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UNA SCELTA D’ESPERIENZA
347
Anno XLVII
| Settembre Ottobre 2022
REALIZZAZIONI project realizations
22 DI JOSEPH WOLFE WATERVILLE, MAINE (USA)
CENTRO UNIVERSITARIO PER L’ATLETICA E LA RICREAZIONE AL COLBY COLLEGE
Waterville, Maine (USA): Athletics and Recreation Center at Colby College Design: Hopkins Architects, Sasaki
30 DI BRUNO GRILLINI REGGIO EMILIA
I NUOVI INTERVENTI AL MAPEI STADIUM
Reggio Emilia: The new works at the Mapei Stadium Design: Beltrami Studio, Studio tecnico Castelli
37 DI CESARE LINO ANZIO (ROMA)
PALAZZETTO E STADIO DEL NUOTO PER LA CITTÀ DELLO SPORT
Anzio (Rome): Palazzetto and Swimming Stadium for the City of Sport Design: arch. G. B. Lo Fazio, ing. L. Marigliani
52 ACURADELLA REDAZIONE NUVOLERA (BRESCIA)
RINNOVAMENTO DI UN CAMPO DA CALCIO A 11
Nuvolera (Brescia): Renovation of an artificial turf football pitch Design: Mast Srl
SPECIALE special report
59 ACURADI BRUNO GRILLINI REPORTAGE SPECIALE PALAZZETTI E PALESTRE
Guastalla (Reggio Emilia): Un palazzetto per lo sport e per la città Palazzetto a Sommacampagna (Verona)
I centri scolastici degli anni ’70 e i licei a indirizzo sportivo La gestione delle palestre, tra scuola e territorio
Focus sugli spogliatoi Ampliamento degli spogliatoi del centro sportivo di San Pietro in Vincoli La palestra di Fuksas a Paliano e qualche considerazione Sports Hall and Gyms Special report
VANETON, ECCO LA NUOVA PALESTRA A REGGIO EMILIA PER L’HOCKEY E MOLTO ALTRO
CONTINUA LA PARTNERSHIP TRA CODEX E UMANA REYER A VENEZIA
OMSI “CONQUISTA” ROMA CON LE SUE SEDUTE ECOSOSTENIBILI
NUOVO CENTRO PADEL A LODI CON COPERTURA A PERGOLA DI ECOVER LA ROLBA WM MAMMUT 2.0: PIÙ FORTE, PIÙ EFFICIENTE E PIÙ SMART CHE MAI
FARAONE PER LO SPORT: DALLA SICUREZZA NEGLI STADI ALL’IMPEGNO PER LA FORMAZIONE
DALLE AZIENDE
NOTIZIE DAL MONDO
REGIONI PROVINCE COMUNI - ACURADI SABINA ORRICO
(USA),
Geremy Bitterman.
a
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PER I FUTURI CAMPIONI
Campionati Europei di atletica 2022 a Monaco. Un grande successo per REGUPOL, Fornitore Ufficiale della pavimentazione sportiva della pista. La recente competizione, che si è svolta nello stadio Olimpico di Monaco in Germania, ha visto l’installazione di un nuovo manto REGUPOL champion AG, omologato in Classe 1 da World Athletics. I grandi risultati ottenuti e i commenti positivi degli atleti che hanno gareggiato sul manto REGUPOL champion AG, certificano ancora una volta l’alta qualità dei manti REGUPOL.
vostro interlocutore: Roberto FRANZ r.franz@regupol.it www.regupol.com
Ritorno a scuola
Preparando lo “speciale” di questo numero di Tsport, dedicato alle palestre con particolare attenzione verso quelle scolastiche, abbiamo avuto modo di parlare con chi la scuola la vive dal di dentro e ne conosce necessità e carenze.
Se è vero che accanto a scuole ben dotate di spazi sportivi propri ci sono istituti che devono condividere palazzetti comunali, ed è anche vero che molte risorse del PNRR sono state assegnate all’istruzione, emergono, dal nostro viaggio, due responsabilità su cui puntare l’attenzione.
La prima è quella progettuale, oggetto frequente delle nostre (forse pedanti) raccomandazioni. La progettazione degli spazi sportivi con finalità scolastica necessita - come per tutti i progetti - di un’adeguata conoscenza dell’uso che verrà fatto di tali spazi. Nella definizione dei percorsi, nell’impiego dei materiali, nell’organizzazione degli spogliatoi, nella scelta degli arredi, tutto deve essere commisurato alla presenza di giovani studenti (non necessariamente con la vocazione e il rigore dell’atleta) e contemporaneamente alla fruibilità da parte di associazioni sportive in ore extrascolastiche.
La raccomandazione è rivolta alla perizia dei progettisti: i quali dovranno
Opinion
Back to school
In preparing the 'special report' in this issue of Tsport, dedicated to gyms with a focus on school gyms, we had the opportunity to talk to those who live the school from the inside and know its needs and shortcomings.
While it is true that besides schools that are well endowed with their own sports spaces, there are institutes that have to share municipal halls, and it is also true that many PNRR resources have been allocated to education, two responsibilities emerge from our journey on which to focus attention.
The first is the design responsibility, a frequent subject of our (perhaps pedantic) recommendations. The design of sports spaces for school purposes requires - as with all projects - an adequate knowledge of the use that will be made of such spaces. In the definition of the courses, in the use of materials, in the organisation of the changing rooms, in the choice of furnishings, everything must be commensurate with the lively presence of young students (not necessarily with the vocation and rigour of the athlete) and at the same time with the usability by sports associations in extracurricular hours.
L’OPINIONE di Bruno Grilliniscontrarsi fatalmente con il budget messo in campo dall’ente appaltante, cosa che richiederà una buona dose di inventiva per raggiungere risultati soddisfacenti con risorse limitate.
E qui entra in gioco la seconda responsabilità, che riguarda chi è preposto alla manutenzione. Anche le palestre meglio progettate devono essere gestite con tutta l’accortezza dovuta a spazi altamente frequentati da un’utenza assai vivace. L’usura delle superfici sportive, il danneggiamento degli attrezzi, e ogni altro segno del tempo avrebbero bisogno di un tempestivo intervento di ripristino.
Ma mentre il gestore di una palestra privata ha tutto l’interesse a mantenere gli spazi nella forma migliore per esigenze commerciali, le palestre scolastiche sono di proprietà dei Comuni e delle Province (o Città Metropolitane), i cui budget non sono né ampi né solleciti ad essere impiegati. Così anche le scuole meglio dotate in termini di spazi soffrono di carenze qualitative, o devono attingere a risorse proprie per far fronte alle urgenze.
(Foto Pavel L)Più in dettaglio, ne parliamo con il “ritorno a scuola” all’interno di questo numero.
The recommendation is addressed to the skill of the designers: they will fatally clash with the budget put in place by the tendering body, which will require a good dose of inventiveness to achieve satisfactory results with limited resources.
And here the second responsibility comes into play, which concerns those in charge of maintenance. Even the best-designed gyms must be handled with all the care due to highly frequented spaces with a lively user base.
The wear and tear of sports surfaces, damage to equipment, and any other signs of the time would require a prompt repair. But while the manager of a private gymnasium has every interest in keeping the spaces in the best shape for commercial needs, school gyms are the property of municipalities and provinces (or metropolitan cities), whose budgets are neither ample nor solicitous to be employed. Thus, even the best-equipped schools in terms of space suffer from quality deficiencies, or have to draw on their own resources to cope with emergencies.
We discuss this in more detail with the 'back to school' inside this issue.
Coppa del Mondo FIFA 2022: il nuovo e la tradizione negli Stadi del Quatar
di Antonio CunazzaPartite giocate in inverno, stadi smontabili, scenari desertici ed esotici come forse mai prima d’ora. I Mondiali di calcio di Qatar 2022 sono da tempo un tema di forte dibattito e sono destinati a essere ricordati come uno dei momenti di svolta nella storia del calcio moderno e della sua evoluzione culturale.
Ma al di là della componente geopolitica che anima la discussione sull’opportunità di assegnare il Campionato del Mondo a un Paese come il Qatar, è interessante trovare uno spunto di analisi laterale che si concentri sull’impiantistica, in particolare per
provare a capire il concetto di “torneo-evento” che la Nazione araba ha immaginato e pianificato. Quello che si svolgerà dal 20 novembre al 18 dicembre 2022, infatti, potrebbe diventare un importante caso-studio di come un torneo di queste dimensioni può cambiare i paradigmi della famosa “eredità” lasciata alle città in termini di strutture e impianti, riletta anche grazie a un approccio nuovo rispetto alla sostenibilità e all’efficienza energetica che finora erano sconosciute almeno nel calcio (cosa che invece, parzialmente, si sta già provando a fare per le Olimpiadi, e ne avremo una dimostrazione defini-
tiva con Parigi 2024).
La strategia di sostenibilità della Coppa del Mondo FIFA Qatar 2022 include una serie di iniziative che sono volte a mitigare le emissioni derivanti dallo svolgimento del torneo, e include stadi efficienti dal punto di vista energetico, trasporti pubblici a basse emissioni e pratiche sostenibili di gestione dei rifiuti.
La volontà è realizzare un evento completamente “carbon neutral” e si inserisce nello schema di obiettivi di sviluppo sostenibile che fanno già parte del programma delle Nazioni Unite, ma anche di quello locale denominato Qatar 2030.
Gli otto Stadi dei Mondiali Tutti gli otto stadi dei Mondiali sono stati realizzati con una pianificazione mirata partendo dalla riduzione di polveri di risulta durante le fasi di cantiere, e ogni impianto è stato valutato con certificazione a 4 stelle dal Global Sustainability Assessment System (GSAS) riguardo i parametri di progettazione, realizzazione e direzione lavori.
Più nello specifico, ogni stadio di Qatar 2022 ha anche tratti estetici non banali: il carattere evocativo delle architetture che ospiteranno le gare celebra l’identità culturale e artistica locale attraverso geometrie e schemi ripetuti, che pescano a piene mani dalla tradizione figurativa del Paese.
Ecco allora che troviamo alcuni stadi dal guscio estremamente riconoscibile, come il Lusail Stadium di Doha (80mila posti, Foster+Partners, 2020) che si sviluppa su una pianta circolare e si mostra con un rivestimento dorato, a maglia intrecciata, con un pattern di triangoli che si inseguono fra loro e compongono la forma svasata che richiama le ciotole artigianali tipiche della storia antica del mondo arabo.
Lo stesso spunto che ritroviamo, sempre a Doha, nell’Al Thumama Stadium (40mila posti, Ibrahim M. Al Jaidah / Arab Engineering Bureau, 2021), anche qui su pianta circolare ma sviluppato in senso cilindrico in altezza, con un rivestimento che
viene solcato da curve festose a simboleggiare la “gahfiya”, tradizionale berretto intrecciato che viene indossato da uomini e ragazzi in tutto il mondo arabo e che rappresenta il raggiungimento della maggiore età.
Ancora quindi il tema della tradizione e dell’arte, come nell’Ahmed bin Ali Stadium, di Al Rayyan (44mila posti, Pattern Architects e Ramboll UK, 2020), progetto che rinnova del tutto lo stadio già esistente realizzandone uno dove il rivestimento esterno è leggermente staccato dall’edificio, intelaiatura intricata con intrecci geometrici ripetuti che ricordano gli spazi naturali della zona, fra dolci dune di sabbia e spazi verdi lussurreggianti.
L’Education City Stadium (45mila posti, Fenwick Iribarren Architects e Pattern Design, 2020) invece si può considerare uno dei simboli dell’impegno del Qatar nello sviluppo dello sport, al di là dei Mondiali. Inserito nella cittadella universitaria della Qatar Foundation, in quello che è un vero e proprio conglomerato urbano di recente creazione (l’Education City, per l’appunto, realizzata fra il 1997 e il 2003 e ulteriormente ampliata nel corso degli ultimi vent’anni), lo stadio è la gemma centrale di una serie di strutture sportive dislocate nei paraggi, ai quali è collegato con viali e strade che lo mettono in relazione anche con gli edifici del campus.
Un design ultramoderno (facciata semi-trasparente e retro-illuminata) si unisce bene ai motivi geo-
metrici riferiti all’arte locale e lo rende catalizzatore visivo della zona.
Di diverso approccio estetico sono l’ Al-Bayt Stadium , ad Al-Khor (60mila posti, Dar AlHandasah, 2021), dove si giocherà la partita inaugurale del torneo, e l’Al Janoub Stadium di Al Wakrah (40mila posti, Zaha Hadid, 2019). Ancora una volta il tratto rappresentativo della copertura e dell’involucro che avvolge la cavea di gradinate è la cifra che definisce questi due stadi ma viene sviluppata in modo ancora più evocativo e simbolico: l’Al-Bayt è incastonato all’interno di una vera e propria riproduzione della "bayt al sha'ar", la tenda tradizionale dei nomadi del Qatar qui realizzata con una magnifica struttura che moltiplica le dimensioni del-
l’oggetto originale e lo celebra in modo eccezionale. Sul lato della sostenibilità, l’anello superiore delle gradinate è stato progettato per essere rimosso dopo il torneo, consentendone il riutilizzo in impianti sportivi più piccoli in altri luoghi del Paese.
L’Al Janoub Stadium è l’altro splendido segno estetico di questi Mondiali. Immaginato da Zaha Hadid Architects, il suo profilo morbido e ondulato rappresenta le vele delle tradizionali barche da dhow del Qatar, gonfiate dal vento. Un omaggio alla storia locale di Al Wakrah e al passato legato alla pesca e al commercio di perle.
Infine, due esempi di rinascita strutturale: il Khalifa International Stadium di Doha (48mila posti, Dar Al-Handasah, 2017) che si presenta ai Mondiali
In alto a sinistra, dettaglio del / top left, detail of: Al Thumama Stadium; sulle due pagine / across the two pages: 974 Stadium (ph. Sanjay).
In basso a sinistra / bottom left: Al Janoub Stadium (ph. Franck Camhi). Nelle due foto piccole al centro, dettagli di / in the small photos in the middle, details of: Al Janoub and 974 Stadium.
In basso al centro / below in the middle: Khalifa International stadium (ph. EQRoy).
A destra in alto / top right: Ahmed bin Ali Stadium (ph. Oscar Mike); in basso / bottom: Education City Stadium (Google Earth).
dopo il progetto di restyling che ha rinnovato la sua immagine originale (1976), conservando i due ampi archi longitudinali - tratto identitario dell’edificio - ora accompagnati da una copertura a baldacchino sottostante (che serve anche per ospitare il sistema di condizionamento interno dell’aria). La rinnovata facciata esterna, con retro-illuminazione digitale, rappresenta la volontà di modernizzare questo impianto, rimanendo fedeli alla sua immagine principale e storicamente radicata nella storia sportiva del Paese.
A questo va aggiunto lo Stadium 974, a Ras Bu Abboud, una decina di km da Doha (40mila posti, Fenwick Iribarren Architects, 2021). Dentro di sé concentra tutti gli spunti di identità e tradizione locali,
e di sguardo al futuro e alla sostenibilità: “974” è il prefisso internazionale del Qatar, e la sua posizione a pochi passi dal mare, nella zona portuale di Doha, è la chiave per capirne il senso evocativo. Costruito interamente con i container solitamente destinati alle spedizioni internazionali (che sono in effetti 974 in totale), inglobati in un telaio di acciaio modulare, è il primo stadio di calcio al mondo completamente smontabile. Da un lato è la celebrazione della lunga tradizione del Paese nel commercio mondiale e nella navigazione, dall’altro la dimostrazione migliore del piano a medio termine di sostenibilità dei Mondiali: dopo il torneo, lo stadio sarà del tutto smontato e i container e la struttura in acciaio verranno riutilizzati all’interno del progetto di un nuovo con-
glomerato urbano sul lungomare, con spazi destinati sia agli affari che alla comunità locale.
I Mondiali di Qatar 2022 si propongono quindi come un torneo che può fornire un nuovo fondamentale esempio organizzativo per lo sport. In linea con l’approccio olimpico, anche il calcio può immaginare futuri grandi tornei con un impatto minimo sull’ambiente e sulle città ma con un’eredità funzionale e misurata alle esigenze locali. E che quest’ambizione arrivi da un Paese “teoricamente” senza tradizione calcistica è un ulteriore spunto di discussione e valutazione anche in vista delle prossime edizioni della Coppa del Mondo, con il futuro allargamento delle squadre partecipanti e la necessità di più impianti sportivi a disposizione.
A margine del Mondiale
3-2-1 Museo Olimpico e dello Sport di Doha
di Sabina OrricoMembro del circuito dei Qatar Museums e dell’Olympic Museum Network, che conta 22 musei nel mondo, il nuovo 3-2-1 Museo Olimpico e dello Sport è un centro nazionale e internazionale che promuove la ricerca accademica e i valori intrinseci nella cultura sportiva.
3-2-1
Progetto
In
Inaugurato a Doha nel marzo scorso, il 3-2-1 Museo Olimpico e dello Sport è un centro nazionale e internazionale per la storia, il patrimonio e la conoscenza dello sport.
L’obiettivo della sua realizzazione è testimoniare la centralità assegnata allo sport nel piano di sviluppo Qatar National Vision 2030. Al suo interno c’è spazio per rappresentare i grandi eventi sportivi e le tradizioni sportive identitarie del Qatar come la falconeria e le corse dei cammelli.
Uno dei più grandi musei sportivi del mondo, il 3-2-1 Qatar Olympic and Sports Museum di Doha è stato progettato dall’architetto catalano Joan Sibina: un edificio cilindrico in vetro, incorniciato da cinque anelli intrecciati che ricordano il simbolo delle Olimpiadi.
Esteso su una superficie di 19 mila metri quadrati, il museo consta di due volumi - l’edificio curvo e un cilindro circondato dai cinque cerchi - sul lato del Khalifa International Stadium, uno degli otto stadi di FIFA 2022.
Tutta la struttura cilindrica è coperta da pannelli rettangolari in vetro, che riflettono il paesaggio circostante. L’altro volume, adornato da pannelli a forma di diamante, segue la curvatura del lato più alto dello stadio e si trova proprio tra la struttura sportiva e l’edificio cilindrico.
All’interno del Museo Olimpico
La struttura ospita sette spazi espositivi, ognuno dei quali incentrato su un tema diverso, oltre a un caffè e un ristorante - al quale hanno lavorato gli chef stellati Tom Aikens e Marco Speziali - e un negozio di souvenir.
Le gallerie rivelano l’impatto culturale dello sport attraverso diverse prospettive: la storia e il significato contemporaneo dei Giochi Olimpici, i viaggi ispiratori degli eroi dello sport mondiale e lo sviluppo dello sport in Qatar.
Le esposizioni immersive coinvolgono i visitatori in un viaggio interattivo che stimola la curiosità e la riflessione riguardo al significato contemporaneo delle Olimpiadi, attraverso la storia e l'eredità dello sport e dei Giochi Olimpici.
La galleria “A Global History of Sport” trasporta I visitatori in un viaggio attraverso la storia dello sport nel mondo, dall’antichità ai giorni nostri. Organizzata in sezioni geografiche e tematiche, comprende quasi 100 oggetti e riproduzioni e illustra l’evoluzione dello sport in tutto il mondo.
In “Olympics”, il Museo inscena un viaggio dall’Antica Grecia ai giorni moderni, esplorando i Giochi Antichi dalla nascita delle Olimpiadi, con l’esposizione di tutte le torce
On
olimpiche dei Giochi estivi e invernali dal 1936 a oggi. “Hall of Athletes” celebra gli eroi dello sport di tutto il mondo: una galleria su tre piani con 90 profili di atleti dal mondo, che raccontano storie di passione e determinazione, sportivi che hanno raggiunto grandi risultati superando ostacoli e sfide e sono diventati simboli potenti per tutto il mondo dello sport e non solo, a partire da un personaggio come Pierre de Coubertin, fondatore del Comitato Olimpico Internazionale.
Tra le gallerie più suggestive, “Qatar Sports Culture", immerge il visitatore nell'atmosfera di una majlis qatariota, il tipico luogo in cui le persone si incontrano per discutere di argomenti importanti (come in un salotto dell'Europa occidentale), con l'obiettivo di rappresentare la celebrazione delle loro tradizioni. La galleria presenta la storia della trasformazione sportiva del Qatar, dagli sport e giochi tradizionali che risalgono a diverse migliaia di anni fa al ruolo moderno di nazione sportiva “globale”.
FIFA World Cup 2022: the new and the traditional in Qatar's stadiums
The FIFA World Cup 2022, which will take place from 20 November to 18 December 2022, could become an important case study of how a tournament of this size can change the paradigms of the 'legacy' left to cities in terms of structures and facilities, reinterpreted also thanks to a new approach to sustainability and energy efficiency.
All eight World Cup stadiums have been built with targeted planning starting with the reduction of dust emissions during construction, and each facility has been assessed with a 4-star certification by the Global Sustainability Assessment System (GSAS) with respect to design, building and construction management parameters.
Furthermore, each Qatar 2022 stadium also has non-trivial aesthetic traits: the evocative character of the architecture that will host the competitions celebrates the local cultural and artistic identity through repeated geometries and patterns, which draw heavily from the country's figurative tradition.
The Qatar 2022 World Cup is thus proposed as a tournament that can provide a fundamental new organisational example for the sport. In line with the Olympic approach, football can also envision future major tournaments with minimal impact on the environment and cities, but with a legacy that is functional and measured to local needs.
