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24 DI SABINA ORRICO CASTREZZATO (BRESCIA) IL PORSCHE EXPERIENCE CENTER FRANCIACORTA Castrezzato (Brescia): The Porsche Experience Center Franciacorta Design: GBPA Architects 29 DI BRUNO GRILLINI LANUVIO IMPIANTO(ROMA)SPORTIVO PER IL RUGBY Lanuvio (Roma): Rugby sporting facility Design: arch. Paolo Bugli, ing. Dario Bugli 34 DI JOSEPH WOLFE VIENNA CENTRO(AUSTRIA)POLISPORTIVO ALL’EISRING SUD Eisring Süd, Wien:Windtenstraße sports facility Design: RAUMKUNST ZT GmbH and rwt+ 39 DI RICCARDO CONSOLI PIETRASANTA RISTRUTTURAZIONE(LUCCA)DELLA PISTA DI ATLETICA Pietrasanta (Lucca): Renovation of the athletics track Design: ing. Marco Massei 43 DI CESARE LINO REGGIOLO (REGGIO EMILIA) IL NUOVO PARCO LE PRADELLE Reggiolo (Reggio Emilia): The new Le Pradelle Park Design: Studio Laila Filippi Architetto REPORTAGE 16 I CENTO ANNI DELL’AUTODROMO NAZIONALE DI MONZA LA PISTA PIÙ VELOCE DEL MONDO di Bruno Grillini REALIZZAZIONI project realizations Tsport 346 | Anno XLVII SOMMARIO | Luglio Agosto 2022 53 ACURADI BRUNO GRILLINI SPECIALEREPORTAGERIGENERAZIONE URBANA La vecchia e la nuova Urbanistica Webinar 18 luglio 2022 Barcellona: Trent’anni dopo - di Sara Troncone Il caso di Londra - di Antonio Cunazza Bagnoli: dal Parco dello Sport alla Balneolis futura Terni: il nuovo stadio e la “Città dello sport” Casilino Sky Park, la rigenerazione urbana sul tetto Segrate: tre interventi di riqualificazione edilizia e sociale Napoli: il Centro Sportivo San Gennaro dei Poveri alla Sanità Bollate: A Chance Through Sport, un progetto di reinserimento sociale Dalle scuole alle carceri, con lo sport la rigenerazione è sociale Urban Regeneration Special Report SPECIALE special report il portale dello sport, ambiente e life style SPORT IMPIANTI& www.SPORTeIMPIANTI.it 12 989795928884807468626054
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Il vostro interlocutore: Roberto r.franz@regupol.itFRANZ www.regupol.com COSTRUIAMOSPORTIVIPAVIMENTIPERL‘ATLETICA PER I FUTURI CAMPIONI European Championships Munich 2022: Pista di atletica REGUPOL Lo Stadio del Parco Olimpico di Monaco ospiterà dal 15 al 21 agosto la massima rassegna continentale di atletica leggera. REGUPOL “Official Track Supplier” sarà protagonista all’evento con l’installazione del nuovo manto REGUPOL champion AG 4.0
Consumo di suolo L’OPINIONE di Bruno Grillini Opinion Land take An exceptionally hot summer, similar to the (hopefully) unrepeatable 2003 summer, has raised general attention on the behaviour of urban surfaces in the thermal field. So much so that the European Space Agency has released some remote sensing images of daytime temperatures taken over a number of European cities showing the difference between built and green surfaces. But it is common experience that when the sun goes down, lawns and cultivated fields quickly shed their accumulated heat, while city streets - and roofs and facades - help to keep the air temperature high until late at night. The image produced by the Metropolitan City of Milan using the average surface temperatures measured by the AQUA satellite between 1 a.m. and 3 a.m. during the summer heat waves of 2015-2018 is exemplary. This is just one more reason to argue in favour of reducing land take. The report “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemiciEdition 2021”, drawn up by the National System for Environmental Protection (SNPA, which includes the regional ARPAs and ISPRA), confirms, even with last year's data, 'the critical nature of land use in periurban and urban areas, where there is a continuous and significant increase in artificial surfaces, with an increase in the density of built-up areas to the detriment of agricultural and natural areas (...). ) The data confirm the advance of phenomena such as sprawl, dispersion, and urban decentralisation on the one hand and, on the other, the strong push towards densification of urban areas, which causes the loss of natural surfaces within our cities, precious surfaces to ensure adaptation to the climate change underway'.
Un’estate eccezionalmente calda, simile a quella (si sperava) irripetibile del 2003 ha sollevato l’attenzione generale sul comportamento delle superfici urbane nel campo termico. Tanto che l’Ente Spaziale Europeo ha diffuso alcune immagini di remote sensing relative alle temperature diurne rilevate su alcune città europee in cui si osserva la differenza tra superfici costruite e superfici verdi. Ma è esperienza comune che al calar del sole prati e campi coltivati si liberino rapidamente del calore accumulato, mentre le vie cittadine - e i tetti e le facciate - contribuiscono a mantenere elevata la temperatura dell’aria fino a tarda notte. Esemplificativa l’immagine prodotta dalla Città Metropolitana di Milano utilizzando la media delle temperature superficiali rilevate dal satellite AQUA fra l’1 e le 3 di notte durante le ondate di calore estive degli anni 2015-2018. È solo un motivo in più per argomentare a favore della riduzione del consumo di suolo. Il rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici - Edizione 2021” redatto dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA, che comprende le ARPA regionali e l’ISPRA), conferma anche coi dati dell’ultimo anno “la criticità del consumo di suolo nelle zone periurbane e urba-
The opportunity we have, in this issue, to talk about sports facilities in urban regeneration programmes, is also an opportunity to remind us once again that the soil resource is limited and that from now on any project must take this into account for our own good and that of future generations.
ne, in cui si rileva un continuo e significativo incremento delle superfici artificiali, con un aumento della densità del costruito a scapito delle aree agricole e naturali (…) I dati confermano l’avanzare di fenomeni quali la diffusione, la dispersione, la decentralizzazione urbana da un lato e, dall’altro, la forte spinta alla densificazione di aree urbane, che causa la perdita di superfici naturali all’interno delle nostre città, superfici preziose per assicurare l’adattamento ai cambiamenti climatici in atto”.
L’occasione che abbiamo, in questo numero, di parlare dell’impiantistica sportiva nei programmi di rigenerazione urbana, è anche l’occasione per ricordare ancora una volta che la risorsa suolo è limitata e che da oggi in poi qualunque progetto deve tenerne conto per il bene nostro e delle future generazioni. Isola di calore notturna nell’area metropolitana di Milano, misurata come anomalia media di temperatura durante i mesi estivi 2015-2018 fra le 1 e le 3 del mattino (Progetto “Life Metro Adapt”, strategie e misure dell’adattamento al cambiamento climatico nella Città Metropolitana di Milano, 2018-2021). Nighttime heat island in the Milan metropolitan area, measured as the average temperature anomaly during the summer months 20152018 between 1 and 3 am (Project 'Life Metro Adapt', strategies and measures of climate change adaptation in the Metropolitan City of Milan, 2018-2021).
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TSPORT 346 REPORTAGE 16 di Bruno Grillini I cento anni dell’Autodromo Nazionale di Monza
La pista più veloce del mondo
Fin dall’inizio la convivenza tra Autodromo e Parco mostrò una evidente conflittualità: sin dalla posa della prima pietra - nel febbraio 1922 - fu ordinata la sospensione dei lavori per motivi di “valore artistico, monumentale e di conservazione del paesaggio”. A seguito delle polemiche insorte, si addivenne a un compromesso riducendo l’ampiezza prevista del circuito, che però entrava pur sempre ad alterare il disegno di un ambiente, agricolo e boschivo, ridisegnato oltre un secolo prima attraverso la creazione del Parco con le sue cascine e ville, gli ampi viali rettilinei alberati, il modellamento del terreno e l’adeguamento del sistema idrico con le acque del Lambro e delle rogge adiacenti. Senza dimenticare che negli stessi anni il Parco veniva ulteriormente alterato con l’inserimento del Golf (1928), in seguito ampliato, e dell’Ippodromo (1924), quest’ultimo chiuso nel 1976 e completamente scomparso dopo un incendio che nel ’90 distrusse le ultime vestigia delle tribune in legno. A cento anni di distanza da allora, pur giudicando, con gli occhi di oggi, inopportuna la scelta di intaccare in modo invasivo il “Regio Parco”, appare ormai antistorico rifiutare l’insediamento consolidato del circuito - un’icona assoluta nel mondo - mentre è la stessa Direzione dell’Autodromo che oggi si attiva per la tutela e il miglioramento forestale dell’ambiente in cui esso è immerso. In subordine, un secondo motivo di discussione negli ultimi anni è relativo al mantenimento o alla demolizione dell’anello della cosiddetta sopraelevata: una testimonianza storica e ingegneristica di una fase ormai superata, o un ingombrante residuo cementizio che sottrae spazio al verde del parco? Opinioni divergenti, al netto deicosti ingenti sia per il mantenimento che per la sua demolizione. Ecco dunque il punto a cento anni dall’apertura dell’Autodromo Nazionale di Monza.
Amato dagli appassionati degli sport motoristici e visto con insofferenza dagli amanti più radicali del verde, l’autodromo che corre all’interno del parco recintato da mura più grande d’Europa compie quest’anno un secolo di vita. DIVELOCITÀINECORDASSOLUTOF1:KIMIRÄIKKÖNENSUMCLARENCON370,1KM/H
On the left page, top, celebratory board placed along the track this year (photo BG / Below,Tsport).the profile of the circuit superimposed on the map of the Park and Villa (1815) by Luigi Canonica. On this page, top left, Construction work of the circuit in 1922; right, starting grid of a competition in the early 1950s (Autodromo Nazionale di Monza archive). Below, the exit from the pit lane in 2002 (photo BG / Tsport).
La storiaLa storia
sporteimpianti.it FIERE 17 Nella pagina sinistra, in alto, tabellone celebrativo posto quest’anno lungo la pista (foto BG / Tsport). In basso, il profilo del circuito sovrapposto alla mappa del “Parco unito alla cesarea R.Villa presso Monza nello stato attuale” (1815) di Luigi Canonica. In questa pagina, in alto a sinistra, I lavori di costruzione dell’autodromo nel 1922; a destra, griglia di partenza di una competizione nei primi anni ’50 (archivio Autodromo Nazionale di Monza). In basso, l’uscita dalla pit lane nel 2002 (foto BG / Tsport).
L’esigenza di realizzare un Autodromo scaturiva dalla spinta delle case costruttrici nazionali che, con un impianto a disposizione per le competizioni motoristiche, avrebbero potuto sviluppare prove e sperimentazioni di ogni tipo. La decisione fu presa dall’Automobile Club di Milano nel gennaio del 1922, che avrebbe celebrato il suo 25mo anniversario. Per la realizzazione e la gestione dell’Autodromo fu costituita la Società Incremento Automobilismo e Sport (S.I.A.S.) a capitale interamente privato, presieduta dal senatore Silvio Crespi. Il progetto fu affidato all’architetto Alfredo Rosselli e prevedeva una pista di velocità e un anello stradale affiancati, con uno sviluppo complessivo di 14 chilometri, poi ridotti a 10 a seguito delle polemiche sull’impatto L’Autodromopaesaggistico.fu costruito nel tempo record di centodieci giorni e la pista fu percorsa nell’intero suo sviluppo per la prima volta il 28 luglio da Pietro Bordino e Felice Nazzaro a bordo di una Fiat 570. Il circuito comprendeva una pista stradale di 5,5 km e un anello per l’alta velocità di 4,5 km, caratterizzato da due curve sopraelevate che consentivano una velocità massima teorica di 180/190 chilometri l’ora raccordate da due rettifili di 1070 metri ciascuno. L’apertura ufficiale dell’impianto avvenne il 3 settembre 1922 in una giornata di pioggia, alla presenza del Presidente del Consiglio Facta. Nel 1938 l’impianto fu modificato con il rifacimento del tracciato stradale e l’abbattimento delle soprelevate, oltre all’ampliamento dei settori per il pubblico. Il nuovo tracciato era lungo ora 6.300 metri. A seguito dei danni conseguenti all’uso militare durante la guerra, un ripristino generale fu avviato nel 1948: il 17 ottobre l’Autodromo potè ospitare il Gran Premio di Formula 1. Il 1955 è l’anno in cui si decise di ricostruire l’anello per l’alta velocità, con caratteristiche geometriche leggermente diverse rispetto al disegno del 1922: un tracciato che venne utilizzato solo fino al 1961 (ne parliamo in un’altra pagina). Nei decenni successivi, l’aumento delle prestazioni delle vetture impose l’adozione di accorgimenti lungo il tracciato per ridurre la velocità all’entrata delle curve: nel 1972 furono realizzate due chicane, ulteriormente migliorate nel 1976 con l’adozione di varianti che portarono la lunghezza totale a 5.800 metri. Negli anni ’80 gli ulteriori interventi sono stati finalizzati ad accrescere le condizioni di sicurezza, con l’allargamento delle banchine esterne, delle aree di fuga, il miglioramento dei cordoli e delle protezioni, ferma restando la lunghezza del tracciato. Nel 1989-90 sono stati interamente rimodernati i box e le strutture accessorie. Nel 1994-1995, nuovi adeguamenti agli standard di sicurezza dettati dalla FIA hanno portato al ridisegno delle due curve di Lesmo, della Curva Grande e della Variante della Roggia (vedi i dettagli nella doppia pagina seguente); lo sviluppo del tracciato si è così ridotto di 30 metri. Altre modifiche sono state apportate nel 2000, in particolare sulla Prima Variante e sulla Curva della Roggia. La lunghezza totale oggi risulta di 5.793 metri.
18 TSPORT 346 Curva Biassono (curva 4) L’ampio raggio e la sua lunghezza le valsero in origine il nome di Curva Grande, ma nel 1972 fu ribattezzata Curva Biassono per la vicinanza col paese omonimo. È una lunga curva a destra dal raggio di circa 300 metri a cui si arriva in piena accelerazione dalla Prima Variante e si percorre in pieno con una buona dose di coraggio.
Curva del Serraglio (curva 9) Il nome della curva deriva dalla presenza nelle immediate vicinanze del Serraglio, casa di caccia del Re, dove erano tenuti anche degli animali. È una lievissima piega a sinistra dal raggio estremamente ampio di oltre 600 metri. Il rettilineo successivo incrocia, con un sottopassaggio, la curva Sopraelevata Nord dell’anello di alta velocità.
Seconda Variante o Variante della Roggia (curve 5-6) Nata come Curva della Roggia, per via di un piccolo corso d’acqua che scorreva nelle vicinanze, vide modificato il suo disegno nel 1976, per ridurre le medie sempre più elevate. Diventò così la Seconda Variante o Variante della Roggia. Anch’essa è posta in fondo a un lungo rettilineo (oltre 1 km con l’acceleratore a fondo, compresa la curva Biassono) sul quale si toccano i 335 km/h. Con una lunghissima frenata, si decelera a 110-120 km/h per affrontare una “esse” sinistradestra molto stretta, modificata nel 2000. Curve di Lesmo (curve 7-8) Circondata dal bosco, la prima curva di Lesmo si colloca in prossimità del paese omonimo. Posta a soli 200 metri dall’uscita della Seconda Variante, vi si arriva a velocità non troppo elevate ed è una curva a destra di 75 metri di raggio che si percorre a circa 180 km/h. Posta a 200 metri dalla Prima Curva di Lesmo, anche la Seconda Curva di Lesmo è situata tra la folta vegetazione. In passato, era uno dei punti mitici del circuito: vi si arrivava in piena accelerazione e si entrava in curva a quasi 300 km/h. Solo i migliori piloti riuscivano a percorrerla in pieno. Con le modifiche del 1994-95 è stata molto rallentata e oggi ha solo 35 metri di raggio e si percorre a circa 160 km/h.
Le curve
Le descrizioni sono riportate dal sito ufficiale www.monzanet.it I disegni sono di TSPORT. L’ortofoto è Google Earth. Il Rettifilo di partenza, misurato dalla fine della Curva Parabolica fino all’inizio della Prima Variante, è lungo 1194,40 metri.
La Prima Variante o Variante del Rettifilo (curve 1-2-3) Allo scopo di aumentare la selezione in gara, nel 1972 fu realizzata una chicane all’altezza della variante junior, per ridurre la velocità d’ingresso nella successiva Curva Biassono. Nel 1976, diventò una variante formata dalla successione di due curve a sinistra e due a destra, in modo da abbassare ulteriormente le velocità. Un’altra modifica si registrò nel 2000 quando fu ridisegnata con una secca curva a destra, che spezza il lungo rettilineo d’arrivo, per poi raccordarsi verso il tornante successivo. La Prima Variante o Variante del Rettifilo si presenta quindi come una strettissima curva a destra di 90 gradi, seguita da una curva a gomito a sinistra altrettanto stretta. Dal rettilineo dei box si arriva lanciati a oltre 370 km/h e, con una lunghissima frenata, si decelera a soli 70-80 km/h per affrontare questa “esse”. Variante Ascari (curve 10-11-12) In origine si chiamava Curva del Vialone, perché passava sopra il grande viale di accesso all’Autodromo. Dal 1955 cambia nome e viene dedicata ad Alberto Ascari, che perse la vita in quel punto. Per rallentare le alte velocità, nel 1972 fu realizzata nel punto d’entrata una chicane che due anni più tardi venne ulteriormente modificata nell’ampiezza e nel tratto d’uscita, assumendo così il nome definitivo di variante. Vi si arriva tenendo premuto l’acceleratore fin dalla Seconda di Lesmo e anche qui si toccano i 330 km/h. Dopo la frenata, si affrontano in rapida successione tre curve a sinistra-destra-sinistra, che immettono sul rettilineo opposto ai box. Sono curve a raggio abbastanza ampio che si percorrono a velocità intorno ai 200 km/h.
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Curva Alboreto o Parabolica (curva 13) In origine si trattava di due tornanti caratterizzati da un raggio di 60 metri e da un’ampiezza di 90°, uniti da un brevissimo rettifilo. Vista la particolarità dalla pavimentazione, formata da tanti cubetti di porfido, divenne famosa per essere la Curva del Porfido. Ricostruita nel 1955, quando il tracciato tornò alla sua impostazione originaria, fu chiamata Curva Parabolica per il disegno e la traiettoria che descriveva. Nel rettilineo che conduce a questa curva si toccano nuovamente i 330 km/h, quindi si frena per entrare in curva a circa 180 km/h. La curva è molto lunga e a raggio via via crescente: dopo aver superato la parte più stretta si può percorrere il tratto finale in piena accelerazione, scorrendo verso l’esterno e imboccando il rettilineo d’arrivo a velocità già molto elevate.
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TSPORT 346 I lavori intrapresi nel 1955 miravano a trasformare l’intero impianto dell’Autodromo riprendendo l’idea originaria del 1922 con un circuito di 10 km complessivi, costituito da un settore stradale e uno ad alta velocità adatto alla ricerca di nuovi record di velocità, da raggiungere limitando l’uso dei freni e dei cambi di marcia. Fu quindi realizzato un anello con due curve sopraelevate, raccordato alla pista stradale, non perfettamente coincidente con quello, demolito, del primo progetto. Riguardo al tracciato stradale vennero accorciati il rettifilo centrale e quello delle tribune, raccordati con quella che sarà la “parabolica”, una curva a falda unica e una leggera inclinazione trasversale, con raggio crescente verso l’uscita. La pista stradale risultava lunga 5.750 metri. L’anello per l’alta velocità, con una lunghezza complessiva di 4.250 metri, progettato dagli ingegneri Antonio Beri e Aldo Di Renzo, venne costruito su strutture portanti in cemento armato anziché su terrapieno. Le due curve sopraelevate, unite da due rettilinei di 875 metri ciascuno, hanno un raggio di 318,20 (curva nord) e 312,32 metri (curva sud), e una pendenza trasversale progressiva fino all’80%: la velocità massima teoricamente raggiungibile era di circa 285 km/h. Come è ancora rilevabile sul posto, la curva nord si innalza fino a 6 metri rispetto al piano di cam-
La sopraelevataL’Autodromoeilparco
La crescente sensibilità nei confronti dell’ambiente e l’inserimento del Parco di MonzaAutodromo compreso - nel perimetro del Parco Regionale della Valle del Lambro stanno portando negli ultimi anni alla realizzazione di progetti di intervento straordinario per la riqualificazione del Parco e delle strutture, ed in particolare delle aree boscate. Nel dicembre scorso, Regione Lombardia ha assegnato un finanziamento di 160.000 euro, attraverso un bando della Direzione Generale Agricoltura e Sistemi Verdi, a un ampio progetto di miglioramento forestale quinquennale varato proprio dall’Autodromo Nazionale di Monza. Obiettivi, Il miglioramento della composizione e della ricchezza floristica dei boschi e la loro valorizzazione da un punto di vista ecosistemico. Il progetto riguarda le aree boscate in concessione al cir-
Nella parte bassa di queste due pagine, da sinistra: la curva nord della sopraelevata, tagliata dal rettilineo del circuito che porta alla variante Ascari (foto Xbrchx), immersa nei boschi oggetto di miglioramento forestale; al centro, planimetria dei boschi oggetto di intervento (in colore ocra); a destra, bosco a prevalenza di farnia in prossimità del Serraglio (foto BG / Tsport). In the lower part of these two pages, from left: the north bend of the elevated track, cut by the straight of the circuit leading to the Ascari variant (photo Xbrchx, surrounded by the woods undergoing forest improvement; in the centre, plan of the woods being improved (in ochre colour); on the right, woodland with a prevalence of oak trees near the Serraglio (photo BG / Tsport).
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In alto, nella pagina sinistra, un tratto della sopraelevata oggi. In questa pagina, in alto, schema delle curve sud e nord; a destra, la curva nord vista dall’esterno; sotto, un dettaglio dei cementi armati allo stato attuale (foto BG / AlTsport).centro, Juan Manuel Fangio davanti a Stirling Moss entrambi su Mercedes al GP d’Italia 1955 l’11 settembre (Foto Daimler, via archivio Autodromo Nazionale di Monza). Above, on the left page, a section of the superelevated track today. On this page, top, diagram of the south and north curves; right, the north curve seen from the outside; below, a detail of the reinforced concrete in its current state (photo BG / Centre,Tsport).Juan Manuel Fangio preceding Stirling Moss both in Mercedes at the 1955 Italian GP on 11 September (photo Daimler, via archive Autodromo Nazionale di Monza). sporteimpianti.it pagna, mentre la curva sud è parzialmente incassata per 3,20 m. Il circuito rinnovato con la pista per l’alta velocità venne utilizzato per i GP d’Italia solo negli anni ’55, ’56. ’60 e ’61. Relativamente al solo anello della sopraelevata, vi si disputò la 500 Miglia di Monza nel 1957-58, e fu utilizzato per diversi tentativi di record, automobilistici e motociclistici. L’esperienza non fu positiva in particolare per le vetture di Formula 1: con l’evoluzione dei telai monoscocca ultraleggeri le sollecitazioni imposte dalle curve sopraelevate risultavano inconciliabili, e dopo il 1961 il tracciato venne abbandonato. Il dibattito tra chi vorrebbe conservare la testimonianza di “archeologia ingegneristica”, sia pure per una costruzione che non ha avuto un esito felice quanto a funzionalità, e chi vorrebbe venisse demolita per recuperare spazio al verde del parco, ha portato per adesso a un parziale intervento di restauro delle strutture, che sono comunque utilizzate come piste ciclabili “sui generis” e oggetto di curiosità. cuito e prevede la piantumazione di quasi 6.000 nuovi alberi appartenenti alla flora autoctona. Il programma ha avuto il parere favorevole del Parco Regionale della Valle del Lambro e dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio. Un primo livello di lavoro interessa un’area di quasi 12 ettari in prossimità della curva Biassono, colpita di recente da un eccezionale evento atmosferico, dove le piante esotiche invasive tendono a prendere il sopravvento su quelle autoctone. Vi saranno pertanto effettuati dei tagli selettivi sulle piante infestanti e sugli esemplari morti o pericolanti. Le attività non riguarderanno le zone più lontane dalla fruizione del pubblico, per tutelare i rifugi e l’habitat della fauna locale. Saranno quindi messe a dimora 2.610 giovani piantine di rovere, farnia, carpino bianco e altre specie ecologicamente coerenti. I nuovi impianti verranno curati per cinque anni con irrigazioni di soccorso e decespugliamenti fino alla loro completa affermazione. Il secondo intervento (per un importo di 107.646 euro) ha invece lo scopo di migliorare la composizione e la ricchezza floristica del bosco, perseguendo anche la valorizzazione dell’estetica e della fruibilità dei luoghi. La superficie interessata, pari a 54,3 ettari, è distribuita principalmente tra le curve di Lesmo, Ascari, la Sopraelevata nord e la Alboreto. Nelle zone individuate sono in corso di piantumazione 3.000 nuovi alberi autoctoni tra cui olmi, frassini e aceri. Anche per questi lotti, una volta ripuliti dalle piante morte, deperienti o invasive, si garantirà un monitoraggio dei nuovi innesti per un quinquennio. Il progetto esecutivo è dei dottori forestali Nicola Galinaro e Flora Simonelli.
In alto, le barriere di sicurezza alla Variante Ascari, viste da fuori pista: si nota il Tecpro che avvolge le pile di pneumatici, al di là delle reti antidetriti e del triplo guardrail. In basso, schema del sistema e tipologia dei due elementi che costituiscono il Tecpro: rinforzato e ammortizzante. Nella colonna destra, il cordolo con dislivello negativo e la via di fuga in ghiaia in uscita dalla curva. In alto sulle due pagine, vista della prima Variante: in primo piano è visibile la curva dismessa della Sopraelevata (tutte le immagini dove non diversamente indicato sono BG / Tsport). Nella pagina destra, in alto, barriera con triplo guardrail; al centro, schema del cordolo supplementare; in basso, la Ferrari di Charles Leclerk sul cordolo della prima Variante nel GP del 2020 (foto Sbonsi).
La sicurezza sui circuiti di Formula 1 è un parametro fondamentale che ha subìto nel tempo una costante evoluzione e che necessita tutt’oggi di nuovi ulteriori approfondimenti. Durante il GP d’Italia del 2020 le due Ferrari hanno dato spettacolo infrangendosi contro gli ostacoli della pista: quella guidata da Sebastian Vettel, priva di impianto frenante, ha frantumato – senza conseguenze – i pannelli in polistirolo posti a difesa della chicane alla Prima Variante; quella di Charles Leclerc ha perso aderenza alla Parabolica schiantandosi contro la barriera laterale costituita da tre file di pneumatici. Laddove l’angolo di impatto stimato è ridotto, è preferibile avere una barriera verticale, liscia e continua; ma se l’angolo è grande occorre usare dispositivi di dissipazione dell’energia e/o barriere di arresto, oltre a un’area di fuga e di decelerazione. È il caso della Parabolica, dove l’esterno dalla curva presenta un’ampia superficie in ghiaia, che dovrebbe favorire la rapida decelerazione (preceduta però da una fascia di asfalto), mentre la barriera (ad esclusione del primo tratto) è costituita da 3 file di pneumatici, avvolti da un telo (conveyor belt) e anteposti al triplice guard-rail metallico che circonda tutto il tracciato. Il muro di pneumatici è il sistema oggi più adottato sui circuiti internazionali. Le gomme, tutte dello stesso diametro, sono impilate e imbullonate tra loro per evitare che all’impatto si disperdano riducendo l’efficacia di assorbimento del colpo. In genere le pile sono costituite da 6 pneumatici sovrapposti, e devono avere un’altezza totale di almeno un metro. Il muro, in più file (la FIA ne prevede da una a 6), deve essere a sua volta ancorato al triplo guard-rail, alto anch’esso almeno un metro. Dal 2018 ha ottenuto l’omologazione FIA una nuova barriera tecnologica, la Tecpro (realizzata a Hong Kong), costituita da un blocco con funzione di assorbimento dell’impatto e uno di rinforzo. Alti 120 cm e larghi 59, i moduli rinforzati, della lunghezza di 150 cm, pesano 110 kg, e vengono disposti a barriera; i moduli di assorbimento, delle stesse dimensioni, pesano 45 kg e sono messi trasversalmente ai primi. Riempiti con schiuma a densità modulabile, rinforzati da un doppio foglio di lamiera e collegati tra loro da tre imbragature, i blocchi hanno un potere di assorbimento molto elevato ma con il vantaggio di una estrema semplicità nella realizzazione e nella ricostruzione a seguito di un incidente. Durante i test effettuati in collaborazione con la FIA e l’ufficio tecnico indipendente Dekra, le barriere Tecpro F1 sono state in grado di assorbire un impatto frontale fino a 218 km/h. A Monza le barriere Tecpro sono state installate davanti alle file di pneumatici alla Variante della Roggia, all’uscita della seconda curva di Lesmo, alla Ascari e nel primo tratto della Parabolica; i moduli rinforzati sono grigi, quelli assorbenti rossi.
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Le vie di fuga Come abbiamo visto, in corrispondenza delle curve la pista è allargata con superfici prima in asfalto e poi in ghiaia allo scopo di rallentare gradualmente la velocità prima che la vettura impatti con le barriere. Nei circuiti internazionali più recenti (non qui a Monza) la superficie in asfalto delle vie di fuga viene trattata con speciali vernici colorate che
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One hundred years of the Autodromo Nazionale di Monza Beloved by motorsport enthusiasts and viewed with impatience by the more radical lovers of green, the autodrome that runs inside Europe's largest walled park turns one hundred years old this year. From the very beginning, the coexistence between the Autodromo and the Park showed an evident conflict: since the laying of the first stone - in February 2022 - the suspension of the works was ordered for reasons of "artistic and monumental value and landscape conservation". As a result of the controversy that arose, a compromise was reached by reducing the planned breadth of the circuit, which, however, still altered the design of an agricultural and wooded environment that had been redesigned more than a century earlier through the creation of the Park with its farmsteads and villas, wide straight treelined avenues, the modelling of the terrain and the adaptation of the water system with the waters of the Lambro and adjacent irrigation ditches.
The trackfastestonearth
One hundred years later, while judging, with today's eyes, the decision to invasively affect the 'Regio Parco' as inappropriate, it now seems anti-historical to reject the consolidated settlement of the circuit - an absolute icon in the world - while it is the same Autodromo management that today is working to protect and improve the environment in which it is immersed. A second reason for discussion in recent years is related to the maintenance or demolition of the so-called elevated ring: a historical and engineering testimony of a phase that is now outdated, or a cumbersome concrete residue that takes away space from the park's greenery? Opinions differ, notwithstanding the huge costs for both its maintenance and demolition. The report describes some aspects of the Autodrome, from its history to the characteristics of the curves, kerbs and safety barriers.
In the right-hand column, the kerb with negative height difference and the gravel escape course coming out of the corner. Top of the two pages, view of the first Variante: the disused Sopraelevata curve is visible in the foreground (all images where not otherwise indicated are BG / Tsport). On this page, top, triple guardrail barrier; centre, diagram of the additional kerb; bottom, Charles Leclerk's Ferrari on the kerb of the first Variante in the 2020 GP (photo Sbonsi).
sporteimpianti.it REPORTAGE 23 aumentano il grip contribuendo alla decelerazione. I bordi interni delle curve, invece, sono contrassegnati dai cordoli (kerbs), che i piloti sfruttano per tagliare ulteriormente la traiettoria, pur scontando una riduzione dell’aderenza. Sono elementi che contribuiscono al sistema di sicurezza della pista, delimitandone con colori vistosi il bordo, e con la loro sagoma e le relative sollecitazioni indotte portano a rallentare la velocità. A Monza In uscita delle curve è adottato un cordolo scanalato in negativo con un dislivello di 25 o 50 mm, affiancato eventualmente da una fascia di erba sintetica (uscita delle Curve di Lesmo, della Variante Ascari e della Parabolica). All’interno delle curve più strette il cordolo tipico è sagomato con 5 cm di dislivello nella parte esterna alla pista; negli ultimi anni questo è stato integrato con un nuovo cordolo supplementare, di forma convessa, alto 12 cm rispetto al piano della pista (all’interno delle chicane della Prima Variante e della Variante della Roggia). Con i pianali estremamente ribassati delle ultime monoposto, la gestione della guida in corrispondenza dei cordoli è diventata una questione di rilievo nelle gare, tanto che su alcuni circuiti (ad esempio Imola) l’adozione di cordoli di nuova forma negli ultimi GP ha messo i piloti e le scuderie in stato di allerta.
On the left page, above left, the safety barriers at the Variante Ascari, seen from off the track: you can see the Tecpro wrapping around the tyre stacks, beyond the debris nets and the triple guardrail. Below, scheme of the system and type of the two elements that make up the Tecpro: reinforced and shock-absorbing.
24 TSPORT 346 REALIZZAZIONI PROJECTREALIZATIONS Realizzato sul tracciato dell’autodromo creato nel 2005, quello di Castrezzato è l’ottavo Porsche Experience Center al mondo dopo Lipsia, Silverstone, Atlanta, Le Mans, Los Angeles, Shangai e Hockenheim e il primo in Italia, oltre ad essere il più grande, con una superficie di 60 ettari. Castrezzato (Brescia) Il Porsche Experience Center Franciacorta di Sabina Orrico
PROJECTREALIZATIONS
Nella foto di apertura, il Customer Center. In alto, ortofoto dell’impianto (Google Earth), con le diverse strutture. La pista di kart a nord è esterna al Porsche Sotto,Experience.unasala del Business Center.
Fra le altre competizioni auto e motoristiche, negli ultimi anni ha ospitato la tappa italiana del campionato NASCAR Whelen Euro Series. Nel 2019 il circuito è stato acquistato da Porsche, che ha dato avvio alla realizzazione del Porsche Experience Center più grande al mondo, aperto non solo ai tecnici ma anche al pubblico. La vecchia pista è stata completamente ripristinata e comprende innanzitutto l’autodromo vero e proprio, omologato per le corse dalla FIA di Grado 2, lungo 2.519 metri, con una larghezza costante di 12 metri e 13 curve, servito da un pit building di 29 box. La direzione gara è dotata di un sistema di controllo dell’intero impianto con 24 Sonotelecamere.statiinoltre realizzati un Driving Center, una pista di handling a 11 curve a bassa aderenza e uno steering pad anch’esso a bassa aderenza, oltre a un’area off road con 19 percorsi diversi e 6 tipi di pavimentazioni speciali. È presente, infine, un kartodromo per kart elettrici di 3000 mq di superficie.
2-Training 4-Handling3-AutodromoCenter 5-Steering
In the opening photo, the Customer Centre. Above, orthophoto of the centre (Google Earth), showing the different facilities. The kart track to the north is outside the Porsche Experience. Below, a room in the Business Centre.
Il Simulation Lab, dedicato alla guida in realtà virtuale, consente al visitatore di provare tutti i modelli Porsche classici e moderni sui circuiti più famosi del mondo. Il Porsche Experience Center sarà sede di eventi 1-Customer Center Pad
6-Off 7-E-kartroad
Due scalinate che fungono anche da spalti trasformano l’Agorà in una sorta di teatro, mentre una passerella, al piano superiore, congiungendo trasversalmente le due ali della sala, crea una quinta per il palcoscenico, dove l’auto Porsche e il cliente sono i veri protagonisti.
REALIZZAZIONI 25 La pista L’autodromo di Franciacorta venne concepito e progettato originariamente dall’ing. Gianfranco Agnoletto, già progettista dell’Autodromo del Mugello. La sua realizzazione è stata avviata nel 2005 all’interno di una cava dismessa, su 500.000 mq di superficie e a 12 metri di profondità rispetto al piano di campagna. Inaugurato nel 2006, ha avuto l’omologazione FIA e FMI rispettivamente per le auto e le moto.
Il nuovo Customer Center L’edificio principale del progetto è il Customer Center, porta di accesso all’intero complesso. GBPA Architects ha puntato a un’architettura fortemente riconoscibile, con undici arcate in legno lamellare a sesto ribassato, con passo di 9 metri, altezza massima di 16 metri e luce di 55 metri che disegnano un imponente hangar di 4500 metri quadrati sotto una copertura bianca glossy, in linea con le cromie Porsche. In un’alternanza di superfici opache e trasparenti, il Customer Center è un complesso multifunzionale organizzato attorno ad una piazza centrale a tutta altezza, l’Agorà: da qui con uno solo sguardo è possibile cogliere la dinamicità delle varie funzioni ospitate al piano terra e al primo piano, dagli uffici al Simulation Lab, dal Business center, al ristorante e caffetteria e allo shop.
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C’è anche attenzione particolare al rispetto delle diversità: alcune delle vetture che verranno utilizzate per le attività in pista sono dotate di un dispositivo di assistenza alla guida che permette alle persone con disabilità di poter vivere senza limiti le emozioni alla guida delle sportive a marchio Porsche. Project realizations Castrezzato (Brescia): The Porsche Experience Center Franciacorta Built on the racetrack created in 2005, the one in Castrezzato is the eighth Porsche Experience Centre in the world after Leipzig, Silverstone, Atlanta, Le Mans, Los Angeles, Shanghai and Hockenheim and the first in Italy, as well as being the largest, with an area of 60 hectares.
The old track has been completely restored and includes the 2,519-metre-long, race-approved racetrack; a Driving Centre, a handling track with 11 low-grip corners and a low-grip steering pad, as well as an off-road area with 19 different tracks and 6 types of special flooring. There is also a gokart track for electric karts. The main building of the project is the Customer Centre, the gateway to the entire complex. GBPA Architects has aimed for a strongly recognisable architecture, with eleven low-slung glulam arches,
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rivolti al grande pubblico come competizioni motorsport e, nello specifico, la Porsche Carrera Cup Italia, ma anche incontri dei club, manifestazioni ed eventi di aziende partner. Il Masterplan ha previsto anche la realizzazione di un Training center, dedicato alla formazione del personale Porsche operativo in Italia, e dotato di un‘aula speciale che consentirà anche ai visitatori di assistere da spettatori ad alcune delle sessioni tecniche. Il Training diventerà anche il principale hub di formazione delle vetture Porsche Classic per il Sud-Europa. Il Training center è collegato al Customer center da un lungo boulevard con aree attrezzate da arredo urbano e a verde. Un progetto sostenibile Il PEC Franciacorta è nato all’insegna della sostenibilità. L’attenzione all’ambiente ha guidato ogni fase del progetto, dallo studio del design alla sua realizzazione. Il concept architettonico è stato infatti studiato per recuperare il più possibile alcune delle strutture preesistenti e l’intero impianto è alimentato da energia proveniente da fonti rinnovabili. Il PEC Franciacorta ha già ottenuto la certificazione ISO 20121, lo standard internazionale per i sistemi di gestione degli eventi secondo i criteri di sostenibilità.
electric vehicles. Below, a Porsche between the Steering Pad and the Handling. On both pages, top, an evening view of the Customer Centre with the terrace on the first floor. Below, a car on the track. On the right page, top, the simulation room In the centre of the page, one side of the Customer Centre; below, the inside of the atrium
In alto, il Customer Center tra le piste a bassa aderenza e il kartodromo per veicoli elettrici. Sotto, una Porsche tra lo Steering Pad e l’Handling. A cavallo delle due pagine, in alto, vista serale del Customer Center con la terrazza al primo piano. In basso, una vettura in pista. tro, l’Autodromo di Monza. Al centro pagina un lato del Customer Center; in basso, l’interno dell’atrio.
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tienitiwww.sporteimpianti.it/altri-impianti/aggiornato,leggigliapprofondimenti
The Masterplan also envisaged the construction of a Training centre, dedicated to the training of Porsche personnel operating in Italy, and equipped with a special classroom that will also allow visitors to watch some of the technical sessions as spectators. The Training will also become the main training hub for Porsche Classic cars for Southern Europe.
on-line
PROJECTREALIZATIONS | REALIZZAZIONI 27 with a pitch of 9 metres, a maximum height of 16 metres and a span of 55 metres, designing an imposing 4500 square metre hangar under a glossy white roof, in keeping with Porsche's colour Inscheme.analternation of opaque and transparent surfaces, the Customer Centre is a multifunctional complex organised around a full-height central square, the Agora: from here with a single glance it is possible to take in the various functions housed on the ground and first floors, from the offices to the Simulation Lab, from the Business centre to the restaurant and cafeteria and the shop.
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Porsche Experience Center Franciacor ta, Castrezzato (Brescia) Committente: Porsche AG Progetto architettonico delle are e degli edifici esterni al tracciato (paddock, landscape, building): GBPA Architects (arch. Antonio Gioli e Federica De Leva) Progetto delle piste: Dromo Srl di Jarno Zaffelli Investimento: 28 milioni di euro. Inaugurazione: settembre 2021
Impiantopersportivoilrugby di Bruno Grillini
Il centro sportivo polivalente esistente nella frazione Campoleone di Lanuvio è stato ristrutturato e messo a norma diventando uno dei pochi impianti in erba artificiale dedicati espressamente al rugby nell’area della Città Metropolitana di Roma. (Roma)
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La ristrutturazione e messa a norma dell’impianto sportivo “Lucio Orlacchio” in località Campoleone del Comune di Lanuvio, a sud di Roma, è stata necessaria per ovviare alle carenze riscontrabili dopo oltre 30 anni di utilizzo da parte delle società sportive, prima di calcio e oggi di rugby. Accanto al campo principale dedicato al rugby si trovano ulteriori strutture sportive e ricettive di proprietà comunale, quali un campo di calcetto in erba sintetica, un secondo campo polivalente in cemento, un centro bocciofilo coperto e una struttura polivalente coperta dotata di un’ampia cucina e utilizzata come Centro Anziani, che può ospitare fino a 200 persone per le più disparate attività, dalla danza sportiva fino a diverse attività socio Attualmenteculturali.le Associazioni Sportive Dilettantistiche che utilizzano l’impianto contano circa 120 piccoli atleti iscritti nei vari Campionati di categoria giovanili e circa 40 atleti Master. Una volta ristrutturato, il Campo Sportivo “Lucio Orlacchio” risulta essere uno dei pochi campi di rugby in erba artificiale nell’area della Città Metropolitana di Roma. Inoltre la ristrutturazione del campo ha previsto anche l’ampliamento del rettangolo di gioco in modo che vi sia la possibilità di omologazione del complesso sportivo fino alla Serie B del Campionato Nazionale e, potenzialmente con le caratteristiche del campo di gioco, fino alla Serie A con ulteriori piccoli adeguamenti a livello ricettivo e servizi per il pubblico. L’oggetto dell’intervento è quindi rivolto alla ristrutturazione e messa a norma del campo di gioco con trasformazione del manto con l’utilizzo di erba artificiale di ultima generazione omologato dalla F.I.R. a livello nazionale ed internazionale, alla ristrutturazione e messa a norma dell’intero sistema di recinzioni, separazioni e cancelli per i percorsi dell’intero impianto sportivo, alla ristrutturazione e messa a norma dell’impianto di illuminazione delle torri faro con sostituzione di due torri, dei proiettori posizionati su quest’ultime del tipo a basso consumo e della modifica della rete di alimentazione. Il manto in erba artificiale per il rugby L’intervento di ampliamento e adeguamento del campo di gioco è stato progettato per soddisfare l’attività sportiva del rugby a carattere regionale e nazionale. È stata pertanto ampliata la sottofondazione per una profondità di 30 cm sul lato lungo per ottenere l’ampliamento della larghezza del campo di gioco di una fascia con larghezza 4 metri. La nuova geometria del campo ha comportato la preparazione della fondazione con le nuove pendenze finali, completata dalla realizzazione di un nuovo impianto di irrigazione automatica del Sullocampo.strato di sottofondazione così predisposto è sato posato uno strato di finitura con spolvero
In apertura, vista del campo da rugby. Nella pagina di sinistra, planimetria generale del centro sportivo e, in alto, ortofoto da Google Earth prima dell’inIntervento.questa pagina, fasi di lavorazione; In alto, preparazione del sottofondo; al centro, la posa del sottotappeto prestazionale; in basso, la stesura dei rotoli di erba sintetica. In the opening page, view of the rugby Onpitch.the left page, general plan of the sports centre and, above, orthophoto from Google Earth before the renovation. On this page, work phases; top, preparation of the sub-base; centre, laying of the performance underlay; bottom, laying of the synthetic turf rolls. sporteimpianti.it
Il completamento dell’intervento prevede infine la rimodulazione degli spogliatoi per rispettare le indicazioni della FIR e il rispetto delle norme CONI.
