SportDi+ 46_2017

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n.

46

marzo/aprile 2017

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ANNO 9 - N. 46 - MARZO/APRILE 2017 - Periodico Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807/ 2008

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TUTTO LO SPORT DI VERONA A 360 GRADI

ALLA SCOPERTA DELLA

PALLA OVALE

PALLACANESTRO David Brkic PALLAVOLO Uros Kovacevic RUGBY Stuart Dunbar / Jaco Van Tonder sportdipiu.com

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45|2017 44|2016

Tifano per lo sport 44|2016 45|2017 44|2016 sostenendo chi pratica Tifano per sport Tifano per lololo sport Anno Anno98--Numero Numero4544 GENNAIO/FEBBRAIO 2017 2016 NOVEMBRE/DICEMBRE Testata registrata al al Testatagiornalistica giornalistica registrata Tribunale didiVerona Tribunale Verona Anno 9 - Numero 46 n. n.1807/2008 1807/2008

e chi lo racconta... sostenendo lo pratica sostenendo chichi lo pratica e chi lo racconta... e chi lo racconta...

MARZO/APRILE 2017 Testata giornalistica registrata al DIRETTORE RESPONSABILE DIRETTORE RESPONSABILE 44 Anno 9Alberto 45 Cristani Anno 8--Numero Numero 44 8 - Numero Tribunale diAnno Verona n. 1807/2008 Alberto Cristani NOVEMBRE/DICEMBRE 2016 GENNAIO/FEBBRAIO 2017 2016 a.cristani@sportdipiu.com NOVEMBRE/DICEMBRE a.cristani@sportdipiu.com Testata giornalistica Testata giornalistica registrata al al registrata al Testata giornalistica registrata Direttore responsabile Tribunale di Verona Tribunale di VICE DIRETTORE Tribunale diVerona Verona DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA n. 1807/2008 Alberto Cristani n. Giorgio Vincenzi n.1807/2008 1807/2008 Maurilio Boldrini m.boldrini@sportdipiu.com DIRETTORE RESPONSABILE DIRETTORE RESPONSABILE CAPOREDATTORE DIRETTORE RESPONSABILE Direttore della fotografia Alberto Cristani Alberto Cristani Andrea Etrari Alberto Cristani Maurilio Boldrini a.cristani@sportdipiu.com a.cristani@sportdipiu.com g.vincenzi@sportdipiu.com a.cristani@sportdipiu.com DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA Caporedattore VICE DIRETTORE DIRETTORE FOTOGRAFIA DIRETTORE DELLADELLA FOTOGRAFIA CAPOREDATTORE Maurilio Boldrini Giorgio Vincenzi Andrea Etrari Maurilio Boldrini Maurilio Boldrini Andrea Etrari m.boldrini@sportdipiu.com m.boldrini@sportdipiu.com m.boldrini@sportdipiu.com CAPOREDATTORE IN REDAZIONE In Redazione AndreaDon Etrari Giacomelli, Damiano GiorgioAndrea Vincenzi, Don Andrea g.vincenzi@sportdipiu.com Tommasi, Cristiano Zanus Fortes, Giacomelli, Damiano Tommasi, Alessia Bottone,

CAPOREDATTORE DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA IN REDAZIONE Cristiano Zanus Fortes, CAPOREDATTORE Bruno Mostaffi, Marina Soave, Andrea Etrari Maurilio Boldrini Don Andrea Giacomelli, Damiano Andrea Etrari Alessia Bottone, Bruno Mostaffi, Giorgio Vincenzi, Matteo Lerco, m.boldrini@sportdipiu.com Tommasi, Cristiano Zanus Fortes, Matteo Zanon Marina Soave, Matteo Lerco, Marina IN REDAZIONE Alessia Bottone, Bruno Mostaffi, IN REDAZIONE FotoGiberti di: Emanuele Pennacchio, Paola DonLerco, Andrea Giacomelli, Soave, Matteo Zanon Damiano Don Andrea Giacomelli, Damiano Mirko Matteo Barbieri, Simone Pizzini

COMUNE DI ALBAREDO D’ADIGE

COMUNE DI ARCOLE

COMUNE DI BARDOLINO

COMUNE DI BONAVIGO

COMUNE DI BOVOLONE

COMUNE DI COMUNE DI BUTTAPIETRA COMUNE DI BOSCOCHIESANUOVA V VA BUTTAPIETRA

COMUNE DI BUTTAPIETRA

COMUNE DI CAVAION AV AVAION V.SE

COMUNE DI CEREA

COMUNE DI LEGNAGO

COMUNE DI LAZISE

COMUNE DI MARANO DI V VALPOLICELLA

CITTÀ DI OPPEANO

COMUNE DI SAN MARTINO COMUNE DIB/A SAN MARTINO B/A

COMUNE DI SOAVE DI COMUNE SOAVE

COMUNE DI SAN MARTINO B/A

COMUNE DI COMUNEB/A DI SAN MARTINO SOAVE

COMUNE DI PESCHIERA DEL GARDA

COMUNE DI SONA DI COMUNE SONA

COMUNE DI DI COMUNE SOAVESONA

COMUNE DI POVEGLIANO V.SE V

COMUNE DI TORRICOMUNE DEL BENACO DI TORRI DEL BENACO

COMUNE DI CASTEL D’AZZANO

COMUNE DI CASTELNUOVO D/G

COMUNE DI BUTTAPIETRA

COMUNE DI MINERBE COMUNE DI MINERBE

COMUNE DI MINERBE

COMUNE DI MONTEFORTE D’ALPONE

COMUNE DI CALDIERO

COMUNE DI ISOLA DELLA SCALA

COMUNE DI MONTECCHIA DI CROSARA

COMUNE DI SANGUINETTO

COMUNE DI S. GIOVANNI V VANNI LUPATOTO A ATOTO

COMUNE DI MINERBE

CITTÀ DI RONCO ALL’ADIGE L L’ADIGE

COMUNE DI ROVERCHIARA

COMUNE DI TREVENZUOLO COMUNE DI TREVENZUOLO

COMUNE DI VERONELLA COMUNE DI VERONELLA

COMUNE DI COMUNE DI COMUNE DI COMUNE DI COMUNE DI SONA COMUNETORRI TREVENZUOLO COMUNE DIVERONELLA DI DEL BENACO TREVENZUOLO VERONELLA TORRI DEL BENACO

COMUNE DI ISOLA RIZZA

COMUNE DI S. BONIFACIO F FACIO

COMUNE DI VILLAFRANCA COMUNE DI VILLAFRANCA

COMUNE DI COMUNE DIVIGASIO VILLAFRANCA

COMUNE DI ZEVIO DI COMUNE ZEVIO

COMUNE DI COMUNE DI VILLAFRANCA ZEVIO

SOSTIENE E PROMUOVE L’ATTIVITÀ DELLA FONDAZIONE SAVE MORAS

COMUNE DI ZIMELLA COMUNE DI ZIMELLA

COMUNE DI COMUNE ZEVIO DI ZIMELLA

COMUNE DI ZIMELLA

Tommasi, Tommasi, Cristiano Zanus Cristiano Fortes, Zanus Fortes, FOTO Foto Alessia Bottone,Alessia Bottone, CONTATTI Bruno Mostaffi, Marina Soave, IN REDAZIONE Maurilio Boldrini, Vania Albertini, Paolo Bruno Mostaffi, Marina Soave, Maurilio Boldrini, Vania Albertini, redazione@sportdipiu.com Giorgio Vincenzi, Matteo Lerco, Don Andrea Giacomelli, Damiano Schiesaro, Mirko Barbieri, Simone Pizzini Giorgio Vincenzi, Matteo Lerco, www.sportdipiu.com Paolo Schiesaro, Mirko Barbieri, Matteo Zanon Tommasi, Cristiano Zanus Fortes, Matteo Zanon Simone Pizzini Foto di: Emanuele Pennacchio, Alessia Bottone, Bruno Mostaffi, Marina CONTATTI Foto di: Emanuele Pennacchio, PROGETTO GRAFICO Mirko Barbieri, Simone Pizzini Soave, Matteo Lerco, Matteo Zanon Mirkoredazione@sportdipiu.com Barbieri, Simone Pizzini Ewww.sportdipiu.com IMPAGINAZIONE Contatti PAST di Fausto Pastorino CONTATTI FOTO CONTATTI redazione@sportdipiu.com Strada delle Trincee, 13M Paolo redazione@sportdipiu.com Maurilio Boldrini, Vania Albertini, PROGETTO GRAFICO redazione@sportdipiu.com Verona www.sportdipiu.com www.sportdipiu.com Schiesaro, Mirko Barbieri, Simone Pizzini E37135 IMPAGINAZIONE www.sportdipiu.com www.pastweb.net PAST di Fausto Pastorino CONTATTI PROGETTO GRAFICO Strada delle Trincee, 13M Progetto grafico e impaginazione PROGETTO GRAFICO STAMPA redazione@sportdipiu.com 37135 Verona E IMPAGINAZIONE Francesca Finotti E IMPAGINAZIONE Mediaprint Srl www.sportdipiu.com PAST di Fausto Pastorino PAST www.pastweb.net di Fausto Pastorino Sede operativa Strada delle Trincee, 13M Strada Trincee, 13M didelle San Lupatoto Stampa eGiovanni distribuzione PROGETTO GRAFICO STAMPA 37135 Verona Verona Via Brenta,Srl 7 37057 Verona Mediaprint E37135 IMPAGINAZIONE Mediaprint Srl www.pastweb.net www.pastweb.net Mobile: +39 345 566 5706 PAST diSede Fausto Pastorino operativa Sede operativa di San Giovanni L. redazione@sportdipiu.com Strada San Trincee, Giovanni Lupatoto Viadidelle Brenta, 7STAMPA - 13M 37057 Verona STAMPA 37135 Verona Via Brenta, Mediaprint 7 - 37057 Verona Srl Mediaprint Srl Tel.Mobile: 345 5665706 PUBBLICITÀ E345 SPEDIZIONI www.pastweb.net +39Sede 566 5706 operativa Sede operativa MediaprintdiSrl redazione@sportdipiu.com redazione@sportdipiu.com San Giovanni Lupatoto di SanSede Giovanni Lupatoto operativa STAMPA Via Brenta, 7 - 37057 Verona Via Brenta, 7Giovanni - 37057 Verona di SanSrl Lupatoto Mediaprint PUBBLICITÀ E SPEDIZIONI +39 345 566 5706 Pubblicità spedizioni Mobile: 345eMobile: 566 5706 Via+39 Brenta, 7 37057 Verona Sede operativa Mediaprint Srl redazione@sportdipiu.com Mediaprint Srl redazione@sportdipiu.com Mobile: +39 345 566 5706 di SanSede Giovanni Lupatoto operativa operativa di San Giovanni L. info@sportdipiu.com ViaSede Brenta, 7Giovanni - 37057 Verona di San Lupatoto PUBBLICITÀ E SPEDIZIONI PUBBLICITÀ E SPEDIZIONI ViaVia Brenta, 7Mediaprint 37057Verona Verona Mobile: +39 345 566 5706 Brenta, 7 -- 37057 Srl Mediaprint Srl DISTRIBUZIONE redazione@sportdipiu.com +39Sede 345 566 5706 Tel.Mobile: 345 5665706 operativa Sede info@sportdipiu.com operativa Rebecchi S.r.l. di San Giovanni Lupatoto info@sportdipiu.com di San Giovanni Lupatoto Via Edison Tommaso Alva, 47 PUBBLICITÀ E SPEDIZIONI Via Brenta, Via Brenta, 7 - 37057 Verona7 - 37057 Verona 37136Srl Verona Mediaprint DISTRIBUZIONE Mobile: +39 566 5706 Mobile: +39 345 566 5706 Hanno collaborato per345 questo numero Sede operativa Rebecchi S.r.l. info@sportdipiu.com info@sportdipiu.com HANNO COLLABORATO Marina Soave, BrunoAlva, Mostaffi, di San Giovanni Lupatoto Via Edison Tommaso 47 A QUESTO NUMERO ViaDon Brenta, 7Verona - 37057 Verona 37136 Andrea Giacomelli, DISTRIBUZIONE DISTRIBUZIONE Don Giacomelli, Damiano Mobile: +39Andrea 345Zanus 566 5706 Rebecchi S.r.l.Andrea Cristiano Fortes, Etrari, Rebecchi S.r.l. Tommasi, Cristiano Zanus Fortes, info@sportdipiu.com HANNO COLLABORATO Via Edison Tommaso 47 Tommasi, Michele DeAlva, Martin, ViaDamiano Edison Tommaso Alva, 47 Alessia Bottone, AMarina QUESTOSoave, NUMERO 37136Giorgio Verona Vincenzi, 37136 Verona Cesare Monetti, Giorgio Vincenzi, Alessandro DISTRIBUZIONE Don Andrea Giacomelli, Damiano Boggian, Andrea Etrari, MonicaMarina Rebecchi S.r.l. Tommasi, Cristiano Zanus Fortes, Chiara Adami, Marco Caregaro, HANNO COLLABORATO HANNO COLLABORATO Candeloro, Via Edison Tommaso Alva, 47NUMERO Soave, Alessia Bottone, Giorgio Matteo Zanon, Matteo Lerco,Vincenzi, A QUESTO A QUESTO NUMERO MatteoEtrari, Zanon, Matteo Lerco, 37136 Verona Andrea Monica Candeloro,Matteo Don Andrea Giacomelli, Damiano Paola Giberti, Alessandro DeTondini, Pietro, Don Andrea Giacomelli, Michela Saggioro, Giovanna Zanon, Matteo Lerco,Damiano Michela Saggioro, Tommasi, Cristiano Zanus Fortes, Alberto Braioni, Emanuele Pezzo, Tommasi, Cristiano Zanus Fortes, HANNOGiovanna COLLABORATO Andrea Scamperle, Annalisa Zanchi, Tondini, Andrea Scamperle, MarinaBottone, Soave, Bottone, Soave, Alessio Faccincani, MarcoAlessia Previato, AMarina QUESTO NUMERO Marisa Ruggeri, Casi, Michele DeAlessia Martin,Giuditta Giovanni Magrone, Giorgio Vincenzi, Alessandro Giorgio Vincenzi, Alessandro Don Andrea Giacomelli, Damiano Michele DeBoggian, Martin, Davide Valerio, Enrico Gastaldelli, Alessandro De Pietro, Daniele Bennati, Ufficio stampa Andrea Etrari, Monica Boggian, Andrea Etrari, Monica Tommasi, Cristiano Zanus Fortes, Marina EmaRoberto Frazioni, Enrico Giovanni Magrone Consorzio di Tutela delVeronese, Radicchio Candeloro, Candeloro, Soave, Alessia Bottone, Giorgio Vincenzi, nuele Pezzo, Massimiliano Maculan Matteo Zanon,Avesani, Matteo Lerco, di Verona I.G.P., Roberto Matteo Zanon, Matteo Lerco, AndreaFOTO Etrari, Monica Candeloro,Matteo Michela Saggioro, Giovanna Tondini, Matteo Zanon, Michela Toninel, Michela Saggioro, Giovanna Tondini, Zanon, Matteo Lerco, Michela Saggioro, FOTO Archivio SportDi+, BPE agenzia Andrea Scamperle, Annalisa Zanchi, Andrea Scamperle, Annalisa Zanchi, Giovanna Tondini, Andrea Scamperle, Giovanna Tondini, Marco Gaetani, Archivio SportDi+, BPE agenzia fotofotografica, Marisa Ruggeri, Giuditta Casi, Marisa Ruggeri, Giuditta Casi, Michele De Martin, Giovanni Magrone, grafica, Archivio UfficiSchena, stampa Comuni Archivio Uffici stampa Comuni Federico Tiso, Silvia Michele De Martin, Davide Valerio, Michele De Martin, Davide Valerio, Enrico Gastaldelli, Alessandro DeBasket, Pietro, patrocinanti, Fotolia, Alpo patrocinanti, Fotolia, MSP Verona, Alessandro Boggian Giovanni Magrone Roberto Frazioni, Enrico Veronese, Giovanni Magrone Verona Strada Sicura, MastiniEmaVerona, Opes Verona, Alpo nuele Roberto Pezzo, MaculanBellazzi, Passerini, Giacomo BasketMassimiliano FOTO Foto Francesca Soli, FOTO Archivio SportDi+, BPE agenzia FOTO Archivio SportDi+, BPE Ufficio agenzia Archivio SportDi+, Stampa IN COPERTINA fotografica, Archivio SportDi+, BPE– Argento agenzia fotoIN COPERTINA fotografica, Filippo Lanza olimpico Rio Scaligera Basket, BPE agenzia fotografica, Archivio Uffici stampa grafica, Archivio Uffici Comuni Sergio Pellissier -stampa Attaccante Chievo-Comuni Archivio Uffici stampa Comuni 2016 (FOTO MAURILIO BOLDRINI) Archivio Uffici stampa Comuni patrocinanti, Fotolia, MSP Verona, patrocinanti, Alpo Basket, Verona Fotolia, patrocinanti, Fotolia, MSP Verona, Opes Verona, AlpoVerona, patrocinanti, Fotolia, Opes Verona Strada Sicura, Mastini Verona, (Foto Maurilio Boldrini) Opes Verona, Alpo Basket (Foto Maurilio Boldrini) Zeno Focus, Ufficio Scolastico Roberto Passerini, Giacomo Bellazzi, Basket Francesca Soli, Verona, Caldogno Volley, Provinciale IN COPERTINA IN COPERTINA Alpo Basket,Filippo Povegliano Lanza –Calcio, Argento olimpico Rio IN COPERTINA Filippo LanzaClub – Argento olimpico RioVerona, Sporting Verona, Mastini (FOTO MAURILIO BOLDRINI) Sergio Pellissier - 2016 Attaccante Chievo2016 (FOTO MAURILIO BOLDRINI) VeronaScherma, Consorzio di Tutela Verona (Foto Boldrini) Stampata carta ecologicaI.G.P., 100%riciclata riciclata delMaurilio Radicchio di Verona Stampata susucarta ecologica 100% coninchiostri inchiostriaaFIPE basevegetale vegetaleprodotta prodotta con base AGSM Verona, Veneto. senzauso usodidicloro cloro senza

L’ATTIVITÀ DELLA FONDAZIONE SOSTIENE ESOSTIENE PROMUOVEE PROMUOVE L’ATTIVITÀ DELLA FONDAZIONE SAVE MORASSAVE MORAS Stampatasusucarta cartaecologica ecologica100% 100%riciclata riciclata Stampata coninchiostri inchiostriaabase basesenza vegetale con vegetale uso prodotta diprodotta cloro senza uso di cloro senza uso di cloro


Sponsor ufficiale Pallamano Olimpica Dossobuono serie A femminile 2016-2017

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SOMMARIO 7. 8. 10. 11.

n. 46 / 2017

Editoriale Alibi seducente

SPORT LIFE

Diocesi di Verona Nuvole di gloria

14.

Il corner di Tommasi I vertici come specchio della nostra base

16. 28. 31. 46. 54. 56. 60. 67. 77. 78. 82.

A canestro con Zanus Visione d’insieme

EVENTO 12. 22. 44. 68. 74. 76. 80. 90.

Olimpionici veronesi, campioni senza tempo Premio Cangrande anno 2016 BluVolley Camp Mini rugby Stevio Marathon

Scuola – Parasport day 2017 Scaligera High School Cup Cestistica Verona Pallavolo femminile – Caldogno Football americano – Mastini Verona Pallanuoto femminile – CSS Verona Rugby - Franchigia Valpolicella-West Verona Rugby – Valeggio Triathlon – Nicola Molognoni Triathlon – Manuel Marson Alpinismo – Tommaso Dusi

Giro Lago di Resia Pesistica Veneto Lessinia Tour

INTERVISTA 13. 20. 26. 30. 32. 33. 34. 38. 58. 64. 70. 72. 84. 88.

Scuola – Rush finale per campionati studenteschi

Coni Veneto – Dino Ponchio Povegliano Calcio – Giampietro Caceffo Pallacanestro – David Brkic Pallacanestro femminile – Roberta Di Gregorio Pallamano – Bojana Jevremovic Pallamano – Marco Beghini Calcio femminile – Diego Zuccher Pallavolo – Uros Kovacevic

PASSIONE COMUNE 18. 19.

Città di Legnago Città di Oppeano

FOCUS 24. 87. 92. 96. 98.

Opes Verona

94.

BREAKING NEWS

Sporting Club Verona Focus – AGSM Verona Chiropratica La Rocca Dieta Mediterranea

Scherma – Cristiano Magnani Rugby – Stuart Dunbar Rugby – Jaco Van Tonder Ultramarathon – Marco Mazzi Intervista – Facci Brothers BMX – Francesco Gargaglia



L’EDITORIALE Alibi seducente Il vento. Il campo in non perfette condizioni. La pioggia. Il primo caldo. La sfortuna. Lo stress. Le aspettative dei tifosi. La paura di perdere. La troppa voglia di vincere. E poi lui, l’uomo cattivo, il disonesto, il colpevole: l’arbitro. Queste sono solo alcune delle giustificazioni usate da allenatori, dirigenti e giocatori per giustificare le prestazioni incolore e, soprattutto, le sconfitte. Sorrido amaramente quando sento raccontare ai nostri figli che lo sport è palestra di vita, situazione dove bisogna in primis rispettare l’avversario, le regole e dove non è importante vincere. C’è ancora chi crede veramente in questi valori (io sono uno tra quelli…) però è obiettivamente difficile convincere i giovani che lo sport è solo ed esclusivamente divertimento e passione, soprattutto quando i cosiddetti campioni lanciano messaggi che sono l’esatto contrario. Gli alibi nello sport – ma anche nella vita di tutti i giorni - contano ormai più delle regole e all’occorrenza diventano veri e propri salvagente ai quali aggrapparsi per mettersi in salvo, zone protette dove entrare e mettersi al riparo dalle critiche. Già, le critiche, altro argomento delicato. In quanti sono ancora disposti ad accettarle e ad affrontarle? Una critica costruttiva, per quanto possa dare fastidio, è il primo passo verso la rivincita. Il ‘non è colpa mia’ diventa però la scorciatoia per lasciare intatta l’autostima e precludere la strada a ogni analisi che ci permetta di migliorare in futuro, un atteggiamento da veri perdenti. Se ci fermiamo alle informazioni ‘mordi e fuggi’, come ad esempio le imbarazzanti interviste post partita (dovrebbero abolirle!) la situazione potrebbe sembrare inevitabilmente compromessa. Esistono ancora, però, figure positive che lanciano messaggi forti e parlano di sport vero. Sta a noi media e addetti ai lavori, amplificare questi messaggi e metterli in evidenza, lasciando perdere i patetici quaquaraquà che dello sport fanno il palcoscenico sul quale mettersi in mostra. Voglio quindi chiudere questo mio editoriale con le parole di Julio Velasco, allenatore e dirigente sportivo argentino, vera propria icona dello sport inteso come momento di crescita, di confronto ma soprattutto di lealtà. “Non c’è niente da fare: la prima vittoria è Vincere contro noi stessi. E dopo questa prima vittoria possiamo già cominciare ad avere una mentalità vincente, perchè sappiamo vincere i nostri difetti, e ancora non abbiamo battuto nessuna squadra. Il secondo passo è vincere contro le difficoltà, che è un’altra cosa rispetto a noi, perchè quando parlo dei nostri limiti parlo di limiti personali, oltre che della squadra, non limiti in generale. Poi ci sono altre difficoltà di ogni tipo che dobbiamo risolvere, che dobbiamo battere. La nostra squadra oggi è famosa a livello internazionale per un fatto che sembra banale, ma non lo è: siamo famosi perchè non ci lamentiamo mai. Sembra poco, ma non è poco.... Non è mai capitato che dopo una sconfitta noi dicessimo: ‘È stato il fuso orario, avevamo un giocatore con un’ indigestione, abbiamo dormito male, l’arbitro…’ Mai. Non l’ho detto mai. Perché ? Perchè anche questo modo di comportarsi fa parte della mentalità Vincente. Tutti possono spiegare perchè non si è riusciti a fare una cosa, pochi riescono a farla lo stesso. E per questo occorre vincere anche le piccole difficoltà”. Meditate, sportivi. Meditate.

di Alberto Cristani

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sdpverona

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DIOCESI DI VERONA

di Don Andrea Giacomelli

Nuvole di GLORIA

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ella nuvola di ‘gloria’ di un abbraccio, Tobia si gode le pacche, le spinte e anche le ironie che l’avrebbero offeso se non fossero parte di un rito amico. Parole, ma soprattutto gesti che compongono un’esultanza esplosiva una conseguenza sperata, ma non scontata e raramente pianificata. Qualche secondo di emozione e un respiro profondo con uno sguardo alto sulle paure che va oltre il “recinto” di gioco. Ogni volta la gioia di un risultato raggiunto accorcia distanze, dissolve dubbi, eleva l’asticella dei limiti. Materiale per racconti prossimi e futuri, che favoriscono positività e fiducia, ma soprattutto da custodire nella memoria come risorsa affettiva, riserva dove pescare nei momenti più cupi. Ora Tobia siede sulla panca e appoggia l’asciugamano sul volto. Un gesto lento che raccoglie il sudore. Pochi attimi, ma intensi di pensieri ed emozioni, da trasferire alle azioni ancora incerte e insicure, alle attese di riuscita: a scuola o nel gruppo, con un/a partner o in famiglia. Lo sport è intensità di momenti in una cornice di persone che fanno ambiente. Mentre le cronache sportive si soffermano sul problema stadi. Vorrei invece, a partire dalle emozioni dense di semplici gesti sportivi e della

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realtà intensa di chi li vive, riconoscere che forse più di ieri, gli ambienti sportivi si qualificano nella competenza tecnica, ma insieme nell’attenzione antropologica e pedagogica che diffusamente un ambiente di crescita richiede. Anche se è importante non spegnere l’attenzione sulla possibilità di qualificare strutturalmente gli attuali ambienti e di immaginarne di nuovi, meglio non perdere di vista la necessità della formazione e della qualificazione delle persone che svolgono ruoli di responsabilità nell’accompagnare individui nella speciale stagione evolutiva combinando la passione sportiva nella cura educativa. In un recente incontro nella vetrina sportiva di Sport Expo (18-20 marzo) a Verona ci siamo interrogati sui cambiamenti in corso nei modi e nei luoghi dell’esperienza sportiva (domenica 19 marzo durante la tavola di dialogo e confronto con docenti universitari, dirigenti, tecnici, operatori e promotori dello sport dal titolo: ‘Dove giochiamo domani?’ n.d.r.). E’ impegnativo per chi si sente responsabile di una proposta specialmente a livello giovanile, concepire che i ragazzi in un’esperienza integrale dentro lo sport. Più semplice “inquadrarli” solo come fruitori di una pratica da circoscrivere e difendere, dal resto della vita.

Più della pratica, lo Sport è invece “esperienza” che lascia tracce importanti. Un’attenzione all’esperienza più globale che un soggetto vive nei “luoghi” dello sport porta a cercare il coinvolgimento di tutti coloro che possono aiutare per crescere nella consapevolezza di un’offerta sportiva non isolata ma integrata al mondo dell’atleta. Considerando che l’impiego di risorse che lo sport richiede per strutture, organizzazione, amministrazione e altro, nel rispetto di norme, civili e federali, è elevato e satura spesso la disponibilità e pazienza di dirigenti e volontari è abbastanza ovvio chiedersi come immaginare tempi ed energie per nuovi investimenti e impegni formativi. Serviranno creatività, coraggio, pazienza, collaborazione, (atteggiamenti del resto, che lo sport allena ogni giorno) insieme al coinvolgimento anche dei giovani atleti, da immaginare meno fruitori e più protagonisti nella faticosa corresponsabilità, per realizzare e sostenere ambienti di sport e di vita dove altri Tobia possano crescere.


