezzi alla macchina organizzativa del Saloc, oltre che a quella della Fifa, che, a sua volta, li utilizzerà per gli ospiti degli sponsor. Uno dei punti di debolezza della manifestazione è, come abbiamo sottolineato all’inizio di questo servizio, la sicurezza. Per l’occasione il

governo della RSA metterà in campo 50 mila agenti e un budget destinato alla gestione dell’ordine pubblico pari a 4,5 miliardi di euro. Una nota a parte la merita l’aspetto meramente sportivo. Il SudAfrica non è tra le Nazionali più attese come potenziale vincitore, ma come avvenne anche in occasione del Mondiale di rugby del 1992, ospitato e vinto, i giocatori della RSA saranno sostenuti dai cori, tamburi e trombe di un’intera nazione. E chissà che non si ripeta nuovamente il miracolo sudafricano. Come Sport & Finanza scommettiamo, invece, sull’Inghilterra (nonostante tutti gli infortuni subiti dalla squadra di Fabio Capello negli ultimi mesi) e sulla freschezza atletica degli Stati Uniti d’America, che, prima o poi, dovranno esplodere come “squadra rivelazione”.

MONDIALE CALCIO 2010 Valore business globale Sudafrica2010: Valore budget comitato organizzatore sudafricano: Valore contributi statali a supporto del mondiale: Valore stimato crescita economica del paese post evento: Stima numero tifosi-visitatori pre e durante l'evento: Costo costruzione stadi: Previsione costi aggiuntivi rispetto alle stime iniziali per la costruzione degli stadi: Numero media accreditati: Numero paesi collegati: numero ospiti degli sponsor: Numero biglietti disponibili: Numero biglietti per i tifosi "locali": Numero biglietti per le restanti 31 nazionali: Numero biglietti gestiti da fifa e dagli organizzatori: fonte: Elaborazione Istituto di ricerca Sporteconomy

3 miliardi di euro 1 mld di euro 2 mld di euro 5 mld di euro 1.5 milioni di persone 1.3 mld di euro +400% 10.500 oltre 200 (come nel caso delle olimpiadi estive) 5 mila (+1000 tra funzionari organizzazione fifa e addetti ai lavori) 3 milioni 1 milione 1 milione 1 milione

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Sport&Finanza

Roma ospita per la prima volta l’International Fifa Fan Fest

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La Capitale si conferma sede di grandi eventi di intrattenimento. L’ovale di Piazza di Siena ospiterà le Notti Mondiali di SudAfrica 2010

di Marcel Vulpis

egli ultimi anni Roma ha dimostrato di saper gestire grandi eventi, sia politici, sia sportivi, sia religiosi. La Città Eterna ha nel suo dna il talento e la forza di ospitare manifestazioni aperte, per esempio, a un pubblico appassionato di sport. Appena un anno fa il Barcellona di Samuel Eto’o e Lionel Messi alzava il trofeo della Champions league sul rettangolo di gioco dello stadio Olimpico; negli ultimi mesi i migliori tennisti dell’Atp e del Wta si sono affrontati sul nuovo Centrale del Foro Italico, così come le coppie più forti del beach-volley (maschili e femminili) hanno scelto la sabbia capitolina per sfidarsi nell’unica prova tricolore del FIVB World Tour. Senza considerare, poi, le partite della Nazionale italiana al Flaminio nel Sei Nazioni di rugby, il Golden Gala di atletica leggera all’Olimpico, o alcuni grandi eventi internazionali che hanno avuto la Capitale come host-city: parliamo dei Mondiali di nuoto e di baseball 2009. La scelta di Roma per l’organizzazione dell’In-

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ternational Fifa Fan Fest, insieme a metropoli del calibro di Sydney, Mexico City, Rio de Janeiro, Parigi e Berlino, è la conferma delle potenzialità organizzative (oltre che in termini di ospitalità) della città capitolina. L’ovale di Piazza di Siena, sede dello CSIO di Roma, inserito nella cornice suggestiva di Villa Borghese, farà da cornice alle “Notti Mondiali”, raccontate in esclusiva dalla RAI, presente con uno studio e uno staff di esperti giornalisti sportivi. Questo nuovo evento di intrattenimento, organizzato da Infront, NSA group e Minimega, conferma l’attenzione alle politiche sportive da parte del Comune di Roma. Per la prima volta tifosi di 32 diversi Paesi potranno gioire ed emozionarsi insieme durante le gare del mondiale sudafricano. Il calcio diventa un elemento strategico per lo sviluppo di attività di integrazione sociale/aggregazione in ambito culturale. Questa è la sfida dell’International Fifa Fan Fest alla sua prima edizione. Fino ad oggi infatti queste aree di intrattenimento erano concentrate solo nel-

l’host-country. Da questa edizione del Mondiale di calcio, invece, l’emozione della più importante manifestazione sportiva sarà condivisa da migliaia di tifosi di tre diversi continenti (senza considerare le attività previste all’interno delle città sudafricane sedi di gara). La passione generata dall’amore per il calcio e per la propria Nazionale unirà, pertanto, persone diverse per cultura, religione e colore della pelle.



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Riflessioni

Springboks rugby e calcio al potere di Paolo Cecinelli

Caporedattore centrale La7 Sport

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e eri bianco andavi a giocare a rugby, se eri nero finivi al massimo in un campo di calcio delle Townships, i ghetti dell’emarginazione. Una sorta di favelas dove vivevano, senza via d’uscita, solo i neri. Il destino dei giovani sudafricani, sino a quindici anni fa, era già deciso. Consuetudine di centinaia di anni di colonizzazioni, di schiavismo e guerre tra razze. A nessuno importava conoscere le aspirazioni, i gusti e le scelte personali dei ragazzi. Lo sport praticato come distinzione e classificazione. Nel 1994, con la forza di una persuasiva tempesta arrivò Nelson Mandela. Dopo 26 anni di prigione Mandela conquistò il paese, unificando le 11 etnie ma soprattutto azzerando ogni rancore. Dimostrò così che si può “amare il proprio nemico”, come viene raccontato da Clint Eastwood nel film “Invictus”. Dalla prigione all’elezione a Presidente della Repubblica Sudafricana, tutto cambiò in pochissimo tempo. Niente più negozi per soli bianchi, niente più marciapiedi per neri. Tutti insieme. Nel 1995 la nazionale degli Springboks vinse il suo primo mondiale di rugby sostenuta a sorpresa dal carismatico leader politico che, il giorno della finale contro gli All

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Blacks, andò allo stadio indossando la maglietta verde del SudAfrica, sino ad allora icona delle leggi razziali, dell’apartheid e della segregazione. Un gesto che spiazzò tutti, dai pochi bianchi strenui difensori dell’apartheid ai circa 40 milioni di neri che aspettavano da una vita il grande momento. Un gesto quello di Mandela che diventò il riferimento per le future ge-

nerazioni come accaduto in Europa dell’Est per la caduta del Muro di Berlino. I bianchi cominciarono ad accettare i neri, e i neri ad amare il rugby. Era considerato lo sport del potere, è vero, era considerato un privilegio esclusivo dei bianchi. I neri non capivano come ci si potesse divertire intorno ad una palla dalla forma ovale, era impossibi-

le trovare un ragazzo dalla pelle scura, fisicamente ben strutturato, che fosse in grado, e avesse voglia, di giocarsela con gli Springboks. Nessuna legge razziale lo vietava ma soltanto le circostanze. L’alimentazione dei ragazzi neri era molto povera, la carne era troppo costosa e difficilmente reperibile per loro. Lo sviluppo fisico era diverso a seconda del colore della pelle, a seconda della vita che facevano. Nonostante questa differenza sociale, frutto della politica segregazionista, il 31 maggio del 1981 – in pieno regime dell’apartheid – Errol Tobias diventò il primo giocatore di colore a vestire la maglia della nazionale sudafricana in un incontro ufficiale. Fisico straripante, gambe da agricoltore e classe da vendere. Tobias aveva 31 anni, giocava a mediano di apertura ed interpretava il gioco moderno del rugby in maniera eccezionale. Giocò 15 partite in nazionale, di cui 6 test matches, poi nel 1983 si ritirò dal rugby giocato per sua iniziativa. “Volevo dimostrare – ha dichiarato successivamente Tobias – che anche noi neri eravamo in grado di giocare al rugby”. La sua convocazione in nazionale generò diverse polemiche. Non tutti erano d’accordo nella scelta, i neri non volevano che qualcuno di loro giocasse nella squadra del potere e ai


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Nelson Mandela, con la maglia degli Springboks, consegna la Coppa del Mondo (William Webb Ellis Cup) a Francois Piennar, capitano del Sud Africa.

bianchi non piaceva affatto di ammettere la superiorità dei neri. Errol Tobias è stato il Jesse Owens del rugby sudafricano. Dopo di lui altri ragazzi di colore indossarono la prestigiosa maglia della nazionale sudafricana ma nessuno riuscì ad essere immune dalla polemiche. Non tutti la pensavano però nella stessa maniera. Dan Cheeky Watson era una promessa del rugby sudafricano. Amava il gioco del rugby ma l’odio per l’apartheid era più forte. Un giorno fu costretto a

scegliere e si rifiutò di vestire la maglia della nazionale sudafricana. Dan era un bianco ed andò ad insegnare il gioco del rugby ai bambini neri nelle Townships. Quando il Sud Africa vinse la sua prima Coppa del Mondo in squadra c’era soltanto un giocatore di colore: Chester Williams. Anche sulla sua presenza si scatenarono diverse polemiche ma alla fine Chester in quel mondiale segnò quattro mete dimostrando di essere un ottimo giocatore. Diversa la storia del più conosciu-

to Brian Habana, attuale trequarti ala del Sud Africa, diventato una vera star mondiale che guadagna milioni di dollari come testimonial di diversi prodotti commerciali. Quel giorno della finale del ’95 Habana era allo stadio., in curva. Il padre gli aveva regalato un biglietto per vedere i leggendari Springboks ma soprattutto per essere vicino a Chester Williams e Nelson Mandela. Fu una specie d’iniziazione, Brian s’innamorò del rugby e disse a suo padre: “Anch’io, un giorno voglio vestire quella maglia”. Adesso in Sud Africa è il momento del calcio con la Coppa del Mondo 2010, che farà sognare la maggior parte dei ragazzi sudafricani. Questa volta però non importa il colore della loro pelle. Bianchi o neri, nessuno ci farà più caso. Chester Williams, l’unico giocatore di colore del Sudafrica campione del Mondo nel 1995

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Atletica

Una settimana

di atletica per i trenta anni del Golden Gala

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di Alessandro Morucci


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n nuovo circuito, una nuova configurazione dello Stadio Olimpico, un nuovo assetto organizzativo. Sarà ricca di novità, l’edizione di quest’anno del Golden Gala, che vedrà il meeting internazionale di atletica leggera dello stadio Olimpico, in programma nella serata del 10 giugno (inizio alle ore 20), tagliare il traguardo dei trent’anni di vita. Da questa stagione prende il via infatti la Diamond League IAAF, il tour mondiale di meeting di prima fascia che sostituisce la Golden League: quattordici gli appuntamenti in programma, con l’apertura a Doha il 14 maggio, e con Roma a rappresentare la quarta tappa del percorso. Le finali (doppie) sono previste a Zurigo e Bruxelles, alla fine di agosto. Ad animare la serata italiana l’ormai consueto cast di stelle di prima grandezza, guidate dall’etiope Kenenisa Bekele, incontrastato dominatore del mezzofondo mondiale, e dalla croata Blanka Vlasic, protagonista assoluta del salto in alto, entrambi eletti dalla IAAF nel ristretto novero di “Ambasciatori” del circuito. Con loro saranno all’Olimpico molti dei migliori interpreti dell’atletica internazionale, insieme a tutti gli azzurri di primo piano: a cominciare da Antonietta Di Martino (Fiamme Gialle), vincitrice dell’edizione 2009 (superando proprio la Vlasic in un appassionante testa a testa nell’alto), Andrew Howe (Aeronautica Militare), che testerà nel Golden Gala la propria condizione in uno dei primi appuntamenti nella stagione del rientro dopo la lunga assenza per infortunio, e Claudio Licciardello (Fiamme Gialle), anche lui al rientro dopo un 2009 contraddistinto sia dalla felice esperienza indoor (due medaglie, oro e argento agli Europei di Torino), sia da un serio in-

fortunio che ne ha compromesso il rendimento estivo. Lo Stadio Olimpico sarà riconfigurato per l’occasione, assumendo un look più confacente alle esigenze dell’atletica. La capienza sarà ridotta a circa 42.000 posti, delimitando l’accesso del pubblico alla sezione inferiore degli spalti (con l’eccezione della Tribuna Monte Mario, che sarà completamente aperta). L’obiettivo è duplice: assicurare una migliore distribuzione degli spettatori lungo tutto l’anello delle tribune, e di conseguenza, avvicinando il pubblico alla pista, creare le condizioni per dare al meeting l’appropriato “calore”. Ma la novità più importante dell’edizione del 10 giugno prossimo riguarda l’inserimento del Golden Gala in una vera e propria “Settimana dell’atletica” al Parco del Foro Italico. Gli impianti dello Stadio Olimpico, dello Stadio dei Marmi e dello Stadio della Farnesina ospiteranno infatti dal mercoledì alla domenica altre due importanti rassegne nazionali, collegate al Golden Gala. La Finale nazionale dei Giochi Studenteschi di Primo Grado, che la FIDAL organizzerà in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione (mercoledì e giovedì mattina, allo Stadio dei

Marmi), e i Campionati Italiani Master (da venerdì a domenica tra Stadio Olimpico, Marmi e Farnesina). Il Golden Gala farà da collante tra i tre eventi, nell’arco di cinque giorni che porteranno a Roma tre diverse espressioni dell’atletica, tutte di straordinaria rilevanza: la pratica studentesca, quella dell’alto livello spettacolare, e quella destinata alla seconda e terza età, a dimostrare quanto questo sport, come pochi altri, sia in grado di attraversare trasversalmente tutta la società. La FIDAL, da sempre organizzatrice del meeting, inaugurerà con l’edizione 2010 una partnership prestigiosa sul piano esecutivo. Entra infatti a pieno titolo nel Comitato Organizzatore il CONI, nell’ambito di una formula già sperimentata (in maniera vincente) nell’ambito di altre manifestazioni sportive di primissimo piano. A sovrintendere al meeting è stato posto un Comitato Tecnico di gestione, presieduto dal Presidente FIDAL Franco Arese (membri: Raffaele Pagnozzi, Adriano Rossi, Nicola Schiavone, Leonardo Mascia), mentre i compiti più direttamente esecutivi sono stati affidati ad un Comitato misto: il ruolo di Direttore Generale è stato attribuito a Diego Nepi Molineris, quello di Meeting Director ad Anna Riccardi. Importanti sinergie sono state realizzate, oltre che con gli Enti locali, Comune di Roma, Provincia di Roma, e Regione Lazio, anche con altri Enti ed Associazioni, al fine di rendere la settimana dell’atletica un evento per il territorio. Diverse le iniziative promozionali avviate, così come la partnership con un altro evento organizzato nello stesso periodo al Foro Italico, il Festival del Fitness, con reciproche facilitazioni per il pubblico. I biglietti sono in vendita attraverso il sito internet del Ticketing Partner del Golden Gala, Ticketone, all’indirizzo www.ticketone.it. In tema di web, è operativo anche il nuovo sito internet del meeting, nell’ambito del portale della Diamond League (ma sempre al consueto indirizzo, www.goldengala.it).

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Fiamme Gialle

Antonietta Di Martino

Fiamme Gialle e Golden Gala: un feeling lungo dodici anni La collaborazione organizzativa con cui le Fiamme Gialle hanno affiancato la Fidal nella realizzazione del più importante meeting italiano e di uno dei più significativi – per numeri, partecipazione e risultati – del circuito mondiale, risale al 1999.

