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Intervista
INTERVISTA Annalisa Vitari She’s back!
Foto: Paolo Schiesaro
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ANDREA ETRARI
Ètornata nella sua città dopo circa dieci anni Annalisa Vitari, che dalla scorsa estate è diventata una nuova giocatrice di Drain by Ecodem Alpo in A2 femminile. Veronese di Borgo Trento, ‘Anna’ proviene da una famiglia di cestisti: papà Andrea Vitari è stato un buon giocatore delle minors, come pure la mamma, Elisabetta Pircher. La neo biancoblu, classe 1996, 186 centimetri di altezza, ha iniziato a giocare a Verona nel PGS Santa Croce ed ha completato il settore giovanile alla Reyer Venezia e al College Italia, prima di cominciare a girare nella Penisola, da Castel San Pietro Terme (BO) a Castelnuovo Scrivia (AL), da La Spezia e Lucca (dove ha militato in A1) sino ad arrivare ad Alpo. E non dimentichiamo i suoi trascorsi in maglia azzurra che ha vestito a livello di Under 16, Under 18 e Under 20, conquistando con quest’ultima la medaglia d’argento agli Europei del 2016 di Matosinhos (Portogallo) assieme alle attuali compagne Sofia Vespignani e Laura Reani.
Annalisa, più volte negli scorsi anni avevi “flirtato” con l’Alpo Basket: l’estate 2020 è stata quella del tanto atteso ‘sì’…
«Direi che era ora: sono molto contenta essere tornata a casa: per una che è andata via da Verona a 14 anni, l’idea di giocare a casa è una sensazione strana che non avrei pensato di provare: il fatto di essere vicina alle mie cose è bello e piacevole».
Come mai le altre volte non se n’era fatto nulla?
«Per tanti motivi, uno su tutti il fatto che, essendo uscita di casa molto giovane, non mi piaceva l’idea di tornare a Verona troppo presto. Volevo fare altre esperienze fuori, volevo crescere come giocatrice anche se non sempre mi è andata bene».
Hai avuto annate difficili, hai addirittura ipotizzato di dire basta?
«Sì, non mi divertivo più, sono andata in crisi, ho perso diversi chili e sono stata
anche poco fortunata, tipo l’anno scorso a Lucca dove ero ferma per infortunio e quando sono guarita il campionato si è concluso in anticipo a causa del virus».
Com’è stato l’impatto in una squadra che ha operato poche “aggiunte” rispetto allo scorso anno?
«Non pensavo di trovarmi così bene sia con le compagne, che con lo staff, che con il Presidente. Abbiamo un bellissimo rapporto tra compagne di squadra anche se dobbiamo ancora capire come trasferire questa cosa in campo: è come se non ci rendessimo conto della fortuna che abbiamo di andare così d’accordo perché, si sa, quando c’è feeling fuori dal campo è più facile che ci sia anche sul parquet. Ci stiamo lavorando, ci stiamo unendo, anche se l’inizio del campionato non è stato buono dal punto di vista dei risultati».
Avete iniziato il campionato con poche soddisfazioni (4 sconfitte nelle prime 6 giornate n.d.r.)…
«Sì, l’inizio è stato un po’ particolare: abbiamo affrontando le tre avversarie più forti del girone nelle prime tre giornate e questo non ci ha aiutato. Le tre sconfitte in casa sono state un po’ demoralizzanti, soprattutto quella con Udine, persa dopo un tempo supplementare. Comunque il campionato è lungo, ci sono degli obiettivi da raggiungere e da parte di tutte c’è gran voglia di fare bene».
Però avevate iniziato bene la stagione, arrivando sino alla finale di Coppa Italia: gli obiettivi rimangono gli stessi?
«Certo e il primo è proprio quello di rigiocare la Coppa Italia e quindi arrivare nelle prime quattro al termine del girone d’andata. Ovvio che c’è il desiderio di fare quel salto in più, noi pensiamo a giocare al meglio che possiamo qualsiasi partita: ora però non ci è più permesso di sbagliare».
Com’è Annalisa fuori dal campo, cosa ti piace fare?
«Mi piace tantissimo viaggiare, anche se questo non è un gran periodo: prima del Covid, quando avevo due giorni liberi, andavo sempre da qualche parte. Inoltre vorrei imparare bene l’inglese. Ho iniziato a studiare design degli interni: mi è sempre piaciuto tutto ciò che è arredamento, casa, ecc. Da pochi mesi abito a Villafranca ed è la mia prima vera casa da sola: mi piace molto andare in giro e guardare cosa poter prendere per arredarla. Ho inoltre appena ‘adottato’ un gatto che mi fa tanta compagnia. Per il resto facciamo tante cose insieme fuori dalla palestra con le compagne di squadra dato che andiamo molto d’accordo, seppur oggi non si possa uscire più di tanto. Ma è questione di tempo, anche questo periodaccio prima o poi finirà!».