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IL CORNER DI TOMMASI

di Damiano Tommasi

I vertici come specchio della nostra base

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on è stato un bel momento per il calcio italiano la scorsa Assemblea Federale. Certo, detto da chi sosteneva il candidato che ha perso (Abodi), sembra un’ovvietà ma il “momento” non è stato l’esito delle elezioni quanto il dibattito che ha portato alle elezioni. Da una parte la roccaforte del poltronismo tipico italiano e dall’altra la ricerca di un nuovo modo di stare insieme, un nuovo modo di intendere il calcio, lo sport. Ha vinto il candidato che è riuscito a convincere le due componenti tecniche di allenatori e arbitri con “argomenti”, e qui viene il triste momento, che poco hanno a che vedere con la prospettiva collettiva. Purtroppo il calcio, e lo sport in generale, soffre di regolamenti zoppi. Sembra che chi ha pensato lo sport in questo modo non fosse preoccupato dei risvolti clientelari e di pressione che avrebbe potuto generare. Non un dibattito sui contenuti, non un progetto di ampio respiro, non un’idea di sport migliore ma solo la giusta dote del saper dividere le risorse del sistema tra i vari centri di potere/voto. Questa sofferenza, credo, sia ormai sotto gli occhi di tutti. Si parla di sport per parlare di risorse, il numero dei tesserati non è una responsabilità sociale ma una garanzia di maggiori introiti, i ruoli da dirigente sono solo poltrone e relazioni e quasi mai senso del bene comune. Ma il nostro sport di base, quello che dovrebbe essere lontano da certe dinamiche, siamo sicuri che non viva le stesse contraddizioni? Le nostre attività con i bambini che obbiettivi hanno? Far innamorare i ragazzi allo sport

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o cercare tanti (sempre molto pochi a dire il vero) futuri talenti? Le scuole calcio sono sempre più piccole attività commerciali in concorrenza tra loro. I bambini e le famiglie diventano i clienti da attrarre con il materiale, il torneo rinomato o la categoria regionale. Ci si dimentica, spesso, di dover siglare un patto educativo società-genitori-ragazzi e ci si dimentica che, i numeri come detto parlano chiaro, la stragrande maggioranza dei ragazzi giocherà a calcio per passione e non certo per professione. Quanto investiamo, noi famiglie, in uno sport come momento di crescita sociale? Quanto crediamo nello sport come agenzia educativa al pari della scuola o della parrocchia? Solo fucina di talenti?

Già in altre occasioni ho sottolineato come sia giusto pretendere un cambio di rotta ai vertici ma troppo spesso mi accorgo che non siamo pronti a modificare una virgola della nostra quotidianità. Proviamo a pretendere anche dalle nostre società uno sport a misura di bambino e meno a misura di contabili e forse ai vertici si sentirà l’esigenza di accontentare chi ama lo sport più dei conti in banca.


A CANESTRO CON ZANUS di Cristiano Zanus Fortes

VISIONE d’INSIEME

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acendo per un attimo un passo nel mondo del calcio cerchiamo di capire perché, in tutti gli sport, la politica sportiva sia così condita di furiose polemiche. Giorni di fuoco per l’elezione del nuovo presidente della Lega Calcio. Nodo della questione: spartizione dei diritti televisivi. Come al solito politica e denaro si intrecciano a filo doppio, ed è proprio nel ‘fiume di soldi’proveniente dai diritti televisivi che l’elezione si sta arenando, in quanto le piccole società (il cui voto pesa quanto le grandi) non accettano la ridistribuzione del denaro che l’attuale sistema propone. Lo stesso problema si ritrova nel basket con

altre dinamiche. I diritti che si arrogano le società più grosse non coincidono, ovviamente, con quelli delle più piccole. Il nodo della questione sta però nella mancanza di visione di insieme. Guardando come lavora l’NBA potremo capire che avere una vera lega, e non una ‘leghetta’ con una federazione madre padrona capitanata dal suo tiranno, sono il segreto di un prodotto che funziona. L’NBA è proprietaria delle franchigie e impone la sua politica, che ha come obiettivo il prodotto basket nella sua globalità. Tutte le squadre si dividono equamente non solo diritti televisivi, ma anche proventi derivanti da merchandising. Se c’è competitività c’è mercato. Qui il più forte (dal punto

di vista economico e politico) impone le sue scelte, senza che queste aiutino il movimento a crescere. Forse è davvero arrivato il momento di domandarsi: deve il basket slegarsi dalla zavorra federale e costituire una sua lega indipendente con un vero commissioner che la guidi in maniera illuminata ed equanime? Se guardiamo le leggi la risposta è no. Se ci lasciamo invece indirizzare dal buon senso, è l’unica strada percorribile. L’Eurolega in questo senso è un esempio di come il futuro appartenga al “privato” e non al federale.

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EVENTO

di Giulietta Casi - Foto di Vania Albertini

Olimpionici veronesi, campioni senza tempo

S

i è svolta sabato 18 febbraio, presso l’auditorium del palazzo della Gran Guardia, l’evento “Olimpionici veronesi per la vita” promosso dal Coni Verona, dal Panathlon 1954, da SportDi+ magazine in collaborazione con Comune di Verona, Comitato Italiano Paralimpico, associazione Atleti Azzurri d’Italia, Fondazione Bentegodi, Yacht Club Verona, Woman Thriathlon Italia. Presenti all’evento alcuni degli olimpionici più rappresentativi del passato e del presente: Anna Bacchiega, Luisella Bisello, Armando Zambaldo, Alessandra Galiotto, Manuel De Vecchi, Massimo Castellani, Paola Fantato, Xenia Palazzo, Michela Brunelli, Michele Ferrarin, Damiano Tommasi, Stefano Giovannetti, Pietro Fanna, Sandro Filipozzi, Luciano Zerbini, Sante Gaiardoni (rappresentato dal cognato ) e Roberta Felotti. Parallelamente all’evento, sempre dalla giornata di sabato 18 febbraio in Gran Guardia, sarà aperta al pubblico la mostra “Viaggio nell’emancipazione femminile attraverso i Giochi Olimpici”, promosso da Panathlon 1954. L’esposizione, ad ingresso gratuito, sarà visibile fino a sabato 25 febbraio. Il programma appuntamenti è poi proseguito lunedì 20 febbraio alla palestra Aldo Moro di Bussolengo con l’evento “Kids Athletics 2017 – Sognando l’Olimpiade” promosso dal Comitato Provinciale Fidal, mercoledì 22 sempre in Gran Guardia con l’incontro “Sport Donna – dalla principiante alla professionista: punti di vista a confronto” promosso da Fitri e Woman Triathlon Italia e sabato 25 febbraio in Gran Guardia con il convegno “L’impresa sportiva e l’organizzazione dei rapporti di lavoro”, promosso da Panathlon Verona 1954. Domenica 26 febbraio gran finale a Forte Gisella con la prima edizione dell’iniziativa “Bike for life”.

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UNA SETTIMANA DI EVENTI CHE SI È APERTA CON UNA REUNION DI ALCUNI DEI PIÙ IMPORTANTI CAMPIONI CHE TENUTO ALTO L’ONORE DELLA NOSTRA CITTÀ AL COSPETTO DEI MITICI ‘CINQUE CERCHI’


INTERVISTA

di Giorgio Vincenzi

INTERVISTA ESCLUSIVA DI SPORTDI+ MAGAZINE AL PROFESSOR DINO PONCHIO, DIRETTORE SCIENTIFICO DELLA SCUOLA REGIONALE DELLO SPORT DEL CONI VENETO

CONI VENETO

Obiettivo cultura sportiva

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l Coni Veneto tra le sue priorità ha la cultura sportiva e cioè offrire programmi finalizzati a evolvere e aggiornare i dirigenti e le figure che devono sostenere, in loco, le iniziative di promozione dello sport. Per fare questo si avvale della Scuola regionale dello sport Coni Veneto il cui direttore scientifico è il prof. Dino Ponchio. Persona molto nota nell’ambiente per essere stato, tra l’altro, commissario tecnico della nazionale femminile di atletica leggera, presidente provinciale del Coni di Padova e attualmente consigliere personale del presidente nazionale Federazione italiana di atletica leggera. Prof. Ponchio, come in tutti i settori, quindi anche nello sport, la formazione e l’aggiornamento continuo sono fondamentali al giorno d’oggi per chi vi opera. Qual è il suo punto di vista in merito? Credo che parlare di “formazione continua” sia oltremodo giusto e opportuno in quanto in una società che cambia anche il mondo dello sport cambia e rapidamente sotto la spinta dei problemi portati dalla crisi globale che costringe e stimola anche noi ad adattare i nostri modelli al fine di essere “sul pezzo” per rispondere in modo efficace ai “nuovi bisogni” delle persone e per trovare nuove vie di autofinanziamento. Detto ciò, qual è la missione della Scuola regionale dello sport? È quella di aiutare i nostri Dirigenti sulla difficile strada dell’evoluzione del sistema con continue proposte di aggiornamento a loro dedicate. Questo senza però trascurare il primo e storico obiettivo delle Scuole dello Sport che è la formazione e l’aggiornamento dei “quadri tecnici”. La nostra Scuola offre quindi un ventaglio di proposte che abbracciano i 360° delle attività connesse alla pratica sportiva. In questo senso, oramai da otto

anni, pubblichiamo un “libretto” che contiene il planning annuale delle attività che vanno dall’impiantistica, alla medicina dello sport, alla metodologia e tecnica sportiva, agli aspetti tributari e fiscali, fino al marketing e comunicazione, ma anche alla psicopedagogia. Un ventaglio di proposte che sono però aperte anche alle esigenze del territorio. Come interagisce la Scuola regionale del Coni Veneto con le federazioni provinciali? La nostra Scuola, prima in Italia, ha modulato le sue attività su tre livelli territoriali riservando alle singole Delegazioni Provinciali Coni delle iniziative dedicate. Queste prevedono mediamente tre iniziative per provincia di cui una uguale per tutte, quest’anno dedicata all’aggiornamento degli istruttori di base, e le altre coordinate in sinergia con i Delegati. La programmazione prevede poi le attività di secondo e terzo livello, regionali e nazionali, che sono distribuite secondo necessità in tutta la Regione, con Padova un po’ più presente in quanto sede della Scuola. Che cosa manca alla Scuola regionale dello Sport Veneto per essere ente accreditante? Niente! Nel senso che i presupposti ci sono tutti. Su spinta del Presidente del Coni Regionale che della Scuola, Gianfranco Bardelle, porteremo il prima possibile all’Assessore alla Formazione Elena Donazzan il voluminoso “dossier” necessario per ottenere il riconoscimento di “Ente Formatore”. Lei è impegnato anche con la Scuola nazionale del Coni: con quale ruolo? Con la Scuola nazionale e con la Direttrice, dottoressa Rossana Ciuffetti, ho rapporti dai tempi in cui io facevo il Direttore tecnico della nazionale di atletica e lei la responsabile della “Preparazione Olimpica” del Coni. Anche per questo le collaborazioni sono intense; in particolare svolgo il ruolo di “Consulente” in senso generale e di Docente per i corsi di “Ma-

nagement” e “Coaching”. Com’è considerata la nostra Scuola regionale a livello nazionale? Non starebbe a me dirlo, ma credo, ed è un eufemismo, che la nostra Scuola dello Sport sia tra le prime in Italia. Un dato? Ci viene assegnato un budget che è più di un decimo del totale. Penso che tutto ciò abbia un significato. Quali argomenti verranno sviluppati nel 2017 e nello specifico a Verona? Verona ha la peculiarità di avere un Delegato disponibilissimo, un Segretario che conosce bene la “macchina” e la Coordinatrice tecnica che è un “martello”. Queste combinazioni portano Verona a essere la provincia con più attività, dopo Padova, per le ragioni che abbiamo visto. A Verona quest’anno avremo due corsi “jolly”: uno per Maestri/e e uno per lo “Staff” Coni. In più ci sarà quello, uguale per tutti, per gli Istruttori di base, in aprile; poi uno di secondo livello regionale sulla “Comunicazione” l’11 marzo e quello su Sport&Scienza, “Ma che forza che abbiamo noi! Le nuove frontiere dell’allenamento della forza”, il 20 maggio. E infine quello sul “Fisco-Amico”, il 23 settembre. Ultima domanda. Lei tempo fa ebbe a dire che il Veneto è una fucina di Campioni e leader nella pratica sportiva. Una frase che ridirebbe anche oggi? Fondamentalmente rimango un tecnico-allenatore e credo di poter confermare quello che ebbi a dire, con una precisazione però che è la seguente. Il Veneto resta una regione guida e leader nel panorama sportivo italiano, ma se si pensa, in particolare a livello “politico”, che basti essere di “razza buona” per continuare ad avere risultati di eccellenza, si sbaglia di grosso perché nello sport del terzo millennio occorrono: strutture idonee, non può essere che non ci siano più fondi per l’impiantistica; tecnici preparati, con aggiornamenti che guardino anche al mondo; dirigenti illuminati, che facciano transitare lo sport dal secondo al terzo millennio; finanziamenti, gli aiuti pubblici sono spariti… e va bene, ma il “pubblico” può e deve essere il volano che induce e attrae risorse; e altro ancora. Se si pensa che tanto “quelli dello sport” sono bravi e da volontari fanno bene anche senza aiuti delle istituzioni, non avremo grande futuro. Voglio credere, e credo, che per il bene dello sport veneto non sia così.

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SPORT LIFE - SCUOLA

di Andrea Etrari

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RUSH FINALE per Campionati Studenteschi A

fine gennaio è entrata nel vivo l’attività dei Campionati Studenteschi 2016/17 curata e organizzata dall’Ufficio Scolastico per l’Educazione Fisica e Sportiva dell’U.S.P. di Verona (ex Provveditorato agli Studi). L’apertura, come sempre, è spettata alla corsa campestre – fase provinciale che rappresenta il clou

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dell’attività dell’ufficio coordinato dalla prof. ssa Angela Capuzzo, in quanto ha visto impegnati 32 istituti comprensivi e 15 istituti superiori per un totale di circa 700 studenti coinvolti. La manifestazione si è svolta presso gli impianti sportivi di via Santini lo scorso 26 gennaio e ha visto al via le categorie ragazzi e ragazze (prima media), cadetti e cadette (seconda e terza media), allievi e allieve (prima, seconda e terza superiore) e juniores (quarta e quinta superiore) su un percorso di 1000, 2000 e 3000 metri. I primi classificati individuali e le prime tre squadre classificate di ciascuna categoria si sono qualificati per la fase regionale in svoltasi il 7 marzo a Santa Maria di Sala (VE). Altro appuntamento tradizionale dei Campionati Studenteschi è la gara di sci alpino – fase provinciale (discesa e snowboard) svoltasi a San Valentino il 16 febbraio e organizzata sempre dall’Ufficio Educazione Fisica in collaborazione con il Comitato Provinciale F.I.S.I. e i Giudici F.I.S.I.

La fase regionale si è disputata la settimana successiva a Falcade (BL) e ha riguardato sia lo sci alpino che lo sci nordico (in quest’ultimo non era prevista la fase provinciale). Grossi risultati per gli istituti e gli studenti veronesi: l’Istituto Comprensivo di Bosco Chiesanuova si è laureato campione regionale a squadre di sci di fondo nella categoria cadetti, l’I.C. 09 di Valdonega si è classificato terzo a squadre nello sci alpino (slalom) nella categoria cadette e infine ancora l’I.C. di Bosco Chiesanuova è arrivato terzo a squadre nello sci di fondo categorie cadette. Fari puntati ora sui campionati provinciali di nuoto (8 marzo al Centro Federale Castagnetti) e soprattutto su Sport Expo, la grande fiera dello sport in programma dal 18 al 20 marzo, all’interno della quale si svolgeranno le fasi finali dei campionati studenteschi di pallacanestro, pallavolo e pallamano.

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SPORT LIFE - SCUOLA di Chiara Adami

di Giorgio Vincenzi

GIORNATA ORGANIZZATA DA SCUOLE, FACOLTÀ DI SCIENZE MOTORIE, CENTRO UNIVERSITARIO SPORTIVO, UFFICIO SCOLASTICO TERRITORIALE DI VERONA, UFFICIO EDUCAZIONE FISICA E IL COMITATO ITALIANO PARALIMPICO DEL VENETO

PARASPORT DAY 2017 un successo per tutti! L

o scorso 3 marzo presso il palazzetto Gavagnin di Scienze Motorie la rete di scuole denominata “Scuole in rete per lo Sport” ha organizzato all’interno delle Giornate dello Sport indette dalla Regione Veneto una manifestazione, il Parasport Day 2017, in cui gli studenti delle scuole in rete (Angeli, Fracastoro, Maffei, Messedaglia, Lorgna-Pindemonte e Sanmicheli con liceo Maffei istituto capofila), in tutto cinquecento, e gli ospiti, atleti con disabilità giunti da Treviso Padova e Venezia, unitamente ad alcuni atleti veronesi, sono stati i protagonisti di questa giornata che ha voluto far incontrare persone con le loro storie da raccontare od esprimere mediante lo sport ed il gioco.

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L’idea è nata e si è sviluppata dalla collaborazione di più soggetti: le scuole in rete succitate, la Facoltà di Scienze Motorie, il Centro Universitario Sportivo, l’Ufficio Scolastico Territoriale di Verona, l’Ufficio Educazione Fisica, il Comitato Italiano Paralimpico del Veneto. Sono intervenuti il prof. Federico Schena, Presidente di Scienze Motorie, il prof. Roberto Fattore, Dirigente liceo Maffei, scuola capofila della rete, la prof.sa Angela Capuzzo, Responsabile Ufficio Educazione Fisica di Verona, il prof. Paolo Olivato, Segretario CUS e referente scuola capofila, Rolando Fortini, Delegato Provinciale CIP Verona e il prof. Giorgio Gosetti, Delegato del Rettore per i Servizi agli Studenti. Come testimonial hanno partecipato, tra gli altri, Andrea Conti vincitore del Giro

d’Italia 2015 Handbike con maglia rosa nella categoria H1 e Giro d’Italia 2016 Handbike con maglia rosa nella categoria MH1, Michele Ferrarin argento in una delle specialità più logoranti per il corpo ed al debutto nel programma di Rio 2016. “Soddisfazione indescrivibile” - spiega Ferrarin - “debutto del paratriathlon in cui abbiamo creduto e lavorato già da 5 anni e io che oggi sono protagonista. La dedica è d’obbligo e ovviamente va alla mia splendida Isa mia moglie, ai miei splendidi figli ed ai miei genitori, quello è il mio primo staff. Poi c’è la parte tecnica e medica, che mi han seguito bene, un gruppo che ha lavorato al massimo, anche quello è lo staff e non hanno sbagliato nulla”.


Presenti anche la Onlus Genitori Tosti in Tutti i Posti presieduta da Alessandra Corradi. L’associazione è gestita da genitori per i genitori, con l’obbiettivo della tutela dei diritti, sempre troppo negati, delle persone disabili. I GT si prefiggono di dare il proprio contributo per il miglioramento della vita dei loro figli, nel segno del rispetto dell’uguaglianza di tutte le persone, dell’inclusione sociale e della “cultura della disabilità” da diffondere. Fra gli atleti con disabilità hanno partecipato Marco Bevilacqua e Daniele Zotti dell’ASD Calcio Veneto, Stefano Doimo ASD Futsal Treviso, Franco Crosara Tennis Tavolo Bentegodi, Matteo Ardit Judo Mestre 2001, Giuseppe Testa ASD Mastini Cangrandi e ASD Padova Rugby onlus. Gli studenti delle scuole in rete hanno risposto molto bene all’opportunità offerta loro, lasciandosi coinvolgere nelle diverse discipline sportive proposte, rendendosi spontaneamente disponibili per i molteplici compiti che l’evento ha richiesto e, crediamo, cogliendo anche messaggi importanti che gli atleti hanno trasmesso con la loro presenza, l’impegno, la determinazione e passione sportiva manifestati. Ringraziamenti al Presidente di Scienze Motorie, prof. Schena, al prof. Albrizzi per l’organizzazione logistica dell’impianto, al CUS Verona per la fornitura degli impianti audio/video e attrezzature sportive, a tutti i docenti della Rete di scuole che hanno collaborato attivamente per la realizzazione dell’evento, ed al Comitato Italiano Paralimpico Veneto che ha fornito i contatti per gli ospiti che hanno partecipato alla giornata.


PASSIONE COMUNE

di Marco Caregaro

Al SANDRINI

Comune di Legnago

il 1° Città di Legnago UN GRANDE EVENTO CALCISTICO ABBELLIRÀ LA PRIMAVERA A LEGNAGO: IL PRIMO TORNEO CITTÀ DI LEGNAGO, RISERVATO AGLI ATLETI NATI NELLE ANNATE 2006, 2007, 2008, 2009, 2010 E 2011 SI SVOLGERÀ NEI GIORNI 23, 24, 25 APRILE E 1° MAGGIO 2017 PRESSO L’IMPIANTO SPORTIVO ‘MARIO SANDRINI’.

Un torneo dedicato ai baby calciatori nati dal 2006 al 2011 con la presenza di società professionistiche come Chievo, Hellas, Juventus, Lazio e Bologna.

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l torneo è organizzato dall’F.C. Legnago Salus, con il patrocinio del Comune di Legnago, con l’obiettivo di valorizzare l’attività di base della Società biancazzurra nell’ambito del progetto ‘Metodo Giovani Legnago Salus’ e di dare lustro alla Società stessa e conseguentemente alla città. Il torneo vedrà la partecipazione di circa 100 squadre di diverse società professionistiche e dilettantistiche. Tra le società che militano in campionati professionistici, hanno già confermato la loro presenza le seguenti compagini: Bassano, Bologna, Chievoverona, Cittadella, Hellas Verona, Juventus, Lazio, Mantova, Padova, Roma, Sampdoria, Südtirol, Torino, Venezia e Vicenza, oltre ovviamente al Legnago Salus ed alla Virtus Vecomp, le cui Prime Squadre militano in Serie D. Tra le società dilettantistiche parteciperanno sicuramente Mestrino, Clodiense, Spinea, Abano, Este, Schio, Romano d’Ezzelino, Arzignano, Sovizzo, Povegliano e San Bonifacio. La formula del torneo prevede che in ciascuna delle quattro giornate sia impegnata almeno un’annata e le squadre partecipanti si affronteranno in gare eliminatorie, semifinali e finali. Domenica 23 aprile, giornata d’apertura del torneo, sarà impegnata l’annata 2006; il giorno successivo toccherà all’annata 2008 e martedì 25 aprile all’annata 2007. Nella giornata conclusiva, lunedì 1° maggio, sarà la volta delle annate 2009, 2010 e 2011. Un particolare ringraziamento va agli sponsor che hanno contribuito a sostenere questa grande manifestazione sportiva. Per l’intera durata del torneo sarà in funzione uno stand gastronomico allestito all’interno di una tensostruttura posta sotto la tribuna coperta dello stadio ‘Sandrini’.


PASSIONE COMUNE

Ufficio stampa Comune di Oppeano

Mostra fotografica

in rosa D

a martedì 21 a giovedì 23 febbraio si è svolta presso il municipio del Comune di Oppeano la mostra fotografica dal titolo ‘L’emancipazione femminile vista attraverso i Giochi Olimpici’. Curata dalla Prof.ssa Adriana Balzarini, Consigliere nel direttivo del Club Panathlon del Mottarone e Referente per l’Area 3 Piemonte e Valle d’Aosta, la mostra ha visto esposti 56 pannelli raffiguranti le imprese sportive femminili alle Olimpiadi, a partire dal Novecento. Un ringraziamento va al presidente del Panathlon Club Verona sig. Federico Loda, per il supporto all’iniziativa; infatti il Panathlon è al centro del progetto in qualità di Associazione Internazionale capace di trasmettere attraverso persone qualificate e competenti la divulgazione dei valori etici-sportivi. Gli interessanti pannelli descrittivi e fotografici rappresentano ciò che, fino al secondo dopoguerra, era considerata l’attività fisica e sportiva: sostanzialmente nemica della femminilità e adatta ai soli uomini. Solo dopo la Seconda guerra mondiale si assistito a una crescente femminilizzazione dello sport, anche a livello olimpico, che ha determinato lo sviluppo dell’attività sportiva e segnato un’importante emancipazione femminile. La mostra vuole evidenziare la fatica, la costanza, la passione, l’impegno e anche la ribellione nei confronti delle regole che le donne hanno combattuto e vinto. Ogni foto, ogni sorriso, ogni urlo di gioia ed esaltazione lanciati da queste donne sono una straordinaria dimostrazione della tenacia, della resistenza alle fatiche e della capacità di superare gli

Città di Oppeano

ostacoli che hanno dovuto affrontare per arrivare alla vittoria. Il pensiero femminista ha dimostrato in maniera determinante che le differenze sono socialmente costruite e che le discriminazioni a cui sono state soggette le donne anche nella sfera sportiva e del tempo libero, sono state oppressioni che le donne hanno contestato con forza e sconfitto attraverso i propri sacrifici e le proprie vittorie. L’Associazione Verbano Life, promotrice dell’iniziativa, ha deciso di affidare al Panathlon International il lavoro della vice-presidente Adriana Balzarini affinché questa documentata ricerca possa avere il meritato riconoscimento e la giusta divulgazione. “L’obiettivo del progetto”- spiega il Sindaco, delegato allo sport, Pierluigi Giaretta – “è far conoscere il lungo cammino per l’emancipazione che con fatica, costanza, passione, impegno e talvolta con ribellione nei confronti delle regole, tante donne hanno combattuto e vinto nel mondo dello sport ed in particolare in quello olimpico. Il viaggio storico compiuto attraverso la mostra dimostra che tutti i risultati ottenuti - in questo caso quelli sportivi - sono frutto di impegno sportivo-sociale e che tale impegno val la pena venga portato alla ribalta, riconosciuto e trasmesso alle nuove generazioni”. La mostra inizia con cenni sui Giochi Olimpici antichi per poi approfondire i Giochi Moderni partendo da due pensieri contrapposti: quello dell’ideatore dei Giochi Olimpici moderni Pierre De Coubertin e quello del grande giornalista italiano Candido Cannavò.

