SD+ magazine 28/2014

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ANNO 6 - N. 28 - marzo/aprile 2014 - Periodico - Copia gratuita - Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807 / 2008

ANNO 6 - N. 28 MARZO/APRILE 2014

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SOMMARIO super iniziativa corri a pag. 6

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PODISMO

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FOOTBALL AMERICANO

Editoriale A Sport Expo, lo sport si “FA” per davvero Centri Giovanili Don Mazzi “Tremenda voglia di leggere” e via di lettura! Diocesi Verona Serata Gold in Legadue l’entusiasmo dei principianti Il corner di Tommasi Dal Cow Camp al Palazzo H e ritorno Fondazione Bentegodi L’atletica leggera Comune di Castel D’Azzano Comune di Castel D’Azzano e un 2014 @ tutto sport Comune di Zimella Domenica 27 aprile 33^ Marcia di San Floriano Comune di Castelnuovo del Garda A Castelnuovo s’investe nello sport Comune di San Giovanni Lupatoto Progetto basket integrato Città di Oppeano Polisportiva e Comune insieme per giovani e adulti Football americano I Mastini affilano i denti per la nuova stagione Ciclismo Anna Farina, campionessa sui pedali e nella vita Calcio femminile Marta Mason l’artista del gol SPECIALE SPORT EXPO 2014 Pallavolo La pallavolo si gioca in Arena! Nel segno di Zingel the Australian wall Baseball Quel fantastico sport chiamato baseball Pallacanestro Sport Expo 2014: anche la FIP c’è! Un libro per amico Alex Ferguson – La mia vita

LEGENDA

Redazione / Speciali Istituzioni / Rubriche Eventi / Associazioni / Medicina Uomini di sport

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Pallacanestro Verona basket dai Mini alla Promozione passando da Brunico Football australiano I “ghiottoni” della palla ovale Scherma Respiro internazionale Hockey Benvenuti al fun village dell’hockey Frisbee Dischi in aula! Appuntamenti | Podismo Correre a Verona a marzo e aprile Scienze motorie Run for Science un progetto dalle molteplici finalità Eventi Giro del lago di Resia dove correre è fantastico Ginnastica artistica Isa Bartolucci una ginnasta con i piedi per terra Equitazione Marcello Manganotti in volo oltre l’ostacolo ULSS 20 InGIRO il social web per appassionati della bicicletta Salute Troppo sport fa male? Fiscalità Circolare del Ministero del Lavoro Sicurezza stradale La Giovane Europa Roller-soccer Calcio sui pattini? Non sanno più cosa inventarsi! Judo Judo Verona sempre più forte con Paiotta e Dal Corso Associazioni MSP Verona non solo futsal Editoria sportiva Al Terzo Tempo si legge e si parla di sport

Donne di sport Sport individuali / Montagna / Outdoor Sport di squadra Sport invernali / Volo

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Sport acquatici Sport paralimpici Motori Servizi speciali


FIGURINE CALCIATORI PANINI: QUESTA È LA MIA STORIA, QUESTO È IL MIO ALBUM !

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SD+ 28.2014

In questo numero scendono in campo

COMUNE DI ISOLA RIZZA

CITTÀ DI OPPEANO

Anno 6 - Numero 28 marzo/aprile 2014 Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807/2008 Editore GMC communication s.a.s. Direttore responsabile Alberto Cristani Caporedattore Matteo Sambugaro In Redazione Andrea Etrari, Marina Soave, Giulia Sambo, Federico Vaccari Art director Enrico Gastaldelli Grafica e impaginazione Unit Editrice Srl Viale del Lavoro, 22/d San Martino Buon Albergo (VR)

COMUNE DI ROVERCHIARA

COMUNE DI BARDOLINO

COMUNE DI CASTEL D’AZZANO

COMUNE DI CASTELNUOVO D/G

COMUNE DI MARANO DI VALPOLICELLA

COMUNE DI S. GIOVANNI LUPATOTO

COMUNE DI SOAVE

COMUNE DI ZEVIO

COMUNE DI ZIMELLA

Stampa e distribuzione Mediaprint Srl Sede operativa di San Giovanni Lupatoto Via Brenta, 7 - 37057 Verona Tel. 345 5665706 marketing@sportdipiu.com Pubblicità e spedizioni Mediaprint Srl Sede operativa di San Giovanni Lupatoto Via Brenta, 7 - 37057 Verona Tel. 345 5665706 marketing@sportdipiu.com Contatti redazione@sportdipiu.com www.sportdipiu.com Hanno collaborato per questo numero Don Andrea Giacomelli, Claudia Faccioli, Damiano Tommasi, Ufficio Stampa Città

di Oppeano, Ufficio Stampa Comune di San Giovanni Lupatoto, Stampa Comune di Zimella, Ufficio Stampa Comune di Castel D’Azzano, Ufficio Stampa Comune di Castelnuovo del Garda, Massimiliano Liuzzi, Bruno Mostaffi, Gianfranco Iovino, Susanna Barcotto, Davide Zonaro, Enrica Girelli, Giuliano Zocca, Andrea Scamperle, Susanna Morgante, Alessandro Italia, Paolo Trubiano, Alessio Faccincani, Mirko Simonaio, Luca Fratton, Federica Oreglia, Andrea Tomelleri, Davide Valerio Foto Archivio Sportdi+, Archivio Unit Editrice Srl, Ufficio Stampa FCG Don Mazzi, Ufficio Stampa Città di Oppeano, Ufficio Stampa Comune di San Giovanni Lupatoto, Stampa Comune di Zimella, Ufficio Stampa Comune di Castel D’Azzano, Ufficio Stampa Comune

di Castelnuovo del Garda, Polstrada Verona, Ufficio Stampa Hellas Verona, Ufficio Stampa Fondazione Bentegodi, Ufficio Stampa Verona Femminile, Ufficio Stampa Bluvolley Verona, Ufficio Stampa Mastini Verona, Emanuele Di Donna, Anna Farina, FIP Verona, Pino Fama, Ufficio Stampa Verona Scherma, Hochey School Verona , MSP Verona, Lorenzo Fabiano, Ufficio Stampa Arena Volley, Ufficio stampa Giro Lago di Resia Foto copertina DNA Consulting Verona Stampata su carta ecologica 100% riciclata con inchiostri a base vegetale prodotta senza uso di cloro


! A V I T A I Z I N I E D N A . R . . G a l a g e r i t + SD

ETE L P M O NI C gurine da O I Z E L COL +tutte le fi ORI T A m I u C b l L (a ..) CA . e r a c c 014 atta 2 3 1 0 2 PANINI CIO L A C L I DE H C C A ALMAN 2013-2014 PANINI 100 A D I N ZIO CONFEETTI CAD. DI RI O H T C A I C C A P CAL E N I R U 014 FIG 2 3 1 0 2 PANINI


A SPORT EXPO LO SPORT SI “FA” PER DAVVERO e r a f e Com li?

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è ormai tutto pronto per la settima edizione di Sport Expo, un evento che ormai è entrato a far parte della cultura sportiva veronese. Dal 15 al 17 marzo prossimo presso i padiglioni della Fiera di Verona, società e federazioni sportive avranno la possibilità di promuovere la loro attività nel modo migliore, ovvero facendo PROVARE lo sport ai ragazzi delle scuole. Si ritorna (ahimè solo per 3 giorni…) alla vera essenza dello sport, inteso come momento di gioco, di curiosità, di spensieratezza e di sana incoscienza. L’evento nasce nel 2007 e anno dopo anno ha richiamato sempre più persone passando dalle 9000 presenze della prima edizione alle oltre 40000 dell’edizione 2013. Un successo vero, totale. Una grande festa che, al suo termine, lascia però - almeno nel sottoscritto - un senso di malinconia. Perché solo in queste occasioni ci si ricorda cos’è veramente lo sport? Ma soprattutto perché tutti applaudono, promettono e pavoneggiano durante l’evento e poi, come colpiti da improvvisa amnesia, si dimenticano di quanto c’è da fare per lo sport giovanile, specialmente nelle scuole? Purtroppo lo sport a scuola è visto ancora come la classica ora dove si gioca a calcio, pallavolo, pallacanestro o si studia per l’interrogazione dell’ora dopo. Pazzesco. La colpa non sta a me dire di chi sia. è però evidente che “dall’alto” non c’è interesse affinchè questa malsana (e italica) abitudine vada a scomparire. Sport Expo non dovrebbe essere una fiera bensì un modus operandi, un percorso di crescita culturale e sociale per i nostri ragazzi grazie al veicolo sport. Questo in un mondo perfetto. Utopia? Forse. Però è bello crederci ed è bello sperare che un giorno non troppo lontano, Sport Expo non sarà più una volta all’anno e, soprattutto, non sarà più un’eccezione ma una regola. Per ora accontentiamoci e ringraziamo chi, anno dopo anno, organizza la fiera dello sport veronese. Sperando che non si stanchi o, peggio ancora, non trovi più le risorse per andare avanti. Sarebbe davvero una grande sconfitta. Di e per tutti. Alberto Cristani a.cristani@sportdipiu.com

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“Tremenda voglia di leggere” e via di lettura! Vincere grazie ai libri? Oggi si può, attraverso il concorso “Tremenda voglia di leggere” a cui possono partecipare le classi di scuola secondaria di primo grado leggendo libri e leggendo libri...

Oltre 400 ragazzi per il secondo anno consecutivo si sfideranno a colpi di pagine d’autore per vincere una giornata al Salone del libro di Torino e l’incontro con uno degli autori di letteratura per ragazzi. E così, dopo la lettura personale da parte dei ragazzi di testi selezionati dalle biblioteche e dalla commissione organizzatrice, una giornata di intrattenimento e di sfida sui libri, decreterà le due classi vincitrici tra le prime e le seconde, e le classi vincitrici per ogni scuola (quest’anno hanno partecipato le scuole di Valeggio s/M nel veronese, Cavriana e Guidizzolo in provincia di Mantova).

LEGGERE, CHE BELLO! Un’occasione unica per riscoprire la lettura, non solo per studiare ma per imparare ad apprendere da soli

Come scegliere il libro da leggere? Così si è svolta la presentazione dei libri da parte di un attore di fronte ai ragazzi nel mese di gennaio: un albero che prende vita, una scarpa rossa che vorrei non aver comprata, silenzio, un urlo, un papà PPP (cos’è, un nuovo gioco??!!), una nonna che però... forse non è proprio rassicurante!, un mondo sotterraneo che sembra fantasy ma forse è solo... vero?!!..., un odore un po’ strano come di... pannolino, un vento forte, un libro/diario che posso mettermi addosso, copertine azzeccate e copertine che è meglio non guardare, una risata incontenibile, un pianto a dirotto... Insomma i mondi contenuti nei libri prendono forma e valore e assomigliano proprio ai mondi vissuti dai ragazzi nelle emozioni, fantasie, pagine di diario, disegni, paure, relazioni con i genitori e fratelli... e così quelle pagine che sembrano distanti e fredde sembrano un tutt’uno con la nostra testa e diventano i migliori amici!! è così che escono i ragazzi dalla presentazione dei libri: con la voglia matta di leggere... anzi con la “tremenda voglia di leggere” del concorso. E forse anche con l’idea che qualcuno li capisce, e che il mondo dei libri per ragazzi è più a misura del mondo degli adulti spesso incapaci di trovare il tempo per ascoltare e giocare con fantasia e creatività. Essere se stessi è lecito? Davvero? Che bello, ho scoperto che posso essere me stesso e che non sono poi tanto male, anche così pazzerello e strano !! Un’occasione unica per invogliare la lettura, riscoprirla non solo per studiare ma per imparare ad apprendere da soli, ricercare, per sperimentare la creatività e per scoprire che la biblioteca è un luogo amico da oggi e per lunghi lunghi

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FONDAZIONE CENTRI GIOVANILI DON MAZZI

anni per mostrare... molto e molto!! Senza demonizzare il Web ma solo riscoprendo la poesia e la realtà di un mezzo intramontabile e immenso come il libro e dei suoi contenuti. Appuntamento ad aprile 2014 per scoprire i vincitori del concorso! Di seguito i libri selezionati e regalati alle classi quest’anno (se mai qualcuno dovesse fare un regalo o addirittura avesse voglia di... leggere qualcosa di buono come una torta al cioccolato o bello come un goal fatto ad arte !!) : PER LE CLASSI PRIME 1. Cocco di Nonna, di Anthony Horowitz, Salani 2. Mio padre è un PPP, di Guus Kuijer, Feltrinelli 3. Il maestro nuovo, di Rob Buyea, Rizzoli 4. Passare col rosso, di Helene Vignal, Camelozampa 5. Da oggi sono felice, di Sarah Weeks, Beisler Editore 6. Pensieri di Manon D…., di Sophie Dieuaide, Lapis 7. Gregor La prima profezia, di Suzanne Collins, Mondadori 8. L’albero dei segreti, di Natalie Standiford, Mondadori 9. La meravigliosa macchina di Pietro Corvo, di Guido Quarzo, Salani PER LE CLASSI SECONDE 1. Cuori di Carta, di Elisa Puricelli guerra, Einaudi 2. Passaggio dell’orso, di Giuseppe Festa, Salani 3. Noi siamo così, di Luisa Mattia, Sinnos 4. L’uomo venuto dal nulla, di Mino Milani, Rizzoli 5. Il Mondo di Teo, di Zita Dazzi, Mondadori 6. Wonder, di R. J. Palacio, Giunti 7. Tutt’altro che tipico, di Nora Raleigh Baskin, Uovonero 8. Il giorno in cui imparai a volare, di Reinhard Dana, Mondadori 9. Respiro, di Maria Beatrice Masella, Sinnos Claudia Faccioli Referente comunicazione Fondazione Centri Giovanili Don Mazzi

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DIOCESI DI VERONA

Serata Gold in Legadue l’entusiasmo dei principianti Essere pubblico è un gioco nel gioco. Anche gli atleti lo praticano su altri campi, palestre, palazzetti. Assistere a un evento sportivo ci coinvolge e nei differenti ambienti, nazionali, provinciali. Che sia prima o ultima categoria, si compongono originali ambienti che possono essere divertenti. La partita è già iniziata, trovo posto al parcheggio. Acquisto un biglietto ed entro, cercando un gruppo di amici. Il sonoro del pubblico mi guida fin dall’ingresso. Solo qualche secondo e qualcuno suggerisce: “Fai prima di là”. Incontro chi stavo cercando. Solo qualcuno di loro trova me. Dal campo di gara stanno lanciando strani gadget verso il pubblico che risponde festoso. Osservo tanti bambini sulle gradinate, qualcuno applaude e segue, altri commentano da intenditori, altri attendono di liberarsi nel retroscena. Mi unisco al gruppo di “genitori fans” e cerco di nascondere un po’ “l’ignoranza cestistica”. Osservo riti e gesti nel palazzetto.

Adulti e giovani in molte file delle tribune sembrano distesi e divertiti, altri più partecipi, altri perfino arrabbiati. Chiedo al mio vicino cosa fosse successo. Nemmeno lui capiva. Certamente si trattava di un mistero superiore del basket, una questione tecnica preclusa ai neofiti. Nemmeno il breve “congresso” degli arbitri è bastato a rassicurare. Scene di vita in campo e sugli spalti. Il gioco diventa simbolo e anche tensioni, lontane o nascoste, si materializzano in parodie e gesti inediti. Trasformazioni che producono piccoli o grandi deliri. La partita scorre, all’intervallo molti lasciano il posto e dopo un po’ tornano con sorrisi a secchielli di popcorn e bevande. Anche i bambini possono finalmente occupare nuovi spazi nei camminamenti alti come su una pista. Dopo lo intervallo il gioco riprende sul parquet e continua nei corridoi alti nella corsa dei bambini. Lo spettacolo è bello. La Scaligera si riprende e ribalta il punteggio. I piccoli giocatori di basket continuano nel “loro gioco” correndo in alto. Anche questo è possibile in una piacevole serata. Il palazzetto ora sa di gioco e di sport. Sto gustando l’ambiente, un po’irriverente alla fatica degli atleti. Trascorro una bella serata ringraziando chi mi ha invitato. Confronti? Certo, senza però facili morali e luoghi comuni. Ogni ambiente è caratterizzato da condizioni, tradizioni e riti. Tensioni e passioni sono sempre difficili da gestire e “lo stadio” è spesso il luogo dove si liberano i freni e le persone diventano

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altro. è il tipo di sport o l’ambiente che influisce sui comportamenti? O comunque assistere ci trasforma, ci coinvolge, perché proiettiamo dentro la nostra voglia di vincere. Si può seguire lo sport senza diventare altro da noi? Difficile domanda ma siamo sicuri che una risposta affermativa sia adeguata? La competizione della vita è inconsciamente proiettata e interpretata per noi dagli attori in campo liberando istinti inediti di animali comici e drammatici fuori campo. Ci è proprio difficile essere solo spettatori divertiti! Ci coinvolgiamo. Assistere è creare un evento. C’è sempre un evento nell’evento. Basta guardarci intorno. Mille diecimila partite giocate contemporaneamente, ciascuno la sua o quella del proprio club. Talvolta, è triste, il gioco va oltre e il moderatore di turno chiude l’accesso. è solo un episodio, perché la gara di sport ci aspetta ancora, una prossima volta, e potremo far vincere la festa. Nel palazzetto la partita dei bambini rimane allegra e leggera, come capita in un bel momento di sport. E mentre i giocatori recitano per noi impersonando le nostre gioie e le nostre ombre di paura, proviamo a scherzarci almeno un po’ ritrovando il sorriso che talvolta manca allo sport. Don Andrea Giacomelli



IL CORNER DI TOMMASI

Dal Cow Camp al Palazzo H e ritorno Da questo numero Damiano Tommasi inizia la collaborazione con SD+. Un rubrica che parlerà dello sport veronese. E non solo… I Falchi di S.Anna sono i miei compagni di squadra dall’ormai ‘lontano’ 13 dicembre 2009, giorno in cui ho esordito in S. Anna – Mozzecane al Cow Camp di Fosse (S. Anna d’Alfaedo). Anzi, sono anch’io ora un Falco di S.Anna. Vorrei partire da qui, anzi da loro e dall’esperienza che sto vivendo su quel campo per raccontarmi, per raccontare il calcio impropriamente detto ‘minore’, lo sport di base ma anche il passaggio settimanale dalle stanze del Consiglio Federale al campo d’allenamento, dal Consiglio del Coni ai campetti in sintetico di S. Anna causa il maltempo. è un palcoscenico privilegiato poter filtrare il politichese con gli occhi dei Falchi. Saranno gli aneddoti e i commenti di questa mia avventura calcistica a stimolare riflessioni che spesso vengono trascurate nelle stanze dei bottoni. Per cominciare vorrei parlare dell’arbitro di S. Anna – Cavaion di qualche anno fa. Finisce il primo tempo sul 2-1 per i padroni di casa e gli ospiti hanno da ridire nel rientrare negli spogliatoi. “Ma in che categoria giocate?” “In Seconda Categoria” “Beh... Collina non viene ad arbitrare in Seconda Categoria!”. Credo che la capacità di sdrammatizzare e non prendersi troppo sul serio da parte dell’arbitro sia stato un modo esageratamente semplice per riportare tutti a quello che deve/dovrebbe essere il calcio ‘minore’. Perché di minore c’è/ci dovrebbe essere infatti l’esasperazione, la frenesia e l’assurda rincorsa della polemica fine a se stessa. Il calcio che frequento la domenica pomeriggio è ciò che mi permette in settimana di frequentare gli spogliatoi del calcio che ‘conta’ con uno spirito diverso. Penso spesso che quello spirito purtroppo emerga troppo poco e anzi... il rischio è il contrario, e cioé che ad essere negativamente contaminato sia il calcio della base. Esoneri e proteste, simulazioni e perdite di tempo, giustizia fai da te e insulto libero dagli spalti. Putroppo si vede anche questo nel calcio ‘minore’, ma ciò che non si vede è il terzo tempo frequente e vero, gli allenamenti nel dopo lavoro con nebbia, freddo, fango o neve, la rosa che si forma in base agli impegni di lavoro e la gioia di un gol venuto per caso, le convocazioni via What’s App e le presenze in forse fino all’ultima parola della moglie (spesso accondiscendente se non è giornata di sole). Il calcio ‘minore’ ha le stesse caratteristiche degli sport ‘minori’, quelli che vivono grazie alla passione, all’esuberanza, all’abnegazione e la giovanile energia, al volontariato e al campo o la palestra che diventano coesione sociale. Se penso all’età media del Consiglio Nazionale del Coni (60,2 anni) che si riunisce al Palazzo H di Roma mi chiedo se mai si potrà rappresentare dentro quelle mura lo spirito del Cow Camp e delle tante palestre, dei campi e delle piste che ogni fine settimana ed ogni giorno d’allenamento vivono vibrando di passione sportiva esageratamente semplice.