The intervention was therefore aimed at renovating and bringing the playing field up to standard with the transformation of the turf with the use of the latest generation of artificial grass approved by the FIR (Italian Rugby League) at national and international level, the renovation of the entire system of fences, separations and gates for the paths of the entire sports facility, and the renovation of the lighting system and light towers. The new geometry of the pitch involved the preparation of the foundation with new final slopes, completed by the construction of a new automatic Il sottotappeto elastico (a cura di Apetek Srl) Prima della posa del manto da gioco in erba sintetica, sul sottofondo è stato posato un tappeto elastico della linea Refosport di Apetek.
Si tratta di un materassino in polietilene espanso rigenerato, con proprietà elastiche e meccanico-idrauliche specifiche per ciascuna disciplina sportiva. Il sistema è ultraleggero, veloce e facile da installare e permette di soddisfare i requisiti delle federazioni sportive professionistiche, come FIFA, FIH, GAA, WORLD RUGBY.
Project realizations Lanuvio (Roma): Rugby sporting facility
L’illuminazione e gli spogliatoi Per poter garantire la piena fruibilità sportiva del nuovo campo per il gioco del rugby è stato effettuato il completo adeguamento dell’impianto di illuminazione artificiale. Rimosse due delle torri faro esistenti, sono stati realizzati due nuovi basamenti in calcestruzzo cui sono state ancorate due nuove torri che, in aggiunta alle due esistenti, garantiscono un illuminamento sull’area sportiva di almeno 200 lux grazie al posizionamento di 5 proiettori da 2000 W su ciascuna di esse.
Le buone proprietà biomeccaniche consentono di ridurre il rischio di danni e lesioni sul terreno di gioco; le prestazioni sono garantite per 25 anni. Inoltre, il sistema consente un eccellente drenaggio grazie alla foratura e ai canali realizzati meccanicamente durante il processo produttivo. Ecocompatibile e ad alta flessibilità, inoltre, il materassino non gela in inverno. Questo prodotto ha ottenuto nel 2021 il certificato RE- MADE in ITALY , in conformità ai CAM ( criteri ambientali minimi ) e comprovando la qualità del prodotto non solo nel rispetto delle più alte performance bio-meccaniche ma anche di riduzione dell’impatto ambientale nel contesto dell’economia circolare .
PROJECTREALIZATIONS | REALIZZAZIONI 31 di sabbia di frantoio e su quest’ultimo una geomembrana impermeabilizzante in HDPE per rendere completamente impermeabile la sottostruttura e garantire lo smaltimento delle acque piovane con un drenaggio orizzontale e la loro raccolta nelle canalette per il successivo convogliamento, tramite i condotti di smaltimento, fino al fosso di raccolta. Al fine di ridurre l’utilizzo di risorse energetiche e in generale l’impatto ambientale derivato dalla realizzazione dell’opera, in fase di proposta di migliorie da parte dell’impresa appaltatrice è stato scelto il sistema in erba artificiale DOMO® DURAFORCE XSL, attestato dalla FIR e certificato in laboratorio secondo i principali criteri di qualità europei e delle World Rugby Regulations.
L’erba ha l’altezza di 60 mm, l’intaso è costituito da 32 kg/mq di sabbia silicea e 10 kg/mq di gomma SBR nera. Il sistema è completato da un sottotappeto drenante e prestazionale prefabbricato di spessore 20 mm, realizzato con materiali riciclati.
The existing multi-purpose sports centre in the hamlet of Campoleone di Lanuvio has been renovated and brought up to standard, becoming one of the few artificial turf facilities dedicated specifically to rugby in the Metropolitan City of Rome.
TSPORT 346 irrigation system for the pitch. A finishing layer of crushed sand was laid on top of the sub-foundation layer thus prepared, with a HDPE waterproofing geomembrane to make the substructure completely impermeable and to ensure the disposal of rainwater with horizontal drainage and its collection in the gutters for subsequent conveyance, through the drainage ducts, to the collection ditch. To reduce the use of energy resources and in general the environmental impact resulting from the construction of the work, the contractor chose the DOMO® DURAFORCE XSL artificial turf system, certified by FIR and laboratory certified according to the main European and World Rugby Regulations quality criteria. The grass is 60 mm high, the infill consists of 32 kg/sqm silica sand and 10 kg/sqm black SBR rubber. The system is completed by a 20 mm thick prefabricated drainage and performance underlay made of recycled materials.
Lavori di ristrutturazione e messa a norma dell’impianto spor tivo Lucio Orlacchio a Campoleone di Lanuvio Committente: Comune di Lanuvio RUP: arch. Marlen Frezza Progetto e Direzione Lavori: arch. Paolo Bugli, ing. Dario Bugli
Sottotappeto: Apetek Srl In ricordo di Gianni Idda, consulente tecnico commerciale di Domo Sports Grass, scomparso prematuramente lo scorso 20 aprile.
Coordinamento per la sicurezza: arch. Stefania Montagna Importo dei lavori: euro 744.732 Inizio lavori: ottobre 2021 Fine lavori: luglio 2022 Realizzazione: PDP Srl Professionisti del Paesaggio Manto sportivo: Domo®Sports Grass
In alto a sinistra, posa delle nuove torri faro; a destra, scorcio del campo. Sotto, i ragazzi con la palla ovale sul nuovo manto sportivo.
Top left, laying of the new light towers; right, view of the field. Below, boys with the oval ball on the new sports surface. 32
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34 Vienna (Austria) Centro all’EisringpolisportivoSud Nel distretto viennese di Favoriten è stato aperto nel dicembre scorso un nuovo centro polisportivo, nato dalla riqualificazione e ampliamento della preesistente pista per il ghiaccio. TSPORT 346 REALIZZAZIONI PROJECTREALIZATIONS di Joseph Wolfe
1.Palaghiaccio esistente 5.Sala 6.Nuovapolisportivapistaghiaccio esterna 8.Nuovo7.Accessoedificio servizi 9.Locali manutenzione e 10.Spogliatoicaffetteriaper il palaghiaccio 11.Parcheggi (i volumi 2,3,4, non rappresentati, sono demoliti)
Nella foto grande, la facciata del nuovo edificio a due piani. In questa pagina, distribuzione dei volumi e pianta della parte nuova del centro sportivo.
Il nuovo centro polisportivo a Favoriten (uno dei dieci distretti della città di Vienna, nell’area sud della capitale austriaca) è stato realizzato con la ristrutturazione completa della pista di ghiaccio esistente e la costruzione di una pista di ghiaccio all'aperto, dando vita a un impianto multifunzione per lo sport e il tempo libero. Benché siano in costruzione nell’area almeno 500 nuovi appartamenti e un supermercato, lo sport è destinato a rimanere la principale destinazione d’uso del quartiere. I vecchi impianti dell’Eisring Sud sono stati adeguati agli standard attuali. Sul lato sud dell’anello per il ghiaccio risalente ai primi anni ’80 è stato realizzato un edificio a due piani oltre a spazi per un impianto del ghiaccio energeticamente efficienti. Al piano terra, l’edificio comprende la nuova hall di ingresso con un negozio, il noleggio dei pattini, i servizi igienici. Al piano superiore sono presenti gli spogliatoi, un’area snack e una sala per la street dance. Il palazzetto è impostato secondo i più recenti criteri internazionali per la realizzazione degli spazi per lo sport, dove l’uso sportivo e quello sociale si vengono incontro. Con i suoi 2000 mq di ambienti con 7 metri di altezza, possono essere ospitati sport di tendenza come il beach volley, lo streetball, il football indoor, il tennis da tavolo, il bouldering, il badminton. Contemporaneamente, il complesso svolge una funzione socio culturale, essendo anche un luogo di incontro dato che tra le aree liberamente programmabili c’è spazio sufficiente per incontrarsi e rilassarsi. Nell’area outdoor ci sono numerosi spazi di attività che si adattano adeguatamente all'area circostante e invitano le persone a passeggiare. Questo apre inoltre lo spazio a tutte le età e promuove non solo uno scambio sportivo e culturale, ma anche intergenerazionale.
In the large photo, the façade of the new two-storey building. On this page, volume distribution and plan of the new part of the sports centre. sporteimpianti.it 35
PROJECTREALIZATIONS | REALIZZAZIONI
La nuova ala di collegamento tra gli impianti del ghiaccio indoor e outdoor è stata costruita secondo i più alti standard di efficienza energetica. Gli involucri esterni dei nuovi edifici sono costruiti in un mix di cemento armato e legno, che combina i vantaggi delle costruzioni in cemento in termini di masse di accumulo, con i vantaggi del legno come materia prima sostenibile. I tetti sono stati progettati per essere verdi al fine di prevenire l'accumulo di calore urbano. In estate, gli edifici di nuova costruzione sono raffreddati dalla ventilazione notturna, e i lucernari a cupola sul tetto tengono fuori il calore estivo per mezzo di un sistema heat-stop. In inverno, lasciano entrare abbastanza luce da ridurre significativamente il fabbisogno di riscaldamento. Anche il sistema di recupero del ghiaccio è stato aggiornato. In precedenza, il calore residuo rilasciato dal processo di produzione del ghiaccio veniva disperso senza poterlo riutilizzare. Con il nuovo concetto energetico, il palazzetto e l'ala di collegamento saranno riscaldati e riforniti di acqua calda dall'autunno alla primavera grazie all'attivazione dei componenti edilizi. In futuro, le quantità di energia saranno sufficienti per alimentare anche il supermercato che è in fase di progettazione e altri nuovi edifici.
In alto, sezione attraverso i due volumi, e attraverso il blocco servizi. In basso, la sala multisport e il palaNellaghiaccio.pagina destra, in alto, l’ingresso al complesso e un dettaglio del palaInghiaccio.basso, spazi di collegamento; spogliatoi; campi da beach volley nell’area multisport. On top, section through the two volumes, and through the service block. Below, the multi-sports hall and the ice Onrink.the right page, top, the entrance to the complex and a detail of the ice rink. Bottom, connecting spaces; changing rooms; beach volleyball courts in the multi-sports area. 346
Per l'allestimento delle superfici di ghiaccio, il fornitore di servizi prescelto ha integrato la base di cemento della pista di ghiaccio con un materassino a basso costo, senza bisogno di smantellare o sostituire le tubature di raffreddamento. Si è anche provveduto all'adattamento dei pannelli esistenti, nonché all'installazione di una macchina di refrigerazione raffreddata ad acqua con recupero di calore per soddisfare parte delle esigenze di riscaldamento e di fornitura di acqua calda dell'edificio.
Con questo concetto, si risparmiano fino a 226 tonnellate di CO2 all'anno e non ci sono quindi costi per il fabbisogno energetico del nuovo edificio per il riscaldamento e l'acqua calda.
Sostenibilità ed efficienza energetica
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Project realizations Eisring Süd, WindtenstraßeWien:sports
sporteimpianti.it PROJECTREALIZATIONS | REALIZZAZIONI
Inaugurazione: dicembre 2021 Costo di costruzione: euro 14,5 milioni
Foto: Hertha Hurnaus, Rudolf Klingohr
Centro polispor tivo all’Eisring Sud, Vienna Committente: MA 51 Sport Wien
facility With the new construction of a sports and fun hall, the comprehensive renovation of the existing ice rink and the construction of an outdoor ice rink, a new polysportive centre was opened in Favoriten in AdjacentVienna. to the south of the renovated ice rink from the early 1980s, there is now a new two-storey functional building as well as areas for the new energy-efficient ice technology. On the ground floor, the functional building contains a strap-on room for public skating in the ice rink, the entrance area as well as skate rental and WC facilities. The upper floor houses changing rooms and sanitary facilities, a snack area and a modern street dance room. The newly constructed connecting wing was built to the highest standards of energy efficiency. The outer shells of the new buildings are constructed in a reinforced concrete-wood mix, which combines the advantages of solid constructions in terms of storage masses with the advantages of wood as a sustainable raw material. The roofs were designed to be green in order to prevent urban heat build-up.
The ice recovery system was also brought up to date. Previously, the waste heat released by the ice production process was discharged unused. With the new energy concept, the sports and fun hall and the connecting wing will be heated and supplied with hot water from autumn to spring by means of component activation. In the future, the energy quantities will be sufficient to also feed the supermarket that is in the planning stage and other new buildings.
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tienitiwww.sporteimpianti.it/altri-impianti/aggiornato,leggigliapprofondimenti
Progetto: RAUMKUNST ZT GmbH and rwt+
QUALITÀ DEL COSTRUIRE DA 75 ANNI TRIBUNE, SEDUTE, PALCHI E COPERTURE.
39 L'impianto di atletica leggera posto all’interno dell’Impianto Polivalente “Falcone e Borsellino” è stato oggetto di una necessaria riqualificazione. TSPORT 346 REALIZZAZIONI PROJECTREALIZATIONS Pietrasanta (Lucca) Ristrutturazione della pista di atletica di Riccardo ConsoliPietrasanta (Lucca) Ristrutturazione della pista di atletica
In apertura, una vista zenitale della pista di atletica completata. In questa pagina, planimetria di progetto e due fasi successive di lavoro. Nella pagina a lato, prima colonna, altre due foto di lavoro con la stesura dello strato finale. A destra, il rettilineo di partenza e, sotto, una curva vista dal drone. On the previous page, a zenith view of the completed athletics track. On this page, project plan and two successive phases of work in progress. On the opposite page, first column, two more photos of work with the laying of the final layer. On the right, the starting straight and, below, a bend seen from the drone.
Collocato nei pressi dell’uscita Versilia dell’autostrada A11, al centro di una zona di forte richiamo turistico, l’impianto si trova in una favorevolissima posizione non solo geografica ma anche climatica. Lo sfondo delle Alpi Apuane e il contesto ambientale scarsamente urbanizzato costituiscono inoltre uno splendido scenario per gli utilizzatori L’impiantodell’impianto.diatletica leggera, costruito nella seconda metà degli anni 80, è dotato di una pista a otto corsie con tribune da circa 1000 posti, ampi spogliatoi e spazi di servizio per riscaldamento atleti. Negli anni successivi sono stati aggiunti un anello per la pratica del ciclismo ed una pista di pattinaggio. Tutto questo fa sì che sia dal punto logistico che tecnico esistano i presupposti per la realizzazione di importanti manifestazioni di atletica leggera, e già in passato sono stati organizzati eventi sportivi di livello nazionale e internazionale. Inoltre, approfittando del clima favorevole, nel periodo primaverile ogni anno centinaia di turisti stranieri scelgono l’impianto di atletica di Pietrasanta come sede per i loro allenamenti. Il normale bacino di utenza dell’impianto si estende, oltre a tutto il comune di Pietrasanta, anche ai comuni limitrofi di Forte dei Marmi, Seravezza e Stazzema, territori privi di impianti per l’atletica leggera. Nell’impianto si allenano anche numerosi atleti di livello nazionale ed internazionale, tanto che è stato qualificato dalla FIDAL come centro nazionale per la disciplina dei lanci. Fino all’anno scorso però l'impianto non poteva essere utilizzato nel pieno delle sue potenzialità: il deterioramento del manto sintetico della pista e delle pedane, unito alla mancanza di gran parte delle attrezzature fisse e mobili ormai logore o mancanti, rendeva difficile il suo utilizzo anche per i soli L’organizzazioneallenamenti.di manifestazioni, anche solo a livello regionale, non era più possibile e anche l’afflusso dei turisti stranieri si andava man mano riducendo stante le pessime condizioni. L’utilizzo era perciò limitato agli allenamenti degli atleti locali, seppure con difficoltà, e all’attività amatoriale. La scelta progettuale La situazione della pista di atletica era peggiorata negli ultimi anni, tanto che il tappetino non presentava più idonee condizioni di utilizzo per una corretta pratica sportiva. Un rilievo plano-altimetrico ha permesso di stabilire che la pista di atletica e le pedane, salvo alcune aree localizzate, presentavano dimensioni e pendenze che rispettavano i requisiti imposti dalla normativa di settore vigente. Con apposito strumento è stata misurata l’elasticità del manto e, come atteso dopo tanti anni dalla sua realizzazione, è risultata non più rispondente ai parametri previsti dalla normativa vigente per lo svolgimento di manifestazioni agonistiche. A questo deve aggiungersi anche lo stato di gran parte delle attrezzature fisse e mobili ormai logore o mancanti. Per rendere nuovamente funzionale l’impianto, prima che fosse completamente deteriorato e del tutto inutilizzabile, è stato necessario procedere con un intervento di rifacimento del manto sintetico della pista. La principale normativa di riferimento è la Circolare Tecnica FIDAL 2019 per la realizzazione degli impianti di atletica leggera.
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L’intervento di rifacimento comportava l’asportazione completa del manto esistente e la realizzazione di un nuovo sottofondo bituminoso contenuto da nuove cordonate e canalette, completato con la stesura del nuovo manto. Stesse considerazioni valgono per la pedana del salto in lungo e triplo, la pedana dell’alto e quella del giavellotto, per le quali al fine di portare le caratteristiche prestazionali delle stesse in conformità alle prescrizioni di cui alla circolare tecnica FIDAL, è stato necessario un rifacimento sostanziale di quello preesistente. Una volta predisposto il sottofondo bituminoso, e stesa una mano di attacco in primer poliuretanico per l’ancoraggio, è stato realizzato il pavimento sportivo, costituito da un manto sintetico elastico sandwich, ottenuto mediante stesura di un primo strato di 10 mm in tappetino di gomma prefabbricata realizzata in fabbrica con idonei valori di peso specifico incollato al sottofondo bituminoso mediante collante poliuretanico adatto; successivamente stesura di resina poliuretanica turapori su tutta la superficie, di uno strato superficiale di usura dello spessore totale di 4 mm, costituito da colata autolivellante in resina poliuretanica bi componente colorata, e successiva semina di granuli di termo polimero (EPDM) pure colorati, eseguita sullo strato di resina bicomponente non ancora catalizzata per ottenere il parziale inglobamento
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sporteimpianti.it PROJECTREALIZATIONS | REALIZZAZIONI
Once the bituminous sub-base was prepared, and a coat of polyurethane primer was applied for binding, the sports flooring was created, consisting of a synthetic elastic sandwich covering, obtained by laying a first 10 mm layer of prefabricated rubber mat made in the factory with suitable specific weight values glued to the bituminous sub-base using suitable polyurethane adhesive; followed by the application of polyurethane resin sealant over the entire surface, of a surface wear layer with a total thickness of 4 mm, consisting of self-levelling coloured two-component polyurethane resin casting, and subsequent seeding of thermo-polymer granules (EPDM), also coloured, performed on the layer of two-component resin not yet catalysed in order to obtain partial incorporation in the same.
The athletics track located inside the 'Falcone e Borsellino' multipurpose facility underwent a necessary redevelopment. The facility, which was built in the second half of the 1980s, is equipped with an eight-lane track with stands for approximately 1,000 people, large changing rooms and service areas for warming up athletes. Until last year, however, the facility could not be used to its full potential: the deterioration of the synthetic surface of the track and platforms, combined with the lack of much of the fixed and mobile equipment that was worn out or missing, made it difficult to use even for training. In order to make the facility functional again, before it was completely deteriorated and completely unusable, it was necessary to proceed with an intervention to resurface the synthetic floor of the track. The intervention involved the complete removal of the existing surface and the construction of a new sub-base, which was completed by laying the new surface. The same considerations apply to the long and triple jump platform, the high jump platform and the javelin platform, for which, in order to bring their performance characteristics into compliance with the prescriptions of the FIDAL technical circular letter, it was necessary to substantially resurface the existing ground.
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Ristrutturazione pista e pedane di atletica leggera presso l'impianto spor tivo polivalente “Falcone e Borsellino” in via Unità d'Italia, Pietrasanta (Lu)
Responsabile del Procedimento e D.L.: ing. Filippo Bianchi Progettista: ing. Marco Massei Importo dei lavori: euro 478.076 Inizio lavori: maggio 2021 Fine lavori: settembre 2021 Impresa appaltatrice: Icet Sport Srls Manto sportivo: Regupol Gmbh (vedi pag. 14) Segnature: Genta Snc Canaline raccolta acque: Hauraton Italia Srl (vedi pag. 126)
Committente: Comune di Pietrasanta
tienitiwww.sporteimpianti.it/atletica-leggera/aggiornato,leggigliapprofondimenti nella stessa. Si tratta di un intervento dai costi più elevati che però garantisce un impianto nuovo, moderno e dalle prestazioni elevate. Seguendo la necessaria manutenzione il nuovo manto potrà essere omologato per 20 anni come “Impianto di Attività” e sarà possibile organizzare manifestazioni di qualsiasi Anchelivello.ilturismo sportivo potrà avere un nuovo impulso grazie a una nuova pista ad alte prestazioni inserita nello splendido contesto in cui già si trova. Insieme ai lavori di ristrutturazione della pista si è provveduto anche al rinnovamento delle attrezzature acquistando il materiale deteriorato o mancante in modo da poter ottenere l’omologazione FIDAL ed avere un impianto adeguato ad ospitare i numerosi atleti provenienti anche dall’estero che cercano le condizioni ottimali per effettuare i loro ritiri sportivi. Project realizations Pietrasanta (Lucca): Renovation of the athletics track
PRIVILEGIAMO L’UTILIZZO DELLA MATERIA PRIMA PIÙ RINNOVABILE: IL LEGNO LE NOSTRE STRUTTURE RISPONDONO A TUTTI I
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CRITERI AMBIENTALI MINIMI (CAM) GARANTIAMO LA QUALITÀ ATTRAVERSO LE PRINCIPALI CERTIFICAZIONI DEL SETTORE. PROGETTIAMO SECONDO I PRINCÌPICIRCOLAREDELL’ECONOMIA PROTEGGIAMO LE CARATTERISTICHE DEL LEGNO IN MODO ECOLOGICO. OGNI ANNO L'EMISSIONEEVITIAMODI2400TONNELLATEDICO2 PROMUOVIAMO LO SVILUPPO PSICO-MOTORIO E L’INCLUSIONE SOCIALE INCORAGGIAMO LA CREATIVITÀ, IL MOVIMENTO E IL BENESSERE GREEN Il nostro manifesto LEGNOLANDIA s.r.l. Via Nazionale 280 - Forni di Sopra (UD) Fax: +39 0433 info@legnolandia.com88551 - www.legnolandia.com tel. +39 0433 88307
TSPORT 346 REALIZZAZIONI PROJECTREALIZATIONS
Reggiolo (Reggio Emilia) Il nuovo parco Le Pradelle di Cesare Lino
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Rinasce il parco Pradelle di Reggiolo, in provincia di Reggio Emilia, uno degli ultimi interventi terminati e finanziati interamente dalla Regione. Pista skate, percorso fitness e tanto verde caratterizzano questo parco centrale, inaugurato il 16 maggio per ricordare il decimo anniversario del terremoto dell’Emilia, che ha fatto di Reggiolo il simbolo della ricostruzione.
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Il progetto Questi gli elementi alla base del progetto: 1)Importanza di valorizzare il rapporto visivo e di interconnessione dell’ambito Pradelle con la Rocca e Villa Fassati come memoria della conformazione originaria della città medievale composta dal castello circondato da fossato e aree 2)Completareverdi; la rete ciclopedonale del centro storico con l’attraversamento delle Pradelle; 3)Ricostituire un ambito urbano in cui i cittadini Nella pagina precedente, la rocca di Reggiolo e, in primo piano, l’anfiteatro inerbito, con i fianchi in corten. In queste due pagine, in alto, planimetria del parco con il progetto del verde. Qui sopra, sezione della gradonata. Nella pagina a lato, un’aiuola con erbe aromatiche e, a destra, una vista del parco con la siepe di berberis lungo il Cavo Tagliata e, dietro, i giochi e le altre piantumazioni. On the previous page, the fortress of Reggiolo and, in the foreground, the grassed amphitheatre, with corten steel sides. On these two pages, top, plan of the park with the green project. Above, section of the Onsteps.the opposite page, a flower bed with aromatic herbs and, right, a view of the park with the berberis hedge along the Cavo Tagliata and, behind, the games and other planting. area skate cavo Taglaita area wellness
Il parco Pradelle si presenta come un’area di collegamento tra centro e periferia. Un nuovo fulcro urbano e uno spazio di aggregazione, con funzioni ludico-ricreative, percorsi ciclo-pedonali, alberature, spazi attrezzati. Un intervento di riqualificazione urbana all’insegna della piena sostenibilità L’ambitoambientale.delle Pradelle è una zona ai margini del paleoalveo su cui venne eretta la Rocca, rimasto nel tempo a margine dello sviluppo urbano del centro, privo di funzioni e sostanzialmente un vuoto, un non-luogo che interclude il centro storico rispetto all’espansione sud del paese. Un lato dell’area, quello adiacente alla strada, è costituito dall’argine con relativo declivio che porta alla quota di calpestio ribassata di 1,5 m rispetto alla quota della piazza; questo è causa di separazione dell’ambito rispetto al centro. Quest’area di depressione altimetrica rispetto all’intorno è delimitata da infrastrutture stradali sia a nord (via Cantone) che ad est (via Roma), mentre verso ovest confina con la recinzione di un’area edificata. Verso sud l’area delle Pradelle è delimitata in parte dalle recinzioni di un edificato residenziale, ma soprattutto dalla presenza del Cavo Tagliata che ne delimita la consistenza. L’area oggetto di intervento riguarda anche una porzione esterna alle Pradelle al di là del Cavo Tagliata, che comunque risulta collegata, pianeggiante e complanare. Sull’area delle Pradelle insiste un vincolo di tutela ai sensi della vecchia legge 1089/39 per il rispetto della Rocca. Il progetto è stato suddiviso in due lotti funzionali ed autonomi ma tra loro fortemente connessi: prevede una pluralità di interventi tra loro correlati e collegati dai percorsi ciclopedonali stessi, che nell’insieme vanno a caratterizzare e riqualificare l’intero ambito delle Pradelle, creando al contempo una nuova polarità per i cittadini di Reggiolo. Gli interventi si possono così sintetizzare: -riqualificazione del sistema del verde; -verde -predisposizioni-palestrapensile;all’aperto;per allestimenti ed eventi; -percorso ciclopedonale; -aiuole -chiusura-interramento-scalinatafiorite;d’accesso;lineaEnel;diuntrattodel
cavo tagliata e risagomatura -sottoservizi.-illuminazionespondale;pubblica; Lo stato di fatto L’ intera porzione di terreno si trova a quota -2 metri circa rispetto al piano stradale della via Cantone e ne costituisce il fronte per una lunghezza di circa 175 metri. Un tempo tale tratto di strada era delimitata da un filare di platani che per ammaloramenti furono abbattuti. Sul lato opposto attorno a quel che rimane di un tratto del Cavo Tagliata non ancora tombinato si può trovare una zona acquitrinosa profonda circa 2,5 metri, circondata da vegetazione spontanea tipica delle zone umide: canne palustri, cespugli, rovi, salici e anche diversi aceri campestri e una quercia. Vi si trova anche un filare di tigli di impianto successivo. In ogni caso tale ambito viene bonificato per un suo utilizzo come vasca di laminazione a servizio del parcheggio pubblico Tuttaprevisto.l’area Pradelle, complessivamente di circa 11.000 mq, per lungo tempo utilizzata a parcheggio precario con un ingresso di fronte alla Villa Fassati, di cui era una pertinenza, versava in stato di degrado e abbandono; per cui nell’ambito della riqualificazione complessiva post-sisma 2012 dell’intero centro storico, avviata dal Comune di Reggiolo, si è data attuazione alla riqualificazione di tale ambito verde.
Lungo i percorsi ciclopedonali sono collocati 10 tilia platyphyllos, 10 acerus platanoides lungo il piede della scarpata sul lato nord e 5 acer p.crimsonking sul lato ovest per nascondere alla vista la facciata di una villa esistente e creare una zona d’ombra. Questi alberi hanno una distanza di impianto di 8/12 metri e circonferenza minima di 16/18 cm. Vicino alla zona umida del Cavo sono stati previsti 2 salix babylonica. A completamento della scenografia del parco sono collocati arbusti alti: 9 cornus mas, 7 cornus sanguinea, 10 evonimus, 6 tamarix pentandra, distribuite nelle zone vicino alle panchine e sul tratto verso il parcheggio.
sporteimpianti.it PROJECTREALIZATIONS | REALIZZAZIONI 45 possano ritrovarsi e svolgere attività ludico/ sportive/ ricreative/ culturali nel verde; 4)Potenziare e ripristinare il verde urbano quale risorsa ambientale, paesaggistica e di abbellimento della città.
Per formare macchie colorate sulla superficie della scarpata e ai margini del prato, sono stati collocati arbusti bassi: 37 hypericum hidcote, 24 escallonia floribunda, 22 abelia grandiflora Le siepi sono di ligustrum sinensis a coronamento superiore dell’anfiteatro verde quale schermatura verso la via Roma, mentre lungo i confini di proprietà esistenti sono collocate siepi di rosa chinensis mutabilis che non necessita di tagli o manutenzioni particolari. La rosa paesaggistica è posta a dimora nell’aiuola lungo la via Cantone. Sono presenti nel progetto le essenze aromatiche /officinali tipiche del giardino medievale: rosmarinus officinalis, salvia officinalis, timo vulgaris, lavanda officinalis, helicrysum italicum, origanum officinalis, origanum vulgare, origanum majorana, per un totale di mq.4,50 a varietà, disposte nelle fioriere e lungo il percorso ciclabile. Il tappeto erboso è costituito in varietà composta da: 55% lolium perenne, 15% festuca rubra tricofilla, 10% poa pratensis, 20% festuca rubra rubra Il parco urbano è dotato di impianto di irrigazione che per le zone a prato è costituito da irrigatori dinamici tipo pop-up a scomparsa con torretta di 8 cm e molla di rientro in acciaio inox con angolazione di lavoro da 0 a 360 gradi. Per le zone della scarpata e dell’anfiteatro verde si è previsto un impianto a subirrigazione con ala gocciolante autocompensante, costituito da tubo mm 16 e pozzetti d’ispezione. Per le siepi e fioriere è prevista un’ala gocciolante esterna in tubo di polietilene marrone ed erogatori a labirinto per garantire la massima distribuzione. L’impianto d’irrigazione, collegato a un pozzo artesiano a 100 m di profondità, è dotato di programmatore elettronico per la selezione dei tempi di irrigazione delle diverse zone, regolabile da remoto.
Gli elementi che caratterizzano gli arredi sono scelti sulla base della durabilità, facilità di manutenzione e compatibilità con il vincolo di bene culturale e quindi con i materiali presenti e caratterizzanti il Centro Storico dopo l’intervento di riqualificazione della Piazza Martiri e dell’area intorno alla Rocca. L’uso del corten come materiale compatibile già presente nell’intervento di arredo della piazza viene confermato come colore uniformante i vari elementi di arredo: 5 panchine con seduta in pietra, 4 portabiciclette, 2 fontanelle, 4 cestini per rifiuti. Rispetto al progetto che prevedeva due zone per il fitness, si è optato per collocare la palestra all’aperto in una unica zona retrostante l’area sopraelevata centrale della ciclabile. La tipologia degli attrezzi è costituita da elementi tubolari in acciaio di diametro contenuto e colore naturale satinato, poco visibili e perfettamente integrabili nel verde, dotati di app scaricabile con QR code per l’effettuazione corretta dell’esercizio.
La seconda area non più adibita al fitness viene inerbita. La pavimentazione della zona centrale già in progetto in WPV è stata sostituita con la medesima drenante tipo Levocell colore grigio della restante pista, più facilmente manutenibile.
Il progetto di skate park è stato definito in collaborazione con esperti della Federazione Italiana Sport Rotellistici FISR, in modo da rendere l’area effettivamente idonea e funzionale all’utilizzo richiesto. Pertanto, si è ridisegnata la superficie complessiva della pavimentazione rispetto al progetto iniziale, e all’interno di essa l’ubicazione degli attrezzi. Per quanto riguarda la tipologia degli stessi, mentre nel progetto erano previsti elementi in legno-acciaio, facilmente soggetti a degrado, a seguito delle verifiche svolte sono Le opere a verde
Sono state eseguite preliminarmente manutenzioni nelle aree limitrofe al fosso e ove persistono macchie spontanee di arbusti. Lungo la linea di interramento ENEL sono stati rimossi 12 alberi e potati quelli rimanenti danneggiati da tagli incongrui per la presenza della linea elettrica. Le nuove piante messe a dimora sono prevalentemente di tipo autoctono o largamente acclimatato.
Mediante opportuni movimenti di terra è stato così realizzato un anfiteatro inerbito tra i più grandi in Italia, con elementi di seduta in pietra appoggiata su supporto in corten. Una illuminazione a led lungo i gradoni rende attraente questa parte del parco.
www.sporteimpianti.it/altri-impianti/ tieniti aggiornato, leggi gli approfondimenti on-line Dall’alto: la sponda del Cavo; l’anfiteatro in rapporto con la città; un dettaglio dello skatepark; un’aiuola fiorita di rosacee. From above: the Cavo bank; the amphitheatre in relation to the city; a detail of the skate park; a flower bed of rosaceae.
Riqualificazione ambito verde “Le Pradelle”, Reggiolo (Re)
Inaugurazione: maggio 2022 Importo dei lavori: 700.000 euro
TSPORT 346 stati sostituiti con analoghi attrezzi in cemento prefabbricati e imbullonati in appositi alloggiamenti a pavimento, del tutto reversibili. La pista skate prevede la possibilità di 6 evoluzioni diverse, con rampa di partenza Quarter Kids, rampa Bank Kids, banana curb, flatrail, step curb.
Project realizations Reggiolo (Reggio Emilia): The new Le Pradelle Park Skate track, fitness trail and lots of greenery characterise this central park, inaugurated on 16 May to commemorate the tenth anniversary of the Emilia earthquake, which made Reggiolo the symbol of reconstruction. A grassy amphitheatre, one of the largest in Italy, has been created by earth moving, with stone seating elements resting on corten support. LED lighting along the steps makes this part of the park attractive. The elements that characterise the furnishings are chosen on the basis of durability, ease of maintenance and compatibility with the constraint of cultural heritage and therefore with the materials characterising the historic centre. An outdoor gymnasium has been created in an area behind the elevated cycle track. The type of equipment consists of tubular steel elements with a small diameter in a natural satin colour, barely visible and perfectly integrated into the greenery, equipped with a downloadable app with a QR code for the correct execution of the exercise. The skate park project was defined in collaboration with experts from the Italian Federation of Roller Sports (FISR), in order to make the area effectively suitable and functional for the required use. The skate track provides the possibility of 6 different evolutions, with starting ramp Quarter Kids, ramp Bank Kids, banana curb, flatrail, step curb.
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Committente: Comune di Reggiolo (Re) RUP: arch. Domizio Aldrovandi Progettista: Studio Laila Filippi Architetto Impianti: Studio Newton, ing. Nico Pedrelli Inizio lavori: luglio 2021
MANUTENZIONIPRESSOSTATICIETENSOSTRUTTUREOMOLOGATICAMPISPORTIVEPOLIVALENTIAREERECINZIONIPROGETTAZIONERILIEVIA5/7/11PALLONI Siamo la Soluzione per l’Impiantistica Sportiva www.ntssport.it Distributore in Italia di
Rubrica a cura di 5IVE Sport Consulting Business plan è il “documento che definisce obiettivi, strategie, processi, politiche e azioni con orientamento a medio termine e che delinea i risvolti economicofinanziari delle stesse”.
In altri termini un “piano economico finanziario” estraneo a (o privo di) una analisi del business, della modalità con cui eseguire quel business, dell’organizzazione necessaria per il conseguimento degli obiettivi, dei processi produttivi, del contesto di mercato e concorrenziale, costituirebbe una pura lezione quantitativa di possibili flussi di “ricavicosti-entrate-uscite” avulsa però da una possibile sostanziale Questeeseguibilità.sonoleparti di cui normalmente si compone un business -Piano-Piano-Strategia;-Executiveplan:Summary;diMarketingGestionale
Come si può notare il PEF è solo una parte del business plan ed è la sezione che espone i “numeri” dell’idea Parliamoimprenditoriale.di“idea imprenditoriale” e di “business” anche pensando alle attività sportive dilettantistiche svolte da enti (associazioni e società) senza scopo di lucro (ASD e SSD).
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*Dottore commercialista e revisore contabile, Docente della Scuola Regionale dello Sport del Coni Lombardia,Partner 5ive Sport Consulting Srl e Studio Foresta Rossi Pezzini e Associati.
PRIMA PARTE
SPORT CONSULTING Dott. Donato Foresta*
Iniziamo con questo contributo introduttivo l’analisi di un documento fondamentale nella gestione di impianti sportivi pubblici e privati: il Piano Economico Finanziario. Sgombriamo subito il campo da due equivoci: 1.Il Piano Economico Finanziario non è il Business Plan; 2.Il Piano Economico Finanziario è obbligatorio nelle operazioni di partenariato pubblico privato ma è “utile” in tutte le operazioni di investimento nell’impiantistica sportiva. In questo e in altri successivi approfondimenti analizzeremo alcuni degli aspetti tecnici per la costruzione di un Piano Economico Finanziario (PEF), enfatizzandone il valore e l’utilità ai fini del “controllo di gestione”, ma prima ancora le criticità di redazione tra cui quelle riguardanti la puntuale e corretta determinazione dei ricavi ed ancor più dei costi di gestione, dell’impatto fiscale connesso anche al soggetto “giuridico” gestore (srl ordinaria, ASD, SSD, società cooperativa), la scelta del tasso di attualizzazione per il calcolo del valore attuale netto, ed altro ancora. In questa iniziale sede è utile quindi condividere qualche definizione per chiarire i due aspetti “equivoci” con cui abbiamo voluto aprire questa rassegna ed orientarsi così poi nella corretta direzione di lettura. Innanzi tutto è fondamentale comprendere come il PEF non coincida con il “business plan”. Spesso si indicano l’uno e l’altro come fossero sinonimi. In modo del tutto semplice, chiariamo che il PEF è uno degli elementi di cui si compone il business plan. Nella definizione Treccani il business plan è il “documento che definisce obiettivi, strategie, processi, politiche e azioni con orientamento a medio termine e che delinea i risvolti economico-finanziari delle stesse. Si compone tipicamente di due parti fondamentali, una di natura prevalentemente descrittiva, volta a delineare il modello di business, e una prettamente numerico-contabile, tesa a verificare la fattibilità economico-finanziaria dello stesso. La parte descrittiva ha la finalità di introdurre il lettore all’esposizione dei dati economico-finanziari, presentando il business e il suo contesto (analisi competitiva e analisi del prodotto-mercato), le strategie e il posizionamento, l’implementazione del piano operativo. La parte economico-finanziaria, invece, traduce in cifre i dati raccolti nella prima, disponendoli in una serie di prospetti, atti a favorire la valutazione del progetto.” Il business plan si utilizza sia per finalità legate alla pianificazione aziendale sia per la comunicazione verso potenziali finanziatori e/o investitori: è quindi il “documento” completo, che anche quando non obbligatoriamente richiesto, come nelle operazioni di partenariato pubblico privato, è comunque il fondamento del “piano economico finanziario”.
Piano Economico Finanziario; -Assetto Societario.
