SD+ magazine 37/2015

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ANNO 7 - N. 37 - SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 - Periodico - Copia gratuita - Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807 / 2008

ANNO 7 - N. 37

si parla anche di

TAMBURELLO TRIATHLON PODISMO CICLISMO SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 COPIA GRATUITA Partner ufficiale


“ Il 60% del tuo corpo è composto di acqua. Sprecheresti mai un bicchiere di te? ” 1

Acque Veronesi, in questo periodo di siccità e di caldo straordinario, si rivolge a te e al tuo senso civico per evitare sprechi e usi impropri della risorsa idrica. Limita l’impiego dell’acqua a scopi alimentari, sanitari e nel rispetto delle ordinanze, se previste, dal tuo Comune.

Tante piccole gocce possono fare una grande differenza. Piccole attenzioni possono ridurre notevolmente gli sprechi. Tu cosa puoi fare? Innaffiare le piante di sera: dopo il tramonto l’acqua evapora più lentamente Lavare le verdure lasciandole a mollo e non con acqua corrente riutilizzandola per annaffiare orto, fiori e piante (fa risparmiare 4500 litri d’acqua all’anno) Fare la doccia al posto di un bagno (fa risparmiare 100 litri di acqua ogni volta) Usare la lavatrice e la lavastoviglie solo quando sono a pieno carico Tenere aperti i rubinetti in bagno e in cucina solo per il tempo necessario Applicare un riduttore di flusso ai rubinetti di casa (fa risparmiare il 50% d’acqua)

[1] Società Italiana di Medicina Generale, Consensus Document “Idratazione per il benessere dell’organismo”.


SOMMARIO

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INTERVISTA

TRIATHLON

Editoriale Settembre...andiamo! Il corner di Tommasi Vincolo d’amore Diocesi di Verona Campusport 2015 esperienza indimenticabile Coni Verona A Sant’Anna D’Alfaedo si fa il Multisport! Comune di Verona Verona, un nuovo assessore per rilanciare lo sport Comune di Cavaion A Cavaion sottorete ci sono gli “indiani” Comune di Caldiero Caldiero una fiera per lo sport lo sport per una comunità Comune di Bosco Chiesanuova Bentornata Lessinia Legend! Città di Oppeano Vita nuova per la palestra di Vallese Alimentazione Obesità infantile: sempre più diffusa e sottovalutata Evento DIDACT, progetto innovativo per gli studenti veronesi Intervista Roberto Dalla Vecchia forever nine! Pallacanestro Cestistica Verona tutto pronto per una nuova avventura in C Pallacanestro Biddy Basket, spazio a pulcini, scoiattoli e aquilotti! Pallavolo Calzedonia tutto pronto per una stagione in alta quota! Eventi Un volley davvero “green” al Footgolfpark Pallavolo Est Volley e i giovani: connubio vincente! Scherma Estate di successi e novità per VeronaScherma Triathlon Il triathlon uno sport “faticosamente” per tutti Podismo Correre a Verona a Settembre-Ottobre Podismo Un giro del Lago di Garda? Certo, però...a piedi!

LEGENDA

Redazione / Speciali Istituzioni / Rubriche Eventi / Associazioni / Medicina Uomini di sport

7 8 10 16 18 20 21 22 23 24 28 30 33

Calcio femminile Valpo Femminile idee chiare per far decollare il calcio in rosa A mano libera Lo sport disegnato Arrampicata Leonardo Sandrin uno Speedbronzo... mondiale! Tamburello Cavaion Monte Peroni schiacciasassi tricolore! Preparazione atletica Preatletismo, aspetto chiave per la prestazione sportiva Kendo Serena Ricciuti da Tokyo con furore! Polisportiva GS Guarino una tradizione dal 1970 Softball Bussolengo Softball sul tetto d’Europa Ciclismo Il ciclismo veronese strizza l’occhio ai più giovani Sicurezza stradale Incidenti stradali: meno decessi ma Verona deve fare di più! Sicurezza Acquisto defibrillatori in arrivo contributi dall’AOUI OPES VERONA OPES porta lo sport a scuola!

44 52 56 58 60 64 66 68 70 72 74 76 78

34 36 38 40 42 44 48 50

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CALCIO FEMMINILE

Donne di sport Sport individuali / Montagna / Outdoor Sport di squadra Sport invernali / Volo

Sport acquatici Sport paralimpici Motori Servizi speciali


ALOE VERA PG PURO SUCCO DI ALOE GEL

PANCIA PIATTA

PER FAVORIRE IL SOSTEGNO METABOLICO


SD+ 37.2015

In questo numero scendono in campo COMUNE DI BARDOLINO

COMUNE DI BOSCOCHIESANUOVA

COMUNE DI CALDIERO

COMUNE DI CASTEL D’AZZANO

COMUNE DI CASTELNUOVO D/G

COMUNE DI CAVAION V.SE

COMUNE DI CEREA

COMUNE DI ISOLA RIZZA

COMUNE DI MONTECCHIA DI CROSARA

CITTÀ DI OPPEANO

COMUNE DI PESCHIERA DEL GARDA

COMUNE DI POVEGLIANO V.SE

COMUNE DI VERONELLA

COMUNE DI VILLAFRANCA

COMUNE DI ZEVIO

COMUNE DI ZIMELLA

COMUNE DI LAZISE

COMUNE DI LEGNAGO

COMUNE DI MARANO DI VALPOLICELLA

COMUNE DI MINERBE

COMUNE DI ISOLA DELLA SCALA

CITTÀ DI RONCO ALL’ADIGE

COMUNE DI ROVERCHIARA

COMUNE DI SANGUINETTO

COMUNE DI S. GIOVANNI LUPATOTO

COMUNE DI SAN MARTINO B/A

Anno 7 - Numero 37 SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807/2008 Direttore responsabile Alberto Cristani Caporedattore Andrea Etrari In Redazione Marina Soave, Federico Vaccari, Bruno Mostaffi, Don Andrea Giacomelli, Damiano Tommasi, Alessio Faccincani, Gian Paolo Zaffani, Alessia Bottone, Bernardo Calasanzio Borsellino Contatti redazione@sportdipiu.com www.sportdipiu.com

Progetto grafico Nexidia Srl 37139 Verona Loc. Basson Via Gardesane 212 Stampa e distribuzione Mediaprint Srl Sede operativa di San Giovanni Lupatoto Via Brenta, 7 - 37057 Verona Tel. 345 5665706 redazione@sportdipiu.com Pubblicità e spedizioni Mediaprint Srl Sede operativa di San Giovanni Lupatoto Via Brenta, 7 - 37057 Verona Tel. 345 5665706 info@sportdipiu.com

COMUNE DI SOAVE

Hanno collaborato per questo numero Marina Soave, Bruno Mostaffi, Don Andrea Giacomelli, Damiano Tommasi, Alessio Faccincani, Luisa Crestani, Gian Paolo Zaffani, Andrea Lunardi, Alessia Bottone, Bernardo Calasanzio Borsellino, Raffaella Sgalambro, Corrado Pasotto, Federica Villio, Giovanna Tondini, Lorenzo Osti, Andrea Scamperle, Alessandro Boggian, numero Monica Candeloro, Francesco Pigozzo, Uffici stampa comuni di : Cavaion, Caldiero, Bosco Chiesanuova, Oppeano Foto: Archivio SportDi+, Archivio Nexidia Srl, Ufficio Stampa Comune di San Giovanni Lupatoto, Ufficio Stampa Bluvolley, BPE agenzia fotografica, Coni Verona,

Archivio comuni di : Cavaion, Caldiero, Bosco Chiesanuova, Oppeano, Fotolia, A.S. Cestistica Verona, Footgolfpark San Martino B.A., Est Volley Club, FITRI Verona, Corrado Pasotto, Archivio Polizia Stradale Verona Foto copertina BPE agenzia fotografica

Stampata su carta ecologica 100% riciclata con inchiostri a base vegetale prodotta senza uso di cloro


BCC

Valpolicella Benaco BANCA

Radici diverse... valori comuni Sant’Anna d’Alfaedo

Caprino Veronese Costermano Garda

Marano di Valpolicella

Albarè

Bardolino

Valgatara Sant’Ambrogio di Valpolicella

Negrar

S. Pietro in Cariano Arbizzano Pescantina

Colà Sandrà Verona


EDITORIALE

Settembre... andiamo! “Settembre andiamo è tempo di migrare…”. Così Gabriele D’Annunzio inizia la sua celebre “I Pastori”, poesia che con i suoi versi rappresenta al meglio il ritorno alla normalità, quel momento in cui si da l’arrivederci alla spensierata e rilassante estate per ritornare a immergersi nella produttiva e frenetica routine autunnale. “Migrano” infatti gli studenti sui banchi di scuola, carichi di malinconia per le vacanze che se ne vanno ma anche di buoni propositi per il nuovo anno scolastico che inizia. La scuola italiana non sta vivendo un bel periodo, non è una novità. Precarietà, inadeguatezza strutturale, carenza di fondi, incertezza sul futuro. Il panorama non è dei migliori ma non pensiamo solo negativo, cerchiamo di andare oltre. Puntiamo quindi sui nostri ragazzi, che hanno tanta buona volontà, ottimismo da vendere e grandissime potenzialità. Ascoltiamoli di più e diamo loro gli strumenti per crescere come studenti ma soprattutto come uomini-donne e cittadini. Sono loro la nostra priorità, non dimentichiamolo mai! Altra categoria che “migra” (magari con meno pensieri e problemi degli studenti…) è quella degli sportivi che dopo aver sudato e sostenuto sedute di allenamento estivo, sono pronti a rituffarsi nei loro campionati. Calcio, pallacanestro, pallavolo, rugby… Insomma a settembre si torna a giocare per la vittoria e per la amata-odiata classifica. A dire il vero c’è stato chi - mentre gli altri si riposavano sotto l’ombrellone – ha giocato e combattuto per obiettivi “top” come il Cavaion Monte Peroni, nel tamburello di serie A, e il Softball Bussolengo. I primi si sono aggiudicati il 16 agosto lo scudetto 2015, battendo in finale con il risultato di 13-1 la sorpresa Medole. Per i ragazzi allenati da mister Facchetti si tratta del secondo scudetto consecutivo, dopo quello l’anno scorso. Difficile trovare pecche e punti deboli in questa squadra che, ricordiamo, ha perso una sola partita in tutta la stagione (13-7) proprio contro il Medole. Le ragazze dello Specchiasol Bussolengo Softball si sono invece aggiudicate lo scorso 24 agosto, a Praga, la Premiere Cup (Coppa Campioni) battendo in finale il Rhibo La Loggia per 1-0 al termine di una partita veramente equilibrata. Per il Bussolengo si tratta della prima Coppa dei Campioni della sua storia. Uno sport veronese, quindi, che anche in un momento di relax come l’estate, è riuscito a regalare soddisfazioni e risultati di prestigio.

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Attendiamo ora con impazienza l’inizio degli altri campionati anche se, a dire il vero, la serie A di calcio ci sta già regalando emozioni e sorprese. L’Hellas, nonostante qualche passaggio a vuoto, sembra avere anche quest’anno una squadra all’altezza e competitiva per centrare la salvezza. Chi invece sta letteralmente sbalordendo è il Chievo che, grazie a una partenza “a bomba”, si è piazzata nelle zone alte della classifica. Per i ragazzi di mister Maran senza dubbio un inizio di campionato da 10 e lode. Insomma, le premesse per assistere a una stagione sportiva veronese 2015-2016 ad alti livelli ci sono tutte. Non ci resta che “migrare” anche noi sui campi, nelle palestre, nelle piscine e nelle scuole e tifare per lo sport. Ci sarà sicuramente divertirsi… Alberto Cristani a.cristani@sportdipiu.com


Vincolo d’amore Calcio femminile e vincolo sportivo sappiamo da tempo come sia un binomio pericoloso per lo sport e la passione di tante ragazze. Questa volta l’intreccio ha i risvolti veri di passione e amore. È successo nel campionato di serie C regionale, la nostra terza serie, dove gli unici riflettori sono quelli che al campo accompagnano le ragazze nelle serate d’allenamento. Succede tutto a metà stagione dove Federica (nome di fantasia) 23 anni da compiere, centrocampista di movimento, si fidanza in modo serio. Non è una storia qualunque ma può succedere nello sport e i villaggi olimpici ne potrebbero raccontare molte di favole di questo tenore. Lui, infatti, è Nicola (nome di fantasia) 32 anni, da un pò di anni ha deciso di sedersi su una panchina di calcio provando ad allenare nell’universo femminile. Centrocampista-allenatore è una storia che sembra non creare problemi al gruppo. Ciò che crea problema sono, invece, i risultati della squadra. Neanche nella C regionale femminile si resiste alla tentazione di esonerare il mister e prima della fine della stagione si cambia. Arriva il nuovo mister ma l’amore fuori dal campo tra Federica e Nicola continua. Nuova stagione e il nodo vincolo sportivo diventa un cappio. Federica vorrebbe cambiare squadra e seguire Nicola fresco di nuovo ingaggio. Purtroppo la firma fatta ancora minorenne la lega alla società più di quanto sia legata al nuovo amore e il trasferimento le viene rifiutato. A poche settimane dall’inizio della nuova stagione Federica sta già pensando di stare ferma, di non giocare a calcio finché avrà 25 anni e arriverà il momento in cui potrà tornare sportivamente libera. Nel frattempo seguirà dagli spalti Nicola e magari giocherà presso qualche ente di promozione sportiva, giusto per tenersi allenata. Come Associazione Italiana Calciatori abbiamo attivato un numero verde l’ 800 684 400 per poter raccogliere il più alto numero di storie, di passioni monetizzate, di cecità sportiva di parecchi dirigenti, di attività sportive finite sul nascere. Non so quanto dovremmo ancora lottare per veder liberare i/le tanti/e calciatori/trici che scoprono sulla loro pelle che il calcio dilettantistico non per tutti è una vera passione. .

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DIOCESI DI VERONA

Campusport 2015 esperienza indimenticabile Il Campusport che si è svolto dal 12 al 19 luglio scorsi a Cisano di Bardolino è nato come progetto di educazione allo Sport e alla Vita. Lo scopo perseguito è stato di stimolare l’esperienza sportiva e culturale come opportunità di relazione per le persone e il territorio; vedere nello sport una opportunità educativa con esperienze ideate per sperimentare e riflettere pratiche e culture sportive anche nella loro valenza antropologica e spirituale. Promosso attraverso un team di educatori della Associazione Plurigarda InConTra, del Coni Verona e realizzato in Collaborazione con Ufficio Pastorale diocesano dello Sport, la Parrocchia di Cisano, il Centro nautico di Bardolino, la Lega navale di Garda, lo Yacht club Vela Verona, l’Atletica Baldo-Garda di Caprino V.se, l’Amia Verona, la rivista Sportdi+, Gestioni Benacensi S.p.A., Gardacqua, Associazione tiro con arco e arti marziali. Hanno collaborato nella progettazione: Stefano Gnesato, Raffaella Sgalambro, Paola Ottolini, Elisa Martinelli, Andrea Giacomelli, Flavio Casagrande, Alberto Cristani, Matteo Zardini (istruttore staff tecnico del Coni Verona) Anna Zampieri e Greta Casagrande (animatrici) oltre a genitori e volontari in cucina. Lo sport è una pratica diffusa e presente nella quotidianità, ma che può essere qualificata nella riflessione; migliorata nella consapevolezza dei significati e dei valori di vita che essa include o che allude. Educare con lo sport è: motivare e qualificare le diverse esperienze personali; riflettere

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su significati, valori, motivazioni, azioni ed emozioni vissuti evocati dalla pratica sportiva; scoprire e accogliere anche nuovi stili e atteggiamenti possibili per lo sport e per la vita, nella luce della rivelazione cristiana e della riflessione socio-pedagogica per una educazione “integrale” e “aperta” della persona; Ogni giornata ha previsto una tipologia di sport da esplorare e da vivere con guide tecniche e testimoni delle differenti discipline e con la presenza di animatori che hanno favorito il coinvolgimento nello sport e nelle attività comuni. Hanno partecipato all’esperienza: Matilde Scavino, Linda Della Giustina, Francesca Bordato, Alice Leone, Ester Finato, Ilaria Viviani, Eleonora Rosina, Bryan Salituri, Luca Ferrara, Simone Bertasi, Ariele Vesentini, Aurora Rossi, Rebecca Montrone, Emanuele Zampieri, Davide Amistadi, Cecilia Amistadi, Alessandra Benolli. Le attività sportive che abbiamo provato durante il campo ci hanno fatto riflettere sulle situazioni più complicate della vita ,come affrontarle e gestirle al meglio. Abbiamo capito che durante il nostro percorso quotidiano di crescita lo sport ci può aiutare più di quanto crediamo: in modo particolare a “saper accettare le sconfitte, imparare a credere di più in se stessi, essere consapevoli dell’importanza della collaborazione e saper creare un rapporto di fiducia con i propri compagni di squadra, non arrendersi mai alle prime difficoltà e andare avanti affrontando le situazioni con spirito di sacrificio e passione per l’attività che si sta svolgendo “. Da questa esperienza, da ripetere e consigliare

ai nostri coetanei, abbiamo acquisito tanti insegnamenti che ci saranno sicuramente di grande aiuto per la nostra crescita. Don Andrea Giacomelli


