SPORT CLUB NOVEMBRE 2008

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Sport Invernali

Tutti a Modena per Skipass

Etica dello sport

Dopo la LUISS il M.E.C.S. a Napoli

Marcia

foto Grazia Neri

La grinta di Alex Schwazer

Di corsa verso un sogno Dopo i successi alle Paralimpiadi, Oscar Pistorius giĂ pensa a Londra 2012


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Sommario

sommario novembre 2008 Editoriale Roma epicentro del mondo sportivo

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Focus

La forza della motivazione

Diritto e rovescio

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Pensieri

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Cultura sportiva

Caro ministro Gelmini

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Sport Club Editori srl

L’angolo di Capua

via Morlupo, 51 ! 00191 Roma tel/fax 06 33219485 tel 393 1302511 www.sportclubmagazine.it info@sportclubmagazine.it

SLA e attività sportiva

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Direttore editoriale Luigi Capasso Direttore commerciale Davide Campanella

Sport Club Anno VI - n. 43 - Novembre 2008

Reg. trib. di Roma n. 591/2004 del 30-12-2004 Direttore responsabile Luigi Capasso l.capasso@sportclubmagazine.it

L’amore per la boxe

Presidente Onorario Giuseppe Capelli

Cover

Editorialisti Paolo Cecinelli, Paolo Del Bene, Antonio Conte

I have a dream

Roma09

Trattieni il respiro Colby

Sfide

I padroni delle due ruote

Etica dello sport

Grande successo per il Movimento

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Fiamme Gialle

Rugby

A caccia dell’ottavo posto nel ranking internazionale

Canottaggio

Nella stessa barca

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Sport&Finanza

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Mezzimarinai

d.campanella@sportclubmagazine.it

38

Golf

76 86 88

Roma_Tuttincircolo Roma_Tornei Sport style

Fotografie Grazia Neri Stampa Plus Group Srl - Roma Finito di stampare nel mese di ottobre 2008

Realizzato da Editrice Capasso srl

Salvo accordi scritti o contratti di cessione di copyright, la collaborazione a questo periodico è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali giunti in redazione. È vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari realizzati dalla Editrice Capasso srl

La Barcolana compie 40 anni

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Progetto grafico e Impaginazione Marta Centra grafica@sportclubmagazine.ii advertising@sportclubmagazine.it

Marcia

Dalla Cina con furore

Hanno collaborato a questo numero Matteo Cirelli, Fabio Onnis, Carlo Stigliano, Flavia Giacobbe, Davide Tempofosco, Federico Leoni, Silvia Pittelli, Gianluca Scarlata, Roberto Cundari, Andrea Tranquilli, Gianluca Boserman, Anna Tina Mirra, Alexia Amaricci, Lorenzo Fares, Gianluca Scarlata, Daniela Perrone, Gianni Boninsegna Golf Simone Selli Motori Matteo Riccetti

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Sci parte!

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www.sportclubmagazine.it

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Sport Club rivista ufficiale Associazione Sportiva LUISS Guido Carli


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Editoriale

di Alessandro Cochi Delegato allo Sport del Comune di Roma

Roma epicentro del mondo sportivo

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on l’istituzione dell’Ufficio Extradipartimentale per lo sport di via Capitan Bavastro, l’Amministrazione Comunale intendere restituire alla pratica e alla cultura sportiva di base un ruolo centrale e di primo piano, trasformando Roma da parterre di alcuni grandi eventi a protagonista attiva della scena nazionale e internazionale. Per troppo tempo infatti la politica di promozione sportiva messa in atto nella capitale ha risposto alla logica dello “sport inteso come spot”: l’immagine si impone sul contenuto, il nome di richiamo prevale sulla valorizzazione delle numerose e talvolta sconosciute discipline atletiche e cosa ancor più grave sulla partecipazione diretta di tutta la comunità cittadina. Oltre a non essere condivisibile, questa scelta è deleteria per Roma perché limita le sue potenzialità e relega lo sport ai margini della vita quotidiana, mentre invece si dovrebbe sviluppare soprattutto anche attraverso la pratica agonistica e amatoriale. Non ha più senso costruire cattedrali, servono luoghi educativi, così come occorre investire solo su progetti che rispettino i valori etici di quello che a giudizio è considerato il miglior aggregatore sociale, spesso caratterizzato da una vera e propria forma di volontariato, ma che qualcuno ha provato ad emarginare. Lo sport infatti è il rimedio migliore per contra-

stare l’appiattimento della tv, della playstation e della sempre più crescente sedentarietà presente nel nostro territorio, alimentata dalle pochissime ore di educazione fisica nelle scuole e dalla bassissima spesa del reddito pro capite per l’ attività fisica. Quando si parla di sport dunque sono molti e tutti importanti i temi da affrontare. Tra questi, vi è purtroppo la mancanza di un’offerta qualitativa, quantitativa e strutturale adeguata rispetto alle esigenze territoriali che la città stessa presenta, con una vistosa scarsità di attrezzature di base per la pratica fisica anche in ville e parchi della capitale. Perciò l’Ufficio Sport comunale sta lavorando per realizzare, entro un anno, un “Piano regolatore dell’impiantistica sportiva”, che dopo una prima fase di monitoraggio capillare in tutti i 19 Municipi, proporrà le sue soluzioni, avvalendosi della preziosa collaborazione del Coni, delle sue Federazioni, degli Enti di Promo-

zione Sportiva, delle Società e Associazioni concessionarie di impianti sportivi comunali, dei Distretti Scolastici e dell’ Osservatorio. Una prima dimostrazione della nostra strategia di rilancio l’abbiamo messa in atto promuovendo una doppia Giornata dello Sport del Comune di Roma, prima in tutti i Municipi e dopo nella grande e partecipatissima manifestazione di piazza del Popolo, che intendiamo riproporre e ampliare ogni anno. Vogliamo puntare l’attenzione sulla rivalutazione delle attività sportive a tutti i livelli, iniziando già a localizzare aree adatte all’impiantistica di vertice per le squadre romane che gareggiano nelle massime serie delle varie discipline, seguitissime da appassionati tifosi. Così come é nostra intenzione rilanciare quelle discipline considerate a torto “minori” per restituire alle stesse pari dignità rispetto alle altre, e al contempo, contribuire fattivamente alla realizzazione di grandi manifestazioni interna-

zionali - come il Sei Nazioni di Rugby allo Stadio Flaminio, gli Internazionali di Tennis al Centrale del Foro Italico, la Maratona di Roma, il Golden Gala allo Stadio Olimpico, il Concorso Ippico di Piazza di Siena e le rassegne Nba di Basket Americano, le diverse manifestazioni per i diversamente abili (promosse dal Cip e Special Olympics) - che saranno per Roma dei pregiati fiori all’occhiello. Siamo convinti che soltanto valorizzando lo sport di base e puntando sui giovani Roma raggiungerà di nuovo l’eccellenza. Lavoreremo per riaffermare il valore sociale e aggregativo della pratica sportiva accessibile a tutti, con un miglioramento delle strutture esistenti e, se necessario, attraverso la creazione di nuovi centri sportivi polivalenti. Importanti appuntamenti ci attendono nel 2009, come la finale di Champions League, il ritorno del Giro d’Italia in occasione del suo Centenario nel mese di maggio e i prossimi attesissimi Mondiali di Nuoto 2009 a luglio. Nei prossimi anni poi i massimi campionati di Baseball e Volley del 2010 e molto probabilmente quelli di Basket 2014. Ci faremo trovare pronti, coinvolgendo tutto quel mondo che, quasi come fosse un indotto, ruota intorno allo sport, nel nome della Città Eterna, che tornerà ad essere “Roma Caput Sport dal mens sana in corpore sano”, così come insegna questa cultura, in continuo movimento.


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L’angolo di Capua

di Pino Capua Consulente per il Sindaco per le politiche sportive del Comune di Roma

SLA e attività sportiva

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Firenze il 7 ottobre 2008 sono scesi in campo all'Artemio Franchi, tanti campioni del calcio per una doppia sfida tra Fiorentina e Milan: non c’era in ballo alcuna coppa e lo scopo era quello di raccogliere fondi per la ricerca sulla SLA, la sclerosi laterale amiotrofica, che ha ridotto all'immobilità l'ex bomber della squadra viola Stefano Borgonovo e che ha colpito tanti campioni del calcio. La partita è stata preceduta da un meeting tenutosi presso l’Università di Firenze proprio sul tema: “SLA e Attività Sportiva” al quale ho partecipato in qualità di Presidente della Commissione Antidoping della Federcalcio e Consulente dello Sport per il Sindaco di Roma. La SLA è una malattia che sta mettendo in grave allarme il mondo del calcio. In funzione di questo delicato problema è necessario prendere delle iniziative per aiutare la ricerca scientifica a far luce sui motivi per cui ci sia una maggiore incidenza della malattia tra i calciatori rispetto al resto della popolazione. La Federcalcio, dimostrando grande sensibilità, ha già istituito una Commissione al fine di approfondire un argomento che sta purtroppo assumendo una sempre maggiore rilevanza, ma occorre sollecitare le Istituzioni a creare dei gruppi di lavoro che possano

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operare per la ricerca scientifica su tale problematica. Le ricerche mediche ci dicono che la SLA è una malattia degenerativa del sistema nervoso e colpisce i motoneuroni, che danno impulsi ai muscoli. I muscoli non recepiscono più i comandi e diventano atrofici. Mani, gambe e braccia non rispondono alle sollecitazioni, si arriva alla paralisi del corpo. Vengono attaccati i muscoli di respirazione e deglutizione. La SLA risparmia la mente e le funzioni sensoriali, sessuali, intestinali e vescicali. La morte in genere arriva per blocco della respirazione o per una superinfezione bronchiale. In media si sopravvive dai tre ai cinque anni, ma ci sono pazienti che resistono per dieci anni e più. Allo stato attuale degli studi la Sla si può considerare una malattia determinata da predisposizione genetica e da un concorso di cause. Nel caso del calcio gli elementi che possono contribuire più di altri a far sviluppare la malattia sono questi: ripetuti traumi alle gambe e al capo; eccessi di fatica, specie in allenamento; abuso di antinfiammatori; il venire a contatto con pesticidi e diserbanti usati per mantenere l’erba dei campi. Rispetto al doping, poi, recenti indagini non escludono al cento per cento che l’uso di sostanze anabolizzanti porti ad ammalarsi di SLA, si pensi per esempio all’Epo,

di cui nel calcio degli anni Novanta si è fatto uso per alzare le soglie della fatica, o alla corteccia surrenale, diffusa nel calcio e nel ciclismo di trent’anni fa, periodo in cui giocavano diversi calciatori colpiti poi dalla SLA. Da medico e da “addetto ai lavo-

ri” mi auguro che le Istituzioni facciano la loro parte con opportuni finanziamenti alla ricerca e ai medici che si impegneranno in essa e mi aspetto anche grande attenzione da parte delle case farmaceutiche chiamate a ricoprire un importante ruolo.


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Cultura sportiva

di Paolo Del Bene Direttore Sportivo A.S. Università Luiss Guido Carli

Caro ministro Gelmini, ondivido pienamente la sua attenzione e propensione verso la necessità di tornare ad insegnare l’educazione civica nelle scuole italiane. In questo momento più che in altri nel nostro paese abbiamo il bisogno e quasi l’urgenza di rimettere in carreggiata un paese che troppo spesso ha perso il binario della cultura etica, lasciandoci increduli davanti a fatti che si discostano troppo dal buon senso e dall’educazione del cittadino. E’ per questo motivo che dobbiamo intervenire soprattutto alla base della nostra formazione e quindi nelle scuole. Condivido quindi il progetto, ma probabilmente il metodo migliore per agire potrebbe essere l’utilizzo dello sport come mezzo educativo, mantenendo in questo modo, nell’insegnamento, una vivacità necessaria oggi più che mai a trasmettere messaggi di qualsiasi natura, a soggetti ancora troppo giovani per essere trattati da adulti. Lo sport ha il pregio di essere un linguaggio collettivo e parificante, che scavalca i frazionamenti sociali, culturali ed etnici. In questo senso la sua attitudine formativa è invidiabile e riguarda la crescita personale di ognuno, soprattut-

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to del soggetto giovane. I ragazzi, nel delicato periodo in cui si impegnano a costruire la loro identità, ricevono dallo sport un arricchimento prezioso. Fortunatamente lo sport è percepito più come un gioco che come una forma istituzionale d’insegnamento e questo fa si che i ragazzi siano molto più aperti nei suoi confronti. E’ essenziale però che noi continuiamo a percepirlo in modo cosciente, per quello che è effettivamente: uno sviluppo culturale, e a valorizzarlo di conseguenza. In conclusione credo che accostare la disciplina sportiva all’educazione civica sia un modo intelligente per rivalutarle entrambe. Gli studenti approfondirebbero due materie ugualmente formative ma su campi differenti: uno teorico e l’altro pratico. Sappiamo poi che entrambe le attività avranno riscontri forti nel quotidiano, ma a livello formativo saranno un utile bilanciamento nel modo in cui lo studente le apprenderà. Permettere ai ragazzi di crescere in modo completo, accompagnati da entrambi gli insegnamenti, è la maniera più sana per portarli alla maturità. Abbiamo i mezzi e le capacità per gestirli, il fine comune sarà lo sviluppo etico e culturale. Il Prof. Paolo Del Bene alla presentazione del M.E.C.S.

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Focus

La forza della motivazione del prof. Daniele Populizio

Resp.le "Progetto Europeo sullo Sport", Direttore Generale CENPIS

“L'ho deciso la settimana scorsa, però l'idea l'avevo in testa da molto tempo… è il Giro del Centenario, in Italia ho vissuto per quasi cinque anni, ho tanti amici. C'è la possibilità di sensibilizzare ancora di più il vostro Paese sulla lotta al cancro, sono davvero felice. Vengo sicuramente per provare a vincere". Lance Armstrong, pluridecorato campione del ciclismo internazionale, di fronte alla domanda di alcuni giornalisti che gli chiedono come fosse possibile un suo ritorno, a 37 anni e dopo molteplici vicissitudini, al Giro d’Italia 2008. Come spesso accade i veri campioni sono quelli che continuano a sorprenderci con clamorosi e improvvisi ritorni all’attività, con vittorie inattese, con sconfitte brucianti o vicissitudini extrasportive che destano scalpore, che con le loro gesta da sempre infiammano i tifosi di tutto il Mondo. E Lance non è certo il primo, né credo sarà l’ultimo, a colpire la nostra attenzione per una scelta choc per il livello di competitività sportiva che si è raggiunta oggi. Micheal Schumacher, più di ogni altro l’emblema del pilota moderno, capace nel corso della sua carriera di “mettere in fila” tutti i record possibili e immaginabili in Formula 1. Pete Sampras, il tennista che ha dominato la scena internazionale vincendo un numero impensabile di tornei dello Slam e rimanendo al primo posto delle classifiche mondiali per tanti anni. Roberto Baggio, gran-

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de fuoriclasse del calcio nostrano che tutti ricordiamo per la fasi alterne ma straordinarie della sua incredibile carriera sportiva. Josefa Idem, la canoista del C.C. Aniene seconda per 4 millesimi (se così si può dire) a Pechino 2008 e ancora in attività nonostante i suoi 44 anni. Atleti più attuali come Phelps, Tiger Woods, Bolt, gli atleti delle paralimpiadi. Tutti super-atleti, senza alcun dubbio campioni straordinari. Ma io credo soprattutto persone fuori dal comune. Persone di talento che hanno capito come mettere a frutto il proprio “dono”, come alimentare uno degli elementi indispensabili per la riuscita: la motivazione, la nostra vera “benzina”. Se paragoniamo noi stessi ad un’automobile (magari una Ferrari) posso affermare che il nostro talento corrisponde più o meno all’aerodinamica e al motore della vettura, la nostra testa (quello che pensiamo e decidiamo) corrisponde al pilota, la motivazione è senza dubbio il carburante che consumiamo. Lo sport non è solo “questione di fisico”. E anche la migliore metodologia di allenamento da sola non è più sufficiente a garantire la riuscita. Laddove per riuscita

intendiamo anche il superamento dei propri limiti, del proprio “massimo”. Come dimostrano le imprese sportive di tanti atleti, come dimostra la storia di Armstrong. La straordinarietà della sua scelta è allora da ricercare anche nella sua storia. Forse nella sua storia più privata. Sappiamo tutti che Armstrong ha dovuto combattere contro una terribile patologia, che lo ha colpito già nel pieno della sua carriera professionistica. Credo che Armstrong sia l’esempio di come si possa attingere ad una forza d’animo che crediamo di non avere e che invece è dentro di noi. Il ritorno di Armstrong al Giro va oltre il fatto puramente sportivo e mette in evidenza quello che noi psicologi da sempre sosteniamo: l’importanza del “crederci”, la forte convinzione che poggia solo su una grande motivazione. E quella di Armstrong è senza dubbio far vedere al Mondo che ci si può riprendere da tutto, anche ripartendo da zero dopo aver avuto grandi successi e grandi difficoltà. La sua motivazione è dare speranza ad altri. Si chiama Resilienza e corrisponde nella letteratura scientifica a quella capacità dell’individuo di

rispondere a stimoli altamente stressanti in modo nuovo e molto efficace, uscendo dalla situazione negativa e creandone una migliore. Una riuscita, un successo, anche una “salvezza”. È, in sintesi, l’arte di risollevarsi. Questo è possibile soprattutto quando abbiamo “fame”, quando abbiamo un obiettivo più difficile del precedente. Ogni volta che ci è accaduto qualcosa che ha segnato o “ri-orientato” la nostra vita, noi sentiamo crescere dentro il bisogno di rifarci; per molti diventa vendetta, per altri diventa una “spinta” ad andare oltre. Si chiama psicologia della visione. Ma qual è l’interruttore di questo meccanismo? La risposta non è semplice. Intanto occorre dire che non siamo tutti uguali e alcuni possiedono particolari virtù di ripresa; c’è da considerare poi il fatto che l’educazione ricevuta, il livello di indipendenza e autonomia personale e la presenza di eventuali blocchi o traumi sono fattori determinanti nel determinare una risposta positiva, intensa e molto efficace. L’interruttore è quasi sempre una situazione altamente stressante e “pericolosa” per l’individuo, che ne minaccia la “sopravvivenza” o

l’autostima, che ne stimola la riuscita. Sento spesso dire ai miei atleti “voglio dimostrare che…” e questo mi tranquillizza perché significa che c’è ancora qualcosa da tirar fuori. È quando un atleta fatica ad applicarsi o cerca scappatoie, che sta mettendo in atto una serie di meccanismi di difesa del proprio “ego” che non lo portano lontano; tutto questo serve a nascondere a se stesso che forse ha paura di qualcosa o che, più semplicemente, non ha più voglia. Lo stress non è un elemento necessariamente negativo; senza dubbio ci consuma e ci ostacola, ma è dalla tenuta nei momenti di stress che impariamo a contare su

noi stessi e a continuare sulla strada intrapresa nonostante tutto. È così che Armstrong trova sempre nuove sfide da tentare: lui non teme lo stress perché crede in sé e continua finchè non raggiunge quanto desidera. È importante però comprendere che la motivazione da sola non basta. Il talento e la preparazione tecnico – atletica sono altri elementi indispensabili. Senza un’adeguata preparazione mentale nello sport di alto livello si fatica ad emergere e spesso si incorre in vere e proprie crisi sportive dalle quali è difficile uscire. Dico questo perché troppo spesso assisto a realtà uniche ed ec-

cezionali come quella di Lance Armstrong che confermano a mio avviso quanti atleti si perdono per strada perché magari non trovano dentro quella forza di cui questo campione è emblema. Prepararsi mentalmente all’attività di alto livello non è solo risolvere crisi, ma è preparare la propria mente a dare il massimo, a tirare fuori tutto quello che c’è nel momento giusto, ed evitare gli autogoal ed esprimere tutto il potenziale. La storia di Armostrong, per quanto straordinaria, direi che è anche unica (pensiamo a quanti atleti sono caduti senza più rialzarsi, per es. Mike Tyson o Martina Hingis). Questo significa che

anche la sua esperienza di vita personale ha avuto un ruolo fondamentale nella capacità di non fermarsi mai. Questo atleta non è più solo un atleta ma un uomo che attraverso la sua attività vuole dare un messaggio al Mondo e a tutti quelli che hanno dovuto vivere un’esperienza simile alla sua. Perché non è campione colui che non cade, ma colui che si rialza. Come Alessandro Zanardi, anche lui è ormai un esempio, un’icona della possibilità solo umana di risalire. Sempre. Perché in fondo un colpo della vita non è un destino, ma solo una ferita che colora la nostra storia.


