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mantova
ANNO 11 - N. 58 - MARZO/APRILE 2019 - Periodico Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807/2008
I MATEJ KAZIJSKI
I CRISTIAN ALTINIER
I GIOVANNI STORTI
I www.sportdipiu.net
# 58
€ 3,00
mantova
In guardia, c'è
Riccardo Visconti sta trovando con la maglia degli Stings Mantova sempre maggior continuità. Un talento puro che è pronto ad 'esplodere'...
RICKY!
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NOLEGGIO CON MONTAGGIO E SMONTAGGIO PONTEGGI PARAPETTI LINEE VITA MONTACARICHI
ALLESTIMENTI PALCHI E COPERTURE TRIBUNE TENSOSTRUTTURE GAZEBO TRALICCI IN ALLUMINIO TORRI AUDIO E VIDEO TOTEM PUBBLICITARI
L'editoriale
di Alberto Cristani Facebook-Square @albertobrunocristanivr Instagram alberto.cristani70
GIO
Paso doble Lo avevamo anticipato sul numero scorso che qualcosa stava cambiando. Ad essere sinceri, però, non pensavamo che tutto accadesse così velocemente. E invece, a poco meno di di tre mesi dall’ultima uscita di SportdiPiù magazine Verona siamo qui a festeggiare, e a dare simbolicamente il benvenuto, al neonato SportdiPiù magazine Mantova. Verona-Mantova, Veneto-Lombardia: terre confinanti, sotto molti aspetti simili ma allo stesso tempo molto diverse, entrambe con grandi tradizioni e ricchissime di storia e cultura. A livello sportivo poi le similitudini sono numerose; sebbene la provincia di Verona abbia decisamente molte più eccellenze (intese come squadre che partecipano a campionati di serie A), quella mantovana presenta delle società e delle federazioni altrettanto importanti e storicamente molto radicate nel panorama sportivo nazionale e internazionale. Qualche esempio? Senza far torto a nessuno ne cito tre: la Federazione pesca sportiva (che organizza eventi e campionati a livello internazionale), la Canottieri Mincio (fondata nel 1883 il cui motto ‘Perseverando Arrivi’ fu coniato da Gabriele D’Annunzio) e il Viadana Rugby (società fondata nel 1970
che, partendo dalla serie D, è riuscita a conquistare il titolo di Campione d’Italia nel campionato 2001-2002). Una rivista che presenta e racconta - insieme - lo sport di queste due ricchissime provincie ci auguriamo possa essere uno strumento di confronto ma allo stesso tempo un veicolo per far scoprire nuove realtà che, sebbene distanti pochi chilometri l’una dall’altra, probabilmente non si conoscono. Verona e Mantova, grande tradizione ma allo stesso tempo grande e storica rivalità; anche su questo, non lo nascondiamo, la nostra Redazione fa leva affinché sulle nostre pagine vengano scritte e pubblicate storie di sport dove il personaggio o la società intervistate raccontino qualcosa di nuovo, di diverso, di qualità. Articoli quindi che appassionino il lettore a prescindere dal colore della maglia o dal tifo. Lo sport, come lo intendiamo noi di SportdiPiù magazine, ha l’unico scopo di unire, informare e, perché no, istruire. Verona-Mantova e SportdiPiù magazine: un filo diretto che unisce due città, tante società e tanti sport. Un paso doble che ci accingiamo a ‘ballare’ con grande entusiasmo e con un po’ di emozione. E (forse) non finisce qui...
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Sommario
# 58 - MARZO/APRILE 2019 28
COVER STO RY Verona
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Editoriale Paso doble
Il corner di Tommasi L’azzardo non è un gioco
Genitorinrete
Tecnologie a scuola: aiutano o disturbano?
Uscita Verona Sud
Donne: competenza sportiva e polemiche
Palla lunga e raccontare Galleria di campioni
Best click Evento
IHA 2019
Agenda
Opes Verona
20 22 24 26 28 34 36 40
Passione Comune Intervista
Mattia Palazzi, Sindaco di Mantova
Mantova Città Europea dello Sport 2019 Calendario eventi
Stare bene La scoliosi
COVER STORY VR Elia Viviani
Agenda
Mantua Sport Network
Intervista
Giovanni Storti
Intervista
Sofia Ghilardi
44 46 49
Elia Viviani
Appuntamenti Verona.net
Sport life
Luca Dalmonte
Officina
Curare la MTB con Luca Poltronieri
COV
53 54 56 62
66 68 72
Sport life
Europe Energy Cestistica
Intervista
Virginia Galbiatii
COVER STORY MN
Riccardo Visconti
Intervista
Matey Kaziyski
Alimentazione
A tavola con Federica
Intervista
Simone Perrotta
84 86 88 90 91 92 94 96 98
Tdi SPORmagazinePIÙ
Sport life
Alberto Lorenzetto
Intervista
Loris Castagnini
Anno 11 - Numero 58 MARZO/APRILE 2019
Sport Center
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807/2008
Acquamore Villafranca
Direttore responsabile Alberto Cristani
Sport Books
Direttore della fotografia Maurilio Boldrini
Sport Songs
Caporedattore Andrea Etrari
Sport Life
In Redazione Alberto Braioni, Bruno Mostaffi, Damiano Tommasi, Daniela Scalia, Giorgio Vincenzi, Marina Soave, Matteo Lerco, Matteo Zanon, Paola Gilberti
Mastini Verona
Sport Life
Rugby veronese nelle scuole
Foto Maurilio Boldrini, Paolo Schiesaro, Mirko Barbieri, Simone Pizzini
Sport life
Campionati Area Sport
Contatti redazione@sportdipiu.com www.sportdipiu.com
Breaking News
Progetto grafico e impaginazione Francesca Finotti
Sport Life
King Rock Climbing
Stampa e distribuzione Mediaprint Srl Sede operativa di San Giovanni L. Via Brenta, 7 - 37057 Verona Tel. 345 5665706 redazione@sportdipiu.com
COVER STO RY Mantova 56
73 74 76 78 82
Pubblicità e spedizioni Mediaprint Srl Sede operativa di San Giovanni L. Via Brenta, 7 - 37057 Verona Tel. 345 5665706 info@sportdipiu.com Hanno collaborato per questo numero Alberto Braioni, Alessandro Boggian, Alessia Negri, Alex Barana, Andrea Etrari Arianna Del Sordo, Bruno Mostaffi, Carmen Guidobaldi, Cecilia Zonta, Damiano Tommasi, Daniela Scalia, Fabrizio Sambugar, Federica Delli Noci, Gian Paolo Zaffani, Giampaolo Beschin, Giorgio Vincenzi, Irene Zardini, Loris Gherra, Marina Soave, Martina Zaffani, Matteo Lerco, Matteo Zanon, Michele De Martin, Paloma Donadi, Paola Gilberti, Raffaele Tomelleri.
Riccardo Visconti
#Hastag
Coffeetumbler
www.sportdipiu.net Facebook-Square SportdipiuVr Instagram sdpverona
Evento
Il cuore ci salverà
Intervista
Katia Coppola & Alessandro Betteghella
Stampato su carta ECF, 100% riciclabile con inchiostri vegetali
Intervista
Cristian Altinier
Evento
European Master Games Torino 2019
con il patrocinio del
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Foto Archivio SportdiPiù, BPE agenzia fotografica, Archivio Uffici stampa Comuni patrocinanti, Fotolia, Mastini Verona, King Rock, Coni Verona, CSS Verona, Veronamarathon, credits articoli. Con il patrocinio dei Comuni di: Albaredo D’Adige, Arcole, Bardolino, Bonavigo, Boscochiesanuova, Bovolone, Buttapietra, Caldiero, Castel D’Azzano, Castelnuovo del Garda, Cavaion V.se, Cerea, Isola della Scala, Isola Rizza, Lazise, Legnago, Marano di Valpolicella, Minerbe, Montecchia di Crosara, Monteforte D’Alpone, Oppeano, Peschiera del Garda, Povegliano V.se, Ronco all’Adige, Roverchiara, San Bonifacio, San Giovanni Lupatoto, San Martino B.A., Sanguinetto, Soave, Sona, Torri del Benaco, Trevenzuolo, Veronella, Vigasio, Villafranca, Zevio, Zimella.
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L'O PI N I O N E
Il corner di Tommasi di Damiano Tommasi Instagram damiano.tommasi twitter @17Tommasi
L'azzardo NON È un gioco
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o scorso 21 marzo si sono ricordate, come ogni anno, le vittime innocenti delle mafie e la sera precedente ci siamo ritrovati a Sommacampagna per approfondire il tema del gioco d’azzardo e delle sue implicazioni con la criminalità organizzata. La consulta dei giovani, con la collaborazione di Avviso Pubblico, ha organizzato l’incontro invitando a parlare esperti nel settore e, attraverso la cooperativa Self help, erano presenti anche i veri esperti, ossia persone cadute nel vortice del gioco d'azzardo. Prendendo spunto dal libro “Lose for life" curato da Claudio Forleo (presente alla serata) e Giulia Migneco si sono analizzati i numeri del gioco d’azzardo. Più di 100 miliardi di euro di raccolta con un incasso per lo Stato di più di 10 miliardi l’anno. Le scommesse sportive rappresentano il 10% del fenomeno e la criminalità organizzata è sempre più attenta a questo
“filone commerciale". Il controllo del gioco illegale ma anche la gestione opaca del gioco legale fruttano ottimi introiti con rischi minimi da punto di vista penale. Nel frattempo la piaga sociale è evidente e coinvolge sempre più ragazzi e ragazze giovani che, intervistati sul tema, per più della metà pensano che ci si possa arricchire con il gioco d'azzardo. La testimonianza dei veri esperti e dei loro familiari ha portato altri numeri. 2.000/3.000 euro persi in un pomeriggio, libretti di risparmio prosciugati, rischio di trovarsi a rubare per avere i soldi da mettere nelle famigerate macchinette. Le loro parole, dei loro familiari e il racconto delle persone che li stanno aiutando ci hanno fatto riflettere sul tema delle relazioni umane. L’importanza di non essere da soli, di dover rendere conto ad una persona cara, la necessità di essere tirati fuori da una corrente troppo forte e soprattutto la possibilità di guardare negli occhi chi ci
vuole bene sono stati spunti utili per tutti noi. Cosa fare? L'amministrazione comunale parlava di incentivi per chi toglie le macchinette dai propri esercizi commerciali con la difficoltà di pareggiare gli introiti mancati. “Con le macchinette pago l’affitto". Il fatto è che a pagare l’affitto sono i clienti che usano le macchinette. Sono persone con le loro famiglie che avrebbero bisogno di essere “curate“, avrebbero bisogno di un controllo diffuso come lo era nel vecchio paese dove sentirsi comunità era il primo passo per affrontare le difficoltà. Alla fine della serata siamo arrivati proprio a quel punto, alla necessità di prendersi cura, di fare rete, di guardare negli occhi le persone che abbiamo vicino, familiari e clienti.
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FO CUS
GENITORINRETE
Tecnologie a scuola: aiutano o disturbano? di Irene Zardini
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e nuove tecnologie si stanno imponendo già da alcuni anni nel sistema di istruzione, italiano e non. Abbattono gli spazi fisici dell’aula e creano degli ambienti virtuali a portata di click. Il registro elettronico, piattaforme simil-social, per connettere studenti e professori, siti internet di istituti scolastici, questi sono solo alcuni esempi di una trasformazione ormai evidente. Gli alunni amano sempre meno la lezione frontale e desiderano utilizzare strumenti nuovi, più aderenti alla loro matrice cognitiva di nativi digitali. Ma è credibile riuscire a imparare in una scuola sempre più digitale e ovviamente sempre meno fisica? L’eccessiva digitalizzazione comporta dei rischi? Non si parla a caso di “strumenti digitali”, poiché sono utilizzati come mezzi, utili a consentire apprendimenti efficaci e inclusivi. Tuttavia, il docente che li utilizza non deve mai dimenticare gli aspetti fondamentali delle teorie dell’apprendimento: un processo continuo e proficuo nella misura in cui coinvolge operativamente lo studente.
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L’uso prevalente che oggi si fa della tecnologia consiste nella distribuzione di contenuti, nel presupposto (errato) che la “semplice lettura” produca un apprendimento. Ma, non si impara né dalle tecnologie né dagli insegnanti: si impara mettendo in azione il proprio pensiero. Le tecnologie vanno intese come strumenti cognitivi di supporto all’apprendimento, poiché è noto che si impara qualcosa in modo significativo quando lo si deve spiegare a qualcun altro. La competenza digitale è innata? Una delle otto competenze chiave per l’apprendimento è la cosiddetta competenza digitale, che consiste nel saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della società dell’informazione. Ma siamo sicuri che la generazione Millennium possieda queste competenze per il solo fatto di essere nativa digitale? Nessun altro media, prima d’ora, ha modificato la velocità e il modo con cui si elaborano le informazioni come, invece, hanno fatto le tecnologie digitali. L’introduzione delle TIC (Tecnologie dell’Informazione e della
Comunicazione) in classe implica un cambiamento di strategia. Ai docenti spetta il compito più difficile: reinventare dalle basi la loro professione consapevoli, però, che le tecnologie sono uno strumento in mano agli attori del processo educativo. Non c’è tecnologia, per quanto avanzata, che possa sostituirsi al docente e alle sue capacità di relazione. Un’indagine dell’Università di MilanoBicocca sull’uso dei nuovi media tra gli studenti delle scuole superiori lombarde indica che due su tre non sanno come funziona Wikipedia, non sanno riconoscere una pagina di login fasulla guardandone l’URL e non hanno idea di come si reggano in piedi economicamente i siti commerciali più popolari. Eppure, due su tre hanno uno smartphone e la metà di loro è online tutti i giorni. Stiamo quindi crescendo una generazione di falsi nativi digitali, che non hanno una reale competenza informatica? Forse, certo è che intorno a loro si sta evolvendo un mondo dal quale diventa sempre più difficile uscire e diventare competenti. Affidare un tablet a un’adolescente non farà di lui un informatico provetto, esattamente come rinchiuderlo tante ore in garage non lo trasformerà in un’automobile, né in un futuro Steve Jobs. Garantirgli invece lo sviluppo dei quattro tipi fondamentali di apprendimento, senza dubbio, lo aiuterà, qualsiasi cosa egli deciderà di fare in futuro.
L'O PI N I O N E
Uscita Verona Sud di Daniela Scalia Instagram dani_seamer twitter @DanielaScalia
Donne: competenza sportiva e polemiche
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li universitari-sportivi di colore sono mediamente meno preparati. Il buonista dice che non è vero. Il razzista dice che è verisssimo perchè loro sono fatti così. L'americano civile dice che purtroppo è così perché raramente hanno accesso alle scuole migliori. Cosa c'entra con il titolo? Facciamo lo stesso giochino in versione femminile Verona Sud. Le donne italiane hanno meno competenza sportiva rispetto agli uomini. Il buonista dice “oooh Dani! No’ l’è mìa vèra, sta ‘tenta a dir certe robe”. Il sessista dice che sì, perché sono meno portate. La persona civile dice che purtroppo è così perché in famiglia e nei club sono svantaggiate. Dopo aver letto ‘La cultura del piagnisteo’ di Robert Hughes (troppo tardi, dovevo leggerlo prima…) ho capito che la lotta alle discriminazioni di ogni tipo può partire solo dal profilo civile, quello che non ha paura del dato tecnico. Il razzista blocca la questione facendone un tema genetico, donne, neri, gialli,
verdi, sono inferiori di natura, e la natura non si cambia. Ma anche il buonista blocca il cambiamento, e peggio ancora, raramente ha nemici, perché dice le cose buonine. Cito Luca, che mai una volta che sia una mi offre spunti banali: “Hai mai visto una manifestazione contro il buonismo?”. Direi che la sua vita è una manifestazione femminista e antibuonista, da poco (lo trovate in rete) ha scritto un articolo sulle donnette violente che - appunto - la passano liscia perché sono fuori dalle “Categorie del piagnisteo” fissate da Robert Hughes nel suo illuminante libro. Antibuonista sono anch'io, e dico che sì, bisogna ammettere che le donne hanno compenteza media inferiore rispetto all'uomo italiano, come si farebbe d'altronde a negarlo? Però non voglio fare il santino di noi povere donne, perché ne vedo poche o nessuna ai vari corsi arbitri o allenatori che frequento. Non hanno tempo. Certo, la maternità non aiuta, e qui non ci sono club che investono per “pareggiare” più possibile le chances. Ma – a costo di farmi qualche nemica - vedo troppe ragazze che giocano con distrazione, brontolamento e, insomma, non migliorano il quadro. Altra mossa suicida? Alla tv francese e inglese, tolte le conduttrici-annunciatrici che devono “solo” scandire tempi e scaletta, le ospiti e le commentatrici vengono scelte per altri canoni. L'incompetente con la cartellina e 3 nomi polinesiani imparati a memoria non la vedo a France 2, né su ITV, o Channel 5, BBC neanche parlarne. Tania Arnold e Claire Balding non hanno
giocato a Rugby League (e sono solo giornaliste e conduttrici!) ma ne conoscono la storia, il contesto, gli episodi, e, fonda-men-tale, lo humor. Questo porta a molta elasticità, a una atmosfera divertita, programmata tecnicamente ma al contempo improvvisata e gestita in caso di errore della regia, di intervista a un giocatore invece che a un altro o altri imprevisti. I giocatori stessi le vedono e trattano con rispetto e affetto, fanno loro scherzi. Non sono belle come “le nostre”? Scelte con altri canoni. France 2 addirittura è inzuppata di campionesse, di ex, di “ancora giocatrici”. Figure familiari, che si infangano, che non hanno bisogno della cartellina o dell’auricolare: Sandrine Agricole o Safy 'Ndyae, tanto per stare al rugby in questo periodo di 6 Nazioni che in Francia, al femminile, ha copertura e successo televisivi pari al maschile (con successo di pubblico anche allo stadio). Ah, Sandrine e Safy sono anche di colore, così come l’immensa Maggie Alfonsi, ex flanker dell’Inghilterra, che commenta considerata e rispettata anche i maschi. Potrei andare avanti ancora molto, ma i tifosi delle risposte 1 e 2 potrebbero raccogliere firme per abolirmi. Dai, l'ultima cosa: il trash danneggia. Ci cascano in tante, fanno la ciucca di like e di fama temporanea per poi sentirsi dire in privato “Mi spiace, ma sei codificata come figura trash e questo è un programma serio”. Vade Retro Satana buonista.
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STO RI ES
Palla lunga... e raccontare di Raffaele Tomelleri Instagram RaffTom11
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Galleria di campioni
na galleria di campioni, un collage di emozioni rivissute con gli occhi lucidi. Come quelli di Piero Gros, leggenda azzurra, eroe della valanga che aveva Gustavo Thoeni capobanda. “Tu mi chiedi quale sia stata l’emozione più grande e io ti dico che forse non è stata la medaglia d’oro alle Olimpiadi, ma la prima tuta con la scritta Italia. Avevo 16 anni, me lo ricordo come fosse ieri. Un’emozione fortissima, mi sentivo un gigante ed ero poco più di un bambino”. Lui, che non ha sofferto Thoeni, (“…lui era già un super, io arrivavo dopo, era un esempio, non un rivale”), lui che non ha sofferto neppure Stenmark (“…era più forte, punto e basta, come fai a non accettarlo?”) dispensa lezioni di sport, pezzi di vita. “Lo sport è questo” - evidenzia Gros - “c’è un primo, un secondo, un terzo, ma ho sempre pensato che ogni piazzamento ha un grande valore, non credo a quelli che dicono che conta solo vincere: non è vero! Io ho vinto 12 gare di Coppa del Mondo, se non ci fosse stato Stenmark, magari, sarebbero state molte di più, ma io sarei lo stesso Piero di oggi”. Che non conti soltanto il primo, lo dice pure Alfredo Rota, olimpionico nella spada a Sidney 2000, oggi istruttore al Bottagisio Sport Center: “Io dico però
che non condivido chi dice che l’importante è partecipare. No, l’importante è dare il massimo di quello che puoi, è finire la gara, qualunque essa sia, con la convinzione di aver dato tutto, di non avere niente da rimproverarti. Chi dice ‘l’importante è partecipare’, rischia di accontentarsi, di non dare tutto”. Rota è un campione controcorrente. La scherma è sport individuale: “Le delusione più grande riguarda però una gara a squadre, dove magari, tu, con qualche errore, puoi aver condizionato il risultato. Allora pensi al tuo compagno che non ha gareggiato, che poteva essere al posto tuo e magari far meglio di te”. Valori umani altissimi. “…perché se cancelli quelli, che cosa ti resta? Lo sport dev’essere questo, deve abituarti a combattere, a rispettare l’avversario, te stesso, la gente che è intorno a te, che lavora con te. Deve insegnarti a vincere, ma soprattutto a capire il perché della sconfitta. Deve insegnarti a rialzarti presto, perché questa è la vita, non solo lo sport”. Lo conferma Raffaella Reggi, grande campionessa di tennis anni ’80, oggi istruttrice di tennis nel suo centro di Faenza: “Lo sport è sfida con te stesso, ti aiuta a capire i tuoi limiti, a cercare di superarli. E’ una splendida fotografia di quello che è la vita di tutti i giorni, dove non ti aspettano solo vittorie, ma anche
qualche sconfitta. Io, ai miei ragazzi, cerco di insegnare tennis, ma soprattutto storie di vita. Perché una partita è esattamente quello che ti aspetta ogni giorno. Colpi che ti riescono e palline che finiscono fuori di un soffio. E non devi mai abbassare la guardia, ricominciare, rimetterti in gioco. E’ questa la bellezza dello sport, ma anche la bellezza della vita”. Già, la bellezza della vita, descritta da Federica Lisi, moglie di Vigor Bovolenta, il campione deceduto sul campo il 24 marzo del 2012. La senti parlare di bellezza: “Perché noi siamo qui a proseguire il discorso che avevamo iniziato con Vigor. Guai se ci lasciassimo abbattere, guai se rinunciassimo a lottare. Devi farlo per te stessa, per i tuoi figli, per la gente che ti vuole bene. La nostra vita è cambiata, non sarà più la stessa, non potrebbe esserlo. Ma sapere che qualcuno da lassù ti spinge ogni giorno a lottare, come se fosse ancora qui, ti dà una forza straordinaria. E allora riesci, a volte, anche a trovare una spiegazione a qualcosa più grande di te, a qualcosa che non avresti mai pensato. E’ anche questa la forza dello sport. Noi siamo qui, la nostra partita continua. E la vogliamo vincere”.
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MEDIAPRINT L’EDITORE DELLO SPORT
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B E ST C L I C K ile di marzo e apr
DUNKING DAVIL, CHE SPETTACOLO! Si chiamano Dunking Devils e sono una formazione di saltatori-schiacciatori nata nel 2004 dall’idea di un gruppo di amici. Più di 900 spettacoli in 35 paesi, 100 città visitate e oltre 3 milioni di visualizzazioni video sui loro social sono i numeri della crew slovena. Un mix di spettacolo e adrenalina che il pubblico dell’AGSM Forum ha potuto apprezzare durante la giornata gialloblu dello scorso 17 marzo D Paolo Schiesaro
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BEST CLI CK
THE KING OF SIX NATIONS Sergio Parisse (nella foto al centro) lo scorso 2 febbraio a Murrayfield è diventato l’atleta più presente nella storia del 6 Nazioni superando la leggenda irlandese Brian O’Driscol. Quello di quest'anno è stato il suo 14° Sei Nazioni (ha saltato per infortunio l’edizione 2010), il 9° da capitano. Classe 1983, Parisse ad oggi vanta 138 caps con la Nazionale: un record destinato a durare probabilmente ancora per molti anni D Lisa Giannini
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EVENTO VERO NA 2019 22 marzo
IHA 2019
e la salute è ancora protagonista
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rande successo per la seconda edizione dell’Italian Health Award, l’eventospettacolo benefico che promuove la salute in tutte le sue forme. Protagonisti sul palcoscenico del teatro Ristori, lo scorso 22 marzo, di Verona sei personaggi che, attraverso il proprio percorso di vita, rappresentano un esempio di benessere psico-fisico, forza di volontà, capacità di andare oltre i limiti. La serata è stata moderata da Elisabetta Gallina e Ivan Zazzaroni. Più di 400 persone provenienti da tutta Italia hanno potuto apprezzare l’incontrotalk show-spettacolo, arricchito anche di eventi extra spettacolo come la proiezione nelle scuole il film Choose Love di Thomas Torellli, alla cui proiezione è stato
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organizzato un concorso sulla tematica del perdono, e la presentazione del libro di Giovanni Occhionero dal titolo Chi ti stressa ti ingrassa. La formula dell’evento ha ricalcato la falsariga dello scorso anno: sei ospiti del mondo dello sport, dell'alimentazione e cultura in generale si sono incontrati sul palco e hanno raccontato al numeroso pubblico presente le loro esperienze: Robert Johnson life trainer, Ivana Di Martino runner, Gianumberto Accinelli etnomologo ed econarratore, Prof Pierluigi Rossi fondatore della Scuola di alimentazione Consapevole, Sara Cardin
campionessa di karate e Nicoletta Tinti ex nazionale ginnastica. Menzione speciale sport è stata assegnata alla squadra di Pallanuoto Femminile CSS Verona, primo team in rosa della città ad essere promossa nella massima Serie A1 e da parte del pubblico al medico sportivo e scienziato Michael Ofner. L’evento è stato patrocinato dalla Regione Veneto, dal Comune di Verona e dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Verona e l’intero incasso della serata è stato devoluto a Save the Children, che quest’anno festeggia il suo centenario. “Visto il successo della manifestazione” - ha dichiarato l’organizzatore Dott. Pasquale D’Autilia – “si stanno aprendo nuovi scenari con incremento sulle proposte per
il prossimo anno. Un grazie va in primis a chi ha collaborato con me alla realizzazione dell’evento: il loro contributo è stato fondamentale per la buona riuscita. Un grazie va anche a chi accolto l’invito ed è venuto al Teatro Ristori ad assistere allo spettacolo: la loro presenza, oltre che a gratificarci per l’impegno profuso, ha anche contribuito alla raccolta di fondi in favore di Save the Children. Un ringraziamento infine va alle istituzioni, agli sponsor e a chi ci ha sostenuto: con il loro aiuto possiamo già iniziare a pensare all’edizione 2020”. Ad allietare i momenti di intrattenimento il Babycoro Verona, il chitarrista Fabio Colussi, il mago Walter Klinklon.