D

di Enrico Morucci

odici anni in cui il raggio d’azione delle Fiamme Gialle, all’interno del meeting capitolino, si è progressivamente ampliato: da un apporto quasi esclusivamente logistico (fatto di accoglienza all’aeroporto e della gestione dei trasporti), si è ampliato notevolmente passando ad un impegno anche nel settore tecnico e nella stampa, sempre ovviamente sotto la direzione delle figure storiche della manifestazione, fino ad arrivare all’edizione 2010 in cui gli uomini in gialloverde si occuperanno anche di una parte del cerimoniale. L’impianto

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di Castelporziano, inoltre, sarà utilizzato quale campo di allenamento per i circa 250 atleti in gara. La decisione di affiancare l’atletica nazionale in questa bella e lunga avventura, che dura dal 1999, è stata detta da tre fattori che da allora non sono affatto cambiati: la passione, la visione strategica e lo spirito di servizio. L’atletica, si sa, è passione allo stato puro per tutti i suoi protagonisti, siano essi atleti, tecnici o dirigenti. Le Fiamme Gialle non sono immuni da questa passione, anzi: ne sono fieramente contagiate fino al midollo, ed ogni trac-

cia lasciata nel nostro percorso sportivo, ormai lungo quasi novant’anni, sta lì a dimostrarlo. Vivere “da dentro” un’esperienza unica come quella del Golden Gala, ha significato per tutte le Fiamme Gialle sentirsi partecipi di imprese eccezionali, e protagoniste del più spettacolare evento dell’atletica italiana: in altre parole, ha significato alimentare ulteriormente, anno dopo anno, la passione insita in atleti, tecnici e dirigenti che operano nella Guardia di Finanza. Se essere nel Golden Gala ha appagato la voglia di atletica degli uomini in gialloverde, un’analisi strategica del loro coinvol-


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Simone Collio

gimento ha confortato invece sul raggiungimento di molti obiettivi della mission: dar luogo ad eventi organizzativi di alto profilo, alimentare e sviluppare le sinergie con la Federazione, essere radicati sempre più nel territorio, implementare le conoscenze e l’esperienza di tutto il personale. Tutto questo, e molto di più, è la collaborazione con il Golden Gala durante questo lungo periodo. Per chi, come il personale del Gruppo Polisportivo, è chiamato ad occuparsi di atletica da una posizione di indubbio privilegio, molto sentita è la necessità di rispondere adeguatamente alle aspettative di tutti coloro che guardano alla Guardia di Finanza ed al suo impegno nello sport. Siano essi ragazzi delle Scuole o praticanti, Enti, associazioni sportive, o semplici cittadini, il compito è fortemente sentito come Istituzione poiché è quello di far tornare ai vari interlocutori, in termini di servizi e di qualità, le risorse che lo Stato investe nell’attività sportiva. Al Golden Gala le Fiamme Gialle sono legate da ricordi di straordinarie imprese sportive, ancor più preziose se queste hanno avuto come protagonisti dei finanzieri: dalla volata di Andrea Giocondi nel 1995, all’entusiasmante rettilineo finale di Fabrizio Mori nel 1997, fino ai salti verso il cielo di Antonietta Di Martino dello scorso anno, il tutto in un magico cocktail che solo Roma e l’atletica sanno offrire: per le Fiamme Gialle esserci, ormai, è quasi un dovere.

Claudio Licciardello

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Club news

Dott. Marco Zilia Bonamini Pepoli Consigliere allo Sport del Circolo Canottieri Aniene

Villa Stuart Sport Clinic ed Aquaniene: sicurezza dell’atleta, comune denominatore

Il progetto “Lo Sport per la Vita” sbarca a Viale della Moschea. Villa Stuart Sport Clinic e Aquaniene nel segno della prevenzione.

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di Paolo Brandimarte


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quaniene The Sport Club, in collaborazione con il Circolo Canottieri Aniene, ha aderito al progetto “Lo Sport per la Vita”, ideato dall’Istituto di Medicina dello Sport di Roma. Nel dettaglio, il protocollo per la sicurezza dell’atleta, prevede gli stessi criteri di valutazione e monitoraggio sanitario osservati per i professionisti. La cronaca è zeppa di eventi luttuosi che hanno sconvolto il panorama sportivo dilettantistico. In questo senso, le morti di Alessandro Bini, Giorgio Castelli e quella più recente di Lorenzo Giannandrea, hanno scosso le coscienze, richiamando l’urgenza ed insieme, il dovere di un intervento immediato, volto a scongiurare il ripetersi di simili drammi. Trovare una soluzione allo sciagurato fenomeno delle morti in campo. L’invito, formulato dall’allora sindaco di Roma, Walter Veltroni, è stato raccolto dal Dott. Mario Brozzi, poi convogliato nello “Lo Sport per la Vita”, il programma sanitario targato Villa Stuart Sport Clinic. L’indagine medica consente di rilevare anomalie cardiache spesso impercettibili, riconosciute quali cause principali dei decessi sopra citati. Visita di idoneità con validità annuale al costo di 50?, corredata da Ecocardiogramma (1°anno) e Valutazione kinesiologica (2°anno), quanto disposto a beneficio degli atleti del Circolo (Nuoto e Fitness). Per queste discipline sportive, il co-

sto del pacchetto (visita e premio assicurativo ndr) varia a seconda della fascia di età. Marco Zilia, Consigliere allo Sport del Circolo Canottieri Aniene, motiva così la scelta di affidare la tutela dei propri soci alle strutture sanitarie dell’IMS: “Aquaniene The Sport Club non è solo un Centro Sportivo, ma anche un luogo dove si presta particolare attenzione alla salute ed al benessere. Per questo motivo, abbiamo aderito al progetto “Lo Sport per la Vita”, ideato dall’Istituto di Medicina dello Sport di Roma”. Aquaniene, fiore all’occhiello del Circolo Canottieri Aniene, fonda la sua attività su di una forte filosofia sportiva, strutture d’eccellenza, migliaia di sportivi e particolare sensibilità ai temi della prevenzione. “Normalmente, chi si avvicina all’attività sportiva, sia agonistica che

amatoriale – spiega il Prof.Zilia – deve effettuare annualmente una visita medico sportiva adeguata all’età ed allo sport praticato. Purtroppo, molto spesso si sottovaluta l’importanza della visita stessa, limitandosi ad un normale certificato di sana e robusta costituzione. Una soluzione inefficace ed incompleta sul piano preventivo”. Diverse le attività proposte dal Circolo, tra cui risaltano nuoto e fitness, solido punto di riferimento per Aquaniene The Sport Club. La chiosa di Marco Zilia:

“Ai nostri soci proponiamo un protocollo medico serio ed efficace per la sicurezza dello sportivo a qualsiasi livello. Il nostro impegno è animato da un forte spirito costruttivo, incentrato prima di tutto sulla persona”. Visita di idoneità, Fascicolo Sanitario on-line e Card Servizio d’Urgenza, usufruibile anche dai familiari dell’atleta, con tanto di sconto del 10% su tutte le prestazioni a carattere sanitario. Villa Stuart Sport Clinic e Aquaniene. Insieme, nel nome della prevenzione.

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mtpereira.villastuart@eurosanita.it

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Faccia a faccia con Carlo Molfetta, oro agli Europei di taekwondo e argento agli ultimi Mondiali

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Testa e cuore di un campione

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di Eraldo Marcelli_foto di Ciro Meggiolaro

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on si diventa un grande campione senza usare la testa”. L’aforisma è firmato Carlo Molfetta, e andrebbe stampato a caratteri cubitali sulla fronte di tante persone – non solo atleti – che in questi tempi frenetici sgomitano per farsi largo nella vita senza usare logica e criterio. Molfetta, invece, ha messo un fisico poderoso al servizio del proprio cervello, e con questa macchina da guerra è riuscito a ottenere grandi risultati nonostante una serie scoraggiante di infortuni: ventisei anni, pugliese, è vicecampione del mondo di taekwondo ed ha appena conquistato la medaglia d’oro agli Europei disputati in Russia, nella categoria -87 chilogrammi. Il taekwondo, è lo sport Olimpico forse più crescita nel nostro paese, anche grazie a un pugno di campioni che stanno dando lustro ai nostri colori nei tornei internazionali: Molfetta, certo, ma anche Veronica Calabrese, vicecampionessa del mondo e bronzo agli Europei di San Pietroburgo. In Russia Carlo è stato il protagonista di una gara perfetta, conclusa superando per sei a uno il valido campione francese Bata. Carlo Molfetta: di certo è la gara migliore che io abbia mai fatto, sia per quanto riguarda la preparazione che per il combattimento stesso. Tutto è andato nel migliore dei modi, senza sbavature.

Subito dopo il podio hai detto che fino a qualche anno fa eri solo uno sbruffoncello. Che significa? Significa che prima combattevo solo con le gambe, puntando tutto sulle mie doti fisiche, adesso invece ho imparato a usare la testa. Agli Europei in un paio di occasioni mi sono trovato sotto nel punteggio, ma sono riuscito a rimanere calmo, freddo, evitando di buttarmi nella mischia quando non sapevo ancora bene come comportarmi.

prattutto della Federazione italiana taekwondo e della mia famiglia: mi sono stati tutti vicino, mi hanno aiutato e incoraggiato. Se ora sono dove sono è anche grazie a loro.

Ma il taekwondo è comunque uno sport di contatto, sei convinto che in questa disciplina le doti psicologiche contino più di quelle atletiche? Non dico questo, è ovvio. Nel taekwondo il fisico conta eccome, ma fino a un certo punto: nelle competizioni di livello elevato gli atleti in gara sono tutti fisicamente molto dotati ed è proprio per questo che si riesce a prevalere solo usando la testa.

Era con te anche in Russia? Certo, e ha funzionato direi.

Forse a far maturare Carlo, paradossalmente, sono stati anche gli infortuni: quattro interventi chirurgici tra il 2005 e il 2007, due per ginocchio, un calvario capace di scoraggiare chiunque, ma non un vero campione. Dopo tutti quei problemi mi ero veramente scocciato ed ero deciso a mollare. Se alla fine ho deciso di andare avanti il merito è so-

Grazie a loro e al tuo portafortuna, un lupetto di peluche. Confermi? Confermo. Il mio soprannome è “lupo”, un giorno vedo questo pupazzo e decido di comprarlo: da quella volta lo porto sempre con me.

Direi proprio di sì. Dunque ora sei un campione, e per di più in una disciplina sempre più sotto i riflettori. Ma lo sai che prima o poi potrebbero chiederti di recitare in uno spot pubblicitario? Davvero? Non ci avevo mai pensato. Certo, ai campioni succede. Che cosa ti piacerebbe pubblicizzare? Fammi pensare…la Nutella! Speri in una scorta a vita? Già, mi hai beccato. E se invece ti chiedessero di fare un film? Sarebbe un film d’azione, una roba alla Bruce Willis, tipo Die Hard.


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Svelami un segreto, è vero che i campioni hanno successo con le donne? Vuoi sapere la verità? E’ vero. Vincere ti porta a essere più sicuro di te stesso, e la gente percepisce questa sensazione. Alle donne piacciono gli uomini sicuri di sé. Adesso però basta con questo genere di domande, o mi metterai nei guai. Ahi, fidanzata in ascolto... Sì, sono fidanzato con una ragazza russa. Forse è per questo che mi è piaciuto particolarmente combattere a San Pietroburgo, ho visto quel paese con occhi diversi.

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Hai viaggiato molto gareggiando a livello internazionale? Sì, ma quando ti sposti per partecipare ai tornei non riesci mai a visitare per bene il paese che ti ospita: hai troppo poco tempo e altri pensieri per la testa. Respiri l’aria, conosci un po’ le persone, ma è difficile farsi un’idea approfondita. Il posto che ti ha lasciato il ricordo peggiore? Tijuana. Il Messico è molto bello, ma quella città è proprio al confine con la California, per cui è il crocevia dei narcotrafficanti. C’è un’aria inquietante laggiù…


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I viaggi, le medaglie, le soddisfazioni. Vista così la vita di un atleta sembra splendida, ma non è tutta rose e fiori, vero? I traguardi non si raggiungono senza fatica. Per ottenere certi risultati si fanno molti sacrifici. A me, per esempio, sarebbe piaciuto avere un’adolescenza normale: gli amici, le ragazze, le feste. Invece fin da piccolo passavo i pomeriggi in palestra ad allenarmi. E cosa hai ottenuto in cambio? Tutto. Tutto quello che possiedo ora, cose concrete, tangibili. E per questo devo ringraziare anche i Carabinieri, l’Arma cui appartengo.

Cosa farai quando ti ritirerai dall’attività agonistica? Questo è top secret. Va bene, non indaghiamo oltre. Almeno, però, dicci con che spirito hai preso la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020. E’ stata una bellissima notizia. Nel 2020 avrò trentasei anni, quindi non credo proprio che potrò vivere quei Giochi sul quadrato, ma se Roma dovesse farcela sarebbe comunque un’emozione incredibile, soprattutto per chi parteciperà: disputare un’Olimpiade in casa dev’essere qualcosa di straordinariamente entusiasmante.

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A scuola con il taekwondo I campioni della Federazione in visita al liceo “Farnesina”

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di Alberto Di Santolo

na mattinata da ricordare, quella del 3 maggio 2010, così l’hanno definita gli alunni ed i docenti del Liceo Scientifico Farnesina della sede succursale di via Gosio al Fleming che hanno assistito all’esibizione della squadra nazionale di Taekwondo capitanata da Mauro Sarmiento, medaglia d’argento alle ultime Olimpiadi di Pechino. Una vera passerella di grandi campioni plurimedagliati di entrambi i sessi, alcuni dei quali giovanissimi e sui quali si fonda il futuro di questa federazione sportiva dalle grandi ambizioni e che già pensa a Londra con seri propositi. Tuttavia il vero successo di questa manifestazione risiede nell’entusiasmo che questi atleti sono stati capaci di sollecitare con la loro carica di umanità e simpatia. Tanto è vero che i giovani del biennio presenti, dopo aver assistito a tecniche di calci con e senza tavolette, tutte altamente spettacolari, l’esecuzione

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di alcune forme, individuali e a coppie che hanno evidenziato un sincronismo perfetto da parte degli esecutori ed alcune riprese di combattimento, si sono scatenati, con maggiore o minore fortuna in prove dal vivo. Sicuramente, in un futuro prossimo, alcuni degli alunni e alunne presenti busseranno alla porta di qualche centro sportivo dove si pratica questa spettacolare attività sportiva di origine coreana, consigliati anche da Matteo, cintura nera quindicenne frequentante l’istituto e che si è misurato con i campioni più blasonati. Il segretario generale della federazione Angelo Cito, presente anch’egli in palestra ha intuito il valore della promozione in ambito scolastico sottraendo una mezza giornata di prezioso allenamento ai suoi in un periodo della stagione fitto di impegni agonistici a livello internazionale. A riceverlo la Prof.ssa Flora Spanò con delega della Preside Olga Olivieri con gli insegnanti di Educazione Fisica

Alberto Di Santolo e Rosanna Rosati. La grande emozione che suscitano queste iniziative induce sicuramente ad una riflessione più ampia sul rapporto tra il mondo della scuola e quello dello sport ovvero dell’immenso potenziale rappresentato dall’universo scolastico per quelle federazioni sportive di grande interesse ma che tuttavia per meritarsi un posto sui mass media devono arrivare sul podio nelle manifestazioni di grande richiamo internazionale. Presentarsi agli studenti e farsi conoscere è una strada che poche federazioni seguono in modo sistematico e capillare ma che potrebbe dare risultati positivi nel medio e lungo termine poiché la difficoltà di accesso ad alcuni sport è spesso veramente grande ed oltretutto amplierebbe il bagaglio di esperienze motorie dei nostri giovani. Un invito quindi alle federazioni sportive a proporsi al mondo della scuola senza tentennamenti.