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Diritto e rovescio

La Natura ti circonda... il Benessere ti avvolge

di Antonio Conte Consigliere segretario dell’Ordine degli Avvocati di Roma, specializzato in diritto sportivo

La responsabilità nell’ordinamento giuridico ordinario

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a violazione di un dovere giuridico nell’ambito dei rapporti interprivati comporta la nascita di un’obbligazione risarcitoria, volta alla riparazione del pregiudizio economico subito dal soggetto danneggiato. A) Responsabilità contrattuale Quando il mancato od inesatto adempimento dipende da cause imputabili al debitore (es.: negligenza, dimenticanza etc.), questi è tenuto al risarcimento del danno. La responsabilità contrattuale presuppone l’esistenza di un rapporto giuridico tra il responsabile e colui che ha subito il danno (debitore-creditore). L’ art. 1218 c.c. stabilisce una presunzione relativa di responsabilità, superabile dal debitore attraverso la dimostrazione della non imputabilità dell’inadempimento. In altri termini, il creditore deve limitarsi a provare il fatto storico della mancata attuazione del rapporto obbligatorio e l’entità del danno sofferto, mentre è onere del debitore provare che l’inadempimento è dovuto ad una causa oggettiva a lui estranea. B) Responsabilità precontrattuale A differenza della precedente, non presuppone un rapporto giuridico, ma solo un generico obbligo di correttezza e buona fede nello svolgimento delle trattative contrattuali.

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La responsabilità precontrattuale sorge nella fase che precede la stipulazione del contratto. L’interesse leso non è quello alla conclusione del contratto, bensì l’interesse a non ricevere menomazioni patrimoniali dal fatto di svolgere trattative contrattuali inutili (interesse negativo). Il danno risarcibile, quindi, comprende le spese e le perdite connesse strettamente con le trattative (cd. danno emergente) ed il vantaggio che la parte avrebbe potuto procurarsi con altre contrattazioni (cd. Lucro cessante). C) Responsabilità extracontrattuale L’art. 2043 del codice civile definisce illecito “qualunque fatto doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto” sancendo l’obbligo, per colui che lo ha commesso, di risarcire il danno. Tale norma costituisce il cardine del sistema della responsabilità extracontrattuale. Perché si configuri una responsabilità occorre quindi che il fatto dannoso sia contra ius, e cioè lesivo di un diritto giuridicamente rilevante: solo in questo caso il danno può ritenersi ingiusto e, quindi, meritevole di risarcimento. Da rilevare, però, che un comportamento pregiudizievole può, in taluni casi, essere giustificato, talché il danno da esso arrecato non è antigiuridico e non è quindi oggetto di risarcimento.

Tra i casi di esclusione dell’antigiuridicità ricordiamo la legittima difesa (artt. 2044 c.c. e 52 c.p.), per cui non è responsabile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di un’offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa; e lo stato di necessità (art. 2045 c.c.), che si ha quando chi ha compiuto il fatto vi è stato costretto dalla necessità di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, e il pericolo non è stato da lui volontariamente causato. Il fatto dannoso, per essere illecito, deve essere commesso dolosamente o colposamente. Il dolo consiste nella volontaria trasgressione del dovere giuridico: l’atto illecito è doloso quando chi l’ha commesso ha agito con la coscienza e la volontà di cagionare l’evento dannoso. Mentre la colpa consiste nella violazione di un dovere di diligenza, cautela o perizia, nei confronti dei terzi: l’atto illecito è colposo quando l’evento dannoso non è voluto ma è cagionato per negligenza, imprudenza o imperizia, per inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discip1ine. Fondamento generale della responsabilità extracontrattuale è quindi la colpevolezza dell’agente, nelle due forme del do-

lo o della colpa. La colpevolezza è esclusa quando l’evento dannoso dipende da una causa estranea - come il caso fortuito e la forza maggiore - la quale spezza il nesso di causalità. D) La responsabilità oggettiva La responsabilità oggettiva si fonda sulla sola esistenza del nesso di causalità, per cui si risponde del danno cagionato come conseguenza diretta ed immediata della propria condotta, a prescindere dal dolo o dalla colpa. E) La responsabilità indiretta Di regola, l’obbligo a risarcire il danno incombe su colui che ha commesso il fatto. Non mancano però ipotesi in cui è prevista la responsabilità di un soggetto diverso dall’autore del fatto dannoso, accanto, eventualmente, alla responsabilità di quest’ultimo. Per esempio la responsabilità dei padroni e dei committenti per i danni arrecati da fatti illeciti dei loro dipendenti, poi,la responsabilità del proprietario per i danni cagionati dal veicolo qualora il proprietario sia persona diversa dal conducente ed anche la responsabilità dei genitori o tutori per i danni cagionati dal fatto illecito dei figli minorenni che abitano con essi. La responsabilità è esclusa solo se gli interessati provano di non aver potuto impedire il fatto.

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Pensieri

di Paolo Cecinelli Caporedattore centrale La7 Sport

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uando questo numero di SportClub sarà nelle vostre mani, la storia che voglio raccontarvi sarà già finita. “Wonder Boy” Adriano Cardarello, 21 anni di San Basilio, avrà già affrontato l’argentino Ignazio Lucero Fraga, il suo avversario per la conquista del titolo mondiale jr IBF nell’evento pugilistico più bello che Davide Buccioni abbia mai organizzato a Roma. Nel momento in cui scrivo questi pensieri, invece, il match deve ancora disputarsi ma la serata – “Roman Wars” - è comunque destinata a rimanere nella storia del pugilato romano sia per il valore tecnico di Cardarello sia per il contesto in cui si svolgerà. Stadio ex-Maneggio dell’Acqua Acetosa, dove negli anni ’70-’80 si allenava la formidabile squadra di pallamano del Tor di Quinto che in 4 anni, partendo dalla D, raggiunse la serie A. Una favola sportiva che vi racconterò un'altra volta ma rimaniamo a quella di Cardarello e Buccioni Il ring sarà allestito al centro di un vero e proprio set cinematografico: un Tempio dell’Antica Roma. Una scenografia teatrale unica, come fossimo a Cinecittà, per riportarci indietro nel tempo quando al Colosseo si affrontavano i Gladiatori. Di questo progetto me ne ha parlato con grande energia e sentimento il vulcanico organizzatore Davide Buccioni, avvocato romano che nel ’92 sfiorò le Olimpiadi di Barcellona, 71 incontri da dilettanti, come succe-

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de soltanto nelle migliori tradizioni messicane. Buccioni ha saputo convogliare nel tempo il suo smisurato amore e la sua altissima competenza per il pugilato in un’attività manageriale. A Buccioni bisogna dare fiducia perché ogni volta che organizza una serata fa il pienone e nessuno va via deluso. Pugili, manager e spettatori. Negli ultimi quattro anni le società di boxe di Roma sono aumentate del 150 per cento, i ragazzi che vogliono salire sul ring sono sempre di più e provengono quasi tutti dalle borgate o dai quartieri periferici. Hanno una grande voglia di emergere ed il pugilato a volte rappresenta la loro grande opportunità. Ci provano e se le cose vanno nel verso giusto riescono a sbancare il lunario. E’ gente vera che non ha mai conosciuto raccomandazioni, gente che non si tira indietro. Riescono in pochi, ma il loro successo da speranza e forza a tutti gli altri., “Pugilato, metafora della vita”, se ne sono accorti ed innamorati personaggi della letteratura e dell’arte. Andy Warhol e Jean Michel Basquiat si fecero fotografare con un paio di guantoni perchè li consideravano un simbolo feticistico, Ne hanno scritto, invece, sotto il profilo umano Ernest Hemingway, Jack London e Lord Byron. Numerosi anche i capolavori cinematografici sulla vita di pugili, famosi e non. I più giovani ricorderanno “One Milion Baby” con Clint Eastwood

L’amore per la boxe e i più maturi “Lassù qualcuno mi ama” con il mitico Paul Newman. La boxe può essere la celebrazione del brutale ma nello stesso tempo il contrario: succede quando il più debole batte il più grosso grazie alla sua intelligenza tattica e tecnica. Davide contro Golia. Jack La Motta contro Ray Sugar Robinson, Alì-Foreman, Duran-Leonard. La boxe appassiona la gente, piace. E’ lo sport più antico insieme alla corsa, è lo sport più naturale perché il combattimento tra due atleti esprime in maniera univoca la competitività. Il dominio sull’avversario in una sfida dove l’intelligenza ha un ruolo superiore a quello della forza.

Davide Buccioni, dell’omonimo Boxing Team

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Cover

I have a dream Come tanti ragazzi appassionati di sport, sogna di andare alle Olimpiadi e magari salire sul gradino più alto del podio. Si allena intensamente, ha una grinta da leone e possiede le potenzialità per raggiungere l'obiettivo. di Alexia Amaricci_foto Grazia Neri

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a...C'è un ma. Ai Giochi Olimpici non ce lo vogliono. Unica colpa, correre con gambe artificiali che gli procurerebbero un “vantaggio meccanico dimostrabile” (secondo la definizione della IAAF). Qualcuno ha persino prospettato scenari fantascientifici, con individui disposti a

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farsi impiantare gambe bioniche pur di vincere in gara. Ma chi è colui che ha suscitato tutte questa reazioni? Ovviamente Oscar Pistorius, il giovane sudafricano che lotta per la parità fra atleti disabili e atleti normodotati. Dopo mesi di battaglie a colpi di carte burocratiche e test accurati, nel

maggio 2008 il campione viene ammesso a Pechino 2008. Troppo tardi per riuscire ad ottenere il tempo utile alla qualificazione (nello specifico i 400 mt). E lui che fa? Da vero fuoriclasse si presenta alle gare Paralimpiche e, senza perdere concentrazione e motivazioni, surclassa gli avversari nei 100, 200 e 400 mt.

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Cover La storia del ragazzo di Pretoria la conosciamo un po' tutti. Nato nel 1986 con una malformazione (assenza dei peroni), subisce quasi subito l'amputazione degli arti inferiori. Grazie ad una famiglia eccezionale e ad un carattere fuori dal comune, pratica diverse discipline quali tennis, rugby e pallanuoto, per giungere poi all'atletica, con risultati da record. Nel nostro Paese è molto amato e, nel ricambiare tale affetto, l’atleta sudafricano ha anche deciso di scrivere un libro autobiografico (Dream Runner) per un editore italiano, in collaborazione con Gianni Merlo e con la prefazione di Candido Cannavò. In occasione di una delle sue numerose visite nel Belpaese, che ogni volta lo accoglie con entusiasmo e ammirazione, l'abbiamo incontrato presso il Circolo Canottieri Aniene di Roma per porgli qualche domanda e svelare curiosità inedite. Grazie alle tue performance, hai girato quasi tutto il mondo, raccogliendo sempre un notevole riscontro presso il pubblico.

Che effetto ti fa essere accolto con tutto questo affetto da giovani e meno giovani? - Mi fa sempre molto piacere trovare questo affetto dalle persone, soprattutto qui in Italia. In questo periodo non si parla che di te e di Usain Bolt, tuo coetaneo. A quasi 22 anni, cosa si prova ad essere circondato da sponsor, affari milionari e mass media? Come fai a mantenere equilibrio e calma nonostante le pesanti pressioni esercitate intorno a te? - Ci sono molte pressioni che possono distrarti dagli obiettivi e dalle gare, a volte, quando sei lontano da casa, ti manca la famiglia e gli amici. Ma in fondo non è così difficile come sembra rimanere concentrati. I velocisti “normododati” allenano i propri quadricipiti con esercizi quali squat e pressa. In cosa consiste il tuo lavoro in palestra? Effettui gli stessi tipi di allenamento o adotti tecniche differenti per potenziare la parte superiore delle cosce?

- Non c’è alcuna differenza nell’allenamento e negli esercizi effettuati in palestra. Svolgo esattamente lo stesso tipo di preparazione. Nel mondo dello sprint, gli atleti di colore sono sempre fra i protagonisti. Come giustifichi il fatto che, nelle gare paralimpiche, non c'è affatto questa supremazia sui concorrenti di altre etnie. Non sarà un problema di accesso economico alle costose tecnologie? - E’ una differenza che non ho notato affatto in gara.

Oscar Pistorius mostra con orgoglio la maglia biancoceleste regalatagli dai tifosi laziali per premiare le sue simpatie per la compagine di Mister Rossi. I ragazzi della Nord lo aspettano in curva per assistere al derby insieme.

Pistorius nacque con una grave malformazione (entrambi i peroni erano assenti[2]), che lo costrinse, all'età di undici mesi,[3] all'amputazione delle gambe. Negli anni del liceo praticò il rugby e la pallanuoto, poi un infortunio[1] lo portò all'atletica leggera, dapprima per motivi di riabilitazione, poi per scelta.

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Per la prima volta, Oscar Pistorius racconta la sua storia straordinaria di ragazzo normale: gli scatenati giochi d'infanzia, il primo amore, le varie esperienze sportive con il tennis, la pallanuoto, il rugby e infine l'atletica leggera, in cui ha ottenuto risultati che mai nessun amputato aveva raggiunto. E poi le difficoltà - sempre superate grazie al sostegno di una famiglia che gli ha insegnato il coraggio, l'orgoglio e l'ironia -, i momenti bui, la dura battaglia per conquistare il diritto a poter partecipare alle Olimpiadi, e in assoluto a non essere considerato un atleta disabile, ma semplicemente un atleta. E un uomo. Perché, come dice lui, "Tutti abbiamo una disabilità. Magari un problema mentale o fisico. Ma possediamo anche milioni di altre abilità, di talenti che ci possono permettere di superare i nostri limiti e le difficoltà". Questo è il suo sogno. Il sogno che ciascuno di noi dovrebbe avere.

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Milioni di ragazzi ti considerano ormai un idolo. Cosa fa Oscar Pistorius nel tempo libero? Che tipo di musica ascolti, quali generi di libri e film preferisci? - Sono un ragazzo come tutti gli altri. Fra la musica che mi piace in particolare c’è quella dei Negramaro, per i quali ho girato un bellissimo videoclip. Mi piace andare al cinema ed uscire con gli amici. Ho anch’io i miei idoli, come ad esempio Valentino Rossi, del quale seguo con ammirazione i successi e le vittorie in pista. Lui è sicuramente più veloce di me…

no i Mondiali in Germania nel 2009? A che punto è la tua preparazione? - Non c’è una preparazione particolare in vista dei Mondiali dell’anno prossimo. Io affronto ogni manifestazione sportiva nella medesima maniera e con lo stesso impegno di sempre.

Ovviamente il tuo obiettivo finale è Londra 2012. Tuttavia la prossima tappa so-

Incontrando Pistorius, ciò ci ha maggiormente colpiti è la estrema disponibilità e

Se non fossi diventato un campione sportivo, in quale campo ti saresti cimentato? - Magari, cambiando sport, avrei potuto correre in moto, come Valentino Rossi. Chissà.

l’entusiasmo di chi vuole conoscere il mondo e le possibilità che esso offre. Una positività che viene trasmessa appena lo si avvicina, grazie ad un sorriso aperto e sincero come poche persone possiedono. Oscar Pistorius, un ragazzo dai grandi ideali che, come il grande Martin Luther King, è divenuto il portavoce di tutti coloro che si battono per l’uguaglianza e le pari opportunità. Affinchè, andando aldilà del colore della pelle o della normalità fisica, non sia più necessario dover cambiare la mentalità della gente e dover ancora pensare: “I have a dream”. In bocca al lupo Oscar. Ma, dato che amiamo gli animali, forse è meglio un good luck!

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pochissimo tempo sia riuscito a radunare un migliaio di amici. Forse non supererò il milione come Phelps, ma mi pare un ottimo inizio anche per tutti i miei fans che magari verranno a vedermi direttaqmente al Foro Italico per Roma 2009” Appunto, i fans. Questa è la vera realtà. Cosa pensi del contatto che si diffonde oramai a gonfie vele soprattutto tra i giovani e che permette di avvicinarsi virtualmente anche ai big dello sport come te? “Lo trovo straordinario, emozionante per certi versi. Gli sportivi possono avere un contatto diretto con il loro pubblico. Loro, i supporters, ti scrivono , ti fanno gli auguri, commentano le tue gare in tempo reale, in diretta quasi. E tu rispondi, ti fai coccolare, accetti magari le critiche per una gara andata male. Senza filtri , direttamente, il rapporto è tra te e loro. E così tutto diventa familiare, vai a fare magari un mondiale e inserisci il “dietro le quinte” con foto che fai tu direttamente. Lo fanno tutti i più grandi nuotatori, questa è la vera rivoluzione in questo momento”.

Trattieni il respiro Colby Federico Colbertaldo, anche lui sarà protagonista del prossimo mondiale di nuoto a Roma 2009 in compagnia di molte annunciate star della piscina. di C. Z.

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oma si appresta a divenire palcoscenico del grande nuoto, ombelico natatorio mondiale per la seconda volta nella storia quindici anni dopo l’edizione del 1994. E quindici anni dopo, sembra vivere di nuove emozioni in un’epoca che sembra rimandare di molto all’indietro il 94 che fu. Almeno per quel vortice di profonde trasformazioni nel campo della comunicazione che si ripercuoterà anche sul mondiale capitolino. Il web, la grande rete di Internet, già scalda i motori come ha fat-

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to per le Olimpiadi di Torino 2006: ma ora, nell’autostrada sempre più a scorrimento veloce della rete sono comparse nuove “corsie” che rendono ancora più fluido il traffico di informazioni, e Facebook ne è l’esempio più lampante. Il social network inventato nel 2004 da uno studente di Harvard con l’intento di mantenere i contatti e veicolare le informazioni tra gli studenti universitari si è via via autolalimentato fuoriusciendo dai confini per cui era stato creato. Oggi più di cento mi-

lioni di utenti animano “faccialibro”, creando gruppi , eventi associati, diventando membri di gruppi a sostegno di cause. “Taggano” amici, mandano poke di simpatia, e cercano i loro beniamini sportivi in questa nuova frontiera dell’informazione personalizzata. E così anche il mondo del nuoto subisce una incredibile trasformazione: fans sempre più numerosi cercano l’amicizia dei nuotatori più famosi entrando in una confidenza prima d’ora inaspettata. Richiedono amicizia e scrivono sulla bacheca, dedicano

pagine personalizzate con informazioni cercando consensi e aggiornando in tempo reale tutto si muove “a proposito di” sul web. E i nuotatori si adeguano coccolando personalmente la moltitudine di tifosi con un aggiornamento di continuo con foto, dediche, pensieri. Colbertaldo, “Scienzy” nickname del nuoto italiano, è il più tecnologicamente esperto in materia. Il diciannovenne atleta delle Fiamme Azzurre nativo di Valdobbiadene, primatista degli 800 e 1500 stile libero e medaglia di bronzo ai Mondiali 2007 di Melbourne nutre una vera passione al limite del professionale per il web.Il computer spunta quando meno te lo aspetti: “scarico lost con bitorrent” “sono appassionato di net gamer” “sono collegato a Facebook per diverse ore al giorno”. Non può fare a meno del web, Colbertaldo. Anche se quando non è on line, l’acqua e i suoi allenamenti ritornano la prima passione,

la grande sfida al Mondiale che lo vedrà certamente protagonista all’ombra del Colosseo. In questi giorni su Facebook sono sempre più le pagine create dagli appassionati su Roma 2009, ma anche professionali che riuniscono i giornalisti del nuoto che seguiranno a migliaia l’atteso mondiale. Allora Federico, preso pure tu dal contagio facebookiano? “Direi che anche a me è salita la febbre da Facebook. All’inizio ero riluttante, forse non avevo ancora capito la portata di questo social network. Poi ho visto che tanti amici lo frequentavano, e alcuni di loro mi hanno spinto a iscrivermi. Devo dire che graficamente faccialibro è molto gradevole, pulito e in più ci metti nome , cognome e foto rispetto ad altri social. Mi ha stupito subito in positivo, poi appena iscritto una valanga di amici ha richiesto la mia amicizia. E’incredibile come in

Una rivoluzione che implica un grande impegno. Numerosi tuoi colleghi oramai si affidano al “manager di facebook” per gestire una massa di dati e rapporti che si fa sempre più intensa di giorno in giorno. E’ così anche per te? “Non nel mio caso, anche perché il migliaio di contatti li riesco a gestire personalmente. Passo gran tempo collegato e rispondo io personalmente a tutti così come animo il forum “corsia 4” in quasi diretta quotidiana. Un bell’esperimento per tastare il polso all’ambiente”. I gruppi e gli eventi associati si moltiplicano in vista di Roma 2009. Facebook ti tiene aggiornato su questo grande evento a cui parteciperai? “Si , debbo dire che questa è la vera novità. Io non sono solo un nuotatore professionista ma anche un appassionato del mio mondo, che è il mondo del nuoto. I gruppi che si formano mi tengono aggiornato di continuo , leggo le opinioni e i commenti. Ho visto che tu hai formato il primo gruppo di giornalisti del nuoto. Bello, così come tutti quelli che dichiarano di essere pronti a seguire il grande nuoto mondiale di Roma 2009. Un’emozione condivisa. Su Facebook in migliaia già trattengono il respiro”.

