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43
8 settembre ottobre 2016
anno
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ANNO 8 - N. 43 - SETTEMBRE/OTTOBRE 2016 - Periodico - Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807 / 2008
UN MONDO OLTRE L’IMMAGINE
ELIA VIVIANI
CAMPIONE
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BACIARE
DA
Pizzini selfie olimpionici
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calcio
NALINI: ARRIVARE IN SERIE A
43
Sommario
2016
Interviste
Rubriche
18
07 08 10 11
CALCIO Andrea Nalini
EDITORIALE Emozioni senza confini
22 34 60 70 84 88 90 90
CALCIO FEMMINILE Antonella Formisano
DIOCESI VERONA Ri-Prendere
ARTI MARZIALI Tiziano Rossi
IL CORNER DI TOMMASI Doveva essere
BMX Giacomo Fantoni
A CANESTRO CON ZANUS Ma perché non siamo a Rio?
MONTEFORTE VERONA
PALLAMANO Valentina Signorini
DIARIO DI UN’OLIMPIADE Luca Pizzini
ARRAMPICATA Roberto Franzoni
SPORTING CLUB VERONA
IRONMAN Matteo Andreis
TAEKWONDO Calci e pugni volanti
TRIATHLON Orietta Filippini - Stefano Zenti
FOOTBALL AMERICANO AGSM Mastini, ritorno al futuro
SPECIALE ELIA VIVIANI Il ragazzo d’oro
12 13 14
LEGNAGO
COACHING Franco Bertoli
Sport Life
24 28 38 40 43 59 64 65 66 72
Passione Comune
W AT C H & F O C U S
FRISBEE Nicolò Brunelli ai Mondiali BASKET Il ritorrno di Franco Marcelletti
BASKET Campagna abbonamenti Tezenis Verona BASKET Alpo Basket Femminile
PALLAVOLO La nuova stagione della Calzedonia Verona
InFORMAti
Eventi
68 32 78 86
BASKET Magic Summer
CALCIO FEMMINILE AGSM Verona in Champions
MUSEO NICOLIS La mitica Vespa! PALLAMANO Presentazione ufficiale Olimpica Dossobuono
74 82 96 98
PROGETTO SPORT Nazionale Pallavolo Sordi
W AT C H & F O C U S
L’ANGOLO FISCALE Emolumenti e rimborsi OPES VERONA Finanziamenti vincenti GUIDA SICURA Soccorso Vigili del Fuoco
Sponsor ufficiale Pallamano Olimpica Dossobuono serie A femminile 2016-2017
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Tifano per lo sport sostenendo chi lo pratica e chi lo racconta...
43|2016 Anno 8 - Numero 43 SETTEMBRE/OTTOBRE 2016 Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807/2008 DIRETTORE RESPONSABILE Alberto Cristani a.cristani@sportdipiu.com DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA Maurilio Boldrini m.boldrini@sportdipiu.com
CAPOREDATTORE Andrea Etrari IN REDAZIONE Don Andrea Giacomelli, Damiano Tommasi, Cristiano Zanus Fortes Gian Paolo Zaffani, Alessia Bottone, Benny Calasanzio Borsellino, Bruno Mostaffi Foto di: Emanuele Pennacchio, Mirko Barbieri, Simone Pizzini CONTATTI redazione@sportdipiu.com www.sportdipiu.com
COMUNE DI ALBAREDO D’ADIGE
COMUNE DI CAVAION V.SE
COMUNE DI ARCOLE
COMUNE DI CEREA
COMUNE DI BARDOLINO
COMUNE DI LEGNAGO
COMUNE DI BOSCOCHIESANUOVA
COMUNE DI LAZISE
COMUNE DI MARANO DI VALPOLICELLA
COMUNE DI BUTTAPIETRA
COMUNE DI MINERBE
COMUNE DI CALDIERO
COMUNE DI ISOLA DELLA SCALA
COMUNE DI CASTEL D’AZZANO
COMUNE DI ISOLA RIZZA
COMUNE DI CASTELNUOVO D/G
COMUNE DI MONTECCHIA DI CROSARA
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COMUNE DI MONTEFORTE D’ALPONE
CITTÀ DI OPPEANO
COMUNE DI PESCHIERA DEL GARDA
COMUNE DI POVEGLIANO V.SE
CITTÀ DI RONCO ALL’ADIGE
COMUNE DI ROVERCHIARA
COMUNE DI S. BONIFACIO
COMUNE DI SANGUINETTO
COMUNE DI S. GIOVANNI LUPATOTO
COMUNE DI SAN MARTINO B/A
COMUNE DI SOAVE
COMUNE DI SONA
COMUNE DI TORRI DEL BENACO
COMUNE DI TREVENZUOLO
COMUNE DI VERONELLA
COMUNE DI VILLAFRANCA
COMUNE DI ZEVIO
COMUNE DI ZIMELLA
HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO Don Andrea Giacomelli, Damiano Tommasi, Cristiano Zanus Fortes, Marina Soave, Gian Paolo Zaffani, Alessia Bottone, Giorgio Vincenzi, Alessandro Boggian, Monica Candeloro, Matteo Zanon, Matteo Lerco, Michela Saggioro, Giovanna Tondini, Tommaso Casari, Cristina Bisin, Michele Patuzzo, Andrea Scamperle, Moreno Floriani, Michele De Martin, Alessandro De Pietro, Giovanni Magrone, Lucio Binosi FOTO Archivio SportDi+, Ufficio Stampa Bluvolley, BPE agenzia fotografica, Archivio Uffici stampa Comuni patrocinanti, Fotolia, MSP Verona, Opes Verona, Luisa Crestani, Alpo Basket IN COPERTINA Elia Viviani – Oro olimpico Rio 2016 (Foto Maurilio Boldrini)
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Finalmente estate! Tutti sappiamo che l’acqua e la frutta sono gli ingredienti principali della dieta estiva, perché anche uno stato di disidratazione leggera può causare affaticamento e senso di stanchezza. Per questo è importante, in particolare per le persone anziane nelle quali lo stimolo della sete è attenuato, compensare l’eccessiva sudorazione con tanta acqua e frutta fresca: alimenti naturalmente ricchi di sali minerali e vitamine. E sai che puoi recuperare l’acqua del condizionatore per utilizzarla nel ferro da stiro? Fa’ un uso consapevole dell’acqua, perché è un bene comune e Acque Veronesi un patrimonio dei cittadini.
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Acqua: compagna d’estate
di Alberto Cristani
editoriale
VIVIANI E FERRARIN
emozioni senza confini Q uando si programma un periodico sono tante le cose da pianificare: realizzare interviste, ‘scoprire’ nuovi personaggi e nuove realtà, trovare curiosità, il tutto con l’obiettivo finale di realizzare una rivista gradevole e fruibile un po’ da tutti. La nostra informazione non è legata a risultati e classifiche perché, a questo, ci pensano i quotidiani e internet. Non possiamo, e non vogliamo, essere condizionati dai successi – o dagli insuccessi – perché il nostro modo di documentare, vivere e conoscere lo sport non è legato a queste variabili: per noi il campione non è chi vince ma è colui che sacrifica il suo tempo per FARE sport, a prescindere. Su questo numero però abbiamo fatto uno strappo alla regola, celebrando due veronesi che hanno centrato imprese eccezionali ovvero Elia Viviani e Michele Ferrarin, protagonisti rispettivamente alle Olimpiadi e alle Paralimpiadi di Rio 2016. Elia ha portato nella sua Oppeano una medaglia d’oro conquistata il 15 agosto nell’omnium, una specialità del ciclismo su pista. L’omnium comprende sei prove da svolgere in due giorni consecutivi: scratch, inseguimento individuale, corsa a eliminazione il primo giorno; corsa a cronometro, giro lanciato e corsa a punti il secondo. Una vera e propria maratona sulle due ruote dalla quale Viviani ne è uscito vincitore grazie alla sua bravura, intelligenza, classe e fame di rivincita che lo ha accompagnato da quella disgraziata finale di Londra 2012 (quando iniziò in testa l’ultima prova dell’omnium, ma lo chiuse al sesto posto) e dalla più recente delusione dello scorso inverno, quando, sempre a Londra, perse un podio Mondiale per un soffio. Anche durante la finale Rio Elia non si è fatto mancare nulla a livello di suspance, (caduta al giro 101) ma questa volta la testa e la mente erano troppo forti per fermare il sogno. “Dopo la caduta” – racconta il campione olimpico veronese – “mi sono preso un giro per capire come andava il corpo, intanto ho guardato il tabellone, capito che ero ancora primo e difeso il titolo. A venti giri dalla fine, sapevo d’aver vinto, negli ultimi dieci, sotto sforzo, mi
sono goduto tutto. La medaglia d’oro riscatta le delusioni sul parquet. Si chiude un capitolo e avrò altri obiettivi. In quell’urlo c’era tutto, perché finalmente ce l’ho fatta”. Michele Ferrarin invece, la sua medaglia d’argento l’ha conquistata il 10 settembre, in una disciplina che vale per tre, ovvero nel triathlon. Ferrarin, atleta delle Fiamme Oro, aveva conquistato il titolo di campione del mondo nel 2015 ed era considerato fra i favoriti della vigilia. Una vita di sport per il veronese, classe 1971: fra gli anni ottanta e novanta fu uno fra i più ranisti della sua generazione, poi nei primi anni duemila i primi problemi fisici, sfociati in una diagnosi di atrofia muscolare spinale progressiva. Risultato: l’impossibilità di muovere il braccio sinistro e, in maniera ridotta, interessamento anche alla gamba destra. Con l’aiuto della moglie Isabella - felice al traguardo di Rio - e dei figli Vittorio ed Edoardo, Ferrarin passa al nuoto di resistenza e poi partecipa alle Paralimpiade di Londra 2012 in vasca chiudendo decimo nei 100 rana e nei 100 farfalla. Poi, la passione per il triathlon, che gli ha portato la medaglia alle Paralimpiadi. La sua è stata una gara di grande sofferenza, durante la quale ha recuperato posizioni su posizioni fino a comandare, durante la frazione in bici. Nella corsa infine si è dovuto arrendere solo al formidabile britannico Andrew Lewis, difendendo con le unghie e con i denti la seconda posizione dall’attacco del marocchino Mohamed Lahna. “Che gara, è stata strepitosa, la gara più bella che abbia mai fatto. Sognavo di andare a podio: già essere qua era una soddisfazione enorme, ma essere arrivato secondo è davvero bello. E’ il segno che ho avuto una costanza di risultati e, nonostante arrivino sempre nuovi avversari sempre più giovani, io sono sempre qui” (Michele è classe 1971 n.d.r.). Non dovrebbero servire altre parole. Uso il condizionale perché, purtroppo, c’è ancora chi fa differenze tra sport di ‘serie A’ e di ‘serie B’. A queste persone consiglio di andarsi a rivedere le gare dei nostri due atleti, le loro espressioni, la loro gioia, la loro commozione. Ah, hanno anche le tute uguali…
SportdipiuVr
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sdpverona
a.cristani@sportdipiu.com
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Non possiamo, essere condizionati dai successi o dagli insuccessi: per noi il campione non è chi vince ma è colui che sacrifica il suo tempo per FARE sport
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diocesi di verona
di D on Andrea Giacomelli
NUOVA STAGIONE AL VIA
Ri-Prendere L
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Ciò di cui c’è bisogno nello sport: determinazione, coraggio, volontà di continuare, amicizia, senso di famiglia, precisione, fiducia nella guida
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a stagione sportiva è già viva, ma anche tutta da fare. Piena di sogni e di attese personali e sociali. Programmi ed emozioni presenti sabato 3 settembre nel Centro Congressi “Museo Nicolis” a Villafranca per la presentazione ufficiale della formazione della Pallamano Olimpica Dossobuono che parteciperà al campionato femminile di serie A 2016/2017. Insieme a tutte le atlete, dirigenti, sponsor e partner, a conferma che per fare squadra bisogna essere in tanti. A completare il quadro: genitori, amici e rappresentanti delle istituzioni. Un evento che ne richiama tantissimi altri ciascuno con colori e sfumature speciali, ma per tutti la necessità di concorrere insieme verso obiettivi stagionali personali e societari. Obiettivi e traguardi che dirigenti e atleti conoscono, ma che con ruoli differenti partecipano, dentro vite che, contemporaneamente ne hanno altri di crescita umana, scolastica, professionale. C’è chi guarda con molta preoccupazione e vede conflittualità negli obiettivi, trascurando invece la quotidiana, fruttuosa e possibile complementarietà che i racconti sportivi generosamente evidenziano. Soprattutto per dei dirigenti serve crescere una sensibilità educativa di sguardo integrale con attenzione al risultato sportivo e alle persone, che hanno età, tempi, linguaggi, storie di amicizia, scuola, famiglia, gruppo, professione. Un gruppo di giovani mi offre l’occasione per iniziare ad approfondire il tema: Diego, Chiara, Elena, Alferio, Marvin, Irene, Laura, Valeria. Un team sportivo che da Isola Rizza, Bonavigo, Oppeano, Villafontana in ritiro a Cisano di Bardolino nei primi giorni di settembre, prima della loro partenza per il campionato mondiale di Karate ad Orlando - The International Martial Arts Festival - dal 13 al 16 ottobre prossimi. Mi interesso così alla loro impegnativa avventura di sport e vita e chiedo come si siano avvicinati al Karate. Differenti per ciascuno le strade d’ingresso: volontà dei
genitori, un fratello, un’amica, Dragon Ball, una pubblicità scolastica, il fascino dello sport. Ricordi leggeri, piacevoli e simpatici per conoscerci e approfondire un racconto sui motivi che cui fare Karate e non fare Karate. Così apprendo che se non ci fosse una motivazione forte, se si volesse solo giocare, se il pensiero fosse quello di aumentare la violenza dei propri gesti… non sarebbe lo sport per noi. Karate è “un quadrato di “tappeto” dove si realizzano tecniche”. Karate è “Combattimento immaginario codificato” … Il dialogo procede attratto dalla passione genuina. Servono motivazioni oltre la curiosità degli inizi. Anche i 5 giorni di ritiro (dal 1 al 5 settembre 2016) hanno confermato. Sveglia all’alba, corse, training personali e di gruppo con orari intensi, autogestione nei servizi di casa, con la guida esperta di un maestro di Karate Massimo Rebonato (istruttore Coni) che ha formato e accompagna questo gruppo fin dai primi approcci sportivi. Istruttivo, divertente, formativo, impegnativo, familiare, appagante, gratificante, soddisfacente, caparbio, appassionante, sono tutti aggettivi che questo gruppo ha sperimentato nella pratica. Chiedo come sia cambiata la loro vita con il Karate e incontro queste parole: disciplina; coraggio nell’affrontare vita e persone; vivacità e sicurezza; risolutezza verso i traguardi; una “seconda casa” in palestra; maggior consapevolezza di sé. Ora l’avvicinamento il campionato mondiale di Orlando. Il gruppo riconosce ciò di cui c’è bisogno: determinazione, coraggio, volontà di continuare nello sport, amicizia, senso di famiglia, precisione, fiducia nella guida esperta e presente del maestro Massimo. Qualcuna di loro racconta di sentirsi come “in una bolla di sapone”. Tengo l’immagine e la estendo a tutte le riprese sportive soffiando delicatamente verso tutti gli obiettivi con la piacevole conferma che lo sport possa trascinarci “oltre” dentro nella vita.
ISTRUZIONI PER L’USO
SportDi+, una realtà... aumentata!
il corner di tommasi
di Damiano Tommasi
Ori olimpici e bandiere da sventolare
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Sono proprio le storie degli uomini e delle donne a colpire e affascinare di più, storie di sacrifici, sogni, cadute, record e cose mai viste prima
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uando si raccontano i Giochi Olimpici inevitabile emozionarsi per le ‘prime volte’, i sogni rincorsi una vita e il coronamento di una carriera. Ovviamente largo spazio, non solo su queste pagine, al ‘nostro’ Elia Viviani meritatamente celebrato e applaudito. Mi vorrei soffermare, però, un po’ su quel ‘nostro’ che a volte disorienta il tifoso olimpico. Nel commentare la cerimonia d’apertura, se non ricordo male, Daniele Masala parlava di tradimento dello spirito di De Coubertin. Non il tanto famoso ‘l’importante non è vincere ma partecipare’ quanto il meno famoso e meno sbandierato ruolo dello sport nell’educazione dei giovani e significato della partecipazione olimpica. Nella rinascita delle Olimpiadi moderne l’atleta olimpico doveva celebrare lo sport e la sua sfida educativa. Sfida individuale, con se stessi, con gli avversari e con i record. Il confronto nello sport doveva sostituire il tragico confronto in guerra. Atleta come singolo e non come nazione. Mancava, quindi, la sfida tra nazioni e il senso di essere in gara in quanto squadra. Le discipline proposte erano per lo più individuali e nel medagliere compariva anche il gruppo misto, atleti di diversi Pae-
si che si iscrivevano a tale gruppo. Il medagliere in realtà non aveva il valore di oggi, non era la stella polare di ogni investimento sportivo dei vari Comitati Olimpici nazionali. Il commento di Masala era riferito, soprattutto, ai Paesi alle prese da anni con la campagna acquisti. Dare asilo e cittadinanza ai migliori atleti di alcune discipline per poterli vestire con i colori del proprio Paese. Una medaglia studiata a tavolino grazie ad atleti che non vedono l’ora di allenarsi e fare sport per professione. Diciamo che questo spirito della corsa al Medagliere effettivamente si allontana non poco dalle intenzioni di De Coubertin e credo ci inviti ad una riflessione sulle effettive emozioni da inseguire ad un Olimpiade. Nei fatti è anche noto come siano proprio le storie degli uomini e delle donne a colpire e affascinare di più, storie di sacrifici, sogni, cadute, record e cose mai viste prima. Un po’ come Elisa Di Francisca con la bandiera europea sul podio, cose mai viste, appunto, per dire no al terrore e sentirsi parte di un modo di intendere la vita, magari con un inconscio riferimento ai Giochi Olimpici come alternativa al confronto militare proprio di De Coubertin.
di Cristiano Zanus Fortes
…Ma perché
non siamo a Rio?
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acchina direzione Torino, caldo torrido e gomme che si mangiano l’asfalto dell’autostrada. Uno strano pizzichino alla pancia che è un misto di adrenalina, voglia di arrivare e curiosità per quello che sarà uno dei più attesi eventi di basket degli ultimi anni. Già due ore prima della partita c’è gente che si accalca fuori dei cancelli del Pala Alpitur, megapalazzetto dello sport di fianco allo stadio comunale . Gente di tutti i tipi con una varietà di accenti che confermano che la nazionale unisce e pacifica gente di ogni provenienza. L’atmosfera è carica di attesa e il lento fluire dei tifosi dell’Italbasket trasforma il mastodontico impianto in una bomba di entusiasmo pronta ad esplodere! E poi loro…i campioni dell’NBA, dell’Eurolega, del campionato italiano, che al primo passo nel magico rettangolo, vengono accolti da una ovazione che non ha nulla da invidiare a quella riservata ai fratelli nobili che le tirano le pedate al pallone invece di accarezzarlo. E poi va beh: Ettore Messina,
coach considarato ormai un semidio. Una settimana di pallacanestro che scivola via dolcemente ma… Non è che stiamo giocando così bene però eh? E poi la partita che conta! Quella dove non importa se giochi bene. Quella che, se vinci, vai a Rio de Janeiro a giocare per conquistarti una medaglia che ti porta nell’olimpo degli atleti. I Croati però a Pallacanestro ci sanno giocare eccome! E minuto dopo minuto sono proprio i giocatori più attesi quelli che convincono di meno, e poi i falli, e un Melli che vorresti sposare per come sta giocando bene ed intenso. Forse ce la facciamo.. No! Con i pezzi più pregiati della scacchiera in panchina per cinque falli è il “fenomeno” Gentile, che proprio non la vuole vincere questa partita, che con due erroracci consegna la meritata qualificazione in mano alla Croazia. E allora rimpianti e lacrime. Perché eravamo forti. E allora tutti a casa.. e le olimpiadi le guardiamo lo stesso, tifando Italia, ma se c’erano il Beli, e il Gallo, e quel Melli li…. Beh una medaglia forse. Forse la prossima volta ci dovremo allenare di più! Non basta essere fenomeni per vincere. Servono sudore.. e fatica.. e voglia.. e capacità di soffrire. Un ultimo pensiero? Meno Gentile e più Melli! Quando vado vedere una partita mi piacerebbe vedere che la voglia di vincere la fai sprizzare da ogni singolo poro tu che indossi quella maglietta azzurra con scritto Italia. E allora si, vado a casa felice anche se si perde. E invece l’immagine che rimane più impressa nella memoria di questa fantastica settimana di basket è questa:
a canestro con zanus
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Forse la prossima volta ci dovremo allenare di più! Non basta essere fenomeni per vincere. Servono sudore… e fatica… e voglia… e capacità di soffrire
…lei si che aveva voglia di vincere!
