ANNO 5 - N. 26 - novembre/dicembre 2013 - Periodico - Copia gratuita - Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807 / 2008
ANNO 5 - N. 26 NOVEMBRE/DICEMBRE 2013
TONIco gialloblu
si parla anche di
ARRAMPICATA PODISMO NUOTO RUGBY sfoglia online questo numero!
SD+ 26.2013
In questo numero scendono in vasca 12
CONI VERONA
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CANOA
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BASKET
MARATONA
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FISCALITà SPORTIVA
... e molto altro, gira la pagina!
SCHERMA
SOMMARIO LEGENDA
Redazione Istituzioni / Rubriche Eventi / Associazioni / Medicina / Progetti Uomini di sport
Editoriale Solidarietà sportiva grande bluff o vero aiuto? Centri Giovanili Don Mazzi A 13 anni portare in campo il pallone ai mondiali di calcio? Diocesi Verona Ogni benedetta domenica Coni Verona I Fiduciari CONI Verona chi sono, cosa fanno, dove trovarli Sport invernali Ciaspole e sci di fondo nell’inverno 2014 targato P&M Calcio 23 novembre 2013, ore 18... Benvenuti al derby di Verona Calcio Intervista esclusiva a Luca Toni Online Veronanelpallone.it emozioni in tempo reale Calcio AC Raldon un cielo nero-verde tinto di rosa Calcio femminile Quel tuffo da ricordare a lungo Calcio femminile Cecilia Salvai dalla... Svizzera con furore! Canoa Adigemarathon 2013 una girandola d’emozioni! Eventi Si riaccendono le luci sul Galà dello Sport Pallavolo Dual Volley una stagione da vivere sottorete Pallavolo Va in scena la Calzedonia Verona con la regia di Boninfante Basket Anche il CUS Verona va a canestro Basket Numeri e qualità per il Verona Basket
Anno 5 - Numero 26 novembre-dicembre 2013 Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807/2008 Editore GMC communication s.a.s. Direttore responsabile Alberto Cristani Caporedattore Dino Guerrini In Redazione Luca Mazzara, Elena Bazzoni, Andrea Etrari, Marina Soave Art director Enrico Gastaldelli Grafica e impaginazione Unit Editrice Srl Viale del Lavoro, 22/d San Martino Buon Albergo (VR)
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Donne di sport Sport individuali / Montagna / Outdoor Sport di squadra Sport invernali / Volo
Sport acquatici Sport paralimpici Motori Servizi speciali
Football americano I mastini abbaiano anche in messicano Iniziative A Castel d’Azzano va di scena lo sport… legale! Nuoto Giorgia Biondani un delfino pronto a stupire Sport invernali La neve impariamo a conoscerla Appuntamenti Correre a Verona a novembre e dicembre Podismo Atletica Lupatotina passione a tutta velocità Sportswear Natale 2013: di corsa con Brooks Maratona Prepararsi alla maratona con la Facoltà di Scienze Motorie Sicurezza Stradale Halloween, notte da urlo Tamburello Coppa Italia Indoor da applausi Evento Australiano, gaelico e cricket al primo SportDi+ Day Rugby Verona festeggia il suo derby “ovale” Scherma La parola a due veri protagonisti della scherma Dino da Sandrà La vignetta di… RonalDino Hockey su pista L’hockey school si fa in tre Fiscalità Chi sono gli sportivi dilettanti? Bowling Verona in prima linea anche nel bowling
Stampa e distribuzione Mediaprint Srl Sede operativa di San Giovanni Lupatoto Via Brenta, 7 - 37057 Verona Tel. 345 5665706 marketing@sportdipiu.com Pubblicità e spedizioni Mediaprint Srl Sede operativa di San Giovanni Lupatoto Via Brenta, 7 - 37057 Verona Tel. 345 5665706 marketing@sportdipiu.com Contatti redazione@sportdipiu.com www.sportdipiu.com Hanno collaborato per questo numero don Andrea Giacomelli, Mirko Simonaio, Alberto Fabbri, Matteo Sambugaro, Alessio Faccincani, Andrea Scamperle, Giorgio Pasetto,
44 46 48 53 56 58 60 62 64 65 66 68 70 77 78 80 82
Alessandro Italia, Giulia Sambo, Bruno Mostaffi, Michele Coratto, Nicola Brusco, Carlotta Chiari, Giuliano Zocca, Alice Cristiano, Daniela Scalia, Luca Tramontin, Giovanni Crosato, Giovanna Tondini, Enrica Girelli, Massimo Ugolini, Emanuela Biondani, Massimo Cussotto, Paolo Morana Foto: Archivio Sportdipiù magazine, Archivio Unit Editrice Srl, Ufficio Stampa Verona Hockey, Mastini Verona, Polstrada Verona, Archivio FCG Don Mazzi, FotoExpress-Grigolini, Serpelloni, Nicola Iachelli, Ennevi Foto, Dual Volley, BluVolley Verona, Cus Verona Rugby, King Rock Foto copertina: FotoExpress - Grigolini (Verona) Stampata su carta ecologica 100% riciclata con inchiostri a base vegetale prodotta senza uso di cloro
BCC
Valpolicella Benaco BANCA
Radici diverse... valori comuni Sant’Anna d’Alfaedo
Caprino Veronese Costermano Garda
Marano di Valpolicella
Albarè
Bardolino
Valgatara Sant’Ambrogio di Valpolicella
Negrar
S. Pietro in Cariano Arbizzano Pescantina
Colà Sandrà Verona
EDITORIALE
Solidarietà sportiva grande bluff o vero aiuto? Con l’ultimo numero del 2013, SD+ acquisisce due nuovi importanti patrocini. Hanno aderito al nostro progetto gli assessorati allo sport del Comune di San Giovanni Lupatoto e di Castel D’Azzano. Un grazie va quindi alle Giunte, ai Sindaci e agli Assessori allo sport dei sopracitati Comuni che hanno scelto SD+ come veicolo per diffondere e promuovere l’attività sportiva del loro territorio.
Lo sport, non dico nulla di nuovo, è un eccezionale “amplificatore” grazie al quale si può veicolare qualunque tipo di messaggio. Messaggio che poi trova ampio riscontro tra l’opinione pubblica. In questo contesto mediatico e comunicativo però ci sono situazioni che mi lasciano alquanto perplesso. Una su tutte: sport e solidarietà, un binomio che spesso si basa su opportunismo, buonismo esasperato e finta moralità. Ogni volta che sento pronunciare “… parte del ricavato verrà devoluto in beneficenza” mi viene la pelle d’oca: una frase che racchiude ed esprime, a mio avviso, tutta l’ambiguità di questa sinergia. vai alla Non voglio fare di tutta l’erba un fascio sia chiaro, anzi. Sono il primo a credere in questo tipo attività. Però ne ho viste e sentite troppe per pensare che sia tutto chiaro e trasferente. Pensateci: quante volte assistiamo a presentazioni (in pompa magna, con tanto di fiocchi, fasce tricolore, fiori, promesse e occhi lucidi…) di momenti benefici e poi, dopo il “teatrino”, silenzio totale? In proporzione sono poche le realtà che rendicontano dettagliatamente l’esito finale delle iniziative. Perché? Bella domanda.
pagina di SD+
”A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca” diceva l’On. Giulio Andreotti. E come dargli torto? Quanto del “san(t)o” ricavato va in beneficenza e quanto in tasche meno bisognose? Poche storie: qui si tratta di vigilare e rendere pubblico l’esito di questi eventi. Non sta a me dire come e in che termini, ma si deve fare. Nel rispetto della collettività, di chi veramente crede alla bontà di queste iniziative e le finanzia (sponsor) e per non sporcare inutilmente e (ahimè) ulteriormente l’immagine dello sport. Detto ciò, si avvicina il periodo natalizio, un periodo dove tutti per sono “più buoni”. Almeno nelle intenzioni. Sarebbe bello che il mondo sportivo cogliesse l’occasione per archiviare, almeno per un po’, polemiche, strumentalizzazioni e tutti gli atteggiamenti diseducativi. Forse è semplicemente utopia ma sarebbe bello che – veramente – lo sport diventasse strumento di crescita e condivisione di sacrificio, attimi dove la meritocrazia (ormai sempre più merce rara) diventasse l’unico metro di valutazione. Tutto, beneficenza (vera) compresa, verrebbe di conseguenza. Alberto Cristani a.cristani@sportdipiu.com
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A 13 anni portare in campo il pallone ai mondiali di calcio? “Io l’ho fatto” grazie ai Centri Giovanili Don Mazzi e al fair play. Manuel di Gazoldo degli Ippoliti (MN) ha davvero portato in campo il pallone da calcio all’apertura di Italia-Inghilterra a Kiev nei quarti di finale dell’Europeo di Calcio 2012! Non è una storia come le altre inventate per fare pubblicità nello spot della Nutella o in qualche pubblicità di cellulari di ultima generazione. Era giugno, scuola finita, ha preso l’aereo forse per la prima volta con altri 6 ragazzi della sua età del Gabetti Calcio di Valeggio e dell’Olimpia Calcio di Gazoldo degli Ippoliti (MN) e si è precipitato nell’hotel di Kiev in cui c’erano tutti gli italiani di supporto alla nazionale italiana di calcio. è stato lui l’Official Matchball Carrier, cioè il ragazzo invidiatissimo che ha consegnato la palla all’arbitro prima del fischio di inizio.
Come ci è arrivato?
PRANDELLI ct premiato Prandelli con Don Mazzi a Cavriana (MN), al Moe’s di Casa di Beniamino, riceve il premio sportivo dedicato a chi si distingue per essere testimonial positivo nello sport davanti agli occhi dei ragazzi
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Tutto ha inizio con l’accordo della sua società e di altre con la Fondazione Centri Giovanili Don Mazzi, nulla di religioso ma solo la scelta di fare dello sport un momento positivo per crescere e imparare a fare fatica nel rispetto delle regole, per fare gioco di squadra, per scegliere il fair play in campo e fuori campo e per mettere i bulli “fuori gioco”. Poi il concorso di Kia Motors di portare alle partite dei mondiali 2012 sette ragazzi di ogni nazione ed è qui che scende in campo anche il pluricampione del mondo e mito del calcio internazionale Paolo Rossi che a Milano, nella cascina che ospita i ragazzi che stanno uscendo dal tunnel della droga e dei problemi con la società gestita da Exodus di Don Antonio Mazzi, seleziona durante una partita amichevole alcuni ragazzi distinti per fair play. E via si parte per assistere alla partita dei mondiali a Kiev: un’esperienza unica anche perché non si sapeva che sarebbe stata proprio l’Italia a giocare e ancora di più a vincere!! I ragazzi hanno assistito all’allenamento e hanno incontrato a bordo campo tutti i loro beniamini del calcio da Balotelli a Pirlo, il capitano Buffon e il mister Prandelli. “Tutti hanno firmato le nostre magliette e il pallone che poi abbiamo regalato a Don Mazzi per ringraziarlo della super avventura!!” racconta Manuel. “Io poi ho fatto le prove in campo il giorno prima per seguire le procedure del pre partita”. Ma non è finita. Ad aprile 2012 Prandelli è venuto a Cavriana (MN) al Moe’s di Casa di Beniamino, altro centro giovanile e comunità di recupero per ragazzi dalla tossico-
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FONDAZIONE CENTRI GIOVANILI DON MAZZI
dipendenza gestiti sempre da Don Mazzi, per ricevere il premio sportivo dedicato a chi si distingue per essere testimonial positivo nello sport davanti agli occhi dei ragazzi. Ed è qui che Prandelli ha parlato ai ragazzi del suo metodo per definire le regole negli spogliatori e durante gli allenamenti: “Ciascun giocatore scrive il suo regolamento indicando multe e conseguenze per chi sgarra. Poi si stende insieme il codice da seguire per l’anno. è un codice scritto insieme e non imposto da me. Le regole si seguono meglio se si condividono da subito!”. Ultima esperienza strong per i giovani calciatori dei Centri Giovanili Don Mazzi? Cena al ristorante Giannino a Milano, ristorante storico del Milan, a diretto contatto con il CT dei rosso-neri. Perché essere buoni giocatori in campo chiede talento anche nella vita e lo sanno i ragazzi che indossano la maglietta “Tremenda voglia di vivere” che contraddistingue i ragazzi dei Centri Giovanili Don Mazzi in tutta Italia!
DA KIEV A MILANO (PASSANDO PER ‘PABLITO’) Sopra i ragazzi col CT della Nazionale Cesare Prandelli quelmagico giorno a Kiev. All’estrema sinistra, Max Allegri del Milan che ha cenato coi giovani calciatori a Milano e, a fianco, Paolo Rossi
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DIOCESI DI VERONA
Ogni benedetta domenica è lunedì. L’eco di tanti eventi sportivi domenicali, che parevano così importanti, si è dissolto come nuvole in cielo per il vento forte degli impegni quotidiani. Di essi rimane un leggero retrogusto dolce amaro per una partita giocata o vista; un leggero sorriso o una smorfia, in attesa di una prossima “sfida” con altri, con noi stessi. Anche i compiti del giorno passeranno in compagnia di qualche immagine o di un gesto che si riavvolge più volte nella mente. Il giornalista che pone domande e commenta ci ricorda anche il “non sport” fatto di violenze intimidazioni, fisiche e morali che niente dovrebbero avere a che fare con il gioco. Coccoliamo così i nostri campioni nella mente. Ma anche i tanti campioni di vita e di sport che i giornalisti non raccontano ma che noi conosciamo. Penso ai tanti allenatori che anche oggi danno tempo e cuore per trasmettere vita con lo sport. Penso a Danilo Berara, zio e mister, ai suoi 90 anni di sport, di allegria e valori. Un giocatore che ha dato tutto sul campo della vita e che rimane ora nel cuore di chi lo ha incontrato sui “non prati” di San Massimo o su “altri” campi di calcio. Cinque cerchi forgiati sulla casa in via Lazio sono tracce lasciate per capire che di sport si può vivere dentro. Il suo sport era ed è ancora una strada da fare dove i valori dello sport non sono parole vuote da sciupare, ma mete possibili da andare a prendere. Dove lo sport può essere passione, poco tifo e giusta fatica con allegria.