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Il Presidente dei 13th FINA World Championships – Mondiali di Nuoto Roma 2009 Giovanni Malagò e il Direttore Generale Roberto Diacetti

Il Foro Italico: la casa dei grandi eventi sportivi

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l complesso del Foro Italico è identificato, a Roma e non solo, come "la casa dello sport". E' qui che Roma ha vissuto tutti i suoi grandi eventi: i mondiali di calcio, che sono quelli mediaticamente più rilevanti, gli internazionali di tennis, che ogni anno portano i migliori cam-

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pioni, uomini e donne, di questo sport; e, per quel che ci riguarda, i mondiali di nuoto. E' qui che sarà, l'anno prossimo, ancora una volta, il grande teatro dei mondiali di nuoto Roma09, con l'appendice, interessantissima, delle gare di fondo che si svolgeranno a Ostia, che diventa non solo "burocraticamente", il Lido di Roma.

L'impatto ed il fascino esercitati da questi impianti che ormai hanno, nella loro concezione, quasi un secolo, sono straordinari, anche per la modernità dell'idea: abbiamo visto pure di recente, ai Giochi di Pechino, che si collocavano in ben diversa situazione socio-ambientale, come l'idea fondamentale per l'organizzazione di

grandi eventi sportivi sia oggi quella di identificare una "città dello sport". Il Foro Italico lo è, e il nuoto ne è componente essenziale. Rapportate ai tempi in cui furono ideate e realizzate, le piscine coperte non hanno nulla da invidiare al decantato "Water Cube" di Pechino 2008. Anzi: la componente artistica delle nostre strutture è culturalmente superiore: i mosaici, le colonne della piccola piscina pensile, un gioiello un po' misconosciuto nel quale nuotava Mussolini, possono, e dovranno, costituire un luogo di visite e studi culturali in una società come quella italiana nella quale l'aspetto del turismo culturale costituisce uno dei maggiori cespiti per il prodotto interno lordo. E' su questa struttura di fondo, che va utilizzata per i suoi scopi naturali (l'esercizio sportivo e l'organizzazione di grandi eventi) che Roma09 è chiamata ad inserirsi, con le sue enormi potenzialità mediatiche, di richiamo ed economiche: una ricerca di poco tempo fa ha calcolato che l'impatto sul PIL sarà dell'1.8 per cento a livello territoriale. La linea fondamentale che ha ispirato i nostri progetti è "il massimo della modernità nel rispetto della struttura". Dunque utilizzando gli impianti del Foro Italico come base, li porteremo all'altezza dei più moderni impianti di gara, sul piano tecnologico e su quello dell'eco-compatibilità, non snaturando ma anzi esaltando le qualità quasi "preveggenti" di impianti che hanno alcuni quasi un secolo, altri più di cinquant'anni, risalendo agli interventi che sul complesso furono effettuati per i Giochi Olimpici di Roma 1960. Quando mi riferisco alle possibilità tecnologiche, penso ad esempio a un sistema di cronometraggio che non renda più possibile quel che avvenne proprio in quelle Olimpiadi quando nei 100 stile la vittoria venne assegnata all'australiano John Devitt che ogni cinquanta metri batteva dieci bracciate più dell'americano Lance Larson. Furono i voti dei giudici ad assegnare l'oro, mentre Devitt credendosi sconfitto si congratulava con Larson. Il cronometro assegnava a entrambi il tempo di 55.2, ma l'elettronica poi disse 55.1 per Larson e 55.2 per Devitt, però non ci fu modo di far ricredere i giudicanti. Cose d'altri tempi? Beh, pensando al finale di Pechino tra Phelps e Cavic nei 100 farfalla... Tecnologie avanzate nella struttura fondamentale ed eco-compatibilità, dunque: quest'ultima sarà la linea guida non solo nella realizzazione delle piscine provvisorie, nelle quali si disputeranno le gare della pallanuoto e del nuoto sincronizzato, ma anche in tutti gli impian-

ti di supporto (il centro stampa per dirne uno, ma anche il villaggio dell'ospitalità), e in tutte le attività indispensabili allo svolgimento di una manifestazione come i mondiali di nuoto: penso all'utilizzo di carta riciclata, a veicoli elettrici per i movimenti all'interno dell'area, a strutture che "sfruttino", ovunque sarà possibile, l'energia alternativa. Il segno che vogliamo lasciare è proprio questo: il Foro Italico

è "la casa dello sport" e all'interno di questa casa tutto è possibile fare e organizzare al meglio, nel rispetto dell'identità del complesso e delle nuove necessità che l'evolversi dell'umana convivenza ha proposto. Intervento del Direttore Generale di Roma09 Roberto Diacetti al convegno Foro Italico: “Verso la Città dello Sport”

CDA Roma09 - Nuove nomine

Si sono svolti lunedì 13 ottobre, il Consiglio di Amministrazione e l’Assemblea del Comitato Organizzatore dei 13th FINA World Championships. Nel corso dell’Assemblea sono stati nominati, in rappresentanza del Comune di Roma, il Dott. Alessandro Cochi ed il Dott. Cosimo D’Ambrosio in sostituzione dei dimissionari Paolo Cuccia e Gianni Rivera.

Ticketing

E' in via di definizione il piano biglietti per Roma09. Entro il mese di ottobre verranno stabilite le categorie dei posti con i relativi prezzi (da 5 a 75 euro circa), nonché le formule di abbonamento. A partire da metà novembre sarà poi aperta una sorta di prevendita riservata a particolari categorie di acquirenti (società FIN, delegazioni ufficiali, sponsor) mentre dal mese di gennaio la vendita sarà libera. I canali di vendita saranno quelli utilizzati abitualmente da Lottomatica, che è il partner del c.o. per il ticketing ed inoltre sarà aperto un ufficio biglietteria al Foro Italico, presso la piscina coperta. Per tutte le informazioni si possono consultare i siti: www.roma09.it , www.lottomaticaservizi.it e www.listicket.it. Un numero verde dedicato sarà a disposizione di tutti gli appassionati per qualsiasi informazione.

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I padroni delle due ruote L’Italia sempre in vetta al ciclismo

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di Marco Trozzi_foto Grazia Neri

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La medaglia d’argento alle Olimpiadi di Pechino di Davide Rebellin

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e qualcuno decidesse di fare un’indagine statistica su quale sia il primo termine a cui la gente pensa quando si parla di ciclismo, probabilmente il risultato sarebbe la parola “doping”. Verdetto impietoso, ma che, d’altronde, è il frutto della cronaca sportiva: un’interminabile lista d’indagati, di corridori sospesi, che aumenta di giorno in giorno. Visione semplicistica e riduttiva di una disciplina affascinante e di antichissima tradizione, ma che per certi aspetti, può apparire come una nobile decaduta. Basti pensare che Thomas Bach, vicepresidente del Comitato Olimpico Internazionale, alla luce degli ultimi casi di doping legati al Tour de France 2008, ha addirittura auspicato «una pausa olimpica di riflessione a causa della sua credibilità che è pari a zero». Forse

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si è raggiunto davvero il punto più basso se è vero che il ciclismo, sport a cinque cerchi sin dall’edizione di Atene 1896, rischia un’esclusione che ai più potrebbe apparire come incredibile. Chi conosce profondamente le due ruote, chi le ama davvero, però, sa bene che il loro fascino non può essere scalfito e intaccato da qualche atleta che decide di giocare sporco. Certo è che i casi sono aumentati e sembrano non terminare mai, ma sarebbe ingiusto pensare che il ciclismo sia l’unico sport nell’occhio del ciclone.

Croce e delizia nostrana L’Italia, Paese dalla tradizione ciclistica molto antica, non è da meno per quanto riguarda le brutte notizie: i casi di positività all’EPO di ultima generazione di Riccardo Riccò

e Leonardo Piepoli al Tour de France sono solo gli ultimi di una lunga serie, ma fortunatamente gli scandali sono regolarmente compensati dai numerosi successi. La nostra nazionale è stata, infatti, la protagonista assoluta dei Campionati del mondo di ciclismo su strada, da poco disputatisi a Varese, durante i quali il team allenato da Franco Ballerini ha portato a casa, per la terza volta consecutiva dopo i successi di Paolo Bettini a Salisburgo (2006) e Stoccarda (2007), il titolo iridato nella categoria “Prova in linea élite uomini”, con Alessandro Ballan, outsider di valore, che ha saputo sfruttare al meglio la perfetta strategia di gara di tutta la squadra. La squadra, appunto, la vera arma in più di uno sport che potrebbe sembrare caratterizzato da connotati prettamente individualisti.

È pur vero che in alcune manifestazioni come i Campionati del mondo, appunto, il gruppo fa spesso la differenza, ma per i corridori, a volte costretti a imprese solitarie, non è facile anteporre gli interessi collettivi a quelli personali. È proprio in questo modo, invece, che gli azzurri hanno saputo imporsi ancora una volta, confermandosi campioni, ma soprattutto riuscendo a superare squadre come il Belgio, presentatosi a Varese con due sprinter in grandi condizioni (Boonen e Van Avermaet) e altrettanti finisseur come Devolder e Gilbert, e la Spagna che a Pechino, con Samuel Sanchez, ha saputo imporre ancora una volta la legge delle “furie rosse” dopo i successi al Giro, Tour e Vuelta. I ragazzi di Ballerini, divenuto nel frattempo il commissario tecnico italiano più titolato con

quattro Mondiali e un’Olimpiade in otto anni, hanno saputo rifarsi proprio della delusione di quest’estate in Cina, confermandosi tra i migliori al mondo nella rassegna mondiale con ben diciannove primi posti dal 1927 ad oggi, secondi solo al Belgio che di titoli ne ha venticinque.

Tre: il numero perfetto L’impresa compiuta dagli azzurri può essere analizzata da molti punti di vista, ma osservando e studiando attentamente le statistiche relative alla manifestazione iridata di Varese e alle altre disputate fino ad ora, emerge un’indagine che ha alla sua base il numero tre. È questo, infatti, come già detto in precedenza, il numero di successi consecutivi di atleti italiani nel palmarès, che hanno saputo ripe-

tere l’impresa compiuta tra il 1930 e il 1932 da Alfredo Binda, Learco Guerra e ancora Binda. Sono tre anche i successi ottenuti in casa: oltre a quello appena conquistato da Alessandro Ballan, ci sono quelli di Roma nel 1932 (Binda) e quello del 1968 a Imola (Vittorio Adorni). Miglior azzurro di sempre in questa manifestazione è proprio Alfredo Binda, che ha saputo conquistare il titolo iridato ben tre volte tra il 1927 e il 1932, impresa compiuta anche dai belgi Rik Van Steenbergen, Eddy Merckx e dallo spagnolo Oscar Freire Gomez. Ha sfiorato l’ingresso nell’Olimpo dei ciclisti il nostro Paolo Bettini, capitano coraggioso della comitiva azzurra, che dopo i successi di Salisburgo (2006) e Stoccarda (2007), avrebbe voluto chiudere la sua carriera col tris che, tra l’altro, lo avrebbe reso l’unico corridore ad aver conqui-

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L’Italia durante questi ultimi Campionati del Mondo ha collezionato in totale due ori e due medaglie d’argento nella categoria maschile. Un risultato di tutto rispetto considerando che i nostri giovani, autori di ottime prestazioni, danno continuità, in chiave futura, a un movimento da sempre ai vertici mondiali. stato la vittoria tre volte consecutivamente. Purtroppo la “marcatura” degli avversari, in particolare degli spagnoli del ct Antequera, su di lui ha reso vana questa speranza, ma come detto, il cambiamento in corsa della strategia di gara di squadra, ha fatto sì che Paolo, da molti additato come il vero stratega di quest’ultima impresa, attirasse su di se l’attenzione dei rivali e lasciasse liberi di andare Ballan e Damiano Cunego, poi giunto secondo all’arrivo. Analizzando nel dettaglio la gara di Varese, l’attacco finale di Alessandro Ballan, è arrivato proprio a tre chilometri dal traguardo, quell’ultimo tratto di pianura che nelle previsioni del commissario tecnico azzurro avrebbero potuto decidere la gara. Pronostico poi confermato dallo scatto bruciante del ciclista di Castelfranco Veneto, avvenuto proprio dopo la salita dei Ronchi e arrivato in solitaria nel Cycling stadium dove è stato accolto dal boato assordante dei 3.500 spettatori presenti. Insomma, un vero e proprio trionfo firmato dalle tre B: Ballan, Ballerini, Bettin.

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Gli altri medagliati di Varese L’Italia durante questi ultimi Campionati del Mondo ha collezionato in totale due ori (Ballan, élite uomini e Malori, cronometro Under 23) e due medaglie d’argento (Cunego, élite uomini e Ponzi, prova su strada Under 23), nella categoria maschile. Un risultato di tutto rispetto considerando che i nostri giovani, autori di ottime prestazioni, danno continuità, in chiave futura, a un movimento da sempre ai vertici mondiali. Giusto spendere parole d’elogio per un corridore come Damiano Cunego, giunto secondo al traguardo con un po’ di amaro in bocca. Il veronese è arrivato a questo Campionato con tanta rabbia da sfogare, a causa della sfortuna che lo ha perseguitato alla Vuelta. Proprio per questo motivo, il ragazzo non ha mai nascosto di voler puntare alla vittoria finale, ma anche se il risultato ottenuto non è stato quello in cui sperava, un argento rappresenta in ogni caso un ottimo risultato per lui e per la squadra. Altro oro è arrivato dal ventenne Adriano Ma-

Paolo Bettini, iridato 2006 e 2007, guida la volata

lori, cronoman “purosangue”, nei confronti del quale l’intero movimento nazionale nutre grandi speranze. Il giovane parmigiano è, infatti, uno dei pochi italiani ad aver vinto un titolo iridato a cronometro e la medaglia d’oro è la degna conclusione di una stagione da incorniciare; durante la quale ha già conquistato il Campionato Italiano e quello Europeo di categoria. Uno specialista, insomma, sul quale investire e che tutti sperano possa diventare un ciclista di qualità. Un argento che sa di beffa è quello, invece, conquistato da Simone Ponzi. Assieme ai suoi compagni, il bresciano, è stato autore di una gara praticamente perfetta, ma il colombiano Fabio Andres Duarte Arevalo lo ha letteralmente bruciato, vincendo per distacco negli ultimi 500 metri. Ponzi ha dichiarato a più riprese di essere deluso dal secondo posto, ma è da ritenersi, comunque, soddisfacente la prova complessiva degli azzurrini che hanno ceduto solo nel finale all’imprevisto contropiede del sudamericano.


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Etica dello sport

Luigi Abete

Il Presidente onorario del M.E.C.S. Pier Luigi Celli

Davide Campanella, Luca Pancalli, Luigi Capasso, Michele Plastino, Antonio Lombardo e Luigi Abete

Grande successo per la nascita del Movimento. Prossimo appuntamento, a fine novembre, a Napoli all’Università Federico II Lunedì 13 ottobre presso l’Università LUISS Guido Carli è stato presentato il MECS, che ha tenuto il suo primo convegno dal titolo: “L’educazione fisica nella scuola italiana: quale futuro?”.

www.eticanellosport.com

di Alessandro Morucci_foto Gianni Barberi

ontro la violenza, il doping e le altre piaghe che affliggono il mondo dello sport non basta la repressione. È necessario rilanciare l'etica puntando soprattutto su chi questo valore può ancora imparare e poi divulgare: i giovani. Partendo da questi presupposti e progetti ambiziosi nasce il “Movimento per l'Etica e la Cultura nello Sport”, presentato a Roma nella sede dell'universitá Luiss. Nel suo pri-

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Giovanni Malagò

mo giorno di vita, il Movimento ha provveduto a nominare tre ambasciatori dell'Etica Sportiva, scelti fra i protagonisti delle recenti Olimpiadi di Pechino: Mauro Sarmiento (argento nel taekwondo), Giulia Quintavalle (oro nel judo) e Francesco D'Aniello (argento nel tiro a volo). Il progetto, è voluto dall'associazione sportiva dilettantistica (Asd) dell'Ateneo e dalla rivista 'Sport club' ed è promosso da enti locali, associazioni, realtá del mondo sporti-

vo e universitá. «Questo è un Paese che non ama le regole», è la premessa fatta da Pier Luigi Celli, direttore generale della Luiss e Presidente onorario del neocostituito Movimento. «Bisogna parlare ai giovani e convincerli a passare dai principi dell'etica ai fatti». E l'etica, come sottolineato da Luigi Abete, ex presidente della Luiss ora alla guida dell'Associazione sportiva dilettantistica della stessa Universitá, significa «rispetto delle rego-

le, mentre nella societá moderna è troppo semplice vincere. Bisogna educare i giovani ed insegnare loro ad essere corretti con se stessi e con gli altri». Il Movimento sviluppa l'idea del premio, istituito 7 anni fa, per l'etica dello sport dell'Universitá di Tor Vergata. Ogni anni sará protagonista di una campagna: la prima è quella presentata oggi con la tavola rotonda 'L'educazione fisica nella scuola italiana: quale futuro?' e fará il giro d'Italia con tappe alle universitá di Napoli (fine novembre), Bologna (fra sei mesi) e Milano (alla Bocconi di Milano fra un anno). La promozione del Movimento avviene anche tramite il sito www.eticanellosport.com. Inoltre, è stato creato un Osservatorio Cultura Etica Sportiva (Oces) che metterá 'on li-

Il Prof. Mario Brozzi ed il Presidente dell’A. Sportiva dell’Univ. Bocconi di Milano, Alessandro Ciarlo

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Etica dello sport

Gli ambasciatori dell’etica

Giulia Quintavalle Dino Zoff

Franco Chimenti

Andrea Cardinaletti

Prof. Giovanni Capelli

Mauro Sarmiento

Prof. Antonio Lombardo

Claudio Toti

Padre Kevin, responsabile sport nel Mondo del Vaticano

Delio Rossi

nè dati e statistiche su questi temi. «Per noi è una vittoria giá essere riusciti a mettere insieme questo mondo partendo dai valori dell'etica e della cultura», spiega Luigi Capasso, coordinatore nazionale del Movimento. «Tanti promotori - spiega - hanno giá sposato il nostro progetto e sono pronti a finanziarlo». Alla presentazione sono intervenuti, fra gli altri, il presidente del Comitato italiano paralimpico Luca Pancalli, il presidente del Comitato organizzatore dei Mondiali di nuoto Roma 2009 Giovanni Malagò, il medico della Roma Mario Brozzi, il tecnico della Lazio Delio Rossi e leggende viventi dello sport italiano come Gianni Rivera e Dino Zoff.

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Pino Capua

Luca Marchegiani

Gianni Rivera

Francesco D’Aniello

Alessandro Vocalelli

Ha partecipato anche Franco Chimenti, presidente della Federgolf e candidato alla presidenza del Coni. «Mi viene chiesto quale sará il mio programma: sicuramente posso dire che il rapporto con la scuola è fondamentale. È al Coni che spetta l'educazione dei giovani attraverso la formazione degli istruttori delle scuole», dice Chimenti. Che poi, riferendosi al fenomeno del doping aggiunge: «Quando un individuo mette a repentaglio la propria vita per trarre un vantaggio, vuol dire che c'è sottocultura anche nello sport e bisogna stare attenti. Il doping - aggiunge Chimenti - è una tragedia che non si ripara con la repressione, il problema è l'educazione».