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Formula Run Cup: sport e solidarietà “in corsa” a Roma

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i terrà il prossimo 13 giugno nel quartiere Eur della capitale, Formula Run Cup, la gara podistica cui potranno prendere parte giovani, adulti, bambini, sportivi e non solo, da tutta Italia. Il progetto nasce con l’obiettivo di sostenere la campagna “Every One”, lanciata da Save The Children per combattere la mortalità infantile. Tutto il ricavato proveniente dalle iscrizioni sarà, infatti, devoluto alla Onlus in modo tale da offrire un contributo concreto alla serie di interventi previsti dalla campagna. La manifestazione ha già raccolto il patrocinio e il sostegno di numerosi rappresentati del mondo aziendale e delle Istituzioni: dal Ministero della Gioventù, alla Provincia di Roma, Roma Formula Futuro, Comune di Roma XII Municipio, Podistica Solidarietà, Camera di Commercio di Roma, Accenture (sponsor ufficiale), Daichii Sankyo, New Ba-

Gli organizzatori

lance (partner tecnico), Ferrarelle, Palombini, Crik Crok, Romeo Bike. Non è stato da meno, inoltre, il mondo delle federazioni sportive, che ha offerto il proprio sostegno all’evento: da Figc, alla Federazione Italiana Ciclismo, Federazione Italiana Rugby, Federazione Italiana Canoa, Federmoto, Federbocce, Federazione Italia Hockey. Aperta a tutti, professionisti e dilettanti di tutte le età, Formula Run Cup prevede una serie di attività: gara competitiva 10km, riservata agli atleti, passeggiata non competitiva 5km, gara competitiva di fit walking 10 km. Sono, inoltre, previste premiazioni che avverranno in materiale sportivo o sotto forma di trofei, dato il carattere solidale della manifestazione. Formula Run Cup nasce da un’idea di Omnia Media, agenzia di comunicazione e pubblicità di Roma, con l’obiettivo di dar vita ad un

Omnia Media è un’agenzia di comunicazione e pubblicità. Il suo staff è composto per lo più da giovani, affiancati e diretti da un management forte di una solida esperienza nel campo del marketing e della comunicazione d’impresa. Omnia Media offre servizi che vanno dalla concessione e gestione di spazi pubblicitari alla realizzazione creativa di campagne di comunicazione, ad attività di pr e relazioni con i media.

Save the Children dal 1919 lotta per i diritti dei bambini e per migliorare le loro condizioni di vita in tutto il mondo. Esiste dal 1919 e opera in oltre 120 paesi del mondo con una rete di 29 organizzazioni nazionali e un ufficio di coordinamento internazionale: la International Save the Children Alliance, Ong (Organizzazione non governativa) con status consultivo presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC). L’Associazione Sportiva Dilettantistica Podistica Solidarietà nasce nel 1995 come sezione all’interno dell’Associazione Gruppo di Solidarietà della Banca d’Italia. Scopo principale è correre e fare “Solidarietà” attraverso la partecipazione a gare Fidal, senza premi in denaro ma devolvendo i ricavati in beneficenza.

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Formula Run Cup

evento in grado di regalare un’occasione di svago e divertimento, raccogliendo un’alta partecipazione cittadina, ma soprattutto sostenere “Every One”, la campagna promossa da Save The Children l’ottobre scorso per combattere la mortalità infantile. L’iniziativa mira, infatti, a contribuire al 4° Obiettivo di Sviluppo del Millennio, ovvero la riduzione della mortalità infantile (bambini sotto i 5 anni) di 2/3 fra il 1990 e il 2015. Attraverso la campagna “Every One” si vuole, quindi, innanzitutto operare una sensibilizzazione dell’opinione pubblica, portando all’attenzione un problema reale e persisten-

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te, che non può più essere tollerato o ignorato. L’intenzione è di coinvolgere, da qui a 5 anni, 60 milioni di persone. In secondo luogo Save The Children intende realizzare qualcosa di concreto: una raccolta fondi, 600 milioni di dollari, da destinarsi a progetti di salute materno-infantile. Questi interventi coinvolgeranno la popolazione di Mozambico, Egitto, Etiopia, Malawi, Nepal, e saranno strutturati secondo tre tipologie: • Interventi specifici e mirati (somministrazione di vaccini, antibiotici e micronutrienti, distribuzione zanzariere, ecc…) • Interventi strutturali (estensione del cen-

tro di salute del distretto, centro di accoglienza delle madri, cliniche mobili, ecc…) • Interventi sulla comunità (formazione degli operatori sanitari comunitari, programmi di educazione alla salute, ecc…) La donazione potrà essere effettuata in forma totalmente libera. Il contributo di ognuno è fondamentale, in quanto potrà garantire entro il 2015 cure sanitarie di base a 50 milioni di bambini e donne in età riproduttiva. Formula Run Cup è, quindi, sport, divertimento e, in modo particolare, solidarietà e impegno sociale, tutto in un unico evento.


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Per conoscere tutti i dettagli relativi al progetto ed avere maggiori informazioni sulle modalitĂ d’iscrizione è possibile recarsi sul sito www.formularuncup.it.


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Rugby

Il tour sudafricano D

di Andrea Cimbrico

ue settimane nella Rainbow Nation, la nazione arcobaleno che, negli stessi giorni, vivrà anche l’emozione dei Mondiali di calcio. “Anche”, dicevamo, perché in Sudafrica, mondiale FIFA o meno, gli Springboks rimangono gli Springboks. Trionfatori alla Rugby World Cup del 2007, dominatori dell’ultimo Tri-Nations e decisi a confermarsi ai vertici dell’Emisfero Sud – e quindi del ranking IRB – sono loro, le gazzelle in maglia verdeoro, gli avversari con cui l’Italia dovrà fare i conti per due volte nel volgere di sette giorni nel tour che chiude la stagione. Un tour, quello sudafricano, carico di insidie per la Nazionale di Nick Mallett, che per la seconda volta in carriera torna a casa da avversario dopo l’avventura del 2008: il primo test-match, fissato il 19 giugno a Wit-

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bank, a duemila metri d’altezza, rappresenta il più temibile degli incontri della serie. Perché gli Azzurri non solo si presenteranno nell’aria rarefatta dell’altopiano con una stagione sulle spalle e nelle gambe, ma dovranno adeguarsi rapidamente all’altura e, con ogni probabilità, fare i conti con un campo duro e veloce, ideale per gli attacchi sudafricani e, di riflesso, insidioso per la difesa che Mallett ed i suoi assistenti dovranno imbastire. Una settimana dopo, la sfida di East London potrebbe invece calzare perfettamente ad un’Italia che, su campo pesante ed in condizioni di probabile pioggia, potrà esaltare le proprie caratteristiche e la propria attitudine alla lotta. Le due settimane nell’Emisfero Sud coincideranno con il ritorno al rugby giocato di Sergio Parisse, capitano indiscusso dell’Italrugby, da sempre vicinissimo al CT e, oggi,

forse il miglior numero otto sulla scena internazionale. Fermato da un serio infortunio al ginocchio destro in novembre, costretto al ruolo di bordocampista per La7 nell’ultimo Sei Nazioni, ritroverà il proprio posto al timone della mischia di Azzurra che, negli ultimi sei testmatch, aveva lasciato al tallonatore Leonardo Ghiraldini. E’ lui il grande valore aggiunto di un gruppo Azzurro per il resto pressoché identico a quello protagonista dell’ultimo Torneo: tante conferme che fanno pensare a come Nick Mallett, con oltre un anno di anticipo sulla Coppa del Mondo al via in Nuova Zelanda nel settembre del 2011, abbia già identificato – uomo più, uomo meno – il gruppo di atleti su cui puntare per traghettare finalmente l’Italia in quei quarti di finale iridati spesso accarezzati, sino ad oggi mai raggiunti.



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Rugby

Anche quest’anno i migliori team al mondo si sfideranno nel più importante torneo seven-side italiano.

È in arrivo il “Green Network Roma Seven 2010” …imperdibile!

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di Luca Pezzini

ppuntamento da non perdere, il primo week-end di giugno quando lo Stadio dei Marmi ospiterà la nona edizione del RomaSeven, quest’anno targato “Green Network”. Questo torneo internazionale di rugby a sette, dopo il 6 Nazioni, riporta il grande rugby internazionale nella Capitale ed in Italia e si colloca a chiusura di una stagione sportiva densa d’eventi nella città di Roma. Il programma prevede il “Welcome party” di giovedì 3 giugno mentre venerdì 4 giugno vedrà i team impegnati nelle poole di qualificazione (ingresso libero). Grande ed imperdibile spettacolo sabato 5 giugno quando si disputeranno i quarti di finale, le semifinali e le finali (per garantirsi la presenza si possono acquistare i biglietti su www.listicket.it). Dopo la finalissima l’ambitissimo e consueto “White Party”. Ai blocchi di partenza 16 team maschili,

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8 femminili e di veterani si sfideranno a colpi di mete e spettacolo per l’evento che negli anni ha scalato le classifiche diventando uno dei più importanti del planisfero! Ma andiamo con ordine: quest’anno l’organizzazione che fa capo a Fabrizio Fernardi e Walter Capone ha fatto le cose ancora più in grande, se si pensa che l’allenatore degli All Black ‘7 Gordon TietJens, quello che viene considerato il guru di questa disciplina, ha scelto d’essere presente al “Roma Seven” con una squadra da lui allenata. I nomi? Bastano quello del capitano della Nuova Zelanda DJ Forbes, eletto IRB best Seven Player 2008? O quello di Tomasi Cama, Sherwin Stowers, Nafi Tuitvake, Salomon King e Fritz Lee? Tutti campioni che vestono con vanto la maglia nera con la felce sul petto ! E che dire di Waisale Sarevi? Colui che tutti considerano “il Maradona del rugby a sette” che anche quest’anno è voluto esser presente! E poi quest’anno, e per

la prima volta nella penisola, ci sarà l’esordio sul prato dello Stadio dei Marmi dei formidabili “Wallabies” …la nazionale australiana attualmente terza potenza mondiale della disciplina a sette fresca dell’inserimento alle Olimpiadi. Insomma, spettacolo mozzafiato, cornice architettonica impressionante e pubblico delle grandi occasioni. Anche quest’anno la RAI, partner media dell’evento, trasmetterà in diretta le fasi salienti, confermando la propria volontà di mandare in onda gli eventi sportivi più importanti con oltre 4 ore di diretta. In campo maschile avremo il piacere d’ammirare tra gli altri i superclub inglesi British Army ARU, dei Templar7s e dei Rendigensians; i gallesi dei Mel’s Exiles;la nazionale Australia ‘7; i figiani dei Fiji Uprising Beach Resort, dei Froggies e come nella scorsa edizione la France ‘7. I nostri colori saranno invece rappresentati dal team di casa, i Roma Seven, Campioni

in carica, dagli storici Seven Kings of Rome e dagli azzurri dell’Italia Seven. Ma se in campo maschile c’imbattiamo in uno dei tornei con il tasso tecnico più alto del mondo, in campo femminile ci accorgiamo d’aver di fronte un torneo che è al di sopra d’ogni aspettativa …tanto che possiamo a ragion veduta individuarlo come il più importante dell’intero planisfero! Basta nominare le nazionali di Francia, Spagna, Colombia e naturalmente Italia ...e poi, che dire delle New Zealand Aotearoa Maori targate Red & Blu (in pratica le All Blacks ladies)? Questa squadra è quanto di meglio il rugby a sette femminile possa offrire, se si pensa che dopo aver vinto cinque anni di seguito l’Hong Kong Seven hanno deciso di partecipare ad un solo evento al di fuori dei propri confini e che per il 2010 hanno scelto proprio il RomaSeven! Gli appassionati di sport e gli impenitenti mondani sono avvisati … impossibile non esserci !



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Ippica

Chiusura di stagione all’Ippodromo Capannelle

A giugno cala il sipario sulla grande primavera del galoppo

di Luca Protettì_ph:Stefano Grasso/Hippogroup Roma Capannelle

Il tempio romano del galoppo sta per concludere un’appassionate successione di grandi eventi

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utto pronto per il gran finale della stagione di primavera all’Ippodromo Capannelle. La primavera sulla via Appia significa massima selezione in pista ma anche moda, costume e cultura fuori. L’ultimo appuntamento con le corse dei cavalli, prima della consueta chiusura estiva fino a settembre, è in programma l’8 giugno. Ma prima di tale data ci sarà una scintillante giornata di commiato nel giorno della festa della Repubblica con le ultime due corse di selezione della stagione: i premi Giubilo e Perrone. Capannelle chiude in bellezza una stagione emozionante che ha visto l’impianto capito-

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lino al centro della scena nazionale ed internazionale sin da aprile con il Premio Parioli, passando per la festa del primo maggio e il Premio Regina Elena, fino al clou della stagione, sabato 8 maggio con il 127° Derby Italiano Better. Una grande festa di sport, costume ed eleganza alla quale hanno partecipato più di 7.000 spettatori. La primavera di Capannelle cresce anche in termini mediatici e di comunicazione grazie anche al rinnovato legame tra l’ippodromo e le grandi firme di aziende come Wind, Unicredit Banca di Roma, Emirates Airline, Dubai Airport, Mercedes Benz, Centrale del Latte di Roma , il canale ippico britannico GBI Racing e il

quotidiano Il Tempo pronte ad investire in visibilità al fianco dell’ippodromo del galoppo romano. Oltre ovviamente al gemellaggio con la Provincia di Perugia che ha organizzato in ippodromo un evento-vetrina il 2 maggio e al sostegno di altre istituzioni come Comune e Provincia di Roma. Un grande show in pista (vittoria al milanese Worthadd) ma anche fuori. Il Derby-day ha assunto come ogni anno il carattere della mondanità con il suo rituale contorno fatto di garden party, concorso di eleganza tra il pubblico e la sfilata di moda che ha visto l’ippodromo trasformasi in un atelier a cielo aperto con in passerella ben 30 abiti creati


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dagli studenti dell’accademia di Moda e Costume Koefia. Una giornata quella del Derby che ha trovato nel secondo sabato di maggio una collocazione vincente e cha ha richiamato sulla Via Appia tanti ospiti di rilievo e soprattutto molti appassionati che hanno affollato le tribune. Successo ripetuto la domenica successiva con il Premio Presidente della Repubblica GBI Racing, ultimo gran premio della stagione fortemente caratterizzato dalla presenza di realtà ippiche e

non degli Emirati Arabi che hanno di fatto sponsorizzato l’intera riunione. Nella stessa giornata l’ippodromo ha ospitato la presentazione dell’ultima fatica letteraria del filosofo e scrittore spagnolo Fernando Savater, reduce dal Salone del Libro di Torino con il suo romanzo “La confraternita della buona sorte”, ambientato nel mondo del turf. Il legame con la cultura si è rinnovato anche in occasione del Derby con la presentazione del Nastro Azzurro avvenuta sulla terrazza Caffarelli nell’istituzionale cornice del Campidoglio. Un evento accompagnato da un’interessante visita guidata agli affreschi ed alle opere scultoree del Palazzo dei Conservatori e dell’Esedra dei Musei Capitolini. Un percorso con il cavallo come tema centrale studiato appositamente dalla responsabile di Palazzo Nuovo Collezioni Archeologiche dei Musei Capitolini, Marina Mattei, per mettere in evidenza il ruolo del nobile animale nell’antichità. Un viaggio nelle opere che sono vanto dei Musei Capitolini che si è concluso con la visita all’originale e imponente statua bronzea del Marco Aurelio, simbolo della città, all’interno nella sala dell’Esedra dove ha trovato la sua ideale collocazione anche il cavallo di bronzo di Vicolo delle Palme. L’opera, risalente al V secolo a.C., restaurata nella primavera del 2007 grazie alla sponsorizzazione di HippoGroup Capannelle. Ultimi scampoli di corse quindi prima della lunga pausa estiva nella quale Capannelle si rifà il trucco in vista della riapertura di settembre, prologo per la grande stagione autunnale che come al solito sarà a forti tinte rosa.

