SD+ magazine 27/2014

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ANNO 6 - N. 27 - gennaio/febbraio 2014 - Periodico - Copia gratuita - Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807 / 2008

ANNO 6 - N. 27 GENNAIO/FEBBRAIO 2014

WHITE VOLLEY

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PODISMO APNEA BOWLING RALLY

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SD+ 27.2014

L’altra copertina Stéphanie Öhrström

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SOMMARIO LEGENDA

Redazione Istituzioni / Rubriche Eventi / Associazioni / Medicina Uomini di sport

Editoriale Tutti a bordo: partenza per uno sportivissimo 2014 Centri Giovanili Don Mazzi Ciak, si gira il... vostro tempo! Diocesi Verona Vivi e vincenti nella fatica sportiva Coni Verona Successo per il 3° Natale Intercomunale dello Sport Comune di Oppeano Un centro sportivo English style! Comune di Castel D’Azzano Natale dello sportivo pensando solidale ULSS 20 Muovimondo imparare gli stili di vita sani a scuola Un libro per amico Mike Tison, True - La mia storia Fondazione Bentegodi Fondazione Bentegodi 145 anni e non li dimostra! Eventi Gran Galà dello Sport, è Magnini il Lupo d’Oro Calcio Tommasi, il guerriero dall’anima candida Calcio femminile Stéphanie Öhrström una vita in gialloblu Flora Bonafini Valpo nel cuore e nell’anima Calcio Che bello crescere insieme ai ragazzi Triathlon ‘Provaci!’ disse il cuore... Montagna I primi 150 anni del Club Alpino Italiano Pallavolo Adam White, lo schiacciatore dalla Terra dei Canguri Volley Libertas Lupatotina c’è sempre una prima volta

Anno 6 - Numero 27 gennaio/febbraio 2014 Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807/2008 Editore GMC communication s.a.s. Direttore responsabile Alberto Cristani Caporedattore Matteo Sambugaro In Redazione Andrea Etrari, Marina Soave, Giulia Sambo, Federico Vaccari Art director Enrico Gastaldelli Grafica e impaginazione Unit Editrice Srl Viale del Lavoro, 22/d San Martino Buon Albergo (VR)

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Stampa e distribuzione Mediaprint Srl Sede operativa di San Giovanni Lupatoto Via Brenta, 7 - 37057 Verona Tel. 345 5665706 marketing@sportdipiu.com Pubblicità e spedizioni Mediaprint Srl Sede operativa di San Giovanni Lupatoto Via Brenta, 7 - 37057 Verona Tel. 345 5665706 marketing@sportdipiu.com Contatti redazione@sportdipiu.com www.sportdipiu.com Hanno collaborato per questo numero Don Andrea Giacomelli, Claudia Faccioli, Ufficio Stampa Comune di Oppeano, Ufficio

comune di castel d’azzano

comune di castelnuovo d/g

Donne di sport Sport individuali / Montagna / Outdoor Sport di squadra Sport invernali / Volo

Sport acquatici Sport paralimpici Motori Servizi speciali

Pallacanestro Stagione da incorniciare per la Cestistica Verona Basket Est Veronese, un nuovo progetto sotto canestro Freestyle Dunk Italy Crew Rally Scandola al sole Apnea Un tuffo dove l’acqua è più blu Mountain bike La regina italiana della MTB Marathon Appuntamenti | Podismo Correre a Verona a gennaio e febbraio Podismo Verona con la Corsa 2013, premiati i vincitori 25 volte Cross lupatotino Sportswear Brooks Transcend, come correre sulle nuvole Atletica L’atletica sempreverde non conosce ostacoli Bowling Paolo Zavarise, One Man Strike Benessere e sport Shiatsu, il piacere di sentirsi sotto pressione Fiscalità Il termine per gli accertamenti istruzioni per l’uso Sicurezza stradale Quanta strada ancora da fare per la sicurezza Mountain bike Lessinia Tour Appuntamenti | Sport invernali Con gli sci di fondo nella notte della Lessinia

Stampa Comune di San Giovanni Lupatoto, Ufficio Stampa Comune di Castel D’Azzano, Massimiliano Liuzzi, Bruno Mostaffi, Gianfranco Iovino, Susanna Barcotto, Davide Zonaro, Davide Dameno, Stefano Festa, Enrica Girelli, Marco Ballini, Andrea Costa, Stefano Scevaroli, Enrico Gastaldelli, Flavio Ceschi, Giuliano Zocca, Massimo Cussotto, Paolo Morana, Andrea Scamperle, Susanna Morgante, Simone Scandola Foto Archivio Sportdi+, Archivio Unit Editrice Srl, Ufficio Stampa Comune di Oppeano, Ufficio Stampa Comune di San Giovanni Lupatoto, Ufficio Stampa Comune di Castel D’Azzano, Polstrada Verona, Andrea Costa, Ufficio Stampa ChievoVerona, Ufficio Stampa Fondazione Bentegodi, Ufficio Stampa Verona

comune di isola rizza

comune di oppeano

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Femminile, Ufficio Stampa A.S.D. Fimauto Valpolicella, Triathlon Travel - EB_Pride, Ufficio Stampa Bluvolley Verona, Ufficio Stampa Volley Libertas Lupatotina, Ufficio Stampa Cestistica Verona, Ufficio Stampa Basket Est Veronese, Skoda Team Italia, Lorena Zocca, Davide Dameno, Brooks Italia Foto copertina FotoExpress/Grigolini, Verona

Stampata su carta ecologica 100% riciclata con inchiostri a base vegetale prodotta senza uso di cloro

comune di s. giovanni lupatoto

comune di zevio



EDITORIALE

Tutti a bordo: partenza per uno sportivissimo 2014 Inizia (a dire il vero un po’ in ritardo causa festività…scusate!) il 6° anno di pubblicazioni per Sportdi+ magazine. Un percorso molto impegnativo ma allo stesso tempo gratificante ed entusiasmante, che ci ha permesso di conoscere - e far conoscere – discipline, società e atleti che con passione e dedizione portano in alto lo sport veronese. E quando diciamo “in alto” non intendiamo per forza al successo o all’eccellenza perchè praticare sport, a qualsiasi livello, è già una vittoria. Tornando al nostro progetto, l’inizio del 2014 ha portato interessanti novità. Innanzitutto SD+ ha ricevuto il patrocinio (gratuito, è giusto ricordarlo…) di nuovi comuni della Provincia. Questo vai alla nuova a testimoniare come il magazine possa essere un veicolo di pagina diffusione e promozione dell’attività del territorio veronese. Un di SD+ grazie sentito va quindi alle Amministrazioni Comunali dei comuni di Castel D’Azzano, Castelnuovo del Garda, Isola Rizza, Oppeano, San Giovanni Lupatoto, Verona e Zevio: insieme potremo realizzare iniziative molto Il nostro profilo interessanti. Facebook si è trasformato in pagina ufficiale. Un altro patrocinio importante ci è stato assegnato dalla Fondazione Bentegodi. Quindi se Si tratta di una sinergia a tutto tondo grazie alla quale verrà promossa l’attività della vuoi rimanere Fondazione sulle pagine della nostra rivista e all’interno dei nostri canali web. Un informato su grazie va al Presidente Silvio Cametti, al Direttore generale Stefano Bianchini, alla quello che Coordinatrice Ufficio Stampa Susanna Barcotto. Una collaborazione che, è bene riaccade ogni cordarlo, metterà sempre in primo piano lo sport e i loro protagonisti. Importanti e giorno allo prestigiose sono anche le media partnership con alcune realtà sportive di spicco della sport veronese nostra provincia. SD+ è infatti media partner ufficiale di Coni Provinciale Verona, FIGC vai su www. Verona, Bluvolley Verona, Verona Calcio Femminile, Valpolicella Calcio Femminile, facebook.com/ MSP Verona, Audace Calcio 5, Cestistica Basket e Atletica Lupatotina. Non facciamo SportdipiuVr la “raccolta di loghi”, sia chiaro: non è questo il nostro obiettivo. Le collaborazioni e i oppure “mira” patrocini sono per noi fondamentali al fine di garantire una comunicazione interescon il tuo sante, qualificata e soprattutto esclusiva. Non ci interessa seguire le mode, scrivere smartphone sul cose già lette e rilette. SD+ vuole andare a “scoprire” realtà, situazioni ed eventi di QR code qui a cui nessuno, o pochi, parlano. Perché questo è il nostro modo di intendere lo sport. sopra! Naturalmente non possiamo e non vogliamo tralasciare le “big”, ci mancherebbe. Ma a loro non garantiremo privilegi particolari. Perché su SD+ …lo sport è uguale per tutti! Alberto Cristani a.cristani@sportdipiu.com

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Ciak, si gira il... vostro tempo! Intervista a Michele Velludo, regista di “Ciak your time”, dopo le giornate di convivenza con i ragazzi di Castiglione delle Stiviere di 3° e 4° superiore in Lessinia dal 2 al 6 gennaio 2014 per le riprese del film “Timeless”- prodotto della iv edizione del progetto “Ciak your time”

All’interno dell’attività della Fondazione Centri Giovanili Don Mazzi molto spazio è dato allo sport ma anche alla cultura, la musica, la lettura e il cinema. Oggi presentiamo ai nostri amici sportivi una persona, Michele Velludo regista e fotografo, e un progetto finanziato in dalla Fondazione De Agostini a cui noi teniamo molto: “Ciak Your Time”, nato per rendere fruitori critici di video, film e videoclip musicali i giovani, quindi anche gli sportivi che guardano tv e cinema tra un allenamento e l’altro. Giusto?!

UN REGISTA e la sua squadra Michele Velludo ha curato regia e direzione del film, aiutato nella produzione e logistica da Arianna Bianchini, per la scenografia da Sara Ferrari e Flavia Paolino, trucco e costumi di Valeria Lotti, fonici Marco e Andrea, musiche di Francesco Maria Ferrario

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11 gennaio 2014, Valeggio sul Mincio. Incontro in un bar alle ore 10. Michele Velludo, 28 anni di Sommacampagna, laureato in cinema a Brescia con un pezzo di cuore agli scout e tutto il resto al cinema d’autore. Un ragazzo creativo e appassionato, che non teme il duro lavoro e fa partire sempre la giornata con qualche pasticcino e brioche, viste le notti davanti ai programmi di montaggio! Prima era mio collaboratore, avendo fatto partire il progetto Ciak Your Time insieme, oggi è mio collega da cui imparare moltissimo. Parto subito con le domande perché Michele è rientrato da pochi giorni dalla convivenza in Lessinia con 50 persone (di cui 30 erano ragazzi di 3° e 4° superiore dell’Istituto Gonzaga di Castiglione delle Stiviere) per registrare il film per la IV edizione di Ciak Your Time e io vorrei sapere tutto. Quale ruolo ricopri esattamente per il progetto Ciak Your Time? In effetti svolgo più mansioni insieme in questo progetto: ideatore e coordinatore del progetto, regista, soggettista (non sono sceneggiatore ma l’idea del soggetto è mia), direttore della fotografia (quindi anche addetto alle luci) e montatore (editor in inglese). Da “padre” di Ciak Your Time, come descriveresti il progetto in poche parole? Un progetto in cui i ragazzi provano a fare cinema. è l’occasione di imparare cos’è il cinema sperimentandolo da protagonisti attivi sia nel cast (quindi come attori) sia nella

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FONDAZIONE CENTRI GIOVANILI DON MAZZI

troupe (quindi acquisendo anche le competenze tecniche che servono nel cinema). Come avete scelto la location e perché proprio nel veronese e non nel mantovano, visto che i ragazzi coinvolti erano tutti della scuola “Francesco Gonzaga” di Castiglione dello Stiviere a Mantova? A parte il fatto che io sono veronese e come me molti degli amici che mi hanno aiutato nello staff, i motivi sono principalmente tre: il primo è che a Verona ci sono molte più strutture grandi adatte a ricevere ragazzi per diversi giorni; il secondo è che volevamo essere in Lessinia per poter partecipare con il film a settembre al Film Festival Internazionale della Lessinia diretto da Alessandro Anderloni (attore e regista teatrale) oramai amico della Fondazione Centri Giovanili Don Mazzi; e per ultimo il fatto che avevamo bisogno di una casa che sembrasse nobiliare per la storia del film e la Casa Alpina di Val di Porro (frazione di Bosco Chiesa Nuova) di proprietà del Comune di Villafranca era perfetta per i nostri scopi anche per la capienza di un gruppo di 50 persone come il nostro. Raccontaci brevemente la storia del cortometraggio (così si chiama il film di durata entro i 30 minuti) che avete girato. Il titolo “Timeless” (che significa “senza tempo”) è stato scelto dai ragazzi sulla base di tre proposte fatte loro. Quest’anno abbiamo scelto di impegnarci in una commedia brillante di una comicità stile inglese (dopo il fantasy dello scorso anno con “Aqaba”). Il film fa ridere ed è basato su una storia di spionaggio e investigazione. Viene rubato un orologio che permette di viaggiare nel tempo, un invenzione di un nobile signore sparito da alcuni anni che lascia sola la bella figlia Elisabeth (detta Liz). L’investigatore cu-

rioso e comico Timothy viene chiamato a risolvere l’indagine e deve affrontare la banda di gangster che minaccia di usare l’orologio. Una storia basata sull’intreccio con tante scene simpatiche e divertenti e con gli attori giusti per ogni parte. Come hanno lavorato i ragazzi? A livello di set (attori e troupe) i ragazzi si sono impegnati al massimo: hanno studiato le parti, erano puntuali sul set, etc. La difficoltà reale è stata nel convivere cioè nel fare gruppo: c’è gente che ha imparato a lavare i piatti per gli altri solo lì, perché ognuno era inizialmente molto egoista. Poi dal terzo giorno di convivenza si è visto un cambiamento nel loro modo di stare insieme. Questa situazione ha chiesto una verifica costante e un lavoro aggiuntivo nello staff ma i risultati finali sono stati molto incoraggianti e molti ragazzi e il professore ci hanno ringraziato con le lacrime agli occhi. Le prossime azioni quali saranno? Il progetto è diviso in tre parti: il Workshop (per dare indicazioni di cinema prima delle riprese), la produzione del film ed infine il montaggio, colonna sonora e presentazione. Quindi siamo solo a metà. Ora mi aspetta tutta la parte di montaggio. Poi presenteremo il film in quattro assemblee d’istituto, cioè dove si svolgono anche i concorsi video di Ciak

Your Time (un progetto parallelo che quest’anno si svolge a Castiglione d/S, Asola, Mantova e Ostiglia) e durante una serata finale a Casa di Beniamino a Cavriana (sede nazionale della Fondazione Centri Giovanili Don Mazzi) dove tra l’altro verrà premiato il video vincitore assoluto dei concorsi video “Tremenda Voglia di Vivere”. è arrivato purtroppo il momento di lanciare la mia ultima domanda e così vado con la mia domanda ad effetto. Cos’è per te personalmente “Ciak Your Time”, è forse diventato qualcosa di più di “solo un progetto”? Molto di più: è il mio modo di fare cinema. Non è facile fare cinema in Italia prima dei 45 anni (non ci sono opportunità, né finanziamenti, etc.). In questo modo posso fare cinema artistico come piace a me con un significato in più, cambiando i ragazzi. Altrimenti per vivere sarei costretto a fare solo filmati commerciali (come comunque un po’ faccio e come fanno la maggior parte dei giovani registi come me). In Italia non c’è nessun altro progetto come il nostro e sono molto fiero di poter fare cose che gli altri non fanno, associando cinema di qualità e valori che si rivolgono ai ragazzi. Claudia Faccioli Referente comunicazione Fondazione Centri Giovanili Don Mazzi


DIOCESI DI VERONA

Vivi e vincenti nella fatica sportiva Più volte su queste pagine avete trovato scritto che lo Sport lascia tracce benefiche per la vita. Ci piace leggere e cullare i pensieri dei miti dello sport. Frasi che troviamo e scriviamo sui nostri diari o su quelli dei compagni o che leggiamo su un blog o su face book come è capitato a me. Piccole e lapidarie sentenze che “concediamo” solo alle labbra dei campioni e che pronunciamo solo mentalmente. Fare sport come la vita ci richiede di elaborare il vissuto e non lasciarlo scorrere semplicemente pensando solo che le cose devono essere così. Lo sport ha le sue sconfitte e le sue vittorie. Ci soffermiamo stavolta sulle prime… accostando pensieri già “dati”, ma che può far bene rileggere. “Avrò segnato undici volte canestri vincenti sulla sirena, e altre diciassette volte a meno di dieci secondi alla fine, ma nella mia carriera ho sbagliato più di novemila tiri. Ho perso quasi trecento partite. Trentasei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l’ho sbagliato. Nella vita ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto” (Michael Jordan). Sembrano facili facili, queste parole nella firma di un mito del basket. Ma è proprio così facile digerire, metabolizzare, andare oltre le sconfitte, riconoscendo una gratificazione più grande dentro la nostra personale ricerca di realizzazione. Forse un problema di velocità di pensiero come pensa Walter Rohrl, uno dei più grandi piloti di rally: “Il problema è mantenere una velocità di pensiero che sia superiore alla velocità della macchina”. Ma noi siamo anche le nostre emozioni e la concentrazione e il controllo razionale talvolta non basta e non è così facile impedire ad una sconfitta o a un piccolo fallimento di

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prendersi tutta la posta – vita – in gioco. Ne sanno qualcosa il nostro umore e il nostro stomaco... “Il cavallo è un catalizzatore di emozioni. è lo specchio del vostro stato d’animo in quel momento. “ Sì, ma oggi è nervoso ! ” Guardatevi allo specchio...e voi ? Voi come state oggi ?” (Michel Robert). è strano che nello sport così come nella scuola o nella vita ci sia poco allenamento a gestire le emozioni. Eppure dopo tanto allenamento, tanta preparazione si gioca “tutto” in minuti decisivi percorsi su un sottile filo di emozioni, in un secondo di partita che potrebbe essere un rigore da calciare o un’interrogazione scolastica, o un colloquio, atteso o improvviso, ma comunque delicato, o… In realtà abbiamo un continuo allenamento delle nostre emozioni… in famiglia, a scuola, nel lavoro, nell’amicizia nel gruppo. Qui crescono e si affinano le nostre capacità di fare delle nostre emozioni una carta vincente invece che esserne vittima. Forse talvolta come accettiamo il “nervosismo del cavallo” potremmo convivere con la nostra giornata storta. In una società che ci vorrebbe sempre perfetti e continuamente ci spinge in questa direzione, val la pena di sostare sulle parole di un grande pugile come Muhammad Ali: “Dentro un ring o fuori non c’è niente di male a cadere. È sbagliato rimanere a terra.” Anche Dean Karnazes ci conferma che nella corsa della vita anche per un maratoneta non ci sono solo discese: “Corri quando puoi, cammina quando devi, striscia se serve; ma non mollare mai”. Ma anche questo pensiero, carico di positiva forza della volontà, si potrebbe corrompere e logorare nella gara della vita diventando

delusione all’ennesimo tentativo fallito. Forse occorre allargare l’obiettivo della camera e uscire dal “primo piano” per pensarci in un mondo più grande dove ci sono gli altri e sentire che con essi comprendiamo diversamente. La nostra sconfitta è persino simpatica e nasconde una vittoria che si costruisce lentamente e nascostamente nella vita. Ripensiamo così a M. Jordan a ad Ali per distendere i pensieri che si stringono cupi attorno alla fatica che fiacca l’entusiasmo e alle vocine ammiccanti che ti danno perdente. Serge Blanco un rugbista ci offre una via d’uscita: ”Il rugby è come l’amore. Devi dare prima di prendere. Riconoscere altre vittorie”. Un gioco più grande abbraccia il nostro gioco e Voytek Kurtyka un alpinista polacco raccoglie in poche righe un messaggio sull’utilità delle sconfitte: “Una sconfitta ha in sè un aspetto positivo che però è difficile da cogliere e descrivere. Forse è un senso di pienezza della vita stessa. Bisogna capire il senso del fallimento e se sei saggio a sufficienza puoi apprezzare la condizione di perdente che ti rende più umile e più disteso. Chi vince sempre non capisce che alla fine perderà comunque, diventerà vecchio, debole, perderà tutto. è un grave errore dimenticarselo. Il sentiero è nel mezzo. Bisogna conoscere il sapore della vittoria ma anche della sconfitta”. L’augurio per il duemilaquattrdici è tuttavia di tante vittorie e di poche e “fertili” sconfitte, con pochi danni interiori e soprattutto un sorriso d’anticipo “al nuovo” che nei giorni incontriamo. Don Andrea Giacomelli


BCC

Valpolicella Benaco BANCA

Radici diverse... valori comuni Sant’Anna d’Alfaedo

Caprino Veronese Costermano Garda

Marano di Valpolicella

Albarè

Bardolino

Valgatara Sant’Ambrogio di Valpolicella

Negrar

S. Pietro in Cariano Arbizzano Pescantina

Colà Sandrà Verona


CONI VERONA

Successo per il 3° Natale Intercomunale dello Sport L’evento è stato organizzato in collaborazione del Coordinamento Intercomunale dello Sport, del Comune di Zimella e dalla Polisportiva Gemina