Il “Piano Economico Finanziario” nelle operazioni di partenariato pubblico privato
Non deve trarre in inganno l’assenza della finalità lucrativa di queste organizzazioni: ciò che rileva - e che ci consente di utilizzare le espressioni “business” e “impresa” - è l’esercizio di una attività rivolta alla collettività, al pubblico con l’attenzione all’economicità gestionale ed all’ottenimento di equilibrio economico e finanziario senza il quale l’attività stessa non potrebbe esserci o continuare ad essere. L’altro equivoco di cui si diceva all’inizio riguarda l’obbligatorietà del PEF. Il PEF è richiesto quale documento obbligatorio da presentare alla Pubblica Amministrazione, generalmente ai
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In altri termini l’affidamento in gestione di un impianto sportivo pubblico da parte della Pubblica Amministrazione concedente al privato concessionario è sempre subordinato alla presentazione alla Pubblica Amministrazione stessa di un Piano Economico Finanziario. Di contro, riteniamo indiscutibilmente “utile” per qualsiasi soggetto che intendesse gestire un impianto sportivo privato predisporre un business plan con il suo piano economico finanziario al fine di un’analisi completa preventiva della futura gestione. Attenzione però che anche in questi casi la predisposizione quanto meno del piano economico finanziario diventa necessaria quando si dovesse accedere ai finanziamenti bancari, stante appunto la necessità per gli istituti bancari finanziatori dell’analisi economica e finanziaria preventiva del progetto. Il piano economico finanziario, e ancor di più se supportato dal business plan, diventa inoltre uno strumento di “controllo di gestione” che informa l’azione futura consentendone, con un adeguato monitoraggio, l’analisi degli scostamenti dei risultati ottenuti rispetto ai dati previsionali, utile per adeguare le scelte operative successive. Tutti gli operatori gestori di impianti sportivi in possesso di un PEF iniziale possono in altri termini confrontare i propri risultati conseguiti nei vari esercizi di gestione con il PEF originario per valutare le differenze, in più o in meno, rispetto ai rendimenti previsti, potendo in tal modo intervenire per correggere, adeguare la propria azione o rilevare la correttezza delle previsioni medesime o constatare la prudenza delle previsioni stesse rispetto a risultati maggiormente più lusinghieri ottenuti. Il PEF si compone dei seguenti tre documenti: -Stato patrimoniale; -Conto Il-RendicontoEconomico;Finanziario.primocontieneglielementi patrimoniali e finanziari dell’iniziativa (crediti, debiti, finanziamenti, investimenti); il secondo espone i ricavi e i costi annuali previsionali; il terzo mostra il “perché” al termine di ogni esercizio sussista una determinata giacenza di liquidità, dando come risultato finale appunto la liquidità al termine di ciascun esercizio e rappresentando in quali aree operative dell’attività annuale si è avuta un’entrata di liquidità (o una mancata uscita, come nel caso dei “debiti”) e in quali invece si è rilevata un’uscita di liquidità (o una mancata entrata, come nel caso dei L’assenza“crediti”).di uno di questi tre documenti priva di significato l’analisi preventiva. Spesso, infatti, si ricorre ad un’analisi previsionale basata sul solo Conto economico, creando così una carenza informativa e programmatica su aspetti rilevanti, tra cui, in particolare, investimenti e liquidità.
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sporteimpianti.it CONSULTING Comuni, in sede di attivazione di una delle procedure di partenariato pubblico privato di cui al D.Lgs. 18 aprile 2016, n. 50 (c.d. “codice dei contratti pubblici”), tra cui il project financing (finanza di progetto, ex art. 183), il leasing in costruendo (locazione finanziaria di opere pubbliche o di pubblica utilità, ex art.187) e più in generale in tutte le procedure citate nell’art. 180 del codice dei contratti pubblici, in cui vi è il richiamo all’art. 165 del codice medesimo riguardo alle “concessioni” per le quali viene sempre prevista la sussistenza di un “piano economico finanziario”.
obbligatoria richiesta dall’art.183 del codice degli appalti da parte di idonea società di revisione, dall’altro sarebbe vieppiù necessario che anche la Pubblica Amministrazione fosse sempre più in grado di “leggere” il contenuto dei numeri e delle previsioni al fine di un più adeguato riscontro rispetto ai propri obiettivi di pubblico interesse. Ciò anche eventualmente con maggior ricorso a supporti esterni o a momenti formativi ove non sussistessero adeguate qualifiche interne all’Amministrazione in grado di “tradurre” i numeri, benché asseverati, in termini di “coerenza” con gli obiettivi dell’Amministrazione stessa. Il secondo è che la redazione del PEF richiede necessariamente competenze plurime e integrate che uniscano sia la conoscenza degli sport da praticare nell’impianto, sia la conoscenza degli aspetti amministrativi e fiscali riguardanti specificamente tre ambiti: l’ambito tributario e specificamente quello di corretta determinazione delle imposte correlate alla gestione (dall’IVA all’IRES e all’IRAP) coerentemente al soggetto giuridico gestore (con evidenti differenze tra società di capitali “pure” e società di capitali senza scopo di lucro e associazioni sportive), l’ambito dei costi di gestione connessi alle utenze (differenziali per le diverse tipologie di impianti: palazzetti, stadi, piscine, palestre, impianti outdoor), l’ambito dei costi del personale (dipendenti, collaboratori, free lance). Il tutto nel bel mezzo della possibile entrata in vigore di due riforme già scritte e non ancora applicabili ma certamente di interesse per gli operatori dello sport: la Riforma del Terzo Settore (D.Lgs. 117/2017) e la Riforma dello Sport (DD. Lgs. 36, 37, 38, 39, 40/2021). Si rinvia quindi al prossimo approfondimento riguardante l’area dei ricavi di gestione. Il PEF si compone dei seguenti tre documenti: •Stato •Rendiconto•ContopatrimonialeEconomicoFinanziario (1 - continua)
Al fine poi di sintetizzare i risultati economici, finanziari e patrimoniali previsionali, il PEF espone anche degli indicatori, tra cui gli indici di rendimento (valore attuale netto) e gli indici di bancabilità (LLCR e DSCR) di cui tratteremo in un successivo approfondimento. In questa iniziale introduzione di “cornice” del significato e del valore del PEF ci limitiamo ad aggiungere due ultimi aspetti. Il primo è che se da un lato il soggetto privato (ASD, SSD, Srl ecc.) realizza il PEF per le operazioni di partenariato pubblico privato convenendone le dinamiche con il redattore dello stesso ed ottenendone una sorta di certificazione di qualità delle previsioni esposte grazie all’”asseverazione”
Quali sono i vantaggi legati alla verifica del progetto da parte di un soggetto indipendente? Va da sé che il progetto - di costruzione o riqualificadeve avere tutte le caratteristiche per soddisfare le esigenze e le aspettative dei committenti e dei futuri utenti.
INTERVISTE INTERVIEWS
Lo stadio Dall’Ara di Bologna è in fase di riqualificazione. Qual è il ruolo di Bureau Veritas su tale intervento? Il Comune di Bologna, attraverso una gara pubblica, ha affidato all’ATI guidata da Bureau Veritas Italia la verifica del progetto definitivo di ristrutturazione ed ammodernamento dello Stadio Renato Dall’Ara. La proposta di riqualificazione da parte dell’attuale concessionario dell’immobile di proprieta’ comunale costituisce l’opportunita’ di restituire alla citta’ uno stadio moderno, riqualificato, con la totale copertura delle tribune - elemento di qualificazione estetica e funzionale dell’impianto - che vede anche l’avvicinamento delle tribune al campo di gioco; al contempo intende realizzare un intervento rispettoso della storia, trattandosi di un
La verifica di progetto: una garanzia di terza parte a beneficio della collettivitàLacostruzionedi un nuovo impianto sportivo o un intervento di riqualificazione dell’esistente rappresenta un grande valore per la collettività: per gli utenti, che godono di nuove o più moderne infrastrutture e luoghi di aggregazione; per le pubbliche amministrazioni, che offrono una risposta alle esigenze dei cittadini, di natura sportiva, ricreativa, sociale e culturale; per i privati, che concretizzano nuove opportunità di business in un mercato - quello dello sport e più in generale del benessere - molto appetibile ed in continua crescita. Ne parliamo con l’ingegnere Alessandro Chiappa, Sales Manager Construction Services di Bureau Veritas. con Alessandro Chiappa di Bureau Veritas a cura della Redazione 346 Nelle immagini in basso, lo Stadio dall’Ara di Bologna allo stato attuale (al centro) e nel progetto dello Studio GAUArena.
A colloquio
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Il beneficio di immagine associato alla realizzazione dell’intervento è solo pari al rischio reputazionale, in caso di significativi ritardi o, peggio, interruzioni. In questo contesto, l’attività di verifica del progetto da parte di un soggetto terzo indipendente, quale Bureau Veritas, offre una garanzia a tutti gli stakeholder, permette di intercettare eventuali incongruenze, scongiurare intoppi nell’esecuzione e conseguentemente avere una maggiore garanzia di rispetto dei tempi e dei costi dell’opera.
Bureau Veritas mette inoltre a disposizione una propria piattaforma web dedicata, ideata e implementata da persone con oltre 15 anni di esperienza nello specifico settore della verifica progetto. Il “tool” opera attraverso moduli, e permette di registrare l’esito del contraddittorio con i progettisti, la redazione di report per ambiti specialistici, evidenziare le criticità riscontrate in singoli documenti progettuali, esprimere un parere complessivo in riferimento a ciascun ambito specialistico oggetto di verifica (proponendo anche soluzioni che consentano di superare le eventuali criticità rilevate) ed emettere infine il Rapporto conclusivo. La piattaforma web permette la gestione della documentazione prodotta da tutti i soggetti impegnati sulle attività di progettazione, al fine di garantire la costante disponibilità, la conservabilità e l’accessibilità di tutti i documenti prodotti sia in itinere sia in emissione finale.
bene architettonico tutelato ed in stretta connessione fisica e spaziale con il portico di San Luca, uno dei tratti dichiarati patrimonio dell’umanita’ dell’Unesco. L’attivita’ di verifica di Bureau Veritas quindi supporta l’Amministrazione al fine di ottenere una progettazione rispettosa delle tutele e attenta alla qualita’ edilizia, impiantistica e di fruizione dell’impianto.
on-line sporteimpianti.it INTERVIEWS | INTERVISTE 51
Entro quali limiti si svolge l’attività di Bureau Veritas? Bureau Veritas è ente accreditato dal 2001 come Organismo di Ispezione di terza parte indipendente nel settore delle costruzioni ed è quindi società “autorizzata” a svolgere le verifiche dei progetti di opere pubbliche - finalizzata alla validazione - senza limiti di soglia. Anche in ambito privato sempre più committenti hanno colto la rilevanza dell’intervento di un ente di terza parte: quale miglior garanzia per sé e per l’utenza di aver coinvolto un soggetto riconosciuto per la sua competenza a livello nazionale ed internazionale? In dettaglio, cosa offre Bureau Veritas nell’ambito della verifica di progetto? Bureau Veritas Italia effettua il controllo sulla totalità degli elaborati grafici e delle relazioni, attestando la rispondenza a quanto previsto dagli strumenti urbanistici e dalle altre normative di settore aventi incidenza sulla disciplina dell’attività edilizia (norme antisismiche, di sicurezza, antincendio, igienico-sanitarie, norme relative all’efficienza energetica, di tutela dal rischio idrogeologico, disposizioni contenute nel Codice dei beni culturali e del paesaggio, norme CONI e regolamenti federali, ecc.). Con il suo network di esperti, Bureau Veritas Italia è in grado di verificare i progetti sotto ogni profilo, proponendo un gruppo di lavoro composto da specialisti specifici per ogni aspetto progettuale; ad esempio per la verifica del progetto definitivo di ristrutturazione ed ammodernamento dello Stadio Renato Dall’Ara sono state utilizzati 22 ispettori suddivisi nelle seguenti aree di competenza: Edilizia ed Inserimento ambientale (con all’interno esperto di impianti sportivi e norme CONI, esperto CAM edilizia, ecc.), Strutture, Viabilità e parcheggi, impianti tecnici e prevenzione incendi, Sicurezza e gestione del cantiere, Aspetti economici e legali.
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rigenerazione urbana #28 a cura di Bruno Grillini Speciale STORIA , URBANISTICA , PIANI , PROGETTI , REALTÀ ... URBAN REGENERATION REPORT | S PECIALE R IGENERAZIONE U RBANA 53 TSPORT 346 Lo sviluppo della città oggi dipende dalla capacità di reinventare l’uso degli spazi dismessi, sottoutilizzati o degradati, mettendo a sistema interessi e opportunità di diversa natura. Obiettivi pubblici ed obiettivi privati convergeredevonoper una vera RIGENERAZIONE degli spazi urbani. La funzione sportiva - e del leisure in generepuò essere una delle soluzioni per il riuso di parti di città, mettendo in relazione virtuosa la sostenibilità economica degli interventi e la loro utilità sociale.
Secondo: con la “definizione degli interventi” edilizi; tra i quali, al punto e) dell’art. 31: “interventi di ristrutturazione urbanistica, quelli rivolti a sostituire l'esistente tessuto urbanisticoedilizio con altro diverso mediante un insieme sistematico di interventi edilizi anche con la modificazione del disegno dei lotti, degli isolati e della La vecchia e la Urbanisticanuova 346 Nella pagina precedente, murale di Alice Pasquini sulle pareti del Casilino Sky Park a Roma (articolo da pag. 84). On the previous page, mural painting by Alice Pasquini on the walls of the Casilino Sky Park in Rome (article from page 84).
C’era una volta la Legge Urbanistica (la n. 1150 del 17 agosto 1942), che, per inciso, è tuttora in vigore. A suo modo innovativa, disciplinava “ l'assetto e l'incremento edilizio dei centri abitati e lo sviluppo urbanistico in genere nel territorio del Regno ”, introducendo i Piani Regolatori Generali quando i Comuni erano dotati essenzialmente di un Regolamento Edilizio corredato di Programma di PremessoFabbricazione.che fino agli anni ’90 molti Comuni non erano ancora dotati di PRG, l’impostazione della legislazione urbanistica era indirizzata a governare l’espansione edilizia, attraverso il metodo della “zonizzazione” in aree destinate a funzioni diversificate. Unica innovazione significativa, nel corso degli anni, fu l’introduzione degli “standard urbanistici” con il D.M. 1444 del 2 aprile 1968, il quale dettava la quantità minima di spazi che ogni Piano Regolatore doveva assicurare all’uso pubblico. In questo quadro generale, in cui il consumo di suolo era dato per scontato, qualche novità cominciava ad emergere con la legge 457 del 5 agosto 1978, “Norme per l’edilizia residenziale”. In che senso? Primo, con l’istituzione dei Piani di Recupero: un embrione della necessità di agevolare il riuso del patrimonio edilizio esistente invece di creare nuovi volumi edilizi su aree libere.
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Nel frattempo, un disegno di legge in materia di rigenerazione urbana - il numero 1131 -, già fermo da tempo nelle Commissioni parlamentari, si sbloccava solo nel marzo 2021, dopo che la materia è stata sganciata da quella del consumo di suolo cui era collegata, approdando con un testo unificato all’adozione da parte della Commissione territorio e ambiente. Il 1 marzo di quest’anno, però, la Ragioneria dello Stato ha bocciato il testo rimandandolo all’esame del Senato, con motivazioni soprattutto (ma non solo) di tipo economico-finanziario: ha ritenuto, infatti, mancante la copertura per consentire le numerose agevolazioni che verrebbero concesse ai privati coinvolti negli interventi di rigenerazione urbana (esenzione dalla TARI, estensione di vari bonus edilizi, detrazioni Irpef, riduzione della tassa per l’occupazione del suolo pubblico, ecc). Parallelamente, alcune Regioni avevano cominciato a disporre l’erogazione di contributi a favore di interventi di rigenerazione urbana, interpretati in modi differenti e non sempre efficaci, spesso imperniate sull’incentivazione attraverso bonus volumetrici: Regione Lombardia con la LR 18/2019, le cui graduatorie sono state approvate nel marzo 2022; Regione Piemonte, con la L.R. 16/2018. Altre Regioni hanno inserito riferimenti alla rigenerazione all’interno delle loro leggi urbanistiche; antesignana fu la Regione Puglia che con la L.R. n. 21/2008, “Norme per la rigenerazione urbana” ha introdotto i Programmi integrati di Rigenerazione Urbana (PIRU), che “comportano un insieme coordinato d’interventi in grado di affrontare in modo integrato problemi di degrado fisico e disagio socio-economico”. I vari provvedimenti, varati o in itinere, che si vestono del tema “rigenerazione urbana”, e in particolare il disegno di legge di cui sopra, hanno suscitato i commenti e le perplessità da parte dei settori interessati: si sono espressi il CNAPCC, l’ANCI, l’ANCE, i sindacati, ecc. Al di là dei distinguo che ogni categoria ha messo in campo per lamentare carenze e deviazioni nei contenuti della futura legge, appaiono univoci quelli che dovrebbero essere gli obiettivi di un’autentica rigenerazione urbana: 1)le aree dismesse, abbandonate e degradate devono essere rigenerate con nuove funzioni, orientate ad implementare il benessere e la salute dei cittadini; 2)le aree libere aperte all’interno delle città devono essere trasformate in corridoi verdi, ciclabili, pedonabili e con campi da gioco, allontanando i veicoli e la viabilità di attraversamento; 3)i quartieri residenziali degradati devono essere riabilitati sia fisicamente che socialmente attraverso interventi di riqualificazione e inserimento di strutture pubbliche e servizi.
Nella pagina sinistra, in alto, variante generale al PRG di Milano, 1980. In basso, PRG di Belluno, 1996. Qui a sinistra, dettaglio dal PRG di Roma, 1962. Sopra, masterplan del progetto MIND, rigenerazione dell’area occupata dall’Expo Milano 2015. On the left page, top, general variant to Milan's PRG, 1980. Below, PRG of Belluno, 1996. Left, detail from Rome's PRG, 1962. Above, masterplan of the MIND project, regeneration of the area occupied by Expo Milano 2015.
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rete stradale”. Recupero del tessuto urbano esistente, e ristrutturazione urbanistica: ce li abbiamo da 44 anni, cosa c’è dunque di nuovo quando parliamo di “rigenerazione urbana”?
“Con il termine rigenerazione urbana si fa riferimento ai programmi di recupero e riqualificazione del patrimonio immobiliare e degli spazi su scala urbana volti a garantire tra l'altro la qualità dell’abitare sia dal punto di vista ambientale sia sociale, anche con riferimento alle aree urbane e alle periferie più degradate. Si tratta di interventi che, rivolgendosi al patrimonio edilizio, intendono porre attenzione altresì al tema della salvaguardia di assetto del territorio, ambiente e paesaggio; le politiche per la rigenerazione urbana sono connesse anche con il tema della riduzione del consumo di suolo, poiché mirano a recuperare e restaurare il patrimonio edilizio esistente regolando invece il ricorso al consumo di ulteriore suolo edificabile” (Dalla premessa al Dossier del Senato che illustra il testo unificato dei Disegni di Legge su “Misure per la rigenerazione urbana”, marzo«Rigenerazione2021) urbana»: un complesso sistematico di trasformazioni urbanistiche ed edilizie in ambiti urbani su aree e complessi edilizi caratterizzati da degrado urbanistico, edilizio, ambientale o socio-economico, che non determinino consumo di suolo, e secondo criteri che utilizzino metodologie e tecniche relative alla sostenibilità ambientale, anche mediante azioni di rinaturalizzazione dei suoli consumati in modo reversibile, con il recupero dei servizi ecosistemici persi tramite la deimpermeabilizzazione, la bo-nifica, l'innalzamento del potenziale ecologico-ambientale e della biodiversità urbana. (Art. 2 del Disegno di Legge)
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Norme e provvedimenti a favore della Rigenerazione Urbana Sul piano normativo, il tema della rigenerazione urbana compare nell’art. 5 del D.L. 32/2019 (detto “Sblocca cantieri”) che introduce modifiche al Testo Unico dell’Edilizia (D.P.R. 380/2001) “volte a favorire la rigenerazione urbana, la riqualificazione del patrimonio edilizio e delle aree urbane degradate, la riduzione del consumo di suolo, lo sviluppo dell'efficienza energetica e delle fonti rinnovabili e il miglioramento e l'adeguamento sismico del patrimonio edilizio esistente, anche con interventi di demolizione e ricostruzione”. Il Decreto Legge risponde alla nuova sensibilità nei confronti del consumo di suolo e, contemporaneamente, degli obiettivi di efficienza energetica, cominciando a dare atto della necessità di riqualificare le aree urbane “degradate”, con un approccio però ancora limitato alla progettualità materiale e timido circa l’aspetto sociale del problema. Poco dopo, con la Legge di Bilancio 2020 (legge 27 dicembre 2019 n. 169) è stata prevista, per gli anni dal 2021 al 2034, l'assegnazione ai Comuni di 8,5 miliardi di euro destinati a progetti di rigenerazione urbana “volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale”.
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I Piani Urbani Integrati delle Città metropolitane Il PNRR assegna poi 2,7 miliardi per interventi di rigenerazione urbana nelle città metropolitane (Decreto del 6 dicembre 2021), attraverso i Piani Urbani L’obiettivoIntegrati.delprogramma è “l’assegnazione di risorse alle città metropolitane finalizzate a favorire una migliore inclusione sociale riducendo l’emarginazione e le situazioni di degrado sociale, promuovere la rigenerazione urbana attraverso il recupero, la ristrutturazione e la rifunzionalizzazione ecosostenibile delle strutture edilizie e delle aree pubbliche, nonché sostenere progetti legati alle smart cities, con particolare riferimento ai trasporti e al consumo energetico”. Questa linea, sposando il concetto di una pianificazione di più ampio respiro, poteva essere ancora più idonea della precedente a innescare interventi di vera e propria rigenerazione. Le relative risorse sono state assegnate con decreto del ministro dell'Interno del 22 aprile 2022, di concerto con il ministro dell'Economia e delle Finanze, ai 31 piani urbani integrati (PUI) presentati dalle città metropolitane in attuazione della linea di progetto «Piani Integrati - M5C2Investimento 2.2» per un importo complessivo di 2.703.730,488 euro. Le progettualità avrebbero dovuto riguardare investimenti finalizzati al “miglioramento di ampie aree urbane degradate e alla rigenerazione e rivitalizzazione economica, con attenzione particolare alla creazione di nuovi servizi alla persona e alla riqualificazione delle infrastrutture, permettendo la trasformazione di territori vulnerabili in città intelligenti e sostenibili”, -manutenzioneattraverso:perilriuso e la rifunzionalizzazione ecosostenibile di aree pubbliche e di strutture
In alto, l’area Tour & Taxis a Bruxelles, Belgio, vasto intervento di rigenerazione urbana della vecchia area industriale (foto by Extensa). In basso, masterplan dell’area Seimilano, in zona Bisceglie (progetto Cucinella Architects).
Above, the Tour & Taxis area in Brussels, Belgium, a vast urban regeneration project of the old industrial area (photo by Extensa). Below, masterplan of the Seimilano area, in the Bisceglie district (project by Cucinella Architects).I
La rigenerazione e il PNRR A seguito dell’improvvisa e inattesa svolta imposta alla pianificazione economico-finanziaria europea dalla pandemia dopo il 2020, anche l’Italia ha dovuto confezionare il suo Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Nel PNRR un’attenzione particolare è riconosciuta agli interventi di rigenerazione urbana, anche come strumento di supporto all'inclusione soprattutto giovanile, e al recupero del degrado sociale e ambientale. Il documento affida peraltro un ruolo strategico alla riqualificazione delle strutture sportive, volte a garantire il potenziamento del ruolo dello sport ai fini della inclusione e della integrazione sociale. Il PNRR mette a disposizione per lo sport due programmi: “Sport e inclusione sociale”, dotato di 700 milioni; e “potenziamento delle infrastrutture sportive scolastiche” con 300 milioni. E tuttavia, nei programmi per la rigenerazione urbana per i quali sono già stati pubblicati gli esiti, un’ampia parte dei progetti proposti e finanziati ha per oggetto l’impiantistica sportiva, in quanto capace di “miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale”. L'investimento 2.1 della Missione 5 (M5-Inclusione e Coesione), Componente 2 (C2-Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e Terzo settore) coinvolge 300 Comuni sopra i 15.000 abitanti che non sono capoluoghi di provincia né città metropolitane e si focalizza su rigenerazione urbana e housing sociale (investimento 2) attraverso interventi finalizzati a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale e a migliorare la qualità del decoro urbano (investimento 2.1). I fondi ammontano complessivamente a 3.300 milioni. Gli interventi ammessi potevano infatti riguardare: manutenzione per il riuso e rifunzionalizzazione di aree pubbliche e di strutture edilizie esistenti pubbliche per finalità di interesse pubblico; -miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale, anche mediante interventi di ristrutturazione edilizia di immobili pubblici, con particolare riferimento allo sviluppo dei servizi sociali e culturali, educativi e didattici, ovvero alla promozione delle attività culturali e sportive; -mobilità sostenibile. È indiscutibile che tra le aree e strutture pubbliche da riqualificare una larga parte sia destinata allo sport, e che lo sport rientri tra i servizi ed attività di interesse sociale. Insieme a progetti che riguardano musei, chiese e teatri, troviamo così la ristrutturazione di piste di atletica e campi di calcio, come il rifacimento di aree playground, o anche la semplice sostituzione di manti in erba sintetica o manutenzione straordinaria di spogliatoi. Si potrebbe obiettare che il quadro complessivoparlando di questo specifico programma - appare tutt’altro che “strategico”: è vero che le risorse sono spalmate in modo da tentare un riequilibrio fra aree territoriali disomogenee, e certamente chi ha selezionato i progetti ha verificato la rispondenza ai principi del contributo all’obiettivo climatico e digitale (tagging), degli indicatori fisici di realizzazione (efficientamento energetico e superficie dell’intervento), dei Criteri Ambientali Minimi (CAM), del minimo danno ambientale (DNSH, Do Not Significant Harm); manca però una regia capace di orientare la progettualità verso un omogeneo sistema di interventi, leggibili, a obiettivo raggiunto, su scala nazionale. Nel 2026 (se tutti vanno in porto) avremo probabilmente 1.784 luoghi ristrutturati, sparsi per l’Italia, suddivisi tra decine di campetti sportivi, decine di municipi, di teatri, di musei; ma forse non un “generalizzato miglioramento del decoro urbano”.
sporteimpianti.it URBAN REGENERATION REPORT | SPECIALE RIGENERAZIONE URBANA 57 edilizie pubbliche esistenti per finalità di interesse -miglioramentopubblico; della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale, anche attraverso la ristrutturazione degli edifici pubblici, con particolare riferimento allo sviluppo e al potenziamento dei servizi sociali e culturali e alla promozione delle attività culturali e sportive; -interventi finalizzati a sostenere progetti legati alle smart cities, con particolare riferimento a trasporti e consumo energetico, per migliorare la qualità ambientale e l'avanzamento digitale delle aree urbane sostenendo le tecnologie digitali e quelle che producono minori emissioni di CO2. Come si evince dalle indicazioni programmatiche, la necessità di introdurre nuove funzioni, e la priorità verso quelle destinate al benessere dei cittadini, fa sì che l’impianto sportivo, a tutte le scale, svolga un ruolo di primo piano come attore della vera “rigenerazione”. Va rilevato comunque che, accanto a Piani Integrati che appaiono effettivamente efficaci dal punto di vista strategico, tra quelli beneficiari delle risorse in questione viene talvolta dimenticato il vero senso della “rigenerazione”; e lo sport, quando compare, riesce a sfruttare l’occasione per poter assorbire le risorse che gli son necessarie pur in un quadro poco organico, foriero della tipica irrorazione di fondi “a pioggia”. Qualche esempio. Nei titoli dei 31 Piani Integrati, lo sport compare esplicitamente in quattro casi.
PUI 31 - Venezia: Più SPRINT (Piano Integrato Urbano per SPort Rigenerazione Inclusione Nel Territorio…) I Comuni interessati sono 28, e l’importo finanziato dal PNRR sarà di 139.637.277 euro su 333.792.685 di costi totali. Nei singoli Comuni partecipanti, gli interventi locali riguardano per lo più ristrutturazioni e rifunzionalizzazioni di impianti sportivi L’interventoesistenti.più significativo riguarda invece il “Bosco dello Sport”, alle spalle dell’aeroporto di Tessera, comprensivo di uno Stadio da 16.000 posti e un’Arena da 10.000, che assorbirà i due terzi delle risorse. “Nel Bosco dello Sport vi troveranno luogo nuove architetture sportive di eccellenza programmate secondo i più attuali criteri di sicurezza, engagement ed efficienza, oltre che partecipazione interattiva, anche per finalità di aggregazione socio-culturale, ma altresì impianti e dotazioni per la pratica sportiva amatoriale quotidiana, spazi di formazione, ricerca e divulgazione in un contesto naturale integrato”. Un progetto già da tempo nel cassetto, ma che per essere coerente con il concetto della rigenerazione urbana (e con molti dei princìpi stessi del PNRR) ha un difetto: comporta di fatto – a dispetto del nome che gli è stato dato - l’urbanizzazione di una vastissima area attualmente agricola e che non necessita in realtà di alcuna “rigenerazione”. n questa pagina, il progetto “Bosco dello Sport”, proposto dalla Città Metropolitana di Venezia nel quadro del Piano Urbano Integrato “PiùSPRINT”. Dall’alto: masterplan; ipotesi di ambientazione del nuovo stadio (sulla sinistra l’arena); ortofoto dell’area di Tessera, allo stato attuale e con il progetto inserito. This page, the 'Bosco dello Sport' project, proposed by the Metropolitan City of Venice as part of the 'PiùSPRINT' Integrated Urban Plan. From top: master plan; hypothesis of the new stadium setting (on the left the arena); orthophoto of the Tessera area, in its current state and with the project included.
PUI 27 - Roma: Poli di sport, benessere e disabilità “Il sistema dei poli di sport, benessere e disabilità, abbraccia 63 comuni della Città metropolitana con altrettanti interventi concepiti come un sistema unitario a rete costituito da infrastrutture puntuali e lineari distribuite, con un’ampia gamma di discipline sportive, con particolare attenzione agli sport minori”. Gli interventi nei 63 Comuni hanno ad oggetto: il miglioramento dell’efficienza energetica; il miglioramento funzionale dell’esistente; la rifunzionalizzazione di aree e strutture esistenti; la realizzazione di infrastrutture lineari, come percorsi ciclopedonali e sentieristici. L’importo totale del Piano Integrato ammonta a euro 59.336.511. Qui si interpreta la strategia come una costellazione di interventi che sono legato tra loro solo conLocettualmente.sport,comunque, si ritrova anche in altri PUI proposti da Roma: ad esempio nel Piano Urbano Integrato del Corviale (PUI 24), operazione certamente più interessante, che tenta effettivamente il recupero non solo edilizio del noto quartiere satellite imperniato sullo “steccone” residenziale lungo un km. Nel Piano (ripreso da un’idea progettuale dell’architetto Laura Peretti) sono previsti specifici interventi di completamento e realizzazione di servizi pubblici, imperniati su una piazza integrata in un “sistema del benessere, della salute e dello sport” con palestre e campi sportivi, incluso il completamento di un palazzetto. Altro esempio è il Piano per Tor Bella Monaca (PUI 28), area in cui era già partito un progetto guidato dall’Università Sapienza che aveva ottenuto finanziamenti nell’ambito del Pinqua, ora esteso verso Tor Vergata dove verrebbe ristrutturata la “Vela” incompiuta di Santiago Calatrava.
PUI 7 - Firenze: Sport e benessere - Next re_generation Firenze 2026 I Comuni interessati nella città metropolitana fiorentina sono 7. Progetto cardine è la riqualificazione dello stadio Artemio Franchi compreso nel più ampio disegno di rigenerazione dedicata allo sport nel quartiere.
Il piano prevede poi “una serie di interventi a rete funzionalmente e strategicamente unitari sulla base di strategie su scala metropolitana che riescano ad aggregare comuni, piccoli e medi, quali attuatori dei singoli interventi di dimensioni contenute ma di elevato impatto complessivo rivolgendosi a fruitori di tipo sovracomunale”. Anche per la Città metropolitana di Firenze, gli interventi nei Comuni limitrofi sono, di fatto, singole riqualificazioni di impianti sportivi esistenti.
58 TSPORT 346 Come è possibile? Semplicemente interpretando come migliorativo un programma rispetto ad un altro, non attuato, che avrebbe consumato più suolo. La variante per la Terraferma del PRG di Venezia del 2008 classificava - giustamente - l’intera zona in “verde agricolo estensivo” e solo una piccola parte come “sport e spettacolo”. Senza entrare qui nel dettaglio delle scelte che si sono succedute negli anni successivi, finalizzate prima a realizzare un Casinò, poi a consentire la costruzione di un nuovo stadio, con una variante del 2015 l’Amministrazione (peraltro commissariata) sceglieva di valorizzare le aree di sua proprietà per una superficie di 32 ettari ad ovest della bretella stradale assegnando una destinazione d’uso “commerciale/direzionale/turistica”, con una superficie lorda di pavimento edificabile di 152.780 mq, pari a circa 600.000 mc. Oggi, con l’occasione dei fondi PNRR, l’area può essere riutilizzata con finalità pubbliche senza la necessità di svenderla a scopo commerciale. Così, un progetto che copre con 41,5 ettari di area sportiva e 16 di infrastrutture aree che sono attualmente agricole, diventa “migliorativo” e “rigenerante” rispetto a quello che si sarebbe potuto fare e non si è fatto.
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Nelle pagine seguenti approfondiremo alcune storie, del presente e del passato, in Italia e all’estero, in cui cercheremo di coniugare correttamente lo sviluppo dell’impiantistica sportiva con le potenzialità della rigenerazione urbana.
PUI 20 - Napoli: Un nuovo sistema per lo sport e l’inclusione sociale per l’area interna Vesuvio-nolana Il Piano si compone di 19 interventi in 13 Comuni, “luoghi capaci di costituirsi come una serie omogenea sul territorio”; descrivibile come “un coerente e sistematico complesso di interventi suddivisi su due differenti layer - il primo dedicato allo sport, al free time e ai servizi alla persona e il secondo, invece, teso alla sistematizzazione di una rete di mobilità sostenibile - entrambi si pongono l’obiettivo di recuperare l’esistente azzerando il consumo del suolo”. Anche in questo caso, la rigenerazione territoriale avviene “a partire da specifici interventi di riqualificazione, ristrutturazione e rifunzionalizzazione di edifici per lo sport” esistenti, ma anche di altri edifici pubblici come l’adeguamento della ex Chiesa di San Giorgio Martire da destinare ad attività di spettacolo a Liveri o la rifunzionalizzazione di Palazzo Santangelo di Pollena Trocchia. Il ruolo dell’impiantistica sportiva nei progetti di rigenerazione urbana Le aree dismesse che saranno riconvertite all’edilizia residenziale dovranno prevedere necessariamente una buona percentuale di superficie a servizi; interi settori di rigenerazione possono essere occupati da grandi impianti sportivi; a scala locale, gli interventi migliorativi dei quartieri residenziali periferici, così come la conversione degli spazi viabilistici esistenti, vedono già sin da oggi il ruolo dell’impianto ludico/sportivo alla portata di tutti. Ecco dunque che - sia dove è esplicitamente richiamato, sia nei bandi in cui si lascia al promotore la scelta di come attuare l’intervento di rigenerazione - l’impianto sportivo è sempre in prima linea quale possibile beneficiario delle opportunità (progettuali ed economico-finanziarie) offerte dalle leggi statali, regionali, europee. Se vogliamo guardare allo stato degli impianti sportivi in Italia, e non solo nel “depresso” mezzogiorno, è doveroso ammettere che i Comuni si sono mossi bene, approfittando dell’occasione del PNRR per spingere progetti che spesso hanno già nel cassetto e che aspettano solo le risorse necessarie per essere realizzati. Hanno fatto bene, quindi, senza aspettare i 700 milioni del programma “Sport e inclusione sociale”, ad inserire gli impianti sportivi nei programmi di rigenerazione urbana. Sarebbe bello però non perdere di vista il tema originario: la rigenerazione urbana passa anche dalla ristrutturazione degli spogliatoi di un centro sportivo comunale, ma non può essere solo questo. L’argomento è stato discusso nel ricco seminario di Sport&Impianti che si è svolto on line il 18 luglio, e del quale diamo conto qui di seguito.
Nella pagina sinistra, Piano Urbano Integrato per l’area di Campo di Marte, Firenze; masterplan e rendering con lo stadio Franchi rinnovato (Arup). In questa pagina, in alto, la “vela” di Calatrava incompiuta alla periferia di Roma. Al centro a sinistra, la rosa dei Comuni inclusi nel Piano Urbano Integrato di Roma “Poli di Sport, benessere e disabilità” (foto Ronin-espada); a destra, schema progettuale relativo al quartiere del Corviale. In basso a destra, modello dell’area di Porta Nuova a Milano, una rigenerazione urbana attuata negli ultimi dieci anni (foto Luca Nebuloni). On the left page, Integrated Urban Plan for the Campo di Marte area, Florence; masterplan and rendering with the renovated Franchi stadium (Arup). On this page, top, Calatrava's unfinished 'sail' on the outskirts of Rome. Centre left, the list of municipalities included in Rome's Integrated Urban Plan 'Poles of Sport, Wellbeing and Disability' (photo Ronin-espada); right, design scheme for the Corviale district. Bottom right, model of the Porta Nuova area in Milan, an urban regeneration implemented over the last ten years (photo Luca Nebuloni).
Dott. Giovanni Malagò (Presidente CONI) Il ruolo del CONI e dello sport nei processi di rigenerazione … oggi lo sport può dare non dico tutte – sarebbe presuntuoso e sbagliato dare questa aspettativa – ma molte risposte di lavoro a chi fa il meraviglioso mestiere dell’architetto (o dell’ingegnere), perché c’è tanto da fare, c’è consapevolezza di volerlo fare, anche al di là di situazioni contingenti come il PNRR o altre iniziative, perché tutto questo sia realizzato con la doverosa attenzione e sensibilità verso l’aspetto ambientale … Siccome di sport c’è sempre più bisogno e domanda a tutti i livelli, sia se fai un intervento in un’area degradata periferica dando quindi delle risposte sociali, sia per una grande manifestazione internazionale, credo che sia giusto raccontarci le cose, pubblicizzarle, scambiare le opinioni, perché sempre di più lo sport e il tema di questo webinar sono garanzia per il futuro per tutti… Dott. Marco Ducci (Sport e Salute) Lo sport genera una cultura sociale … In primis per noi di Sport e Salute c’è la salute dei cittadini attraverso la pratica sportiva … incoraggiare i cittadini a fare sport e quindi avere sempre più strutture idonee e funzionali. L’altro ruolo dello sport è quello culturale e sociale, quindi favorire le relazioni sociali, e di conseguenza l’integrazione: tant’è vero che molti dei bandi e finanziamenti hanno proprio tra le varie clausole l’obiettivo del richiedente – comune o associazione – come collettore di cultura, di integrazione e di inclusione… Si è partiti a livello simbolico nel 2016 col bando Sport e Periferie, con una programmazione che ad oggi arriva fino al 2026… Alcune realtà simbolo avviate con questo bando: il palazzetto dello sport di Palermo nel quartiere ZEN, per il quale sono stati finanziati 8 milioni di euro; la palestra di pugilato di Scampia a Napoli; il Calcio Sociale al Corviale a Roma… Dott. Marco Riva (Presidente CONI Lombardia) Il CONI e l’azione territoriale per il recupero urbano e sociale … Sempre di più è necessario avere delle risorse per la rigenerazione urbana, è anche una questione legata alla cultura sportiva del territorio. Facendo riferimento ai giochi olimpici e paralimpici, è chiaro che è necessario avere delle strutture di riferimento sul territorio che servono anche a fare cultura sportiva: i luoghi di cultura sono anche i palazzetti dello sport, le piscine, le palestre, i campi e anche le strade cittadine; sono lieto quindi delle collaborazioni per esempio con Anci, perché i Comuni capiscono come lo sport sia uno straordinario strumento al di là della parte agonistica per la socialità, per l’integrazione, e questo ci rassicura per quanto riguarda il futuro anche del sistema sportivo italiano…
Arch. Giancarlo Tancredi (Assessore alla Rigenerazione Urbana Comune di Milano) L’urbanistica Milanese di fronte all’evento olimpico del 2026 …Parliamo di una città che gode di un momento di particolare favore dal punto di vista della funzione degli investitori privati ma anche di molti progetti di rinnovamento dell’amministrazione pubblica della città e del sistema culturale, nonostante il momento che non è particolarmente favorevole sia sul piano della politica internazionale sia di quella interna … Siamo di fronte a un momento di particolare interesse con circa 100 progetti di rigenerazione urbana per oltre 5000 mq di area all’attenzione già dell’amministrazione con circa 13 miliardi di investimenti che possono atterrare nella città da qui al 2030…
Webinar 18 luglio 2022 Le istituzioni
Dott. Lucio de Luca (Vicepresidente ANCI Lombardia) I Comuni italiani di fronte alla sfida della rigenerazione urbana … È un tema che può sembrare in apparenza banale ma che va a toccare vari aspetti anche della programmazione degli enti e soprattutto della interazione fra gli enti se vogliamo che sia veramente efficace... La Regione con la sua norma è andata oltre a quello che è il concetto di rigenerazione urbana perché ha introdotto il concetto di rigenerazione territoriale, che implica una progettazione più sovralocale… Questo richiede una visione integrata e non settoriale delle funzioni urbane. Una funzione multilivello anche dal punto di vista gestionale, il che apre una vasta gamma di possibilità non sempre facili dal punto di vista normativo ma che hanno già trovato alcune soluzioni anche abbastanza efficaci…
Arch. Alberto Roscini (Responsabile Servizio Impianti Sportivi del CONI Lombardia) Coni: strumenti di controllo e di sostegno ai Comuni nei processi di rigenerazione urbana I pareri del CONI sono distinti in cinque tipologie diverse. Quelli più utili sono il parere in linea tecnico-sportiva, il parere di conformità e il parere di verifica finale…
Dott. Debora Miccio (Responsabile marketing e comunicazione ICS) Gli strumenti del Credito Sportivo per incentivare la rigenerazione L’Istituto per il Credito Sportivo in qualità di Banca Sociale per lo sviluppo sostenibile dello sport e della cultura lavora da sempre al fianco degli enti territoriali e delle imprese per favorire investimenti in ambito sportivo e culturale con un’elevata utilità sociale. Promuove il miglioramento dell’efficienza energetica, della sicurezza, dell’accessibilità e dell’innovazione tecnologica degli impianti sportivi e dei luoghi della cultura, attraverso finanziamenti agevolati…
www.sporteimpianti.it TSPORT 346 A sinistra, rendering dell’Arena di Santa Giulia (David Chipperfield, Arup) a Milano. Nella pagina successiva, in alto a sinistra masterplan per l’area di Porta Romana con il Villaggio Olimpico per Milano-Cortina 2026 (Outcomist); a destra, masterplan per l’area Necchi di Pavia (Arup). Left, rendering of the Santa Giulia Arena (David Chipperfield, Arup) in Milan. On the next page, top left, masterplan for the Porta Romana area with the Olympic Village for Milan-Cortina 2026 (Outcomist); right, masterplan for the Necchi area in Pavia (Arup).