3-2-1 Doha Olympic and Sports Museum
Inaugurated in Doha last March, the 3-2-1 Olympic and Sports Museum is a national and international centre for the history, heritage and knowledge of sport. The aim of its realisation is to testify to the centrality assigned to sport in the Qatar National Vision 2030 development plan. Inside, there is space to represent Qatar's major sporting events and identity sporting traditions.
Covering an area of 19,000 square metres, the museum consists of two volumes - the curved building and a cylinder surrounded by the five circles - on the side of the Khalifa International Stadium. The entire cylindrical structure is covered with rectangular glass panels, reflecting the surrounding landscape; the other volume, adorned with diamond-shaped panels, follows the curvature of the highest side of the stadium and connects the sports facility and the cylindrical building.
Waterville, Maine (USA)
Centro universitario per l’atletica e la ricreazione al Colby College
L’importante profilo architettonico dell'Harold Alfond Athletics and Recreation Center (HAARC) per il Colby College di Waterville, nello Stato nordamericano del Maine, al confine con il Canada, si accosta all'architettura tradizionale del campus esistente di questa istituzione del New England, creando nel contempo una nuova dimensione per l'atletica e la ricreazione del Colby College.
Il progetto è radicato nell'ethos e nei valori-guida di Colby, sostenendo la crescita e la salute fisica e mentale per l'intera comunità Colby e incoraggiando il lavoro di squadra e lo spirito di comunità nel campus attraverso lo sport e la competizione.
L'edificio di 32.000 metri quadrati comprende un campo multiuso con una pista di 200 metri e campi da tennis, un'arena per il ghiaccio, una piscina olimpionica, una palestra agonistica per basket e pallavolo, campi da squash, una palestra di fitness e ambienti polivalenti, affiancati da spogliatoi, strutture di medicina sportiva e uffici. Hopkins Architects e Sasaki sono stati incaricati nel 2015 per guidare un team che comprendeva Arup, MVVA e il costruttore Consigli per realizzare quello che costituisce il più grande investimento nel campus da quando Colby è stata fondata. L'insolita scala dell'HAARC ha fornito l'opportunità di creare qualcosa di audace, fresco e contemporaneo e di diversificare il Collegio dai suoi pari. In contrasto con lo sviluppo tentacolare e accrescitivo del campus, l'HAARC ha offerto il vantaggio di una visione architettonica unitaria e olistica per i cinque singoli impianti sportivi, con relazioni attentamente gestite tra gli elementi dell'edificio e con il campus esistente e il paesaggio.
Oltre a soddisfare un requisito tecnico e funzionale per un impianto sportivo all'avanguardia, l’approccio progettuale si allontana dal mero utilitarismo
per creare un bene ricco e a misura d'uomo per l'intero college. L'ingresso principale introduce i visitatori in una hall che si apre su un cortile centrale coperto. Visto come il cuore del progetto, il cortile unifica l'intero edificio attorno a un unico spazio esterno per stabilire un punto di forza di identità comune e stabilire un chiaro wayfinding con connessioni visive tra e attraverso tutti i livelli e luoghi. Il progetto massimizza la luce naturale e la luce solare per creare una serie di bellissimi spazi per uso generale e che incoraggiano le persone a sedersi, lavorare, riflettere o socializzare, oltre ad allenarsi e competere.
Da qui, i visitatori possono regalarsi un momento di calma, ma anche godere dell'energia e dell'eccitazione emanate dalle sedi sportive circostanti, che sono state progettate con un alto livello di trasparenza per massimizzare la vista dentro e fuori per spettatori, atleti, partecipanti ricreativi e osservatori occasionali. È stata prestata attenzione alla creazione di luoghi di dimensioni intime in grado di offrire la capacità
richiesta, dando al contempo priorità alla natura performativa dello sport per creare un'esperienza intensa per gli spettatori, con visuali drammatiche e posti a sedere in prossimità dell'azione. Disponibili per molte ore del giorno e della sera, le aree di allenamento si trovano nella parte superiore dell'edificio, di fronte al campus, e la loro illuminazione dopo il tramonto fornisce un faro di attività e una destinazione accogliente per tutti gli abitanti del campus. Il volume dell'edificio è suddiviso in una serie di forme chiaramente articolate, correlate alla scala del resto del campus e creano un profilo leggibile
La facciata principale con l’atrio di ingresso sormontato dalle palestre di fitness; sulla sinistra la struttura semitrasparente del centro natatorio (foto Jeremy Bitterman). Nel riquadro, planimetria d’insieme del Colby College; in bianco l’HAARC.
The main façade with the entrance hall surmounted by the fitness gyms; on the left, the semi-transparent structure of the swimming centre (photo Jeremy Bitterman). In the box, overall plan of Colby College; in white the HAARC.
sporteimpianti.itincastonato nel paesaggio tra il campus e l'autostrada interstatale adiacente. Una gerarchia di materiali viene utilizzata per articolare l'organizzazione dell'edificio e per trasmettere un senso di scala umana nonostante le sue dimensioni. Per il Colby College questo progetto ha rappresentato un investimento significativo. La sfida principale per il team di progettazione è stata quella di introdurre valore ed efficienza in un edificio di 32.000 metri quadrati, il più grande progetto edilizio dello Stato.
La personalizzazione della forma delle capriate a campata lunga per ottimizzare le misure sportive desiderate e ridurre al minimo il loro peso ha permesso di risparmiare sui costi e sulle risorse delle fondazioni in acciaio e calcestruzzo, fornendo al contempo un'espressione elegante e logica della struttura a campata lunga. Lavorando a stretto contatto con gli appaltatori dell'involucro dell'edificio, il team ha inventato un sistema su misura che ha permesso ai singoli pannelli metallici di coprire il doppio della loro larghezza abituale, riducendo così del 50% il supporto in acciaio necessario e aumentando le prestazioni termiche. In quanto istituzione a zero emissioni di carbonio, la sostenibilità ambientale era fondamentale per il College. Il concetto di impianto sportivo integrato consente di condividere le risorse, riducen-
In questa pagina, in alto a sinistra, panorama del Colby College; sullo sfondo l’HAARC. A destra, il cortile interno (foto J.B.).
Al centro, pianta del livello intermedio. In basso, due sezioni trasversali.
On this page, top left, overview of Colby College; HAARC in the background. Right, the inner courtyard (photo J.B.).
In the centre, plan of the intermediate level. Bottom, two cross sections.
1-Indoor Competition Center
2-Gymnasium
3-Aquatics Center
4-External Courtyard
5-Main Lobby
6-Ice Arena
7-Squash
8-Strength & Fitness
La collaborazione tra Hopkins e Sasaki
Hopkins Architects
Hopkins Architects è uno studio di architettura internazionale con studi a Londra e Dubai.
Fra i progetti pluripremiati di Hopkins, il New Parliamentary Building a Westminster, il Velodromo Olimpico di Londra 2012 e lo Shin Marunouchi Building di Tokyo. L'Harold Alfond Athletics And Recreation Center
è l'ultimo di una serie di progetti universitari realizzati dallo studio.
La visione di Hopkins era quella di creare un'architettura sicura che promuovesse il ruolo dell'atletica, della ricreazione e del benessere a Colby e che distinguesse il College dai suoi pari. Le nostre proposte si occupano del modo in cui un edificio di grandi dimensioni possa comunque raggiungere un'intimità di scala all'interno del paesaggio del campus e invitare a un uso più ampio in tutta la comunità collegiale.
Data la sua straordinaria dimensione - occupando circa un terzo dell'intera superficie del campus - il progetto ha offerto l'opportunità di avere un impatto significativo sul piano generale del campus.
Contrariamente a quanto accade spesso con lo sviluppo del campus, che si sviluppa in modo dispersivo e accrescitivo, la pianificazione di cinque grandi spazi in un'unica soluzione ci ha permesso di ridurre al minimo la scala collettiva, esplorando le efficienze spaziali e programmatiche per creare un edificio compatto, coerente ed efficiente. Alla base di questo approccio c'è stato il riconoscimento del terreno come risorsa preziosa, preservandolo per altri usi correlati, tra cui un campo di atletica esterno, un impianto paesaggistico e una futura sede da "collegare" alla zona nord-est del progetto. Le relazioni tra le sedi, il campus e il paesaggio più ampio sono state gestite con attenzione per creare un fulcro architettonico tra il campus, il paesaggio e la città. La massa dell'edificio è scomposta in una serie di forme che si relazionano in modo più olistico con la scala del resto del campus, in modo che, da qualsiasi punto lo si guardi, ogni sede sia chiaramente articolata e differenziata. Si sovrappone una gerarchia di materiali, fortemente tattili, industriali e raffinati, utilizzati per definire l'organizzazione dell'edificio e per trasmettere un senso di scala umana nonostante le dimensioni.
Sasaki
Dagli studi di Boston, Denver e Shanghai, i 300 professionisti di Sasaki collaborano con clienti educativi, civici e commerciali, in tutto il mondo. I servizi di progettazione di Sasaki spaziano da architettura, interior design, pianificazione e progettazione urbana, architettura del paesaggio e ingegneria civile.
Lavorando in sinergia con Hopkins, il team interdisciplinare di Sasaki ha svolto il ruolo di Architect of Record (il progettista “locale”), realizzando in modo innovativo un progetto complesso che pone l'accento sulla sostenibilità e fornisce un equilibrio tra le strutture sportive competitive e le opportunità ricreative e di benessere per l'intera comunità del campus. Lo stretto coordinamento con gli stakeholder di Colby e l'integrazione completa delle operazioni dei dipartimenti hanno permesso di realizzare un edificio chiaro ed efficiente che supporta le esigenze di ogni squadra e offre un'esperienza intima e coinvolgente agli spettatori.
Con l'obiettivo di ottenere almeno una certificazione LEED Gold e di essere uno dei primi progetti SITES nello Stato del Maine, il progetto ha ottimizzato le risorse, minimizzato l'utilizzo di carbonio incorporato, ridotto l'uso di energia e acqua e diminuito le emissioni di gas serra per le operazioni. I principi fondamentali della sostenibilità relativi alla qualità dell'aria interna, alla luce diurna e alle viste, al comfort termico e alle prestazioni dell'edificio sono stati perfettamente integrati nella progettazione dell'edificio e del sito per soddisfare gli obiettivi del progetto di facilitare la salute, il benessere e le prestazioni ottimali del corpo e della mente nel campus. Gli studi di modellazione hanno previsto la posizione dell'accumulo di neve e del carico sul tetto, mentre i tiranti hanno rinforzato la campata lunga del campo centrale per consentire capriate in acciaio più snelle. Queste strategie, insieme allo sviluppo di un innovativo dettaglio dei pannelli d'acciaio, hanno permesso di ottenere un progetto d'acciaio più efficiente e di ridurre la costruzione delle fondazioni. La piscina con pareti in acciaio consente una riduzione delle emissioni di CO2 fino al 50% rispetto alle piscine tradizionali realizzate in cemento armato. Il calore di scarto della vicina pista di pattinaggio riscalda la piscina grazie a uno scambiatore di calore a ciclo di glicole, mentre la filtrazione rigenerativa a membrana anziché a sabbia consente di risparmiare un milione e mezzo di litri di acqua di risciacquo all'anno.
Il team di grafica ambientale interno a Sasaki ha anche guidato lo sviluppo dell'identità visiva degli interni. La grafica audace e colorata, tipica dell'esuberante cultura sportiva collegiale, è bilanciata all'interno di un'applicazione elegante e sobria, che combina il marchio atletico competitivo dei Colby Mules con un richiamo più ampio per gli utenti ricreativi e del campus.
In alto, lo staff di Hopkins Architects e i principals di Sasaki, dai rispettivi siti web. In basso, a sinistra, l’atrio; a destra, la pista di atletica nell’indoor competition center.
(foto Mathew Arielly; tutte le altre foto sono di Jeremy Bitterman).
Top, the staff of Hopkins Architects and the principals of Sasaki, from their respective websites.
Below, left, the atrium; right, the athletics track in the indoor competition centre.
(photo Mathew Arielly; all other photos by Jeremy Bitterman).
do così l'impronta complessiva dell'edificio, e si estende ai sistemi dell'edificio, dove le unità di trattamento dell'aria sono condivise tra le sedi e si risparmia energ ia termica, spostata dalla refrigerazione del ghiaccio alle apparecchiature di riscaldamento della piscina. Le aree comuni, come le docce e gli armadietti, garantiscono la massima efficienza con un utilizzo scaglionato durante l'intero ciclo degli sport stagionali.
Dall'apertura avvenuta alla fine del 2020, l'edificio è già diventato emblematico dell'esperienza Colby, segnalando la sua cultura e le sue ambizioni ai futuri studenti e al personale e fungendo da fiore all'occhiello per il suo sviluppo e reclutamento aspirazionale.
Project realizations
Waterville, Maine (USA): Athletics and Recreation Center at Colby College
The bold design of the Harold Alfond Athletics and Recreation Center (HAARC) for Colby College, Waterville, Maine complements the existing traditional campus architecture of this New England institution, while signalling a new chapter for Colby College athletics and recreation. The project is rooted in Colby’s guiding ethos and values, supporting growth and physical and mental health for the entire Colby community, and encouraging teamwork and community on campus through sport and competition.
Nelle due pagine, in alto la facciata posteriore; al centro l’arena ghiaccio (foto M.A.) e la sala fitness attrezzistica; in basso la piscina e a palestra polivalente (dove non diversamente indicato, foto di J.B.).
On the two pages, at the top the rear façade; in the middle the ice arena (photo M.A.) and the equipment fitness room; at the bottom the swimming pool and multi-purpose gymnasium (where not otherwise indicated, photo by J.B.).
The 350,000-square-foot building includes a multiuse field house with a 200 meter track and tennis courts, ice arena, an Olympic-sized pool, a competition gymnasium for basketball and volleyball, squash courts, a strength and fitness center, and multi-purpose studios, supported by locker rooms, sports medicine facilities, and offices.
As well as providing a new state of the art building for the College, The Center will be the largest and most comprehensive athletics facility in Division III and will provide a valuable asset for the wider community.
Hopkins Architects and Sasaki were appointed in 2015 to lead a team that included Arup, MVVA, and Consigli to deliver what comprised the single greatest investment on the campus since Colby was founded. The unusual scale of the HAARC provided the opportunity to create something bold, fresh and contemporary, and to distinguish the College from its peers.
In contrast to sprawling and accretive campus development, the HAARC offered the benefit of a single holistic architectural vision for the five individual venues, with carefully managed relationships between the building elements, and with the existing campus and landscape.
Harold Alfond Athletics and Recreation Center (HAARC) per il Colby College, Waterville, Maine
Cliente: Colby College
Architetto progettista: Hopkins Architects Architetto esecutivo: Sasaki
Ingegneria strutturale: ARUP
Consulente sostenibilità: Thornton Thomasetti Architetto paesaggista: Michael Van Valkenburgh Associates Appaltatore principale:
Consigli Construction Company
Progettista illuminotecnico: HLB
Ingegnere Civile: Sebago Technics
Consulente per l’acqua: Councilman-Hunsaker
Consulente per il ghiaccio: Stevens
Code Consultant: Jensen Hughes
Pannello metallico isolante: Kingspan Consulente di costo: Fedele + Gould
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Reggio Emilia I nuovi interventi al Mapei Stadium
Svolti durante l’estate, i lavori di manutenzione straordinaria hanno riguardato il rinnovamento del campo di gioco e il rifacimento delle coperture delle tribune, oltre a numerose altre migliorie. I test sulla capacità di drenaggio hanno confermato l’efficacia del sistema adottato per il sottofondo sin dal 2014, che quindi non è stato modificato.
Nella foto grande il nuovo manto dello Stadio; sullo sfondo le tribune nord ed est, al centro la torre faro e uno dei maxischermi (foto FP / Tsport).
A destra, due fasi dei lavori sulla copertura delle tribune est e ovest: tiro in quota con l’elicottero (foto AT) e operazioni sulle strutture (foto Vinardi).
In the large photo, the new turf of the stadium; in the background the north and east stands, in the centre the light tower and one of the big screens (photo FP / Tsport).
Right, two phases of the work on the roofing of the east and west grandstands: helicopter shooting (photo AT) and operations on the structures (photo Vinardi).
Gli interventi di manutenzione straordinaria che Mapei, società proprietaria della struttura, ha programmato a seguito di indagini diagnostiche, sono iniziati a fine giugno e si sono conclusi alla metà di agosto, in modo da non interferire con il campionato e permettere al campo di ospitare gli incontri già a partire dalla seconda giornata di calendario della Serie A e la prima di campionato di lega pro del 28 agosto; questo ha comportato una complessa gestione dei lavori, svolti contemporaneamente su diversi settori della struttura, nel limitato tempo a disposizione di soli 71 giorni lavorativi.
L’insieme degli interventi effettuati ha permesso di modernizzare alcuni servizi e di facilitare, in futuro, gli interventi manutentivi e i controlli periodici, allungando così la vita della struttura in un’ottica di durabilità, a beneficio dell’ambiente e di tutti i fruitori dell’impianto.
Le coperture delle tribune
L’intervento più rilevante dal punto di vista strutturale ha riguardato la riqualificazione delle coperture delle due tribune Est e Ovest. Il manto preesistente è stato sostituito con una soluzione costruttiva più moderna e performante.
A carattere preventivo, si è proceduto in primo luogo alla sostituzione dell'orditura secondaria in legno della copertura: già lo scorso anno erano state montate passerelle metalliche fisse, che hanno permesso di effettuare i necessari controlli alle travi principali e renderanno facilmente possibili eventuali altri interventi che in futuro si rivelassero necessari.
Per lo smontaggio e la sostituzione delle travi in legno sono stati effettuati cinque voli di elicottero per il tiro in quota dei materiali.
Sulla nuova struttura sono stati quindi posati 7.300 mq di manto in lamiera grecata 10/10 portante, e su di essa una copertura con lastre in alluminio naturale da 0,7 mm, che presentano un sormonto brevettato che non necessita di chiodature e garantisce quindi l’assoluta impermeabilità. Il rifacimento dei canali di raccolta delle acque dà un ulteriore contributo a contrastare l’intensità delle precipitazioni.
Il campo da gioco
Il campo da gioco, che ospitando due squadre deve sopportare doppi turni, è stato rinnovato e migliorato con la totale sostituzione del substrato sabbioso, dell’impianto di riscaldamento e dello strato finale misto in manto erboso e sintetico cucito.
Non è stato, invece, necessario intervenire sul sistema di drenaggio profondo, realizzato nel 2014 con la tecnologia Mapesoil, che garantisce tuttora il perfetto drenaggio del manto erboso.
La stratigrafia del campo, del tipo a falda sospesa, parte dal piano di appoggio esistente, omo-
geneizzato, stabilizzato e impermeabilizzato per circa 10 cm con Mapesoil 100, agente stabilizzante in polvere fibrorinforzato, su cui è steso lo strato drenante Mapesoil VD, una miscela a elevata permeabilità, confezionato con ghiaietto di 6-10 mm, privo di tubazioni, per uno spessore di 8 cm. Questi strati, realizzati nel 2014, non sono stati modificati.
A questo livello è quindi stato realizzato il nuovo impianto di riscaldamento, su cui è steso un nuovo strato filtro, con inerte ghiaioso di fiume (la cosiddetta “risetta”), di granulometria 1,5/3 mm, per uno spessore di 3 cm.
Segue un nuovo substrato, con inerte sabbioso siliceo di fiume, lavato e vagliato, che occupa uno spessore di 24 cm.
Su questo è posato il nuovo manto erboso naturale precoltivato su sabbia, realizzato con zolle di spessore 4 cm allestite in big rolls, successivamente rese ibride con stitched system.
Planimetricamente il rifacimento ha interessato sia il rettangolo di gioco che il campo per destinazione e il bordo campo.
Il rettangolo, per una superficie di 7.500 mq, è in erba naturale rinforzata, come sopra descritta, Il campo per destinazione e il contermine bordo campo sino al limite del fossato, per 2.500 mq, sono in erba artificiale sportiva omologata LND Professional / Fifa Quality PRO; la copertura del fossato lungo la tribuna ovest, pari a 330 mq, è in erba artificiale decorativa.
Gli altri lavori
Agli ingressi dello stadio sono stati installati tornelli digitali di ultima generazione che permettono l’accesso anche con gli smartphone, semplificando i controlli e velocizzando i flussi e che potranno essere utilizzati anche per veicolare informazioni di servizio o messaggi promozionali. Sono stati inoltre automatizzati i cancelli di ingresso e i relativi sistemi per il controllo, comprensivi di riconoscimento targhe e rilevazione di presenze perimetrali.
Anche Il TV compound, la zona dedicata all’insieme tecnologico che accompagna eventi e partite tra regie, generatori elettrici, camion per le attrezzature tecniche, è stato completamente rinnovato per la totale efficienza del lavoro degli operatori televisivi.
Per completare il quadro dei lavori, sono state riqualificate le facciate esterne, con tinteggiature e consolidamento delle superfici, con l’impiego di Mapecoat TNS Race Track.
I lavori di quest’anno si aggiungono agli altri interventi realizzati in precedenza da Mapei per migliorare la struttura e mantenerla sempre al livello degli standard internazionali: dalle finiture delle gradinate ai nuovi seggiolini, dal rifacimento della sala e della tribuna stampa, fino agli spazi esterni dei palchi e al completamento dei maxischermi.
In questa pagina, dall’alto, pianta dello stadio al livello delle strutture delle coperture; sezione della tribuna est; sezione della tribuna ovest.
