SportDi+ 56_2018

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n.

56

novembre/dicembre 2018

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M IC H E LE S CA RT

L'arrivo della Christmas Run 2017

ANNO 10 - N. 56 - NOVEMBRE/DICEMBRE 2018 -

Periodico Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807/2008

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Tifano per lo sport sostenendo pratica Tifano perchi lolosport

Anno Anno98--Numero Numero4544 GENNAIO/FEBBRAIO 2017 2016 NOVEMBRE/DICEMBRE Testata registrata al al Testatagiornalistica giornalistica registrata Tribunale TribunaledidiVerona Verona n. n.1807/2008 1807/2008 Anno 10 - Numero 56

45|2017 44|2016

NOVEMBRE/DICEMBRE 2018

DIRETTORE DIRETTORERESPONSABILE RESPONSABILE Testata giornalistica registrata al Anno 9Alberto 4544 Cristani Anno 8--Numero Numero Alberto Cristani Tribunale di Verona n. 1807/2008 GENNAIO/FEBBRAIO 2017 2016 a.cristani@sportdipiu.com NOVEMBRE/DICEMBRE a.cristani@sportdipiu.com Testata registrata al al Testatagiornalistica giornalistica registrata Tribunale di VICE DIRETTORE Tribunale diVerona Verona DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA Direttore responsabile n. Giorgio Vincenzi n.1807/2008 1807/2008 Maurilio Boldrini

e chi lo racconta... sostenendo chi lo pratica e chi lo racconta...

Alberto Cristani m.boldrini@sportdipiu.com

DIRETTORE RESPONSABILE CAPOREDATTORE DIRETTORE RESPONSABILE Direttore della fotografia Alberto Cristani Andrea Etrari Alberto Cristani a.cristani@sportdipiu.com g.vincenzi@sportdipiu.com Maurilio Boldrini a.cristani@sportdipiu.com

VICE DIRETTORE DIRETTORE FOTOGRAFIA DIRETTORE DELLADELLA FOTOGRAFIA CAPOREDATTORE Caporedattore Giorgio Vincenzi Maurilio Boldrini Maurilio Boldrini Andrea Etrari Andrea Etrari m.boldrini@sportdipiu.com m.boldrini@sportdipiu.com CAPOREDATTORE IN REDAZIONE Andrea Etrari In Redazione Don Andrea Giacomelli, Damiano g.vincenzi@sportdipiu.com Alberto Braioni, Bruno Mostaffi, Tommasi, Cristiano Zanus Fortes,

Alessia Bottone,

Damiano Tommasi, Daniela Scalia, DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA IN REDAZIONE CAPOREDATTORE Bruno Mostaffi, Marina Soave, Giorgio Vincenzi, Marina Soave, Maurilio Boldrini Don Andrea Giacomelli, Damiano Andrea Etrari Giorgio Vincenzi, Matteo Lerco, Matteo Lerco, Matteo Zanon, m.boldrini@sportdipiu.com Tommasi, Cristiano Zanus Fortes, Matteo Zanon Alessia Bottone, Bruno Mostaffi, Paola Gilberti IN REDAZIONE Foto di: Emanuele Pennacchio,Marina Soave, Lerco, Matteo Zanon Don Andrea Giacomelli, Damiano Mirko Matteo Barbieri, Simone Pizzini

COMUNE DI ALBAREDO D’ADIGE COMUNE DI ALBAREDO D’ADIGE

COMUNE DI ALBAREDO D’ADIGE

COMUNE DI CAVAION V.SE COMUNE DI CAVAION V.SE

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COMUNE DI MONTEFORTE COMUNE DI D’ALPONE MONTEFORTE D’ALPONE

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COMUNE DI SAN MARTINO COMUNE DIB/A SAN MARTINO B/A

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COMUNE DI COMUNEARCOLE DI ARCOLE

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COMUNE DI BARDOLINO

COMUNE DI CEREA DI COMUNE CEREA

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COMUNE DI LEGNAGO COMUNE DI LEGNAGO

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CITTÀ DI OPPEANO CITTÀ DI OPPEANO

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COMUNE DI SONA DI COMUNE SONA

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COMUNE DI LAZISE DI COMUNE LAZISE

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COMUNE DI PESCHIERA COMUNE DI DEL GARDA PESCHIERA DEL GARDA

COMUNE DI PESCHIERA DEL GARDA

COMUNE DI SOAVE DI COMUNE SOAVE

COMUNE DI SOAVE

COMUNE DI COMUNE DI COMUNE DI COMUNE DI COMUNE DI COMUNE DI BARDOLINO COMUNE DI BOVOLONE COMUNE DIBOSCOCHIESANUOVA BUTTAPIETRA COMUNE DI BOSCOCHIESANUOVA BUTTAPIETRA BARDOLINO BONAVIGO BOVOLONE

COMUNE DI MARANO DI DI COMUNE VALPOLICELLA MARANO DI VALPOLICELLA

COMUNE DI COMUNE DI TREVENZUOLO DI COMUNE TORRI DELDI BENACO COMUNE TREVENZUOLO TORRI DEL BENACO

COMUNE DI TORRI DEL BENACO

COMUNE DI MINERBE

CITTÀ DI RONCOCITTÀ ALL’ADIGE DI RONCO ALL’ADIGE

CITTÀ DI RONCO ALL’ADIGE

COMUNE DI TREVENZUOLO

COMUNE DI CALDIERO

COMUNE DI MINERBE COMUNE DI MINERBE

COMUNE DI MARANO DI VALPOLICELLA

COMUNE DI POVEGLIANO COMUNEV.SE DI POVEGLIANO V.SE

COMUNE DI POVEGLIANO V.SE

COMUNE DI BUTTAPIETRA

COMUNE DI CALDIERO COMUNE DI CALDIERO

COMUNE DI ISOLACOMUNE DELLA SCALA DI ISOLA DELLA SCALA

COMUNE DI ISOLA DELLA SCALA

COMUNE DI ROVERCHIARA COMUNE DI ROVERCHIARA

COMUNE DI ROVERCHIARA

COMUNE DI S. BONIFACIO COMUNE DI SAN BONIFACIO

COMUNE DI S. BONIFACIO

COMUNE DI VILLAFRANCA

COMUNE DI CASTELNUOVO D/G

COMUNE DI ISOLA RIZZA DI COMUNE ISOLA RIZZA

COMUNE DI ISOLA RIZZA

COMUNE DI MONTECCHIA COMUNE DI DIMONTECCHIA CROSARA DI CROSARA

COMUNE DI MONTECCHIA DI CROSARA

COMUNE DI SANGUINETTO COMUNE DI SANGUINETTO

COMUNE DI SANGUINETTO

COMUNE DI COMUNE DI COMUNEVERONELLA DI COMUNE DIVILLAFRANCA COMUNE DI VERONELLA VIGASIO VILLAFRANCA

COMUNE DI VERONELLA

COMUNE DI CASTELNUOVO D/G COMUNE DI CASTELNUOVO D/G

COMUNE DI CASTEL D’AZZANO COMUNE DI CASTEL D’AZZANO

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COMUNE DI S. COMUNE GIOVANNI DI LUPATOTO SAN GIOVANNI LUPATOTO

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COMUNE DI ZEVIO COMUNE DI ZEVIO

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Tommasi, Cristiano Zanus Fortes, Foto FOTO Alessia Bottone, CONTATTI Maurilio Boldrini, PaoloAlbertini, Schiesaro, IN REDAZIONE Maurilio Boldrini, Vania Paolo Bruno Mostaffi, Marina Soave, redazione@sportdipiu.com Mirko Barbieri, Simone Pizzini Don Andrea Giacomelli, Damiano Schiesaro, Mirko Barbieri, Simone Pizzini Giorgio Vincenzi, Matteo Lerco, www.sportdipiu.com Tommasi, Cristiano Zanus Fortes, Matteo Zanon Alessia Bottone, Bruno Mostaffi, Marina CONTATTI Contatti Foto di: Emanuele Pennacchio, PROGETTO GRAFICO Soave, Matteo Lerco, Matteo Zanon redazione@sportdipiu.com Mirko Barbieri, Simone Pizzini Ewww.sportdipiu.com IMPAGINAZIONE redazione@sportdipiu.com PAST di Fausto Pastorino www.sportdipiu.com FOTO CONTATTI Strada delle Trincee, 13M Paolo Maurilio Boldrini, Vania Albertini, PROGETTO GRAFICO redazione@sportdipiu.com Verona Schiesaro, Mirko Barbieri, Simone Pizzini E37135 IMPAGINAZIONE Progetto grafico e impaginazione www.sportdipiu.com www.pastweb.net PAST di Fausto Pastorino Francesca Finotti CONTATTI Strada delle Trincee, 13M PROGETTO GRAFICO STAMPA redazione@sportdipiu.com 37135 Verona E IMPAGINAZIONE Mediaprint Srl Stampa e distribuzione www.sportdipiu.com www.pastweb.net PAST di Fausto Pastorino Sede operativa Mediaprint Srl Strada delle Trincee, di San Giovanni13M Lupatoto PROGETTO GRAFICO STAMPA Sede operativa SanVerona Giovanni L. Verona Via Brenta,Srl 7 - di 37057 E37135 IMPAGINAZIONE Mediaprint ViaMobile: Brenta,+39 7 -345 37057 Verona www.pastweb.net PAST diSede Fausto Pastorino566 5706 operativa Tel.di 345 566570613M redazione@sportdipiu.com Strada delle San Trincee, Giovanni Lupatoto STAMPA redazione@sportdipiu.com 37135 Verona Via Brenta, 7 - 37057 Verona Mediaprint Srl PUBBLICITÀ SPEDIZIONI www.pastweb.net Mobile: +39E345 566 5706 Sede redazione@sportdipiu.com operativa Mediaprint Srl Pubblicità eLupatoto spedizioni di San Giovanni Sede operativa STAMPA Srl Verona ViaMediaprint Brenta, 7Giovanni - 37057 di SanSrl Lupatoto Mediaprint PUBBLICITÀ E SPEDIZIONI Sede operativa SanVerona Giovanni L. Mobile: 345 Srl 566 5706 Via+39 Brenta, 7 - di 37057 Sede operativa Mediaprint redazione@sportdipiu.com Mobile: +39 566Verona 5706 ViaSede Brenta, 7 -345 37057 di San Giovanni Lupatoto operativa info@sportdipiu.com ViaTel. 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Tommasi, Cristiano Zanus Fortes, info@sportdipiu.com HANNO COLLABORATO ViaEnrico Edison Tommaso Alva, 47 Corvaglia, EnricoBottone, Gastaldelli, Soave, AMarina QUESTO NUMEROAlessia 37136 Verona Giorgio Vincenzi, Alessandro DISTRIBUZIONE Don Andrea Giacomelli, Damiano Francesco Costantino Ciampa, Boggian, Andrea Etrari, Monica Rebecchi S.r.l. Cristiano Tommasi, Zanus Fortes, Marina Giampaolo Beschin, Giorgio Vincenzi, HANNO COLLABORATO Candeloro, Via Edison Tommaso Alva, 47 Giorgio Soave, Alessia Bottone, Vincenzi, Marina Soave, Martina Zaffani, A QUESTO NUMERO MatteoEtrari, Zanon, Matteo Lerco, 37136 Verona Andrea Monica Candeloro,Matteo Matteo Lerco, Matteo Zanon,Saggioro, Mattia Poli, Don Andrea Giacomelli, Michela Saggioro, Giovanna Tondini, Zanon, Matteo Lerco,Damiano Michela Michela Saggioro, Michele Dalla Riva, Tommasi, Cristiano Zanus Fortes, HANNOGiovanna COLLABORATO Andrea Scamperle, Annalisa Zanchi, Tondini, Andrea Scamperle, Soave, Bottone, AMarina QUESTO NUMERO Marisa Ruggeri, Michele DeAlessia Martin,Giuditta Giovanni Magrone, Michele De Martin, PalomaCasi, Donadi, Giorgio Vincenzi, Alessandro Don Andrea Giacomelli, Damiano Michele De Martin, Davide Valerio, Enrico Gastaldelli, Alessandro De Pietro, Paola Gilberti, Raffaele Tomelleri, Boggian, Andrea Etrari, Monica Tommasi, Cristiano Zanus Fortes, Marina EmaRoberto Frazioni, Enrico Veronese, Giovanni Magrone Riccardo Cannavaro, Silvia Marconi, Candeloro, Soave,nuele Alessia Bottone, Giorgio Vincenzi, Pezzo, Massimiliano Maculan Valeria Messi Matteo Zanon, Matteo Lerco, Andrea Etrari, Monica Candeloro,Matteo FOTO Michela Saggioro, Giovanna Tondini, Zanon,FOTO Matteo Lerco, Michela Archivio SportDi+, BPESaggioro, agenzia Andrea Scamperle, Annalisa Zanchi, Giovanna Tondini, Andrea Scamperle, Archivio SportDi+, BPE agenzia fotofotografica, Foto Marisa Ruggeri, Giuditta Casi, Michele De Martin, Giovanni Magrone, grafica, Archivio Uffici Comuni Archivio Uffici stampa Comuni Archivio SportDi+, BPEstampa agenzia fotografica, Michele De Martin, Davide Valerio, Enrico Gastaldelli, Alessandro De Pietro, patrocinanti, Fotolia, Alpo Basket, patrocinanti, Fotolia, MSP Verona, Archivio Uffici stampa Comuni patrocinanti, Roberto Frazioni, Enrico Veronese, EmaGiovanni Magrone Verona Strada Sicura, Opes Verona, Alpo Mastini Verona, Fotolia, Verona, Facoltà nuele Pezzo, Massimiliano Maculan Roberto Passerini, Giacomo Bellazzi,di BasketMastini Scienze Motorie Francesca Soli, Verona, King Rock, FOTO FOTO Archivio SportDi+,Giornalisti BPE agenzia Coni Verona, F.C., Bizzi, IN COPERTINA Archivio SportDi+, BPE– Argento agenzia fotoIN COPERTINA fotografica, Filippo Lanza olimpico Rio Graziano Zanetti, Frosinone Calcio, grafica, Archivio Uffici stampa Comuni Sergio Pellissier Attaccante ChievoArchivio Uffici stampa Comuni 2016 (Foto Maurilio Boldrini) Euphoto, Nicola Vivian, Valentina Gallina, patrocinanti, Alpo Basket, Verona Fotolia, patrocinanti, Fotolia, MSP Verona, CSS(Foto Verona, Time Foto,Verona, Veronamarathon Verona Strada Sicura, Mastini Maurilio Boldrini) Opes Verona, Alpo Maurilio Boldrini) Roberto Passerini, Giacomo Bellazzi, Basket(Foto

COMUNE DI ZIMELLA COMUNE DI ZIMELLA

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SOMMARIO

n. 56 / 2018 In copertina: Arrivo in Piazza Bra della Christmas Run 2017

7. Editoriale

Baustelle di Natale

Uscita Verona Sud Sorry, I was talking to a friend...

Il corner di Tommasi Giù le mani

Non aprite quella borsa

8. 9.

10. Il diario di Dario

20. Oppeano 21. Soave 22. Villafranca

INTERVISTA

13. Cattolica, cuore pulsante del rugby italiano 14. Benemerenze Coni Verona 16. Coni Verona a Fieracavalli 2018 24. Palla lunga… e raccontare 50. Campionato Europei basket sordi 82. Melegatti Christmas Run 84. Verona.net - Natale a Verona 88. Buon compleanno King Rock 96. It’s Time to Dance 2019

17. Sport a scuola – Dino Mascanzoni 28. Volo aereo – Andrea Pesenato 32. Calcio femminile – Alessia Gritti 36. Calcio femminile – Fortitudo Mozzecane 38. Calcio – Nicolò Brighenti 42. Pallacanestro – Giacomo Maspero 44. Pallacanestro femminile – Giovanna Pertile 56. Equitazione – Laura Lorenzetti 60. Ciclismo – Michele Scartezzini 64. Tennis – Enrica Gulli 68. Pallanuoto – Giulia Bartolini 76. Pallamano – Fernanda Marrochi 92. Hockey – Simone Battistella

PASSIONE COMUNE

SPORT LIFE

18. Albaredo d’Adige 19. Cavaion Veronese

26. I venticinque anni della Giornalisti F.C. 31. Mondiale calcio amputati

EVENTO

46. Verona Basket 48. Basket on the road 52. Footgolf, sport mixato che punta in alto 62. Mastini R-Evolution 66. New Energy Taekwondo 67. Luca Pizzini ai mondiali di Hangzoun 74. Eugenio Trecate 98% rugby 86. I campionati Area Sport 94. Rally Daytona Race

FOCUS 12. Genitorinrete - Comunicare per sconfiggere

il cyberbullismo

54. Golf Club Le Vigne 72. Sport Village Verona 80. Niente panico, loro corrono! 90. Scienze Motorie Verona 97. #choosetobeactive 98. Alla scoperta delle proteine



L’EDITORIALE e l a t a N i d e Baustell

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o’ resoconto di incide con il ‘classic co ie liz ta na ità tiv e cosa, invece, vo delle fes cosa è andato bene ome ogni anno l’arri di a nt co la fa si i nto in cu fine anno, un mome ato. o quanto programm ciso di abbracciare il nd co se non è andato e lavoro di chi ha de nd gra quindi il e iar nz ide glio ev e passione. Ringrazio nd gra e tà ali qu La prima cosa che vo à, lit composto da rantendo professiona o gruppo di fotografi su l da e progetto SportDi+, ga ini ldr Bo urilio ort veronese o a far parlare lo sp rtendo dall’amico Ma on pa sc ri, rie to ti ra at bo sc lla o co lor i i tutti rbieri: Schiesaro e Mirko Ba Simone Pizzini, Paolo ici, ricercati n articoli davvero un co , re ta on i. cc ch ra po e e me rir co scop sti esperti e da e il ruolo di chi va a composta da giornali ne zio da re a un ; ro Fondamentale è anch alige r nulla al mondo. onisti dello sport sc che non cambierei pe e mai banali, i protag tto rfe pe rari, Damiano x mi un e, ime lev to Braioni, Andrea Et er Alb a …) ico et nuove promettentiss ab alf n, Paola Gilberti. rosamente in ordine o Lerco, Matteo Zano tte Ma e, av So a Grazie quindi a (rigo rin Ma i, Raffaele Tomelleri alia, Giorgio Vincenz top player tra i quali ri alt e er gli co Tommasi, Daniela Sc ac ad sempre di grande nel 2019 è destinato onfondibile segno (e inc o su il ccontare, re Questo Dream Team cia las a ione Palla Lunga e ra ro, ha iniziato iss me sm nu tra to a es su a qu all da a che, già brica dedicat e pagine, con una ru ci classe…) sulle nostr vera linfa vitale che dì su TeleNuovo. tti i nostri sponsor, tu cino a re tro in onda tutti i giove pa mp o se lor me il n co scontato, va e non, che co n li no na zio ma itu vio ist ov à , alt zie re Il gra quelle are a ‘vivere’, e a tutte ibilità. permette di continu maggiore forza e vis re realtà editoriali mp se re isi qu ac di i+ una battuta, quelle tD è or n Sp no a o mi te on de isc nt cre ra e ga a scrivere ziando, gbystico…) e iniziare eve editoriale ringra ru ine rm te il ci te sa Concludo questo br (pas che grazie a gettarsi nella mischia vano cosa fosse. E’ an pe sa o en mm ne che hanno deciso di fa se idecennale. La che fino a qualche me nostro cammino plur il e uir eg os pr r pe di sport, argomento forza perché da questo ovi stimoli e nuova e entusiasmo. Anche nd gra n co e ar loro che troviamo nu nt ro i come questo è da accogliere e aff e, probabilmente ma ch se ne ro ve t concorrenza, se leale, or sp lo vantaggio in primis stegno e supporto di confronto ne trarrà nze, ha bisogno di so lle ce ec e un alc di i at momento visti i risult i per questo. qu 2019 anno che, vi mo sia i no E . qualità Buon Natale e buon un tti tu esco a re ra gu au di i. Un cantiere (in ted Non mi resta quindi davvero interessant à vit o di no at a ult ist ris riv a un all rà uri - realizze sic mo anticipiamo, porterà sia ne e ch lizio che siamo concorrenza! baustelle n.d.r) nata a voi lettori e… alla mo hia dic de e ch g qualità. Un restylin

di Alberto Cristani

a.cristani@sportdipiu.com

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USCITA VERONA SUD

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obin Le Mesurier mi risponde al volo, si scusa se ritarda di qualche minuto perché sta parlando con un amico. Nonostante il fuso orario di Los Angeles. È il protagonista dell’episodio numero 5 di “Sport Crime”, ma prima di lavorare con noi veneti ha suonato con Rod Stewart, Ron Wood, Johnny Hallyday, vari Beatles, etc. etc.

di Daniela Scalia

“Sorry, I was talking to a friend”. E magari quel ‘friend’ è Rod Stewart… Mi capite un po' meglio adesso? Vi sembro meno antipatica quando mi lamento in questa rubrica di assessori e piccoli (ma proprio piccoli) imprenditori locali che sarebbero pagati per rispondere e non lo fanno? Giusto per dare un contesto alle brutte parole che potreste sentire passando sotto la mia finestra in zona Verona Sud….

ATTENTA A NON GENERALIZZARE.

Non vorrei cadere nel tranello del “contrario”. Ma mi vengono in mente stelle dello sport e dello spettacolo che stupiscono per umiltà. Nemmeno voglio dire che le mie cifre personali di questi ultimi anni siano una statistica assoluta, ma non posso nascondere che più si sale, più si trova rispetto. Forse che gente tipo Rolling Stones o Alessandro Abbio ha più tempo da perdere e di chi è sempre “incasinato col lavoro”?

LA SPIEGAZIONE.

Osservo anche dentro i club sportivi e le famiglie, che spesso rispecchiano gli stessi meccanismi: il parente che lavora o ha lavorato duro ha sempre un minuto per te. Quello che ha vissuto a scrocco è sempre indaffarato, di corsa, stressato/a dal lavoro, sempre in modalità “per favore lasciami stare che oggi non è giornata”. C'è una spiegazione: chi ha lavorato davvero non ha bisogno di fingere.

CHIEVO.

Ecco, il sinonimo di duro lavoro. Sottolineato anche dalle parole di Sergio Pellissier che risuonano dello spirito antico del Bottagisio. Finalmente delle riprese in casa sono riuscita ad averle. Scene di scherma al Bottagisio Sport Center,

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dove sì spirito di squadra ed efficienza professionale hanno viaggiato insieme alla velocità della luce, grazie a Corrado di Taranto, a Marta e Maddalena, e a due maestri/attori superlativi come Alfredo e Carlo Rota, e... AAAAAAAAAAAAlt!!! Sto per fare come Luca (Tramontin, ndr) che ogni tanto mi fa raggelare perché si dimentica che le trame sono segrete. Vi lascio con qualche parola chiave, va bene se per una volta faccio la misteriosa? Chievo, mistero, pericolo, bibite, spade, rock, hockey.


IL CORNER DI TOMMASI di Damiano Tommasi

Giù le mani

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iccardo, 24 anni, studente e arbitro di una partita di Promozione nel Lazio aggredito da due "energumeni" che hanno scavalcato la recinzione (così riportano le cronache). La pozza di sangue ha fatto il giro della rete ed è entrata a gamba tesa nel nostro calcio. Non è purtroppo l'unico episodio di violenza sugli arbitri, anche la nostra provincia ne è stata triste testimone, ma tutti siamo convinti che dovrebbe però essere l'ultimo. Educazione civica, cultura sportiva, regole più severe? "Squadre e giocatori che si macchiano di tali aggressioni fuori da questo mondo" "Pene più severe e torniamo all'educazione civica nelle scuole". Per una settimana non si è giocato nel Lazio in segno di soli-

darietà, protesta e per aprire una riflessione. Il difensore delle regole non si tocca, e se si "tocca"? Il massimo della pena, mai più su un campo di calcio! Purtroppo la vera riflessione che emerge è che quindici giorni non sono bastati ad individuare i colpevoli. Tesserati? "Tifosi" conosciuti o sconosciuti? Delinquenti? È triste e, per quanto mi riguarda, preoccupante lanciarsi in impegni e annunci di "mani pesanti" se non si ha la forza, il coraggio e la sensibilità civica di individuare due "energumeni che scavalcano una rete di tre metri". Purtroppo la piaga delle violenze sugli arbitri fa il paio con il nostro triste rapporto (giunto alla quinta edizione) di "Calciatori sotto tiro". Giovani, appassionati, professionisti e dilettanti, adulti e ragazzi che

subiscono ogni domenica la mano pesante di chi vive il calcio, e lo sport, in maniera deviata. Per cominciare, quindi, dovremmo individuare con maggior celerità i soggetti, tesserati e non, verso i quali usare, eventualmente, le mani pesanti. Nella cronaca dei fatti di San Basilio c'è però un aspetto che se confermato dà un minimo di speranza. La direzione di gara è stata fortemente contestata per le due espulsioni comminate alla squadra di casa e gli otto minuti di recupero che hanno permesso alla squadra ospite di vincere. Le notizie che abbiamo ci dicono che uno dei primi soccorritori sia stato proprio uno dei due calciatori espulsi. Fosse vero il fatto sarei personalmente un po' più ottimista che davvero non è del tutto nera questa triste pagina di sport.

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IL DIARIO DI DARIO

di Dario Zoppi

I

niziano i primi freddi, le piogge autunnali scendono copiose, e i campi da calcio si trasformano presto da verdi distese erbose a infinite paludi assassine, rievocando in noi poveri genitori il peggior incubo che possa capitare a chi ha un figlio che pratica attività agonistica all’aperto: la borsa di allenamento!! Ogni volta, al ritorno da un allenamento tremo al pensiero di cosa mi aspetterà nel fatidico momento in cui aprirò il borsone scoperchiando un universo che in confronto il vaso di Pandora è una tisana alla melissa... La combinazione letale con figlio disordinato e smemorato di Collegno ma accumulatore seriale, unita alla proverbiale imprevedibilità degli agenti atmosferici del periodo (del resto vige pur sempre il detto “tempo, cul e siori fa quel che vol lori”, ndr) rende ogni volta questo momento unico, indimenticabile, a tratti commovente (e non necessariamente in senso positivo). Come dite? Esagero? Un esempio: primo allenamento della nuova stagione, mi accingo a prendere la borsa di mio figlio e, aprendola, si sprigiona una nube tossica e un odore nauseabondo. Penso tra me: probabilmente avrà ucciso un compagno di squadra ed ora mi ritrovo il cadavere fa le mani...nulla di tutto ciò: trattavasi “semplicemente” degli indumenti usati nell’ultimo allenamento della stagione precedente, lasciati “frollare” per tre mesi al calduccio per poter poi essere usati come arma di distruzione di massa verso le squadre avversarie. Ma la versione migliore rimane sempre quella del: non si sa mai... Non si sa mai se farà caldo o freddo (eppure a novembre un paio di indizi li avrei), se pioverà o meno, se il terreno di gioco sarà duro o morbido, quale sarà il colore della maglia degli avversari, se per caso mi dovesse servire quel paio di calzettoni di quando avevo 5 anni e giocavo nei pulcini, se mi dovessero servire tutte e tre le paia di parastinchi (manco fosse un millepiedi).....nel dubbio metto tutto in borsa così all’occorrenza non mi

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NON APRITE quella BORSA

manca nulla. Risultato: borsa dal peso specifico di 500 kg e il povero genitore trasformato in uno sherpa tibetano nel vano tentativo di provare a trasportare un macigno che nemmeno Schwarzenegger...mio figlio è così malato di calcio che per affetto si porta a casa anche questi 20kg

di fango ad ogni allenamento così, per sentire meno la mancanza del campo fino all’allenamento successivo. In compenso la nostra lavatrice è stata dichiarata patrimonio Unesco ed ha chiesto asilo politico a Dakar, fiaccata da estenuanti sessioni di lavaggi sempre più impegnativi e ravvicinati. Per non parlare poi della percentuale di volte in cui vengono scambiati indumenti con i compagni di squadra, dando inizio a sessioni investigative stile Sherlock Holmes per risalire ai legittimi proprietari con controlli incrociati e fiumi di messaggi sulle chat whatsapp. Una volta mio figlio riuscì addirittura a portare a casa due giacche a vento, ma la cosa più esilarante è che nessuno dei compagni la reclamo’ subito, e dato che si trattava di gennaio la cosa mi lascio’ veramente basito. Insomma, aprire la borsa di mio figlio e trovarla in ordine equivale ad indovinare la sestina vincente al Superenalotto con una schedina da 1euro. Genitori, avete tutta la mia solidarietà... ah, e se trovate un paio di calzettoni Viola sono nostri grazie...



ge FOCUS

i r o t ni li Comunicare fig per sconfiggere

di Paloma Donadi

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on l’inizio della scuola si apre anche per i genitori una possibile fase di rinnovo del dialogo con i figli: il dialogo diventa, oggigiorno nel mondo di internet, saper impostare delle parole chiave su cui avere un sottobosco comune, e così poter parlare di argomenti felici e belli, ma anche di argomenti deludenti e tristi. Che caratteristiche deve aver il dialogo? Il dialogo deve essere rispettoso e attento ai tempi e alle pause. Importante è avere tempo, non fretta. All’inizio, più tempo si dedica alla ricerca delle parole chiave per il dialogo e più si pongono le basi di fiducia e di stima, che apriranno poi alla possibilità di esplorare tutto il mondo del figlio. Le pause servono per far riflettere sui temi della comunicazione. Il tema può richiedere più tempo di riflessione e questo tempo deve essere dato e concesso. Spesso il ragazzo/a torna da scuola e si chiede “Com’è andata a scuola?”, e la risposta potrebbe essere “Bene.”. In effetti il dialogo sembrerebbe finito e soddisfacente per entrambi. Ma, se il genitore voleva sapere di più, è la domanda ad essere sbagliata e non la risposta: una domanda più efficace potrebbe essere “Bentornato Figlio/a, adesso ti rilassi e ti sistemi, poi mi piacerebbe che mi raccontassi la tua giornata. E se vuoi ti racconto io la mia.”. È accogliente, completa e permette di creare un rapporto di tempo e pausa che il ragazzo può gestire. Chiedere di raccontare la propria giornata è una condivisione. Se il genitore condivide le emozioni nella storia è più probabile che anche il ragazzo lo faccia. Ogni tanto bisognerebbe anche spiazzarli i figli: una domanda inattesa, diversa, che abbia un senso particolare. Potrebbe essere un quesito sul cantante preferito, sull’ultimo telefono uscito, oppure su un articolo, condividendone la notizia e le emozioni. I bambini e i ragazzi hanno bisogno di genitori attenti e partecipativi che non

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il cyberbullismo

giudicano, ma che possano essere di supporto; non amici, ma adulti con cui possono confrontarsi. Aprire al dialogo. Allora, i temi caldi che possono creare vergogna, come essere vittima di cyberbullismo «il termine che indica un tipo di attacco continuo, ripetuto, offensivo e sistematico, attuato mediante gli strumenti della rete» risultano argomenti che si possono (anzi, si devono) far emergere. La forza negativa del fenomeno è far chiudere e far vergognare la vittima, in maniera che si senta da sola; e il tempo qui gioca un ruolo importante. Consolidare relazioni positive e di fiducia permette al figlio di aprirsi appena viene percepito il disagio e non dopo, quando potrebbe essere troppo tardi. Il cyberbullismo lascia tracce piccole, lacera e ferisce la personalità della vittima, senza lasciare tagli visibili: agisce dentro. Il genitore deve dare ai figli un ambiente carico di ascolto e di confronto. Fatelo su tutti i temi. Da quelli più divertenti a

quelli tristi, dalla bellezza della natura ai problemi dell’inquinamento, dalle applicazioni che usano fino alla tecnologia che impatta sulla loro quotidianità. Ogni tema affrontato genera emozioni che vanno condivise: sapere cosa provano è importante tanto quanto essere a conoscenza di cosa fanno. Questo permette di creare una base solida di supporto. Consapevolezza e apertura al dialogo, con i tempi e le pause giuste. Condivisione di temi da narrare, per creare una base di fiducia. Il genitore è chiamato a fare tutto questo, specialmente oggi, nell’epoca dell’internet quotidiano.