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rappresentano i cinque continenti e molte
Ma torniamo ai nostri eroi. Campioni dello sport che rimangono in scena quel tanto che si può e ci accompagnano però anche dopo nella palestra del cuore. Una sensazione piacevole che alleggerisce il peso e ammorbidisce il ruvido del giorno. Lo sport è “global” perché impiega altri “metri”, altri giudizi rispetto a quelli del lavoro e della scuola. Lo sport regala amicizie e incontri e congiunge persone in semplicità. Fuori dal campo ancora troppe volte (e purtroppo anche a pochi metri di distanza, sulle gradinate...) succede altro. Nazioni, continenti, culture giungono a noi attraverso i volti, parlate faticose, storie spesso nascoste. Lo sport si tinge di global ma i suoi colori e le sue ricchezze rimangono oscure al tifoso distratto. Sono invece note e calde nel cuore di chi se ne prende cura e di chi segue ogni partita e aspetta la giocata. I cerchi olimpici
società sportive vantano oggi più cerchi. è un regalo che lo sport ci fa: poter incontrare persone e culture a scuola, sul lavoro, nello spogliatoio. Lo sport ci fa conoscere in modo nuovo, diverso e sorprendente non solo chi viene da lontano, ma anche l’amico “di sempre”. Basket, calcio, pallavolo, atletica leggera, tiro con l’arco, rugby: quanti campioni oggi a Verona giocano con e per noi! Ogni anno Coni e Diocesi di Verona, insieme ad amministratori provinciali, cittadini e dirigenti sportivi, riescono nella difficile impresa di riunire atlete e atleti delle società professionistiche di Verona e provincia per il tradizionale scambio di auguri. Il giorno 11 dicembre il Palazzetto Masprone accoglierà il Natale dello Sportivo, dove il Vescovo Mons. Zenti saluterà e incoraggerà gli sportivi veronesi con un messaggio che a partire dallo sport si rivolgerà alla vita fatta di sogni, speranze, progetti, paure, affetti... del dopogara. Don Andrea Giacomelli
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I Fiduciari CONI Verona chi sono, cosa fanno, dove trovarli La rivisitata struttura territoriale del Coni, non abbandona il territorio delle Provincie anzi, prevede un ritorno alla base con modernità unita ad una valorizzazione del territorio al fine di creare un’organizzazione funzionale al servizio di tutta l’utenza sportiva. Figura fondamentale, per questo riassetto, è quella del Fiduciario
L’istituzione dei Fiduciari è prevista dal Regolamento dell’Organizzazione territoriale del CONI. I Fiduciari locali, nominati dal Presidente del Comitato Regionale, su proposta del Delegato Provinciale, hanno il compito di sviluppare i rapporti a livello locale con le Società Sportive e gli organi delle Federazioni Sportive Nazionali, delle Discipline Sportive Associate, degli Enti Promozione Sportiva e delle Associazioni Benemerite esistenti sul territorio di competenza per tutte le esigenze relative all’attività promozionale e allo sviluppo della pratica sportiva e collaborano con le amministrazioni locali per il perseguimento dei fini istituzionali del CONI. Relazionano della loro attività al Delegato Provinciale. Il Fiduciario è chiamato a svolgere nel territorio di appartenenza un ruolo ben diverso da quello di semplice rappresentanza. I compiti a lui assegnati possono essere così riassunti: • essere il punto di sintesi e riferimento di tutte le Società Sportive per la cui autonomia ed assistenza egli deve adoperarsi al massimo; • avviare con gli Amministratori locali e con i responsabili della scuola una serie continua di contatti al fine di rendere possibile le iniziative promozionali proposte dal Coni; • attivarsi per la formulazione e programmazione di iniziative e manifestazioni sportive indirizzate al coinvolgimento di tutte le fasce sociali; • se necessario proporre e procedere, in accordo con le Amministrazioni Locali, all’analisi sportiva del territorio per una realistica conoscenza delle problematiche e necessità delle società sportive, degli atleti e delle loro famiglie; • in caso di carenza di iniziative sportive dovrà farsi promotore, in prima persona, per sopperire alle inefficienze riscontrate. Condizioni indispensabili affinché il Fiduciario possa adempiere al suo ruolo sono: • l’accreditamento del Fiduciario presso la realtà amministrative e sportive presenti sul territorio a lui assegnato;
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CONI VERONA
• la partecipazione ai momenti più significativi della “vita sportiva” locale (dalla fase ideativa a quella realizzativa); • la collaborazione con l’associazionismo sportivo per il superamento dei problemi che frenano lo sviluppo dello sport e le cui soluzioni sono di competenza e alla portata delle possibilità locali. Indubbiamente possiamo definire “poliedrica” la figura e i compiti dei Fiduciari. È in questo contesto che il Fiduciario può vincere o perdere la battaglia del suo ruolo in seno alla “Comunità” a lui affidata. Qui la sua persona potrà incontrare simpatia ma anche ostilità ed è perciò fondamentale che egli si tenga in stretto contatto con le Società Sportive, convocandole in particolari circostanze, in modo da rappresentare nel migliore dei modi la loro volontà. È un compito indubbiamente complesso e difficile, non nascondiamocelo, che richiede a chi lo compie non solo disponibilità e grande passione, ma anche essere una personalità nel mondo dello Sport e di avere una buona entratura nelle vicende sociopolitiche del territorio a lui affidato. Alberto Cristani
ZONE E FIDUCIARI PERIFERICI Coordinatore fiduciari: TONINEL CLAUDIO 1. Verona – SBOARINA FEDERICO 2. Bovolone - BALDINI GIANFRANCO 3. San Bonifacio – PADOAN PIERLUIGI 4. San Giovanni Lupatoto - DE CARLI SILVIA 5. San Martino Buon Albergo - BIONDANI EMANUELA 6. Villafranca - TURRINA LUCA 7. Affi – Bardolino – Brentino Belluno – Brenzone – Caprino Veronese – Castelnuovo del Garda – Cavaion Veronese – Costermano – Ferrara Monte Baldo – Garda – Lasize - Malcesine – Pastrengo – Peschiera – Rivoli – San Zeno di Montagna – Rivoli: CAMPAGNARI STEFANO 8. Dolcè - Fumane – Marano di Valpolicella - Negrar – San Pietro Incariano – Sant’Ambrogio di Valpolicella – Sant’Anna d’Alfaedo: FASOLI MICHELANGELO 9. Boscochiesanuova – Cerro Veronese – Erbezzo – Grezzana – Roverè Veronese – San Mauro di Saline – Velo Veronese: ZANETTI TIZIANA 10. Badia Calavena – Belfiore - Caldiero – Colognola ai Colli – Illasi – Lavagno – Mezzane di Sotto – Selva di Progno – Tregnago: BATTOCCHIO GIOVANNI 11. Cazzano di Tramigna – Montecchia di Crosara – Monteforte d’Alpone – Roncà – San Giovanni Ilarione – Soave – Vestenanova: GECCHELE LORENZO 12. Albaredo d’Adige – Arcole – Bonavigo – Cologna Veneta – Isola Rizza – Minerbe – Oppeano – Palù – Pressana – Ronco all’Adige Responsabile del –programma di promozione – Roverchiara Roveredo regionale di Guà – Veronella – Zevio – Zimella: dell’attività fisica VACCARI FEDERICO 13. Bevilacqua – Boschi Sant’Anna – Castagnaro – Legnago Terrazzo – Villabartolomea: DANIELI ROBERTO 14. Angiari – Casaleone – Cerea – Concamarise – Sanguinetto – San Pietro di Morubio: ZANCHETTA MATTEO 15. Buttapietra - Castel d’Azzano – Erbè – Gazzo Veronese – Isola della Scala – Mozzecane – Nogara – Nogarole Rocca – Povegliano Veronese – Salizzole - Sorgà – Trevenzuolo –Vigasio: LEARDINI DEVIS 16. Bussolengo – Pescantina - Sommacampagna – Sona – Valeggio sul Mincio: ARDUINI CLAUDIO
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SPORT INVERNALI di Massimo Cussotto e Paolo Morana
Ciaspole e sci di fondo nell’inverno 2014 targato P&M I colori autunnali lasceranno a breve spazio alla nuova stagione invernale, e la P&M eventi propone come ogni anno il suo calendario di attività alla scoperta naturalistica, sportiva e culturale dell’area della Lessinia
Si partirà sabato 18/01/2014 con la prima di CiaspoLess 2014, escursione in notturna con le ciaspole nel vallone del Malera, aperitivo, cena in rifugio e tanto divertimento sotto le stelle. La seconda camminata con le ciaspole è prevista per sabato 08/02/2014: il percorso si avventura nella valle delle sfingi di Camposilvano, per poi proseguire con una fantastica cena in agriturismo. Per entrambe le camminate l’orario di partenza è previsto per le 19.15 da Malga San Giorgio. Per chi fosse sprovvisto di attrezzatura nessun problema, ci pensa la P&M. La sapiente direzione delle guide naturalistiche di Emozioni in Movimento garantisce poi sicurezza e un percorso mozzafiato. Per tutti gli eventi P&M sono sempre previsti dei gadget per i partecipanti, nonché la possibilità di avere una foto gratuita della serata grazie alla collaborazione con RCE foto di Verona. Tutte le foto della serata poi sono sempre disponibili e
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stampabili in negozio. Una assoluta novità invece per l’inverno 2014 sarà l’evento in fondo…alla notte. Si tratta di una escursione in notturna con gli sci di fondo attorno al rifugio Bocca di Selva, seguiti dai maestri della Scuola Sci Fondo di Bosco Chiesanuova. Un’esperienza unica, percorso in tecnica classica e cena tipica in rifugio (Bocca di Selva). Anche qui niente paura per chi fosse sprovvisto di attrezzatura, è possibile noleggiare il tutto per il solo evento. Per chi volesse partecipare è importante essere muniti di una torcia, meglio se frontalino. L’appuntamento è previsto per sabato 01/02/2014 alle ore 19:00, il ritrovo sarà presso il parcheggio Bocca di Selva. A presto in Lessinia!
INFO www.pmeventi.com Paolo: 340 5351121
CALCIO di Alessandro Italia
foto FotoExpress - Grigolini
23 novembre 2013, ore 18... Benvenuti al derby di Verona Saranno questi D-day e H-hour dell’anno calcistico cittadino, quando nella massima serie si scontreranno le due squadre gialloblu. Sarà un sabato caldissimo, pur cadendo in novembre inoltrato... Sono passati undici anni e mezzo da quel 24 marzo 2002, giorno dell’ultima stracittadina. Un’eternità. Perché da allora le strade di Hellas e Chievo si sono separate, e nel modo più inaspettato, storia alla mano: Hellas in B, Chievo in A; Chievo in B, Hellas in C. Nell’annus horribilis dello sport veronese, il 2007, il Chievo retrocesse in B e l’Hellas, da quattro anni ormai in cadetteria, precipitò negli inferi dell’allora serie C. Il Chievo fu solo di passaggio, il Verona un po’ meno: quattro anni di Lega Pro e due di B. Prima del ritorno in A. Un derby che non sarà certo sentito come quelli di Milano, Torino, Roma e Genova, ma che mantiene il suo fascino e il suo orgoglio, visti i bacini delle altre città sopra nominate. Dieci sono gli incontri finora disputati e le statistiche alimentano l’attesa: quattro vittorie a testa, di cui una nella massima serie, due i pareggi, tredici gol fatti per parte. Insomma, un equilibrio assoluto. Pronto a essere infranto. La storia del derby di Verona comincia il 10 dicembre 1994, quando di fronte a 30 mila spettatori Hellas e Chievo impattano sull’1-1. È la prima volta del Chievo in B, dopo la straordinaria promozione dell’anno precedente a firma Alberto Malesani, ma la sfrontatezza della giovane neopromossa si manifesta al ritorno: nessun rispetto per il vecchio Verona e 3-1 servito. Un suicidio per il popolo Hellas che forse solo ora si rende conto che «la squadra del quartiere» si è fatta grande. Per la prima vittoria, però, non bisogna attendere molto: l’anno dopo – ancora serie B – il Verona si impone sia all’andata che al ritorno. Smacco vendicato, con gli interessi. Seguono un successo del Verona, un pareggio e due vittorie del Chievo. Ma nulla vale quanto la serie A: il 18 novembre 2001 Verona diventa la quinta città italiana a ospitare un
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derby nella massima categoria. Il posticipo serale ne è degna location. Chievo in testa, Verona quarto: da sballo, come la partita. Sotto una pioggia battente e in un Bentegodi stracolmo, il Chievo fugge 2-0, l’Hellas lo riprende per poi superarlo 3-2. E chi non ricorda la corsa folle di Malesani sotto la curva Sud? Un girone dopo, tante cose sono cambiate: la favola Chievo resta favola, ma i sogni di una gloria tricolore si sono sbriciolati; il Verona è già Mr. Hyde e ha cominciato una debacle tanto sorprendente quanto irreversibile. Ma il derby è il derby. Niente posticipo, sole e Bentegodi gremito. È il 24 marzo 2002, e questa volta festeggia la curva Nord. Come se ci si riflettesse sullo specchio dell’andata, è l’Hellas a far la preda segnando l’1-0. Il Chievo rimonta tra primo e secondo tempo: 2-1, e per la squadra di Malesani è notte fonda. Poi, il silenzio di un decennio. Il Verona è tornato in serie A, il Chievo c’è rimasto. Essere comunque orgogliosi di giocarsi un derby con gli occhi dell’Italia pallonara addosso è d’obbligo. Farlo in un clima di festa un augurio. Poi, vinca il migliore. Anche se forse un’indicazione per chi vorrà vincere c’è: visti i due precedenti in serie A, meglio non passare in vantaggio.
LE ‘PRIMè ANDATE IN SCENA AL BENTEGODI Michele Cossato cerca di farsi spazio tra i difensori dell’Hellas nel primo derby in serie B: finirà in parità, 1 a 1. Il debutto del
derby in serie A vede le due squadre veronesi fronteggiarsi alla grande, come testimoniato da Luciano (allora Eriberto...) e Mutu, per uno spettacolare 3 a 2 finale per l’Hellas dell’ex Malesani
10/11/1994 18/11/2001
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CALCIO di Alberto Cristani
foto FotoExpress - Grigolini
TONIco gialloblU ISTA ES INTERV
A CLUSIV
Intervista in esclusiva per SD+ al bomber gialloblu che, a suon di gol, sta portando l’Hellas sempre più in alto. Un “ragazzino” di quasi 37 anni che, ad appendere le scarpe al chiodo, non ci pensa nemmeno!
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LA DEDICA DEL CAMPIONE MODENSE Generoso dentro e fuori dal campo, Luca Toni non si è lasciato pregare per firmare a voi lettori una dedica da... Campione del Mondo!
Il roteare la mano vicino all’orecchio, dopo un gol, è il suo biglietto da visita, il suo marchio di fabbrica. Un gesto che significa “Che ne dici? Ti piace?”. Luca Toni non può non piacere. Lui è un bomber vero, uno di quei centravanti - ahimè - in via d’estinzione. Quando quest’estate giunse a Verona in pochi credevano in lui. Toni questo lo aveva intuito e su questa velata diffidenza ha costruito il suo “progetto Verona”. Obiettivo: stupire. A suon di gol? Non solo. La sua professionalità e il suo carisma sono quei valori aggiunti dei quali tutti - compagni di squadra, società e tifosi - stanno beneficiando. Un’avventura che, sebbene appena iniziata, sembra essere già diventata una pagina indelebile della centenaria storia dell’Hellas Verona. Innanzitutto cosa ti ha spinto ad accettare l’offerta del Verona? Avevo ancora molta voglia di giocare. Gli stimoli, per me, sono tutto. Cercavo una squadra come l’Hellas, con una dirigenza che ha sempre creduto in me, fin dal nostro primo incontro. Ho parlato con il direttore sportivo Sean Sogliano e con il presidente Maurizio Setti, la loro determinazione nel credere in me mi ha convinto.
tutto. Io mi alleno sempre al massimo perché vedere il pallone rotolare su un prato verde mi riempie ancora di gioia. Finché vivrò sensazioni come questa continuerò a giocare. Verona, una città di provincia con una tifoseria e una tradizione che nulla ha da invidiare alle squadre metropolitane... Ne ho viste veramente poche di tifoserie del genere in tanti anni di carriera. I tifosi dell’Hellas sono magnifici e mi hanno accolto benissimo. Ripenso ancora alla sera della presentazione ufficiale della squadra alla città. Che brividi… Cosa spinge Luca Toni ad allenarsi ancora alla soglia dei 37 anni? La grande passione che ho per questo sport. Gli stimoli sono quelli dei vent’anni, e ripeto: finché avrò questa voglia continuerò a giocare. Verona sorpresa del campionato: come te lo spieghi? Qui c’è tutto per fare bene. La squadra è un bel mix di calciatori d’esperienza e giovani che vogliono mettersi in mostra in Serie A. Abbiamo tanta voglia di fare bene, il gruppo è unito, Mandorlini è un grande allenatore ed i tifosi sono il nostro dodicesimo uomo: la ricetta giusta per arrivare in alto.
Per un campione del mondo come te giocare per la salvezza non è un “declassamento”? Assolutamente no. Verona è una grande piazza, una splendida città, i tifosi sono immensi. Per un calciatore come me questo è l’ideale.
In più con Mandorlini che sta dimostrando di essere un grande allenatore, anche in serie A. Che rapporto hai con il mister? Un rapporto buonissimo. Con lui c’è un continuo confronto, ci parliamo spesso ed ha una grande fiducia in me che spero di ripagare sul campo.
Una carriera sempre ad altissimi livelli: come si riesce ad essere sempre al top? Quanto conta la “testa”? Le motivazioni, in questo sport, sono
Luca Toni fuori dal campo... Mi piace stare lontano dai riflettori e godermi il calore della mia famiglia, qui in questa splendida città.
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CALCIO LUCA TONI si ringrazia per la collaborazione l’Ufficio stmapa dell’Hellas Verona FC
A molti tifosi, vederti esultare con la maglia gialloblu, sembra ancora impossibile. Come ti sei calato nella dimensione Verona e quali le similitudini e differenze con Firenze, città che ti ha idealmente adottato e rilanciato, lo scorso anno, ad alti livelli? Firenze e Verona sono molto simili. Sia come città, ricche entrambe di storia e monumenti importanti, e sia come tifoserie, calde ed innamorate della loro squadra. Per me non è stato affatto difficile calarmi in questa nuova realtà. Le tue esperienze all’estero quanto ti hanno fatto maturare? Tantissimo. Penso al Bayern, dove ho vinto tutto giocando con grandissimi campioni. A Monaco di Baviera si respirava calcio dalla mattina alla sera. Ricordo anche l’esperienza vissuta negli Emirati A Arabi: un calcio diverso, troppo lontano dall’essere CLUSIV S E A T considerato professionista, ma che mi IS INTERV ha fatto crescere come uomo. Dopo aver vinto campionati nazionali, coppe e campionati del mondo, cosa sogni ancora? Di giocare il più a lungo possibile e continuare a fare lo sport più bello del mondo. Verona sarà la tua ultima squadra e quando pensi di “appendere le scarpe al chiodo”? Dipenderà dalla forma fisica o hai già deciso che questo sarà l’ultimo anno? Valuterò anno per anno. Se alla fine di questa stagione non dovessi più avere le giuste motivazioni per continuare, potrei anche pensare al ritiro.
Alla base ci deve sempre essere l’impegno. Avere la testa giusta è importante per fare il calciatore ad alti livelli, e i miei compagni di squadra più giovani sono tutti bravi ragazzi
Il tuo futuro lo vedi ancora nel mondo del calcio? Si parla già di un tuo ruolo dirigenziale a Firenze... Ringrazio la Fiorentina per la grande stima che dimostra nei miei confronti, a Firenze ho lasciato un pezzo di cuore. Per il momento sono concentrato solo sull’Hellas e darò il massimo per questa maglia. Quali differenze noti tra il tuo modo di pensare e fare calcio rispetto alle nuove generazioni? Nel Verona ci sono molto giovani: come li valuti soprattutto a livello umano? Alla base ci deve sempre essere l’impegno. Qui a Verona ci sono giovani bravi e volenterosi, hanno tanta voglia di fare bene. Avere la testa giusta è importante per fare il calciatore ad alti livelli, i miei compagni di squadra più giovani sono tutti bravi ragazzi.
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visto in TV!
Cosa ami e cosa non sopporti del calcio? Adoro tutto di questo sport. Dalla gioia di allenarsi ogni giorno all’adrenalina che sale nel tunnel prima dell’ingresso in campo. Quanto conta per Toni segnare? É ancora la priorità numero uno oppure, con gli anni, è importante anche mandare a rete i compagni? Per me, da bravo attaccante, segnare è sempre importante. Per il mio modo di giocare, spesso spalle alla porta, posso essere anche molto utile nel servire assist ai miei compagni. Ho sempre giocato così e continuerò ancora a farlo. La decisione di far battere i rigori a Jorginho: c’è anche una scommessa in atto giusto? Sì, tra me e Jorginho c’è un patto. Non voglio svelarlo, visto che per ora tutto sta funzionando per il meglio (ride ndr). Con chi hai legato maggiormente? Ho un bellissimo rapporto con tutti. Mi vedono un po’ come il punto di riferimento nello spogliatoio: questa situazione mi riempie d’orgoglio, ma anche mi responsabilizza parecchio. Come è cambiata la tua vita, e anche il tuo modo di essere calciatore, con la nascita della tua bimba? è una sensazione indescrivibile, solo chi è diventato padre può capire cosa ho provato. La nascita della mia bimba mi ha completato e dato serenità. Non potrei chiedere altro. Dove può arrivare questo Verona? Ok i “fatidici” 40 punti, ma c’è la possibilità di andare oltre? Il nostro unico pensiero fisso deve essere rivolto alla salvezza. Solo a 40 punti raggiunti si potranno fare altri discorsi. Non montiamoci la testa, restiamo umili e andiamo avanti così. Tutte le partite sono importanti, ma un derby cos’ha di speciale? Il derby non è una partita come le altre. Ci sono tante, troppe componenti in più. è proprio questo a rendere una partita del genere speciale. Un saluto ai tifosi e una promessa... Un caloroso abbraccio a tutti i tifosi dell’Hellas Verona. Darò sempre il massimo per questa maglia, per questa città e per questa tifoseria, che merita di stare in alto.