In basso al centro, sezione dimostrativa degli strati che costituiscono il sistema di drenaggio Mapesoil.
A destra, strumento di misurazione
prestazionale dopo la posa del nuovo manto.
On this page, from top, plan of the stadium at the level of the roof structures; section of the east stand; section of the west stand.
Bottom centre, demonstration section of the layers that make up the Mapesoil drai-
nage system.
Right, performance measuring instrument after laying the new surface.
Il sistema drenante Mapesoil
Ingegner Portigliatti, il totale rifacimento del campo di gioco del Mapei Stadium non ha interessato lo strato profondo di drenaggio. Perché questa scelta?
Non è sato necessario intervenire sul sistema di drenaggio profondo, realizzato nel 2014 con la tecnologia Mapesoiltotalmente priva di tubi e ancora in perfette condizioni - che garantisce il drenaggio del campo. I test effettuati quest’anno sul sistema Mapesoil dimostrano, infatti, come la tecnologia Mapei sia ancora efficiente e stia garantendo durabilità, e quindi sostenibilità, all’impianto sportivo e performance del manto erboso costanti su tutta la superficie di gioco, anche durante precipitazioni copiose, senza ristagni d’acqua.
Quello che allora si chiamava Stadio Giglio (poi Città del tricolore e oggi Mapei Stadium) fu inaugurato nel 1995; quando Mapei portò il Sassuolo a giocare su questo campo quali erano le condizioni del manto?
Dopo quasi due decenni di intenso utilizzo il terreno di gioco, durante la stagione calcistica 2013-2014, evidenziava problematiche di inerbimento legate all’eccessiva usura del manto erboso, causata principalmente dalla perdita di efficacia del sistema di drenaggio profondo del campo. Infatti, benché venissero effettuate un’accurata conduzione agronomica del manto erboso ed una corretta manutenzione post-partita, il campo di gioco non era in grado di smaltire le acque meteoriche in occasione di precipitazioni copiose e necessitava di una preventiva protezione con teli impermeabili da rimuovere prima della partita. Se le precipitazioni si manifestavano durante la partita, si rischiava l’impraticabilità del campo.
Da qui, l’idea di un nuovo sistema per il drenaggio profondo?
Volendo risolvere questo problema, comune a molti stadi, la ricerca Mapei mise a punto un innovativo sistema per il sottofondo del terreno di gioco, in grado di riqualificare il drenaggio profondo dei vecchi campi in erba naturale o ibrida, impiegando l’esclusiva tecnologia Mapesoil.
La grande innovazione della stratigrafia realizzata per il sottofondo del terreno di gioco del Mapei Stadium consiste nell’assenza di tubi di drenaggio distribuiti sul campo: tutta l’acqua del campo infatti, sia essa meteorica o di irrigazione, viene rac-
colta da un sistema di drenaggio profondo realizzato in soli 8 cm con il legante idraulico ad alte prestazioni Mapesoil VD e successivamente convogliata per pendenza sui due lati lunghi.
Oltre all’efficacia nel drenaggio, quali altri vantaggi offre il sistema?
La soluzione tecnica realizzata con Mapesoil offre vantaggi di tipo costruttivo, economico, funzionale ed anche di tipo manutentivo.
Dal punto di vista costruttivo, riduce in modo significativo lo spessore totale di sbancamento: la rimozione del vecchio sistema campo interessa infatti solo 35 cm di profondità a differenza dei sistemi tradizionali che necessitano talvolta di rimuovere fino a 60 cm di spessore. Quindi risparmio nei costi di smaltimento e nei tempi di realizzazione.
L’elevatissima capacità drenante consente di avere sull’intera superficie di gioco condizioni del manto uniformi. L’elevata percentuale di vuoti presenti nel massetto drenante (dal 10 al 20% in volume) consente infatti di immagazzinare nel sottofondo del campo fino a 15 mc di acqua, evitando quindi ristagni sulla superficie che possano compromettere la funzionalità di gioco.
In ultimo, ma non certo per importanza, va annoverato il vantaggio legato alla manutenzione ordinaria del manto erboso, che richiede nel substrato un corretto equilibrio tra umidità ed aria. In presenza di piogge è importante che il substrato sia in grado di allontanare l’acqua in eccesso in un tempo relativamente breve, prima che si possano creare le condizioni per l’asfissia radicale che comprometterebbe la crescita della pianta stessa. La tecnologia MAPESOIL, facilitando il deflusso dell’acqua, permette un controllo più accurato del tasso di umidità del substrato e quindi migliora le condizioni di vita del manto erboso.
a colloquio con Elisa Portigliatti (Sport Flooring Corporate P.M. di Mapei)Project realizations
Reggio Emilia: The new works at the Mapei Stadium
The extraordinary maintenance work that Mapei, the company that owns the structure, planned this year began at the end of June and was completed in mid-August, so as not to interfere with the football championship. This entailed a complex management of the works, carried out simultaneously on different sectors of the structure, in the limited time available of only 71 working days.
All of the work carried out made it possible to modernise certain services and to facilitate future maintenance and periodic inspections, thus extending the life of the facility with a view to durability, to the benefit of the environment and of all the facility's users.
The most important intervention under the structural point of view concerned the upgrading of the roofs of the two east and west stands. The preexisting covering was replaced with a more modern and high-performance construction solution, with the installation of new wooden beams for the secondary frame, and an aluminium roof with overlapping joints that guarantees perfect impermeability.
The playing field, which as it hosts two teams must endure double rounds, was renovated and improved with the total replacement of the sandy substrate, the heating system, and the final mixed layer of turf and sewn synthetic turf.
On the other hand, there was no need to intervene on the deep drainage system, which was created in 2014 using Mapesoil technology, and which still guarantees perfect drainage of the turf, as tests carried out eight years after its installation show.
Manutenzione straordinaria presso il Mapei Stadium, Reggio Emilia
Committente: Mapei Stadium Srl
Direzione lavori: Beltrami Studio (archh. Sandro Beltrami, Carla Zovetti), Studio tecnico Castelli (dott. Agr. Giovanni Castelli)
Manto erboso ibrido:
Paradello Green Srl
Manto erboso sintetico e ornamentale: Safitex Turf Srl
Posa manto sintetico: Green System Srl Sostituzione coperture tribune: AT Group Srl Sabbie: Vaga Srl
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In alto a sinistra, l’esterno dello stadio; a destra la fossa con il rivestimento in erba decorativa e il bordo campo in erba sintetica sportiva. Al centro, la tribuna ovest con gli sky box; in basso, gli strumenti di monitoraggio del manto esposti durante la visita on field del 22 settembre (foto BG / Tsport).
Top left, the outside of the stadium; right, the pit with the decorative grass covering and the courtside in synthetic sports turf. In the centre, the west stand with the sky boxes; below, the turf monitoring instruments on display during the on-field visit on 22 September (photo BG / Tsport).
Anzio (Roma) Palazzetto e Stadio del Nuoto per la Città dello Sport
di Cesare LinoAnzio (Roma) Palazzetto e Stadio del Nuoto per la Città dello Sport
Il nuovo Palasport Giulio Rinaldi, inaugurato lo scorso agosto, insieme con l’impianto natatorio di recente ristrutturato, completa la “Città dello Sport”, che si estende su un'area complessiva di 14 ettari a ridosso del centro abitato.
Il nuovo Palasport Giulio Rinaldi, inaugurato lo scorso agosto, insieme con l’impianto natatorio di recente ristrutturato, completa la “Città dello Sport”, che si estende su un'area complessiva di 14 ettari a ridosso del centro abitato.
A ridosso del Centro Urbano di Anzio, ad appena 50 km da Roma, lungo la via Nettunense, si estende una serie di impianti sportivi, su una dimensione di circa 14 ettari, che viene denominata “Città dello Sport”.
Le attività sportive presenti nel comprensorio, che vengono svolte nei diversi impianti, comprendono:
-il Palazzetto dello sport, che può ospitare fino a 1.700 persone e diverse attività sportive; -il nuovo polo natatorio “Stadio del nuoto” con una vasca da 50 metri, due vasche più piccole e tribune che possono ospitare 480 persone; -il campo di calcio con pista di atletica e relative palestre per la scherma e il pugilato; -il campo di rugby; -il campo di baseball; -i campi da tennis e padel con palestra; -i campi di basket e pallavolo in struttura coperta con tribune; -la piscina scoperta con vasca da 33 metri, tribune e relativa palestra.
Si tratta di un polo che esprime una grande vitalità e soddisfa un notevole bacino d’utenza, anche extracomunale, con la presenza giornaliera considerevole di un’utenza consolidata, fidelizzata e variegata per classi di età sesso e ceto sociale. A quanto detto si può aggiungere che la “Città dello Sport” rappresenta altre potenzialità, quali la complementarietà di un polo d’eccellenza per lo sport con la vocazione turistico - ricettiva della città, l’opportunità di variegare l’offerta turistica con attività sportive, per il benessere e la cura della persona, la prospettiva di inserire ed integrare in futuro il polo sportivo in più vasti circuiti regionali e nazionali.
Inoltre è importante rilevare, a ridosso del polo sportivo, la presenza di una serie di servizi scolastici, commerciali, per la sicurezza (quali il commissariato di PS, e il polo dei Vigili del Fuoco) e ampie zone a parcheggio.
Il Palazzetto dello Sport Giulio Rinaldi
Il Palazzetto dello Sport è l’ultima struttura ad essere completata ed è stata inaugurata nell’agosto di quest’anno, con l’intitolazione al campione anziate di pugilato degli anni ’70-80, Giulio Rinaldi. Il progetto preliminare del Palazzetto dello Sport era stato approvato dalla Giunta Comunale nel 2004.
La realizzazione del palazzetto costituisce il completamento delle attrezzature del centro, consentendo la possibilità di ospitare manifestazioni sportive di carattere nazionale ed al tempo stesso manifestazioni culturali con una capienza di pubblico pari a quasi 1.200 unità per le manifestazioni sportive espandibile a 1.700 per altri tipi di manifestazioni.
Il complesso è articolato su due livelli. Al livello terra sono ubicati l’androne di ingresso con le biglietterie, gli uffici per le società sportive, l’atrio
In apertura, la vasca principale dello Stadio del nuoto.
In questa pagina, in alto, l’area della Città dello Sport (foto Google Earth); in basso, l’interno del palazzetto.
Nella pagina a lato, vista zenitale e piante piano terra del palazzetto (in alto) e del centro natatorio (in basso).
In the opening page, the main pool of the Swimming Stadium.
On this page, top, the Sports City area (photo Google Earth); bottom, the inside of the arena.
Facing page, zenith view and ground floor plans of the hall (top) and the swimming centre (bottom).
atleti con gli spogliatoi, i bagni per il pubblico e un deposito per le attrezzature.
Il campo sportivo, di dimensione atta ad ospitare il gioco del basket, della pallavolo, del tennis e del calcetto, è pavimentato con parquet sportivo. Le tribune fisse sono disposte su due lati dell’ambiente.
Al secondo livello è ricavato uno spazio polifunzionale. Gli spazi sono stati articolati e dimensionati in base alle norme federali vigenti al fine di ottenere l’omologazione dal CONI per le manifestazioni sportive a carattere nazionale.
L’architettura è improntata alla massima linearità e si vale in prevalenza di componenti prefabbricate.
Lo Stadio del Nuoto
Il Comune di Anzio è proprietario dell’impianto natatorio presso il Centro Sportivo Comunale, ed ha bandito nel 2020 un concorso per l’affida-
mento in concessione della gestione dell’impianto stesso.
Il bando di gara prevedeva che il concessionario provvedesse alla esecuzione dei lavori essenziali come riportati nello studio di fattibilità allegato al bando di gara e ne facesse redigere il relativo progetto definitivo.
Lo stato di fatto
L’impianto sportivo natatorio è costituito da molteplici unità edilizie, in parte prefabbricate e in parte in muratura; alcune superfici sono porticate.
L’ingresso si trova all’interno di un parcheggio chiuso e immette in una sala d’attesa con posti a sedere, bagni per i visitatori, accessibile anche per i disabili tramite una rampa che collega il piazzale esterno con l’ingresso.
Contigui all’ingresso ci sono gli uffici amministrativi ed uno spazio attrezzato per la vendita di attrezza-
tura sportiva idonea (costumi, cuffiette, ecc.).
Dall’ingresso si accede, direttamente da un corridoio di distribuzione, agli spogliatoi, separati per donne, bambini e uomini, con panche ed appendiabiti, oltre a servizi igienici e docce. Gli spogliatoi sono organizzati in modo da ottemperare alle prescrizioni Coni, sia nel periodo in cui l’impianto è aperto al pubblico, sia per gli eventi di natura sportiva.
Il corridoio distributivo conduce direttamente all’impianto vasche, costituito da una piscina grande di formato olimpionico da 50 m, profonda di 2,20/2,40 m, ed una piscina più piccola e meno profonda per i portatori di handicap e per i bambini piccoli.
Affiancata c’è una piscina di dimensione intermedia con copertura telescopica.
La struttura che copre la piscina è in materiale leggero prefabbricato, con pannelli plastici, che all’occorrenza, sulle pareti laterali è apribile, e
poggia su muretti alti circa 1 metro. Sono presenti due tribune costituite da gradinate in struttura cementizia.
Cinque uscite danno all’esterno del corpo di fabbrica, distribuite su tre lati dell’impianto, di cui una sul lato corto conduce ad una zona riservata, dove sono installati l’UTA (macchinario per areazione piscina), ed altri macchinari per l’utilizzo dei servizi igienici attigui, e le altre sui lati lunghi che conducono, dal lato della polisportiva tennis, ad un’area riservata dove ci sono dei locali tecnici in muratura, ad un piano fuori terra con areazione ed infissi in metallo, e all’ingresso della palestra per gli allenamenti. Sul lato opposto al precedente, dalla parte della strada Nettunense, le uscite conducono all’altro impianto, costituito da una piscina dotata di copertura prefabbricata, struttura in metallo e pannelli in plexiglass, rimovibile, contornata da gazebo, costituiti da struttura in legno e metallo, servizi igienici, magazzini, e un piccolo bar per la ristorazione e la cucina in muratura.
Gli interventi effettuati
Il progetto esecutivo presentato dalla ASD Latina Pallanuoto (oggi Anzio Waterpolis) rappresenta una sintesi tra una parte degli interventi previsti dal progetto definitivo come essenziali e gli interventi migliorativi previsti nella fattibilità:
-Demolizione e ricostruzione della copertura della vasca grande e della vasca media;
-Realizzazione di un sistema a sfioro per la vasca grande;
-Ristrutturazione e ampliamento degli spogliatoi;
-Realizzazione di uno spazio nuovo per la reception, ingresso del pubblico e bar;
-Spostamento degli impianti meccanici, in parte sulla copertura degli spogliatoi ed in parte in due locali interrati;
-Realizzazione nella ex centrale termica e locali attigui di una zona per gli allenamenti a terra degli atleti;
-Nuovi bagni per il pubblico.
La vecchia copertura, oltre che fatiscente, non era più rispondente alla NT 2018 per le costruzioni, e carente anche sotto il profilo delle dispersioni energetiche.
Il progetto ha previsto la realizzazione di una nuova copertura che garantisse i seguenti requisiti:
-Altezza minima 5,00 m. per le conformità Coni e Fin;
-Copertura coibentata e con caratteristiche che ne garantiscano la durabilità nel tempo e ridotte opere di manutenzione;
-Ampliamento delle tribune;
-Superfici vetrate in sostituzione di quelle in policarbonato.
La nuova copertura ha una struttura in acciaio costituita da travi tralicciate realizzate con elementi metallici tubolari che poggiano da un lato su elementi in cemento armato sagomati per portare sia l’ampliamento delle tribune, sia per consentire la realizzazione di un percorso (anche via
In questa pagina, dettagli dello Stadio del Nuoto: nella colonna sinistra, foto di cantiere, in quella destra il finito.
Nella pagina a lato, interni dello Stadio del Nuoto; dall’alto: spogliatoi; sala didattica; ristorazione; finestra sulla vasca grande; la vasca media.
On this page, details of the Swimming Stadium: in the left column, construction site photos, in the right column, the finished building.
On the facing page, interior of the Swimming Stadium; from the top: changing rooms; teaching room; cafeteria; window on the large pool; the middle pool.
di esodo) al di sopra delle tribune.
Il sistema poggia su fondazioni su pali. La copertura è realizzata con un sistema a strati costituito da un tavolato verniciato al di sopra del quale viene montato un isolante bicomponente e con una pendenza del 2% un pannello continuo di alluminio preverniciato. La copertura è completata da gronde, pannelli verticali e discendenti in alluminio. Sulla vasca grande sono stati effettuati: rimozione del rivestimento esistente; realizzazione di una soletta di fondo in cemento armato con alloggiamento delle tubazioni di immissione acqua nella vasca; realizzazione di due canali di raccolta a sfioro sui lati lunghi della piscina; rialzo dello spazio a bordo vasca; canala in acciaio per la raccolta delle acque di lavaggio; adeguamento degli impianti termici idraulici di trattamento acque, con efficientamento energetico in un blocco unico che serve sia la piscina grande sia la piscina piccola; trattamento del fondo e delle pareti della piscina con apposita guaina liquida; montaggio del rivestimento fondo e pareti della piscina; finiture bordo vasca canalette e raccordo dello sfioro alla vasca di compenso esistente; soletta per il rialzo del piano vasca con relativa pavimentazione; montaggio di una ringhiera di divisione spazio sport e spazio spettatori; nuovo impianto di illuminazione; adeguamento impianto elettrico.
È stato previsto un riordino interno degli spogliatoi, all’interno dei quali sono state riportate le docce, una divisione netta dei percorsi tra piedi calzati e piedi scalzi, un ampliamento degli spazi necessari, la realizzazione di una sala riunioni, il rifacimento con isolamento e consolidamento delle coperture per alloggiare una parte degli impianti, l’adeguamento normativo di impianti elettrici e di termoventilazione.
Davanti agli spogliatoi è stata realizzata una nuova area che si sviluppa a L in parte parallela agli spogliatoi e in parte parallela alla testata della piscina grande.
Questo spazio contiene gli uffici, la nuova reception e la biglietteria, l’area commerciale e il bar e la galleria per l’accesso del pubblico.
Gli impianti termici, aeraulici e idraulici sono stati rilocalizzati: la centrale termica e le UTA sono posizionate al disopra degli spogliatoi, mentre le apparecchiature per la distribuzione e filtraggio delle acque di vasca sono alloggiate in locali interrati appositamente realizzati.
La preesistente centrale termica e i locali limitrofi liberati dagli impianti è stata ristrutturata e utilizzata per la preparazione a terra degli atleti.
La maggior parte degli interventi sugli impianti si sono resi necessari per adeguarli alle vigenti normative, ma garantiscono altresì una maggiore efficienza in termini di riduzione dei consumi energetici e di funzionalità e miglioramento della loro gestione, come la centralizzazione dei controlli.
Il completamento delle aree esterne per l’accoglienza e le attività di preparazione atletica è previsto per la primavera/estate 2023.
Project realizations
Anzio (Rome):
Palazzetto and Swimming Stadium for the City of Sport
Close to the Urban Centre of Anzio, just 50 km from Rome, along the via Nettunense, a series of sports facilities extend over a surface area of approximately 14 hectares, which is called 'Città dello Sport' (City of Sport).
The Palazzetto dello Sport is the latest facility to be completed and was inaugurated in August this
STADIO DEL NUOTO
Stazione Appaltante: Comune di Anzio (Roma) Società aggiudicataria in concessione: ASD Anzio Waterpolis (AD Francesco Damiani) Gestione: ASD Latina Pallanuoto
Progetto Architettonico e D.L.: Studio Tecnico Associato Giovanni Battista Lo Fazio architetto e Luciano Marigliani ingegnere Opere in Cemento Armato: Ing. Luciano Marigliani Opere in Acciaio: ing. Roberto De Gennaro Impianti: ing. Massimiliano Faina Impianti Antincendio: arch. Dario Marigliani Anno di realizzazione: 2021
Importo dei Lavori: Quadro Economico euro 4.200.000
year, with the dedication to the local boxing champion of the 1970s-80s, Giulio Rinaldi.
The complex is on two levels. On the ground level are the entrance hall with the ticket offices, the offices for the sports clubs, the athletes' lobby with the changing rooms, the public toilets and a storage area for equipment.
The sports field, of a size suitable for basketball, volleyball, tennis and five-a- side football, is paved with sports parquet. Fixed grandstands are arranged on two sides of the space.
On the second level is a multifunctional space.
The architecture is characterised by maximum linearity and relies predominantly on prefabricated
PALAZZETTO DELLO SPORT
Stazione Appaltante: Comune di Anzio (Roma)
Progettazione preliminare e definitiva, Direzione Lavori: UTC Comune di Anzio Progettazione esecutiva: Polis Engineering Srl (Giovanni Battista Lo Fazio Architetto, Luciano Marigliani Ingegnere, Innocenzo Mangiamele Ingegnere)
Opere in Cemento Armato e prefabbricati: Taddei Costruzioni Srl
Impianti: ing. Innocenzo Mangiamele Anno di realizzazione: 2006
Inaugurazione: agosto 2022
Importo dei Lavori:
Quadro Economico euro 3.300.000
Attrezzature sportive: Sport System Srl
components.
The Swimming Stadium underwent a complete renovation by the sports club that was awarded the management.
The roof was renewed, made with a system of tubular metal elements; the coating of the large pool was redone, with the raising of the sides and the creation of a new water overflow system.