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(foto: CampuSport 2015)

LEGENDA FOTO (IN ORDINE A PARTIRE DA IN ALTO A SINISTRA) 1) Valigie=cominciare: un’esperienza nasce dalla voglia di viverla e dalla curiosità alimentata dalla fiducia in una proposta buona sponsorizzata da persone amiche 2) Cerchio: nel cerchio fatto di persone ciascuno è con tutti e tutti sono con ciascuno 3) Gruppo: fare insieme è scoprire la vitalità ancora nascosta di ciascuno e oltrepassare le piccole barriere personali correndo con altri 4) Cibo: condividere i pasti è il desiderio di stare insieme nella semplicità 5) Con i più grandi: consegnare fiducia e lasciarsi guidare per imparare 6) Campo di gara: partecipare è mettere in corsa la propria vita 7) Ascoltare: riavvolgere il nastro e riflettere movimenti e gesti per migliorarsi 8) Palla ovale: gli strumenti del gioco sono sfida e possibilità 9) Palla sopra la rete: forza e leggerezza in conflitto e complicità con la gravità(natura) 10) Beach volley: anche se scotta contano i piedi per terra e uno sguardo alto verso il cielo 11) Palleggio con le mani: serve concentrazione e attenzione anche per i gesti più semplici 12) Sottocanestro: vi sono talvolta pochi secondi e pochissimo spazio per anticipare nella mente movimenti e strategie. 13) Tiro a canestro: è il termine di un’azione corale. Hai preso la responsabilità di tirare anche i tuoi compagni stanno “spingendo” la palla a canestro 14) Vortex: ogni sport è anche una raccolta di parole speciali. Ogni sport ha il suo linguaggio per esperti. 15) Partenza: quando inizia una prova c’è bisogno di: percepire se stessi, appoggiarsi su basi solide provate, raccogliere le energie, cercare la spinta interiore. 16) Salto ostacoli e disco: con rincorsa e giusto passo anche gli ostacoli si possono superare. C’è tanta energia dentro da liberare e con il mio corpo che danza posso lanciare lontano. 17) Lancio del disco: ripetere con coraggio un gesto imparato. Stupirsi di potercela fare. Sentire la voglia di provare ancora. 18) Salto in alto: si può rischiare senza paura in un ambiente amico 19) Kendo: il controllo della forza è una sapienza vincente. 20) Arti marziali: gesti controllati ed eleganti in ce3rti sport i corpi diventano quadri 21) Maestro: fascino e stile sono di casa quando c’è dietro passione 22) Tiro a segno: la vita ha bisogno di mete verso le quali convergere energie e investimenti 23) Preparazione: per centrare il bersaglio servono anche strumenti adeguati, tanta preparazione e aiuto esperto. 24) Tensione dell’arco: non è sempre subito facile … 25) Pontile sul lago: camminare e osservare. Non è mai finito il bisogno di allargare lo sguardo: lontano e … vicino. 26) Cammino lungolago: camminiamo insieme sullo stesso sentiero con passi simili e differenti, accompagnati, vicini, distanziati. Aspettandoci poi.. 27) Tavola: ...per condividere 28) Piscine: l’acqua è elemento primordiale fonte e rigeneratrice di vita 29) Cornice: possiamo anche stupirci di ciò che siamo e abbiamo 30) Canoa: è saggio chiedersi se ce la faremo. Lo è meno farsi dominare basandosi solo sulle apparenze 31) Vela: anche per la vita c’è bisogno di buon vento sulle vele 32) Barca: … e la vicinanza di esperti marinai 33) Volti: è lo sport che ci cambia o siamo noi a trasformare lo sport? 34) Volti sorridenti: siamo noi a far bella l’amicizia! 35) Due Canoe: c’è né di più di quello che pensi che stanno provando .. 36) Canoa: tirare i remi in barca non è sempre una cattiva idea 37) Tuffi dalla barca: con la testa sul collo si può anche esagerare 38) Foto di gruppo: ringraziare è una cosa da “grandi”

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LE FOTO E I COMMENTI DI - ARIELE VESENTINI - AURORA ROSSI - ELEONORA ROSINA - REBECCA MONTRONE LI POTERE VEDERE AL SEGUENTE LINK: WWW.SPORTDIPIU.NET/ CAMPUSPORT-2015


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(foto: Coni Verona)

A Sant’Anna D’Alfaedo si fa il Multisport! La didattica e la metodologia parte dai bisogni dei ragazzi, dalla loro necessità di conoscenza, divertimento e relazioni e non dalle necessità degli allenatori di “allevare” piccoli campioni Il progetto Multisport, nato dall’idea e dalla passione del Coordinatore Tecnico, prof.ssa Raffaella Sgalambro, e dallo Staff Tecnico Coni Verona, intende attuare la piena realizzazione del valore dello sport. È rivolto alla crescita e formazione dei ragazzi sia come persone che come atleti e pone le sue basi e i suoi principi su alcuni concetti chiave che come Coni Verona, in stretta collaborazione con la Scuola Regionale dello Sport del Veneto, cerchiamo di diffondere. L’obiettivo qualificante è quello di avvicinare i bambini, nella fascia di età dai 4 ai 7 anni, ad un concetto di attività basato sull’ acquisizione di abilità motorie in direzione multilaterale allo scopo di ampliare il più possibile la gamma di esperienze sportive. Le attività proposte sono diversificate ma accomunate da una didattica e metodologia che mira a creare quell’ alfabeto motorio non specifico ma variegato, che permetterà poi di avvicinarsi ad una determinata disciplina sportiva potendo, per altro, attingere ad un vocabolario di conoscenze motorie molto ampio . I tecnici del Coni Verona impegnati in corsi di formazione e aggiornamento costante in collaborazione con la Scuola Regionale dello Sport del Veneto, hanno cercato di realizzare concretamente le cognizioni teoriche enunciate da docenti qualificati, traducendo in pratica il frutto di studi e ricerche sempre più avanzate

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e coerenti nell’ ambito della ricerca sportiva. Il progetto, ormai consolidato, ha i suoi cardini di validità: - nella presenza di istruttori qualificati, laureati in Scienze Motorie e Tecnici di Federazione , sempre attenti e pronti alla propria formazione e aggiornamento; - nella creazione di una rete di relazioni con le società del territorio, andando oltre quella tendenza a chiudersi dentro la proprio realtà sportiva; - ma soprattutto nella considerazione della centralità dei ragazzi; La didattica e la metodologia parte dai bisogni dei ragazzi, dalla loro necessità di conoscenza, divertimento e relazioni; non dalle necessità degli allenatori di “allevare piccoli campioni “ e perciò, sottoponendo gli stessi spesso ad allenamenti noiosi e non adatti con conseguente abbandono dell’attività sportiva. Un’attività organizzata che permette di appassionare i ragazzi e di portarli a un coinvolgimento che li fa crescere, contribuisce a creare uno stile di vita che considera l’attività motoria e sportiva elemento fondante della formazione personale. Si avvicineranno, i ragazzi, in un secondo momento ad attività specifiche potendo perseguire risultai e obiettivi agonistici ( a tempo debito) e con una corretta formazione sia tecnica ma soprattutto educativa, basata su esperienze di confronto e di competizione leale. Da cinque anni Coni Verona e Unione Sportiva Sant’Anna d’Alfaedo, da settembre a maggio, organizzano il S.Anna Multisport. Oggi il Multisport S.Anna conta più di 50 bambini tra i 5 e gli 11 anni e si articola su due pomeriggi a settimana e con suddi-


CONI

visione in 2 gruppi. Tutta l’attività viene programmata e condivisa attraverso - obiettivi trasversali; - obiettivi tecnici della singola disciplina. Gli obiettivi trasversali sono, in particolare, quelli relazionali e di sviluppo delle competenze umane dei singoli bambini frutto di una normale conseguenza della frequentazione di un ambiente favorevole all’apprendimento. Le attività “curriculari” fisse, svolte a rotazione durante l’anno, sono: Atletica, Basket, Calcio, Pallavolo, Arrampicata sportiva. Sono però stati proposti anche pattinaggio, orienteering, rugby, tiro con l’arco, sci di fondo. Il progetto, non prevedendo competizioni ufficiali, si completa con altre attività quali: - le uscite sportive/didattiche (esempio al Boscopark); - la partecipazione alle giornate multidisciplinari “intercentri” Coni (di Feltre e Mestre); - la partecipazione a Sport Expo; - la partecipazione al Natale dello Sportivo organizzato dal Coni con le Società Professionistiche di Verona e Provincia; - la festa finale in cui i bambini, attraverso giochi specifici, evidenziano le abilità acquisite. Tutte queste iniziative completano il “lavoro” in palestra permettendo ai bambini, e anche agli adulti dove prevista la presenza, di consolidare conoscenze e amicizie o di stringere nuove relazioni con i coetanei al di là dell’ambiente sportivo. “Personalmente - afferma Andrea Zivelonghi, componente Staff Tecnico Coni che segue direttamente il

progetto - sto avendo enormi soddisfazioni dal progetto. Ho visto crescere sotto i miei occhi dei bambini positivi, che prendono lo sport e l’attività motoria come un divertimento e così facendo apprendono con facilità. Li ho visti acquisire una graduale autonomia personale e di pensiero. Ho visto nascere e svilupparsi relazioni tra di loro e con noi istruttori. Ho visto nei loro occhi la soddisfazione per essere riusciti in qualcosa di nuovo o per aver superato il timore di provarci. Dai loro sorrisi ed abbracci capisco ogni volta che la strada intrapresa è quella giusta. La mia speranza è quindi che il progetto si possa espandere in altre realtà della provincia”.

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(foto BPE agenzia fotografica)

Verona, un nuovo assessore per rilanciare lo sport Intervista esclusiva all’Assessore allo sport del Comune di Verona Alberto Bozza che, a pochi mesi dalla sua investitura, ci presenta i prossimi obiettivi e progetti

Innanzitutto Alberto Bozza, che effetto fa essere l’assessore allo sport del comune di Verona, una delle città più sportive d’Italia? Di sicuro un onore ma anche un bell’impegno. A Verona il tessuto sportivo è davvero impressionante per la presenza di moltissime associazioni e società sportive, ma anche per le affermate eccellenze: abbiamo praticamente tutte le discipline sportive! Verona è ai vertici nazionali per presenza di realtà sportive in rapporto agli impianti presenti. Quali sono le priorità che ha dovuto affrontare subito dopo la sua nomina? Da subito ho dovuto fare purtroppo i conti con le ristrettezze economiche che rischiavano di incidere sensibilmente sul budget a disposizione del settore sport. In particolare ne avrebbero fatto le spese le società guida dei campi sportivi da un lato e la Fondazione Bentegodi dall’altro.

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Ma con un grande e attento lavoro siamo riusciti a far sì che per il 2015 non venga tagliato nemmeno un centesimo rispetto al 2014. Un impegno non da poco ma senza dubbio fondamentale. Tante eccellenze, tanti campioni. Ma gli sport “di nicchia” e quello praticato nelle scuole hanno un ruolo determinante per la crescita dei nostri ragazzi. Come il comune di Verona si muove in questo senso? Proponendo progetti e iniziative in collaborazione con società e associazioni sportive finalizzate a educare e promuovere la sana cultura sportiva verso i più giovani, coloro che di fatto dovranno farsi portatori autentici dei nobili valori che lo sport sano rappresenta ovvero il rispetto delle regole, dei ruoli, della persona, dell’avversario pur nella legittima competizione sportiva. Ma anche, non dimentichiamolo, il rispetto del proprio fisico e della propria mente. Un altro valido partner per la promozione sportiva sul territorio è senza dubbi il Coni provinciale. Avete già iniziato a dialogare in tal senso? Certo. Dopo il mio insediamento ho incontrato quasi subito il presidente regionale del Coni Bardelle e il delegato provinciale

Gnesato. C’è stata fin da subito una buona intesa e credo che insieme potremo lavorare bene. La rivista Sportdi+ può, in questo senso, essere uno strumento interessante per l’attività del suo assessorato? Certamente, come lo possono essere tutti i media che si prestano ad aiutare a diffondere un corretto e coordinato messaggio sportivo che aiuti a valorizzare sempre più lo sport veronese. Dobbiamo dare un’immagine di Verona come la capitale dello sport, non solo a livello provinciale. Uno sport che diverte e convince, di un “sistema Verona” che in modo dinamico e intelligente funzione efficientemente. È una bella scommessa mettere tutti intorno ad un unico tavolo, ma con un po’ di pazienza ci si può arrivare. Recentemente si sono trovate grandi intese tra società’ che faticavano a dialogare tra loro: condividendo un’unica strategia per la gestione di importanti impianti si è arrivati ad un ottimo e proficuo compromesso. Quali sono gli obiettivi che si è prefisso da qui alla fine del suo mandato? Innanzitutto sostenere le piccole realtà sportive e progettare insieme a tutti gli operatori del mondo dello sport una sinergia tale


COMUNE DI VERONA

che faccia superare gli inutili campanilismi e gli egoismi che impediscono lo sviluppo di un progetto organico capace di mettere a sistema - con maggior efficientamento - l’offerta sportiva ai nostri cittadini. Quando si rema tutti nella stessa direzione e si va d’accordo tutto diventa più semplice e si raggiungono importanti risultati di squadra, che alla fine sono sempre quelli che danno le maggiori soddisfazioni. Vorrei inoltre programmare una serie di riqualificazioni degli impianti

sportivi in collaborazione, e con la condivisione, delle società che ne usufruiscono. In primis vorrei ridare splendore Palasport che l’anno prossimo celebrerà il suo trentesimo compleanno. Mi piacerebbe poter realizzare anche qualche nuovo impianto sportivo, dal semplice campo da calcio o da tennis - dove si allenano i ragazzini e gli amatori - fino a strutture capaci di ospitare competizioni internazionali di sport che a Verona non hanno ancora trovato una sede importante. Ci stiamo lavorando e

sono moderatamente ottimista. Che rapporto c’è tra Alberto Bozza e lo sport? È stato un’inaspettato “colpo di fulmine” nato grazie alla nomina imprevista del sindaco, che ringrazio per la grande manifestazione di stima che ha riposto nella mia persona e che mi auguro di poter ricambiare con il lavoro e i risultati. Per il bene dei nostri cittadini sportivi e non. Alberto Cristani

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COMUNE DI CAVAION

A Cavaion sottorete ci sono gli “indiani” La speranza per i Redskins è quella di crescere ancora, come numeri e come risultati, rimanendo però fedeli ai valori fondanti e alla sua storia Tutto ebbe inizio nell’estate 1987 quando un torneo estivo su erba infiammò gli animi dei primi “indiani” della pallavolo cavaionese. Si decise di formare una squadra stabile per disputare il primo campionato provinciale (4° fascia maschile CSI). Subito il movimento suscitò interesse e adrenalina tra i protagonisti e le rispettive compagnie. Era l’alternativa al bar che mancava in quegli anni!!! Era più avvincente una partita a pallavolo che una sfida a PACMAN (a cui sarebbero potuto essere destinate le altre sere della settimana). Con le “supporter” si formarono poi le prime squadre femminili: furono già due nella stagione (’88-’89). Il passo successivo e obbligatorio fu il settore giovanile; diede alla società un’impronta di serietà: quello che alcuni di noi avevano avuto l’occasione di fare solo dopo i 20 anni, doveva essere una possibilità anche per i più giovani! Questo portò anche a una crescita del livello tecnico e pian piano arrivarono i risultati e le promozioni. Il movimento divenne sempre più grande ed entrò nel cuore e nella vita di molte persone, che anche dopo aver appeso le scarpe al chiodo continuarono ad essere Redskins, dando il loro contributo nell’organizzare, allenare, arbitrare, andare in trasferta, ecc. Dopo vent’anni il numero dei Pellerossa è cresciuto in modo esponenziale. Oggi vi sono più di duecento tesserati per la società, a cui vanno aggiunte le decine di ragazzi del minivolley e delle “mamme”. I Redskins sono attualmente la seconda società veronese per numero di atleti maschi e tra le priem in ambito femminile. Ed è, soprattutto, una delle poche realtà che continua il suo impegno su entrambi i fronti. È una realtà che abbraccia Cavaion, ma anche una zona molto più vasta che comprende Affi, Pastrengo, con qualche “spunto” verso Bardolino e Costermano. Ed essendo uan delle società più espanse e importanti della zona, è divenuta in pratica l’immagine sportiva di tutta la zona nord della provincia di Verona. Le motivazioni di tutto ciò? Sono molte e varie. La pallavolo è uno sport “sano” nel quale gli atleti non hanno scontro fisico diretto con gli avversari, è confortevole perché si gioca al chiuso, può essere praticato sia dai maschi che dalle femmine, è avvincente per la tipologia del regolamento, può essere praticato fin da età elementare (minivolley), è uno sport molto tecnico, spettacolare e molto divertente. E ancor prima è uno “sport”, ovvero un’occasione con la quale muoversi, conoscere il proprio corpo, mettersi alla prova, formarsi muscolarmente.

