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INTERVISTA Carolina Marcialis

Un tuffo dove l'acqua è gialloblu

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MATTEO LERCO

Un tuffo in una nuova inebriante avventura. Verona ha scelto Carolina Marcialis e Carolina Marcialis ha scelto Verona. La pallanuotista genovese, reduce da un prolifico biennio in quel di Rapallo con oltre sessanta reti all’attivo, quest’estate ha sposato la causa della Vetrocar Css Verona, collettivo rinnovato nei nomi rispetto alla precedente annata, ma non nello spirito. La scure del Covid 19 si è abbattuta ferocemente anche sulla massima serie del movimento pallanuotistico femminile, un torneo che naviga a vista, consapevole delle numerose e imprevedibili insidie che si staglieranno con regolarità sul proprio percorso stagionale. “La situazione è in costante divenire” – commenta Marcialis – “viviamo alla giornata, consci della precarietà del momento storico con cui ci stiamo confrontando. Fisicamente ci sentiamo in costante preparazione: può capitare di doversi allenare a vuoto per poi dover rincominciare da capo, un’eventualità che chiaramente non favorisce la serenità psicologica di noi atlete. Staremo a vedere”. L’ambizione come motore della propria quotidianità. Per la Marcialis Verona è stata una scelta in linea con le conformità del proprio carattere: “L’interesse della società nei miei confronti si è manifestato sin dalla comunicazione della mancata iscrizione di Rapallo al massimo palcoscenico nazionale; potevo scegliere la serenità, scendendo a giocare in A2, ma non sarebbe stata una decisione coerente con la visione che ho del gioco: uno sportivo, per come la vedo io, deve costantemente mettersi in discussione, andando incontro a nuovi stimoli. Faccio da spola tra Genova e Verona, allenandomi per metà settimana individualmente nel capoluogo ligure e per i restanti giorni nella città scaligera. All’inizio non è stato agevole far combaciare il tutto coi miei impegni familiari, ma ora ho trovato la giusta quadra: quando mi alleno da sola in vasca mi segue Stefano Ulivi, allenatore davvero straordinario, mentre per la palestra mattutina mi sono affidata ad un personal trainer. Ho trovato il mio equilibrio”. Con l’avvento dell’era social sono inevitabilmente mutate le dinamiche comunicative correlate alle ‘celebrità’ del mondo dello sport. La moglie di Antonio Cassano ci ha restituito un’istantanea della sua visione in materia. “Non mi sono

mai sentita un punto di riferimento sulle varie piattaforme” – evidenzia – “coi social network ci lavoro, ma generalmente quando li utilizzo tendo ad essere sempre me stessa in tutto e per tutto. Certo è che bisognerebbe cavalcare questa nuova onda mediatica per far conoscere la disciplina alle nuove generazioni: in un mondo in cui ‘se non ci sei non esisti’, avvicinare le nuove generazioni a questo sport attraverso Instagram o Facebook penso sia una mission fondamentale per provare emergere finalmente dall’anonimato. Se si continua a ignorare il problema del basso appeal pallanuotistico siamo destinati a vivere di stenti”. Da ultimo, ma non per importanza, Carolina ha volto lo sguardo a ciò che sarà quest’anno la Vetrocar Css Verona. “Dobbiamo porre in essere una semina proficua” – conclude – “il collettivo è stato profondamente rinnovato, quindi è normale che ci possa essere un periodo di assestamento. È fondamentale gettare dunque le basi per costruire un futuro ricco di soddisfazioni. Non poniamo però limiti alla provvidenza”.

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