SPORT CLUB MARZO 2010

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La Capitale si mette in moto Torna Motodays, imperdibile appuntamento per gli appassionati delle due ruote






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Sommario

sommario marzo 2010 Editoriale La ricreazione è finita

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10 Psicologia Il mental coach 12 Focus Promozione turistica del territorio Morire d’Olimpiadi Sistema tonico posturale 15 Cultura sportiva Italia-Germania 4 a 3, ritorna la partita del secolo 16 Cover Motodays 2010: quattro giorni di vera passione per i motociclisti 20 Maratona In memoria di Bikila 24 Rugby Mai così vicini, mai così tanto amaro in bocca 28 Sci-orientering Orientarsi nella neve 32 Volley L’Italia è pronta per i Mondiali 36 Beach volley Ritorna a Roma il grande Beach Volley 38 Vela L’America’s Cup torna negli Stati Uniti dopo 27 anni 40 Olimpiadi Immenso Zoeggeler 42 Statistiche Italia 5° tra le grandi nazioni dello Sport 44 Tennis Rai Open 2010 46 Squash Lo squash romano veste il Tricolore 50 Polo Luca D’Orazio e Rommy Gianni 54 Fiamme Gialle Alessandro Pittin nella leggenda! 56 Calcio a 5 Sports-marketing 58 Energie rinnovabili La Tecnologia del fotovoltaico al servizio dello sport e dei dilettanti 60 Fitness Ritorna a Napoli SEBS - Fimes 62 Sport&Finanza 66 Golf 72 Roma Tuttincircolo 82 Adidas league 84 Napoli Tuttincircolo 86 Fitness 88 News

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Sport Club Editori srl via Morlupo, 51 -00191 Roma tel. 06 97600342 fax 06 97277879 www.sportclubmagazine.it info@sportclubmagazine.it Direttore editoriale Luigi Capasso

Sport Club Anno VIII - n. 57 - Marzo 2010 Reg. trib. di Roma n. 591/2004 del 30-12-2004 Direttore responsabile Luigi Capasso l.capasso@sportclubmagazine.it Editorialisti Cecilia D’Angelo, Paolo Cecinelli, Franco Chimenti, Pino Capua, Alessandro Cochi, Paolo Del Bene, Daniele Popolizio, Tommaso Mandato Hanno collaborato a questo numero Matteo Cirelli, Carlo Stigliano, Silvia Pittelli, Marco Trozzi, Alessandro Morucci, Enrico Morucci, Roberto Cundari, Andrea Tranquilli, Andrea Cecinelli, Gianni Boninsegna, Luigia Latteri

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Golf Simone Selli Sport&Finanza Marcel Vulpis Rugby Andrea Cimbrico Progetto grafico e Impaginazione Adversign s.r.l. grafica@sportclubmagazine.it Presidente Onorario Giuseppe Capelli Pubblicità Adversign s.r.l. Davide Campanella Via Morlupo, 51 - 00191 Roma tel. 06 97600342 cell. 335 7574074

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Stampa Plus Group s.r.l. - Roma Finito di stampare nel mese di febbraio 2010

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Salvo accordi scritti o contratti di cessione di copyright, la collaborazione a questo periodico è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali giunti in redazione. È vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari realizzati dalla Editrice Capasso s.r.l.

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Editoriale

di Luigi Capasso

La ricreazione è finita U

na delle incombenze, a discrezione se piacevole o non, di noi romani è quella di portare a fare il giro delle sette chiese i nostri amici nordisti conosciuti in un villaggio Valtur o su una barchetta al largo del mare d’Egitto. L’ultimo pellegrinaggio lo feci con un mio amico di una cittadina brianzola e soffermandoci estasiati a vedere le celeberrime meraviglie dei Fori Imperiali, con una simpatia che potete immaginare, gli indicai un piccolo sassetto coperto da un infelice arbusto e gli dissi in vernacolo: “Vedi, quello storicamente vale più di tutto il tuo Paese”... E, come diceva Totò, ho detto tutto …Terminate le chiacchiere, le isterie di massa, i proclami, gli imbonitori, il fatidico 5 marzo è vicino, la consegna al Coni dei dossier dei Comitati di Venezia e Roma alla risposta dei saggi alle famose sette domande è ormai alle porte. Sarà poi il CIO a valutarli. Nel frattempo dai quotidiani del Nord Est escono articoli e dichiarazioni tesi a fare melina pretattica e a buttare ancora una volta la palla sugli spalti attendendo il fischio finale. Roma Ladrona, il Coni è romano, Petrucci è della Lazio, il Palazzo delle Federazioni, Italia ’90, i Mondiali di Nuoto e via discorrendo. Penso che per caldeggiare una seria candidatura questi non siano gli argomenti giusti. L’Obiettivo è fin troppo chiaro, buttarla sul giochino della

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politica per distrarre l’attenzione sulla fattibilità di un progetto olimpico che non può desimersi dal considerare l’attuale impiantistica sportiva di una città e la reale attuazione di una futura. A parte il fatto che sul logo di Venezia 2020 non c’è nessun richiamo al Tricolore e già questo, per me, dovrebbe essere il motivo per bocciare la candidatura e poi, leggendo tra gli articoli pubblicati dai media, ci si rende conto che è un progetto che va a ledere, o sotto interpretazione, la carta olimpica che dice chiaramente che le gare debbano essere disputate in una sola città. Nonostante questo il sindaco-filosofo Massimo Cacciari dichiara alla stampa che imprendi-

tori del Nord del calibro di Benetton, Del Vecchio, Stefanel e tanti altri sarebbero già pronti ad accollarsi miliardi di euro di investimenti per supportare il sogno olimpico. Roma, intanto, è già partita a mille senza perdere un attimo di tempo. Abbiamo già ammirato il progetto del Villaggio Olimpico a Tor di Quinto con le sue mille sfaccettature per coinvolgere a pieno regime il Tevere e le meraviglie di una Roma millenaria. Già individuata la cifra da stanziare per avviare le grandi infrastrutture per le opere di mobilità che, secondo i primi calcoli del Campidoglio, si aggirano sui 300 milioni: 60 milioni per collegamento Prati Fiscali e Olimpica,

21 milioni per allargamento Pineta Sacchetti, 10 milioni per nuovo svincolo Cristoforo Colombo-Vai dell’Oceano, 115 milioni per ponte dei Congressi sulla Roma Fiumicino, 100 milioni per l’unificazione di via del Mare e via Ostiense: nel 1960 furono spesi 64 miliardi di lire, 31 per il Leonardo da Vinci, 6,5 per le 1343 residenze del Villaggio olimpico ( il quartiere INCIS), 7 per la bonifica delle baracche, 13 per la rete stradale, 5 per i collegamenti tra nord e sud di Roma. Chiaramente briciole in confronto ai numeri che si dovranno spendere per la Città olimpica, nel 2004 Atene 11 miliardi di Euro, mentre Pechino addirittura 33. Inoltre, con una ceri-


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monia solenne, si sono già riuniti in un’associazione gli industriali capitolini pronti ad affiancare il Comitato organizzatore (ultimo ad aderire Unicredit con Profumo). Non ci resta che attendere il timing dei nostri sogni: i primissimi di Maggio sarà ufficializzata la città italiana che poi dovrà attendere fino al 2013 per capire se il proprio lavoro potrà essere premiato con l’assegnazione. Nel frattempo godiamoci le celebrazioni di Roma60 a cinquant’anni dai Giochi. Comitato preseduto dall’ex sindaco Franco Carraro, ne farà parte Giulio Andreotti, ai tempi presidente del Comitato organizzatore. Anche qui il programma è tanto affascinante quanto ambizioso. Prevede interventi nei luoghi-simbolo che ospitarono le gare e negli impianti realizzati per ospitarle tra i quali viale Tiziano, il palazzetto e la Fontana della Sfera del Foro Italico. Tra convegni, dibattiti, mostre, Natale di Roma e francobolli, il clou si avrà il prossimo 11 settembre quando al Circo Massimo verrà organizzato un Concertone a mezzo secolo e un giorno dall’impresa dell’etiope Abele Bikila. Insomma, Roma Olimpica guardando indietro e già avanti a Venezia.

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Ostia

Le 7 domande del CIO Il dossier che l’amministrazine Alemanno deve presentare al Coni per convincere il Cio che Roma sia più adatta di Venezia ad ospitare i Giochi, contiene le risposte a 7 domande del Comitato Internazionale, che sono: 1 Perchè volete candidare Roma? 2 Chi vi appoggia politicamente? 3 Dove sono i finanziamenti? 4 Quali e dove sono le strutture che ospiteranno i Giochi? 5 In quale aree della città si concentrano le Olimpiadi? 6 Qual è la forza ricettiva della città? 7 In che stato versa la Capitale. E sul piano della sicurezza?

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Psicologia

del prof. Daniele Popolizio Mental Coach Resp.le “Progetto Europeo sullo Sport”, Direttore Generale CENPIS

Il mental coach L’evoluzione di una figura professionale di alto profilo per il superamento dei limiti ono cresciuto con mio padre come maestro professionale. Il Prof. Antonio Popolizio mi ha insegnato molto, forse quasi tutto. Poi, come dovrebbe essere un po’ per tutti nella vita, ti capita di notare altre cose, di provare a scoprire ancora di più, per perfezionare quello che già ti propongono. Si chiama spirito d’innovazione, inventiva, creatività. Ebbene questa dimensione psicologica è fondamentale per l’atleta di alto livello, perché lo può condurre non solo a costruire soluzioni nuove, ma anche a vedere le gare, gli allenamenti, le dinamiche dello sport, da un altro punto di vista. L’ho chiamata “Psicologia della Visione” e l’abbiamo messa a punto con la Commissione Scientifica dell’Unione Europea di Bruxelles in oltre 7 anni di studi internazionali. Attraverso l’invenzione della ormai famigerata “Tecnica dell’Imbuto” e la definizione di una vera e propria “Filosofia della competizione”, abbiamo potuto realizzare la prima preparazione psicologico - manageriale applicata allo sport. Una preparazione stagionale che non solo accompagna

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l’atleta in tutte le fasi della costruzione della performance, ma permette di “vivere” con lui tutta la dimensione sportiva, dalla vita più personale a quella prettamente sportivo – professionale. Questa preparazione esclusiva, di cui hanno potuto usufruire atleti importanti, poggia sul principio della gestione avanzata dello stress. Non più inteso come fenomeno negativo o da temere, ma da ottimizzare per dare di più. Quando conta di più. È la creatività dunque, quella che vediamo nuovamente trasparire nelle gestualità di Carolina Kostner, a permettere di esprimere molto del nostro potenziale latente. Un potenziale il più delle volte frenato, bloccato. Ecco questa è la differenza fondamentale dei nostri studi, delle nostre metodiche di preparazione, del nostro nuovo ruolo sociale. Il Mental Coach nasce per questo. Lo abbiamo edificato sulle ceneri di altre figure professionali proprio per correggerne i limiti e allargarne le sfere d’azione. Il Mental Coach, di cui ho il privilegio di rappresentare il Primo Esponente Europeo riconosciuto con diploma di merito, è una figura che esiste solo negli USA, in

Europa non c’era ma presto diventerà una scuola vera e propria di formazione. Il Mental Coach è un coach parallelo al Technical Coach, all’allenatore. È una persona altamente specializzata che si occupa di Risorse Umane, sia attraverso metodiche psicologiche che attraverso metodiche di management delle Risorse Umane. È un “Manager delle Risorse Umane”, le prepara ad esprimere il potenziale, se occorre lavora sulle sue “zone critiche”, in altre parole è un moderno chirurgo e capo –staff. I suoi collaboratori sono gli psicologi, dello sport e non, sono i coach, i motivatori. Le sue funzioni si esplicano attraverso il

rapporto continuo con l’atleta, ma anche con il suo manager, lo staff medico, lo staff tecnico. È una figura definita “Top Professional” che mira a ottimizzare il rendimento umano, individuale e di team. E a creare e far evolvere le sinergie con gli staff appunto tecnici e medici, ovviamente anche attraverso l’affiancamento dello staff che dirige. Tecniche di management, tecniche di comunicazione evoluta e tecniche psicologico – psicoterapeutiche: questi gli ingredienti vincenti, gli strumenti esclusivi, di questa nuova figura che un giorno permetterà a sempre più persone di…raggiungere i propri limiti. E superarli.



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Focus

di Cecilia D’Angelo

Direttore AGEN Sport Agenzia Regionale per lo Sport della Regione Lazio

Lo sport come promozione turistica del territorio uante persone si spostano ogni anno, mese o week end per assistere ad eventi sportivi di grande o piccolo livello? Quante imbracciano racchette, mazze da golf o gli scarponi e si muovono per raggiungere destinazione dove praticare il proprio sport preferito? Questa è la domanda che si è posto l’Assessore allo Sport della Regione Lazio Giulia Rodano e che Agensport, in collaborazione con il Corso di Studi in Scienze Motorie dell’Università di Tor Vergata ha raccolto, dando vita al progetto “Sport, turismo e impatto sul territorio. Il valore economico di un evento sportivo”. L’obiettivo è quello di conoscere un dato che molti ipotizzano, commentano, attorno al quale si elaborano congetture, ma che forse nessuno conosce chiaramente. Si tratta di ‘turismo indotto dallo sport’ perché la tipologia del turismo sportivo in senso stretto è soltanto la punta di un iceberg di una più generale mobilità territoriale internazionale.

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E’ pacifico che le risorse naturali ed artistiche di un territorio non possano, da sole, bastare ad attrarre turisti. Gli Enti e tutti gli attori che si fanno promotori del territorio, hanno la necessità di individuare e sviluppare nuove forme e nuove risorse per garantirsi una maggiore competitività. Il grande evento sembra muovere grandi flussi turistici ed in particolare la manifestazione sportiva risulta essere un eccezionale strumento di marketing territoriale. Ma, pur esistendo in letteratura diverse ricerche e analisi svolte ex ante in occasione della programmazione di un evento sportivo, si tratta per lo più di proiezioni sulla base di risultati attesi spesso con la funzione di promozione della manifestazione stessa. Diversamente scarseggiano dati legati al post evento che offrano un quadro completo e ampio dell’effettivo impatto economico che si è avuto sul territorio che ha ospitato la competizione. L’obiettivo del progetto è quindi studiare gli impatti economi-

ci, sociali e culturali degli eventi sportivi a Roma e nel Lazio allo scopo di fornire una base informativa ai policity maker perché prendano motivate decisioni all’interno di una più ampia strategia di sviluppo turistico locale. Per questo motivo nella ricerca è stata coinvolta anche l’AT Lazio (Agenzia Regionale per la Promozione Turistica di Roma e del Lazio). L’obiettivo sarà quello quindi di ricercare e raccogliere in maniera organica e facilmente consultabile i dati relativi ad alcune manifestazioni sportive promosse nella nostra Regione nell’ultimo anno sia di grandi dimensioni che piccolissimi. Entrando nel dettaglio si vuole sapere non solo il numero, ma le caratteristiche, le motivazioni e soprattutto poi l’impatto economico che deriva da questo movimento e l’eventuale promozione sul territorio di un determinato sport. Innanzitutto c’è chi lo sport lo segue da spettatore e chi invece lo pratica. In entrambi i casi c’è rilevanza ai fini numerici, ma

sono diverse le ricadute. Occorre però considerare le presenze degli allenatori, degli accompagnatori, dei familiari per quantificare con precisione il numero di persone che si sono recate in una località per seguire o partecipare a quel dato evento. E’ utile per esempio anche il dato di spesa effettuata nelle strutture ricettive delle località sede dell’evento, che hanno particolare rilevanza soprattutto nel caso si tratti di paesi di piccole dimensioni; si tratta infatti del valore aggiunto dato all’evento dai cosiddetti servizi collaterali. L’impatto turistico dovrà ovviamente essere confrontato con la specifica realtà territoriale e con il singolo evento. Un monitoraggio più approfondito e preciso potrà poi svilupparsi in una seconda fase di ricerca che segua il movimento del turista che si sposta per assistere ad un evento e quello dello sportivo che si sposti per praticare la propria attività a livello agonistico o anche solo amatoriale..


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di Pino Capua Consulente per il Sindaco per le politiche sportive del Comune di Roma

Morire d’Olimpiade l tragico incidente accaduto a Vancouver in Canada, pone nuovi interrogativi sulla sicurezza degli impianti sportivi. A poche ore dalla cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi invernali 2010, sulla pista di slittino, il georgiano Nodar Kumaritashvili perdeva la vita in un impatto violentissimo con il palo di sostegno dell'impianto. L'inchiesta ufficiale condotta dalla Federazione internazionale dello slittino (FIL) e dal Comitato organizzatore dei Giochi (Vanoc) ha assolto la pista: la tragedia è stata provocata da un errore dell'atleta, che non sarebbe riuscito a correggere la traiettoria perdendo il controllo dell'attrezzo nella fatale curva 16. Alcune dichiarazioni del presidente della (FIL) Joseph Fendt, però, contrastano con la versione ufficiale: la velocità massima doveva essere di 137 km/h mentre quella registrata era superiore di quasi 20 km/h. pertanto se il tracciato si è rivelato troppo veloce è logico pensare ad un errore di progettazione. Il fatto che numerosi atleti durante le prove fossero usciti di pista e comunque avessero avuto problemi durante la discesa, conferma i rischi legati all'impianto. Ci si chiede anche come mai, nonostante la Federazione abbia dichiarato che il povero atleta georgiano sia rimasto vittima di un suo grave errore e che quindi si possa parlare di fatalità, dopo l'inciden-

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te si sia provveduto ad attuare delle modifiche al fine di evitare un nuovo episodio “così eccezionale”: le protezioni sono state alzate ed è stato modificato il profilo del ghiaccio e si discute anche del dislivello tra partenza ed arrivo che doveva essere di 149 m. e che invece sarebbe di 152. Eppure lo Sliding Centre di Whistler è stato presentato come modello di riferimento mondiale per lo sviluppo dello sport dalla Stantec, la compagnia che ha realizzato l'opera.

A questo punto mi chiedo se il processo mediante il quale si misura o si stima un rischio sia stato valutato adeguatamente. Usando la logica di un processo che in economia è conosciuto come “risk management”, forse si sarebbe potuta evitare questa tremenda disgrazia. In un piano di azione a rischio, in genere si dovrebbe stabilire il contesto, identificare i rischi, analizzarli, valutarli, controllarli. “Controllare i rischi” significa progettare una fase di preparazione

ed approvazione del piano di azione e una fase di esecuzione, controllo e modifica del piano. La gestione del rischio è però un processo soggetto ad aggiornamenti e che non si conclude nell'identificazione iniziale del rischio stesso. In altre parole io credo che fare un passo indietro qualora ci si accorga che la posta in gioco è troppo alta, sia doveroso: non vorrei che l'eccessiva spettacolarizzazione di un evento, possa far passare in secondo piano il valore della vita umana.

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del Prof. Dott. Marco Zilia Bonamini Pepoli Docente in AFS presso Università degli Studi di Roma Foro Italico

Sistema tonico posturale ed attività sportiva “Il sistema posturale è un sistema automatico. L’uomo non ne ha alcuna coscienza e non ne parla” (Gagey 1977)

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esecuzione di ogni movimento è il risultato dell’integrazione del gesto volontario e di tutte le continue correzioni posturali involontarie necessarie al mantenimento dell’equilibrio. Il compito del sistema posturale è quello di consentire all’uomo la stabilità posturale, sia in statica che in movimento, adattandosi ai continui cambiamenti ambientali. L’uomo lotta contro la gravità per mantenere la stazione eretta e si oppone alle forze esterne mantenendo l’equilibrio nel movimento. Il sistema tonico posturale ha dei sensori che danno al cervello il segnale percepito. Questo viene elaborato dando una risposta motoria. I principali “sensori” sono: gli occhi, i denti e l’articolazione temporo-mandibolare, i piedi e l’apparato vestibolare (orecchio interno). Ovviamente ogni perturbazione ad uno di questi sensori ha come effetto un’errata informazione al cervello con una risposta conseguente. Nel sistema posturale è fondamentale il ruolo che a volte il nostro corpo assume in “ difesa” di fronte al dolore o errate informazioni

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Per quanto riguarda l’attività sportiva è quindi fondamentale avere un sistema tonico posturale in equilibrio proprio per evitare spiacevoli inconvenienti muscolari. che arrivano da alcuni distretti. Un esempio, può essere un incongruo appoggio dei piedi che, nello sportivo, è spesso causa di problemi ascendenti a carico delle ginocchia o delle anche. Anche un’incongrua occlusione dentale, può provocare dolori ai muscoli della masticazione (cefalea) o dell’articolazione temporomandibolare (click). Situazioni posturali scorrette compromettono la componente più importante dell’attività muscolare: la forza. Per quanto riguarda

l’attività sportiva è quindi fondamentale avere un sistema tonico posturale in equilibrio proprio per evitare spiacevoli inconvenienti muscolari. E’ importante per chi fa attività di base rivolgersi a strutture sportive di alto livello con istruttori qualificati, in grado di seguire le varie sedute di allenamento. Chi svolge attività agonistica, invece, deve “ascoltare” il proprio corpo ed eseguire con frequenza sedute di ricondizionamento muscolare attraverso esercizi opportuni e

soprattutto fare stretching dopo ogni allenamento. E’ dimostrato che una postura corretta è sicuramente vantaggiosa: il dispendio energetico è minore così come sono meno traumatizzate le strutture osteo-articolari, mentre, al contrario con una postura scorretta aumenta il rischio per l’apparato muscolo-scheletrico con ripercussioni anche sulle articolazioni ed i tendini. In caso di traumi o situazioni croniche la chirurgia è d’elezione ma, dove sopraggiungono risentimenti muscolari, tendinei o articolari, dopo aver fatto le opportune valutazioni diagnostiche presso medici specialisti, è opportuno riprogrammare la propria muscolatura. In alcune situazioni sono necessarie solette, bite, visita oculistica od otorinolaringoiatrica. Oggi esistono centri di Medicina dello Sport altamente qualificati che danno una risposta a quanto ho scritto attraverso professionisti e sistemi diagnostici di ultima generazione ed è, a mio avviso, il sistema migliore per svolgere attività sportiva in sicurezza e tranquillità riducendo al minimo il rischio di danni da allenamento incongruo.


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Cultura sportiva

di Paolo Del Bene

Docente del Corso di Laurea di Scienze Motorie Università Tor Vergata

Italia-Germania 4 a 3, ritorna la partita del secolo nel segno dell’etica l 19 Giugno 1970 tutte le televisioni d’Italia ronzavano e gracchiavano su quella che ancora oggi è considerata una delle più belle partite della storia del calcio. Italia e Germania, da quel momento rivali per sempre, trasformarono quella gara in leggenda. Per capire l’impatto che ha avuto quella partita, definita in seguito “la partita del secolo”, basta pensare che era una semifinale. Solitamente si mitizzano le finali di calcio, una bruciante sconfitta o il tetto del mondo; i calci di rigore, il 90° minuto che si avvicina.

