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Intervista
INTERVISTA Gianfranco Zigoni
Forever Foto: Gianni Lai Zigo
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GIANNI LAI
Lo scorso 25 novembre si è festeggiato il settantaseiesimo compleanno di una delle bandiere dell’Hellas Verona: Gianfranco Zigoni. Gli anni passano, ma il suo mito rimane inossidabile e indelebile nella memoria e nel cuore dei tifosi gialloblu, anche di quelli che per motivi anagrafici non hanno potuto vederlo in azione. È una sorta di figura epica, mitologica, un moderno Ulisse, le cui gesta vengono narrate da generazione in generazione. Così i ragazzi di vent’anni hanno sentito narrare di quella volta che Zigo andò in panchina indossando una vistosa pelliccia bianca (per protesta contro la decisione di mister Valcareggi di non schierarlo nell’undici iniziale. Era il primo febbraio del 1976 n.d.r.) o che quasi da solo fece perdere uno scudetto al Milan o trascinare l’Hellas nella prima storica finale di coppa Italia. Per una strana coincidenza Zigo è nato lo stesso giorno di Papa Giovanni XXIII e lo stesso giorno della morte di George Best.
Zigo, il giorno del tuo compleanno ‘pensi’
di più Best o Papa Giovanni ? «Best è stato un grandissimo calciatore, però Papa Giovanni ha fatto la storia. Direi che sicuramente penso lui».
Causa Covid le partite di calcio si giocano
in stadi senza pubblico: cosa ne pensi?
«Il calcio senza pubblico non mi piace: il calciatore deve sentire l’emozione del pubblico accanto e i tifosi devono poter vedere il calcio dal vivo. Certo c’è il business: show must go on, ma il calcio mi auguro torni al più presto ad aver il pubblico accanto. Ma in generale tutti gli sport devono avere il pubblico».
A proposito di tifosi quest’anno si festeggia lo storico anniversario della fondazione delle Brigate Gialloblu (50 anni n.d.r.) che sono nate praticamente con il tuo arrivo a Verona, il 30 novembre 1971…
«Per me le Brigate Gialloblu non sono un semplice ricordo, rappresentano un po’ la mia vita, vivono con me. Quando facevo goal e andavo sotto quella curva era pura magia, un sogno: immagini che porto sempre con me, che convivono con me, sono pura realtà».
E l’Hellas di adesso lo segui?
«Certamente, come non potrei? È veramente una gran bella squadra. Un nome in particolare su tutti: il portiere Marco Silvestri, che era forte lo si vedeva, ma migliora di giorno in giorno, sta diventando fortissimo, diventerà veramente tra i primi in Italia».
E tuo figlio Gianmarco lo vedremo mai in gialloblu?
«La speranza è l’ultima a morire, conclude Zigo. Sarebbe il mio sogno, ora ha 29 anni. Caputo è arrivato in Nazionale a 33. Lui ha almeno altri 4 anni davanti, vedere la maglia gialloblu con il nome di Zigoni avrebbe proprio un bellissimo effetto».
Eh già, caro Zigo, farebbe proprio un gran bell’effetto…