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Club news

dott.ssa Cristina Hreniuc Medico Chirurgo Riabilitazione e Fisioterapia

Mal di schiena, dolori al collo! Ecco la soluzione: servizio di fisioterapia domiciliare Anche se le stagioni non sono più quelle di una volta, i mali di stagionali arrivano sempre puntuali, sanno dove e come colpire. Aggiungi a questo la mancanza di tempo, una vita troppo frenetica in una città caotica come Roma, fanno sì che, sempre più spesso, trascuriamo la cura della nostra salute. E così il quadro si complica!

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ottoressa Hreniuc, in che cosa consiste il servizio di Fisioterapia Domiciliare? Questo servizio è attivo con gran successo già da tre anni, e consiste nel garantire trattamenti di fisioterapia domiciliare altamente specializzati con attrezzature elettromedicali di ultima generazio-

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ne, gli stessi che vengono utilizzati nei nostri centri Top Physio, un network formato da sette centri di fisioterapia e da un laboratorio dedicato alla formazione e all’aggiornamento del personale fisioterapico. Abbiamo colto l’esigenza di molti, volta a risolvere alcuni aspetti del vivere di tutti i giorni, pro-

prio perché la richiesta di essere assistiti con tranquillità, senza spostarsi da casa o dal proprio ufficio è molto elevata. Quali sono i servizi offerti dal Servizio di Fisioterapia Domiciliare? Un vero centro di Fisioterapia senza spostarsi dal proprio ufficio a dalla propria casa: un me-

dico specialista che, in seguito ad una visita, elabora un programma di trattamenti adeguato; l’assistenza tecnica da parte dei nostri fisioterapisti; la consegna in comodato d’uso dei macchinari, montaggio e assistenza tecnica. In sintesi la tranquillità di effettuare le proprie cure senza muoversi da casa. Come è possibile tutto questo? Grazie ad un team qualificato, macchinari all’avanguardia nel campo della riabilitazione, e ultimo ma non meno importante, un servizio domiciliare che assiste il paziente a 360 gradi su tutte le problematiche del caso. Un’ ottima soluzione, visto che ultimamente girare per Roma è diventato impossibile! Come si prenota il servizio di Fisioterapia Domiciliare? Semplice: basta una telefonata e le nostre segretarie attiveranno subito il servizio.

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Sci parte!

Fiamme Gialle

Al via la stagione invernale 2008/2009 di Gianni Boninsegna_Foto Elvis

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on la stagione invernale ormai dietro l’angolo sale la febbre da sci. Eravamo rimasti con i ricordi fissi, quasi come in un fermo immagine, al mese di marzo 2008, periodo che consacrò i campioni delle Fiamme Gialle Denise Karbon e Manfred Moelgg i quali, al termine delle finali di Coppa del Mondo di sci alpino di Bormio, alzarono al cielo le Coppe di specialità rispettivamente nello slalom gigante e nello slalom. Le stagioni fanno inesorabilmente il proprio corso ed ora ci troviamo qui, dopo un estate all’insegna dei ritiri, della puntigliosa preparazione e delle lunghe trasferte transoceaniche, a parlare di un’intensa e prestigiosa, visti gli appuntamenti clou in calendario, nuova annata di gare il cui prologo sarà, come da tradizione per lo sci alpino, sul ghiacciaio austriaco di Soelden dal 25 al 26 ottobre con la disputa delle gare di slalom gigante maschili e femminili. Ma se lo sci alpino, come detto, apre a Soelden, il fondo vedrà invece l’avvio stagionale sulle nevi scandinave di Gaellivare (Svezia) il 23 novembre, il salto e la combinata partiranno dalla finlandese Kuusamo il 28 novembre, il biathlon dalla svedese Oestersund nel primo week-end di dicembre, il bob sarà invece di scena a Winterberg, in Germania, dal 24 al 30 novembre, il pattinaggio pista lunga di Coppa si ritroverà a Berlino dal 7 al 9 novembre, lo short track esordirà a Salt Lake City (USA) dal 17 al 19 ottobre. Questi sono solo i primi appuntamenti di una stagione che si profila davvero interessante in virtù degli appuntamenti in calendario fra i quali citiamo, oltre ai classici circuiti di Coppa del Mondo, gli imperdibili mondiali di sci alpino in Val d’Isère (FRA), di sci nordico a Libèrec (CZE), di biathlon a Pyeong Chang (KOR), di bob a Lake Placid (USA), di pattinaggio ad Hamar (NOR) e Richmond

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Denise Karbon

Manfred Moelg

Cristian Zorzi

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Foto Grazia Neri

Fiamme Gialle

autostemac Le stagioni fanno inesorabilmente il proprio corso ed ora ci troviamo qui, dopo un estate all’insegna dei ritiri, della puntigliosa preparazione e delle lunghe trasferte transoceaniche, a parlare di un’intensa e prestigiosa, visti gli appuntamenti clou in calendario, nuova annata di gare.

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Max Blardone

(CAN), di short track a Vienna (AUT) ed a Heerenveen (NED). Per gli atleti delle Fiamme Gialle, dopo la straordinaria stagione 2007/2008, costellata da numeri impressionanti, fra i quali ricordiamo le 2 Coppe del Mondo di specialità conquistate nello sci alpino e i 36 podi in prove di Coppa del Mondo con 9 vittorie, 15 secondi e 12 terzi posti, non sarà di certo facile ripetere exploit di questo tipo ma va comunque detto che le premesse per provare a fare ancora meglio ci sono tutte. Oltre ai punti fermi che rispondono ai nomi di Denise Karbon, Manfred e Manulea Moelgg, Max Blardone, Werner Heel, Nadia Fanchini, Cristian Zorzi, Marianna Longa, Fabrizio Tosini, Matteo Anesi e Michela Ponza troviamo, scalpitanti più che mai, anche quel-

li dei vari Cristian Deville, Christof Innerhofer, Daniela Merighetti, Elena Fanchini, Lucia Recchia, Roland Clara, Thomas Moriggl e di molti altri atleti gialloverdi desiderosi di salire alla ribalta consapevoli del proprio potenziale e del fatto che, dopo una determinata ed accurata preparazione estiva, il salto di qualità non solo è possibile, ma è lì, ad un passo. Le occasioni per mettersi in luce, come detto, non mancheranno di certo, così come non mancherà il massimo impegno e la massima determinazione da parte delle ragazze e dei ragazzi delle Fiamme Gialle che, ne siamo sicuri, vorranno scrivere un’altra pagina indimenticabile della storia dello sci e del pattinaggio italiano! La stagione degli sport invernali è arrivata, buon divertimento a tutti!


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Fiamme Gialle

Skipass. Le Fiamme Gialle sempre protagoniste, con un mix di campioni e giochi. L’inverno è alle porte. Ritorna Skipass e le Fiamme Gialle riconfermano il loro importante spazio. di Denise Dellagiacoma

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15 anni dalla sua prima edizione, in un crescendo di successi, consensi e pubblico, SkiPass dal 30 ottobre al 2 novembre riapre i battenti per l’edizione 2008. Saranno quattro intensi giorni di presentazioni, spettacoli, eventi dedicati al turismo, agli sport invernali, allo spettacolo ed al divertimento che animeranno i padiglioni fieristici di Modena. Tante le novità per vivere al meglio la montagna e la neve: vacanze, attrezzatura, abbigliamento e tante attività da provare gratui-

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tamente. Dal pattinaggio su di una vera pista di ghiaccio allo sci di fondo, alla mountain bike ai percorsi avventura fino allo sci ed allo snowboard su una pista innevata in una vera e propria atmosfera invernale. In occasione, e per il quinto anno consecutivo, ci saranno anche le Fiamme Gialle con un proprio stand all’interno del quale verrà sviluppato un programma ricco e singolare. Sarà infatti possibile incontrare ogni giorno gli atleti gialloverdi degli sport invernali, tra cui i campioni Denise Karbon e Manfred Moelg,

vincitori della Coppa del Mondo di specialità, rispettivamente di Slalom Gigante e Speciale nella scorsa stagione. Sarà anche l’occasione di un ideologico passaggio di testimone tra sport invernali e sport estivi, con la presenza, a fianco degli sciatori, degli atleti olimpici di Pechino 2008. Ad aprire la serie di presenze illustri saranno i marciatori Elisa Rigaudo, medaglia di bronzo ai Giochi di Pechino nella 20 km di marcia, insieme a Jean Jacques Nlkouloukidi e Nicola Rubino. Le presenze continueranno con la campionessa

Programma Fiamme Gialle a Skipass • Giovedì 30 ottobre incontro con gli atleti olimpici della marcia (Elisa Rigaudo, Jean Jacques Nlkouloukidi e Nicola Rubino) • Venerdì 31 ottobre incontro con la medaglia d’oro nel Judo Giulia Quintavalle; esibizioni di tecnica di judo • Sabato 1 novembre giornata “Mivar Valley 2008” e partecipa-

zione di alcuni componenti del team Incontro con le medaglie olimpiche d’argento nel canottaggio (Luca Agamennoni, Simone Venier e Simone Ranieri ) e di quelle di bronzo nella canoa (Andrea Facchin e Antonio Scaduto) con la presenza del plurocampione Antonio Rossi • Domenica 2 novembre giornata dedicata al SAGF (Soccorso Alpino Guardia di Finanza)

olimpica Giulia Quintavalle, prima medaglia d’oro nel Judo femminile, che assieme ad altri atleti dello stesso sport si esibirà in dimostrazioni di tecnica e abilità. La stessa sarà disponibile a rispondere alle eventuali domande del pubblico e degli appassionati di judo e raccontare le emozioni della sua esperienza vincente ai Giochi Olimpici. Per gli amanti degli sport sull’acqua saranno presenti anche le medaglie d’argento del canottaggio, Luca Agamennoni, Simone Venier e Simone Ranieri, e quelle di bronzo nella canoa, Andrea Facchin e Antonio Scaduto, pronti a sfidare sul remoergometro e pagaiaergometro, simulatori di voga e pagaia in grado di far rivivere a “secco” le emozioni di una barca filante e silenziosa sull’acqua, semplici curiosi o amanti degli sport nautici. Ma non è tutto poiché le Fiamme Gialle, dopo il successo dello scorso anno, organizzeranno anche un gioco tutto nuovo. Nell’ambito della collaborazione con Nissan-Fiamme Gialle, infatti, i ragazzi visitatori di Ski-Pass potranno sfidare gli atleti gialloverdi con un volante di una Nissan da corsa, al posto del jopad della playstation, sul percorso virtuale di Silverstone a bordo di una Nissan 350V versione S ’07. Per finire momenti di particolare interesse saranno dedicati ad alcuni protagonisti del “Mivar Valley”, la prima spedizione della Guardia di Finanza sull’Himalaya, ed al SAGF con illustrazione delle attività PG svolte in montagna. Quattro giorni da vivere intensamente con le Fiamme Gialle in sintonia con lo sport.

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Marcia

Alex Schwazer

Dalla Cina con furore di Stefano Giommoni

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ono partiti in 25 per inseguire il sogno di ogni atleta, quel sogno che è diventato realtà non appena gli olimpionici del Centro Sortivo Carabinieri sono sbarcati a Pechino. La capitale della Cina, che per quindici giorni è diventata anche la capitale del mondo sportivo li ha accolti con tanto calore e nel migliore dei modi: impianti avveniristici, migliaia di operosi volontari a loro disposizione, spettacolari e pirotecniche cerimonie, un rinnovato make-up ad abbellire viali, palazzi, infrastrutture, un’intera

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città stregata dalla febbre olimpica ed un cielo magicamente più pulito per l’intera durata dei Giochi. Poi Pechino ha calato il sipario su un’Olimpiade che a scapito dei timori della vigilia ha regalato al mondo emozioni stupende, uno spettacolo incredibile e tanti record. Alcuni degli atleti dell’Arma, per a precisione 7 di loro, sono tornati a casa con la medaglia al collo; otto volte i campioni dei carabinieri sono saliti sul podio, contribuendo in modo importante ad arricchire il medagliere azzurro che alla fine è apparso più che soddisfacente. Il bilancio finale dello sport tricolore è stato di 28 medaglie; il numero dei podi italiani poteva essere ancora superiore considerati i 13 quarti posti dei nostri atleti, questo dato lascia un po’ di amaro in bocca, ma allo stesso tempo dimostra quanto il livello prestativo dell’Italia sportiva sia comunque di primo ordine. Se questo succede è grazie soprattutto al fondamentale contributo che i vari Gruppi Sportivi militari forniscono al CONI e alle Federazioni Nazionali. Il conto delle medaglie suddiviso in medaglie con o senza “stellette” gioca a favore degli atleti militari: a fronte dei nove podi conseguiti dagli atleti civili, ben il 72% del medagliere azzurro nasce dai trionfi degli atleti dei gruppi sportivi di Stato, davvero un risultato importante. Se poi si va a curiosare per vedere quale di questi sia stato più determinante ai fini del numero di atleti medagliati, ecco che il Centro Sportivo Carabinieri strappa il primo posto: 8 atleti a medaglia contro i 7 di Polizia, Aeronautica e Fiamme Gialle; seguono poi Forestale e Fiamme Azzurre con 2, chiude questa

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Marcia

speciale classifica l’Esercito con una medaglia. Non è certo la prima volta che gli atleti dell’Arma risultano i più bravi, anzi questa è praticamente una costante che ha fatto del Centro Sportivo Carabinieri, il corpo militare più vittorioso di sempre nella storia delle Olimpiadi, sia estive che invernali. Ma vediamo da vicino i protagonisti di questi grandi successi. Nello specifico, le medaglie vinte dagli atleti del Centro Sportivo sono sette sono di bronzo e una d’oro. E proprio partendo dall’unico oro vinto ripercorriamo le gesta dei campioni carabinieri in terra cinese. Quello di Alex Schwazer sembrava un successo annunciato, quasi scontato: tutti, dopo gli incredibili risultati degli scorsi anni, in cui il marciatore di Vipiteno era riuscito a salire due volte consecutive sul podio della 50 Km ai mondiali di Osaka 2007 e di Helsinki 2005, puntavano il dito sul ventitreenne altoatesino quale favorito numero uno per l’oro olimpico. Mai pronostico è stato così azzeccato: Alex non ha solo vinto l’Olimpiade, il suo è stato un trionfo vero e proprio, vittoria netta con oltre due minuti sul secondo classificato e record olimpico! Lui sapeva di essere superiore, che doveva “soltanto” percorrere quegli interminabili 50 chilometri per raccogliere la medaglia più pregiata; quel suo gesto spavaldo a 4 giri dalla fine, quando dopo aver innestato

la marcia più alta e aver lasciato gli avversari a litigarsi l’argento ed il bronzo, ha mostrato il bicipite destro alle telecamere come a voler dire, “sono io il più forte”, la dice lunga sulla condizione mentale di questo straordinario faticatore pieno di talento e voglia di vincere. Lo si era capito anche l’anno scorso ad Osaka in occasione della gara iridata: Alex aveva chiuso terzo, ma il suo bronzo mondiale, incredibile risultato per chiunque, gli stava stretto e lo aveva lasciato con l’amaro in bocca. Da allora nella sua testa è iniziata la lunga marcia verso l’unico traguardo per lui accettabile: il trionfo olimpico nella sua prima Olimpiade. Il cammino è stato lungo e faticoso; circa 8000 km percorsi da ottobre ad agosto per preparare testa e fisico all’appuntamento di una vita. La mattina del 22 agosto, giorno della gara, lui si è fatto trovare pronto per la grande sfida. Al via, ancora dentro allo stadio, Alex si è subito prodotto in un allungo che ha sorpreso gli avversari; quella semplice iniziativa presa nei primi dei cinquantamila metri da percorrere, è l’espressione più chiara di come il campione dell’Arma abbia affrontato la competizione più importante della sua carriera; si sentiva di poter fare come voleva, dall’inizio alla fine, si sentiva padrone della gara ed in grado di scegliere la tattica migliore per coro-

nare il suo sogno di gloria. Gli avversari, quelli più quotati, hanno cercato di seguirlo e di dargli del filo da torcere, sia l’australiano Tallent che il russo Nizhegorodv, rispettivamente secondo e terzo al traguardo; entrambi hanno lottato con ogni energia possibile fino a quando “Alex l’Alieno” ha deciso che era il momento di chiudere definitivamente la pratica. La sua irresistibile progressione a sette chilometri dal traguardo, ce l’ha mostrato spietato e cinico, ma questa sua immagine di ferro si è subito trasformata all’ingresso del Bird’s Nest, lo stupendo stadio olimpico, meta finale del sogno olimpico di Schwazer, quando l’abbraccio delle migliaia di spettatori, unito all’euforia del risultato, l’ha fatto sciogliere in un candido sfogo di gioia: sulla striscia rossa di tartan che lo conduceva al trionfo, sono cadute le lacrime di un ragazzo di ventitre anni che in quel momento stava toccando il cielo con un dito e assaporava la piacevole consapevolezza del coronamento della sua impresa sportiva più desiderata. Subito dopo il traguardo, Alex si è inginocchiato a terra, ha baciato la pista e afferrato un tricolore mettendosi a correre come un pazzo da un lato all’altro dello stadio. Il suo oro è il terzo nella storia dell’atletica azzurra ai Giochi in questa specialità; il campione del Centro Sportivo Carabinieri, succede a Giuseppe Dordoni,

vincitore a Helsinki 1952 e ad Abdon Pamich, oro a Tokyo 1964. Se Schwazer ha ottenuto il massimo risultato e si merita tutta l’ammirazione di chi ha tifato Italia, non da meno valgono i successi di tutti gli altri carabinieri che sono riusciti a salire sul podio. Mettersi al collo una medaglia olimpica è pur sempre un trionfo, a prescindere dal colore e dal metallo. C’è chi a Pechino è riuscito a farlo ben due volte; è il caso di Margherita Granbassi, due bronzi nel fioretto individuale e a squadre. Il terzo posto conquistato da Margherita con la squadra ha un retrogusto amaro per le azzurre, apparse decisamente penalizzate da giudizi arbitrari discutibili sofferti nella semifinale contro la Russia; errori sufficienti a privare di una vittoria e quindi di una medaglia d’oro praticamente certa le fiorettiste italiane, Granbassi compresa. Comunque la sua prima medaglia olimpica, quella vinta nella gara individuale, rimane la più importante per lei: era l’unico sigillo mancante nel suo palmares sportivo, ricco di un titolo iridato, di una Coppa del mondo e di tante altre medaglie a campionati mondiali ed europei; Margherita se l’è guadagnata con i denti affrontando le due più forti fiorettiste di sempre, Valentina Vezzali e Giovanna Trillini. Ne è uscito un bronzo che vale come un oro, un oro a cui l’avvenente fiorettista dell’Arma, al-

la luce del risultato di Pechino, starà già pensando in vista di Londra 2012. Sempre dalla scherma sono arrivate tutte le altre medaglie: il bronzo individuale di Salvatore Sanzo rende onore a questo grande campione che in tre olimpiadi è sempre salito sul podio. Questa è la sua quarta medaglia dopo l’oro e l’argento di Atene 2004 ed il bronzo di Sydney 2000. Peccato invece per Andrea Cassarà, fuori nei quarti e dal podio quando ormai, in vantaggio per 14-12, aveva praticamente vinto. Il carabiniere bresciano, sesto classificato, si è consolato tuttavia con la Coppa del Mondo di specialità conquistata in virtù del risultato della gara olimpica che chiudeva il ranking stagionale. E che dire allora di Luigi Tarantino, sempre presente ai Giochi da Atlanta 1996? Il suo è un bilancio ragguardevole che conta 3 medaglie. Il bronzo conquistato a Pechino con l’altro sciabolatore del Centro Sportivo Carabinieri Gianpiero Pastore nella gara a squadre, sa di premio alla carriera, una carriera che tra le altre cose, lo ha visto vincere individualmente un titolo iridato, uno europeo e due Coppe del Mondo, ultima delle quali arrivata grazie al 5° posto di Pechino. Bravi anche gli spadisti; lodevole la loro trionfante caccia al bronzo nella finale contro i cinesi; una medaglia che celebra le qualità di

due schermidori del calibro di Alfredo Rota e Diego Confalonieri; i due carabinieri si sono dimostrati solidi compagni di Matteo Tagliariol e Stefano Carozzo, che completavano il team azzurro. Rota fu oro a squadre a Sydney e in Cina partecipava alla sua terza edizione dei Giochi; l’esordiente Confalonieri invece arrivava dal bronzo iridato del 2007: impeccabile nella gara a squadre, lo stesso Diego sicuramente si aspettava qualcosa di più del 7° posto ottenuto nell’individuale. La medaglia li premia entrambi e ne sottolinea le qualità di campioni affermati. Peccato invece per il podio sfiorato di un soffio da Alessandro Calvi nella 4x100 stile libero; il nuotatore dell’Arma si dovuto arrendere ancora una volta al verdetto di un destino amaro che lo relega per la seconda volta consecutiva ai piedi del podio come accadde quattro anni fa ad Atene 2004, sempre nella staffetta veloce. Segnali importanti, soprattutto per l’immediato futuro, si sono visti anche nell’equitazione: Stefano Brecciaroli e Susanna Bordone, entrambi impegnati nel concorso completo, si sono affacciati in zona medaglie con il quarto posto di squadra prima della conclusiva prova di salto ad ostacoli; alla fine il podio è rimasto un sogno, ma i due cavalieri dell’Arma, entrambi alla loro seconda esperienza olimpica, questa volta ci sono andati veramente vicino pendendo coscienza delle proprie possibilità; sarà importante continuare a lavorare con la giusta mentalità per Londra 2012 e sicuramente i risultati gli daranno ragione. Tornando all’atletica c’è da segnalare lo storico risultato di Christian Obrist che nei 1500 metri si è qualificato per la finale olimpica; un risultato di per sè eccezionale, che l’atletica azzurra attendeva da 24 anni in una specialità sempre più riservata agli atleti africani. I Giochi adesso si sono chiusi e fanno già parte della storia dello sport universale; al ritorno dall’avventura pechinese, a prescindere dai risultati conseguiti, appare doveroso da parte di chi ne fa parte, ringraziare tutti gli atleti dell’Arma che con impegno e spirito di sacrificio hanno cercato di onorare lo sport azzurro e l’Italia tutta. I più fortunati potranno ora coccolarsi con le medaglie riportate a casa, gli altri cercheranno di fare lo stesso godendosi la consapevolezza di aver partecipato a qualcosa di eccezionale e di aver iscritto il proprio nome nella storia di Olimpia, gesta e memorie che rimangono eterne ed indelebili.