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Ma quella partita, per intensità, passione, emozioni, rocamboleschi ribaltamenti di risultato, numero di gol, è stata la partita ideale, quella che più di un appassionato di calcio ha definito la partita perfetta. Ancora oggi nello Stadio Azteca della Città del Messico c’è una targa che ricorda e onora le due formazioni. L’atmosfera creatasi attorno al match è stata secondo me descritta con grande abilità dal giornalista Antonio Ghirelli che scrisse: “L'eco dell'avvenimento fu enorme. I tifosi messicani decisero su due piedi di murare una lapide al-

l'esterno dello Stadio Azteca per eternare una partita che aveva esaltato il gusto latino-americano per lo spettacolo e la battaglia. Un banchiere italiano, che seguiva la partita per televisione a Montevideo, cadde fulminato da un infarto. In Italia oltre trenta milioni di appassionati (...) rimasero incollati davanti al video, sebbene fosse mezzanotte passata. Molti andarono a coricarsi, sconsolati, quando Schnellinger aprì il fuoco nei tempi supplementari, ma alla rete di Burgnich un urlo lanciato in centinaia di case (...) e l'esito finale della pugna spinsero migliaia di appassionati nelle strade e nelle piazze... “ Oggi nel 2010 tutto questo splendido sfavillio di onori e di entusiasmo è scemato, soprattutto in Italia. Qualche giornalista a volte cita la fatidica “Italia - Germania 4 a 3”, ma rimane solo un partita troppo lontana, adatta alla tv in bianco e nero. E’ un peccato avere nelle propria storia e nel proprio dna sportivo un così alto esempio di prestazione di squadra, e non essere capaci di tenerselo stretto ancora adesso. Tutte quelle “vecchie glorie”, come le chiamano in Italia, che io preferisco chiamare “LEGGENDE”, come si usa nello sport professionistico negli Stati Uniti d’America. Dovrebbero essere una risorsa educativa preziosa, da consultare e da portare all’attualità. Soprattutto per tutti quelli che nel ’70 ancora non c’erano. Quando oggi lo sport ci delude e si macchia di gravi colpe, sappiamo che se vogliamo ricominciare abbiamo dietro le spalle tesori unici.

Quando al 6° minuto del secondo tempo supplementare Rivera segnò il quarto gol Italiano, non solo si concluse una stupenda partita, ma quelle due grandi squadre fecero al calcio del futuro un regalo inestimabile. Alla luce di questo, il Movimento dell’Etica e Cultura nello Sport, ha organizzato, durante la mattina del 18 Marzo 2010 presso l’Acqua Acetosa, la Giornata dell’Etica Sportiva, rivolta agli alunni della Scuola Secondaria di Primo Grado delle Regioni: Lazio, Campania, Abruzzo e Marche, patrocinata dal Coni, dal Cip e dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio. Durante questa giornata i ragazzi potranno giocare “allo sport” in 5 discipline sportive: Calcio,Basket, Volley, Hockey e Golf. Alla fine della giornata le Scuole che avranno totalizzato più punti ,per ogni Regione,verranno nominate Campioni Regionali di Etica nello Sport 2010, vincendo l’equivalente di 500 euro in materiale sportivo. Come tutor di quest’evento sono stati scelti proprio loro, le “LEGGENDE” di cui parlavamo prima. I nazionali di Messico 70, che hanno emozionato l’immaginario collettivo di una Nazione intera, una Nazione che per la prima volta scende in piazza e festeggia. Quelli di Italia Germania 4 a 3, in quella che tutti considerano la madre di tutte le partite di calcio. Proprio loro saranno ancora una volta chiamati a rappresentare un valore etico. E ad un paese che troppo spesso dimentica, vogliamo far rivedere quella vecchia partita, mai attuale come oggi.

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Motodays 2010: quattro giorni di vera passione per i motociclisti Quattro padiglioni da 10.000 mq ognuno faranno da splendido palcoscenico all’edizione 2010 di Motodays, in programma dall’11 al 14 marzo alla Fiera di Roma. di Enrico Morucci

traordinariamente, in un momento delicato per l’economia mondiale e per il settore motociclistico, il Salone Moto e Scooter del Centro-Sud Italia si conferma in netta crescita rispetto all’anno del debutto ed è pronto ad ospitare il “popolo” delle due ruote in uno spazio espositivo ancora più grande. Tante le ini-

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ziative che caratterizzeranno il ricco programma degli eventi di un’esposizione che avrà nell’area esterna e nelle aree tematiche i suoi punti di forza. Fuori dai padiglioni, infatti, i visitatori avranno la possibilità di sfruttare al meglio l’arrivo della primavera, salendo in sella alle novità del mercato negli spazi riservati ai demo

ride ed assistendo alle tante gare in programma sulla pista di Motodays mentre all’interno grande attenzione sarà riservata a tutti i settori delle due ruote: dai caschi all’aftermarket, passando per gli scooter, le custom e l’usato, ogni settore motociclistico avrà il suo spazio dedicato. Di seguito qualche gustosa anticipazione.


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LO SPETTACOLO DI CHRIS PFEIFFER In collaborazione con BMW Motorrad Italia, arriverà a Roma per il Motodays 2010 il re degli stuntmen, Chris Pfeiffer. Il 40enne tedesco, vincitore di quattro campionati mondiali ed europei di “stunt riding” è tra i più apprezzati freestyler del pianeta e si esibirà nell’area esterna della Fiera di Roma sabato 13 e domenica 14 marzo, in sella alla sua personalissima BMW F 800. www.chrispfeiffer.com

LA SCUOLA MINICAR Motodays, in collaborazione con ASGS (Associazione Sportiva Guida Sicura), organizzerà il primo corso gratuito di Guida in Sicurezza per minicar dedicato ai giovani. Teatro dell’evento sarà l’area esterna ai padiglioni di Motodays, che verrà attrezzata con birilli, tubi di irrigazione e diffusori d’acqua pronti a simulare un percorso con scarsa aderenza. Gli allievi potranno così sperimentare la nuova Guida in Sicurezza, imparando a gestire i veicoli nelle normali condizioni di marcia e nelle situazioni di emergenza con esercizi di base. Alla fine del corso, poi, gli stessi ragazzi riceveranno un attestato di partecipazione. www.asgsitalia.it WOMAN ACADEMY HARLEY-DAVIDSON Molto atteso anche il corso gratuito organizzato da Harley-Davidson Italia, che metterà a disposizione alcuni modelli della sua gamma per avvicinare al mondo delle due ruote chi non ha mai guidato una moto. In programma, nell’area riservata al Marchio americano ed esterna ai padiglioni, un corso base riservato alle donne e ai principianti accompagnati da qualificati istruttori, utile per apprendere i primi rudimenti di guida su strada. www.harley-davidson.com LE MOTO DEL PASSATO Grandi protagoniste di Motodays saranno le moto di una volta. In collaborazione con il Motoclub Yesterbike e con alcuni tra i maggiori collezionisti italiani saranno allestite le mostre dedicate alle due ruote di ieri. La prima sarà riservata alle moto che hanno fatto la storia della regolarità degli anni ’50-’70

mentre nella seconda sfileranno in “passerella” le stradali di successo degli gloriosi anni ’70. www.yesterbike.it L’AREA QUAD FMI A Motodays ci sarà spazio anche per i quad. Grazie ad un nuovo accordo raggiunto con la Federazione Motociclistica Italiana, in un’area esterna attrezzata e gestita dal Comitato Quad FMI, i visitatori del Salone romano avranno la possibilità di provare gratuitamente e in tutta sicurezza l’emozione della guida a quattro ruote. Una nuova, importante iniziativa promossa da FMI e Motodays, che permetterà al pubblico della Fiera di Roma di avvicinarsi a una delle specialità del fuoristrada di maggior successo. www.federmoto.it/home/sport/quad.aspx LO SPECIALE IN CHIARO SU MOTO TV Lo spettacolo di Motodays andrà in onda su Moto Tv (canale 237 di SKY) attraverso uno speciale quotidiano trasmesso in free vision e in differita di un giorno e dedicato alle novità del mercato 2010, alle esibizioni, alle gare dell’area esterna e alle iniziative speciali. Dallo studio televisivo realizzato all’interno dello stand di Moto Tv, i conduttori lanceranno servizi esclusivi, interviste ai protagonisti e approfondimenti sulla seconda edizione del Salone Moto e Scooter romano. Per l’occasione Moto Tv lancerà ufficialmente la nuova programmazione, ricca di contenuti live ed altre importanti novità. www.mototv.eu IL 1° CORSO ASSOBIKE In collaborazione con l’associazione Assobike (formata da alcune tra le più importanti

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campioni della Velocità sulle piste di tutto il mondo. www.motodays.it/index.php?id=193 I BANCHI PROVA Proprio la DimSport Technology, una delle aziende associate alla Assobike, porterà alla Fiera di Roma i suoi truck e metterà a disposizione dei motociclisti due banchi prova per i rilevamenti. Un’occasione da non perdere per i più “smanettoni”, che avranno la possibilità di perfezionare la messa a punto dei loro mezzi. www.motodays.it/index.php?id=354

aziende italiane produttrici e distributrici di componentistica per moto) gli iscritti avranno la possibilità di seguire un corso teorico sul montaggio e l’utilizzo del materiale messo a disposizione delle aziende. A tenere le lezioni saranno i tecnici di Bitubo, Carat Chiaravalli, Matris, Mivv, e DimSport Technology che metteranno al servizio degli iscritti al corso tutta l’esperienza accumulate seguendo i

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I FOCUS SU ASSICURAZIONI E SICUREZZA Grande attenzione sarà riservata anche ai settori di interesse pubblico come le assicurazioni e la sicurezza. Confermato per il 2010 il convegno “Il fare della sicurezza stradale”, che l’anno scorso riscosse un enorme successo e che per la prossima edizione si trasformerà in un vero e proprio talk-show, con la partecipazione di ospiti d’eccezione. Il secondo appuntamento riguarderà la guida su strada: “L’istruzione dei guidatori” sarà un convegno/talk-show nato con l’intento di

mettere a confronto differenti esperienze in tema di preparazione dei guidatori delle due ruote mentre un terzo focus farà il punto sulle assicurazioni, sulle polizze e sui relativi costi di “copertura” delle moto. I dettagli su www.motodays.it IL CONVEGNO SULLA SICUREZZA IN PISTA La moto tra mobilità e sport, a confronto con la strada e tutto quel che ne deriva in termini di sicurezza attiva e passiva. Questa la linea guida del convegno “La pista come laboratorio”, organizzato dal Gentlemen’s Motor Club di Roma e in programma nei giorni di Motodays 2010. La necessità di conoscere il mezzo e i propri limiti, una preparazione fisica che, nella guida esasperata, permette di mantenersi lucidi e nell’ambito quotidiano consente una limitazione dei traumi, significa avere consapevolezza e salvaguardia della vita propria e degli altri. Per questo motivo da parte del GMC (impegnato quotidianamente nella mobilità urbana e nell’organizzazione di eventi agonistici) nasce l’esigenza di diffondere la cultura della moto attraverso eventi come Motodays.


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I CAMPIONATI E TROFEI Nei giorni di Motodays, sulla spettacolare pista realizzata nell’area esterna ai padiglioni si sfideranno i protagonisti della prima tappa stagionale di Campionato Italiano Minibike Cross, organizzato dalla FX Action (www.fxaction.it). Tra le sfide in calendario per il weekend romano anche quelle dedicate al Trofeo Supermoto, al Trofeo Minibike Motard e al Trofeo Quad Motard. Tutta da vedere, inoltre, la gara organizzata dal MC Racing Terni e riservata ai Maxiscooter (www.trofeomaxiscooter.it), che regaleranno ai visitatori un “antipasto” della stagione agonistica 2010. LA CITTA’ DELLE CUSTOM In collaborazione con la rivista Low Ride (www.lowride.tv), sarà presentato a Motodays il Bike Show: un’area espositiva di quasi 500 mq dove saranno esposte numerose custom e chopper selezionate dalla redazione del mensile diretto da Giuseppe Roncen. Prevista la presenza di uno dei più apprezzati customizer europei, il tedesco Marcus Walz, 42enne di Heidelberg che porterà alla Fiera di Roma alcune delle sue ultime “creature”. LE FOTO PIU’ BELLE Nei padiglioni di Motodays sarà allestita anche una mostra fotografica dedicata al mondo racing: organizzata dall’agenzia Zac S.r.l., sarà caratterizzata da decine di immagini firmate Zac e Milagro e scattate sulle piste di tutto il mondo da Gigi Soldano, Tino Martino, Fabrizio Porrozzi e Stefano Taglioni: protagonisti della mostra, infatti, saranno i piloti della MotoGp, del Superbike World Championship, del Motocross MX1 e del Campionato Italiano Velocità. www.studiozac.net www.photomilagro.com

GLI ORARI D’APERTURA DI MOTODAYS 2010 Giovedì 11, venerdì 12 e domenica 14 marzo: dalle 10:00 alle 20:00 Sabato 13 marzo: dalle 10:00 alle 21:00

PREZZI D’INGRESSO Ingresso Intero: Euro 15,00 Ingresso Ridotto: Euro 12,00 (Tesserati FMI e tesserati Motoraduni.org su presentazione tessera e tutti coloro che presentano il coupon ingresso ridotto).? I tesserati Club "AMICI DI MOTOCICLISMO" potranno usufruire di un ingresso omaggio a fronte dell'acquisto di un biglietto intero. Ingresso gratuito: militari, forze dell’ordine (in divisa), bambini fino ai 12 anni e disabili con un accompagnatore Pacchetto Gold: euro 25,00 acquistabile tramite Call Center 892 982 e comprensivo di: un biglietto open valido per tutto il soggiorno del visitatore, un biglietto ATAC Big validità 24 ore dalla timbratura, mappa ATAC della mobilità, una mappa monumentale di Roma, una copia del “Suggeritown Agis” (eventi e spettacoli del mese) più offerta spettacoli ed eventi last minute e un voucher servizio ristorazione interna alla Fiera. Chi acquista un biglietto intero presso le biglietterie di Motodays il giovedì 11 marzo, ha diritto ad entrare gratuitamente un secondo giorno a scelta nei giorni di manifestazione. Il coupon Ingresso omaggio non è valido la domenica. Biglietti in prevendita con accesso riservato e ingresso per 2 giorni al prezzo di uno su www.listicket.it Chi acquista il biglietto in prevendita avrà diritto ad entrare gratuitamente un secondo giorno a scelta nei giorni di manifestazione.

BIGLIETTERIE Le biglietterie di Motodays sono situate all’ingresso Nord e all’ingresso Est.

INGRESSI Est: Via A.G. Eiffel (traversa via Portuense), consigliato per chi arriva in moto Nord: Via Portuense 1645-1647, consigliato per chi arriva in auto o treno

COME ARRIVARE In auto: Dal GRA (Grande Raccordo Anulare), uscita 30 in direzione Fiumicino e poi seguire le indicazioni segnaletiche per Fiera Roma. 5000 posti auto In treno: Dalle stazioni Tuscolana, Tiburtina, Ostiense collegate alle linee A e B della metropolitana, prendere il treno Fr1 direzione Fiumicino e scendere alla fermata Fiera Roma. Tariffa 1 Euro Per maggiori informazioni: www.motodays.it/index.php?id=234

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Il mondo corre alla maratona di Roma in memoria di Bikila Il 21 marzo si corre ricordando il leggendario atleta per la 16^ edizione: è boom di iscrizioni dall’estero di Matteo Cirelli

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La corsa degli Imperatori Il 21 marzo si svolgerà la sedicesima edizione della Maratona di Roma, l'evento che si è ritagliato uno spazio da protagonista nel calendario sportivo nazionale. Alla vigilia della manifestazione abbiamo incontrato il presidente Enrico Castrucci per un'intervista esclusiva. La Maratona di Roma è diventato appuntamento imprescindibile nel calendario sportivo italiano. Quali sono i segreti del suo successo? Innanzitutto l’unicità. Pochi posti al mondo, forse nessuno, possono offrire quello che offre lo scenario di Roma. E poi l’umiltà: ci confrontiamo con le realtà locali, nazionali ed internazionali in maniera insieme personale e professionale. Intercettiamo le dinamiche partecipative di base (club, associazioni sportive, anche all’estero) e offriamo un’esperienza di running e di evento. Ci poniamo come evento perfetto nella creazione di comunità. Inoltre: Roma. Un “marchio” spendibile come pochi. Infine gli sforzi per l’annullamento di ogni discriminazione e l’inclusione di tutte le categorie sociali, sia nella 42 chilometri, sia nella RomaFun – “La Stracittadina”. Correre per le strade della Capitale è un'esperienza irripetibile. Durante gli anni avete cambiato il percorso più volte. Quali sono le vie che assolutamente si devono percorrere durante la Maratona? Le vie da percorrere sono…quelle del tracciato di gara! A detta di tutti uno dei più belli del mondo. Disegnato in modo da mantenere minimo l’impatto sulla città dei non-runner, attraversa tutti gli scorci impedibili della città. Colosseo, Fori Imperiali, Piazza Venezia, Teatro Marcello, Bocca della verità, Circo Massimo, Piramide, Testaccio, Ponte Sant’Angelo, Vaticano, tutti i Lungotevere del Centro, la Moschea, via del Corso e Piazza Navona, la Fontana di Trevi e Piazza di Spagna. La Roma imperiale e quella barocca, la Roma umbertina e quella medievale. E poi, i quartieri. Ciascuno con la sua anima e il suo supporto. Il commento più bello è: “un sightseeing tour a ritmo maratona”. E che ritmo! I continui sforzi per il miglioramento tecnico del tracciato ci hanno portato ad un risultato di vertice: nel 2009 la Maratona di Roma è stata la sesta al mondo per velocità. Prima di Berlino, molto prima di New York. Si sta affermando la cultura del Green Event: manifestazioni sportive (e non) in cui vengono sensibilizzati pubblico e concorrenti al rispetto dell'ambiente, attraverso la raccolta differenziata, il risparmio energetico e alle promozione di buone azione ecologiche. È una strada che condividete? Assolutamente. Proprio in occasione della Maratona 2009 abbiamo aderito al progetto di forestazione e sensibilizzazione “Parchi per Kyoto”, che ora stiamo portando avanti. E in ogni caso: il running è sport environment friendly per eccellenza. Necessita di attrezzatura minima, si fa all’aperto, a minimo ambientali. Sono in cantiere diverse iniziative per il 2010 e 2011. Il momento storico ce lo chiede. Se dovesse organizzare una maratona in un'altra località del Lazio, quale sarebbe la più indicata? La Tuscia Viterbese. Quasi immacolata di colline e di spiagge, borghi antichi e lentezza di vivere, e poi i mille echi della cultura etrusca. Ricettività ampia e a prezzi accessibili, ottime infrastrutture, popolazioni interessate. Per organizzatori di road running un set ideale. Fra gli sport, di sicuro la corsa è il meno invasivo dal punto di vista ambientale. Ci sono però degli accorgimenti, delle regole, che si sente di dare ai runners per rispettare la natura? Il runner è di per sé un paladino della natura, abituato a muoversi a piedi. Non emette gas di scarico né rumori, e la manutenzione è minima. Il loro crescere di numero va già di per sé visto come accorgimento ambientale “collettivo”. Anzi: se i media adottassero il concetto di running come strumento di rispetto ambientale, diffonderebbero meglio la filosofia. Più running vuol dire più consapevolezza ambientale. Il Presidente Enrico Castrucci

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l 10 settembre 1960, sulle strade di Roma, il soldato etiope Abebe Bikila vinse la maratona olimpica, terminando la prova a piedi nudi, diventando così il primo atleta africano capace di conquistare un oro ai Giochi olimpici. La vinse, tra l’altro, con la migliore prestazione mondiale, 2:15.16. Quattro anni più tardi, ai Giochi di Tokyo 1964, ancora un oro nella maratona. Tutto questo, ha contribuito a fare di lui una leggenda, anche se l’impresa di Roma rimane il “marchio” di fabbrica di Bikila. Per rievocare quell’impresa, a 50 anni di distanza, la 16^ edizione della Maratona di Roma AceaElectrabel, in programma il 21 marzo 2010 (partenza ore 9 da via dei Fori Imperiali, diretta televisiva su RAI 3), dedicherà l’evento all’olimpionico scomparso nel 1973. La medaglia che riceveranno tutti i protagonisti all’arrivo della competitiva così come la Tshirt, lo zaino e il pettorale di gara celebreranno la sua figura epica. Tra le diverse iniziative previste, poi, anche il ritiro del pettorale

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numero 11, quello indossato dall’etiope a Roma 1960. Nessuno correrà con quel numero il 21 marzo 2010, o meglio tutti avranno un bollino sul pettorale recante il numero 11, in onore dell’olimpionico. Queste, le prime delle tante iniziative di contorno in programma nel 2010 nei giorni precedenti e successivi la Maratona di Roma, che con i suoi oltre 15.000 al via è la maratona più partecipata e veloce d’Italia e tra le più importanti al mondo. 2009 SUPER, 2010 DA RECORD La prossima Maratona di Roma AceaElectrabel, ripartirà forte dei dati esaltanti ottenuti con la prova dello scorso anno. L’analisi qualitativa della 15^ edizione della Maratona di Roma, svoltasi il 22 marzo 2009, ha piazzato la prova capitolina al 6° posto mondiale. Sommando i tempi dei primi dieci uomini e donne classificati (tabelle IAAF) in tutte le maratone del mondo, Roma con 4:39.55 (somma della media dei 10 tempi uomini, 2:09.56, somma tempi 10 donne, 2:29.59) è al 6^ posto. Ro-

Medaglia 2010. In una fusione di metallo, la nuova fusione di sport ed arte firmata dal Maestro scultore Alfiero Nena, presidente dell’Associazione Nazionale Scultori d’Italia


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ma è preceduta da Londra (4:32.57), Parigi (4:36.58), Dubai (4:38.14), Chicago (4:39.33) e Francoforte (4:39.39). Berlino, dove vengono stabilite da anni le migliori prestazioni mondiali, è 7^, un posto dietro Roma; New York solo 11^. Risultato importante che conferma Roma per il quinto anno consecutivo tra le maratone più veloci del mondo. Nell’edizione 2009, tra l’altro, da ricordare il successo del keniano Benjamin Kiptoo Koulum con il tempo di 2:07.17, migliore prestazione su suolo italiano di sempre. Passando al dato quantitativo, gli 11.099 arrivati del 2009 piazzano la Maratona di Roma al 15° posto mondiale e al 6° in Europa. Per questa edizione, ci si aspetta ancora di più. Al via oltre 15.000 podisti, dei quali oltre il 40% dall’estero (oltre 6.500 iscritti provenienti da 85 Paesi), dato che fa registrare l’ennesimo record per la Maratona di Roma AceaElectrabel. Segno tangibile, questo, che la città Eterna ha un fascino immutabile, e che l’evento maratona è amato come pochi altri dagli stranieri.

IL MARATHON VILLAGE Come da tradizione, la maratona vive già nei giorni precedenti con il Marathon Village, il grande expò che dal 18 al 20 marzo aprirà i battenti al Palazzo dei Congressi dell’Eur. Oltre 100 espositori del settore presenti, decine di eventi sportivi e culturali, con una presenza di oltre 80.000 persone, tra le quali i maratoneti che ritireranno lì il proprio pettorale e pacco gara e le migliaia di cittadini che acquisteranno quello per la “RomaFun-La Stracittadina”, la passeggiata non competitiva di 4 chilometri che quest’anno punta a sfondare le 100.000 presenze. Come ormai da tradizione, poi, alla “RomaFun-La Stracittadina” parteciperanno i centri anziani, le scuole di Roma e del Lazio, le parrocchie romane e i gruppi scout. Così come a questo evento nell’evento è abbinato da anni il “Progetto Charities”, ovvero l’adesione di decine di associazioni solidaristiche che attraverso la partecipazione alla “RomaFun-La Stracittadina” hanno l’opportunità di raccogliere fondi per finanziare i propri progetti.