Si è tenuto lunedì 16 dicembre presso il Palazzetto dello Sport del comune di Zimella l’ormai tradizionale “Natale Intercomunale dello Sport”. L’evento organizzato dal Coni di Verona e il Coordinamento Intercomunale per lo Sport, assieme al Comune di Zimella e la Polisportiva Gemina è ormai giunto alla terza edizione e hanno partecipato a turno le società sportive dei comuni di Albaredo, Arcole, Bonavigo, Cologna Veneta, Isola Rizza, Minerbe, Oppeano, Palù, Pressana, Ronco all’Adige, Roverchiara, Roveredo, Veronella, Zevio e Zimella. Quest’anno il tema della serata ha voluto sperimentare la forza dello sport di divenire mezzo integrativo e formativo delle persone: ovvero“lo Sport come Fattore di Integrazione”. E proprio attraverso una introduttiva attività per tutti gli atleti più piccolini, è stato sperimentato in un virtuale campo di gioco, il sentimento di unitarietà che può contraddistingue lo sport. La serata ha visto la partecipazione di tutti gli Assessori e i Sindaci del Coordinamento Intercomunale degli Assessorati allo Sport, giunto ormai al decimo anno di vita, oltre alla presenza del Pres. del Consiglio Provinciale Antonio Pastorello. La celebrazione della S.Messa è stata, invece, coadiuvata dalla presenza del Vescovo di Vicenza Mons. Beniamino Pizziol e di Don Andrea Giacomelli, resp. dell’Ufficio Diocesano di Verona per lo Sport e Turismo. «Il coordinamento Intercomunale – spiega il Delegato Provinciale Stefano Gnesato - è un raro modello di tavolo di lavoro tra gli Assessorati allo Sport di quindici comuni, che da dieci anni portano avanti, in collaborazione delle società sportive, delle scuole e dei vari enti, progetti di promozione e iniziazione sportiva, come la “Festa dello Sport”, oltre a eventi legati alla sensibilizzazione sportiva, o eventi di carattere culturale come del resto sta diventando sempre più il “Natale Intercomunale dello Sport”. Il nostro augurio è che questo momento possa continuare ad essere un punto di ripartenza delle nostre società così come per tutti i comuni». La serata è anche servita per donare al sindaco di Finale Emilia Fernando Ferioli quanto è stato raccolto nell’anno 2013 da tutti gli Assessori in termini di aiuti economici. E ora, arrivederci all’anno prossimo! Federico Vaccari

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COMUNE DI OPPEANO

Un centro sportivo English style! All’inaugurazione presenti, tra gli altri, il sindaco Montagnoli, l’Assessore allo Sport Giaretta, il presidente del CONI Provinciale Stefano Gnesato e la presidente della FIGC Verona Barbara Zampini Sono stati inaugurati sabato 11 gennaio 2014 agli impianti sportivi di Oppeano, in località Le Fratte, la nuova palazzina degli spogliatoi a servizio del calcio e del tennis e il nuovo campo da calcio. Gli interventi di realizzazione dei nuovi spogliatoi e del campo da calcio rientrano nel primo stralcio di un più ampio progetto di riqualificazione della zona, finalizzato a migliorare la qualità estetica, la sicurezza e la fruibilità dei servizi dedicati agli atleti e più in generale alla comunità. In particolare gli interventi dedicati alla zona sportiva hanno avuto un costo complessivo di 830.000 euro, coperto in buona parte da contributi regionali e ministeriali. Essi hanno riguardato principalmente tre opere tra cui la realizzazione del nuovo edificio a servizi da 220 metri quadrati che sorge in adiacenza ai campi da tennis, comprensivo di quattro spogliatoi per gli atleti di calcio e tennis e per gli arbitri, una sala medicazioni, palestra e locali di deposito. Inoltre il nuovo campo da calcio in erba di dimensione 100 per 64 metri quadrati, ricavato in adiacenza all’esistente; la struttura è dotata di torri faro, recinzione esterna con cancelli d’ingresso e di un impianto di irrigazione automatico. Nel 2012 erano già stati installati sul campo da calcio esistente le torri faro. La riqualificazione della zona è stata inoltre pensata per permettere la realizzazione di un centro polifunzionale e di aggregazione, per il quale è già stato approvato lo studio di fattibilità. Il centro sorgerà nell’attuale area del campo da calcio e sarà a disposizione delle associazioni del territorio per le feste e le manifestazioni; nel corrente anno l’Amministrazione Comunale intende mettere a disposizione l’area per la celebrazione del 50° della fondazione del Gruppo che si terrà nei giorni 23, 24 e 25 maggio 2014 e altresì per la sagra paesana. Nell’area adiacente al centro polifunzionale troveranno spazio anche la nuova scuola materna e il nuovo asilo nido, per le quali l’Amministrazione Comunale ha già approvato i relativi progetti. Con la cerimonia di inaugurazione si è anche intitolata la nuova palazzina servizi a Giorgio Lucchini, compianto ex Presidente di U.S. Oppeano, scomparso prematuramente nel 2000. Sempre sabato 11, al termine dell’inaugurazione, si sono disputate partite di tennis, un triangolare di calcio categoria esordienti (Junior Oppeanese, Nogara e U.S. Stanga Vicenza) e un quadrangolare di calcio categoria giovanissimi (A.C. Oppeano, Soave, U.S. Stanga Vicenza e A.C. Villafranca). Uficio stampa Comune di Oppeano

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COMUNE DI CASTEL D’AZZANO

Natale dello sportivo pensando solidale Una giornata ricca di sport e di solidarietà. Domenica 15 dicembre si è svolto “Il Natale dello Sportivo”, manifestazione organizzata dall’Assessorato allo Sport La manifestazione ha aperto i battenti sabato 14 mattina quando un’ottantina di alunni delle scuole medie Cesari hanno ascoltato la testimonianza di atleti diversamente abili che hanno partecipato a gare di Handbike e, nonostante la loro disabilità sono riusciti ad ottenere lo stesso grandi risultati sportivi. Domenica 15 è andato in scena invece il tradizionale “Natale dello Sportivo”, un evento durante il quale sono state premiate tutte le società sportive locali, dal calcio al ciclismo, dal podismo alle arti marziali, alla pallavolo, al basket, al pattinaggio e tante altre. A fare gli onori di casa l’assessore Massimiliano Liuzzi. “Il Natale dello Sportivo è un appuntamento tradizionale – spiega l’assessore Liuzzi – che celebriamo ogni anno. Dopo la bellissima esperienza e il grande successo dell’anno scorso, quest’anno ho deciso di organizzare l’evento sempre all’interno della Baita (grazie al gruppo alpini, all’Avis ed al Comitato Genitori), che già in passato ha ospitato appuntamenti sportivi. Come è ormai tradizione, insieme ai Presidenti delle numerose società presenti sul territorio, è stato fatto un bilancio della stagione sportiva passata e in corso, e allo stesso tempo sono stati proiettati in sala filmati e immagini degli avvenimenti sportivi che si sono svolti durante l’anno. Sono state premiate le migliori squadre e gli atleti. A conclusione della giornata, sono stati estratti i biglietti della lotteria venduti dalle stesse

società, ed il ricavato è stato poi devoluto ai vari gruppi sportivi”. Erano presenti all’evento: Leonardo Ambrosi commercialista per quanto riguardo l’importanza di come gestire una società, Alberto Cristani (direttore di SD+) che grazie al Patrocinio concesso dal Comune di Castel d’Azzano in data 11 novembre 2013, è diventato media partner ufficiale dell’attività sportiva azzanese. Sono inoltre intervenuti: Libertas Lupatotina Bmx, Anna Farina (campionessa di ciclismo), l’assessore Regionale Massimo Giorgetti (che ha premiato alcune società e che ha rimarcato che la Regione Veneto è vicina al Comune di Castel d’Azzano e che farà il possibile per trovare le risorse necessarie, nel 2014 per rifare la copertura della tensostruttura). Sono stati premiati i seguenti atleti: Lucio Caldana del Gruppo Podistico La Baldona, i ragazzi della Rollermania che hanno ottenuto buoni risultati nelle loro specialità, tre ragazzini del Buster Basket per il loro impegno e la loro passione, alcuni ragazzi del Takinokan che si sono contraddistinti durante l’anno, i ragazzi di ASD US Azzanese che hanno ottenuto dei risultati sportivi importanti. E poi Seven Team in quanto società amatoriale dall’ottimo bilancio della stagione passata, Arena Volley l’under 18 femminile; la società G.P. Casteldazzano ha premiato i bambini che hanno partecipato al trisport e alla gara organizzato lo scorso ottobre, l’USD Castel D’Azzano ha premiato

i ragazzini dell’annata 2002 e la squadra del Castel D’Azzano Seconda Categoria, che ha vinto il proprio campionato con vanto di non aver mai perso una partita durante tutto il torneo passando di diritto al campionato di prima categoria. Filippo Perinon, bomber della squadra, è stato inoltre il miglior attaccante di tutti i gironi con ben 33 reti segnate, primato che gli ha conferito il trofeo scarpa d’oro, messo in palio da una testata giornalistica del settore. Sempre nel calcio la squadra Giovanissimi è arrivata alle finali provinciali, mentre le squadre degli Allievi, degli Esordienti a 11 e tutte le squadre dei Pulcini hanno partecipato ai campionati provinciali della F.I.G.C.. Infine i bambini iscritti come piccoli amici hanno imparato a giocare a calcio rispettando sia i compagni che gli avversari. Sono stati infine consegnati i ricavati della lotteria alle seguenti società: GP La Baldona (300 euro), GP Castel D’Azzano (300 euro), Castel D’Azzano, Calcio a 5 (400 euro), ASD US Azzanese (525 euro). Quest’ultima società ha devoluto il premio in denaro all’associazione AVIS nell’ambito della maratona solidale Telethon 2013. L’Assessore Liuzzi ringrazia tutti coloro che hanno permesso la realizzazione della manifestazione, tutti i presidenti, gli atleti e le loro famiglie, i dirigenti che sono intervenuti e comunica che, nonostante l’enorme successo ottenuto dalla manifestazione, è sua intenzione fare dei cambiamenti per il 2014.

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Muovimondo imparare gli stili di vita sani a scuola è stato pubblicato “Muovimondo”, manuale per la didattica interculturale del movimento e degli stili di vita sani nelle scuole. Il volume è rivolto agli insegnanti delle scuole primarie e secondarie di primo grado Muovimondo è stato pensato per facilitare il coinvolgimento e l’integrazione degli alunni delle diverse nazionalità e per incentivare la promozione degli stili di vita sani nei bambini stranieri, oltre che in quelli italiani, attraverso attività didattiche, giochi e laboratori volti a valorizzare l’approccio interculturale, l’attività ludica e l’interdisciplinarietà. Muovimondo nasce da una collaborazione interdisciplinare tra il Programma di promozione dell’attività motoria della Regione Veneto (di cui l’ULSS 20 è capofila), il Servizio di Promozione ed Educazione alla Salute del Dipartimento di Prevenzione e la rete Tante Tinte dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Verona; quest’ultima raggruppa le scuole del primo e secondo ciclo di tutta la provincia e si occupa dell’inserimento e dell’integrazione degli alunni stranieri. Per la parte sull’alimentazione ha collaborato anche il Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione dell’ULSS 20. I contenuti del manuale sono suddivisi in : • un’introduzione che spiega gli obiettivi didattici del materiale • un set di unità didattiche di apprendimento per la scuola primaria e secondaria di primo grado, con esercitazioni, schede e laboratori sul tema del movimento (giochi, promozione del Pedibus, uso della bicicletta, elementi di orienteering, studio di mappe, conoscenza del territorio e molto altro) e della sana alimentazione • la raccolta “Giochi dal mondo”, con 24 giochi tradizionali di altre culture (che va a completare la raccolta di giochi italiani “Patapunfete” pubblicata qualche anno fa) • 12 giochi didattici di movimento pensati per facilitare l’apprendimento della lingua italiana negli alunni non italofoni. Il 17 gennaio 2014 si è tenuto un incontro presso l’Ufficio Scolastico Territoriale di Verona, durante il quale il manuale è stato distribuito gratuitamente ai docenti interessati, insieme ad altri materiali didattici che il Dipartimento di Prevenzione ha messo a disposizione. Per ulteriori informazioni è possibile contattare lo staff del programma regionale alla mail lvalenari@ulss20.verona.it o al numero telefonico 0458076034 - 36.

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ULSS 20

PERCHé MUOVIMONDO?

UN LIBRO PER AMICO

a cura di Gianfranco Iovino

• Per combattere l’emergenza obesità, legata a comportamenti come passare gran parte della propria giornata seduti, magari davanti al computer o alla TV, o mangiare troppi cibi a basso valore nutrizionale (ricchi di zuccheri, grassi e calorie e poveri di fibre) • Per educare bambini e ragazzi ai corretti stili di vita: ad esempio giocare all’aria aperta, andare a scuola a piedi o in bicicletta, mangiare frutta e verdura in abbondanza, non abusare di dolciumi o bibite, consumare una prima colazione nutrizionalmente adeguata… • Per promuovere il lavoro interdisciplinare, anche nel campo dell’educazione alla salute • Per sensibilizzare gli insegnanti sull’importanza che il movimento venga garantito, sfruttando sia le ore curricolari che il tempo della ricreazione e utilizzando anche gli spazi aperti della scuola • Per fornire strumenti di prevenzione anche e soprattutto ai gruppi socio-economicamente svantaggiati, ad esempio i bambini stranieri e le loro famiglie; infatti in Italia (a fronte di un miglioramento globale nella salute dei giovani) consistenti minoranze hanno problemi crescenti di soprappeso o obesità – e spesso, di conseguenza, anche scarsa autostima, scadente qualità di vita, uso di sostanze o bullismo • Per sfruttare al meglio le potenzialità del gioco come momento di divertimento ma anche di apprendimento: per conoscere il mondo, sperimentare il valore delle regole, stare con gli altri, imparare a gestire le proprie emozioni, scoprire nuovi percorsi di autonomia.

Susanna Morgante Servizio Promozione Salute, Dipartimento di Prevenzione ULSS 20 Responsabile del programma regionale di promozione dell’attività fisica

Da questo numero di gennaio 2014 parte una nuova rubrica con la finalità di suggerirvi delle letture che abbiano argomenti attinenti lo Sport o siano scritte da uomini che attraverso la loro storia di vita permettono di conoscere ed approfondire l’affascinante mondo dell’agonismo sportivo. Ed il primo suggerimento parte con un libro scritto da un uomo che ha fatto della boxe una questione di vita, in cui l’allenamento duro e la rabbia per la sua infanzia difficile hanno segnato la differenza di questo uomo rispetto ad altri, nato senza padre, in un ambiente ostile in cui la violenza era l’unica legge per farsi rispettare, nonostante la sua timidezza e il soprannome di “Fatina”. Parliamo di un candidato ideale alla delinquenza di strada e al carcere minore, dove ci finirà più volte, nel corso della sua vita. A vent’anni diventa il più giovane campione del mondo dei pesi massimi, con una furia nera che incute paura anche fuori dal ring. Stiamo parlando della biografia di Mike Tyson, che attraverso un percorso lungo 635 pagine, ci farà conoscere l’uomo privato, quello delle sregolatezze, che lo rende imbattibile sul ring ma ingestibile fuori. Tra pochi amori, vecchi e sbiaditi ricordi d’infanzia, la sete del successo, i soldi per le vittorie, i fallimenti per la droga, le tante donne, l’alcool e la violenza con la quale si ribella sempre più furiosamente, tracciano il profilo personale di una vera e propria leggenda della boxe, che vi appassionerà, permettendovi anche di riflettere su certi errori che il successo e la paura di non essere più infallibile anima e abita i pensieri di un guerriero della strada. True. La mia storia, edito da Piemme, è la biografia di Mike Tyson, disponibile in tutte le migliori librerie nella versione cartacea ad euro 19,90 e quella digitale eBook ad euro 9,99 per affascinarsi a leggere la verità a cuore aperto di un uomo fortissimo sul ring, ma debole e in balia dei suoi stessi demoni nella vita fuori da quadrato, per un percorso narrativo affascinante e scritto in maniera davvero intensa.

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Fondazione Bentegodi 145 anni e non li dimostra! Nasce da questo numero di Sport Di+ una Rubrica dedicata alla Fondazione Bentegodi perché ritengo vada conosciuta e seguita dai veronesi per il modello pioneristico che l’ha vista nascere, fino allo sviluppo sportivo e agonistico attuale Era la Verona del 1868 quella che ricorda tra i suoi cittadini illustri, Marcantonio Bentegodi, un uomo di sport fermamente convinto del rispetto dei principi di lealtà sportiva. Consigliere comunale e membro del Consiglio Provinciale della Sanità, è tutto’oggi considerato uno dei pionieri dello sport nell’ Italia del XIX secolo. Bentegodi fondò la “Società di Ginnastica e Scherma”, lasciandole in eredità un quarto del suo patrimonio personale a sostegno dell’insegnamento della ginnastica e della scherma, dalle quali trovarono, successivamente, sviluppo altre discipline quali l’atletica, la lotta libera, il pugilato, il sollevamento pesi ed altre ancora, che solo più tardi avrebbero assunto una loro precisa connotazione a livello agonistico. La Bentegodi, 57° società sportiva più antica d’Italia, istituzione comunale trasformata in Fondazione nel 2006 e che oggi vede ai vertici il Presidente Silvio Cametti e il Direttore Generale Stefano Bianchini, si propone di continuare ad operare un servizio di forte valenza sociale per la città e la sua provincia, permettendo di fare sport ai ragazzi come agli adulti, sia a livello agonistico che amatoriale o master, attraverso le 10 discipline sviluppate. Lo staff tecnico è oggi composto da istruttori tecnici e membri dedicati alle attività promozionali e di avviamento, coordinati da 10 responsabili di sezione: Stefano Stanzial (atletica leggera), Laura Tommasetti (ginnastica artistica femminile), Michele Maggio (ginnastica artistica maschile), Marina Castellani (ginnastica ritmica), Emiliano Brembilla (nuoto), Natalia Inina (pallanuoto/waterbasket), Claudio Toninel (pesistica), Andrea Piubello(scherma), Riccardo Giacometti (tuffi) e Carlo Savalli (tennistavolo). Chiudiamo questo primo numero, a cui seguiranno periodicamente quelli dedicati alle varie discipline, ricordando alcuni dati che hanno segnato il 2013: 1686 iscrizioni, 672 agonisti, 68 corsi, 70 istruttori, 1.000.000 di contatti sul sito, 29 medaglie d’oro, 33 medaglie d’argento, 21 medaglie di bronzo…e più di 300 gare a cui hanno partecipato gli atleti. A questo si aggiunge un importante riconoscimento, la Certificazione Etica “Argento” ricevuto a Marzo nella sede della Gazzetta dello Sport dall’ESICERT (Istituto di Certificazione Etica nello Sport). Susanna Barcotto

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FONDAZIONE MARCANTONIO BENTEGODI

145 anni di storia e un 2014 da scrivere Foto di gruppo davanti a Palazzo Barbieri per la Bentegodi, che, a cui Direttore Generale Stefano Bianchini nella foto a destra assieme al presidente Silvio Cametti - augura questi obiettivi: “Riuscire a confermare quanto di buono è stato fatto fin’ora, con l’auspicio di migliorarci ancor

di più, attraverso l’adesione di tanti altri iscritti e il raggiungimento di importanti risultati agonistici e di crescita, così da diventare un fiore all’occhiello dello sport veronese”

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EVENTI di Davide Zonaro

foto DNA Sport Consulting - Ennevi

Gran Galà dello Sport è Magnini il Lupo d’Oro Al Teatro Astra di San Giovanni Lupatoto ha avuto luogo la seconda prestigiosa kermesse che ha premiato i migliori sportivi dell’anno, scelti sia tra gli atleti che tra i dirigenti Applausi e consensi unanimi per la 2^ edizione Gran Galà dello Sport dell’ Assessorato allo Sport del Comune di San Giovanni Lupatoto, svoltasi lo scorso 6 dicembre al Teatro Astra di S. Giovanni Lupatoto. Premiati i migliori atleti dell’anno e le realtà sportive che si sono distinte nel 2013, sia a livello locale che nazionale. Una serata pensata e costruita per offrire alla cittadinanza una kermesse d’eccezione per assaporare da vicino il vero spirito dello Sport e poter incontrare campioni di caratura internazionale. L’amministrazione comunale ha messo in palio undici premi, assegnati da una giuria dedicata, di cui uno di assoluto prestigio a livello nazionale. Il LUPO D’ORO premiava infatti un atleta o una squadra presente in territorio nazionale. Il premio, consegnato dal sindaco di S. Giovanni Lupatoto Federico Vantini e dall’Assessore allo Sport Enrico Mantovanelli, è andato a Filippo Magnini, uno degli atleti più rappresentativi e vincenti della Nazionale Italiana di nuoto. Altro premio di assoluto prestigio è il SANGIOSPORT, consegnato direttamente dall’ideatore e artefice di questo Gran Galà, l’Ass.re Enrico Mantovanelli, alla Libertas Lupatotina, squadra di pallavolo 1° divisione femminile per la storica promozione in serie D. Il “Premio dirigente” è andato a Luigi Fresco, presidente della Virtus Verona, mentre il “Premio manifestazione sportiva” è andato alle Final Four Mini Basket. L’associazione RO-AL Basket si è aggiudicata il premio ‘Attività giovanile’, mentre l’associazione sportiva Pier Giorgio Frassati è stata premiata per la categoria ‘Diversamente abili’. La Squadra Juniores e Tifoseria Corbiolo Calcio sono invece risultati meritevoli del premio ‘Fair play’. Giorgia Biondani, 16enne nuotatrice azzurra è invece la ‘Giovane più promettente’. Novità di questa edizione sono i premi rivolti esclusivamente ai ‘Lupatotini’, con Team Bmx Libertas Lupatotina per l’attività giovanile, il Galà dello Sci per la manifestazione, e Leonardo Fedrigo, per la promessa. Il Gran Galà dello Sport è stato organizzato con il patrocinio della Regione

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Veneto, della Provincia di Verona e dei comitati regionali di CONI, CIP e USSI. I Partner della manifestazione che hanno aderito e sposato il progetto sono Lupatotina Gas, sponsor ufficiale, Prograf, fornitore ufficiale e Sport Di +, media partner, con la collaborazione anche di Farmacia Garofoli e Ristorante Ai Caprini. Con il Gran Galà dello Sport si è chiuso un 2013 ricco di iniziative sportive per S. Giovanni L., inserendosi in un progetto a più ampio raggio, che l’Assessore Enrico Mantovanelli sta portando avanti attraverso una serie di manifestazioni legate al mondo Sportivo, mirando ad ottenere la prestigiosa qualifica di Comune Europeo dello Sport nel 2016. «Credo che niente come lo Sport possa essere veicolo di così tanti ideali positivi. Questa sera– prosegue Mantovanelli – abbiamo assistito ad uno bello spettacolo che ha messo in primo piano lo sport ed i loro protagonisti.”