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COMUNE CALDIERO

Caldiero, una fiera per lo sport lo sport per una comunità L’Amministrazione comunale di Caldiero fa dello sport un veicolo di aggregazione e di condivisione per tutti i cittadini, partendo dai più giovani Il Comune di Caldiero organizza ogni anno con la Fiera dello sport, una grande vetrina di discipline sportive, tutte da provare gratuitamente. La manifestazione si è svolta alle Terme di Giunione domenica 13 settembre. In occasione di questo evento abbiamo chiesto all’Assessore allo sport Andrea Dal Sasso di illustrarci come si svolge l’attività tra gli sportivi caldieresi. Assessore, innanzitutto come mai la giornata di sport del 13 settembre e perchè alle Terme di Caldiero? L’intenzione è fare conoscere ai ragazzi che non esistono solo, per esempio, calcio, pallavolo e pallacanesto, ma anche altri sport altrettanto belli e appassionanti. Perché alle Terme di Caldiero? Perché è una location ideale per praticare sport e per divertirsi. Questa idea è nata 8 anni fa e devo dire che ogni anno il successo aumenta in modo esponenziale. Una vetrina unica e gratuita per tutti quegli sport meno conosciuti ma senza dubbio importanti e che non hanno nulla da invidiare a quelli più diffusi. Caldiero è un comune “sportivo”? Si Caldiero è un comune molto sportivo. Ci sono associazioni storiche. Senza voler far torto a nessuno mi sento di citare il

Garden Story, gruppo podistico pluri vincitore della Montefortina nella categoria gruppi (numero di iscritti), il Nuoto Giunone, una delle associazione più vecchie sul territorio di Verona est, il Tennis Caldiero riconosciuto per i numero di iscritti che ogni anno produce. Si dice che investire nello sport significa risparmiare in sanità. Come amministrazione comunale condividete questo pensiero? Avete qualche progetto-idea che va verso questa direzione? Condivido pienamente questo pensiero. Investire sulla persona sia nel piano intellettivo che sportivo produce dei benefici collettivi, non a caso ho inventato l’iniziativa, a costo zero denominata “Camminar parlando” dove si unisce il movimento fisico, camminando per le vie del paese e il lato sociale nel stare assieme nel conoscersi, condividendo un ora del proprio tempo con altre persone di qualsiasi ceto siano. Trattando argomenti di interessi pubblici ma anche di normale routine.

sport. Se il governo nazionale ci consentirà si sforare il patto di stabilità avremo la possibilità di completare questa opera in modo tale da accontentare altre realtà sportive presenti sul territorio Sport e scuola: avete in programma - o avete già attivato - situazioni che possano favorire e rafforzare questo importantissimo binomio? Con le scuole medie del paese e grazie alla sensibilità della docente, Dott.sa Sonia Gottin, e di alcuni professori sono nate delle ottime collaborazioni si sul piano sportivo, con corsi di tennis e partecipazioni alle gare podistiche. Ma anche sul piano artistico con il nuovo progetto denominato “Agora degli Artisti” che consiste nel colorare delle pareti in cemento all’interno della piazza del paese, rendendo così un paese più colorato e bello nella speranza che venga acquisito quel senso di appartenenza che al giorno d’oggi manca.

Infrastrutture e impiantisitica sportiva: com’è la situazione a Caldiero? Come amministrazione abbiamo completato la prima parte della cittadella dello

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COMUNE DI BOSCO CHIESANUOVA (foto: www.lessinialegend.it)

Bentornata Lessinia Legend! Location di partenza e arrivo è stato il fantastico centro di Bosco Chiesanuova, paese che ha dato i natali alle “leggende” sportive di Paola Pezzo e dei fratelli Fulvio e Sabina Valbusa È stato un grande ritorno quello della Lessinia Legend, che dopo un anno di assenza dal calendario nazionale, si e’ ripresentata il 26 luglio scorso pù rinnovata che mai e come la sfida piu’ lunga d’Italia. Location di partenza e arrivo è stato il fantastico centro di Bosco Chiesanuova, paese che ha dato i natali alle “leggende” sportive di Paola Pezzo e dei fratelli Fulvio e Sabina Valbusa. Una sfida che presentava due percorsi, uno da 53 chilometri e uno da 125 e oltre 4500 metri di dislivello appunto. E sono stati proprio i 146 finisher di quersto ultimo percorso, dei 600 partecipanti totali, che hanno scritto un’altra indimenticabile pagina di questa leggenda. L’altopiano veronese e le sue valli hanno offerto il terreno ideale per proporre un esaltante mix di salite massacranti e discese tecniche e impegnative. Cio che ne è uscito è stata una vera e propria giornata perfetta, complici anche le favorevoli condizioni meteo e una macchina organizzativa che ha girato alla perfezione, capace di offrire ben 12 ristori, coordinare magistralmente uno stuolo di volontari davvero notevole e proporre servizi all’altezza dei migliori eventi internazionali. Nortevole supporto alla riuscita dell’evento è stato fornito dalle varie associazioni dei comuni toccati dal tracciato: Ala, Erbezzo, Rovere’, Velo Veronese, San Mauro di Saline, Badia Calavena e Selva di Progno. I consensi espressi alla fine dai partecipanti sono stati unanimi con un particolare apprezzamento per il calore ed incitamento dimostrato dal folto pubblico dislocato lungo tutto il tracciato. Per la cronaca i primi hanno impiegato circa 6,30 ore per completare il tracciato da 125km mentre gli ultimi sono arrivato anche dopo 12 ore dal momento dello start. E ora l’attenzione è gia’ verso il 2016 quando la diciannovesima edizione si svolgerà il 26 giugno e saremo sicuri che, dopo un’edizione “top” come quella di quest’anno, la Lessinia sarà letteralmente invasa da bikers di tutta Europa.

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CITTÀ DI OPPEANO

Vita nuova per la palestra di Vallese La Giunta comunale di Oppeano ha approvato il progetto definitivo–esecutivo per la riqualificazione e la ristrutturazione del plesso sportivo di via Della Resurrezione a Vallese, edificio che presenta attualmente alcune carenze e criticità, soprattutto nella zona spogliatoi, causate da umidità e infiltrazioni. Per tale intervento, che ha un costo complessivo di 420.000 euro, il Comune ha ottenuto dall’Istituto per il Credito Sportivo, a seguito di un accordo a livello nazionale, un finanziamento a tasso zero per la ristrutturazione di spazi sportivi. Nel dettaglio il piano finanziario dell’opera prevede un finanziamento per l’importo di 150.000 euro da ammortizzare in 15 anni con abbattimento totale degli interessi; per l’importo eccedente di 270.000 euro l’Amministrazione stipulerà un ulteriore mutuo da ammortizzare in 25 anni. L’attuale progetto di sistemazione darà soluzione definitiva alle problematiche che la struttura presenta da anni, con un intervento radicale di ristrutturazione della palestra. Verranno infatti adeguati il blocco servizi e spogliatoi con la riprogettazione architettonica e la riprogettazione di due blocchi spogliatoi a rotazione che permetteranno nuovi utilizzi polifunzionali. Verranno anche sistemati l’infermeria e il ripostiglio e verrà ritinteggiata internamente la palestra. Nella stessa, oltre al basket e alla pallavolo, si potranno svolgere attività come ginnastica, danza sportiva, arti marziali ma anche attività sociali come la ginnastica per anziani, risveglio muscolare e pilates. Inoltre la palestra, opportunamente gestita con vari orari, potrà essere messa a disposizione dei bambini e ragazzi della scuola materna, elementare e media della frazione. “I recenti sopralluoghi - commenta il Sindaco di Oppeano Pierluigi Giaretta - hanno evidenziato la presenza delle infiltrazioni e con il progetto di ristrutturazione e riqualificazione si vuole dare una risposta definitiva alle richieste dei cittadini e dei molti sportivi che frequentano la struttura. L’obiettivo dell’intervento è garantire agli sportivi locali migliori, dal punto di vista della fruibilità, e pertanto un ambiente funzionale sia per le scuole che per le associazioni sportive locali, indispensabile soprattutto durante i mesi più freddi. Riteniamo infatti che la possibilità per gli alunni e i giovani di svolgere un’attività sportiva durante tutto l’anno sia un’importante occasione di formazione e crescita sociale sicuramente da sostenere e incoraggiare da parte degli amministratori locali”. L’Amministrazione comunale intende espletare la gara d’appalto per i lavori nel mese di settembre, e di far seguire nel giro di breve tempo l’inizio del cantiere, già durante il prossimo autunno.

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ALIMENTAZIONE di Roberto Pigozzo

Obesità infantile: sempre più diffusa e sottovalutata In Italia la quota dei bambini in sovrappeso raggiunge il 20%, mentre è del 4% la quota degli obesi. La fascia di età è quella dai 6 a 13 anni. Sono più soggetti i maschi delle femmine L’obesità infantile è un problema di notevole rilevanza sociale. In Italia colpisce un bambino su quattro, è il risultato di un bilancio energetico positivo protratto nel tempo in pratica si introducono più calorie di quante se ne consumano. Il peso ideale viene calcolato in base al BMI (Body max index) che è il peso in chili diviso per altezza in metri rilevato al quadrato. La crescita ponderale del bambino viene calcolata facendo riferimento alla tabella dei percentili grafici che riuniscono i valori percentuali di peso e altezza dei bambini distinti per sesso ed età.

zare e cenare - aumento del numero dei pasti durante la giornata - aumento dell’uso di bibite analcoliche dolci e gasate

Cause - cattiva alimentazione - ridotta attività fisica - fattori di tipo genetico familiare - ormonali L’iperalimentazione nei primi due anni di vita oltre a causare un aumento di volume della cellula adiposa determina anche un aumento del loro numero. Da adulti si avrà una maggior predisposizione all’obesità. La sedentarietà è un importante fattore di rischio. I bambini sono accompagnati in macchina dai genitori anche per fare pochi metri, prendono l’ascensore anche per un solo piano, passano molte ore davanti al computer e televisione.

Complicanze - apnee notturne - asma - sindrome di Pikwick - tibia vara - torsione della tibia - incremento rischio fratture - incremento ipertensione intracranica - coleilitiasi - epatopatia steatosica - reflusso gastroesofageo - insulino resistenza - diabete tipo 2 - anormalità mestruali - sindrome dell’ovaio policistico - ipertensione - dislipidemia - ipertrofia ventricolare sinistra Spesso questi bambini sono derisi e vittime di scherzi tali da perdere l’autostima. I costi per l’obesità di alcune nazioni come : Australia, Francia, Olanda, USA oscillano tra il 2 e il 7% delle spese totali sanitarie. In Italia la quota dei bambini in sovrappeso raggiunge

Fattori di rischio - aumento dell’uso di trasporto motorizzato - diminuzione dell’attività fisica durante il tempo libero - aumento del tempo davanti alla TV - aumento della quantità degli alimenti grassi ed energetici e relativo aumento della loro pubblicità - aumento dell’uso di ristoranti e fastfood per pran-

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Familiarità Circa il 25% dei bambini sovrappeso ha un genitore obeso sovrappeso, mentre la percentuale dei bambini obesi sale al 34% quanto sono obesi o sovrappeso entrambi i genitori. L’esempio della famiglia è fondamentale non si può parlare di educazione alimentare se i genitori per primi non iniziano una dieta equilibrata.


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ALIMENTAZIONE

il 20%, mentre è del 4% la quota degli obesi. La fascia di età è quella dai 6 a 13 anni e predilige più i maschi delle femmine. La regione con più bambini in sovrappeso è la Campania 36% mentre la Valle d’Aosta è quella che ne ha meno 14,3%. Importante è anche lo status socio economico in particolare il livello di istruzione della madre ed il giudizio sulle riserve socio economiche della famiglia. Nel mondo sono 155 milioni i bambini in età scolare che sono in sovrappeso, 30-45 milioni sono in obesi. Prevenzione - fare tre pasti regolari più uno spuntino - premiare il bambino con frutta o yogurt

- non insistere quando il bambino è sazio - abituare il bambino ai giochi all’aperto e all’attività fisica - rispettare i ritmi sonno/veglia - svuotare la cucina di patatine , merendine, cioccolata, succhi di frutta - fare del pasto un momento di pausa tutti insieme - evitare che il bambino mangi troppo in fretta - preferire i cibi fatti in casa ed eliminare i piatti elaborati - abituare il bambino ad assumere verdure e fibre - ridurre il tempo dedicato a TV e computer ad un’ora al giorno - favorire l’attività sportiva aerobica


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EVENTO di Luisa Crestani

(foto: Didact)

DIDACT, progetto innovativo per gli studenti veronesi Accompagnati da istruttori qualificati e campioni sportivi di varie discipline, i partecipanti avranno modo di approcciarsi a diversi sporte Come mettere a frutto, in modo nuovo e costruttivo, vent’anni di esperienza nell’organizzazione dei camp estivi Magic Summer? Questa è la domanda che si è posto Roberto Dalla Vecchia, indimenticato capitano del basket gialloblu, dopo aver sperimentato personalmente che lo sport, a qualsiasi livello venga praticato, è uno splendido mezzo per raggiungere i ragazzi, dialogare con loro, motivarli e divertirli. In quest’epoca particolare, in cui sembra che l’unico divertimento per i giovani sia lo sballo, nasce DIDACT, un progetto pensato per studenti di scuole superiori, che mette in primo piano i valori dello sport: lealtà, rispetto delle regole, spirito di squadra, benessere fisico... DIDACT propone a tutti ragazzi la stessa possibilità di conoscere e sperimentare, di mettersi in gioco, scoprendo i propri limiti e attitudini. Nel corso dell’anno scolastico DIDACT organizza uscite giornaliere, ricche di stimoli ed emozioni, incentrate su una ricca offerta di esperienze sportive. Accompagnati da istruttori qualificati e campioni sportivi di varie discipline, i partecipanti avranno modo di approcciarsi a diversi sport. La presenza dei campioni esercita fascino e simpatia nel mondo giovanile ed è così che DIDACT si avvicina ai ragazzi in modo salutare e divertente. La Tezenis Scaligera Basket, apprezzando il progetto, ha già aderito all’iniziativa garantendo la presenza dei giocatori della prima squadra. Tra gli sport proposti ci saranno: pattinaggio su ghiaccio, sci, ciaspole, ski roll, arrampicata, nordic walking, orienteering, nuoto, equitazione. DIDACT è anche occasione per scoprire e riscoprire le bellezze della nostra provincia, valorizzando i luoghi, i mestieri, i prodotti della zona. Il progetto inizia in Lessinia e potrà proseguire in altrlocalità della provincia

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G di Verona. DIDACT si pone come un piccolo “valore aggiunto” al compito della Famiglia e della Scuola nell’educazione dei ragazzi a una vita sana. L’organizzazione è attiva nella ricerca di sponsor per ridurre il costo di partecipazione a carico delle famiglie o della scuola. Coni Verona, AMIA, Veronamercato, Banco Popolare Verona hanno già dato la loro adesione mentre SportDi+ magazine sarà media partner ufficiale dell’iniziativa.

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INTERVISTA di Alberto Cristani

(foto https://it.wikipedia.org - Roberto Dalla Vecchia)

Roberto Dalla Vecchia forever nine! 385 partite fra il 1981 ed il 1999, protagonista delle vittorie di Coppa Italia 1991, Supercoppa Italiana 1996 e Coppa Korac 1998. Numeri unici per il vero e unico Gran (in tutti i sensi) capitano gialloblu Intervallo speciale quello della partita TezenisShanghai Sharks del Memorial Vicenzi 2015. La sera del 9 settembre infatti la Scaligera Basket ha ritirato la maglia numero 9 di Roberto Dalla Vecchia. Un riconoscimento unico, mai attribuito a nessun giocatore che ha vestito la gloriosa casacca giallo-

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blu. Una soddisfazione incredibile per un campione ancor oggi apprezzato e stimato da tutti gli sportivi veronesi. Roberto, innanzitutto che cosa si prova ad essere il primo giocatore della Scaligera Basket che “avrà per sempre” il suo numero? Senza dubbio è il maggior riconoscimento che una società possa dare a un suo giocatore. Dopo diciotto anni e mezzo di militanza con la Scaligera è un grande onore poter festeggiare la fine di una carriera di una vita con il ritiro della mia maglia. E il piacere ancora più grande è che sia stato organizzato durante il Memorial “Mario Vicenzi”, a cui ero molto legato.

UN CAPITANO, C’È SOLO UN CAPITANO

Perchè il numero 9? Ci sono state due ragioni per la scelta di questo numero. La prima, più importante, è che il numero 9 apparteneva ad un mio idolo, il giocatore americano Bob Morse, che allora giocava a Varese, e quando, nel 1984, ho potuto scegliere, ho preso questa maglia e me la sono tenuta fino alla fine della mia carriera. La seconda ragione è il mio giorno di nascita, il 9 febbraio.

Al di la dei numeri e delle statistiche, Roberto Dalla Vecchia è amato dai veronesi non solo per quanto che ha fatto sul parquet ma anche per la sua grande disponibilità nel trasmettere ai giovani cestisti la sua esperienza

Come e quando è iniziata la tua avventura in maglia gialloblu? È iniziato tutto... per caso. Come quando, a dodici anni, mi hanno “scoperto” per la mia altezza e ho iniziato a giocare a pallacanestro. Il direttore sportivo di allora, Ferdinando Torresani, è passato da casa mia, a Vicenza, chiedendomi se ero disposto a trasferirmi a Verona e iniziare una nuova avventura in una squadra con più prospettive di carriera, come la Scaligera. In quel momento presi la decisione, e nello stesso giorno feci le valigie e venni a Verona, per restarci. Erano i primi giorni del settembre 1980. La squadra era in serie B e io, sedicenne, ero uno dei giovani promettenti.