LA MEDAGLIA Come da tradizione, infine, la Maratona di Roma AceaElectrabel si caratterizza per la medaglia che ogni anno viene assegnata a tutti gli atleti che finiscono la maratona. Com’è la medaglia di questa edizione? In una fusione di metallo, la nuova fusione di sport ed arte firmata dal Maestro scultore Alfiero Nena, presidente dell’Associazione Nazionale Scultori d’Italia. L'artista assorbe l'epopea di Bikila e la reinterpreta. L'etiope trasfigura nell'inconfondibile runner androgino di Nena. Capelli lunghi e lineamenti europei. Ma piedi nudi e 11 sul petto. È il “corridore del mondo”: è bianco e nero insieme, campione e amatore. E' il messaggio di Abebe che innerva la passione di migliaia di maratoneti. Il tradizionale slogan "Vinciamo ogni discriminazione" assume un significato insieme nuovo e antico: siamo tutti parte della stessa comunità. La pulizia del disegno è un inno alla semplicità liberatrice della corsa. La fattura artigianale dell'oggetto, un'esaltazione dell'unicità. È la medaglia della Maratona di Roma 2010.

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Mai così vicini, mai con così tanto amaro in bocca Il 12-17 del giorno di San Valentino contro l’Inghilterra non è il miglior passivo di sempre (nel 2008 19-23, ma tutta un’altra partita), ma è sicuramente la miglior prestazione mai messa in campo contro il XV della Rosa. di Andrea Cimbrico

lla fine ti ritrovi nella condizione di chi, prima del fischio d’inizio, avrebbe firmato per un risultato del genere e adesso ha le unghie delle mani consumate da ottanta minuti passati a mettere in difficoltà – che difficoltà – i vicecampioni del mondo, ad aver alzato la pressione tanto da far perdere la tramontana anche a Jonny Wilkinson, tradizionalmente di ghiaccio e, al Flaminio, autore di un 3/6 dalla piazzola lontano una galassia dai suoi standard realizzativi. No, non si può essere contenti di aver giocato alla pari con i Maestri – gli All Blacks saranno anche un fenomeno mediatico, il Sudafrica e l’Australia avranno vinto anche due Mondiali a testa, ma il rugby, alla fine, l’hanno inventato i sudditi di Sua Maestà – quando il risultato finale è un’altra onorevole sconfitta. Perché, e questo è il grande segnale che arriva dalla pancia del Flaminio, dove Ghiraldini e compagni si ritrovano dopo il fischio finale, l’Italia del rugby non va in campo per prenderne meno possibile, non va in campo per portare a casa onorevoli sconfitte. Va in campo per vincere, sempre. La partita con l’Inghilterra lo ha fatto intendere con chiarezza, ed è il migliore dei biglietti da visita in vista del secondo ed ultimo appuntamento che il calendario ha riservato alla Capitale ed allo Stadio Flaminio per l’RBS 6 Nazioni 2010: il 27 febbraio arriverà la Scozia per quella che è ormai diventata una del-

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le grandi classiche del Torneo. E pazienza se qualcuno la vede come lo spareggio per evitare il cucchiaio di legno. Gli highlanders visti nelle prime due giornate del 6 Nazioni hanno impressionato come e forse più degli Azzurri, offrendo un rugby dinamico e divertente, lontano da quello espresso nelle ultime stagioni, ma sempre basato sulla grande consistenza caratteriale di una squadra che è espressione – con i suoi pregi, con i suoi difetti – di un popolo, quello scozzese, abituato alla lotta da millenni di invasioni. Alla squadra che Andy Robinson sta ricostruendo in vista dei Mondiali neozelandesi del 2011 è mancato però, nei primi due turni, il risultato: 9-18 in casa contro una Francia che sembra la prima candidata al successo finale, poi l’incredibile sconfitta per 31-24 subita a Cardiff contro il Galles, dopo che a dieci minuti dalla fine, la Scozia conduceva per 1424. Uno stop shoccante, che negli animi degli highlanders deve aver lasciato segnali non meno pensati dei danni fisici che la battaglia in terra gallese ha fatto registrare: Thom Evans operato al collo per un trauma cervicale, il cecchino Chris Paterson fuori dieci settimane per una brutta botta a un rene. L’Italia, per contro, potrà approcciare la gara del Flaminio sull’onda lunga dell’entusiasmo suscitato dalla prova con gli inglesi, dove Alessandro Zanni ha giganteggiato nel ruolo di Sergio Parisse, Luke McLean ha dimostrato di essere in crescita costante, Craig Gower si è confermato l’uomo giusto che serviva per al-

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zare di dieci metri la linea dei trequarti azzurri. Che fanno ancora un po’ di fatica quando si tratta di concretizzare in meta, ma l’impressione è che sia solo questione di tempo. Battere la Scozia, poi andare a caccia del bersaglio grosso a Parigi e a Cardiff, due piazze solitamente difficili per l’Italrugby che, soprattutto in terra gallese, se si eccettua il pareggio del 2006, ha sempre rimediato pesanti batoste. Rispetto al Torneo del 2009, chiuso a fondo classifica con due sole mete segnate e ventuno subite, la musica suonata dalla Nick Mallett’s Band è comunque decisamente cambia-

ta. Lo si era intuito a novembre contro All Blacks, Sudafrica e Samoa, lo si è capito definitivamente dopo la gara interna contro gli inglesi. Lo hanno capito, ma forse non lo hanno mai messo in dubbio, i trentatremila che hanno ancora una volta riempito gli spalti del Flaminio e che, a fine gara, hanno salutato con un lungo applauso il giro d’onore di Ghiraldini e compagni. Lontani, lontanissimi i fischi isolati di un anno fa dopo il 9-38 interno contro l’Irlanda per una Nazionale che, più di ogni altra, ha saputo conquistare e mantenere l’affetto dei propri tifosi anche nei momenti di maggiore difficoltà.

Il 27 febbraio, dunque, appuntamento al Flaminio per sostenere ancora una volta la Nazionale contro la Scozia: già staccati oltre trentunomila tagliandi, i biglietti ancora disponibili sono in vendita tramite le ricevitorie abilitate Listicket o su www.listicket.it La gara del Flaminio potrà contare, domenica 28, anche su un’appendice “in rosa”: allo Stadio Natali di Colleferro, alle 14.30, tocca alla Nazionale femminile andare a caccia della prima affermazione stagionale contro l’omologa scozzese. Maggiori informazioni sul sito della Società responsabile dell’organizzazione, la Red&Blu Roma: www.redblu.it

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Orientarsi nella neve di Matteo Cirelli

RENTO: Durante la stagione invernale l’Orienteering, il tradizionale sport dei boschi, si trasforma. Abbandonate le scarpette o le mountain bike, più adatte all’estate, gli atleti mettono gli sci di fondo ai piedi e percorrono chilometri di percorsi innevati. Piste non necessariamente battute, capita infatti spesso di trovarsi nel bel mezzo di neve fresca, alta e pura, pur di riuscire a mettere in atto la miglior scelta di percorso. Perché nell’Orienteering vince chi riesce ad individuare con maggior rapidità i punti di controllo (lanterne) indicati sulla mappa

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gara, interpretando nel migliore dei modi la cartina che ogni partecipante ha in dotazione. Come nella versione estiva della corsa, la componente fisica non è tutto, ma sono necessarie doti di ragionamento e concentrazione per riuscire ad avere la meglio sugli avversari. Al pari nelle altre discipline di questo sport anche sugli sci vi sono prove su distanze differenti: Sprint, Middle, Long e Staffetta. Esiste un modo di fare Orienteering in cui la componente fisica non è importante ed è facilmente praticabile anche dalle persone diversamente abili ed è il Trail-O, ossia orientamento di precisione.

Anche in questo bellissimo e affascinante sport l’agonismo, sempre nello spirito della lealtà e del fair play, ricopre un ruolo importante. Infatti esistono competizioni a tutti i livelli, promozionali, regionali, nazionali ed internazionali con la Coppa del Mondo e di Campionati Europei e Mondiali. Il movimento azzurro ha ritrovato una nuova linfa e la Fiso, Federazione Italiana Sport Orienteering, è riuscita a riorganizzare il settore sciistico. Oltre ad un rinnovato entusiasmo sono state inserite nuove figure tecniche coordinate dal responsabile federale Nicolò Corradini, che in carriera è sta-


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to campione del mondo, e il Commissario Tecnico Roberto Ceol. A questo si deve aggiungere un imponente sforzo organizzativo che ha visto ripartire un grande circuito nazionale di prove valide per l’assegnazione della Coppa Italia. A Passo Lavazè (TN), lo scorso 13 dicembre si è aperta la stagione. L’ottimo livello tecnico delle competizioni, il successo di partecipazione e la presenza di atleti di caratura internazionale giunti in Italia appositamente per partecipare a queste gare, hanno sancito definitivamente il successo della nuova annata dello Sci Orienteering che si prepara a vivere uno dei punti più alti della stagione il prossimo mese di marzo (dal 20 al 25) ad Aosta, quando si svolgeranno i campionati mondiali militari invernali. La manifestazione oltre ad essere la prima grande occasione di rivincita dei Giochi di Vancouver è un importante evento che vuole testimoniare il

ruolo dei militari nel promuovere momenti di fratellanza, pace e dialogo veicolati attraverso lo strumento dello sport. Si gareggerà nelle località di Brusson, Cogne, Cormayer, Flassin Saint Oyen, Geessoney Saint Jean e Pila, con la cerimonia d'inaugurazione ad Aosta. Gli azzurri, tutti con un palmares importante, che stanno preparando l’evento sono: Emiliano Corona e Simone Paredi del Centro Sportivo Esercito, Simone Jeantet dei Carabinieri. L’Italia spera in un risultato di prestigio come ricordato nella conferenza stampa di presentazione delle squadra nazionali che si è svolta nella sala del Consiglio Comunale di Cogne lo scorso 28 novembre alla presenza del presidente Fiso, Sergio Grifoni, del sindaco Bruno Zanivan, del responsabile tecnico federale Alberto Bethaz, il delegato Fiso regionale, Carla Balma, Il responsabile del settore formazione, Luigino Zanella.

Che l’entusiasmo sia molto per la stagione sciistica lo ha ricordato pure uno dei campioni azzurri, Gabriele Canella, atleta tesserato per il GS Monte Giner, e dominatore delle prime prove di stagione. “"Da 5 anni pratico Sci-O, vivendone le varie vicissitudini. In questo momento stiamo attraversando una fase di forte rilancio. Lo si capisce dalla ricchezza del calendario e dall’attenzione che è riposta su di noi dagli organi di informazione. I risultati ottenuti sin qui sono incoraggianti anche se il divario con i leader europei è ancora tanto. Possiamo migliorare grazie ai nostri tecnici e all’impegno costante ma soprattutto gareggiando e confrontandoci ai livelli più alti. Ringrazio Cristian Giacomuzzi e Roberto Ceol, che hanno portato una marcia in più sia in termini di entusiasmo che di nozioni sciistiche”. Nel frattempo, proprio per dar corpo al processo di crescita hanno preso il via una serie di esperienze internazionali che hanno visto gli azzurri impegnati dapprima in Svizzera, precisamente a Gluringen nel Canton Vallese a fine dicembre per una serie di prove con i fortissimi atleti rossocrociati, ed in seguito a San Pietroburgo, in Russia, per la Coppa del Mondo di specialità a gennaio. I risultati ottenuti per il momento non sono stati esaltanti ma sicuramente i confronti sostenuti sono serviti per poter prendere le misure alla concorrenza. Un punto di partenza importante per impostare i piani di lavoro per il futuro. Volgendo lo sguardo alle prove italiane, Gabriele Canella e Manuel Negrello si sono contesi la palma di miglior azzurro in campo maschile, mentre tra le donne la lotta è fra Claudia Zanetel, Meryl Pradel ed Elena Jagher a giocarsi il ruolo di primadonna dello Sci-O. Canella ha ottenuto il successo nel campionati italiano Middle Distance di Passo Cereda confermando i pronostici. Manuel Negrello, ha saputo contrastare Canella con efficacia il giorno seguente, nella Sprint Distance di Lago Calaita, aggiudicandosi il tricolore nella specialità breve. Dietro di loro scalpita un gruppetto di giovani smaniosi di mettersi in mostra come Daniele Orler e Thomas Zanoner . Tra le donne doppio successo tricolore per Claudia Zanetel in grado di essere competitiva sulle 2 distanze. Anche in questo caso, ottimo il successo organizzativo di GS Pavione e US Primiero con al via società provenienti dalla Lombardia, Friuli, Veneto, Lazio, Piemonte e Trentino Alto Adige nonché una società austriaca. Gli atleti, al termine della loro prova non han-

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Sci-orienteering no fatto che elogiare la bellezza dei tracciati che in cui hanno potuto sciare in modo impeccabile anche grazie ai tracciati perfettamente ideati da Piero Turra e Adriano Bettega. Il neo campione d’Italia Sprint ha svelato così il segreto del suo successo: "Un vittoria frutto della regolarità e della concentrazione e quindi sono sicuramente soddisfatto di me stesso. Ho affrontato il mio avversario principale, Canella, a viso aperto. Siamo rimasti sempre in parità ed alla fine ho trovato quel guizzo in più che mi ha permesso di cogliere un successo meritato". Che nell’Orienteering il fair play sia di casa lo hanno confermato le dichiarazioni del battuto, Gabriele Canella. "Ha vinto il più forte e va bene così. Io mi sono aggiudicato la Middle Distance e Negrello la Sprint. L’ho visto sciare con grande sicurezza ed ho capito sin da subito che sarebbe stata dura batterlo. Sono comunque molto soddisfatto della mia prova, che ho terminato a soli 20" dall'oro in una gara bellissima, tra le più belle di Sci-O mai viste, tecnica al punto giusto ma anche scorrevole. Credo che basti un dato per confermare il buon livello della prova con i primi con 4 atleti della classifica racchiusi in 1' 20". Evidente la gioia pure in Claudia Zanetel, vincitrice tra le donne su tutte e due le distanze: "Anche in assenza di Elena Yagher ho dovuto dare il meglio di me, partendo molto concentrata e mettendo in campo tutte le mie energie. Solo nel finale ho capito che avrei vinto quanto ho intravisto in lontananza la mia principale avversaria di oggi, Meryel Pradel. Ho saputo conquistare un doppio titolo che mi permette di guardare con serenità alle prossime prove di carattere internazionale". Fra le donne stesso podio della gara Midle: Claudia Zanetel, al secondo posto Meryl Pradel davanti a Erica Perconti. Lo Sci-Orienteering si sta così confermando disciplina spettacolare, emergente ed ambiziosa. Il potenziale di questo sport è alto, ed il fatto di essere stato inserito all’interno del programma dei Campionati Mondiali Militari, assieme a sci (alpino, nordico e sci alpinismo),biathlon, short track, arrampicata offre allo sport dei boschi un’importante vetrina. In gara circa 800 atleti. Per gli italiani sono preannunciati, tra gli altri, i fratelli Moellg, Pietro Piller Cottrer e Giorgio Di Centa. L’Orienteering ha intrapreso il suo nuovo corso verso traguardi nemmeno troppo celati, ossia diventare disciplina olimpica a tutti gli effetti. In bocca al lupo a questo meraviglioso sport.

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Prossimi appuntamenti 27-28 Febbraio - Cogne Promozionale e Coppa Italia Sprint-Middle 6-7 Marzo - Campo Carlo Magno Campionati Italiani Relay-Long


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Proseguono i lavori in vista dei Campionati del Mondo Maschili di Pallavolo che andranno in scena dal 24 settembre al 10 ottobre.

L’Italia è pronta per i Mondiali di Volley di Marco Trozzi

a rassegna iridata, come noto, si giocherà in dieci città -Ancona, Catania, Trieste, Firenze, Milano, Modena, Reggio Calabria, Roma, Torino, Verona - che ospiteranno ventiquattro squadre per un totale di settantotto incontri. Una rassegna iridata che torna in Italia trentadue anni dopo l’edizione tenutasi a Roma nel 1978, un evento sportivo che desterà l’attenzione dei media nazionali e internazionali per ben diciassette giorni. A circa sette mesi dall’inizio del Mondiale, il presidente del Comitato Organizzatore Carlo Salvatori e il direttore generale Francesco Ghirelli, in un’intervista rilasciata a Sport Club, illustrano la situazione dei lavori, facendo un’analisi de-

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gli aspetti economici della manifestazione, le possibilità di crescita per il movimento pallavolistico nazionale e l’importanza che la rassegna iridata può avere per l’ammodernamento degli impianti di gioco.

Carlo Salvatori Presidente del Comitato Organizzatore In virtù della sua esperienza nel settore bancario e, più in generale, economico nazionale quali pensa siano i vantaggi dell’organizzare una manifestazione simile? La candidatura di un Paese a un grande evento, come può essere il mondiale di pallavo-

lo, mette in gioco diversi fattori. Uno di questi, e non può essere altrimenti, è l’indotto economico che può derivare da una manifestazione di questo tipo. Nel nostro caso, l’effetto si estenderà a tutto il territorio, poiché la rassegna iridata attraverserà l’Italia da nord a sud. L’attenzione del mondo si concentrerà su di noi, pertanto sarà utile far capire all’estero che l’Italia è un Paese accogliente, in grado di organizzare grandi eventi e che ha tanto da offrire. Occasioni come queste vanno ben utilizzate anzitutto per l’importante afflusso di turisti che, arrivando per seguire le partite, coglieranno l’occasione per godersi qualche giorno di relax qui da noi. E’ importante comprendere l’importanza del-


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l’evento affinché ciascuno faccia la propria parte nei confronti di tutti coloro che si avvicineranno ai mondiali e all’Italia. Organizzare il mondiale vuol dire creare nuovi posti di lavoro, valorizzare le nostre aziende e le nostre professionalità. Vuol dire concludere importanti accordi e far si che se ne sviluppino di nuovi anche quando i riflettori si spengeranno. Infine, fatto importantissimo, è avere la possibilità di lasciare strutture nuove o ammodernate, professionalità formate, dirigenti e tecnici. Tutto questo, e altro ancora, fa parte dell’inestimabile patrimonio che puntiamo a lasciare anche grazie al grande impegno della Federazione Italiana Pallavolo che ha creato negli anni un movimento forte, che cresce con il tempo e che ha nei giovani il suo punto di forza. Esiste un rischio di spreco di denaro, considerando che si giocherà in dieci sedi? Certo il rischio c’è, per questo ogni scelta deve essere studiata, ragionata e valutata nei minimi dettagli. C’è un budget con cui dobbiamo fare i conti quotidianamente. Se avessimo organizzato il mondiale su meno sedi, sicuramente sotto alcuni aspetti avremmo

avuto un risparmio a livello economico, ma le dieci location in realtà sono proprio la nostra forza. La pallavolo è un movimento fortemente radicato sul territorio e questo mondiale ne è la dimostrazione. Questo ci permetterà di avere una visibilità maggiore in tutto il Paese e saremo raggiungibili da ogni parte d’Italia e del mondo. Per i nostri appassionati sarà un po’ come avere il mondiale sotto casa. Infine, per le aziende che investiranno nel mondiale, poter agire su dieci città sarà un valore aggiunto che pochi possono offrire. In qualità di presidente del CO cosa si aspetta dalla manifestazione? Guardandolo dal punto di vista organizzativo, il nostro mondiale sarà vinto se riusciremo a lasciare un segno: strutture, professionalità, organizzazione. Questa sarà la nostra vittoria e per questo stiamo lavorando. I ragazzi di Anastasi faranno il resto, sono certo che anche loro, con l’aiuto del pubblico, potranno togliersi delle belle soddisfazioni. Organizzarlo in casa sarà una responsabilità doppia, soprattutto dopo un’attesa lunga trentadue anni, ma desideriamo che

“E’ importante comprendere l’importanza dell’evento affinché ciascuno faccia la propria parte nei confronti di tutti coloro che si avvicineranno ai mondiali e all’Italia”. C. Salvatori sia una grandissima occasione; abbiamo i mezzi per renderlo un evento che si ricorderà a lungo. Non solo sport, ma anche solidarietà, mi riferisco alla Operation smile, perchè? Perché la solidarietà è connaturata al senso stesso dello sport. Per questo il Mondiale di Pallavolo Maschile 2010 tende la mano a chi soffre, a chi è meno fortunato. Siamo dei privilegiati e non possiamo dimenticarci dei bisognosi. Donare un sorriso a quei bambini che non l’hanno mai avuto è il regalo più bello che la nostra manifestazione possa fare. In

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Pallavolo

concreto, nel corso del mondiale i Comitati Organizzatori Locali delle dieci città coinvolte come sedi di gara, organizzeranno manifestazioni ed eventi finalizzati alla raccolta di fondi per un progetto che vedrà impegnati i medici volontari di Operation Smile in Africa. Un evento mondiale è l’occasione per dare un segnale forte di solidarietà e noi non vogliamo mancare all’appuntamento.

Francesco Ghirelli Direttore generale Comitato Organizzatore A che punto sono i lavori? Il Comitato Organizzatore, assieme ai dieci locali, è in piena attività. Ormai non manca molto e le varie aree e dipartimenti lavorano a pieno regime. Dal mese di marzo partiremo con la seconda fase della comunicazione che sarà intensificata massicciamente. Anche per quanto riguarda la televisione si lavora intensamente. Ad inizio febbraio, proprio con il team della Rai, abbiamo avuto una riunione (alla quale ha partecipato anche il ct della nazionale Andrea Anastasi, ndr) per parlare del piano di lavoro previsto per la rassegna iridata. A breve sarà attiva la biglietteria on li-

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“La pallavolo può competere con tutti gli altri sport, anche perché il suo bacino d’utenza è molto ampio e merita una vetrina internazionale così importante”. F. Ghirelli ne e inizieranno i corsi di formazione per i volontari, coloro che con amore e tanta passione ci aiuteranno in questa grande impresa. Circa quindici giorni fa abbiamo avuto la notizia che il maestro Arnaldo Pomodoro, con il progetto grafico di Andrea Lancellotti, realizzerà il poster ufficiale della manifestazione, la cartolina del mondiale che potrà essere ammirata girando l’Italia e che volerà anche oltreconfine grazie alla prestigiosa firma dell’opera. Quali le maggiori difficoltà nel gestire i preparativi di una manifestazione simile? Quello che più mi preoccupa sono le difficoltà nella reperibilità di risorse economi-

che. Mi spiego meglio: abbiamo deciso di lavorare con un budget rigoroso, mantenendo alto il livello di professionalità degli addetti ai lavori. Per quanto riguarda le sponsorizzazioni, le cifre disponibili non sono più quelle del recente passato, ma contiamo anche sul contributo della piccola-media impresa nazionale, da sempre l’ossatura della nostra economia. A parte questo, sono molto sereno. Lavorare al fianco degli uomini della Federazione Italiana Pallavolo per noi è una sicurezza, la loro esperienza è fondamentale, basti pensare che l’Italia organizzerà anche i Campionati del Mondo Femminili del 2014. Anche le istituzioni locali sono molto presenti in questa fase; tutti stiamo facendo del nostro meglio in un momento come questo, nel quale il peso della contrazione dell’economia nazionale e internazionale si fa sentire parecchio. La gestione del rapporto tra Comitato Organizzatore e i dieci COL Abbiamo un rapporto regolato da una convenzione. Questa è basata su un budget e ogni variazione alla convenzione deve essere approvata dal Comitato Organizzatore. Ogni COL deve trovare fonti economiche e può muoversi autonomamente, trovando gli accordi che


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più reputa opportuni, ma è necessario che vengano seguite le linee guida, le regole della Fivb (Federazione Internazionale di Pallavolo, ndr) per far sì che ci si attenga agli standard di una determinata tipologia lavorativa. Il nostro ruolo è quello di seguire passo dopo passo ogni singola fase. Tra noi e loro c’è una sinergia importante che permetterà di mantenere alto il livello di qualità della nostra rassegna iridata. Noi diamo indicazioni, controlliamo – prosegue Ghirelli - coordiniamo i lavori, ma è chiaro che il reperimento delle risorse fa parte dell’area delle competenze locali. A Roma e Milano, per esempio, saranno allestiti dei villaggi e metà degli introiti che verranno ricavati saranno i loro.

