ANNO 5 - N. 24 - luglio/agosto 2013 - Periodico - Copia gratuita - Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807 / 2008
ANNO 5 - N. 24 LUGLIO/AGOSTO 2013
in questo numero
VELA
FOOTBALL AMERICANO
VOLLEY ORULES
sfoglia online questo numero!
SD+ 24.2013
In questo numero scendono in campo 14
FONDAZIONE DON MAZZI
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CALCIO
34 62
BASKET
KITESURF
52 82
TUTELA DEGLI SPORTIVI
... e molto altro, gira la pagina!
DANZA
BCC
Valpolicella Benaco BANCA
Radici diverse... valori comuni Sant’Anna d’Alfaedo
Caprino Veronese Costermano Garda
Marano di Valpolicella
Albarè
Bardolino
Valgatara Sant’Ambrogio di Valpolicella
Negrar
S. Pietro in Cariano Arbizzano Pescantina
Colà Sandrà Verona
SOMMARIO LEGENDA
Redazione Istituzioni / Rubriche Eventi / Associazioni / Medicina Uomini di sport
Editoriale Un pregetto vero per persone vere Concorso scolastico Scatta lo sport a scuola…ed è scattata l’ora dei premi! Diocesi Verona Stefano Borgonovo, il manifesto dello sport Appuntamenti Un programma da conoscere per un territorio da scoprire Eventi Uno spettacolo di serata per la Fondazione Don Mazzi Coni Coni Verona alla scoperta di un mondo Eventi Settimana a tutto sport per San Giovanni Lupatoto Calcio Bentornata serie A! Calcio femminile Verona Femminile una stagione in chiaroscuro Calcio Una vita passata ad arbitrare Pesistica Ai Giochi del Mediterraneo bronzo per l’ex-bentegodina Basket Il cammino 2012/2013 della Cestitica Verona Basket Tosoni Villafranca buona stagione sotto canestro Donne di sport Deborah Compagnoni vincente sugli sci e nella vita Golf Giocare a golf all’Arena di Verona Volley Ecco come cambiano le regole della pallavolo Torrentismo Orsa nel cuore del Vaio, 30 anni di esplorazioni
Anno 5 - Numero 24 luglio-agosto 2013 Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807/2008 Editore GMC communication s.a.s. Direttore responsabile Alberto Cristani Caporedattore Dino Guerrini In Redazione Luca Mazzara, Elena Bazzoni, Andrea Etrari, Marina Soave Art director Enrico Gastaldelli Grafica e impaginazione Unit Editrice Srl Viale del Lavoro, 22/d San Martino Buon Albergo (VR)
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44 46 48
Donne di sport Sport individuali / Montagna / Outdoor Sport di squadra Sport invernali / Volo
Sport acquatici Sport paralimpici Motori Servizi speciali
Dino da Sandrà La vignetta di RonalDino Ginnastica Fondazione Bentegodi: voti alti per le ginnaste Danza Garda Danze da oltre 20 anni fa ballare il Benaco (e non solo) Hockey in linea I Bludogs Montorio guardano al futuro Hockey su prato E’ definitivamente scoppiata la Hockeymania! Vela Marinai per una settimana sulle acque del Garda Windsurf E il windsurf…Calò il suo asso! Kitesurf Il Lago di Garda paradiso per il kitesurfer Medicina dello sport DMSO Technique al sevizio della salute Pattinaggio Soddisfazioni e vittorie per il Cus Verona Football americano Che stagione per gli AGSM Mastini Verona! Orules l pubblico veronese applaude i protagonisti dell’Orules Guida Sicura Quando guidi non distrarti, usa sempre la testa! Scienze Motorie Ultra Walking Challenge una lunga e salutare camminata Fiscalità Il riconoscimento della persona giuridica ULSS 20 Bambini sicuri con Affy Fiutapericolo Tutela dei minori L’assicurazione sportiva obbligatoria
Stampa e distribuzione Mediaprint Srl Sede operativa di San Giovanni Lupatoto Via Brenta, 7 - 37057 Verona Tel. 345 5665706 marketing@sportdipiu.com Pubblicità e spedizioni Mediaprint Srl Sede operativa di San Giovanni Lupatoto Via Brenta, 7 - 37057 Verona Tel. 345 5665706 marketing@sportdipiu.com Contatti redazione@sportdipiu.com www.sportdipiu.com Hanno collaborato per questo numero
don Andrea Giacomelli, Monica Magnone, Mirko Simonaio, Alberto Fabbri, Michela Toninel, Claudio Toninel, Emanuele Pezzo, Stefano Gnesato, Raffaella Sgambro, Matteo Sambugaro, Luca Pedrone, Andrea Scamperle, Giorgio
49 50 52 54 56 58 60 62 64 66 68 72 74 76 78 80 82
Pasetto, Giuliano Zocca, Susanna Morgante, Francesco Mendini, Luca Fioravanti, Alessandro Italia, Andrea Sartori, Davide Caldelli, Michele Coratto, Michele De De Martin, Daniela Scalia, Anna Pedrinolla, Luca P. Ardigò, Marina Soave, Giulia Sambo
Foto Archivio Sportdipiù magazine, Archivio Unit Editrice Srl, Centri Bernstein Verona, Foto Liborio, Ufficio Stampa Hockey School Verona, Archivio P&M Eventi, Surf Segnana, Mastini Verona, Polstrada Verona, Archivo Ufficio Scolastico Provinciale Verona, Fondazione Centri Giovanili Don Mazzi, Alessandro Albrizzi, Archivio Coni Verona, Stefano Mazzi, Ufficio Stampa San Giovanni Lupatoto, Francesco Grigolini, Garda Danze, Marco Pino, Fabrizio La Mela, Giorgia Pesarini, Antonello ed Elvis Venturelli, Dienne Foto
Foto copertina Fondazione Centri Giovanili Don Mazzi Stampata su carta ecologica 100% riciclata con inchiostri a base vegetale prodotta senza uso di cloro
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EDITORIALE
Un progetto vero per persone vere è un’estate torrida – non solo meteorologicamente – per la redazione di SD+ e per i collaboratori (sempre di più…) che, da quasi cinque anni, sono l’anima e il cuore pulsante del nostro progetto. L’avevamo già anticipato nell’editoriale dello scorso numero dal titolo “Buone vacanze e arrivederci (?) a settembre” che, stando così le cose, il nostro progetto è destinato ad essere radicalmente ridimensionato, con il rischio VERO di sparire definitivamente. Purtroppo scarseggia il carburante per arrivare a fine anno e purtroppo, eccezion fatta per parole e promesse (queste si che non risentono della crisi!!), non ci sono novità positive. è palese che la situazione finanziaria attuale e generale non è delle migliori: vai alla è finito il periodo delle sponsorizzazioni “facili” e “abbondanti”. Ma quello che ci manca maggiormente è, lo ripetiamo, un riscontro VERO da parte di quelle istituzioni che hanno garantito un sostegno e un supporto a 360° per il nostro progetto.
pagina di SD+
Nel frattempo, e di questo siamo molto orgogliosi, c’è chi ha trovato in SD+ un veicolo e un alleato VERO per parlare ai giovani. Sto parlando della Fondazione Centri Giovanili Don Mazzi, che con il motto “Fare squadra” ci ha coinvolto, a partire da questo numero estivo, in un percorso basato sulle “quattro ruote educative” tanto care a don Antonio Mazzi: sport, musica, teatro e volontariato. Potevamo quindi mancare? Direi proprio di no… Sarà una nuova, intensa e affascinante avventura dalla quale il nostro magazine trarrà vigore ed entusiasmo, quell’entusiasmo che in tanti fino ad oggi ci hanno solo promesso. Chiudo questo editoriale con un sentito e sincero ringraziamento alla professoressa Monica Magnone che lascia l’incarico di responsabile dell’Ufficio scolastico provinciale di Verona per l’educazione fisica e sportiva. Con lei abbiamo condiviso esperienze e collaborazioni che hanno senza dubbio creato un rapporto di stima reciproca e di fiducia del quale ha beneficiato in primis il mondo sportivo scolastico. Un saluto e un ringraziamento va anche al Dottor Giovanni Pontara dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale di Verona che, anche lui in questi giorni, lascia l’incarico: senza il suo consenso e approvazione Sportdipiù non sarebbe diventato un “compagno di banco” sempre presente per gli alunni delle scuole di Verona e provincia. A chi si insedierà al loro posto va il nostro sincero e augurio di buon lavoro oltre alla VERA e tangibile disponibilità per le iniziative e i progetti futuri. E’ chiaro che sportivo-scolastico 2013-2014, ad oggi, presenta numerosi punti interrogativi. Ma, da inguaribili ottimisti, siamo sicuri che a settembre, al suonare della campanella, tutto sarà perfettamente operativo, compresa la nostra presenza sui banchi. Scommettiamo? Alberto Cristani a.cristani@sportdipiu.com
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Scatta lo Sport a Scuola ... ed è scattata l’ora dei premi! 4 GIUGNO 2013 PALAZZO DELLA GRAN GUARDIA
VERONA ORE 16.30
A
PREMIAZIONE DELLE
ATTIVITà
LUDICO MOTORIE E SPORTIVE A CURA DI
IN COLLABORAZIONE CON
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto Ufficio Scolastico XII Verona Ufficio Educazione Fisica e Sportiva Ufficio Scolastico XII Verona
Assessorato allo Sport e al Tempo Libero
Si è tenuta martedì 4 giugno presso il Palazzo della Gran Guardia a Verona la XXI Festa Scuola Sport organizzata dall’Ufficio Scolastico per l’Educazione Fisica e Sportiva. Premiate le migliori foto del concorso organizzato da SD+ Magazine
Un auditorium gremito di alunni e insegnanti ha fatto da cornice alle premiazioni delle squadre Cadetti/e ed Allievi/e vincitrici delle finali provinciali dei Giochi Sportivi Studenteschi 2012-2013. Sono stati inoltre assegnati i premi agli alunni vincitori del Concorso Studente Atleta. Presenti all’evento tra gli altri il Dirigente scolastico Dott. Giovanni Pontara, l’Assessore allo Sport del Comune di Verona Marco Giorlo, il Dirigente della Sezione della Polizia Stradale di Verona Dott.ssa Francesca Montereali, l’ispettore capo della Polizia Stradale di Verona Andrea Scamperle, il Comandante della Polizia Municipale di Verona Luigi Altamura, il coordinatore fiduciari Coni Verona Claudio Toninel, il presidente della Fidal Verona Stefano Stanzial, il presidente dell’Ussi Veneto Alberto Nuvolari e l’ideatore della Festa Scuola Sport Professor Tiziano Cordioli.
MEDIA PARTNER Sportdipiù magazine per il secondo anno componente attiva della Festa Sport Scuola
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Anche Sportdipiù magazine - media partner dell’evento - era presente in sala con il Direttore responsabile Alberto Cristani e una rappresentanza della redazione. E’ stata anche l’occasione per premiare le scuole e gli autori delle foto che hanno partecipato al concorso “Scatta lo sport a Scuola” edizione 2012-2013. Il concorso fotografico organizzato dall’Ufficio Scolastico XII di Verona - Settore Educazione fisica e Sportiva, in collaborazione con SD+, ha avuto come obiettivo promuovere il valore educativo i dello sport praticato a scuola. Lo sport, inserito nel contesto educativo scolastico, ricco di valenze formative, promosso e coordinato dai docenti, è importante strumento di diffusione di esperienze fondate sullo spirito di squadra, la determinazione in campo e il rispetto dell’avversario. La passione per lo sport è contagiosa e si trasmette anche a scuola. Non c’è campione o squadra più speciale di quella che si vede crescere tra i banchi di scuola, tra le mura delle palestre scolastiche o nei campetti circostanti. I ragazzi progressivamente imparano a conoscersi e valorizzarsi l’un l’altro, sperimentando come ogni problema si possa risolvere più facilmente sommando le forze, “facendo squadra”.
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Le scuole e gli insegnanti che hanno partecipato all’edizione 2012-2013 di “Scatta lo Sport a Scuola”: PRIMARIE: I.C. VR 15 Forti, I.C. Mozzecane - Pradelle, I.C. “F. Cappa”, I.C. Badia C. - San Bortolo, I.C. 20 “L. Dorigo” 1° GRADO: I.C. 16 VR “A. Caperle”, I.C. Bovolone”F. Cappa”, I.C. Bosco Chiesanuova, I.C. Oppeano, I.C. “A. Montini”, I.C. 8 “Caliari - Betteloni”, I.C. Valeggio, I.C. 15 VR Fincato Rosani 2° GRADO: Messedaglia, Fracastoro, Istituto Sanmicheli, Istituto G. Silva - M. Ricci, Liceo “Enrico Medi”, ITIS “Marconi” FOTO PRIME CLASSIFICATE SCUOLA
INDIVIDUALE
TITOLO
PRIMARIE
VR 15 Forti
Perin Beatrice
Rafting: che avventura 2
1° GRADO
I.C. F. Cappa
Giraldi Silvia 3 F
Ombra 4
2° GRADO
Messedglia
Alice Perissinotto 3E
Volo in bianco e nero
FOTO SECONDE CLASSIFICATE
Insegnati coinvolti: Perin Beatrice, Marchetti Enrica, Carreri Stefania, Zanon Daniele, Perpolli Alessio, Trolesi Elisabetta, Mattioli Elisa, Cavallini Antonella, Menin Paola, Dall’Ovo Cathia, Zanetti Maurizio, Falconetti Agostino, Pasetto Adriano, Ranzato Alberta, Centurino Ferdinando, Pintarelli Ines, De Berti Giovanna, Mirandola Ileo Riki, Panebianco Maria Angela, Bertelli Andrea. La redazione di Sportdipiù magazine ringrazia tutti gli sponsor e partner che hanno messo a disposizione i premi e quindi reso possibile lo svolgimento del concorso: Decathlon San Giovanni Lupatoto - Giustacchini Store Via Roveggia Verona Paluani Life - Amia Verona - Bee1 - Maya Idee - Verona InForma - Valpolicella Benaco Banca - Burgerking Piazza Cittadella - Leonardo Ambrosi & Partner - Gambini Sport - Phytogarda - Ennevi Foto Verona.
SCUOLA
INDIVIDUALE
TITOLO
PRIMARIE
I.C. Mozzecane
Carreri Stefania
Una racchetta d'amicizia
1° GRADO
I.C. 16 Caperle
Burro Anna 3A
Al volo
2° GRADO
Liceo Medi
Carmen Angelillo 5C
L’ho presa!” 2
FOTO TERZE CLASSIFICATE SCUOLA
INDIVIDUALE
TITOLO
PRIMARIE
VR 15 Forti
Perin Beatrice
Slancio al canestro
1° GRADO
IC8 - Caliari
Maurizio Zanetti
Mini tramp 2
2° GRADO
Ist. Sanmicheli
Pintarelli Ines
Spending review
INDIVIDUALI Giula Zantedeschi - FRACASTORO VR Davide Sirsi - IC MURARI VALEGGIO
Marina Soave - foto Alessandro Albrizzi
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DIOCESI DI VERONA
Stefano Borgonovo il manifesto dello sport “Io, se potessi, scenderei in campo adesso, su un prato o all’oratorio. Perché io amo il calcio”
BOMBER SFORTUNATO Protagonista sui campi della Serie A fino al 1996, il 5 settembre 2008 annuncia di essere stato colpito da SLA. Il 27 giugno 2013 la sua battaglia contro la malattia finisce
Stefano Borgonovo e la sua storia toccante: un racconto denso di vita e di forza manifesto vivente dello Sport per lo Sport. Nella sua vicenda sportiva e umana s’incarnano le parole che la riflessione educativa riconosce allo sport. Ricordare Stefano è crescere nello Sport. Un manifesto educativo diventa vivo nei suoi testimoni. Anche noi possiamo scoprire di essere e diventare ambasciatori dello sport. Rileggere parole e ideali circa i valori dello sport è più facile quando le parole sono diventate gesta di persone conosciute. Anche il Manifesto dello Sport elaborato dalla Commissione sportiva della Conferenza Episcopale Italiana, possa essere per ciascuna/o occasione di evocare alla mente e al dialogo Stefano e tanti altri testimonial dello Sport. don Andrea Giacomelli
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APPUNTAMENTI di Massimo Cussotto Paolo Morana
Un programma da conoscere per un territorio da scoprire In attesa dell’estate ecco un’anticipazione degli eventi all’insegna del ‘walking’ della P&M in Lessinia Non c’è estate senza gli eventi P&M che animano l’alta Lessinia. Per questo 2013 saranno coinvolti i mesi di Luglio e Agosto, con un programma che spazia su diverse attività. Si inizia sabato 20 luglio, con il primo dei due appuntamenti con lo “ScopriLessinia walking”, percorsi a piedi nell’alta Lessinia con guida naturalistica e pasto in rifugio tipico. In particolare il percorso di questa prima data si snoderà nella famosa valle delle sfingi, in località Camposilvano. Il pranzo sarà in agriturismo nella medesima località. La partenza è prevista per le ore 10,00. Domenica 4 agosto si svolgerà invece il grande “Country Day”, che coinvolgerà tutta la località di Malga San Giorgio con numerosi eventi tutti incentrati sul tema del Country: cavalli, attività con animali per grandi e bambini, balli country, esposizione di artigianato artistico e molto altro. La seconda data della “ScopriLessinia Walking” sarà sabato 10 agosto, con un affascinante percorso in notturna che partendo da San Giorgio si addentra nella valle del Malera per ammirare le stelle cadenti durante la notte di San Lorenzo e cenare in rifugio tipico. La partenza è prevista alle ore 19,15. Ultimo evento, ma non per importanza, l’ormai cele-
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bre torneo di pallavolo amatoriale “Lessinia Volley”, aperto a tutte le squadre senza limiti di categoria (over 14 anni) e con grande spirito di festa e divertimento. Il torneo si svolge interamente nella nuova volley arena, nella località di Malga San Giorgio, recentemente rinnovata. Si parte il 10 agosto e si termina il 14 agosto.