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UFFICIO DEI CONSULENTI FINANZIARI Piazza Cesare Mozzarelli, 3 - Mantova T. 0376 1791834
AG EN DA
Opes
di Alessandro Boggian Presidente del Comitato Provinciale OPES di Verona
OPES Verona a Sport Expo 2019
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l Comitato Provinciale OPES di Verona non poteva mancare alla tredicesima edizione di Sport Expo svoltasi dall’8 al 10 marzo. Evento che, quest’anno, ha coinciso con le “Giornate dello Sport” promosse dalla Regione Veneto. Un’occasione fondamentale che ci ha permesso di incontrare sportivi, insegnanti, studenti e famiglie, trasmettendo loro i nostri credo. Per noi lo sport rappresenta un mezzo attraverso cui trasmettere sani valori, una palestra di vita che insegna a socializzare e crescere, ad impegnarsi e confrontarsi con i propri limiti. Crediamo nello sport come forma di divertimento, di ricreazione e di aggregazione di persone, senza vincoli e differenze politiche, sociali o di razza. E questo lo dimostriamo quotidianamente sul territorio grazie all’impegno e alla passione delle numerose associazioni sportive a noi affiliate. OPES propone inoltre lo sport come risposta al disagio dei giovani, che troppo spesso non trovano modelli giusti o punti di riferimento per la loro sana crescita. Da qui, quindi, l’importante opportunità offerta da Sport Expo di far conoscere due nuovi nostri progetti: il “Progetto Generatori” e “Keep Calm and Live Life”. Il “Progetto Generatori”, cofinanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ai sensi dell’art. 72 del Codice del Terzo Settore, di cui al decreto legislativo 117/2017 – annualità 2017, propone di far emergere un gruppo di giovani, generatori di pratiche volontarie ed ideatori di iniziative utili alla collettività della loro città o zona geografica. Con questa iniziativa OPES intende sviluppare una cultura
diffusa del volontariato, soprattutto tra i ragazzi di età compresa fra i 14 e i 19 anni, per creare una società equa, pacifica ed inclusiva. Il “Progetto Generatori” sarà attivato in tutte le Regioni d’Italia e approderà anche a Verona – con il Patrocinio del Comune –. Verranno coinvolti istituti secondari di secondo grado e strutture sportive per un totale di 25 mila teenagers che entreranno in contatto con l’iniziativa. Dai luoghi di aggregazione ove i giovani trascorrono gran parte della loro giornata, emergeranno i 500 “Generatori” che accederanno ad una formazione extrascolastica di 20 ore e nasceranno 100 nuove organizzazioni di volontariato operati nell’ambito sportivo, sociale, culturale, ambientale. I “Generatori” saranno in grado di attivare ed avviare campagne di volontariato in diversi ambiti, anche se un’attenzione particolare sarà rivolta alla cura dei beni pubblici del proprio territorio. Oltre ad aiutare le fasce più giovani degli sportivi, OPES si prefigge anche di combattere il doping e l’uso di droghe. Da qui nasce perciò il Progetto "Keep Calm and Live Life. Azioni di promozione della sicurezza stradale", che si propone l’obiettivo generale di prevenire ogni forma di incidentalità stradale, causata dalla guida in stato di alterazione psicofisica alcol-droga correlata. Occorre un’importante opera di sensibilizzazione dei giovani verso la cultura della sicurezza stradale; attivare i giovani su comportamenti, azioni e atteggiamenti responsabili; promuovere stili di vita sani e attività correlate, come la pratica sportiva; implementare la rete tra istituzioni del territorio e associazionismo, così da attivare efficaci e continuative azioni di prevenzione.
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Passione comune Verona
AG EN DA SOAVE
A fare del bene, ci si sente bene La società A.C. Frecce Rosse Veterani Soave organizza presso gli impianti sportivi di via San Matteo, nei giorni 25 e 26 aprile, un torneo di calcio a scopo benefico che coinvolgerà diverse realtà sportive del territorio e del panorama calcistico nazionale. Obiettivo dell’evento raccogliere fondi per le attività benefiche dell’Associazione ABEO Onlus Verona dell’A.S.D Ex Calciatori Hellas Verona Onlus. Lo slogan dell’evento sarà ‘A fare del bene, ci si sente bene’. La manifestazione si svolgerà nelle due giornate con il seguente programma:
GIOVEDÌ 25 APRILE Mattino: Torneo per bambini dai 10 ai 12 anni; Pomeriggio: Triangolare disputato tra Ex Calciatori Hellas Verona, Milan e Fiorentina, Torneo “Fai Gol con la Solidarietà 5° Torneo di Beneficenza – 2° Memorial Leonardo Roger Ruggeri” VENERDÌ 26 APRILE Mattino: Torneo per bambini dai 8 ai 10 anni Pomeriggio: Triangolare Femminile 12/14 anni con le squadre Hellas Verona, Padova e Cittadella
ISOLA DELLA SCALA
IMC Isola Motor: Presentato il calendario degli eventi Sabato 10 marzo a Isola della Scala nell'auditorium Santa Maria Maddalena il club IMC Isola Motor Club ha organizzato come da tradizione (4° anno) l'evento di presentazione delle manifestazioni previste per nuova stagione, serata dedicata ai numerosi ospiti e a tutti i soci. Considerato il grande successo ottenuto, le sei manifestazioni organizzate nel 2018 sono state tutte confermate. Stiamo parlando della befana del vigile (organizzata a gennaio), l’Isola Motor Classica, l'evento benefico della raccolta del latte (luglio). Durante la fiera del riso saranno poi organizzate due manifestazioni: la
prima per i bambini, con le macchine a pedali, mentre la seconda sarà Automoda Retrò, rassegna di auto d'epoca e classiche con gli equipaggi vestiti alla moda dell'epoca della loro auto. Infine il la stagione si chiuderà con Riso e Nebbie, gara non competitiva di motocross. La serata è proseguita con la presentazione al pubblico dei piloti IMC impegnati nei campionati regionali di motocross, alla presenza del Team Pigozzi Racing capitanato dal Team Manager Stefano Pigozzi e dal direttore sportivo e istruttore Enrico Monicelli. A conclusione della serata il club IMC ha consegnato un premio-
POVEGLIANO VERONESE
Alla materna 'Bressan' sport con il Coni Verona Coni Point Verona è stato ospite della scuola materna Mons. Bressan durante la Settimana dello sport dello scorso marzo. Per due mattinate lo staff tecnico coordinato da Raffaella Sgalambro ha intrattenuto i 96 piccoli ospiti con esercizi di motricità, propriocettività e giochi a tema. Grande divertimento da parte dei bambini e soddisfazione per le maestre che hanno potuto, con l’occasione, confrontarsi con lo staff chiedendo loro consigli e suggerimenti. Alla fine delle due giornate Coni
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Verona e SportdiPiù magazine - che ha organizzato e finanziato l’evento - hanno regalato ai bambini colori e gadget. “E’ stata davvero una bella esperienza” - spiega il Delegato provinciale Coni Verona Stefano Gnesato - “in linea con la mission del Coni. Grazie all’intervento di SportdiPiù magazine siamo riusciti ad organizzare e sostenere questa iniziativa. Ci auguriamo che si possa ripetere anche nei prossimi anni, magari allargando l’intervento anche ad altre scuole materne della provincia”.
riconoscimento a Luigi Da Como per la sua dedizione e passione legata al mondo dei motori. A consegnare la targa anche il sindaco Stefano Canazza.
Passione comune Verona
AG EN DA SAN MARTINO BUON ALBERGO
Digital Detox: istruzioni per l'uso È compito degli adulti di riferimento accorgersi che ‘qualcosa non va’, che il ragazzo passa troppo tempo davanti ad uno schermo, che ‘non esce più con gli amici’, che ‘sembra non avere più alcun interesse’. E’ importante essere consapevoli che la tecnologia di per sé è neutra, è l’utilizzo che ne facciamo a fare la differenza! Il digital detox riguarda noi. Siamo noi che dobbiamo prendere coscienza di questa necessità, di questo bisogno. Siamo noi che dobbiamo lasciare fuori il digitale quando diventa invasivo. Quando non ci aiuta a creare. Quando non ci permette più di trasformare il lavoro in arte, non ci consente di sviluppare e mantenere rapporti. Noi dobbiamo disintossicarci dal bisogno di avere sempre tutto sotto controllo. Questo e molto altro è stato spiegato dal Dr. Tommaso Franzoso, psicologo dello sport, al folto pubblico che ha riempito il Teatro Peroni. Molti i ragazzi pre-
senti, insieme alle loro famiglie, allenatori e dirigenti sportivi. Una bellissima serata, moderata, da Alberto Cristani, giornalista e direttore di Sportdipiù Magazine, durante la quale si è parlato di digitale, tematica che interessa tutti, grandi e piccoli.
BOVOLONE
Coni Verona e SportdiPiù in festa con i campioni Una mattinata, quella del 30 marzo scorso, che resterà per molto tempo nella memoria dei presenti; la Sala del Vescovado di Bovolone, esaurita in ogni ordine di posto, ha ospitato l’edizione 2019 di ‘Coni Verona in Festa’ tradizionale appuntamento durante il quale il Coni Verona e SportdiPiù magazine hanno premiato le società i dirigenti e gli sportivi che si sono distinti nel corso del precedente anno. I premiati Coni Verona in festa 2018 All’evento hanno presenziato anche sindaci, assessori, autorità provinciali e regionali e i fiduciari Coni Pozzani per il sostegno e per averci accolVerona, vero e proprio motore e anima to in questa bellissima location”. pulsante del Point scaligero. Una festa Questo l’elenco dei premiati: Premio ‘totale’ per lo sport veronese che, come Paganella giornalista sportivo: Davide sottolinea il Delegato provinciale StefaCailotto, Promozione sportiva: Atletica no Gnesato: “Ogni anno fa registrare il Bovolone e Buster Basket, Premio Don sold out, a dimostrazione che l’attività Giacomelli: Yatch Club Verona, Atleta: del Coni sul territorio è sentita, apprezMichela Mezzari, Una vita per lo sport zata e richiesta dalle singole amminiatleta: Stefano Garzon, Una vita per lo strazioni comunali. Sebbene l’attuale sport ‘Amedeo Poddi’: Loreno Bressan Governo abbia messo in seria difficoltà e Stefano Burato, Giovane promessa: la nostra attività, che da qualche mese Giorgia Bariani e Filippo Zonta, Atlesi basa sul puro volontariato, non ci ta dell’anno: Simone Cervato e Pietro abbattiamo e non facciamo alcun passo Corcioni, Squadra dell’anno: Tamburello indietro: il Coni c’è e va avanti con il Arbizzano e Audace calcio 5 femminile solito grande entusiasmo. Un grazie al Infine una doverosa citazione va alle sindaco di Bovolone Emilietto Miranaziende di Bovolone che al termine dola e all’assessore allo sport Orfeo dell’evento hanno all’allietato gli ospiti
con prodotti tipici del territorio: Pastificio Passilongo, Biscotificio Le Furezze, Riseria Terre del bosco, Caffè Paganotto, Latteria La Corte, Apicoltura Rodegher, Pasticceria Aroma, Breack, Diamante Bar e Agrifood Casa Tosi.
I rappresentanti delle aziende di Bovolone
Sold out nella sala del Vescovado di Bovolone
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I NTERVISTA
Sportivamente…
Mantova! di Alberto Cristani
C
on questo numero SportdiPiù magazine sbarca di fatto a Mantova, città che si contraddistingue per grandi tradizioni e per una storia ricca di cultura e fascino. Nel 2019 la città di Virgilio sarà anche Città Europea dello Sport, a testimonianza di quanto lo sport sia importante e si possa ritenere, a tutti gli effetti, un pilastro fondamentale per il territorio.
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Non potevamo quindi iniziare la nostra attività editoriale in terra lombarda se non con l’intervista al primo cittadino mantovano Mattia Palazzi. Sindaco Palazzi, essendo SportdiPiù magazine una rivista di sport, la prima cosa che le chiediamo è di raccontarci come Mantova è diventata Città Europea dello Sport 2019… Sin dal primo giorno della nostra ammi-
nistrazione lo sport è stato al centro delle nostre politiche, specialmente quelle rivolte ai giovani. In questi tre anni e mezzo di governo abbiamo investito importanti risorse nella riqualificazione e nella creazione di nuovi impianti sportivi. Quindi la candidatura a Città Europea dello Sport 2019 è stata una diretta conseguenza del lavoro avviato, un lavoro che ci ha permesso di ottenere questo importante riconoscimento.
Un Comune, quello mantovano, in generale sempre molto attivo e attento a promuovere attività sul territorio. Esattamente, lo sguardo alle realtà del territorio è infatti il criterio che ha guidato l’organizzazione di questo anno. L’Amministrazione, in primis l’Assessore allo Sport Paola Nobis e i suoi collaboratori, hanno costruito un programma che annovera tra i propri eventi, oltre 225 e ancora non smettono di aumentare, certamente manifestazioni di carattere nazionale e internazionale, ma anche moltissime iniziative realizzate dalle tante realtà locali che quotidianamente operano sul fronte dello sport nella nostra città. Abbiamo voluto condividere con loro tutta la programmazione perché siamo consapevoli del grande lavoro che svolgono. Sport e Mantova, binomio che si conferma di grande interesse ma soprattutto un veicolo per trasmettere valori ai più giovani. I valori veicolati dallo sport si misurano nella realtà, e la realtà dimostra che i giovani traggono grandi benefici dall’attività sportiva. Lo sport oltre ad essere sano per il corpo e per la mente, ha anche un valore sociale per la sua capacità di essere fortemente inclusivo, sia sul fronte della disabilità, sono numerosi gli eventi in programma dedicati agli sportivi con disabilità, sia sul fronte del disagio. Mantova è una città che coltiva e produce cultura, dalle grandi mostre ai grandi concerti di piazza, e lo sport è prima di tutto un’esperienza culturale che stiamo incoraggiando e favorendo in ogni modo.
Sindaco, qual è il suo rapporto con lo sport? Lo pratica? E se si, quale in particolare? Un Sindaco ha purtroppo poco tempo per l’attività sportiva ma faccio di tutto per ritagliare qualche spazio. Per me è importante anche perché mi permette di svolgere meglio il mio lavoro. Mi piace molto fare trekking in montagna, lunghi percorsi in biciletta e anche organizzare qualche partitella di calcio o basket con gli amici. Attività ed eventi sportivi aiutano anche a far conoscere una provincia, quella mantovana, ricca di tradizioni, storia e contesti paesaggistici di grande fascino. Si infatti, l’attività sportiva non è solo quella agonistica. Mantova offre mille occasioni per fare attività fisica immersi nel verde. Anche su questo fronte stiamo investendo molto, riqualificando le sponde dei nostri laghi, implementando il verde pubblico e creando ciclabili. Mantova è una città dove arte e natura, hanno un rapporto stretto e insieme creano un’offerta unica. Sport e scuola, un’altra sinergia che la vostra amministrazione punta a consolidare ulteriormente. Il programma di Mantova Città Europea dello Sport 2019 è ricco di proposte rivolte alle scuole. L’aspetto educativo e formativo sono parte sostanziale dell’idea di sport che vogliamo affermare e che guida tutta la nostra attività. Molti gli eventi dedicati ai giovanissimi e molte le attività che coinvolgono direttamente le scuole, perché l’educazione ai valori passa soprattutto dalle esperienze dirette. E poi i ragazzi si divertono un sacco.
Il volontariato è un altro pilastro su cui si fonda lo sport, soprattutto quello dilettantistico. Quando siamo partiti con questa avventura abbiamo trovato immediatamente una grande risposta dalle associazioni sportive mantovane. Un entusiasmo che ci ha motivati ancora di più e che ha prodotto un risultato davvero inatteso. Siamo grati per questa grande collaborazione ma soprattutto siamo grati, e non smetteremo mai di fare la nostra parte, per l’impegno e il lavoro che le associazioni svolgono quotidianamente per la nostra città, per i nostri giovani. Sportdipiù magazine, dopo 11 anni di attività su Verona, sbarca a Mantova: può diventare la nostra rivista un ulteriore strumento per diffondere la cultura sportiva sul vostro territorio? Certamente. Ogni strumento, specialmente se qualificato come il vostro magazine, rappresenta un canale utile per diffondere non solo una puntuale informazione sulle attività svolte e programmate ma anche i valori che esse portano in seno. Dopo un 2019 da capitale europea dello sport, obiettivi futuri per la città Mantova? Come è stato per Mantova Capitale Italiana della Cultura 2016, anche questo importante anno dedicato allo sport non sarà solo un punto di arrivo ma anche un punto di ripartenza. Il nostro sforzo per il futuro sarà quello di rilanciare e valorizzare le esperienze fatte quest’anno, proseguendo nell’impegno profuso sino ad ora.
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> 3/04 Boxe
> Aprile Atletica Leggere/Scuole
Butterfly - Rassegna cinematografica "Che storia, lo sport!" Cinema Oberdan - Il Cinema del Carbone
Lo sport nella scuola - Incontro-Covegno con autorevoli relatori dedicato agli insegnanti - Sala Convegni - Centro Federale di alta specializzazione Canoa Kayak Sparafucile Panathlon Mantova e Coni Mantova
> 6-7/04 Scherma Coppa Italia Regionale Scherma - Spada, Fioretto e Sciabola maschile e femminile - Grana Padano Arena - Federazione Italiana Scherma e Mantova Scherma
> 7/04 Automodellismo Trofeo di Primavera - Gare di modellismo dinamico radio comandato - Circuito Matteo Priori - Model Club Mantova
> 9/04 Convegno Gran Motor Trail ACES Europe 2019 - Giro d'Italia che unisce le 10 Città, Comuni e Comunità Europee dello Sport ACES Europe 2019 Sala degli Stemmi Palazzo Soardi - ACES Europe Delegazione Italia
> 9/04 Varie Galà dello Sport Mantovano 2019 - Premiazione degli sportivi e delle sqadre sportive mantovano - Green Park - Web Radio 5.9
> 14/04 Nuoto integrato/Disabili Campionato Provinciale Nuoto Integrato - Campionato di nuoto per ragazzi con disabilità - Centro Natatorio Dugoni UISP Comitato di Mantova e ASD Verso Onlus
> 14/04 Motocross Trofeo CSEN Motocross Dilettantistico Interregionale Circuito Internazionale Motocross Città di Mantova - Moto Club Mantovano Tazio Nuvolari ASD
> 19-20/04 Basket TEA Energia Città di Mantova - 5^ edizione Torneo Internazionale - Dopo Lavoro Ferrovieri - Pallacanestro Mantovana
> 23-24/04 Palla Tamburello Nelle Terrre dei Gonzaga - Torneo di Tamburello tra squadre di serie A - B e giovanili di Mantova e Monferrato - Grana Padano Arena - FIPT Mantova
> 23-24/04 Palla Tamburello
EVENTI APRILE MAGGIO
2019
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> Aprile/Maggio Varie Sport and the City - Yoga per il Fitness - 8 incontri in aree all'aperto - Giardini di Palazzo Ducale - UISP Comitato di Mantova
> Aprile/Luglio Varie Sport and the City - Che sportivo sei? Leaner, Faster, Stronger - 20 incontri con cadenza settimanale - Giardini Belfiore, Campo Canoa, Sparafucile, Giardini Anconetta UISP Comitato di Mantova
> Aprile/Settembre Varie Sport and the City - Caccia al Movimento Ark - Percorso tra le architetture della città con cadenza mensile - Centro Storico - UISP Comitato di Mantova
> Aprile/Settembre Scuole/Rugby Minirugby - Eventi promozionali per Under 6 e Under 12 anfiteatro Castello S. Giorgio/Piazza Virgiliana - Rugby Mantova
> Aprile/Ottobre Varie Sport and the City - Street Workout - 24 incontri in percorsi tematici - Centro Storico - UISP Comitato di Mantova
> 4/05 Tennis Torneo di Tennis - ASST di Mantova contro AMTI Associazione Medici Tennisti Italiani - Canottieri Mincio - ASST Mantova
> 5/05 Rugby/Scuole 6° Trofeo Città di Mantova - Torneo Interregionale ad inviti uder 6-8-10-12 - Stadio del Rugby Parco del Mincio Rugby Mantova
> 5/05 Ciclismo Randonnée Bolzano-Mantova - Manifestazione cicloturistica Piazza Sordello - AVIS Provinciale Mantova
Storia degli Sport Sferistici dai Gonzaga ad oggi - Convegno con storici, dirigenti, campioni nazionali di Palla Tamburello e di altri sport sferistici - Sala Convegni Grana Padano Arena Panathlon Mantova - FIPT
> 5/05 Volley
> 25/04 Basket
> 7/05 Scuole/Pallatamburello
Torneo del 25 Aprile - Torneo basket under 14 - Polisportiva San Pio X Basket - Polisportiva San Pio X Basket
Giocosport 70 Comuni: Pallatamburello Manifestazione Provinciale dedicata alle classi 5° - Mantova Sport City Provveditorato agli Studi e Coni Mantova
> 26-28/04 Arti Marziali Campionato Nazionale di Karate Centro Sportivo Italiano Grana Padano Arena - CSI Comitato di Mantova
> 27-28/04 Canoa Kayak Trofeo Sparafucile - Gara internazionale di velocità di Canoa Kayak - Centro Federale di alta specializzazione Canoa Kayak Sparafucile - Lega Navale Italiana
> 28/04 Equitazione Concorso Ippico Sociale - Centro Ippico Città di Mantova ASD Centro Ippico Città di Mantova
> Aprile Atletica Leggere/Scuole Criterium Studentesco di Atletica Leggera - Campionato studentesco con due atleti-gara per ogni Istituto - Campo di Atletica Tazio Nuvolari - Panathlon Mantova e Coni Mantova
Campionato Under 14 femminile - Finali Regionali del Campionato di Volley Under 14 femminile - Porto Mantovano Nuovo Gruppo Sportivo Porto, CRL FIPAV
> 8/05 Scuole/Ciclismo Giocosport 70 Comuni: Ciclismo - Manifestazione Provinciale dedicata alle classi 3° - Mantova Sport City - Provveditorato agli Studi e Coni Mantova
> 10/05 Scuole/Tennistavolo Giocosport 70 Comuni: Tennistavolo - Manifestazione Provinciale dedicata alle classi 5° - Mantova Sport City Provveditorato agli Studi e Coni Mantova
> 10/05 Terza Età Raro cade chi ben cammina… - Convegno dedicato al tema attività fisica e Terza Età - Teatro Bibiena - Associazione Medico Sportiva di Mantova
> 11/05 Triathlon Triathlon Internazionale Città di Mantova - Olympic Distance Gara di Triathlon Olimpico Canottieri Mincio - Parco del Mincio - Ciclabili - Canottieri Mincio e Trievolution
> 11/05 Podismo
> 15/05 Scuole/Pallavolo
> 24/05 Boxe
> 31/05 -2/06 Pattinaggio Artistico
Ultra Marathon Mantova – Sabbioneta Patrimonio Mondiale Camminata non competitiva da Mantova a Sabbioneta Piazza Sordello e Centro storico - Pro Loco Sabbioneta
Giocosport 70 Comuni: Pallavolo Manifestazione Provinciale dedicata alle classi 4° - Pala Varini - Curtatone Provveditorato agli Studi - Coni Mantova
Serata di Gala con titolo professionistico in palio - Incontri di boxe in diretta televisiva nazionale - Palestra Boni - ASD Boxe Mantova
Trofeo Nazionale UISP - Manifestazione nazionale di Pattinaggio Artistico - Gruppi Folk - Grana Padano Arena - UISP Comitato di Mantova
> 11/05 Scuole/Pallamano
> 18/05 Equitazione/Scuole
> 24/05 Scuole/Atletica Leggera
> Maggio Atletica Leggere/Scuole
Il meraviglioso mondo del cavallo Conoscenza del cavallo per bambini dai 4 ai 12 anni - Piazza Virgiliana - Centro Equestre Corte Fienilone ASD
Giocosport 70 Comuni: Atletica Leggera Grande Palio di Atletica dedicato alle classi 5° - Campo di Atletica Tazio Nuvolari Provveditorato agli Studi e Coni Mantova
Triangolare MN-VR-BS di Atletica Leggera Confronto tra i migliori studenti-atleti delle 3 province - Campo di Atletica Tazio Nuvolari Panathlon Mantova e Fidal Mantova
> 18/05 Scacchi/Scuole
> 24-25/05 Scuole/Disabili
> Maggio Tennis
Scacchi - Partita vivente con alunni e genitori - Piazza Mantegna - CSI Comitato di Mantova
Partita di Scacchi Simultanea - Un maestro scacchi contro 40 alunni scuole primarie e secondarie del territorio mantovano - Loggia del Grano - CSI Comitato di Mantova