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Nuoto sincronizzato

British Gas Championships

Diario di una trasferta vincente in terra inglese firmata Village Fitness Club di Valcanneto...

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di Andrea Tranquilli

anti anni di agonismo, tante ore passate insieme in quella piscina, a nuotare, inventare routines, provarle, provarle e riprovarle fino quasi ad odiarle, tante competizioni, ottime, buone, meno buone, raramente. ma è capitato... anche deludenti. Per un'allenatrice , Susanna De Angelis, che è nel nuoto sincronizzato da . sempre, prima come atleta poi come coach, il bisogno di una nuova sfida, di dare a quella sua squadra nuove motivazioni, un nuovo stimolo, un nuovo inizio. E immediato il ricordo delle proprie trasferte internazionali fatte con la Nazionale Italiana. Come far vivere le stesse emozioni alle sue atlete del Village Fitness Club di Valcanneto? Una mail spedita a Loredana Montico, allenatrice italiana, responsabile della squadra nazionale della Gran Bretagna, e l'invito immediato ad unirci a tutte le loro società per dar vita al più importante evento del sincro in terra inglese, i British Gas Championships. E la gara più importante da preparare in questa stagione agonistica 09-10 diventa proprio quella, per l'importanza dell'evento e per il senso di responsabilità di rappresentare comunque una piccola parte di Italia, che mai avremmo voluto far sfigurare!!! Sacrifici fatti da tutti, negli allenamenti nel nostro impianto a Valcanneto più quelli al sabato sera in quel di Civitavecchia (grazie alla collaborazione dell'Snc nella fantastica persona di

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Marco Pagliarini), e grande collaborazione dei genitori, vista la spesa da affrontare. A due settimane dalla partenza . il vulcano dal nome impronunciabile decide di svegliarsi e tutto il traffico aereo viene bloccato. Panico . delusione . E la speranza che la fortuna non può abbandonarci proprio ora, a un passo da un'esperienza così importante! Infatti così è e il giovedì tutti in volo per Bristol, poi in treno fino a Gloucester e il venerdì mattina eccoci lì, accolti in maniera così gentile ed affettuosa da farci sentire delle piccole stars. I nostri bei pass al collo per accedere all'impianto e si inizia! La gara è impegnativa, ben sette esercizi in gara più uno da presentare come dimostrazione. Singolo tecnico e libero, doppio tecnico e libero, squadra tecnica e libera (nel nuoto sincronizzato, come nel pattinaggio, ci sono gli short programs dove si hanno degli elementi tecnici da eseguire e i long dove la fantasia può scatenarsi senza limiti), squadra libera combinata ed il singolo di Giorgio Minisini -unico maschio in Italia a praticare sincro a livello agonistico - sulle note di Michael Jackson come esibizione. E già la sera del primo giorno la prima bellissima medaglia: un argento brillantissimo nel libero combinato, dopo le fortissime cinesi e, fatecelo dire con malcelato orgoglio prima della Nazionale della Gran Bretagna, con una routine dove si racconta del mare della Ca-

lifornia, con tanto di bagnanti, baywatchers, e squalo. Un numero magistralmente interpretato da: Chiara CENTOLAVIGNA, Eleonora CORDESCHI, Alice DI GIROLAMO, Marta LUCARINI, Pilvi MASSINI, Alessandra MAURI, Diana MINISINI, Alice VALENTE! E... pubblico entusiasta, per la novità del tema, per la simpatia con cui la nostra squadra lo interpreta, per le trovate nuovissime che l'esercizio presenta. Il giorno dopo le gare si susseguono e alla sera arriva anche la seconda medaglia, di bronzo,dopo la coppia cinese e quella inglese, con il doppio di Alessandra e Marta, che finalmente vedono quei meritatissimi otto che hanno spesso agognato nelle nostre gare. E di fronte ad uno stadio del nuoto pienissimo, anche il singolo di Marta Lucarini ottiene il suo posto sul podio, così come anche l'esercizio di squadra, sempre dopo le due nazionali in gara, quella della Cina e quella della Gran Bretagna. Tanti nuovi amici, tanti contatti da non perdere, nessuna voglia di ripartire ... ma anche tanta energia ritrovata per affrontare ora i nostri Campionati Italiani, in quel di Loano, dal 10 al 13 giugno. E la tristezza del rientro è stemperata dalla gioia che vediamo sui volti dei nostri cari che sanno perfettamente come questo rimarrà uno dei più bei ricordi delle nostre vite da sportivi!



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Centri estivi

Si avvicina l’estate. I ragazzi finiscono le scuole e cominciano ad assaporare il profumo del mare

Spegni la tv e accendi il gioco

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di Enrico Morucci

più fortunati raggiungeranno le mete agognate appena suonata l’ultima campanella, i meno fortunati dovranno attendere le ferie dei propri genitori per i primi sospirati bagni al largo. Ma chi rimane nella Capitale non si deve affatto disperare. Perché sono ormai 14 anni che il marchio di garanzia Centri DABLIU, sinonimo di grande esperienza e professionalità nel mondo sportivo, attraverso i centri estivi, offre un contenitore di attività sportive, ricreative e culturali riservate ai ragazzi dai 5 ai 14 anni. Le attività proposte spaziano dall'atletica al nuoto, dal tennis al rugby, dal beach volley alla scherma o al calcio, dal judo alle rappresentazioni teatrali sino

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al giardinaggio: emblematico che la formazioni per i nostri ragazzi deve spaziare nelle più disparate discipline ricreative. Grande successo lo scorso anno per il Pet Day un giorno in cui i bambini hanno potuto imparare a conoscere e familiarizzare con alcuni animali domestici. L’entusiasmo dimostrato dai partecipanti al Camp verso i cuccioli con cui hanno potuto giocare e divertirsi è stato assolutamente commovente. I centri estivi DABLIU sono anche tornei, laboratori di teatro, giochi popolari e attività manuali e creative. Nei vari centri sono

anche a disposizione uno spazio per il disegno e una ludoteca all'aperto. Le quote di iscrizione sono particolarmente competitive con sconti riservati alle aziende. I pasti, tutti rigorosamente espressi, vengono preparati con cura nelle cucine dei ristoranti interni in base a menu’ approvati dalle ASL competenti. Anche quest’anno a partire dal 14 Giugno nei Centri Dabliu COLLI D’ ORO, EUR e TIBURTINA avremo il piacere di fare questa splendida esperienza che tanto ci appassiona e ci gratifica: far divertire i vostri bambini. Grazie alle 3 location capitoline verranno coperte tutte le zone di Roma venendo incontro ad eventuali problemi di logistica dei genitori che dovranno accompagnare e riprendere i figli nell’arco della giornata. Tutte le attività sono svolte in gruppi omogenei per età e sono seguite da personale altamente qualificato. Obiettivo dei centri estivi Dabliu è quello di fornire un'attività formativa ed educativa, non volendo "insegnare" gli sport proposti

ma "farli provare" divertendo. Piccoli campioni crescono. Piccoli uomini, e piccole donne, vanno incontro ad un’estate ricca di sorprese.

CENTRI ESTIVI DABLIU DABLIU COLLI D’ORO Via Busto Arsizio, 31 (Labaro) 06.33.62.66.10 DABLIU EUR Viale Egeo, 98 (zona Velodromo Olimpico) 06.59.11.985 DABLIU TIBURTINA Via R. Nasini, 14 06.40.80.19.14

www.dabliu.com



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Motor Show

Roma Motor Show 2010 Evento Motoristico della Capitale di Alessandro Morucci

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ggi, in un 2010 ancora critico ed incerto per il mercato automobilistico, il Roma Motor Show è sicuramente un evento al quale non si può mancare! La 55ma “Mostra Internazionale di Eleganza delle Automobili e dei Veicoli a Motore”, torna alla sua storica sede del Foro Italico, dalle strutture moderne e rinnovate, dove è in calendario per il 28-2930 maggio 2010. L’evento d’apertura della 55ma edizione – che si terrà nel prestigioso Circolo Canottieri Aniene il 28 maggio - sarà l’occasione per festeggiare i 70 anni della Rivista Motor, organizzatrice dell’evento e prima testata motoristica italiana in ordine storico. La cerimonia sarà dedicata alla premiazione dei “Motor Award” e ai problemi attuali del settore automotive, alla quale interverranno diverse autorità. Il 29 e 30 maggio saranno le giornate dedicate all’esposizione dei grandi marchi del mercato italiano ed estero delle 2 e 4 ruote, mezzi commerciali e fuoristrada, mini vetture e quad, veicoli elettrici e elaborati, Club amatoriali dalle auto d’Epoca alle Ferrari, mezzi

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dei Corpi dello Stato! Ospiti di riguardo sono da sempre le Associazioni benefiche. Fra le presenze di maggior rilievo già confermate la nuova Alfa Romeo Giulietta, la Fiat 500 Cabrio, la Lancia Delta, ma anche super car come la Maserati GranCabrio, la Lamborghini Gallardo e la BMW Serie 5.. In mostra al Roma Motor Show anche il meglio della produzione americana con i marchi Cadillac, Corvette e Hummer. Ed ancora ospite di riguardo è anche l’I.DE.A Institute che presenta al pubblico il suo ultimo concept, Sofia, una berlina quattro posti che prevede una motorizzazione ibrida.

Ma la 55ma “Mostra Internazionale di Eleganza delle Automobili e dei Veicoli a Motore” si svolge anche in un alternarsi di esposizione statica, fatta di dibattiti e premiazioni, percorsi di guida sicura per adulti e anche per i più piccoli - con il progetto ludicoeducativo Rosso Giallo Verde dedicato all’educazione stradale dei bambini e realizzato in collaborazione con la Fondazione ANIA per la Sicurezza Stradale -, test drive di quad, esibizioni e gare di modellini radio-comandati, sfilate di auto storiche, super-sportive e di moda con l’elezione della Miss Roma Motor Show 2010.



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Eventi

Con una scuola di canto al playground, un aperitivo al sapore di chitarra e clarinetto e un concerto finale dedicato a Davide... una festa non un memorial.

4NCI 2010 music & basket di Andrea Tranquilli

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el 2008 e nel 2009 si sono tenute le prime due edizioni di 4NCI, Festa del basket per Davide Ancilotto, una tre giorni di sport, spettacolo, solidarietà e amicizia dedicata al grande campione mestrinoscomparso nel 1997. Il format si è rivelato co-

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involgente: 600 persone il primo anno e oltre 1000 il secondo anno hanno seguito il 4NCI AllStar Game assiepate attorno al playgrounddel Parco Albanese di Mestre dedicato a Davide a perenne memoria, e chiamato da tutti “ANCIGROUND”. Il Gazzettino, La Nuova Venezia,Superbasket ne

hanno ripetutamente parlato, così come tutti i maggiori siti di basketonline(Ve.sport, Lega Basket Femminile, FIP, FIPEXTRA TIME, 24 secondi etc.). Attraverso la presentazione del MordentsFansClub sono state raccolte donazioni per la ricerca sulle malattie infantili da parte

de La Città della Speranza, mentre con una lotteria benefica si sono raccolti fondi per la costruzione di un campo da basket in Camerun a cura di Orizzonti Sportivi ONLUS. 4NCI ha anche donato una parte del ricavato della vendita delle t-shirt ufficiali a R.I.T.I.(Registro Italiano per


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4: il numero di maglia di Davide Ancilotto 4: in inglese è come si pronuncia la parola “per” 4: diventa la A di Anci. la Ricerca sulle Trombosi Infantili) e ha fatto conoscere la bella esperienza di A.N.P.I.S.(Associazione Nazionale delle Polisportive per l’Integrazione Sociale) grazie a un match rappresentativo tra ragazzi diversamente abili. Nel 2010 4NCI sosterrà RITI Registro Italiano per la ricerca contro le Trombosi Infantili e ADMO, Associazione Nazionale Midollo Osseo. Le prime due edizioni 32 squadre hanno partecipato al torneo 3 VS 3 playground. Pittis, Pozzecco, Pecile, Rombaldoni, Meini, Causin, Scarone, Lazzaro, Minto, Ghiacci, Lestini, Zanus Fortes, Guerra, Caroldie altri giocatori professionisti ed ex professionisti di serie A e Lagadueallenati da Tonino Zorzi, Andrea Mazzon, Andrea Zan-

chihanno dato vita al 4NCI AllStar Game, con arbitri internazionali coadiuvati dal commentatore di SkyFlavio Tranquillo anch’egli (nell’insolita veste di) arbitro. Nei due anni oltre 2500 persone hanno fatto tappa ad Ancigroundnella due giorni del 4NCI. La crew di basket free style DA MOVE ha intrattenuto il pubblico con performance spettacolari, la cantante Giovanna Lubjan vincitrice di City Music Lab Italia 2009 ha dedicato a Davide un commovente e intenso concerto finale. Atleti e dirigenti del mondo del basket sono intervenuti al playground a portare il proprio saluto alla famiglia Ancilotto, coach Ettore Messina ha rilasciato un’intervista interamente dedicata a Davide e a 4NCI.

Edizione 2010

La terza edizione si presenta densa di contenuti e significati, nello stesso spirito di aggregazione che ha segnato il successo delle prime due edizionie quest’anno nel segno della DANZA SABATO 26 GIUGNO 12.30 Conferenza Stampa di presentazione c/o Centro CulturaleCandiani

DOMENICA 27 GIUGNO 10.00-16.30 Torneo “4NCI3 VS 3” h. 16.30 Gara “4NCI da 3” 17.00 Semifinali “4NCI3 VS 3” 17.30 “BCC & ANPIS per l’integrazione sociale” dei ragazzi diversamente abilih. 18.00 Finali Torneo “4NCI 3 VS 3”h. 18.30 Let’s dance 4NCIGROUND!h. 18.45 Gli amici parlano di Ancih. 19.00 “4NCI All Star Game 2010”VIRTUS ROMA VS 4NCI TEAM, I TEMPO, con intermezzi di danzah. 20.00 Premiazione squadra vincitrice e MVP della manifestazione, Estrazione premi lotteria per ADMO ONLUS (momento di solidarietà)h. 20.15 “4NCI AllStar Game 010”,VIRTUS ROMA VS 4NCI TEAM, II TEMPO, con intermezzi di danza 21.15 saluti e ringraziamenti, un arrivederci a 4NCI 2011, IVedizione

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Beneficenza

Festival del cuore: quando l’imprenditoria e lo sport abbracciano la solidarietà!

Grandi emozioni sabato 24 maggio allo Sheraton Golf di Roma dove si è svolta la terza edizione del Festival del Cuore, l’evento di beneficenza che da tre anni coinvolge gli imprenditori laziali e non solo.

