SportDi+ magazine 40_2016

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€ 2.50

40 8 marzo aprile 2016

…preso al volo e intervistato dal nostro inviato speciale…

Partner ufficiale

ANNO 8 - N. 40 - MARZO/APRILE 2016 - Periodico Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807 / 2008

anno

Ray RICE

»inside

WATCH&FOCUS UN MONDO OLTRE L’IMMAGINE

ALL’INTERNO Doppio poster Meggiorini-Rice


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40

So mmario Rubriche

07 08

EDITORIALE Sbarchiamo in edicola!

Interviste

DIOCESI VERONA Quando una partita diventa… ‘gioco di tutti’

28 32 40 60 65 70 80

10 11 35 66

IL CORNER DI TOMMASI I magnifici perdenti

A CANESTRO CON ZANUS Dove sta andando il basket? BREVI

CORRERE A VERONA Aprile/Maggio 2016

SPORT MANAGEMENT VERONA Intervista a Sergio Tosi

CALCIO FEMMINILE VALPOLICELLA Intervista a Flora Bonafini CALCIO CHIEVOVERONA Intervista a Riccardo Meggiorini

BASKET SCALIGERA Intervista a Rayvonte Rice

12 22 24 46 48 53 64 68 78 86 88

MACROBIOTICA Intervista a Martin Halsey

Eventi

BMX Torna la BMX con la Libertas EST VOLLEY Un look NeroNotte PALLAMANO DOSSOBUONO Il bello inizia adesso CALCIO 5 Tempo di finali per MSP Verona

VERONASCHERMA Tutti in guardia! BUSTER uando basket non vuol dire solo canestro Q ACSI VERONA 1,2,3 tutti in sella con Acsi

MASTINI VERONA I ndovina chi passa a trovarci stasera? TIRO SPORTIVO ATS Verona OPES Judo, un’arte millenaria 100 C 80 M 0Y 10 K

PANTONE 286 C

0C 20 M 100 Y 0K

PANTONE 116 C

W AT C H & F O C U S

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CONI VERONA Una parata di stelle

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RU Rady?

CALZEDONIA VOLLEY CAMP 2016

36 38

14 16 17 18 19 20 21

VERONA

MTB Intervista a Lorena Zocca TAMBURELLO Intervista a Luigi

W AT C H & F O C U S

W AT C H & F O C U S

ALBERTO BUCCI Una favola di allenatore

Baruffi

Sport Life

Passione Comune

BOSCO CHIESANUOVA SONA LEGNAGO

OPPEANO

MONTEFORTE D’ALPONE

CAVAION

ASTON VILLA CAMP Un’estate English style

DERBY VERONA-CHIEVO Una Grande Sfida indimenticabile

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BOTTAGISIO CAMP 6 sport 1 unico benessere

InFORMAti

58

56 82

72

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BASKET A SCUOLA SHSC: parola agli addetti stampa PROGETTO BMX Tutti felici, attenti e… vincenti!

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RENTONIB COSKI Una stazione, tante idee e divertimento per tutti!

PROGETTO SPORTIVO Imp’affective

BOXE Pugni, tecnica e talento: benvenuti nel mondo della boxe

PROGETTO VALPOLICELLA RUGBY In meta tra i banchi di scuola

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GUIDA SICURA Dimensione Guida, gli esperti del ‘guidare bene’

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VERONA STRADA SICURA


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Tifano per lo sport sostenendo chi lo pratica e chi lo racconta...

40|2016 Anno 8 - Numero 40 MARZO/APRILE 2016 Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807/2008 DIRETTORE RESPONSABILE Alberto Cristani a.cristani@sportdipiu.com DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA Maurilio Boldrini m.boldrini@sportdipiu.com

CAPOREDATTORE Andrea Etrari IN REDAZIONE Don Andrea Giacomelli, Damiano Tommasi, Cristiano Zanus Fortes Gian Paolo Zaffani, Alessia Bottone, Bernardo Calasanzio Borsellino, Bruno Mostaffi Foto di: Emanuele Pennacchio, Mirko Barbieri, Simone Pizzini CONTATTI redazione@sportdipiu.com www.sportdipiu.com

COMUNE DI ALBAREDO D’ADIGE

COMUNE DI CAVAION V.SE

COMUNE DI ARCOLE

COMUNE DI CEREA

COMUNE DI BARDOLINO

COMUNE DI LEGNAGO

COMUNE DI BOSCOCHIESANUOVA

COMUNE DI LAZISE

COMUNE DI MARANO DI VALPOLICELLA

COMUNE DI BUTTAPIETRA

COMUNE DI MINERBE

COMUNE DI CALDIERO

COMUNE DI ISOLA DELLA SCALA

COMUNE DI CASTEL D’AZZANO

COMUNE DI ISOLA RIZZA

COMUNE DI CASTELNUOVO D/G

COMUNE DI MONTECCHIA DI CROSARA

COMUNE DI MONTEFORTE D’ALPONE

CITTÀ DI OPPEANO

COMUNE DI PESCHIERA DEL GARDA

COMUNE DI POVEGLIANO V.SE

CITTÀ DI RONCO ALL’ADIGE

COMUNE DI ROVERCHIARA

COMUNE DI S. BONIFACIO

COMUNE DI SANGUINETTO

COMUNE DI S. GIOVANNI LUPATOTO

COMUNE DI SAN MARTINO B/A

COMUNE DI SOAVE

COMUNE DI SONA

COMUNE DI TORRI DEL BENACO

COMUNE DI TREVENZUOLO

COMUNE DI VERONELLA

COMUNE DI VILLAFRANCA

COMUNE DI ZEVIO

COMUNE DI ZIMELLA

PROGETTO GRAFICO e impaginazione PAST di Fausto Pastorino Strada delle Trincee, 13M - 37135 Verona www.pastweb.net STAMPA E DISTRIBUZIONE Mediaprint Srl Sede operativa di San Giovanni Lupatoto Via Brenta, 7 - 37057 Verona Mobile: +39 345 566 5706 redazione@sportdipiu.com PUBBLICITÀ E SPEDIZIONI Mediaprint Srl Sede operativa di San Giovanni Lupatoto Via Brenta, 7 - 37057 Verona Mobile: +39 345 566 5706 info@sportdipiu.com HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO Don Andrea Giacomelli, Damiano Tommasi, Cristiano Zanus Fortes, Marina Soave, Emanuele Pezzo, Giuseppe Munerato, Moreno Floriani, Gianmarco Fontana, Andrea Totolo, Gian Paolo Zaffani, Alessia Bottone, Bernardo Calasanzio Borsellino, Giorgio Vincenzi, Davide Valerio, Alessia Bottone, Marcello Tosoni, Alessandro De Pietro, Damiano Zamperini, Andrea Etrari, Enrica Girelli, Stefano Festa, Michele De Martin, Bruno Mostaffi, Matteo Bertani, Alessandro Boggian, Roberto Avesani, Fabio Cellin, Massimiliano Maculan, Monica Candeloro FOTO Archivio SportDi+, Ufficio Stampa Bluvolley, BPE agenzia fotografica, Archivio Uffici stampa Comuni patrocinanti, Fotolia, Brentonico Ski, MSP Verona, Opes Verona, Ufficio stampa Rugby Valpolicella, Dimensione Guida. IN COPERTINA Rayvonte Rice (Foto Maurilio Boldrini)

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di Alberto Cristani

editoriale

Sbarchiamo in edicola! E

ra il febbraio d e l 2008 quando, nel parlare del progetto che avevo in mente, mi sentii dire da un ‘esperto’ del settore: “Un giornale di sport veronese? Mah, idea apprezzabile anche se, secondo me, sarai bravo se stamperai 2-3 numeri. Non riuscirai ad accontentare tutti e, soprattutto, non potrai contrastare la concorrenza…”. Parole che, soprattutto in un momento di in cui iniziava a farsi sentire la cosiddetta crisi, avrebbero potuto scoraggiare e bloccare, sul nascere, un sogno che il sottoscritto teneva chiuso nel cassetto praticamente da sempre. La mia sfortuna - che a volte è (quasi sempre a dire il vero…) una fortuna - è che sono un cocciuto, orgoglioso e testardo. Quando credo in un progetto lo voglio realizzare portare in fondo. Giusto (per me) o sbagliato (per gli altri) che sia. È ‘nato’ così SportDi+, nonostante tutto, e si è evoluto, superando i tanti momenti difficili, le difficoltà e soprattutto la diffidenza e l’indifferenza di chi, a più riprese, si è avvicinato al nostro progetto. In molto sono passati, tanti se ne sono andati, ma quelli che che contano, fortunatamente, sono rimasti. Parlo di coloro che hanno capito e apprezzato il significato di questo progetto editoriale. L’ho sempre detto, in più riprese, e lo ripeto anche in questa occasione: SportDi+ non vuole fare concorrenza a nessuno, non è una rivista ‘di parte’ e soprattutto non racconta lo sport in modo scontato. Vogliamo andare contro corrente? No, semplicemente non ci piacciono le banalità. È una scelta poco commerciale, ahimè lo sappiamo bene, ma a noi sta bene

così, s e b bene sia più complicato far quadrare i conti. Lo scorso dicembre abbiamo presentato la nuova veste grafica della rivista e abbiamo coinvolto oltre 200 persone. Un successo che ci ha in parte sorpreso ma che, allo stesso tempo, ha confermato che non siamo dei visionari e che SportDi+ non piace solo a noi! A distanza di pochi mesi siamo qui a celebrare un’altra tappa storica: sbarchiamo in edicola! Allo scoccare del 40esimo numero vogliamo provare l’emozione di affiancare la nostra copertina a quelle di periodici e quotidiani più blasonati. Presunzione? No. Con questa operazione abbiamo voluto semplicemente soddisfare la richiesta di tutti coloro che per anni ci hanno chiesto: “Dove posso trovare SportDi+? Dove si compra?”. Qualcuno potrebbe obiettare: eravate gratis, ora vi fate pagare. Non è proprio così. Il prezzo di copertina, volutamente contenuto, ci permette di coprire semplicemente le spese di distribuzione. Per quanto riguarda invece i canali ‘storici’ come scuole e comuni, nulla cambia: le copie rimangono gratuite. Davide contro Golia? Sfida impari? Chi lo sa. Ad oggi non possiamo dirlo, anche se il rischio c’è. Però siamo ‘testoni’ e piuttosto di restare col dubbio ci proviamo. Perché se non facessimo questa (ennesima) scelta (coraggiosa) tradiremo il nostro spirito. Dopo tutto… l’importante è partecipare, no?

SportdipiuVr

@Sdpvr

sdpverona

a.cristani@sportdipiu.com

Allo scoccare del 40esimo numero vogliamo provare l’emozione di affiancare la nostra copertina a quelle di periodici e quotidiani più blasonati…

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diocesi progetto di verona sport di xxxxx

di Don Andrea Giacomelli XXXXX

Quando una partita diventa…‘gioco di tutti’

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omenica. Palazzetto dello Sport. Verona. Volley Campionato A1 SuperLega UnipolSai 2015/2016. In calendario Calzedonia Verona “contro” CMC Ravenna. Una partita con obiettivi da raggiungere, giocatori e staff determinati a raggiungerli. Inizio ore 19.30. Entro alle ore 18.00! Un’ora e mezza di anticipo… Ma la disattenzione diventerà occasione di un’interessante lezione a più voci e interpreti su come una gara di campionato possa diventare un evento cittadino distensivo e socializzante. All’interno del palazzetto ovviamente poche persone, concentrate su compiti da svolgere e che solo gradualmente diventano comprensibili nel quadro generale di un pre-partita. Entrando dall’alto della gradinata sud lo sguardo comprende la struttura grigia completamente disabitata e muta. Di fronte, oltre la linea di fondo le sedie vuote della stampa e dietro, una gradinata che attende una vivace curva. Due cameraman stanno sistemando le macchine da ripresa, addetti dirigenti e arbitri a centrocampo fanno del pre-partita una occasione di ritrovo e di cordiale dialogo, che immagino, vada oltre la gara, improvvisando un ‘puntovolley’ più ampio tra maestri del settore. Altri tecnici audio e video riordinano il cablaggio necessario alla cronaca, alle riprese e al video check. Momento suspense ormai consueto nel volley d’alto livello. Tanti piccoli compiti e obiettivi che fanno ‘ambiente’. Il tutto senza trasmettere tensione o improvvisazione tanto che è pos-

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sibile aprire qualche conversazione. Ricevo così nuove chiavi di lettura di un’articolata preparazione. Si apre un approfondimento circa target societari complementari a risultati sportivi mirati ad un coinvolgimento ampio e trasversale nel territorio. Si guarda la partita come un evento e al Palaolimpia come piazza d’incontro per obiettivi sportivi societari, ma insieme anche sociali e culturali.

buone pratiche di coinvolgimento e di inserimento nel tessuto umano, associativo e istituzionale del territorio. Si afferma così che finalità commerciali e sportive possono correttamente intendersi. Interessante così apprendere che fra le attività in corso, dirigenti con allenatori e tecnici diventano anche formatori per importanti aziende, esportando abilità, strategie e competenze del mondo sportivo.

Ragazze e ragazze delle categorie minori a bordo campo aspettano campioni, emozionati e consapevoli di un ruolo importante ‘a recuperar-altri-palloni’ o ‘pulire-e-ripulireil-campo’ a ogni timeout. Ci sono volontari che indossano casacche e scambiano informazioni per disporsi a un accogliente servizio d’ordine.

Guardare alla partita come a un ambiente composito da curare e costruire è forse una constatazione conosciuta, ma che oggi può muovere altre persone interessate a qualificare lo sport come ambiente di formazione e di vita. Purtroppo la cronaca rileva allarmanti episodi di Burnout che specialmente nel settore giovanile ci pongono degli interrogativi circa l’ambiente dello sport.

Mi fermo con Samuele e Maria che raccontano del loro compito odierno per assicurare l’ingresso a giocatori e tecnici e assisto casualmente anche a un simpatico episodio dove una comune indicazione ‘da quella parte’ distribuisce ‘sollievo’ a un giocatore ospite che, visibilmente agitato, cercava una toilette qualche istante prima della sirena d’inizio. Un arbitro e un’appassionata di volley. Oggi contenti di vivere e partecipare all’evento. Nelle pieghe di un servizio indispensabile all’evento, la gratuità regala anche visibili tratti di spontaneità e di amicizia dove anche popcorn e gadget sono casa in un’ambientazione attesa nella serata di sport e di festa senza barriere fra generazioni. Ragazzi, giovani, adulti: amicizia, famiglia, coppia. La struttura di cemento e ferro si va ora velocemente arricchendo di suoni e di colori. Gli spalti sono colmi di appassionati e con loro di amici e partner ‘tirati in campo’, improvvisati spettatori che trovano motivo d’interesse e di partecipazione. Una strategia di successo sportivo voluta dalla Bluvolley Verona in linea con lo sponsor Calzedonia, e che, come hanno motivato professionali e cordiali dirigenti, insegue

Fare in modo che la gara possa essere vissuta come evento potrebbe dare a tutti una vittoria perché ciascuna/o concorre al ‘gioco di tutti’. Come riuscirci? È una scommessa da vincere imparando e migliorando anche buoni stili e abitudini che lo sport già ci racconta. Immaginiamo un gioco con un cerchio di persone dove ciascuna stringe un capo di uno di tanti fili che, dall’altro capo, sono invece ancorati insieme ad un oggetto. Se volessimo condurre l’oggetto verso un bersaglio dovremmo impiegare destrezza, equilibrio, precisione, ma necessariamente anche considerazione dell’altro e delle sue qualità e difficoltà. Nel prossimo SportExpo che si terrà in Fiera a Verona dal 30 aprile al 2 maggio ci sarà un Forum di approfondimento sul tema qui abbozzato. Con dirigenti, genitori, tecnici, docenti di Scienze motorie, assieme al Coni, Csi e altri enti di promozione sportiva vorremmo valorizzare e riconoscere qualità ed esempi di luoghi autenticamente sportivi. Non sappiamo ancora dove tra i padiglioni della Fiera, ma sicuramente riconoscerete il nostro gioco. Vi aspettiamo.


IN COLLABORAZIONE CON:

SPORTIVAMENTE a Scuola 3.0 Sport, Istituzioni e studenti a confronto ANNO SCOLASTICO 2015-2016

LE TEMATICHE AFFRONTATE

CAMPIONI NON SI NASCE MA SI DIVENTA Le esperienze degli atleti di serie A

SPORT E VISTA Un’occhio (anzi due…) di riguardo verso lo sport

SPORT E ALIMENTAZIONE Come stara a tavola sportivamente e bere.... consapevolmente!

VERONA OLIMPICA Gli atleti olimpici di Verona si raccontano

SCUOLE PARTECIPANTI 2015

DICEMBRE

ISTITUTO ”LEONARDO DA VINCI” CEREA (VR)

2016

GENNAIO

ISTITUTO “SACRA FAMIGLIA” CASTELLETTO DI BRENZONE (VR)

2016

2016

2016

ISTITUTO “SEGHETTI” VERONA

- LICEO “COTTA” LEGNAGO

LICEO STATALE “GALILEO GALILEI” VERONA

FEBBRAIO

MARZO

APRILE

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il corner di tommasi

di Damiano Tommasi

I magnifici

perdenti

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er una serie di coincidenze il regista francese Jean Gaudry si è incuriosito ed è riuscito a racchiudere in 45 minuti l’avventura di 15 anni di una squadra atipica.

È andata in scena a Bolzano la première del documentario sulla squadra dell’Excelsior, la squadra più perdente d’Italia.

L’associazione La Strada, attiva a Bolzano nell’ambito del disagio sociale e dell’inclusione, aveva avviato nel 2001 il progetto calcio iscrivendo al campionato Figc di Terza Categoria un’improbabile formazione con lo scopo di ‘attivare’ i ragazzi seguiti a livello sociale e per dare un luogo ai tanti che abbandonavano altre squadre facendoli diventare tutti titolari. Da allora quindici anni di storia, più di 2200 gol presi, 174 gol fatti, 2 vittorie di cui una ufficiale con i 3 punti e una ufficiosa contro una squadra fuori classifica; 170 ragazzi che si sono succeduti con, alla faccia di Zamparini, 2 soli allenatori, avvicendatisi in 15 campionati. Risultato d’orgoglio, fiore all’occhiello e unico probabilmente sull’intero territorio nazionale sono state le 10 coppe Fair Play vinte fino ad oggi!

Progetto Excelsior

“una nuova partita da giocare” Lʼidea…… Lʼidea matura nella primavera 2001. In questo periodo, un gruppo di ragazzi che frequentano il *Centro Giovani Charlie Brown dellʼAssociazione “La Strada - der Weg” di Bolzano, propone agli animatori del centro di aiutarli a formare una squadra che possa partecipare ad un vero campionato. Alla base dellʼiniziativa cʼè perciò il desiderio forte di alcuni ragazzi che vogliono sperimentarsi come gruppo in una nuova esperienza appoggiandosi a degli adulti, che in quel momento sono per loro significativi. *il centro giovani è un punto di ritrovo per ragazzi nel quartiere,in cui lavorano animatori che assieme ai ragazzi

organizzano attività ludiche, sportive e culturali

Come responsabili di un centro giovani abbiamo scelto di appoggiare la richiesta ponendoci un quesito fondamentale: è giusto fondare lʼennesima società di calcio basata sulla selezione dei giocatori migliori a cui viene delegato il compito di vincere, in quanto il risultato diventa lʼunico metro di misura per definire il successo o lʼinsuccesso della squadra? La risposta è stata: NO; ma questo “No” non ha significato lasciare cadere il progetto, al contrario è stato lo stimolo per riflettere e per fare ai ragazzi una nuova proposta: fondare una squadra, che prima di tutto sia un gruppo, in cui prevalgano i seguenti principi: -

la pratica dello sport come ricerca di divertimento il rispetto assoluto del desiderio di giocare dei singoli allʼinterno del gruppo lo spirito di accoglienza e solidarietà nei confronti dei nuovi arrivati

Dallʼ idea alla realtà…….. Sulla base delle premesse di cui sopra è nato il G.S. EXCELSIOR che dal 2001 milita nel campionato provinciale di terza categoria in provincia di Bolzano. Fin qui tante belle parole, ma come tradurre nella realtà le linee guida dichiarate? Come far sentire tutti sullo stesso livello, come dare a tutti pari dignità? La risposta è semplice: TUTTI DEVONO ESSERE TITOLARI. Sembra la scoperta dellʼ acqua calda, ma così non è, in quanto, se portata avanti coerentemente, questa frase diventa il perno su cui si fonda tutta la gestione della squadra e da cui scaturiscono “gioie e dolori”, potenzialità e difficoltà. Il ragazzo che entra in squadra ha la garanzia che non sarà mai “il giocatore da ultimi 5 minuti” e che avrà lo stesso diritto di giocare dei i suoi compagni, siano essi più o meno “forti” di lui. Ciò vuol dire che allʼinterno del gruppo non esiste selezione tra i più forti e i meno forti, ma che tutti giocano a turno fianco a fianco nel rispetto del desiderio di ognuno di esserci. In questo contesto è forse una pazzia che lʼallenatore tenga una tabella che registra progressivamente i minuti giocati da ognuno e che usi anche questo strumento per modulare la presenza in campo dei giocatori? Noi riteniamo si tratti di un tentativo di essere coerenti e di far sentire tutti i partecipanti di questa avventura veramente presi in considerazione. 2

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Un’esperienza che detta così non può reggere in nessun luogo che sia propenso ad un calcio competitivo ma in realtà è un progetto che mi auguro diventi contagioso.

Il minutometro, per esempio, può e deve essere il sale del calcio dilettantistico. Ognuno gioca lo stesso numero di minuti nell’arco del campionato. Ci sono, ovviamente, degli indici che equilibrano aspettative e impiego come la presenza agli allenamenti e, il fatto di avere come obbiettivo l’inclusione obbliga a utilizzare i nuovi con un occhio di riguardo, senza dimenticare poi gli impegni familiari e di lavoro da incastrare. E le sconfitte? Tra le tante, i 21 gol presi a una partita persa 5-3 quando si era sul 3-0, i 4 pareggi in 15 anni e il -1 in classifica l’anno in cui la squadra si è presentata il giorno sbagliato al campo (il giorno dopo!). Su tutte voglio ricordare la risposta di Daniele, che da qualche anno tifa Excelsior da lassù, e che è ormai diventata famosa, almeno per me, e cito sempre più spesso. Alla domanda “non ti stanchi a perdere sempre?”, rispose “la mia sconfitta non sarà mai nel risultato ma nell’eventuale mia resa”. Lezione di sport inclusivo, lezione di vita, esempio di attività sul territorio e magia di un pallone che spesso vorremmo per forza iper competitivo.


di Cristiano Zanus Fortes

a canestro con zanus

Dove sta andando il basket? L

a parola ‘crisi’, in questo ultimo periodo, è entrata prepotentemente nella classifica dei termini più usati nei discorsi quotidiani. Dai bar di paese ai consigli di amministrazione tutto si spiega ed è colpa della crisi economica che in questo periodo attanaglia il nostro paese. Proprio da questa sofferenza del tessuto industriale è partito un momento di difficoltà per sport professionistici che non possono avvalersicome il calcio nelle massime serie- del contributo ormai essenziale dei diritti televisivi. E allora solo sporadiche realtà possono godere del supporto di imprenditori e aziende che hanno ancora la forza e la volontà di investire su un settore che, se considerato solo dal punto di vista dei bilanci, è un investimento a perdere. Il momento che sta attraversando la pallacanestro italiana è uno dei più bui degli ultimi 20 anni e Armani rimane l’ultimo esempio di imprenditore credibile , anche a livello internazionale, che ha la forza e la volontà di investire in questa disciplina che, per numero di tifosi e tradizione, rimane la seconda in Italia come sport di squadra. Ecco che uno spiraglio, a mio avviso, può esserci solo se sempre più persone si appassionano alla pallacanestro. Il coinvolgimento si ottiene tramite la conoscenza che a sua volta viene dall’e-

sperienza diretta. Sono i ragazzi che devono giocare a basket, che devono appassionarsi giocandoci ogni giorno, divertendosi, lottando per ottenere quel risultato che li renderà non solo giocatori migliori, ma persone migliori. La cura sta nell’investire nei settori giovanili, nel dare la possibilità ai nostri ragazzi tramite strutture adeguate ed allenatori preparati di diventare, perché no, dei campioni che potranno un giorno tenere alto l’onore della nostra città. E se nostro figlio non diventa un campione? Giocare a pallacanestro gli avrà trasmesso comunque quei valori di lealtà rispetto e voglia di migliorare che lo sport insegna, imparando a risolvere le difficoltà, a rimetterti in piedi quando cadi, a capire che per conseguire un risultato servono dedizione e sudore. Ecco che la squadra della città diventerà un esempio per tutti questi giovani atleti. Andare al PalaOlimpia ad assistere ad una partita della Tezenis e veder giocare Giorgio Boscagin, è un esempio di come un ragazzo cresciuto nel settore giovanile possa diventare simbolo di cuore e attaccamento alla maglia per la squadra della sua città. Questa deve essere la motivazione necessaria per investire nello sport! Questo è ciò che può condurre tutto il movimento fuori da questo periodo di stallo.