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passione
COMUNE
di Tommaso Casari*, Cristina Bisin**, Michele Patuzzo***
LEGNAGO
Legnago Sport Festival 2016 S i è svolto lo scorso 11 settembre il Legnago Sport Festival, evento diventato ormai punto di riferimento per lo sport della Bassa veronese. Giunta alla sua terza edizione, la kermesse ha promosso e fatto conoscere tutte le Associazioni Sportive operanti nel legnaghese e permette di provare “dal vivo” le più diverse discipline sportive, uno spettacolo capace di attrarre migliaia di visitatori. Una formula vincente ed innovativa, resa possibile dall’impegno e dalla dedizione dell’Amministrazione comunale e dal lavoro della Consulta dello Sport di Legnago. La manifestazione, che si fregia del patrocinio del CONI, è una grande “vetrina sportiva” nella quale famiglie, praticanti e simpatizzanti potranno avvicinarsi ad oltre 20 discipline (tra le quali volley, basket, rugby, ginnastica ritmica, pugilato, arti marzia-
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* Assessore allo Sport ** Consigliere Comunale Promozione sportiva *** Presidente dalla Consulta dello Sport
li e orientali, danza e ballo, nuoto e sub, tennis, pattinaggio, tiro con l’arco, golf, atletica, ciclismo, soft air,-motoristica, arrampicata e montagna, equitazione, calcio…). Quest’anno la manifestazione si è svolta in 2 giornate: sabato 10 settembre, dalle 17.30, le vie del centro sono state teatro della “Sfilata del corteo delle Associazioni sportive”, conclusasi con la lettura della “Carta dello Sport” e il prestigioso riconoscimento dell’ “l’Atleta dell’anno”. Domenica 11 settembre, per tutta la giornata, si sono esibite oltre 40 Associazioni Sportive all’interno del Parco Comunale. Anche quest’anno sono stati premiati i più giovani che si sono cimentati nel “Percorso del super atleta”. Due giornate di festa, all’insegna dello sport per tutti, della salute e del sano divertimento come valori imprescindibili di crescita individuale e collettiva dell’intera comunità.
*Assessore allo Sport di Monteforte d’Alpone
di Moreno Floriani*
passione
COMUNE
MONTEFORTE
Il Real BC Volley si rinnova
e guarda fiduciosa al futuro
L
a storia dell’ASD Real BC Volley nasce nel lontano 1984 grazie alla passione di Lorenzo Comincini che è stato l’anima del volley di Costalunga e Brognoligo, le due frazioni di Monteforte d’Alpone, per oltre 30 anni. La pallavolo entra nella Polisportiva Real B.C. fino al 2000 quando diventa autonoma facendo nascere l’Associazione Sportiva Dilettantistica Real B.C. Volley con presidente Aldo Molinarolo, vicepresidente Giuseppe Tessari, segretario Augusto Tessari, direttore sportivo Lorenzo Comincini che, aiutati da altri dirigenti che si sono succeduti negli anni, hanno portato l’associazione ad essere una delle società più importanti della pallavolo veronese. Nel 2012 l’associazione si aggiudica l’appalto per la gestione del palazzetto e, in accordo con il Comune, realizza una pavimentazione professionale e moderna e importanti lavori di ristrutturazione ed ammodernamento, rendendo la struttura idonea a partite di alto livello e invidiata da molte società importanti della Provincia. Ad aprile 2016 tre dei pilastri dell’associazione: Lorenzo Comincini, Aldo Molinarolo e Giuseppe Tessari ritengono concluso il loro operato, impegnativo per qualità e quantità, e rassegnano le dimissioni. La nuova dirigenza ha voluto tributare loro una grande festa il 29 maggio. Il momento più toccante è stata la consegna di tre targhe personalizzate da parte del nuovo presidente dell’associazione, Stefano Magagnotto, dall’assessore allo Sport Moreno Floriani e dal consigliere delegato Andrea Dal Bosco, presenti nonostante altri importanti impegni, per sottolineare l’attenzione e la vicinanza dell’Amministrazione Comunale di Monteforte d’Alpone per una società che fa attività sportiva di qualità. Quando tutti i presenti si sono alzati in piedi per un lunghissimo e struggente applauso la commozione ha fatto molte vittime, a partire dai tre premiati, dai dirigenti che per anni hanno condiviso sforzi e sogni in questo bellissimo sport, dalle atlete e da molti dei presenti.
Ma la giornata non era ultimata, restava l’ingombrante eredità lasciata ed ecco quindi la presentazione del nuovo Direttivo composto dal neo presidente Stefano Magagnotto, dal neo vicepresidente Luca Leorato, dal vecchio segretario Augusto Tessari, i vecchi e nuovi dirigenti Lorenzo Barbera, Renato Ruggeroni, Stefano Costa, Filippo Tirapelle e Chiara Brazzarola. Gli obiettivi sono quelli di continuare a crescere, la priorità sarà quella di insegnare un gioco di squadra, con rispetto per compagne ed allenatori, avversari ed arbitri, dirigenti e pubblico e per farlo si porrà in primo piano la ricerca di serietà e di preparazione degli allenatori a partire dal minivolley, femminile e maschile, dove l’insegnante è sia tesserata allenatrice che laureata in Scienze Motorie perché l’attività fisica eseguita correttamente è fondamentale nella crescita, dal settore giovanile, sempre con allenatori con tesseramento e aggiornamenti della Federazione, fino alle squadre che disputano i campionati di prima e seconda divisione. La Real BC vuole diventare un’associazione aperta e collaborativa con la Federazione e con tutte le società della Provincia per cercare di dare un ventaglio di opportunità e prospettive a tutti gli atleti che si iscrivono, in base alle proprie qualità. Il sogno è lo sport per tutti, una società che con serietà, professionalità ed etica dia spazio a chiunque abbia voglia di giocare. Chi si iscrive sa che troverà tante squadre di vario livello per continuare a fare questo splendido sport, tra cui una prima squadra ambiziosa che punta in alto ma deve anche sapere che, con la collaborazione di società di livello maggiore, potrà soddisfare tutte le aspirazioni che le sue capacità le permettono. Le iscrizioni sono aperte perché la nuova dirigenza è pronta per nuove sfide considerando che, come cita una vecchia canzone, la Real BC Volley ha “…un piede nel passato ma lo sguardo dritto e aperto nel futuro…”
20/8/2016
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nelle foto partendo dall’alto: IL RECENTE PASSATO: La squadra 2015/2016 ha partecipato ai play off per la promozione in Serie D
https://mail.google.com/mail/u/0/?tab=wm#inbox/15697cdfaf5d7016?projector=1
sotto: IL FUTURO: La squadra minivolley under 10 ha disputato le prime partite in fondo: Il nuovo presidente dell’associazione Stefano Magagnotto, l’assessore allo Sport Moreno Floriani e il consigliere con delega al Turismo Andrea Dal Bosco premiano Lorenzo Comincini, Aldo Molinarolo e Giuseppe Tessari che si sono dimessi
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passione
COMUNE
di Giorgio Vincenzi
VERONA
Figc Verona, nuova stagione
al via con nuove regole e (purtroppo) meno giovani
In una serata calda di fine agosto la Delegazione provinciale di Verona della Figc capitanata da Barbara Zampini ha dato appuntamento alla Gran Guardia in piazza Bra a Verona per presentare la stagione sportiva 2016/2017
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È
stata l’occasione per fare il punto della situazione, ma anche per ricordare alcuni momenti importanti della passata stagione. Uno su tutti l’arrivo della Nazionale italiana di calcio al Bentegodi. A ciò ci ha pensato l’Assessore allo sport del Comune di Verona, Alberto Bozza, per il quale l’evento ha dimostrato che quando si lavora in sinergia i risultati si ottengono e che la nostra città è capace di organizzare grandi eventi sportivi e con successo. Il calcio veronese è una realtà molto importante nel Veneto essendo tra le delegazioni più numerose della Regione, assieme a Padova, come ha ricordato Giuseppe Ruzza, presidente del Comitato Regionale Veneto, presente all’evento. Nello
scorso campionato (2015/2016) i tesserati nella nostra provincia per il solo settore giovanile sono stati 15mila, numero che dovrebbe essere confermato anche quest’anno, e 13.696 le gare disputate tra Seconda categoria, Terza categoria, Juniores, Allievi, Giovanissimi, Esordienti, Pulcini e Piccoli Amici. Inoltre, Verona con 110 squadre su un totale di 480 di tutto il Veneto, ha sottolineato Carlo Franchi, vice presidente regionale, ne rappresenta il 23%. Numeri importanti. La nuova stagione sportiva, che per molti versi ricalcherà quella dell’anno scorso, fa registrare però “qualche defezione, racconta Barbara Zampini. Per esempio per la Terza categoria faremo solo due gironi (erano tre lo scorso anno), uno di
di xxxxx
passione progetto sport COMUNE
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B
Alcune modifiche alle regole del gioco 2016/2017
ARBARA ZAMPINI, tramite le pagine di SportD+,
vuole inviare un suo personale augurio a tutti i calciatori che si prestano a vivere un nuovo ed emozionante anno calcistico: “Questa sera qui alla Gran Guardia in contemporanea alla presentazione della prossima stagione vi è anche la premiazione di Elia Viviani (medaglia d’oro alle ultime olimpiadi di Rio de Janeiro, n.d.r.), io vi invito a imparare da lui perché ha dimostrato grinta, passione e attaccamento. Anche se lui pratica un altro sport, più che guardare ai calciatori di Serie A che sicuramente a livello tecnico hanno molto da insegnare ai dilettanti, a livello umano credo che Elia Viviani possa insegnarci molto di più”.
I
l 5 settembre scorso sono state presentata dalla Delegazione di Verona le modifiche alle regole per la stagione 2016/2017. Tra le più significative da evidenziare: n l’arbitro non può cambiare una decisione, se si rende conto che è errata o su indicazione di un altro ufficiale di gara, qualora il gioco sia ripreso o abbia segnalato la fine del primo o del secondo periodo (inclusi i supplementari) e lasciato il terreno di gioco o qualora la gara sia terminata; n il calcio d’inizio può essere calciato in qualsiasi direzione; n un calciatore deve avere una parte della testa, del corpo o dei piedi nella metà avversaria del terreno di gioco per essere in posizione di fuorigioco; le mani e le braccia non sono incluse tra le parti che determinano l’individuazione del fuorigioco;
13 e uno di 14 squadre. Non perché abbiamo meno squadre iscritte, ma perché – prosegue la Zampini - ci sono stati tanti ripescaggi. Mancano infatti sette squadre ripescate in Seconda categoria, buon per loro, ma avendole noi potevamo fare un altro girone. Paghiamo quindi ciò che succede nelle categorie superiori”. Un’attenzione particolare va anche alla categoria degli Juniores. “In questo campionato vi sarà qualche squadra in meno, afferma la Zampini. Le cause sono da imputare al fatto che ci sono ragazzi che arrivano fuori quota e quindi vanno a
giocare in prima squadra, ma anche perché hanno un’età che è difficile da gestire e abbandonano”. Tema caldo affrontato anche da Giuseppe Ruzza nel suo discorso: “Una moria per gli Juniors provinciali, senza nessun segnale preventivo, abbiamo avuto una diminuzione di 45 società. Ciò è incredibile e dovrà essere oggetto di una riflessione”. Tornando all’attività agonistica del prossimo anno è stato annunciato che vi sarà nuovamente la Coppa Verona da tenersi nel periodo invernale e i tornei post campionato da aprile in poi.
n rigore. Vengono punite con un calcio di punizione le seguenti infrazioni indipendentemente dal fatto che la rete venga segnata o no: un calcio di rigore viene calciato indietro; una volta che il calciatore ha completato la rincorsa fa finta di calciare il pallone, in questo caso l’arbitro ammonisce il calciatore (è consentito però fare una finta durante la rincorsa); n il vantaggio non deve essere applicato in situazioni che implicano un grave fallo di gioco, una condotta violenta o un’infrazione che comporta una seconda ammonizione a meno che ci sia un’evidente opportunità di segnare una rete. In questo caso, l’arbitro dovrà espellere il calciatore alla prima interruzione di gioco. Se, però, il calciatore gioca il pallone o contrasta/interferisce con un avversario, l’arbitro interromperà il gioco, espellerà il calciatore e riprenderà il gioco con un calcio di punizione indiretto. Chi vuole leggere il documento può scaricarlo integralmente al seguente link: http://www.sportdipiu. net/MAIN/modifiche-regole-calcio-2016-2017/
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di Benny Calasanzio Borsellino
calcio
MEMORIAL Torna per la dodicesima volta consecutiva il torneo internazionale Pulcini “Nico nel Cuore - Memorial Nicola Invento”, riservato alle annate 2006 per le squadre dilettanti e 2007 per i piccoli tesserati delle squadre professionistiche
Tutti in campo
ricordando
Nico IO CALCIO .S.D. MONTOR STEL Organizzato dall’A con G.S. NIU’ CA in collaborazione RAZIONE CON O IN COLLABO O GROSSO” A SCOPO BENEFIC MANIFESTAZIONE OPERAZIONE “MAT DON BOSCO 3A L’ASSOCIAZIONE
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XXXXX
I
l torneo e le attività ad esso collegato si disputeranno sul campo del Montorio Calcio in Via dei Cedri il 16,17 e 18 settembre. Ma l’evento non sarà solo “calcio”: ci saranno musica, stand enogastronomici e le aste delle maglie dei campioni, tutto per raccogliere denaro che, come ogni anno, verrà devoluto interamente in progetti di beneficienza. Per l’Italia ci saranno Milan, Inter, Juventus, Hellas Verona, ChievoVerona, Liventina Gorghense, Intrepida, Virtus e Montorio. Mentre a rappresentare il resto d’Europa a Verona arriveranno le formazioni ufficiali di Liverpool, Hammarby Stoccolma, HJK Helsinki, Lokomotiv Mosca e Benfica. “Nicola Invento, l’amico a cui dedichiamo il torneo, era la vita, la gentilezza, l’ironia, il divertimento, la generosità e la dedizione alla sua bella famiglia. Nel 2004 è mancato a causa di una malattia ma noi non potevamo dimenticare perché l’amicizia, quella vera, non viene spazzata via neanche dalla morte. E allora ci siamo detti: ‘Perché non continua-
re il suo sogno di fattodi gioco, condivisione e amicizia vera?’. N i c o la oggi continua a vivere perché sempre fresco è il ricordo che abbiamo di lui e sempre rinnovato è ogni anno l’entusiasmo che ci induce a farlo conoscere attraverso il Torneo ‘Nico nel Cuore’. Un grazie di cuore a tutti gli sponsor che ci sostengono, senza di loro non potremmo nemmeno pensare di realizzare qualcosa di simile” ha detto uno degli amici di Nicola, Luca Meneghini.
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intervista
di Giorgio Vincenzi
LA FORZA DI VOLONTÀ…
MI GIOCO LA
Serie A V
Quando si dice la voglia di arrivare. Andrea Nalini, 26 anni, professione calciatore, esprime molto bene questo pensiero: tenacia, grinta, consapevolezza dei propri limiti, passione, forza di volontà. E per Andrea, lunedì 12 settembre, finalmente si è avverato il sogno con l’esordio ufficiale in serie A sul campo dell’Empoli!
18
eronese doc, nato a Isola della Scala, ma residente con la famiglia a Pradelle di Nogarole Rocca, per sfondare nel calcio che conta, quello professionistico, ha dovuto mettere insieme tutte queste qualità e migrare al Sud: tre stagioni con la maglia della Salernitana (tra Lega Pro e serie B) e da luglio di quest’anno il grande salto in Serie A con il Crotone. Nalini il pallone lo ha nel sangue e quando parli con lui si sente. Per il calcio, e per quella voglia di arrivare ad alti livelli, ha faticato tanto e ha dimostrato a tutti, famiglia compresa, che se si vuole si può e che non bisogna mai abbattersi, ma giocarsi tutte le carte fino in fondo prima di arrendersi. La sua carriera sportiva comincia come tanti altri bambini tirando i calci al pallone nella squadra del proprio paese, l’Azzurra Nogarole Rocca. Il ragazzo ha doti e passa quindi nelle giovanili del Villafranca fino ad arrivare in prima squadra. Deve però conciliare le richieste di mamma Carla di avere un lavoro sicuro dopo il diploma di
A
ndrea, grazie al Crotone si stanno aprendo le porte dei grandi stadi della Serie A. Ti senti arrivato? O è solo l’inizio di qualcosa? Ogni cosa che faccio la prendo sotto l’aspetto che non ho ancora dimostrato nulla e non mi sento per nulla arrivato.
perito meccanico e la passione per il calcio. Non si perde d’animo e si divide tra campo e saldatore-manutentore per il Gruppo Tosoni. Nel 2007 il passaggio importante alla Virtus Vecomp Verona (Serie D) dove con l’aiuto dell’allenatore (presidente), Luigi Fresco, riesce a far conciliare il lavoro presso l’industria alimentare Aia e gli allenamenti. Non sempre tutto ciò è facile: gli orari non sempre lo agevolano e la fatica dopo il lavoro non aiuta ad allenarsi bene. Il salto nel settore professionistico avviene con il trasferimento alla Salernitana nella stagione 2013/2014, squadra con cui ha giocato prima in Lega Pro e poi come protagonista della scalata in Serie B e dei play-out salvezza della stagione scorsa. A luglio di quest’anno si avvera il suo sogno di poter giocare in Serie A. Il Crotone, neopromosso nella massima serie calcistica, lo ingaggia e gli fa un contratto triennale. Lo vedremo come esterno d’attacco tecnico e veloce calcare i campi dei grandi stadi italiani.
C
ome ti trovi con i nuovi compagni di squadra?
Mi sono ambientato subito, alla grande, anche perché siamo tutti giovani. C’è veramente un bel gruppo e ci rispettiamo. È questa l’arma vincente del Crotone e non solo da quest’anno.
intervista
TI FA ARRIVARE IN ALTO
C
ome numero di maglia hai scelto il 9, ha un significato per te? Nelle giovanili avevo sempre il 9 poi sono passato all’8 con la Virtus Vecomp e quindi al 7 con la Salernitana. Io volevo il 7 anche a Crotone per aspirazione e ruolo, ma era occupato.
S
u un quotidiano nazionale sei stato definito come il Vardy italiano per il fatto che sei arrivato tardi ai grandi palcoscenici calcistici e per aver fatto l’operario prima di calcare i campi della Serie A e B. Tu cosa pensi di tutto questo interesse nei tuoi confronti?
H
ai giocato, seppur solo cinque minuti, la tua prima gara ufficiale con il Crotone in Coppa Italia al Bentegodi contro l’Hellas. Un incrocio magico. Che ne dici? Da quando ho iniziato la carriera professionistica, ho sempre giocato fuori Verona e quindi tutto è stato emozionante. Pensare poi che una volta ero la in curva o in tribuna e ora invece sono in campo è una gioia.
È
stata anche un’occasione per vedere parenti e amici.
Certo, con gli amici ho parlato anche prima della gara e mi hanno detto che venivano a vedermi, ma che avrebbero fatto il tifo per l’Hellas.
Sono contento che se ne parli, ma non ho ancora fatto nulla di particolare. L’unica cosa è che non ho mai mollato e tutto ciò che ho fatto è successo perché l’ho voluto. Se avessi ascoltato i miei genitori non avrei neanche giocato a calcio.
L
asciando perdere Vardy, qual è il calciatore a cui ti ispiri per il ruolo che copri? Come calciatore a me piace Callejon del Napoli.