A

di Emilia Maria Pezzini

causa del mal tempo la gara di golf è stata rinviata ma al campo prova si è riusciti ugualmente a far cimentare nel nobile sport del golf i bambini ospiti delle case famiglia coinvolte. Si è trattato di un momento d'emozioni molto intense perchè vedere il sorriso di gioia dipinto sui volti dei piccoli ha fatto riflettere molto su come sia importante adoperarsi in manifestazioni con risvolti sociali. Alla cena di gala hanno partecipato più di 350 ospiti, tra i quali personaggi del mondo dello sport, della politica e dello spettacolo come l’attore Roberto Ciufoli, l’On. Massimiliano Maselli, il consulente del sindaco di Roma per le Politiche dello Sport Pino Capua, il giornalista Fabio Alescio e l'artista Alex Turco. La serata è stata presentata dal-

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la show-girl e madrina dell'evento Sabina Stilo, che, insieme al "maestro di cerimonia" Luca Pezzini ha condotto la riffa con in palio le magliette autografate di tanti calciatori (Zarate, De Rossi, Rocchi, Pizarro ecc), il pallone con il quale l'Italrugby ha battuto la Scozia nell'ultimo 6 Nazioni, una maglietta autografata della Virtus Roma, dall’Olimpionico Aldo Montano e tante altre memorabilies. Tante le televisioni presenti tra cui la Rai che, presente con una troupe e la giornalista Josephine Alessio, ha mandato in onda un bel servizio.A sancire un gemellaggio con la "Nuit des association" era presente una delegazione di Montecarlo capitanata dal reggente Franck Nicolas, che, a nome del suo presidente S.A.S. il Principe Alberto II di Monaco ha insignito il Presidente di

Generazione Sviluppo Onlus Andrea Di Maso con la massima onorificenza del Principato di Monaco nel campo della solidarietà. Durante la serata, che godeva del patrocinio del Ministero della Gioventù, è stato battuto all'asta il quadro creato per l’occasione dal pittore contemporaneo Alex Turco con incastonata al suo interno la maglia autografata e con dedica di Francesco Totti.... un vero capolavoro! "Ringrazio tutti coloro che, contribuendo con le donazioni e partecipando all'asta ed alle riffe ci hanno consentito di contribuire in favore di chi è meno fortunato, ha dichiarato Andrea Di Maso nella serata abbiamo raccolto quasi cinquantamila euro! Voglio ringraziare il Ministro Giorgia Meloni che ci ha sostenuto con il ministero da Lei presieduto ed il Prin-

cipe Alberto di Monaco per l'onorificenza ricevuta che estendo a tutta Generazione Sviluppo Onlus." Quest'anno a fruire delle donazioni sono state tre associazioni che, sul territorio della Capitale, si occupano di minori con disagi (Peter Pan, l'istituto La Casa e Piccoli Passi onlus). La serata si è chiusa a tarda notte sulle note del gruppo più in voga delle notti romane, quei Frankie & Canthina Band che, con il loro live anni 7080, hanno fatto ballare tutti i convenuti. Insomma, anno dopo anno Generazione Sviluppo con il Festival del Cuore riesce a raccogliere fondi sempre più importanti da devolvere in beneficenza, ma chi volesse ancora contribuire può farlo consultando il sito www.generazionesviluppo.com



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T

Golf

Tutti i numeri del BMW Italian Open

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l BMW Italian Open ha mantenuto, anche nella sua 67ª edizione, la prerogativa di rappresentare il momento di massima visibilità per il golf nazionale. Lo hanno hanno detto ampiamente i numeri con gli oltre duecento giornalisti, tra italiani e stranieri, accreditati in sala stampa, la copertura televisiva data all'evento non solo in Italia da Sky ma anche in oltre 40 paesi nel mondo e, sul campo, la presenza nelle quattro giornate di gara di circa 21.000 spettatori sebbene le condizioni meteo non siano state sempre favorevoli. Sotto l'aspetto agonistico l'evento ha mantenuto la sua alta qualità, ma si è proposto diversamente rovesciando i temi usuali della vigilia. Solitamente l'attenzione era rivolta ai campioni stranieri (a parte il periodo del miglior Rocca), questa volta invece il giocatore più rappresentativo, in base all'inequivocabile unità di misura che è il world ranking, è stato il torinese Edoardo Molinari, al momento del torneo n. 36 al mondo e miglior classificato tra i 156 partenti. Non era mai accaduto nella lunga storia dell'Open. Naturalmente va riconosciuto che in carriera gli altri personaggi di spicco saliti sul tee di partenza del Royal Park I Roveri, quali Miguel Angel Jimenez, Colin Montgomerie, Thomas Bjorn e Darren Clarke, vantano sicuramente un palmares di maggior prestigio, ma nell'anno 2010 la graduatoria attorno alla

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di Enrico Morucci

Franco Chimenti Presidente FIG

quale ruota il movimento professionale ha detto questa verità. E Molinari l'ha onorata con una prestazione grintosa e con il 13° posto, mentre il trofeo l'ha portato a casa lo svedese Fredrik Andersson Hed, al primo titolo nell'European Tour. Anche l'altro tema che ha tenuto banco è stato di colore azzurro: infatti ha debuttato al professionismo il diciassettenne Matteo Manassero, all'indomani della sua prova maiuscola al Masters di Augusta, major nel quale è divenuto il più giovane dilettante a parteciparvi. Inutile sottolineare l'interesse mediatico che ha accompagnato l'esordio, prima durante e dopo il BMW Italian Open: per lui si sono scomodate anche testate che solitamente non trattano golf, così come numerosi mezzi di comunica-

Francesco Molinari

zione stranieri. Ci sono stati, però, due aspetti del debutto che hanno lasciato, per certi versi, il segno: la sorta di "manasseromania" che il giovane veronese ha suscitato presso i giovanissimi e l'quilibrio che ha mostrato nel gestire il suo nuovo status di pro sul campo e con la stampa. I ragazzi sono stati la costante della sua prestazione: tanti a seguirlo sul campo, rispettosi delle regole di comportamento, e poi tutti ammassati attorno alla recording area per raccogliere un piccolo ricordo, dall'autografo che Manassero non ha rifiutato a nessuno fino a qualche pallina lanciata, che ha lasciato gioia indelebile negli occhi del fortunato che riusciva a conquistarla. Lungo il percorso il veronese (29° al traguardo) ha giocato con molta autorità

e ha sopperito ai momenti difficili con una calma che generalmente non appartiene ai diciassettenni. Infine la sua maturità in domanda e risposta. "Come riesci a controllare la pressione che c’è attorno a te, a soli diciassette anni?" e di rimando “Io non controllo niente. Io gioco e bado a far bene, però l’attenzione dei media non mi riguarda. Rilascio le interviste che mi richiedono e rimango me stesso”. E che non sia assolutamente cambiato lo testimonia Andrea Pavan, fino a poco tempo addietro suo compagno nella nazionale azzurra e che l'anno prossimo lo raggiungerà tra i pro: "Matteo è un ragazzo fantastico. Anche con tutto il successo che sta ottenendo resta l'amico con cui parlare al termine delle gare".


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TUTTINCIRCO news dal circoli di golf

a cura di Andrea Cecinelli - Responsabile comunicazione del Golf Forense

PARCO DI ROMA GOLF CLUB Il Parco di Roma festeggia a Perugia la promozione in A1 Grande festa in Umbria per il Circolo del Parco di Roma. Grande gioia per il presidente Luca Valerio e il direttore Giuseppe Miliè che hanno riportato a casa un prezioso e prestigioso successo sul percorso del Golf Club Perugia, il circolo nato nel 1959 in località Santa Sabina ad Ellera. Tripla soddisfazione per le donne del Parco di Roma. Prime nelle gare disputate dal 23 al 25 aprile, vincitrici sulle cugine “rivali” dell’Olgiata e infine la grandissima soddisfazione della promozione in A1.

ARCO DI COSTANTINO Un diluvio universale fa slittare il Space-lab Trophy all’Arco di Costantino C’era tanta attesa per l’esordio dello Space-lab Trophy che doveva avvenire sul sempre ben curato percorso dell’Arco di Costantino il 23 aprile. Ma in quel benedetto venerdì un diluvio universale aveva consigliato l’organizzazione, nelle sapienti mani di Giorgio Lucchetti, direttore del Circolo sulla via Flaminia, e dell’ideatore dell’iniziativa Riccardo Vaira, a rinviare la manifestazione a data da destinarsi che però è stata fissata nel mese di luglio, da definire il giorno preciso. Per questo slittamento quella che doveva essere la seconda ga-

Performances possibile grazie alle stupende prove, in primis della portabandiera del Circolo Chiara Bandini (77, 77 e 75: scores lineari), poi di Maria Vittoria Cantarini (81, 73 e 72) e di Gioia Loprete (87, 77 e 87). I colpi totali, presi dai migliori score di due su tre, sono stati 455. NELLA FOTO CHE ALLEGHIAMO vediamo i protagonisti del brillante successo, da sinistra l’allenatore Alessandro Bandini, Gioia Loprete, Maria Vittoria Cantarini, Chara Bandini e il capitano non giocatore Prisca Taruffi. La squadra di Via Due Ponti quindi, grazie al punteggio di 147 colpi realizzato nella terza giornata ha superato la formazione dell’Olgiata (totali 472), seguita dalla formazione del Molinetto (474), poi Margara (478) e Bergamo (481).

ra del circuito di Pro-Am, in programma al Country Club Castelgandolfo, è diventata la prima gara con svolgimento venerdì 21 maggio. Confermate le tappe seguenti del sabato 26 giugno sul percorso del Circolo Golf Fiuggi Terme, poi seguiranno, dopo la pausa estiva (eccettuata la prova di luglio all’Arco di Costantino) due tappe al Parco di Roma l’8 settembre e il 6 ottobre. Intanto, nonostante il problematico avvio, aumentano le adesioni degli sponsor: la Technicair Group, la Valle Grande srl, la Terma Italia, oltre alla Gemina, la Hertz e l’Allianz. La Baxi spa, azienda commercializzata dalla Tremme Tempesta ha messo in palio un pannello solare per il fortunato giocatore che dovesse compiere l’impresa, un mix di bravura e di fortuna, di fare la buca in un solo colpo.

OLGIATA GOLF CLUB I giovani dell’Olgiata, di successo in successo, di promozione in promozione Uno dei vanti dell’Olgiata Golf Club, è stato da sempre il suo proficuo vivaio. L’Olgiata negli anni passati aveva portato validi esponenti a irrorare sapienza golfistica un po’ in tutt’Italia. Sono tanti i golfisti che hanno imparato all’Olgiata e da lì sono partiti per raggiungere Circoli italiani come apprezzati maestri di golf. Ma negli ultimi anni questa prerogativa era venuta un pò meno. Per questo, uno dei punti programmatici del Presidente Andrea Pischiutta è stato proprio quello di ridare brillantezza all’attività giovanile. E i ragazzi dell’Olgiata hanno preso in parola le promesse fatte al loro Presidente. I risultati sono stati esaltanti. Perciò che riguarda l’attività maschile la formazione dell’Olgiata ha ottenuto la promozione in A2 sul bel percorso del Golf Club Villa Paradiso a Cornate d’Adda in provincia di Milano. Il team era composto da Stefano Pitoni, Mattia Miloro e Marco Fabio Mari. Sarà una nostra impressione ma il temuto Mattia Miloro non è stato di certo agevolato nel suo compito. E’ stato penalizzato per un ritardo di appena 10” (ma che sono 10 secondi?) e non è stato di certo incoraggiato. Forse per questo non è risultato il migliore del suo team che invece è stato Stefano Pitoni (73,72 e 74, il suo lineare score nelle tre giornate). Il successo ottenuto dal terzetto Olgiatino sulla formazione di Verbania (Cristiano Terragni, Nicolò Colombo e Alberto Ravandoni) è stato abbastanza netto (444 contro 450). Al terzo posto il Montecchia (Nicola Luce, Gianmarco Libardi e Niccolò Quintarelli) con 453. Segue con 457 la squadra del Cervia (con “l’incubo di Miloro”,

Andrea Bolognesi, Luigi D’Amico e Jacopo Randi Passanti), al quinto posto l’altra squadra laziale, il Tarquinia con 464, che aveva in formazione nomi già affermati del circolo tarquiniese come Emanuele Senigagliesi, Andrea Fusco della dinastia dei Fusco e Filippo Mangani. Le donne, si sa, spesso imitano gli uomini e mai come questa volta hanno fatto molto bene. Ecco che sul percorso del Golf Club Perugia, le donne dell’Olgiata (Alice Di Piero, Virginia Votano ed Eleonora Costanzo) con 472 colpi hanno conquistato il secondo posto nel campionato nazionale femminile a squadre di A2 dietro al Parco di Roma. La vittoria del Circolo presieduto da Luca Valerio e diretto da Giuseppe Miliè è stata possibile grazie alle performances di Maria Vittoria Cantarini, Chiara Bandini e Gioia Loprete. I colpi totali, presi dai migliori score di due su tre, sono stati 455. Buoni quindi i responsi che sono giunti da Villa Paradiso e da Perugia per le formazioni romane.

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Golf

Smart Golf Forense Più 2010 L'Avv. Nicola Colavita

di Andrea Cecinelli_foto di Silvia Apice

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stata una apertura da standing ovation quella dello Smart Golf Forense Più 2010, che edizione dopo edizione, anno dopo anno, aumenta la propria popolarità e il proprio prestigio. I numeri parlano chiaro 164 iscritti alla tappa d'apertura di Sabato 1 Maggio al Parco di Roma e 140 nella seconda tappa all'Acquasanta Golf Club, svoltasi in condizioni proibitive sotto un violento nubifragio. Due tappe impegnative a due settimane di distanza l'una dall'altra organizzate sempre con il consolidato format vincente ideato dall'Avvocato Nicola Colavita con la preziosa consulenza di Mauro Antonelli di MorOrg.

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Numerose anche le personalità che non sono volute mancare al doppio appuntamento con lo Smart Golf Forense Più 2010: dal giornalista sportivo Giacomo Crosa, vincitore del 1° netto nella prima categoria nella proibitiva tappa dell’Acqua Santa in coppia con il Commercialista Stefano De Angelis, al Mister Zdenek Zeman, ex allenatore di Roma e Lazio; da Franco Carraro, ex Presidente del CONI e della F.I.G.C., al Presidente della F.I.G. Lazio dott. Carlo Scatena; dall'Avv. Giandomenico Magrone, vincitore del premio Super Master nella difficilissima tappa dell’Acqua Santa, al Responsabile Marketing di Mercedes Benz Roma, il Dott. Antonio Melidoni; dal

Consigliere Nazionale Forense di Roma Avv. Paolo Berruti,al Presidente dell'Ordine degli Avvocati di Roma e legale dell'AS Roma Avv. Antonio Conte. A completare questo “parterre de roy” c’erano il procuratore Capo della F.I.B.S. Avv. Vania Gagliardi, il Caporedattore di LA7 Sport Paolo Cecinelli, i consiglieri dell’Ordine degli Avvocati

di Roma Francesco Gianzi, Livia Rossi, Cristiana Arditi di Castelvetere e il grande Avv. Carlo Priolo. La tappa del Parco di Roma è stata molto avvincente. Nella I CATEGORIA NETTO si è imposta la coppia formata da Francesco Bernardi e Pietro Mazza. La coppia composta dall'Avv. Paolo Cieri e Francesco Monacchi


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La Responsabile del Golf Forense Francesca Mercantini e Giulia Marangoni

Il Dott. Alessandro de Montis

Paolo Novelli ai microfoni di High Life TV

L'eleganza è di casa al Golf Forense: il corner del Maestro Ilario

il procuratore federale della F.I.B.S., Avv. Vania Gagliardi

L'Avv. Luca Nicolao

Giacomo Crosa mentre consegna un dono a nome del Golf Forense alla Dott.ssa Cinthya Russo, Responsabile della Raccolta Fondi del Bambin Gesù

Due giovanissime promese del Golf Italiano: Renato Paratore e Alessandro Martinelli, vincitori nella Categoria Amici del Golf Forense

L'Avv. Nicola Colavita con Zdenek Zeman

si è imposta sella 1° CATEGORIA LORDO. La 2° CATEGORIA NETTO ha visto vincitori la coppia formata da Stefano Moruzzi e Stefano Di Gennaro. Tra le signore, meritata vittoria della coppia formata dal magistrato Lucia Tosti e da Annalisa Ceci Ginestrelli. La bagnatissima gara dell'Acquasanta ha visto vincitori come dicevamo nella 1° Categoria 1° netto Giacomo Crosa e Stefano de Angelis. La coppia for-

L'Avv. Giandomenico Magrone, vincitore all'Acqua santa nella Cat. Super Master

mata invece da Ernesto Merola e Fabrizio Felici si è imposta invece nella 1° CATEGORIA LORDO. Nella 2° Categoria Netto meritato successo per la coppia formata da Antonello Isabella e Stefano De Luca. Nella Categoria Ladies prime classificate sono state Claudia e Beatrice Serlupi. Adesso il Golf Forense va in vacanza, appuntamento per la terza tappa il 18 Settembre al Golf Club Arco di Costantino.