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ONLINE di Matteo Sambugaro
Veronanelpallone.it emozioni in tempo reale Sabato 28 settembre è iniziata l’avventura del nuovo sito dedicato al calcio giovanile. Un portale dinamico e attivo sette giorni su sette curato dal giornalista Alessandro De Pietro in collaborazione con la FIGC di Verona
IN RETE ANCHE LA FEDERAZIONE Barbara Zampini, Delegato provinciale FIGC, avrà un suo blog all’interno del nuovo portale. Uno spazio importante per trasmettere il pensiero della Federazione sulle questioni più attuali e anche delicate
Verona nel pallone. Non è uno slogan. Non è un gioco di parole. È proprio il nome del nuovo sito sul calcio giovanile online da sabato 28 settembre. Riassume la voglia di calcio che ha la provincia scaligera, la passione che quotidianamente allenatori, ragazzi e dirigenti mettono sul campo. Risultati, classifiche, ma anche curiosità, interviste e sondaggi: Veronanelpallone.it sarà un portale dinamico e attivo sette giorni su sette. La firma è quella di Alessandro De Pietro, giornalista veronese (aiutato dal collega Matteo Sambugaro e dalla collaborazione della Delegazione provinciale FIGC). Una squadra che porterà gli amici e gli appassionati dentro il mondo del calcio giovanile, concentrandosi, al momento, sulle categorie giovanissimi, allievi e juniores. Verona nel pallone, insomma. Da sempre, ma in particolare da quest’anno. De Pietro, quando nasce l’idea di Veronanelpallone.it? Qualche mese fa, anche se da sempre ero convinto che il calcio giovanile meritasse una vetrina che di fatto non ha mai avuto, a parte poche eccezioni. La sinergia con la FIGC e la collaborazione, che vorremmo fosse giornaliera, con le società ha fatto il resto. Il sito verrà comunque arricchito strada facendo. Chiaro che l’apporto delle società sarà fondamentale, nel comunicare i risultati così come nell’inviarci foto o spunti che verranno di volta in volta approfonditi. Perché “Verona nel pallone”? Perché effettivamente, specie quest’anno, Verona “è nel pallone” fra due squadre in Serie A (Hellas e Chievo) e una in Lega Pro (Virtus Vecomp). Un record unico in Italia. Soprattutto, però, Verona è nel pallone con i suoi 15.000 tesserati solo di settore giovanile della Delegazione provinciale, le sue squadre nei tornei
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d’élite così come le neonate formazioni di quartiere o di piccolo paese. Il sito cosa offrirà ai visitatori? Il portale non sarà solo un elenco di risultati ma anche un sito di contenuti e aggiornamenti di ora in ora, dinamico, anche critico. Certamente ci metteremo la stessa passione di tanti dirigenti, allenatori, genitori, appassionati di calcio, giovani giocatori dai giovanissimi alla juniores. Per me, che ho avuto trascorsi di allenatore, grazie a Veronanelpallone.it, sarà come tornare in campo!
Cosa significa avere l’appoggio e la collaborazione della FIGC? La sinergia con la FIGC sarà il nostro valore aggiunto: il gradimento immediato del Vicepresidente regionale Carlo Franchi e del Delegato provinciale Barbara Zampini verso il progetto è stato decisivo per permetterci di cominciare, sapendo di avere un consenso tanto solido. Così come quello di Marco Giorlo, dell’assessore allo Sport del Comune di Verona. Barbara avrà un suo blog, ci sembrava giusto che il Delegato potesse avere uno spazio importante e trasmettere il suo pensiero sulle questioni più attuali e anche delicate. Un angolo sarà riservato anche alla Giustizia Sportiva. Sarà un modo per fare cultura, mi auguro per crescere tutti insieme.
CALCIO di Bruno Mostaffi
AC Raldon un cielo nero-verde tinto di rosa Un serie di iniziative “in” e “fuori” campo per la società presieduta da Francesca Sacco. Scopriamo le iniziative messe in atto in questi mesi dal direttivo e ancor più quelle in cantiere per la prossima stagione... L’Associazione Calcio Raldon, dopo un quinquennio caratterizzato da importanti soddisfazioni sportive, nel dicembre dello scorso anno ha cambiato faccia e, con l’avvento del nuovo presidente Francesca Sacco, il cielo nero-verde si è tinto di rosa: molte infatti la presenze femminili che negli ultimi mesi si sono aggiunte alle signore già storicamente presenti nella società Lupatotina, andando così a formare un team di tutto rispetto. E le novità non finiscono qui: un consiglio direttivo riorganizzato, il ritorno dello main sponsor Opel De Togni e l’inserimento della figura di un Responsabile Tecnico nel Settore Giovanile, l’esperto Daniele De Battisti, completano il quadro della piccola rivoluzione raldonata. Inevitabile, a questo punto, che una ventata d’aria nuova spirasse anche sulla politica societaria: molte infatti le iniziative messe in atto in questi mesi dal direttivo e ancor più quelle in cantiere per la prossima stagione. Priorità naturalmente all’aspetto puramente sportivo, con l’obiettivo dichiarato di mettere ogni ragazzo nelle condizioni di poter rendere al massimo delle proprie possibilità: presupposto questo certamente ambizioso, ma imprescindibile per poter costruire un vivaio di qualità. Per far ciò, il Responsabile Tecnico De Battisti sta pianificando l’organizzazione di una serie d’incontri d’approfondimento con relatori esperti dedicati a tutti gli allenatori nero-verdi e sta lavorando per poter ottenere già dalla prossima stagione il titolo di Scuola Calcio Qualificata. Accanto a questi aspetti tecnici, la Società dell’ Acd Raldon, già dalla scorsa stagione, ha dato il via ad un serie di iniziative a 360°, basate sulla convinzione che il calcio dilettante possa e debba assumere, specialmente a livello giovanile, una connotazione più ampia, offrendo anche spunti di riflessioni ed occasioni di conoscenza ai proprio
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UN’INCONTRO... UN’EMOZIONE Questo il titolo del fortunato format ideato dall’AC Raldon per parlare di sport. Anche la seconda edizione si terrà presso il Teatro Astra di San Giovanni Lupatoto. Da parte degli organizzatori, ancora massimo riserbo sul nome del super ospite presente. Nella foto, al centro, il precedente: Damiano Tommasi
appassionati. In questa ottica è nata la serie di incontri “Crescendo nello Sport”, patrocinati dal Comune di San Giovanni Lupatoto, riguardanti ogni volta temi di approfondimento diversi, con relatori esperti in vari settori: partita proprio nel mese di Ottobre appena trascorso la seconda edizione, inaugurata con una serata dedicata al Primo Soccorso (il prossimo appuntamento è previsto per fine Novembre 2013 e riguarderà la corretta alimentazione dei ragazzi n.d.r.). Altro appuntamento che, dopo il successo della scorsa edizione, si rinnoverà verso la fine di Gennaio 2014, sarà la serata-evento “Un incontro... un’emozione”, che si terrà presso il Teatro Astra di San Giovanni Lupatoto: ancora massimo riserbo, però, da parte degli organizzatori sul nome del super ospite presente! Tra le novità di questa stagione, segnaliamo invece l’iniziativa “ Giocando con...la Scienza”, dedicata ai giocatori nero-verdi classe 2003, che nella mattinata del 3
PRONTI PER LE SFIDE Due formazioni rappresentative 2013/2014: la Prima squadra e il settore giovnile
gennaio 2014 andranno a giocare una gara amichevole allo Stadio di Trento, per dedicarsi poi nel pomeriggio alla visita del nuovissimo Museo delle Scienze del capoluogo trentino. Diverse anche le novità per quello che riguarda la “quotidianità” dell’impianto sportivo di Raldon, a partite dalla nuovo kit d’abbigliamento, per proseguire con la creazione del blog acdraldon. wordpress.com per concludere con la creazione di una saletta dedicata all’intrattenimento dei bimbi, che proprio in questi giorni è entrata un funzione in via sperimentale il martedì, il giovedì ed il venerdì pomeriggio, dalle 16.30 alle 19.00. Molte anche le sorprese natalizie che la dirigenza sta preparando per i propri ragazzi, senza dimenticare l’importante aspetto della solidarietà. Alla luce di tutto ciò, nasce quindi il ritratto di una Società molto dinamica, animata esclusivamente dalla passione per il gioco del calcio e dalla volontà di provare a regalare ai propri ragazzi quanto di meglio lo sport possa dare.
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CALCIO FEMMINILE di Matteo Sambugaro
foto Serpelloni
Quel tuffo da ricordare a lungo Chi può dire di aver ipnotizzato Patrizia Panico dal dischetto? “Io, Ilaria Toniolo”. Una parata che le resterà impressa per sempre nella mente. Emozioni forti, travolgenti, tutte in pochi secondi... Ilaria Toniolo ti guarda sorridendo. Senza abbassare mai lo sguardo. È consapevole di aver compiuto qualcosa di speciale, non da tutte. Lei che a soli 16 anni è già titolare in serie A con il suo Fimauto Valpolicella e sta facendo strada in Nazionale under 17. «Panico è una calciatrice eccezionale, l’attaccante italiana più forte che ci sia. Averle parato un rigore, anche se sul 3-0 per la Torres, è stato fantastico, emozionante. Subito pensavo che tirasse alla mia destra, poi notando il suo sguardo e la posizione del corpo, mi sono buttata a sinistra. Il tiro era angolato ma non molto potente, così l’ho preso. Ero al settimo cielo». Sembra di sentir parlare una veterana, invece la carta d’identità racconta tutt’altro. Poco importa che la Torres abbia vinto: Ilaria ha messo nel cassetto un ricordo che terrà gelosamente custodito. «Avrei voluto scattare una foto insieme alla Panico a fine gara, però non ci sono riuscita. Peccato, sarà per la prossima volta». Il Fimauto Valpolicella ha deciso di affidarle le chiavi della porta, sebbene Toniolo sia alla prima esperienza nella massima categoria di calcio femminile, come la formazione rossoblù, del resto. E lei ce la sta dimostrando di valere il posto. «Giocare in serie A è sempre stato il mio sogno. La chiamata della società, arrivata in estate, mi ha colto di sorpresa: ero a Vicenza in A2 e non mi aspettavo di fare il grande salto. È successo tutto all’improvviso, sono davvero felice e mi trovo benissimo con questo gruppo. Scendere in campo al fianco di campionesse come Valentina Boni e Flora Bonafini mi aiuta parecchio, nonostante io sia un portiere e mi alleni a parte. Da loro sto imparando che bisogna lottare sempre, fino all’ultimo secondo, e non mollare mai. Il Fimauto Valpolicella è una squadra competitiva e unita: abbiamo le carte in regola per conquistare la salvezza».
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baby fenomeno tra i pali A soli 16 anni Ilaria Toniolo è già titolare in serie A con il Fimauto Valpolicella e si sta facendo strada in Nazionale Under 17
Mastica pane e pallone, il calcio è la sua passione. Portiere fin da bambina, Ilaria, «perché quando giocavo con mio fratello (Andrea, 19 anni, ndr), lui voleva sempre tirare, e toccava a me andare in porta». E dire che Toniolo vive a Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza, e quattro giorni alla settimana prende il pulmino per venire a Verona per allenamenti e partite. «È un sacrificio, lo confesso, ma lo faccio volentieri – conferma -. Vado a scuola alla mattina, torno a casa, studio, prendo il pullman alle 18 e arrivo al campo verso le 19.40, e rientro a Bassano verso mezzanotte e mezza per poi svegliarmi alle 6.15 e ricominciare. L’impatto con la serie A? Ottimo. È un campionato più difficile rispetto all’A2 ma cerco di essere costantemente concentrata e attenta. La mia squadra del cuore? Il Milan. Quando affronteremo l’Inter (sabato 7 dicembre, ndr), per me sarà come giocare un derby. Portiere preferito? Chiara Marchitelli: ha il mio stesso numero, il 12, ed è bravissima». Con la Nazionale under 17 ha raggiunto la qualificazione agli Europei che si svolgeranno in Inghilterra a fine novembre: Ilaria è pronta, vuole conquistarsi il posto e lasciare il segno anche lì: «Il ct Enrico Sbardella dice che, in tanti anni di carriera, non ha mai avuto una rivalità così accesa tra portieri in Nazionale – racconta Toniolo -. Sono parole che mi hanno fatto veramente piacere. Io e Francesca Durante ci alterniamo, nessuna di noi è titolare. All’Europeo speriamo di arrivare nei primi tre posti per centrare anche la qualificazione ai Mondiali di Costa Rica del prossimo anno. Non solo: mi auguro di continuare su questa strada. Mi piacerebbe far parte un domani dell’under 19».
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CALCIO FEMMINILE di Matteo Sambugaro
foto Ennekappa Grafiche - Nicola Iachelli
Cecilia Salvai dalla... Svizzera con furore! In attesa di poter scendere in campo con il Verona - ad oggi il suo tesseramento non è ancora ufficializzato - la giovanissima torinese si racconta in esclusiva per i lettori di SD+ con lo sguardo GIà AL VERONA Per il ritorno nella massima serie italiana, la 19enne di Pinerolo ha scelto la difesa gialloblù. Da centrale o da terzino? «Deciderà mister Renato Longega», dice lei, che intanto lascia la sua dedica ai lettori di SD+
È giovane ma sa già il fatto suo. L’Europeo in Svezia della scorsa estate l’ha messa in vetrina. Ora l’aspetta l’Agsm Verona calcio femminile per la definitiva consacrazione. Cecilia Salvai ha fretta di bruciare le tappe: essere titolare nella Nazionale maggiore a diciannove anni (venti il 2 dicembre) non è da tutti. «Anche se all’estero è una cosa normale affidarsi alle giovani: solo in Italia sembra strano». E lei non vuole certo fermarsi qui, ma crescere ancora. Dovrà proteggere la difesa gialloblù, da centrale o da terzino, «deciderà mister Renato Longega». Ne ha fatta di strada Cecilia in questi anni: il Torino l’ha forgiata, facendole assaggiare per la prima volta la serie A, il Lugano le ha permesso di scoprire nella passata stagione il campionato LNB svizzero (la nostra serie B). E adesso? «Mi piacerebbe vincere lo scudetto». Ritorna in Italia con le idee più chiare che mai. Il difensore piemontese è pronto a decollare.
venuta a vivere a Verona.
Salvai, cosa chiede all’avventura veronese? Desidero togliermi tante soddisfazioni sia a livello calcistico che personale. Voglio vivere questa esperienza al massimo, mettendocela tutta. Le cose o si fanno bene o non si fanno, io la penso così. Tra l’altro, sono
Lei dove vuole arrivare? Mi piacerebbe vincere lo scudetto, disputare la Champions League e mantenere il posto in Nazionale. Tuttavia, bisogna pensare anche al domani e guardare in faccia la realtà: purtroppo il calcio femminile in Italia non è molto considerato
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Il suo tesseramento è stato rallentato da un contenzioso interpretativo normativo tra Figc e Fifa. Come ha vissuto la situazione? Ci sono rimasta male. Star fuori per qualcosa che non dipende da te è antipatico: non hai la possibilità di risolvere la situazione e devi solo aspettare. Restare a guardare e non poter dare una mano alle mie compagne è dura (precisiamo che al momento della stampa del giornale, il tesseramento di Salvai è ancora bloccato, ndr). Il Verona è la sua prima esperienza in un top club. Si sente pronta? Sì. Sono ottimista e ho grandi motivazioni. Mi è stata data un’opportunità importante: ho scelto di affrontare un’avventura così impegnativa e stimolante perché credo di esserne all’altezza.
e non permette di costruirsi un futuro stabile. Io giocherei fino a cento anni ma, a un certo un punto della vita, occorre prendere in considerazione pure altre strade. Questo non significa abbandonare il mio sport, sia chiaro. Impressioni iniziali sulla nuova squadra? Buone. Mi ero già allenata una decina di giorni a gennaio con il Verona, perciò la maggior parte delle compagne le conosco. Abbiamo una rosa competitiva e mi inserirò senza problemi. Ha ritrovato Melania Gabbiadini, Federica Di Criscio e Michela Ledri con cui ha giocato in Nazionale. Un vantaggio? Naturalmente. È importante affrontare una nuova sfida al fianco di persone con cui hai confidenza. Sia dal punto di vista tecnico che umano, questo, è un aiuto non indifferente. E poi, per esempio, con Michi (Ledri, ndr) c’è una bella amicizia.
nesse in carica da anni e sono davvero forti. Però pure il Tavagnacco è sulla buona strada. Il Verona lo colloco almeno al secondo posto: possiamo conquistare il titolo. Difensore centrale o esterno basso? Bella domanda. Da centrale ho giocato solo in Nazionale, altrimenti ho sempre fatto il terzino, sia a sinistra che a destra, è indifferente. Forse mi piace di più stare sull’esterno, ma anche al centro mi sono trovata bene. Si arrabbia più con se stessa o con le compagne? Con me stessa. Sono una persona davvero autocritica. Lei si sente una promessa o già una realtà? Una via di mezzo. Negli ultimi mesi sono cresciuta parecchio e voglio trasmettere al Verona la mia esperienza. Ringrazio Marco Borghese che mi ha allenato quest’anno e mi ha permesso di migliorare sia a livello di mentalità che tecnicamente.
Occhi lucidi durante la presentazione ufficiale della squadra. Era particolarmente emozionata? Certo. Hanno chiamato il mio nome per ultimo ed ero rimasta da sola in mezzo a tante sedie vuote. In più, le mie compagne in piedi mi facevano ridere. Ho provato un mix di sensazioni: aspettavo quel momento da tempo, ero davvero contenta.
Italia eliminata ai quarti di finale contro la Germania: avete fatto il massimo all’Europeo? Sì. Abbiamo lavorato bene in allenamento e affrontato le partite con lo spirito giusto. Abbiamo dato tutto. Qualche rimpianto con la Germania c’è, ma si vedeva che le tedesche avevano una marcia in più. L’Italia comunque non si è mai tirata indietro e ha lottato fino alla fine.
Cosa le ha lasciato l’anno al Rapid Lugano? Non tantissimo, in realtà. È stata un’esperienza istruttiva, ho messo l’anima in campo, però un po’ di delusione c’era. Mi spiego: potevo venire a Verona già dodici mesi fa e calcare palcoscenici diversi, come la Champions League, ma alcune circostanze esterne me l’hanno impedito. E così sono finita al Lugano: facevo avanti-indietro da Torino e durante la settimana mi allenavo con una formazione maschile di Eccellenza. Polemizzare non serve, ormai il passato è passato. La Svizzera? Mah, non mi ha entusiasmato. Non è un posto dove andrei a vivere.
L’Europeo di Cecilia Salvai? Positivo. So di aver disputato un ottimo torneo, al di là di alcuni errori che ho commesso. Non mi aspettavo di vivere un’esperienza così intensa, per di più da titolare: quando Elisabetta Tona si è fatta male e ho capito che avrei giocato, mi tremavano le gambe. In campo, però, ero tranquillissima e questo mi ha sorpreso: significa che sono cresciuta molto.
