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Sport e dintorni Sportivamente Nina

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Sport Life

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L'OPINIONE Sport dintorni

di Matteo Lerco

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Sportivamente Nina

Se il male è una scorciatoia, il bene è un percorso. Virginia Tortella, icona dello sport veronese, ha scelto nuovamente di intraprendere la strada della solidarietà. Il progetto promosso dalla mitica Rana del Garda è una carezza sul volto di tanti piccoli coraggiosi eroi.

Virginia, come nasce Il Guscio di Nina?

«A Peschiera da ventitré ha luogo un triathlon a respiro nazionale. Mi chiamò Maurizio Zurma, presidente del triathlon di Peschiera, esternandomi il desiderio di conferire alla manifestazione una connotazione benefica. Mi chiese di fare da madrina all’evento e, all’interno dello stesso, di cimentarmi in uno sprint, ovviamente a rana. Il giorno dopo mi contattò anche il sindaco di Peschiera Maria Orietta Gaiulli, che conosco da una vita, e, tramite il suo aggancio, mi avvicinai a Francesca Frezza, mamma della povera Nina, la cui prematura scomparsa ha sconvolto l’intera città…». da due guru della disciplina come Laura Pederzoli e Alessandra Collalto, tostissime iron woman. Ci hanno preso per mano, spingendoci a superare i nostri limiti: la preparazione è stata durissima, in quanto per tutte noi era il primo approccio al mondo del triathlon, ma alla fine la gratificazione è stata infinita. La partecipazione all’evento è stata infatti nutritissima e si è recuperato un importante quantitativo di fondi per sostenere la causa. Solamente a ripensarci, mi si riempie il cuore di gioia».

La fondazione Maruzza in concreto di cosa si occupa?

«È un’organizzazione che si propone di accompagnare i bambini malati nella fase terminale del loro percorso, insieme, ovviamente, oltre alle loro famiglie. Il pensiero che muove gli sforzi dell’ente è davvero molto nobile».

Il bene genera sempre bene, sbaglio?

«È una grande verità. Ti faccio un esempio: le biciclette che abbiamo utilizzato per l’impresa ci sono state noleggiate da Emanuele Bellinazzi di Garda Gravel senza la richiesta di alcun corrispettivo. Alcuni gesti fanno davvero la differenza».

E poi?

«Francesca mi disse che aveva intenzione di dar vita ad una realtà inedita per il territorio, ricreando anche a Verona quello stesso movimento che aveva accompagnato sua figlia Nina negli ultimi momenti. La fondazione madre si chiama Maruzza - Cure Palliative Pediatriche, ma, all’epoca, non era presente un dipartimento veneto. Mi chiese di dar voce al progetto, utilizzando il triathlon come diffusore dello stesso. Queste sono le origini dell’avventura che, oltre ha me, ha coinvolto Francesca, il sindaco Gaiulli ed il vicesindaco Elisa Ciminelli».

Come si è svolto l’avvicinamento alla manifestazione?

«Siamo state seguite in ogni nostro passo

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