Q
ual è l’allenatore a cui ti senti più legato e perché? Uno sicuramente è Gigi Fresco della Virtus Vecomp che sento ancora costantemente. Sul campo, però, chi mi ha dato tanto come impostazione di gioco è stato mister Menichini a Salerno.
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calcio
CALCIO
N
ella tua carriera calcistica ha giocato un ruolo fondamentale tua mamma Carla. Ci racconti perché?
A mio padre non piace il calcio e quindi era mia mamma, sin da piccolo, ad accompagnarmi alle partite. E a forza di seguirmi ormai ne sa più di tanti altri di calcio. Lei però non ha mai visto nel calcio il mio futuro professionale perché ha sempre pensato che uno su mille ce la fa. Quindi ha sempre voluto, una volta terminata la scuola superiore, che mi cercassi un posto di lavoro fisso. Ho avuto tante proposte ma abbinarle con il calcio non è stato semplice perché non potevo scrivere sul curriculum che dovevo uscire alle 17 dall’azienda per allenarmi. Mi sono quindi sempre trovato lavori che mi permettessero di giocare anche a calcio ottenendo degli orari particolari.
Q
uando hai detto alla mamma che avresti giocato in Serie A come ha reagito? A giugno di quest’anno ero in scadenza di contratto con la Salernitana e tante squadre si sono fatte avanti. E quando è arrivata la proposta del Crotone non me la sono fatta scappare anche perché a 26 anni è l’ultimo treno, anche se ne sono passati tanti, ma questo realizzava il mio sogno di giocare in Serie A. La mamma mi ha dato le solite precauzioni da seguire, del tipo vai piano con l’auto, e mi riporta tutto ciò che sente in giro.
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Q
uali sono i tuoi interessi fuori dal campo di calcio? Mi piacciono tutti gli sport, non ne coltivo uno in particolare.
I
n che rapporti sei rimasto con i tuoi amici?
Gli amici gli sento quasi ogni giorno tramite WhatsApp e quando gioco al nord mi vengono a vedere.
D
opo aver raggiunto la Serie A, qual è il tuo sogno nel cassetto? Io spero che il campo mostri che posso stare anch’io in Serie A e di poter ambire anche ad altre squadre. Se poi questo non avverrà, tornerò umilmente dove merito.
calcio femminile
di Alberto Cristani
VALPO E CHIEVO: INSIEME
per un
calcio sempre più…
‘ROSA’! Antonella Formisano, responsabile del settore giovanile femminile del ChievoVerona e dirigente del Valpolicella calcio femminile, presenta la nuova stagione sportiva tra giovani promesse e prima squadra. Due percorsi ben distinti ma che hanno un unico obiettivo: lavorare bene per far crescere il calcio femminile
A
ntonella, al via una nuova stagione con il “Valpo”: sensazioni? Le sensazioni sono buone! Ma quando inizi è sempre tutto molto positivo. Abbiamo lavorato tanto per buttarci avanti e non arrivare ad agosto con delle perplessità. Siamo partiti prestissimo con lo scegliere lo staff tecnico che, praticamente, a livello di figure è rimasto quello della stagione scorsa, solo che ognuno avrà delle responsabilità diverse. Non è mai facile scegliere, ma la dirigenza era tutta compatta e convinta. Lo stesso discorso è stato fatto per quanto riguarda la riconferma delle giocatrici. Per i nuovi acquisti abbiamo potuto fare dei provini nell’ultimo mese di campionato e anche questo ci ha aiutato a essere più sicuri nella scelta. Questo è stato un gran passo avanti per noi.
Q
uest’anno quale sarà il tuo ruolo e quale sarà il tuo staff?
22
Nella foto: Antonella Formisano
Il mio ruolo sarà quello di controllare il lavoro dello staff tecnico di tutte le nostre squadre. Inoltre dovrò fare da collegamento tra squadra e società, confrontandomi con le ragazze in caso di problemi o di infortuni. Inoltre dovrò aiutare Nicola Iachelli per quanto riguarda il mercato. Sono anche responsabile del femminile Chievo e soprattutto mi sento responsabile della crescita delle ragazzine.
Q
uante sono le ragazze del settore giovanile?
Nella stagione passata avevamo tesserato 38 ragazzine. Questa prossima alcune di loro saranno fuori età per il settore giovanile ed andranno in primavera e bisogna impegnarsi per avvicinarne altre a questo sport bellissimo ..
C
he tipo di lavoro avete svolto in questi anni e che risultati avete raggiunto?
Il nostro è stato un lavoro soprattutto sul miglioramento della socie-
calcio femminile
tà. Per far funzionare una squadra bisogna partire dalla testa. Intanto non si può essere in 2-3 dirigenti; noi siamo in 10 e si corre tanto, ognuno con i suoi ruoli e competenze ma sempre pronti ad aiutarci all’occorrenza. In verità abbiamo tutti voglia di dare tanto per la nostra squadra. Tra di noi c’è amicizia vera e nessuno vuole prevalere su l’altro. Io credo che il risultato raggiunto sia quello di riuscire a mantenere tutto questo da tre anni e questo deve essere il nostro obiettivo principale sempre, magari portando nuove persone che abbiano il nostro stesso spirito di abnegazione.. Poi è ovvio che se arriva anche la serie A saremo più contenti.. Credo che per come stiamo lavorando ce la meritiamo..
C
on il Chievo sinergia sempre più importante.... Con il Chievo è una bella soddisfazione! Non è solo per l’obbligo che hanno le società maschili di serie A e B di avere il settore giovanile femminile che va avanti la nostra collaborazione. Era una cosa che esisteva già e il fatto che ora ci sia l’obbligo di avere il settore calcio femminile ha ulteriormente rafforzato la collaborazione. Io e la presidente Flora Bonafini abbiamo contatto diretto con l’ambiente Chievo e possiamo confermare l’attenzione e la voglia di far crescere il movimento femminile c’è. Al Bottagisio c’è molto entusiasmo per il nostro progetto.
gazzine del nostro settore giovanile credo che abbiamo le qualità per arrivarci. Poi, ovvio, serve costanza, determinazione e… testa!
Q
uando inizierà l’attività con le giovanili e che campionati andrete ad affrontare? L’attività inizierà i primi di settembre e faremo campionati esordienti con due squadre iscritte.
D
ue parole sulla serie B...
I gironi di sono com-
serie B posti
pressappoco da due squadre che si giocano il campionato e che hanno una discreta qualità (a volte anche no , vedi nostro girone dell’anno scorso 4 squadre discrete e 3 sarde quindi costosissimo, gli altri gironi 2 squadre discrete e metà dei costi rispetto al nostro) più altre squadrette di basso profilo tecnico che potrebbero fare la serie c e che però per disequilibrio tecnico-tattico ti mettono in difficoltà e anche a livello fisico ci sono scontri dovuti alla scarsa coordinazione. Non sono d’accordo su questo modo di gestire la B che per me dovrebbe essere un campionato a girone unico come la serie A.
S
ettore giovanile che con gli anni deve diventare serbatoio per la prima squadra; a oggi ci sono già delle ragazze che possono aspirare ad esordire con le ‘grandi’? Il nostro impegno deve essere quello di riuscire a portare più ragazzine possibili dalle esordienti alla Primavera e successivamente alla prima squadra. Quattro-cinque ra-
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di Alberto Cristani
INVIATO SPECIALE A RIO 2016
DIARIO DI UN’
OLIMPIADE L
uca, cosa ti è piaciuto di più della tua esperienza a Rio?
Il nuotatore veronese Luca Pizzini racconta a SportDi+ la sua esperienza a Rio 2016 tra sensazioni, ricordi e foto esclusive!
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La cosa più bella di questa Olimpiade per me è stata l’energia che trasmetteva: sapere di far parte di un gruppo di sportivi d’elite, e di stare a fianco dei più grandi atleti del mondo, è stata un’esperienza che non dimenticherò mai!
…si
parte
C
osa ti ha più impressionato?
La cosa che mi ha più impressionato è stato il servizio che era a disposizione di ogni atleta, era tutto molto ben organizzato. E poi il parco olimpico: lo vedevo sempre dal pullman poiché avevo giusto solo il tempo di andare in piscina; era veramente maestoso.
L
a tua esperienza in vasca: sei soddisfatto di quello che hai fatto o potevi fare di più? A livello cronometrico non sono soddisfatto perché volevo fare meglio del
Villaggio oli mpico by night
olimpic selfie
. WOW!!! Primo impatto con la piscina..
tempo di Londra, non tanto per entrare in finale che, visti i tempi dei finalisti, era impresa difficile, ma più per orgoglio personale. Quindi l’aver peggiorato, seppur di poco, mi ha lasciato l’amaro in bocca. Invece aver gareggiato la sera in una semifinale olimpica mi ha molto motivato e gasato ed è stata una cosa fantastica.
H
ai visto/conosciuto qualche campione straniero? Ho avuto la fortuna di vedere e fare una foto con Djokovic. Ho visto Blake, uno dei centometristi del atletica più forti al mondo e ho visto gareggiare da vicino Michael Phelps, un mito, un’icona del nuoto mondiale.
C
om’è la vita nel Villaggio Olimpico e cosa si fa quando non si gareggia? La vita nel villaggio - per quando mi riguarda -è stata tutta incentrata in direzione della gara, con l’organizzazione dei pasti e dei bus che portavano in piscina. Non avevo quindi molto tempo di girare per il villaggio che era veramente enorme e dispersivo. Allo stesso tempo tutto erano molto ben organizzato: se hai
la fortuna di rimanere nel villaggio dopo aver finito le gare si possono fare molte cose; oltre al mangiare c’è un Game Center, uno store, l’area della Samsung dove ci si poteva svagare e una palestra.
U
na curiosità o un episodio simpatico che ti è successo...
Ho visto Djokovic che nonostante avesse perso era comunque circondato da atleti fans che volevano un autografo o una foto e lui sempre con il sorriso e sempre disponibile: un vero campione! Altro episodio durante la cerimonia iniziale: mentre ci trasferivano dal palazzetto allo stadio un ragazzo brasiliano, che stava appena fuori dalle transenne, ha iniziato a cantare l’inizio dell’inno italiano e di seguito tutta il Team Italy ho continuato a cantarlo a squarcia gola! Un’ emozione da pelle d’oca!
Che fascin o il villagg io olimpico d i notte...
C
om’è stata la cerimonia di apertura?
Sensazionale! Non tanto per la cerimonia in se, quanto piuttosto per quello che c’era dietro; il raggruppamento dei team, l’aspettare dentro il palazzetto di fianco al Maracanà il proprio turno, l’avvici-
La vasca da allena mento
25
Ora è tempo di gareggiare: prepariamoci!!! namento allo stadio con un sacco di brasiliani dietro le quinte che ci salutavano e ci acclamavano… Bellissimo!
Il Team I e la nostra porta taly bandi
era....
... al Maracanà!
C
osa ti ha dato - a livello umano e a livello sportivo - questa esperienza a Rio?
La cerimonia di ap ertura...
A livello umano porto a casa una esperienza che insegna che dal sacrificio partono tutti i più grandi successi. A livello sportivo è stato esaltante assistere a gare che forse si ricorderanno per molto tempo nella storia del nuoto e che ti danno ancora più la carica e la voglia di andare avanti.
…si part e
I
tuoi programmi dopo Rio 2016?
Si torna a casa: ciao Rio!
Un saluto da questa ‘supervasca’! …si part e
Uno ‘scambio’ col mitico Novak Djokovic
Per ora il futuro è incerto quindi mi godo i giorni di riposo che mi restano e poi si vedrà il da farsi!
T
re aggettivi per definire le Olimpadi....
Esaltanti, maestose, pure (nel senso di agonismo puro!)
…si part e
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IL CENTRO POLISPORTIVO PIU COMPLETO DI VERONA
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inalmente riparte la stagione sportiva allo Sporting Club Verona. Un circolo sportivo dove dedicarsi interamente allo sport e al relax. Il centro dispone di due piscine olimpioniche coperte per il nuoto, palestra fitness, palestre corsi, campi da tennis, calcetto e di una vasta area verde dove è possibile rilassarsi in mezzo alla natura. All’interno dello Sporting Club Verona potete trovare il ristorante bar ‘Food Village’ che offre servizio di bar, ristorante e pizzeria aperto sia a pranzo che a cena. È possibile organizzare feste di compleanno per bambini e adulti, feste di laurea, battesimi.
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pubbliredazionale
Riparte la stagione agonistica
S
iamo ai nastri di partenza di una nuova stagione sportiva per la sezione nuoto dello Sporting Club Verona, che propone sia attività pre-agonistica di propaganda che attività a livello agonistico. La Squadra Agonistica dello Sporting Club Verona è nata nell’estate del 2015 dalla volontà di dare un seguito sportivo di maggiore risalto e spessore al già grande lavoro che era stato fatto in società negli ultimi anni, con una propensione elettiva a livello di settore nuoto propaganda. Claudio De Monte, coordinatore della sezione nuoto, è a capo di uno staff tecnico di allenatori coeso e con idee molto chiare, che fa dell’applicazione della tecnica il punto cardine dell’attività con i giovani. I risultati della stagione scorsa sono stati infatti molto positivi, per alcuni atleti addirittura esaltanti. Da ricordare in primis Edoardo Bressan, atleta 2002, che dopo aver partecipato ai nazionali giovanili di Riccione di aprile si è anche qualificato per gli italiani estivi di categoria di agosto in ben quattro gare. A livello femminile Alessandra Garzetta e Maria Tessari, atlete del 2004, sugli scudi per tutta
la stagione tra gli esordienti A, sono riuscite ad ottenere la convocazione per rappresentare il Veneto ai campionati italiani di luglio a Rovereto. Performance queste, assieme a tutte quelle di un gruppo di atleti in continua crescita, che confermano a pieno titolo come sia possibile trovare a livello di giovani atleti un terreno di applicazione privilegiato per il lavoro su tecnica e velocità, garantendo al tempo stesso una proiezione dei carichi di lavoro che sia totalmente fisiologica e adeguata all’età. Passione, divertimento, allenamento, ecco qui alcuni piccoli grandi requisiti che fanno della proposta natatoria dello Sporting Club Verona una realtà davvero interessante e promettente nel panorama del nuoto veronese. Ripartono anche i corsi per i più piccoli, che iniziano già all’età di due anni e mezzo, fino ai 14 anni. Le lezioni si svolgono tutti i giorni compreso il sabato mattina, a diversi orari; in questo modo il genitore ha la possibilità di scegliere il giorno e l’orario più adatto alle esigenze familiari. I corsi si sviluppano in pacchet-
ti di 11 lezioni, da 30 minuti per i piccoli, e da 45 minuti per i più grandi. Si può scegliere la formula mono-settimanale o bisettimanale. E’ possibile frequentare i corsi anche se non si è tesserati Sporting. Ricordiamo a tutti i nostri iscritti che su tutte le attività dello Sporting è presente una scontistica speciale. Riparte alla grande anche il settore tennis, con la sua scuola F.I.T. diretta dal maestro Alessandro Tortora, coadiuvato da uno staff professionale composto dagli istruttori Pezzo Mirko e Zambaiti Giulia, che accompagnerà i ragazzi da settembre fino a giugno. Oltre alla squadra di Coppa Italia, la scuola tennis offre una grande varietà di cor-
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pubbliredazionale si, a partire dal propedeutico per i più piccoli, un corso improntato su un aspetto ludico; a seguire, avviamento, adatto agli allievi che si avvicinano per la prima volta, o quasi al gioco del tennis. Corso di perfezionamento (pre-agonistica) e corso di specializzazione, niente meno che agonistica, rivolto agli allievi dagli 11 anni con una già buona esperienza agonistica maturata negli anni precedenti attraverso la partecipazione a Tornei ufficiali e competizioni a squadre. L’obiettivo del corso comprende anche l’analisi delle problematiche legate all’attività agonistica, sia dal punto di vista tecnico-tattico che emotivo. Non mancano i corsi per adulti sia per principianti che per giocatori di livello più avanzato.
Corsi fitness 2016/2017
G
randi novità nel settore fitness: un nuovo planning, innovativo, all’avanguardia, coordinato da istruttori preparati e pronti a soddisfare le esigenze della clientela. Oltre alla sala pesi, lo Sporting offre corsi di Pilates, Fluiball Step, Kizomba, Yoga, Cross fitness, Gym tonic, Spinning e,
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novità assolute, corsi di Jungle fit, Shiatsu e Burlesque. Da quest’anno, una sola Card per tutti i corsi.
E all’interno…
A
llo Sporting Club Verona si possono trovare altre numerose attività tra cui:
n l a scuola di arti marziali Wild Side Verona, che promuove e diffonde la Muay Thai e la Kick Boxing k1 in Verona e provincia, collezionando molti successi in ambito sportivo. n karate per adulti e bambini, diretta da Zeno Falzi. Un’ottima attività motoria e sportiva, completa perché utilizza tutta la muscolatura del corpo e si può praticare a tutte le età. n Centro Formazione Danza Verona, una scuola di danza sotto la direzione artistica di Lorella Doni, che propone corsi di giocodanza propedeutica, classico, contemporaneo, hip hop. Non mancate alla settimana gratuita di prova dal 12 settembre. Per info: centroformazionedanzaverona@gmail.com
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calcio femminile
di Bruno Mostaffi
AGSM VERONA IN CHAMPIONS
…la Cina è vicina! Una trasferta lunghissima per Gabbiadini e compagne nella prima sfida di Womens Champions League 2016-2017 che andranno a fare visita – il prossimo 5 ottobre - alle kazake dello BikKazygurt
S
i è svolto giovedì 1 settembre presso la sede dell’UEFA a Nyon il sorteggio per i sedicesimi di finale della UEFA Women’s Champions League. Il Verona era rappresentato dal segretario Daniele Perina e dal consulente Mattia Martini. La squadra veronese dovrà affrontare una lunghissima trasferta in Kazakistan sul campo del WFC Bik-Kazygurt. Il match di andata in Kazakistan verrà disputato mercoledì 5 ottobre con inizio alle ore
32
15,00 locali corrispondenti alle 11,00 del mattino in Italia. Si giocherà al BIIK Stadium di Shymkent. La gara di ritorno sarà giocata mercoledì 12 ottobre alle ore 20,30 allo Stadio Marc’Antonio Bentegodi di Verona. Shymkent è la terza città del Kazakistan per numero di abitanti (circa 600.000) capoluogo della regione meridionale del paese non lontana dal confine con Uzbekistan e Kirghizistan, e a circa 500 Km. dalla Cina. “Una squadra avversaria” – afferma il mister gialloblu Longega – “difficile da affrontare in casa loro dove il fattore campo e la lunghissima trasferta con relativi fusi orari sono fattori spesso determinanti, ma al Bentegodi contiamo di far valere le nostre qualità che indubbiamente sono superiori alle loro”.
progetto sport intervista
di Matteo Lerco di xxxxx
ARTI MARZIALI XXXXX
TIZIANO L’ARTISTA DEL KARATE
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Un amore lungo quarantacinque anni. Un’arte marziale, il karate, che ha scandito la vita del Maestro Tiziano Rossi, un «totem» della disciplina che a 66 anni ha ancora molta voglia di migliorarsi e rinnovarsi. Insieme a lui abbiamo provato ad aprire questo scrigno di passione, un mondo che più di altri si pone come assunto quello del rispetto degli altri e di sè stessi, un’arte nella quale la vittoria più grande non è quella contro l’avversario, ma quella contro se stessi.
T
iziano, come è iniziato questo grande amore per la disciplina? Iniziai la pratica del karate stile Shotokan nel dicembre del 1971, sotto l’egida della FESIKA del Maestro Hiroshi Shirai. Entrai in contatto con questo mondo in primo luogo spinto dalla curiosità che nutrivo verso di esso e poi per acquisire una maggiore sicurezza in me stesso. Dopo circa quattro anni conquistai la cintura nera e mosso dal raggiungimento di questo grande obiettivo, mi applicai in quest’arte con maggior tenacia.
Q
uali furono i tuoi principali mentori in questo primo percorso conoscitivo?
Ebbi vari Maestri da cui attingevo la mia conoscenza tra cui Giancarlo Panizzi (purtroppo deceduto l’anno scorso), Maurizio Marangoni che ormai è molto tempo che ha smesso di praticare; conobbi poi il Maestro Kase,
una persona carismatica ed umile allo stesso tempo.