Sono i ragazzi che devono appassionarsi giocandoci ogni giorno, divertendosi, lottando per ottenere quel risultato che li renderà non solo giocatori migliori, ma persone migliori

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progetto sport evento

CONI VERONA

di Marina Soave

Una parata di stelle Un momento di festa per le eccellenze dello sport veronese che si sono distinte per progetti, risultati e iniziative durante la scorsa annata

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S

i è svolta nella mattinata di sabato 19 marzo presso la Loggia Frà Giocondo di Verona la manifestazione “Una Parata di Stelle dello Sport Veronese” organizzata dal CONI provinciale e dalla Provincia di Verona. Si è trattato di un evento fortemente voluto dal Delegato Provinciale Stefano Gnesato con il quale si è voluto premiare atleti, dirigenti, società e comuni per l’attività svolta e per i risultati ottenuti durante l’anno 2015. Alla cerimonia hanno partecipato: n Presidente della Provincia Antonio Pastorello n Presidente Coni Veneto Gianfranco Bardelle n Assessore Regionale Elisa De Berti n Vicepresidente Provincia Andrea Sardelli n Assessore allo Sport Comune di Verona Alberto Bozza n Coordinatore Prov.Le Educazione Fisica Angela Capuzzo n Paola Fantato l’ex campionessa Olimpionica n Presidente Aic Damiano Tommasi La cerimonia, presentata dal giornalista Gigi Vesentini, si è svolta in un clima sereno e amichevole, in una sala gremita in ogni ordine di posto.

“È stata davvero una bella cerimonia” – ha commentato Gnesato – “che nella sua semplicità ha dato spazio e visibilità ai veri protagonisti, ovvero a tutti coloro che vivono di sport. La scelta dei premiati non è stata facile perché la nostra provincia è tra le più sportive d’Italia. Abbiamo valutato diversi curriculum e siamo convinti, alla fine, di aver scelto bene. Con questa cerimonia apriamo anche di fatto la stagione 2016 dell’attività Coni Verona sul territorio. Siamo in via di definizione degli ultimi dettagli per le feste intercomunali e per altre iniziative, in collaborazione anche con SportDi+ magazine, attraverso le quali portare personaggi dello sport veronese, di altissimo livello, nelle scuole veronesi. Un altro importante passo per veicolare ulteriormente l’attività Coni e per diffondere sempre di più i valori dello sport”. Alberto Cristani ha infine consegnato le targhe SportDi+ ai comuni che patrocinano la rivista “…quale simbolo di ringraziamento per l’attenzione prestata al progetto editoriale e a testimonianza della massima disponibilità, da parte della rivista, nel diffondere e promuovere l’attività sportiva delle singole amministrazioni locali”.


VERONA E LO SPORT

I premiati Coni Verona 2015 Premio Coni VeronA 2015 progetto “Sport nella scuola” Trofeo Adige-Guà Premio Coni Verona società Pallavolo Sanguinetto Mud&Rock Team Bussola (mountain bike) Premio Coni Verona ‘Una Vita Per Lo Sport’ Marguerite Verboven (pattinaggio su ghiaccio) Stefano Braggio

Sport e solidarietà Fondazione Save Moras Premio Coni Verona ‘Giovane Promessa’ Martina Ziviani (Tiro A Segno) Premio Coni Verona squadra dell’anno Fimauto Valpolicella Calcio Femminile Agsm Verona Calcio Femminile Premio Coni Verona atleta dell’anno Alessandro Pighi (calcio)

Premio giornalistico ‘Adriano Paganella’ Luca Mazzara (L’Arena) Diplomi Coni Nazionale - Comuni Albaredo D’adige Arcole Cologna Veneta Isola Rizza Oppeano Palù Pressana Ronco all’Adige Roverchiara Roveredo Di Guà Veronella Zevio Zimella

Spille Coni Baldini Gianfranco Barbieri Paolo Battocchio Giovanni Biondani Emanuela Candeloro Monica Cattazzo Mario Danieli Roberto De Carli Silvia Pacilli Brian Persi Luciano Possenti Gianluca Pozzani Ruggero Sambugaro Alessandro Sansonne Raffaella Toninel Claudio Vaccari Daniele Zanetti Tiziana

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passione

COMUNE VERONA

31 APRILE, 1 E 2 MAGGIO IN FIERA

SPORT EXPO

10 & LODE!

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arà dedicata ai ragazzi dai 6 ai 14 anni l’evento che si terrà a VeronaFiere dal 30 aprile al 2 maggio 2016. La

Conto alla rovescia per la decima edizione di Sport Expo, la prima fiera dello sport giovanile d’Italia

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manifestazione, organizzata dall’assessorato allo Sport del Comune di Verona, in occasione del suo decimo anniversario ha ottenuto, direttamente dal Presidente Malagò, il Patrocinio del CONI Nazionale, un importantissimo riconoscimento che afferma la caratura assunta da Sport Expo. Un percorso di crescita costante che ha reso l’evento il punto di riferimento dello sport giovanile del nord-est, catalizzando anche l’attenzione delle istituzioni. Ad oggi sono molti i Comuni della provincia che hanno deciso di essere parte integrante della manifestazione grazie al coinvolgimento dei propri

studenti: oltre 6000 gli alunni che trascorreranno la mattinata del lunedì o del sabato all’insegna dello sport, una cifra destinata a raddoppiare per l’attrattività che l’evento saprà esercitare. La presenza di Malagò e di alcuni atleti olimpici faranno di Sport Expo l’appuntamento al quale non si può mancare. Una porta aperta anche ai professionisti di domani: la presenza degli studenti di Scienze Motorie dell’Università di Verona sarà un’occasione per essere assistiti nel nome di uno sport corretto. Un’eredità importante, che il neo assessore allo Sport di Verona, Alberto Bozza, è pronto a far crescere: “Sport Expo da 10 anni aiuta i giovani a scoprire e coltivare le proprie passioni sportive – ha dichiarato Bozza Passioni che insegnano l’impegno, la disciplina e in alcuni casi il sacrificio. Il mio auspicio – ha concluso l’assessore – è che anche questa edizione si riconfermi un’occasione per i giovani di scoprire la passione per lo sport”.


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passione

L’ORIENTEERING COMUNE BOSCOCHIESANUOVA

A VERONA di Emanuele Pezzo

Mappa, bussola e corsa contro il tempo

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La disciplina sportiva è svolta da Lessinia Orienteering, club attivissimo nelle scuole

na carta topografica e una bussola, nel bel mezzo di un bosco oppure in un centro abitato. Una serie di obiettivi da cercare, fidandosi solo della propria capacità di capire la propria posizione. Una serie di variabili per lo spostamento, come gli sci, la mountain bike, persino la canoa, il cavallo o l’auto. Questo è l’orienteering, nelle sue molteplici declinazioni. La disciplina, nata in Scandinavia verso la fine del XIX secolo, è partita dall’ambiente militare per poi affermarsi come vero e proprio sport. Consiste nell’orientarsi,con mezzi a disposizione limitati, e percorrere un itinerario ben definito nel minor tempo possibile, alla ricerca delle ‘famose’ lanterne bianche e arancioni. Poteva mancare una simile disciplina sportiva nel veronese, territorio ricco di prati, boschi, pareti rocciose, sentieri, ovvero di un ambiente naturale ricchissimo e vario? Dai primi anni Ottanta esiste Lessinia Orienteering, un’associazione affiliata

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Il rettilineo d’arrivo

Uno sport veramente per tutti

alla FISO (Federazione Italiana Sport di Orientamento), che si occupa di diffondere questa passione sull’altopiano veronese e in altre zone della città. Il club, che attualmente conta una settantina di iscritti, è nato in occasione dei campionati italiani disputatisi a Bosco Chiesanuova nel 1983, i primi organizzati fuori dal Trentino Alto Adige. Lessinia Orienteering, oltre a partecipare alle diverse competizioni presenti e ad organizzare gare regionali e nazionali, svolge la propria opera nella promozione di una disciplina così unica. La diffusione avviene soprattutto nelle scuole, con attività didattiche e competizioni semplificate, alle quali Lessinia Orienteering è sempre disponibile. L’orienteering non è ancora disciplina olimpica, sebbene abbia provato più volte ad entrare nel programma. Tuttavia è ormai diffuso in Italia e nel mondo, tanto da avere campionati nazionali, mondiali e partecipare agli World Games, cioè le ‘Olimpiadi degli sport non olimpici’. Per info: lessiniaor@yahoo.it.


WEST VERONA RUGBY UNION

passione

COMUNE SONA

Una realtà in continua crescita P

artendo con pochi giocatori tra prima squadra e giovanili, il West Verona Rugby Union ha visto via via crescere il numero dei propri tesserati fino a poterne vantare più di 200. Oggi si contano quattro squadre nel minirugby (da under 6 a 12), le under 14 e 16, un buon gruppo di giocatori under 18 e la prima squadra seniores che milita nel campionato di serie C girone 2 con buonissimi risultati. La missione? Promuovere e diffondere la conoscenza e la pratica della palla ovale, unendo valori sportivi e valori umani di grande intensità e spessore. E’ così che ad attività prettamente sportive, si affiancano attività di natura sociale con eventi dedicati ai meno fortunati. Sono molti i pregiudizi che circondano il nostro sport: ma giocare a Rugby non è pericoloso, anzi: fa bene! Abitua al contatto, aiuta ad elaborare strategie, è fortemente socializzante ed è adatto a tutti indipendentemente dal peso e dalla statura. Giocare all’aria aperta inoltre, fortifica giorno dopo giorno. Fortunatamente (e meritatamente) i pregiudizi si vanno via via attenuando man mano che cresce la conoscenza e la diffusione di questo sport grazie anche agli ultimi eventi di alto

impatto mediatico. È possibile avvicinare il bambino al mondo del Rugby già dai cinque anni, con regole semplificate e momenti ludici che insegnano a correre con la palla, a fermare l’avversario che è portatore di palla e a superare la linea di meta anche con l’aiuto dei propri compagni. Particolare attenzione è dedicata alla formazione dei propri educatori/allenatori: l’aggiunta dell’aggettivo “educatore” non è casuale ma figlia di un concetto di attività sportiva che va al di là del solo agonismo. Sessioni di allenamento e nozioni tecniche vengono estese anche ai genitori che vogliono partecipare e seguire attivamente le squadre come accompagnatori o anche solo conoscere meglio ciò che verrà trasmesso ai loro figli. Cosa aspettate? Venite a provare! Non serve molto: pantaloncini, maglietta, scarpe da ginnastica e tanta curiosità verso se stessi e verso il proprio territorio. Voglia di conoscere nuovi amici, di ampliare le proprie emozioni e fare un’esperienza pratica in un gruppo che fa dell’altruismo e dell’allegria un vivere quotidiano. Per maggiori informazioni è possibile visitare il nostro sito www.westveronarugbyunion.com

West Verona Rugby Union è un Club di Rugby fondato nel 2004 che opera principalmente nell’area geografica a ovest della provincia di Verona nei comuni di Sona (in cui ha sede ed è in fase di ammodernamento il primo centro sportivo completamente gestito dal Club) Sommacampagna e Villafranca di Verona.

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passione

COMUNE LEGNAGO

ASD PALLAVOLO LEGNAGO di Giuseppe Munerato

Ritorna il Volley nelle scuole legnaghesi! L

e Società ASD Pallavolo Legnago e Griffon Volley, in collaborazione con FIPAV Verona, hanno organizzato un ciclo di lezioni introduttive alla pallavolo indirizzato ai ragazzi delle scuole primaria e secondaria dell’Istituto Comprensivo Legnago 1. Con decorrenza dai primi di febbraio 2016, il programma prevede

un minimo di due ore di lezione per ogni classe che abbia dato adesione al progetto. Tutti gli alunni avranno a disposizione tecnici qualificati, nominati dalla federazione, un Kit di attrezzatura specialistico offerto da FIPAV Verona, e possibilità di contatto con i referenti delle società ASD Pallavolo Legnago e Griffon Vol-

ley al fine di ricevere indicazioni per coloro che vorranno approfondire e praticare il gioco della pallavolo. L’iniziativa è stata raccolta con entusiasmo dal Dirigente scolastico Gabriele Bernardinello e dagli insegnanti delle classi 3a, 4a e 5a per quanto riguarda le primarie, e di 1a 2a e 3a per gli istituti secondari Frattini e Barbieri. Le lezioni verteranno principalmente sui fondamentali del gioco: battuta, ricezione in bagher, palleggio, azione di attacco (Piazzata, pallonetto e schiacciata), muro. Senza trascurare le caratteristiche dei ruoli dei giocatori, palleggiatore, centrale, schiacciatore e libero. Tutte queste basi saranno utili per meglio comprendere e magari arrivare ad amare uno sport che risulta essere forse l’unico vero “sport di squadra”, dove quest’ultima è più importante dei

singoli giocatori e dell’allenatore stesso, dove ogni componente è assolutamente fondamentale all’azione, ma solo se in perfetta armonia con i compagni. Un gioco privo di qualsivoglia contatto fisico con l’avversario. Ci auguriamo che il momento possa essere vissuto con la giusta determinazione e passione per raggiungere l’obiettivo della crescita sportiva dei nostri ragazzi.

PIOGGIA DI MEDAGLIE PER LO SHOOTING TEAM SCALIGERO

P

er la società scaligera di tiro a volo specialità olimpica “Skeet“ dello Shooting Team Scaligero del presidente Dott. Silvio Mantovani di Isola della Scala, il 2015 e l’inizio del 2016 sono stati momenti intensi e belli con una pioggia di medaglie in ogni categoria, sia individuale che a squadre. Grosso contributo a tutto questo anche dai due tiratori di Legnago Renzo Bissoli di San Pietro, e Mirco Faccio di Porto. Con Renzo Bissoli campione regionale nel 2007, 2011, 2012 e nel 2013, un 1° posto nella seconda

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categoria nel Gran Premio Fitav svoltosi a Trecate (NO), e campione interregionale e regionale nel 2015 nella 1° categoria. Mirco Faccio negli ultimi anni, ha saputo mettere a frutto la sua esperienza vincendo, campionati regionali in 2° categoria nel 2006, 2007, 2009, 2010. Inoltre nel 2007 a Civitavecchia in occasione della finale del campionato italiano calibro 20, Faccio si laureava campione italiano nella 2° categoria. Per lui altra esperienza nazionale a Trecate (NO) dove si piazzava al primo posto nel Gran Premio Fitav di 1° categoria; inoltre iniziava il 2016 aggiudicandosi il titolo di campione regionale invernale. Faccio e Bissoli attualmente entrambi di 1° categoria, partecipavano fattivamente alla vittoria a squadre nel campionato regionale del 2008, 2015 e 2016. Il gruppo di tiratori scaligeri della specialità olimpica skeet - di cui Bissoli e Faccio fanno parte - comprende circa 25 tiratori provenienti dai

Comuni di Legnago, Cerea, Veronella, Minerbe, Oppeano, Mezzane di Sotto, Castelnuovo del Garda, e inoltre dalle provincie di Vicenza, Bolzano, Udine, Firenze, Brescia e Bergamo, a dimostrazione che il gruppo, negli anni si è consolidato con una sua propria identità, la solidarietà ed il gusto della vittoria all’interno della squadra; trasmessa dai veterani ai più giovani. Il responsabile del gruppo della specialità skeet Claudio Munaro di Cerea, conferma che quasi tutti i tiratori scaligeri sono nati sportivamente presso la struttura del “grande maestro” Sergio Zanetti di Legnago, deceduto qualche tempo fà, e, che aveva il suo impianto di tiro a volo dietro alla struttura ospedaliera vero punto di incontro degli appassionati del tiro a volo. E un grazie di cuore va anche a lui che ha saputo trasmetterci questa grande passione per il tiro a volo.


G.S. LUC

passione

COMUNE OPPEANO

Una fucina di campioni

L’

associazione sportiva G.S. Luc di Bovolone, iscritta recentemente nel registro delle associazioni comunali di Oppeano, esercita anche sul nostro territorio e conta 82 tesserati. La stessa organizza raduni ciclistici, gare su strada e pista. La stagione appena finita della G.S. Luc è stata carica di soddisfazioni: a settembre 2015, nelle gare conclusive per 200 mini corridori tenutasi a Vallese, la Luc ha raggiunto il podio, premiata nella speciale classifica per società, della 3^ edizione del Memorial “Tescaroli”, su un circuito cittadino chiuso al traffico di 1250 metri. Sono parecchi i motivi d’orgoglio della Luc, tra i quali i successi ottenuti in tutte le categorie e la conferma a livello provinciale e regionale nella categoria giovanissimi guidata dal d.s. Michele Martorana che ha fatto raggiungere alla Luc 102 vittorie, 72 secondi e 51 terzi posti. Un’annata da incorniciare anche quella del team femminile di Claudio Soave: ragazze affiatatissime che hanno conquistato i titoli di Campioni provinciali e regionali su pista donne esordienti con Gaia Soave e Veronica Zaninelli, mentre per la

stessa categoria il titolo su strada è andato a Veronica Zaninelli. Tra le vincenti anche l’allieva Giorgia Bariani, che su strada ha conquistato oro e argento a livello regionale e un quarto posto ai campionati italiani. Nella categoria esordienti il D.S. Roberto Zanoncello ha raggiunto buoni risultati tra le gare su strada e su pista: 6 vittorie, 7 secondi e 12 terzi. I titoli di campioni provinciali su strada sono stati conquistati da Filippo Gaspari nella categoria del 1° anno e Federico Zorzan in quella del 2° anno, mentre Alexandro Cucereanu conquista il titolo su pista. Tra gli allievi: due vittorie, sei secondi, quattro terzi e numerosi altri piazzamenti per i ragazzi guidati dal D.S. Lino Scapini. Tra essi spiccano Davide Vignato, Luca Bariani e Enrico Variati, gli ultimi due ora passati agli juniores. Da G.S. Luc proviene Elia Viviani, residente a Vallese, ora in piena fase allenatoria per le prossime Olimpiadi. Oltre ad esso anche Attilio Viviani, fratello minore di Elia ed Enrico Zanoncello, sempre di Vallese, che corrono nei dilettanti nel team Colpack cioè una squadra di Bergamo; prima hanno corso per la categoria juniores nella squadra Assali Stefen. Il campione Elia Viviani è cresciuto nella “Luc”, ora fa parte della Sky. Nel 2015 ha incatenato un successo dietro all’altro: ad esempio 8 successi su strada quali la tappa del Giro d’Italia e in Inghilterra, oltre al titolo europeo e il bronzo in Coppa del mondo. Per Elia è stato l’anno professionistico più importante della sua carriera, come ha dichiarato Elia alla cena sociale del Fan Club. Il grande obiettivo per il quale si sta già allenando sono i Giochi olimpici di Rio 2016. Elia condivide la passione in coppia con Elena Cecchini che dopo l’obiettivo delle classiche e del campionato italiano, nel 2016 guarda ai Mondiali e alle Olimpiadi. Ricordiamo anche che sul territorio comunale di Oppeano è presente l’associazione Oppeano Bike, il cui allenatore è Luca Donella. Per info su G.S. Luc cell. 3351260916 o gslucbovolone@tiscali.it

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passione

COMUNE MONTEFORTE

APPASSIONATI DI PODISMO di Moreno Floriani*

C’era una volta il G.S.D. Valdalpone De Megni

E Partenza 21a marcia non competitiva Per il Sorriso dei Bimbi (con la campionessa olimpica Sara Simeoni)

Partenza 8° Gran Premio - Giovani Promesse (gara competitiva)

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* Assessore allo Sport di Monteforte d’Alpone

ra il 1973 e un gruppetto di appassionati podisti di Monteforte d’Alpone si trovò una sera presso lo storico Bar Sport del Nani per formare il Gruppo Podistico Valdalpone. Un nome voluto dal primo presidente Renzo Orlando per coinvolgere tutta la vallata d’Alpone. E così Gianni Lorenzoni, Redenzio Anzolin, Romeo Nardi, Gianluigi Pasetto e i mai dimenticati Romano Contin e Riccardo Uncinelli insieme ad Orlando formarono il primo direttivo. Ma il fiore all’occhiello del G.S.D. Valdalpone fu la nascita della Montefortiana, una manifestazione podistica che ha raggiunto altissimi livelli partecipativi e di qualità, tanto da essere diventata uno degli eventi podistici più importanti a livello internazionale. Dopo l’esperienza della staffetta del 25 aprile 1975 nel 30° della Liberazione, il segretario Gianluigi Pasetto propose di organizzare una “marcetta” nel giorno della sagra di Sant’Antonio Abate per poter fare un po’ di esperienza in vista di una maratona in aprile. Nacque così la prima edizione del Trofeo Sant’Antonio Abate. Nel luglio del 1975 si pubblicizzò questa prima gara non competitiva con un volantino che prevedeva la chiusura delle iscrizioni a mille partecipanti, ma già alla fine di novembre le iscrizioni piovevano a grappolo. A fine dicembre si chiusero le iscrizioni con 4 mila partecipanti e il 18 gennaio 1976 furono 4470. Un fatto strepitoso per quei tempi! Finita la prima edizione già si pensava alla successiva, e il 23 gennaio 1977 la seconda edizione vide al via 7150 partecipanti. Fu un altro trionfo! E la terza edizione segnò il traguardo dei 10 mila partecipanti, numero sotto il quale non si è più scesi. Con l’edizione del 17 gennaio 1982, accanto al Trofeo Sant’Antonio Abate, fu inserita 1a Montefortiana Turà, una gara competitiva di grandi atleti nel centro storico di Monteforte. Poi nel 1995 la Maratonina, nel 1996 la marcia per il Sorriso dei Bimbi; e negli anni sucessivi la marcia guidata Passi

nel Tempo, il Gran Premio-Giovani Promesse, l’Ecomaratona e quest’anno l’Ecorun Turà (che è andata a sostituire la storica Montefortiana Turà). Ma la storia del G.S.D. Valdalpone De Megni è stata segnata anche da appuntamenti culturali di grande rilievo. Grazie al Gruppo, nel 1992 venne pubblicato il libro “Monteforte, il tempo dei ciottoli” del prof. Bruno Anzolin, e tre anni dopo un altro libro dello stesso autore, “Poeti dialettali montefortiani”: due pubblicazioni importanti per la storia di Monteforte. Ma l’impegno culturale proseguì anche con l’organizzazione di grandi concerti, tra i quali ricordiamo quello del grande maestro indonesiano Norman Widyaia, del pianista Giorgio Vercillo e del baritono Gianni Angiari. E poi ancora l’impegno di solidarietà con le Missioni Camilliane, i convegni di grande prestigio patrocinati dalla Pastorale della Salute del Vaticano, il concorso scolastico di disegno per i ragazzi delle scuole, il premio giornalistico “Grappolo d’Oro”, senza contare i gemellaggi con la Maratone di New York, Taipei (Taiwan) e di Roma. Su tutto è sempre prevalso un volontariato schietto, spontaneo, pieno di improvvisazione e fantasia che ha fatto della Montefortiana uno spettacolo unico e sempre diverso, che ha stimolato la partecipazione e l’entusiasmo degli organizzatori ed ha incontrato la collaborazione della popolazione. Fino ad arrivare al grande successo della Montefortiana numero 41, che si è svolta lo scorso 16 e 17 gennaio, e ha visto la partecipazione di 21 mila sportivi provenienti da tutta Italia e da vari Stati europei.