INFO www.pmeventi.com info@pmeventi.com
EVENTI di Luca Pedrone
Uno spettacolo di serata per la Fondazione Don Mazzi “Gli adolescenti non vanno lasciati soli alle prese con cellulari e social network, che pure sono utili - ha detto don Antonio - I giovani hanno bisogno di tornare a giocare e divertirsi in modo sano”. E (ri)nascono i Centri Giovanili Il format scelto per la presentazione ufficiale della Fondazione Centri Giovanili Don Mazzi è stato quello della festa. Una festa calibrata soprattutto sui gusti dei giovani, ma che ha finito per coinvolgere tutti. Una festa riuscita grazie a chi l’ha pensata e realizzata, a chi ha raccolto l’invito di salire sul palco a dare il meglio di sé (Renzo Rubino, L’Aura, Jerry Calà, Finley, Marco Ligabue, Giovanni Vernia, The Sun) e al pubblico numeroso e caloroso. Il “FARE SQUADRA”, ecco il metodo operativo della Fondazione Centri Giovanili Don Mazzi, che non ha la pretesa o la presunzione di poter fare tutto da sola nell’offrire ai giovani spazi di aggregazione, percorsi e progetti basati sulle “quattro ruote educative” di don Mazzi: sport, musica, teatro e volontariato. “Fare squadra per arrivare prima”, compiendo un salto evolutivo rispetto all’intervento per recuperare situazioni spesso disperate, come ha constatato Exodus nei suoi trent’anni di attività. Per questo, oltre alle iniziative organizzate presso i propri centri sparsi in Italia (dalla Valtellina fino alla Locride), la Fondazione Centri Giovanili va a cercare le situazioni di intervento, per esempio nella scuola e in ambito sportivo. Moltissimo resta ancora da fare. I progetti sono ambiziosi e sollecitano la collaborazione della scuola, delle amministrazioni, del settore imprenditoriale e della Chiesa. L’obiettivo: dare ai giovani un segnale di presenza e speranza, offrire loro situazioni in cui incanalare in modo positivo energie e coltivare talenti, fare capire che c’è qualcuno che si prende cura di loro in un’età che secondo don Mazzi costituisce la vera nascita dell’individuo. Le “quattro ruote educative” di don Mazzi: sport, musica, teatro e volontariato.
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IL ROMANO TUTTO PER ANTONIO Davanti a spalti veramente gremiti, molti amici di Don Mazzi hanno saputo sostenere il messaggio della serata attraverso la loro comicità e la loro musica
C’è ANCHE PRANDELLI!
L’adolescenza normalmente viene identificata con la sessualità, in realtà è l’età in cui coltivare l’amicizia, che poi può trasformarsi in affettività di coppia
Il CT della Nazionale, agli Europei 2012 non si è sottratto all’invito dei ragazzi di Don Mazzi, rendendosi disponibile con la consueta sensibilità
Oltre alla testimonianza che è possibile “fare casino” senza farsi male e buttarsi via (Finley e The Sun), che la passione e il lavoro prima o poi pagano (Rubino), che è bello donare qualcosa di sé, con spirito di gratitudine e condivisione (Serafino, che nel corso della serata ha prodotto un dipinto, poi scomposto e donato a un gruppo di amici), i giovani veronesi sono tornati a casa con una bella notizia: nella loro città sorgerà un grande centro giovanile, costruito secondo criteri di sostenibilità integrale (ambientale, sociale ed economica), che riprodurrà la firma di don Antonio. La struttura sorgerà in un’area ancora da individuare, ma si farà: il sindaco Tosi ha confermato pubblicamente l’impegno del Comune di Verona nell’appoggio al progetto.
INFO
www.exodus.it/centri-giovanili
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CONI di Raffaella Sgalambro e Stefano Gnesato
Coni Verona alla scoperta di un mondo Prosegue la collaborazione tra SD+ e il Coni provinciale di Verona. Andiamo a scoprire le novità e le figure che andranno a caratterizzare il nuovo quadriennio da poco iniziato Il Coordinatore Tecnico Braccio operativo dell’organizzazione territoriale del Coni, il Coordinatore Tecnico ha mantenuto, anche nella nuova configurazione della struttura periferica, quelle caratteristiche che ne hanno fatto nel tempo figura centrale per la gestione delle attività sportive legate al territorio. Coadiuvato da uno Staff tecnico costituito da qualificati collaboratori, laureati in Scienze Motorie o tecnici delle FF.SS.NN., opera in stretto contatto con il Delegato Provinciale, organizzando e curando la formazione tecnica e la preparazione sportiva giovanile. Nell’attuazione delle iniziative relative all’incremento dell’ attività sportiva a livello provinciale, attiene al Coordinatore Tecnico e al suo Staff porre in essere azioni finalizzate alla realizzazione delle attività istituzionali sul territorio in sinergia con la Scuola regionale dello Sport, per quanto concerne la formazione e l’aggiornamento di coloro che operano nel mondo sportivo, in armonia con le Federazioni Sportive Nazionali. Questo garantisce la promozione della pratica sportiva nell’ambito di competenza. Sotto questo profilo, di particolare rilievo sono gli interventi a favore delle istituzioni scolastiche e, segnatamente, gli impegni di collaborazione con l’Ufficio provinciale di educazione fisica dell’ UST XII di Verona, per la formazione professionale dei docenti della scuola primaria per lo sviluppo della pratica motoria di base, colmando, con un’avveduta e sensibile programmazione promossa dal Coni nazionale, quelle carenze funzionali tipiche della scuola primaria nell’offerta formativa dell’attività motoria. Dal Comitato Provinciale al Coni Point - la casa dello sport Il Coni sta vivendo un anno di transizione necessario affinché l’autoriforma dell’Ente possa essere compiuta. L’avvento alla Presidenza del Coni Nazionale
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di Giovanni Malagò e quanto sinora realizzato va a riconoscere/confermare il ruolo fondamentale che le politiche territoriali rivestono per l’organizzazione sportiva tutta. L’avvio del nuovo quadriennio vede impegnato il Coni a restituire centralità alla propria organizzazione territoriale, quale imprescindibile snodo del mondo sportivo italiano e nel rafforzamento della politica di attenzione e di ottimizzazione delle risorse economiche derivante dalle modifiche statutarie e del Regolamento strutture Territoriali. A tal fine i Coni Point rappresenteranno l’evoluzione strategica di valorizzazione del sistema sportivo a livello territoriale. La sede del Coni, che già oggi ospita diverse Federazioni Sportive, diverrà la casa dello sport. Come accennato potranno trovare sede, gratuita, le Federazioni Sportive, le Discipline Associate, le Associazioni Benemerite e il Coordinamento degli Enti di Promozione Sportiva. A livello Provinciale le figure previste sono: • Il Delegato Provinciale (già presentato nel numero precedente) • Il Coordinatore Tecnico e lo Staff Tecnico • Il Coordinatore dei Fiduciari e i Fiduciari Periferici I Fiduciari locali, nominati dal Presidente del Comitato regionale, su proposta del Delegato Provinciale, hanno il compito di sviluppare i rapporti a livello locale con le Società Sportive e gli organi delle FSN, delle DSA, degli EPS e delle AB esistenti sul territorio di competenza, per tutte le esigenze relative all’attività promozionale e allo sviluppo della pratica sportiva e collaborano con le amministrazioni locali per il perseguimento dei fini istituzionali del CONI. Relazionano della loro attività al Delegato Provinciale. Per un contatto diretto e condiviso con le Federazioni Sportive Nazionali, Discipline Associate,
Associazioni Benemerite, Enti di Promozione Sportiva, stiamo organizzando tre distinti tavoli permanenti di lavoro: coordinamento delle attività, formazione e benemerenze che inizieranno ad operare a partire dal prossimo mese di settembre. Molto l’interesse e le disponibilità ricevute dai soggetti interessati. In questi primi mesi dell’anno inoltre abbiamo ripreso un contatto diretto con il territorio programmando e realizzando incontri e proposte con gli Assessori Comunali allo Sport e le Società Sportive. In occasione della recente Festa Nazionale dello Sport, 2 giugno, ben 31 Comuni hanno aderito alle iniziative proposte dal Coni Verona.
GLI UOMINI DEL PRESIDENTE In carica dallo scorso 19 febbraio, Giovanni Malagò vede nei comitati provinciali uno strumento fondamentale per il rilancio dell’attività del Coni
Il Coni sta vivendo un anno di transizione necessario affinché l’autoriforma dell’Ente possa essere compiuta. L’avvento alla Presidenza del Coni Nazionale di Giovanni Malagò e quanto sinora realizzato va a riconoscere/ confermare il ruolo fondamentale che le politiche territoriali rivestono per l’organizzazione sportiva tutta
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CONI
Le zone di competenza dei Fiduciari periferici, tutti provenienti dal mondo sportivo, sono in totale 16 di cui 6 sono rappresentate da un solo Comune con Fiduciario dedicato: 1. Verona 2. Bovolone 3. San Bonifacio 4. San Giovanni Lupatoto 5. San Martino Buon Albergo 6. Villafranca 7. Affi - Bardolino - Brentino Belluno - Brenzone Caprino Veronese - Castelnuovo del Garda - Cavaion Veronese - Costermano - Ferrara Monte Baldo - Garda - Lasize - Malcesine - Pastrengo - Peschiera - Rivoli San Zeno di Montagna - Rivoli 8. Dolcè - Fumane - Marano di Valpolicella - Negrar - San Pietro Incariano - Sant’Ambrogio di Valpolicella - Sant’Anna d’Alfaedo 9. Boscochiesanuova - Cerro Veronese - Erbezzo Grezzana - Roverè Veronese - San Mauro di Saline - Velo Veronese 10. Badia Calavena - Belfiore - Caldiero - Colognola ai Colli - Illasi - Lavagno - Mezzane di Sotto - Selva di Progno - Tregnago 11. Cazzano di Tramigna - Montecchia di Crosara Monteforte d’Alpone - Roncà - San Giovanni Ilarione - Soave - Vestenanova 12. Albaredo d’Adige - Arcole - Bonavigo - Cologna Veneta - Isola Rizza - Minerbe - Oppeano - Palù Pressana - Ronco all’Adige - Roverchiara - Roveredo di Guà - Veronella - Zevio - Zimella 13. Legnago - Bevilacqua - Boschi Sant’Anna - Castagnaro - Terrazzo - Villabartolomea 14. Angiari - Casaleone - Cerea - Concamarise - Sanguinetto - San Pietro di Morubio 15. Buttapietra - Castel d’Azzano - Erbè - Gazzo Veronese - Isola della Scala - Mozzecane - Nogara - Nogarole Rocca - Povegliano Veronese - Salizzole - Sorgà - Trevenzuolo -Vigasio 16. Bussolengo - Pescantina - Sommacampagna Sona - Valeggio sul Mincio
INFO www.coni.it www.coni.it/home/comitati-coni/26-comitatiregionali-e-provinciali-coni/3097-comitatiregionali-e-provinciali-coni-veneto.html
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PLACA LA
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Là fuori è sempre una lotta. Ascolta chi risponde con la buona comunicazione.
EVENTI di Davide Zonaro
Settimana a tutto sport per San Giovanni Lupatoto La Settimana dello Sport ha rappresentato un importante momento di aggregazione all’interno del panorama sportivo lupatotino, coinvolgendo le numerose società sportive presenti nel territorio in molteplici attività Numerosi e diversificati sono stati gli eventi che hanno animato la Città di San Giovanni Lupatoto in questi 9 giorni all’insegna dello sport, attirando l’interesse della cittadinanza e dei numerosi visitatori provenienti dall’intera provincia veronese. La Settimana dello Sport ha rappresentato inoltre un’altra importante tappa verso la candidatura di San Giovanni Lupatoto a Comune Europeo dello Sport. Proprio per celebrare il successo dell’evento, l’assesore allo Sport Enrico Mantovanelli, affiancato dal sindaco Federico Vantini, ha voluto ringraziare in conferenza stampa tutti gli artefici dell’iniziativa e presentare i numeri della manifestazione. Ben 20 mila le persone coinvolte, con il 35% provenienti da fuori comune e il 10% da fuori provincia, 16 eventi sportivi, 5 convegni, 3 eventi in piazza, 2 mostre e spettacoli, 14 aziende sponsor della manifestazione e 16 società sportive coinvolte. Le attività sportive della Settimana dello Sport sono state il podismo, l’atletica, il tennis, il pattinaggio, la pallanuoto, il ciclismo, la bmx e il calcio per un totale di 4 mila partecipanti e 8 mila contatti di pubblico. I convegni hanno invece registrato 500 contatti di pubblico. Verona Uno Fun Area. All’interno del Centro Commerciale Verona Uno è stata allestita una struttura multi sport all’interno della quale sono stati ospitati tornei, dimostrazioni e lezioni aperte in numerose discipline, tutte dedicate ai più piccoli. Ad ogni bambino partecipante è stato consegnato un kit merenda oltre ad una maglietta personalizzata Settimana dello Sport. Questi i numeri: 250 bambini praticanti, 7 giorni di torneo, 3 discipline sportive (tennis, volley, calcio) e 1.000 contatti di pubblico. Sport in Piazza. Una vera e propria Festa dello Sport,
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l’esibizione delle farfalle L’eccezionale squadra italiana di ginnastica ritmica, già protagoniste a Londra 2012, ha deliziato gli spettatori del Teatro Astra
tenutasi sabato 15 giugno in Piazza Umberto I, con esibizioni, dimostrazioni, spettacoli e la possibilità per tutti i visitatori di provare le diverse discipline sportive presenti sul territorio lupatotino. I numeri: 3.500 partecipanti e 16 Società Sportive coinvolte. Esibizione delle Farfalle. Il perfetto connubio fra sport e spettacolo, un’esibizione davvero emozionante del Gruppo Sportivo dell’Aeronautica Militare affiancato dalle giovani allieve della ginnastica ritmica lupatotina, con ben 1.500 spettatori. Sangio Run. La prima edizione di Sangio Run ha rappresentato l’evento finale dell’intera Settimana dello Sport, una marcia non competitiva su due percorsi che hanno attraversato l’intero comune di San Giovanni Lupatoto. La forte partecipazione di podisti ha consentito di raccogliere numerosi fondi destinati in beneficenza a Telethon e all’associazione “Noi per Lorenzo”. Circa 1.000 i partecipanti con 2.000 Euro devoluti in beneficenza. Charity. Tre sono le associazioni che beneficeranno dei fondi raccolti attraverso le numerose iniziative della Settimana dello Sport. Attraverso il progetto Telethon Walk of Life coloro che hanno partecipato alla Sangio Run hanno contribuito al finanziamento della ricerca per la cura delle malattie genetiche. L’associazione Noi per Lorenzo, sempre appoggiata alla Sangio Run, si occupa di informazione e ricerca riguardo all’atassia-teleangectasia, malattia genetica rara di cui nel veronese sono registrati 5 casi, 40 in tutta Italia. Grazie ai fondi raccolti dalla SC Lupatotina, le Suore Francescane Missionarie di Susa proseguiranno il progetto di realizzazione di una scuola in Mozambico, progetto che la Lupatotina sostiene già da 5 anni. “Siamo convinti di aver dato vita a qualcosa di importante e significativo per il nostro Comune e la risposta del territorio ci gratifica di tutto l’impegno che ci abbiamo messo - sono le parole dell’ass. re Enrico Mantovanelli, artefice di tutta l’iniziativa. Il percorso intrapreso quest’anno intendiamo proseguirlo nel migliore dei modi, riproponendo e ampliando le iniziative sportive fino ad ottenere il prestigioso riconoscimento di Comune Europeo dello Sport entro il 2016.” L’appuntamento è quindi per il 2014, con una nuova edizione della Settimana dello Sport e tante altre iniziative di promozione sportiva organizzate dal Comune di San Giovanni Lupatoto.
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CALCIO
BENTORNA di Alessandro Italia
Stadio Benetegodi, sabato 18 maggio 2013. Dopo 11 anni l’Hellas Verona torna in A. Ripercorriamo questo periodo che i tifosi hanno vissuto come interminabile: da Malesani a Mandorlini, passando per le sabbie mobili della C...
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ATA SERIE A
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CALCIO
La pioggia caduta sul Bentegodi, il 18 maggio, al fischio finale di Verona-Empoli è la stessa con la quale Alessandro Manzoni avvia alla conclusione il suo romanzo. Una pioggia redentrice che lava le scorie di sofferenze passate. Le peripezie di Renzo sono le peripezie del Verona. Il matrimonio che «s’aveva da fare», e s’è fatto, è quello con la serie A. Ma quanta attesa. Undici lunghissimi anni sono passati da quel 5 maggio 2002 che non solo agli interisti fece male. Da quel Piacenza-Verona 3-0 iniziava una debacle da brividi. Come su un ottovolante, dove però l’unica direzione è verso il basso. Cinque anni di serie B, quattro di Lega Pro, ancora due di B. Nemmeno il Purgatorio della cadetteria era sufficiente punizione per il dio del calcio. Anche gli Inferi della Lega Pro. Per non parlare di un playout, quello con la Pro Patria, che avrebbe potuto far sparire definitivamente l’Hellas dalla geografia del calcio. Da Malesani a Malesani. Il tecnico di San Michele ha qualcosa da farsi perdonare e non abbandona una barca che sta calando a picco. Il primo anno di B è un disastro: sull’onda nefasta del suicidio dell’anno prima, il Verona conduce un campionato anonimo con l’ansia di doversi sempre guardare alle spalle. Ma al peggio non c’è mai fine: l’anno successivo, Malesani lascia, arriva Salvioni. Il Verona precipita, risorge solo quando Maddè subentra a Salvioni, precipita di nuovo, per poi chiudere il torneo con quattro vittorie consecutive. È la vittoria di Como a diventare decisiva. Ma uno striscione dei tifosi ben testimonia l’umore della città: «Piazza Brà non festeggerà la vostra poca serietà». Tocca quindi a Massimo Ficcadenti e per poco non ci scappa l’impresa. Nel campionato 2004/05 il Verona parte a fari spenti, ma scopre un Bogdani bomber e Behrami nuovo campioncino. Il pareggio con un Catanzaro già retrocesso è l’ennesima condanna: l’Hellas manca i playoff di appena un punto e, ironia della sorte, con quel punto sarebbe stata serie A per via del caso-Genoa e dei dissesti finanziari di Torino e Perugia. È l’inizio della fine: dopo un altro campionato altalenante, ecco la retrocessione. Ficcadenti molla sull’orlo del baratro, arriva Ventura che con un girone di ritorno fantastico porta la squadra a giocarsi tutto nello spareggio salvezza con lo Spezia. Al ritorno basta un gol, che non arriva. Dopo 64 anni il Verona è in serie C. Ma che non basti chiamarsi Verona per
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vincere un campionato così mediocre è realtà difficile da digerire, ma concreta: appena sette vittorie per tre allenatori, di cui uno (Pellegrini) esonerato e poi richiamato. È l’anno dello spareggio di Busto e il glorioso Hellas, che ha vinto uno scudetto e visto indossare la sua casacca da grandi calciatori, deve ringraziare tale Zeytulaev che a un minuto dalla retrocessione tiene in vita una squadra, una tifoseria, una città, a un passo dall’oblio.