“Lavorare al fianco degli uomini della Federazione Italiana Pallavolo per noi è una sicurezza, la loro esperienza è fondamentale, basti pensare che l’Italia organizzerà anche i Campionati del Mondo Femminili del 2014”.

Il ruolo del direttore generale. Quanti aspetti bisogna saper gestire contemporaneamente? Avere delle competenze specifiche in tutti i settori è difficile, così come non esiste una figura che possa pensare di avere la conoscenza in tasca. Per questi motivi penso che il segreto di un buon direttore sia quello di saper lavorare in gruppo, essere disponibile ad ascoltare per poi prendere delle decisioni.

Credo che con questa rassegna iridata si abbia la possibilità di mettere in luce un sistema Italia. Potremmo dire di aver fatto un buon lavoro se avremo contribuito alla diffusione della pallavolo a livello giovanile, se avremo permesso la realizzazione e l’ammodernamento degli impianti di gioco, se saremo in grado di creare un indotto economico a livello locale. Il nostro obiettivo principale è quello di dare un segnale forte in termini di capacità organizzativa e, naturalmente, quello di ottenere un risultato sportivo di prestigio.

Da che cosa dipenderà il successo organizzativo della rassegna iridata?

F. Ghirelli

Ha lavorato nel mondo del calcio e in quello della pallavolo, quali le differenze? Ritengo che la pallavolo sia più diffusa e amata a livello giovanile, ha una struttura molto radicata nel territorio nazionale, la sua presenza è dominante fino ai 14 anni d’età, ma poi, superata questa soglia, il calcio ha la capacità di fagocitare e monopolizzare gran parte del mercato sportivo nazionale. Il mondiale può dare una mano in questo senso, contribuendo al salto di qualità a livello manageriale e dirigenziale. La pallavolo può competere con tutti gli altri sport, anche perché il suo bacino d’utenza è molto ampio e merita una vetrina internazionale così importante. Cosa vi ha spinto ad accettare un ruolo così prestigioso, ma anche molto difficile? La sfida. Sono affascinato dall’idea di lavorare in un team sostanzialmente giovane che ne uscirà formato e arricchito a livello d’esperienza. Mi ritengo un uomo fortunato e con me tutti coloro che contribuiranno alla causa di questo evento. È necessario che ognuno, con la propria capacità e professionalità, faccia in modo di migliorare qualcosa, risolvendo i problemi che ci si pongono dinanzi di volta in volta.

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Beach volley

Ritorna a Roma il grande Beach Volley Al Foro Italico uno dei tornei più prestigiosi dello Swatch FIVB World Tour rande attesa a Roma per lo Swatch FIVB World Tour - Foro Italico Grand Slam 2010, il torneo maschile e femminile di beach volley in scena al Foro Italico dal 17 al 23 maggio prossimi e che vedrà scendere in campo i più apprezzati protagonisti della disciplina. Si ripete e si arricchisce, dunque, l’appuntamento con la “pallavolo sulla sabbia” nella Capitale, dopo l’Open maschile dello scorso anno vinto dai tedeschi Julius Brink e Jonas Reckeramann, poi laureatisi campioni del mondo. Quest’anno Roma ospiterà il primo dei sei Grand Slam della stagione (seguiranno Mosca in Russia, Stavanger in Norvegia, Gstaad

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in Svizzera, Klagenfurt in Austria e Stare Jablonki in Polonia), un torneo con un montepremi di 600mila dollari che fa parte del progetto quadriennale voluto e curato dalla jointventure tra Coni Servizi S.p.A. e la Federazione Italiana Pallavolo. A Roma sperano di ben figurare anche gli italiani Matteo Varnier e Paolo Nicolai, giunti quinti nell’Open dello scorso anno tra la sorpresa e gli applausi del pubblico presente, i gemelli Paolo e Matteo Ingrosso e le campionesse d’Italia Greta Cicolari e Marta Menegetti, che nel 2009, alla loro prima stagione giocata assieme, hanno ottenuto numerosi risultati di prestigio. Nella prova femminile, inoltre, grande attesa per

Daniela Gioria e Giulia Momoli, la miglior coppia italiana in assoluto nel ranking internazionale con la 20esima posizione e 2.200 punti totalizzati nel 2009. Non solo sport, però, al Foro Italico. I visitatori, oltre a seguire i numerosi match che si giocheranno dal pomeriggio alla sera, potranno essere i protagonisti del villaggio che verrà allestito alla conclusione degli Internazionali di tennis. Un modo originale e coinvolgente per trascorrere sette giorni all’insegna del divertimento. Nell’area hospitality, infatti, ci saranno numerosi stand, bar e locali, dove poter vivere un evento che promette grandi emozioni ed intrattenimento.


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Vela finita com’era cominciata. Con un litigio, anzi questa volta sarebbe meglio definirlo un ammutinamento. E’ accaduto sulla barca del Comitato di Regata, un motoscafo semicabinato da cui si prendono le decisioni per far partire, posticipare o annullare la regata. A bordo, oltre al personale che gestisce le manovre e la cambusa, tre giudici. Due di Alinghi ed uno di Bmw Oracle. Una delle assurdità del vecchio regolamento (il famoso Deed of Gift) è che la giuria venga scelta secondo questo criterio. Pensate cosa succederebbe se per una partita di calcio, tipo un derby, una delle due squadre nominasse due membri della terna arbitrale. Una contraddizione per definizione perché un arbitro non può essere di parte, ma il vecchio regolamento della Coppa America è stato scritto nel 1851 quando il concetto di sportività era ben altra cosa. Bmw Oracle, però, aveva chiesto di poter avere a bordo della barca della Giuria un proprio rappresentante in qualità di osservatore, una specie di testimone dei fatti. Alinghi ha dovuto concedergli questa opportunità ma con una clausola discriminatoria: “a bordo potete far salire chi volete, ma non il signor Tom Ehman (manager della sfida americana, considerato a ragione un vecchio volpone dei regolamenti). Oracle ha accettato ma poi ha mandato proprio Ehman. Un dispetto anche se la richiesta degli svizzeri era inaccettabile. L’edizione numero 33 della Coppa America, tra Alinghi e Bmw Oracle si è disputata con queste scaramucce iniziali poco rassicuranti. Il problema era abbastanza centrale. Le due barche erano talmente diverse che una (Alinghi) era favorita soltanto in condizioni di vento molto leggero e quindi il team svizzero, assicuratosi la maggioranza nella giuria, voleva “controllare” la regata facendola partite soltanto quando le condi-

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di Paolo Cecinelli Caporedattore centrale La7 Sport

L’America’s Cup torna negli Stati Uniti dopo 27 anni

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Ci vogliono 4 ore per montare la “wind sail” di Bmw Oracle. Un’operazione molto complessa, la vela rigida viene appoggiata sullo scafo e l’albero viene issato come fosse un windsurf. Durante le regate non è mai stata smontata e di notte una squadra di 10 persone era sempre a bordo pronta ad intervenire in caso di vento forte.

zioni erano a proprio favore. L’ultimo giorno, domenica 14 febbraio 2010, il vento è stabile e la regata potrebbe partire ma inspiegabilmente la partenza viene data con un ritardo di un’ora e mezza. Sulla barca del Comitato di Regata si stava discutendo animatamente. I due giudici svizzeri non volevano far partire la prova e continuavano a rinviarla senza un motivo plausibile. Tom Ehamn chiama via radio la Guardia Civil e con un atto di forza fa dare inizio alle pro-

cedure di partenza al terzo giudice. Alinghi è lontana dalla linea di partenza, entra in ritardo nel teatro della prepartenza e si prende una penalità. Bmw Oracle parte bene e vince la Coppa America portandosi sul 2-0. A fine regata nessuna contestazione, nessuna polemica. Qualche giorno più tardi, da Ginevra arriva una dichiarazione di grande distensione da parte di Ernesto Bertarelli che ammette la superiorità degli americani. “Hanno fatto un la-

voro splendido con la vela rigida – dice l’armatore svizzero - sono stati più bravi. Noi di Alinghi aspetteremo di conoscere i dettagli della prossima Coppa e poi decideremo cosa fare. Intanto, continueremo a fare regate in giro per il mondo. La storia di Alinghi continua”. Dunque la Coppa America torna negli Stati Uniti, l’avevano persa nel 1983 quando il leggendario Dennis Conner venne battuto dagli australiani che avevano studiato uno speciale ed inedito profilo della pinna della barca, composta di due alette in grado di creare un effetto aliscafo. Oggi, come allora, la tecnologia è stata determinante in questa affascinante sfida. Il trimarano di Bmw Oracle era

un’autentica astronave. Lo scafo, rivisto e corretto dopo che Alinghi aveva presentato il leggero catamarano, era un vero capolavoro di altissima ingegneria navale con alcune soluzioni progettuali rivoluzionarie come l’albero con la vela rigida come l’ala di un aereo. Oltre 62 metri di altezza, contro i 52 di Alinghi, quasi due volte l’ala di un Jumbo, più alto della Torre di Pisa. Una serie di flap, lamelle e piccoli alettoni tutti comandati idraulicamente con un bassissimo coefficiente di penetrazione nell’aria . Una vittoria costruita in sede di progetto con grandissimo coraggio, a dimostrazione che dietro a tanta tecnologia ci vuole sempre l’uomo.

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Olimpiadi

Immenso Zoeggeler, nche se a Vancouver non è riuscito a centrare il terzo oro olimpico consecutivo in tre diverse edizioni a cinque cerchi, Armin Zoeggeler si è consacrato Re indiscusso dello slittino conquistando una medaglia di bronzo che vale quanto un oro. Sui ghiacci canadesi, macchiati dalla tragedia accorsa allo sfortunato slittinista georgiano Nodar Kumaritashvili, il campionissimo del Centro Sportivo Carabinieri è riuscito a superare anche l’angoscia di un’Olimpiade, che iniziata nel segno della morte, ha condizionato fortemente gli animi di chi poi ha dovuto comunque compiere il proprio dovere da atleta e scendere giù a tutta velocità in quel maledetto budello di ghiaccio. Una volta abbassata la visiera del casco il dolore e tutte le ansie del momento lasciano spazio alla fame insaziabile di vittoria che questo formidabile atleta azzurro ha nel sangue e che gli è costato il soprannome di Cannibale. Armin è uno che non scherza e che punta sempre al massimo risultato; per essere il migliore di sempre non lascia nulla al caso e con grande meticolosità studia ogni particolare della pista alla ricerca della traiettoria vincente; durante la stagione vive in simbiosi con la sua slitta studiandone tutte le potenzialità. Centrare il tris d’oro a Vancouver sarebbe stato il massimo, ma le condizioni ambientali e meteorologiche lo hanno penalizzato favoren-

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bronzo e quinta medaglia ai giochi, nessuno come lui di Stefano Giommoni

Per essere il migliore di sempre non lascia nulla al caso e studia ogni particolare della pista alla ricerca della traiettoria vincente do i suoi avversari tedeschi. Lui, che rispetto agli altri, soffre un po’ in partenza, preferisce il ghiaccio duro e compatto, la velocità pura e i percorsi estremamente tecnici. Ma il ghiaccio molle per la pioggia e per le alte temperature insieme alla decisione degli organizzatori di ridurre di 200 metri la lunghezza del percorso per motivi di sicurezza dopo l’incidente di Kumaritashvili, hanno reso la vita semplice ai teutonici, che a casa loro scendono abitualmente in queste condizioni di ghiaccio. "Sono davvero soddisfatto per questa medaglia di bronzo che rappresenta la mia quinta medaglia in cinque diverse edizioni delle Olimpiadi - ha dichiarato Armin a fine gara – mi sono trovato in difficoltà perché ho grossi problemi quando la partenza è così in piano e piena di piccoli salti e curve, che non permettono di par-

tire al massimo della velocità. In queste condizioni di pista, con molta umidità e con il ghiaccio un po’ molle, i tedeschi sono sempre stati i più forti ed sarebbe stato veramente difficile fare qualcosa di meglio. Questo risultato per me è importantissimo; nonostante puntassi al terzo titolo olimpico consecutivo questo bronzo per me vale come un oro. La mia voglia di vincere – aggiunge Armin - è intatta e questa gara mi dà nuovi stimoli per continuare nella mia carriera che proseguirà fino a quando sarò competitivo ed il fisico mi assisterà”. Sul traguardo la certezza del podio ha liberato la gioia del campione del Centro Sportivo Carabinieri che con questo risultato ha aggiunto una nuova perla al suo formidabile palmares. A Vancouver Zoeggeler è arrivato come l’uomo da battere dopo l’agevole conquista della sua nona Coppa del Mondo, vinta a pochi giorni dall’apertura dei Giochi dopo un dominio durato dalla prima all’ultima delle otto prove, con quattro vittorie, tre secondi posti ed un 7°. Alle nove sfere di cristallo si devono poi aggiungere 2 titoli olimpici, 5 titoli mondiali, due ori europei, 49 vittorie in Coppa del Mondo, un titolo iridato tra


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gli juniores e 12 titoli italiani assoluti. Storica e unica la sua striscia vincente nelle cinque edizioni dei Giochi a cui ha partecipato: bronzo a Lillehammer 1994, argento a Nagano 1998, oro a Salt Lake 2002 e Torino 2006 ed infine bronzo a Vancouver 2010. Con quest’ultimo risultato, Armin ottiene il 26° podio nelle ultime 28 gare internazionali disputate e diventa il quarto azzurro più medagliato di sempre ai Giochi Invernali dopo le fondiste Stefania Belmondo, Manuela Di Centa ed il bobbista Eugenio Monti. Archiviata la gara di Vancouver e celebrate le gesta immense di un campione unico, assoluto, ineguagliabile, appare doveroso cercare di conoscere più da vicino l’uomo oltre che l’atleta, capire come nasce un fuoriclasse del genere, il migliore di sempre, il mito, la leggenda vivente di questa affascinante disciplina. Armin ha origini semplici, rurali, radicate nella sua terra d’origine che è una parte del Sud Tirolo in provincia di Bolzano. Foiana, il paesino dove vive, si trova a 3 km di strada di montagna dal maso di famiglia dove è cresciuto e dove ha trascorso maggior parte della sua vita insieme alla madre, al padre Peter, ex slittinista ed al fratello Alex. In questi luoghi la vita scorre lentamente al contrario di quello che succede quando si sale su una slitta lanciata a tutta velocità su una pista ripida e ghiacciata; le giornate a casa Zoeggeler sono sempre state fatte di fatica e duro lavoro nei campi; Armin fin da piccolo ha imparato a apprezzare questa vita semplice, trascorsa nei campi in piena simbiosi con la natura, a contatto con cervi, caprioli, cavalli, camosci; una quotidianità densa di emozioni di

“La mia voglia di vincere è intatta e questa gara mi dà nuovi stimoli per continuare nella mia carriera che proseguirà fino a quando sarò competitivo ed il fisico mi assisterà” altri tempi, come quelle di mungere le vacche o di andare a tagliare la legna nei boschi con il padre. Ma da dove nasce l’amore per la slitta e per il rischio, per la velocità? “Da piccolo l’unico modo per raggiungere la scuola, quando la neve invadeva il sentiero che portava a valle – racconta con un pizzico di nostalgia Armin – era quello di camminare o di scendere con la slitta. Io preferivo sempre la seconda opzione e spesso mi lanciavo con una vecchia slitta di legno coi pattini di ferro”. A tutta velocità e con la cartella sulle spalle, il futuro pluricampione olimpico e mondiale, iniziava a familiarizzare con curve, traiettorie, salti e cambi di pendenza. Spesso dietro di lui, si lanciava al suo inseguimento, il fratello Alex che, quasi sempre invano cercava di superarlo; i due Zoeggeler si sfidavano in accese corse giù per i sentieri di montagna innescando una sana, fraterna rivalità, un agonismo primordiale che di lì a qualche anno sarebbe diventata una delle armi migliori di Armin. Quella voglia innata di vittoria, quell’istinto spietato di essere il migliore di tutti, quella vena vincente che ancora oggi all’età di 36 anni lo conferma nell’Olimpo dello slittino, fa-

cendone un mito da rincorrere, una leggenda da imitare, un campione mai visto prima. Oggi Armin vive con la moglie Monika e i figli Thomas e Nina che già hanno assaporato l’emozione di lanciarsi con la slitta come fa papà; addirittura Nina, a solo 8 anni, ha già partecipato a qualche gara di slittino naturale. Al ritorno da Vancouver la vita di Armin ripartirà da questi luoghi amati e la necessità di staccare un po’ dalle fatiche fisiche e mentali di una stagione impegnativa come quella appena trascorsa, prenderà il sopravvento sulla sua dipendenza dalle competizioni, sulla sua inesauribile voglia di battersi con i migliori per continuare a vincere sempre di più. Dopo l’oro olimpico di Torino 2006, Luca Cordero di Montezzemolo, lo invitò ad Imola a provare una Ferrari, conoscendo la passione di Armin per le frecce di Maranello e sapendo quanto lui desiderasse cimentarsi alla guida di un bolide che invece degli affilati pattini d’acciaio corresse su quattro ruote gommate; da quell’esperienza ne venne fuori anche un protocollo di collaborazione tra la Federazione Italiana Sport Invernali e la casa di modenese, finalizzata allo studio dell’aerodinamica e dei materiali delle slitte. E’ chissà invece cosa gli riserverà l’Arma dei Carabinieri, che subito dopo i Giochi torinesi, per premiare i suoi grandi trionfi sportivi, lo promosse dal grado di Appuntato Scelto a quello di Vice Brigadiere; Armin è estremamente orgoglioso di indossare la divisa della Benemerita ed in più ha dimostrato quanto sia onorato di essere italiano e di portare in alto il tricolore, come in occasione della conquista della nona Coppa del Mondo, quando sul podio si commosse sulle note dell’inno di Mameli. Il futuro prossimo del “Cannibale” prevede un immancabile appuntamento che lui ama segnalare come obiettivo principale della stagione a venire – Nel 2011 i campionati del mondo si disputeranno sul tracciato olimpico di Cesana Pariol – precisa Armin – io ci sarò per rincorrere il massimo risultato, e quindi il mio sesto alloro iridato”. La pista questa volta sarà a lui favorevole, per lo meno stando alle statistiche ufficiali che lo hanno sempre visto vincere sul tracciato piemontese in tutte le nove gare finora ivi disputate: Olimpiadi, Coppe del Mondo, Campionati Europei e Campionati Italiani. Goditi il più che meritato riposo adesso e quando lo vorrai torna, più forte e affamato che mai perché i cuori dei tanti tifosi azzurri che ti amano, hanno ancora tanto bisogno delle tue mitiche imprese sportive e delle tue vincenti corse sfrenate sui ghiacci di tutto il mondo.

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Statistiche

Italia 5° tra le grandi nazioni dello sport Fonte Havas Sports & Entertainment Global

“Le Grandi Nazioni dello Sport” è uno studio realizzato da Havas Sports & Entertainment, la rete globale di agenzie di comunicazione di Havas Media specializzate nello sport e nello spettacolo. In attesa dei Giochi Olimpici Invernali di Vancouver ormai alle porte, e a due anni dai Giochi di Londra 2012, questo studio fornisce un quadro d’insieme della posizione ad oggi delle principali nazioni dello sport. La ricerca include tutti i titoli aggiudicati in 55 sport e 155 discipline, coprendo sport come il calcio, ma anche sport che raccolgono meno attenzione da parte dei media, come gli sport non olimpici, ad esempio il roller skating.

Classifica 2009

CLASSIFICA GENERALE - LE GRANDI NAZIONI DELLO SPORT 2009 Classifica 2008 Nazione Oro Argento Bronzo

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

1 2 3 4 6 5 7 8 10 11

Posizione risultati 2009 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

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Stati Uniti Cina Russia Germania Italia Francia Gran Bretagna Australia Giappone Corea Del Sud

204 159 127 119 81 80 61 56 52 44

181 86 110 100 70 100 68 58 47 42

CLASSIFICA RISULTATI 2009 Nazione Oro Argento Stati Uniti Cina Russia Germania Italia Francia Gran Bretagna Australia Giappone Spagna

107 72 63 57 46 42 33 26 25 25

84 46 51 51 39 52 33 27 31 30

177 87 126 99 69 106 63 63 58 36

Totale 562 332 363 318 244 286 192 177 157 122

Bronzo

Totale

85 41 56 41 48 55 30 37 31 33

376 159 170 149 133 149 96 90 87 88



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Tennis

RaiOpen 2010: giovani oggi, campioni domani di Andrea Tranquilli

l Circolo Sportivo della Rai è tutto pronto per ospitare la prima tappa romana dell’ATP Challenger Tour 2010. 35.000 Euro il montepremi del torneo. Questo torneo di tennis internazionale è anche un trampolino di lancio ed una vetrina privilegiata per i giovani ed emergenti tennisti italiani. Giunto alla sua seconda edizione promette un’organizzazione ed una copertura televisiva almeno all’altezza dell’edizione 2009, in cui Rai Sport e Super Tennis hanno trasmesso molte delle partite disputate, gran parte in diretta. Ad aggiudicarsi il torneo singolare 2009 è stato l’argentino Sebastian Decoud; il doppio è andato alla coppia italo-tedesca Alessandro Motti – Simon Greul.

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Proprio Greul, vincitore del doppio e finalista del singolare, fuori dei Top 100 durante il torneo, ha raggiunto nel corso del 2009 la posizione 56 del ranking mondiale. Qualche giorno prima dell’inizio del torneo, in accordo con la Federazione Italiana Tennis, saranno assegnate, preferibilmente ai giovani tennisti emergenti nazionali, le wild card per il tabellone del challenger del Circolo Sportivo Rai. Il campo centrale ospita trecento spettatori, si prevede il “tutto esaurito” dal 10 al 18 aprile al Circolo Rai e speriamo che questo evento faccia brillare una nuova stella del tennis mondiale, ricordando che Sampras, Federer e Nadal sono alcuni dei tennisti usciti dalla palestra del Challenger Tour. www.raiopen.it per tutti!