P
arlaci un po’ della tua gloriosa carriera...
Dopo questa prima conoscenza del Karate, feci parte della Nazionale SKI quando il Maestro Miura venne in Italia (mandato dal Maestro Kanasawa), per formare questa nuova Federazione. Nel frattempo durante un allenamento in palestra, un incidente mi fece odiare il kumite (combattimento), e mi buttai a capofitto sulla pratica del kata (forma pura). Ad ogni modo successivamente, per motivi politici legati al nostro Maestro Giancarlo Panizzi, abbandonammo la SKI per formare l’ UITKDA. All’età di 32 anni ebbi purtroppo un brutto incidente automobilistico, i danni a livello fisico furono molto gravi, tanto che a detta dei medici la futura pratica delle arti marziali e qualsiasi altro sport, avrebbe potuto portare a delle conseguenze disastrose per il mio corpo.
di xxxxx A dispetto delle diagnosi, solamente un anno dopo andai a fare i Campionati Italiani a Palermo, dove mi classificai al 5° posto nella categoria Kata. Poi arrivò il 1991. Fu uno spartiacque della mia carriera in quanto smisi di praticare il karate a causa della mancanza di stimoli, dato che all’epoca avevo già conseguito la cintura di quarto dan.
P
oi che successe?
Dieci anni dopo, nel 2001, ripresi la pratica, sentivo che mi mancava un qualcosa, così ripresi le arti marziali in un’ottica differente, tanto che dopo aver raggiunto il quinto dan, conseguii il diploma di maestro e cominciai a praticare l’arbitraggio. Nel frattempo frequentai gli allenamenti del Maestro Daniele Bonfelli, il quale mi aprì nuovi orizzonti, sia pratici che teorici. Conobbi e mi allenai con il Maestro Mabuni Kenei, figlio del caposcuola e fondatore del Shito Ryu, Mabuni Kenwa. Nei Campionati del Mondo per Club svoltisi a Vero-
na il 2 giugno 2013 al Palaferroli di San Bonifacio, partecipai come Arbitro e portai 5 allievi della mia palestra, che portarono a casa 6 medaglie d’oro e una d’argento. Feci partecipare i miei ragazzi a diverse gare nazionali e internazionali, mentre io partecipai come Arbitro a diversi Campionati sia Europei che Mondiali. Facendo un bilancio generale, ricevetti vari riconoscimenti e diplomi durante il mio trascorso sia come atleta sia come Maestro, elencarli tutti sarebbe inopportuno.
Q
uali sono ora le tue nuove sfide?
Con la conquista del 6° dan il mio percorso non è ancora finito anche perchè solo ora capisco che sto facendo realmente karate, allenandomi minimo un’ora al giorno assieme a persone come Roberto Cazzola e Giorgio Piovan, con il quale applichiamo e discutiamo le varie forme, sia di Kata sia soprattutto di Kumite. La svolta che mi fece
progetto intervista sport
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capire che il karate senza il Kumite (combattimento) non puo’ sussistere, la ebbi frequentando stage dei francesi Pinna e Biamonti e dal giapponese George Kodoka. Con il Maestro Renzo Scalmati di Brescia settimo dan di Karate Shotokan e quarto grado di Kung Fu, stiamo ora lavorando proprio sul Kumite. Nella sua palestra spiego e insegno le varie tecniche da combattimento ai suoi allievi, cercando di fargli capire
come con la continua pratica, prendendo il tutto come un gioco, si possa apprendere e applicare con la massima velocità qualsiasi tipo di tecnica, dalla più semplice, alla più complicata. Fondamentale in tal senso è il primo stadio, nel quale l’obiettivo è quello di riuscire a sentire dentro di sè la tecnica singola o il susseguirsi di tecniche, che portano ad avere una visualizzazione interiore di pace, di piacere intrinseco.
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progetto sport
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TIZIANO ROSSI
Questa piacevole percezione porta alla continua ricerca della stessa, attraverso un perfezionamento delle tecniche difficile, graduale, ma via via molto soddisfacente.
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n consiglio sul Karate da svelare alle nuove generazioni? Dal mio punto di vista, l’essenza del Karate non è vincere sugli altri, ma dominare se stessi, attraverso il superamento di ostacoli, paure e stati d’animo. È essenziale la consapevolezza della possibilità di far male all’avversario. Partendo da questo riconoscimento, lo scopo è quello di rispettare la persona con cui ci si sta allenando, dando il massimo, senza recargli nessun danno. Addirittura talvolta è possibile dar sollievo a chi ha un problema muscolare, lavorando con
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la digitopressione anche su punti molto delicati. Ci sono quindi dolori che con la dovuta cautela e manipolazione possono essere guariti o alleviati. Questo è il fine ultimo della disciplina, non combattere, non vincere, bensì guarire chi si ha di fronte. Un’altro punto cruciale è quello dello sfrenato arrivismo che connota la nostra società, oggi si vuole arrivare ad avere risultati subito, bruciando le tappe. Nelle arti marziali non funziona così: si sa quando si comincia, ma il traguardo non lo si raggiungerà mai. Ricordo infatti sempre ai ragazzi questa massima: “il risultato piu’ importante non è la vittoria per la medaglia, ma la vittoria contro se stessi.”
taekwondo
di Alessia Bottone
SEGRETI MILLENARI
calci e pugni
prendono il
Andrea Sangrigoli e Mattinzoli Giada, una coppia affiatata nello sport e nella vita che dal 2009 gestisce la società sportiva A.S.D. Lions Taekwondo Valeggio con l’obiettivo di diffondere i valori e la pratica del Taekwondo, un’antichissima arte che ad oggi conta più di 50 milioni di praticanti nel mondo
VOLO
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artiamo dal principio. Cos’è il Taekwondo?
Si tratta di un’arte marziale coreana molto antica, il suo termine si divide in tre ideogrammi: Tae che significa calciare in volo, kwon ovvero colpire con il pugno e Do cioè arte. Quindi può essere tradotto in: “l’arte dei calci e pugni in volo”. Si è diffusa 2000 anni fa durante il periodo delle battaglie dei tre regni Silla, Koguryo e Paekche sempre in lotta tra loro. Oggi è lo sport nazionale per eccellenza in Corea del Sud. Si differenzia dalle altre discipline quali il karate perché si basa principalmente sull’utilizzo degli arti inferiori e questo fattore la rende molto spettacolare ed efficace per via delle varie tecniche dei calci eseguiti in volo, all’interno di un combattimento o nella rottura di tavolette. Inoltre questa disciplina si è guadagnata la sua fama entrando alle olimpiadi come sport dimostrativo a Seoul 1988, Barcellona 1992 e in seguito a partire dall’edizione di Sidney 2000 diventa ufficialmente sport olimpico. A Pechino 2008 l’Italia conquista la sua prima medaglia in questo sport, un argento importante con Mauro Sarmiento, e in seguito a Londra 2012 l’atteso oro vinto da Carlo Molfetta.
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chi lo consigliate?
Questa attività è adatta ad ambo i sessi e a tutte le età, lo consigliamo a chiunque abbia voglia di mettersi alla prova, acquistare sicurezza, migliorare se stessi sia fisicamente che mentalmente. At-
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tualmente la nostra associazione accetta bambini di 4/5 anni che iniziano con l’attività ludico–motorie, per poi proseguire con i vari livelli di allenamento schematizzati per gradi e per età. Ai giovani si insegna da subito la disciplina nel rispetto dei valori e dei principi dell’arte marziale che comprendono, pazienza, rispetto, autocontrollo e molto altro.
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ove vi trovate?
La nostra associazione che è l’erede del Centro Taekwondo Verona del maestro Riccardo Amico è la prima scuola di questa disciplina dagli anni Ottanta a Valeggio sul Mincio. Ad oggi lavoriamo a Valeggio sul Mincio e pratichiamo la nostra arte presso la palestra delle scuole medie statali Jacopo Foroni in via Barbarani.
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uali sono i prossimi obiettivi della vostra società?
Le gare nazionali di Faenza e internazionali di Cervia, ma ci piacerebbe anche riuscire a portare qualcuno alle internazionali Barcellona (Spagna) e Tongeren ( Belgio). E soprattutto stiamo lavorando per organizzare in primavera 2017 il torneo nazionale a Valeggio sul Mincio (VR).
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football americano
di Michele De Martin
AGSM MASTINI
RITORNO AL
FUTURO U
Grandi movimenti in casa gialloblu per rilanciare il team già dalla prossima stagione
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n’estate di lavoro per il presidente degli Agsm Mastini Verona. Dopo due stagioni difficili è tempo di rilanciare in alto i cagnacci gialloblu, bravi a stringere i denti nonostante le mille difficoltà incontrate, ma desiderosi di riprendersi il posto meritato dopo la splendida escalation che li aveva portati nelle stagioni 2013 e 2014 tra le migliori squadre del campionato di seconda divisione. Le convocazioni nella nazionale italiana under 19 di Manuel “Storm” Savoia e Alessio Antolini, giovani gialloblu di belle speranze, hanno regalato comunque importanti soddisfazioni in queste due ultimi stagioni, ma il sogno del presidente Simone De Martin è di riprovare a costruire nuovamente una squadra competitiva. La prima importante scelta è quella del nuovo head coach che vede infatti il ritorno in terra scaligera di Coach Umberto Maggini, vicecampione d’Italia in carica con i Giants Bolzano, desideroso di riprendere in mano il team dopo due stagioni da offensive coordinator con i giganti di Ar-
geo Tisma nella massima divisione. La collaborazione di Coach Maggini con il defensive coordinator Gianluca Ottenio, sarà la base su cui costruire il futuro dei Mastini Verona, una squadra che dovrà lavorare sui giovani, strutturando però l’ossatura principale su giocatori esperti. E parlando di mercato, gli obiettivi dei cagnacci gialloblu sono focalizzati sulla ricerca di giocatori di spessore da portare o riportare a Verona. La macchina organizzativa è già partita da tempo e qualche colpo sembra già essere in dirittura di arrivo. Stiamo lavorando anche per portare il football nelle scuole - ci dice De Martin - con un programma che ci possa permettere di far conoscere il nostro team e il nostro sport ai giovani. Sappiamo di dover combattere contro sport più conosciuti come il calcio, ma sarà fondamentale arrivare nelle palestre durante le ore di educazione fisica, per poter avvicinare sempre più ragazzi al football americano e trasformarli in nuovi cagnacci gialloblu.
a sinistra: l’head coach Maggini • In alto: il defensive coordinator Ottenio
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progetto sport
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SPECIALONE
di xxxxx
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Un ragazzo tutto d’ORO
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Bentornato Campione! Il sindaco di Oppeano Pierluigi Giaretta racconta ai lettori di SportDi+ l’emozione e l’entusiasmo nel riabbracciare Elia Viviani il giorno del suo rientro dalle Olimpiadi di rio 2016. Una grande festa vissuta e condivisa da una comunità intera, stretta intorno al suo grande - ma allo stesso tempo umile - campione!
44Nelle foto sopra: L’arrivo elia all’aeroporto di Linate accolto festosamente da tifosi e parenti e con i fan club selfie
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a vittoria di Elia Viviani, giovane campione di ciclismo su strada residente a Vallese di Oppeano, non ci ha colti impreparati. L’Oro Olimpico ottenuto lo scorso 15 agosto è il risultato di anni di impegno e sacrifici da parte di Elia, che conosco sin da quando correva, giovanissimo, nella GS Luc; lo avevo già premiato in passato, ma l’Oro, questa sì che è una grandissima soddisfazione per lui e per il nostro paese! Per questo lo scorso giovedì 18 agosto io e un gruppo di 47 persone, tra cui amici, parenti, tifosi e sostenitori di Elia, siamo partiti alla volta dell’aeroporto di Linate, dove il campione sarebbe atterrato in tarda mattinata, di ritorno da Rio de Janeiro. Puntualissimo il bus è partito da Oppeano alle 8, con noi anche la
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CAPITOLO 1 - IL RITORNO troupe televisiva di TeleNuovo, il fotografo della rivista Sport di più, i giornalisti del Corriere di Verona e di TeleArena, oltreché il Presidente Provinciale Coni sig. Stefano Gnesato, l’ex Presidente della società ciclistica Gs Luc di Bovolone sig. Lino Scapini, che è stato il primo allenatore di Elia. Io ero presente in qualità di Sindaco di Oppeano e rappresentate dell’Amministrazione comunale del paese natio di Elia. Inoltre erano presenti sul bus la Presidente del Viviani Fans Club Chiara Compri e il Vicepresidente Alberto Bonizzi, che si sono occupati di coordinare tutti gli appuntamenti di Elia in base ai suoi orari e di avvisare le Forze dell’Ordine in aeroporto della nostra presenza. Quella mattina sono uscito dal municipio alquanto soddisfatto del nostro campione, dopo aver appeso sulla facciata dell’edificio una gigantografia di Viviani, tra gli sguardi attenti dei paesani tutti inorgogliti dall’impresa. Il giorno precedente avevamo abbellito municipio e piazza con i fiocchi dorati in onore della medaglia olimpica vinta. Con il bus siamo arrivati a Linate alle ore 10 circa, per attendere Elia agli arrivi. È atterrato alle ore 11,10 ma poi, tra l’attesa dei bagagli, gli stop dei tanti tifosi e fan che gli hanno chiesto la fotografia o un autografo, tra chi si congratula e lo saluta, e tra essi molte persone
foto in alto: elia accolto dal sindaco allo scalo e, sotto, la nonna con il sindaco. a fianco: il cugino con lo zio sul pullman. qui sopra: l’incontro con i giornalisti e le televisioni. A fianco: elia viene baciato dalla moglie del suo primo allenatore, d’infanzia,quello dietro
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Cannondale e infine a Sky. Ammetto che ha sempre avuto la stoffa del grande ciclista e la forza di volontà giusta. “Bentornato campione”, gli ho detto! Elia quasi non riusciva a parlare dall’emozione e dalla stanchezza. Negli occhi gli si leggeva tutto l’orgoglio dell’impresa olimpica, che
foto in alto: gruppo tifosi prima della partenza. sotto: lo zio autista di elia. a destra: nonna gina morde la medaglia.
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dell’equipaggio di volo e personale dell’aeroporto, Elia è arrivato alla porta mezz’ora dopo. Lì c’ero io, il primo a raggiungerlo per congratularmi e abbracciarlo: gli ho messo la bandiera olimpica al collo con grande emozione, lui che da essere un campioncino della Gs Luc è ora Oro Olimpico. Lui che ho visto passare inanellando un successo dopo l’altro a Fdb, a Liquigas, a
foto sopra: gli striscioni del paese in festa
sarà ricordata per sempre e che per Vallese di Oppe- ano è importante e segna il futuro, chissà che
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BENTORNATO CAMPIONE! qualche giovane che voglia emulare i successi di Elia. Con me quel giorno erano arrivati la nonna Gina e i parenti, tra cui i cugini vallesani, a salutarlo. Grande emozione della nonna che ha baciato la medaglia. Elia ci ha salutati in 10 minuti, il tempo di una foto e via, purtroppo per noi, ma meglio per lui, con la Troupe Sky che lo intervistava in diretta dall’aeroporto. Elia è rientrato accompagnato dalla troupe Sky, cotto ma felice. Siamo rientrati a Oppeano alle ore 15 circa, pronti per i preparativi della festa che si sarebbe tenuta la sera stessa in paese. Sul palco quel giorno c’erano il parroco Don Gianni Gennaro, il presidente provinciale Coni sig. Stefano Gnesato, il presidente provinciale della federazione ciclistica sig. Gianluca Liber, il collega e componente del quartetto di Elia Viviani sig. Michele Scartezzini, la squadra giovanile della Gs Luc e il suo presidente Luc Scapini, i familiari di Elena Cecchini, la ragazza di Elia, anch’essa impegnata per prove ciclistiche all’estero, e contemporane-
foto sopra: i tifosi in festa all’aeroporto, sul pullman e in paese
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CAPITOLO 2 - LA FESTA
foto a fianco: elia arriva alla festa in piazza
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amente i genitori di Elia e i fratelli Luca e Attilio. Alla mamma Elena è stato donato un omaggio floreale. Era presente anche lo zio di Elena Cecchini, sig. Andrea Cecchini, nonché ex sindaco di Mereto di Tomba (UD), Comune gemellato con il nostro per la sezione donatori di sangue e anche per il Comune. Durante tutta la serata scorrevano immagini della gara olimpica e le slide dedicate al campione. Un paese in festa che ha celebrato il “suo” Elia Viviani anche lo scorso venerdì 28 agosto scorso, con bar e negozi aperti fino a tardi, musica e tanto divertimento dedicato allo sport. Ovviamente alla presenza di Elia Viviani, grande Oro Olimpico a Rio de Janeiro 2016! n
I poster di
I poster di
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BENTORNATO CAMPIONE!
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foto in alto: elia e il sindaco con la rivista sport di piu. Sotto: elia con bicicletta dell’impresa sportiva. Qui sopra: elia con gnesato e il sindaco e, a fianco, riceve una foto ricordo dal sindaco.
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CAPITOLO 3 - AL BENTEGODI
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ssere qui al Bentegodi e ricevere l’applauso dei tifosi dell’Hellas è stato bellissimo. Ricevere questo tributo in questo stadio ha dato ancor più valore alla mia medaglia. Ringrazio davvero tutti per questa accoglienza e per il calore dimostratomi.
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nella foto: Elia Viviani premiato da Luca Toni, MAurizio Setti e Alberto Bozza.
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n veronese d’oro al Bentegodi per una notte indimenticabile. Sabato 27 agosto è stato un giorno speciale, e non soltanto per l’esordio vincente dell’Hellas Verona in Serie B ConTe.it: ad assistere al match c’era anche Elia Viviani, che ha ricevuto l’applauso e tutto il calore dello stadio ‘Bentegodi’, un giusto tributo per le sue recenti prodezze olimpiche. Nel pre partita Viviani è stato premiato a bordo campo dal Presidente Maurizio Setti con una maglia Home speciale con impressa la data della conquista della medaglia d’oro
nell’omnium di ciclismo su pista ai Giochi di Rio. Un regalo anche da parte di Luca Toni, che ha omaggiato Elia con uno dei suoi quadri celebrativi (in vendita all’Hellas Store, il cui ricavato sarà devoluto in beneficenza). Infine, un riconoscimento anche da parte dell’Amministrazione Comunale, rappresentata dall’Assessore allo Sport Alberto Bozza. Una visita, quella di Viviani, che sicuramente ha portato bene ai gialloblù.
foto sopra: tifose alla sera della festa in piazza e altri tifosi che sbandierano.
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CAPITOLO 4
IN GRAN GUARDIA
foto sopra: elia viviani tra i presidenti Carlesso (a sinistra) e Di Rocco
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a vittoria della medaglia d’oro di Elia Viviani alle Olimpiadi di Rio è stata celebrata anche giovedì 1 settembre durante una serata svoltosi presso il palazzo della Gran Guardia di Verona. Una festa voluta dal comitato regionale della Federciclismo, guidato da Raffaelle Carlesso con Luigi Molinaroli al fianco, sostenuta dall’assessorato allo Sport del Comune ( Tanti i campioni e le autorità che hanno idealmente abbracciato Elia, a partire dal presidente nazionale Renato Di Rocco che ha elogiato il campione veronese: “Viviani ha sempre avuto l’oro nella testa e, per conquistarlo, ha fatto scelte di vita molto particolari, come quella di andare in una squadra, Sky, con un occhio
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di riguardo alla pista. Elia ha fatto riscoprire agli italiani l’emozione e lo spettacolo che la pista sa dare e ha fatto capire come si deve vivere il ciclismo dove, se cadi, devi essere capace, come lui, di rialzarsi”. “Le emozioni di quella serata” - ha ricordato il presidente regionale Carlesso” - i brividi di una caduta che poteva rendere vani anni di sacrifici. faccio un elogio al Luc Bovolone (società che ha messo in bicicletta Viviani e l’ha accompagnato dai G3 sino agli allievi n.d.r.) che ha sempre portato i ragazzi in pista”. Gianluca Liber, presidente provinciale, osserva: “L’oro non ha stupito più di tanto chi l’ha visto crescere” Molinaroli: “Ringrazio Viviani per la vicinanza al ciclismo di base”.