I TIFOSI CI HANNO SEMPRE CREDUTO Molti sono i protagonisti della rinascita gialloblu, dai presidenti Martinelli e Setti, al tecnico Andrea Mandorlini, ai giocatori che si sono esaltati come il capocannoniere Cacia. Chi non ha mai fatto mancare il suo supporto, anche se spesso critico, è stata la tifoseria
Seguono due stagioni targate Remondina. La prima è di assestamento, la seconda è quella «della volta buona». Il Verona ha la squadra da “ammazzacampionato”, domina in lungo e in largo, ma dietro l’angolo c’è l’ennesima, cocente delusione. Il Portogruaro festeggia al Bentegodi come lo Spezia tre anni prima e condanna i gialloblu ai playoff. Vavassori prova a risvegliare la squadra che con un colpo d’orgoglio arriva alla finale con il Pescara. Sarà un’altra grande sconfitta. L’incubo della C è destinato a continuare… Giannini è per tutti il Principe, ma a Verona nessuno se ne accorge. La sua avventura finisce con la sconfitta di Salerno, che pochi mesi più tardi sarebbe stata teatro della prima grande gioia. L’uomo della provvidenza è Andrea Mandorlini e il ranocchio che diventa principe (lui sì) è Nicola Ferrari: quattro dei cinque gol nei playoff portano la sua firma. A Verona sembra di aver rivinto lo scudetto. Ma il bello deve ancora venire… 160 punti in due anni di B: è questo l’invidiabile score dei gialloblu. Ed ecco Andrea Mandorlini. Se già al primo tentativo non arriva la A è solo perché il Verona si ritrova in uno dei campionati più competitivi della storia e per qualche decisione arbitrale quanto meno discutibile. Poi, la rinascita. Societaria, certo. Tecnica, è ovvietà. Ma quanto merito hanno avuto i tifosi in questi anni? Tanti, tantissimi. Quando sarebbe bastato pochissimo per spegnere l’interruttore sul Verona, i tifosi hanno vegliato sul moribondo Hellas. Il Verona è tornato in serie A e Verona (senza l’articolo) torna capitale del calcio. Grazie al Chievo, ormai ospite fisso del massimo campionato, il derby sarà di scena anche nella nostra città. Con Milano, Torino, Genova e Roma: la capitale d’Italia e i tre vertici del triangolo industriale, giusto per capirci. E allora, che sia una festa! In un continuo testa a testa tra le due squadre, senza comunque mai perdere di vista l’obiettivo prioritario: la salvezza.
foto Francesco Grigolini - Foto Express
UN CAMPIONE DEL MONDO PER L’HELLAS Luca Toni, campione del mondo con la Nazionale italiana nel 2006, lo stesso anno ha vinto la ‘Scarpa d’Oro’ ed è stato il terzo giocatore italiano ad aggiudicarsi il titolo di capocannoniere in un campionato straniero
Ho tanta voglia di scendere in campo e mettermi in gioco. Sono felice di aver scelto l’Hellas Verona, c’è tanto entusiasmo. Ho conosciuto i miei compagni al raduno e mi sembra ci sia un gruppo solido, che è la base per poter raggiungere la salvezza
CALCIO FEMMINILE di Matteo Sambugaro
foto Liborio - Verona
Verona Femminile una stagione in chiaroscuro Stagione 2012-2013 al di sotto delle aspettative per le gialloblù, nonostante l’approdo in finale di Coppa Italia e un cammino in Champions League pieno di emozioni
PERPLESSA L’espressione di Marta Carissimi dice molto più di tante parole sull’ultima stagione...
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Il Verona calcio femminile aveva in testa un altro copione l’estate scorsa. Ben diverso dal quarto posto in campionato acciuffato alla fine. Gli infortuni non hanno dato tregua, questo va sottolineato. Perché aver potuto schierare la formazione titolare solo in poche occasioni, di certo non ha aiutato mister Renato Longega. I problemi fisici di Melania Gabbiadini, out per gran parte dell’annata, quelli di Marta Carissimi, Carolina Pini, Stéphanie Öhrström, Marta Mason e i gravi infortuni alle ginocchia di Michela Ledri e Veronica Belfanti, solo per citare alcuni episodi, hanno impedito alle scaligere di esprimesi al massimo della loro forza. L’altra faccia della medaglia, però, ha mostrato una squadra spesso altalenante, capace di disputare ottime partite e poi perdere punti con club meno blasonati. Le due sconfitte con il Firenze, per esempio, parlano chiaro a tal proposito. Non solo: in campionato le gialloblù hanno conquistato con le prime tre della classe (Torres, Tavagnacco e Brescia) tre punticini, frutto di tre pareggi contro Brescia (sia all’andata che al ritorno) e Tavagnacco. Poco per chi punta a stare ai vertici della classifica. Parola a Longega. “È stata una stagione complicata, inutile nasconderlo, ma non tutta da buttare – spiega Longega -. Il calendario non ci ha dato una mano, in particolare all’inizio quando alternavamo sfide importanti in campionato contro i top team agli appuntamenti di Champions League. Giocare in Europa ci ha tolto parecchie energie soprattutto perché avevamo una rosa ridotta all’osso dagli infortuni. Abbiamo avuto una miriade di problemi fisici e questo ci ha decisamente penalizzato. Al contrario, quando siamo stati al completo, abbiamo messo in crisi qualsiasi avversario. Mi dispiace che al Verona non sia mai stata fornita la possibilità di rinviare gli incontri per prepararsi al meglio alla Champions League. Altre formazioni (si riferisce alla Torres, ndr), invece, hanno avuto tale privilegio. Senza gli infortuni? Difficile dire dove saremmo arrivati. La nostra era una ottima squadra, la migliore degli ultimi anni, e non era inferiore a nessuno”. Le gialloblù erano partite con l’intenzione di vincere lo scudetto. Al contrario, è saltato fuori un quarto posto “che non era ciò che ci aspettavamo – conferma Longega -. Ci hanno bloccato gli infortuni e la mancanza di una punta centrale. In più, sottoporta non abbiamo avuto la giusta cattiveria. In ogni caso, non è stata un’annata totalmente negativa: abbiamo
EMOZIONI EUROPEE Da salvare, secondo Mister Longeg - nel tondo - la partita al Bentegodi contro il Birmingham City: 4000 spettatori per un clima da Champions che ha propiziato la tripletta di Cristiana Girelli
lanciato qualche giovane interessante e raggiunto la finale di Coppa Italia. In Champions, poi, abbiamo ben figurato: il successo casalingo per 3-0 sul Birmingham al Bentegodi rappresenta l’impresa della stagione”. Chi sale e chi scende. Le sue 23 reti in campionato hanno tenuto a galla il Verona. E quella tripletta al Bentegodi proprio contro il Birmingham resta un ricordo indelebile. Cristiana Girelli ha parlato a suon di gol quest’anno, caricandosi più volte la squadra sulle spalle. “Bisogna ringraziarla – sottolinea Longega -. Girelli si è sacrificata spesso in un ruolo non suo, facendo la prima punta, il punto di riferimento in attacco. È calata un po’ nel finale ma nel complesso ha disputato una stagione molto buona. Per noi è stata fondamentale. Da chi mi aspettavo qualcosa in più? Mah, nessuno ha deluso in particolare. Certo, alcune ragazze non hanno reso come in passato, ma ogni annata ha una storia diversa. Gli infortuni non ci hanno dato la possibilità di allenarci tutti insieme con continuità, penalizzandoci tantissimo”. Champions League: stop agli ottavi. La notte col Birmingham City ha scritto la storia. Tre gol capolavoro, una rimonta da urlo. E i quattromila tifosi dello stadio Bentegodi a dare spettacolo sugli spalti. Questo è il flash principale, l’immagine più bella del cammino in Champions League del Verona. La vittoria sulle inglesi nei sedicesimi di finale ha regalato emozioni forti: le scaligere dovevano ribaltare la sconfitta per 2-0 subita in Inghilterra la settimana prima, e così è successo. La tripletta di Girelli ha steso il Birmingham, portando il Verona tra le sedici migliori formazioni d’Europa. “Sembrava impossibile,
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CALCIO FEMMINILE
invece ce l’abbiamo fatta. È stata una grandissima impresa – ricorda il tecnico -. Abbiamo divertito ed entusiasmato il pubblico, superando una squadra tosta. Ne siamo orgogliosi“. L’avventura gialloblù in Champions è terminata poi agli ottavi di finale, complici le svedesi del Malmo. Tra gli applausi, però. Perché la formazione di mister Longega ce l’ha messa davvero tutta. Il Verona ha salutato la Champions League tra gli applausi. E con qualche rammarico: “Se avessimo avuto la rosa al completo, avremmo potuto giocare contro il Malmo ad armi pari. Ci abbiamo provato lo stesso e siamo usciti a testa alta” puntualizza l’allenatore gialloblù. Coppa Italia: a un passo dal titolo. Il successo è sfumato sul più bello. Proprio in finale. Melania Gabbiadini e compagne avevano compiuto due autentiche imprese eliminando il Brescia (2-0 fuori casa) nei quarti e la Torres (ai rigori allo stadio Olivieri) in semifinale. La corsa verso la conquista della Coppa Italia si è fermata sul campo neutro di Forlì sabato 1 giugno: il Tavagnacco ha battuto le gialloblù 2-0, portandosi a casa il trofeo. Più pimpanti le friulane, dal primo all’ultimo minuto. “Il Verona non aveva freschezza atletica ma, soprattutto, ha disputato una brutta partita – confessa Longega -. Avevamo preparato una gara di attesa, per sfruttare poi nelle ripartenze la velocità di Gabbiadini e la qualità di Girelli: purtroppo essere andati in svantaggio dopo pochissimi minuti ci ha tagliato le gambe e ha scombinato i nostri piani. Qualche occasione l’abbiamo creata però alla lunga la stanchezza si è fatta sentire. Peccato. Il Tavagnacco ha meritato il trionfo”. La sconfitta in finale non cancella tuttavia le vittorie contro Brescia e Torres, “due prestazioni maiuscole e fantastiche – aggiunge il tecnico scaligero -. Il successo più emozionante? Quello con la Torres”.
NOTA POSITIVA Da salvare di questa travagliata stagione è sicuramente il recupero e il ritorno in campo del difensore Michela Ledri, prodotto del vivaio gialloblu
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CALCIO di Luca Fioravanti www.tggialloblu.it
Una vita passata ad arbitrare Dagli esordienti nel lontano 1986 alla serie A in tutta Italia fino a poche settimane fa. Andrea Romeo, classe 1970, con la stagione 2012-2013 ha chiuso una grande carriera di arbitro. Ed è passato dietro la scrivania...
PERCHé SEI TU ROMEO Il suo esordio in Serie A è avvenuto il 29 maggio 2005 in Messina-Livorno (1-1), mentre il debutto in Serie B era avvenuto un anno e mezzo prima (l’11 settembre 2003) in occasione di Genoa-Livorno
L’AIA ha nominato Andrea Romeo vicecommissario tecnico per la serie D, forse l’inizio di una nuova vita dietro la scrivania. “Non so ancora cosa farò da grande”, scherza Romeo. “Ho un nuovo incarico sempre nell’Associazione Italiana Arbitri, ma non posso dire adesso se questo sarà il mio futuro”. Andrea, 10 anni in serie A ed ora l’addio. Come ti senti? Devo ancora metabolizzare del tutto la fine della carriera. Continuo ad allenarmi, ma ho già un po’ di nostalgia. Non mi sento vecchio, però ci sono delle regole e vanno rispettate. Bisogna dare spazio ai giovani. Nel mio caso l’età anagrafica non conta. Il regolamento dice che se non sei diventato internazionale, dopo 10 anni in serie A devi smettere.
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Perché Romeo non è stato promosso arbitro internazionale? Perché evidentemente c’erano altri più bravi. Bisogna essere consapevoli dei propri limiti e delle proprie potenzialità. Lo dico senza polemica, sia chiaro. Quasi 100 partite dirette in serie A. Ce n’è una che ti ha creato particolari problemi? Particolari problemi direi di no. Ho commesso qualche errore, ne sono consapevole, ma non esistono arbitri infallibili. La partita più emozionante? Il derby siciliano tra Catania e Palermo è un match particolare, carico di tensione perché là il calcio viene vissuto in modo diverso. L’ho arbitrato due volte ed è stato emo-
zionante. Ma ricordo con piacere anche il Trofeo Berlusconi a San Siro: stadio pieno, caldo torrido, una serata speciale anche per me. L’allenatore più indisciplinato? In panchina si parla sempre troppo e spesso in modo poco gentile. Ogni allenatore ha le sue caratteristiche. Non c’è n’è uno più indisciplinato. Con Reja non sembrava esserci molto feeling, visto che lo hai cacciato più volte dalla panchina. Dovrei averlo allontanato quattro o cinque volte, ma sempre nel rispetto del regolamento. Niente di personale, sia chiaro. Il giocatore più problematico? Con alcuni c’era più sintonia, con altri meno. Io ho sempre cercato il dialogo con i capitani, che sono figure importantissime in ogni squadra.
Favorevole alle interviste agli arbitri a fine partita? Sì, ma solo se dall’altra parte del microfono c’è un interlocutore preparato. Accusare un arbitro per un rigore non dato, sarebbe sciocco e sbagliato.
Non essere diplomatico. Voglio un nome. Cristiano Lucarelli. Lui di Livorno, io di Verona. Abbiamo battibeccato in più occasioni, ma finiva tutto al triplice fischio. L’ho incontrato anche in vacanza e siamo rimasti a parlare a lungo da buoni amici. è una persona eccezionale e in campo ha fatto grandi cose per la squadra della sua città. Un leader da prendere d’esempio.
Da tifoso del Verona, come vedi la nuova stagione dell’Hellas? è giusto parlare di salvezza, ma occhio perché in questi anni ne ho viste di tutti i colori. Squadre che sembravano destinate alle retrocessione arrivare in Uefa o formazioni che puntavano a lottare per le prime posizioni finire in B. Tutto può accadere. La serie A è dura, su questo non ci sono dubbi. E rispetto alla B è un altro pianeta.
Il campione più corretto? Maldini. Ho avuto la fortuna di arbitrarlo. Insieme a lui ci metto Del Piero e Vergassola del Siena. Quanto rompe la scatole agli arbitri la moviola? Se usata con intelligenza è uno strumento interessante. Ti permette di vedere dove hai sbagliato. Sui gol fantasma andrebbe usata, anche se ora che ci sono gli arbitri di porta, la situazione è migliorata.
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PESISTICA di Michele Toninel
Ai Giochi del Mediterraneo bronzo per l’ex-bentegodina Strepitoso risultato per Carlotta Brunelli, formatasi con la Fondazione Bentegodi, ai XVII Giochi disputatisi in Turchia. Impegnata nella categoria dei 75 kg, la forte pesista veronese ha gareggiato nell’esercizio dello strappo Dal 20 al 30 giugno, i migliori atleti azzurri italiani, di tutte le discipline olimpiche del CONI, sono impegnati nella 17^ edizione dei Giochi del Mediterraneo, con le 24 nazioni che si affacciamo sul mare Mediterraneo e rappresentati da tre dei cerchi olimpici, il nero dell’Africa, il giallo dell’Asia ed il verde dell’Europa. La scorsa edizione, nel 2009, ha visto protagonista l’Italia, che ha ospitato i Giochi nella città di Pescara e l’edizione di quest’anno, che ha scadenza quadriennale, ha come sede la cittadina turistica di Marsin, nella costa sud orientale della Turchia, fortunatamente lontana dai tumulti e dalle dimostrazioni che stanno da molti giorni interessando le grandi città turche. Anche la Sezione Pesistica della Fondazione M. Bentegodi era idealmente presente, nel pomeriggio di martedì 25 giugno, con la ventenne ex bentegodina, Carlotta Brunelli, ora in forza al Gruppo Sportivo Fiamme Oro Polizia di Stato Roma.
Toninel, coordinatore della Sezione Pesistica della Bentegodi e presidente del Comitato Regionale Veneto della Federpesistica, “Dopo averla amorevolmente cresciuta ed allenata nella nostra Bentegodi, con la quale ha raggiunto prestigiosi risultati nazionali ed europei, ora Carlotta ha trovato una solida e sicura sistemazione sportiva e professionale e si sta definitivamente affermando anche in campo internazionale, confermando le grandissime doti, tecniche ed atletiche, di cui dispone e la bontà della scuola pesistica veronese, che continua a sfornare grandi campioni. Ancora una volta, sul pennone internazionale, è salita una bandiera tricolore, leggermente sfumata con i colori giallo-blu, della città di Verona e bianco-neri, della Bentegodi”.
Al suo esordio ai Giochi ed impegnata nella categoria dei 75 kg., la forte pesista veronese ha vinto una scintillante medaglia di bronzo nell’esercizio dello strappo, con 91 kg., mentre si è dovuta accontentare della quarta posizione, nello slancio, con 106 kg., superata dalla padrona di casa, la ventiduenne turca Figen Kaja, con 108 kg., non riuscendo a superarla, fallendo i 109 kg., in terza prova.