Sei un Comune, Scuola, Circolo sportivo, Oratorio, Associazione? Richiedi una serata informativa con i GenitorinRete. Contattaci a info@genitorinrete.it o tramite il sito www.genitorinrete.it


EVENTO

di Alberto Cristani - Credits photo: Simone Pizzini

Cattolica Assicurazioni, il cuore pulsante del rugby italiano

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Alberto Minali premia Jordie Barrett il MVP della sfida Italia-All Blacks

è un pezzo (e che pezzo!) di Verona nel grande successo di pubblico e di critica, al di là del risultato finale, nella sfida giocata lo scorso 25 novembre dall’Italrugby contro gli All Blacks. Lo stadio Olimpico di Roma è stato infatti teatro del terzo Cattolica Test Match al quale hanno assistito oltre 50mila spettatori di cui almeno 2500 dipendenti di Assicurazioni Cattolica provenienti da tutta Italia. Un grande momento quindi di aggregazione e di appartenenza a un marchio veronese storico (fondato nel 1896) come il Gruppo Cattolica, uno dei maggiori attori del mercato assicurativo italiano che può contare su una raccolta premi di oltre 5 miliardi di euro a fine 2017. Da luglio 2018 Cattolica ha legato il proprio nome a quello della FIR - Federazione Italiana Rugby, contribuendo a sostenere l’intero movimento rugbystico italiano e rinnovando in questo modo la propria appartenenza a valori condivisi e vissuti dal mondo della palla ovale: determinazione, senso di responsabilità, altruismo e lealtà. È questa la ragione che per cui Cattolica ha scelto di sostenere uno sport come il rugby, i cui campioni da quest’anno porteranno impresso sulla propria divisa il

logo della Società. Inizia così un percorso che vedrà Cattolica impegnata a supportare con entusiasmo la nazionale italiana, così come i movimenti giovanili, squadre maschili e femminili. Alberto Minali, veronese 53enne, dal 2017 Amministratore Delegato di Cattolica, con un passato da rugbista, spiega: “Abbiamo iniziato un percorso con il rugby azzurro che durerà sette anni e che ci piace chiamare partnership più che di sponsorizzazione. Già in questi primi mesi abbiamo infatti avuto la conferma di ciò che ci ha spinto a intraprendere questa collabora-

zione: nel mondo delle assicurazioni come in quello della palla ovale sono determinanti la lealtà, il gioco di squadra, il reciproco sostegno, il rispetto degli avversari e delle regole. Fare gruppo per affrontare insieme le difficoltà: Cattolica e FIR è e sarà un binomio vincente” Sebbene il risultato del test match abbia evidenziato come i neozelandesi campioni del mondo (vittoriosi 66-3) siano di un altro pianeta, l’Italia del rugby ha comunque di che sorridere: la passione dei tifosi e di Cattolica sono due punti fermi su cui poter costruire un futuro di grandi soddisfazioni. 10°

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EVENTO

di Bruno Mostaffi - Credits photo: Coni Verona

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Benemerenze Coni

Premiati gli sportivi veronesi

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i è svolta lunedì 12 novembre nella bellissima Sala Arazzi del Comune di Verona la cerimonia di consegna delle Benemerenze Coni Veneto per per i risultati conseguiti nell'anno 2017 da atleti, società e dirigenti veronesi. A fare gli onori di casa il sindaco Federico Sboarina: “Per me è davvero un piacere e un onore poter ospitare nuovamente il Coni in occasione della consegna delle Benemerenze. Il sottoscritto è molto legato all’attività del Coni Verona, essendo stato fiduciario per la città prima di diventare sindaco. Ringrazio Stefano Gnesato e tutto il suo staff per l’importante lavoro che svolgono nella promozione diffusione dell’attività sportiva sul territorio scaligero e faccio, ovviamente, i complimenti a chi ha ricevuto premiati”. “E’ sempre bello ritrovarci qui in Sala Arazzi” - ha proseguito il Delegato Provinciale Coni Verona Stefano Gnesato - “per consegnare le Benemerenze Coni; possiamo dire che si tratta ormai di un appuntamento fisso. Ringrazio l’amministrazione comunale di Verona per la grande ospitalità. Questa cerimonia anticipa il Natale dello sportivo che anche quest’anno celebreremo con le eccellenze sportive e le società del territorio, un momento in cui ci scambieremo gli auguri di buone feste insieme al Vescovi di Verona Mons. Zenti. Se il Coni Verona riesce ad organizzare attività sul territorio è senza dubbio merito dello staff tecnico, dei fiduciari e dei Comuni che, come quello di Verona, ci dimostrano sem-

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pre grande attenzione e sostegno”. Presenti alla cerimonia anche l’Assessore allo sport del Comune di Verona Filippo Rando, il neo eletto Presidente della Pro-

vincia di Verona Manuel Scalzotto (anche in veste di Sindaco di Soave), il rappresentante del Coni Veneto Claudio Toninel e il fiduciario Coni Verona Alberto Michetti.

Questo l’elenco dei premiati: Bertolaso Giovanni: Equitazione - campione Italiano volteggio Bertolini Michele: Canoa Kayak - 5° classificato ai Mondiali K2 m.200-velocità Biondani Giorgia:

Nuoto - campionessa italiana staffetta 4x100 stile libero

Brunelli Carlotta:

Pesisitica - campionessa italiana sollevamento pesi +75 Kg

Caldana Franco:

Canottaggio sedile fisso - campione italiano voga in piedi 7,50 doppio

Costanzo Elisa:

Sci nautico e Wakeboard - 3^ class. al Campionato Europeo cable wakeboard

Cristofoli Roberto: Ciclismo - campione italiano fuoristrada - bmx race Floridia Joyce:

Vela - campionessa italiana Cl. laser radial

Hooper Gloria:

Atletica leggera - titolo italiano corsa piana m. 200 e staffetta 4 x 100

Indizio Davide:

Tiro dinamico - campione italiano handgun - production

Ivaldi Raffaello:

Canoa Kayak - 3° class. nel Campionato Europeo C1 a squadre slalom

Liviero Nicola:

Sport invernali - 2° classificato Coppa Europa snowboard - big air

Melotti Nicolò:

Canottaggio sedile fisso - campione italiano voga in piedi 7,50 doppio

Molinarolo Elisa:

Atletica leggera - campionessa italiana salto con l’asta

Piccinini Rebecca: Sport rotellistici - 5^ classificata campionato mondiale hockey in linea Pizzini Luca:

Nuoto - campione italiano 200 m.rana

Strazieri Giorgia:

Arrampicata sportiva - Campionessa italiana velocità

Turrini Enrico:

Vela - campione italiano ORC

Pozzani Ruggero

Stella Bronzo Dirigente Sportivo Vela Asd Centro Nautico Bardolino


Tavola rotonda

Carlotta Brunelli

Floridia Joyce

Nicola Liviero

Davide Indizio

Nicolò Melotti

Diego Zoccatelli ritira premio Roberto Cristofoli

Giorgia Biondani

Rebecca Piccinini

Elisa Costanzo

Giovanni Bertolaso

Ruggero Pozzani

Elisa Molinarolo

Luca Pizzini

Strazieri Giorgia

Enrico Turrini

Michele Bertolini

Panoramica

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EVENTO

di Marina Soave - Credits photo: Coni Verona

Coni Verona protagonista a

Fieracavalli 2018

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a giovedì 25 a domenica 28 ottobre s’è svolta a Verona la 120^ Fieracavalli, una quattro giorni di pura passione equestre , l'appuntamento più atteso da tutti gli amanti del mondo equestre e non. Sono stati ben 160.000 gli appassionati che sono arrivati quest'anno a Verona non solo per festeggiare il traguardo delle 120 edizioni, ma anche per conoscere da vicino i 2.400 esemplari di 60 razze presenti in fiera e assistere a più di 200 appuntamenti tra animazioni, gare e spettacoli, senza dimenticare i prodotti più all’avanguardia con le 750 aziende espositrici. L’edizione 2018 di Fieracavalli ha visto come protagonisti, per la prima volta in assoluto, anche il Coni Veneto e il Coni Point Verona; il binomio sport ed equitazione ha permesso di coinvolgere tantissimi giovani visitatori nelle attività proposte e gestite dal qualificato Staff tecnico del Coni Verona. “In questi quattro giorni di fiera” - spiega il delegato Provinciale Coni Verona Stefano Gnesato - “moltissimi sono stati i visitatori presso il nostro spazio istituzionale.

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Spazio che ha accolto, quotidianamente, tantissimi bambini e ragazzi che si sono cimentati nei percorsi motorio/sportivi organizzati e nei laboratori di cultura sportiva proposti dal nostro Staff Tecnico. E’ stata davvero un’esperienza importante e di grande visibilità”. Prosegue Gnesato: “Ringrazio l’Ente Fiera, in particolar modo il dott. Claudio Zambelli, per l’opportunità che ci ha offerto. Sono stati giorni intensi ma ricchi di soddisfazione nel vedere tanto pubblico avvicinarsi al nostro spazio. Specialmente nel constatare l’entusiasmo contagioso dei tanti bambini che hanno provato, anche più volte, le attività che sono state proposte. Tanti i complimenti ricevuti da parte dei genitori. Sono certo che il prossimo anno faremo ancora meglio. Spesso l’importanza della collaborazione resta solo una teoria. Ritengo importante aver condiviso lo spazio con la rivista SportDi+ magazine, nostro partner istituzionale, che da sempre diffonde e promuove l’attività del Coni Verona, con il quale abbiamo instaurato un rapporto di grande stima e collaborazione che, sono sicuro, porterà in futuro a realizzare ancora molte ed importanti

iniziative. Anche l’assessore regionale alla scuola Elena Donazzan ha salutato e ringraziato i dirigenti regionali e provinciali del Coni, presenti a Fieracavalli con il loro stand: “Un plauso al Coni e alla disponibilità di dirigenti, federazioni e istruttori a collaborare con la Regione e con l’Ufficio scolastico regionale per portare lo sport in classe. Ricordo che il protocollo con la Fise, la Federazione nazionale degli sport equestri, è stato uno dei primi atti intrapresi dall’amministrazione regionale per portare lo sport a scuola e per sperimentare l’inserimento delle Giornate dello sport nel calendario scolastico di ogni ordine e grado”.


INTERVISTA

di Alberto Cristani - Credits photo: Dino Mascanzoni

Dino Mascanzoni, il nuovo coach dello sport

‘TRA I BANCHI’

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i è insediato in punta di piedi, come nel suo stile, raccogliendo il testimone di illustri predecessori, uno su tutti il compianto Tiziano Cordioli. Dino Mascanzoni dall’anno scolastico in corso è il nuovo docente referente per le attività di educazione motoria, fisica e sportiva all’interno dell’Ufficio Scolastico Territoriale VII di Verona (il vecchio Provveditorato agli studi…). Un ruolo, il suo, di grande importanza per lo sviluppo, la promozione e la diffusione dell’attività sportiva tra gli studenti. Un compito impegnativo che Dino svolgerà con il supporto dei docenti di educazione fisica e delle realtà del territorio veronese, istituzionali e sportive.

Mario Piovesan l’atletica Bussolengo ora diventata Atletica Insieme. Quindi il rapporto con le istituzioni, col CONI come fiduciario e col mondo della scuola è sempre stato positivo e costante. Il nuovo incarico nell’UST VII di Verona mi gratifica ma nello stesso tempo mi conferma come le istituzioni collaborino in un proficuo rapporto. Quali e quante difficoltà stai incontrando? Direi che sono maggiori le soddisfazioni rispetto alle difficoltà. L’aspetto organizzativo prevalente nella mia nuova mansione mi ha sempre interessato, anche nelle precedenti esperienze come titolare di una palestra di riabilitazione e i successivi anni di sviluppo del Tocatì, festival internazionale dei giochi tradizionali. Se vogliamo parlare delle difficoltà, posso citare gli aspetti burocratici, le privacy, la comunicazione ma soprattutto l’abbandono precoce delle attività sportive da parte degli alunni/e.

Innanzitutto Dino come stai vivendo questo tuo nuovo ruolo? Lo spirito è lo stesso che mi ha guidato a partecipare al concorso indetto dall’USR Veneto nell’aprile 2018 e cioè l’idea di servizio nei confronti della materia, degli alunni e dei colleghi che con grande impegno portano avanti nelle varie scuole di ogni ordine e grado lo spirito educativo e sportivo.

Sport e scuola un binomio spesso bistrattato: cosa si può fare per ridare la giusta importanza all’educazione fisica scolastica? Occorre lavorare per elevare la cultura. Quando questo accadrà vedremo che il binomio sarà risolto in quanto lo sport e l’attività motoria è cultura. Quindi il binomio non esiste, esiste la persona con tutte le sue componenti concatenate.

Tu provieni dal mondo dello sport e sei anche parte attiva nell’attività del CONI Verona; che rapporto c’è tra scuola e istituzioni? Le mie esperienze sportive iniziano in seconda media, quando il mio Prof. di Educazione Fisica Mario Piovesan intravede qualcosa in me e investe il suo tempo allenandomi prima come velocista (partecipo nel 1974 alle finali dei giochi della gioventù a Roma), poi come ostacolista nei 400 ostacoli dove nel 1976 vinco i nazionali nella categoria giovanile. Concludo la carriera nella Sisport IVECO di Torino dopo vari infortuni ma rimango nell’atletica leggera fondando assieme a

Oltre al tuo insediamento c’è stato un cambio al vertice dell’Ufficio Scolastico con l’arrivo del Dr Barresi. Il cambio è avvenuto senza scossoni, il Dr Barresi ha ereditato dal Dr Quaglia un ambiente sano e collaborativo e può contare, nelle varie aree, di personale qualificato.

Rando, il mondo delle Federazioni con i vari Presidenti, il mondo dell’Università con Scienze Motorie e dell’ ASL con Dino Mascanzoni la Dr.ssa Marcer e tanti Dirigenti Scolastici. Tutti, sottolineo tutti, mi hanno dato grande attenzione e disponibilità; a loro, da parte mia e dell’ufficio un sincero ringraziamento. Inoltre voglio sottolineare come la rivista SportDi+ sia uno strumento straordinario che aiuta senz’altro ad eliminare una difficoltà che citavo prima, cioè la comunicazione. Spero che questo rapporto, che dura ormai da molti anni, permetta di far conoscere meglio il mondo della scuola e magari alla pubblicazione dei risultati dei campionati studenteschi per gratificare i partecipanti. Progetti per il 2019? Nel 2019 vorrei riuscire a proseguire il lavoro assegnato all’ufficio, incrementando la partecipazione degli alunni/e alle attività sportive e culturali mirando al benessere della persona. Lo sport può svolgere un ruolo fondamentale nell'educazione delle giovani generazioni. E' necessario riscoprire il suo valore educativo e il suo potenziale che non può essere ridotto a semplice educazione motoria o a una proposta finalizzata solo al risultato e all'affermazione di sé. Un augurio agli studenti per il nuovo anno? Siate campioni nello sport, ma soprattutto nella vita'. Mi associo all’augurio di Papa Francesco

C’è attenzione da parte dello sport veronese nei confronti della scuola? Ci sono sinergie attive? Ho avuto modo di incontrare in questi mesi, oltre al mondo CONI Points di Stefano Gnesato, il mondo dell’ Amministrazione comunale con l’assessore Filippo 10°

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ALBAREDO D'ADIGE

Lo sport di Albaredo d'Adige in festa con Xenia Palazzo

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di Elena Traverso

na serata che non verrà dimenticata facilmente. Albaredo d’Adige si è tinta dei colori dello sport lo scorso 19 ottobre, grazie all’iniziativa fortemente voluta dalla Consigliera delegata Francesca Rossi e organizzata dal Comune in collaborazione con il CONI di Verona. Le eccellenze albaretane dello sport sono state acclamate dalla popolazione, partecipe ai loro successi, accompagnate da Stefano Gnesato, delegato provinciale del Coni, e Alberto Cristani, direttore della rivista SportDi+. Ospite d’eccezione della serata è stata Xenia Francesca Palazzo, campionessa paraolimpica di nuoto detentrice di decine e decine di vittorie, accompagnata dal dott. Enzo Zambelli della Iapnor. Volti commossi, tanta passione ed un unico denominatore comune: la competizione nel sangue. Perché sport è gioco di squadra, lealtà, voglia di superare i propri limiti e di non fermarsi mai. Giancarlo Girardi è stato il più premiato per il merito sportivo; insegnante di judo e cintura nera, si è reinventato da pochi anni e adesso lo si vede vincere sul sellino della sua ciclocross. Si sono fatte conoscere anche le categorie Under 13 e Under 14 della società sportiva Alba Volley, che hanno ottenuto entrambe il titolo di vice-campione provinciale della stagione 2017/2018. Un successo anche a livello personale quindi per Cristian Brocco, Arsenie Boltic, Thomas Bissolo, Matteo Belluco, Michele Girardi, Simone Gennari, Gabriele Toaiari, Pietro Rebustini, Thomas Galvan, Michele Zulin, Enrico Belluco, Marco Begini e Martin Zenatello. La tredicenne Sofia Zanderigo, alla faccia dei più “tradizionalisti” che definirebbero la sua disciplina maschile, si è aggiudicata il titolo di campionessa italiana di motocross per la categoria 85cc femminile Uisp –Unione Italiana Sport Per Tutti- e quest’anno si è classificata 8° gareggiando con i maschi, abbattendo così qualsiasi tipo di barriera o pregiudizio. Non manca la danza, in particolare quella caraibica, che ha visto come protagonista Anna Chiara Barana, tredici anni, vincitrice del campionato italiano 2018.

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Ma il titolo di “sportivo dell’anno” viene consegnato a Marco Mariano Fuin, vice campione del mondo a squadre nello scorso giugno in Francia allo World shotgun shoot. La sua carriera sportiva vanta anche la medaglia d’oro individuale nello shoot off. Giovanni Ruta, sindaco di Albaredo d’Adige: “Sono orgoglioso dei cittadini che con impegno, costanza e passione si dedicano alle loro passioni quotidianamente, indipendentemente dall’età e dal sesso. Poterli premiare ad uno ad uno, rendendo omaggio al loro impegno in modo pubblico rappresenta una grande soddisfazione. Complimenti a nome di tutta la comunità.” Stefano Gnesato, Coni Verona: “E’ una grande soddisfazione poter partecipare a serata come quella organizzata dal Comune di Albaredo d’Adige, dove la passione e il legame con lo sport del territorio è davvero forte e tangibile. La presenza di Xenia Palazzo, poi, ha reso tutto più magico ed emozionante; questa ragazza non finisce mai di stupire e quando racconta la sua esperienza riesce a catturare l’attenzione di tutti. Sono questi gli esempi sportivi che dobbiamo tenere sempre in primo piano, perché restituiscono dignità al mondo dello sport e, soprattutto, ci fanno capire

come con la volontà, la determinazione con il sacrificio, se si vuole, si può ottenere qualsiasi risultato”. Mens sana in corpore sano, si dice e quindi… avanti così!


A Cavaion un nuovo centro di aggregazione CAVAION VERONESE

Nuovo centro di aggregazione per gli abitanti di Cavaion di Enrico Gastaldelli

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na grande sfida. Contro il tempo e con un occhio ai costi. Ma soprattutto una sfida progettuale affrontata con un rinnovato spirito di squadra. E vinta grazie a impegno e professionalità. Ma facciamo un passo indietro. Sono anni che nei programmi delle amministrazioni che si sono succedute a Cavaion veniva promesso uno spazio civico per la frazione lambita dal fiume Adige. Storicamente, il luogo deputato era l'exfabbricato Zorzi, nel centro abitato, ma una volta affrontato seriamente il tema, i vincoli e soprattutto i costi si sono presentati al limite dell'insormontabile. Ma Sega aveva davvero bisogno di un luogo di aggregazione perché, come ha affermato il prosindaco Angelo Indelicato "con 300.000 Euro si può fare un egregio sistema di videosorveglianza, ma sarebbe troppo facile e poco lungimirante, in quanto siamo chiamati ad investire sull'educazione, sulla socialità e sul senso civico delle future generazioni"; si è dunque virati su un altro terreno, quello del campo sportivo oramai in disuso, che permettesse il rapido sviluppo di un nuovo progetto. E da lì si è (ri)partiti. "L'amministrazione ci ha lanciato una bella sfida - ha detto introducendo la presentazione Andrea Alban, responsabile Ufficio Tecnico e coordinatore del progetto - e i colleghi del mio ufficio hanno risposto subito 'presente'. Un grosso merito va riconosciuto alla nostra Sindaca, che prima di amministratore è anche architetto e ha avuto il coraggio di affidare la progettazio-

ne di un’opera così importante al personale interno, sapendolo stimolare e motivare al meglio. Dall’altra parte noi dipendenti abbiamo avuto il coraggio di affrontare questa sfida inedita mettendosi in gioco e per una volta invertire la rotta, passando dal giudicare un progetto ad essere giudicati, dal valutare una costruzione ad essere valutati. Il budget a disposizione per poter completare il lavoro era limitato, anche se ben definito e delineato. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, grazie ad un lavoro di squadra eccellente svolto da parte di tutti gli uffici comunali con un entusiasmo contagioso. Tutto questo non per un soddisfacimento economico ma per un riscatto professionale, dimostrando come anche tra le file dei dipendenti comunali ci possano essere delle capacità lavorative importanti troppo spesso giudicate negativamente". La Sindaca Tramonte ha fatto gli onori di casa, elogiando appunto la squadra comunale, ringraziando le imprese, i professionisti e i volontari che si sono attivati durante tutto l'iter progettuale e costruttivo, e infine salutando la ricca platea di amministratori locali intervenuti con amicizia all'inaugurazione, in primis il Presidente della Provincia di Verona Antonio Pastorello, che ha sottolineato: "Abbiamo davanti quello che dovrebbe sempre fare un'amministrazione: ascoltare le richieste dei cittadini e non eseguire ordini che arrivano dall'alto. Faccio i miei più vivi complimenti per l'opera". Diamo ora alcune informazioni sull'opera, progettata dai tecnici comunali Alessandro Castioni e Adriana Banterla: il costo

totale è di 350.000€ per la sala civica e di euro 85.000 per il centro sportivo. La sala civica - un edificio moderno e funzionale a pianta rettangolare, in classe energetica A4 - è composta da un salone con circa 80 posti a sedere, una sala riunioni da 20 mq, servizi igienici e una cucina centrale organizzata per servire sia la sala grande che l'ampio portico esterno. Tutto attorno si sviluppa il rinnovato centro sportivo, intitolato a Tiziano Peroni, composto da un campo di calcio a 8, un campo da basket su cemento, un campo da green volley e un'area parco giochi attrezzata e completata da panchine e alberature. La direzione dei lavori e della sicurezza del cantiere è stata curata dai tecnici comunali Marcello Pachera e Simone Gaspari. "Siamo molto orgogliosi di questo lavoro ha concluso la sindaca Tramonte -, che ha un forte indice di 'cavaionesità. Persino i quadri alle pareti sono opera di due pittori di Sega, Amalio Accordini e Agnese Rigo. Le nostre società sportive hanno dato il loro contributo con entusiasmo, le associazioni della frazione si sono prodigate per preparare il momento conviviale, e poi gli alpini e l'AVIS che hanno messo la ciliegina che ho chiesto a gran voce, ovvero il pennone con la bandiera Tricolore, perché questo è e sarà uno spazio civico per tutti e di tutti. Ma rimarco ancora una volta la grande prova di squadra dimostrata dal nostro personale: grazie all’impegno di tutti, le risorse che sarebbero andate in consulenze e progettazioni esterne sono state impiegate per completare e rifinire al meglio l’opera che oggi andiamo ad inaugurare”. Il taglio del nastro è avvenuto alla presenza della famiglia di Tiziano Peroni, che tanto fece per la promozione dello sport a Sega, mentre il complesso è stato benedetto dal parroco don Daniele Granuzzo. Vino, risotto e l’immancabile Fogassa de Cavaion hanno scaldato la conclusione di una mattinata che di grigio ha avuto solo il cielo piovoso. 10°

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OPPEANO

Sport in piazza 2018, che successo a Oppeano! di Michela Saggioro

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Amministrazione comunale di Oppeano - Assessorato allo Sport, ha organizzato domenica 23 settembre scorso la 1^ edizione della manifestazione sportiva ‘Sport in Piazza’. L’evento, organizzato da Comune, Pro Loco e Polisportiva, con il patrocinio di Coni Verona che ha portato e installato una struttura ad hoc per il gioco e la psicomotricità, coinvolgendo circa 250 ragazzi nelle attività proposte. “Sport in Piazza” - commenta il Sindaco Pierluigi Giaretta - “è stata la festa di tutti gli sportivi e ha visto il coinvolgimento delle scuole e società del territorio, in un clima di amicizia e allegria, basata sui valori trasmessi dallo sport, che nel nostro Comune è soprattutto un collante sociale per tutte le fasce d’età”. Il programma è stato ricco di eventi e ha previsto, tra gli impianti sportivi in località Le Fratte e il cortile della scuola primaria, appuntamenti con yoga della Polisportiva, Gs Luc, Aiki Team, Space Sport, Acd Oppeano, L&G Danzando, Tennis Club Le Fratte e Pattinaggio Noi Bovolone. Nel cortile della scuola primaria si sono tenute, sulla piastra polivalente, esibizioni di arti marziali a cura di Aiki Team e di danza a cura di L&G Danzando. Agli impianti sportivi e in particolare alla piastra polivalente la Polisportiva sono state proposte le esibizioni di mini-basket e al campo da calcio Acd ha organizzato gli incontri di calcio giovanile. Alla piastra polifunzionale recentemente realizzata e intitolata a Matteo Franco Sacchetto Space Sport si sono tenute le magnifiche evoluzioni di ginnastica artistica e del pattinaggio su rotelle. Infine ai campi da tennis il Tc Oppeano ha organizzato un torneo e nel parcheggio del tennis Gs Luc propone attività legate al ciclismo. Alla piastra polivalente in sintetico si sono tenuti i riscaldamenti della pallavolo. “Lo sport fa bene alla crescita psico-fisica dei ragazzi” – conlcude Giaretta –“e questa iniziativa è stata pensata anche per avvicinare i giovani all’attività delle varie discipline sportive, tutte presenti sul territorio comunale. Altresì ricordo

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con orgoglio che il nostro Comune è terra d'origine di alcuni sportivi d’eccellenza, ad esempio Elia Viviani, vincitore della medaglia d’oro alle Olimpiadi di Rio 2016 e recentemente di due tappe alla Vuelta di Spagna e campione d’Italia su strada”. Visto il successo dell’iniziativa, l’Amministrazione comunale intende riproporre la manifestazione Sport in Piazza anche nel 2019, sempre in settembre, quindi in previsione dell’apertura della stagione sportiva 2019/2020, in modo da poter proporre ai giovani i vari sport, nei quali cimentarsi, ai quali potersi avvicinare ed eventualmente poi iscrivere. La giornata del 23 settembre scorso è terminata poi con le premiazioni dei vincitori del mini torneo di calcio, alla presenza del Sindaco Pierluigi Giaretta che è delegato allo sport.