Che tipo di giocatore era Dalla Vecchia? Inizialmente il mio ruolo era quello di giocare vicino a canestro, mi dovevo preoccupare di blocchi, rimbalzi e difesa dura. Infatti, per gli avversari, ero uno dei giocatori più duri da affrontare in campo. Uno tosto, non conoscevo l’opzione “tirarsi indietro”. Qualche anno dopo, raggiunta la maturità cestistica, gli allenatori mi hanno dato fiducia anche in attacco e ho cominciato a giocare un po’ più esterno, trovando buone percentuali anche sul tiro dalla distanza. Nacque il pick and roll (schema schema usato nel basket per battere la marcatura a uomo n.d.r.)) con Mike Iuzzolino. A livello caratteriale ero sempre motivato dalla passione per il basket e, nonostante i mille infortuni, anche gravi, alle partite non potevo-volevo mancare. Prova ne è le 385 presenze con la maglia Scaligera. Tante partite, vittorie e sconfitte. Quale partita ricordi con maggior piacere e quale invece vorresti rigiocare per cambiare l’esito finale? Dati gli oltre 18 anni di militanza in gialloblu e le tre coppe vinte, sono di più le partite che ricordo con molto piacere.

A livello personale la partita di play off nel 1995 a Bologna contro la Fortitudo, la miglior gara di sempre, nella quale ho messo a segno il maggior numero di canestri nella mia carriera, 32 punti con ottime percentuali ((9/9 da due, 4/5 da tre, 2/2 ai tiri n.d.r.). La vittoria più emozionante è quella di liberi n.d.r Belgrado, nel 1998, che ha portato la Coppa Korac a Verona. Un’altra partita indimenticanbile è la finale di Coppa Italia giocata a Bologna nel 1991. Noi eravamo in A2, vincemmo contro Milano e portammo a casa la coppa! Una partita che vorrei rigiocare? Senza dubbio la finale di Coppa Europa nel 1997 a Cipro contro il Real Madrid: perdemmo senza mai mostrare il gioco che ci contraddistingueva. Non è mai bello fare nomi, si sa, ma chi metteresti sul podio dei migliori giocatori che hanno giocato con te a Verona? Già, fare nomi non è bello, anche perché sono tutti i giocatori che rendono forte una squadra. In tantissimi anni di carriera qui a Verona ho avuto l’opportunità di giocare con molti compagni forti e i migliori giocatori italiani, che hanno successivamente vestito la maglia della Nazionale. Ogni anno sono stati diversi i protagonistiin gialloblu, a partire da Morandotti, Moretti, Brusamarello per poi passare a Bonora, Galanda e Frosini, che hanno avuto carriere importanti. Nominando poi dei giocatori stranieri, Henri Williams, Iuzzolino, Schoene e Dalipagic.

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INTERVISTA

Anche a livello di coach è una bella lotta fare una classifica. Ce n’è uno con il quale hai avuto un feeling particolarmente? Tutti gli allenatori, dal primo all’ultimo, mi hanno dato qualcosa, facendomi crescere fino a diventare il giocatore che sono stato. Posso dire però che la crescita maggiore, come singolo e come società, è avvenuta in seguito all’arrivo di Lombardi, proseguendo con Bucci, Marcelletti e Mazzon. Senti ancora qualcuno dei tuoi ex compagni? Ho mantenuto degli ottimi rapporti in particolar modo con Hansi Gnad, Alessandro Frosini, Sandro Brusamarello e Russ Schoene. Molti altri, quelli che vivono qui a Verona, li vedo spesso alle partite di basket della Tezenis o in altre occasioni sportive. Dalla Vecchia e la pallacanestro, un amore che è continuato anche a carriera terminata... Una grande passione direi e quando la si ha nel sangue non se ne può fare a meno. Da vent’anni infatti con mia moglie Luisa organizzo Camp estivi per ragazzi e inoltre da un paio di anni ho ripreso ad allenare con entusiasmo due squadre giovanili della Cestistica. Roberto, a chi ti senti di dedicare idealmente il tuo numero 9? Il ritiro della maglia numero 9 lo vorrei dedicare in primis a colui che mi ha fatto innamorare della pallacanestro, e cioè al mio primo allenatore Claudio Corà, ma anche alla splendida città di Verona e a tutti i tifosi che hanno gioito e sofferto con me durante questi 18 bellissimi anni di carriera. Bello davvero...

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DICONO LUI Così Giorgio Boscagin e Giorgio Pedrollo. rispetivamente capitano e responsabile area tecnica della Scaligera Basket, celebrano e ricordano le imprese di Roberto Dalla Vecchia. Giorgio Boscagin: “Ero un ragazzino, erano i miei primi allenamenti al PalaOlimpia con la prima squadra. Dalla Vecchia era non solo il capitano, era la guida di tutti, era quello che in campo ci metteva sempre tanta durezza e impegno, credo anche per dare l’esempio agli altri. All’epoca c’erano americani molto forti, vedi Henry Williams, eppure un giovane com’ero io venivo calamitato soprattutto dal suo di carisma, al di là del suo contributo fra difesa e tiri da tre che spesso spaccavano le partite. Dalla Vecchia è stato il capitano per eccellenza. Lui era il capitano. Punto. Si è guadagnato il rispetto di ogni tifoso, di quelli di Verona ma anche di tutti gli altri. Per il giocatore che è stato e per l’uomo che è”. Giorgio Pedrollo: “Dalla Vecchia resterà per sempre il capitano per eccellenza della Scaligera Basket, una colonna nella storia di questa società. Ci sono stati pochi capitani come lui nel mondo della pallacanestro italiana e ce ne sono pochi anche adesso. Uno, Giorgio Boscagin, per fortuna l’abbiamo noi. Rimarrà una bandiera Dalla Vecchia, il capitano ma anche di più. Mai la società aveva ritirato la maglia di un suo campione, siamo orgogliosi di farlo con un grande giocatore ed un grande uomo come Roberto”.


PALLACANESTRO di Andrea Etrari

(foto: Cestistica Verona)

Cestistica Verona tutto pronto per una nuova avventura in C Al via la nuova stagione per i ragazzi della Cestistica, storica società presieduta da Anna Maria Benedetti, che quest’anno sarà l’unica squadra veronese a giocare nel campionato di serie C Silver Tempo di preparazione e allenamenti per la Cestistica Verona. La società biancorossa riparte nel segno dell’87enne Presidentessa Anna Maria Benedetti, con rinnovato entusiasmo e buoni propositi per la stagione di C Silver 2015-2016. La Cestistica, rimasta l’unica società veronese della categoria dopo gli addii di Villafranca e Bussolengo. Lunedì 31 luglio , agli ordini del nuovo coach Matteo Zappalà (ex Bussolengo) è iniziata la preparazione fisica e atletica in vista della nuova stagione. E a proposito di nuovi arrivi, il direttore sportivo Momo Andreoni, ci presenta le “news entries” biancorosse: “Abbiamo preso due giovani da Bussolengo, già navigati nella categoria come il play Pacione e l’ala Bertani. La ciliegina sulla torta del nostro mercato è rappresentato dall’arrivo di Nicolò Damiani da Villafranca, lungo di categoria superiore che renderà il nostro organico certamente più competitivo”. Gran parte del roster è quello dello scorso anno, comunque: “Sì, abbiamo salutato Perlini e Rizzoli che sono andati a Isola della Scala e i giovani Petronio e Valbusa, mente abbiamo confermato Filippini, Fabbian, Soave, Lugoboni, Ziliani e Brunelli”. La Cestistica inizierà il campionato il weekend del 26/27 settembre e giocherà le partite in casa la domenica alle 18 al Coni in Basso Acquar: “Speriamo - prosegue Andreoni - in un’alternanza con le partite casalinghe della Tezenis, in modo da avere un buon pubblico sul campo amico. Siamo la seconda realtà di Verona e puntiamo a far bene in questa neonata C Silver: l’obiettivo è quello di arrivare più avanti possibile”. Che campionato sarà quello di C SIlver? “Sicuramente un torneo agguerrito - evidenzia Andreoni - con molti giocatori scesi da categorie superiori: Treviso giocherà con la squadra che disputa la DNG,

la neopromossa Trento è temibile e imbottita di giovani tra cui il nostro Edo Bertocchi che giocherà in doppio tesseramento con l’Aquila TN e poi non mancheranno le squadre sorpresa”. Già programmate alcune gare amichevoli nel prossimo mese di settembre: due con San Bonifacio, poi con VIrtus Isola e San Giovanni Lupatoto. In bocca al lupo, “Cesta” e in bocca al lupo agli ex biancorossi che si sono accasati in altre società!

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PALLACANESTRO di Andrea Etrari

(foto: Biddy Basket)

Biddy Basket, spazio a Pulcini, Scoiattoli e Aquilotti! Sotto la supervisione dell’esperto “Pedro” Paiola, i piccoli cestisti imparano l’ABC della pallacanestro e soprattutto cosa significa essere una squadra. Numeri importanti che, visto il trend, sono destinati ad aumentare È iniziata il 15 settembre scorso l’ennesima stagione mini-cestistica del Biddy Basket Scaligero. Lo storico centro minibasket, organizzato e diretto dal decano degli istruttori di minibasket veronesi Gianfranco “Pedro” Paiola, ha avviato quest’anno un nuovo progetto: non più un centro MB affiliato alla Scaligera Basket, ma un polo primario di collaborazione con la principale società di pallacanestro della nostra città. Il Biddy Basket ha superato quota 60 iscritti che si allenano, sotto l’occhio vigile di “Pedro”, nella palestra dell’Istituto “Marconi” in Piazzale Guardini. “Questa nuova proposta - afferma Paiola - ha soddisfatto bambini e genitori. Grazie all’intesa con il centro MB di Marcello Ruffo e Andrea Adami, ci siamo iscritti ai tornei provinciali delle categorie “Pulcini”, “Scoiattoli” e “Aquilotti”. L’entusiasmo ha contagiato tutti e lo si può confermare visitando la pagina facebook del Biddy che ha fatto registrare alla sua apertura più di 500 like!”. E i numeri sono destinati ad aumentare: “Mi auguro - prosegue Paiola - che si possa ancora incrementare il numero di iscritti. A tal proposito, e questo ci lusinga, abbiamo avuto riscontri anche da fuori Verona. Verso la fine della passata stagione abbiamo organizzato un torneo con le realtà vicine di Mantova e Vicenza e poi siamo stati ospiti dell’Aquila Trento con cui abbiamo disputato un’amichevole per poi assistere alla partita di serie A Trento-Brindisi”. “Il nostro - sottolinea “Perdro” - vuole essere un percorso di avviamento alla pallacanestro e di gestione del passaggio dal minibasket al basket. Un completamento che permetta ai nostri minicestisti di arrivare alla conclusione naturale di questo percoso, di cui possa un domani beneficiarne la Scaligera Basket. . Grazie ai genitori ed a persone vicine al Biddy Basket, sono stati installati in palestra due canestri ad hoc per

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i più piccini: “Per questo – conclude Paiola – voglio fare un grosso plauso alle famiglie che continuano a credere nel nosto progetto”.

CON BIDDY GIOCANDO SI IMPARA Lo storico centro svolge un percorso di avviamento alla pallacanestro e di gestione del passaggio dal minibasket (gioco) al basket (sport)


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PALLAVOLO di Gian Paolo Zaffani

(foto: BluVolley Verona - Liborio)

Calzedonia tutto pronto per una stagione in alta quota! Campagna acquisti da 10 e lode per la BluVolley che ha messo a disposizione di coach Giani una rosa molto competitiva sia in Italia che in Europa. Restyling anche a livello grafico con il nuovo logo, sempre piĂš simbolo di veronesitĂ

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Dopo il quinto posto della scorsa stagione, la Calzedonia Verona è pronta a ripartire per un nuovo entusiasmante anno. Alle porte c’è una stagione di SuperLega ma anche la prima esperienza in Europa nella storia del club. Il club gialloblù è sempre più ambizioso, mosso da una grandissima voglia di fare bene e di salire sempre più in alto; per fare questo i cambiamenti in rosa sono arrivati puntuali, di qualità e nei punti cardine della squadra. A fianco del riconfermatissimo staff tecnico guidato da coach Andrea Giani, sono rimasti sei giocatori dalla passata stagione: Zingel, Anzani e Gitto al centro, Sander in banda, Bellei opposto e Pesaresi libero. Su questo nucleo, la società di Piazza Cittadella ha lavorato con particolare attenzione inserendo giocatori di grande caratura. La diagonale palleggiatoreopposto, rappresenta la grande novità della stagione: Baranowicz, dalla Lube, e Starovic, da Latina, sono giocatori in grado di garantire fantasia in regia e punti pesanti. Kovacevic, da Modena, sarà invece lo schiacciatore assieme a Sander per un sestetto titolare che sarà composto anche da Zingel e Anzani al centro e Pesaresi libero. Le altre novità importanti riguardano la panchina: dal belgio è arrivato François Lecat, promettente schiacciatore classe 93 già protagonista in Champions League con il Noliko mentre il ruolo di secondo palleggiatore sarà affidato a Luca Spirito, recentemente impegnato con l’Italia ai mondiali Under 23. C’è poi una novità veronese; dopo l’addio di Federico Centomo, che per tre stagioni ha vestito la maglia della prima squadra gialloblù, è arrivato il momento di una nuova promozione in prima squadra. Dal settore giovanile è arrivato un altro libero, Thomas Frigo, che a soli 18 anni ha la possibilità di assa-

REGINA DI MERCATO La Calzedonia Verona è stata una delle protagoniste del volley mercato. Gli acquisti di Baranowic (foto grande a sinistra), Lecat (foto piccola sin.), Starovic (foto in alto a sin.) e Kovacevic (alto a dx) hanno alzato il senza dubbio il tasso tecnico della squadra

porare la massima serie con la maglia del club della propria città. Si tratta di un innesto che conferma la bontà del progetto del settore giovanile di Calzedonia che anno dopo anno si sviluppa e aumenta i propri numeri e la propria qualità.

Infine un’altra novità della stagione 2014-2015 è senza dubbio il nuovo logo societario. Abbandonata la vecchia scritta “BluVolley Verona”, che rimane in apertura di logo, si passa ora ad un’immagine moderna racchiusa in uno scudo dai colori che simboleggiano la città di Verona: il giallo e il blu. Proprio il nome della città spicca in maniera forte all’interno del logo per una squadra che ha come obiettivo di portare anche il nome della città ai massimi livelli in Italia e in Europa. Al centro campeggia lo stilizzato pallone a spicchi da pallavolo mentre in basso chiude la composizione la bandiera italiana con i colori verde, bianco e rosso. Nell’anno della prima avventura in Europa, infatti, il tricolore entra nel logo ufficiale perché BluVolley Verona rappresenterà anche l’Italia al di fuori dei confini nazionali.

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EVENTO di Bernardo Calasanzio Borsellino

(foto: Footgolpark San martino B.A.)

Un volley davvero “green” al Footgolfpark Al Footgolfpark di San Martino Buon Albergo protagonista il green volley, con un torneo che ha visto partecipare 14 squadre e 60 atleti. Chi ha vinto? Beh, ovvio: il divertimento e il gioco! In principio fu il primo parco in Italia dedicato alla pratica del footgolf, il gioco che fonde le basi del calcio e del golf e che ha ormai sedotto migliaia di “praticanti”, compresi campioni del calibro di Frank de Boer, Ruud Gullit, Roy Makaay, Jose Luis Chilavert, Juan Sebastian Veron e Christian Karembeu. Ora, superata la fase di rodaggio, il Footgolfpark ha potenziato i propri servizi, ampliando l’offerta ad altri sport come il calcio tennis, il Teqball (una sorta di ping-pong/calcio), i bumper ball e il green volley. Proprio quest’ultima disciplina è stata protagonista assoluta sabato 22 agosto, quando al Footgolfpark sono arrivate 14 squadre e 60 atleti per sfidarsi nel primo palio di green volley organizzato in collaborazione con “Tornei di origine pallavolistica garantita”. La formula del torneo era 4 contro 4 con almeno due donne in campo e si sono visti anche volti noti della B1 maschile di volley, con formazioni che sono arrivate anche dalla provincia di Milano. Come tradizione di questa disciplina, il tutto si è trasformato in una festa, in un clima di amicizia e complicità, lontano dai livori di altri sport. Solo qui, infatti, capita spesso che giocatori di A1 vengano a giocare e divertirsi senza atteggiarsi da campioni e senza che come tali vengano trattati: nel green volley si è (davvero) tutti uguali. E allora via ai bivacchi e ai gazebi sparsi sui tre ettari del prato libero del Footgolfpark, dove sono apparse anche piscine gonfiabili e vere e proprie

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aree pic-nic. I giocatori, durante la pausa, si sono dilettati anche nella pratica del footgolf, mostrando buona tecnica di piedi, oltre che di mani. Ad aggiudicarsi la prima edizione di “Footgolfpark In Volley” è stata la squadra “Pia opera ca..i belli”, capitanata da Paolo Circa. A testimoniare la natura davvero familiare e amichevole della disciplina, i vincitori hanno conquistato, oltre alle t-shirt del parco e ad alcuni ingressi gratuiti, un salame artigianale.