Torneo Provinciale D3 maschile Tennis Club Mantova - Tennis Club Mantova
> 11-12/05 Motocross
> 18-19/05 Arti Marziali
Sport e Disabilità - Manifestazione ludicosportiva integrata con soggetti disabili e alunni Istituti scolastici di Mantova - Palestra Boni e Centro Polisportivo San Lazzaro CSI Comitato di Mantova
Campionato Mondiale Motocross - Circuito Internazionale Motocross Città di Mantova Moto Club Mantovano Tazio Nuvolari ASD
Tai Chi in piazza - Stage dedicato al Tai Chi Lungorio IV Novembre e Piazza Martiri di Belfiore - Mulan ASD
> 11-12/05 Arti Marziali
> 19/05 Scherma/Disabili
Manifestazione di karate - 2 giorni dedicati ai portatori di Sindrome di Down - Grana Padano Arena - ASI Mantova
Trofeo di Scherma Integrata - Torneo aperto ad atleti normodotati e ipovedenti Palestra BoniFederazione Italiana Scherma Mantova Scherma e Polisportiva Andes H
Giocosport 70 Comuni: Pallamano Manifestazione Provinciale dedicata alle classi 4° - Mantova Sport City Provveditorato agli Studi e Coni Mantova
> 11/05 Scacchi/Scuole
> 11-12/05 Vela
> 24-25/05 Moto storiche 14° Audax Mille Kilometri Vespistica Manifestazione vespistica - Viale Te- Piazzale Montelungo - Vespa Club Mantova
> 24-26/05 Nuoto sincronizzato Campionato Nazionale di Synchro - Con le migliori atlete Propaganda categoria Juniores, Seniores e Assoluti - Centro Natatorio Dugoni - Sport Management
> Maggio/Giugno Volley/Scuole Volley S3 - Manifestazione riservata ai bambini dai 6 ai 12 anni, con la presenza di Andrea Lucchetta - Anfiteatro Castello S. Giorgio/Piazza Virgiliana - FIPAV Mantova
> Maggio/Giugno Basket/Disabili Blue Tournament - Torneo di basket con la partecipazione di atleti disabili e neuro tipici da definire - Polisportiva San Pio X Basket
> Maggio/Luglio Varie Sport and the City - La Traghettata del ciclista - 1 incontro al mese con itinerari in bici - Ciclabili e laghi - UISP Comitato di Mantova
Raduno Vele Classiche - Centro Federale di alta specializzazione Canoa Kayak Sparafucile - Lega Navale Italiana, Nauticlub Moniga e Associazione Vele Classiche del Garda
> 19/05 Scuole/Podismo
> 11-19/05 Scuole
> 19/05 Calcio
Mostra Pace e Sport - Sports4Peace Educare alla Pace attraverso il gioco e lo sport - Pescherie di Giulio Romano Associazione - Le Due Città
Torneo Nazionale Giovanile di Calcio Riservato agli atleti nati nell'anno 2008 - Campi Calcio Borgochiesanuova e Borgo Angeli - CPC San Lazzaro
> 25/05 Scacchi/Scuole
Torneo Provinciale D2 femminile Tennis Club Mantova - Tennis Club Mantova
Torneo di Scacchi - Con alunni scuole primarie e secondarie - Loggia del Grano CSI Comitato di Mantova
> Maggio/Settembre Pesca Sportiva
> 12/05 Tricross
> 19/05 Disabili
> 25/05 Bridge
Tricross del Mincio - Gara giovanile di Tricross - Canottieri Mincio - Canottieri Mincio
Anche la bicicletta può essere per tutti Percorso amatoriale con tandem e bici speciali per disabili visivi - Ciclabili e laghi CIP Mantova, UICI Mantova e Polisportiva Andes H
Torneo Nazionale di Bridge - Sala Manto Palazzo Ducale - Mincio Bridge Mantova
> 12/05 Automodellismo 2° Prova Campionato Provinciale Città di Mantova - Gare di modellismo dinamico radio comandato - Circuito Matteo Priori Model Club Mantova
> 13/05 Scuole La Giornata della Pace 2019 - 5^ Edizione Pace e Sport - Sports4Peace - Educare alla Pace attraverso il gioco e lo sport - Giardini Nuvolari - Associazione Le Due Città
> 13/05 Scuole/Disabili Giocosport 70 Comuni - Manifestazione Provinciale dedicata alle classi 2° - Pala Varini - Curtatone - Provveditorato agli Studi e Coni Mantova
> 14/05 Scuole/Basket
Run 4 School - Camminata di 5 km con il coinvolgimento degli Istituti Scolastici Ciclabili e laghi - Emilio Mori Sport Event Manager
> 19/05 Calcio/Disabili 2^ Trofeo di Calcio Integrato Giampaolo Castioni - Tra le squadre di ASD Verso Curtatone e Fuorigioco Onlus Castel Goffredo - Canottieri Mincio - CSI Comitato di Mantova e Polisportiva Andes H
> 22/05 Scuole/Orienteering Giocosport 70 Comuni: Orienteering Manifestazione Provinciale dedicata alle classi 4° - Parco Arlecchino - Gazzo Bigarello (MN) - Provveditorato agli Studi e Coni Mantova
> 22/05 Scuole/Disabili
Giocosport 70 Comuni: Basket Manifestazione Provinciale dedicata alle classi 3° - Pala Varini - Curtatone Provveditorato agli Studi - Coni Mantova
Sport e Disabilità - Staffetta 100x100 per non vedenti rivolta agli alunni delle Scuole Secondarie di Mantova e provincia - Campo di Atletica Tazio Nuvolari - CIP Mantova, UICI Mantova e Polisportiva Andes H
> 15/05 Auto Storiche
> 23/05 Scuole/Rugby
Millemiglia - Gara regolarità per auto storiche - Piazza Sordello e Centro storico Millemiglia srl
Giocosport 70 Comuni: Rugby Manifestazione Provinciale dedicata alle classi 5° - Stadio del Rugby Parco del Mincio - Provveditorato agli Studi e Coni Mantova
> 25/05 Podismo Minciomarcia - 46^ edizione - Iniziativa sportiva non competitiva - Centro storico Quisport Mantova
> 25/05-15/06 Varie Mostra Storica degli Album delle Figurine Rassegna completa degli album di figurine uscite in occasione dei grandi avvenimenti sportivi - Santa Maria della Vittoria Panathlon Mantova, Panini e Bellini's Museum
> Maggio/Luglio Tennis
Stage Nazionale Giovanile Categorie Allievi Esordienti - Giovanissimi - Juniores - Gara di pesca specialità Pesca al Colpo - Lago di Mezzo e Inferiore - FIPSAS - Sezione di Mantova
> Maggio/Settembre Pesca Sportiva Stage Nazionale Femminile - Gara di pesca specialità Pesca al Colpo - Lago di Mezzo e Inferiore - FIPSAS - Sezione di Mantova
> 26/05 Scacchi/Scuole Torneo di Scacchi - Con i rappresentanti dei Comuni della provincia di Mantova - Loggia del Grano - CSI Comitato di Mantova
> 26/05 Barca a vela/Disabili
con il patrocinio del
Barca a vela Evento sportivo nazionale con atleti professionisti disabili e normodotati - Centro Federale di alta specializzazione Canoa Kayak Sparafucile - US Acli Comitato Provinciale di Mantova, US Acli di Verona e Polisportiva Andes H
> 28/05 Podismo Camminare sulle strade della salute Camminata per dipendenti ASST e ATS, Associazioni di volontariato e Società Sportive + breve dibattito Zona Belfiore arrivo a Palazzo Soardi - ASST Mantova e ATS Valpadana
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STARE BEN E
Postural
di Carmen Guidobaldi Instagram carmenguidobaldi
S
La scoliosi? Giochiamoci su!
u questo numero di SportdiPiù magazine tratteremo un argomento una patologia delicata e purtroppo molto diffusa, ovvero la scoliosi. Innanzitutto chiariamo: cos’è la scoliosi? Trattasi di un’alterazione morfologica della colonna vertebrale che comporta una curvatura laterale e una rotazione delle vertebre che provocano a loro volta il cosiddetto gibbo. In genere si manifesta nel periodo della pubertà e le cause sono numerose e non sempre note. Detto ciò, sposto ora l’obiettivo sulla parte che più è di mia competenza ovvero la postura e analizziamo come può influire sull’insorgenza, appunto, della scoliosi. Alcuni dei molteplici elementi visibili posturali che accompagnano questo dismorfismo sono: dismetrie degli arti inferiori, spalle a diversa altezza, differenza di tonicità muscolare, una o entrambi le scapole sporgenti, dolore vertebrale o muscolare, ecc. Nell’età evolutiva è bene intervenire il prima possibile, non è semplice scegliere
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uno sport per contrastare la scoliosi e, come già accennato nell’articolo pubblicato su SportdiPiù n°58, la ginnastica posturale esercita un ruolo fondamentale per correggere la nostra cara schiena, soprattutto quella dei ragazzi della nostra società. In ogni caso è opportuno intervenire per prevenire un aggravamento, per riequilibrare la tonicità generale e di conseguenza recuperare una simmetria. Come? Con esercizi di allungamento e con gioco sport finalizzato al benessere di tutto l’apparato muscoloscheletrico. Per questo motivo, insieme a Maria Rosa Carlin - presidente AICS Verona - e a Stefano Gnesato - Presidente CONI Verona - abbiamo studiato un programma specifico di giochi sport per la salute della colonna vertebrale per l’età evolutiva con l’ausilio di attrezzi per stimolare propriocettività, coordinazione e l’equilibrio. Questo programma di ginnastica (sotto forma di giochi), corso tenuto da me personalmente, si interviene per aiutare correggere tutti quei problemi che causano i veri e propri ‘vizi posturali’, dovuti purtroppo anche all’uso quotidiano di oggetti tecnologici ci portano ad una scorretta postura, soprattutto nei giovanissimi, conseguenze nel tempo (poiché ne diamo poca importanza), gioco sport inteso anche per migliorare e stimolare la qualità delle relazioni tra pari. E quindi vòlto a un miglioramento benessere generale.
Come già descritto precedentemente la ginnastica posturale, con il tempo, porterà a una maggiore consapevolezza del proprio corpo con il risultato di determinare un autocorrezione della postura.
COVER STO RY
Il profeta
VOLANTE di Fabrizio Sambugar - Foto: Russ Ellis Cycling Images, Photobicicailotto
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"Elia Viviani. Fa strada e pista ed è fortissimo in entrambe, ha vinto un oro olimpico e ha fatto una stagione strepitosa nel 2018. Uno su cui possiamo puntare.” Giovanni Malagò 28 / SdP
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COVER STO RY Elia Viviani Che numeri! Nel 2018 Elia Viviani è stato il professionista più vincente con 18 successi. Alle sue spalle, il migliore è Alejandro Valverde con 14. Per quanto riguarda il 2019, ad oggi, Elia ha alzato le braccia al cielo già 4 volte.
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erona ha celebrato recentemente il ‘profeta’ - come viene soprannominato - conferendogli il premio Cangrande di sportivo dell’anno, dopo uno strepitoso 2018 che lo ha visto, tra gli altri successi, diventare anche campione italiano. Lui, veronese originario di Isola della Scala, ha recentemente tagliato il traguardo delle 70 vittorie da professionista ed ora è decisamente l’uomo da battere nel selezionato club degli sprinter a 2 ruote. Quando non va forte in strada va forte in pista, campione olimpico a Rio 2016 nella specialità dell’Omnium. Uomo di punta della squadra Deceuninck-Quick Step, Elia Viviani è oggi meritatamente riconosciuto come uno dei più forti ciclisti al mondo. Il 2018 per te è stato un anno da incorniciare. Hai cambiato squadra, hai fatto 18 vittorie, tra cui primi posti al Giro, alla Vuelta ed il tricolore vinto nel campionato italiano su strada. Senti di aver raggiunto la piena maturità della tua carriera? Quali sono i traguardi che ti poni per quest'anno? Sicuramente il 2018 è stato un po' la svolta della mia carriera da professionista su strada, nel senso che da un corridore vincente ma nella media sono passato ad essere il più vincente e uno dei più costanti. Le classifiche ed il ranking mondiale lo testimoniano. Ho fatto quel famoso salto di qualità che tutti si aspettavano, ho dimostrato molto, soprattutto con una squadra creata intorno a me e che mi responsabilizza riesco ad
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essere competitivo coi migliori velocisti al mondo. Penso di aver raggiunto la piena maturità fisica e mentale oltre che aver acquisito un'ottima consapevolezza. Diciamo che ora credo al 100% nei miei mezzi e nelle mia capacità. Sarà difficile migliorare i risultati del 2018, ma ci sono tante gare che vorrei vincere e non l'ho ancora fatto. Sto lavorando veramente duro per raggiungere nuovi obiettivi, uno su tutti la Milano Sanremo, poi la Gand Wevelgem poi il Giro… e chissà, vorrei essere al via anche del Tour de France. Hai subito messo il turbo anche in questo inizio di stagione con le vittorie in Australia e agli Emirati. Dopo i successi dell’anno scorso e con queste premesse sei l’uomo veloce da battere nel 2019. Chi reputi siano gli avversari da cui dovrai guardarti? Il 2019 è partito nel migliore dei modi: la Cadel Evans era il primo obiettivo stagionale, una classica world tour di un giorno, una gara che mi piace e che è stato bello conquistare. Prima che iniziasse questo 2019 ero un po' teso perché volevo subito dimostrare qualcosa; ora le pressioni se ne sono già andate, sono concentrato sui prossimi obiettivi. Per quanto riguarda gli avversari, il più pericoloso è Fernando Gaviria, lo conosco bene, siamo stati avversari in pista, poi in strada e poi anche compagni di squadra, è forte ed ha un talento esagerato. Sono poi convinto che nel 2019 anche Kittel tornerà quello dei tempi migliori; poi ci sono tanti giovani che stanno crescendo bene, anche Cavendish non bisogna mai darlo fuori dai giochi, anzi. Per le classi-
che invece dico Peter Sagan. Durante il programma radiofonico Un Giorno da pecora del 23 gennaio scorso Giovanni Malagò, presidente del Coni, rispondendo ad una domanda sull’atleta giovane che lo entusiasmava di più ha detto: "Elia Viviani. Fa strada e pista ed è fortissimo in entrambe, ha vinto un oro olimpico e ha fatto una stagione strepitosa nel 2018. Uno su cui possiamo puntare.” Cosa vuol dire per te sentire tutta questa fiducia? Ho un bellissimo rapporto col presidente Malagò, ho condiviso con lui le più forti emozioni della mia carriera all'interno del velodromo olimpico a Rio 2016. Conosco la stima che ha nei miei confronti e questo mi motiva a prendermi l'Italia sulle spalle nelle occasioni in cui la rappresento in maglia azzurra. Io penso che lui sia la persona giusta alla guida dello sport italiano, è uno di noi e vuole il nostro bene, sento il Coni e l'Italia Team la mia squadra, un gruppo su cui posso sempre contare. Insieme a Giovanni stiamo già puntando dritti verso Tokyo 2020. A breve inizierà il Giro d’Italia e ci sono diverse tappe che possono fare al caso tuo. C'è qualche obiettivo in particolare? Il Giro è uno dei miei obiettivi di questa stagione, vorrei vincere più tappe possibili, e pensare alla maglia ciclamino (di leader della classifica a punti n.d.r.). Non sarà facile arrivare a Verona con quella maglia ma lotterò per questo, sarebbe un sogno. Quest’anno infatti l’arrivo finale è a Verona, con una crono cittadina che si concluderà all'interno dell’Arena. Per te
veronese un’emozione in più? Sarebbe un sogno arrivare l'ultimo giorno del Giro in maglia ciclamino e in quella crono, sulle strade dove sono cresciuto, godermi tutti i tifosi e concludere la passerella nella magica Arena, ci proverò come ho sempre fatto e questa sarà una motivazione in più. Sei un ciclista eclettico: un grande velocista su strada certo, ma senza dimenticare che sei anche un pistard di assoluto valore, con, tra le tante vittorie, la soddisfazione dell’oro olimpico. Continuerai a dividerti tra le due specialità o ti dedicherai solo alla strada? Come ho sempre fatto, alternerò le due attività, darò molto più spazio alla strada, sono gli anni più importanti della mia carriera ed è giusto che stia concentrato per raggiungere tutti gli obiettivi che mi sono prefissato, dopo Rio ho capito cosa significa vincere un'Olimpiade, e la voglia di tornare a provarci c’è. Con l'aggiunta della Madison (corsa a punti
su pista disputata da ciclisti in coppia n.d.r.) nel programma olimpico ed il quartetto Italiano così forte, le possibilità di medaglia sono maggiori o comunque non incentrate solamente nell'Omnium. Mi vedrete in pista durante il prossimo inverno per raccogliere ancora punti per la qualifica Olimpica ma probabilmente al top della mia condizione solo alle prossime Olimpiadi, quello è il mio unico obiettivo su pista. Dovessi paragonarti a un campione del passato o del presente, a chi ti senti più simile? I paragoni non mi piacciono, penso che ognuno sia diverso: io preferisco essere Elia Viviani. Ci sono campioni del passato a cui mi sono ispirato come Marco Pantani, ho iniziato a pedalare per lui. Quando nel 1998 vinse Giro e Tour quella famosa doppietta mi incantò. Poi per caratteristiche Mario Cipollini ed Alessandro Petacchi sono stai i miei fari, anche se penso di rivedermi più in
Petacchi. Ultimo perchè più recente Tom Boonen, un gran corridore, velocista, ha vinto la maglia verde al tour ma anche tante classiche, le sue vittorie al Fiandre e alla Roubaix sono una favola. Ho grande stima per Cavendish, per me il miglior velocista al mondo ancora in attività, e che dire della carriera, la storia e il personaggio di Bradley Wiggins, lui è fantastico. Geraint Thomas poi lo considero uno dei più grandi lavoratori, nel senso che so i sacrifici che ha fatto per arrivare dove è ora, non ha mai smesso di crederci, questo lo rende grande. Se dovessi fare una dedica speciale a qualcuno per ringraziarlo dell’aiuto che ti ha dato nel raggiungere questi traguardi, a chi la faresti? Alla mia ragazza Elena (Elena Cecchini, anche lei ciclista professionista n.d.r.), senza nulla togliere alla mia famiglia, ai miei allenatori, a chi mi ha cresciuto ciclisticamente, preparatori e team manager. Sono stati tutti fondamentali, ma con Elena
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Social Instagram eliaviviani twitter @eliaviviani
I N U M ERI D I
ELIA
Giovanili 1997-2005 GS Luc Bovolone 2006-2007 FDB Car Disel
Nazionale 2008 Italia pista 2011 Italia strada
Europei su pista Bronzo Apeldoorn 2011 Oro Panev�žys 2012 Bronzo Panev�žys 2012 Bronzo Panev�žys 2012 Oro Apeldoorn 2013 Oro Apeldoorn 2013 Oro Baie-Mahault 2014 Oro Grenchen 2015 Oro Glasgow 2018 Argento Glasgow 2018
Omnium C. a punti Ins. a sq. Americana C. a punti Americana Omnium Omnium Ins. a sq. Omnium
Palmarès Oro Rio de Janeiro 2016 Omnium
Europei su strada Argento Herning 2017
In linea
Squadre di club 2008-2010 Marchiol 2010-2012 Liquigas 2013-2014 Cannondale 2015-2017 Sky 2018 Quick Step 2019 Deceuninck
stiamo insieme dal 2012, avevo solo fatto 2 anni da professionista e siamo subito andati a convivere. Da quel giorno condividiamo tutto, momenti belli e momenti brutti, vittorie e sconfitte che ci hanno aiutato a crescere e a smussare quei lati del nostro carattere che andavano smussati. Ora abbiamo raggiunto la maturità fisica ed atletica entrambi ed è bello supportarci, essere uno la spalla dell'altro. A un ragazzino che vuole diventare un ciclista come te, che consiglio daresti? Di far ciclismo divertendosi, certo di farlo seriamente, e questo vale per qualsiasi altro sport. Rispettare le regole, fare gruppo, fare squadra, ma prendere il tutto seriamente solo quando è il momento di farlo. Ora nel ciclismo tutto è amplificato, si è professionisti già da giovanissimi e questo non aiuta a fare crescere i ragazzi, quindi dico loro di divertirsi: tempo per farlo diventare una cosa seria c'è ed è tanto. CANGRANDE 2109 Lo scorso 19 febbraio il Comune di Verona ha premiato Elia Viviani con il Cangrande d'oro, riconoscimento per un annata, quella del 2018, che resterà sicuramente negli annali
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Mondiali su pista Argento Apeldoorn 2011 Scratch Argento St-Quentin-en-Yv. 2015 Americana Bronzo St-Quentin-en-Yv. 2015 Omnium
ORARI di APERTURA AL PUBBLICO
DAL LUNEDì AL SABATO 10:00-12:30 & 15:30-19:30
EVENTO
N
ella stagione 2014/15 nasce Mantua Sport Network da un’idea di Adriano Negri e Sandro Santoro, allora rispettivamente Presidente e General Manager della Società Pallacanestro Mantovana. Il presupposto chiave fu quello di avvicinare due mondi, quello sportivo e quello imprenditoriale, creando dei vantaggi e degli stimoli per entrambi, scoprendo che sono gli stessi valori positivi a muovere e far crescere in maniera sana sia una Società sportiva che un’azienda virtuosa. MSN è un network aziendale senza scopo di lucro legato proprio alla Società sportiva della Pallacanestro Mantovana, creato per ottenere vantaggi sia per il Club stesso che per i suoi associati: i suoi componenti hanno la possibilità di fare rete tra loro, aumentare la propria comunicazione e visibilità con ampia risonanza. MSN facilita i contatti e le conoscenze tra gli sponsor e le aziende affiliate organizzando momenti d’incontro interessanti; è la passione per
di Alessia Negri
MSN
Una rete per lo sport mantovano 34 / SdP
il basket a generare occasioni importanti anche sotto l’aspetto lavorativo ed imprenditoriale tra le realtà presenti. MSN è riuscita, anno dopo anno, a catalizzare l’attenzione e la collaborazione fattiva di numerosi partecipanti, grazie anche agli eventi organizzati con la formula Speed Date, e ad altri momenti conviviali e culturali come l’appassionante cena con l’atleta Alex Zanardi, e clinic a tema. Il successo del Network testimonia il grande potenziale del tessuto imprenditoriale mantovano, stimolato da un contesto sociale e corretto come quello sportivo. Dopo alcuni anni di presidenza di Marco Prandi, il timone di MSN è passato nel 2017/18 nelle mani di Marco Novellini, fino al recentissimo anno 2019, quando la carica è passata a Marco Vicentini, attuale Presidente dell’Associazione. Nell’ultima stagione l’attività del Network è stata notevolmente intensificata anche grazie al lavoro del Direttore Marketing Stings Stefano Filippi che da anni si dedica all’organizzazione di MSN, affiancato da questa stagione anche
da Robert Negri quale Facilitatore di Business. L’anno in corso in particolare vanta un calendario di Mantua Sport Network molto ricco, programmato sulla scorta delle indicazioni e delle impressioni ricevute dagli imprenditori che hanno vissuto le attività proposte la precedente stagione: si sono confermati gli incontri con la formula dello Speed Table (ovvero incontri della durata di 5 minuti ciascuno tra due imprenditori per singolo tavolo) con un incremento notevole di consensi e partecipazione; sono stati introdotti gli appuntamenti nominati apericena a tema, che uniscono momenti di cultura e informazione a quelli di svago; in occasione della trasferta della Pompea Mantova in quel di Piacenza, il Network ha sperimentato con successo la trasferta degli Associati a seguito della squadra, organizzando viaggio e cena correlati all’evento sportivo; per la serie ‘testimonianze’ vengono organizzati anche incontri dedicati all’ascolto di relatori speciali. Nei prossimi mesi si terranno altri appuntamenti, mentre
la stagione dovrebbe terminare con l’evento culmine del “torneo fra aziende sponsor”: ogni azienda, o pull di aziende, organizzerà una squadra con la quale sfidare le altre aziende/sponsor in un torneo amichevole con mini-partite ad eliminazione diretta, per finire poi la giornata con il ‘terzo tempo’. Tutte le attività e gli eventi calendarizzati hanno il comune obiettivo di “fare rete” e tenere sempre vivo e rombante il motore che muove la cooperazione tra la Società cestistica di Serie A2 della città virgiliana ed il tessuto imprenditoriale e sociale che anima lo stesso ambito territoriale. Mantua Sport Network è presente oggi nel web con un proprio sito internet www.mantuasportnetwork.com e sul social network Facebook L’obiettivo per il futuro è quello di proseguire il Progetto sempre con maggior attenzione, con incontri frequenti e prefissati; momenti di condivisione a disposizione dei partecipanti, sempre uniti dalla comune passione nei confronti della Pallacanestro Mantovana.