The changing rooms were rationalised and the entire plant system was revised. Most of the work on the facilities was necessary to bring them into line with current regulations, but it also guarantees greater efficiency in terms of reduced energy consumption and improved functionality and management.
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www.sporteimpianti.it/impianti-per-il-nuoto/
In alto a sinistra panoramica della Città dello Sport; a destra, esterno del Palazzetto.
In basso, l’esterno dello Stadio del Nuoto e un dettaglio della rampa di accesso al primo livello.
Top left, overview of the Sports City; right, exterior of the Sports Hall.
Below, the exterior of the Swimming Stadium and a detail of the access ramp to the first level.
Un centro sportivo come intervento complementare al PNRR
a cura di Sabina OrricoPROGETTO: STUDIO ASSOCIATO GAIA PROGETTI LOCALITÀ: MONTEMONACO (ASCOLI PICENO)
Piano nazionale per gli investimenti complementari al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) Codice A3.3 Riqualificazione area Ex Mattatoio per centro sportivo polifunzionale e Riqualificazione Rifugio Sibilla - Importo euro 2.660.000
Per il nuovo centro sportivo di Montemonaco che sorgerà in area ex-mattatoio sono stati assegnati circa 2 milioni e mezzo di euro nell’ambito del PNRR. Parte del finanziamento sarà riservato all’ammodernamento del rifugio Sibilla, punto di rilevanza turistica in zona.
Lo studio Gaia Progetti di Mogliano Veneto si è occupato dello studio di fattibilità tecnico-economica su incarico del comune di Montemonaco. Il prossimo step sarà la gara di appalto integrato.
Il progetto dello studio Gaia prevede l’individuazione di materiali e sistemi costruttivi eco-sostenibili, soluzioni impiantistiche di risparmio energetico ed idrico ed elevati standard di comfort termico, acustico e visivo.
L’obiettivo è rendere il centro sportivo un punto di riferimento per diverse tipologie di fruitori: famiglie turisti, anziani, disabili.
Con l’inserimento di un nuovo campo polivalente per pallavolo, tennis e basket e ambienti destinati a palestra con sala attrezzi e piscina riabilitativa a uso sportivo, l’area sarà ulteriormente valorizzata e con essa tutto il centro di Montemonaco, al quale vi si arriva in pochi minuti a piedi.
Centro sportivo e rifugio saranno connesse alla rete di sentieri e percorsi del parco dei Monti Sibillini e lo stesso centro sportivo si inserirà come offerta di benessere psico-fisico e punto di riferimento per la mobilità dolce.
Riportiamo la descrizione del progetto dalla relazione generale redatta dall’architetto Dario Cazzaro, dello Studio Associato Gaia Progetti.
Premessa
Il primo intervento previsto nel progetto di fattibilità consiste nella demolizione di un edificio esistente ma non corrispondente alla finalità dell’opera, e la successiva realizzazione di un Centro Sportivo Polifunzionale, dotato di molteplici servizi incentrati sulle attività sportive. Tra questi il campo polifunzionale, che va ad aggiungersi ad un campo da calcio esistente che sarà sottoposto ad una completa riqualificazione, e attività indoor a corpo libero o con attrezzature.
Il secondo intervento si concentra sulla riconversione ed innovazione del Rifugio Sibilla; notevole punto di interesse turistico della zona, il quale diventerà vero e proprio presidio culturale in quota.
I progetti prevedono:
• adeguato livello di sicurezza in riferimento al normale utilizzo dell’edificio ed alle attività di manutenzione;
• garanzia della fruibilità e della flessibilità degli edifici e delle aree di pertinenza esterna;
• individuazione di materiali e sistemi costruttivi eco-sostenibili;
• individuazione di soluzioni impiantistiche con elevate prestazioni di risparmio energetico ed idrico;
• individuazione di materiali, sistemi costruttivi e soluzioni impiantistiche che limitino e facilitino le attività di manutenzione e che garantiscano elevati standard di comfort termico, acustico e visivo.
A lato, rendering della facciata principale sul campo polivalente. In alto, planimetria generale del centro sportivo.
Lo stato di fatto
Sull’area di pertinenza dell’Ex Mattatoio è ad oggi presente un campo da calcio attualmente utilizzato. A nord del campo sportivo il terreno è conformato con una pendenza accentuata ed un altopiano raggiungibile attraverso una strada sterrata. A sud del campo sportivo è presente un fabbricato così articolato: affacciato lungo la S.P. 83 la porzione più datata, che ospitava il Mattatoio Comunale; ad oggi i locali interni a questa porzione sono usati come ricoveri per gli attrezzi, i mezzi di trasporto di proprietà del comune e come magazzini.
In adiacenza a questo edificio, verso nord, è stata successivamente costruita una porzione ad uso spogliatoi a servizio del campo da calcio.
Il Rifugio Sibilla, complementare all’intervento in esame, è situato a circa 1540 m s.l.m. ed è composto da una struttura in muratura portante di mattoni pieni e solai in latero-cemento, con piano seminterrato rivestito da un paramento in pietra faccia a vista.
La rispondenza ai principi della sub misura a3.3 del PNRR
I termini della misura cui si richiama il finanziamento sono:
Macromisura A - città e paesi sicuri, sostenibili e connessi;
Sottocategoria A.3 - Rigenerazione urbana e territoriale;
Sottomisura 3 - Realizzazione, implementazione e consolidamento di Percorsi e cammini culturali, tematici e storici.
Il progetto è stato elaborato al fine di rispettare i principi contenuti nella suddetta misura.
Gli interventi previsti, il nuovo Centro Sportivo polifunzionale e la riqualificazione del Rifugio Sibilla concretizzano l’obiettivo di migliorare la qualità delle relazioni sociali e della ricreazione negli spazi aperti pubblici, dal punto di vista del comfort ambientale, e contribuiscono al miglioramento del sistema di relazioni tra le parti del territorio.
Entrambi gli interventi mirano a ridurre gli effetti del cambiamento climatico, attraverso un’attenta e puntuale riqualificazione integrata degli spazi aperti. Il progetto nell’area del nuovo Centro Sportivo prevede la demolizione dell’ex Mattatoio e la realizzazione, sullo stesso sedime, di una nuova area destinata a parcheggio, con pavimentazione drenante, attuando quindi, la riconversione dell’attuale suolo impermeabile a terreno semipermeabile. Per le nuove aree pavimentate esterne, si prediligono pavimentazioni drenanti a basso impatto ambientale, quali pavimentazioni in prefabbricati riempiti di substrato e inerbiti; per la nuova strada carrabile, calcestruzzo drenante assieme a vasche interrate dimensionate per soddisfare l’invarianza idraulica.
Per il Rifugio Sibilla, non sono previsti ampliamenti rispetto al volume attuale, pertanto viene garantito il principio del “consumo di suolo pari a zero”. Sono previsti inoltre impianti ad alta efficienza, con solare termico e fotovoltaico, corpi illuminanti LED a
Nella pagina sinistra, un’ortofoto e una foto dello stato attuale dell’area sportiva.
In alto sulle due pagine e a destra, tre diversi prospetti del complesso.
In basso, pianta al livello terra e al livello seminterrato.
basso consumo, che garantiscono il raggiungimento del requisito “nZEB”.
Per entrambi gli interventi sono stati previsti accorgimenti atti a preservare la biodiversità. In particolare, al fine di evitare la collisione con i volatili, tutte le superfici vetrate del nuovo Centro Sportivo saranno arretrate rispetto al filo delle facciate e dotate di vetri a basso grado di riflessione esterna (max 15%), con specifiche marcature su tutta la superficie.
Si prevede la ripiantumazione di alberi ed essenze vegetali autoctone per garantire il rimboschimento, favorire la biodiversità, aumentare l’assorbimento di CO2, e migliorare al contempo, la resilienza delle aree boschive.
In fase di cantiere, si dovranno rispettare i cicli naturali della biodiversità, come ad es., evitare il taglio della vegetazione arborea ed arbustiva (esclusivamente di quelle parti di ostacolo alle lavorazioni di cantiere) durante il periodo riproduttivo degli uccelli, tra i mesi di aprile e luglio.
I materiali utilizzati per i nuovi interventi dovranno essere conformi ai Criteri Ambientali Minimi (D.M. 11/10/201 – “Decreto CAM”), garantire la disassemblabilità a fine vita, (essere sottoponibili a
demolizione selettiva, riciclabili e riutilizzabili). Il contenuto di materia recuperata o riciclata nei materiali impiegati dovrà essere pari ad almeno il 15% in peso valutato sul totale di tutti i materiali utilizzati; i materiali non dovranno contenere sostanze pericolose (identificate al punto 2.4.1.3 del D.M. 11/10/2017).
Considerato che la riqualificazione dell’area dell’ex Mattatoio prevede la demolizione del fabbricato esistente, e che il conferimento in discarica potrebbe avere un notevole impatto sull’ambiente, si dovrà assicurare l’invio a recupero, della più alta percentuale possibile dei rifiuti non pericolosi.
Inoltre, si dovrà prevedere di destinarne una parte per il substrato di fondazione del nuovo campo polivalente e della nuova strada carrabile.
Il nuovo centro sportivo polifunzionale
il progetto prevede la completa demolizione dei fabbricati esistenti, per dare luogo ad un rinnovato polo sportivo ad alta efficienza energetica (nZEB).
L’intervento nel suo complesso è così delineato:
1.Costruzione del nuovo centro sportivo volto ad ospitare:
•un punto informazioni, con personale preposto all’accoglienza nella struttura, che possa prendere le prenotazioni per i vari servizi e gestire tutte le necessità degli utenti;
•un angolo bar a servizio degli utenti del Centro; •una palestra per ginnastica di circa 90 mq, a servizio del complesso sportivo; •una palestra per la sala attrezzi, dotata di piscina riabilitativa ad uso sportivo, con spogliatoi riservati e distinti per sesso;
•spogliatoi a servizio dei campi sportivi, distinti per squadre e spogliatoio riservato ad arbitro; •un locale rimessaggio per depositare il materiale per la manutenzione dei campi e la pulizia dei locali;
•possibilità di ricarica delle bici elettriche con colonnine appositamente posizionate; •aree verdi di pertinenza.
2.Realizzazione di un campetto polivalente (pallavolo, basket e tennis) dotato di apposita pavimentazione in resina ecocompatibile, segnature da campo, recinzioni, fasce di rispetto e adeguati punti di illuminazione;
3.Modernizzazione del campo da calcio esistente, che prevede sostituzione delle panchine e nuovi punti di illuminazione;
4.Realizzazione di una gradonata naturalistica sul pendio a nord del campo da calcio;
5.Nuovi percorsi e collegamenti in grado di
garantire la massima accessibilità alla totalità dei fruitori con particolare attenzione ai diversamente abili;
6.Massima connessione con la viabilità locale e ampia possibilità di parcheggio;
7.Contenimento dei costi di realizzazione e di gestione puntando all’utilizzo di materiali e manodopera del posto e utilizzando fonti energetiche rinnovabili, nel rispetto dei Criteri Ambientali Minimi (DM 11 Ottobre 2017).
La prima scelta progettuale è stata quella di cambiare sedime del nuovo centro sportivo rispetto agli edifici esistenti in considerazione del fatto che essi non rispettavano i criteri di progetto applicati; essi attualmente sorgono a ridosso della strada provinciale, Considerato il meraviglioso contesto paesaggistico, si è optato di posizionare la nuova edificazione in una posizione strategica, ad inquadrare il complesso montuoso dei Monti Sibillini.
La conformazione del terreno a nord del campo da calcio esistente si presenta come un altopiano, adeguato ad accogliere una struttura volta ad adattarsi all’andamento del terreno senza interferire veemente.
L’accentuato declivio, ha dettato alcune scelte compositive ed insieme strutturali del nuovo fabbricato, il quale è “incastonato” all’interno del pendio sul lato est e si articola verso ovest in 3 rami aggettanti, inquadrando ognuno una cima diversa della catena montuosa prospicente.
Al nuovo Centro Sportivo si accede dal livello superiore (quota +0.80 m) rivolto verso sud, al quale arriva un percorso sia pedonale che eventualmente carrabile.
L’ingresso principale è protetto da una pensilina, costituita dal proseguimento della copertura stessa, che consente un primo approccio con l’edificio stesso al riparo. Il foyer d’ingresso è in posizione baricentrica, allo snodo di ramificazione dei tre aggetti. Il primo ambiente entrando sulla sinistra è il punto informazioni, mentre di fronte si apre l’angolo bar, dotato anche di un’ampia terrazza esterna ancor più intima e raccolta.
Subito sulla destra i sistemi di risalita ed i locali di servizio, oltrepassando la scala si raggiunge la palestra per ginnastica, che con l’ampia vetrata apribile potrà interfacciarsi direttamente con l’ambiente esterno.
Il livello intermedio ospita l’ambiente dedicato a sala attrezzi con piscina riabilitativa ad uso sportivo, che consiste in circa 110 mq, occupando due delle ramificazioni. A questo piano sono presenti gli spogliatoi, distinguendo quelli a servizio della sala attrezzi da quelli riservati ai campi sportivi, sempre suddivisi per sesso e/o squadra a seconda delle necessità; è previsto inoltre lo spogliatoio per l’arbitro.
Per raggiungere il campo polifunzionale, si deve percorrere il corridoio di uscita verso sud dagli spogliatoi e scendere al livello inferiore. Alla stessa quota dei campi, al piano interrato, è prevista la scala di accesso al campo polivalente e al campo da calcio.
La conformazione del terreno su cui dovrà sorge-
In questa pagina, rendering dei “cannocchiali” puntati sul paesaggio dall’interno dell’edificio.
Nella pagina destra, in alto, il recupero del Rifugio Sibilla; in basso, l’esterno del centro sportivo.
re il nuovo fabbricato richiede particolare attenzione durante le fasi esecutive, soprattutto nei riguardi delle porzioni interrate: dovranno essere previsti interventi con micropali per il sostegno del terreno durante le fasi di scavo e realizzazione delle pareti interrate.
La presenza di numerose pareti controterra e la conformazione stessa del terreno e del fabbricato hanno suggerito l’adozione di una struttura portante quasi esclusivamente a pareti in calcestruzzo armato che rivestono l’intero perimetro del fabbri-
cato. Tali pareti che si estendono per tutta l’altezza del fabbricato posano su platee poste a tre quote differenti di terreno.
Al primo e secondo impalcato si prevedono solai tipo “predalles” sorretti in parte dalle pareti portanti e in parte da un telaio in cemento armato interno al livello del piano terra. Il solaio di copertura è invece realizzato interamente in legno con doppio tavolato superiore a creare un piano membranale di collegamento sul quale verrà installato il pacchetto tecnologico di copertura.
La nuova costruzione presenterà caratteristiche e finiture dei materiali tipici del luogo: tetto a falda rivestito in lamiera di rame brunito, rivestimento esterno in pietra calcarea propria dei Sibillini. Le vetrate rispetteranno le prescrizioni dell’Ente Parco dei Monti Sibillini, con proprietà di riflessione < 15% e specifiche anti-collisione a protezione dei volatili (per es. pattern applicati sulla superficie esterna). Per garantire un’adeguata coibentazione termica, si prevede la posa di un cappotto esterno dello spessore di 14 cm in EPS.
La nuova gradonata prevista a nord del campo sportivo sarà armonizzata nel pendio esistente e realizzata attraverso dei muretti di contenimento a gabbioni (strutture scatolari realizzate in rete metallica riempite di ciottoli e pietre) in modo da assicurare la stabilità del pendio.
I pannelli che costituiscono gli impianti fotovoltaico e solare termico, oltre a mitigare l’impatto ambientale dell’opera sfruttando le fonti rinnovabili, sono previsti in una colorazione che ben si adatta alla cromia della falda, in modo da mitigarne l’impatto visivo.
La riqualificazione del Rifugio Sibilla
Il progetto prevede riqualificazione e riconversione del Rifugio Sibilla in luogo dedicato a Centro Studi della Sibilla per attività turistiche - formative come vero e proprio presidio culturale in quota, in grado di promuovere un'azione didattica a vari livelli per la conoscenza del luogo, del suo intorno, degli elementi naturali e culturali legati sia alla scienza che al mito della Sibilla al fine della valorizzazione e promozione turistica del luogo.
Il piano terra, non oggetto del finanziamento, con diretto accesso dal parcheggio, sarà dedicato all’accoglienza giornaliera degli escursionisti i quali potranno godere dei servizi tipici del rifugio di montagna.
Il piano seminterrato sarà trasformato per ospitare due aule didattiche: una prettamente dedicata allo studio in comune, biblioteca spazio espositivo e di studio degli elementi del luogo, l’altra attrezzata per la proiezione video. Un locale sarà, inoltre, dedicato a magazzino con attrezzature per le attività didattiche e di pronto soccorso.
Nel piano del sottotetto sono previste due camere ad uso comune con numero n. 14 posti letto ed i servizi igienico sanitari divisi per genere.
La riorganizzazione del sistema di distribuzione tramite piattaforma interna e scala esterna permette di gestire i due livelli in completa autonomia (scuola formazione e utenze giornaliere) e sinergia in modo da rendere flessibile l’uso dei locali.
Per consentire il raggiungimento del livello nZEB, sarà posato un rivestimento esterno a cappotto in materassino di lana di roccia dello spessore di 10 cm per le parti fuori terra attualmente rifinite con muratura faccia a vista.
www.sporteimpianti.it/altri-impianti
tieniti aggiornato, leggi gli approfondimenti on-lineNuvolera (Brescia) Rinnovamento di un campo da calcio a 11
Il campo già in sintetico è stato implementato con un manto di nuova generazione e l’adeguamento del sottofondo, attraverso una procedura di Partenariato Pubblico Privato che ha consentito una procedura integrata economicamente più vantaggiosa per l’Amministrazione pubblica.
Nella foto grande, vista a volo d’uccello del centro sportivo.
In questa pagina, dall’alto: zenitale dell’area di rigore; panchina; dettaglio del manto.
A rendere interessante questa realizzazione, non c’è solo la bellezza delle opere, ma anche la procedura scelta.
Non ci troviamo infatti davanti a una gara al massimo ribasso, dove spesso l’offerta risulta fuori mercato con i conseguenti ritardi e necessità di far fronte ad extra costi se non – in casi estremiall’abbandono del cantiere.
In questo caso è stata scelta la formula del Partenariato Pubblico Privato che il proponente ha sottoposto al Comune di Nuvolera con un progetto comprensivo di finanziamento, progettazione, costruzione, manutenzione del campo in oggetto e gestione per la durata di 15 anni.
Il Partenariato permette con un’unica procedura integrata, economicamente più vantaggiosa, di realizzare opere pubbliche con un importante supporto da parte del privato.
L’Amministrazione ha ritenuta valida e interessante la proposta e l’ha messa a gara. Per l’ente pubblico un modo per avere opere di qualità lasciando i rischi (di costruzione e disponibilità) ai privati, per tutto l’arco del contratto.
Questo di Nuvolera si qualifica come il primo caso di contratto di disponibilità per la realizzazione di un campo di calcio a 11 nella provincia di Brescia.
Pur non abbandonando le procedure tradizionali per la costruzione delle opere pubbliche, la società proponente crede nel partenariato pubblico privato quale strumento innovativo ed efficiente, che permette di offrire ai clienti una possibilità, dove la professionalità e la qualità fanno la differenza.
I lavori effettuati
L’oggetto dell’intervento è stato l’adeguamento del sottofondo con la posa del nuovo manto in erba sintetica, oltre al relamping dell’impianto di illuminazione a LED e il completamento con le attrezzature sportive dedicate.
In particolare, è stato rimosso il manto sintetico esistente e, dopo la fresatura dell’asfalto è stato creato un nuovo sottofondo di inerti con spessore 4+3 cm a granulometria decrescente. Il sottofondo è stato quindi livellato a due falde.
Il sistema di drenaggio è stato completato con nuove canaline e relativo collettore, cordoli di contenimento, pozzetti e pozzo diaframmato. Realizzato infine un nuovo impianto di irrigazione comprensivo di cisterna e pompa.
Il manto in erba sintetica utilizzato è costituito da un filato in polietilene con struttura monofilo monoestruso a sei filamenti, composta da 2 monofili dritti di colore verde field con forma ad ali rinforzate e da 2 monofili dritti di colore verde oliva con forma a diamante rinforzato centralmente.
L’ispessimento centrale della sezione e la particolare zigrinatura superficiale consentono al filato di mantenere inalterate le caratteristiche di resistenza, durata e resilienza, garantendo l’ottimale rotolamento del pallone durante i passaggi ed agevolando la pratica della manutenzione.
Il filato rispetta i requisiti nazionali ed internazionali
In the large photo, bird's eye view of the sports centre.
On this page, from top: zenith view of the penalty area; bench; detail of the turf.
relativi all’esposizione ai raggi solari (UVA e UVB), sia a livello di durata sia di prestazioni quali la resistenza alla rottura della fibra.
Project realizations
Nuvolera (Brescia): Renovation of an artificial turf football pitch
What makes this realisation interesting is not only the beauty of the works, but also the procedure chosen. In fact, we are not faced with a tender at maximum discount, where the offer often turns out to be out of the market with the consequent delays and need to face extra costs if not - in extreme cases - the abandonment of the construction site.
In this case the Public Private Partnership formula was chosen, which the proposer submitted to the Municipality of Nuvolera with a project including financing, design, construction, maintenance of the field in question and management for the duration of 15 years.