IL RITORNO DI CARLOTTA
Considerando che il regolamento dei Giochi prevede solamente l’assegnazione delle medaglie nei due esercizi e non nel totale, la medaglia di bronzo nello strappo costituisce il miglior piazzamento in assoluto, nella carriera agonistica di Carlotta, non più astro nascente della pesistica azzurra, ma grande realtà e tra le migliori atlete azzurre di tutti i tempi. “è una grandissima soddisfazione per noi tutti, tecnici e dirigenti, bentegodini e veronesi” dichiara Claudio
Dopo un periodo di flessione, la Brunelli è ritornata ai ‘vecchi fasti’. Nella foto, medagliata ai Campionati Italiani Senior del 2012
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BASKET di Andrea Sartori e Davide Caldelli
Il cammino 2012/2013 della Cestistica Verona Dal 1951 la Cestistica forma atleti e uomini nella tradizione e nel rispetto del seme gettato da Andrea Piotto, il pioniere del basket veronese. Vediamo dopo oltre 60 anni di storia a che punto della storia siamo arrivati... La Cestistica, da anni, è una società di riferimento nel panorama del basket veronese. La Società si è posta come obiettivo il far crescere i giocatori nel rispetto dei valori fondamentali dello sport, del rispetto e del corretto sviluppo fisco e psicologico. I risultati ottenuti sono il frutto di uno staff tecnico e dirigenziale attento e preparato e la sinergia con il territorio su cui grava è fondamentale per far crescere gli atleti sin dal settore minibasket. Quest’anno la partecipazione attiva a Sport Expo e alla presentazione alle Scuole, ha permesso una maggior conoscenza dell’ambiente e del modo in cui il basket è interpretato dalla Cestistica. La crisi che purtroppo attanaglia lo sport impone un duro lavoro nei vari stadi dei settori giovanili per cercare di creare gli atleti che, passo dopo passo, possono arrivare sino alla prima squadra. Fondamentale, in questo, il rapporto che, nel corso delle stagioni, si è sempre cercato di creare con i genitori. Mamme e papà sono divenuti dirigenti, accompagnatori e anche arbitri. Questa passione per il basket, quindi, si è unita a valori fondamentali come la famiglia; lo Sport, oggi, è per la Cestistica un punto di riferimento, un cardine di alcuni valori ed è anche per questo che la Società continua il suo successo. La Cestistica, quest’anno, ha vissuto, ancora una volta, un momento magico che conferma, se ce ne fosse stato ancora bisogno, l’ottimo lavoro svolto dalla dirigenza e dallo staff tecnico della società. Gli atleti, suddivisi nelle varie annate, hanno potuto raggiungere obiettivi di natura tecnica ma anche di valore sociale. è stato introdotto un codice etico di comportamento che esce dal campo di basket per guidare responsabilmente i giovani, sostenuti dalle famiglie, anche nella vita di tutti i giorni e riconoscere
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nel proprio avversario non un nemico da affrontare e battere, ma un proprio pari da conoscere e affrontare nel rispetto.
C’ERA UNA VOLTA... La Cestistica è attiva a 360° nella promozione e insegnamento della pallacanestro per tutte le fasce di età
La società, presieduta da Maria Benedetti Piotto, da anni svolge un lavoro che non si indirizza solo al miglioramento tecnico dei ragazzi ma anche alla loro crescita come persone. Suddividendo gli atleti per fasce d’età è doveroso iniziare dal minibasket dove Antonella Menegazzi, Alberta Betteli, Filippo Tosi e l’inossidabile Gianni Piotto hanno voluto ampliare la loro sfera d’azione non dedicandosi solamente agli atleti della società ma lavorando anche in sinergia con alcune scuole elementari (Barbarani e Messedaglia) attraverso un progetto educativo dal titolo “Il Minibasket: emozione, gioco e sport”. Un esperimento interessante svoltosi all’interno dell’orario scolastico particolarmente apprezzato dal corpo docente. Salendo di categoria troviamo nelle giovanili coordinare dal responsabile degli allenatori
Mario Reali e dal dirigente Andrea Sartori, gli Under 13 guidati da Filippo Tosi. Il lavoro svolto in questa fascia d’età è molto delicato sia perché l’allenatore ha dovuto rivolgersi ad atleti usciti dal minibasket ma anche perché sono stati numerosi i ragazzi nuovi. L’inserimento di elementi nuovi in un gruppo ormai consolidato ha richiesto una particolare attenzione. L’obiettivo era non alterare le alchimie presenti e cercare, nel contempo, di far diventare tutti i giocatori un gruppo coeso. Il risultato è stato un team unito che ha saputo affrontare, nel corso della stagione, avversità sia di natura fisica sia di unione tra i diversi elementi costitutivi la squadra. L’Under 14, affidata a Mario Reali, è stata une delle note liete e maggiormente positive della società. Il lavoro svolto durante la stagione è stato eccellente per partecipazione, intensità ma soprattutto disponibilità. Il miglioramento individuale e di squadra è stato notevole. La cosa positiva della squadra è di essere divenuta un gruppo anche fuori dalla palestra, aver creato una solidarietà tale da aiutare anche coloro che palesavano maggiori difficoltà d’inserimento sia per motivi fisici che di ambiente. Mario, poi, è stata la guida anche degli Under 15. Una squadra in possesso di notevoli doti e qualità tecniche. Alcuni infortuni, tuttavia, hanno minato il risultato finale ma questo non ha scoraggiato un gruppo ben amalgamato e dotato di un forte spirito di squadra. Il risultato a fine stagione, seppur non brillante è servito per comprendere i punti deboli sui quali lavorare. Un aspetto fondamentale, come nel gruppo precedente, è stata la positiva e fruttuosa collaborazione con i genitori tenendo conto anche dell’età degli atleti. Ci troviamo, infatti, in una fase di cambiamento fisico in cui le criticità legate all’adolescenza si fanno sentire in modo prepotente.
Due le squadre Under 17 messe in campo. La prima è stata affidata a Riccardo Pineda che, nonostante una prima fase brillante, non è riuscita a concretizzare quanto visto sul campo. Un pizzico di delusione c’è stato ma l’approdo alle fasi regionali ha ampiamente ripagato il lavoro svolto in palestra: un gruppo cresciuto in qualità. La seconda squadra, quelle composta dai nati nel 1997, è stata affidata a Filippo Tosi. Il salto di categoria si è sentito. I giocatori, perciò, hanno dovuto ripensare a se stessi rivedendo il concetto di squadra, imparando a fidarsi del proprio compagno, a difenderlo e criticarne, se necessario e per il bene del gruppo, qualche eccesso di egoismo: anche questo significa crescere.
L’obiettivo è far crescere i giocatori nel rispetto dei valori fondamentali dello sport. I risultati ottenuti sono il frutto di uno staff tecnico e dirigenziale attento e preparato e la sinergia con il territorio su cui grava è fondamentale per far crescere gli atleti sin dal settore minibasket L’ultimo gruppo del settore giovanile, l’Under 19, guidato in panchina da Alessandro Bovo e Paolo Benassuti, ha vissuto in forte simbiosi con la prima squadra. I giovani atleti si sono allenati spesso con i senior divenendo parte integrante del gruppo e contribuendo, per la loro parte, al successo finale della serie D. Sono arrivati terzi nella fase provinciale ed ora, mentre stiamo scrivendo, si sono già qualificati per le Final Four regionali.
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BASKET
Abbiamo, volutamente, tenuto per ultima la prima squadra che quest’anno è riuscita a risalire in serie C. il cammino dei cestisti è stato trionfale. Un grazie, per questo traguardo, va alla squadra, agli atleti che hanno reso possibile questa magica avventura. È, però, importante citare anche coloro che hanno lavorato alla riuscita del progetto; lo staff tecnico composto da Alessandro Bovo, Paolo Benassuti e Filippo Tosi. Una squadra messa insieme dal mitico Maurizio “Momo” Andreoni, storico giocatore della Cestistica e ora valente dirigente. Il rapporto con il territorio ha portato nel corso della stagione ad una preziosissima collaborazione con Paluani S.p.A. che ha creduto proprio nei valori fondamentali del “fare basket” in Cestistica e che ha promosso per il tramite del dirigente delle giovanili il “terzo tempo” a fine gara, proprio per coniugare lo sforzo fisico della partita con il giusto apporto di energia e soprattutto con la condivisione tra tutti gli atleti e dirigenti delle emozioni della gara, coinvolgendo sempre più anche le famiglie. A voi la possibilità di fare canestro in Cestistica!
INFO
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CILIEGINA SULLA TORTA La vittoria del Campionato di Serie D da parte della formazione allenata da coach Bovo, porta nella società scaligera un’ulteriore ventata di ottimismo
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Emissioni CO 2 : da 95 a 125 g/km. Consumi (ciclo misto): da 3,6 a 5,4 l/100 km. Emissioni e consumi omologati.
BASKET di Andrea Etrari
Tosoni Villafranca buona stagione sotto canestro L’Associazione Sportiva Dilettantistica Basket Villafranca, sponsorizzata Tosoni, è reduce dal suo terzo campionato consecutivo in DNB. Ma il Presidente Pasqualetto non sa ancora dove giocherà il prossimo campionato... La formazione gialloverde, allenata da Tommaso Bindi, ha mancato la qualificazione ai play off e ha terminato il girone A al 12° posto. Il futuro però appare incerto: la congiuntura economica ha coinvolto pure il gruppo Tosoni e l’iscrizione al campionato di DNB 2013/14 è tutt’altro che scontata. Si potrebbe ripartire dal piano di sotto, dalla DNC, come ci conferma il Presidente Stefano Pasqualetto, che ha voluto pure analizzare la stagione da poco conclusa: «Sì, potremmo ripartire dalla DNC, per i motivi che tutti sappiamo. Il nostro campionato di DNB non è andato com’era nei nostri programmi: la qualità della squadra c’era tutta e la dimostrazione è che, quando abbiamo avuto a disposizione il roster al completo, abbiamo centrato quattro vittorie consecutive, facendo pure vedere un ottimo gioco. Innegabile, tuttavia, che l’infortunio di Dalfini ha segnato questa annata, perché lo abbiamo perso nei mesi centrali della stagione, dicembre e gennaio. Ciò nonostante la squadra non si è disunita, ma è venuta a mancare nei momenti clou di alcune partite, quando bastava un nulla per portare a casa o meno i due punti». Insomma grosso rammarico per non aver centrato almeno l’ottavo posto? «Sì, vedendo il livello del nostro girone, noi nei primi otto posti potevamo starci e lo dico senza presunzione. Si pensi che dopo le sette sconfitte consecutive, che sono state davvero pesanti soprattutto dal punto di vista psicologico, siamo arrivati a due giornate dalla fine con la possibilità di agganciare i play off». Torniamo a parlare della stagione prossima... «Il nostro progetto ha come punto base quello di rafforzare il nostro settore giovanile. Per quanto riguarda la prima squadra, è impossibile parlare della prossima stagione finché non verranno chiariti i programmi da
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parte della Federazione: la LNP e la Legadue sono “morte” il 30 giugno. Dalle loro ceneri è nata la nuova Lega, divisa in Gold e Silver, ma di più non sappiamo, nonostante sia già luglio. La mia sensazione è che i vertici della pallacanestro italiana non abbiano per nulla contatto con la realtà, sembrano avulsi, come dei politici». Un problema di non poco conto, che fa il paio con la crisi economica, come dicevamo in apertura: «Sì, è così, e riguarda tutte le società, non solo noi. Le aziende, che già fanno fatica di loro, qualora riuscissimo a coinvolgerle per un’eventuale sponsorizzazione o partnership, non sappiamo cosa rispondere loro quando ci chiedono: che campionato farete? Dove e come avremo visibilità?».
CAROTA E... BASTONE Tra i giocatori di punti in rosa nel Tosoni, lo spezzino Nicola Bastone ha dato il suo contributo. Ma le vere... bastonate arrivano dal Presidente Stefano Pasqualetto, molto duro con i vertici della pallacanestro italiana
La LNP e la Legadue non esistono più. Dalle loro ceneri è nata la nuova Lega, divisa in Gold e Silver, ma di più non sappiamo, nonostante sia già luglio. La mia sensazione è che i vertici della pallacanestro italiana non abbiano per nulla contatto con la realtà, sembrano avulsi, come dei politici
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DONNE DI SPORT di Lorenzo Fabiano
Deborah Compagnoni vincente sugli sci e nella vita Una campionessa si riconosce non solo dalle sue imprese su un campo di gara, ma anche dalla dolcezza, dai modi semplici e dalla sensibilità che mostra nella quotidianità. Il racconto del nostro incontro Deborah Compagnoni non ha certo bisogno di grandi presentazioni. I numeri parlano chiaro. E’ la prima atleta ad aver vinto una medaglia d’oro in tre differenti edizioni dei Giochi olimpici invernali nella storia dello sci alpino: Albertville 1992 nel superG, Lillehammer 1994 e Nagano 1998 nel gigante. Sempre a Nagano ha conquistato l’argento in slalom a soli sei centesimi dall’oro di Hilde Gerg. Ha vinto tre titoli mondiali in Sierra Nevada 1996 in gigante, a Sestrière 1997 in gigante e slalom; vanta ben 16 successi in Coppa del Mondo (tredici giganti, uno slalom, due superG). Tra le sue imprese va ricordata la striscia di nove vittorie consecutive in slalom gigante nella stagione 1997-1998. Dopo il ritiro, ha saputo trasferire i propri successi sportivi nel dolce silenzio della normalità. Lo ha fatto con lo stesso stile ed eleganza che mostrava in pista. Una donna vincente nello spirito. La sciatrice di Santa Caterina Valvurva è oggi impegnata con Sciare per la Vita, associazione che ha per obiettivo la raccolta di fondi da destinare alla ricerca per la lotta alle malattie leucemiche. L’abbiamo incontrata a margine della serata del Gran Galà dello Sci, l’evento organizzato dal comitato promotore per i Mondiali di Cortina 2019 presso il Ristorante Pepperone di Verona. Un’occasione per conoscere meglio un’icona dello sport azzurro, una straordinaria ambasciatrice del nostro paese nel mondo.
i tempi. Insieme ad Alberto Tomba avete fatto avvicinare milioni di italiani allo sci. Qual’è la prima cosa che prova quando pensa a ciò che è stata la sua carriera? Le Olimpiadi sono il ricordo più bello. Ho vinto anche i Mondiali, ma i cinque cerchi sono un’altra cosa. Mi hanno dato grandi gioie e soddisfazioni, ma tuttavia anche dolori, visto che ai giochi del 1992 sulla pista di Meribèl mi ruppi un ginocchio.
Da piccola voleva fare la parrucchiera. Poi la pittrice. Invece è diventata una campionessa sugli sci. Bene così...? Beh, non posso certo lamentarmi. Da bambini si hanno tanti sogni, che quando si avverano, diventano ancora più belli. Io ho avuto la fortuna di realizzarli.
Tre ori olimpici in tre fasi diverse della sua carriera. Ce li descrive? Il mio primo Oro Olimpico ad Albertivlle nel 1992 è quello della mia giovinezza, quando era l’istinto a guidarmi. A Lillehammer nel 1994 ero più sicura e consapevole dei miei mezzi, e gareggiavo nella mia specialità preferita, il gigante. Nagano 1998 è stata l’olimpiade della mia maturità. Sapevo anche che sarebbe stata l’ultima. Quindi non potevo fallire.
Lei è stata la più grande sciatrice italiana di tutti
Le manca il Circo Bianco? Direi di no. Chiaramente
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FIACCOLE Deborah Compagnoni nella foto insieme alla decana dello Sci azzurro Giuliana Minuzzo, prima donna italiana a vincere una medaglia ai Giochi Olimpici invernali
mi sono dovuta abituare ad una nuova vita. Ma non è stato poi tanto difficile. Dopo esserlo stata sugli sci, se ci passa l’espressione, lei è oggi una “campionessa della normalità. Vive a Treviso con suo marito e i vostri tre splendidi bambini. Non trova che ci sia un po’ troppo divismo anche nel mondo dello sport ? Sì. Viviamo un periodo dettato da immagine e protagonismo. L’essenza delle cose rischia talvolta di passare in secondo piano. Tutto scorre troppo veloce. Dobbiamo assolutamente tornare ai valori dello sport nella loro accezione più autentica. Lei ha saputo rialzarsi e ripartire dopo aver subito gravi infortuni. Un campionessa del suo calibro cosa si sentirebbe di dire ad un ragazzino ricco di sogni, speranze, ed aspettative ? I ragazzi devono avere i loro sogni. Abbiano anche la forza e la continuità di coltivarli. La pratica sportiva contribuisce a forgiare la personalità degli individui. Il bisogno di fare sport nasce dall’esigenza di crescere, non di diventare campioni. Tanto poi è nella vita di tutti i giorni che si deve cercare di vincere le sfide che ci si trova ad affrontare. Come sta lo sci azzurro di oggi ? Il settore maschile direi molto bene. Nella velocità abbiamo fatto cose straordinarie quest’anno. In campo femminile viviamo invece un periodo di transizione. Abbiamo avuto purtroppo anche molti infortuni. Speriamo arrivino presto le nuove leve. Il vivaio è molto promettente. E quello del futuro? Il progetto FuturFisi voluto dal presidente Flavio Roda ci sembra una buona idea. Che ne pensa? Certamente. Trovo giusto investire sui giovani. Non solo nello sport.
UNA VALANGA DI MEDAGLIE Deborah Compagnoni ne ha vinte 4 alle Olimpiadi (3 Ori), 3 ai Mondiali (tutte d’Oro) e ben 11 ai Campionati italiani (8 ori), a cui vanno aggiunte le tre ai mondiali Juniores
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DONNE DI SPORT
In varie città italiane si sta affermando una serie di ragazzi molto interessanti. Ci pare che in generale i cittadini vadano più forte che in passato. Qualche motivo particolare, secondo lei? No, secondo me non è un caso. In effetti qualcosa sta cambiando. Non vivendo quotidianamente il contatto con la montagna, forse il ragazzo di città ne apprezza ancora di più la bellezza e vive la neve con maggior entusiasmo. Il nostro è un mondo che si sta aprendo. Giusto così. So cha ama dipingere. Dopo avere pennellato fior di curve in pista, ora pennella anche sulle tele? Purtroppo non ho avuto la possibilità di coltivare molto questa passione. Mi diverto a fare delle decorazioni saltuariamente. Amo l’arte moderna e contemporanea, interesse che condivido con mio marito Alessandro.