CALCIO di Alberto Cristani

Tommasi, il guerriero dall’anima candida Intervista esclusiva con Damiano Tommasi, presidente AIC ex giocatore di Verona e Roma. Una chiacchierata tra presente e futuro del calcio italiano. E non solo... 17 ma purtroppo ancora scarsa l’attenzione delle istituzioni all’intero movimento. Per il calcio veronese è stato un grande anno con il ritorno al derby di serie A e l’approdo della Virtus al professionismo, il Valpolicella femminile è arrivato in serie A e quindi anche quest’anno, nonostante la retrocessione del Mozzecane, avremo il derby in serie A anche nel femminile. Il finale di anno con il prosieguo dell’inchiesta sul calcio scommesse e l’inizio di campionato all’insegna di curve chiuse, partite sospese e lotta al razzismo ci ha riportato invece alla vera partita da disputare... quella contro l’inciviltà e il distorto modo di vivere il calcio.

VERONA, MONDO Dopo aver giocato in Inghilterra, in Spagna e persino in Cina, Damiano Tommasi ha concluso la sua carriera nel Sant’Anna d’Alfaedo, ed è tuttora legato a Verona. Sopra è impegnato all’evento cittadino ‘Nessuno escluso’ su sport e integrazione, assieme al Vescovo Zenti, don Giacomelli e Gnesato (Coni VR)

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è un simbolo del calcio Made in Verona. Nato a Negrar 39 anni fa, Damiano Tommasi, appese le scarpe al chiodo, riveste dal 2011 il ruolo di presidente dell’Associazione Italiana Calciatori. Sposato con Chiara e papà di cinque figli, Damiano è attivo a 360° per la promozione e la diffusione di valori che la società odierna, purtroppo, sembra aver dimenticato. Buon senso, rispetto delle regole, semplicità ed educazione: input che Tommasi lancia ogni qualvolta ne ha la possibilità. Sd+ lo ha intervistato chiedendogli un giudizio sul 2013 “sportivo” da poco conclusosi. Ma non solo. Damiano, il 2013 che anno è stato per il calcio nazionale e per quello veronese? Dal punto di vista dei risultati il calcio nazionale ha avuto esiti positivi con un terzo posto alla Confederation’s Cup e la qualificazione ‘agevole’ al mondiale 2014 della nazionale di Prandelli. Dal punto di vista del calcio femminile buono l’europeo per la nazionale maggiore, ottima la qualificazione al mondiale per la Under

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Quale altro evento sportivo extra calcistico ricordi con maggior piacere dello scorso anno? Non vorrei essere di parte ma la prima edizione del mondiale di tamburello indoor che si è disputato lo scorso mese di dicembre nel mantovano. Vittoria dell’Italia sia in campo maschile che femminile. Uno sport minore ma una mia grande passione che spero possa emergere sempre più anche a livello internazionale. Cosa invece, se potessi, cancelleresti sportivamente parlando, del 2013? Purtroppo l’incidente a Michael Schumacher che in questo momento non si sa che esiti finali avrà. Torniamo a parlare di Verona, la tua città, la tua casa: tralasciando le eccellenza di cui abbiamo parlato sopra, come giudichi il movimento calcistico giovanile? E’ un movimento intenso, sentito ma spesso deviato. Fare calcio a livello giovanile è una grande responsabilità che spesso si confonde con opportunità di successo. A Verona, poi, si hanno grandi numeri che nonostante queste grandi


ANIMA CANDIDA

aspettative non riesce a dare al professionismo un numero rilevante di ragazzi. Molte volte si delegano allo sport molte responsabilità, tra le quali quella di far crescere in modo sano e corretto i nostri giovani. Non credi sia un errore? Lo sport è uno strumento, ma chi insegna sono gli adulti... Come appena accennato fare calcio ma fare sport in generale con i giovani è, dovrebbe essere, una grande responsabilità riguardo la crescita della cultura sportiva anche negli adulti. Non credo sia sbagliato prendere la ‘scusa’ dell’attività sportiva dei nostri figli per tornare ad un sano spirito competitivo e ad una vera cultura sportiva.....direi che i veri insegnanti in questo senso sono proprio i bambini più piccoli. Genitori hooligans: è davvero così difficile mettere un freno a queste situazioni a dir poco patetiche che, ogni weekend, si ripresentano? Non solo sui campi da calcio... Più che genitori hooligans direi che si potrebbe parlare di adulti che vestono le loro aspettative sull’attività dei piccoli. Vivere lo sport, ma anche la scuola, come una cosa dei nostri figli e non ‘nostra’ è operazione molto complicata che spesso è definita con ‘giusto distacco’. Direi che sarebbe il modo migliore per vivere da spettatori interessati i successi o le sconfitte dei nostri figli che crescono. Il Coni provinciale sembra aver intrapreso un cammino interessante, radicandosi in modo capillare sul territorio. Può ritornare il Coni ad essere - dopo

Questo il famoso soprannome coniato allo speaker della Roma, Carlo Zampa, per il nostro Damiano, che con i giallorossi ha conquistato uno storico Scudetto. Tommasi è stato lanciato nel firmamento del calcio italiano dall’Hellas Verona, arrivando a collezionare 25 presenze in Nazionale (con 2 gol)

un periodo non felicissimo - un veicolo di promozione dello sport a 360°? Lo scorso febbraio sono stato eletto al Consiglio Nazionale del Coni in rappresentanza degli atleti e quindi mi auguro e farò il possibile affinchè lo sport diventi attività positiva e collante sociale di grandissimo valore grazie alle istituzioni periferiche dell’ente Coni. Più che una convinzione è, quindi, un auspicio, un impegno personale. Stanno sparendo però sempre di più gli oratori, veri e propri luoghi di aggregazione e sport “giocoso”. è lo sport gratuito è quello che sta scom parendo, ben identificato con l’attività oratoriale ma credo sia un’onda anomala che coinvolge un po’ tutte le nostre attività... ciò che è gratuito ha perso il grande valore che ha. Sono però ottimista in questo senso perché, “grazie” alla crisi dell’attività sportiva dilettantistica si sta riprendendo coscienza del senso collettivo dell’organizzazione sportiva. Come vedi la situazione sport nelle scuole? è uno degli obbiettivi del nuovo corso del Coni, riportare lo sport nelle scuole per renderlo sempre più familiare e di tutti. Compito che si sposa con gli impegni anche del governo che ha istituito un gruppo di lavoro (Destinazione Sport) per mettere a punto progettualità trasversali sport-scuola-istituzioni in grado di rigenerare e diffondere la sana cultura sportiva. Come sopra, essendo chiamato in causa in prima persona attraverso il Consiglio Nazionale spero di poter dare il mio piccolo contributo. Damiano, se potessi esprimere tre desideri per migliorare lo sport, quali sarebbero? Tornare a vivere lo sport come un gioco, scovare un metodo efficace che insegni a vincere ed insegni a perdere

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CALCIO

PALLONE A MANDORLA Tommasi è stato il primo italiano a giocare nel campionato professionistico cinese, nella squadra del Tianjin Teda. Era il 2009, e dopo quell’esperienza diede l’addio al calcio professionistico

per poter imparare ad essere competitivi in modo sano ed infine allargare sempre più la fascia di sportivi attivi per aumentare la qualità degli sportivi da divano. Quanto più si pratica uno sport in modo sano, tanto più si vive daspettatore in modo positivo.

Damiano, cosa ne pensi dei calciatori che “twittano”? (curiosità: l’indirizzo Twitter di ogni singolo calciatore quest’anno è stampato sulla relativa figurina della collezione Panini n.d.r.) Chi ha un profilo Twitter lo usa per comunicare e stare in contatto con i propri tifosi e con l’esterno. La libertà di comunicare comunque è un valore al di fuori della professione, quindi ci sta. Certo, un calciatore della Nazionale non può usare il social network come fosse un tifoso; ma non si può nemmeno impedire a un ragazzo di 20 anni di ‘cinguettare’. Come in tutte le cose ci vuole equilibrio e buon senso. Un saluto e un consiglio, da grande uomo di sport e non solo, ai giovani lettori di Sd+. Un caro saluto a tutti gli sportivi che saranno riusciti ad arrivare fino a queste righe, un augurio di un 2014 alla grande! Per chi fa sport e per chi vive da spettatore lo sport vorrei ricordare i grandi insegnamenti che lo sport ci da, approfittiamone e per non perdere le tante occasioni che qualsiasi disciplina sportiva ci da’ per crescere!

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CALCIO FEMMINILE di Matteo Sambugaro

Stéphanie Öhrström una vita in gialloblu I colori di Svezia e Verona per un portiere di classe, come pochi in giro. Le parate e i miracoli al servizio dell’Agsm Verona dal 2010 le hanno permesso di mettersi alla prova con il campionato italiano Svezia e Verona: Stéphanie ha proprio il sangue gialloblù… È vero. La prima volta che ho fatto un giro in centro a Verona, ho chiesto: come mai c’è la bandiera svedese a Verona? Non sapevo che i colori fossero gli stessi. Deve essere un segno del destino. Da quando è in Italia è stata eletta miglior portiere della serie A, miglior calciatrice del Triveneto ed è arrivata la convocazione numero uno in Nazionale maggiore. Sono davvero contenta. Da voi sto dimostrando il mio valore e sto giocando tanto. Era esattamente ciò che desideravo: scendere in campo con continuità. All’inizio non ero molto convinta, dopodiché mi sono innamorata di questa piazza. Perché l’Italia? Mi hanno cercato e hanno creduto in me.

NUMERO 1 DI GHIACCIO Arrivata dalla fredda Svezia, la Öhrström ha impegato poco tempo a scaldare i cuori dei tifosi veronesi. E ha dimostrato molto carattere anche nella polemica a distanza col suo illustre connazioale Ibrahimovic...

La maglia della Svezia non se la toglierebbe più. La sognava da tanto, tanto tempo. Sa dove vuole arrivare Stéphanie Öhrström. Ora più che mai. La chiamata del ct Pia Sundhage, la prima nella Nazionale delle grandi, le ha fatto fare i salti di gioia. Solo un’amichevole di fine novembre tra compagne, per il momento, in attesa di qualcosa di più. “Spero di entrare a far parte stabilmente del gruppo. Lo desidero con tutto il cuore”. Portiere di classe, Stéphanie, come pochi in giro. Parate e miracoli al servizio dell’Agsm Verona dal 2010, che le ha permesso di mettersi alla prova con il campionato italiano di serie A. Öhrström si è innamorata della città e non solo. Corre e lavora dalla mattina alla sera, il calcio è la sua vita.

Quanto è cresciuta dal 2010 a oggi? Abbastanza. Ho maggiore fiducia in me stessa e più ritmo, per esempio, ma devo e voglio ancora migliorare, in particolare nelle uscite. Abbiamo mai visto Öhrström al 100%? Credo che la stagione 2011/12 sia stata la mia annata più bella. Per essere al top, però, occorre che pure le compagne girino al massimo. Le qualità migliori di Stéphanie tra i pali? Sono molto reattiva. E adoro parlare e guidare la difesa. Non mi piacciono le partite in cui non faccio parate, ho bisogno di venire chiamata in causa. Con i piedi come se la cava? Bene. Nel 2013 un portiere deve sapere anche giocare con i piedi.

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CALCIO FEMMINILE

Il portiere nel calcio femminile quanto conta? Parecchio. Le squadre che vincono in Italia, in Europa e nel mondo hanno sempre un portiere di alto livello.

potuto rispondere in maniera più elegante. Invece, il suo intervento è stata una grande mancanza di rispetto. Quando parla, deve ricordarsi di essere il capitano della Svezia, uno dei giocatori più forti del mondo e un esempio per milioni di ragazzini e ragazzine. Ma chi è Ibrahimovic per dire che qualcuno vale di meno perché è una donna? Bisogna avere rispetto per le persone, sia in campo che fuori, e per i sacrifici che ognuno di noi fa nella vita, calciatrici comprese. Tuttavia, sono fiera della Svezia: tanta gente, giornalisti, donne e uomini, hanno preso le parti del calcio femminile. In molti Paesi questo non sarebbe successo.

Le caratteristiche di un ottimo estremo difensore? Essere forti mentalmente, avere coraggio e sapersi prendere le proprie responsabilità. Gli obiettivi del Verona?Avremmo voluto stare al top, conquistare lo scudetto e raggiungere la qualificazione alla Champions League. Adesso è difficile, non abbiamo più la possibilità di regalare punti. Non dobbiamo mollare.

VERONA - SVEZIA andata e ritorno

La sua pagina ufficiale facebook “Stéphanie Öhrström Official” ha oltre 500 likes. La seguono in tanti. Ne sono felice. Ho deciso di aprire questo profilo quando sono arrivata in Italia, anche per far avere mie notizie in Svezia. Scrivo sia in italiano che in inglese, così tutti possono capire. Mi piacerebbe diventare un modello per ragazze e ragazzi. Sulla mia pagina si trovano foto, qualche video, notizie e informazioni sulla mia vita sportiva.

Stéphanie si alterna tra AGSM Verona e Nazionale conquistata lo scorso novembre - tra i pali

Che effetto fa indossare la maglia della Nazionale delle grandi? Ho coronato un sogno. Attendevo la convocazione da parecchio tempo: la chiamata di novembre, però, è stata inaspettata, lo confesso. Vestire la divisa della Nazionale maggiore ha un sapore speciale.

E i suoi?Crescere insieme al club e mantenere il posto in Nazionale. E magari parare qualche altro rigore. La sua bacheca è vuota. Le pesa non aver alzato ancora un trofeo?No, però è un tasto dolente e, per questo motivo, uno stimolo per il futuro. Desidero veramente vincere qualcosa: sarebbe bello riuscirci già con il Verona. Nils Erik Liedholm ha allenato l’Hellas Verona. Lo sapeva? L’ho scoperto quando sono arrivata in Italia. Liedholm è stato un nome di rilievo per il calcio svedese: sono contenta che pure lui abbia potuto vivere qui e farsi apprezzare. Conosce Zlatan Ibrahimovic? Non personalmente. Ma l’ho visto giocare dal vivo in Svezia con la maglia del Malmo, l’ultima volta che ha affrontato il Trelleborg, la formazione della mia città. Vincemmo noi in casa 4-0 e lui fu espulso. Tra le due squadre c’è notevole rivalità e quel successo ci ha regalato una grande soddisfazione. “Con tutto il rispetto per ciò che le donne hanno fatto, non si possono paragonare uomini e donne nel calcio, e non è nemmeno divertente. Quando vado in giro per il mondo vengo messo a confronto con Messi e Cristiano Ronaldo. In Svezia, al contrario, mi è stato chiesto chi fosse il miglior giocatore, io o Lotta Schelin (attaccante dell’Olympique Lione e della Nazionale svedese, ndr). Stiamo scherzando?” Cosa pensa delle parole di Ibra? È vero, calcio maschile e femminile non si possono paragonare, però Ibrahimovic avrebbe

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Cosa le ha lasciato questa esperienza? La voglia e l’energia per continuare a lavorare sodo. Pia Sundhage? Un personaggio di valore assoluto, indiscutibile. È un tecnico che pretende il massimo ma che trasmette fiducia, desidera che in campo non si abbia paura di provare una giocata ed è attentissima ai dettagli. In più ha una mentalità vincente che pochi hanno. I Mondiali canadesi del 2015 sono un obiettivo? Per il momento sono solo un sogno. Sarebbe fantastico andarci e darò il 200% per riuscirci. Differenze tra calcio in rosa italiano e svedese? Da noi il movimento è più sviluppato, seguito, e c’è maggiore fisicità. In serie A, invece, prevale l’aspetto


La cucina italiana? Ottima. Sono una buona forchetta. Adoro gli spaghetti alle vongole, ma mi piacciono pure la pearà, la pasta e la carne.

tecnico: le squadre di vertice in Italia, infatti, sono valide e competitive.

L’aringa è un piatto tipico svedese. Lei è mai andata alla Festa della Renga di Parona? No. Ne ho solo sentito parlare. Dovrò farci un salto.

Pregi e difetti del calcio italiano? Riscontro tanta passione e sono contenta che il settore femminile stia crescendo. Gli arbitri, però, fischiano troppo: a volte potrebbero lasciar giocare.

La Svezia le manca? Nella misura giusta. È chiaro che penso alla mia famiglia e alle mie amiche, ma in Italia sto alla grande. Quando torno a casa, in ogni caso, è sempre un’emozione speciale.

I media fanno la differenza? Sì. I giornalisti sono fondamentali per far conoscere il calcio femminile. Spesso incontro persone che non sanno che Verona ha una squadra in serie A. Ed è un peccato. In altri Paesi, i media sono più attenti. Tuttavia, pure le società dovrebbero impegnarsi per promuovere la nostra realtà, come fa da anni il Verona. L’estate scorsa ha visto Svezia-Italia agli Europei? Certo. Ero allo stadio. Tifavo la Svezia ovviamente, ma speravo che le azzurre facessero più strada possibile. E credo che l’Italia abbia disputato un ottima competizione, fermandosi solo contro la Germania. Interessi particolari? Amo viaggiare. Ho visitato tanti posti, e quando c’è la possibilità, adoro andare a scoprire nuove realtà. Mi sono rimasti nel cuore l’India e il Sudafrica: culture diverse, tradizioni diverse. Molto istruttivo e interessante. Verona le piace? Sì. Da voi ho trovato la mia dimensione ideale. La città è splendida, i paesaggi sono fantastici, e il centro è pieno di storia. A Verona avete tutto. Ammirare il panorama dalla Torricelle, poi, è davvero bello.

Il suo italiano? Migliora. Me la cavo abbastanza bene. Frequento una scuola a Bussolengo una volta alla settimana. Piano piano mi sto ambientando.

CHE BELLE LE TORRICELLE! “A Verona avete tutto. Ammirare il panorama dalla Torricelle, poi, è davvero bello”

Cosa dovrebbero imparare gli italiani dagli svedesi e viceversa? Sarebbe bello se gli italiani fossero più puntuali e organizzati. Noi svedesi dovremmo avere una mentalità più aperta, proprio come voi. Invece, siamo piuttosto chiusi. Santa Lucia è una tradizione che conosce anche la Svezia… Esatto. Però è diversa dall’Italia. Da noi non ci sono regali, solo dolci. La mattina del 13 dicembre un coro di bambine e bambini vestiti di bianco, guidato da una bambina che impersona Santa Lucia, passeggia per le strade con una candela accesa in mano e una coroncina di candele elettriche in testa. Anche io, da piccola, ho avuto la parte di Santa Lucia. L’arredamento di casa è Ikea? Sì, qualcosa c’è (ride), devo ammetterlo. È mai andata all’Ikea in Italia? Tante volte. A Brescia. Spero che presto arrivi pure Verona: sarei contenta di respirare un po’ di aria svedese.

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CALCIO FEMMINILE di Matteo Sambugaro

Flora Bonafini Valpo nel cuore e nell’anima Una storia d’amore vera. Flora Bonafini e il Valpolicella, per vent’anni una a braccetto con l’altro. Un matrimonio difficile da raccontare, se non con le emozioni e quasi... 350 gol! «Il Fimauto è casa mia, è la mia seconda famiglia. Faccio fatica a descrivere cosa provo quando indosso quella maglietta e quella fascia da capitano. È proprio un orgoglio. Non lascerei il Valpo neppure se mi chiamasse il Bayern Monaco, il Lione o il Paris Saint German». Sorride il capitano rossoblù, abbassa leggermente lo sguardo, diventa un po’ rossa in viso. Non parla con le parole ma con il cuore. Perché partire dalla serie D e arrivare in serie A con gli stessi colori addosso non è roba da tutti. Poco importa esserci riusciti a 32 anni. «Non ho rimpianti: sono felicissima di aver coronato un sogno insieme alla mia squadra. È la più grande soddisfazione del mondo, imparagonabile. In passato avrei potuto fare il salto di qualità, però ho scelto di rimanere fedele al Valpolicella. Ho sempre creduto in questa società e non ho mai mollato, anche quando siamo retrocesse o le cose non andavano bene. Adesso mi godo un traguardo storico: aver raggiunto la serie A iniziando dal basso è ancora più bello». Umile al punto giusto Bonafini, tuttavia consapevole di aver realizzato un’impresa. Attaccante di razza, il gol nel sangue, e un velo di scaramanzia che non guasta mai: «Comincio le gare con la fascia da capitano al braccio sinistro, e se il risultato è negativo, la metto al braccio destro». Di gavetta ne ha fatta tanta Flora, di bocconi amari ne ha dovuti ingoiare, «ma li ho già dimenticati». Sacrifici, «e un pizzico di fortuna», che l’hanno portata lontano, «che mi hanno permesso di maturare. Ogni esperienza mi ha insegnato qualcosa». Si guarda indietro la punta rossoblù, scorre l’album dei ricordi. Sono stati vent’anni di emozioni, vent’anni di pura passione. Come il suo amore per il calcio. «La persona a cui sono più affezionata? Mio padre: fin da piccola mi ha sempre accompagnato in giro agli allenamenti, dopodiché è entrato in società,

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ricoprendo pure il ruolo di vicepresidente. Oggi non fa più parte della dirigenza, però continua a seguirmi. I momenti indimenticabili? Il passaggio dalla C alla B tra il 2006 e il 2007: nella partita decisiva contro il Frutta Più realizzai una tripletta. Poi, naturalmente, la promozione in serie A conquistata nella passata stagione. Il gol più bello? Ne ho segnati molti, però il migliore deve ancora arrivare (ride)». Una carriera simile alle bandiere più grandi la sua («con le dovute proporzioni» ci tiene a ribadire lei), da Paolo Maldini con il Milan a Giuseppe Bergomi con l’Inter, da Alex Del Piero con la Juventus a Francesco Totti con la Roma.