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Pratica divertendoti, apri la mente al miglioramento, concentrati

di Simone Selli

La pratica del gesto tecnico, per tutti gli sport, è un elemento necessario ed imprescindibile

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el golf è parte integrante del gioco stesso e accompagna il giocatore che vuole migliorarsi tutta la vita. Sento spesso dire che la pratica è noiosa....certo, se la paragoniamo al divertimento delle buche in campo con gli amici..è vero ma può essere anche un meraviglioso momento di gioco individuale e una bella rilassante terapia per la mente. Troviamo anche dei giocatori che amano praticare, ricercare dentro se stessi il miglior gesto possibile, isolandosi da ciò che li circonda, magari ascoltando della buona musica, concentrati e motivati dall'allontanare il confine dei propri limiti. Il mio consiglio scontato è: praticare, concentrati. Il miglioramen-

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to del gesto passa necessariamente per una ripetizione continua, costante, che consentirà al golfista di eseguire degli swing in modo sempre più naturale e istintivo. Iniziate l'allenamento eseguendo dei semplici esercizi di stretching. incominciate tirando dei colpi con i ferri bassi in modo che lo swing inizi a muoversi con la cadenza dell'approccio. Passate poi ad un ferro medio (7/8) poi ai ferri lunghi (5/4) qualche tiro con un legno da terra e solo alla fine alcuni driver. Praticare con la giusta concentrazione e mirando a dei bersagli è quello che chiedo ai miei allievi. In questo modo anche 60 palline potranno rivelarsi un fruttuoso e serio allenamento. Per allenarvi in modo meno noioso ad esempio, praticate pen-

sando di giocare sul vostro campo simulando tutti i colpi buca per buca. Tirerete un driver scegliendo una pista, poi un secondo al green dalla distanza stimata, poi un approccio se mancate il green. Giocate 9 buche e calcolate uno score aggiungendo 2 putt per green. Giocare alternando i bastoni è importante e la pratica risulterà più leggera e divertente. La mente come si comporta di fronte all'errore e al cambiamento? Spesso trovo giocatori che non riescono a spostare di un millimetro il grip, ritenendo l'errore oramai drammaticamente incarnito. Ma è davvero così? Il problema è grande se la nostra testa lo rende grande! Aprite la mente a qualsiasi modifica nello swing, abituate il corpo a muover-

si liberamente alla ricerca di un nuovo feeling. Tutto ciò porterà più informazioni, sarete più esperti, duttili, aprirete le porte ad un golf più naturale, dove ogni giorno, ogni colpo diventerà possibile. Mettersi sempre in gioco può essere una chiave; guardiamo i bambini ad esempio. Modificano, cambiano, spostano, provano ogni cosa con il solito divertimento, con la naturalezza, col sorriso, senza pressioni, preconcetti, preoccupazioni.... in fondo è sempre un gioco no..?? Buona pratica...





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TUTTINCIRCO Roma tuttincircolo

news dal Club dei Circoli Sportivi Storici news dal Club dei Circoli Sportivi Storici

a cura di Federico Berardi

Club deiCircoli Sportivi Storici

IV torneo di calcio a5 S Agostino De Zordo, Segretario Generale del Club Circoli Sportivi Storici

i è svolto presso il Reale Circolo Canottieri Tevere Remo, nella nuovissima struttura sulle sponde del fiume, il IV Torneo del Club dei Circoli Sportivi Storici di Calcio a 5, riservato agli otto Circoli associati (CC Aniene, CC Lazio, CC Roma, CC Tirrenia Todaro, CT EUR, EUR Sporting Club, RCC Tevere Remo, TC Parioli). Il Torneo ha avuto inizio il 12 aprile ed è la prima manifestazione in ordine temporale tra quelle organizzate dal Club nel corso dell’anno. Alle finali hanno assistito il Presidente del Club Antonio Buccioni, il Presidente del Tennis Club Parioli Maurizio Romeo, il Presidente del Circolo Tennis Eur Massimo Grimaldi e naturalmente il Presidente del Circolo padrone di casa Luigi Barone e il “suo” vice Presidente Luca Scuriatti, coadiuvati dal Consigliere alle Attività Sportive Loreto Antonello Chiola e dal Direttore alle attività calcistiche Andrea Granzotto

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che hanno curato tutte le fasi del Torneo e le premiazioni. Le finali, svoltesi sotto una inattesa pioggia torrenziale, hanno visto vincitrici nella categoria over 60 la squadra del Circolo Canottieri Lazio, negli over 50 quella del Tennis Club Parioli, negli over 40 quella del Circolo Canottieri Aniene e negli Assoluti quella dello Eur Sporting Club. Il Trofeo di questa IV edizione è stato vinto dal Circolo Tennis EUR come sodalizio che ottenuto, nelle quattro categorie, la migliore prestazione complessiva e che avrà “l’onore” di esporlo nella propria bacheca sino alla prossima edizione 2011 del Torneo. Un ringraziamento al Circolo ospitante per aver organizzato in modo eccellente un Torneo di particolare valore che intende rafforzare la condivisione di intenti tra i Circoli aderenti, portavoce storici dell’impegno sportivo, sociale e culturale nella capitale.


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news dal Club dei Circoli Sportivi Storici news dal Club dei Circoli Sportivi Storici

TENNIS CLUB PARIOLI GRANDE SUCCESSO PER I CAMPIONATI INTERNAZIONALI BNL D'ITALIA UNDER 14 Straordinario successo per la prima edizione dei Campionati Internazionali BNL d'Italia under 14 maschile e femminile, che si sono svolti dal 1° all’8 maggio al Tennis Club Parioli. Una manifestazione, fortemente voluta dal Consiglio Direttivo del circolo che, si è posta come obiettivo di riportare al Tennis Club Parioli una manifestazione internazionale, con la particolare attenzione ai giovani. Numerosi i soci e gli appassionati di tennis che hanno assistito agli incontri, una occasione per vedere i campioni del futuro, in un ambiente fortemente legato al tennis. Al Torneo hanno partecipato fra i più forti giocatori e giocatrici del circuito internazionale e nonostante alcune giornate piovose si è riusciti a disputare 140 incontri fra singolare e doppio. Protagonisti in finale i colori azzurri con Deborah Chiesa e Filippo Baldi. Nel tabellone femminile, l'italiana si è aggiudicata il trofeo battendo in finale la croata Jana Fett, testa di serie n. 1 del tabellone e 26 del ranking T.E. Chiesa, numero 44 del ranking T.E. e testa di serie n.2 del seeding, dopo aver perso il primo set 6/2, nonostante il vantaggio due game, ha ribaltato la partita e il risultato finale vincendo i due set successivi 6/0 6/1, lasciando solo un game all'avversaria. Le ragazze scese in campo hanno deliziato il numeroso pubblico di soci e appassionati presenti con un tennis moderno: fluido e tecnico per l'italiana, potente per la croata. Nel tabellone maschile derby tutto italiano con Filippo Badi, n. 1 del seeding e 19 del ranking T.E., che rispettando il pronostico di inizio torneo, ha battuto Riccardo Chessari in due

set 6/3 7/6. Partita bellissima con ri-

tennis, tragicamente scomparso a cau-

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dei

dente Rossana Letta, con la vendita di borse realizzate con materiale riciclato da teli cinematografici, donati dalla Medusa film. Testimonial d'eccezione Raoul Bova e Michela Quattrociocche con l'immancabile sostegno dei soci del circolo che attraverso l'acquisto di borse, uniche nel loro genere, hanno sostenuto non solo l'ambiente ma anche l'Associazione Fedelux "Insieme per Federico Luzzi" www.fedelux.it, giovane campione del tennis internazionale e tesserato per il TC Parioli scomparso prematuramente il 25 ottobre 2008 a causa di leucemia mieloide acuta. L'associazione promuove la raccolta di fondi da devolvere all'AIL per la ricerca contro le leucemie. Presenti a sostenere l'iniziativa anche Maddalena Letta, Tiziana Rocca, Paola Saluzzi, Ester Crimi, Francesca Montefusco, Desirèe Petrini, Lisa Vanzina e Rita Gianni.

DAL TENNIS AL BRIDGE petuti cambi di fronte, eccezionale per intensità di gioco e colpi, che ha evidenziato ancora una volta quanto di buono visto durante il torneo e le enormi potenzialità tecniche e fisiche dei due atleti. Al termine delle gare è iniziata la cerimonia di premiazione: presenti per il Tennis Club Parioli, il Presidente Maurizio Romeo, la vicepresidente Rossana Ridolfi Letta e il Direttore sportivo Zibi Boniek; ed ancora il Direttore commerciale della Stanleybet Italia, main sponsor del TC Parioli, Pierpaolo Antonelli , il Presidente della Frimm Holding, main sponsor del Torneo, Roberto Barbato e il Vicepresidente del Comitato Regionale Lazio della FIT Ettore Marte insieme al Referee del Torneo Fabrizio Di Meo. Momento di assoluta commozione per la consegna del "Premio Sportivo Bobo Pellas", che la famiglia ha voluto istituire nel ricordo del figlio Roberto, socio del TC Parioli e appassionato di

sa di una grave malattia. Il premio, destinato al miglior giocatore italiano e alla migliore giocatrice italiana, è andato a Deborah Chiesa e Filippo Baldi. Dagli under 14 agli under 12 con protagonista sempre il TC Parioli. Gian Marco Moroni, campione italiano under 11 nel 2009, si è aggiudicato i Campionati Internazionali BNL d'Italia under 12, organizzati dal CC Roma. In finale ha battuto il francese Geoffrey Blancaneaux con il punteggio di 6/4 3/6 1/0 rit. Straordinario il cammino di Gian Marco Moroni che ha superato in ordine Berrettini 6/2 6/3, Salvatori 6/3 6/1, nei quarti di finale Merzetti 6/4 6/3, in semifinale Calvano 6/3 6/3 ed in finale appunto Blancaneaux. Dallo sport alla beneficenza con la giornata Charity al Tennis Club Parioli. Durante Gli Internazionale BNL d’Italia under 1°, una splendida iniziativa organizzata dalla Vicepresi-

Straordinaria vittoria per la squadra femminile di bridge del Tennis Club Parioli nel campionato italiano assoluti a squadre che si è svolto a Salsomaggiore Terme dal 29 aprile al 2 maggio. Dieci le squadre di Eccellenza al via che si sono date battaglia sino all'ultima carta per conquistare il titolo Italiano per il più classico ed importante degli appuntamenti agonistici della stagione. Protagonista il Team Parioli del Direttore Sportivo della sezione bridge Ercole Bove, che come da pronostico, ha battuto con ampio margine le rivali, 16 punti di distacco per il Team Martellini Genova e 25 punti per il Team Cividin Trieste, che hanno ottenuto rispettivamente la seconda e terza piazza. Gianna Arrigoni, Antonella Caggese, Caterina Lumia Ferlazzo, Gabriella Manara, Gabriella Olivieri, Ilaria Saccavini, capitano Anna Grazia Santolini con il DS Ercole Bove sono gli interpreti dello scudetto del bridge.

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CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE LUISS 1a CLASSE STUDENT’S TROPHY Tra le molteplici attività che l’Università LUISS Guido Carli promuove, quest’anno si è concretizzato un nuovo progetto sportivo: la “LUISS Sailing Academy”, accademia della vela per gli studenti del prestigioso Ateneo romano nata dalla collaborazione tra l’Associazione Sportiva LUISS e il Circolo Canottieri Aniene, due eccellenze nei propri ambiti. Il Dott. Marco Zilia, consigliere allo sport per il Circolo Canottieri Aniene, ed entrambi i direttori sportivi delle due associazioni, il Dott. Paolo Del Bene per l’A. S. LUISS e l’Arch. Giancarlo Gianni per il Circolo, hanno sostenuto lo studente Enrico Bruschini dell’Associazione Corsi Economia LUISS che si è tenacemente impegnato in questo progetto ed alla sua realizzazione, resa possibile anche grazie allo sponsor “Alviero Martini 1A Classe”, brand da sempre vicino ai sani valori sportivi. Vanno sottolineati, inoltre, il patrocinio ed il supporto del “Movimento per l’Etica e la Cultura nello Sport” con la presidenza dello storico campione Gianni Rivera. Fin dalla sua presentazione l’iniziativa ha avuto un’accoglienza molto favorevole da parte degli studenti che hanno aderito numerosi alle iscrizioni per gli allenamenti rispondendo così positivamente agli intenti di coinvolgimento in un’attività che tende a consolidare lo spirito di gruppo, il rispetto per le regole, l’im-

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pegno e la tenacia; valori di ottimo completamento della preparazione didattica universitaria. Agli allenamenti che si sono svolti nell’arco di due week-end hanno partecipato cinquanta studenti, di cui quaranta della LUISS Guido Carli e dieci graditi ospiti dell’Università “La Sapienza”, del gruppo Sapienzavela; sono state

utilizzate barche della classe “Este 24” dell’importante cantiere romano “Cantieri d’Este”. Nel week-end del 23 e 23 maggio, a conclusione di questo primo anno di attività, l’intero gruppo ha disputato la regata denominata “LUISS 1A Classe Student’s Trophy” svoltasi, come gli allenamenti, presso la se-

de nautica del Circolo Canottieri Aniene sita nel porto Odescalchi di Santa Marinella. Con questa regata è stato assegnato per il primo anno il trofeo challenger rivolto agli studenti LUISS che verrà rimesso in palio annualmente in quella che ci si augura diventerà una grande classica della vela universitaria.



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CIRCOLO CANOTTIERI TIRRENIA TODARO UN BRONZO PER I CANOTTIERI Mentre siamo in attesa dei Campionati italiani categoria ragazzi, si è svolto a Varese, il 2° meeting nazionale, ultima prova nazionale prima dell'assegnazione del Titolo. Il Tirrenia si è presentato come di consueto con la squadra giovanile al completo. oltre agli juniores, impegnati in doppia gara, come richiesto dagli organi federali per la va-

CIRCOLO CANOTTIERI LAZIO DOMINATORI DEL CARAVELLA, IN SEMIFINALE NELL’ADIDAS LEAGUE Continuano i risultati positivi nel

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lutazione ai fini della composizione di equipaggi competittivi per le prove internazionali dei prossimi mesi, si è distinto il 4 senza ragazzi che, dopo una batteria condotta con facilità in testa dalla partenza al traguardo, si è classificato al terzo posto nella finale A, meritandosi la medaglia di bronzo e i complimenti di tecnici e dirigenti occorsi per l'occasione. Come sempre, con le squadre ottimamente guidate dal coach Emilio Trivini, non si resta mai a bocca asciutta. Ed ora, un ultimo mese di fatica per cercare di scalare altre posizioni sul podio dei Campionati nazionali di Piediluco. In bocca al lupo, Ragazzi!

torneo Caravella Tricolore dove il Canottieri Lazio sta dominando dalla prima giornata la classifica generale. Con un doppio zero a zero invece i ragazzi del calciotto eliminano il Canottieri Aniene negli ottavi, avendo una classifica migliore, ed ora aspettano il Due Ponti in semifinale.