Il ruolo dell’impiantistica sportiva nei processi di rigenerazione urbana è stato il tema del webinar di Sport&Impianti svoltosi il 18 luglio. Diamo conto in queste due pagine degli interventi svolti da tutti i relatori, estrapolando per ciascuno qualche passaggio significativo; la registrazione completa del seminario è sempre disponibile su
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Arch. Sara Troncone Trent’anni dopo: Barcellona 92 Vedi articolo completo da pag. 62. Arch. Federico Bargone, Dott. Agr. Luciano Mauro (S.B.Arch. Bargone Architetti Associati) Un esempio italiano: il caso Bagnoli Vedi articolo completo da pag.74. Arch. Giuseppe De Martino, Arch. Teresa Maggioli (Sportium) Riuso di spazi sottratti alla malavita: Segrate Vedi articolo completo da pag. 88. Dott. Dario Meneghetti (Fusolab) Lo Sky Park, un intervento sociale al Casilino Vedi articolo completo da pag. 84. Ing. Elisa Portigliatti (Mapei) Innovazione e soluzioni per rigenerazione urbana e Real Estate Dott. Stefano Landi (Kompan Italia) Lo sport come motore della crescita sostenibile delle città
12/09 Padel: numeri, progettazione e ampliamento di un centro, come procedere 27/09 Stadi e sicurezza: sistemi divisori, parapetti e balaustre di vetro 07/11 Palazzetti e palestre, il progetto efficiente e sostenibile
12/12 Gli impianti per l’attività ludica, dal playground allo spraypark WEBINAR DI SPORT&IMPIANTI
Arch. David Hirsch (Arup Italia) L’Arena di Santa Giulia per Milano-Cortina 2026 Il committente CTS Eventim ha affidato l’incarico di progettazione interdisciplinare ad Arup, mentre l’architetto David Chipperfield è incaricato della progettazione architettonica dell’involucro… L’Arena è parte del grande sviluppo urbano del quartiere di Milano Santa Giulia con un lotto da 50.000 mq; la capacità sarà di 16.000 spettatori e una dotazione di 2.750 posti auto come da Piano Integrato di Intervento... I layout sono flessibili e ottimizzati per configurazioni sportive ed eventi di diverso genere, anche se l’Arena è designata in primo luogo ad ospitare l’hockey su ghiaccio durante le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina… Ing. Silvia Prandelli (Populous) Grandi Stadi e tessuto urbano: il caso di Londra … il successo di uno stadio come il Tottenham Hotspur 7 giorni su 7 è dovuto anche al fatto che i cittadini vi possono ritrovare i luoghi di incontro tipici del quartiere, come i pub, i negozi… Vedi l’articolo di Antonio Cunazza da pag. 68. Arch. Manuela Panzini (Supernova Development) Il ruolo del Real Estate nei progetti di rigenerazione .. porto come esempio su cui stiamo lavorando l’area dell’ex Necchi di Pavia, 112.000 mq di superficie di cui 58.500 di superficie costruita. In ognuna delle nostre operazioni noi prevediamo un mix funzionale proprio per ricreare quell’effetto città proprio delle realtà urbane in cui ci inseriamo, e tra cui le attrezzature sportive, soprattutto outdoor, sono un elemento molto importante proprio perché la nostra ricetta della rigenerazione è quella di ricreare luoghi dove ci sia comfort, sicurezza, e vivibilità in tante ore della giornata e in tanti giorni della settimana. Solo attraendo le persone e persone di tipo diverso l’operazione può avere successo…
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Leprogettistiaziende
I PROSSIMI
Arch. Marco Benedetti, arch. Alberto Roscini (studio28architettura) Rigenerazione sportiva e sociale: gli esempi di Bergamo, Milano, Como Due esempi particolarmente interessanti perché riferiti a piccoli territori in piccoli comuni sui quali è possibile incidere con l’impiantistica sportiva nei progetti di rigenerazione urbana; il Bergamo Beach Village di Scanzorosciate (Bergamo) e la nuova palestra scolastica a Olgiate Comasco. Entrambi sono stati realizzati con procedure di Partenariato Pubblico-Privato: il primo con il project financing di iniziativa privata, il secondo con la procedura della locazione finanziaria (leasing costruendo) di iniziativa pubblica… Il terzo esempio è emblematico rispetto a una serie di difficoltà che si incontrano in Italia quando si affronta il tema degli impianti sportivi magari non così tradizionali (vedi la difficoltà del sistema bancario a dare fiducia a dei giovani e per uno sport poco conosciuto…): qui si tratta di una sfida portata avanti da cinque giovani per realizzare una palestra di arrampicata a Buccinasco, un progetto partito nel 2019 con un viaggio-studio in Europa per vedere i migliori esempi realizzati, viaggio che ha aiutato molto nella progettazione, e nella sinergia tra progettisti e committenti …
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Fin dalla prima metà degli anni ’70 Barcellona cominciava a pensare di darsi un obiettivo urbanistico di grande respiro civile, anche per reazione all’incontrollato sviluppo del periodo franchista che aveva progressivamente impoverito di spazi e strutture sociali il tessuto cittadino. Il Piano Generale Metropolitano del 1976 disegnava i nuovi obiettivi di sviluppo programmato, di acquisizione pubblica dei suoli, di ricucitura del tessuto attraverso strutture, aree ed attrezzature di pubblica utilità. Nell’’86 il capoluogo catalano si aggiudicava l’assegnazione della sede olimpica per il ’92: il processo, già in corso, di risanamento e riprogettazione della città subiva a quel punto una intensificazione, concretizzatasi nel Piano Olimpico. Non dimentichiamo in queta fase il ruolo di Oriol Bohigas, scomparso lo scorso anno, architetto e urbanista che fece parte anche del Consiglio Comunale di Barcellona tra l’80 e l’84. Nelle pagine che seguono, l’architetto Sara Troncone aggiunge un contributo a trent’anni dall’Olimpiade, riprendendo il filo del discorso e cogliendo gli aspetti di quella rivoluzione, meno raccontati, ma che sono oggi per noi di estrema attualità. Bruno Grillini
TSPORT ha parlato di Barcellona dapprima con un editoriale di Guido Boni nel febbraio 1991, e poi nell’anno delle Olimpiadi (sul numero di agosto/settembre 1992), con un articolo di Maurizio Pontiggia cui aveva collaborato l’architetto Ada Llorens del Comitato Olimpico COOB ‘92. Ne abbiamo riparlato nel 2002, dopo una visita alla città con l’architetto paesaggista Bet Figueras, su TSPORT 226. In tutti i casi abbiamo chiaramente ricordato che la designazione di Barcellona quale sede dei giochi del ’92 fu un’occasione, cercata e voluta, che ha consentito di catalizzare energie e risorse economiche su di un preciso obiettivo: ma che non fu la condizione “necessaria” perché la rivoluzione urbanistica si potesse compiere.
delPrimaTRENT’ANNIBARCELLONA:DOPOedopoleOlimpiadi’92,unastoriaesemplareDISARATRONCONE
A sinistra, la torre per telecomunicazioni progettata da Santiago Calatrava (1991) sulla spianata olimpica di Montjuic (foto Steve Allen). In questa pagina, in alto, mappa di Ildefons Cerda (1859) con il piano per l’espansione di Barcellona, origine del disegno attuale della città.
Sotto a sinistra, piano di sviluppo del villaggio Olimpico e del porto, 1985/1992 (Oriol Bohigas, Josep Martorell, David Mackay, Albert Pigdomènech). A destra, l’Avenida Diagonal che taglia la scacchiera regolare degli isolati (Google Earth).
Left, the telecommunications tower designed by Santiago Calatrava (1991) on the Olympic esplanade of Montjuic (photo Steve Above,Allen).map by Ildefons Cerda (1859) showing the plan for the expansion of Barcelona, the origin of the city's current design. Below left, development plan of the Olympic village and port, 1985/1992 (Oriol Bohigas, Josep Martorell, David Mackay, Albert Pigdomènech). Right, the Avenida Diagonal cutting through the regular chessboard of blocks (Google Earth).
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Ancora una volta! Parliamo di rigenerazione urbana e sport a Barcellona
Il doppio registro Il centro della questione che tratto credo si possa sintetizzare nella visione complementare e non antagonistica che emerge dalla lettura degli interventi che si sono susseguiti a Barcellona nel periodo pre-olimpico. Ho letto molti testi riguardanti Barcellona e la sua urbanistica ma in questa occasione ne voglio citare solo uno: Urbanisme a Barcelona. Plans cap al 92 (J. BusquetsI Gran, 1987) è, a mio avviso, il testo più completo e coinvolgente. Esso riesce a trasmettere tutto il fermento e la “voglia di fare” del periodo in oggetto, essendo un testo contemporaneo agli interventi studiati e scritto dagli autori stessi di quel cambiamento. All’interno del testo troviamo due slogan: Plans en la Gran Ciutat (piani nella grande città) e Grans Plans per a la Ciutat (grandi piani per la città). Il primo descrive i numerosissimi progetti per la riqualificazione della città e dei quartieri meno serviti. Il secondo descrive i grandi piani che hanno riorganizzato il sistema della viabilità e dei trasporti nonché i progetti delle quattro principali sedi Questaolimpiche.organizzazione dei temi mi è stata utile al fine di individuare meglio l’oggetto della mia ricerca: trovare come e dove sia stato collocato ‘lo sport’ all’interno dei progetti di riqualificazione urbana. Attraverso questi è possibile capire come la volontà di realizzare attrezzature per lo sport sia stata la chiave attraverso cui sono stati guardati alcuni luoghi abbandonati. Tra questi oggi vediamo quattro progetti: due appartengono alla famiglia della riqualificazione di comparti industriali dismessi - quelli che oggi chiamiamo ‘vuoti urbani’- e due invece riguardano il recupero di edifici abbandonati.
Nonostante il tema trattato non suoni nuovo ai lettori della rivista, ho deciso di affrontarlo poiché periodicamente mi trovo ad interrogarmi sul ruolo ricoperto dal tema dell’impiantistica sportiva di base all’interno della pianificazione urbanistica e programmazione delle opere pubbliche. Specifico subito: la pianificazione urbanistica è, e deve, essere di competenza della pubblica amministrazione, ma l’attenzione di questo articolo non si poserà unicamente su opere pubbliche “in senso stretto”, ossia interamente realizzate con risorse pubbliche. L’ “opera pubblica” viene invece intesa come una realizzazione architettonica fruibile e accessibile al pubblico, indipendentemente dal tipo di Questofinanziamento.brevetestoparte dal lavoro condotto tra il 2016 ed il 2019 durante il dottorato di ricerca presso il Politecnico di Milano. La tesi era volta ad indagare il rapporto tra sport di base e città in contesti e periodi storici differenti. In questa cornice è stato approfondito il contesto catalano nel periodo 1975-1992, ovvero durante gli anni della ricostruzione post-franchista. L’interesse di ricerca per questi anni deriva dall’incorporazione dei servizi di base - tra cui quelli per lo sport - all’interno del piano di democratizzazione della città. Questo periodo di intenso fermento e lavoro continuano, culminando con la celebrazione dell’evento olimpico e la ‘consacrazione’ di un modello.
L’esempio citato si figura come una sorta di “tempio classico” - il palazzetto sportivo - che racchiu-
I due progetti si basano su un principio comune: svuotare il costruito della fabbrica per realizzare un parco pienamente fruibile dalla popolazione. Il primo è il parco de l’Espanya Industrial. Sul sedime di una industria tessile dismessa viene progettato il parco, che rappresenta un esempio noto nella storia dell’urbanistica della città. Il parco, letto sotto la lente di questo articolo, si compone di due parti distinte e complementari. La prima è costituita dal parco vero e proprio, piacevole e con molti punti di svago sia per i cittadini che per i turisti. La seconda è costituita da un edificio sportivo: un palazzetto studiato per la fruizione di molti sport differenti e composto da diversi spazi quali la palestra, il campo polifunzionale e piscina. Il layout del parco è stato concepito nella sua interezza all’inizio degli anni '80, ma realizzato in due periodi successivi. L’area del parco è stata realizzata tra l’82 e l’85, mentre il palazzetto è stato iniziato dopo l’86, anno in cui Barcellona è stata designata come città ospite dei giochi olimpici.
Questa data è importante perché la designazione ha fornito all’amministrazione le risorse per poter realizzare sia le grandi opere strettamente legate all’evento (dove poi sono stati svolti i giochi) che quelle strutture, minori, individuate dalla panificazione urbanistica alla base dei vari interventi sul tessuto urbano diffuso su cui noi ci concentriamo.
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In questa pagina, e nella foto in alto fra le due pagine, il parco della Espanya Industrial (Luis Pena Gancegui, Francesc Rius, 1981-85): sopra, il lago e il grande drago in acciaio creato da Andrés Nagel (foto BG/Tsport); sotto, l’esterno del palazzetto sportivo (foto … ..) e pianta di progetto. In alto sulle due pagine, ortofoto del parco oggi (Google Earth). On this page, and in the photo at the top between the two pages, the Espanya Industrial park (Luis Pena Gancegui, Francesc Rius, 1981-85): above, the lake and the large steel dragon created by Andrés Nagel (photo BG/Tsport); below, the exterior of the sports hall (photo .....) and project plan. Top of the two pages, orthophoto of the park today (Google Earth).
Rigenerazione di vuoti urbani
On this page, the Parc del Clot, 1982-86 (Daniel Freixes, Vicente Miranda): top, the elevated walkway (photo Victoriano Garcia) and the esplanade during a sporting event (photo.........); bottom, orthophoto of the park (Google Earth).
sporteimpianti.it URBAN REGENERATION REPORT | SPECIALE RIGENERAZIONE URBANA 65 de al suo interno le attività sportive “classiche”. Questo si affaccia poi sul parco, inteso come un’area di inclusione urbana e sociale, dove troviamo attrezzature ludiche di facile accesso per tutti (tra cui uno scivolo a forma di drago e un laghetto artificiale). Il secondo esempio è il Parc del Clot. Anche qui il sedime di un impianto industriale dismesso è stato liberato per realizzare un parco. In questo caso il ‘bordo’ del parco è caratterizzato dal mantenimento del muro perimetrale della fabbrica: questo ha permesso sia di mantenere viva la memoria storica del luogo che di conferire una presenza molto chiara e leggibile all’interno del tessuto urbano. Anche questo parco ha un’organizzazione spaziale molto chiara con una parte ludica rappresentata dagli spazi verdi che hanno un disegno più ‘informale’ e una parte definita da una piazza rettangolare ribassata e pavimentata con poche file di gradoni sui lati e una piccola piazza laterale chiusa da un muro (che richiama il muro perimetrale). Questi spazi, molto diversi, portano a modi d’uso anch’essi molto differenti. Così, se nell’area verde è facile incontrare persone a passeggio o che utilizzano i percorsi come vie di attraversamento del quartiere, nell’area ‘costruita’ è facile trovare persone che giocano a squash, che si allenano sulle rampe dei dislivelli con lo skateboard oppure vere e proprie manifestazioni sportive organizzate dalle associazioni locali. Ritengo che la bellezza del Parc del Clot sia il creare, attraverso la semplicità di alcuni spazi, luoghi che portano la popolazione a viverli praticando sport e potendo al tempo stesso essere spettatori di eventi sportivi.
In questa pagina, il Parc del Clot, 198286 (Daniel Freixes, Vicente Miranda): in alto la passerella sopraelevata (foto Victoriano Garcia) e la spianata durante un evento sportivo (foto………); in basso, ortofoto del parco (Google Earth).
In alto, foto d’epoca della fabbrica Catex; sotto, pianta di progetto del piano terra per il riuso pubblico della struttura (Josep Lluis Mateo, 1984-91) e l’edificio oggi (foto ….). In basso, la Stazione Nord, aperta nel 1861 su progetto di P. Andrés i Puigdoller e poi ridisegnata su progetto dell'architetto Demetri Ribes i Marco tra il 1910 e il 1915 (sopra a sinistra). Sopra a destra, la stazione, dismessa dal 1972, con l’adiacente parco realizzato nel 1991. Sotto, gli interni della Stazione allestiti per tornei di tennis tavolo e per giochi multisport (foto…). Above, vintage photo of the Catex factory; below, project plan of the ground floor for the public reuse of the structure (Josep Lluis Mateo, 1984-91) and the building today (photo ....). Below, the North Station, opened in 1861 as designed by P. Andrés i Puigdoller and then redesigned by architect Demetri Ribes i Marco between 1910 and 1915 (above left). Above right, the station, decommissioned since 1972, with the adjacent park created in 1991. Below, the interior of the station set up for table tennis tournaments and multi-sport games (photo...).
Recupero di edifici abbandonati
Quando edifici isolati ma ‘notevoli’ all’interno del tessuto urbano perdono la funzione per cui sono stati concepiti può valere la pena ripensare gli spazi in modo che questi siano fruibili dalla popolazione e possano ospitare attività sportive. E’ questo il caso del “Catex”, nel quartiere del Poblenou. Il Catex era una fabbrica completamente dismessa per cui la popolazione ha manifestato affinché fosse “dato” al quartiere. La sua volontà è stata ascoltata. All’interno dell’edificio è stato realizzato in un’ala il centro civico, con spazi museali e piccole zone teatrali, e nell’altra ala il centro sportivo. All’interno del centro sportivo troviamo strutture per il fitness e il wellness, pratiche che, come sappiamo, sono molto diffuse e coinvolgono utenti di differenti fasce di età. Il secondo esempio proposto è la Stazione del Nord. All’epoca la stazione era uno snodo importante per la mobilità della città ma ha perso la sua utilità in seguito alla riorganizzazione della linea ferroviaria. L’amministrazione si è posta la questione del come intervenire sull’area ma anche sull’edificio stesso. Le aree dei binari sono trasformate in spazi all’aperto: sul sedime dei binari in ingresso alla stazione si trova un campo da calcio ed una zona solarium, mentre al posto dei binari di deposito è stato realizzato un parco molto “divertente” e coinvolgente, che gioca su dislivelli di quote. Nello spazio interno della stazione, in luogo delle banchine e dei binari è stata creata una pavimentazione adatta ad un campo da gioco polivalente, in modo da poter organizzare manifestazioni di diverse discipline. Nell’edificio vero e proprio della stazione (corpi laterali e testata principale) si collocano i servizi come gli spogliatoi e i diversi spazi dedicati ad attività differenti, che vengono allestiti in base ad eventi temporanei (come ad esempio tornei di ping pong) o che sono invece dedicati a dei corsi organizzati dall’amministrazione comunale, tendenzialmente incentrati sul wellness.
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Barcellona oggi La vicenda urbanistica di Barcellona è molto nota e dibattuta anche per gli eventi successivi al ’92 (tra tutti il Fòrum Universal de les Cultures del 2004) ma che non credo sia utile ripercorre ora in poche righe rischiando di banalizzare, per necessità di sintesi, questioni anche molto complesse. Ritengo sia più utile constatare cosa siano quei luoghi - quelli appena descritti e tanti altri - oggi, a distanza di trent’anni da quando sono stati concepiti.
In alto a sinistra il piano post-olimpico di Joan Busquets (1993). A destra, gli allestimenti del Forum Universal des Cultures, 2004 (foto Amadalvarez). In basso, la spianata olimpica tra il palazzo dello sport di Arata isozaki (1985-90) e la torre di Santiago Calatrava, oggi (foto Salvacampillo). Top left, Joan Busquets' post-Olympic plan (1993). Right, the installations of the Forum Universal des Cultures, 2004 (photo Amadalvarez). Below, the Olympic esplanade between Arata isozaki's sports palace (1985-90) and Santiago Calatrava's tower, today (photo Salvacampillo).
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Durante i miei soggiorni barcellonesi ho potuto constatare che i parchi e gli edifici studiati sono luoghi di gran viavai. Sono come dei punti focali riconosciuti e condivisi dalla popolazione. Basta pensare che la fabbrica del ‘Catex’ è ancora al centro dell’attenzione della popolazione del Poblenou (il quartiere in cui si trova), la quale continua a riconoscersi in questo luogo chiedendo (attraverso una petizione su change.org) di poter ampliare gli spazi sportivi per poter rispondere alla domanda di cittadini, scuole ed enti. Ritengo che la petizione sia di fatto la conferma del modello proposto dalle autorità della città negli anni ’80 e ’90. A distanza di più di trent’anni, il quartiere sente ancora “propri” gli spazi del Catex. In questi luoghi ‘minori’ ma vivissimi credo risieda la lezione più attuale per cui vale ancora la pena guardare a Barcellona. Con questo non voglio (e non posso!) negare il fascino che tutt’ora hanno le strutture al Montjuic.. ma parlando di sport e rigenerazione urbana, di sport e rigenerazione sociale credo ci sia ancora qualcosa da imparare.
Il Chelsea come apripista di una visione contemporanea In principio fu il Chelsea a introdurre l’embrione del futuro calcio-business, quando a fine 1990 l’allora proprietario del club, Ken Bates, decise di ricostruire quasi del tutto lo stadio Stamford Bridge, passando dal vecchio impianto ovale (1876) dispersivo e ormai desueto a un nuovo edificio che metteva insieme il comfort dei futuri stadi con i servizi dell’hotel di lusso e degli appartamenti residenziali interni alla tribuna. Era una rivoluzione per l’epoca, una visione d’avanguardia che secondo Bates doveva trasformare il semplice stadio in un luogo che attirasse tifosi-consumatori, creando un busie rigenerazione urbana CASO DI LONDRA
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Stadi
Nell’ambito di una pianificazione urbana sempre più integrata e volta alla creazione di spazi sostenibili e a misura del cittadino, i nuovi stadi contemporanei stanno diventando soggetti architettonici che possono rivestire un ruolo-chiave nello sbloccare (o attirare) progetti su larga scala, passando dallo specifico impianto sportivo al ripensamento di intere aree adiacenti. Questa evoluzione di approccio e ragionamento è sempre più evidente negli ultimi anni, e in particolare lo è in parallelo allo sviluppo dello sport (ma soprattutto del calcio) come realtà che crea business e che deve dipendere da schemi e necessità economiche primarie. Se in Italia il dibattito sui nuovi stadi si infrange ancora su paletti di vecchia concezione, che spesso impediscono di vedere le città come conglomerati dinamici in fase di cambiamento (oltre a una mancanza di investimenti economici che fa la sua parte), all’estero questo processo di integrazione fra sport e urbanistica è già ampiamente avviato e ha portato alla creazione di veri e propri modelli d’intervento, oltre alla realizzazione di alcuni casistudio che definiscono il periodo post-1990. Le grandi Nazioni europee hanno approntato, in tempi diversi, modelli di rinnovamento diversi dei propri stadi (Inghilterra, Francia, Spagna, Germania) ma, andando nello specifico, un esempio rilevante di rapporto fra nuovi impianti sportivi e rigenerazione urbana si può leggere sul tessuto di una singola città: Londra. La capitale inglese, già trasformata a livello urbano e architettonico in modo quasi drammatico dagli anni ‘90 a oggi, ha trasferito la sua visione contemporanea anche all’interno dei progetti dei nuovi stadi di calcio, accompagnando quel percorso di globalizzazione che la Premier League aveva intrapreso dal 1992 in poi. Per necessità economiche e di immagine, quindi, ma anche legislative (v. Taylor Report, 1990, sui requisiti degli impianti sportivi britannici), tutti i club inglesi hanno dovuto prima o poi metter mano ai propri stadi fra gli anni Novanta e Duemila, e Londra – già culla di oltre una dozzina di club professionistici – ha assistito alla realizzazione di progetti che definiscono un certo tipo di approccio (talvolta dirompente) verso l’esistente e il costruito.
DI ANTONIO CUNAZZA
IL
Above, the new London skyline, with the O2 Arena in the foreground (photo Ingus Bottom,Kruklitis). Stemford Bridge, Stadium of Chelsea Football Club, in the Fulham district (photo PhotoLondonUK). Facing page, some London stadiums in the urban context (Google Earth). The first one at the top is Wembley Stadium (Norman Foster, 2007); the others are discussed in the text. In the last window below, both the new Arsenal stadium and - not far awaythe building complex created on the perimeter of the old Highbury Stadium are visible.
In alto, il nuovo panorama di Londra, con l’O2 Arena in primo piano (foto Ingus InKruklitis).basso, lo Stemford Bridge, Stadio del Chelsea Football Club, nel quartiere di Fulham (foto PhotoLondonUK). Nella pagina a lato, alcuni stadi di Londra nel contesto urbano (Google Earth). Il primo in alto è il Wembley Stadium (Norman Foster, 2007); degli altri si parla nel testo. Nell’ultima finestra in basso è visibile sia il nuovo stadio dell’Arsenal che - poco lontano - il complesso edilizio creato sul perimetro del vecchio Highbury Stadium.
sporteimpianti.it URBAN REGENERATION REPORT | SPECIALE RIGENERAZIONE URBANA 69 Wembley Stadium StamfordChelseaBridge EmiratesArsenalStadium West Ham London Stadium Tottenham Hotspur Plough WimbledonLane
Il rapporto con i quartieri: Tottenham e Arsenal Risolti in tempi diversi ma associabili fra loro per rivalità (sportiva) e concetto di partenza, Arsenal e Tottenham hanno perseguito la strada del rinnovamento nel post-Duemila, con scelte che hanno avuto una ricaduta rilevante sul lato urbano. Per sua stessa natura, e per tradizione dei club, infatti, Londra è sì una gigantesca metropoli ma vive nella specificità dei suoi singoli quartieri, che spesso hanno un’identità più assimilabile a quella di un piccolo paese di campagna piuttosto che di uno spazio di città contemporanea. Il progetto del nuovo stadio del Tottenham (Populous, 2019) ha dovuto fare i conti con la realtà di un quartiere di grandi differenze sociali, con un tessuto costruito consolidato e difficilmente modificabile. Il nuovo impianto è stato realizzato sul sedime del vecchio White Hart Lane (1899), sfruttando le ridotte dimensioni dell’isolato come un’opportunità per trovare soluzioni ancor più vantaggiose per la conformazione del catino interno di gradinate, e calando un edificio scintillante all’interno di un’edilizia residenziale del primo Novecento. Nel caso del Tottenham, lo sforzo è stato far coesistere la nuova struttura con gli spazi esistenti, ma lo spunto alla base derivava certamente dall’ope-
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Above left the façade of Stemford Bridge (photo Eleventh Hour Photography). Above, ground plan and elevation of Tottenham Hotspur looking out over the High Road (© Populous). Straddling the two pages, view from the road (photo OnHufton+Crow).therightpage, small photo in the middle, the Tottenham building site in 2016 (photo A. Cunazza). Below, the outside of the Emirates Stadium; in the large photo on the right, seen from Horsney Road (photo BG / Tsport). 346 ness a medio termine per il club. Quello che oggi è diventato la normalità.
In alto a sinistra la facciata dello Stemford Bridge (foto Eleventh Hour QuiPhotography).soprapianta a livello zero e prospetto del Tottenham Hotspur dal lato della High Road (© Populous). A cavallo delle due pagine, vista dalla strada (foto Hufton +Crow). Nella pagina destra, foto piccola al centro, il cantiere del Tottenham nel 2016 (foto A. Cunazza). in basso, l’esterno dell’Emirates Stadium; nella foto grande a destra, visto dalla Horsney Road (Foto BG / Tsport).
Il progetto del nuovo Stamford Bridge (KSS Design Group, 1990-1998) era riuscito a incasellarsi attorno allo stesso rettangolo di gioco del precedente impianto, e ancora compreso fra gli spazi residenziali e il tratto ferroviario del quartiere di Hammersmith & Fulham, ma allo stesso tempo era stato in grado di produrre un edificio del tutto nuovo e che, a tratti, dall’esterno non era nemmeno riconoscibile come uno “stadio di calcio”. Quando, pochi anni dopo, Ken Bates entrò nel consiglio direttivo della Football Association inglese, riportò il concept di Stamford Bridge sul tema del destino del vecchio stadio nazionale di Wembley: in una fase in cui l’iconico impianto era a fine ciclo, sia per problemi strutturali che funzionali, Bates diede una spinta decisiva all’idea di ricostruire lo stadio come una nuova grande architettura contemporanea, che guardasse al nuovo millennio dal punto di vista dei servizi e del comfort, ma potesse anche trainare lo sviluppo urbanistico dell’area circostante, che all’epoca era pressoché del tutto exindustriale (e che oggi, invece, è diventata un nuovo polo urbano della città).
sporteimpianti.it URBAN REGENERATION REPORT | SPECIALE RIGENERAZIONE URBANA 71 razione di rinnovamento che avevano compiuto i cugini/rivali dell’Arsenal oltre un decennio prima. Sempre firmato da Populous, l’Emirates Stadium fu inaugurato nell’estate 2006 e rappresenta ancora oggi una delle tappe di riferimento nell’evoluzione dell’architettura sportiva rivolta al business. Ancor di più a causa di cosa lasciava dietro di sé l’Arsenal, ovvero lo stadio Highbury. Qui si nota un altro risvolto dell’approccio anglosassone diretto e dirompente sul tema dell’esistente e della rigenerazione urbana. Da una parte il nuovo Emirates Stadium permise di trasformare un quadrante (in realtà dalla forma triangolare) dal passato industriale e ormai inutilizzato, restituendo un ampio spazio pubblico che conduce al podio dello stadio, collegato con ponti pedonali alle vie limitrofe e alle stazioni ferroviarie. Dall’altra c’era il problema dell’addio del club al vecchio stadio di Highbury (1913), edificio tutelato dai Beni Culturali inglesi (English Heritage) per il valore storico delle sue facciate in stile Art déco. La soluzione fu quella di trasformare Highbury in un complesso residenziale privato, che ricalcasse i volumi delle ex tribune come nuovi blocchi condominiali (e un giardino interno al posto del campo), conservando le due singole facciate di valore architettonico (tecnicamente proprio le due pareti esterne in adesione alle nuove parti di edificio) e mantenendo quindi sia l’identità del luogo sia il suo impatto volumetrico e visivo sul quartiere. Ma certo, con un’operazione architettonica di taglia e
Nella foto grande in basso sulle due pagine, il London Stadium allo stato attuale (foto UAV4); sopra a destra, nel 2012 con l’anello superiore rimosso dopo le Olimpiadi (foto Los banditos anthony/ lic. CC). Nella pagina destra, in basso, il nuovo Plough Lane Stadium del Wimbledon, fotografato sotto un arcobaleno il 18 maggio 2021 (foto Johnlp / lic. CC); sopra, rendering del progetto (KSS).
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TSPORT 346 Il Tottenham Hotspur è stato pubblicato su Tsport suèL’Emirates331.StadiumstatopubblicatoTsport254.
In alto, il complesso edilizio realizzato al posto dell’Higbury Stadium: la facciata originale Art déco (foto lic. CC) e il planivolumetrico del complesso; sotto, le corti interne al posto del campo di gioco e un dettaglio dell’edificio residenziale (foto Antonio Cunazza).
Il nuovo West Ham “Olimpico” Più ad ampio respiro, infine, il caso del West Ham, club di culto dell’area est di Londra per storia sportiva e sociale, che per il suo nuovo stadio ha abbracciato l’eredità post-olimpica cittadina tracciando una linea netta rispetto al proprio passato. Già da tempo alla ricerca di idee per ampliare Boleyn Ground (1904-2016), il club ha colto l’opportunità di acquisire l’uso dell’ex Stadio Olimpico (oggi London Stadium), nato per i Giochi 2012 e al centro di uno dei più grandi progetti di rigenerazione urbana per Londra negli ultimi cinquant’anni: il rinnovamento del macro-quartiere di Stratford è un’operazione di architettura e urbanistica che, a dieci anni dai Giochi, sta ancora proseguendo nel solco della creazione di spazi, edifici ed edilizia residenziale in grado di riempire uno dei vuoti urbani più grossi della città. E in questo senso, il ridimensionamento dello stadio (che dopo le Olimpiadi venne ridotto strutturalmente, con lo smontaggio dell’anello superiore di gradinate, già pensato temporaneo), è diventato spunto utile per permettere al West Ham di prenderne possesso - anche se in affitto dalla municipalità - lasciando però l’identità di quartiere di Upton Park, con il vecchio impianto oggi scomparso e sostituito da condomini. Un percorso ancora diverso, quindi, dove c’è una componente di eredità sportiva che si intreccia con un piano urbanistico su larga scala sul quale la città si è impegnata con risorse e pianificazione. Infine, merita una menzione il nuovo stadio dell’AFC Wimbledon, minore ma interessante caso di recupero e rilancio di uno spazio sportivo quasi dimenticato. Varie vicissitudini sportive ed economiche avevano condotto il club su un percorso errante di fallimento, rifondazione e riposizionamento (per qualche tempo anche con una società parallela in un’altra città) ma più recentemente si è colta l’opportunità di riportare la squadra nel suo omonimo quartiere, costruendo il nuovo stadio Plough Lane (KSS, 2020) sul sito del vecchio Wimbledon Greyhound Stadium, storico impianto per le corse dei cani destinato alla demolizione. Il progetto ha così permesso di recuperare uno spazio urbano senza futuro, riportando il Wimbledon a giocare nel suo quartiere e realizzando un piccolo intervento di rigenerazione urbana locale che garantisce il futuro della zona e il legame con i residenti e i tifosi. Londra rimane un caso quasi eccezionale all’interno di un percorso che vede gli stadi nuovi come opportunità di progetti urbani più ampi. Ma per varietà dei singoli progetti, la capitale inglese rappresenta un esempio da considerare. È impossibile pensare di fare un copia/incolla ad altre latitudini (anche per alcuni approcci fin troppo estremi per i nostri standard concettuali) e va invece sottolineata l’efficacia di un decisionismo progettuale che punta a rinnovare il costruito nell’ottica di aumentare il valore degli spazi urbani e della vita dei cittadini.
In the large photo below, stradling the two pages, the London Stadium in its current state (photo UAV4); above it, the stadium in 2012 with the upper ring removed after the Olympics (photo Los banditos anthony/ lic. CC).
On this page, below, the new Plough Lane Stadium at Wimbledon, photographed under a rainbow on 18 May 2021 (photo Johnlp / lic. CC); above, rendering of the project (KSS). sporteimpianti.it URBAN REGENERATION REPORT | SPECIALE RIGENERAZIONE URBANA 73 cuci forse troppo esagerata per i nostri canoni, e per alcuni versi vicina a un certo tema di mero “feticismo” della storia.
On the left page, above, the building complex constructed in place of the Higbury Stadium: the original Art Deco façade (photo lic. CC) and the ground plan of the complex; below, the inner courts in place of the playing field and a detail of the residential building (photo Antonio Cunazza).
Top, masterplan for the Area of Significant National Interest Bagnoli-Coroglio following the competition of ideas concluded in 2021; the Parco dello Sport is in the offshoot on the right. Below, plan of the Parco dello Sport from the Pica Ciamarra project (2005). In the three photos in the centre, from above: the Bagnoli industrial area in an aerial photo from 1943; the area in May 2009, with work in progress for the Parco dello Sport; the Sports Park area in April 2021. 1-Primo cratere (19.500 mq): calcio e calcetto (erba) 2-Secondo cratere (24.000 mq): seipolivalenti (mateco), quattro tennis (terra rossa), atletica leggera, gin3-Terzonasticacratere (12.500 mq): due polivalenti (mateco), pattinaggio su ghiaccio 5-Biolago4-Campeggio 7/9/116-Skateboard-Pista ciclabile 8-Tiro con l’arco 10- Pista di pattinaggio
Due milioni e mezzo di metri quadrati: è la superficie dell’area industriale di Bagnoli, quartiere a ovest della città di Napoli, già occupata da una fitta rete di edifici industriali incentrati sullo stabilimento siderurgico dell’ILVA (o, a seconda dei periodi storici, Italsider), insediato nel 1910. L’insediamento industriale è stato dismesso a partire dal 1992, e da allora l’area è in attesa di un piano di rigenerazione urbana che sia realmente attuabile, a dispetto delle eterne controversie sull’assegnazione degli appalti, le difficoltà di gestione, l’effettuazione delle imponenti bonifiche dagli scarti industriali. Nel 2006 TSPORT pubblicava la notizia dei tre bandi indetti da Bagnolifutura (società di trasformazione urbana il cui pacchetto azionario era detenuto da Comune di Napoli, Regione Campania e Provincia di Napoli) per il ridisegno dell’area di Bagnoli, con particolare riguardo per il progetto del “Parco dello Sport”, disegnato da un raggruppamento di professionisti guidati dallo Studio Pica Ciamarra e Associati International. Il progetto venne realizzato, e i lavori completati nel 2010. Il Parco fu inaugurato, pur nell’incertezza procedurale circa l’affidamento della gestione dell’impianto, ma non venne mai aperto al pubblico: la magistratura nel 2013 poneva sotto sequestro i terreni contestando la modalità di svolgimento della bonifica che avrebbe lasciato nel sottosuolo parte dei residui tossici industriali. Da allora gli impianti vanno lentamente degradando sia per la mancata cura che per gli atti vandalici che hanno sottratto tutti i materiali e le attrezzature asportabili.
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In alto, masterplan per l’Area di Rilevante Interesse Nazionale Bagnoli-Coroglio a seguito del concorso di idee concluso nel 2021, il Parco dello Sport è nella propaggine sulla destra. In basso, planimetria del Parco dello Sport dal progetto Pica Ciamarra (2005). Nelle tre foto al centro, dall’alto: l’area industriale di Bagnoli in una foto aerea del 1943; l’area nel maggio 2009, con i lavori in corso per il Parco dello Sport; l’area del Parco dello Sport nell’aprile 2021 (Google Earth).
dalBAGNOLIParcodello Sport alla Balneolis futura
Ad oggi Invitalia (l'Agenzia nazionale per lo sviluppo, di proprietà del Ministero dell'Economia), su incarico del Governo, è il soggetto attuatore del programma di bonifica e rilancio dell’ex area industriale di Bagnoli, per il quale ha indetto fra l’altro il concorso internazionale Bagnoli UrbaNAture, rivolto ai principali studi di architettura nazionali e internazionali ed eseguito secondo quanto stabilito dal Codice dei Contratti Pubblici, vinto lo scorso anno dal raggruppamento di professionisti guidato dall’architetto Federico Bargone. Sulla base del planivolumetrico prodotto dai vincitori del concorso, a conclusione della relativa Conferenza di Servizi, il 25 agosto 2021 il Commissario straordinario del Governo per la bonifica ambientale e la rigenerazione urbana dell’area di rilevante interesse nazionale Bagnoli-Coroglioha adottato le modifiche e le integrazioni alle Norme Tecniche di Attuazione dello stralcio urbanistico del vigente Programma di Risanamento Ambientale e di Rigenerazione Urbana (PRARU), rendendo attuabile l’intervento di rigenerazione. Il Parco dello Sport dovrà necessariamente integrarsi nella pianificazione della restante area oggetto di concorso. Il primo luglio, Invitalia ha pubblicato il bando di gara per l’affidamento congiunto dei servizi tecnici di progettazione esecutiva, servizi e lavori, per gli interventi di bonifica del lotto Parco dello Sport (per un importo di oltre 14 milioni), che dovrebbero consentire di recuperare gli impianti sportivi esistenti. La gara si chiude il 13 settembre, e i tempi contrattuali per la progettazione ed esecuzione dei lavori di bonifica ammontano a due anni. In queste pagine richiamiamo alla memoria il Parco dello Sport di Pica Ciamarra e approfondiamo le linee progettuali della proposta di Federico Bargone.
Il Parco dello Sport (da Tsport 249 – maggio giugno 2006) Il “parco dello sport” sorgerà su un’area di 35 ettari tra il costone della collina di Posillipo e via Cattolica. In base al progetto redatto dal raggruppamento temporaneo di professionisti guidati dallo studio Pica Ciamarra e Associati International, il terreno sarà rimodellato per dare corpo a un sistema “a tre crateri”, che riprendono la morfologia tipica dell’organizzazione vulcanica dei Campi Flegrei. La superficie dei crateri permetterà la realizzazione di impianti per attività sportiva in tre ambiti, tra loro divisi e quindi separatamente gestibili: il primo cratere - esteso su 19.500 metri quadrati - sarà destinato ai giochi su erba come calcio a cinque e a undici e calciotto; il secondo cratereil più grande, ampio 24.500 metri quadrati - prevede sei campi polivalenti con pavimentazione in mateco e quattro campi tennis in terra rossa. Infine, il terzo cratere - il più piccolo, 12.500 metri quadrati - ospiterà una pista per pattinaggio su ghiaccio da 800 metri quadrati, utilizzabile anche per l’hockey su ruote, e due campi polivalenti. Fuori dai crateri sarà allestita un’area che consentirà di praticare tiro con l’arco, ci saranno piazzole ricreative per bocce, skate, roller e aree per attività motorie libere come marcia, corsa, pattinaggio e ciclismo. Al margine ovest sarà realizzato un camping e un biolago da 3000 metri quadrati - simbolo del parco - e al margine est un arboreto mediterraneo. Nel progetto è compresa anche la realizzazione di una pista ciclabile che consentirà la percorribilità longitudinale di tutto il parco. Sono previsti infine interventi di basso impatto ambientale lungo il piede del versante della collina di Posillipo per l’azione di messa in sicurezza. Il costo complessivo della realizzazione sarà di 29,7 milioni di euro di cui 22,5 di fondi Por Campania e poco più di 7 di cofinanziamento di Bagnolifutura.
sporteimpianti.it URBAN REGENERATION REPORT | SPECIALE RIGENERAZIONE URBANA 75 Sopra a destra, vista del Parco dello Sport e dell’ex area industriale fino all’isola di Nisida, in una foto pubblicata da Od’A Officina d’Architettura (architetti Bruno Discepolo, Alessandra Fasanaro, Giovanni Aurino), capogruppo vincitore nell’appalto integrato per la progettazione esecutiva del Parco dello Sport (2014). Above right, a view of the Sports Park and the former industrial area as far as the island of Nisida, in a photo by Od'A Officina d'Architettura (architects Bruno Discepolo, Alessandra Fasanaro, Giovanni Aurino), the winning team in the integrated tender for the executive design of the Sports Park (2014).
