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Inserto Speciale

n. 53/54 maggio/agosto 2018

Ovale

gialloblu Focus sul Rugby veronese

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s mmario 5. Editoriale 7. Mini Rugby

14. Brevi 16. Serie A

8. Serie A

20. Serie C

7° Torneo Città di Verona

Direttore responsabile Alberto Cristani Direttore della fotografia Maurilio Boldrini

Rugby Valpolicella

Verona Rugby, sei Eccellente!

Ovale Gialloblu Inserto speciale a SportDi+ magazine Anno 10 - Numero 53/54 MAGGIO/AGOSTO 2018 Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807/2008

West Verona Rugby Union

12. Wheelchair rugby

Mastini Cangrandi

Caporedattore Andrea Etrari In Redazione Giorgio Vincenzi, Damiano Tommasi, Cristiano Zanus Fortes, Bruno Mostaffi, Marina Soave, Matteo Lerco, Paola Giberti, Matteo Zanon Foto Maurilio Boldrini, Paolo Schiesaro, Mirko Barbieri, Simone Pizzini Contatti redazione@sportdipiu.com www.sportdipiu.com Progetto grafico e impaginazione Francesca Finotti

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ifano per lo sport

ostenendo chi lo pratica info@sportgadget.it e chi lo racconta...

45|2017 44|2016 Anno Anno98--Numero Numero4544 GENNAIO/FEBBRAIO 2017 2016 NOVEMBRE/DICEMBRE Testata registrata al al Testatagiornalistica giornalistica registrata Tribunale TribunaledidiVerona Verona n. n.1807/2008 1807/2008

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LICENZIATARI UFFICIALI:


Rugby Club VALPOLICELLA


edit riale di Alberto Cristani

Il rugby veronese... c'è! Per la palla ovale veronese la stagione che si è appena conclusa è una delle più belle e soddisfacenti degli ultimi decenni. A farla da padrona è senza dubbio il Verona Rugby che centra con merito la promozione in Eccellenza, il campionato più prestigioso e importante a livello nazionale. I ragazzi di coach Zanichelli hanno vinto e convinto, dimostrando sul campo di aver raggiunto la maturità e la mentalità giusta per competere ad alti livelli. La presidente Vittadello, vera e propria artefice di questa promozione, si gode questa impresa e guarda già a settembre; infatti, con l’avvio della nuova stagione, si spalancheranno anche le porte del Payanini Center, la nuova casa del Verona Rugby. Anche per il Valpolicella Rugby una stagione di assoluta tranquillità, con una salvezza mai in discussione. Ai play off poi ha retto bene anche contro formazioni di maggiore caratura, vendendo cara la pelle e mettendo in difficoltà anche avversari molto più attrezzati. Il presidente Ruzzenente ora dovrà capire che cammino intraprendere: ‘accontentarsi’ di salvezze tranquille o puntare a qualcosa di più importante? L’estate porterà sicuramente consiglio. Chi invece ha sovvertito ogni pronostico è stato il West Verona Union Rugby che, dopo una partenza shock, è riuscito a trovare la cosiddetta quadra e a conquistare, all’ultimo respiro, la salvezza nel campionato di serie C. Il grande lavoro di coach Francesco Brolis ha fatto si che la squadra trovasse compattezza e gioco nonostante le difficoltà, trovando forza e motivazioni dalle sconfitta. La salvezza premia squadra, staff e dirigenza, capeggiata dal presidente Ramundo che, con enorme sacrificio, ogni anno cerca di alzare l’asticella verso traguardi sempre più ambiziosi. Non da ultimo è da ricordare la continua e capillare attività di tutte le società della provincia di Verona nel promuovere ed organizzare eventi giovanili, veri e propri momenti di divertimento e aggregazione, che hanno come obiettivo quello di far conoscere il rugby e farlo diventare una alternativa, sempre più valida, agli sport tradizionali. C’è ancora tanto da lavorare, è evidente, ma la crescita del movimento è tangibile: se si proseguirà su questa strada, in un futuro non così lontano, la palla ovale potrà togliersi parecchie soddisfazioni!