II MEETING NAZIONALE DI CANOTTAGGIO VARESE Poche sorprese alla Schiranna di Varese dove il 9 maggio sono andate in scena le finali del 2° Meeting Nazionale, importante appuntamento che arriva a una settimana dall’Internazionale Under 23 di Duisburg ed a 20 giorni dalla priva prova di Coppa del Mondo di Bled (Slove-

nia). Per il canottieri Lazio sodalizio ancora due ottimi ori per la Bello e Smerghetto rispettivamente nel doppio leggeri femminile e nel doppio senior. Erika Bello seconda anche nel singolo è l’unica che sta dietro alla vice campionessa mondiale Milani. Bene anche Acerra e M. Rocchi secondi nel due senza junior ed Eduardo Rocchi secondo nel singolo junior esordienti



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ANTICO TIRO A VOLO GIUGNO ALL’INSEGNA DEL BEL TENNIS

il Presidente del circolo Michele Anastasio Pugliese

Il Circolo del presidente Michele Anastasio Pugliese ospiterà gli internazionali di tennis Femminili con 50000$ di montepremi. La macchina organizzativa è già partita da diversi mesi e culminerà sabato 29 Maggio con l’inizio di questo importante torneo che si avvia alla sua V edizione, per terminare Sabato 5 Giugno Si preannuncia una partenza con i fuochi d’artificio anticipata dalla imponente organizzazione nei mesi di preparazione di questo evento. Il maestro Marco Fanano, direttore del torneo, ha collaborato con il comitato organizzativo composto dall’ Avv. Claudio Mazzoni, dall’Avv. Fausto Gullo e dal dott. Giuseppe Centro per rendere questa manifestazione sempre più unica nel suo genere e una vetrina molto importante per le diverse tenniste che cercano un trampolino di lancio nel tennis che conta. Nelle edizioni passate il torneo ha visto vincitrici diverse atlete che si sono poi qualificate in posizioni eccelenti nell ranking mondiale.

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Tathiana Garbin

il Comitato Organizzativo: Avvocato Claudio Mazzoni, Rino Tommasi, Roberta Beltrame, Avvocato Fausto Gullo, Dott. Giuseppe Centro, il Direttore del Torneo Marco Fanano e Andrea Cecinelli

Nel 2005, a conquistare il piatto d’argento è stata Romina Oprandi, nel 2006 Anna Floris, nel 2007 Caroline Maes e per finire nel 2008 Tathiana Garbin. Nelle precedenti edizioni è stata registrata una imponente

partecipazione di pubblico che ha assiepato le tribune del “centrale” del circolo Tiro al Volo, mentre sulla terrazza prospiciente i campi di gioco, venivano gustate le prelibatezze dello chef del circolo adornate da un

trionfo di fiori multicolori. La splendida vista su Roma nord e sul monte Terminillo delizierà i frequentatori del torneo, tra uno smash e una voleè sui magnifici campi in terra rossa dell’antico tiro al volo



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DUE PONTI SPORTING CLUB I CAMPIONI TORNANO AL DUE PONTI I campioni del Foro Italico sono tornati ad allenarsi sulla terra rossa del circolo di Emanuele e Pietro Tornaboni, che ha conosciuto due settimane di grande fervore tennistico: Andy Murray, n° 4 del Mondo, ha svolto molte sessioni di allenamento sia sul campo sia in palestra, attirando la curiosità dei soci presenti al circolo per partecipare agli Internazionali Baby, il Nike Junior Tour il più importante circuito tennistico giovanile del mondo riservato a giocatori under 10, 12 e 14. L'evento ha confermato pienamente l'enorme successo della scorsa stagione, rinnovando anche la straordinaria sinergia con gli Internazionali che ha consentito ai ragazzi in campo nel Nike Junior Tour di unire la voglia di competere all’opportunità di vivere il tennis professionistico in prima persona. Sognando il Foro Italico, visto che i giovani under 10 sono scesi addirittura sul nuovissimo campo centrale per disputare la loro finale. Ecco i vincitori: under 10 femminile Lisa Piccinetti; under 10 maschile Enrico Cerroni; under 12 femminile Eleonora Palumbo; under 12 maschile Nicolas Merzetti; under 14 femminile Ludovica Giannini; under 14 maschile Marco Mosciatti. Mentre si svolgevano le finali del Nike Junior Tour, Fabio Camilloni si aggiudicava la finale del Vespa Tennis Tour, novità nel panorama tennistico nazionale, a spese di Stefano D’Apolito. I due soci del Due Ponti hanno guadagnato il diritto a giocare il Master a Milano, al cui vincitore andrà una Vespa 50. Il

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torneo si è disputato nel weekend con la formula dell’incontro breve, che prevede più partite nella stessa giornata. La grande domenica di tennis si è conclusa con un happening che ha animato la curiosità dei presenti: un match di doppio in cui erano impegnati Mara Santangelo, vincitrice della Fed Cup 2006 insieme a Pennetta e Schiavone, Jimmy Ghione, il giornalista di Sky Sport Stefano Meloccaro e il Presidente del Due Ponti Sporting Club Pietro Tornaboni. E’ stato un match molto simpatico e combattuto, svolto con la formula dell’incontro breve, che ha divertito i presenti per il mix tra la classe della Santangelo, le gag divertenti di Ghione e la simpatia (oltre che buona mano tennistica) di Meloccaro. Si è svolto sabato 8 maggio 2010, al circolo Due Ponti Sporting Club, il V Torneo di calcio "Memorial Fabrizio Ciocci", in ricordo del quale si sono dati appuntamento gli amici più cari nel quinto anniversario dalla sua scomparsa. Il torneo organizzato dalla "vecchia guardia" è stato preceduto dal saluto del papà di Gabriele Sandri ai tanti amici di diversa fede calcistica presenti in campo e sugli spalti. Tra le 5 squadre, denominata ciascuna ad una frase storica di Fabrizio, ha prevalso la particolarissima "Ajo ojo magnamose Bertojo" che era appunto il coro con cui era solito entrare in curva a Milano per salutare l'amico tifoso Roberto. Concluso il torneo, sempre all'interno del circolo, si è svolta la premiazione da parte di Patrizia Ciocci, che ha voluto ringraziare I presenti leggendo un'ar ticolo "sull'importanza e sulla bellezza della vita"che lo stesso Fabrizio aveva pubblicato anni fà su queste stesse pagine. Il prossimo appuntamento sarà l'8 maggio 2011 per onorare il ricordo di un amico che rimarrà sempre nei nostri cuori .


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FUTBOLCLUB DOPO ANCELOTTI, MOURINHO E VAN GAAL...IMPARA! Stagione di double...in 3 campionati su 4 in Europa si festeggia il double (campionato e coppa) e anche il Torneo sociale non fa eccezione. Gli ingredienti per un gran-

de match c'erano tutti: Impara detentrice del Titolo di coppa lo scorso anno e fresco vincitore della Futbol League contro Palma, vice campione di Lega a due lunghezze e finalista di coppa lo scorso anno. Gli ingredienti c'erano, ma mancavano i commensali! Una coppa tinta di giallo...Il giallo di Palma che, si vocifera in segno di protesta, non si è presentato alla partita. Sul campo quindi la vittoria non c'è stata, c'è stata quella a tavolino però, che ha permesso a uno sconsolato Presidente Luca Impara di portarsi a casa il trofeo

Il socio del mese

Nome: Roberto D’Ambrosio

Detto: asdra

Ruolo: centrocampista di geometria Piede preferito: destro Pezzo forte del repertorio: …ti tengo d’occhio! Squadra del cuore: AS Roma

e mettere a segno un bel double. Ma al Futbolclub non c'è tempo per piangersi addosso. Finisce una competizione e ne inizia un'altra.

Mentre Impara teneva la coppa in mano aveva inizio il Social Eleven, torneone di Calcio a 11 del Futbolclub.

D'Urso con il punteggio di 64 63. Nella finalissima di sabato poi, Tennis Roma e Canottieri Roma si sono giocati lo scudetto regionale fino all'ultimo “15”. Di fronte al numerosissimo pubblico intervenuto, i tennisti Over 45 non si sono risparmiati, lottando con grinta e classe per l'importante

traguardo. La maggiore solidità del team di Porta Metronia ha avuto la meglio sugli ottimi avversari, che hanno impensierito Canè e Cierro nei due singolari. Il bolognese ha sudato parecchio per avere la meglio su Gatti, sconfitto con un doppio 64 al termine di un match molto combattuto. Leggermente più facile il compito di Cierro, che dopo aver sofferto Angelini nel primo parziale, ha preso poi il largo nel secondo (75 61 lo score). “E' un ottimo risultato vincere in casa il titolo regionale Over 45 libero – ha detto soddisfatto il presidente Gianvittorio Martino -. Devo complimentarmi con tutte le squadre che hanno partecipato a queste Final Four, perché hanno tutte fatto vedere un gran tennis. Ora speriamo di poterci ripetere nel tabellone nazionale”. Con quest'affermazione infatti, il Tennis Roma è entrato di diritto nel main draw italiano. La concorrenza sarà sempre più dura, ma i ragazzi guidati da coach Bigiarelli hanno dimostrato di non temere nessuno. E sono determinati a arrivare da protagonisti all'ultimo atto della competizione, che si terrà proprio all'ombra delle Mura Aureliane i prossimi 2, 3 e 4 luglio.

TENNIS ROMA Campioni L'8 maggio scorso il Tennis Roma si è laureato campione regionale Over 45 libero grazie alla vittoria nella finalissima contro il Circolo Canottieri Roma. Grande prestazione di Paolo Canè e compagni, che hanno surlassato gli avversari nella due giorni di gare ospitata proprio dal circolo di Porta Metronia. A contendersi il titolo, oltre ai biancorossi, c'erano i già citati campioni in carica del Canottieri Roma, la fortissima Ferratella e l'outsyder Gli Ulivi, qualificatasi grazie alla vittoria a sopresa sul più quotato CT Eur. Il tabellone aveva accoppiato i padroni di casa alla Ferratella, mentre nella parte bassa del draw gli Ulivi si giocavano le loro chance contro il CC Roma. Entrambe le semifinali sono state molto combattute. Il Tennis Roma si è imposto per 2 a 0, frutto di una prestazione d'autorità di Paolo Canè (l'exn.26 del ranking mondiale ha

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battuto Frontespezi per 62 64) e di un match tutto cuore e grinta disputato da Ciucci (vincente su Pertino per 64 36 4-2 rit.). Qualche problema in più per il Canottieri Roma, che per sbarazzarsi degli Ulivi è dovuto ricorrere al doppio, vinto dalla coppia Lelli Mami-Cavalleri sul duo Sermoneta-



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Roma tornei Pezzana

Torneo Pezzana Over 50, appena nato ma con un grande futuro

R. Santander (Assoluti) e Roma (Over 40) si aggiudicano il 33° Torneo Pezzana

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di Alessandro Grassetti_foto di Matteo Ciambelli

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d anche la 33° edizione del Torneo Pezzana è diventata storia. Le istantanee di una stagione stupenda e ricca di emozioni sono tante, naturalmente divise in maniera equa tra categoria Assoluti ed Over 40. La

favola è quella del Racing Santander e dello storico marchio Nice Car del patron Alessandro Presutti, all’esordio nel torneo Pezzana, che al primo tentativo riesce a portare a casa la coppa: mai nessuno ci era riuscito prima. Un successo nel nome e nel se-

gno del gruppo ma soprattutto dei due leader, Stefano Mugavero e Ivan Proietti portatori della giusta esperienza per il loro pluriennali trascorsi al Pezzana, e di Danilo Bernardini che con la sua signorilità è stato il collante in una stagione difficile. Anche nel-


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l’ultimo atto, contro il River Plate di mister Boccolini, si è visto lo spirito di gruppo che li ha contraddistinti e poi al triplice fischio finale è partita la festa. “E’ una grandissima soddisfazione aver vinto il Pezzana al primo tentativo”. Sono queste le prime parole del raggiante presidente Presutti, che non nasconde la grande contentezza per questo successo. I complimenti vanno anche all’Arsenal del circolo Antico Tiro al Volo che è riuscito a portare a casa il titolo della Serie B. Nell’Over 40 invece è stata la stagione trionfale della Roma e dell’Autocarrozzeria Grassi, che ha centrato il “double” come aveva fatto il Barcellona di Capolino Ceramiche lo scorso anno. Con in bacheca campionato e coppa si può tranquillamente dire che questi ragazzi sono stati i dominatori dell’’intera stagione, che li ha portati a superare in finale un sempre combattivo Flamengo di Giacomo Carboni e la sua Gruppo Siri. Una vittoria meritata, suggellata da bomber Fabio De Sibbi: “Questa vittoria è una bella soddisfazione, merito di un gruppo fantastico”. E dice bene il man of the match della finale perché questa compagine ha saputo superare ogni difficoltà, anche grazie al suo super mister Gianni Grassi. L’allenatore che ha saputo, in ogni partita, mettere in campo i suoi giocatori cercano anche di dare il giusto spazio a tutti. L’ultima cartolina è per l’Atl. Madrid (Impresa Mizar Appalti e Tirrena Distribuzione), vincitrice della Serie B. Anche per mister Emanuele Accarpio, capitan Gianni Carlevale e “o’dirigente” Andrea Iannuzzi la soddisfazione di alzare al cielo una coppa. 4 fotografie di una lunga stagione che però non si conclude qui, perché la Summer Edition è già partita con quasi cinquanta team ai nastri di partenza. Pensavate senza novità? Assolutamente no, altrimenti che Pezzana sarebbe stato. Nasce infatti la nuova categoria Over 50, che durante l’inverno ha avuto il suo periodo di gestazione. Grazie ad una richiesta degli “storici” del torneo il Presidente – Organizzatore Andrea Antenucci ha saputo trasformare il tutto nel primo Summer Edition Over 50. Un progetto che continuerà anche nell’invernale (per info cel. 340 3738509), con la speranza di formare un vero e proprio campionato fin dal prossimo inverno. Insomma tutti i giocatori nati prima del ’62 potranno cimentarsi nella nuova categoria. Anche la Summer Edition è partita, non perdetevi il finale il 19 luglio.

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Roma tornei Caravella

Spira il vento dei playoff!

Tra pioggia, vento e qualche naufragio la Caravella non ferma il suo corso.

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di Andrea Friedrich

playoff sono alle porte. Il regolamento è cambiato in corsa. Torneo difficile, complesso, anche da organizzare. Molte necessità, spesso inconciliabili e gli agenti esogeni non hanno aiutato. La pioggia è stata compagna costante, “annegando” le partite sin dall'inizio tanto che qualcuno ha fatto girare la battuta che più che Caravella Tricolore, si sarebbe potuto chiamare Arca tricolore! Anche l'impianto elettrico ha fatto le bizze. Partite rinviate, partite saltate e anche più di qualche vittoria (o sconfitta, dipende da quale lato la si guardi) a tavolino. Una classifica vera, in parte, e in parte falsata. Così si è deciso di far passare agli ottavi tutte le squa-

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dre, lasciando alla prima in classifica, ancora da decidere, il posto in semifinale. Sul campo, però, le partite hanno sempre offerto spettacolo. La classifica non ha subito grandi sconvolgimenti. Tutta l'attenzione è incentrata nella lotta a tre per i primi tre posti tra CC Lazio, Due Ponti e Futbolclub United. Un ottimo 4° posto l'ha strappato l'USSI Roma che se la vedrà con la Polizia di Stato che ha un po' mollato le redini del cocchio regalando punti con generosità. Escludendo i primi 3 posti della classifica, il resto si è andato livellando durante il torneo, anche se le sciagure sopra citate hanno spostato gli equilibri delle forze. Ora, nei playoff, si vedrà davvero quali sono

le reali potenzialità delle compagini in gara. Le gare degli ottavi appaiono tutte interessanti e poco scontate, ad eccezione, forse, di quelle che vedranno contrapposte le ultime due del girone alle prime della classe. All'inizio avevamo detto che una finale sembrava già scontata, invece la situazione è cambiata. Il CC Lazio ha continuato a mostrare grande forza e padronanza del campo, mentre lo United ha perso qualche colpo, soprattutto dal punto di vista della freschezza atletica. Tra i due contendenti poi, si è inserito in maniera davvero notevole il Due Ponti, la vera rivelazione del torneo. I playoff tutti d'un soffio: si parte giovedì 20 maggio con gli ottavi e si ricomincia lu-


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nedì 24 con i quarti. Tra il 29 e il 5 giugno le semifinali e la finale. Una conclusione serrata che potrebbe mettere in crisi le squadre più titolate, che sono in lizza su più tornei e che potrebbero avere qualche defezione. Tra i cannonieri la sfida è, per ora, tra due giocatori in compagini molto lontane. Matteo Materazzi per lo United che veleggia tra i primi posti, e Marco Vivio, bomber della Nazionale Doppiaggio che ha faticato non poco in questa regular season. Sfida affascinante. Per la premiazione intanto qualche indiscrezione ci racconta di una probabile rinascita del mitico trofeo...la Caravella in legno e ossa!