BALNEOLIS E LA NUOVA STAGIONE FELIX (dalla relazione di concorso) Nell’approccio moderno e poi contemporaneo alla progettazione di nuovi paesaggi su scala territoriale, gli indirizzi posti come prioritari dal presente intervento di trasformazione sono stati finalizzati alla attenta riscoperta delle matrici storiche e della memoria collettiva dei luoghi. Dai risultati della nostra ricerca sull’identità profonda di questa valle, stretta tra Posillipo e i Campi Flegrei, nasce il racconto del progetto: lo studio delle mappe, dei disegni settecenteschi, degli usi agricoli, delle antiche varietà da frutta, delle memorie storiche e recenti sulle sue fonti termali, legando poi tutto alle più moderne tracce dell’uso industriale del Sito. Così facendo si sono aperte numerose ed inaspettate opportunità per rendere unico il racconto del parco, enfatizzando anche le connessioni con l’intorno: la collina di Posillipo quale sfondo paesaggistico e polmone di naturalità per la nuova rete ecologica, il quartiere di Bagnoli e di Fuorigrotta in un dialogo generato dalle quinte dei nuovi edifici e dalle aperture al mare attraverso il viale rettilineo (da noi denominato “miglio borbonico”), la larga fascia nord destinata a parco urbano, Il waterfront che da attuale asse carrabile è trasformato in boulevard pedonale al servizio di una nuova balneazione ecocompatibile. Il parco avrà, inoltre, come elemento di visibilità privilegiato la strada che, scollinando Posillipo, discende verso la valle di Bagnoli: un punto di vista “a volo d’uccello” che aprirà lo sguardo verso la nuova identità paesaggistica di Bagnoli, verso i frutteti del “bosco produttivo”, le sue radure circolari adagiate nel contesto del verde, i cromatismi stagionali delle innumerevoli presenze botaniche.
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In queste due pagine, alcuni rendering dal progetto vincitore del gruppo guidato da Bargone Architetti Associati. Qui sopra, scorcio dell’area delle terme e panoramica di tutta Bagnoli e la collina di PaginaPosillipo.destra, dall’alto: le terme e la radura calda; il villaggio residenziale; l’ambito urbano del Parco. On these two pages, some renderings from the winning project by the group led by Bargone Architetti Associati. Above, a view of the thermal area and a panorama of all of Bagnoli and the Posillipo hill. Right page, from above: the thermal baths and the hot glade; the residential village; the urban area of the Park.
«Se si pensa alla quantità di alimenti che offre questo mare pescoso, […] a tutti i generi di frutta e d’ortaggi offerti a profusione in ogni tempo dell’anno; al fatto che la contrada circostante Napoli ha meritato il nome di Terra di Lavoro (dove lavoro significa lavoro agricolo) e l’intera sua provincia porta da secoli il titolo onorifico di Campania felix, campagna felice, ben si comprende come là sia facile vivere.» J.W. von Goethe, “Viaggio in Italia”.
L’idea progettuale, Integrazione e continuità territoriale L’idea della trasformazione del Sito (cioè di una metamorfosi che rigenera l’intera area ex industriale, abusata e inquinata per oltre un secolo) consiste nel ritorno all’ideale di “Campania FELIX”, declinato secondo una interpretazione contemporanea del suo genius loci, espressa attraverso l’esaltazione dei caratteri naturali, agricoli, cromatici, estetici e del benessere propri di questo lembo di Campania, che, come asserivano i Romani, era fertile ma anche “felice”. Dalla collina di Posillipo (zona di riserva generale) scende e torna la natura che, arrivata in pianura si configura e si articola in tre diversi ambiti: -il parco naturale, lato Posillipo: il recupero di un ambiente naturale, la rete ecologica che unisce il mare alla collina; -il parco produttivo, al centro: il ritorno alle coltivazioni, vera identità storica facilmente desumibile dalle antiche mappe, vite, boschi fruttiferi, agrumi ma di specie antiche ed autoctone; -il parco urbano, lato Bagnoli: più vicino e funzionale al quartiere residenziale e alle nuove costruzioni che qui si insedieranno.
La configurazione del parco, oltre a riattivare i caratteri tipici del luogo e della tradizione declinati nei tre ambiti già descritti (quello naturalistico, lato Posillipo, quello fruttifero e produttivo al centro ed infine quello urbano, lato Bagnoli), innesca nuove relazioni con il contesto paesaggistico/territoriale: 1)con il mare, dove la nuova oasi naturalistica dunale, attraversata da via Coroglio, costituisce l’espansione del parco verso la spiaggia;
I tre layers verdi si integrano attraverso le radure circolari, di cui alcune identificano e valorizzano le archeologie industriali, altre caratterizzano aree verdi tematiche nella sovrapposizione delle tre tipologie. La natura si spinge lungo la fascia costiera, fino quasi a lambire il mare dove torna la duna e i tipici laghetti retrodunali. Assetto urbanistico ed integrazione con l’intorno
La prevalente tipologia lineare, con poche eccezioni, segue un’articolazione variegata ed organica, dove slittamenti longitudinali, variazioni altimetriche e di raccordo dei livelli fondono la città contemporanea a quella consolidata, ne contengono l’impatto volumetrico percepibile, assicurando al contempo armonia compositiva e relazione funzionale con il parco e con le imponenti emergenze architettoniche delle archeologie industriali. Un grande unicum il cui obiettivo è l’estensione dell’idea di parco. Un nuovo paesaggio non solo naturale, ma anche urbano. Disegno del parco urbano e del waterfont, connessioni ambientali Una superficie di circa centocinquanta ettari, il rapporto con il mare, la collina di Posillipo e il quartiere di Bagnoli, la feracità dei campi e le acque termali; nasce da questi spunti la “base genetica” del progetto di ricomposizione paesaggistica in un Sito che, per oltre cento anni, ha subìto continue offese alla sua identità più profonda. La rete ecologica immaginata - lunghe fasce di bosco naturalistico
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2)con Bagnoli dove il nuovo inserimento contemporaneo delle aree 2a1 e 2a2 incontra l’ambito urbano del parco verso il quale il miglio borbonico ne definisce il margine, attivando nuove dinamiche di connessione e d’uso; 3)con via Diocleziano e con il Rione Cavalleggeri, dove i nuovi inserimenti del villaggio residenziale 1f, il centro ricerca Basic 4a1 e 4a2, il borgo lineare 3g1 e 3g2, il mix funzionale delle aree 3a e 3g4 (comprensive del mercato coperto e del faro verde) strutturano il prolungamento del tracciato di via Cocchia, ulteriore margine tra città e parco. L’impianto edilizio dei nuovi volumi è organizzato a partire dal tessuto esistente, i cui principi sono tradotti in chiave contemporanea valorizzando lo spazio interstiziale come elemento primario di qualità diffusa e di ricucitura con l’esistente. Su questa griglia regolare si organizzano elementi variamente declinati, la cui ricchezza tipologica asseconda il programma a base di concorso con una eterogeneità di linguaggi tali da garantire un complessivo senso di orientamento e piacevolezza di insieme.
TSPORT 346 Altre immagini dal progetto vincitore. In alto, in questa pagina, la spiaggia; in alto a destra l’area intorno all’edificio dell’ex acciaieria. Al centro, vista dalla collina di Posillipo. In basso, uno scorcio delle sistemazioni a verde e planimetria dell’idea progettuale nel contesto urbano. More pictures from the winning project. Top, on this page, the beach; top right, the area around the former steelworks building. In the centre, a view of the Posillipo hill. Below, a view of the green arrangements and plan of the project idea in the urban context.
78 che dal mare permeano tutto il parco per poi ricollegarsi, attraverso un ponte, alla collina di Posillipo - costituisce il “sistema vascolare” di uno spazio di natura in evoluzione, dove i princìpi di rete ecologica saranno declinati con la massima attenzione scientifica. Un bosco che sarà anche palestra preziosa per le future attività didattiche del Parco Scientifico collegate alla conoscenza della vegetazione dei nostri territori meridionali. Il criterio generatore del Parco di Bagnoli è tutto nella riscoperta della sua anima antica: le terre storicamente destinate alla frutticoltura e viticoltura e l’abbondanza di acque termali della grande caldera vulcanica flegrea sono uno spunto progettuale troppo forte per non raccoglierne l’eco. Il termalismo ha, infatti, un ruolo importante nella futura organizzazione del Parco (vedi “radura del benessere”). Ma il più radicato genius loci echeggia dal rapporto tra le diverse tipologie di “bosco”: alla struttura del “bosco naturalistico” meandriforme si sovrappone, con linee volutamente arrotondate ed organiche, il “bosco produttivo”, fatto di antiche varietà di vitigni e di fruttiferi con la fascia del parco urbano, che guarda verso Bagnoli, ad avvolgere le aree a maggiore presenza insediativa. Una traccia, da nord verso sud, che è ribadita anche dal waterfront, dai laghettioasi, dove la natura prende il sopravvento: luoghi di sosta per tanta fauna migratoria, essi costituiscono per gli uccelli di passo (anatidi, rallidi, ardeidi) vere e proprie corsie privilegiate, soprattutto nei tratti più vicini al mare, perché la fascia costiera è il canale di scorrimento lungo la quale si inseriscono le correnti migratorie. In ultimo, non indifferente, il contatto con il mare, nuovamente balneabile e raggiungibile attraverso innumerevoli discese dalla pista dell’ex tracciato di via Coroglio, trasformato in luogo di frequentazione e di socialità. Tracciati privilegiati Il disegno del parco è caratterizzato da un doppio sistema connettivo che lo attraversa e lo relaziona ai propri bordi, parallelo alla costa, con le connessioni longitudinali, in direzione mare, con quelle trasversali. Si aggiungono le due ulteriori dorsali principali di margine, via Coroglio, lungo la costa, rinnovato e trasformato, il miglio borbonico (dalla sua lunghezza di circa 1800 m), che congiunge il molo esistente alla porta del parco, affiancato ed ispessito in alcuni tratti dai nuovi volumi. Due dorsali funzionali e strategiche, al contempo panoramiche e di grande suggestione. Le discese a mare raccordano via Coroglio alla spiaggia, mentre una serie di zampette, rampe e scale, raccordano la quota del miglio alla quota del parco, sostenendo e collegando il tracciato ciclopedonale al suolo. L’insieme dei percorsi morbidi e sinuosi che attraversano il parco, quindi, sia in direzione longitudinale che trasversale, lo collegano alle radure circolari, ai suoi margini, sia in modalità carrabile che pedonale e ciclabile, alla viabilità esistente e prevista dal Praru, oltre che alle nuove infrastrutture metropoli-
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Concorso internazionale di idee Bagnoli UrbaNAture - Rigenerazione : Invitalia Rtp Costituendo: StudioS.B.ArchBargone Architetti Associati Neostudio Architetti Associati Arch. Francesco Nigro Nicola Spinetto Architectes Sarl Espace Libre Sarl - Rosmani Project Srl Studio Associato 4e-Ingegneria T.E.S.I. Engineering Srl Agron. Luciano Mauro Eco Geo Engineering Srl Arch. Marina Mori Arch. Daniele Salvo
tane, stazione Fabbrica in corrispondenza del grande Centro Benessere, (servito in forma carrabile direttamente dalla rotonda di via Cocchia), e stazione Nisida in corrispondenza del giardino didattico di ingresso al parco. Il piano del parco, inoltre, è raccordato con continuità lungo i suoi bordi, verso via Bagnoli attraverso una serie fluida di gradonate verdi che compensano il dislivello, lungo le quali sono distribuiti i volumi residenziali, verso la spiaggia in graduale discesa verso mare, dove le propaggini estreme delle connessioni trasversali ed una serie di discese risolvono il dislivello, ad est e verso la porta del Parco, verso via Cocchia, attraverso rilevati e sistemazioni dei pendii verdi e alberati. Il recupero dei 500.000 mc di colmata ipotizzati a base di gara sono ampiamente riutilizzati non solo per i raccordi di bordo dei vari margini, ma anche per la realizzazione dei rilevati del “giardino dell’incontro” e del “giardino delle sculture” (che ricopre interamente il parcheggio multipiano). Fattibilità, sostenibilità ambientale, sostenibilità economica Le dimensioni dell’area e la varietà degli interventi proposti determinano la necessità di pianificare le fasi di lavoro e i relativi tempi di realizzazione in modo da poter ottenere, come risultato, un Parco interamente fruibile nel ragionevole tempo di cinque anni dall’inizio delle opere. La scelta di destinare una notevole parte del parco a interventi di ricomposizione ambientale (il “bosco naturaliforme” planiziale) e di impianto frutticolo non specializzato (il “bosco produttivo” biologico della frutticoltura di varietà antiche e della viticoltura) se da un lato abbatte drasticamente le complessità realizzative (ed in parte anche quelle, successive, di tipo gestionale), di contro incrementa in modo esponenziale il suo livello di sostenibilità ambientale ed economica. Il suo disegno, unitamente al progetto e alla ubicazione della “radura del benessere” lo mette in relazione con la struttura già realizzata del Parco dello sport, integrando e rendendo quest’ultima perfettamente funzionale, nel più generale progetto. Le produzioni agricole saranno quasi tutte lavorate in loco, immaginando la chiusura della filiera produttiva attraverso la trasformazione e la vendita (cantina, fabbrica del benessere). Le aree più propriamente produttive potranno essere lavorate coinvolgendo, ad esempio, la comunità locale, la comunità dei ragazzi del carcere di Nisida, in un rapporto collaborativo di apprendimento, condivisione e partecipazione indispensabile per questo tipo di trasformazioni urbane complesse. Il Parco Scientifico troverà, nella presenza del “bosco naturaliforme”, una preziosa palestra per le future attività didattiche collegate alla conoscenza della vegetazione dei nostri territori meridionali. La grande radura del benessere con la sua “fabbrica” rossa porterà il termalismo e la cura del corpo nuovamente al centro dell’attenzione di Bagnoli, come è giusto che sia. La vicinanza al già realizzato Parco dello sport, alla stazione della metropolitana e della funivia, attiveranno, per il Parco, una nuova e interessante linea economica, così come fu in Bagnoli nell’epoca della pre-industrializzazione. Anche l’altro caposaldo economico dell’antica Bagnoli (il mare) sarà recuperato grazie alla trasformazione del waterfront e alla sua ritrovata balneazione ecocompatibile. Per un Parco caratterizzato da tutte queste articolazioni è naturale pensare ad un modello gestionale complesso che accolga in sé capacità gestionali di tipo economico-produttivo ad altre più squisitamente manutentive. La soluzione potrebbe essere individuata in un unico Ente pubblico/privato (Fondazione Balneolis) che controlli la manutenzione del Parco e che governi i processi produttivi della filiera agricola, del benessere, dello spettacolo e della balneazione. |
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Soggettoattuatore
1 – Centro natatorio 2 – Stadio 3 – Palasport
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L’area compresa tra il Viale dello Stadio e il fiume Nera, a ovest del centro abitato, comprende già, oltre allo Stadio, un Centro Nuoto a nord, mentre a sud è in costruzione il nuovo Palazzetto dello Sport (vedi TSPORT 337). Partito in effetti nel 2016 con lo studio di fattibilità predisposto dal Comune di Terni, il progetto per la realizzazione di un palazzetto dello sport nell’area del Foro Boario ha concluso il suo iter con la gara per un Project Financing vinta dalla Salc Spa. Il progetto prende già in considerazione il tema della rigenerazione urbana con particolare attenzione al recupero delle sponde del Fiume Nera. Il cantiere, aperto nel novembre 2020, ha affrontato innanzitutto opere di demolizione e preparazione dell’area, dove sono state eliminate le ultime tracce dei vecchi mercati generali. Un rallentamento dei lavori è stato causato dall’inadempienza dei concessionari del mercato cui spettava l’onere della demolizione: superato l’ostacolo, è stata avviata dapprima la costruzione dell’edificio commerciale - con circa 5.000 mq di vendita e di ristorazione: attesi, fra gli altri, Decathlon, Rodhouse, McDonald’s, Conad e Unieuro - e solo successivamente sono partiti i lavori per il palazzetto. La parte dei negozi verrà inaugurata nel mese di settembre 2022, mentre il taglio del nastro del palazzo dello sport è previsto per la primavera del 2023.
TERNI il nuovo stadio e la “Città dello sport”
La nascita di una “Città dello Sport” intorno allo Stadio Liberati di Terni prende le mosse da un intervento di rigenerazione urbana che coinvolge l’ex Foro Boario con il mercato e il mattatoio ormai demoliti.
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Nel progetto si immagina l’azzeramento del dislivello con un “basamento” che consentirà l’accesso pedonale sul fronte lungo Via dello Stadio ad una grande piazza contemporanea e successivamente agli ingressi allo stesso livello al nuovo impianto. Il progetto, pertanto, sfruttando l’attuale salto di quota esistente fra il viale dello Stadio e l’impianto Sportivo (circa 5,5 metri), incrementa di molto gli spazi aperti fruibili liberamente dai cittadini, prevedendo due grandi aree: -la prima, alla quota dell’attuale campo sportivo, dove sono collocati il campo di gioco, i nuovi servizi sportivi dello Stadio, i nuovi parcheggi coperti, il commerciale, è caratterizzata dalla presenza di nuovi parcheggi scoperti e di una grande piazza pedonale (circa mq. 8000) attrezzata con elementi di arredo, entrambi realizzati con materiali permeabili e fittamente alberati. Si pone in adiacenza della Piazza dello Sport, in fase di realizzazione all’interno del progetto del Palasport e ne costituisce a tutti gli effetti il suo ampliamento; -la seconda, collocata sulla copertura dei suddetti ambienti alla quota del viale dello Stadio, è costituita da un’altra grande piazza pedonale (mq. 8000 circa) dove sono collocate tutte le entrate e uscite del pubblico all’impianto sportivo, nel rispetto delle attuali normative relative alla prevenzione incendi ed alla pubblica Sicurezza, un edificio per la ristorazione e uno destinato al commerciale. La piazza sarà attrezzata con grandi aiuole pensili che ospitano sedute e alberi ombreggianti di media grandezza, mentre in corrispondenza di tutti i parapetti sono previste aiuole con arbusti in parte cespugliosi ed in parte ricadenti, che disegnano con il verde il limite della piazza superiore. Le due piazze collegate da rampe, scale ed ascensori liberamente fruibili anche durante gli eventi sportivi, sono caratterizzate da pareti con “verde” Nelverticale.progetto si è immaginato un catino raccolto su di una unica gradonata continua sul terreno di gioco esistente che potrà così rimanere in esercizio durante tutta la fase di cantiere per garantire continuità all’attività sportiva e agonistica. Le tribune saranno tutte completamente coperte, garantendo comfort e sicurezza. Nel livello più alto delle tribune è presente un anel-
URBAN REGENERATION REPORT | SPECIALE RIGENERAZIONE URBANA 81
Nella pagina a sinistra, planimetria generale dell’area. In questa pagina, in alto, sequenza di ortofoto negli anni (Google Earth): nel 2019 si nota il rinnovamento del centro natatorio a nord e la scomparsa dei Mercati Generali a sud. Nel 2021 su quest’area compare il nuovo centro commerciale realizzato, e a lato le fondamenta del palasport. In basso, rendering del nuovo stadio. On the left page, general plan of the area. On this page, top, sequence of orthophotos over the years (Google earth): in 2019 the renovation of the swimming centre to the north and the disappearance of the General Markets to the south can be seen. In 2021, the newly built shopping centre appears in this area, and the foundations of the sports hall to the side. Below, rendering of the new stadium.
Lo Stadio e la città Il progetto dell’attuale stadio della Ternana si deve all’ingegnere Leopoldo Baruchello, autore del Bentegodi di Verona, che scelse un disegno ellittico a tre anelli sovrapposti e curve prive della sezione centrale. Lo stadio fu inaugurato nel 1969, e disponeva fino al ’74 anche di una pista di atletica. Nel 2009 l’erba naturale del manto venne sostituita con un ibrido Powergrass; nel 2012, con la promozione della ternana in serie B, è stata adeguata la capienza portandola a 17.740 posti a sedere.
Il progetto per un nuovo stadio, proposto dalla Ternana e attualmente in fase di approvazione, prevede la completa ricostruzione del “Liberati”, con la sola conservazione del sedime originale. Il nuovo stadio intende ricucire il sito dell’intervento con la parte ovest della città, integrandosi con le aree contigue in corso di riqualificazione, andando sostanzialmente a configurare un ampliamento del centro della città di Terni. Attualmente lo Stadio Libero Liberati è infatti posto in una sorta di depressione orografica che di fatto lo separa dal contesto urbano e costringe cittadini e tifosi a percorrere rampe tortuose di scale o lunghi percorsi pedonali in commistione con il traffico non secondario di Via dello stadio e Via Leopardi.
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At the top of the two pages, preparatory Insketches.theleft column, details of the stadium. Bottom centre of the two pages, axonometry and section. On the right page, plan of the stadium.
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In alto sulle due pagine, schizzi prepaNellaratori. colonna di sinistra, dettagli dello Instadio.basso al centro delle due pagine, assonometria e sezione. Nella pagina destra, pianta dello stadio.
TSPORT 346 lo funzionale anulare sul quale si attestano vari servizi e attività, tra le quali postazioni per le riprese televisive, per la sicurezza e controllo da parte delle forze dell’ordine e gli sky box, “appesi” alla struttura in acciaio della copertura. L’impianto ha una capienza di 18.037 spettatori con tribune completamente coperte. Sotto l’aspetto architettonico si presenta come un guscio di marcata identità contemporanea caratterizzato da un involucro metallico levigato e argenteo che con l’illuminazione notturna si trasforma in un oggetto evanescente, quasi sospeso. La copertura è in carpenteria metallica con uno sbalzo di circa 30 metri. Il sottostante prospetto verticale, leggermente inclinato fino a terra, presenta una finitura in pannelli in inox, fissati e posizionati in modo tale da consentire anche l’aereazione diffusa dell’involucro e la corretta ventilazione per garantire il comfort termo-igrometrico degli spettatori, allineandosi ai più recenti esempi di Stadi realizzati o in fase di Iprogettazione.pannellisono sagomati geometricamente ed hanno una finitura superficiale “mat” per ottenere un effetto grafico che consenta rifrazioni alla luce senza che la stessa si rifletta, sia diurna che artificiale notturna, una sorta di “pelle d’acciaio” rugosa e corrugata che cita e allude alla leggenda del Thyrus, il leggendario Drago alato di Terni la cui memoria grafica si conserva nello stemma della città e della squadra di calcio. La “pelle d’acciaio” di notte sarà illuminata anche con giochi di luce che alludono ai colori della squadra. L’idea ambiziosa è quella di identificare l’opera non soltanto come lo stadio della Ternana, ma come il monumento identitario e di riconoscimento di Terni e dei ternani nel mondo per l’acciaio appunto e per il carattere d’acciaio dei suoi abitanti che si riconoscono nel detto “Duri come l’acciaio”. La piastra a quota 122 che assume nella sostanza la caratteristica di piazza è completata con elementi di arredo urbano e posizionamento di nuove alberature, seppur utilizzando fioriere e contenitori/sedute. Piccoli gruppi di alberi e aree relax con sedute vengono posizionati in varie parti della grande piazza (dove non confliggono e creano ostacolo ai flussi di ingresso e uscita dell’impianto). Una parte significativa dei parapetti si trasformano in fioriere e sono oltremodo previsti brani di verde verticale, in particolare nei prospetti dei locali commerciali e di ristorazione. Le caratteristiche strutturali Il progetto strutturale prevede la demolizione dello stadio attuale e la ricostruzione di una nuova struttura perfettamente in linea con la tendenza generale di trasformazione degli stadi in tutta Europa. Le strutture che caratterizzano il nuovo stadio sono ascrivibili a tre principali corpi strutturali: la grande area coperta esterna allo stadio, la struttura inferiore del catino e la grande copertura metallica. Il primo dei tre corpi è stato concepito mediante l’utilizzo estensivo della prefabbricazione con utilizzo di strutture prevalentemente isostatiche per ciò che riguarda travi e solai alveolari in c.a.p. e pilastri in c.a.v.; tale scelta è stata attuata per calmierare i costi di costruzione e permettere di contenere al massimo i tempi di costruzione, scontando in stabilimento i tempi di maturazione del calcestruzzo. Le strutture fondali sono costituite da plinti a bicchiere con pareti interne dentate atti ad ospitare i pilastri prefabbricati (anch’essi con superficie perimetrale dentata nel tratto di inserimento); i singoli plinti sono collegati da cordoli. Per il secondo corpo si è fatta la medesima scelta sulla tipologia di elementi costruttivi utilizzando travi porta gradoni (racker beam) e pilastri prefabbricati in c.a.v. con gradoni prefabbricati che costituiscono sia elemento portante orizzontale che alloggiamento delle sedute per gli spettatori. La struttura è comunque connessa con gli elementi di sostegno per la grande copertura metallica, costituiti da 56 plinti a croce in calcestruzzo gettato in opera che fungono anche da elementi sismoresistenti per il catino. Le fondazioni del catino sono di tipo diretto su una platea che funge da elemento ripartitore di tutti i carichi, sia quelli afferenti dalla copertura attraverso i setti sia quelli della parte prefabbricata delle Legradinate.strutture del catino e della piazza esterna sono giuntate fra loro ed anche internamente per tenere in considerazione le modalità costruttive e l’incidenza delle dilatazioni termiche. L’ultimo corpo strutturale è quello della copertura Lametallica.copertura, che copre un ambito di circa 14.700 mq ed ha una larghezza complessiva di 30 m con
uno sbalzo da 22.16 m complessivi, è una struttura tridimensionale complessa. Essa è stata studiata a partire dalla sezione trasversale riportata ed è stata studiata come struttura isostatica esternamente ed iperstatica internamente. Nello specifico la sua principale caratteristica è quella di una estrema semplicità concettuale atta a garantire l’equilibrio sulla base di regole semplici ed efficaci. Le caratteristiche tecnico sportive CONI - FIGC Il nuovo stadio si rifà al modello tipicamente inglese, con le sedute immediatamente a ridosso del campo, senza barriere tra gli spalti e il rettangolo di gioco; le sedute più vicine permettono di assistere alle partite da una distanza minore di dieci metri. Le dimensioni del campo di gioco sono 68 x 105 m e la distanza delle segnature del campo dalle tribune è 7.50 m. In considerazione della capienza progettata e degli spazi previsti per i servizi specifici, lo stadio è facilmente adeguabile per la serie A conformemente ai requisiti richiesti dalla FIGC. La capienza complessiva è di 18.037 posti tutti coperti di cui 92 riservati ai diversamente abili, divisi in 5 settori, compreso quello della tifoseria ospite con accessi e uscite indipendenti, ognuno dotato dei relativi punti ristoro e dai servizi (dimensionati da normativa). Lo spazio riservato alle autorità si trova in posizione centrale all’interno della tribuna A, dove sono collocati anche 6 sky box e le postazioni per la stampa e le riprese TV, ciascuna su una superficie dedicata ed sporteimpianti.itesclusiva.
REGENERATION REPORT | SPECIALE RIGENERAZIONE URBANA 83
URBAN
Nuovo stadio della Ternana Calcio progetto definitivo Concessionario: Ternana Calcio Spa Project manager: Sergio Anibaldi Progetto: Baldi Margheriti Associati (arch. Luciano Baldi, arch. Paola Margheriti), Sintagma Srl (ing. Nando Granieri, ing Federico Durastanti)
Gruppo di lavoro: Proietti Ingegneria Srl, SIPREC Srl, Studio Granati, ing. Leonardo Casali, ing. Paolo Manni, avv. Giovanni Diotallevi, ing. Chiara Crosti, Società Geologica Srl, arch. Paesaggista Luca Ciliani, ALPHA Snc, Daniele Bazzarin, Studio Barcaroli
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Sul tetto di un parcheggio multipiano nel cuore del V Municipio di Roma, è nato Sky Park Casilino, un progetto di riqualificazione urbana, uno spazio suggestivo dove socialità, sport e cultura si incontrano a cielo aperto.
Con questa nuova area di quartiere la spinta sarà anche occupazionale grazie alle collaborazioni attivate da Fusolab per la gestione del centro, in una delle zone più popolate di Roma, con 60.000 presenze previste il primo anno e una crescita annua di 20 punti percentuali.
Above, overview of Sky Park and the surrounding urban framework. On the right page, floor plan and significant sections; in small size and in colour, volume plan and perspective render.
DI SABINA ORRICO
L’area utilizzata per il Casilino Sky Park è molto ampia: copre una superficie di oltre 3800 metri quadrati sul quarto piano scoperto di un parcheggio multipiano. È un progetto innovativo di riqualificazione urbana sostenibile, studiato per realizzare una nuova piazza sopraelevata che diventi luogo di ritrovo e socializzazione per gli abitanti dei quartieri Alessandrino, Centocelle, Torre Maura e Torre Spaccata. Il Casilino Sky Park consentirà di aumentare l’offerta di luoghi di condivisione per la comunità locale, all’insegna dell’inclusività grazie ai prezzi accessibili: tessere annuali per la pratica sportiva, costi contenuti per gli eventi culturali e fasce di esenzione completa grazie all’intervento di IGT.
CasilinoROMASkyPark, la rigenerazione urbana sul tetto Sopra, panoramica sullo Sky Park e il tessuto urbano circostante. Nella pagina destra, pianta e sezioni significative; in piccolo, a colori, planivolumetrico e render prospettico.
sporteimpianti.it URBAN REGENERATION REPORT | SPECIALE RIGENERAZIONE URBANA 85 1-AreaLegenda sport calcetto e spettacoli 2-palco con maxischermo 3-area 12-pista11-ascensori10-area9-mercatino8-area7-area5-bagni4-campifitnessdapadel/spogliatoicrossfitgiocobambinibar/bistrotpanoramica
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Il progetto Al Casilino Sky Park sono presenti campi sportivi per praticare padel, pickleball, calcetto, street basket, pattinaggio, skateboard e parkour. Inoltre il progetto ha previsto una palestra open air, zone per il fitness a corpo libero, crossfit e calisthenics. Nel dettaglio, lo spazio utilizzato - l’intero ultimo piano del parcheggio multipiano, a 17 metri di altezza, a fianco della sede di Fusolab -è ampio 3800 metri quadrati, con una capacità di 2500 L’areapersone.sport è ampia 1300 metri quadrati con 3 campi da padel, 1 palestra, 1 area crossfit e calisthenics, 1 area fitness, 1 pista running panoraNell’areamica. polivalente di 1000 metri quadrati, luogo di incontro e svago, si trova la piazza, lo spazio bambini, un campo multisport per pickleball, calcetto, basket, pattinaggio, skateboard e parkour, oltre a un’arena eventi. Sono previste attività ludico ricreative con didattica innovativa per bambini, un’arena estiva per spettacoli e spazi per socialità e coworking, con area ristoro. Tutte le opere di street art sono coordinate e supervisionate da a.DNA. Tra gli artisti che hanno collaborato, Alice Pasquini ha supervisionato il progetto e realizzato le superfici verticali, Giulio Vesprini ha realizzato i campi da gioco e UNO ha realizzato e decorato la pista panoramica e il muro perimetrale. Le superfici orizzontali sonno state realizzate con resina acril-sintetica al caucciù, quelle verticali con vernici Airlite, che contribuiscono all’eliminazione delle particelle nocive dall’aria: un segnale dell’attenzione all’ambiente posta da questo progetto, unitamente ad altre strategie come i pannelli solari e l’impianto di illuminazione a led.
URBAN REGENERATION REPORT | SPECIALE RIGENERAZIONE URBANA 87 Alice Pasquini (Roma, 1980), in arte Alice, è un’artista contemporanea le cui opere sono esposte sulle superfici urbane, nelle gallerie e nei musei di centinaia di città in tutto il mondo.
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Nella pagina sinistra, in alto, gi spogliatoi su container, con gli interventi pittorici di Alice Pasquini. Al centro, i campi da padel. In basso a sinistra un dettaglio della superficie del campo da calcetto; a destra, vista dell’area bistrot allestita per l’inaugurazione. In questa pagina, i tre artisti; al centro, il campo da gioco di Giulio Vesprini; sotto, la pista perimetrale di Uno; a destra, le pareti verticali di Alice Pasquini. On the left page, above, the changing rooms on containers, with pictorial interventions by Alice Pasquini. In the centre, the padel courts. Bottom left, a detail of the sports field surface; right, view of the bistro area set up for the inauguration. On this page, the three artists; centre, Giulio Vesprini's playing field; below, Uno's perimeter track; right, Alice Pasquini's vertical walls.
Foto credits: Gloria Viggiani; Giorgia Spigarelli Drone : Gianmarco Palazzo, Davide Minghetti, Alessandro Mignacca
Nel 2013 ha realizzato un ciclo per i Musei Capitolini di Roma e ha collaborato con l’Istituto Italiano di Cultura di Singapore, con l’Istituto di Cultura di Montevideo, con l’Istituto di Cultura di São Paulo, e il museo italiano dell’emigrazione di Melbourne. Dal 2015 Alice è coinvolta nella riscoperta e valorizzazione del centro antico di Civitacampomarano (Cb) e come direttrice artistica del CVTà Street Fest dal 2016. Ha esposto alla Saatchi Gallery di Londra, all’Ambasciata americana di Roma, al MACRO - Museo di Arte Contemporanea di Roma, Mutuo Centro de Arte Barcellona, all’Espace Pierre Cardin di Parigi.
All’interno del Casilino Sky Park, Alice Pasquini ha supervisionato l’intero progetto e realizzato le superfici verticali. Giulio Vesprini (Civitanova Marche, 1980) è un grafico e artista indipendente. Inizia a lavorare per diverse agenzie di comunicazione visiva e dal 2007 espone costantemente i suoi lavori in gallerie nazionali e internazionali, mantenendo uno stretto legame con l’Urban Art. Dal 2009 cura il progetto di riqualificazione urbana “Vedo A Colori” a Civitanova SuMarche.Tsport 341 abbiamo pubblicato alcuni suoi lavori sui playground di diverse città italiane. All’interno del Casilino Sky Park, Giulio Vesprini ha realizzato i campi da gioco. UNO è un artista che vive e lavora a Roma dai primi anni del 2000, realizzando interventi anche per diverse città deòl mondo. Accogliendo e attualizzando la lezione di Warhol, di Debord e di Rotella, UNO, attraverso la ripetizione all'infinito e il frequente uso di colori accesi e pitture fluorescenti, gioca con la tecnica pubblicitaria e la cambia di segno. Partendo dal volto simbolo della famosa pubblicità di una cioccolata, lo rende un’icona della possibile rivoluzione del singolo nei confronti della società di massa. Un volto liberato dal ruolo assegnatogli dai suoi creatori che diventa paradossalmente lo strumento ideale per una critica alla pratica pubblicitaria stessa. A rafforzare il messaggio c’è la carta strappata dei decoupages e stencil-collages realizzati dall’artista, che rimandano alla lacerazione dell’individuo e della sua unicità continuamente manipolata fino a perdersi nella molteplicità della società di massa. All’interno del Casilino Sky Park, UNO ha realizzato e decorato la pista panoramica e il muro perimetrale.
Casilino Sky Park è un progetto ideato e realizzato da Fusolab, Associazione di Promozione Sociale e Sportiva Dilettantistica con la curatela artistica di Mirko Pierri dell’associazione a.DNA, organizzazione che promuove street-urban artist da dodici anni, con il sostegno di IGT, leader mondiale nel settore del gioco regolamentato, in collaborazione con LifeGate, da oltre vent’anni punto di riferimento per lo sviluppo sostenibile e IGD cohost e proprietario dell’immobile.
Gli artisti
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Oggi questi sono destinati a diventare un centro per la ginnastica artistica, boxe e arti marziali. Il team di Sportium ha mantenuto la morfologia dell'edificio, come richiesto dalla committenza, dando un forte messaggio alla comunità attraverso le sue facciate parlanti.
Apertura, Inclusività, Colore, Educazione, sono le parole chiave del progetto, che presenta per ogni volta a botte delle importanti figure che hanno dato la loro vita nella lotta contro la mafia. Alcune loro citazioni più famose saranno impresse nella recinzione esterna permeabile, valori e concetti che non moriranno mai, simboli per la comunità e per le generazioni future, proprio come sosteneva Giovanni Falcone. Il Team Sportium guidato da Giuseppe De Martino ha affrontato lo studio tecnico e di fattibilità, e lo step successivo sarà partecipare alla gara per l’assegnazione del progetto a proseguire nelle fasi successive. Nelle foto potete vedere le attuali condizioni dei capannoni, e i render di come noi abbiamo pensato che possano diventare. Teniamo molto a questo progetto, soprattutto per il significato che conserva e speriamo di poterlo completare nella sua costruzione con i nostri professionisti! Sportium, 23 maggio 2022
“A questa città vorrei dire: gli uomini passano, le idee restano, restano le loro tensioni morali, continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”. - Giovanni
Il progetto comprende una riqualificazione di tre zone di Segrate e questi capannoni industriali sono la parte più attrattiva e legata al cuore del progetto, poiché sono stati sequestrati alla criminalità organizzata.
treSEGRATEFalconeinterventi
Oggi ricorrono 30 anni dalla terribile strage di Capaci, nella quale Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e la loro scorta persero la vita per mano della mafia. E’ un vero onore proprio oggi, per tenere vivo il ricordo della lotta contro la criminalità organizzata, parlare del nostro progetto Ex-Fisher di Segrate, che il Comune ha assegnato, tramite incarico diretto, a Giuseppe De Martino, Direttore Tecnico di Sportium.
di riqualificazione
edilizia e sociale L’obiettivo principale dei progetti è quello di restituire impianti nuovi, moderni e sostenibili, che al contempo si installino con un carattere di riconoscibilità nella città di Segrate. La proposta progettuale vuole essere un connubio inscindibile tra funzionalità ed estetica, per un rinnovo d’immagine che non riguardi soltanto la struttura oggetto di intervento, ma anche le aree circostanti. Il progetto, nell’intervento 1, parte da un approccio alla progettazione che mette al centro l’atleta e il tema del sequestro alla criminalità organizzata. Il concept si sviluppa poi verso l’esterno, attraverso gli spazi di servizio, fino alla recinzione esterna andando a sposarsi con l’involucro. Un contesto situato in una zona industriale, in cui sono presenti edifici senza caratteristiche architettoniche particolari, crea uno scenario anonimo che ha implicato scelte progettuali improntate alla caratterizzazione degli spazi esterni. L’approccio interdisciplinare adottato è volto a condurre a un edificio che ispiri senso di appartenenza agli abitanti di Segrate. Ed è proprio alla società che l’edificio si apre, alle sue interazioni che si attiveranno attraverso spazi a fruizione pubblica. Il concept architettonico fortemente caratterizzante si spinge proprio verso la ricerca di un tema simbolico che riunisca cittadini di diverse generazioni e diversi interessi. Il piano di fattibilità tecnico economica propone una serie di interventi realizzabili in aree di intervento differenti, e trova la sua completezza con gli interventi 2 e 3.
Il servizio di queste pagine illustra la proposta degli interventi da realizzarsi per i lavori di riqualificazione dell’area dell’Ex-Fischer di via Tiepolo, dei campi sportivi del Centro Don Giussani e della tribuna del Centro Sportivo Pastrengo a Segrate, nella Città Metropolitana di Milano
URBAN REGENERATION REPORT | SPECIALE RIGENERAZIONE URBANA 89 Area ex-Fischer L’Area Ex-Fischer (Intervento 1) è situata in un contesto industriale a nord della stazione ferroviaria di Segrate; a ovest si affaccia su Via Rodolfo Morandi e a est su Via Tiepolo.
L’area ospita al suo interno un capannone e un edificio residenziale. Nel capannone sono presenti due attività differenti, un magazzino per il Comune di Segrate e la sede della Croce Rossa di Segrate con stoccaggio di risorse alimentari - con quota interna di +1,30m, per favorire il carico-scarico delle merci - e una palazzina residenziale di 3 piani fuori terra che evidenzia un degrado diffuso e un processo di deterioramento in atto che vede coinvolto tutte le strutture. L’edificio dell’area Ex-Fischer è un tipico capannone costituito da una struttura a pilastri in calcestruzzo e tamponamenti in mattoni di calcestruzzo che reggono 4 volte a botte in pannelli ondulati di fibra di cemento. Le linee guida che caratterizzano il progetto sono: -recuperare l’intero edificio dal punto di vista edilizio e impiantistico nel pieno rispetto delle normative -crearevigenti;muovi impianti sportivi all’interno dello scheletro esistente dei capannoni; -migliorare l’efficienza funzionale ed energetica -progettaredell’edificio;gli spazi interni dell’edificio utilizzando strutture separate da quella esistente. Il progetto prevede dunque la completa ristrutturazione degli spazi esistenti, con l’inserimento di nuove funzioni sportive e ludiche che si distribuiscono su due piani. Prevede una demolizione parziale della soletta esistente a quota +1.30, creando una vasca per gli esercizi della ginnastica artistica e una nuova quota di progetto dove saranno inseriti, bar, spogliatoi, reception e un’area polifunzionale. Al piano primo sono previsti una palestra da boxe, una palestra da karate, spogliatoi, uffici e un’area di attesa.
Left, project rendering of the former Fischer area with the faces of the personalities. On this page, project plan of the ground floor; right, orthophoto of the current state. The sketch above is by Teresa Maggioli. sporteimpianti.it
DISEGNODELL’AREA L’approccio interdisciplinare adottato è volto a condurre ad un edificio che si apra alla società, alle sue interazioni che si attiveranno attraverso spazi a fruizione pubblica. Il concept architettonico, che rispetta le morfologie degli edifici esistenti, fortemente caratterizzante si spinge alla creazione di spazi connessi, interni ed esterni, al servizio di cittadini e ai nuovi utenti del nuovo centro sportivo Ex-Fischer. La connessione degli spazi si otterrà dalla permeabilità della pianta al piano terra che metterà in collegamento il fronte su via Tiepolo con il fronte su via Morandi. Il progetto rappresenta il punto finale dello sviluppo urbano dell’area, tenendo conto del nuovo progetto del parco urbano della Cassanese bis che aprirà un nuovo punto di vista sull’edificio. Il nuovo layout della pavimentazione esterna è il simbolo della permeabilità che si ha in tutto il lotto, con luoghi serventi degli spazi interni, aree verdi aperte verso il nuovo parco pubblico della Cassanese bis e luoghi di aggregazione aperti alla popolazione di Segrate dove si potranno praticare sport all’aperto e trovare dei playground dedicati ai più piccoli. Nel disegno sono stati progettati, lungo via Morandi, due aree a prato con relative sedute da esterno e un nuovo parcheggio per gli operatori del nuovo impianto sportivo. M EMORIA Partendo da uno studio del contesto urbano in cui si colloca il comune di Segrate, il tema della memoria è supportato oltre che dalla storia dell’edificio esistente, anche dalla storia che inizia dal quartiere Ortica, in cui sono presenti graffiti che raffigurano personaggi che si sono contraddistinti nella lotta contro la criminalità organizzata, e continua fino al contesto attorno a Segrate. Così attraverso la ricerca di volti e frasi commemorative di questi personaggi - come Peppino Impastato e la sua celebre frase “Studiate, perché studiando si apre la testa e si capisce quello che è giusto e quello che non è giusto” - si è riproposto nel concept della facciata, con l’uso di pannelli metallici microforati. I motivi geometrici triangolari donano colore e dinamismo alla facciata su cui si attestano i volti di chi ha combattuto la criminalità organizzata. Mentre sulla recinzione attorno all’area, di
A sinistra, rendering di progetto dell’area ex Fischer con i volti dei personaggi. In questa pagina, pianta di progetto del piano terra; a destra, ortofoto dello stato attuale. Lo schizzo in alto è di Teresa Maggioli.