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I NTERVISTA
Chiedimi se sono sportivo di Alberto Cristani - Foto: Giovanni De Sandre
È
senza dubbio il più ‘fisicato’ del trio Aldo, Giovanni e Giacomo e quando glielo fai notare, con soddisfazione, un po’ se ne vanta. Giovanni Storti, comico, attore, sceneggiatore e scrittore, in questa intervista ci racconta le sue avventure e passioni legate allo sport, le gioie (poche) e i dolori (tanti) della ‘sua’ Inter e le prossime imprese insieme all’amico, compagno di avventure e co-autore dei suoi libri (l’ultimo in ordine di tempo Niente panico, si continua a correre n.d.r) Franz Rossi. Giovanni, innanzitutto qual è il tuo rapporto hai con lo sport? Ottimo, ho sempre praticato sport sin da ragazzino: ginnastica artistica, calcio ed ora la corsa. Anche da spettatore mi piace seguire lo sport, un po’ pallavolo e pallacanestro, ma soprattutto il calcio. Sono tifosissimo dell’Inter! Che rapporto c’è tra i tifosi a Milano? Da noi negli ultimi anni l’astio tra interisti e milanisti si è addolcito. Diciamo che ce l’abbiamo un po’ di più con gli juventini. Noi milanesi ci vogliamo quasi bene, ci supportiamo a vicenda (ride n.d.r). Lo sport per te è una costante, da sempre, nella tua vita… Si, ho praticato diversi sport fin da giovane e tuttora mi mantengo in forma. La ginnastica in particolare mi ha dato anche tanti suggerimenti e un’impostazione ottimale come
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la propriocettiva e l’agilità, capacità fondamentali, per esempio, per correre al meglio. Da un po’ di anni pratico anche il Tai Chi, disciplina rigorosa e meditativa, che fa bene al corpo e alla mente La ginnastica artistica ti ha dato anche lo stile… Sì, esatto! Lo stile è uno degli elementi per, esempio, per correre bene. Mi piace guardare chi corre bene, con una bella tecnica e una bella postura. Sono aspetti fondamentali in uno sport come la corsa, attività alla portata di tutti e che sembra semplice, ma che invece necessità davvero di stile in primis per evitare infortuni. Hai cominciato a correre cinque anni fa, diciamo ad età ‘avanzata’: com’è nata questa passione? In quel periodo giocavo a calcio e poi ho cominciato con il Tai Chi: la corsa mi sembrava noiosa. Poi con la conoscenza Pietro Trabucchi, psicologo dello sport, e dopo aver letto il suo libro Resisto dunque sono, è scattata la scintilla. L’ho chiamato, ci siamo conosciuti e ho iniziato a correre con lui, in montagna. Il mio battesimo della corsa è quindi avvenuto in natura, tra le montagne e paesaggi bellissimi; ecco perchè ho sempre abbinato, e abbino tuttora, la corsa ai viaggi. Viaggi per i quali serve tempo: la tua famiglia ti asseconda, accompagna o ‘semplicemente’ sopporta? Beh, all’inizio mia moglie era, diciamo
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I NTERVISTA Finale di Champions dell’Inter o trail sull’Himalaya: cosa scegli? Finale di Champions, non c’è storia. Il trail sull’Himalaya lo posso fare più o meno quando voglio, l’Inter in finale di Champions è un evento da prendere al volo! Anche se, visto l’andazzo, dovrò accontentarmi del trail ancora per qualche anno... Un’emozione intensa che ti ha regalato lo sport? Sicuramente quando ho giocato le partite del cuore, con e contro cantanti, giocatori e attori, erano sensazioni forti. Non ti
Con il tuo compagno di corse Franz Rossi hai scritto anche dei libri: per te è stata un'esperienza di lavoro, di divertimento o di riflessione e condivisione di pensieri? Un po’ tutto. Tutto è iniziato come una semplice chiaccherata. Poi Franz ha avuto l’idea di scrivere un libro. L’ho trovata una cosa stimolante e curiosa e alla fine è stata una bella esperienza. Nel primo libro siamo stati più veloci, non è mai stato faticoso. Certo alcuni pezzi magari non ti vengono subito, ma proprio perché affrontato in maniera leggera e ironica poi è venuto da sé. Forse il secondo libro è stato più impegnativo, abbiamo dovuto lavorarci un po’ di più, anche perché non c’entra niente con la corsa. Giovanni, alla fine di tutto, cosa ti da la corsa? Dalla corsa, a livello mentale, acquisito più caparbietà e capacità di resistere; la corsa è uno sport sempre pieno di imprevisti. Questo è un po’ in antitesi con l’ironia del mio lavoro da comico che mi ha insegnato a prendere le cose con più leggerezza. Fisicamente invece mi fa stare bene: ultimamente ho deciso di rallentare e di correre senza guadare l’orologio. Così facendo mi godo di più i paesaggi e rischio meno di infortunarmi. Sai, noi ‘vecchietti’ dobbiamo stare attenti perché è un attimo, eh! E comunque, niente panico: si continua a correre…
così, un po’ stupita. Poi ha iniziato ad accompagnarmi e abbiamo fatto tanti viaggi insieme. Siamo stati in Islanda, in Brasile, in Etiopia… Sono viaggi dove non c’è solo la corsa, ma anche la scoperta di luoghi e la conoscenza di persone. Un’esperienza a 360 gradi che si realizza grazie allo sport.
dico poi quando abbiamo giocato a San Siro davanti a circa 40.000 persone: ecco, in quell’occasione, ho capito cosa vuol dire per un giocatore sentirsi fischiare e applaudire. Per i primi cinque minuti avevo il cuore a mille e facevo fatica a respirare. E’ un’emozione davvero incredibile!
Moglie (Annita) e figlie (Clara e Mara) sono sportive? Mia moglie anni fa ha percorso tutta la via francigena in bicicletta, l’anno scorsa ha fatto Vienna-Milano sempre in bici. Una figlia pratica una disciplina circense molto faticosa e anche l‘altra ratica uno sport simile. Insomma, siamo una famiglia sportiva.
Sport e giovani è ancora un binomio ‘vincente’? Io credo fortemente che lo sport sia d’aiuto ai giovani. Gli sport di squadra, poi, aiutano ad accettare l‘altro, ad accettare sé stessi e i propri limiti. Gli sport individuali invece ti danno la capacità di affrontare le cose e superarle con caparbietà.
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Mira Sofia di Alberto Braioni - Foto: Maurilio Boldrini
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Instagram sofiaghilardi
E
levazione, tiro e gol. Tre momenti che si susseguono in una frazione di secondo e che racchiudono la vena realizzativa di Sofia Ghilardi, bombardiere della Venplast Dossobuono, costantemente nella Top 5 marcatrici del campionato in corso di Serie A1 femminile e da poco premiata come Miglior Giovane del 2018. Quello appena concluso è stato un anno probabilmente che fungerà da spartiacque per la vita di Sofia, nel quale circa un anno fa lasciava la casacca della Leonessa Brescia e la propria città, per affrontare una nuova avventura con i colori del Dossobuono. La scorsa estate il trasferimento in pianta stabile in terra veronese, abbandonando la vita da pendolare per immergersi al 100% nella propria nuova avventura sportiva. Tutte tappe bruciate velocemente per Sofia, giovanissima classe 1999 ma con un'esperienza internazionale con la maglia azzurra già di notevole spessore. Sofia, la pallamano è di fatto la tua vita. E pensare che da piccola questo sport sembrava non essere nei tuoi pensieri… Vero, perchè da piccola cominciai con la danza classica, per poi passare alla ginnastica. Sport però che non facevano per me. Volevo giocare a calcio, ma mia mamma preferiva per me un'attività
che si svolgesse al chiuso; vedendo mio fratello Cesare giocare a pallamano, quello è stato un compromesso gradito da entrambe le parti. Una scelta che alla fine è stata un successo guardando il passare del tempo... Da subito capii che la pallamano faceva per me. Ho giocato con i maschi a Cologne fino alla categoria U12, per la quale mi spostai nella femminile a Brescia nella Leonessa. Cominciai subito a macinare chilometri per praticare questo sport al quale ho dedicato molti sacrifici. A 14 anni arrivò l'esordio in Prima Squadra con la Leonessa Brescia. E poi circa un anno fa ci fu la chiamata del Dossobuono... Chiaramente all'inizio c'era un po' di preoccupazione perchè conoscevo bene quello che avevo abbandonato ma non sapevo a cosa sarei andata incontro. Ad oggi posso però ritenermi soddisfatta delle scelte che ho compiuto, che rifarei sicuramente. Sempre presenti alle partite sono i tuoi genitori: come hanno reagito alla tua decisione di cambiare squadra e al tuo trasloco a Dossobuono? Mi hanno lasciato la libertà di decidere il mio futuro sportivo, sostenendomi nelle
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TUTTA CASA E PALLAMANO Sofia vive a Dossobuono insieme alle compagne di squadra-amiche Nicoletta Marchegiani e Martina Crosta. Con loro condivide tempo libero, gioie, dolori (anche fisici...) ma soprattutto la grande passione per la pallamano
scelte che ho compiuto nell'ultimo anno. Il supporto loro e di mio fratello Cesare, che mi ha seguito costantemente anche dalla Spagna negli ultimi mesi, è veramente importante. Cosa ti hanno detto quando te ne sei andata? Mia mamma mi ha dato delle dritte in cucina e sulle lavatrici. Mio papà invece si è raccomandato il massimo impegno da parte mia per questa nuova avventura.
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In tutti questi anni le chiamate nelle Nazionali Under sono state una costante, ora per te si è aperta la porta anche della Nazionale Senior. Quali sono le emozioni più belle che hai vissuto con la maglia azzurra? La partita giocata con la Nazionale Senior a Brescia è stata per me qualcosa di fantastico; peccato per quel palo che colpii nello scampolo di gara che disputai in quell'occasione. Pochi giorni dopo arrivò il mio primo gol in azzurro in Serbia
ed anche quella fu una grande emozione. Un altro bel ricordo risale all'U17, quando vincemmo una partita grazie ad un mio tiro franco a tempo scaduto. Il posto più bello in cui sei stata con la Nazionale? Con la Nazionale U17 in Tunisia per gli MHC, in un posto bellissimo. Erano i periodi in cui ero sicuramente più nel vivo del gioco della Nazionale, insieme alle mie coetanee.
I NTERVISTA Mira Sofia
DIVANO E... SOFIA Terzino, classe 1999, Sofia è da anni in orbita delle nazionali: il suo futuro, se continuerà così, sarà sicuramente a sfumature azzurre
Raccontaci una vicenda particolare che ti viene in mente pensando alla Nazionale… Ricordo benissimo i pessimi rapporti che avevo con Eleonora Costa; ora che siamo compagne di squadra invece la musica è totalmente cambiata e siamo grandi amiche. Il tuo starter pack per il match del sabato? Ho un orario fisso per la sveglia che è alle 9.33; colazione abbondante con latte e cereali mentre a pranzo mangio sempre un piatto di ravioli e una costata. Quando ero a Brescia invece mia mamma mi preparava sempre pasta e cotolette alla milanese. Mi riposo un po' dopo pranzo, ascolto tanta e musica e mi bevo un
energy drink prima di andare al palazzetto. Come rito scaramantico cerco di non cambiare mai l'elastico per i capelli se indossandolo nelle partite precedenti è arrivata una vittoria. A Dossobuono hai cambiato anche il tuo modo di giocare. Come giudichi questi mutamenti a livello tecnico e tattico?
Penso di essere cresciuta, perchè a Dossobuono sto svolgendo anche la fase difensiva che a Brescia non mi veniva richiesta. Ho imparato molto e tanto ancora posso apprendere da questa esperienza. Sicuramente mi sento una giocatrice più completa, grazie a doti che sto migliorando e che nel futuro non potranno che agevolarmi.
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TI APPU NTAM EN
Verona.net
di Giampaolo Beschin Instagram gpbeschin
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A Verona un'estate di grande musica
uest’anno la stagione dei grandi concerti all’aperto inizia il primo maggio, con TheGiornalisti. La pop band formata da Tommaso Paradiso, Marco Antonio Musella e Marco Primavera si esibirà sul palco dell’Arena dopo i sold out con le date invernali del LoveTour. Poche settimane più tardi sarà la volta di Ennio Morricone con i suoi Final Concerts. Il novantenne Maestro sarà in città il 18 e 19 maggio, per un doppio live che si annuncia come la sua ultima esibizione nell’anfiteatro che già altre volte lo ha accolto nell’ultimo decennio. I concerti fanno parte del 60 Years of Music World Tour, che celebra il 60° anniversario della sua carriera e finora ha registrato più di cinquanta esibizioni con oltre 650.000 spettatori. Le sere dal 24 al 26 un triss di concerti per Marco Mengoni con il #MengoniLive2019. Il primo artista italiano ad aver vinto il Best European Act agli MTV Europe Music Awards, suonerà le canzoni dell’ultimo album e i grandi successi della sua carriera. Il giorno dopo l’ex voce dei Timoria, Francesco Renga, sarà in Arena per un’anteprima del tour autunnale che lo porterà in giro per l’Italia. Mercoledì 29 e giovedì 30, un altro tour d’addio di un mito della musica mondiale: il Farewell Yellow Brick Road Tour di Elton John. Una lunga serie di concerti partita nel settembre 2018 che dopo oltre 300 spettacoli tra Nord America, Europa, Asia, Sud America e Australia, giungerà a conclusione nel 2021. Biglietti esauriti da oltre un anno e prezzi alle stelle sui siti di secondary ticketing. Dopo un giugno con la finale del Giro d’Italia di ciclismo (domenica 2) e le prime serate del Festival Lirico (che inizia il 21 con La Traviata firmata da Franco Zeffirelli) i concerti in Arena ripartono lunedì 8
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luglio con i King Crimson e il loro 50th Anniversary Tour: tre ore di esibizione per la nuova line-up di otto membri con brani provenienti da dodici dei loro album in studio. Nel frattempo in giugno non perdetevi la sacerdotessa del rock, Patti Smith, al teatro Romano. Il 14 luglio l’Arena ospiterà J-Ax e Dj Jad; le due metà degli Articolo 31 si riuniranno per una nuova dimensione live, tornando ad emozionare con vecchi e nuovi successi. Il 17 unica data italiana per Bon Iver; il re incontrastato dell’indie americano, vincitore di due Grammy Awards, suonerà nella splendida location del Castello Scaligero di Villafranca. Domenica 21 i Negrita al teatro Romano e lunedì 22 Mark Knopfler in Arena; l’ex chitarrista dei Dire Straits sarà nella nostra città con il suo Down The Road Wherever tour. Si ricomincia in settembre, con Loredana Bertè al Romano ed Eros Ramazzotti in Arena dall’11 al 14; tre serate anche per il suo Vita Ce N’è tour. Poi Francesco De Gregori venerdì 20 e Nek domenica 22, sempre in Arena. Salvo nuovi annunci, la lunga estate live si concluderà martedì 24 settembre con i ragazzi de Il Volo, che per la terza volta suoneranno nel millenario anfiteatro dopo i successi trionfali del 2016 e 2017. Dal 3 al 5 ottobre ci sarà il Notre Dame de Paris, ma questa è un’altra storia.
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Coach on fire di Gian Paolo Zaffani - Foto: Paolo Schiesaro
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erona è storia, fascino, angoli intriganti, bellezza, qualità della vita”. Inizia così una lunga chiacchierata con coach Luca Dalmonte. La Tezenis è il suo progetto. Condiviso, plasmato, in evoluzione e costruzione. Per creare qualcosa di importante, per lasciare il segno dentro ogni persona. Nella nostra città, Dalmonte ha trovato una seconda casa. La sua attenzione, la sua capacità di analisi e sintesi gliel’ha fatta entrare nel cuore. “Lavorare per Scaligera Basket e di conseguenza vivere Verona” - spiega coach Dalmonte - “mi accompagna nel comprendere il perché è riconosciuta tra le prime tre città in Italia. Bellezza e fascino che costruiscono la bolla di serenità dentro la quale la puoi camminare e ‘pedalare’. Ponte Pietra, il Teatro Romano, la vista dal santuario, il lungo Adige San Giorgio dove ti puoi sdraiare mentalmente, sono angoli straordinari che in certi momenti dell’anno godono di una luce particolare che amplifica tutte le emozioni mentre li stai semplicemente respirando”. L’arte, la vitalità, la cultura. Le tre anime di Verona che si sposano con quella dello sport perché la terra scaligera regala eccellenze a più sfaccettature dal calcio, al basket, al volley, al rugby, passando per la pallamano.
“E’ una città molto emotiva dal punto di vista sportivo” - prosegue Dalmonte - “che ha della passione e attaccamento verso i propri colori un punto di forza che ogni tanto scivola nell’emotività. E’ una preziosa città di sport perché tocca molte discipline ad alto livello e quindi fare sport dentro questo contenitore è molto stimolante; ogni giorno ti devi mettere in discussione per stare alla pari a quella che è la richiesta della città”. Certo è che le sfide non spaventano coach Dalmonte; lui che la sua carriera l’ha costruita partendo da dentro. Da quel fuoco che deve alimentare ognuno di noi: Dalmonte allenatore nasce da un punto: la passione. Dall’esigenza, che è l’impossibilità di percorrere altre strade se non quella dell’insegnare e continua perché questo è un mestiere di sfide che non coinvolge solo la parte tecnica ma è una sfida che la persona si pone ogni giorno per consegnare qualcosa a chi ti sta di fianco. Non ci sono solo aspetti tecnici e tattici nella vita di un coach. Ci sono anche altre sfaccettature. Più personali, più profonde che aiutano e delineare il profilo profondo e umano del coach gialloblù. Un profilo di un uomo che niente lascia al caso, capace di calarsi ed immedesimarsi in una realtà come Verona. “Mi farebbe piacere, un domani” - evidenzia il coach scaligero - “aver lasciato, al di là dei risultati che sono frutto di tante variabili, qualcosa alle persone con
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cui condivido tempo e lavoro. Quello non sarà stampato in nessun almanacco ma rimane nel cuore. Questa è la spinta che questo mestiere ti dà perché puoi costruire delle relazioni che è il fuoco vitale di questo lavoro”. Tante ore in palestra. Altrettante in ufficio, con il suo staff, per preparare ogni dettaglio del suo lavoro per i suoi ragazzi; per costruire un sistema di gioco e un amalgama solida, sicura, forte. Facce di un lavoro che solo con una passione strabordante puoi plasmare. “Fino a quando continuerò a pestare la palestra ogni giorno per cercare di migliorare un giocatore, supportare un uomo ed avere ancora la tensione emotiva quando entro dentro il campo, farò questo mestiere. Non vedo la fine, lo interpreto in questo modo. C’è una sorta di autoalimentazione di questo aspetto”. Un fuoco in continua combustione, come la passione che corre nelle vene di Dalmonte, partito dall’esperienza di Rimini, proseguita con capitoli bellissimi
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tra Bologna, Pesaro, Avellino, Cantù, transitata da sette anni in azzurro nello staff dell’Italia, in Turchia, Roma e poi Verona. “L’azzurro è una missione” - spiega Dalmonte guardandosi indietro - “è cercare di fare il meglio possibile per una maglia che rappresenta tutti. La Turchia è stata una sfida bellissima che, dal punto di vista personale, mi sento di aver vinto indipendentemente dai risultati. Il club è la capacità di mettersi continuamente in discussione, di comprendere dinamiche nuove e cercare di dare un apporto continuo per un miglioramento”. C’è una regola base nel basket e nel lavoro di Dalmonte. Una regola imprescindibile che ogni giorno il coach vuole trasmettere a tutti: la forza del gruppo. Il sistema non è solo in campo, è anche fuori: la condivisione, il trasferimento delle informazioni. Perché la forza del gruppo è più forte di quella di un singolo: “E’ l’unica strada percorribile. Parto sempre dal presupposto che la forza di tutti è
sempre più decisiva rispetto a quella dei singoli. L’opinione condivisa è sempre più radicata di un’idea di uno. Essere tutti pronti a spingere verso la direzione dà la possibilità di spingere verso l’obiettivo. Oggi, questa, è la mia modalità di vedere le cose”. Il presente ed il futuro ha un nome preciso. E’ quello della Tezenis Verona, colorato di gialloblu. C’è un progetto in corso, un percorso da portare avanti, da alimentare per la città, per lo sport e per i veronesi. “La sfida di Verona” - conclude Dalmonte - è di completare una parabola di crescita per arrivare ad un punto che sarà il prossimo futuro, che sarà il presupposto per vincere”. Emozioni che corrono, perché lo sport è questo. Le chiavi del basket veronese sono nelle mani di coach Luca. Lui che Verona ha imparato ad ammirarla ed apprezzarla, solo come le persone attente e profonde sanno fare.
CIAO SONO
LUCA POLTRO,
OFFICINA
IL VOSTRO
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NEWSLETTER N° 1
Pulizia e ingrassaggio della
MOUNTAINBIKE DA QUESTO MESE COMINCIAMO CON UNA RUBRICA CHE A MOLTI SEMBRERÀ SCONTATA, PERCHÉ CHI PIÙ CHI MENO, TUTTI ABBIAMO LE MANI SPORCHE QUANDO CI METTIAMO A COCCOLARE LA NOSTRA BICI. MA, COME DICE IL SAGGIO, “RIPETITA IUVANT”, CIOÈ CERTE COSE GIOVA RIPETERLE. IL NOSTRO MAGO DELL’OFFICINA È LUCA POLTRO CHE DA ANNI OFFRE I SUOI SERVIGI AI BIKER CHE FIDUCIOSAMENTE GLI PORTANO LE LORO BAMBINE PER RISOLVERE VARI ED EVENTUALI PROBLEMI.
Per essere corretti e coordinati partiremo dalle basi, tutte cose scontate e risapute ma dette da Luca possono prendere anche una nuova luce.
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Ricordiamoci che non pulire mai e pulire e lavare troppo la bici sono dannosi entrambi.
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Non è necessario, ad ogni rientro passare dai lavaggi con la lancia perché troppa acqua con il getto a pressione fanno più danno dello sporco che si è accumulato durante l’uscita. Se poi si tratta di una impolverata estiva, secca e volatile, è sufficiente passare del detergente ed asciugare con il panno.
FINCATO 23 BIKE STORE
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LAVAGGIO
Vediamo come si procede per la pulizia: Se si usa la lancia, stare a debita distanza, poi a casa, ripassare con un apposito detergente tutta la bici. Quindi asciugarla con lo straccio passandolo con la mano e soprattutto far attenzione aprendo bene gli occhi per fare una prima accurata “diagnostica” d’insieme. Ricordatevi che la sicurezza passa anche attraverso l’efficienza del mezzo. Chi possiede un compressore può vaporizzare l’umidità in tutti gli interstizzi dei biellismi vari,
sempre stando a debita distanza con il getto d’aria.
PULIZIA CATENA/CAMBIO & INGRASSAGGIO
Qualcuno mi ha chiesto se gli appositi strumenti “lavacatena” sono efficienti, la mia risposta è certo, se nò perché li avrebbero inventati. Ma io sono all’antica, non perché sono vecchio, ben inteso, ma perché certe operazioni possono essere effettuate tranquillamente a mano libera.
1
Spruzzare la catena ed il cambio, FACENDO ATTENZIONE A DIRIGERE IL GETTO nella giusta direzione, MAI spruzzare verso il disco, perché andremo a perdere l’efficienza delle pastiglie (perché essendo porose assorbirebbero sostanze dannose e poi sarebbero da sostituire).
2
Usare uno spazzolino da denti per togliere la sporcizia dalle maglie della catena, e dal pacco pignoni.
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Ripassare con il panno sulla catena e pulire le rotelle del cambio. Sempre per chi possiede il compressore, è possibile ripassare con l’aria ma, sempre evitando di dirigere il getto d’aria verso il disco, perché anche in questo caso eventuali goccioline intrise di sostanza detergente potrebbero danneggiare le pastiglie.
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4 Lubrificare la catena con olii possibilmente poco unti o ceramici o paraffinati. Basta leggere attentamente le etichette. L’olio va versato goccia a goccia. L’operazione va completata trattenendo tra le due dita (indice e pollice) la catena e facendola scorrere, così da portare il liquido all’interno delle maglie. Questo concetto è molto importante perché una catena “unta” esternamente diventa un ricettacolo sicuro per polvere e terra che inevitabilmente si attaccherebbero alla parte unta creando problemi. Quindi togliere l’eccesso facendo scorrere la catena nel panno.
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Poche gocce anche sul cambio nei punti del parallelogramma in movimento e al centro delle pulegge. E’ inutile pensare di ingrassare i cuscinetti, perché per prima cosa sono molto piccoli, inoltre se sono efficienti dovrebbero essere ben chiusi dalle loro guarnizioni.
6 Per i Narcisisti che vogliono “specchiarsi” nella bici, cosa del tutto lecita e ammirevole, completare la pulizia usando del POLISH, che, dopo essere stato spruzzato e averlo lasciato asciugare per qualche secondo, può essere ripassato con uno straccetto pulito.
7 La pulizia della pinza freno è una operazione che richiede un po’ più di attenzione. • Smontare la ruota, togliere le pastiglie. Spruzzare un solvente apposito per impianti frenanti (poco). • Asciugare con il panno e aria compressa. • Per chi ha più pratica, tenendo fermo un pistoncino fare leggermente uscire quello opposto, in questo modo si riesce a pulire la parte esterna . • Ripetere operazione per entrambi i pistoni. • Se necessario spazzolare (con una spazzolina non troppo ruvida) la superficie delle pastiglie per togliere il “lucido” ed eventuali impurità.