Il Consiglio Direttivo


BICI CLUB CAVAION

passione

COMUNE CAVAION

Un punto di incontro e di svago

E

ra nell’aria da anni e finalmente prende corpo un progetto che premia gli amanti dello sport delle due ruote, diventando un preciso punto di riferimento sia per bikers locali che di ogni altro sito geografico. L’Associazione, che ha assunto il nome di Bici Club Cavaion, nasce ufficialmente nel marzo 2007 per formalizzare in associazione l’esistenza di un gruppo di appassionati della bicicletta, assidui praticanti che insieme hanno partecipato e concluso diverse “imprese” molte delle quali oltre i nostri confini tra Francia e Germania; dei veri duri che ne sanno di bici e che macinano chilometri e chilometri pigiando sui pedali. La finalità dell’associazione è quella di: - promuovere e sostenere tutte le attività legate al mondo della bicicletta; - promuovere l’uso della bicicletta anche nel tempo libero, con modalità escursionistiche, per valorizzare gli aspetti ambientali, culturali e storici del territorio e, inoltre, come occasione di socializzazione tra le persone Ogni anno presenta un programma ufficiale delle attività che andrà a svolgere e la sua missione è quella di rappresentare un punto di riferimento, all’interno

della comunità, per tutte le attività in qualche modo collegate con il mondo della bicicletta. Il 2015 lo ha visto organizzare e portare a termine un nutrito programma di escursioni, in molti casi impegnative ed ambiziose nei risultati; tutte le manifestazioni sono state realizzate ed i partecipanti hanno espresso la loro soddisfazione per i risultati ottenuti. Attualmente i soci iscritti sono oltre 100 e la caratteristica fondamentale del gruppo è data dalla forte coesione, amicizia e voglia di fare che lo rende fortemente motivati nel trovare sempre nuovi obiettivi, passando attraverso un sano divertimento. Fanno parte del ‘Bici Club’ anche persone non praticanti ma semplicemente amanti di questo straordinario sport che, insieme al resto del gruppo, vogliono condividerne tutti i contorni e tutte le emozioni. Nutrita la partecipazione femminile sia nelle passeggiate tra le splendide località dell’entroterra Gardesano che nella struttura organizzativa. L’entusiasmo e la partecipazione massiccia di tutti gli iscritti fanno di questa associazione un ente dinamico e in continuo sviluppo.

Chi Siamo la nostra storia

B

ICI CLUB CAVAION nasce ufficialmente nel marzo 2007 per formalizzare in associazione l’esistenza di un gruppo di appassionati della bicicletta, assidui praticanti e con all’attivo già diverse trasferte, anche al di fuori del territorio nazionale. Dalla sua fondazione il Bici Club Cavaion presenta un programma ufficiale delle attività che verranno svolte e nostra missione è quella di rappresentare un punto di riferimento, all’interno della nostra comunità, per tutte le attività in qualche modo collegate con il mondo della bicicletta. L’entusiasmo e la partecipazione massiccia di tutti gli iscritti fanno di questa associazione un ente dinamico e in continuo sviluppo. Attualmente i soci iscritti sono 95 e la caratteristica fondamentale del gruppo è data dalla forte coesione, amicizia e voglia di fare che ci rende fortemente motivati nel trovare sempre nuovi obiettivi, passando attraverso un sano divertimento. Fanno parte del “Bici Club” anche persone non praticanti ma semplicemente amanti di questo straordinario sport che, con noi, vogliono condividerne tutti i contorni e tutte le emozioni. Nutrita la partecipazione femminile sia nelle “passeggiate" tra le splendide località dell’entroterra Gardesano che nella struttura “organizzativa”.

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NOVITÀ A SAN GIOVANNI LUPATOTO

bmx di Marcello Tosoni

Torna la Bmx con la

Libertas

I I CORSI DI BMX DELLA LIBERTAS n QUANDO Preagonistica: lunedì e mercoledì 16,30 - 17,30, 17,30 – 19 Agonisti: martedì giovedì 17 - 18,30, 18,30 - 20,30 L’ impianto dispone di una nuova pista costruita appositamente per i principianti n LIVELLI CORSI 1° livello: Basi per andare in bici – si insegnano le basi: la corretta pedalata (pedalare in piedi e da seduti), come impostare una curva, allenare l’equilibrio sulla bicicletta e i fondamentali per rendere più sicuro Il giro di bici di vostro figlio. 2° livello: Come affrontare qualsiasi ostacolo è il corso dove viene insegnato come affrontare i salti di una pista di BMX. come passarli e saltarli in modo corretto. 3° livello: Perfezionamento della tecnica è il corso per i più esperti che vogliono migliorare la loro tecnica, di partenza da cancelletto, di entrata e uscita dalle paraboliche e di salto. Tutte tecniche fondamentali per poter affrontare le competizioni. n ABBIGLIAMENTO Casco, guanti, maglia a manica lunga e pantaloni da cross o jeans. A coloro che non fossero in possesso di una bicicletta il Team Bmx Libertas Lupatotina darà la possibilità di disporre del mezzo adeguato e del casco.

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Il prossimo 10 aprile

teremo quasi 300 ril Team Bmx Libertas la società lupatotina ders, di età compreLupatotina fa parte organizza la prima sa tra i 4 e i 40 anni. dell’omonima poliSiamo entusiasti ma sportiva di San Gioprova del Circuito allo stesso tempo vanni Lupatoto. Italiano. Di questo, e coscienti delle reÈ una società senza di altro ancora, sponsabilità nell’orscopo di lucro, affiliaganizzare un evento ta alla Federazione Cici parla il vice di questa portata”. clistica Italiana (FCI). presidente Gabriele “Verona” - prosegue L’attività è organizzaCosterman Costerman - “è la ta in forma di voloncittà con più piste da tariato e i soci sono i BMX in Italia. Oltre a genitori dei minorenni ospitare gare del Circuito Italiano, in luglio iscritti al Team e gli atleti maggiorenni. Tra i accoglierà i campionati assoluti Europei riders, le punte di diamante del movimento di Bmx, evento straordinario nel quale si lupatotino sono: Roberto Cristofoli, Camsfideranno i migliori atleti d’Europa. All’Opione Italiano Elite, e Nicholas Okoh, relimpyc Arena di Verona (Via Sogare zona sponsabile di promozione, attività di base stadio) arriveranno tante famiglie da tutta sul territorio e organizzazione di eventi a Europa: sarà l’occasione di far conoscere la livello nazionale. Tutto questo è Libertas nostra provincia e le nostre eccellenze. InfiLupatotina. E nell’ambito dei grandi eventi ne il 4 settembre si svolgerà una prova del si inserisce la prima prova del Circuito Itacampionato Triveneto. Come Libertas ci sialiano che si svolgerà presso la pista di Viale mo posti come obiettivo sportivo un piazOlimpia a san Giovanni Lupatoto. zamento sul podio in tutte le classifiche di “Si tratta” - ci spiega il vice presidente Gasquadra nazionali. Poi, a livello gestionale, briele Costerman - “della prima tappa di vorremmo asfaltare la prima parabolica una gara che si svilupperà sulle principali della pista, sponsor permettendo…”. piste italiane. Presso la nostra pista ospi-



UNDER18 EST VOLLEY XXXXX

progetto sport volley di Gianmarco xxxxx Fontana

Un Look NeroNotte C » Importante successo per la formazione Under18 Est Volley Club che lo scorso febbraio ha conquistato il titolo provinciale 2015-2016. Ennesima grande soddisfazione per la società presieduta da Paola Pertile che si conferma una delle realtà più attive - e vincenti del territorio veronese. In questa intervista di Direttore generale Claudio Brendolan ci ‘svela i segreti’ degli orange di San Bonifacio

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laudio, innanzitutto presentiamo questa meraviglia di squadra che si è aggiudicata il titolo provinciale Under18 2015-2016…

La rosa è composta da 15 ragazze. Si tratta di una squadra giovane (età compresa tra i 14 e i 18 anni) che nel corso dei mesi ha raggiunto notevoli miglioramenti, tecnici e mentali. Ci tengo a nominare le ragazze ad una ad una: Azzini Martina, Brendolan Giorgia, Carli Giada, Chilese Giulia, Dalla Vecchia Anna, Fontana Giulia, Franchetto Noemi, Frison Sofia, Garzon Benedetta, Giusti Nicole, Grazie Camilla, Leviti Laura, Righetti Camilla, Steccanella Elisa e Woodard Elena. È un gruppo in parte già collaudato da qualche anno, che ha saputo unire le varie individualità per un unico obiettivo. Una squadra vincente che ha centrato una vittoria di gruppo. Fatta eccezione per tre che provengono dall’Unione Volley Montecchio Maggiore, tutte le altre atlete prendono parte al campionato regionale di serie D, in piena corsa per i play-off. Una grande soddisfazione vederle gioca-

re. A coronamento di questo successo lo scorso 8 marzo atlete, tecnici e dirigenti sono stati accolti e premiati dal sindaco Gianpaolo Provoli, a testimonianza della vicinanza al mondo del volley da parte del Comune di San Bonifacio.

H

ai citato l’Unione Volley Montecchio Maggiore, società con la quale l’Est Volley Club porta avanti un’importante collaborazione già da qualche anno: come si articola questa sinergia? Si tratta di un progetto nato grazie alla disponibilità di Enilo Ziggiotto e Fabio Maraia, rispettivamente presidente e vice presidente del Montecchio. Alla base di questa cooperazione c’è uno stretto legame tra tecnici; è grazie a loro che lo “scambio” fra atlete è divenuto una realtà interessante e, passatemi il termine, vantaggiosa a livello sportivo. Da tre anni inoltre abbiamo deciso di aderire al progetto ‘Volley Sinergy’, ideato dalla società AGIL Volley – Igor Novara Volley, che milita nel campionato nazionale femmi-


Paxxx

nile di serie A1. È una partnership molto importante e allo stesso tempo stimolante, che offre l’opportunità alle atlete meritevoli di puntare in alto.

E

st Volley porta inoltre avanti da qualche anno un altro progetto... Si, il nostro Consorzio scaturisce dall’unione di più società limitrofe nei comuni e frazioni di San Bonifacio, Locara e Arcole, i quali difficilmente vengono aboliti. Con la nascita di Est Volley Club (Arcole Volley, Top Volley e Pallavolo Locara) abbiamo cercato di creare un solido progetto, investendo sulle nuove generazioni, in modo tale da formare atlete e team competitivi oltre i confini della bassa veronese e della provincia di Verona. Questo progetto, iniziato quattro anni fa, comincia a dare i suoi frutti. Puntando su uno staff di tecnici e dirigenti altamente qualificati e di grande professionalità, il nostro Consorzio vanta ben 4 titoli provinciali: Under14, doppio Under16 e Under18. Senza contare i numerosi secondi e terzi posti alle varie finali. Per merito di questo cammino di crescita Est Volley si è così affermato come una nuova e interessante realtà del panorama provinciale e regionale. Oltre alla prima squadra infatti tutte le nostre varie categorie giovanili (U13, U14, U16 e U18) hanno gareggiato nei campionati regionali, andando a disputare le fasi finali con realtà di fuori Verona. Giocare in Regione significa portare in alto i colori e il nome del nostro Consorzio, sempre più un punto di riferimento per il movimento pallavolistico veneto.

A

lla base di questi successi un team di tecnici e dirigenti di assoluto valore…. Senza dubbio: i grandi risultati si ottengono se le atlete vengono preparate e seguite in allenamento, per quanto riguarda la tecnica e il gioco di squadra, ma anche mentalmente e caratterialmente. E questo è il compito del nostro staff tecnico. Come primo allenatore, alla guida della serie D e dell’under 18 c’è Piergiorgio Merlanti, affiancato dal vice-allenatore Marco Azzini. A loro supporto ci sono Angela Visentini, secondo allenatore serie D, e Gianmarco Fontana, assistant coach, due figure che arricchiscono la professionalità del team. Infine, ma non per ultima, voglio citare Giulia Simioni che, insieme al sottoscritto, ricopre il ruolo di dirigente, occupandosi di tutta la parte burocratica.

Q

ualche ringraziamento in particolare?

Si, vorrei esprimere una calorosa riconoscenza a mia moglie Paola Pertile, nonché presidente del Consorzio Est Volley Club. È lei che mi stimola ad andare avanti, a continuare in questa direzione, ad ambire sempre al meglio. Non tutto è così semplice come può sembrare, ma grazie alla carica che Paola mi offre ogni giorno, cerco di superare ogni difficoltà. Un ringraziamento va anche alla nostra tifoseria che, con correttezza e rispetto, incita le giocatrici, esprimendo il loro sostegno con allegria e divertimento. Una super tifoseria per super risultati al grido di “Su le mani, siamo arancioni!”

Alla base dei successi dell’Est Volley Club ci sono grande passione e competenza, elementi fondamentali per pianificare in modo ottimale una società dalle grandi ambizioni

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CALZEDONIA VOLLEY CAMP 2016

volley

RU

di Andrea Totolo

ready? A

grande richiesta torna anche per l’estate 2016 il ‘Calzedonia Volley Camp’, due settimane di camp estivo, aperto a ragazze e ragazzi, nella fantastica location di Bressanone (BZ). Si tratta della seconda edizione del Camp interamente prodotto e curato dalla società scaligera che ha la volontà di offrire alle famiglie la possibilità di educare i propri figli allo sport e alla pallavolo, in un ambiente sano e gestito da personale qualificato. Grande attenzione viene dedicata alla scelta del personale che svolgerà direttamente l’attività per le due settimane. Infatti il progetto sportivo sarà guidato dal tecnico della Calzedonia Verona An-

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L’edizione 2015 ha fatto registrare il sold out, facendo avvicinare al mondo pallavolistico di Calzedonia Verona anche una decina di ragazzi del comune di Bressanone. La cosa importante però è che tutti i partecipanti sono tornati dalla settimana altoatesina carichi di entusiasmo e desiderosi di ritornare

drea Giani il quale detterà le linee guida degli allenamenti tecnici che saranno poi proposti dal personale presente durante il periodo di attività. Il direttore tecnico sarà l’allenatore della serie C e assistente allenatore della prima squadra Diego Flisi. Saranno inoltre presenti allenatori qualificati che hanno già lavorato in carriera con ragazze e ragazzi. Gli allenamenti verranno suddivisi anche in base allo stato di preparazione dei singoli partecipanti. Il ‘Calzedonia Volley Camp’ sarà ospitato dal college Vinzentinum di Bressanone, scuola paritaria di lingua tedesca che durante il periodo scolastico ospita 263 alunni. Struttura del 1872, nei mesi estivi il Vinzentinum apre le sue porte agli ospiti ai quali viene offerta la pensione completa. I gruppi sportivi e giovanili possono inoltre utilizzare l’area esterna dotata di parco, piastra polivalente, campo da calcio e completamente recintata. A disposizione anche diversi locali per il tempo libero.


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PANTONE 116 C

volley

I N O I Z I R C IS ERTE! AP

estate

2016 Camp Under 14 nati/e 2006.2005.2004.2003 dal 26.06 al 2.07 Camp Over 14 nati/e 2002.2001.2000.1999 dal 03.07 al 09.07

Bressanone Bolzano

Tel. 045 8102079 segreteria@bluvolleyverona.it www.bluvolleyverona.it

Partner

Media partner

Partner istituzionali

Fornitore ufficiale

Gli allenamenti si svolgeranno presso le palestre comunali della Scuola Media di Via Dante, raggiungibile in sicurezza a piedi dal college in soli cinque minuti. L’impianto coperto dispone di un campo centrale in parquet sul quale sono allestiti tre campi regolamentari per gli allenamenti. La struttura, moderna e ristrutturata, dispone di ampi spogliatoi. Inoltre verranno utilizzati altri impianti nel comune di Bressanone come la pista di atletica, la piscina e il campo da calcio in sintetico per le altre attività previste nella settimana. Durante la settimana i ragazzi del Calzedonia Volley Camp avranno inoltre la possibilità di condividere i momenti della settimana con qualche giocatore della nostra serie A A livello extrasportivo verrà dato spazio alle attività di animazione, soprattutto durante le serate. Inoltre saranno confermate le riuscitissime uscite naturalistiche nella zona della Plose di Bressanone, l’uscita nel fantastico parco acquatico AcquaArena di Bressanone e, novità 2016, la palestra di roccia. Per un’estate di grande grande sport e, soprattutto, di grandissimo divertimento. Da non perdere…

Patrocini sportivi

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SPORT MANAGEMENT VERONA

nuoto di Alberto Cristani

Con i suoi 38 impianti, la società presieduta dal Prof. Sergio Tosi è leader nazionale nella gestione di Centri sportivi natatori. Inoltre vanta una formazione di pallanuoto in serie A1 che si sta affermando tra le più competitive a livello nazionale

per

Passione infinita

l’acqua S

port Management nasce a nel 1987 e nella prima fase di espansione ebbe come centro nevralgico Verona, dove gestì in più riprese alcuni dei principali centri sportivi e natatori. Nel 2010 diventa S.p.A. e allarga il suo raggio di azione in Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Toscana, Liguria, Emilia Romagna, Marche e Abruzzo. Tre le discipline sulle quali è attivamente impegnata: pallanuoto, nuoto e nuoto sincronizzato. Fiore all’occhiello della Sport Management è la squadra di pallanuoto maschile che attualmente milita nella Serie A1. Questa disciplina rappresenta il vero e

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proprio ‘amore’ sportivo del presidente Sergio Tosi, visto che giocò con il ruolo di portiere. Dal 2001 a oggi la squadra ha partecipato ai campionati di Serie D, C e B, conquistando per tre volte la promozione in Serie A2 e giocando le partite casalinghe alla Piscina Dugoni di Mantova. Nella stagione 2012-13 è storico l’accesso in seconda divisione. Sotto la guida di uno dei migliori tecnici della pallanuoto italiana, Marco “Gu” Baldineti, la Sport Management stabilisce il record di vittorie consecutive in campionati di Serie A e B: 23. Nella stagione 2013-14, nell’ambito della politica di valorizzazione dei propri impianti, si trasferisce a Monza al Centro


Credits: Bruno Rosa

Natatorio Pia Grande “BPM Palace”, dove disputa le partite casalinghe di campionato. La Stagione 2014-2015 è quella del debutto in Serie A1. Nel campionato vinto dalla Pro Recco, la squadra di mister Baldineti è l’autentica rivelazione. Chiusa la regular season al 4º posto dietro a Pro Recco, An Brescia e Carpisa Yamamay Acquachiara, ai play off viene eliminata dalla Pro Recco in una doppia sfida persa per un soffio. Ma il camminino del sette del Prof. Tosi non termina qui: in finale 3º-4º posto batte la Carpisa Yamamay Acquachiara in due match (14-13; 8-5) e stacca il pass per l’accesso in Len Champions League. L’orgoglio del Presidente Tosi: “Mai una neopromossa aveva centrato la Champions League al primo anno Serie A. Questo traguardo storico è la ciliegina sulla torta”. Nell’attuale stagione 2015-2016 la Sport Management si è trasferita alle piscine Manara di Busto Arsizio come impianto per le partite interne. Alla ripresa del campionato (16 aprile) i ragazzi di Gu Baldinetti dovranno difendere l’attuale terzo posto in classifica. In Coppa Italia

nuoto

i ‘Mastini’ hanno conquistato un prestigioso terzo posto alle spalle delle ‘solite’ Pro Recco, Brescia e Napoli. “Siamo soddisfatti” – sottolinea il prof. Tosi – “per quanto di buono stiamo facendo e abbiamo fatto per questo sport. C’è un po’ il rammarico di non poter giocare a Verona, la nostra città. Purtroppo non esistono strutture dedicate e in grado di garantirci quanto di buono ci sta dando Busto Arsizio e, non dimentichiamolo, quello che ci hanno dato nelle passate stagioni Mantova e Monza. Il nostro impegno nella promozione del nuoto è sempre massimo e i risultati ne sono una testimonianza tangibile”. “Oltre alla squadra di pallanuoto maschile in A1” – spiega Tosi – “abbiamo una

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progetto sport

giovanissima formazione di pallanuoto femminile in serie B, una squadra di nuoto sincronizzato e nuoto agonistico. Attualmente il nuoto veronese sta attraversando un ottimo momento sia per quanto riguarda la pallanuoto sia in ambito agonistico. Credo sia il momento giusto per ‘spingere’ ulteriormente nella promozione di queste discipline”. Prosegue il presidente di Sport Management: “Attualmente su Verona gestiamo direttamente quattro impianti: le piscine Santini di Verona, il Gio Club di san Giovanni Lupatoto, Gardacqua di Garda e il centro natatorio di Fumane, quest’ultimo di nostra proprietà. Se

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c’è qualche altro centro che mi piacerebbe gestire? Direi di no, anche se in passato qualche interesse c’è stato (vedi Lido di Verona n.d.r.) ma non se n’è fatto nulla. Meglio così. La nostra gestione mira a offrire ai nostri fruitori sempre il massimo, con attenzione alle esigenze e ai dettagli, che sono poi quelli che fanno la differenza”. In chiusura il Prof. Tosi torna fa un’ultima riflessione sulla pallanuoto: “Per me, ovviamente, è lo sport più bello che ci sia, visti i miei trascorsi. Però sono consapevole che è una delle discipline con meno visibilità. A

livello televisivo, per esempio, è difficile seguire una partita a meno che non si abbiano già delle conoscenze specifiche. A tal proposito come Sport Management abbiamo introdotto, per la prima volta in Italia, i led luminosi a bordo vasca, utili nel definire la visione delle aree di gioco e illuminato l’area di rientro. Questo per aiutare gli spettatori, specialmente quelli neofiti. Per noi la partita è un evento a 360°, che si vive e si svolge anche fuori dalla vasca. Il pubblico viene coinvolto con iniziative simpatiche e divertenti. Solo così possiamo puntare a far crescere il movimento e portare in vasca nuove leve. Magari, chissà un giorno, anche a Verona… ”.


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XXXXX DA CAPITANO A PRESIDENTE

di Alessia xxxxx Bottone

La materia prima c’è, però… » F Nella carriera lavorativa così come nello sport (e in particolare nel calcio...), le donne sono portate a tirare fuori una grinta e una tenacia maggiore rispetto agli uomini. Il motivo? Semplice: perché sanno che dovranno mostrare il doppio delle loro capacità per far capire quanto valgono. SportDi+ ha intervistato in esclusiva il presidente del Valpolicella calcio femminile Flora Bonafini: una chiacchierata a 360° sul mondo del calcio in rosa e, più in generale, sull’universo femminile

lora Bonafini è un esempio di passione e di tenacia. Attualmente ricopre il ruolo di presidente del Fimauto Valpolicella Calcio femminile squadra che, dopo la retrocessione in serie B nel 2013 (al termine, ricordiamolo, di un ottimo campionato da neopromossa in Serie A deciso solamente dalla cervellotica quanto ingiusta roulette dei play out n.d.r.) sta ora vivendo uno dei suoi migliori momenti, tra ambiziosi progetti e ottimi risultati. Flora ha iniziato a giocare a dieci anni con la squadra dei pulcini maschile, per passare poi in serie D e arrivare in serie A, sempre indossando la mitica maglia rossoblu del ‘Valpo’. Da due anni ha appeso le scarpe al fatidico chiodo - cedendo i gradi di capitano (a Valentina Boni n.d.r.) - ed è passata a indossare gli abiti più formali di presidente di quella che, a suo dire, è una vera e propria famiglia.

F

lora, per cominciare raccontaci la tua metamorfosi da capitano a presidente…

Per me aver indossato la fascia di capitano di questa squadra ha rappresentato molto, un vero onore. Ho lavorato con il team con passione e responsabilità. Mi sono sempre sentita orgogliosa della mia squadra. Ogni domenica mi sono emozionata e sono sicura di aver contribuito aggiungendo amore al nostro progetto.

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O g g i sono il presidente ma l’obiettivo è sempre lo stesso: migliorare. Da quest’anno abbiamo una squadra Primavera e un settore giovanile di ben 35 tesserate in collaborazione con il ChievoVerona. Puntiamo moltissimo sulle squadre giovanili, sono la linfa per crescere. In serie B, invece, siamo ritornate in corsa dopo che, fino a due mesi fa, i giochi per la promozione in A sembravano chiusi. Dopo sette vittorie consecutive, siamo ritornate nelle zone alte della classifica. Inoltre, in Coppa Italia abbiamo raggiunto i quarti di finale, traguardo storico mai raggiunto dalla nostra società, battendo nei sedicesimi e negli ottavi due formazioni di A.

Tra le varie iniziative le ragazze del Valpo sostengono e promuovono l’attività della Fondazione Save Moras


calcio femminile P axxx

P

artiamo da un’affermazione di Milena Bertolini - allenatrice del Brescia calcio femminile - che durante un’intervistata rilasciata il 1 settembre 2015 a Elisabetta Reguitti per Il Fatto Quotidiano, riferendosi al calcio femminile ha detto: “Serve una scossa anche nel nostro paese. Il nostro è uno sport che nel resto del mondo ha molto seguito”. Cosa ne pensi? Non lo so, se ne sentono tante, anzi, fin troppe. Io penso che il calcio femminile e il calcio maschile siano due sport diversi. In Italia tutto è legato al calcio maschile. Per cambiare le cose si dovrebbe cominciare dalle scuole e quindi dai genitori. In poche parole, se miglioriamo il livello del nostro calcio, tutto poi andrà di conseguenza. Per farlo, ovviamente, bisogna puntare sui giovani e quindi sulle piccole calciatrici. Come Valpolicella da tre mesi a questa parte, grazie all’aiuto di Antonella Formisano, abbiamo portato 35 ragazzine in campo per provare il calcio. Solo una ha poi continuato. Chiaro, non è facile, lo sappiamo benissimo, ma vi assicuro che la ma-

teria prima c’è. Bisogna solo investire in termini di tempo per invogliare le ragazze a conoscere e provare questo sport.