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lamiera metallica microforata, vengono riportate le frasi più importanti dei personaggi. La frase è posizionata sulla recinzione di fronte al volto, in modo da creare un gioco prospettico, in cui lo spettatore immerso nel suo contesto potrà leggerne il racconto da qualsiasi punto di vista.
PROGETTO Il progetto prevede la completa riorganizzazione degli spazi interni seguendo 3 principi fondamentali: -rispettare la morfologia dell’edificio esistente; -riprendere la simmetria delle volte, e sottolineare la volumetria dell’edificio; -separare i flussi tra atleti ed esterni. Al piano terra sono stati progettati spazi dedicati a magazzino, palestre, spogliatoi e zona ristoro. Nello spazio della ginnastica artistica si è costruita una buca, profonda 1,46 m, per gli allenamenti sugli attrezzi. Gli spazi sono resi funzionali e confortevoli con una progettazione integrata degli impianti. Sarà garantita l’accessibilità agli utenti diversamen-
te abili con la presenza in ogni spogliatoio di un bagno ed una doccia con le caratteristiche e le dotazioni opportune. Al Primo Piano gli spazi sono stati progettati con destinazioni a palestre di karate e boxe, spogliatoi e uffici rendendoli funzionali e confortevoli con una progettazione integrata degli impianti secondo i principi di efficienza energetica e sostenibilità ambientale. Centro Sportivo Don Giussani Il Centro Sportivo Don Giussani (Intervento 2) è situato a sud-ovest del Comune di Segrate, con il Laghetto di Redecesio a ovest e la ferrovia a sud. Il centro sportivo comunale si compone di un campo da calcio regolamentare e un campo da 9, entrambi in erba sintetica, una tribuna con biglietteria serviente il campo regolamentare, un edificio con tensostruttura che ospita un campo da basket e rispettivi spogliatoi, un’area riservata agli uffici, spogliatoi e bar che sono complementari e al serlegenda 1-verde di progetto 2-sedute prefabbricate 3-sedute tavolo parco 4-playground area tavoli bambini 5-autobloccante carrabile 6-parcheggi
Nuovo centro sportivo nell’ex Fischer di Segrate
URBAN REGENERATION REPORT | SPECIALE RIGENERAZIONE URBANA 91 vizio dei campi da gioco. I campi da gioco sono recintati con una cancellata in ferro e reti di protezione su tutti i perimetri e sono dotati di impianto di illuminazione separato costituito da 4 torri faro per ciascun campo da calcio e 4 torri faro per il campetto da basket esterno. Le linee guida che caratterizzano il progetto sono: -riqualificazione del campo da calcio regolamentare in erba sintetica con sostituzione del manto e formazione di sistema di raccolta acque meteoriche e irrigazione; -nuovo impianto di illuminazione del campo da calcio regolamentare; -nuovo campo d’allenamento dei portieri; -riqualificazione della pavimentazione del campo da basket -risanamentoesterno;dellemurature degradate per effetto dell’umidità di risalita nella parte est-ovest dell’edificio per ristabilire la salubrità degli ambienti. Il progetto prevede la ristrutturazione degli spazi esistenti come il campo da calcio professionale, il campetto da basket e le murature della tensostruttura. Prevede poi l’inserimento di un nuovo campo da calcio a 5, per ospitare l’allenamento dei portieri. L’impianto di illuminazione delle torri faro esistenti, campo da calcio 11 e campetto da basket, sarà sostituito con illuminazione a LED, mentre per il campo a 5 si posizioneranno 4 nuove torri faro.
Progettista incaricato : arch. Giuseppe De Martino In collaborazione con Sportium : arch. Teresa Maggioli
Centro Sportivo Pastrengo Il Centro Sportivo Pastrengo (Intervento 3) sorge in una zona prettamente residenziale del Comune dove è presente a ovest il Laghetto delle Cave di Segrate e il Centro Parco.
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Committente : Comune di Segrate RUP : ing. Annapaola De Lotto
Il centro sportivo comunale si compone di un campo da calcio, in manto erboso, e un campo di calcetto, in erba sintetica, un’area riservata agli uffici e spogliatoi, una tribuna con capienza massima di 800 spettatori con bar integrato in essa, e 8 torri faro, 4 per ciascun campo da calcio. Le linee guida che caratterizzano il progetto sono: -Riqualificazione della tribuna esistente con l’inserimento, sotto di essa, di nuovi locali serventi; -Nuovo impianto di illuminazione del campo da calcio regolamentare. Il progetto prevede la completa ristrutturazione degli spazi al piano terra della tribuna, ricreando un’unitarietà volumetrica con una doppia pelle metallica. Al piano terra si riconfigurano gli spazi sotto la struttura metallica della tribuna, così da ospitare il nuovo bar, i servizi igienici, primo soccorso e un magazzino e una predisposizione per future espansioni. Tutte queste funzioni sono racchiuse dentro una doppia parete in alluminio forata e dipinta che ricostruisce il volume puro della tribuna attuale, ridando solidità all’intervento Il concept della composizione della facciata, con l’uso di pannelli in alluminio microforati, crea motivi geometrici triangolari dando continuità all’intervento 1 con differenti tonalità di colore donando dinamismo e iconicità all’insieme. Anche i corpi scala esterni e i parapetti della tribuna verranno ricoperti dallo stesso motivo della facciata così da rispettare la norma UNI 10121-2 e realizzati in materiale incombustibile.
Nella pagina sinistra, in alto, lo stato di fatto dei capannoni ex Fischer; sotto, rendering di progetto. In basso, layout di progetto dell’area esterna. In questa pagina, in alto, al centro e in basso a destra, schizzi, prospetto, pianta e foto pre intervento del centro sportivo Pastrengo. In basso a sinistra, planimetria del centro sportivo Don Giussani. On the left page, above, the actual state of the former Fischer warehouses; below, project rendering. Bottom, project layout of the outdoor area. Top, centre and bottom right of this page, sketches, elevation, plan and pre-intervention picture of the Pastrengo sports centre. Bottom left, plan of the Don Giussani sports centre.
La descrizione del progetto è tratta dalla presentazione della SSD.
TSPORT 346 In alto, il campo di calcio rinnovato. Nella pagina a lato, sulla sinistra planimetria del centro sportivo; a destra, lo stato prima dei lavori e i lavori in corso sul campo a cinque e sul campo a undici.
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La SSD Spaccanapoli Sporting, società sportiva senza fine di lucro, ha presentato al Comune di Napoli proprietario e competente per territorio, il progetto di rigenerazione, riqualificazione e ammodernamento dell’impianto sportivo S. Gennaro dei Poveri alla Sanità per la successiva gestione con la previsione di un utilizzo teso a favorire l’aggregazione sociale e giovanile.
Il team di SSD Spaccanapoli Sporting vuole offrire il suo contributo al Rione Sanità per “edificare” “la casa dello sport per tutti”, nel segno dell’aggregazionedell’integrazione, e crescita delle nuove generazioni. Forma Urbana del Rione Sanità, isolamento e degrado sociale I principi informatori del progetto di riqualificazione del Campo Sportivo San Gennaro sono fondati su considerazioni urbanistiche, storiche e socio-economiche che ancora oggi caratterizzano la vita dell’intero Rione. Il Rione Sanità fu edificato alla fine del XVI secolo in un vallone collocato all’esterno della città grecoromana e a monte della porta Nord (l’attuale Porta San Gennaro) posizionata sul confine di Via Foria. Il vallone era conosciuto e utilizzato sin dall'epoca greco-romana come luogo di sepoltura; nel corso dei secoli, infatti, nella zona sono sorti ipogei ellenistici e catacombe paleocristiane, come quelle di San Gennaro e San Gaudioso. Già nel XV secolo l’area su cui si è sviluppato il Rione era posizionata tra amene campagne, in prossimità
SanilNAPOLICentroSportivoGennarodei
Oggi l'emarginazione sociale vi è elevata, così come la disoccupazione o la sotto-occupazione, nonostante le potenzialità storico-culturali del rione. Ma segni positivi di ripresa sono palpabili e crescono di giorno in giorno; all’isolamento del quartiere e al degrado urbanistico si contrappone un patrimonio artistico e culturale di inestimabile valore e una capacità del fare fuori dal comune che ha da sempre ha caratterizzato la forza d’animo degli abitanti della Sanità.
Il Campo Sportivo San Gennaro Il Campo Sportivo San Gennaro dei Poveri è stato costruito agli inizi degli anni ‘80, e pur se edificato in una zona di particolare degrado ambientale, come anticipato si trova al centro di un percorso di rilevante interesse storico culturale.
Above, the renovated football pitch. On the opposite page, on the left, a plan of the sports centre; on the right, the state before the work and the work in progress on the five-a-side field and the eleven-aside field. Ai bambini del Rione Sanità “Se è vero che chi costruisce chimere provoca la realtà, allora sognare di liberare questi bambini dall’isolamento affettivo in cui hanno imparato a veder passare i giorni della loro infanzia non è utopia. Credere di poter fermare quel processo di marginalizzazione che, dalla costruzione del “tremendo ponte” in poi, si replica ormai quasi geneticamente nelle loro famiglie può mutarne le sorti. Immaginare il cambiamento possibile e reale anche qui può rendere, accanto al dolore indicibile, l’infanzia pensabile.Sonoquesti i pensieri che guidano i miei passi e mi determinano a fare. Così ho sognato una “casa” dove i bambini, durante i lunghi pomeriggi in cui rimangono soli, avrebbero potuto trovare accoglienza… Raccontare la realizzazione di questo sogno dimostra che, quando adoperiamo la volontà e la condivisione, non esistono ostacoli.” (Padre Antonio Loffredo - Noi del Rione Sanità - Ediz. Mondadori, 2013)
Poveri alla Sanità della paleocristiana basilica di San Gennaro fuori le mura e in prossimità di un monastero abbandonato che era un vero lazzaretto per appestati, l'attuale ospedale di San Gennaro dei Poveri. All’epoca la zona risultava naturalmente incontaminata e salubre, nonché sede delle catacombe, ritenute, quest’ultime, portatrici di miracolose guarigioni. Nel 1809, durante la dominazione francese, Gioacchino Murat dispose la costruzione di un ponte (ancora esistente e oggi dedicato alla patriota Maddalena Cerasuolo), per collegare direttamente Capodimonte alla città, sovrappassando il vallone in cui sorge il quartiere e tagliandolo di fatto dalla vita urbana.
Il campo di calcio a 11 Allo stato preesistente il campo di calcio, di dimensioni metri 60 x 100, era in terra battuta mista a sabbia. Il piano di posa si sviluppa su un sottostante strato tufaceo superficiale (in alcuni punti il tufo si trova a 10 cm di profondità). Per tale motivo fu realizzato un sistema di drenaggio verticale non molto profondo, mediante impiego di tubo corrugato forato di diametro 80 mm e posato in scavi a sezione obbligata poi riempiti con ghiaia. I dreni risultavano posizionati perpendicolarmente al lato lungo del campo, in prossimità dei pozzetti di raccolta dell’acqua piovana. Il sistema non era sufficiente a garantire un perfetto smaltimento delle acque, sia per il numero ridotto di dreni, sia per la posizione alquanto superficiale degli stessi proprio dovuta alla presenza del tufo affiorante. Il progetto esecutivo prevede la realizzazione di un campo di calcio di dimensioni metri 65 x 105 oltre agli spazi per destinazione richiesti dalle normative vigenti. Al fine di ridurre i movimenti di terra e preservare l’ambiente è stato previsto un trattamento superficiale, in sito, del terreno esistente, mediante impiego di un prodotto ad azione idraulica per il trattamento e il consolidamento di terreni per la realizzazione di sottofondi di superfici
Complessivamente buona l'organizzazione planimetrica del centro sportivo che privilegiava la possibilità di praticare diverse attività, ma le carenze manutentive ne compromettono l’agibilità.
Il progetto presentato da Spaccanapoli Sporting propone il miglioramento delle condizioni di sicurezza, della funzionalità e della fruibilità del campo sportivo, mediante azioni coordinate che consentono, direttamente, la riqualificazione complessiva dell’impianto in modo da creare un Centro Sportivo di moderna concezione. Per eliminare l’isolamento del complesso sportivo è prevista la creazione del collegamento con la sovrastante Via Capodimonte mediante l’installazione di un ascensore di notevole capacità (stralciato tuttavia in prima approvazioInne).merito alla riqualificazione dell’impianto sportivo è stato proposto un Piano di investimento per l'adeguamento normativo calibrato in funzione: a)delle esigenze manutentive e delle carenze delb)deglil’impianto;anni necessari all'ammortamento della spesa da sostenere per la gestione, la manutenzione ordinaria e straordinaria del complesso; c)della durata della concessione d'uso della Lastruttura.proposta progettuale è stata suddivisa in due lotti. Il primo lotto prevede il recupero funzionale dell’esistente; nel secondo lotto è stata prevista la realizzazione di una piscina con annesso solarium per creare un centro natatorio in pieno centro storico. Tutti gli spazi funzionali sono stati organizzati per migliorare notevolmente la ricettività e l’accoglienza per gli ospiti utenti. Lo scopo finale è, in sintesi, la creazione di una cittadella sportiva di moderna concezione e allo stesso tempo molto versatile al fine di offrire delle alternative qualificanti per adulti e bambini senza differenze di sesso e di culture per favorire l’aggregazione e l’integrazione delle generazioni.
sporteimpianti.it URBAN REGENERATION REPORT | SPECIALE RIGENERAZIONE URBANA 93 1-Nuovo campo a undici in erba sintetica 2-Nuovo manto per pista di atletica leggera e salto in lungo 3-Rifacimento campo polivalente coperto 4-Adeguamento campo di calcio a cinque in erba sintetica 5-Riqualificazione tribune 6-Tribuna metallica rimovibile 7-Riqualificazione spogliatoi e servizi 8-Spazio giochi per bambini 9-Area fitness con pergolato in legno
94 TSPORT 346 sportive in erba artificiale a drenaggio orizzontale. Il trattamento di uno spessore di circa 20 cm di terreno con tale tecnologia consente di ottenere, in pochissimo tempo e senza stravolgimenti delle condizioni locali, un piano perfettamente livellato per la posa dei componenti del manto sintetico. A seguire avviene la posa di tappetino drenante con canaletti direzionali che consente il drenaggio e l’allontanamento orizzontale dell’acqua di pioggia. Lateralmente al campo in erba artificiale sono disposte apposite canalette per la raccolta e l’allontanamento delle acque piovane e di irrigazione che confluiscono nel sistema di smaltimento delle acque reflue ivi posizionato e preesistente. Sul tappetino drenante è posato il tappeto in erba sintetica completato con l’intaso di stabilizzazione.
Concessionaria: SSD Spaccanapoli Sporting Srl Ausiliarie : Sanseverino Energia Srl del gruppo Graded Holding, GE.MA Impianti Srl Team di progetto : Coordinatore Senior : ing. Vincenzo Salzano Progettista : arch. Rosaria Esposito Progettista : ing. Massimo Francesca Render : Studio Marco Pellegrini Architetti Direzione Lavori : ing. Maurizio Attanasio (Comune di Napoli) RUP : arch. Vincenzo Quaranta Costi di realizzazione: euro 1.437.000 Finanziamento erogato da Intesa Sanpaolo Spa Filiale Terzo Settore alla Concessionaria SSD Spaccanapoli Sporting Srl Esecutrice e coordinatrice interventi : Tipiesse Spa (vedi pag. 7) Fornitura manti erbosi : Mondo Spa (vedi pag. 1) Sotto a destra a sinistra, il nuovo campo in direzione della Basilica dell’Incoronata. Nelle altre immagini, rendering di progetto dell’insieme e di alcune strutture. Bottom right, the new pitch in the direction of the Basilica dell’Incoronata. In the other pictures, project renderings of the whole and some structures.
Quest’ultimo è costituito da sabbia silicea, lavata a spigolo arrotondato di idonea granulometria.
L’intaso prestazionale è invece costituito da granulo termoplastico (verde e marrone) a granulometria controllata. Intorno al campo è inoltre previsto un apposito camminamento in tappetino artificiale per consentire agli addetti ai lavori un comodo spostamento da un capo all’altro del campo. Gli altri interventi Il progetto prevede il ripristino della pista di atletica posizionata nella zona retrostante la porta nord del campo di calcio, per una lunghezza complessiva di 70 metri, realizzata per colata a freddo di resine poliuretaniche in due strati. In maniera analoga sarà realizzata la pista per il salto in lungo. Sull’attuale campo di calcetto è prevista la realizzazione di un campo a cinque regolamentare in erba sintetica.Infine, sarà ripristinato il campo polifunzionale (basket, volley, tennis, ginnastica), con manto sportivo in resina e copertura stagionale in legno lamellare e telo impermeabile.
Lavori di riqualificazione e valorizzazione impiantistica sportiva di proprietà del Comune di Napoli - Centro sportivo San Gennaro dei Poveri alla Sanità
sporteimpianti.it URBAN REGENERATION REPORT | SPECIALE RIGENERAZIONE URBANA 95 In alto, campo multisport in un cortile del carcere di Bollate. In basso, schema degli interventi possibili all’interno delle mura; in piccolo, ortofoto da Google Earth. Top, multi-sport court in a courtyard of the Bollate Bottom,prison.diagram of possible interventions within the walls; small, orthophoto from Google Earth.
DI SABINA ORRICO
Concludiamo la rassegna sulle iniziative di rigenerazione con un tema che volge ancor più direttamente verso il sociale: si tratta delle iniziative di introduzione o di miglioramento degli spazi sportivi all’interno delle carceri. Il progetto di ricerca ACTS, A Chance Through Sport, cofinanziato da Polisocial Award 2019 - programma di impegno e responsabilità sociale del Politecnico di Milano - interviene negli istituti detentivi milanesi per indagare la funzione dello sport in carcere come strumento di istruzione, formazione e reinserimento sociale.
A Chance Through Sport ha coinvolto tre dipartimenti universitari e 20 ricercatori impegnati a far emergere criticità, bisogni e opportunità degli istituti, elaborando progetti puntuali di riqualificazione o attivazione di spazi. Sono stati realizzati quattro interventi sperimentali e tre progetti sono in cantiere. Con la ricerca di A Chance Through Sport si è cercato di definire alcune linee guida progettuali, capaci di fornire alle carceri e alla loro popolazione degli spazi architettonici, delle attrezzature sportive e dei programmi di attività utili allo sviluppo della formazione sportiva. Lo sport si definisce così come una pratica abilitante a livello non solo fisico, ma culturale, sociale, relazionale: una chance, esperienza di libertà. ACTS punta a riqualificare gli spazi e le attrezzature negli istituti e a definire un programma di attività sportiva efficace, grazie a un monitoraggio scientifico
BOLLATE A Chance Through Sport, un progetto di reinserimento sociale
In alto a sinistra e a destra, la creazione di un anello per la corsa, con l’apertura di due varchi nel muro che divide due cortili. Sempre a destra, detenuti al lavoro nella posa di un manto. In basso a sinistra, una “parete del movimento” nel reparto femminile.
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•laboratorio di storytelling collaborativo. Questionari di valutazione e interviste hanno contribuito a delineare i bisogni e le opportunità progettuali. Lo sport è stato visto come momento liberatorio, gioco di squadra, cura di sé, sicurezza. Nella progettualità degli spazi l’attenzione è stata posta sulle aree comuni interne e su quelle di passaggio, proponendo soluzioni che mirano a favorire e promuovere l’attività motoria e lo sport. Ci sono stati momenti di progettualità condivisa, per comprendere e veicolare le modalità di realizzazione degli spazi attrezzati. Nel reparto femminile sono stati realizzati “due pareti di movimento”, “un corridoio di movimento”, “una parete attrezzata” e ripavimentato completamente il campo da pallavolo. Nei reparti maschili sono stati realizzati un campo da basket 3vs3 e un nuovo anello per la corsa. Le pareti di movimento mirano a promuovere l’attività fisica quotidiana con l’esecuzione di semplici esercizi da parte di tutte le detenute, mentre nel corridoio si promuove la camminata grazie a uno spazio attrezzato al coperto. Nel locale stenditoio sono state installate due aste con attrezzi per la salute muscolare, per sciogliere le tensioni e recuperare l’elasticità muscolare. Lungo il perimetro di due cortili del reparto maschile è stato realizzato l’anello per la corsa, intervento che li connette attraverso l’apertura di due varchi nel muro di divisione ed è stata posata una nuova pavimentazione con sistema multistrato ad elevata elasticità, a base di resine acriliche associate a un tappetino in gomma. Nello spazio della ASD Social Team Polizia penitenziaria sono stati installati i rulli per biciclette indoor Elite e un programma di allenamento Bikevo che ha consentito di sperimentare l’attività ciclistica in carcere. L’attività fisica è stata anche monitorata per quantificare l’attività svolta dai detenuti del carcere di Bollate, definendo inoltre linee guida per migliorare lo stato di fitness e la qualità della vita. L’approccio multidisciplinare adottato nell’ambito di A Chance Through Sport porta oggi al lavoro congiunto del gruppo di ricercatori per istituire un laboratorio permanente università-carcere. La collaborazione con l’amministrazione penitenziaria ha rappresentato un esperimento sociale, attivando una virtuosa collaborazione tra diversi attori privati e istituzioni pubbliche.
Above left and right, the creation of a running ring, with the opening of two breaches in the wall dividing two courtyards. Also on the right, inmates at work laying a turf. Bottom left, a 'movement wall' in the women's ward. dell’attività fisica svolta dai soggetti coinvolti. Inoltre, video e podcast forniranno un supporto multimediale al racconto delle esperienze vissute dalle persone detenute durante la realizzazione del progetto. La parola start al progetto è stata scritta con il carcere di Milano Bollate, nel quale sono stati realizzati alcuni interventi e attività concrete: •riqualificazione degli spazi del carcere; •monitoraggio dell’attività motoria di un campione della popolazione del carcere - non solo detenuti ma anche agenti di polizia;
ACTS - A Change Through Sport Politecnico di Milano Andrea Di Franco (Dip. DAStU) Francesca Piredda (Dip. Design) Luca Mainardi (Dip. DEIB) Manti sportivi : Ecopneus Anello corsa : Mapei
Che risposte avete avuto da parte delle istituzioni carcerarie e degli utenti dopo la realizzazione dei campi da calcetto all’interno delle case circondariali di Catania e Messina? Lavorare all’interno delle Case Circondariali è sacrificante in quanto già per entrare è un problema. Ogni attività deve essere sottoposta al vaglio delle autorità interne. Questo sacrificio però è compensato dalla soddisfazione di sapere che quanto stiamo realizzando servirà a rendere meno gravosa la mancanza di libertà. Normalmente, da alcune celle il campo è visibile e sentire l’entusiasmo dei carcerati che vedendo crescere di giorno in giorno il manufatto manifestano la speranza di potere giocare e tirare calci ad un pallone dà la certezza che si sta realizzando qualcosa che, oltre ad essere un lavoro, è un modo per cercare di dare sollievo a chi è stato meno fortunato. Colloquio con Giuseppe Anastasi di Fratelli Anastasi Impianti Sportivi
Left, construction of a five-a-side football pitch in the 'Bicocca' prison in Catania. Right, upgrading of a five-a-side football pitch in the 'Gazzi' prison in Messina Fratelli Anastasi ha un’esperienza più che trentennale nelle costruzioni stradali e soprattutto nell’impiantistica sportiva. Cosa vuol dire per voi affrontare oggi i temi della rigenerazione urbana e sociale? Riteniamo che ogni azione e quindi anche costruzione vada contestualizzata. Negli anni del boom economico, nella maggior parte dei casi, si pensava a costruire palazzi e strade senza avere una precisa programmazione urbanistica relativa alla vivibilità ed ai bisogni dei cittadini. Oggi la visione urbanistica, fortunatamente, è cambiata e la cosiddetta rigenerazione prevede spazi sociali di aggregazione. Parte di questi spazi ospitano impianti sportivi aperti con la possibilità di esercitare liberamente attività sportiva e parchi giochi per i bambini. Noi siamo disponibili a collaborare sia nella progettazione che nella realizzazione dei lavori relativi ad entrambe le attività.
L’impegno per la rigenerazione urbana, quando scende alla scala locale si rende esplicito nei singoli interventi che un’azienda di lunga esperienza come Fratelli Anastasi sta svolgendo a favore delle fasce più sensibili della popolazione: quella scolastica da un lato e quella dei reclusi nelle case Circondariali dall’altra. Fra gli esempi più recenti del lavoro svolto dall’azienda in Sicilia ricordiamo con le immagini di questa paginai campi di calcio a cinque realizzati tra le mura delle Case Circondariali di Catania e di Messina. A questo proposito, abbiamo posto alcune domande a Giuseppe Anastasi.
Dalle scuole alle carceri, con lo sport la rigenerazione è sociale
sporteimpianti.it URBAN REGENERATION REPORT | SPECIALE RIGENERAZIONE URBANA 97 A sinistra, realizzazione di un campo da calcetto nella Casa Circondariale “Bicocca” di Catania. A destra, riqualificazione del campo da calcetto nella Casa Circondariale “Gazzi” di Messina.
Dall’alto: Barcellona, interno della Stazione Nord (foto Novantia.com); Venezia, arena sportiva per il “Bosco dello Sport”; carcere di Bollate (Mi), campo di basket 3vs3; Terni, rendering del nuovo Stadio.
The development of the city today depends on the ability to reinvent the use of disused, underused or degraded spaces, bringing together different interests and opportunities. Public and private objectives must converge for a true REGENERATION of urban Thespaces.function of sport - and of leisure in general - can be one of the solutions for the reuse of parts of the city, virtuously linking the economic sustainability of interventions and their social utility. In the first part of the special report, a historical outline of the concept of town planning is traced, which in the last century was mainly addressed to 'where to build'. Today, a new urban planning conscience demands that we limit land use and, instead, aim to renew and "regenerate" physically and socially degraded urban situations.
The case of London is exemplary of the relationship between large stadiums and the urban framework in which they are located, even after the major reconstructions carried out in recent decades. An Italian situation of great impact is that of the former steelworks in Bagnoli, near Naples: there is talk of an initial attempt to create a Sports Park, blocked by legal problems; and more widely of the new competition, concluded in 2021, for the total renovation of this part of the city. Then the theme of large stadiums returns with the project for the new stadium in the city of Terni and the renovation of that part of the city, mainly intended for Thissports.isfollowed by some examples of urban regeneration on a smaller scale: the Casilino Sky Park built in Rome on the roof of an existing building complex; the renovation of a sports centre in a run-down neighbourhood in Naples; and the building and social redevelopment project planned in the city of Segrate, near Milan, reusing buildings seized from the socialdescribedTheunderworld.lastinterventionsareofapurelynature,reportingon a programme that the Milan Polytechnic has carried out in the Bollate prison, where the activity carried out by inmates around the sports facility is a source of redemption; similar interventions have been carried out in some prisons around CompletingSicily.the report is a summary account of the webinar that Sprot&Impianti organised on 18 July on the subject of urban regeneration with planners and representatives of institutions.
Case studies
The relationship between major sporting events and urban regeneration is explored through the case of Barcelona, where the 1992 Olympics were the culmination of a general renewal of the city, but also the signal of a further push towards regeneration in which sport played a leading role.
HISTORY URBAN PLANNINGPROJECTSREALITY
www.sporteimpianti.it/reportage/ non fermarti qui! on-line trovi altri approfondimenti dello Speciale Rigenerazione Urbana SpecialRegenerationUrbanReport
From top: Barcelona, interior of the North Station (photo Novantia.com); Venice, sports arena for the 'Bosco dello Sport'; Bollate prison (Mi), 3vs3 basketball court; Terni, rendering of the new stadium.
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Cliente: Federation Royale Marocaine de Football Direzione Lavori: Maitre d’Ouvrage Délégué - ANEP Architetto: Cabinet Nour Kenfaoui (Tetouan)
Le sedute OMSI al Grand Stade de Al Hoceima, Marocco info@omsi.itwww.omsi.it ! OMSI Srl Dall’alto e da sinistra, le sedute installate al Grand Stade: M2010; Leonardo Gold; M2013.
Nella città di Al Hoceima, Marocco, è stato costruito, secondo gli standard della Federazione internazionale di calcio (FIFA), un nuovo e modernissimo stadio, situato più precisamente ad Aït Kamra su un'area di 20 ettari, grazie al progetto di promozione e sviluppo territoriale "Al Hoceima, Manarat Al Moutawassit".
L’impianto sportivo prevede una capienza di 35.000 spettatori, ed è destinato ad ospitare partite di calcio a livello internazionale; è composto da due campi: il primo dei quali è dedicato, con le sue moderne attrezzature, allo svolgimento di partite di calcio e altre competizioni sportive, il secondo è utilizzato per l'allenamento delle squadre. Questa nuova struttura include inoltre sale conferenze e spogliatoi per diverse discipline sportive.
OMSI srl si è aggiudicata la fornitura di circa 13.000 sedute; in tutta la zona General Public sono state installate circa 11.000 monoscocche M2010, un modello in polipropilene con schienale alto, particolarmente robusto e solido ma anche estremamente comodo grazie alla sua forma sono state installate circa 1.000 sedute modello M2013, un ribaltabile dal design moderno e pulito, composta da una struttura portante in poliammide con sedile e schienale in polipropilene, la sua caratteristica principale è la ridotta dimensione della seduta in posizione di riposo, con solo 15 cm di ingombro. Nelle zone VVIP sono state installate 225 Leonardo Gold disegnate da Pininfarina, una poltrona caratterizzata da linee eleganti, curve accoglienti ed armoniose, il connubio perfetto tra comfort e lusso e il massimo livello di qualità e L’allestimentorobustezza.delGrand Stade de Al Hoceima è stato completato da OMSI con l’area stampa e commentatori sportivi, sono stati infatti installati una cinquantina di tavoli con ingombro estremamente ridotto Mod. MP2021 coordinati da sedute girevoli Mod. M2012.
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Nell’ergonomica.areaHospitality
In questa pagina: Milano, piazzale di porta Genova. In basso, pista ciclabile sul lungomare di Giulianova (Teramo). Nella pagina destra, in alto e in basso a sinistra, San Cristobal de La Laguna, isola di Tenerife (Canarie). In basso a destra, “Orbital”: un’opera di Gummy Gue a Breda, Paesi Bassi. This page: Milan, piazzale di porta Genova. Below, cycle path on the seafront in Giulianova (Teramo). On the right page, top and bottom left, San Cristobal de La Laguna, island of Tenerife (Canary Islands). Below right, 'Orbital': a work by Gummy Gue in Breda, Netherlands.
Da Mapei un uso creativo dei materiali per nuovi spazi della città
Il tema della rigenerazione urbana si sposa con quello dell’urbanismo tattico laddove si ha l’occasione di migliorare gli spazi pubblici per renderli più utili e piacevoli per i cittadini, e ancor più quando la rigenerazione degli spazi chiama in causa l’impianto sportivo, generatore esso stesso di socialità. Ancor più evidente è la correlazione tra queste realtà, quando gli interventi di urbanismo tattico sottraggono spazio stradale ai veicoli per dedicarlo ai pedoni, trasformando le strade in qualcosa di diverso dalla grigia uniformità dell’asfalto: qui interviene il ruolo del colore, da usare in modo creativo, che consente di identificare chiaramente gli spazi pedonali.
Perché questi interventi risultino efficaci, tuttavia, non c’è solo la necessità di utilizzare materiali esteticamente eccellenti, ma anche e soprattutto che questi trattamenti siano durevoli all’azione aggressiva dell’ambiente oltre a quelle derivanti dall’uso stesso. In quest’ottica, l’esperienza Mapei, maturata proprio nel settore dell’impiantistica sportiva, dove i trattamenti - non solo dei campi di gioco, ma anche delle aree adibite al transito e alla permanenza degli spettatori - sono sottoposti a sollecitazioni eccezionali, alla forte usura derivante dal calpestio di grandi flussi di pubblico, all’azione continua delle intemperie, può risultare una soluzione ideale per la riqualificazione degli spazi urbani. Associando il concetto del bello con quello del durevole e conseguentemente del sostenibile. Per la progettazione delle nuove aree urbane la linea delle Pavimentazioni Sportive Mapei offre una gamma completa di soluzioni per il rivestimento colorato e durevole di piste ciclabili, piazze, aree ludico-ricreative e anche aree carrabili. In particolare il nuovo rivestimento epossi-acrilico bicomponente all’acqua MAPECOAT TNS EXTREME può essere vantaggiosamente impiegato per la colorazione di aree anche carrabili; oltre alle elevate resistenze meccaniche, offre anche una rapidità di asciugatura che consente di ottimizzare i tempi di realizzazione e di ridurre sia i tempi che le problematiche di fermo cantiere.
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Even more evident is the correlation between these realities, when tactical urbanism actions take road space away from vehicles and dedicate it to pedestrians, transforming the streets into something other than the grey uniformity of asphalt: here the role of colour intervenes, to be used in a creative way that allows pedestrian spaces to be clearly identified.
For these measures to be effective, however, there is not only the need to use aesthetically excellent materials, but also and above all that these treatments are durable to the aggressive action of the environment in addition to those resulting from use itself. From this point of view, Mapei's experience, gained precisely in the sports facilities sector, where the treatments - not only of playing fields, but also of areas used for transit and for spectators - are subjected to exceptional stress, to the heavy wear and tear deriving from the treading of large numbers of spectators, to the continuous action of the weather, to the aggressive action of the air and atmospheric particles, can be an ideal solution for the requalification of urban spaces. Associating the concept of the beautiful with that of the durable and consequently the sustainable.
The theme of urban regeneration goes hand in hand with that of tactical urbanism wherever there is an opportunity to improve public spaces to make them more useful and pleasant for citizens; and even more so when the regeneration of spaces calls on the sports facility, itself a generator of sociality, to collaborate.
For the design of new urban areas, the Mapei Sports Flooring line offers a complete range of solutions for the coloured and durable covering of cycle paths, squares, play and recreational areas and even driveways. In particular, the new two-component, water-based epoxy-acrylic coating MAPECOAT TNS EXTREME can be advantageously used for colouring areas, including driveways; in addition to its high mechanical resistance, it also offers fast drying, which makes it possible to optimise construction times and reduce site downtimes.
Mapei Spa
sporteimpianti.it PRODUCTION | PRODUZIONE 101 sport-technology@mapei.itwww.mapei.com !
Production From Mapei a creative use of materials for new spaces in the city
“ Tutti siamo a conoscenza dello stato attuale delle strutture sportive sostiene Flavio Faraone, CEO Faraone.it - e Faraone è in prima linea per il loro rinnovamento ”.In Italia gli impianti sportivi risalgono spesso a prima degli anni ’90 e molte strutture sportive presentano problemi che non riguardano soltanto l’aspetto architettonico-strutturale.
Si tratta di quelle strutture che sono state pensate e costruite in periodi in cui, a differenza di oggi, si dava meno peso all’aspetto gestionale, economico, sostenibile e soprattutto multifunzionale. Ogni elemento costruttivo di un impianto, oltre alla bellezza deve garantire un livello di sicurezza idoneo per la protezione dell’utente a seconda della destinazione d’uso (che si tratti di un centro sportivo, un luogo privato, un luogo pubblico). Inoltre, la più moderna concezione degli impianti sportivi prevede che questi diventino punti di incontro per i cittadini non soltanto per due o tre volte al mese, bensì 7 giorni su 7, mettendo a disposizione questi spazi anche per eventi di tipo diverso dalla competizione sportiva. Ancor meglio se circondati da aree di svago, zone culturali, punti ristoro, in modo da creare dei luoghi piacevoli e attrezzati da sfruttare tutto l’anno.
Più visibilità e sicurezza in tribuna con Faraone Stadi, palazzetti, piscine, campi da tennis, autodromi, palestre.
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Sulle due pagine, dall’alto in senso antiorario: Parigi, campo centrale del Roland Garros; Bergamo, Gewiss Stadium; Napoli, piscina Felice Scandone; National Stadium di Tirana (Albania); palazzetto dello sport di Maniago (Pordenone).
“Abbiamo studiato il modello inglese - commenta Roberto Volpe, CMO Faraone - e ci sentiamo in piena sintonia nella concezione. L’avvicinamento degli spettatori al campo e l’offrire allo spettatore la massima visibilità sono due punti fondamentali!” Questa nuova concezione permette non solo di ampliare il target degli utenti ma porta anche maggiore occupazione diventando un vero e proprio punto di riferimento per la comunità.
Un altro importante cambiamento è nella concezione della tribuna. Già molte tra le strutture più innovative, in Europa ma anche in Italia, hanno fatto in modo di avvicinare il più possibile lo spettatore al campo di gioco, così da migliorare sia la visuale, sia l’esperienza del pubblico durante l’evento. Altra accortezza è quella di diminuire il più possibile l’intralcio delle barriere visive nelle tribune, che spesso sono visivamente molto ingombranti e odiate dagli spettatori. Grazie a “schermi in vetro” che consentono di vedere, e contemporaneamente separano e proteggono, gli utenti possono vivere un’esperienza più emozionante all’interno di un palazzetto, piuttosto che di uno stadio,
Il sistema Ninfa Stadio di Faraone, brevettato e certificato, garantisce resistenze reali da 200 kg/m a 500 kg/m (più ulteriore strong test eseguito a 750 kg/m), in accordo con gli standard normativi attuali. Ogni parapetto Faraone è studiato per rispondere ad una destinazione d’uso a seconda della normativa richiesta in quel preciso punto della tribuna. In foto, alcune delle applicazioni più recenti in importanti impianti sportivi in Italia e Faraoneall’estero.saràpresente
a MOVE, la prima fiera sullo sport organizzata in Italia, il 18 e 19 ottobre 2022, a Bergamo.
Una sicurezza che molte volte va oltre le normative grazie alle prove empiriche compiute sul vetro per analizzarne il comportamento: durante l’anno, infatti, si eseguono numerosi test nel Faraone LAB e presso gli Enti Certificatori. “Per validare l’ultima serie di parapetti NINFA - dichiara Gabriele Romagnoli, Engineer Faraone.it - sono stati eseguiti più di 100 cicli di prova di spinta, di impatto (crash test) e impiegati più di 100 quintali di vetro”. Queste prove servono ad ottimizzare il prodotto, il fissaggio, quale pericolo vero occorre evitare per capire come ottimizzare i costi partendo dalla Sicurezza. Cosa deve garantire in più un parapetto per un impianto sportivo rispetto ad uno “standard”? Per prima cosa deve rispettare dei criteri normativi più severi in modo da garantire la totale sicurezza essendo luoghi con un’elevata affluenza di persone. Inoltre, la progettazione deve garantire la manutenzione in sicurezza delle barriere. Si deve considerare la possibilità di manomissioni o vandalismi. Tutte le aree di osservazione degli spettatori devono garantire una vista chiara e senza ostacoli dell’intera area di attività.
sporteimpianti.it faraone@faraone.itwww.faraone.it ! Faraone .it $ @faraone.it un campo da tennis o una piscina. Le famiglie potranno così essere più tranquille nel portare i bambini alle partite o ai concerti, sia perché le strutture potranno offrire più servizi e più comfort, sia perché saranno tecnologicamente più avanzate (dunque più controllate), ad esempio nella gestione del flusso degli spettatori in entrata e in uscita.
L’impegno di Faraone per lo sport La Faraone è stata la prima azienda in Italia a evidenziare e promuovere le normative sui parapetti in vetro. Da sempre ha sollevato l’attenzione sulle norme (carenti, prima dei suoi studi) perché la sicurezza rientra nella mission aziendale.
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Per preparare al meglio il sottofondo e renderlo una perfetta “tela” pronta a ricevere i disegni degli artisti, i campi sono spesso trattati in via preliminare con PRYMER SF 1105, un prodotto che funge da promotore di adesione e permette il consolidamento preventivo delle superfici. Grazie al contributo di diversi artisti e associazioni, i prodotti Chimiver sono già stati scelti e utilizzati su decine di campi in tutta Italia; di seguito alcune delle opere realizzate. Area multisport di San Vito Lo Capo (Tp) Partiamo dai numeri: 2287 metri quadri coperti, oltre 500 kg di Resin Finish W 2K e 26 giorni di lavoro! Tutto questo nella cornice pazzesca di San Vito Lo Capo in Sicilia, una perla al centro del Mediterraneo. Un lavoro incredibile e assolutamente non facile che ha portato alla creazione de “La Porta del Mare”, l'opera d'arte permanente più grande mai realizzata al mondo prima d'ora su area sportiva (basket, calcio e volley). Due enormi figure metamorfiche sono il cardine della rappresentazione. Esse si abbracciano distese sul bagnasciuga e raffigurano l'una la terra e l'altro il mare. Ciò che si è voluto rappresentare è l'unità nonostante la diversità, la distinzione che va oltre l'unione, con la consapevolezza dell'essere parte di un tutto più profondo che va ben al di là della percezione tangibile. Un senso di empatia con ciò che ci rende grandi e il mondo che ci sta intorno. L'impresa è stata portata a termine con il patrocinio del comune di San Vito Lo Capo, Chimiver oltre ad aver fornito Resin Finish W 2K in tutte le sue colorazioni ha offerto supporto tecnico e messo a disposizione i propri esperti per facilitare il compimento di questa imponente opera. Campo basket Garbagnate (Mi) Campo realizzato in memoria di Alessio “Koeman” Allegri, 37 anni, giocatore del Garbagnate, venuto a mancare durante una partita di campionato in una domenica di dicembre 2019. L’omonima associazione “Alessio Koeman Allegri” ha due importantissimi scopi: sostenere iniziative ludico ricreative in ambito sportivo e scolastico; sostenere la ricerca e promuovere la prevenzione delle patologie cardiache di origine genetica, allo scopo di favorire una diagnosi accurata e un intervento il più possibile tempestivo.