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Rugby

A caccia dell’ottavo posto nel ranking internazionale L’Australia che ha sfiorato il successo nel Tri-Nations, i Pumas che un anno fa festeggiavano il bronzo iridato, i Pacific Islanders che si ritrovano ogni due anni – il meglio di Fiji, Tonga e Samoa in un colpo solo - e che nell’immaginario finiscono per sembrare dei Lions britannici forse un po’ più indisciplinati, ma quanto mai estrosi e folkloristici. di Andrea Cimbrico, media manager Federazione Italiana Rugby

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ungo questi tre incontri di altissimo livello si snoda l’avventura autunnale dell’Italrugby di Nick Mallett nei Cariparma Test Match. Tre partite per capire, ad un anno dalla delusione francese del 2007, a un migliaio di giorni dalla Rugby World Cup neozelandese del 2011, dove possono e vogliono arrivare gli Azzurri. Si comincia a Padova, l’8 novembre, nel cuore di quel Veneto che – lo scudetto sarà pure finito in Lombardia – continua a considerarsi e ad essere considerato, per passione, tradizione, profondità dei vivai un piccolo Galles racchiuso tra gli italici confini. Dal prato dell’Euganeo, l’Italia manca da dodici anni, dal 23 ottobre del 1996. Avversari, ieri come oggi, i Wallabies australiani che nel Tri-Nations estivo hanno spaventato la Nuova Zelanda, contendendole sino all’ul-

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timo incontro il successo e la leadership del ranking IRB. Dodici anni fa, Padova salutò senza saperlo quella che sarebbe stata l’ultima apparizione internazionale di David Campese, 101 presenze ed un oceano di mete con la maglia dell’Australia, origini italiane mai nascoste, sempre esibite con orgoglio. I Wal-

La mischia dei Wollabies è migliorata esponenzialmente dopo essere stata crocifissa ai Mondiali, ma continuerebbe ad uccidere per avere piloni come i nostri

labies di oggi non sono meno temibili di quelli di dodici anni fa. Fuori nei quarti in Francia, si sono affidati a Robbie Deans, primo neozelandese sulla panchina gialloverde, per risorgere in vista dei Mondiali in terra kiwi. Non è arrivato il Tri-Nations, ma la strada sembra quella giusta. Perché la mischia è migliorata esponenzialmente dopo essere stata crocifissa ai Mondiali – “ma continuerebbe ad uccidere per avere piloni come i nostri”, precisa Mallett - perché Giteau sembra aver finalmente trovato la propria dimensione, perché la difesa vista in estate appare una trincea che valicare sarà impresa eroica. Un uomo su tutti, al comando ma non da solo: Stirling Mortlock, a 31 anni, è forse il centro più completo sulla scena internazionale. Una settimana dopo, l’Italia sbarcherà a Torino per la prima volta nella propria storia.

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L’obiettivo, nascosto ma non troppo, è chiudere l’autunno internazionale ed il 2008 marchiato a fuoco dalla salita di Nick Mallett a bordo di Azzurra muovendo un nuovo passo in avanti nel ranking internazionale

Il capoluogo piemontese, che non sembra voler smaltire la sbornia olimpica del 2006, è il palcoscenico ideale per il più latino dei derby rugbistici. L’Argentina di Santiago Phelan ha ancora negli occhi la meta allo scadere di Leonardo Ghiraldini, il 28 giugno scorso, e la trasformazione di Andrea Marcato che ha permesso all’Italia di espugnare ancora una volta, dopo averlo già fatto nel 2005, quella Cordoba che ha dato i natali a Diego Dominguez. Terzi in Francia, ancora quarti nel ranking ad un anno di distanza dalla cavalcata mondiale, i Pumas vogliono tornare a graffiare dopo una prima parte di 2008 molto al di sotto delle attese, macchiata dalle due sconfitte interne contro Scozia e Italia che, nella classifica della federazione mondiale, la seguono stac-

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cate di diverse lunghezze. Torino ed il suo nuovo, avveniristico Stadio Olimpico, per la prima volta. Anche se, raccontano gli annali del rugby di casa nostra, quando la palla ovale valicò le Alpi per una partita ufficiale, lo fece proprio all’ombra della basilica di Superga. Di fronte, era il 1910, il Racing di Parigi (corsi e ricorsi storici, oggi allenato dall’ex CT azzurro Pierre Berbizier) ed il Servette di Ginevra. Un secolo fa, un rugby lontano milioni di anni luce da quello di oggi. Torino, che non ha squadre nella massima categoria e nemmeno in Serie A, eppure è una delle città più rugbistiche d’Italia: chiedere a Iveco/Gruppo Fiat, Kappa, Reale Mutua Assicurazioni, che tutte assieme formano una lobby di sponsor torinesi vicinissi-

mi – insieme al main sponsor Cariparma alla Federazione. Bissare il successo estivo di Cordoba è impresa possibile, impresa necessaria per continuare nel trend di crescita dell’era Mallett. Battere i Pumas e, da lì, fare rotta su Reggio Emilia, sul Giglio che è una delle cattedrali nel deserto sorte per Italia ’90, per chiudere il trittico autunnale con i Pacific Islanders, avversari mai affrontati nella storia del rugby azzurro. Di loro, di questa improvvisata e brancaleonesca armata di guerrieri delle isole del Pacifico del Sud, si sa poco come collettivo, si conoscono bene le qualità individuali. Sbarcheranno in Emilia dopo essere stati passati al vaglio di Inghilterra e Francia, e solo allora, dopo averli visti all’opera contro i vice-Campioni del mondo ed i galletti d’Oltralpe, un giudizio più chiaro e ambizioni per la partita del 22 novembre potranno essere espresse. L’obiettivo, nascosto ma non troppo, è chiudere l’autunno internazionale ed il 2008 marchiato a fuoco dalla salita di Nick Mallett a bordo di Azzurra muovendo un nuovo passo in avanti nel ranking internazionale, a caccia di quell’ottavo posto che Giancarlo Dondi, al suo quarto mandato presidenziale, ha indicato come uno dei traguardi per il quadriennio olimpico appena iniziato.

I biglietti per i Cariparma Test Match possono essere acquistati in tutta Italia, presso le ricevitorie abilitate Listicket presenti sul territorio Nazionale o tramite il sito internet www.listicket.it, dove è possbile effettuare la transazione con carta di credito e ricevere i tagliandi comodamente a casa propria. Prezzi dai 55 ai 10 euro.


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Canottaggio

Per lei, Paola, un incidente stradale. Per lui, Luca, una ferita riportata durante una missione militare. Insieme, Paola e Luca (con altri due componenti) hanno conquistato una sofferta ed insperata medaglia d’oro ai Giochi Paralimpici di Pechino nel canottaggio. L’ennesima sotto i colori del Canottieri Aniene… Intervista doppia a Paola Protopapa e Luca Agoletto.

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Sulla stessa barca di Matteo Cirelli

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aola si mette la medaglia al collo per le foto di rito, guarda Luca e dice:“Più la indosso e più sento quanto pesa”. Luca tocca la giada bianca al centro del suo “oro”, fonte di buona sorte per i cinesi, e risponde: “Ogni giorno sempre di più”. Molti atleti, dal grande favorito alla sorpresa inaspettata, metabolizzano le loro imprese con più lucidità a distanza di tempo. É quello che sta accadendo a Paola Protopapa e Luca Agoletto, i due canottieri tornati dalle Paralimpiadi di Pechino con la medaglia d'oro nella categoria adaptive rowing 4 (con Daniele Signore e Graziana Saccocci, del Canottieri Gavirate, gli altri due atleti della barca azzurra). Un successo inaspettato, data l'inesperienza dell'armo azzurro a gareggiare in competizioni internazionali, e per questo ancora più importante. Le storie di Paola e Luca sono diverse fra loro. Lei, da sempre appassionata di sport e canottaggio, dopo un incidente stradale perde quasi completamente l'uso del braccio sinistro. Lui, carabiniere del battaglione Tuscania, viene gravemente ferito in missione ad entrambe le gambe, rischiando anche l'amputazione. In comune i due hanno però un'enorme forza di volontà, che ha permesso loro di rialzarsi dopo questi incidenti, di rimettersi in gioco e di arrivare a vincere un oro nella storica manifestazione sportiva. I due atleti, oggi inseparabili compagni dentro e fuori dal “campo di gara”, non dimenticano chi gli ha dato l'opportunità di arrivare sul tetto del mondo. É stato il Circolo Canottieri Aniene, nelle persone del consigliere allo sport Marco Zilia e dell'allenatore Matteo Giuffrida, a credere nelle potenzialità dei due, a fornire loro attrezzature e spazi per gli allenamenti, a incoraggiarli nei momenti di difficoltà. E merito va anche alla Fondazione Roma e al suo Presidente il prof. Emmanuele Francesco Maria Emanuele, che è subito rimasto affascinato dal progetto del prestigioso circolo romano tanto da prendersi l'onore e l'onere di sovvenzionarlo interamente. Ora Paola e Luca sono sereni, sempre più consapevoli della loro impresa e sempre più de-

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Canottaggio

terminati a ripetersi ai prossimi Giochi di Londra 2012. Partiamo dalla fine. Come vi sentite con questa medaglia al collo? Paola: “Stiamo focalizzando piano piano quello che abbiamo fatto. Gli ultimi mesi sono stati molto stressanti per noi, ed ora ci sembra di non riconoscerci più. Le selezioni per diventare titolari sono state molto intense e la concorrenza era durissima. Ci teniamo a rin-

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graziare il direttore tecnico della nazionale, Paola Grizetti, che ha creduto in noi e ci ha dato l'opportunità di andare a Pechino”. La vostra qualificazione alle Olimpiadi era stata già un successo, data la scarsa esperienza che tutto il movimento italiano aveva. Siete andati in Cina, consapevoli del vostro valore ma coscienti che Inghilterra, Stati Uniti e Germania portavano più credenziali di voi. Come li avete battuti?

Luca: “Per me andare in capo al mondo o dietro casa a svolgere la gara era del tutto indifferente. Sono salito sull'aereo, ho dormito, sono arrivato a Pechino e dopo poche ore ero già in acqua per allenarmi. L'ambiente ci aveva preparato al meglio e noi eravamo pronti a qualsiasi tipo di condotta di gara. Credo però che la nostra tranquillità sia aumentata dopo la batteria. Incontravamo Inghilterra e Germania fra le altre, e le abbiamo battute nettamente. Mentre gli altri si accorgevano di

noi, e cominciavano a temerci, fra di noi abbiamo trovato una grande serenità”. Avete entrambi confidato che il periodo di allenamento è stato molto duro e stressante, ora invece siete il ritratto della tranquillità. Merito della medaglia? Paola: “Può darsi, ma come dicevo prima, questo periodo di intenso allenamento ci ha profondamente cambiati. Ci hanno insegnato che l'emotività toglie forza alla prestazio-

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Canottaggio

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Matteo Giuffrida, Paola Protopapa, Marco Zilia e Luca Agoletto

ne, e abbiamo imparato a convivere con le situazioni più stressanti. Ti faccio un esempio: quando a Pechino incontravamo gli equipaggi canadesi o inglesi, le donne erano tutte il doppio di me, e più di una volta mi hanno scambiato per il timoniere. Dopo averle battute in batteria ho cominciato a pensare che anche se sembravano più forti di me, io le avevo battute, ed ero sicura che le avrei ribattute anche i finale. E così è stato”. Con questa medaglia avete dato una grande spinta al movimento italiano. Alle selezioni per Londra 2012 la concorrenza potrebbe essere ancora più agguerrita. Luca: “Siamo orgogliosi di questa medaglia e siamo contenti di aver dato una mano a tutto il movimento paralimpico. Io credo che il problema stia nel fatto che chiunque abbia una qualsiasi forma di disabilità ha molta difficoltà a relazionarsi con la vita di tutti i giorni. Noi speriamo che questa medaglia aiuti più persone possibili a capire che si può vivere una vita normale, e con il lavoro si può arrivare anche a compiere imprese eccezionali”.

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Club news a tutte le società, non solo alle affiliate AS Roma. Ora che è riuscito nella sua impresa, dove vuole arrivare? Redigere il primo Manifesto Etico dello Sport, assieme ai rappresentanti della prima consulta, che, una volta ratificato presso il Centro di Etica dello Sport della stessa Università e dal C.O.N.I. verrà affisso in ogni società aderente,

Prof. Mario Brozzi Medico Chirurgo Specialista in Medicina dello Sport Medico Sociale della AS Roma Presidente del Centro di Etica dello Sport dell’Università di Tor Vergata

Istituto di Medicina dello Sport Villa Stuart Sport Clinic: il progetto “Sport per la Vita” per tutti i giovani calciatori Continua il progetto ideato dal Prof.Mario Brozzi per la tutela della salute dei giovani calciatori non professionisti.

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rof. Brozzi, sono passati alcuni mesi dal nostro incontro, siamo qui per fare un resoconto sul Suo progetto “Sport per la Vita…”! Come procede? Direi benissimo! E’ iniziato come protocollo dedicato esclusivamente alle società affiliate alla AS Roma, ma ora grazie all’accordo con la Lega Nazionale Dilettanti-Comitato Regionale Lazio della F.I.G.C., stanno aderen-

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do all’iniziativa gran parte delle società di calcio del territorio laziale. In questi mesi abbiamo organizzato una serie di convegni mirati a promuovere la tutela della salute dei giovani atleti. Ho convocato la prima assemblea presso l’Università di Tor Vergata con rappresentanti di ognuna delle società che ha aderito al protocollo. Possiamo parlare di numeri?

Certo! Ad oggi, abbiamo effettuato 4000 visite, dove sono stati riscontrati 150 casi di anomalie cardiache. Una percentuale altissima se pensiamo che tutti i ragazzi visitati erano provvisti di regolare certificato d’idoneità. Intendiamoci, le società effettuano i controlli previsti dalla Legge, ma questo protocollo propone ulteriori accertamenti, più approfonditi, che riescono a determinare se ci sono situazioni a ri-

schio che altrimenti non emergerebbero. Come è nata l’idea del progetto? E’ nata in seguito a tristi eventi legati a patologie cardiache non diagnosticate a tre ragazzi sedicenni, giocando a calcio in campetti di periferia, tutti nel giro di pochi mesi l’uno dall’altro. Da quel momento ho iniziato a costruire questo progetto che mira a far replicare lo stesso protocollo sanitario dello sport

professionistico, a tutti i livelli. Il Protocollo segna una vera e propria rivoluzione nel campo della medicina sportiva dedicata a non professionisti e comprende una serie di esami, valutazioni cardiologiche e ortopediche più approfondite di quelle richieste normalmente per ottenere il certificato di idoneità agonistica, proprio per individuare qualsiasi alterazione seppur minima, ma che può divenire fatale nel corso dello stress sportivo agonistico. Ma questo progetto è stato portato avanti solo da lei? No!!! Fortunatamente ho trovato delle persone che hanno creduto e credono nella validità del progetto: la AS Roma, Villa Stuart, con il suo Istituto di Medicina dello Sport e il reparto d’urgenza di ortopedia diretto dal Prof. Pier Paolo Mariani, che si sono messi a disposizione; l’Aurora Assicurazioni e l’Università di Tor Vergata con il suo Centro Superiore di Etica Applicata allo Sport.

In che cosa consiste il protocollo sanitario del progetto “Sport per la Vita”? La valutazione cardiologica completa di ECG da sforzo ed Ecocardiografia al fine di individuare qualsiasi alterazione seppur minima, ma che può divenire fatale nel corso dello stress sportivo agonistico; una dettagliata visita generale, finalizzata anch’ essa alla individuazione e correzione tempestiva di dis-paramorfismi(piede piattocavo, ginocchio varo-valgo, displasia anca, dismetria bacino, scoliosi).Tutto questo viene acquisito all’interno di un fascicolo sanitario individuale provvisto anche di un’assicurazione sanitaria che coprirà i costi di un eventuale intervento chirurgico, in seguito ad un trauma avvenuto in campo, presso il reparto d’urgenza di ortopedia della Casa di Cura Villa Stuart. In una vecchia ’intervista, ci disse che l’ obiettivo ultimo del progetto “Sport per la Vita” era quello di riuscire ad estenderlo

in prima persona consegnerò oltre al manifesto anche un oggetto che purtroppo manca in quasi tutte le società sportive, la nostra bandiera italiana. Creare una Fondazione che possa fare da organo di sorveglianza e tutelare la salute di tutti i ragazzi che intendono svolgere attività sportiva, estendendo il protocollo a tutte le discipline sportive!

Il Servizio d’Urgenza di Diagnostica, Ortopedia e Traumatologia dello Sport Cos’è il Servizio d’Urgenza di Diagnostica, Ortopedia e Traumatologia dello Sport? Il servizio nasce dalla collaborazione tra l’Istituto di Medicina dello Sport di Roma e le Sport Clinic, Villa Stuart e Quisisana, che attualmente rappresentano le uniche strutture a Roma nelle quali l’atleta può essere seguito dai migliori specialisti ed usufruire, dalla diagnosi alla terapia, di una vasta gamma di servizi scientificamente e tecnologicamente avanzati. Chi si affida riceverà, al termine della visita di idoneità medico sportiva, una Personal Card, che in caso di infortunio, dà la possibilità di accedere ad un percorso diagnostico facilitato all’interno delle Sport Clinic Villa Stuart e Quisisana, sotto il controllo degli specialisti in grado di portarlo in tempi rapidi al recupero fisico, attraverso la terapia o l’intervento che si riterranno più opportuni, dopo averlo sottoposto ai necessari accertamenti.