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FONDAZIONE MARCANTONIO BENTEGODI

Alla scoperta della Fondazione Bentegodi Prosegue il nostro viaggio all’interno della “Bentegodi”. Oggi parliamo di atletica leggera coordinata da Stefano Stanzial In questo nuovo appuntamento della rubrica, chiediamo al Presidente Silvio Cametti qual è la finalità della Fondazione Bentegodi: “Lo scopo della Bentegodi – risponde Cametti – non è solo lo sport fine a se stesso, bensì una possibilità di aggregazione oltre che offrire opportunità sia ai presunti campioni di domani, che a quanti vogliono solo impegnarsi in attività fisiche e di benessere personale”.

HERRERA ABREU IOHANELIS È CAMPIONESSA ITALIANA JUNIORES NEI 60 METRI La forte velocista della Bentegodi è entrata in semifinale correndo in 7.72 e si è aggiudicata la finale di Ancona con il tempo di 7.68. Uno dei più bei risultati del 2013

Addentrandoci nelle discipline sportive della fondazione, in questo numero parliamo dell’atletica leggera attraverso la presentazione fornitaci dalle parole del suo coordinatore Stefano Stanzial. “L’Atletica Leggera – riferisce Stanzial – è intesa come l’insieme di discipline sportive che possiamo suddividere in: corse, concorsi (lanci e salti), corsa su strada, marcia e corsa campestre. Molte delle discipline dell’atletica leggera hanno origini antiche, e si tenevano in forma competitiva già nell’antica Grecia, con la prima Olimpiade che si svolse nel lontanissimo 776 a.C. Nel 1896, l’atletica leggera venne inserita nei Giochi Olimpici. In Italia, l’attività è disciplinata dalla Federazione Italiana di Atletica Leggera (FIDAL). La sezione della Fondazione Bentegodi svolge attività agonistica e promozionale presso al Campo Consolini, Via Ascari e collabora nel settore promozionale con le seguenti Società: Selva Bovolone, San Martino B. Albergo, Intrepida Madonna di Campagna, Pindemonte (Zona Bo.go Trento)”. Nel 2013 la disciplina ha avuto un anno intenso di avvenimenti agonistici, con 170 atleti tesserati che hanno partecipato alle attività di tutte le specialità della disciplina, con un totale di 1053 atleti gara, impegnati in 119 manifestazioni di carattere provinciale, regionale, nazionale ed internazionale. La Bentegodi propone un corso di avviamento presso il Campo Consolini. Nel prossimo numero tratteremo la disciplina della ginnastica artistica femminile. Per ulteriori informazioni è disponibile il sito www.fondazionebentegodi.it Susanna Barcotto

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COMUNE DI CASTEL D’AZZANO

Castel D’Azzano e un 2014 @ tutto sport Convegni, eventi e tanto altro con l’unico obiettivo di promuovere lo sport locale Per l’anno 2014 l’Assessorato allo sport di Castel D’Azzano propone agli sportivi e non solo un programma sportivo denominato “2014 … @tuttoSPORT”, un grande contenitore che accoglierà qualsiasi espressione sportiva delle diverse discipline (calcio, basket, volley, pattinaggio, podismo, ciclismo, danza, arti marziali, ecc.) attraverso tornei, gare e dimostrazioni che si svolgeranno con tempi e modalità differenti a seconda della tipologia sportiva di appartenenza, durante tutto l’anno. Il programma fino a maggio prevede: 3 marzo Convegno sportivo dal titolo “Allenalamente - la relazione adulti-ragazzi nella vita e nello sport: il ruolo della comunicazione tra coerenza e conflitto”, aperto a tutta la cittadinanza. Parteciperanno esperti del settore sia medico che sportivo. Si svolgerà presso la Sede dell’Associazione Nazionale Alpini – Gruppo di Castel d’Azzano. Da marzo a maggio Corso di Autodifesa Personale in collaborazione con l’Associazione Takinokan da 14 anni in su. 27 marzo Convegno dal titolo “Aspettando i Mondiali - Incontra il tuo Campione”, con la partecipazione di atleti delle eccellenza sportive dello sport veronese 15 maggio Serata celebrativa “Aspettando i Mondiali…Calcio & Volley 2014” Disegna la maglia Azurra, aperto a tutta la cittadinanza. Ospiti di eccezione saranno i ragazzi delle classi prime e seconde della scuola media statale “A.Cesari” che saranno coinvolti in un concorso “disegna la maglia azzurra 2014”. L’evento si svolgerà presso la Sede Comunale e ospiterà atleti di “eccellenza” sia per il calcio e per il volley. Massimiliano Liuzzi Assessore allo Sport di Castel D’Azzano

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COMUNE DI ZIMELLA

Domenica 27 aprile 33a Marcia di San Floriano La manifestazione ludico motoria aperta a tutti è diventata un appuntamento tradizionale che coinvolge l’intera comunità di Zimella in una grande festa popolare La marcia podistica di San Floriano, che si svolge a Zimella domenica 27 aprile 2014, è intitolata al Santo Patrono della parrocchia che viene ricordato liturgicamente all’inizio del mese di maggio. La marcia non competitiva consente di condividere con amici, vecchi e nuovi, la passione per il movimento libero e salutare immergendosi in suggestivi paesaggi naturali. Quattro sono i percorsi che la Polisportiva Gemina ha individuato e che sono evidenziati con differenti colorazioni sulla mappa inserita nel volantino e sul territorio. Il colore verde indica il percorso di 6 km e l’azzurro quello degli 11 km; entrambi i tracciati si sviluppano in pianura. Il giallo segna il tratto misto, pianeggiante/collinare, di 16 km e il colore rosso contrassegna il tracciato dei 24 km, il più lungo, che consente di raggiungere l’incantevole paesaggio dei Colli Berici attraversando pregiati vigneti e uliveti. I percorsi verde e azzurro sono scelti in particolare dalle famiglie e dai gruppi che amano fare una benefica passeggiata ammirando il panorama e godendo di una vociante e gioiosa compagnia. Il percorso dei 16 km, oltre che da una forte rappresentanza femminile, è scelto da molti podisti che vogliono fare un’energica camminata senza esagerare nello sforzo. Al tracciato rosso dei 24 km si iscrivono invece i marciatori che con assiduità partecipano alle manifestazioni podistiche migliorando sempre più la propria performance. La partenza della marcia dalla sede della polisportiva Gemina, in via Castellaro, é prevista dalle ore 8,00 alle 9,00 e con qualsiasi tempo. Il regolare svolgimento della manifestazione ludico motoria, con numerosi posti di ristoro e con un servizio di ambulanza medicalizzata, è assicurato da oltre settanta volontari che sorvegliano gli attraversamenti stradali e tutto il percorso. La grande partecipazione di podisti, che aumentano di anno in anno, conferma l’apprezzamento degli itinerari proposti e gratifica la Polisportiva Gemina e tutti i suoi collaboratori che si impegnano per la buona riuscita dell’evento sportivo. Polisportiva Gemina - Federico Vaccari

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COMUNE DI CASTELNUOVO DEL GARDA

A Castelnuovo s’investe nello sport Nel corso dell’anno 2013 nel comune gardesano sono state realizzate varie strutture per attività sportive. Vediamole nello specifico Grazie ad un bando pubblico per la gestione del bar pizzeria situato all’interno del parco sportivo di Castelnuovo del Garda, è stato realizzato un campo di calcetto a 5 nell’impianto di via Oregolo per una spesa di circa 22.000 euro. Inoltre, sempre grazie a questo bando, sono stati sistemati e ritinteggiati gli spogliatoi per il gioco del calcetto, mentre nel prossimo futuro verrà realizzata una tenda per coprire il plateatico del bar pizzeria e verrà tinteggiato nuovamente tutto l’edificio esternamente al fine di preservarlo dall’invecchiamento. Presso il centro sportivo di Sandrà, grazie ad un bando pubblico per la gestione del bar, è stato realizzato un campo di calcetto a 5, per una spesa di circa 22.000 euro. Oltre a questo intervento il privato ha provveduto a sistemare la recinzione del campo a 5, ritinteggiare il bar esternamente e internamente, cambiare il gruppo frigo del locale e acquistare dei giochi per bambini da collocare nel parco sportivo. Nel mese di novembre 2013 stata approvata una delibera di Giunta per un accordo di manutenzione tra il Genio Militare di Peschiera del Garda (Parco Materiale Motorizzazione), il Comune di Castelnuovo del Garda e la Polisportiva

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Unione Sportiva Castelnuovo. I militari potranno usare il percorso della salute del parco sportivo di Castelnuovo con relative docce (una mattina a settimana) e in cambio effettueranno lavori di manutenzione di falegnameria al percorso della salute (per le parti in legno ammalorate e da sostituire), carteggiatura e riverniciatura del gazebo che viene usato per i compleanni dei bambini e ripristino della recinzione dell’impianto sportivo (per le pari danneggiate o rotte). Inoltre nel corso dei prossimi mesi il Comune finanzierà degli interventi di manutenzione straordinaria realizzati dalla Polisportiva Unione Sportiva nei parchi sportivi di Castelnuovo e di Sandrà (quali ad esempio rifacimento bagni pubblici, sostituzioni reti rotte di recinzione dei campi, integrazione dell’illuminazione, installazione di una doccia per il campo di beach volley) e molte altre piccole manutenzioni necessarie per mantenere in buono stato l’impiantistica sportiva di Castelnuovo e di Sandrà. Per il parco sportivo di Cavalcaselle invece sono previsti nei prossimi giorni i lavori di sbancamento per realizzare una strada di servizio all’impianto e a dei cittadini che abitano nei pressi della struttura, unitamente alla realizzazione dei gradoni in terra per il pubblico che dovesse seguire le partite che si giocano nel nuovo campo di calcio. Inoltre presumibilmente nel mese di aprile 2014 partiranno i lavori per la costruzione

della palazzina servizi dell’impianto. Infatti, grazie ad un accordo urbanistico con un privato, sarà realizzato l’edificio che ospiterà gli spogliatoi per l’attività sportiva, i magazzini ricovero attrezzatura e il futuro bar dell’impianto sportivo. L’opera avrà’ un costo complessivo di circa 800.000 euro ed andrà a completare un bellissimo parco sportivo a servizio di tutti i cittadini di Cavalcaselle. Per il piccolo centro sportivo di Oliosi l’Amministrazione Comunale ha stanziato un fondo di 18.000,00 euro per realizzare un campo di calcetto a 5 con una copartecipazione alle spese da parte del Circolo “La Bandiera”, che attualmente gestisce il suddetto impianto sportivo. Infatti per realizzare questa nuova struttura si è concordato che una parte della spesa di circa il 50% sia a carico del Comune, mentre il restante 50% sia a carico del Circolo “La Bandiera”. Il campo di calcetto verrà realizzato a partire dalle prossime settimane. Davide Sandrini Assessore allo Sport del Comune di Castelnuovo del Garda


COMUNE DI SAN GIOVANNI LUPATOTO

Lo sport possibile a tutti Associazione “Anch’io”, Associazione “Crescere insieme”, Gemini Basket e Assessorato allo sport di San Giovanni Lupatoto insieme hanno realizzato un progetto che ha come obiettivo quello di giocare e di unire. Al di la di ogni differenza Nel mese di gennaio 2014 è partita la prima squadra lupatotina di basket integrato, ciò a dimostrazione che lo sport è possibile anche in presenza di disabilità intellettiva e/o relazionale. Lo stimolo, partito da alcuni genitori dell’associazione “Anch’io” , è stato subito accolto dall’assessore allo sport Enrico Mantovanelli che ha direttamente coinvolto le famiglie e vari soggetti fortemente motivati a fare gruppo per co-progettare questa iniziativa sportiva. Il desiderio comune è stato quello di definire un progetto che veda lo sport come veicolo al benessere fisico, mentale e sociale, lo sport come strumento a supporto delle famiglie, lo sport come mezzo di relazione e integrazione, lo sport come occasione culturale e di forte crescita personale per i giovani atleti “normodotati “. Lo scopo non è quello di conquistare medaglie, ma atleti che possono praticare attività sportive anche nell’ottica della libertà di scelta e della promozione del desiderio di protagonismo per le persone diversamente abili. Un fattore importante è garantire che le società sportive del territorio agevolino la pratica sportiva “normale” dei ragazzi con disabilità nei tempi e negli spazi consueti degli allenamenti oltre che il loro coinvolgimento nelle iniziative di corollario (tornei, pizzate, cene per ricorrenze ecc..), in estrema sintesi “vivere” l’ambiente sportivo e condividere momenti di inclusione. La voglia di fare di un gruppo di cittadini volontari e di associazioni, il desiderio da parte delle pubbliche rappresentanze di costruire qualcosa che rimanga nel tempo, la competenza di professionisti del settore sportivo ci ha portato a definire il progetto “Un canestro da tre punti” in quanto si è partiti con la pratica della pallacanestro. I protagonisti che hanno dato vita a questa iniziativa e a cui va tutta la nostra gratitudine, in quanto genitori interessati, sono l’assessore allo Sport Enrico Mantovanelli, il direttivo dell’Associazione Sportiva Gemini Basket, la sig.ra Nadia Ragno, Marika Ambrosi dell’Associazione “Crescere insieme”, il 1° coach Luca Tressino e il 2° coach Daniele Olivieri, i giovani atleti volontari della Gemini Basket, una rappresentanza delle famiglie dell’Associazione “Anch’io”. L’affermazione di sé attraverso lo sport passa mediante appropriati sostegni prima culturali e poi pratici. Il sistema culturale di una comunità si misura sulla propensione che questa ha verso l’accoglienza e a quanto promuove l’inclusione sociale delle persone più in difficoltà e questo progetto ne rappresenta uno dei segnali. Stefania, Associazione “Anch’io“

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CITTà DI OPPEANO

Polisportiva e Comune insieme per giovani e adulti L’Amministrazione Comunale ha contribuito alle spese organizzative dei corsi scolasticied extra-scolastici 2013. Tutte le proposte per un 2014 a tutto sport Le attività della Polisportiva di Oppeano rientrano appieno nelle finalità istituzionali di valorizzazione e promozione delle attività sportive di questo Comune: nel dettaglio l’associazione si occupa infatti di organizzare corsi scolastici ed extra scolastici sul territorio. Per questo motivo la Giunta Comunale ha provveduto neghli scorsi mesi ad erogare un contributo di 9.000 euro a favore della Polisportiva per le spese affrontate nel corso del 2013. La Polisportiva di Oppeano dispone anche di un pullmino per il trasporto dei ragazzi, acquistato con l’aiuto dell’Amministrazione Comunale. “L’Amministrazione Comunale, come già fatto in passato, intende continuare a valorizzare e promuovere le attività sportive, nella consapevolezza che esse favoriscono la crescita psico-fisica dei nostri ragazzi”, spiega l’assessore delegato allo sport Pierluigi Giaretta; “L’auspicio è che l’Associazione continui a supportare i ragazzi sia a scuola che in orario extra scolastico organizzando corsi ed attività che li aiutino a socializzare e capire i veri valori alla base delle competizioni sportive ma anche della convivenza nella comunità”. Nel dettaglio in orario scolastico e pomeridiano, gli associati organizzano alle elementari e alle medie corsi di minibasket e di minitennis, molto apprezzati dai ragazzi. Tra le altre discipline sportive proposte dalla Polisportiva nel 2013 a favore di giovani e adulti rientra il karate, gestito dall’associazione Aiki Team, alla quale è stato erogato un contributo di 500 euro per l’organizzazione nel prossimo quadrimestre di corsi di difesa personale alle scuole primarie; alla palestra delle medie di Oppeano proseguono altresì i corsi di karate e arti marziali, dedicati a ragazzi e adulti; Aiki Team conta circa 70 iscritti. La Polisportiva propone poi corsi di danza classica, con 120 ragazze che frequentano la scuola L.G. Danzando, pallacanestro con 60 bambini iscritti e 15 adulti e pallavolo con 25 adesioni. Inoltre altre proposte atletiche dell’associazione sono ginnastica artistica, yoga, ballo latino americano, zumba, atletica leggera e ginnastica per adulti. “Anche nel 2014 la Polisportiva di Oppeano auspica proseguire il coordinamento delle attività sportive, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale”, spiega il Presidente Giacinto Purgato; “Sono ripresi alla palestra delle medie di Oppeano le lezioni di yoga base, danza classica e latino americana per bambini e adulti, oltre al corso di zumba”. Ufficio stampa Città di Oppeano

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FOOTBALL AMERICANO di X

I Mastini affilano i denti per la nuova stagione Dopo la splendida stagione 2013 che li ha visti arrivare ai quarti di finale del Campionato Italiano di serie A2, i giallobl첫 del football americano sono pronti per un nuovo campionato da protagonisti 20

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Gli Agsm Mastini Verona si apprestano ad iniziare questa nuova stagione sportiva. Gli obiettivi sono importanti per i ragazzi del presidente Simone De Martin, e il desiderio del team è quello di riguadagnarsi i playoff per puntare in alto. La Federazione Italiana ha ufficializzato il calendario del campionato di seconda divisione Lenaf (la ex serie A2 per intenderci) che vedrà al via 25 squadre suddivise in sei gironi. I Mastini, inseriti nel girone F, se la vedranno, con la formula di andata e ritorno, con altre tre squadre venete. La matricola Hurricanes Vicenza, i Saints Padova e i Redskins Verona. Sei gare dal sapore particolare, sei veri e propri derby, con due stracittadine che come sempre entusiasmeranno il pubblico veronese, da sempre presentissimo sugli spalti. Nella parte finale del campionato, le due gare interdivisionali, che si prospettano insidiosissime. I gialloblù infatti dovranno volare verso Palermo per sfidare quei Cardinals che proprio lo scorso anno vennero considerati, insieme ai Mastini, squadra rivelazione del campionato. Una squadra, quella siciliana, in grado di proporre un gioco di alto livello e che attenderà i gialloblù sul manto erboso del Velodromo Borsellino di Palermo. Nell’ultima giornata arriveranno invece a Verona gli Hogs Reggio Emilia, squadra coriacea e di grande blasone, appena retrocessa dalla serie A1. Un team che ha perso giocatori importanti, ma che per tradizione, è sempre in grado di rigenerarsi grazie all’ottimo lavoro fatto sui giovani.

PRONTI A RIBUTTARSI NELLA MISCHIA I ‘cagnacci’ gialloblu sono pronti a regalare emozioni anche nella stagione 2014

e, capitanati dal solido gruppo di veterani, hanno saputo giustamente rinforzarsi acquisendo pedine importanti, sia in attacco che in difesa. Il coaching staff capitanato da Michele De Martin, al suo secondo anno alla guida dei cagnacci gialloblù, ha avuto modo di valutare i ragazzi in uno scrimmage precampionato e durante il training camp di Garda nelle scorse settimane. Riscontri positivi che lasciano ben sperare per i due coordinatori di reparto Umberto Maggini e Gianluca Ottenio, e per il quality coach e special team coordinator Gerardo Vera Gomez. I ragazzi hanno lavorato duramente in questi mesi di preparazione - ci dice l’head coach scaligero - e non vedono l’ora di poter dimostrare sul campo il loro valore. Gli obiettivi sono importanti per questa stagione, ma guai dimenticarci che ogni partita deve essere vinta sul campo. Le otto vittorie della scorsa stagione - conclude - sono state vanificate dall’unica sconfitta ai playoff contro i Grizzlies. Dobbiamo ripartire da li… dalla rabbia che quella sconfitta ha lasciato in ognuno di noi, per puntare davvero più in alto.