Perché ha scelto il Verona? Mi è stato consigliato da Marta Carissimi. Giocavamo insieme al Torino e quando lei si è trasferita a Verona, mi ha parlato bene della società. Marta mi ha sempre seguito ed è stata il mio punto di riferimento. Mi dispiace che non sia rimasta in gialloblù. Sono arrivata in un club importante, ambizioso e serio: tra le squadre di vertice è quella che preferivo. Consiglierebbe un’esperienza all’estero? Sì. È interessante entrare in contatto con abitudini e stili di vita diversi. Fuori dall’Italia, poi, trovi un’altra mentalità e il calcio femminile è più considerato: c’è grande determinazione sia in allenamento che in partita e la voglia di vincere non manca mai. Che campionato italiano ritrova? Spaccato in due, come sempre. Ci sono quattro formazioni di vertice e dopodiché tutte le altre. Purtroppo il livello del nostro torneo non è alto. Occorre crescere. Ma attenzione: non bisogna mai sottovalutare nessun avversario. La favorita per lo scudetto? La Torres. Le sarde sono le campio-
È più emozionante un Mondiale under 20 o un Europeo con la Nazionale maggiore? L’Europeo, senza dubbio. Essere titolare nella Nazionale maggiore è un sogno che si avvera e ti fa sentire importante. Paradossalmente, al Mondiale under 20 del 2012 in Giappone sentivo più pressioni addosso. E poi i risultati sono stati negativi. Sul sito del Torino veniva descritta come la giocatrice «con il maggiore appeal nella rosa. Non male. Davvero? Non lo sapevo (ride). Non so mai cosa dire in questi casi: ringrazio la società granata per il pensiero. Il calcio è donna è il libro pubblicato dall’Associazione italiana calciatori. Le piace il titolo? Sì, credo sia proprio azzeccato. Dimostra che il calcio non è solo per uomini. Anche noi donne diamo l’anima e giochiamo con tanta passione. Frequenta Economia all’Università di Verona: cosa desidera fare da grande? Mi piacerebbe rimanere nell’ambito della contabilità. Conciliare sport e studio non è semplice ma sono già abituata a fare sacrifici e so organizzarmi.
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CANOA di Massimo Ugolini
foto Ennevi
Adigemarathon 2013 una girandola d’emozioni! Lassù, a cavallo tra Veneto e Trentino hanno vinto tutti, ma soprattutto ha vinto la canoa e tutti i volontari che con la loro passione hanno reso possibile questo evento Un “fiume” di adrenalina ha invaso l’Adige per la decima edizione dell’Adigemarathon di Canoa, Kayak e Rafting svoltasi domenica 20 ottobre, valida come lo scorso anno quale unica prova italiana che ha concluso le Word Series 2013 di maratona classica fluviale ulteriore riconoscimento per una competizione internazionale che non ha eguali in Italia. La maratona internazionale ha visto canoisti agonisti provenienti da 10 nazioni, solcare il fiume Adige. Oltre a 934 amatori in canoa e gommone scesi dall’Isola di Dolcè, per una grande festa della canoa italiana organizzata da Canoa Club Pescantina, Verona e Borghetto, Comune di Dolcè, Pescantina e la fondamentale collaborazione di 390 volontari, Hydro Dolomiti Enel e di Se Hydropower per la regolazione del livello dell’acqua dell’Adige e del Genio Civile di Verona. Vincitore assoluto della manifestazione, che ha visto in acqua in ben 1343 tra la maratona agonistica ed amatoriale nonostante le non favorevoli condizioni meteorologiche, è stato il K2 del Czech Canoe Team composto dai ragazzi terribili, il ventunenne Richard Hala ed il diciannovenne Jonatan Sramek. Gli azzurri? A tenere alto il tricolore ci hanno pensato, Matteo Graziani del Canottieri Comunali Firenze, ottavo assoluto e primo nella categoria K1 Olimpico Senior in 2 ore 2 minuti e 34 secondi; undicesimo assoluto l’inossidabile Mariano Bifano della Marina Militare Luni Sarzana in 2 ore 2 minuti e 49 secondi. In campo femminile vittoria per il K2 Olimpico Senior delle svizzere Fogel e Zimmermann in 2 ore 10 minuti e 32 secondi. Tredicesimo il K2
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Olimpico Senior di Arcangeli-Balsamo (Idroscalo Club) in 2 ore 3 minuti e 29 secondi; quindicesimo e primo dei veronesi Luca Panziera del Canoa Club Pescantina in 2 ore 3 minuti e 31 secondi. L’oro olimpico di Atlanta 1996, il veneziano Daniele Scarpa, in coppia con Alessandro Gaudino, hanno vinto la categoria Surf Ski SS2 col tempo di 2 ore 10 minuti e 14 secondi. “Sarebbe bello che il prossimo anno l’Adigemarathon aprisse alle categorie più giovani” ha commentato sul lungadige di Pescantina il campione veneziano. All’Adigemarathon c’era pure l’oro olimpico di canoa slalom a Londra 2012, Daniele Molmenti, che ha partecipato in K2 con la moglie Eleonora alla discesa amatoriale.
S’IMPONE LA FURIA CEKA Il K2 del Czech Canoe Team composto Richard Hala e Jonatan Sramek ha sbaragliato a concorrenza, sotto al via a Borghetto di Ala
Un appello per la salvaguardia dell’Adige è stato lanciato da Adigemarathon assieme al presidente onorario di WWF Veneto Everardo Amadio. In particolare, si legge nell’appello, si vuole conservare il fiume con l’acqua pulita, la sua vegetazione riparia, senza scavi di ghiaia in alveo, con la sua biodiversità, il suo paesaggio e con una pesca sostenibile. Testimonial della decima edizione dell’Adigemarathon è stato il pistard veronese Sante Gaiardoni, due medaglie d’oro a Roma 1960 nel ciclismo su pista. L’Adigemarathon legata all’opera di 390 volontari del Canoa Club Pescantina, Verona e Borghetto unitamente alla Scuola del Mare 2, gruppo sub di Verona, Protezione civile di Brentino Belluno, Ais Garda Baldo di Rivoli Veronese, la Croce Rossa Provinciale nonché i pescatori della Libertas Valdadige hanno vigilato lungo il fiume, insieme ad agenti e mezzi delle forze dell’ordine.
Per quanto riguarda la solidarietà quest’anno l’Adigemarathon ha sostenuto due iniziative: il funzionamento della “Casa di Tommaso” di Batumi e del “Centro dei Ragazzi” di Kutaisi in Georgia, il bellissimo paese caucasico ex sovietico la cui popolazione soffre ancora delle guerre civili e russo-georgiane che l’hanno stremata, e l’associazione Sinergia impegnata in un progetto a favore dei ragazzi di strada a Lima (Perù) anche con la gestione di una casa famiglia che ospita una decina di ragazzi.
LA CARICA DEI 1343 Come sempre numeri da capogiro per l’Adigearathon, che vedeva impegnati, oltre agli agonisti, sopra, anche gli amatori, alcuni coi gommoni
L’Adigemarathon non si ferma. Bruno Panziera, presidente di Terradeiforti Sport, ha dichiarato: “Il 2014? Ci saranno delle sorprese, ci prendiamo tre mesi di tempo per riflettere per capire come aprire un nuovo ciclo dopo avere raggiunto il decennale di questa manifestazione. Dolcè avrà un ruolo di rilievo. Obiettivo? Nel 2014 inaugureremo lo stadio della Canoa al Chievo, sarebbe bello approdare a Verona”.
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EVENTI a cura della Redazione
foto DNA Consulting
Si riaccendono le luci sul Galà dello Sport Dopo il successo dello scorso anno, l’Assessorato allo Sport del Comune di San Giovanni Lupatoto ripropone anche per il 2013 il Gran Galà dello Sport, venerdì 6 dicembre, dalle ore 19, sempre al Teatro Astra di S. Giovanni Lupatoto Il Gran Galà dello Sport, giunto alla seconda edizione, è un evento elegante, di prestigio, realizzato per premiare i migliori atleti dell’anno, e le realtà sportive che si sono maggiormente distinte nel 2013, sia a livello locale che nazionale. Una manifestazione che non si limita quindi al territorio lupatotino, ma che abbraccia tutto il territorio nazionale. Una serata pensata e costruita per offrire alla cittadinanza una kermesse d’eccezione, con ingresso libero e gratuito per tutti. Un’occasione imperdibile per assaporare da vicino il vero spirito dello Sport e poter incontrare campioni di caratura internazionale.
in palio undici premi (vedi box pagina 34) di cui uno di assoluto prestigio a livello nazionale. Il Lupo d’Oro premia infatti un atleta o una squadra presente in territorio nazionale, che si sarà maggiormente distinta per risultati agonistici. Ci sarà poi un premio riservato solamente agli sportivi lupatotini, il Sangiosport, destinato all’atleta che si è maggiormente distinto nel 2013. Tutti gli altri premi (dirigente sportivo, promessa, fair play, attività giovanile, manifestazione sportiva e diversamente abili) saranno destinati agli sportivi di San Giovanni Lupatoto e della provincia di Verona.
La scelta dei premiati. Per segnalare gli atleti, le squadre e le società più meritevoli, è stato aperto un bando. Hanno avuto la possibilità di indicare le proprie preferenze tutti i tesserati di qualunque società sportiva, di tutta la provincia di Verona. Il bando non era quindi aperto soltanto alle associazioni di San Giovanni Lupatoto, ma anche alle società che non hanno sede in paese, con l’obiettivo di coinvolgere l’intera provincia e dare al “Gran Galà dello Sport” un più ampio respiro. Con questa serata si rende merito a chi per una stagione ha lavorato sodo, ha impiegato risorse e ha creduto nelle proprie possibilità, mosso dalla passione nei confronti del proprio sport. Alla chiusura del bando, una giuria ha decretato i vincitori di ciascuna categoria, che saranno premiati la sera del Galà. La giuria è così composta: Enrico Mantovanelli (assessore allo sport del Comune di S. Giovanni L.), Stefano Gnesato (delegato provinciale CONI Verona), Alberto Nuvolari (presidente USSI Veneto), Federico Schena (presidente del collegio didattico di Scienze Motorie Verona), Paola Fantato (rappresentante degli atleti).
Le novità della nuova edizione. Evento di successo non si cambia… ma qualche piccolo ritocco è sempre doveroso e utile per rendere l’iniziativa ancora più completa. Da quest’anno infatti i premi da 8 diventano 11, in quanto 3 categorie si “sdoppiano” per celebrare nello specifico anche i meriti sportivi lupatotini che avranno un loro riconoscimento dedicato. Allo stesso tempo il Lupo d’Oro 2013 invece non richiederà più legami con il territorio lupatotino ma potrà essere assegnato ad un atleta o società che si è distinta in ambito nazionale. Cambia anche la composizione della Giuria, l’anno scorso composta dai giornalisti delle principali testate veronesi, che giustamente deve essere rinnovata di anno in anno.
I premi in palio. L’amministrazione comunale mette
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CI SARà ANCHE SD+ Media Partner dell’evento sarà proprio il nostro giornale, a conferma dell’attenzione crescente per le attività legate allo sport del comune lupatotino
Organizzazione e partner. Il Gran Galà dello Sport è organizzato dall’Assessorato allo Sport del Comune di San Giovanni Lupatoto, con il patrocinio della Provincia di Verona, del CONI Veneto, del CIP regionale e USSI Veneto. I Partner della manifestazione che hanno già aderito e sposato il progetto sono LUPATOTINA GAS, sponsor ufficiale, PROGRAF, fornitore ufficiale e SPORT DI PIù, media partner.
TRIS DI PRIMI Immagini della passata edizione: sopra, Giovanni Rana premia con l’Assessore Mantovanelli il forte Manuel De Vecchi, nel 2012 portacolori azzurro alle Olimpiadi di Londra in sella alla sua BMX. Da sinistra, altri momenti dell’edizione 2012
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EVENTI
NON SOLO SPORT Con le attività promosse dall’Assessorato allo sport lupatotino, i benefici ricadranno su tutto il territorio
Il progetto dell’assessorato allo sport del Comune di San Giovanni Lupatoto. Il Gran Galà dello Sport si inserisce in un progetto a più ampio raggio, che l’Assessore Enrico Mantovanelli dallo scorso anno sta mettendo in piedi attraverso una serie di iniziative legate al mondo Sportivo, mirando ad uno sviluppo territoriale a 360°. «Credo che niente come lo Sport possa essere veicolo di così tanti ideali positivi. Ecco perché – prosegue Mantovanelli – lo Sport vuole essere soltanto un canale per andare a migliorare l’appeal dell’intero territorio. Tutte le attività legate al mio Assessorato saranno primariamente finalizzate a migliorare il lavoro e ad ottimizzare le risorse delle Società Sportive del Comune, ma grazie a questo progetto sono sicuro che i benefici arriveranno a tutti i settori del nostro territorio». L’invito dunque è di non lasciarsi sfuggire l’occasione di partecipare al secondo “Gran Galà dello Sport”, Venerdì 6 Dicembre, alle ore 19.00, presso il Teatro Astra di San Giovanni Lupatoto.
TUTTI I PREMI IN PALIO AL GALà DELLO SPORT 2013 1. Premio LUPO D’ORO 2013 è il premio più importante della manifestazione, di caratura nazionale. Il premio sarà assegnato al miglior atleta o alla miglior squadra con residenza o sede in Italia, che dimostrerà di essersi particolarmente distinto nel 2013 2. Premio SANGIOSPORT 2013 il premio sarà assegnato al miglior atleta con residenza/iscritto a Società con sede nel Comune di San Giovanni Lupatoto, o alla miglior squadra con sede nel Comune di San Giovanni Lupatoto. 3. Premio FAIR PLAY Il premio è assegnato all’atleta, associazione sportiva, o squadra con residenza (o sede) nel Comune di San Giovanni Lupatoto o nella provincia di Verona che si è distinta nel 2013 per un’azione di fair play sportivo. 4. Premio PROMESSA Viene premiato il miglior atleta “promessa” con residenza (o iscritto) a Società con sede nella provincia di Verona.
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5. Premio PROMESSA LUPATOTINA Viene premiato il miglior atleta “promessa” con residenza (o iscritto) a Società con sede nel Comune di San Giovanni Lupatoto. 6. Premio DIRIGENTE SPORTIVO. Il premio è assegnato al miglior dirigente sportivo di squadra o associazione sportiva con residenza (o sede) nel Comune di San Giovanni Lupatoto o nella provincia di Verona che si è particolarmente distinto nel 2013 per l’impegno, la dedizione, l’organizzazione di eventi, l’attivazione di nuove attività o specialità sportive o il miglioramento di quelle già attivate. 7. Premio ATTIVITA’ GIOVANILE Il premio è assegnato alla società che nel 2013 ha svolto la miglior attività giovanile nella provincia di Verona (atleti di età inferiore ai 18 anni). Sono valutati il numero degli atleti, il numero dei tecnici, il curriculum dei tecnici, il numero e qualità delle manifestazioni alle quali abbiano partecipato i ragazzi. 8. Premio ATTIVITA’ GIOVANILE LUPATOTINA Il premio è assegnato alla società che
nel 2013 ha svolto la miglior attività giovanile nel Comune di San Giovanni Lupatoto. 9. Premio MANIFESTAZIONE SPORTIVA Il premio è assegnato all’associazione sportiva che ha organizzato la miglior manifestazione sportiva nella provincia di Verona. Sono valutati il tipo di manifestazione, il numero dei partecipanti, il livello dei partecipanti, il numero degli spettatori, l’impatto mediatico comprovato da articoli di quotidiani, la valenza sociale dell’iniziativa. 10. Premio MANIFESTAZIONE SPORTIVA LUPATOTINA Il premio è assegnato all’associazione sportiva che ha organizzato la miglior manifestazione sportiva nel Comune di San Giovanni Lupatoto. 11. Premio DIVERSAMENTE ABILI Il premio è assegnato all’associazione sportiva o squadra con sede nel Comune di San Giovanni Lupatoto o nella provincia di Verona che si è distinta per l’attività svolta con atleti diversamente abili.
Città di San Giovanni Lupatoto
L’Assessorato allo Sport del Comune di San Giovanni Lupatoto premia gli Atleti dell’Anno
TEATRO ASTRA 6 DICEMBRE 2013 San Giovanni Lupatoto ore 19.00 Ingresso Gratuito Conduce Eleonora Cottarelli di Sky Sport 24 OFFICIAL SPONSOR
FORNITORE UFFICIALE
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MEDIA PARTNER
PALLAVOLO di Marina Soave
Dual Volley una stagione da vivere sottorete La società, nata nel 2008 dall’unione di Volley Dossobuono e l’Alpo Volley, è attiva sul territorio veronese con avviamento, perfezionamento e diffusione della pallavolo, specialmente tra i giovani Domenica 27 ottobre è iniziata ufficialmente la nuova stagione sportiva per l’ASD Dual Volley. Presso il Palasport di Dossobuono e alla presenza del Presidente Provinciale Fipav Stefano Bianchini, sono state presentate tutte le formazioni – dal minivolley alla serie C maschile – che prenderanno parte ai campionati 2013-2014. La società Dual Volley nasce nel 2008 dall’unione di due realtà della pallavolo veronese il Volley Dossobuono e l’Alpo Volley. La vicinanza geografica tra i due club ha fatto si che dopo le esperienze positive di condivisione di alcune attività, i dirigenti si accordassero per far nascere questa organizzazione che conta ad oggi ben 250 atleti iscritti, suddivisi in 6 squadre femminili e 3 squadre maschili tutte regolarmente iscritte ai campionati di Federazione, oltre alle squadre minivolley ed amatori. Inoltre è attivo un corso di psicomotricità per i bambini. Tutte le squadre sono allenate da elementi preparati, i più laureati presso l’ISEF, accomunati da una notevole esperienza come preparatori sportivi ed educatori. L’attività della società - presieduta da Mauro Lippi - non si limita infatti al solo aspetto ludico-sportivo, ma come evidenziato nell’articolo 2 dello statuto “…ha lo scopo di praticare e propagandare l’attività della pallavolo, e a tal fine può partecipare a gare, tornei, campionati, indire manifestazioni e gare, svolgere attività didattica per l’avvio, il perfezionamento nello svolgimento nella pratica della pallavolo e realizzare ogni iniziativa utile allo diffusione ed alla pratica dello sport principalmente tra i giovani, ma anche tra i lavoratori e le famiglie in modo da contribuire alla loro formazione psico-fisica, sociale e culturale.”