P

ensi che esistano stereotipi legati al calcio femminile?

Non credo esistano degli stereotipi, anzi, sono sicura che le cose stanno cambiando. Come Valpo abbiamo un ottimo rapporto con il ChievoVerona tant’è che tutti si interessano ai nostri risultati e ai nostri progressi. Questo significa che le cose si stanno muovendo. Ci vuole però del tempo. Noi, a dire la verità, negli ultimi dieci anni abbiamo fatto passi da gigante. L’unica preoccupazione che ho è che le

squadre di calcio femminile sono sempre meno e ogni anno ne sparisce qualcuna. Il motivo principale? Non riescono a far fronte alle spese.

P

ensi che il calcio femminile italiano abbia qualcosa da imparare da quello estero?

Ammetto di conoscere poco il calcio estero, ma mi sembra stia funzionando come modello, per cui mi domando: non vale la pena copiare?

Q

uanto ti manca il calcio giocato?

Il calcio giocato mi manca, ma ogni tanto gioco a calcetto con gli amici e questo mi aiuta a farmelo mancare di meno! La malinconia l’ho però messa da parte e ho voltato pagina. Non è stato facile ma ora sono entrata al 100% nel mio ruolo da ex giocatrice.

A

nche il Valpo ha esonerato un allenatore. In generale perchè si decide di cambiare la guida tecnica di una squadra? Nel calcio femminile, ci tengo a preci-

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calcio femminile di xxxxx

Flora Bonafini, nella foto sopra, da vero bomber di razza gonfia la rete avversaria.

sarlo, si decide di esonerare un allenatore solo quando si capisce che c’è bisogno di un cambiamento, quando l’ ambiente e soprattutto lo spogliatoio hanno bisogno di stimoli nuovi e diversi.

Nella foto sotto: nelle vesti di presidente, con grande disinvoltura intrattiene la platea

P

erché quest’anno giocate su più campi? Non vi penalizza questo vostro girovagare? O è una vostra scelta?

Il campo da gioco è un argomento piuttosto complesso. Noi ci alleniamo in settimana su un campo sintetico (Bottagisio n.d.r.) che però non può essere utilizzato per partite ufficiali. Siamo perciò costrette a cercare volta per volta campi sintetici per le partite. Perché il sintetico? Le caratteristiche della nostra squadra vengono esaltate su campi veloci e non sconnessi e quindi il sintetico per noi è perfetto. Noi abbiamo in effetti un campo ufficiale che si trova in Valpolicella, ma è un campo in erba che, seppur buono, quando piove tanto rischia di diventare impraticabile e quindi ci limita. Avere un campo sintetico, sempre lo stesso, sempre a disposizione ci agevolerebbe molto.

Q

uanta rivalità c’è con le vostre cugine dell’AGSM Verona?

N

La rivalità è quella normale che ci deve essere tra due squadre della stessa città;ricordiamo che loro sono in un‘altra categoria, certo è che ora con il nostro passaggio ai quarti di finale di coppa Italia, e il fatto che giocheremo proprio ai quarti un derby con il AGSM Verona, la rivalità ci sarà eccome. La rivalità sana ci deve essere in campo, fuori poi ognuno decide come gestirla, sono certa che daremo tutto in campo e assisteremo a una bella partita.

Nella vita privata mi piace la musica; ascoltarla e scoprirne sempre di nuova; diciamo che facendo un lavoro piuttosto ‘scientifico’ nella vita privata, tendo ad aver bisogno di equilibrare con passioni che tocchino corde completamente diverse.

#

BeValpo: uno slogan uno stile di vita, un modo di essere o cos’altro?

BeValpo è uno slogan ma soprattutto significa senso di appartenenza, un atto di responsabilità per tutto quello che è questa squadra.

L

asciamo da parte per un attimo il calcio e il tuo ruolo di presidente. Anche nella vita lavorativa hai un ruolo decisionale e strategico. È difficile per una donna ‘comandare’?

No, non è complicato se sei seguita. La cosa difficile è cosa devi fare per farti seguire, l’esempio: serve soprattutto prendersi responsabilità e non aver paura di ciò che ne deriva. Credo che in un mondo tanto di facciata, quando si lavora invece sulla sostanza i risultati, magari non nell’immediato arrivino: questo è il mio punto di vista.

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ella vita privata a Flora Bonafini cosa piace fare? Hai qualche hobby in particolare?

P

er scaramanzia non parliamo di quello che potrebbe essere a fine stagione ma, in caso ‘positivo’, avete già qualche idea?

Noi idee ne abbiamo in qualsiasi caso ed eventualità, siamo una squadra forte che ha voglia di far bene, che programma, investe e sviluppa; non cambieranno i nostri obiettivi a seconda del risultato di quest’anno, quest’anno stiamo ottenendo una crescita in tutti gli ambiti, di mentalità, di caratura calciatrici, di organizzazione e di sviluppo del calcio femminile giovanile… certo, la ciliegina sulla torta ci premierebbe di tutto. Le ragazze soprattutto se lo meriterebbero: sono un gruppo bello e intenso, fatto di persone e calciatrici di altissimo livello, che hanno sposato a pieno lo slogan BeValpo. Vorrei infine approfittare e rubare due righe a SportDi+ per ringraziare tutto il Valpo, la società e i dirigenti. Tutti loro lavorano con un entusiasmo e una dedizione. Ringrazio lo staff tecnico, che sta ottenendo risultati incredibili, e le ragazze che danno tutto, sempre, fanno sacrifici enormi e quando sono felici, ci ripagano di ogni fatica. Infine, grazie a tutti gli ‘ubriachi di Valpo’ i nostri tifosi sempre presenti! Grazie, tutto questo fa sì che si continui con entusiasmo e voglia di crescere.


BREVI “ ALL’INFERNO ANDATA E RITORNO” INSIEME A GARZON E GIBELLINI

Tutti in campo per ricordare Enrico S

i svolgerà il prossimo 1 maggio 2016 presso il centro sportivo di Via Frà Giocondo, zona Stadio Bentegodi, la 16^ edizione del Memorial Enrico Bazzoni. Si tratta di un torneo di calcio giovanile organizzato dalla società Olimpia Ponte Crencano e dedicato a Enrico Bazzoni, buono e solare ragazzo scomparso tragicamente nel 2000. Una festa per ricordare un giovane amante della vita, servizievole, altruista e amante dello sport. Enrico era nato il 21 luglio del 1980 e terminate le scuole dell’obbligo iniziò a lavorare con suo nonno in panificio. A 19 anni però decise di cambiare lavoro: iniziò a consegnare medicinali e materiale sanitario agli ospedali. Il 21 marzo 2000, di ritorno da Genova alle 15.50 circa, assistette ad un tamponamento tra un camion e un’auto con a bordo un’intera famiglia intera. Con grande altruismo e senso civico, Enrico si fermò e allertò subito il 118. Nell’attesa dei soccorsi, Enrico trasse in salvo tutti gli occupanti dei veicoli, facendoli riparare in un’aiuola spartitraffico. Con lui fermarono altri automobilisti. Ad un tratto però un’altra auto, proveniente a grande velocità, centrò in pieno uno dei veicoli fermi per soccorrere soccorso. L’auto, catapultata sull’aiuola, travolse otto persone. Enrico, insieme a due ragazzini di 13 e 16 anni morirono sul colpo. Altre persone rimasero ferite, due in particolar ein modo grave. Di seguito una morirà tre giorni dopo mentre l’altra rimarrà invalida. Enrico è stato esempio di dovere civico e altruismo. “Lo ricordiamo ogni anno” - spiega il papà di Enrico – “con un torneo calcistico che è un pretesto per stare in allegria e per mangiare qualcosa insieme. L’allegria e la solarità dello sport e dei ragazzi è il miglior modo per ricordarlo. Manca tantissimo a tutti noi: poterlo ricordare con questo torneo è la cosa più bella che possiamo fare in suo ricordo!”.

La sala del centro culturale di San Giovanni Lupatoto gremita come non mai in occasione della presentazione del libro All’inferno andata e ritorno

L’

evento che si è svolto mercoledì 23 marzo organizzato da Stefano Garzon, patrocinato dal Panathlon Verona 1954 e dal Comune di San Giovanni Lupatoto e coordinato dall’ex assessore allo sport Enrico Mantovanelli, ha avuto un successo straordinario. All’apertura della serata il Presidente del Panathlon Verona 1954 ha posto l’accento sui valori dello sport e dell’importanza dell’etica nello stesso mentre Stefano Garzon ha sottolineato di aver voluto presentare questo libro nella sua San Giovanni Lupatoto in quanto quest’anno la città è stata insignita del titolo di città europea dello sport, la prima nella provincia di Verona. Roberto Puliero magnifico conduttore della serata accompagnato dagli autori del libro Alberto Fabbri e Matteo Fontana attraverso i ricordi di Stefano Garzon e del direttore Mauro Gibellini ha rifatto rivivere ai tifosi presenti i momenti bui di quel Verona che era improvvisamente sprofondato negli inferi del calcio. Numerose le testimonianze e gli aneddoti citati in particolare sullo spareggio salvezza di Busto Arsizio e sullo spareggio promozione di Salerno oltre alle simpatiche citazioni di Roberto Puliero che ricordava per esempio che, in alcuni campi, per battere il calcio d’angolo si dovesse passare da una porta che dava sulla cucina del campo approfittandone per assaggiare alcune specialità per poi uscire a battere il corner. Oltre a questi il ricordo di mister Sarri e delle sue fissazioni sulle scarpe nere e sui moduli per i calci piazzati, le comiche vicende dei finti cardinali e del denaro falso per acquistare l’Hellas oltre al triste ricordo della scomparsa del Conte Arvedi che come ha testimoniato Stefano Garzon ha scosso molto lo spogliatoio. Durante la serata sono intervenuti l’ex gialloblù Busatta e l’ex responsabile alla comunicazione Simone Puliafito il quale ha avuto modo di ricordare l’unione e lo spirito di quel meraviglioso gruppo. A conclusione del bellissimo evento un momento di suspense quando Stefano Garzon ha lasciato capire che ci saranno interessanti sviluppi sul suo futuro a San Giovannni Lupatoto. En. Ma.


progetto sport calcio

ASTON VILLA CAMP

di Benny Calasanzio Borsellino

Un’estate English style Da una parte il fascino e la tradizione di uno dei club più antichi e amati dell’Inghilterra, l’Aston Villa, con i coach ufficiali dell’Academy. Dall’altra la garanzia di un’organizzazione seria e radicata come quella del circuito Sport Camp Italia che da anni pianifica e gestisce i camp estivi per i più piccoli in Veneto, Lombardia e Trentino.

È

questa la travolgente novità della prossima estate per tutti i bambini appassionati di calcio e per i genitori che vogliono regalare ai propri figli un’esperienza sportiva indimenticabile e, al tempo stesso, una vera e propria full immersion in lingua inglese. L’Aston Villa English Summer Camp è infatti a tutti gli effetti una vacanza estiva di calcio della durata di due settimane svolta completamente in lingua inglese, per bambini dai 6 ai 13 anni. Il programma prevede allenamenti quotidiani diretti dai coach inglesi dell’Academy Aston Villa affiancati da tutor italiani, le-

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zioni quotidiane di lingua inglese grazie alla scuola di lingua partner e l’insegnamento e l’applicazione del fair play e del tradizionale “stile inglese” nello sport. Le due settimane (dal 13 al 18 giugno e dal 20 al 25 giugno), si svolgeranno a Verona in via Tommaso da Vico, all’interno del Parco delle mura, in pieno centro storico, mentre altre località che ospiteranno il camp saranno Desenzano e Lavarone. Ogni iscritto avrà diritto ad due kit Aston Villa: uno da gioco e uno da rappresentanza, con tanto di sacca e pallone “claret e blue”, quel bordeaux e celeste colo-


calcio

ri ufficiali del “Villa” già dalla fondazione della società avvenuta nel 1874. Davvero interessante il contenuto tecnico-sportivo dei camp: dallo stop orientato all’uno contro uno, dal passaggio e conclusione allo smarcamento e dribbling. Il tutto accompagnato da attività di team building volte alla socializzazione e alla crescita umana dei bambini. Testimonial dei camp è Simone Farina, Head of Integrity Sport dell’Aston Villa: “Gli Aston Villa Camp” - racconta Farina – “vogliono trasmettere valori fondamentali per i giovani quali l’integrità morale e professionale, la condivisione di una passione, la tenacia e la voglia di dare sempre il meglio in campo senza mai arrendersi. Poter avere un rapporto diretto con un club prestigioso permette di conoscere il calcio ad alto livelli e sicuramente questo é uno stimolo per i giovani per poter puntare in alto nel loro futuro calcistico”. Andrea Rossini, ideatore e responsabile del progetto (presidente è Giovanni Gambini, da sempre attivo nel mondo dello sport e noto per il grande negozio di abbigliamento tecnico Gambini Sport) non ha nascosto l’entusiasmo che ha travolto gli stessi organizzatori: “Siamo orgogliosi” - ci spiega Rossini – “di aver portato l’Aston Villa nel cuore di Verona e di essere riusciti a dare la possibilità ai nostri bambini di toccare da vicino cosa voglia dire allenarsi in un contesto così stimolante. Non bisogna dimenticare che oltre allo sport c’è una parte educativa: gli allenatori parlano solo inglese e questa sarà la lingua che i bambini ascolteranno per tutto il giorno; parlare inglese diventerà naturale e non sarà avvertito come una difficoltà o un imbarazzo”. Per le iscrizioni, che sono già aperte, si può consultare il sito www.calciocamp.com o chiamare il .+39 3200844610.

Nella foto: da sx il presidente di Sport Camp Italia Giovanni Gambini, l’Head of Integrity Sport dell’Aston Villa SImone Farina e l’ideatore e responsabile del progetto Andrea Rossini.

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UN DERBY DA RICORDARE

calcio di Alberto Cristani

Una Grande Sfida indimenticabile Il 16° derby tra Hellas Verona e ChievoVerona, giocatosi al Bentegodi lo scorso 20 febbraio, è stato un momento molto particolare. Non solo in campo...

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I

l derby, per tradizione, è una partita che va oltre ogni pronostico e che regala emozioni davvero uniche e irripetibili. Anche la città di Verona ha vissuto il suo derby in modo particolare. Lo scorso 20 febbraio, però, i motivi per rendere la stracittadina scaligera ancora più unica e indimenticabile, oltre quelli prettamente sportivi e legati al risultato, erano fondamentalmente due. Innanzitutto le due formazioni hanno esibito sulle rispettive divise da gioco una patch raffigurante il logo della fondazione “Save Moras”. L’iniziativa è stata vagliata e approvata dalla Lega Serie A grazie all’interessamento delle due società che dal primo momento hanno sposato e sostenuto l’idea. Le maglie sono successivamente messe all’asta

su Charitystars e l’intero ricavato andrà a finanziare le iniziative della Fondazione. “Voglio ringraziare tutti - ha detto Vangelis Moras - dalla mia società, l’Hellas Verona FC, al ChievoVerona, a tutti colori che si sono adoperati per questa iniziativa. Collaborare così a stretto contatto non è semplice per due squadre della stessa città; credo che l’esempio Verona-Chievo sia un caso unico e di ciò sono orgoglioso. Mio fratello Dimitris prima di morire mi aveva chiesto di continuare la sua battaglia all’interno della fondazione ed esserci riuscito mi riempie di gioia. Abbiamo tante iniziative in cantiere, spero solo che si possa realizzarle sempre rimanendo tutti uniti, perché la battaglia a favore della donazione di midollo osseo e in sostegno dei malati e delle loro


L’ALTRO DERBY

famiglie deve essere condivisa da tutti perché divisi si perde“. Nell’intervallo tra il primo e il secondo tempo della stracittadina scaligera, si è giocata una particolarissima quanto significativa sfida. Anzi una ‘Grande Sfida’ durante la quale i protagonisti sono stati i ragazzi del progetto CSI Verona coordinato dal responsabile Roberto Nicolis: un vero e proprio miniderby durante il quale i protagonisti hanno indossato le maglie dei loro beniamini.

calcio

“È stata una giornata bellissima – spiega Nicolis – perchè finalmente anche i nostri ragazzi hanno potuto vivere un momento di grande emozione, giocando in un Bentegodi gremito. E’, se vogliamo, il coronamento di un sogno, di un percorso iniziato 20 anni fa che, grazie alle società Hellas Verona e Chievo Verona, finalmente si concretizza. Spero potranno esserci altri momenti come questo perché fanno davvero bene a tutti!”.

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intervista di Giorgio Vincenzi

L’ATTACCANTE DEL CHIEVO SI RACCONTA

Il BOMBER di

»

CAMPAGNA Riccardo Meggiorini ci aspetta nella casa dei genitori a Tarmassia (frazione di Isola della Scala), dove tutto ha un “sapore” genuino e l’accoglienza di papà e mamma è di quelle di chi ti invita a rimanere a parlare e ascoltare una storia.

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È

la storia di un bambino prima e di un ragazzo poi che il gioco del calcio lo ha nel sangue, ma dove tutto però ha una sua giusta dimensione. La casa parla di calcio con le foto che lo immortalano in gesti atletici e un grande poster dove è accanto ad Andrea Pirlo durante un derby Torino-Juventus. Vi sono anche una serie di trofei vinti durante la carriera. Uno in particolare Meggiorini me lo mostra con orgoglio: il «Cangrande del Bentegodi» per la stagione 2014-2015. Lo ha ricevuto nell’agosto scorso e viene assegnato dai tifosi al miglior giocatore del Chievo della stagione. Parlando con Meggiorini, poi, ti accorgi subito, bastano poche domande sul lavoro di agricoltore del padre, del grande amore che ha per la campagna e percepisci che è qualcosa che ti porti dentro e di cui andarne orgogliosi. Un amore da spartire anche con altre due passioni: la bicicletta e la moto. Il numero 69 che porta sulla maglia è dedicato al centauro americano Nicky Hayden, campione del mondo in MotoGp nel 2006 da sempre fedele a quel numero stampato sulla sua moto.


intervista

W AT C H & F O C U S

al campetto del Tarmassia ai grandi stadi della serie A. Come definiresti la tua carriera calcistica? Fortunata, tanto sacrificio e tenacia, voglia di arrivare…

D

I

Hai detto bene, voglia di arrivare. Penso che questo abbia fatto sempre la differenza nella mia carriera in tante situazioni e in tanti momenti. Serva la “fame” giusta per arrivare, ma anche l’umiltà per stare insieme agli altri. L’importante è avere degli obiettivi ben precisi e crederci sempre.

Il giorno prima di esordire in Serie A ero a Bologna con la primavera dell’Inter a giocare una partita del campionato e il giorno dopo invece ho esordito in serie A perché mancavano Vieri e Recoba infortunati. È stata un’emozione così grande e forte e, soprattutto, inaspettata che in quel momento non ho pensato a nulla. Subito dopo, però, ho ripensato a ciò che avevo fatto in precedenza, da dove sono partito, dal quel campo di calcio a pochi metri da casa mia (Tarmassia, n.d.r.), fino ad arrivare a giocare con i grandi campioni. È stata una emozione unica.

l tuo esordio in Serie A è del 14 novembre 2004, CagliariInter. Che cosa ti è passato per la mente quando al 41’ del secondo tempo Mancini ti ha fatto entrare in campo?

Sopra: MEGGIORINI IN AZIONE CON LA MAGLIA DEL CHIEVOVERONA Sotto: Come Stallone nel film “Rocky” anche lui s’allena inseguendo le galline…

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eniamo a oggi. È rimasto incantato chi allo stadio durante la partita con la Lazio ti ha visto fare l’assist di tacco a Paloschi, che ha poi segnato. Il tuo primo pensiero in quel momento?

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intervista

Mi è venuto d’istinto di fare quel gesto tecnico che poi lo rivisto almeno 200 volte. Un momento che rimarrà dentro di me, come tante altre emozioni di alcune giocate (mentre lo intervisto a fianco di Meggiorini capeggia una foto che lo ritrae in una rovesciata, n.d.r.) che ho fatto in passato. Sono questi gesti atletici che ti fanno appassionare al calcio e di cui la gente che viene allo stadio rimane impressionata. La speranza è di farne ancora tanti.

Q

uanto ti è dispiaciuto non aver potuto giocare il derby contro l’Hellas? E come hai visto la prestazione del Chievo? Mi è dispiaciuto tantissimo non essere stato in campo. Ne ho giocati due e mi sarebbe piaciuto giocare anche questo, ma non volevo rischiare avendo appena subito un infortunio. È stata una partita nata storta e spero che ci possiamo rifare subito domenica (contro il Genoa, n.d.r.). Peccato però, perché il derby è il derby e noi ci tenevamo moltissimo, come sempre, ma abbiamo sbagliato l’approccio.

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ei diventato il beniamino dei tifosi del Chievo, nonostante che al tuo arrivo vi sia stata qualche incomprensione. Come vivi questo momento? Sento che mi vogliono bene e questa è la cosa più importante e che mi gratifica di più. Ho un bellissimo rapporto con tutte le persone che incontro e anche allo stadio sento, anche quando sbaglio qualcosa, che mi incitano e credono tanto in me. Questo è importante perché mi permette di fare tutto con serenità.

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ome per tutti, la vita professionale è fatta di alti e bassi. Qual è stato il momento più triste delle tua carriera? E quanto è stata importante la tua famiglia? Io per fortuna grossi infortuni non ne ho avuti, ma nei momenti in cui devi fare il «salto» e che non sai se diventerai un calciatore o se dovrai andare a lavorare, specie quando esci dalla primavera ti fai questa domanda, è li un momento non facile perché sei lontano da casa e dai tuoi affetti che sono molto importanti perché ti appoggiano sempre e in ogni momento e sono anche quelli che non ti esaltano quando le cose vanno bene e non ti buttano giù quando vanno male. In questi momenti difficili ho sempre pensato a casa mia e alla mia famiglia e a dare il meglio di me stesso. Non ne ho mai fatto una malattia, nel senso che potevo anche non riuscire a essere quello che sono oggi, ma io ce l’ho messa tutta ed è andata bene.


Dida????

H

ai mai fatto qualche pensiero alla Nazionale?

La nazionale è la conseguenza di quello che fai in campo. Io nel girone di andata ho fatto abbastanza bene e c’era qualcuno che sussurrava questa parola “Nazionale”, a cui io non ho dato ascolto, nel senso che sono in un campionato difficile e quelli bravi sono tanti. Ho sempre cercato di fare del mio meglio, peccato però che sia arrivato questo infortunio che mi ha tenuto fuori quasi due mesi e che mi ha fatto perdere il filo del discorso. L’importante, ora, è che rientri a giocare e a fare quello che ho fatto prima. Comunque al discorso “Nazionale” non ci ho pensato più di tanto.

Q

uali sono i tuoi interessi una volta fuori dal campo di calcio?

Ne ho avuti tanti e ne ho ancora tanti. Ho una grande passione per le moto; in passato avevo una motocross che ho poi venduto perché pericolosa per la mia professione. Ora

vado in bici, con cui mi tengo in allenamento durante l’estate, usandola però sempre con testa. Mi piace fare anche dei giri in bicicletta impegnativi e fare fatica. Sono stato sullo Stelvio. Parte del mio tempo libero lo trascorro anche in campagna, a casa dei miei genitori, facendo delle passeggiate o al lago.

intervista

Storia di un ragazzo di provincia che diventa protagonista della Serie A

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ei cresciuto in campagna, tua padre è agricoltore, e ho visto che sei molto legato alla vita contadina. Che cosa ti piace di questo mondo e che cosa ti ha trasmesso? Mi ha trasmesso tanta genuinità e ciò è stato utile nel mio lavoro e mi è servito anche nei rapporti con le altre persone. Quando vengo qui in campagna entro in un altro mondo e stacco da tutto e da tutti. Siamo in un mondo molto frenetico e con gli occhi sempre puntati sulle prestazioni, i giornali che scrivono se hai fatto bene o male, la gente che ti giudica, e così cerco di rifugiarmi in questo luogo

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ICCARDO MEGGIORINI, nato a Isola della Scala il 4 settembre 1985, i primi calci al pallone li tira nella squadra del suo paese, Tarmassia (frazione di Isola della Scala), mentre frequenta la scuola elementare. Più tardi entra a far parte delle squadre giovanili del Verona e poi in quelle del Bovolone (Verona). Il grande salto del giovane Meggiorini arriva nel 2003 quando l’Inter lo vuole nella sua squadra primavera. È con l’Inter che arriva anche l’esordio in serie A nel 2004 e da qui inizia anche la sua carriera di professionista: Spezia (C1), Pavia (C1), Cittadella (C1 e B), Bari (A), Bologna (A), Novara (A) e Torino (B e A). Dalla stagione 2014-2015 gioca in seria nel ChievoVerona.