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LEGGENDE Deborah posa con Gustav Thöeni, uno dei più grandi campioni di sci di tutti i tempi, vincitore di ben 4 Coppe del Mondo, di un Mondiale e di una Olimpiade
La pratica sportiva contribuisce a forgiare la personalità degli individui. Il bisogno di fare sport nasce dall’esigenza di crescere, non di diventare campioni. Tanto poi è nella vita di tutti i giorni che si deve cercare di vincere le sfide che ci si trova ad affrontare
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GOLF
Giocare a golf all’Arena di Verona! L’Arena di Verona è tornata per un giorno alle sue origini, ovvero quello di monumento ludico, così come creato dai romani. é successo lo scorso 26 giugno in occasione del lancio di ‘In City Golf’ Per lanciare il progetto “In City Golf”, l’anfiteatro scaligero si è trasformato in un campo da golf con una buca piuttosto singolare. Il tee di partenza è stato posto in uno degli arcovoli del primo anello dell’Arena, a 10 metri da terra, e le giocatrici impegnate hanno dovuto centrare il green 52 metri più in basso. Protagoniste quattro note atlete azzurre: Veronica Zorzi, che essendo veronese ha fatto gli onori di casa, Anna Rossi, Alessandra Averna e Federica Dassù, quest’ultima vero e proprio simbolo del golf professionistico femminile nazionale. La formula è stata quella del “nearest the pin”, ovvero ha premiato chi si è avvicinata maggiormente alla bandiera nei dieci colpi a testa previsti. La sfida di Verona ha aperto di fatto l’edizione 2013 di “In City Golf”, evento ideato e fortemente voluto da Kurt Anrather. Verona entra quindi a far parte del progetto dopo Cortina d`Ampezzo e Firenze. “Si è trattato di un evento importante per la città di Verona – ha detto l’assessore comunale allo Sport, Marco Giorlo – che ha così la possibilità di diffondere la sua immagine a livello internazionale, legandola ad un evento di promozione sportiva che vuole avvicinare quante più persone possibili alla disciplina del golf, solitamente considerata uno sport d’elite”.
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VERONA, UNA CITTÀ CHE FA LA DIFFERENZA
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VERONA, UNA verona: unaCITTÀ città CHE fa FA LA che la DIFFERENZA differenza
VOLLEY di Giulia Sambo
CAMPIONATO 2013-2014 ecco come cambiano le regole della pallavolo
In vista della prossima stagione sportiva la FIPAV ha pubblicato la guida pratica 2013/14, introducendo alcune modifiche normative rispetto agli scorsi campionati. La stagione alle porte, che vedrà alla corte della Marmi Lanza Verona il tecnico Andrea Giani, vedrà cambiare il significato del cartellino giallo e introdurrà degli obblighi relativamente all’espulsione o squalifica; inoltre verrà introdotto un solo time out tecnico. Di seguito ecco nel dettaglio un elenco delle principali variazioni sulle norme che regolarizzeranno la stagione sportiva 2013-14.
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Il cartellino giallo non costituisce più una sanzione, ma un avvertimento. Il cartellino rosso, invece, comporta l’attribuzione di un punto e del servizio alla squadra avversaria. I cartellini giallo e rosso mostrati contemporaneamente con la stessa mano vietano all’atleta di giocare nella restante parte del set. I cartellini giallo e rosso mostrati separatamente con due mani vietano all’atleta di giocare per il resto della gara. Espulsione e/o squalifica di un allenatore/dirigente/ atleta. Nel caso di espulsione per un set e/o squalifica per il resto della gara, l’allenatore/dirigente/ atleta deve abbandonare il terreno di gioco recandosi nello spogliatoio e non deve sostare in qualsiasi zona dell’impianto da cui possa avere contatto visivo con il campo di gioco.
Non potrà impartire direttive agli atleti in campo. La mancata osservazione della regola comporterà la squalifica – in caso di espulsione – o ulteriori sanzioni da parte del Giudice Unico – nel caso di squalifica. Time out tecnici e richiesta di formazione. Nelle gare dei Campionati di Serie A1 e A2 maschile e femminile e nelle gare della Coppa Italia sarà effettuato un solo time out tecnico a 12 punti. Ogni squadra, inoltre, potrà effettuare al massimo una sola richiesta di formazione per set. Abolizione della figura del delegato tecnico. Nei Campionati di Serie A1 e A2 maschile e femminile e rispettive gare della Coppa Italia 2013-2014 non sarà più designato il Delegato Tecnico e tutte le incombenze di carattere tecnico riferenti allo svolgimento della gara che erano a suo carico saranno espletate dagli arbitri dell’incontro. Blocco delle retrocessioni nei Campionati Serie A1 e A2 maschile. Anche per la stagione 2013-2014 non saranno previste retrocessioni dal Campionato di Serie A1 maschile.
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TORRENTISMO di Michela Toninel
Orsa nel cuore del Vaio 30 anni di esplorazioni Mercoledì 24 luglio a Ferrara di Monte Baldo si parlerà della storia del torrentismo veronese con Beppe Pighi, il primo ad avventurarsi nei primi anni ‘80 tra le valli del comune di Brentino Belluno Acqua, ghiaccio, scalate e voli su cime che sfiorano il cielo: ecco alcune idee su come “rinfrescare” le calde serate estive facendosi un po’ di cultura sulle bellezze naturali del nostro territorio e su esplorazioni in terre lontane con esperti alpinisti veronesi. Mercoledì 24 luglio alle 21.00 a Ferrara di Monte Baldo si parlerà della storia del torrentismo veronese con Beppe Pighi, titolare del negozio Campo Base, istruttore FIE, Federazione Italiana Escursionismo speleologo, ex operatore del soccorso alpino nazionale ed appassionato di montagna. Tra racconti, foto e filmati Pighi racconterà le prime discese nel Vaio dell’Orsa nel 1981, noto fiume del nostro territorio ottimo per l’attività di canyoning che scorre tra le valli del comune di Brentino, partendo da Ferrara di Monte Baldo e sfociando nel fiume Adige. Durante la serata “Orsa nel cuore del Vaio – 30 anni di esplorazioni” saranno mostrate le prime foto scattate nel fiume e gli aneddoti legati a questa passione sportiva. Sabato 3 Agosto invece Beppe Pighi parlerà di trekking, cultura e vita tra i popoli dell’Himalaya con foto di genti e luoghi ai confini del mondo. “Sui sentieri dell’assoluto” è il racconto della spedizione veneto-trentina, capitanata da Maurizio Giordani, che nel 2005 ha affrontato diverse salite di cime alte 6000mt e il tentativo di salita sulla vetta di 8201mt del monte Cho-oyu in Tibet, la sesta montagna più alta del mondo, il cui nome in sanscrito significa “la dea delle pietre turchesi”.
INFO www.canyoning.it www.canyoning.it/procanyon/vajoorsa.htm
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“PERCHé ESSERE NORMALI?” Il Canyoning, o Torrentismo, consiste nella discesa di strette gole solcate da corsi d’acqua. Il tutto esclusivamente a piedi
DINO DA SANDRĂ Tutte le puntate su www.dinodasandra.it/dino/ronaldino-su-telearena
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GINNASTICA di Andrea Etrari
Fondazione Bentegodi voti alti per le ginnaste La compagine scaligera ha messo in mostra i suoi assi nei campionati regionali, interregionali e nazionali di ginnastica svoltisi negli scorsi mesi Partiamo dalla seconda prova del Torneo Regionale Allieve, che ha avuto luogo al PalaArex di Jesolo: la Fondazione Bentegodi, con uno “squadrone” capitanato dalle allenatrici Nicoletta Incu e Monica Molinarolo, ha conquistato un doppio podio nella prima fascia. Rachele Soffiati ha vinto la seconda prova con un bella gara che le ha assegnato il suo miglior punteggio di 57,050 e il secondo posto assoluto in regione; Lara Caroleo ha concluso questa gara con qualche errore ed un punteggio di 55, 750 (terzo posto in questa seconda prova) che significa la conferma del titolo di campionessa regionale grazie al punteggio di 57, 300 conquistato nella prima prova del torneo vinta lo scorso febbraio. Bene anche nella seconda fascia, dove le giovani Chiara Maria Marchese e Martina Blasi (al primo anno in questa categoria) si sono aggiudicate rispettivamente il 4° e il 7° posto assoluto in Regione e la qualificazione per gli interregionali. E veniamo appunto alla prova interregionale, disputatasi a Fermo con 200 atlete partecipanti e 7 regioni presenti, suddivise in prima e seconda fascia. La Fondazione Bentegodi ha centrato la qualificazione alla fase nazionale con Rachele Soffiati che ha eseguito, senza farsi prendere troppo dall’emozione, i suoi esercizi di gara concludendo con un punteggio di 56,350 (9° posto assoluto, 2° della Regione Veneto). Per la campionessa regionale Lara Caroleo, una caduta alle parallele l’ha costretta ad accontentarsi di un comunque buon 13° posto assoluto, ma le ha compromesso la qualificazione alla fase nazionale. Anche per le compagne di squadra Martina Blasi e Chiara Maria Marchese, al loro primo anno in seconda fascia, è sfumata la qualificazione ai nazionali: complice un po’ di emozione che non ha permesso loro di svolgere al meglio l’esecuzione
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La Fondazione Bentegodi ha centrato la qualificazione alla fase nazionale con Rachele Soffiati, ha conquistato un onorevole 28° posto assoluto in quel di Mortara degli esercizi, la stagione gare si è chiusa rispettivamente con un 25° e un 29° posto che lasciano ben sperare per il prossimo anno. Infine la fase nazionale, svoltasi nello scorso maggio a Mortara: l’unica atleta presente dalla Fondazione Bentegodi, Rachele Soffiati, ha conquistato un onorevole 28° posto assoluto.
DOPPIO PODIO PER LE GINNASTE GIALLOBLU Le raggianti Rachele Soffiati e Lara Corleo, seconda e prima alle Regionali nelle rispettive categorie
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DANZA di Alberto Cristani
Garda Danze da oltre 20 anni fa ballare il Benaco (e non solo) Scuola di ballo nata nel 1992 con la finalità principale di promuovere e diffondere la danza sportiva, Garda Danze ha concluso l’annata con il consueto saggio svoltosi a giugno a Castelnuovo del Garda e Vigasio
Legatasi fin dall’inizio alla FIDS (Federazione Italiana Danza Sportiva) la scuola ha iniziato l’attività mettendo in scena spettacoli, show che hanno attirato l’attenzione del pubblico e, di conseguenza, di atleti. Ad oggi Garda Danze conta 12 istruttori qualificati e quasi 300 allievi di varie categorie di età che vanno dai 6 agli oltre 60 anni. Presso Garda Danze si tengono corsi di danze standard come Valzer lento, Tango, Valzer viennese, Slow fox trott, Quick step ma anche di danze latino americane come Samba, Cha cha cha, Rumba, Paso doble, Jive. All’interno della scuola c’è la possibilità di intraprendere la carriera competitiva ma anche meno affrontare la danza in modo meno impegnativo come, per esempio, presentare show e spettacoli. Inoltre vengono sviluppate discipline quali il ballo sociale, il liscio, il caraibico, salsa, merengue, tango argentino, hip hop e break dance per i più giovani.
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Venerdì 7 e domenica 9 giugno si sono tenuti rispettivamente presso il palazzetto dello sport di Vigasio e presso la sede Garda Danze di Castelnuovo del Garda i saggi di fine anno al quale hanno partecipato gli allievi e tutto il corpo insegnanti. Entrambi i saggi hanno visto la partecipazione di circa 1000 persone a fare da cornice alle esibizioni. Soddisfazione alle stelle quindi per gli organizzatori che si dichiarano contenti sia delle performance degli allievi sia dalla nutrita presenza di pubblico.
BALLANDO SENZA LE STELLE Garda Danze propone attività ludiche e sportive per tutti e per tutte le fasce d’età
Ora la scuola chiude per le meritate ferie ma, per la nuova stagione, ci sono in vista novità importati. Infatti Garda Danze si sposterà con la sua attività anche su Verona, dove troverà sicuramente un grande bacino di appassionati e di aspiranti ballerini che, grazie alla grande competenza degli istruttori “GD”, potranno imparare e migliorare i loro passi di danza!
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HOCKEY IN LINEA di Emanuele Pezzo
I Bludogs Montorio guardano al futuro Da parecchie stagioni a Montorio c’è una squadra di hockey in linea che fa del settore giovanile il suo punto di forza. I Bludogs quest’anno sono stati protagonisti in due categorie federali FIHP con le proprie selezioni giovanili Allenati dal coach Alessandro Corso, i team under 15 e under 17 hanno preso parte ai raggruppamenti della zona 2, quella relativa al Triveneto che spesso porta le proprie squadre sino al podio tricolore. Nella categoria maggiore i montoriesi hanno sfiorato l’accesso ai playoff, terminando alle spalle dei Ghosts Padova di appena un punto e giungendo sesti su nove formazioni dopo i playout zonali. Il capolavoro i Bludogs - il cui nome scherza sulla nota razza canina - l’hanno compiuto nella categoria minore delle due partecipate. Con una squadra nella quale erano inseriti molti giocatori praticamente esordienti sulle rotelle, coach Corso è riuscito ad ottenere un ottimo 2° posto nella prima fase qualificandosi, dunque, ai playoff per l’accesso alle finali nazionali. Purtroppo la parte conclusiva della stagione non ha arriso ai colori biancoblù, sconfitti nella semifinale dal Fiamma Gorizia e, di misura, dai coetanei patavini nella finale di consolazione della zona 2. Ma il quarto posto conquistato è andato ben oltre le aspettative. I Bludogs, mediante collaborazioni con società amiche (tra cui i Falchi Bosco Chiesanuova dell’hockey ghiaccio) ma anche con iniziative rivolte ai più giovani, intendono essere punto di riferimento per l’inline cittadino e dell’est provinciale. A marzo, ad esempio, il club ha svolto presso le scuole primarie di Montorio tre lezioni di hockey con un insegnante di educazione fisica vicino al club. Tuttavia, è la fine della primavera a riservare il più succoso appuntamento. Dal 10 al 14 giugno, infatti, presso la piastra polifunzionale “Jacopo Mariotto” di Montorio, i Bludogs hanno organizzato l’Hockey Camp 2013. Si tratta
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di una settimana dedicata a bambini e ragazzi (nati dal 2006 al 1996) in cui gli iscritti, oltre a migliorare pattinaggio e hockey coi consigli di esperti del settore come Jimmy Canei e Bobo Sasso, hanno potuto cimentarsi in altre attività sportive (floorball, kayak, basket, calcetto, tiro con l’arco).
INFO Tel. 348 8939554 stefagg@iol.it
IN LINEA Con molti giocatori praticamente esordienti sulle rotelle, coach Corso è riuscito ad ottenere un ottimo 2° posto
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HOCKEY SU PRATO di Mirko Simonaio
è definitivamente scoppiata l’Hockeymania! Dopo la straordinaria avventura a Sport Expo 2013 in fiera a Verona e con la riconferma alla Decima edizione di Vivi lo Sport al Palasport di Verona, si è diffusa una grande passione per l’hockey su prato La parola d’ordine è ‘divertimento’ nel rispetto dei compagni e delle regole come già è avvenuto proprio in Vivi lo sport dove 1350 bambini e bambine della scuola primaria hanno sperimentato 15 discipline differenti. L’hockey su prato ha partecipato per la prima volta a questo evento riscuotendo un ottimo successo come dimostrato da alcuni disegni e temi ricevuti da chi lo ha provato. Numerose richieste di collaborazione con i C.E.R sono pervenute alla nuova scuola di hockey su prato A.S.D. Hockey School Verona. Nel mese di giugno si sono presenziati i Multisport di Bussolengo, Palazzolo e Bardolino mentre nei mesi di luglio e agosto l’hockey sarà presente presso i Campus delle piscine Lido di Via Coll. Galliano dove la Css Sport ha dato piena disponibilità nel collaborare per promuovere questo sport. Giovani e giovanissimi dai 6 ai 14 anni durante l’estate 2013 si cimenteranno nelle prove di abilità col bastone e pallina giocando e divertendosi.Numerosi stimoli verranno dati loro affinché migliorino la capacità di prendere decisioni in tempi rapidi mantenendo una corretta postura e un movimento fluido. Se l’estate sembra essere una buona occasione per praticare e conoscere l’hockey su prato ancora non si sa nulla per la stagione sportiva 2013-2014, infatti alla società A.S.D.Hockey School Verona non è stato concesso uno spazio idoneo per praticare in modo continuativo questo sport nonostante l’impegno preso dall’Assessore Marco Giorlo e il Consigliere F.I.H. Marco Saviatesta come vi abbiamo documentato nei numeri precedenti. L’estate è ancora lunga e ci auguriamo che la sinergia tra Comune e Circoscrizione indichi per ottobre una struttura idonea all’ Hockey School Verona.
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VELA di Michela Toninel
Marinai per una settimana sulle acque del Garda Sette giorni di sport, divertimento e amicizia per diventare dei veri marinai con la scuola di vela Est Garda di Torri del Benaco. Per imparare i trucchi della Vela ma soprattutto ad osservare l’ambiente con attenzione e rispetto
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A SCUOLA DI VELA Est Garda, oltre all’attività fisica, insegna ai ragazzi l’importanza di un gruppo unito, la convivenza e i rapporti tra i componeneti di un equipaggio
I camp estivi della storica scuola velica veronese sono pensati per favorire l’avvicinamento dei ragazzi, da 8 a 17 anni, al pianeta acqua e propongono un’accattivante programma ricco di attività sportive legate alla barca vela e al S.U.P (stand up paddle surfing, emergente disciplina sportiva che consiste nel pagaiare in posizione eretta su grosse tavole, tipo quelle usate dai surfisti). Da luglio a settembre gli aspiranti marinai potranno apprendere le basi della tecnica di vela, le regole della navigazione e passare le vacanze all’aria aperta sulle rive del Lago di Garda. Dal lunedì al venerdì, dei pulmini della scuola partiranno da Verona per poi rientrare alla sera. Questi camp rientrano nella filosofia “Vela etica” che fa da sfondo a tutte le iniziative della scuola, come spiega il fondatore della scuola Mimmo Palmieri: “I ragazzi, oltre all’attività fisica, impareranno a convivere, a formare un equipaggio e a considerare il gruppo come una risorsa, imparando ad osservare l’ambiente con attenzione e rispetto” e continua Palmieri, ispiratore della scuola ed istruttore federale: “Est Garda è una scuola di vela particolare, che punta sulla stimolazione delle capacità emotive e risolutive degli allievi e non solo sulla trasmissione di competenze disciplinari. I valori di forza, coraggio e lealtà guidano tutte le nostre attività e quindi anche nei camp estivi, insegniamo a navigare nel rispetto dell’uomo e il territorio perché per noi la barca a vela è intesa come strumento di sport e divertimento, ma anche come momento di crescita e conoscenza”.