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UNA SOCIETà, TANTE FACCE Il numero sempre crescente di atleti trova il supporto di uno staff societario preparato, competente ed appassionato
La società Dual Volley è governata grazie all’aiuto di numerosi volontari, generalmente genitori degli stessi atleti, che vanno ad occupare le cariche di dirigenti, collaboratori arbitri e segnapunti. Le richieste di gestione professionale delle società sportive da parte delle istituzioni ha obbligato la società, che dal settembre 2009 dopo le elezioni interne ha cambiato nel frattempo presidenza, a strutturarsi al fine di individuare quei compiti necessari alla corretta gestione della stessa. L’attività delle formazioni del Dual Volley si svolge presso i Palasport di Dossobuono e Alpo.
INFO
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PALLAVOLO di Giulia Sambo
foto Bluvolley Verona
Va in scena la Calzedonia Verona con la regia di Boninfante Vita, passione e sacrificio. La pallavolo in tre parole per Dante Boninfante, il capitano della Calzedonia Verona a cui è affidata la distribuzioe del gioco della squadra allenata da Andrea Giani Alle spalle 21 presente in Nazionale, 15 stagioni disputate nella massima Serie italiana e il campionato 2012-2013 nelle fila della squadra polacca del KSP Skra Belchatów. Di fronte la nuova avventura in gialloblù consacrata dalla vittoria per 3-1 contro Cuneo nel primo match casalingo di campionato. Dante Boninfante, a 36 anni cosa c’è ancora da imparare sotto la rete? Finchè si gioca c’è sempre da imparare. Personalmente ho notato in me molti miglioramenti negli anni più recenti. A Verona mi sto allenando per la prima volta con una squadra così giovane: osservo da vicino atleti con grandissime doti fisiche; quando sono cresciuto io era la componente tecnica a farla da padrone. Ho fatto molta esperienza ma è stato proprio a 15 anni, quando sono arrivato a Treviso e ho fatto molti sacrifici per mantenere il posto in squadra, che si è formata l’impronta professionale che mi contraddistingue oggi. Ho rinunciato alle gite scolastiche e a tante occasioni di svago con gli amici, ma l’ho fatto sempre volentieri perché ero focalizzato sul mio obiettivo. Hai un modello a cui ti ispiri nel ruolo di capitano? Ne ho avuti molti e tutti importanti: per citarne alcuni Papi, Zlatanov e Bernardi. Il capitano ideale deve essere disponibile senza imporre mai il proprio ruolo. Deve riuscire a capire al volo i problemi anche senza spiegazioni esplicite e trovare la parola giusta per ogni tipo di situazione. La scorsa stagione hai giocato in Polonia. Che cosa ti ha più colpito di quel campionato? La risonanza mediatica di cui gode la pallavolo. Per ogni giornata di campionato almeno tre gare vengono trasmesse in diretta sulla rete nazionale. La carta stampata a sua volta manifesta grande interesse
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LA DEDICA DEL NUMERO 10 Il numero dei fantasisti del calcio è stato scelto dal... fantasista del sestetto gialloblu. Boninfante, palleggiatore, ha infatti in mano la gestione dell’attacco
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PALLAVOLO
VENETO - EUROPA Reduce da un campionato in Polonia, Boninfante è tornato nella regione che l’ha adottato da ragazzino. Il presente a Verona lo vede in squadra con attaccanti partiti forte in campionato, come il centrale numero 1 Aidan Zingel, che nella foto esulta con Dante
per il volley e di conseguenza il pubblico è stimolato ad appassionarsi a seguire questo sport. Gli stessi giocatori sono molto popolari, la pallavolo in Polonia può essere tranquillamente paragonata al calcio in Italia. Da tre anni indossi la maglia numero 10, anche se il numero che hai utilizzato di più è il 9… Il 9 è stato il mio numero di maglia distintivo fin da quando era soltanto un ragazzino a Battipaglia, la città in provincia di Salerno dove sono nato. Ho mantenuto questo numero quando era possibile farlo. Poi ho scelto il 10, un numero molto calcistico: il palleggiatore nel volley viene paragonato al regista nel calcio. A Treviso si è rivelato fortunato e da allora lo scelgo sempre. Il Veneto è una costante della tua vita: da Treviso, dove vive la tua famiglia, a Verona… Per me una seconda casa. Mi sono trasferito a Treviso per giocare a pallavolo quando avevo 14 anni e li ho vissuto gli anni più formativi della mia vita. A Verona, invece, ho respirato fin da subito un’atmosfera di grande accoglienza e familiarità. A legarmi al Veneto c’è anche il destino: mio nonno materno era originario di Vittorio Veneto (TV) e si era a sua volta trasferito in Campania. Grazie al mio lavoro ho messo in atto una specie di ritorno alle origini.
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A Verona mi sto allenando per la prima volta con una squadra così giovane: osservo da vicino atleti con grandissime doti fisiche. Quando sono cresciuto io era la componente tecnica a farla da padrone. Ho fatto molta esperienza ma è stato proprio a 15 anni, quando sono arrivato a Treviso e ho fatto molti sacrifici per mantenere il posto in squadra, che si è formata l’impronta professionale che ho
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BASKET di Andrea Etrari
Anche il CUS Verona va a canestro Tra le sedici discipline spicca anche quella della pallacanestro, nella quale ha vinto il titolo italiano nel 2000. E oggi la storia contina, in collaborazione con la Scaligera Basket Tezenis Il Centro Universitario Sportivo Italiano (CUSI) è un Ente di Promozione Sportiva riconosciuto dal CONI al quale lo Stato ha affidato il compito di curare la pratica, la diffusione ed il potenziamento dell’educazione fisica e dell’attività sportiva. Promuove tutti gli sport e conta su 48 sedi provinciali con migliaia di tesserat. Il CUS Verona promuove ben dieci discipline sportive diverse con centinaia di tesserati. La squadra universitaria di basket (tutta composta da atleti veronesi) ha vinto il titolo italiano nel 2000. E proprio del CUS Verona Pallacanestro vogliamo parlare: dalla scorsa estate è Alberto Zanetti il responsabile e colui che ha stretto un rapporto di collaborazione con la Scaligera Basket Tezenis. Un mix che consente di avere obiettivi ambiziosi, senza gli obblighi di una società di serie A. Nella stagione corrente il CUS VR partecipa ai campionati di Promozione Maschile (allenata da Stefano Zorzi), Under 19M (guidata da Franco Giuliani) e Under 13M (coach Alberto Zanetti). Per il minibasket, c’è il “MiniCus”, con decine di iscritti: alcuni di loro beneficiano del “Progetto Pallacanestro a colori” (minibasket a Veronetta, con aiuti economici per le famiglie più disagiate). Il MiniCus partecipa al Campionato Aquilotti, dove il gioco ed il divertimento sono le regole principali e al Torneo Esordienti dove gioco ed un po’ di agonismo si mescolano con un impegno allegro e stimolante. Vista la forma giuridica (Associazione Dilettantistica non a fini di lucro) aderente ad un Ente di Promozione Sportiva, il CUS Verona Pallacanestro può garantire un elevato standard di qualità, mantenendo un co-
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UNDER 19 la formazione guidata da Franco Giuliani partecipa al campionato di Promozione insieme all’Under 13 allentata da coach Alberto Zanetti
sto bassissimo, atto ad andare a copertura delle sole spese effettive. CUS Verona, in collaborazione con Scaligera Basket Tezenis, con la supervisione del Laboratorio Sportivo della Facoltà di Scienze Motorie di Verona, annuncia l’avvio di un Progetto di qualificazione basket giovanile, denominato: “Alta Specializzazione 2001”. Il progetto, rivolto ai tesserati nati nell’anno 2001 delle società CUS Verona e Scaligera Basket Verona, prevede degli incontri collegiali, a cadenza mensile, per il periodo Novembre/Maggio, nel triennio 2013/2015. Obiettivo di tale Progetto è quello di “creare un gruppo omogeneo tra le due società, trasmettendo ai ragazzi coinvolti, stimoli tecnici specifici e motivazionali per la crescita della consapevolezza e del senso di responsabilità verso la propria carriera sportiva”. L’attività in palestra prevede un lavoro a stazioni, con proposte sia di carattere tecnico, che atletico, con l’effettuazione di test specifici per la valutazione del lavoro svolto.
INFO
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BASKET di Andrea Etrari
Numeri e qualità per il Verona Basket La società si presenta ai nastri di partenza del suo 27° anno di attività, confermandosi come una delle realtà cestistiche venete più importanti
IL BASKET CHE SOSTIENE Tramite “Save the Children”, la società del presidente Fabio Celebrano sostiene a distanza quattro bambini africani
Nel Settore Minibasket, “scalpitano in palestra” i giovanissimi partecipanti ai Corsi di Mini Verona Basket nei 4 Centri: Centro, Borgo Roma, San Massimo e Saval. Verona Basket pone una particolare attenzione al Minibasket (tutti gli Istruttori sono laureati o laureandi della Facoltà di Scienze Motorie) per offrire un programma adattato alle varie età dei partecipanti che, tramite un percorso di insegnamento specifico consenta ai partecipanti di conoscere i primi rudimenti di questo bellissimo gioco e, col passare delle annate, di prepararsi al passaggio da gioco-sport minibasket al basket delle prime fasce giovanili. Nel Settore Basket partecipa a 7 campionati: Promozione Maschile e sei squadre giovanili: Under 19 A, Under 19 B, Under 15, Under 14, Under 13 e Under 12. Nelle prime fasce del settore Basket si cerca di aumentare le conoscenze tecniche ed aumentare le capacità psicofisiche dei ragazzi, ponendo attenzione sia alle caratteristiche individuali che cercando di costruire dei gruppi che abbiano la possibilità di ottenere risultati come squadra. Nella
seconda parte delle categorie giovanili, ai ragazzi viene proposto di svolgere attività nelle ultime due annate degli Under 19 e di “assaggiare” anche cosa vuol dire partecipare ad un campionato Senior. Tramite “Save the Children”, la società del presidente Fabio Celebrano ha deciso di “sostenere a distanza”, quattro bambini (uno per gruppo dai nati nel 1999 ai 2002) per sensibilizzare i nostri giovani baskettari alle condizioni di chi, in un altro continente e specificatamente in Africa, vive in situazioni non solo disagiate ma spesso al limite della sopravvivenza. In questa stagione sportiva è inoltre partita l’iniziativa denominata “fair play”, rivolta agli atleti, ai dirigenti e ai genitori di Verona Basket: “Vogliamo che i nostri ragazzi, con determinazione, giochino le partite che sono l’espressione di quanto fanno durante la settimana negli allenamenti – evidenzia Celebrano – gioiscano serenamente in caso di vittoria, ma che serenamente accettino anche la sconfitta, imparando a valutare sia i meriti che i demeriti propri e quanto gli avversari hanno prodotto sul campo”.
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FOOTBALL AMERICANO di Michele Coratto e Alberto Cristani
I Mastini abbaiano anche in messicano Il nuovo Quality Coach gialloblù racconta ai lettori di Sd+ come intende affrontare questa ennesima avventura nel mondo del football americano, strizzando l’occhio al suo amato Mexico… Un messicano alla corte dei Mastini. Gerardo Vera Gomez è arrivato a Verona per coadiuvare l’Head Coach Michele De Martin ed insegnare football. Uomo vero, il sudamericano è un Quality Coach tutto d’un pezzo, mai presuntuoso, sempre umile e concreto. Della “siesta” ereditata dalle sue origini ha ben poco: il suo dogma è basato su lavoro, fatica e sudore. Tutti concetti molto apprezzati in casa Mastini. Il suo tesseramento è stato fortemente voluto dalla società per l’esperienza e l’efficienza che lo hanno contraddistinto sul rettangolo di gioco. A suo favore giocano le precedenti stagioni nel palermitano e nel bresciano dove ha mostrato carattere e bravura. Un messicano nel motore della prossima creatura scaligera dunque. Un nuovo allenatore per aggiungere qualità alla squadra dei fratelli De Martin, peraltro l’anno passato già sorprendentemente piazzatisi al quinto posto della classifica di A2. Gomez, mai banale nelle dichiarazioni, da subito lucida l’argenteria e rilancia il progetto. “Conosco i dirigenti del team – sottolinea – e so che accettare la proposta di venire a Verona non è una scommessa. In uno sport come il football americano dove alla base c’è un regime gerarchico quasi militaresco, mi ha colpito la diversa impostazione societaria: qui ad ogni riunione sembra di far parte di una tavola rotonda, dove tutti contano allo stesso modo degli altri. Decisamente un plus per le ambizioni del club”. Dai quattordici ai venticinque anni ha vestito la maglia dei Pumas, formazione messicana molto famosa. Dopo aver “attaccato le scarpette al chiodo” ha attraversato l’oceano per cercar fortuna in Italia prima a Palermo e poi a Brescia. Oggi tenta una nuova esperienza in
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terra scaligera. E il suo mantra per aprire la porta del successo è chiarissimo. “Sono qui – chiarisce – per plasmare uomini veri, non campioni. Con la determinazione i risultati giungono ugualmente e, per chi ha talento, prima o poi arriva anche la consacrazione a fuoriclasse”. C’è però un progetto che va al di la di ogni risultato, di ogni classifica. Un’idea che stuzzica ed esalta tutta la compagine gialloblù. Verona-Messico, un gemellaggio nel nome del football, una trasferta per conoscere da vicino trucchi e segreti di une disciplina che, nel Nord America, ha molta più diffusione e tradizione che in Italia. “Di sicuro – evidenzia Gomez – in Messico il football americano ha più tradizione ed è più praticato ma attenzione: le regole sono sempre quelle e i giocatori sono… umani! Ci stiamo attivando per organizzare questa trasferta anche per questo motivo: far capire ai nostri ragazzi che non esistono giocatori inarrivabili o invincibili. Italia, Messico, America, Canada… la palla è uguale per tutti e tutti possono migliorare e puntare a diventare sempre più completi. Giocando con i più bravi si migliora e migliorando si possono scoprire nuovi limiti e porsi nuovi obiettivi. è questo lo spirito che deve animarci. Solo così potremo essere protagonisti”. Il progetto Messico sta molto a cuore anche al presidente Simone De Martin che da giocatore, nel 1996, ebbe l’onore di partecipare con la rappresentativa italiana, al Tazon Azteca Ball. “Fu un’esperienza indimenticabile – racconta De martin – che ci permise di giocare al cospetto di oltre ventimila spettatori. L’Atzeca Stadium era gremito, bellissimo.
MESSICO E NUVOLE Un giovane Simone De Martin - oggi Presidente dei Mastini Verona posa insieme a due “armadi” messicani in occasione del Tazon Atzeca Ball. Era il 1996...
Ci terrei a portare i ragazzi in Messico perché, come ha già evidenziato Gerardo Vera Gomez, può essere un’esperienza di vita importante, un momento di crescita a 360°. Ci stiamo lavorando: i contatti sono già avviati e a breve potremmo avere già una risposta positiva. Ci contiamo. Potrebbe essere il giusto coronamento di una stagione ma anche
un premio per quanto di buono abbiamo fatto in questi anni”. Gomez e il Messico: un legame mai dimenticato, un passato da ricordare e un futuro da scrivere. Ma intanto a Verona c’è un presente da vivere con una nuova avventura, con la determinazione e la convinzione di poter dare quel qualcosa in più per portare in alto la franchigia veronese.
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INIZIATIVE di Alberto Fabbri
A Castel d’Azzano va di scena lo sport… legale! “Sport e legalità” è il titolo della serata-dibattito andata in scena martedì 29 Novembre alla Baita degli Alpini di Castel d’Azzano
FOTO DI GRUPPO L’assessore allo sport, Massimiliano Liuzzi, protagonista nella passata stagione de “Le serate gialloblù” ha voluto approfondire con illustri ospiti, un tema molto delicato e purtroppo sempre più d’attualità. Un evento reso possibile grazie alla collaborazione con l’Associazione italiana calciatori, il gruppo alpini e le associazioni sportive. Protagonista della serata le scuole dell’Istituto Comprensivo di Castel d’Azzano, in particolare la classe 2E con la prof.ssa Perlini. I giovani atleti e alunni hanno posto domande e ascoltato le importanti riflessioni dell’avv. Diego Bonavina, presidente dell’AIC Onlus, del giornalista Pierpaolo Romani, autore del libro “Calcio criminale” e coordinatore nazionale dell’Associazione Avviso Pubblico - Enti locali e regioni per la formazione civile contro le mafie, serata arricchita anche dalla presenza del giornalista Claudio Lezzi de La Gazzetta dello Sport. A rappresentare le eccellenza dello sport veronese erano presenti Bazzoni, il team manager Marchesi
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Istituzioni, sportivi, studenti, giornalisti e imprenditori: queste le componenti fondamentali per promuovere uno sport legale e pulito
ed il giocatore Coali della Bluvolley - Calzedonia Verona il socio e Marco Pacione del Chievo Verona. Particolare successo hanno riscontrato i racconti Romani sul problema delle infiltrazioni delle mafie, nazionali e non solo, nel mondo del calcio. Un sistema fatto di imbrogli, corruzione, violenze e minacce, ambienti in cui girano una gran quantità di denari, traffico emerso solo grazie alle inchieste portate avanti dalla magistratura in diverse regioni italiane. “L’obiettivo - ha dichiarato l’Assessore Liuzzi - è quello di proseguire un lavoro iniziato cinque anni fa. Lo sport è un mezzo molto importante per diffondere sani valori di legalità, perché non dobbiamo dimenticare che per essere buoni sportivi, implica osservare lealmente ogni regola sociale. Ogni attività sportiva, a qualsiasi livello, chiede il rispetto di alcune regole che si rifanno all’etica sportiva”. Lo sport, una palestra di vita per tutte le età.
