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SPORT LIFE Francesco Candussi

Un DOC al centro

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GIAN PAOLO ZAFFANI

Il suo obiettivo è quello di vincere le partite sul campo da basket. Per farlo, gli allenamenti, il sudore e la dedizione sono all’ordine del giorno. Torre della Tezenis Verona con i suoi 211 centimetri di altezza, Francesco Candussi sta trovando la propria maturazione in gialloblù tanto da essersi meritato, lo scorso anno, anche l’esordio con la nazionale maggiore. Una tappa del proprio percorso professionale che vuole essere un nuovo stimolo per proseguire con altrettanta determinazione. C’è una partita speciale, però, altrettanto importante che Candu è riuscito a vincere. Un bellissimo esempio di come sport di alto livello e studio possano conciliare perfettamente con ottimi risultati da una e dall’altra parte. Nel mese di novembre, fuori dal campo da basket, ha conquistato un’altra tappa nel proprio percorso di studi completando il percorso triennale all’Università di Trieste, conseguendo la Laurea in Economia, commercio internazionale e mercati finanziari. Sorride, Candussi, quando parla della discussione della tesi che in tempo di Covid, certamente, è un palcoscenico inesplorato. “È stato molto particolare” – inizia il centro gialloblù – “perché si è svolta in mezzo a due allenamenti. Anche il contesto era strano perché ero da solo a Verona, nel mio appartamento davanti ad un pc. Questo mi ha permesso di non avvertire troppo la tensione però credo anche che dovrebbe essere un momento

da godersi per mantenere un bel ricordo, come gratificazione personale, per gli anni di studio. Certo, la proclamazione non è stata da meno. Chiuso in casa perché in isolamento preventivo però fortunatamente avevo con me la mia ragazza, Francesca, che è riuscita a rendere il giorno speciale organizzando tutto: dalla corona alla torta. Abbiamo festeggiato assieme in casa, è stata davvero brava e devo ringraziarla”. Particolare anche l’argomento della tesi. “I fondi sostenibili – sottolinea Candu – “un argomento molto attuale nel senso che, sulla scia dell’opinione pubblica e prendendo spunto da una chiacchierata con il mio relatore sul project investing, mi è venuto in mente di andare a studiare questi fondi in quanto è un settore in espansione e ci sono tante cose da indagare e capire”. Una tesi che ha così chiuso un capitolo, quello della laurea triennale, ma non c’è tempo da perdere per trovarne subito uno nuovo: “Veramente questa laurea triennale la reputo come un punto del mio percorso” – ha proseguito il numero 13 della Scaligera Basket – “perché nella mia mente c’è già un nuovo obiettivo che è la Cà Foscari di Venezia. Ho sempre avuto in me l’idea di studiare e attraversando questo periodo complicato sono sempre più convinto che tutti dovremmo investire il più possibile su noi stessi. Studiare è compatibile con l’attività sportiva, gestibile nell’arco delle settimane e dei mesi. È un modo per investire sul futuro che è importante nel lungo periodo”. Idee chiarissime, obiettivi e tanta volontà. Non sono mancati i momenti difficili in questo percorso così come ci sono stati quelli che non si dimenticheranno mai. Spiega Francesco: “La difficoltà di apprendere il metodo di studio universitario credo sia stata una delle cose più difficili della mia carriera da studente fino a questo momento. Mi mancava un metodo per essere proficuo; c’è voluto tempo, ma sono riuscito a trovare il mio equilibrio. Il momento che non dimenticherò? Il primo 30 e lode: esame di Economia degli intermediari finanziari con professore con il quale poi ho fatto la tesi”.

Il pensiero, poi, si sposta sulle persone che gli sono state vicine in questi anni. “Penso alla mia famiglia” – puntualizza subito Francesco – “ai miei genitori che mi hanno sempre assecondato nelle mie scelte, anche e soprattutto quelle difficili. Alla mia ragazza, che mi è sempre stata vicina e mi ha dato un sacco di suggerimenti grazie alla sua esperienza universitaria”. Obiettivo, il primo, universitario raggiunto e già messo nel mirino il secondo. Ora è tempo di spostarsi al campo da basket dove, con la sua Tezenis, sta vivendo la sua terza stagione. “Con la Scaligera Basket” – analizza Candussi – “siamo in una fase in cui sento che dobbiamo ancora raccogliere quello che abbiamo seminato. Si è sempre lavorato tanto e duro per raggiungere l’obiettivo. Lo scorso anno eravamo ad un buon punto, poi lo stop. Quest’anno sarà una stagione strana e di questo ne siamo consapevoli. Verona mi sta portando un buon grado di consapevolezza, prima di tutto credo di essere una persona fortunata lavorando in un ambiente come quello della Tezenis, una società che dà tanto, è vicina e presente in ogni momento”. Il basket è tornato, dopo il lungo stop dello scorso campionato ma gioco forza è cambiato l’ambiente e tante cose che circondano il campo. “La pallacanestro, prima e durante l’emergenza Covid, è sempre la stessa” – puntualizza la torre gualloblu – “quello che ruota attorno, però, è diverso. A livello organizzativo vediamo che bisogna avere energia e attenzioni in più per evitare che il Covid penetri all’interno del gruppo squadra. La differenza è nella consapevolezza di ognuno di noi, dobbiamo avere l’idea di squadra sempre, in ogni momento della giornata. Il nostro è un lavoro bello e importante e bisogna tutelare chi scende in campo con noi ogni giorno e chi lavora al nostro fianco”. Il Covid, speriamo il prima possibile, sarà solo un brutto ricordo. Allora torneremo ad apprezzare quello che fino a qualche mese fa era la normalità, la vita dei tutti giorni. Conclude Francesco:“La prima cosa che farò quando passerà questa emergenza? Ora mi manca la libertà di non poter vedere le persone a cui voglio bene o che magari in questo periodo sono lontani da me. Festeggerei la mia laurea con un gruppo di amici e con la mia famiglia, lo farei già domani mattina”.

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