SD+ IN CAMPO CON (... E SULLA TESTA) DEI BAUBOYS! Sportdi+ magazine sarà al fianco (o meglio sulla testa…) dei Mastini Verona per la stagione 2014. A pochi giorni dal via del campionato di seconda divisione Lenaf di football americano, la società scaligera presieduta dal presidente Simone De Martin, aggiunge un importante accordo per la visibilità mediatica del proprio team. Il bimestrale diretto da Alberto Cristani seguirà per tutta la stagione l’avventura dei cagnacci gialloblù in questo campionato. “A dire il vero la partnership – spiega Cristani – con i ragazzi dei Mastini Verona è nata, anche se mai ufficializzata, diversi anni fa. Direi che più che una collaborazione tra squadra e testata giornalistica si tratta di un rapporto di stima reciproca tra il sottoscritto e la famiglia De Martin. Ho sempre apprezzato il loro modus operandi: professionalità, competenza e grande amore per il football americano. Essere quest’anno presenti sul casco del Mastini con il logo Sportdi+ è davvero una bella cosa, non tanto per un discorso estetico-promozionale, quanto per un ulteriore rafforzamento del legame tra le due realtà. Speriamo di essere dei buoni – e magari fortunati – compagni di avventura!”. M. D.

I Mastini non sono comunque rimasti a guardare

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CICLISMO di Enrica Girelli

Anna Farina campionessa sui pedali e nella vita Ci sono persone la cui semplicità cela esperienze di vita davvero straordinarie. Una di queste è Anna Farina, classe 1979, una passione infinita per la bici da corsa In oltre dieci anni nei settori giovanili e altrettanti nel professionismo, Anna ha vinto tutto quel che era possibile vincere in competizioni nazionali ed europee, superando con tenacia momenti di grande difficoltà. A coronamento della sua straordinaria carriera, nel 2012 ha conquistato il titolo mondiale di ciclismo su strada, nella categoria amatori. Ma cominciamo…dall’inizio! Anna, come è nata questa tua passione per la bici da corsa? Quando avevo 6 anni, mio padre ha vinto una bici da corsa alla lotteria della sagra di Valgatara, il mio paese. Io, che già sfrecciavo per le vie per con la mia biciclettina, vedendo papà uscire per l’allenamento, insistevo per seguirlo. E così dopo poco è arrivata per me una bici da corsa…a misura di bambina! Sono salita subito in sella e, accompagnata da lui, ho iniziato a partecipare alle manifestazioni cicloturistiche. Andavo davvero veloce, e questo mi divertiva tantissimo! Su mia insistenza, all’età di 11 anni sono entrata in una squadra juniores, e nel 1993 ho vinto per la prima volta i campionati italiani di categoria, sia su strada che su pista. Sono passata poi nelle esordienti, dove ho continuato a conquistare gare su gare. A 17 anni, il mio talento mi aveva spalancato le porte del professionismo. Durante l’adolescenza, ero riuscita con grande impegno a conciliare gli allenamenti, le gare e la scuola e a breve avrei portato a termine con buoni risultati il diploma di geometra. Ma la bici era la mia vita, era la mia strada. Strada che però si sarebbe interrotta da lì a poco… Un incidente terribile, all’età di 17 anni. Il coma. Come ricordi quel periodo della tua vita? Durante un allenamento, un’auto in corsa mi ha investito in pieno, facendomi fare un volo di oltre 200 metri. L’automobilista non si è fermato, e i primi soccorsi

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dire. Dopo due anni dall’incidente, sono tornata in sella. Avevo vinto la mia gara più difficile: niente mi avrebbe più fermato. Nel 1999 sono rientrata in una squadra di professioniste. Lo stesso anno, con una grinta che mi faceva volare sui pedali, ho conquistato il Giro d’Italia femminile.

sono arrivati dopo un’ora. Per circa due mesi sono rimasta in coma in bilico tra la vita e la morte, fratture scomposte, il cranio leso in più punti, e la ferma convinzione da parte dei medici che non sarei più tornata quella di prima. La prima cosa che mi è stata detta quando mi sono risvegliata è che avrei dovuto appendere al chiodo la bici: le lesioni cerebrali subite mi impedivano di vedere correttamente le immagini in movimento, e forse era a rischio anche la patente automobilistica. Ma io non ho accettato quella sentenza sul mio futuro. Non appena mi è stato possibile, ho ripreso in mano il triciclo del mio fratellino, per allenare la mia vista e il mio cervello al movimento. Ogni sforzo mi costava dolori fortissimi e atroci mal di testa, ma ero determinata a dimostrare a me stessa e a agli altri che Anna Farina aveva ancora molto da

UN 2012 NEL SEGNO (E NEL SOGNO) DELL’IRIDE Anna Farina ha vinto nel 1999 il Giro d’Italia Pro e nel 2012 si è laureata campionessa mondiale su strada categoria Amatori

Dieci anni da ciclista professionista. Questo mondo al femminile è tanto diverso da quello maschile? Sotto l’aspetto del trattamento economico, purtroppo sì. Il ciclismo femminile è meno seguito e quindi meno sponsorizzato. Le squadre erogano dei rimborsi spese, ma non vi sono dei veri e propri contratti di ingaggio, come nel ciclismo maschile. Questo ci preclude, ad esempio, la possibilità di vederci accantonata la pensione. Sotto l’aspetto dell’impegno sportivo, invece, non vi è alcuna differenza: se sei professionista il ciclismo è il tuo lavoro, devi allenarti, partecipare a gare e trasferte anche all’estero. Una scelta di vita difficile per una donna che, non trovando un adeguato sostegno economico, è spesso costretta ad abbandonare prematuramente o, in alternativa, trasferirsi in altri Stati dove la situazione è ben diversa. Cosa si potrebbe fare in Italia per dare più risalto al ciclismo femminile? Da tempo stiamo chiedendo alla FCI di organizzare in contemporanea le competizioni maschili e quelle femminili, che ad oggi sono svolte separatamente. Questo permetterebbe al ciclismo femminile di beneficiare di maggiori sponsorizzazioni e di un maggiore seguito di pubblico. Nel 2008 hai chiuso la tua carriera da professionista, pur continuando, come amatore, a vincere e…stravincere! Quali sono i tuoi progetti ora? Ho dedicato al ciclismo 20 anni della mia vita, ma dopo aver lasciato il professionismo, ho dovuto reinventarmi e cercare lavoro altrove. Tuttavia non voglio abbandonare i miei sogni: i momenti difficili che ho dovuto superare mi hanno dato la determinazione per raggiungere i miei obiettivi e non mollare mai. Qualche anno fa mi sono iscritta alla facoltà di Scienze Motorie e sto terminando in questi mesi la mia tesi di laurea. Mi piacerebbe seguire come preparatore atletico una squadra di esordienti. Ho ancora tanto entusiasmo e passione che vorrei trasmettere alle giovani cicliste e spero di aver modo di farlo!

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CALCIO FEMMINILE di Matteo Sambugaro

Marta Mason l’artista del gol Protagonista a 21 anni, con la fame giusta per arrivare lontano. L’attaccante padovana dell’Agsm Verona si gode una stagione fin qui da protagonista Calcio, musica, arte. E tanta passione in ogni cosa che fa. Sensibile e umile, ma anche un po’ pessimista ed estroversa. Marta Mason è così. Sorriso sulle labbra, artista nell’anima, quella capacità di cogliere il senso profondo della storia. Il gol ce l’ha nel sangue, in area di rigore non lascia scampo. Protagonista a 21 anni, con la fame giusta per arrivare lontano: l’attaccante padovana dell’Agsm Verona si gode una stagione fin qui da protagonista. Ascolta il tuo cuore si ripete

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sempre. Non a caso Laura Pausini è il suo idolo. Vorrei che il calcio diventasse una professione, magari all’estero è il sogno nel cassetto. L’infortunio alla caviglia destra di qualche settimana fa ha solo rallentato la sua corsa. Si ritorna più forti di prima si legge sul suo profilo facebook. Messaggio chiaro, intenzioni precise. Perché di gol, Marta, ne vuole segnare ancora parecchi. Mason, cos’è il calcio? L’amore di una vita. Ho iniziato


a giocare a quattro anni e mezzo, ancora prima di andare a scuola. Il calcio è stata la mia passione fin da bambina, quello che avevo dentro, nel profondo. E l’ho sempre vissuto come una sfida continua. Ho cercato di migliorare ogni giorno, facendo sacrifici e impegnandomi, perché volevo arrivare lontano.

possibilità di sfogare il nervosismo, di riflettere sui miei sentimenti e mi emoziona. Ascolto particolarmente la musica italiana, da Laura Pausini a Giorgia, da Elisa a Ligabue, ma anche gli artisti stranieri come Ed Sheeran, Celine Dion e Whitney Houston. Mi piace cantare, sotto la doccia, a casa mentre cucino, in allenamento, per strada, dovunque. Un giorno vorrei studiare canto e ed esibirmi da solista, però sono timida in pubblico e mi vergogno (sorride).

Diciannove gol nella prima parte di stagione. Un exploit così l’avevi programmato? No. Però conoscevo le mie possibilità e le mie potenzialità. Sono felice perché, infortunio a parte, sto scendendo in campo con continuità, ed è la prima volta che mi ritrovo titolare in una grande squadra. Adoro segnare, desidero realizzare ancora tanti gol, per me, per il Verona e per la Nazionale.

Suoni qualche strumento? Il pianoforte, una passione che mi hanno trasmesso mio bisnonno e mio cugino. L’ho studiato per un anno e mezzo, adoro suonare pezzi moderni e cantabili, non classici. A Padova ho un pianoforte ma è da un po’ che non mi esercito.

L’infortunio alla caviglia quanto ti ha penalizzato? Parecchio. Mi ha fatto perdere il ritmo, non mi ha permesso di giocare partite in cui avrei potuto realizzare tante reti, e mi ha tolto la possibilità di esordire con l’Italia contro la Repubblica Ceca. Ora sono più carica di prima: voglio vincere la classifica marcatori in campionato. Le tue reti non sono passate inosservate. In novembre è arrivata la convocazione numero uno nella Nazionale maggiore. Una soddisfazione incredibile. Ne sono orgogliosa. Ho esaudito un desiderio che avevo da molto tempo, adesso però dovrò essere brava a mantenere il posto. Hai conosciuto Cesare Prandelli. Impressioni? Buone. È una persona davvero tranquilla, simpatica e disponibile. Mi stavo cambiando nello spogliatoio, lui ha bussato ed è entrato. Pensava non ci fosse nessuno e mi ha chiesto scusa, poi si è presentato. Abbiamo parlato cinque minuti e ci siamo scattati una foto insieme. Da novembre una ragazza della bassa bresciana ha aperto su Facebook una pagina dedicata a te, Marta Mason_Fan Page. Già. Ogni tanto la vado a vedere. Mi fa piacere quello che sta facendo Maria: l’ho conosciuta ed è proprio una brava ragazza, gentile e appassionata. Per una calciatrice è importante avere un punto di riferimento sul web, piccolo o grande che sia: permette di farsi conoscere. Cos’è la musica? La mia migliore amica. È indispensabile per me, non potrei farne a meno. Mi dà la

Perché ti piace Laura Pausini? Mi rivedo nelle sue canzoni. È stato amore al primo ascolto e ho seguito più di dieci concerti. Apprezzo la sua umiltà, il modo di essere artista e di porsi con i fan, i suoi ideali. E, poi, pure lei è milanista.

M COME MASON, M COME MUSICA Il bomber gialloblu ama la musica da suonare e da ascoltare. Il suo mito indiscusso è Laura Pausini

Canzone preferita? La geografia del mio cammino“. È un brano che parla di come ritrovare se stessi: quando è uscito anni fa, mi sentivo un po’ persa, smarrita, e mi ha aiutato parecchio. Recentemente hai anche ricevuto la foto con la dedica della Pausini. Quando l’ho vista, ero al settimo cielo. Adesso spero di conoscere Laura di persona. Sarebbe un altro sogno. I testi della Pausini regalano spunti. “Il tuo sbaglio più grande”? È privato, riguarda una storia d’amore. Non ho mai commesso errori particolari, ma in quell’occasione, se potessi tornare indietro, mi comporterei in maniera diversa. “Non ci sono istruzioni per l’uso della vita, ognuno ha la sua matita”. Sono d’accordo. Bisogna fare sempre quello che sentiamo. Ognuno ha davvero la sua matita, con cui scrivere il proprio cammino. E occorre riuscirci senza lasciarsi condizionare dagli altri. “Quando l’amicizia ti attraversa il cuore, lascia un’emozione, che non se ne va”. Esiste l’amicizia? Sì, però a volte faccio fatica a crederci. Sono rimasta scottata in un’occasione e, da allora, non mi apro

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CALCIO FEMMINILE

con facilità. Questa frase è molto bella, ce la siamo dedicata io e la mia compagna di squadra Claudia Squizzato. “Una vita sola non può bastare per dimenticare una storia che vale”. Vero o falso? Vero. Nonostante abbia solo 21 anni, ho già avuto un’esperienza che non scorderò mai. Perché il tempo passa, possono succedere tante cose, ma una storia che ti ha accompagnato per un certo periodo e ti ha permesso di crescere, la porterai sempre dentro. “Ascolta il tuo cuore”. Marta Mason lo fa? Certo. Questa è la mia caratteristica principale, che mi ha sempre accompagnato. “La vita sai è un filo in equilibrio, prima o poi ci ritroviamo distanti davanti a un bivio”. Ti è capitato? “Sì. E ho seguito ciò che mi diceva l’istinto. Le scelte mi mettono sempre un po’ in difficoltà, dalle situazioni più banali a quelle più serie. I distacchi sono complicati per me, sono molto indecisa. Ma poi do ascolto alle mie sensazioni. Cos’è l’arte? Un passatempo affascinante. È un modo per conoscere quello che c’era una volta e come veniva rappresentato.

I musei e le mostre che ti hanno lasciato a bocca aperta? Il Louvre a Parigi, la Biennale e il Guggenheim di Venezia e i Musei Vaticani. La mostra “Verso Monet” a Verona l’hai vista? Sì. Mi è piaciuta, ma preferisco l’arte contemporanea. Il quadro che ho preferito è stato Mare al chiaro di luna di Caspar David Friedrich: molto bello, emozionante. Si era parlato di tagli alla storia dell’arte nelle scuole. Cosa ne pensi? Ero rimasta basita ed esterrefatta. L’Italia possiede il 70% del patrimonio artistico mondiale, sui si potrebbe puntare per crescere e migliorare. L’arte ci appartiene, fa parte della nostra storia. Se fossi un’artista, a chi assomiglieresti? A Salvador Dalì. Perché era estroverso, proprio come me (sorride). Mason ha frequentato il liceo artistico Modigliani, a Padova. L’amore per l’arte parte da lontano. Infatti. Mi piace disegnare, fare schizzi. Mi entusiasmano i colori e i pennelli. Ammiro la pittura rinascimentale, ma pure i quadri di Diego Velázquez e l’arte moderna e astratta, in particolare Vasilij Kandinskij: desidero sempre conoscere il significato profondo che sta dietro a un’opera. La scultura? Bella. Al liceo ho lavorato anche il legno e l’argilla: mi è piaciuto molto, adoro lavorare con le mani. A Verona come ti trovi? Benissimo. La vostra è una città meravigliosa, piena di storia e arte. Amo l’Arena, piazza delle Erbe e i vicoli stretti. Posto preferito? Tra ponte Pietra e Castel San Pietro, dove ci sono alcune case che mi ricordano Venezia. Sono stata pure una sera sulle Torricelle a vedere Verona dall’alto: uno spettacolo. Abiti in una “casa internazionale” insieme a Maria Karlsson, Veronica Napoli e ad Alyssa Lagonia: Italia, Svezia, Stati Uniti e Canada a confronto. Che effetto fa? è divertente. Ci troviamo bene, siamo fortunate. Condividere un appartamento con altre persone non è semplice: ognuno ha le sue abitudini, il suo carattere, e qualche volta dobbiamo adeguarci. Parliamo sia in italiano che in inglese: io cerco di esprimermi di più in inglese, Veronica, Alyssa e Maria, invece, usano l’italiano, così da poterlo imparare sempre meglio. A Marta piace viaggiare? Un sacco. Io sarei sempre in giro per il mondo. Sono stata in Spagna, in Irlanda e in Svezia. Amo visitare posti nuovi, conoscere culture diverse, pure quelle che non mi ispirano tanto, come l’Europa dell’est e l’India. Vorrei andare in Africa, in Cina, in Giappone, in Nord America e in Sud America. Insomma, dappertutto.

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CALCIO di Alberto Cristani

in collaborazione con Ufficio Stampa Hellas Verona

Alla scoperta dei giovani talenti dell’Hellas Il settore giovanile dell’Hellas Verona è sta attraversando un periodo d’oro. Questo successo è anche da attribuire al lavoro meticoloso del responsabile Claudio Calvetti. SD+ lo ha intervistato per scoprire i suoi “segreti”… vecchio calcio, dove c’era l’uguaglianza tra giovane e risorsa. Ora ci sono molti giocatori stranieri, gli allenatori delle rose hanno tanti problemi e lo sviluppo dei calciatori passa in secondo piano. Se diamo uno sguardo ai nostri campionati professionistici, soprattutto quello di Serie A e di Serie B, ci sono pochissimi calciatori di 19-20 anni che giocano da titolari nelle loro squadre.

Calvetti, dopo anni di alti e bassi il settore giovanile dell’Hellas Verona ha ritrovato una sua identità ben definita... Abbiamo fatto buoni risultati, ma è ancora prematuro parlare di identità definita. I settori giovanili vanno costruiti nel tempo, con una progettualità chiara, e per avere una stabilizzazione completa ci vorrà ancora del tempo. Da luglio del 2013, data del suo arrivo, cosa è cambiato nella gestione delle formazioni giovanili? Dovremmo fare un discorso più generale. è cambiata l’organizzazione della società, abbiamo individuato alcune persone che ci aiutano dal punto di vista dell’assistenza ai ragazzi, abbiamo migliorato tante cose all’interno della nostro struttura, ma c’è ancora tanto da poter e dover fare. Il vivaio è ancora una risorsa importante per la prima squadra e di conseguenza per la società? Io lo ritengo fondamentale, ma mi sembra che al giorno d’oggi abbia un’importanza relativa. Io vengo da un

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La gestione del giovane calciatore non avviene solamente a livello tecnico-tattico: come vengono seguiti i ragazzi fuori dal campo? Noi seguiamo i ragazzi nel limite delle nostre possibilità, con il massimo delle attenzioni e delle energie. I ragazzi sono qui per giocare a calcio, non vogliamo fare i genitori, che restano i primi educatori dei nostri giovani. Qui ci sono delle regole, delle discipline, ma formazione del ragazzo resta il compito principale dei loro genitori. Purtroppo, nei settori giovanili odierni, non c’è tempo di formare nessuno. La Primavera ha ben figurato alla Viareggio Cup appena conclusasi. Al di la del piazzamento finale, quali indicazioni avete colto da questa esperienza? Un’esperienza positiva, voluta dalla società. Oltre al risultato sportivo, che per noi resta una soddisfazione, il passaggio del Viareggio è stato importante per abituare i ragazzi (mentalmente e fisicamente) a manifestazioni di alto livello, e a giocare partite ravvicinate con squadre importanti, italiane e straniere. Desideravo che il torneo di Viareggio potesse aumentare l’autostima dei miei ragazzi, anche in vista del campionato, è questo è avvenuto. Senza fare nomi, a suo avviso, c’è qualche ragazzo che può arrivare alla prima squadra e, di conseguenza, alla serie A? Io penso che ci siano due-


tre ragazzi molto interessanti, anche se bisognerà dargli delle possibilità. Tutto dipenderà dal loro processo di crescita e di maturazione. Non solo Primavera però: in quali altri campionati provinciali, regionali e nazionali sono presenti le formazioni giovanili dell’Hellas? Abbiamo tutte le categorie, dalla Primavera ai Pulcini 2005. Disputiamo i campionati nazionali, tutti quelli regionali e l’attività di base (dai 2000 ai 2005).