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NUOTO di Emanuela Biondani
Giorgia Biondani un delfino pronto a stupire
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La zia Emanuela racconta la crescita, non solo sportiva, della nipote Giorgia. In attesa di poterla vedere… ancora più in alto
La vedo poco. Vive a Sona e quando viene dai nonni paterni ci incontriamo velocemente. Anche se ormai è diventata più alta quasi di tutti (di me sicuro!) è ancora la “piccola” di casa. Il fisico (ha dell’incredibile..) di una ragazza adolescente è nella sua massima espressione ovvero quella di una atleta-nuotatrice. Ogni muscolo è al suo posto: quadricipiti, bicipiti, adduttori…Uno spettacolo! Inoltre nei suoi bellissimi occhi vedi, in tutto il loro splendore, i sedici anni e la voglia di viverli tutti alla grande e più intensamente possibile. Giorgia Biondani è una ragazza semplice, educata, con la testa sulle spalle e con una grande passione: il nuoto. Si allena a Villafranca presso la piscina Leosport. Ha iniziato per caso Giorgia: la zia Elena - che faceva aquagym nella stessa piscina - parlò al suo attuale allenatore, Riccardo Wegner, della “…sua nipotina di 8 anni che ama tanto nuotare”. Tutto iniziò così. Non è stato - e non è - tutto facile, anzi. Ricordo che dopo il primo giorno di agonismo voleva mollare ma già il giorno dopo aveva cambiato idea. Attualmente si allena due ore tutti i pomeriggi insieme ai suoi compagni di squadra. Sono ragazzi e quindi ridono, scherzano ma c’è anche molto affiatamento. Questo fa si che, lavorando in armonia, riescano insieme a superare i momenti difficili. La passione vince sul sacrificio. Giorgia è studentessa al terzo anno presso il Carlo Anti di Villafranca, indirizzo turistico: ha scelto questa scuola anche per poter conciliare al meglio gli impegni di studio
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NUOTO
SORRISI E CAMPIONI Giorgia migliora i risultati in acqua grazie anche al sostegno indispensabile del suo allenatore “Ricky” Wegner
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con quelli sportivi. Il nuoto la sta ormai portando in giro per il mondo: Dubai, Anversa e Turchia alcune delle ultime tappe. Ha trascorso un’ estate intensa e pienissima di impegni importanti. Agli Europei di Poznan in Polonia in luglio ha fatto segnare un doppio record italiano nei 50 stile libero nelle categorie juniores e cadetti: 25.24 il suo tempo. Un risultato eccezionale che cancella di ben 23 centesimi il 25.47 nuotato da Federica Pellegrini a Livorno nel lontano 2004. Da casa, parenti e amici, non ci siamo ovviamente persi nemmeno un secondo delle sue gare. Assistere in diretta alla gara che l’ha portata sul podio e vedere il suo nome sul pannello luminoso al è stata una scarica di adrenalina allo stato puro!
na, specializzata nei 100 metri rana, disciplina in cui si è laureata campionessa olimpica ai Giochi olimpici di Londra nel 2012 n.d.r.): sfiora il podio per soli 4 centesimi. Giorgia ha nuotato i 50 metri stile libero in 25”42 a pochi centesimi dall’atleta di Hong Kong Haughey Siobhan Bernade che è arrivata terza con il tempo di 25”38! Un grande risultato che non credo – anzi sono sicura – non sia arrivato solo per merito della “bella piscina”… Quando, al termine della gara, le chiesi come fosse andata le mi scrisse: “Mmmm… nè male, né bene…Diciamo abbastanza!”. Mi scappa un sorriso: capisco che la delusione c’è, ed è giusto che ci sia, ma in Giorgia c’è anche la consapevolezza di aver ancora una volta dimostrato che la strada (anzi la corsia…) imboccata è quella giusta.
Anche a Dubai, nel mese di agosto, durante i Campionati Mondiali Juniores, Giorgia ha confermato di avere i numeri e la mentalità giusta per poter ulteriormente migliorare. Ci sentivamo e ci “parlavamo virtualmente” grazie alla chat di Facebook, il mezzo più immediato per starle vicino. Mi ricordo che mi disse: “…questa piscina è incredibile, è bellissima: qui viene facile andare forte!” Detto fatto: in semifinale dei 50 stile libero Giorgia fanno sentire il fiato sul collo ad un atleta pluridecorata come Rūta Meilutytė (nuotatrice litua-
Dubai, al di la dell’esperienza sportiva, ha rappresentato per Giorgia, giovane adolescente, una tappa importante di crescita condiviso con coetanei provenienti da tutto il mondo. Vorrei chiederle un sacco di cose ma capisco che ha voglia di parlare di altro. Le interviste sono fatte da giornalisti (ed io non lo sono…) a campioni (e Giorgia non lo è, per adesso…). Perciò è inutile insistere: ci sarà tempo e modo di ritrovarci a parlare di nuoto. Per ora aspetto di rivederla e di riabbracciarla. Come fanno le zie con la loro nipotine.
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SPORT INVERNALI a cura della Redazione
La neve impariamo a conoscerla
Il weekend è alle porte e la neve ha già imbiancato le cime delle montagne. Hai un grande desiderio di trascorrere un’intera giornata all’aria aperta, in compagnia degli amici o in famiglia. Ti immagini già mentre tracci curve perfette con gli sci o disegni orme ovali sulla neve con le ciaspole. Ti assalgono però i dubbi: troverò le persone giuste? L’ambiente innevato è suggestivo ma allo stesso tempo uno sconosciuto: saprò affrontarlo in sicurezza e con tranquillità? Non rischio di perdermi o di trovarmi su pendii pericolosi? Senz’altro l’ambiente montano rivestito di neve è affascinante, ma va affrontato con un’adeguata preparazione. C’è un modo per imparare alcune nozioni fondamentali di questo mondo imbiancato, per riconoscerne le caratteristiche: essere accompagnati, divertendosi.
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SPORT INVERNALI
Una combinazione che solo le guide alpine possono garantire. La guida alpina, infatti, è una figura che mette a disposizione la sua professionalità e la sua passione per la montagna, per condividerla con i compagni di avventura. Le guide alpine Xmountain hanno pensato a tutti, adulti, ragazzi e bambini. Organizzano escursioni sulla neve per la famiglia o per gruppi di persone con lo scopo di fargli vivere un’avventura bella e in sicurezza. Costruire un riparo nella neve (la truna), imparare le caratteristiche dei fiocchi di neve giocando, fare una caccia al tesoro con le attrezzatura di autosoccorso, sono tutti modi facili e divertenti per conoscere l’ambiente invernale in cui ci si muove. Si possono vivere emozioni ancora più forti con un’escursione notturna, al chirar di luna, concludendo la serata al caldo di un rifugio. Tutto questo è possibile attraverso facili percorsi con le ciaspole…o con la slitta per i più piccoli! Le montagne intorno a Verona, Lessinia e Monte Baldo, sono i luoghi ideali per questo tipo di esperienze. Anche per le scolaresche. Le guide alpine, infatti, si rivolgono anche a loro, organizzando laboratori didattici sulla neve. Topografia e orientamento, laboratorio nivologico, sicurezza sulla neve, geomorfologia e architettura sono i temi affrontati durante una piacevole gita fuoriporta.
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Speciale scuola. Impariamo giocando! Laboratori didattici sulla neve CON LE CIASPOLE 1. Topografia e orientamento 2. Laboratorio nivologico 3. Sicurezza sulla neve 4. Geomorfologia e architettura Prezzo speciale € 11,00
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Scialpinismo Corso di scialpinismo: 28 dicembre 2013; 4,11,18, 25 e 26 gennaio 2014. Da non perdere, a soli € 15,00 Skialp test day: 14 dicembre 2013 Fuoripista/Freeride Lezioni individuali e collettive. Mezza giornata o giornata interna. Prenota la tua avventura! cell: 348 1463700 email: info@xmountain.it Tutti i programmi su: www.xmountain.it Ci trovi anche su FB: Xmountain Guide Alpine
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APPUNTAMENTI a cura della Redazione
Correre a Verona a novembre e dicembre DOMENICA 24/11 08:30 34ª Quattro passi fra le Colline Palazzolo (VR) Organizza: G.P. TACCONI MODE E GRUPPO ALPINI DI PALAZZOLO Tre percorsi di km. 6 - 10 e 16 ondulati. Tempo max: Ore 3.30. Ristori sui percorsi e all’arrivo. Riconoscimento ai partecipanti: gr. 500 di chicche di patate e 250 gr. di pasta fresca del PASTIFICIO AVESANI. Riconoscimenti ai gruppi. Chiusura per i gruppi alle 22:00 del 23/11/2013 08:30 37ª Caminada par le Sette Rive Villafontana (VR) DOMENICA 01/12 08:30 16ª Caminada nel Contado dei Canossa Grezzano di Mozzecane (VR) 08:30 18ª Incontro in Valpolicella San Pietro in Cariano (VR) DOMENICA 08/12 08:30 36ª Marcia del Giocattolo – Verona DOMENICA 15/12 08:30 26ª Marcia del Mandorlato Cologna Veneta (VR)
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DOMENICA 22/12 08:30 35ª Caminada fra i campi del Cason Chievo (VR) GIOVEDì 26/12 15:00 13ª Marcia di Custoza Custoza (VR) Organizza: Proloco di Custoza e Unione Marciatori Veronesi Due percorsi ondulati di Km. 6 e 12. Tempo Max. Ore 3,00. Ristori sui percorsi e all’arrivo. Riconoscimenti ai gruppi. Chiusura per i gruppi alle ore 8.00 del 24/12/2013. DOMENICA 29/12 08:30 5ª Tra le mura di Lazise Lazise (VR) Organizza : A.S.D. LE SGALMARE Due percorsi ondulati di Km. 7 e 14. Tempo max. Ore 3,00. Ristori sui percorsi e all’arrivo. Riconoscimento ai partecipanti: gr.250 di tortellini tipo Valeggio e gr. 500 di pasta secca del PASTIFICIO MAZZI. Riconoscimenti ai gruppi. Chiusura per i gruppi alle ore 22.00 del 28/12/2013.
PODISMO di Bruno Mostaffi
Atletica Lupatotina passione a tutta velocità L’associazione sportiva dilettantistica Atletica Lupatotina nasce nel lontano 1980 da lupatotini “doc” con un unico comune denominatore: la passione per la corsa! L’Atletica Lupatotina svolge attività podistica amatoriale a carattere competitivo a 360 gradi, partecipando ogni domenica alle manifestazioni dell’UMV, alle corse del CSI, campestri, corse su strada e su pista. Inoltre un nutrito gruppo è spesso presente alle maratone e maratonine del Nord Italia e non solo. La società ogni anno organizza tre manifestazioni: - a gennaio una corsa campestre in collaborazione con il Centro Sportivo Italiano - la “10 Miglia Lupatotine”, corsa in linea di 16,9 km con partenza e arrivo nella piazza principale del paese, in collaborazione con il Centro Sportivo Italiano. - nel mese di giugno, da quest’anno, la “Corri per Sangio” una “non competitiva” organizzata in collaborazione con altri gruppi podistici del paese e il comune di San Giovanni Lupatoto lungo le strade del paese dove l’intero ricavato e stato devoluto a in beneficienza - a Settembre la “Stralupatoto” una corsa non competitiva nell’ambito della Lupatotissima, in collaborazione con G.S.D. Mombocar, Atletico Club del Lupo e la Polisportiva la Cometa. Anche in questo caso l’intero ricavato viene devoluto a varie associazioni benefiche del territorio. La 10 Miglia è senza dubbio l’evento clou per i ragazzi della Lupatotina. Ci facciamo raccontare dal presidente Stefano Passarini di cosa si tratta. “Innanzitutto – spiega Passarini – la mitica “10 Miglia lupatotina è la nostra corsa per eccellenza, o almeno lo è per me la! Si tratta di una podistica che è il giusto compromesso tra distanza e velocità, una di quelle corse che puoi fare tutto d’un fiato, partendo relativamente forte, senza doverti dosare e risparmiare per poterla terminare. Anche quest’anno grazie alla disponibilità del gruppo sono riuscito a correrla e devo dire che è stata una bella sensazione.
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Tralasciando i soliti numeri (iscritti, arrivati, classifiche, categorie...) che interessano ci tengo ad evidenziare come la gara sia un presupposto per stare insieme e vivere una giornata di sport e divertimento”. “A livello organizzativo – prosegue Passarini - ognuno di noi ha il proprio compito e come tante formichine cerchiamo di dare del nostro meglio. è bello vedere i gonfiabili prendere forma, veder salire i primi vapori dell’acqua bollente per i ristori, la piazza colorarsi e diventare sgargiante grazia agli striscioni pubblicitari. Quando poi arrivano i primi atlet – alcuni molto tesi – iniziano le prime file al banco del ritiro pettorali e qualcuno, passandogli sotto, lancia al palco delle premiazioni sguardi di sfida. Iniziano poi le prime corsette di riscaldamento, gli allunghi e lo stretching: questo a significare che ormai lo start è imminente. Potrei raccontarvi il percorso – conclude il presidente della Lupatotina – dicendovi che è molto bello, che è veloce, ben segnalato. Ma non lo farò. Preferisco invitarvi personalmente e provare la “10 Miglia” una gara che, a mio avviso, è diversa dalle altre!”. Non resta quindi che provare (e correre)… per credere!”.
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MARATONA di Enrica Girelli
Prepararsi alla maratona con la Facoltà di Scienze Motorie Non solo i fatidici “42,195”, ma anche triathlon, diffusione della cultura sportiva e seminari a tema: tutto questo lo si può trovare presso il Centro per la preparazione alla maratona La Facoltà di Scienze Motorie dell’Università di Verona dal 2008 è sede di un’interessante iniziativa rivolta agli appassionati di podismo: il Centro per la preparazione alla maratona. Diretto dal prof. Federico Schena, il Centro offre agli atleti di livello amatoriale un supporto tecnico, medico e scientifico di alto livello volto al miglioramento delle proprie prestazioni nella corsa, qualunque sia l’obiettivo individuale. Dott. Cantor Tarperi, in qualità di referente, ci può descrivere quali sono le finalità del Centro Maratona? Le finalità del progetto sono principalmente tre. La prima è didattica: la creazione del Centro come branca della Facoltà di Scienze Motorie ci permette di far accedere alle strutture universitarie l’utenza esterna, che si rivolge a noi per la preparazione dei programmi individuali e per la fruizione dei corsi collettivi. Questi momenti sono occasione per gli studenti di svolgere i tirocini all’interno della Facoltà sotto la diretta supervisione dei docenti. La seconda è scientifica: I programmi individuali consentono di effettuare raccolte dati e ricerche su atleti di livello amatoriale, che forniscono risultati più interessanti rispetto agli studi sul singolo “super-atleta”. Il terzo obiettivo è infine la divulgazione dell’attività sportiva. Ci dica qualcosa in più in merito a questo ultimo obiettivo… La promozione dell’attività fisica è uno dei pilastri della Facoltà di Scienze Motorie. Da qualche anno il Centro Maratona organizza in primavera, in collaborazione con il comitato Straverona Running ed il Comune di Verona, l’iniziativa “Parchi in movimento”: serate di corsa, aperte a tutti, nei parchi cittadini, durante le quali i docenti e gli studenti della Facoltà offrono supporto tecnico-sportivo ai podisti.
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CHI VA PIANO VA SANO E LONTANO Esercizi propedeutici e mirati praparano a 360° l’aspirante maratoneta
I partecipanti, che in alcune occasioni sono arrivati ad essere anche un centinaio, vengono suddivisi per livello di preparazione in gruppi di massimo 10 persone, in modo da garantire a tutti un allenamento di buona qualità. Quindi il Centro Maratona non offre solamente la programmazione individuale del podista? La valutazione funzionale e la preparazione degli allenamenti personalizzati è una delle attività del Centro: in cinque anni si sono rivolti a noi circa 200 atleti. A questo si affiancano seminari a tema e corsi collettivi, tenuti da Docenti della Facoltà con il supporto degli studenti. Dal 2012, oltre ai corsi di allenamento funzionale alla corsa, sono iniziati anche corsi di preparazione al triathlon su più livelli, e il Gioca-tri, per l’avvicinamento dei bambini a questa triplice disciplina.
Come si compone il vostro staff e come è possibile contattarvi per avere maggiori informazioni? Il direttore del Centro è prof. Federico Schena, medico dello sport e docente di Metodi e Didattiche delle Attività Sportive. Io seguo la preparazione dei programmi individuali con la collaborazione di Mattia Toffaletti, Luca Festa e Nicole Tabarelli. Fondamentale è anche il supporto di Pietro Trabucchi e Francesca Vitali, psicologi dello sport, e di Rossana Robbi, nutrizionista. “è bene sottolineare – evidenzia infine il prof. Fedrico Schena – che essere un maratoneta, di età superiore a 50 anni, non significa necessariamente non correre il rischio di incorrere in un evento coronarico maggiore. In conclusione correre fa sicuramente molto bene al nostro profilo di rischio cardiovascolare, correre una maratona è però una condizione da eseguire sotto stretto controllo medico”.
CONTACT FOR RUN Il Centro Maratona è parte integrante della Facoltà di Scienze Motorie dell’Università di Verona , che si trova in Via F. Casorati 43. è possibile contattarci al numero 045 842 51 51 o via e-mail all’indirizzo centromaratona@univr. it. Abbiamo anche una pagina Facebook, attraverso la quale è possibile essere aggiornati su tutte le nostre attività.
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SICUREZZA STRADALE di Andrea Scamperle
Halloween notte da urlo! L’avvenimento, in quest’ultimo decennio, si è sempre più affermato tra i giovani, ma non solo loro, come un concentrato di divertimento, ad ogni costo. Una sorta di capodanno anticipato. Anche per strada (purtroppo) Nell’ultima settimana di ottobre sempre più genitori esprimono preoccupazione per il proliferare di varie feste e festine, puntualmente organizzate nella serata del 31, alle quali i ragazzi chiedono di partecipare, complici indiscussi della “tenebrosa” festività di origini celtiche conosciuta come “Halloween”. Per carità, sia chiaro che di per sé le feste sono dei bellissimi momenti di cui conservare il ricordo, ma se il buon senso viene annegato in qualche bicchiere di troppo, ecco che allora la voglia di stare assieme e divertirsi si ritrova, impietosamente, costretta a gattonare sul pavimento di qualche improbabile locale, più simile ad una qasba popolata di giovani zombie i quali, sino a quando rimangono lontani da un volante, possono anche accampare la teoria del “Ma che v’importa se io mi ubriaco, tanto sto male io. Fatevi gli affari vostri!”, tralasciando però volutamente ogni altra considerazione sullo stato di salute che, piaccia o meno, ricade in ogni caso sulla collettività. Comunque, in tema di soli incidenti stradali, la teoria potrebbe anche reggere ma è chiaro che chi come noi fa il poliziotto non può sottrarsi ad una visione più ampia dei problemi innescati dall’abuso di alcol. Si, proprio così! Pensate a cosa significa vigilare su strade e quartieri incontrando minori in coma etilico, o peggio ancora. Ma siccome i richiami rischiano di essere noiosi, vi raccontiamo com’è andata quest’anno. Cos’è accaduto in quella manciata di ore a cavallo tra il 31 ottobre ed il 1 novembre? Presto detto, se pensiamo che nelle sale operative delle forze dell’ordine e del 118 si sono gestiti degli interventi la cui diretta conseguenza è stato l’imabarellamento in ambulanza di una decina di giovani, tra i venti e i trent’anni. Proseguendo, durante una festa privata nel quartiere Stadio a Verona, sono stati addirittura soccorsi due quindicenni in coma etilico, mentre verso le 3.00 un ragazzo di vent’anni si è incredibilmente gettato nell’Adige da Ponte Pietra per
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essere poi ripescato dai VV.FF. presso Ponte Nuovo, ancora vivo ma in evidente stato di ipotermia. Nel mantovano è accaduto un incidente mortale dove una ventiduenne è deceduta e un ventisettenne è finito in terapia intensiva con prognosi riservata per politrauma.