Lo so che a questo punto direte … beh tutto qui? Si, Tutto qui, Mi sono scordato però di indicarvi l’ingrediente principale…
la passione.
Alla prossima ltro vostro Luca Po
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Revolution Energy di Andrea Etrari - Foto: Paolo Schiesaro
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a Europe Energy Cestistica, che partecipa al campionato di C/Gold per il secondo anno consecutivo, ha iniziato il 2019 con diverse novità. La prima è stata l’arrivo di Giacomo Bolcato, ala veronese di 203 centimetri, classe 1985, reduce da 6 stagioni ad Arzignano ma che non giocava dallo scorso giugno per acciacchi vari: “Jack” ha ritrovato alla Cestistica coach Dacio Bianchi che lo aveva allenato a Villafranca e con il quale ha conquistato la promozione in serie B. La seconda ha riguardato Mario Soave, che ha lasciato la “Cesta” dopo 6 stagioni: ricordiamo che lo scorso anno “Bigland” si era rotto il tendine d’Achille e, a 40 anni compiuti, pur essendo perfetta-
mente guarito, l’integrità fisica non è più quella di una volta: «La scelta di Mario è comprensibilissima – ha dichiarato il dirigente biancorosso Gianpietro Mirandola – Mi sembra giusto e doveroso ringraziarlo per questi 6 anni che ha fatto con noi. Come società siamo davvero contenti di questa sua lunga militanza nelle nostre fila: grazie al suo contributo, abbiamo ottenuto due anni fa una promozione storica in C/Gold ed ora non ci resta che formulargli un enorme in bocca al lupo per la sua nuova avventura». Per la cronaca, Mario chiuderà la stagione al “piano di sotto”, in C/Silver, a Peschiera. L’ultima novità è la più bella e, forse, la meno attesa: il ritorno in campo di Nicolò Damiani che nel precampionato
aveva subìto un serio infortunio ad un occhio. Il lungo veronese fu ricoverato ed operato per il distacco della retina e il suo recupero era indefinito, addirittura sembrava a rischio il proseguo della sua carriera. Invece, a fine febbraio, rieccolo in campo a dare il suo indispensabile contributo alla squadra: 3 vittorie nelle 4 partite da lui giocate finora la dicono lunga sull’impatto e sull’importanza della presenza di Nicolò in campo. L’obiettivo della società di Gianni Piotto e del diesse Maurizio Andreoni è quello di evitare i playout e di chiudere almeno in decima posizione: in ogni caso, mantenere la categoria sarebbe un risultato ottimo per la Europe Energy, dopo le tante vicissitudini di questa stagione (oltre a Damiani, nel corso della stagione hanno saltato diverse partite per infortunio Pacione, Crestani e Elio). Da sottolineare infine il solido campionato di Giorgio Boscagin che ha vinto la sua scommessa, cioè quella di calarsi in una realtà a lui sconosciuta e, con umiltà e serietà, essere da esempio ai compagni dopo una lunga e gloriosa carriera da professionista in serie A.
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I NTERVISTA MOST VIRGI PLAYER Nata a Milano il 30 settembre 1992, Virginia è una guardia dalle ottime caratteristiche. Nella stagione 2016/17 con la maglia del Geas, Virginia ha vinto il premio di MVP del girone nord della A2.
Virgi tuttofare di Andrea Etrari - Foto: Paolo Schiesaro
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l’ultima arrivata in casa Ecodent Point Alpo: stiamo parlando di Virginia Galbiati, guardia di 173 centimetri, classe 1992, che dallo scorso
13 febbraio è entrata a far parte del roster biancoblu. La società del Presidente Renzo Soave ha voluto compiere questa aggiunta per aumentare le rotazioni e per concedere più respiro alle titolari, in vista dell’impegnativo finale di stagione. Sì, perché l’Alpo Basket, che guida la classifica del Girone Nord del campionato di A2 femminile, e protagonista alle final four di Coppa Italia, vuole arrivare ai playoff nelle migliori condizioni possibili in modo da tentare il grande salto in A1.
te finali scudetto raggiunte) e Biassono (5 campionati di A2) la società in cui è cresciuta. Parlaci un po’ di te e di come hai iniziato a giocare… «Sono nata cestisticamente a Biassono, dove dai 13 anni in poi ho disputato 5 campionati di A2; a 19 anni mi sono spostata a Ragusa dove ho giocato 3 anni, il primo in A2 con promozione e poi due in A1 dove abbiamo raggiunto due finali scudetto, entrambe perse, e poi sono tornata in A2 a Broni».
Tre le promozioni in palio: le vincitrici dei play off dei due gironi (nord e sud) e la vincente dello spareggio tra le perdenti delle due finali. Virginia Galbiati, per tutti ‘Virgi’, proviene dal Geas Sesto San Giovanni, gloriosa società di A1 nella quale ha giocato le ultime tre stagioni e mezzo e con la quale ha vinto il premio di MVP del girone nord della A2 nel 2016/17. In precedenza ha vestito le maglie di Broni (A2), Ragusa (3 stagioni di cui due in A1 con altrettan-
E infine l'avventura al Geas… «Sì, sono rientrata a Milano perché volevo laurearmi e gli ultimi tre anni della mia carriera cestistica li ho dedicati a finire l'università. L'anno scorso mi sono laureata in fisioterapia, così da questo punto di vista sono coperta! I tre anni al Geas sono stati belli, molto belli e intensi e adesso sono qui per rimettermi in gioco con un'altra maglia». Virginia, perché hai scelto l’Alpo Basket? «Perché a me piace giocare per qualcosa d’importante, mi piace vincere, mi piace avere una motivazione di base molto alta. La mia nuova società rispecchia queste mie esigenze e l'accordo è stato velocissimo perché loro stavano cercando una guardia con le mie caratteristiche, più o meno».
Cosa ti ha chiesto la società? «Di dare una mano, la squadra è molto buona dato che è prima in classifica: sono stata accolta molto bene e il mio inserimento in squadra è stato immediato, anche perché tutte vogliamo raggiungere il medesimo obiettivo e andremo sempre in campo a lottare per cercare di raggiungerlo». Che giocatrice sei, cosa ti piace fare in campo? «Sono sostanzialmente un'attaccante: mi piace tirare, mi piace segnare, mi piace penetrare e anche servire le compagne, soprattutto nei giochi a due. La difesa non è la mia caratteristica top, però ci lavoro». Sei tornata a giocare in un campionato che hai già vinto e di cui sei stata anche l'MVP: non lo vivi come un declassamento? «Assolutamente no, mi è capitata questa occasione: il mercato di A1 è chiuso dopo il fallimento di Napoli e ho avuto la grande fortuna di arrivare qui, dato che le alternative erano squadre di mediobassa classifica di A2». E magari anche di rimanerci, qui ad Alpo… «Perché no? Non voglio fare previsioni, ma posso già affermare che qui si sta molto bene e che spero di rimanerci il più a lungo possibile: detto ciò, ci viviamo questa stagione e vedremo come andrà a finire...».
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In guardia, c'è Ricky! di Alberto Cristani - Foto: Arianna Zani
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COVER STO RY ti n Riccardo Visco
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iovane, talentuoso e, a suo dir, ‘testa matta’. Questo in sintesi è Riccardo Visconti, guardia classe 1998, dal 2016 llegato egato da un contratto pluriennale alla Reyer Venezia società che, nelle ultime due stagioni, ha deciso di mandarlo ‘a farsi le ossa’ in serie A2. Dopo l’esperienza - non del tutto positiva - dello scorso campionato con la maglia gialloblu della Scaligera Basket Verona, Riccardo quest’anno è approdato alla corte degli Stings del presidente Adriano Negri. E con la maglia numero 9 di Mantova, e grazie alle indicazioni prima di Alberto Serravalli e poi di Alessandro Finelli, Ricky ha ritrovato continuità, motivazione e determinazione. Buona percentuale al tiro, grande grinta e personalità fanno di Visconti un tassello insostituibile dello scacchiere biancorosso. In questa intervista esclusiva per SportdiPiù magazine Visconti si racconta, tra allenamenti, partite, tempo libero e vita privata, insieme alla fidanzata Arianna, sua tifosa numero uno e fotografa ‘personale’. Riccardo, raccontaci un po’ com’è iniziata la tua avventura con il basket… «Il basket è sempre stato il mio sport. Non ho mai praticato altre discipline. Il motivo? Semplice: la mia è una famiglia di cestisti (la sorella Alessandra gioca in
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serie A2 con il Varese n.d.r) e quindi non potevo che proseguire su questa strada. Ho iniziato a giocare a quattro anni e ho fatto le giovanili con le maglie di Kolbe Torino, L.A San Mauro Basket e Don Bosco Crocetta. Poi sono andato, a 13 anni, alla Reyer Venezia e qui ho, dopo la trafila delle formazioni giovanili, sono arrivato in prima squadra, esordendo in serie A a 17 anni. Nel 2017 sono passato alla Scaligera Basket e quest’anno, dopo un anno in gialloblu, sono qui agli Stings Mantova». Che ambiente hai trovato a Mantova? «La società è molto ambiziosa e ha obiettivi importanti per il futuro. Quest’anno abbiamo un roster valido ma, onestamente, non so dire dove arriveremo a fine stagione. Il livello del campionato di serie A2 si è molto alzato e livellato verso l’alto. Tutti possono vincere e perdere contro chiunque; questo rende ogni partita avvincente e incerta, divertendo fino all’ultimo secondo il pubblico. Sono però convinto che da qui a fine stagione ci potremo togliere ancora delle soddisfazioni. A Mantova mi trovo molto bene; qui ho trovato una società che mi ha capito, che mi protegge e che mi sta mettendo in condizione di crescere e maturare». Cosa fai quando non sei in palestra? «Quando non gioco studio; sto frequentando Scienze Motorie a Verona, facoltà che mi piace molto e che penso potrà
darmi le basi per la mia professione, un domani che avrò smesso di giocare. Per il resto il mio tempo libero lo trascorro con la mia fidanzata Arianna e giocando a Play Station con Giò Poggi (suo compagno di appartamento n.d.r). Mi piace passeggiare per Mantova, una città che mi piace tantissimo e nella quale mi trovo molto bene. Mi piace viverla e a scoprirla giorno dopo giorno: è davvero incantevole!». Ti piace mangiare? «Si, a tavola mi piace mangiare bene. Il mio piatto preferito è la carbonara, mentre il piatto mantovano che adoro sono i tortelli di zucca: eccezionali!». Che musica ascolti? «Mi piace ascoltare tutta la musica, ma in particolare quella italiana. Il mio cantante preferito è Jovanotti». Hai una playlist che ascolti per caricarti prima di scendere in campo? «No, no. Come ho detto sono ‘una testa matta’ e quindi ho un sacco di riti scaramantici da compiere prima di entrare sul parquet, ci mancherebbe solo che mi caricassi ulteriormente con una canzone (ride n.d.r.)». Il basket per te è lo sport più bello perché…. «Semplice: perché non è mai scontato. Ogni partita ha una storia a sé ed è
quindi difficilissimo fare pronostici. Non c’è una squadra favorita e fino all’ultimo tiro sai che tutto può cambiare. Ecco, al di là dell’imprinting familiare, ho scelto di giocare a basket per le emozioni che questo sport riesce a regalare, giorno dopo giorno». Segui altri sport? «Mi piace tutto lo sport in generale, perché è spettacolo sempre e in ogni modo. Ho però un debole per il calcio: di fede juventina appena posso guardo le partite di CR7 e compagni. Quest’anno, più di altre occasioni, i bianconeri sono davvero inarrivabili, per lo meno in Italia. In Europa siamo sulla buona strada. Ma, per scaramanzia, non dico altro!». Com’è stato il tuo esordio in serie A? «Eh, lo ricordo benissimo! È stato 4 anni fa (19 aprile 2015 n.d.r.) con la maglia della Reyer Venezia. Giocavamo contro Trento e vincemmo 90-80. È stata una sensazione che non dimenticherò mai. La cosa che mi ha particolarmente emozionato? Il pubblico: giocare con gli spalti gremiti fa la differenza e mette un po’ di soggezione, ma dopo il primo palleggio tutto passa e ti concentri sul campo». C’è un giocatore al quale ti ispiri o che ti ha fatto ulteriormente innamorare di questo sport «Un giocatore a cui mi ispiro? «Senza dubbio dico Reggie Miller (guardia statunitense che ha militato negli
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lo ammetto. Ma passato il momento critico mi sono calato nella parte dello sportivo professionista e quindi tutto quello che mi pesava è diventato quotidianità. E sono felicissimo di questa scelta». Il tuo rapporto con gli allenatori? «Sempre buono, rapporti di massima stima e rispetto. Sono esuberante ma, come detto prima, quando sono in palestra penso a lavorare, ho massimo rispetto dello staff tecnico e delle sue decisioni, qualunque esse siano. Io voglio sempre dare il meglio di me stesso per portare la squadra alla vittoria». Nello sport, soprattutto ad alti livelli, conta soprattutto il risultato? «Si, è inutile che ci giriamo intorno: il risultato è quello che determina molti fattori, di classifica e non». Dove ti piacerebbe giocare ‘da grande’? «Il mio futuro? Il sogno, che probabilmente rimarrà tale, è giocare in Eurolega con la maglia del Fenerbahce. In NBA invece scelgo i Boston. Per quanto riguarda invece i miei obiettivi tangibili, sicuramente al primo posto c’è il continuare a migliorare e ad imparare; ho 21 anni e quindi ancora margini di miglioramento. Poi non lo nascondo vorrei vincere qualcosa e a giocare in A1. Credo che con l’aiuto dei coach e dei compagni questo mio obiettivo potrà realizzarsi». Indiana Pacers dal 1987 al 2005 n.d.r.), un ‘mostro’ sacro del basket mondiale. Anche se le sue gesta le ho potute ammirare solamente su Youtube, Miller è il giocatore che mi ha esaltato. Giocatore eccezionale che faceva del tiro da tre la sua migliore arma. Non a caso era soprannominato ‘Killer Miller’. Certo, giocatori come Miller sono unici, ma io cerco di trarre ispirazione dalle sue giocate e di replicarle meglio possibile». Ricky Visconti che tipo di giocatore è? «Beh, non sta a me dirlo. Quello che posso dire con certezza è che mi piace scherzare, divertirmi e fare casino, sempre nei limiti del consentito. Ecco perché
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vado d’accordo con Poggi (ride n.d.r.). Ma questo solo fuori dal campo; quando entro in palestra sono molto rispettoso e concentrato. A Venezia ho imparato alcune regole fondamentali di comportamento e di atteggiamento che porterò sempre con me». Sport quindi, al di là dell’aspetto agonistico, è uno strumento per far crescere e per insegnare le regole ai giovani… «Assolutamente! Lo sport, qualunque esso sia, può essere ancora uno strumento unico per insegnare il rispetto, le regole e il sacrificio. Io un po’ ho sofferto la mancanza di libertà e spensieratezza adolescenziale quando sono andato a Venezia,
E per il futuro prossimo, ti piacerebbe restare ancora a Mantova? «Certo, mi piacerebbe fare parte di un progetto come quello degli Stings, ma non dipende da me. Io sono in prestito, il mio cartellino è di Venezia; a fine stagione vedremo cosa decideranno le società».
L’altra del metà canestro 5.
Quindi una vita particolarmente complicata… Ci sono sempre difficoltà, non esiste vita che non ne abbia, però credo che per ora siamo stati abbastanza bravi a uscirne sempre insieme e a testa alta.
6.
Arianna Zani non è solo la fidanzata di Riccardo Visconti, ma anche la sua mental coach, una guida sempre presente, la spalla su cui piangere e con cui ridere. Arianna è anche un’ottima fotografa (le foto di questo articolo sono sue n.d.r.) anche se, a dire il vero… un po’ monotematica! Le abbiamo fatto dieci-domandedieci per conoscere i lati più nascosti di Riccardo e per scoprire i segreti della loro storia d’amore.
1.
Quando e dove hai conosciuto Riccardo? Roma, dicembre 2015, durante l’Eurolega junior, lavoravo li.
2.
Chi ha fatto la prima mossa? Lui, ed è stato molto astuto! Non dico altro… La vostra canzone? Siamo follemente pazzi di Jovanotti! La canzone che sento più nostra in assoluto è ‘Chiaro di luna’.
3.
Pregi e tre difetti di Ricky… Come pregi direi mentalmente positivo, determinato, resiliente. Difetti? E’ troppo buono a volte, è un mondo di squali, ci vuole il dovuto equilibro per eccellere.
4.
Com'è vivere a fianco a un atleta? E’ una vita diversa e diversa credo sia il termine migliore per descriverla. Stare al fianco di un atleta comporta sicuramente sacrifici: oggi sai dove sei, domani non lo sai. Bisogna avere certezze proprie per fare questa vita, perché al di fuori non si hanno. Io e Ricky siamo una squadra, questa probabilmente è la nostra forza.
Cosa ne pensi di Mantova come città? All’inizio ero un po’ spaventata dalla nebbia, ci si scherza molto su questa cosa! A parte le battute devo dire che è molto bella, mi ha sorpreso. I laghi mi incantano costantemente e sono diventati il mio posto preferito delle passeggiate.
7.
Come vivi le sue partite? La mia prima reazione è… una risata! Probabilmente essere una fidanzata che conosce bene la pallacanestro agevola e complica la situazione contemporaneamente. L’occhio critico non mi manca, soffro molto quando il momento non è come le aspettative. Piango e gioisco insieme a lui: quando gioca come mi aspetto sono la persona più euforica del mondo.
8.
Ricky si definisce 'testa calda'; lo è davvero? Se tutte le teste calde fossero ‘testa calda’
come lui sarebbe un mondo migliore! E’ buono, un po’ ‘birba’ ogni tanto, ma d’altronde quale ventenne non lo sarebbe? Credetemi, è davvero una persona stupenda, anche perché con me non è ‘birba’…
9.
La tua passione per la foto vorresti farla diventare una tua professione? Le foto sono state ciò che ci ha fatto sostanzialmente conoscere, magari era destino e sarebbe successo comunque però mi piace pensare che sia così. Studio management e marketing all’università; mi piacerebbe che fosse quello a collegarmi seriamente con la pallacanestro in un futuro. La fotografia, se dovesse diventare redditizia, non mi dispiacerebbe. L’Italia per ora offre ancora poco nell’ambito dei lavori ‘artistici’ e non mi permette di contare solo su quello.
10.
Come vedi il vostro futuro insieme? Credo tanto nel destino. Per ora siamo complici di una vita positiva; non posso nascondere di voler vedere lui, tra 40 anni, sul divano di casa nostra. Squadra vincente non si cambia, no?
Social Instagram visco_9 twitter @visco_9
D R A C C I R I D I I N U M ER
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Giovanili 2002-2009 Kolbe Torino 2009-2012 L.A. San Mauro Basket 2012-2013 Don Bosco Crocetta 2013-2016 Reyer Venezia Squadre di club 2015-2017 Reyer Venezia 2017-2018 Scaligera Verona 2018-2019 Pall. Mantovana Nazionale 2014 Italia U-16 2016 Italia U-18 2017 Italia U-19 Palmarès Europei Under-18 Bronzo Turchia 2016 Campionati mondiali Under-19 Argento Egitto 2017
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L’uomo dell’Adige di Alberto Cristani - Foto: Maurilio Boldrini
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atej Kazijski è arrivato a Verona poco prima dello scorso Natale per volontà della dirigenza della BluVolley Verona, alla ricerca di un "martello" che potesse garantire punti ed esperienza. Il suo curriculum, inutile sottolinearlo, è quello di un top player capace di vincere ovunque. Nato a Sofia il 23 settembre 1984, Kazijski è tornato in Italia, e in riva all’Adige, dopo le sette stagioni a Trento, con la cui maglia ha vinto di tutto e di più, e scritto pagine indelebili della società biancorossa. Nel suo lungo girovagare per il mondo, il numero 3 gialloblu ha conosciuto culture diverse, confrontandosi in campionati di vario livello; queste esperienze gli hanno permesso di crescere ulteriormente e, come accade per un buon vino rosso, migliorare con il passare degli anni. La sua potenza si è subito fatta sentire nel sestetto allenato da coach Grbic, che ne ha tratto immediato beneficio in termini di punti e solidità sottorete, migliorando una classifica che ora, finalmente, sembra essere in linea con le aspettative di inizio stagione. “Questo è un bellissimo regalo per tutti” – ha dichiarato il presidente BluVolley Stefano Magrini all’indomani dell’ingaggio dello schiacciatore bulgaro – “Per i nostri tifosi, per i nostri partner e per noi come società. Un colpo che io, personalmente, sogno e ho sognato da quando sono diventato presidente: quando si è presentata l’opportunità di contattare Matej non ho esitato: davanti mi sono trovato una persona speciale, umile, dedita, che da subito ha voluto venire a Verona sposando il progetto”. Verona-Kazijski un matrimonio che si è concretizzato dopo anni di corteggiamenti e che i tifosi della BluVolley, sperano possa continuare ancora per tanto tempo. Matej, iniziamo dalla fine o meglio dal tuo arrivo a Verona: come si è concretizzata questa tua nuova esperienza? È stato tutto abbastanza strano per me perché, per questa stagione,
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Carisma, talento, potenza e una voglia matta di continuare a screscere e migliorare.
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I NTERVISTA ijski z a K j e t a M avevo scelto il progetto a Stettino in Polonia; bellissima squadra, posto nuovo ed interessante dove lavorare e dal quale poter conoscere una nuova cultura. Tutto però è finito quasi subito a causa di problemi finanziari e quindi ho dovuto cercare una squadra a metà stagione. Per fortuna ho avuto l'opportunità di venire a Verona. Come è arrivato il contatto con Verona? Beh, diciamo che il contatto tra me e la BluVolley c'è da un po' di tempo e quest'anno, vista la mia disponibilità e la loro necessità di reperire uno schiacciatore, si è concretizzata. C'era un bisogno reciproco e quindi è nata questa collaborazione. Verona e Trento sono città molto vicine: è stato anche questo un motivo che ti ha convinto ad accettare la proposta del presidente Magrini? Sì, la comodità di essere vicino alla mia famiglia mi ha influenzato molto. Comunque è stata un'ottima scelta sotto ogni punto di vista: sono contento di essere qui. In Polonia, al Stocznia Szczecin, c’era una figura di riferimento che ti accompagna da anni… Sì, c’era il mio ex allenatore, Radostin Stojčev, ma non solo: c’erano anche Lukasz Zygadlo, mio ex compagno con cui ho condiviso tanto a Trento, e poi Simon Van de Voorde che ho incontrato più volte come avversario. Quindi un gruppo abbastanza conosciuto per me, ed era questo uno dei motivi che mi aveva attirato in Polonia. Esperienze in Italia, Turchia, Giappone, Polonia, Bulgaria; sei un giocatore mondiale, un ‘globe trotter’ della pallavolo. Che differenze hai notato in queste tue esperienze? Ho avuto la fortuna di giocatori alcuni tra i campionati più forti. Mi piace girare, dopo un po' di tempo qui in Italia ho voluto vedere anche le altre parti del mondo, ma su di me ha sempre avuto più impatto l'aspetto culturale che quello del volley. Ogni Paese è un mondo a sé, con le sue ricchezze e i suoi problemi.
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Sei stato anche negli Emirati Arabi... Sì, ma ci sono stato un paio di settimane, giusto il tempo di giocare la Coppa dell’Emiro. Mi è difficile dare un giudizio sulla cultura e la gente di quei posti perché un contro è vivere per un periodo in un posto, un conto è restarci, quasi da turista, per qualche giorno.
Sinceramente no, perché sono arrivato e mi sono trovato subito bene in un ambiente già ben formato e coeso. I nostri problemi sono esclusivamente di natura fisica: li io non posso farci nulla! (ride ). Dobbiamo solo cercare di continuare a lavorare. Non è semplice da gestire questa situazione, ma io sono fiducioso.
Che ambiente hai trovato alla BluVolley? La squadra ha un grande potenziale, lo abbiamo dimostrato come gioco, anche se come risultati potevamo fare qualcosina meglio. Ma abbiamo altre possibilità per rifarci: ci serve tempo per lavorare, per sistemare i nostri meccanismi e per avere più sicurezza. Purtroppo, ci sono ancora tanti infortuni e questa è una cosa che disturba il nostro lavoro e ci impedisce di dare il massimo. La squadra ha sempre fatto dei passi importanti, forse è sempre rimasta un po' indietro a quello a cui mirava. Spero di poter dare una mano per andare un pochino più avanti anche se i risultati della Coppa non ci soddisfano a pieno, ma abbiamo giocato contro Trento, squadra molto forte a casa loro credo sia anche un risultato reale.
Hai nominato Trento, società dove nelle tue esperienze, probabilmente, hai dato il meglio di te… Direi di si. Li ho giocato 7 stagioni, forse le mie migliori, anche se spero sempre che la migliore sia quella che deve ancora arrivare. A Trento, con i miei compagni, abbiamo fatto cose importanti e vinto molto.
Il tuo arrivo è importante sia in campo sia in spogliatoio. Assieme Birarelli, ti senti un po’ la chioccia della squadra?
Il 2010 però, è l'anno che ti ha regalato un riconoscimento unico Si, nel dicembre del 2010 sono stato nominato Man of the year in Bulgaria e mi hanno consegnato una spada con inciso il mio nome. E' il simbolo del più grande riconoscimento del Paese, un premio particolare che raramente viene assegnato a sportivi. È il premio L'uomo dell'anno della Bulgaria, il mio Paese, che di solito si dà a politici, gente influente. Riceverlo ha significato molto, mi sono sentito ‘strapremiato’. Ho sentito anche tanta responsabilità.