Non ho rimpianti: sono felicissima di aver coronato un sogno insieme alla mia squadra. È la più grande soddisfazione del mondo, imparagonabile. In passato avrei potuto fare il salto di qualità, però ho scelto di rimanere fedele al Valpolicella

Già, proprio Totti, «da sempre il mio idolo insieme alla Roma, la mia squadra del cuore» spiega Flora. Gli occhi si illuminano subito, la pelle d’oca comincia a farsi sentire. Bonafini è al settimo cielo, perché qualche settimana fa, una semplice passeggiata in città si è trasformata in una serata da incorniciare: «Ho incontrato Totti a Verona: l’ho salutato e abbracciato. Camminavo tranquillamente nella zona di ponte pietra: all’improvviso mi è stato detto che il capitano giallorosso stava cenando con Ilary Blasi in un ristorante lì vicino. Mi sono precipitata a controllare e l’ho visto. Mi sono avvicinata e gli ho confessato: sei il più forte del mondo. Lui si è messo a ridere. Ho provato un’emozione indescrivibile». Flora ha due obiettivi in testa: «Salvare il Fimauto e segnare almeno dieci gol». La formazione di mister Antonella Formisano lotta con onore, vuole dimostrare settimana dopo settimana di poter rimanere nella massima categoria. «Seguivo già la serie A, sapevo cosa ci avrebbe aspettato. L’impatto è stato tosto però positivo, sia per me che per la squadra. Abbiamo iniziato il campionato bene, forse al di là delle aspettative, e giochiamo un buon calcio. Ma attenzione, c’è ancora tanta strada da fare per conquistare la salvezza. Non dimentichiamoci che siamo una società neopromossa: dobbiamo dare sempre il 100% in ogni allenamento, in ogni partita, e non abbassare mai la guardia. Solo così raggiungeremo il nostro obiettivo». Un mix di talento ed esperienza il Fimauto Valpolicella. E se davanti hai una compagna come Valentina Boni, tutto è più semplice: «Valentina è una campionessa, una persona davvero umile e seria. Ha sposato appieno il progetto, calandosi alla grande nella nostra realtà. Fino all’anno scorso lottava per andare in Champions

League, ora per la salvezza. Però, la sua professionalità e il suo impegno sono sempre gli stessi: Boni è un esempio da ammirare. Su chi scommetto? Scelgo Ilaria Toniolo (portiere, ndr) e Ilaria Rigon (esterno alto e basso, ndr). Sono giovani ma, vedrete, faranno strada».

35O GOL ALLE SPALLE Partire dalla serie D e arrivare in serie A con gli stessi colori addosso non è roba da tutti. Poco importa esserci riusciti a 32 anni e dopo un numero impressionante di gol. Ma Flora Bonafini pensa soprattutto a guardare... avanti, alla salvezza del Valpo in primis

Il primo gol in serie A non lo dimenticherà mai. Una punizione da favola, un destro violento da 25 metri infilato all’incrocio dei pali. Alla Torres, poi, non all’ultima arrivata. L’ennesima perla della carriera, il modo migliore per presentarsi al cospetto di Patrizia Panico e compagne. «Quella rete me la ricorderò anche tra 30 anni – sottolinea Bonafini -. Segnare alle campionesse d’Italia, e per di più a casa loro, non capita tutti i giorni. Mi sono tolta una bella soddisfazione. Peccato che il mio gol non sia servito ad evitare la sconfitta (Torres-Fimauto 4-1, ndr). La favorita per lo scudetto? Proprio la Torres: le sarde sono una macchina da guerra. Sarà una battaglia entusiasmante fino alla fine con il Tavagnacco». Il derby lo sognava da mesi. «Non vedo l’ora di affrontare l’Agsm Verona» aveva detto Flora dopo la promozione. Arriva il momento della stracittadina, all’inizio di novembre, e lei parte dalla panchina. Guarda le sue compagne da seduta, vorrebbe scendere in

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CALCIO FEMMINILE

campo e spaccare il mondo. Bonafini entrerà al 21’ della ripresa e lotterà su ogni pallone, come sempre. Il Verona vince 4-2, il Fimauto torna a casa sconfitto ma con i complimenti delle avversarie e consapevole di non aver sfigurato. «Mi è dispiaciuto non essere partita titolare, non lo nascondo – ammette –, ci tenevo in modo particolare a giocare il derby. È stata una scelta tecnica del mister, di cui ho una stima incredibile. Ho parlato tranquillamente con Formisano e ci siamo spiegate, senza polemiche». Giovane promessa ieri, capitano oggi. Con la stessa maglia e gli stessi colori addosso da una vita. Ma cosa farà domani Flora Bonafini? «Non credo che diventerò allenatore – risponde –, al momento non penso sia la mia strada. Mi vedo di più nel ruolo di dirigente. Ho ancora voglia di giocare, sia chiaro, ma fuori dal calcio ho un lavoro che mi impegna molto. Sono la responsabile amministrativa di un’azienda e conciliare la serie A con la professione non è semplice. Intanto desidero raggiungere la salvezza in questa stagione, poi deciderò il mio futuro».

LA DEDICA DEL CAPITANO Generosa dentro e fuori dal campo, Flora Bonafini ha utilizzato la propria cartolina di SD+ per invitare tutti a seguire non lei ma la sua sua squadra, quel Valpo Fimauto che sta sorprendendo nella prima stagione in serie A. E con una ‘veterana’ così sensibile, c’era da aspettarselo...

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CALCIO di Alberto Cristani

Che bello crescere insieme ai ragazzi Intervista a Loris Margotto, da un anno coordinatore tecnico del settore giovanile del ChievoVerona, uno dei più importanti e qualificati del panorama nazionale. Che ha scoperto come non si finisca mai d’imparare... alle semifinali nazionali quindi nelle prime quattro, davanti a squadre più blasonate che investono molte più risorse economiche di noi. Gli Allievi Nazionali e i Giovanissimi Nazionali si sono classificati per le finali di categoria.

Dopo 20 anni da allenatore, di cui 16 in gialloblu, da luglio dello scorso anno Loris Margotto ha abbandonato l’attività sul campo per concentrarsi sull’aspetto organizzativo del settore giovanile del ChievoVerona, diventando coordinatore tecnico. Svolta importante per la sua carriera, dopo aver allenato nell’ordine esordienti, giovanissimi ed allievi, ed aver contribuito alla creazione delle Scuole Calcio, che ora vantano più di 80 società affiliate in tutta Italia. Chiediamo a Margotto, dall’alto della sua esperienza, di raccontarci come è strutturato il vivaio clivense, gli obiettivi raggiunti e quelli futuri. Che anno è stato il 2013 per l’attività giovanile del Chievo Verona? Un anno molto positivo. Da qualche stagione il nostro settore giovanile si è consolidato ai massimi livelli. Stiamo raccogliendo i frutti di un lavoro portato avanti continuità e progettazione. Qualche numero? La squadra Primavera è arrivata

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Come è organizzato il settore giovanile del Chievo Verona? C’è sinergia anche con la prima squadra? Abbiamo 10 squadre ufficiali dai 2005 sino alla squadra Primavera, una scuola calcio con 150 bambini. Tutte le nostre squadre sono seguite da un allenatore, un vice allenatore un preparatore atletico, un preparatore dei portieri e un dirigente accompagnatore. Se aggiungiamo i fisioterapisti, gli autisti dei pulmini che accompagnano i ragazzi agli allenamenti e il personale che si occupa della segreteria, abbiamo un esercito di persone che si dedica con grande passione alla crescita di circa trecento ragazzi. Il tutto sotto la guida del responsabile del Settore Giovanile Maurizio Costanzi. Abbiamo anche una rete di osservatori per il monitoraggio del territorio. Con l’aumento della qualità dei giocatori, anche la sinergia con la Prima squadra si è intensificata, tanto che nel finale della scorsa stagione tre giocatori della Primavera hanno esordito in serie A, così come è successo a Malik Mbaye, centrocampista classe 1995, che ha esordito a San Siro contro l’Inter lunedì 13 gennaio. Sicuramente il vivaio del Chievo è uno tra i migliori a livello italiano. Ci collochiamo tra i primi settori giovanili italiani alla pari con squadre con più tradizione e capacità economiche. L’investimento fatto dalla società nelle strutture, che si concretizzerà la stagione prossima con la realizzazione di un nuovo centro sportivo al Bottagisio, ci permetterà di fare un ulteriore salto di qualità.


A quali campionati partecipano le vostre squadre giovanili? Le nostri squadre partecipano a tutti i campionati di competenza. Dai 2005 fino ai 2000 ai campionati provinciali e regionali, dai 1999, cioè Giovanissimi, alla Primavera ai campionati nazionali. Quali sono le difficoltà maggiori per la gestione di un settore così delicato? Sicuramente sono legate all’aspetto organizzativo. Dobbiamo gestire allenamenti, trasporti, trasferte e soprattutto i ragazzi che ospitiamo nei vari convitti e appartamenti. E’ una grande responsabilità che necessita di competenza e disponibilità. Ogni anno cerchiamo i migliorare soprattutto dal punto di vista organizzativo. Genitori sugli spalti, una presenza che, purtroppo, che molte volte crea difficoltà. Che rapporto esiste tra società e genitori-tifosi? Credo che la cosa più importante sia la coerenza dei comportamenti. I genitori dei nostri ragazzi vedono il comportamento della società e dei suoi tecnici e di conseguenza sanno che siamo molto attenti agli aspetti comportamentali. Vogliamo persone che vengano a vedere una partita di calcio per divertirsi e per incoraggiare i propri figli. Siamo disponibili al dialogo, a spiegare i nostri progetti, ma non accettiamo intromissioni nel nostro lavoro. Devono sapere che tutti i nostri allenatori sono attenti all’aspetto educativo e formativo dei ragazzi. quindi esiste una rapporto chiaro e cordiale.

portare aventi il progetto con tanto lavoro e passione. Cercare di aumentare le competenze dei tecnici, attraverso il confronto e la formazione. Abbiamo la fortuna di avere un gruppo di persone che lavora insieme da tanti anni che condividono modi e metodi di lavoro. Obiettivo fondamentale poi è la realizzazione del nuovo centro sportivo al Bottagisio, che ci permetterà di avere una struttura all’avanguardia sia per quanto riguarda i campi da gioco , sia per quanto riguarda la logistica, che ci permetterà di ottimizzare le risorse umane ed economiche a disposizione.

Tifoseria e squadra più corrette d’Italia Il ChievoVerona lo scorso giugno si è aggiudicato, per la 15esima volta nella sua storia, la Coppa Disciplina come squadra più corretta della stagione 2012/13 e il Trofeo Gaetano Scirea per la tifoseria più corretta dello scorso campionato di serie A. I due trofei istituiti dal Consiglio di Lega Calcio sono stati consegnati al presidente Luca Campedelli questa mattina alla sede di via Galvani. “Questi sono due riconoscimenti ai quali tengo particolarmente – il commento del presidente Campedelli – perché testimoniano la correttezza, la lealtà e la sportività che contraddistinguono il ChievoVerona e tutti i suoi tifosi. Per noi sono valori che da sempre caratterizzano la mia società, princìpi nei quali i nostri sostenitori si sono identificati sin da quando la famiglia Campedelli è alla guida del Chievo. Per questo motivo voglio ringraziare i nostri tifosi: è un orgoglio per la società e la squadra vantare appassionati che ogni anno vincono il Trofeo Gaetano Scirea”.

Progetti per il 2014? Il progetto è continuare a

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TRIATHLON di Enrica Girelli

‘Provaci!’ disse il cuore...

Prendiamo un atleta del calibro di Emiliano Brembilla, uno tra i migliori nuotatori italiani di sempre, vincitore di oltre 15 titoli continentali e 5 tra medaglie mondiali e olimpiche. Lanciamogli una sfida: quella di affrontare per la prima volta una gara ufficiale di Triathlon, con solo tre mesi di tempo per prepararla. Ed Emiliano, il guanto di questa sfida, lo raccoglie… Da nuotatore a triatleta. Nasce così nel settembre 2013 il progetto EB PRIDE, ideato da Marco Marchese, pluricampione nazionale di triathlon, con la collaborazione di altri sportivi veronesi. Fondamentale è stato il supporto scientifico della facoltà di Scienze Motorie dell’Università di Verona, dove professionisti di alto livello hanno monitorato costantemente, pur rimanendo nell’ombra, tutte le fasi dell’allenamento. Emiliano Brembilla, in soli tre mesi, si è preparato duramente per affrontare la gara internazionale di triathlon svoltasi a Pucket, Thailandia, il 24 novembre scorso. Una competizione impegnativa, soprattutto per il clima molto umido e per la variabilità delle condizioni del mare, dove si svolgono i 1800 mt. della frazione di nuoto. Ma è proprio nelle difficoltà e nella fatica che Emiliano tira fuori la stoffa del campione: a testa bassa, con grande umiltà e impegno, ha conquistato un traguardo per nulla scontato. Lo abbiamo conosciuto in occasione dell’incontro organizzato dallo staff EB Pride il 14 dicembre per festeggiare assieme a lui la riuscita del progetto.

DALLA VASCA AL TRIS Dopo una carriera di grande prestigio come stileliberista, il ‘Brembo’ si getta in questa nuova sfida ‘triplicando’ gli sforzi

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Emiliano, perché hai accettato questa sfida? Del triathlon, fino a tre mesi fa, sapevo solamente che era composto da tre discipline, di cui una, il nuoto, è stato il “grande amore” per tanti anni della mia vita. Ma ho accettato subito la proposta, perché per me passione e fatica vanno a braccetto, e nel triathlon di fatica se ne fa tanta! E poi avevo davvero voglia di mettere di nuovo alla prova me stesso. All’inizio l’ho presa come un gioco, ma poi, con l’avanzare delle settimane gli allenamenti si facevano sempre più impegnativi, e mi sono reso conto di quanto importante fosse questa sfida per me, che amo spostare l’asticella dei miei limiti sempre un po’ più in là.


“Imparare” due nuove discipline è stato difficile anche per un campione come te? La bici, e soprattutto la corsa, sono due mondi che esulano dalla preparazione di un nuotatore professionista. Quindi ho dovuto davvero cominciare dall’ABC di entrambi gli sport. Fortunatamente ho avuto a disposizione uno staff di professionisti, come Luca Poltronieri per la bici e Barbara Perbellini per la corsa, che mi hanno corretto le posture e seguito passo dopo passo nella crescita in questi due sport, dalla posizione sul sellino all’appoggio del piede. Non è stato per niente facile, e ne ha sofferto soprattutto la mia muscolatura, ben diversa da quella di un triatleta! Nuoto, bici, corsa. Ma poi tutti insieme sono…triathlon! Raccontaci della gara. Eh sì…perché la competizione è l’unione di queste tre discipline, ed è questo il grande fascino ma anche la difficoltà del triathlon. Nelle settimane prima di partire ho ascoltato attentamente i consigli di due campioni, Alberto Casadei e Massimo Cigana, che hanno partecipato con me al Laguna Pucket. La gara…è stata un groviglio di fatica, paura, ed emozione. Nella frazione del nuoto il mio timore più grande è

stato l’affrontare il mare, che quel giorno era particolarmente mosso. Era la prima volta che percorrevo una distanza tanto lunga in acque aperte, ma sono uscito comunque tra i primi e lì ho incontrato la prima vera difficoltà: il cambio per la frazione in bici. Non ero abituato a mettermi le scarpette senza sedermi e per questo ho perso un sacco di tempo! Poi sono riuscito ad affrontare abbastanza agevolmente il percorso e il cambio con la frazione podistica. Al settimo chilometro di corsa, però, ero quasi allo stremo dello forze: ho dovuto camminare per un tratto, e infine all’ultimo chilometro un crampo fortissimo, mai provato nella mia vita sportiva, mi ha rallentato molto. A quel punto però, vedevo la linea del traguardo e ho trovato la forza per arrivare in fondo… correndo! Cosa ti ha dato quest’esperienza? Pensi di proseguire con il triathlon? è stata un’esperienza unica, e devo ringraziare tutti coloro che mi hanno permesso di arrivare fino a qui. Il triathlon mi ha dato nuova fiducia in me stesso, ma anche nuovi stimoli, nuovi obiettivi, nuovi ostacoli da superare! Il progetto EB Pride è concluso, ma io credo che continuerò ad allenarmi per migliorare in questa disciplina.

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MONTAGNA di Andrea Etrari

I primi 150 anni del Club Alpino Italiano Il 150° compleanno del CAI è stato festeggiato in tutta Italia con manifestazioni, pubblicazioni e... ascensioni. Coinvolgendo non solo i soci, ma anche le istituzioni e tante persone che non conoscevano il Sodalizio Naturalmente Verona non poteva rimanere estranea ad un simile evento, e così lo ha festeggiato con diverse manifestazioni iniziate già in febbraio con l’ormai collaudata tre giorni denominata “Montagna in Città”. Il sindaco Flavio Tosi ha dato il benvenuto agli oratori Annibale Salsa e Roberto De Martin che hanno trattenuto il pubblico con dotti argomenti inerenti la Montagna. C’è stata poi la presentazione di due mostre: una approntata da alcuni architetti particolarmente esperti nella progettazione di rifugi in alta montagna, e l’altra riguardante il 40° Congresso degli alpinisti italiani avvenuto a Verona nel 1909. Nei tre giorni della manifestazione si sono poi susseguiti i notissimi alpinisti Maurizio Giordani e Maurizio Zanolla (Manolo) che hanno avvinto il folto pubblico con il racconto delle loro imprese, ravvivate da splendide immagini. Come ogni anno, i tre maggiori cori di Verona, Voci del Baldo, Stella Alpina, e Scaligero dell’Alpe, hanno proposto le loro apprezzatissime “cante”. A conclusione del nutrito programma, c’è tata la consegna del Premio Biasin ad Andrea Simonini, effettuata dal noto alpinista Hervè Barmasse. Una targa, quale riconoscimento dell’attività culturale dell’arch. Oreste Valdinoci, autore di numerosi volumi e monografie riguardanti. Il riconoscimento è stato consegnato dal Presidente Generale del C.A.I. Umberto Martini, concludendo così con rinnovato successo “Montagna in Città”. Qualche giorno dopo la grande manifestazione di Cortina, la ricorrenza del 150° è stata festeggiata nel Veneto con la salita, in contemporanea, di 160 cime: purtroppo il tempo non ha aiutato, è stato tuttavia un evento che ha coinvolto centinaia di persone. La sezione di Verona e la sezione “Cesare Battisti”, con un centinaio di soci, sono saliti

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RISTORI E CORTINA, I TEATRI DEI FESTEGGIAMENTI Inoltre la sezione di Verona e la sezione “Cesare Battisti” sono salite su alcune cime del Carega

su alcune cime del Carega. Altre sezioni veronesi hanno invece privilegiato il Monte Baldo e i Monti Lessini. Sempre nell’ambito dei festeggiamenti, a Verona, presso la protomoteca della biblioteca cittadina, è stata allestita una mostra con la quale si è voluto illustrare la storia del Club Alpino Italiano, con particolare riferimento a quello veneto. Nella stessa sede si è poi tenuto un seminario durante il quale è stato presentato il volume “Alpinismo Veneto” realizzato da Gasparetto, Rovis, Scandellari: ma è stato anche il risultato di sinergie alpinistiche, storiche, cronistiche di tanti collaboratori che hanno contribuito a rendere il nuovo volume un vero e proprio trattato alpinistico in tutte le sue sfaccettature. Il successo non poteva certamente mancare. Appuntamento di alta valenza quello svoltosi, il 13 novembre al teatro Ristori, con il quale si sono concluse le manifestazioni, programmate dalle Sezioni e Sottosezioni veronesi: un apposito spettacolo intelligentemente realizzato dai due insuperabili e notissimi personaggi Bepi De Marzi e Alessandro Anderloni: un degno coronamento alle tante manifestazioni svoltesi in tutta Italia e nel Veneto in particolare.


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PALLAVOLO di Giulia Sambo

Adam White, lo schiacciatore dalla Terra dei Canguri Dalla costa orientale australiana, dov’è nato, fino a Verona, passando per Svezia, Olanda e Germania. Quest’anno White è approdato alla BluVolley Verona, esordendo in uno dei campionati di volley più prestigiosi al mondo

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GIANI BE GOOD Classe 1989, White è originario di Everton Park (Queensland), e ad aiutarlo ad ambientarsi a Verona ci hanno pensato soprattutto il compagno scaligero e di nazionale Aidan Zingel, a sinistra, e il Mister Andrea Giani, a destra, tecnico di grande esperienza anche internazionale. Sopra, la dedica in inglese del pallavolista

Il numero 9 agli ordini di Andrea Giani, 24 anni lo scorso 8 novembre, è stato eletto miglior pallavolista australiano indoor del 2013, ma non si monta la testa e guarda già ai prossimi obiettivi da raggiungere. Sul campo si descrive come un ricettore stabile e affidabile, fuori dalla palestra un tipo da cene informali insieme agli amici. Festeggiamenti natalizi? Un brindisi lungo un giorno in collegamento Skype con l’Australia insieme a fidanzata , fratello e al compagno di squadra Aidan Zingel. Qualche ora per riprendersi e subito di nuovo al lavoro per l’ultima di andata – l’8 gennaio contro la Diatec Trentino.