SOAVE

Soave in festa tra sport e solidarietà

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di Valeria Messi

o sport come palestra per il rispetto delle regole e lo sport come dono. L'attività sportiva al centro di due importanti incontri tenutisi a Soave nel corso dell’ultimo mese. Il primo è stato lunedì 24 settembre, e ha visto protagonista l'arbitro di calcio di serie A Daniele Orsato. Il quale, dopo una serie di incontri con i ragazzi nelle scuole, si è rivolto ai genitori per sottolineare l'importanza del loro ruolo nell'educazione dei figli al rispetto delle regole, fondamentale nello sport come nella vita. In particolare, ha voluto evidenziare come troppo spesso i genitori facciano trovare ai propri figli "tutto pronto". Quando invece dovrebbero insegnare loro ad essere autonomi e a "farcela da soli", a partire dallo svuotare la borsa dopo l'allenamento. “Non possiamo aspettarci – ha detto durante l’incontro – che l’educazione venga insegnata ai nostri figli fuori dalla porta di casa”. Dopodiché ha paragonato la figura del genitore a quella di un’aquila: “con le nostre ali proteggiamo i nostri figli da tutto quello che sta fuori, attaccando chiunque cerchi di avvicinarli, ma non è così che gli insegneremo ad essere autonomi”. Daniele Orsato, vive a Recoaro Terme con sua moglie e i loro due figli di 12 e 8 anni, e si autodefinisce: “un elettricista con la passione per l’arbitraggio”. “Nonostante i tanti successi raggiunti come arbitro, – ha detto – il giorno più bello della mia vita resterà sempre il mio primo giorno di lavoro. Quando per la prima volta con la mia tuta blu ho preso l’autobus per andare a lavorare. Perché lì mi sono sentito adulto”. Con questo esempio ha cercato di spiegare ai genitori come per i ragazzi ogni traguardo di autonomia raggiunto sia un motivo di orgoglio personale: “Se a mio figlio si buca la ruota della bicicletta – ha spiegato – non sono io a ripararla, ma lui dopo che io gli ho spiegato come fare, e il fatto di esserci riuscito “da solo” lo renderà fiero di se stesso”. Oggi però Orsato è conosciuto soprattutto per aver arbitrato partite di Serie A Champions League e anche Mondiali. Alla domanda “è più difficile fare il genitore o l’arbitro?” però, risponde: “Nulla è più complesso che fare il genitore. In campo, dopo 90 minuti, la partita finisce, e se hai sbagliato puoi tornare a casa a riguardare la partita per imparare

dai tuoi errori. Quando si è mamma o papà però non è possibile. Ogni giorno si è sotto esame. Ogni giorno bisogna cercare di stare accanto ai nostri figli, aiutandoli, ma senza mai fare le cose al loro posto”. Infine il consiglio più grande, importante nel calcio come nella vita, è stato quello di “fare squadra”. Perché: “Non è possibile riuscire ad insegnare al proprio figlio rispetto se i genitori sono i primi a mancarsi di rispetto tra di loro. Non si può pensare di costruire una famiglia senza accordo tra i genitori. E’ importante che i figli ricevano dei no, ma devono essere condivisi, altrimenti si perderà tutta la credibilità”. Giovedì 4 ottobre invece, l'Avis di Soave durante la manifestazione "Per chi ha il dono dello sport del sangue", organizzata in occasione del #DonoDay2018, ha presentato il suo nuovo progetto per avvicinare i giovani sportivi al mondo della donazione di sangue. Gli atleti sono infatti da sempre tra i candidati migliori per la donazione dato il loro stile di vita sano e controllato. L’idea si compone di otto banner verticali, dedicati agli otto sport più praticati sul territorio, finanziati dalle

associazioni sportive veronesi. Nello specifico: il calcio, il basket, la pallavolo, l'atletica leggera, il karate, la corsa e il ciclismo. Ciascun banner con una frase dedicata e la foto dell'atleta testimonial. Tra i volti di questa iniziativa la campionessa italiana di Salto con l'asta Elisa Molinarolo, l’atleta di paratriathlon Manuel Marson, il tredicenne campione europeo di karate Davide Tonini ed il campione italiano di ciclismo Mattia Petucci. Presenti alla manifestazione i giovani atleti hanno raccontato alla platea come ogni giorno cercano di diffondere la cultura della donazione trasmettendone l’importanza, ed hanno inoltre sottolineato il loro desiderio di diventare al più presto donatori di sangue.

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VILLAFRANCA

Luca Zamperini, il nuovo timoniere dello sport villafranchese

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di Alberto Cristani

allo scorso giugno Luca Zamperini (veronese classe 1981) è il nuovo assessore allo sport, alla promozione turistica, alle manifestazioni, pubblici esercizi e all’ospedale del Comune di Villafranca. Dopo la sua esperienza come consigliere comunale e consigliere in Provincia di Verona con delega alla Cultura e Manifestazioni (dal 2014 al 2017), Zamperini intraprende questo suo nuovo percorso con l’obiettivo di mettere a disposizione della comunità la sua esperienza e le sue capacità. In questa intervista esclusiva, Luca racconta ai lettori di SportDi+ i suoi progetti per lo sport villafranchese. Luca, innanzitutto come procede la tua attività da assessore allo sport di Villafranca? Direi molto bene. Ho avuto modo di conoscere molte realtà ed associazioni sportive in questi mesi e di apprezzarne il lavoro svolto sul territorio, soprattutto per avvicinare i più giovani allo sport. La tua esperienza nel mondo dello sport veronese è molto radicata... Diciamo che ho avuto la fortuna di incontrare molte realtà del nostro territorio anche per l’ormai decennale esperienza amministrativa tra Comune e Provincia. Qualche numero dello sport villafranchese... Sono numeri decisamente importanti: 48 associazioni sportive e 9 polisportive. 15 sono le società che gestiscono gli impianti sportivi del capoluogo e delle sette frazioni. Gli spazi a disposizione per lo sport indoor sono: 8 palestre (4 comunali e 4 della Provincia) e il nuovo Palazzetto nel capoluogo a cui si aggiungono il Palazzetto, la Piastra coperta ed un’ulteriore palestra a Dossobuono, il Palazzetto di Alpo e quello di Quaderni. Tutti utilizzati dalle nostre società e dai nostri atleti. Villafranca può vantare, tra le altre, due realtà di serie A, ovvero Pallamano Dossobuono e Alpo Basket... Vero. Due società solide che lavorano bene da anni ed i risultati si vedono. Queste ragazze sono il nostro orgoglio. La Pallamano a Dossobuono è un’istituzione e speriamo possa presto

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Inaugurazione Centro natatorio Aquamore di Villafranca.

eguagliare ed anzi migliorare i risultati di qualche anno fa, mentre l’Alpo Basket è una splendida realtà che ci ha regalato emozioni forti e alla quale auguriamo di raggiungere quel risultato sfuggito d’un soffio lo scorso anno. A livello di strutture sportive, Villafranca può ritenersi ampiamente soddisfatta Direi proprio di sì. Oltre a quello del capoluogo abbiamo un centro sportivo in ogni frazione e un Palazzetto dello Sport inaugurato da poco. Siamo orgogliosi anche del nostro impianto natatorio, punto di riferimento per tutto il comprensorio, da poco rinnovato e che rappresenta un unicum nel suo genere, con servizi dedicati alle famiglie, reso possibile da un importante investimento privato. Va dato merito al Sindaco di aver fatto un grande lavoro da ex assessore allo sport.

Luca Zamperini

di aggregazione per bambini e per famiglie. Poi abbiamo diversi progetti in cantiere, ma è troppo resto per parlarne ora… Un sogno o un’idea che vorresti realizzare durante il tuo mandato? Ne avrei tanti, ma preferisco limitarmi a lavorare a testa bassa e cercare di fare il massimo per dimostrare la vicinanza dell’Amministrazione nella quotidianità e nella gestione degli impianti, che necessitano, come tutto il patrimonio, di continue manutenzioni. Vorremmo investire anche nella riqualificazione energetica, a partire dalla sostituzione, in tutti i centri sportivi, così come fatto per le palestre, dell’illuminazione attuale con quella a led. Un sogno potrebbe essere iniziare a stralci il parco del Tione, un polmone verde a vocazione sportiva attorno al Palazzetto. Nel frattempo mi auguro che Villafranca possa essere in grado di ospitare eventi sportivi di rilievo nazionale e, perché no, anche internazionale.

Progetti e iniziative per il 2019? Gli obiettivi principali sono senz’altro il rinnovo delle convenzioni per l’utilizzo degli impianti sportivi e progetti per il sostegno all’attività sportiva e di avvicinamento allo sport dei più giovani, a partire dalle scuole del territorio. La notte bianca dello sport ha fatto quest’anno il suo debutto al Castello, che si presta come prestigiosa location per eventi sportivi e Sindaco e assessore di Villafranca insieme alla Pallamano Olimpico Dossobuono.


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EVENTO

di Raffaele Tomelleri - Credits photo: Palla Lunga e raccontare

SPORT ritorna a far SOGNARE

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etti quattro come loro attorno a un tavolo, accendi il microfono e se la fanno da soli. Il calcio di ieri è quello di oggi, passando attraverso aneddoti straordinari, pieno zeppi di umanità e normalità, quello che in fondo manca agli ‘eroi’ di oggi. Eroi, questi lo sono stati per davvero. Totò Di Gennaro, ad esempio, il regista di una favola che ci riempie ogni volta d'orgoglio. Lui che ti racconta Un Bagnoli "...capace di ascoltarti e si parlare con te anche per cose fuori dal calcio. Stavo attraversando un periodo difficile, per la separazione, lui mi fece entrare nel suo spogliatoio e mi ascoltò, come fa un papà...". E poi Bagnoli "...che non voleva gavettoni in ritiro, che dettava le sue regole semplici, chiare. E che in ritiro metteva tutti sul chi va là con la lavagna. Lui dava subito la sua squadra, questi i titolari, queste le riserve. Però, quando te lo meritavi, si ricordava di te..." Eroe lo è stato per davvero anche Beppe Savoldi, mister ‘2 miliardi’. Il Napoli lo prese dal Bologna, per una cifra che a quei tempi scatenò l'inferno. "Non mi ha mai pesato tanto" - ha detto Savoldi - “io ho sempre fatto il mio dovere e la gente di Napoli questo lo sa apprezzare". Aneddoti? "Beh, ricordate Pesaola, l'allenatore? Lui dava a tutti del lei, sempre. Durante una partita, c'era un compagno

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che stentava ad avanzare con la palla. Lui gli diceva: vada, vada... E gli faceva segno con la mano di andare avanti. Questo compagno sbaglia poi un facile appoggio e Pesaola ...ma vada aff.....!”. E poi, il siparietto con Di Marzio, suo allenatore a Napoli. "Però, vi racconto di quand'ero al Bologna. Andiamo a Catanzaro. L’allenatore è Di Marzio. Arriviamo al campo, asciutto, non era piovuto. Facciamo il riscaldamento, sempre asciutto, mettiamo tutti le scarpe in gomma, con i 13 tacchetti. Usciamo per la partita, il campo è allagato, non si stava in piedi. Di Marzio era così, le pensava tutte!". "Macche" - scuote la testa Di Marzio, che tra le mille storie di una vita di calcio, ne ha una speciale. "Avevo già preso Maradona per il Napoli e Ferlaino non lo volle. ‘Costa troppo’ mi disse. L'avevo preso per 120 mila dollari, già firmato tutto, l'avevo visto in Argentina, aveva fatto 3 gol in una partita e non avevo dubbi. Ferlaino disse di no, l'anno dopo passò al Barcellona per 14/15 miliardi...". L'ultimo eroe, la storia è più recente, si chiama Martins Adailton, sette anni all'Hellas, sette anni d'amore e di gol. "Questa è diventata la mia città" - spiega Adailton, affascinato dai racconti degli altri - "mi piace sempre ascoltare altre esperienze, ti aiutano a crescere, a capire

che quello che vivi viene da lontano...". La bellezza di Verona per tenere lontana anche la saudade. "Che non è solo nostalgia di casa" – sospira - "no, è molto di più. È qualcosa che senti dentro, che forse solo un brasiliano può avvertire. È mancanza dei luoghi, del cielo, della musica, dei sorrisi, dell'allegria...". Di tutto quello che fa parte del Brasile e che un po', probabilmente, gli manca. Oggi aspetta una chiamata. "Da grande voglio fare l'allenatore" – confessa - "ho voglia di trasmettere la mia esperienza agli altri, sento che questa è la mia strada". "E allora vai!" gli dice Di Marzio. Mentre la chitarra di Graziano regala Reginella, una delle grandi canzoni napoletane. Allora Di Marzio si alza. Si alza pure Savoldi. E finisce con un coro che è un omaggio a Napoli. Un inno alla semplicità. È voglia di umanità, quella che adesso cerchiamo tante volte tra le pieghe di un calcio che non ci entusiasma più. Anche questa è la magia di Palla lunga e raccontare...


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SPORT LIFE

di Burno Mostaffi - Credits photo: Giornalisti F.C.

Divertimento e solidarietà:

questa è la Giornalisti F.C.

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enticinque anni, un bel pezzo di strada per la Rappresentativa Giornalisti di Verona, in campo da un quarto di secolo, ma decisa a non fermarsi. Anzi. Un storia che parte da lontano, che negli anni si è arricchita di obiettivi di solidarietà e ha attraversato momenti difficili con la forza e il coraggio che lo sport riesce a dare. "Su tutto, purtroppo” - spiega il capitano Stefano Joppi – “la tragedia che ha colpito noi e la famiglia, con la scomparsa di Andrea Mantovani, deceduto in campo, prima di una partita. Da quel momento, anche il nostro impegno è diventato, se possibile, ancora più forte. Giochiamo anche per onorare la memoria di Andrea, non c'è occasione in cui non lo sentiamo assieme a noi". Per ricordarlo, i Giornalisti hanno organizzato per il secondo anno un torneo over 45, con 8 formazioni, 4 delle quali provenienti da altre città d'Italia. "Quest'anno la vittoria ci è sfuggita di un soffio" - sottolinea Joppi - "in finale ci siamo arresi a Rimini, ma prima o poi lo vogliamo vincere, proprio per Andrea". La squadra veronese è una delle realtà più significative a livello amatoriale. "Non credo” - dice il presidente-giocatore Raffaele Tomelleri – “esistano tanti altri esempi del genere: in campo da 25 anni, giochiamo ogni anno circa 40 partite, con un gruppo che è diventato squadra ma che, prima ancora, è un gruppo di amici". Da qualche anno, legato alla Giornalisti F.C., c'è anche un grande obiettivo di solidarietà. "Da 5 anni” - spiega Tomelleri – “sosteniamo a distanza una classe di 60 bambini del Madagascar, presso la scuola elementare di Tananarive, dopo opera suor Anselmina, religiosa veronese. Abbiamo adottato questa classe in prima e quest'anno i bambini concludono il loro percorso, anche grazie al nostro aiuto. Lo facciamo perché pensiamo che lo sport debba anche essere questo, guardare al di là, andare oltre l'aspetto puramente agonistico". E per celebrare degnamente i 25 anni? Conclude Tomelleri: "Abbiamo in ballo parecchie iniziative. Intanto, una serie di partite con formazioni di altre città, ‘Le sfide del 25°’, che ci hanno visto finora affrontare Bolzano, Padova e Rovigo. Poi, pensiamo a una partita da giocare allo stadio Bentegodi, a fine stagione, e una

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serata in cui invitare tanti compagni di squadra che hanno fatto parte, sia pure per poco, della nostra avventura".

Campionati Andrea Mantovani


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fly on INTERVISTA

di Giorgio Vincenzi - Credits photo: Andrea Pesenato

Volare oh, oh… Nel blu dipinto di blu/Felice di stare lassù/E volavo, volavo felice più in alto del sole/Ed ancora più su.

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on ci sono parole migliori della canzone di Domenico Modugno per descrivere la passione di Andrea Pesenato per il volo aereo e per le acrobazie che compie con il suo CAP 231. Pesenato, 43 anni, originario di San Zenone di Minerbe (Verona) non è un pilota a tempo pieno, di professione fa l’amministratore delegato di una società che si occupa del trattamento chimico dell’acciaio, ma ha un talento per questo sport che lo ha portato a vincere per ben due volte il campionato italiano sportsman nel 2009 e nel 2010, a laurearsi campione italiano di acrobazia aerea categoria intermedia nel 2011 e a settembre di quest’anno ad esibirsi prima delle Frecce Tricolori.

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Andrea, com’è nata la passione per il volo aereo acrobatico? Me l’ha trasmessa mio padre, anche se lui non è mai stato un pilota. Da piccolo costruivo dei modellini di aerei, mentre il primo volo è stato un regalo per la Cresima. In seguito ho partecipato alla selezione per entrare all’Istituto tecnico aeronautico di Forlì perché volevo diventare un pilota militare, ma le condizioni economiche della famiglia me lo hanno impedito. A quel punto ho smesso di seguire il sogno di volare fino a quando le possibilità economiche me lo hanno permesso. Oggi ho diverse abilitazioni. Come ti senti quando sei in volo e vedi il mondo piccolo? Per risponderti devo fare una distinzione tra quando faccio un volo turistico e quando invece eseguo delle acrobazie. Nel primo caso è un piacere osservare la terra e apprezzarla da un diverso punto di vista, ciò che si conosce assume proporzioni differenti, la prospettiva muta sorprendentemente: ogni volta vivo


INVERVISTA ANDREA PESENATO la stessa emozione e mi sento piccolo piccolo. Quando invece faccio acrobazia mi concentro solo, ed esclusivamente, sull’aereo e sulle manovre diventando un tutt’uno col mio mezzo, a tal punto che dimentico il resto e assaporo la bellezza di muovere il mio CAP 231 come desidero. Per fare delle acrobazie serve coraggio, essere spregiudicati o qualcos’altro? L’elemento fondamentale e imprescindibile per fare acrobazia è, per me, il desiderio di volare. Da piccolo volevo fare il pilota collaudatore per sperimentare me stesso e l’aereo. Non ho potuto perseguire questa strada in ambito militare, ma ho ritrovato la stessa possibilità nell’acrobazia a motore. Ogni volta che faccio una nuova figura esploro sensazioni mai provate e, cosa non irrilevansuperficie di Montagnana e la scintilla è scattata nuovamente. Quest’anno ho partecipato al campionato italiano di acrobazia aerea senza però gareggiare nella finale perché era in concomitanza con l’evento delle Frecce Tricolori. Il prossimo obiettivo? I campionati mondiali di acrobazia, Fai World Aeorobatic Championships, che si terranno ad agosto del prossimo anno a Chateauroux in Francia, un luogo raggiungibile anche con un mezzo come il mio che non nasce per le trasferte.

te, sono io a eseguire la manovra per la prima volta. È chiaro che, essendo questo uno sport estremo in cui ci sono importanti fattori di rischio, diventano fondamentali tecnica, allenamento e perseveranza. Cosa hai pensato quando lo scorso settembre ti sei esibito prima delle Frecce Tricolori nello splendido palcoscenico del Lago di Garda in occasione di “Valtenesi Air Show 2018”? Ho ancora la pelle d’oca. Mai avrei pensato di poter fare una cosa del genere. Devo dire grazie a Eleonora Negri che da anni è in questo settore e che mi ha aiutato a realizzare questo sogno. L’esperienza è stata senza dubbio positiva e, per uno come me che ama definirsi “un pilota della domenica”, ricevere i sinceri complimenti delle autorità presenti, dei massimi rappresentanti dei corpi

militari coinvolti nella manifestazione e l’abbraccio vivo del pubblico è stato un regalo che mi ha commosso e al contempo spronato a lavorare per crescere ancora. Sei stato campione italiano di acrobazia aerea categoria intermedia 2011. Poi per sette anni sei uscito di scena. Come mai? Nello stesso giorno che ho vinto il campionato italiano mio papà è morto. Non sono riuscito a dirgli quello che ero diventato grazie a lui. I medici mi avevano detto che l’avrei ritrovato vivo una volta terminata la finale. Così però non è stato. In quel momento è come se avessi perso il motivo che mi spingeva a volare. Negli anni seguenti ho tenuto in vita a malapena i brevetti, ma non ho più eseguito delle acrobazie. Nel marzo scorso, quasi per caso, sono salito su un aereo acrobatico di un socio dell’avio-

Descrivici il tuo aereo… È un monoposto CAP 231 studiato per avere sollecitazioni forti senza danni strutturali. Ha una lunghezza di 6,75 metri, un’apertura alare di 8,08 metri e un motore Lycoming AEIO-540-L1 B5D air-cooled flat-six, 224 kW (300 hp). Resiste a +9 e a -9 G. Ciò sta a significare, per esempio, che durante le manovre acrobatiche posso avere delle sollecitazioni fino a +/-9 G. Mi spiego meglio: se un pilota pesa 80 kg arriva ad avere letteralmente scaricato addosso un peso pari a 640 kg durante la manovra, il che comporta una forte accelerazione della circolazione del sangue testa-piedi. Lo stesso vale al contrario nel caso dei G negativi. Occorre quindi mettere in pratica delle tecniche di contrazione muscolare e di respirazione per contrastare questi fenomeni che possono portare alla perdita dei sensi in un caso e alla mancanza temporanea della vista nell’altro. Il fatto che sia giallo oro con delle stelle nere significa qualcosa? L’ho comprato che era già così e l’ho 10°

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INVERVISTA ANDREA PESENATO voluto tenere tale e quale per non snaturare il valore storico diaffascinante, questo mezzo, “musica” sicuramente basti ricordare che i tre proprietari ma non sempre gradita. Mi alleno,precedenti diventati tutti meteosono permettendo, tutti campioni i sabato edel mondo: siccome io sono uno scaramanle domeniche facendo quattro voli tico non mi sogno di cambiare della durata ciascuno di circaqualcosa. venti minuti. Mi segue un coach francese Dove quantoriguarda ti alleni? per equanto la preparazione Come base uso l’aeroporto di Legnago ai mondiali 2019. del quale vorrei ringraziare i soci. La loro disponibilità verso diconsiglio me è importante Puoi dare qualche a chi per la mia formazione perché le acrovorrebbe volare? bazie sono belle vedere, maecomporSe qualcuno hada salute fisica pastano anche il rumore del motore, una sione può volare senza problemi. Non serve essere superuomini. Naturalmente sono fondamentali i corsi di formazione. Oggi ci sono diverse soluzioni per volare. La più economica è quella con gli ultraleggeri il cui attestato richiede un impegno di spesa paragonabile all’acquisto di uno scooter, mentre il costo per l’uso del mezzo si aggira intorno ai 100 euro/ora. Per il tipo di volo che faccio io, acrobatico, la strada è molto più complessa perché bisogna avere la licenza di pilota privato, fare almeno 100 ore di volo per accedere al corso acrobatico il quale infondo rappresenta solo il primo passo per entrare nel mondo dell’acrobazia.


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di Giorgio Vincenzi - Credits photo: Foto Bizzi

Mondiali calcio amputati:

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Angola è campione del mondo di Calcio amputati. Nella finale disputata il 4 novembre scorso a San Juan De Los Lagos (Messico) la squadra africana ha battuto ai rigori (5-4) la Turchia, campione d’Europa. Il bilancio degli Azzurri al mondiale è stato di 4 vittorie e 3 sconfitte. La nostra nazionale dopo essere arrivata prima nel suo girone a punteggio pieno grazie alle vittorie contro Ghana (3-0, a tavolino), Francia (2-1) e Argentina (1-0), agli ottavi di finale è stata sconfitta dall’Angola per 2-0. In quest’ultima partita gli azzurri hanno tenuto testa per tutta la gara a una squadra più attrezzata che già quattro anni fa arrivò seconda al mondiale dietro la Russia. Nelle successive partite per la definizione del ranking dal 9°-16° posto, l’Italia è terminata al 14° posto: una vittoria contro la Francia (1-0) e due sconfitte ad opera di Haiti (1-3) e Irlanda (1-4). "Sono molto soddisfatto dell’ottima prova dei ragazzi” - racconta il ct della nazionale Renzo Vergnani a SportDi+ - “abbiamo giocato alla pari con compagini super attrezzate. In Italia abbiamo 25 giocatori, nelle altre nazioni che abbiamo incontrato ci sono almeno 80 giocatori. Sono soddisfatto soprattutto per l’atteggiamento sempre positivo dei ragazzi, da vera squadra! Abbiamo uno staff eccellente, eravamo gli unici ad avere un medico, Mario Cionfoli e due fisioterapisti Corrado Nichele e Maurizio Alasia al seguito. Avevamo in campo come titolare un quindicenne Lorenzo Marcantognini, la vera rivelazione del Mondiale. Emanuele Padoan ha confermato la sua bravura, sostenendo con grinta e gol la squadra. Il nostro capitano, Francesco Messori, nonostante che l'altitudine abbia accentuato i suoi problemi di asma, ha dato l'anima in campo. I nuovi arrivati Marco Pollicino, Vincenzo De Fazio e Ivan Martucci hanno disputato un ottimo mondiale. Salvatore La Manna si è rivelato una vera roccia. Il veterano Riccardo Tondi si è fatto trovare pronto quando c’è stato bisogno. Anche chi ha trovato meno spazio in campo, come Marcello Cirisano, si è dimostrato fondamentale per il gruppo. È stato poi un peccato che Daniele Piana si sia fatto male perché avrebbe dato sicuramente un contributo importante.” “Grazie all'ottimo lavoro di Emiliano Gronchi” - prosegue il CT azzurro -“ab-

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biamo i migliori portieri al mondo: Daniel Príami è stato veramente eccezionale e sono sicuro che se avessimo raggiunto posizioni migliori, avrebbe vinto il riconoscimento come miglior portiere. Pier Mario Gardino è un secondo portiere di lusso, si è fatto trovare pronto disputando un partitone contro la Francia. Mattia Dal Pastro, terzo portiere, bravo nei pochi scampoli di partita che ha giocato. Inoltre abbiamo uno staff completo, il mister in seconda, Paolo Zarzana, che si è confermato un collaboratore preziosissimo! Roberto Sodero, come addetto stampa e non solo, è stato fantastico utilizzando il suo grande buon cuore. Giacomo Quadrini accompagnatore delegato Fispes, che si è integrato in maniera perfetta nel gruppo, dimostrandosi fondamentale come supporto organizzativo. Sul campo abbiamo vinto a punteggio pieno il girone e siamo usciti agli ottavi contro

chi ha vinto questa competizione. Posso dire in tutta coscienza che si è trattato di un ottimo Mondiale.” Conclude Vergnani: “Con queste premesse, penso che nel futuro questa Nazionale possa togliersi delle grandi soddisfazioni. L'impianto è solido e con la Fispes si sta già lavorando per far crescere questo movimento, grazie alla creazione di un'Accademy per i bambini e all'istituzione di un campionato di calcio per amputati". 10°

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INTERVISTA

di Matteo Lerco - Credits photo: Maurilio Boldrini

Alessia volante

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essere portiere è un’equazione imperfetta. Ciò che dai non è mai uguale a ciò che ricevi: l’estremo difensore, ultimo faro prima del buio del gol, è un ruolo tanto romanticamente affascinante quanto cinicamente spietato. Basta un soffio di vento nell’arco dei novanta minuti per sgretolare un castello fatto di buone parate e di tanti sacrifici settimanali. Il numero uno nel calcio è una scommessa a perdere: l’ine-

luttabile natura del gioco farà sì che prima o poi la palla si depositerà in fondo al sacco. I grandi interpreti tra i pali non sono dunque quelli che parano tutto, bensì coloro che sbagliano di meno. Cosa spinge questi giocatori, stagione dopo stagione, ad accettare questa sfida così impari? Lo abbiamo chiesto ad Alessia Gritti, portiere del ChievoVerona Valpo, alla sua seconda stagione con la casacca gialloblù. Ciao Alessia, parliamo fin da subito del portiere, ruolo spesso ingrato, in quanto i momenti di grande gloria sono immersi in un mare di responsabilità. Cosa pensi al riguardo? «Il portiere è un ruolo a sé stante. Sei praticamente sempre da sola: sia quando la tua squadra segna, sia quando fai una bella parata, esulti sempre con te stessa. Però senza di noi che calcio sarebbe? È una sfida in primis mentale quella di sapersi esaltare nei momenti in cui fai bene e non abbattersi quando si subisce una rete, trovando la forza di reagire. La passione, l’adrenalina, le emozioni che i guantoni ti sanno trasmettere sono un qualcosa di unico».

Torniamo innanzitutto alla genesi della tua carriera. Com’è iniziato l’amore per il gioco e quali sono le difficoltà nelle quali una ragazzina si imbatte nei primi anni di calcio? «Personalmente ho iniziato a calciare un pallone nel campetto dell’oratorio, all’età di otto anni. All’inizio i maschi erano diffidenti ed inizialmente mi misero in porta perché fuori giocano quelli “forti”. Per orgoglio personale ho deciso di impegnarmi al massimo delle mie possibilità, per dimostrare che in fondo non ero poi così scarsa. E direi che alla fine è andata bene». Cosa significa essere una giocatrice di Serie A nel 2018? Pensi che un modello ed un livello come quello tedesco possa essere raggiungibile anche in Italia, oppure c’è troppo divario etico e sportivo tra noi e la Germania? «Sicuramente essere una giocatrice di Serie A adesso ha una valenza maggiore rispetto a qualche anno fa, in quanto c’è maggior visibilità sia da parte dei social media, che da parte delle autorità. Purtroppo però rispetto al modello tedesco, o al nord europeo in generale, siamo ancora arretrati soprattutto sotto l’ambito culturale e strutturale/organizzativo. Basti pensare al divario numerico di tesserate tra noi e la Germania e si può capire perché meno persone seguono il movimento, non riempiendo di conseguenza gli stadi». Il calcio femminile finalmente è stato ricompreso in Figc. Momento di grande svolta, o ritieni che alla fine sia solo una novità di facciata e che rimarrà tutto esattamente come prima? «Sicuramente è una grande opportunità di svolta. L’importante però è che questo cambiamento non rimanga solo sulla carta, ma che si estrinsechi in qualcosa di tangibile. Il punto di riferimento in tal senso dev’essere sempre il futuro delle nuove leve. Complessivamente sono molto soddisfatta di questo nuovo inquadramento».