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Focus

di Pino Capua

Consulente per il Sindaco per le politiche sportive del Comune di Roma

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li ormai prossimi Mondiali di calcio 2010 saranno forse i più freddi della storia: il Sudafrica, infatti, si trova nell'emisfero australe e quindi ci ritroveremo a giocare in pieno inverno, oltre i 1.400 metri. Ecco spiegata la scelta dei 2.035 metri del Sestriere per la preparazione dei nostri atleti. Lo stesso Lippi ha sottolineato l'importanza del periodo da trascorrere in altura per non arrivare in Sudafrica con problemi dovuti all'altitudine. In effetti in alta quota l'atleta lavora in ipossia: la pressione atmosferica e quella parziale dell'ossigeno nell'aria diminuiscono e ciò comporta un aumento della ventilazione, della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa. Se avete fatto l'esperienza di andare in montagna, sopra i 2.000 metri, oltre alla purezza dell'aria avrete senz'altro avvertito un maggior affaticamento nei movimenti: ciò è dovuto proprio alla minore pressione parziale dell'ossigeno, cioè alla sua minore concentrazione in ogni metro cubo di aria. All'aumentare dell'altitudine, l'aria che raggiunge gli alveoli contiene meno ossigeno e con livelli bassi di ossigeno nel sangue anche i tessuti ne dispongono in minor quantità. Meno ossigeno nel sangue, meno globuli rossi, ma quando il fisico comincia ad abituarsi all'alta quota e ad acclimatarsi, i reni secer-

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I pericoli dell’alta quota nei prossimi Mondiali

Le montagne del Sestriere

nono l'ormone eritropoietina, che stimola la sintesi di eritrociti, determinando un aumento anche fino al 60% dell'ematocrito e si va così in “policitemia”. L'aumento degli eritrociti provoca anche l'aumento della concentrazione di emoglobina nel sangue e quindi sale la capacità di trasporto di ossigeno del sangue stesso. Preparandosi in altura, quindi, l'organismo si adatta e impara a stimolare la produzione di globuli rossi ma è importante, però, prima di iniziare un periodo di allenamento in altitudine, controllare i depositi di Ferro di ogni atleta, altrimenti, se questi fossero insufficienti, si correrebbe il rischio di non essere in grado di aumen-

tare i globuli rossi in risposta all'altitudine. Ad alta quota la palla va più veloce, ma i recuperi sono più lenti e, per evitare il rischio di non essere nella dovuta forma fisica, c'è bisogno di un lavoro adeguato. Qualche Nazionale di calcio, dal momento che le leggi dei loro Paesi lo permettono, vedi Spagna e Inghilterra, potrebbe ricorrere a delle scorciatoie per un adattamento più veloce, mi riferisco alle tende ipossiche-ipobariche: esse sono delle strutture chiuse nelle quali l'atleta soggiorna per alcune ore, in genere di notte, respirando aria nella quale è stata ridotta artificialmente la pressione parziale di ossigeno. Certamen-

te le tende ipossiche sono più comode, ma in Italia sono considerate doping e quindi non sono lecite. E allora? Oltre ad auspicare regolamenti uguali per tutti, non rimane che effettuare i dovuti allenamenti. Le esperienze di molti atleti ci dicono che per impostare un ciclo d'allenamento completo servono dalle due alle tre settimane, partendo cauti e valutando man mano le variazioni dei valori con esami clinici. E se è vero, come afferma Lippi, che conta la stanchezza mentale non quella fisica, perché è la testa che aiuta le gambe, auguro alla nostra Nazionale un Mondiale “spensierato”.


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Psicologia

del prof. Daniele Popolizio

Mental Coach Resp.le “Progetto Europeo sullo Sport”, Direttore Generale CENPIS

Sfatiamo un mito: non vince il più forte

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ello sport, attraverso il mio continuo confronto con atleti di vertice, non ultimi gli atleti della Lazio Calcio che ho avuto modo di “ri-attivare” nei noti incontri di team sostenuti con loro e lo staff tecnico, è consuetudine comune l’assioma “Tanto alla fine vince il più forte”. Niente di meno veritiero e sostenibile! Pensiamo per un attimo solamente ad alcuni famosi esempi: Federica Pellegrini contro Laure Manaudou, il Milan Calcio contro il Liverpool in una bella finale di Champions League, Federer contro Nadal, la Roma Calcio delle recenti stagioni sportive contro l’Inter. Proprio quest’ultimo esempio la dice lunga. La Roma Calcio ha rincorso per molte giornate l’Inter, e ci è perfino riuscita grazie all’abilità di Mr. Ranieri e dello staff tecnico e manageriale; ma sul più bello, dopo essere passata in testa alla classifica ed esser divenuta “padrona del suo destino”…proprio lì sul traguardo è letteralmente scivolata a terra, perdendo l’occasione unica di un’intera stagione sportiva. Come del resto il Milan sconfitto ai rigori dopo un incredibile 3-0 a proprio vantaggio, recuperato dal Liverpool in meno di mezz’ora. Come è possibile? Come si può correre tanto e poi, una volta primi e con il sogno alle porte, sbagliare tutto e perdere? Gli sportivi diranno in coro “ma ci sono avversari più forti!”. E io ri-

spondo per voce della scienza internazionale che qui rappresento “Ma se sei lì per una manciata di punti o di decimi di secondo, o perfino sopra, questo assioma non regge perché le presunte differenze sono GIA’ state abbattute, si è già alla pari o sopra!”. La verità è un’altra, anche se scomoda: nello sport, come nella vita, la differenza tra chi vince e chi perde è pochissima, dipende non da “forza” o “potenza” o circostanze. Dipende dai nostri neuroni, dalla mente. Federica Pellegrini vedeva come un miraggio la rivale Manaudou ad appena un anno dalle Olimpiadi, tanto quanto Nadal vedeva lontano Fe-

genda di Davide contro Golia, deve insegnarci molto, e va nella direzione di quello che da scienziato ho studiato e confermato in queste pagine. Ho sentito la Roma Calcio porre l’attenzione su alcuni arbitraggi e sull’episodio di Totti verso Balotelli. Non fa bene dal punto di vista psicologico alle menti di quegli atleti, perché fa loro dare una spiegazione non veritiera della caduta avuta. La verità è che sul traguardo si è caduti e bisognerebbe capire perché affinché questo non si ripeta più. Non importa se la rincorsa è stata fantastica, in fondo gli atleti sono di spessore e anche gli staff, quindi salire era auspicabile e possibile. Mr. Ranieri ha dato un valore aggiunto ma è con le aspettative più alte, con lo stress a mille che vedi tutta la verità. La scienza ormai internazionale del mental coaching, profondamente diversa dalla tradizionale psicologia dello sport, nazionale in particolare, è una tecnologia per portare gli astronauti sulla luna, serve a raggiungere le cose più difficili. Oggi come dico spesso l’abilità non basta più, il Talento non è più sufficiente, occorre prepararsi bene ai momenti chiave che ci si pongono davanti. Per saperli cogliere e afferrarli. Per poter vincere. Ma soprattutto per non avere poi inutili rimpianti.

derer nei suoi tornei, ma entrambi hanno VINTO, hanno superato di testa l’avversario giorno dopo giorno. e lo dimostra in fondo l’Inter stessa di Mr. Mourinho, cresciuta di testa prima e giunta POI in finale di Champions. Finale a cui, aggiungo, deve fare ora molta attenzione perché a parer mio rischia di perderla. Quello che sto cercando di mettere in evidenza, dopo anni di studi internazionali da me condotti sul tema, è che per vincere, quando sei lì, non conta più “il più forte” ma “il più solido”, non quello più motivato perché la motiva- Per approfondimenti: “Vincere nelzione è solo volontà e non basta il la Vita” – edizioni Sperling & Kuppiù delle volte. La famigerata leg- fer, 2010


giugno 2010 Marta

31-05-2010

15:18

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Cultura sportiva

di Paolo Del Bene Direttore Sportivo A.S. Università Luiss Guido Carli

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uesti giorni negli Stati Uniti si sta giocando uno dei più spettacolari eventi sportivi del mondo: i Playoff NBA. 16 squadre di basket, divise tra East Coast e West Coast, intraprendono un cammino di partite intensissime ed adrenaliniche che porterà la squadra più forte ad afferrare il Titolo, il Trofeo, l’Olimpo del Basket. Questa tradizione, che appartiene anche al basket europeo, trasforma un’intensa stagione regolare, in una febbrile attesa per l’evento che consacrerà la squadra migliore. Durante il campionato, ogni squadra cerca di posizionarsi al vertice della classifica per poi avere nei playoff l’accoppiamento con la squadra con più sconfitte tra le qualificate. Questo sistema, oltre a dare un senso al campionato e a giustificare la lotta per il primo posto, permette alle squadre classificate (8 nel basket italiano), di andarsi a prendere il Titolo. E’ un tipo di torneo che dimostra davvero la squadra migliore. Senza il rischio di incappare nelle spiacevoli controversie arbitrali e di favoritismi che molto spesso vediamo in sport come ad esempio…il calcio. Ma non è solo il basket ad adoperare questo tipo di sistema. I playoff si giocano nella Pallavolo, nel Baseball, nel Rugby, nel Football, nell’Hockey e nel Calcio a 5. Negli anni ’90 anche i campionati di serie C1 e C2 hanno introdotto i playoff per la promozione, e

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Questione di Play Off...

dal 2004 anche nella serie B si sale nel massimo campionato tramite questo sistema. Ora, valutando i diversi sistemi di gioco, mi rendo perfettamente conto che ogni sport è influenzato dalla tradizione su cui è stato costruito. Per una squadra di basket è da sempre normale fare un tipo di campionato per poi eventualmente arrivare ai playoff e giocarsi tutto per vincere. Se l’anno prossimo una qualsiasi squadra di serie A di calcio dovesse arrivare prima in classifica per poi sentirsi dire che deve giocarsi

lo scudetto ai playoff, non ho dubbi che avrebbe da ridire, giustamente. Con questi presupposti però, riesco a vedere meglio tutti quegli avvenimenti che nel calcio non approvo, e che rendono il suo funzionamento spesse volte ingiusto. Quest’anno si è giocata la famosa partita Lazio – Inter, dove in un palese accordo tra le due società, si è visto che la Lazio ha scelto di perdere per impedire ai rivali della Roma di guadagnare il primo posto. Questo è un esempio al limite, ma

non per questo meno appropriato, per dire che in un sistema del genere non è assicurata la vittoria della squadra più forte. I playoff cercano di assicurare la vittoria sul piano sportivo, ed allontanano questi spiacevoli momenti di “politica”. Questo sistema molto probabilmente non verrà mai adottato, ma per una volta ci permette di vedere il nostro rumoroso campionato di calcio da una prospettiva inusuale, dalla quale i riflettori faranno luce anche su qualche contraddizione.



giugno 2010 Marta

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Fitness

di Fabio Ingargiola Personal Trainer fabioingargiola@yahoo.it

Allenamento con i pesi dopo i 60 anni

L’

esercizio fisico regolare viene ormai riconosciuto come elemento fondamentale di un sano e corretto stile di vita. Ed è per questo motivo che un crescente numero di over 60 si avvicina, talora anche per la prima volta nella propria vita, alla pratica dell’esercizio fisico strutturato e regolare. L’efficienza di tutti i sistemi aumenta dalla nascita sino ai 30 anni circa e successivamente cala di circa l’1% all’anno con l’aumentare dell’età’. I processi degenerativi legati all’invecchiamento possono essere rallentati, poiché l’attività fisica favorisce la conservazione della massa proteica e ritarda gli effetti dell’invecchiamento: quindi un soggetto fisicamente attivo di 65 anni può avere la stessa efficienza di un soggetto sedentario di 30 anni. Poiché la diminuzione della massa muscolare(sarcopenia) e la debolezza muscolare sono la caratteristica pressoché universale dell’ invecchiamento, dovrebbero essere messe in atto tutte quelle strategie volte a preservare o meglio ancora ad aumentare la massa muscolare anche dopo i 60 anni. L’allenamento per la forza (allenamento contro resistenza) svolto regolarmente sotto la supervisione di personale qualificato, si riflette in una serie di cambia-

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menti positivi come: incremento della densità ossea, diminuzione della pressione arteriosa, miglioramento della postura, aumento del metabolismo basale, aumento dell‘efficienza nella vita quotidiana. Nei soggetti anziani si riscontrano i miglioramenti, legati all’allenamento della forza, di entità paragonabile a quanto si osserva nei più giovani. Studi recenti condotti su soggetti novantenni di ambo i sessi indicano che 8 settimane di allenamento di potenza aumentavano la forza dei muscoli degli arti inferiore in media del 160%. Terminato l’allenamento nel corso di 4 settimane di vita sedentaria la forza si riduceva del 30%. E’ implicito naturalmente che l’attività di un over 60 non potrà essere la stessa di un atleta nel pieno del vigore. E’ d’obbligo, inoltre che ci siano delle restrizioni sugli esercizi, sui carichi da utilizzare, sull’intensità dello sforzo in modo da evitare però qualsiasi rischio. Nelle donne in particolare l’attività svolta con i giusti sovraccarichi induce un miglioramento nella produzione di collagene osseo, che aiuta a prevenire e controllare l’insorgenza dell’osteoporosi, malattia che per la sua gravità, è stata collocata al pari di altre malattie sociali come il diabete o il cancro.

CONSIGLI UTILI

• Utilizza carichi ridotti, ma non troppo (non inferiore al 60% del massimale). Indicare come calcolare il massimale • Bilancia il programma tramite la saggia combinazione di esercizi con le macchine e pesi liberi • Utilizza attrezzi come fitball, discosit, bosu, elastici, palla medica, per attivare o risvegliare la capacità propiocettiva (cioè la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio) e l’equilibrio. • Realizza un volume di allenamento medio - basso: 2 serie da 12-15 per ogni gruppo muscolare al fine di evitare acidosi e traumi muscolari • Esegui i movimenti in modo lento e controllato con particolare attenzione alla fase respiratoria. • Cura particolarmente la fase di riscaldamento e defaticamento tramite esercizi di stretching e mobilità articolare. • controlla la frequenza cardiaca durante il lavoro cardiovascolare (anche nel caso di attività open air come calcio o tennis) • Limita gli allenamenti a un massimo di 3 sedute a settimana: un numero maggiore non indurrebbe miglioramenti significativi ma aumenterebbe il rischio di traumi e abbandono precoce.




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