MINI RUGBY MINI RUGBY MINI RUGBY MINI RUGBY MINI RUGBY

Grande successo per il 7° Torneo Città di Verona di Andrea Redomi

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nche nell’edizione 2018, il Torneo Minirugby “Città di Verona” non tradisce le aspettative e si conferma un appuntamento di grande rilievo nel panorama rugbistico italiano. I circa 1.200 piccoli atleti tra Under 6, 8, 10 e 12, provenienti da 20 club diversi, suddivisi in ben 70 squadre, si sono sfidati a suon di mete sui campi da gioco del Centro Sportivo di Parona per contendersi il primato di categoria e l’ambitissimo Trofeo Città di Verona, assegnato alla miglior società della competizione, alzato quest’anno dal Petrarca Rugby. “Siamo molto contenti” - commenta la Presidente del Verona Rugby, Raffaella Vittadello, al termine della manifestazione -

“è stata una grande festa sia per i ragazzi in campo, sia per le loro famiglie a bordocampo”. Complice del successo sono state anche la stupenda giornata di sole e un importante lavoro di organizzazione e gestione dell’evento da parte di collaborati, volontari e genitori. Prosegue la presidente del Verona Rugby: “Ci tengo molto a ringraziare tutte le persone che hanno reso possibile tutto questo. Il successo del Torneo è frutto di un grande lavoro di squadra che va avanti da più di un mese da parte di tutti: chi alle cucine, chi ai parcheggi, chi come staff sui campi da gioco, in particolare i ragazzi

della Prima Squadra, maschile e femminile, e della Cadetta, chi nel team pulizie, come i ragazzi della nostra Under 14, e tutti gli altri”. Conclusa con successo la settima edizione, già si pensa all’ottava, ma in una location nuova e totalmente diversa: il Payanini Rugby Center. “A settembre” - conclude Raffaella Vittadello - “inaugureremo la nuova casa del Verona Rugby, in Via San Marco, che a partire dal 2019 ospiterà tutta la nostra società e questa grande manifestazione”. Per il Torneo Città di Verona appuntamento quindi al prossimo anno in una nuova, ed esclusiva, location!

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SERIE A SERIE A SERIE A SERIE A SERIE A SERIE A SERIE A

Logo vettoriale per uso in stampa su superfici chiare

Verona Rugby, sei Eccellente! di Bruno MostafďŹ

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crivere la storia di uno sport a Verona non è impresa facile. Ci si muove fra mostri sacri, fra atleti e squadre che hanno raggiunto risultati enormi, partendo da Verona per andare a vincere in Italia e nel mondo. Per questo la promozione del Verona Rugby porta in sé il nocciolo di un sogno sportivo, e contemporaneamente la rivalsa di una provincia meno “rugbistica” rispetto ai vicini di casa Padova, Rovigo o Treviso. Il 3-13 conquistato in trasferta contro i Lyons dalla squadra è già in sé un risultato mai visto, in una stagione in cui i piacentini non hanno mai perso in casa. E vale un balzo in avanti che cambia la prospettiva del rugby veronese. È un successo eccezionale, a tutti i livelli. Storico, perché dopo 55 anni di vita e di tradizione il Verona tocca con mano il massimo livello nazionale di rugby. Societario, con il nuovo corso impresso dalla presidente Raffaella Vittadello capace in soli due anni di dare un impulso pazzesco al club, innalzando il livello generale dalle giovanili alla prima squadra, formando una squadra femminile che per la prima volta ha affrontato la Serie A e avviando la costruzione della nuova cittadella del rugby, nell’area della Spianà. Il Payanini Rugby Center sarà non solo il nuovo stadio del Verona Rugby, ma anche la sede della Verona Rugby Academy, che offrirà ai ragazzi in età Under 16-18 la possibilità di formarsi per l’Alto Livello. Tecnico, perché è prima di tutto il successo di una squadra e di uno staff tecnico che ogni domenica sono scesi in campo per fare meglio degli avversari. Il bilancio, per coach Zanichelli, è da re-