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progetto sport intervista

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di xxxxx

dove stacco, ripensando a quando da piccolo passavo qui le mie giornate, mi sembra di essere in un parco giochi. Qui da piccolo ho giocato tanto a calcio, ma ho anche dato una mano in azienda ai miei genitori: c’era la stalla con le mucche, ora non c’è più, i campi da coltivare, che sono rimasti. Vivere in questo mondo mi ha aiutato e sono fiero di aver fatto questa esperienza.

F

ai finta per un attimo di aver qui davanti un ragazzino di una squadra giovanile di un paesino della provincia e che vede in te quello che

lui vorrebbe essere: un giocatore di Serie A. Che consigli ti senti di dare? Io ho sempre pensato a divertirmi ed è questa la cosa più importante, il resto per un ragazzino non conta. L’importante è che i genitori lo lascino divertire. I miei genitori tante volte non venivano a vedermi a giocare, anche se il campo era vicino a casa, perché lavoravano e io ero libero di divertimi, giocare senza nessuna pressione o loro commento. L’importante, ripeto, è divertirsi. Quando sono rimasto a casa dalle giovanile del Verona potevo anche pensare di mollare tutto e non giocare più a calcio. Invece no, io sono tornato qui a Tarmassia più contento perché sapevo di potermi divertire a giocare a calcio con i miei amici.

A

volte i genitori mettono troppa pressione ai ragazzi e molti pensano di avere in casa il futuro campione. Cosa ne pensi?

Io, purtroppo, ogni tanto sento qualche genitore che ha il figlio di 14 o 15 anni che gioca in qualche squadra delle giovanili di paese o nel Chievo o nel Verona chiedermi consigli sul procuratore. Io gli rispondo che non serve e che lo lasci che si diverta a giocare a calcio. Poi sarà che quel che sarà.

I

l tuo sogno nel cassetto?

Ne avevo parecchi che ho già realizzato: quello di esordire e di fare goal in Serie A e di giocare con grandi campioni. Un sogno sarebbe quello di fare un campionato realizzando goal in doppia cifra. Sarebbe una bella soddisfazione.

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FOTO NEL CERCHIO: RICCARDO MEGGIORINI CON IL GIORNALISTA GIORGIO VINCENZI, AUTORE DELL’INTERVISTA


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pallamano

PALLAMANO FEMMINILE A2

di Alberto Cristani

Una regular season perfetta quella dell’Olimpica Dossobuono nel campionato di serie A2 di pallamano femminile. La formazione allenata da Roberto Escanciano Sanchez si è costruita le sue fortune, e guadagnato il meritato passaggio alle fasi finali per la promozione in serie A1, grazie a una mentalità vincente che non ha lasciato spazio alle volonterose ma, obiettivamente non all’altezza, avversarie.

il bello INIZIA ADESSO! A

ttenzione al dettaglio, gruppo coeso e determinato, massima concentrazione anche nelle partite (sulla carta) più facili e un unico grande obiettivo da raggiungere. Sono questi i segreti - se così possiamo chiamarli - della ‘corazzata Olimpica’ che ha stravinto il girone C del campionato di serie A2 femminile di pallamano. “Sono molto soddisfatto” – spiega l’allenatore Roberto Escanciano Sanchez – “di aver centrato il primo obiettivo stagionale, ovvero vincere il girone. Ora

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però ci aspettano altri due mesi molto impegnativi, ancora di più di quelli trascorsi. Fino a oggi, eccezion fatta per qualche piccolo acciacco, tutto è andato nel migliore dei modi. Le ragazze hanno lavorato sempre al massimo, con grande intensità e attenzione. Rimanere sempre concentrati e attenti in questi mesi è stato fondamentale; d’ora in avanti lo sarà ancora di più poiché ai play off le difficoltà saranno maggiori”. In ottica promozione, Escanciano cerca di inquadrare quello che sarà il futuro prossimo dell’Olimpica: “Da qui ai play


Un gruppo di giovani e talentuose atlete, un tecnico che non lascia nulla al caso e una società che programma già il futuro: questo il mix su cui punta l’Olimpica Dossobuono per volare in alto

pallamano

off cercheremo di aumentare la resistenza fisica e mentale; dovremo essere pronti ad affrontare un vero e proprio tour de force, con cinque partite in tre giorni. Sarà una situazione molto impegnativa. Questo però lo sappiamo già da agosto, e cioè da quando ci siamo radunati. Prima di parlare di play off però dobbiamo superare una doppia sfida che probabilmente sarà contro il Tushe Prato (partita di andata sabato 23 aprile o domenica 24, ritorno sabato 30 aprile o domenica 1 maggio 2016. La vincente sarà ammessa al concentramento finale n.d.r.), partita fondamentale per il nostro cammino. Superato questo scoglio, potremo inquadrare l’obiettivo promozione. Chi saranno le nostre antagoniste? Ancora difficile capirlo: in altri gironi la situazione è più incerta rispetto al nostro. A intuito penso che Brescia, Brunico, Brixen, Flavioni, Messana potranno essere le formazioni che, mi auguro insieme a noi, arriveranno fino in fondo”. Conclude il tecnico spagnolo: “Dall’inizio della stagione non ho mai schierato la stessa formazione, quella che sulla carta poteva essere la migliore, in modo da

poter avere tutte le ragazze pronte. Questo è un vantaggio importante. A mio avviso non tutte le nostre avversarie hanno questa potenzialità. Ho a disposizione un gruppo molto motivato, nel quale tutte le ragazze, allo stesso modo, possono essere utili alla causa. Se continueremo a rimanere così uniti, determinati e concentrati non potremo non centrare il nostro obiettivo”. Anche il presidente Marco Beghini ha le idee ben chiare: “Il difficile inizia adesso. Stiamo avvicinandoci al grande appuntamento dei play off e vogliamo arrivarci nel migliore dei modi. Le ragazze si stanno comportando egregiamente e non hanno deluso le aspettative. È vero, hanno avuto dei momenti in cui hanno abbassato un po’ la tensione agonistica, ma è comprensibile. Ora però questi cali non sono più accettabili. D’ora in poi inizia un altro campionato, più difficile, più intenso e contro formazioni molto forti e preparate. Non dobbiamo avere paura di nessuno ma rispettare tutti. Sappiamo cosa possiamo dare e qual è la nostra forza e, soprattutto dove possiamo e dobbiamo arrivare!”.

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calcio

DAL 7 MAGGIO AL PALAOLIMPIA

5

di Davide Valerio

TEMPO DI FINALI PER

MSP

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VERONA

S

iamo giunti agli sgoccioli: mentre va in stampa l’edizione del Giornale, si gioca l’ultima giornata della fase Eliminatoria del XXV Campionato Provinciale MSP di Calcio a 5 - organizzato come tutti gli anni dal Comitato Provinciale di Verona - che in ogni stagione è sempre riuscito a superarsi, e anche quest’anno registra l’iscrizione record di 97 squadre con circa 2000 atleti. Abbiamo idea che anche questa stagione ci riserverà grandi sorprese con qualificazioni ai play off, play out e retrocessioni che si decideranno proprio al fotofinish. Tante le squadre che si contenderanno e possono vincere il Trofeo Ostilio Mobili ma, come nella maggior parte delle edizioni, forse sarà una outsider a rendere più bello e intrigante il Campionato amatoriale per eccellenza di Verona. Appuntamento al PalaOlimpia di Verona Sabato 7 maggio per la giornata finale. Come nel Campionato Provinciale di calcio a 5, anche con le fasi successive andiamo avanti nel segno della continuità. Confermate le sedi che ci stanno facendo compagnia da diversi anni, dal 27 al 29 maggio per il Campionato MSP Regionale Rosolina Mare, nella splendida cornice del villaggio Tizè, ormai destinazione storica di questa importante manifestazione che raggrupperà tutte le migliori formazioni delle provincie del Veneto. E Riccione, presso il Centro Sportivo Marano per il Campionato MSP Nazionale, dal 24 al 26 giugno (nel quale Verona negli ultimi anni ha fatto passi da gigante con un primo e un secondo posto), dove puntiamo a confermare le 20 squadre della passata edizione, già il record per un torneo nazionale amatoriale-dilettantistico che richiama squadre che provengono dal Piemonte alla Sicilia. L’attività MSP prosegue con un torneo di calcio a 5 post campionato, il Valpolicella Cup che annovererà massimo 24 squadre e si disputerà sui nuovi campi in erba sintetica del Centro Sportivo San Floriano. Sarà subito l’occasione per chi vuole rifarsi dalla delusione del Campionato. Anche quest’anno MSP organizza, in collaborazione con i Giornalisti ’93, il Torneo Primavera 4° Memorial Bertoldi e Mosconi di calcio a 11 che inizierà la prima settimana di aprile con la partecipazione, al momento, di 6 squadre. La vincente parteciperà ai Campionati Nazionali MSP di calcio a 11 che si disputeranno a Lignano Sabbiadoro. Il World Champions “trofeo Kubitek” chiuderà come sempre la nostra stagione sportiva di calcio a 5 dal 6 giugno al 15 luglio.


I poster di



I poster di


progetto sport


Sponsor ufficiale Pallamano Olimpica Dossobuono serie A2 femminile 2015-2016


progetto sport

BOTTAGISIO CAMP

di Alessia Bottone

6 sport 1 unico

benessere

Basta parcheggiare la macchina in prossimità del Nuovo Bottagisio, immergersi nel verde, assaporare un buon caffè e respirare il profumo del divertimento, per capire che il ‘Centro’ è un luogo perfetto per un camp estivo: da tempo infatti qui si sviluppano attività sportive estive calcistiche ma, da quest’anno, la direzione ha deciso di avviare una vera e propria ‘full immersion’ di sport per un unico benessere, quello dei ragazzi. Luca Poltronieri, responsabile dei Camp estivi che a breve apriranno le porte ai loro iscritti, ci spiega come nasce e si sviluppa questo ambizioso progetto.

L

uca, ci puoi spiegare cos’è questo nuovo multicamp?

Avviamento allo sport 2016

Avviamento allo sport 2016

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1

Innanzitutto partiamo dal presupposto che lo sport per così dire moderno, sta cercando equilibri che toccano tutte le coordinate di cui dispone il nostro fantastico corpo. Faccio un esempio: eseguendo le flessioni a corpo libero appoggiando le mani o i piedi su cuscinetti gonfi d’aria - e non più a terra – l’equilibrio avrà maggiore importanza rispetto alla forza. Anche se sarebbe meglio dire che la forza si ‘aggrappa’ all’equilibrio per ottenere il massimo risultato. L’equilibrio è, di conseguenza, alla base di una vita sana dove il benessere è la conseguenza di questo aspetto motorio, utile anche in altre sfere della vita giornaliera. Durante il nostro camp multisportivo useremo le caratteristiche meccaniche dei singoli sport per affinare l’uso della muscolatura in sintonia con la propriocettività necessaria. Il tutto con la grande partecipazione del cervello inteso come mente. Credere nella frase Mens sana in corpore sano è una condizione che va preparata più con la multifunzionalità piuttosto che con un singolo movimento su cui basare una unica maturazione sportiva, soprattutto in fase iniziale del percorso atletico consigliato ai nostri figli. Il camp su svolgerà dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 16 con sei discipline diverse con momenti dedicati a tecnica didattica e gioco ovvero apprendimento e divertimento. Gli sport saranno mountain bike, rugby, canoa, atletica leggera, scherma e baseball. Niente di esagerato o esasperato, sia chiaro: sarà un percorso facile alla portata di tutti molto divertente, che vedrà tecnici federali e staff qualificato dare le prime nozioni delle rispettive attività sportive, con un’unica valenza psicomotoria.

C

hi è coinvolto nel progetto?

Innanzitutto MediaEvent che il gestisce in toto l’organizzazione, compresa la comunicazione legata a promuovere e diffondere l’iniziativa. E poi, ovviamente, il Bottagisio Sport Center che si incarica della segreteria e dei servizi di accoglienza necessari. Componente fondamentale sono le singole società sportive che forniranno i allenatori, tecnici e staff altamente qualificati. Infine, ma non per ultime, saranno convolte le famiglie, in primis quelle che credono che tutto ciò che proporremo sia una grande opportunità per il benessere dei loro figli.

la scelta del BottagiPerché sio Center come location? Il Bottagisio Sport Center è a mio avviso il luogo sportivo per eccellenza a Verona, comodo, sicuro, facile da raggiungere e modernissimo. I genitori potranno lasciare i loro figli in un luogo ‘privilegiato’, tutelati e seguiti passo passo da esperti e professionisti sportivi di assoluto valore. Per le specialità rugby e atletica, visto che serviranno strutture ad hoc, i ragazzi verranno trasportati in centri sportivi adiacenti attraverso il servizio navetta fornito dal camp. Sempre, inutile dirlo, in massima sicurezza.

un’idea dei numeri Avete che potrete fare? Beh, essendo alla prima edizione non sappiamo dove potremo arrivare. Diciamo che per ora ci poniamo l’obiettivo minimo di 20 partecipanti a settimana. Escluso il mese di agosto, per un periodo di 8 settimane, noi ci saremo sempre!!


VERONASCHERMA

scherma di Marcello Tosoni

Tutti in guardia! L’ obiettivo di VeronaScherma ASD è la creazione e sviluppo di un movimento schermistico ad alto livello nel territorio veronese: un progetto ambizioso nel quale la società crede fermamente. “Per noi la scherma” - spiega il presidente Cristiano Magnani- “è uno sport che tutti possono provare, a ogni livello e a ogni età, per mettersi alla prova, per confrontarsi con sé stessi, con gli altri e per superare i propri limiti. Proprio per questi motivi VeronaScherma ha una offerta di corsi completa per dare la possibilità a tutti di conoscere, capire e vivere questo sport con una particolare attenzione al benessere personale e alla salute del corpo”. Posegue Magnani: “Per quanto riguarda le età dei nostri atleti, partiamo dai bambini dai 5 ai 9 anni, poi ci sono i CPG che vanno dai 10 ai 13 anni. Dai 14 anni diventano cadetti fino ai 16, dai 17 ai 19 sono giovani, per finire con gli assoluti”. “La scorsa stagione” - evidenzia il presidente di VeronaScherma – “siamo stati promossi dalla C2 alla C1 maschile. L’obiettivo di adesso è mantenere la C1 per la squadra femminile. Le stagioni agonistiche vanno da settembre ad agosto. Abbiamo dei ragazzi molto bravi che possono puntare a gare di finali nazionali sia nel CPG che per i cadetti e i giovani”. VeronaScherma organizza anche degli sta-

ge presso una struttura top per quanto riguarda Verona e provincia. “Collaboriamo da qualche mese – ci spiega Magnani - con il Bottagisio Sport Center e quindi con il ChievoVerona, per organizzare questi stage presso la loro bellissima palestra. L’ultimo è stato lo scorso gennaio e abbiamo coinvolto 42 ragazzi che hanno lavorato per tre giorni presso il centro. Abbiamo avuto con noi un preparatore atletico della nazionale, Andrea Lo Coco, mentre i due istruttori erano le medaglie olimpiche Diego Confalonieri, ex capitano della nazionale italiana, e Alfredo Rota. Un successo davvero importante che ci fa capire che questa è la strada da perseguire anche per il futuro”. “Ad oggi” – conclude Magnani – “ siamo una sessantina di tesserati ma vogliamo crescere ancora e tanto. Per diffondere la scherma stiamo lavorando molto nelle scuole: l’anno scorso siamo stati presenti in 26 istituti e quest’anno ne faremo altrettanti se non di più. E’ un impegno importante che portiamo avanti con i nostri istruttori che sono, oltre al sottoscritto che é maestro di sala, Diego Confalonieri, che si occupa anche della parte tecnica, e Yegor Putyatin. Non è facile, lo sappiamo, come non lo è per gli altri sport di nicchia, ma se vogliamo emergere e far capire che ci siamo anche noi, questo è l’unico modo. Ci vorrà tempo e costanza ma prima o poi i numeri ci daranno senz’altro ragione!”.

Fondata nell’agosto del 2005, VeronaScherma ASD è una società di scherma ed è affiliata alla Federazione Italiana Scherma (FIS). Presideuta da Cristiano Magnani ad oggi conta una sessantina di tesserati. Ma non basta: gli obiettivi sono ambiziosi, in costante evoluzione e con ampi margini di miglioramento

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progetto sport

A CONTATTO FISICO CON IL SUBCONSCIO

di Marina Soave

Imp’affective

©

Basato sulla didattica del contatto fisico del rugby, Imp’affective© unisce l’aspetto fisico a quello psicologico. Adatto e adattabile a tutte le discipline sportive, di squadra o individuali, a diverse fasi e vari livelli di preparazione, dai professionisti ai disabili, dai bambini agli adulti, costituisce un’integrazione euforizzante e sicura dell’attività sportiva, generando effetti positivi anche nelle dinamiche relazionali extra sportive.

PAURA DEL CONTATTO = PAURA DELL’ALTRO Trascurare la confidenza con il contatto fisico significa lasciare della “polvere psicologica” nel proprio subconscio, indipendentemente dall’uso sportivo o dal tipo di lavoro, la metafora della sicurezza di impatto fisico determina in buona parte quella della confidenza nell’impatto personale.

ANTI-BULLO E ANTI OSTILE, ADATTARE IL PROCESSO

Si tratta di un innovativo e interessante protocollo di allenamento ideato e sviluppato da Luca Tramontin, ex rugbysta di serie A, allenatore e analista degli sport di squadra

IN QUESTI TEMPI E NELLA STORIA La riduzione dei giochi di lotta tra compagni di scuola, genitori-figli, e l’aumento delle distanze dovuti alla svolta tecnologica hanno accentuato la carenza di sblocco mentale e divertimento che le società pedagogicamente più evolute demandano da secoli allo sport scolastico. Esempi illustri, il Rugby dei college anglosassoni, l’Hockey della Scandinavia e del Canada e di altri paesi.

SOPRA: DANIELA SCALIA, GIORNALISTA SPORTIVA VERONESE SOTTO: LUCA TRAMONITIN, EX RUGBISTA. SONO LORO GLI IDEATORI DI Imp’affective©, UN PROGETTO INNOVATIVO CHE SI RIVOLGE A TUTTO IL MONDO SPORTIVO

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La stabilizzazione della sfera affettivo/ ostile tramite esercizi e giochi di contatto fisico prevede dei passaggi obbligati ma viene continuamente adattata a seconda dei soggetti, del loro vissuto, delle loro necessità atletiche, etc. Questo percorso nuovo anche per il mondo del Rugby e dell’Hockey può partire da fasi avanzate (ad esempio per atleti professionisti di sport di collisione, ma non solo) o dal più didattico e terapeutico percorso “da seduti con cuscino da impatto” nel caso di soggetti traumatizzati o disabili.

DIVERTIRSI CON IL METODO INEDITO La rimozione dei blocchi provoca attacchi di euforia e una notevole accelerazione delle confidenze. Questa dinamica è molto usata per variare le preparazioni fisiche secondo le indicazioni degli allenatori (ad esempio concludere uno scatto con un placcaggio, con l’effetto di far “dimenticare” la fatica dello scatto stesso spostando il focus sulla parte più elettrizzante) o più semplicemente per far divertire soggetti che da tempo (o da sempre) non entrano in contatto con il corpo di un’altra persona.

SICUREZZA

Per info:

impaffective@blullow.ch

Il protocollo di Imp’affective© prevede adattamenti e calibrazioni che hanno azzerato il rischio infortuni. Dai professionisti dello sport, ai disabili mentali gravi o ai top manager, non si è mai registrato un caso di incidente.


Calcio Camp in Inglese

VERONA

DAL 13 AL 18 E DAL 20 AL 25 GIUGNO 2016 INFO & PRENOTAZIONI: WWW.CALCIOCAMP.COM | 320 0844610 Sponsor

Partner

Media partner

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BASKET A SCUOLA INSIEME ALLA SCALIGERA

Basket

di Alessandro de Pietro

SHSC: parola agli

»

addetti stampa

Penne ferme, ma anche capaci di ricami. Scaligera High School Cup è anche il dietro le quinte degli addetti stampa e di racconti esclusivi in palestre in cui non c’è spazio per microfoni e telecamere

F

ilippo Tomelleri, dell’Istituto Marconi, ha fantasia e personalità, quando scrive che «vedere giocare questo Marconi è come andare al Bolshoi e restare incantati dal Lago Dei Cigni. Pura poesia in movimento, con Verità nel ruolo di Baryshnikov», riferendosi all’mvp della partita col Pasoli. Ognuno ha la sua angolazione. Scaligera High School Cup ha incontrato anche lo stile essenziale ma denso di particolari di Ester Biem, addetta stampa del Galilei, bravissima nel riempire la cronaca di dettagli e ripercorrerla passo passo, quarto dopo quarto, segnalando anche il capitano, Pietro Fazioni, e l’intero starting-five. Nessuna concessione alla poesia, da vera addetta stampa. Complimenti. Ester Biem ha di fatto “inaugurato” il torneo presentando la prima partita, quella che il suo Galilei ha giocato con l’Einaudi di un’altra bella sorpresa come Smeral-

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Basket

CLASSIFICHE GIRONE SUD Liceo Galilei #1

6

Liceo Galilei #2

4

Ites Einaudi

2

GIRONE EST da Corrias, anche lei parecchio in gamba davanti ad una tastiera. «I bookmakers inglesi quotano la vittoria alla pari perché i due schieramenti si equivalgono: difficile prevedere come si evolverà il match. Si prospetta un incontro combattuto e ricco di sorprese, da

seguire fino all’ultimo secondo. Chi non viene a sostenerci, non sa cosa si perde», le parole a metà fra l’ironico e il senso di appartenenza di Ester. Spiritosa. «La partita si terrà nell’avveniristico impianto del medesimo istituto, contro i nostri vicini di casa: il liceo Galilei! La squadra dell’Einaudi, che da mesi si allena duramente, è carica come non mai e non vede l’ora di scontrarsi contro il Galilei, da anni nostri rivali. Ci state chiedendo chi vincerà l’ennesima partita? Lo scoprirete solamente venendo a tifare per i nostri ragazzi che hanno bisogno di tutto il supporto dell’istituto per vincere. O almeno per non arrivare ultimi », l’anteprima dipinta da Smeralda. Applausi. Precisa e puntuale Lisa Formenti, dell’Istituto Montanari, anche nel raccontare di compagni «euforici e su di giri» copo la vittoria con le Stimmate. Altro talento da coltivare. Sintetici ma comunque complete le cronache prodotte da Giorgia Zecca del Fracastoro. Giovanni Pierini e Pietro Rossi del Messedaglia, hanno invece voluto spaccare il minuto («cominciata alle 14.28») nel fissare la palla a due del match con le Stimate. Svizzeri. Tutti promossi, ma adesso c’è la seconda fase. Dove l’asticella sarà ancora più alta, anche per chi le partite dovrà narrarle da bordocampo.

Liceo Copernico

8

Itis Marconi

4

Istituto Pasoli

0

GIRONE CENTRO #1 Liceo Messedaglia

8

Liceo Montanari

4

Scuola Alle Stimate

0

GIRONE CENTRO #2 Liceo Fracastoro #1

8

Liceo Fracastoro #2

4

IT Marco Polo

0

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di Damiano Zamperini

basket

Dal nostro

Inviato

» »

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speciale… Ciao, sono l’inviato speciale di Sport Di+ Damiano Zamperini e al Palazzetto dello Sport di Verona ho intervistato per voi Rayvonte Rice, conosciuto anche come “Ray”. Ecco cosa mi ha raccontato


basket

W AT C H & F O C U S

T

i piaceva la tua vecchia squadra? E quella di adesso, la Tezenis Verona?

Si, mi piaceva la mia vecchia squadra. Il coach era gentile, ha fatto un buon lavoro quando mi ha reclutato. Anche la mia squadra attuale, la Tezenis Verona, mi piace, e coach Marco Crespi è una persona molto in gamba. Abbiamo uno staff eccezionale e proviamo ogni giorno a migliorare. Did you like your old team? And this one? Tezenis Verona? Do you like it? Yeah, I like my old team. The coach was nice, he did a great job of recruiting me. But yeah, Tezenis Verona, I mean, coach Marco Crespi, he is a great guy. We’ve got a great staff. And we just try to get better every day.