Parliamo di Nazionale, capitolo un po’ doloroso per te… Già, situazione insostenibile che si è creata dopo qualche anno di lavoro, quando il mio allenatore di Trento, Stojčev, è diventato appunto anche allenatore della Nazionale. C’è stato qualche attrito tra lui e i vertici della Federazione, il tutto culminato con una scena bruttissima. Ma non solo. Per questi motivi ho perso la fiducia nella nostra Federazione e ho deciso abbandonare la Nazionale. Tu sei rimasto legato a Stojčev? Al di là del nostro rapporto professionale abbiamo anche un rapporto di amicizia, ma non è stato per quello che ho abbandonato la Nazionale; è stato più la voglia di fare la cosa giusta, la sensazione di essere stato preso in giro dopo due anni di preparazione in vista ai Mondiali a quali ci tenevo, ci tenevamo, tantissimo e per i quali avevamo fatto tanti sacrifici. Io poi arrivavo da un brutto infortunio. Tutto quello che è successo lì mi ha fatto sentire che a certa gente non importava tanto tutto il lavoro che avevamo fatto per arrivare fin lì, per loro erano più importanti i loro interessi personali. Ci siamo sentiti usati. E questo per me è inacettabile.
Tu e Stojčev avete anche aperto una squadra di pallavolo nel 2016 a Sofia… Si, c’era la mancanza, e purtroppo c’è ancora, di società che svolgano attività con i bambini. Ci sono pochi posti di qualità, c’è una mancanza sia di palazzetti che di società. E quindi ci siamo detti: perché non ci proviamo noi? E così è partito questo progetto; all’inizio erano solo quattro gruppi ma adesso stanno aumentando sempre di più. Cerchiamo di dare un prodotto abbastanza alto come qualità e tutti sono contenti perché oltre alla pallavolo cerchiamo di far fare ai bambini anche attività extra, per farli crescere anche come cittadini e come uomini. Torniamo a parlare di Verona. Cosa ti piace della città? È una bellissima città, anche negli anni di Trento qualche giro qui l’ho fatto, il centro un po’ lo conosco. Adesso sono stato anche sorpreso dal pubblico e della gente: sono stato accolto a braccia aperte e mi hanno fatto sentire subito a mio agio. Uno scorcio, una zona di Verona che ti piace particolarmente? Beh, il centro, l’Arena, i baretti attorno e la passeggiata sono sempre belli. Anche se da quando sono qui ci sono andato solo una volta.
Nel tempo libero cosa ti piace fare? Dato che sono vicino a Trento quando ho del tempo libero torno a casa dalla famiglia (moglie Elisabetta e il piccolo Aleksander nato nel luglio del 2017 n.d.r.). Anche se, spesso, sono loro che vengono qui da me. Guardiamo un po' avanti: il tuo obiettivo è rimanere ancora a Verona? Ci sto pensando, ne abbiamo parlato. Ora è un po' presto, vorrei vedere quali sono le mie opportunità perché forse voglio ancora girare il mondo quindi non escludo nulla. Comunque sono molto interessato a restare perché mi sto trovando bene e per me sarebbe un'ottima soluzione. Quindi tutte le porte sono aperte per adesso. Ultima domanda: dove può arrivare Verona da qui a fine stagione? Secondo meritiamo qualche posto in più rispetto a quello che abbiamo adesso, lo abbiamo dimostrato in campo. Sono molto fiducioso per le prossime partite; sarà sufficiente non avere più problemi fisici e tutto sarà più semplice. Dobbiamo entrare nei play off carichi per cercare di essere la sorpresa. Per me sarebbe un bel successo riuscire ad entrare in semifinale: dipenderà tutto da noi.
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#HASHTAG
A tavola con Federica
Dott.ssa Federica Delli Noci Dietista - Specializzata in Scienze dell’Alimentazione
Mangiar bene, cosa significa davvero?
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er rispondere a questa domanda, è fondamentale premettere che non esistono a prescindere cibi “buoni” o “cattivi”; la priorità nella scelta degli alimenti da consumare, va fatta tenendo conto dell’apporto calorico e della loro composizione, cercando di mantenere un’alimentazione varia, equilibrata e adeguata ai fabbisogni. Che tu sia adulto o bambino, sportivo o sedentario, uomo o donna, le tue esigenze nutrizionali cambiano nel corso della vita. Gli alimenti che non devono mai mancare sulle nostre tavole sono presenti nella piramide alimentare mediterranea, alla cui base vi sono i cereali, (meglio se integrali!), la frutta e la verdura raccomandati quotidianamente in tutti i pasti principali. Salendo verso il vertice della piramide, troviamo gli alimenti da consumare giornalmente, come i latticini magri, le erbe, gli aromi, le spezie, la frutta secca e a guscio e il prezioso antiossidante per eccellenza: l’olio extra vergine d’oliva. Le fonti proteiche animali e vegetali (pollame, pesce, uova, formaggi e legumi) le troviamo collocate nella seconda metà della piramide e devono essere assunte alternandole settimanalmente. Infine, al vertice troviamo dolci, carni fresche e trasformate, da consumare mensilmente e con moderazione. Da non dimenticare l’idratazione giornaliera ! Va soddisfatta consumando esclusivamente acqua naturale e limitando le bevande zuccherate e dolcificate.
numerosi: aiuta a mantenersi in forma, previene le “malattie del benessere” come obesità, ipertensione, diabete e dislipidemie, migliora l’umore, combatte lo stress e contrasta l’invecchiamento. Quindi attenzione a tutto quello che portiamo sulle nostre tavole, per la nostra salute e per quella dei nostri bambini! SUGGERIMENTI PER MANTENERSI IN FORMA - Mantieniti magro senza raggiungere un peso troppo basso; - Limita il consumo di alimenti ricchi in sale; - Mangia una varietà di frutta e verdura, cereali integrali e legumi; - Limita il consumo di carne rossa ed evita salumi e affettati; - Mantieni uno stile di vita sano e attivo praticando attività fisica regolarmente; - Limita il consumo di alcoolici e bevande zuccherate.
BENEFICI DI UN’ALIMENTAZIONE BILANCIATA La scienza lo dimostra: la salute si costruisce a tavola! Il giusto equilibrio alimentare non si basa su un pasto o su un giorno, ma su una continuità settimanale. I vantaggi di un’alimentazione bilanciata abbinata ad uno stile di vita sano e attivo sono
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I NTERVISTA
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Dopo una carriera di successi, su tutti la vittoria del Mondiale 2006, Simone Perrotta oggi ha una mission importante: far amare il calcio ai bambini
Un campione per amico di Giorgio Vincenzi
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CUORE GIALLOBLU Con la maglia del ChievoVerona, dal 2001 al 2004, Perrotta ha collezionato 95 presenze e messo a segno 6 reti
I NTERVISTA ta Simone Perrot
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mi occupo di organizzare le attività per i bambini dai 5 ai 13 anni. Sto cercando di portare il modo di ragionare che dicevo prima all’interno della Federazione. Non è semplicissimo perché ci si scontra con interessi ed esigenze diverse. I club, soprattutto quelli dilettantistici, molto spesso sono più proiettati sul business che sulla responsabilità di far crescere i ragazzi. È una battaglia che porto avanti, assieme ad altri, per far capire che mettendo in pratica questa metodologia non si hanno calciatori meno bravi ma, in futuro, uomini con dei valori e sicuramenti calciatori più consapevoli del loro mestiere.
ono passati quasi sei anni da quando Simone Perrotta, campione del mondo nel 2006 in Germania, ha smesso di calcare i campi da calcio della Seria A. Una carriera che l’ha visto indossare la maglia della Juventus e del Bari prima di approdare al Chievo delle favole di Del Neri e da lì alla Roma con la quale ha vinto due coppe Italia e una Supercoppa italiana. Tolte le scarpe da calcio nel giugno del 2013 si è dedicato a far crescere i ragazzini perché per Perrotta, parole sue: «…è importante creare cultura sportiva e non solo calciatori, ma anche uomini di sport». Tutto ciò è portato avanti dall’ex gialloblu come responsabile in Aic (Associazione italiana calciatori) del dipartimento Junior e come vice presidente settore giovanile scolastico della Figc (Federazione italiana giuoco calcio). Simone, dai campi di calcio come giocatore a quelli di responsabile per la Figc e per l’Aic dei settori che riguardano i più giovani. Come mai una scelta di questo tipo invece di fare, come molti ex calciatori, l’allenatore o il dirigente di qualche società calcistica? Quando ho smesso di giocare la Roma mi aveva offerto un ruolo in società legato alla prima squadra. Il mio pensiero però era quello di avere un po’ di tempo a disposizione per la mia famiglia e poi ero più propenso a seguire il mondo giovanile, che quello degli adulti, per tramettere a loro la mia esperienza. Quando ero ancora in attività facevo già parte del consiglio federale dell’Aic con Damiano Tommasi, con il quale avevo giocato nella Roma, e una volta terminata l’attività calcistica mi è stato proposto di fare il responsabile del dipartimento junior. Che ho accettato con entusiasmo. In pratica cosa fai? Il dipartimento junior nasce per soddisfare due bisogni. Il primo proveniente dagli associati Aic, i calciatori, che più volte avevano chiesto un aiuto per la creazione di scuole calcio; un’esigenza molto sentita specie da quei giocatori che
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sono arrivati a grandi livelli e vogliono aiutare i bambini a diventare dei calciatori. Il secondo era di portare una nuova cultura nel calcio che non è solo quella di allenare chi ha talento ma dare la possibilità a chiunque avesse voglia di rincorrere un pallone di crescere. Quindi attraverso il calcio creare una cultura sociale perché i valori dello sport sono importanti e si possono trasportare nella vita di tutti i giorni. E su questo abbiamo un riscontro pazzesco da parte dei genitori e dei bambini. Per fare questo occorre lavorare anche con gli allenatori… Certo. Noi andiamo nelle scuole calcio dei nostri associati e formiamo gli allenatori secondo questa nostra metodologia, che vuol dire anche tecnica. Facciamo capire loro che si devono sentire addosso la grande responsabilità di far crescere i ragazzi prima come persone e poi calcisticamente, questo indipendentemente se hanno talento o meno. Con la Figc, invece, come si esplicita il lavoro con i bambini? Qui il discorso è diverso. Essendo il vice presidente del settore giovanile scolastico
Assistiamo con sempre maggiore frequenza anche sui campi di calcio frequentati dai più piccoli intolleranze da parte dei genitori. Non ti sembra tutto questo fuori da ogni logica? Purtroppo sì. Io penso che il tutto però passi dalle società perché sono loro che creano troppe aspettative nelle famiglie. Da un anno ho aperto una scuola calcio con un altro ex calciatore cercando di portare avanti la filosofia di cui ti parlavo. Contiamo 370 iscritti e a loro e alle famiglie abbiamo detto da subito che il risultato della partita non interessa. Abbiamo per prima cosa costruito gruppi non omogenei mettendo assieme ragazzini talentuosi e altri all’inizio della scuola calcio. Tutto ciò perché lo sviluppo del ragazzo deve passare attraverso la formazione e questo accade confrontandosi. Ci sono invece società che puntano tutto sul risultato: bisogna vincere perché così cresci e ti posso portare a fare un provino nelle squadre professionistiche. Questo meccanismo innesca, come dicevo prima, aspettative nelle famiglie che sperano, sbagliando, di avere in casa un futuro campione e di conseguenza di riscattarsi a livello sociale attraverso il figlio. Noi dirigenti sportivi, invece, dobbiamo far capire ai genitori che lo sport va fatto indipendentemente se il ragazzo diventerà uno sportivo affermato e che se è dotato sfonderà a prescindere dalla società sportiva.
Fai degli incontri con i genitori? E di che cosa si discute? Facciamo spesso degli incontri con i genitori illustrando le attività fatte e quelle in programma tenendo presente l’aspetto tecnico e quello legato alla persona. Tante volte i genitori mi dicono: “mio figlio gioca in squadra con bambini al primo anno di scuola calcio mentre lui è lì da 5-6 anni; non lo trovo giusto”. Noi ribattiamo che mettersi in relazione con un bambino alle prime armi e aiutarlo nelle difficoltà che trova in campo è una crescita importante. La preoccupazione delle famiglie è poi tutta rivolta al risultato finale e al fatto che si perdono le partite. Anche qui spieghiamo che l’importante è l’allenamento e quello che l’allenatore dà all’atleta durante la settimana. La partita deve essere la gratificazione del ragazzo a confrontarsi con gli altri. Vincere o perdere non ha importanza. Un osservatore che viene a visionare un giovane calciatore non prende in considerazione il risultato della partita, ma come calcia la palla, come corre, come aiuta i compagni in difficoltà, se è coordinato.
un punto la Champions league all’ultima giornata a favore del Milan. Andai poi in nazionale e giocai gli europei. Tutto questo con la maglia gialloblù. Il ricordo più bello che conservo è quello di aver fatto il primo gol in Serie A del Chievo alla prima di campionato a Firenze (Fiorentina-Chievo 0-2, n.d.r.). Dei calciatori che componevano quella squadra, uno ancora gioca con la stessa maglia: Sergio Pellissier… Mi sorprende Sergio perché a quasi 40 anni fa ancora gol in Serie A, mentre io ho smesso a 35 anni. Non immaginavo che potesse arrivare sino a questa età e giocare ancora a grandi livelli. Pellissier è sempre stato un giocatore che ha fatto del furore agonistico la sua qualità migliore e a 40 anni non hai più la forza di fare tutti quei metri e invece lui è riuscito a modellare il suo tipo di gioco e arrivare fino ad oggi. Complimenti! Di Verona e dei tifosi, invece, che ricordi hai? Di Verona ho un ricordo bellissimo, ma la cosa che ho apprezzato di più è che i tifosi ti lasciano vivere. Ricordo che andavo in giro in bicicletta per il centro e nessuno si permetteva di dirmi nulla, cosa che in altre città difficilmente ti è permesso fare.
Parlando del tuo passato di calciatore, i tre campionati al Chievo che posto hanno nei tuoi ricordi? Ho un ottimo ricordo di quel periodo. Prima di arrivare al Chievo avevo giocato nella Juve e venivo da una brutta annata al Bari, ma Campedelli mi volle a tutti i costi e da lì in poi la mia carriera ha preso una bella direzione. Furono tre annate molto positive, soprattutto la prima con la “favola” del Chievo di Del Neri: due mesi primi in classifica, il raggiungimento dell’Europa league; abbiamo perso per
Non pensi mai di fare l’allenatore per ritornare a riassaporare il clima delle partite? L’anno scorso ho fatto il corso Uefa B per curiosità e per capire anche come veniva tenuto. A oggi però la mia testa è sul mondo giovanile e onestamente non mi vedo ad allenare una squadra di adulti. Lavorare, invece, in un settore giovanile di una società non lo escluderei a priori.
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SI M O I D I R E M U N I
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È nato in Inghilterra ad Ashton-under-Lyne (a circa 10 km da Manchester) il 17 settembre del 1977. Ha giocato in Serie B con la Reggina (1995/1998) per poi fare il salto in Serie A nelle file della Juventus (1998/1999) quindi al Bari (1999/2001), al Chievo (2001/2004) e infine alla Roma (2004/2013). Con l'Under-21 allenata da Marco Tardelli ha collezionato 6 presenze e un gol vincendo nel 2000 l'Europeo battendo in finale la Repubblica Ceca per 2-1. Con la nazionale maggiore ha disputato 48 partite, realizzando 2 gol. Nel 2006 è stato campione del mondo in Germania, dove ha disputato 7 partite da titolare. Il 29 giugno 2013 si è ritirato dal calcio giocato.
Da campione del mondo nel 2006, come vedi la nostra nazionale? Ci stiamo risollevando. La mancata qualificazione agli ultimi campionati del mondo è stata una botta tremenda, ma era preventivabile che succedesse in quanto si veniva da prestazioni deludenti ai precedenti mondiali. L’Italia sta costruendo qualcosa di importante a dimostrazione che nel nostro Paese non mancano i talenti basta pensare, tanto per fare alcuni nomi, a Zaniolo, Chiesa, Barella. Mancini ha avuto anche il coraggio di proporre un calcio diverso rispetto al passato. E questo non può altro che far bene. Vedo un bel futuro per la nostra nazionale.
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SPO RT LI FE
King Rock Climbing: ecco la formula vincente di Arianna Del Sordo - Foto: King Rock
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ioccano medaglie al King Rock. La gara speed del 24 febbraio, tenutasi proprio nella palestra veronese, ne ha collezionate ben 14; la ben più temuta gara lead, in trasferta a Valdagno, ha visto piccoli atleti trasformarsi in giganti di determinazione e concentrazione, con prime e seconde posizioni in quasi tutte le categorie. E podi anche negli appuntamenti precedenti, con prestazioni bellissime da vedere, oltre che da acclamare. Qualcuno afferma che un anno così non si era mai visto e, in effetti, i numeri dei podi sembrano proprio confermarlo. A metà stagione e ad un passo dalle gare di coppa Italia, il clima è più che mai positivo, l’entusiasmo alle stelle e la voglia di dare il meglio cresce sempre di più, di gara in gara. Ci si domanda quale sia il segreto di tanto successo, per coglierne l’essenza e farne tesoro per gli anni futuri. Ma non ci sono segreti in una squadra che ha trovato il ritmo giusto, la bellezza di lavorare insieme, la forza di essere uniti e di crescere puntando tutti verso un’unica direzione. Niente formule, niente alchimie, dunque: solo passione,
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entusiasmo e tanto tanto lavoro. Ma cosa c’è dietro questo cambio di rotta? Sostanzialmente, i criteri e le programmazioni degli allenamenti non hanno subito grossi cambiamenti: lavorare sulla tecnica e sulla preparazione fisica restano i capisaldi di un percorso davvero efficace per arrivare a risultati significativi. Ciò su cui si sta lavorando, invece, è sul singolo atleta, individualmente. Partire dalle persone, dai loro caratteri e dai loro modi di “esprimersi” in parete, per arrivare a valorizzarne i punti di forza, insegnando loro a gestire le debolezze e le paure. In sostanza, il lavoro di preparazione mentale diventa parte integrante della preparazione fisica e tattica, permettendo al team di allenatori, istruttori e preparatori mentali, appunto, di completare un percorso lungo ed impegnativo anche dal punto di vista emotivo. Avere a che fare con bambini e ragazzi non è affatto semplice: sono in piena crescita, ognuno di loro sta formando il proprio carattere e spesso le paure o i blocchi mentali sono paralizzanti. Loro stessi si rendono conto di non essere completamente “padroni” della loro pre-
stazione e questo spesso genera rabbia, tristezza e, qualche volta, causa rinunce. E’ proprio in questi casi che bisogna intervenire: insegnare loro a trasformare le paure in occasioni di riscatto, in trampolini di lancio per andare oltre i loro limiti ed alzare sempre di più l’asticella, da veri sportivi. E funziona! Il messaggio che recepiscono è il seguente: ’le tue paure ci sono, affrontiamole insieme. Non possiamo ignorarle, ma possiamo metterle all’angolo e lasciarle lì, inoffensive’. In questo modo i ragazzi ne traggono un duplice beneficio: smettono di sentirsi deboli e sconfitti in quanto impauriti e, al contempo, imparano a conoscere le loro debolezze e a circoscriverle per quello che sono, definendone bene le caratteristiche e i confini. I risultati? Stanno nei numeri, lo dicono le classifiche. Ma per gli allenatori dell’ASD King Rock Climbing i veri risultati sono nel comportamento degli atleti che, giorno dopo giorno, imparano a godersi davvero una disciplina che amano e che li fa crescere felici e consapevoli. Avanti tutta, sempre più in alto, al top delle nostre possibilità!
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Una camminata può bastare per restare in forma? di Cecilia Zonta - Foto: coffeetumbler
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uante volte mi è stata fatta questa domanda. E ogni la volta, la risposta che do è sempre la stessa: ni. Infilarsi un paio di scarpe da ginnastica e uscire per fare una bella passeggiata porta sicuramente molti benefici al corpo e alla mente: aiuta a eliminare lo stress e i pensieri negativi, innalza il dispendio energetico giornaliero e rappresenta un’ottima attività per chi non è molto avvezzo allo sport e decide di abbandonare il divano per fare un po’ di moto. Camminare, inoltre, non è utile solo al nostro benessere psico-fisico, ma ci permette di spostarci rispettando anche l’ambiente. Ma sono sincera: se il vostro obiettivo è semplicemente tornare in forma e sfoggiare un bel fisico asciutto e tonico per l’estate, una passeggiata, anche se fatta due o tre volte a settimana, è un po’ poco. Visti i numerosi vantaggi sopra elencati, non dico di escluderla a priori, piuttosto vi suggerisco una versione un po’ più intensa: la camminata sportiva a passo sostenuto e costante per almeno 30-45 minuti, meglio ancora se in pendenza. Se l’idea di salire su un tapis roulant e di chiudervi in palestra proprio non vi piace, vi propongo di sviluppare il vostro allenamento combinando una camminata sportiva all’aria aperta con dei piccoli circuiti a corpo libero. Per svolgere gli esercizi, potete portare con
voi un tappetino arrotolabile da portare a tracolla oppure sfruttare le panchine o le stazioni sportive all’interno dei vari percorsi della salute. Ecco un esempio di allenamento che unisce camminata sportiva a circuiti suddivisi per gruppi muscolari: Camminata sportiva per 15 minuti, utile anche come riscaldamento Stazione di lavoro a circuito con focus sulla parte inferiore per 5-8 minuti Camminata sportiva per 10 minuti Stazione di lavoro a circuito con focus sulla parte superiore per 5-8 minuti Camminata sportiva per 10 minuti Stazione di lavoro a circuito con focus su core per 5-8 minuti Camminata defaticante per 10 minuti Ed ecco che in un’ora o poco più, a seconda di come deciderete di impostare i circuiti, avrete svolto un valido allenamento che vi permette di lavorare sia sulla resistenza cardio-vascolare, su quella respiratoria e sulla tonificazione dei diversi distretti muscolari. Mi raccomando, prima di iniziare la vostra camminata, valutate se le scarpe che portate ai piedi sono davvero adatte al vostro tipo di appoggio. Come esserne certi? Rivolgetevi a uno dei tantissimi negozi sportivi che offrono il servizio di gait analysis (test d’appoggio), dove dei professionisti potranno suggerirvi i modelli di scarpe più idonei al vostro tipo di appoggio plantare. Hai ulteriori dubbi o curiosità? Non esitare a contattarmi su Instagram;)
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Il cuore ci salverà di Matteo Lerco - Foto: Maurilio Boldrini
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na data, due squadre, una città. ‘Il Cuore in campo contro la violenza’ è stata un’iniziativa che ha valicato la rivalità sportiva tra le due maggiori Rappresentative del calcio femminile autoctono, dimostrando ancora una volta come il calcio e lo sport in senso lato, rappresentino un efficace mezzo per veicolare messaggi dall’importantissima valenza sociale. Lo scorso venerdì 8 marzo lo Stadio Olivieri di Via Sogare è stato teatro di un derby «sui generis». ChievoVerona Valpo ed Hellas Verona Women sono scese in campo per affermare un secco «No» alla violenza di genere, dando vita ad un match inedito, considerata anche la partecipazione di una rappresentativa della Nazionale Cantanti. Molte sono state le istituzioni
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che hanno supportato la manifestazione: dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Comune di Verona, dalla F.I.G.C. all’A.I.C.. Fondamentale si è rivelato il sostegno del Progetto Quid, nonché dell’Associazione «Isolina e…», dell’Istituto Scolastico Seghetti e di USacli. Come detto, al fianco delle giocatrici numerosi sono stati i testimonial che hanno sposato la causa: i Dear Jack, Luca Fainello dei Sonohra, il Sindaco Federico Sboarina, l’Assessore Filippo Rando e gli ex calciatori Damiano Tommasi, Fabio Moro, Emiliano Bonazzoli, Luciano Siqueira de Olivera e Sergio Guidotti. La sfida al termine dei novanta minuti si è assestata sul 2-2, ma ciò che più conta è chiaramente il pensiero di cui tutta Verona si è fatta promotrice. Ha provato a riassumerlo l’Assessore allo Sport, Filippo Rando: «La festa della
donna è una giornata che ha dei risvolti molto importanti, come il rispetto del genere femminile, quindi in questa partita si fa sport, ma si fa anche e soprattutto della socialità. A Verona ci sono tante squadre che viaggiano coese verso la medesima direzione che è quella della solidarietà». Un evento che ha unito in un grande «Noi» due società divise dalla competizione agonistica, ma più che mai compatte per promuovere un grande ideale. «Quando c’è di mezzo un tema così importante non conta il colore della maglia – ha spiegato Fabio Moro, ex difensore clivense - ma siamo tutti insieme per divertirci e per dire questo “No” alla violenza sulle donne». Sul rettangolo di gioco è tornato anche Emiliano Bonazzoli, trainer che quest’anno ha ridato colore alla classifica del Valpo, e che non assa-
porava da un triennio le sensazioni del manto erboso. «Dispiace per le ragazze, perché probabilmente le farò fare brutta figura – ha scherzato l’ex attaccante di Reggina, Fiorentina e Sampdoria – a parte gli scherzi è un grandissimo piacere stare con loro, sostenendo un’iniziativa così delicata che va contro gli abusi sulle donne. La comunione d’intenti è il significato più importante di questa serata e speriamo che questo un monito valga sempre». Anche Damiano Tommasi, Presidente di A.I.C., ha speso parole al miele per incoronare questa manifestazione. «Il calcio femminile è una disciplina che ha bisogno di crescere, di essere maggiormente conosciuta e animata sempre più dalla convinzione di poter essere una grandissima risorsa per il nostro Paese. Dobbiamo continuare ad utilizzare questo sport come strumento per porre
l’attenzione su quello che purtroppo le notizie di cronaca ci mettono quotidianamente di fronte. Dobbiamo sensibilizzare la gente, continuando a credere che la strada giusta non sia quella della violenza, ma della valorizzazione della donna, al di là dei ruoli». Sul calar del match sono arrivate infine le parole di Gianluca Pecchini, diggì della Nazionale Cantanti e artefice di questo match all’insegna del rispetto: «L’8 marzo è una giornata già di per sé molto significativa – ha sottolineato Pecchini - al di là di questo, la gara ha avuto anche un suo contenuto tecnico, nonchè il merito di rinsaldare il nostro rapporto con l’Amministrazione di Verona, da sempre vicina alle nostre iniziative. Il valore di questi novanta minuti è stato riassunto dal Sindaco e da tutte le organizzazioni che hanno dedicato tempo e impegno
all’organizzazione di questo progetto. La partecipazione degli artisti è stata convinta e convincente e ci tengo infine a ringraziare il pubblico e tutta la città».