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PALLAVOLO

Prime impressioni sul campionato italiano? Sono rimasto colpito dal livello e dalla qualità di gioco della pallavolo in Italia. Però non sento che è fuori dalla mia portata, anzi. Credo di essermi presentato bene, ho dato subito il massimo. Sono molto felice di essere qui, per me si tratta di una grande opportunità di crescita.

abituato alle temperature miti dell’Australia, alle spiagge e alla brezza calda dell’oceano. Per il resto non ho notato una grande differenza, per modo di pensare questi due continenti si assomigliano. Che cosa ti piace di più di Verona? La storia che si ammira per le strade, i resti dei monumenti e palazzi antichi. Camminando per la città è una continua scoperta. Sei il pallavolista australiano 2013. Un bella soddisfazione. Ho lavorato duro con la mia nazionale ed ottenere questa ricompensa mi fa molto piacere, è un premio per quello che facciamo con passione e determinazione. Mi alleno ogni giorno per diventare un giocatore migliore. Dedico questo premio a me stesso perché in fondo la pallavolo è la mia vita e per me è un divertimento trascorrere il mio tempo in palestra. La tua fidanzata è olandese e per te ha deciso di venire a vivere in Italia… Si chiama Sandra. Ho già convissuto con lei quando giocavo in Olanda e l’anno scorso abbiamo condiviso un appartamento in Germania. Anche lei gioca a pallavolo, ma l’ho conosciuta fuori dalla palestra. Ora si allena con una squadra italiana di Serie B1 femminile. I tuoi tatuaggi parlano di te. Si ho scelto la Southern Cross, costellazione che si può ammirare soltanto nei cieli dell’Australia e Nuova Zelanda. E’ un simbolo che in automatico riconduce al mio Paese, per me ha un significato importante dal momento che passo la maggior parte del mio tempo fuori casa. E poi ci sono i cerchi olimpici, che simboleggiano un’esperienza importante (Olimpiadi di Londra 2012 ndr) vissuta in un momento difficile della mia vita, caratterizzato dalla perdita di persone care.

Come ti sei inserito nella squadra? Tutti i giocatori sono bravi ragazzi pieni di voglia di fare e nei miei confronti sono stati molto accoglienti. Andrea Giani, uno dei più grandi ex giocatori di pallavolo, è un campione che conosce alla perfezione i meccanismi di funzionamento di gioco e nell’allenamento dà tutto se stesso. L’Europa per un australiano? Sono arrivato qui che era inverno e il freddo mi ha sconvolto. Sono

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PALLAVOLO di Marco Ballini

Volley Libertas Lupatotina c’è sempre una prima volta La pallavolo in rosa di San Giovanni Lupatoto conquista la Serie D, evento storico per la squadra allenata da coach Alessio Albano

PRONTE A RIPETERSI La ciliegina sulla torta. Il premio “ Sangiosport”, riservato all’atleta o alla squadra che si è maggiormente distinta nel 2013 a San Giovanni Lupatoto ed inserito all’interno del secondo Galà dello Sport, è stato assegnato alla formazione di volley della Libertas Lupatotina neo promossa in serie D. La motivazione? Mai una squadra di pallavolo femminile di San Giovanni Lupatoto era riuscita ad accedere ad una categoria regionale. Vogliamo dunque ricordare la formazione della squadra, sponsorizzata da Rima arredamenti e guidata da Alessio Albano, protagonista la scorsa stagione di una splendida cavalcata nel torneo di Prima Divisione e conclusasi con la vittoria nello spareggio con il Povegliano: Elisabetta Dongili, Alessandra Ferrarini, Mara Belligoli , Romina Garzon, Elisa Aldighieri, Francesca Bissoli, Laura Compri, Eli-

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sa Magalini, Tatiana Panozzo, Roberta Signoretto, Veronica Stefani, Ilaria Benedetti e Sara Ferraro. Quest’anno la Libertas Lupatotina, col marchio Brema, sta disputando il campionato di serie D con onore navigando a metà classifica. “ Inutile dire che l’obbiettivo è la salvezza - sottolinea il riconfermato coach Alessio Albano - anche perché il nostro è un girone equilibrato dove sono in programma, peraltro, i derby con Arena Volley, Belladelli, CPM Lugagnano e VTV Tecnovap”. Per quanto riguarda gli innesti, la Brema Liberta può contare su Agnese Tessari, Mirta Dal Cero, Elisa Dal Corso, Stefania Scartezzini, Cristina Poli e Finizia Lo Sapio. Le gare interne si disputano il sabato sera, alle 20.30, nel palazzetto dello sport di Viale Olimpia.

Le ragazze lupatotine - nel tondo, Elisa Aldegheri fotografate col prestigioso riconoscimento ricevuto durante l’ultima edizione del Gran Galà dello Sport (resoconto a pagina 20). E la stagione 2013/2014 procede con buoni risultati


PALLACANESTRO di Andrea Etrari

Stagione da incorniciare per la Cestistica Verona Ruolino di marcia davvero invidiabile per una neopromossa come la “Cesta”, che al giro di boa può vantare un record di ben 12 vittorie e sole 3 sconfitte Basket, con cui conquistò la Coppa Korac nel lontano 1998. Il capitano è Mattia Zampieri, da una vita alla Cestistica: della scorsa stagione sono stati confermati pure Marchini, Flego, Lugoboni, Filippini e Ederle, oltre ai giovani Bovo, Zuppini e Viviani. I nuovi arrivi, oltre a Soave, rispondono ai nomi di Brunelli (da Bussolengo), Perlini (Virtus Isola), Fabbian (Soave), Petronio (Marcon) e Bordato (Bussolengo). Fiore all’occhiello della Cestistica è da sempre il settore giovanile: sono circa 180 i tesserati, con 7 squadre iscritte ai tornei provinciali oltre naturalmente al minibasket.

La storica società di Ponte Catena nella corrente stagione è tornata in serie C regionale ed ha concluso il girone d’andata al secondo posto in classifica alle spalle dell’imbattuta capolista Pall. Vicenza 2012. Ruolino di marcia davvero invidiabile per una neopromossa come la “Cesta”, che al giro di boa può vantare un record di 12 vittorie e 3 sconfitte. Dalla scorsa estate inoltre, un prestigioso marchio ha legato il proprio nome alla società biancorossa: si tratta della Paluani, che già nella passata stagione si era avvicinata alle giovanili della società, grazie all’opera dell’Avv. Andrea Sartori. Il roster della Paluani Cestistica 2013/14, allenata da Alessandro Bovo, è composto da un mix di giovani e “vecchi”. Tra questi ultimi il nome di spicco è quello di Mario Soave, lungo veronese cresciuto nella Scaligera

SQUADRA... SOAVE La rosa della Paluani Cestistica 2013/2014 può vantare la presenza dell’ex Scaligera Mario Soave

Lo staff societario, capitanato dalla Presidentessa Anna Maria Benedetti, si avvale della collaborazione di un nutrito gruppo di dirigenti equamente suddiviso tra prima squadra e settore giovanile. Tra questi spiccano lo storico dirigente Gianni Piotto e il direttore sportivo “Momo” Andreoni: «Siamo la prima realtà di basket veronese in ordine di categoria dopo la Scaligera – ricorda Andreoni – oltre ad essere la società più vecchia a Verona che pratica questa disciplina. Quest’anno pensiamo di aver allestito una buona squadra, senza grosse individualità ma con un gruppo solidissimo. Tutti i nostri atleti hanno incarnato lo spirito della Cestistica, l’allenatore è cresciuto in questa società e si è dimostrato competitivo per la categoria e questo è un grosso vanto per noi. Quest’anno non facciamo proclami, né tantomeno coltiviamo grosse ambizioni: continuamo così, a crescere con entusiasmo!».

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PALLACANESTRO di Andrea Etrari

Basket Est Veronese un nuovo progetto sotto canestro Nato lo scorso luglio, il progetto vede l’integrazione dei due settori giovanili del Soave Basket e della Pallacanestro Ferroli Serozan Bonifacio, che si confermano società trainanti del movimento scaligero Soave Basket e Pallacanestro Ferroli San Bonifacio: due comuni ad essere sempre più punto di riferimento della pallacanestro giovanile nell’est veronese e per questo la società castellana ha modificato la denominazione, proprio per identificarsi con il territorio in cui opera e sul quale vuole svilupparsi e crescere, guardando ad un bacino d’utenza di 60.000 abitanti. «L’obiettivo - spiega il presidente Mario Poli - è di dare a tutti i ragazzi di San Bonifacio, Soave e più in generale dell’est veronese, l’opportunità di giocare a pallacanestro, con istruttori e allenatori qualificati e professionali, tenendo comunque fede ai principi etici ed educativi che fanno parte della tradizione societaria». L’attività si articola tra Soave (il palazzetto in via San Matteo resta il fulcro) e San Bonifacio, dove sono invece concentrate la squadra senior di Promozione e l’Under 19. A Soave è comunque attiva anche una formazione senior di Prima Divisione che dà la possibilità di continuare a giocare ai ragazzi che hanno concluso il loro percorso nel settore giovanile.Nella stagione 2013/2014 complessivamente i tesserati sono 150, con 7 squadre. L’inizio di stagione è stato confortante, con la vittoria - per la prima volta da quando viene organizzato - della squadra soavese nell’8° Trofeo internazionale “Città di Soave - Quadrangolare delle città murate”, superando in finale gli sloveni dello Jeseniče. L’evento ha tenuto a battesimo il rinnovato palazzetto dello sport di Soave, dopo i lavori di ristrutturazione dell’impianto con la posa del nuovo parquet, realizzato grazie a una donazione per il dopo-alluvione di 60.000 € della Icm Cave di Albaredo, azienda di Claudio Dusi, presidente dal 2010 fino allo scorso luglio del Soave Basket. Pa-

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lazzetto che è stato “inaugurato” con una grande cerimonia alla presenza del viceministro all’Economia, Luigi Casero. L’attività di Minibasket prosegue con 3 gruppi nelle consuete fasce di età, nell’ottica peraltro di ampliare il raggio di azione in altri comuni del circondario. Al tempo stesso è stata intensificata la promozione nelle scuole, avviando incontri con laureati in Scienze Motorie nelle primarie di Soave, Cazzano di Tramigna, Belfiore e Caldiero. Questo è, in estrema sintesi, il progetto “Basket Est Veronese”: due campanili, ma un solo cuore, che batte per la pallacanestro.

L’UNIONE FA LA FORZA Anche in ambito sportivo, applicare una politica di ‘spending review’ può essere un modo intelligente di ottimizzare le risorse

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FREESTYLE di Andrea Costa

L’intrattenimento a base di Basket Freestyle

DUNK ITALY CREW 46

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Il freestyle non ha un collocamento netto all’interno del mondo degli sport convenzionali, una definizione o una metodologia precisa. Il freestyle può essere definito come uno sport portato all’estremo, che ingloba movimenti e ritmi di altre discipline. Dalla parola stessa ‘Stile Libero’, si parla di una situazione in cui l’atleta può estraniarsi dalle regole e canoni di qualsiasi sport per creare una serie di movimenti e flussi di ‘esercizi’ in modo completamente libero. Parlando nello specifico del Basket, possiamo pensare alla potenza e adrenalina che ci regala una schiacciata in azione o in contropiede, una finta così ben fatta che faccia perdere l’equilibrio al difensore, un movimento così perfetto da sembrare arte. Ecco, il basket freestyle vuole prendere tutte queste piccole parti, questi movimenti, questi colpi di atletismo e unirli in un’unica disciplina per regalare minuti di pure emozioni a tutti gli spettatori, grandi e piccini che siano, lasciando un ricordo indelebile. Il Team Dunk Italy nasce nel 2011 dall’insieme di ragazzi a cui la pallacanestro giocata andava stretta, che decidono di unirsi e fondare una Crew di schiacciatori per portare la loro passione come un format di spettacolo all’interno di tornei, partite, eventi e gare in tutta Italia. Da quel fatidico 2011 il gruppo si ingrandisce man mano e ai fondatori Stefano T., Luca ‘Big Fella’, Marco ‘Mr. Jump’ si aggiunge Davide ‘Fribra’ , Joy ‘Dunkstein’ , Luca ‘LB Ace’ e componenti di una seconda crew, come Alessio ‘Slowmotion’, Samuele ‘Fume’ e Mohamed ‘Showtime’. La crew a questo punto è composta non solo da schiacciatori ma anche da freestyler, così da poter portare al pubblico uno show completo di puro atletismo e arte del movimento, giocoleria e passione. Il nome del gruppo inizia subito ad eccheggiare all’interno dell’ambiente Basket, e le richieste di date crescono esponenzialmente. Nel 2012 la crew che è ben conosciuta nel nord Italia dove ha portato a termine il suo primo tour, si prepara ad affrontare il secondo anno in maniera più carica che mai e a sbarcare nei più importanti dunk contest a livello Nazionale e Internazionale, accaparrandosi titoli in ogni dove.

IL CESTO MAGICO Il connubio tra freestyle e basket porta alla realizzazione di coreografie e spettacoli mozzafiato

Dunk Italy è sempre più carico di adrenalina, con date già prenotate per tutta l’estate 2014 e con proposte per il mercato estremamente innovative come la ‘Scuola di Basket Freestyle’ , a cui possono partecipare tutti i ragazzi delle società Italiane che vorranno imparare tutti i trucchi del mestiere per poter iniziare a loro volta un percorso di crescita in questo ambito. L’annata che sta per iniziare si preannuncia piena di novità, a partire direttamente dall’organico del gruppo che si è appena arricchito con Elisa, pluri campionessa Italiana di Ginnastica Artistica, con cui avremo la possibilità di proporre uno show estremamente innovativo e vario.

INFO

info@dunkitaly.com

Il 2013 è l’anno del boom vero e proprio, il tour fitto di date in tutta Italia porta la crew a migliorarsi sempre più, con un bilancio di fine anno a più di 40 date e 45.000 persone come pubblico. Il futuro dei

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RALLY di Enrico Gastaldelli

SCANDOLA AL SOLE

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Mettendo in luce tutto il suo repertorio sia su asfalto che sulla terra, Umberto ha portato a casa il Campionato Italiano Rally, primo veronese a riuscire nell’impresa. Scopriamo il campione scaligero in questa intervista

non lo dimenticherà facilmente: vincendo il Rally delle Alpi Orientali si è aggiudicato il Tricolore con due gare d’anticipo. Il pensiero sarà subito corso al debutto da giovanissimo, agli anni da pilota Fiat con la Abarth Grande Punto, ma soprattutto alle prime gare dell’anno in cui la vittoria proprio non voleva arrivare. La stagione è iniziata… col freno a mano tirato. Perché? A inizio anno abbiamo cambiato fornitore di pneumatici, passando da Michelin a Pirelli. Per un pilota cambiare gomme è radicale e ci vuole del

UMBERTO PRIMO RE D’ITALIA Dopo una stagione molto intensa, il veronese si è aggiudicato il Tricolore Rally con la sua Skoda Fabia S2000

Non c’è niente di peggio che partire coi favori del pronostico. Lo sport è costellato di esempi in cui questo status si trasforma in una spada di Damocle. Se oltretutto sei un giovane di belle speranze che deve ancora affermarsi, può diventare un incubo. Nascono così quelle stagioni spartiacque: se vinci sei un campione, se perdi rimani l’eterna promessa. Umberto Scandola, veronese di 29 anni, questa stagione l’ha vissuta nel 2013. E a bordo della sua Skoda Fabia S2000 del team Skoda Italia Motorsport ha vinto il titolo di Campione Italiano Rally, navigato dall’esperto Guido D’Amore. Umberto viene da una famiglia da corsa - il padre e lo zio correvano coi bellicosi pseudonimi ‘Mistral’ e ‘Grizzly’, il fratello Riccardo è un ex pilota che ora gli fa da Team Manager - e il 2 settembre 2013

tempo ad adattare il proprio stile di guida. I test prima della stagione non sono stati sufficienti, poi invece siamo tornati a provare e abbiamo trovato la quadra. L’annata è stata poi un crescendo. A parte la gioia del titolo, quale soddisfazione conservi con maggiore piacere? Sicuramente la vittoria al Rally di San Marino, una gara che mio padre ha corso per la prima volta nel ‘76 e vi ha partecipato per ventanni, credo. Io e mio fratello Riccardo ci tenevamo tanto a portare finalmente in casa Scandola la coppa del vincitore! I rally sono molto amati dal pubblico perché lo avvicina alle auto di tutti i giorni. Cosa ne pensi di portare la formula del rally-show, tipo quello

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RALLY

di Monza, all’interno del campionato italiano? Finché è una gara ci può anche stare. Come ritorno mediatico un appuntamento come quella di Monza è importante per tutta la disciplina, sarebbe un ottimo traino per il campionato italiano. Però lo dice il nome: non è un vero rally, è uno show. Comunque, in sostanza, sarei favorevole. I programmi per la prossima stagione sono già stati definiti? Ne stiamo discutendo adesso con Skoda Italia (dicembre 2013, ndr). L’anno prossimo compi 30 anni: cosa vorresti regalarti? Mi è piaciuto tanto vincere, sarebbe bello ripetersi. Una gara in particolare che vorrei aggiudicarmi è il Sanremo, mentre il Ciocco, che aprirà la stagione, lo lascio volentieri al mio rivale Andreucci… a patto che il titolo finale rimanga a me! Appunto, nel 2014 il Campionato Italiano si apre a casa del tuo rivale storico, Paolo Andreucci (7 volte campione italiano), ma si conclude a Verona con il Rally 2 Valli. Mettendo da parte la scaramanzia e potendo scegliere: vorresti arrivarci già da campione o preferiresti giocarti il titolo sulle strade di casa? Sicuramente, mi piacerebbe arrivarci da campione e correrlo forte con la mente libera. Chiaro che se devi giocarti un titolo è meglio farlo sulle strade che conosci. Il rally più bello del mondo? Ho corso poche gare fuori dall’Italia per esprimere un giudizio. il mio navigatore, che ha corso tanti anni nel Mondiale, mi racconta che a livello di guida il top è il Nuova Zelanda E l’auto, anche del passato, con cui vorresti correrlo? Una delle Subaru in livrea 555 di Colin McRae, il binomio auto-pilota che ho amato da ragazzino. Colin è stato un talento affascinante, però come atleta e come professionista uno come Sebastian Loeb non nascerà più.

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Alle corse all’estero e al Campionato del Mondo ci pensi? Sì, sarebbe bello, ma per arrivare in quelle realtà ci vuole una congiunzione astrale molto difficile da concretizzare, il famoso ‘trovarsi nel posto giusto al momento giusto’. Sono molto soddisfatto di dove mi trovo e del lavoro che stiamo facendo. Certo, la fortuna è cieca e l’occasione potrebbe arrivare, ma sono realista e non mi aspetto miracoli… Perché gli italiani sono assenti dal palcoscenico mondiale? Alcuni dicono perché manca il coinvolgimento di una grande Casa come la Fiat, però nel Mondiale vediamo finlandesi, estoni, norvegesi, russi, arabi che grandi Costruttori nei rally non ne hanno… Dividerei in due categorie: i russi e gli arabi ci sono perché hanno… delle belle valigie piene. Per quanto riguarda gli scandinavi, e i finlandesi in particolare, il discorso è invece culturale. Recentemente mio fratello Riccardo ha avuto un incontro con alcuni manager della Finlandia che spiegavano come da loro ci fossero imprenditori che investono sulle carriere dei giovani piloti per poi tenersi una percentuale sugli ingaggi che questi avranno una volta arrivati nel Campionato del Mondo. Una mentalità che noi non abbiamo, forse perché non ci crediamo, non so… comunque credo non ci manchi solo la Fiat in pianta stabile nei rally, ma mancano le persone che vogliono investire nei talenti. I rally, dunque, specchio della nostra realtà italiana, dove appunto non si scommette quasi mai sui giovani e sui loro talenti. Ma torniamo a noi. Sei un tipo competitivo anche fuori dall’abitacolo, di quelli che vogliono vincere anche a carte? Diciamo che se c’è una sfida, anche tra amici, trovo sempre bello provare a vincerla. A parte a scuola dove, purtroppo, perdevo sempre (ride, ndr.) Hai anche un Fan Club, il ‘Vai Umby’. Che effetto ti fa? è molto gratificante avere persone che ti seguono in ogni posto tu

vada a correre. Coi miei tifosi passiamo molte serate, facciamo delle feste, credo sia un aspetto molto bello del mio essere pilota di rally. SD+ ha una rubrica curata dalla Polstrada di Verona che tratta di sicurezza stradale. Qual è il comportamento alla guida di tutti i giorni che ritieni più pericoloso? Una cosa che mi ha insegnato mio padre è che quando guidi devi stare attento a quello che fai tu, ma soprattutto a quello che fanno gli altri. La distrazione alla guida è poco prevedibile e pericolosa: gente che parla al telefono, che cambia stazione radio, che si ferma un metro dopo lo stop… comportamenti che devi riuscire a captare per evitare un incidente. Tra questi atteggiamenti, credo che usare il cellulare al volante sia il più diffuso e il più scorretto. I ragazzi che ci leggono si muovono anche in bici, scooter e moto. Che rapporto hai con le due ruote? A livello di utenti della strada, trovo indisciplinati molti ciclisti che occupano tutta la sede stradale e non si curano del traffico che li circonda. Dovrebbero usare strade meno trafficate, dove possibile. La moto l’ho usata un po’ da ragazzo e raramente ci salgo sopra adesso, anche per non dare pensieri ai miei genitori. Pure a livello sportivo, ciclismo e motociclismo non sono mie grandi passioni. In moto… slitta invece ci vai, e l’inverno in Lessinia aiuta questo svago che è anche un modo per allenare la sensibilità di guida. Ma a proposito di allenamento: il rallista che tipo di atleta è? Magari non sembra, ma il rally è uno sport molto faticoso. Bisogna sviluppare i muscoli del collo, potenziare quelli delle braccia. E poi serve tanto, tanto fiato: specie nelle prove speciali lunghe si rischia di andare in affanno magari senza accorgersene, perché si è molto concentrati,. Perciò è molto importante allenarsi correndo molto a piedi: aiuta a mantenere alto il ritmo della guida.