Q

uando eri un ragazzo volevi fare un altro sport? L’hai fatto? Si, ho giocato a football americano e a basket. Volevo anche giocare a calcio ma non ho mai imparato. When you were a kid did you want to play

another sport? Did you then play it? Yes, I played two sports growing up. I played football and basketball.

C

hi sono i tuoi familiari?

Sono stato cresciuto da solo da mia madre. Ha fatto un buon lavoro a crescermi e aiutarmi a diventare un uomo. Certe volte era difficile, ma ha sempre fatto tutto quello che poteva per me. Could you tell me about your family members? Well, I was raised by my mother, in a single household. She did a great job of raising me and helping me to become a man. It was hard sometimes, but she did what she could for me.

T

i piace Verona come città?

Si, è una città grandiosa. Ci sono tante cose da fare e vedere nel tempo libero. Noi lavoriamo tanto, ma qualche giorno libero ce lo concedono e io di solito ne approfitto per fare il turista.

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nella foto REALIZZATE DA MAURILIO BOLDRINI ED EMANUELE PENNACCHIO: ‘RAY’ RICE PRIMA VOLA A CANESTRO E POI MOSTRA I MUSCOLI: FISICO DA URLO PER LA GUARDIA AMERICANA DELLA TEZENIS

basket

Do you like Verona as a city? Yeah, It’s a great city. There are a lot of things to do when you have free time. I mean we work a lot but we actually do get days off and when we do I like sightseeing around Verona.

C

osa fai nel tuo tempo libero, a parte visitare Verona?

Dormo. Ho bisogno di dormire il più possibile. Questo lavoro non è facile, quindi bisogna essere bene allenati, mangiare cibi sani e fare tanto stretching. What do you do in your free time except touring around Verona? Sleep. You gotta rest man. I mean this job isn’t easy so you gotta have your body right, eat the right food and just stretch a lot man.

T

i mancano i tuoi familiari e amici?

Si, a volte mi manca la mia famiglia, però so che sono qui per fare il mio lavoro. Il ba-

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sket è il mio lavoro in questo momento, e so che li vedrò presto. In questo momento però, il mio lavoro è quello di aiutare la mia squadra ad arrivare ai play off. Do you miss your family and your city? Yeah I miss my family sometimes, but I know that I am over here doing my job. I mean basketball is my job right now and I know I am going to see them pretty soon. But right now my job is to help my team make it to the playoffs.

G

iochi con i video games?

Si. Ho una Playstation 4, gioco a NBA 2K 16 e FIFA 16. Non sono bravo a giocare calcio vero, ma so giocare a FIFA! Do you play video games? Yeah, I got a Playstation 4, I play NBA 2K 16 and FIFA 16. I mean I’m not good at soccer but I can play FIFA.


boxe

Mia madre mi ha cresciuto da sola. Ha fatto un buon lavoro a crescermi e aiutarmi a diventare un uomo

Q

ual’era il tuo più importante canestro? Direi il canestro vincente contro l’università del Missouri. Non c’era più tempo sull’orologio. Ho tirato e sapevo che sarebbe entrato. Ho fatto un salto di gioia e mi sono girato e ho iniziato a correre. Which was your most memorable basket? I would have to say the game winner that I shot versus Missouri. There was no time left on the shot clock. I shot it and I knew it was going in so I just did a flip-in and ran a half court.

Q

ual è il tuo obbiettivo?

Il mio obbiettivo per questa stagione è di diventare un giocatore più forte. Quest’anno sono un debuttante, quindi sto imparando tutto quello che posso dai miei compagni. E sto provan-

do a migliorare sia come giocatore che come persona. What is your main goal? My main goal for this season is just to become a better player. I am a rookie this season so I am learning from these guys. I am trying to be a better player and a better person.

Q

uanto ti alleni al giorno?

Tanto, fino a 3 ore al giorno. Che siano pesi in palestra, corsa o canestri. Lo staff presta molta attenzione alla nostra forma fisica, ma è anche il nostro lavoro a prendersi cura dei nostri corpi. How much do you practice? A lot. I am going to answer with a lot. Two and a half or three hours a day. Whether it is lifting, running, shooting. They take good care of our bodies but it is our job to take care of our bodies too.

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progetto sport basket

BUSTER XXXXX

di Andrea xxxxx Etrari

La società presieduta da Andrea Zamberlan si prefigge di offrire al più alto numero di ragazzi la possibilità di imparare e giocare a pallacanestro in un ambiente sano dove la ricerca del risultato è un giusto stimolo per valorizzare il singolo e il rapporto con gli altri, siano essi compagni o avversari

I 47 ANNI DI STORIA DEL BUSTER BASKET n Circa 18.000 ragazzi e ragazze hanno vestito i colori del Buster Basket n 11 titoli di Campione Regionale giovanile conquistati n 31 titoli di Campione Provinciale n 16 campionati senior vinti; n Un numero considerevole di partecipazioni e piazzamenti significativi ai principali tornei regionali e nazionali n Parecchi atleti hanno militato e militano tutt’oggi in squadre partecipanti ai campionati nazionali e hanno dato il loro contributo anche alle rappresentative nazionali giovanili n Una parte di questo percorso è condiviso con il mondo delle disabilità

IL BUSTER BASKET OGGI

n 537 tesserati; n 327 del settore minibasket; n organizzazione di campionati Minibasket con il patrocinio di ACSI, che vedono impegnate 15 squadre suddivise in 2 categorie n 13 squadre giovanili in attività, considerando tali anche le 2 squadre “senior” formate da tutti i ragazzi più grandi e spesso ancora impegnati nel settore giovanile

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Quando basket

non vuol dire solo canestro

D

opo 47 anni di vita, dagli albori della costola cestistica della polisportiva Bruno Gaiga transitando da Adige ’80 per giungere all’attualità di Buster Basket, l’obiettivo principale della società è stato quello di cercare di coinvolgere nella pratica della pallacanestro il maggior numero possibile di ragazzi. “I nostri principi ispiratori”- afferma il presidente Andrea Zamberlan – “abbiamo sempre cercato di tradurli anche nelle manifestazioni non necessariamente sportive. Un esempio è ‘Cuore Basket’, riconoscimento che abbiamo riservato negli anni a persone che si sono distinte per l’attaccamento ai nostri colori e ai nostri valori. Abbiamo inoltre organizzato il BusterCamp riservato ai nostri tesserati e, di recente, il ‘Buster@School’ concorso nato per premiare l’impegno scolastico abbinato all’impegno sportivo”. “Non è facile” – prosegue Zamberlan – “descrivere questi 47 anni di attività ma soprattutto di vita vissuta. Ci sono state anche delle ombre ma noi non ci siamo mai nascosti e anzi ci siamo assunti tutte le nostre responsabilità, cercando di mantenere inalterata la nostra credibilità nell’unico modo che conosciamo e cioè con il lavoro e la passione. Tutto questo cerchiamo di tradurlo ma soprattutto trasmetterlo ogni giorno nelle palestre in cui svolgiamo

la nostra attività”. “Ancora più difficile” - evidenzia presidente del Buster Basket – “è citare i nomi dei protagonisti principali della nostra storia. Per quanto mi riguarda di questi (primi…) 47 anni personalmente ne ho vissuti, con qualche breve pausa, più di 40. È impossibile cercare di ricordare tutti, soprattutto volendo dare a ciascuno il giusto riconoscimento. Pertanto è giusto dire che il Buster Basket è stata, ed è, il frutto del lavoro di tante persone che gratuitamente hanno messo e mettono a disposizione il proprio tempo, risorse e tanta energia per consentire ai ragazzi di poter usufruire di ambienti in cui crescere come sportivi e come uomini. A tutti loro deve andare la nostra riconoscenza e il nostro tributo”. Uno sguardo però è già rivolto ai mesi e agli anni a venire. “Il futuro - conclude Zamberlan - è difficile da definire, però abbiamo la certezza che chi avrà in mano il testimone saprà onorare con altrettanta determinazione l’impegno di gestire i valori dell’associazionismo sportivo dilettantistico. La gratificazione più grande non è quella di essere riconosciuti come ‘fabbrica di campioni’ ma il saluto delle famiglie o dei nostri ragazzi e ragazze diventati a loro volta insegnanti, operai, professionisti o ‘più semplicemente’ uomini e donne impegnati nel mestiere più difficile al mondo: genitori!”.


intervista

ALBERTO BUCCI

di Alessia Bottone

Una favola di allenatore L

a vita di Alberto Bucci è una favola moderna, una di quelle storie che motivano ad andare avanti e credere nei propri obiettivi. Lei si definisce un sognatore?

Si, mi piace sognare e sono fermamente convinto che è necessario imparare a sognare per poter realizzare i propri desideri. Anche oggi che ho realizzato la maggior parte dei miei obiettivi professionali, vado a dormire pensando a qualcosa che spero di poter fare il giorno dopo. La mia vita è stata tutta in salita, una battaglia continua ma non per questo ho mollato. Colpito dalla poliomelite all’età di nove anni, ho capito da subito che per piacere alle ragazze avrei dovuto darmi da fare di più per far conoscere ciò che avevo dentro e non fuori, anche se, diciamocela tutta, le ragazze sono più mature dei ragazzi e anche più preparate ad accoglierti nel loro cuore, se ci si presenta per ciò che si è. Ma la battaglia è continuata negli anni e anche oggi lotto. Ho un tumore ai polmoni, ma non per questo mi sono fermato. Voglio vivere ancora per diversi anni!

Q

uando da piccolo le chiedevano che lavoro voleva fare, cosa rispondeva? Sinceramente, non me lo ricordo. Forse il calciatore, ma non sono sicuro. Di certo non sapevo che avrei fatto l’allenatore anche perché per me quella è stata solo una passione per molto tempo. Ho dovuto aspettare di compiere diciassette anni per avere le idee chiare.

C

’è qualcosa che rifarebbe e qualcosa che non rifarebbe?

No, non cambierei niente di ciò che è stato. Durante la vita ci sono sempre momenti difficili fatti di ostacoli e cadute, ma è giusto accettare anche questo. Secondo me le cose più belle succedono proprio nei momenti peggiori quando meno te lo aspetti. È dalla sofferenza che nasce il pensiero che aiuta ad interpretare al meglio le cose belle che si hanno, quelle che si vorrebbe avere e quelle che si danno per scontate quasi come se fossero nostre di diritto.

P

arliamo della sua fatica letteraria. Fuori tempo è il titolo del suo libro

uscito l’anno scorso. Ci racconta com’è nata l’idea di scrivere? È successo tutto per caso. Il progetto risale al 2011, più o meno dopo il mio ritorno dai campionati che si sono svolti in Brasile per gli over 45. È uscito nel 2015, e devo dire che mi sta dando belle soddisfazioni. Mi fa molto piacere veder arrivare un pubblico interessato alle presentazioni desideroso di saperne di più. Spesso di tratta di genitori che hanno bisogno di consigli per i loro figli amanti dello sport e alla ricerca di un equilibrio tra studio, doveri e obiettivi.

C

he esperienza è stata allenare la Scaligera Verona?

Conservo un bellissimo ricordo di quel periodo. Sono stato chiamato per portare avanti un progetto, ovvero andare in serie A in due anni e così è stato fatto, senza contare poi la ciliegina sulla torta, la Coppa Italia che ci ha permesso di battere squadre come il Caserta, Napoli, Milano, etc.

U

n augurio alla squadra?

Gli auguro di tornare presto in serie A, se lo meritano davvero. E poi hanno un pubblico meraviglioso, presente, numeroso e coinvolgente! Verona è una città in cui il senso di appartenenza è veramente sentito e spero che continui ad essere così sempre.

U

n consiglio che si sentirebbe di dare a un giovane che sogna una carriera sportiva? Cerca di battere te stesso ogni giorno. Certo, potrebbe esserci qualcuno che vale di più di te, che ha fatto meglio di te, ma non di certo per colpa tua, perché saprai che avrai dato il meglio e che avrai fatto tutto ciò che era in tuo potere per farcela. Cerca di ottenere sempre il meglio, rispetta te stesso e sfrutta ciò che la vita ti ha dato. Questa è la formula giusta per essere un campione.

Alberto Bucci, un nome, un programma nel mondo del basket. Classe 1948, bolognese doc. approda nel mondo della pallacanestro a soli venticinque anni con la Fortitudo Bologna. Negli anni allenerà squadre diverse quali la Virtus Bologna, la Libertas Livorno e la nostrana Glaxo Verona. Regista dell’unico trofeo di Coppa Italia vinto da una squadra in A2 la Glaxo per l’appunto - si racconta in un’intervista in esclusiva per SportDi+ ricca di emozioni e di affetto per il suo pubblico veronese

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progetto di Enrica Girelli podistica sport di xxx

Correre a Verona

» APRILE 2016 Domenica 3 n B onavicina (VR) “Caminada dei tre campanili in festa” km 6-12-20 - ore 8:30 9:00 n Villafranca (VR) “Marcia del Tamburino Sardo” km 7-10-15 - ore 8:30

Aprile e Maggio 2016

Domenica 10 n Affi (VR) “Giro del Moscal” km 7,5-15,5 - ore 8:30 n Legnago (VR) “Marcia Anget” km 5-12-15 - ore 8:30 9:00 n Negrar (VR) “Caminada tra le vigne del recioto” km 5-10-15 - ore 8:30 n Verona Ponte Crencano “4 passi in primavera” km 12-21 - ore 9:00 10:00

Domenica 17 n Verona Via Banchette “Sei Ville” km 7-12,5-18,5 - ore 8:30

Domenica 24 n R ivoli Veronese (VR) “Na’ sventolada tra le colline de Riole” km 5-10-15 - ore 8:30 n San Michele all’Adige (VR) “Enomarcia 2016” c/o Fondazione Edmund Much km 10 n Verona Via Sacra Famiglia “Camminiamo Insieme” km 5-8-15 - ore 8:30 n Zimella (VR) “Marcia di San Floriano” km 7-11-16-24 - ore 8:00 9:00

Lunedi 25 n Cà di Cozzi (VR) “In allegria sui tre colli” km 6-10-18 - ore 8:30 9:00 n Palù (VR) “Caminada fra i pomari” km 5-11,5-18 - ore 8:30 n Sant’Anna dei Boschi (VR) “Marcia del Leon” km 6-12-16 - ore 8:00 9:00

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MAGGIO 2016 Domenica 1

Domenica 15

n A rcole (VR) “Marcia S.Maria dell’AlzanaSui sentieri di Napoleone” km 7-13-20 - ore 7:30 8:30 n Caprino Veronese (VR) “Campionato Regionale Individuale Corsa in Montagna” Ragazzi Cadetti Allievi FIDAL

n Verona p.za Bra “StraVerona” km 6 10 20 - ore 8:30 9:00

n C olà di Lazise del Garda (VR) “Corseta co’ le sgalmare” km 5-9-12-17 - ore 8:30 9:00 n Pedemonte (VR) “AMARathON” km 6-16 non compet. - km 21 compet. - ore 9:00 n Soave (VR) “Soave - Bolca” km 33 D+1950 - km 45 D+2450 - ore 8:00

Sabato 21 n Povegliano Veronese (VR) “Giro delle risorgive” km 6-12 - ore 18:00

Domenica 22

n P eschiera del Garda (VR) “Marcia il nostro impegno per il Parkinson” km 4-8 - ore 18:00

n Belluno Veronese (VR) “Caminada tra i vigneti e boschi” km 5 10 15 - ore 8:30 n Fumane (VR) “Valporun” km 10 competitiva CSI e non comp. ore 9:30 n Legnago (VR) “StraLegnago” km 6 11 18 - ore 8:00 9:00 - info 347.4525239 - FIASP n Roncà (VR) “Vini Vulcani running” km 6-12-20 - ore 8:30 9:00

Domenica 8

Sabato 28

n C olognola ai colli (VR) Via Montanara “Marcia tra colli e vigneti” km 5-11-17 - ore 8:30 9:00 n Sommacampagna (VR) “Marciarena - Meeting del Custoza” km 6-11-17-21 - ore 8:30 9:00

n Verona San Zeno “El giro de l’Adese - Verona di notte” km 6-11 - ore 20:00 20:30

Venerdì 6

Venerdì 13 n Verona “Run 5.30” km 5 - ore 5:30

Domenica 29 n Brentino Belluno (VR) “Trail dell’Orsa” n Poiano (VR) “Caminada sui sentieri di Poiano” km 5,5 10,3 17 - ore 8:304 - FIASP


Paxxx

www.reschenseelauf.it 路 www.girolagodiresia.it

Reschenseelauf 路 Giro Lago di Resia Sa. 16.07.2016 路 ore 17.00 Uhr 路 15,3 km

Corsa JUST FOR FUN Lauf Nordic Walking Corsa delle mele per BambIni-Apfellauf

Partner-Event:

11.06.2016

ortler-bikemarathon.it


ACSI VERONA

ciclismo di Alessia Bottone

»

Giampietro Mantovanelli ci racconta cos’è Acsi Verona e quali progetti sono in cantiere per il futuro prossimo. Sempre e comunque… su due ruote!

1, 2, 3 tutti in sella con Acsi

C

he il ciclismo sia una passione 100% italiana è ormai un dato di fatto. Ancora più certo è l’amore e la passione che i veronesi dedicano alla bicicletta, approfittando di tutte le occasioni possibili per salire in sella e pedalare. Saranno le colline che attorniano il centro, sarà il lago con i suoi paesaggi o saranno le belle giornate e i primi timidi soli che iniziano ad affacciarsi la domenica mattina, dalla primavera in poi, non esiste una famiglia o una casa, dove non la bicicletta non fa da padrona. Di questa passione ne parliamo con Giampietro Mantovanelli, presidente di Acsi Verona promotrice di eventi amatoriali di cicloturismo, una realtà nazionale che conta ben 50.000 iscritti, di cui 2000 veronesi amatori.

P

erché è stata creata Acsi?

Acsi lavora per promuovere una sana attività e utilizzo del proprio tem-

po libero nonché per contribuire alla diffusione e quindi allo sviluppo dell’attività ciclistica soprattutto ricreativa. Ci tengo a precisare che, ogni anno nelle provincia di Verona, si organizzano un centinaio di manifestazioni agonistiche e cicloturistiche. Gli eventi principali riguardano i campionati italiani e quelli europei. A Castelnuovo del Garda il 17 aprile si terranno gli europei di cicloturismo, mentre il 15 agosto, ad Albaredo, avranno luogo i campionati italiani cronometro individuali.

C

ome gestite la vostra attività a Verona?

Attualmente, Acsi Verona conta una trentina di persone che collaborano per l’organizzazione di ogni gara. Un bel numero direi. Poi, c’è da dire che, il comitato veronese è in terza posizione per tesserati, gare organizzate e numero di società aderenti. Insomma, la nostra attività è davvero intensa e ci impegna parecchio, ma vi assicuro che ci dà anche moltissime soddisfazioni.

P

rogetti futuri?

Il nostro obiettivo è mantenere i traguardi raggiunti negli scorsi anni. Riuscirci è già una cosa notevole, considerato che attorno allo sport ruotano problematiche ben note che non risparmiano nessuno. Siamo comunque molto ottimisti e fiduciosi. Ovviamente vi aspettiamo per le prossime corse per condividere assieme questa passione.

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INTERVISTA ‘IN FAMIGLIA’

mtb di Stefano Festa

Zocca, NO LIMITS! Intervista esclusiva realizzata da Stefano Festa alla moglie Lorena Zocca, campionessa di MTB. Un ‘faccia-afaccia’ che ci permettere di conoscere ancora più a fondo le doti di questa straordinaria atleta che anno dopo anno non finisce mai di stupire

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P

er Lorena Zocca il 2015 ha riservato soddisfazioni oltre le più rosee aspettative. Ad ogni fine stagione insieme ci troviamo a commentare i risultati e, sempre ad ogni fine stagione, diciamo che “l’anno prossimo sarà difficile fare meglio”. Lorena invece riesce ogni volta a stupirmi e a sovvertire i pronostici. La scorsa stagione ha vinto due titoli italiani in due discipline dalle caratteristiche diametralmente opposte come l’XC e la Marathon: nella prima ci vuole esplosività mentre nella seconda è fondamentale la resistenza. Oltre a queste Lorena ha vinto anche il Trentino MTB. Il tutto ‘contornato’ da una serie di vittorie assolute in XC, Gran Fondo e Marathon nazionali.

Dopo questo doveroso riassunto di una stagione da favola, ho fatto a mia moglie qualche domanda per capire dove vuole, e può, arrivare nella stagione 2016 ormai alle porte.

L

orena, a inizio stagione pensavi di poter fare incetta di tanti titoli e tanti podi?

No, assolutamente. Fare previsioni a inizio stagione è sempre difficile. L’unica cosa di cui ero consapevole era che mi ero allenata bene, al massimo delle mie possibilità, nonostante il poco tempo a disposizione per farlo. Nonostante ciò


mtb conquistate con ampio margine di vantaggio sono state difficili perchè nella mountain bike non c’è nulla di scontato finché non si taglia il traguardo. Alla Tremalzo bike per esempio, durissima GF corsa ad inizio stagione, mi stavo imponendo con ampio margine su avversarie di grosso calibro come la Giacomuzzi. A meno di 5 km dal traguardo ho però tagliato la gomma. Nonostante la ruota a terra sono comunque riuscita ad arrivare (solo) seconda per una manciata di secondi…

Q

ualche rimpianto?

Sicuramente il mio più grosso rimpianto rimane l’Europeo Marathon corso in Austria al quale non ho potuto partecipare per non aver ottenuto in tempo utile il nullaosta dalla Federazione. Sarei stata sicuramente tra le protagoniste e probabilmente, visto come è andata la gara, a quest›ora avrei un›altra importante maglia da annoverare nel mio palmares.

Q

uale è stata la vittoria più importante e chi la dedichi?

mi sono tolta più volte la soddisfazione di riuscire a vincere battendo atlete élite molto più allenate di me.

Q

ual è stata la vittoria più difficile e perché?

Senza dubbio il titolo italiano Marathon perché nonostante mi fossi preparata scrupolosamente il percorso non si adattava molto alle mie caratteristiche essendo veloce e con poche salite lunghe e soprattutto molto polveroso. questo mi ha da subito provocato problemi di respirazione che si sono aggiunti a quelli dovuti al gran caldo ed alla scarsa reidratazione causa un rifornimento saltato. per questo motivo nel finale sono andata in crisi ed ho dovuto giocarmi la vittoria negli ultimi chilometri dove un passaggio molto tecnico ed impegnativo affrontato senza sbagliare niente mi ha permesso di arrivare evitando una volata che dopo più di 5 ore di gara avrebbe avuto un esito sicuramente più incerto.

Q

uale è stata la vittoria più facile?

Nessuna vittoria è facile. Anche quelle

La vittoria più importante del 2015 è stata sicuramente quella dell’Italiano XC al quale, nelle passate edizioni, non ero riuscita a partecipare per problemi di lavoro. La dedica va prima di tutto al mio presidente Ettore Cordioli, alla famiglia Barbieri e agli sponsor che mi sostengono.

P

rogetti per il futuro…

Con due titoli italiani da difendere a breve inizierò la nuova stagione con l’onore, e l’onere, di correre in tutte le manifestazioni, XC, Granfondo e Marathon, indossando la maglia tricolore. Cercherò di eguagliare e magari di migliorare i risultati ottenuti nel 2015. Punterò soprattutto a partecipare anche all’Europeo marathon o al Mondiale XC, visto che quest’ultimo si corre in Val di Sole. Per concretizzare questi obiettivi avrò però bisogno di nuovi partner e nuovi sponsor. Per chi volesse ‘accompagnarmi’ a queste avventure dico che… la porta è aperta!

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progetto sport

PROGETTO BMX

di Alberto Cristani

Tutti felici, attenti e… vincenti! I l progetto prevede il coinvolgimento delle scuole veronesi Primarie, Secondarie di primo livello e Secondari di secondo livello svolgimenti differenti e mirati in base all’età dei partecipanti. “Si tratta” – ha spiegato l’Assessore Alberto Bozza “di una bellissima iniziativa che permetterà di lavorare con le scuole promuovendo una cultura della ciclabilità, oltre che uno stile di vita sano e un modo di utilizzare la bici in sicurezza sulle strade. Tutto questo prima del Campionati Europei Bmx 2016 che si svolgeranno dall’8 al 10 luglio presso la BMX Olympic Arena Verona. Sarà per la nostra città un’occasione per promuovere questa disciplina sportiva e per accogliere oltre 2000 provenienti da 26 diversi Paesi”.