cord: in quattro anni sulla panchina veronese ha portato la squadra ai playoff per tre volte. La prima, nella stagione 2014/2015, contro Recco. Quasi una missione esplorativa. Poi la stagione seguente, conclusa centrando la Poule Promozione senza particolari patemi, ma mancando i playoff. Infine, con il cambio di società, le semifinali dello scorso anno contro i fortissimi Medicei, poi promossi in Eccellenza, e il miracolo di quest’anno. E dire che, alla vigilia, bruciava l’aver mancato il primo posto nella classifica del girone, che avrebbe designato come avversario nei playoff il CUS Genova, sulla carta più accessibile degli agguerriti Lyons, in corsa per riconquistarsi l’Eccellenza da cui erano appena retrocessi. A suggellare nel migliore dei modi la stagione è arrivato poi il titolo di campione d’Italia di categoria conquistato domenica 27 maggio sul campo neutro di Reggio Emilia contro il Valsugana. “Il merito di questa promozione e del titolo di campioni d’Italia” – spiega coach Zanichelli – “va ai ragazzi, che ci hanno creduto e hanno combattuto fino all'ultimo minuto. Questo è un risultato che premia una stagione giocata ad alto livello. Una vittoria di cuore, forza e caparbietà. Sono davvero orgoglioso di questi ragazzi. La finale per il titolo? E’ stata una bella partita. L’ho vissuta bene anche perché più passavano i minuti, più ci rendevamo conto che la gara si stava avviando nella giusta direzione. Cos’ho detto ai ragazzi prima di entrare in campo? La consegna era quella di giocarsela a viso aperto, di rischiare. Abbiamo fatto qualche errore, ma il risultato alla fine ci ha premiato. A

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chi dedico questa vittoria? Senza dubbio ai ragazzi e ai nostri tifosi che sono venuti fin qui a sostenerci: è sempre un piacere regalar loro delle soddisfazioni. Il prossimo anno? Siamo scalpitanti. Ripartiamo a settembre con la nuova avventura dell’Eccellenza”. Il prossimo anno, al Payanini Rugby Center, sfileranno squadre del calibro dei neo campioni italiani Petrarca Padova, Calvisano, Rovigo, San Donà e Viadana. Pezzi di mitologia del rugby a cui il Verona si aggiunge di diritto. “La partita di ritorno contro Piacenza” - spiega capitan Marco Artuso –“è stata una partita molto dura, molto intensa: sapevamo che sarebbe stata una battaglia, ma tutti i ragazzi hanno tirato fuori gli attributi, soprattutto nel finale, e abbiamo conquistato una promozione meritata. Lo scudetto conquistato contro il Vasugana? E’ stata un emozione unica e inimmaginabile. Siamo andato in campo per vincere e così abbiamo fatto. Li abbiamo dominati nelle fasi statiche e questo ci ha permesso di giocare diversi palloni in attacco. A distanza di quasi due mesi dall’ultima partita giocata contro Valsugana possiamo dire di essere cresciuti ulteriormente. Abbiamo lavorato duramente durante tutto l’anno e abbiamo raccolto i frutti. Sono orgoglioso di questo gruppo. Chi voglio ringraziare? Sono tante le persone a cui penso, ma in particolare vorrei dire grazie a nostri tifosi che ci hanno sempre sostenuto! Promozione e titolo nel primo anno da capitano? Ricoprire questo ruolo per me è un onore, ancor più oggi che siamo riusciti a raggiungere questi due grandissimi obiettivi!”

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Infine parola alla presidentessa Raffaella Vittadello: “Siamo orgogliosi di aver conquistato il titolo 2017-2018. Nonostante avessimo già centrato il nostro obiettivo stagionale, ovvero la promozione in Eccellenza, questo scudetto ci conferma che abbiamo lavorato, e stiamo lavorando, bene. A Reggio Emilia ho alzato la mia prima coppa da Presidente del Verona Rugby ed è stata un’emozione unica. Voglio ringraziare tutti i ragazzi, lo staff tecnico, i miei collaboratori e tutti i nostri tifosi perché il traguardo tagliato ieri è merito di tutti. Ora ci aspetta un’estate di lavoro molto intenso. Le aspettative nei nostri confronti sono molto alte e non abbiamo alcuna intenzione di tradirle. A settembre ripartiamo con una nuova e stimolante sfida: l’Eccellenza. Forza Verona!” Molto del merito è stato quello di aver colto l’irripetibile occasione dell’ampliamento del campionato di Eccellenza, che passa da 10 a 12 squadre a partire dalla prossima stagione. Nessuna retrocessione, e due promozioni invece di una, hanno fatto sgomitare parecchie pretendenti. Ma c’è molto altro, oltre all’Eccellenza, che come la punta del proverbiale iceberg rappresenta il traguardo più alto e clamoroso, ma non l’unico centrato dal club antracite. Già, perché questa è una stagione di doppia promozione, con il Verona Rugby Cadetta capace di guadagnarsi il balzo dalla C1 alla Serie B. Un risultato importantissimo a uno sguardo d’insieme, perché permette al Verona di poter contare su una seconda squadra protagonista di un campionato di qualità, da cui attingere e a cui cedere giocatori, in una logica di fluidità che la società si

