5 minute read
Intervista
INTERVISTA Richard Collins
Diamo spazio allo sportFoto: D.D. INTERNATIONAL Mater Virtual Academy
Advertisement
JACOPO PELLEGRINI
Richard Collins, CEO & General Manager del Programma Doppio Diploma Italia-USA (anche per l’Austria) e Amministratore Delegato di Lingua Verona, conosce benissimo il mondo dell’Istruzione (è anche docente universitario a Verona n.d.r.) e il mondo dello sport. Attraverso il suo Programma Richard cerca di insegnare non la lingua inglese ma anche il ‘vivere’ lo sport e
Richard Collins consegna il diploma ad uno studente durante la cerimonia tenutasi a settembre in Piazza Bra a Verona
la scuola a 360°, prendendo spunto e ispirazione dalla realtà USA.
Richerd, come e quando nasce Doppio Diploma?
«Il Programma Doppio Diploma nasce nel 2013, durante un mio viaggio a Miami. Ero in un ufficio di uno studio legale importantissimo e lì ho conosciuto un avvocato che ha studiato a Firenze. Ci presentiamo e nel giro di 20 minuti mi parla di questo progetto che lui aveva già attivato, tramite il gruppo “Academica”, in Spagna e che stava per partire anche in Francia. Nel giro di un mese è venuto a Milano da Miami, ci siamo incontrati all’hotel Bvlgari, abbiamo parlato e mi ha chiesto se mi interessasse il progetto. A me interessava molto, soprattutto per le famiglie italiane che mi chiedevano spesso percorsi di formazione più efficaci o consigli per mandare il figlio in America a studiare per 6/12 mesi. Dopo il primo anno avevamo già 100 iscritti e lì ho capito che questo progetto era qualcosa di speciale. Oggi siamo a 2’000 in tutta Italia. Per spiegare meglio come si ragiona in certi accordi negli
Richard Collins
USA, quando al Bvlgari ho detto ‘Ok’ lui aveva già i contratti nella valigetta pronti e firmati. Li ho firmati anche io e siamo partiti subito».
Quali sono gli obiettivi e come si sviluppa questo progetto?
«I ragazzi che vogliono migliorare l’inglese spesso vanno all’estero un anno: tornano e non hanno nessun certificato, tanto meno il diploma. Il nostro percorso, invece, prevede che i ragazzi non debbano andarsene dall’Italia: fanno tutto in simultanea con il loro Liceo. I ragazzi per avere un diploma statunitense devono avere 6 crediti, ossia 6 corsi, post orario scolastico, da fare in 4,3 o 2 anni (noi consigliamo 4/3). Gli studenti che fanno questo percorso escono con il diploma americano e hanno il C1. I corsi sono: 2 di inglese, 2 a scelta (es. Criminologia), 1 sulla Storia americana e 1 sull’Economia americana. In America il peso dello Sport è quasi al livello della didattica, per questo facciamo arrivare in Italia ogni anno squadre di Football e di Basket dai licei USA, grazie anche alla collaborazione con la Scaligera, che giocano contro i ragazzi italiani. I nostri ragazzi ricevono il diploma solo al completamento della Maturità: quando vengono promossi l’ultimo anno di Liceo, poi vengono alla cerimonia di “Academica”. Quest’anno la cerimonia è stata fatta in Piazza Bra, ma se dovessimo arrivare ai mille diplomati il Comune di Verona ci metterà a disposizione l’Arena».
In quanti e quali Paesi è già attivo il Progetto?
«Il Programma Doppio Diploma è
presente in 18 Paesi. L’Italia è terza come numero di studenti, dopo Spagna e Francia che sono partite prima. Adesso stanno arrivando anche Germania ed Austria. Poi ci sono la Corea del Sud, Brasile, Argentina, Costa Rica e India per esempio. La cosa molto bella è che l’aula dove i ragazzi studiano è collegata alle aule dei ragazzi di altri Paesi, per cui quando gli studenti fanno i compiti si confrontano con studenti tedeschi, americani, argentini ecc. Con la lingua inglese che unisce il tutto».
Che legame c’è tra Programma Doppio Diploma e sport, facendo un parallelo tra realtà statunitense e italiana?
«I ragazzi possono scegliere un’estate e li ospitiamo in un Liceo a Miami per 20 giorni prima che inizi la scuola italiana, solitamente dal 20 agosto al 10 settembre. Gli studenti partono e frequentano il Liceo in USA con il loro buddy (compagno n.d.r.) americano. Questo è il coetaneo che i ragazzi seguiranno durante la loro permanenza in USA: se lui va a lezione, loro vanno a lezione; se va all’allenamento di Football, loro andranno all’allenamento e così via. La stragrande maggioranza degli studenti americani vivono il Liceo fino alle 19.00. Seguono le lezioni fino alle 15.30, però poi si fermano per le attività extra scolastiche: Football, Basket, Baseball, Giornalismo ecc. In Italia, purtroppo, sport e istruzione sono due cose distinte e che spesso si praticano in modo totalmente disgiunto tra di loro».
Hai uno sport che ami in particolare?
«Lo Sport che prediligo più di tutti è il Football Americano. Ho giocato sia al Liceo che all’Università, però ero troppo piccolo perché pesavo circa 85kg e sono alto 1.82m: lì si parte dai 100kg in su. Poi ho giocato a calcio avendo vissuto anche in Italia. Ho praticato anche basket e mi piace moltissimo, motivo per cui siamo sponsor della Scaligera di Verona. Inoltre ho sciato moltissimo e nuoto ancora oggi almeno quattro volte alla settimana. Ma il football è il mio preferito in assoluto, soprattutto per quello che insegna ai ragazzi e per la strategia del gioco».
Quali sono le prospettive future del Programma Doppio Diploma e la sinergia con SportdiPiù magazine?
«Con SportdiPiù magazine l’idea è di organizzare e promuovere, appena sarà possibile, un Campus Internazionale a Verona per i ragazzi del Doppio Diploma (italiani, americani, tedeschi ecc.) che vengono per stare nel campus sia a dormire che a mangiare che per le altre attività, per periodi che possono andare da una settimana a un mese. Stiamo cercando solo il posto perché la squadra c’è e gli investimenti ci sarebbero. L’idea finale è di creare un campus in stile americano dove i ragazzi vengono anche per conoscersi e praticare sport, dal calcio, al basket fino, ovviamente, al ‘mio’ amato football».
Come vedi il futuro prossimo per lo Sport italiano, USA e mondiale?
«Negli USA lo Sport è a un livello superiore: basti pensare che se a 12 anni sai fare bene qualcosa arrivano già gli sponsor e borse di studio per il Liceo e l’Università. In Italia mi complimento con quegli sport, nel mondo extracalcistico, che vanno avanti perché è un Paese dove non c’è molto supporto economico e di visibilità, a parte che per le discipline ‘famose’. Io mi auguro che le scuole italiane si aprano sempre di più al mondo dello Sport, magari dando anche dei crediti agli studenti che vi investono tempo. Serve una maggiore interazione tra scuola e sport, per il bene dei nostri ragazzi e per creare in loro una vera mentalità sportiva».