ARIA DI PRIMAVERA Il settore giovanile dell’Hellas Verona ha trovato in Claudio Calvetti (nella foto qui a fianco) un responsabile di grande esperienza e carisma

Un consiglio, infine, per un giovane calciatore e uno per il genitore di un giovane calciatore… Al giovane calciatore dico di non mollare mai, se uno si impegna e non molla può avere più opportunità di un ragazzo con talento che si impegna meno. Ai genitori dico di stare sereni e di non pensare che il figlio sia lo strumento per risolvere i problemi del momento, considerando che pochi giovani calciatori riescono a diventare professionisti.

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SPECIALE SPORT EXPO a cura della Redazione e Ufficio stampa DNA Consulting Verona

Sport Expo è diventato ormai un appuntamento consolidato con lo sport giovanile, un evento che lo scorso anno ha toccato le 50.000 presenze e che permette di radunare ed unire sotto lo stesso tetto tante discipline sportive differenti, tutte a disposizione dei più piccoli per far comprendere loro la vastità e varietà del mondo sport

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A TUTTO SPORT


Torna Sport Expo. Una fiera dinamica, la prima fiera dello sport giovanile in Italia che giunge all’ottava edizione, nella quale si possono vedere ma soprattutto provare i tanti sport presenti, il tutto all’insegna della più sana passione sportiva.

Dove e quando? La casa di Sport Expo è Verona Fiere, che da 8 anni ospita la manifestazione, garantendo spazi, strutture e servizi idonei alle esigenze di una kermesse di tale portata. L’edizione 2014 di Sport Expo è in programma sabato 15, domenica 16 e la mattina di lunedì 17 marzo, rivolta ai bambini dai 6 ai 14 anni, all’interno dei rinnovati padiglioni 9 e 10. L’ingresso come sempre è gratuito e aperto dalle ore 8:30 alle 19:00 il weekend e dalle 8:30 alle 13:00 il lunedì. L’organizzazione è a cura dell’Assessorato allo sport del Comune di Verona che, coadiuvato dalla regia di FIPAV VERONA e DNA Sport Consulting, ogni anno consegna ai ragazzi e alle loro famiglie un momento di incontro e condivisione all’insegna dello sport e del divertimento.

A che sport vuoi giocare? Sport Expo è pensato e costruito a misura di ragazzo, per rendere questa esperienza indimenticabile. Non capita spesso di avere a disposizione così tanti sport da vedere, confrontare e provare, tutti nello stesso posto e nello stesso momento. Sono ben 40 le discipline sportive presenti, dagli sport di squadra agli sport individuali, dagli sport tradizionali alle nuove tendenze. Come da tradizione a Sport Expo ampio spazio è riservato agli sport di squadra. La PALLAVOLO è presente con partite di campionato provinciale e con il “Villaggio Mondiale” per lanciare il Mondiale di Pallavolo Femminile 2014 che si terrà proprio a Verona. Il CALCIO è grande protagonista con la presenza coordinata di FIGC ed Hellas Verona, con partite di campionato dei più piccoli e il “Mondo Hellas” da scoprire. Il BASKET si amplia aggiungendo un campo in più per ospitare le finali del Torneo Ufficiale delle Province Venete, oltre ai tradizionali Tornei Regionali, con anche partite di basket in carrozzina grazie alla presenza della Olympic Basket.

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SPECIALE SPORT EXPO

L’HOCKEY su prato si presenta con le finali del Torneo Interregionale e altri tornei scolastici, con possibilità per tutti di cimentarsi in questo sport, oltre all’HOCKEY su ghiaccio con avvincenti simulazioni. Il BASEBALL come lo scorso anno offre a tutti la possibilità di mettersi alla prova nel tunnel di battuta. L’AMERICAN FOOTBALL è invece solo per “bambini duri”, con prove di placcaggio e azioni di gioco. Ci sarà l’ATLETICA LEGGERA con prove di velocità e salto in alto, il TENNIS con tornei e prove per tutti, l’ampia area delle ARTI MARZIALI con praticamente tutte le discipline orientali, il PATTINAGGIO a rotelle con percorsi divertenti. Grazie alla Fondazione Bentegodi sarà possibile assistere a saggi di GINNASTICA, dimostrazioni di SCHERMA, giocare a TENNISTAVOLO, partecipare ai giochi sportivi studenteschi di PESISITICA e conoscere gli sport acquatici di NUOTO e PALLANUOTO. Un’offerta ampia che include anche il “mondo montagna” con la sempre avvincente ARRAMPICATA SPORTIVA con una parete di 10 metri che tutti possono provare, ma anche un ponte tibetano con prove di equilibrio. Per gli amanti delle due ruote c’è il BICITRIAL con emozionanti esibizioni, ma anche tante attività offerte da società di ciclismo. Nell’area Sport Camp Italia, tanti giochi di precisione con la palla e per i più intellettuali ci sono anche gli SCACCHI, per imparare ma anche per sfidare i maestri e mettere quindi alla prova la propria abilità. I più avventurosi invece si possono cimentare in discipline più di tendenza come il KITE SURF, con prove di “volo” su degli aquiloni. A Sport Expo fa il suo ingresso anche il nuovissimo FOOTGOLF, che unisce la precisione del golf al divertimento del calcio. Davvero tutto in questa fiera dello sport giovanile, dal TAMBURELLO al FRISBEE, dallo SOFTAIR alla DANZA, fino al TIRO A SEGNO attraverso pistole laser. Presente anche Associazione Straverona per far scoprire il podismo ai più piccoli. Centro nevralgico di Sport Expo 2014 è anche quest’anno l’ARENA EVENTI dove andranno in scena spettacolari esibizioni di bicitrial, di danza, di ginnastica ma anche dimostrazioni di cani cinofili della Guardia di Finanza e tutte le principali attività sportive in programma.

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SD+ nel Padiglione 10 Area Sport Camp Italia con tanti omaggi e sorprese!

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SPECIALE SPORT EXPO

Tra novità, scuole e provincia

I Partner

Novità del 2014 è il progetto “La Piazza dello Sport Scaligero” che prevede il coinvolgimento di tutti i comuni della Provincia di Verona. Ogni comune che aderisce all’iniziativa è infatti presente a Sport Expo per presentare le proprie proposte sportive, gli eventi e le attività del proprio territorio. Sport Expo coinvolge in modo sempre più diffuso anche il mondo scuola, grazie al contributo dell’Ufficio Scolastico Provinciale, di Scienze Motorie dell’Università di Verona e del Coni Point di Verona. Come da tradizione il sabato è dedicato alle scuole medie mentre il lunedì mattina è ancora una volta rivolto alle scuole elementari che andranno alla scoperta di Sport Expo attraverso un divertente percorso guidato.

Le Aziende che hanno sposato il progetto contribuiscono a rendere la manifestazione ancora più a misura di ragazzo, attivandosi con aree dedicate attraverso giochi, intrattenimenti e tornei. Non sarà la classica presenza statica fieristica dove si espongono i propri prodotti. Sarà invece un mettersi a disposizione dei più piccoli e delle loro famiglie, per parlare il loro linguaggio, per conoscersi divertendosi. LIDL ITALIA è oramai parte integrante di Sport Expo, confermandosi per il sesto anno consecutivo Presenter Partner dell’iniziativa, riconoscendosi nei valori quali salute, benessere e qualità della vita, propri anche della manifestazione. All’interno della kermesse Casa Lidl diventerà un luogo colorato e divertente, dove i bambini potranno cimentarsi in percorsi motori e giochi istruttivi. Stesso orientamento alla promozione di uno stile di vita attivo e sano anche per CASSA dI RISPARMIO dEL VENETO, AMIA, PERFETTI VAN MELLE ed EdITRICE GIOCHI per dare il loro contributo ad un evento di successo. Media partner nazionale sarà NICKELOdEON e media partner locale SPORTdI+ magazine.

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PRESENTED BY

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PALLAVOLO di Bruno Mostaffi

La pallavolo si gioca in Arena! Arena Volley è oggi a Verona una delle principali realtà di pallavolo femminile. Tanti i successi di della società di Castel D’Azzano, in particolare nei campionati giovanili, l’ultimo ottenuto poco tempo fa con la vittoria nel campionato under 18 B(2)RAVE RAGAZZE La società di Castel D’Azzano ha presentato ai nastri di partenza della stagione 2013-2014 ben 18 formazioni. La formazione d’eccellenza gioca nel campionato di serie B2

La base centrale dell’attività sportiva è nel comune di Castel D’Azzano. Per rendersi conto delle dimensioni del progetto Arena Volley basta evidenziare che sono ben 18 le formazioni nella stagione sportiva 2013/14 a partire dalle bambine di 5 anni fino alla prima squadra che milita nel campionato di Serie B2. “Al centro di tutta la nostra attività – spiega il presidente Fabio Tosi - c’è una idea, un progetto, frutto delle esperienze che come società sportiva abbiamo maturato in oltre 20 anni di attività. La nostra idea è quella di cercare di sviluppare al massimo le doti, i talenti di ciascuna delle nostre atlete e non semplicemente di parcheggiare le ragazze in palestra. Per fare questo si comincia proprio dalle giovanili. Per ottenere dei risultati non si improvvisa. Arena Volley è sicuramente uno dei poli di eccellenza della nostra provincia in cui davvero si può imparare a giocare a pallavolo”. La prima squadra milita in serie B2 ed è con il Cerea

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l’unica a partecipare ad un campionato nazionale. La prima squadra non è però fine a sé stessa. Infatti in questa squadra militano ben tre atlete under 18, mentre altre due sono appena diciottenni, a testimonianza del legame stretto con il settore giovanile. Dopo la serie B2, in ordine di categoria, c’è la serie D e la Prima Divisione per poi proseguire con tutto il giovanile composto dall’Under 18, due squadre Under 16, Under 14, Under 13, tre Mini Volley e gli avviamenti alla pallavolo. Completano il quadro anche due squadre maschili. “Insegnare la pallavolo – prosegue Tosi - è una sfida difficile. La nostra società opera prevalentemente con il femminile ma, giorno dopo giorno, tutto diventa sempre più complicato come gestione organizzativa ed economica, ma anche come attese dei genitori. Entrare in una squadra di pallavolo significa essere disponibili a percorrere una viaggio stupendo, in gruppo. Ma molto spesso oggi manca nelle nostre giovani un’idea fondamentale, quella


cioè che per ottenere le cose ci vuole sacrificio ed impegno”. Quanto ci vuole per imparare a giocare a pallavolo bene? “Tanto, davvero tanto – ci risponde il presidente Tosi - perché nella nostra disciplina la tecnica è fondamentale, il tocco del pallone dura una frazione di secondo e per poter mandare la palla proprio dove vogliamo occorre avere una tecnica di base molto buona. Quando si parla dei valori dello sport si parla proprio di questo: il soffrire assieme in gruppo, l’impegnarsi, il sacrificarsi, il sapere attendere il proprio spazio, il sapersi guadagnare le cose. è una sorta di ilosofia o più semplicemente uno stile educativo che oggi sembra passato di moda. Quante ragazze invece di dedicarsi a uno sport si accontentano, per esempio, di fare un corso di ballo fine a sé stesso? Certo oggi i genitori rispondono che l’importante è che le ragazze facciano del movimento, esattamente come si fa del movimento andando in discoteca. Invece noi crediamo che l’impegnarsi, il conquistarsi le cose con il sudore e la fatica, aiuti molto a crescere e a maturare come poche altre

esperienze umane. Il risultato di questo impegno però è un’avventura straordinaria che coinvolge le atlete e le famiglie e che chi non ha provato non può immaginare”. “Ci siamo affidati – conclude il presidente dell’Arena Volley - ad un gruppo di allenatori capace e competente per proseguire nel nostro cammino. Il nostro direttore tecnico da due anni a questa parte è Greca Pillitu che a Verona e nel Veneto è riconosciuta come una delle migliori allenatrici in circolazione. Ma con lei c’è un gruppo di allenatori davvero notevole, come Matteo Ragaiolo, Lorenzo Mori, Pietro Legrottaglie, Paolo Santaniello, Manuela Motta, Edgardo Gudenzi, Valentina Adami, Sara Buio. Il tutto con un unico grande obiettivo: far crescere i nostri giovani non solo sportivamente ma soprattutto umanamente. Che alla fine di tutto è quello che conta!”.

INFO

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PALLAVOLO di Giulia Sambo

Nel segno di Zingel the australian wall Al quarto anno con la maglia della BluVolley, Aidan è ormai a tutti gli effetti veronese di adozione. Dall’alto (in tutti i sensi...) della sua esperienza, e superato l’infortunio alla spalla, è un punto fermo del muro scaligero Ha la tecnica e la mentalità del numero uno. Neanche farlo apposta quel numero uno Aidan Zingel lo indossa ogni domenica, schierato in campo come centrale nel sestetto titolare della Calzedonia Verona. E con umiltà e disinvoltura, giornata dopo giornata, si mantiene ai primi posti nella classifica dei miglior muratori della Serie A1 maschile 201314. Il gigante australiano di 207 cm, alla sua quarta stagione in gialloblù, non ama dilungarsi in discorsi complicati. Parla di sé in modo semplice e diretto e, al pensiero di lasciare Verona, dice: “Sarebbe troppo strano, per me è naturale giocare qui”. Aidan Zingel. Dalla A alla Z? Io come persona: sono umile, non mi piace parlare di me stesso, mi piace fare quello che mi riesce meglio. Con gli amici sono affidabile, di me ci si può sempre fidare. Mi piace dare consigli, sono bravo ad ascoltare le persone. Io come atleta: equilibrato, nervoso al punto giusto, focalizzato quando è arrivato il momento di giocare. Voglio rispettare la mia idea di sportività. Penso infatti che un atleta non debba scendere in campo per rappresentare se stesso e il nome che porta sul retro della maglia. Io rappresento la società, gli sponsor, i tifosi, la città e, nel caso della nazionale, il mio Paese. Più forte di prima dopo l’infortunio alla spalla, al top nella classifica italiana dei best blocker 2013-14. Questo risultato è arrivato grazie ad un mix di terapia fisica e determinazione mentale. L’atteggiamento positivo durante gli esercizi di recupero è stato fondamentale per raggiungere questo obiettivo. La mente ha un grande potere nell’influenzare la realtà. L’anno scorso ho svolto un lungo periodo di riabilitazione, la mia forza di volontà ha fatto una parte importante nel percorso.

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C’è un piccolo-grande pezzo di Australia nella Calzedonia Verona di quest’anno. Zingel-White, una coppia di amici e atleti vincenti… Tra noi è sempre stato così, tutto molto semplice. La nostra mentalità di giocatori australiani si incastra perfettamente nei meccanismi della Calzedonia Verona di quest’anno. Come sportivi abbiamo un atteggiamento molto rilassato, non cerchiamo attenzioni, non abbiamo bisogno di far sentire la nostra presenza. Questo vale per entrambi, forse è proprio per questa la ragione del nostro ottimo inserimento nella squadra. Una stagione importante, anche per l’arrivo di coach Giani. L’allenatore con gli occhi di Zingel, nelle vittorie e nelle sconfitte? è stato e continua ad essere un grande. A livello personale mi sostiene dall’inizio del campionato. Il nostro rapporto si basa sulla comunicazione sincera e aperta su tutto, non soltanto sulla pallavolo. Mi sento libero di parlare con lui di qualsiasi problema o questione. Questo è uno degli aspetti più belli di questa stagione, una stagione che deve ancora finire. Ci sono nuove mete da raggiungere dietro l’angolo.


CANGURO GIALLOBLU Arrivato a Verona nel 2010 dopo l’esperienza in Svezia con la maglia del Linköpings VC, Aidan è da considerarsi ormai veronese d’adozione

In Italia hai sempre vestito la maglia di Verona, sono già passati quattro anni dal tuo esordio. Il tuo futuro dov’è? Per me è naturale essere qui ora, in questo palazzetto, e allenarmi per questa città. Sento una speciale connessione con i progetti di crescita della società. è come se fossero i miei, gran parte della mia carriera è legata a questo posto. Mi fa strano pensare di dover lasciare Verona per andare a giocare in qualche altro club. Il mio impegno al momento è qui e io non vedo l’ora di crescere ancora, nella prossima stagione.

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BASEBALL di Alessandro Italia

Quel fantastico sport chiamato baseball Capire perché negli Stati Uniti uno sport come il baseball unisca milioni di americani (e di dollari) e in Italia passi sotto silenzio è realtà dura da digerire per chi è italiano e ne è appassionato... De gustibus, si dirà. Certo, ma la causa ha un nome e si chiama tradizione. Non è un caso che in Italia il baseball sia stato portato proprio dagli americani e abbia attecchito solo dopo la Seconda guerra mondiale. Quando, insomma, il calcio la faceva già da padrone. Strada segnata, quindi, in Italia: calcio monopolizzatore, e tutti gli altri sport a far da comparse, baseball compreso. «Lasciate ogni speranza, voi ch’intrate»? Questa è la domanda che potrebbero farsi gli altri sport giunti nel Bel Paese. Il calcio rimarrà sempre lo sport più seguito e praticato in Italia perché si è innescato un meccanismo che solo il tempo (ma si parla di secoli) potrà cambiare. Oggi un bambino è spinto a giocare a pallone per due ragioni: perché vede giocare, alla tv, i grandi campioni e perché vede giocare, dal vivo, i propri coetanei. Che, a loro, volta avevano visto giocare in tv i grandi campioni. Un circolo vizioso difficilmente arrestabile. È tutta una questione di moda. Ci vorrebbe più coraggio da parte dei ragazzi e, se troppo piccoli, da parte dei genitori. Il calcio non è la scelta, ma una delle scelte. Bellissima, ma non per forza la più bella. Porto la mia esperienza di grande appassionato di calcio, ex calciatore fino agli anni universitari, che per cinque anni ha giocato a baseball e se ne è innamorato. Nella mia scuola elementare proposero alcune attività sportive ed extrascolastiche da svolgersi in palestra: basket, pallavolo e baseball. Calcio? No, grazie. Per un ragazzino già infatuato del pallone, la scelta non fu facile. Ma decisi di lanciarmi: mi iscrissi a baseball e, dopo un anno di “palestra”, mi trasferii sul prato verde di via Santini,

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alla Dynos. Nemmeno a farlo apposta, a fianco a me giocavano – a calcio – i miei amici. Quasi una coltellata al cuore, si potrebbe pensare. E invece no. L’orgoglio da ragazzino anticonformista e la passione per lo sport che praticavo mi facevano evitare rimorsi e rimpianti. Anche grazie a un gruppo di amici, non solo coetanei ma anche adulti (allenatori, educatori, padri dei compagni), con cui condividevo le lunghe e numerose trasferte domenicali a caccia delle poche squadre di baseball sparse per l’Italia. Un amore vero, dunque, nato per caso. Il baseball è uno sport bellissimo. Complicato, è vero. Ancora oggi mi risulta difficile spiegarne le regole seduto al tavolo di un bar. è un sport in cui contano le qualità atletiche, ma anche (e soprattutto) mentali. Uno sport in cui conta il fisico, ma in cui non c’è scontro fisico. Ed è uno sport leale: se il rugby vanta il terzo tempo, anche il baseball non scherza, con il saluto finale a squadre schierate. E oggi? La scuola veronese è viva e vegeta: Verona è ancora oggi un feudo del baseball giovanile, come testimonia la vittoria della Dynos al torneo di Sala Baganza, nell’agosto del 2013, per i giovani classe 1997 e 1998. Una vittoria all’insegna della tradizione e – si spera – della continuità…


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PALLACANESTRO di Andrea Etrari

Sport Expo 2014 anche la FIP c’è! Il presidente della Federazione Italiana Basket Verona Roberto Leoni fa una panoramica sul movimento della pallacanestro veronese La Federazione Italiana Pallacanestro, comitato provinciale di Verona, sarà presente come sempre a Sport Export 2014 e con un programma molto fitto. Sabato mattina 15 marzo sono in programma le finali dei giochi studenteschi maschili e femminili, mentre nel pomeriggio è previsto un torneo Esordienti (ultimo anno del minibasket). Domenica 16 il clou, cioè il Torneo delle Province Venete: saranno presenti 8 rappresentative maschili e 8 femminili di tutte le provincie del Veneto più quella del Trentino. Si giocherà in contemporanea nel Padiglione 8 di Verona Fiere su quattro campi sintetici (due per il maschile e due per il femminile): al mattino si disputeranno i gironi di qualificazione e al pomeriggio le finali. A seguire le premiazioni che incoroneranno la provincia campione regionale maschile e femminile. Il lunedì infine sarà dedicato alle scuole che aderiranno a Sport Expo e che potranno giocare sui campi allestiti dalla F.I.P. “Abbiamo messo anima e corpo - afferma il presidente provinciale F.I.P. Roberto Leoni - e abbiamo cercato di fare il massimo per rendere indimenticabili queste tre giornate. Vogliamo far vedere cosa può dare Verona per il basket. Confidiamo nella collaborazione da parte di tutte le società veronesi, a cominciare dalla Scaligera Basket che ci “presterà” qualche giocatore della prima squadra”. Il movimento veronese che momento sta attraversando? I numeri sono dalla nostra parte, nel senso che non c’è stato alcun calo né di società, né di tesserati. Nel minibasket i numeri sono addirittura aumentati, soprattutto per quanto riguarda la categoria Esordienti. Come riuscite a far fronte ai continui “tagli” messi in atto dal presidente federale Petrucci? Per noi è cambiato poco, nel senso che rispetto ad

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una volta non abbiamo più l’ufficio gare. Petrucci è intenzionato a chiuderli tutti, compresi i tre del Veneto rimasti aperti (Vicenza, Padova e Treviso). Noi abbiamo stilato un preventivo di spesa ad inizio stagione e dobbiamo rispettarlo a tutti i costi. Per fortuna c’è stato un ricambio generazionale nel CNA, nel CIA e nel Minibasket e disponiamo di giovani che hanno voglia e che si rimboccano le maniche per tener alto il nome di Verona nel nostro sport.