è data. E poi, le ottime stagioni disputate dalle giovanili, pilastri per il futuro. I risultati non arrivano mai per caso nello sport, specie nel rugby. Questo Verona può fare ancora tanta strada. Intanto, dal prossimo anno, ce n’è una tutta nuova da percorrere.


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RUGBY IN CARROZZINA RUGBY IN CARROZZINA RUGBY IN CAR

Wheelchair rugby: i Mastini Cangrandi non scherzano! di Fabrizio Sambugar

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asta assistere per un minuto ad una partita di wheelchair rugby per realizzare subito un paio di cose. Intanto che questo sport paralimpico è vero: fatto di sudore, di contatto, di spirito di squadra. E che c’è una cosa uguale per tutti i giocatori, pur nella loro diversità di condizione: qui non si fanno sconti per nessuno. Poco nota come disciplina paralimpica ma nata negli anni ‘70, il rugby su ruote è l’unico sport di squadra per paraplegici in carrozzina a spinta, ovvero adatto chi a causa di lesioni e/o patologie non ha il pieno controllo motorio sia del tronco che dalla cintola in giù ma può comunque spingere con le braccia il mezzo. Al palazzetto di Villafranca il 28 e 29 Aprile si è tenuta la prima tappa del campionato italiano, dove si sono sfidate in torneo 4 squadre. Da fuori regione la polisportiva di Milano; poi i 4CATS di Vicenza allenati da mister Semini (coach anche di squadre del ‘rugby in piedi’); quindi la fortissima Padova, vincitrice del torneo villafranchese e culla del movimento; e naturalmente i padroni di casa, i Mastini Cangrandi di Verona. Sono 3 le similitudini che legano questo sport al rugby classico. La prima è che per vincere si deve fare meta: si marca il punto se l’atleta supera la linea col pallone e - almeno - 2 ruote. Si gioca al coperto sul campo da calcetto, con l’area per segnare in corrispondenza della riga di fondo campo. La squadra è composta da 4 giocatori, sia maschi che femmine, si usa il pallone da pallavolo passandolo avanti o indietro, mentre l’azione in possesso può durare al massimo 40 secondi. Molto importante per l’equilibrio in campo

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è il punteggio personale di ogni giocatore: a seconda della mobilità residua viene assegnato da uno staff medico un punteggio, da un massimo di 3.5 (indice di un handicap che incide meno) ad un minimo di 0.5. Il totale di squadra deve essere sempre 8, anche dopo le sostituzioni. La seconda similitudine con lo sport della palla ovale è il contatto con l’avversario. Le carrozzine sono speciali, con paraurti, ruote inclinate a 45 gradi, protezioni e sistema antiribaltamento (che funziona quasi sempre...): le botte, anche forti, non mancano e tra lo staff a bordo campo oltre si sanitari c’è sempre anche un meccanico pronto ad intervenire. Terza e ultima similitudine è il classico terzo tempo: avversari in campo ma finita la partita si fa festa tutti insieme. Paolo Macaccaro, talentoso rugbista su ruote e presidente della squadra sca-

ligera (nonché già nazionale azzurro) spiega: “Sarà banale dirlo ma se sei un portatore di handicap in alcuni casi è difficile uscire: a volte ti blocca la patologia, a volte sono i genitori che tendono ad essere iperprotettivi. Ma qui devi combattere, metterti alla prova... e fare del tuo meglio per vincere”. I Mastini sono una realtà recente, fondata da Macaccaro, Giuseppe Testa e Alberto Danzi, quest’ultimo anche allenatore-giocatore. Si ritrovano per l’allenamento due volte a settimana alla scuola M.L. King di San Michele e credono fortemente nel messaggio “inclusivo” di questa pratica. “Ci alleniamo molto e mettiamo grande carica agonistica spiega Macaccaro - ma nel nostro mondo non esiste guarda quello, poverino non ce la fa. Quel che conta, nel rispetto delle regole, è impegnarsi al massimo per vincere”.