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INTERVISTA

di Matteo Zanon

IL POVEGLIANO Ve lo racconto io

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iampietro Caceffo, nato il 26 luglio 1947 è senza dubbio il dirigente che più a lungo ha vissuto nel calcio poveglianese. Sin dagli inizi, intorno agli anni Sessanta, si è speso per seguire le varie squadre dell’allora CSI. Nonostante non siano stati solo successi, con il passare degli anni ha svolto diversi ruoli e non ha mai fatto mancare il suo supporto alla società. Attualmente è il presidente della Giovane Povegliano, formazione che milita in terza categoria, rifondata nel 2013. Nell’anno del Cinquantesimo della società, Caceffo racconta in esclusiva per SportDi+, seppur in poche righe, questa lunga e appassionante storia d’amore. Giampietro ci spieghi quando è iniziata la tua avventura nel calcio poveglianese? Cosa ti ha spinto a rimanere per tutti questi anni e a compiere svariati ruoli nella società? Ho iniziato verso la metà degli anni 60 seguendo i ragazzi nell’attività parrocchiale del C.S.I. e aderendo con la mansione di segretario al progetto di fondazione della Giovane Povegliano nel 1967. Ho fatto un paio di “soste” di breve durata nel corso degli anni sempre comunque mantenendo i contatti con l’ambiente. La passione per il calcio in genere ma soprattutto per quello del nostro paese è stato il motore che mi ha dato la forza e magari l’ambizione di continuare per tanti anni. Tanti anni che ti hanno fatto rimanere un punto di riferimento per la società. Cosa ti porti via da questa lunga esperienza? Ho avuto la possibilità di conoscere tante persone, alcune specialmente in gioventù mi hanno consentito di crescere come uomo e di fare esperienza; nell’età più matura ritengo invece di aver contribuito, sempre dialogando, a dare degli indirizzi all’ambiente in genere fino a diventare senza falsa modestia un po’ il faro dell’attività calcistica ma non solo. La società di calcio di Povegliano è pronta a spegnere le sue 50 candeline. Riavvolgendo il nastro, come sintetizzeresti questi anni? Tutto ebbe inizio nell’ambito parrocchiale grazie ad un gruppo di animatori coinvolti dal curato dell’epoca per dare la possibilità a tanti ragazzi di praticare lo sport in un ambiente sano e con un punto di riferimento ben

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preciso. La società assunse la denominazione CSI Giovane Povegliano che poi fu mutata varie volte nel corso degli anni, per diversi motivi, fino all’attuale A.C.D. Povegliano Veronese. La storia complessa di questi cinquant’anni è ricca di successi e sconfitte, di gioie e delusioni, di grandi imprese e flop clamorosi, come si conviene in un sodalizio composto in media da dodici/tredici compagini ogni stagione sportiva tra Prima Squadra e Giovanili. Tantissime persone appassionate hanno contribuito nel tempo nel ruolo di dirigenti allo svolgimento di un’enorme mole di lavoro, dedicando gratuitamente il proprio tempo per la buona riuscita di un’attività che coinvolge circa 300 calciatori ogni anno, dai bambini di 6 anni fino ai ragazzi più grandi della Prima Squadra. Lo scopo di tutto questo è sempre stato innanzi tutto di carattere sociale ed anche educativo per offrire a coloro che hanno la volontà di praticare sport la possibilità di crescere come uomini e di avere un punto di riferimento per occupare il tempo libero lontano dai tanti pericoli e tentazioni del giorno d’oggi. Tutto ciò è stato possibile anche grazie al contributo dei vari sponsor ed alla sensibilità dell’Amministrazione Comunale, che ha sempre concesso l’uso degli impianti a titolo gratuito. Il mondo ed il calcio di oggi sono cambiati. Trovi qualche affinità tra i primi passi che hai mosso nella società e i giorni nostri? Il calcio di oggi non mi piace più né dal lato tecnicosportivo né tanto meno dal lato organizzativo, ma mi

riferisco al calcio in generale non certo alla nostra piccola ‘parrocchia’ che a fatica cerca di arrabattarsi al meglio in mezzo alle difficoltà quotidiane, ma che con grande spirito di abnegazione, impegno ed entusiasmo riesce comunque a tirare avanti. Parlo del gioco del calcio che da qualche anno è diventato quasi un altro sport fatto di poca tecnica e fantasia e di molta corsa e cattiveria agonistica. Parlo delle enormi difficoltà per reperire risorse finanziarie indispensabili per la grande mole di attività che svolge il Povegliano Calcio e dello scarso contributo delle Amministrazioni Comunali degli ultimi anni. Parlo dell’eccessiva

LA SOCIETÀ CALCIO POVEGLIANO FESTEGGIA QUEST’ANNO IL SUO 50° ANNO DI ATTIVITÀ CONSECUTIVO, ESSENDO NATA IL 13 GIUGNO 1967 CON L’AFFILIAZIONE ALLA FIGC E CON LA SUCCESSIVA PRIMA PARTECIPAZIONE AL CAMPIONATO DI 3^ CATEGORIA


CALCIO? PROGRAMMA FESTA 50 ANNI SOCIETÀ CALCISTICA DI POVEGLIANO Sabato 13 maggio

Ore 17,30: partita “VECCHIE GLORIE” anni ’70 contro anni ’80. A seguire risotto presso lo stand del campo sportivo con musica e rappresentazione filmati e foto significativi.

Domenica 14 maggio

influenza dei genitori dei ragazzi che troppo spesso si intromettono nelle decisioni societarie e cercano di condizionarle, sempre nella presunzione di proteggere il figlio da chissà quali angherie. E potrei continuare… Come vedi il futuro della società paesana? Per quanto riguarda il futuro, personalmente sono intenzionato a chiudere la mia esperienza nel mondo del nostro calcio al termine dell’attuale stagione sportiva, dopo i festeggiamenti per il 50° Anniversario che si terranno sabato 13 e domenica 14 maggio prossimi. La società Povegliano è comunque in buone mani. Gli attuali dirigenti sono veramente eccezionali, sportivamente sono stati raggiunti risultati fantastici pur nelle difficoltà succitate sia a livello di Prima Squadra con lo storico traguardo dell’approdo in Promozione lo scorso anno sia a livello giovanile con la qualificazione ai Campionati Regionali.

Ore 10: giochi e partitelle per bambini-calciatori. Ore 11: Santa Messa al Campo in richiamo dell’origine parrocchiale della società e per ricordare i tanti giocatori e dirigenti che non sono più tra noi. Ore 12: saluto delle Autorità e brevi interventi vari. Ore 12,30: pranzo generale nella Tensostruttura presso gli impianti sportivi. A tutti coloro che parteciperanno e che a vario titolo hanno fatto parte della società (giocatori, allenatori, dirigenti, ecc.) nel corso di questi cinquant’anni verrà offerto un gagliardetto e un portachiavi celebrativi come ricordo.

Giampietro, prima di salutarti, raccontaci un aneddoto o una curiosità che non hai mai raccontato a nessuno… Eh, ho troppi ricordi che raccontarne uno sarebbe riduttivo. Davvero: ne ho così tanti che… non me li ricordo! (…ride). E comunque sia certe cose nascono e restano negli spogliatoi. Ed è giusto che sia così…

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EVENTO

di Marina Soave - Foto Maurilio Boldrini

SportDi+ in festa: il CANGRANDE è anche tuo!

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Grande soddisfazione per la redazione che festeggia il riconoscimento assegnato al direttore Alberto Cristani. Un premio che condividiamo con gioia con tutti i nostri lettori!

i è svolta lunedì 27 febbraio, nell’auditorium del Palazzo della Gran Guardia, la cerimonia di consegna del Premio Cangrande relative all’anno 2016. L’evento, giunto alla 21ª edizione, è stato organizzato dal Comune di Verona e dalla Fondazione Bentegodi. Tra le candidature ricevute dalle Federazioni, dagli enti di promozione sportiva e dall’Ufficio scolastico provinciale di Verona una commissione ha individuato i premiati nelle varie categorie. Tra i premiati anche il nostro direttore Alberto Cristani al quale è stato assegnato il Cangrande come giornalista sportivo per l’anno 2016 con le seguente motivazione: “Per la costante attività di divulgazione ed innovazione profuse a favore dello sport“. Ha consegnato il

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premio il Presidente Amia Verona Andrea Miglioranzi. “Che dire – commenta Cristani – è un premio che mi riempie di gioia e mi fa capire che, tutto sommato, in questi anni, qualcosa di buono è stato fatto. E’ bello ricevere un premio davanti ad una platea importante e numerosa come quella presente ieri in Gran Guardia. Un ringraziamento va senza dubbio al Comune di Verona, all’Assessore Bozza, all’ufficio sport e alla Fondazione Bentegodi, organizzatori e artefici di questo bellissimo evento. Inoltre un grazie va a tutte le società sportive veronesi, agli atleti e al Coni Verona insieme ai quali, in questi anni, ho potuto svolgere il mio bellissimo lavoro. Un grazie infine va a chi sostiene il nostro progetto editoriale, ovvero gli sponsor: senza di loro noi probabilmente non esi-

teremo. Questo Cangrande è per me il punto di partenza verso nuovi progetti e uno stimolo per continuare a migliorare e a crescere professionalmente nel nome dello sport e dell’informazione chiara, trasparente e soprattutto per tutti“. E in merito al Premio Cangrande, l’Assessore allo sport del Comune di Verona Alberto Bozza puntualizza: “Le candidature per il Premio Cangrande" – - crescono di anno in anno, sia in termini di quantità che di qualità a conferma della vitalità del tessuto sportivo veronese e degli straordinari risultati conseguiti dai nostri atleti nelle diverse discipline. E’ previsto anche il riconoscimento per l’impegno professionale dei giornalisti nel mondo dello sport. Molti sono i giornalisti che si dedicano con grande passione a seguire e dare risalto


alle numerose realtà sportive presenti nella nostra magnifica città. Spesso molte delle stesse non sono valorizzate a dovere con la giusta visibilità. Alberto Cristani con SportDi+ da anni è impegnato in questa importante missione e conoscendo anche le difficoltà del settore credo che la commissione abbia dato quest’anno con il premio Cangrande un segnale verso chi porta avanti con professionalità e passione una rivista che dà voce al mondo sportivo anche quello di nicchia meno noto ma che ha la stessa dignità delle discipline più popolari è visibile. Complimenti ad Alberto e il premio è una bella pacca sulla spalla per incoraggiarlo a continuare così, avanti!".

GLI ALTRI CANGRANDE - ANNATA 2016 Durante la serata sono stati consegnati i premi alle categorie scuola, giornalista sportivo, carriera sportiva, sponsor, dirigente sportivo, squadra e allenatore sportivo. Sono stati consegnati anche i riconoscimenti ‘top’, ovvero il premio Cangrande d’oro che quest’anno sono state assegnate a Elia Viviani, Sergio Pellissier e all’atleta emergente nel canottaggio Clara Guerra. Riconoscimenti sono andati anche a Luca Pizzini (nuoto), Martina Stefani (ciclismo), Ilaria Adami (football americano), Silvana Turrini (pesca), Anna Polinari (400 ostacoli cat. allieve), Nelson Vidoni (allenatore dell’amazzone Anna Cavallaro), Sabrina Scatizzi e Stefania Poli (allenatrici pattinaggio Artiskate), e la King Rock (squadra di arrampicata). Premi alla carriera a Luciano Zerbini (lancio del peso e due volte Olipionico) e Giampiero Mantovanelli (dirigente ciclismo). Premio come dirigente sportivo a Paolo Fantoni (BMX Verona) e Alberto Nuvolari (Centro Federale Nuoto Verona). Premio alla Bluvolley Calzedonia Verona per la conquista della CEV Cup 2015-2016, premio per il sociale nello sport al Gruppo Simone 42,195 - Amici di Simo e VeronaMarathon Last 10 (podismo) Premio sponsor al Gruppo Calzedonia, alla Fimauto. Riconoscimenti anche gli organizzatori di Italia-Finlandia, a Graziano Scandola e Gianmarco Fossà per la partecipazione alla Parigi-Dakar e ad Eugenio Bistaffa presidente e fondatore della FISSA Soccorso Alpino recentemente scomparso. Riconoscimenti infine anche per il giornalista RAI Lorenzo Roata e agli alunni del Copernico, terzi alla finale nazionale dei Giochi studenteschi di corsa campestre.

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FOCUS

Sporting Club Verona,

50 ANNI A TUTTO SPORT!

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n circolo sportivo dove dedicarsi interamente allo sport e al relax, con due piscine olimpioniche coperte per il nuoto, palestra fitness, palestre corsi, campi da tennis, due campi da calcetto e di una vasta area verde dove è possibile rilassarsi in mezzo alla natura: tutto questo è Sporting Club Verona. Numerose sono inoltre le iniziative e gli spettacoli organizzati durante tutto l’anno al fine di allietare le serate degli utenti. Il Club è convenzionato con numerosi negozi e attività commerciali. Per i più piccoli È in arrivo il nuovo programma per il Campus Estivo 2017 per i bambini. Tutti i giorni durante tutta l’estate i più piccoli si potranno divertire con i nostri animatori. Tennis, nuoto, Hip Hop, giochi di squadra, bagni in piscina. Numerose sono le attività proposte per loro: chiedi il programma presso la Reception dello Sporting Club Verona. Planning fitness In risposta alle numerose richieste dei nostri clienti, aumentano anche le attività del planning fitness. Da noi potete trovare tutte le discipline che desiderate provare: Postural e Power Pilates, G.A.G., Bioginnastica, Spinning, Yoga, Fit Boxe, Cross Fitness, Fluibal Step, Gym Tonic e tante altre! Sono possibili mini abbonamenti per ogni disciplina, anche per i non soci. L’ascesa dello yoga Come dice il nostro esperto di Yoga Fabio, “tra le conseguenze dello stress c’è la spinta a mangiare in eccesso. Occorre pensare magro per dimagrire, accelerare il metabolismo con la respirazione, stimolare gli organi interni con le asana, alzare il battito cardiaco senza stremare il corpo, con la giusta sequenza. Lo Yoga promuove un cambiamento profondo. Io l’ho vissuto sulla mia pelle, ho perso 12 kg in 6 mesi grazie ad una pratica di Yoga mirata” Fabio Demi Rochan: istruttore di Yoga e Yoga dinamico presso Sporting Club Verona, diplomato con Etude et Trasmission du Yoga (Belgio) e con Frog Lotus (Stati Uniti), certificato Yoga Alliace Usa. Specializzato in “Yoga per lo sport” con YogaCampus (Londra) ha lavorato con squadre sportive agonistiche. Dal 25 febbraio inizierà presso lo Sporting Club Verona il corso di “Yoga e Pilates” per atleti con l’idea di radunare un gruppo che voglia imparare tecniche nuove da integrare nel proprio sistema di allenamento. Sei dei nostri? Non occorre essere atleti professionisti per partecipare a questo corso, ma tieni a mente che il corso propone sequenze adeguate a persone in salute e allenate. Tennisti, runners, calciatori, cestisti, sciatori, giocatori di Football, golfisti.. sempre più atleti si rivolgono allo yoga e al Pilates per migliorare nella pratica sportiva, dunque aspettiamo anche te! Innamorati di una pratica che aiuta a prevenire gli infortuni e ad avere più flessibilità. Abituati a sollecitare il fisico nella sua totalità. Inizia ad ascoltare il corpo evitando un atteggiamento puramente strumentale. Migliora la concentrazione e la tua reazione quando sei sotto pressione. Impara tecniche di visualizzazione. –Insieme a Fabio, condurrà il corso la nostra istruttrice di Pilates, Gym Tonic e Fluiball Step, Cristina Castellani: Pilates Trainer certificata con la F.I.F. (Federazione Italiana Fitness). Specializzata in Postural Pilates e Power Pilates. Personal trainer con macchinario Reformer di Pilates. Esperienze lavorative e di formazione internazionali.

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Pubbliredazione

UNA NUOVA REALTÀ FIRMATA SPORTING MEDICA Sporting Medica è il nuovo centro medico dello Sporting, ogni ambulatorio ha una caratteristica, una storia, un colore, per meglio ospitare i pazienti nella Riabilitazione e nel miglioramento della Salute psico-fisica. All’ interno, troverete un ambulatorio per ogni tipo di terapia e una palestra riabilitativa. Aperto a soci e non soci. Chiedi informazioni presso la Reception o telefonando allo 045.977700. sportdipiu.com 25


INTERVISTA

di Paola Gilberti - Foto Vania Albertini

con la collaborazione di Raffele Ferraro

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The Big David

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ato a Cesena il 19 luglio 1982, David Brkic è un’ala pivot di 210 centimetri. Cresciuto nelle giovanili della Virtus Bologna - dov’è rimasto dal 1998 al 2003 a parte una breve parentesi con gli austriaci dell’Arkadia Traiskirchen - dopo i primi passi tra Castelmaggiore e Rimini, passa a Ferrara fino al 2005. Nel 2008 conclude la stagione a Caserta con la promozione in serie A e dopo una stagione nella massima categoria torna in Legadue alla Snaidero Udine, dove viene eletto MVP del campionato. Quindi altri campionati di alto livello con Veroli, Brescia, Napoli e di poi di nuovo a Ferrara, fino all’arrivo a Verona. Per lui anche 9 presenze nella Nazionale maggiore, oltre ad altre 46 tra Under 18 e Under 20 (19+27). Fatto questo doveroso exursus della carriera

di David, andiamo a conoscere le sue origini e la sua vita fuori dal rettangolo di gioco. David, innanzitutto una domanda che nasce spontanea: Brkic non è un cognome tipicamente romagnolo: qual è la sua origine? Sono di origine Serba. I miei genitori si sono trasferiti in Italia da giovani per motivi di lavoro e io e mio fratello siamo nati a Cesena. Giocare a basket è stata una scelta naturale oppure c’erano altri sport che ti piacevano da bambino? Ho cominciato a giocare a basket perché ero

lo sport preferito dalla mia famiglia. Andavo spesso a seguire le partite di mio fratello, così poi seguì le sue orme.

SEBBENE SIA STATO UNO DEGLI ULTIMI ACQUISTI DELLA TEZENIS SCALIGERA BASKET 2016-2017, DAVID BRKIC È ENTRATO ‘SENZA BUSSARE’ NEI CUORI DEI TIFOSI GIALLOBLU

Sei cresciuto nella Virtus Bologna dove, sebbene giocando poco, ti sei tolto delle belle soddisfazioni. Quanto senti tuoi quei successi? Certo, forse non ho contribuito tanto quanto Manu Ginóbili… Ma ho sempre dato il mio totale sostegno alla squadra, impegnandomi a fondo sia negli allenamenti che nelle partite, per questo non posso che sentirmi parte dei suoi successi.

Poi arriva un’importante esperienza all’estero. Che ricordi hai? Ho degli ottimi ricordi dell’esperienza in Austria con l’Arkadia Traiskirchen. Avevo solo 20 anni ed è stato molto importante giocare in un campionato diverso da quello italiano, mi ha insegnato molto. Successivamente ho giocato anche in Lega Leb, Santander in Spagna e nei pre-draft Nba, dove ho provato per quattro squadre. Tra le tue maglie c’è anche quella del Castelmaggiore, dove eri la riserva di un certo Zanus Fortes... Si ho giocato con Zanus quella stagione e siamo diventati molto amici.

È stato bello poterlo ritrovare qui a Verona. Che differenza c’è tra giocare a basket al nord e al sud Italia? Forse l’approccio dei tifosi del Sud è un po’ più caloroso, ma non vorrei generalizzare perché questo varia sempre da città a città. Come ti trovi a Verona, sia sportivamente che umanamente? Che differenze vedi con la tua Romagna? Qui a Verona mi trovo davvero bene, sotto ogni aspetto. È una città stupenda, le persone sono gentili e ospitali e anche la mia compagna si è ambientata subito. Quale partita ricordi con maggiore soddisfazione? E quella che vorresti rigiocare? Forse la partita della promozione in A1 con il Caserta. In città c’è stato un vero e proprio delirio subito dopo. Da rigiocare non saprei, ce ne sono troppe, comprese alcune di questa stagione. Che giocatore sei? Non solo tecnicamente... Non mi piace fare delle autovalutazioni, preferisco lasciare il giudizio a chi guarda… Cosa pensi di fare quando smetterai di giocare a basket? Quasi sicuramente andrò a vivere all’estero, insieme alla mia futura moglie. Il giocatore più forte con il quale hai giocato? E quello a cui ti sei ispirato da piccolo? Il più forte senza dubbio Predrag Danilovic, mentre da piccolo il mio modello era Toni Kukoč. Cosa ti piace fare nel tempo libero? Non ho un hobby particolare. Diciamo che durante la stagione mi rilasso e mi riposo, mentre in estate viaggio, esco in moto e sto il più possibile con la famiglia. Il basket è... Lo sport più bello del mondo!

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L’HSC È SPETTACOLO, DIVERTIMENTO, PASSIONE E PURTROPPO STRAZIANTE COMMOZIONE NEL RICORDO DEL GIOVANE ALLENATORE DELLE LICEO STIMATE MARCO SIGNORINI SCOMPARSO PREMATURAMENTE IN UN INCIDENTE STRADALE

SCALIGERA HIGH SCHOOL CUP: the show must go on…

SPORT LIFE di Alessandro De Pietro


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l cerchio l’ha chiuso il Guarino, battendo il Fracastoro nell’ultima partita della prima fase. Col rinvio obbligato perché al Coni un canestro all’improvviso ha chiesto soccorso senza preavviso cedendo nel secondo quarto, usurato dopo una vita di onesto servizio. Scaligera High School Cup è anche questo, classico imprevisto di una prima fase corsa via veloce con i palleggi, i rimbalzi, gli assist, i punti e le emozioni regalate da 16 istituti che per la seconda stagione di fila si sono riuniti attorno ad una palla a spicchi nel segno del divertimento e della sana competizione. Le 24 partite della prima fase hanno raccontato quanto le scuole abbiano cercato di rendere tutto perfetto, con la voglia di fare sistema e di aggregare ai giocatori le giuste competenze proprio come in una società di pallacanestro in piena regola. Con uno staff tecnico, un team manager, un addetto stampa. Tutti al

loro posto, come se fosse una partita della Tezenis. Come se fossero tutti all’Agsm Forum, dove la Scaligera High School Cup s’è trasferita per la fase dei playout e dove le luci ci accenderanno il 27 marzo per i playoff. Con Messedaglia, Marconi, Fracastoro, Salesiano-San Zeno nel girone E, mentre nel gruppo F si sfideranno Galilei, Guarino Veronese, Copernico e Calabrese Levi. Tutto in una mattinata fra palasport e la vicina tensostruttura, dopo i playout in cui si sono dati battaglia il 13 marzo Cangrande, Montanari, Marco Polo, Seghetti, Einaudi, Alle Stimate, Agli Angeli e Pasoli. Il torneo entra ora nella sua fase più calda, dopo gare di qualificazione che hanno generato equilibrio ed anche apprezzabili gesti tecnici, senso di squadra e spirito di appartenenza.

Date di svolgimento

Lunedì 13/3 Playout gironi G-H AGSM Forum + tenso 8,30 - 14,30 Lunedì 27/3 Playoff gironi E-F AGSM Forum + tenso 8,30 - 14,30 PLAYOUT

Girone "G" 8,30 Cangrande - Montanari (forum) 9,30 Marco Polo - Seghetti (forum) 10,30 Montanari - Seghetti (forum) 11,30 Cangrande - Marco Polo (tenso) 12.30 Marco Polo - Montanari (tenso) 13,30 Seghetti - Cangrande (tenso)

Girone "H" 8,30 Einaudi - Alle Stimate (tenso) 9,30 Agli Angeli - Pasoli (tenso) 10,30 Alle Stimate - Pasoli (tenso) 11.30 Einaudi - Agli Angeli (forum) 12,30 Agli Angeli - Alle Stimate (forum) 13,30 Pasoli - Einaudi (forum)

PLAYOFF

Girone "E" Girone "F" 8,30 Messedaglia - Marconi (forum) 8,30 Galilei - Guarino V.se (tenso) 9,30 Fracastoro - Salesiano S. Zeno (forum) 9,30 Copernico - Calabrese (tenso) 10,30 Messedaglia - Salesiano S. Zeno (forum) 10,30 Galilei - Calabrese-Levi (tenso) 11,30 Marconi - Fracastoro (tenso) 11.30 Guarino V.se - Copernico (forum) 12.30 Salesiano S.Zeno - Marconi (tenso) 12,30 Calabrese-Levi - Guarino (forum) 13,30 Fracastoro - Messedaglia (tenso) 13,30 Copernico - Galilei (forum)

Dopo aver abbracciato per l’ultima volta Marco Signorini, morto il 4 marzo in un incidente stradale a 19 anni, viceallenatore delle Stimate perché anche lui era innamorato del basket. Ricordato nella fase dei playout con un minuto di straziante silenzio. I playoff trasmetteranno ancor più adrenalina e battaglie punto a punto perché così è stato anche l’anno scorso, finalissima compresa. Otto squadre rimaste in gioco, a caccia dei quattro posti che valgono le semifinali di lunedì 10 aprile in una giornata lunghissima in cui si giocheranno anche le finali dal quinto al sedicesimo posto. Sabato 22 aprile il secondo atto di Scaligera High School Cup scriverà il suo ultimo capitolo all’Agsm Forum, prima di Tezenis-Jesi di A2, gara conclusiva della regular season, con la finale per il terzo e quarto posto prima di quella per il primo e il secondo. Sarà una lotta all’ultimo canestro.


INTERVISTA

di Andrea Etrari

ROBERTA DI GREGORIO UNA ‘GRANDE’ GUARDIA PER IL ‘GIOVANE’ ALPO

ESPERIENZA, QUALITÀ E GRANDE DETERMINAZIONE SONO LE CARATTERISTICHE DI ROBERTA, VENTISEIENNE CHE DA QUEST’ANNO È ALLA CORTE DEL PRESIDENTE SOAVE. OBIETTIVI? TANTI, MA NON TUTTI COSÌ SCONTATI…

E’

la veterana della squadra (“Non si dice la più vecchia, ma la più grande” ci tiene a precisare), viene da Taranto ed è una delle leader dell’Ecodent Point Alpo: stiamo parlando di Roberta Di Gregorio, 26 anni, guardia di 172 centimetri, alla prima stagione in biancoblu. Napoli, Bari, Battipaglia, Porto San Giorgio, Rende, Sassari, Selargius le tappe della sua lunga carriera che l’ha portata a girare per l’Italia tra la A1 e la A3. Roberta ci racconta i suoi primi 6 mesi all’Alpo Basket: “Un’esperienza sicuramente positiva per me, almeno fino a Natale prima di un calo per problemi fisici: nessuno forse si aspettava che io fossi una dei punti di riferimento della squadra assieme a Dznic. Ho la possibilità di toccare tanti palloni, quindi più hai la palla in mano più acquisisci fiducia e conquisti la

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stima delle compagne: questo ti stimola. In ogni partita cerco di fare il meglio possibile, magari ci è mancato qualcosina ad inizio stagione: ci mancano 4-6 punti che ci avrebbero lanciate, ma a livello personale ho poco da recriminare, penso di avere dato il massimo”. Roberta è una delle top scorer, soprattutto nel girone d’andata, quando l’andamento della squadra è stata a tratti altalenante. “Siamo una squadra lunga rispetto a molte altre formazioni - evidenzia la guardia biancoblu - comprese alcune che ci stanno sopra in classifica: pecchiamo di inesperienza perché siamo giovani. Non mi sento tuttavia di dire che se non segno un tot di punti si perda, ad esempio con Stabia ho realizzato 5 punti e abbiamo vinto. Il fatto di essere la più esperta mi stimola soprattutto nei finali di partita perché mi viene quasi sponta-

neo prendermi più responsabilità e magari guadagnarmi falli per andare in lunetta”. Obiettivo stagionale dell’Alpo? Questo il Di Gregorio pensiero: “Direi guadagnare i play off e poi giocarcela lì. Realisticamente puntiamo al quinto-sesto posto, i primi 4 sono quasi irraggiungibili, anche perché con Civitanova abbiamo lo 0-2 nel doppio confronto. La società penso sia pronta per la massima categoria; è normale che per fare un salto così importante deve avere una buona base di settore giovanile. Qui ad Alpo lo stanno costruendo, come si vede dalle 18enni che abbiamo in squadra: l’entusiasmo c’è, l’ambiente c’è, un ambiente pulito e familiare, non vedo perché non ci si possa riuscire”. Alla domanda, a che punto sia la sua carriera, Roberta risponde senza esitazioni: ”Non ho una meta da raggiungere: certo, la serie A1 è bellissima, ci ho giocato, ma da italiana ci si diverte meno che in A2 perché devi dare la palla alle americane, devi metterti a loro disposizione e quindi si difende e basta. Da parte mia vorrei continuare a divertirmi ed essere importante in qualsiasi squadra andrò a giocare. L’unica cosa che mi auguro è che spero di aver sempre l’entusiasmo con cui mi alleno e di migliorare ancora per quanto possibile”.


SPORT LIFE

di Andrea Etrari

Cestistica Verona, che sia la volta buona? POTREBBE ESSERE L’ANNO GIUSTO PER LA CESTISTICA VERONA, STORICA SOCIETÀ VERONESE DI PONTE CATENA, IN QUESTA STAGIONE SPONSORIZZATA EUROPE ENERGY

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l sodalizio biancorosso, fondato dal pioniere del basket scaligero Andrea Piotto nel 1951, è il più vecchio della nostra provincia: la moglie del compianto Piotto, Anna Maria Benedetti, è tuttora la presidentessa della Cestistica. La prima squadra partecipa da anni al campionato di serie C2, dallo scorso anno battezzato C/Silver, nel quale occupa da inizio stagione la prima posizione nel girone veneto. Impressionante il ruolino di marcia della squadra allenata per il secondo anno consecutivo da coach Matteo Zappalà: una sola sconfitta nelle prime 18 gare di campionato e avversarie tenute a debita distanza in classifica. Poi, a febbraio, sono arrivate due inaspettate sconfitte una dietro l’altra che hanno un po’ fatto preoccupare la dirigenza biancorossa: per fortuna il cammino è ripreso con la vittoria esterna a Riva del Garda e marzo potrebbe essere il mese decisivo per la sospirata promozione in serie C/Gold, che non è altro che la quarta serie nazionale. Soltanto la prima al termine della regular season guadagnerà la promozione diretta, mentre l’altra promossa uscirà dalla roulette dei play off. La squadra formata da un mix di giovani e di uomini di grande esperienza, tra cui spicca Mario Soave che nel 1998 faceva parte del roster della Mash Jeans

che conquistò la Coppa Korac. Oltre a Soave i giocatori di rilievo sono Gianmarco Pacione (figlio del team manager del Chievo Marco Pacione), Nicolò Damiani, che nonostante i 26 anni può vantare una lunga esperienza in giro per l’Italia, Massimo Ziliani, ex enfant-prodige del basket veronese, il capitano Filippo Fabbian, il giovane Massimo Bovo, i tiratori Leonardo Croce e Michele Bertani e gli esperti Manuel Zenegaglia e Antonio Lugoboni. “Gli addetti ai lavori - “osserva il direttore sportivo Momo Andreoni” - ci dànno già promossi in C/Gold. Noi dal canto nostro abbiamo sempre cercato di tenere il profilo basso perché sinora non abbiamo fatto nulla. Lo scorso anno ci ‘sgonfiammo’ ai play off, quest’anno cer-

chiamo di evitarli: credo che tutto si deciderà alla penultima giornata quando affronteremo la nostra più diretta inseguitrice, il Roncade”.