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Squash

Lo Squash romano veste il Tricolore Urbe Squash è l'associazione Campione d'Italia a Squadre in carica. E' il primo club del centro-sud ad essersi aggiudicata il titolo. di Matteo Cirelli

asce nel 2005 dalla passione di 4 amici/giocatori e in poco più di 5 anni è la seconda associazione sportiva di squash come numero di agonisti. Tra i sui giocatori annovera i due giocatori più forti in Italia maschile e femminile: Manuela Manetta, 7 volte campionessa italiana. E' l'italiana che ha vinto più titoli nazionali. Numero 43 al mondo (classifica WI-

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SPA). Davide Bianchetti, la bandiera italiana dello squash all'estero. Numero 37 al mondo (classifica PSA). Tra i giocatori internazionali che giocano per il nostro club in italia: Stephane Galifi (italo-francese) numero 57 al mondo; Ramy Ashour (egiziano) numero uno al mondo; Laurens Anjema (olandese) numero 13 al mondo; Thierry Lincou (francese) numero 8 al mondo; Wael El Hindi (egiziano) numero 11

al mondo. Tra le giovani leve, invece, il più forte Juniores DIMITRI DIAMADOPOUOS e un'altra promessa under15: FILIPPO PAGLIARULO. Attualmente l'Urbe Squash non ha campi propri ma viene ospitata dal Roman Sport Center. Grazie alla collaborazione e la disponibilità della proprietà della palestra riusciamo ad organizzare numerosi tornei federali. L'ultimo il 30 e 31 gennaio 2010 è stato giudicato


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il miglior torneo federale nella storia della federazione a cui hanno partecipato i migliori giocatori italiani e stranieri. Le prime 4 teste di serie erano classificati sotto i 50 giocatori al mondo. Tra i tanti tornei il più importante si è svolto il 28 di febbraio ed è stato un torneo giovanile con la partecipazione di tutte le giovani promesse dagli 11 ai 19 anni. A.S.D. Urbe Squash si propone di promuovere lo squash tra i ragazzi per cercare di diffondere anche questa attività sportiva tra le giovani leve (lo squash è stato definito dalla rivista Forbes lo sport più salutare al mondo). Per sviluppare questo punto l'associazione attualmente sta lavorando con la Roman Sport Center e da quest'anno i ragazzi possono prendere lezioni il sabato a prezzi molto vantaggiosi con l'istruttore federale Carlos Camino. Info: www.urbesquash.it

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Club news

Dott. Alfredo Ceccarini Medico Chirurgo Specializzato in Ortopedia e Traumatologia Chirurgia del piede

Calcio e traumi da stress: frattura metatarsale Calciatori alle prese con uno dei traumi da stress più frequenti: frattura metatarsale. Principali fattori di rischio: piede cavo, sforzo eccessivo e calzature inadeguate. Il Dott. Alfredo Ceccarini scioglie le riserve: “Il continuo impatto con il terreno, tipico di uno sport come il calcio, determina uno stress meccanico reiterato”. di Paolo Brandimarte

a frattura metatarsale rientra a pieno titolo nel novero dei cosiddetti traumi da stress, che si manifestano soprattutto negli sportivi che

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praticano la corsa. Tra questi i calciatori, solitamente portati a spingere sulle dita dei piedi, con conseguente stress meccanico sulle teste metatarsali (in particolare 2°, 3° e 4° metatarso ndr).

Nell’ottica dei fattori di rischio, va menzionato il continuo contatto con il terreno di gioco, che determina un’eccessiva sollecitazione della regione metatarsale. Nella maggior parte dei


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casi, l’insorgenza del dolore è spia rivelatrice della presenza di un trauma da sovraccarico: la frattura metatarsale da stress tra sintomi, meccanismi, diagnosi, terapia e trattamento chirurgico. Dott. Ceccarini, come mai i calciatori incappano in questo genere di infortuni? “I calciatori spingono molto sulle dita dei piedi, sottoponendo le teste metatarsali ad un grande stress. In particolar modo, il 2°, 3° e 4° metatarso sono assai suscettibili in termini di fratture, a causa delle loro sottili dialisi”. Meccanismi e dinamiche. Cosa accade nello specifico? “Il continuo impatto con il terreno, tipico di uno sport come il calcio, determina uno stress meccanico reiterato sulle teste metatarsali, con evidenti ripercussioni ad altre strutture adiacenti”. Quali i fattori di rischio? “In modo conciso: scarpe inadeguate nell’assorbire gli urti, sforzo eccessivo e costante contatto con il terreno di gioco”. Sintomatologia: il dolore è un preoccupante campanello d’allarme? “Assolutamente si. Di solito i pazienti presentano dolore all’avampiede, conseguente

nella maggior parte dei casi, ad uno sforzo eccessivo. Il tutto certificato dalla palpazione della zona gonfia. L’insorgenza del dolore può anche avere carattere improvviso oppure manifestarsi in maniera intermittente per un periodo di 2-3 settimane”. In chiave diagnostica, la risonanza magnetica è sufficiente? “Non propriamente. La radiografia, di solito, non diagnostica la frattura fino a quando non si forma il callo osseo, a distanza di 2-3 settimane dalla lesione. In certi casi, può rendersi necessaria una scintigrafia ossea. Altri test diagnostici potenzialmente utili sono la termografia e la stimolazione continua con ultrasuoni”. Qual è la terapia maggiormente indicata? “Innanzitutto, è opportuno sospendere l’attività sportiva per qualche settimana. In un secondo momento, è particolarmente indicato l’utilizzo di calzature adeguate, atte ad assorbire gli urti. Una volta ultimato il processo di guarigione, riabilitazione in campo e preparazione atletica vanno condotte sull’erba o in alternativa, su superfici morbide”.

“In questi casi si ricorre all’immobilizzazione in gesso. Una volta applicato, va portato per un periodo di 1-2 settimane, onde evitare fenomeni come atrofie muscolari e ritardi nel percorso riabilitativo”.

II e III, specie negli sportivi, il trattamento chirurgico consiste nell’introduzione di una vite percutanea da 4 o 4,5 mm, con l’ausilio di un filo guida o di una fresa per rivitalizzare il focolaio di frattura”.

Da un punto di vista chirurgico, che tipo di trattamento viene approntato? “Attualmente nelle fratture tipo

Una guarigione completa. Con quale tempistica? “I tempi di guarigione variano da 3 a 12 settimane”.

In caso di insuccesso delle terapie sopra citate, come si procede?

IL MEDICO RISPONDE linea diretta con specialisti in or topedia • fisiatria reumatologia • medicina dello sport • radiologia scienza dell'alimentazione

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Luca D’Orazio & Rommy Gianni EquiEquipe Polo Gold Cup Press Office ph.: Tony Ramirez e Stefano Zardini

L’Audi Polo Gold Cup Circuit individua tra i principali protagonisti due “polo-players” romani: Rommy Gianni e Luca D’Orazio. Quando si parla di squadre da battere, sulle nevi di Cortina in particolare, per loro la citazione è assolutamente d’obbligo. Nel ristretto ma qualificato numero dei giocatori italiani di polo sono certamente tra i più attivi. Giocano spesso insieme e creano un ottimo team ma guai affrontare l’argomento calcio… Rommy Gianni

uca D’Orazio è laziale doc, amico personale del presidente Lotito e che inalbera i colori biancocelesti pure sul casco da polo-player. Cinquantacinque anni magnificamente portati, la sua passione per lo sport di palla, stecca e cavallo ce l’ha scritto nel dna: è nato infatti a pochi passa dal largo romano dell’Argentina, omonimo della grande Nazione sudamericana dove il polo è sport, religione e professione. Veterinario (cura però solo i suoi animali) laureato a Bologna, è proprietario dell’Azienda Agricola La Ginevra (Ginevra è sua figlia ventitreenne, altra giocatrice brava ed appassionata, campionessa italiana 2008 con il padre) alle porte di Roma, sulla Via Toberina. Centocinquanta ettari in cui vengono prodotte sementi pregiate che per lo più prendono la via dell’estero (fino al Pakistan) ma con al centro uno dei più grandi campi da polo d’Europa (45 mila mq, dimensioni pari al più celebre Stadio Palermo di Buenos Aires dove si dispute il “mundial” di questo sport). La Ginevra (anche nome di tutte le squadre organizzate da D’Orazio) è anche allevamento di cavalli da polo, con stalloni e fattrici (ingravidate pure con l’embriotransfer) fatte venire apposta dall’Argentina. Luca ha sempre vissuto tra i cavalli, suo cugino materno è Giuseppe Rosati Colarieti che nell’allevamento di famiglia in Sabina crea grandi campioni del galoppo, vincitori del

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Luca D’Orazio

Derby Italiano a Capannelle. In questo storico ippodromo capitolino, D’Orazio ha montato come gentleman rider sui purosangue, i protagonisti del turf, di cui ha uno “stud” in Inghilterra. Per giocare ha cavalle personali – celebre la grigia Pantera, ora entrata in razza e sostituita da African – con le quali in Italia ha vinto tutto. Suo obiettivo attuale è l’Argentina: appena terminata Cortina volerà a Buenos Aires per il Torneo Polo Tour al Palermo, lo stesso dove nel 2009 si piazzò secondo con il suo team La Ginevra. Cuore giallorosso per Rommy (diminutivo pariolino di Romolo Andrea) Gianni, trentatreenne immobiliarista nell’azienda di famiglia, iniziato al polo da papà Sabatino (con il quale ha vinto nei primi anni 2000 sulla neve cortinese) ha sua volta erede di Anacleto Gianni, presidente storico della Roma Calcio degli anni del boom economico. Studi a Lugano, residenza a Montecarlo, anche Rommy ha una sua squadra, La Locura (pazzia, in spagnolo) e casco corrusco come un elmo medioevale. Spesso è impegnato in tornei a Saint Tropez dove è diventato un abile e combattivo “capitano”, senza però dimenticare quel pizzico di umiltà che lo fa essere anche ottimo comprimario, come in alcune indimenticabili Gold Cup in Costa Smerada. Atleticamente ben preparato è molto spesso alla guida del team Audi.

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Spring, Summer, Winter and ... Audi Polo Gold Cup: un circuito con formula vincente

Cortina Winter Polo Gold Cup Dolomiti patrimonio dell’Umanità. Il monte Sorapis, le Tre Cime del Lavaredo e il monte Cristallo, con l’imponenza dei loro oltre tremila metri di altezza, circondano il lago ghiacciato di Misurina (comune di Auronzo di Cadore quota 1800 metri) che è palcoscenico di gioco della Cortina Winter Polo. Nella seconda metà di febbraio si gioca sulla superificie del lago innevata ed adeguatamente preparata con l’ausilio dei gatti delle nevi, con temperature che possono arrivare durante la notte anche a oltre venti gradi sotto lo zero. Il quartier generale e la Club House del torneo sono organizzati invece nello storico, caratteristico Hotel de La Poste di Cortina d’Ampezzo, una delle strutture ricettive più glamour della nota località sciistica.

Costa Smeralda Polo Gold Cup Il terreno di gioco della Costa Smeralda è situato al Centro Ippico Shergan, nell’entroterra tra Porto Cervo e Arzachena, in località Bucchi Toltu,ai piedi del caratteristico paesino di San Pantaleo: un rettangolo verde smeraldo incastonato tra i tipici graniti e la macchia mediterranea. Anche qui una club house e quartier generale di altissimo livello, l’Hotel Cala di Volpe, che con il suo raffinato stile mediterraneo è meta del turismo di elite internazionale in Costa Smeralda. In un contesto naturale d’eccezione, tra partite di polo ed escursioni in barca lungo la costa da molti definita la più bella del mondo, serate mondane nel piacevole clima dell’isola si organizza un torneo tra i più apprezzati in ambito internazionale.

Tuscany Polo Gold Cup Il polo club Villa a Sesta è situato al confine tra le provincie di Siena ed Arezzo, nel cuore della prestigiosa omonima azienda viti-vinicola della zona del Chianti in Val D’Ambra. Il paesaggio è quello tipico toscano, dolci colline, vitigni e cipressi all’orizzonte, cura meticolosa dei particolari, e cibo e vini tra i migliori che l’Italia possa offrire, arricchiscono il bouquet di un polo club di alto livello, dotato di due campi di gioco ottimamente drenati e che grazie anche alla particolare varietà del manto erboso, consentono allenamenti e partite in quasi tutti i periodi dell’anno. Un confortevole polo village, con degustazione di piatti e vini della migliore tradizione toscana contribuiscono a rendere il soggiorno degli ospiti durante i tornei decisamente piacevole.

Lo skyline mozzafiato delle Tre Cime di Lavaredo innevate e l’affascinante immagine del lago ghiacciato di Misurina a quota 1800 metri di altitudine. Nel cuore del Chianti e della rilassante campagna toscana, massimo appeal per gli ospiti stranieri per un polo club che è ricercato complemento di una vasta azienda vitivinicola. Oltre Tirreno, la Sardegna: apri profili di granito che arrivano a ridosso del mare turchese della Costa Smeralda. L’Audi Polo Gold Cup Circuit è il sottile fil rouge che unisce nell’arco di sei mesi Cortina d’Ampezzo a Bucine e a Porto Cervo: un circuito di tornei internazionali di polo di alto spessore sportivo e spettacolare, ideato ed organizzato da Maurizio Zuliani e Claudio Giorgiutti. Più che maggiorenne a Cortina nella declinazione di gioco su neve (con il 2009 si è festeggiato il ventennale), al quarto anno di esperienza in Costa Smeralda, e appena sperimentato (debutto nel settembre 2009) nella sede Toscana, l’Audi Polo Gold Cup Circuit costituisce felice mix di sport di alto livello internazionale, glamour, e mondanità. Negli anni ha coinvolto e fidelizzato l’entusiastica partecipazione di aziende sponsor vicine per tradizione ad un pubblico fortemente elitario e motivato verso l’eccellenza. Nelle diverse sedi, accomunate dall’essere assolutamente “speciali”, insieme a campioni argentini di rara bravura, tra stecche, palle, swings, caschi, chuccker, e golden goal, a tenere viva l’attenzione del pubblico tante iniziative di contorno: l’angolo culturale per la presentazione di libri, le proposte enogastronomiche con le firme illustri di El Toula e del Cala di Volpe, il coursing degli indiavolati Jack Russel, le esibizioni di lavoro degli eccellenti cani da valanga, le acrobazie dei cavalieri impegnati nella Sartiglia, i cocktail-parties al Cristallo di Cortina ed allo Yatching Club di Porto Cervo, le club house all’Hotel de la Poste ed al Cala di Volpe, iniziative di charity, mostre di artisti e pezzi d’autore. L’AUDI Polo Gold Cup è nel circuito di élite del World Polo Tour, accanto alle sedi di gioco che sono le icone del polo nel mondo. Tre appuntamenti assolutamente da non perdere: Cortina (21 –29 febbraio) Villa a Sesta (1-9 maggio) e Porto Cervo (29 maggio - 5 giugno). info: www.pologoldcupcircuit.com

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Fiamme Gialle

Vancouver 2010: Il finanziere friulano è bronzo nella gundersen NH/10 km di combinata nordica.

Alessandro Pittin nella leggenda! di Gianni Boninsegna

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“Non avrei potuto fare meglio, la tattica è stata perfetta - ha commentato subito dopo l’arrivo Pittin - lasciatemi il tempo per capire quello che ho fatto. Dedico questa medaglia alla squadra e a tutto il nostro movimento, spero che la combinata nordica sia ora più conosciuta anche in Italia”.

l finanziere friulano Alessandro Pittin ha vinto la medaglia di bronzo ai Giochi Olimpici Invernali di Vancouver nella gundersen di combinata nordica NH/10 km disputata domenica 14 febbraio a Whistler. La “Fiamma Gialla” di Cercivento (UD) ha costruito questo storico risultato (si tratta infatti della prima medaglia olimpica dell'Italia nella combinata nordica) fin dalla gara di salto dal trampolino HS 106, conclusa al 6° posto, risultato che gli ha poi permesso di scattare nella decisiva prova sugli sci stretti a soli 48” dal leader provvisorio, il finlandese Ryynaenen. Dopo un breve inseguimento, durato poco più di 2 km, Pittin si è poi portato nel gruppo di testa (composto da 8 elementi) dove, grazie ad un’intelligente condotta di gara, è rimasto sempre coperto ma, al contempo, in ottima posizione per preparare nel migliore dei modi l’ultima, nervosa, parte di gara. Al nono chilometro, l’allungo del giapponese Norihito Kobayashi ha letteralmente infiammato la gara. Da quel mo-

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mento in poi c’è stato un continuo susseguirsi di sorpassi, scatti, un’entusiasmante lotta per le posizioni migliori. Mentre il tentativo di fuga del nipponico si spegneva a poche decine di metri dal traguardo, il finale di Alessandro Pittin si faceva, con l’avvicinarsi della linea d’arrivo, sempre più emozionante. Al termine di un’infinita volata a quattro l’ha spuntata il francese Jason Lamy Chappuis che ha conquistato la medaglia d’oro precedendo sul filo di lana (appena 4 decimi) lo statunitense Johnny Spillane, medaglia d’argento, e il nostro Alessandro Pittin, splendido bronzo a soli 8 decimi dall’oro. Bravissimo Pittin a contenere il ritorno dell’altro statunitense Tod Lodwick, finito 4° a 7 decimi dal podio. Lo straordinario risultato ottenuto dal 20enne Pittin, che nello scorso mese di dicembre riportò l’Italia sul podio di Coppa del Mondo dopo 12 anni di digiuno, conferma le grandiose potenzialità della “Fiamma Gialla” friulana, tre volte campione del mondo fra gli juniores e, da oggi, nella leggenda della combinata nordica mondiale.

POSIZ. 1 2 3 4 5 6

ATLETA LAMY CHAPPUIS JASON SPILLANE JOHNNY PITTIN ALESSANDRO LODWICK TODD STECHER MARIO DEMONG BILL

ANNO 1986 1980 1990 1976 1977 1980

NAZIONE FRA USA ITA USA AUT USA

TEMPO 25:47.1 25:47.5 25:47.9 25:48.6 26:00.7 26:05.0

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KOBAYASHI NORIHITO

1982

JPN

26:09.0

8

KOIVURANTA ANSSI

1988

FIN

26:16.9

9

MOAN MAGNUS-H.

1983

NOR

26:22.7

10

FRENZEL ERIC

1988

GER

26:23.2

Il palmarès di Alessandro Pittin Giochi olimpici invernali • 46° posto (nell'individuale Gundersen HS 106/15 km a Torino 2006) • 1 medaglia di bronzo (Gundersen HS106/10.0 Km a Vancouver 2010) Campionati del mondo juniores • 1 medaglia d'oro (nell'individuale Gundersen HS94/10 km nel 2008). • 1 medaglia di bronzo (nella sprint HS94/5 km nel 2008). • 2 medaglie d'oro (1 nella Gundersen HS100/5 km e 1 Gundersen HS100/10 km nel 2009). Coppa del mondo • 3 podi individuali (3 terzi posti stagione 2009/2010) Campionati del mondo • 6° posto (nell'individuale Gundersen HS 140/10 km nel 2009).

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Calcio a 5

In Ungheria si è giocato per la prima volta su una superficie black Per l’Eurofutsal 2010 è gradito l’abito nero di Massimiliano Morelli

imenticatevi il calcetto, quello che fa chiamare a raccolta cinque amici pronti a sfidarne altri cinque, sfide tipo quella portata al cinema da Stefano Bisio un paio d’anni fa. E scordatevi pure il calcio a cinque, che a osservare l’Europeo che s’è svolto in Ungheria a dicembre appare come preistoria. Qua c’è da raccontare del futsal, ecco la nuova identità della disciplina osservata a Debrecen e Budapest per la prima volta su un campo nero. Volere dell’Uefa, che ha studiato il parquet in black un po’ per esigenze televisive e un po’ per regalare una ventata di novità a uno sport che affascina comunque, e non poco, le platee. Dell’Ungheria, scrivevamo. Ha ospitato L’Eurofutsal 2010, conquistato alla fine dall’imbattibile Spagna, vincitrice in finale sul Portogallo e killer in semifinale (8 a 1) della Repubblica Ceca, che nei quarti aveva estromesso l’Italia. Neanche a dirlo, è stata una rassegna capace di offrire al pubblico oltre alla consueta ragnatela di passag-

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gi e al tocco felpato, pure giocate da urlo. E mirabilie sono state offerte anche dagli Azzurri che, guidati dal romano Menichelli, si sono ritrovati nella fredda Debrecen (temperature sempre al di sotto dello zero, con puntate fino ai -10), dove hanno vinto a mani basse il loro girone, contro Belgio (4-0) e Ucraina (4-2), salvo soccombere ai rigori contro i cechi in un match che comunque non era dispiaciuto per grinta e carattere. Peccato, viene da scrivere, ma l’uscita di scena anticipata forse era stata messa già in preventivo, più che altro perché la squadra italiana sta vivendo un periodo di rinnovamento. Da applausi l’organizzazione, con buona pace di chi giura che all’est non esiste l’organizzazione che si ha in occidente. L’Uefa ha organizzato in maniera strategicamente perfetta l’Eurofutsal 2010, facendo apparire sulla scena l’icona Platini e il testimonial Karembeu (ex doriano) con estremo tempismo. Soprattutto, giocando sulla suggestione della perfezione. Perché chi ha assistito alle partite in

programma, dal match più scadente alla finalissima, ha vissuto un evento senza eguali, con le partite confezionate a mò di spettacolo: ballerini pronti a entrare in scena prima delle partite e durante l’intervallo e free style pronti a subentrare ai lati del campo durante i time-out. Poi i gadget regalati agli spettatori, l’attenzione per gli spettatori più piccoli e l’educazione del pubblico. Un esempio? Passava una ragazza, dava le spalle agli spalti e lanciava qualche pallone agli spettatori, un po’ come fanno le neospose con la giarrettiera. Ebbene, abbiamo assistito a una scena in cui il pallone l’hanno preso due tizi in simultanea. Da noi si sarebbero azzuffati, per quel pallone; lì, in terra magiara, quei due spettatori si sono stretti la mano, e senza mille convenevoli hanno deciso a casa di chi sarebbe andata la sfera. Beh, un campionato continentale così, non ce l’aspettavamo proprio. Poco importa che non abbiamo vinto, come nel 2003. Gli Azzurri, siamo certi, si rifaranno presto.



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Energie rinnovablili

Sport ed Energie Rinnovabili. Un binomio vincente ma anche un mondo inesplorato, almeno fino al 26 gennaio 2010, data in cui è stato presentato il progetto “La tecnologia del Fotovoltaico al servizio dello Sport” organizzato dall’AICS in collaborazione con BMS Italy, con l’obiettivo di sensibilizzare il mondo del dilettantismo sulla gestione dell’impiantistica sportiva.