Sul palco sono inoltre sfilati gli olimpionici Eros Poli (“Elia mi piace perché pensa che la sua medaglia sia utile al futuro dei giovani”), Sergio Bianchetto (“…ha fatto un’escalation, crescerà ancora e ora deve pensare al Mondiale in Qatar”), l’argento olimpico Pietro Guerra, campioni del mondo come Francesco Moser (“…una medaglia pesante, sofferta, difficile perché nell’omnium non hai compagni di squadra”) e Dino Verzini. Remo Cordioli, che conosce Elia come pochi, ricorda: “Elia è forte e intelligente e pochi sanno i sacrifici che ha fatto in questi ultimi quattro anni. Anche perdendo, è maturato psicologicamente per essere il campione che è. Grazie Elia per le emozioni che ci hai dato”.
in alto: Viviani con l’assessore allo sport Bozza e l’ex campione Eros Poli. sotto: con Alberto Cristani direttore di sportd+. a fianco: con il presidente Di Rocco e con il mitico Francesco Moser.
di Matteo Zanon
frisbee
BRUNELLI
Un frisbee come grande il MONDO! H
anno preso parte a questa competizione 29 formazioni nazionali maschili e 21 femminili. Tra i rappresentanti dei colori azzurri, in campo maschile, è presente anche Nicolò Brunelli, 18 anni di Povegliano. Nicolò, racconta come ha cominciato a muovere i primi passi in questo sport: “Ho iniziato quasi per caso nel 2012 grazie ad un mio amico di Povegliano che, giocando insieme e vedendo che ero capace, mi ha proposto di fare un allenamento nella squadra amatoriale Dragonfly. Nel frattempo stavo già pensando di smettere di giocare a calcio e ho fatto l’ultimo anno a portare avanti entrambi gli sport”. L’anno seguente la decisione di lasciare il calcio si è concretizzata, dando spazio ad una nuova avventura: “Nel 2013 ho deciso di mollare definitivamente il calcio per l’Ultimate. Dal momento che il mio amico provava ad entrare nell’under 20, mi ha spronato ad entrare nella nazionale under 17”. Il tentativo è andato a buon fine e Brunelli lo spiega così: “Nel 2012 mi hanno preso, ma per mancanza di uomini. È stato una sorta di ‘contentino’. Anche negli anni 2013 e 2014 sono stato inserito nella selezione ma ho rifiutato l’invito perché preferivo andare ai campi scuola estivi della parrocchia”. Per Nicolò i campionati del mondo rimarranno un piacevole ricordo. Dopo una prima fase dove gli azzurrini hanno dominato le tre partite contro Slovenia (15-5) Olanda (15-8) e Finlandia (15-4) la strada ha cominciato a presentare qualche insidia. “Grazie alla prima posizione nel girone” – racconta Nicolò –
Dall’1 al 6 agosto scorsi, in Slovenia si sono svolti i mondiali under 20 di Ultimate frisbee, disciplina nata in America e che con il passare degli anni ha preso sempre più campo, concretizzandosi anche a Verona con una società sportiva denominata Disc’o’ver CUS Verona Ultimate. “siamo entrati nel power pool con Francia, Gran Bretagna e Repubblica Ceca. Contro i cechi abbiamo vinto per 15-9. Poi sono iniziati i ‘problemi’: abbiamo incontrato Gran Bretagna e Francia, due squadre con un livello simile al nostro. La prima l’abbiamo persa per 12-11, più per errori nostri che per bravura loro. Con la Francia non è stata una passeggiata ma è finita 13-12 per noi». Con due partite vinte e il secondo posto, l’Italia ha dovuto scontrarsi con il Canada. Brunelli spiega il match: “Il Canada, insieme anche agli Usa, è un gradino sopra alle altre. Sono dei mostri dal punto di vista atletico e questo in campo ha fatto la differenza. Siamo rimasti in gioco fino al 9-7 del primo tempo. Nel secondo hanno chiuso
159 ” . Successivamente gli azzurrini hanno affrontato le ultime due sfide con l’Irlanda e il Giappone. “Contro l’Irlanda” – precisa Nicolò – “è stato un match molto teso e combattuto ma siamo riusciti a portare a casa la vittoria per 13-11. Contro il Giappone è stata forse la più bella che io abbia mai giocato. Il forte vento ci ha complicato le cose, mentre loro hanno rispecchiato proprio lo stereotipo di precisione e talento”. Con un pizzico di furbizia, anche grazie all’esperienza dei coach, gli azzurri sono riusciti a spuntarla per 15-14. Oltre alla vittoria c’è qualcos’altro. “La cosa straordinaria è stato vedere i giapponesi entrare in campo piangendo prima per la gioia del recupero e dopo per la sconfitta. Tutto ciò mi ha colpito perché non mi è mai capitato di immedesimarmi così tanto in una partita tanto da arrivare a piangere”. Con questa vittoria l’Italia ha chiuso i Mondiali al quinto posto. A Nicolò Brunelli questa avventura ha lasciato qualcosa di indelebile: “Quest’esperienza mi ha segnato positivamente sia tecnicamente, in quanto ho potuto giocare contro squadre di alto livello, sia emotivamente perché con la squadra mi sono trovato bene e ho legato con persone che prima non conoscevo”.
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intervista
di Alessia Bottone
BMX
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sport fuori dal comune F
acciamo un tuffo nel passato, com’è nata la tua passione per la BMX?
18 anni, tutti di corsa, in bicicletta, senza fermarsi mai. Si presenta così, Giacomo Fantoni, classe 1991, ciclista appassionato che, in attesa di partecipare a Tokyo 2020, ci racconta la sua strada in salita verso il sogno: Top 20 di coppa del mondo.
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Questa passione è nata un po’ per caso grazie ai miei genitori che mi hanno portato alla vecchia pista di Montorio ma sono sicuro che il fatto che mia mamma abbia corso in mountain bike e Downhill a livello professionistico abbia inciso non poco. Ho iniziato a circa 7 anni quindi ora sono 18 anni di fila che non mi fermo con la mia bici. Devo dire la verità, gli allenamenti sono tanti, il livello per il quale concorro necessità che io mi impegni almeno sei giorni alla settimana con, a volte, più di un allenamento al giorno tra pista, palestra, ripetute su strada e giri con la mountain bike. Sì, insomma, un bell’impegno che, in ogni caso, continua a rendermi felice.
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uindi l’età giusta per iniziare è sette anni?
L’età in cui iniziare la BMX non è ben definita ma, facendo l’allenatore nella mia società, e guardando i miei bambini, potrei dire che l’età giusta di aggira attorno ai 5 anni. In ogni caso si tratta di una scelta soggettiva.
intervista
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econdo te quale valore aggiunto apporta lo sport nelle vite delle persone?
Per fortuna questo sport è ancora genuino e sano soprattutto dal punto di vista del rapporto tra le persone sia dentro che fuori dalla pista, chiunque voglia provare o si inserisca nel mondo della BMX può solo trarre vantaggio da questa amicizia e festa che viviamo ogni giorno in pista. È emozionante, ho provato tantissimi sport nella mia vita e mi sono divertito tantissimo ma ciò che la BMX ti fa provare è tutt’altra cosa, fuori dal comune.
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a formula chimica della BMX: Cuore e passione o impegno e dedizione? Direi che, per quanto riguarda noi
atleti d’élite, serve sia la passione che la dedizione, sono valori necessari senza i quali non si possono raggiungere risultati perché ormai il livello al quale è la BMX è arrivato è indubbiamente professionistico. Per un bambino, però, direi che è necessario pensare a di-
vertirsi prima di tutto perché BMX vuol dire praticare uno sport piacevole che, allo stesso tempo, insegna ad andare meglio in bicicletta per essere più sicuri sulle strade.
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intervista
BMX
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e tornassi indietro ti dedicheresti a questo sport o cambieresti del tutto? No, lo seguirei ancora perché, nonostante vorrei tanto potermi definire professionista, come lo sono gli atleti in tutti gli altri Paesi, questo sport mi ha comunque portato in giro per il mondo e mi ha permesso di vederlo in modo diverso da come lo vedono molte persone.
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onsigli per coloro che desiderano seguire le tue orme? Il mio consiglio è vivere la BMX, anche un’altra bici va bene ma la BMX è molto più divertente e vi permette di fare tantissime cose che con un’altra bici vi potete solo sognare.
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l tuo obiettivo più importante?
L’obiettivo più importante adesso per me è andare alle Olimpiadi di Tokyo 2020 visto che a Rio non ce l’ho fatta, ma prima di questo e per riuscirci, vorrei portarmi nei top 20 di coppa del mondo nei prossimi anni.
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ual è a sfida che non hai mai vinto e quella che vincerai sicuramente?
Bella domanda. Per quanto riguarda la prima, diciamo che non sono mai riuscito a lanciarmi dall’aereo per fare Skydiving mentre invece desidero far conoscere il mio sport all’Italia per poterlo vedere in televisione non solo ai giochi olimpici. Fare in modo che la maggior parte dei bambini italiani sappia cosa sia e magari un giorno arriveremo ad avere piste in tutta Italia senza escludere nessuna regione italiana.
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17.06.2017
15.07.2017
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di Andrea Etrari
FRANCO MARCELLETTI
He’s BACK… È
tornato. In realtà non se n’è mai andato perché Franco Marcelletti a Verona vi risiede dal lontano 1992, quando prese in mano l’allora Glaxo e la riportò, già al primo anno, in A1. Dopo i fasti dei primi anni novanta, il “professore” ritornò alla Scaligera Basket altre tre volte: nel 1998/99, nel 1999/2000 e nel 2010/11, la stagione della ripartenza dalla A2. In seguito ha allenato Ostuni e Veroli, sempre in A2, mentre nelle ultime due stagioni è tornato al suo primo amore, il settore giovanile: è infatti diventato il Responsabile Tecnico Territoriale del Veneto delle rappresentative giovanili regionali. E proprio con il ruolo di responsabile del settore giovanile, Marcelletti è stato chiamato da patron Pedrollo alla guida delle giovanili gialloblù. Un compito certamente impegnativo e che richiederà diverso tempo (ha firmato un triennale), soprattutto perché il settore giovanile è stato trascurato dalla Scaligera Basket da quando è tornata nel basket di vertice. Ad esempio, il talento veronese Leonardo Totè che vestirà la maglia della Tezenis nella prossima stagione, è “sfuggito” di mano diversi anni fa alla Scaligera e si è accasato in giovane età alla Reyer Venezia. E potremo continuare l’elenco citando i veronesi doc che si sono accasati altrove: Edoardo Bertocchi, Matteo Accordi, Erik Czumbel, Mark Czumbel, Andrea Natali, Edoardo Maresca e tanti altri. «E’ una sfida che mi stimola parecchio – afferma Marcelletti – Il territorio offre tanto e andrebbe valorizzato: negli ultimi due anni ho girato tra le società di Verona e provincia e mi sono reso conto che il “materiale” umano non manca». Cosa pone come primo obiettivo nel suo nuovo incarico? «Sicuramente dialogare con le società veronesi e remare tutti nella stessa direzione. Un primo risultato potrebbe essere quello di mettere in prima squadra, come nono e decimo giocatore, un giovane di Verona». Insomma, ritorna al suo vecchio amore, il settore giovanile: «Sì, iniziai negli anni ottanta a Caserta dove producemmo ottimi risultati con le giovanili. Ritengo che per una società di serie A sia indispensabile avere un settore giovanile degno di tal nome. Investire sui giovani significa guardare al futuro, crearsi giocatori in casa, non buttare via soldi tesserando atleti cresciuti in altre realtà e soprattutto valorizzare il territorio».
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di Alessandro De Pietro
basket
CAMPAGNA ABBONAMENTI
IL BASKET È UN’OPERA
STRAORDINARIA
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CAMPIONATO A2
libera nella sede della ScaligeArena sullo sfondo, ra Basket di via Cristofoli. Fra le Piazza Bra campo d’ecvarie opzioni è prevista anche cezione, la lirica come BIGLIETTI ABBONAMENTI quella dell’abbonamento-famisolenne colonna so* * INTERO RIDOTTO INTERO RIDOTTO FAMIGLIA ** glia, aderente a gran parte del nora. La Scaligera basket ha PARTERRE € 200,00 € 700,00 € 30,00 € 20,00 € 300,00 pubblico della Tezenis ed estesa intrecciato «lo sport più bello non solo un nucleo€familiare del mondo» con un palazzetto € ad 150,00 500,00 TRIBUNA NUMERATA OVEST € 20,00 € 15,00 € 200,00 ma anche a soli due adulti più dello sport di duemila anni. La un under 16. I prezzi € vanno dai campagna NUMERATA abbonamenti EST della € 100,00 350,00 TRIBUNA € 15,00 € 10,00 € 150,00 700 € del settore Parterre, i 500 Scaligera Basket per la stagione € 50,00 € 225,00 NONè NUMERATO € 10,00 € 5,00 € 100,00 € della Tribuna Numerata Ovest, 2016-2017 come sempre un asi 350 € della Tribuna Numerata sist alla città e al pubblico della * Under 16 e Over 65 ** 2 Adulti + Under 16 Est, i 225 € dei settori non nuTezenis, con cinque partite graGli abbonamenti saranno in vendita merati fra Curva e Gradinata. tuite in un pacchetto di 15 e nuc/o la sede della Scaligera Basket over 65. merose opzioniViaper una Serie A2 Cristofoli, 48 - Verona In questo caso, la tessera sarà Di 200 € il prezzo per la Tribuna ricca di grandi sfide come mai nominale e permetterà di usuQuando: da lunedì 22 agosto a domenica 28 Numerata Ovest di fronte alle accaduto prima. agosto, prelazione ON LINE per i vecchi abbonati fruire di un ulteriore sconto del panchine, di 150 € una tessera (tramite bonifico bancario o su www.vivaticket.it). 10%. La Tezenis del nuovo corCon Virtus e Fortitudo Bologna, Da lunedì 29 agosto a sabato 3 settembre per la Tribuna Numerata Est, di so, dei veronesi Boscagin e del Treviso, Trieste, Mantova ma prelazione per i vecchi abbonati 300 € un posto nel settore di (in sede e online). talento Toté, è pronta al centro non solo. E con l’Arena travestiParterre, a bordocampo di fronDa lunedì 5 settembre vendita libera. del campo. Piena di certezze, ta da Agsm Forum. I prezzi sono te alle panchine ad un passo di veterani della Serie A2 così rimasti invariati rispetto al 8101644 camInformazioni: Tel. 045 dalla linea laterale con la poscome di prospetti in rampa di pionato scorso in ogni settore www.scaligerabasket.it sibilità di accedere all’area hofacebook.com/scaligerabasketverona lancio. Con la mano esperta di del PalaOlimpia. Di 100 € il preztwitter.com/scaligerabasket spitality prima della gara e fra coach Frates a mettere tutto zo per un abbonamento intero il primo e secondo tempo. Dopo insieme. E il pubblico a trasfordi Curva e Gradinata, di 50 a€Venerdì per Orari: da Lunedì la prima fase riservata alla pre10:00 che - 12.00 / 16:00 - 19:00 marsi come sempre in un deterle fasce-ridotti riguarderanSabato mattina: 10:00 - 12:00 lazione per i vecchi abbonati il 5 minante valore aggiunto. no ancora una volta under 16 ed settembre è scattata la vendita
MAIN SPONSOR
Il basket è un’Opera straordinaria
CO-SPONSOR
SPONSOR TECNICO
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basket femminile
di Andrea Etrari
SERIE A2
Benvenuta a casa, LAÙRA!
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inalmente una veronese in maglia Alpo Basket: si tratta della ventenne Laura Reani che, dopo un lungo inseguimento da parte della società biancoblù, è approdata da qualche settimana alla corte di coach Nicola Soave. 183 centimetri, ala forte, classe 1996, nata e cresciuta in Borgo Roma, Laura ha iniziato a giocare nel Buster Basket per poi trasferirsi al Famila Schio dove è rimasta ben 6 stagioni, percorrendo tutta la trafile della giovanili. Nelle ultime due annate al Famila ha militato pure nel Basket Sarcedo (serie A3) in doppio tesseramento, prima di passare la scorsa stagione a La Spezia in A2. La stagione 2015/16 è stata addirittura trionfale per la neo biancoblù: con la Carispezia ha ottenuto la promozione in A1 e con l’Under 20 spezzina ha conquistato il terzo posto alle finali nazionali di Bologna. E non è finita perché il 17 luglio scorso, Reani (assieme all’altra biancoblù Vespignani) ha conquistato una storica medaglia d’argento con la maglia della Nazionale agli Europei femminili U20 di Matosinhos (Portogallo). Laura, partiamo proprio dal recente argento europeo: «E’ stata una soddisfazione incredibile, un gruppo fantastico che, nonostante l’infortunio di Tagliavento nella fase iniziale del torneo, si è compattato vincendo 6 partite consecutive e cedendo solo
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in finale alla Spagna, con la quale abbiamo perso di 2 punti rimontando da -20». Arrivi ad Alpo con la medaglia al collo e con tanto entusiasmo: «Proprio così, sono contentissima perché ritorno in patria: l’Alpo Basket mi aveva cercato anche lo scorso anno, ma stavolta mi ha fatto capire che mi voleva fortemente ed io non ho avuto difficoltà ad accettare la proposta». Negli ultimi anni la squadra del Presidente Renzo Soave ha puntato sulle giovani e così sarà anche nella stagione che sta per cominciare: «Sì, Renzo mi ha detto che l’obiettivo della società è quello di far crescere le giovani e devo dire che questo succede in poche società». Che campionato di A2 prevedi per te e per la squadra? «Penso che sarà un bellissimo campionato con la novità dei gironi Est e Ovest. Io mi sento pronta ad affrontarlo e sono convinta che porteremo a casa buoni risultati».
di Andrea Etrari
basket
ALPO BASKET
Giovane, determinata e…
Azzurra!
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rande entusiasmo alla presentazione dell’Ecodent Point 2016/17: la squadra biancoblu, alla vigilia del suo terzo campionato in A2, è stata presentata alle autorità, agli sponsor e ai simpatizzanti presso l’Antico Ristoro di Custoza. Una calda giornata di sole ha fatto da contorno alla piacevole giornata che è iniziata con un ritorno al passato. Il Presidente Renzo Soave ha voluto salutare l’ex capitana Anna Rossi che per 7 anni ha vestito la maglia dell’Alpo Basket e che si è ritirata dall’attività nello scorso mese di maggio. La canottiera di Anna Rossi numero 7 è stata così ritirata e i «galloni» di capitano sono passati all’amica Maria Zanella: grandi applausi e qualche lacrima dei presenti durante questo passaggio di consegne. Alla presentazione hanno partecipato le società amiche dell’Alpo Basket: San Giorgio Mantova, PSG Villafranca, Basket Sommacampagna e Virtus Isola della Scala. Inoltre erano presenti il Centro Polifunzionale Don Calabria, l’ASL Soccorso di Colognola ai Colli, la Palestra Snatch 127 ½ di Dossobuono, i rilevatori statistici e i refertisti capeggiati da Paolo Cappa. Per la F.I.P.
hanno presenziato il presidente regionale Bruno Polon e il presidente provinciale Roberto Leoni, mentre per il Comune di Villafranca il Vice Sindaco Nicola Terilli e l’Assessore allo Sport Roberto Dall’Oca, oltre a numerosi consiglieri comunali e al sindaco di Nogara, Flavio Pasini. Infine la presentazione dello staff e delle atlete biancoblu che è iniziata con la neo capitana Maria Zanella e si è conclusa con le due medaglie d’argento agli Europei Under 20 Laura Reani e Sofia Vespignani, le quali sono state ricordate nell’intervento del presidente regionale FIP Bruno Polon, che era capo delegazione dell’Italia ai recenti europei U20 in Portogallo. “Sono felice di essere qui” – ha detto Polon – “ospite di questa società con cui ho festeggiato la promozione in A2 a suo tempo: ho ritrovato oggi due vice campionesse d’Europa che sono state con me a Matosinhos e quindi sono contentissimo di salutare Reani e Vespignani. Il movimento femminile sta crescendo nella nostra regione grazie a questi successi e a società come l’Alpo Basket che investe sulle giovani come appunto Laura e Sofia”.