L’Istituto di Medicina dello Sport di Roma Villa Stuart Via Trionfale 5952 (Balduina)

PER INFORMAZIONI E APPUNTAMENTI

06-35528393 06-35528394

CASA DI CURA VILLA STUART VIA TRIONFALE, 5952 (BALDUINA) SERVIZIO D'URGENZA DI DIAGNOSTICA, ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA

numero verde 800-118166

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MANUELA MOELGG FA IL PIENO DI SPONSOR Sponsor importanti per Manuela Moelgg, che, per le prossime due stagioni, ha raggiunto un accordo con la casa di orologeria "Audemars Piguet" in qualità di main sponsor. Già lo scorso anno era iniziata la collaborazione tra i fratelli Moelgg e Audemars Piguet da quando i due campioni azzurri ne sono testimonial assieme ad altri personaggi dello sport come Jarno Trulli e Giorgio Rocca, e dello spettacolo come Simona Ventura. Ora la casa svizzera ha deciso di estendere la partnership decidendo di diventare lo sponsor principale di Manuela Moelgg. "La collaborazione fra Audemars Piguet e Manfred e Manuela Moelgg è iniziata lo scorso anno e si è subito rivelata vincente" afferma Franco Ziviani, amministratore delegato di Audemars Piguet Italia "Per la stagione 2008-2009 quindi continueremo a sostenere Manfred e diventeremo main sponsor di Manuela, perché lei rappresenta al meglio le caratteristiche della donna che sceglie Audemars Piguet". Sul casco di Manuela Moelgg sarà visibile il marchio Royal Oak, il celebre orologio creato da Audemars Piguet nel 1972 e ancora oggi best seller della maison svizzera. Manuela sarà Lady Royal Oak, testimonial della collezione femminile. Inoltre a ridosso della nuova stagione agonistica 2008/2009 è stato concluso un accordo di collaborazione con la Sangalli Group, azienda pugliese produttrice di vetri (è il secondo produttore di vetro float in Europa).

bon, in attesa di qualche nuovo giovane che possa rinverdire i fasti di Alberto Tomba e far nascere una seconda “valanga azzurra” (anche se è più facile che le sorprese arrivino dalle ragazze). Il mercato italiano, infatti, attende questo

Parte una nuova stagione invernale e lo sci, da tradizione, la fa da padrone assoluto. Lo conferma per esempio l’impegno della Rai, che ha acquisito l’anno scorso (dopo diversi anni di assenza) i diritti delle gare austriache, assicurando nel totale più di 50 ore di dirette.

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foto Grazia Neri

Pubblico, media e sponsor “sognano” il ritorno della valanga azzurra di Marcel Vulpis, direttore agenzia Sporteconomy.it

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uest'anno Infront Italy, detentore di tutti i diritti delle Coppe del Mondo di specialità (sci alpino, fondo, combinata nordica, biathlon, snowboard e freestyle) gestirà i “rigths” di più di 340 gare. In ambito televisivo saranno 115 i network che trasmetteranno im-

magini di sport invernali, in rappresentanza di 57 paesi, per circa 2.400 ore di messa in onda e 4 miliardi di contatti (media value stimato, nda). Sul fronte televisivo italiano sono molto attese le performance sportive dei fratelli Moelgg (Manuela e Manfred) e di Denise Kar-

nuovo campione che possa trascinare le vendite di un mercato (quello dell’attrezzatura), che non cresce più come negli anni eroici di “Albertone”. In tv la Sipra, concessionaria pubblicitaria della Rai, spera in questo scenario per intercettare la domanda di azien-

de interessate al mercato dello sci. Il binomio “campione-mercato vincente” è ancora attuale, proprio adesso che dalle Borse mondiali arrivano notizie inquietanti sotto il profilo della stabilità finanziaria di molti colossi (spesso sponsor nello sport in generale).

L’HOSPITALITY CRESCE IN COPPA DEL MONDO In occasione delle ultime Finals FIS svoltesi a Bormio, Infront Italy ha inaugurato una nuova area Vip dedicata al business e all’hospitality in collaborazione con Walch’s Event Hospitality (leader di settore che già serve importanti team sportivi come il Bmw Sauber, Audi per le 24 ore di Le Mans, Bmw Oracle, che ha preso parte all’America’s Cup e l’hospitality del DTM), partner interamente dedicato all’accoglienza degli ospiti. Questa struttura è destinata a cambiare l’approccio alla sponsorizzazione degli sport invernali offrendo agli sponsor importanti opportunità di accoglienza, fino a oggi impensabili, considerate le avverse condizioni atmosferiche che possono caratterizzare le località montane nei giorni di gara. Del tutto simile alle tende operative all’interno di eventi di Formula1 la tenda studiata da Infront è in grado di servire oltre 450 persone contemporaneamente. Il catering conta oltre 70 persone di servizio e prevede, a rotazione per tutto l’arco della giornata. Con un’atmosfera casual-sportiva, caratterizzata da arredamento tipico alpino, la tenda comprende uno spazio “lounge” con salottini pensato per comodi incontri business dei manager della Coppa del Mondo di Sci.

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Sport&Finanza

L’UITS punta sul marketing

Con l’apertura del Volvo Ocean Race Village, lo scorso 19 settembre ad Alicante, è ufficialmente iniziata l’edizione 2008-2009 della celebre regata oceanica.

La FIGC investe sui nuovi talenti Più di 100 squadre per la categoria “Allievi", ben 99 per quella dei "Giovanissimi", 112 società impegnate tra serie A, B e Lega Pro: sono questi i numeri dei prossimi campionati nazionali Allievi e Giovanissimi Professionisti presentati di recerte presso la sede della FIGC a Roma. Il valore dell'investimento federale a supporto di questi format sportivi giovanili è superiore ai 2.5 milioni di euro. Tutti i partner commerciali della Federcalcio (a partire da Puma, per proseguire con Tim e Compass) verranno coinvolti nell’iniziativa in esame.

Volvo Ocean Race, il valore della regata intorno al mondo di Walter Mei, Nautical & Sport Marketing Consultant

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’evento, nato nel 1973 con il nome di Whitbread ed oggi titolato dalla casa automobilistica svedese Volvo, vedrà competere, intorno al mondo 8 team provenienti da Spagna, Irlanda, Cina e USA. Durante i circa nove mesi di competizione, i partecipanti dovranno completare 10 tappe e sfidarsi in alcune regate costiere per contendersi l’evento. I dati di visibilità, della passata edizione, dimostrano come la VOR sia divenuta un evento “comunicativo” ed un format che interessa grandi aziende multinazionali. L’organizzazione della regata si è evoluta, venendo incontro anche alle necessità delle aziende e sfruttando i mezzi messi a disposizione dalla nuove tecnologie. Per questo motivo e dopo aver attentamente valutato le implicazioni strategiche ed i possibili ritorni in termini economici e di brand awareness, oggi grandi aziende hanno deciso di veicolare la loro comunicazione investendo nell’evento. Per l’edizione 2008-2009 aziende come Ericsson,Telefonica, Puma, Volvo si sfideranno in regata. Saranno inoltre presenti aziende cinesi e l’importante azienda di consulenza Boston Consulting Group. Secondo i dati forniti dall’organizzazione, nella passata edizione l’audience cumulata della VOR è stata pari a 1,8 miliardi di persone. Il risultato è frutto di una strategia di comunicazione che prevedeva l’utilizzo di differenti canali, classici e new media, come la tv, la carta

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La VOR in cifre Audience 1.8 miliardi di contatti Broadcasting coinvolti 192 paesi Internet 3.5 milioni di visitatori unici/100milioni di page-views Pubblico 2.8 milioni entrati a contatto con l’evento nella passata edizione. stampata, il web fino alla radio. Per quanto riguarda l’audience televisivo due sono stati gli elementi alla base dei risultati ottenuti: la disponibilità di contenuti e la diffusione degli stessi. I contenuti sono stati garantiti, in tempo reale da ogni singolo team, grazie alla presenza a bordo delle telecamere (ogni team ne avrà 10. La distribuzione delle immagini è invece stata garantita dai broadcaster in 192 paesi. Parallelamente alla tv, la radio ha garantito 280 ore di trasmissione con circa un miliardo di ascoltatori. Per la crescita del media value, un ruolo importante è stato ricoperto dai new media, primo fra tutti il web. Il sito internet dalla VOR è stato visto da 3,5 milioni di visitatori unici, 100 milioni sono state le pagine visualizzate. Un altro new media, all’esordio nella passata edizione, è stato il servizio mobile. Sviluppato da Ericsson è stato diffuso tramite 15 provider ed ha garantito 4 milioni di download di con-

tenuti legati alla regata. Infine, grazie al lavoro dei più di 2000 giornalisti accreditati, sono stati pubblicati circa 17,500 articoli e distribuite circa 10.000 immagini. Fino a qui i dati dei visitatori a distanza, le persone che invece sono venute a diretto contatto con l’evento, i visitatori, gli sportivi, i media, gli ospiti, gli sponsor, sono stati 2,8 milioni. L’obiettivo dell’edizione 2008-2009, sarà quello di aumentare ancora l’audience e di garantire i più elevati ritorni economici alle aziende che hanno creduto nell’evento. Per riuscire a centrare questi traguardi gli organizzatori hanno quindi predisposto un format dell’evento che è, allo stesso tempo, un attrattivo modello di marketing per le aziende sponsor ed un appuntamento sportivo molto competitivo. Al centro della strategia dello sviluppo della visibilità “con presenza” ci sono i porti che ospiteranno il villaggio di tappa della VOR. Gli arrivi di tappa oltre ad avere un significato sportivo hanno, per la competizione, sempre più un valore economico. L’evento sosterà in paesi come India, Cina, Brasile, Usa, e Russia, paesi e mercati importanti nel panorama economico mondiale e probabilmente per le strategie commerciali degli sponsor. La strategia per il potenziamento della visibilità “a distanza” passa invece tramite l’utilizzo di new ed old media come nella passata edizione, con una razionalizzazione ed un potenziamento degli stessi.

La Federazione Pallamano scommette su AAMS Nuova partnership per la Federazione Italiana di Pallamano (FIGH). I Monopoli di Stato (AAMS) saranno infatti sponsor delle Nazionali italiane. Sulle maglie degli “azzurri” comparirà oltre al logo AAMS anche un cosponsor che verrà ufficializzato nelle prossime settimane. Un’operazione portata a termine dal presidente della FIGH, l’avvocato Francesco Purromuto, rieletto al vertice della Federazione. Sul versante tecnico le divise da gioco della FederPallamano sono fornite da Onze (attuale sponsor tecnico della Reggina calcio), mentre altri fornitori ufficiali potrebbero legarsi alla FIGH grazie ad un accordo “quadro” con Infront Italy, filiale italiana della Infront Sports & Media svizzera.

L’U.I.T.S. (Unione Italiana Tiro a Segno), guidata dal presidente Ernfried Obrist, ha deciso di rilanciarsi all’interno della “galassia” Coni puntando sul marketing e sugli accordi commerciali. Gli sponsor sono Panasonic, Fiocchi e Bignami. Parallelamente l’Unione ha deciso di condurre una ricerca per individuare i punti di forza di questo movimento sportivo. L'obiettivo della ricerca di geo-marketing, condotta da Global Sponsorship Solutions, era quello di dare un quadro sulla diffusione e del percepito di questo sport sul territorio nazionale. Dalla ricerca emerge che, oltre alla collocazione di UITS (al 17° posto fra le federazioni sportive nazionali e discipline associate), il numero di tesserati si concentra per lo più in sette regioni (Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte, Toscana, Lazio, Veneto e Friuli), che riuniscono l’80% delle sezioni ed il 54,2% dei tesserati. Il vissuto emotivo della disciplina del tiro a segno, osservato attraverso un’analisi psicolinguistica, delinea come sia caratterizzato dalla precisione e dalla tecnica e si posizioni emotivamente tra due grandi macro aree, la prima pulsionale” e la seconda “intellettuale”.

La FIGH in onda su SKY

WebTv e pallone Molten per la Lega Volley

E’ in fase di rinnovo l’accordo tra la FederPallamano e l’emittente satellitare SKY. Per la nuova stagione sono previste circa 80 ore di trasmissione in diretta e oltre 200 ore tra differite e repliche. Numeri importanti raggiunti dalla FIGH grazie all’aumento di società e tesserati che ora sul territorio sono rappresentati da 42 mila iscritti e 518 società affiliate.

La Web Tv di Lega Pallavolo Serie “A” maschile diventa realtà. Da alcuni giorni è possibile accedere alla prima tv “on demand" dedicata alla serie A TIM digitando www.legavolley.tv. Sette giorni su sette, 24 ore su 24, l’appuntamento è on line su tutti i pc degli appassionati di pallavolo. Video esclusivi, interviste e le immagini della Serie A TIM sono gli “ingredienti” della web tv di Lega Pallavolo. Dal lato prettamente sportivo Molten sarà ancora il fornitore di palloni sportivi. Il marchio giapponese è infatti il supplier ufficiale di palloni della Federazione Italiana Pallavolo, dei campionati di volley di serie A1 e A2 maschile e femminile.

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Mezzimarinai

La Barcolana compie 40 anni Come tradizione alle 10 del mattino precise di domenica 12 ottobre il colpo di cannone ha dato il via alla Barcolana, la regata con il numero più elevato di partecipanti al mondo. Nata nel 1969 per iniziativa della Società Velica di Barcola e Grignano, la Barcolana ha compiuto quest'anno quaranta anni. di Mattia Morandi, Gianluca Spinella e Salvo Barrano

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er gli spettatori la partenza è stato certamente il momento più spettacolare ed emozionante con circa duemila barche (1.831 per l’esattezza) di ogni foggia e dimensione che hanno sgomitato per gua-

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dagnare posizioni e precedenze. Uno spettacolo unico, coloratissimo e appassionante con una grande partecipazione popolare che ha fatto da cornice alla competizione agonistica. Accanto alla Barcolana dei vip, dei campioni c’è infatti la Barcolana ‘fami-

liare’ di tutti quelli che vogliono passare una giornata in mare, con il sole, il vento, il vino, il pesce fritto e le salsicce cucinate nel pozzetto. E sono probabilmente la maggioranza: un’anima che vive all’ombra delle vele dei grandi yacht.

Quest’anno dal meteo non ci sono state sorprese. Le previsioni sono state confermate così gli skipper delle barche più grandi, ma anche quelli degli scafi di più ridotte dimensioni, erano pronti con le vele da vento leggero. La quarantesima Barcolana si svolta infatti non a “vele bianche”, cioè la sola randa e il fiocco, o il genoa, come capita quando soffia la bora, ma soprattutto con i grandi spinnaker o gennaker, le vele colorate e tonde di prua, che sono servite a raccogliere anche i più piccoli refoli di vento. Pronostico rispettato per la competizione agonistica con Alfa Romeo prima sul traguardo, ma l’andamento della regata e’ stato a dir poco sorprendente. I primi cinque classificati, rispettivamente Alfa Romeo, MaxiJena, Shosholoza, Banco Espirito Santo e Artemis, non hanno sbagliato alcuna scelta tattica considerando le differenze estreme tra gli scafi dando vita ad una competizione per nulla scontata. E’ la quinta vittoria per Alfa Romeo in Barcolana, la terza consecutiva, giunta questa volta al traguardo in poco piu’ di tre ore. Seconda, con l’onore delle armi, la straordinaria

MaxiJena di Kosmina, che ha tagliato il traguardo dopo poco piu’ di un minuto. Terza Shosholoza: lo scafo di Coppa America, con a bordo anche il patron Salvatore Sarno. Quarto l’incredibile Russel Coutts che, con uno scafo di soli 44 piedi, ha ottenuto un piazzamento fuori da ogni possibile previsione, vincendo chiaramente la classifica di classe davanti ad Artemis, l’altro Rc44, giunto quinto assoluto, con al timone Dean Barker. Manco farlo apposta l’allievo per eccellenza di Coutts, cresciuto sotto la sua ala protettiva ai tempi delle vittorie in Coppa con New Zealand. Un risultato eccezionale per lo stesso Barker, ma il maestro Coutts oggi ha dato un’altra dimostrazione indiscutibile del suo talento. Tra le più belle immagini di questa Barcolana c’è sicuramente la stretta di mano fra Neville Crichton (Alfa Romeo) e Mitja Kosmina (Maxijena), ma le dichiarazioni dei protagonisti dimostrano chiaramente lo stupore di come una evento considerato quasi folcloristico possa rappresentare anche un vero e proprio appuntamento agonistico. “Fra noi e Maxi Jena

c’era pochissima differenza”, ha dichiarato Neville Crichton in sala stampa, aggiungendo: ‘l’esito della regata poteva essere molto diverso; poteva aggiudicarsi la vittoria Mitja che ha regatato benissimo. Ha fatto una regata eccezionale; capisco che Kosmina fosse quasi sicuro di batterci, ma noi li abbiamo tenuti sotto pressione fino alla fine”. Per Crichton la Barcolana “è un evento incredibile, neppure la Coppa America può vantare un pubblico così numeroso e così appassionato. “Abbiamo regatato al massimo delle possibilità ma fare più di quello che abbiamo fatto sarebbe stato impossibile” - ha spiegato Mitja Kosmina al termine della regata.”Recrimino solo per non aver potuto comprare una vela nuova, che ci avrebbe permesso di fare qualcosa di più nell’ultima parte con poco vento. Siamo comunque rimasti avanti per trequarti di regata, sviluppando una velocità massima di 5 nodi, ma quando abbiamo iniziato a fare bordi siamo diventati perdenti perché è impossibile battere un limite tecnico e strutturale così evidente come quello che ci separa da Alfa Romeo”.

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Pesca in apnea

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Pesca in apnea I parte

La pesca in apnea è oggi un’attività sportiva in costante evoluzione con sue caratteristiche che la differenziano dalle altre discipline più note al grande pubblico.

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di Pietro Malato

a pesca in apnea è oggi un’attività sportiva in costante evoluzione con sue caratteristiche che la differenziano dalle altre discipline più note al grande pubblico. Per anni è stata praticata da una cerchia ristretta di appassionati e solo in seguito si è sviluppata all’interno dei circoli nascondendosi agli occhi dei non interessati che per decenni hanno creduto che si facesse con l’autorespiratore. La prima distinzione con il passato si ha proprio nel nome che se prima era genericamente “pesca subacquea” oggi è diventata più sportivamente “pesca in apnea” a voler rimarcare la sportività del gesto che porta alla cattura. Per anni i pionieri sfidavano le profondità con apparecchi di respirazione ausiliari che, facilitando l’immersione aumentando i tempi di permanenza sul fondo, levavano a questa disciplina parte del fascino legato al gesto sportivo. Ancora oggi l’opinione diffusa è che si peschi con le bombole ignorando che questo pratica è ormai vietata e perseguita a norma di legge da oltre venticinque anni. Oggi la pesca, da qui il “nuovo” nome, è solo in apnea con la sola forza del fisico e della passione, vero motore questo di un hobby che richiede attenzione, dedizione e allenamento. Immergersi in apnea sfidando il freddo, la pressione e le avversità di un ambiente che non ci appartiene rende tutti i praticanti atleti nel senso più vero della parola avvicinandoli idealmente a tutti quelli che si confrontano in altri sport. Nell’ultimo decennio si sono diffuse le riviste specializzate con un taglio e un’impostazione tecnico divulgativa ma chi ha contribuito in maniera decisiva e definitiva a rendere di massa questo sport è stata la grande rete. Con internet si sono moltiplicati i siti a carattere personale e non che hanno avuto l’effetto immediato di rendere visibili tutti coloro che per anni hanno esercitato in silenzio e da soli. La conseguenza di questa notorietà, prima di allora sconosciuta, è stato l’aumento degli appassionati che si sono presto moltiplicati e diffusi su tutto il territorio nazionale. Da qui sono nati i poli di aggregazione virtuale, le mailing list e i forum di discussione che hanno messo la parola fine all’isolamento, spesso anche voluto, dei praticanti. Grandissima diffusione hanno avuto gli stages formativi e i circoli virtuali che con centinaia di iscritti che si confrontano quotidianamente sui temi

legati all’ambiente e a questo sport lo hanno portato alla ribalta. Le stesse reti televisive che offrono programmi a pagamento hanno dedicato spazi importanti alla pesca subacquea con bellissimi documentari che hanno messo in risalto il fascino e le gratificazioni che questo sport riesce dare. I campioni affermati della pesca in apnea, sponsorizzati al pari di altri atleti, hanno anche vestito i panni degli attori realizzando magnifici video didattici in cui si può osservare da vicino tutta la loro azione di pesca. Questi video, inizialmente dedicati ai personaggi più in vista di questo sport, si sono talmente diffusi che oggi anche fra gli appassionati c’è chi oltre al fucile subacqueo impugna la fotocamera per riprendere le fasi salienti di tutta l’azione. È sufficiente andare nei tanti siti che offrono la possibilità di inserire e visionare dei video per vederne a centinaia alcuni dei quali di altissimo livello pari a quello dei documentari. Tutto questo interesse non è passato inosservato alla grande distribuzione e oggi non c’è negozio sportivo di un certo livello che non tratti articoli tecnici per la pesca in apnea. Addirittura molti dedicano intere vetrine al settore dell’immersione affiancando ai prodotti per l’autorespiratore quelli espressamente studiati per la pesca in apnea. Le stesse case produttrici, dopo decenni di im-

mobilità, hanno dedicato risorse importanti allo studio e allo progettazione di attrezzature specifiche cavalcando il business che l’intero settore stava portando. Se molti produttori, spesso di livello internazionale, hanno affiancato al catalogo dell’autorespiratore quello dell’apnea altri ancora hanno percorso una strada mai battuta prima e inizialmente ricca di incognite. Sono nate così aziende specializzate nel settore apnea che, rinnovando con regolarità i prodotti a catalogo secondo nuovi studi tecnici, propongono una vasta gamma di attrezzature e accessori in grado di soddisfare sia le richieste del principiante che dell’esperto. Gli stessi circoli, già in passato presenti in tutte le maggiori città italiane, hanno moltiplicato gli sforzi intensificando le serate a tema, gli incontri didattici e gli allenamenti specifici presso le piscine affiliate. Proprio intorno alle piscine e ai centri sportivi sono nate le scuole di apnea che ne curano espressamente la divulgazione in maniera scientifica, anche indipendentemente dalla pesca. L’apnea pura è diventata una disciplina riconosciuta e affermata con tanto di circuito agonistico di livello internazionale dove si pone l’accento più sulla componente psicologica del gesto che non in quella fisica. (continua)