La tecnologia del fotovoltaico al servizio dello sport e dei dilettanti di Matteo Cirelli

a prima pietra è stata posta a Palazzo Grassi, una location di livello che ha ospitato per l’occasione Società sportive, Federazioni, Enti, Banche, Istituzioni e Industrie del settore fotovoltaico, come TEA (rappresentata dal presidente Raimondo Grassi) ACEA, HI.DE.CO. e SIEM. Tutti insieme per avviare un processo volto a modernizzare e rendere più “pulito” il nostro sport. In un mondo come quello del dilettantismo sportivo fatto di tanto volontariato e pochi soldi ogni società ha bisogno di una gestione oculata e controllata delle proprie risorse economiche. Nei campi della capitale, così come in quelli di tutta Italia, si gioca la sera e lo spreco di energia elettrica è tanto, forse troppo per le tasche delle piccole società sportive. A questo proposito durante il convegno è stato illustrato da parte dell’ICS (Istituto per il Credito Sportivo) il “Mutuo Energetico”, un progetto ad hoc che permette a Società ed Associazioni sportive di accedere a contributi favorevoli ri-

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spetto alla propria attività ordinaria. Ad aprire il dibattito ci ha pensato Raffaele Minichino, il presidente dell’AICS che ha anche sottolineato come sia importante “sensibilizzare il fenomeno in anticipo rispetto a quelli che saranno i tempi di attuazione”. La FIGC ha colto la palla al balzo e attraverso il presidente della Lega Nazionale Dilettanti Carlo Tavecchio ha promesso il massimo dell’impegno. “In Italia abbiamo più di 12.000 impianti di giuoco ha ricordato Tavecchio - ed il novanta per cento sono proprietà degli enti locali, che debbono autorizzare sempre più questo tipo di installazioni, sempre più belle ed a basso impatto ambientale, con la garanzia assicurata per la durata di almeno vent’anni”. Il progetto è ambizioso ed ha bisogno di continuità e comunicazione. “Lo sport è un volano fondamentale per i giovani e per l’intera economia italiana, con un indotto di almeno due miliardi l’anno” ha reso noto il Consigliere Regionale del CONI Lazio Antonio Varagalli, “ed il Fotovoltaico è opportunità fondamen-

tale per accrescere questo patrimonio, salvaguardando sempre l’aspetto socio-economico”. Presente al convegno anche il direttore di sporteconomy.it Marcel Vulpis che ha posto l’accento sulla organizzazione come elemento cardine in una crescita progressiva. In tal senso è fondamentale, ricorda Vulpis “il disegno di Legge Lolli Brutti” riguardante la crescita degli stadi in Italia. In occasioni come queste non poteva mancare il parere politico. “C’è bisogno di rispetto dell’ambiente – ha ricordato Luciano Ciocchetti dell’UDC - con un’architettura sobria, e finalmente il non dover far ricorso a tutti i costi al pagamento dei canoni d’affitto per gli impianti agli enti, e l’utilizzo di stadi e campi di proprietà”. Il convegno porta parole, idee e buoni propositi. Il passo successivo è quello dei fatti. La tecnologia del Fotovoltaico è l’occasione giusta per lo sprint finale, quello che porta al successo. La vittoria di tutto lo sport e del dilettantismo in particolare.


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Fitness

Ritorna a Napoli SEBS - Fimes di Mario Sansoni

apoli ospita una nuova grande manifestazione dedicata al fitness e allo sport. Si tratta di SEBS – Fimes, kermesse giunta alla seconda edizione, che si terrà il 17 e 18 aprile 2010 alla Mostra d’Oltremare. L’evento si presenta ricco di presenter internazionali e momenti di grande divertimento. L’organizzatrice, Rossella Montagna, e il direttore marketing, Tony Testoni ci raccontano SEBS – Fimes.

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Sig.ra Montagna, cosa offrirà questa seconda edizione? “SEBS – Fimes nasce come una grande vetrina dedicata sia agli specialisti sia agli amatori: per questo propone lezioni con tecniche e strumenti di ultima generazione, corsi, concorsi ed esposizioni. Il programma di aprile è molto articolato. Avremo, ad esempio, il team dell’Eruption Fitness con Paolo Evangelista, Sasà Nocerino e Gil Lopes. Inoltre, saranno presenti gli istruttori di YPC, con il direttore

tecnico Emanuele Mattera, eclettico personal trainer delle star nazionali, che proporranno discipline come il kettlebell, il fitness funzionale, il fitball extreme e l’heroes training. Tra i presenter YPC avremo Stefania Bianchini, campionessa mondiale di kickboxing; Karim Belarch, star internazionale dell’hip hop; Valeria Veneziano, talentuosa ballerina napoletana della televisione. Avremo poi un’ampia area dedicata alla danza, con concorsi e lezioni con grandi ballerini: saranno nostri ospi-


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Direttore marketing Tony Testoni

Stefania Bianchini

ti Little Phil e Martin Kundelka, ballerini e coreografi americani collaboratori di grandi star come Janet Jackson, e Justin Timberlake”. Ma non ci saranno solo fitness e danza… “Assolutamente no. Avremo una wellness zone con la presenza straordinaria di Gennaro Setola, maestro del Bodyfly, disciplina olistica di grande successo. Poi ci sarà un’Acqua zone con Paolo Michieletto, una Zona Etnica con la ballerina Eddy Sham e altro ancora. SEBS ha un respiro molto ampio e propone anche concorsi, oltre che congressi a cura di Sportform, e workshop tenuti dai presenter”. Dott. Testoni, come nasce il progetto SEBS? “A Napoli mancava da qualche anno un appuntamento di questo tipo e quando abbiamo iniziato, lo scorso anno, in molti hanno aderito con entusiasmo. Il nostro scopo è plasmare l’evento sportivo come elemento di intrattenimento. Anche questo settore ha conosciuto la crisi: c’è quindi bisogno di innovazione e qualità, di sviluppo di progetti in-

Paolo Evangelista

tegrati di marketing e digital public relation. SEBS può crescere di anno in anno, rispondendo alle esigenze delle persone in un settore, come quello del fitness e del wellness, ricco di potenzialità e che, specie al Sud, ha bisogno di un punto di riferimento. SEBS si candida a diventarlo”. Quanto lavoro c’è dietro ad un progetto di questo tipo?

“Ovviamente molto: lavoriamo da sei mesi e il nostro piano economico al momento non ha alcun tipo di contributo istituzionale. A questo si aggiunga la riduzione del budget destinato allo sponsoring da parte delle aziende di settore che oggi investono quasi esclusivamente in poche realtà già affermate. Ma lavorando con passione e dedizione siamo riusciti a creare un prodotto valido”.

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Merchandising

Sport&Finanza

l’Europa è il modello di riferimento Sono i top club della Premier league, Liga spagnola e Bundesliga i punti di riferimenti per il calcio “nostrano”. All’orizzonte cresce anche il football francese, più creativo di quello tricolore. di Massimo Lucchese


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l benchmark di riferimento a livello mondiale nel settore del licensing/merchandising è il Manchester United, il club del magnate americano Malcom Glazer, seppur oggi coperto pesantemente dai debiti (oltre 800 milioni di sterline). Il profitto annuo di cassa dei “Red Devils” supera i 200 milioni di sterline, grazie anche agli ottimi risultati ottenuti attraverso il merchandising (ormai incide in modo superiore al 10% del bilancio). Nessun’altra realtà al mondo riesce a “vendersi” in ambito domestico e a livello internazionale come il club inglese. L’unica, tra l’altro, ad essere legata nel golfo Persico al progetto di "Dubai sports city", dove dovrebbe nascere una "Youth Football Academy" proprio con il marchio e lo staff del ManUtd. Un’operazione condotta in esclusiva, che permetterà al management britannico di posizionarsi in modo dominante nel Medio oriente. La parola d’ordine, quindi, è “internazionalizzarsi” puntando sulla brand extension, ovvero sull’estensione della marca sportiva a tutti i livelli. Ecco che il merchandising, al di là dei risultati meramente economici, può diventare il biglietto da visita all’estero per crescere in brand awareness. Il calcio, soprattutto quello del Nord Europa, non ha dubbi al riguardo. La nuova frontiera è espandersi all’estero (e i club più blasonati partono sicuramente con un vantaggio acquisito di notorietà) utilizzando le licenze di sfruttamento dell’immagine come vere e proprie “bandierine” per marcare il territorio, in un comparto (quello del football), che diventa, di giorno in giorno, sempre più competitivo. Un anno da incorniciare per il merchandising è anche quello del Werder Brema in Germania e per il suo sponsor tecnico, l'italiana Kappa (marchio del portfolio BasicNet). Sono infatti 130 mila le maglie (rispetto alle 83 mila della precedente edizione della Bundesliga) vendute da Kappa e dal WB nella stagione 2008/09. Il club ha comunicato di aver collocato il 53% di maglie in più rispetto alla precedente rassegna calcistica. Un record per i bianco-verdi, che, insieme al marchio degli “omini”, hanno studiato una strategia commerciale molto aggressiva sull’intero territorio nazionale. Molti degli item commerciali del Werder, infatti, sono acquistabili nei più importanti aeroporti tedeschi, puntando sul fatto che il richiamo del “made in Italy” è un volano garantito per le vendite. La collezione, inoltre, ha ispirazioni e tagli fashion per nulla tedeschi. Questo è un ulteriore richiamo all’acquisto anche per chi non è fan del Wer-

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der, perché apprezza il valore estetico del prodotto a priori. Un ulteriore benchmark per i nostri club arriva dalla Francia, dove l’Olympique Lyonnais, sette volte consecutive campione nazionale, ha sviluppato in modo estremo il marchio societario (lo storico brand e logo “OL”). I transalpini hanno saputo più di altri declinare commercialmente la propria marca. Sono nati cafè OL, pizzerie OL e, persino, negozi di parrucchieri brandizzati. “OL” è un richiamo per chi si identifica nel club e, quindi, un’opportunità di fare vendite attraverso la squadra e la passione per il calcio. Nessun altro in Europa oggi si è spinto tanto in avanti, superando in molti casi anche la linea di confine. Complessivamente la società campione di Francia produce ricavi per 211.6 mln di euro (di cui l’8% in merchandising – fonte: SportStrategies) Un caso a parte è il St.Pauli, secondo club di calcio della città di Amburgo, più noto in tutto il mondo per il quartiere a “luci rosse” che per le performance sportive, visto che stabilmente staziona in Bundesliga2, la seconda divisione del calcio tedesco. Il St.Pauli ha sempre avuto un posizionamento “fuori dalle righe”, anti-conservatore, con un forte atteggiamento anarchico della sua tifoseria. Questo brand-positioning è stato declinato a livello di merchandising con la nascita di una label di abbigliamento in cui si è subito identificata la fan-base locale. Da due anni, però, la dirigenza del club si è accorta che molti capi sono acquistati anche all’estero (attraverso il sito ufficiale), perché molti altri appassionati di calcio si riconoscono nello stile “politico” del St.Pauli. In Spagna infine il Barcellona, che, da sempre, difende il proprio attaccamento con il territorio (la Catalogna) è riuscito, attraverso il mercandising e al posizionamento distintivo a farsi conoscere in tutto il mondo. Oggi è l’unico club che paga lo sponsor per apporre il marchio sulle maglie, piuttosto che il contrario, e ha scelto un’organizzazione umanitaria internazionale (l’Unicef) per farsi riconoscere sui mercati internazionali. Il target del grande pubblico che si riconosce nell’importanza di sostenere determinate “battaglie” a livello sociale si identifica nel club azulgrana al di là del nome e del paese di appartenenza. L’abbinamento, poi, con Nike ha permesso di penetrare in modo capillare in tutti e cinque i continenti e lo store del Barça (all’interno del Camp Nou) è una miniera di ricavi alla pari degli introiti da stadio, con un portfolio che supera le 500 referenze (incluso, per esempio, un moderno frigorifero prodotto dalla Smeg con i colori sociali).

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Sport&Finanza

Pioggia di denaro sullo “Schalke04”

Gazprom rinnova fino al 2017 per 140 mln di euro. E’ record nel settore delle jersey-sponsorship. Il club della Bundesliga ristruttura il debito, vende lo stadio e si affida a Infront Sports&Media. di Massimo Lucchese

o Schalke04, club della Bundesliga tedesca, entra, insieme al suo main sponsor (il colosso del metano Gazprom), nella storia delle sponsorizzazioni di maglia. L’azienda moscovita, infatti, ha esteso fino al 2017, per un controvalore di 140 milioni di euro, l’attuale sodalizio commerciale, che doveva scadere a giugno 2012 (inizialmente tarato su un importo di 25 mln di euro annui). I biancoblu incasseranno 28 mln di euro a stagione per un intero quinquennio. Nessun altro club di calcio può vantare un contratto così ricco, pur considerando che circa 40 mln di euro del’intero montante sono legati al raggiungimento degli obiettivi sportivi (come, per esempio, il titolo della Bundesliga, la Coppa di Lega tedesca o la presenza in Champions league e/o Europa league). A questa torta di 140 mln bisogna, tra l’altro, aggiungere i 50 mln di euro del contratto residuo di jersey-sponsorship (per le stagioni 2010/2011 e 2011/2012). Lo Schalke04 si trova così a poter disporre di un “tesoretto” di 190 mln di euro fino alla nuova scadenza del

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2017, oltre a consolidare la leadership internazionale nel comparto degli accordi commerciali di maglia. Superando, a livello europeo, Real Madrid (Bwin), Manchester United (Aon dalla prossima stagione) e Bayern Monaco (Deutsche Telekom). Gazprom, società russa nata nel 1992, è il primo produttore di metano, con oltre 600 miliardi di metri cubi l’anno e più del 20% della produzione mondiale. Fornisce riscaldamento a ben 20 Paesi europei, tra cui la stessa Germania, che dipende dal metano russo per il 45% del fabbisogno nazionale. La nuova sponsorship del gigante moscovita arriva nel momento migliore. Lo Schalke04, nonostante un’attenta politica di marketing, ha, da tempo, i conti in rosso. Pochi giorni prima di questo rinnovo, infatti, con un accordo milionario stipulato con l'azienda tedesca GEW, ha ristrutturato le proprie finanze. Punto cardine dell'accordo la vendita dello stadio. L'operazione, che porta nelle casse del club di Gelsenkirchen, oltre 25.5 milioni di euro, prevede la vendita della Veltins Arena ai partner

dell'accordo, ovvero GEW e la banca tedesca che rende possibile il contratto, per un prezzo di 15 milioni di euro. Dopo 10 anni lo Schalke potrebbe, grazie ad una opzione, ricomprare le azioni dell’impianto. Questa nuova entrata, collegata a un’articolata operazione di finanza, consentirà ai biancoblu di riorganizzarsi in tre aree principali e di ristrutturare il debito, che ha raggiunto livelli record (più di 200 milioni di euro). Parallelamente al progetto dello stadio e alla firma di rinnovo con Gazprom, i tedeschi hanno stretto un altro importante matrimonio commerciale. Infront Sports&Media (agenzia internazionale di sports-marketing) ha esteso la partnership con lo Schalke04 fino alla stagione 201718. Il nuovo accordo comprende i diritti pubblicitari della Veltins Arena (oltre 61 mila posti a sedere). Lo Schalke, con una fan base di 6 milioni di persone, è uno dei team tedeschi emergenti, avendo segnato una performance sportiva non indifferente nelle ultime stagioni, grazie anche all’ingresso in Champions league.



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Golf

Aspettando il Masters di Enrico Morucci

a nuova stagione è iniziata nel migliore dei modi per gli azzurri del golf, assoluti protagonisti in un 2009 ricco di soddisfazioni e chiuso con la vittoria nella World Cup dei fratelli Edoardo e Francesco Molinari. Il primo successo del nuovo anno lo ha firmato Domenico Geminiani, non ancora quattordicenne, ma già da qualche tempo in evidenza nel Florida Junior Tour, dove batte i diciottenni. E’ al quarto titolo in altrettanti mesi e ci piace pensare che la sequenza non sia del tutto casuale: il gran finale regalato dai due migliori giocatori italiani attuali seguito dall’apertura ad opera di una autentica speranza Quasi a voler ulteriormente sottolineare che ci sono gli uomini di punta, ma anche che la base è solida. Nel frattempo Edoardo Molinari ha ottenuto due quarti posti in tornei dell’European Tour, dove è approdato stravincendo la money list del Challenge Tour: in entrambi i casi ha lottato per la prima posizione, a conferma di aver raggiunto un livello di gioco adeguato alle sue potenzialità. Le vittorie fanno indubbiamente vetrina e promozione. Il merito è naturalmente degli atleti, ma è doveroso sottolineare il supporto che sta loro offrendo la Federazione Italiana Golf, la quale non limita

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la sua azione solo alle strutture ad hoc. In tale ottica vanno rimarcate alcune decisioni prese nel recente Consiglio Federale. Si è curata ulteriormente l’immagine con l’approvazione della proposta del presidente Franco Chimenti di riconoscere Diana Luna e Matteo Manassero testimonial del golf italiano. “Insieme ai fratelli Molinari, campioni del mondo già noti e affermati, Manassero e la Luna – ha detto Chimenti – rappresentano l’immagine emergente di un golf tricolore che ormai ha conquistato una posizione di assoluto rispetto e prestigio a livello internazionale”. A conferma, inoltre, che i centomila tesserati non sono stati certo un punto di arrivo, si è partiti verso nuovi traguardi dando il via alla promozione del golf nelle scuole. Sul modello già sperimentato con successo in Piemonte, il progetto punta a diffondere la conoscenza e la cultura di questo sport fra i più giovani, con l’obiettivo di avvicinarli alla pratica in campo. Nella fase iniziale, è previsto il coinvolgimento degli insegnanti di educazione fisica che accompagneranno gli studenti in questo percorso: verranno organizzati perciò corsi di preparazione a livello regionale, tenuti da maestri federali. Per l’attività agonistica è stata ufficializzata la Squadra Naziona-

le Professionisti composta da Simone Brizzolari, Alessio Bruschi, Federico Colombo, Matteo Delpodio, Lorenzo Gagli, Marco Guerisoli, Joon Kim, Edoardo Molinari, Gregory Molteni, Andrea Perrino, Nicolò Ravano, Stefano Reale, Andrea Signor, Giacomo Tonelli, Andrea Zanini, Michele Zanini e da Diana Luna, Matia Maffiuletti, Federica Piovano, Margherita Rigon, Anna Rossi, Vittoria Valvassori e Veronica Zorzi. Responsabile unico Massimo Scarpa, novità che aveva preso corpo alla fine del 2009. Contemporaneamente è stato anche approvato il calendario del Pilsner Urquell Italian Pro Tour, ossia il circuito delle gare nazionali allestite dal Comitato Organizzatore Tornei dei Professionisti, una struttura di notevole importanza perché è il terminale di quella tecnica. Infatti garantisce un’attività di base a tutti i giocatori italiani e in particolare a coloro che, completato il cammino dilettantistico, iniziano quello nuovo tra i pro e che, senza tale appoggio, avrebbero sicuramente più difficoltà nei loro primi passi. Queste le gare: Riva dei Tessali/Metaponto Open (Alps Tour, 8-10 aprile), Poggio dei Medici Golf Resort Open (Challenge Tour, 19-22 maggio), Montecchia Golf Open (Alps Tour, 26-29 maggio), Le Fonti Golf Open (Alps Tour, 9-11 giugno),

Tanka Village Resort Golf Open (Alps Tour, 28-31 luglio), Feudo di Asti Golf Open (Alps Tour, 24-26 settembre), Roma Golf Federation Cup (Challenge Tour, 13-16 ottobre), Apulia San Domenico Grand Final (Challenge Tour, 27-30 ottobre), Campionato Nazionale Open (3-6 novembre TBA). Da ricordare anche i due tornei clou, ossia il BMW Italian Open, che fa parte dell’European Tour (Royal Park I Roveri, 6-9 maggio), e il Ladies Italian Open, inserito nel circuito femminile europeo. Vi sarà però a breve un grande appuntamento per il golf azzurro: ad Augusta, in Georgia, dall’8 all’11 aprile si svolgerà il Masters, e per la prima volta saranno sul tee di partenza del major tre giocatori italiani, i due Molinari e Manassero. Comunque vada a finire, ci sono già motivi di orgoglio.

Franco Chimenti Presidente FIG


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TUTTINCIRCO news dal circoli di golf

a cura di Andrea Cecinelli - Responsabile comunicazione del Golf Forense

ARGENTARIO GOLF CLUB Porsche Green Club: il golf come stile di vita. Una finale indimenticabile quella dell'edizione 2009 del circuito Porsche Green Club. Dopo 25 tappe e una stagione ricca di sorprese, Porsche ha dato appuntamento a fine ottobre ai migliori giocatori della stagione presso l'Argentario Golf Resort & SPA per l'atto conclusivo del Porsche Green Championship, riservato esclusivamente ai Soci del Porsche Green Club,

PARCO DI ROMA Concluso il “Convegno Internazionale Golf e Turismo” al Parco di Roma Nella sala del Castello della Crescenza, al Parco di Roma Golf & Country Club, si è concluso il “Convegno Internazionale Golf & Turismo” con i lavori della seconda giornata. L’evento ha richiamato personalità di livello internazionale impegnate su diverse tematiche e, in particolare, sui problemi inerenti allo sviluppo del golf con un obiettivo: l’incremento del turismo golfistico nel nostro Paese con attenzione speciale per Roma, il Lazio e tutto il sud dell’Italia. Hanno fatto gli onori di casa il promoter della manifestazione Luca Valerio, presidente del Parco di Roma Resort, e Giuseppe Miliè, direttore del Parco di Roma G&CC. Hanno dato il loro sostegno Italia

con obbligo di partecipazione con l'auto Porsche. Il torneo finale si è svolto infatti sulla distanza di 36 buche, giocate in due giorni. Ai vertici delle tre categorie, Luca Ferrari, prima categoria. Nella classifica lordo, Fabio Pozzi. Daniela de Nardo è stata la migliore fra le ladies e Angelo Goffi si è aggiudicato il premio nella classifica seniores. In seconda categoria, Lorenzo Ricci si aggiudica la seconda piazza. E dopo un tale successo, non si può non essere già in azione per programmare il Porsche Green Cup 2010, che ripartirà in primavera.

Turismo, Promuovitalia. Istituto per il Credito Sportivo, Golf Energy, Jaguar, Hills/Forrest, International Golf Course Architects, Semillas Fitò, Pilsner Urquell, Tempo Verde, Toro e Parco di Roma. Hanno concesso il loro Patrocinio: il Comune di Roma, la Federazione Italiana Golf e la Segreteria alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Convegno ha suscitato notevole interesse e si è risolto in un gran successo sotto ogni aspetto, a iniziare dalla perfetta organizzazione. Nella seconda giornata i relatori di Golf Energy, Roberto Gasperoni e l’arch. Antonella Pasini, hanno spiegato l’attività aziendale consistente nella gestione patrimoniale dei circoli, con riferimento all’ottimizzazione dei flussi energetici con la finalità di ridurre consumi e costi, il tutto anteponendo i criteri di sostenibilità e di non invasività degli interventi. Handy Brown (Toro Company) ha

OLGIATA GOLF CLUB Se sarà "Roma 2020" il golf si gioca all'Olgiata Grandi novità all'Olgiata. La più importante è quella, siglata da uno scambio di lettere tra il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno e il Presidente dell'Olgiata Golf Club, Andrea Pischiutta, che vedrà l'assegnazione al Circolo sulla via Cassia la disputa delle gare di golf, nell'eventualità che per le Olimpiadi del 2020 fosse la città di Roma la prescelta. Una scelta che inorgoglisce il Circolo presieduto da Pischiutta, già collaudato nel passato da avvenimenti di grande prestigio. Ora gli Olgiatini, tiferanno in prima istanza per superare la concorrenza della candidatura di Venezia, questo per quanto riguarda la sfida nazionale. Intanto l'Olgiata si avvicina (2011) al suo cinquantesimo anno di vita, grandi le iniziative allo studio. D'altra parte mezzo secolo di vita è una tappa molto importante, non solo per i co-

muni mortali, ma anche per gli impianti sportivi che in dieci lustri di vita di cose da raccontare. Mentre ci avviciniamoa queste date memorabili, la vita nel Circolo va avanti con la solita attività che vede una gara "Lady e Gentleman" in giorno feriale ricca sempre di stimollanti novità. Un'altra novità molto importante è quella del nuovo uso del sito www.olgiatagolfclub.com, dove troviamo notizie sulla vita sociale, calendario gare e tante notizie utili per i soci.

sottolineato come l’acqua sia il problema del futuro e l’importanza di appoggiarsi a società specializzate e al greenkeeper che deve essere altamente preparato. Sono seguiti gli interventi di Renato Veronesi, presidente della società proprietaria del Golf Club Bogogno, di cui ha illustrato la storia, e del Parco di Roma G&CC, di cui è pre-

sidente, e di Carlo de Romedis, direttore generale di Italia Turismo. A fine sessione hanno preso la parola Franco Chimenti, presidente della Federazione Italiana Golf, ricordando i successi dei giocatori italiani in tutto il mondo nel 2009 e Antonio Gazzellone, che ha illustrato i programmi del Comune di Roma rivolti al golf e ad altri sport.