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INTERVISTA

di Alberto Braioni

The handball MOM

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rrivata alla corte di Marco Beghini nel mercato invernale, Bojana Jevremović proviene dalla società serba del ZRK Kucevo - dove in pratica ha solo iniziato la stagione a causa della maternità - dopo aver militato nel ZRK Radicki e nella Stella Rossa Belgrado. Per ora sta cercando di ritrovare la forma ideale per ritornare in campo, ma l’obiettivo vero è quello di essere protagonista nel prossimo campionato. Sempre in serie A e sempre con la maglia giallorossa dell’Olimpica. Bojana, raccontaci la tua storia e perchè hai scelto Dossobuono? Quando ero in Serbia ho cambiato alcune squadre e spesso sono stata lontana da casa. Ho conquistato la promozione dalla serie B alla serie A serba. Quando ho ricevuto la chiamata per giocare in una squadra di serie A serba, che mi avrebbe permesso di avvicinarmi a casa e alla mia famiglia, purtroppo ci sono state dei problemi contrattuali e ho deciso di tornare nella squadra con cui avevo conquistato la promozione. Dopo qualche partita sono rimasta incinta e li è stato il momento di fermarmi per la gravidanza e mi sono trasferita in Italia. I miei genitori vivevano già in Italia prima del mio arrivo. Quando ho saputo di essere incinta io e mio marito abbiamo deciso di venire in Italia, avendo già un punto di riferimento nella casa dei miei genitori. Ora che la bambina è cresciuta posso permettermi di trovare i tempi per allenarmi e giocare. Ho seguito il campionato italiano, cercando la destinazione migliore per riprendere a giocare dopo aver partorito. Io e mio marito abitiamo a Lonigo nel vicentino, e quindi Dossobuono è stata la scelta migliore anche dal punto di vista logistico. Dopo aver contattato il direttore sportivo giallorosso Ivan Dalla Gatta, ci siamo incontrati. Inizialmente si era parlato di un tesseramento per la prossima stagione, a causa di alcune norme riguardanti le giocatrici straniere. Poi le regole sono cambiate in corsa, e quindi è stato possibile tesserarmi da gennaio; non vedevo l’ora di poter tornare a giocare. Ho trovato un ambiente accogliente nei miei confronti, partendo dalla dirigenza e arrivando fino allo staff tecnico e alle ragazze. Com’è il tuo rapporto con la lingua italiana? Capisco la lingua italiana ma sono un po’ timida ad esprimermi perchè ho paura di sbagliare alcune parole. Sto migliorando comunque. Le ragazze mi aiutano durante gli

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allenamenti a capire tutte le parole, ripetendole lentamente per me. Cerco di dare il meglio di me in ogni circostanza. Quali sono le tue caratteristiche come giocatrice? Ho una mentalità da guerriera, sia in campo che fuori. Tecnicamente parlando, sono un’ ala destra, e vado al tiro con buona precisione con il mancino. Sono inoltre abile nello scatto in velocità in contropiede. C’è tanta differenza tra il campionato italiano e quello serbo? Quando mi sono fermata per la maternità, cioè circa due anni fa, il campionato italiano era nettamente inferiore a quello serbo. Ultimamente anche il campionato serbo è calato ma c’è comunque un divario, anche se meno marcato, con quello italiano. C’è molto più contatto fisico in Serbia. Ti piace il tipo di pallamano che si gioca a Dossobuono, con mister Escanciano Sanchez? Si gioca molto veloce come piace a me, posso sfruttare al meglio le mie caratteristiche sia in contropiede che nelle azioni offensive manovrate. Il mio obiettivo è fare il meglio possibile qua a Dossobuono, sia in questo finale di stagione, che nel prossimo campionato. Vedo tanta voglia di crescere in questa società.

Ultima domanda: quale giocatrice ti ha impressionato maggiormente fino ad ora? Non mi piace parlare dei singoli. Vedo un buonissimo gruppo affiatato, leale e forte ed è questa la cosa più importante che conta. Voglio giocare e divertirmi con le mie compagne, dimostrando le mie qualità.


INTERVISTA

di Alberto Braioni

Pallamano femminile: SI CAMBIA!

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i è svolta il12 marzo scorso, presso lo Stadio Olimpico di Roma, la XXX Assemblea Nazionale Ordinaria Elettiva della FIGH (Federazione Italiana Giuoco Handball). L’Assemblea – alla quale hanno preso parte 238 società (98,75%) – hanno eletto Pasquale Loria quale nuovo Presidente Federale per il quadriennio olimpico 2016-2020 con il 56,96% delle preferenze. Cade dunque dopo ben venti anni la leadership del napoletano Francesco Purromuto. In un’ottica di cambiamento si inserisce anche il progetto di creare una Lega con l’obiettivo di alleggerire il carico di lavoro di una Federazione mantenendo allo stesso tempo efficienza e produttività. Marco Beghini, presidente dell’Olimpica Dossobuono, si fa portavoce del progetto che punta alla creazione di una Lega femminile

(esiste già quella maschile) e ne spiega alcuni punti, sottolineandone in primis la struttura e la finalità: “Scopo? Innanzitutto sarà quello di curare alcuni interessi comuni alle società che andranno a costituirla ma non solo di quelle, dell’intero movimento, promuovendo il nostro sport attraverso i mezzi di informazione e di divulgazione quali la carta stampata, i media e le televisioni; nel campo commerciale ed industriale attraverso la stipula di convenzioni ed accordi con aziende e/o gruppi che vogliano affiancare il loro nome al nostro sport, in cambio di servizi e/o risorse economiche, con l’organizzazione di eventi di vertice per aumentare l’”audience” e ad altri mezzi che verranno individuati e perseguiti da coloro che faranno parte dell’apparato con il solo ed unico fine di promuovere a largo raggio la pallamano”. Da quali esigenze nasca l’idea è presto det-

to: “Dobbiamo avere al più presto un cosiddetto “prodotto vendibile” del nostro sport. Attualmente non siamo in grado di proporci con la stessa incisività di una qualsiasi altra società di altri sport indoor attualmente più in voga, come il volley e il basket. Questi riescono a presentarsi con un’altra veste, hanno ben altre potenzialità che discendono principalmente dalla visibilità e dal costante e martellante lavoro di Federazioni e Leghe svolto negli ultimi due decenni. Non pretendo che la pallamano, nel nostro caso quella femminile, arrivi così in alto nel breve termine ma sono convinto che si possa iniziare un percorso che in futuro porterebbe il nostro sport ad avere un seguito esponenzialmente maggiore di quello attuale. La costituzione di un apparato a se stante, anche se strettamente legato alla Federazione, consentirebbe di avere un maggior raggio di azione e non costituirebbe un fardello bensì una risorsa da impiegare e sfruttare. La nascita di una lega femminile agevolerebbe e probabilmente creerebbe un effetto volano anche per quella maschile, già presente sul territorio, con conseguente iniezione di fiducia e possibilità di collaborazioni. Sarebbe decisamente importante per l’intero movimento”. Eppure un’iniziativa simile fu già presa in passato ma non ebbe né riscontro né successo. La speranza, in primis di Beghini, è che questa volta sussistano le condizioni per portare a compimento il progetto: “Mi sembra che al termine della stagione 2010/2011 ci sia stato un tentativo di far funzionare un lega femminile ma non se ne fece più nulla per vari motivi. Mi auspico che in futuro sarà diverso.”

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INTERVISTA

di Alberto Cristani - Foto Vania Albertini

APPARENTEMENTE PACATO IN PANCHINA MA DECISO E CON LE IDEE CHIARE: IL MISTER ROSSOBLU PREPARA LA SQUADRA ALLO SPRINT FINALE. QUESTI I SUOI CONSIGLI…

DIEGO ZUCCHER: “VALPO, INSIEME SI VA IN A” 34 sportdipiu.com


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e il Fimauto Valpolciella, facendo tutti gli scongiuri del caso, sta per centrare la promozione nella massima serie del campionato di calcio femminile buona parte del merito va senza dubbio allo staff tecnico e in particolare all’allenatore Diego Zuccher che, da metà della scorsa stagione, ha preso in mano la conduzione della formazione rossoblu, dandogli una sua precisa identità. “Il mio approccio con il calcio femminile” – spiega Zuccher – “è avvenuto nella stagione 2009/2010, quando al Bardolino femminile che allora militava in serie A e veniva da 3 scudetti consecutivi, serviva un preparatore atletico per la primavera e la prima squadra. Mi è piaciuto l’ambiente e mi è attirata la proposta, soprattutto per la novità, perchè del calcio femminile conoscevo poco o niente. Da lì è cominciata la mia curiosità, sia per curiosità sia perchè la piazza aveva una discreta importanza. Mi è subito sembrata un’opportunità da dover cogliere. Al Valpo sono arrivato per caso, ho conosciuto Antonella Formisano ai tempi del Bardolino. Ero un po’ titubante e non avevo tanta voglia di prendermi l’impegno, perchè da 5 anni , dopo l’esperienza del Bardolino avevo deciso di interrompere un po’ di seguire la parte atletica delle squadre. Sentivo di dover fare altre esperienze e di essere portato a dare qualcosa di più ad una squadra. Avevo cominciato con il settore giovanile del Verona a iniziare un altro percorso, che era quello di allenatore, che è terminato con il patentino che permette di allenare ufficialmente. Quindi, la parte di

preparatore mi aveva un po’ demotivato, guardavo di più le proposte come allenatore. che mi ha incuriosito e motivato è stata la considerazione che Antonella provava per me, l’insistenza con cui mi voleva lì, la proposta che mi ha fatto di fare sia da preparatore atletico che da collaboratore con la squadra al mister che c’era l’anno scorso. quindi di poter portare la mia passione di allenare oltre alle mie competenze come preparatore, e dopo che mi aveva molto incuriosito erano i progetti ambiziosi di questa società, ero proprio curioso di vedere com’era”. Si parla spesso, purtroppo anche banalizzando, delle differenze che esistono tra calcio maschile e femminile. “Sono due modi di vivere il calcio diverso” – spiega il mister del Valpo - ”anche se a livello tecnico tattico non ci sono molte differenze. Il calcio maschile è un po’ più ‘avanti’ perchè si è sviluppato prima, ma il calcio femminile sta arrivando a condizione però che siano coinvolte persone preparate. La differenza sostanziale è comunque a livello fisico: essendoci una grossa disparità di forza ne risente soprattutto la velocità di gioco. Visivamente il calcio maschile e femminile non sono paragonabili perchè i ritmi di gioco sono completamente diversi. Per tutto il resto, sono simili se non identici in alcuni aspetti. Un’altra differenza sostanziale è l’atteggiamento e l’ambiente. Nel calcio femmi-

nile si trova ancora spontaneità, senza malizia. E’ ancora un calcio sincero, pulito, giocato per divertimento, senza nessun interesse. Un altro aspetto da sottolineare è la dedizione al lavoro da parte delle ragazze che, nonostante siano dilettanti, si mettono sempre a disposizione dello staff e della società come se fossero delle professioniste. Cosa che nel calcio dilettantistico maschile, purtroppo, è sempre più difficile trovare” . “Per gestire al meglio un gruppo di calciatrici” – evidenzia Zuccher - “come prima cosa è fondamentale entrare in sintonia con loro. Si lavora in un gruppo e quindi ci devono essere regole ben chiare che tutti devono rispettare. Inoltre serve chiarezza nel dirsi le cose e soprattutto che le persone diano e pretendano rispetto. Il rispetto deve essere alla base di tutto. Certe idee si possono non condividere, si possono avere caratteri che vanno in contrasto, però se c’è il rispetto si riesce a creare quel feeling e che ti permette di lavorare bene a prescindere dalle singole individualità

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SportDi+, una realtà...

o problematiche”. La preparazione fisica è un altro degli aspetti di massima importanza, dove forse la differenza tra uomo e donna è evidente. “La differenza” – puntualizza Diego “- è prevalentemente a livello di forza e quindi, restando uguali la tipologia del lavoro, cambiano i carichi di lavoro e i tempi di recupero. Serve ovviamente la competenza da parte del preparatore atlletico però sono anche convinto, avendo esperienza con categoria di dilettanti maschili, che tante volte la differenza la fa il buon senso; bisogna basarsi spesso sulle sensazioni personali e dialogare, capire come stanno effettivamente le giocatrici. Credo che al momento si può talmente migliorare sotto l’aspetto tecnico e tattico ma per quanto mi riguarda l’aspetto fisico non lo ritengo un aspetto di fondamentale importanza, almeno in questa categoria. Tra serie A e serie B, sicuramente c’è più differenza tecnica che tattica anche se in entrambi i casi si può ancora migliorare parecchio, grazie anche ai settori giovanili stanno finalmente sviluppandosi. Prevedo grandi miglio-

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ramenti nel giro di pochissimo tempo”. Manca davvero poco alla fine del campionato e fra poco meno di due mesi si saprà se il Valpo l’anno prossimo potrà finalmente tornare nel gotha del calcio femminile. Diego Zuccher è soddisfatto di quanto fatto finora? Questa la sua risposta: “Si, non posso che non esserlo. Le ragazze a livello di personalità, autostima e a livello mentale hanno dato tantissimo, giocando sempre le partite al massimo. Da qui alla fine della stagione dovremo giocare come se ogni partita fosse una finale. Ovviamente servirà fortuna, serviranno tante componenti che dovranno coincidere, però noi siamo pronti. Si però chiaro che la squadra può ancora migliorare su tutto. Soprattutto dobbiamo convincerci soprattutto delle

nostre capacità e dei nostri mezzi, Il peso del dover sempre vincere a volte ci condiziona: cerchiamo di prendere le partite con maggiore serenità e con un po’ di ‘leggerezza’ in più. Alla domanda se si sente pronto per guidare la squadra anche in serie A, Zuccher risponde senza esitazioni: “Direi proprio di si. Credo di avere le competenze per poter poter provare questa avventura. Inoltre ho fatto delle esperienza che mi danno le competenze per cimentarmi anche in serie A. Ovvio che alla fine non sarò io a decidere. Ma, inutile nasconderlo, mi piacerebbe tanto”. “Dicono” – conclude Zuccher – “che il Valpo è una grande famiglia. Io sarei un po’ ipocrita a dirlo nel senso che lo sto vivendo ma esclusivamente sotto l’aspetto lavorativo. Ne sto vivendo solo una piccolissima parte di quello che molti altri tesserati vivono all’esterno di quello che è il campo e lo spogliatoio. Intanto la vedo come una società che a livello dilettantistico è organizzatissima, molto preparata, ci sono persone disponibili, competenti. Per me il Valpo adesso è una bellissima realtà che sicuramente diventerà una bellissima realtà del calcio femminile italiano. E in futuro, spero, la mia famiglia”.



INTERVISTA

di Alberto Cristani - Foto di Maurilio Boldrini e Andrea Giachi

UROS IL GLADIATORE

GIALLO

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La carriera di Uros Kovacevic, fratello minore di Nikola Kovacevic, sebbene ancora agli inizi, è già costellata di importanti successi sia con la maglie della Serbia che con quelle di club. In questa intervista lo schiacciatore gialloblu si racconta ai lettori di SportDi+

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ros Kovacevic è senza dubbio uno dei maggiori talenti della SuperLega di pallavolo maschile. Arrivato a Verona lo scorso campionato, il ventitreenne schiacciatore serbo ha subito stregato, con i suoi colpi, il pubblico di fede gialloblu. Altre caratteristiche che ‘piacciono’ è la sua grinta e la sua determinazione, armi che diventano letali soprattutto quando le partite prendono una brutta piega. Nato il 6 maggio 1993 a Kraljevo - città del distretto di Raska al centro della Serbia centrale, teatro nel 1999 dei bombardamenti Nato - Uros è cresciuto in fretta. “Mio zio diceva - spiega - che se non fossi diventato pallavolista avrei avuto un futuro da malavitoso! A parte le battute, da piccolo non volevo studiare e non volevo nemmeno allenarmi: volevo solo giocare per strada, senza pensieri. Abitavo in un quartiere non facile dove la strada era maestra di vita e mi ha fatto crescere velocemente, con grande rispetto di tutti e con tanti amici. Noi serbi siamo un popolo molto orgoglioso, dei combattenti, in ogni cosa che facciamo. Questo ci ha insegnato la nostra storia. E io non lo dimentico anche quando scendo in campo”. “Sinceramente" – puntualizza Uros - "non pensavo di poter far diventare la pallavolo la mia professione. Con gli anni però ho capito che avevo le capacità per poter andare avanti e quindi mi sono dedicato completamente alla pallavolo. La pallavolo mi ha fatto crescere come uomo, in tutti i sensi. Ho iniziato a 13 anni nelle giovanili del Ribnica Kraljevo e nel giro di pochi anni sono entrato nel giro delle nazionali giovanili. Con la maglia della Serbia Under 19 ho vinto un argento all’ Europeo e un oro ai Mondiali. Ho vinto poi un bronzo agli Europei Under 20. Poi a 17 anni la mia prima esperienza lontano da casa, in Slovenia, con la maglia dell’Odbojkarski e qui sono arrivate le prime soddisfazioni ‘da grande’ con la vittoria di due titoli nazionali, due coppe di Coppe di Slovenia ed il campionato MEVZA (Campionato di pallavolo mitteleuropeo riservato a formazioni, sia maschili che femminili, di Austria Austria, Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia e Slovenia n.d.r)”. Uros però si mette particolarmente in luce per i suoi successi con la Serbia, culminati con l’oro agli Europei del 2011 con la maglia della nazionale maggiore. Questo non sfugge ai dirigenti di Modena che nella stagione 2012-2013 lo ingaggiano. “La chiamata di Modena" - ricorda lo schiacciatore gialloblu - "era una di quelle occasioni che non puoi non accettare perché si trattava di una delle società più importante del mondo, con storia e tradizione. Sono

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arrivato a Modena giovanissimo e li sono cresciuto molto umanamene e come atleta anche grazie a Lorenzetti, l’allenatore che ha fatto tanto per la mia carriera. In generale il mio rapporto con gli allenatori è sempre stato buono". Nasce spontanea la domanda: e il cambio di tecnico qui a Verona? Spontanea è anche la risposta di Uros: "Ci può stare. Con Andrea Giani avevo un ottimo rapporto di stima reciproca. Ora c’è Nikola Grbic, che ha un modo di porsi completamente diverso ma è anche lui un ottimo tecnico”. Già, Verona, il gialloblu attuale, dove Uros ha ritrovato continuità e soddisfazioni, tornando ad essere protagonista. “A Modena sono rimasto tre stagioni e ogni anno stavo fermo 2 mesi per infortuni vari. Ma al di là degli infortuni era arrivato il momento di provare una nuova esperienza. Il procuratore ha ricevuto una proposta da Verona e in poco tempo abbiamo trovato l’accordo. E’ stata la scelta giusta. Qui sto bene, la società è ambiziosa e vogliamo puntare in alto. Qui voglio vincere e le possibilità per farlo ci sono”. Quando non è

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in palestra o all’AGSM Forum, Kovacevic passa il suo tempo a ricaricare le batterie ma, soprattutto, non pensa alla pallavolo. “La pallavolo è il mio lavoro, la mia professione – sottolinea – ma non è la mia vita. Quando sono a casa, nel poco tempo che ho libero tra un allenamento e una partita, cerco di staccare la spina guardando la tv, soprattutto i telefilm e le varie serie. Quello che però mi libera di più la mente è giocare con la Play Station, esclusivamente con il calcio o con Call of Duty. Ascolto anche tanta musica dall’R&B, alla tecno, alle hit del momento. Quando poi voglio sentirmi veramente a casa ascolto un po’ di musica serba, magari bevendo un buon bicchiere di vino; questo mi rilassa davvero tanto. Quando invece non sono a casa vado a fare un giro in centro storico, da solo o con i miei compagni di squadra. Verona è una città meravigliosa, accogliente, che ti fa stare bene e che offre tantissimo. E’ sicuramente tra le più belle d’Italia abitata da bella gente. Qui mi trovo davvero bene, la gente mi ha accolto subito bene, mi ha fatto sentire il suo calore e affetto fin dal primo giorno!”. Segni particolari di Kovacevic sono senza dubbio l’urlo e la barba, due caratteristiche che fanno – e hanno fato – tanto parlare. Quando decise di andarsene da Modena, molti vollero nella barba che si fece crescere

proprio in quel periodo, un segnale, un gesto, magari di protesta. A distanza di qualche anno Uros chiarisce: “La mia barba? Nessun significato particolare, l’ho fatta crescere perché mi piace. Anzi, a dire il vero, un significato c’è: mio papà voleva farsela crescere ma mio nonno, che era comunista, non voleva. Quando me la sono fatta crescere io mio papà mi ha detto che mi stava bene e quindi l’ho tenuta. E poi, a dire il vero, senza sembro giovanissimo: così sembro più grande e magari mi rispettano di più (ride n.d.r). Per quanto riguarda il mio urlo, anche in questo caso, non c’è nulla di costruito: a volte mi viene, altre no, dipende dal momento, dalla partita, dal punto fatto o de quello sbagliato. E’ uno sfogo, una gesto spontaneo, che può caricare il pubblico e dare una carica in più alla squadra, soprattutto durante un momento negativo della partita”. I compagni di squadra con i quali ha legato di più. Uros anche in questo caso è chiaro: “Difficile fare graduatorie in questi casi perché ognuno ti lascia qualcosa e perché non voglio dimenticare qualcuno. Tanti sono diventare miei amici, però se proprio devo fare qualche nome senza dubbio dico Earvin Ngapeth, un genio della pallavolo e un amico. Quando sono arrivato a Modena lui era già famoso ma siamo cresciuti insieme, da lui ho imparato molto. E poi Dante Bonifante e Nemanja Petrić, con il quale ho giocato anche in Nazionale, persone speciali davvero. Qui a Verona? Simone Anzani. Ma non vorrei fare torto a qualcuno…” Cosa farà Kovacevic quando non sarà più protagonista sotto rete? “Innanzitutto - puntualizza - dovrò trovare una donna che voglia stare con me e voglio avere figli, anche se è troppo presto adesso per parlarne. Non credo rimarrò nel mondo della pallavolo. Voglio stare tranquillo, senza stress, senza pensieri. Magari proprietario di un ristorante. Mi vedo grasso, grosso, che guardo gli altri lavorare e io vado solo per bere il caffè e mangiare: quella si che sarà una bella vita!”


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Comune di Malcesine

Provincia di Verona


EVENTO

di Matteo Sambugaro

y e l l Vo p 2017 Tutti a m Ca Bressanone con il APERTE UFFICIALMENTE LE ISCRIZIONI PER IL CALZEDONIA VOLLEY CAMP CHE PER IL TERZO ANNO CONSECUTIVO ANDRÀ IN SCENA A BRESSANONE CON DUE TURNI DAL 25 GIUGNO ALL’8 LUGLIO

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opo le positive esperienze delle prime due edizioni, il Calzedonia Volley Camp è pronto a tornare con un’estate che si preannuncia ancora una volta all’ insegna del volley e del divertimento. Due i turni proposti, con 55 partecipanti ciascuno: dal 25 giugno al 1 luglio per i nati dal 2004 al 2008 e dal 2 al 8 luglio per i nati dal 2000 al 2003. Confermate le strutture ricettive già utilizzate nelle scorse edizioni: dal college Vinzentinum ai moderni impianti del comune di Bressanone, dotati di campi da volley al coperto, piscine e pista d’atletica per consentire gli allenamenti in contemporanea di tutti i ragazzi. Il modulo d’ iscrizione è disponibile sul sito bluvolleyverona.it all’interno della sezione dedicata al Calzedonia Volley Camp, dove è possibile trovare la procedura per partecipare all’edizione 2017. Saranno presenti, come nelle precedenti edizioni, i giocatori e lo staff della Calzedonia Verona. Andrea Totolo, responsabile delle attività promozionali BluVolley Verona e coordinatore del Camp: “Un’edizione che conferma gli ottimi risultati raggiunti negli scorsi anni e che cresce quest’anno con diverse novità, che vanno ad incrementare la qualità e la quantità

CALZEDONIA

delle proposte indirizzate ai ragazzi. Stiamo svolgendo un buon lavoro e crediamo che le attività volte ai più piccoli siano alla base della programmazione e dei risultati che ogni anno, come società, ci prefiggiamo di raggiungere. Un’occasione per i ragazzi, di fare attività sportiva e di conoscere da vicino la pallavolo insieme ai giocatori della nostra prima squadra”. Durante le settimane i ragazzi saranno seguiti da esperti allenatori laureati in scienze motorie, Facenti parte dello staff tecnico di Calzedonia. Il direttore tecnico sarà il confermatissimo Diego Flisi capo allenatore in serie B e terzo allenatore della prima squadra. Saranno presenti come negli scorsi anni i giocatori della prima squadra: lo scorso anno presenziarono Anzani, Mengozzi e Frigo. I camp è ospitato nella stupenda città altoaltesina di Bressanone, e i ragazzi alloggeranno nel bellissimo College Vinzentinum a soli 300 mt. dalle strutture sportive utilizzate per gli allenamenti. Forte è ormai il legame con il comune di Bressanone e l’azienda turistica locale Pose il quale nel tempo nel tempo ha visto sempre cresce il rapporto tra BluVol-

ley e Comune di Bressanone ospitando all’inizio di settembre 2016, una parte del ritiro della nostra squadra di Serie B. Due le settimane di Camp proposte, destinate a due diversi tipi di utenza

VOLLEY CAMP UNDER 14 Periodo: dal 25 Giugno all’1 Luglio Età: rivolto ai bambini/e della Scuola Primaria e Secondaria di primo grado (dal 2004 al 2008). I partecipanti avranno la possibilità di provare e conoscere i segreti dello sport del volley oltre a diverse altre attività sportive. Questo Camp infatti è studiato proprio per la consapevolezza dell’ importanza dell’aspetto ludico e della possibilità di provare nuove esperienze motorie.

VOLLEY CAMP OVER 14 Periodo: dal 2 Luglio all’8 Luglio; Età: rivolto a ragazzi/e dai 13 ai 18 anni (dal 2000 al 2003) che vogliono misurarsi con atleti/e di Società diverse. I partecipanti avranno la possibilità di approfondire le tecniche ed i fondamentali individuali e di squadra, vivendo una settimana all’ insegna del divertimento.