PALLAVOLO di Andrea Lunardi

(foto: Est Volley Club)

Est Volley e giovani: connubio vincente! Il Consorzio Est Volley Club - presieduto da Paola Pertile - sta formando anche per quest’anno un team di dirigenti e collaboratori in grado di supportare una stagione che si preannuncia lunga ed impegnativa Consolidata la presidenza ed il management, nuovi collaboratori, genitori e ragazze motivate; programmazione, trasparenza e lealtà nei rapporti umani, sono questi gli ingredienti di un Consorzio Est Volley Club che mai, come quest’anno, risulta essere vincente in tutte le sue scelte. Accordi fatti con società di alto prestigio, come l’Unione Volley Montecchio Maggiore con la serie B2 Sorelle Ramonda (fermata nei play off promozione per salire in B1), e l’Igor Gorgonzola Novara Volley, vice campione d’Italia del campionato nazionale di A1 Femminile e vincitrice della Coppa Italia, suggellano una stagione incredibile per valore ed intensità, qualità e quantità dei risultati ottenuti. Un gruppo di allenatori, di primissimo piano e di grande professionalità che, con l’inserimento dei nuovi arrivati, hanno sapientemente fatto “volare” le atlete ed il Consorzio, con le relative performance. Sotto delle prime squadre, vive tutto un settore giovanile composto da: 1ª Divisione, 2ª Divisione, 3ª Divisione, Under18, due U16, U14, U13, U12 e minivolley (molti arrivati attraverso il Progetto Scuola). Più di 250 partite giocate coinvolgendo circa 200 atleti, migliaia di km per la provincia e regione, tre paesi (Locara, San Bonifacio, Arcole) e due Comuni, una trentina tra dirigenti, arbitri, segnapunti, allenatori, 4 atlete convocate in rappresentativa provinciale (Giada Carli, Rachele Tessari, Giulia Fontana e Miriam Nardi) e una in rappresentativa regionale (Giulia Fontana) che non ha coronato il sogno di partecipare al trofeo delle regioni. Naturalmente non sono mancate le soddisfazioni con quattro squadre alle regionali, in quattro categorie diverse, unica società a raggiungere tale traguardo in provincia di Verona e premiata dalla Fipav di Verona. La nostra bacheca oltre a tale riconoscimento si

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è arricchita anche di altri importanti trofei a testimonianza del buon lavoro svolto da tutto il gruppo guidato da Paola Pertile sapientemente coadiuvata dal Direttore Generale Claudio Brendolan responsabile della parte organizzativa di tutto il Consorzio. L’attività 2014/2015 si è così distribuita: - Un reparto Minivolley, incredibile per determinazione ma soprattutto per quantità - U12 che da “prototipo” si è rivelata una bellissima realtà - U13 terza classificata in provincia e la fase regionale chiusa ai quarti e vice campione post U14. - U14 campione provinciale e la fase regionale chiusa ai quarti e promossa in seconda divisione. - U16 terza classificata in provincia, fase regionale terminata ai gironi, campione provinciale post U16. - U18 vice campione provinciale, fase regionale terminata ai gironi con la rosa che si è distribuita tra serie D e 1ª Divisione - Divisioni che hanno faticato ma di cui non potremmo farne a meno. - Serie D, 5ª classificata a pari merito con Altavilla, dopo essere stata rifondata nella quasi totalità degli elementi e per giunta giovanissima anagraficamente. Con la stagione 2014-2015 il Consorzio ha raggiunto a livello giovanile, l’apice di risultati ma il percorso è partito qualche anno prima con la collaborazione tra Arcole Volley club, Top Volley San Bonifacio e Pallavolo Locara, pazienza e tanta passione poi hanno fatto il resto. La crescita è proseguita con le collaborazioni che hanno dato la possibilità a tutto il nostro movimento, di conoscere e confrontarsi con realtà professionistiche e non, che hanno impreziosito il nostro bagaglio d’esperienza. Mitiche sono state le partite con le giovanile del nostro settore con quelle di Novara, come le loro visite presso le nostre palestre non ultima quella dello scorso 4 giugno con Valeria Alberti che dal primo pomeriggio


quanto riguarda le collaborazioni, saranno valutate attentamente le opportunità con l’obbiettivo di valorizzare al massimo ciò che offre il nostro meraviglioso territorio.

ha incontrato tutte le nostre squadre regalando gadget e qualche consiglio tecnico un po’ a tutte. L’attività di Est Volley Club non si ferma solo nelle quattro mura della palestra ma esce alla conquista del “mondo” perché questo nostro sport ha bisogno di visibilità perciò la società ha messo in piedi uno “stimolante “ Progetto Scuola che al suo primo anno di attività ha riscontrato subito grande interesse. Il programma prevedeva tanta attività pratica guidata da nostri tecnici qualificati che si sono messi a disposizione dei bambini per insegnare loro i primi rudimenti della pallavolo, il tutto condito da tanta allegria…l’attività scolastica ha poi avuto un grande riscontro nel settore minivolley con tanti nuovi arrivi.

UN GEMELLAGGIO DA SERIE A!

Est Volley vanta, tra le varie sinergie anche quella con l’Igor Gorgonzola Novara Volley, società di serie A1 vicecampione d’Italia nel campionato 2014-2015

Non solo sport perché Est Volley Club è attenta anche a chi è meno fortunato . Infatti quest’anno ha deciso di schierarsi a fianco del “Progetto Lucy Smile” Onlus che opera in diverse zone disagiate dell’Africa. Nello specifico il “Progetto Lucy Smile” quest’anno si concentrerà nel terminare la nuova sede dell’orfanotrofio in Kenya e dell’istruzione dei bambini ospitati. Per chi fosse interessato questo è il sito della Onsul www.progettolucysmile.org oppure all’interno del nostro sito www.estvolleyclyb.it Per quanto riguarda la nuova stagione, l’obbiettivo societario è quello di consolidare quanto fatto sin qui, andando ad incrementare con il “Progetto scuola” l’attività di base quale minivolley ed avviamento alla pallavolo, fonti necessarie per dare longevità del Consorzio. La categoria Under si arricchirà dall’arrivo delle nuove leve provenienti dal minivolley mentre le squadre maggiori proseguiranno il loro cammino nelle categorie conquistate, con la speranza di ritrovarle ancora una volta protagoniste. Per

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SCHERMA di Alessio Faccincani

(foto: BPE agenzia fotografica)

Estate di successi e novità per VeronaScherma Stage, ritiri, allenamenti e “grandi manovre” hanno caratterizzato l’estate della società presieduta da Cristiano Magnani. E all’inizio della nuova stagione ecco la grande novità: ad allenare i ragazzi di VeronaScherma arriverà un... olimpico! È stata una lunga estate quella di VeronaScherma. La scuola veronese non ha infatti mai interrotto il proprio cammino di crescita. Le ferie sono state ridotte al minimo indispensabile. In questi torridi mesi estivi in definitiva si è lavorato ed anche alacremente per garantire alla scuola una dimensione sempre più prestigiosa. Le iniziative di VeronaScherma sono state tantissime. La cassa di risonanza inoltre è stata pure importante. Nel Nord Italia ormai la griffe VeronaScherma è sempre più conosciuta. Da Settembre adesso però inizia un nuovo viaggio. Intanto però giusto fare il punto della situazione e divulgare tutte le tappe di questa lunga estate. Queste infatti rappresentano la continuità d’intenti e di idee che da sempre VeronaScherma si propone. Eccole nel dettaglio. Gli Stage di Spada. Questi hanno rappresentato la grande vittoria dell’estate di VeronaScherma. Sono stati tre ed hanno catturato l’attenzione di tutto il Nord Italia. La sede è stata la nuovissima palestra di scherma del Bottagisio Sport Center. L’organizzazione è stata tutta targata VeronaScherma. “Questi stage sono stati una bellissima vetrina conferma Cristiano Magnani, presidente e motore inesauribile della scuola - perchè hanno allargato la visibilità della società su più ampia scala. Straordinaria infatti è stata la partecipazione. Questi stage sono stati tenuti da due ex olimpionici come Alfredo Rota e Diego Confalonieri. La loro presenza ha sicuramente aiutato la scuola nel proprio cammino di crescita. In tutte e tre le occasioni sono state giornate intense e molto istruttive. Voglio personalmente ringraziare Alfredo e Diego. Si sono messi in gioco ed hanno dimostrato grande professionalità”. Il ritiro a Forni di Sopra. L’estate di VeronaScherma

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poi ha vissuto anche su un’altra iniziativa. Un progetto sinergico, di crescita comune, uno di quelli che tanto piacciono al presidente Cristiano Magnani. Di cosa stiamo parlando? “Ovviamente del ritiro pre-stagionale di Forni di Sopra (Udine) - evidenzia Magnani - un’esperienza che ha coinvolto molte società del Nord Italia, fra cui ovviamente la nostra VeronaScherma. I ragazzi in questo ritiro hanno potuto dedicarsi con continuità alla scherma, sotto la supervisione di istruttori preparati e competenti. Gli allenamenti nel complesso duravano quasi sei ore al giorno. In questi era comunque prevista una corposa parte atletica e magari l’introduzione di alcune pratiche come lo yoga. Io personalmente ho sempre creduto tantissimo in questa pratica applicata all’agonismo. Per non parlare inoltre della sinergia fra scuole. Questo ormai è uno dei miei cavalli di battaglia. Lo ripeto continuamente a chi mi sta vicino. In questa stagione sicuramente proporrò altri percorsi di condivisione. Per quest’anno comunque c’è già in serbo una grandissima sorpresa». Insegna L’Olimpionico. Eccola la sorpresa, che abbiamo volutamente lasciato per ultima. VeronaScherma quest’anno si avvarrà per due giorni alla settimana dell’insegnamento di Diego Confalonieri. “È una grande notizia - spiega Magnani - la nostra scuola fa un deciso salto di qualità verso un futuro luminoso. Diego è uno dei principi delle pedane italiane. È un ex olimpionico, medaglia di bronzo di spada a squadre a Pechino 2008. Sarà sicuramente un valore aggiunto importante. La stagione nasce sicuramente sotto i migliori auspici”. Lo stesso Diego Confalonieri è entusiasta di questa nuova avventura. Ecco le sue dichiarazioni in merito. “Sono felice per questo accordo. Durante la prossima stagione sarò stabile nella palestra di via Abruzzo per due giorni alla settimana. Sarà un piacere pertanto aiutare le promesse veronesi della disciplina ad emergere.È una sfida che mi intriga parecchio”. Per chiunque volesse provare infine nel mese di settembre la Scuola sarà a disposizione per una prova gratuita. Buon viaggio VeronaScherma …

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TRIATHLON di Alberto Cristani

(foto: FITRI Verona)

Il triathlon uno sport “faticosamente” per tutti Con Maurizio Zurma, delegato provinciale FITRI, andiamo a conoscere da vicino il mondo del triatlon scaligero, disciplina che si sta radicando sempre più nel territorio e che piace molto anche ai giovanissimi Sport multidisciplinare di resistenza nel quale l’atleta copre nell’ordine una prova di nuoto, una di ciclismo e una di corsa, senza interruzione. Questa è la definizione di triathlon, disciplina che racchiude in se divertimento, salute, sfida con sé stessi, impresa, armonia con la natura. Si tratta di uno sport giovane (la sua nascita viene collocata nel 1977 nelle Hawaii n.d.r.) che accomuna insieme le tre discipline più popolari e praticate, in un’unica prova. Con Maurizio Zurma, delegato provinciale FITRI (Federazione Italiana Triathlon) andiamo alla scoperta del triathlon veronese. Maurizio, innanzitutto spiegaci un po’ come si sviluppa e come è radicato sul territorio veronese il triathlon... Bisogna partire da lontano, poco più di trent’anni fa, quando è iniziata l’avventura della gara di Bardolino che è stata fra le prime, se non la prima in assoluto, che si è svolta in Italia. Negli anni successivi, soprattutto nel Veneto e nelle regioni limitrofe, sono state organizzate altre gare facendo lievitare, di anno in anno, il numero dei partecipanti. Questa crescita esponenziale ha contribuito alla nascita di nuove società. Ritengo opportuno far presente che nell’ambito della FITri oltre al triathlon vi sono anche altre specialità che sono: Dutahlon (corsa, bici, corsa), Aquathlon (corsa, nuoto, corsa) e Wintertriathlon (corsa, bici, sci di fondo). Per ogni specialità, triathlon compreso, esistono diverse distanze gare che partono dal super sprint fino al famoso ironman. Una cosa che ritengo molto importante segnalare è che anche persone

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diversamente abili trovano i loro spazi nel mondo del triathlon e, in provincia di Verona, abbiamo già alcune società che lavorano in questo settore. Quante società ci sono a Verona e provincia? Per la stagione 2015 nella provincia di Verona sono affiliate a FITri 13 società, di cui 6 nell’area di Verona città e le rimanenti 7 distribuite nella provincia. Gli atleti tesserati, di tutte le categorie sono 995 di cui 452 femmine e 543 maschi. A che età si può iniziare a praticare questa disciplina? Si può praticare il triathlon fin da piccoli. La prima categoria riconosciuta da FITri è quella dei “cuccioli” che comprende atleti molto giovani (8 – 9 anni). Vi sono poi altre 5 categorie giovanili, ciascuna delle quali copre due anni di età, sino ad arrivare agli “junior” (18 – 19 anni). Al compimento del ventesimo anno si passa nella categoria “senior”. La cosa bella è che non vi sono limiti di età per la pratica di questo sport: sui campi di gara si vedono persone di tutte le età, basti pensare che vi è anche la categoria M8, che include gli over 75. Nella nostra provincia ci sono alcune società che lavorano nel settore giovanile dalla categoria cuccioli fino alle categoria junior e più precisamente: - Fumane Triathlon (10 ragazze e 23 ragazzi) - CSS (3 ragazze e 4 ragazzi) - Team Sport Isola (1 ragazza e 2 ragazzi) - Sportslife (1 ragazza e 1 ragazzo) - Legnagonuoto (4 ragazzi) - Leosport (7 ragazze e 13 ragazzi)


Bisogna avere doti e capacità particolari per cimentarsi nel triathlon? Per le specialità di triathlon e aquathlon la cosa indispensabile è sicuramente saper nuotare, per il duathlon non vedo alcuna difficolta: bene o male tutti sanno correre e andare in bici. L’importante è fare le cose con la testa: come per tutte le cose, è opportuno avere una minima preparazione e non gettarsi allo sbaraglio, perché prima di tutto viene la salute. Marco Corrà è sicuramente tra gli atleti veronesi di maggior talento. Altri nomi? Gregory Barnaby va ricordato per i suoi risultati agonistici come Under 23 e per la sua consolidata presenza nella rosa della “Nazionale”, altri atleti di spicco sul territorio veronese sono Jacopo Butturini e Davide Loi, giovani ragazzi che grazie a tenacia e passione continuano

TRE PER UNO? NO, UNO E BASTA!

Il triathlon non è, come qualcuno potrebbe pensare, la somma di tre sport ma un vero e proprio sport a sè stante viste le dinamiche particolari che si vengono a creare durante le gare

ad ottenere egregi risultati in campo nazionale. Per le categorie giovanili quest’anno abbiamo avuto un incremento del numero degli atleti sul territorio veronese, grazie al lavoro di tutte le società ed in particolar modo del Fumane Triathlon nella figura del suo allenatore Stefano Zenti. Per questa società si segnalano alcuni talenti in crescita come: Margherita di Giorgi e Emma Bigardi insieme a Davide Leoni e Gianmarco Bellamoli per la categoria esordienti. Jacopo Bovo e Filippo Bellamoli per la categoria Ragazzi. Davide Beduzzi e Vichhay Ferrarese per la categoria Youth A. Anche se non tutti questi atleti hanno conquistato podi durante le manifestazioni di questa stagione hanno comunque dimostrato di appartenere ad un gruppo molto compatto che spesso contribuisce ad esaltare le doti personali del singolo.