UN LIBRO PER AMICO

Q SEMPRE PIÙ IN ALTO I numeri della FIP Verona sono in continuo e costante aumento, soprattutto tra i più piccoli

uesto mese voglio consigliarvi un libro che non è solo una autobiografia, ma un vero e proprio racconto della sua vita attraverso scatti narrativi di assoluto coinvolgimento con i quali Sir Alex Ferguson ci regala uno spaccato della sua vita che sconfina, inevitabilmente, nella storia del calcio mondiale, visto che parliamo di un uomo che ha allenato per 27 anni il Manchester United vincendo tutto ciò che fosse disponibile. L’idea che abbia lasciato il calcio nel suo momento di maggior prestigio e gloria professionale lascia capire di quale spessore sia Ferguson, che dopo aver vinto per la tredicesima volta il campionato inglese, si è forgiato l’etichetta di “più grande allenatore del calcio europeo”. Basti pensare che nell’ ultimo quarto di secolo il gioco del calcio è cambiato moltissimo, al punto da stravolgere sia le proprie regole che le metodologie di allenamento e sviluppo di gara, attraverso continue evoluzioni ed esperimenti, e tra i più progressisti che si possono menzionare, Alex Ferguson ha rappresentato una costante innovatrice, oltre che per i risultati ottenuti, tra cui la Champions League 2008, soprattutto per la capacità di imporre una leadership e una cultura sportiva che hanno superato la prova del tempo. Un esempio, su tutti, il passaggio del Manchester United da semplice squadra di calcio ad azienda milionaria, senza mai sbagliare una mossa. Nella biografia “LA MIA VITA”, Alex Ferguson si racconta per la prima volta, iniziando dagli arbori della sua carriera, quando allenava il Govan, nel quartiere dei cantieri navali di Glasgow, proseguendo poi con l’Aberdeen in Europa e diventando “leggenda calcistica” grazie ai ventisette anni di vittorie con il Manchester United, la più grande potenza sportiva mondiale dell’ultimo quarto di

a cura di Gianfranco Iovino

secolo. Metodi scientifici e psicologici hanno permesso a Sir Alex di costruire la squadra in ogni minimo particolare, dentro e fuori dal campo, sapendo plasmare le caratteristiche dei singoli giocatori, mettendole al servizio di talenti di livello assoluto da lui allenati, come Roy Keane, Ryan Giggs, Eric Cantona, Ruud van Nistelrooy, Cristiano Ronaldo e David Beckham. Chi ama il calcio non può fare a meno di leggere questa intensa storia di vita, scritta dall’uomo che ha cambiato ogni logica, rivoltando come un guanto le vecchie regole, le tattiche e gli aspetti psicologici dell’allenamento di una squadra. Leggere le sue parole, i suoi aneddoti, i suoi giudizi, significa essere proiettati sul terreno di gioco, attori e non più solo spettatori dello sport da sempre radicato nel cuore di tutti. Con introduzione di Hanif Kureishi “LA MIA VITA” è un libro che fa amare il calcio, inteso come una disciplina sportiva di aggregazione e condivisione, dove i risultati si ottengono attraverso “la compattezza e la sinergia di un’intera squadra”, che guidata da un condottiero di assoluto talento, riesce ad ottenere qualsiasi successo, entrando di diritto nell’elite del calcio storico, proprio come lo è Ferguson: un nome, un marchio, una garanzia di successo che gli ha permesso di scrivere, attraverso i suoi successi, una parte importante della storia dello sport più amato al mondo. La mia vita, di Alex Ferguson Bompiani, collana Overlook Pagine 432 - €. 19.00

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PALLACANESTRO di Andrea Etrari

Verona Basket dai Mini alla Promozione passando da Brunico Quasi trent’anni di attività per la società presieduta da Fabio Celebrano che ha come punto fermo, tra le varie iniziative, il qualificato camp estivo nel noto centro dell’Alto Adige Stagione molto soddisfacente per Verona Basket, storica società costituita nel 1987 e tra le più importanti della provincia di Verona e del Veneto. La prima squadra, che milita nel campionato di Promozione, è arrivata ad “accumulare” ben 15 vittorie consecutive e segue in classifica le favorite Tobia e San Martino. Ma le soddisfazioni maggiori arrivano, come nella miglior tradizione della società, dal settore giovanile. ”I nostri 2002 - afferma il presidente Fabio Celebrano - anno raggiunto le final four provinciali. Pure i 2000 sono in lizza per i primi 4 posti, mentre i 2001 sono arrivati al secondo posto nel proprio girone. Gli Under 19A hanno faticato all’inizio, ma con un colpo di coda hanno raggiunto gli spareggi per i play off, gli Under 19B, seppur più giovani di un anno, hanno lottato e vinto diverse partite e infine gli Under 15 hanno migliorato i risultati rispetto all’anno passato”. “Un’annata di conferma e di miglioramento in vista del finale di stagione - prosegue Celebrano - per non parlare delle individualità come Alberto Elio, ormai un elemento fisso della rappresentativa regionale 2001, come pure due nostri 2001 convocati per il Torneo delle Province che si giocherà in fiera durante Sport Expo”. E anche quest’anno Verona Basket organizza il Brunico Camp. ”Sarà la trentesima edizione - evidenzia Celebrano - ed è aperto ai ragazzi di Verona e provincia. La prima settimana, dal 22 al 28 giugno, è dedicata al Minibasket e quindi, oltre che pallacanestro, si farà rafting, roccia, piscina, tiro con l’arco, il tutto condito da tanto divertimento. La seconda settimana, dal 29 giugno al 5 luglio, il camp tecnico dove si farà pallacanestro 24 ore su 24, con gare, giochi, tornei con un coach professionista e un giocatore/dimostratore di serie A”. Ultimo, ma non ultimo, il Minibasket. “Abbiamo

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4 centri a Verona - conclude il presidente Celebrano - in cui sono stati raggiunti i 200 iscritti. Un bel risultato: 5 squadre partecipano ai trofei Minibasket e con 3 squadre ci siamo iscritti ad un torneo a Pasqua. Dal punto di vista formativo è molto importante l’ultimo anno di minibasket perché è quello del passaggio al basket».


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Football australiano di Paolo Trubiano

I “ghiottoni” della palla ovale Nata quasi per caso nel 2012 (e un po’ per “colpa” di SD+…) oggi la formazione veronese dei Wolverines è molto attiva partecipando e organizzando tornei e test match La nascita dei Wolverines, squadra veronese maschile di football australiano, si deve in qualche modo a SportDi+, perché proprio su queste pagine, nell’ottobre 2012 l’attuale capitano del team apprendeva dell’esistenza delle Happys, squadra femminile già attiva nel campionato italo-svizzero Orules. Il passo dalla curiosità alla passione e dall’esperimento alla formazione di una squadra vera e propria è stato breve: oggi i Wolverines sono un gruppo di atleti – con esperienza precedente molto variegata in altri sport – che rappresentano Verona sulla scena aussie rules e non solo. La vicinanza delle regole del football australiano con quelle del calcio gaelico, sport nazionale irlandese anch’esso in forte crescita tra Italia e Svizzera, ha consentito ai gialloblù di disputare alcuni incontri amichevoli con squadre attive nello sport ‘cugino’. Contrariamente a quanto si crede, nessuna delle due discipline (australiana e gaelica) può vantare una primogenitura rispetto all’altra, in quanto sono due dei diversi codici di football (calcio, rugby – league e union, football americano, australiano, gaelico) che – contemporaneamente, più o meno dopo la metà dell’Ottocento – in diverse parti del mondo hanno trovato una propria identità autonoma. Senza dubbio le somiglianze tra questi due sport emergenti (almeno per l’Italia) sono molto forti: nessun offside, passaggi in tutte le direzioni, di mano e di piede (ma la palla va colpita, mai spinta), contatto fisico (nell’aussie rules si può placcare, ma non si formano mischie, nel calcio gaelico ci si può solo ostacolare). Il football australiano ha la peculiarità del campo ovale come la palla, che storicamente deriva dall’alternanza stagionale con il cricket: nell’Australian Football League (AFL) si gioca in 18 contro 18! Nel campionato italo-svizzero Orules si

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WINTER TRAINING

gioca 6 contro 6 in campi da rugby ‘ovalizzati’; le segnature avvengono – come in Australia – solo di piede, da sei (goal) e un punto (behind). Il calcio gaelico, sport di punta della Gaelic Athletic Association (GAA) è orgoglio della nazione irlandese: fino a non molto tempo fa, a chi vi giocava era vietato darsi anche alle discipline ‘britanniche’ come calcio e rugby; tuttora i giocatori sono originari della contea di cui vestono la maglia. Si gioca con la palla tonda in campi rettangolari, 15 contro 15, e le segnature sono da tre (goal) e un punto (tra i pali ma sopra la traversa).

Sotto: Carlo Martini (con i guanti) e Simone Lunardi dei Woverines con la palla da football gaelico. A destra: Luca Guerreschi dei Wolverines sfugge a un placcaggio

Questa vicinanza tra calcio australiano e gaelico, oltre a prevedere ogni due anni degli incontri Irlanda vs. Australia a regole miste (International Rules Series, nell’ottobre 2013 dominate dagli irlandesi), trova proprio a Verona un’espressione significativa nel fatto che i Wolverines di football australiano schierino Diarmaid Gallagher (originario del Donegal), punta di diamante della squadra di Rovigo di gaelico. Un altro code-hopper (termine attribuito ad atleti che ‘saltano’ da un codice all’altro di football), lui veronese, è Carlo Martini, fullback dei Wolverines, che a fine agosto ha vestito la maglia dei Gaels di Ginevra per un torneo di calcio gaelico disputato a Rovigo. Nel loro primo anno di vita, i Wolverines ne hanno fatta di strada, dal fango di Parona alla neve di Lugano, ambasciatori del football australiano e dell’amicizia tra tradizioni sportive apparentemente lontane ma assai vicine nella passione, nel rispetto e nella (ri)scoperta dello spirito autentico del gioco con la palla.

UN ANNO DA WOLVERINES 17 marzo 2013, campi CUS di Parona Prima partita ufficiale di football australiano dei Verona Wolverines contro i Lugano Bankers, campioni in carica Orules 2 giugno 2013, Polcenigo (PN) Prima tappa del campionato italo-svizzero di football australiano, al quale i Wolverines partecipano insieme alle squadre di Lugano e Milano 16 giugno 2013, campi CUS di Parona Finali del campionato italo-svizzero, con i Lugano Bankers che si confermano campioni in una contesa all’ultimo behind contro i Milano Latinos 13 luglio 2013, Padova Dropkick Seven Tournament, primo torneo di calcio gaelico a 7, al quale i Wolverines partecipano, con alcuni innesti stranieri, contro due squadre padovane

22 settembre 2013, stadio Gavagnin di Verona Amichevole di calcio gaelico nella quale i Wolverines impegnano la squadra di Rovigo, in vista del successivo appuntamento europeo GAA ad Athlone 13 ottobre 2013, Sporting Club Verona SportDi+ Day, con la prima vittoria dei Wolverines nel test match australiano contro i Milano Latinos, e partite di calcio gaelico e cricket 7 dicembre 2013, stadio Battaglini di Rovigo Triangolare di calcio gaelico al quale i Wolverines partecipano insieme a giocatori rodigini, padovani e alla squadra di Roma, poi vincitrice del torneo 18 gennaio 2014, stadio di Cornaredo, Lugano Allenamento gaelico condotto dallo Zurich Inneoin GAA Club e amichevoli australiane e gaeliche sul campo innevato


SCHERMA di Alessio Faccincani

Verona Scherma, in tal senso, vuole essere capofila per l’intero movimento delle lame scaligere. Aggiungendo un ulteriore elemento di crescita nel bagaglio dei propri giovani atleti. Questo nuovo tassello da approfondire in definitiva sono le pedane estere. Punto di incontro di molteplici punti di vista. Quello prettamente tecnico e quello dal respiro più ampio, di carattere educativo. Due aspetti basilari della filosofia stessa di Verona Scherma. Normale dunque che la scuola veronese abbia deciso di percorrere anche questa ulteriore strada. Una decisione condivisibile e di inevitabile impatto. Già due, in questa stagione, le sedi internazionali in cui Verona Scherma ha gareggiato: Oslo e Goteborg. Città di rilievo di Norvegia e Svezia. Il primo bilancio dunque può già essere tracciato. Tre gli interlocutori privilegiati: un maestro e due allievi. Nell’ordine Cristiano Magnani, Matteo Pontieri e Caterina Panattoni. Ecco le loro opinioni. Il valore della conoscenza. Personalmente ritengo questa iniziativa carica di risvolti positivi», il pensiero sul tema di Cristiano Magnani. «Oslo e Gotebor, in tal senso, hanno ampiamente confermato le nostre previsioni di partenza. L’idea di base di questo progetto è molto semplice: conferire ai nostri atleti una visione internazionale dello sport ed in generale di alcuni aspetti della vita quotidiana. Verona Scherma ha inequivocabilmente avvertito questa esigenza. Importante, soprattutto in ottica futura. Conoscere nuove realtà per approfondire maggiormente anche la conoscenza di sé stessi. Le pedane estere sono vere palestre di vita. Tanti infatti i fattori in gioco: agonismo, coraggio, determinazione e nuovi mondi. La missione che gli educatori devono svolgere si allinea su questi binari. La crescita del ragazzo, prima che dell’atleta, pure. Sfido chiunque perciò

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La nuova frontiera di Verona Scherma. Una scelta voluta. Ponderata. Il marchio di fabbrica della stagione agonistica 2013-2014

a trovare lati negativi in un’esperienza di questo tipo. Ritengo sia pressoché impossibile. Conoscere la scherma. No non esistono lati negativi», conferma subito Matteo Pontieri, spadista sedicenne presente in ambo le trasferte. «L’espressione dimensione internazionale non nasconde significati nascosti. Personalmente sono entusiasta della scelta operata dalla mia scuola. Soprattutto per l’aspetto che attualmente mi preme in misura maggioritaria: ossia quello di migliorare il mio livello di scherma. Le pedane internazionali ,in tal senso, sono la cura migliore. Oggi innanzitutto posso definirmi più competente in materia schermistica. Le varie scuole della scherma europea non sono più ignote al sottoscritto. Adesso inoltre so gestirmi con maggiore cognizione di causa in pedana. È un vantaggio di cui molti coetanei italiani, purtroppo, non possono ancora godere. Mi ritengo perciò un agonista fortunato. Speriamo che Verona Scherma non interrompa questo esperimento. Conoscere sé stessi. Io non tralascerei nemmeno la relazione con i coetanei» commenta infine Caterina Panattoni, diciottenne spadista e tra le più positive nelle trasferte in terra estera. «In primo luogo le avventure all’estero impongono il superamento di alcune barriere mentali, prima che sportive. Ognuno di noi infatti è costretto ad abbandonare le proprie certezze, per sperimentare nuove opportunità di condivisione. La nostra personalità si struttura così in nuovi ambiti. È la parte più affascinante di ciascun apprendimento. Lo sport infine è il solito veicolo formidabile per trasmettere conoscenza. Verona Scherma ha fatto la scelta giusta.

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HOCKEY di Mirko Simonaio

Benvenuti al fun village dell’hockey Prosegue l’attività promozionale delle F.I.H. Verona tra i giovani e gli studenti. Evento clou: Sport Expo 2014

Tutto pronto per l’edizione 2014 di Sport Expo la quarta per la F.I.H. alla quale si presenta con un nuovo “vestito”, infatti grazie alla collaborazione con le 3 società presenti sul territorio veronese (Hcf.Villafranca, H.Villafranca e la nuova società cittadina Hockey School Verona) all’Hockey fun Village inviato da Roma saranno presenti varie attività che riempiranno le 3 giornate fieristiche. Nel campo 20x40 nella mattinata di sabato verrà disputata la fase provinciale dei giochi studenteschi alla quale parteciperanno i ragazzi e le ragazze under 14 delle scuole Don Mazza (Verona), Pertini (Verona), Don Allegri (Villafranca),Cavalchini (Villafranca), Simoni (Buttapietra). Nel pomeriggio ci saranno alcune partite tra le rappresentative locali under 10 e under 14. Nella mattinata di domenica si disputerà il torneo promozionale “Sport Expo 2014” del triveneto per la categoria under 12 sia maschile che femminile. Nel pomeriggio di domenica per l’occasione si disputerà la fase finale del Campionato Italiano maschile riservato ai disabili senior H.L’Archetto – HC Roma. La mattina del lunedi sarà tappa del percorso promozionale sportivo riservato alle scuole elementari interessate grazie alla presenza dell’ istruttore Mirko Simonaio, dell’atleta Lulù ( Luisa Klenner) diretti dal Consigliere Federale Marco Saviatesta.

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1° TROFEO SD+ Per tutta la durata della fiera presso l’hockey fun village saranno a disposizione aree video, box dove poter fare le preiscrizioni ai corsi primaverili che si terranno a Verona e Villafranca, un minicampo in erba sintetica dove fare giochi e prove di abilità con l’ausilio delle atlete ed atleti che con gli istruttori faranno inoltre piccole dimostrazioni e giochi con tutti i bambini e ragazzi presenti. Sarà presente un’area dedicata alle tematiche sociali quali prevenzione al Bullismo e al Doping. Da Berlino per l’occasione verrà un’atleta, Luisa Klenner che in passato ha militato nel HCFVillafranca del presidente Miodrag Vujovic, la quale ha chiesto di voler essere presente alla Fiera di Sport Expo 2014 per aggiungere nel suo album dei ricordi anche questa esperienza, una 3 giorni di festa e sport. Infatti la sua richiesta è frutto della soddisfazione e delle emozioni vissute lo scorso anno quando ha presenziato all’edizione di vivi lo sport 2013 presso il palazzetto dello sport di Verona.

In occasione di Sport Expo 2014 il Settore Promozionale della Fih organizza il “Torneo promozionale di hockey Trofeo Sportdi+ che verrà disputato su un area di gioco Indoor (40x20)

La Federazione Italiana Hockey crede fermamente nell’importanza di eventi come questi per la diffusione della vasta offerta di discipline sportive e dei valori morali che esse veicolano, pertanto vuol contribuire anch’essa a superare quota 60.000 ingressi. Le società Hockey School Verona, Hcf Villafranca e H.Villafranca vi attendono numerosi all’ Hockey Fun Village.