PER INFO: segreteria@bluvolleyverona.it 44 sportdipiu.com



SPORT LIFE

di Mirko Bettagno

A Caldogno, la pallavolo è ancora un gioco. E SportDi+ c’è! L’IMPEGNO DELLA SOCIETÀ È DA SEMPRE QUELLO DI DIFFONDERE E PROMUOVERE LA PALLAVOLO COINVOLGENDO PRINCIPALMENTE LE RAGAZZE DEL COMUNE DI CALDOGNO E, SOPRATTUTTO NEGLI ULTIMI ANNI, ACCOGLIENDO ANCHE ATLETE DEI COMUNI LIMITROFI

L’

A.S.D. Pallavolo Caldogno, è una ‘storica’ ma giovanissima società sportiva del territorio vicentino fondata nell’ormai lontano 1989. La presidentessa Francesca Dalla Stella, coadiuvata da un direttivo composto da dieci persone tra cui il DS Giuliano Baldin, guida un gruppo che conta circa 120 iscritti tra atlete e dirigenti. La stagione sportiva in corso 2016/2017 ha visto la società impegnata sia a livello promozionale che agonistico nei campionati Provinciali passando per tutte le fasce di età con le squadre GiocoVolley, Minivolley, Under 12F, Under 14F, Under 16 F e Seconda Divisione. Motivo di orgoglio della società sono le atlete di quest’ultima squadra che nella stagione scorsa, qualificandosi al primo posto della classifica provinciale della loro categoria, hanno raggiunto l’ambizioso obiettivo della promozione nel Campionato Provinciale di Seconda Divisione. Alla guida di questa formazione c’è Loriano Padovan, alla Pallavolo Caldogno dal 2012, e sulla panchina della Seconda Divisione da due anni. “Sino ad ora” – spiega il tecnico neroverde - “è stata senza dubbio un’esperienza estremamente positiva, sin dall’inizio nonostante abbia iniziato ad allenare le ragazze a campionato già iniziato (stagione 2014/2015

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n.d.r.). Immediatamente ho avuto la sensazione che la squadra avesse delle potenzialità maggiori rispetto a quelle che aveva saputo dimostrare sino a quel momento e in effetti i miglioramenti e i conseguenti risultati positivi sono arrivati quasi subito. Il gruppo ha saputo in breve tempo diventare una squadra affiatata facilitandomi il lavoro in modo considerevole. Dopo la promozione in Seconda Divisione l’obiettivo per la stagione in corso è la permanenza nella categoria, proposito non facile da raggiungere in quanto la media dell’età si è ulteriormente abbassata grazie all’inserimento di atlete del settore giovanile e il contemporaneo abbandono di alcune ragazze esperte di assoluto riferimento nella scorsa stagione. Purtroppo i motivi di lavoro o di studi universitari fuori provincia sono sempre per noi allenatori come la spada di Damocle. Il lavoro da fare è comunque ancora tanto sia dal punto di vista tecnico-tattico che sotto il profilo mentale. La giovane età delle atlete mi fa però ben sperare: se centreremo la salvezza ci sarà la concreta possibilità di un’ulteriore salto di categoria in tempi non abbastanza brevi”. Prosegue Padovan: “Possiamo contare su un settore giovanile che sta lavorando molto bene, con allenatori di ottimo livello molto preparati e motivati. L’Under 16 che ho inizia-

to ad allenare quest’anno, si sta comportando discretamente e ho già individuato alcuni elementi che, all’occorrenza, vanno ad aiutare la prima squadra. Nell’Under 14 ci sono alcune ottime individualità con buone potenzialità future ,che naturalmente devono ancora essere ben decifrate. Fiore all’occhiello del settore giovanile è l’Under 12 che sta ottenendo ottimi risultati e al momento è prima del suo girone ed attende quindi di confrontarsi nella seconda fase del campionato con le squadre migliori della provincia della sua categoria”. La presidentessa Francesca Dalla Stella, dal canto suo, spiega: “L’ impegno della Società è da sempre quello della promozione dello sport della pallavolo, in collaborazione prima con l’istituto Comprensivo Statale di Caldogno, ora con il Comune di Caldogno nell’ambito del progetto di avvicinamento allo sport, per il quale la Società ha messo a disposizione un proprio allenatore di esperienza. A Mister Padovan, infatti, abbiamo affidato le piccole atlete del Giocovolley e del Minivolley. Anche quest’anno ho accolto con interesse il progetto che il Comune ha riservato alle società’ sportive del territorio in considerazione del fatto che è fondamentale allenare il corpo a determinati movimenti già dalla prima infanzia in quanto certi aspetti tecnici risultano difficili da recepire più si va avanti con l’età”.


“L’impegno e la soddisfazione della società” – prosegue la presidente Dalla Stella – “sono quelli di rimanere una organizzazione sana che non ha altri scopi che non siano quello sportivo, composta da persone volonterose (in questa stagione ben 17 tra dirigenti, arbitri e segnapunti, oltre a tre allenatori n.d.r.) disposte a dedicare il loro tempo libero alle giovani del nostro Comune che non troverebbero altri spazi, vista l’attuale scarsità di strutture del nostro territorio. Sentiamo la vicinanza di tutti i genitori che si impegnano con noi a vari livelli oltre, naturalmente, come prezioso sostegno per l’organizzazione delle partite in casa e delle trasferte. Cerchiamo ogni anno di crescere come Associazione Sportiva Dilettantistica sia numericamente, incrementando il numero di tesserati, sia a livello tecnico, affidando le nostre ragazze ad allenatori preparati ed in continuo aggiornamento. Per questo è fondamentale l’aiuto anche economico che riceviamo dal Comune di Caldogno e dai nostri sponsor. In particolare ringraziamo SportDi+ magazine che ci sta sostenendo per la buona riuscita della nostra gestione societaria: il nostro impegno e la nostra speranza sono di poter continuare a dare risposte a tutti coloro che intendono fare dello sport sano, senza altri fini che non siano quelli del gioco e dell’insegnamento”.

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UROS KOVACEVIC

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SPORT LIFE

di Michele De Martin

Che sfide per i MASTINI Verona!

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niziata l’ottava stagione consecutiva in serie A2 per gli Agsm Mastini Verona. Un campionato in cui i ragazzi di coach Umberto Maggini cercano grandi soddisfazioni. Rientri ed innesti di assoluto valore hanno riqualificato il team, con l’importante lavoro del presidente De Martin e dei suoi collaboratori. L’ultimo colpo di mercato vede la firma del ‘gigante veronese’ Andrea Spadoni, negli Stati Uniti per studio, ed in forza ai Bengals di Buffalo State University. Al suo rientro in Italia sarà per lui una gioia poter giocare a Verona, indossando i tanto amati colori gialloblu della sua città. Arriverà per la seconda parte di campionato e darà il suo importante contributo per sognare in grande con i nuovi compagni. Benvenuto Andrea Nei Mastini edizione 2017 c’è davvero talento e qualità, in campo, ma anche in sideline, o in panchina se vogliamo dirla “all’italiana”. Ma ci sarà da sudare, questo è certo, per guadagnare la testa della classifica e puntare ai playoff. Le sfide che li attendono non sono per niente scontate e servirà un grande gruppo per poterle superare. Il 25 febbraio scorso l’esordio casalingo tra le mura amiche del Velodromo San Lorenzo di Pescantina. Come la scorsa stagione per l’opening day sono arrivati i Saints Padova: squadra giovane ma ricca di talento, perfetto banco di prova per i cagnacci gialloblu che hanno vinto, in rimonta, 26-17. Il risultato non racconta realmente lo spauracchio iniziale, quello che i Saints Padova capitanati dal veterano quarterback Simone Breggiè sono riusciti ad incutere sul campo portandosi largamente in vantaggio. La classe e la determinazione dei ‘cagnacci’ alla fine ha fatto la differenza e permesso di incamerare, con qualche brivido di troppo, i primi punti della stagione. A seguire ben tre trasferte consecutive. La prima a Castelfranco Veneto contro i Cavaliers capitanati da coach Bernardi. Una squadra compatta ed in forte crescita nelle ultime stagioni desiderosa di bissare il primo posto nel girone del 2016. A seguire la sfida contro la matricola “terribile” Knights a Sant’Agata Bolognese, squadra rinforzata da tenere sott’occhio. Arriva poi il momento del match interdivisionale, di sicuro la trasferta più difficile della stagione. A Catania, contro gli Elephants, sarà una vera battaglia contro uno dei team candidati alla vittoria finale.Per rivedere i gialloblu a Verona si dovrà aspettare sabato 1 aprile. Al Velodromo S.Lorenzo arriveranno i Daemons di coach Mario Rossi, secondo match interdivisionale contro una squadra fisica e ben organizzata in ogni reparto.Una pausa lunga un mese poi per i gialloblu, per le festività pasquali e i match della nazionale italiana senior e junior che vedranno in campo, ce lo auguriamo, anche qualche giocatore gialloblu.Il girone di ritorno riparte poi dalla trasferta di Padova di sabato 6 maggio, per poi concludere la regular season con due gare casalinghe contro Cavaliers e Knights.Un campionato impegnativo quindi per i Mastini, alla ricerca dei primi due posti in classifica per tornare ai playoff dopo due stagioni in sordina. Le carte in regola per una grande stagione ci sono. La società invita tutti gli sportivi alle quattro partite interne presso il velodromo San Lorenzo. Si giocherà di sabato sera, con ingresso gratuito. Il football americano è spettacolo. Se aggiungiamo poi i colori gialloblu…

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CAMPIONATO DI ALTO LIVELLO PER I BAUBOYS GIALLOBLU CHE ANCHE QUEST’ANNO AVRANNO COME ‘CASA’ IL VELODROMO DI SAN LORENZO DI PESCANTINA


FOOTBALL AMERICANO CAMPIONATO ITALIANO DI II°DIVISIONE

SAINTS PADOVA DAEMONS MARTESANA CAVALIERS CASTELFRANCO KNIGHTS SANT’AGATA

SABATO 25 FEBBRAIO SABATO 1 APRILE SABATO 13 MAGGIO SABATO 27 MAGGIO

h 20.30 h 20.30 h 20.30 h 20.30

VELODROMO S. LORENZO - Corso S. Lorenzo - PESCANTINA (VERONA) BENATI


SPORT LIFE

di Emanuele Pezzo - Foto Simone Pizzini

CSS Verona, obiettivo primario: salvezza tranquilla D opo la salvezza conquistata nella passata stagione di A2 femminile, quest’anno la CSS Verona ha deciso di alzare l’asticella per la propria squadra di punta di pallanuoto. A spiegarlo bene è il direttore sportivo Andrea Campara: “Il nostro obiettivo è di tenere con sempre maggiore tranquillità la serie A2. Avere Verona nella seconda categoria nazionale femminile è importante, ma lo è ancora di più sfruttare questa opportunità per far crescere le ragazze del nostro vivaio. A noi non interessa il successo sportivo se non come modo per metterci al servizio del nostro territorio». «Quindi – continua il ds –vogliamo fortemente rimanere in A2 e spero non avremo patemi di playout per farlo. Poi, se dovesse arrivare qualcosa in più, sarebbe ben accetto”. La CSS è inserita nel girone nord della seconda categoria nazionale, contro avversarie che puntano diritte alla promozione in A1. Tra cui la Rari Nantes Imperia 57, retrocessa dalla A1

e vogliosa di risalire subito. Oppure la Florentia, club del capoluogo toscano che la stagione scorsa si è fermato alla finale dei playoff promozione. Il tecnico napoletano Gaetano Del Giudice prova ad inquadrare nel lotto delle partecipanti la reale collocazione della squadra che allena: “Imperia e Florentia sono molto avanti rispetto alle altre. Con ottimismo potrei vedere la CSS in un terzetto, assieme a Promogest Quartu S. Elena e Como Nuoto, che possono ambire al terzo posto. Sarà difficilissimo: non va scordato che anche la Locatelli Genova è ambiziosa e che i punti-salvezza servono anche alle altre. La stagione è lunga e dovremo esser bravi a non gioire troppo per le vittorie e non abbatterci troppo se arriva qualche bastonata”. Dal punto di vista dell’organico la CSS Verona si è rinforzata con l’arrivo di giocatrici di calibro, alcune delle quali dotate di stagioni in A1 oppure con esperienza internazionale.

PER LA COMPAGINE CAPITANATA DA GIORGIA PRANDINI LA PRIORITÀ PER LA STAGIONE IN CORSO È LA PERMANENZA IN SERIE A. ANCHE SE, COME È LOGICO, È VIETATO PORSI LIMITI... 56 sportdipiu.com

Da Napoli sono arrivate il mancino Mariagiovanna Monaco e il difensore Federica D’Oriano, che si sono ambientate subito, al pari dell’attaccante Ines Braga. Quest’ultima, di nazionalità portoghese, ha giocato in Portogallo, Francia e Spagna indossando le calottine di Porto, Nancy, Siviglia e Pamplona. Altri innesti sono quelli delle giovani Elena Borg e Luna Carli, che vanno ad affiancarsi alle giovani uscite del vivaio CSS, già impiegate da Del Giudice. Un punto di vista ‘da dentro’ sulla rosa ce lo offre il capitano, la veronese Giorgia Prandini: “La squadra ha un organico molto vario:


abbiamo ragazze che giocano da stagioni in CSS, giovani promettenti di Verona e giocatrici con esperienza anche internazionale. Forse non abbiamo molti cambi, ma credo che questo mix possa aiutarci a crescere assieme, di partita in partita�. Oltre a Del Giudice, per la stagione la CSS ha deciso di mettere a disposizione della squadra un nutrito e preparato staff, di cui fanno parte il team manager Luca Zalla, il preparatore atletico Lorenzo Sartorello, il preparatore posturale Francesco Pagan Griso e la mental trainer Anna Paola Montagnoli.

Prossime gare casalinghe del CSS Verona Piscine Monte Bianco ore 16.30 2 aprile CSS - COMO 23 aprile CSS - MARINA MILITARE 30 aprile CSS - FLORENTIA

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INTERVISTA

di Alessio Faccincani - Foto VeronaScherma

Karakolis Kosmas

VeronaScherma, un campionato regionale formato famiglia

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Cristiano Magnani

Martin Barreto

n evento di assoluto rilievo. Verona i prossimi 20 e 21 Maggio sarà il cuore pulsante della scherma regionale. VeronaScherma infatti organizzerà presso il Palazzetto Gavagnin di via Montelungo il campionato regionale assoluto individuale di spada e di sciabola. Un appuntamento importante per l’associazione sportiva veronese, che ha già in cantiere molte sorprese per quelle due giornate.

Matteo Gallo

SCHERMA PROTAGONISTA AL PALAZZETTO DELLO SPORT GAVAGNIN IL 20 E 21 MAGGIO AI CAMPIONATI REGIONALI. EVENTO DI GRANDE FASCINO CHE VERRÀ ORGANIZZATO DALLA SOCIETÀ PRESIEDUTA 58 sportdipiu.com DA CRISTIANO MAGNANI

Il week-end del 20 e 21 maggio non prevederà soltanto un mero programma sportivo, comunque denso e di altissimo livello, ma anche varie iniziative collaterali con la società veronese che si occuperà di ogni meandro dell’organizzazione. In anteprima per SportDi+ (che sarà anche media partner dell’evento…) ecco l’intervista a Cristiano Magnani, presidente di VeronaScherma e prima firma del comitato organizzatore.


Magnani, come sta procedendo l’organizzazione del campionato regionale di spada e di sciabola? Stiamo ultimando ogni dettaglio. Ringrazio chi quotidianamente mi supporta nel lavoro. I prossimi 20 e 21 Maggio speriamo possano essere davvero due grandi giornate di scherma. Ci saranno le gare, ma l’evento sarà fruibile davvero a tutti. Partiamo però dal programma sportivo… Al Gavagnin si sfideranno i migliori schermidori veneti. Le categorie essenzialmente saranno quattro: spada maschile e femminile e sciabola maschile e femminile. Al di là queste macro-categorie poi però in base al tabellone ci saranno anche delle finaline per cadetti (14/16 anni) e giovani (17/18 anni). Il programma agonistico è completo. Gli appassionati non potranno davvero mancare.

Anche perché Verona Scherma per quelle giornate proporrà un menù ricchissimo… Ritorniamo al punto precedente. La parte agonistica è fondamentale, ma lo sport è anche condivisione e aggregazione. Proprio per questo proporremo per i più piccoli il battesimo della scherma con dei fiorettini di plastica. I genitori comunque non staranno a guardare. Anche loro potranno cimentarsi con la pratica della scherma. Insieme ai miei collaboratori sto davvero organizzando un evento formato famiglia. Una festa quindi adatta a tutti? La nostra idea è proprio questa. Coinvolgere il maggior numero di persone possibile. Ci piacerebbe vedere intere famiglie al palazzetto. Ci si potrà godere la gara come semplice spettatore sugli spalti. Si potrà provare in

prima persona, oppure si potranno anche alternare le due cose. L’evento sarà creato appositamente per soddisfare ogni richiesta. Io e i miei collaboratori stiamo lavorando sodo. Cercheremo di fare divertire con la scherma tutti i veronesi. Speriamo di riuscire nell’intento. Ribadiamo in chiusura l’appuntamento… I prossimi 20 e 21 Maggio vi aspettiamo tutti al Gavagnin per il campionato regionale assoluto individuale di spada e di sciabola. Grandi campioni, ma anche la possibilità per ognuno di cimentarsi con la scherma. Verona Scherma sta scaldando i motori. Attendiamo ovviamente anche tutti gli sportivi e i lettori di SportDi+ magazine che, ricordiamo, sarà media partner ufficiale dell’evento!

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SPORT LIFE

di Marco Previato - Foto Valpolicella Rugby

WEST&VALPO

insieme per far crescere la palla ovale

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ntervista al doppia con il Presidente Valpolicella Rugby Junior Luciano Gobbi e il Presidente del West Union Verona Rugby Mario Ramundo che raccontano come è nata la sinergia tra le due società; un legame forte e dinamico, che ha come obiettivo quello di far crescere e valorizzare i giovani del vivaio e possibilmente formali in vista di un loro impiego nelle formazioni seniores. “L’idea della franchigia”” – spiega Luciano Gobbi - “èè nata nella primavera del 2016 dalla volontà di mettere insieme le risorse delle due squadre dopo numerose collaborazioni che erano venute in essere tra le due società negli anni precedenti. I promotori di questo progetto sono stati il sottoscritto (in qualità di presidente del Rugby Valpolicella Junior e gli altri due presidenti: Sergio Ruzzenente, presidente del Rugby Valpolicella 1974 e Mario Ramundo, presidente del West Verona Rugby). Questo progetto ha preso vita dall’opportunità data dalla FIR di istituire associazioni sportive in cui confluissero i giocatori di diverse squadre, che avrebbero mantenuto i tesserati nella loro società d’origine".

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Prosegue Gobbi: "Siamo stati i primi in Italia a cogliere questa opportunità. La nuova realtà si è quindi costituita con la carica di Presidente data a Fagagnini del Valpolicella, al vice presidente Stefano Marella del West e Mara Zimol, dirigente storica del minirugby del Valpolicella. Prevalentemente è nata per unire Under 16 e Under 18. Nell’Under 14 si ha una forma particolare in cui i giocatori sono tesserati tutti nelle file del Valpolicella, col patto poi di tesserarsi nell’Under 16 nella società d’origine”. Unire le forze significa mettere un po’ da parte le proprie individualità? Gobbi non ha alcun dubbio in merito: “Unire le forze significa semplicemente trovare sinergie sotto diversi aspetti: si raggiungono economie di scala ottimizzando risorse per un maggior numero di tesserati e diminuendo quindi le spese unitarie


di gestione e operative. Un altro vantaggio è quello di far giocare tutti i nostri ragazzi ogni domenica, schierando due squadre per quanto riguarda Under 14 e Under 16 per categoria e schierando una Under 18 più competitiva nel girone meritocratico”. “L’obiettivo di questo progetto” – prosegue il Presidente Valpolicella Rugby Junior“è quello di coordinare, mettere assieme aspetti organizzati in modo tale da dare una risposta di qualità al minirugby e alle giovanili in un’area che ricopre la Valpolicella e numerosi comuni a ovest di Verona, fino al lago di Garda. Un obiettivo di riflesso è quello, con un bacino più ampio da cui attingere, di rafforzare le nostre compagini seniores consolidando la nostra Serie A per quanto riguarda il Valpolicella, e continuando la crescita per quanto concerne il West Verona e la nostra squadra cadetta. Considerando la franchigia nella sua unitarietà siamo la società con più tesserati della Provincia di Verona. Solo l’Under 14, per farvi un esempio conta 45 tesserati complessivi. Il Valpolicella conta all’incirca 340 tesserati. Sono poi aumentati in numero anche gli scambi interni: nell’ultimo anno ad esempio un giocatore della prima squadra del west si è spostato al Valpo, e 2 giocatori hanno invece preso la strada contraria. Questa facilità di

spostamenti intra franchigia permette ai nostri giocatori di indirizzarsi verso il livello che più li realizza”. “Difficoltà nel portare avanti questo progetto” – conclude Gobbi – “ce ne sono state, è inutile negarlo. All’inizio eravamo di fronte a due società con un retroterra e delle esperienze pregresse distinte. Si sono dovuti superare quindi le diversità di modalità organizzative, limiti legati al coordinamento e alla comunicazione bilaterale. Si sono comunque in gran parte superate queste difficoltà e un ulteriore passo in avanti verrà fatto la prossima stagione con

l’inserimento di due figure di coordinamento, una tecnica e l’altra amministrativa, volte ad aumentare ulteriormente l’amalgama tra le due società. Il progetto, per il momento, ha una durata triennale. Come detto le difficoltà che si sono presentate inizialmente sono state superate, anche grazie ad un ottimo operato del presidente della franchigia Davide Fagagnini, che ha saputo mediare e agire come tramite tra Valpolicella e West”. Anche il presidente del West Verona Rugby Union Mario Ramundo sottolinea l’importanza del ‘gemellaggio’ con il Valpolicella: “Come

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West abbiamo 210 tesserati e con il Valpolicella i rapporti sono ottimi, così come tra l’altro cerchiamo di avere dei buoni rapporti con tutte le società che ci circondano. Riteniamo che ogni forma di collaborazione, con chiunque, possa sempre portare alla crescita non solo nostra ma dell’intero movimento. Questo sta avvenendo con i progetti, tipo ad esempio la franchigia, che stiamo portando avanti con compiti ed obiettivi comuni. Il progetto franchigia è a mio avviso la dimostrazione di attività comuni che abbiano come obiettivo la crescita dei giovani atleti, dello staff tecnico e dei dirigenti senza in alcun modo intaccare l’appartenenza al proprio Club. Molte società ci chiedono spiegazioni e opinioni e a tutte dico che è un ottimo strumento di crescita, soprattutto per i piccoli Club che ancora fanno fatica ad avere numeri importanti nelle categorie juniores”. “Fino ad oggi” - prosegue Ramundo – “chi aveva pochi ragazzi era costretto a ‘cederli’ ad altre società o, peggio, a non farli giocare. Questo però non porta alla crescita del Club di provenienza e fa aumentare le percentuali di abbandono". "La franchigia territoriale giovanile, voluta dalla Federazione" - conclude Ramundo – aiuta invece a mantenere le individualità permettendo contemporaneamente la crescita perché si lavora con numeri maggiori. Spero che venga estesa anche alla Under 14 sarebbe ora che venisse trattata alla stregua delle juniores e non come attività di propaganda”.


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INTERVISTA

di Alberto Cristani - Foto di Maurilio Boldrini e Andrea Giachi

con la collaborazione di Alberto Lorenzetto e Andrea Redomi

Dritto alla meta 64 sportdipiu.com


È

senza dubbio uno degli elementi di spicco dell’attuale Verona Rugby. Arrivato a Verona nell’agosto dello scorso anno, Stuart Dunbar si è subito calato nella realtà scaligera, diventando un punto di riferimento per la squadra. Nato a Wagga Wagga, città del Nuovo Galles del Sud in Australia, dopo il suo debutto nella massima serie è diventato rapidamente uno dei talenti più brillanti nella Shute Shield, così come nel Campionato di rugby nazionale, rappresentando i Sydney Stars. Le sue armi migliori? Il gioco di gambe e l'abilità con palla in mano. «Ho cominciato a giocare a rugby nella mia città a otto anni» – spiega Dunbar – «È stato mio padre, grande fan della palla ovale, a trasmettermi la passione per questo sport: un venerdì sera mi portò a un allenamento di rugby, e per me fu amore a prima vista. Da quel momento decisi che sarebbe diventata la mia professione e infatti a 16 cominciai ad avere i primi veri guadagni, amministrati con l’aiuto della mia famiglia». Raccontaci della tua famiglia e di come sei cresciuto… Sono cresciuto in una fattoria, con mia sorella maggiore Emma, di 27 anni e mio fratello minore Hamish di 21. Abbiamo frequentato la scuola elementare locale, una struttura molto piccola, tanto che i bambini iscritti erano solo 50. Nel pomeriggio io e i miei fratelli davamo una mano nella fattoria, mentre il fine settimana era dedicato alle nostre attività sportive: rugby, calcio, football, cricket, tennis... Mamma e papà, che ancora oggi vivono ancora in azienda, ci hanno sempre supportato in questo. Come sei venuto in contatto con il Verona Rugby e perché hai accettato di indossare la maglia scaligera? Era il 2015 e avevo appena terminato gli studi, così, pronto per una nuova sfida, ho contattato il mio agente manifestandogli l’interesse di giocare a rugby all’estero. Solo poche settimana dopo si è presentata questa grande occasione che ho accettato con entusiasmo. Il mio agente si è occupato di tutto l’iter burocratico e infine sono giunto qui a Verona. Come ti stai trovando? Trovi sia molto diverso dalla tua città d'origine? Verona è una città bellissima e anche molto attiva dal punto di vista sociale. Giocare qui è una vera fortuna, mi sto davvero divertendo molto. Inoltre, pur essendo una città piuttosto grande non è molto caotica, a differenza di Sidney, dove le strade sono trafficate a qualsiasi ora.

Dall'Australia in Italia con un unico grande sogno: portare il Verona Rugby più alto possibile! sportdipiu.com 65


Che tipo di giocatore sei? Sono un mediano d’apertura quindi sono veloce e istintivo, sempre pronto ad attaccare. Sono anche molto competitivo, amo vincere, per questo punto sempre alla meta. C'è un giocatore che ti ha ispirato o dal quale prendi spunto? Quando ero un ragazzino giocavo nel ruolo di mediano da mischia, così mi ispiravo a George Gregan. Era basso di statura, così come lo ero io, ma ha giocato più di 100 test match disputati in Australia, un giocatore determinante e professionale, sia dentro che fuori dal campo. La mia camera era tappezzata da suoi poster e ricordo anche di avergli scritto alcune lettere, anche se non ho mai ricevuto risposta. Sospetto che mio padre abbia finto di spedirlo e le abbia invece gettate nella spazzatura, incolpando poi i servizi delle poste. Rugby inglese e rugby italiano: quali le maggiori differenze? La differenza più grande sta nella velocità del gioco. In Australia il gioco è molto più rapido, si corre di più, mentre qui c'è molta più attenzione sullo schema di gioco e sul possesso palla. Che persone sono i veronesi? Cosa ti piace di loro? Inizialmente ho avuto un po' di difficoltà a interagire per via della lingua, ma devo dire che le persone conosciute sono state estremamente ospitali, soprattutto i miei compagni di squadra, che mi hanno fatto subito sentire a casa. Musica: cosa ti piace ascoltare? Non sono un grande intenditore di musica, non ho preferenze particolari, di solito ascolto quello che passano per radio. Hobbies: cosa fai quando non giochi? Attualmente sto frequentando il master of Education (Sport Coaching) online alla Sydney University, che mi sta tenendo piuttosto impegnato. A fine stagione, o comunque quando ne ho la possibilità anche per un solo fine settimana, mi piace anche tornare a casa, nella mia fattoria. Cibo: cosa ti piace mangiare e qual è il cibo italiano che preferisci? Qui in Italia il cibo è delizioso. Prima di arrivare a Verona non avevo mai mangiato pasta, l’ho assaggiata per la prima volta al ristorante “Officina – Cucina e laboratorio”. Buonissima, la consiglio a tutti. Sport: oltre al rugby cosa ti piace seguire-guadare? Come dicevo prima sono cresciuto praticando diversi tipi di sport, che continuo a seguire in TV. L’Australia ha una grande e variegata cultura sportiva, è molto importante per la crescita dei bambini. La partita che non dimenticherai mai… La finale di coppa del mondo tra Inghilterra e Australia del 2003, quando Johnny Wilkinson calciò un drop di sinistro battendo i canguri nei tempi supplementari. Mamma e papà avevano dato una grande festa per la partita e ricordo che ero per la sconfitta del nostro Paese. Hai qualche sogno nel cassetto? Amo l’ippica, quindi vorrei visitare e provare il maggior numero di corse di cavalli possibili in tutto il mondo. Ho sentito che c’è una buona pista anche a Milano. Hai qualche rito scaramantico prima della partita? Il mio unico rito è proprio quello di non essere scaramantico. Così, mi assicuro sempre di fare sempre tutto in modo diverso prima di ogni partita, in modo da non diventare abitudinario e di conseguenza superstizioso. In effetti non so se abbia un senso. (ride).