The Partnership allows with a single integrated procedure, economically more advantageous, to carry out public works with an important support from the private sector.
The administration considered the proposal valid and interesting and put it out to tender. For the public authority, it was a way to have quality works while leaving the risks (of construction and availability) to the private sector, throughout the contract.
The subject of the intervention was the adaptation of the sub-base with a new drainage system and a new irrigation system; then the laying of the new synthetic turf made of polyethylene yarn with a sixfilament monofilament structure; the relamping of the LED lighting system and the completion with the dedicated sports equipment.
tieniti aggiornato,
gli
Il “Piano Economico Finanziario” nelle operazioni di partenariato pubblico privato
Proseguiamo con questa seconda parte l’analisi della comprensione e redazione del PIANO ECONOMICO FINANZIARIO (PEF) quale documento obbligatorio nelle operazioni di partenariato pubblico privato, ma di rilevanza strategica per l’avvio della gestione operativa di un impianto sportivo, sia pubblico che privato, con un approccio manageriale responsabile.
Nella prima parte, cui si rinvia, abbiamo definito il PEF nella sua sostanza e nella sua centralità nell’ambito del business plan, rammentandone la valenza per tutti gli stakeholders interni (i gestori dell’impianto sportivo) ed esterni (gli enti locali concedenti, gli istituti finanziari mutuanti), aggiungendo, ora, anche l’utilità per ulteriori soggetti terzi coinvolti nella progettualità di sviluppo (dai collaboratori ai fornitori, dagli utenti degli impianti da riqualificare, alle altre società sportive potenziali fruitori o concorrenti).
Con il presente contributo, entriamo nel merito della redazione del PEF sottolineando come il punto di partenza non è rappresentato dalla determinazione dei ricavi, come spesso si ritiene, ma da una analisi delle possibili aree di business incidenti sulla (o in rapporto alla) tipologia di interventi tecnici (di costruzione o di riqualificazione) da realizzare. In sintesi, il punto di partenza è: cosa voglio fare e cosa mi serve dal punto di vista strutturale per fare ciò che voglio fare.
Questo si traduce sotto un piano prettamente pratico nella determinazione degli I NVESTIMENTI.
Sviluppando il progetto tecnico architettonico di costruzione o riqualificazione si dà corpo alla definizione delle strutture in cui operare: dai campi da gioco agli spogliatoi, dai magazzini alle aree di ristoro, dagli spazi comuni (reception, sale attesa) ai locali tecnici, dalle tribune ai posteggi, dai locali dediti ad attività commerciali (stores, centri estetici, centri fisioterapici, aree gioco bimbi), dalle coperture dei campi alle club house, rimessaggi ecc.
La progettazione tecnica-architettonica, per quanto di interesse del PEF, si concretizza in una serie di valori riepilogati nel “quadro tecnico-economico” (QTE) in cui sono indicati gli importi dei singoli lavori da eseguire, con l’aggiunta degli oneri di progettazione e oneri accessori quali, a titolo esemplificativo, gli oneri professionali, gli oneri dei collaudi (in caso di riqualificazione di un impianto sportivo comunale), gli oneri di omologazione dei campi, gli oneri per i pareri degli enti preposti ai controlli preventivi (VVFF, ATS, CONI), gli oneri della sicurezza del cantiere, gli oneri di asseverazione del PEF come richiesto dall’art. 183, comma 15, del codice dei contratti pubblici (D.Lgs. 18.4.2016, n.50) ecc.
Si riporta un esempio di quadro tecnico-economico relativo ad un intervento di riqualificazione di un impianto sportivo comunale nell’ambito di una procedura di project financing. Si evidenzia che il QTE promana da uno studio di fattibilità e non da una progettazione esecutiva che interviene solo in una fase successiva di sviluppo nell’ambito del project financing.Da notare come all’in-
terno del QTE sono compresi anche gli “arredi funzionali alla realizzazione dell’opera” da intendersi come complementi non facenti parte della costruzione ma necessari al funzionamento, quali canestri, spalliere, separatori di corsie piscina, reti pallavolo, tennis, padel, balaustre di protezione panche/armadietti di spogliatoi, bancone reception, bancone del bar, tornelli accessi ecc. Nel computo delle opere invece sono già compresi gli impianti (tecnici, gas, elettrici, idraulici, allarme), i sanitari, ascensori, montacarichi e in generale ogni impianto/bene da intendersi come parte integrante dell’opera.
Occorre però prestare attenzione al fatto che l’importo risultante dal QTE non rappresenta il totale degli investimenti necessari per avviare il centro sportivo. Il valore complessivo degli investimenti, infatti, si ottiene aggiungendo al QTE gli ulteriori importi per l’acquisto di beni
materiali e immateriali necessari alla gestione, tra i quali si annotano sempre a titolo esemplificativo: Attrezzature sportive (es. attrezzi palestra, materassi, pesi, corde, tappeti elastici ecc.)
Arredi ufficio (scrivanie, sedie, armadi libreria, rack) Hardware (pc, server, stampanti, registratori di cassa) Software (gestionali contabili, gestionali CRM, ticketing) e licenze d’uso Marchi (registrazione)
Oneri di costituzione (notarili) Altri oneri professionali (redazione PEF, assistenza costituzione societaria)
Aggiungendo quindi questi ulteriori investimenti a quelli riferiti al piano delle opere avremo l’importo iniziale complessivo degli investimenti come da esempio riportato nella seguente tabella:
Attenzione ad un altro elemento spesso trascurato nella stesura dei PEF: il reinvestimento da effettuarsi nel corso della gestione. Per reinvestimento, si intende ogni altro onere avente utilità pluriennale da sostenersi non all’inizio della gestione, ma in uno degli anni nel corso della gestione.
A titolo esemplificativo: per un impianto sportivo con campi di calcetto in erba sintetica si deve prevedere al 10°/12° anno una spesa per il rifacimento dei campi. Analoghe considerazioni di “ammodernamento” in corso di gestione, vanno fatte anche per gli arredi, i PC, gli impianti tecnici, le attrezzature sportive ed anche opere murarie (manutenzioni straordinarie). Il tutto avviene tenendo conto della “vita utile” di ciascuna categoria di bene ad utilità pluriennale e stimando al termine della vita utile una sostituzione in termini di “spesa per il riacquisto”. Tale spesa va intesa come nuovo investimento in corso di gestione che ha impatti, così come gli investimenti iniziali, sulla redditività dell’impianto e, conseguentemente, sulla tempistica di recupero degli investimenti e, per i gestori di impianti sportivi pubblici, sulla durata dell’affidamento in gestione.
Gli investimenti, siano essi iniziali o in corso di gestione, oltre a quanto precede comportano altri due effetti sul PEF:
1)La necessità di esporre (nello Stato Patrimoniale e nel Rendiconto Finanziario Previsionale) gli importi delle
risorse finanziarie idonee a sostenere gli investimenti stessi;
2)La riduzione del risultato economico degli esercizi in cui gli investimenti esplicheranno la loro utilità, riduzione che viene espressa nel Conto Economico Previsionale per il tramite del costo, generalmente, costante nel tempo, rappresentato dalla quota annua di ammortamento.
Da un punto di vista sostanziale quanto sopra indicato si traduce in una constatazione tanto ovvia quanto però di complessa attuazione: l’investimento per poter essere realizzato occorre che sussistano adeguate risorse finanziarie da reperirsi a cura e spese del potenziale gestore/imprenditore.
Ad un “investimento” si correla quindi una “fonte di finanziamento” in grado di “coprire” (sostenere) l’investimento stesso.
La carenza di risorse finanziarie (fonti di finanziamento) impedisce il sostenimento dell’investimento e quindi la realizzazione dell’opera e del progetto di sviluppo e gestione dell’impianto sportivo.
Nella prossima puntata si raffermerà il concetto di fondo della distinzione tra I NVESTIME NTI e FINANZIAMENTI.
Daremo spazio ad un approfondimento sulle fonti di finanziamento in un successivo contributo connesso all’analisi del PEF.
Palazzetti e Palestre
Vedi altre notizie su palestre scolastiche nella rubrica “Regioni, Provincie, Comuni” da pagina 106:
Maiolati Spontini (An)
Provincia di Sondrio - Cento (Fe)
Percentuale di scuole dotate di palestra (2018)
Palazzetti e palestre: le tipologie
Di cosa non parleremo: pavimentazioni, insonorizzazione, efficienza energetica…
Se partiamo da un titolo come “palazzetti e palestre” apriamo un mondo che non potrebbe mai essere racchiuso in venti o trenta pagine di una rivista.
Ecco il perché del sottotitolo “dalla città alla scuola”. Prendiamo in esame il progetto dello spazio sportivo chiuso - palazzetto o palestra - in relazione alla sua funzione polivalente nei confronti dell’utenza cittadina e di quella scolastica. È escluso, quindi, il tema del vero è proprio “palazzo dello sport”.
La duplice tipologia del palazzetto e della palestra scolastica è infatti “permeabile” in entrambe le direzioni: da un lato, la palestra comunale, eventualmente ben strutturata tanto da chiamarsi palazzetto, non aggregata ad uno specifico istituto scolastico, aperta però all’uso didattico per una o più scuole del circondario prive di spazi autonomi; dall’altro, la palestra scolastica che, anche per una maggiore economicità di gestione, viene aperta nelle ore extrascolastiche, alle società sportive del territorio.
Il tema, come vedremo, è già ricco di implicazioni, progettuali e gestionali; non sarà quindi questa la sede per entrare in dettagli tecnici dei quali, peraltro, abbiamo già parlato in precedenti “Speciali” di Tsport. Fra i più recenti:
Efficienza energetica: Tsport 336
Acustica e sostenibilità: Tsport 342
Pavimentazioni multisport: Tsport 343
Tornando alla individuazione di una tipologia specifica del palazzetto/palestra, possiamo rilevare, dal nostro osservatorio privilegiato sugli impianti sportivi italiani, la realizzazione negli ultimi anni di molti edifici multisport di livello comunale, dotati di un limitato numero di posti a sedere per il pubblico, commisurati al potenziale bacino di utenza delle associazioni sportive territoriali. L’esigenza di queste strutture è in primo luogo quella di essere omologabili per gli sport che vi si andranno a praticare, con le misure quindi dettate dai regolamenti federali.
Beninteso, anche per le palestre prettamente scolastiche è opportuno che i campi di gioco siano conformi alle norme - in particolare per basket e volley -, anche se i requisiti minimi necessari, come vedremo, sono quelli dettati dai decreti ministeriali sulla scuola.
Le due tipologie si distinguono soprattutto per la presenza o meno dei posti per il pubblico: che in una palestra destinata esclusivamente alla attività didattica possono mancare, benché sia auspicabile prevedere la possibilità che l’impianto venga affittato anche alle società sportive, che di pubblico hanno bisogno.
Quanto ai servizi accessori, gli spogliatoi richiedono in entrambi i casi gli stessi requisiti: è quello che vedremo più avanti in un capitolo specifico di questo Speciale.
Lo sport a scuola: la situazione oggi
Nella scuola degli anni ’60 (grembiule nero e fiocco azzurro: ognuno attinge ai ricordi che gli competono) si potevano incontrare per strada scolaresche, in fila per due o per tre, migranti da un edificio scolastico (privo di palestra) a un altro (con palestra) per svolgere l’ora di educazione fisica.
Quale è oggi la situazione delle palestre scolastiche in Italia lo possiamo delineare attraverso le statistiche offerte da Openpolis, la Fondazione che raccoglie ed elabora dati in campo economico e sociale (*).
Secondo i dati forniti dal ministero dell’istruzione (Miur), relativi al 2018, nel nostro Paese le scuole dotate di impianti sportivi sono meno della metà (40,8%): parliamo di 16.865 su 40.160 istituti (nella tabella a lato). Gli alun-
ni/studenti di metà degli edifici scolastici italiani devono quindi, ancor oggi, “migrare” verso altri istituti o recarsi nelle palestre comunali per svolger l’ora di educazione fisica. Solo, senza fiocco e grembiule.
I bandi del PNRR
La necessità di incentivare l’edilizia scolastica è sempre emersa nel corso dei decenni, dando luogo a iniziative ministeriali di varia entità. Venendo ai nostri tempi, un’attenzione particolare alla parte riguardante l’attività fisica è stata data dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza con il bando specificamente varato per le palestre scolastiche (ne abbiamo parlato nel webinar di Sport&Impianti del 14 febbraio scorso, al cui reportage rimandiamo per tutti gli approfondimenti).
Le graduatorie relative ai contributi assegnati su questo bando sono state pubblicate dal Ministero dell’istruzione lo scorso luglio. Il bando era rivolto sia alla nuova costruzione che alla messa in sicurezza di palestre esistenti, con uno stanziamento iniziale di 300 milioni, ai quali il Ministero stesso ha aggiunto 31 milioni di propria competenza.
Con tale somma sono stati finanziati 444 interventi, di cui 298 su palestre esistenti e 146 per nuove costruzioni. Rispettando il criterio che prevede il 40% dello stanziamento a favore del Mezzogiorno, le regioni che hanno ottenuto il maggior numero di interventi finanziati sono la Campania (70), la Sicilia (54), la Basilicata (48), la Calabria (42). Ricordiamo che le domande pervenute fino alla scadenza del bando erano state 2.859, per un ammontare di 2,8 miliardi di richieste: a conferma delle pressanti esigenze di rinnovamento provenienti dalla scuola.
Le graduatorie complete sono consultabili sul portale di Sport&Impianti.
Ma l’intervento del PNRR sulle scuole non si ferma qui. Con un bando del dicembre scorso, sotto il programma “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, è stato previsto l’investimento “Costruzione di nuove scuole mediante sostituzione di edifici”, che ha portato alla individuazione di 212 nuove scuole da realizzare in tutta Italia con uno stanziamento di 1.189 milioni di euro. Il bando prevedeva l’individuazione delle aree destinate alla realizzazione delle nuove strutture, mentre la loro progettazione è stata affidata a un ulteriore concorso, bandito ai primi di luglio, “finalizzato all’acquisizione di proposte ideative e progettuali per la realizzazione di edifici innovativi dal punto
(*) I dati relativi alla scolarità sono raccolti da Openpolis con l’impresa sociale Con i Bambini per realizzare i contenuti dell’Osservatorio povertà educativa #conibambini, nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. I dati sono messi a disposizione in formato aperto, così da poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, con l’obiettivo di creare un’unica banca dati territoriale sui servizi. Possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione. La fonte dei dati utilizzati per l’articolo è il Miur.
Palestra comunale a Sant’Angelo d’Alife (Caserta)
In riscontro al bando “Sport e Periferie 2018” per la selezione di interventi da finanziare nell’ambito delle risorse di cui all’art.1, comma 362 della legge 27/12/2017, n° 205, il Comune di Sant’Angelo d’Alife vista l’urgenza di lavori di adeguamento sismico proponeva di rigenerare l’impianto sportivo (palestra comunale), finalizzato ad attività agonistica e ad attività ricreative promosse in ambito scolastico ed extrascolastico.
La palestra, di proprietà del Comune, è stata realizzata agli inizi degli anni ‘70 e utilizzata per un breve periodo per attività ludico-motoria a servizio della scuola media e della scuola elementare; necessita di urgenti lavori di adeguamento sismico e presenta carenze strutturali e incompletezze in ordine agli spazi da dedicare alla fruizione da parte di persone a ridotta o impedita capacità motoria sia in termini di praticanti, sia in termini di spettatori. Ne è stata prevista pertanto l’integrale ricostruzione.
A lato, sezione di progetto.
Nella pagina di apertura dello Speciale, la palestra attrezzistica del Centro Scolastico di Bollate (Mi).
Nella foto al centro di queste due pagine, il palazzetto dello sport a Biassono (Mb) (entrambe foto BG / Tsport).
On the opening page of the present Special, the gymnasium of the Bollate (Mi) School Centre.
In the photo in the middle of these two pages, the sports hall in Biassono (Mb) (both photos BG / Tsport).
In alto, palestra per corpo libero all’interno del nuovo palazzetto di Guastalla (Re); vedi Case Study da pag. 66 (foto Nicola Ughi).
In basso, pianta di una palestra scolastica-tipo a tre moduli, allegato all’art. 46 comma 5 del Regolamento “Direttive per l’edilizia scolastica” della Provincia
di vista architettonico, strutturale e impiantistico. Scuole altamente sostenibili, inclusive, accessibili e capaci di garantire una didattica moderna e una piena fruibilità degli ambienti, anche attraverso il potenziamento degli impianti sportivi”.
Il concorso si rivolge a ingegneri e architetti iscritti ai rispettivi Ordini professionali. Sono previste due fasi. Nella prima, i partecipanti dovranno elaborare proposte ideative per la costruzione delle nuove scuole connesse a una o più aree tra le 212 già individuate. Le commissioni giudicatrici sceglieranno, per ciascuna area, le migliori 5 proposte, che accederanno così alla fase successiva. La seconda fase prevede, invece, la realizzazione di progetti di fattibilità tecnica ed economica. A valutare i progetti saranno fino a un massimo di 20 commissioni. Il progetto migliore per ciascuna delle 212 aree riceverà un premio e diventerà di proprietà degli enti locali beneficiari che provvederanno ad affidare le fasi successive della progettazione e i lavori.
Torna così l’occasione di realizzare l’impianto sportivo scolastico, che in questi 212 casi sarà inserito di diritto.
Al 25 agosto, data di scadenza del bando, erano pervenute 1.737 candidature, e le 20 commissioni hanno lavorato fino al 7 ottobre per scegliere i progettisti da ammettere al secondo grado del concorso.
L’andamento degli appalti
Attraverso il nostro osservatorio degli appalti, i cui risultati vengono mensilmente riportati attraverso la newsletter Costruendo, abbiamo verificato l’andamento dei lavori effettivamente in corso - indipendenti quindi dai futuri interventi finanziati dal PNRR - sulle palestre scolastiche. Lo abbiamo fatto analizzando i dati degli appalti pubblicati negli ultimi 12 mesi (da agosto 2021 a luglio 2022).
In dodici mesi le gare di appalto pubblicate ammontano a 68 bandi, di cui 48 afferenti ai Comuni (singoli o aggregati), cui competono le scuole primarie, e 20 alle Province (o Città Metropolitane) per le scuole secondarie.
Nel 44% dei casi gli interventi riguardano la realizzazione di nuove palestre soprattutto a carico delle province. Va precisato inoltre che in 8 casi l’appalto è riferito di fatto a migliorie in palazzetti comunali (efficientamento energetico, messa in sicurezza, ampliamento, ecc.) non direttamente collegati a un istituto scolastico.
Ultimo dato statistico, l’ammontare degli importi a base di gara risulta essere mediamente di 892.757 euro per i bandi comunali e quasi il doppio, 1.637.553 euro, per quelli provinciali; complessivamente, l’importo medio per un appalto di nuova costruzione è di 1.434.003 euro.
Il dato, unito a quello delle richieste di finanziamento rivolte al PNRR, conferma l’urgenza che corre nelle scuole italiane riguardo alla necessità di adeguare le dotazioni impiantistiche per lo sport.
Autonoma di Bolzano. Nell pagina destra, palestra e aula magna a Ora (Bz), arch. Rudolf Perktold.
Top, gymnasium for free-body exercise inside the new sports hall in Guastalla (Re); see Case Study from page 64 (photo Nicola Ughi).
Below, plan of a three-module school gymnasium, annexed to Art. 46, paragraph 5 of the Autonomous Province of Bolzano's "Guidelines for School Construction".
On the right page, gymnasium and assembly hall in Ora (Bz), arch. Rudolf Perktold.
La progettazione tra norme e direttive
Il DM 18 dicembre 1975
Norme tecniche aggiornate relative all’edilizia scolastica, ivi compresi gli indici di funzionalità didattica, edilizia ed urbanistica, da osservarsi nella esecuzione di opere di edilizia scolastica. Nonostante il tempo trascorso da allora, il Decreto Ministeriale del 1975 rimane il riferimento di legge per la realizzazione delle palestre nelle scuole italiane (ad eccezione, come vedremo, della Provincia Autonoma di Bolzano): gli stessi bandi del PNRR fanno riferimento alle tipologie descritte al punto 3.5.1 di tale Decreto.
Le palestre sono classificate in quattro categorie: tipo A1:unità da 200 mq più i relativi servizi per scuole elementari da 10 a 25 classi, per scuole medie da 6 a 20 classi, per scuole secondarie da 10 a 14 classi. tipo A2:due unità da 200 mq più i relativi servizi per scuole medie da 21 a 24 classi, per scuole secondarie da 15 a 23 classi; tipo B1:palestre regolamentari da 600 mq più i relativi servizi, aperte anche alla comunità extrascolastica, per scuole secondarie di secondo grado (da 24 a 60 classi), divisibili in tre settori; ma utilizzabili da non più di due squadre contemporaneamente; tipo B2:palestre come le precedenti con incremento di 150 mq per spazio per il pubblico e relativi servizi igienici.
Va detto subito che alla luce delle esigenze di oggi i 200 mq della palestra “minima” sono largamente insufficienti, anche se il DM precisa che “per la scuola elementare la palestra, obbligatoria negli edifici da 10 a 25 classi, può essere di forma non collegata a dimensioni di campi per giochi agonistici, in quanto l'attività ginnica che vi si svolge è di carattere ludico”; e d’altra parte anche un campo di pallavolo (18x9 metri) non potrebbe esservi inserito nemmeno limitando a un metro le fasce esterne di sicurezza. Nelle scuole con meno di 10 classi “l'attività ginnica si svolge nella sala per attività collettive opportunamente attrezzata”.