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INVERVISTA ALESSIA GRITTI L’avvento di molte realtà professionistiche maschili come Roma, Juve e Milan ha indubbiamente innalzato il livello della massima serie. Non pensi che questa «invasione» del calcio maschile alla lunga finirà per snaturare le caratteristiche del mondo femminile? «Ritengo che al di là di tutto le società professionistiche maschili portino dei rilevanti benefici al nostro movimento. Mi piace pensare che sia davvero il momento di svolta che attendevamo da tanto tempo. È vero che per noi rappresenta una novità, ma sono certa che anche alla lunga la sosterremo bene e che il Femminile non perderà mai le sue prerogative. La nostra passione e il nostro spirito rimarranno sempre gli stessi». Qual è a tuo avviso la qualità imprescindibile per un portiere moderno e come si evolverà il ruolo in futuro? «Nel calcio moderno è sempre più fondamentale che il portiere sappia integrarsi nel gioco in maniera attiva e che quindi partecipi alla manovra coi piedi. Il nostro è uno sport in continua evoluzione, dalle regole fino al modo stesso di interpretare la partita. Il mio ruolo non fa eccezione: in futuro l’estremo difensore è destinato ad assumere sempre più i connotati di un giocatore di movimento».

Alessia insieme al "collega" del Chievo Verona Stefano Sorrentino

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INTERVISTA

di Riccardo Cannavaro – Credits photo: Graziano Zanetti

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Da SOGNO a grande REALTÀ

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M O D U T I FORT

L’intervista è consultabile anche online al seguente link: https://youtu.be/bfh2I8oCg8k

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ono due anni che Dolcefrutta aiuta e sponsorizza la Fortitudo Mozzecane. Un’azienda commerciale partita da un sogno e diventata grande e una società sportiva partita da un sogno che sta diventando grande. Queste la parole di Mauro Avesani, insieme alla sorella Diana: Come nasce Dolcefrutta? «Nasce da un sogno; il sogno di poterci inserire nel grande mondo dell’esportazione dell’ortofrutta italiana. Volevamo che il “made in Italy” potesse essere apprezzato in Europa e nel mondo. Siamo entrati in questo sistema quando l’Italia faceva fatica a causa della concorrenza dei paesi esportatori emergenti, che tutt’ora sono grandi concorrenti. Questo perché hanno una manodopera a minor costo ma anche impianti più moderni rispetto ai nostri. Il commercio italiano per certi aspetti ha ancora una mentalità arcaica, ma non dobbiamo mai dimenticarci che il made in Italy ha sempre qualcosa in più, cioè la bontà del prodotto. Credo che in questo la nostra terra sia ancora la prima al mondo. Noi abbiamo deciso di iniziare questo progetto con dedizione, passione, impegno e con il sacrificio di tante persone». Perché Dolcefrutta ha scelto di stringere questa collaborazione con la Fortitudo Mozzecane? «Abbiamo deciso di stringere questo accordo con la Fortitudo Mozzecane perché ci sembrava giusto sponsorizzare una squadra di calcio femminile; il calcio maschile è già ampiamente sponsorizzato al contrario del panorama femminile. Inoltre ci piaceva l’idea di basarci su una piccola realtà, piccola ma vincente, perché è la filosofia della nostra azienda: noi siamo nati da niente, eravamo piccoli e ci siamo trasformati in qualcosa di grosso. Vorremmo che la stessa cosa succedesse alla Fortitudo Mozzecane; amo lo sport, e vorrei che questa collaborazione possa fornire ai giovani la possibilità di fare sport nel modo migliore».

Farebbe bene allo sport femminile che grandi marchi, come Dolcefrutta, decidessero di sostenerlo? «Assolutamente sì. Il mondo dello sport maschile fa la parte del leone per così dire, ed è giusto che anche il mondo femminile goda di “una fetta della torta” e abbia la possibilità di crescere mediante accordi con grandi sponsor. Non credo che sia giusto che solo i maschi possano godere di grandi vantaggi nel panorama sportivo, e investire nel maschile sarebbe troppo facile e darebbe meno soddisfazione». Il sogno della Fortitudo, essendo che è una piccola realtà con grandi aspirazioni, ha quindi coinvolto anche voi? «Secondo me è stato giusto partire da questa squadra. Se fossimo partiti da una grande realtà, come ad esempio l’Hellas Verona, sarebbe stata troppo facile e scontata come cosa, perché è un progetto già pensato da tanti altri. Credo che prendere qualcosa di piccolo e, allo stesso tempo, qualcosa che possa crescere tanto, sia meglio che prendere una realtà già grande e strutturata». È motivo d’orgoglio, per un’azienda come la vostra, che il nome Dolcefrutta sia portato in giro per l’Italia dal comune più piccolo di tutta la serie B? «Certo, perché siamo convinti che la Fortitudo Mozzecane, sebbene sia sulla carta una piccola realtà,

abbia un grande futuro davanti a sé». Intravede valori comuni tra mondo dello sport e un’azienda o un’impresa? «Certamente. Nello sport sono fondamentali l’impegno, il sacrificio, la passione e la pazienza. Questi valori danno senso alla vita e ripagano degli sforzi fatti. Esattamente come nello sport questi valori devono esserci anche la lavoro, non solo in un’azienda commerciale, ma in tutto ciò che si fa. Anche il lavoro di squadra ha massima importanza, perché il sacrificio del singolo può portare a buoni risultati ma non eclatanti, invece il sacrificio di tante persone messe insieme porta ad un risultato esponenziale».

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INTERVISTA

di Giorgio Vincenzi - Credits photo: Frosinone Calcio

La ROCCIA a d r a G del C alcare un campo di Serie A è il sogno di ogni ragazzo che gioca a calcio. Non importa quando o come arrivarci, ma il bello sta nel riuscire nell’impresa. Negli ultimi due campionati i veronesi che hanno giocato nella massima serie italiana si contano sulle dita di una mano. Uno di questi è Nicolò Brighenti, attuale difensore del Frosinone. Originario di Cavaion, a 29 anni è riuscito a coronare il suo desiderio

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vincendo una lunga serie di momenti negativi che avrebbero fatto desistere chiunque dal continuare a giocare a calcio. Lui no! Ha scalato tutti i gradini dei vari campionati fino ad arrivare alla meta. Ha fatto tutta la trafila nelle giovanili del Chievo per poi passare al Mezzocorona (C2), alla Pergolettese (C1), al Viareggio (C1), al Vicenza (Serie B) e dalla stagione 2016/2017 al Frosinone, prima in Serie B e poi in Serie A. Il debutto nella massima

serie è avvenuto il 26 agosto contro il Bologna (0-0) all’Olimpico di Torino, campo neutro a causa della squalifica per due turni dello stadio del Frosinone per i fatti risalenti alla finale di ritorno dei playoff di Serie B con il Palermo. Che effetto ti fa giocare in Serie A? È il coronamento di un sogno che avevo sin da ragazzino e vista la mia carriera travagliata per mille motivi è anche


incontro che ricorderò per sempre e con molto piacere. Nella tua carriera calcistica ci sono stati due episodi che avrebbero potuto farti appendere le scarpe al chiodo. Invece no! Che cosa è successo? Nel 2009 ho avuto un tumore al cervello che mi è stato diagnosticato mentre stavo andando ai mondiali con l’under 20 che per un giovane è un trampolino di lancio molto importante. Sembrava che non potessi più giocare. A distanza di un anno sono tornato sui campi di calcio a Viareggio. Questa vicenda mi ha fatto diventare uomo abbastanza in fretta. Nel 2015 a Vicenza, invece, in uno scontro con il mio portiere mi sono lacerato il pancreas con conseguente intervento chirurgico di cui non si sapeva bene come sarebbe stato il decorso. Sono seguiti mesi di grande sofferenza fisica e senza la certezza che l’operazione tenesse. A distanza di tempo, per fortuna, sono tornato a giocare supportato anche dall’affetto dai tifosi vicentini. Nel 2017, a Frosinone, ho iniziato la preparazione in ritardo perché ho avuto una complicazione al pancreas e ho dovuto operarmi nuovamente. E in mezzo a questo ci mettiamo anche due interventi alla spalla. Sei rientrato in squadra a ottobre dello scorso anno in coincidenza della partita di campionato di Serie B contro la Cremonese dove, destino, hai trovato come avversario tuo cugino Andrea Brighenti. Da quel momento hai sempre giocato titolare. Sì ho sempre giocato, ma dopo tutto quello che mi era successo il giocare diventava una cosa relativa. Ovvio che tutti ci tengono a scendere in campo, l’importante però è star bene e il resto viene da solo. motivo d’orgoglio. La scelta poi di venire a Frosinone fatta due anni fa andava in questa direzione. Ora giocherò le mie carte per dimostrare che posso rimanere in questa categoria. Com’è stato il debutto contro il Bologna? Mi sono reso conto di quello che stava succedendo solo quando la partita è finita. Quel giorno c’era una atmosfera particolare visto che giocavamo in campo neutro, a Torino, e a porte chiuse. Sembrava un’amichevole. Un esordio un po’ strano. Mi sono reso conto invece di essere in Serie A con la seconda partita quella che ho disputato all’Olimpico contro la Lazio di Immobile, MilinkovicSavic, Luis Alberto. L’atmosfera serale e i tanti tifosi hanno reso tutto magico. Un

In quei momenti difficili non hai mai pensato di mollare tutto? Ci sono stati dei momenti, in particolar modo dopo le varie operazioni, in cui ho pensato di dire basta al calcio. Questo durava tre o quattro giorni, poi subentrava la voglia di mostrare a me stesso che non avrei mollato e che ce l’avrei fatta. Per fortuna alla fine ho avuto ragione a tenere duro e ora sono in Serie A con altri progetti per il futuro. Non è stato però facile! Il calciatore a cui t’ispiri o che meglio interpreta a tuo avviso il ruolo che ricopri? Io sono cresciuto con l’immagine di Paolo Maldini. Lui è stato il mio idolo come lo è stato per tanti altri della mia generazione. Era il difensore da imitare. 10°

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INVERVISTA NICOLÒ BRIGHENTI Qual è l’allenatore che ha dato una svolta alla tua carriera? E perché? Senza dubbio Pasquale Marino. Nel 2014 ero passato dal Chievo al Vicenza dopo quasi un anno di inattività e lui prese in mano la squadra che era terzultima in classifica. Mi spostò da terzino a difensore centrale. Con lui iniziò la risalita e arrivammo terzi in campionato sfiorando la Serie A, fummo eliminati ai play-off. Lui ha sicuramente dato una svolta alla mia carriera. Ha messo poi del suo portandomi nel 2016 a Frosinone. Il numero 23 che hai sulla maglia ha un significato particolare? No. Quando sono arrivato al Frosinone i numeri che mi piacevano erano tutti assegnati e così ho preso il 23. A Frosinone come ti trovi? Sono arrivato che mio figlio era molto piccolo e ho trovato, anche fuori dal calcio, persone splendide. È ovvio poi che sei lontano da casa. … E la tifoseria del Frosinone com’è? Mi è sempre piaciuta perché è calorosa, ma allo stesso tempo ha rispetto per la tua privacy. Sono caldi, ma non invadenti. Torni spesso a Verona? Non tanto visto che mio figlio è molto piccolo. Il sogno nel cassetto? Il difficile non è arrivare in Serie A, ma rimanerci. Giocare nella massima serie può capitare a tanti, restarci è la parte più difficile. Quindi farò di tutto perché questo diventi realtà. Ti aspettiamo in campo al Bentegodi il 29 dicembre contro il Chievo. Quante emozioni e ricordi… Certamente sarà una partita particolare e carica di emozioni visto che sono cresciuto nel Chievo e un tempo il sogno era di arrivare in A con quei colori. Sarà sicuramente un incontro affascinante, ma è chiaro che sarà più importante fare i tre punti con il Frosinone. Ci saranno i tuoi amici di Cavaion? Sicuramente non mancheranno. Un consiglio per i ragazzi che sognano di imitarti e uno ai loro genitori. Ai ragazzi dico di sognare in grande e di credere in se stessi e al fatto che i sogni si possono realizzare. E anche quando le cose sembrano difficili e irraggiungibili bisogna sempre lottare per ottenere dei risultati. Ai genitori invece dico di non far pressioni particolari ai ragazzini e di lasciarli liberi di giocare e divertirsi.

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I ‘best’ di Nicolò Brighenti

Città: New York Calciatore: De Rossi Lo sportivo: Federer Cantante: Coldplay Canzone: Magic (Coldplay) Attore: Denzel Washington Film: Ogni maledetta domenica Piatto: Carbonara Vino: Gewurztraminer



INTERVISTA

di Mattia Poli – Credits photo: Paolo Schiesaro

Dottor

JACK e

MASP ister

G

iacomo Maspero, per tutti Jack: un ragazzo come tanti ma che, a differenza di molti, è riuscito a coniugare i propri impegni sportivi (questo è il suo primo anno a Verona, ma in passato ha giocato anche a Recanati, sempre in serie A2, e lo scorso anno nella massima serie a Cantù, sua città natale) allo studio universitario. Maspero ha infatti conseguito ad ottobre la Laurea Magistrale in Ingegneria Civile, indirizzo strutture, all’Università Politecnica delle Marche. Discutendo la tesi dal titolo ‘Modellazione di un edificio sperimentale in c.a. e studio degli effetti di eventi sismici in sequenza’, Jack si è portato a casa il massimo dei voti, quel 110 che è stato un grande motivo d’orgoglio sia per lui e i suoi familiari che per tutta la Scaligera Basket. Non una banalità, in quanto non sono molti i casi in cui uno sportivo professionista, riesce parallelamente ad ottenere un così prestigioso risultato. Maspero ci ha raccontato come è riuscito a coniugare i due aspetti. Jack, partiamo da un bilancio di quest’anno. Impegno e tenacia ti hanno aiutato a raggiungere nel 2018 grandi

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e importanti traguardi sia nello sport (serie A con Cantù e protagonista con la Tezenis in A2) che negli studi. Ci faresti il tuo personale bilancio del 2018? E’ stato sicuramente un anno importante, a conclusione di un percorso iniziato qualche anno fa ed ora potrò finalmente concentrarmi un po di più sulla pallacanestro avendo terminato gli studi. A livello sportivo sono estremamente soddisfatto in quanto sia lo scorso anno a Cantù, che in questa stagione a Verona, ho avuto la fortuna di giocare in squadre di alto livello. Ora sei un ingegnere. Come mai la scelta di iniziare questo tipo di facoltà? Ho sempre preferito, fin dalle scuole superiori, le materie scientifiche a quelle umanistiche. Mio padre è ingegnere, e questo probabilmente ha influito. La mia idea era quella di fare ingegneria aerospaziale, ma chiaramente con gli impegni legati alla pallacanestro che aumentavano, non ho potuto farlo. Anche a livello logistico, avendo le lezioni a Como , per me era molto più comodo. Come sei riuscito a coniugare in questi anni sport e studio? Dopo un po’ di tempo non dico che ci fai

l’abitudine, però riesci a gestire meglio la pressione. Pian piano, pur sacrificando tanto, ad esempio uscire dopo la partita o riposarsi. L’organizzare il tutto è stato abbastanza stressante. Qual è la giornata tipo dello studente che deve unire impegno accademico ad allenamenti e impegni sportivi ad alto livello? Se la mattina ho allenamento, mi alzo e vado ad allenamento. Pranzo, e dormo per riposarmi e ricaricarmi, studio e vado di nuovo ad allenarmi. Al ritorno a casa, ceno e poi mi dedico allo studio fino a che non sono soddisfatto. Capisco che sia impegnativo, ma è quello che bisogna fare per arrivare a certi livelli e, soprattutto se non vuoi accontentarti. Vista la tua esperienza, come consiglieresti di conciliare studio e sport a uno studente? Innanzitutto la premessa sembra banale ma è logica: deve piacergli ciò che fa, perché se parte anche solo con qualche dubbio non va bene e, soprattutto non ha senso. Sono sincero, anch’io durante il mio percorso ho avuto qualche momento di sconforto, ma ho avuto la fortuna di avere persone che mi sono


Il Dott. Giacomo Maspero

sempre state vicine e che mi hanno sempre sostenuto: dalla mia ragazza ai miei genitori, fino ai miei amici. Bisogna sapersi organizzare, il segreto è quello: la capacità di avere un senso di organizzazione importante e mettere in preventivo che bisognerà sacrificare qualcosa. Alla fine però i risultati pagheranno. Com’è cominciato il tuo amore verso la pallacanestro? Io sono nato a Cantù, una città che a livello di tradizione cestistica è una delle più importanti in Italia. Diciamo che sono cresciuto a pane e basket (ride). Non ero altissimo, poi sono cresciuto tanto. Oltretutto anche mio padre ha giocato in passato, quindi è stato abbastanza naturale che io iniziassi a giocare a pallacanestro. Questa è la tua prima stagione a Verona, come ti stai trovando, sia con la città che con la squadra? E’ veramente tutto perfetto, siamo una squadra con un grandissimo potenziale, dobbiamo essere convinti al 100% dei nostri mezzi perché il materiale che abbiamo a disposizione è veramente di altissimo livello. Anche l’organizzazione societaria è veramente di alto livello, senza ombra di dubbio ha una struttura da Serie A. Della città posso dire che è bellissima, non è lontanissima da Cantù e quindi posso tornare a casa più spesso, a differenza di Recanati dove ho giocato due anni e per forza di cose, vista la lontananza, era più complicato. Mi sto trovando veramente bene e sono contento della scelta che ho fatto. Ultima domanda: una volta terminata la carriera agonistica, in che ruolo ti vedi?

Sicuramente vista la laurea conseguita poco fa posso dire che la mia strada è segnata: mi vedo certamente come ingegnere. Il basket è per ora la mia vita, mi godo la laurea e il risultato accademico ottenuto, ma in futuro mi vedo senza ombra di dubbio ingegnere.

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INTERVISTA

di Andrea Etrari – Credits photo: Paolo Schiesaro

Che stile la PERTILE!

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iovanna Pertile, per tutti Gio, è un nome molto conosciuto per chi mastica basket: già a livello giovanile si era messa in luce con la canottiera della Reyer Venezia che ha vestito fino ad arrivare in serie A (fu una delle protagoniste della promozione dalla A2 alla A1). E in A1 ci è rimasta sempre: Trieste, Umbertide, Torino e soltanto la scorsa estate ha deciso di scendere in A2, sposando la causa dell’Ecodent Point Alpo. Giovanna, perché l’Alpo Basket? Perché mi ha cercato e quando qualcuno ti cerca è sempre un privilegio. In più, dopo il campionato che ha disputato l’Alpo lo scorso anno, è stato semplice dire di sì. Ovviamente la speranza in questo inizio di stagione è quello di replicarlo e ti assicuro che partire con all’orizzonte un grande

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obiettivo ti dà tanto entusiasmo. E, visti i primi mesi di campionato, si può già dire che la tua scelta sia stata azzeccata… Non abbiamo ancora fatto nulla, però posso già dire di essere molto contenta di essere qui: l’Alpo Basket è una grande famiglia che mi ha accolto con il sorriso e mi ha messo nelle condizioni di lavorare nel miglior modo possibile. Gli ottimi risultati sinora ottenuti sono il frutto di tutto ciò e favoriti anche dal fatto che molte ragazze erano qui anche lo scorso anno. Tu invece sei tra le poche nuove: come ti sei inserita nel gruppo? Ho avuto sin da subito sensazioni positive e sono riuscita ad integrarmi presto con il gruppo: ovvio che le tante vittorie ottenute sinora abbiano favorito questo mio inseri-

mento, ma non c’è niente di scontato nello sport. Per mio carattere, avendo cambiato diverse squadre, ci metto un po’ ad adattarmi quando arrivo in una nuova piazza: direi che ora posso affermare che questo processo si sia completato al meglio. Gli addetti ai lavori vi indicano come favorite nel vostro girone, però quest’anno non ci sarà la promozione diretta ma bisognerà passare dai play off… Esatto, quindi la regular season è importante, ma sarà ancora più importante farsi trovare pronte nei play off. Sul fatto di essere tra le favorite, lo sappiamo ovviamente, ma non è un ruolo che ci pesa. Dico anche che sappiamo tutte dove volgiamo arrivare, ma non lo diciamo perché siamo una squadra molto scaramantica. Il calendario vi ha messo di fronte le


squadre più abbordabili in casa e quelle più ostiche in trasferta, ma sinora avete superato tutti gli ostacoli… Partita facile o partita difficile non fanno parte del nostro vocabolario: ogni gara fa storia a sé e quindi ne prendiamo una alla volta, senza fare tabelle o previsioni, anche perché ha poco senso farle! Parliamo di te e del tuo impatto in squadra che non è passato inosservato Diciamo intanto che avevo bisogno di giocare dopo alcune stagioni in cui avevo giocato poco per via degli infortuni: il mio minutaggio qui è stato addirittura superiore alle mie aspettative e non ci ero più abituata. A livello di campo il mio inserimento è stato graduale: siamo comunque tutte mature per capire il valore delle compagne e quindi sappiamo chi esaltare o chi aiutare a seconda della situazione in partita. La vostra è una squadra intercambiabile con in pratica 8 titolari Proprio così, coach Soave ruota molto i quintetti, proponendo pure il doppio play, ad esempio. Quando ad ottobre si è infortunata Zampieri ci siamo compattate e abbiamo giocato anche in ruoli non nostri, ruotandoci bene e concedendoci il giusto riposo in panchina Insomma tutto fila liscio ad Alpo. Si può dire: oltre le aspettative? Sì, in questo momento posso dire così, sia a livello di squadra, che personale. Mi ritengo soddisfatta e fortunata di aver trovato un ambiente così!

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SPORT LIFE

di Andrea Etrari – Credits photo: Verona Basket

Un ‘triplete’ difficile da ripetere

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opo la splendida stagione 2017/2018, 3 titoli Provinciali Under 13, Under 14, Under 15, 2 titoli Regionali Under 14 e Under 15 (ma è doveroso ricordare anche il terzo posto Provinciale per gli Under 18 e il quarto posto Provinciale per gli Esordienti), sarà dura ripetersi per Verona Basket, ma le premesse di questa stagione fanno ben sperare. VERONA BASKET DÀ I NUMERI Il Settore Minibasket ha raggiunto il numero di iscritti dello scorso anno: 110, mentre il Settore Basket ha aumentato i tesserati. Questi numeri sono il frutto di una programmazione attenta a tutti i particolari, confermando la "mission" di Verona Basket che è quella di sviluppare nel percorso di settore giovanile la qualificazione di giovani atleti che possano

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far parte delle propria prima squadra (che milita nel campionato di Promozione ed è allenata da Andrea Gasparini) o trovare anche maggiori possibilità in squadre di categoria superiore. SETTORE MINIBASKET “Creare entusiasmo" da trasferire poi nelle "basi" numeriche fondamentale nel passaggio dal minibasket al basket. Tre sono i Centri Minibasket (Borgo Roma Giuliari, San Massimo Europa Unita, Centro Ferraris) che, sotto la qualificata ed esperta mano degli istruttori, dànno la possibilità ai minicestisti di cominciare ad appassionarsi e a comprendere le prime conoscenze tecniche e motorie, base da cui proseguire l'istruzione specifica negli anni successivi. Confermata l'attività promozionale nei cue Corsi Scolastici in collaborazione con la direzione degli Istituti Comprensi-

vi VIII e II di Verona. La crescita della Società, dal punto di vista tecnico e numerico è ormai un dato di fatto: «Tra i vari Dirigenti che seguono in modo ammirevole le varie squadre, si è creato un'ulteriore fidelizzazione – spiega il presidente Fabio Celebrano – Diversi di loro stanno assumendo un vero e proprio ruolo di Dirigenza sviluppando in modo coordinato, le varie funzioni e competenza. Questo importante segnale di crescita porterà, nel corso dell'anno, ad un'esperienza diretta che consentirà, la prossima stagione, di avere ancora più "forza" nel Consiglio Direttivo, visto quanto è l'impegno nel backstage nella Società. Sicuro impegno è quello di renderla più snella ed efficiente e portare a compimento anche nuove proposte e che abbiano carattere di programmazione pluriennali in tutti i settori».


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di Francesco Costantino Ciampa – Credits photo: Basket on the Road

n conto è sognare, un conto è vivere il sogno. Tenere in mano una palla a spicchi, sentirne il grip e chiudere gli occhi aspettando che si presenti l’occasione giusta, prima di scendere in campo. Assaporare il basket in tutti i suoi aspetti. E viaggiare. Non con la fantasia ma con valigia, aereo, Oceano e America. Basket On The Road lo ha fatto portando con sé sedici ragazzi nella patria della pallacanestro. Ha dato loro il gioco, il divertimento e il sogno. E la palla a spicchi. Quella del grip, quella con le linee nere su cui appoggiare le dita, quella che si lascia volentieri guardando sempre il primo ferro. E sentendo il non rumore del cotone. La prima edizione del camp organizzato da Andrea Sordelli è andata in archivio. La location è nota, Miami. La high school ospitante è la Mater Academy. Il resto è stato un viaggio tra alligatori, improbabili mascotte nello stadio del baseball, hamburger dalle dimensioni ciclopiche e amicizie difficilmente dimenticabili. Ogni giorno si giocava e ogni giorno ci si metteva in gioco. La mattina lezione d’inglese con un insegnante del centro inlingua di Verona; poi basket e pranzo nella mensa della scuola. Tutti in fila con il tipico vassoio, nell’attesa che le signore preposte ti deliziassero con la cucina a stelle e strisce. Che, poi, hai talmente voglia di creare un contatto con gli indigeni…da non curarti troppo del companatico. Pomeriggio ancora sul campo. E pre-cena in piscina a rilassarsi. Vista così la vita non è niente male, specie se ci metti dentro due visite a Miami Beach per provare il bagno in un mare così caldo da invogliare all’indolenza perenne. Foto in spiaggia, foto lontani dalla spiaggia, foto sul duck-boat mentre si naviga la baia della città alla ricerca della casa di Lebron James. Che a Miami non gioca ma che a Miami scappa non appena vuole un po’ di relax. Quando l’aereo del ritorno si è staccato dalla pista ben pochi hanno trattenuto il magone, troppo esaltante l’esperienza vissuta. Troppo piena, troppo coinvolgente. Quasi da ripetere. Anzi, da ripetere. O, meglio, da raddoppiare. Sì, perché Basket On The Road organizza un ritorno a Miami dalla BBall Academy e lo fa dal 22 giugno al 2 luglio. Ma visto che il sognare è insito nel DNA del nostro Andrea Sordelli, ecco che il camp si sdoppia e fa tappa a Orlando dal 5 al 15 luglio. Con un’ulteriore novità: entrambi i turni sono aperti anche alle ragazze! Ma andiamo con ordine. Siamo in Florida, giusto per contestualizzare entrambe le possibilità. Miami si avvarrà ancora della

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DIARIO di un SOGNO

collaborazione di Shakey Rodriguez, allenatore leggenda del basket giovanile locale e, da sempre, molto legato all’ambiente dei Miami Heat. Tanto da portare Rodney McGruder sul campo con i ragazzi italiani della scorsa stagione. La palestra sarà sempre quella della Mater Academy, una high school che sembra uscita da una serie americana di Netflix. Le attività extra-basket, invece, si concentreranno sulla splendida giornata al parco delle Everglades (grande come la Lombardia, fate voi…) per vedere gli alligatori nel loro ambiente naturale. E, oltre questo, ci saranno le visite a Miami Beach e una serata al Marlin’s Park per assaporare il gusto degli americani per il loro passatempo nazionale (il baseball, a scanso di equivoci). A Orlando, invece, il camp si dipanerà sotto l’egida della franchigia NBA dei Magic. E scusate se è poco. Consueto alloggio in albergo con piscina e due visite ai mitologici parchi di divertimento della città. Tipo, Disneyland? Oppure… gli Universal Studios? Sì, proprio tipo quelli. Diciamo che la scelta appare da subito molto ardua e optare per entrambi risulterebbe difficile. Ma se qualcuno riuscisse a organizzarsi nei giorni tra il 2 e il 5 luglio…beh… nessuno gli impedirebbe di fare la doppietta! Scherzi a parte, le iscrizioni sono aperte. Il costo è di 2495 euro per il camp di Miami e di 2695 euro per quello di Orlando. Le tempistiche? Prima si stacca il biglietto per gli USA e meglio è, considerati i soli 20 posti a disposizione per ogni turno. Unica limitazione è quella legata all’età. Questo specifico so-

gno, infatti, è riservato agli studenti delle scuole superiori (14-18 anni). Tutto qui. Adesso, dunque, tocca a voi digitare sulla tastiera www.basketontheroad.it ed entrare in questo magico mondo dalla porta principale.