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APNEA di Davide Dameno

Un tuffo dove l’acqua è più blu Intervista a William Trubridge, l’essere umano “più profondo” sul pianeta. Negli ultimi anni ha sconvolto tutti i limiti fino ad ora conosciuti costringendo i medici ha ridefinire molte teorie sugli adattamenti fisiologici del corpo umano William Trubridge vive sull’ isola di Long Island (Bahamas) dove si allena per ridefinire nuovi limiti umani, che fino a pochi anni fa si pensavano irraggiungibili. Negli anni ha costretto molti medici ha ridefinire molte teorie riguardanti gli adattamenti fisiologici del corpo umano sott’acqua.

) nella mia vita. Servono particolari doti naturali per praticarel’ apnea per un giovane apneista? La migliore capacità di una persona è quella di saper essere in grado di sentirsi a completo agio e in pace con il mare. Se ti piace stare sott’ acqua di conseguenza tutto il resto verrà allenandoti. Grandi capacità polmonari aiuteranno di sicuro a trattenere il tuo respiro più a lungo ma questo non sarà del tutto vantaggioso per quanto riguarda le discipline della profondità, in quanto una grande capienza polmonare renderà più ardua la tua discesa a causa della maggiore positività causata dalla grande quantità d’ aria nei tuoi polmoni e dal tuo grande peso.

William, quando hai iniziato ad allenarti “seriamente”? Nel 2003. Nei primi due anni non sapevo bene come allenarmi nel modo migliore ed è solamente dal 2005 in poi che ho iniziato ad allenarmi duramente. Ho sempre vissuto su una barca quando ero piccolo, di conseguenza nuotare e fare snorkeling per me era assolutamente naturale. Io e mio fratello trascorrevamo ore tutti i giorni nelle calde acque tropicali e penso che questa mia prematura attrazione per il mondo acquatico mi abbia attirato negli anni successivi verso il mondo dell’apnea, anche perchè mi sentivo assolutamente a mio agio in profondità. Potresti brevemente riassumermi in che cosa consiste lo sport dell’apnea? L’Apnea consiste nel’ trascorrere il più tempo possibile sott’acqua con un solo respiro. In questo sport gli atleti competono tra loro per vedere chi può andare più profondo rispetto agli altri. Per ciascuna personal’ apnea ha un diverso significato ma per me è un modo per scappare dalla gravità, dai suoni e dalla luce ( se vai molto profondo) e anche la sensazione dello scorrere del tempo si annulla totalmente negli abissi. Un tuffo molto profondo in apnea può essere percepito come un sogno dove tutte le regole della realtà sono sconvolte. Questo è uno sport che richiede anche grandi capacità mentali e fisiche e soprattutto questa caratteristica mi è particolarmente affine perchè io ho necessità di percepire questa sfida tra ( mente e corpo

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4’11” Tanto è durato il tuffo in apnea a rana di William Trubridge tra discesa e risalita

La prima cosa che molte persone pensano dell’apnea è che gli apneisti scendano in profondità conl’ ausilio di una slitta. Ma ciò non rappresenta per nientel’ apnea vero? Per me lo scendere in profondità con una slitta non rappresenta per nientel’ Apnea. Scendendo in Apnea con la slitta è necessario un equipaggiamento maggiore rispetto a coloro che scendono sott’ acqua con le bombole. Sicuramente con una slitta puoi andare più profondo, ma ciò non richiede alcuno sforzo atletico. “ L’ Apnea Pura “ consiste nel capire quanto realmente ti puoi spingere in profondità senza alcun ausilio artificiale e solo con il tuo corpo con un solo respiro e solo in questo modo noi possiamo realmente capire quali siano le reali potenzialità acquatiche delle specie umana sott’acqua. Che sensazioni che provi durante la discesa in apnea? La discesa è di solito molto bella. Dopo aver raggiunto i 25 metri di profondità, la compressione d’ aria nei polmoni mi fa capire che il mio corpo ha perso peso e quindi inizio la caduta libera fino alla mia profondità LIMITE ( come un lancio col paracadute in


Slow Motion ). Di sicuro ciò vorrà dire che quando avrai raggiunto il fondo, sarai più pesante che in superficie e quindi dovrai spingere duramente con tutta la tua forza per incominciare la lunga salita verso la superficie. Siccome durante la discesa non hai nient’ altro da fare che cadere liberamente negli abissi, questo momento può essere percepito come un istante in cui tu sei completamente assorbito dall’ oceano, avvolto dalle oscure profondità. I momenti più magici avvengono di solito in modo inaspettato. Possono avvenire quando sono semplicemente sdraiato su un sabbioso fondale a 10 metri mentre guardo i piccoli pesci che vanno e vengono davanti a me e in quel momento mi sento completamente a casa e in pace con me stesso in quel contesto. Non ho assolutamente bisogno di respirare o di ritornare in sperficie perchè sono parte del mondo sottomarino. Spesso faccio anche tuffi in apnea di allenamento fino a 60 metri di profondità. A 60 metri mi fermo e resto laggiù per molti minuti prima di ritornare in superficie. Durante questo tempo percepisco una completa unione del mio corpo con l’’acqua. L’assenza di ogni tipo di percezione (suoni, odori e peso) combinati con il rallentamento del mio battito cardiaco e dei miei pensieri mi fanno capire che ho perso ogni contatto con il mondo esterno. Non sto né sentendo né pensando, e ciò mi lascia solo un senso di coscienza profonda con me stesso. Io esisto solo come consapevolezza. Veramente un‘ esperienza liberatoria. Cosa accade fisiologicamente al nostro organismo con l’apnea? I polmoni sono compressi, dal volume di un melone (in superficie), fino a raggiungere il volume di un’ arancia alla profondità di circa 100 metri. Per questo motivo esiste nel nostro organismo un potente riflesso chiamato “Blood Shift“ che fa allontanare tutto il sangue presente nelle periferie del corpo (braccia, gambe ecc.) per accumularlo tutto nel cuore e nel cervello i quali essendo organi vitali non potrebbero sopravvivere senza sangue e senza ossigeno. In risposta alla grande quantità di ossigeno trasportato nel centro del nostro organismo e

nel cuore, il battito cardiaco in profondità rallenta fino a 20 battiti al minuto. Ci sono sicuramente molte altre reazioni che avvengono nel corpo ma sono state fatte pochissime ricerche riguardo a tutto ciò che accade nel organismo umano durante un tuffo profondo in apnea! Se praticato con attenzione e con le giuste procedure di sicurezza non è molto pericoloso. è molto meno pericoloso di tanti altri sport estremi. Gli apneisti muoiono, ma ciò accade spesso perchè loro ignorano gli standard e le procedure di sicurezza da mantenere. Una delle principali regole è gare di apnea.

oltre il mio LIMITE personale. In ogni caso il corpo reagisce bene a queste sensazioni e spesso queste Apnee Profonde mi hanno dato grandi soddisfazioni. Puoi raccontarci quel è stata l’apnea più estrema che tu abbia mai fatto in vita? La più estrema è stata un‘ impresa che mai più ho ripetuto in vita. Questa impresa è consistita nel aver nuotato attraversol’ arco di Dahab (Egitto). Quest’arco è un tunnel lungo ben 30 metri e situato ad una profondità di 60 metri. L’ Arco collega a questa profondità il Blue Hole di Dahab con Il Mar Rosso. Nel 2007 divenni quindi il primo essere umano ad aver mai nuotato nella storia attraverso l’arco senza pinne ne’ muta ne’ con altri ausili artificiali, per questa impresa ho indossato solo una maschera e un costume. Una cosa simile non è stata più ritentata anche se non è così stressante fisicamente come molti altri record del mondo. Quanto è durato il tuffo in apnea fino a 101 metri a rana in totale? L’ intero tuffo è durato 4 minuti e 11 secondi in totale tra discesa e risalita.

Per quanto tempo puoi trattenere il tuo respiro? Stando fermo posso trattenere il respiro per 8 Minuti ma questo solo perchè non mi muovo e quindi non consumo ossigeno. Invece di solito le mie apnee più profonde durano intorno ai 4 minuti di tempo in totale. Inoltre durante alcuni tuffi profondi oltre i 100 metri (sempre senza alcun ausilio di pinne o spesso solo al massimo con una semplicissima monopinna) l’effetto narcotico dei gas presenti nel mio corpo sottoposti alla grande pressione di quelle quote mi ha causato allucinazioni cerebrali molto forti che mi hanno dato il senso di vagare nel buio ed in qualsiasi direzione anche durante la risalita. Nei casi più estremi spesso durante la risalita mi sono più volte chiesto se avrei raggiunto i 30 metri di profondità prima d perdere conoscenza a causa della mancanza di ossigeno perchè più volte mi sono spinto

Quando sei sceso a 101 metri di profondità a rana (senza pinne ne ausili artificiali di alcun tipo nella disciplina più pura dell’ apnea) hai provato un senso di paura? Assolutamente no, Sono in grado di stare molto calmo e rilassato perchè avevo già fatto immersioni in apnea molto simili a quello dei 101 nei giorni precedenti quindi avevo già capito il modo per raggiungere una buona confidenza con quelle profondità, solo quando sono sicuro ad una certa profondità, aggiungo altri 2 o 3 metri in più alla mia quota LIMITE e questo intero processo può portare via lunghi mesi di serio allenamento. Qual è il tuo prossimo obbiettivo? Al momento mi sto allenando con la mono pinna per conquistare un Nuovo Record del mondo. A maggio 2012 ho fatto un tuffo in apnea a 125 metri, di profondità che sarebbe stato un nuovo Record del Mondo ma sono stato squalificato dai giudici per una problema di protocollo di superficie. Quindi sto continuando ad allenarmi per riuscire a ritentare nuovamente questa profondità l’anno prossimo.

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Telenuovo è media partner ALE’ VERONA

Le emozioni dei Match dell’Hellas commentate dalla nostra redazione con interviste e dopo partita DOMENICA ALLE 14.00 e in concomitanza di anticipi e posticipi della partita dell’Hellas

POMERIGGIO HELLAS al fianco della Primavera per sostenere i campioni di domani SABATO ALLE 14.30

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MOUNTAIN BIKE di Stefano Festa

La regina italiana della MTB Marathon Impegno, sudore e... lacrime per la felicità per Lorena Zocca, la nuova campionessa italiana MW1. Un’emozione che riviviamo tappa per tappa, fino all’epilogo vincente in terra siciliana... Per Lorena Zocca il vero e proprio avvicinamento al Campionato Italiano Marathon è iniziato con la Val di Fassa Bike, gara che con i suoi 64 Chilometri e 2.760 metri di dislivello costituiva prova della UCI Marathon Series, ovvero tappa italiana della Coppa del Mondo Marathon. La gara faceva anche parte di due circuiti: uno regionale Trentino MTB, l’altro nazionale Trek Zerowind. Lorena si è presentata ai nastri di partenza con la maglia di leader del Trek Zerowind ed una terzo posto assoluto nella classifica provvisoria del Trentino MTB pronta a dare battaglia alle avversarie. L’internazionalità della gara ha portato a Moena le migliori bikers europee ed italiane interpreti della lunga distanza e qui Lorena è riuscita a conquistare un ottimo 8° posto assoluto lasciandosi alle spalle atlete del calibro della campionessa nazionale élite Ungherese Ester Dosa, la campionessa italiana in carica MW1 e tante altre atlete élite molto quotate. Con questo risultato, entrando nella Top Ten di questa importantissima gara, Lorena ha visto ulteriormente rinforzate le proprie posizioni in entrambi i circuiti. Come rifinitura di preparazione Lorena ha successivamente partecipato alla Lessinia Legend, competizione che l’ha vista assoluta protagonista e regina incontrastata sulle montagne veronesi. Forte di questi risultati Lorena si è presentata all’italiano Marathon in Sicilia con tutti i pronostici a suo favore e decisa a lottare con tutte le Sue forze per la conquista dell’ambitissimo titolo. La gara, unica nel suo Contesto paesaggistico per la suggestiva ambientazione all’interno del Parco dell’Etna, partiva da Milo a 700 metri di altitudine sulle pendici del vulcano e si sviluppava su 62 chilometri e 2.200 metri di dislivello.

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2013 da record Annata di successi per la Zocca, che ha inanellato 11 vittorie di cui 4 assolute nella categoria Open

“Dopo la prima salita asfaltata mi sono ritrovata in 4° posizione assoluta e prima della mia categoria. Per tutto il resto della gara ho quindi cercato di mantenere il buon ritmo che avevo preso cercando di difendere la posizione senza incappare in inconvenienti che avrebbero potuto compromettere il risultato finale. All’ultimo rifornimento però quando il mio team manager mi ha dato i distacchi ho capito che potevo tentare di agguantare il podio assoluto così nell’ultima lunga discesa ho forzato parecchio


il ritmo. Complice il temporale scoppiato a metà gara e l’abbondante pioggia caduta che ha reso particolarmente viscido il fondo in certi tratti, sono però scivolata su una lastra lavica ed ho perso una posizione. A quel punto il podio era ormai fuori portata, ma a pochi chilometri dal traguardo il titolo era più che mai una prospettiva concreta e così mi sono imposta di tenere i nervi saldi e di concentrarmi su un unico obbiettivo: tagliare il traguardo per vincerlo e cosi ho fatto! E’ stata un’emozione indescrivibile: appena appoggiati i piedi per terra sono scoppiata in lacrime per la felicità proprio mentre la speaker annunciava che la nuova campionessa italiana MW1 ero io e tutto intorno dal pubblico scoppiava un applauso di incoraggiamento. Mi sento fiera di aver portato il giallo-blu della mia città e del mio team In alto anche in Sicilia vincendo il tricolore e per questo ringrazio il mio Team Manager, il presidente della mia società Ettore Cordioli e tutti gli sponsor che mi hanno aiutato”.

settimane oltre 20.000 metri di dislivello in salita. Visti i risultati dell’ultima parte di stagione sapevo di partire da favorita per la conquista di un titolo che mi mancava, ma proprio per questo gestire il peso della tensione nervosa e delle aspettative in un appuntamento così importante non è stato affatto facile. Alla fine è andato tutto per il verso giusto e penso che questo tricolore sia la migliore ricompensa per tutti gli sforzi fatti.”

Qualche giorno dopo il rientro dalla Sicilia, con la maglia tricolore definitivamente sulle spalle ho chiesto a Lorena di fare qualche considerazione a mente sgombra su questa esperienza ed ecco quello che ha raccontato: “Le gare sulla distanza Marathon sono quelle che da sempre prediligo, probabilmente anche grazie ad una mia predisposizione naturale che però da sola non basta. Per prepararmi adeguatamente infatti avrei bisogno durante tutta la stagione di lunghi allenamenti, ma questa esigenza è inconciliabile con il lavoro a tempo pieno che svolgo. Diversamente dall’anno scorso la collocazione del Campionato Italiano a fine Settembre mi ha aiutata perchè ho approfittato delle vacanze estive dal Lavoro per recarmi a Livigno e percorrere in due

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APPUNTAMENTI | PODISMO a cura della Redazione

Correre a Verona a gennaio e febbraio DOMENICA 26/1 08:30 38ª Cavalcata della Val Squaranto Montorio (VR) Organizza: G. P. MONTORIO – OFF. TOMELLINI Tre percorsi ondulati di Km. 5,5 – 9,5 e 17. Tempo Max. Ore 3.30. Ristori sui percorsi e all’ arrivo. Riconoscimento ai partecipanti: una confezione da gr. 750 di frullini del FORNO BONOMI. Riconoscimenti ai gruppi. Chiusura per i gruppi alle ore 22.00 del 26/01/2013. DOMENICA 2/2 08:30 34ª Marcia di San Biagio Bovolone (VR) 08:30 42ª Gran marcia di San Valentino Bussolengo (VR) Organizza : G.P. BUSSOLENGO Tre percorsi di Km. 5 piano e Km. 9 e 15 ondulati. Tempo max. 3,00 ore. Ristori sui percorsi e all’arrivo. Riconoscimento ai partecipanti: gr.200 grissini rustici + gr.200 di fagottini all’olio “Il Forno di Marianna”. Chiusura per i gruppi alla ore 22.00 01/02/2014. DOMENICA 9/2 08:30 6ª Marcia delle Due Città Montorio (VR)

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DOMENICA 16/2 08:00 4^prova campionato provinciale cross CSI” “Caminada ai Casoni” Casoni di S.Pietro di Legnago (VR) 10:00 Giulietta e Romeo Half Marathon Verona DOMENICA 23/2 08:30 41ª Promenade del Goto San Michele (VR) Organizza: G.M. SAN MICHELE – LITOPAT Due percorsi di Km. 8 piano e Km. 15 ondulato. Tempo Max. Ore 3.30. Ristori sui percorsi e all’arrivo. Riconoscimento ai partecipanti: gr.250 di tortellini superfini al prosciutto crudo + gr. 250 di fettuccine del PASTIFICIO AVESANI. Riconoscimenti ai gruppi. Chiusura per i gruppi alle ore 22.00 del 22/02/2014. 08:00 Marcia dei tre mulini Minerbe (VR)



PODISMO di Bruno Mostaffi

Verona con la Corsa 2013 premiati i vincitori Venerdì 20 dicembre presso la Sala Conferenze della Fondazione “Pia Opera Ciccarelli” di San Giovanni Lupatoto si sono svolte le Premiazioni finali del circuito scaligero Davanti ad un folto pubblico che ha occupato l’intera platea della Sala - sono state stimate circa 150 persone, ma forse di più - il Comitato Organizzatore del “Verona con la Corsa 2013” ha ringraziato per l’ospitalità la Direzione della “Pia Opera Ciccarelli” e l’Amministrazione Comunale di San Giovanni Lupatoto. Era presente, oltre all’appassionato Assessore allo Sport Enrico Mantovanelli, anche lo stesso Sindaco della città lupatotina, Federico Vantini. Entrambi hanno tributato un entusiastico commento all’iniziativa e al successo di presenze e hanno poi presentato con orgoglio gli importanti traguardi raggiunti da San Giovanni Lupatoto nello Sport in questa stagione, dalla fase regionale delle Special Olympics ospitate e soprattutto sul lavoro di integrazione nello sport normale di questi ragazzi ”specialissimi”, alle tante iniziative collegate alla Settimana dello Sport di San Giovanni Lupatoto: una ricca stagione culminata con il Galà dello Sport allestito presso il teatro Astra (“strapieno” nell’occasione) il 6 dicembre scorso. Gli organizzatori delle otto prove hanno poi commentato brevemente le loro manifestazioni del 2013 e illustrato i programmi dei loro club per il 2014. I vincitori assoluti del circuito 2013 sono stati Cinzia Martini e Massimiliano Bogdanich, acclamati a lungo dalla platea. Durante la serata sono stati premiati inoltre i primi dieci classificati delle 12 categorie, le migliori 5 società della provincia di Verona e le prime 3 associazioni provenienti da fuori provincia. Nei due allegati sono riportate tutte le classifiche dettagliate. Inoltre a tutti gli atleti che hanno concluso almeno 6 delle otto prove in programma è stata offerta dal comitato organizzatore una giacchina antivento azzurra personalizzata con il logo del circuito. Il Comitato organizzatore del circuito intende ringraziare

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le aziende che hanno contribuito all’allestimento del montepremi, Decathlon, Paluani, Zuegg, ecc. e così pure la società Sdam che ha curato l’elaborazione delle classifiche.


di Massimo Passarini

Queste le otto prove del circuito 2013 20/01/2013 Maratonina Demmy di Monteforte 17/02/2013 Giulietta & Romeo Halfmarathon di Verona 17/03/2013 Palio del drappo verde di Verona di 10 km 07/04/2013 10 Miglia Lupatotine di S.Giovanni Lup. 30/08/2013 Enotturna di Soave di 6 km 15/09/2013 Trofeo Città di Mozzecane di 10,2 km 06/10/2013 Veronamarathon di 42,195 km 10/11/2013 Gardatrentino Halfmarathon

25 volte Cross lupatotino 350 partecipanti per le ‘nozze d’argento’ della campestre presso il laghetto Lodegario

Queste le prime 5 società della provincia di Verona G.S.D. VALDALPONE DE MEGNI A.S.D. ATLETICA LUPATOTINA ASD LA RUSTICA PESCANTINA G. S. D. MOMBOCAR G.M. SPORTING CLUB MONDADORI

1° club 1° club 1° club 1° club 1° club

Queste le prime 3 società provenienti da fuori provincia ATLETICA TEAM LOPPIO G.P. ARCI GOODWIN ATLETICA MARATHON ALMENNO S.S.

Domenica 12 gennaio si è svolto in zona laghetto Lodegario a San Giovanni Lupatoto il 25° Cross lupatotino, manifestazione organizzata dal gruppo podistico Atletica Lupatotina con la collaborazione del Centro Sportivo Italiano. Grazie a una giornata mite e senza pioggia circa 350 atleti/e si sono ritrovati a sfidarsi nel percorso ottimamente tracciato dall’inesauribile Carpene Palmino. La giornata è iniziata alle ore 9.00 con la categoria dei cuccioli (bambini dai 6 agli 8 anni) che hanno percorso i 250 metri sostenuti dal tifo da stadio dei loro genitori e pubblico. Poi pian piano è toccato a tutte le altre categorie dagli esordienti, ai ragazzi poi cadetti, allievi sino agli amatori e veterani, con il percorso che si allungava sino ai km 5,5. Tra gli uomini spicca il nome di Massimiliano Bogdanich che vince nella propria categoria e la presenza dell’ex campione mondiale di corsa in montagna Alfonso Vallicella. Folta la partecipazine anche in campo femminile con più di 30 partecipanti che poco hanno potuto fare contro la fortissima e sempre presente Sonia Lopes. Un ringraziamento va fatto al gruppo Atl. Lupatotina per l’organizzazione, e a tutti i partecipanti ma soprattutto a quei ragazzi e ragazze che sono il futuro di questo bellissimo sport di sacrificio e impegno.