Presentata ufficialmente la nuova stagione della società presieduta dal presiedente Renzo Soave: tante novità nel rooster a partire dall’inserimento di giovani atlete che da anni sono punti fermi della Nazionale italiana
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progetto sport
di Andrea Etrari
CAORLE: QUI IL MAGIC SUMMER 3D HA MESSO
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utti
Dopo vent’anni in località montane, l’estate 2016 ha visto il trasferimento al mare di un’iniziativa che, anno dopo anno, è diventata una vacanza sportiva alternativa, sana e divertente per ragazzi e ragazze dagli 8 ai 18 anni
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MARE
o scopo di unire una vacanza indimenticabile ad un lavoro tecnico sui campi nelle discipline di basket, beachvolley, danza modern e hip hop, quest’anno è stato ampiamente raggiunto. Ospitati in un posto magnifico, una struttura immer- sa in una pineta proprio i n riva al mare, ricca
di spazi dedicati ai ragazzi e allo sport, una cucina ottima per ogni esigenza e il personale sempre molto gentile e disponibile. I ragazzi hanno trascorso le loro giornate tra corsi tecnici tenuti da allenatori e istruttori professionisti, capitanati dall’inossidabile Roberto Dalla Vecchia, con gare e partite, animazione, giochi, balli di gruppo e feste a tema sulla spiag-
progetto sport
LE SUE BASI
gia. La novità di questo 2016 è stato lo yoga in riva al mare, organizzato dall’ex campione di basket Cristiano Zanus Fortes, che ormai da diversi anni studia queste discipline orientali. Graditissima anche l’alba vissuta in riva al mare, come la visita al museo della Lego sul tema di Star Wars con i personaggi viventi per i più piccoli… Insomma, un pieno di sport, tecnica, gioco e tanto divertimento! Lo staff, preparato e professionale, ha coinvolto tutti i ragazzi, dai più grandi ai più piccoli. L’edizione di quest’anno inoltre è stata particolarmente emozionante. Tutti felicissimi dell’esperienza vissuta con gli immancabili pianti dell’ultimo giorno e le promesse di rivedersi tutti
prestissimo. Anche Gergely, appassionato di lingua italiana, ha trovato per caso il sito Magic Summer ed è partito appositamente da Budapest per partecipare al secondo turno di camp! C’è stata inoltre l’opportunità di condividere la struttura con alcuni gruppi di ragazzi disabili. Un’ulteriore lezione di vita per i partecipanti
che si sono resi conto di quanto siano fortunati, ed è stato bello in più occasioni vederli coinvolgere dei loro coetanei meno fortunati nelle serate di festa. L’atteggiamento disponibile e allegro dei ragazzi del gruppo Magic Summer e la gioia degli altri ragazzi hanno regalato delle emozioni immense, che sicuramente nessuno potrà dimenticare.
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intervista
di Matteo Lerco
COACHING
Il coach
dalla
‘mano di pietra’ I
Quando soffia il vento del cambiamento, alcuni costruiscono dei ripari ed altri costruiscono dei mulini a vento.
Il mutamento è un vento inarrestabile che investe le nostre vite. La sfida che ognuno di noi deve cogliere, è accettare questo fenomeno ineluttabile, attraverso una totale concentrazione durante questi momenti di trasformazione. Un confronto, quello con se stessi, che è diventato il «fil rouge» del nuovo lavoro di Franco Bertoli, icona della pallavolo nostrana soprannominato ‘Mano di pietra’, che dopo aver vinto tutto da giocatore, allenatore e dirigente, si è rimesso in gioco nella inedita veste di Professional coach, una nuova sfida da vincere per un uomo che nell’arco della sua vita è riuscito sempre a cavalcare l’onda del cambiamento. Ecco quello che ci ha raccontato...
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ranco, col senno di poi quanto sono state importanti le tue esperienze da giocatore, allenatore e dirigente, nel delineare questo nuovo ruolo di personal coach? Molto, anche se in realtà io credo che non si possa dividere la vita sportiva dalla vita quotidiana, siamo sempre la stessa persona sia in campo che a casa, quindi in realtà è stato tutto quel periodo che mi ha dato tanto. È stato in generale lo sport a formarmi,
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per esempio anche il decennio in cui mi sono occupato di politiche sportive presso il CONI, dedicandomi ai sani stili di vita per i bambini, è stato un momento chiave nel percorso che mi ha portato a diventare ciò che sono adesso. Tutto ciò che vivi, se lo vivi consapevolmente ti forma e ti aiuta. Nella mia vita dopo tutte queste esperienze, dopo essere stato famoso ed aver vinto tanto, decisi di occuparmi di qualcosa che amavo, dentro di me ho trovato questo potenziale, questo talento di supportare e motivare gli altri, un attività che in primis mi fa star bene. Questo è fondamentale perché quanto stai bene dentro di te e svolgi il tuo lavoro con amore, passione e competenza puoi conseguire degli ottimi risultati.
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onsideri quest’arte del coaching, oltre che un mezzo per aiutare il prossimo, anche una forma di arricchimento per te stesso? Sicuramente, io amo profondamente il coaching tanto che leggo libri sulle motivazioni e vado addirittura oltre in quanto sono diventato numerologo, dopo aver studiato numerologia in Inghilterra e quindi in senso lato la filosofia. Questo che può essere chia-
mato hobby, è stato in realtà uno studio profondo della realtà. Quindi dietro a tutto ciò che spiego ci sono in realtà io e le varie competenze che ho acquisito nella mia vita. Ritengo che ognuno di noi dovrebbe essere il più possibile se stesso, anche se in realtà non è facile essere tutto il potenziale che siamo.
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econdo te é soprattutto il livello mentale, il fattore discriminate tra un buon giocatore ed un fuoriclasse? È difficile da dire, io però ritengo che la preparazione mentale sia fondamentale, in quanto un atleta può essere preparato sia a livello fisico che a livello tecnico, ma se sbaglia l’approccio psicologico tutti gli altri aspetti vengono pregiudicati. Allo stesso tempo è chiaro che se sei concentratissimo su ciò che stai facendo, ma ti manca la componente fisica o tecnica, la tua partita viene compromessa. Però in generale secondo me, ad alti livelli, è soprattutto la preparazione mentale a contraddistinguere i fuoriclasse dagli ottimi giocatori.
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uesta tua mission maieutica, che si rivolge dunque a chiunque voglia conoscere se stesso e far emergere le proprie potenzialità è così difficile da accettare? Nel momento in cui accogli questa sfida e sei consapevole di voler essere concentrato sul tuo presente hai fatto dei passi avanti. Se non ti poni questo obiettivo, rimani addormentato e non hai una reale concezione di ciò che ti sta accadendo. Ovviamente non è un traguardo che si raggiunge immediatamente, ma pian piano migliori. Già quindi la consapevolezza è un primo passo di miglioramento, sei già oltre la partenza.
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osa ne pensi in generale delle politiche federali a livello di movimento pallavolistico italiano? Sono stato un po’ critico nei confronti di Carlo Magri, presidente da 25 anni della FIPAV, anche se in realtà penso che non si debba criticare tutto. Per esempio qui in Veneto avete Roberto Maso, che a mio avviso sta sviluppando delle buone politiche a livello regionale. In generale però una ventata di cambiamento al vertice farebbe bene a tutta la pallavolo. Non mi convinse soprattutto la cacciata dei 4 giocatori dal Brasile, da parte di Mauro Berruto e Magri. Ci sono tante ottime persone che lavorano a livello federale, però forse un cambiamento ai piani alti farebbe bene a tutto il movimento.
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n generale c’è stata una vittoria, un momento nella tua vita di sportivo nel quale ti sei sentito completamente appagato del tuo «presente»? In questi ultimi anni si, ho imparato ad apprezzare il presente. Nel passato meno, cercavo di non essere mai pago e da una parte questo mi ha aiutato, dall’altra mi ha reso un po’ ansioso e a volte non trattavo chi avevo vicino come meritava. Ora sono più appagato e apprezzo più intensamente la mia vita. Ciò non significa che nel passato non mi piacesse vincere, però negli ultimi anni riesco a vivere meglio ciò che ho. Per migliorare la concezione di se stessi è fondamentale un lavoro di concentrazione che a mio avviso dovrebbe essere sviluppato anche a livello scolastico, come fanno già proficuamente negli Stati Uniti, si tratta di un concetto che richiama spesso anche il Dalai Lama. La meditazione e la presenza in ciò che si sta facendo, portano allo sviluppo della creatività e ciò è basilare soprattutto per i più piccoli.
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pallavolo
di Gian Paolo Zaffani
CALZEDONIA, NUOVA STAGIONE
Volare sempre in ALTO
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ra, però, si guarda al nuovo campionato dopo una campagna acquisti che ha rafforzato, e non poco, il team guidato da Giani. Djuric è stato il vero colpo di mercato, Ferreira e Giovi due tasselli preziosi per lo scacchiere gialloblù. “E’ arrivato finalmente il momento di ricominciare – ha commentato il vicepresidente Andrea Corsini nella conferenza stampa di apertura della stagione- e siamo soddisfatti; lo staff tecnico ha lavorato sempre in sintonia con la società e siamo riusciti a consegnare un roster che il tecnico ha apprezzato molto. Questo ci fa sperare in una partenza determinata come è stata la campagna acquisti. Ora la squadra è in mano del tecnico, iniziamo a divertirci”. “Abbiamo lavorato con lo staff quest’estate per migliorare il nostro roster – ha continuato il vicepresidente Luca Bazzoni - portando a Verona dei nomi importanti, mettendo a disposizione dello staff una squadra ancora più competitiva. Questo sarà
La Calzedonia Verona punta ancora una volta a migliorarsi. L’entusiasmante stagione 20152016 è archiviata e rimarrà per sempre nella storia grazie alla conquista della Challenge Cup un campionato ancora più difficile ma vogliamo arrivare in alto puntando alle semifinali scudetto e di Coppa Italia; con un allenatore come Giani e una squadra così composta, questi obiettivi li possiamo raggiungere”. La parola, successivamente, è andata al tecnico Andrea Giani. “Abbiamo iniziato a lavorare con un roster senza qualche giocatore ancora impegnato con la nazionale. La cosa importante è che il lavoro fatto durante l’estate è
stato fatto per dare continuità ai risultati. Questa società sta continuando a crescere assieme al valore sportivo. Dobbiamo sempre fare i passi giusti e la nostra è una squadra molto interessante, fisica con un’età media bassa.”. Ha proseguito Giani: “Vogliamo continuare a migliorare, questa squadra non si deve porre limiti; sappiamo che il livello è alto, ma la cosa più importante è quello che faremo noi. Dalla scorsa settimana abbiamo iniziato a porre le prime basi di questo gruppo. Sono arrivati giocatori che saranno determinanti per le prestazioni di questa squadra; voglio sottolineare che a vestire la maglia della Calzedonia Verona ci sono degli uomini che hanno voluto venire a giocare per questa squadra. In questi anni abbiamo creato una squadra che è riconosciuta come una delle migliori, sia per società che per seguito. Tutti si aspettano grandi risultati, siamo contenti di avere una grande pressione addosso perché solo così si arriva a traguardi importanti”.
CAMPAGNA ABBONAMENTI
2016|2017
www.bluvolleyverona.it | info@bluvolleyverona.it
IL CUORE E D N A R G L DE VOLLEY BATTE CON NOI
progetto sport
di Marina Soave
FEDERAZIONE SPORT SORDI
La CT che
SUSSURRA
alle ragazze A inizio di agosto l’allenatrice del settore giovanile della Calzedonia Verona, Alessandra Campedelli, è stata nominata CT della Nazionale Italiana femminile Sordi. Trentina di origini, il tecnico che ha iniziato la propria collaborazione con il club di Piazza Cittadella dallo scorso campionato, inizierà il proprio lavoro con la Fssi per arrivare alle prossime Olimpiadi 2017 per non udenti in programma a Samsun in Turchia.
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nsegnante di educazione Fisica (dopo l’ISEF, laurea specialistica in Scienze e Tecniche dello Sport a Verona) e di sostegno, Alessandra insegna alle scuole medie di Rovereto e ha due figli: Nicolò, del 2000, che giocherà la prossima stagione a Segrate nel settore giovanile della Power Volley Milano e Riccardo, del 2002, sordo, che gioca dallo scorso anno nella BluVolley Calzedonia. “Sono un allenatore terzo grado, terzo livello giovanile - spiega Alessandra e per anni sono stata docente nazionale nel settore formazione allenatori FIPAV. Dopo essere stata per più di dieci anni selezionatore del Trentino Femminile, aver collaborato per anni in prima linea con il CQR Trentino e aver allenato in alcuni club nella mia regione (C9 Arco-Riva, U.S. Mori S. Stefano, Ata Trento e Alta Valsugana
intervista
n.d.r.), sono passata alla pallavolo maschile con il settore giovanile della Trentino Volley. Una volta che la mia collaborazione con la società di via Trener si è interrotta, sono arrivata a Verona, grazie a Marco Argenta. Qui ho iniziato ad allenare i ragazzi del 2002 e con loro continuerò anche quest’anno. Verona sta dimostrando di poter fare bene a livello giovanile e io sono contenta di poter dare il mio contributo e di poter portare la mia esperienza”. Quella di allenare i giovani è per Alessandra una scelta non solo sportiva ma anche di vita. “Mi sono sempre occupata di settore giovanile” – evidenzia l’allenatrice trentina – “per scelta consapevole, pur avendo avuto altre proposte. Il perché è presto detto: mi affascina pensare di poter mettere ‘lo zampino’ nella costruzione integrale di un atleta che comprende elementi tecnici, fisici e mentali. Poi, un paio di anni fa, grazie alla Federazione Sport Sordi Italia, ho avuto modo di avvicinarmi al mondo sportivo dei non udenti, iniziando ad allenare la squadra maschile dell’Asd Pavoni di Brescia, che disputa il campionato di serie A. Quest’anno, alle finali nazionali abbiamo ottenuto un buon secondo posto che ci ha consentito di accedere alla Champions che si disputerà il prossimo novembre”. La Federazione Sport Sordi Italia (FSSI) è un’ organizzazione nazionale dello sport indirizzata a promuovere attività sportive per persone con disabilità uditiva ovvero con una media uguale e/o inferiore ai 55 db dall’orecchio migliore. Attraverso i campionati italiani e la partecipazione alle competizioni sportive di carattere internazionale coinvolge un buon numero di atleti. Molteplici sono gli sport individuali e di squadra coordinati dalla FSSI tra cui la pallavolo femminile. “La proposta che mi è stata fatta – racconta Campedelli – e cioè di prendere la guida della Nazionale femminile sorde è stata entusiasmante e non ho potuto non accettarla. Con le ragazze dobbiamo subito puntare
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ad un obiettivo importante, ovvero le Olimpiadi che si disputeranno a Samsun, in Turchia, nel luglio del 2017. Avremo quindi un intero anno per preparare questa magnifica e importante manifestazione; proprio in questi giorni con la DT della Federazione Loredana Bava stiamo organizzando la stagione”. “Per avvalorare il costante impegno della Federazione nella diffusione e promozione delle attività – prosegue Alessandra - si rende necessario, dal punto di vista organizzativo, cercare supporti esterni per sostenere i costi di collegiali di cui abbiamo bisogno per poterci preparare al meglio. Per evitare che le spese vadano a gravare sulle atlete e sulle loro famiglie, abbiamo bisogno di trovare società sportive, enti e comuni che ci possano ospitare anche solo per raduni di un paio di giorni. Dal Nord al Sud Italia spero che qualcuno possa aiutarci a costruire una squadra capace di dire la sua alle prossime Olimpiadi. Il ‘materiale umano’ c’è, il problema è che abbiamo bisogno di poterci incontrare spesso;questo ci permetterebbe di sopperire alle difficoltà legate al fatto che durante le partite le atlete, per regolamento, non possono indossare le protesi acustiche o gli impianti cocleari e che quindi la comunicazione tra loro diventa più difficile. Si rivela dunque di straordinaria importanza il costruire, durante gli allenamenti, quelle dinamiche che permettono di gestire quelle zone di conflitto che gli atleti udenti si gestiscono semplicemente urlandosi ‘mia!’ Sarà altresì importante la disponibilità delle società con le quali le atlete disputano i campionati FIPAV e la possibilità di instaurare un protocollo d’intesa con la FIPAV stessa, per una nutrita collaborazione con il nostro staff e la FISSI”. “In collaborazione con la Federazione – conclude Alessandra - sarà comunque organizzato, questo lo posso già anticipare, uno staff di altissimo livello formato, oltre che da me e dalla DT, anche da un gruppo di amici di alto spessore tecnico e umano. Insieme potremo fare davvero un bel lavoro, ne sono certa!”
evento
di Alberto Cristani
C’ERA UNA VOLTA (C’È ANCORA E CI SARÀ)
…la mitica
Vespa! L’
esposizione - aperta fino al 30 ottobre coinvolge alcune tra le più importanti istituzioni italiane legate a Vespa, all’Heritage e ai musei come il Registro Storico Vespa e il Vespa Club d’Italia. La mostra è patrocinata da Federazione Motociclistica Italiana, ASI, Fondazione Piaggio e Museimpresa.
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progetto evento sport
EVER GREEN XXXXX
#ExhibitionVespa mostra dedicata alla Vespa, uno dei simboli Made in Italy più conosciuto e diffuso in tutto il mondo. Fino al 30 ottobre i 70 modelli esposti celebrano, di fatto, i 70 anni del mito Piaggio. Dalla prima all’ultima Vespa mai prodotta in un percorso che include modelli unici in Europa, le Gran Turismo, le tre serie Sport - visibili insieme solo in questa occasione - e le Scocca piccole. La Vespa ha saputo incarnare la trasformazione delle ultime sette decadi: dalla rinascita economica alla liberazione dei costumi. Una qualità che l’ha resa un simbolo di cambiamento e libertà, un’icona pubblicitaria e un oggetto di culto per tre generazioni di giovani. Tutti questi aspetti sono inclusi nel percorso espositivo: al cambiare dei modelli corrispondono nuovi linguaggi pubblicitari, un nuovo immaginario della donna e della vita di coppia, nuove trasposizione cinematografiche. In mostra anche il primo Ciao datato 1967 che è stato l’ultima creazione del papà di Vespa Corradino D’Ascanio, lo stesso
che realizzò il prototipo dei trattorini agricoli Piaggio, dell’Ape e dei fuoribordo marini. L’esposizione ha coinvolto alcune tra le più importanti istituzioni italiane legate a Vespa, all’Heritage e ai musei come il Registro Storico Vespa e il Vespa Club d’Italia. La mostra è patrocinata da Federazione Motociclistica Italiana, ASI, Fondazione Piaggio e Museimpresa. «L’idea - spiega Silvia Nicolis direttrice del Museo Nicolis - nasce da un concetto in cui credo tantissimo, ovvero che il museo deve essere un luogo di incontro; è finita l’epoca dei musei statici. In un mondo sempre più ‘social’ credo sia importante dare soprattutto ai più giovani la possibilità di toccare con mano quello che conoscono virtualmente. La cultura di base c’è ma è fondamentale dare la possibilità di approfondire. Ecco perché ho deciso di allestire, con l’aiuto dell’amico Luigi Frisinghelli presidente del Registro Storico Vespa, questa mostra dedicata a un oggetto cult del Made in Italy insieme alla Fiat 500 e alla
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La Vespa rappresenta benissimo tutti gli ambiti della vita e della società: musica, cultura, cinema, sport, moda e soprattutto la mobilità individuale che ha reso le donne senza dubbio più indipendenti
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di xxxxx
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pizza». «La Vespa - conclude Silvia Nicolis - rappresenta benissimo tutti gli ambiti della vita e della società: musica, cultura, cinema, sport, moda e soprattutto la mobilità individuale che ha reso le donne senza dubbio più indipendenti». Prosegue Silvia Nicolis: “La Vespa è un mezzo di locomozione semplice, per tutti, che unisce e allo stesso tempo rende liberi e indipendenti. La conferma l’abbiamo avuta nel corso di questa mostra quando, durante tutti i giorni della settimana, abbiamo ricevuto visite di ‘vespisti’ che sono arrivati in sella al loro mezzo, un pezzo di storia su due
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ruote che, di fatto, diventava automaticamente un nuovo pezzo della mostra”. Visitatori quindi protagonisti attivi di questa mostra, grazie anche ai social. “Con l’hastag #ExhibitionVespa – evidenzia Silvia Nicolis – si può postare sui Social foto e ricordi che verranno tra-
smessi in streaming nel percorso di mostra. Il racconto più coinvolgente riceverà un premio speciale: potrà esporre la propria Vespa a fianco dei modelli unici di 7 decadi fa. Entrambi, la Vespa di tutti i giorni e il pezzo introvabile, fanno parte della memoria e, per un museo contemporaneo, meritano di essere raccontate una fianco all’altra”. Exibition Vespa, ma in generale il Museo Nicolis, diventa quindi un luogo di incontro e dialogo, dove nulla rimane ‘segreto’ ma, anzi, viene diffuso e condiviso. “Credo di non esagerare – evidenzia la direttrice – quando dico che il Museo Nicolis è uno dei pochi musei che non vieta ai visitatori di scattare fo-
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tografie ma, al contrario, li incoraggia. Quello che è raccolto qui, grazie alla passione, al lavoro e al sacrificio di mio papà Luciano Nicolis, è bello che venga diffuso. Questo non va a danneggiare la nostra attività anzi: ho notato che, soprattutto per i giovani, venire al museo significa tornare un po’ alla realtà e toccare con mano oggetti che, magari, avevano solo visto in rete. I ragazzi, che visitano le esposizioni, in un primo momento, sembrano distratti e distaccati. Poi però, con il passare dei minuti, si appassionano, diventando sempre più attenti e curiosi. Questo è per noi un grande successo che ci fa capire che il museo può essere ancora un luogo magico e di alto valore culturale. Mio papà, a chi gli faceva domande sulle sue collezioni rispondeva sempre: ‘Noi non siamo i proprietari di tutto questo, ne siamo i custodi per il futuro’. E noi con questo motto proseguiamo, con grande determinazione, per la nostra strada”
Conclude Silvia Nicolis: “Al 30 ottobre #ExhibitionVespa terminerà. Per noi è stata una grande sfida e un grande sacrificio ma, al di la del risultato in termini di visite, per noi è stato un successo. Questa mostra l’abbiamo voluta con grande volontà e altre ne arriveranno. Ciclicamente ne proporremo delle altre, con tematiche che vanno dalla moda, alla musica, allo sport. I temi sono tanti, li stiamo vagliano e presto decideremo come procedere. Saranno momenti di condivisione culturale radicata sul nostro territorio. Un messaggio importante, soprattutto per gli stranieri, perché significa che alla base c’è un valore etico e sociale, che è ancora assolutamente attuabile”.