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Sport e divertimento all'AdolescenDay 208 di Paola Gilberti

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I valori del rugby, dello sport e dell’amicizia per combattere fenomeni quali la violenza, la solitudine e il bullismo. Questo il tema della VIII Giornata Nazionale degli Adolescenti, tenutasi nella mattinata di venerdì 18 maggio sul campo di via Tofane a San Pietro, in collaborazione con il movimento di AdolescenDay e con la partecipazione degli istituti scolastici superiori del territorio Stefani-Bentegodi e Calabrese-Levi. Durante l’evento gli studenti presenti hanno avuto modo di conoscere da vicino il mondo della palla ovale, attraverso storie, video e divertenti attività di gruppo gestite dal capitano del Santamargherita Mario Disetti, dal coach Giovanni Musso, il responsabile organizzativo Marco Previato e l’educatore Giovanni Mazzi. Ma oltre ai giochi, ampio spazio è stato riservato anche a momenti di riflessione e confronto insieme al team della consulente in psicologia dello sport Giuliana Guadagnini e ai due rap reaction blogger

Arcade Boyz, che tra scherzi e risate hanno invitato i giovani a prendere in mano la propria vita sin da ora: 'La società, la televisione, internet stanno influenzando prepotentemente il vostro modo di pensare e giudicare le persone. Imparate a ragionare con la vostra testa, a costruire le basi per il vostro futuro, a rispettare il prossimo. E non abbiate paura di parlare con gli insegnanti, con i genitori o con chi di fiducia se un bullo vi prende di mira”. Presente anche la giornalista Monica Sommacampagna, che attraverso alcuni estratti del suo romanzo #Cisonoanchio ha esortato gli studenti a far rete positiva contro il bullismo, attraverso la solidarietà, l'unione e la fiducia reciproca: 'I ragazzi di oggi non sono tutti bulli, è sbagliato generalizzare', ha spiegato, 'Esistono infatti molti esempi virtuosi che vanno portati alla luce, come ho voluto raccontare nel mio libro'.

E conclude sottolineando l’importanza che lo sport dovrebbe avere nella vita di ogni adolescente: “Negli sport di squadra, in particolare nel rugby, serve un gruppo unito, forte e compatto che lavora verso un obiettivo comune, che condivida momenti di gioia ma anche istanti più difficili, senza però mai arrendersi. Nel rugby ogni giocatore ha la stessa importanza, nessuno sovrasta o domina il resto del team, per questo sono convinta che lo sport possa aiutare i giovani nel proprio percorso di crescita”.

La Collina sopra Auckland di Giovanni Mazzi

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i è tenuta sabato 5 maggio a Sona, all'interno della Club House del West Verona Rugby Union, la presentazione di La Collina sopra Auckland, il primo romanzo di Giovanni Mazzi, educatore professionale che per oltre 25 anni si è occupato di giovani in grave difficoltà, ora particolarmente attivo in ambito scolastico e sportivo, con progetti di formazione, prevenzione e promozione dello sport pensati per i più piccoli, ma anche per coinvolgere genitori, insegnanti e allenatori. Nel libro le vicende di un giovane educatore, impegnato in un delicato momento lavorativo, si intrecciano con le difficili storie di adolescenti in cerca di sé stessi. Un viaggio inaspettato e un incontro misterioso lo aiuteranno a riflettere sul senso della propria e altrui esistenza. La fragilità delle nuove generazioni, il bisogno di tornare a sognare, la durezza delle esperienze, la speranza di trovare sempre qualcuno che ti è vicino nella vita, sono altri temi toccati dall’autore in