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SPORTSWEAR a cura della Redazione

Brooks Transcend come correre sulle nuvole La nuova nata è una calzatura che rivoluziona la stabilità tradizionale aiutando le tue anche, ginocchia ed articolazioni a muoversi entro la loro traiettoria di movimento mentre tu corri. Il tutto senza sostegni tradizionali Presentata a livello internazionale nell’agosto 2013, finalmente arriva anche in Italia la nuova calzatura di Brooks che rivoluzionerà tutto! “Durante lo sviluppo della linea Pure Project - ha dichiarato Jon Teipen, Brooks Footwear Product Line Manager - nei nostri sforzi di definire al massimo l’esperienza del correre con la sensazione dell’essere a piedi nudi, chiamato Pure, abbiamo realizzato che esistono comunque tantissimi altri runners che invece credono ed amano calzature che prevedono ammortizzamento e protezione. Settore che noi chiamiamo Float”. La Transcend - ha continuato Jon Teipen - è la prima calzatura indirizzata da nuove e complesse tecnologie che permettono nel suo insieme di ottenere una corsa fluida, con il supporto che viene in soccorso del corridore solo quando viene richiesto. Le tecnologie della Transcend entrano così in azione quando serve, aiutando ed assecondando in maniera differente ogni singolo appoggio. Ogni runner sarà così assecondato in maniera personalizzata, e non con un semplice ed univoco sostegno antipronazione, in ogni istante della sua corsa”. LA RIVOLUZIONE DEL RUNNING Transcend regala un’esperienza di corsa intensa ed eccitante che assicura lo ‘sweet spot’(“dolce impatto”) ad ogni passo.

Abbiamo avviato il nostro progetto pensando a quella sensazione di euforia provata da tutti i corridori – il runner’s high (“sballo del corridore”). Questa sensazione straordinaria ci ricorda quanto può essere forte e intensa l’esperienza della corsa. Guidati da questa ispirazione, e con la scienza dalla nostra parte, abbiamo creato il modello Float. Lasciati alle spalle le tradizionali regole del comfort ed esplora le nuove dimensioni e soluzioni di ammortizzamento con il nuovissimo modello Brooks Transcend: puntando all’obiettivo di ottimizzare l’esperienza Float, ogni elemento di questa scarpa è stato concepito impiegando le nostre conoscenze biomeccaniche. LE CARATTERISTICHE La Transcend introduce cinque tecnologie che lavorano insieme per garantire un’esperienza unica: Super DNA. Il materiale ammortizzante di Brooks si evolve con questo modello con un incremento delle prestazioni del 25%. Guide Rails. Sostegni specifici inseriti nell’intersuola che rivoluzionano i tradizionali sistemi ‘antipronazione’, permettendo alle articolazioni di muoversi in maniera naturale e ritrovare il proprio equilibrio durante la corsa. Zone Ideali di Pressione. Trasformano l’abituale idea di comfort distribuendo equamente la pressione dell’appoggio nel tallone, nel mesopiede e nell’avampiede. Tallone Ideale. Allinea l’appoggio per rendere la corsa più naturale e facile. Tomaia Morbida. Una combinazione di materiali premium che si adattano al piede di ogni runner, per un comfort eccezionale. Men’s Transcend - Peso: 345 gr. Women’s Transcend - Peso: 286 gr. Prezzo di listino 170,00 euro

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15 Giro Lago di Resia o

Sabato, 19.07.2014 路 ore 17.00 路 15,3 km con corsa JUST FOR FUN, Nordic Walking e corsa delle mele per Bambini

Training Holidays con Fulvio Massini


ATLETICA di Enrica Girelli

L’atletica sempreverde non conosce ostacoli Che lo sport mantenga giovani, nel corpo e nella mente, è noto a tutti. Ma per qualcuno la massima ‘mens sana in corpore sano’ è una vera propria filosofia di vita, che vale fino ad età anche molto avanzate... Cosa spinge a gareggiare con gli altri, e con se stessi, fino ad età anche molto avanzate? A questa domanda risponde l’attività dell’Atletica Master, che raduna sportivi over 35 (età limite per la categoria degli Assoluti) che vogliono allenarsi e confrontarsi ad alti livelli nelle principali discipline dell’atletica leggera. Una realtà presente anche a Verona, e grazie ad un atleta “nostrano”, Daniele Pedrini, possiamo conoscerla più da vicino. Daniele, raccontaci un po’ come ti sei avvicinato all’Atletica. La praticavi anche da giovane? Sono sempre stato uno sportivo fin da ragazzino, e vivendo in un paesino dell’alta Lessinia, ho iniziato con lo sci di fondo, per poi passare al calcio, dove sono arrivato al professionismo. A 25 anni, stanco di girare l’Italia tra una squadra e l’altra, ho scelto di abbandonare questo mondo per dedicarmi al lavoro ed alla famiglia. Alla soglia dei quarant’anni però, è scattato un “qualcosa”… mi sono riavvicinato allo sport con la corsa, ed amando la velocità, ho iniziato ad allenarmi in pista. Lì sono stato avvicinato da Gianni Ghedini, preparatore di altissimo livello, che, ricordandosi dei miei precedenti nel calcio, mi ha spinto a provare l’atletica. E così, quasi per caso, sono diventato un atleta nelle specialità su pista, in particolare nei 1500 mt. Come funzionano le categorie dell’Atletica Master? Per tutte le discipline, gli atleti sopra i 35 anni, sia uomini che donne, sono tesserati dalla Fidal come Master. Vi sono poi suddivisioni in fasce di età ogni 5 anni. Io ad esempio faccio parte della categoria MM50, che raduna gli atleti che vanno dai 50 ai 54 anni. Certo, chi ha sempre gareggiato ad altissimi livelli, a 35/40 anni non è certo “vecchio”, pertanto i migliori continuano ad iscriversi anche alle competizioni nella categoria Assoluti. Hai mai partecipato a competizioni

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importanti? Com’è il clima che si respira? I campionati nazionali mi hanno sempre regalato molte soddisfazioni, ma ho partecipato anche ad alcuni europei e mondiali, gli ultimi ad ottobre di quest’anno a Porto Alegre, in Brasile. Non nascondo che preferisco le manifestazioni internazionali. Negli altri Stati, il movimento dell’Atletica Master è molto più conosciuto e partecipato che in Italia. I campionati sono vissuti come delle feste e la competizione passa in secondo piano rispetto ai legami di amicizia e stima che si creano tra gli atleti. Nei meeting nazionali invece, fino alle categorie dei 50-55 anni vi è ancora una rivalità esasperata. Credo che vero divertimento, nei Master, lo vivano proprio gli atleti più anziani. Davvero ci sono atleti che gareggiano fino ad età avanzata? Hai conosciuto qualche veronese tra questi “veterani”? Certamente. Nei Master le categorie arrivano fino ai 90-95 anni in tutte le discipline e qualche fortunato partecipa alle competizioni anche a quell’età. E’ incredibile vedere la determinazione e la tenacia con cui questi “nonni” affrontano la sfida, che può essere una 100 mt piani ma anche…una gara di salto ad ostacoli!! Uno dei veterani veronesi da ricordare è certamente Eddo Foroni, classe 1924, vincitore di numerosi titoli italiani ed europei, che nel 2008, all’età di 84 anni, ha chiuso la sua lunga carriera di atleta conquistando l’oro agli europei nella staffetta 4x100. Il suo motto è sempre stato “Meglio morire giovani… il più tardi possibile!”. Daniele, tu sei un giovane tra i Master. Pensi di proseguire ancora per molti anni? Quali saranno i tuoi prossimi impegni? Alcuni atleti verso i sessant’anni, subendo il fisiologico calo della forma, preferisco-

A di fuori dell’Italia, il movimento dell’Atletica Master è molto più conosciuto e partecipato. I campionati sono vissuti come delle feste e la competizione passa in secondo piano rispetto ai legami di amicizia e stima che si creano tra gli atleti. Nei meeting nazionali invece, fino alle categorie dei 50-55 anni vi è ancora una rivalità esasperata. Credo che vero divertimento, nei Master, lo vivano proprio gli atleti più anziani no fermarsi e diventare allenatori. Io invece credo che continuerò a gareggiare finché il fisico me lo consentirà. Per il 2014 voglio preparare bene tre importanti appuntamenti: il campionato italiano indoor ad Ancona a marzo, i Mondiali indoor a Budapest a fine aprile e gli europei in Turchia, a luglio.

PIè veloce Le migliori prestazioni del 2013 di Daniele Pedrini (classe 1959) le ha fatte registrare ad Orvieto: gli 800 metri in 2:20.08 e i 1500 metri in 4:44.02


BOWLING di Marina Soave

Paolo Zavarise One Man Strike Per tanti si tratta di un gioco, un passatempo per ingannare qualche ora con gli amici, magari nel weekend, magari sorseggiando una birra. Per Paolo invece il bowling è ‘il suo sport’ Un percorso iniziato per caso che però, grazie alla costanza e alla passione, lo fatto diventare uno dei migliori bowler italiani. Paolo frequenta la 3^ C dell’Istituto Don Bosco e, grazie anche all’intermediazione della sua insegnate di educazione fisica Emanuela Pezzo, ci racconta in esclusiva la sua storia. Paolo, quando è nata la tua passione per il bowling? All’età di nove anni. Inizialmente come divertimento: andavo al bowling con gli amici o con la famiglia per passare una serata diversa dalle altre. Poi ho iniziato ad andarci con maggior frequenza e un po’ alla volta mi sono appassionato a questo sport e iniziarono arrivare anche i primi risultati. Quali sono le caratteristiche psico-fisiche di un bowler? Fisicamente un bowler deve essere: flessibile e longilineo mentre a livello mentale deve essere maturo, calmo e possedere una capacità analitica e perseveranza. A che tornei partecipi? Ci sono campionati a livello nazionale e internazionale. Quelli a livello nazionale sono i campionati italiani e sono a diverse specialità (singolo, doppio, tris, squadra da 4 e squadra da 5). Quelli a livello internazionale si dividono in: mondiali e intercontinentali. Nella nostra area geografica ci sono gli europei che a loro volta sono di singolo e di squadra, femminili, maschili e giovanili. Esistono tecniche particolari nel bowling? Si. Le tecniche sono essenzialmente due: come nel tennis ci sono atleti che eseguono il lancio a una mano e atleti che lo eseguono a due mani. Quest’ultima tecnica definita bimane è una tecnica estremamente moderna, ha visto la sua nascita più o meno verso l’inizio del 2000.

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Studio e sport: convivenza complicata? Devo dire che non è facile ma nemmeno impossibile, in questo periodo mi alleno tre volte a settimana, per raggiungere il bowling occorre un’ora di macchina. Si aggiungono due o tre tornei ogni mese, quindi l’attività agonistica inizia ad essere intensa. Quindi per lo studio cerco di organizzarmi, la maggior parte dello studio lo faccio nei giorni dove non ho gli allenamenti, invece se è un giorno che ho allenamento allora cerco di fare tutto prima di andare ad allenarmi, se il carico di studio è maggiore del solito allora posso sfruttare anche il tempo per andare al bowling per lo studio. Esiste un fuoriclasse, per esempio un Messi, anche nel bowling? Considerando che di Messi ce n’è uno anche nel calcio, possiamo dire che in Italia ci sono giocatori di una certa esperienza e giovani astri nascenti, che a livello internazionale hanno ottenuto alcuni risultati. Nell’ultimo europeo juniores del 2013 il team juniores italiano ha portato a casa due medaglie, una di argento e una di bronzo . A livello internazionale ci sono molti giocatori di altissimo livello, che vengono dalle nazioni dove lo sport del bowling è molto sviluppato: Svezia, Finlandia, Inghilterra, prevalentemente in Europa, troviamo anche Stati Uniti, Malesia e Corea. I tuoi momenti indimenticabili? L’emozione più forte è l’ho provata quando ho vinto il campionato italiano juniores. Ma non solo. Ricordo con grande affetto anche la partecipazione agli internazionali; è sempre qualcosa di speciale perché ci si può confrontare con campioni di tutto il mondo. Altre forti emozioni le ho ricevute entrando nelle finali di tornei nazionali.

Cosa ti aspetti dal 2014? Le aspettative per il 2014 sono tante. Innanzitutto in questo nuovo anno non gareggerò più per il Veneto, ma per Emilia-Romagna, perché sono iscritto in un club di Bologna, questo comporta una maggior competizione, data dal numero maggiore di giocatori confronto al Veneto. Come tornei nazionali parteciperò a più possibili regionali, italiani, master e satelliti, poi alla partecipazione di qualche internazionale e mi dedicherò molto alla preparazione per gli europei juniores, partecipando ai vari raduni juniores durante l’anno, infine per il 2014 mi piacerebbe realizzare il mio primo 300 (partita perfetta: dodici strike consecutivi), punteggio che ci sono andato vicino più di una volta ma mai realizzato.

singolo, doppio, tris Nelle varie specialità il bowling coniuga concentrazione e perseveranza con classe e precisione

Perché un giovane, a tuo avviso, dovrebbe scegliere o provare a praticare il bowling? I motivi possono essere molteplici. Per esempio può essere una validissima alternativa per tutti i ragazzi che soffrono il contatto fisico, tipico di molti altri sport. La forza nel bowling è un elemento secondario, poiché potenza e velocità vengono ottenute dalla tecnica e dalla flessibilità. È uno sport che pone il ragazzo di fronte ai soli propri limiti, perché il vero avversario sono i birilli, è uno sport dove concentrazione, analisi, tattica e conoscenza sono la chiave del successo, è lo sport del fair play, si svolge in un ambiente protetto prevalentemente frequentato da ragazzi e famiglie, è uno sport dove la percentuale di trauma fisico è bassissima.

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BENESSERE di Flavio Ceschi

Shiatsu, il piacere di sentirsi sotto pressione Scioglie tensioni muscolari, libera il movimento articolare, agisce sulla circolazione energetica riequilibrandola. Andiamo alla scoperta dei benefici dello shiatsu per gli sportivi Lo Shiatsu (dal giapponese Shi = dito e atsu = pressione) è un prezioso strumento di prevenzione e mantenimento della salute che, attraverso pressioni eseguite prevalentemente con i pollici, le dita e il palmo delle mani su punti precisi del corpo detti punti vitali o Tsubo, migliora lo stato del nostro corpo. Scioglie tensioni muscolari, libera il movimento articolare, agisce sulla circolazione energetica riequilibrandola, l’individuo diventa consapevole del proprio corpo, delle proprie emozioni e pensieri. La caratteristica principale dello Shiatsu è la pressione portata dall’operatore sul ricevente, mantenendo la perpendicolarità ossia attraverso un respiro lungo e profondo, la costante nella quantità di peso portato sul punto, la concentrazione identificata come consapevolezza. Tutto questo, unito ad un ritmo lento armonizzato da un respiro lungo, permette di agire non solo sul fisico ma anche sulla dimensione emotiva e psichica del ricevente. La forza di questa pressione deriva dalla centratura dell’operatore in Hara, quella zona sotto l’ombelico di grande importanza per gli orientali e che costituisce il vero baricentro fisico ed energetico del corpo umano e dei suoi movimenti. Abbiamo parlato di punti vitali, dobbiamo tenere in considerazione anche dei meridiani, che secondo la Medicina Tradizionale Cinese (MTC) sono una serie di canali (non anatomici) nei quali scorre l’energia vitale di ogni individuo, che si estendono in senso longitudinale per tutto il corpo. Il trattamento Shiatsu deve essere effettuato in una condizione di tranquillità, l’operatore si relaziona al ricevente con un dialogo non verbale, affidato unicamente alle mani ma intenso ed efficace. Pertanto lo Shiatsu può essere definito non solo un trattamento manuale o una pratica per il benessere della persona, ma una disciplina, un arte, uno stile di vita.

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SCHIACCIAMI ANCORA Grazie alla pressione su precisi punti del corpo, lo shiatsu aiuta a raggiungere benessere e relax psicofisico

SHIATSU E SPORT Una normale attività sportiva, può essere praticata indistintamente da uomini e donne, da bambini, adulti e anziani. Chi pratica sport in maniera costante e assidua può rischiare col tempo di usurare tendini, articolazioni e muscolatura, molto spesso, pur essendo “in forma”, soffre di affaticamento o di stanchezza generale. Per questo il mantenimento del tono muscolare e di una buona flessibilità può prevenire eventuali traumi. Per un atleta prevenire gli infortuni significa


mantenere nel miglior modo il proprio stato di salute, mantenendo in equilibrio l’energia del nostro corpo, in mancanza del quale (secondo la MTC) possono venir meno le condizioni di salute. E sono in quei momenti in cui l’atleta sarà più soggetto ad infortuni o eventualmente se l’infortunio è già avvenuto il suo recupero sarà molto più lungo. Per mantenere il giusto equilibrio energetico si può far ricorso allo Shiatsu, con la finalità di sostenere, mantenere e migliorare lo stato di salute, di stimolare e rinforzare in modo non invasivo le risorse vitali della persona, intesa come entità globale e indivisibile. I trattamenti Shiatsu diretti agli atleti si basano sulla prevenzione ristabilendo l’equilibrio energetico ed in caso di infortunio già avvenuto il trattamento si baserà sulla riduzione del dolore della zona interessata e sul recupero. Nel caso di infortunio e quindi di impossibilità di trattare direttamente la zona colpita, si potranno adottare tecniche per la riduzione del dolore. Scomparso il dolore, individuato il meridiano colpito e quindi scarico energeticamente, si andrà a trattare direttamente il meridiano o determinati punti sul meridiano stesso. L’applicazione delle tecniche shiatsu può essere estremamente utile in molteplici campi dello sport dilettantistico e agonistico, in quanto rappresenta un ottimo supporto nella prevenzione e nel trattamento di disturbi o infortuni nei quali incorrono sovente gli atleti, permettendo il riequilibrio psicofisico necessario a un adeguato svolgimento dell’attività sportiva. I trattamenti shiatsu permettono di agire con effetti benefici sui fattori primari che influenzano l’attività e la prestazione sportiva del soggetto praticante, tra i quali lo stato mentale e psichico dell’individuo, la resistenza allo sforzo, il recupero del-

le energie impiegate, l’incremento della concentrazione, la riduzione degli stati d’ansia, il potenziamento della tonicità ed elasticità muscolare, l’aumento della mobilità articolare. Quindi utile non solo per un aspetto puramente fisico, infatti il nostro corpo tende a mantenere una condizione di equilibrio generale, nel caso in cui forze esterne quali stress fisici, emotivi e mentali inducano a qualche squilibrio o blocco interno si dovrà cercare di ristabilire l’equilibrio naturale.

ripercuotersi sulla muscolatura. Unendo lo stiramento dei meridiani energetici con la pressione su determinati punti è la tecnica perfetta che unisce stretching e trattamento del meridiano, portando l’atleta a fruire del massimo beneficio ottenendo sia maggiore elasticità muscolo tendinea, che maggiore mobilità delle articolazioni e sappiamo quanto l’allungamento muscolare riveste un ruolo fondamentale per atleti praticanti sport sia a livello amatoriale che agonistico.