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TRIATHLON

Tornando a Corrà, la cosa che lascia un po’ di amaro in bocca è che, per poter esprimersi al meglio, ha dovuto tesserarsi per una società di Roma in quanto a Verona nessuno ha deciso di puntare sulle sue doti. Come mai secondo te? Direi che è un argomento molto scottante. Il problema fondamentale è quello economico. Il triathlon al momento è ancora uno sport che, soprattutto per quanto riguarda l’attività giovanile, viene poco considerato dagli sponsor. Per allenare e crescere un giovane è necessario disporre di uno spazio acqua in piscina, e proprio qui si incontrano le maggiori difficoltà, perchè, anche quando si riesce a trovare uno spazio, i costi e/o i vincoli richiesti rendono proibitivo l’accesso. Quindi, giocoforza, ci si deve rivolgere a Società al di fuori della nostra provincia che hanno maggiori disponibilità economiche o maggiori spazi a disposizione Il Triathlon di Bardolino è senza dubbio l’evento veronese di spicco, conosciuto in tutto il mondo: altri eventi che si svolgono e organizzano sul nostro territorio? Come ho accennato all’inizio sicuramente la gara di Bardolino è fra le più “grandi” in termini anagrafici (la prima gara è stata organizzata circa 30 anni fa) e per numero di atleti che, edizione dopo edizione, partecipano e che sono in costante aumento. Dallo scorso anno la facoltà di Scienze Motorie di Verona organizza una gara sulla distanza super sprint aperta a tutti con particolare riguardo

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alle categorie giovanili. Per alcuni anni sono state organizzate gare a Fumane, Villafranca, Verona, Peschiera che per svariati motivi sono venute a mancare. Nel 2015, dopo 7 anni, verrà riproposta nel mese di settembre la gara di Peschiera. Domanda da un milione di euro: cosa si può fare per far crescere il movimento del triathlon veronese? Non vorrei sembrare banale ma la prima cosa sarebbe trovare aiuti economici soprattutto per le società che si stanno impegnano nell’attività giovanile e dei diversamente abili. La stessa tipologia di aiuto servirebbe anche per organizzare ulteriori gare che potrebbero avvicinare altre persone alla pratica del triathlon in tutte le sue specialità. Non ultima è importante la collaborazione degli Enti pubblici preposti per le necessarie autorizzazioni per poter svolgere le manifestazioni e concedere spazi di allenamento gratuiti o a costi accessibili per le società che, ricordiamoci, lavorano nell’interesse degli atleti senza fini di lucro.


N O I IT

E N U J 11 2 0 1 6

D E . 2

START & FINISH

GLURNS / GLORENZA ITALY PARCOURS

51 km (1600 hm) 90 km (3000 hm)

MORE INFO:

www.ortler-bikemarathon.it

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APPUNTAMENTI | PODISMO a cura di Enrica Girelli

Correre a Verona a Settembre-Ottobre SABATO 19/09

SABATO 03/10

Cavaion Veronese 4 passi tra olivi & vigne del Garda km 6 - 12

Cerea - Cà del Lago Marcia dei tre gemelli km 6 - 12

DOMENICA 20/09

Verona XC Running Duathlon individuale o a coppie

Castelnuovo del Garda Marapergola km 5, 10

DOMENICA 04/10

Vallese di Oppeano Marcia del contadino km 5 - 10 - 17

Caldiero Caminada dell’acqua calda km 6 -12 - 16

Verona Ferrazze Una camminata per la vita km 7 - 11 - 17

Casaleone Caminada nele val de Casaleon km 5 - 10 - 20 Fane Corsa Alpina di Fane km 11 Peschiera Marcia della città fortificata km 7,5-16

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Bardolino La 10 di Bardolino km 10 Marcellise di S. Martino B.A. Marcia della quercia km 5 - 9 - 14

ATTENZIONE: torna l’orario invernale. Portare indietro le lancette dell’orologio di 1 ora nella notte tra il 24 e il 25 ottobre

Raldon Passeggiata tra le fragole km 5 -10 -16

SABATO 17 Zevio XC Running Duathlon individuale o a coppie

DOMENICA 18/10 Bussolengo Scarpinada de San Crispin km 5 -10 -16

DOMENICA 25/10

SABATO 10/10

Malcesine International Lake Garda Marathon km 42,195 Garda Run km 15 -30

Malcesine Lake Garda Mountain Race km 12,3 D+2000 - km 9,5 D+ 1700

San Pietro di Legnago Safari del coccodrillo km 6 -12 -18

Garda XC Running” Duathlon individuale o a coppie

DOMENICA 11/10

SABATO 24/10

SABATO 31/10

Anson di Minerbe Marcia del riso km 5 - 10 - 20

San Zeno di Montagna Scarpina’ tra le castagne km 5 -10

Montorio XC Running Duathlon individuale o a coppie

Castel d’Azzano Quattro passi par Assan km 5,6 -12 -17,8


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PODISMO di Corrado Pasotto

(foto: Pasotto)

Un giro del Lago di Garda? Certo, però...a piedi! Diario di un’impresa portata a termine del podista veronese Corrado Pasotto che ha deciso di conquistare il Lago di Garda correndo solo contro se stesso. Perchè la corsa è passione, sfida, determinazione e tanto allenamento Innanzitutto, come cominciare? Eh, mica si fa tutti i giorni il giro del lago di Garda correndo... a piedi! Da tempo ‘sta cosa mi intrigava. Ho sempre sentito parlare del giro fatto da ciclisti (con un buon livello di preparazione) come un traguardo ambizioso, ma mai da podisti o meglio ultramaratoneti. Decido: parto. Nella mia testa c’è una corsa da tentare, ma non lo dico né al coach né a nessun altro. Prima devo verificare la mia forza mentale la mia capacità di resistere mentalmente oltre i 100km. Equipaggiato di zaino, gel, barrette, acqua e illuminazione rossa/bianca, predispongo sosta oraria tecnica/alimentare, parto da Lazise in direzione sud. Non è ancora l’alba, quindi scelgo la Gardesana: dopo qualche km vedo le attrazioni illuminate di Movieland e Gardaland sonnecchiare in attesa dell’apertura stagionale. Sta albeggiando e scatto qualche foto, arrivo a Peschiera e dopo il ponte sull’emissario Mincio mi dirigo sul lungo lago. Proseguo il mio. Rientro sulla statale dove poco dopo imbocco la ciclabile che mi porterà fino a Desenzano. Proseguo la mia marcia e superato Desenzano la ciclabile confluisce in un sentiero esterno al guardrail e nella frazione di Lonato al 29°km complici penombra e radice esposta inciampo e plano a terra! “Non mi sono fatto niente!” dico tra me e me. Mi rialzo in tutta fretta e riparto. Arrivo a Padenghe: altra sosta alimentare più cambio abbigliamento. Da questo momento l’asfalto e il traffico mi accompagneranno per parecchi chilometri. A Moniga noto una carta d’identità a terra. La raccolgo. È di un certo A.V. Cerco Polizia Municipale o Carabinieri. Niente. Non becco nessuno. Metto in tasca i documenti con l’impegno di consegnarli al primo ufficio pubblico. Passano

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i chilometri e i paesi. Arrivo a Salò dove ci sono tre possibili vie da seguire: qual è la più breve? Breve pausa e un podista affannato mi indica una scorciatoia con scalinata e discesa spaccagambe, ma mi fa risparmiare almeno 2 km. Da questo punto la strada è molto pericolosa per mancanza di spazio tra la striscia della carreggiata e il ciglio, con accompagnamento di traffico commerciale con camion che sfrecciano a velocità sostenute. Da Gardone


inizia un bel marciapiede che mi permette pure di rilassami e questo per circa 12 km. A Toscolano Maderno finalmente trovo un ufficio postale dove consegno i documenti trovati. Al 64° km inizia il tratto peggiore del mio tour: 20 km di gallerie senza spazio o marciapiede per pedoni, considero questo tratto di strada come il più devastante mentalmente e fisicamente, dove a ogni di un veicolo - nonostante fossi illuminato come la tour Eiffel a Natale - dovevo sincerarmi che mi avessero avivisato. Eccomi a Riva del Garda, chilometro 95. Dovrebbe essere un sollievo e invece il forte vento di traverso mi impedisce di corricchiare come vorrei. Devo allontanarmi dal lungo lago per evitare che le onde mi bagnino e le prospettive, fra 6 km circa, sono di vento contro! Non mi scoraggio. Fuori dal comune di Torbole supero i 100 km e fortunatamente il vento sembra attenuarsi. A Navene nel comune di Malcesine entro in un bar per un caffè e ripristino acqua. Esco e alla panchina di attesa autobus decido di mettermi i panni asciutti. Una signora in attesa del mezzo mi chiede dove vado e da dove vengo, mi fa i complimenti e mi fa notare il mio ginocchio insanguinato (la caduta di un centinaio di chilometri fa…). Prima di partire mi chiede: “Ma la bici dove ce l’hai?” affermazione che mi fa sorridere e mi da una bella carica! Il sole nel frattempo tramonta e cala la notte. Le telefonate a casa e messaggi si intensificano piacevolmente. Poco dopo Brenzone una piacevole sorpresa: al ritorno dalla sua consueta corsa al lago mi raggiunge in macchina Nikk (la seconda persona amica dopo 125km) che mi cede la sua acqua e una

barretta energetica, due parole rapide, incoraggiamento e via per non raffreddarmi. L’illuminazione mi accompagna fin dopo il centro di Torri del Benaco poi il buio più totale. Suggestivo il nero del lago al confronto del blu scuro del cielo. La salita a punta S. Virgilio da il colpo di grazia alle ultime energie, ma la discesa che porta a Garda mi da sollievo. Qui per gli ultimi chilometri - su consiglio di Nikk - prendo la passeggiata, almeno è tutta in piano e evito la salita della statale di Cisano. Qui il Garmin si spegne, imitato da li a poco dal cellulare. Sono completamente solo. Le anatre al mio passaggio mi incitano (o mi sgridano?) ma per gli ultimi 3 km sono completamente esausto. So che non dovrei, ma cammino. Non riesco a corricchiare. Sono bloccato. Vedo le luci della parte sud del lago, percorso in mattinata. Finalmente il castello di Lazise. Percorro il centro e ahimè supero di poco il mio punto di arrivo e ironicamonte penso “Torno indietro di 200m o rifaccio il giro?”. Sono fuso. Arrivo alla macchina mi cambio rapidamente e chiamo a casa per tranquillizzare. Metto la coperta in spalle col riscaldamento al massimo mi dirigo verso Bovolone. Sono tutto un tremore fino a casa. Al rientro dopo una bollente doccia mi gusto un ossobuco con birra e soddisfatto mi metto a letto anche se so che non dormirò. Morale dell’impresa? Non la trovo! Ho semplicemente vinto una sfida con me stesso. Ho conquistato il Benaco. Porterò sempre con me questa esperienza, per voi forse inutile. Ma non per me!

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CALCIO FEMMINILE di Federica Villio

(foto: Valpolicella calcio femminile - BPE agenzia fotografica)

Valpo Femminile idee chiare per far decollare il calcio in rosa “Coinvolgere” sarà la parola d’ordine che caratterizzerà la stagione che sta per iniziare. Perchè il Valpolicella calcio femminile non è una squadra, ma un vero e proprio stile di vita Come in tutte le migliori cantine della Valpolicella, terra d’origine della squadra rossoblu, l’autunno segna l’inizio del vero lavoro. La stagione calcistica così come la vendemmia è alle porte. La scorsa stagione la Fimauto ha raggiunto un ottimo secondo posto nel campionato di serie B, condito però anche da un “filo” di amarezza per aver mancato di poco la promozione nella massima serie. “Posso tranquillamente dire - commenta la giovane presidentessa Flora Bonafini - che quello passato è stato un buon campionato, e considerando il rinnovamento societario che c’è stato, siamo comunque soddisfatti. L’obiettivo primario era quello di gettare le basi per iniziare un percorso più lungo e da questo

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punto di vista ci stiamo riuscendo”. Si è infatti rinnovata la collaborazione con il ChievoVerona e il Bottagisio Sport Center sarà ancora la casa del “Valpo” per quanto riguarda gli allenamenti e la preparazione mentre è ancora al vaglio la scelta dell’impianto per le partite di campionato e coppaBonafini esprime la sua soddisfazione anche per quanto riguarda lo staff dirigenziale rinforzato dall’arrivo di Nicola Iachelli. Iachelli come responsabile comunicazione. Passato nell’Agsm Verona e la scorsa stagione in forza al Brescia Femminile, Iachelli sarà sarà il nuovo team manager. “Nicola - evidenzia la presidentessa rossoblu - si è rivelato di


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F

CALCIO FEMMINILE

C fondamentale importanza avendo contribuito in maniera sostanziale all’arrivo di pedine importanti durante il mercato estivo”. Piena fiducia da parte della società per lo staff tecnico della scorsa stagione. Anche per questo campionato sarà seduto in panchina il bergamasco Paolo Fracassetti affiancato da Diego Zuccher, preparatore atletico e secondo allenatore. Anche se giovane, Zuccher vanta una buona esperienza sia come allenatore, essendo stato in forza alle giovanili dell’Hellas Verona, sia come preparatore atletico. Nel suo curriculum anche una stagione nel calcio femminile con le ragazze dell’ex Bardolino Verona. Durante quell’anno allenò una baby Valentina Boni, tutt’ora confermatissimo capitano rossoblu. Fracassetti sarà inoltre coadiuvato sul campo, come nella scorsa stagione, da Elena Pasini. A preparare i portieri ci saranno l’esperto Luca Bittante ed Elisa Borace. Il tumultuoso periodo che sta vivendo il dipartimento femminile all’interno della Lega Nazionale Dilettanti sta causando un notevole ritardo nella stesura dei calendari sia di coppa che di campionato. Per questo la preparazione del Valpo è stata spalmata su più settimane a partire dalla metà di agosto per arrivare alla fine di settembre, intervallata da diverse amichevoli. “Le partite che andremo ad affrontare prima dell’inizio della stagione ufficiale - commenta Mister Fracassetti - mi serviranno per dare già un’impronta alla squadra e consentiranno alle giocatrici la possibilità di entrare in forma e mettersi in mostra, dato che la concorrenza nei vari reparti sarà piuttosto forte.” Il mercato estivo della Fimauto è stato infatti attivo.. Sono approdate in rossoblu diverse nuove giocatrici soprattutto in ottica di ringiovanimento e di rafforzamento della rosa. È arrivata Lisa Faccioli, classe ’92, difensore coriaceo ed esperto nonostante la giovane età, proveniente dalla Fortitudo Mozzecane, e con lei anche Rachele Peretti centrocampista con caratteristiche offensive sempre classe ’92. Riprende l’attività dopo un paio d’anni di stop Daiana Mascanzoni (’93), che prima di lasciare aveva vestito la maglia di Bardolino Verona e Real Bardolino. Dalla primavera del Brescia in entrata il terzino Chiara Inverardi e il portiere Giulia Meleddu entrambe del ’97.

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Ilaria Toniolo, altra giovanissima, torna a vestire la maglia del Fimauto dopo una stagione vincente all’Agsm Verona. La vicentina aveva difeso la porta delle rossoblu, peraltro con ottimi risultati, due stagioni nella prima esperienza nella massima serie del Valpo. Un’altra nuova importante pedina a disposizione di Mister Fracassetti sarà la veronese Nenè Bissoli, da diverse stagioni in forza al Graphistudio Tavagnacco. Bissoli oltre ad aver disputato campionati di alto livello con le friulane e aver raggiunto traguardi importanti è stabilmente nel giro della Nazionale Maggiore. Gli ultimi due arrivi sono Beverly Leon, statunitense e Madison Solow, canadese, entrambe classe ’92 provenienti dal campionato professionistico islandese. Oltre al valore delle giocatrici quest’operazione segna un passo nella storia del Fimauto che per la prima volta strizza l’occhio al mercato estero. L’obiettivo della Fimauto oltre a quello di disputare un campionato di primo livello è infatti quello di portare avanti un progetto che preveda la creazione di un’immagine societaria fresca ed aperta, che vuole il più possibile coinvolgere gli appassionati di calcio femminile e non. É in quest’ottica che il sito verrà completamente rinnovato (dovrebbe essere pronto per l’inizio delle gare ufficiali) dando la possibilità di rimanere sempre aggiornati su quello che succede nell’orbita Valpo. “Coinvolgere” sarà la parola d’ordine che caratterizzerà la stagione. La società infatti, insieme al Chievoverona, ha creato una nuova scuola calcio, diretta da Antonella Formisano, che sarà operativa già dai prossimi mesi. La nuova accademia femminile darà la possibilità a bambine e ragazzine di avvicinarsi al mondo del pallone. La scuola sarà sempre al Bottagisio Sport Center dove a seguire e tenere gli allenamenti saranno preparatori qualificati. “Il Valpo non è una squadra, ma uno stile di vita” è il motto che muove questa giovane società che fa della passione il mezzo con il quale raggiungere gli obiettivi.