Sopra: Silvia Nicolis e SportDi+ magazine
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angolo fiscale
di Giovanni Magrone
ASPETTI FISCALI E CONTRIBUTIVI
EMOLUMENTI E RIMBORSI NELLE A.S.D Sono previsti: A) il rimborso forfetario, per quale non occorrono giustificativi di spesa; il rimborso pagato non è soggetto a tassazione fino a 46,48 € per giorno se la trasferta è in Italia, fino a 77,47 € per le trasferte all’estero. In questi importi non si considerano le spese di viaggio e di trasporto. Se si fruisce gratuitamente di alloggio o di vitto, i limiti indicati prima sono ridotti di 1/3 (di 2/3 nel caso in cui si usufruisca sia di alloggio che di vitto). B) il rimborso analitico, che è quello completamente escluso da tassazione, purché debitamente documentato con i giustificativi di spesa, e riguarda le spese sostenute per vitto, alloggio, viaggio e trasporto. Eventuali rimborsi di spese di viaggio riconosciuti per raggiungere la sede di lavoro partendo dalla propria residenza sono da considerarsi reddito imponibile, anche se l’abitazione si trova in un altro Comune. C) il rimborso misto, che comprende sia l’indennità di trasferta che il rimborso delle spese documentate. In caso di utilizzo di mezzi propri i rimborsi forfettari non sono soggetti a tassazione fino ad un determinato importo che varia a seconda del mezzo che si utilizza, facendo riferimento alle annuali tabelle ACI. La parte eccedente costituisce reddito imponibile. L’indennità corrisposta deve invece essere tassata quando la trasferta è effettuata nell’ambito del territorio comunale.
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Per gli atleti: stipendi o rimborsi vengono considerati un reddito fiscalmente imponibile (cioè attraverso la tassazione ordinaria) soltanto sull’eccedenze che oltrepassano la quota di 28.158,28 €. I “compensi erogati nell’esercizio di attività sportive dilettantistiche” rientrano fra i cosiddetti “redditi diversi” elencati all’articolo 67 del Tuir, e in particolare alla lettera “m” del comma 1. (i rimborsi forfettari, i premi e i compensi erogati nell’esercizio di attività sportive dilettantistiche dal CONI, dalle Federazioni sportive nazionali, dall’UNIRE, dagli enti di promozione sportiva e da qualsiasi altro organismo che persegua finalità sportive dilettantistiche, nonché le indennità di trasferta e i compensi di co.co.co. di carattere amministrativo di natura non professionale resi in favore di s.s.d. e a.s.d.). La tassazione agevolata è dunque applicabile ai compensi erogati a: atleti, allenatori, arbitri e giudici di gara dilettanti; istruttori; massaggiatori; dirigenti che svolgono funzioni non retribuite in base a norme organizzative interne ma indispensabili alla realizzazione della manifestazione sportiva dilettantistica; soggetti che intrattengono in favore di società ed associazioni sportive dilettantistiche rapporti di collaborazione coordinata e continuativa di carattere amministrativo/ gestionale di natura non professionale (ad esempio personale di segreteria; istruttori sportivi; dirigenti sportivi che prestano la loro opera in favore dell’associazione; addetti agli impianti quali custodi, giardinieri etc.).
Soglie attuali fiscali e ritenute (percezione nell’anno d’imposta dal 1° gennaio al 31 dicembre): Pari o inferiori a 7.500 €: il compenso percepito non costituisce in alcun modo reddito imponibile, e di conseguenza resterà esente da qualunque forma di tassazione, sia ordinaria e che sostitutiva. Da 7.500,01 € entro i 28.158,28 €, si applica una ritenuta alla fonte pari al 23% del compenso eccedente la soglia esente. Oltre i 28.158,28 €, fermo quanto sopra, si applica una seconda ritenuta (a titolo di acconto) pari al 23% sull’eccedenza. Nella dichiarazione 730 (Quadro D, rigo D4) basterà indicare solo gli importi che “eccedono complessivamente 7.500 €” e contrassegnarli con il codice “7”. In sede di dichiarazione in Unico, il percettore deve riferirsi alla sezione II-B del Quadro RL, righi da RL21 a 24. L’obbligo di compilazione sussiste solo nel caso in cui i compensi annui abbiano oltrepassato il limite di 7.500 €. Al rigo RL21 andrà semplicemente indicato il compenso complessivo. Al rigo RL23, bisognerà riportare in colonna 1 le ritenute complessivamente applicate e nella colonna 2 le sole ritenute a titolo d’acconto. Infine al rigo RL24 andranno segnalati gli importi relativi alle addizionali, dal momento che al di sopra dei 7.500 € i compensi sono soggetti ad addizionale regionale.
pallamano
di Alberto Cristani
OLIMPICA DOSSOBUONO
Tú sí que VALE! Inizia la nuova stagione della Pallamano Dossobuono senza la storica capitana Valentina Signorini. Un addio alla pallamano, sofferto ma ponderato. Anche se il suo cuore sarà sempre e ovunque in campo...
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opo aver condotto la squadra alla promozione nella massima serie, il capitano ha detto basta. «Già, dopo tanti anni - spiega Valentina - ho salutato l’Olimpica Dossobuono e la pallamano. Forse devo ancora rendermene conto ma sono sicura che la scelta ed il momento si-
ano quelli giusti. Smetto al termine di una stagione, quella scorsa, veramente strepitosa, dopo un campionato impeccabile e una final six terminata comunque al primo posto. Non potevo scegliere momento migliore!». Un amore per la pallamano che non è casuale. «Ho sempre respirato questo sport - racconta Valentina - posso dire di essere una figlia d’arte. Infatti l’amore per la pallamano me l’ha trasmesso mio papà e come me ha coinvolto tutta la mia famiglia. Ho sempre avuto la possibilità comunque di praticare altri sport, come poi è successo, ma alla fine la pallamano ha sempre avuto la meglio.». «Amo questo sport - prosegue Signorini - che sicuramente mi ha ‘chiesto’ tanto, portandomi a fare scelte comunque diverse dai miei coetanei. Non ho però rimpianti e sono contenta di ciò che ho fatto, delle emozioni provate e dei risultati ottenuti. Concludo anche con serenità perché ho sempre dato tutto quello che potevo dare in quel campo. Non penso a ciò che
pallamano
NUOVA STAGIONE SENZA SIGNORINI
potevo o non potevo fare perché se non avessi fatto le scelte che ho fatto forse oggi non avrei vissuto tutto ciò». La pallamano e il gruppo Olimpica sono stati sempre dei punti fermi per Valentina, nei momenti belli ma anche, e soprattutto, nei momenti difficili. «Si, assolutamente - sottolinea Signorini - ecco perchè andarmene è stato ancora più difficile. Premetto che non è stata una decisione semplice, per è me è stato un cambiamento importante nella mia vita, ma era arrivato il momento di pensare un po’ di più a me stessa. Non parlo molto di ciò che mi è successo l’anno scorso, ovvero la scomparsa improvvisa del mio compagno Fabio. È stato uno shock che mi ha travolto e la pallamano credo mi abbia insegnato anche a non mollare nei momenti difficili ed è stata un po’ un’ancora di salvezza, uno dei pochi punti fermi che mi erano rimasti. Le mie compagne poi sono state brave perché sono riuscite a trovare la chiave giusta per starmi vicina e la società è stata un po’ la mia seconda famiglia. Non è stato facile e non lo è tutt’ora ma piano piano si va avanti». Come accade in questi momenti, sono d’obbligo i ringraziamenti. E Valentina ne ha davvero per tutti: «Un ringra-
ziamento speciale va sicuramente alla mia famiglia che mi ha sempre accompagnato e sostenuto, poi in primis alla pallamano Olimpica in tutto il suo organico dove sono stata negli sei meravigliosi anni. Un grazie poi va anche a tutte le altre società e allenatori che hanno contribuito alla mia crescita sia come giocatrice che come persona. Infine un grazie lo dico alle mie compagne di squadra, per la promozione di quest’anno: il merito è tutto loro!». Infine un ultima dedica: «Un pensiero speciale - conclude il capitano dell’Olimpica Dossobuono - va a Fabio che era il mio primo tifoso e che mi ha sempre appoggiato e accompagnato in questa mia
passione». L’Olimpica Dossobuono è pronta ad affrontare il prossimo campionato di serie A. Sarà senz’altro bellissimo ed entusiasmante. Ma senza capitan Signorini non sarà la stessa cosa. Buona fortuna Vale!
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pallamano
di Alberto Cristani
PRESENTAZIONE UFFICIALE OLIMPICA DOSSOBUONO
La serie A riparte dal Museo Nicolis Si è svolta sabato 3 settembre presso il Museo Nicolis di Villafranca, la presentazione ufficiale della formazione della Pallamano Olimpica Dossobuono che parteciperà al campionato di serie A 2016-2017.
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rande entusiasmo e volti sorridenti hanno contraddistinto questo appuntamento al quale hanno preso parte, oltre alle atlete e alla dirigenza giallorossa, anche autorità, sponsor e media locali. A fare gli onori di casa è stata la dott. ssa Sara Cordioli responsabile degli eventi del Museo Nicolis che ha portato i saluti della direttrice Silvia Nicolis, assente per impegni fuori Verona. Una sinergia, quella che si è instaurata tra Olimpica Dossobuono e Museo Nicolis che sicuramente in futuro si concretizzerà con altri eventi e incontri. Ha preso poi la parola il presidente giallorosso Marco Beghini: “ Sono felice ed emozionato nel dare ufficialmente il via a questa stagione in una location così prestigiosa. Manca davvero poco alla p r i m a partita di
campionato (esordio 24 settembre a Salerno) e la squadra sta davvero lavorando bene. Abbiamo vinto il Trofeo di Ferrara la scorsa settimana e questo, benché si tratti di partite amichevoli, ci ha dato un bel risconto e ci ha fatto capire che potremo dire la nostra anche in serie A. Quest’anno abbiamo molti progetti in cantiere, oltre la prima squadra, che andranno ad interessare il settore giovanile e la promozione della pallamano nelle scuole. Tutto questo è possibile grazie all’aiuto e all’interesse dei nostri sponsor; senza di loro non saremmo qui. Tanti hanno rinnovato la loro partecipazione e questo sta a indicare che stiamo e abbiamo lavorato bene E’ giusto e doveroso quindi ringraziare gli ‘storici’ Venplast (Denis Piccoli) , Still4 (Luca Beghini), Maxima (Daniele Ramponi), Avelia (Andrea Colognese e Gianni Patuzzo) Payexe (Roberto Tommasi). Importanti e di prestigio sono inoltre le new entry per la stagione 2016-2017: AGSM Verona, Villafranca Week, Tricobiotos e il fornitore del materiale tecnico Zeus grazie all›interesse di Davide Zanini. Insomma, i presupposti per fare bene ci sono tutti: ora tocca a noi!” Dopo la presentazione delle singole atlete e dello staff tecnico, ad opera del dirigente Ivan Della Gatta, è stata la volta del sindaco di Villafranca Mario Faccioli: “La Pallamano Olimpica Dossobuono è un orgoglio per il territorio villafranchese, una squadra formata da atlete giovani (età media 20 anni n.d.r.) e quasi da tutte atlete del nostro territorio. Sono un esempio che i nostri giovani devono se-
foto nei cerchi: Don Giacomelli (a sinistra) e Fabio Venturi (a destra).
pallamano
XXXXX guire, un gruppo di amiche che con dedizione e fatica hanno conquistato con merito la serie A. Auguro a loro, innanzitutto, di continuare a divertirsi e poi di avere sempre fame, non solo di successi. Una fame positiva che deve portare a risultati che vanno al di fuori del campo e delle classifiche. Essere squadra non è facile ma queste ragazze dimostrano che con l’impegno e la passione tutto è possibile”. Sono poi intervenuti, per un saluto, i nuovi sponsor. “AGSM - ha evidenziato il presidente Fabio Venturi - è presente da anni nel mondo dello sport e accompagna da vicino formazioni di eccellenza, e non, del territorio veronese. Oltre a contribuire economicamente portiamo anche fortuna: speriamo che sia così anche per le ragazze dell’Olimpica alle quali faccio il mio in bocca al lupo per una stagione da protagoniste”. “Non dovete essere voi - ha evidenziato il direttore responsabile del settimanale Villafranca Week Francesco Amodei - a ringraziarci ma siamo noi a ringraziare voi che ci permettete di essere parte attiva di questo progetto bellissimo, fatto di passione, sacrificio e impegno. Ho assistito la prima volta a una partita di pallamano pochi mesi fa e mi ha entusiasmato: è uno sport avvincente! Auguro a tutti un buon campionato e di ottenere grandi risultati”. “Tricobiotos - ha spiegato il dott. Marco Bucaioni - è un’azienda specializzata nella produzione e commercializzazione di prodotti cosmetici per la cura e la bellezza dei capelli. Siamo di Prato e il fatto di aver deciso di sponsorizzare una società così lontana, territorialmente parlando, dalla nostra sede è semplicemente motivata dal fatto che vogliamo supporta-
re un gruppo di giovani che praticano uno sport poco diffuso. Io sono padre di una ragazza che pratica nuoto sincronizzato e capisco cosa vuol dire doversi imporre in una disciplina che, purtroppo, ha visibilità sono in occasione di grandi eventi. Forza Olimpica quindi e buon campionato a tutti!”. Alla fine un saluto e un augurio lo ha portato anche Don Andrea Giacomelli dell’ufficio spot e tempo libero della Curia di Verona: “Sono contento di essere qui con voi oggi, a festeggiare di fatto l’inizio della nuova stagione sportiva. Vedere i vostri sorrisi e la vostra semplicità mi riempie di gioia. Lo sport come la vita è un insieme di regole, obiettivi, rapporti umani, soddisfazioni e delusioni. Siete un gruppo che lo scorso anno ha ottenuto ottimi risultati, centrando una bellissima promozione. Quest’anno vi aspetta un nuovo campionato, un percorso con nuovi obiettivi. Vi auguro tante soddisfazioni e una stagione da protagoniste, a prescindere dai risultati che, comunque, sono importanti”. Alla fine della conferenza la squadra ha brindato e trattenuta con gli ospiti attorno ad un buffet offerto dal ristorante Ai Tre Volti di Villafranca.
LA ROSA 2016-2017 AMPEZZAN ELISA
Centrale / Terzino
ASCARI SARA Portiere BEGHINI SOFIA BIONDANI ALICE
Ala Sx / Pivot Ala Dx
LUCHIN FRANCESCA Portiere DELLA GATTA MARZIA Portiere DE MARCHI ALESSIA Centrale/Terzino DE TOGNI ELISA Centrale/Terzino GUADAGNINI LAURA
Centrale/Terzino/Ala Dx
MANFREDINI MARIKA Pivot MAZZIERI MARTINA Centrale/Terzino DOLCI GIADA Pivot CORAZZA LUDOVICA
Ala Dx
MERZI SARA
Ala Sx
ZANETTE LAURA
Terzino/Ala Dx
RAMPONI MADDALENA
Terzino/ Ala Sx
RIZZARDI LISA
Ala Sx
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arrampicata
di Giovanna Tondini
KING ROCK
Divertimento a tutta… ADRENALINA!
L’arrampicata coniuga disciplina e divertimento, concentrazione e voglia di giocare, intuito e consapevolezza di sé. Abbiamo fatto alcune domande a Roberto Franzoni, che da anni allena i nostri piccoli grandi campioni del gruppo agonistico, per capire quanto è difficile ed appassionante, allo stesso tempo educare i ragazzi a vivere l’arrampicata in modo sano.
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I
n che modo l’arrampicata può fare la differenza nella crescita psicofisica dei bambini? L’età è una variabile fondamentale. All’inizio il bambino vive l’arrampicata come un gioco: si diverte, si incuriosisce, socializza con gli altri bambini. Arrampicare è semplicemente ‘bello’. Quando cresce (dai 12 anni in su) affiorano le prime paure ed emergono degli aspetti psicologici che il bambino (ormai ragazzo) non mette in conto e che fatica a gestire. E’ allora che il ruolo dell’allenatore diventa indispensabile, per intercettare le loro difficoltà e preservare la loro voglia di scalare, di raggiungere obiettivi, divertendosi e scalando in compagnia. Fatica sì, ma mai senza divertimento.
progetto sport
ARRAMPICATA’YOUNG’
C
he tipo di rapporto si instaura tra istruttore e allievo? Durante la preparazione inevitabilmente si instaura un rapporto tra allievo e istruttore fatto di fiducia, di complicità ma anche di autorevolezza e attenzione. A noi spetta il compito delicato si stare vicino ai nostri ragazzi, scegliendo il modo più appropriato per farli crescere tecnicamente e atleticamente, e rendendoli consapevoli che quello che stanno facendo è appagante. Tutto il resto viene da sé.
Q
uanto è importante in arrampicata il rapporto tra mente, corpo e spirito?
Essere in armonia con se stessi è fondamentale. E’ un percorso lungo, talvolta difficile e delicato e noi istruttori abbiamo la grande responsabilità di fare parte di questo percorso, come educatori.
Q
ual è l’età ideale per cominciare ad arrampicare? Non c’è un’età ideale. Sicuramen-
te un bambino può cominciare ad arrampicare sin dall’età di 4 anni. I bambini sono delle spugne: capiscono alla perfezione gli insegnamenti, acquisiscono l’importanza di determinate regole e interiorizzano un bagaglio motorio che non dimenticheranno mai più e che verrà loro sempre spontaneo, come camminare.
Q
uale messaggio passa l’arrampicata a un ragazzo? L’arrampicata è uno sport individuale, ma si condivide inevitabilmente con gli altri. Inoltre, il fattore ‘emozione’ conta tantissimo: gestire l’emotività fortifica a livello di carattere e concentrazione, a patto che la si viva in modo sano. Ecco perché è importante che i bambini prendano l’arrampicata come un gioco, all’inizio: in questo modo, potranno comunque rifugiarsi nell’affetto dei loro compagni, nei loro incoraggiamenti, senza rivalità. E l’arrampicata, in questo, può dare davvero tanto.