 “Abbiamo iniziato un percorso” – ha evidenziato il Consigliere delegato consigliere delegato allo Sviluppo delle piste ciclabili Ansel Davoli – “che speriamo

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continui nei prossimi anni per far sì che la bici possa essere non solo promossa come sport ma anche come mezzo di spostamento quotidiano. Stiamo programmando per i prossimi mesi degli eventi volti alla promozione della bici intesa non solo come mezzo di locomozione ma anche per una crescita culturale”.

 Entusiasta ,come sempre, Paolo Fantoni, Responsabile Comitato Organizzatore BMX European Championships 2016 Verona: “Il progetto scuola servirà anche a promuovere la BMX tra i più giovani. L’Europeo sarà il grande evento che farà da grande cassa di risonanza non solo per la nostra disciplina ma anche per la nostra città. La nostra pista, inoltra, gode di grande ammirazione tant’è che dopo gli Europei ci sarà la possibilità di diventare sede di eventi a livello mondiale per il triennio 2017-2019. Come società sportiva stiamo svolgendo anche una grande opera a livello sociale; abbiamo infatti bonificato una vasta zona della Spianà, ripulendola e rendendola fruibile a chiunque. Anche questo è un impegno al quale teniamo molto e del quale andiamo fieri e orgogliosi”. “Il coinvolgimento della Polizia Municipale in questo progetto” - ha sottolineato Michele Nespoli dirigente della Municipale di Verona - “prevede l’incontro, presso la BMX Olympic Arena, di giovani studenti ai quali insegneremo a come comportarsi per strada, a come rispettare le segnaletiche e, soprattutto, gli altri mezzi circolanti. Se iniziamo a creare la cultura fin da piccoli possiamo

È stato presentato venerdì 25 marzo il Progetto Scuola BMX organizzato dal Comitato BMX European Championships 2016 Verona. Un grande coinvolgimento di studenti, insegnanti e famiglie per una bici più consapevole e virtuosa sperare in un futuro con meno incidenti e meno problematiche ad essi legate”. Infine Nicola Schena, Amministratore Unico di Dna Sport Consulting e ideatore del progetto Scuola BMX ha elencato i numeri del progetto: “In tutto saranno coinvolti 1.500 studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado e 4000 delle superiori. Per le elementari sono previste prove pratiche direttamente sulla pista di Bmx, con la partecipazione degli agenti di Polizia municipale che forniranno consigli e informazioni per utilizzare la bici in sicurezza sulle strade, e momenti di elaborazione creativa; con le classi medie si svilupperà il tema della mobilità sostenibile, prevedendo lo svolgimento di due elaborati: ‘La mia ciclabile ideale’, per conoscere i percorsi che i ragazzi vorrebbero fare in bici, e ‘Calendario della mobilità sostenibile’, per conoscere le abitudini relative ai mezzi di trasporto. Per le scuole superiori il progetto si svilupperà attraverso la realizzazione di immagini slogan, video, spot pubblicitari, fotografie, vignette od articoli. I contenuti multimediali dovranno promuovere le offerte ricreative e turistiche che la città di Verona riserva agli adolescenti. Si andrà così a presentare il territorio nei suoi diversi aspetti ai ragazzi europei che raggiungeranno Verona per partecipare in veste di atleti o spettatori ai Campionati Europei di Bmx”. Le premiazioni dei concorsi avverranno il giorno 8 maggio in occasione della festa finale del ‘Festival della bicicletta’ presso l’Arsenale di Verona.


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progetto sport sci

BRENTONICOSKI

pubbliredazionale

Una stazione, tante idee o t n e m i t r e v i d e … per tutti!

Proposte adatte per tutti:

CON BRENTONICO SKI TEAM I PIÙ PICCOLI MUOVONO I PRIMI PASSI SULLA NEVE

La stazione di BrentonicoSki si sta sempre più attrezzando per dare un’offerta completa alle famiglie, con strutture e alternative allo sci per i più piccoli.

Lo sci club Altipiano di Brentonico è stato fondato nel 1986, producendo subito un consistente vivaio di atleti che si fanno spazio in campo sia regionale sia nazionale. Dall’attività di quel periodo escono nuovi maestri di sci che tutt’ora operano sulle piste dell’Altopiano. Lo sci club ad oggi è impegnato i molti campi, dall’insegnamento dei primi approcci con la neve all’allenamento agonistico di atleti promettenti. Uno degli obiettivi principali che lo sci club si propone è quello di avvicinare i più piccoli al mondo della neve, e lo fa offrendo corsi di sci a costi contenuti, un esempio: 6 giorni di corso promozionali (per bambini fino ai 9 anni) al costo di 130€, compreso skipass.

BRENTONICO SKI TEAM: UNA STAGIONE DI VITTORIE

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Si conclude una stagione di vittorie per gli atleti del Brentonico Ski Team. Gli allenamenti sulle piste di Polsa San Valentino, che vedono impegnati ogni giorno gli atleti delle categorie Babycuccioli, ragazzi/allievi e aspiranti giovani, quest’anno hanno portato importanti risultati nelle gare Fisi del circuito trentino, tra i quali spicca il 3° posto

di società ai campionati trentini Babycuccioli. Un altro importante risultato si ha avuto nella qualificazione di sei atleti ‘Cuccioli’ al Criterium Nazionale di Campo Felice. Nella categoria ragazzi/ allievi un’atleta si è qualificata al Campionato Italiano del Topolino. Nel corso degli anni i numeri dello sci club sono notevolmente aumentati: il gruppo degli agonisti raggiunge ormai il centinaio. Tra questi si è messo in evidenza Matteo De Vettori, dallo scorso anno nella squadra nazionale. Info e contatti: www.brentonicoskiteam.it info@brentonicoskiteam.it

A MARZO SULLA NEVE Con più di un metro di neve sulle piste di Polsa e San Valentino, si è assistito ad un gran finale di stagione. Seppur la neve naturale si sia fatta attendere fino a febbraio, sulle piste dell’Altipiano di Brentonico, si è iniziato a sciare dal 5 dicembre 2015. Questo si è reso possibile grazie al nuovo ed efficiente sistema d’innevamento artificiale che ha permesso di ‘imbiancare’ le piste principali in meno di una settimana. Le temperature ancora invernali, hanno fatto si che la neve di marzo fosse ben compatta e perfettamente sciabile, tanto che si sono disputate fino a fine mese gare FISI di alto livello. La chiusura degli impianti e delle piste è stata prorogata fino al giorno 3 aprile 2016.


n o i it

e n u j 11 2 0 1 6

d e . 2

start & finish

Glurns / Glorenza italY parcours

51 km (1600 hm) 90 km (3000 hm)

more info:

www.ortler-bikemarathon.it


progetto sport sci

BRENTONICOSKI

Maggiori info: www. scuolascimontebaldo.it/itit/p/48/scuola Scuola sci Polsa: 0464-867070

I servizi offerti: HAPPY SNOW

A

San Valentino presso l’Hotel Bucaneve: servizio attivo dal 07/01 al 13/03 tutti i martedì e giovedì con orario 13.30-16.00 e tutti i sabato e domenica con orario 10.0016.00. La prenotazione si effettua direttamente presso la taverna dell’Hotel Bucaneve il giorno stesso. Il costo del servizio è di 5 euro per la mezza giornata e di 10 euro per la giornata intera, con possibilità di prenotare anche il pranzo a prezzi convenzionati presso il vicino Hotel Bucaneve.

BABY E MINICLUB

A

Polsa presso l’Hotel Polsa: per tutta la stagione invernale dalle 10:00 alle 18:00. Al chiuso con possibilità di utilizzo dei gonfiabili e pranzo con le animatrici su prenotazione al numero 345.2813977.

NEVERLAND

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resso Malga Le Susine, agri-Ristò direttamente sulle piste da sci, nuova area giochi con gonfiabili, accessibile senza costi, aperta tutti i giorni dalle 10.00 alle 16.00 e sorvegliata da staff di professionisti. Dotato di linea Wifi gratuita, è il posto ideale per degustare le prelibatezze Trentine, accompagnando il tutto con un buon vino locale. Malga Le Susine è raggiungibile anche a piedi da piazza Polsa.

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POLSA PRIMI PASSI

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isposto a fianco del piazzale di Polsa e vicinissimo alla scuola di sci, è sito il campo scuola ideale per far muovere i primi passi sulla neve ai Vostri bimbi. Servito da un tapis rouland di ultima generazione, è una pista attrezzata con sussidi didattici studiati a posta per i più piccoli. I bambini potranno imparare a sciare divertendosi.

PISTE DI PATTINAGGIO A SAN VALENTINO

L

oc. Mosee, pista da pattinaggio su ghiaccio naturale, non coperta, con possibilità di noleggiare l’attrezzatura. Orario apertura: tutti i giorni dalle 10.00 alle 17.00 e la sera dalle 20.30 alle 22.30.

SKY ICE FANTASY

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ista di pattinaggio su ghiaccio sintetico, non coperta, con possibilità di noleggio attrezzatura presso Hotel La Betulla. Orari: 10.00-12.00; 15.00-19.00 e 20.00-23.00. La scuola sci Monte Baldo mette a vostra disposizione più di 50 maestri di sci alpino, nordico, snowboard e telemar, tutti altamente specializzati nell’insegnamento ai bambini. Le lezioni diventano così un momento di gioco e divertimento. In poche ore il vostro bimbo muoverà i suoi primi passi sulla neve con il sorriso e la serenità che i nostri maestri gli sapranno trasmettere.

Scuola sci San Valentino: 0464-391506


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progetto football sport americano

CHI PASSA A TROVARCI STASERA?

di Michele De Martin

…INDOVINA Q

uanto è piccolo il mondo, compreso quello del football, se si pensa che un arbitro del calibro di Bill LeMonnier sia per caso proprio a Pescantina, a poche centinaia di metri dal campo di allenamento dei Mastini, ospite di amici e parenti italiani. Giubbotto nero e cappello dalle grandi tese, arriva ai bordi del campo nella serata del penultimo allenamento prima dell’esordio in campionato. I dirigenti gialloblù si avvicinano e la presentazione regala subito la sensazione di un grande del football. Alla mano, stretta al presidente scaligero con grande intensità, un anello di grande valore per tutti gli appassionati di questo sport. È quello della finale universitaria NCAA, il BCS Bowl del 2010, arbitrato davanti a quasi 80.000 persone nello stadio di Phoenix University in Arizona. A giocarsi quel match i Tigers di

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Auburn University e gli Oregon Ducks. In campo, uno tra tutti, un certo Cam Newton, ora quarterback dei Carolina Panthers nella NFL, fresco di nomina ad MVP, miglior giocatore del campionato appena concluso. Lui, in quella occasione, in campo come capo arbitro, il referee, di uno degli eventi sportivi più importanti degli USA. Un anello che racconta solo in parte il valore di Bill LeMonnier nel mondo del football americano, che continua ad essere parte importante della sua vita, come ci racconta durante la serata. Sono in Italia grazie all’International Federation of American Football, per un clinic (aggiornamento) a livello europeo, utile per la crescita del nostro sport anche in Europa - ci dice Bill LeMonnier - intrattenendosi con i dirigenti gialloblù, sbirciando qua e la, con un occhio di riguardo, i ragazzi con casco e paraspalle sparsi per il campo durante l’allenamento. Si discute della difficoltà economica che uno sport come il football incontra in Italia, dove tutto è concentrato sul mondo del calcio. Si

parla di passione, quella che anche Bill LeMonnier manifesta con il suo sguardo, quasi volesse comunicare il desiderio di voler far qualcosa per aiutare questo magnifico sport anche nel vecchio continente. Qualche foto, una stretta di mano, un ricordo da portare negli States e un grazie... Che sorpresa! Grazie davvero Bill! La carriera come arbitro di football di Bill LeMonnier ha inizio più di 20 anni fa, con la maggior parte delle partite nel programma arbitrale della Big Ten Conference NCAA. Durante la sua carriera, LeMonnier ha messo insieme una lista impressionante di successi ed è diventato uno degli arbitri di football più prestigiosi e noti negli Stati Uniti. Nel 2011 fu selezionato come Referee per la partita inaugurale della Big Ten, ed ha avuto l’onore di ricevere il premio dalla National Football Foundation per i sui contributi eccezionali nell’organizzazione del football amatoriale. LeMonnier ha arbitrato ben 15 bowl (finali universitarie) inclusa la finale del BCS National Championship nel 2010. Nel 2013, come premio alla carriera, Bill LeMonnier ha ricevuto il premio Fischietto d’Oro. Ora collabora con IFAF per lo sviluppo del football americano, oltre che con la rete televisiva ESPN come analista sportivo.



progetto intervista sport

XXXXX IL TAMBURELLO

A VERONA

di Bruno Mostaffi

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Sempre più… di moda! Il comitato provinciale di Verona negli ultimi anni sta lavorando intensamente per far crescere l’interesse attorno al tamburello. Il presidente Luigi Baruffi ci spiega le politiche adottate e come intende ‘sdoganare’ questo antico sport soprattutto tra più giovani

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P

residente Baruffi, come giudica lo stato attuale del tamburello? Nei tre anni in cui mi sono occupato del Comitato di Verona, insieme ai miei colleghi, abbiamo fatto grandi sforzi per diffondere il tamburello, in special modo ci stiamo adoperando per aumentare l’interesse e lo sviluppo dei settori giovanili. Negli ultimi tempi sempre più società si sono rese conto dell’importanza e della necessità di far crescere i giovani atleti, tant’è che alcune di esse si stanno dedicando quasi esclusivamente ai ragazzi. Il Comitato provinciale, in tal senso, s o stien e

queste iniziative con tutte le forze disponibili partendo, per esempio, col riportare il tamburello nelle scuole. Sia l’anno scorso che quest’anno abbiamo organizzato corsi di preparazione per docenti di educazione fisica della nostra provincia. Nel settembre del 2015 abbiamo avuto 32 insegnati al nostro corso che sono poi stati seguiti durante l’anno scolastico dai nostri tecnici specializzati. Ogni anno organizziamo il tamburello in piazza nei vari comuni della provincia veronese, partecipando anche alle feste dello sport del Coni provinciale. I nostri tecnici sono anche impegnati in alcuni Grest di scuole e oratori. Da tre anni infine partecipiamo a Sport Expo, la fiera dello sport che viene organizzata presso la fiera di Verona, e che solo nel 2015 ha fatto registrare il numero record di 65.000 presenze tra ragazzi, genitori e insegnanti. Presso il nostro stand abbiamo fatto conoscere il tamburello a tantissimi giovani che hanno apprezzato e si sono divertiti a provare qualche colpo.


nella pagina di fronte: BARUFFI POSA CON DAMIANO TOMMASI, PRESIDENTE ASSOCIAZIONE ITALIANA CALCIATORI MA GRANDISSIMO APPASSIONATO DI TAMBURELLO. nelle altre foto: IL CAVAION MONTE PERONI, SQUADRA ‘SCHIACCIASASSI’ NELLA STAGIONE 2015

vendo il comitato di Verona a tale riguardo?

A

Castelletto di Brenzone, è notizia di qualche settimana fa, sta iniziando una nuova sinergia tra Federazione e scuola: di cosa si tratta? Tramite SportDi+ siamo stati contattati dalla dott.ssa Federica Chignola, della Scuola Sacra Famiglia Giuseppe Nascimbeni di Castelletto di Brenzone per portare il tamburello all’interno dell’istituto, nell’ambito del programma scolastico. Infatti il Nascimbeni è un Liceo scientifico dello sport focalizzato all’approfondimento delle scienze motorie all’interno di un quadro culturale che favorisce, in particolare, l’acquisizione delle conoscenze e dei metodi propri delle scienze matematiche, fisiche e naturali nonché dell’economia e del diritto. Il loro, e il nostro interesse, dopo un momento di conoscitivo e di confronto, si sta concretizzandosi con esito positivo. A breve saremo quindi operativi anche in questo ambito.

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residente, molte volte si sente dire che il tamburello è uno ‘sport minore’: a suo giudizio cosa si può fare per promuovere maggiormente questa disciplina e come si sta muo-

In effetti oggi non si può dire che il tamburello sia uno sport seguitissimo. Merita però più considerazione, sia dal punto di vista sportivo e della mobilità corporea, sia dal punto di vista della pura piacevolezza estetica, ovviamente per chi guarda, del gioco. E’ uno sport antico e presumibilmente è rimasto tale. Per renderlo più attraente andrebbe un po’ riformato, partendo magari, perché no, dal nome. Un notevole handicap è dato inoltre dalla scarsa visibilità televisiva, non solo perché vengono trasmesse poche partite ma aa causa della difficoltà nel vedere la pallina. Magari studiando una pallina più visibile e riducendo le dimensioni del campo ridotto le partite diventerebbero più ‘televisive’. Purtroppo, è un dato di fatto, ciò che non viene trasmesso dalla tv non attira l’attenzione.

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n bilancio sull’attività del Comitato di Verona nel 2015?

Senza dubbio più che soddisfacente. Probabilmente subiremo ancora per qualche tempo la flessione dovuta sia alla crisi economica attuale, sia alle circoscritte iniziative del passato. Ma non ci perdiamo d’animo anzi, siamo certi che la volontà, l’impegno e la passione che stiamo profondendo in programmi, manifestazioni e corsi di vario genere, daranno sicuramente ottimi riscontri.

intervista W AT C H & F O C U S

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l Cavaion Monte Peroni quest’anno sembra essersi ulteriormente rinforzata: scontata la sua vittoria anche nel campionato 2016? Sicuramente sarà ancora la squadra da battere. È pur vero che durante il campionato può succedere di tutto, ma sulla carta rimane la candidata numero uno per la conquista dello scudetto 2016. I nuovi acquisti Andrea Petroselli e Riccardo Della Valle, inseriti nella compagine formata da Yohan Pierron, Luca Festi, Stefano Previtali, Federico Gasperetti e Saverio Bottero, daranno con certezza un notevole apporto alla squadra. Inoltre la guida tecnica di Edoardo Facchetti e la passione e l’impegno economico di Guido Peroni sono una garanzia mica da poco…

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nfine presidente, pensa che SportDi+ abbia in qualche modo contribuito alla promozione del tamburello? L’attenzione che SportDi+ offre al tamburello è di grande importanza. Ho lavorato nel campo grafico per quarantasette anni e posso affermare, con cognizione di causa, che la vostra è una rivista veramente splendida, sia da un punto di vista redazionale che di impaginazione, con un taglio molto moderno, e di immagini con foto davvero bellissime e di grande impatto. Tutto questo sicuramente attira l’attenzione del lettore, in particolare dei giovani. Pertanto gli sport rappresentati, tra cui il tamburello, hanno a disposizione una vetrina di assoluto interesse. Sarebbe un vero peccato non esserci!

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LA PAROLA ALL’ESPERTO

boxe di Matteo Bertani

Pugni, tecnica e talento: benvenuti nel mondo della BOXE

I

l pugilato nasce come sport di difesa personale, e risulta essere il mezzo di difesa personale più anti-

co al mondo, in quanto i pugni sono il primo istinto dell’uomo nella difesa personale stessa. Era praticato già nell’Antica Grecia e nell’Antica Roma; i pugni erano fasciati con lunghe strisce di cuoio per proteggere le nocche in cui a volte venivano inserite anche placche di metallo. Nel XVIII secolo venne strutturato affinché si potesse praticare a livello agonistico. Il pugilato è una disciplina apparentemente semplice. Le tecniche di base del pugilato sono apparentemente tre, che vanno combinate tra loro in un infinita serie di sequenze possibili. Dico apparentemente non a caso: infatti queste tecniche sono in

»

realtà da combinarsi con almeno altri due atteggiamenti tattici, di cui dirò

Matteo Bertani, dirigente e atleta della Scaligera Boxe, ci accompagna alla scoperta del pugilato, uno dei più antichi e noti sport da combattimento

in seguito, che son a tutti gli effetti tecniche autonome.



progetto boxe sport

LE TECNICHE DELLA BOXE IL GANCIO La più elementare, conosciuta e spontanea delle tecniche del pugilato è il gancio. Sicuramente, il 99% dei non praticanti il pugilato che dovessero dare un pugno darebbero un gancio, il cui movimento spontaneo, primitivo, prevede di sollevare il gomito a circa mezza distanza tra il fianco e la spalla, portare il pugno in posizione arretrata rispetto alla testa e posi slanciare lo stesso in avanti con una traiettoria curvilinea esterna rispetto all’asse del corpo. Tutto questo poco o niente ha a che fare con il gancio insegnato alle scuole di pugilato. Anzitutto, nessun pugno può partire da dietro la figura del pugile: il movimento diviene troppo lento e prevedibile, dando all’avversario amplissime possibilità di schivata. Ulteriore significativo problema è che un colpo così portato, una volta andato a vuoto, porta il corpo in semi rotazione, dando all’avversario un’amplissima e devastante possibilità di reazione. L’insegnamento del pugilato prevede invece che il gancio sia un movimento che parte dalla rotazione del bacino e della spalla, il pugno all’altezza di quest’ultima con le nocche della mano verso l’alto. Il braccio, il gomito, il pugno devono essere alla stessa altezza e il movimento non deve eccedere l’asse di combattimento cioè il gancio non deve superare il centro della figura dell’atleta, di modo che, in caso di schivata, questo non si ritrovi scoperto rispetto al contrattacco dell’avversario.

IL DIRETTO Una volta evoluto il gancio da sbraciata scimmiesca a gesto atletico, si passa a insegnare il diretto o jab. Dalla posizione di guardia, si ruota il bacino e si sposta la spalla in avanti, poi si slancia il braccio in avanti avendo cura di non ruotare il gomito al di fuori della figura e di arrivare a colpire con la mano ben piatta e chiusa con le nocche verso l’alto. Terza tecnica è rappresentata dal montante o uppercut.

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Dalla posizione di guardia, s’inclina leggermente il tronco a sinistra o a destra e da questa posizione si lascia andare il colpo che avrà sostanzialmente una traiettoria che va dal basso verso l’alto.

LA FINTA A queste tre tecniche di base ne vanno, a mio parere, aggiunte almeno altre due. La finta, dove il pugile inizia uno dei movimenti sopra descritti per poi eseguire un altro. Ad esempio potrei iniziare la rotazione del bacino e della spalla per un diretto sinistro, bloccare il movimento e sferrare un diretto destro.

L’INVITO Alcune posizioni possono essere artatamente tenute da un pugile al fine di indurre l’avversario ad eseguire una determinata tecnica di cui l’atleta ha pronta la contro mossa. Esempio tipico è la guardia con la mano davanti abbassata: il pugile avversario tenderà a sfruttare questo atteggiamento piazzando un rapido diretto verso la parte scoperta. Questo consente al pugile che ‘invita’ di anticipare il movimento dell’avversario, ad esempio abbassando il corpo da un lato e facendo scivolare un diretto sotto il braccio di quest’ultimo. Una volta imparate le tecniche di base, siamo in possesso dell’alfabeto del pugile. Si passa a insegnare le cosi dette serie ovvero combinazioni miste di tutte le tecniche sopra descritte. E qui si può dire che il pugile abbia imparato a ‘leggere’ il pugilato. Più serie s’imparano, più si ha possibilità di leggere l’avversario e di applicare le giuste contro mosse al tipo di combattimento che propone. Una volta che le tecniche sono infinite volte ripetute, interiorizzate fino a diventare automatismi, allora il pugile non sa solo leggere ma sa anche ‘scrivere’ il match. E a questo punto, purtroppo, che scriva un poema meraviglioso o un orrido acrostico dipende solo dal talento che la natura gli ha dato.



tiro sportivo

TRADIZIONE DECENNALE E GRANDI AMBIZIONI

di Alberto Cristani

Tiro sportivo per tutti I l progetto ATS Verona, fortemente condiviso da tutti, si inserisce in un più generale rilancio dell’attività, anche agonistica, a un’organizzazione più efficiente, alla buona gestione economico-finanziaria, a una s t r u t t u ra t a collaborazione con le altre realtà del Tiro nel comprensorio e nella Provincia. Inoltre c’è l’intenzione di ampliare ulteriormente la base associativa ai

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tanti appassionati di questo sport, per dare al Tiro Sportivo il giusto rilievo nel ricco panorama sportivo della città di Verona. “Il gruppo ATS” – ci spiega il presidente Davide Brutto - “è nato negli anni Novanta e raggruppava tutti gli atleti che non si cimentavano nel tiro dinamico. Nel 2009 il gruppo su è trasformato in associazione e la sigla ATS ha preso il significato di Advance Tactical Shooting. Nel 2013, dopo aver raggiunto un eccezionale numero di tesserati, abbiamo dovuto affrontare un ridimensionamento che ha fatto allontanare molti atleti. Nel 2014, con il ritorno di Davide Indizio e Francesco Perazzoli dall’esperienza di Brescia - andati via come giovani di belle speranze e ritornati campioni affermati - il numeri di tesserati e progressivamente aumentato. Siamo

ATS Verona è una società sportiva, forte di una tradizione di quasi 10 anni nella pratica del Tiro Sportivo e con uno staff tecnico sicuramente qualificato. Uno degli obiettivi che la società si prefigge è quello di allargare il numero dei praticanti del Tiro Sportivo e curare i nuovi tiratori che si avvicinano alle varie discipline.