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quest’opera. Durante l’incontro, molti gli spunti offerti da Mazzi ai genitori presenti, molte le discussioni, le storie e le riflessioni sullo spesso difficile rapporto con i figli, concluse con una splendida metafora con il mondo della palla ovale: «La palla da rugby rimbalza dove vuole, non è prevedibile. È un po’ quello che accade nella vita, non siamo in grado di programmare tutto ciò che può succedere», ha affermato, «Come genitori possiamo scegliere fra due strade: provare a insegnare ai nostri figli a prevedere la direzione della palla, oppure aiutarli a diventare abbastanza forti, agili e furbi per essere in grado di

correre a recuperarla là dove rimbalza». Presenti all’evento anche il direttore sportivo del West Verona Rugby Union Stefano Marrella e il giornalista Roberto Zoppi.


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Rugby e sport con Capitan Disetti di Paola Gilberti

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a Brescia a Verona per amore del rugby. Mario Disetti non è solo capitano e centro delle Prima Squadra del Rugby Club Valpolicella, storica società sportiva con sede a San Pietro in Cariano, ma è anche preparatore atletico, coach e insegnante di educazione motoria in alcuni istituti del veronese. Concluso il campionato di serie A è il momento di fare il punto della situazione sull'anno appena trascorso, ma anche di guardare avanti per programmare eventuali nuove 'mete da marcare'. Questo è quello che ci racconta Mario in questa bella chiacchierata, insieme a qualche curiosità e dettagli sul suo percorso lavorativo nel mondo dello sport. Allora Mario, partiamo da un bilancio di questa stagione: com'è andata? Direi che il nostro percorso è andato di pari passi a quelli che erano i nostri obiettivi: passare nella Poule Promozione, giocarci in maniera molto aperta le partite con Petrarca e Noceto e fare delle buone prove casalinghe contro Verona, Colorno e Valsugana.

Avete già in mente qualche nuovo traguardo per il prossimo anno? Io personalmente ora sono in fase off (ride). Ma dato che nella prossima stagione ci sarà la reintroduzione della retrocessione penseremo sicuramente a conquistare la salvezza il prima possibile. Poi, se tutto va come deve andare, daremo battaglia per restare nella parte alta della classifica.

Ora parliamo un po’ di te. Quando e come sei entrato nel mondo della palla ovale? Ho iniziato a 14 anni, grazie a mio cugino che giocava nella squadra appena nata in Valcamonica, a Brescia e avendo avuto qualche piccola delusione nel mondo del calcio ho deciso di provare. La partenza è stata però in salita, un po' perché non è una disciplina semplice, un po' perché nell'ambiente erano tutti molto più grandi di me. Però, piano piano, mi sono ritagliato il mio spazio e ho iniziato ad appassionarmi sempre di più e non mi sono mai fermato. Prima mi sono spostato in varie realtà nella provincia di Brescia, poi ho seguito un percorso legato all'università e nel 2015 sono approdato in Valpolicella.

Secondo te, tra le società che si contendono i playoff per l'eccellenza, chi salirà? Io mi auguro Piacenza e Valsugana, sono loro che hanno dominato i rispettivi gironi, quindi se lo meritano più di chiunque altro. Però non si sa mai, nel rugby niente è scontato. Sicuramente sarà più avvantaggiato chi si giocherà il ritorno in casa, il fattore campo conta molto.

Hai un idolo sportivo? Non ne ho uno solo di riferimento, più che altro mi piace prendere caratteristiche di vari atleti, che poi magari non sono i top nella loro disciplina, ma sono sportivi che per me hanno comunque una marcia in più. Per esempio, in ambito rugbistico quasi tutti hanno come punto di riferimento Richie McCaw, Dan Carter, Jonny Wilkinson,

Forse con Colorno abbiamo commesso qualche errore di troppo, ma abbiamo comunque lottato fino alla fine, così come nell'ultimo derby giocato a Parona, dove abbiamo dimostrato di meritarci il girone, eventualmente anche per il prossimo anno. Sono quindi pienamente soddisfatto del nostro cammino fino qui.