NON SOLO HALLOWEEN Purtroppo molte serate e feste si trasformano ancora in tragedie della strada. La colpa? Incoscienza e stupidità di chi si mette al volante
La notte “magica” si è conclusa verso le 6.00 del mattino, non prima del verificarsi di alcuni incidenti con feriti non gravi in provincia di Verona, senza dimenticare che anche in alcune discoteche si è pagato il tributo ad Halloween, con abuso di alcool e probabilmente anche di sostanze, il tutto tra giovani fra cui dei minorenni. Ma allora, se vogliamo proprio dirla tutta, dov’erano i genitori di questi minorenni? I ragazzi non hanno forse osservato mamma e papà per 13, 14, 15, 16 e 17 anni?! Siamo proprio certi d’essere stati dei buoni esempi da seguire? O forse qualcuno di noi li ha portati al bar sotto casa a guardarci “spritzzare” con gli amici? Per carità, solo bevande rigorosamente analcoliche direbbe qualcuno, ma non è questo il punto, è il messaggio che passa il vero problema. Certo, un
TAMBURELLO di Giovanni Crosato
amichevole cin cin non è certo paragonabile ad una sonora sbornia, ma il filo che lega le due cose è molto più sottile e subdolo di quanto si possa pensare e in adolescenza sappiamo che spesso prevale la regola dell’emulazione e dell’uniformarsi al gruppo. Una recente pronuncia della Corte di Cassazione Civile ha sottolineato che il dovere dei genitori di educare i figli minori non consiste solo di parole, ma anche e soprattutto di comportamenti e di presenza accanto ai figli, a fronte di circostanze che essi possono non essere in grado di capire o di affrontare. Situazioni, queste, che non vogliono essere un atto unidirezionale d’accusa, ma su cui val la pena comunque di soffermarsi a riflettere. Ma tornando ai racconti di strada, che in fondo ci appartengono, va anche segnalato che l’opera di sensibilizzazione su vasta scala del “Chi guida, non beve” ha registrato i suoi effetti positivi e chi si confronta con i giovani, come poliziotti, infermieri e genitori di ragazzi vittime della strada, durante gli incontri scolastici di educazione alla sicurezza stradale, sa quanto questa regola di buon senso non passi inascoltata, anzi, è dichiaratamente assunta come una condizione su cui in pochi sono propensi a scendere a patti, almeno per una buona fetta di giovani neopatentati. Cosa diversa è per gli studenti di scuola media su cui, a nostro parere, è necessario concentrare una maggiore sensibilizzazione e controllo, in primis da parte dei genitori e poi a seguire di ogni altra agenzia educativa che si occupa della formazione dei ragazzi. Gli psicologi spiegano che a partire dalla pre adolescenza, la percezione del subdolo pericolo dell’alcol e della “canna” è assolutamente sottostimato, se non proprio negato, complici di questo anche alcune “scuole di pensiero” che si trovano puntualmente in contrapposizione con i dati scientifici raccolti e diffusi dai Servizi per le Tossicodipendenze delle ULSS. Allora, il prossimo anno, non facciamoci trovare impreparati ad “Halloween”, perché non vale proprio la pena che una serata divertente si trasformi in una “notte da urlo!” Andrea Scamperle Tutor di educazione stradale della Polstrada di Verona andrea.scamperle@poliziadistato.it Francesca Montereali Dirigente della Sezione Polstrada di Verona francesca.montereali@poliziadistato.it
Coppa Italia
Indoor da applausi Nel maschile primo centro del Noarna. Nel femminile Sabbionara Trentino Team torna regina Si sono disputate nel weekend del 26 e 27 ottobre scorsi, a Sant’Ambrogio di Valpolicella presso il palazzetto dello Sport, le finali di Coppa Italia Indoor 2013. L’evento, organizzato dalla Federazione in collaborazione con il Comitato provinciale di Verona guidato da Luigi Baruffi, ha visto al via otto squadre, quattro nel maschile e quattro nel femminile. A contendersi la coppa nel maschile sono stati i campioni d’Italia del Bagnacavallo, detentori anche della Coppa Italia 2012, i freschi vincitori della prima edizione della Supercoppa Indoor, disputata lo scorso weekend in Sardegna, e pluricampioni italiani del Ragusa, la giovane formazione trentina del Noarna (foto) e i padroni di casa del Sant’Anna d’Alfaedo. Nel femminile di fronte le campionesse d’Italia e d’Europa in carica del Sabbionara Trentino Team, L’oristanese Aeden Santa Giusta che sul campo di casa ha conquistato la prima Supercoppa sconfiggendo proprio le trentine, la calabrese Re Alarico Cosenza e le veronesi del Palazzolo. Detentrice del trofeo femminile è l’alessandrina Paolo Campora Ovada, che non parteciperà al campionato 2013. Nel maschile vittoria finale
per il Noarna, al primo centro indoor, che interrompe il triennale dominio della Fulgur Bagnacavallo. Mentre nel femminile vince il Sabbionara Trentino Team, che torna dopo un anno di stop a iscrivere il proprio nome dell’Albo d’Oro sconfiggendo nella sfida decisiva l’Aeden Santa Giusta, vendicando così la sconfitta della scorsa settimana in Supercoppa. La manifestazione ha chiuso la stagione indoor 2012-2013, che ripartirà poi nel mese di novembre con i campionati di serie A e B e avrà come evento principale la disputa del primo Campionato del Mondo indoor per nazioni, che si svolgerà il 6-7-8 dicembre in provincia di Mantova, sui campi di Castel Goffredo, Asola, Casalmoro e Guidizzolo.
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EVENTO di Daniela Scalia
Australiano, gaelico e cricket al primo SportDi+ Day Una giornata allo Sporting Club Verona di via Albere per conoscere e provare gli sport ‘parenti’ del nobile rugby: football australiano, football gaelico e cricket
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Promuovere i miei sport nella mia città è uno degli obiettivi cui tengo di più da quando abito lontano da Verona, grazie a questa rivista e al lavoro di Alberto Cristani ho avuto e avrò una serie di occasioni, di sedi e di atmosfere perfette. Due parole sul primo “Sport di + Day”: al bellissimo Sporting Club di Via Albere il Rugby Club Valpolicella ci ha accolti e accolte come veri compagni di squadra. Si parla tanto di etica, ma raramente si trova una curiosità così allegra e fraterna per gli sport “parenti”. L’Aussie Rules deriva dal Footbal Gaelico e dal Rugby, il Cricket si gioca sui campi da Aussie Rules. I rugbisti anglosassoni e sudafricani giocano tutti e senza eccezioni a cricket d’estate. Gaelico e Australiano sono così simili da giocare con regole intermedie ogni due anni con stadi stracolmi e diffusione televisiva mondiale. Come vedi siamo tutti parenti, stretti e con il dovere di aiutarci e divertirci insieme. Torniamo alla giornata di Verona: in campo ragazzi e ragazze dei Verona Wolverines, Milano Latinos, Lugano Bankers e Verona Happys della lega Orules di Football Australiano e quelli dell’Ascaro Rovigo Gaelic Football di Calcio Gaelico. Ad aprire i giochi è stato il match di Aussie Rules maschile a squadre miste, con arbitro e scorer ufficiali, che ha fatto capire come si possano mantenere agonismo, intensità e alto livello di gioco anche in una partita amichevole. Giusto un po’ di relax e poi, dopo una breve spiegazione delle regole del Football Gaelico, tutti di nuovo in campo, questa volta coinvolgendo anche le ragazze. Alla fine spazio alla curiosità per i materiali e le “stranezze” di uno sport affascinante come il Cricket, prima del meritato e goduto terzo tempo. Ci siamo conosciuti, raggruppati, ritrovati nella mia città, e questo è solo l’inizio.
STORIA E HUMOR DELLA PALLA OVALE AL TERZO GRADO Si può parlare di palla ovale con un calciatore? Si quando quella persona è Nicola Corrent, che ci ha aperto le porte del suo pub Terzo Grado per un incontro-chiacchierata sui temi storici e le chiavi umoristiche per leggere il rugby, la sua evoluzione e i suoi derivati (anche il calcio avrà un episodio nella serie “Sport Crime”) . A Nicola è piaciuto in particolare il Football Australiano, sbarcato da un paio d’anni nella nostra città con i club del Cus Verona Wolverines ed Happys, probabilmente perché per segnare si fa... gol e non meta, ma quello che è emerso in maniera netta è che i temi e l’anedottica sono troppo vasti e curiosi per non metterli in... puntate. Senz’altro quindi ci sarà un seguito, forse diviso per epoche, forse per “parentele” con altri sport come il cricket, i vari football o i vari tipi di hockey. Luca Tramontin
DIDA-SCALIA Dalla passione della giornalista veronese è nata la giornata dedicata ai ‘parenti’ del rugby. In alto, Daniela Scalia con Nicola Corrent
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RUGBY di Alice Cristiano
foto BPE
Verona festeggia il suo derby ‘ovale’ Pareggio tra Valpolicella e CUS Verona nel primo - si spera di una lunga serie - derby di rugby nella massima serie La Vigilia era tesa, su entrambi i fronti. Da Parona erano le parole di Enea Braghi, capitano del Cus Verona Rugby, ad accendere il primo derby di serie A. “è una partita che sentiamo molto, dovremo giocare con tutte le risorse che abbiamo”. Lungimirante si era dimostrato coach Mirco Bresciani, che il Valpolicella l’ha allenato per quindici anni. “è una squadra che conosco bene, hanno un grandissimo cuore”. E consapevole di quel cuore, l’allenatore delle matricole della A. “Ci serve lucidità”, aveva detto Alessandro Zanella. Perchè, si sa, il derby è più di una partita, soprattutto se è il primo e se la squadra esordiente non ne ha mai vinto uno. E così, a pari punti in classifica, sotto la pioggia e davanti ad un migliaio di persone, le due squadre si sono trovate a San Pietro in Cariano. Una per l’imbattibilità, l’altra per il riscatto. E la partita è stata quella che ci si aspettava. Tesa, sofferta. Finita sul dieci pari. Un risultato un po’ stretto per il Valpo che ha messo in campo quello che l’eccesso di sicurezza del Cus ha lasciato invece nello spogliatoio. L’orgoglio, un sentimento capace di fare la differenza. Sono i padroni di casa ad iniziare ad aggredire, finendo più volte nella metà campo avversaria. Tanti errori e poi il risultato sbloccato da un piazzato di Michelini dopo una punizione sbagliata del Valpo. Il Cus spinge ma il Santamargherita resiste, un quindici che si dimostra una squadra degna della promozione. Ed è al 10’ del secondo tempo che da una mischia nasce l’azione che rovescia il risultato. Etcheverry questa volta centra i pali e si riparte da 7 – 3. Il numero di falli aumenta, la tensione pure. De Leo viene espulso e il Valpo resta con un uomo in
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meno. Un giallo per Braghi e poi è ancora Etcheverry ad andare a segno con un piazzato. Una partita che sembra chiusa e invece Pizzardo va in meta, Michelini trasforma. Dieci pari, sul finale. I due minuti di recupero servono solo per metabolizzare il pareggio. Alzare la Curli Cap in memoria di Ranzato, amico dei due fronti del rugby veronese, e rimandare la sfida al girone di ritorno.
DERBY BAGNATO DERBY PAREGGIATO Le condizioni meteo tipicamente ‘english’ hanno reso il derby tra CUS e Valpo ancor più spettacolare
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SCHERMA di Alessio Faccincani
foto Archivio Verona Scherma
La parola a due veri protagonisti della scherma Intervista doppia a Caterina Panattoni e Matteo Pontieri, due giovani preomesse della Verona Scherma. Le loro parole sono il modo migliore per scoprire la reale natura della scherma scaligera Giovani talenti. Facce pulite del mondo delle lame. Caterina Panattoni e Matteo Pontieri sono due delle concrete speranze di Verona Scherma. I loro nomi in questo pezzo non hanno comunque rilevanza particolare. Le parole di Caterina e Matteo, infatti, potrebbero benissimo essere riprodotte da ciascun iscritto di Verona Scherma. Le loro testimonianze, però, sono quanto di migliore si potesse raccogliere. Per una volta parlano due ragazzi. Dopo istruttori, genitori e vari addetti ai lavori. Il cambio di prospettiva è perciò da non sottovalutare. I reali protagonisti di questa disciplina finalmente si impadroniscono della scena. Con un poderoso salto sulla pedana: il palco dei propri sogni adolescenziali. A loro la parola. A Caterina e Matteo, rispettivamente 17 e 14 anni. Per conoscere le loro storie e per analizzare da una posizione privilegiata le dinamiche di questo sport. Come vi siete avvicinati al mondo delle lame? Caterina: In maniera casuale. La mia passione per la scherma nasce infatti dalla visione del film Spiderman. Il motivo? Perché rimasi affascinata dalla sorella del protagonista, appassionata di sciabola. Questo dettaglio all’apparenza insignificante è stato decisivo nel mio approccio alla scherma. Quella sciabola mi ha immediatamente conquistato. Dalla sala cinematografica alla pedana il passo è poi stato breve. Ho discusso con i miei genitori e con loro ho deciso di intraprendere questo percorso sportivo. Comunque, è stato tutto molto naturale. Matteo: Inizialmente per emulare Marta, la mia sorella maggiore. Comunque prima di scegliere definitivamente la scherma ho volutamente assaporato varie discipline. Ad esempio il basket, per la mia altezza. Questo mi ha consentito poi una scelta matura e consapevole. Oggi sono convinto che la scherma sia la disciplina maggiormente adatta alle mie caratteristiche fisiche e mentali. è il contenitore
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ideale inoltre per le mie emozioni. Io e la scherma siamo in piena sintonia.
P&P association
Dunque scelta azzeccata per entrambi? Caterina: Certamente. Sono felicissima di essere in particolar modo allieva di Verona Scherma. Matteo: Senza ombra di dubbio. Verona Scherma è diventata la mia seconda famiglia.
Matteo e Caterina, pur non essendo ancora maggiorenni, sono a tutti gli effetti due ‘grandi’
Motivate meglio questi elogi … Caterina: Qui ho semplicemente scoperto la vera
della scherma veronese
essenza dello sport. A Verona Scherma, personalmente, ho riscontrato un piccolo miracolo. Ogni nuovo iscritto non riesce più a staccarsi dalla pedana. Merito degli istruttori, del meraviglioso ambiente di lavoro e della magia di questa disciplina. è un’alchimia perfetta, francamente difficile da spiegare. Matteo: Verona Scherma mi sta aiutando a crescere nella maniera più corretta. Sto soprattutto sviluppando relazioni importanti sotto il profilo umano. C’è un’unione speciale fra ragazzi e istruttori. Tutti vengono immediatamente accolti, nessuno viene mai escluso. è una filosofia che bisognerebbe esportare in ogni ambito sportivo. Ne beneficerebbe sicuramente anche l’agonismo. E del vostro percorso agonistico siete soddisfatti? Come giudicate i risultati finora raggiunti? Caterina: Un buon agonista non deve mai essere soddisfatto o peggio appagato. Gli stimoli sono un fattore indispensabile per ogni disciplina sportiva. I miei risultati sono tuttavia stati sostanzialmente positivi. Ho sfiorato ripetutamente l’ingresso fra le prime 16 cadette italiane ed ho riportato spesso ottimi risultati a livello regionale. Il mio curriculum comunque ha ancora bisogno di un significativo ritocco. Il mio score può e deve migliorare. Matteo: Questo è il mio terzo anno effettivo di scherma. Mi rincuora il fatto del mio miglioramento costante. Anno dopo anno sto progredendo a livello di risultati. Il migliore l’ho probabilmente raggiunto pochi giorni fa a Novara, in occasione della mia prima gara cadetti. Per la mia crescita agonistica, inoltre, figura importante è quotidianamente il mio istruttore Cristiano Magnani. Lui ha creduto nelle mie qualità ed ha innalzato la mia resa in pedana. Devo molto alle sue metodologie di allenamento. Insieme possiamo ancora fare molta strada. Quanto alla vostra strada nella scherma, quali obiettivi vi siete posti? Caterina: Gli obiettivi devono essere illimitati. Mi piacerebbe gareggiare ai massimi livelli. Non voglio infatti precludermi assolutamente nulla, pur consapevole delle mille difficoltà. Dal mio canto posso solo promettere massimo impegno, costanza negli allenamenti e determinazione negli assalti. Poi valuterò cosa mi riserverà il futuro. Matteo: Difficile fare previsioni. I sogni ci sono, ma forse è meglio non divulgarli. Non vorrei che poi non
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SCHERMA
si realizzassero. Per il momento posso dire soltanto che darò il massimo in ogni frangente. Ecco questo sarebbe un grande traguardo. Non voglio avere alcun rimpianto. Intanto Verona Scherma è pronta a sdoganare i vostri sogni anche all’estero. Presto, infatti, potrebbero iniziare collaborazioni con varie palestre europee... Caterina: Sarebbe sicuramente un’iniziativa azzeccata. Confrontarsi con i propri coetanei arricchirebbe sicuramente anche la nostra personalità. Questo progetto ha probabilmente solo lati positivi. Speriamo che vada in porto. Matteo: Un progetto fantastico per conoscere anche le altre ideologie di scherma che abitano il continente Europeo. Comprenderle sarebbe soprattutto un buon viatico per il futuro. Personalmente sono già pronto a partire. Mi piacerebbe vivere un’esperienza di questo genere. Sarebbe consigliabile farla anche al più presto. Consigliereste ai vostri coetanei la pratica di questa disciplina? Caterina: Assolutamente. Soprattutto ai ragazzini più piccoli. La scherma è una disciplina appassionante e quasi magica per alcune sue dinamiche. L’ adrenalina della stoccata o la determinazione del tocco sono
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sensazioni impagabili. In definitiva la consiglierei a tutti i miei coetanei. Dovrebbero venire a provarla. Matteo: Personalmente ritengo la scherma come la regina delle discipline e perciò sarei di parte. Posso dire però che gli adolescenti dovrebbero avere il coraggio di diversificare la propria scelta sportiva. La scherma potrebbe ospitarne molti. Ha le potenzialità per piacere a chiunque. Basterebbe soltanto sforzarsi di conoscerla.