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di Alberto Cristani – Credits photo: Riccardo Donatoni RDF

Verona capitale europea di basket con la

DIBF EuroCup

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al 21 al 24 novembre scorsi Verona ha ospitato la più importante evento cestistico europeo dedicato ad atleti con sordità; 16 squadre provenienti da 9 differenti nazioni. La 10^ edizione della DIBF EuroCup ha ha visto sfidarsi i vincitori dei campionati nazionali di Israele, Inghilterra, Russia, Grecia, Ucraina, Polonia, Germania, Svizzera e Italia nelle categorie maschili (10) e femminili (6). Le partite si sono giocate all’Agsm Forum di Verona, nei palazzetti di Quinto e del Centro Consolini e al palasport di Villafranca. Una quattro giorni da basket di grandissima qualità e intensità conclusasi con le finali giocatesi sabato 24 all’AGSM Forum. Nella categoria maschile, dopo la finale 3°/4° che ha visto trionfare Amplifon Fabriano 96-59 su Crete, la finale a visto affrontarsi i russi detentori del titolo del Gloria Moscow e gli ucraini

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del Dos Diuscsh Dnipro City. Partita combattutissima e decisa all’ultimo minuto del quarto quarto, con Dnipro che strappa il titolo ai russi in un finale cinematograficamente drammatico con il risultato di 70-67. Per quanto riguarda invece il torneo femminile, il Wroclaw vince 58-42 sul Lodz e si aggiudica la finalina del 3°/4°posto. La finale per la vittoria finale ha invece incoronato campionesse le italiane dell’ASDS Pesaro che hanno sconfitto 70-60 le ucraine dell’Invasport. “Ho visto le partite di queste giornate – ha esordito il Presidente del comitato organizzatore locale Davy Mariotti durante la cerimonia di chiusura della DIBF EuroCup 2018 – e devo dire che è stato un bellissimo torneo. C’è stato un perfetto mix di sport e amicizia. Vorrei ringraziare le autorità e anche i volontari che si sono spesi in questi giorni con un grande lavoro”. Le fonali si sono giocate alla presenza dell’assessore allo sport del Comune

di Verona Filippo Rando, delle varie autorità di FIP, Roberto Bevilacqua, e della DIBF. “E’ sempre un piacere” – ha evidenziato Rando – “ospitare a Verona una competizione di questi livelli; l’amministrazione comunale ne è stata onorata e fiera. Un evento sportivo che ha inoltre permesso di richiamare l’attenzione sui problemi collegati alle disabilità uditive”. Dello stesso parere anche l’Assessore allo sport del Comune di Villafranca Luca Zamperini: “Per noi è stato un piacere fare squadra assieme a Verona per ospitare le partite di una manifestazione così importante come la DIBF EuroCup 2018”.


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di Matteo Lerco – Credits photo: Euphoto

FOOTGOLF uno sport mixato che punta in alto

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n’onda che si sta espandendo per tutto il Paese. Il footgolf è una nuova frontiera nel panorama sportivo italiano: questo movimento che fonde i tratti caratteristici del calcio alle regole del golf, sta diventando sempre più una meta d’approdo per giocatori di ogni età. La prerogativa che più affascina di questo connubio è certamente la sua trasversalità. Il footgolf non pone infatti barriere alla sua pratica: considerata l’elementarità di un gesto come il calcio ad un pallone, la forza di questa nuova realtà risiede sicuramente nel fatto di potersi rivolgere ad un range generazionale davvero molto esteso. Nato in Olanda circa sei anni fa, questo fenomeno ha trovato terreno all’interno dei confini italiani, tanto da sperare in un prossimo futuro di diventare una disciplina sportiva aggregata. Il futuro del footgolf in Italia va di fretta. “Siamo soddisfatti perché l’entusiasmo che stiamo mettendo per far crescere questo sport ci sta premiando” - spiega Dario Ferrari, Presidente della Lega Nazionale Footgolf - “come Lega noi abbiamo solo due anni d’attività alle spalle, ma il format che stiamo propo-

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nendo ha avuto fin da subito successo, tanto che ora annoveriamo ben ottocento giocatori, suddivisi in trentaquattro associazioni dilettantistiche che organizzano eventi. Per darvi un’idea da inizio anno abbiamo già giocato centoundici gare, alle quali hanno partecipato circa ottomila persone. La prospettiva di diventare un giorno una disciplina sportiva aggregata è molto stimolante e in questo senso ci siamo dati una struttura ad hoc per andare incontro alle esigenze delle realtà sportive italiane con cui ci stiamo rapportando. Pensiamo di poter diventare una risorsa anche per il golf: è interessante il fatto che circa l’8% dei partecipanti a questo tipo di gare poi abbia deciso in seguito di provare ad impugnare una mazza. Stiamo parlando di uno sport molto semplice: gli italiani sono tutti dei potenziali calciatori, in più non esistono barriere d’ingresso, in quanto ad ogni età si può essere competitivi in location fantastiche che molto spesso non si aprono al pubblico”. Verona come terreno fertile per lo sviluppo del settore. Il Presidente di Footgolf Verona Stefano Novelli ha poi analizzato i margini di crescita territoriali del gioco.

“A livello provinciale oltre alla nostra ci sono altre tre società: Footgolf Legnago, Footgolf Villafranca e Atletico Footgolf Verona” - commenta Novelli - “e insieme coinvolgiamo all’incirca un centinaio di giocatori che prendono parte ai vari tornei, con ranking e classifiche. A Verona ci sono sempre più appassionati e la prossima sfida sarà quella di avvicinare sempre più i giovani. Il footgolf non è solo calciare una palla, ma contempla infatti al suo interno altri gesti che potrebbero interessare anche alla FIGC, in ottica proprio dello sviluppo della tecnica di base: la forza del movimento risiede proprio nella sua trasversalità. Noi avremmo bisogno di un’affiliazione, per questo chiediamo l’aiuto del Coni e della Federazione Italiana Golf per raggiungere un traguardo storico. In questo senso abbiamo la fortuna di avere con noi il Segretario Nazionale FIG Stefano Mazzi, una figura che ci permette di avere qualche carta in più da poter giocare”. Proprio l’Avvocato Mazzi ha approfondito insieme a noi le prospettive di espansione per questo mondo: “Sono entrato in contatto con questo fenomeno per motivi istituzionali” - sottolinea l’ex Presidente dell’Hellas Verona - “e


Stefano Nove lli

penso che sia un qualcosa molto più vicino al golf di quanto non si possa pensare. Ho seguito personalmente alcune manifestazioni e vi posso assicurare che i footgolfisti hanno sciorinato un atteggiamento identico a quello di noi golfisti sul green. Abbiamo posto in essere un accordo per inquadrarli all’interno della nostra Federazione Italiana Golf, un riconoscimento importante che secondo me farà bene anche al golf stesso. Nell’immaginario popolare il nostro viene percepito come uno sport esclusivo, elitario, refrattario alle innovazioni, con il footgolf c’è stata invece un’apertura totale, che sono sicuro garantirà una crescita reciproca. Per noi rappresenta una linfa nuova, che permette di veicolare un messaggio importantissimo: il golf, al contrario di anni fa, è una realtà aperta alle novità”. Uno sport in ascesa, con un testimonial d’eccezione. Paolo di Canio, ex calciatore e allenatore, nonché attuale apprezzatissimo commentatore sportivo, è una bandiera del footgolf che sventola fiera per tutta la nazione. “La passione per questa disciplina è nata qui in Veneto” - racconta l’attaccante ex bandiera della Lazio - “in occasione di una giornata in favore dell’Associazione Sindrome di Dravet (malattia che colpisce bambini in tenera età n.d.r.) mi contattò per essere loro testimonial: li devo ringraziare doppiamente perché oltre ad avermi reso partecipe di una

con Paolo Di Cani

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ricerca fondi per una questione così delicata, mi hanno anche fatto scoprire uno sport divertente, praticato in posti meravigliosi, nel quale è sempre protagonista un mezzo familiare come il pallone numero 5. È bello perché anche se apparentemente sembra o Di Canio che non ti dia adrenalina, insieme a Paol Dario Ferrari F LN te en id complice l’assenza dello Il pres scontro fisico, in realtà non è così, in quanto a livello mentale ti impegna davvero molto. Se imbuchi infatti sei felice come se avessi segnato un goal, se sbagli ti arrabbi e anche parecchio. Non secondario è il fatto che ti ritrovi con molte persone e per quanto mi riguarda viaggio da Roma con il mio amico Andrea, detto Crouch per la elegante, però devo dire che i ragazzi somiglianza con la punta ex Liverpool, che conosco si sono sempre comportati ed è se volete anche una scusa per fare con educazione, rispettando il contesto. dei giri culinari per il Paese, cimentanC’è ancora qualcosa da fare affinché il doci in questo che per ora è ancora un footgolf venga accettato definitivamenhobby. Giochiamo in un ambiente nato te, ma penso che tutto sommato questa per i golfisti, un mondo pulito, calmo, convivenza sia possibile”.


SPORT LIFE

a cura della redazione – Credits photo: SportDi+

In buca tra LE VIGNE

I

l Golf Club Le Vigne nasce nei primi Anni Novanta sul terreno dolcemente collinare e piacevolmente movimentato ai piedi della collina di Custoza, facilmente raggiungibile dal casello autostradale di Sommacampagna da cui dista soli 3 km, a 5 minuti dall’Aeroporto Catullo e a 15 minuti dal celebre centro storico di Verona. Il percorso del Golf Club Le Vigne conta 18 buche, la struttura è dotata di Driving Range con 12 partenze, di cui 6 coperte ed illuminate, 3 buche Executive, Putting Green e Pitching Green. La Club House è provvista di bar per spuntini veloci, un ampio salone al piano superiore ideale per feste , cerimonie e meeting aziendali e uno splendido porticato esterno per godere di piacevoli momenti di relax, immersi nel verde e nella tranquillità. Il ristorante e le camere, con pacchetti speciali con pernottamento abbinato

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a green fee, permettono al giocatore e ai visitatori che lo accompagnano di trascorrere vacanze piacevoli in un’atmosfera familiare senza rinunciare ai comfort di un hotel moderno. Il Ristorante del Club è aperto a pranzo da martedì a domenica ed è aperto anche per cena da giovedì a domenica, dalle 19 alle 22.30 (è gradita la prenotazione). Le Vigne offrono a chi vuole soggiornare presso la struttura 5 camere doppie e 3 appartamenti dotati di angolo cottura e in configurazione da 2, 3 o 4 persone.2 degli appartamenti sono bellissimi open-space, il terzo è invece un comodo spazio suddiviso in 2 locali. Sia le camere, sia gli appartamenti sono di recentissima ristrutturazione, pertanto si presentano con arredamenti nuovi, belli e di eccellente qualità e dispongono inoltre dei comfort adeguati per un comodo soggiorno. La colazione a

buffet, dolce e salata, è sempre inclusa nel pernottamento. Il Golf Club Le Vigne ha anche una splendida e nuovissima piscina privata riservata agli ospiti delle camere e degli appartamenti nonché ai soci, previo pagamento o incluso nella quota associativa, a seconda della tipologia di associazione.

CORSI DI AVVIAMENTO

Presso il Club è possibile seguire le lezioni dei maestri PGAI Aleardo Montini Golf Coach e Anna Diletta Daffan, dell’omonima Anna Diletta Golf School, che propongono corsi di golf individuali e collettivi per chi vuol iniziare a praticare questo magnifico sport, ma anche lezioni di perfezionamento per singoli o di gruppo per giocatori di ogni livello, in campo pratica oppure direttamente sul percorso da golf.


LEARNING CENTER US KIDS ITALIA

Ragazzi e bambini che si avvicinano a questo bellissimo sport hanno al Le Vigne l’occasione di sperimentarne lo spirito in completa libertà. In altre parole i bambini potranno stare all’aria aperta, giocare e divertirsi mentre imparano a conoscere se stessi e gli altri. Inoltre, secondo l’età, bambini e ragazzi seguiranno percorsi di avvicinamento e apprendimento specifici, che vanno dal Little Golf T.R.A.I.N. per i più piccoli, con l’impiego di palline da tennis, mazze grandi e colorate, fino al Junior Golf Program per i ragazzi più grandi, che saranno dotati di personale libretto didattico con le basi tecniche e uno spazio per annotare gli obiettivi via via raggiunti.

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INTERVISTA

di Alberto Cristani – Credits photo: Laura Lorenzetto

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n occasione di Fiera Cavalli, svoltasi a Verona lo scorso ottobre, SportDi+ magazine ha incontrato e intervistato la giovane amazzone veronese Laura Lorenzetti. Nata a Tregnago, classe 1989, Laura è cresciuta a Pozzo di San Giovanni Lupatoto con i genitori e ha un fratello maggiore (14 anni più grande) che dal 2001, con la scomparsa del papà, gestisce la pasticceria di famiglia.

Laura, quando hai iniziato a cavalcare? Ho iniziato a montare a cavallo all’età di nove anni e da lì in poi non ho mai smesso. Ho sempre avuto la passione per i cavalli fin da piccola e grazie alla mia insistenza ho convinto i miei genitori a farmi iniziare. Non è stato facile perché non erano molto convinti ma alla fine ne è valsa decisamente la pena! Quando hai capito che questa disciplina poteva diventare la 'tua' disciplina? Onestamente fin da subito ho capito che il salto ostacoli era quello che volevo fare per tutta la vita, non so spiegare il come ma per me c’è sempre stato sempre e solo un obiettivo, ovvero quello di fare questo sport come lavoro anche “da grande”. Prima avevo provato anche altri

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sport che però non sono mai riusciti ad avvicinarsi all’emozione che mi dava andare a cavallo. Che emozioni ti trasmette cavalcare? Le più svariate. Dalla felicità di riuscire a portare a termine un esercizio fatto bene, alla soddisfazione di sentire che il tuo cavallo capisce esattamente quello che gli sto chiedendo lavorando insieme per un unico obbiettivo. Le emozioni più belle comunque io le provo in gara, magari prima di un Gran Premio dove l’adrenalina è a mille e ti giochi tutto in poco più di 60 secondi. Quello è unico. Quali sono stati i tuoi maggiori risultati, ad oggi? La soddisfazione ad oggi più grande è stata quella di partecipare ai Campionati del Mondo per giovani cavalli con un puledro cresciuto ed addestrato interamente da me. E’ stata una vera gioia


e motivo di grande orgoglio. In Veneto ho vinto ai campionati regionali una medaglia d’argento con Leeza ed una di bronzo con Chilli Z. Ai campionati Italiani sono arrivata una volta 5° con Twinkling Star e quest’anno 4° con Caitol Wies. A livello nazionale ed internazionale ho raggiunto dei buoni piazzamenti e vittorie in Gran premi e gare di contorno. Presentaci il tuo compagno di avventure... Ce ne sono più di uno in realtà ma senza ombra di dubbio la mia compagna preferita è Madonna Z. Una femmina di 5 anni che mi sta facendo sognare e con la quale spero di raggiungere grandi risultati. Lei è straordinaria. L’ho acquistata alle aste quando aveva solo 4 mesi e da allora siamo inseparabili. Ci capiamo al volo e con lei tutto viene facile. E’ senza dubbio una futura campionessa. In che categoria gareggiate? Nella categoria dei cavalli di 5 anni, e quest’anno siamo state medaglia d’argento ai campionati Italiani per giovani cavalli. Sta saltando 1.20mt 1.25 e l’anno prossimo aumentando di età e di categoria salteremo le gare da 1.30/1.35 mt Il rapporto con il tuo cavallo va indubbiamente oltre l'aspetto sportivo: ci spieghi come? L’aspetto sportivo è solo una piccolissi-

ma parte del rapporto con i miei cavalli. Loro sono i miei compagni di vita, passo molto più tempo insieme a loro che con qualunque altra persona. Ci conosciamo, siamo amici ed anche se non possono parlare con il nostro linguaggio vi assicuro che sanno farsi capire molto bene. Sono animali molto sensibili ed intelligenti. L'equitazione è uno sport per tutti o si può considerare d'èlite?

Purtroppo in Italia i costi legati all’equitazione intesa in senso agonistico non sono accessibili a tutti e l’hanno resa negli anni uno sport di nicchia e non molto seguito dalle persone fuori dal settore. E’ un vero peccato perché l’equitazione e le gare sono sempre molto avvincenti e belle da vedere. Se ci fosse un po’ più di attenzione mediatica sono certa che molte famiglie e molti giovani sarebbero felici di vedere degli splendidi cavalli sfidarsi a suon di salti e girate 10°

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INVERVISTA LAURA LORENZETTI sia per riuscire a pubblicizzare ancora di più l’equitazione avvicinandomi anche a persone al di fuori di questo settore. Se volete saperne di più il mio profilo su Instagram è @laurettarider Che anno è stato per te il 2018? E’ stato un anno ricco di soddisfazioni, i cavalli che ho montato si sono comportati tutti bene e mi hanno consentito di raggiungere delle belle vittorie e dei buoni piazzamenti per tutta la stagione. L’ultima in ordine di tempo è stata la vittoria qualche settimana fa di un Gran Premio di un concorso A5* insieme a Caitol Wies. Ma la sfida più grande sta per arrivare proprio in questi giorni. Infatti, insieme a mio marito abbiamo deciso di trasferirci all’estero per iniziare una nuova avventura sportiva. Andremo in Olanda, nel cuore pulsante dell’equitazione mondiale, dove negli ultimi anni si sta sviluppando l’equitazione ad alto livello. Spero davvero di riuscire a fare bene e di finire quest’anno nel migliore dei modi. Ti ispiri o ti sei ispirata a qualche campionessa del passato? In passato questo sport è stato principalmente prerogativa maschile però negli ultimi anni stanno emergendo tantissime amazzoni molto forti e competitive. I la vittoria. Si creerebbero i presupposti per creare delle entrate da parte di sponsor che potrebbero così abbassare un po’ i costi. La provincia di Verona come si pone, a livello nazionale, nella promozione e diffusione di questa disciplina? Ci sono tanti praticanti? Il nord Italia e soprattutto la Lombardia sono le regioni trainanti dell’equitazione Italiana, in provincia di Verona c’è un centro ippico che organizza regolarmente competizioni di livello nazionale e che attira sempre molti visitatori e partecipanti. La regione Veneto negli ultimi anni si sta dando molto da fare per pubblicizzare questo sport e farlo crescere, per cui speriamo che in futuro si possa fare ancora di più! Che tipo di allenamento fai e quanto ti alleni durante la settimana? Normalmente faccio il cosiddetto “lavoro in piano” ovvero alleno i miei cavalli con esercizi di ginnastica alternati a sessioni di trotto e galoppo. Un paio di volte a settimana li alleno sui salti. La sessione di lavoro per ciascun cavallo va dai 40 ai 60 minuti circa ma non è una regola, mi baso molto sulle sensazioni e sulla forma che ha il cavallo in quel momento.

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Mi alleno tanto, i cavalli sportivi vanno allenati tutti i giorni, anche nei giorni festivi. Diciamo che più vengono allenati più stanno bene sia fisicamente sia psicologicamente. Se dovessi fare una media diciamo che mi alleno 45 ore alla settimana ma in realtà non le conto mai. Quando non sei "in sella" cosa fai? L’equitazione si prende anche gran parte del mio tempo libero, con i cavalli non si finisce mai. Ma quando sono a casa mi piace vedere qualche serie tv e mi piace dedicarmi ai miei social network, sia per restare in contatto con molte persone


miei grandi miti sono comunque Marcus Ehning e Rolf-Göran Bengtsson Ti piacerebbe diventare istruttrice una volta finita la tua carriera? In realtà sono già istruttrice anche se non pratico molto. In questo momento mi voglio dedicare alla carriera agonistica. In futuro molto probabilmente avrò modo di spiegare ed insegnare agli altri quello che ho imparato gareggiando (speriamo) ad alto livello.

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Segui altri sport? C'è un altro sport che ti sarebbe piaciuto praticare se non avessi fatto equitazione? Qui sarò molto breve, no. Capita ogni tanto di vedere qualche altro sport in Tv ma l’equitazione per come la vivo io è uno sport, una passione ed uno stile di vita che non lascia molto spazio ad altro. Hai un motto o un proverbio che ti da la carica prima di montare in sella? “Dream it, whish it, do it!” (Sognalo, desideralo, fallo!). E’ il mio motto e me lo ripeto sempre. Non sempre è facile raggiungere i propri obiettivi ma con molta determinazione e lavoro voglio credere che tutti ce la possiamo fare. Se dovessi convincere un ragazzino a montare a cavallo, cosa gli diresti? Non esiste altro sport al mondo dove al tuo fianco al posto di un pallone, una bici o un qualunque oggetto ci sia un essere vivente che lotta insieme a te. Direi che mi sembra un motivo più che valido, no?

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di Matteo Zanon – Credits photo: Michele Scartezzini

MichelOro

INTERVISTA

M

atteo Scartezzini, 26enne natio di Isola della Scala, a pochi mesi dall'impresa dell'oro europeo a Glasgow nell'inseguimento a squadre in pista assieme ai compagni di nazionale Elia Viviani, Filippo Ganna, Francesco Lamon e Liam Bertazzo, racconta in esclusiva per SportDi+ magazine il suo percorso di crescita sui pedali e i segreti di questo gruppo azzurro che negli ultimi anni ha lasciato ben poco spazio alle altre compagini.

il salto nel ciclismi dei "grandi"? I primi anni facevo ciclismo principalmente per divertirmi. Da ragazzino, fino all'età di 17-18 anni infatti facevo gare amatoriali e più di tanto non pensavo che potessi raggiungere il mondo professionistico. Le cose sono cambiate quando ho iniziato a fare delle gare più impegnative e vedevo che riuscivo a competere con i migliori. In quel momento ho capito che potevo prendere questa disciplina sul serio e così, passo dopo passo, è diventata il mio lavoro.

Michele, quando è nata la tua passione per il ciclismo e come è cresciuta negli anni? La passione per il ciclismo è nata a sei anni, grazie a due miei amici. Io a quel tempo giocavo a calcio ma proprio loro, un giorno, mi hanno chiesto se volevo andare a provare a correre in bici e da lì è iniziato tutto.

La pista è la tua specialità e dove ti sei tolto le più grandi soddisfazioni. Qual è stata la scintilla che ti ha fatto innamorare del circuito ad anello? Con la pista ho iniziato a 12-13 anni, quando andavo ad allenarmi nel circuito di Pescantina. La vedono semplicemente come un modo diverso di allenarmi. Poi, quando sono entrato nel giro della nazionale e ho iniziato a fare le prime gare internazionali, sono riuscito ad arrivare secondo ai primi europei a cui ho

Quando hai capito che la tua passione e le tue doti ti avrebbero permesso di fare

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partecipato e da lì è iniziata a piacermi sempre di più. Ho sempre alternato gare di pista con gare su strada - corre per il team Sangemini-MG.Kvis - ma ultimamente mi sto concentrando principalmente sulla pista dove riesco a ottenere i risultati migliori.

sia bisogna sempre tenerne conto. Per quanto riguarda partecipare all'Olimpiade, credo che per un atleta sia un'emozione unica e qualcosa che non si dimentica mai.

Nel 2012 agli europei insieme ai tuoi compagni di nazionale hai vinto il bronzo. Nel 2016 e 2017 l'argento e pochi mesi fa l'oro. Insomma hai messo in bacheca tutte e tre le medaglie europee. Quest'anno vincendo l'oro devo dire che è stato un riconoscimento a tutto il lavoro fatto dal 2016 quando siamo arrivati quarti ai mondiali e abbiamo capito che se lavoravamo bene potevamo raccogliere ancora di più e l'oro di Glasgow direi che ne è la conferma.

Tornando all'oro di Glasgow di agosto, avete sbaragliato tutti e in finale avete avuto la meglio sulla Svizzera. Cosa ti sei portato a casa da questa esperienza? Aver vinto l'oro ad agosto è la giusta ricompensa per tutti i sacrifici che abbiamo fatto in questi anni e per tutti i secondi posti che negli ultimi anni abbiamo raggiunto. Una gioia e una soddisfazione immensa. Il gruppo che abbiamo creato è qualcosa di unico e grande.

Cos'hai provato a rappresentare l'Italia in Europa? Che sensazioni ti da vestire la maglia azzurra? L'emozione di vestire la maglia azzurra è sempre unica e molto forte. E' un onore rappresentare l'Italia in giro per il mondo perchè in questo modo, oltre a rappresentarla, ci facciamo conoscere sia ai nostri compaesani ma anche a tutto il mondo. Anche ai mondiali nel 2017 e quest'anno hai lasciato il segno. La posta in palio a livello mondiale è più alta visto che concorrono più nazionali. In una competizione mondiale, le gambe ti "tremano" di più? Nel 2017 abbiamo conquistato come squadra italiana la prima medaglia mondiale ed è stata una bella sorpresa. Quest'anno ai mondiali non ho partecipato all'inseguimento a squadre ma ho vinto l'argento individuale nello scratch - 15 chilometri che si corrono in linea - e per me è stato un risultato enorme. Competere ai mondiali con i ciclisti più forti non è facile e vincere e confermarsi ancora di più. Dopo aver vinto tutti e tre le medaglie all'europeo, anche ai mondiali speriamo di vincere, dopo il bronzo del 2017 e l'argento del 2018, anche quella che mi manca, la più pesante e ‘luccicosa’.

In una gara di questo genere per riuscire a compiere un'impresa come la vostra tutto deve funzionare alla perfezione. Intesa con i compagni, convinzione, forma fisica di tutto... Insomma come si può arrivare al top in una gara così? In gare di questo tipo tutto va curato nel dettaglio: dalla bicicletta, alle ruote e all'abbigliamento che indossiamo. Oltre a questo l'intesa con i compagni è fondamentale ma ormai sono anni che lavoriamo insieme e quindi ci conosciamo alla perfezione. Quando qualcuno va di più o va di meno ce ne accorgiamo e ne siamo consapevoli. In questo modo

riusciamo a gestire queste mancanze o superiorità di qualcuno. Non è mai facile arrivare tutti al cento per cento però sappiamo che il lavoro che facciamo nei mesi precedenti e come arriviamo preparati ad una competizione ci dice molto su quello che possiamo fare in gara. Conosciamo le nostre forze ma allo stesso tempo anche i nostri limiti e i risultati che arrivano difficilmente sono qualcosa di inaspettato. Quali sono i tuoi prossimi impegni? Dalla seconda settimana di ottobre e per tutto l'inverno assieme ai miei compagni di squadra sarò impegnato nelle prime quattro tappe - su sei - della Coppa del Mondo. Siamo arrivati con il gruppo composto dai migliori corridori e ci aspettiamo di fare bene e di ottenere buoni risultati. Con l'anno nuovo proseguirò con le altre due e ultime prove della Coppa e vedremo se durante l'inverno ci sarà spazio per inserire qualche altra gara su pista.

Hai partecipato anche alle olimpiadi di Rio 2016. Che atmosfera si respira nella competizione per eccellenza dello sport? Partecipando a tutte queste competizioni, mondiali, europei o olimpiadi che siano, l'emozione è sempre forte. La concentrazione, l'adrenalina e l'ansia ci sono sempre. Negli anni ho imparato a gestire queste emozioni ma comunque 10°

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SPORT LIFE

di Michele De Martin - Credits photo: Nicola Vivian - Valentina Gallina

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en, Christian ed Andrea. Tre uomini di football. Quello della palla lunga un piede. Quello “made in Italy”. Insieme sfiorano i cento anni di esperienza, tra Superbowl vinti e giocati, partecipazioni a Coppe europee, convocazioni in nazionale ed esperienze oltre confine. A Verona, sponda gialloblù, si volta pagina. Si punta sulla passione. Su chi sa trasmetterla ai giovani e a chi si avvicina a questo sport. Si punta su chi vuole viverlo e condividerlo questo sport, dentro e fuori dal campo. La dirigenza scaligera, capitanata dal presidente Simone De Martin, ha lavorato duramente in questa offseason. Dopo la sconfitta nei quarti di finale dello scorso campionato di serie A2, si è iniziato subito un percorso di ricostruzione, tanto difficile quanto intrigante. L’ennesima sfida da stringere tra i denti. Sergio Roccati, general manager dei gialloblù, ha presentato così il nuovo head coach dei Mastini Verona. Den Rasoli, 50 anni, milanese d’adozione ma nato a Viadana, in provincia di Mantova, arriva dal coaching staff del settore giovanile dei Seamen Milano, squadra campione d’Italia in carica sia per la massima serie che per il team under 19. Negli anni ha allenato anche nel settore giovanile di Lions Bergamo e Rhinos Milano. Il nuovo capo allenatore dei cagnacci è stato così presentato alla squadra prima di iniziare il lavoro nei tre camp organizzati nel mese di novembre. Un allenatore che lavora sui fondamentali. Sulla dedizione al lavoro dei propri giocatori. Sulla fiducia che ogni giocatore deve costruire sulle proprie capacità acquisite, prima del proprio talento. Un allenatore a cui piace condividere tattica, valutazioni, pensieri con i propri assistenti. Ad affiancarlo ci sarà coach Andrea Ventura, offensive coordinator e Christian “Ciba” Costanzo per il reparto difensivo.