RESIN FINISH W 2K di Chimiver per le superfici sportive
RESIN FINISH W 2K di Chimiver è una finitura bi-componente a base di resine in dispersione acquosa e cariche minerali, idonea per applicazioni su superfici in cemento e calcestruzzo, come piste ciclabili, aree pedonali e aree multisport. Il prodotto è particolarmente indicato per decorare, rivestire e riqualificare aree private e pubbliche e per rendere gli spazi sportivi delle vere e proprie opere d’arte grazie all’ampia gamma di colori disponibili.
L'applicazione di RESIN FINISH W 2K è possibile sia su nuovi sottofondi che su vecchie superfici già esistenti e garantisce lunga durata anche in zone ad elevato calpestio ed esposte agli agenti atmosferici. Le caratteristiche principali della finitura sono: -alta durabilità e resistenza; -alta -ideale-facilitàtraspirabilità;diutilizzo;perl’utilizzo outdoor; -colori -disponibilebrillanti;in tutte le colorazioni RAL o NCS.
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In alto al centro, San Vito Lo Capo. A destra a metà pagina, Scazorosciate. Qui sopra, da sinistra: Bedizzole; Garbagnate Milanese; Milano Oro Ciok; il prodotto Resin Finish.
sporteimpianti.it PRODUCTION | PRODUZIONE 105 info@chimiver.comwww.chimiver.com !
Campo basket Oro Ciok a Milano Evento “ORO CIOK READY2PLAY” di OROSAIWA IT per inaugurare la restaurazione del campetto dell'associazione “L'Amico Charly” di Milano, un’associazione che si occupa di prevenzione del disagio giovanile attraverso progetti educativi, formativi, di assistenza e di sostegno ai giovani. A questo evento hanno partecipato alcuni ospiti d’eccezione come l’oro olimpico di salto in alto Gianmarco Tamberi, che da grande appassionato di basket si è anche prestato a giocare qualche partita con i ragazzi, e Kader Kam, dunker professionista. Un campo ad utilizzo intenso che necessita di verniciature resistenti come Resin Finish W 2K. Campo basket Scanzorosciate (Bg) I colori di questa incredibile opera si integrano perfettamente nel contesto delle verdi colline del Moscato di Scanzo, prelibatezza di quest’area della bergamasca. Il disegno è “uno scarabocchio", come al suo autore piace definirlo, che si unisce e si fonde nel campo da basket per diventare una vera e propria opera d'arte che prende il nome di "scacciaSipensieri".trattadi un disegno realizzato completamente a mano libera seguendo l'istinto dell'artista, uno scarabocchio appunto in grado di trasmettere emozioni! Spiccano tutte le sfumature e la brillantezza dei colori messi a disposizione dai laboratori Chimiver. Campo basket Bedizzole (Bs) Un tributo a Michael Jordan e al compianto Kobe Bryant, oltre che a due campioni NBA che stanno dominando la scena sportiva degli ultimi anni: Lebron James e Steph Curry. Un disegno che vuole ispirare e far sognare tutti i giovani giocatori che calpestano questo campo in provincia di Brescia. Resin Finish W 2K è stato scelto per garantire la massima durabilità e mantenere inalterato l’effetto scenico dell’opera nel tempo.
Chimiver Panseri Spa Nell’opera si può apprezzare la versatilità di Resin Finish W 2K oltre che la sua facilità di utilizzo anche quando è necessario lavorare di precisione su dettagli e sfumature.
Continuano le fasi organizzative di MOVE CITY SPORT, l’appuntamento internazionale dedicato alla progettazione, realizzazione e gestione delle infrastrutture dedicate allo sport per il benessere, il gioco e il tempo libero per tutte le abilità. Chiamando a raccolta gli operatori, le istituzioni, le amministrazioni pubbliche, gli enti di ricerca e il mondo delle professioni legate al progetto delle strutture sportive e dell’outdoor, e riaffermando quanto quella dello sport sia un’attività primaria per lo sviluppo dell’individuo di tutte le fasce di età nell’ambito delle politiche del nostro paese, MOVE CITY SPORT annuncia i focus tematici che saranno affrontati nel ricco calendario di eventi. Scopri di più
Organizzato da Landscape for Community MIGLIORIAMOILFUTUROCONLOSPORT LAGESTIONEDEGLIIMPIANTISPORTIVIDAL 2021 SPORTCITY:NELLARIQUALIFICAZIONEURBANAEPAESAGGISTICAINFRASTRUTTUREPERLOSPORTEILMOVIMENTO PROGETTARELALIBERTÀ:PERTUTTELEABILITÀLOSPORTCOMEDIRITTO... VERDESPORTIVOEPRATIPERLOSPORT Promosso da Con il patrocinio di ASSOVERDE: REALIZZAZIONE, GESTIONEDELTAPPETO ERBOSO – FORMAZIONEPROFESSIONALE ASSOPISCINE: SICUREZZAECONFORMITÀPERL’ACQUATICITÀ EPSI: BPERLARIQUALIFICAZIONEDEGLIIMPIANTISPORTIVIBANDIEFINANZIAMENTIIKEFACILITIES:LAPROGETTAZIONEDEIPERCORSICICLABILI MOVE CITY SPORT Il primo evento espositivo e culturale dedicato allo sport per il benessere, il gioco e il tempo libero per tutte le abilità POLITECNICODI MANAGEMENTESPORTDESIGNMILANO: Fiera di Bergamo 18 e 19 ottobre 2022
La Mille Miglia a Siena: messa in sicurezza la superficie di Piazza del Campo a cura di Mast www.mastsport.itSrl
NOTIZIEDALLE AZIENDE NEWSFROM COMPANIES
Lo storico centro sportivo "La Dominante" è situato a Monza e ospita ben 9 campi da calcio, 5 campi da tennis, due campi da beach volley e tre campi padel. Kopron si è occupata di progettare, produrre ed installare una copertura per i campi da padel. Il modello installato è un “KTF“ con tende laterali apribili su tutti e quattro i lati del capannone in base alle necessità. La copertura, sostenuta da una struttura a traliccio metallico, montata in pochi giorni lavorativi ha consentito di rendere funzionale in velocità l’attività del centro sportivo.
Dopo le prime due giornate di gara e la conclusione della seconda tappa in Via Veneto a Roma, il 17 giugno le 400 auto hanno intrapreso la risalita verso nord, offerto lo spettacolo di una “sosta pranzo” in Piazza del Campo a Siena
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sporteimpianti.it I campi da padel coperti al centro sportivo monzese “La Dominante”
Anche quest'anno Mast - uno dei principali costruttori nazionali di impiantistica sportiva - ha supportato e partecipato a questo evento sia professionalmente che personalmente. Infatti, per la terza volta Mast ha ricoperto la magnifica Piazza del Campo con teli in erba sintetica al fine di proteggere la pavimentazione storica dal passaggio delle auto d'epoca.
Gli oltre 400 esemplari storici partecipanti sono tutti, come richiesto dal Regolamento di Gara, in possesso dell’iscrizione al Registro 1000 Miglia, la certificazione che ne garantisce l’autenticità e la storicità. Ammessi al via anche alcuni esemplari di particolare pregio iscritti in Lista Speciale. In contemporanea, per il terzo anno consecutivo e per continuare a porre l’attenzione sul tema della mobilità sostenibile, si è svolta la 1000 Miglia Green, una sfida per le vetture ad alimentazione alternativa che hanno percorso lo stesso tracciato di gara.
Un vivo apprezzamento è stato espresso da Giorgio Fontana, Direttore Generale della A.S.D “La Dominante“. Per un centro sportivo all’avanguardia decidere di investire in tensostrutture sportive è fondamentale per garantire la continuità del gioco anche nei mesi invernali e con condizioni meteorologiche avverse. Le coperture sportive progettate per un uso fisso consentono di avere la sicurezza degli utenti che usufruiscono del gioco perché sono antisismiche e calcolate per le condizioni climatiche della zona di installazione. Kopron realizza coperture appositamente pensate per il gioco del padel, nel rispetto delle normative FIT. Tutte le strutture sono accompagnate da relazione tecnica firmata e timbrata da ingegnere abilitato, certificazioni dei materiali e garanzie per la resistenza ai carichi neve, vento e sisma imposti dalle normative di zona. Come ricorda Mario Vergani, Amministratore Delegato di Kopron, progettazione ed esecuzione delle strutture devono rispondere alla massima funzionalità e sicurezza a cura di Kopron www.kopron.comSpa
I teli utilizzati sono costituiti di erba sintetica fibrillata da 20 mm, senza fori di drenaggio così da evitare la dispersione di eventuali fluidi dai veicoli sul cotto del selciato. Oltre al contributo professionale, Riccardo Marini - responsabile commerciale - con Bruno e Silvia Marini hanno partecipato alla corsa, con risultati soddisfacenti; Silvia ha anche vinto la Coppa delle Dame.
La 1000 Miglia 2022 , a 95 anni dalla prima edizione della Corsa del 1927, è tornata ad attraversare l’Italia dal 15 al 18 giugno scorso e, con partenza e arrivo da Brescia, ha fatto tappa a Cervia-Milano Marittima, Roma e Parma.
La storica struttura che da quasi 80 anni è la casa dell’importante torneo ATP è stata da poco ampliata con una struttura polivalente della capacità di 7000 posti semi-temporanea e trasportabile per adattarsi alle diverse esigenze. Il progetto voluto dal CONI è stato realizzato dalla società INTECH di Roma.
Nel nome dell’opera Temporary Flexible Stadium X era già scritta uno degli obiettivi: la flessibilità. Per questo come pavimentazione sotto le tribune è stato scelto il Grigliato Potissimum Edilizia che ben si presta allo scopo. L’ufficio tecnico di Nuova Defim Orsogril ha lavorato in co-progettazione con la committente per risolvere le numerose sfide che il progetto proponeva. Il risultato è stato la realizzazione di 354 pannelli bordati e zincati in maglia 15x76 mm per un totale di circa 1000 mq in tempi ristrettissimi per poter rispettare il via degli Internazionali d’Italia.
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Le soluzioni di Nuova Defim Orsogril si adattano sia all’uso professionale con Recintha Stadium (certificata UNI EN 13200) sia ad uso ricreativo e ludico con numerose alternative che vanno da Recintha N/L a Sterope, Acumina e Recintha P.G. oltre a soluzioni customizzate per i campi da Padel Grazie alla sua ampia gamma Nuova Defim Orsogril permette di vivere lo sport con passione e sicurezza Lo stadio temporaneo agli d’ItaliaInternazionali a cura di Nuova Defim www.nuovadefim.comSpa
Nuova area fitness e calisthenics a Corridonia (Macerata)
A Corridonia il team di Evolplay è stato scelto per la realizzazione di un importante progetto di riqualificazione che ha interessato l’area di piazzale Germozzi. Con l’obiettivo di fornire valore aggiunto al territorio, oltre che di supportare in modo pratico e tangibile le società sportive locali, è stata realizzata una vera e propria palestra a cielo aperto con gli attrezzi della linea Fitness e Workout Outdoor di Evolplay. Nel complesso sono state installate ben 11 strutture diverse, scelte nell’ottica di consentire la maggior varietà possibile di attività ed esercizi per sportivi di ogni livello, agonisti e non. Sono presenti numerosi attrezzi ad uso singolo, sistemati strategicamente intorno alla struttura multifunzionale Workout 2327, cuore pulsante dell’area fitness composto da molteplici attrezzi ideali per il calisthenics, come sbarre per trazioni, scale orizzontali, parallele e spalliere. In totale sono stati posizionati 6 elementi della serie Fitness e cinque della serie Workout. Per completare e mettere in sicurezza l’area è stata posata una pavimentazione antitrauma colata in opera. a cura di Evolplay www.evolplay.itSrl
Al Foro Italico di Roma si sono conclusi nelle scorse settimane gli Internazionali d’Italia con la vittoria di Novak Djokovic.
Il prodotto viene scelto sia per le caratteristiche di durata e resistenza ad acqua, salsedine, funghi - senza necessità di trattamenti superficiali - che per le certificazioni. Frutto di un continuo sviluppo, grazie alla superficie antiscivolo testata secondo le norme DIN 51130 e DIN 51097, offre infatti la massima sicurezza . La qualità delle doghe è avvalorata anche dalla marcatura CE per applicazioni a pavimento, riconosciuta in Europa a pochissimi WPC. Ulteriori applicazioni di questo prodotto sono visibili anche sul sito web dedicato al prodotto www.tecnodeck.it Il recupero di piazza Dalmazia Giulianovaa (Teramo) a cura di Sogimi www.sogimi.comSpa
Per la realizzazione dello spray park, dotato di un castelletto con secchio e scivoli, e di altri giochi a spruzzo, l’area della vasca è stata rivestita con il nuovo prodotto Safe Floor di Safe Log, una pavimentazione morbida antiscivolo personalizzata con forme colori e loghi come richiesto dal cliente. Costituito da mattonelle in gomma appositamente studiate, Safe Floor soddisfa standard di prestazione unici riguardo all’assorbimento degli impatti, la resistenza chimica e ai raggi UV, la resistenza allo scivolamento, l’impermeabilità e la pulibilità. Safe Floor è il primo materiale in Europa adattabile ad ogni superficie, testato al cloro e certificato antiscivolo a piedi nudi; in base alle caratteristiche della struttura su cui viene posato, è disponibile in due spessori differenti, da 0,6 e da 1 cm, e in sagome diverse. Lo stesso materiale è stato utilizzato con successo presso il Lego Park di Gardaland e l’Aquafan di Riccione. a cura di Safe Log www.safelogsrl.comSrl
Un nuovo spray park al Camping Village di Ispra (Varese) Affacciato sulla riva lombarda del Lago Maggiore, l’International Camping Village, campeggio a 4 stelle, si trova al centro di una zona di notevole interesse paesaggistico e culturale, nota come la Costa Fiorita Fra le innumerevoli attività che il camping offre ai suoi ospiti, dai campi da tennis, basket, calcio, beach volley, alla pisci na, quest’anno si è aggiunto, per il divertimento dei piccoli ospiti, uno spray park che è andato a sostituire il vecchio scivolo d’acqua.
Fino a ieri parcheggio dissestato e privo di connotati, la piazza è oggi stata recuperata diventando uno spazio a misura di L’interventocittadino.abbina la pietra bianca della pavimentazione con inserti in WPC dall’elegante effetto legno naturale, creando un disegno dall’aspetto moderno e funzionale.
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Piazza Dalmazia è uno spazio importante del lungomare di Giulianova: da qui comincia la passeggiata che accompagna la lunghissima spiaggia che si estende lungo l’Adriatico a nord del porto.
Il materiale impiegato è Tecnodeck® , leader del mercato del WPC in Italia, costituito da doghe in legno composito, che uniscono il vantaggio estetico del legno naturale alla longevità delle resine termoplastiche, impiegato in tutto il mondo per la rigenerazione di aree cittadine.
www.officinedamico.comSrl
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Lo stadio Daniele Montenovo di Camerano (Ancona) è un campo in erba sintetica di 104x60 m, con una capienza di 2.000 spettatori. Già ristrutturato nel 2013, lo stadio ha avuto la necessità di un nuovo adeguamento nel 2018 quando il Camerano Calcio fu promosso in Eccellenza, per renderlo conforme alle prescrizioni federali.
Montenovo
Dopo un primo stralcio di lavori - ritardati, fra l’altro, a causa della pandemia - è da poco stato consegnato il secondo lotto finalizzato al risanamento e messa in sicurezza dello stadio. In questo quadro, oltre al rifacimento del manto erboso, sono stati realizzati, a cura di Officine d’Amico, tutti i sistemi di delineazione e sicurezza rispondenti alla normativa di riferimento UNI EN 13200-3. Questi comprendono cancelli Vera Sport e recinzioni in tutte le tipologie necessarie a seconda dell’applicazione: balaustra Vera Sport 110, Vera Sport 220 e Vera 665 Sport 220. Tutte le tipologie utilizzate, oltre a garantire alti standard di sicurezza, permettono - a differenza di altri prodotti - l’ottima fruibilità visiva per gli spettatori da ogni angolazione.
Completamento del Daniele di Camerano (Ancona) a cura di Officine D’Amico
Nell’ambito del progetto pastorale “Per un oratorio senza frontiere”, l’oratorio Murialdo di Milano, in zona GiambellinoLorenteggio, ha inaugurato lo scorso anno un nuovo impianto sportivo a servizio dei ragazzi e dei giovani della zona e non solo. SI tratta di una palestra per basket e pallavolo a cui presto verrà affiancato un campo da calcio e altri spazi per il tempo libero. L’intervento, realizzato da Green Sport, è costituito da una tensostruttura di ultima generazione di quasi 900 mq, completa di spogliatoi da 220 mq e palestra. La struttura in legno lamellare garantisce tutti quei requisiti che le strutture in metallo faticano a raggiungere soprattutto riguardo ai parametri antincendio. Il massimo contenimento energetico è garantito dal doppio telo coibentato, dalle testate in muratura e dalle vetrate laterali con serramenti scorrevoli, che assicurano anche la massima luminosità. Il tutto abbinato a una pavimentazione sportiva ad altissime prestazioni e a un impianto basket telescopico. La parte impiantistica è stata studiata per ottimizzare i consumi, rispettando le indicazioni richieste dal CONI. Una struttura quindi ad alto efficientamento, compresa di riscaldamento con caldaia a condensazione e luci a Led. Completa l'impianto sportivo un impianto fotovoltaico a servizio della struttura. a cura di Green Sport www.greensport.itSrl
Ecco il PalaMurialdo di Milano
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Dapiùdi30anniMilani Valerioprogettasedute innovativeedallostileitaliano pertutteletipologiedi impianti,dallosportalcinema.
milanivaleriosrl@gmail.comTel.+39388-1785233
sporteimpianti.it a cura di Casali www.casalisport.itSpa Azzurro Colorsintmareper la ciclabile sull’Adriatico Recentemente completata nelle Marche la ciclabile lungo litorale che collega il Comune di Fermo a quello di Porto san Giorgio nella provincia di Fermo. Sono 7,5 i km di pista realizzata con sistema Colorsint, la soluzione Casali Sport in resina colorata acrilica che unisce all’ecologicità (in quanto a base acqua) ottime proprietà antisdrucciolo (sia su asciutto sia su bagnato) e antiriflesso, permettendo a pedoni e ciclisti spostamenti sicuri e confortevoli. Dal un punto di vista tecnico il sistema Colorsint garantirà una significativa protezione dell’asfalto sottostante dalle elevate escursioni termiche (aumentandone la vita utile), e una eccellente resistenza all'abrasione e all'azione dei raggi U.V. L’opera ha richiesto 2 mani successive di prodotto applicate su asfalto preventivamente pulito, per una quantità di 1,7-1,8 kg/mq di prodotto (il quantitativo è dipeso dalla rugosità del sottofondo) posato sui 16.000 mq di superficie sviluppata dalla pista. Il colore impiegato è l’azzurro Casali caratterizzato da una particolare vividezza dovuta al processo di colorazione in massa delle resine in fase di produzione, fattore che garantisce anche una elevata stabilità delle tinte stesse nel tempo. La posa della pista è avvenuta nell’arco di due settimane, assistite dalle condizioni metereologiche favorevoli che hanno assicurato la corretta e veloce essiccazione del prodotto.
www.milanivalerio.com
Inventor Landscape e School a Kyiv, in Ucraina
Il playground Inventor Landscape La base dello sviluppo del playground è stato il famoso murale di Alex Brewer , noto come Hense, che ha trasformato un edificio industriale abbandonato nel Maryland con un grande murale colorato in un oggetto d’arte, oggi il luogo più noto dello stato. Il playground è composto da una zona attiva per bambini piccoli e ragazzi, campi da calcio e da basket e un'area per gli eventi. La pavimentazione del parco giochi è costituita da uno speciale tappeto di gomma per la sicurezza e il comfort dei bambini.
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Il progetto complessivo Inventor Landscape e School a Kyiv in Ucraina comprende una scuola STEM e il suo playground, dove il design degli interni dell’edificio si collega a quello del playground con colori, schemi ed elementi. Inventor School è una scuola insolita, che stimola l’approccio progressivo alla conoscenza attraverso la pratica, la discussione, la sperimentazione.
N EWS | NEWS NOTIZIEDAL MONDO NEWSFROMTHE WORLD
Le attrezzature sono state scelte in base alle caratteristiche dell'età dei bambini e all'obiettivo educativo della scuola STEM; molta attenzione è stata prestata al fatto che i bambini potessero giocare in gruppo al di fuori della scuola e della classe. È durante il gioco all'aperto che i bambini continuano a comunicare, a giocare e a partecipare a un processo educativo STEM. Tutte le applicazioni sulla superficie in gomma tengono conto di diversi tipi di giochi: giochi di ruolo, giochi mobili, giochi sportivi, competizioni a squadre, ecc.
L’intervento, realizzato nel 2021, è firmato da KYB Architects
L’edificio è uno spazio creativo, moderno, capace di formare e stimolare le menti. Si sviluppa su tre piani: sotterraneo, primo e secondo, ciascuno con un proprio tema ma tutti ispirati allo spazio. Il piano sotterraneo imita la superficie di Marte: una superficie di una particolare texture che crea un’illusione visiva del flusso dello spazio mentre una speciale illuminazione ne sottolinea l’infinito. Il primo piano comprende l’ingresso, le aree gioco, aree mensa e zone studio. La zona pranzo ha la più grande lampada decorativa, a forma di disco volante, che si libra sul tavolo da pranzo. Le decorazioni delle scale che portano al secondo piano sono state ispirate dall'opera di Mondrian. Il secondo piano continua il tema dello spazio.
Con l’obiettivo di riportare la centralità del tema all’interno del più ampio panorama della resilienza e dello sviluppo urbano sostenibile in questo importante momento di rilancio del nostro Paese, l’evento porta in rassegna le proposte degli operatori nei settori della progettazione, realizzazione, riqualificazione ed efficientamento delle aree e degli impianti sportivi, delle strutture e delle attrezzature sportive indoor e outdoor, e degli spazi in cui si svolgono attività di movimento finalizzate al benessere, alla salute e alla socialità per tutte le fasce di età, all’insegna della sostenibilità MOVE CITY SPORT è supportato da un qualificato Comitato Tecnico Scientifico che raccoglie le principali rappresentanze dei ministeri, degli enti e delle istituzioni del settore. Accanto al momento espositivo si svolgerà una serie di workshop e conferenze, approfondimenti e seminari formativi con i rappresentanti delle istituzioni, della politica, delle federazioni sportive, degli operatori e dei progettisti specializzati nell’impiantistica sportiva. Individuato tra gli asset di interesse del nostro paese, il settore dello sport vive in questo momento un importante sviluppo strategico al quale si sommano favorevoli politiche economiche e contributi finanziari che con il PNRR aiutano lo sviluppo dei territori, dei complessi scolastici e delle aree verdi.
Il convegno di TSPORT-Sport&Impianti TSPORT e Sport&Impianti sono media partner dell’evento, e organizzano per il pomeriggio del 18 ottobre un convegno sul tema: La progettazione dell’impianto sportivo tra norme e buone prassi, con il riconoscimento di 3 CFP (richiesti) per gli architetti.
sporteimpianti.it NEWS | N EWS 113
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MOVE CITY SPORT è il primo evento espositivo e culturale, in Italia, dedicato allo sport per il benessere, il gioco e il tempo libero per tutte le abilità. La manifestazione si svolgerà presso la Fiera di Bergamo il 18 e il 19 ottobre
MOVE CITY SPORT, a Bergamo il 18 e 19 ottobre
In MOVE CITY SPORT lo sport viene declinato nella sua accezione più ampia chiamando a raccolta oltre agli operatori anche le istituzioni, gli enti di ricerca e il mondo delle professioni coinvolte nello strategico sviluppo del settore, che riafferma quanto quella dello sport sia un’attività primaria per lo sviluppo dell’individuo di tutte le fasce di età e abilità e un diritto la cui salvaguardia è strategica per la salute e per le generazioni a venire.
Dopo aver vinto la competizione internazionale nel 2018, gli architetti dello studio GMP von Gerkan, Marg and Partners hanno da poco completato il centro sportivo Dong’an Lake Sports Park o Chengdu Sports Center, in Cina.
I tre edifici hanno ciascuno un'impronta quadrata e sono collegati da un basa-
Il nuovo centro sportivo diventerà il fulcro di Dong’an New Town, area situata sull’acqua a ovest del centro cittadino, nel cuore del distretto Longquan. Si tratta di tre nuovi edifici per lo sport e il tempo libero a Chengdu che saranno la sede dei prossimi Giochi Universitari FISU L'insieme di tre edifici del centro sportivo si raggruppa attorno a una piazza centrale: sono presenti un palazzetto dello sport con 18.000 posti a sedere, una sala multifunzionale per la cultura, il tempo libero e gli sport popolari, nonché un complesso di piscine coperte con due vasche da 50 metri.
GMP firma il centro sportivo di Chengdu per i World University Games
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L'insieme è visibile da lontano grazie alle facciate a griglia con elementi ripiegati in alluminio argentato lucido che ruotano verso il centro della facciata, rivelando così la forma e il colore delle scale di fuga poste all'esterno.
Ogni edificio ha un proprio codice colore che facilita l'orientamento dei visitatori sul luogo e all'interno dei padiglioni. La stessa struttura della facciata continua sul tetto come se fosse una facciata aggiuntiva, il che significa che le strutture tecniche sul tetto sono chiuse e nascoste e l'aspetto emblematico dell'insieme rimane visibile anche dall'alto. Le zone di ingresso di ciascun edificio sono segnate da strette rientranze. Due grandi assi di traffico urbano delimitano il centro a nord e a ovest. In termini di progettazione urbana, il parco sportivo del lago di Dong'an si inserisce nel contesto guidando i visitatori direttamente al centro sportivo. Allo stesso tempo, l'insieme crea interessanti spazi interni ed esterni grazie alla disposizione sfalsata dei tre edifici in relazione al vicino stadio. Il centro sportivo crea mix diversificato e accogliente tra strutture di allenamento per competizioni e per la pratica di sport popolari, ponendo le basi per un nuovo luogo di incontro sociale per il quartiere di Longquan.
mento comune che, verso l'area del cortile aperto, ospita strutture per l'allenamento al coperto per la pallacanestro, il tennis da tavolo e il badminton, oltre a ristoranti, negozi e parcheggi.
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Tre nuovi playground per il Red Bull Half Court
Il torneo internazionale di basket 3 contro 3 Red Bull Half Court è tornato a popolare i playground italiani, coinvolgendo i migliori streetballers del mondo. 6 le tappe italiane, con 5 round di qualificazione seguiti dall’attesissima finale sono partite da Roncade, in provincia di Treviso; il Red Bull Half Court ha proseguito a Roma, Ancona, Rimini dal 22 al 24 luglio fino a Bologna per l’ultima tappa di qualificazione il 28 luglio e la finale italiana del 29 luglio nello spettacolare playground dei Giardini Fava. I 16 team maschili e gli 8 team femminili del Red Bull Half Court hanno giocato anche sui tre nuovi playground realizzati a Roma, Ancona e a Rimini.
L’iniziativa si è inserita nella Repubblica di San Lorenzo, progetto che risponde al bando indetto dal Municipio II volto alla riqualificazione del quartiere per far fronte al problema del decoro e sicurezza che affligge la zona.
L’artista romano Mister Thoms ha messo in opera “La notte di San Lorenzo”, trasformando il campo in un quadro unico nel suo genere. Ad Ancona, invece, i protagonisti del Red Bull Half Court si sono sfidati sul rinnovato playground di Camerano, casa del team anconetano Silverback: il campetto Silverback Hangar è nato come premio per la vittoria dello scorso anno.
Del tutto nuovo il playground di Rimini, il cui ingresso è un tassello dell’imponente progetto di riqualificazione urbana che sta cambiando il volto di uno dei lungomari più famosi d’Europa. Il nuovo Rimini Beach Court, sito all’altezza di piazzale Kennedy, va ad arricchire l’offerta di aree dedicate allo sport, al wellness e al benessere che caratterizzano il nuovo Parco del Mare della città. Il nuovo playground è frutto di una collaborazione tra pubblico e privato che ha visto lavorare insieme Red Bull, Comune di Rimini e la società MOAB. Ha spiegato Andrea Cicchetti, CEO di MOAB: “Con la nascita di questo nuovo playground abbiamo colto l’occasione per regalare a Rimini, ai giovani riminesi e agli appassionati di basket un campetto che potenzia il nostro percorso di affiancamento al basket della città e a Riviera Banca Basket Rimini”. La grafica è stata realizzata dai Truly Design, gli stessi 3 artisti già protagonisti della riqualificazione dei Giardini Fava di Bologna, sede della Finale Nazionale “Rimini è entrata a pieno titolo nel circuito del Torneo Internazionale Red Bull Half Court”, ha commentato l’assessore allo sport del comune di Rimini, Moreno Maresi. “Una bella notizia per gli appassionati della disciplina, a testimonianza dell’impegno dell’Amministrazione a sostegno della pratica sportiva sul territorio. Ringraziamo Red Bull per aver scelto Rimini come sede e MOAB per questa collaborazione che ha permesso di mettere a disposizione della città e di tutti gli appassionati della palla a spicchi un bellissimo playground, unico nel suo genere”. Dal 30 settembre al 1 ottobre 2022 i migliori streetballer maschili e femminili di tutto il mondo si sfideranno in Egitto a Il Cairo per la seconda finale mondiale del Red Bull Half Court. Anche nella finale a Il Cairo lo spirito di base del Red Bull Half Court andrà di pari passo con l’aspetto puramente sportivo: lo scopo del torneo è riqualificare campetti e zone in contesti urbanistici difficili, fornendo agli appassionati punti di aggregazione e di ispirazione sportiva.
N EWS | NEWS TSPORT 346 116 Rimini AnconaRomafoto: ©Red Bull
I campetti, infatti, vengono rimessi a nuovo e poi lasciati a disposizione degli appassionati che vorranno utilizzarli. A Roma, la seconda tappa del torneo Red Bull Half Court si è disputata sul playground di Villa Mercede, spazio verde nel cuore del quartiere giovane San Lorenzo.
A cavallo fra sport - il 3 contro 3 è diventato disciplina olimpica a partire da Tokyo 2022 - e responsabilità sociale, Red Bull Half Court inserisce il basket all’interno di progetti di riqualificazione urbana finalizzati alla valorizzazione del territorio e al supporto delle community locali.
L’intero invaso di Bernareggio, pari a 24.000 metri cubi, così come quello di Arcore, è un bacino che può raccogliere durante le forti piogge le acque meteoriche lasciandole filtrare lentamente nel tempo. Intorno, il “parco” è completato con piste ciclabili e aree di sosta e di gioco oltre ad alberi e siepi piantati con la collaborazione del Parco Agricolo Nord Est, anche a scopo didattico. L’intervento di Bernareggio è costato 2,2 milioni, di cui 1 milione finanziato da Regione Lombardia; il suo completamento e l’inaugurazione ufficiale sono previsti a settembre. Il parco dell’Acqua di Arcore, grande la metà, ha avuto un costo di 800.000 euro di cui 359.000 finanziati da Regione Lombardia nell’ambito dell’Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale “Contratto di Fiume Lambro Settentrionale”. Qui sono presenti una serie di attrezzature per il gioco, alcune dedicate proprio all’acqua e altre - in legno grezzo per un chiaro riferimento all’aspetto ecologico dell’intervento - più classiche, fornite da Demetra Onlus I luoghi per realizzare i due parchi - come i prossimi in corso di progettazione - sono scelti in base alla presenza di acque di ruscellamento che in condizioni di forti precipitazioni tendevano ad allagare i terreni circostanti. (B.G.)
RECINTHA® STADIUM per vivere lo sport in sicurezza SAREMO ALLA FIERA MOVE THE CITY SPORT IL 18-19 OTTOBRE 2022 VIENI A TROVARCI! PAD. A - STAND 175 Anzano del Parco (CO) +39 031 www.nuovadefim.com33521info@nuovadefim.com NEWS | N EWS 117 sporteimpianti.it
I Parchi dell’Acqua in Brianza, difesa idraulica e area verde Aperto al pubblico a Bernareggio il secondo parco realizzato da BrianzAcque come nuova forma di vasca volano per intercettare le acque di pioggia e avere contemporaneamente una funzione ecologica e di fruizione pubblica del verde.
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L’idea di BrianzAcque - il gestore del servizio idrico integrato della provincia di Monza e Brianza - è quella di realizzare sul territorio delle vasche volano che svolgano anche la funzione di oasi verdi; quella aperta al pubblico in anteprima nel weekend del 16-17 luglio a Bernareggio è la seconda dopo quella, più piccola, inaugurata ad Arcore nello scorso autunno (nella foto). In condizioni normali l’area si presenta come un prato verde calpestabile (a parte l’eccezionale siccità della stagione in corso che ha annullato ogni parvenza di prato), al cui centro rimane una piccola area umida permanente, alimentata da un pozzo di prima falda che era stato realizzato per irrigare il vicino campo sportivo. Anche questa, nella stagione in corso, è temporaneamente scomparsa.
Valencia, come sarà il nuovo stadio Il direttore operativo Christian Schneider e l’architetto Mark Fenwick hanno spiegato i dettagli tecnici del progetto del nuovo stadio del Valencia CF, il Nou Mestalla: uno stadio sostenibile, a capienza modulabile e vivibile tutto l’anno. I lavori di costruzione, interrotti nel 2009, riprenderanno a fine 2022 Uno stadio iconico nel paesaggio di Valencia, con aree intrattenimento e di ristorazione, per essere sempre aperto al pubblico e con il più grande tetto d’Europa coperto di pannelli solari e fotovoltaici. Il Nou Mestalla si prepara a essere uno stadio innovativo, sostenibile e, sul nuovo modello degli stadi per tutti, punta a essere un luogo frequentato anche al di là e oltre le competizioni sportive. La maggioranza dei fondi per la sua costruzione arriveranno da Project Impulso, partnership strategica tra LaLiga e CVC per spingere la crescita dei club sportivi. Valencia riceverà 80 milioni per la costruzione dello stadio: gli altri fondi saranno ottenuti dalla vendita delle aree terziarie e degli uffici e da fondi propri del Valencia CF. “Il 'catino' dello stadio è terminato. Le tribune sono state progettate per avere il miglior livello di visibilità e consentire una capacità di 70.000 spettatori, capacità adeguata a una finale di Champions League che soddisfa i criteri UEFA e FIFA. Lo stadio potrebbe ospitare una finale di Coppa del Mondo", ha dichiarato il responsabile del progetto, Mark Fenwick.
Sarà uno stadio attivo tutto l'anno: “ciò che abbiamo migliorato rispetto al progetto iniziale sono le diverse opzioni per i tifosi, con balconate e offerte ricreative. Tre anni fa siamo stati negli Stati Uniti per esaminare diversi modelli e lasciarci ispirare”.
Le caratteristiche dello stadio del Valencia CF Il tetto, supportato all’esterno dello stadio, è leggero, con un anello di compressione sul quale sarà creata una copertura solare. Sarà uno “specchio sonoro”, che permetterà al suono di rimbalzare sul campo. Sarà anche un tetto sostenibile, il più grande in Europa coperto di pannelli solari, in grado di sfruttare al massimo le giornate di sole che caratterizzano la città di Valencia durante l’anno. “Abbiamo lavorato anche per creare un pipistrello che sarà visibile dalle sedute superiori della tribuna Grada Oeste, dall’esterno e dall’interno”.
“Abbiamo richiesto la licenza per 70.000 posti, ma per iniziare abbiamo optato per 49.000 posti. La capienza potrebbe essere ampliata gradualmente, per esempio se ospiteremo i Mondiali di calcio del 2030”. I lavori di realizzazione del nuovo stadio del Valencia CF sono iniziati nel 2007 e interrotti per motivi finanziari nel 2009.
Si è optato per una facciata aperta e ventilata, con balconate celebrative e visibile dall’esterno nella sua forma curvilinea. "Uno degli errori principali che commettono i progettisti è quello di costruire uno stadio con una capacità troppo grande”, ha continuato a raccontare il progettista. “Ma non c'è niente di peggio di uno stadio mezzo vuoto. La soluzione è iniziare con 49.000 spettatori, ma con la possibilità di espandere la capienza a 70.000”. A questo proposito, Christian Schneider, direttore operativo del Valencia CF, ha dichiarato che "noi non vogliamo che questo stadio rimanga vuoto, ma che venga utilizzato tutti i giorni della settimana e che rimanga aperto al pubblico Nell'anello centrale verranno creati dei campi da gioco con ristoranti e strutture per il tempo libero”.
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N EWS | NEWS TSPORT 346 118 Foto: ©Valencia FC
L’unico acquascivolo rotante di tutta Europa si trova a Reda, presso l’AquaPark Reda, in Polonia. Alto 30 metri, è stato inaugurato nel 2020. Altri acquascivoli rotanti come Aquaspinner si trovano a Guangzhou, in Cina e in America, nel Wisconsin. Quest’ultimo è l’ultimo in ordine cronologico: è stato completato proprio nel 2022 all’interno del Wisconsin Dells’ Mt. Olympus Water and Theme Park, come parte di un progetto di espansione del parco del valore di 23 milioni di dollari.
L’acquascivolo del Wisconsin si chiama Medusa’s Slidewheel ed è stato progettato dallo studio locale
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Acquascivoli rotanti, dall’Europa agli USA A differenza di quanto accade per gli altri scivoli “classici”, nei quali si scende in linea o in percorsi curvi, nell’acquasci volo rotante si ruota avanti e indietro in maniera continua, simulando l’assenza di gravità a bordo di anelli di gomma giganti, abbastanza grandi per accogliere gruppi di 4 persone.
Ramaker & Associates che si sono occupati di progettazione architettonica e di tutta la parte ingegneristica. Alto 80 metri e ampio 100, l’acquascivolo rotante è un incrocio tra una ruota panoramica e uno scivolo Cond’acqua.unmovimento ondulatorio a ritmo variabile e una struttura a più curve, l’acquascivolo rotante simula l’assenza di gravità, combinando il movimento rotatorio della ruota panoramica con la propulsione di uno scivolo acquatico. I passeggeri scivolano avanti e indietro a una velocità massima di 25 miglia all’ora.
L’Aquaspinner di AquaPark Reda così come gli altri due acquascivoli sono stati prodotti e testati in Germania dall’azienda tedesca Wiegand Waterrides
PiscinaFirenzeecentro sportivo grazie al PNRR Due nuovi poli sportivi saranno realizzati a Firenze nell’ambito del PNRR: si tratta della piscina di San Bartolo a Cintoia e del centro sportivo Paganelli, per un totale di 6 milioni e mezzo di Iniziafinanziamento.cosìla fase di concertazione che avrà come scadenza (gare per la realizzazione dei lavori) il 31 marzo 2023. Gli impianti dovranno essere pronti, cioè aver effettuato il primo collaudo, entro il 30 giugno del 2026. “Sono finanziamenti che ci permetteranno di realizzare due nuovi poli sportivi cittadini che affiancheranno quello di Campo di Marte”, ha sottolineato l’assessore allo sport Cosimo Guccione. “ Questi investimenti guardano al futuro dello sport perché puntano a rafforzare la sua stessa ossatura: gli impianti. È necessario fare in modo che queste strutture siano sempre all’avanguardia per rispondere alle esigenze dei cittadini”. Per il centro natatorio di San Bartolo a Cintoia, il progetto, donato da Fondazione CR Firenze, è curato da Ipostudio Architetti. L’edificio a “elle” ospita una hall di ingresso, con il bar e gli spogliatoi (capaci di ospitare 100 persone). Al di sopra ci sono le due vasche: una grande, con le gradinate per 500 spettatori, destinata a ospitare le competizioni semi-agonistiche e agonistiche, e una più piccola, a vocazione ricreativa, con copertura mobile. Oltre ai fondi del PNRR, altri 5 milioni di euro sono stati stanziati dalla Regione Toscana. Per il centro sportivo Paganelli, la cui realizzazione risale agli inizi degli anni Ottanta, il progetto (che rispetta i principi di sostenibilità ambientale e facilità di manutenzione) prevede un nuovo campo di calcio in erba sintetica di ultima generazione, un nuovo campo di calcetto e quattro campi di beach volley coperti.