IN GUARDIA I due giovani atleti hanno trovato nella scherma valori e motivazioni per crescere e maturare anche nella vita di tutti i giorni
Ultima domanda: quanto la scherma ha influito nella vostra vita? Caterina: Tanto. La scherma mi ha sicuramente resa più sicura di me stessa. Ho meno paure ed affronto ogni situazione con molta maturità. Un esempio potrebbero essere le interrogazioni a scuola: adesso provo sempre a rispondere a ciascuna domanda, come in pedana provo sempre a rimontare anche in situazioni complicate. La grinta e la capacità di reazione sono le doti che ho personalmente scoperto con la scherma. Matteo: La scherma costringe ad affrontare i propri limiti. Aiuta pure a superarne molti. Sei da solo su una pedana e non puoi scappare nemmeno nelle situazioni più difficili. Questo ha ovviamente risvolti anche sulla vita quotidiana. Personalmente adesso pondero meglio ogni situazione. Sono più riflessivo, ma anche più risoluto al momento dell’azione. È perciò un’ottima palestra di vita.
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PROGETTI di Nicola Brusco
Dino da Sandrà un libro per i veronesi tuti mati! “Il Dino da Sandrà, conosciutissima maschera web Veronese, si inserisce a pieno titolo nella tradizione dei “Veronesi Tuti Mati” che passa da Bertoldo a Tommaso da Vico, col suo Bacanal, per arrivare fino al Torototela e ai giorni nostri”. Inizia così la quarta di copertina del Libro del Dino da Sandrà “Tuti i Mati i fa i so Ati”, scritto e disegnato da Nicola Brusco, Editore del Miglio. Una raccolta delle migliori battute e vignette del simpatico personaggio, ospite fisso anche di questo bimestrale, che con la sua satira tagliente e la sua saggezza popolare fa spesso capolino su Youtube, in radio, sui telefonini e a volte anche in Tv. Un libro che si legge in un respiro e che ripercorre il 2013, un anno della nostra vita sicuramente da non dimenticare, gettando uno sguardo di speranza al 2014 con un oroscopo (l’OroscoDino) piuttosto diverso dagli oroscopi che comunemente si leggono sui giornali. Si dice persino che spesso il Dino ci azzecchi molto più dei presunti maghi ed esperti di astrologia della carta stampata; sembra persino che abbia previsto una serie di ritiri di patenti sulla Gardesana orientale da parte di incauti automobilisti che hanno ignorato gli avvertimenti del buon Dino... Il libro è un gioiellino, anche grazie alla maestria dell’Editore, molto attivo nella produzione di opere di autori Veronesi e che riguardano storia e tradizione della nostra provincia; costa 10 euro per tutti e 8 euro per gli amici che ritaglieranno il tagliando presente su questa pagina e richiederanno il libro direttamente al Dino da Sandrà attraverso la sua mail: dino@dinodasandra.com La tiratura è di sole 1000 copie, quindi vi conviene affrettarvi se non volete perdervi “Tuti i Mati i fai so Ati”; si può trovare in una serie di librerie del centro di Verona (Libropoli, Via San Vitale 7a a Verona; Libreria Ghelfi Barbato, Via Scala 1 a Verona; alla Feltrinelli in Via 4 Spade a Verona) e presso una serie di Amici
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del Dino che hanno contribuito alla realizzazione e distribuzione di quest’opera: per citarne alcuni, potete trovare il libro presso la Salumeria Lenotti a San Zeno di Montagna, al Ristorante Battisti a Vago, all’Hotel Gardesana a Torri del Benaco, al Ristorante San Marco a Caprino, alle Cà Persiane a Cavaion, al Ciccarelli Cafè a Verona, al Casalady a Garda, al Barcarol a Pol, alla Trattoria Caorsa a Affi e al Ristorante Bellavista a San Mauro di Saline e scusate se ne abbiamo dimenticato qualcuno (sicuramente, si aggiungeranno altri punti vendita con l’arrivo delle festività Natalizie). Lo si può richiedere sul sito del Dino alla pagina www.dinodasandra.it/libro e sul sito dell’Editore alla pagina www.delmiglio.it/tuti-i-mati-i-fa-i-so-ati/ Concludiamo con un pezzo tratto dall’introduzione di Remigio Ruzzante delle Bronse Cuerte: “A verità ze che mi, me confondo senpre, tra Dino e Nicola. No go mai capìo chi dei do ze el disegnatore e chi l’inbriagòn, chi che paga e chi va a sbafo, chi che sia queo furbo e chi el mona. In tuti i casi el libro, el ze ‘na specie de diario che ne conta un ano dea nostra vita e ne ricorda tuto quèo che ze capità, coi comenti, in stile tajatabàri del Dino che no sparàgna nessun. Libero, sensa paròni, veènoso come ‘na vipera ma col sorriso a boca larga. E ze proprio questo el messagio che ne rìva ala fine: te lo go dito ridendo, ma intanto, te lo go dito !”
DINO DA SANDRĂ Tutte le puntate su www.dinodasandra.it/dino/ronaldino-su-telearena
HOCKEY SU PISTA di Mirko Simonaio
L’Hockey School si fa in tre L’impegno profuso nella promozione dell’hockey su prato sta portando i primi frutti e la società A.S.D. Hockey School Verona è costretta a strutturarsi suddividendo i compiti tra i dirigenti Per quanto concerne la promozione dell’hockey all’interno delle scuole della città il referente è Mirko Simonaio, per quanto concerne la promozione nelle scuole della provincia la referente è Cristina Soardo insegnante di educazione fisica che direttamente segue la promozione nei comuni di Nogara, Isola della scala, Buttapietra, Cerea e San Pietro di Morubbio (grazie alla collaborazione di Carla Biasin), Roverchiara e Ronco all’Adige. Per quanto riguarda l’attività agonistica il referente è il dirigente/giocatore Alessandro Boggian. Ma procediamo con ordine. Frutto dell’esperienza estiva maturata nei Champ di parte della provincia veronese, è il percorso formativo ideato dai dirigenti della Hockey school Verona, i quali pongono, come obbiettivo da raggiungere, la formazione, non solo sportiva, abbinata all’aspetto ludico insito nello sport. Questo percorso, grazie alla disponibilità dei ragazzi e dei docenti della scuola Monsignor Chiot, si tradurrà in un libro nel quale compariranno i disegni, le foto e i temi assegnati alle classi. Tutto sarà assemblato, creando un filo logico, da Silvia Soave creativa e grafica della società sportiva. Una bozza verrà quanto prima inviata alla F.i.h. al Comune e al Coni con la speranza di ottenere il patrocinio e il contributo necessario per la stampa e la distribuzione nelle scuole in modo gratuito. Le classi terze hanno focalizzato i riflessi dello sport sullo sviluppo fisico, le classi quarte, quelli sulla crescita mentale e le quinte, gli aspetti etico-sociali legati alla pratica sportiva. Questo percorso, in palestra ed in aula, è da intendersi come azione di prevenzione del fenomeno del bullismo e di tutti quei fenomeni legati alla supremazia ed imposizione dell’individuo sul prossimo. Divise le classi in 4 gruppi di lavoro è stato assegnato a ciascuno un capitano e i componenti, dando sfogo
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PROGETTO GLOBALE Nelle lezioni svolte in palestra si punta anche al miglioramento delle abilità fisiche e di motricità
alla loro fantasia e alla creatività, hanno coniato il nome del gruppo e il loro “grido di battaglia” con la relativa coreografia. Un aspetto tutt’altro che secondario che arricchisce in modo autentico il percorso formativo che ciascun allievo sta intraprendendo. Lo scopo della divisione in gruppi è quello di rappresentare ciò che accade al di fuori della scuola, infatti ogni gruppo rappresenta una sorta di famiglia e l’insieme dei gruppi rappresentano una parte della società, stimolando la voglia di cooperare per raggiungere un obiettivo e stimolando valori quali la solidarietà all’interno del gruppo e la sana competizione tra i gruppi nel rispetto nelle regole. Nelle lezioni svolte in palestra si sono alternati giochi di abilità col bastone con altri giochi cercando di dare più input possibili sia sensoriali che propedeutici al miglioramento delle abilità fisiche e di motricità; quindi l’uso delle corde, dei cerchi, degli ostacoli.
Questi i temi assegnati ai gruppi: Classe 3A gruppo 1 > “benessere fisico” gruppo 2 > “conoscenza delle proprie capacità” gruppo 3 > “sviluppo e crescita fisica” gruppo 4 > “migliore dinamicità” Classe 3B gruppo 1 > “forza fisica” gruppo 2 > ”rapidità” gruppo 3 > ”allenamento e resistenza fisica” gruppo 4 > ”elasticità del corpo e manualità” Classe 4A gruppo 1 > “sport e gioia” gruppo 2 > “benessere emotivo” gruppo 3 > ”riduzione stress e tensione nervosa” gruppo 4 > ”competizione”
Classe 4B gruppo 1 > “rapidità mentale” gruppo 2 > “sacrificio” gruppo 3 > “soddisfazione” gruppo 4 > “volontà e tenacia” Classe 5A gruppo 1 > “solidarietà” gruppo 2 > “integrazione” gruppo 3 > “rispetto delle regole” gruppo 4 > “rispetto dell’avversario” Classe 5B gruppo 1 > “accettare la sconfitta” gruppo 2 > “voglia di rivincita” gruppo 3 > “cooperare (fare gruppo) gruppo 4 > ”appagamento personale” Il programma per quanto concerne i fondamentali insegnati prevede un approccio a: - impugnatura del bastone - colpo di dritto e di rovescio
- conduzione di dritto e di rovescio - dribbling (con e senza bastone) - passaggio e stop a coppie - tiro push - tiro push hit - simulazione di una partita (tramite hockey balilla con 1-2-3 palline). Sul fronte dell’attività agonistica grazie all’intervento di alcuni sponsor si è potuta organizzare una squadra che difenderà i colori giallo-blu nel prossimo Campionato senior di Hockey su prato nella specialità indoor. Quindi nell’imminente campionato vedremo disputarsi per la prima volta un derby veronese nella massima serie anche per quanto riguarda l’Hockey su prato. Infatti i nostri giallo-blu avranno il piacere di battersi contro i blu-granata dell’ Hockey Villafranca pluri-titolata compagine della provincia nata nel 1956. Sarà una vera autentica festa che si ripeterà per 2 volte al Consolini di Via Basso Acquar.
HOCKEY SCHOOL VERONA
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FISCALITà di Giuliano Zocca
Chi sono gli sportivi dilettanti? Due recenti pronunce in merito dei Tribunali di Roma e Firenze entrao nel merito e fanno discutere, tanto che sembra difficile non ne derivino conseguenze sull’intero comparto sportivo dilettantistico... Chi ha preso parte ai nostri Corsi di formazione e/o aggiornamento, ovvero fosse venuto ad ascoltarci in uno dei nostri Convegni, ben potrebbe testimoniare sul distinguo che insistiamo a ribadire circa chi debba essere considerato “sportivo dilettante”, ovvero “lavoratore autonomo”, “lavoratore subordinato” o comunque “parasubordinato”. Più specificamente, abbiamo sempre pensato che allorché ricorra anche uno solo dei seguenti elementi, e cioè “continuità della prestazione” (leggi giorni ed orari prestabiliti), “ammontare del compenso rilevante”, e “particolari competenze tecniche”, sarà difficile sostenere che siamo di fronte ad uno “sportivo dilettante”. Se poi, come succede spesso, lo “sportivo dilettante” trae il suo unico reddito da “prestazioni sportive dilettantistiche”, ancorché operate a favore di più committenti, allora, a quel punto, non avremo dubbi di trovarci al cospetto di un vero e proprio “lavoratore autonomo”. Le due sentenze in esame riguardano opposizioni avverso cartelle di pagamento emessi dall’INPS/ ENPALS a fronte di omessi contributi in presenza di compensi erogati per prestazioni sportive dilettantistiche (art. 67, comma 1, lettera m del TUIR). Nei casi di specie, viene contestato, sul presupposto della presenza di una rilevante professionalità nella prestazione, il mancato inquadramento dell’istruttore nell’alveo del lavoro autonomo e la conseguente evasione fiscale (IRPEF/IRAP) e contributiva (INPS/ ENPALS). Nella sentenza del Tribunale romano n. 9284 dell’11/07/2013 viene sancita la natura professionale della prestazione sportiva dilettantistica per tre istruttori che “tenevano corsi stabili presso l’associazione almeno tre volte la settimana, di tre o quattro ore per giornata, erano dotati di competenze
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tecniche e venivano remunerati con contributi significativi se proporzionati all’impegno richiesto”. Nella sentenza del Tribunale fiorentino n. 671 del 06/06/2013, la “pesca” è stata di proporzioni maggiori, riguardando 33 istruttori e 22 “assistenti agli spogliatoi”, con un conseguente contenzioso che sfiorava il mezzo milione di euro; anche in questo caso, si contestava “l’attività con carattere di continuità e ripetitività, risultando di aver lavorato per almeno tre annualità con cadenza periodica, percependo compensi di natura sicuramente non marginale”. In pratica, sia a Roma come a Firenze, gli istruttori sono stati considerati Professionisti, e quindi lavoratori autonomi, sulla scorta di: a) Possesso di competenze tecniche tipiche delle mansioni svolte b) Entità dei compensi c) Continuità temporale nelle prestazioni
alla durata triennale del rapporto di collaborazione, l’entità dei compensi (si parla di una media di 5.000/6000 euro/anno per percettore), ben al di sotto quindi della soglia di imponibilità ex artt. 67/69 del T.U.I.R., legittimando così la “vecchia” posizione assunta dall’ENPALS che, motu proprio, aveva posto tale “soglia di marginalità” a 4.500 Euro. Per finire, non poche perplessità desta l’eccezione sollevata in merito alla “continuità” e “ripetitività” nelle prestazioni, quasi a voler dire che un allenatore di una squadra di calcio deve allenare la squadra una settimana sì ed una no per non rischiare di vedersi contestare la “professionalità” della prestazione. è difficile non pensare che da queste sentenze, non derivino conseguenze sull’intero comparto sportivo dilettantistico, già fortemente minato dalle verifiche fiscali che sempre più spesso vedono soccombere le associazioni accertate. Pare evidente, a questo punto, che se il CONI, le Federazioni Sportive Nazionali, gli Enti di Promozione Sportiva e le Discipline Sportive Associate non si daranno una mossa, l’intero comparto potrebbe “saltare” in quanto ci saranno sempre meno Presidenti e Dirigenti Sportivi disposti a sacrificarsi per l’inerzia di chi, invece, li dovrebbe tutelare.
Alla luce delle due sentenze, è possibile fare alcune considerazioni. Per quanto concerne le “competenze tecniche” che sarebbero indicative di una supposta “professionalità” e come tale inquadrabile nel lavoro autonomo, non si tiene in alcun conto che nel settore sportivo dilettantistico è assolutamente normale e, anzi, oramai necessario, che gli istruttori posseggano abilitazioni e/o competenze tecniche, acquisite a titolo personale (leggi esperienza sul campo) ovvero ottenute a seguito della frequentazione dei corsi organizzati dalle Federazioni ovvero dagli Enti di Promozione Sportiva e ciò a prescindere se poi “spenderanno” la loro preparazione per esercitarla a titolo oneroso o gratis et amore dei. Per quanto concerne il punto b), nella sentenza del tribunale di Firenze, ricordiamo sezione lavoro, viene ritenuto indicatore di professionalità, accanto
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BOWLING di Carlotta Chiari
Verona in prima linea anche nel Bowling Alla scoperta di una disciplina di cui si parla troppo poco, uno sport a tutti gli effetti. Sapevate che esiste la Federazione Italiana Sport Bowling? Le origini del Bowling risalgono a circa 7000 anni fa: vi sono tracce di giochi simili tra Egizi e Romani e anche nel 300 d.C., in Germania, dove una sua variante veniva giocata nelle chiese colpendo dei birilli a forma di demoni. Dopo la fine della guerra civile americana inizia la storia moderna di questo sport: verso la fine del XIX secolo infatti venne inserito il decimo birillo. La nascita effettiva del bowling che conosciamo noi, però, viene ufficializzata nel 1946 quando viene approvato l’utilizzo di un particolare dispositivo, l’Automatic Pinspotter, che velocizza i tempi di sistemazione dei birilli ed elimina il problema della loro continua sistemazione a terra. Anche grazie a questo, dalla metà del secolo scorso in poi aumenta progressivamente il numero di praticanti, specialmente negli Stati Uniti ma non solo. Il bowling è oggi uno sport presente e giocato in tutto il mondo. Perchè sì, si tratta di uno sport a tutti gli effetti, che conta anche in Italia un nutrito numero di praticanti. Esiste naturalmente una federazione riconosciuta dal CONI: la FISB – Federazione Italiana Sport Bowling. Della FISB fanno parte anche due società veronesi: la Action Team e il Club Black Panthers, che hanno la sede di allenamento a Colognola ai Colli. Ulteriori informazioni sono disponibili al link della Federazione (www.fisb.it). Molteplici sono le varianti di gioco nel bowling: singolo, doppio, doppio misto, tris, squadra a 4 (per il femminile) e squadra a 5 (per il maschile). Queste tipologie di gioco sono presenti sia negli esordienti che negli atleti professionisti, con categorie che vanno dalla D alla A. Esiste anche un campionato senior suddiviso per fasce d’età. Del bowling in Italia
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si parla ancora troppo poco e anche qui da noi non tutti conoscono le gare e le consistenti vittorie che i giocatori veronesi vantano. Ad esempio, il Club Black Panthers nella stagione 2013 ha collezionato una serie di vittorie sia a livello regionale che nazionale: - I posto doppio maschile regionale categoria C - I posto doppio maschile regionale categoria A - I posto doppio femminile regionale categoria B - I posto doppio misto regionale categoria A - Coppa argento: I posto singolo femminile regionale e III nazionale Non male per una società che è anche una delle prime nate in Italia! Naturalmente, oltre alla pratica sportiva vera e propria, molte persone si avvicinano al bowling come forma di svago e di movimento da praticare nel proprio tempo libero. Si tratta di un’attività divertente, da praticare con un numero libero di giocatori (mentre in competizione la partita avviene di norma testa a testa tra giocatori o squadre). Per di più, può essere praticata a tutte le età, dall’infanzia in poi. Esistono anche impianti attrezzati per i disabili, ai quali è riservato inoltre il campionato di bowling Special Olimpics. Chi desidera cominciare può rivolgersi alle società sportive o anche agli altri impianti presenti in città e in provincia. E allora perché non provare?
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