Solo nelle scuole secondarie di secondo grado “le dimensioni e le caratteristiche della palestra dovranno essere tali da poter contenere un campo regolamentare di pallacanestro, secondo le norme CONI / FIP”.
Il DM del 1975 indica inoltre le superfici per attività all’aperto:
i) per la scuola media: -pista da 4 o 6 corsie di almeno 100 metri, oltre gli spazi partenze ed arrivi; -impianti per il salto in alto ed in lungo; -pedana per il lancio del disco; -campo sportivo polivalente (pallacanestro, pallavolo, pallamano, possibilmente tennis);
ii) per le scuole secondarie di 2° grado: -pista da 4 a 6 corsie di almeno 100 metri oltre gli spazi per partenze ed arrivi; -impianti per il salto in alto, in lungo e con l'asta; -pedana per il lancio del peso e del disco; -campo sportivo polivalente (pallacanestro, pallavolo, pallamano, possibilmente tennis).
La Circolare del Ministero della Pubblica Istruzione n. 222 del 16 febbraio 1987
Allegato: norme tecniche per l'edilizia scolastica. Normativa tecnica per la realizzazione di impianti sportivi polivalenti in uso comune a più scuole. In realtà questa circolare fu diramata per l’attuazione dei programmi regionali di edilizia scolastica dotati di impianti sportivi polivalenti di uso comune a più scuole, previsti dal DL 1 luglio 1986 n. 318 convertito nella
In alto sulle due pagine, interno del palazzetto di Guastalla (Re) (foto massimo Del Seppia).
Nella pagina destra, Piacenza, due palestre scolastiche abbinate, a servizio del liceo Melchiorre Gioia e dell’istituto Tecnico Romagnosi: pianta e scorcio della palestra minore, priva di spalti per il
legge 9 agosto 1986 n. 488: di fatto non ha quindi alcun valore al di fuori di tale circostanza ormai superata.
È comunque utile sapere quali tipologie di spazi erano previsti per le palestre finalizzate ad un uso polivalente, ed esplicitamente aperte anche alla città: tìpo P1:Unità delle dimensioni minime di m 15 x 15 x 4 h. Attività sportive consentite: ginnastica (parziale), lotta, pesi, judo; tipo P2:Unità di m 24 x 18 x 7 h, di cui minimo m 24 x 15 x 7 h destinati all'attività sportiva. Attività sportive consentite: come il tipo P1 ed inoltre: ginnastica, pallavolo, scherma.
tìpo P3:Unità di m 32 x 24 x 7 h, di cui minimo 32 x 21 x 7 h destinati alle attività sportive. Attività sportive consentite: come per il tipo P2 ed inoltre: pallacanestro. tipo P4:Unità di m 45 x 27 x 7 h, di cui minimo m 45 x 24 x 7 h destinati alle attività sportive. Attività sportive consentite: come per il tipo P3 ed inoltre: pallacanestro, tennis.
Le dimensioni sono riferite allo spazio netto interno al vano palestra e per le tipologie P2, P3 e P4 sono comprensive dello spazio occorrente per la zona spettatori.
Le palestre di tipo P3 e di tipo P4 dovranno risultare divisibili trasversalmente, mediante divisori mobili (tipo reti, tende o simili) rispettivamente in due e in tre parti di uguale superficie per l'uso parzializzato.
La circolare indicava poi le misure standard per gli spazi all’aperto per attività polivalenti, per l’atletica leggera, le piscine.
Per ciascun tipo di scuola venivano infine indicate le tipologie di palestre e spazi sportivi esterni da adottare. Sovrapponendosi alle vigenti disposizioni, i contenuti della circolare indicavano anche la dotazione minima di attrezzature per ciascun tipo di palestra, dotazione già regolamentata da una precedente circolare del 1983 (di cui parliamo più avanti).
Le norme in Provincia di Bolzano
A scanso di equivoci, il Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297 “Approvazione del testo unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado” chiariva, all’articolo 84 (Competenze delle regioni a statuto speciale in materia di edilizia scolastica), che “a norma dell'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica 1 novembre 1973 n. 687 sono esercitate dalle province di Trento e Bolzano, per il rispettivo territorio, le attribuzioni degli organi centrali e periferici dello Stato in materia di edilizia scolastica”.
Ecco dunque il Decreto del Presidente della Provincia di Bolzano 23 febbraio 2009, n.10, contenente il “Regolamento di cui all'articolo 10 della legge provinciale 21 luglio 1977, n. 21 - Direttive per l'edilizia scolastica”.
Sin dai primi articoli, il regolamento altoatesino apre gli impianti scolastici alla città: “La costruzione di edifici distinti per tipo di utilizzo è difficilmente sostenibile dal punto di vista finanziario; è pertanto preferibile realizzare per tutto il bacino di utenza un unico centro scolastico e culturale.
Tale centro deve essere in grado di ospitare una scuola dell'infanzia, una scuola elementare ed eventualmente una scuola media inferiore, come pure un asilo nido, locali per i giovani, per le associazioni e per il tempo libero, nonché sale per manifestazioni culturali ed impianti sportivi” (art. 2 comma 2). Per quanto riguarda nello specifico le palestre, le tipologie sono individuate in: -palestra per la ginnastica PG, -palestra piccola PP, -palestra normale PN, -palestra per lo sport PS.
Le dimensioni della palestra vanno progettate in funzione del tipo di scuola e del numero delle classi ai sensi della tabella allegata (vedi lato). Come si vede, le dimensioni previste sono più adeguate rispetto ai minimi previsti dal DM del 1975.
pubblico. Progetto degli uffici della Provincia.
Top of both pages, interior of the Guastalla (Re) gymnasium (photo Massimo Del Seppia).
On the right page, Piacenza, two combined school gyms, serving the Melchiorre Gioia
high school and the Romagnosi technical institute: plan and view of the smaller gymnasium, without bleachers for the public. Project by the Province offices.
Le linee-guida del 2013
Norme tecniche-quadro, contenenti gli indici minimi e massimi di funzionalità urbanistica, edilizia, anche con riferimento alle tecnologie in materia di efficienza e risparmio energetico e produzione da fonti energetiche rinnovabili, e didattica indispensabili a garantire indirizzi progettuali di riferimento adeguati e omogenei sul territorio nazionale. Emanate l'11 aprile 2013 dal Ministero dell'istruzione dell'università e della ricerca di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti con il Ministro dell’ambiente.
La parte dedicata agli impianti sportivi, in queste linee-guida, pur non superando le prescrizioni minime dettate dal DM del 1975, descrive - senza rigorismi dimensionali - delle indicazioni di massima improntate a una generica ragionevolezza.
Focalizzandoci sulle palestre, oggetto del nostro approfondimento, leggiamo che “Lo spazio palestra è destinato allo sviluppo motorio, ma può essere utile per favorire le relazioni sociali, permettendo lo svolgimento di feste, assemblee, spettacoli, ed è opportuno che sia collegabile con pareti scorrevoli a scomparsa allo spazio della Piazza - Agorà”.
La scelta della tipologia di palestra deve tenere conto della dimensione della scuola, ma anche della presenza di altri impianti sportivi nell’area circostante.
Le tipologie potranno essere: -piccola palestra per attività motorie; -palestre per giochi di squadra con campi di dimensione amatoriale; -impianti attrezzati opportunamente conformati per la pratica di discipline sportive e giochi di squadra, adatti anche ad un uso extrascolastico. In questi casi sarà da considerare la possibilità di inserire alcuni spazi da destinare al pubblico, con ingressi dedicati, percorsi separati e adeguati servizi igienici; -impianti sportivi di esercizio destinati ad attività regolamentate, ma non agonistiche, di avviamento, di supporto e di preparazione alle attività agonistiche, con dotazione di piccole tribune per il pubblico occasionale; -impianti sportivi agonistici strutturati in modo da consentire attività agonistiche ufficiali con presenza di pubblico, con tribune adeguate alla stima di presenze che dipende dalla situazione al contorno. È comunque opportuno che impianti strutturati per giochi di squadra siano affiancati anche da impianti sportivi complementari adatti ad attività diverse e individuali: ginnastica, fitness, attività per il mantenimento dello stato di benessere fisico ed emotivo.
CASE STUDY
GUASTALLA (REGGIO EMILIA):
UN PALAZZETTO PER LO SPORT E PER LA CITTÀ
Inaugurato la scorsa primavera alla presenza del Presidente della Regione Stefano Bonaccini, del Sindaco Camilla Verona con la giunta comunale, del Sottosegretario del Consiglio dei Ministri con delega allo Sport Valentina Vezzali, il Palazzetto dello Sport
“Pala Chiarelli Donati” è una struttura pronta ad ospitare non solo attività sportive e scolastiche ma anche concerti, mostre e iniziative per tutto il territorio dell’Unione della Bassa Reggiana.
La revisione del progetto definitivo approvato nel 2009 è stato il pretesto per una vera e propria riprogettazione del nuovo Palazzetto dello Sport. Questo approccio ha portato alla definizione di una strategia progettuale volta ad una ricerca di tutti i presupposti per avere un edificio efficiente, moderno nelle sue tecnologie, performante nelle prestazioni energetiche, dal basso costo di gestione ed elegante nelle sue forme e proporzioni. In contrasto con la disomogeneità del sito, il progetto si caratterizza per una struttura dalla forma geometrica costituita dall’assemblaggio di volumi semplici, le cui qualità espressive sono dettate essenzialmente dalla scansione delle proporzioni che si susseguono nello spazio secondo un ritmo dettato dalla loro specifica funzione.
Mentre l’ingresso dell’edifico è sottolineato dal portale di ingresso, ogni prospetto è caratterizzato da una funzione ben specifica: il lato nord ha una valenza estremamente tecnologica, il fianco est con il suo occhio aggettante si protende verso il campo sportivo all’aperto facendo dialogare visivamente le due strutture sportive, il lato ovest è caratterizzato dal volume filante degli spogliatoi.
L’articolazione delle funzioni
L’impianto è composto da un’ampia sala sportiva polifunzionale a forma di parallelepipedo, comprendente l’area di gioco e le tribune per gli spettatori (capienza circa 500 posti a sedere).
Questa viene affiancata da volumi di altezza inferiore riservati alle funzioni accessorie di corredo.
La sala, inoltre, potrà fungere sia da palestra per gli allenamenti che per l’attività agonistica.
L’impianto è stato dimensionato per consentire lo svolgimento di varie discipline sportive quali pallavolo, calcetto, pallamano e in particolare la pallacanestro. In merito a quest’ultima disciplina, il Palazzo dello Sport è di dimensioni tali da essere conforme alla categoria C1. Nella struttura trova posto anche una sala polivalente.
Il progetto ha previsto la realizzazione di 4 spogliatoi per atleti, rispettivamente 2 da 16 posti e 2 da 18 posti; il dimensionamento ha tenuto conto del parametro di riferimento di 1,6 mq per posto.
L’impianto è stato progettato in modo da essere flessibile potendo ospitare anche manifestazioni occasionali extra sportive. Particolare attenzione per questo è stata dedicata all’abbattimento dei tempi di riverbero utilizzando materiali fono assorbenti.
L’ingresso al palazzetto si identifica nell’elemento scatolare rivestito da piastrelle di gres con la facciata vetrata. Nell’atrio trovano posto la biglietteria, la segreteria, l’area bar e i servizi igienici concentrando così la totalità dei servizi e dei confort principali in un unico volume altamente qualificato dalla sua purezza architettonica.
L’impianto distributivo evidenzia come la pianta del complesso sia articolata in 4 nuclei ambientali, connessi tra loro. Ogni nucleo raggruppa varie unità funzionali che, nel loro insieme, formeranno l’aggregazione omogenea del complesso sportivo.
I raggruppamenti sono così individuati:
•nucleo della sala sportiva con possibilità di divisione in settori di gioco, cosi da assicurare all’im-
A sinistra, in alto, vista notturna della facciata d’ingresso (foto Nicola Ughi). In basso, pianta del piano terra. In questa pagina, in alto, sezioni trasversale e longitudinale. Al centro, fase di cantiere (foto Massimo Del Seppia). In basso, interno con la pavimentazione in parquet (foto Fausto Franzosi).
Top left, night view of the entrance façade (photo Nicola Ughi). Bottom, ground floor plan.
Above, cross and longitudinal sections. Middle, construction site phase (photo Massimo Del Seppia). Below, interior with parquet flooring (photo Fausto Franzosi).
pianto caratteristiche di polifunzionalità, oltre a quelle agonistiche; ha pianta essenzialmente rettangolare con dimensione 45x31,20 m e un’altezza massima di 10,55 dal pavimento finito; •nucleo dei servizi connessi alle attività sportive comprendente spogliatoi, servizi, infermeria e magazzino; •nucleo spettatori comprendente l’atrio, con i relativi servizi, lo spazio pubblico all’interno della sala sportiva e i servizi igienici ad uso pubblico; •nucleo tecnologico e di deposito.
I materiali
La scelta dei materiali è stata principalmente conseguenza della volontà di creare da un lato un effetto elegante e dall’altro una composizione ritmata di volumetrie nello spazio.
La sintesi di questi input iniziali ha portato i progettisti a identificare una finitura che nel tempo rimanesse immutata tale da abbattere i costi di manutenzione: si è quindi scelto un rivestimento totale in piastrelle ceramiche autopulenti di color bianco, un unico materiale con inserti di vetro. in fase esecutiva alcune superfici sono state lasciate in cemento a vista.
Nei lati lunghi, come segno fortemente riconoscibile, sono stati inseriti due volumi anch’essi rivestiti in piastrelle, garantendo una buona illuminazione naturale in senso trasversale poste a una altezza adeguata, in modo da non disturbare l’attività sportiva durante le fasi di gioco, consentendo così un notevole risparmio energetico.
L’ingresso è fortemente connotato dalla scatola anch’essa di color bianco la quale incornicia la grande vetrata, protetta dai raggi solari dal forte aggetto, attraverso la quale, dall’esterno, è possibile intravedere i due volumi del blocco biglietteria/ufficio e dei servizi incernierati sull’area bar.
In alto, rendering con l’illustrazione dei materiali. Nella pagina a lato, dettaglio dell’”occhio” sporgente dalla facciata lungo il lato tribune (foto M.D.S.).
Nelle quattro foto in basso, da sinistra: la palestra con il tatami posato sul parquet; le tribune con sedute; il ballatoio interno; la hall d’ingresso (foto di M.D.S: e N.U.).
Above, rendering with illustration of materials. On the opposite page, detail of the 'eye' protruding from the façade along the grandstands side (photo M.D.S.).
In the four photos below, from left: the gymnasium with the tatami laid on the parquet; the grandstands with seats; the
internal gallery; the entrance hall (photos by M.D.S. and N.U.).
Il lato nord è chiaramente identificato sotto un aspetto tecnologico considerato il posizionamento a vista dei macchinari per i ricambi d’aria, della centrale termica ed altro. In copertura è stata utilizzata una guaina impermeabilizzante sulla quale viene installato il sistema di protezione e sicurezza per le fasi di manutenzione.
Una struttura in acciaio che si protende su tutto il perimetro del corpo palestra verso l’esterno aggettando e sostenendo i grigliati frangisole in acciaio connota ulteriormente l’immagine dell’edificio.
Un sistema d’illuminazione architettonica poi rende ancor di più efficace la percezione del complesso edilizio nelle ore serali.
Per il campo di gioco è stata adottata una pavimentazione in legno mentre per le altre parti del palazzetto in cemento industriale e piastrelle.
A terra è stata realizzata, in fregio all’ingresso, una pavimentazione in calcestruzzo architettonico con disegno regolare geometrico dalla tonalità nocciola, che dovrà integrarsi con la futura piazza. Tutto intorno all’edifico, trova posto un attacco a terra in ghiaietto drenante tale da ottenere un effetto cromatico di contrasto tra il verde del prato e l’elemento tecnologico argentato che vi va ad inserirsi; la ghiaia risulta quindi il medium tra costruito e natura disegnata.
Attrezzature sportive: Sport System
Nuovo palazzetto dello sport a Guastalla (Re)
Committente: Comune di Guastalla Rup: Ingegnere Stefano Valenti Concorso di Progettazione, primo classificato, incarico di progetto definitivo, esecutivo e direzione artistica
Capogruppo e direzione artistica: arch. Massimo Del Seppia MDSAP con: archh. Luigi Pierotti, Sandro Bonannini, Alessio Accorroni, ingegneri Mirko Gallo, Pierluigi D’Acunto Strutture: SIS - Studio di Ingegneria delle Strutture Impianti acustica e sostenibilità: BST Ingegneria Srl
lavori
architetto Silvia Cavallari
Nicola Ughi, Fausto Franzosi, Massimo Del Seppia
CASE STUDY
PALAZZETTO A SOMMACAMPAGNA (VERONA)
Il comune di Sommacampagna ha dato nuova vita al palazzetto dello sport di Caselle dopo un importante intervento di riqualificazione funzionale ed energetica.
L’opera è frutto della collaborazione tra Comune e Polisportiva Caselle: con nuovi campi basket e calcetto e pallavolo, e la predisposizione per una futura parete di arrampicata, sarà gestito dalla stessa Polisportiva. La descrizione esemplifica gli a spetti tecnici di una costruzione improntata alla massima semplicità pur assumendo un’immagine gradevole grazie all’impiego del legno sia nella pavimentazione sportiva che nella struttura di copertura.
La zona sportiva della fazione Caselle era costituita da un insieme di strutture: campi da tennis, con relativi spogliatoi, campo da calcio con relativi spogliatoi, un bocciodromo con adiacente costruzione che ospita il bar, e degli spogliatoi non più usati e ormai obsoleti.
Con l'intervento realizzato nel 2021 si è inteso recuperare il fabbricato bar-spogliatoi, demolendo il fabbricato del bocciodromo, costruendo nello spazio ricavato una nuova palestra per la frazione.
La nuova palestra ha una dimensione di m. 34,40x24,90, adatta a ospitare un campo da gioco per il basket di m. 28x15, e uno spazio gradinate per il pubblico per 145 spettatori, un vano magazzino e uno spazio per i servizi igienici adatto anche alle persone con ridotta o impedita capacità motoria.
Sopra al magazzino e ai servizi igienici sono ricavati 2 vani tecnici riservati alla macchina per il ricambio d'aria della palestra e l'altro per in contatori elettrici e per gli inverter del futuro impianto fotovoltaico.
L'accesso ai vani tecnici avviene da 2 scale esterne sul prospetto ovest.
La struttura portante della palestra è costituita da 8 telai in legno lamellare con una parte rettilinea e una parte curva unite da giunto rigido, alti max cm.120 e larghezza come da calcolo strutturale.
Il pacchetto di copertura è composto da pannelli in lamiera grecata autoportante per solai in acciaio 10/10, barriera al vapore formata da guaina bituminosa spess. 4 mm, doppia orditura di listelli in abete da 60x80 mm posati incrociati, isolamento termico in lana minerale spess.80+80 mm, a finire con lastre grecate rette/curve in lamiera preverniciata spess.6/10.
Sopra il titolo, prospetto laterale del palazzetto.
Nei disegni sulle due pagine, lo stesso prospetto e la sezione. In basso, prospetto dal lato delle tribune. In alto a destra pianta (il fabbricato spogliatoi è esterno al perimetro del palazzetto).
Nelle altre foto, scorci dell’interno.
Above the title, side elevation of the building.In the drawings on the two pages, the same elevation and section. Below, elevation from the side of the grandstands.
Top right, floor plan (the dressing room building is outside the perimeter of the hall).
In the other photos, glimpses of the interior.
Sulla copertura, fuori dalla verticale del campo da gioco, è stato ricavato un lucernario alto cm.100 per tutta la lunghezza della palestra, costituito da lastra traslucida in policarbonato alveolare opalino spess. 20 mm con lato protetto U.V., rete metallica quale protezione permanente, e altra lastra traslucida in policarbonato alveolare grecato trasparente spess.2,5 mm.
La tamponatura di bordo nei timpani è costituita da una parete a struttura di legno, composta da doppia lastra in cartongesso di cui quella esterna in cartongesso fibrorinforzato, barriera al vapore, travi di struttura, isolamento in lana minerale 160 mm, pannello OSB 20 mm, telo antivento, listelli verticali e rivestimento esterno in lamiera preverniciata. Le travi principali sono sostenute nella parte ovest da 2 travi sempre in legno lamellare, appoggiate alle murature del vano servizi, magazzino, ingresso.
APPROFONDIMENTI
I CENTRI SCOLASTICI DEGLI ANNI ’70
E I LICEI A INDIRIZZO SPORTIVO
Se avete capito quali norme seguire per progettare una palestra scolastica, è tempo di fare un tuffo nel passato con l’ideologia del Centro Scolastico di grande scala, per arrivare alle sperimentazioni attuali dei “licei sportivi”: un nesso c’è, e lo vediamo con l’ITCS “Primo Levi” di Bollate.
Ai primi anni ’70 il mondo della scuola - e degli istituti superiori in particolare - viveva una fase di particolare fermento, con l’aumento dell’utenza (a seguito degli obblighi scolastici introdotti nel decennio precedente) e il nascere di nuove esigenze nella didattica a indirizzo tecnico-professionale.