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Amore a palla di Paola Gilberti - Foto: Audace Calcio 5
Instagram muso20918
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iornalista e calciatore: un binomio che ormai è sempre più moda nel mondo della TV e dello sport. Ma cosa succede quando i ruoli si invertono? Quando in campo che c'è Lei e sugli spalti a tifare il suo Lui? Ce lo raccontano Katia Coppola, giocatrice dell’Audace calcio a 5 Verona, militante nel campionato di A2, e Alessandro Betteghella, giornalista volto di Telenuovo, nonché presidente della società calcistica in cui gioca la fidanzata. Allora ragazzi, cominciamo dall’inizio: come vi siete conosciuti? E chi ha fatto il primo passo? Katia: «Ci siamo visti per la prima volta lo scorso luglio, quando ho firmato per entrare in squadra. Da lì è partito tutto: prima un messaggio, poi un altro e abbiamo cominciato a frequentarci. E ora siamo una coppia e viviamo insieme». Alessandro: «Non saprei dire chi abbia
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fatto il primo passo, è arrivato tutto in modo molto naturale, un bel colpo di fulmine reciproco. Dopo che ci siamo conosciuti abbiamo cominciato a sentirci, ci siamo visti e ci siamo innamorati». Capito, il sentimento è stato immediato. Katia, non hai mai avuto paura che questo rapporto potesse rompere qualche equilibrio all'interno della squadra e della società? «Sì, certo. All'inizio ero un preoccupata per la nostra storia, di come le mie compagne e il resto del club avrebbero potuto vederla. Invece devo dire che ha migliorato ulteriormente il clima generale. Spesso io e Ale ci vediamo anche fuori dal campo con il resto del team e questo ha permesso a tutte le giocatrici di conoscerlo non solo come presidente, ma come Alessandro. Ora hanno tutte molta più confidenza con lui». Ora una domanda per Alessandro: sei sempre presente alle partite di Katia? «Ovvio, ma non solo alle partite, anche gli allenamenti suoi e di tutti le altre squadre della società. Per me il ruolo di presidente non deve essere solo scritto su
carta, significa esserci sempre, nel bene e nel male, nelle vittorie e nelle sconfitte». Per entrambi: calcio femminile in Italia. Si sta muovendo qualcosa o donne e pallone è ancora un tabù? Katia: «Credo che oggi ci sia un po' più di visibilità rispetto al passato, in TV si comincia a mostrare qualche partita di calcio femminile. Sicuramente siamo però lontane dal mondo maschile in termini di popolarità». Alessandro: «Concordo. Qualcosa si sta muovendo, in TV e sui social si sta dando più spazio alle donne del pallone, ma se guardiamo ad altri Paesi europei dove il calcio femminile si gioca a livello professionistico direi che la strada da fare è ancora lunga». Katia, discussioni post-partita: sì o no? «Discussioni no, diciamo che ci confrontiamo spesso, parliamo degli eventuali errori e di come fare meglio. Penso sia normale parlare di ciò che accade in campo dato che è un ambiente comune, ma non litighiamo mai per i risultati». Riti scaramantici prepartita: ne avete qualcuno? Katia: «Certo, sono sempre stata molto scaramantica fin dai tempi della scuola scuola. E anche ora continuo: stessi pantaloni, stessa
tuta, stessa maglietta, stesso posto in spogliatoio. Tutto questo ad ogni match». Alessandro: «Io mi metto a guardare le partite dallo stesso gradino degli spalti in tutti i match. E se andiamo in trasferta ho il mio posto fisso sull’autobus. Alessandro, parli di sport, sei presidente di un club di calcio e fidanzato con un’atleta. Ma tu sei uno sportivo? «Eh, diciamo che lo ero. Sono sincero, l’ultima volta che sono entrato in una palestra era il 2015. Lo so che lo dicono tutti, ma faccio davvero fatica a trovare il tempo per praticare un po' di attività fisica. Dovrei andare a correre la mattina, lo dico sempre ma poi non lo faccio mai (ride n.d.r.) ». Chiudiamo in bellezza: chi vince il titolo di 'più geloso'? Katia: «Vabbè, lo ammetto sono io. O meglio, lui forse lo dà meno a vedere, io invece tendo a mostrarlo di più». Alessandro: «Eh sì, è lei la gelosa della coppia (ride n.d.r.). Non che io non lo sia, solo un po' meno. Ma va bene così, in amore, senza esagerare, un pizzico di gelosia ci vuole! ».
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La rivincita del BOMBER di Alberto Cristani - Foto: Mantova 1911 SSD
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Instagram cristian_altinier
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anca davvero poco al termine della stagione del Mantova calcio, un campionato quello di serie D che, a prescindere da come finirà, va consegnato agli annali come uno di quelli da incorniciare. I numeri parlano chiaro e testimoniano come la società, presidente Ettore Masiello in testa, abbia operando con grande attenzione e intelligenza. La
squadra, ottimamente assemblata dal Ds Manuele Righi e guidata dall’esperto e competente mister Massimo Morgia, sta facendo sognare i tifosi che, dopo un comprensibile momento di disaffezione post fallimento, stanno ritornando ad assiepare le gradinate del glorioso Martelli. Il Direttore Generale Gianluca Pecchini è chiaro: “Non dobbiamo mollare proprio adesso, anzi dobbiamo alzare ulteriormente l’attenzione. Le sfide casalinghe contro Darfo (14/04) e Sondrio (28/04) potrebbero essere decisive. L’ultima di campionato, poi, saremo a pochi chilometri da casa, a Villafranca (05/05), e quindi su un campo difficile. A tal proposito sarà fondamentale il contributo del nostro pubblico. Sappiamo di avere le carte in regola per il salto di categoria: il destino è nelle nostre mani”. Chi sta trascinando il Mantova, con i suoi gol e con la sua esperienza, verso ‘quell’obiettivo’ che nessuno vuole dire ma che tutti, tifosi in primis, hanno ben chiaro è l’attaccante Cristian Altinier. Difficile - ma allo stesso tempo facilissimo - raccontare il suo rapporto con i colori biancorossi, un legame indissolubile che da sempre gli ha regalato emozioni, non sempre positive. Dopo tanto girovagare con alterne fortune Cristian, mantovano doc, ha detto ‘si’ al richiamo della squadra sua città, rimettendosi - a trentasei anni da poco compiuti - nuovamente in gioco.
“Sono tornato a casa” - ci racconta “perché ho reputato fosse giusto e perché ho trovato le condizioni giuste. La nuova società è composta da dirigenti mantovani, gente che conosce il territorio, che sa cosa vogliono i tifosi e soprattutto che vogliono fare le cose per bene. Qui ci sono tutti i presupposti per rifondare un grande progetto e soprattutto per riportare il Mantova nel calcio che conta. Noi intanto cerchiamo, domenica dopo domenica, di dare continuità alle nostre ultime buone prestazioni. Purtroppo durante la stagione, per una serie di motivi, non è stato sempre così. Ora però manca poco alla fine della stagione e non possiamo più permetterci passi falsi: l’obiettivo è a portata di mano e la squadra ha le carte in regola per non farselo sfuggire”. Per Cristian, capitano e simbolo di questo nuovo Mantova, centrare la promozione in serie C sarebbe una grande soddisfazione e una sorta di rivincita personale. “E’ stato grazie al Mantova” - spiega il numero 11 biancorosso - “che ho iniziato a giocare e iniziato a pensare, e a volere, che a calcio diventasse qualcosa di più che un semplice divertimento. Ho esordito in serie C2 a diciotto anni e sinceramente pensavo potesse essere la svolta. Invece non sono mai riuscito a giocare con continuità, vuoi perchè prima di me c’era giocatori più impor-
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tanti, vuoi perché non ero pronto. E così sono andato alla Biellese dove ho trovato continuità e gol (13 reti in 27 presenze n.d.r.). Finisce la stagione e torno a Mantova con nuove certezze e grandi speranze. Era il campionato 2005-2006. Solo pochi spezzoni di partita, davanti a me giocatori del calibro di Graziani, Noselli e Poggi. E’ l’anno in cui si sfiora la serie A con mister Di Carlo in panchina, persa allo spareggio contro il Torino. Io vado al Cittadella, sempre in B. Bene ma non benissimo. E così nel campionato 2006-2007 torno alla corte del presidente Lori. Ma ormai ho capito che per me, a Mantova, non c’è posto: 11 presenze e 2 reti in due campionati. Così nell’estate 2008 arriva la svolta della mia carriera, o meglio il primo passo verso quel distacco definitivo che mi porterà ad affermarmi lontano da Mantova”. Cristian passa al Verona, poi alla Sambonifacese e poi al Portogruaro dove centra la promozione in B. “Col Portogruaro” racconta Cristian - “mi sono tolto parecchie soddisfazioni, giocando e segnando parecchio anche in serie B. E’ stato con questa maglia che ho segnato il gol che reputo più bello, ovvero quello al Torino in casa loro: perdemmo 2-1 ma la mia incornata all’incrocio fu davvero bella, anche perché realizzata in uno stadio e in un contesto di grande prestigio. Anche con il Benevento, anche se poi non è finita come mi aspettavo, le cose sono andate discretamente. Poi sono arrivate nell’ordine Como, Ascoli, Padova e Reggiana in Lega Pro, fino ad arrivare all’estate scorsa quando è arrivato, nuovamente e senza che io me l’aspettassi, il Mantova. Come ho reagito? Devo essere sincero, subito
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con molto distacco: sai dopo le ‘scottate’ giovanili, e le disavventure societarie, un po’ di diffidenza c’era. Poi ho parlato con la dirigenza e ho capito che c’era un progetto serio, ambizioso e ponderato. Inoltre mi hanno fatto capire che la mia esperienza e il mio attaccamento ai colori sarebbero stati molto utili alla causa. Così ho accettato ed eccoci qua a lottare in un campionato di serie D ricco di insidie e per niente facile. Io cerco di dare sempre il massimo ogni volta che scendo in campo e di essere di esempio per i compagni più giovani. La squadra è stata allestita bene, con un giusto mix tra giocatori giovani, alcuni già nel mirino di club importanti, ed esperti. Ci stiamo togliendo diverse soddisfazioni e, cosa più importante, stiamo facendo ritornare i tifosi al Martelli. La gente, la città, i tifosi hanno voglia di un Mantova nel calcio importante e noi siamo qua per fare di tutto per accontentarli”. Sarà questa l’ultima occasione per Altinier per ‘fare pace’ con il Mantova? La risposta non lascia spazio a fraintendimenti: “Con questa squadra ho un conto aperto perché qui non sono mai riuscito ad essere protagonista come avrei voluto. Quest’anno ho la possibilità di rifarmi e puoi star sicuro che non mollerò un centimetro fino all’ultimo minuto dell’ultima partita (a Villafranca il 5 maggio n.d.r.). Spero alla fine potremo festeggiare e guardare tutti ad un futuro di grandi soddisfazioni”. Quando non gioca Cristian il resto del tempo lo dedica alla famiglia e a qualche piccolo hobby: “Prima di tutto sono marito e papà per Melita e Camilla (quest’ultima di soli due mesi n.d.r.) e questi
‘ruoli’ mi impegnano davvero molto. Poi quando mi avanza un po’ di tempo amo fotografare. Poi avrei anche la passione per l’abbigliamento, ma questo è un hobby costoso. Magari chiederò al patron Setti qualche consiglio in merito…”. Già, Maurizio Setti, socio di maggioranza del Mantova attuale e che verrà, imprenditore che crede fortemente nella piazza virgiliana. Anche in questo caso Altinier ha un’idea ben precisa: “Chi in questo momento storico decide di investire nel calcio in un progetto serio, guardando al risultato sportivo e anche al bilancio, beh per quanto mi riguarda merita stima e gratitudine. E credo che anche i tifosi e gli sportivi, non possono non essere riconoscenti a questo gruppo di imprenditori mantovani che si sta prodigando per realizzare un sogno e, soprattutto, per gettare basi solide per un grande futuro. Magari un giorno, chissà, quando avrò appeso le scarpe al chiodo, potrei rimettermi in gioco a livello dirigenziale. Mi piacerebbe. Così potrei restare nel mondo del calcio ma soprattutto potrei continuare ad aiutare il Mantova. Il ‘mio’ Mantova…”.
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European Master Games 2019: Torino c'è! di Loris Gherra - Foto: Torino Master Games
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orino ospiterà, dal 26 luglio al 4 agosto, gli European Masters Games. I numeri sono da Olimpiadi: 80 discipline, 32 sport, 60 sedi di gara, suddivise in 15 comuni delle province di Torino, Vercelli e Novara. È prevista la partecipazione di più di 10mila atleti da tutto il mondo. Gli European Masters Games sono aperti a tutti gli sportivi con più di trent’anni d’età. Non ci sono qualificazioni né squadre nazionali. Sono ammesse squadre miste e per partecipare basta essere in possesso del certificato d’idoneità all’attività sportiva agonistica. Il capoluogo piemontese, nel trascorso decennio, si è conquistato il podio di città italiana dello sport. Nel 2006 ha ospitato i XX Giochi Olimpici Invernali, l’anno successivo le Universiadi, e poi numerosi campionati internazionali fino ai World Masters Games, nel 2013.
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All’evento parteciparono più di 15mila atleti e 20mila accompagnatori, provenienti da 107 nazioni. Oltre 200 giornalisti italiani e stranieri seguirono l’evento. “Per questa nuova edizione dei Giochi – che attirano atleti non solo europei, basti pensare che abbiamo iscrizioni da Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Brasile e Sud Africa – vogliamo replicare e superare il successo ottenuto cinque anni fa. Siamo più organizzati, più presenti dal punto di vista della visibilità e stiamo creando importanti partnership con enti e società per garantire il meglio dell’ospitalità e dell’offerta turistica del nostro territorio”, ha dichiarato il presidente del Comitato organizzatore, l’avvocato Fabrizio Benintendi. “L’arte nello sport, lo sport nell’arte” è il claim che è stato scelto per gli European Masters Games Torino 2019. Gli atleti partecipanti gareggeranno nei parchi, nelle piazze e nei luoghi aulici simbolo della città, unendo così
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la vocazione culturale e storica del territorio, alla passione per lo sport. Alcuni esempi. La mezza maratona si correrà nel parco regionale La Mandria, la riserva di caccia della corte sabauda dal XVI secolo, con arrivo davanti alla Reggia di Venaria. La gara di ciclismo su strada raggiungerà il Colle di Superga, dove sorge l’omonima Basilica, gioiello sabaudo progettato nel ‘700 da Juvarra, dopo un percorso panoramico che si snoda tra la collina di Torino e quella di Asti. Piazzetta Reale, cuore nobile della centrale piazza Castello, ospiterà le finali di alcune specialità della scherma. Il Forte di Fenestrelle, la più grande fortezza alpina d’Europa, sarà la sede della gara della 4.000 scalini, per raggiungere la sommità del forte. L’evento è realizzato in collaborazione con Città di Torino, Regione Piemonte, Città Metropolitana, Camera di Commercio e l’Imga, International Masters Games Association. Per partecipare bisogna iscriversi entro il 15 giugno sul sito www. torino2019emg.org. Non è necessario essere tesserati presso federazioni sportive, si può partecipare a tre sport e a cinque discipline e si gareggia per fasce d’età. Gli sport di squadra hanno formule di iscrizione agevolate. Tutte le novità e le informazioni sui Masters di Torino sul sito www.torino2019emg.org e sui canali Facebook, Twitter e Instagram con il profilo @EMGTorino2019.
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Spartan Warrior The
di Paola Gilberti - Foto: Alberto Lorenzetto
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Instagram biondorugby
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i chiamano AreaE Warriors. E guerrieri lo sono per davvero. Loro sono gli atleti e le atlete della Spartan Race, l’ormai famosa ‘corsa a ostacoli’ ispirata ai massacranti percorsi utilizzati nell’addestramento militare. Una disciplina dura, che richiede costanza, preparazione e allenamento per essere affrontata come si deve. Lo sa bene l’AreaE Warriors team, che grazie a fatica e dedizione lo scorso anno ha raggiunto un importante traguardo: cinque degli atleti del gruppo, grazie ai risultai ottenuti nello Spartan Spanish National Series (Campionato Spartan di Spagna), hanno conquistato la qualificazione ai Campionati Europei Spartan che si terranno il prossimo 29 giugno ad Alleghe, nel bellunese, e quella per il Mondiale Spartan di settembre, negli Stati Uniti. Fra loro spicca l’argento del veronese Alberto Lorenzetto, che si è laureato vicecampione spagnolo per la categoria Age Group correndo lungo il circuito Ricardo Tormo di Cheste, a pochi chilometri da Valencia, un percorso formato da 14 chilometri con 30 diversi ostacoli. “Ci siamo allenati duramente per questi risultati” - spiega Lorenzetto - “la Spartan è una disciplina dura, che richiede un'ottima preparazione fisica, non si può improvvisare. Molti ragazzi arrivano da noi dopo un po' di crossfit pensando di essere già pronti, ma poi si accorgono di quanto sia impegnativa”. Per vedere Lorenzetto e gli altri Warriors all’opera mentre si allenano, corrono e si mettono alla prova tra un ostacolo e un altro, potete recarvi nella palestra AreaE di Castel D’Azzano, che saltuariamente propone corsi aperti al pubblico desideroso di sperimentare tutte le difficoltà delle Obstacle Courses Races. “E a breve, in collaborazione con Force Run apriremo un vero e proprio centro nella parte esterna della palestra totalmente dedicato alla preparazione di queste corse. Dal 23 marzo iniziamo gli allenamenti e poi, piano piano, aggiungeremo nuovi ostacoli” afferma Lorenzetto. Il vicecampione spagnolo non si limita alla solo Spartan: Lorenzetto ha un passato da rugbista e una laurea in Scienze Motorie, grazie a cui svolge il
lavoro di preparatore atletico in AreaE. Ma non è finita qui: Alberto è anche un triatleta. Ed è recentemente tornato da una estenuante sfida: l'Ironman di Dubai, tenutosi l'1 febbraio. “La distanza totale” - racconta Lorenzetto – “era 70.3, si tratta di un mezzo Ironman, è stata la prima volta per me. Tutti mi dicevano che per il primo Ironman ci vogliono almeno sei ore per arrivare al traguardo, io ho concluso in cinque ore e quaranta. Puntavo ad arrivare nella prima metà della classifica e ci sono arrivato, per cui direi che posso ritenermi più che soddisfatto”.
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I NTERVISTA
GiochiamconVOI di Paola Gilberti - Foto: CSS Verona
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a storia d’amore tra Loris Castagnini e la pallanuoto nasce grazie alla figlia Eleonora, giovanissima giocatrice della Css Pallanuoto Verona. Da padre presente a tifoso appassionato è un attimo. E oggi, Loris e un bel gruppo di altri supporters hanno dato vita a un vero e proprio movimento che ogni fine settimana anima gli spalti della piscina di casa e non solo. Giochiamconvoi è il nome di questa super compagnia e della pagina Facebook ad essa collegata, che oltre a mostrare il calore di tutti i tifosi per la squadra, promuove la bellezza e le emozioni che questo sport sa offrire. Una visibilità importante, considerando che la pallanuoto, qui a Verona, ma forse in tutta Italia, si scontra con altre discipline diciamo più popolari. Loris, partiamo proprio da qui: l’attenzione della stampa veronese nei confronti della pallanuoto? L’attenzione purtroppo è scarsa, viene dato più spazio ad altri sport. Però è un cane che si morde la coda: non dare
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visibilità ad altre discipline non permette al pubblico di appassionarsi. Per fortuna ci sono realtà che ci tengono a valorizzare anche il nostro mondo. Un ottimo lavoro in termini di visibilità lo sta facendo il vostro gruppo di tifosi Css, chiamato Giochiamconvoi. Non abbiamo scelto questo nome a caso, dimostra tutto il nostro sostegno alla squadra. Stiamo raccogliendo parecchia attenzione in giro per l’Italia, questo affetto attorno alle ragazze è una novità nella pallanuoto. Siamo riusciti a prendere tutto ciò che c'è di bello nel classico tifo da curva dello stadio, eliminando offese e insulti al team avversario e l’abbiamo portato negli spalti della piscina. Persino gli arbitri si stupiscono e ci fanno i complimenti quando ci sentono cantare, quando vedono esultare 250-300 persone. Numeri che nemmeno la Pro Recco, la Juventus della pallanuoto riesce a raggiungere. Com'è nata l'idea e come si è formato questo gruppo?
Sugli spalti c'era già un bel movimento, io, data la mia esperienza di tifoso (arrivo dal calcio) ho solo portato un po' di organizzazione. Ringrazio mia figlia per avermi fatto scoprire questo mondo meraviglioso e per avermi dato modo di collaborare alla creazione di questa bella famiglia di appassionati. Abbiamo la nostra club house che si trova al centro De Stefani, a fianco della piscina Monte Bianco, le nostre maglie, le bandiere, persino bicchieri di birra personalizzati. Ogni giovedì sera, per fare gruppo e stare insieme alla squadra ci ritroviamo tutti appena usciti dal lavoro e prepariamo la cena per noi e le ragazze, così alle 23 quando finiscono allenamento trovano già la tavola imbandita e possono rilassarsi. Siete presenti solo alle partite in casa o seguite il team anche in trasferta? A inizio Campionato abbiam fatto una promessa alle ragazze: “ovunque voi andrete noi ci saremo”. E così è stato e continuerà a essere. Siamo andati in trasferta a Catania, con andata e ritorno in giornata. E a Catania torneremo
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Loris Castagnini
il 4 maggio per l’ultima partita della stagione. Siamo già in contatto con l'altra tifoseria, ci piacerebbe fermarci in Sicilia due giorni e alla fine fare una cena tutti insieme. Ti faccio una domanda provocatoria: questo tifo sfegatato è dovuto a tua figlia o ti sei davvero appassionato? Allora, mia figlia gioca a pallanuoto fin da piccola e mi ha fatto conoscere questo sport che mi è piaciuto da subito. Tre anni fa ha cominciato con le grandi in A2, ma considera che spesso non entra in acqua con la Prima Squadra perché è ancora impegnata con le giovanili. Quindi sì, amo la pallanuoto grazie a mia figlia, ma tifo e sostengo la squadra perché credo fortemente in questo sport, mi diverte, mi entusiasma e mi coinvolge. Se tempo e soldi me lo permettessero andrei a vedere la Finale di Scudetto. E tiferei per entrambe le squadre. E come vivete voi tifosi questo primo anno in A1? Facciamo un mezzo infarto tutte le volte (ride). Sul serio, è un Campionato
difficile. Com’era prevedibile Siamo partiti un po’ spaesati, abbiamo preso qualche mazzata, ma poi piano piano abbiamo visto la squadra crescere, ma noi lo sapevamo, ci abbiamo sempre creduto. Ci stiamo giocando l’ultimo posto della Final Six e stiamo parlando di una squadra neopromossa, che nella maggior parte delle volte torna in A2. Sono felice perché questo entusiasmo per le imprese della Css si sta diffondendo:
la gente ci scrive per essere aggiornata, sulla pagina Facebook, via mail... E tutta questa magia non è solo merito della squadra, ma di una straordinaria società che ha fatto e sta facendo un lavoro enorme. Un club organizzato e solido in cui tutti si danno da fare e collaborano per la realizzazione di nuovi sogni. Ecco perché funziona, ecco perché questa passione continua a crescere fuori e dentro l'acqua.