Paxxx

ritornati inoltre a chiamarci Associazione Tiratori Scaligeri, accantonando l’acronimo dal significato anglosassone. “Ad oggi” – conclude Brutto –“siamo una quarantina di tesserati, di cui 5 sono ragazze. L’età varia dai 21 ai 60 anni con una media di 35 anni. All’interno della nostra società abbiamo nazionali italiani di tiro dinamico, alcuni dei quali hanno partecipato a competizioni mondiali. Le nostre punte di diamante sono i già citati Indizio

e Perazzoli, esempio per tutti e sempre disponibili a mettere a disposizione del gruppo la loro esperienza”. Ma cosa propone ATS Verona a chi volesse provare il tiro sportivo? Le possibilità sono diverse:

sas, USA come risposta ai desideri dei tiratori di tutto il mondo, che desideravano sfidarsi in incontri sportivi realistici e divertenti.

ESAGONALE

Comunemente chiamato “IPSC Shooting” è un tipo di tiro molto diverte nte e stimolante che sta crescendo molto velocemente in tutto il mondo. In questo sport ci sono diversi aspetti che non si trovano nelle altre discipline di tiro più tradizionali.

È un trofeo organizzato da 6 TSN della provincia di Verona. L’esagonale è nato più di 10 anni fa da un gruppo di tiratori appassionati del Tiro Dinamico che hanno iniziato ad allestire degli esercizi di tiro all’interno dei TSN. Questo tipo di gare si adatta benissimo anche per i neofiti del tiro che vogliono iniziare a capire il Tiro Dinamico

TIRO RAPIDO SPORTIVO

ALLENAMENTO

È una disciplina dell’Unione Italiana Tiro a Segno. Gli esercizi del TRS sono molto simili agli esercizi del Tiro Dinamico ma prevedono meno spostamenti. Le gare sono organizzate all’interno degli stand di tiro dei TSN.

Vengono organizzate serate di allenamento con personale preparato, a cadenza settimanale, all’interno dei TSN di Verona e provincia. Gli esercizi che vengono allestiti sono propedeutici per i tiratori che vogliono intraprendere un percorso di crescita.

INTERNATIONAL DEFENSIVE PISTOL

GARE

TIRO DINAMICO SPORTIVO

Si tratta di uno sport di tiro che simula scenari di difesa personale possibili in incontri di vita reale, con finalità unicamente sportive. Questa Organizzazione fu fondata nel 1996 in Berryville, Arkan-

ATS Verona è in grado di organizzare gare sul territorio nazionale. Le gare che vengono organizzate sono di vario genere come ad esempio Lo Steel Challenge, il Tavolo dei Birilli, L’albero del duello e altre ancora. Per info e contatti: www.atsverona.it

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TRAMANDATA NELLE GENERAZIONI

opes di Alessandro Boggian

Judo

arte millenaria

un’

“L

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a flessibilità può neutralizzare la forza bruta”: è questo il principio conosciuto universalmente attraverso le parole stesse di Jigoro Kano, fondatore del Judo. Quante volte abbiamo sentito parlare anche di Ju Jitsu, Kansen Ryu e Kickboxing. Ma conosciamo a fondo la storia di queste arti marziali e il valore del patrimonio culturale che portano con sé? Scopo essenziale della pratica del Judo è la massima valorizzazione dell’energia umana in ogni suo aspetto fisico e morale affinché si raggiunga una condizione di armonia nei rapporti con se stessi e con i propri simili. Trae la sua origine dalle antiche tecniche marziali delle scuole di Ju Jitsu; il suo fine ultimo però è lo sviluppo del corpo e dello spirito tramite una disciplina sportiva, formativa e divertente, mentre il Ju Jitsu era soprattutto un metodo, più o meno brutale, per sconfiggere un avversario in un combattimento reale. Il Ju Jitsu, infatti, è un’arte marziale senza esclusione di colpi, basata su tecniche d’attacco e difesa senz’armi o con armi corte già noto in Giappone 2000 anni fa. Alla fine del secolo XIX, Jigoro Kano si propose di recuperare il patrimonio marziale del Giappone antico e di modificarlo selezionando e sintetizzando le tecniche dalle scuole

più importanti. Il suo intento fu dunque quello di trasformare un’arte che era all’origine di autodifesa in una moderna pratica sportiva. Il sistema di Difesa Personale Kansen Ryu è nato a Cuba; concepito dal Maestro Pablo Silvente Laffita, istruttore delle truppe speciali cubane, si pratica in più di 32 Paesi. Il Kansen Ryu è la scuola del perfezionamento continuo ed è consigliabile a chiunque, perché si adatta alle caratteristiche tecniche e fisiche dell’allievo: in esso non prevale quindi la preparazione fisica, ma la padronanza dei “movimenti naturali del corpo”. Il Kansen Ryu trae origine dalle migliori tecniche di Karate, Judo, Ju Jitsu e Aikijitsu sviluppate in chiave moderna. Come spiega il Maestro Melendez Rodriguez Alexis (4 Dan di Judo, 4 Dan di Ju Jitsu, Grand Master; Rappresentante in Italia del Judokickbox; Delegato della Regione Veneto del Kansen Ryu, Specialista in Sicurezza di persone e cose per il Ministero dell’ Interno di Cuba) “la ASD Cuban Academy of Continuous improvement è affiliata ad O.P.E.S. e all’Associazione Nazionale della Polizia di Stato (ANPS) - Gruppo sportivo. Molte sono le discipline praticate nell’accademia: Judo (livello amatoriale ed agonistico), Ju Jitsu (agonistico), Kansen Ryu, Difesa Personale Femminile (contro ogni violenza, sia fisica che psicologica) e JudoKickbox

(MMA; nato a Cuba, è un’arte marziale dove gli allievi imparano tecniche a base di judo, kick boxing, boxe; questa disciplina si pratica in più di 26 paesi)”. Gli allievi dell’accademia hanno raggiunto importanti risultati: nel 2013, nella Gara internazionale di Judo tenutasi a Torino, sono stati conquistati 1 oro e 2 bronzi; nel 2014, al Campionato Nazionale di Judo, sono stati vinti 2 ori, 4 argenti e 4 bronzi; nel 2014, nel Torneo Regionale di Judo tenutosi a Padova, sono stati vinti 2 ori. Nel 2014, medaglie e Coppa alla squadra sono stati ottenuti nella Gara Nazionale Ju Jitsu O.P.E.S. di Roma; nel 2015, al Trofeo O.P.E.S. Centro Italia Jiu Jitsu, svoltosi a Roma, medaglie e targa alla squadra; nel 2016, Campionato Nazionale di Ju Jitsu a Rieti, sono stati vinti 1 argento e 1 bronzo nella categoria esordienti. Al di là dei lusinghieri risultati, però, rimane fondamentale perseguire l’obiettivo della diffusione della cultura dello sport, inteso come mezzo di trasmissione di valori universali: una scuola di vita che insegna a lottare per ottenere una giusta ricompensa e che aiuta alla socializzazione ed al rispetto tra compagni ed avversari. Maggiori informazioni sono disponibili sulla pagina facebook Judokickboxitalia, oppure possono essere richieste telefonicamente al 3493026588 o via e-mail all’indirizzo Efrayn1989@yahoo.es.


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progetto intervista sport di Alberto Cristani di xxxxx

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LA MACROBIOTICA, IL ‘SEGRETO’

Quanto può influire una buona alimentazione sulle prestazioni sportive? Quanto è importante mangiare in modo equilibrato e il più possibile salutare? E ancora: quanto è difficile intraprendere un percorso alimentare equilibrato?

L’alimentazione secondo Hasley Queste e altre domande SportDi+ le ha poste in esclusiva a Martin Halsey, uno dei massimi esperti mondiali nell’utilizzo dell’alimentazione naturale come terapia di prevenzione.

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estista professionista, laureato in biologia presso l’Università del Massachusetts, Martin Halsey arriva nel nostro Paese nel 1976 con una selezione di All Stars per giocare una serie di partite amichevoli contro formazioni di basket italiane. E’ in questo frangente che per lui le cose cambiano quasi radicalmente. “Si” – afferma Halsey – “la visita in Italia ha dato una svolta alla mia vita, è stata una tappa di passaggio verso la Svizzera, dove ho proseguito la mia carriera cestistica a livello professionistico. Finito di giocare ho allenato in serie A e ho fondato la Nazionale elvetica di basket femminile. Proprio in questo periodo ho iniziato ad avvicinarmi al mondo dell’alimentazione, studiando diete, le caratteristiche dei cibi e gli effetti sull’organismo, soprattutto degli sportivi”. Il ‘mangiare bene’ ha avuto effetti positivi in primis proprio su di lui. “Me ne sono reso conto” – ci spiega Martin – “in occasione di un infortunio alla caviglia.

Ricordo che durante il recupero accusavo sempre continui dolori anche se la frattura era guarita. Cambiando dieta i dolori sparirono quasi subito. Il motivo? Semplice: un’alimentazione più attenta rende più resistenti, il fisico si affatica di meno, con conseguente beneficio a livello mentale. Un rilassamento generale è la base per stare meglio”. Un’alimentazione controllata, per molti, significa sacrificio. Il Dott. Halsey però non la pensa così: “Più che sacrifici io li chiamerei investimenti sulla salute. Scoprire nuove abitudini alimentari e provare nuovi cibi sono scelte intelligenti che ci fanno stare bene. Un esempio: lo zucchero in quantità elevate è veleno per il nostro organismo. Al suo posto esistono alternative sane che non vanno ad influire sulla dolcezza dell’alimento. Basta solo informarsi e provare!”. Prosegue Halsey: “Cambiare abitudini è difficile? Dipende dalla persona. Per alcuni è una cosa naturale, per altri è un po’ più complicato. Ma non c’è da spa-


PER UNA SANA ALIMENTAZIONE

intervista

Chi è Martin Halsey

ventarsi. Sono convinto che in questi casi il fattore psicologico è importantissimo, quasi fondamentale. E una volta cambiato stile di alimentazione difficilmente si torna indietro”. Alla base delle conoscenze ed esperienze di Martin Halsey c’è senza dubbio lo studio della macrobiotica, avvenuto insieme con Michio Kushi, considerato uno dei padri della macrobiotica, insieme a George Oshawa. Ma cos’è la macrobiotica? Di fatto si tratta di una forma di conoscenza e di filosofia basata sull’equilibrio tra le forze antagoniste e complementari che, secondo le antiche teorie filosofiche cinesi, governerebbero l’Universo. Da tale interpretazione deriva uno specifico stile di vita, volto, secondo i suoi sostenitori, a una maggiore ‘armonia con il cosmo’. Particolare rilievo assumono in tal senso le diete alimentari conseguenti, che hanno acquisito una certa popolarità anche per i loro presunti effetti benefici. “In effetti” – puntualizza Halsey – “è solo e semplicemente questione di equilibrio. L’ipertensione, per esempio, si può curare conoscendo i vari cibi. Con l’aiuto di un esperto è senza dubbio più facile capire come e dove agire, in modo mirato, traendone beneficio quasi immediato”. I giovani e il cibo, altro binomio che molto spesso va in conflitto. “Ai giovani” – conclude il Dott. Halsey – “è più complicato spiegare che si deve mangiare sano per stare bene. I ragazzi, soprattutto in fase adolescenziale, si sentono invincibili e quindi non recepiscono questo tipo

di messaggi. Oggi i bambini, e i giovani in generale, vengono devastati da alimenti di scarsa qualità, soprattutto zucchero e prodotti di origine tropicale ma anche cibo di origine animale, che proviene da produzioni industriali, dove si utilizzano mangimi OGM, antibiotici e sostanze chimiche. In questa fase di vita l’attenzione al nostro corpo è ancora più importante, perché la mente è in pieno sviluppo. Sarebbe il momento della vita in cui la qualità del cibo ha la massima importanza, visto che i vari sistemi stanno completando la loro formazione. Sta a noi adulti agevolare un atteggiamento consapevole nei nostri giovani. Lo ripeto: non è difficile. Basta solo volerlo”.

Laureato in biologia presso l’Università del Massachusetts, dopo la carriera di cestista riprende gli studi universitari nella direzione dell’alimentazione e del rapporto dell’uomo col cibo. Non tralascia alcuna direzione o sperimentazione studiando la macrobiotica con Michio Kushi. Nel 1985 è cofondatore dell’IMI di Kiental in Svizzera, ne assume la direzione ed il ruolo di insegnante. Trasferitosi a Milano, nel 1994 concepisce, realizza e presiede l’associazione “La Sana Gola” e l’omonima rivista e scuola di cucina. È conosciuto come una delle massime autorità nell’uso dell’alimentazione naturale come terapia e prevenzione. Conduce seminari e conferenze in tutta Europa. È autore di “Cucina come Arte”, “Un Mondo Leggero” e “Corpo umano, istruzioni per l’uso”, “Curarsi in casa”, “Dimagrire”, “Terapia alimentare”, “Mai dire gola”, “Nutrizione prêt a manger”, “La cucina che trasforma”, “Manuale di Self-Healing”. Potete trovarlo prevalentemente a Milano, presso la nuova sede: ristorante, scuola di cucina e centro benessere di terapie sostenibili, dove svolge la sua attività principale di consulente alimentare, nutrizionista e insegnante.

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PROGETTO DEL RUGBY VALPOLICELLA

rugby di Roberto Avesani

In meta tra i banchi

È partito anche per questa stagione il Progetto Scuole promosso dal Rugby Club Valpolicella. L’iniziativa, fortemente voluta dal presidente Ruzzenente, è resa possibile anche grazie alla passione e competenza dello staff tecnico giallorosso

I di scuola

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l Rugby Club Valpolicella, che ha sede a San Pietro in Cariano, ormai da molte stagioni è impegnato nella promozione della palla ovale negli istituti di formazione di Verona e provincia, nella consapevolezza che il rugby è uno sport perfetto per la crescita dei ragazzi sin dalla più giovane età. Il progetto, portato avanti grazie all’impegno di allenatori e tecnici delle squadre giallorosse e con il supporto di alcuni giocatori delle squadre Seniores che si mettono a disposizione, consiste nel tenere, con cadenza regolare, lezioni nelle scuole durante le ore di educazioni fisica. Ciò richiede un importante sforzo in termine di monte ore e logistica, ma è con entusiasmo che il gruppo lavora per la diffusione del rugby. Diversi sono gli istituti che nel tempo hanno aperto


rugby

le porte al Rugby Club Valpolicella e, grazie all’alto gradimento dell’iniziativa, ogni anno si attuano delle rotazioni per cercare di soddisfare le molte richieste. Quest’anno, per esempio, si è scelto di puntare sulla zona di Bussolengo e San Massimo, dopo che negli anni scorsi l’attività era stata più intensa nel comprensorio della Valpolicella, da sempre bacino di riferimento della società del Presidente Sergio Ruzzenente. Gradualmente il progetto si sta poi espandendo ad alcuni istituti della città, come Salesiani e Don Bosco. A essere coinvolte sono scuole elementari, medie e superiori. In tutti i casi e in rapporto all’età delle classi vengono proposti esercizi di base propedeutici, variati anche in base alla stagione che condiziona il lavoro al chiuso all’aperto. Il tutto per insegnare uno sport sano e per dare la possibilità di praticarlo ad un livello superiore. “Io stesso” - racconta Andrea Zanetti, da tanti anni allenatore del Rugby Club Valpolicella e tra gli animatori del progetto – “ho conosciuto la palla ovale nella scuola che frequentavo. La volontà

è quella di far conoscere il nostro sport creando entusiasmo e invitando tutti a provare ad allenarsi con il nostro club”. E i risultati arrivano: “Diversi atleti” prosegue Zanetti – “hanno scelto il rugby come proprio sport praticato dopo essere entrati in contato con esso grazie al nostro Progetto Scuole. Certo, con più forze a disposizione si potrebbe organizzare un lavoro ancora più articolato, ma comunque siamo soddisfatti del nostro impegno”. Per gli istituti superiori, il progetto prevede, inoltre, momenti di incontro tra gli alunni partecipanti e le squadre ufficiali Juniores del Valpolicella, come è accaduto qualche settimana fa con l’allenamento congiunto tra i ragazzi dell’Istituto Salesiani San Zeno e gli atleti dell’Under 16. “Questo è un momento importante” conclude Zanetti - “perché, laddove vi sono strutture adeguate, possiamo far incontrare la nostra società con gli istituti coinvolti. Tutto questo è davvero molto bello per noi, per gli studenti, per le scuole e soprattutto per il rugby”.

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Dimensione Guida

progetto sport di Fabio Celin

gli esperti del

‘guidare bene’ CHI È DIMENSIONE GUIDA

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imensione Guida, nata nel 2013, è un’Associazione Sportiva Dilettantistica che intende contribuire allo sviluppo sportivo, culturale e civile dei cittadini. In particolare vuole favorire la diffusione delle attività motoristiche, sia praticate da simpatizzanti dilettanti che da esperti del settore attraverso interventi didattico-pratici, enfatizzando la cultura della sicurezza stradale ed il divertimento della guida.

UNO STAFF DI PROFESSIONISTI A NOSTRA DISPOSIZIONE Dimensione Guida metterà a disposizione l’esperienza maturata dai soci al fine di fornirci info e aggiornamenti dal mondo dei motori. A capitanare la squadra c’è Fabio Celin, una figura conosciuta nel mondo della formazione su ruota. Già istruttore dal 1997, ha svolto attività di insegnamento e sperimentazione presso

Nasce ufficialmente la collaborazione tra SportDi+ magazine e Dimensione Guida A.s.d., sinergia focalizzata alla promozione e diffusione di tutte quelle tecniche e nozioni indispensabili per affrontare la strada in modo sicuro e intelligente con le scuole di ‘guida sicura’ più blasonate, a partire da quella di Asc Quattroruote per le auto e i mezzi pesanti, fino alla BMW Motorrad Riding Academy per le due ruote. Tester per alcune riviste ed eco coach, ha approfondito gli studi all’estero in Svizzera e Germania.

“Innanzitutto” – evidenzia Celin – “voglio ringraziare la redazione di SportDi+ per questa opportunità che ci offre: sono convinto che insieme, con le nostre competenze e capacità, sapremo sviluppare un percorso di comunicazione interessante ed efficace. Per quanto ci riguarda, Dimensione Guida è un’associazione che vuole offrire allo sportivo e all’utente stradale tutte le informazioni e le nozioni utili a migliorare la propria formazione alla guida e di conseguenza la sicurezza su strada”. “Nello sport – prosegue Celin – “l’esercizio è fondamentale per ottenere i migliori risultati. Lo stesso vale per un conducente. Troppo spesso siamo portati a pensare che avere in tasca la patente sia sufficiente ad attestare la nostra capacità alla guida, ma non è così. È fondamentale sperimentare, in aree idonee, le nuove tecnologie ed allenare le nostre reazioni alle manovre che potrebbero essere utili in condizioni difficili, come la guida sul bagnato o una situazione di emergenza”. “Per questi motivi – conclude Celin - proponiamo giornate di formazione sia ai professionisti, come i reparti di Polizia Locale, che ai cittadini e ai nostri soci. Un corso di ‘guida preventiva’ (di cosa si tratti ne parleremo più diffusamente nei prossimi numeri n.d.r.) è un’esperienza fondamentale per rendere ogni conducente più competente alla guida di un veicolo. Il prossimo corso è programmato per il 19 giugno: un appuntamento riservato a tutti i motociclisti. Da non perdere…”.

Per info ed approfondimenti consultare

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www.dimensioneguida.it


Tel. 045 8921048

www.kmzerovr.it Via San Michele, 9 Montorio (VR)

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strada sicura

ATTENZIONE SEMPRE AL MASSIMO

di Massimiliano Maculan*

NON DEVE essere NOTTE FONDA I È notte fonda. “Driin… driin..” squilla il telefono alla Centrale Operativa del 118. L’infermiere risponde e dall’altra parte della cornetta da subito si sente una voce giovane urlare una richiesta di aiuto: “Fate presto, fate presto, abbiamo fatto un incidente… le macchine sono distrutte… sono coinvolti 4 ragazzi, sono tutti miei amici… sono incastrati tra le lamiere e non mi rispondono… fate prestooo!!”

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* Vice Presidente Ass.ne Verona Strada Sicura

n centrale operativa vengono gestite tante chiamate, ma ancora oggi quelle che più colpiscono nell’animo e che fanno stare male sono proprio queste. In quel momento noi infermieri della centrale 118 svolgiamo il servizio con la massima professionalità, inviamo quanto prima i mezzi sanitari adeguati, allertiamo la Polstrada o la Polizia Municipale, i Vigili del Fuoco, ma la nostra mente già viaggia verso quei ragazzi, le loro famiglie, i loro amici. Speriamo di no. Speriamo ce la facciano. Speriamo che non sia l’ennesima tragedia. Attendiamo con trepidazione che i mezzi sanitari arrivino, che arrivino le notizie della situazione nella piena speranza che esse non siano notizie meste, tragiche. Ma purtroppo tante, troppe volte accade proprio il contrario, iniziamo ad avere il bollettino di guerra dal personale delle ambulanze, delle automediche che abbiamo inviato. “Sul posto abbiamo 4 ragazzi coinvolti, 3 sono deceduti, uno è incosciente, un grave trauma cranico, lo stiamo intubando. Età tra i 20 e i 30 anni”. Si finisce di gestire il servizio mettendo in campo tutte le forze necessarie per cercare di non perdere anche l’unico, per ora, sopravvissuto. Si allerta il Pronto Soccorso, la rianimazione. Tutti pronti ad aspettare il ragazzo per affrontare al meglio le sue critiche condizioni. Una volta giunto in ospedale, iniziano a giungere le chiamate di famigliari alla ricerca di notizie dei loro ragazzi. Anche se non lo siamo, con il massimo sforzo, cerchiamo di essere i migliori psicologi per cercare di creare l’impatto emotivo il meno traumatico possibile. Ma come si fa? Come si fa a dire a un genitore che suo figlio è venuto a mancare senza che tale notizia sia traumatica? Come si fa a comunicare un decesso assolutamente inaspettato? Tante volte i famigliari non chiamano in centrale ma qualcuno, ovvero i poliziotti, devono suonare ai campanelli, svegliare i genitori e loro che l’amato figlio non tornerà mai più a casa. Sono situazioni drammatiche a cui non ci si abitua mai e per le quali ognuno dei compo-

nenti dell’associazione Verona Strada Sicura, fa tutto il possibile affinchè non possano accedere. La prevenzione la svolgiamo in maniera semplice ma forte, chiara, emozionale. Riportiamo i tanti casi che dobbiamo gestire nelle nostre centrali operative o sulla strada sperando che chiunque nel momento in cui scende in strada in auto, in motorino, a piedi, prima di accendere il motore e muoversi, accenda il cervello! Oltre agli operatori del soccorso, negli incontri che svolgiamo con gli studenti preferibilmente di quarte e quinta superiore o nei vari comuni a cittadini di ogni età, sono presenti anche fortissime testimonianze. Sono i genitori di Levi, Martina, Nicole, Tobia, Valeria, ragazzi che hanno perso la vita nel 2005 vicino all’aeroporto di Villafranca in un tragico schianto con un tir e i genitori di Simone Fatuzzo che nel 2012 all’età di 18 anni è stato investito sulle strisce pedonali a Marzana. Loro cercano di trasferire ai presenti agli incontri tutto il dolore che si prova nel perdere un figlio a causa di un incidente stradale, lo fanno con le parole, ma basta guardare gli occhi affranti per capire quanto il loro cuore soffrirà per sempre. Altre testimonianze dirette giungono dagli atleti della squadra di handbike GSC Giambenini, ragazzi che a causa di incidenti stradali sono costretti a restare per sempre seduti su una carrozzina. I loro occhi sorridono perchè, malgrado tutto, sono ancora al mondo. Loro possono ancora gioire della bellezza della vita. Hanno uno spirito esplosivo! E’ un sorriso che però, a tratti, diventa amaro: il destino gli ha riservato un brutto ‘scherzo’. Sono tante testimonianze correlate di immagini e di video per cercare di far riflettere che la vita è una sola, che non c’è una seconda possibilità e che non tocca purtroppo solo agli altri. Tutti insieme, con il cuore in mano e senza voler insegnare nulla nè voler fare la morale, vogliamo semplicemente far capire che non deve mai essere notte fonda. Per nessuno.



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