Fra le idee che si fecero strada in quel periodo - in coerenza con le tematiche urbanistiche e architettoniche più generali che diedero luogo ai grandi insediamenti popolari come il Corviale di Mario Fiorentino a Roma, le Vele di Scampia di Francesco Di Salvo a Napoli, il quartiere Zen2 di Vittorio Gregotti a Palermo - ci fu il concetto di una scuola strettamente legata al territorio, e in particolare la concezione del “Centro scolastico” di grandi dimensioni (dai 1.500 studenti in su), in cui consentire le diverse articolazioni per indirizzi professionali e fungere da poli di riferimento sociale per il territorio.
La provincia di Milano, a seguito della legge 28 luglio 1967, n.641 (Nuove norme per l'edilizia scolastica e universitaria e piano finanziario dell'intervento per il quinquennio 1967-1971), varava un piano per la realizzazione di ben 6 centri scolastici sul territorio; per la sua attuazione bandiva, nel gennaio 1971, un concorso nazionale di idee per nuove strutture scolastico-formative nella fascia dell’istruzione secondaria di secondo grado.
Sulla base degli esiti del concorso vennero poi sviluppati i progetti esecutivi per i centri scolastici di: Bollate, Cinisello Balsamo, Corsico, San Donato
Milanese e Vimercate.
Va detto subito che il concetto del centro scolastico multifunzionale era ispirato anche ad una ventilata riforma scolastica che non vide la luce: sicché quando i Centri entrarono in funzione si dovettero adattare al vecchio corso degli istituti superiori con canali distinti, ospitando così più scuole differenti e autonome tra loro all’interno del complesso, vanificando il concetto stesso del Centro Scolastico come polo omogeneo di riferimento sociale e culturale.
Per venire al nostro tema, il Centro Scolastico godeva però, per sua stessa natura, di una abbondante dotazione di strutture sportive.
Il Centro Scolastico di Bollate
Abbiamo preso ad esempio il Centro Scolastico di Bollate in quanto meglio degli altri è riuscito a non tradire l’impostazione originaria, e si evidenzia anche perché ospita, all’interno dell’ITCS Primo Levi, uno dei licei a indirizzo sportivo delineati dal DPR n. 89 del 15 marzo 2010. In particolare, i risultati di apprendimento, il piano degli studi e gli obiettivi specifici di apprendimento sono riportati nell’allegato A del DPR n. 52 del 5 marzo 2013 recante “Regolamento di organizzazione dei percorsi della sezione ad indirizzo sportivo del sistema dei licei”.
Nella pagina “Scuola in chiaro” del Ministero dell’istruzione risultano oggi registrati 295 licei sportivi.
Il Centro scolastico di Bollate è stato realizzato tra il 1975 e il 1979 per una capienza di 1.600 alunni, e
In alto, l’interno del palazzetto “C. Galimberti”, annesso al Centro Scolastico di Bollate (foto BG / Tsport). In basso, la piscina del Centro.
On top, the interior of the 'C. Galimberti' arena, annexed to the Bollate School Centre (photo BG / Tsport). Below, the centre's swimming pool.
copre 19.270 mq su una superficie del terreno di 104.200 mq.
Il progetto è impostato su un asse pedonale che lo attraversa in lunghezza, sul quale si insedia l’edificio scolastico, e che prosegue poi verso le aree sportive all’aperto.
L’edificio è organizzato su tre fasce, la prima delle quali è costituita dagli spazi collettivi (mensa, auditorium, palestre, piscina) che hanno la funzione di favorire la socialità e di aprirsi alla fruizione da parte dell’utenza esterna.
Le altre fasce sono quella didattica e quella dei laboratori.
Il Centro è dotato di cinque palestre accorpabili e di una piscina con vasca da 25 metri.
Le palestre sono in effetti due saloni doppi di circa 35x25 m ciascuno, predisposti rispettivamente per la pallacanestro e la pallavolo, congiunti da una sala per l’attrezzistica da 30x15 m. Le due palestre doppie sono a loro volta divisibili mediante tende
mobili e sono attrezzate con tribune fisse che, integrate da eventuali tribune mobili, portano la capienza complessiva a 700 posti a sedere.
L’ubicazione della palestra attrezzistica permette, sempre mediante la rimozione di divisori mobili, la creazione di un unico ambiente comprendente tutti i cinque spazi, per attività diverse (atletica, mostre, eventi vari).
Alle palestre si aggiungono le attrezzature sportive esterne, che contemplavano originariamente un campo di calcio regolamentare, pistino per atletica, pedane per salti e lanci, tre campi da tennis, tre per pallavolo e tre per pallacanestro.
Ad oggi, alcuni dei campi sono in disuso, mentre è stato realizzato un campo da calcetto in erba sintetica sul sedime di tre dei campi da volley, e un nuovo volume multisport (il palazzetto, intitolato a Carlo Galimberti), con 300 posti a sedere, che ingloba una tribuna esterna affacciata sul campo da calcio a 11.
Committente: Provincia di Milano Direzione artistica: arch. Giovanni Salvestrini, arch. Giorgio Viale Collaboratori alla progettazione: architetti Luigi Brandajs, Marisa Ceppi, Carlo Gianmarco, Elena Marietti, Lavinia Perona, Riccarda Rigamonti Direttore lavori: ing. Amilcare Zanotta (Provincia di Milano)
Fine lavori: 1979
Bibliografia: Provincia di Milano-CISEM “Una scuola per la riforma”, 1985.
In alto, planimetria di progetto e ortofoto attuale del centro scolastico (Google Earth): sono visibili gli impianti sportivi esterni dismessi.
Al centro, attrezzature in una delle palestre del Centro Scolastico: sulla sinistra il telo divisorio mobile che separa gli spazi. In basso pianta del livello terra del
Centro Scolastico di Bollate. Gli spazi sportivi sono: 20) la piscina; 23) le quattro palestre; 24 la sala attrezzistica.
Top, project plan and current orthophoto of the school centre (Google Earth): the disused outdoor sports facilities are visible. Below, equipment in one of the school centre's gyms: on the left, the movable partition sheet separating the spaces.
On bottom plan of the ground level of the Bollate School Centre. The sports spaces
are: 20) the swimming pool; 23) the four gyms; 24 the equipment room.
A colloquio con i docenti del “Primo Levi” di Bollate
Il CS di Bollate fa parte dei cinque centri Scolastici che la Provincia di Milano ha realizzato alla fine degli anni ’70 per una popolazione scolastica di 1.500-2.000 studenti. Come vi trovate in una tale dimensione?
Nel nostro caso le scuole che convivono nel Centro Scolastico sono solo due, ma di grandi dimensioni: entrambe superano i mille studenti, quindi in realtà in questo Centro tra studenti e docenti gravitano quasi 2.500 persone. Dal punto di vista delle dotazioni, noi qui tutto sommato siamo dei privilegiati: infatti siamo fra i pochi che dispongono anche di una piscina, (il cui fondo peraltro è stato rifatto quattro anni fa), e che – a parte il periodo della pandemia - viene molto utilizzata: quest’anno riprendiamo dal 1° ottobre con diversi progetti, e abbiamo la struttura a disposizione fino alle 16,30. Dopo quell’ora viene gestita da una società sportiva esterna.
Per quanto riguarda le palestre, abbiamo cinque spazi (due dedicati alla pallavolo, due al basket con possibilità di pallavolo e uno all’attrezzistica), divisi da teli sollevabili elettricamente.
Poi ci sono i campi esterni, che non sono più quelli del progetto: rispetto alla disposizione originaria, sono scomparsi i campi da tennis e inutilizzabili quelli da basket, mentre funziona il calcio ed è stato realizzato un campo da calcetto in erba sintetica. Inoltre, nel 2012 la Provincia ha costruito un palazzetto.
Come gestione, tra le due scuole ci alterniamo gestendo per quadrimestri rispettivamente le palestre di basket e quelle di pallavolo; mentre il palazzetto e la piscina sono gestite in comune.
Quali sono le condizioni delle attrezzature, e a chi compete la gestione e la manutenzione degli spazi sportivi?
Tutte le strutture sono gestite da società sportive esterne - che sono quelle che generano delle risorse economiche; noi ne abbiamo la disponibilità fino a metà pomeriggio.
Per quanto riguarda le dotazioni importanti, queste sono di proprietà della Città Metropolitana, cui spetterebbe provvedere per la manutenzione, la sostituzione, ecc. Invece la manutenzione ordinaria - ad esempio la puliziaspetta alla scuola.
La dotazione di attrezzature sportive risponde alle circolari ministeriali, almeno come attrezzature di base? Riuscite a farveli aggiornare/integrare dalla Città Metropolitana, o con risorse proprie?
I grandi attrezzi ci sono, e sono di proprietà della Città Metropolitana, che dovrebbe provvedere a reintegrarli quando serve; ma dato che ormai le attrezzature hanno dei costi
abbordabili, per guadagnare tempo la scuola può decidere di intervenire direttamente.
Ad esempio, attraverso un bando la scuola ha ottenuto dei fondi con cui ha realizzato autonomamente una parete di arrampicata.
Ripeto che siamo comunque una scuola fortunata perché le attrezzature non mancano. Certo potrebbero essere tenute meglio: ad esempio quando piove molto forte, dai lucernari filtra l’acqua che allaga i pavimenti sportivi.
Riguardo in particolare al liceo con indirizzo sportivo: Come funziona? Quali sono le differenze didattiche rispetto a un liceo tradizionale?
Il liceo sportivo ha a disposizione un pacchetto di ore importante: nel biennio sono 4 di pratica più 2 di teoria e nel triennio sono 3+2. Non esistono più i “programmi”, ma ci sono le “linee guida”, per cui ogni docente può costruire individualmente il precorso didattico. L’importante è che ci sia un filo conduttore, e che sia rispettata la propedeuticità, anche perché chi prende l’indirizzo sportivo lo porta poi fino in fondo.
Per quanto riguarda la didattica, anche la pratica è diversa: mentre negli altri indirizzi le ore di scienze motorie, pur essendo sempre ore di lezione, non vanno ad approfondire determinate cose, e per i ragazzi c’è anche l’aspetto ludico che è importante, nel liceo sportivo riteniamo che si debba dare anche una indicazione di “come si fa” una lezione, di come si procede nel caso di una seduta di allenamento.
Quindi tutte le lezioni devono avere questa impronta. Poi alla fine c’è sempre il gioco, però è finalizzato al lavoro che si è fatto prima.
Pe quanto riguarda la teoria invece due ore alla settimana equivalgono come due ore, ad esempio, di fisica: gli argomenti - di anatomia ma non solo - vengono trattati in maniera importante, naturalmente differenziata rispetto alle analoghe materie degli altri indirizzi.
C’è interesse da parte dei ragazzi? Qual è il rapporto tra domanda e offerta?
Ogni anno riceviamo circa 60 domande di iscrizione, ma possiamo fare una sola sezione, quindi possiamo prendere solo una trentina di alunni. Purtroppo molti pensano che quello sportivo sia un liceo più “leggero”, ma negli incontri di orientamento cerchiamo di far passare questo messaggio, che comunque è a tutti gli effetti un liceo, non è come un college americano dove l’atleta è privilegiato anche se è indietro con lo studio.
Ovviamente quelli che arrivano a un livello agonistico di carattere internazionale che li obbliga a perdere delle ore scolastiche vengono tutelati attivando la cosiddetta sperimentazione studenteatleta, con un progetto formativo personalizzato. Il corso di studi è comunque quello di un liceo scientifico, e proprio per rimarcare questo aspetto, nella selezione dei candidati abbiamo abbassato il punteggio attribuito all’attività sportiva, in favore degli altri aspetti formativi.
Prof. Lucio Rosati, referente per l’indirizzo sportivo Prof. Marilia Tomarchio, collaboratrice
APPROFONDIMENTI
La gestione delle palestre, tra scuola e territorio
Le attrezzature
La palestra scolastica necessita innanzitutto di alcune attrezzature che in un palazzetto destinato classicamente agli sport di squadra non sono presenti.
Abbiamo già constatato che le due funzioni dell’ambiente palestra (didattica e sportiva) sono molto spesso intercambiabili. Questo comporta la necessità di coordinare la gestione dei due momenti: quello della frequentazione scolastica, sotto la responsabilità del docente, e quello dell’apertura al pubblico e/o alle società sportive.
Quali dovrebbero essere gli elementi presenti a scuola viene dettagliato ancora una volta da un circolare ministeriale, la n. 352 del 20 dicembre 1983, emessa a seguito dell’introduzione di nuovi programmi d’insegnamento dell’educazione fisica nella scuola media (D.M. 9 febbraio 1979) e nella scuola secondaria superiore (D.P.R. 1 ottobre 1982, n. 908), che aggiorna le indicazioni precedenti risalenti al 1965.
Tale definizione – chiarisce in premessa la circolare - stabilisce quindi un modello di attrezzatura-tipo coerente con le attività connesse agli obiettivi assegnati all'insegnamento nella scuola media e nelle scuole secondarie superiori, e fornisce così un punto di riferimento certo, sia agli enti locali per quel che riguarda gli oneri loro assegnati dalla legge in materia di edilizia e di arredamento della scuola, sia ai consigli d'istituto per quel che riguarda le competenze loro proprie circa l'acquisto, il rinnovo e la conservazione dei sussidi didattici.
L'elenco degli attrezzi è distinto in tre parti: nella prima sono indicati gli attrezzi necessari per una dotazione di base; nella seconda quelli che, pur utili, non sono indispensabili; nella terza quelli che, completando l'attrezzatura della palestra, consentono la più varia ed ampia programmazione didattica in conformità delle indicazioni fornite dai programmi. Naturalmente va fatta la tara su quanto descritto soprattutto nella terza tabella, considerata l’epoca in cui la lista è stata stilata.
Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche costruttive degli attrezzi, la stessa circolare rimanda saggiamente alla produzione di aziende specializzate, che certamente rispondono ai requisiti. Non esiste una norma tecnica specifica che contempli la sicurezza delle attrezzature per palestre, fermo restando che venga comunque applicata la Direttiva 2001/95/CE «Sicurezza generale dei prodotti» recepita in Italia con il D. Lgs. 206/2005 «Codice del Consumo», la quale introduce un obbligo generale di immissione sul mercato di prodotti sicuri in assenza di disposizioni
Nella pagina sinistra, in basso, una palestra del Centro Scolastico di Bollate attrezzata per il basket, con una parete di arrampicata di cui si è dotato autonomamente l’Istituto Primo Levi. In alto, i due docenti intervistati (foto BG / Tsport).
On the left page, below, a gymnasium at the Bollate School Centre equipped for basketball, with a climbing wall that the Primo Levi Institute has equipped itself with. Above, the two teachers interviewed (photo BG / Tsport).
In alto, quadro svedese (foto Nuova Radar Coop). In basso, spalliere nella palestra del Centro Scolastico di Bollate (foto BG / Tsport).
Al centro sulle due pagine, le attrezzature della palestra presso la scuola media Don Orengo a Pontedecimo (Genova), rinnovata di recente con pavimentazione
specifiche relative a un determinato prodotto.
Sono comunque valide le norme UNI EN 12346 (spalliere, scale in lattice e strutture per scalate. Requisiti di sicurezza, metodi di prova) e UNI EN 913 (attrezzature da ginnastica. Requisiti generali di sicurezza e metodi di prova).
Le responsabilità
Il D.Lgs. 81/2008, la normativa di riferimento per la sicurezza sul lavoro, definisce come redigere il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), la guida per la sicurezza in ogni attività lavorativa. La scuola è a tutti gli effetti un “luogo di lavoro”, e il compito di redigere il DVR è del “datore di lavoro” ovvero, in questo caso, del Dirigente Scolastico.
In tale documento vengono descritti non solo i rischi a cui sono sottoposti il personale scolastico e gli studenti (derivanti ad esempio da carenze strutturali o nella formazione), ma anche tutte le misure di prevenzione e protezione attuate ai fini della mitigazione di tali rischi.
L’ambiente palestra scolastica è un luogo al quale va prestata particolare attenzione in questo quadro, essendo più facilmente oggetto di incidentalità dovuta alla natura dell’attività che vi si svolge.
Limitandoci per ora al caso della palestra utilizzata unicamente dalla scuola, teniamo presente che la tutela dell’integrità fisica degli alunni spetta in primo luogo agli insegnati a cui essi sono affidati, ma a monte di questa vi è la responsabilità dell’istituzione scolastica (dirigenza).
Seguendo la traccia dettata dal citato Decreto Legislativo del 2008, la valutazione del rischio (contenuta nel DVR) ha la funzione di prevenire il rischio stesso durante ogni fase di quella che si può assimilare alla “attività lavorativa”.
Pertanto in primo luogo il “datore di lavoro” (ossia il Dirigente) deve mettere a disposizione dei “lavoratori” attrezzature conformi, idonee ai fini della salute e sicurezza e adeguate al “lavoro” da svolgere (comma 1 dell’art. 71 del D.Lgs), e adotta inoltre adeguate misure tecniche e organizzative idonee ad evitare l’insorgere della situazione di pericolo.
Spetta però all’insegnante, una volta sul luogo di lavoro (la palestra) valutare la compatibilità dell’esercizio fatto eseguire agli alunni in relazione alle caratteristiche e alle capacità degli alunni stessi, nonché accertarsi dell’idoneità della struttura e dell’attrezzatura che il “datore di lavoro” gli ha messo a disposizione prima di farla utilizzare per specifiche attività.
L’eventualità di infortuni durante l’attività di educazione fisica può essere dovuta a molteplici cause, che l’insegnante è tenuto a prevenire: errato montaggio o posizionamento delle attrezzature e dei tappeti di sicurezza, scarsa sorveglianza o disorganizzazione delle attività, esercizi e movimenti sbagliati o scoordinati, non correttamente indirizzati dal docente. Riepiloghiamo quanto va fatto per una corretta gestione dell’attività in palestra.
L’accesso al locale deve essere consentito solo con scarpe e abbigliamento adeguato all’attività sportiva, e solo agli studenti che devono svolgervi l’ora di lezione.
Al docente è affidata la vigilanza in palestra, ed è responsabile del corretto uso degli attrezzi e del loro riordino a fine lezione. Eventuali danni riscontrati alle attrezzature vanno segnalati tempestivamente alla dirigenza, così come vanno segnalati tuti gli eventuali incidenti.
Va da sé che anche gli studenti stessi sono responsabili del rispetto delle indicazioni fornite dall’insegnante e sono tenuti a un comportamento corretto e disciplinato.
La gestione mista scuola / territorio
In vista di un uso promiscuo dell’impianto (sia il palazzetto comunale aperto alle scuole, sia la palestra scolastica aperta alla comunità), la progettazione deve sin dall’inizio prevedere alcuni specifici accorgimenti.
In primo luogo, la possibilità di accesso alla palestra distinto per le scolaresche e per il pubblico, in particolare se la struttura appartiene alla scuola, in modo da poterne fruire anche quando la scuola è chiusa. Inoltre, la dotazione degli spogliatoi andrà calcolata in funzione di entrambe le esigenze (ne parliamo più avanti nell’articolo dedicato a questi).
Mondo.
Nei disegni in alto a destra, alcune attrezzature mobili per palestra scolastica.
Above, Swedish runged swinging wall bar (photo Nuova Radar Coop). Below, wall bars in the Bollate School Centre gymnasium (photo BG / Tsport).
In the middle on the two pages, gym equipment at the Don Orengo middle school in Pontedecimo (Genoa), recently renovated with Mondo flooring.
In the drawings on the top right, some mobile school gym equipment.
L’utilizzo promiscuo delle palestre è fortemente caldeggiato dalle amministrazioni proprietarie (i Comuni o le Province), dato che l’affitto o la concessione dell’uso dell’impianto ad associazioni o società sportive consente di renderne economicamente più agevole la gestione.
Si intersecano però le responsabilità che, nelle ore di utilizzo non scolastico, si spostano, almeno in parte, sui soggetti esterni. I disciplinari con i quali vengono messe in gara le concessioni di spazi scolastici a soggetti esterni dovrebbero prevedere in dettaglio i rispettivi ruoli di chi mette a disposizione lo spazio e di chi ne usufruisce.
Prendendo ad esempio il Regolamento adottato dal Comune di Monza (delibera di Consiglio Comunale n. 36/65172 del 25 maggio 2015), che viene richiamato nei bandi emessi periodicamente per l’uso delle palestre scolastiche in orario extrascolastico e degli impianti sportivi a gestione diretta comunale, sono previste due forme diverse di gestione: “mediante affidamento in gestione, in via preferenziale, a società sportive ed associazioni sportive dilettantistiche, enti di promozione sportiva, discipline sportive associate e federazioni sportive nazionali, che abbiano significativo radicamento territoriale e dimostrino capacità operativa adeguata alle attività da realizzare, di preferenza per palestre scolastiche con ingresso separato e indipendente dalla scuola di pertinenza; oppure in economia direttamente dall’Amministrazione, con affidamento di spazi orari con concessioni temporanee.
Di norma, l'utilizzo delle palestre scolastiche nelle fasce orarie extrascolastiche viene così articolato, previa verifica con i Dirigenti Scolastici: dalle ore 16,30, o dalle ore diversamente autorizzate dalla scuola, alle 19,30 per attività rivolte prioritariamente ai disabili, ai giovani per attività formativa e agonistica (corsi e allenamenti), attività per anziani; dalle ore 19,30 alle ore 23.30 per adulti.
Il Concessionario potrà utilizzare la palestra soltanto per attività di tipo sportivo e ricreativo comprese nell’autorizzazione rilasciata. La permanenza in palestra e nei locali annessi è consentita soltanto al concessionario ed ai tesserati, e il concessionario dovrà garantire che per tutto il tempo delle attività genitori ed altri accompagnatori non si soffermino nei locali sopra citati.