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Frisbee di Luca Fratton

Dischi in aula! Se negli ultimi tempi vi è capitato di vedere qualche disco bianco volare in città si tratta dei Disc’o’ver! Da un po’ infatti il gruppo si è ingrandito e la squadra al momento conta circa trenta tesserati. E il campionato italiano è alle porte... Una grandissima parte di lavoro riguarda gli interventi nelle scuole: per il terzo anno gli istruttori e giocatori dei Disc’o’ver portano il frisbee all’interno degli istituti di medie e superiori della provincia di Verona. Cercando di far fronte a diverse difficoltà organizzative la politica di promozione di questo sport è sempre stata una priorità, grazie alla passione e alla fiducia dei praticanti nella loro attività ma anche al riscontro positivo che in questi tanti mesi è emerso dai vari interventi. Il progetto, redatto dagli istruttori e promosso da CUS Verona, FIFD e Provveditorato agli Studi di Verona, prevede interventi durante l’orario scolastico curricolare per unire le forze agli insegnanti di educazione fisica e proporre un ciclo di avviamento al gioco dell’Ultimate, così da portare i ragazzi in poche lezioni a poter giocare una partita intera. A differenza degli altri sport, nell’Ultimate non esiste la figura dell’arbitro per cui ogni giocatore deve imparare a gestire il proprio gioco su due piani differenti, uno quello della propria performance atletico-tattica, l’altro quello dell’autoarbitraggio, diventando con la pratica abile ad unire questi aspetti e ad acquisire naturalezza nel gestirsi attraverso le regole del gioco. Si tratta quindi di impostare un percorso che non solo smuova i ragazzi dal punto di vista fisico, ma anche e soprattutto da quello comportamentale; acquisire consapevolezza e puntare all’autosufficienza è l’obiettivo educativo principe, per cui poter incoraggiare questo processo guidando una classe nel gioco diventa molto stimolante anche per gli istruttori, senza ovviamente dimenticare il divertimento. Sono anche previsti interventi in orario extracurricolare volti a formare dei gruppi sportivi pomeridiani o serali, che hanno l’obiettivo di condurre un lavoro

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più approfondito con gli studenti che desiderano portare il proprio gioco ad un livello più alto, solitamente in vista del torneo interscolastico annuale, che quest’anno vedrà la sua terza edizione in data 8 maggio. In tre anni di lavoro insieme alle scuole abbiamo potuto conoscere la realtà di molti ragazzi, ai quali abbiamo provato a far conoscere la nostra di persone appassionate di frisbee; le classi con le quali iniziavamo i cicli di lezioni non erano affatto le stesse che lasciavamo il giorno del torneo: “Frisbee? Ma cos’è un gioco per cani?”, “Ah sì io ho giocato a frisbee, l’anno scorso al mare…” e tante altre sono le esperienze riportate all’inizio da chiunque, ma sono anche le frasi che ci spingono a invitare davvero tutti a venire a vedere cosa sia una partita di Ultimate giocata dai ragazzi delle superiori, per lasciarsi un pochino stupire dall’agonismo e dalla voglia di vincere che si respirano sui campi e dalla capacità sempre nuova di saper gestire i momenti critici di scontro senza degenerare in male parole o peggio.


PROGETTO VOLANTE BEN IDENTIFICATO Cus Verona, FIFD e Provveditorato agli studi di Verona hanno unito le forze per proporre un ciclo di avviamento al gioco dell’Ultimate

A differenza degli altri sport, nell’Ultimate-Frisbee non esiste la figura dell’arbitro per cui ogni giocatore deve imparare a gestire il proprio gioco su due piani differenti, uno quello della propria performance atletico-tattica, l’altro quello dell’autoarbitraggio, diventando con la pratica abile ad unire questi aspetti e ad acquisire naturalezza nel gestirsi attraverso le regole del gioco

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APPUNTAMENTI | PODISMO a cura della Redazione

DOMENICA 16/3 41ª Sgambada de San Giuseppe Quinto di Valpantena (VR) Cantina Valpantena ore 8:30 Tre percorsi piani di Km 5, 9 e 14. DOMENICA 23/3 28ª Caminada de qua e de la dela Baldona Forette di Vigasio (VR) impianti sportivi Via Cesare Sinibaldi ore 08:30 Tre percorsi piani di Km 5 - 8 e 14,5. 3° Giro del Monte Moscal Affi Municipio di Affi (VR) ore 8:30 Due percorsi ondulati di Km 7 e 15. DOMENICA 30/3 11ª Caminada dei tre campanili in festa Bonavicina di San Pietro di Morubio (VR) ore 8:30 Tre percorsi piani di Km 6, 12 e 20. 25ª Tra vigneti e boschi Belluno Veronese (VR) ore 8:30 Tempo Tre percorsi di Km 4 e 8 piani e Km 13 ondulato 597° Palio del Drappo Verde Verona Piazza Arsenale ore 9 Podistica competitiva percorso unico km 10

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Correre a Verona a marzo e aprile DOMENICA 6/4 4 passi in primavera Verona Ponte Crencano ore 9 - 10 Due percorsi di km 12 e km 21 LUNEDÌ 21/4 (PASQUETTA) Marcia tra i ciliegi San Giovanni Ilarione (VR) Ore 8:30 - 9 Tre percorsi di Km 7 , 13 e 21 VENERDÌ 25/4 In allegria sui tre colli Cà di Cozzi (VR) Ore 8:30 - 9 Tre percorsi di km 6, 10 e 18 DOMENICA 27 APRILE Marcia di San Floriano Zimella (VR) Ore 8-9 Quattro percorsi di km 6, 11, 16 e 24



SCIENZE MOTORIE di Enrica Girelli

Run for Science un progetto dalle molteplici finalità In questa intervista il Prof. Federico Schena, preside della Facoltà di Scienze Motorie di Verona, ci spiega come è nato e come si sviluppa lo studio che coinvolge ben 42 soggetti La Facoltà di Scienze Motorie dell’Università di Verona è sempre stata una delle più attive in Italia per quanto concerne la ricerca scientifica in questa materia. Con l’inizio del nuovo anno, ha preso avvio un ambizioso progetto di studio sulla corsa, a cui è stato dato il titolo di “RUN FOR SCIENCE: la corsa a servizio della scienza, la scienza a servizio della corsa”. Diretto dal Prof. Federico Schena, preside della Facoltà, e coordinato dallo staff del Centro Maratona, il progetto si prefigge di approfondire in modo scientifico alcuni aspetti di questo sport di endurance su un campione di podisti amatoriali. Abbiamo incontrato il prof. Schena in occasione della conferenza di presentazione tenutasi il 21 gennaio al Palazzetto Gavagnin. Professore, quali sono le peculiarità che rendono rilevante questo studio? Innanzitutto, si tratta di una delle poche ricerche che verrà effettuata non su atleti professionisti o comunque di alto livello, ma su podisti amatoriali. Altro aspetto molto importante è il campione dei sog-

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getti analizzati: generalmente gli studi in materia possono utilizzare campioni di 6-8 soggetti. Run for Science si avvale di un campione iniziale di 42 soggetti, e di un altro gruppo che verrà utilizzato solamente per il test finale. Inoltre, il progetto si arricchirà di importanti collaborazioni con docenti delle Facoltà di Scienze Motorie di Milano, Torino, Roma e Pavia, oltre che con la Facoltà di Medicina dell’Università di Verona. Si tratta quindi di una ricerca che ha tutti i presupposti per avere rilevanza nella letteratura scientifica. Quali sono state le fasi preliminari della ricerca e come si sta svolgendo? In gennaio è stato selezionato il campione di atleti partecipanti allo studio. Su di loro sono stati effettuati alcuni test in laboratorio, in particolare la valutazione del massimale, e due test di velocità in pista, uno sui 2000 mt e uno sui 10.000 mt. Questo per permettere un’analisi iniziale del campione di studio. Successivamente i soggetti sono stati assegnati in modo casuale a tre gruppi che, dal 3 febbraio e per le dieci settimane successive, seguiranno tre tipologie diverse di allenamento da tre uscite settimanali: un programma “classico” a bassa intensità, uno “ad alta intensità”, che prevede corse più brevi ma di maggiore intensità, e un programma che abbiamo chiamato EST, Eccentric Strenght Training, che prevede una seduta a settimana in palestra per allenare la forza con l’utilizzo di una macchina a movimento eccentrico.

sulla distanza della maratona e della mezza maratona, alla quale prenderanno parte i soggetti che hanno seguito le dieci settimane di allenamento e un’ulteriore cinquantina di atleti reclutati come “gruppo di controllo” . Poiché si tratta di una gara a fini scientifici, tutti i partecipanti saranno sottoposti ad una serie di misurazioni prima, durante e dopo la competizione, per valutare in particolare i parametri dello sforzo e dell’efficienza muscolare. Verranno poi contattati dopo qualche giorno dalla gara per rilevare i tempi di recupero di ciascun atleta. Chi è coinvolto direttamente nel seguire lo studio? La ricerca è curata dal Centro Maratona, coordinato dal dott. Cantor Tarperi, e da Luca Festa, che baserà su Run For Science la sua tesi di laurea specialistica. Per l’organizzazione della gara sarà fondamentale anche la collaborazione della neonata associazione Alumni Scienze Motorie, che raduna i laureati di questo corso di studi desiderosi di rimanere in stretto contatto con l’Ateneo. Pensate di ripetere in futuro una ricerca di questo tipo? Il nostro obiettivo è proprio quello di ripetere una ricerca di questa portata tutti gli anni. Run for Science è un progetto pilota che ci farà capire come meglio organizzare altri ricerche di questo tipo per studiare aspetti diversi della corsa o di altri sport di endurance.

Quando si concluderà il progetto e come sarà strutturato il test finale? Nella settimana dal 7 al 12 aprile gli atleti ripeteranno le prove eseguite all’inizio per valutare i loro miglioramenti. Domenica 13 aprile verrà organizzata, con partenza dalla sede di Scienze Motorie, una vera e propria competizione

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EVENTI di Alberto Cristani

Giro del lago di Resia dove correre è fantastico! Nell’incantevole scenario offerto dalla Val Venosta, a pochi chilometri dal confine con l’Austria, si terrà il 19 luglio il Giro del Lago di Resia, evento podistico giusto quest’anno alla sua 15^ edizione Anche quest’anno il Giro del Lago di Resia si correrà tra il fantastico panorama al cospetto dell’Ortles, la montagna più alta in provincia. La cerimonia dei vincitori sarà importante e con grosse novità, anche se il presidente tiene i dettagli sotto segreto. Regale sarà anche il trattamento per tutti gli spettatori che con le immagini della gara progettate su due maxi schermi potranno sentirsi in prima fila e godersi lo spettacolo. Per garantire ai partecipanti una gara di alta qualità, gli organizzatori hanno a disposizione un’armata di oltre 400 collaboratori. La giornata inizierà con un mercato al mattino presso la zona d’arrivo. Il “vero” Giro del Lago di Resia avrà inizio alle ore 17, ma dalle ore 13.30 fino all’arrivo degli ultimi Nordic Walker intorno alle 20, la strada intorno al lago sarà sempre in fermento. A fine gara, la festa proseguirà nel tendone gigante fino a notte fonda. Il percorso di 15,3 chilometri si snoda completamente intorno al lago di Resia, famoso per il suo campanile sommerso: difficile trovare una location più suggestiva per una corsa. Lungo tutto il perimetro del lago si corre principalmente lungo la pista ciclabile. La partenza avrà luogo a Curon presso il campanile storico che è situato a 1.450 m. La prima parte del percorso è molto piana e si corre circa 5 km in direzione di San Valentino alla Muta. Prima dell’ingresso in paese si gira lungo la diga del lago che poterà in un percorso leggermente tagliato e molto ombreggiata direzione Belpiano fino al chilometro 11. La corsa prosegue in pianura fino a Resia. Gli appassionati avranno la possibilitá di una splendida vista sull´Ortles, il più alto ghiacciaio dell’alto adige con 3.905 m. Gli ultimi chilometri di corsa sono in pianura e in parte su strada sterrata.

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ALL’OMBRA DEL CAMPANILE L’edizione 2013 del Giro del Lago di Resia ha richiamato a Curon oltre 10mila persone di cui oltre 4000 hanno partecipato alla gara

Il Giro del Lago di Resia, il piú grande evento podistico in Alto Adige, è sia per gli atleti occasioniali sia per gli atleti competitivi un appuntamento da non perdere. Oltre ai podisti sono benvenuti anche gli handbiker e i nordic walker. I più piccoli possono gareggiare nel percorso bambini. La lunghezza del percorso varia in base al loro anno di nascita. Nella categoria “Just for fun” i corridori possono godersi il Giro del Lago di Resia senza cronometro e senza valutazione. Grazie all’accordo siglato con il presidente del C.O. Gerald Burger Sportdi+ magazine è media partner del Giro del lago di Resia edizione 2014. Obiettivo? Portare un gran numero di podisti veronesi sulle rive del lago di resia, per correre e per fare festa. Perché lo sport, non dimentichiamolo, è in primis allegria!

INFO www.girolagodiresia.it redazione@sportdipiu.com


www.girolagodiresia.it

15 Giro Lago di Resia o

Sabato, 19.07.2014 路 ore 17.00 路 15,3 km con corsa JUST FOR FUN, Nordic Walking e corsa delle mele per Bambini

Training Holidays con Fulvio Massini

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GINNASTICA ARTISTICA di Alberto Cristani

in collaborazione con Emauela Palermo

Isa Bartolucci una ginnasta con i piedi per terra Isabella Bartolucci è una giovane e talentuosa promessa della ginnastica artistica. Il sacrifico e la passione, oltre ad una grande maturità, la stanno portando… sempre più in alto La ginnastica artistica è una delle discipline sportive che richiedono maggior sacrificio e applicazione continua. Isabella Bartolucci la pratica dall’età di 8 anni e già con le prime gare si era aggiudicata la partecipazione ai campionati Italiani per le allieve di 1° livello. Da allora ha continuato ad allenarsi con gioia e determinazione. Gioia perchè ama questo sport ed entra in palestra con il sorriso riconoscendo questo un ambiente nel quale sta bene e si diverte insieme alle sue compagne. Determinazione perchè vuole riuscire a mantenere sia il suo impegno scolastico che sportivo ad un buon livello. Nel 2013 è passata nella categoria junior 1^f che la vede competere con le future promesse della ginnastica. Rinunciando alle vacanze estive per poter allenarsi con continuità, ha partecipato alle due prove regionali qualificandosi 1° e 2° raggiungendo così il traguardo di qualificarsi ai campionati italiani di categoria, ambito nel quale sono molti anni che una ginnasta veronese non arriva. è infatti molto difficile riuscire ad allenarsi con efficacia sui 4 attrezzi che la categoria richiede (parallele,trave,corpo libero e volteggio), di solito chi è arrivato ha gareggiato nella specialità prescelta. Isabella frequenta la 3^ F della scuola media E. Pertini. “La mia passione – ci spiega Isabella - nasce a 7 anni quando mi viene proposto di portare a tre gli allenamenti settimanali di 2 ore che l’anno prima svolgevo solo due volte la settimana da 1,5 ore. Mi piaceva così tanto stare tra gli attrezzi di una palestra che non mi sembrava vero di poter starci di più. Per praticare questo sport bisogna essere molto mobili articolarmente ed avere una muscolatura elastica e potente. Fondamentali sono poi la forza di volontà – tanta - e l’ordine mentale. Qualità che mi hanno aiutato anche nelle mie difficoltà scolastiche”.

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ISA È BELLA Coordinazione e grazia. Ma anche grinta e potenza. La ginnastica artistica è sicuramente una delle discipline più affascinanti del panorama sportivo

Ci sono poi i campionati e le gare. Prosegue Isabella: “Esiste un campionato a squadre dove il minimo richiesto è che vengano coperti 4 attrezzi con 3 atlete per attrezzo e si può disputare la serie A, B, C. Per la mia età questo campionato si svolge nella prima parte dell’anno agonistico, da gennaio a maggio. Poi si continua con la preparazione per le gare individuali che sono da settembre a dicembre circa. Per le gare individuali si possono disputare solo due gare regionali e una interregionale Se ci si qualifica con un punteggio


che rientra nei primi 30 d’ Italia si può accedere alla fase nazionale. Purtroppo la possibilità di provarsi in gara non è molta e quindi bisogna anche allenarsi a dare il massimo quando è richiesto. Per quanto riguarda le discipline nelle fasi giovanili le atlete devono portare in gara tutti e 4 gli attrezzi e cioè trave, parallele, volteggio, corpo libero. Passando alla categoria Junior, cioè dopo i 12 anni, si deve scegliere se continuare con i 4 attrezzi e allora si partecipa alle gare di Categoria, oppure si scelgono uno o due attrezzi e ci si specializza su questi. Chiaramente sono le atlete

Per praticare questo sport servono strutture adeguate che a Verona sono purtroppo poche. “Verona città evidenzia Isabella - l’unica palestra dove poter allenarsi è quella del Bentegodi anche se manca il quadrato per il corpo libero, ma deve essere condivisa anche con altre discipline e la ginnastica artistica ha bisogno di molte ore di allenamento sull’attrezzo. Fuori città nella zona industriale di San Martino B.A. ne esiste un’altra (dove mi sto allenando) ha anche il quadrato e qui riesco ad avere più spazio di allenamento”. Conciliare sport e studio non è facile. Isabella però sembra aver trovato la formula giusta: “Basta essere metodici, sfruttare ogni momento della giornata e della settimana. Nel fine settimana mi riposo e sopratutto mi butto avanti con lo studio perchè so che negli altri giorni non posso farlo. Dopo la scuola arrivo a casa, un pasto leggero, preparo lo zaino per la palestra e alle 14.30 sono già sulla riga di base che faccio il saluto alle mie allenatrici per cominciare il mio allenamento. Finisco in media alle 17.30-18 e poi a casa a studiare. Anche il tragitto casa-palestra è un momento di studio (mezz’ora per andare e per tornare n.d.r.). Questo avviene dal lunedì al venerdì. Io sono in terza media e per ora va tutto bene. Dal prossimo anno si vedrà e la mia scelta scolastica sarà anche fatta in base alle possibilità di raggiungere in fretta la palestra e riuscire a continuare la mia passione”.

più forti che proseguono con i 4 attrezzi perchè in questa fase le richieste di difficoltà sono più alte e non è facile impararle per tutti gli attrezzi”. Che obiettivo si pone Isabella Bartolucci per il 2014? “Il mio obiettivo per quest’anno era rimanere in Categoria e ci sono riuscita qualificandomi anche per i Nazionali per il prossimo anno cercherò di partecipare ai nazionali elevando il mio punteggio e ottenendo un piazzamento migliore”.

Sport e passione fanno rima con emozione. Anche qui Isabella ha le idee molto chiare: “Le emozioni più forti le provo ogni volta che riesco a fare e a portare in gara una difficoltà nuova. Quando riesco a fare un doppio salto avanti o un doppio avvitato - come ho appena imparato - e ricadere in perfetto equilibrio a terra, o in uscita dall’attrezzo, è per me una grande emozione. E soddisfazione perché ho vinto una sfida ancora più alta con me stessa. Oltre a questo il partecipare campionati Italiani avendo vicine le ragazze della Nazionale è sempre una grande emozione”. Chiediamo infine a “Isa” di convincere un suo coetaneo a praticare questo sport. Sentite cosa risponde: “Convincere qualcuno? Potrei farlo solo se fosse un bimbo o una bimba che ama mettersi alla prova senza timore e che è curioso di provare il suo corpo. è difficile convincere qualcuno a praticare questo sport se non ha confidenza con il proprio corpo e se non ama le sfide!”.