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delle vere star. Invece a me è sempre piaciuto Rocki Elsom, un australiano che faceva di tutto per fare e mostrare qualcosa in più rispetto alle sue doti. C'è qualche altro sport che ti piace seguire oltre al rugby? In generale mi piace un po’ tutto lo sport. Mi esaltano le gare di bicicletta, soprattutto nel momento in cui scatta la salita, così come mi entusiasmano gli eventi motoristici. Seguo anche il tennis e magari il calcio quando ci sono i big match, ma solo le sfide fra team italiani, non sono uno di quelli che si guarda tutte le partite della Premier League o altro. Capisco. Per te lo sport non è solo una grande passione, ma anche un lavoro, ottenuto grazie alla Laurea in Scienze Motorie. So che sei particolarmente attivo nelle scuole, sia con attività legate al Valpolicella Rugby, sia con il progetto di avviamento ed educazione motoria del Coni. Dato che sei a stretto

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contatto con i ragazzi, credi che l'attività sportiva che praticano all'interno degli istituti sia sufficiente? No, per nulla. Servirebbero anche 3 ore di educazione di fisica alla settimana, prima di tutto perché oggi bambini e adolescenti si muovono molto meno rispetto a qualche anno fa. E poi noto che sta scomparendo la capacità di rimanere uniti, di fare gruppo e di relazionarsi agli altri, di stare assieme. Questa è una di quelle cose che viene insegnata proprio dallo sport, ma non inteso come attività agonistica, ma come pure e semplice gioco fine a sé stesso, che è il primo vero fattore aggregante. Svolgi anche il ruolo di allenatore all’interno della scuola calcio Gli Insuperabili, un team formato da ragazzi con vari gradi di disabilità. Quali sono le difficoltà e quali gli aspetti positivi? Tra le difficoltà c'è sicuramente il capire se ciò che viene proposto ai vari atleti possa andare bene per tutti. A volte servirebbe cercare di

rendere tutto molto più semplice e maggiormente legato alle reali necessità di ognuno. Però, la cosa più bella, è vedere come loro apprezzino tutto, affrontando ogni cosa con entusiasmo dieci volte maggiore rispetto a ragazzi normodotati e questi li porta a dei grandi miglioramenti dal punto di vista cognitivo e coordinativo. Ultimissima domanda: perché consiglieresti a qualcuno di cominciare a giocare a rugby? Uno dei pregiudizi più grandi su questo sport è che sia violento e che ci si faccia del male. Invece a me ha insegnato a essere più disciplinato, a rispettare le regole e a mantenere un certo tipo di atteggiamento. Forse non sono cose che si capiscano da subito, ma crescendo e maturando tutto questo viene naturale. Il rugby mi ha trasmesso tanto, ha forgiato il mio carattere e mi ha influenzato nel mio modo di essere attuale.



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Il cammino dei Draghi di Paola Gilberti

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i chiude anche questa stagione sportiva per il West Verona Rugby Union, una stagione caratterizzata da novità, qualche ostacolo, ma soprattutto tante soddisfazioni, sia per quanto riguarda le giovanili, in costante e continua crescita, sia per le seniores, che, dopo un inizio di campionato piuttosto impegnativo, hanno raggiunto traguardi importanti. Primo fra tutti il mantenimento di categoria della Prima Squadra, che anche il prossimo anno continuerà a militare in serie C1. Ripercorriamo qui le principali tappe di

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questo lungo e importante anno. Una nuova collaborazione con il Valpolicella Rugby Il progetto di collaborazione tra le due società, cominciato nella stagione sportiva 2016/2017, con la creazione di una franchigia territoriale per le juniores, lo scorso anno è stato esteso anche a livello Seniores, coinvolgendo la Seconda Squadra del club valpolicellese che aveva da poco conquistato la promozione in C1 e il team seniores del West. L’unione di giocatori e forze ha così permesso di predisporre due

formazioni, entrambe a denominazione West Verona Rugby ed entrambe seguite dal coach Francesco Brolis, da schierare nel campionato C1 e C2, con allenamenti congiunti e atleti interscambiabili. «Un’unione sportiva che mette al centro proprio i giocatori», aveva affermato il presidente del West Verona Mario Ramundo durante la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa, «Vogliamo creare una solida base di atleti, che abbiano a disposizioni i migliori strumenti per crescere. Nella C1 potranno transitare i ragazzi in uscita dall’under 18 che hanno le potenzialità