Una porzione del centro sportivo Paganelli sarà sistemata come skate park recintato ed illuminato. Buona parte della superficie rimarrà a verde, con alberature e superfici permeabili naturali, con i percorsi per l’accesso alle zone dell’impianto suddivisi tra spettatori, atleti e addetti di servizio. Verranno demoliti i vecchi spogliatoi prefabbricati e sarà riadattato il sottotribuna esistente con spazi di servizio e ristorazione. È prevista inoltre una nuova palazzina spogliatoi che si aggiungerà a quelli esistenti presenti nel complesso sportivo. Mazara del Vallo (Tp) In progetto la prima piscina pubblica Sarà una piscina semi olimpionica quella che si progetta di realizzare a Mazara del Vallo: per questo è stato reso pubblico l’avviso di manifestazione di interesse da parte del dirigente del settore tecnico Maurizio Falcone, con responsabile del procedimento Pietro Aurelio Giacalone. L’obiettivo dell’avviso è individuare gli operatori economici da invitare alla procedura di affidamento lavori. Subito dopo si procederà alla procedura di gara vera e propria tra le imprese in possesso dei requisiti che avranno partecipato positivamente alla manifestazione d’interesse. L’investimento iniziale previsto per la piscina di Mazara del Vallo, di circa 3 milioni e 320 mila euro, con mutuo contratto presso il Credito Sportivo, è stato incrementato di 330 mila euro nel piano delle opere pubbliche per sopperire agli aumenti del costo dei materiali che si sono registrati da circa due anni con picchi nell’ultimo Dopoperiodo.ilsuperamento di alcuni ostacoli tecnici ora si avvia la procedura che porterà entro la fine dell’estate alla conclusione delle operazioni di gara. Il vice sindaco e assessore allo sport Vito Billardello ha espresso la soddisfazione sua e dell’Amministrazione comunale. “Mazara avrà finalmente una piscina comunale semi olimpionica al servizio della comunità e in grado di ospitare anche gare importanti della Federazione Italiana Nuoto”. I lavori previsti, per un valore di circa di 2 milioni 700 mila euro comprensivi di circa 70 mila euro di oneri di sicurezza, dovranno essere realizzati in un tempo massimo di un anno e mezzo. La piscina semi olimpionica coperta avrà dimensioni regolamentari - 25 metri di lunghezza e 12,5 di larghezza - e sorgerà all'interno dell'area comunale destinata a impianti sportivi di contrada Affacciata, dove già si trovano il palazzetto dello sport e il campo di calcio. L’edificio destinato complessivamente a piscina ed attività connesse misurerà in pianta 35 metri per 30 e si svilupperà su 2 livelli: il piano interrato destinato ai locali tecnici e di servizio e il piano terra, che ospiterà la piscina ed i locali aperti agli utenti. Sulla copertura sarà installato un impianto fotovoltaico per il risparmio Ilenergetico.Comuneha affidato la progettazione esecutiva al raggruppamento di professionisti Architetto Paolo Pettene & Partners. Bagnolo in Piano (Re) Aperta la piscina estiva rinnovata A metà giugno ha aperto la rinnovata piscina di Bagnolo in Piano, in provincia di Reggio Emilia, al termine di un progetto di rinnovamento voluto dall’Amministrazione comunale. Nuovo il concept che rivela la vocazio346 a cura di Sabina Orrico
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Rho (Mi) Il nuovo parco acquatico al Molinello Una nuova vasca per bambini e famiglie, con giochi d’acqua e idromassaggio si aggiunge alla piscina del Molinello di Rho. A inizio giugno è stata inaugurata la nuova realizzazione, pensata per ampliare l’offerta della piscina di Rho a tutte le famiglie con il parco acquatico, perfetto per l’estate. Presenti all’inaugurazione, tra gli altri, il sindaco Andrea Orlandi e l'assessore allo Sport, Alessandra Borghetti con MGM, società che gestisce l'impianto “comunale. È una bella soddisfazione per me vedere realizzato questo progetto, che ha preso il via con la precedente Giunta, quando ero assessore allo Sport. Si tratta di una proposta completa per le famiglie con bambini, che va ad allargare l’offerta della piscina comunale”, si è espresso il sindaco Andrea Orlandi. “La piscina del Molinello, con il nuovo parco acquatico e le due vasche esterne (da 50 e da 25 metri) ha una proposta di prima qualità”, ha affermato l’assessore allo Sport, Alessandra Borghetti.
sporteimpianti.itnemultisportiva della nuova gestione composta da Kinema srl, società al 100% Uisp e Zuccagialla, in associazione temporanea di imprese vincitrice del bando comunale per la gestione di piscina, campi da tennis e bar fino al 2037. “S iamo felici che la comunità di Bagnolo e del territorio circostante ritrovi la sua piscina riqualificata e che potrà contare fin da subito anche su due campi da tennis completamente rinnovati”, ha affermato il presidente di Uisp e Kinema Azio Minardi. “Uisp, tramite la società Kinema, conferma il suo impegno a fianco del mondo sportivo e degli Enti Locali per modernizzare la gestione dell'impiantistica e mantenere vivi i presìdi di socialità e di divertimento per la cittadinanza”. “L’individuazione di una nuova gestione, all’insegna dell’imprenditorialità e dell’appartenenza al territorio, ha premiato la scelta dell’Amministrazione comunale di investire su un affidamento di lungo periodo, ben 15 anni, che possa garantire affidabilità e continuità”, ha affermato il sindaco di Bagnolo in Piano Gianluca Paoli. I lavori di rinnovamento hanno riguardato i due campi da tennis, che presentano nuovo manto in erba sintetica ad alta prestazione. Uno dei campi è attrezzato anche per il calcetto. Alla piscina estiva il cambio di look e servizi è stato raggiunto grazie alla creazione di una spiaggia sabbiosa con ombrelloni. In entrambe le vasche, la maggiore delle quali attrezzata per il nuoto libero con righe e corsie, Zuccagialla organizzerà durante l’estate corsi di nuoto, acquagym e yoga in acqua. Il bar di Bagnolo Village si proporrà invece come un punto di riferimento anche serale per i frequentatori della piscina e del tennis club con eventi aperti a tutti nei weekend d’estate.
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San Donato Milanese Un(Mi)progetto di ampliamento del parco Mattei L’obiettivo della riqualificazione del Parco Mattei a San Donato Milanese, in provincia di Milano, è duplice: da una parte, rinnovare l’intero centro sportivo dentro il parco e dall’altra potenziare l’offerta formativa, educativa e Daricreativa.annia San Donato esiste la necessità di riqualificare l’intero centro per potenziare l’offerta sportiva e ricreativa, coinvolgendo sia l’efficientamento energetico sia la riqualificazione dell’offerta sportiva introducendo nuove discipline sportive e attività. Con la nuova area dedicata al fitness e al wellness l’offerta sportiva del Parco Mattei sarà completa, permettendo al centro di diventare un polo aggregativo nel territorio, sul fronte sportivo e ricreativo. La sinergia tra pubblico e privato permetterà di migliorare l’offerta e la possibilità di creare una rete di rapporti tra il gestore e le realtà territoriali esistenti, garantendo convenzioni e tariffe L’intenzionevantaggiose.è collaborare con l’Amministrazione comunale per promuovere e incrementare l’utilizzo dell’impianto da parte di tutte le realtà sociali del territorio, compresi anziani, disabili e scuole. In questo progetto la società SNEF ha coinvolto Italgreen, socio costruttore dello SNEF Lambrone di Erba, al fine di realizzare un connubio efficace tra costruzione e gestione. Progettista dell’operazione è lo studio SDM con architetto De Martino e lo studio Accaeffe con ing. Tardi. Il centro sportivo comprende un campo da rugby con pista di atletica, struttura geodetica con campi polifunzionali, campi da tennis coperti e scoperti, palasport, piscina coperta e scoperta, campo da basket in asfalto, campi da squash e spogliatoi. Il progetto di riqualificazione del centro sportivo prevede la trasformazione dell’area dei campi da tennis in padel arena con spogliatoi e area ristoro, l’aggiunta di un’area spa e wellness nella struttura della piscina con palestra, un’arena scoperta e coperta per il beach volley in luogo del basket in asfalto e dei polifunzionali coperti. È prevista anche una riqualificazione energetica dell’impianto sportivo. Nel quadro economico, i costi sarebbero coperti dal Comune in conto costruzione per circa 9 milioni di euro, 3.750 mila euro dai soci e quasi 10 milioni di euro con mutuo bancario. La convenzione per la gestione avrebbe durata trentennale con canone di 410 mila euro annui. La gestione diretta dell’attività, ma anche la collaborazione con le realtà sportive esistenti, permetterà di far diventare il centro sportivo del parco Mattei di San Donato Milanese il punto di riferimento in regione per due sport in grande crescita, padel e beach volley. La struttura potrà permettere l’organizzazione di eventi e manifestazione sportive non solo locali e regionali ma anche di livello sicuramente nazionale. La proposta ha ottenuto dalla precedente Giunta comunale il pubblico interesse condizionato a una richiesta di integrazione e a un eventuale accordo di programma già richiesto con la Regione Lombardia. Con il cambio della Giunta e del Consiglio comunale in seguito alle recenti elezioni, si attende di comprendere come la nuova Amministrazione comunale voglia completare l’iter procedurale proposto dall’ATI temporanea proponente.
Il parco Parri rappresenta l’area verde attrezzata più grande della cittàesteso su oltre 8 ettari di terreno - un luogo speciale che restituisce alla cittadinanza un polmone verde ricco di opportunità, aperto alla comunità e ai quartieri attraverso un nuovo paesaggio di prossimità. Il progetto del parco Parri è stato por-
TSPORT 346 La piscina di Rho era dotata di tre vasche scoperte: una da 50 metri, una da 25 metri e una tonda da 8 metri di diametro. La nuova vasca esterna è stata realizzata in sostituzione della vasca tonda da 8 metri per dotare il complesso di una vasca ludica e per il relax. La piscina esterna misura 25 per 14 metri, è profonda da 40 a 55 centimetri e consente una buona presenza in acqua (quasi 200 persone in sicurezza). Il rivestimento è stato realizzato mediante membrana StoneFlex con superficie in 3D che sembra vera pietra. Diverse le attività di gioco e relax consentite, che favoriscono l’acquaticità dei bambini in sicurezza grazie a tre zone in cui è suddivisa la piscina: Zona “spiaggia gioco” adatta soprattutto ai più piccoli con i genitori che posso prendere il sole in acqua, dotata di un fungo cascata, bocchette con effetto geyser ed altri effetti d’acqua; Zona con scivoli e gioco d’acqua; Zona idromassaggio con lame d’acqua effetto cascata e geyser Il costo complessivamente sostenuto è stato di circa 375 mila euro.
InauguratoCuneo il Parco Parri Il nuovo polmone verde della città di Cuneo, nato nell’ex piazza d’Armi intitolata nel 2012 a Ferruccio Parri, partigiano piemontese, è stato inaugurato con una giornata di festeggiamenti che ha coinvolto l’intera cittadinanza seguendo lo slogan Let’s Parri. Ne avevamo già parlato lo scorso anno, quando i lavori, iniziati nel 2020, erano ripresi dopo uno stop causato da condizioni meteo avverse. Ma si tratta di un progetto risalente al 2017, quando l’Amministrazione comunale aveva avviato la pubblicazione di un bando a procedura aperta per la progettazione definitiva del parco.
tatosporteimpianti.itavantida un team di professionisti composto da 1Ax Architetti Associati, Bios-Is srl per impianti e scelte agronomiche, Magliano e Morra associati come local architects e coordinatore sicurezza e Luca Bertino studio di geologia. All’interno del parco si trovano diverse aree ben distinte da alcune caratteristiche: zone “acqua” con tre specchi d’acqua con ciottoli di fiume che si concludono in un gioco finale di piccoli canali e chiuse; zone sport, gioco e tempo libero con campi polifunzionali, skatepark, vasche per la sabbia, percorso fitness a stazioni e ampie zone con pavimentazione antitrauma; zone giardini e frutteti, con piante da frutto, aromatiche e officinali, il giardino dei piccoli frutti e un’area dedicata alla Dopodidattica.l’inaugurazione sono emerse alcune difficoltà nell’utilizzo delle diverse aree, tra alberi ancora troppo piccoli per ombreggiare e opere d’arte recintate temporaneamente per non essere toccate, atti di vandalismo che hanno distrutto i faretti della scritta I love Cuneo e l’esondazione del laghetto.
le quotidian affrontando ludico e lavorativo e sfide in qualsiasi ambito in modo tempestivo e pro sportivo, ofessionale Padiglione A - S l@gmai V30020TMsafelogsr+39.389.57296+39.0422.18602Quartod’ommiaAbateTm26i
AprePalermoilparco avventura alla Favorita City Adventure Park è un parco avventura con percorsi accessibili di recente inaugurato nell’Ippodromo La Favorita di Palermo: uno spazio di circa 10.000 metri quadrati, con attrezzature per il gioco e lo sport, inserito in un contesto naturalistico Ild’eccezione.progettoè stato reso possibile grazie a un’iniziativa imprenditoriale di Alessandro Di Dio, Valentina Guarino e Samantha Valenti, in collaborazione con ContinuaSipet.così il percorso di apertura dell’ippodromo alla città intrapreso dalla società toscana che da poco più di un anno ha in gestione l’impianto di viale del Fante. City Adventure Park è un progetto disability All’inaugurazionefriendly. erano presenti i ragazzi con disabilità dell’Accademia Yellow School che proveranno i percorsi accessibili. Verranno inoltre definiti accordi con le direzioni scolastiche del territorio per creare opportunità agli alunni a partire dalla prossima stagione scolastica e trascorrere mattine attive con un programma di “outdoor education” legato ai piani di offerta Diecimilaformativa.metriquadrati immersi nella natura, sei percorsi tra gli alberi e un campo da paintball: il primo parco avventura di Palermo dentro l’Ippodromo La Favorita è pensato per tutti gli utenti, dai bambini agli adulti, con i percorsi di differenti difficoltà. Per esercitare fisico e mente, aprirà presto una struttura per la ginnastica di tipo calisthenics, attività a corpo libero da praticare all’aria aperta. Per questa attività la direzione del Parco ha stipulato convenzioni con associazioni sportive del territorio. A breve è inoltre previsto un campo di paintball. La Sipet (Società Ippica Passione e Territorio) è la società di gestione del complesso sportivo Ippodromo La Favorita, storico impianto di Trotto di L’impiantoPalermo. costruito nel 1953 è da semlavoraDivvertiti, gioca in sicurezza con a, ventennale e Safe Log ferirsi d necessariaesentedaNonessperienza nel campo dell mette a tua disposizione urante un’attività ricreat contro la spiacevole even pericoli, non vi è mai la c iste una condizione
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R EGIONI PROVINCE COMUNI | FROMTHE MUNICIPALITIES TSPORT 346 124 pre un punto importante nella vita degli amanti dell’Ippica e non solo. Attualmente l’Ippodromo La Favorita è suddiviso in due aree: la prima è il lato scuderie prettamente riservata ai tecnici dell’ippica dove risiedono i cavalli e la seconda è l’area tribuna destinata al pubblico. La nuova società di gestione ha avviato un progetto di rivalorizzazione dell’impianto che concepisca l’Ippodromo La Favorita di Palermo non solo come punto di riferimento per gli amanti dell’Ippica, ma come punto di ritrovo per tutti i cittadini ed i turisti presenti in città. Vimercate (Mb) Maxi progetto per il centro sportivo Nell’area di via degli Atleti a Vimercate, in provincia di Monza e Brianza, è stato approvato il progetto che comprende piscina, campi e Nelpalazzetto.masterplan rientrano due progetti preliminari, che riguardano la nuova piscina e il centro sportivo con palazzetto, campi coperti e parcheggio.
Così ne parla il sindaco di Vimercate, Francesco Cereda: “Abbiamo ragionato su una visione d'insieme che tenesse dentro delle strutture che già ci sono, che già funzionano e che devono essere ammodernate (come il bocciodromo) e di quello che ci dovrà essere, con l'obiettivo di far diventare quest'area la nuova cittadella dello sport di Vimercate”. “Dobbiamo essere realisti e molto chiari con i nostri concittadini. Si tratta di un progetto molto grande e importante sia dal punto di vista dei costi che dei tempi di realizzazione, e verrà quindi realizzato per lotti un pezzo per volta, con priorità assoluta alla riapertura della piscina, che è la cosa sulla quale lavoreremo più alacremente”. Dichiara la vicesindaco, con delega alla Rigenerazione Urbana, Mariasole "Mascia: Con questo progetto guardiamo a Vimercate con una visione di insieme che richiederà tempo e fatica, ma ridisegna l'intera città. Oggi abbiamo puntato l'attenzione su via degli Atleti, ma ci sono altri due punti che vorremmo diventassero il fulcro della vita sportiva di Vimercate: Oreno - per cui abbiamo già presentato una domanda per la partecipazione al PNRR - e il parco Sottocasa”. “Con questo masterplan disegniamo un progetto complessivo, mettendo in gioco anche aree che finora non
La compatibilità ambientale si raggiungerà attraverso la scelta di edifici a basso impatto ambientale e con energia rinnovabile da usare per la sostenibilità dell’intervento costruttivo e per la sua gestione. L’inclusione si traduce nell’accessibilità totale dell’area. La rigenerazione e il recupero si realizzano grazie all’aumento della fruizione degli spazi verdi verso il torrente TaleMolgora.filosofia, perseguita nel disegno di spazi, volumi, percorsi e funzioni intende intercettare la concezione alla base del PNRR: una crescita sostenibile, attenta alla coesione sociale e all’ambiente. Il quadro economico dell’intervento ammonta a 20.722.919 euro. Per la componente acqua si progetta il centro natatorio con piscina coperta, vasca di 25 metri adeguata per pallanuoto, vasca di avviamento al nuoto, area bar, lido esterno. Saranno presenti spazi uso ufficio, sale corsi, palestra attrezzi e terrazzi esterni. Nel lido esterno sarà presente una vasca ludica con integrazione di corsie per nuoto libero, spray park, campo da beach volley, spazi verdi, sabbia. Sull’edificio sarà installata una copertura fotovoltaica. Per la componente terra il progetto prevede sarà realizzato un nuovo palazzetto ad alte prestazioni energetiche, con struttura in legno lamellare ad arco, con capienza fino a 1000 persone, utilizzabile anche per eventi non L’attualesportivi.prefabbricato (anche chiamato “pallone”) sarà demolito e sostituito da un fabbricato in calcestruzzo destinato agli sport di racchetta, con copertura fotovoltaica. Anche l’edificio del bocciodromo sarà oggetto di lavori di riqualificazione e di efficientamento energetico. Nell’intervento sono previsti nuovi parcheggi e percorsi ciclopedonali.
Sostenibilità ambientale, rigenerazione e inclusione sono i principi cardine del progetto complessivo, ritenuti necessari nella realizzazione di nuovi piani di sviluppo e di rinnovamento e per la conduzione del progetto gestionale.
ProgettoCagliariper il waterfront Il progetto “Una promenade verde per il lungomare di Cagliari” è stato realizzato dal raggruppamento temporaneo MATE Società cooperativa, Stefano Boeri Architetti, StudioSilva, STP Mic-HUB con l’archeologo Demis Massimiliano Murgia, dopo l’aggiudicazione della gara per la ridefinizione del waterfront di Cagliari. Si tratterà di riqualificare la passeggiata di via Roma, con un intervento sporteimpianti.it
erano state considerate. Per questo il mio ringraziamento va agli uffici che hanno risposto alle nostre sollecitazioni con prontezza ed efficacia”.
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TSPORT 346 sul fronte del Porto e la sistemazione di Piazza Matteotti. Il nuovo intervento urbano e paesaggistico si propone di ripristinare il valore sociale e ambientale del lungomare di Cagliari, attraverso una promenade verde che riprenda l’originaria funzione ottocentesca di Via Roma. Sarà uno spazio pubblico pedonale e ombreggiato che fungerà da polmone verde e da connettore tra città e mare.
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La promenade del waterfront innesca la creazione di un nuovo parco e di uno spazio aperto alla città diventando elemento di connessione tra il waterfront e le principali funzioni pubbliche che vi si affacciano. Il risultato sarà la valorizzazione dell’area dal punto di vista culturale, sociale e ambientale. Con la piantumazione di oltre 200 alberi, il mantenimento della componente arborea già presente, oltre 5700 metri quadrati di aree verdi si contribuisce a creare un nuovo parco cittadino accessibile da via Roma.
Un progetto, quello del lungomare di Cagliari, che punta a tutelare la biodiversità, ad aumentare la presenza di verde per aiutare a mitigare il microclima abbattendo l’isola di calore e riducendo la presenza di polveri sottili.
Il progetto della promenade si colloca nel contesto di un potenziale masterplan di inquadramento generale, che mette a sistema gli interventi e i progetti previsti dalla programmazione
Il bando indetto dal Comune ha avuto la funzione di recupero e rilancio dell’area, nel segno della sostenibilità e di un'offerta turistica che conferisca un tratto distintivo a tutta la frazione: “Non volevamo un semplice centro sportivo per Focette, ma un impianto che fosse, nello stesso tempo,
del masterplan la piazza rappresenta uno spazio pubblico fruibile per tutti, in continuità con il viale alberato, con campi sportivi (nella nuova “rambla dello sport”), aree ricreative e dehors per la sosta e il relax. Il masterplan include come suggerimenti anche una passerella di collegamento da piazza Ingrao con il porto vecchio, rinnovato nelle sue strutture primarie, e un Transit Hub intermodale nei pressi della stazione ferroviaria. A partire dalle strategie sostenibili tra le quali la produzione energetica da fonti rinnovabili – tramite pannelli fotovoltaici che potrebbero garantire l’autosufficienza energetica della comunità – e la mobilità pulita, il masterplan renderebbe il lungomare di Cagliari una nuova centralità pubblica, accessibile per la città e innovativa, rinnovandone il valore identitario.
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Pietrasanta (Lu) Un nuovo centro sportivo polivalente Il nuovo centro sportivo di Pietrasanta comprenderà campi da padel, parete di arrampicata, palestre per pilates e spinning e quasi 4 mila metri quadrati a verde, con prati a bassa richiesta di irrigazione, alberi e siepi. Sarà collocato nell’area dell’ex Tennis Club Focette e costerà circa un milione di euro. A vincere il bando del comune di Pietrasanta per il recupero e il rilancio dell’area del Tennis Club Focette è stata la Sentinel Group di Milano, che ha incaricato ArchIT Studio per il progetto del nuovo centro sportivo polivalente. Sarà la stessa Sentinel Group a farsi carico dei costi di realizzazione del nuovo centro sportivo.
strategica e urbanistica del Comune, così come da altri enti quali l’Autorità di Sistema InPortuale.particolare, il piano prevede l’implementazione di una mobilità sostenibile basata su principi di prossimità e pedonalità. Una rete di percorsi collega e anima infatti tutte le aree verdi con il resto del quartiere Marina, in modo che l’intero parco diventi un efficiente connettore urbano e sociale tra il tessuto urbano e il mare. In questo contesto, gli interventi su Largo Carlo Felice e viale Regina Margherita giocano un ruolo cardine per ricollegare il mare alla città, stabilendo una connessione diretta con il Nell’ambitoCastello.
Livigno Aquagranda(So)ècentro di preparazione olimpica Il presidente del CONI, Giovanni Malagò e il presidente dell’azienda di promozione e sviluppo turistico di Livigno, Luca Moretti, hanno siglato un protocollo che trasforma il Centro aCoperture aPalloni pressostatici aRecinzioni aIlluminazione aErba sintetica aTerra rossa aResina e Pvc aLegno Sporturf - Fadini Impianti srl - Corso Lodi 109/1 - 20139 Milano - tel. +39 02 295 226 29 - www.fadini.it - info@sporturf.it
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128 moderno, differente da quelli già presenti nelle vicinanze e con un richiamo chiaro all'identità di Pietrasanta”, ha spiegato il sindaco, Alberto Stefano SiGiovannetti.trattadi una realizzazione moderna, che porrà particolare attenzione alla compatibilità ambientale: “La realizzazione di impianti ed edifici seguirà criteri nZEB, nearly Zero Energy Building, per un bassissimo consumo di energia. Le costruzioni saranno di altezza contenuta, costituite dal solo piano terreno e dotate delle più avanzate tecnologie per l'approvvigionamento di energia da fonti rinnovabili”.
Francesco Belloni, amministratore della Sentinel Group, presenta il progetto con grandi prospettive: “Siamo entusiasti di dare nuova vita a questo storico terreno nel cuore della Versilia. C’è l’opportunità di creare un impianto sportivo polivalente importante, con un'infrastruttura di standard tecnico molto elevata. L'obiettivo è anche quello di diventare rapidamente il centro di riferimento per il padel di tutta la zona”. Nei 7.960 metri quadrati delimitati dalle vie Aurelia e Cavour, il progetto di ArchIT Studio prevede la costruzione di otto campi da padel, quattro scoperti e altrettanti coperti da una tensostruttura; un'area “Apuane”, con un sistema di pareti artificiali per l'arrampicata sportiva; una zona polifunzionale all'aperto, per attività e corsi; un percorso-vita attrezzato, con stazioni per il riscaldamento pre-gara e la ginnastica; uno spazio espositivo e locali di servizio come spogliatoi, punto ristoro, reception e parcheggio. I lavori di realizzazione del nuovo centro sportivo di Pietrasanta dureranno circa un anno e mezzo. In cambio delle somme necessarie alla nuova realizzazione, il Comune concederà l’impianto in gestione per trent’anni alla società Sentinel Group, ricevendo dai gestori anche un canone di locazione annuo.
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sporteimpianti.it Sportivo Aquagranda di Livigno in un CPO CONI "affiliato". Si tratta di una qualifica che il Coni riconosce ai centri che rispondono agli standard qualitativi richiesi dalle ComeFederazioni.centro di preparazione olimpica, Aquagranda si trasforma in un punto di riferimento per gli allenamenti in altura degli atleti ufficialmente Giàriconosciuto.usatoperiraduni e gli stage delle Nazionali azzurre, Aquagranda è una tra le strutture più grandi dedicate al benessere e allo sport in tutta Europa. Con questo riconoscimento si affianca al CPO Coni dell’Acqua Acetosa, Formia e Tirrenia. Aquagranda è un polo di eccellenza capace di offrire preparazione atletica di alto livello in un contesto paesaggistico unico e con i benefici del training ad alta Soddisfazionequota. per l’accordo raggiunto non soltanto da parte delle istituzioni locali, in vista anche delle prossime Olimpiadi Milano Cortina 2026, ma anche da Antonio Rossi, pluri-campione olimpico e sottosegretario ai Grandi eventi sportivi della Regione Lombardia, una realtà che ha sempre sostenuto lo sviluppo livignasco. “È una certificazione del lavoro fatto fin qui e, allo stesso tempo, un punto di partenza per guardare con ancora maggior vigore al futuro. Avere nella nostra Regione un centro di tale livello è da anni un fiore all’occhiello per la nostra amministrazione, e il riconoscimento da parte del CONI non farà altro che dare un ulteriore spinta in avanti a chi, come Livigno, ha sempre investito con passione e competenza per lo sviluppo dello sport” L’accordo con il Coni, valido fino al 31 dicembre 2024 e presentato nella Giunta Nazionale del Coni a Perugia, prevede la concessione da parte del CONI dell’utilizzo del Marchio CPO CONI "Affiliato", per sole finalità istituzionali. Inoltre, esso offre alle Federazioni la possibilità, previa prenotazione attraverso la Preparazione Olimpica del CONI, di usufruire delle strutture sportive e ricettive del comune valtellinese per i raduni e allenamenti a prezzi e tariffe in Aquagranda,convenzione.comecentro di preparazione olimpica del Coni attirerà in questo modo le esigenze di diverse discipline, in particolare di quelle che già hanno utilizzato il centro sportivo, come atletica leggera, calcio, nuoto, sport invernali e triathlon.
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La prossimità di queste due aree con il Giardino Marco Adolfo Boroli permetterà anche di dare spazio alla cultura, con spettacoli musicali ed eventi rivolti ai cittadini. Non mancheranno momenti di socialità e aggregazione, luoghi di tutti e per tutti, per favorire l’incontro, le relazioni interpersonali e combattere l’esclusione e l’emarginazione Alessandrosociale. Canelli, sindaco di Novara, ha commentato: “Un campo da basket rinnovato, un’area dove allenarsi, la riqualificazione di uno spazio attraverso un’operazione di rigenerazione urbana portata a termine grazie alla Fondazione De Agostini e a tutte le associazioni e società sportive che fanno parte del progetto. Sport per tutti è realtà: nel giro di poco tempo, la Fondazione ha concluso i lavori di un percorso virtuoso, un modello che abbiamo avuto modo di applicare e verificare in altre zone della città”. Chiara Boroli, Presidente Fondazione De Agostini, ha dichiarato: “Con la riqualificazione di queste due aree sportive del quartiere Sant’Andrea, la Fondazione De Agostini, assieme al comune di Novara e con l’aiuto di tutti i partner, fa un ulteriore passo nel suo impegno per la valorizzazione delle periferie della città”. Il campo di basket e la nuova area di
RigenerazioneNovara urbana a Sant’Andrea Il progetto di rigenerazione urbana a Sant’Andrea, quartiere periferico di Novara, ha riguardato due aree outdoor destinate allo sport, alla socialità e all’inclusione come spazi di aggregazione e svago. Si tratta delle aree di via Serazzi e via San Rocco, inaugurate nel corso di una cerimonia in presenza, tra gli altri, dell’assessore allo sport del comune di Novara Ivan de Grandis, del presidente della Fondazione de Agostini Daniela Sironi, esponenti delle associazioni sportive sul territorio e Alice Franchina project manager di K-City rigenerazione urbana. Il progetto di rigenerazione urbana a Novara si chiama “Sport per tutti a Sant’Andrea” e intende promuovere lo sport come veicolo di benessere e inclusione rigenerando due spazi degradati e organizzando attività sportive gratuite rivolte a tutti i cittadini e a tutte le fasce d’età. Nelle aree riqualificate saranno previste attività sportive e attività ludicoricreative con didattica innovativa per i bambini e i ragazzi, grazie al coinvolgimento dell’Istituto Comprensivo Rita Levi Montalcini di Novara.
Daniela Sironi, presidente della Comunità di sant’Egidio Piemonte, ha sporteimpianti.it
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ASDvigilanza.Novara
allenamento outdoor rappresentano una palestra all’aperto con zone dedicate al gioco di squadra, fitness, parkour e calisthenics. Il campo da basket è stato ripristinato con nuovi canestri, un fondo in gomma EPDM, nuove protezioni e panchine. Un tocco estetico arriva dai CreAttivi e Truly Design, studio torinese specializzato in graffiti e arte murale che ha dipinto il fondo e la panchina. In entrambe le aree è stato previsto l’impianto di illuminazione ed è stato predisposto un impianto di sorveglianza con telecamere. Fondazione De Agostini si è fatta carico di tutte le spese di ristrutturazione e allestimento delle aree sportive ma sarà il Comune a garantire la manutenzione ordinaria e straordinaria e la Basket svolgerà “presso il nuovo campo circa 6 ore di allenamenti e lezioni settimanali”: “il nuovo spazio sarà l’occasione per diversi bambini e ragazzi del quartiere di avviarsi alla pratica del nostro fantastico sport, la pallacanestro”. Sergio Ferrarotti, Presidente di ASD Polisportiva San Giacomo ha dichiarato: “con Comunità di Sant’Egidio si sta già operando per inserire ragazzi e ragazze nell’ambito sportivo. Nello specifico si propone alla comunità la pratica del baskin, sport inclusivo per eccellenza, che può accogliere bambini, ragazzi, adulti, abili e diversamente abili, tanto nella pratica, quanto nell’aiuto e nel sostegno degli atleti”. Marisa Urban, vice presidente Gymnasium Academy SSD, ha commentato: “il progetto della Fondazione unisce l’idea di incentivare la pratica dell’attività fisica a quella di fornire uno spazio ben attrezzato e fruibile a tutti. Ci saranno sempre esercizi che è meglio imparare in palestra, ma noi insegniamo la tecnica e tutti la possono mettere in pratica nelle nuove, coloratissime aree, scoprendo che è bello condividere questi momenti con altre persone”.
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Orbassano (To) Una proposta per il PalaMacario La riqualificazione totale dell’attuale palatenda Erminio Macario di Orbassano è stata ammessa tra i progetti finanziati dal PNRR, nell’ambito degli interventi di rigenerazione urbana. Si tratta di una superficie di circa mille metri quadrati, che verrà totalmente rivista con un finanziamento di oltre 1.200.000 euro. Lo Studio dell’architetto Paolo Pettene & Partners ha reso pubblica la proposta di progetto del totale rifacimento della vecchia struttura, che viene smantellata riposizionando sulle vecchie fondazioni, integrandolo con nuove porzioni. I rendering della proposta (realizzati in collaborazione con Plasticodesign) mostrano una soluzione senza recinzioni perimetrali, “in ottica di una visione europeistica di condivisione dello spazio pubblico ad uso della collettività, pur consapevoli che forse non siamo ancora sempre pronti per un tipo di socialità così avanzata, ma siamo ottimisti che ci si potrà arrivare presto”.
Porto Sant’Elpidio (Fm) Pista di ciclismo e pattinaggio
Bibbiena (Ar) Imagine Camp, il campo che ispira la pace Era l’aprile 2021 quando il Rotary Club Casentino ha elaborato la volontà di procedere a un intervento di “riqualificazione urbana”, restituendo una funzione sociale ad un’area da
(StreetJungle: credits @claudio_asile)
132 dichiarato: “rimettere in uso spazi abbandonati o rinnovare aree consumate dall’uso per offrire in forma nuova la risposta al bisogno di attività sportive all’aria aperta, aiuta a sentirsi parte di una comunità che ha un futuro”.
regionale 21/22 per la realizzazione di interventi di sviluppo e qualificazione di spazi di aggregazione giovanili tramite il Servizio Politiche giovanili dell’Unione dei Comuni Savena-Idice; l'opera è stata valutata meritevole e il Comune di Ozzano ha potuto beneficiare di un contributo pubblico di 56.000 euro che concorre a coprire il costo complessivo dell’intervento.
La Giunta Comunale ha approvato il progetto definitivo per la realizzazione di un impianto polivalente sportivo U. Baldassarri al fine di poter partecipare al bando Sport e Periferie 2022 indetto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il progetto approvato riguarda la pista per il ciclismo e il pattinaggio nell’ambito di un centro polivalente alla L’interventoFaleriense. costerà circa 900 mila euro: il 22 % della somma sarà a carico del Comune (circa 198 mila euro). Il progetto prevede la realizzazione di una pista di allenamento per il ciclismo, una pista di pattinaggio a rotelle, un campo di calcetto, un campo di padel, un campo polivalente per basket e pallavolo, un campo di bocce. È previsto inoltre un impianto di illuminazione dell’intero centro sportivo e degli spogliatoi con impianti fotovoltaici, solari termici per l’efficientamento energetico. Il centro sportivo sarà fruibile dal limitrofo edifico scolastico e sarà anche a disposizione della cittadinanza nelle ore extra “L’obiettivoscolastiche.èdotarela città di strutture funzionali e moderne che contribuiscono a promuovere la pratica sportiva tra i giovani , ridurre fenomeni di marginalizzazione, migliorare la qualità della vita urbana , riqualificare il tessuto sociale attraverso la promozione dell’attività sportiva”, ha spiegato il Sindaco Nazareno Franchellucci.
Ozzano dell’Emilia (Bo) Progetto per lo skate park È stato approvato il progetto esecutivo per la realizzazione dello skate park a Ozzano dell’Emilia, in provincia di Bologna: un intervento dal costo di 121 mila euro che fa parte del programma di mandato e ha come obiettivo quello di dare uno spazio di sport e aggregazione ai giovani. Lo skate park o pump track di Ozzano nell’Emilia vuole valorizzare quegli spazi e tempi dei giovani che possono definirsi non presidiati da organizzazioni formali e interventi educativi ufficiali, ma “liberi” e “quotidiani”, dove l’apprendimento risulta fondamentale e significativo. ll pump track sarà un impianto sportivo capace di stimolare la pratica dello sport all’aria aperta, con skate, biciclette e monopattini. Con quest’opera si dà risposta ad una richiesta avanzata da tempo dalla popolazione giovanile, che chiedeva uno spazio dedicato per svolgere queste nuove pratiche sportive in piena sicurezza lontano dal traffico veicolare e dai pedoni. Il circuito verrà realizzato nel parco pubblico presso Villa Maccaferri dove già esistono altri impianti sportivi: pattinaggio, basket, calcio, palazzetto sport. Nelle immediate vicinanze si trovano inoltre diverse realtà associative e culturali, come la scuola di musica e il centro giovanile. Lo skate park per bici e skate sarà utilizzabile da tutti gli appassionati di sport a rotelle e permetterà un ampliamento del servizio sportivo offerto in un ambito sportivo e ricreativo ricco di proposte, una sorta di centro di aggregazione giovanile outdoor e indoor. La lunghezza del circuito è di 95 metri circa, in una superficie di circa 840 metri quadrati, con una larghezza costante di 2 metri. Sono previste 7 curvature con altezza massima delle sponde di 1 / 1,5 metri. La finitura della pista sarà in conglomerato bituminoso: in questo modo la struttura avrà una bassissima necessità di manutenzione. Le alberature già presenti nell’area verranno preservate migliorando l’impatto estetico della stessa struttura e agevolandone l’utilizzo anche durante le giornate molto soleggiate. La struttura è costruita in un modo ed in una posizione tale da poter garantire eventuali ampliamenti futuri. Le fasi realizzative sono preventivate in un tempo complessivo di 60 giorni.
La proposta progettuale era stata candidata a luglio 2021 al Bando
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sporteimpianti.it 133 tempo trascurata e marginale, relegata alla funzione di semplice parcheggio, posta nel Comune di Bibbiena, nella zona denominata “Santa Maria”. Il Rotary Club Casentino ha sottoposto all’Amministrazione comunale la propria idea di realizzare un nuovo campo da basket e volley, dedicato ai ragazzi. Non il solito playground ma un campo ispirato ai coloratissimi playgrounds che hanno cominciato a vivacizzare le realtà metropolitane. Per il nuovo campo da basket Imagine Camp, Rotary Club ha collaborato con Moaconcept, che ha fornito un determinante contributo sia nella fase ideativa che in quella realizzativa, coinvolgendo nel progetto due giovani artisti di grandissimo estro e di fama internazionale: Andrea Crespi e Manu Invisible, supportati da una “crew”, formata dai validissimi Niccolò Signori, Waro Yu e Stefano Bosatelli. È nato così Imagine Camp, un campo, un’area di aggregazione sportiva e sociale che è anche un’opera d’arte, unica nel suo genere, coloratissima e gioiosa, ispirata ai valori rotariani della pace, dell’inclusione, dello sport e, pertanto, della tolleranza, della cooperazione e del rispetto reciproco. Da qui nasce la scelta del nome del campo, Imagine Camp, che già sorge all’interno di un piazzale intitolato a John Lennon che ha declinato il concetto di pace in molti dei suoi testi. Il nuovo playground esprime il sogno e l’aspirazione per un mondo diverso, in cui sia possibile superare ogni confine e conflitto come auspicato da AndreaLennon.Crespi ha voluto tributare un ulteriore omaggio al cantante inglese, realizzando - al centro del muro perimetrale del campo - un suo splendido close - up. Quindi, in assoluta coerenza con i concetti di inclusione e di interattività dell’intero intervento, l’artista ha invitato tutti i ragazzi che frequenteranno il nuovo campo da gioco ad apporre, ai lati dell’opera, con dei pennarelli colorati, la loro firma sul muro.. sarà un modo, per loro, di divenire parte integrante dell’opera d’arte e di assumersi l’impegno ad adoperarsi per un mondo di pace.
LE INAUGURAZIONI regione/provincia/comuneimpiantolavori Le segnalazioni raccolte dalla redazione di Tsport e Sport&Impianti riguardo i lavori in corso, programmati o conclusi, vengono diffuse ogni mese attraverso la newsletter Costruendo. A partire da queste segnalazioni, Tsport dà conto di tutte le realizzazioni concluse e inaugurate negli ultimi due mesi in Italia, per il giusto riconoscimento del lavoro fatto da Comuni e Province, da gestori privati, da progettisti e da fornitori e installatori, e che sfuggono ai riflettori delle pagine patinate della Lerivista.tabelle sono elencate per regioni e per province. Le segnalazioni pubblicate in questo numero si riferiscono al periodo di due mesi che si conclude al 31 luglio 2022. 346
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inserzionisti #tsport346 ZambonTipiesseSporturfSportissimoIIISintSibelcoSeimediaIVSartoriSafeLog123RegupolPolytan5Plastifil114ParadelloOmsi3OlimpiaOfficineNuovaNewMilaniMastMarioMapeiLegnolandia42Kunzle&Tasin115IstitutoHauraton126GEAGammasportFieraEurosquashEuroplast125Ecover121Ecopneus82DelfinoCisCeta38CasaliApenAcquapark131Group1013320009Sport127130MOVE10611FunExperience113perilCreditoSportivo41Orlando&Figli828Valerio111TennisSystem47Defim117D'Amico6Costruzioni119Green2Bsw1433dicop.Italia129RocIIdicop.dicop.-FadiniImpianti1287Mario124 adv Bureau Faraone102ChimiverVeritas50Panseri104FratelliAnastasi97Mapei100Omsi99 publiredazionali Apetek, Domo Sports Grass, Evolplay, Genta, Green Sport, Mondo, Sogimi Direttore responsabile / editor Bruno Grillini Direttore artistico / art director Fabio Passoni Amministrazione / administration Laura Leori Segreteria di redazione / editorial secretary Daniela Bonetti Impaginazione / layout SeiMedia / Tomaso Grillini Hanno collaborato / contributors Riccardo Consoli, Antonio Cunazza, Donato Foresta, Bruno Grillini, Cesare Lino, Sabina Orrico, Sara Troncone, Joseph Wolfe Fotografie / photos Archivio Tsport / Tsport archive Archivio Shutterstock.com Ufficio commerciale / sales department Silvia Cirillo Sede redazione, pubblicità, amministrazione / editorial department, advertising & management office SeiMedia srl - via Per Robecco 91 - 20092 Cinisello Balsamo, Milano Tel. (+39) 02 23052147 Editore / publisher SeiMedia srl, via Per Robecco 91 - 20092 Cinisello Balsamo, Milano e-mail: http: info@sporteimpianti.it www.sporteimpianti.it Tsport Euro 13,00 - Numeri arretrati / back numbers: Euro 14,85 Abbonamenti / subscriptions 6amministrazione@seimedia.itnumeridiTsport+Mappadei Fornitori 6 numbers of Tsport+Mappa dei Fornitori Italy: Euro 68,00 Europe: Euro 95,00 Australia, Asia, Africa, North and South America: Euro 115 - US $ 115 Conto corrente postale n. 1039665102 Conto corrente bancario IBAN IT88J0344033460000001285900 Registrazione n. 190/12.05.76 presso il Tribunale di Milano Stampa / printers Graphicscalve spa - Vilminore di Scalve (Bg) Articoli e fotografie, anche se non pubblicati, non vengono restituiti; le opinioni espresse negli articoli rispecchiano unicamente il pensiero dei rispettivi autori. Articles and photos, though not published, are not returned; the editorial opinions expressed in this publication are of individual authors. © Tsport copyright 1976-2022 Tutti i diritti riservati/all rights reserved Nessuna parte di questo volume può essere riprodotta o trasmessa in alcun modo o forma, elettronica o meccanica, incluso fotocopie registrazione o archiviazione con qualsiasi altro sistema, senza l’autorizzazione scritta dell’editore. No part of this book may be reproduced or transmitted in any form or by any means, electronic or mechanical, including photocopying, recording or any information storage and retrieval system, without permission in writing from the publisher. In conformità a quanto previsto dal GDPR (Regolamento UE 2016/679), le finalità del trattamento dei dati relativi ai destinatari del presente periodico consistono nell’assicurare l’aggiornamento dell’informazione tecnica a soggetti identificati per la loro attività professionale mediante l’invio della presente rivista o di altre dello stesso editore. L’editore garantisce il rispetto dei diritti dei soggetti interessati come previsto dal suddetto Regolamento. fondata da Pietro Chianchiano periodico di informazioni tecnico-sociali su attrezzature e impianti sportivi e ricreativi, piscine e impianti acquatici, disegno urbano e ambientale Technical-social magazine on recreational, acquatic and sports facilities, pools, equipments, environmental & urban furnishing altre aziende del circuito MAPPADEI FORNITORI in questo numero