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EQUITAZIONE di Alberto Cristani

Marcello Manganotti in volo oltre l’ostacolo A soli 18 anni Marcello si prepara a vivere una stagione che, se manterrà le premesse, potrebbe farlo arrivare a vestire la maglia Azzurra. Insieme, ovviamente, ai suoi fantastici compagni: i cavalli Cavaliere e non, per esempio, centravanti: come mai? La mia scelta deriva dalla passione che ho sempre avuto fin da piccolo per i cavalli; ero intrigato dall’idea di mettermi in contatto con un animale e in più la mia è una famiglia che ha sempre vissuto in mezzo ai cavalli. Diciamo che è stata una cosa naturale… Cosa dicono e pensano i tuoi coetanei dell’equitazione? Eh, purtroppo l’equitazione non è uno sport molto praticato. Quando racconto che sport pratico spesso la gente mi guarda strano o dice: “Equitazione…Ah si? Anch’ io ho dei cavalli e anch’io la cavalcavo da piccolo. Solo in passeggiata però...”. Non è uno sport molto seguito e nessuno si fa un po’ di cultura a meno che non sia un minimo appassionato. Questa poca considerazione del mio sport non influisce e non cambia minimamente sulla mia scelta. Per cavalcare che tipo di preparazione devi affrontare a livello fisico e psicologico? E quanto ti alleni durante la settimana? Il montare a cavallo non richiede una preparazione atletica particolare. Ovvio se c’è è anche meglio. Mi alleno tutti i giorni della settimana di media 2/3 ore al giorno. A livello psicologico bisogna essere molto concentrati e soprattutto secondo me per andare avanti in questo sport non bisogna avere paura bisogna avere coraggio in tutto quello che si fa e fidarsi del proprio cavallo in ogni occasione. E poi c’è il rapporto con il cavallo... Il rapporto con il cavallo è fondamentale, anche se non si può parlare come si fa con un amico , bisogna creare amicizia e fiducia per essere un ottimo binomio, per me questa è una cosa importantissima. Io possiedo

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due cavalle femmine e con loro ho un rapporto speciale. Di loro so esattamente tutto, i difetti, le paure ma soprattutto so che di loro posso fidarmi in qualsiasi occasione. Qual è la tua specialità? Io pratico il salto ostacoli e credo sia una delle cose più emozionanti che si possano fare con il cavallo. Quando lo fai ti sembra proprio di volare, una sensazione di libertà… Incredibile, non si può spiegare! Ma chiunque l’abbia fatto almeno una volta sa benissimo di cosa parlo. Scuola e sport: come concili questi due impegni? Cerco di fare tutte e due le cose nel migliore dei modi. Spesso per il cavallo sono assente a scuola

e magari rimango indietro, ma con un po’ di impegno in più riesco a recuperare e a fare bene anche a scuola.

AZZURRO È il colore del sogno che Marcello Manganotti vuole realizzare nel 2014

Come si è chiuso il 2013 e che prospettive/ obiettivi ti poni per quest’anno? Mi aspettavo un 2013 più “glorioso” ma sono cose che capitano in questo sport. Non mi lamento di certo perché comunque ho fatto delle gare molto importanti e ho vinto anche una Coppa delle Nazioni in Olanda. Diciamo che non sono stato molto costante nelle varie prestazioni. Il 2014 è cominciato nel migliore dei modi: io e i miei cavalli abbiamo dimostrato che questo è il nostro anno. Spero di arrivare con la nazionale ai Campionati Europei e di fare poi un ottimo piazzamento: questo è l’obbiettivo che mi sono posto. Cavalcare è visto come uno sport di elite: è davvero così? Il salto ostacoli è sempre stato uno sport nobile, ci sono sempre nomi molto importanti soprattutto negli sponsor ma questo non significa che è uno sport per “pochi”. Quando c’è talento tutti possono fare tutto. A proposito di sponsor voglio ringraziare AGSM che dall’anno scorso mi affianca e mi supporta: uno stimolo in più per me a fare bene. Segui altri sport oltre a quello che pratichi e se si quali? Sei tifoso di una squadra o di un atleta in particolare? Seguo molto il calcio anche perché mio fratello più grande Matteo gioca a calcio in serie D. Inoltre sono tifoso sfegatato del Palermo. Alla fine delle interviste chiediamo sempre all’atleta di “invogliare” i nostri lettori a provare la sua disciplina. La domanda la facciamo anche a te… Beh, trovo fantastico il contatto con l’animale: montare a cavallo non è come guidare una macchina o giocare a calcio con i compagni ma non è neanche uno sport individuale come il tennis o il nuoto. Tutto dipende da te e dal tuo cavallo che, come l’uomo, è un essere vivente e quindi soggetto a imprevisti. Spesso succedono cose che non ti sembravano possibili. Questo sport è la mia vita come lo sono i cavalli; spesso è meglio parlare con loro che con una persona perché anche se non ti risponderanno, loro ti capiscono e quando anche tu capisci loro si crea qualcosa di inimmaginabile. Un feeling unico che dura per sempre.

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ULSS 20 di Susanna Morgante

UnGIRO, il social web per appassionati della bicicletta Il tempo sta iniziando a regalarci le prime giornate di sole, ricordandoci che la primavera è in arrivo Quale modo migliore di una bella biciclettata per sfruttare in pieno queste giornate e fare un po’ di sano movimento? Per aiutarci a fare questo, è stato ideato il portale unGIRO.it , dedicato interamente alla individuazione di percorsi ciclabili creati direttamente dai lettoriciclisti. Chi vi accede può visionare i percorsi caricati dagli altri utenti e inserirne di propri utilizzando file gps. Il sito è consigliato anche da MuoverSI’, il Programma regionale di promozione del movimento (di cui il Servizio Promozione Salute di Verona è capofila). UnGIRO si rivolge a singoli, associazioni, enti ed aziende che hanno in comune l’amore per la bicicletta, la natura, l’arte, la cultura e la buona tavola - e che lo vogliono condividere con altri appassionati. è possibile infatti pubblicare via web le proprie scoperte, i percorsi più belli e suggestivi, i punti di interesse del territorio, le immagini dei luoghi visitati ed i punti di ristoro più consigliati. Insomma il portale rende protagonista il ciclista stesso, valorizzando le sue conoscenze in merito al territorio. Nell’ottica della creazione di un social network a tema, gli utenti possono interagire attraverso lo scambio di notizie, esperienze, messaggi e contatti. Tanto che ora sta nascendo l’omonima associazione, proprio allo scopo di facilitare gli scambi tra appassionati della bicicletta. Uno degli obiettivi del sito è quello di dare ampio spazio a percorsi tematici, soprattutto urbani o atipici; ad esempio un percorso riguarda le case popolari del 900 a Verona, un altro illustra i tracciati della Lessinia. L’obiettivo è quello di vivere il territorio nella sua interezza e di prestare attenzione anche alle bellezze delle periferie che normalmente vengono ignorate a favore dei centri storici. Anche se esistono altri siti su questo tema, si tratta spesso di un semplice elenco di percorsi nella natura, letterari o sui luoghi delle città d’arte, generalmente presi da siti stranieri e magari molto numerosi ma difficili da consultare e con poche noti-

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WEB A PEDALI zie sulle particolarità del territorio. Invece qui l’idea di fondo è quella di permettere ad appassionati di ciclismo sportivo e turistico di formarsi un’opinione, di capire se un percorso può essere o meno di loro gradimento e se è alla loro portata dal punto di vista dell’impegno fisico. Molta attenzione è rivolta alla facilità di lettura ed interpretazione delle pagine web, in cui viene dato ampio spazio alla multimedialità anche grazie al caricamento di immagini e video da parte degli utilizzatori del portale (si possono inserire immagini, link, video e commenti). I creatori della piattaforma si sono preoccupati poi dell’attendibilità delle fonti, dando agli utenti informazioni relative a coloro che hanno scritto l’itinerario: a partire dal nome fino ai lavori già pubblicati sugli aspetti urbanistici o naturalistici del territorio. Tutto questo è convalidato dal marchio della redazione, che visiona sempre i

Il sito ungiro. it propone ed individua percorsi ciclabili per tutti i gusti e per tutte le capacità

percorsi pubblicati. Esiste anche la versione mobile del sito, che (con uno smartphone ed attraverso la geolocalizzazione) permette agli utenti di verificare la propria posizione sul percorso, evitando l’inconveniente di perdersi. In alternativa è possibile scaricare il file gps nel proprio navigatore o nello smartphone e lasciarsi guidare durante l’esecuzione del percorso. Insomma, unGIRO.it permette agli appassionati di bicicletta di crearsi un proprio archivio di percorsi e di condividerli con altri appassionati, di visionarli e sceglierli, di non perdersi e di fare del buon movimento in compagnia o in solitaria alla scoperta di punti di interesse con diversi aspetti tematici connessi alla natura o alla cultura. L’unica cosa che ci resta da fare a questo punto è: prendere la bicicletta e… pedalare!!! Susanna Morgante, Diego Soave, Carlotta Chiari Servizio Promozione ed Educazione alla Salute, Dipartimento di Prevenzione ULSS 20

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SALUTE di Federica Oreglia

Troppo sport fa male? L’esercizio fisico è la prima cura a patologie tipiche della sedentarietà. Ma se si eccede nella pratica sportiva a cosa si può andar incontro? Troppo sport fa male? Partiamo da una provocazione dal momento che la malattia numero 1 da sconfiggere oggi è la sedentarietà, che in un recente studio dell’OMS compare al quarto posto nella lista delle principali cause di decesso, preceduta solo da ipertensione, fumo ed eccesso di glucosio nel sangue. L’esercizio fisico e l’attività sportiva sono associati a un minor rischio di incorrere in patologie cardiovascolari, ipertensione, obesità e diabete. Nello specifico l’attività fisica abbassa la pressione sanguigna, i trigliceridi, il colesterolo LDL e incrementa il colesterolo HDL (quello “buono”) da cui consegue un abbassamento del rischio di sviluppare queste malattie. L’attività sportiva coinvolge apparati fondamentali come quello cardiovascolare ma anche organi come fegato e pancreas e tutto ciò si riflette sulla biosintesi e il metabolismo lipidico. Da ricerche scientifiche recenti emerge che l’attività sportiva incrementa la tendenza infiammatoria e consuma alcuni acidi grassi polinsaturi ad attività antiinfiammatoria e protettiva per il sistema nervoso e cardiovascolare. Dall’altra parte provoca un incremento dello stress ossidativo e consuma le difese antiossidanti, aumentando di conseguenza, il livello dei radicali liberi nei tessuti. Come proteggersi dunque, da questi “effetti collaterali” dell’attività sportiva? è necessario prima di tutto dedicare più attenzione all’alimentazione che spesso, proprio negli sportivi, è disordinata e casuale come se, grazie al loro fabbisogno calorico abbondante rispetto agli individui sedentari possano godere di una sorta di “licenza” a mangiare tutto quello che vogliono. Tuttavia, le condizioni individuali variano con il tempo, l’età e lo stato fisico, pertanto è facile scivolare verso uno squilibrio.

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La supplementazione di integratori, in questo caso, dovrebbe essere suggerita con attenzione secondo un concetto di reale necessità valutato singolarmente e personalizzato perchè ciascun individuo può depauperarsi di alcuni componenti. Allo stato attuale quello che può guidare il medico o il farmacista esperto in nutrizione è la risposta dell’analisi di lipidomica della membrana cellulare che permette di conoscere le reali necessità del soggetto così da mirare esattamente ai suoi bisogni.


in eccesso, associare un’alimentazione idonea che contenga il cocktail giusto di nutrienti per sostenere e migliorare la performance fisica. Inoltre, l’analisi consente di rilevare carenze di Omega 3 e squilibrio nel rapporto fra gli Omega 3 “buoni” e gli Omega 6 che predispongono ad un quadro infiammatorio.

Allo stato attuale quello che può guidare il medico o il farmacista esperto in nutrizione è la risposta dell’analisi di lipidomica della membrana cellulare che permette di conoscere le reali necessità del soggetto così da mirare esattamente ai suoi bisogni

Nel mondo dello sport gli acidi grassi della serie omega 3 sono essenziali per la salute in toto dell’atleta. La maggior parte degli effetti di questi lipidi sono opposti a quelli determinati dal processo di invecchiamento naturale. In particolare gli Omega 3 aumentano l’ossidazione degli acidi grassi per la produzione di energia, aumentano le difese dell’organismo contro i radicali liberi, aumentano la sensibilità all’insulina e prevengono il diabete, aumentano il trasporto di ossigeno al muscolo cardiaco, in modo che il cuore non debba essere sottoposto ad uno sforzo eccessivo per ottenere l’ossigeno di cui ha bisogno per lavorare. L’attività sportiva consuma gli acidi grassi polinsaturi ad attività antiinfiammatoria e protettiva per tutti i tessuti incrementando la tendenza infiammatoria, il cui quadro porta a stress, infiammazioni, problemi articolari, difficoltà di recupero post allenamento. Anche l’incremento della fatica nell’allenamento e la riduzione dell’ossigenazione possono dipendere dalla fluidità e dalla permeabilità di membrana. Dott. ssa Federica Oreglia La Mia Farmacia Via Murari Bra, 53 (Verona)

L’analisi viene condotta sulla membrana del globulo rosso che è in connessione con lo stato di altre membrane e con il metabolismo lipidico dell’individuo, a sua volta in collegamento con familiarità, stato di salute, alimentazione e condizione generale metabolica. Il risultato consente di evidenziare precocemente carenze sulle quali intervenire in modo mirato per recuperare lo stato ottimale, di verificare l’effetto dello stress da radicali liberi, evitando di prescrivere sostanze antiossidanti

Bibliografia 1. Else, P.L.; Hulbert, A.J. Membranes as metabolic pacemaker. Clin. Exp. Pharmacol. Physiol. 2003, 30, 559–564. 2. Ferreri C, Chatgilialoglu C. Membrana cellulare e lipidomica. La salute dalla medicina molecolare. CNR (Roma), 2011. 3. Borkman, M., L. H. Storlien, D. A. Pan, A. B. Jenkins, D. J. Chisholm, and L. V. Campbell. The relation between insulin sensitivity and the fatty-acid composition of skeletal-muscle phospholipids. N. Engl. J. Med. 328: 238–244, 1993. 4. David S. Rowlands. Muscles, Membranes and Exercise- 10th International Conference on the Biochemistry of Exercise. Sportscience News Sept-Oct 1997 http://www.sportsci.org/news/news9709/crepssx.htm 5. Storlien LH, Hulbert AJ & Else PL (1998). Polyunsaturated fatty acids membrane function and metabolic diseases such as diabetes and obesity. Curr Opin Clin Nutr Metab Care 1, 559– 563 6. L. S. Piers, Karen Z. Walker, Rachel M. Stoney, Mario J. Soares and Kerin O’Dea. Substitution of saturated with monounsaturated fat in a 4-week diet affects body weight and composition of overweight and obese men. British Journal of Nutrition (2003), 90, 717–727. 7. Andersson A, Nälsén C, Tengblad S, Vessby B: Fatty acid composition of skeletal muscle reflects dietary fat composition in humans. Am J Clin Nutr 2002;76:1222–9. 8. Andersson A, Sjödin A, Olsson R, Vessby B: Effects of physical exercise on phospholipid fatty acid composition in skeletal muscle. Am J Physiol Endocrinol Metab 1998, 274: E432–E438. 9. Helge JW, Wu BJ, Willer M, et al.: Training affects muscle phospholipid fatty acid composition in humans. J Appl Physiol 2001, 90:670–677.

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FISCALITà di Giuliano Zocca

Circolare del Ministero del Lavoro sui rapporti di lavoro nello sport dilettantistico INTRODUZIONE Il Ministero del Lavoro, con la Circolare n. 37 del 21/02/2014, Prot. 37/4036, divulgata il 26 febbraio, torna sul tema delle prestazioni sportive dilettantistiche disciplinate dal primo comma lett. m) dell’art. 67 del Tuir, fornendo importanti indicazioni operative ai dirigenti, ai consulenti e soprattutto ai verificatori. SODALIZI SPORTIVI ED EFFICACIA DELL’ISCRIZIONE AL REGISTRO CONI Nella prima parte della Circolare, il Ministero detta una serie di principi, che pur sembrando scontati, rappresentano delle importanti conferme. In primis, la Circolare evidenzia che “mediante il riconoscimento le società e le associazioni … entrano a far parte dell’ordinamento sportivo e sono quindi sottoposte sia alle norme di tale ordinamento che a quelle dell’ordinamento statale. Tali caratteristiche delineano pertanto una netta differenziazione tra le SSD/ASD e le realtà imprenditoriali che “gestiscono” lo sport con fini di lucro”. Negli ultimi anni abbiamo assistito a numerosissime contestazioni che vertevano sull’indebita utilizzazione di agevolazioni e all’abuso dello strumento associativo non profit, utilizzato, secondo i verificatori, per dissimulare attività che presentavano concretamente caratteristiche e requisiti di natura tipicamente commerciale. La Circolare chiarisce che qualora un ente intenda svolgere attività sportiva e godere delle relative agevolazioni fiscali, effettua una scelta ben precisa, assoggettandosi a quanto previsto dalle normative in tema di sport dilettantistico senza scopo di lucro, quali a titolo esemplificativo: art. 148, comma 8, del T.U.I.R., art. 90, comma 18, della Legge 289/02, obbligo di certificazione medica, affiliazione e tesseramento alle Federazioni, etc.. Il punto successivo precisa la funzione del Registro

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CONI, ovvero che la “certificazione… [del]lo svolgimento da parte di SSD e ASD di attività sportive a livello dilettantistico... costituisce… il presupposto per l’applicazione del citato trattamento di favore”. Successivamente, specifica che “l’Amministrazione fiscale è interessata alla verifica dei presupposti di affiliazione al CONI e quindi della applicabilità del citato trattamento di favore”. è risaputo che l’art. 7


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del d.l. 28 maggio 2004 n. 136 convertito, con modificazioni, dalla legge 27 luglio 2004 n. 186, ha stabilito che il riconoscimento ai fini sportivi dilettantistici viene rilasciato dal CONI, essendo “l’unico organismo certificatore dell’attività sportiva dilettantistica”, ma in quasi tutti i verbali e accertamenti che abbiamo visto, tale disposizione è stata quasi sempre ignorata. RAPPORTI DI COLLABORAZIONE Nella Circolare viene illustrata la disciplina vigente sia per le prestazioni sportive dilettantistiche, che per le collaborazioni coordinate e continuative di carattere amministrativo – gestionale. Viene riconfermato il principio, ormai arcinoto, secondo il quale si ritiene applicabile il regime sui compensi sportivi, non solo ai soggetti svolgenti manifestazioni sportive, ma anche a coloro che svolgono attività di formazione didattica e preparazione fisica, e alle collaborazioni amministrativo-gestionali.

VERIFICHE SU ATTIVITÀ NON RICONOSCIUTE DAL CONI In conclusione, la Circolare detta le direttive agli organi ispettivi, fornendo l’indicazione che, ferma l’attività già avviata e i contenziosi in essere, si deve “concentrare la propria attività sulle diverse attività imprenditoriali … non riconosciute dal CONI”, fatta salva quella necessaria a verificare, per le associazioni e società sportive, in accordo con l’Agenzia delle Entrate, la legittimità dei presupposti per l’iscrizione (assenza di scopo di lucro) e a rispondere “nelle ipotesi di richieste di intervento per presunto svolgimento di prestazioni di natura subordinata”.

FORME DI TUTELA PREVIDENZIALE A seguito delle premesse sopra esposte esposte,, il Ministero annuncia l’esigenza di creare una forma di tutela previdenziale per gli sportivi. In particolare si afferma che “che l’attività di vigilanza svolta nei confronti di tali realtà (le società e associazioni sportive dilettantistiche, n.d.r.) ha determinato l’insorgere di contenziosi con esito in buona parte non favorevole per l’Amministrazione e per l’INPS” e alla luce di tutto ciò, il Ministero dichiara “di farsi promotore, d’intesa con l’INPS, di iniziative di carattere normativo, volte ad una graduale introduzione di forme di tutela previdenziale a favore dei soggetti che nell’ambito delle associazioni e società sportive dilettantistiche… svolgono attività sportiva dilettantistica nonché attività amministrativo-gestionale non professionale”.