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A MANO LIBERA

lo sport disegnato da Monica Candeloro

1933 nasce a Milano il Gruppo Femminile

Calcistico, primo club di calcio femminile

1968 nasce la Federazione Italiana

Calcio Femminile

1986 viene istituto il campionato

italiano di calcio femminile serie A

1991 si gioca il primo Campionato Mondiale

di calcio femminile

22 le formazioni che si sono aggiudicate lo scudetto nellle 49 edizioni campionato italiano di serie A 7 gli scudetti conquistati dalla Torres (record) 56 gol segnati da Elisabetta Vignotto nel campionato di serie A 1972 con la maglia del Padova (record)

10 i campionati consecutivi nei quali Carolina Morace

ha vinto il titolo di capocanoniere con un totale di

521 gol

1 Campionati Europei vinti dalla Nazionale Italiana Femminile (1969) 4 Mundialiti vinti dalla Nazionale Italiana Femminile

(1981, 1982, 1984, 1986)

0 Campionati Mondiali vinti dalla Nazionale Italiana Femminile 196 presenze di Patrizia Panico in Nazionale 107 gol segnati. Entrambi record.

con

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I NUMERI DEL CALCIO FEMMINILE



ARRAMPICATA di Giovanna Tondini

(foto:King Rock Climbing

Leonardo Sandrin uno Speedbronzo... mondiale! Grande impresa del veronese Sandrin che al Campionato Mondiale di Speed Giovanile ha sbaragliato l’agguerrita e serrata concorrenza conquistando un meritatissimo bronzo L’atleta veronese della squadra King Rock Climbing Leonardo Sandrin ha vinto la medaglia di bronzo nella specialità Speed, categoria Under 16, del Campionato Mondiale Giovanile di Arrampicata Sportiva di Arco. La cittadina trentina ha ospitato il campionato mondiale giovanile, organizzato a partire dal 1992 dall’IFSC - International Federation of Sport Climbing -, nelle tre discipline dell’arrampicata sportiva – Lead, Speed e Boulder -, in cui hanno gareggiato le categoria Under 16, Under 18 e Under 20. Trai i quattro atleti che ogni nazione può ospitare (per ciascuna categoria) era presente il veronese Leonardo Sandrin, categoria U16, entrato nella nazionale italiana la scorsa stagione. Il 4 settembre 2015 erano ben 232 gli atleti in gara nelle qualificazioni Speed, dei quali solo 16 per ciascuna categoria hanno avuto accesso alla finale. Durante le qualifiche, dove gli atleti corrono solo contro il tempo, il più veloce nella sua categoria è stato proprio Leonardo Sandrin, che ha fermato il

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cronometro a 7’93”, seguito da due connazionali. Poi nella finale, dove in turni successivi gli atleti si affrontano in una successione di testa a testa su due itinerari uguali, Leonardo ha avuto la meglio sull’avversario, con un tempo di 10’37’’, che gli ha permesso di salire sul terzo gradino del podio.



TAMBURELLO di Alberto Cristani

(foto: BPE agenzia fotografica)

Cavaion Monte Peroni schiacciasassi tricolore! A Noarn i ragazzi di patron Guido Peroni conquistano un meritato scudetto al termine di una finale “facile e bagnata” contro il Medole. Dopo la Coppa Europa arriva un altro titolo stagionale. E non è finita qui... Difficile commentare una finale così “facile”. Il Cavaion Monte ha di fatto dominato la sfida, lasciando al Medole solo un gioco, vinto tra l’altro prima della sospensione per pioggia. Troppo evidente il divario tra le due formazioni. Onore comunque alla formazione mantovana che fino all’8-1 non ha mollato mai nulla. Per i ragazzi allenati da mister Facchetti si tratta del secondo scudetto consecutivo, dopo quello dello scorso anno. Difficile trovare pecche e punti deboli in questa squadra che, ricordiamo, ha perso una sola partita in tutta la stagione (13-7) proprio contro il Medole.

Più forti del maltempo. Più forti degli avversari. Il Cavaion Monte Peroni si è aggiudicato lo scorso 16 agosto meritatamente, e a coronamento di un campionato pressochè perfetto, il titolo di campione d’Italia di tamburello 2015. I veronesi si sono imposti con esrema facilita sul Medole con il risultato di 13-1. La finale - che si è giocata sul campo di Noarn (TN) - è iniziata alle 15.30 ma è stata subito sospesa per pioggia (sul 2-1 per il Cavaion Monte). Dopo un pomeriggio di dubbi e incertezze , la finalissima è ricominciata alle 21 ed è terminata (definitivamente) alle 22.35. Il punto decisivo è stato messo a segno da Alessio Monzeglio, di sicuro uno dei pilasti e uno dei giocatori più positivi dell’intero campionato.

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A fine gara Stefano Previtali, eletto man of the match dai telecronisti di Raisport, ha dichiarato: “Volevamo fortemente questo scudetto. Il risultato non deve trarre in inganno. Siamo stati bravi a rimanere concentrati dopo l’interruzione per la pioggia e abbiamo vinto meritatamente. Io migliore in campo? Beh, cerco di mettercela tutta e di dare il buon esempio, visto che sono il più vecchio del gruppo. Dedico questo mio decimo scudetto alla mia famiglia e alla società. È stata davvero una bellissima stagione!“. Per Pierron e compagni si tratta del secondo titolo stagionale dopo la Coppa Europa conquistata lo scorso 5 luglio a Cournonterral in Francia. La stagione però non finisce qui: c’è ancora la Coppa Italia da giocare e per i “CaMon” Boys. Appuntamento per la finale - se tutto andrà come da previsioni - domenica 4 ottobre sul campo di San Pietro in Cariano (Verona). Per centrare uno storico triplète...


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PREPRAZIONE ATLETICA di Lorenzo Osti (*)

(foto: Fotolia)

Preatletismo, aspetto chiave per la prestazione sportiva Camminare, correre, saltare, lanciare e afferrare sono alcuni degli schemi motori di base che un bambino impara a sviluppare dai primi anni di vita fino all’entrata nella pubertà Con il termine preatletismo viene indicato nella letteratura comune l’insieme delle molteplici esercitazioni che tendono ad ampliare il bagaglio motorio di un giovane. Esse vengono proposte anche ad atleti evoluti per consolidare o ristrutturare gli schemi e le abilità motorie durante la prima fase di preparazione annuale. Una parte di queste esercitazioni viene definita di carattere generale e svolge un ruolo di grande utilità nella crescita di un principiante. Camminare, correre, saltare, lanciare e afferrare sono alcuni degli schemi motori di base che un bambino impara a sviluppare dai primi anni di vita fino all’entrata nella pubertà e che vengono “incisi” inconsciamente nel suo sistema nervoso. Analizzando gli ultimi decenni possiamo facilmente intuire come bambini e adolescenti di adesso vivano una vita ricca di stimoli decisamente diversi da quelli dei loro coetanei di 20 o 30 anni prima. Chi di noi non ricorda tutte le ore svolte a giocare nel parco sotto casa? Ogni giorno ci si trovava di fronte a giochi nuovi, con compagni e avversari sempre diversi, regole che variavano in continuazione e di conseguenza richieste motorie e cognitive sempre in evoluzione. Tutto questo è diventato nei nostri centri urbani di anno in anno sempre più complicato a causa della mancanza di spazi, della minor presenza di coetanei e di genitori talvolta poco attenti a queste fondamentali esigenze che durante la crescita permettono in modo inequivocabile anche di socializzare.

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La domanda sporge spontanea: i bambini e i ragazzi che non hanno migliorato queste qualità durante la crescita, possono farlo successivamente? Assolutamente si, ma è giusto precisare che le difficoltà nell’apprendimento saranno maggiori. Ecco riemergere la maggior necessità di preatletismo durante le stagioni sportive. I preparatori atletici di oggi quindi ricoprono ruoli primari sotto questi aspetti e hanno il compito di formare e consolidare tutte quelle capacità e abilità che non sono state migliorate e affinate in precedenza. Prendiamo in considerazione ad esempio le capacità coordinative. Come tutti sappiamo, esse sono determinate da processi di controllo e di regolazione dei movimenti; il giovane atleta che ha perfezionato negli anni tali capacità sarà in condizione di controllare con sicurezza ed economia le sue azioni abituali e variabili, nonché di apprendere nuovi gesti specifici e abilità in tempi molto rapidi (concetto di trasferibilità). Un altro aspetto prioritario da tenere in considerazione è il ruolo che hanno queste capacità nella prevenzione di infortuni, collisioni e urti: nella fase di apprendimento motorio, difatti, il nostro cervello automatizza le abilità motorie e non impara i movimenti attraverso attivazioni successive di muscoli. Per svolgere un gesto tecnico, ad esempio, il cervello non pensa ai muscoli da attivare in sequenza, ma ad una coordinazione spazio-temporale del movi-


l’attività sportiva dopo un periodo di stop forzato, e tutto questo in modo più facile e rapido. In definitiva più è alto il livello coordinativo di un’atleta e minore sarà il suo dispendio energetico durante la prestazione, a favore delle sue capacità condizionali e di un minor rischio d’infortunio. Qual è quindi la strada più semplice ed efficace da attuare per sopperire a queste “mancanze” motorie? Una strada facilmente percorribile sarebbe quella di proporre alla propria società sportiva l’inserimento della figura professionale del preparatore atletico nei punti chiave dello sviluppo, garantendo una corretta crescita a questi giovani atleti sempre più bisognosi di movimento intelligente e non di divano, tv e smartphone.

mento, con lo scopo di riprodurlo ed eseguirlo. Più situazioni e stimoli il mio sistema neuro-muscolare avrà consolidato, più facilmente risponderà in modo efficace a richieste non prevedibili a priori (sport situazionali). Sempre grazie al maggior bagaglio motorio acquisito sarà avvantaggiato anche chi ricomincerà

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KENDO di Alessia Bottone

(foto: Ricciuti)

Serena Ricciuti da Tokyo con furore! Ci racconta Serena: “Il kendo entra nella vita di tutti i giorni e la vita di tutti giorni si rispecchia nel kendo. Se si comincia a praticare è veramente difficile poi farne a meno”. E vedendo il suo sorriso è difficile non crederle. Serena Ricciuti, 32 anni, siciliana di nascita e veneta di adozione, è arrivata a Verona cinque anni fa per amore e non è più partita. Ma, come ogni sportiva, ha anche un’altra grande passione, il Kendo. Ha iniziato per caso, quando aveva tredici anni e il suo spirito combattivo è stato recentemente premiato in occasione del mondiale che si è svolto a Tokyo lo scorso maggio. SportDi+ l’ha intervistata in esclusiva. Com’è nata la tua passione per il Kendo? La mia passione è iniziata anni fa. Mia madre ha insistito tanto per far sì che provassi il kendo che i miei fratelli praticavano già. E così è stato e, da allora, non ho più smesso. Ho cominciato in Sicilia e, inizialmente, questo per me era solo sport perché mi divertivo e conoscevo tanta gente e nuovi posti. Poi, mano a mano, ho capito il vero valore di questa meravigliosa arte marziale. Sono cresciuta grazie ad essa e spero di poter crescere ancora. Oggi mi alleno con il CUS Verona, sotto la guida di Christian Filippi, capitano della nazionale italiana. Che impegno richiede? Mi alleno tre volte a settimana. Il kendo è molto impegnativo dal punto di vista fisico e mentale. Sia le ferie che i miei fine settimana sono dedicati a seminari o competizioni che si svolgono in diverse città d’Europa. Si tratta di uno sport che richiede molto tempo ma io l’ho sempre fatto con piacere e, ogni volta che torno da una trasferta, non vedo l’ora di ripartire per praticare e incontrare i miei amici con i quali condivido questa grande passione. Si tratta di un ambiente prettamente maschile? Direi di sì, come tutte le arti marziali e sport di combattimento in generale. In Italia sono poche le donne che praticano kendo, ed è un vero peccato, anche perché questa disciplina permette un confronto libero tra uomini e donne, senza distinzione

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di età e di peso. La fisicità dell’altro può essere usata a proprio favore e contrastata con una buona tecnica. Raccontaci della tua esperienza a Tokyo e del tuo meritatissimo premio... Credo che partecipare ad un mondiale al Nippon Budokan di Tokyo sia il sogno di tutti gli atleti che praticano un arte marziale giapponese. Non ho parole per descrivere la mia emozione quando ho visto il tutto esaurito in un palazzetto cosi grande con 17000 spettatori. La giornata dedicata al torneo femminile è stata particolarmente difficile anche perché abbiamo disputato due competizioni nello stesso giorno, sia quella individuale che quella a squadre, affrontando più di dieci ore di competizione. Essere arrivati a classificarci tra le migliori otto squadre al mondo è un gran risultato. Il premio come “Fighting Spirit” non me l’aspettavo, proprio una bella sorpresa, non c’è che dire. Progetti per il futuro? Questa è stata la mia ultima esperienza con la nazionale. Sono stati sette anni meravigliosi. Ho condiviso con i miei compagni di squadra momenti indimenticabili. Adesso credo sia giunto il momento di dedicarsi ad altro, sia nel kendo che nella mia vita personale. Mi piacerebbe intraprendere la via dell’insegnamento e quella dell’arbitraggio. Una cosa è certa, nel mio futuro, vicino o lontano che sia, il kendo sarà sempre presente. Consigli per chi vuole avvicinarsi a questo sport? Lo consiglio a tutti, grandi e piccoli, uomini e donne. La passione che unisce i kendoka non conosce confini. È come se tutti facessero parte di una grande famiglia dove i più esperti guidano con amore i principianti aprendo le porte del proprio dojo agli altri. Il kendo entra nella vita di tutti i giorni e la vita di tutti giorni si rispecchia nel kendo. Se si comincia a praticare è veramente difficile poi farne a meno.



POLISPORTIVA di Alessia Bottone

(foto: GS Guarino)

Gruppo Sportivo Guarino una tradizione dal 1970 Potrebbe sembrare uno sport pubblicitario, ma non lo è. Il gruppo sportivo è ormai un’istituzione veronese. Il presidente Luigi Bombieri ci illustra i prossimi obiettivi e le finalità della società di Borgo Santa Croce Il GS Guarino è una realtà nata grazie ad alcuni appassionati sportivi che hanno saputo mettere a servizio degli altri le loro competenze ma soprattutto la loro voglia di fare. Ed è con lo stesso spirito che il nuovo Presidente Luigi Bombieri porterà avanti la storica missione dell’Associazione che punta al cuore dei suoi ragazzi e al loro benessere. SportDi+ lo ha intervistato. Quanti sono i tesserati? 246. Un bel numero! Abbiamo molti bambini e rappresentanti della categoria giovani e giovanissimi. Con noi s’inizia presto. Ovviamente, si può cominciare a qualsiasi età, ma, sarebbe meglio avvicinarsi allo sport sin da piccoli per apprendere meglio gli aspetti basilari della disciplina scelta. Quali sono le discipline del Guarino? E che impegno richiede allenarsi con voi? Pallavolo, pattinaggio artistico, atletica leggera e motoria. Normalmente ci si allena due o tre volte a settimana, dipende dalla disponibilità dei ragazzi e dai loro obiettivi. Poi c’è chi si allena anche due o tre volte al giorno dimenticando tutto il resto, mettendo lo sport davanti a tutto e tutti. Questo lo sconsiglio vivamente. A parer mio i giovani devono dedicare tempo anche agli amici, alla famiglia, alla scuola e a loro stessi. Quali sono gli effetti benefici? Come tutti gli sport, se praticati bene, gli effetti benefici possono essere molteplici. Io consiglio sempre di non guardare solo al risultato, ma a puntare alle emozioni che si vivono mentre ci si allena altrimenti si rischia di ottenere l’effetto contrario. Ovvero?La questione è seria. L’adolescenza è una fase molto delicata nella vita di una persona. E, se è vero che lo sport aiuta i giovani a sentirsi bene e a conoscersi e conoscere gli altri, è anche vero che, non intervenire quando i segnali d’allarme indicano una situazione disagio, potrebbe comportare danni

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irreparabili. C’è da dire che i ragazzi che si dedicano ad una disciplina sportiva, nell’ottanta per cento dei casi idolatrano il loro allenatore. Il motivo è semplice. Lui o lei rappresenta un punto di riferimento importante dopo la famiglia, Ecco, perché i ragazzi spesso pendono dalle labbra dei loro tutor sportivi. Questo è un bene, ma anche un male, specie se si tratta di allenatori che non danno la priorità al benessere dei ragazzi ma alle medaglie. Talvolta si tratta di atleti che non sono riusciti a realizzarsi e proiettano sui ragazzi tutte le loro aspirazioni. Lo fanno in buona fede, ma, come dicevo prima, se si punta solo al risultato si rischia di fomentare un senso di frustrazione nei giovani. Che cosa si può fare in questi casi? Partiamo dal presupposto che non esiste una scuola particolare o un corso per diventare allenatore e che spesso manca un’attitudine all’ascolto e alla comprensione dei giovani e dei loro bisogni. Alcuni allenatori si concentrano talmente tanto sul risultato da ricorrere a diete drastiche, oppure aggrediscono i ragazzi durante gli allenamenti. Poi, c’è da dire che spesso i ragazzi si ritrovano parcheggiati in palestra da genitori che non hanno tempo di seguirli i quali rischiano di non rendersi conto se i figli vivono un disagio o meno. Consiglio quindi di tenere gli occhi puntati sui propri figli. Noi stessi abbiamo portato avanti un progetto in collaborazione con una terapeuta per affrontare una problematica simile segnalata da una professoressa che aveva individuato un caso di forte stress di una studentessa all’interno della sua classe. Ecco perché è importante parlare con i propri figli per tentare di capire cosa succede nelle loro vite. Obiettivi per il futuro? Premesso ciò, il nostro primo obiettivo è mettere lo sport a servizio dei giovani e fare di tutto affinché non ci si trovi di fronte ad una situazione inversa come troppo spesso succede.