per entrare poi nel team di serie A del Valpolicella, mentre i neofiti, i meno esperti o i meno giovani avranno modo di continuare a entrare in campo con la C2». Il percorso della prima squadra Per la C1 del West la stagione si apre con un unico, vero obiettivo: quello della salvezza. Una meta che, almeno nella prime partite dell'anno, sembrava quasi impossibile da raggiungere. La difficoltà di affrontare un campionato di alto livello contro squadre già esperte e strutturate, un nuovo gruppo da amalgamare al meglio, qualche infortunio di troppo non hanno di certo reso la vita facile al team di via San Quirico.

Molte le sconfitte nella prima fase dell’anno sportivo, con un West ancora acerbo, poco affiatato e impreparato a gestire situazioni critiche. La vera svolta arriva nella seconda parte di campionato, quando i Draghi si giocano il tutto per tutto all’interno della Poule Passaggio, stravolgendo completamente ogni prognostico e previsione, aggiudicandosi vittorie importanti come quella con la capolista Bassa Bresciana Leno e il match conclusivo con il Cus Brescia, chiuso con il punteggio di 50-3. “Domenica dopo domenica si è vista una vera e propria crescita sia a livello di gioco che a livello mentale” - afferma il direttore sportivo Stefano Marrella - e i risultati parlano, abbiamo chiuso il

campionato al meglio”. Non nasconde la propria soddisfazione nemmeno il presidente Mario Ramundo: “Il tempo e la volontà di tutti hanno contribuito a creare una vera squadra, dove ogni singolo elemento ha acquistato sempre maggior fiducia nel compagno e maggior consapevolezza nelle proprie capacità. Sicuramente quello che non è mai mancato nei confronti dei vari atleti è l’appoggio da parte di tutti i membri del club e dello staff tecnico. E a tal proposito vorrei ringraziare oltre al coach Francesco Brolis, anche Nicola D’Antuono ed Eugenio Trecate, che hanno dedicato il loro tempo e messo a disposizione la loro esperienza tecnica per far crescere rispettivamente il reparto della mischia e dei trequarti”. La stagione della Cadetta Un po’ più tortuosa la strada della C2 in termini di risultati. Solo una, ma decisamente importante e da incorniciare, la vittoria, proprio nell’ultimo match di campionato, in un incontro ricco di emozioni fino all’ultimo secondo, sia per il punteggio strepitoso, sia per la presenza dello storico coach Romeo Zamana in panchina, ma soprattutto per il saluto del grande capitano Massimo Forigo, che appende ora le scarpe al chiodo, almeno a livello agonistico. Giovanili Anche i giovani Draghi hanno saputo regalare tante belle soddisfazioni alla società. Dall’under 14, premiata come settore giovanile d’eccellenza dall’amministrazione comunale di

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Sona, all’under 16, che ha letteralmente fatto passi da gigante dall’inizio della stagione grazie alla determinazione e impegno degli atleti presenti. Un po’ più sfortunata l’under 18 che non è riuscita a mantenere la propria posizione nel girone meritocratico. Ma dopo ogni caduta ci si rialza sempre più forti e siamo certi che l’anno venturo questo team si riprenderà il proprio posto. Prossimi obiettivi Dopo le fatiche di quest’anno un po’ di relax è d’obbligo. Ma la società di Sona non intende comunque fermarsi troppo, molte sono le attività da pianificare per il prossimo anno come spiega il patron Mario Ramundo: “In primis continuare il progetto franchigia a livello giovanile e a livello seniores, cercando di fare sempre meglio. Questo è stato il primo anno con una doppia squadra, abbiamo incontrato molte difficoltà, abbiamo capito dove si può migliorare e abbiamo già iniziato a lavorarci sopra. Il compito della dirigenza è quello di mettere a disposizione del club, degli atleti e dello staff i migliori strumenti e servizi. Sono convinto che lavorando al meglio potremo disporre di una base sempre più solida su cui continuare a crescere, sia nel settore juniores, sia con entrambe le categorie della C”.

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