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Fondazioni

La “Giornata della Fondazione” in ricordo di Antonio Sbardella Ogni anno, dal 2003, si celebra la “Giornata della Fondazione”, evento per eccellenza dell’Associazione Sportiva dilettantistica intitolata ad Antonio Sbardella, indimenticato uomo di sport che ancora oggi viene ricordato come “l’arbitro con il sorriso”. di Enrico Morucci

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bardella è stato figura di riferimento per gli ambienti calcistici sia per la sua attività di arbitro (ha collezionato 176 gare, è stato internazionale dal 1964 con una lunghissima esperienza nelle competizioni europee, fino ai Mondiali messicani del 1970, dove venne premiato con il Fischietto d’oro) sia come dirigente della S.S. Lazio. L’Associazione è nata nel 2003, proprio per volontà della moglie, dei figli e di tutti coloro che hanno conosciuto Antonio. La “Giornata” è divenuta, nel frattempo, un “classico” del calcio giovanile laziale, un evento che, ogni anno, vede impegnate in un torneo di calcio a 5 numerose scuole calcio, con la partecipazione di diverse centinaia di bambini di 8 anni d’età. Scopo dell’ASD è la conservazione della memoria dell’opera svolta da Antonio come atleta, arbitro e dirigente, attuando iniziative che promuovono la pratica calcistica in ambito giovanile. Con la “Giornata della Fondazione”, infatti, si cerca di comunicare ai bambini i principali valori dello sport, con l’intenzione di fargli capire l’importanza del corretto comportamento che un atleta dovrebbe avere in campo, ma è anche l’occasione per fare beneficenza, creando un sentimento di solidarietà e amicizia attraverso la partecipazione all’iniziativa “Donare Divertendosi”, un progetto creato in collaborazione con l’Associazione A.G.A.P.E, una Onlus impegnata nei lavori delle infrastrutture del villaggio di Kiwere in Tanzania. Quest’anno (l’evento si svolge nel mese di maggio) la Giornata si è tenuta a Palestrina e la scelta di giocare nello stadio comunale della cittadina laziale non è stata casuale, come ha spiegato Enrico, organizzatore dell’evento e fi-

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glio dell’indimenticabile arbitro: “Abbiamo deciso di giocare a Palestrina perché papà è nato lì e ci sembrava giusto omaggiarlo anche in questo modo”. Le precedenti quattro edizioni si sono svolte, invece, a Roma, ma l’intenzione dell’organizzazione è quella di coinvolgere l’intera Provincia: “Vorremmo riuscire a far conoscere a un numero sempre maggiore di persone la nostra manifestazione, - ha proseguito Enrico Sbardella - crediamo fortemente in questo tipo di beneficenza e continueremo a farlo con convinzione, come abbiamo sempre fatto in questi anni”. In attesa di conoscere quale sarà la sede e la data dell’edizione 2009, Antonio Sbardella, l’altro figlio dell’ex dirigente biancoceleste, ci ha spiegato com’è nata l’idea dell’Associazione: “Dopo la scomparsa di papà, c’è stato un proliferare di manifestazioni sportive abusive. In sostanza, in molti hanno approfittato di essere stati suoi amici intimi. Per questo motivo, abbiamo pensato che creare una serie di eventi benefici, che in qualche modo incarnassero alcune sue prerogative come la bontà e l’altruismo, fosse il modo migliore per ricordarlo”. Cosa rappresenta per Lei la Giornata della Fondazione? “È un momento di grande aggregazione spontanea e genuina, reso tale dal sacrificio di Enrico (suo fratello, ndr) che ha ideato questo evento, creandolo a immagine e somiglianza della persona di papà che del vero significato sportivo aveva fatto un principio di vita”. Cosa significa essere il figlio di Antonio Sbardella? “Significa essere una persona che crede nei

principi di coerenza, rispetto e lealtà. Che ama confrontarsi con chi non abusa della mia persona e soprattutto del nome che porto”. Antonio Sbardella, l’uomo… “Al contrario di quella che è stata l’immagine della carriera e personalità trasmessa dai media dell’epoca, papà era una persona semplice e altruista. Era fiero delle sue origini, ma soprattutto dell’essere riucito a dirigere i mondiali solo grazie alle sue capacità, senza alcun aiuto. La cosa a cui teneva di più era che le persone a lui vicine, quindi noi figli, fossimo educati, rispettosi e leali con tutti. Nel tempo perdonò gente che tradì la sua fiducia, ma ci sono anche tante persone come Bruno Giordano ad esempio, (per papà un vero e proprio figlio acquisito), che lo ha sempre amato e rispettato”. Proprio per questo motivo abbiamo chiesto un parere proprio all’ex bomber biancoceleste “Posso solo dire che era un uomo davvero straordinario, molto disponibile, che ha sempre pensato ai giovani. D’altronde è stato lui a volermi nella Lazio. Ha reso grande la società ed è stato grazie a lui che è stato vinto il primo storico scudetto. Abbiamo sempre mantenuto un rapporto speciale, non ci siamo mai persi di vista, neanche quando sono stato ceduto al Napoli. Dico solo che il mio passaggio alla società partenopea è stato concluso proprio a casa sua. Per me è stato un punto di riferimento costante, era sempre prodigo di consigli che puntualmente si rivelavano giusti. Nonostante alcuni pensassero che, a causa della sua posizione fosse inavvicinabile, era molto umano”.

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Alessandro Cerqua

l'Inviato di "Striscia" Jimmy Ghione mentre consegna il Tapiro al Presidente dell'Ordine degli Avvocati di Roma, Avv. Alessandro Cassiani

E al Golf Forense fa tappa il Tapiro

la AS Roma Avv. Antonio Conte e l’Avv. Carlo Priolo che, con il loro intervento al cocktail di premiazione di fine gara, hanno sottolineato una volta di più la bontà di questa manifestazione che nel giro di poco tempo è diventata la gara più attesa per i giocatori di golf della Capitale. A fare gli onori di casa oltre al Dott. Luca Valerio, presidente del Parco di Roma Resort, l’Avvocato Nicola Colavita, Mauro Antonelli di MorOrg Srl – che ha firmato come sempre in maniera impeccabile la realizzazione dell’area ospitalità – e l’immancabile equipe

del Golf Forense. La competizione - a cui ha preso parte anche l’ex azzurro di Davis Tonino Zugarelli, l’imprenditore Luciano Flamini ed il giornalista Francesco Acampora - ha visto il successo nella prima categoria netto della coppia formata dal Dott. Salvatore Buellis e dal procuratore sportivo Lorenzo Marronaro; la coppia composta dall’Avv. Chiara Bandini e Federico Falessi si è imposta invece nella prima categoria lordo. La seconda categoria ha visto vincitori la coppia formata da Alfio Messina e Massimo Gi-

Daniele e Alessandro Piscioneri della sartoria Ilario, fornitore ufficiale del Golf Forense

l'Avv. Nicola Colavita

paolo Cocconi sono solo alcuni dei 160 golfisti forensi che si sono sfidati in una gara senza esclusione di colpi: tutto esaurito e record assoluto di partecipanti. Ad accogliere il gotha del mondo forense, oltre al nuovo canale satellitare Sky “High Life Tv” (canale 862) – media partners del Golf Forense – alle telecamere di Rai 3, ed alla solita folta schiera di fotografi ed operatori, erano presenti anche il Vice Presidente della FIG Lazio Dott. Carlo Scatena, il già citato Avv. Alessandro Cassiani, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma, il legale del-

Stavolta partiamo dalla fine. Il compassato cerimoniale di premiazione di fine gara del Golf Forense viene completamente stravolto da un fuori programma: succede che verso le 19:30, in piena premiazione, uno dei volti più noti di Mediaset, l’inviato di “Striscia” Jimmy Ghione, irrompe per consegnare l’ambitissimo “Tapiro” al Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma, Avv. Alessandro Cassiani, “reo” di essere il Presidente dell’Ordine con il maggior numero di avvocati d’Europa. Di Andrea Cecinelli - Foto di Damiano Rosa

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assano pochi minuti e, intorno alle 20:00, ora in cui va in onda il TG1, Attilio Romita, il conduttore più popolare dei telegiornali di “mamma” Rai, invece di apparire come di consueto in video, irrompe ed intrattiene gli ospiti con un esilarante intervento. Scherzi del Golf Forense. Sabato 11 ottobre, in una giornata a dir poco estiva, al Parco di Roma Golf Club, è andata in scena la più “brillante” tappa del BMW Roma Golf Forense Challenge Tour, vero e proprio “must” per i professionisti del diritto idea-

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to ed organizzato dall’Avvocato Nicola Colavita e patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Ministero della Giustizia, dall’Ordine degli Avvocati di Roma, dalla F.I.G. Lazio, dalla Associazione Forense Emilio Conte e dallo Studio Legale Nunziante e Magrone. Il vice presidente dell’Olgiata Golf Club Avv. Remo Roscioni, il Consigliere Nazionale Forense Avv. Paolo Berruti, gli avvocati Francesco Ago, Alessia Montani, Alessandra Giovagnoli, Paolo Vitali e Giovanni Cocconi, il notaio Mario Soldani ed il commercialista Giam-

l'Avv. Nicola Colavita con il Presidente del Parco di Roma Resort, Dott. Luca Valerio

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gliardi Ramella (n.d.r.: per le foto della gara visita il sito www.golfforense.com). Appuntamento per la tappa finale del “BMW Roma Golf Forense Challenge Tour” il 25 ottobre all’Olgiata Golf Club. Golf Forense: di tutto di più.

I premi del Golf Forense forniti dalla Gioielleria Brusco di Roma

L'Avv. Nicola Colavita con il Maestro di Taglio Ilario

Mauro Antonelli ai microfoni di High Life TV

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l'Avv. Antonio Conte, legale della AS Roma a colloquio con il Dott. Carlo Scatena, Vice Presidente della FIG Lazio

La bellissima inviata di High Life TV Arianna Camellini in compagnia di Luca Valerio, Carlo Scatena e Giovanni Williams

Il conduttore del TG1 Attilio Romita L’avv. Alessandro Cassiani, Il Dott. Carlo Scatena, l’Avv. Carlo Priolo con lo staff del Golf Forense

Francesca Ridolfi, Silvia Manduzio e Francesca Mercantini


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Non solo colpire una pallina... Golf

di Simone Selli

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hi si avvicina a questo mondo lo fa spinto dalle più svariate motivazioni.C'è chi ricerca la competizione, la socialità, un allenamento psicologico terapeutico, un bisogno interiore di affermazione, aggregazione, chi per motivi di salute trova attraverso il golf un modo sano di fare sport. Il golf nella realtà è tutto questo e molto altro ancora. Come professionista mi trovo quotidianamente di fronte al problema

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di come coinvolgere e raccontare al principiante tutte le meravigliose emozioni che questo splendido sport incorpora. All'inizio le sedute tecniche di campo pratica portano inevitabilmente a considerare il golf come un' estenuante ripetizione di un gesto del tutto innaturale al fine di far decollare una pallina che spesso sembra negarsi solo per dispetto. Quel puntino bianco catalizza e assorbe la mente quasi affogandola portando a desiderare solo di vederla fi-

nalmente volare a distanze siderali. Il principiante non può desiderare altro perchè non conosce altro. Non si svolge tutto su di un sintetico tappetino spesso consumato per mesi, è tutto altrove. Sono convinto che anche per aumentare il numero dei giocatori bisogna andare presto sul campo, a toccare con mano ciò a cui si stanno avvicinando, in modo da intuirne subito le infinite emozionanti caratteristiche. Basta una buca per rimanere spesso fol-

Due diciassettenni romani vincono il tricolore foursome Tommaso Trillò/Federico Ranelletti hanno vinto i Campionati Nazionali Foursomes che si sono disputati sull’impegnativo percorso del Modena Golf & Country Club. Grande prestazione in finale con il successo dei due diciassettenni romani Trillò/Ranelletti, che fanno parte del fiorente vivaio dell’Arco di Costantino, il quali hanno battuto i due azzurri Andrea Perrino (Cosmopolitan)/Claudio Viganò (Zoate) alla 20, alla seconda di spareggio. Federico e Tommaso sono un esempio per molti ragazzi che si affacciano a questo sport, impegno, dedizione , sacrifici personali e delle famiglie ne hanno forgiato le caratteristiche anche morali e ora ne stanno raccogliendo i frutti. Il successo non è arrivato per caso, praticano molto, potenza e precisione sono ben distribuite e sono amici fuori dal campo, quindi una vera squadra senza punti deboli. Per giungere all’atto conclusivo Trillò/Ranelletti hanno avuto ragione di Alberto Zani/Marco Archetti (2/1), di Andrea Romano/Marco Guerzoni (1 up) e in semifinale del duo di Le Pavoniere Simone Baroni/Cosimo Baroni (6/5)

gorati, il benessere ci pervade, i profumi dell'erba tagliata, il riverbero della brina mattutina, un' impronta sul green, l'ombra lunga del pomeriggio e tutti i colori di una magica tavolozza che cambia attimo per attimo, ogni volta diversa. Qundi alleniamoci in campo pratica per migliorare il nostro swing ed in campo se oggi la pallina non parte pazienza....guardiamoci intorno, siamo proprio fortunati no? buon divertimento...


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CIRCOLO TENNIS EUR

CIRCOLO CANOTTIERI LAZIO

Secondi con onore

I futuri Campioni Non sembra esaurirsi la sete di vittorie del Circolo Canottieri Lazio e dei suoi atleti. Anche questo mese il sodalizio biancoceleste ha accolto con grande gioia i risultati ottenuti nelle varie discipline. Partendo dalla sezione canoa/canottaggio, si sono da poco conclusi sulle acque di Barcola a Trieste i “Campionati del Mare” organizzati dal Circolo Canottieri Saturnia. Gli atleti del Presidente Rossi hanno conquistato una medaglia d’oro ed una d’argento con “i soliti” Jean Smerghetto nella categoria “Senior maschile” ed Erika Bello nel canoino “Senior Femminile”. Nella sezione calcio/calcetto invece, grande successo per la squadra Under 12. I futuri campioni di domani

EUR SPORTING CLUB Il vero motore del Circolo Finita la stagione estiva che ha portato tante soddisfazioni sportive, dal tennis al calcetto, il circolo di via di Vigna Murata indossa l'abito autunnale e, con l'esperienza dei sui 40 anni, si appresta ad avviare questa stagione sportiva all'insegna dell'entusiasmo e del rinnovamento. Negli articoli precedenti ci siamo spesso giustamente soffermati a raccontare i risultati sportivi dei nostri atleti. E' stato in effetti un anno pieno di

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hanno partecipato e vinto la prima edizione del Torneo Under 12 “Claudio De Paolis” che si è svolta nella splendida cornice del C.T. Eur. In finale la “macchina perfetta” messa in campo dal Mister Paolo Minicucci ha

sconfitto per 5 a 2 proprio i padroni di casa del C.T. Eur. Lorenzo Condemi e Jordi Minicucci sono stati i trascinatori della squadra, festeggiata al Circolo il sabato successivo con tanto di discorso, partitella e distribu-

zione delle maglie ricordo. Chi si preoccupava di quanto potesse durare il momento magico della categoria Assoluti ha avuto un messaggio pìù che rassicurante. Fabio Onnis

soddisfazioni ma tutto questo non sarebbe stato possibile se alle spalle non ci fosse stato uno "staff" all'altezza della situazione. Dalla segreteria al personale che si occupa della cura e della manutenzione del circolo, abbiamo la fortuna di avere dei dipendenti veramente eccezionale. “Si è cercato di responsabilizzare tutti” ci dice il presidente Bruno Albani orgoglioso dei suoi “ragazzi". Sono loro il vero motore del circolo. Dietro qualsiasi manifestazione sportiva che si svolge sia all'interno che all'esterno del circolo c'è l'attenta e scrupolosa regia della nostra segreteria. Lo “staff" che si occupa della manutenzione del circolo è di assoluta professionalità e i risultai sono sotto gli occhi di tutti.

Durante il mese di settembre, in concomitanza con il rientro dalle vacanze estive il C.T. EUR ha inaugurato il primo torneo di Calcio a 5 intitolato “Claudio De Paolis” e dedicato ai giovani giocatori under 12 dei “Circoli storici” della capitale con lo scopo di costituire un punto di riferimento per i giovani dei Circoli, sotto il profilo sportivo ed educativo. Il Torneo ha riscosso un inaspettato successo anche per lo stesso ideatore e promotore, il Presidente del C.T. EUR, e ha visto l’entusiastica partecipazione di oltre settanta ragazzi accompagnati da premurosi ed altrettanto entusiasti genitori. Vincitore è risultata squadra del

C.C. Lazio, allenata da Paolo Minicucci, (attuale allenatore della Nazionale Under 21 di Calcio a 5), che ha avuto la meglio nella finale contro la squadra locale del C.T. EUR allenata da Riccardo Muzzioli. Terza la compagine del C.C. Aniene, vincitrice tra l’altro dei premi per il miglior giocatore e del Premio Correttezza, riservato alla squadra che si e’ maggiormente distinta per il comportamento sportivo, la puntualita’, lo stile, il numero e la giovane eta’ dei componenti. Un premio particolarmente gradito dal Circolo Tennis EUR e’ stato quello ricevuto da Antonio Buccioni, Presidente del prestigioso “Club dei Circoli Sportivi Storici” che ha avuto parole di grande apprezzamento per la felice idea di mettere in campo i giovanissimi e per la meticolosa organizzazione del torneo che, dal prossimo anno, si svolgerà sotto l’egida del “Club dei Cir-

coli Storici Storici” con l’allargamento alla categoria Under 14 in modo da seguire, nelle successive edizioni, la crescita degli attuali Under 12. In occasione della cerimonia di premiazione il Direttore del Torneo Marco Lepre ed il Presidente del C.T. EUR Massimo Grimaldi hanno ringraziato sentitamente pubblico e squadre ospiti per la entusiasti-

ca partecipazione, ricordando come il Torneo prenda spunto e nome da un giovane socio coetaneo ed amico dei giovani calciatori del CT EUR, prematuramente scomparso ma sempre presente nella memoria dei ragazzi stessi, che hanno voluto ricordare il loro piccolo amico con un commovente messaggio ad apertura della cerimonia. Andrea Tranquilli

CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE L’inno di Morricone I soci del Circolo Canottieri Aniene si sono ritrovati in una splendida serata di Gala sabato 11 ottobre, intorno ai protagonisti delle medaglie olimpiche conquistate alle recenti olimpiadi di Pechino. Josefa Idem (Canoa), Paola Protopapa, Luca Agoletto (Canottaggio adaptive) e Federica Pellegrini (Nuoto) sono stati le festeggiatissimi protagonisti. Il Presidente del circolo Giovanni Malagò ha colto l’occasione per organizzare una sorpresa ai soci, i quali hanno potuto ascoltare l’inno del Circolo suonato dall’orchestra diretta dal Maestro Ennio Morricone.