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Già a Verona la scorsa stagione in veste di assistenti di reparto, i due veterani del football italiano, originari di Bolzano, avranno il compito di dare nuova linfa ad una squadra in completa ricostruzione. Per coach Ventura le chiavi offensive del team scaligero sono uno stimolo importante, per un reparto che potrà contare su nuove armi e su un nuovo sistema di gioco su cui la squadra sta già lavorando in offseason. Ad affiancarlo in questo lavoro ci saranno gli assistenti Filippo Pivetta e Sergio Roccati oltre ad una new entry di grande valore come Marco Podavitte. Il talentuoso wide receiver, con un passato nel campionato universitario messicano, è da considerarsi tra i migliori nella storia del panorama italiano. Avrà il compito di far crescere il reparto ricevitori dei Mastini, davvero molto ricco di giovani talenti. La maglia numero 19 lo potrebbe poi aspettare in spogliatoio per rivederlo, chissà, di nuovo in campo, ma con i Mastini Verona. In chiave offensiva i rinforzi in campo arrivano dal ritorno a casa di Andrea Spa-


doni, offensive lineman reduce dall’ultimo campionato di massima divisione tedesco, dopo le tre stagioni negli States con i Bengals di Buffalo State University. Un pezzo pregiato che i Mastini sono riusciti a strappare a molte altre squadre desiderose di portarsi a casa un giocatore così esperto. Andrea, lavorerà anche con coach Roccati in veste di head coach assistant. La Mastini Academy, in collaborazione con i Mustangs Mantova, sta partecipando al torneo entry level di Aics IAAFL denominato Winter League 2018. Il team M-Unit, questo il nome scelto per accomunare le due squadre, è composto da una quarantina di ragazzi che hanno tutte le intenzioni di

crescere e mettersi in mostra per guadagnarsi un posto nel roster senior per la stagione di serie A2 2019. Nel reparto runningback arrivano da Trento il giovane Youssef Ratib, nelle scorse stagioni in campo con la maglia della nazionale under 19. Ad affiancarlo l’esperto fullback Fabio Marinelli, pronto a dare un importante contributo per il gioco sulla terra dei ragazzi di coach Ventura. Dalla parte opposta della linea di scrimmage scaligera, coach Costanzo sta costruendo la nuova difesa dei Mastini, con innesti importanti e la collaborazione di assistenti di grande esperienza come Diego Gennaro, capitano della Nazionale Italiana, e Roberto Antino che si occuperà del reparto dei linebackers. Una difesa che cambierà pelle, facendo dell’aggressività il proprio marchio di fabbrica. Dai Giants Bolzano, vicecampioni d’Italia in carica, arrivano innesti importanti come quelli di Sonny Brunoro e Mauro Merlino, quest’ultimo, la scorsa stagione, agli Hogs Reggio Emilia. Ad affiancarli anche il giovane promettente Elia Lazzeri, proveniente da Trento. Un mercato ancora aperto quello dei Mastini, che potranno presentare ulteriori nuovi acquisti in questa fase di avvicinamento al campionato. Gennaio segnerà la ripresa ufficiale degli allenamenti con due amichevoli nel mese di Febbraio che porteranno la squadra al via del decimo campionato consecutivo di serie A2. Il nuovo capitolo dei cagnacci gialloblù è pronto per essere scritto e i Mastini Verona non vedono l’ora di viverlo, come sempre con grande entusiasmo. Con grande spirito di squadra.

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INTERVISTA

di Matteo Zanon - Credits photo: Tennis San Giovanni Lupatoto

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el 2019 compirà i suoi primi 70 anni di attività sul territorio lupatotino e non solo: stiamo parlando del circolo di tennis di San Giovanni Lupatoto, vero e proprio centro di ritrovo e di riferimento per l’attività tennistica veronese. La presidentessa Enrica Gulli ha raccontato ai lettori di SportDi+ magazine il ‘suo’ centro tennistico, presentando le principali attività che vedono coinvolti i soci, giovani e non. Oltre a vantare una struttura tra le migliori della provincia, il circolo lupatotino, nell’ultima stagione si è tolto notevoli soddisfazioni e la presidente, in queste righe, ci tiene a sottolinearle. Enrica, ci presenti il circolo di cui sei presidente? Il circolo tennis San Giovanni Lupatoto nasce nel 1949 con la realizzazione di un unico campo da tennis. Negli anni successivi il circolo è cresciuto e ad oggi conta sette campi da tennis dei quali cinque coperti (solo nel periodo invernale con palloni pressostatici). L’impianto sportivo, di proprietà comunale, oltre ai sette campi comprende bar ristorante, palestra, spogliatoi e segreteria il tutto inserito in area verde nella zona centrale di San Giovanni Lupatoto. L’Associazione tennis San Giovanni Lupatoto svolge attività sportiva a 360 gradi sia a livello amatoriale che agonistico. La scuola tennis - che circa dieci anni fa contava ottanta ragazzi - oggi conta circa duecen-

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to iscritti di età compresa fra gli otto e i diciotto anni. Il numero è cresciuto ogni anno grazie ai nostri bravissimi maestri e istruttori della Federazione Tennis, Alessandro Caloi, Vittorio Poli e Simone Penitenti. L'impegno sportivo degli iscritti alla SAT si protrae tutto l’anno: nel periodo scolastico si svolge la scuola tennis, poi in estate c’è il corso estivo con gli allenamenti dei ragazzi. Come sono organizzati gli staff dirigenziale e tecnico? Il consiglio direttivo dell’Associazione tennis è costituito da sette membri, come prevede lo statuto vigente: io sono la presidente, il vicepresidente è Mirco Zanardi, il segretario Cristiano Saccomani, il tesoriere Luisa Spiniella, e i tre consiglieri sono: Lucia Balta, Sebastiano Pelacchi e Michele Pasotto. Lo staff tecnico invece è composto, per la stagione 2018-2019, da i già citati Alessandro Caloi (tecnico nazionale e direttore sportivo), Vittorio Poli (maestro nazionale), Simone Penitenti (maestro nazionale e fiduciario provinciale per la Fit) a cui si aggiungono Demis Zito (maestro nazionale), Cristiano Saccomani (istruttore di secondo grado), Linda Torsi (istruttore di primo grado), Manuel Parolin (preparatore fisico di primo grado) e il preparatore mentale Francesca Mozzo. Che attività svolgete durante la stagione? Nel nostro centro l’attività agonistica è il motore che alimenta il circolo. Infatti,

Lupo l’attività agonistica prevede i campionati a squadre e i tornei under e over. Questa stagione inizia nel mese di marzo e prosegue fino a giugno. L’associazione conta ogni anno 24 squadre agonistiche di tutte le età: dagli under 10 fino ai veterani. In passato l’Associazione tennis San Giovanni Lupatoto ha partecipato al campionato di serie A maschile ed annovera uno scudetto tricolore vinto dalla squadra veterana over 65. Oltre ai tornei under e over e ai campionati a squadre, da alcuni anni, nel mese di maggio svolgiamo il torneo Kinder mentre in giugno un torneo Open maschile e femminile al quale ogni anno ci sono molti partecipanti. Grande successo ricevono anche i vari tornei amatoriali TPRA che coinvolgono un numero sempre più crescente di giocatori. Inoltre, da anni collaboriamo con l'istituto Cerris per far giocare alcuni ragazzi disabili nel nostro circolo e come consiglio direttivo abbiamo approvato un progetto che prevede l’inclusione di ragazzi con disabilità intellettive all'interno del circolo per mansioni adatte alle loro capacità. In atto abbiamo una collaborazione con Gianluca Vignali della Federazione tennis referente nazionale per il tennis in carrozzina, per poter includere anche questo tipo di disabilità. La stagione agonistica 2018 è giunta al termine: ci sono ragazzi che si sono contraddistinti a livello agonistico? Quest’anno si sono distinti in particolare, Samira Peverato campionessa regionale under 14 del Veneto (la quale si è poi anche qualificata per il master Next Gen Under 14) e Francesco Pomari, Campione Nazionale di terza categoria in doppio. Inoltre tre ragazzi che si sono qualificati per i vari Master regionali: Matteo Pasotto nell'under 12, Matteo Sandri e Adele Montagnini nell'under 10. Molti altri giovani hanno vinto quest’anno e negli anni precedenti vari titoli regionali under. Quest’anno alla settimana dello sport avete avuto un’ospite speciale che ha lasciato ricordi importanti nella storia del tennis italiano. Ci racconti com’è andata?


L’assessorato allo sport del Comune di San Giovanni ha organizzato la “settimana dello sport” dove ogni Associazione sportiva ha avuto modo di mettersi in mostra con attività e altre iniziative a carattere sportivo. Per la nostra associazione questo evento è stato davvero speciale e ricco di emozioni ed abbiamo invitato il campione di tennis Diego Nargiso, ora cronista della rete sportiva di sky (sezione tennis). Un altro momento molto bello di questa settimana è stata l’inaugurazione del nuovo campo con il taglio del nastro da parte del nostro Sindaco Attilio Gastaldello e con la partecipazione degli sponsor, di alcuni assessori, degli atleti Zorzetto e Moretto, dei maestri, dei delegati della federazione tennis, dei membri di consiglio direttivo, dei soci e simpatizzanti. Per concludere, avete una mission particolare a cui mirate? La nostra scuola tennis, sempre in crescita, può ambire a diventare una Top School anziché standard come ora, cioè una scuola di livello avanzato, secondo i requisiti richiesti dalla federazione tennis. Questo grazie ai maestri e al neo tecnico nazionale Alessandro Caloi e al nuovo campo con manto sintetico realizzato a maggio. Nei prossimi anni inoltre, vorremmo portare le nostre squadre di serie C in serie B, sempre con la sinergia dei migliori ragazzi agonisti della scuola SAT.

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SPORT LIFE

di Matteo Lerco - Credits photo: Asd New Energy

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VERONESE

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l taekwondo come mezzo e non come fine. L’Asd New Energy di San Massimo rappresenta un unicum nel panorama sportivo veronese e non solo. La società del presidente Emanuele Sandrini vuole utilizzare le arti marziali come veicolo per trasportare dei messaggi estremamente nobili. Una mission controcorrente, in un contesto sociale sempre più indirizzato alla meta, piuttosto che ai contenuti di un percorso. Sandrini ci ha illustrato la proposta della sua scuola: «La New Energy nasce nel 2002 a San Massimo – spiega – siamo un Asd e ci proponiamo come scopo quello di rendere giustizia alla forma societaria che ci siamo dati: vogliamo ‘associare’, creare una comunità intrisa di valori positivi. Portiamo avanti diverse attività benefiche, come il recente corso contro il bullismo, un progetto che ci ha restituito un riscontro positivo soprattutto nei ragazzi che vi hanno partecipato. L’obiettivo della mia scuola è quello di mettere in evidenza un risvolto etico/sociale, proprio perché il taekwondo dovrebbe tendere all’affermazione e promozione di qualità positive: uno dei principi sui quali si fonda quest’arte è infatti proprio la cortesia o gentilezza dell’animo. Siamo il movimento marziale che annovera più praticanti nel mondo, un vanto che dovrebbe essere valorizzato puntando sempre più ad una crescita a 360 gradi della materia, non limitata al mero ambito sportivo. Noi, al contrario della Federazione Italiana, sposiamo il modello Song Moo Kwan, una corrente di pensiero che dà risalto a qualcosa in più della mera componente agonistica. Essendo il taekwondo così radicato a livello mondiale, mi auguro che in futuro intraprenda sempre più una direzione educativa». Un piccolo tesoro, nel cuore della nostra Provincia. Nonostante le dimensioni ridotte, la New Energy ha recente

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conquistato dei grandissimi risultati collettivi, anche contro realtà radicate in metropoli come Barcellona. «Il quarto posto come società al torneo di Varese ad ottobre e la terza piazza al Campionato Europeo di Busto Arsizio dello scorso febbraio sono traguardi che ci riempiono d’orgoglio – conclude Sandrini – successi che testimoniano la bontà della politica che stiamo portando avanti. La nostra proposta all’interno della scuola si articola in due corsi, diversi per tipologia di sedute e livello dei partecipanti. Abbiamo un occhio di riguardo soprattutto per i più piccoli: mi piace dire che a San massimo non facciamo allenamenti, ma lezioni, proprio come a scuola. Io sono il Maestro, mentre i nostri due allenatori sono Emanuela Epiboli e Davis Lonardi, due figure che si occupano del corso ragazzi. Ci trovate alle scuole Don Milani di San Massimo, Via Pole 3. Chiunque volesse provare a cimentarsi nel taekwondo è il benvenuto».


SPORT LIFE

di Bruno Mostaffi - Credits photo: Maurilio Boldrini

Pizzini, dal ‘Sapio’ il pass per Hangzoun

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al 9 all’11 novembre scorsi si è svolto presso la piscina coperta del Complesso Polisportivo Sciorba di, Genova il 45° Trofeo Nico Sapio, grande appuntamento natatorio internazionale firmato Genova Nuoto e My Sport in collaborazione con la Federazione Italiana Nuoto e il patrocinio di Regione Liguria e Comune di Genova. Ben 1.595 atleti in forza a 103 società si sono affrontati in una tre giorni di nuoto di grandissimo livello. Tra i protagonisti in vasca anche il veronese Luca Pizzini che è riuscito ad ottenere l’ennesimo successo personale, imponendosi, con un tempo di 2’06”84, nella finale dei 200 rana. Con questa vittoria arriva, di conseguenza, anche la qualificazione per i prossimi mondiali di nuoto in vasca corta che si svolgeranno dall’11 al 16 dicembre a Hangzoun in Cina. “Sono soddisfatto per quanto ho fatto qui a Genova” – ha dichiarato Luca – “anche perché ci sono arrivato dopo un periodo di allenamento e preparazione in altura. Tenendo conto che la forma fisica non era ancora al top direi che sono conten-

to. Il Trofeo Sapio è un importante punto di riferimento per il nuoto nazionale e internazionale ed è sempre un piacere gareggiare qui. E quest’anno ancora di più visto quanto è accaduto alla popolazione genovese: speriamo di aver fatto divertire il numeroso pubblico che ha assistito alle gare e di aver fatto sentire loro la nostra vicinanza”.

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INTERVISTA

di Paola Gilberti - Credits photo: CSS Pallanuoto Verona

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onostante la giovane età, il suo è un nome ampiamente riconosciuto nel mondo della pallanuoto. Giulia Bartolini, 28 anni originaria di Prato, entrata a far parte da questa stagione sportiva della CSS Verona Pallanuoto, vanta infatti una carriera di tutto rispetto alle spalle: esordio a 13 anni nella squadra della città natale, il primo campionato in A1 nella Firenze Pallanuoto a soli 14 anni, le stagioni sportive nell’Orizzonte Catania, squadra che comprendeva la maggior parte delle campionesse olimpiche di Atene 2004 come Martina Miceli e Tania di Mario, il ritorno a Firenze. E ora per Giulia si apre un nuovo capitolo proprio qui nella città scaligera, un capitolo che l'atleta toscana non vede l'ora di cominciare a scrivere. Allora Giulia, come è arrivata la decisione di trasferirti qui a Verona? Pensa che in realtà quest'anno avrei dovuto smettere e invece tutto si è rivoluzionato. Credevo di terminare la mia carriera sportiva a Prato, la mia città, dove purtroppo il settore pallanuoto femminile è stato chiuso definitivamente, così, dopo le ultime due stagioni nella Rari Nantes Florentia, ho deciso di intraprendere un’altra strada: lasciare lo sport e trasferirmi a Milano per affetti e lavoro. La vita però sconvolge sempre i piani con delle belle sorprese: dopo che le ragazze della CSS Verona sono riuscite

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a realizzare una vera e propria impresa con la promozione in A1, è arrivata la chiamata di coach Giovanni Zaccaria, che ho conosciuto quando ero una ragazzina, negli anni della Nazionale Juniores. Giovanni mi ha praticamente cresciuto, mi ha sempre stimolato ed è stato quello che ha fatto anche stavolta, trasmettendomi di nuovo l’amore, la passione, la voglia di ributtarmi in acqua. Ho risentito quell' adrenalina che solo la pallanuoto sa darmi e così, un po' a scatola chiusa dato che a parte lui non conoscevo nessuno, ho deciso di accettare e buttarmi in questo nuovo progetto.

Come ti stai trovando in squadra? Veramente molto molto bene, devo dire che qualsiasi aspettativa non avrebbe mai reso merito a quella che adesso è la realtà. Nelle ragazze non ho trovato solo delle compagne di gioco, ma un vero gruppo di amiche che mi ha accolto a braccia aperte e che mi ha fatto subito sentire a casa. Inoltre, hanno tutte una grandissima voglia di lavorare sodo e mettercela tutta per vincere e questo non è assolutamente scontato. Un'altra cosa di cui sono rimasta piacevolmente colpita è la tifoseria davvero incredibile, mai visto un gruppo così, penso che in tutt'Italia non ci siano sostenitori come quelli della CSS Verona. Questo significa che uno sport forse un po' più di nicchia rispetto ad altri come


la pallanuoto sta cominciando a essere sempre più seguito qui a Verona Direi di sì e penso che questo sia soprattutto merito del club, che si sta impegnando non solo da un punto di vista atletico e strutturale, ma anche mediatico e comunicativo. Penso sia un po' questa la ragione per cui tanta gente si sta avvicinando al nostro mondo, del resto uno dei compiti delle società sportive è proprio quello di creare un ambiente sano, pulito e divertente, che attiri sempre più persone. Qui a Verona ho visto la stessa cosa nel rugby, con la promozione e la nuova struttura del Verona che sta riscuotendo davvero molto interesse anche in chi magari prima seguiva poco questa disciplina. In fondo, se un club decide di investire in un progetto in cui crede non può che uscirne un buon lavoro.

Giulia 'addenta' la medaglia conquistata alla maratona di New York 10°

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INVERVISTA GIULIA BARTOLINI Capitolo campionato: come sta andando e come pensi potrà andare? Beh, direi che fino ad ora abbiamo più o meno fatto quello che ci eravamo prefissate, con alcune partite buone e altre un po' meno. Ovviamente siamo ancora in fase di rodaggio, non dimentichiamo che la maggior parte delle ragazze non ha mai affrontato un campionato di A1, che è sicuramente diverso dall'A2. Comunque, quello che mi aspetto da questa stagione sportiva, è una salvezza tranquilla, direi che possiamo benissimo mantenere la categoria senza dover affrontare i playout. Questo è il nostro primo obiettivo dato che possiamo giocarcela più o meno alla pari con quasi tutte quest'anno, poi da lì si penserà eventualmente a salire. Personalmente mi aspetto di poter essere utile alle mie compagne, di riuscire a dare il meglio e trasmettere un po’ di esperienza nei momenti in cui serve, in modo da raggiungere tutti i nostri traguardi. La squadra è giovane, quest'anno ci servirà per capire come e dove migliorare, è un punto di partenza per prepararsi a fare il salto. Nella scorsa stagione il team ha già dimostrato che testa e cuore possono arrivare ben più lontano del fisico, per cui staremo a vedere. Ultimissima domanda: prognostici per questo campionato? Domanda difficilissima, faccio un po' fatica a rispondere perché ci sono davvero tante squadre che si potrebbero contendere il primo posto. Per il momento ancora non riesco a fare valutazioni, siamo a inizio campionato ed è ancora tutto un'incognita. Sarà una frase banale, ma intanto cominciamo e poi chissà, come sempre vinca il migliore.

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Sponsor ufficiale Pallamano Olimpica Dossobuono serie A femminile 2018-2019

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SPORT LIFE

a cura della Redazione - Credits photo: Sport Village Verona

la casa dello sport e del benessere

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opo la chiusura avvenuta a fine 2017, lo Sport Village Verona torna ad aprire le porte di casa la pubblico. Il famoso impianto situato a Bussolengo in Viale del Lavoro, ora gestito dalla Società Sportiva Dilettantistica CSS S.r.l. (Coordinamento e servizi per lo sport), torna ufficialmente operativo, con una serie di proposte e attività adatte a tutti e per ogni tipo di esigenza. Vediamo nel dettaglio tutto ciò che lo Sport Village Verona ha da offrire.

›› PISCINA

Tante attività in acqua per grandi e piccini, per veri sportivi o per chi desidera praticare solo un po’ di sano movimento in tutta tranquillità. La piscina si avvale di due corsie da 25 metri per il nuoto libero, un’area corsi acquafitness attrezzata con bike, tapis roulant e tappetini elastici, una zona spiaggia adatta sia a corsi di nuoto per adulti e bambini e attività ludiche e un ampio spazio movimenti e giochi per i più piccoli. Dulcis in fondo, l’idromassaggio rigenerante e rilassante.

›› GYM

Lo Sport Village dispone di una palestra attrezzata, con area pesi e cardio, in cui sarà sempre possibile trovare istruttori qualificati che sapranno fornire i migliori consigli per ogni tipologia di allenamento. Sono inoltre presenti altre sale in cui si tengono i corsi e qui, c’è davvero l’imbarazzo della scelta: dal crosss training, al pilates, dallo spinning alla pole dance… Non manca davvero nulla.

›› CAMPI DA SQUASH

La struttura è costituita da ben quattro campi da Squash regolamentari, all’interno dei quali è possibile svolgere corsi individuali, di gruppo così come tornei.

›› CENTRO BENESSERE

Un vero e proprio paradiso per chiunque decida di concedersi un trattamento rilassante dopo l’allenamento o per chi voglia

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semplicemente ritagliarsi una giornata di coccole. All’interno del centro sono presenti: v Sauna finlandese, bagno di calore con azione depurativa, tonificante e drenante, oltre che antinfiammatoria e antidolorifica; v Biosauna, ideale per chi desidera scoprire gradualmente il mondo del vapore. Agisce a livello della struttura epidermica, detossinando e drenando i tessuti, inoltre, penetra all’interno dell’organismo con benefici per chi soffre di artrite, artrosi, osteoporosi o stati di infiammazione generale; v Vasca Idromassaggio, che favorisce il drenaggio dei liquidi, il rilassamento e la tonificazione muscolare; v Bagno Turco, valido aiuto per sciogliere le tensioni muscolari e nervose accumulate nel corpo allontanando lo stress. La dilatazione dei pori favorisce l’espulsione delle tossine rendendo la pelle più tonica e pura. In più, ne giovano anche la circolazione sanguigna, il sistema respiratorio, cardiovascolare e immunitario;

v Aromarium o bagno turco in grotta, completo di cromoterapia aromatizzata, che libera le vie respiratorie e detossina l’organismo, particolarmente consigliato ai fumatori o a chi soffre di sinusiti e raffreddori frequenti; v Gelidarium, vasca d’acqua fredda che abbassa la temperatura corporea, migliora la circolazione sanguigna e tonifica la muscolatura. Questa tappa è consigliata dopo il bagno turco e la sauna; v Grotte tropicali, vere e proprie cascate di acqua a varie temperature, con azione rilassante e riequilibrante su pelle e su tutto il sistema neurovegetativo (cuore, nervi, muscolatura liscia, ecc…); v Percorso Kneip, vasche a diversa temperatura in cui camminare per stimolare le zone di riflesso e stabilizzare il processo di termoregolazione. Il passaggio in acqua calda aumenta la temperatura del corpo con conseguente vasodilatazione a beneficio di cuore, fegato, reni e sistema neurovegetativo, mentre il passaggio in acqua fredda provoca la restrizione dei capillari superficiali, stimolando i centri nervosi e rinforzando i vasi sanguigni.


›› CENTRO ESTETICO

Trattamenti viso, corpo e mani effettuati da professionisti competenti che regaleranno a tutti i clienti un momento di vero relax. Insomma è chiaro che allo Sport Village Verona lo sport e il benessere sono di casa!

Coordinamento e servizi per lo sport CSS S.r.l. è una Società Sportiva Dilettantistica che, come previsto dalla Legge 186/2004, promuove le attività sportive dilettantistiche riconosciute dal Coni soprattutto attraverso la gestione degli impianti sportivi sin dal 1997. La Società offre anche una serie di servizi per la coordinazione di attività e strutture sportive orientate al pubblico e a tal fine collabora con diverse Federazioni Sportive ed Enti di Promozione Sportiva del CONI. Oltre allo Sport Village Verona, alcuni degli impianti sportivi gestiti da CSS S.r.l. sono le Piscine Monte Bianco (via Monte Bianco, Verona), il Centro De Stefani (via Gran Sasso, Verona) e le Piscine Poggio Rusco (via Martiri della Libertà, Poggio Rusco, MN). Per maggiori informazioni: info@sportvillageverona.it – 0452523212 - 3483198599

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SPORT LIFE

di Paola Gilberti - Credits photo: Eugenio Trecate

Eugenio Trecate 98% rugby

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iù di trent'anni nel mondo della palla ovale, dal Valpolicella Rugby al Calvisano. In mezzo anche una convocazione in Nazionale. Questo il riassunto della carriera rugbistica del veronese Eugenio Trecate. Nel club di San Pietro in Cariano comincia il suo percorso a fianco di persone che tutt’ora porta nel cuore: «Il Beppe (Beppe Allegri, scomparso lo scorso anno) e il Giangi (Gianluigi Righetti) hanno dato il via alla mia passione, uno come dirigente e uno come allenatore. E poi Sergio (Ruzzenente), sempre di grande esempio con il suo attaccamento a questa disciplina». Dodici anni dopo, la svolta, con l’ingresso nel Calvisano. Un capitolo importante, segnato da grandi successi, «Come la finale contro la Partenopea Napoli per la promozione in A1 nel ’95 oppure, nella stagione successiva, la vittoria con Benetton Treviso, un’impresa epica». Ed è proprio nel periodo bresciano che arriva la chiamata che ogni atleta aspetta: quella della Nazionale Maggiore per il Mondiale in Sudafrica del 1995. «Purtroppo, anche il mio rimpianto più grande», racconta, «Durante la preparazione mi sono preso il morbillo e non sono potuto partire. Nei due anni successivi sono stato convocato dall’Italia A, ma sono più rientrato nel giro della Nazionale Maggiore. Oggi forse avrei potuto avere più possibilità, vista la rosa più ampia e il maggior numero di partite. Quell'Italia, con

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Troncon, Domìnguez, Vaccari a conquistare qualche anno dopo l'ingresso nel Sei Nazioni, per cui sono comunque fiero di esserci andato vicino». Eugenio appenda le scarpe al chiodo tre anni fa, a 42 anni, ma porta con sé tutti i valori della palla ovale: «Sono 98% rugby, il 2% lo lascio alla genetica. Questo sport mi ha condizionato in tutti gli aspetti della vita, mi ha insegnato a collaborare con l’obiettivo di segnare più mete possibili, perché da solo, senza il sostegno dei compagni, non arrivi da nessuna parte».

Benessere Globale Centro Wellness Non solo rugby. Nel 1997 Eugenio con il fratello Emanuele e il socio Alessandro Mozzo apre Benessere Globale in Borgo Roma, seguita da Benessere Globale Borgo Trento e Borgo Milano. Tre palestre che si caratterizzano per la professionalità e cordialità dello staff, professionisti qualificati e attenti. «Abbiamo chiesto ai nostri clienti di definire scegliere fra alcuni termini quello che maggiormente ci rappresenta ed è stato familiarità», spiega Eugenio, «Un aspetto che rappresenta la voglia di stare insieme, lavorare in gruppo, proprio come si fa nel rugby».


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INTERVISTA

di Alberto Braioni - credits photo: Simone Pizzini

e t n I e i l a H c C e u O g n R a s R A M NO per il

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pirito sudamericano, uruguaiano per la precisione, sanguigno ed al limite dell'ebollizione. Portatrice del sangre caliente, strettamente collegato a quella garra charrùa che spesso si sente nominare per descrivere quella forza intrinseca presente dentro ad ogni uruguaiano che getta il cuore oltre l'ostacolo nello sport. Caratteristiche che appartengono a Fernanda Marrochi, giocatrice classe 1988 ormai trapiantata da anni in Italia, ma molto legata alle sue origini come tutti i propri connazionali. In campo ricopre il ruolo di pivot, posizione che non può esimersi dalla continua guerra per guadagnare centimetri vicino ai sei metri, e che calza a pennello con l'animo passionale e battagliero di Fernanda. Quando e dove hai cominciato a giocare a pallamano? Ho iniziato a giocare durante i primi anni di scuola in Uruguay, come tutti i bambini che si approcciano a questo sport. Successivamente venni invitata a svolgere un allenamento con mio fratello Pablo e da quel momento non sono praticamente più uscita da un campo di pallamano. Come sei arrivata in Italia? Oltre alla Nazionale indoor, ho rappresentato l'Uruguay anche ad un mondiale di beach hanball; fu proprio in quell'occasione che venni segnalata da un allenatore che fece il mio nome in Italia. Da lì a poco il mio trasferimento divenne realtà. Ho trascorso quattro anni a Ferrara, due con la maglia dell'Ariosto Ferrara e due con la casacca dell'Estense, prima di trasferirmi a Dossobuono assieme ad altre mie tre compagne di squadra lo scorso agosto. Che tipo di giocatrice sei? Penso di avere tanti pregi, così come tanti difetti. Dentro il campo sono molto grintosa, non mollo mai la presa fino all'ultimo e forse a volte la mia competitività mi rende troppo impulsiva, a tratti esplosiva.