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sport estremi
di Alessia Bottone
MATTEO ANDREIS A volte tutto nasce per gioco. Per il bisogno di stravolgere la propria routine o di ritrovare il filo conduttore della propria vita. E finisce cosÏ, che una mattina ci si sveglia e si decide di cambiare. Impossibile? Assolutamente no. A dirlo è Matteo Andreis, classe 1976, uno sportivo, ma solo da poco che ci racconta come la forza di volontà e il desiderio di cambiare vita gli hanno dato lo stimolo giusto per raggiungere il suo traguardo: la partecipazione al campionato del mondo Ironman di Kona Hawaii.
IRONMAN
la sfida che mi ha 90
CAMBIATO LA VITA
di xxxxx
un evento a dir poco massacrante: il campionato del mondo Ironman di Kona Hawaii. Un’emozione meravigliosa e una soddisfazione immensa ottenuta con tanto sacrificio. Tra l’altro, l’Ironman, per chi non lo sapesse, è la distanza più lunga del Triathlon. 3,8 chilometri a nuoto, 180 in bici senza scia e una maratona di corsa di 42 chilometri. Comunque, detto questo, il mio libro vuole essere un messaggio rivolto a tutti coloro che desiderano cambiare, perché, sono sicuro che, se si vuole qualcosa, basta mettersi di impegno e crederci con tutte le proprie forze per trasformare l’impossibile in possibile. Il resto verrà da sé.
M
atteo, puoi presentarti ai lettori di Sport D+?
C
on piacere! Ho 40 anni e sono di Malcesine. Ho sempre praticato gli sport che il nostro territorio può offrire ma, dopo la seconda rottura dei legamenti crociati delle ginocchia ho abbandonato lo sport e ho iniziato a frequentare la curva sud del Verona. Dopo parecchi anni di balordaggine e dopo aver raggiunto e passato i 100 kg ho deciso di cambiar vita e rimettermi a far sport. Mi si sono rotti nuovamente i crociati e così ho dovuto far molto nuoto e bici per conservare tono muscolare. Infine ho aggiunto la corsa e così ho iniziato a praticare triathlon.
E
che tipo di impegno ci metti per realizzare le tue performance sportive? Mi alleno, tanto anche se, in estate ho poco tempo, perché il lavoro mi assorbe parecchio durante la bella stagione e quindi, purtroppo, sono costretto a relegare lo sport ai pochi momenti liberi. Poi, in autunno e in inverno, nel momento in cui chiudiamo l’attività do il massimo. Mi alleno una o due volte al giorno in base alla disciplina, per un totale di circa venti ore effettive settimanali. Gli allenamenti si svolgono nelle mie zone che, tra l’altro, offrono tantissime possibilità. Per quanto riguarda il nuoto, invece, in inverno non potendo andare al lago ad allenarmi, vado in piscina a Riva
del Garda. Sì, in sostanza, anche nello sport è tutto home made.
Q
uale valore aggiunto ha apportato lo sport nella sua vita? Il valore dell’amicizia: grazie allo sport ho stretto tantissime amicizie nuove e ho rafforzato quelle storiche abbandonando i falsi amici.
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ulcis in fundo Matteo, cosa desideri per il tuo futuro? Sto organizzando con un amico una gara di nuoto nel lago qui a Malcesine e mi auguro vada tutto bene. A livello più generale invece mi auguro di star sempre cosi bene con la mia famiglia facendo lo sport che amo così come sto facendo adesso. Nulla di più e nulla di meno.
E
oltre allo sport cosa fai?
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o un bed & breakfast con i miei genitori a Campagnola a tre chilometri da Malcesine. E poi, con Dalmigraf editore, ho pubblicato un libro da poco. S’intitola: Impossibile da Malcesine alle Hawaii:”Come Matteo Andreis ha vinto contro se stesso diventando un ironman”. Ho trascritto la mia storia, il passaggio da una vita non proprio sportiva ad una vita diversa, che mi ha permesso di partecipare ad
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intervista doppia
di Alessia Bottone
FUMANE TRIATHLON
I PRIMI siamo stati
NOI! Se non accetti le sfide, non sai mai se le vincerai. E Orietta Filippini ha accettato la sua, ha colto la palla al balzo ed è riuscita a cambiare le sorti di Fumane Triathlon, una delle prime società che trent’anni fa ha creduto e diffuso una disciplina allora sconosciuta, la triathlon Ad accompagnarla nei lavori e in questa intervista, Stefano Zenti, allenatore appassionato capace di trasmettere il suo amore per lo sport a grandi e piccini. Non resta che iscriversi e sfidare i propri limiti.
Orietta FIlippini presidente Fumane Triathlon 92
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residente, chi siete e cosa fate?
Il Fumane Triathlon nasce nel 1985 in Valpolicella come Verona ’85 Triathlon, una delle prime associazioni sportive che, in ambito nazionale, si prefissava di promuovere e diffondere il triathlon. Oggi la sede è a Verona e fra adulti e ragazzi la società vanta oltre 120 tesserati. Le sedi di allenamento sono molteplici, proprio per la multilateralità che contraddistingue questo sport. Principalmente la squadra Age
group si allena al Centro Federale Alberto Castagnetti, poi presso il Centro Polisportivo Don Calabria e presso la pista ciclabile del Sole a Bussolengo. A volte però gli allenamenti di ciclismo si svolgono su tutto il territorio della provincia partendo dalla Diga del Chievo per poi aggregare altri atleti a Bussolengo verso percorsi che possono includere tracciati pianeggianti o collinari. I ragazzi, la squadra giovanile, costituita da bambini che vanno dai 6 anni fino a ragazzi di 17 anni si allenano al
intervista doppia
Centro Polisportivo Don Calabria in inverno e al Centro nuoto Valpolicella in estate. Anche per loro sono previste delle uscite run e bike sulla pista ciclabile del Sole e sul circuito ciclistico di Caselle di Sommacampagna. Fondamentale è per loro la scelta di luoghi protetti, dove i ragazzi si possano allenare in totale sicurezza lontani dal traffico. La disciplina principale è il triathlon, nuoto, bici e corsa ma ci sono anche altre discipline come l’aquathlon corsa, nuoto, corsa il duathlon, corsa, bici e corsa.
La gioia di vedere un sogno crescere e realizzarsi. Quattro anni fa pensavamo di chiudere i battenti oggi stiamo sognando una squadra di altissimo livello. I dolori? La mancanza di aiuti economici. In questo periodo di crisi non è facile trovare aziende disposte ad investire su sport minori. La società si regge sulle quote dei soci e per le famiglie spesso significa un grande peso.
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er quale motivo ha deciso di assumersi la responsabilità della società? Da quattro anni ricopro il ruolo di Presidente della società, di responsabile, di rappresentante, di mamma a volte. C’è chi decide di fare volontariato in tanti modi, il mio modo è questo. Promuovere e diffondere lo sport, lo sport del triathlon. Il triathlon è così ti folgora. Viste le mie scarsissime doti atletiche la cosa che posso fare al meglio è quella di promuoverlo cercando di far crescere questa società e il gruppo di amici sul quale si fonda. Ho tanti obiettivi. Dopo aver rimesso in piedi la società, aver reso il settore giovanile uno dei più numerosi e vivaci del Veneto, soprattutto grazie al prezioso lavoro fatto dall’allenatore Stefano Zenti, manca la costruzione di un settore Elite, cioè atleti giovani di alto, altissimo livello. Ma è un settore molto difficile che richiede forze che in questo momento non ci sono. L’idea prima di tutto sarebbe quella di poter proporre il tesseramento a costi molto più accessibili in modo da far crescere il movimento soprattutto nei più piccoli. Da qui, si sa, con un grande bacino si ha più possibilità di trovare il talento che servirà un domani a portare avanti la squadra Elite.
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ioie e dolori della gestione?
l momento più bello?
Vedere un ragazzino o un adulto spiccare il volo. Si è la stessa cosa. Ci sono adulti che hanno mille paure e che si trovano per la prima volta ad affrontare delle situazioni che mai in vita avrebbero pensato di dover affrontare, per i ragazzini è uguale. Anzi talvolta sono pure svantaggiati da un corpo estremamente esile. Ecco vedere un atleta grande o piccolo che sia sfidare le proprie insicurezze e portare a termine la gara indipendentemente dal risultato è una gioia immensa.
Stefano Zenti allenatore Fumane Triathlon
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tefano racconti come si svolgono gli allenamenti?
Gli allenamenti sono sempre diversi, mai monotoni, come del resto lo è lo sport del triathlon: tre discipline affascinanti ed emozionanti come il nuoto, il ciclismo e la corsa assicurano sempre un costante divertimento e coinvolgimento da parte degli atleti di tutte le età, dagli 8 agli 80 anni. Ogni singola seduta, oltre ad essere svolta in luoghi e circostanze diverse, alterna sempre momenti dedicati alla preparazione condizionale come forza, resistenza e velocità, a quelli necessari alla preparazione coordinativa, elemento essenziale in uno sport dove l’abilità motoria e la tecnica sportiva la fa da padrone, il tutto svolto sotto un comune denominatore: il puro, semplice e sano divertimento sportivo. Estremo divertimento, estrema diversificazione e multilateralità, il tutto svolto in massima sicurezza e con il massimo coinvolgimento da parte dei ragazzi.
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ual è la sua visione dello sport oggigiorno?
Per gli adulti lo sport è un momento per stare insieme condividendo la fatica a cui un allenamento o una gara li sottopone. Questo momento è prezioso, valvola di sfogo necessaria alla vita che ognuno di noi sopporta ogni giorno. Per i ragazzini è un momento di gioco, non dico che non facciano fatica, ma si divertono, amano stare insieme e scherzare fra di loro. Sono prima di tutto un gruppo di amici. Il bello è che anche le famiglie lo sono diventate e non manca l’occasione per condividere una torta e una buona bottiglia a fine gara con la scusa di festeggiare i risultati ottenuti, grandi o piccoli che siano.
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intervista doppia
STEFANO ZENTI
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uante volte a settimana?
Per i ragazzi più piccoli, dagli 8 ai 12 anni, si va da un minimo di due ad un massimo di tre volte la settimana, dove alterniamo nuoto, corsa e ciclismo, quest’ultimo utilizzando la MTB. Per i più grandi gli allenamenti possono arrivare anche a 5-6 alla settimana. Tutto poi dipende dal periodo della stagione, in inverno, nel periodo generale ci sono obiettivi completamente diversi dal periodo primaverile o estivo dove si passa a sedute di allenamento specifiche più adatte al periodo agonistico, che, come si può immaginare, nel triathlon è caratterizzato dalla bella stagione, primavera e estate.
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ome gestisce i baby triatleti?
Una sola risposta: ci si allena giocando, il gioco è il vero allenamento dei ragazzini. Il nuoto del baby triatleta diventa un susseguirsi di tuffi, cambi di direzione, immersioni, nuotate affiancate con due o tre compagni di allenamento, uscite velocissime dall’acqua, non è più nuoto; è’ divertirsi in acqua, è imparare i quattro stili affrontando la tecnica e coordinazione delle nuotate sempre con il sorriso e con il divertimento. La corsa è un modo di spostarsi velocemente, si impara a correre giocando, facendo staffette con i compagni, saltando gli ostacoli, saltando la corda, muovendosi velocemente tra i birilli, si diventa veloci correndo verso la zona cambio e imparando a infilarsi scarpe-casco-numero in un batter d’occhio, allenando e aumentando così la capacità di concentrazione, di orientamento, di organizzazione e coordinazione motoria, il tutto per poi ripartire di corsa, più forte di prima.
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La magia e il fascino della bici, che ancora oggi persiste ed esiste nei giovani, diventa un collante tra le due discipline, si impara ad andare in bici, si migliorano le abilità di guida primarie e secondarie, cambi di direzione, slalom, salite, discese, zig-zag, cambi di rapporti in base al percorso e in base al tipo di terreno, si impara a guidare la bicicletta in mezzo ai propri compagni ma si impara soprattutto a salire e a scendere dalla bici sempre più velocemente perché l’obiettivo del Triathlon è anche quello di arrivare il più velocemente possibile in zona cambio, ogni singola azione motoria è indirizzata verso l’abilità sportiva, la stessa abilità che permette a qualsiasi atleta di migliorare la propria prestazione, qualsiasi sia il livello dell’atleta stesso e gli obiettivi previsti e prefissati.
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uali difficoltà riscontra nell’allenarli?
La difficoltà maggiore è quella che ogni allenatore di qualsiasi disciplina sportiva individuale o di squadra si trova attualmente ad affrontare: la mancanza quasi totale da parte dei ragazzi che si avvicinano al mondo dello sport di una qualsiasi forma, anche elementare, di cultura del movimento e quindi di sviluppo delle capacità coordinative, anche le più elementari come rotolare,
camminare, correre, saltare fare capriole etc I ragazzi non giocano più all’aperto, non usano più il loro corpo per esplorare il mondo che li circonda, tutto questo a discapito appunto anche delle più semplici azione motorie che fanno parte delle azioni elementari che dovrebbero costituire L’unica soluzione per noi educatori dello sport è quella di armarci di pazienza e, con professionalità e passione, far rinascere la passione prima per il movimento e poi per lo sport a tutti i ragazzi.
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he valenza ha il triathlon per un bambino?
Il triathlon, oltre ad essere divertimento puro, rappresenta per un bambino la vera multilateralità del quale ha veramente bisogno, tre discipline legate tra loro dalla specificità delle transizioni che, aiutano il ragazzino nello sviluppo della capacità organizzativa, di coordinazione e di autocontrollo emotivo. Le transizioni nuoto-bici e bici-corsa, favoriscono nei più piccoli ma anche negli adolescenti la capacità di gestire le emozioni e le situazioni anche in condizioni di stress fisico e mentale, dovuto a emozioni e situazioni altamente positive come solo lo sport sa dare.
opes verona
di Alessandro Boggian (Presidente Opes Verona)
CONSULENZA FISCALE
#VINCENTI! FINANZIAMENTI-
Creare una propria attività. Investire nello sviluppo e nell’espansione della propria società. Spesso si hanno idee e volontà, ma lo spirito di iniziativa può non bastare se mancano le risorse adeguate. Un ostacolo soprattutto se si guarda alle classiche fonti di finanziamento, le banche, che però può essere sfidato, attingendo al mondo della finanza agevolata o bandi dedicati. Abbiamo avuto un breve incontro con FinEurope, società esperta di questo settore, per fare un po’ di luce e maggiore chiarezza su questo mondo a prima vista molto complicato e ancora sconosciuto ai più.
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i può spiegare da chi provengono i finanziamenti e su quali basi?
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n primo luogo ci sono i finanziamenti europei. Le risorse europee vengono trasferite agli stati membri principalmente in due modalità: attraverso le Regioni, le quali finanziano programmi strutturali e di sviluppo, ad esempio il Fondo Sociale Europeo (FSE); oppure attraverso la gestione diretta «da Bruxelles» per la realizzazione di programmi di intervento a fini specifici e settoriali attraverso “sportello Europa”. Specifiche del mondo sportivo sono fonti quali il CONI, gli Enti di Promozione Sportiva (quale OPES), le Federazioni Sportive Nazionali e Fondi Paritetici Interprofessionali nazionali per la formazione c o n tinua. Ciascuno di questi
interlocutori emette bandi dedicati. Ovviamente sempre in funzione e in relazione a specifici e ben delineati progetti o iniziative.
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uali spese si possono coprire ricorrendo a questi fondi? Le aree di intervento dei fondi sono diverse. Esistono Bandi che intervengono supportando le spese iniziali per le startup e per le imprese di nuova costituzione, fondi dedicati al sostegno dell’imprenditoria femminile e giovanile. Altri finanziamenti operano in caso di acquisto e/o costruzione di nuovi strumenti o impianti. Infine ci sono i fondi messi a disposizione per la formazione del personale che opera all’interno dell’attività.
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ome avviene l’erogazione delle risorse? L’erogazione di questi fondi può avvenire in diverse modalità a seconda delle caratteristiche del singolo bando.
Nella foto: Alessandro Boggian - OPES Verona
Nella maggior parte dei casi, si fa riferimento ad erogazioni a “fondo perduto” (finanziamento che non dovrà essere restituito) oppure ad agevolazioni fiscali o garanzie/facilitazioni sull’eventuale finanziamento ottenuto da banche e società finanziarie.
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ome posso ottenere questi finanziamenti? In alcuni casi è possibile fare da soli, andando a recuperare le informazioni, le procedure e i vari moduli dai siti degli enti che li propongono (quali il MiSE, le Regioni o le Camere di Commercio, etc). Ovviamente serve tempo, moltissima attenzione e soprattutto precisione. Inutile dire che noi consigliamo di affidarsi ad una struttura professionale ed esperta che sia in grado di individuare subito le migliori opportunità disponibili e di progettare, gestire e rendicontare l’intero progetto. Per info: Dott.ssa Alessandra Mea, Consulente servizi per le imprese a.mea-consulente@gmail.com
guida sicura
di Lucio Binosi*
SOCCORSO VSS
Anche in strada... SIATE EDUCATI! “Le misure di sicurezza stradale hanno come obiettivo la riduzione del numero e delle conseguenze degli incidenti veicolari e lo sviluppo di sistemi gestionali” - questo è quanto enuncia Wikipedia se impostiamo una ricerca su Educazione Stradale.
*Capo Squadra Vigili del Fuoco Consigliere VSS
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on il termine di educazione stradale si comprendono tutti quei “principi della sicurezza stradale, della relativa segnaletica, delle norme generali per la condotta di veicoli e delle regole di comportamento degli utenti”. Il Rischio, per noi Vigili del Fuoco, non è mai uguale a 0; si riduce con la prevenzione, con l’informazione ma una buona percentuale della riduzione del rischio viene dalla persona stessa, dalla sua coscienza e dal suo comportamento. “Non ho visto il semaforo rosso” - “Mi è caduta la borsa dal sedile mi sono chinata solo un secondo e quando mi sono alzata ho visto l’altra auto venirmi addosso” - Avevo fretta e non ho visto l’auto davanti che aveva frenato” Non ho visto, Non avevo, non ho.....e per loro fortuna queste persone possono raccontarci cosa è successo mentre siamo con loro dentro l’abitacolo del veicolo che lavoriamo per liberarle dalle lamiere. Ogni giorno le nostre strade sono un campo di battaglia; alla data di luglio 2016 sono già 42 le vittime a seguito di incidente stradale rispetto alle 29 del 2015. Polizia Stradale, 118, Vigili del Fuoco, Polizia Locale svolgono questi interventi di soccorso e tante volte ci si trova impotenti quando l’incidente ha conseguenze mortali; anche se soccorritori siamo sempre delle persone che li, sul posto pensano a quel
figlio o figlia che stava tornando a casa e che ora è lì coperto da un lenzuolo sul ciglio della strada o, a quel marito o moglie che stavano tornando a casa dopo una giornata di lavoro per cenare con la famiglia che però non torneranno a casa. Questo ci spinge noi soccorritori a fare un’educazione stradale che impartisca ai più giovani, a quelli che un domani saranno automobilisti e che comunque sfrutteranno la strada in maniera più “diretta”, non solo i segnali ma anche e soprattutto i corretti comportamenti da adottare. Verona Strada Sicura, in collaborazione con Polizia Stradale, 118, Vigili del Fuoco, Polizia Locale e i genitori di ragazzi deceduti a seguito di incidenti stradali, da anni va nelle scuole con una campagna di informazione, incontra gli studenti in dibattiti e con la visione di filmati connessi ai pericoli e ai danni derivanti dalla guida di veicoli in stato di ebbrezza o per l’assunzione di sostanze stupefacenti. VSS incontra anche la popolazione in questa campagna di divulgazione e di informazione. L’Educazione Stradale parte dunque dalla conoscenza dei segnali stradali per arrivare a spiegare il modo in cui la collettività si è data delle regole per usufruire un bene comune. Capire questo concetto può fare di ogni utente della strada un vero “cittadino” nel senso più nobile e alto del termine.
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ANNO 8 - N. 43 - SETTEMBRE/OTTOBRE 2016 - Periodico - Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807 / 2008
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