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SICUREZZA STRADALE di Andrea Scamperle

La Giovane Europa “Voi siete un cumulo di menzogne e stronzate… Ma noi no, no. Noi dovremo andare a scuola, pregare, guidare piano, piano, imparare… Si, imparare. Ma da chi? Da te? Io non ti voglio guardare, non voglio sapere nulla di te. Il punto è che so che sono destinata ad essere come voi” Anno dopo anno, statistica su statistica, scuola dopo scuola, ora i risultati sulla strada si vedono: le stragi del sabato sera causate da giovani guidatori costituiscono un fenomeno proiettato verso l’estinzione o, quantomeno, destinato ad essere fortemente ridimensionato. Sebbene nell’immaginario collettivo veronese queste asserzioni possano apparire un tantino ottimistiche - complice anche il recente tragico incidente di Arcole - è sufficiente sfogliare le pagine di cronaca dei quotidiani il fine settimana per scoprire, per esempio, che sulle strade scaligere negli ultimi due mesi (gennaio-febbraio) hanno perso la vita 1 pedone e 5 automobilisti e di queste 6 persone solamente 1 era un giovane 26 enne che, nel dopo cena di un mercoledì sera, perdeva autonomamente il controllo della propria auto schiantandosi contro un albero. Le altre 5 persone avevano un’età compresa tra i 50 ed i 73 anni, ossia ben oltre la fascia d’età giovanile. Anche questi primi dati portano dritti dritti ad una conclusione ossia, che è inequivocabilmente il caso di smettere di puntare il dito verso i giovani, indicandoli come principali autori di condotte irresponsabili. Prendendo spunto dalla cinematografia, sono significative le frasi tratte dal film “Young Europe” del regista italiano Matteo Vicino, con cui la giovane francese Josephine, colpevole di aver investito mortalmente una donna, sentita dall’assistente sociale risponde: “Tu come vivi la tua vita? Quando cammini, quando parli, quando dormi, quando fai l’amore? Noi giovani siamo li. Io vedo le tue bugie. Le tue manipolazioni. Quando guidi a 150 km orari su Boulevard Pereire… Voi siete un cumulo di menzogne e stronzate… Ma noi no, no. Noi dovremo andare a scuola, pregare, guidare piano, piano, imparare. Si, imparare. Ma da chi? Da

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te? Io non ti voglio guardare, non voglio sapere nulla di te. Il punto è che so che sono destinata ad essere come voi. è la nuova generazione. La giovane Europa.” Considerazioni forti, un vero atto d’accusa verso gli adulti che dovrebbe indurre ad una profonda riflessione e a poco serve controbattere con un ben poco costruttivo “Si, ma anche voi correte……” perché questo crea solamente una sterile polemica che ci vorremo francamente risparmiare. Giudicare meno e farlo comunque dopo aver fatto un minimo di sana introspezione può aiutarci ad essere più coerenti con noi stessi e verso i giovani che ci proponiamo di sensibilizzare. Dalle parole di Josephine traspare tutta l’amarezza di una ragazza che sembra già aver gettato la spugna, scoraggiata da un destino che ai suoi occhi risulta inappellabile e che non è il risultato di un percorso che si costruisce giorno dopo giorno, mattone dopo mattone, bensì di un fato che si compie a prescindere e questo atteggiamento è per noi una inaccettabile sconfitta dichiarata sul blocco di partenza. A pensarla così sono anche molti di coloro che presentano un “locus of control” esterno che li vede attribuire il proprio destino al solo comportamento altrui. Già, perché seguendo questa logica si porterebbe a giustificare tanti comportamenti di guida scorretti, rifuggendo dalle proprie responsabilità e affermando, per esempio, che in caso di tamponamento la colpa non sarebbe tanto del tamponante, ma bensì del conducente tamponato che se non avesse frenato non sarebbe avvenuto l’incidente. I poliziotti del Progetto Icaro, che negli anni hanno fatto formazione nel mondo della scuola, hanno sempre invitato gli studenti a rifiutare questa logica e tanti di loro li hanno probabilmente ascoltati, perché se oggi le stragi del sabato sera sono all’angolo non è solamente il risultato dei controlli alcolemici e del calo del traffico, bensì l’esito di azioni sinergiche con interventi di prevenzione in ambito giovanile che, purtroppo però, sono di limitato interesse, fatta salva qualche virtuosa eccezione, nella popolazione adulta. Tutto ciò a fronte

dell’impegno istituzionale nel promuovere serate tematiche sull’educazione alla sicurezza stradale, il cui scarso successo è solo in parte da attribuire alla carente pubblicizzazione dell’evento. Abbiamo iniziato questo breve articolo con una veloce analisi statistica dei recentissimi sinistri mortali avvenuti nel veronese ma ci siamo subito spostati, attraverso il linguaggio filmico, a confrontarci sulle responsabilità che cadono in capo ad ogni generazione. Non possiamo infatti pensare di raggiungere il secondo traguardo europeo del 2020 del dimezzamento dei decessi stradali senza riconsiderare l’atteggiamento alla guida degli adulti ai quali, fortunatamente, giunge in soccorso l’ultima generazione, quella dei bambini che, inflessibili maestri di sicurezza, sono pronti a ricordarci che le regole valgono per tutti e si sa che chi sta davanti, seduto al volante, ha l’obbligo materiale e morale di essere d’esempio alla nostra cara e amata “giovane Europa”. Andrea Scamperle Tutor di educazione stradale della Polstrada di Verona andrea.scamperle@poliziadistato.it Francesca Montereali Dirigente della Sezione Polstrada di Verona francesca.montereali@poliziadistato.it

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Telenuovo è media partner ALE’ VERONA

Le emozioni dei Match dell’Hellas commentate dalla nostra redazione con interviste e dopo partita DOMENICA ALLE 14.00 e in concomitanza di anticipi e posticipi della partita dell’Hellas

POMERIGGIO HELLAS al fianco della Primavera per sostenere i campioni di domani SABATO ALLE 14.30

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Una stagione da vivere insie Solo su Te


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ufficiale dell’Hellas Verona VIGHINI SHOW

commenti a caldo e come sempre la possibilità di intervenire in diretta. LUNEDI ORE 21.00 A seguire alle 22.45 la partita riproposta per voi per intero in esclusiva

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ROLLER-SOCCER di Andrea Tomelleri

Calcio sui pattini? Non sanno più cosa inventarsi! Alla scoperta di una nuova, pazza, entusiasmante disciplina: il roller-soccer! Hockey su rotelle e calcio si fondono per creare un dinamico gioco cinque contro cinque Ebbene sì, il roller-soccer è uno sport reale. Dall’hockey eredita i contrasti duri, il campo di gioco, i cambi illimitati ed i pattini in linea, dal calcio le regole base. Il portiere non può prendere la palla con le mani e deve difendere una porta larga 3 metri ed alta 1. Questo sport nacque negli Stati Uniti una decina di anni fa su idea di Zack Phillips, un personaggio un po’ eccentrico soprannominato anche baloon-head a causa del tatuaggio che gli orna la testa. Il rollersoccer ha trovato terreno maggiormente fertile in Europa dove attualmente è presente il maggior numero di squadre. In italia le squadre partecipanti a mondiali ed europei per team sono due: Piacenza e Roma. Nel 2011 il G.S. Lepis Piacenza arrivò terzo agli europei ed un giovane veronese vinse il titolo di miglior portiere d’europa. A rendere il roller-soccer ancor più interessante è la possibilità di incontrare campioni di altre discipline più conosciute del roller come Samo Bajec che fino a qualche anno fa vinceva ogni contest di street (roller), Anthony Avella (street), Davide Tacchini (downhill) e molti altri. A differenza di altri sport minori il roller-soccer è rimasto nell’ombra per la maggior parte delle persone. Ricordiamo tutti quando qualche anno fa venivano trasmesse su una rete Mediaset le partite di uno sport mirato alla spettacolarità: lo slamball. L’idea era abbastanza simile, fondere due sport (basket e trampolino elastico) per creare una disciplina che potesse attrarre l’attenzione. Nel 2010 a Piacenza sono stati ospitati i mondiali di roller-soccer ed una nota rete televisiva ha gentilmente risposto al nostro invito a partecipare dicendo che con una somma di 3000 euro avrebbero potuto montare un servizio. Nonostante la diffidenza della gente, il roller-soccer è uno sport incredibile: rovesciate e girate al volo sono piacevoli nel calcio

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ma diventano spettacolari se eseguite sulle rotelle, e vi posso assicurare che non mancano nelle competizioni internazionali. I ritmi di gioco elevati come nell’hockey e la fantasia di esecutiva come nel calcio assicurano allo spettatore di non annoiarsi. Se state cercando altri motivi per cui assistere ad una partita di roller soccer due veronesi giocano nella squadra di Piacenza e vi aspettano per regalarvi molte emozioni sul campo (l’ingresso alle partite è gratuito).


A Verona il roller-soccer è praticato presso la società sportiva Rollermania di Castel d’Azzano il mercoledì sera alle ore 19:30. Rollermania nasce nel 2005, ereditando attrezzature, maestri e spazi da una associazione che chiudeva il settore pattinaggio in linea per dedicarsi esclusivamente al pattinaggio artistico. Partita con 120 iscritti, ogno anno vanta tra i 200 e i 300 associati che usufruiscono di varie attività; oltre ai corsi di avviamento per tutte le età e livelli, con diversificate specializzazioni (corsa, free-style, hockey, roller-soccer, roller-cross, skateboard), Rollermania si distingue anche per l’apertura al pubblico, presso la tensostruttura di Castel d’Azzano in collaborazione con il Comune, durante le domeniche invernali, con possibilità di noleggio pattini. Rollermania è attiva inoltre con manifestazioni e feste nelle piazze di tutta Verona e provincia, con fiere ed attività dimostrative utilizzando un furgone attrezzato per il noleggio (tutti gli anni allo SportExpo a VeronaFiere). Se questo articolo vi ha anche solo incuriosito siete tutti invitati ad assistere e a giudicare con i vostri occhi la bellezza di questo sport o, perchè no, ad effettuare una prova gratuita, in ogni caso il maestro Gabriele vi aspetta.

Nonostante la diffidenza della gente, il roller-soccer è uno sport incredibile: rovesciate e girate al volo sono piacevoli nel calcio ma diventano spettacolari se eseguite sulle rotelle, che non mancano mai nelle competizioni internazionali

SKATE&GOL La velocità e la coordinazione dei pattini abbinata alla precisione di tiro del calcio. Non c’è che dire: il calcio sui pattini è davvero pazzesco!

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JUDO di Bruno Mostaffi

Judo Verona sempre più forte con Paiotta e Dal Corso Attività per bambini, ragazzi, agonisti e adulti con l’obiettivo di aumentare il controllo di se stessi, acquisire sicurezza nella gestione del proprio corpo, equilibrio mentale e lo star bene insieme con gli altri Federale di Roma, Paiotta ha superato con successo una prova d’esame molto selettiva, che non ha visto la promozione di tutti i candidati ammessi al corso. Pierluigi Paiotta è quindi diventato uno dei più giovani Maestri di Judo del Veneto.

JUDO VERONA L’Associazione nasce ufficialmente con nel 2007, ma le sue origini partono dal 1990. La Sede allenamenti è presso la Palestra Maritati di via Pigafetta, 17

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La parte finale dell’anno 2013 è stata fonte di grandi risultati per l’Associazione Sportiva Dilettantistica Judo Verona, che ha visto ampliata e rafforzata la preparazione del proprio staff tecnico.

Non meno importante il traguardo conseguito da Kirsten Dal Corso, che a soli 19 anni ha conseguito la qualifica di Aspirante Allenatore, primo titolo di insegnamento riconosciuto a livello federale. Kirsten, grazie all’esperienza maturata in ambito agonistico e all’affiancamento agli insegnanti già operanti in palestra in tutti i diversi tipi di corso, nonostante la giovanissima età si è nettamente distinta per capacità tecnica e didattico- metodologica, conseguendo il titolo a pieni voti e con i complimenti della commissione. Tale titolo rappresenta per Kirsten un’ottima base di partenza che, se coltivata con passione ed impegno, potrà darle grandi soddisfazioni personali e professionali.

Da un lato Pierluigi Paiotta, Presidente e Direttore Tecnico dell’Associazione Sportiva, ha conseguito a soli 46 anni (candidato più giovane tra i partecipanti al corso) la qualifica di Maestro di Judo, ultimo gradino della scala di progressione dei livelli di insegnamento tecnico. Il prestigio di tale qualifica risiede nel fatto che, per accedere al bando di concorso con soli 40 posti per tutta Italia, oltre all’età minima di 40 anni è necessario un considerevole background sportivo personale e societario. Dopo aver superato la selezione ed avere frequentato un corso intensivo di una settimana presso il Centro

Questi prestigiosi risultati sono frutto certamente dell’impegno profuso dalla singola persona coinvolta, ma sarebbero impensabili al di fuori di un contesto di gruppo, che permette a tutti i docenti di questa Associazione Sportiva di crescere e progredire, concentrandosi sulla propria preparazione quando è necessario, mentre gli altri tecnici garantiscono alla palestra una continuità didattica di qualità. Congratulazioni quindi a Pierluigi e Kirsten ed un doveroso e sentito ringraziamento a tutto il gruppo, che ora conta ben 8 insegnanti tecnici qualificati.

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ASSOCIAZIONI di Davide Valerio

MSP Verona non solo futsal Intervista con Marco Portale Presidente Provinciale MSP Verona che ci presenta l’attività dell’associazione, presente sul territorio scaligero dal 1991 ll MSP Italia è un’associazione senza fine di lucro, riconosciuta dal CONI quale Ente di Promozione Sportiva e dal Ministero dell’Interno quale Ente Nazionale con finalità assistenziali. Il MSP Italia è presente su tutto il territorio nazionale con propri Comitati Regionali e Provinciali e si propone l’organizzazione di ogni attività sportiva, a carattere promozionale, per tutte le componenti sociali, attraverso l’organizzazione di manifestazioni sportive, di meetings e convegni, di corsi di qualificazione per dirigenti e tecnici, rivolti anche al settore educativo, ricreativo e del tempo libero. Il MSP Italia si fonda sulle capacità, sulla dedizione e passione dei suoi dirigenti, tecnici ed atleti, che costituiscono il motore di tutte le attività. Marco, quando è iniziata l’attività MSP sul territorio veronese e con quali finalità? L’attività veronese di MSP è nata nel lontano 1991, ma l’attuale gestione sta lavorando in maniera continuativa dal 2002, con finalità di sviluppo e promozione dello sport e con il desiderio di trasmettere alle altre persone, gli ideali di lealtà e rispetto per tutti. Il calcio 5 è per MSP una delle attività principali: come si sviluppano i campionati? Il Trofeo Ostilio Mobili è organizzato in ben tre categorie: A1, A2 e serie B. Dopo una prima parte di girone all’italiana, solo le migliori squadre si potranno sfidare ai playoff per la conquista del titolo di Campione Provinciale. Chiunque può parteciparvi, sia una squadra strutturata come Associazione Dilettantistica sia un gruppo sportivo spontaneo. Quali sono le difficoltà maggiori nell’organizzare un campionato così articolato? Gestire tutte le squadre e tutti i giocatori non è certamente una cosa semplice, senza considerare pure la gestione di campi

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YOUNG PRESIDENT Marco Portale (nella foto qui a fianco) presiede l’MSP Verona con passione ed entusiasmo. Obiettivo dichiarato 100 squadre iscritte ai campionato 2014-2015

da gioco tutti al coperto nei sei centri sportivi che ci ospitano. Infine ci sono gli arbitri che con spirito di sacrificio e passione sono le colonne portanti di questa manifestazione. Cerchiamo di accontentare il più possibile le esigenze delle squadre, cercando sempre di migliorarci. Qualche numero... Al trofeo Ostilio Mobili partecipano 93 squadre, divise in 3 categorie. In tutto gli atleti sono circa 2000, ma pronti a salire a 3500 alla fine dell’anno, grazie anche a tornei come il Valpolicella Cup ed il Word Champion. Il campionato si concluderà con le finali che si disputeranno all’interno del Pala Olimpia di Verona il l’11 Maggio prossimo. Avete già in mente qualche novità per l’edizione 2014-2015? è presto per pensare alle novità per il prossimo anno. Uno degli obbiettivi che MSP si è comunque fissato è quello di portare tutti i gironi a dieci squadre, eliminando così il turno di riposo e quindi arrivare ad un campionato con ben cento squadre ai nastri di partenza.

Quest’anno è iniziata la collaborazione con Sportdi+ magazine: com’è nata questa partnership e con quali obiettivi? L’obiettivo è sicuramente quello di uno maggiore sviluppo dello sport dilettantistico veronese, attraverso una sana e leale competizione. Con gli amici di Sportdi+ ci siamo conosciuti grazie ad alcuni sponsor in comune. Questo incontro è un altro motivo per dire grazie a loro per il supporto che ci danno. Uno dei momenti più belli di tutti questi anni… Da qualche anno a questa parte Verona si è sempre fatta più sentire a livello nazionale. è stata veramente una grandissima soddisfazione quando l’anno scorso, i veronesi della Trinacria C5 hanno alzato la coppa al cielo col tricolore.

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EDITORIA SPORTIVA di Andrea Etrari

Al Terzo Tempo si legge e si parla di sport In questa enolibreria - tra un ospite e l’altro - si abbina il piacere di una buona lettura alla magia di un ottimo bicchiere di vino. Un connubio davvero perfetto! è ripreso il ciclo di incontri di sport e letteratura denominato “Terzo Tempo”: protagonisti i grandi personaggi del mondo dello sport. Gli incontri sono organizzati dalla libreria sportiva & enoteca “Terzo Tempo”, aperta da pochi mesi a Verona, in piazza Isolo. Il proprietario, Lorenzo Fabiano, assieme ad Andrea Peterlin, ha realizzato questo punto di ritrovo per appassionati sportivi che amano leggere i racconti e le imprese di coloro che hanno scritto le pagine più belle degli sport più amati, dal ciclismo ai motori, dal tennis al calcio, passando dagli sport invernali ed acquatici e molti altri ancora. «Era un’idea che avevo da tempo quella di aprire uno spazio per la letteratura sportiva – ci confida Lorenzo Fabiano – sullo stampo della cultura anglo sassone. I libri di Andrè Agassi, Mike Tyson, Alex Fergusson sono solo alcuni recenti esempi di questa bella “nicchia”. Per diffondere meglio il nostro messaggio, abbiamo deciso di creare degli eventi con personaggi di tutti gli sport».

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Incontri molto informali, delle chiacchierate ad ingresso libero, ospitate dalla libreria “Terzo Tempo” e condotte dal giornalista Stefano Alfonsi: «Il primo incontro lo abbiamo fatto con un personaggio veronese del mondo del ciclismo, il mitico Eros Poli, ex olimpionico ed eroe al Tour de France sul Mont Vetoux. Poi siamo passati al calcio, con il libro “Verona-Milan 5-3” con ospite Mascalaito. Un’altra serata l’abbiamo fatta con Ciccio Mascetti e Chicco Guidotti e una con Pierino Fanna. A gennaio abbiamo ospitato due veronesi d’adozione come Nico Penzo e Franco Marcelletti, per finire con Paolo Bertolucci ai primi di marzo». Ma le idee di Lorenzo Fabiano non finiscono qui: «Vorremmo creare un circolo o un’associazione culturale per coinvolgere parte di questo mondo e promuovere la cultura dello sport. La vediamo più una cosa no profit, che business: l’importante per noi era partire e lanciarsi, poi il tiro si aggiusta...».

LO STARSKY DELLA VALDONEGA Lorenzo Fabiano è un grande appassionato di sport. Con il Terzo Tempo ha coronato un sogno: poter parlare, rivivere e brindare a magici momenti di sport insieme ai protagonisti


BCC

Valpolicella Benaco BANCA

Radici diverse... valori comuni Sant’Anna d’Alfaedo

Caprino Veronese Costermano Garda

Marano di Valpolicella

Albarè

Bardolino

Valgatara Sant’Ambrogio di Valpolicella

Negrar

S. Pietro in Cariano Arbizzano Pescantina

Colà Sandrà Verona



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