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SPORT LIFE

di Daniele Bennati

Valeggio Rugby protagonista al Torneo di Mantova

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omenica 5 marzo i piccoli blues hanno partecipato al Torneo Città di Mantova, unica squadra veneta in una manifestazione che vedeva la partecipazione di seicento ragazzi in rappresentanza di nove tra le più titolate società lombarde. Il torneo under 12 è stato vinto dai nostri portacolori che hanno vinto tutte le partite superando in finale il Cus Milano. I ragazzi allenati da Andrea Cassini col supporto di Alessio Brusco si sono dimostrati nettamente superiori a tutte le altre squadre vincendo tutti gli incontri disputati e la dimostrazione della loro forza si è vista nella finale dove non hanno lasciato spazio ai milanesi battendoli per due mete a zero. L’under 12 che è la squadra di punta del minirugby della Scaligera Valeggio Rugby per l’età e conseguentemente per l’espe-

rienza, ha sfiorato il successo anche in altre manifestazioni non riuscendo mai, per un soffio, a classificarsi al primo posto. L’under 10, allenata dal duo Tecchio-Gottardi, si è classificata al nono posto in un torneo che vedeva la partecipazione di tredici squadre. L’under 10 era la squadra che si temeva avesse le maggiori difficoltà ad affrontare un torneo di qualità come il Città di Mantova perché la domenica precedente nel concentramento di Carnevale in Valpolicella non aveva brillato giocando in maniera svogliata ed approssimativa. Vero è che in quell’occasione la squadra si è presentata con un organico estremamente ridotto per le numerose assenze ed è anche vero che a Mantova, ritrovati tutti i giocatori, la squadra è riuscita ad esprimersi al meglio giocando alla pari con le avversarie in tutte le partite. La società valeggiana ha schierato a Mantova due under 8 allenate da Gianmaria Carletti in quanto la società ha tesserato ben

23 giocatori e una giocatrice nella categoria. La prima, composta da ragazzi al secondo anno in categoria, ha ottenuto un lusinghiero settimo posto vincendo numerose partite dopo una partenza difficoltosa. La seconda, con ragazzi al primo anno, ha dimostrato di saper giocare un buon rugby soccombendo soltanto alla maggiore prestanza fisica degli avversari di un anno più grandi. Le due squadre, al di là della classifica, si sono distinte dimostrando di partita in partita di crescere sia nella tecnica che nel gioco. Buono il risultato dell’under 6 classificatasi quarta al termine di un girone particolarmente impegnativo che vedeva la partecipazione di Fiumicello e Viadana. I piccolissimi allenati da Roberto Preosti stanno affrontando i primi impegni della loro vita rugbistica e il loro entusiasmo e la loro caparbietà fanno ben sperare per il futuro. La squadra comprende tra le sue fila anche una ragazzina che dimostra una grinta non indifferente riuscendo ad essere spesso una spina nel fianco degli avversari.

IL MINIRUGBY DELLE SCALIGERA VALEGGIO RUGBY, CHE IN QUESTA STAGIONE HA VISTO UN VERTIGINOSO INCREMENTO DEI SUOI ATLETI, STA INIZIANDO A RACCOGLIERE I FRUTTI DEL SERIO LAVORO DEL SUO STAFF sportdipiu.com 67


EVENTO

Ufficio stampa Consorzio di Tutela del Radicchio di Verona I.G.P.

Radicchio di Verona il cuore buono dello sport e del Minirugby

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omenica 26 Febbraio sono scese in campo le società che rappresentano il rugby di Verona e provincia. Ospiti sul campo del Valpolicella Rugby si sono riunite le 26 squadre di giovanissimi atleti a partire dall’under 6 per arrivare all’under 12, delle società Verona Rugby, Valpolicella Rugby, Rugby Valeggio, West Verona Rugby e Lupos Rugby Club. Una manifestazione unica di grande coinvolgimento e un’occasione di convivialità e condivisione di valori. In particolare di quei valori che il rugby privilegia ossia la socialità e il gruppo, il rispetto, il sostegno, il senso di appartenenza. Ma quando parliamo di atleti non possiamo non parlare di sana alimentazione. Essa rappresenta un elemento fondamentale nella vita di uno sportivo che sin da piccolo può avvantaggiarsi del giusto apporto di sali minerali e vitamine attraverso prodotti ricchi di queste sostanze quali ad esempio frutta e verdura. Così il radicchio di Verona s’inserisce

La degustazione a base di Radicchio di Verona I.G.P. ha conquistato grandi e piccini

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a buon diritto in questo tipo di dieta e può contribuire alla buona salute dei giovani atleti, ma anche di tutti noi. In questa giornata il Consorzio del Radicchio di Verona I.G.P., che è impegnato in prima linea nella promozione di questa vera e propria eccellenza del territorio dell’area veronese, ha proposto una degustazione realizzata dallo Chef Angelo. Dal pane al radicchio fino alla focaccia con radicchio e monte veronese passando per la crema di radicchio e speck fino ad approdare alla gettonatissima e sorprendente frolla con marmellata di radicchio. Ovviamente tutto è stato realizzato adoperando sempre e solo radicchio di Verona I.G.P. L’inaspettata versatilità del prodotto ha meravigliato tutti i presenti, dai più piccoli (gli atleti erano 350 dai 4 agli 11 anni) ai più grandi, questi ultimi impegnati un po’ a sostenere i giovanissimi giocatori, un po’ a conoscere e gustare le prelibatezze proposte presso la postazione del Consorzio di tutela del Radicchio di Verona I.G.P. Una vera e propria festa dunque si è svolta

intorno al prodotto tipico veronese, declinato in diverse composizioni di gusto, cucinato ed abbinato per soddisfare sia gli amanti del dolce che del salato, perché il radicchio di Verona ha caratteristiche organolettiche ideali per essere proposto dall’antipasto al dolce. Questo torneo itinerante, approdato nel 2017 sul campo della società Valpolicella Rugby, è giunto alla sua seconda edizione e tornerà il prossimo anno spostandosi “a casa” di un’altra società veronese.


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INTERVISTA

di Roberto Avesani - Foto di Salvatore Di Giangi e Maurilio Boldrini

Jaco, from Sudafrica from Valpo!

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al Super Rugby e dalle sfide contro i giocatori All Blacks, alle colline della Valpolicella. Jaco Van Tonder, estremo sudafricano classe 1991 arrivato in estate in terra veronese e in forza al Santamargherita, racconta la sua carriera dagli esordi nella scuola elementare alla partite giocate nel più importante e prestigioso campionato dell’Emisfero Sud. Dove ha affrontato, tra gli altri, anche i giocatori All Blacks All’estero molti bambini conoscono il rugby nelle scuole. Qual è stato il tuo percorso? Anche per me è stato così. Ho iniziato a giocare a sei anni nell’ambito della mia scuola elementare, la Hermanus Primary School che si trova nell’omonima città di Hermanus, un centinaio di chilometri a sud di Città del Capo e affacciata sulla bellissima Walker Bay. Poi ho continuato alla Outeniqua High School di George, anch’essa nella provincia di Western Cape. Sempre a George ho giocato con l’Under 16 e l’Under 18 dei South Western Districts Eagles. Quando hai iniziato a frequentare il rugby di alto livello? Nel 2010 sono entrato nell’Academy degli Sharks, a Durban. Con la loro maglia ho

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LA SUA BARBA LO IDENTIFICA 'VISIVAMENTE' MA JACO, IN CAMPO, SA METTERSI IN LUCE GRAZIE ALLA SUA CLASSE ED ESPERIENZA MATURATA ANCHE SCONTRANDOSI CONTRO I MOSTRI SACRI NEOZELANDESI giocato in Vodacom Cup e in Currie Cup, il più importante campionato nazionale sudafricano riservato alle province del paese. Ma soprattutto nel 2013 è arrivato l’esordio nel Super Rugby, nel corso della sfida contro i Bulls di Pretoria: uno dei derby sudafricani più sentiti, nello stadio più caldo del paese, il Loftus Versfeld. Nelle stagioni successive ho continuato a giocare con gli Sharks collezionando presenze in tutte e tre le competizioni, prima del passaggio ai Southern Kings.


Come è andato il Super Rugby 2016? Il livello della competizione era veramente molto alto e fisico. Il format del torneo poi era appena cambiato, con l’ingresso di una squadra argentina e una giapponese che si sono aggiunte a quelle sudafricane, australiane e neozelandesi. Ho giocato cinque partite, contro Chiefs, Sunwolves, Bulls, Jaguares e gli Sharks, la mia ex squadra. E’ stata una stagione in cui ho imparato molto e nonostante l’ultimo posto finale, ho fatto davvero tanta esperienza. Il livello è altissimo, i derby sono sempre sentiti e le partite contro le squadre neozelandesi, dove militano tutti gli All Blacks, sono davvero impegnative. Ora la nuova avventura in Valpolicella. Come sta andando e come ti trovi? L’impressione è da subito stata positiva, un club in cui si respira un’atmosfera familiare e in cui tutti ti aiutano per farti sentire a tuo agio: le persone che ho incontrato sono tutte amichevoli e disponibili. La stagione è iniziata in modo un po’ difficile, ma era importante cominciare con il piede giusto la seconda decisiva parte di stagione e fino ad ora abbiamo raggiunto l’obiettivo con due vittorie. Sono molto fiducioso in vista delle prossime partite e per la conferma della categoria.

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INTERVISTA

di Giorgio Vincenzi

Mazzi, ultramaratoneta nel nome di Fidas

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uarantasei ore e trentuno minuti, tanto ha impiegato Marco Mazzi per percorrere di corsa, tra neve e gelo, i 220 chilometri della Arrowhead 135 mile Winter Ultramarathon che si è tenuta il 30 gennaio scorso nel Minnesota (Stati Uniti) ai confini con il Canada. Il maratoneta di Valeggio sul Mincio, unico italiano a partecipare alla gara, ha ottenuto un buon risultato piazzandosi all’undicesimo posto. Per la cronaca il vincitore è stato Gavin Woody (Stati Uniti) con il tempo di 36 ore e 1 minuto. La partecipazione di Marco Mazzi - sposato con due figli e impiegato tecnico presso l’Agsm - a questa corsa estrema è legata a un progetto denominato 'Da meno 50 a più 50 gradi per il dono del sangue' sostenuto da Agsm Verona e Canadiens. “Quest’anno" - racconta Mazzi - "compirò 50 anni e volendolo festeggiare in modo diverso ho messo insieme le due grandi passioni che mi coinvolgono tantissimo nel tempo libero: la corsa e la Fidas (Federazione italiana associazioni donatori sangue). Quindi è nata l’idea di correre una gara al freddo e una al caldo: la prima, a fine gennaio scorso, l’Arrowhead 135 mile Winter Ultramarathon nel Minnesota e la seconda, quest’estate, la Badwater Ultramarathon, nella Death Valley in California. Il messaggio che intendo portare, partecipando a queste gare, è che nella vita non vi è niente di impossibile sia nello sport e ancor di più nel mondo della donazione del sangue: se vogliamo possiamo farlo”. Mazzi ci tiene molto a ricordare quanto sia bello e importante il gesto di donare il sangue: “Ho cominciato a farlo a 30 anni e poi piano piano sono entrato a far parte di direttivi e a promuovere il mondo della donazione anche attraverso le gare podistiche”. L'attuale presidente della Fidas Agsm ha raccontato in esclusiva a SportDi+ magazine questa straordinaria impresa e quello che ha in mente per il futuro, ho percepito quanto amore ha per questo sport. “Per me la corsa è libertà" – afferma Mazzi – "e perdersi nei propri pensieri. Sei lì solo fisicamente, ma la mente è da tutt’altra parte. Sono emozioni che non si possono raccontare in poche parole”. Marco, come nasce la passione per le ultramaratone? Il mio approccio alla maratona è nato per caso nel 2007. Mi stavo preparando per fare quella di Verona e cercando su internet delle tabelle di allenamento sono venuto a conoscenza di una corsa, la Firenze-Faenza, di 100

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chilometri. A quel tempo ero convinto che la distanza massima fosse di 42 chilometri. Prima ancora di fare la prima maratona già pensavo di fare un’ultramaratona. Ma non finisce qui. Nel maggio del 2008 mentre stavo correndo la Faenza-Firenze incontro in gara un ragazzo che sulla maglietta ha stampato la scritta “Spartathlon 246 km”. Tornato a casa ho cercato notizie di questa corsa e ho scoperto che si tiene tutti gli anni a fine settembre partendo dall’acropoli di Atene per poi arrivare a Sparta. Dopo due anni ero lì sulle strade della Grecia. Raccontaci della sua ultima impresa, la Arrowhead 135 mile Winter Ultramarathon: per esempio, che condizioni atmosferiche hai trovato? Era la prima volta che partecipavo a questa gara di 220 chilometri in solitaria tra le nevi e i boschi del Minnesota. In questa gara le condizioni atmosferiche fanno la differenza. Negli anni scorsi i picchi delle temperature erano vicini ai -40 e anche ai -50 °C. Quest’anno le previsioni stilate nei giorni antecedenti la gara davano una temperatura di -30 °C ma con una bufera di neve, che puntualmente è

arrivata il giorno della partenza, complicando moltissimo la corsa con vento freddo e neve fresca. Quanti atleti hanno preso parte all'evento? La Arrowhead 135 mile Winter Ultramarathon si può fare a piedi, in bicicletta, con gli sci o con i cani da slitta. Naturalmente io l’ho fatto a piedi. In tutto eravamo in 200 – la corsa è a numero chiuso – di cui 60 nella mia categoria. Io ero l’unico italiano in gara, ma anche l’unico europeo ad arrivare al traguardo. Su 60 partecipanti siamo arrivati in 38, quasi tutti provenienti dagli Stati Uniti ad eccezione di me, due brasiliani e due canadesi. Tra gli atleti, ci tengo a dirlo, ho notato una grande solidarietà, anche se su 46 ore di gara ho condiviso ben poco tempo con gli altri. La maggior parte l’ho passata da solo. Comunque sembrava di essere tutti della stessa squadra. L’unico avversario sei tu stesso e l’altro concorrente è solo un compagno di viaggio. Hai fatto l’intera gara trainando una slitta: che cosa portavi con te? Sulla slitta vie erano una serie di materiali obbligatori per regolamento che sono stati


controllati sia prima della gara che al traguardo: un sacco a pelo certificato a -50 °C, un materassino isolante, un copri sacco a pelo, un fornello con adeguato combustibile. Inoltre bisognava avere sempre con sé una scorta di viveri, circa tremila calorie, sino all’arrivo. Alla fine la slitta pesava circa 20 kg. Come si è svolta la gara? La gara è non stop. Siamo partiti alle sette di mattina del 30 gennaio e nell’arco di 220 chilometri avevano posto tre checkpoint: dopo 56, 112 e 178 chilometri. Al primo sono arrivato verso le quattro del pomeriggio. Era un negozio sperso tra la neve dove a fianco passava una strada. Qui se volevi qualcosa dovevi comprartelo. Dopo un’ora sono ripartito e verso le cinque del mattino, senza mai dormire, sono giunto al secondo checkpoint: era uno chalet. Per arrivarci bisognava attraversare un lago ghiacciato. Nello chalet mi hanno dato un pasto caldo, dell’acqua e altri generi di conforto. Questo è stato l’unico punto dove ci hanno fornito delle vivande, negli altri solo caffè, tè e acqua. Sono rimasto in questo secondo checkpoint per un paio d’ore: il tempo di fare un cambio di indumen-

ti, asciugarmi, mangiare e riposarmi un po’. Al terzo checkpoint, una capanna degli indiani, sono arrivato alle otto di sera. Qui mi sono fermato giusto il tempo di riscaldarmi un pochino. Sono ripartito alle 21,45 e sono arrivato al traguardo alle cinque e mezzo del mattino del primo di febbraio. L’ultima notte, però, ho avuto dei colpi di sonno e così ogni tanto mi sono fermato. Hai mai pensato di fermarti? Normalmente in una gara c’è sempre una crisi e pensi di non farcela. Questa volta no. Probabilmente avevo tanto entusiasmo per una gara che non avevo mai fatto. C’è stato un momento difficile? Sì. Mi è capitato di perdere la borraccia prima di arrivare a un checkpoint e quindi sono rimasto per quattro-cinque ore senza acqua. Ho dovuto smettere di alimentarmi perché non mi venisse ancora più sete. Mangiare la neve ti rinfresca, ma non ti disseta. Mi è successo anche di avere il dubbio di non essere sul tracciato della corsa. Sul percorso ci sono di tanto in tanto delle segnaletiche e vedi anche delle motoslitte, ma a un certo punto, nella seconda notte, non ho più visto nessuno e ho cominciato a temere di aver sbagliato strada. Nei giorni antecedenti la gara avevo scaricato una traccia gps e vedevo che non ero in linea con essa. Come mai ero così di-

stante? Tornare indietro diventava difficile. Poi ho incontrato delle persone e mi sono reso conto che la strada era giusta, ma sono stati momenti di panico. I -50° li hai fatti: ora tocca ai +50… Certo a luglio con la Badwater Ultramarathon, nella Death Valley in California (Stati Uniti), che ho già fatto nel 2012 e nel 2013. Ad aspettarmi ci sarà un caldo infernale. Ora si parte di notte per renderla più accettabile, ma la prima volta che ho partecipato si partiva alla mattina con già +40 °C e poi le temperature salivano sopra i +50 °C per tutto il giorno. È una corsa di 220 chilometri e a numero chiuso di 100 partecipanti. 2007-2017, dieci anni di ultramaratone con un possibile primato mondiale per quest’anno… In questo mondo ci sono tre classiche: La nove colli running di 202 chilometri a maggio sui colli di Cesenatico; la Badwater Ultramarathon, a luglio nella Death Valley in California di 220 chilometri; la Spartathlon di 246 km da Atene a Sparta dal 29 al 30 settembre. Io vorrei farle e terminarle tutte e tre aggiungendo però, e qui sarei il primo al mondo, la Atene-Sparta-Atene a fine novembre di circa 500 chilometri da concludere in quattro giorni. Ah, ovviamente a queste va sommata anche la Arrowhead 135 mile Winter Ultramarathon che ho appena fatto!

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EVENTO

di Cesare Monetti

STELVIO MARATHON 48 tornanti per entrare nella storia

L’EVENTO, UNICO NEL SUO GENERE, PARTIRÀ DA PRATO ALLO STELVIO E TERMINERÀ, DOPO IL PASSAGGIO TRA I LUOGHI INCONFONDIBILI DEL PARCO NAZIONALE, AL PASSO DELLO STELVIO A 2757 METRI DI ALTITUDINE

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i correrà sabato 17 giugno in Val Venosta la prima edizione della Maratona dello Stelvio sulle distanze di 26 e 42 chilometri che da Prato allo Stelvio arriverà fino a quota 2.757 metri. Nella sua totalità è lunga 49 chilometri e solo sul lato altoatesino si inerpica lungo 48 tornanti fino a quota 2.757 metri: è la strada panoramica che conduce al Passo dello Stelvio, la propaggine più estrema ed elevata della Val Venosta, nonché il passo più alto d’Italia ed il secondo d’Europa. Ed è qui che sabato 17 giugno si terrà la prima Stelvio Marathon 2017, 42k che partirà da Prato allo Stelvio, a quota 915 metri, attraverserà il borgo medievale di Glorenza e, da qui, salirà lungo i pendii del Parco Nazionale dello Stelvio. Accanto alla 42, anche la Stelvio Classic, gara competitiva sulla distanza dei 26 chilometri e la Marcia Stelvio 26, una ludico-motoria non

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competitiva aperta a tutti. La gara precederà di un mese l’altro grande evento podistico venostano, ovvero la diciottesima edizione del Giro Lago di Resia di sabato 15 luglio. La Maratona dello Stelvio avrà un dislivello totale di ben 2.350 metri, uno dei più impegnativi tra le corse in montagna di questo genere, ed oltre all’asfalto presenterà anche qualche passaggio su sterrato tra ampi sentieri e stretti single track. La partenza avverrà da Prato allo Stelvio e, dopo un primo tratto di una quindicina di chilometri tra falsopiani,

paesi medievali e lungo parte della Via Claudia Augusta, la ciclabile che unisce Venezia al Danubio, inizierà l’ascesa vera e propria al Re Stelvio tra asfalto e sterrato, percorrendo il Sentiero Escursionistico Goldsee, all’ombra del Gruppo Ortles-Cevedale, e da qui fino all’arrivo. Info: www.stelviomarathon.it


17.06.2017

www.stelviomarathon.it

15.07.2017

www.reschenseelauf.it

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EVENTO

di Cesare Monetti

Giro del Lago di Resia, uno spettacolo di corsa!

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iusto per in quadrare l’evento: 15,3 chilometri, 80 per cento su asfalto, 20 per cento su sterrato e solo 90 metri di dislivello totale. Ecco come si presenterà, sabato 15 luglio 2017, il consueto percorso del diciottesimo Giro Lago di Resia, anello panoramico che circonda tutto il perimetro del famoso lago alpino artificiale, consentendo un affascinante colpo d’occhio su tutta la valle circostante e su, fino all’Ortles, il più alto ghiacciaio dell’Alto Adige. Dopo la suggestiva partenza da Curon, accanto allo storico campanile, unico ricordo del vecchio paese, il percorso pianeggiante condurrà gli atleti per 5k in direzione di San Valentino alla Muta, per poi inforcare la diga prima di entrare in Paese: da qui a Belpiano si troverà la parte più dura della gara, un continuo saliscenti ombreggiato che tornerà pianeggiante, e diverrà in parte sterrato, negli ultimi 4 chilometri. Come tutti gli anni, dalle ore 17:00 di sabato 15 luglio, oltre alla Corsa principale competitiva, sarà possibile prender parte alla Just For Fun, la gara da 15,3k non competitiva

che, novità dell’edizione 2017, da quest’anno sarà cronometrata, alla gara di Handbike o a quella di Nordic Walking. A precedere il Giro Lago di Resia, la Corsa delle Mele, la kid run che partirà alle ore 13:30. E’ possibile iscriversi al Giro Lago di Resia già da febbraio fino all 9 luglio 2017: durante tutto questo periodo il pettorale della Gara Principale, della Just For Fun, della Nordic Walking e della Handbike avranno un costo di 32,00 euro, mentre l’iscrizione alla gara dei bambini costerà 10,00 euro. Sarà, inoltre, possibile iscriversi alle gare nelle giornate di venerdì 14 luglio dalle ore 14:00 alle 20:00 e sabato 15 luglio dalle ore 8:00 alle 16:00 al costo di 50,00 euro. Ad ogni partecipante verrà consegnato un speciale pacco gara che contiene il pettorale personalizzato con il proprio nome, come gadget uno Gilet senza maniche sponsorizzato da Haideralm, Schöneben, – Consorzio delle mele Val Venosta e poi vari prodotti di

www.reschenseelauf.it – www.girolagodiresia.it

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Zuegg, Mele della Val Venosta, yogurt della Mila, biscotti Loacker, prodotti di Multipower, biscotti di Dr. Schaer.


SPORT LIFE

di Matteo Zanon

Nicola Molognoni, un triatleta ...per caso!

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uando si sente parlare del triathlon, è quasi automatico associarlo alla fatica. L’unione di tre discipline come nuoto, ciclismo e corsa richiede tanta benzina nel motore. Come disse Pietro Mennea, il più grande atleta italiano su pista, «La fatica non è mai sprecata: soffri, ma sogni». Se i triatleti si fermassero davanti alla fatica, tutto sarebbe vano. C’è qualcosa in più e di più forte che, anche Nicola Molognoni, 27enne di Povegliano, ha vissuto ed ora prova a raccontare. "L’idea mi è venuta nel 2011. Vivevo a Torino e un po’ per caso mi sono avvicinato a questo sport, anzi mi ci sono proprio buttato, senza nemmeno sapere in cosa consistesse. Molto presto ho scoperto che si tratta di un’attività molto impegnativa, ma che regala tutte le emozioni che lo sport può dare: spirito di squadra, amicizia, competitività, sfida, soprattutto nei confronti di sé stessi. Ciò che mi spingeva era quindi la voglia di provare qualcosa di nuovo". Questo desiderio di scoprire un nuovo sport, l’ha portato ad iniziare a intraprendere gli allenamenti, lunghi ed intensi. "Gli allenamenti" - spiega Nicola - "sono stati tanti, con intensità crescente, caldo, freddo, sole e pioggia. Si sono formate sincere amicizie, alcune delle quali ancora frequento". Per Nicola lo sport funge da tramite per scoprire e conoscere nuove persone, farsele amiche e riempirsi di questa energia vitale. "Cosa ci lascia lo sport, dopo tutto, se non questo? Le amicizie, il supporto entusiasta di un allenatore che crede in quello che fa, gli scherzi fra compagni per sdrammatizzare un allenamento che lascia senza fiato. Questo è lo sport. I numeri, i risultati, sono certamente soddisfazioni, ma motivano di più i rapporti personali". Dopo uno stop di tre anni, a febbraio riprende a macinare

chilometri. La ripresa non è stata facile: "Ho dovuto procedere a marce forzate per riuscire in pochi mesi a preparare qualche gara verso fine stagione, cosa che in effetti mi è anche costata una tendinite in estate che mi ha rallentato per quasi tre mesi negli allenamenti di corsa. I primi mesi li ho spesi cercando di 'fare volume', poi gradualmente sono passato ad allenamenti più corti ma intensi, combinando le discipline per riprodurre lo sforzo della gara". Sforzi che sono culminati con la decisione di partecipare alla prima gara ufficiale. Racconta Nicola: "A settembre del 2016 c’ho provato: mi sono iscritto al triathlon olimpico no-draft di Grado: 1.5 km di nuoto in mare, 40 km in bici con divieto di scia, e 10 km di corsa". Pronti via e Molognoni prova a rivivere quei momenti unici: "Che emozione ritrovarsi sulla spiaggia. È stata una gara di rimonta, conclusa discretamente. Ho accusato la carenza di allenamento nella corsa dovuta a quella tendinite. Ma tant’è, l’importante era aver ripreso". Carico da questa prima positiva esperienza, a ottobre si è iscritto alla seconda gara, a Ivrea. Anche qui le difficoltà non sono mancate: "Ha piovuto per quasi tutta la gara, molti si sono ritirati perché non se la sentivano di gareggiare in quelle condizioni. Io me la cavo con un’altra tendinite, stavolta al ginocchio. Però ne ho lasciati dietro

un centinaio, davanti solo 23". Per Nicola, ne vale la pena: "Gli attimi prima della partenza sono carichi di adrenalina, poi dopo le prime bracciate la mente si libera completamente e tutto vien da sé. L’unico pensiero è quello di controllare il proprio passo, di trovare il ritmo giusto e non farsi travolgere dalla fatica". Consiglieresti questo sport? la risposta di Nicola è chiara: "Ognuno ha i propri motivi per avvicinarvisi. È uno sport completo che invita a migliorarsi, è una sfida con sé stessi oltre che con altri. Se il tempo impedisce di pedalare, ci si butta in piscina. Se una spalla fa male, si corre, se fa male un ginocchio si nuota". Triathlon sport individuale? Per Nicola lo è fino ad un certo punto: "Per quanto sia uno sport individuale, nella squadra si creano amicizie, si forma un gruppo, si va ad allenarsi anche per incontrare i compagni e sdrammatizzare la fatica o il freddo, che altrimenti porterebbero molto presto a porsi la fatidica domanda: ma chi me lo fa fare? E quando poi arrivano anche i risultati, cosa vuoi di più dalla vita?".