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O U B O S S DO


Cosa ti piace di più della pallamano? È uno sport atleticamente e tatticamente completo e allo stesso tempo complesso. Il contatto fisico e il dinamismo del gioco mi danno una carica in più, mi aiutano a sciogliere la tensione. Ovviamente mi piace molto fare goal! Su quale aspetto ti piacerebbe migliorare maggiormente? Penso che la pallamano sia uno sport che ti mette alla prova psicologicamente. Mi piacerebbe migliorare in aspetti come la pazienza, la razionalità e la gestione della tensione, che nei momenti più difficili fatico ancora a controllare. Infine penso di avere ancora tante cose da imparare sotto il profilo tecnico e tattico riguardo al mio ruolo di pivot. Quali sono le principali differenze tra la pallamano uruguaiana e italiana? La grande differenza che ho notato da subito è sicuramente l'atteggiamento con cui viene sentito e vissuto lo sport; probabilmente la sangre caliente noi la esprimiamo anche sul campo. In Italia viene giocata tecnicamente la stessa pallamano ma il livello del campionato è leggermente più basso. Quest'anno giochi a Dossobuono, per la prima volta lontana da Ferrara: come sta andando questa tua nuova esperienza? Sicuramente è stato un cambiamento molto impegnativo ma stimolante. Fin 10°

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INVERVISTA FERNANDA MARROCHI

da subito a Dossobuono si sono dimostrati tutti molto disponibili e motivati per fare bene in questo campionato. Stiamo lavorando tanto per amalgamare tutti i componenti della squadra, soprattutto sotto l’aspetto mentale, che in una squadra giovane come la nostra può diventare un punto fondamentale. Se non giocassi a pallamano che sport praticheresti? Giocherei assolutamente a calcio! Oltre al calcio mi piace molto anche il basket. Nel tempo libero cosa fai? Ho imparato da mia mamma qualche aspetto della sua professione di estetista. Mi piace giocare ad essere l'estetista delle mie compagne di squadra. A casa è una cosa che mi rilassa e mi fa sempre molto piacere far sentire belle le persone. Un aneddoto divertente che ti è successo in campo? Mi ricordo appena arrivai a Ferrara che una mia compagna mi chiese che ruolo ricoprissi in attacco e in difesa, proponendomi alcuni esempi, ed io risposi “si” a tutte le domande che mi fecero senza capire nulla. Poco dopo, quando

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iniziammo l'allenamento, mi schierai in ruoli completamente diversi e dunque si resero tutti conto che probabilmente la parola “si” era l’unica che conoscevo! Ancora oggi vengo presa in giro per quell'episodio quando devo ricoprire un ruolo che non è il mio. Tuo fratello Pablo gioca in Francia ed è nel giro della Nazionale Italiana. Com'è il vostro rapporto? Per me mio fratello è sempre stato un punto di riferimento, il mio Idolo. A volte può sembrare duro o freddo ma quando ho bisogno di lui è il primo ad esserci, e viceversa. Sono sempre stata orgogliosa dei suoi successi e ancora oggi ho i brividi quando lo vedo giocare.

Qual è il ricordo più bello che hai, ad oggi, legato alla tua carriera? Senza dubbio porto nel cuore e non dimenticherò mai di aver avuto la possibilità di giocare due mondiali e una qualificazione per accedere alle Olimpiadi con la Nazionale dell'Uruguay. Cuore, tenacia, coraggio, grinta e passione: tutte caratteristiche che rendono l’impossibile possibile. E per Fernanda Marrochi tutto questo è normalità.

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di Alberto Cristani - credits photo: Dino Bonelli e Monica Nanetti

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iovanni Storti (sì, proprio lui, quello del trio Aldo, Giovanni e Giacomo) e Franz Rossi (scrittore, blogger e super runner) lo scorso 8 novembre hanno fatto tappa allo Sporting Verona, per presentare il loro nuovo libro dal titolo Niente panico, si continua a correre. I due amici, con questa pubblicazione, dicono di fatto basta alla corsa frenetica, alle sfide contro il tempo e contro il cronometro per dedicarsi ad un’attività più rilassante, una vera e proprio fusione armonica con il mondo che li circonda durante le loro performance. “Gli anni passano”- spiega Giovanni (61 anni) - “e correre a certi livelli diventa difficile. La corsa non è più il nostro obbiettivo ultimo, ma è diventata uno strumento. Non corriamo più per il semplice correre, ma per raggiungere tutta una serie di obbiettivi secondari: stare bene, stare con gli amici, fare chiarezza in noi stessi, viaggiare e, ovviamente, poter eccedere a tavola!”. Tutte queste riflessioni, serie e meno serie, sono raccolte nel libro, un diario scritto a quattro mani che racconta l’evoluzione podistica di Giovanni e Franz. “Il titolo, come al solito, è una battuta del Giova” – evidenzia Franz (che di anni ne ha 55) – “ma il sottotitolo

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potrebbe essere ‘La felicità come effetto collaterale della ricerca del Personal Best!’. Niente panico, si continua a correre è il cronologico quanto naturale prolungamento della narrazione iniziata con Corro perché mia mamma mi picchia libro, scritto sempre dal duo Giova&Franz nel 2013, che ha venduto quasi 50 mila copie. I due runner, nell’ultimo quinquennio, sono diventati più vecchi (maturi…) e, di conseguenza, hanno modificato il loro modo di interpretare la corsa: un approccio molto meno orientato alla performance o all’impresa estrema, ma più attento al piacere dell’attività. Tra le numerose avventure podistiche raccontate nelle 154 pagine edite da Mondadori ci sono la maratona di New York, la maratona tra il popolo dei Saharawi, la maratona sulla Grande Muraglia cinese e il RedBull 3K. Ma non si parlerà di sole gare, anzi. Proprio per questo approccio più maturo al running una buona metà dei racconti verterà su avventure podistiche più orientate ai viaggi autogestiti: dal trekking sui 4000 del massiccio dell’Atlante in Africa alla salita del vulcano Teide a Tenerife, senza trascurare l’Italia che gli autori continuano a girare di corsa (con un occhio di riguardo per le Alpi, ma anche le colline brianzole o le langhe piemontesi). Giovanni e Franz sono - forse di più oggi che rispetto a qualche anno fa - due grandi esempi di sportivi a 360°, amanti dello star bene e della natura. “Le nostra uscite” – spiega Rossi – “sono ormai diventate vere e proprie avventure. Molte volte partiamo con un obiettivo ma poi, al primo bivio, seguiamo l’istinto e andiamo alla scoperta di nuovi paesaggi, anche se, a dire il vero, ne restano ormai pochi che non siano già stati ‘contaminati’ dalle manifestazioni podistiche organizzate”. “Mi sono stufato di correre con l’assillo del cronografo” - evidenzia Storti - “e quindi preferisco godermi i paesaggi che mi

circondano. Oddio, lo spirito agonistico spesso riemerge dal torpore, ma superato l’attimo di ‘pazzia’, ritorno volentieri a indossare i panni del podista medio e a far parte di quella schiera di sportivi che riempiono di domenica i nostri parchi”. Si tratta di un libro per tutti, in cui la corsa è l’escamotage per toccare i grandi temi dell’amicizia, del viaggio, della salute. Nella prefazione a questo libro, Giacomo Poretti sostiene che ai tempi dei nostri antenati si sapeva già molto del nostro degrado fisico e mentale. Gli australopitechi “intorno ai 20 anni facevano le gare con i giaguari, e spesso li battevano, arrivati ai 40 dopo 200 metri di corsa si fermavano per una birretta, a 60 anni, se ci arrivavi, ringraziavi il dio del sole e al massimo giocavi a scopone, te ne stavi rintanato nella tua bella grotta perché se per caso incontravi un giaguaro non riuscivi a fare 3 passi di corsa e finivi sbranato. L’uomo primitivo era ignorante e tirava su con il naso, ma era saggio, sapeva come godersi l’ultimo


tratto di vita senza traumi e pericoli”. Oggi invece pare che questa consapevolezza sia andata persa. Si gareggia per il primato personale, per battere gli amici, per migliorarsi ad ogni costo. Si gareggia contro il tempo, ma sfidare il tempo che passa ha davvero senso? Gli anni passano per tutti: c’è chi se ne accorge vedendo il figlio cresciuto o i capelli incanutiti, e c’è chi lo misura osservando i chilometri percorsi o la velocità raggiunta in gara. Ma la verità è che l’età non è nemica della corsa, basta saperla prendere con saggezza ed equilibrio. Un libro imperdibile per chi corre e per quelli che non capiscono perché, pur passati i sessanta, si continui a correre. “E poi – ricorda Giovanni – se ho iniziato a correre io a cinquant’anni, possono farlo tutti. Mi raccomando però: se correte fatelo con stile. Vedo persone che si trascinano mentre corrono e sai già in partenza che non ce la faranno, che non arriveranno in fondo ma, soprattutto, che si faranno male. Per correre e stare bene bisogna affinare la tecnica, allenarsi e avere stile. Anche perché quando la gente vede passare uno che corre con stile, come il sottoscritto, esclama: ‘Però, hai visto che stile questo!’. Se invece vedi passare uno che corre trascinandosi, viene naturale urlargli: ‘Ma vai a lavorare, vai in discoteca!’. Quindi, per non farvi insultare e correte con stile. Ma soprattutto divertitevi!”.

GLI AUTORI Giovanni Storti è il 33,33% del popolare trio Aldo, Giovanni e Giacomo. Dal 2008 si appassiona al mondo del trail correndo in tutto il mondo: Marocco, Tunisia, Brasile, Islanda, Israele, Libano, Stati Uniti, Bolivia, Canton Ticino. Ha corso in pianura, in montagna, nel deserto, da 0 a 5000 metri sul livello del mare. Franz Rossi è un girovago. Nato a Venezia, cresciuto a Trieste, ha girato a lungo l’Italia fino a quando ha trovato un equilibrio dinamico a metà tra Milano (da dove dirige una software house) e un paesino della Valle d’Aosta (dove si rifugia nella natura). Essendo fondamentalmente un pigro, cerca di sfruttare ogni occasione per vivere le sue passioni: così viaggia per correre e conoscere persone nuove. E viaggiando colleziona storie da raccontare.

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EVENTO

di Cesare Monetti - Credits photo: Verona Marathon

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n altro anno è passato e il Natale arriva, puntuale e festoso, come sempre. A Verona per il 9° anno consecutivo arriva anche di corsa grazie aglio oltre 7mila Babbo Natale della Melegatti Christmas Run Verona, l’evento organizzato da Veronamarathon Eventi con il Comune di Verona. Rispetto al passato c’è da segnalare subito la vera grande novità di quest’anno che per chi è veronese può solo far piacere: sponsor principale dell’evento è ‘Melegatti’ che così concretizza con questa sua prima uscita pubblica un ritorno in grande stile tanto sperato. Melegatti Verona Christmas Run è la tradizionale corsa dei ‘Babbo Natale’ che si terrà domenica 16 Dicembre 2018 con

partenza e arrivo alle ore 10 in Piazza Bra e che ha visto al via negli anni passati in totale di 8 edizioni svolte più di 30mila persone, tutti o quasi sempre vestiti di rosso per un meraviglioso colpo d’occhio. Un fiume rosso, chiassoso e gioioso, carico di felicità, che si è propagandato per tutta Verona. Una camminata a passo libero che come sempre è a fin di bene, infatti i proventi delle iscrizioni saranno devoluti alla Associazione Uffi Onlus. Correre quindi significa stare bene ma anche fare del bene e nel periodo natalizio tutto questo assume un’importanza ancora maggiore, come fosse un meraviglioso regalo di Natale, un abbraccio da parte di tutta Verona a questa associazione. Camminata-gara aperta a tutti, bambini, famiglie, gente di tutte le età, non com-

petitiva che è stata presentata a metà novembre in Sala Arazzi presso il Comune nei giorni della Maratona di Verona che si è svolta lo scorso 18 novembre. Presente davanti alle cariche istituzionali quali Filippo Rando Assessore Allo Sport c’era il Consigliere Delegato Area Commerciale di Melegatti dr. Gianluca Cazzulo che così si era espresso: “Porto i saluti del giovane Presidente Giacomo Spezzapria, siamo fieri di essere sponsor principale della Christmas Run Verona, non ci potrebbe essere situazione e tempistica migliore per riportare l’azienda nell’eccellenza dell’industria dolciaria nel mondo. Melegatti è nata il 14 ottobre 1894 proprio dove parte la Melegatti Christmas Run dunque per noi è una vetrina importante e siamo fieri di esserci e da qui ripartire”.

INFORMAZIONI GENERALI Data: Domenica 16 dicembre 2018 Ritrovo: ore 7:30 Piazza Bra – Verona Partenza: ore 10:00 Piazza Bra – Verona Arrivo: Piazza Bra – Verona Percorsi: km 5 o km 10. Manifestazione non competitiva a passo libero per le vie di Verona. QUOTA DI ISCRIZIONE € 7,00 solo pettorale e prodotti gastronomici € 15,00 pettorale, abito da Babbo Natale e pacco con prodotti gastronomici. Per i bambini fino ai 10 anni accompagnati da un genitore l’iscrizione è gratuita e comprende un cappellino da Babbo Natale (FINO AD ESAURIMENTO SCORTE). MODALITA' DI ISCRIZIONE - Online sul portale veronamarathoneventi.com fino a venerdì 14 dicembre ore 18:00

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- dal 11 Novembre al 15 dicembre da Verona Marathon Hub in Circonvallazione Maroncelli 7/E - Domenica 16 dicembre (dalle ore 7:30 alle ore 9:00) ultime iscrizioni in Piazza Bra RITIRO PETTORALE E VESTITO Il pettorale ed il vestito possono essere ritirati: - Sabato 15 dicembre dalle 10:00 alle 19:00 presso il Verona Marathon Hub in Circonvallazione Maroncelli 7/E - Domenica 16 dicembre dalle 7:30 alle 9:00 in Piazza Bra, sia per gli iscritti online che per quelli iscritti presso il Verona Marathon Hub RITIRO PACCO GARA Il pacco con i prodotti gastronomici delle aziende sostenitrici potrà essere ritirato post gara presso lo stand apposito in piazza Bra, semplicemente presentando il pettorale di gara.

Info cell. 333.8840402 - info@veronamarathon.it


PIAZZA BRA' VERONA

16 DICEMBRE 2018 ORE 10

MANIFESTAZIONE PODISTICA NON COMPETITIVA DI KM 5/10

INFO E ISCRIZIONI CHRISTMASRUN.VERONAMARATHON.IT

I SOL , A D A “ IN AMM SI C CAMBIA.” SI ITA EME UNA V I S N I

TE PAR TO A V RICA UTO DEL DEVOLIONE Z À I SARSSOCIA UFF A ’ L AL


EVENTO

di Giampaolo Beschin - Credits photo: Verona.net

Arena di Verona con la stella

LA MAGIA DEL NATALE A VERONA

N

atale a Verona è qualcosa di speciale; un momento magico fatto di tradizioni e passione in cui la città offre a residenti e turisti il meglio di sé. Tradizioni come il Pandoro, il dolce conosciuto in tutto il mondo, la cui nascita ufficiale risale al 1894, quando il pasticciere veronese Domenico Melegatti ottenne l’attestato di privativa industriale (il brevetto dell’epoca) per un dolce morbido la cui forma era quella di una stella ad otto punte, opera del pittore impressionista Angelo Dall'Oca Bianca. Gli eventi e le manifestazioni in programma sono numerosi e variegati, quasi come le mille luminarie colorate che avvolgono i monumenti e le vie principali. Dal 16 novembre la centralissima Piazza Dei Signori accoglie il MERCATINO DI NATALE, realizzato in collaborazione con il Christkindlmarkt di Norimberga, con le sue casette in legno, in cui una trentina di espositori provenienti dalla Germania propongono idee regalo, prodotti tipici dell’artigianato tedesco, addobbi in vetro e legno, oltre a varie specialità gastronomiche come i Glühwein e i deliziosi dolci natalizi Lebkuchen e Stollen. L’adiacente Cortile Mercato Vecchio e varie zone della città, tra cui Piazza Indipendenza, Lungadige San Giorgio e Piazza San Zeno ospitano un Villaggio di Natale con bancarelle in legno che propongono prodotti tipici

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italiani che vanno dall'artigianato natalizio alle migliori specialità dell’enogastronomia locale, inclusi gli addobbi per alberi, le statuine del presepio e dolci in gran quantità. Da non perdere anche la grandiosa RASSEGNA INTERNAZIONALE DEL PRESEPIO, che dal 1984 torna ogni anno con oltre quattrocento opere e diorami provenienti da tutti gli angoli del mondo: dall’Europa e dall’America Latina in primis, ma anche Africa, Oceania e Cina. Tradizionalmente ospitata negli arcovoli dell’Arena, quest’anno a causa dei lavori nell’anfiteatro romano, la rassegna sarà accolta nelle sale nobili del Palazzo della Gran Guardia. La mostra è accompagnata dalla grande Stella Cometa, una archiscultura in acciaio alta settanta metri che congiunge l'Arena a Piazza Bra, con un gesto architettonico di straordinaria eleganza e rara bellezza. Piazza in cui dal 10 al 13 dicembre c’è la secolare FIERA DI SANTA LUCIA che richiama trecento espositori da tutta Italia e decine di migliaia di visitatori, che acquistano giocattoli, capi d’abbigliamento, prodotti dell’artigianato locale, specialità gastronomiche, mercanzie d’ogni sorta e tantissimi dolci. Ricchi pranzi di Natale e cenoni della vigilia sono organizzati in tutti i ristoranti della città, nelle trattorie e osterie, con menu tipici e degustazione di prodotti del territorio. Nei cartelloni dei teatri ci sono molti concerti di musica classica e sinfonica, serate di cabaret, spettacoli per famiglie e rappresentazioni di prosa con le migliori produzioni teatrali nazionali. La NOTTE DI CAPODANNO c’è la grande festa in piazza organizzata dall'amministrazione comunale; veglioni nelle discoteche e nei locali della movida, cenoni negli edifici storici, party esclusivi in ville rinascimentali e spettacoli nei teatri. Al Filarmonico va in scena La Boheme, con l'orchestra ed il coro della Fondazione Arena. Il 6 gennaio l’appuntamento più atteso e partecipato è il BRUSA LA VECIA il rogo della befana che scaccia le sventure dell’anno passato e propizia l'anno appena iniziato. In piazza Bra un grande fantoccio alto una decina di metri viene bruciato seguendo una tradizione che discende da antichi riti preromani e osservando le fiamme per capire come proseguirà l’inverno.

Capodanno a Porta Palio

Pandoro

Teatro Filarmonico

Brusa la vecia

Mercatini di Natale


www.girolagodiresia.it

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Giro Lago di Resia Sabato, 13.07.2019 ore 21.30 (corsa principale) 15,3 km

Night-Run

con corsa JUST FOR FUN, Nordic Walking e corsa Bambini


SPORT LIFE

di Martina Zaffani e Alex Barana - Credits photo: Area Sport

Al via i CAMPIONATI 2018/2019 targati

L’

attesa è finita. Ha preso il via l’undicesima edizione del Campionato di calciotto Area Sport/Asi Verona che anche quest’anno assegnerà il prestigioso Trofeo Agsm (il settimo consecutivo). Grande la soddisfazione e l’entusiasmo che si respira in casa Area Sport per questa ennesima edizione del Campionato di calciotto che ha registrato un nuovo straordinario record di partecipazione: sono infatti ben 54 le squadre che dal 17 settembre scorso e sino a maggio 2019 calcheranno gli splendidi campi di gioco del Bottagisio, del Don Calabria e, novità della stagione, del Payanini Center (nuovissimo ed eccellente impianto di Via San Marco a Verona) e della Virtus Verona. Tre ancora le fasce di merito in cui sono state suddivise le 54 formazioni che hanno scelto per la prima volta, o confermato, di partecipare al più bel Campionato di calcio amatoriale di Verona, e a tutte loro va il sincero ringraziamento dello Staff Area Sport.

T R O P S A E R A

le due formazioni che termineranno all’undicesimo e al dodicesimo posto. Agguerritissimi e davvero carichi i campioni in carica della Love Paradise Bella Napoli che cercheranno di bissare i successi ottenuti nella stagione precedente, ma attenzione perché a dar loro del filo da torcere ci saranno Pizzeria La Tonda, Peacocks San Mattia Torricelle, New Team Local, El Borgo Bussolengo, Valdo Spumanti, Muppet, The Sheffield ASD, G.S. Volkswagen Group Italia, Ausla Oroline Vicentini, e le due neopromosse Kiron Verona Est e S.S. Brundisium Baxi.

Foto di gioco

11° Campionat o di calciotto

Serie B, la seconda fascia di merito del campionato di calciotto che assegnerà alla vincitrice il secondo Trofeo La Canonica Ristorante. Anche in B sono 12 le formazioni che compongono il girone unico della fase regolare, al termine della Napoli, lla Be se di ra quale le prime due in graduatove Pa carica della Lo sm I campioni in Ag eo ria, oltre a conquistare la pro7° Trof mozione diretta in Serie A, prenderanno parte ai Playoff che assegneranno il 7° Trofeo Agsm. Terza e quarta classificata Serie A, la categoria regina del Campiopotranno invece raggiungere la massima nato, con le 12 “super formazioni” che serie attraverso i Playout promozione nella fase regolare si contenderanno retrocessione A/B, dove affronteranno nuovamente la qualificazione alle finali rispettivamente decima e nona di Serie della Gazzetta Football League di calcio A. Manterranno inoltre la categoria le a 7. Accederanno invece ai Play Off per il formazioni che termineranno nelle poTitolo le sole prime 6 classificate di serie sizioni dalla quinta alla settima, mentre A assieme alle prime due di Serie B. Le per quelle che finiranno all’ottavo e al due formazioni che chiuderanno al sesto nono posto la salvezza passerà dai Plae al settimo posto si assicureranno la yout B/C. Retrocederanno infine in Serie permanenza nella massima categoria, C decima, undicesima e dodicesima. Tra mentre l’ottava e la nona disputeranno le squadre da tenere sotto stretta osseri Play Out A/B con la terza e la quarta vazione ci sono certamente le due resquadra di Serie B. Retrocederanno trocesse, A.C. Verona Hellas Supporters infine direttamente nella serie cadetta Trust e Gli Amaroni, che cercheranno di

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riconquistare la massima categoria. Non staranno però a guardare Trielettra e Mazzano Tecnovap che, dopo lo sfortunato esito nei Playout dello scorso anno, tenteranno nuovamente di ottenere la promozione. Ma non solo, perché nella Serie B 2018/2019 ci sono altre compagini pronte a dare filo da torcere: Baruconi Cafè Min, Hole Blacks, Agsm, Angelo Mazzi C.G.F. e le neopromosse Osteria Perbacco Sant’Ambrogio, 5Ramo, Atletico Ponte Pietra e F.C. Ceradini. Serie C, la categoria di base valida da quest’anno per il Trofeo Lollo’s Group, che si presenta con la grande novità dei tre gironi composti da 10 squadre ciascuno. Nel girone 1 una novità assoluta è la formazione del Fashion Cafè di Irene Cordioli, prima squadra mista a prendere parte al Campionato di Calciotto Area Sport. Un gruppo di ragazze e ragazzi hanno infatti deciso di intraprendere un’avventura assolutamente unica e del tutto originale per raggiungere un solo obbiettivo: divertirsi condividendo la grande passione per il calcio. Tra le squadre new entry anche Blacksmiths e Gluten Freak, cui si aggiungono le “veterane” come San Peretto Trend Up, Olimpia F.S., Real M.G., Brugnoli Sport, BPV F.C., Polisportiva Borgo Trento e Piazza Corrubbio United.

La formazione

ion Cafè

mista del Fash

Nel girone 2 alla ricerca di un miglior piazzamento finale si sono nuovamente rimesse in gioco Virtus Soccer, L’Arena


1866, RDG San Michele e Real Colizzati. Tutte da scoprire invece le altre sei formazioni che per la prima volta approdano nel mondo del calciotto: Atletico Sarai Tu, Boscomantico Lounge Bar, Real Pearà, Rewind Bella Napoli, Sona 97 e Verona DJ F.C. Detto dei primi due gironi, non resta che chiudere con la presentazione del girone 3. Tante anche qui le new entry come Jolly’s Pizzeria Betteloni, Italba, Agrosocial D.C. e le due “Virtus”, Virtus Fitness e Virtus Vecomp. Particolarità di quest’ultima è che si tratta di una compagine interamente composta da ragazzi profughi regolarmente riconosciuti dallo Stato Italiano: questa speciale iniziativa, promossa ed organizzata dai Volontari della Virtus Verona ed accolta con entusiasmo da Area Sport, ha l’obiettivo di favorire attraverso lo sport l’integrazione nella nostra società civile. Ma non solo new entry, sono infatti ben tre le squadre retrocesse dalla Serie B 2017/2018, Cron Ospedale Negrar, Deportivo Sant’Anastasia e Planet Light Calci8, che proveranno a risalire la china come faranno sicuramente anche Disperhellas F.C. e Spartani F.C., altre due vecchie conoscenze del mondo Area Sport. Passando ora al calcio a 5, lunedì 15 ottobre ha avuto inizio la ventinovesima edizione del Campionato indoor Area Sport/Asi Verona che assegnerà il 16° Trofeo L’Arena.

Verona Premia Polizia Penitenziaria, terza classificata 2017/2018, Sabaini Univr Futsal, Matteo Acconciature Dossobuono, Hair Feel, Ranch Rocce Rosse e Sport Gadget. Da tenere d’occhio anche le due neopromosse Seleçao Santa Cruz e Sporting Tregnago. 16 invece le formazioni della Serie B che sono state suddivise in due gironi da 8 squadre ciascuno. Nel girone 1 ritroviamo Termoidraulica Pesenato, Future Academy e Pizza In, mentre del tutto nuove le altre 5 protagoniste: ASD Athena, Ronco Futsal, Fratelli S Auto, Sambo Futsal e Stećak. Nel girone 2 le “vecchie conoscenze” sono Erbe Group, Trinacria C5, Cafè Min, Palaça1o, Drunken Monkeys e Pizzeria L’Altro Carlo Re; new entry Remember Ventola Team e San Matteo Church. Confermati gli storici campi di gioco indoor di Zevio e del Centro De Stefani, cui si aggiunge quest’anno il nuovissimo campo indoor in erba artificiale dello splendido Payanini Center.

I ragazzi dell’ Olimpique Ly festeggiano la ons vittoria dell’11 ° Campionato di Calcio a 5 U niverona

Over 40 di calciotto e di calcio a 5 e, novità assoluta, il primo Torneo di calcio a 5 Over 30 Misto (squadre composte da femmine e maschi). L’augurio di vivere una bella stagione sportiva con tanto divertimento, entusiasmo e grandi soddisfazioni, va a tutte le Squadre e gli Atleti che hanno scelto di scendere in campo con Area Sport e Asi Verona.

Torneo Post t, campione 1° Es na ro Ve n iotto Kiro ver 40 di calc Campionato O Foto di gioco

29° Campion ato Indoor di Calcio a 5

ory Cafè, carica del Vict I campioni in a en 16° Trofeo L'Ar

10 sono le protagoniste della Serie A, anche quest’anno abbinata al Torneo Nazionale Gazzetta Football League di calcio a 5. Già pronti ed in forma i campioni in carica del Victory Cafè che cercheranno di battere il loro record andando a vincere il Titolo per la quarta volta consecutiva. Non staranno sicuramente a guardare i ragazzi di Ottica Lov, che già nella scorsa stagione hanno dato filo da torcere a Muhamed Ismajli e compagni. Pronte ed agguerrite anche

Ma le iniziative Area Sport non si fermano qui, anche in questa stagione sportiva sarà infatti riproposto il 24° Circuito Minicalci, con le sue belle giornate di festa, gioco e sport dedicate ai piccoli calciatori di età compresa tra i 6 e gli 8 anni, e che quest’anno avrà l’ulteriore obiettivo di sostenere la ricerca medicoscientifica per combattere e sconfiggere l‘ittiosi lamellare, rara malattia che ha colpito anche un nostro piccolo amico e calciatore, Tommy: “Un calcio al pallone con e per Tommy” sarà dunque lo slogan dell’intera manifestazione, il cui ricavato sarà in parte devoluto all’Associazione Uniti (Unione Italiana Ittiosi) e al Comitato Uffi (United for Fighting Ichthyosis). Ed ancora Area Sport proporrà il 12° Campionato di calcio a 5 Universitario, il 2° Torneo Over 45 di calcio a 11, i Tornei

Trielettra, vincitrice 1° Torneo di Calcio a 11 Over 45 Trofeo Centro Medico Atlante

Info e Iscrizioni Tornei e Campionati Area Sport: Uffici e segreteria Via Sansovino, 16 (zona stadio Bentegodi) - Verona Tel. 045.57.58.37 web: www.areasport.org mail: info@areasport.org

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SPORT LIFE

di Arianna Del Sordo - credits photo: King Rock

BUON KING COMPLE ANNO

ROCK

Lo scorso 10 ottobre il centro arrampicata King Rock ha compiuto 10 anni e per festeggiare ha organizzato cinque giorni di attività tra gare di arrampicata, eventi ed iniziative, coinvolgendo non solo la comunità di arrampicatori veronesi, ma anche appassionati e curiosi.