INFO www.estgardavela.it Tel. 348 2575272 www.sportdipiu.com
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WINDSURF di Alberto Fabbri
foto Marco Pino e Fabrizio La Mela
E il windsurf... Calò il suo asso Intervista di SD+ a Fabrizio Calò, atleta torinese di nascita ma ‘gardesano’ di adozione. Da quando ha scoperto il windsurf, la sua vita è quasi interamente dedicata a vento, tavola e onde Fabio, presentati ai lettori di SD+ magazine… Ciao a tutti. Mi chiamo Fabio Calò, ho 34 anni, sono nato a Torino e da 9 anni vivo a Riva del Garda. Da quando ho 20 anni sono un atleta professionista nel windsurf a cui poi negli ultimi 8 anni ho affiancato l’attività di caporedattore delle riviste 4WINDSURF (Funboard) e di 4SUp (SupTime), e di web editor di www.4windsurf. it e www.4sup.it Inoltre collaboro con il gruppo SurfSegnana e faccio dei Wave Clinic /stage in Marocco, ad agosto, e in Sudafrica, a febbraio. Da 3 anni seguo anche un progetto a cui tengo molto dedicato ai ragazzi di Malcesine per dargli la possibilità e agevolarli nella pratica del windsurf (Progetto Serenity). Sono vicecampione italiano Wave 2012 e attualmente sono in testa alla classifica nazionale Wave 2013. Da quanto tempo pratichi il windsurf? Da quando ho 15 anni, quindi da quasi 20 anni. Ho iniziato ad Arma di Taggia in Liguria, dove passavamo le vacanze estive, convinto da mia mamma a frequentare un corso. All’epoca ero poco interessato a questa cosa e preferivo correre dietro alle ragazzine, infatti quel corso l’avevo rimandato fino alla fine dell’estate pochi giorni prima di rientrare a Torino per l’inizio della scuola. Dopo la prima lezione, che mi ricordo ancora perfettamente, non ho più smesso di pensare e fare windsurf! Amore a prima vista... direi proprio di si! Cos’è per te il windsurf e quali sono stati i tuoi migliori risultati? In virtù delle mie varie attività nel settore direi che il Windsurf è la mia vita in tutto e per tutto! È una passione, che è poi diventata un lavoro che mi ha permesso di crescere professionalmente e anche nel cammino della mia vita e della mia famiglia. In ogni cosa che faccio, 365 giorni all’anno, il windsurf è sempre più o meno al centro dell’attenzione. L’acqua è il mio elemento e ho un bisogno essenziale di fare
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windsurf, altrimenti divento insopportabile... e se poi mi perdo una giornate di vento e onde al mare... beh.. aiuto! Da quando ho 20 anni partecipo attivamente a molte gare. Nel 2004, 2005 e 2006 sono arrivato 4° al Campionato Italiano Freestyle. Ho partecipato nel 2005, 2006 e 2007 al European Freestyle Pro Tour, entrando sempre nella top 15 (su oltre 300 rider in ranking). Nel 2012 sono vicecampione Italiano Wave e a maggio 2013 ho vinto la prima gara del Campionato Nazionale Wave 2013, a Cala Pischina - Sardegna. Qual è la tua disciplina preferita? Wave e Freestyle. Sicuramente la prima è quella che prediligo e che da anni mi porta a girare mezza Italia alla ricerca delle onde mentre d’inverno mi sposto in paesi caldi per allenarmi tra le onde. Sono stato in Australia, alle
ALLA RICERCA DELLA BUONA ONDA Una spettacolare immagine d Fabio Calò, arrivato a inizio estate in testa alla classifica nazionale Wave 2013. Pratica anche la disciplina Freestyle. In alto a destra lo vediamo festeggiare il primo posto alla North Sardinia Wave Classic 2013
Canarie, in Madagascar, in Grecia, ma alla fine il mio posto preferito dove trascorro generalmente i mesi di gennaio e febbraio è il Sudafrica, Cape Town. Secondo me uno dei posti più belli al mondo, ed è perfetto per surfare un po’ di onde serie! Quali sono i tuoi obbiettivi per il futuro? Spero di poter rimanere nel mondo del windsurf ancora per parecchi anni, certamente il periodo non è uno dei più facili... ma rimboccandosi le maniche spero che
la situazione possa migliorare! Quale consiglio dai a chi ha intenzione di iniziare questo sport? Rivolgetevi ad una scuola attrezzata e con materiale adatto, tavola grande e vela piccola. Generalmente il vostro amico che vi presta la sua attrezzatura per provare non sarà adatta alle vostre esigenze e vi scoraggerete subito. Provate e riprovate, il windsurf non è sicuramente lo sport più facile al mondo, ma la ricompensa è assicurata. Provare per credere! La prima planata non ve la scorderete mai più!
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www.surfsegnana.it - Tel. 0464/505963
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KITESURF di Giulia Seppi
foto Giorgia Pesarini
Il Lago di Garda paradiso per il Kitesurf Da sempre il Benaco è una delle mete preferite per migliaia di velisti e windsurfisti, che apprezzano la costanza e la frequenza dei venti locali. E non potevano restare indifferenti gli appassionati del Kite...
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Il Kitesurf - o Kiteboard - come sport acquatico particolarmente acrobatico e spettacolare ha fatto la sua prima apparizione in Italia negli anni ’90, grazie al “mito” del surf e del windsurf Robby Nash, venuto a sperimentare questa nuova disciplina proprio sul Lago di Garda. In quei primi anni questo sport era stato etichettato come pericoloso ed estremo, e pochi avrebbero scommesso sulla sua diffusione. Invece nel giro di pochi anni l’attrezzatura si è evoluta, diventando sempre più sicura e facile da gestire, e i praticanti si sono moltiplicati, specialmente nelle zone particolarmente adatte alla pratica di questo sport. è il caso del Lago di Garda, e in particolare del tratto di costa veronese tra Brenzone e Malcesine, dove il kitesurf ha avuto una grandissima diffusione, diventando anche motivo di attrazione turistica. Chi si è avvicinato a questo sport non ha dubbi su quali siano i motivi di tanto successo: il kite riesce a dare fin dai primissimi giorni delle emozioni uniche, di potenza e leggerezza insieme: l’aquilone (il kite appunto) permette di sentire e sfruttare l’energia del vento, e c’è un contatto strettissimo con gli elementi naturali, aria e acqua… E sul Garda tutto questo avviene in uno scenario naturale mozzafiato, in mezzo al lago, circondati dalle nostre bellissime montagne. Ma attenzione a non sottovalutare le fasi di apprendimento: il kite può essere molto pericoloso se non si usa la giusta attrezzatura o se lo si pratica in condizioni meteorologiche non adatte. Meglio affidarsi a scuole di comprovata serietà, magari chiedendo a chi ha già provato. Se non si è convinti, ci sono le lezioni prova. Sul Lago di Garda i centri kite hanno sviluppato un sistema di insegnamento e di assistenza con barche di appoggio, per cui tutte le operazioni si svolgono al largo, con la massima tranquillità per gli allievi e senza creare intralcio ai bagnanti. In questo modo si impara molto velocemente e in sicurezza. Dal 2010 lo sport è stato riconosciuto ufficialmente come disciplina velica, e le attività didattiche e quelle agonistiche ricadono quindi sotto l’egida della Federazione Italiana Vela, che promuove il kiteboard anche tra i giovanissimi, a partire dai 9 anni. Al contrario di quello che molti pensano infatti, la pratica del kiteboard non richiede molta forza, ma piuttosto equilibrio, agilità e coordinazione, che ai ragazzi non mancano. Sul Lago di Garda ci sono alcuni dei Circoli
più attivi in ambito giovanile, come l’associazione sportiva Xkite di Brenzone, che organizza corsi e campi estivi per bambini a partire dai 9 anni di età, e che ha dato vita alla prima squadra agonistica giovanile di kiteboard. Durante i campi estivi le attività vanno dal semplice gioco con gli aquiloni ad esercizi di acquaticità ed equilibrio, per passare gradualmente alla gestione di un kite da trazione in acqua, fino agli esercizi con la tavola e alla vera e propria navigazione. In genere dopo un paio di settimane i ragazzi sono già in grado di affrontare la navigazione in autonomia, e possono passare al perfezionamento, tanto
ALLA RICERCA DELLA BUONA ONDA In pochi sanno che il Kitesurf fu sperimentato proprio sul Lago di Garda dallla ‘Leggenda del Surf’ Robby Nash. Non è un caso, dunque, che le migliori scuole per imparare a praticare questo sport spettacolare siano proprio sul Benaco, i cui allievi - come Alessandro Rossi, nella foto sopra stanno crescendo ottenendo ottimi risultati
che negli anni l’associazione ha dato vita a una squadra agonistica, formata dai ragazzi che frequentano abitualmente il Circolo e che si allenano per partecipare alle gare del Circuito Nazionale. I risultati non si sono fatti attendere: nel 2012 il giovane rider veronese Andrea Marconi si è aggiudicato il 3° posto nella classifica nazionale Juniores, dopo tre tappe disputate rispettivamente sul lago di Garda, in Toscana e in Puglia. Al quinto posto si è piazzato un altro atleta veronese che si allena sul Garda, il diciasettenne Alessandro Rossi. Attualmente la squadra agonistica di Xkite è formata da una decina di ragazzi tra i 14 e i 17 anni, ed è allenata da due tecnici d’eccezione: il talentuoso rider napoletano Giuseppe Esposito e il fuoriclasse Stefano Maselli, istruttore della Federazione Italiana Vela. Quest’anno i ragazzi, oltre che al Campionato Italiano, parteciperanno ad alcune tappe del circuito Europeo. Un grande in bocca al lupo quindi per la stagione agonistica dei giovani kiters veronesi!
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MEDICINA DELLO SPORT di Giorgio Pasetto
DMSO Technique al servizio della salute La tecnica osteopatica e chinesiologia denominata DMSO Technique associa l’osteopatia alla chinesiologia. Vediamo come e soprattutto con quali benefici per il nostro corpo Ogni gesto motorio umano evoluto richiede un buon equilibrio, un corretto ordine di intervento dei segmenti motori e una forza muscolare adeguata. La nostra vista e sensibilità percepiscono solo una piccola parte di quello che avviene durante un gesto motorio, la tecnologia attuale ci consente invece di cogliere infiniti dettagli, alcuni di questi molto importanti. La DMSO Technique si colloca in un contesto dove l’intervento del chinesiologo e dell’osteopata devono essere associati affinchè si possa ottenere un risultato ottimale, ma soprattutto in quei casi dove la precisione e l’accuratezza dell’intervento professionale risultano fondamentali. Ecco sinteticamente come si struttura l’intervento professionale dell’osteopata-chinesiologo (DMSO Technique). La prima fase riguarda la valutazione biomeccanica soggettiva dove si rilevano deficit articolari, limitazioni dei movimenti vertebrali, retrazioni muscolari, deficit muscolari, compensi posturali. La seconda parte dell’intervento è una valutazione oggettiva in quanto utilizza strumenti di misura molto raffinati e precisi. Conclusa la fase valutativa l’osteopata-chinesiologo può intervenire: 1) immediatamente attraverso delle tecniche di normalizzazione e attraverso delle esercitazioni propriocettive e/o dinamiche specifiche. 2) programmando un intervento osteopatico e chinesiologico nel tempo. Mediante le normalizzazioni
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osteopatiche e le esercitazioni specifiche si potrà ottenere un ridimensionamento e riadattamento motorio del soggetto. L’osteopatia e la chinesiologia si collocano in un contesto di prevenzione, ma anche in un contesto terapeutico se lo scopo del nostro agire si concentra sulle cause adattative che possono aver determinato l’insorgere delle problematiche. Queste situazioni rischiose si accentuano quando la potenza in gioco aumenta fortemente, come avviene attualmente nello sport agonistico. Facendo una semplice esemplificazione è come se un’auto lavorasse fuori convergenza ad elevata velocità, la struttura meccanica dell’auto stessa ed i fattori ammortizzanti andrebbero incontro sicuramente ad una usura più rapida ed anche a rotture di alcune parti meccaniche. In passato per cercare di ottimizzare il gesto motorio di un atleta si cercava di copiare i movimenti degli atleti migliori di quella disciplina sportiva, oggi questo concetto è sorpassato, il movimento teorico ideale non esiste in termini generali, ma si deve invece ricercare il movimento migliore per ogni singolo atleta.
Giorgio Pasetto Dottore in scienze motorie - Dottore in osteopatia
INFO www.centrobernstein.it www.giorgiopasetto.it gpasetto@centrobernstein.it Tel. 045 8300454
PATTINAGGIO di Stella Mazza
Soddisfazioni e vittorie per il Cus Verona! Annata di successo per le giovani promesse del pattinaggio artistico a rotelle del Cus Verona, che avranno il prossimo impegno ai Campionati Italiani di Federazione Annata di successo per le giovani promesse del pattinaggio artistico a rotelle del Cus Verona. «Abbiamo ottenuto più di 20 vittorie tra campionati Regionali e Italiani, trofei e giochi giovanili veneti» afferma una delle allenatrici Stella Mazza «doveroso è un ringraziamento a tutti i nostri atleti ed atlete nonché alle nostre allenatrici per gli incredibili risultati ottenuti». Giulia Beda Petronela ai campionati Provinciali di Obbligatori a Febbraio ha conquistato il 2° posto del podio e il 3° posto in combinata. Giulia Filipozzi ha vinto la medaglia d’oro nella categoria Allievi Regionali, nel trofeo regionale Acsi svoltosi a Silea in provincia di Treviso. Nella stessa competizione Michele Filipozzi è salito sul secondo gradino del podio nella categoria Esordienti A, reduce da un meritatissimo primo posto ai Campionati Provinciali. Un’altra medaglia d’argento l’ha ottenuta Elisa Pagani nel campionato Gran Prix giovani di Costabissara (Vi) nella categoria Esordienti A. è stata poi la volta della nostra agonista Federica Scanavini (anno 1995) che il 12 Maggio si è conquistata la qualificazione ai Campionati Italiani di Federazione, che si svolgeranno a Roccaraso a Luglio. Il 25 e 26 Maggio si sono svolti i Giochi Giovanili Veneti 2013 - fase provinciale di Verona. Una grande società organizzatrice (CUS Verona Pattinaggio), con l’aiuto di atlete, genitori, simpatizzanti e soprattutto allenatrici, hanno permesso la riuscita di 2 giornate di gare all’insegna del divertimento, della professionalità e della passione per il pattinaggio artistico a rotelle! Sei le società veronesi partecipanti, per un totale di quasi 110 atlete/i! Insomma, molte le vittorie ma soprattutto tanta soddisfazione da parte delle atlete, dei genitori e quindi delle allenatrici! «Grande
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è stata la soddisfazione nell’osservare oltre cento tra pattinatori e pattinatrici misurarsi in rappresentanza di sei società» prosegue il Presidente della Società Dario Perusi. Pattinatori e pattinatrici Cus hanno ottenuto ottimi risultati, molte di loro qualificandosi per le fasi regionali a Ottobre: nella categoria B giovani (classe 2006) successo per il neo-pattinatore Emanuele Tedesco, promettente il risultato dell’esordiente Anna Perusi mentre nella categoria A (classe 2007) quinto posto per Ilaria Trubiana e Mia Zoppi è giunta ottava. Nella categoria B ragazzi (classe 2005) Eva Lehner ha conquistato il bronzo, buono il comportamento di Miriam Angheben; nella categoria C giovani (classe 2004) doppietta Cus con Maria Nives De Antoni ed Ester Angheben rispettivamente prima e seconda; nella C ragazzi (classe 2003) altra doppietta con Elena Saccani e Benedetta Rasconi, promettente il risultato di Alice Reggiani. Nella categoria D (classe 2002-2001) Veronica Rinaldi si è classificata al quarto posto, settima Maren Lehner. Medaglia d’argento per Michela Chizzola nella categoria E (classe 2000-1999-1998), buoni i risultati di Alice Antonini ed Elena Menato. Quarto posto, infine, per Alice Fantato, al suo ultimo anno di Giochi Giovanili (categoria F - classe 1997-1996-1995). Altro weekend ricco di soddisfazioni per il CUS Verona Pattinaggio è stato quello di Venerdì 31 Maggio. Il quartetto divisione nazionale BLISS ART (formato da Stella Mazza, Silvia Piazza, Elisa Petrini e Martina Burato) del CUS, in collaborazione con la società Gardalago, ha infatti ottenuto un meritato secondo posto alla Coppa Italia di Jesolo, vedendosi sfumare per pochi decimi di punteggio la medaglia d’oro. Sabato 1 Giugno è stata la volta della nostra neo-atleta Chiara Tommasi, che alla sua prima gara nella specialità del singolo ha ottenuto un più che meritato primo posto!! Medaglia d’oro quindi per Chiara alla Coppa Italia di Jesolo!!