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Golf

Nella foto in alto, l'Avv. Nicola Colavita

Golf Forense Più:

Working Progress di Andrea Cecinelli - foto di Damiano Rosa e Silvia Apice

ancano due mesi al via del circuito più amato dai golfisti romani ed i lavori cor-

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rono veloci. La manifestazione golfistica riservata agli operatori del mondo del diritto ed ai professionisti della medicina, come un auto da corsa ferma ai box fa la messa a punto in attesa che parta la sesta stagione: e come ogni anno l’Avvocato Nicola Colavita e la sua band sono al lavoro per garantire che tutto funzioni al meglio. Anche nel 2010 il

Golf Forense, sarà l’unica manifestazione a godere del patrocinio tecnico della Federazione Italiana Golf Lazio. La conferma poi dell’adesione del Presidente della Repubblica ed i patrocini istituzionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero della Giustizia, oltre a quelli del Tribunale Ordinario di Roma, dell’Ordine degli Avvocati di Roma e dell’Ordine dei Medici di Roma rendono questa manifestazione sempre più esclusiva e affascinante. Unica nel suo genere.

Un prodotto di eccellenza quello del Golf Forense dove tutto funziona e nulla è lasciato al caso. “L’importante è riuscire a migliorarsi ogni anno, il nostro segreto sta nella voglia di crescere, di rimettersi ogni volta in gioco, di non dare mai nulla per acquisito e di apportare sempre qualche novità che renda unica questa manifestazione” il pensiero dell’Avvocato Nicola Colavita. Tanti i segni caratteristici del Golf Forense, a cominciare dalla realizzazione dell’Area Ospitalità La Responsabile del Golf Forense Francesca Mercantini

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Annalisa Romano e Federica Pacchiarotti

Il Presidente della FIG Lazio Carlo Scatena con Antonio Melidoni e Alessandro Graziani

Mauro Antonelli di MorOrg Srl

L'Avv. Alessia Montani ai microfoni di High Life TV

Elisa Lomonte e Francesca Iannetone

Silvia Manduzio e Francesca Mercantini

L'Avv. Nicola Colavita con Francesca Ridolfi e L'Avv. Marco Ieradi

vero e proprio fiore all’occhiello della manifestazione - da sempre affidata alla sapiente mano di Mauro Antonelli di MorOrg che nel corso di questi anni ha dato la sua impronta inconfondibile al torneo; la “smania” poi da parte dei golfisti di partecipare alle gare, i tanti sponsors che seguono il Golf Forense, la forte comunicazione mediatica che accompagna l’evento ed i cocktails di premiazione del dopo gara fanno il resto. “La premiazione e' una vera e pro-

pria festa sopratutto per chi ha partecipato al torneo”, osserva l’Avv. Colavita. “In molte gare c’è la cattiva abitudine di disertare questo momento. Nelle gare del Golf Forense invece questo non accade. Anzi. Essere presenti è un segno di rispetto verso gli avversari, verso gli Sponsor che hanno investito nel torneo, verso i numerosi ospiti ed i mezzi di informazione che di volta in volta intervengono nel dopo gara e, perché no, verso tutti coloro che lavorano e si prodi-

L'Avv. Paolo Berruti, Consigliere Nazionale Forense del Lazio intervistato da High Life TV

gano per la riuscita dell’evento. Chi non è presente alla premiazione non ha più il diritto di ritirare il premio, gli assenti non sono giustificati. I golfisti forensi hanno capito il messaggio e partecipano al cocktail di premiazione nella stragrande maggioranza”. Un’altra peculiarità che differenzia questo circuito dalle altre gare. La messa a punto è in corso d’opera, davanti ai box del Golf Forense c’è un cartello: Working Progress ...

L'Avv. Carlo Priolo con Andrea Cecinelli

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In campo come un giocatore di scacchi... di Simone Selli

l giocatore di golf anche esperto con una equilibrata e saggia tattica di gioco potrebbe risparmiare tanti, spesso tantissimi colpi. L'equilibrio mentale che richiede una performance è difficile da riprodurre e ci vogliono anni per dominare l'istinto, lo stress, le ansie e tutto quello che passa per la testa di un giocatore, specie se principiante. L' errore più ricorrente in campo rimane la spravvalutazione delle proprie capacità. Il giocatore è portato spesso a cercare colpi al di sopra delle proprie reali possibilità. Questa strana “presunzione” spesso assolutamente irrazionale, porta a giocare inevitabilmente “fuori giri” innescando un meccanismo pericoloso che ci allontana dalla ge-

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stione equilibrata e cosciente dello score e del proprio hcp. Sarebbe come vestirsi con il vestito di un altro... Un giocatore 36 di hcp per quale motivo dovrebbe tentare di atterrare in green con il secondo colpo, magari da 180 metri visto che ha 2 colpi a buca da sfruttare? Ogni golfista infatti sa come colpisce la pallina e con quale distanza, non ci sono possibilità realistiche, tranne quelle relative al caso, alla cabala che quel fantastico colpo alla Tiger immaginato, avvenga in quel momento, in quella gara, davanti agli occhi di amici e avversari sbalorditi... E' così, e tutti noi lo sappiamo, giocatori di ogni latitudine, hcp ed età. Ogni volta però , crediamo alla voce suadente di quella sirena che ci porta a tentare

spesso l'impossibile, quel colpo desiderato ma che prende sempre quel ramo che spegne il volo soave della pallina che cade in acqua... per uno squallido 7 finale. Impariamo quindi dai giocatori di scacchi e dai pro. Giochiamo il colpo valutando bene il rischio e il risultato, piazziamo il tiro pensando al colpo successivo ed al bastone che preferiamo giocare. Giocate secondo il vostro hcp e non cercate un par sensazionale quanto improbabile, optate per un boghey più sicuro e ripetibile. Nei colpi di approccio al green scegliete sempre i bastoni più chiusi e giocate 56 e lob solo se indispensabile. Giocate 5/6 driver per giro solo nelle buche più larghe, nelle altre optate per un ibrido e

cercate il fairway. (Tiger Wood ha vinto il suo ultimo british senza tirare il driver nelle 36 buche finali...) Ai giocatori più esperti consiglio di giocare il secondo colpo mirando in centro al green e non all'asta spesso nascosta, difesa da ostacoli. Costruite mentalmente il progetto della buca e cercate di creare le condizioni per giocare solo i colpi che meglio conoscete. Cercate di raggiungere più fairway dal tee, sarà più semplice giocare il secondo colpo da un buon lie. Insomma giocate con la testa... e valutate sempre lucidamente se il “rischio vale la candela”... c'è sempre un' opzione più sicura, puntate su quella e il vostro hcp scenderà in picchiata... Provate e buona pratica...



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a cura di Federico Berardi

Club deiCircoli Sportivi Storici

Agostino De Zordo, Segretario Generale del Club Circoli Sportivi Storici

Il Club e Telethon opo l’incontro tra il Club dei Circoli Sportivi Storici e Telethon in occasione della manifestazione che si è svolta in prima di Natale in ricordo di Susanna Agnelli, fondatrice e sostenitrice della Fondazione Telethon, il 2010 vedrà la formalizzazione della loro collaborazione con la firma di uno specifico Protocollo per rendere più tangibile il sostegno del Club e legare le sue principali manifestazioni alla ricerca e alla cura delle malattie genetiche di cui Telethon è promotore. Per il Club il riconoscimento da parte di Telethon è particolarmente importante e di alto valore morale, quale conferma dell’impegno profuso dal Club nella difesa dei valori della vita, non solo attraver-

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so la promozione e valorizzazione dello sport, quale momento fondamentale della aggregazione e formazione dell’individuo, ma anche con iniziative nei settori tipici del non-profit, a sostegno dei principi di solidarietà in favore di iniziative con alto contenuto culturale e umanitario. Il Club auspica che il suo apporto, rappresentato dalle migliaia di associati dei Circoli storici aderenti (Circolo Canottieri Aniene, Circolo Canottieri Lazio, Circolo Canottieri Roma, Circolo Tennis EUR, Circolo Canottieri Tirrena Todaro, Reale Circolo Canottieri Tevere Remo, Sporting Club EUR e Tennis Club Parioli) possa contribuire ad alimentare e diffondere una vera cultura dei valori, di cui la nostra società sente sempre più la carenza.


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news dal Club dei Circoli Sportivi Storici news dal Club dei Circoli Sportivi Storici

aspettativa. Una splendida vittoria per lui che aveva interrotto la carriera agonistica nel 1980. Guardando al futuro il C.C. Aniene ha organizzato esclusivamente per i propri soci ed i familiari la “Coppa Challenger Mario De Tuddo” che si terrà a S.Marinella il 10 e 11 aprile 2010. Le regate si svolgeranno su percorso a bastone nelle acque antistanti Porto Odescalchi.

CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE L’otto senior dell’Aniene vince la Regata Internazionale di Gran Fondo Dopo la vittoria di Roma (13 dicembre), l’otto Senior dell’Aniene ha firmato la regata internazionale di Gran Fondo, disputata nelle acque del Po con la partecipazione di quasi 1000 vogatori assicurandosi quasi matematicamente la Coppa Italia di Gran Fondo. L’equipaggio con Niccolò Mornati, Raffaello Leonardo, Dario Dentale, Pierpaolo Frattini, Vincenzo Capelli, Lorenzo Porzio, Andrea Palmisano, Elia Luini (tim. Gaetano Iannuzzi) ha realizzato il tempo di 17.06.30 sulla distanza di sei chilometri. Buona anche la prestazione dell’otto ragazzi che ha ottenuto uno splendido secondo posto dietro la selezione del Comitato Regionale Lombardia. L’equipaggio composto da Portaccio Carlo, Di Francesco Luca, Piloni Carlo, Cavicchioli Guglielmo, Cagnoli Alessandro, Orfei Alessan-

CIRCOLO CANOTTIERI TIRRENIA TODARO Ottimo piazzamento dei juniores La gran classica delle gare di fondo invernali sui 6000 metri ha visto per la prima volta, nella storia del Tirrenia, la partecipazione dell'8 juniores che ha assolutamente ben

Club Circoli Sportivi Storici

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Coppa Challenger Mario De Tuddo IIIa EDIZIONE DELLA REGATA VELICA SOCIALE dro, Borsotti Marco, Santoro Luca, (tim. Caso Federico) ha condotto una splendida e regolare regata avvicinandosi all’ambito titolo di campioni italiani di gran fondo che si assegnerà il mese prossimo a Pisa. Qualche giorno prima (30 e 31 gennaio) ben tre atleti dell’Aniene (Andrea Palantrani, Luca Agoletto e Michele Marullo) si sono imposti nei “Campionati italiani indoor rowing” in scena a Bari conquistando altrettante

figurato. Infatti il nuovo regolamento della Coppa Italia ha facilitato la formazione di equipaggi misti che, se da una parte ha contribuito ad alzare enormemente il livello della competizione, ha, dall'altra, reso difficile la vita degli equipaggi societari. E' così che i giovani del sodalizio nerazzurro hanno raggiunto un buon ottavo posto assoluto, con il tempo lusinghiero di 18'11'', che è valso un secondo posto a livello societario,

medaglie d’oro. Argento, invece, per Lucilla Aglioti. Grande il risultato ottenuto il giorno di San Valentino da Michele Marullo. Michele è Campione del Mondo di Indoor Rowing over 50. Con una gara magistrale condotta a 1,32 di media ha chiuso con 6 min. e 11 sec. i 2000 mt di gara lasciandosi dietro tutti gli avversari. L’anno scorso la gara è stata vinta con 6,19 min. Quest’ anno Michele è andato molto al di sopra di ogni

10 e 11 aprile 2010 Santa Marinella La regata è organizzata dal C.C.Aniene esclusivamente per i propri soci ed i familiari PERCORSO Le regate si svolgeranno su percorso a bastone nelle acque antistanti Porto Odescalchi.

dietro al solo fortissimo equipaggio del Saturnia. Non meno bene hanno figurato le ragazze che hanno partecipato al 4 di coppia femminile juniores, realizzando un 4 posto assoluto - a soli 2 secondi dal bronzo raggiunto in un rush finale al cardiopalmo dall'equipaggio francese - che è valso il primo posto societario. Insomma un inizio di stagione che si promette scoppiettante per i colori del Tirrenia."

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TE IS NN

CIRCO

Roma tuttincircolo

E.U.R.

CIRCOLO TENNIS EUR 2009: il “calcetto ha compiuto 40 anni Così si chiamava nel 1969 quando fu costruito uno dei primi ampi di calcio a 5 di tutta Roma dedicato a questo “nuovo sport” in Via dell'Artigianato 35 all'EUR! Il campo in terra rossa ancora è lì, sentinella e superstite di una tradizione alla quale il Ct Eur tiene ancora tantissimo. Da allora il Circolo si è distinto per molti anni per i risultati raggiunti nei vari tornei della Capitale; senza contare le enormi emozioni della ROMA RCB che mosse i suoi passi al Ct Eur, con i suoi soci, arrivando poi ad essere la squadra più titolata del Calcio a 5 nazionale con 5 scudetti e 2 Coppe Italia vinte. Quante battaglie sono state vinte dalle compagini del Circolo in questi 40 anni nelle categorie Assoluti , Over 40 e 50 e non ultimo il torneo la scorsa estate al Canottieri Lazio con i sempre verdi over ...60. E non finisce qui, si pensa infatti di istituire la categoria...” over 70 “a riprova del fatto che questo magnifico sport, che coinvolge nel

CIRCOLO CANOTTIERI LAZIO La Bascelli, la più forte anche al chiuso BARI, 31 gennaio 2010 - Crollano ben 5 record ai Tricolori di canottaggio Indoor di Bari nelle categorie Junior, Under 23, Senior, Pesi Leggeri e Adaptive. La campio-

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Circolo più di 150 atleti in 12 tornei all'anno, sta salendo di interesse in tutto il mondo e consente di mantenere in forma fisica e mentale fino a ...cent'anni! Nel 2005 il Ct Eur ha iscritto la squadra - con tanti “nipotini” dei soci fondatori - al campionato di serie D vincendolo nel 2007, entrando a pieno merito nella categoria C2: categoria alla quale ancora oggi partecipa lottando per la promozione in C1.

Era dunque inevitabile che finalmente prendesse il via la scuola calcio a 5 per le categorie Pulcini, Esordienti, Giovanissimi, Allievi e Under 21. Come non accettare la sfida di creare in casa i cuccioli che ci faranno divertire e vincere anche domani quando saranno diventati grandi? 50 iscritti, 4 istruttori coadiuvati dal Senior coach Costantino La Coppola danno vita, oltre che agli allenamenti del martedì e venerdì

nessa europea Gabriella Bascelli del Canottieri Lazio si aggiudica la gara femminile precedendo Elisabetta Sancassani (Fiamme Gialle) ed Enrica Marasca (Marina Militare Sabaudia) e migliorando di nove decimi la precedente miglior prestazione cronometrica dei Tricolori (Laura Schiavone, 6.55.00).

riacceso il Torneo Sociale nella “Fossa” del Canottieri Lazio . Sconfitte nei quarti L’Italia di Vicerè e la Spagna di Ieradi, passa dopo i rigori la Francia di Leone che si scontrerà in semifinale con l’Argentina di Fiocchetti. L’Uruguay del giovane Caporale dovrà giocare l’altra semifinale con la squadra di Mola & C, l’Inghilterra, che tutti danno come vincitrice del torneo dalla prima giornata. In bocca al lupo a tutti.

Torneo sociale siamo alle semifinali Dopo la lunga pausa di Natale si è

sul nuovo campo in erba sintetica, ogni sabato pomeriggio ad un torneo federale nelle categorie pulcini, allievi ed under 21 in cui sin dalle prime battute stanno eccellendo sia nella classifica che nel comportamento e correttezza in campo, quali valori che fanno parte dello sport e del vivere civile. Insomma con la pretesa e non la semplice illusione di allevare in casa degli sportivi veri.


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news dai circoli sportivi news dai circoli sportivi news dai circoli sportivi

DUE PONTI SPORTING CLUB Il Due Ponti sulla neve Indimenticabile esperienza sulla neve di un gruppo di runners del Due Ponti. Dalle scarpette di running agli scarponi di sci: un gruppo di run-

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ners del Due Ponti, con in testa Emanuele Tornaboni, hanno vissuto un’indimenticabile esperienza sulle nevi delle Dolomiti, sciando sulle piste del "Sellaronda" ovvero intorno al massiccio del Sella, un circuito con impianti di risalita e discesa, tutte fra di loro perfettamente collegate in uno scenario di boschi, picchi rocciosi e distese innevate. I componenti la spedizione hanno percorso tutto il circuito, arrivan-

do, ogni pomeriggio, in un rifugio diverso delle località più rinomate delle dolomiti: Selva di Val Gardena, Corvara, Arabba, Canazei, Cortina d'Ampezzo. Divertimento, chiacchiere, risate, bevute... e grande competizione tra gli sciatori. A fine vacanza, il presidente Emanuele ha salutato e dato l’arrivederci al prossimo anno a tutti i partecipanti: Emanuele Tornaboni, Romano Ramin Ghermezian,Giorgio Primo, Carmelo D'Asero, Giovanni D'Antona, Diego Cappetta, Andrea Malsani, Marco Farabolini, Roberto Bianco, Pasquale Fiore, Francesco Pacillo, Giuseppe D'Asero,

Giampiero Gobbo. Tra il serio e il faceto sono stati proclamati i vincitori delle diverse classifiche: classifica generale: Giorgio Primo, Diego Cappetta, Romano Ramin Ghermezian e Emanuele Tornaboni; premio miglior frequentatore di chalet e rifugi: Pasquale Fiore e Marco Farabolini; premio "vintage": Roberto Bianco; premio over 50: Giovanni D'Antona premio spazzaneve: Andrea Maisani premio slalom speciale senza curve: Carmelo D'Asero: premio all'organizzazione: Francesco Pacillo; premio snowboard: Giuseppe D'Asero.



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FUTBOLCLUB Obiettivo Seychelles di Carlo Maria Stigliano

Quando si parla di Futbol League al Futbolclub tutti gli aggettivi vanno bene tranne quello di sociale. Forse lo spirito iniziale, forse la natura del torneo all'interno del circolo, ma non di certo l'animo che mettono in campo i giocatori. In più, a far crescere il fuoco della battaglia, il viaggio premio per i vincitori presentato la scorsa set-

timana nella sala Adidas del Futbolclub: dieci fortunati se ne andranno nientemeno che alle Seychelles con un viaggio offerto dal circolo e dal TClub! Sarà questo a dare più gusto al torneo?! Nel corso della serata è stato anche sorteggiato tra i presenti in sala un fortunato che ha vinto un viaggio nelle strutture TClub. La classifica della Futbol League si smuove con continuità. Si alternano le favorite, cadono le grandi e nascono nuove pretendenti. La squadra del presidente Perazza comanda la classifica, insieme a quella di Impara. Perazza consolida la leadership dopo la vittoria nello scontro diretto con una delle più quotate per la vittoria finale: la squadra di Angelucci e Stigliano. Bene anche la squadra di Palma e Iorio, forse la più sorprendente del campionato. Un occhio di riguardo anche per le outsider: Giordano, Forcella e Zinanni. Probabilmente dipenderà da loro l'esito finale. Non meno importante il titolo di squadra materasso, che, senza ombra alcuna, spetta alla squadra di Alfieri, ancora senza punti all'attivo.

CIRCOLO ANTICO TIRO A VOLO

ANTICO TIRO A VOLO La corsa di Miguel e non solo… di Carlo Maria Stigliano Il Circolo Antico Tiro al Volo anche quest’anno ha partecipato alla “Corsa di Miguel” con i seguenti atleti: Giuseppe Barbagallo, Luca D’Agostino, Guido Cecinelli, Paolo Luigetti, Daniele Maltese, Gerardo Pennasilico, Tommaso Poliandri, Marco Fanano, Claudio Franchini, Vincen-

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Il socio del mese Nome: Manuele Iorio

Detto: Ubi Maior Ruolo: centrocampista Piede preferito: destro Pezzo forte del repertorio: http://maioritalia-torneosociale.blogspot.com dove parla della sua squadra al sociale Squadra del cuore: Italia

Tra i marcatori, invece, sempre i soliti sospetti. Materazzi, bomber del presidente Palma, saldamente in testa con 21 reti (una media impressionante di quasi 3 gol a partita), a seguire Claudio dell'Ali (Perazza) a 14 e Bruno Giordano, testa d'ariete della coppia Angelucci/Stigliano, a quota 11.

zo Verna, Carlo Terranno. Gli atleti del Presidente Avv. Michele Anastasio Pugliese sono sempre presenti nelle manifestazioni sportive della città nel calcio, nel calcetto, nel biliardo, e, anche al livello Nazionale nel Tennis dove, attualmente partecipano al campionato di serie B maschile. Il tiro Al Volo ha dunque fatto enormi passi da gigante in materia sportiva negli ultimi anni. Dal 27 Maggio al 5 Giugno ospiterà la quinta Edizione del Torneo internazionale di tennis femminile con montepremi di 75000 dollari USA, evento che è stato sempre organizzato magistralmente e che ha visto parteciparvi atlete con un altissimo livello tecnico.