S

embra ieri. Invece sono trascorsi più di 10 anni dall’inaugurazione del King Rock, il 10 ottobre 2008. Da allora, il famoso gorilla troneggia sul tetto del centro arrampicata e continua

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a essere, ancora oggi, il simbolo di un grande cambiamento per l’arrampicata veronese, ma anche italiana. Sì, perché dieci anni fa, nel quartiere di Palazzina, nasceva una realtà indoor che avrebbe mutato per sempre le sorti dell’arrampicata, trasformandola da sport “estremo” praticato da pochi a disciplina aggregante, educativa e benefica per mente e corpo. Ma procediamo con ordine. L’idea del King Rock era da tempo nella mente di un gruppo di arrampicatori veronesi, che sognavano di creare un centro indoor per l’arrampicata dove insegnare le basi ai neofiti e potersi allenare con regolarità. L’idea non nasceva dal nulla: fino a 10 anni fa, infatti, Verona disponeva di una piccola struttura interna al Don Calabria, dotata di una parete dove le guide alpine di XMountain tenevano i corsi di arrampicata sportiva. Le persone potevano entrare solo per seguire le lezioni e gli allenamenti, accompagnate dalle guide. Tuttavia, quel piccolo ritrovo era prezioso per impartire i primi insegnamenti, che proseguivano all’aperto, in falesia. Ma la voglia di creare una realtà

più grande e strutturata era tanta e, ben presto, le idee presero sempre più corpo, fino a diventare progetti concreti. Si cominciò a fare sul serio, visitando prima di tutto le realtà indoor europee per capire cosa era stato costruito e come funzionava il sistema. E poi cercando le risorse economiche per finanziare il progetto. Le adesioni furono tante: oltre 30 soci ed un capitale sufficiente a far partire i lavori, he cominciarono il 20 dicembre 2009. In soli 10 mesi venne costruita la struttura, per molti anni la più grande in Italia. Dopo soli 2 anni, nel 2010, il centro ebbe un ulteriore ampliamento in seguito al quale venne ingrandita la zona boulder, andando ad occupare uno spazio di 2 piani. Al posto della vecchia area boulder venne creata l’attuale sala gym e fitness. Per tanti anni, il King Rock è stata palestra indoor più grande d’Italia e ancora oggi è un importante punto di riferimento per tutti gli arrampicatori. Una realtà senza precedenti, che ha fatto da apripista a tutte le palestre di arrampicata che sono nate in questi anni. E oggi, nonostante sulla scena siano subentrate strutture più grandi, il King


Rock tiene ben saldo il primato di centro attivo dove, intorno all’arrampicata, ruotano una serie di attività e di realtà create per una comunità di appassionati sempre più numerosa. Ad oggi, lo spazio dedicato all’arrampicata consta di due sale boulder di 200 mq ciascuna, una sala vertical da 400mq, che in occasione dei 10 anni si è arricchita di una nuova parete con 12 nuove linee di salita. Il totale della superficie arrampicabile è di 2200 mq. Negli anni il centro è stato protagonista di una crescita continua, diversificando ed ampliando nel tempo l’offerta di servizi con la nascita dell’area fitness King Rock Gym, la presenza di un bar con servizio di caffetteria, ristorazione e un’ampia sala relax, un negozio specializzato per la vendita di materiale d’arrampicata e i servizi di chinesiologia e massoterapia. Completano l’offerta le attività di corsistica e outdoor svolte dalla scuola delle guide alpine XMountain. E poi ci sono i ragazzi, il terreno fertile dell’arrampicata di domani. L’associazione sportiva dilettantistica King Rock Climbing accoglie oltre 500 bambini e ragazzi da 4 a 19 anni, impegnati in un percorso didattico-sportivo organizzato in diverse categorie: dai corsi di propedeutica per bambini da 4 a 6 anni, al gruppo sportivo e agonistico da 7 a 19 anni. Fiore all’occhiello dell’associazione è la squadra agonistica, che nella stagione 2017/2018 ha collezionato oltre 100 podi nelle competizioni regionali e nazionali. Dai tiepidi pomeriggi nella falesia veronese di Ceredo ad oggi, di strada ne è stata fatta davvero tanta. Tutto è cambiato: il centro è cresciuto, creando una squadra di professionisti davvero forte e coesa, impegnata per dare sempre il

massimo e diffondere la passione per l’arrampicata. E alla domanda: ‘come sarà tra 10 anni’, la risposta appare più che mai ovvia e decisa: essere ancora più grandi, diventare ancora più specializzati, dedicarsi alle nuove generazioni con impegno e visione, offrire agli arrampicatori vie e boulder dalle tracciature ottime ed essere sempre di più un luogo di aggregazione e divertimento.

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FOCUS

&

di Paola Gilberti

Scienze motorie

SPORT

mondo Tra le prime 10 nel

Scienze Motorie Verona sempre più in alto, prima italiana fra le big mondiali!

I

l corso di laurea, la cui attività si sviluppa all'interno del Dipartimento di, si è infatti posizionato all'ottavo posto nell'edizione 2018 della Sport Science School and Departments, presentata dall'Academic Ranking of World Universities (Arwu) dell'Università di Shangai. Un esito ancor più eccezionale considerando che Verona è appunto la prima tra le sedi di Scienze Motorie Italiane e si colloca a stretto contatto con i migliori centri europei e internazionali, in primis del Nord-Europa, lasciandosi alle spalle atenei con una lunga tradizione sportiva e con maggiori risorse economiche. «Questo risultato per noi è motivo di grande soddisfazione», ha affermato il coordinatore dell'area di Scienze Motorie dell'Università di Verona Federico Schena durante la conferenza stampa di presentazione tenutasi martedì 13 novembre all'interno dell'Ateneo veronese, «Nel 2016, anno in cui è stata istituito il focus Sport Science School and Departments, ci trovavamo al diciannovesimo posto, nell’edizione scorsa al tredicesimo e ora abbiamo il piacere, l’onore di essere entrati nella top ten». «Una posizione che non ci sorprende», ha sottolineato il direttore del Dipartimento

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di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento Andrea Sbarbati, «È la conferma dell’eccellenza di Verona, una delle capitali mondiali di Scienze Motorie. La sua forza sta nell’accostare un’azione estremamente intensa sul territorio, attraverso collaborazioni con istituzioni, pubblico, persino esercito, insieme a ‘una ricerca scientifica notevole che le ha anche garantito l'inserimento all'interno della Scuola di Medicina, perché Scienze Motorie Verona non è solo sport, ma anche salute e prevenzione. E l’ottimo lavoro svolto dal corso di laurea ha concorso a riconoscere come eccellente, da parte dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario (Anvur), il nostro Dipartimento». La classifica Sport Science School and Departments si focalizza sul sistema accademico, tenendo in considerazione la qualità della docenza, della formazione e, soprattutto, della ricerca, valutando la qualità della produzione scientifica. «Far crescere la conoscenza attraverso la ricerca è l'obiettivo principale della nostra Università», continua Schena, «Qualcuno mi ha chiesto come abbiamo raggiunto un simile traguardo. Sostanzialmente, con buone pubblicazioni, coprendo l’intera area delle Scienze dello Sport. Tutto questo grazie a un gran gioco di squadra, grazie a tutte le persone che hanno contribuito a questo risultato, tutto il nostro staff composto da docenti, ricercatori, tecnici e anche studenti. La chiave del nostro successo è proprio l'unione di diverse risorse e competenze,

sia per quanto riguarda l'attività veronese, sia per quella del Centro di Ricerca di Rovereto (Cerism), che da quest’anno ospita anche un corso di studi incentrato sugli sport di montagna. Va da sé che oltre alla ricerca ciò che ci caratterizza è anche la qualità della didattica e dell'area della prestazione sportiva. Comunque, il nostro impegno non si ferma certamente qui, non sarà facile ma vogliamo continuare a migliorare». E intanto qualche novità bolle già in pentola: «Molte università straniere guardano con interesse al nostro corso di laurea per la realizzazione di nuovi progetti di studio comuni. Qualcosa è già in cantiere, ne stiamo concludendo uno con l'Università di Copenaghen», conclude Schena.



INTERVISTA

di Matteo Zanon - Credits photo: Simone Battistella

I

n esclusiva per SportDi+ Magazine conosciamo una delle giovani promesse veronesi dell’hockey inline, il 18enne Simone Battistella. Con la sua voglia di dimostrare che sui pattini e con il bastone in mano non è inferiore a nessuno, si è tolto delle belle soddisfazioni e tante altre vorrà togliersene nella sua carriera di hockeysta. Simone, quando hai iniziato a giocare a hockey? Ho iniziato a giocare a hockey inline all'età di 11 anni nella squadra dei Bluedogs hockey a Montorio (VR). All'età di 13 anni, dopo uno stage estivo fatto ad Asiago, ho cominciato a giocare anche a hockey ghiaccio con i Falchi hockey Bosco-Chiesanuova, praticando l'attività hockeystica su ghiaccio nel contempo con quella di inline. Il primo anno giocavo quindi sia nei

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Bluedogs che nei Falchi, il secondo anno i Falchi non raggiungendo il numero di giocatori sufficienti per formare una squadra ho giocato con il Feltre ghiaccio e naturalmente anche con i Bluedogs. Sono stati anni pieni di impegni, sacrifici ma anche di tantissime soddisfazioni. Nel 2015 ho dovuto rinunciare a praticare l'attività dell'hockey ghiaccio perché mi sono reso conto delle difficoltà a cui io e la mia famiglia andavamo incontro; così ho deciso di dedicarmi al 100% all'hockey inline. Durante il periodo estivo, che per noi dell'hockey inline è periodo di selezioni per la rappresentativa della nazionale italiana, sono sempre stato chiamato a partecipare a queste selezioni raggiungendo dei buoni risultati, così mi è stato proposto dall'allenatore della nazionale giovanile R. Marobin, di fare una nuova esperienza. Infatti l'hanno successivo sono

andato a giocare con la società dei Ghosts Hockey Padova da lui allenata. Nel 2016 ho iniziato a giocare con il Padova, con il quale sono rimasto per 3 anni. Sono stati 3 anni per me indimenticabili perché nonostante i sacrifici e gli impegni - miei e della mia famiglia costretta a portarmi a Padova (3 allenamenti alla settimana più la partita) - mi hanno dato delle grandissime soddisfazioni: prima di tutto mi hanno permesso di fare un salto di qualità veramente notevole, visto che siamo riusciti a vincere il campionato nazionale U18, siamo andati in Spagna per la Sparta Cup arrivando secondi e ho cominciato a giocare in serie A. Com’è cresciuta la tua passione per questo sport? Ho cominciato a giocare a hockey quasi per caso, si può dire! Quando ero più pic-


cisamente ad Asiago-Roana dove siamo riusciti a conquistare un 2° posto su 19 stati, perdendo in finale contro l'USA. Questa manifestazione è stata quella che mi ha colpito di più e che quando ci ripenso rabbrividisco ancora perché le emozioni che ho provato nel giocare in casa, in un palazzetto pieno di gente, davanti ad un pubblico che tifava i colori italiani e scontrandosi in campo con giocatori di altre nazioni con cui ho stretto anche amicizie internazionali sono veramente indescrivibili, ti riempiono di orgoglio e ti investono della responsabilità di rappresentare al meglio il tuo Paese.

Simone Battistella (secondo da sinistra) canta l'inno di Mameli con i compagni della Nazionale.

colo giocavo a calcio ma arrivato all'età di 10 anni non mi divertivo più, non ero uno di quei bambini che sognava di diventare un calciatore da grande, così ho iniziato a provare altri sport: rugby, basket, kung fu e ciclismo ma nessuno di questi mi appassionava più di tanto. Con l'aiuto dei miei genitori ho scoperto che a Montorio c'era una squadra di hockey e ho deciso di andare provare. Mi hanno vestito con tutte le protezioni, con il casco e mi hanno dato una stecca per giocare. Mi sono talmente divertito che ho realizzato che quello era il mio sport.

ci piace. Poi considerando che quest'anno mi alleno sempre in orari serali e a Verona non è particolarmente difficile far coincidere studio e attività sportiva; mentre gli anni in cui giocavo a Padova hanno richiesto molto più impegno, visto le ore che perdevo per trasferirmi a Padova tre volte alla settimana più la partita il sabato o la domenica. Più che lo studio, mi torna pesante svegliarsi la mattina, perché allenandomi tardi e svegliandomi presto, a volte alzarsi dal letto, quando la sera prima si è fatto un duro allenamento, risulta un po' più difficile del solito.

Attualmente dove giochi? Quante volte ti alleni in una settimana? Quest'anno sono tornato a giocare a Verona dopo tre anni passati a giocare a Padova, nella società sportiva del Cus Verona Hockey inline, dove gioco nella massima serie. Ci alleniamo due volte a settimana e ovviamente il sabato c’è partita. Solitamente gli allenamenti durano due ore e mezza e sono divisi in due parti: la prima consiste in un’ora di all'allenamento a secco (esercizi a corpo libero, corsa, ecc) mentre nella seconda parte effettuiamo l'allenamento vero e proprio lavorando in pista. Secondo me, essendo una serie A due allenamenti a settimana sono pochi, bisognerebbe farne minimo 3 se non di più. Quest'anno la squadra ha un bell'obbiettivo e se vogliamo fare bene, a mio avviso, bisogna lavorare di più. E’ per questo che io personalmente ogni giorno mi allenano corsa, flessioni, addominali e pesi.

Hai avuto la fortuna di partecipare a quattro competizioni internazionali con la maglia della nazionale italiana. Ci racconti come sono andate? La prima è stata l'Europeo U18 del 2016 che si è tenuto in Italia, nella località di Asiago-Roana (VI), dove siamo riusciti a conquistare il secondo posto piegandoci in finale contro i francesi, che in quell'occasione sono stati un po' fortunati perché ci saremo meritati noi il titolo. La seconda è stata sempre l'europeo U18 dell’anno successivo, che questa volta si è svolto in Repubblica Ceca, nella cittadina di Boskovice, dove siamo riusciti a riconfermarci vicecampioni di Europa perdendo in finale contro una vera e propria corazzata, la squadra ceca, che era di un livello impressionante. Nello stesso anno sono riuscito ad entrare a far parte della rappresentativa italiana U20, con la quale siamo volati oltre continente, più precisamente in Cina, a Nanchino, per giocare la prima edizione dei World Roller Game. Abbiamo conquistato il 3° posto su 19 stati partecipanti. E’ stata un'esperienza indescrivibile, piena di emozioni che non dimenticherò mai. L'esperienza più recente è stata quest'anno nei Mondiali svolti in Italia, più pre-

Come riesci a conciliare studio e allenamenti? Direi senza troppi problemi, bisogna organizzarsi e sapersi organizzare, tutto sta in noi. Ovviamente dipende da che tipi di persone siamo e da quello che ci interessa maggiormente nella vita e che

Che emozioni hai provato vestendo i colori azzurri ed essere tra i migliori giovani italiani di questo sport? Quando finisci gli allenamenti di selezione per la nazionale e gli allenatori ti chiamano nel loro spogliatoio per comunicarti se sei preso oppure no e al termine del colloquio esci dallo spogliatoio sapendo che tu sei uno dei 14 giocatori che vestirà la maglia della nazionale italiana. In quel momento hai dentro una gioia incontenibile, o almeno per me è così. Tutte le volte che mi hanno selezionato per la squadra uscivo dallo spogliatoio dei coach urlando di felicità. Non si è mai sicuri, non è mai scontato che si venga selezionati, bisogna sempre dimostrare che ci si merita il posto, e per farlo bisogna lavorare bene tutte le selezioni, tutto il campionato; essere presi in nazionale è anche una conforma del lavoro svolto durante l'anno e quindi la soddisfazione aumenta. Forse il momento più emozionante è quando all'inizio delle partite internazionali, le due squadre si schierano per il saluto una di fronte all'altra ed ognuna canta il proprio inno: ecco è proprio in quell'istante che ti rendi conto di quello che hai fatto per arrivare fin lì e di quello che sei disposto a fare per rappresentare al meglio il tuo Paese. Hai un sogno nel cassetto che vorresti realizzare con i pattini ai piedi e il bastone in mano? Nella vita non ho ancora deciso cosa fare da grande, mentre in ambito sportivo ho più di un sogno nel cassetto: vorrei riuscire a partecipare alla seconda edizione dei World Roller Games con la nazionale senior che si terranno a Barcellona nel 2019, sarà molto dura perché ci sono giocatori molto forti e con esperienza, in più passando di categoria tutti noi della nazionale giovanile, ci sarà ancora più concorrenza. Un altro sogno è quello di fare l'esperienza di giocare un anno all'estero dandomi l'opportunità di crescere a livello sportivo, in primis, ma anche a livello personale dovendomi adattare ad uno stile di vita nuovo. 10°

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SPORT LIFE

di Michele Dalla Riva - Credits photo: Time Foto

RALLY

DAYTONA RACE

A

ll’anagrafe risulta nata solo nel 2016, ma per la Daytona Race l’esperienza dei suoi fondatori – i veterani Dario Lorenzini e Giulio Todeschini – è la base dei continui successi che come team automobilistico continua a mietere nei massimi campionati nazionali con qualche importante puntate anche in campo internazionale. E così, anche nel 2018 le soddisfazioni non sono mancate nella compagine veronese, ad iniziare da uno dei suoi alfieri più rappresentativi, quell’Umberto Scandola da anni protagonista nel Campionato Italiano Rally con la Skoda Fabia R5 con alle note lo specialista

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Guido D’Amore. Per il campione scaligero, una stagione sempre tra i protagonisti, coronata anche da una vittoria al Rally dell’Adriatico e tanti piazzamenti importanti che l’hanno portato a giocarsi il titolo all’ultimo appuntamento in programma nella sua Verona, chiudendo poi il Campionato al secondo posto assoluto. Mentre disputava la massima serie nazionale, il portacolori della Daytona Race ha preso parte anche a due prove del Campionato del Mondo Rally con la sua Skoda Fabia R5: la prima uscita è stata in febbraio con il Rally di Svezia navigato da Andrea Gaspari,

bloccati dalla rottura del radiatore, non demordevano e ripartivano arrivando al traguardo di una gara insidiosissima. I due si ripresentavano sul palcoscenico mondiale in occasione del Rally di Germania dove però purtroppo erano costretti al ritiro a causa della rottura del turbo. I successi assoluti non sono arrivati solo da Scandola, in quanto il trevigiano Rudy Andriolo, con alle note Andrea Saioni, con i colori della Daytona Race ha preso parte a solo tre gare quest’anno con la Ford Fiesta R5 del Team XMotors ma con lo spettacolare score di due successi colti al Benacvs Rally ed al Rally Due Valli valido per


fino all’ultimo chilometro ed alla fine conquistando la sesta posizione assoluta in uno dei campionati più combattuti e frequentati del panorama nazionale. Stagione positiva anche per gli equipaggi Grobberio-Valbusa e Serpelloni-Petrin che grazie alle vittorie di classe conquistate al Benacvs Rally, unite alla vittoria di Rudy Andriolo hanno permesso alla Daytona Race di aggiudicarsi la Coppa delle Scuderie nella gara che ha avuto come epicentro

il Comune di Bardolino. Un Benacvs Rally che la stessa Daytona Race ha collaborato alla sua realizzazione supportando il Rally Club Bardolino e la Scuderia Car Racing nell’organizzazione dell’edizione 2018. “E’ stata una bella stagione anche quest’anno - spiega il team manager Dario Lorenzini - grazie alla validità degli equipaggi che corrono per i nostri colori, la Daytona Race ha potuto essere protagonista in tutte le serie a cui ha preso parte. A tutti loro, piloti e navigatori non possono che andare i nostri ringraziamenti - prosegue – come non possiamo che ringraziare gli ufficiali di gara, l’Automobile Club Verona, la Car Racing, gli organi di stampa che ci hanno seguito e supportato in questa stagione, chiaramente tutti i nostri partner che hanno reso possibili i nostri programmi e non ultimi tutti i ragazzi e gli appassionati che si sono sempre resi disponibili a dare una mano durante tutte le nostre attività.” Anche se la stagione agonistica 2018 non è ancora conclusa, per la Daytona Race è già ora di guardare al 2019 e grazie alle novità in arrivo, si preannuncia un annata ancora più importante e ricca di soddisfazioni di quella che si sta chiudendo in queste settimane.

il Campionato Regionale, segnando al suo attivo solo un ritiro a causa di noie meccaniche al Rally San Martino di Castrozza ha confermato nuovamente le sue grandi doti velocistiche facendone un candidato alla vittoria assoluta in ogni sua partecipazione. Un’importante presenza del team scaligero è quella nel Campionato Italiano WRC, dove gli alfieri sono in questo caso “Pedro” ed Emanuele Baldaccini al via con la Hyundai i20 WRC NG dell’HMI. In una stagione costellata da una serie di noie meccaniche in alcuni casi risolti con difficoltà anche dalla casa madre, i due non hanno mai lasciato la presa, lottando sempre 10°

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EVENTO

di Enrico Corvaglia - Credit's photo: It's Time to Dance

Ritorna in scena

It’s Time to Dance

Lo spettacolo benefico di danza, organizzato per il quarto anno consecutivo dal C.S.E.N Verona, ritorna al Teatro Astra.

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opo il successo delle prime tre edizione, “It’s Time to Dance”, torna a far parlare di sé: sabato 19 gennaio 2019, il Teatro Astra di San Giovanni Lupatoto ospiterà per la quarta volta la kermesse di danza e beneficenza che nelle prime tre edizione ha ottenuto ottimi risultati in termini di spettacolo e raccolta fondi. Quarta edizione però significa anche migliorare l’offerta di intrattenimento e per questa nuova edizione, le novità non mancano: aumenta il numero dei ballerini, che passa a circa 300 grazie all’adesione di nuove A.S.D che fanno passare da quindici a venti, il numero delle associazioni affiliate a C.S.E.N. Comitato Provinciale di Verona presenti. Tante le novità di questa nuova edizione, ma una grande ed unica certezza rimane la causa da sostenere, anche quest’anno lo staff sarà impegnato a sostegno di Dravet Italia Onlus,

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un’associazione benefica che raccoglie fondi per sostenere la ricerca scientifica sulla Sindrome di Dravet, rara forma di epilessia, resistente ai farmaci, accompagnata da disturbi dello sviluppo neurologico. “It’s Time to Dance 2019”, sarà nuovamente patrocinata dal Comune di San Giovanni Lupatoto, la patria dello sport, detenente il titolo di “European City of Sport”. In questa quarta edizione la manifestazione, conserverà inoltre il patrocinio di “CSEN Danza”, circuito nazionale danza CSEN, confermando il diritto a far parte delle attività più importanti del settore. Il costo del biglietto per assistere allo spettacolo è di 10,00 €, le prevendite

saranno disponibili presso la sede del Comitato C.S.E.N. Verona (sito in Via Fleming 17) a partire dal 17 Dicembre, oppure il giorno dello spettacolo direttamente presso la biglietteria del Teatro Astra. I presupposti dunque per vivere una fantastica serata all’insegna di sport e sociale ci sono tutti, non resta che segnare la data in agenda e godersi lo spettacolo. Info e tickets: 045.8621659 - 3341184603 csenverona@tiscali.it www.csenverona.it


FOCUS

di Paola Gilberti

#CHOOSETOBEACTIVE

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uriosando su Instagram scovo un profilo che cattura subito la mia attenzione, colorato, allegro, dove il focus sono la nutrizione, l’ambiente e lo

sport. Scopro che il volto di #choosetobeactive è Marta Giavoni, una giovane nutrizionista veronese. Ci incontriamo qualche giorno dopo, sedute al tavolino di un bar come due vecchie amiche e Marta comincia a raccontarmi della sua grande passione per l’alimentazione: “Alimentazione e natura diciamo, per questo nei primi tre anni di università ho frequentato biologia', spiega, 'Poi ho deciso di specializzarmi in nutrizione, a Milano, e dopo due anni di lavoro a Merano sono tornata nella mia città dove ho aperto uno studio in Borgo Trento”. Marta parla del suo lavoro con entusiasmo, con la dedizione di chi davvero dà il massimo per far sentire meglio le persone che si rivolgono a lei, sia per fini estetici, ma anche solo per imparare a mangiare bene, anche perché come specifica, 'Oggi c'è davvero un po' di confusione, varie teorie sul cibo che si alternano. Io credo che, eccetto questioni di gusto, intolleranze o allergie, non vada escluso nulla per non andare incontro a carenze. E se per esempio si decide di seguire la filosofia vegana è sempre opportuno farsi seguire per capire come sostituire gli alimenti tolti senza necessariamente ricorrere a integratori. Non che io sia contro, a volte servono, ma se si seguisse una dieta bilanciata non ce ne sarebbe bisogno e anche le tasche ne gioverebbero”. E si potrebbero acquistare cibi di qualità e di provenienza locale, magari nei mercatini e nelle piccole botteghe della città in cui Marta si reca sempre in sella alla sua bicicletta: “Si possono fare spese più consapevoli e mirate, evitando di buttare alimenti scaduti', puntualizza, 'Inoltre, chi abbiamo di fronte conosce il prodotto e può darci consigli e informazioni su come cucinarlo e consumarlo'. Attraverso #choosetobeactive la nostra nutrizionista propone anche semplici e gustose ricette salva-spreco, pratiche e veloci, così come consigli utili sui cibi da preferire in base alla stagione. “Mi sono resa conto” - afferma - di quanto ci sia di buono nell’utilizzo dei social. Se ti poni positivamente chi ti segue farà altrettanto ed è bello

quando le persone interagiscono con te. #choosetobeactive è utile ovviamente in ambito lavorativo, ma mi ha portato anche tante nuove amicizie, persone che

condividono le mie idee, persone che scelgono di essere attive per sé stesse e per l'ambiente che ci circonda'.

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FOCUS

di Silvia Marconi

Alla scoperta delle

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PROTEINE

e proteine sono composti organici formati da amminoacidi legati tra loro e a loro volta gli amminoacidi sono formati da carbonio, idrogeno, ossigeno e azoto. Il nostro corpo dalla digestione delle proteine libera amminoacidi, ma l'integrazione con proteine o con amminoacidi provoca azioni molto diverse sull'organismo. I LARN suggeriscono che apporti proteici di 0,7 g/Kg di peso corporeo siano sufficienti a coprire i fabbisogni della maggior parte della popolazione; tuttavia, quando si tratta di un soggetto sportivo e in particolare negli sport di potenza o durante l'accrescimento, può essere necessario aumentare l'apporto proteico attorno a valori di 1-1,4 g/Kg/p.c.. Per stimare il fabbisogno proteico è utile valutare mediante esami ematochimici il bilancio azotato che è dato dalla differenza tra le proteine introdotte e quelle eliminate. Solitamente, una dieta equilibrata è sufficiente per coprire i fabbisogni di tutti i macronutrienti, ciò nonostante, in particolari situazioni, il catabolismo proteico può essere molto elevato e quindi può essere necessario ricorrere ad integratori specifici. Per evitare perdite di massa muscolare, il bilancio azotato dovrebbe essere in pari, quando il bilancio è in negativo si rischia il sovrallenamento e il recupero post allenamento è più lungo, di conseguenza l'atleta può essere più soggetto ad infortuni. Le proteine in commercio si trovano in forma idrolizzata, isolata o concentrata.

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Un'ulteriore distinzione può essere fatta in base all'origine: da latte, uova, soia, pisello e canapa e in base al loro valore biologico che tiene in considerazione la qualità degli amminoacidi e il rapporto tra azoto utilizzato e quello eliminato. Quindi la qualità delle proteine può avere diversi effetti sul corpo, in particolare si utilizzano nel mantenimento del peso e/o per migliorarne la perdita, per migliorare la sazietà, per raggiungere quantitativi proteici che altrimenti non si riuscirebbero a raggiungere con la dieta oppure come semplici sostitutivi di un pasto. L'assunzione delle proteine appena terminato l'allenamento sembra sia la soluzione migliore per stimolare la sintesi proteica, a patto che il pasto post allenamento sia distante almeno due ore dall'integrazione. Gli amminoacidi possono essere divisi in: ramificati (BCAA) ed essenziali (EAA) cioè quelli che il nostro corpo non è in grado di produrre. L'integrazione con BCAA o EAA può essere utile a scopo energetico nel contrastare la stanchezza muscolare. I BCAA possono regolare la sintesi proteica e la degradazione, la secrezione di insulina e sono implicati a livello del cervello nel controllo dell'assunzione del cibo e nel bilancio energetico. Si possono

prendere appena prima, durante o appena dopo la sessione di allenamento mentre gli EAA andrebbero assunti nel post allenamento come alternativa alle proteine. Per quanto riguarda gli apporti, la quantità dei BCAA non deve superare i 5 g al giorno e la leucina deve essere l'amminoacido presente in prevalenza, alcuni integratori possono contenere oltre ai BCAA anche maltodestrine, fruttosio o altri zuccheri con lo scopo di favorire l'anabolismo e per preservare gli amminoacidi che altrimenti verrebbero utilizzati come fonte energetica. Per quanto riguarda gli EAA non è possibile definire un limite massimo giornaliero, in quanto la loro assunzione dipende dagli apporti proteici della dieta, ma sicuramente un buon consiglio è che l'assunzione sia frazionata nell'arco della giornata. L'integrazione va comunque fatta quindi con criterio, soprattutto se di lì a breve sarà consumato un pasto equilibrato.


Apritevi a un nuovo concetto di mobilità.

Nasce ELECTRIFY VERONA, un nuovo sistema di mobilità totalmente elettrica, creato da Comune di Verona, Gruppo Agsm e Volkswagen Group Italia per tutti i veronesi, non solo per i possessori di auto Volkswagen. Da oggi, chi risiede nel Comune di Verona e acquista un’automobile totalmente elettrica potrà godere di vantaggi esclusivi: PARCHEGGI GRATUITI DEDICATI

COLONNINE PER LA RICARICA ELETTRICA IN CITTÀ

INGRESSO LIBERO ALLA ZTL DI VERONA

INSTALLAZIONE GRATUITA DI UNA WALLBOX DI RICARICA A DOMICILIO (*)

Inizia a Verona la nuova era della mobilità.

* Offerta limitata esclusivamente a soggetti privati residenti nel Comune di Verona che abbiano acquistato un autoveicolo totalmente elettrico (full electric) in data

successiva al 01/09/2018. L’offerta prevede l’installazione di un sistema di ricarica dell’autoveicolo totalmente elettrico presso la propria abitazione sita nel Comune di Verona. La disponibilità della presente iniziativa è valida esclusivamente per le prime 50 (cinquanta) installazioni e fino al 31/12/2019.



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