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SOFTBALL di Bruno Mostaffi

(foto: Facebook Bussolengo Softball)

Bussolengo Softball sul tetto d’Europa Un’affermazione di misura che arriva anche grazie alla grande prestazione dell’americana Allyson Carda. Per la formazione veronese si tratta della prima Coppa dei Campioni della sua storia Lo Specchiasol Bussolengo ha conquistato a Praga la Coppa dei campioni di softball edizione 2015. Nella finale giocatasi lo scorso 22 agosto nella capitale della Repubblic Ceca, le veronesi hanno sconfitto per 1-0 nella finale il Rhibo La Loggia, risultato che testimonia quanto la partita sia stata equilibrata e incerta fino alla fine. Che il derby italiano si potesse concludere al termine di una vera e propria battaglia lo si poteva intuire già alla vigilia della sfida, ma che la lotta potesse essere così avvincente non lo si poteva proprio immaginare. L’atto conclusivo della Coppa Campioni è stato entusiasmante, con il duello tra Allyson Carda, stella Usa del Bussolengo e Femke Van Dusschotten, rilevata poi da Cecchetti. Le veronesi guidate da Luisa Medina si sono portatein vantaggio al primo inning, con un doppio di Carda, che ha portato a casa la nazionale Usa Lellie Fox. Di fatto è bastato quel guizzo per decidere la gara: le lanciatrici non hanno più concesso niente e il presidente Angelo Scardino, anima del Bussolengo, ha potuto festeggiare un trofeo atteso una vita. Le sue ragazze, straordinarie in ogni uscita, sono state perfette: sei vittorie, ventuno punti segnati e nemmeno uno subito da Carda e dall’australiana Amber Johnson. Tra l’altro le venete si sono vendicate della sconfitta contro la Loggia nella finale scudetto 2014. “Una vittoria della squadra - dice il pick-up Manager, Enrico Obletter, al termine della partita- una vittoria determinata dalla grande qualità dei lanciatori, ma anche dalla difesa: non abbiamo commesso un solo errore in tutto il torneo e nemmeno subito un solo punto. Siamo stati molto bravi”.

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Queste neo campionesse d’Europa: Sabrina Del Mastio, Kellie Fox, Jennifer Lombardo, Elisa Princic, Serena Boniardi, Allyson Carda, Alice Fiorio, Giulia Longhi, Valeria Bortolomai, Amber Johnson, Alice Parpajola, Kelly Sheldon, Silvia Refrontolotto, Priscilla Brandi.


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CICLISMO di Alessia Bottone

(foto: Federciclismo Verona)

Il ciclismo veronese strizza l’occhio ai più giovani Intervista esclusiva al presidente provinciale della Federciclismo Gianluca Liber. Una disamina chiara sulla situazione del ciclismo veronese, anche alla luce del tanto atteso Cosmobike. Per una bici sempre più “giovane” Gianluca Lieber, Presidente di Federciclismo provinciale di Verona, ha le idee chiare: il ciclismo ha bisogno dei giovani e i giovani hanno bisogno del ciclismo. “Uno sport come tanti - spiega il Presidente - ma con un valore aggiunto: è adatto a qualsiasi età e aiuta ad affrontare al meglio i problemi quotidiani”. SportDi+ lo ha intervistato per voi, in vista del tanto atteso Cosmobike, l’evento espositivo tenutosi a Verona dall’11 al 14 settembre scorsi. Federciclismo Verona. Iniziamo dai numeri. Quanti siete? Il nostro comitato provinciale è stato costituito nel 2005. Ad oggi i tesserati sono più di 3000. Poi ci sono all’incirca ottanta società iscritte, nonché millecento atleti agonisti, mille atleti amatori. Quali discipline abbraccia la Federazione? Innanzitutto troviamo il ciclismo su strada e la bmx che è la spina dorsale dell’attività nazionale più importante nel settore della mountain bike che negli ultimi anni ha ottenuto una certa attenzione. Gioie e dolori della presidenza? Diciamo che sono più gioie che dolori anche se la presidenza richiede un certo impegno. Le soddisfazioni sono tante soprattutto per me visto che ho iniziato ad andare in bicicletta sin da piccolo proprio grazie ai dirigenti della federazione. A loro va tutta la mia riconoscenza. Se non avessi iniziato non avrei avuto la possibilità di percorrere tante tappe entusiasmanti della mia vita e chissà, magari non sarei mai diventato direttore sportivo! Verona e il ciclismo, una lunga storia d’amore? Verona vanta una lunga tradizione in fatto di biciclette. Si tratta dello sport più medagliaio a livello provin-

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ciale. Proprio per questo che ci siamo concentrati sui giovani. L’obiettivo è proiettare la tradizione nel futuro. Oggigiorno più di ottanta società si occupano di attività giovanili e attività di reclutamento. I bambini sin dalla prima elementare, partecipano alle gare domenicale. Certo, per loro è più che altro un’attività ludica, ma hanno un numero sulla schiena e un ordine di arrivo. Oltre a questo, ci stiamo occupando anche di un gruppo di giovanissimi, sia esordienti che allievi mentre cinque società specializzate per juniores apportano un respiro internazionale alle competizioni promuovendo trasferte per rappresentare la nazione al di là dei confini. Un occhio di riguardo lo abbiamo riservato anche al ciclismo femminile grazie alla Alé Cipollini, la squadra femminile professionista nata nel 2011 ed entrata nella “Top five” dei migliori team femminili al mondo. Infine, possiamo annoverare dodici professionisti che militano in varie squadre nel mondo. Cosmobike 2015, un evento firmato Verona dedicato alla bici italiana. Cosa ne pensa e quali sono le sue aspettative? Sono molto soddisfatto di questo risultato. La Fiera di Verona è una location di tutto rispetto e sono sicuro che questa manifestazione non potrà che essere d’aiuto al movimento e potrà dare visibilità alle nostre attività. E poi diciamocela tutta, Verona se lo merita proprio questo riconoscimento. Ci tengo a precisare che negli ultimi quindici anni il ciclismo veronese a livello provinciale ha registrato ottimi risultati e maglie nazionali conquistate dai nostri ragazzi e numerosi professionisti. Infine, l’evento di settembre ha costituito un veicolo non indifferente capace di avvicinare le famiglie e i giovani che sono il nostro target. Quali sono i vostri obiettivi per il futuro? Crescere sia in termini di numeri ma non solo. Ci interessa la qualità soprattutto! Per noi è davvero importante avere ragazzi pronti per fare il grande salto ovvero il passaggio al mondo professionistico. Il messaggio che vogliamo lanciare è che lo sport aiuta ad impegnarsi nella vita e aiuta ad essere volitivi. Si tratta di un gioco, ma non per questo non ha le sue regole in quanto richiede costanza, allenamento. I ragazzi che si impegnano oggi, ne gioveranno domani quando dovranno accedere al mondo del lavoro e affrontare la vita e la quotidianità.

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SICUREZZA STRADALE di Andrea Scamperle (*)

(foto: Polizia Stradale Verona)

Incidenti stradali: meno decessi ma Verona deve fare di più! La vera chiave di svolta per garantire l’ulteriore calo della mortalità dovrà essere costituita dall’azione sinergica e bilanciata tra le attività di repressione e quelle di prevenzione L’andamento degli incidenti stradali del primo semestre di quest’anno registra un positivo calo della mortalità rispetto al primo semestre del 2014, in quanto i decessi sul territorio veronese sono passati da 30 a 24. Analizzando i primi dati semestrali del 2015, appuriamo: - il numero dei pedoni rimane invarito (3 decessi a semestre); - nessun ciclista ha perso la vita (5 nel 2014) - 1 decesso a semestre tra i ciclomotoristi - 6 motociclisti deceduti (12, 1° semestre 2014) - 12 automobilisti deceduti (8 nel 2014) - 2 passeggeri deceduti (uno nel 2014) - 1 camionista deceduto (zero nel 2014). Ma possiamo obiettivamente parlare di un bilancio positivo? Non proprio, anche perchè è opportuno attendere il dato di fine anno per poter annunciare il trend positivo, anche perchè il 2014 si è rivelato un anno da bollino rosso se confrontato alla tendenza dell’ultimo quadriennio: 63 decessi nel 2011, 62 nel 2012, 59 nel 2013 e 69 nel 2014. Una rilevazione nazionale ASAPS (Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale), non esaustiva ma comunque significativa, colloca la nostra città tra i vertici della classifica dei “telefonisti” (o meglio “smartphonisti”) alla guida. Una circostanza questa su cui intervenire con maggiore incisività sia sul piano repressivo, con l’elevazione del numero delle violazioni accertate, sia sul piano preventivo con un ulteriore slancio ai programmi scolastici di educazione stradale. Rimangono poi delle ferite emorragiche le “distrazioni” e l’assunzione di “sostanze psicoattive” (alcol, droghe e farmaci) che incidono notevolmente sul fragile binomio tra uomo e veicolo, provocando incidenti più o meno gravi. La vera chiave di svolta per garantire l’ulteriore calo della mortalità dovrà essere costituita dall’azione sinergica e bilanciata tra le attività di repressione e quelle di prevenzione, con investimenti nel campo dell’educazione stradale estesi anche alle scuole dell’infanzia che, seguiti dall’auspicabile virtuosismo dei genitori a casa, andranno a porre delle pietre miliari nel rinnovato

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approccio tra la guida ed i pericoli della strada. Alleati formidabili per il cambiamento sono i bambini di tenera età veri e proprio quaderni bianchi, aperti e senza cancellature, pronti per essere “scritti” con regole e insegnamenti. Quello che purtroppo non sono gli adulti che, tronfi di traballanti certezze, pensano che il buon esempio e la condivisione siano argomenti da rimandare agli esami di riparazione di settembre, dimenticando che, mentre il tempo scorre veloce, dei piccoli e vivaci occhi ci osservano. Arriverà poi il giorno che quegli occhi saranno quelli di un precoce adolescente che inizierà a ritagliarsi spazi e gusti personali in base al proprio background su cui la famiglia - in primis - e poi la scuola e gli amici avranno inevitabilmente giocato un ruolo determinante, speriamo al meglio. Diversamente il “tempo delle mele” sarà trascorso ed il richiamo alle responsabilità genitoriali sarà tanto più forte quanto più si saranno elusi gli esami di riparazione di settembre, inducendoci talvolta a riversare ogni responsabilità sulle istituzioni e sulle altre componenti di una società a volte anch’essi troppo distratti dal quotidiano anziché programmare il futuro. Forse dovremmo fare tutti un passo indietro, essere più concreti e previdenti, parlare quando è il momento e rimboccarci le maniche per tempo, senza aspettare che siano gli altri a farlo. Intanto noi ci proviamo e aggiorniamo il calendario degli incontri di educazione stradale per questo primo assaggio di stagione scolastica 2015/2016. Buon anno, ragazzi! Ci vediamo tra i banchi. (*) Tutor di educazione stradale Polizia Stradale di Verona


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SICUREZZA di Marina Soave

Acquisto defibrillatori in arrivo contributi dall’AOUI La partecipazione al bando per l’assegnazione del contributo è consentita ai soggetti titolari della gestione di un impianto sportivo rientranti tra quelli obbligati – dalla vigente legislazione regionale – al possesso di un DAE L’importo complessivo a disposizione dell’AOUI di Verona per l’acquisto di tale apparecchio è di euro 15.000. L’importo erogabile ad ciascun soggetto è pari a euro 300. Al fine dell’assegnazione del contributo l’AOUI di Verona predisporrà una graduatoria il cui punteggio verrà determinato in base ai seguenti criteri: - Tipologia del soggetto a) Associazione sportiva dilettantistica o di promozione sociale: punti 5 b) Altri soggetti: punti 2 - Tipologia dell’impianto a) Unico impianto: punti 1 b) Più impianti in una singola struttura: punti 2 - Tipologia di attività a) Attività agonistica: punti 1 b) Attività amatoriale: punti 2 c) Attività per la terza età: punti 5 Con il D.G.R Veneto n. 2847/2014 l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata (AOUI) di Verona è stata incaricata di provvedere all’emissione di un bando per l’assegnazione di contributi per l’acquisto di defibrillatori automatici esterni (DAE) a favore di soggetti titolari della gestione di un impianto sportivo rientranti tra quelli obbligati – dalla vigente legislazione regionale – al possesso di un DAE. Non sono ammessi al contributo: - soggetti che hanno ricevuto un contributo pubblico per l’acquisto di un DAE - soggetti affidatari di un DAE in comodato d’uso gratuito fornito dalla Regione Veneto o da un altro Ente pubblico. La partecipazione al bando per l’assegnazione del contributo è consentita ai soggetti sopra menzionati il cui impianto sportivo ha sede nel territorio di competenza della Centrale Operativa del SUEM 118 di Verona, corrispondente al territorio della provincia di Verona.

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I punteggi inerenti alla tipologia di attività si sommano se sono presenti più attività presso l’impianto sportivo. A parità di punteggio la posizione in graduatoria viene assegnata in base alla data di costituzione del soggetto/impresa che gestisce l’impianto, privilegiando i soggetti la cui costituzione è più risalente nel tempo. I soggetti interessati a partecipare alla selezione dovranno presentare apposita domanda redatta secondo il modello scaricabile QUI La domanda di ammissione al contributo dovrà pervenire entro le ore 12 del giorno 28 settembre 2015 all’Ufficio Protocollo Generale dell’AOUI di Verona, Piazzale Aristide Stefani, 1 – 37126 Verona. Il contributo verrà liquidato ai soggetti assegnatari a seguito della presentazione della fattura di acquisto del DAE, intestata al beneficiari del contributo e provvista dell’indicazione “PAGATO” con firma, timbro della ditta fornitrice e data del pagamento.


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EVENTI di Alessandro Boggian

(foto: OPES Verona - Zeno Focus)

OPES porta lo sport a scuola! Con il progetto Sport@Scuola OPES vuole sviluppare tra i giovani una sempre maggiore consapevolezza dell’importanza dei benefici derivanti dallo svolgimento di attività sportiva e motorio-ricreativa Sensibilizzare le fasce più giovani della popolazione allo sport, inteso come pratica motoria e pratica sportiva, ma anche come stile di vita sano, oltre che come mezzo per la trasmissione di valori e palestra di vita che insegna a socializzare e crescere, a impegnarsi e confrontarsi con i propri limiti. È questo il senso del progetto Sport@Scuola (www.sportascuola.it), voluto e realizzato da OPES, Organizzazione per l’Educazione allo Sport, Ente senza scopo di lucro che promuove e organizza, in collaborazione con le Associazioni Sportive Affiliate, numerose iniziative atletiche e ricreative, a carattere locale, provinciale e nazionale. Il progetto si rivolge a una fetta molto ampia di giovani, dai 10 ai 19 anni, suddivisi in due gruppi in ragione degli obiettivi che il progetto intende realizzare. Dai 10 ai 13 anni, Sport@Scuola si propone di offrire la possibilità ai ragazzi di accedere ad attività di avviamento alla pratica motoria che partano dalle dinamiche non formali del gioco e della condivisione in gruppo. Dai 14 ai 19 anni, le attività invece sono di orientamento alla pratica sportiva, per prevenire l’abbandono precoce degli adolescenti, ampliando l’offerta sportiva a disposizione dei giovani coinvolti. In questa fase, vengono valorizzati tanto l’aspetto ludico-ricreativo dello sport quanto quello sociale e sanitario. Gli obiettivi che Sport@Scuola si propone di realizzare sono rilevanti: OPES vuole sviluppare tra i giovani una sempre maggiore consapevolezza dell’importanza dei benefici derivanti dallo svolgimento di attività sportiva e motorio-ricreativa, intesa come strumento di attuazione del diritto alla salute, al completo benessere fisico, psichico e sociale della persone e alla prevenzione della malattia e delle dipendenze. Le considerazioni da cui OPES muove affondano le radici in alcuni dati allarmanti: l’inattività fisica, con quasi 1milione di morti l’anno, è divenuta il quarto fattore di rischio di mortalità nei Paesi ad alto

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sviluppo economico e uno dei principali problemi di sanità pubblica, come denuncia un’indagine OMS del 2011. Al contrario uno stile di vita fisicamente attivo in gioventù, contribuisce alla costruzione e al mantenimento fisico della salute fisica e mentale anche in età più adulta. Quella della promozione dell’attività fisica nel nostro Paese è una sfida cruciale per tutti gli Enti preposti, dal momento che gli stessi dati emersi dal report della Commissione Europea ‘Sport and Physical Activity’ evidenziano come in Italia la strada per conformarsi agli standard continentali sia ancora lunga. La sfida, però, non si gioca solo sul campo ma è anche istituzionale. Per questo, OPES ha inteso coinvolgere diverse tipologie di partner. Oltre alle 12 Federazioni nazionali coinvolte (FIAL, FIDS, FIR, FICK, FIB, FITETREC-ANTE, FISO, FITRI, FIH, FIPT, FCI, FIG e ST), figurano anche le Istituzioni Pubbliche rappresentanti dei vari territori ove il progetto viene promosso e attuato, nonché quelle nazionali tra cui lo stesso MIUR, fino a coinvolgere le organizzazioni (associazioni, enti no profit, aziende, ecc) che operano nel sociale. Anche la diffusione del progetto è capillare e investe tutto il territorio nazionale. Il progetto si articola in due fasi: la prima fase prevede delle indagini conoscitive sulle abitudini motorie e sportive dei giovani coinvolti; si provvede inoltre ad intraprendere interventi di sensibilizzazione e orientamento alla pratica sportiva e motoria. In un secondo momento, invece, vengono portate avanti azioni di potenziamento, con convegni, conferenze e un’intensa attività di comunicazione. Per gli affiliati OPES Italia, e per chi lo desiderasse, è possibile ricevere assistenza e richiedere una consulenza sui servizi offerti e qualsiasi altra informazione visitando la pagina www.opes.italia.it, la pagina facebook (Opes Verona) o contattando il Comitato Provinciale di Verona all’indirizzo mail opesverona@gmail.com




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