Durante la seduta l’atleta si rilassa, scioglie le tensioni muscolari ed emotive che riguardano il pre e il post attività, armonizza la respirazione e regolarizza il battito cardiaco, ha la percezione di ricevere una piacevole sensazione defaticante e riequilibrante. Attraverso la pressione portata dall’operatore avviene un rilassamento della muscolatura, liberando il sangue che si trova nei muscoli contratti, maggiore quantità di sangue nelle zone fredde, migliora l’apporto di ossigeno, permettendo l’eliminazione delle tossine, le sostanze responsabili della fatica. I trattamenti di stimolazione energetica devono essere praticati almeno alla vigilia della competizione sportiva. Meglio se viene applicata anche durante tutta la settimana di allenamento. Le tecniche di stiramento, mobilizzazione, apertura e rilassamento, utilizzate nello Shiatsu sono particolarmente efficaci per tutti i dolori o contrazioni muscolari, tendinei ed articolari: il lavoro svolto è in grado di allungare la muscolatura, diminuendo la tensione sulle articolazioni e giunture, ridando mobilità e scioltezza agli arti. Inoltre, la pressione perpendicolare, costante e concentrata su particolari punti del corpo (tsubo), permette il rilassamento sia muscolare che psichico della persona, facendone diminuire la tensione che va a

Lo shiatsu può essere di supporto per il superamento di alcune situazioni perché prende in considerazione l’intero sistema uomo, cioè oltre l’aspetto esteriore anche l’aspetto interiore. Inoltre aiuta a recuperare più facilmente le energie anche dopo gare estremamente dure: durante la seduta avviene infatti un cambiamento visibile dell’espressione e dello stato energetico anche perché l’atleta si rilassa, lascia uscire la tensione, respira in modo lento e profondo e non pensa alla gara, ma solo al proprio corpo. I trattamenti Shiatsu permettono di ridurre il livello d’ansia e le paure prima della gara dell’atleta consentendogli un maggiore controllo psicofisico dei suoi mezzi durante competizione, evitando livelli di elevata tensione, principali cause di dispendi irregolari di forze e di diminuzione del grado di concentrazione. Dopo un trattamento Shiatsu l’atleta, anche a distanza di ore, si sente più leggero, maggiormente equilibrato e prova un piacevole senso di calma, condizione che gli permette di essere più lucido mentalmente e con un buon livello di concentrazione. Questo, inoltre, aiuta l’atleta ad evitare tutti quegli infortuni o incidenti dovuti a disattenzione. Flavio Ceschi Operatore Shiatsu iscritto all’ A.P.O.S. e D.B.N. (Associazione Professionale Operatori Shiatsu e Discipline Bio-Naturali) flaviomarathon@libero.it

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FISCALITà di Giuliano Zocca

Il termine per gli accertamenti istruzioni per l’uso L’avviso di accertamento deve essere notificato entro il 31 dicembre del quarto anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione. Vediamo nel dettaglio come perfezionare la notifica PREMESSA I provvedimenti impositivi devono essere notificati entro termini previsti a pena di decadenza, e ciò vale sia per gli avvisi di accertamento che per le cartelle di pagamento. Il mancato rispetto dei termini comporta la nullità insanabile dell’atto. La procedura impositiva è formata da una serie di atti che devono essere notificati al contribuente secondo una sequenza prestabilita dal legislatore: i suddetti provvedimenti, nella maggior parte dei casi, sono soggetti a termini decadenziali. PERFEZIONAMENTO DELLA NOTIFICA In tutte le ipotesi in cui si applica un termine decadenziale, è necessario prestare attenzione al momento in cui la notifica si considera perfezionata nei confronti dell’ente impositore, siccome può accadere che, sebbene il contribuente riceva l’atto a termini “decaduti”, la norma che prevede la decadenza sia stata comunque rispettata. è principio consolidato, infatti, che la notifica, quale che sia la sua forma, si perfeziona: - per il notificante/ente impositore, con la consegna dell’atto all’agente notificatore; - per il notificatario/contribuente, al momento della ricezione. Quindi, se quest’ultimo riceve un atto impositivo a partire dall’01.01.2014, i cui termini scadono il 31.12.2013, il termine di decadenza è rispettato se il provvedimento è stato consegnato all’agente notificatore (messo comunale, ufficiale della riscossione) entro tale data. AVVISI DI ACCERTAMENTO IMPOSTE SUI REDDITI E IVA Per le imposte sui redditi e per l’IVA, gli avvisi di accertamento devono essere notificati entro il 31 dicembre del quarto anno successivo a quello di

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presentazione della dichiarazione. Quindi, salvo cause di proroga, entro il 31.12.2013 devono essere notificati gli atti concernenti il periodo d’imposta 2008. Gli art. 43 del D.P.R. 600/73 e 57 del D.P.R. 633/72, stabiliscono che gli avvisi di accertamento vanno notificati, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre del quarto anno successivo a quello in cui la dichiarazione è stata presentata. Pertanto, entro il 31.12.2013 dovevano essere notificati, a pena di decadenza, gli accertamenti eseguiti sul periodo d’imposta 2008, la cui dichiarazione è stata presentata nel 2009. Entro gli stessi termini contem-


Leonardo Ambrosi & Partners Via Caprera, 1 - 37126 - Verona - Tel. 045 8350518 Fax 045 8301408 - info@ambrosiepartners.it

plati per gli avvisi di accertamento, devono essere notificati gli atti irrogativi delle sanzioni connesse all’evasione come quelle scaturenti dall’infedele dichiarazione, ex art. 1, del D.Lgs. 471/97, che, ai sensi dell’art. 17 del D.Lgs. 472/97, devono essere contestate unitamente all’accertamento. Tanto premesso, l’art. 20 del D.Lgs. 472/97, stabilisce che, per le sanzioni amministrative, l’atto di contestazione è notificato a pena di decadenza entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è avvenuta la violazione o nel diverso termine previsto per l’accertamento dei singoli tributi. Per questo motivo, in riferimento alle sanzioni non connesse in via diretta con l’evasione, entro il 31.12.2013 dovevano essere notificati gli atti relativi alle violazioni commesse nel 2008. OMESSA DICHIARAZIONE In caso di omessa dichiarazione, il termine per l’accertamento, sempre per effetto degli art. 43 del D.P.R . 600/73 e 57 del D.P.R. 633/72, coincide con il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui la dichiarazione avrebbe dovuto essere presentata. Quindi, entro il 31.12.2013 dovevano essere notificati, a pena di decadenza, gli accertamenti eseguiti sul periodo d’imposta 2007, per il quale non è stata presentata la dichiarazione. TERMINI DI DECADENZA E TENUTA DELLE SCRITTURE CONTABILI Ai fini fiscali, le scritture contabili devono essere conservate sino allo spirare dei termini decadenziali contemplati per l’accertamento. Ai sensi dell’art. 22 co. 2 del D.P.R. 600/73, le scritture contabili obbligatorie ai fini fiscali devono essere conservate fino a quando non sono definiti gli accertamenti relativi al corrispondente periodo d’imposta, an-

che oltre il termine decennale previsto dall’art. 2220 c.c. Come regola generale, le scritture contabili devono perciò essere conservate sino al 31 dicembre del quarto anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione: tuttavia, occorre vagliare il raddoppio dei termini di decadenza dal potere di accertamento in caso di violazioni penali. Investita della problematica, con la sentenza 25.7.2011 n. 247 la Corte Costituzionale ha stabilito che “se il termine previsto dalla legge, in presenza dell’obbligo di denuncia delle suddette violazioni tributarie penalmente rilevanti, è quello raddoppiato di cui alla normativa censurata, ne segue che il contribuente ha l’obbligo di conservare le scritture ed i documenti fino alla definizione degli accertamenti relativi e, quindi, non può ritenersi esonerato da tale obbligo fino alla scadenza del termine raddoppiato”. Pertanto, è possibile affermare che, in ogni caso, a titolo prudenziale, le scritture contabili vanno conservate, ai fini fiscali, sino al 31 dicembre dell’ottavo anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione, e non più sino al 31 dicembre del quarto anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione. IMPOSTA DI REGISTRO Per ciò che riguarda l’imposta di registro, il D.P.R. 131/86 stabilisce che: ­l’imposta relativa agli atti che non sono stati presentati per la registrazione deve essere richiesta entro cinque anni dal giorno in cui avrebbe dovuto essere richiesta la registrazione o si è verificato il fatto che legittima la registrazione d’ufficio; - l’avviso di rettifica di maggior valore, deve essere notificato entro due anni dal pagamento dell’imposta proporzionale; ­- salvo il caso relativo al punto precedente, l’imposta deve essere richiesta entro tre anni decorrenti, per gli atti presentati per la registrazione o registrati per via telematica: • dalla richiesta di registrazione, se si tratta di imposta principale; • dalla data in cui è stata presentata la denuncia di cui all’art. 19 del D.P.R. 131/86 (eventi successivi alla registrazione), se si tratta di imposta complementare; - dalla data di notifica della sentenza del giudice tributario, ovvero dalla data in cui la stessa è divenuta definitiva, qualora sia stato proposto ricorso avverso l’avviso di liquidazione o di rettifica; - dalla data di registrazione dell’atto, in ipotesi di occultazione di corrispettivo; - dalla data di registrazione dell’atto ovvero dalla data di presentazione della denuncia di cui all’art. 19 del D.P.R. 131/86 (eventi successivi alla registrazione), se si tratta di imposta suppletiva. Inoltre, ai sensi dell’art. 76 co. 2-bis del D.P.R. 131/86, introdotto dall’art. 8 co. 10 del D.L. 2.3.2012 n. 16 convertito nella L. 26.4.2012 n. 44, le somme relative al mancato pagamento dell’imposta di registro sulle locazioni in merito ad annualità successive alla prima, così come nel caso di cessioni, risoluzioni e proroghe, vanno richieste, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di scadenza del pagamento.

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SICUREZZA STRADALE di Andrea Scamperle

Quanta strada ancora da fare per la sicurezza Messaggi di sicurezza stradale giungono dai giovani e tutti noi, ma proprio tutti, dobbiamo dar ascolto traducendoli in comportamenti tanto concreti quanto responsabili, tangibili e quotidiani Quanto lavoro rimanga da fare sul fronte della sicurezza stradale si è drammaticamente rivelato con l’omicidio colposo plurimo di Arcole nella nottata del 10 novembre 2013, in cui ben quattro ragazzi persero la vita, una quinta subì gravissime lesioni ed una sesta, ossia l’ebbro alla guida dell’auto investitrice, ha probabilmente iniziato a scontare una pena interiore che ne segnerà l’esistenza. Oggi, a distanza di oltre due mesi dal tragico fatto, siamo quì ad interrogarci su quali effetti abbia prodotto l’incidente in ambito locale e nazionale. Ecco allora che partendo proprio da quest’ultimo panorama, registriamo la notevole spinta giunta alla proposta avanzata da varie associazioni con l’obiettivo d’introdurre una modifica del codice penale, nota alle cronache come “omicidio stradale”, con lo scopo di punire quei conducenti ebbri o drogati che abbiano provocato incidenti stradali mortali. Se questo è stato il primo effetto registrato, vi sono poi da segnalare le varie iniziative che i giovani amici, colleghi e compagni di Enrico, Nico, Anna, Michael e Sara hanno avviato con il sostegno delle realtà locali per sensibilizzare le persone sulla drammatica disinvoltura con cui taluni di noi camminano sulla strada oppure si pongono alla guida di una bicicletta, di una moto, di una autovettura, di un autotreno e finanche di un autobus. L’incidente di Arcole è peraltro coinciso con la divulgazione del Rapporto Istat/Aci sui dati della sinistrosità del 2012 e dal quale estrapoliamo un’analisi per comprendere il reale tasso di pericolosità della nostra provincia. Iniziamo con un risultato positivo, ossia che il trend della mortalità a Verona è in calo, come peraltro sull’intero territorio nazionale, segno tangibile che molto si è fatto ma altrettanto rimane da fare.

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Elaborazione Regione Veneto DSSR su dati Istat/Aci (1) numero di morti / numero di morti e feriti *100 (2) numero di feriti / numero di incidenti *100 (3) numero di morti / numero di incidenti *100 (4) numero incidenti / popolazione (1.000 per i comuni e 10.000 per altri territori) (5) riferita ai morti e feriti

LA PAROLA AI NUMERI La provincia scaligera registra un tasso di pericolosità pari a 1,47 (1), ossia il secondo dato più basso del Veneto, dopo Venezia (1,45). Il tasso di lesività (ferimento) è pari a 136,78 (2) e anche in questo caso è il secondo più basso della regione, dopo Padova (134,64). Il tasso di mortalità è dello 2,03 (3) ovvero il più basso del Veneto, seguito da Venezia con lo 2,14. La provincia scaligera registra però il più elevato numero di incidenti per abitanti, ossia lo 33,59 (4) seguita da Padova con lo 30,24. Dalla lettura dei dati emerge che, nel panorama regionale, Verona non è una provincia particolarmente a rischio per quanto riguarda il coinvolgimento in sinistri mortali, anzi tutt’altro. Il rapporto tra il totale dei feriti e la totalità degli incidenti è anch’esso basso, ma la provincia scaligera, quasi a voler far da contrappeso, registra il più elevato numero d’incidenti “pro capite” (4). Queste risultanze, correlate al fatto che la gravità degli incidenti (5) è sempre determinata dall’incremento della velocità, ci consentono di affermare che la provincia veronese, nel suo insieme, è percorsa da conducenti non particolarmente propensi ad eccedere in velocità, almeno rispetto alle altre province venete. Un altro aspetto che emerge è legato al tasso di mortalità più basso del Veneto che riteniamo essere in parte da attribuire al grado di efficienza raggiunta dalla medicina d’urgenza espressa dagli apparati sanitari operanti sul territorio provinciale. Nel loro complesso questi risultati sono positivi se non fosse per la maglia nera assegnata dall’ultima posizione regionale per numero d’incidenti “pro capite”. Associando quest’ultimo dato a quello del basso tasso di lesività, si deduce che le cause di molti incidenti sono da attribuire ai “disturbi dell’attenzione” e volendo

tracciare un profilo del conducente veronese tipo, possiamo affermare che si tratta di una persona più propensa a distrarsi che a premere sull’acceleratore, anche perché il flusso veicolare, la carente manutenzione stradale ed i dissuasori/misuratori di velocità non consentono lo sviluppo di rapide e prolungate accelerazioni, se non per brevissimi tratti. Questo profilo pare essere confermato anche da un recente studio compiuto da ASAPS che vede i veronesi tra i più assidui “telefonisti del volante” con un 16% di conducenti pizzicati alla guida con il telefono in mano. Anche se parlare ancora di telefono è probabilmente anacronistico, vista l’invasione degli smartphones, ed i risultati si vedono. Andrea Scamperle Tutor di educazione stradale della Polstrada di Verona andrea.scamperle@poliziadistato.it Francesca Montereali Dirigente della Sezione Polstrada di Verona francesca.montereali@poliziadistato.it

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MOUNTAIN BIKE di Simone Scandola

Lessinia Tour riparte la stagione off-road Una appassionante “pedalata” lunga 5 mesi, da fine marzo ad inizio settembre. Un riferimento per gli amanti della mountain bike. Un’occasione unica per conoscere a fondo un territorio magico: la Lessinia Un viaggio localizzato intorno al massiccio roccioso delle suggestive Piccole Dolomiti, a cavallo tra Trentino e Veneto: il Lessinia Tour tocca alcune delle più belle perle naturalistiche e culturali del territorio. Chilometri e chilometri di emozioni da vivere in sella alla propria mountain bike attraverso grandi eventi sportivi scelti per soddisfare la voglia di svago e di divertimento di ogni biker. Il Lessinia Tour 2014 comprende i seguenti eventi: 16 febbraio - Vrost Contest Malga San Giorgio - VR 23 marzo - Granfondo Tre Valli Tregnago - VR 27 aprile - Granfondo del Durello San Giovanni ilarione - VR 8 giugno - Soave Bike Soave - VR 27 luglio - Lessinia Bike Sega di Ala - TN 10 agosto - 4 ore dell’alta Lessinia S. Giorgio di Boscochiesanuova - VR

VERRANNO PREMIATI TUTTI I TEMERARI I partecipanti che accumulano almeno 170 km nelle prove del circuito diventeranno Finisher e accedono all’albo d’oro del Lessinia Tour. A tutti i finisher verrà consegnata, al termine del challenge la t-shirt attestante la qualifica di finisher Lessinia Tour 2014. Per essere inseriti nella ranking list è sufficiente portare a termine almeno una prova in calendario e verranno considerati i migliori 5 punteggi ottenuti

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a tutti gli iscritt i al Lessinia Tour IN REGALO L’ABBONAMENTO ANNUO DIGITAL E ALLA RIVISTA 365 MOUNTAIN BIKE MAGAZINE

INFO La quota di iscrizione è di euro 110. Modulo e modalità di pagamento disponibili sul sito www.lessiniatour. com dove trovate anche il regolamento completo

per ciascun atleta in ogni singolo evento. Verrà proclamato vincitore il biker con il punteggio maggiore al termine dell’ultima prova dove gli verrà consegnata la maglia di “vincitore” del Lessinia Tour 2014. SARà IMPORTANTE FARE GIOCO DI SQUADRA La classifica del Team Contest sarà ottenuta sommando i chilometri percorsi da ogni biker ad ogni prova. Previsti riconoscimento in base alla graduatoria finale.

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MOUNTAIN BIKE

GRANFONDO TRE VALLI La granfondo più partecipata d’italia! Lo spettacolo dei campioni del cross country mondiale in un unico weekend Tre Valli e Xc Tregnago in un weekend mai visto! Val d’Illasi, Tramigna e Mezzane: terre di sport e di sportivi ma non solo. Borghi arroccati dominati da antichi castelli, corti rurali circondate da campi coltivati, malghe e rifugi tra boschi e montagne, possenti ville padronali. Paesi pieni di storia, cultura e tradizioni. Sono i luoghi del pregiato vino amarone e patria di numerosi sapori raffinati. Queste verdeggianti valli situate alle porte di Verona e a due pedalate dal Lago di Garda, sono solcate da una fitta rete di sentieri che, attraverso dolci saliscendi, accompagnano alle severe Piccole Dolomiti e all’alta Lessinia. In questo fantastico territorio, ogni anno, migliaia di appassionati attendono la quarta domenica di marzo per prendere parte a quella che rappresenta il terzo evento più partecipato d’Italia. Davanti solo i due colossi altoatesini della Dolomiti Superbike e Sella Ronda Hero. Un percorso stupendo, tecnicamente completo ma allo stesso tempo alla portata di tutti rappresenta solo uno dei tanti punti di forza di questa manifestazione che, grazie ad un’organizzazione sempre attenta ad ogni particolare, da sempre entusiasma sia l’agonista più convinto sia l’amatore più spensierato. Ma la Tre Valli è molto di più di una semplice granfondo: area team, area expo ed uno spettacolare cross country trasformano questo evento in una vera e propria festa della mountain bike. SABATO 22 MARZO Un pieno di adrenalina con i campioni dell’XC. Proposto per la prima volta nel 2012, l’Xc Tregnago ottenne la grande consacrazione lo scorso anno, con l’organizzazione del GP d’Inverno. Fu un successo di partecipazione, ma soprattutto di pubblico. Al via i maggiori esponenti della mountainbike mondiale: il campione di Germania Manuel Fumic, la medaglia di bronzo alle olimpiadi di Londra Marco Aurelio Fon-

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tana, il baby prodigio neozelandese Anthon Cooper, il campione nazionale svizzero Martin Gujan, quello austriaco Ghebauer e quello colombiano Paez. E non per ultimo il nostro Kerschbaumer, campione del mondo Under 23 nel 2011 (ora anche 2013), e Beltain Smith, iridato team relay 2012. Uno spettacolo veramente “mondiale” che nel 2014 verrà riproposto insieme alla granfondo in un unico weekend di grande mountainbike. Uno spettacolo tutto da vivere per fare un pieno di adrenalina per il giorno seguente.


DOMENICA 23 MARZO Solo 2.500 i posti disponibili per la granfondo più partecipata d’Italia. L’importante per molti non è vincere ma partecipare e soprattutto arrivare. Alla Granfondo Tre Valli prendono parte gruppi di amici, atleti di fama internazionale o semplici appassionati, tutti intenzionati a vivere un’esperienza indimenticabile. L’appuntamento con la granfondo più partecipata d’Italia è fissato per domenica 23 marzo, quando, alle dieci in punto, il primo scaglione partirà leggero e veloce sulla salita della Ferrara. Dopo aver sfiorato il paese di Cazzano di Tramigna con il suo Lago della Mora e i caratteristici ciliegi in fiore si punterà dritto alla Via Cara, l’antico tragitto di origine romana che collega la pianura con i verdi pascoli dell’alta Lessinia, prima di scendere nella Val di Mezzane passando tra le coltivazioni di ulivi e pregiati vigneti. Dopo l’ultima salita di giornata, un mozzafiato single track riporterà i concorrenti nel cuore della festa tra gli stand enogastronomici, l’area expo a disposizione delle aziende e la variopinta area team gratuita. Ma non è tutto! L’aria dei grandi

eventi infatti si inizierà a respirare già dal giorno precedente, quando un grande “pieno di adrenalina” attende tutti con l’Xc Tregnago. A sfidarsi saranno i grandi campioni del cross country internazionale sullo spettacolare tracciato ricavato attorno all’antico castello medievale di Tregnago.

INFO Sito di riferimento è www.ganfondo trevalli.com, dove trovate tutte le informazioni utili

IL PROGRAMMA Sabato 22 marzo 10.00 - 18.00 Tre Valli Expo presso complesso Ex-Italcementi di Tregnago 9.00 - 11.00 Prove libere percorso Xc Tregnago 12.30 Partenza gara Junior e donne Open Xc Tregnago 14.30 Partenza gara open Maschile Xc Tregnago 14.00 - 19.00 Ritiro pettorali granfondo presso complesso Ex-Italcementi 18.00 Premiazione Xc Tregnago e Higlight della giornata presso Auditorium Comunale Domenica 23 marzo 7.00 - 9.00 Ritiro pettorali granfondo presso complesso Ex-Italcementi 08.00 - 16.00 Tre Valli Expo presso complesso Ex-Italcementi 10.00 Partenza Granfondo Tre Valli 11.35 Arrivo previsto concorrenti Granfondo Tre Valli 11.45 Flower Cerimony 12.00 Apertura Pasta Party presso il Palatenda 15.00 Arrivo previsto ultimo classificato Granfondo Tre Valli. 15.30 Premiazione ufficiale

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APPUNTAMENTI | INVERNO di Massimo Cussotto e Paolo Morana

Con gli sci di fondo nella notte della Lessinia Una novità assoluta targata P&M. ‘In fondo… alla notte’, in calendario sabato 1 febbraio, è una speciale escursione in notturna con gli sci di fondo. Un evento unico e aperto a tutti Siamo ormai nel pieno dell’inverno 2013-2014, e sono partiti a pieno regime gli eventi in Lessinia della P&M Eventi, associazione dedita a promuovere il territorio tramite incontri naturalistici, sportivi e gastronomici. Quest’anno, all’interno del calendario di gennaio e febbraio, un posto di rilievo lo merita la manifestazione In fondo… alla notte. Ma veniamo ai dettagli: l’idea è venuta dalla collaborazione tra P&M e la Scuola Sci Fondo Alta Lessinia, che opera proprio nell’altopiano per insegnare lo sci nordico a chi se ne volesse avvicinare. Perché quindi non proporre a chi avesse già le basi dello sci di fondo, ma anche a chi volesse cimentarsi in questa disciplina in modo divertente e basilare, un evento che associasse una escursione in notturna, un percorso seguiti da tecnici della disciplina e infine una cena in rifugio tipico per saziarsi dopo la fatica? Il percorso, normale e adatto a tutti, si snoderà su parte delle piste di fondo ufficiali utilizzate durante il giorno da atleti e amatori, preparate a regola d’arte dal Centro Fondo Alta Lessinia, con tecnica classica. La base di partenza sarà il Rifugio Bocca di Selva, che poi a cena proporrà un menù tipico della tradizione montana. Diverse le quote di partecipazione: 32 euro per chi fosse provvisto di propria attrezzatura, 35 euro invece per chi dovesse noleggiarla (sci, scarpe e racchette). Se possibile è meglio portare una torcia, o ancora meglio un frontalino, per illuminare il proprio percorso. L’appuntamento è fissato alle ore 19:00, il ritrovo sarà presso il parcheggio Bocca di Selva.

INFO www.pmeventi.com Paolo: 340 5351121

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