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La cultura del Fitness Non solo nuoto all’“Aquaniene The Sport Club”. Tante infatti sono le discipline “all'asciutto” che si possono praticare nell’impianto di Via della Moschea di Matteo Cirelli

no standard qualitativo di assoluto livello in un ambiente familiare. É il connubio vincente sul quale ha puntato l'organizzazione de l'Aquaniene – The sport Club, l'impianto-gioiello del Circolo Canottieri Aniene. E gli oltre tremila iscritti alla struttura di Via della Moschea sono la conferma di come la politica di approccio alle esigenze degli utenti abbia fatto centro. Nel giro di pochi mesi Aquaniene – The Sport Club è infatti diventato punto nevralgico della vita sportiva della Capitale, grazie ad una filosofia fatta di contenuti e progetti e in cui l'attività fisica viene prima di tutto. All'interno dell'impianto si possono infatti praticare molteplici discipline: dal nuoto all’acquagym, dal sollevamento pesi al cardiofitness, dal True Power Yoga al Pilates, dall'hip hop alle arti marziali, dal MET al Toning Zone, dalla salsa cubana alla danza del ventre. Un'offerta che può non differenziarsi in superficie dai pacchetti proposti dai tantissimi centri fitness sparsi nell'area di Roma, ma che in realtà nasconde una passione e una dedizione al lavoro che non ha eguali. “Qui si fa sport”: un

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“must” semplice quanto profondamente sentito da chi in questo centro lavora tutti i giorni per garantire agli sportivi di tutte le fasce d'età un continuo e professionale supporto. Oltre novanta professionisti tra insegnanti e maestri si alternano durante la giornata per venire incontro alle diverse esigenze degli utenti. Tutti con competenze qualificate e specializzate, per fornire allo sportivo un training appropriato e meticolosamente studiato. Sono queste le carte vincenti sulle quali hanno puntato il presidente del Canottieri Aniene Giovanni Malagò, del consigliere allo sport Marco Zilia, del direttore generale Gianni Nagni, del responsabile del nuoto Dario Cortese e dei

direttori fitness Emanuele Sacchi e Daniele Lambroni. “Il nostro intento – spiega Sacchi - è quello di promuovere una cultura sportiva a 360° garantendo una competenza tecnica di primissimo piano in un contesto esclusivo e al tempo stesso familiare”. Gli oltre 700 mq quadrati della sala isotonica e i due grandi studi fitness per le lezioni di gruppo, insieme naturalmente alle tre piscine dagli standard internazionali, sono a questo proposito il fiore all'occhiello della struttura. Allestita con i macchinari Technogym, la sala ospita ogni giorno i tanti utenti, che possono avvalersi della consulenza degli insegnanti e di una vastità di attrezzi all'avanguardia nel settore well-

ness. In tantissimi poi affollano i corsi di Group Cycle, la nuova frontiera dello spinning targato Technogym, che grazie alle innovative bykes ha migliorato i problemi legati alla postura per l’assetto dell’utente in sella, ottimizzando tutte le qualità e le caratteristiche di questa famosa disciplina. Per non parlare della linea Kinesis, che possiede un'elevata componente propriocettiva in grado di migliorare equilibrio, forza e flessibilità e che si sta imponendo per i suoi sconfinati utilizzi. Molto successo sta riscontrando anche la pedana olimpica per il sollevamento pesi e il powerlifting che sta arruolando un incredibile numero di adepti, soprattutto neofiti, entusia-

sti di questo diverso modo di allenarsi. Queste appena citate sono solo alcune delle tante alternative fra cui si può scegliere in una giornata all'Aquaniene – The Sport Club. “Differenziare gli stimoli dei nostri clienti– dice Lambroni – è fondamentale per il nostro lavoro. Dalla pre-pugilistica del seguitissimo Giorgio Natalizi al true power yoga del guru Max Grossi, chi viene nel centro deve capire quanto è importante variare la programmazione dell’allenamento. Ma l'estrema cura degli aspetti tecnici non potrebbe essere possibile, se non ci fossero seri professionisti che interagiscono quotidianamente con i nostri clienti. Sono loro la prima qualità dell'impianto”.

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Roma tornei Caravella

Ritorna lo storico torneo di Matteo Cirelli

e potessi tornare in campo lo rifarei volentieri. Significherebbe avere qualche anno in meno e rivivere un'esperienza divertente. Una volta abbiamo iniziato una partita in 10 perché Nicola Pietrangeli stava disputando un incontro di tennis a Nizza. Nicola, poi, prese un cartellino rosso; a fine partita sentii l'arbitro dire: “questa sera lo racconto ai miei amici, a cena, che ho espulso Pietrangeli". Questo è il ricordo, uno dei tanti, di Rino Tommasi uno dei protagonisti del Caravella Tricolore, lo storico torneo di Calcio a 11 che, per più di quaranta anni, ha acceso i cuori dei calciofili romani. Sponsorizzato da Snai e dalla Due Pini Viaggi, è ripartito il 3 febbraio, con la sua XLIV Edizione, il torneo di calcio amatoriale più antico d’Italia che vedrà disputare tutti gli

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incontri presso il Futbol Campus, impianto di Via del Baiardo del Circolo Futbolclub, interamente dedicato allo sport più amato di sempre. Il Caravella Tricolore, torneo federale F.I.G.C. organizzato dal Futbolclub, con la collaborazione della ASD Sport Crew e con il patrocinio del Comune di Roma, articolerà i suoi giorni in appuntamenti settimanali per concludersi nell’imperdibile finale del 5 giugno. “Un'iniziativa importante per la realtà romana – ha dichiarato l’On. Alessandro Cochi, Delegato alle Politiche dello Sport del Comune di Roma, nel corso della conferenza di presentazione del Caravella Tricolore- che sottolinea la funzione sociale che svolta dai circoli sportivi presenti nel Comune. Oltre alla capacità di unire campioni dello sport e semplici appassionati, tornei come il Caravella Tricolore so-

no di richiamo per tutte le nuove realtà economica, fondamentali alla trasformazione di Roma in Capitale dello sport, anche in vista della candidatura alle Olimpiadi 2020”. Per questa tradizione che torna a rivivere, arriva anche il plauso e l'incoraggiamento ai giocatori del presidente del II Municipio, Sara De Angelis: “Siamo molto sensibili alle iniziative sportive che nascono sul territorio, per questo abbiamo voluto contribuire in modo concreto sostenendo anche economicamente il Caravella Tricolore". Giovani come Paolo Muratori, Carletto Siciliani, Piero Bartoli, Bruno Amatucci, Stefano Pantanella, Sandro Feliziani, Carlo Grisolia e poi ancora Rino Tommasi, Eugenio Scala, Nicola Pietrangeli, Arturo Turi e Pepito Girotti negli anni si sono sfidati con l’obiettivo di portare a casa l’ambito premio, una caravel-

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Caravella Tricolore la in legno e argento. “Ho tanti ricordi di quei tempi e anche un po' di nostalgia dei miei trascorsi da arbitro – racconta durante la conferenza Melchiorre Zarelli, Presidente Comitato Regionale Lazio F.I.G.C. - quando ci si ritrovava il sabato per giocare: le partite erano piene di passione, sia in campo che sugli spalti. Queste manifestazioni sono molto apprezzate dal movimento calcistico per la loro capacità di rinnovare la tradizione. Oggi, i campioni di Nazionale Magistrati, Carabinieri Roma, Polizia Roma, Squadra Mobile, Polizia Municipale, Nazionale Doppiatori, Nazionale Giornalisti Sportivi, Cc Aniene, Cc Roma, Cc Lazio, Tevere Remo, Due Ponti e Futbolclub sono pronti a far rivivere quelle grandi emozioni. “E' stato curioso scoprire la storia del torneo – spiega Carlo Maria Stigliano, direttore del

torneo - come un vaso di valore ritrovato in soffitta. Spero questo sia solo il punto di partenza per una nuova tradizione e nuovi ricordi finora tramandati di padre in figlio”. Di ricordi ne ha tanti Pier Francesco Pompei, vincitore di due Caravella e autore del libro “Calcio d’addio” che auspica un ritorno “di tutti quei valori che il calcio di oggi purtroppo non ha più”. La riscoperta dei valori è anche la speranza di Luca Marchegiani: “Seguendo il calcio professionistico apprezzo maggiormente queste iniziative che rispecchiano lo spirito autentico dello sport. Il calcio italiano infatti, rispetto a quello inglese, incontra maggiori difficoltà a seguire le tradizioni a vantaggio della spettacolarizzazione del fenomeno calcistico stesso”. Già la prima giornata ha regalato tanti gol e tante emozioni. Per il battesimo del campo

si sono affrontati Polizia di Stato e CC Roma, confronto terminato 6-3 a favore dei Canottieri. Vittoria 6-1 per la Nazionale Doppiaggio grazie all’impressionante tripletta di “Spiderman” Marco Vivio - voce di Tobey Maguire – che garantisce così alla propria squadra la seconda posizione. Appaiato L’Ussi-Roma che, grazie ai gol di Pugliese, Marchetti, Gottardi e alla doppietta di Lo Monaco, porta a casa i tre punti contro la Nazionale Magistrati. Esordio fortunatissimo anche per le squadre padrone di casa, Futbolclub e Futbolclub United che si sono imposte “blindando” la propria porta contro Squadra Mobile e CC Aniene. Vero colpo di scena, con un risultato a dir poco “pallavolistico” nel match tra Due Ponti e Polizia Municipale II Mun.: 14-0 il risultato finale.

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a cura di SPORTFORM

CIRCOLO SAVOIA La scuola vela intitolata a Vincenzo Sannino Una cerimonia piena di commozione, affollata da centinaia di amici, di autorità religiose militari e civili, parenti, di soci del circolo per il quale Vincenzo Maria Sannino andava in barca. Da sabato 30 gennaio 2010, una targa ricorderà per sempre il ragazzo scomparso a soli sedici anni il 9 dicembre scorso. Una targa che intitola al suo nome la Scuola Vela del Circolo Savoia. "E' stata la tragedia più grande che io abbia vissuto da presidente di questo circolo - ha rivelato Pippo Dalla Vecchia e so che per il resto della mia vita continuerò a chiedermi perché. Co-

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me può essere accaduta una disgrazia così assurda? Ricordo bene quel 9 dicembre, c'era un grecale leggero che rendeva quella giornata perfetta per regatare. Ora ho qui accanto a me i genitori di Vincenzo. Li ringrazio per la dignità profondissima, assoluta, con la quale hanno affrontato il loro immenso dolore. Da questa vicenda ho ricevuto una lezione che non dimenticherò. Spesso noi generazioni mature abbiamo un atteggiamento sospettoso, critico, nei confronti dei più giovani. Ma io quel giorno, e nei giorni successivi, ho visto l'amore dei suoi compagni di vela, dei ragazzi che erano in classe con lui. Li ho visti soffrire in silenzio, lanciar fiori in mare. Ho capito che dobbiamo aver fiducia nei

giovani, che i ragazzi attuali hanno le capacità e la forza per costruire un grande domani". E' intervenuto poi Carlo Croce, presidente della Federazione Italiana Vela, per la prima volta a Napoli da quando è stato eletto: "Volevo portare una testimonianza diretta dello sport e della vela italiani. E mi preme far sapere che conosco Pippo Dalla Vecchia e conosco il circolo che lui presiede da vent'anni. Tutte le regole relative alla sicurezza sono state applicate. In nessun posto come al Savoia si può star certi che ogni norma è osservata, che tutto è fatto con professionalità e coscienza. Purtroppo, dobbiamo accettare di essere solo stati colpiti solo da una fatalità orribile e irripetibile".

CIRCOLO CANOTTIERI Master indoor di canottaggio, Manna campione italiano Un titolo italiano nei Master con Peppe Manna che fissa anche il nuovo record italiano e un terzo posto nella categoria Junior maschile con Marco Calamaro sono questi i risultati più prestigiosi ottenuti dagli atleti della Canottieri Napoli nel corso dei Campionati Italiani Indoor di Canottaggio che si sono svolti a Bari con la partecipazione di 425 atleti in rappresentanza di 69 società. Per i colori giallorossi straordinaria la prova di Peppe Manna che nonostante la sua età, 68 anni, ha deciso di sfidare se stesso e migliorare il tempo della categoria Over 60 sulla distanza di 2000 metri (7.48). E ci è riuscito, raggiungendo il fantastico tempo di 7.30.04 . Nella categoria Junior maschile invece, significativo il terzo posto per Marco Calamaro che è stato preceduto dal campione europeo Matteo Baluganti e da Michele Manzoli che ha vinto il titolo italiano in 6.04.40 . Nel Trofeo delle Regioni, in testa tra i maschi l'Emilia Romagna davanti alla Lombardia e alla Campania; tra le femmine, Lombardia al comando su Lazio e Veneto. Nella classifica complessiva, il Trofeo va alla Lombardia davanti a Emilia Romagna e Campania.


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CRV ITALIA Trofei Challange

Si sono iscritte oltre cento barche delle classi 470, 420, Laser ed Optimist alle regate dei Trofei Challenge, organizzate dal Circolo del Remo e della Vela Italia nel Golfo di Napoli. Hanno partecipato al circuito circa 150 atleti, in rappresentanza di dieci circoli velici del Golfo di Napoli, la maggior parte dei quali di età tra i 10 e i 20 anni. La flotta degli Optimist (circa 50 imbarcazioni) ha gareggiato su un campo a ridosso di Castel dell’Ovo. Solo i piccoli di questa classe (categoria cadetti, fino a 11 anni) hanno disputato due prove ogni giorno. Quelli della categoria juniores (12/14 anni), con i velisti dei 420, 470 e delle tre classi Laser (Standard, Radial e 4.7), hanno effettuato, invece, tre prove al giorno su un percorso che potrà essere a bastone o quadrilatero, secondo le condizioni meteo. Tutte le prove, per tutte le classi, erano inserite nel Campionato campano 2010 e per la ranking list. Le regate hanno avuto come principale avversario il maltempo. Poco vento sabato e pioggia con raffiche di vento da nord, domenica, sono stati gli impedimenti atmosferici che i giovani atleti hanno dovuto affrontare nella due giorni velica. Nella classe 470, dopo le prove disputate, al co-

mando l’equipaggio composto da Alfredo Capodanno e Mauro Caputo del CRV Italia che ha preceduto l’imbarcazione della vice campionessa del Mondo Camilla Marino (CRV Italia) in coppia con l’atleta del Posillipo Anna Gracia Malventi. Alle loro spalle altro equipaggio rossoblù composto dai fratelli Andrea e Arturo di Lorenzo. In classe 420 invece a dominare sono stati gli equipaggi del Circolo Canottieri Savoia, con al primo posto l’equipaggio composto da CattaneoNardi e al secondo l’equipaggio D’Errico-Minelli, mentre sul terzo gradino del podio è salita la coppia Rinauro-Calabrese del CN Posillipo. Lo strapotere del CRV Italia e del Savoia prosegue anche nella classe Laser, dove vincono nella categoria Radial Lorenzo Migliaccio, del Circolo Italia e in quella Standard, Lorenzo Castaldo, del Circolo Savoia. Tocca alla Lega Navale di Napoli interrompere l’egemonia nella categoria 4.7 con la vittoria di Nicola Radano. Tra i piccolissimi della Classe Optimist, spiccano i risultati vincenti dei miniatleti della LNI di Castellammare, che si aggiudicano le due categorie con Vincenzo Arpino (Oprtimst C) e Alfredo Desiderio nell’Optmist J. Il giorno 3 marzo si svolgerà la premiazione finale durante la quale saranno assegnati i nove Trofei Challenge in palio: la Coppa “Ubaldo Fondi” riservata ai 470, la Coppa “Pasquale de Conciliis”per i 420, la Coppa “Mario Mazzetti” per il 420 Femminile, la Targa “Tom Volpe” assegnata ai Laser Standard, la Coppa “Augusto Cesareo” per i Laser Radial, la Coppa “Nazario Sanfelice” per i Laser 4.7, la Coppa “Santa Lucia” riservata agli Optimist Juniores e la Coppa “Chiappariello” per gli Optimist Cadetti. Inoltre, per le Società, sarà messa in palio la: Coppa “Paolo Marulli d’Ascoli” che verrà assegnata al circolo che con un equipaggio della categoria cadetti (10/11 anni)e due della categoria juniores (12/14 anni) avrà raggiunto il miglior punteggio.

CIRCOLO POSILLIPO

Brevi di scherma e pallanuoto

Canoa kayak: Albino Battelli in Nazionale

È partita la Coppa del Mondo Assoluti di Sciabola. Le sciabolatrici erano in scena a Londra dove Gioia Marzocca ha ceduto all’esperta polacca Wieckowska, classificandosi terza. Buona la prestazione di Irene Di Transo che dopo un buon turno di eliminatorie è uscita nei 16esimi. Gli sciabolatori erano ad Atene, dove Diego Occhiuzzi si qualifica negli otto ma deve soccombere di misura (15-14) al tedesco Beisceim. Bene anche Massimiliano Murolo arrivato fino ai 16esimi. Hanno completato la spedizione posillipina i tecnici Leo Caserta e Dino Meglio. I soliti Gallo e Bertoli sono i posillipini convocati dal ct Campagna per il collegiale che la Nazionale italiana sosterrà a Sori. Prevista un’amichevole contro una selezione di stranieri che giocano nelle squadre liguri, con incasso della partita da devolvere in beneficenza ai bambini terremotati di Haiti.

Prima esperienza in un raduno fuori dall’Italia per uno degli atleti di punta del kayak velocità del Circolo Posillipo, Albino Battelli. Già sul podio tra i juniores nel K4 1000 mt agli Europei Juniores e U23 di Belgrado, Battelli è stato convocato in Turchia pder uno stage di altissimo livello. La Na-

zionale, guidata del neo-tecnico tedesco Josef Capousek, è formata infatti dai più titolati atleti del panorama tricolore. In totale, sono presenti undici atleti per la distanza dei 1000 mt, nella quale dunque la concorrenza per Battelli par agguerritissima. I ragazzi saranno sottoposti a quattro dure settimane di allenamenti sia in acqua che a terra ad una temperatura che in questa stagione è standard sui 15°/18°. La scelta della Turchia è stata fatta per evitare l'intenso afflusso che in questa stagione c'è nel bacino di Siviglia, sede fin'ora dei raduni invernali della canoa kayak italiana. "Questa esperienza racconta Albino Battelli – per me può essere solo di stimolo e motivazione ulteriore. Finora il lavora al Circolo Nautico Posillipo con Peppe Buonfiglio è stato fondamentale, ma è giunta l’ora finalmente di confrontarmi con i migliori canoisti italiani".

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di Fabio Ingargiola Personal Trainer fabioingargiola@yahoo.it

Questione di equilibrio: allenarsi con il discosit i chiama discosit, è un disco gonfiabile di gomma morbida del diamtero di circa 40 cm. La parte superiore è formata da piccoli bottoncini morbidi quella inferiore è liscia. Simile al bosu, ha un appoggio basculante, traslante, quindi instabile. Io ritengo che la preparazione fisica e muscolare debba avere un’ottica di globalità: il cervello conosce movimenti, non muscoli. È evidente come tutti i piccoli aggiustamenti che il corpo deve compiere per mantenere l’equilbrio contraendo tutta la catena muscolare, permette di ottenere una risposta piu intensa, piu efficace, piu focalizzata e dunque piu allenante. Servendosi del disocsit si possono eseguire esercizi di tonificazione muscolare senza affaticare le articolazioni, migliorando anche postura, equilibrio e coordinazione. L’esaltazione di queste caratteristiche non è utile solo in caso di riabilitazione o di preparazione a sport agonistici. L’uso del discosit (che rientra nella sfera dell’allenamento funzionale) è consigliata ad ogni individuo, al fine di ristabilire o migliorare la corretta percezione che l’organismo ha nei confronti del mondo esterno (propiocettivita’).

vertente che non sovraccarica il sistema scheletrico. Ai soggetti in sovrappeso che hanno la necesssità di allenarsi ma allo stesso tempo non possono appesantire muscoli e strutture articolari

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PERCHE È EFFICACE Migliora la stabilizzazione e la postura; I bottoncini morbidi nella parte superiore permettono la spremitura del reticolo venoso sotto al piede che stimola la circolazione periferica degli arti inferiori (evitando l’accumulo di scorie che predispongono alla cellulite); Maggiore sinergia muscolare nell’esecuzione degli esercizi con risultati evidenti; E utilissimo nel recupero dopo un trauma articolare.

Foto di Vanda Biffani

A CHI È RIVOLTO L’USO DEL DISCOSIT Alle donne che vogliono tonificare e rassodare i punti critici come cosce, glutei e vita; Agli sportivi per migliorare le pre-

stazioni atletiche ( calcio, tennis, sci, rugby ecc.); A chi ha subito un trauma soprattutto alla caviglia e al ginocchio; A tutti quelli che vogliono provare una allenamento nuovo, di-

COME SI USA Il tipo di allenamento che si puo svolgere su questo attrezzo ha due posizioni di partenza: - in appoggio su una gamba - in appoggio su due gambe (solo un piede per disco) A loro volta queste modalità possono essere usate con: - occhi aperti, occhi chiusi - piedi nudi o con le scarpe - l’ausilio di pesi, elastici o palle mediche


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T B R U O L P C S ne uzio no b i r t a is in d che amriale o v o ti to por ti color e ama s e t o tu zin aga voce a ionistic m ss dà imo Il pr ita che t pr ofe u or grat lo sp

gbtyalia u r i I ni Gdiro d0’ 09 o i z a del up 2 omadi Golf N i Senario ion Cà di Rpen te rat itt n O y CenFedteona CItaliaf Tropihtuf fi Italiana a W ol i d d’ ie Mar BMdes Guropeionazlai di S ce i e az az w Meprionat Inteorndi Poir Sho o Cam BoNLIppica MoSteveenrrane ships m ma edit ica ion ors RoR c o l M tlet mp n y Co b de a ha ll Rugiochiala doirld Casebeastyle Gen G W di B Lif gna e A i l Gothd FINondiadlurandci Bolo 13 Misi EnShow Assotor M


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NEWS News

Vita da Capitano Un’autobiografia di Marco Bortolami con Paolo Cecinelli Baldini-Castoldi-Dalai Editore er gli appassionati di rugby, ma non solo, potete trovare in libreria l’autobiografia di Marco Bortolami. Paolo Cecinelli accompagna il lettore nel mondo della seconda linea della Nazionale Italiana e del Gloucester, club che milita nella Premiership. Si tratta di un vero e proprio cammino spirituale, di crescita e maturazione, tra gli alti e bassi che riservano la vita ed un campo di rugby tra aneddoti, partite e rapporti umani con i compagni di squadra ed i suoi allenatori a volte anche spigolosi e conflittuali ma sempre nel segno della schiettezza e della correttezza, senza false ipocrisie. Bortolami, nato a Padova il 12 giugno 1980, tocca in maniera diretta e appassionata i momenti importanti della sua vita professionale e personale, dai primi passi sul vecchio campo del Tre Pini di Padova, alla decisione di partire alla volta della Francia per giocare con il Narbonne, club di cui è stato anche capitano, sino al suo esordio in Nazionale ed alla Coppa del Mondo del 2007. Bortolami è stato il più giovane capitano della storia del rugby quando, appena compiuti i 21 anni, John Kirwan e Marco Bollesan gli affidarono la squadra contro gli All Blacks. E’ la storia di un ragazzo diventato uomo indossando una maglia da rugby, un ragazzo che ha imparato a guardare negli occhi la vita e che non ha mai smesso di

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sognare. “Vita da Capitano” è la dimostrazione che con la determinazione, la serietà e l’applicazione il sogno di un ragazzo può diventare realtà. “…non importava dove erano i miei limiti, dovevo postarli giorno dopo giorno. Sempre più in là”…Campioni non si nasce, ma si diventa. Dopo due stagioni nel campionato francese Bortolami ha raggiunto il suo obiettivo di giocare nel campionato inglese diventando capitano del Gloucester, club con cui ha sfiorato il titolo. Il rapporto con gli infortuni che possono metterti fuori gioco nel momento più importante di una carriera ma che purtroppo fanno parte dello sport.. “ in quel momento smisi di sognare, tutto ciò non poteva avere senso. Il dolore che provavo non veniva dal collo ma dal cuore. Pensavo e ripensavo senza trovare il perché di quello che mi stava capitando”. Di particolare effetto alcune testimonianze di personaggi che sono stati vicino a Bortolami nei momenti più importanti della sua crescita: “…ama ciò che fai perché questo ti darà la passione per dare di più, in quanto per diventare grande dovrai dare di più” (John Kirwan, All Blacks e CT dell’Italia). “…questo sport è stato inventato da educatori poco inclini al compromesso. I privilegi sono fatti per essere sfruttati” (Andrea Rinaldo, campione d’Italia con il Petrarca Padova e nazionale). “…capitò anche a me, solo che a quei tempi il carisma era un rug-

gito, era improvvisare discorsi eroici, era dire: andiamo a fare la guerra” (Marco Bollesan, 37 volte capitano della nazionale). “…se volete esistere a livello mondiale, se volete considerarvi dei veri giocatori di rugby, oggi è il mo-

mento per farlo. Non esiste niente come gli All Blacks. Se oggi riuscirete ad esistere, potrete portarlo con voi per sempre. Oggi è la nostra opportunità”. (Marco Bortolami agli azzurri prima di una partita contro la Nuova Zelanda).


11-14 Marzo 2010

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