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SPORT LIFE

di Matteo Lerco

Non tutti gli eroi indossano mantelli

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na storia di audacia e di determinazione, una testimanzia di coraggio, un grido di speranza: se c’è passione, nessuna montagna è insormontabile. Manuel Marson, giovane promessa del panorama calcistico veronese, inizia a tirare i primi calci a Colognola ai Colli, il suo paese. Il bambino è bravo, giovanili del Brescia e poi Hellas Verona, la squadra del suo cuore. Arriva quindi il passaggio alla Sambonifacese, allenamenti con la prima squadra, il sogno di diventare calciatore è a portata di mano, ma a questo punto il pallone diventa cenere. Ad una visita medico-sportiva gli viene diagnosticata la neuropatia di Leber, una malattia neurodegenerativa del nervo ottico, che lo rende ipovedente. Dapprima giunge lo sconforto, poi con l’aiuto della famiglia, degli amici e della fidanzata, Manuel reagisce. Alle piscine Monte Bianco di San Michele incontra Michele Ferrarin, campione del mondo di paratriathlon e sua moglie, Isabella Zamboni. Per Manuel il triathlon è una fune di salvezza, si getta a capofitto nella disciplina e nel giro di pochi anni diventa un atleta da copertina, conquista consecutivamente nel 2015 e nel 2016 il titolo di campione italiano, vincendo a Riccione la super sprint nella categoria PT5 (atleti con deficit della vista). Certe luci non puoi spegnerle. Ecco a voi Manuel Marson, l’invincibile. "Lo sport mi ha salvato la vita" - spiega Marson - "e in particolare il triathlon mi ha ridato la forza di vivere in un momento buio della mia esistenza. Ringrazierò sempre Marco Ferrarin e Isabella Zamboni: è grazie a loro che ho scoperto il triathlon e sono riuscito a ritrovare le forze per superare un ostacolo che a primo impatto sembrava insuperabile. Il mio è uno sport multidisciplinare di resistenza, che si articola in prove di nuoto, bici e corsa, tutte all’interno della stessa gara. Gareggio

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affiancato dal mio neo-partner Marco Pavani, che mi guida nelle varie frazioni, tramite un cordino nel nuoto e nella corsa, e attraverso un tandem da corsa nella prova ciclistica. Il paratriathlon è comparso per la prima volta ai giochi olimpici di Rio 2016, edizione che non contemplava ancora però la mia specifica disciplina. Per conoscere se sarà inclusa ai giochi di Tokyo 2020, attendiamo un responso a settembre, sperando ovviamente in una risposta positiva, in quanto ovviamente sarebbe un sogno poter partecipare ad una tale manifestazione. Vengo spesso invitato nelle scuole e ai ragazzi racconto la mia storia, cercando di inviare loro un messaggio di speranza: Non abbattetevi, non cedete alle difficoltà! Lo sport è stata per me la luce in un periodo di oscurità, ma ognuno può trovare la forza, coltivando qualunque tipo di interesse come per esempio suonare uno strumento, o qualsiasi altra attività. I sostegni per rialzarsi possono celarsi dappertutto, intorno a noi”. Manuel, attraverso le righe del nostro giornale, lancia infine un appello: "I miei allenamenti settimanali richiedono la presenza di una guida che

mi accompagni, e sono quindi sempre alla ricerca di persone appassionate di ciclismo o di corsa, disposte ad aiutarmi. Il vostro sarebbe un appoggio per me fondamentale". Chiunque volesse cogliere questo invito non esiti a contattare la redazione di SportDi+ magazine inviando una mail all'indirizzo redazione@sportdipiu.com



EVENTO

di Michela Toninel

La pesistica veneta in festa al Museo Nicolis

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omenica 19 febbraio la grande famiglia della pesistica della regione Veneto si è riunita nella prestigiosa location del Museo Nicolis per premiare l’intensa attività svolta nel quadriennio olimpico 2013 e 2016. A Villafranca di Verona sono stati festeggiati i ben 96 atleti, sia femmine che maschi, che nel corso del quadriennio 2013-2016 hanno vinto e medaglie d’oro, d’argento e di bronzo a livello nazionale ed internazionale alla presenza degli amministratori locali, con l’assessore del comune di Villafranca, Riccardo Tacconi, il sindaco di Verona Flavio Tosi e l’assessore allo sport del comune di Verona Alberto Bozza; presenti inoltre le associazioni Atleti Azzurri d’Italia, i Veterani Sportivi Veronesi, l’Unione Stampa Sportiva Italiana ed i Panathlon di Verona. I pesisti veneti negli ultimi 4 anni hanno guadagnato un “bottino” di ben 316 medaglie (delle quali 97 d’oro, 109 d’argento e 110 di bronzo) che significa che per 316 volte gli atleti veneti sono saliti sul podio di importanti competizioni. Il campione olimpico di pesistica di Los Angeles 1984, Norberto Obergurgher e l›atleta paralimpico di Rio 2016, Matteo Cattini, hanno premiato gli azzurri veronesi Fausto Tosi, Giuliano Cornetta e Miluszka Geremia, mentre il presidente del CONI Veneto, Gianfranco Bardelle e la vice presidente nazionale della Federpesistica, Maria Rosa Flaiban, hanno premiato i campioni del mondo master 2016, Maria Vittoria Sportelli e Franco Omaggio. La classifica quadriennale per società ha visto al primo posto la Sezione Pesistica della Fondazione M. Bentegodi di Verona, davanti alla Polisportiva Santa Bona di Treviso ed alla Spes di Mestre. Seppur a livello nazionale si parla di sport minore, la pesistica nel Veneto è una disciplina molto praticata e i numeri del Comitato Regionale Veneto ne danno prova! La famiglia

CAMPIONI REGIONALI IN FESTA PER LE 316 MEDAGLIE CONQUISTATE NEGLI ULTIMI 4 ANNI. LOCATION DI PRESTIGIO IL MUSEO DELLE AUTOMOBILI DI VILLARANCA DI VERONA

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della pesistica veneta coinvolge circa 1500 atletiche svolgono attività non agonistica e oltre 500 pesisti che praticano attività agonistica suddivisi in 25 società affiliate alla Federazione pesistica Italiana distribuite in tutte le 7 province della regione. Come per tutte le discipline sportive, gli atleti rappresentano la componente più importante, ma al Museo Nicolis è stato riconosciuto anche l’ottimo lavoro svolto dalle Società Sportive, che hanno supportato l’attività nello scorso quadriennio durante le fasi di preparazione e svolgimento delle gare, oltre al lavoro particolare e meticoloso messo in atto dagli Ufficiali di Gara. Il Veneto ha uno staff arbitrale tra i più numerosi a livello nazionale formato da 28 arbitri, uno dei quali internazionale e altri nazionali e regionali. La Festa del 19 febbraio è stata buona anche per dare un riconoscimento ai Dirigenti Regionali e Provinciali e a tutti i collaboratori che hanno contribuito a realizzare il laborioso incarico svolto nello scorso quadriennio da tutto il Comitato Regionale Veneto. Tra i premi speciali quelli riconosciuti

a tre particolari atleti. La Campionessa del Mondo Master over 45, Maria vittoria Sportelli (conquistata l’anno scorso in Germania) lombarda di origine che si è avvicinata alla pesistica veronese, tra le fila della Bentegodi, ed è salita più volte su podi nazionali. Oggi è allenatrice della Pesistica Bussolengo, che si sta fermando tra le società più attive in regione, e Direttore Tecnico del Veneto con l’incarico di seguire gli atleti di alto livello e di formare le rappresentative regionali che partecipano all’attività internazionale. Giuliano Cornetta, attualmente titolare con Cristina Froio della palestra Snatch 127 Quadrato a Dossobuono, Villafranca di Verona e detentore da 13 anni del record italiano di strappo nella classe 62 kg con 127 kg sollevati: da questo numero il nome che orgogliosamente ha voluto dare alla sua alla sua palestra! Giuliano ha mosso i primi passi da giovanissimo entrando da subito nel giro della nazionale giovanile e rimanendo nelle squadre e azzurre: bronzo all›europeo juniores nel 99, 7 volte campione italiano assoluto, 20 campione italiano di categoria e ha partecipato a numerosi campionati europei e mondiali, nel 2008 è stato tra gli azzurri punta di diamante della squadra nazionale italiana e ha sfiorato la partecipazione alle olimpiadi di Pechino purtroppo per un infortunio, nel 2015 vice campione Master al Mondiale in Finlandia e campion all’europeo di Nizza.


EVENT Franco Omaggio della Spes Mestre Venezia è l’atleta Veneto più blasonato nel quadriennio 2013 e 2016: negli ultimi quattro anni si è messo al collo 12 medaglie d’oro e una medaglia d’argento. È oggi il pesista più “anziano” in attività ed è stato, nel corso della sua carriera, pesista agonista di importanza regionale e nazionale. Si sta realizzando nella classe master (over 70) dove è stato più volte campione italiano e lo scorso anno ha vinto il titolo in Germania di Campione del Mondo Master 2016 della classe M70 della sua categoria (M70, cioè atleti dei settant›anni in su). “Contrariamente a quello che si può pensare" - spiega Claudio Toninel Presidente del Comitato Regionale Veneto FIPE - "fare pesistica non fa bene ma fa benissimo e c’è una pesistica per ogni età. C''è una pesistica promozionale proposta ai 13 e 14enni fatta di bilancieri leggerissimi (del peso fisso di 10 kg) e quella fatta per gli atleti giovanissimi, fatta di tecnica e proporzionata con la crescita e con la maturazione fisica per cui si incrementa l’allenamento e il peso sollevato e per introdurre i giovanissimi nell’attività agonistica". Prosegue Toninel: "Si arriva poi all’attività agonistica, sia maschile che femminile, che comprende due esercizi olimpici: lo strappo e lo slancio e in cui gli atleti sono suddivisi in categorie di peso personale e in classi a seconda della loro età. Infine esiste anche una pesistica amatoriale fatta dai master, cioè gli atleti over 40 e una pesistica per la per la terza età che consiste in movimenti con bilanciere o con manubri molto indicati per mantenere in salute le persone anziane e la cura e la prevenzione della osteoporosi". "Oggi la pesistica" - conclude il Presidente FIPE Veneto - "è lo sport per tutti gli sport e infatti ogni disciplina sportiva si avvicina agli esercizi della dello strappo e dello slancio per allenamenti specifici e per soddisfare le esigenze diverse grazie anche alla flessibilità e la modulabilità del lavoro che si può fare con i bilancieri per l’allenamento specifico dei gruppi muscolari che servono per realizzare i gesti tecnici dei vari sport. Ad esempio, il velocista farà una preparazione tecnica sulla partenza o sulla velocità e ricorrerà agli esercizi con i pesi e manubri per rinforzare i muscoli degli arti inferiori per poter raggiungere prestazioni migliori mentre svolge l'attività della corsa".

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SPORT LIFE

di Giovanna Tondini

Quando l’alpinismo è “umano” TOMMASO DUSI, GUIDA ALPINA DEL GRUPPO XMOUNTAIN DI VERONA, RACCONTA LA MONTAGNATERAPIA: UN’ESPERIENZA CHE GLI HA CAMBIATO IL MODO DI ANDARE IN MONTAGNA

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a frequentazione della montagna aiuta, a detta degli operatori sociali coinvolti, a socializzare al di fuori della propria realtà routinaria, a misurarsi con se stessi e a riappropriarsi di uno stile di vita semplice e genuino. Queste esperienze, infatti, hanno avuto riscontri positivi nelle dinamiche relazionali quotidiane dei gruppi coinvolti nell’esperienza di Montagnaterapia. Nata da un progetto trentino nel 2003, presso il Centro di Salute Mentale di Arco, la Montagnaterapia si è espansa notevolmente in ambito nazionale, permettendo a soggetti provenienti da situazioni di disagio sociale o di disabilità psichica o fisica di trarre benefici tangibili dalla frequentazione della montagna. A Verona il progetto è approdato nel 2011, grazie all’impegno di Tommaso Dusi, guida alpina veronese, e al sostegno della Fondazione Cariverona e degli operatori sociali Nadia Gobbo e Marco Salvetti. “Una parte del progetto é stato realizzato con adolescenti di un centro diurno provenienti da situazioni di disagio sociale”, spiega Dusi. “Abbiamo arrampicato al King Rock, nelle falesie veronesi, abbiamo fatto Canyoning nel Vajo dell’Orsa e gite di più giorni pernottando in rifugio (Monte Baldo, Catinaccio, Marmolada)”. Le uscite hanno coinvolto anche gli utenti

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più anziani di Casa Ederle (casa famiglia del Comune di Bussolengo), che hanno raggiunto Baldo, Lessinia e le Dolomiti. Per Tommaso Dusi questa è stata un’occasione per vedere il volto “umano” dell’alpinismo. Una scoperta che ha cambiato il suo approccio alla montagna. “Negli anni in cui lanciavamo il primo progetto di Montagnaterapia lavoravo ancora come avvocato di diritto del lavoro ed ero molto impegnato nella tutela dei diritti dei lavoratori. Proprio in quell’anno sono stato in spedizione in Nepal per scalare una delle montagne più belle del mondo: l’Ama Dablam”. E’ stato allora, mentre si trovava al campo base, che è gli sorto un grande dilemma morale. “Conoscevo la legislazione nepalese sui “portatori” e spesso non era rispettata: i ragazzini erano troppo giovani e portavano troppo peso”. Così dopo giorni di conflitti interiori è scaturita la decisione: “il fine per me non giustificava quei mezzi né per il trasporto dei miei pesi né per garantirsi la vetta”. Tommaso ha deciso allora di partire da solo per una valle desolata e, dopo tre giorni di freddo, fatica e difficoltà tecniche superiori alle aspettative, è riuscito a scalare in solitaria una montagna di 5247m dalla forma piramidale. “Dalla vetta ho ammirato l’Ama Dablam da una prospettiva unica che non avevo mai visto in foto: ho provato un forte senso di amore e di rispetto”.

Dopo alcune ricerche in archivio, Dusi ha ricevuto una mail da Mike Gill, primo salitore dell’Ama Dablam, che gli confermava che la sua era stata la prima ascensione su quella piramide. “Ho potuto dare il nome che volevo alla cima: “Mayamama Peak”! E il nome della via? La “via del disertore” scappato da quella che per me era un’ingiustizia”. Il filo logico “umano” che ormai conduce Tommaso Dusi nel suo fare alpinismo consiste nel considerare le montagne come il frutto di un sogno condiviso con un caro amico, la culla di un rapporto personale con la natura e con altri esseri umani, nel rispetto reciproco. “Giammai per me la montagna sarà la bramosia di raggiungere una vetta a qualsiasi costo e con qualsiasi mezzo”.


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INTERVISTA

di Paola Giberti - Foto Maurilio Boldrini

Facci Brothers, i campioni della pizza sana

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ono due le sue passioni: la pizza e lo sport. Alessandro Facci, titolare delle pizzerie d’asporto Facci… la Pizza con sedi a Vigasio e Povegliano Veronese, insieme al fratello Nicola e a un team di giovani e determinati pizzaioli ha saputo unire questi due amori, dimostrando che anche la pizza, con i giusti ingredienti, può essere un piatto salutare. “Sono sempre stato un grande sportivo. Amavo soprattutto il calcio, che praticavo regolarmente” - afferma Alessandro – “ma dopo un brutto infortunio al ginocchio, ho dovuto smettere. Con la riabilitazione ho iniziato a muovermi spesso in bicicletta e mi sono appassionato così tanto da entrare nel mondo del ciclismo dove, con dispiacere, ho appreso che molti sportivi avevano eliminato totalmente la pizza dal loro regime alimentare. Ho cominciato quindi un percorso di ricerca, con l’obiettivo di creare una pizza adatta agli sportivi, ma anche a chi soffre di particolare problemi legati all’alimentazione. È nata così la mia scoperta del mondo e delle farine Fiber

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Pasta”. Ma che caratteristiche ha la farina Fiber Pasta? Spiega Alessandro: “E’ una farina bianca con un alto contenuto di fibre (15%) e un indice glicemico più basso (Ig 29) rispetto alle pizze tradizionali, consigliata per questo da dietologi e nutrizionisti nelle diete degli sportivi e a chi soffre di diabete e di colesterolo alto. Il particolare processo di produzione della Farina Fiber Pasta, che non contiene conservanti e additivi chimici, fornisce al prodotto una migliore digeribilità e garantisce il benessere intestinale. La farina FiberPasta si lavora in linea generale come le farine tradizionali, l’unica indicazione è il dosaggio dell’acqua nell’impasto: essendo molto ricca di fibra, necessità più acqua rispetto alle normali farine, e la resa è decisamente maggiore. Per quanto riguarda le calorie, una pizza realizzata con la farina FiberPasta rispetto ad una pizza realizzata con una farina tradizionale ha circa il 20% di calorie in meno.

Alessandro, Nicola e il loro team sono inoltre spesso impegnati in campionati di pizza, sia in Italia, che all’estero. “Sono esperienze estremamente costruttive” - sostiene Alessandro – “poiché abbiamo la possibilità di lavorare a stretto contatto con persone presenti da anni nel settore. Nella nostra prima gara ad Amburgo, siamo arrivati in finale, insieme ai 60 migliori pizzaioli europei. Ci siamo classificati al 26° posto, una gran bella soddisfazione. Ora ci stiamo preparando per un’altra competizione, ma la preparazione è impegnativa, ci vogliono circa tre mesi per trovare una buona idea da presentare, il cocktail giusto da abbinare e la combinazione ottimale degli ingredienti”. Facci la pizza si sta anche preparando a importanti progetti futuri, come ci spiega Alessandro: “Mi reco spesso all’estero, sia in Europa che negli Stati Uniti per partecipare a fiere sull’alimentazione e sulla ristorazione e per tenermi aggiornato sulle ultime novità. In questo momento ci stiamo concentrando sullo street food, un nuovo trend ancora poco


Due fratelli, Alessandro e Nicola, e un gruppo di 18 giovani collaboratori sperimentano, studiano e creano nuove tipologie di pizze che vanno incontro ai gusti – e alla salute - dei clienti. Tutto questo, e molto altro è Facci…la Pizza!

introdotto in Italia, ma che vorremmo importare nella realtà veronese. Inoltre, sto collaborando con la Nazionale italiana pizzaioli, per cui organizzo dei corsi dedicati a chi vuole intraprendere quest’arte. Inoltre mi occupo anche di start up e di nuove realtà sempre nel mondo della pizza”. Conclude Alessandro: “Questo lavoro è davvero gratificante e ha molte similitudini con lo sport e con le dinamiche di una squadra. Il pizzaiolo può considerarsi il capitano, che ha bisogno dell’aiuto di tutti perché senza questo supporto non può arrivare a grandi risultati. Ho anche la fortuna di non essere l’unico capitano: ho l’appoggio costante di mio fratello Nicola, la mia spalla e la mia parte razionale, che riesce a tenere a bada il mio ‘genio e sregolatezza’ in ambito culinario. Abbiamo una formazione composta da 18 collaboratori con un’età media di 23 anni. Ci piace avere una mentalità lavorativa aperta e giovane, pronta alle nuove esigenze e attenta alle nuove mode alimentari. Siamo in continua trasformazione e questo ci permette di essere sempre nella parte alta della classifica!”.

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FOCUS

Ufficio stampa AGSM Verona

Agsm Verona, azienda sempre più ‘green’! Nuove iniziative per l’azienda partecipata veronese, sempre più attenta al rispetto dell’ambiente e alle richieste di un’utenza e di una comunità sempre più numerosa

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ono state presentate le prime due nuove bici elettriche che entrano a far parte del parco mezzi di Agsm Verona. I collaboratori del Gruppo Agsm potranno così spostarsi per il centro della città con un mezzo ecologico veloce e che non inquina. Ma c’è di più. Nelle scorse settimane sono state installate tre colonnine per la ricarica di automobili elettriche: due per i mezzi aziendali dei tecnici Agsm (nei prossimi giorni, oltre alle bici elettriche, arriveranno anche automobili elettriche) e una posizionata di fronte alla reception della società di lungadige Galtarossa, a disposizione del pubblico. “Abbiamo deciso” - commenta Fabio Venturi, presidente di Agsm – “di dare un messaggio ecologico forte ai cittadini partendo proprio da noi. Infatti oltre a inserire nel nostro parco mezzi, sia le bici sia delle automobili elettriche, abbiamo deciso di installare due colonnine per i nostri mezzi aziendali e una colonnina per la ricarica delle auto dei nostri clienti, completamente gratuita. Sarà sufficiente recarsi in reception, registrarsi, lasciare un documento e ritirare la tessera per accedere alla ricarica del proprio mezzo. Così, durante l’attesa ai nostri sportelli o durante un appuntamento presso i nostri uffici, sarà possibile ricaricare il proprio mezzo ecologico”. Ognuna delle tre colonnine elettriche installate da Agsm è munita di due attacchi per le auto, uno da 20 kilowatt e uno da 7 kilowatt, così da rispondere ai vari modelli di mezzi elettrici attualmente in commercio. Il Gruppo Agsm ha posato la sua prima pietra nel 1898 fornendo alla zona industriale di Verona energia prodotta dalla sua centrale idroelettrica. Nel corso del Novecento è cresciuto con la produzione e distribuzione di gas naturale, la cogenerazione per il teleriscaldamento e la produzione da fonti rinnovabili sia per le imprese sia per le famiglie. “Il Gruppo” – conclude Venturi – “riconosce il valore di uno sviluppo sostenibile e ritiene che il successo si misuri nel conseguimento di risultati economici, sociali ed ambientali che

rispondano alle attese dei portatori di interesse. Il ruolo del Gruppo è quindi contraddistinto sia dalla natura multiservizi sia dal contesto normativo ed economico del settore, sia dalle diverse istanze che in ciascun campo di attività derivano dagli obiettivi generali di soddisfazione del cliente”. Da sempre il Gruppo pone attenzione al rispetto e alla tutela dell’ambiente.

Per la produzione di energia, dalla sua fondazione a oggi, ha preferito le centrali a fonti rinnovabili, raggiungendo la potenzialità di 320 milioni di chilowattora all’anno, pari a circa il 40 per cento della produzione elettrica dell’intero Gruppo. Grazie alla sua società commerciale Agsm Energia, il Gruppo è presente in oltre 5000 comuni in Italia e gestisce quasi 300 mila contatti annuali con la propria clientela.

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INTERVISTA

di Matteo Zanon

IL PRESIDENTE DI ROCCO HA DECISO DI PUNTARE SU DI LUI PER IL RILANCIO DI UNA DISCIPLINA CHE PUNTA AD UNA CRESCITA ESPONENZIALE IN VISTA DI TOKIO 2020

Francesco Gargaglia, il CT giusto per far decollare la BMX

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partita con uno stage alla BMX Olympic Arena Verona, lo scorso 18 febbraio, la nuova avventura da CT della Nazionale di BMX di Francesco Gargaglia. Nato a Perugia il 27 gennaio 1983 Gargaglia ha avuto un passato da corridore di BMX. Successivamente diventa l’allenatore di riferimento per la scuola di ciclismo fuoristradabmx Testi Cicli di Perugia, iniziando la sua esperienza al fianco di Franco Antonielli nel 1999, per poi diventare unico coach nel 2001. Ha fatto parte della commissione BMX della FCI, diventando assistente del CT Ludovic Laurent. Formatore di maestri MTB. Il presidente della Federazione Ciclistica Italiana Renato Di Rocco, in accordo con il Consiglio federale, ha deciso di puntare su di lui

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per il rilancio del BMX, forse l’unica disciplina che ha raccolto poco nell’ultimo quadriennio. Gargaglia si avvarrà della collaborazione dei tecnici Marco Barini, Federico Ravizzini e Tommaso Lupi. In occasione dello stage SportDi+ ha intervistato in esclusiva il neo CT azzurro. Francesco, quando e come è iniziato il tuo avvicinamento al mondo della bmx? Mi sono avvicinato al BMX all’incirca all’età di 10 anni durante delle lezioni promozionali che sono state fatte all’interno della scuola. Successivamente sono andato a fare una prova nella pista di bmx e ho iniziato a fare questa disciplina. Nel 1992 ho iniziato definitivamente e non ho mai smesso. Sono rimasto nelle competizioni come atleta

fino al 2009 per poi passare a fare il collaboratore tecnico della nazionale. Dal 1999 avevo già intrapreso il ruolo di allenatore della squadra di Perugia e il ruolo di collaboratore tecnico della nazionale mi ha dato la possibilità di affinare quanto già appreso negli anni dove guidavo i ragazzi della società perugina. Quali sono i risultati sportivi che ricordi con più piacere? Nella mia carriera agonistica ho vinto quattro titoli italiani. Sono arrivato sesto al campionato europeo nel 2001 nella categoria 17-18 anni, oltre ad aver ottenuto varie convocazioni in nazionale. Infine nel 2001 ho fatto la semifinale nel mondiale del 2011 nella categoria master 25-29 anni.


Cosa pensi del ruolo dell’allenatore? Il ruolo dell’allenatore per me è importantissimo. Negli anni c’ho dedicato tempo e i miei studi di ricerca perché credo che abbia la stessa valenza e in questo momento maggiore, rispetto a quella di atleta. È un ruolo che dà tante soddisfazioni quante gareggiare ma il fatto di non essere solo ma un tutt’uno con l’atleta credo produca ulteriori gratificazioni. Ho iniziato come allenatore nella mia società di Perugia. Di seguito sono diventato istruttore della federazione e faccio tutt’ora corsi a coloro che vogliono diventare tecnici e allenatori. Il ct uscente della nazionale mi ha

chiesto di diventare un suo collaboratore e quindi ho intrapreso il ruolo di allenatore in seconda ed ora da poco ho preso il suo posto come commissario tecnico. Come vedi la BMX italiana? Il movimento italiano della BMX è sempre in fermento positivo. È un movimento vivo che si muove bene e che sta tirando fuori ragazzi di un certo livello e di qualità molto buone. Per quanto riguarda i miei obiettivi da CT posso dire che partiremo con un’organizzazione della squadra un pochino diversa rispetto agli anni passati. Faremo sicuramente una forma-

zione migliore degli atleti per migliorare la performance di gara. Prossimi impegni? In questo periodo abbiamo svolto degli stage di allenamento per gli atleti in giro per l’Italia. Ne abbiamo svolti tre anche a Verona. A breve inizierà l’attività agonistica che vedrà impegnati i nostri atleti. Guardando agli impegni delle squadre nazionali posso dire che quest’anno parteciperemo sicuramente ai mondiali di Rock Hill (Carolina del sud) e alla finale dell’europeo di Bordeaux (Francia).