CHE SAGGIO! L’evento di fine anno dello scorso giugno è stato un momento di grande emozione e di spettacolari performance
Domenica 2 Giugno, Federica Scanavini, Giulia Salvaro e Giulia Filipozzi hanno ottenuto il primo posto al campionato regionale UISP livelli, qualificandosi quindi per il campionato Nazionale!! Forza ragazze... e mi raccomando! La sera è stata la volta di Elisa Pagani, Arianna Rossettini e Giulia Beda (2^ classificata ai campionati provinciali di obbligatori e 3^ classificata in combinata) che hanno mostrato le loro doti anche in trasferta in Vallecamonica, come ospiti del saggio di pattinaggio della società bresciana, segno che i nostri sforzi e il nostro impegno è stato riconosciuto anche in terra lombarda! Per concludere la stagione in bellezza il 7 giugno è stato organizzato il Saggio di Fine anno della Società cussina, che ha ancora una volta emozionato grandi e piccini con i loro temi originali sempre con un fondo di moralità, perchè l’insegnamento non si limita solo “ai pattini”. Un range d’età eccezionale, dalle nostre piccole “speranze” di 3 anni e mezzo, fino al quartetto Divisione Nazionale “Bliss Art”, medaglia d’argento alla Coppa Italia di Jesolo il Maggio scorso, formato dalle veterane Martina Burato, Elisa Petrini, Silvia Piazza e Stella Mazza. Tanti ospiti d’onore tra cui la Società Gardalago, di Desenzano del Garda, con il loro quartetto effettivo “Millefiabe”; ospite d’eccezione l’incantevole voce della cantante Silvia Brunelli, ormai famosa a Verona per i successi dei suoi Musical che porta in scena con la sua Compagnia teatrale. Ultimo ma non meno importante il quartetto del Cus Verona pattinaggio, ex campione Italiano AICS, “Pep Rond Hellas”, formato da Ilaria Morbioli, Giorgia Cavalleri, Valentina Camera e Serena Mazza, che hanno portato in scena il loro cavallo di battaglia entusiasmando ancora una volta il pubblico veronese.
è quindi il caso di complimentarsi con tutto il team cus...un team giovane, professionale e all’avanguardia, sempre pronto a migliorarsi e a migliorare! La Società Cus verona Pattinaggio organizza anche corsi estivi per i mesi di Luglio e Agosto, prima dell’inizio di stagione a Settembre, per dare modo ai ragazzi di tenersi in allenamento anche nel periodo estivo, in previsione delle prossime gare. A settembre ricominceranno quindi in quarta con prove gratuite aperte a chiunque volesse intraprendere questa fantastica attività sportiva.
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FOOTBALL AMERICANO di Michele Coratto
foto Antonello ed Elvis Venturelli - antonelloventurelli.com
Che stagione per gli Agsm Mastini Verona!
Perfect season, Playoff e le sirene della Serie A1. Una grande cavalcata interrotta purtroppo ai quarti di finale, ma la stagione è di quelle da incorniciare 68
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Un grande campionato davvero quello da poco terminato con la sconfitta, l’unica della stagione, contro i campioni d’Italia dei Grizzlies Roma. Un campionato che ha regalato agli Agsm Mastini Verona grandi soddisfazioni e le luci della ribalta del panorama football “made in Italy”. Questo settimo anno di storia dei cagnacci gialloblù, il quarto in serie A2, rimarrà negli annali come quello della perfect season, otto vittorie su otto gare giocate con la vittoria del girone F, e come quello della prima apparizione nei playoff. Un quarto di finale sfortunato per gli scaligeri, per una gara iniziata subito in salita ma che ha giustamente premiato i Grizzlies Roma, arrivati sino alla finale per il secondo anno consecutivo dopo aver sconfitto in semifinale gli Elephants Catania. Nel VI° Italian Bowl hanno avuto la meglio anche contro i plurititolati Lions Bergamo in un match spettacolare che li ha visti laurearsi campioni d’Italia con il punteggio di 16 a 7. Con Simone De Martin, presidente degli Agsm Mastini Verona tracciamo un bilancio di questa stagione. “Beh che dire, le aspettative di inizio stagione sono state soddisfatte – ci dice il presidente – e il progetto ambizioso della nostra società sta finalmente decollando. È stata una stagione ricca di splendide emozioni che il coaching staff ed i ragazzi hanno voluto regalare a tutti coloro che sognano di portare in alto i nostri colori. La federazione italiana di american football e la IFL, (la lega di serie A1, ndr), si sono accorti dell’ottimo lavoro che stiamo facendo e ci hanno proposto di partecipare al campionato 2014 di serie A1. Un invito – conclude il presidente De Martin - che ci riempie di orgoglio e che valuteremo attentamente assieme ai nostri sponsor. Scegliere la serie A1, trasformerebbe la Verona gialloblù nella capitale del football americano di tutto il triveneto”.
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FOOTBALL AMERICANO
Ritornando alla stagione appena conclusa, sono arrivate per i Mastini ben cinque convocazioni per l’All Star Game Lenaf 2013, la partita che ha visto i migliori giocatori del campionato affrontarsi tra loro nel classico match “Est contro Ovest”. Per i gialloblù, premiati i veterani Marco Bassi e Manuel “Shark” Murari, oltre al runningback Alessandro Sebastiani e ai due defensive backs Andrea Brunelli e Filippo Mutascio. Cinque caschi gialloblù sotto il sole di Mirabilandia quindi, nel match che ha visto proprio la formazione Est, quella in cui militavano i cinque “mastini”, vincere sulla selezione Ovest per 8 a 6. Grande football quindi a Mirabilandia, il parco acquatico della riviera romagnola, che ha ospitato la finale di serie A2 e l’All Star Game Lenaf 2013. Una partnership importante quella ottenuta dai vertici Lenaf. La due giorni di football all’interno del parco ha sicuramente regalato al football americano maggiori attenzioni ed un grande pubblico, con oltre duemila persone presenti sugli spalti, che testimoniano il grande interesse per uno degli sport più spettacolari al mondo.
GIMME FIVE! Grazie alla vittoria in campionato dei Grizzlies Roma, i Mastini guadagnano un virtuale quinto posto nel campionato di serie A2
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ORULES di Daniela Scalia
Il pubblico veronese applaude i protagonisti del’Orules La tappa di Verona ha chiuso nel migliore dei modi la seconda edizione del Campionato Italo-svizzero di Orules, con ritmi alti nonostante la calura e una finalissima maschile decisa solamente all’ultimo istante
I bellissimi campi del centro sportivo del CUS Verona a Parona hanno ospitato al mattino le gare femminili, con le Lugano Bankers che, già sicure del titolo, hanno comunque dovuto dare fondo a tutta la loro carica di grinta per difendere l’imbattibilità che dura dalla passata stagione. A dare del filo da torcere alle ticinesi le Verona Happys, che dal loro esordio nella passata stagione hanno fatto un notevole salto di qualità, mostrando nel loro gioco fluidità e competenza nel gesto dell’handball. Le scaligere sono riuscite così a superare in classifica anche le Polcenigo Black Cats, il primo club europeo della storia, che oltre al grande pregio di non aver mai mollato, sono anche state premiate per aver schierato, con ottimi risultati, il giocatore più giovane del campionato, Luis Cruz, classe 2001.
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LUGANO FESTEGGIA A VERONA Foto di gruppo per festeggiare le Lugano Bankers, arrivate nella città scaigera col titolo già in tasca, ma comunque protagoniste di una bella prestazione contro le Verona Happys, che ha onorato il loro meritato titolo nel campionato italosvizzero
Il finale thrilling l’hanno invece servito nel pomeriggio i match del torneo maschile e in particolare la finalissima tra Lugano Bankers e Milano Latinos, che si giocavano il titolo nello scontro diretto. Una gara tiratissima, con il punteggio che ha oscillato da una parte e dall’altra, quindi il gol decisivo per la squadra dei commentatori di Eurosport e Sportitalia Luca Tramontin e Gianluca Veneziano, arrivato a pochi secondi dalla fine per il successo 77-74 degli svizzeri. Una vittoria di misura che sottolinea la crescita del livello delle squadre in questa stagione che ha visto anche il brillante esordio dei Verona Wolverines, capaci di allestire in pochi mesi un team competitivo e appassionato di football australiano. Un affollato e scatenato terzo tempo, fratelli e
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Bankers e Latinos,
L’Orules Lugano presenta in pochi punti gli aspetti e le regole fondamentali di questa disciplina tutta da scoprire.
protagonisti del testa a testa nel torneo maschile, fotografati assieme al termine della giornata veronese. Nel tondo, un’azione di gioco
sorelle che giocano insieme, ma anche contro (Daniela Scalia nel Lugano e Claudia Scalia nel Verona), 3 combinazioni genitore-figlio, amici di lunga data che si arbitrano e sanzionano a vicenda, il tutto nel miglior spirito del gioco della palla ovale.
con protagonisti Carlo Martini dei Verona Wolverines e Panhu Meier dei Lugano Bankers
L’Orules funziona e il codice etico “Respect or Leave” (rispetta o lascia) sta dando i suoi frutti. Altri ne vogliamo cogliere, insieme magari a nuovi giocatori e nuovi club, nella Coppa Italo-svizzera che ci aspetta in autunno.
IL GIOCO è DURO? MI FACCIO MALE? No! Com’è possibile? I contatti sono continui ma raramente ad alta velocità. Si placca di continuo, ma l’obbligo di appoggiare la palla a terra ogni 10 metri impedisce agli impatti di diventare collisioni. In pratica: trovi l’elettricità degli sport di contatto ma non gli effetti collaterali. L’ARBITRO e LO SPIRITO L’arbitro è sacro e le regole sono altamente interpretative, nel pieno spirito del rugby Union e League dal quale il Football australiano deriva. L’arbitro può punire anche un intenzione non messa in pratica o un atteggiamento negativo, viceversa può sorvolare su un’infrazione tecnica se ritiene di poterne dare una lettura positiva. All’inizio potrai avere qualche difficoltà, ma in qualche settimana avrai già tutto nelle vene e negli atteggiamenti. E REGOLE PRINCIPALI L Si passa la palla con il pugno (il passaggio in stile rugby è vietato), oppure si calcia, sia avanti che indietro, non esiste fuorigioco. Si segna calciando ( le porte hanno 4 pali, 6 punti tra i pali centrali, un punto tra i pali laterali). Si cintura l’avversario solo tra i fianchi e le spalle, il giocatore cinturato deve passare la palla entro 2 secondi altrimenti gli viene sanzionata una punizione, questo ovviamente impedisce la formazione di raggruppamenti. Non ci sono mischie ne fasi statiche. Il giocatore in possesso di palla deve farla toccare terra ogni 10 metri ( 6 per la femmilile) altrimenti commette un fallo di “travelling” (i passi del basket). A 5 metri dalla palla si possono effettuare dei blocchi in stile basket. Ecco, adesso sai quasi tutto, mancano un paio di dettagli, ma te li spieghiamo al campo.
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GUIDA SICURA di Andrea Scamperle
foto Dienne Foto
Quando guidi non distrarti usa sempre la testa L’affrontare un lutto, almeno nella sua forma esteriore, non risponde ai cliché che ci aspettiamo perché c’è un prima e un dopo e il dopo, è come vivere con una “lancia trafitta nel cuore” il cui peso cambia per sempre l’esistenza Di quell’incontro sulle vittime della strada ne avevo letto sul giornale e così giovedì 20 giugno, presso l’auditorium de L’Arena, ho ascoltato con riverente attenzione le storie e speranze di madri, padri, fratelli e compagne di altrettante persone, spesso giovani, risucchiate dalla violenza stradale come corpi celesti finiti in un buco nero che li ha proiettati in luoghi che per taluni hanno connotati fortemente legati al credo religioso e per altri meno, ma in entrambi i casi l’amore per il proprio caro e la sua perdita hanno cambiato l’approccio alla vita ed alla scala dei valori, patrimonio personale di ognuno di noi. L’affrontare un lutto, almeno nella sua forma esteriore, non risponde ai cliché che ci aspettiamo perché c’è un prima e un dopo e il dopo, come lo ha definito una mamma, è come vivere con una “lancia trafitta nel cuore” il cui peso cambia per sempre l’esistenza. Le persone presenti nell’auditorium condividono assieme il dolore, che con il trascorrere degli anni ha assunto colorazioni molto diverse e allora se per alcuni si è trasformato in manifestazioni di estremo altruismo, per altri la violenza stradale subita è stata troppo devastante e sentimenti di rabbia e risentimento hanno avuto il sopravvento. Il racconto di ogni esperienza rafforza il clima di profonda empatia tra le persone in sala ed è il medesimo che percepiamo negli incontri di educazione alla sicurezza stradale che i familiari dei 5 ragazzi di Caselle di Sommacampagna, assieme ai poliziotti della Stradale ed agli infermieri del Suem 118, conducono nelle aule magne di molti istituti “superiori” di Verona e provincia. Le loro storie e l’espressione dei sentimenti sono un formidabile catalizzatore per i messaggi di sicurezza stradale e siamo consci che difficilmente è possibile rimanere indifferenti a persone desiderose di elaborare il proprio dolore in aiuto concreto per gli altri.
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Talvolta sovviene la domanda su quanto sia veramente utile combattere la violenza stradale tramite questi incontri e allora potremmo rispondere con un tecnicismo statistico, che vede il fenomeno delle stragi del sabato sera in drastico calo nell’ultimo decennio, ma a questo preferiamo affermare che la giusta e fondamentale repressione delle pattuglie su strada, associata alla prevenzione tramite gli incontri scolastici, ha recato e reca benefici che ci consentono di ben sperare per il futuro. Riconosco in queste persone il desiderio di uscire da un oblio, forse accecante, e mettersi in cammino verso altre esperienze di dolore per sorreggersi e affrontare assieme la vita. Una sorta di cura dell’anima, senza nulla togliere all’importanza del sostegno di uno psicologo, bensì un soccorso tra “pari” utile ad alleviare il peso della “lancia nel cuore”. Ci capita sovente di partecipare a seminari e convegni necessari all’apprendimento di tecnicismi legati alla professione, ma nulla di questi è comparabile alle riflessioni suscitate in quest’incontro che apre una finestra su spaccati di vita che possono sembrare lontani dalla nostra, ma che in realtà sono più vicini di quanto pensiamo poiché l’incidente stradale è un ordigno che ieri è esploso nel giardino del vicino, ma che oggi può esplodere nel nostro. Quando guidiamo, quando pedaliamo e quando camminiamo pensiamo che un nostro gesto, a volte banale come una distrazione, può far cambiare la vita a tanti e se pensare alla violenza stradale non ci appartiene, nessun timore, ci sono loro a ricordarcelo. Non finiremo mai di ringraziarvi per il vostro impegno. Andrea Scamperle Tutor di educazione stradale della Polstrada di Verona andrea.scamperle@poliziadistato.it Francesca Montereali Dirigente della Sezione Polstrada di Verona francesca.montereali@poliziadistato.it
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SCIENZE MOTORIE di Anna Pedrinolla e Luca P. Ardigò
Ultra Walking Challenge una lunga e salutare camminata Lo scorso maggio si è svolto ad Affi il ‘Festival del Cammino’. Un importante evento in programma ha visto 7 partecipanti sfidarsi su una prova di ‘Non Stop Endurance’ di 48, 24 e 12 ore...
Nelle giornate di Venerdì 10, Sabato 11 e Domenica 12 Maggio 2013, presso il Comune di Affi (VR), si è svolto il Festival del Cammino. Un importante evento del Festival è stato un “Ultra Walking Challenge” che ha visto 7 partecipanti sfidarsi su una prova di Non Stop Endurance di 48, 24 e 12 ore adottando non obbligatoriamente la tecnica del Nordic Walking. L’obiettivo della sfida era percorrere la maggior distanza possibile fermandosi per un tempo massimo pari al 5% del tempo totale (48 ore: 144 minuti; 24 ore: 72 minuti; 12 ore: 36 minuti). La partenza delle 48 ore era fissata per le 17:00 di Venerdì 10 Maggio ed i partecipanti sono partiti ad orari sfalsati, di modo da terminare tutti insieme per le 17:00 di Domenica 12 Maggio.
I partecipanti - 48 ore: la frazione più lunga ha visto la partecipazione di un solo soggetto: Manfredi Salemme, 66 anni, esperto Ultra Walker già cimentatosi in endurance di 12, 24 e 36 ore.
CAMMINANDO CAMMINANDO... Alcune fasi della tre giorni di Affi: parte del percorso che sfruttava in parte la pista ciclabile del paese, due partecipanti alla fine di un giro con il metabografo e, nell’altra pagina, foto di gruppo dei partecipanti. Il primo a sinistra è Giulio Giacomelli, consigliere del Comune di Affi e tra i promotori dell’iniziativa, che ha ‘dato l’esemoio’ cimentandosi nella 12 ore
- 24 ore: la frazione intermedia ha invece visto la partecipazione di due soggetti, entrambi alla prima esperienza nell’abito non stop: Paola Riolfi, 62 anni e Luigi Manfredi, 53 anni. - 12 ore: la frazione alla quale hanno preso parte quattro soggetti, anch’essi per la prima volta in una non stop. Alda Adami, 56 anni; Giulio Giacomelli, 33 anni; Federico Schena, 53 anni; ed Efrem Giacomazzi, 58 anni.
I percorsi I percorsi a disposizione erano quattro, di lunghezza e difficoltà diverse: 1,350 metri, senza particolari dislivelli; 1,860 metri, 20 metri di dislivello; 3,323 metri, 48 metri di dislivello e 6,665 metri, 94 metri di dislivello. Ad ogni inizio giro, ai partecipanti è stato chiesto di dichiarare il percorso per il quale avrebbero optato di modo da avere un feedback istantaneo sui tempi di percorrenza e sulle velocità medie sostenute.