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R E T N E C T R O P S
Con Aquamore spazio alle tue passioni
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a cura della redazione - Foto: Aquamore
on l’apertura dell’area benessere si sono conclusi i lavori di riqualicazione ed ampliamento del Centro Sportivo di Villafranca. Il complesso, marchiato Aquamore, si presenta ai nastri di partenza del nuovo anno con l’obiettivo di offrire alla comunità un’esperienza nuova fatta di sport, relax e divertimento. La sda raccolta da Aquamore consiste nel rinnovare i paradigmi della piscina comunale tradizionale, offrendo nuovi servizi orientati a tutta la famiglia ed in grado di coniugare modernità, cura per i dettagli, accuratezza, tecnologia e precisione in termini di sicurezza. I lavori di riqualicazione hanno visto, in meno di un anno, la costruzione di una nuova area acqua al posto del vecchio bocciodromo con annessa area benessere di ultima generazione, la realizzazione di una nuova area tness con due spazi ben distinti: uno per corsi a corpo libero e l’altro per il functional training; la riqualicazione delle vasche esistenti e l’integrale rinnovo di reception, spogliatoi e area ristorazione. Il punto di partenza attorno al quale ruota Aquamore è la famiglia: tutti gli spazi sono infatti stati pensati per coniugare le esigenze del pubblico a 360°, dai neonati alle persone di età avanzata. L’acqua, cuore pulsante del progetto, è stata declinata secondo uno schema ancora poco esplorato nel mercato delle strutture pubbliche: all’attività sportiva vera e propria con nuoto libero, scuola nuoto federale ed agonismo si afanca una visione più orientata al benessere, infatti alcuni spazi mutano e si adattano, di volta in volta, per dare risposta a diverse esigenze: la stessa vasca di 20m che ospita i corsi di Aquatness durante la settimana, si trasforma in area ludica nei weekend con il Wibit, percorso gonabile modulare, per arricchire l’offerta dello spray park per i più piccoli, che insieme
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agli scivoli, i divertenti giochi d’acqua e i sensori di sicurezza AngelEye, sono lo spazio ideale per una giornata all’insegna del gioco ed il relax in famiglia. Mentre i piccoli si divertono, ai più grandi sono riservati la vasca relax, con cascate cervicali e idromassaggio, e lo spazio benessere con sauna nlandese, bagno di vapore, vasche Kneipp, parete di sale, docce emozionali, cascata di ghiaccio e sale relax. Tutto questo garantisce una fruizione da parte di tutta la famiglia i 365 giorni all’anno. Se parliamo di dare spazio alle proprie passioni, non poteva mancare il calcio: due campi all’aperto che sono stati integralmente riqualicati con l’installazione dei nuovi manti erbosi di ultima generazione. Inoltre, l’area ristorazione C.Loro, indipendente ma allo stesso tempo interconnessa alle vasche, garantisce un’esperienza di qualità anche per il palato. Ad Aquamore uno degli obiettivi principali è quello di creare community, vogliamo inserirci nella società villafranchese ascoltando le loro aspettative per offrire un modo di vivere lo sport ed il benessere come un insieme e non come attività scollegate, per questo organizziamo iniziative come il We Run, che ogni martedì sera coinvolge sempre più runners: un’attività semplice come quella di correre, se realizzata in gruppo, si trasforma in opportunità di socializzazione ed esperienza motivazionale. Per quanto riguarda i prezzi, questi sono assolutamente in linea con il mercato di riferimento, nonostante la cura dei dettagli, i moderni sistemi di rilevazione delle situazioni di pericolo, i rivestimenti antiscivolo e antitrauma (tecnologia Myrtha) di ultima generazione presenti in tutta la struttura e il personale altamente qualicato. Aquamore porta la piscina comunale a nuovi livelli valorizzando le potenzialità, arricchendo e promuovendo i propri servizi.
S K O O B T R O P S
Cartelli d'Italia (Presa in) giro d'Italia in 1000 cartelli
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n viaggio tutto da ridere nella Penisola, anzi si può dire che sia un libro nato da un lavoro a quattromila e rotte mani tra l’autore e gli italiani tutti, che ne hanno reso possibile la realizzazione con centinaia di fotografie inviate via mail o postate negli anni nelle bacheche social di Cristiano Militello e di Striscia la Notizia. Una galleria di cartelli grondanti assurdo linguaggio burocratico, strafalcioni, accostamenti esilaranti, spesso involontari. Essendo un libro fatto "in cooperativa" grazie alle segnalazioni di migliaia di "reporter per caso" che continuano a spedirgli
di Cristiano Militello
incredibili perle e sperando di fare cosa gradita ai suoi "soci", Militello devolverà i proventi della vendita alla Fondazione Together To Go (TOG) che cura gratuitamente bambini con patologie neurologiche complesse.
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uesta è la storia di un ragazzo molto speciale. Ma è anche la storia di un ragazzo come tutti gli altri, che deve crescere e imparare ad accettarsi così com’è, ad aprirsi e a farsi voler bene, a superare i momenti difficili e ad apprezzare la meraviglia di ogni giorno. E scoprire che, a volte, avere il vento contro è proprio quella condizione ideale che ti fa venire voglia di volare. Questo ragazzo si chiama Daniele, ed è cieco dalla nascita. La sua eccezionale vitalità, però, lo spinge da sempre ad affrontare ogni situazione con slancio e curiosità, e in particolare a dedicarsi allo sport con tutto se stesso. Grazie allo sci nautico, Daniele non ha solo trovato una dimensione di completa ed esaltante libertà, ma ha scoperto di avere la stoffa dell’autentico campione, diventando il più forte sciatore paralimpico di tutti i tempi. Ma la sua storia non è fatta solo di allenamenti, sudore, cadute e trionfi: ci sono l’amicizia, lo studio, l’amore, la musica…
Dettagli - Genere: humor - Prezzo: e 17 - Editore: Baldini + Castoldi - Collana: Le boe - Data pubblicazione: novembre 2018 - Pagine: 376 - Formato: brossura - Lingua: italiano - EAN: 9788893881258
Il vento contro
Quando guardi oltre, tutto è possibile di Davide Cassioli Dettagli - Genere: storie vere - Prezzo: e 15 - Editore: De Agostini - Collana: Le boeData - Data uscita: Ottobre 2018 - Pagine: 180 - Formato: brossura - Lingua: italiano - EAN: 9788851166953
Abbiamo toccato le stelle Storie di campioni che hanno cambiato il mondo di Riccardo Cazzaniga
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o sport non è fatto solo di vittorie e di sconfitte. È importante anche come si vince e come si perde. Perché essere un campione non significa soltanto conquistare una medaglia, battere un record, dominare nella propria disciplina, ma conquistare un primato morale, saper difendere un ideale nobile, dare un esempio. E combattere contro avversari invisibili e subdoli come la discriminazione razziale, politica o sessuale, contro malattie o infortuni gravissimi, o semplicemente contro regole ingiuste e tradizioni fuori dal tempo. I protagonisti
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di questi venti racconti, con le loro scelte coraggiose e la loro straordinaria capacità di lottare, ci mostrano come lo sport può cambiare il mondo, quando si fa portavoce dei più alti valori umani. Dettagli - Genere: collana ragazzi - Prezzo: :€ 16 - Editore: Rizzoli - Data uscita: Settembre 2018 - Pagine: 240 - Formato: cartonato - Lingua: italiano - EAN: 9788817103268
S G N O S T R O P S
Ripercorriamo la storia dello sport riascoltando le note di canzoni che, bene o male un po’ a tutti, hanno procurato brividi e, magari, fatto scendere qualche lacrimuccia (di gioia o di dolore…).
Leva calcistica della classe '68 dall'album: Titanic (1982) Francesco De Gregori
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n questa canzone il cantautore romano racconta di un bambino (nato nel 1968, appunto) che sostiene un provino presso una squadra di calcio con tutte le paure, le
angosce e le sensazioni del giovane calciatore nel rapporto con l'allenatore, giudice del suo destino. Nel ritornello, De Gregori, spinge sui veri valori che un uomo come un calciatore deve dimostrare nella vita come sul campo per essere tale: "Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore, un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e
dalla fantasia...". Il provino sarà positivo e il ragazzo conquisterà l'agognata maglia numero 7. Per questa canzone Francesco De Gregori è stato premiato qualche anno fa dell’Associazione Italiana Allenatori Calcio come la storia di tutti gli appassionati e aspiranti calciatori italiani. Bartali
Bartali dall'album Gelato al limon (1979) Paolo Conte
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aolo Conte nel 1979 scrisse questa canzone in onore di Gino Bartali (19142000) il campione ‘operario’ che vinse tre Giri d'Italia (1936, 1937, 1946), due Tour de France (1938, 1948) e quattro Milano-Sanremo. La canzone parla del campione toscano e delle imprese eroiche in strade polverose e fughe solitarie che hanno entusiasmato milioni di italiani. In questo brano Conte descrive un tifoso del campione che
aspetta da ore di vederlo arrivare mentre la ‘morosa’ gli chiede di andare al cinema. Un campione che ha fatto sì, vincendo il Tour, che i francesi ci rispettano. Tutto ciò è ripreso in una strofa della canzone “E i francesi ci rispettano/Che le balle ancora gli girano/E tu mi fai, dobbiamo andare al cine/E vai al cine, vacci tu”. Gino Bartali nel 2013 è stato dichiarato 'Giusto tra le nazioni' per la sua attività a favore degli Ebrei durante la Seconda guerra mondiale.
We Are the Champions dall'album New of the World (1977) Queen
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l brano, scritto da Freddie Mercury, è una delle più celebri canzoni rock di tutti i tempi, e certamente una delle più rappresentative dei Queen, che la usarono come encore finale di moltissimi dei loro concerti. Per la melodia trionfale, e per il testo del ritornello ("Siamo i campioni - siamo i campioni del mondo"), We Are the Champions viene spesso usata come colonna sonora per celebrare vittorie
sportive. Questo brano, in realtà, era stato scritto nel 1975 e doveva essere inserito nel quarto disco della band A Night at the Opera, solo che secondo Mercury andava a esulare come tipo di musicalità dalle altre canzoni, quindi decise di inserirla nell'album News of the World. Uscì come singolo e fu un successo mondiale. Nel 2002 la canzone è stata votata come la migliore di sempre in un sondaggio internazionale; votarono oltre 700 000 persone.
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Abbaiano forte gli
AGSM MASTINI VERONA di Michele De Martin - Foto: Nicola Vivian
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Instagram mastiniverona
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eterminati. Cinici. Affamati di vittorie. Gli Agsm Mastini Verona partono con il piede giusto nel loro decimo campionato consecutivo in serie A2 e lo fanno mostrando i denti, in una stagione che sa di rivincita. I cagnacci hanno voglia di dimostrare il proprio valore nell’insidiosissimo girone B dove Castelfranco e Padova, ma anche Ferrara ed Isonzo, sono squadre attrezzate e competitive. La leadership del girone è obiettivo da guadagnarsi con il sudore e con la mentalità giusta e questo i Mastini lo sanno bene. Un campionato che è iniziato nel migliore dei modi con le due vittorie consecutive contro Sentinels Isonzo e Aquile Ferrara che premiano il numeroso pubblico del Velodromo di Pescantina, accorso a sostenere la squadra. I cagnacci gialloblu del presidente Simone De Martin si presentano con molti cambiamenti a roster in questa stagione, con un nuovo coaching staff, nuovi giocatori, nuovo sistema di gioco. Novità che riguardano anche i molti rookies inseriti in prima squadra dal gruppo del team M-Unit, campione d’Italia del campionato AICS IAAFL. Cambiamenti importanti che hanno in qualche modo contrassegnato la prima parte di gara di ambedue le sfide. Due partenze lente, quelle dei ragazzi di coach Michele De Martin, tramutate poi in due convincenti finali di gara, con l’attacco a macinare yards e la difesa a concedere davvero pochissimo agli avversari. Una buona lettura del match, quella nell’intervallo, da parte del coaching staff con i coordinatori di reparto Andrea Ventura e Christian “Ciba” Costanzo, bravi ad impostare cambiamenti tattici elaborati in collaborazione con tutti gli assistenti dei vari reparti di gioco. Un cambiamento anche di mentalità, di approccio al match, che ha saputo sorprendere gli avversari. Il 35 a 7 sui Sentinels ha messo in luce l’ottimo lavoro della linea offensiva e del pacchetto di runner scaligeri. Manuel Savoia e Fabio Marinelli hanno saputo entusiasmare pubblico e sideline gialloblu con le loro scorribande in territorio nemico. Un match, quello contro i Sentinels, che ha visto i Mastini ricordare coach Claudio
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Una buona partenza quella dei cagnacci gialloblu nella serie A2-2019 Ascari con un grande applauso, poco prima del calcio d’inizio. Uomo di football, tra i primi ad appassionarsi a questo sport a Verona, ha saputo lasciare un segno importante tra allenatori, dirigenti e giocatori. Una figura che non verrà mai dimenticata, per tutto ciò che ha fatto per questo sport nella nostra città e non solo. Nel secondo match stagionale sono le storiche Aquile Ferrara a sfidare la Verona gialloblu del football. Una squadra giovane, ben preparata, con un gioco aereo importante e una difesa solida soprattutto nel reparto linebackers. I cagnacci faticano a trovare ritmo in attacco
ed è brava la difesa di coach Costanzo a stringere i denti. Sono solo tre i punti concessi in tutto il match agli estensi, con ben quattro palloni recuperati dalla difesa scaligera tra intercetti e fumble. L’attacco capitanato da Carlo Carminati si scalda minuto dopo minuto e i trentacinque punti finali identificano il grande lavoro fatto da una squadra che ha saputo compattarsi nei momenti di difficoltà, trovando le soluzioni alternative migliori per mettere punti sul tabellone e azzerare ogni speranza degli ospiti. Capitan Filippo Mutascio sa come caricare la squadra nei momenti difficili ed è proprio il numero nove scaligero uno dei migliori in campo tra i gialloblù in questo inizio di stagione. Due vittorie che creano entusiasmo ma che devono essere subito accantonate per preparare al meglio il proseguo di un campionato che continuerà con la terza gara casalinga consecutiva. Arriveranno i Saints Padova al Velodromo San Lorenzo e la sfida è di quelle che contano. Testa alta. Muso duro. Alla ricerca di nuove vittorie da tingere di gialloblù.
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Rugby veronese in prima linea alla settimana dello sport
di Paola Gilberti - Foto: Valpolicella Rugby, West rugby
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l Valpolicella Rugby di San Pietro in Cariano ha festeggiato la Settimana dello Sport insieme a 600 bambini provenienti da vari istituti primari del territorio, già coinvolti nel Progetto Scuole coordinato dall'educatore Giovanni Mazzi. Per tre mattinate, da mercoledì 6 fino a venerdì 8 marzo, i piccoli delle elementari di Corrubbio, del comprensivo di Sant'Ambrogio, delle primarie di Settimo e San Peretto (Negrar), hanno avuto l'opportunità di conoscere da vicino il rugby, prendere tra le mani una palla ovale e giocare insieme ai compagni sotto la guida di un folto gruppo di istruttori composto da atleti del Santamargherita, Prima Squadra Valpo militante nel Campionato di serie A, tecnici e genitori. A sottolineare il successo dell’iniziativa, le parole di Monica Poiesi, insegnante della scuola di Corrubbio: «Un’esperienza fantastica, da ripetere! Faccio i complimenti allo staff per l'organizzazione e ringrazio tutti, in primis Giovanni per la sua grande disponibilità». Le attività proposte dal Progetto Scuole non si fermano qui: i prossimi ospiti sul campo di via Tofane saranno i bambini delle primarie di Negrar il 16 aprile. «Quest’anno i numeri delle adesioni scolastiche sono aumentati e questo non può che farci piacere», afferma Mazzi, «Significa che siamo riusciti a creare una bella sinergia con le scuole. Ci tengo anche a ringraziare tutti gli insegnanti e i direttivi scolastici che si dimostrano sempre molto disponibili. Questa collaborazione sta dando i suoi frutti». Un successone anche per l’evento tenutosi giovedì 7 marzo all'interno
del Palazzetto dello sport di Villafranca, dove quasi 300 bambini provenienti da alcune scuole locali (istituto primario Canossiano, le Bellotti e le prime medie Don Allegri) hanno trascorso una mattinata all’insegna dello sport con gli atleti del West Verona Rugby e i giocatori disabili di Wheelchair Rugby (rugby in carrozzina) Mastini Cangrandi, Padova Rugby e H81 Vicenza. L’incontro conclude il progetto scolastico Provo anch'io, avviato a gennaio dalle Canossiane per avvicinare i bambini alla realtà dello sport come valore che favorisce l'integrazione e l'inclusione. «L’unione di forze tra West, Mastini e Canossiane ha portato a un risultato eccezionale. È stata una bella mattinata di sport e divertimento per tutti, grandi e piccini», afferma Giovanni Mazzi, coordinatore del Progetto Scuole del West Verona Rugby in cui rientra anche l’Istituto Canossiano, «I bambini hanno scoperto il mondo del rugby e del rugby in carrozzina, sempre con tanto entusiasmo e curiosità, sperimentando tutte le emozioni del gioco».
Anche l'assessore allo sport di Villafranca Luca Zamperini ha presenziato all'evento e ha commentato: «Siamo orgogliosi di aver collaborato alla realizzazione di questo evento. Si tratta infatti di un progetto che unisce sport e sociale avvicinando i bambini a una bella realtà come quella del rugby in carrozzina. Un grazie quindi all'istituto canossiano, sempre sensibile ai temi sociali e fucina di progetti educativi, e al West Verona Rugby con i Mastini Cangrandi, importante realtà del territorio». Infine, le parole di Madre Mariagrazia Borghetti, coordinatrice didattica dell’istituto canossiano di Villafranca: «I bambini hanno sperimentato la tecnica specifica del rugby in carrozzina, la necessità dell'allenamento, l'importanza di aiutarsi donando ciò che si ha e ricevendo ciò di cui si ha bisogno. Ringrazio Giovanni Mazzi e tutti gli istruttori presenti al Palasport di Villafranca che giovedì hanno fatto vivere a tutti noi presenti un'esperienza di sport inclusivo che ci insegna a guardare oltre noi stessi».
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Area Sport il pallone non si ferma mai! Con
di Martina Zaffani e Alex Barana - Foto: Areasport
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rchiviata anche la seconda tappa del 24° Circuito Minicalci, manifestazione ideata e organizzata da Area Sport e Asi Verona. Domenica 10 marzo scorso il Centro Sportivo De Stefani di San Michele si è vestito a festa per accogliere i piccoli calciatori che, con il loro entusiasmo e la loro gioia,
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hanno dato vita ad un’altra specialissima edizione della Coppa Carnevale. Due gironi in base all’età: le scuole calcio di Virtus Soccer, San Marco BM e Nuova Cometa per le annate 2012/2013; Hellas Verona, Atlas VR 83, Pescantina Settimo, Avesa HSM, Aurora Cavalponica e Belfiorese invece per l’anno 2011. A metà mattinata il momento clou della mani-
festazione con lo spettacolare ingresso del Sire del carnevale veronese, il Papà del Gnoco con la sua Corte, e di Mastro Sogar, la Sogara e i Sogaroti, le maschere simbolo del quartiere di San Michele. Gli ospiti speciali hanno poi consegnato la medaglia ricordo e il pacco dono di carnevale ai piccoli giocatori, premiati tutti indistintamente ed indipendentemente dai risultati conseguiti sul campo. Infine il sorteggio per l’assegnazione della Coppa Carnevale 2019 ha sorriso all’Avesa HSM, proprio la squadra di Tommy Bucci, il nostro piccolo amico affetto da ittiosi lamellare: ‘Un calcio al pallone con e per Tommy’ è infatti lo slogan dell’intero Circuito che, oltre alla raccolta fondi, ha l’obbiettivo di ricordare che anche Tommy, come i tanti bambini affetti da particolari e rare malattie, può senza alcun problema o pregiudizio, giocare e divertirsi condividendo con i propri coetanei e compagni le grandi passioni della vita. E per chiudere in bellezza, grazie alla partnership con SportdiPiù magazine, a ciascuno dei mini calciatori è stato donato il prestigioso Album delle figurine calciatori Panini 2018/2019. Il Circuito Minicalci proseguirà ad aprile con la Coppa Primavera 2019 che sosterrà sempre l’Associazione Uniti e il Comitato Uffi Onlus per la ricerca sull’It-
a
tiosi Lamellare e si svolgerà domenica 14 aprile 2019 sempre sui due campi del Centro De Stefani di San Michele. I grandi tornei Area Sport dell’estate 2019 21ª Champions League AGSM Open Maschile: il più importante e prestigioso torneo open maschile di calcio a 5 in Italia. Partecipazione prevista: 60 squadre con 1.200 atleti per oltre 300 gare da disputare sui campi outdoor del Centro Sportivo G. De Stefani dal 3 giugno al 12 luglio. In omaggio ad ogni squadra iscritta i completi da gioco nei colori dei Club Europei abbinati. Iscrizioni dal 10 aprile 2019. 11ª Champions League Under 16 Maschile: un’altra spettacolare edizione del torneo di calcio a 5 riservato agli adolescenti di età inferiore ai 16 anni. La partecipazione prevista è di n. 10 squadre per circa 120 atleti tassativamente under 16 che dalla metà di giugno sino alla prima settimana di luglio cercheranno di emulare i grandi del pallone. Naturalmente teatro dell’evento giovanile sarà sempre il centro De Stefani. Come per i grandi anche alle squadre under 16 in omaggio i completi da gioco nei colori dei Club Europei abbinati. Iscrizioni dal 10 aprile 2019 11ª Champions League Femminile: e sempre nell’ambito dell’evento open ci sarà nuovamente la manifestazione dedicata al gentil sesso, con l’undicesima edizione della Champions Femminile. Da 6 a 8 le squadre ammesse all’edizione 2019 che si giocherà al De Stefani nel corso del mese di giugno. Non mancheranno nemmeno qui i completi da gioco nei colori dei Club Europei abbinati in dono ad ogni squadra. Iscrizioni dal 10 aprile 2019 6ª Coppa del Mondo: dal 3 giugno all’8 luglio prossimi torna il prestigioso torneo estivo di calciotto dove le squadre partecipanti vengono abbinate, con tanto di completo da gioco, alle prime 32 Nazionali del ranking mondiale FIFA 2019. Iscrizioni dal 10 aprile 2019.
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Breaking News
AG EN DA Tutti in campo per Abeo
Il sorriso di un bambino e le emozioni di chi prova ogni giorno a concedergli un'altra chance nella vita. Queste sono le immagini che hanno fatto da sfondo alla giornata conclusiva dell’iniziativa ‘Tutti in campo per Abeo’. La location non poteva che essere la futura casa dell’associazione, quella Villa Fantelli che ospiterà i piccoli pazienti in cura presso il reparto di Oncoematologia Pediatrica di Borgo Trento e le loro famiglie. L’occasione la consegna del ricavato della campagna di raccolta fondi voluta per aiutare economicamente l’associazione e resa possibile grazie a Triboom, portale specializzato in crowdfunding per società e organizzazioni sportive e per progetti di social responsibility, con la partecipazione dell'Hellas Verona e di Despar. L’iniziativa ha raccolto 18.500 €,
soldi che serviranno ad ABEO per l’acquisto di un pulmino che sarà utilizzato per il trasporto dei piccoli pazienti e delle loro famiglie. Al capitolo conclusivo di questa splendida iniziativa hanno partecipato tutti i protagonisti. Oltre ai ‘padroni di casa’ Pietro Battistoni e Simone Cesaro padroni, rispettivamente Presidente di ABEO e Primario reparto oncoematologia pediatrica Borgo Trento, sono intervenuti Francesco Barresi, Direttore Operativo dell’Hellas Verona, Alfonso Stefanelli, Founder Triboom, e Paola Bulbarella, Marketing Despar. Un modo per mostrare vicinanza a una realtà che solo attraverso la generosità di tutti può proseguire nell’impegno quotidiano di regalare un sorriso a chi non dovrebbe perderlo mai.
Mantova Calcio chiama, Mediolanum risponde
Un nuovo importante partner ha deciso di affiancare il Mantova calcio in questa importante e, tutti si augurano, trionfale
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stagione; si tratta di Banca Mediolanum che è diventato sponsor ufficiale della società presieduta da Ettore Masiello. La partnership è stata presentata a fine dello scorso febbraio presso la sede di Piazza Mozzarelli, 3 alla presenza dei vertici societari biancorossi e di quelli di Banca Mediolanum, alla presenza di un nutrito numero di giornalisti e tifosi. Un nuovo importante brand nazionale, con solide radici però sul territorio virgiliano, ha deciso così di affiancare e supportare una
Alberto Limatore ci riprova Alberto Limatore ci riprova e l’1 e il 2 giugno prossimi, presso centro commerciale Galassia di San Giovanni Lupatoto, tenterà di battere un nuovo guinness dei primati. A differenza degli altri record infranti 'in solitaria', ovvero grazie alle sue abilità fisiche e alla sua bicicletta, Limatore questa volta coinvolgerà molte persone. Si tratterà infatti di applicare il maggior numero di adesivi possibile... su una bicicletta e per battere il record dovranno essere più di mille, tutti diversi e in commercio. Il programma dell'evento prevede per sabato 1 giugno show ed acrobazie di Alberto in sella alla sua fedele bici, mentre domenica 2 sarà interamente dedicata al tentativo di battere il record.
società storica e ricca di tradizioni come il Mantova calcio che mira a ritornare, nel minor tempo possibile, ai fasti del passato. Per ambire a ciò, come sottolineato più volte durante la conferenza stampa, il primo passo è riconquistare la fiducia dei tifosi e degli imprenditori mantovani con una politica oculata e con una programmazione nel medio-lungo termine. E la sponsorizzazione di Banca Mediolanum va proprio in tale ottica, con l’attenzione non solo per la prima squadra ma anche al settore giovanile, importante per la crescita, non solo sportiva, dei giovani calciatori mantovani.
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