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EVENTO

di Marco Gaetani

LESSINIA TOUR Quando la bici promuove il territorio

CINQUE DATE IN CINQUE LOCATION DA SOGNO PER VALORIZZARE UN TERRITORIO INCANTEVOLE COME LA LESSINIA, CON UN UNICO DENOMINATORE COMUNE: LA MTB

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on è solo un contenitore di cinque prestigiosi eventi legati alla Mtb ma è soprattutto una invidiabile vetrina di un territorio dalla mille sfaccettature, ambasciatrice di una realtà caratterizzata da mille risorse ambientali, dalle mille proposte enogastronomiche, culturali e storiche. Per questo Lessinia Tour propone ai propri partecipanti un’offerta pressoché unica nel territorio nazionale. Le cinque gare in calendario offrono uno spaccato di grande valore di un territorio – l’entroterra veronese e la Lessinia – capace di movimentare 15 milioni di presenze turistiche all’anno. E proprio la possibile offerta di vacanza attiva, ovvero la pratica sportiva legata al godimento delle proposte territoriali, potrebbe rappresentare la chiave di volta per cercare di valorizzare ulteriormente le proposte turistiche di una realtà importante del panorama delle vacanze in Italia, qual è Verona e la sua provincia. Se è vero che il lago di Garda costituisce un’attrazione irresistibile per i vacanzieri del Nord è altrettanto vero che la parte collinare verso Est di Verona potrebbe divenire sempre più una realtà dal un grande valore aggiunto grazie ad un territorio che può richiamare alle mente quello Toscano o piemontese,

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sia per la morfologia sia per l’offerta enogastronomica. E quindi valorizzare appieno quella innegabile capacità di attirare nuovi segmenti di mercato dei Paesi esteri, sinora non totalmente espressa, o comunque trasformarsi in un importante complemento di quanto sino ad oggi proposto agli ospiti del territorio scaligero. Tutto questo valorizzando e promuovendo l’offerta di pedalate ecologiche, abbinandone i tracciati ricavati nell’ambiente pedemontano a Tour enogastronomici nelle cantine e nei vigneti della realtà pedemontana. Un esperimento già avviato a Tregnago e ora, potenzialmente, nuova sfide per gli organizzatori della Lessinia Tour, la cui esperienza e la storia nel mondo della Mountain Bike italiana possono certamente rappresentare un grande valore aggiunto in questo ulteriore obiettivo. Il circuito Lessinia Tour Fir Cup è certamente tra i pochi in Italia a poter vantare un così

forte radicamento territoriale e quest’anno sarà articolato in cinque appuntamenti, di cui quattro nel territorio orientale della Provincia di Verona ed uno in Trentino, nella vicina Ala, da sempre capitale di quella terra di confine rappresentata dalla val d’Adige. Il Lessinia tour Fir Cup quest’anno ha scelto l’incantevole Palazzo Scaligero di Piazza Dante, sede del Presidente e dei Consiglieri della Provincia di Verona, per riunire organizzatori, sponsor e stampa, e presentare – venerdì 10 marzo scorso – l’edizione 2017. Alla presenza di Pino Caldana Vice Presidente della Provincia, i Consiglieri Alessandro Perbellini, Matteo Pressi e Di Michele David, del Presidente di Agsm Energia Giuseppe Stoppato del Simone Santellani, del sindaco di Tregnago e dei rappresentanti delle diverse amministrazioni al fianco del rappresentante Nazionale della Federazione Ciclistica Italiana Paolo Fantoni e del referente FCI per la Provincia di Verona Marco Gaetani, sono stati tolti i veli alla nona edizione del challenge. Non ci sono variazioni per quanto riguarda il calendario, le gare rimangono dunque confermate sulla falsa riga della scorsa edizione del challenge. Saranno quindi cinque le ‘classiche’ della MTB che daranno appuntamento ai bikers che amano le vere sfide. Il simbolico nastro che


darà il via al challenge, sarà tagliato come tradizione allo start della Granfondo Tre Valli (26/03). Si partirà quindi con l’eco di migliaia di ruote artigliate che echeggerà tra le vallate di Illasi, Tramigna e Mezzane per poi disperdersi tra le bollicine della Granfondo del Durello (30/4) riapparire tra i panorami mozzafiato della Passo Buole Extreme (21/5), proseguire nei borghi medioevali della Granfondo Kask Soave bike (28/5) ed echeggiare tra i sentieri incontaminati della Lessinia Legend (25/06). L’esordio del circuito è previsto tra meno di un mese, sul rinnovato percorso della Granfondo Tre Valli, manifestazione d’apertura, in programma a Tregnago (VR) il 26 marzo. Lo staff del Lessinia tour Fir Cup augura a tutti buone pedalate e vi invita a visitare il sito Lessinia-tour ricco di contenuti utili e la pagina Facebook, dedicata e sempre aggiornata.

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FOCUS

di Federico Tiso

Chiropatia: alla ricerca delle cause del male

LA MAGGIOR PARTE DEI PAZIENTI PENSA AL DOTTORE IN CHIROPRATICA COME UNO SPECIALISTA DELLA COLONNA VERTEBRALE E NE RICHIEDE CONSULENZA PER DOLORI DI NATURA ARTICOLARE CHE COINVOLGONO LA SCHIENA E IL COLLO. MA NON È COSÌ…

L

a formazione universitaria del chiropratico è vasta e copre ogni aspetto che riguardi la biomeccanica del corpo umano, che si tratti di problematiche che coinvolgono la spalla, la gabbia toracica, il ginocchio, il piede, eccetera. In generale, l’approccio chiropratico è caratterizzato dalla ricerca della causa scatenante l’insorgenza del dolore e si differenzia dalle terapie fisiche o ortopediche più comuni per l’analisi di tutto l’apparato neuro-muscolo-scheletrico anche quando il dolore del paziente è localizzato ad un solo distretto articolare. Per chiarire il concetto, possiamo parlare del male del secolo, ovvero la lombalgia, che prima o poi interessa oltre l’80% della popolazione. Le cause di dolore lombare sono davvero tante, ed ovviamente la terapia deve essere mirata e specifica per ogni paziente: qualora si applichi la medesima terapia ad ogni paziente con lombalgia, alcuni otterranno beneficio, altri non ne avranno affatto, e certi potrebbero addirittura avere un peggioramento delle proprie condizioni. Un esempio che spesso si presenta in ambulatorio è il paziente/atleta che lamenta lombalgia durante o dopo la corsa. Spesso questi pazienti eseguono indagini radiologiche che dimostrano alterazioni dei dischi intervertebrali, e ancor più spesso a questi pazienti si consiglia di interrompere la corsa per evitare di danneggiare i dischi. Niente di più sbagliato. Salvo casi di discopatia acuta (quando il disco si infiamma e deve essere lasciato in relativo riposo per permetterne la guarigione), la corsa è raramente controindicata in pazienti che soffrono di degenerazione/protrusione discale. Il movimento alternato della corsa (con carico su una gamba, fase di volo in scarico e carico sulla gamba opposta) contribuisce a nutrire il disco, che come una spugna assorbe nutrienti quando viene scaricato ed espelle sostanze di rifiuto quando viene compresso. Durante la corsa, molto più spesso la colonna vertebrale si trova a dover compensare per disfunzioni dell’ar-

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to inferiore, soprattutto in seguito a deficit di mobilità dell’anca o della caviglia/piede. Nell’immagine (1) vediamo una mezzofondista della squadra olimpica USA: notate come la gamba sinistra sia ruotata internamente, con la punta del piede verso dentro? Questo movimento è fondamentale quando camminiamo, e ancor più quando corriamo, ed è un movimento che le nostre anche devono essere in grado di fare. Qualora, per vari motivi, le anche perdessero la capacità di ruotare la gamba verso l’interno, il corpo si troverebbe obbligato a dover compensare ruotando qualche altro distretto articolare per permetterci di continuare a correre/camminare. Molto spesso il distretto che si trova a dover compensare è la colonna lombare, ma c’è un problema: le vertebre lombari hanno una forma che non permette più di 4-5 gradi di rotazione! Quando la rotazione lombare aumenta, le articolazioni vertebrali si sovraccaricano e la muscolatura va in spasmo, ma LA soluzione non è trattare solo la colonna lombare, bisogna ricercare la causa nella biomeccanica dell’arto inferiore. Un altro esempio del nostro approccio è rappresentato dalle problematiche a carico del ginocchio. L’articolazione del ginocchio è relativamente semplice: permette (quasi) esclusivamente movimenti di flessione ed estensione, in cui l’angolo tra tibia e femore può aprirsi o chiudersi ma non ruotare o inclinarsi, proprio come i cardini di una porta. Tra tibia e femore troviamo due cuscinetti cartilaginei, i menischi, il cui scopo è di ottimizzare l’articolarità del ginocchio. Molto spesso i menischi possono causare dolore, sviluppano fissurazioni e degenerazione. A volte è indicata una pulizia meniscale in sala operatoria, ma se non si ricerca la causa meccanica che ha determinato il consumo cartilagineo, il problema molto spesso si ripresenta fino a consumare del tutto i menischi e le superfici articolari. Spesso i menischi si trovano ad essere ‘triturati’ in un ingranag-

Foto 1 gio non perfettamente allineato, dove le ruote dentate sono la tibia in basso ed il femore in alto. Ecco che problemi di allineamento tra tibia e femore possono causare diverse patologie meccaniche del ginocchio, ma la causa non è locale: va ricercata a monte e a valle, rispettivamente nell’appoggio del piede, che


determina la posizione della tibia, e nell’articolazione dell’anca che determina la posizione del femore. Nell’immagine (2), vediamo che entrambe le ginocchia sono rivolte verso l’alto in maniera simmetrica, ma il piede destro punta decisamente in fuori. Durante il cammino, questo paziente potrebbe trovarsi ad avere un allineamento del ginocchio non ottimale, ponendo le basi per un consumo cartilagineo precoce e dolore articolare. Proprio come i cardini di una porta montati su un muro storto iniziano a cigolare, bloccarsi o consumarsi prima del dovuto. Ecco perché bisogna valutare tutto l’apparato locomotore, è necessario tempo e perizia ma come diceva il professor K. Lewitt, uno dei più grandi esperti di medicina muscolo-scheletrica: “Colui che tratta solo la sede del dolore, ha perso!”. Provare per credere! “Non sapevo quanto potessi migliorare prima di vedere un Chiropratico. Da quando seguo la terapia chiropratica, ho aumentato la mia elevazione e innalzato i miei limiti sia fisici che mentali” (Michael Jordan) “Mi sottopongo a trattamenti chiropratici da sempre. Per il mio allenamento, è importante quanto praticare il mio swing” (Tiger Woods)

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Breaking News PODISMO

A Zimella la 36^ Marcia di San Floriano

Domenica 30 aprile 2017 si svolge la tradizionale “Marcia di San Floriano” intitolata al Santo Patrono di Zimella e quest’anno giunta alla 36esima edizione. La manifestazione ludico-motoria, non competitiva e a passo libero, organizzata dalla Polisportiva Gemina con il patrocinio della Provincia di Verona e del Comune di Zimella, prevede quattro percorsi, 7 -11 – 16 – 24 km, che si snodano tra la verdeggiante pianura e il suggestivo territorio collinare berico con paesaggi caratterizzati da pregiati vigneti e oliveti. I numerosi partecipanti provenienti da tutte le provincie del Veneto hanno l’opportunità di immergersi nella natura e la possibilità di ammirare opere architettoniche del passato che testimoniano l’industriosità di uomini che hanno segnato la storia. La manifestazione prevede il ritrovo dei podisti presso gli impianti sportivi in via Castellaro al n° 60 alle ore 7.30 con partenza dalle ore 8.00 alle ore 9.00. Lungo i percorsi sono allestiti numerosi ristori: 1 sui 7 km, 2 sugli 11km, 4 sui 16 km, 6 sui 24 km e uno all’arrivo per tutti i marciatori che potranno usufruire anche di spogliatoi con docce calde. I numerosi volontari della Gemina e della Pro-

CALCIO

marcia di

SAN FLORIANO Zimella 30 Aprile 2017 Ristoro Corlanzone, Chiesa Lonigo, Rocca del Palladio

Ristoro

Veduta di Alonte

Ristoro Ristoro

Ristoro

km 24 - misto collinare Bagnolo, Villa Pisani

Ristoro

km 16 - misto collinare km 11 - pianeggiante km 7 - pianeggiante

Arrivo Start

Ristoro

Zimella, grotta di Lourdes

w w w. g e m i n a z i m e l l a . i t

tezione civile provvedono alla sorveglianza degli attraversamenti stradali e al controllo lungo i percorsi. L’assistenza sanitaria è garantita da un’ambulanza medicalizzata a disposizione per tutta la durata della marcia. La manifestazione podistica è una grande festa di voci e colori che anima tutta la comunità di Zimella e che gratifica la Polisportiva Gemina con tutti i suoi collaboratori impegnati per la buona riuscita dell’evento sportivo.

Nuovo record per Patrizia Panico

Per la prima volta nella storia un tecnico donna ha guidato una nazionale maschile azzurra: Patrizia Panico ha sostituito infatti Daniele Zoratto, al seguito della Nazionale Under 19 impegnata nella Fase Elite del Campionato Europeo, e ha seduto sulla panchina della Nazionale Under 16 in occasione della doppia amichevole con i pari età della Germania che si sono giocate mercoledì 22 marzo allo Stadio ‘Bentegodi’ di Verona e venerdì 24 allo Stadio Comunale di Caldiero Terme. Entrata a far parte nel 2015 della ‘Hall of Fame del Calcio Italiano’, Patrizia Panico è un vero e proprio monumento del calcio femminile e, tra i tanti primati stabiliti in carriera, detiene anche il record di presenze con la maglia della Nazionale (204 gare con 110 gol). Panico, tra le altre, ha indossato le maglie gialloblu del Bardolino (62 presenze, 73 gol) e dell’AGSM Verona (25 presenze, 34 gol).

PODISMO

Straverona, quest’anno ‘soffia’ su 35 candeline

La terza domenica di maggio, il 21 maggio, Verona indossa le scarpe da running e partecipa all’appuntamento ormai tradizionale per tutti, grandi e piccini. Straverona, organizzata dall’Associazione Straverona in collaborazione con l’Assessorato allo Sport del Comune di Verona, infatti, si riconferma di anno in anno un appuntamento per tutta la famiglia: mentre i ragazzi il sabato hanno la loro Straverona Junior, che vede il patrocinio dell’Assessorato all’Istruzione del Comune, dedicata agli under 14 con un percorso in Piazza Bra diviso in quattro categorie per assicurare a tutti il massimo del divertimento, la domenica è dedicata a tutti. Anche quest’anno i percorsi sono tre: quello da 6km per le vie del centro adatto a mamme, papà, ragazzi, passeggini e chiunque voglia correre e camminare per gli scorci più belli del centro cittadino; il percorso di 10km collinari

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che raggiungono le Torricelle, per aggiungere un po’ di sali e scendi e portare a godere della bellissima vista da Castel San Pietro, e infine il percorso di 20km che per l’occasione ripercorre il tradizionale percorso fino a Quinto di Valpantena, un percorso più impegnativo sia per lunghezza che per il dislivello. Anche quest’anno chi vuole misurarsi sul tempo potrà farlo partecipando alla Crono-

Run, il percorso di 10 o 20 km cronometrato per mettersi alla prova su un percorso di gara. Straverona rimane un appuntamento per coinvolgere l’intera città e offrire un’occasione per vivere la nostra città in modo differente e sano, trasmettendo i valori per un corretto stile di vita. Le iscrizioni alla 35^ Straverona sono già aperte online, sul sito www.straverona.it


CALCIO

Il ChievoVerona Sbarca A Singapore!

L’International Academy del ChievoVerona prosegue il suo percorso di internazionalizzazione della filosofia gialloblù, con la realizzazione di un nuovo Chievo Soccer Camp a Singapore, quarto centro finanziario mondiale. Per la prima volta l’attività tecnica del Settore Giovanile dell’A.C. ChievoVerona sbarca nel Paese del sud est asiatico, dopo il successo delle due settimane di camp svolte a Wuhan, in Cina, lo scorso febbraio. I due tecnici gialloblù, Davide Caliaro – responsabile del progetto International – e Marco Chemello, metteranno a disposizione le proprie conoscenze per la formazione di allenatori e giocatori secondo il modello didattico già utilizzato dal Settore Giovanile del ChievoVerona. Il nuovo camp a Singapore – della durata di 10 giorni con partenza prevista per giovedì 16 marzo – sarà realizzato grazie alla collaborazione con GIS (Global Image Sports), azienda americana leader del settore, con la quale il ChievoVerona ha operato negli ultimi anni. In particolare, l’International Academy gialloblù ha già ottenuto diversi traguardi importanti, raggiungendo anche Paesi come gli Stati Uniti, il Canada, la Cina, l’Australia. “Ci stiamo espandendo - spiega Corrado Di Taranto, Direttore Bottagisio Sport Center - e Singapore è un’altra tappa del nostro progetto di espansione del marchio e dei valori del ChievoVerona in tutto il mondo. Stiamo lavorando bene sul territorio italiano, ma vogliamo continuare a crescere. Arriveremo anche in Australia, Qatar ed Emirati Arabi. Il fatto che i nostri allenatori all’estero siano sempre apprezzati e richiesti è fonte di orgoglio per tutti noi”.

CONI VENETO

DANZA

All’AGSM Forum le Olimpiadi della danza

Si è svolta nello scorso fine settimana all’AGSM Forum la 15ª edizione delle Olimpiadi della Danza per la Scuola – Città di Verona, una manifestazione organizzata su tutto il territorio nazionale dall’Associazione Faredanza di Rovereto. Hanno aderito all’evento circa 40 scuole medie di Verona e provincia e la manifestazione è stata così suddivisa: nel pomeriggio di sabato 4 marzo si sono esibite le scuole della città, mentre alla sera quelle della provincia. Grande partecipazione di pubblico e atmosfera coinvolgente grazie alla verve del presentatore Nando De Bortoli: alle premiazioni sono intervenuti l’Assessore allo Sport del Comune di Verona, Alberto Bozza e la responsabile dell’Ufficio Educazione Fisica del MIUR di Verona, Angela Capuzzo. E veniamo ai vincitori che rappresenteranno Verona alle finali nazionali: per la città ha vinto la scuola media “Mazza”, rappresentata dalla prof.ssa Lorenza Ceola e guidata dal coreografo Adolfo Avoh.

Gianfranco Bardelle ancora presidente Al secondo posto a pari merito la scuola media “Fava” (prof.ssa Stella Condorelli, coreografa Valentina Pomari) e la scuola media “Betteloni” (prof.ssa Bruna Purgato, coreografo Adolfo Avoh) e al terzo posto la scuola “Caliari” (prof.ssa Purgato, coreografa Sara Gregori), “Battisti” (prof. Baldin, coreografa Michela Boraso) e Parona (prof.ssa Tugnoli, coreografo Daniele Monticelli). Per la provincia è risultata vincitrice la scuola media “Aschieri” di San Pietro in Cariano (prof.ssa Floriana D’Angelo, coreografa Sara Gregori), davanti alla scuola media “Abate Cesari” di Castel d’Azzano, alla scuola media “Franco Cappa” di Bovolone, alla scuola media “Frattini-Barbieri” di Legnago e alla scuola media “Don Milani di San Massimo; al terzo posto ex equo la scuola media “B. Lorenzi” di Fumane, la scuola media “Malfer” di Garda, la scuola media “Manzoni” di Povegliano e la scuola media “Don Bosco” di Legnago.

Gianfranco Bardelle riconfermato alla guida del Coni Veneto: il padovano, 76 anni, ha raccolto 41 voti su 47 elettori. La tornata elettorale, che si è svolta sabato 4 marzo nella sala riunioni della scuola regionale dello sport allo stadio Euganeo, ha visto anche il rinnovo della giunta regionale, composta ora da: Mauro Gazzerro (39 voti su 50 elettori, per le discipline sportive associate), Rossano Galtarossa (49/50, atleti), Vladi Vardiero (41/50, tecnici), Guido Di Guida (20/50, federazioni), Enrico Boni (48/50, enti di promozione sportiva), Claudio Toninel (12/50, federazioni), Roberto Maso (15/50, federazioni). Nota per la stampa: questo ordine è corrispondente all’ordine nella fotografia, da sinistra verso destra, con Bardelle al centro. “Ricoprire la carica di presidente – ha detto Bardelle nel suo discorso di saluto e ringraziamento ai grandi elettori – è diventato un lavoro molto impegnativo e gli ultimi quattro anni, seppure ricchi di grande attività e meritate soddisfazioni, sono stati faticosi. Pur non avendo intenzione di candidarmi, le sollecitazioni arrivate da molti presidenti ed esponenti del nostro mondo, e la consapevolezza di non poter considerare concluso il mio contributo verso il Coni Veneto, mi hanno spinto a cambiare idea. Dopo aver riorganizzato la struttura di servizio, ora sono convinto di poter arrivare a completare le iniziative e i progetti che porterebbero il Vento a essere maggiormente riconosciuto e rappresentato a livello nazionale”.

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FOCUS

di Silvia Schena - Biologa nutrizionista

Alla scoperta della dieta Mediterranea

S

pesso i nostri pasti si allontanano dalle nostre tradizioni regionali preferendo ad esse pietanze povere di nutrienti e ad alta densità calorica. Colpa della vita frenetica e dei pasti veloci già pronti? Ci alziamo presto la mattina, corriamo al lavoro, pausa pranzo di mezzora con un panino restando davanti al computer, a fine giornata ci ritroviamo imbottigliati nel traffico, dobbiamo fare la spesa, cucinare, sistemare casa e finalmente possiamo andare a dormire. Tutto sempre con l’orologio alla mano. Lo stress è presente ogni giorno nella nostra vita e ci spinge a cercare soluzioni veloci e gustose per la colazione, gli spuntini, il pranzo e la cena. Soluzioni che nella maggior parte dei casi si rivelano poco salutari. Tutto perché l’eccessivo stress ci rende più vulnerabili ed automaticamente sentiamo il bisogno di compensare con qualcosa che ci gratifichi e che ci dia piacere immediato: Dolci, grassi, merendine, fast-food sono solo alcuni degli esempi più gettonati. Ma esiste una soluzione reale per cambiare le cose? Possiamo fare molto per noi stessi e per la nostra salute iniziando a controllare lo stress con un’attività fisica regolare e, perché no, magari trovare anche un hobby che ci faccia sentire bene. Esistono palestre aperte dalla mattina presto fino alle 23:00, corsi di ballo, sport di gruppo, cyclette o tapis roulant da fare a casa. Le soluzioni sono molte basta trovare l’entusiasmo di iniziare. Banalmente possiamo iniziare nel fare le scale invece di usare l’ascensore. Tutto sta nella programmazione, nel rivedere le nostre priorità e nella nostra volontà: inseriamo l’attività fisica nella nostra agenda, proprio come facciamo per tutti i nostri impegni, e poi passare all’azione. Una volta iniziato il cambiamento sarà facile non

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OGGI SI PARLA SPESSO DI DIETA MEDITERRANEA MA LA CONOSCIAMO DAVVERO? LA MAGGIOR PARTE DI NOI CREDE DI METTERLA IN PRATICA QUOTIDIANAMENTE. MA NON È COSÌ... cedere alle tentazioni e scegliere una vita più salutare. E’ possibile fare un pasto veloce ed equilibrato? Certamente! In commercio esistono piadine ai cereali o tipi di pane realmente integrali a lunga lievitazione, oppure possiamo prepararci un’insalata di farro. Basta cuocere più porzioni di cereali in chicco la domenica e conservarle in frigo. All’occorrenza, nei giorni seguenti, non dovremmo fare altro che completare il piatto aggiungendo al farro cotto delle verdure colorate di stagione ed una fonte proteica. Non dimenticate inoltre, che esistono numerosi ristoranti biologici che propongono piatti salutari ed equilibrati sempre senza rinunciare al gusto. Potete stupire i colleghi con sapori nuovi e leggeri, ma soprattutto evitando loro il famoso “abbiocco

post prandiale” (abbiocco del primo pomeriggio causato dalla digestione del pasto). Dalla correzione delle abitudini errate trarremo un grandissimo senso di ricompensa che rafforzerà giorno dopo giorno la nostra scelta nel perseverare nella via del benessere. Infine, è importante sapere che l’alimentazione induce dei cambiamenti nell’espressione del genoma umano. In altre parole la dieta è in grado di “dare istruzioni” su quali geni esprimere o silenziare, che a loro volta modificano le caratteristiche metaboliche delle cellule e vanno ad influenzare il rischio di incidenza di malattie croniche (diabete, ipertensione, ecc.). Inoltre queste modifiche possono essere trasmesse ai nostri figli. Ricorda: la salute si costruisce ogni giorno con consapevolezza e costanza.


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FOCUS

di Giovanni Magrone

di Alessandro Boggian - Presidente OPES Verona

Compensi associazioni LE ONLUS e ASD: ecco parte le seconda ultime novità

I

rapporti di collaborazione nel mondo dello sport dilettantistico sono disciplinati dall’art. 90 della L. n. 289/2002 e successive modificazioni, dal D.L. n. 136/2004 (conv. da L. n. 186/2004), dall’art.67, comma 1 lett. m), del TUIR, nonché dal D.lgs. n. 81/2015: unici riferimenti normativi per definire il trattamento fiscale e previdenziale di tali rapporti, unitamente alle regole dettate dalla L. n. 91 del 1981 per lo sport professionistico. In questi ultimi anni il legislatore ha voluto riservare ai rapporti di collaborazione sportivo- dilettantistici una normativa speciale, volta a favorire e ad agevolare la pratica dello sport dilettantistico, rimarcando le specificità di tale settore rispetto alla disciplina generale che regola i rapporti di lavoro. Prima di tutto è necessario concentrarsi sulla qualifica del soggetto che eroga il compenso e sulla natura delle prestazioni svolte dal collaboratore. Per l’applicazione del regime agevolativo “ciò che conta è che le collaborazioni vengano svolte a favore di organismi che perseguono finalità sportive dilettantistiche riconosciuti dal CONI”. Pertanto, non solo è necessario che siano perseguite finalità sportive dilettantistiche, ma il soggetto erogante deve essere anche riconosciuto dal CONI. Nell’ambito del mondo sportivo perseguono tali finalità il CONI, le Federazioni Sportive Nazionali, le Discipline Sportive Associate e gli Enti di Promozione Sportiva, quale OPES Italia; per quanto riguarda, invece, le singole associazioni sportive dilettantistiche e le so-

Importanti chiarimenti vengono forniti dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro con la circolare n° 1 dell’1 dicembre 2016, in quanto tale tematica presenta da sempre numerose zone d’ombra, causa di contenziosi. 98 sportdipiu.com

cietà sportive dilettantistiche, occorre considerare ulteriori aspetti. Le agevolazioni sono applicabili unicamente alle ASD e SSD che perseguono finalità sportive-dilettantistiche senza fine di lucro. Per l’individuazione di tali soggetti il legislatore ha affidato al CONI la funzione di “unico certificatore della effettiva attività sportiva svolta dalle società e dalle associazioni sportive dilettantistiche” (art. 7 del D.L. n. 136/2004, conv. da L. n. 186/2004). Tale certificazione attualmente avviene attraverso l’iscrizione delle ASD e delle SSD al registro delle società sportive fortemente voluta dal CONI per eliminare fenomeni di elusione. Il registro è l’unico strumento idoneo a certificare la natura dell’associazione/società sportiva e l’effettiva attività sportiva svolta sotto il controllo dei soggetti affilianti (FSN, DSA, EPS). La corretta individuazione dei soggetti (ASD, SSD) eroganti, attraverso il registro delle società sportive, costituisce la condizione principale per l’applicazione del regime agevolativo; nonostante ciò è altresì necessario che, successivamente, si proceda alla valutazione delle attività svolte dai singoli collaboratori. L’art. 67, comma 1 lett. m), del TUIR, riconduce tra i redditi diversi - non assoggettabili a contribuzione - “le indennità di trasferta, i rimborsi forfettari di spesa, i premi e i compensi erogati nell’esercizio diretto di attività sportive dilettantistiche dal CONI, dalle Federazioni Sportive Nazionali, dagli Enti di promozione e da qualunque organismo, comunque denominato, che persegua finalità sportivo-dilettantistiche e che da essi sia riconosciuto. Tale disposizione si applica anche ai rapporti di collaborazione coordinata e continuativa di carattere amministrativo gestionale di natura non professionale resi in favore di società e associazioni sportive dilettantistiche”. La norma successiva (art. 35, comma 5, del D.L. n. 207/2008, conv. da L. n. 14/2009) ha chiarito il concetto di “esercizio diretto di attività sportiva” precisando che in tale ambito rientrano non solo le

prestazioni rese per la partecipazione a gare e/o manifestazioni sportive, ma anche tutte quelle relative allo svolgimento delle attività dilettantistiche di formazione, di didattica, di preparazione e di assistenza intese nell’accezione più ampia del termine attività sportiva. L’Agenzia delle entrate ha chiarito che possono essere ricompresi i compensi erogati ai soggetti che svolgono attività di formazione, didattica, preparazione e assistenza all’attività sportiva dilettantistica, ossia di soggetti che non svolgono una attività durante la manifestazione, ma rendono le prestazioni indicate a prescindere dalla realizzazione dell’attività sportiva. La qualifica acquisita attraverso specifici corsi di formazione tenuti dalle Federazioni non rappresenta in alcun modo un requisito, da solo sufficiente, per ricondurre tali compensi tra i redditi di lavoro autonomo, non essendo tale qualifica requisito di professionalità, ma unicamente requisito richiesto dalla federazione di appartenenza per garantire un corretto insegnamento della pratica sportiva. Pertanto, alla luce della normativa vigente, l’applicazione della norma agevolativa che riconduce tra i redditi diversi le indennità erogate ai collaboratori è consentita solo al verificarsi delle seguenti condizioni: 1) che l’associazione/società sportiva dilettantistica sia regolarmente riconosciuta dal CONI attraverso l’iscrizione nel registro delle società sportive;

2) che il soggetto percettore svolga mansioni rientranti, sulla base dei regolamenti e delle indicazioni fornite dalle singole Federazioni, tra quelle necessarie per lo svolgimento delle attività sportivo-dilettantistiche, così come regolamentate dalle singole Federazioni.


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