La ricerca Oltre all’ “Ultra”impegno fisico, i partecipanti si sono anche messi a disposizione per uno studio scientifico sul cammino prolungato dando il proprio consenso per poter effettuare delle misurazioni prima, durante e subito dopo la conclusione della sfida. Tutti i dati raccolti verranno poi elaborati per analizzare varie risposte fisiologiche dei soggetti alla camminata estrema. Due giorni prima della sfida i soggetti hanno eseguito un test incrementale massimale di cammino in salita, adottando non obbligatoriamente la tecnica del Nordic Walking, necessario per poter definire l’impegno della successiva prova di endurance in rapporto alla massima capacità funzionale di ciascuno. Durante la sfida invece i soggetti sono stati monitorati non stop attraverso: - Ricevitore GPS: per la registrazione di Tempo Totale di marcia (sec), Posizione (latitudine e longitudine), Distanza Percorsa (m), Velocità Massima Raggiunta (m/s), Velocità Istantanea (m/s). - Cardiofrequenzimetro: per la registrazione della frequenza cardiaca (bpm) durante tutta la marcia. - ArmBand SenseWear: holter metabolico per il monitoraggio di variabili come Dispendio Metabolico (energia metabolica consumata [cal, J], potenza metabolica mantenuta [MET, ml O2/kg min, W]) e Temperatura Corporea (C°). - Diario alimentare ed Idrico: cibi e liquidi consumati. Ogni 6 ore (T0, T6, T12, T18, T24, T30, T36, T42, T48) i soggetti sono stati monitorati attraverso: - Metabografo K4: i soggetti hanno indossato lo strumento percorrendo un percorso prestabilito. Sono state campionate variabili ventilatorie come: Ventilazione (VE [l/min]), Consumo di Ossigeno (VO2 [ml/kg/min]) e Produzione di Anidride carbonica (VCO2 [ml/min]). - Scala Rate Perceived Exertion CR10: misura psicofisica per quantificare lo sforzo percepito. - Visual Analogue Scale: misura psicofisica per quantificare la percezione di dolore generale (OverAll), agli arti inferiori (LowerLimbs) e agli arti superiore (UpperLimbs). - POMS: questionario per monitorare lo stato psicologico dei soggetti. - Campionamento Urine: volume ed esame standard. - Campionamento Saliva: cortisolo. Dall’analisi dei dati si può desumere come la distanza percorsa in 6 ore sia maggiore nelle prime ore di
cammino. Sebbene già dalla sesta alla dodicesima ora la distanza diminuisca notevolmente, il calo più brusco si osserva dalla diciottesima ora in poi. Osservando il dislivello ritroviamo lo stesso andamento. I soggetti hanno accumulato più dislivello nelle prime ore di cammino, mentre hanno preferito percorsi con minori dislivelli verso la fine della non stop. I cambiamenti ai quali assistiamo durante le 48 ore sono probabilmente dovuti a cause che incidono sui soggetti: - Fatica accumulata: la pausa concessa ai soggetti corrispondeva al 5% del tempo totale. Per rispettare questo i soggetti erano costretti a fermarsi solo per pause obbligate quali erano test di monitoraggio, necessità di urinare, cambio indumenti o medicazioni. Sicuramente le pause effettuate non sono state efficaci anche per alleviare la stanchezza. - Dislivello accumulato: in quasi tutti i percorsi era presente un minimo di dislivello che accumulato nelle ore di cammino ha causato un’importante fatica muscolare, un esaurimento delle riserve energetiche muscolari. Nella tabella sono riportati i dislivelli accumulati dai singoli partecipanti. - Tempo meteorologico: durante l’evento più di una volta e per periodi più o meno lunghi la pioggia ha accompagnato i soggetti. In tali occasioni la velocità media dei soggetti è diminuita.
INFO Dipartimento di Scienze Neurologiche, Neuropsicologiche, Morfologiche e Motorie. Università degli Studi di Verona anna.pedrinolla@studenti.univr.it luca.ardigo@univr.it www.sportdipiu.com
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FISCALITà di Giuliano Zocca
Il riconoscimento della personalità giuridica Un’opportunità per le associazioni sportive. Cosa significa e come ottenerlo. A partire dal concetto che le Associazioni si suddividono in due grandi categorie, a seconda che abbiano ottenuto il cosiddetto ‘riconoscimento’ Nelle Associazioni non riconosciute, ovvero senza personalità giuridica, non vi è una vera e propria separazione tra il patrimonio degli associati e quello dell’ente, poiché delle obbligazioni contratte dall’ente rispondono il fondo comune e personalmente e solidalmente tra loro le persone che hanno agito in nome e per conto. Ciò significa che per i legali rappresentanti delle associazioni, ed eventualmente anche per gli altri membri del Consiglio Direttivo, vale la responsabilità personale e diretta per tutte le sanzioni tributarie amministrative, oltre che per le sanzioni penali. Nelle Associazioni riconosciute, ovvero con personalità giuridica, l’autonomia patrimoniale è perfetta in quanto l’ente ha un proprio patrimonio del tutto separato e distinto da quello personale dei singoli associati. Tale status comporta che i creditori della persona giuridica possono agire esclusivamente sul patrimonio dell’ente e non possono mai rivalersi, in nessun caso, sul patrimonio dei singoli associati. Con l’entrata in vigore del DPR n. 361/00 è stata rinnovata e semplificata l’intera disciplina del riconoscimento della personalità giuridica. Tale decreto prevede che il riconoscimento delle persone giuridiche private che operano nelle materie attribuite alla competenza delle Regioni e le cui finalità statutarie si esauriscono nell’ambito di una sola Regione, è determinato dall’iscrizione nel registro delle persone giuridiche istituito presso la stessa Regione. Solo nel caso in cui l’attività dell’ente non si esaurisca nell’ambito della Regione, il riconoscimento della personalità giuridica si ottiene mediante l’iscrizione nel Registro delle Persone Giuridiche istituito presso le Prefetture (c.d. “riconoscimento nazionale”). Devono quindi richiedere il riconoscimento della
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Leonardo Ambrosi & Partners Via Caprera, 1 - 37126 - Verona - Tel. 045 8350518 Fax 045 8301408 - info@ambrosiepartners.it
personalità giuridica alla Regione ove hanno sede legale, quelle associazioni, anche sportive, le cui finalità associative si esauriscano per intero in ambito ed a livello regionale.
in tal caso deve essere prodotta una copia autentica del Verbale notarile di ricostituzione dello stesso in forma di atto pubblico registrato, nonché dello Statuto vigente che ne costituisce parte integrante.
La documentazione necessaria per ottenere, da parte della Regione del Veneto, l’iscrizione nel Registro Regionale delle Persone Giuridiche di diritto privato, è la seguente:
3. Relazione, debitamente sottoscritta dal legale rappresentante, sulla situazione patrimoniale e finanziaria, descrittiva anche degli elementi costitutivi il fondo di dotazione dell’Ente, nonché dei mezzi finanziari con i quali si intende provvedere al raggiungimento dei fini istituzionali. Il fondo di dotazione iniziale, che dovrà risultare nell’atto costitutivo, deve essere costituito da un deposito monetario non inferiore a € 15.000,00 di cui € 4.500,00 destinati a costituire il “fondo patrimoniale di garanzia”, indisponibile e vincolato a garanzia dei i terzi che instaurino rapporti con l’Ente. Nel fondo di dotazione iniziale, oltre al deposito monetario, potranno essere conferiti anche beni immobili, beni mobili registrati o beni mobili, titoli e/o azioni, soggetti a valutazione autonoma da parte dell’Amministrazione.
1. Domanda in bollo indirizzata al Presidente della Giunta Regionale del Veneto c/o Direzione Enti Locali, Persone Giuridiche e Controllo Atti (Fondamenta S. Lucia, Cannaregio, 23 - 30121 VENEZIA), sottoscritta dal legale rappresentante dell’Ente, contenente: - l’indicazione, anche sintetica, degli scopi - la sede legale - il Codice Fiscale/Partita IVA; - l’entità del patrimonio iniziale conferito; - l’ambito territoriale di operatività - il recapito per tutte le eventuali e successive comunicazioni; - l’elenco della documentazione allegata all’istanza 2. Una copia autentica dell’atto pubblico registrato di costituzione dell’Ente e del relativo Statuto, in bollo. Nell’ipotesi in cui siano state apportate delle modifiche statutarie, deve essere prodotta anche una copia autentica del Verbale notarile redatto per atto pubblico registrato relativo all’approvazione delle modifiche apportate, con allegato lo Statuto aggiornato. Nell’ipotesi in cui, l’Associazione sia stata costituita con scrittura privata, ai fini del riconoscimento deve ricostituirsi con atto pubblico;
4. Relazione, debitamente sottoscritta dal legale rappresentante, sull’attività che svolgerà l’Ente e, se si tratta di Associazione di fatto già operativa, anche su quella già svolta nel passato. 5. Se si tratta di Associazione di fatto già operativa, l’indicazione del numero dei soci e una copia dei documenti contabili approvati relativi agli ultimi due anni (bilanci consuntivi/preventivi), debitamente sottoscritti dal legale rappresentante e accompagnati dalla relazione dell’Organo di Revisione Contabile, se previsto. 6. Se già nominati e non indicati con la rispettiva carica nell’atto pubblico, originale o copia autentica, in carta libera, dei Verbali e/o degli Atti relativi alla nomina e all’attribuzione della carica dei componenti l’Organo di Amministrazione e delle loro eventuali sostituzioni, nonché la dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, da produrre in ogni caso a completamento dei dati contenuti negli atti prodotti. 7. Fotocopia di un documento d’identità del legale rappresentante, in corso di validità. 8. Certificato di iscrizione al Registro C.O.N.I. per le Associazioni Sportive Dilettantistiche.
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ULSS 20 di Susanna Morgante
Bambini sani con Affy Fiutapericolo Un progetto di prevenzione degli incidenti domestici nei bambini da 3 a 6 anni, una fascia di popolazione ad alto rischio per gli incidenti domestici, visto che trascorrono molto tempo in casa Gli infortuni accidentali rappresentano un problema di salute molto rilevante; nei bambini e negli adolescenti rappresentano addirittura la prima causa di morte e possono anche causare disabilità gravi, mentre il 20% dei ricoveri in età pediatrica è dovuto ad un incidente domestico - cadute, ustioni, soffocamenti e così via. In particolare i bambini nei primi anni di vita rappresentano una fascia di popolazione ad alto rischio per gli incidenti domestici, perché trascorrono molto tempo in casa e, nel loro sviluppo, acquisiscono abilità motorie prima di avere la capacità di riconoscere ed anticipare eventuali situazioni di rischio e pericolo. In realtà la maggior parte degli incidenti domestici nei bambini sarebbe prevedibile ed evitabile mediante l’adozione di comportamenti e di misure di sicurezza adeguate da parte di genitori, famigliari, educatori. Spesso però, quando si parla di sicurezza dei bambini, il primo pensiero che viene in mente è riferito alla “protezione”, quindi alla sorveglianza e all’eliminazione dall’ambiente di tutti i fattori che possono rappresentare un pericolo per i piccoli. Ciò è certamente valido se riferito ai primissimi anni di vita, ma già dalla scuola materna l’idea di tenere i bimbi sotto la classica “campana di vetro” oppure di crescerli a suon di divieti e limitazioni appare non solo utopica, ma addirittura decisamente controproducente. Già nella fascia che va da 3 a 6 anni è importante affrontare il tema dei pericoli in casa insegnando ai bimbi a proteggersi in modo attivo (Box 1) e a riconoscere e gestire gli oggetti e le situazioni a rischio di incidente. In altre parole, è indispensabile il coinvolgimento dei bambini anzichè immaginarli come meri destinatari di informazioni più o meno comprensibili e di divieti che, proprio in quanto tali, sarebbe “interessante” trasgredire.
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Ma comunicare con i piccoli non è sempre facile. è fondamentale porre molta attenzione al modo in cui si propone l’argomento, al tono delle parole, al tipo di messaggio utilizzato, al buon equilibrio tra l’invito a fare attenzione e il “rimprovero positivo” in caso di comportamenti scorretti. Proprio in considerazione di questo la nostra regione ha promosso alcuni progetti (all’interno del Piano Regionale della Prevenzione) per la prevenzione degli incidenti domestici sia con i bambini che con gli anziani, le fasce più a rischio di incidenti. Quello rivolto alla fascia d’età della scuola materna, chiamato “Affy Fiutapericolo”, è coordinato nel Veneto dall’Ulss 18 di Rovigo e anche la ULSS 20 vi ha aderito. Il progetto nasce a livello nazionale, vede impegnate anche altre regioni (Piemonte,Valle d’Aosta, Campania e Sicilia) ed è promosso localmente dal Servizio di Promozione ed Educazione alla Salute nelle scuole materne dell’ULSS 20. Affy è stato realizzato in collaborazione con il Servizio Igiene e Sanità Pubblica dell’ULSS 22, l’Ufficio Educazione Fisica e Sportiva dell’Ufficio Scolastico Provinciale e il Servizio Scuole dell’Infanzia del Comune di Verona. Oltre 100 insegnanti di 35 scuole hanno
aderito nel primo anno di attività; nel secondo anno (2012-13) il progetto si è esteso ad altre scuole con un coinvolgimento maggiore dei genitori e un’attenzione particolare anche ai genitori stranieri (con interventi formativi supportati da mediatrici culturali del servizio di mediazione linguistica e culturale dell’ULSS 20). Il progetto utilizza un supporto pensato e realizzato per facilitare l’educazione alla sicurezza domestica dei bambini tra i 3 e i 6 anni di età: la “valigia di Affy Fiutapericolo” (Box 2). Agli insegnanti, nel corso di un incontro formativo iniziale, vengono presentati alcuni dati sugli incidenti domestici nei bambini, i tipi di incidenti più frequenti a cui vanno incontro secondo il loro sviluppo motorio e infine i diversi interventi preventivi oltre che le varie attività ludiche e i materiali contenuti nella valigetta. Per aderire al progetto le scuole materne possono contattare il Servizio di Promozione ed Educazione alla Salute dell’ULSS 20, al numero 045 8075964. Affy Fiutapericolo è anche sul web alla pagina http://affyfiutapericolo. eclectica.it/, uno spazio dove trovare informazioni più approfondite sul progetto, visionare tutto il materiale e leggere le riflessioni scaturite dalla sperimentazione della valigia didattica.
INFO Dott.ssa Susanna Morgante - Servizio Promozione Salute ULSS 20 Tel. 045 8076034 - mail lvalenari@ulss20.verona.it prevenzione.ulss20. verona.it/att_motoria.html
La valigia di Affy Il kit è un semplice strumento ludico pensato per essere utilizzato con gruppi di bambini e bambine in età prescolare (3-6 anni). È costruito per aumentare la loro consapevolezza sulle conseguenze spiacevoli che possono verificarsi in determinate circostanze e propone azioni preventive degli incidenti domestici, con giochi mediante i quali i bambini e le bambine sono stimolati a sperimentare strategie e soluzioni per imparare a muoversi con destrezza in eventuali situazioni di pericolo che possono incontrare nell’esplorare il loro piccolo mondo. Si tratta in pratica di un supporto didattico a forma di valigetta, contenente: - una fiaba che presenta, attraverso otto
episodi, le avventure di Carlotta, Luigi e del cagnolino Affy; di capitolo in capitolo i personaggi si troveranno a vivere situazioni intriganti e divertenti, in una normale giornata trascorsa a casa, tra giochi, pasti e piccoli compiti: ogni volta che si fa cenno a un pericolo, ecco Affy a segnalare il fatto, con un colore diverso a seconda del tipo di incidente cui si fa riferimento; - un insieme di materiali (posters, stickers, mazzi di tessere colorate ed altro) con cui è possibile fare dei giochi di tipo linguistico, motorio ed espressivo adatti alla presentazione di diversi pericoli e comportamenti a rischio; - letture di approfondimento per maestre e genitori. Il set di materiali è utile anche
per raggiungere obiettivi educativi di complessità crescente, quali l’apprendimento del linguaggio, l’acquisizione di regole e la gestione di situazioni complesse. Insegnare la sicurezza ai bambini da 0 a 6 anni. La sicurezza, nei bambini come negli adulti, è una dimensione più ”interna” che esterna; passa cioè attraverso il livello cognitivo, emotivo e motorio. Include il rispetto per se stessi e per gli altri e la capacità di comprendere e accettare regole da applicare in modo diverso in rapporto al contesto. È necessario quindi, per prevenire gli incidenti domestici, un approccio di tipo educativo/formativo oltre a quello strettamente rivolto all’ambiente in cui vive il bambino.
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TUTELA DEI MINORI di Francesco Mendini
L’Assicurazione sportiva obbligatoria Quando si viene presi dalla passione per uno sport la possibilità di un infortunio è l’ultima preoccupazione. Ma forse è meglio saperne un po’ di più... Quando ci si iscrive ad una squadra dilettantistica associata ad una federazione sportiva (ad esempio FIDAL, FISI, FIGC, FIV, FIP, FIN) oppure ad un ente di promozione sportiva (come il CSI), si è automaticamente assicurati. Infatti la legge n. 289/2002 stabilisce l’obbligo di assicurazione per gli sportivi dilettanti. Un successivo decreto ministeriale del 16.4.2008 ha sancito l’obbligo per le federazioni e gli enti di promozione sportiva di assicurare i propri tesserati. Così qualsiasi atleta è assicurato per gli infortuni che possono occorrergli nell’esecuzione dell’esercizio sportivo: sia in gara che in allenamento. Secondo il decreto sono indennizzabili gli infortuni che causino la morte o l’invalidità permanente dello sportivo. Sembrerebbero canoni molto stringenti, mentre in realtà sono risarcibili infortuni piuttosto comuni. Nelle tabelle allegate al decreto sono menzionate, per esempio, la frattura della clavicola, delle dita della mano o la lussazione del gomito. Naturalmente l’infortunio deve essere indipendente da condizioni fisiche o patologiche diverse. Per quanto riguarda gli infortuni in allenamento, va precisato che sono coperti solo gli allenamenti “previsti, disposti, autorizzati o controllati dall’organizzazione sportiva”: la partitella al campo giochi non vale come allenamento! Cosa interessante è che la garanzia è estesa ai trasferimenti con qualsiasi mezzo verso i luoghi dove si esercita l’attività sportiva. Esiste quindi una tutela piuttosto importante, che spesso nemmeno si conosce e che invece va tenuta presente. Recentemente la Corte di Cassazione (sent. n. 6268/12) ha avuto modo di pronunciarsi sul caso di un giocatore di Basket che chiedeva di essere
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GIOCARE CON UNA SOCIETà FA BENE ANCHE QUANDO CI SI FA DEL MALE L’atleta è assicurato per gli infortuni che possono occorrergli sia in gara che in allenamento. E pure durante i trasferimenti
risarcito per quattro infortuni alla caviglia occorsi in successione l’uno all’altro. L’assicurazione aveva risarcito solo il primo, ritenendo gli altri uno strascico del precedente. Il giocatore, in sostanza, non sarebbe perfettamente guarito prima di tornare a giocare e da tale comportamento sarebbero derivati gli ulteriori infortuni. La Cassazione ha dato ragione all’assicurazione: è giusto chiedere il dovuto risarcimento, ma è meglio non calcare la mano!