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TENNIS CLUB PARIOLI Under 16 Femminile. Il T.C. Parioli è Campione d’Italia

A portare a casa lo scudetto tricolore sono state, sotto la saggia guida del Maestro Roberto Meneschincheri, Nastassya Burnett, Martina Caregaro e Benedetta Jaccod. La loro avventura è iniziata nel tabellone regionale, è proseguita nel tabellone nazionale e si è conclusa con l’approdo al girone finale all’italiana che si è disputato presso il C.T Etruria di Prato.

CIRCOLO CANOTTIERI ROMA Campioni d’Europa Il C. C. Roma sale sulla vetta dell’Europa nel tennis. Ha infatti conquistato il titolo di campione d’Europa nel Torneo a squadre over 45 organizzato al CC Roma sotto l’impeccabile direzione del Consigliere al tennis Luigi Lanza. E proprio i padroni di casa, dopo aver sconfitto nei quarti di finale la squadra belga e in semifinale la squadra inglese, si sono aggiudicati il gradino più alto del podio battendo in finale lo Sporting Club Ferratella per 3 a 2.Le squadre partecipanti

I tre Circoli che hanno tentato di contrastare lo strapotere delle ragazze bianco verdi sono stati l’E. Rossi TS Pro Kennex di Brescia, sconfitto nettamente per 3/0 nella prima giornata, il Club Nomentano, sconfitto 2/1 nella seconda giornata e il T.C. Prato, sconfitto 2/0 nell’ultima giornata. Vittoria ineccepibile e meritata dal momento che, dal tabellone regionale all’ultima giornata di gara, la squadra capitolina ha perso un solo un punto (contro il Club Nomentano) su 18 set disputati. Tutto ciò conferma sia l’ottimo momento di forma dei giovani atleti del T.C. Parioli, sia l’esperienza dei tecnici cui sono affidati . Infatti, mentre le ragazze disputavano il girone finale, Thomas Fabbiano si aggiudicava il torneo futures 10.000 dollari di Quartu Sant’Elena, sconfiggendo in finale per 62 46 62 Leonardo Azzaro. Per Thomas, da quest’anno tesserato per il T.C. Parioli, si tratta del terzo trofeo futures stagionale (La Spezia e Francavilla), quarto in carriera. Fabio Onnis

erano 8, di cui tre italiane, due inglesi, due olandesi, una belga. Le premiazioni sono avvenute prima di una sontuosa Cena di gala. E oltre a premiare i vincitori del Campionato Europeo, già campioni italiani Over 45, è stata premiata anche la squadra del Circolo Over 55 campione d’Italia (Maurizio Aracri, Antonio Franchitti, Luigi Lanza, Giancarlo Nucci, Bruno Orecchio,Benedetto Vellucci) e i recenti campioni d’Italia di doppio Over 55 Luigi Lanza e Bruno Orecchio. Sempre al Canottieri Roma si sono svolti i Regionali Assoluti di Tennis, che hanno visto la vittoria di Vincenzo Santopadre su Giulio Di Meo per 63 64 nei singolari maschili, e di Benedetta Davato su Micaela Moroni per 64 61 nei singolari femminili.

CIRCOLO CANOTTIERI TIRRENIA TODARO Coppa Tevere: La Tirrenia Todaro bissa il successo dello scorso anno Domenica 5 ottobre 2008 si è svolta al Tirrenia la 22a edizione della Coppa Tevere. Una regata che ha vissuto momenti di emozione ed esaltazione e che sarebbe difficile descrivere senza l’aiuto di qualcuno che vive l’evento in prima persona. Stefano D'Elia, Direttore Sportivo e capovoga dell'otto della Tirrenia Todaro campione ci aiuta a capire che cosa si può provare: Che sapore ha questa vittoria? Ogni vittoria è una emozione a se, e questa gara ne ha offerte molte. Nell'eliminatoria siamo partiti come proiettili, e il mio contacolpi non è mai sceso sotto i 43 colpi/minuto, con un'andatura nei primi 100 metri superiore ai 47: sapevo che era un percorso che ci avrebbe qualificato, ma il valore di Aniene, Tevere Remo e Lazio era preoccupante, tale da farci attendere i responsi di tutti. Poi le due finali: personalmente mi ero molto innervosito per alcune polemiche che mi hanno investito prima della partenza della finale, ma

StefanoD'Elia solleva la_Coppa Tevere

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con i miei compagni ci siamo sfogati a dovere nella prima manche e nella seconda abbiamo contenuto la furiosa reazione dei cugini giallo blu, fino a che lo speaker, dopo diversi minuti di attesa, ha dato la splendida notizia del minimo distacco di 8 decimi a nostro favore. Sono due anni di seguito che vincete? Si è vero sono due anni di seguito che vinciamo, ma guarda caso in entrambe le gare non eravamo favoriti. Avere avversari come Roberto Blanda, Gianluca Farina, Patrick Casanova, tanto per citarne alcuni, fa un pò impressione perchè nessuno al Tirrenia ha vinto come loro, ma questo da stimoli e motivazioni che permettono di battere qualsiasi avversario. E adesso? Vengo da un periodo di ottimo stato di forma, perchè ho preparato in agosto il mondiale di settembre in Lituania. Mi verrebbe da dire basta con la Coppa Tevere perchè è uno stress niente male, ma mi solletica il fatto che con un'altra vittoria raggiungerei in testa alla graduatoria dei successi dall'istituzione del nuovo regolamento della Coppa, quattro amici della Tevere Remo. Non lo so vedremo, adesso mi godo insieme a tutti gli amici dell'equipaggio e del Circolo questa splendida vittoria. Fabio Onnis


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SALARIA SPORT VILLAGE Circolo, città dello sport, fucina di campioni Non ha compiuto ancora tre anni il Salaria Sport Village, il Circolo che si affaccia su una delle anse più suggestive del Tevere, eppure ha già assunto l’ambiziosa ed impegnativa connotazione che costituiva l’obiettivo primario alla sua nascita, quella triplice di Villaggio dello sport, Circolo e importante realtà sportiva. Nonostante la sua giovane età, i colori del Salaria brillano a livello regionale, nazionale ed internazionale nell’agonismo di numerosi sport: nel nuoto, nel tennis, nel calcio e persino nel canottaggio, avventura intrapresa da appena un anno. E’ un impegno oneroso quello dell’agonismo, che va ad incidere in negativo sui bilanci societari, ma la dirigenza crede ed è disposta a scommettere sull’importanza e sui valori positivi dello sport praticato ad alti livelli. Nei 75.000 mq di impianti e servizi, gli atleti si allenano e crescono seguiti da vicino con professionalità e competenza, in una struttura accogliente e all’avanguardia, progettata e realizzata con l’attenzione sempre rivolta alle esigenze ed alla sicurezza dello sportivo. Nel frattempo, con la stessa e forse maggiore dedizione, gli istruttori, i maestri, gli allenatori, coltivano e alimentano lo spirito agonistico, di squadra e di amicizia, nei piccoli corsisti, i bambini della scuola nuoto, della S.A.T, della scuola calcio, perché saranno loro gli atleti che domani dovranno tenere alto l’onore del Salaria; loro che in esso hanno imparato lo sport preferito saranno i più adatti a difendere i colori del cuore e ad interpretare al meglio i valori sui quali si fonda il loro circolo sportivo.

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Il villaggio dello sport, però, non trascura la sua identità di Circolo con la C maiuscola, tutt’altro la esalta ed alimenta; l’ampiezza degli ambienti, le tante discipline praticabili, le diverse attività coesistenti, non sono assolutamente a discapito della cura e dell’attenzione verso il singolo socio, che vive non ‘ in solitaria ’ i suoi momenti di relax e benessere, ma che al contrario viene coinvolto in tantissime attività pensate appositamente per lui e per la sua famiglia , in spazi a lui dedicati, con la possibilità di poter sempre esprimere le proprie necessità e le proprie preferenze al numeroso e cordiale staff; molte delle richieste e delle proposte dei soci hanno contribuito al miglioramento della struttura ed alla conseguente soddisfazione dei frequentatori, che lo dimostrano anno per anno rinnovando in percentuale altissima (80%) il loro abbonamento.


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SANT’AGNESE TENNIS CLUB Nel segno di Nick La stagione è appena cominciata ma al Sant’Agnese Tennis Club siamo già a pieno ritmo!! Tutte le attività del circolo sono riprese, la scuola tennis è iniziata a fine settembre e tanti nuovi bambini e ragazzini si sono aggiunti a quelli che già frequentano la scuola. Da quest’anno inoltre, abbiamo aggiunto ulteriori gruppi e orari per soddisfare le esigenze di tutti, dai più piccolini ai ragazzi più

grandi, sia principianti che agonisti. E dopo il duro lavoro svolto la scorsa estate in Florida alla bellissima Accademia di Nick Bollettieri i nostri agonisti sono impegnati nei vari tornei della stagione e stanno già ottenendo ottimi risultati: Alessia Pappalardo ha vinto i tornei categoria Under 14 e Under 16 del T.C. Fusco per il circuito Tirreno, battendo in finale nel torneo Under 16 la nostra Cecilia Casadonte. Christian Barbera invece è arrivato ai quarti di finale nel torneo Under 14 del T.C. Villa Borghese, circuito Tirreno. Complimenti anche ai ragazzi della squadra maschile Under 16 che è arrivata alla fase finale del torneo nazionale a squadre. Bravi!

CASSIA ANTICA SPORTING FITNESS Tutti pronti per il sociale Dopo il successo del torneo sociale di calcetto dello scorso giugno al Cassiantica sporting fitness, tutti pronti a scendere in campo per il 2° torneo sociale che vedrà impegnati i soci del circolo per questo nuovo torneo. Già si stanno organizzando le squadre che ovviamente cercheranno di contrastare in ogni modo la vincente uscente

CIRCOLO MAGISTRATI CORTE DEI CONTI Il mese del tennis Salutiamo la stagione sportiva 2007-2008 con gli ultimi due risultati di rilievo: il 5° posto a livello nazionale delle squadre u.14 maschile (Saloli, Tessier) e u.12 maschile (Berrettini M, Cedrone). Si completa cosi’ un altro anno ricco di soddisfazioni per il nostro Circolo; solo per ricordarne le vittorie assolute, era iniziato con Jacopo Berrettini e Matteo Berrettini rispettivamente vincitore e semifinalista dei titoli u.10 e u.12 nel prestigio-

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Olimpic Mirto e già si cerca di accaparrarsi i migliori giocatori dal capocannoniere dello scorso torneo Luca di Michele o il miglior portiere il nostro istruttore di nuoto Marco Melani. E non solo calcetto per grandi al Cassiantica ma anche la scuola di calcetto diretta da Silvia Storari sta crescendo con la partecipazione dei nostri piccoli soci che settimana dopo settimana sono impegnati sui campi anche con la scuola tennis. Sempre protagonisti i piccoli anche nel nuoto con l’allenamento tri-settimanale per la propaganda che rappresenterà il circolo guidati da Giorgio Maurilli e Giuseppe Carlucci.

FUTBOLCLUB La Supercoppa a Pierdominici Il tredici ottobre si è svolto l’atto conclusivo della passata stagione di calciotto del Futbolclub. A contendersi la Supercoppa del circolo le squadre dei presidenti Perazza e Pierdominici, rispettivamente vincitrici della Futbol League e della Futbol Cup. A spuntarla, dopo una finale degna di tale nome, il team del presidente Pierdominici che gui-

dato dal bomber Fabrizio Sperduti ha alzato la prima coppa dell’anno. Nella stessa occasione è avvenuta la premiazione del Pallone d’Oro e del Socio dell’Anno del Futbolclub. Dopo la votazione effettuata dai soci ad aggiudicarsi il Pallone d’Oro è stato Edmondo Forotti, portiere “saracinesca” della squadra Over 60 del Futbolclub. Piazza d’onore e Pallone d’Argento a Fabrizio Sperduti, capitano del Futbolclub Bianco nella passata Adidas League. Pallone di Bronzo invece per Claudio Dell’Ali, capocannoniere della Futbol League 2007-08. Finita la premiazione l’appunta-

Il socio del mese Alessandro Venuto

Detto “Bomber” Ruolo attaccante Piede preferito destro o sinistro…non fa differenza Pezzo forte del repertorio il tuffo di testa! Al circolo la trovi in tutte le aree di rigore Squadra del cuore Lazio

mento, appuntamento fissato per il venti ottobre, giorno dell’ormai tradizionale calcio mercato, atto iniziale del torneo sociale di calciotto del Futbolclub. Sedici presidenti, allo scorrere delle figurine dei soci sui mega

schermi della Sala Adidas, si contenderanno a forza di rilanci i loro pupilli, per essere pronti a nastri di partenza il ventisette ottobre per la prima gara della Futbol League 2008/09. Carlo M. Stigliano

so torneo nazionale a partecipazione straniera “ Lemon Bowl”, e Filippo Saloli, Gianmarco Tessier e Marco Mammoli vincitori del titolo regionale a squadre u.14 maschile.In mezzo, tanti buoni risultati sia nei tornei internazionali, sia nazionali che regionali dei nostri giovani atleti, la maggior parte dei quali ha migliorato la propria classifica ( da segnalare Giacomo Bergamo,Alessandro Fariello, Matteo Berrettini, Riccardo Cedrone, Lavinia Tropiano, Valentina Tommasi, Lodovica Giannini, Alessandro Procopio). E’ ripresa l’attività sociale con la disputa del ranking ( sfide continue tra soci) di cui è attualmente leader Gianmarco Amore. Infine, sono ricominciate tutte le attività della nostra scuola tennis.

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DUE PONTI SPORTING CLUB Mancio is back! A ottobre e novembre al Due Ponti Sporting Club si svolge la quarta edizione della Supercoppa dei Circoli, torneo di calciotto a inviti con la partecipazione delle rappresentative di Corte dei Conti, C.C. Lazio, C.C. Roma, Antico Tiro al Volo, R.C.C. Tevere Remo, Futbolclub, Villa Aurelia Sporting Club, EUR Sporting Club, Circolo Tennis EUR, Circolo Rai, Due Ponti. La formula prevede 4 gironi da tre squadre con partite di sola andata. Si qualificheranno per i quarti di finale le prime 2 squadre classificate di ogni girone. I quarti saranno disputati con partita di sola andata e in caso di pareggio si andrà direttamente ai calci di rigore. La finale sarà a gara unica con il ricorso a 2 tempi supplementari da 10 minuti e in caso di ulteriore parità i calci di rigore.

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Una grande rentrée per inaugurare la nuova stagione calcistica del Due Ponti: Roberto Mancini, protagonista di molti campionati sociali degli anni passati, è tornato al circolo dei fratelli Tornaboni per giocare la sfida di Supercoppa tra la squadra vincitrice del Campionato, il Real Biscarini, e la squadra vincitrice della Coppa Due Ponti, il Deportivo Tassi. Lo scontro tra le due storiche rivali del Due Ponti è stato caratterizzato dal predominio nel primo tempo del Deportivo Tassi, che ha ottenuto il vantaggio con la rete di Alessandro Crudi. Nel secondo tempo, dopo aver sventato tre palle gol, il Real Biscarini ha raggiunto il pareggio proprio al termine della partita, con un tiro da

fuori area di Christian Cetorelli, vero protagonista nella difesa della propria area. Ancora una finale affidata alla lotteria dei calci di rigori e ancora una volta i tiratori del Real Biscarini mostrano grande freddezza di fronte al portiere avversario. Per un gol di scarto, il Real Biscarini diventa la squadra più forte della stagione 2007/2008. Mancini, apparso in perfetta forma, ha accolto con piacere l’invito del presidente Luca Biscarini a rientrare nella sua vecchia squadra, ritrovando così i compagni di squadra e i vecchi amici del Due Ponti, frequen-

tato sempre assiduamente quando viveva a Roma. Tra i compagni di squadra, il “Mancio” si è ritrovato il suo ex vice Nando Orsi, adesso compagno di reparto in attacco, dopo una carriera di portiere. Questa partita chiude la stagione 2007/2008 e inaugura le competizioni calcistiche che partono a ottobre: il Campionato Sociale, che

impegnerà 20 squadre fino a giugno, e la Supercoppa dei Circoli, che si svolgerà a ottobre e novembre tra le rappresentative dei circoli romani del Due Ponti, Corte dei Conti, C.C. Lazio, C.C. Roma, Antico Tiro al Volo, R.C.C. Tevere Remo, Futbolclub, Villa Aurelia Sporting Club, EUR Sporting Club, Circolo Tennis EUR, Circolo Rai.

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Il Manchester la squadra da battere, Riparte l'avventura e il divertimento "Ripartiamo entusiasti e convinti che il Torneo Pezzana possa crescere in questi anni non solo nei numeri, ma anche in qualità. di Gianluca Scarlata_foto di Matteo Ciambelli

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bbiamo avuto molte conferme dalla passata stagione e questa è la prova dell’ottimo lavoro compiuto finora. Siamo qui per divertici. Non ci sentiremo mai soddisfatti e

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stiamo già lavorando per migliorarci". Con queste parole il presidente dell’ASD Pezzana, il dott. Andrea Antenucci, Giovedì 2 ottobre ha tagliato simbolicamente e con un mese di anticipo rispetto agli anni passati, i nastri

di partenza del 32esimo Torneo Pezzana. Un evento “cult” del panorama romano che ha avuto la forza di rinnovarsi nella tradizione posizionandosi sempre di più come primo torneo di calciotto in Italia. Da via Pezza-

na, dove tutto nacque, al circolo della Polizia in via delle Fonaci di Tor di Quinto, il passo non è dei più lunghi. La passione e la voglia di giocare a calciotto da parte dei maggiori interpreti della capitale, amici ed

ex calciatori non è mai mutata. Il Torneo Pezzana ha istaurato già dalla passata edizione una proficua collaborazione con la Polizia di Stato e il Ministero degli Interni. Questo ha fatto si che il rinnovato Circolo della Polizia di Stato diventasse di fatto la “casa ufficiale” del Torneo Pezzana. Tutti gli incontri si giocheranno proprio sui due campi di Tor di Quinto. "Siamo contenti di ospitare il Torneo Pezzana e sono certo che i responsabili e i presidenti delle squadre partecipanti – afferma il dott. Antonio Del Greco, neo direttore dello stesso circolo – sapranno trasmettere ai giocatori il rispetto verso questa storica struttura che stiamo rilanciando". Dal passato al futuro passando dal presente. "Il Pezzana è sempre stato un punto d'incontro del calcio a 8 romano - affermano Silvio Trombetta e Tommaso Poliandri, i due fondatori del torneo - siamo soddisfatti dei ri-

sultati ottenuti e di come Andrea Antenucci abbia dato continuità al torneo". La US ACLI, presenti alla conferenza di lancio il designatore Luca Serangeli e Andrea Aniballi, si occuperà anche quest’anno delle direzioni di gara e della disciplinare. Quest’anno con il Corriere dello Sport sempre più partner del progetto Pezzana, è stata studiata una premiazione mensile del migliore giocatore

delle due categorie Assoluti e Over40. Contribuiranno da quest’anno anche due dei partner storici, Agla e Gentilini, con premi mensili ai migliori. Da punto di vista tecnico per gli Assoluti, 17 le squadre, tutti andranno alla caccia del Manchester campione. Nella passata stagione la squadra di Parnasi e Chierico, quest’anno allenata da Alessandro Cucciari, fu proprio una del-

www.torneopezzana.com.

le protagoniste, vincendo la categoria Assoluti e arrivando in finale di Coppa Campioni, conquistata poi dall’Inter di Angelo Arquilla. Nella categoria Over 40 registriamo un notevole incremento con ben 19 squadre, rispetto alle 12 della scorsa stagione. Quindi già al secondo anno il progetto Over40 ha centrato gli obiettivi degli organizzatori. Qui la squadra da battere sarà la Juventus (Canottieri Lazio) di Riccardo Viceré e Roberto Saiu che lo scorso anno era l’Inter. Come per la passata edizione il punto d’incontro per tutti sarà il sito web www.torneopezzana.com. All’interno oltre alle cronache dal campo si potranno trovare comunicati ufficiali e stampa, foto, news, risultati, classifiche, rassegna stampa. Il 32esimo Torneo Pezzana è pronto a scaldare i motori, un evento che non è solo agonismo, ma correttezza, lealtà, fair play e grande sportività.

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