L’attività sportiva dovrà essere esercitata esclusivamente nel locale palestra. È fatto divieto di esercitare attività di tipo commerciale nell’impianto in concessione. È fatto obbligo alle società concessionarie di liberare l’impianto entro l’ora assegnata, in modo da non interferire od intralciare l’attività di chi usufruisce dell’impianto nella fascia oraria successiva nonché di permettere la pulizia finale dell’impianto.
I concessionari dovranno inoltre attenersi alle seguenti prescrizioni, da far rispettare anche ai propri aderenti ed utenti: a)segnalare al Servizio Sport, a cui compete l’assegnazione, ogni e qualsiasi impedimento o inconveniente riscontrato nell’impianto, tale da poter causare pericolo alle persone, o impedire il regolare svolgimento delle attività; b)verificare che gli utenti degli impianti sportivi pongano in essere la massima correttezza nell’uso delle attrezzature e dei servizi, ed indossino tenute e calzature prescritte per ogni singola disciplina sportiva, che devono essere idonee e non arrecare danno alla pavimentazione; c)indirizzare ogni eventuale reclamo direttamente al Servizio Sport, evitando il coinvolgimento dell'eventuale personale in servizio di custodia, vigilanza, pulizia o affini.
I concessionari e i singoli utenti sono direttamente responsabili di ogni danno che venga arrecato alle strutture ed alle attrezzature comunali, durante o in conseguenza dell’uso concesso; a loro carico sarà posto il rimborso per intero dei danni stessi, senza riserve ed eccezioni. I concessionari sono ugualmente responsabili dei danni arrecati a persone o cose da parte del pubblico presente alle attività dagli stessi organizzate. A tale scopo il concessionario è obbligato a stipulare idonea polizza assicurativa e provvedere affinché organizzatori, allenatori o altri responsabili delegati controllino il comportamento tenuto dai singoli atleti / utenti sia nel corso di attività (agonistiche o di allenamento), sia durante la loro permanenza nell’impianto sportivo.
Focus sugli spogliatoi
Tutt’altro che secondaria, nella progettazione della palestra, è la corretta previsione degli spazi destinati agli spogliatoi.
Anche in questo caso bisognerebbe aggirarsi tra le diverse norme che sono state emanate in materia di edilizia scolastica, non dimenticando però che i regolamenti edilizi comunali e i regolamenti d‘igiene possono prevedere standard dimensionali e qualitativi leggermente diversi tra loro, ai quali si dovrà comunque ottemperare.
Trattandosi di un impianto sportivo, inoltre, un riferimento significativo è costituito anche dalle norme CONI, soprattutto se si intende aprire la palestra anche ad attività sportive extra scolastiche.
Diciamo subito che il DM del 1975 - quello delle palestre minime da 200 mq - non è molto d’aiuto, dando indicazioni piuttosto sommarie riguardo agli spogliatoi.
Più dettagliata la Circolare del 16 febbraio 1987. Sebbene - come abbiamo visto in precedenza - fosse destinata a uno specifico piano di interventi e non avesse quindi valore generale, delinea con precisione le caratteristiche cui devono rispondere gli spogliatoi per le palestre scolastiche.
L'unità base sarà costituita da 2 locali spogliatoio di minimo mq 30 ciascuno con possibilità di comunicazione tramite porta con chiusura a chiave.
A servizio di ciascun locale spogliatoio dovranno essere previsti un locale con 6 docce, ognuna da m. 0,90 x 0,90 nonché 2 WC (una doccia ed 1 WC dovranno essere fruibili da parte dei portatori di handicap). I WC saranno dotati di disimpegno; sia al disimpegno WC che al locale docce si dovrà accedere tramite un locale filtro (possibilmente in comune); nel locale filtro dovranno esser installati 3 lavabi. Per ogni unità base, in uno dei disimpegni per i WC saranno installati 2 orinatoi.
L'unità dovrà comunicare con lo spazio di attività tramite apposito corridoio o disimpegno.
Nello spogliatoio per istruttori e/o personale, l'unità minima avrà la superficie complessiva di mq 18. Dovrà comprendere, oltre allo spogliatoio propriamente detto della superficie minima di mq 10, due docce 0,90 x 0,90, un lavabo, ed un WC.
Integriamo la panoramica normativa con quanto prescrive il Regolamento della Provincia di Bolzano. Per ogni palestra va previsto un numero sufficiente di spogliatoi separati per sesso. In relazione al numero di alunni per classe, ogni spogliatoio avrà una superficie utile da 40 a 60 mq, un lavatoio con 4-6 lavandini, 1 lavabo per piedi e 26 docce, con asciugacapelli in numero sufficiente, e due WC.
Il fabbisogno di spogliatoi è in relazione alle dimensioni della palestra, nella misura riportata in tabella.
Coordinamento con le norme CONI
Considerata l’eventualità che l’impianto venga utilizzato anche da parte di società sportive, è in ogni caso opportune ottemperare alle indicazioni fornite dalle Norme CONI (ultimo aggiornamento quello del maggio 2008), pur tenendo conto che per gli impianti in cui non sono previste attività regolamentate dalle Federazioni e Discipline Complementari sono consentite alcune deroghe.
I locali spogliatoio dovranno essere protetti contro l’introspezione; in mancanza di indicazioni diverse da parte delle FSN e DSA dovranno essere previsti almeno due locali spogliatoio. Il numero dei posti spogliatoio dovrà essere commisurato al numero di utenti contemporanei. Il dimensionamento dei locali spogliatoio (spogliatoi in locale comune) dovrà essere effettuato considerando una superficie per posto spogliatoio non inferiore a mq 1,60, comprensiva degli spazi di passaggio e dell’ingombro di eventuali appendiabiti o armadietti. Gli spogliatoi dovranno essere accessibili e fruibili dagli utenti disabili; a tal fine le porte di accesso dovranno avere luce netta non inferiore a m 0,90; eventuali corridoi, disimpegni e passaggi dovranno consentire il transito e dove necessario la rotazione della sedia a ruote. Da ogni locale spogliatoio si dovrà accedere ai propri servizi igienici e alle docce.
Per gli spogliatoi dovrà prevedersi ameno un WC ogni 16 posti spogliatoio con dotazione minima di 1 WC. I sevizi igienici dovranno avere una dimensione minima di m 0,90x1,20 con porta apribile verso l’esterno o scorrevole. I servizi igienici per disabili dovranno avere dimensioni minime di m 1,50x1,50. Nel caso in
Nella foto in alto, una tipologia di armadietti da spogliatoio (foto Nuova Radar Coop).
Al centro sulle due pagine, pianta degli spogliatoi della palestra scolastica di Bellinzago Novarese (architetto Paolo Pettene).
Nella pagina destra, in alto, pianta degli
spogliatoi del Palazzetto di Ponte San Pietro (Bg), architetti Gualtiero e Lucia Oberti con Maurizio Ronzoni.
In basso, tipologie di arredi per spogliatoio (foto Gammasport).
In the photo above, a typology of changing room lockers (photo Nuova Radar Coop).
In the centre on the two pages, plan of the changing rooms in the school gymnasium in Bellinzago Novarese (architect Paolo Pettene).
Top right page, plan of the changing rooms in the Palazzetto di Ponte San Pietro (Bg),
architects Gualtiero and Lucia Oberti with Maurizio Ronzoni.
Below, types of changing room furniture (photo Gammasport).
cui il lavandino sia previsto all’interno del locale la dimensione minima sarà di 1,50x1,80 m.
Le docce dovranno essere realizzate in apposito locale, al quale si dovrà accedere, preferibilmente, attraverso locale filtro, eventualmente in comune con il locale filtro dei servizi igienici. Dovrà essere previsto almeno un posto doccia ogni 4 posti spogliatoio, con dotazione minima di 2 docce. Ogni doccia dovrà avere una dimensione minima di 0,90x0,90 con antistante spazio di passaggio della larghezza minima di 0,80, eventualmente in comune con altri posti doccia. In ogni locale doccia almeno un posto doccia dovrà essere fruibile da parte degli utenti disabili, con le relative dimensioni.
A tale dotazione va aggiunto almeno uno spogliatoio destinato all’insegnante con relativi servizi annessi.
Il lay-out degli spogliatoi terrà conto dei percorsi di accesso da parte degli atleti ma anche dell’impiantistica idraulica (adduzioni e scarichi), onde razionalizzare il sistema dei servizi tecnologici.
Gli arredi
Gli elementi di arredo da prevedere in uno spogliatoio sono principalmente gli armadietti e le panche, che dovranno essere scelti al fine di garantire il massimo in termini di igiene, comfort e sicurezza.
Gli armadietti per la custodia degli abiti e degli effetti personali hanno solitamente dimensioni minime di circa 30 x 50 cm per un’altezza di 90 cm, e vengono in genere sovrapposti a due a due. Dovrebbero inoltre essere sollevati dal pavimento per agevolare le pulizie.
In alternativa agli armadietti, possono esser previsti gli appendiabiti integrati con le panche; in questo caso il numero degli appendiabiti deve essere il doppio rispetto al numero di posti-spogliatoio.
Per la dimensione delle panche vanno calcolati 80 cm per ogni posto spogliatoio; la circolare del 1987 indica 24 metri e 60 armadietti per un’unità spogliatoio destinata agli atleti, 4 metri e 8 armadietti per gli istruttori.
RAVENNA AMPLIAMENTO DEGLI SPOGLIATOI DEL CENTRO SPORTIVO DI SAN PIETRO IN VINCOLI
La città di Ravenna ospita un numero considerevole di impianti sportivi, da quelli di dimensioni maggiori, con valenza comunale, a quelli minori, con valenza di quartiere, oppure dislocati nella periferia o nel forese, dove l’impianto sportivo diventa l’unico punto di aggregazione giovanile/sociale.
Il centro abitato della frazione di San Pietro in Vincoli che per numero di abitanti è il centro più importante nella zona a Sud di Ravenna, dista circa 15 km sia da Ravenna, sia da Forlì, ed è facilmente raggiungibile da entrambe le città.
L’impianto sportivo per il gioco del calcio si trova in adiacenza all’abitato della frazione, in un’area di circa 43.000 mq, circondato da campi agricoli.
l Centro Sportivo di San Pietro in Vincoli è dotato di tre campi da calcio e due da allenamento, con due tribune coperte; i servizi accessori - magazzini, deposti, ripostigli - erano distribuiti in diverse strutture precarie addossate ai blocchi spogliatoi.
L’impianto sportivo è sede da molti anni di una “Festa dello Sport”, che costituisce un evento importante sia per la società sportiva, sia per l’intera frazione; in tale occasione, vengono montati stand temporanei e vengono programmate serate di intrattenimento.
Risulta pertanto evidente che l’impianto sportivo,
al fine di rispondere alle esigenze, sia per il crescente numero di bambini/ragazzi che svolgono attività sportiva, sia per la volontà/necessità (data la carenza di alternative nel contesto del paese) di proporsi come polo di aggregazione sociale/ricreativa, richiedesse una riorganizzazione degli spazi per consentire lo svolgimento delle attività in ambienti adeguati e sicuri.
L’intervento di riordino del costruito ha previsto la demolizione e rimozione di tutte quelle strutture precarie/provvisorie, già situate a bordo campo, e la
realizzazione di nuovi corpi edilizi dal carattere permanente, da collocare nell’area retrostante la tribuna, in modo da ottenere un’organizzazione più ordinata degli spazi e di maggior respiro.
Il nuovo costruito si pone in continuità con i corpi edilizi esistenti ed è articolato in due volumi uno più basso con funzioni più propriamente legate allo sport, come spogliatoi ed uffici delle società sportive, con superficie coperta di mq. 145, ed uno maggiore, con funzioni ricreative e aggregative, con superficie coperta di mq. 165, che si pone in parallelo al lato di via dell’Abbadia e costituisce un vero e proprio fronte rivolto all’ingresso principale del centro sportivo.
Il fabbricato spogliatoi esistente è stato parzialmente ristrutturato con la creazione di uno spogliatoio al posto dei locali per servizi igienici riservati al
pubblico. In un nuovo fabbricato sono stati realizzati due spogliatoi dotati ciascuno di docce e un servizio igienico anche per gli utenti diversamente abili e nella parte più prossima all’ingresso e facilmente accessibile dall’esterno sono individuati gli spazi per gli uffici necessari alle attività organizzative delle società sportive.
Un nuovo fabbricato di maggiori dimensioni in pianta e altezza è invece destinato a sala per le attività conviviali e di incontro della società sportiva, con annessi servizi igienici per la sala e per il pubblico del centro sportivo accessibili anche agli utenti diversamente abili oltre ad un locale tecnico per gli impianti.
L’intervento si completa con la sistemazione delle aree esterne al fine della corretta suddivisione dei percorsi pubblico/atleti.
Ampliamento di spogliatoi e locali di servizio presso il centro sportivo di San Pietro in Vincoli (Ravenna)
Committente: Comune di Ravenna Coordinatore della progettazione e DL: Ing. Elisabetta Canella Progetto architettonico: Arch. Massimo Dalla Torre, Geom. Antonio Giacinto
Progetto strutturale: Ing. Andrea Ravaioli Progetto impianti elettrici: P.I. Alessandro Somma Progetto impianti termo-idraulici: Ing. Daniele Spedicato Progetto arredi: Geom. Elena Benzoni
Importo complessivo di progetto: euro 550.000 Inizio lavori: ottobre 2020 Fine lavori: ottobre 2021
Nella pagina sinistra, in alto l’esterno e in basso un interno dei nuovi spogliatoi. In questa pagina, in alto, disegno esecutivo dei nuovi spogliatoi; in basso, prospetti e planimetria generale degli edifici a servizio del centro sportivo.
On the left page, top, the exterior and bottom, an interior of the new changing rooms.
On this page, top, executive drawing of the new changing rooms; bottom, elevations and general plan of the buildings serving the sports centre.
LA PALESTRA DI FUKSAS A PALIANO E QUALCHE CONSIDERAZIONE
Nel 1979 un giovane Massimiliano Fuksas, allora architetto dello Studio Granma, progettava (insieme con Annamaria Sacconi) la palestra di Paliano, in provincia di Frosinone. Realizzata nel corso dei primi anni ‘80, l’opera suscitava l’interesse internazionale con la pubblicazione sulla rivista francese Architecture d’Aujourd’hui, lanciando la carriera dell’architetto Fuksas come epigono di un brutalismo architettonico che ebbe tra i ’70 e gli ’80 il suo periodo di maggior successo.
Nel 1988 (Tsport n. 2/88), nell’ambito di un servizio dedicato -come quello di oggi - a palazzetti e palestre, l’allora Direttore di TSPORT, architetto Carlo Tommasi, esprimeva alcune considerazioni sul ruolo del progetto dell’impianto sportivo, a partire dall’analisi di alcuni progetti, fra cui quello di Paliano, considerazioni che sono tutt’oggi condivisibili e che riportiamo qui letteralmente.
L’edificio, realizzato sul fianco di un terrazzamento roccioso, è caratterizzato da una facciata posticcia inclinata, staccata dal resto dell’edificio, destinata a dare una sensazione di precarietà, unitamente alla finitura grezza in cemento a vista. La parete segue in effetti l’inclinazione della rampa che porta al tetto calpestabile, posto al livello del retrostante parco pubblico. Nelle pagine che il FAI (Fondo Ambiente Italiano) dedica ai “luoghi del cuore” segnalati dai cittadini, l’intervento è definito come “un omaggio alla sua generazione, quella del '68”. In base all’ultimo censimento completo del FAI (anno 2000), peraltro, la palestra di Paliano risulta al 28.627° posto tra i luoghi del cuore degli italiani, con soli 3 voti, segno di una modesta affezione da parte del pubblico.
Dopo alcuni anni di funzionamento, la palestra è stata abbandonata, ed esposta a un crescente degrado.
Nel corso degli ultimi decenni si sono succeduti tentativi di reperire risorse per la riqualificazione alternati a ipotesi di totale demolizione della struttura, la quale spicca tutt’oggi sul profilo della collina anche a grande distanza nella valle del Sacco.
Nel 2017 un concorso di idee indetto dal Comune di Paliano per il recupero, la valorizzazione e il riuso della Palestra, vedeva vincitori Luca Calselli e Giovanni Scaglioni, con il progetto Salus Per Aquam, impostato sulla trasformazione in un centro benessere.
Ultima notizia, del luglio di quest’anno, è l’ottenimento da parte del Comune di un finanziamento di 1.830.000 euro, stanziato già nel 2017 a seguito del bando istituito dalla Legge di Stabilità del 2015 per il “Piano Nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate”, successivamente “congelato” e oggi infine sbloccato.
Questi nuovi fondi - dichiara il Sindaco Domenico Alfieri - oltre a garantire lavori mirati su tutto il centro storico cittadino, saranno impiegati per la riqualificazione delle mura medievali, per la ristrutturazione e la riconversione in centro di aggregazione sportiva del Gymnasium progettato da Massimiliano Fuksas e per il potenziamento delle infrastrutture del parco comunale “Willy Monteiro Duarte” (posto a livello della terrazza di copertura della palestra, sulla quale si gioca a basket).
In questa pagina, immagini attuali della palestra tratte da Google Earth e Google Street View: dall’alto, il fronte principale; ortofoto con il parco “Willy Montero Duarte”; vista a distanza sul fianco della collina; l’interno abbandonato (foto Joost); ancora il fronte visto dalla strada.
A destra, copertina e pagine interne di
Tsport 2/88; in basso, prospetto frontale della palestra.
On this page, current images of the gymnasium taken from Google Earth and Google Street View: from the top, the main front; orthophoto with the 'Willy Montero Duarte'
park; distant view of the hillside; the abandoned interior (photo Joost); again, the front as seen from the street.
Right, cover and inside pages of Tsport 2/88; bottom, front elevation of the gymnasium.
Da Tsport 2/88, febbraio 1988 Cinque progetti alla ricerca di un ruolo e di una funzione (estratto)
“…la realtà è che il progetto è stato pensato (anche la parete) come vertigine, ovvero mancanza del senso dell’equilibrio. Era spettacolare e un po’ inquietante essere all’altezza di 16 metri da erra su una piccola terrazza e guardare il vuoto, ma anche la grande valle (…) ma la chiave del progetto, va detto, è che l’idea è più legata al mondo dello spirito (gran brutta parola) che a quello della materia.
Anche questa volta costruire per me non fu sinonimo di potenza, ma solo di inquietudine, di impotenza a cambiare quello che non mi piace… “ (Massimiliano Fuksas)
Diverso può essere il punto di partenza di un professionista che affronta un tema progettuale. Né possiamo qui, né lo vogliamo, entrare nel merito degli aspetti più propriamente linguistici di ogni singola personalità.
Ad alcuni sta più a cuore il rapporto con i valori paesaggistici circostanti; ad altri parrà necessario che l’intervento progettuale debba comunque sopravanzare l’intorno con la riconferma di un ruolo comunque egemone sulla natura e le sue espressioni.
Alcuni proseguono il percorso individuale di una ricerca linguistica che trova più in progetti altri e precedenti il segno della continuità, piuttosto che non nello sviluppo storico che la tipologia in questione ha avuto grazie all’apporto di più personalità e, diciamo anche, all’irreggimentazione imposta da un quadro normativo e, soprattutto, allo stato delle consuetudini esigenziali che ne determinano, ad una certa data, il gradiente tecnologico e funzionale.
Comunque sia, e al di là di inutili corse in avanti, il palazzetto deve assolvere alle sue funzioni, così come ogni altra tipologia. Non si tratta di una verifica di tipo minimale, da lasciare nell’ambito delle opzioni semplicemente facoltative.
Noi almeno, in quanto rivista specializzata di settore, ci sentiamo in dovere di salvaguardare il buon nome delle cose semplici ovvero della rispondenza di un determinato prodotto a quelle che sono le esigenze, facilmente ipotizzabili, espresse dall’utenza per il tramite del committente (in particolare modo ciò vale quando si tratta di committenza pubblica).
(…)
Ci sono dunque progetti (come quello di Paliano, ma non solo) che ci suscitano molte domande: -Fino a che punto deve essere garantita la giusta autonomia del progettista e fino a che punto va salvaguardato il diritto del committente a una cor-
retta rispondenza del progetto alle sue aspettative, ovvero in altri termini quali sono le reali possibilità di gestire da parte del committente il rapporto, che può essere anche difficile, con il proprio progettista?
-Fino a che punto lo sviluppo del progetto architettonico, nella progettazione di tipologie molto particolari e strettamente legate alle loro specifiche funzioni, può ritenersi disgiunto da puntuali verifiche in merito alla complessiva validità utilizzativa?
-Deve esistere, e a quale livello va situato, un rapporto tra qualità architettonica e qualità tecnologica, fra il bell’aspetto e l’efficienza funzionale? Ovvero, la struttura sportiva, specie se pubblica, deve essere occasione di celebrazione, di puro decoro ambientale, di puro valore ornamentale o anche occasione per la creazione di un clima sociale produttivo di nuove aggregazioni?
Ebbene noi crediamo che, detto nei termini più generali possibili, un’opera sportiva pubblica debba corrispondere a un minimo pacchetto di richieste, così sintetizzabili:
-Opera pubblica come segno di un nuovo rapporto tra cittadino e istituzione, come invito a rimodellare i comportamenti individuali che ancora troppo spesso vedono nell’istituzione e dunque nei suoi organismi edilizi un corpo estraneo da contrastare o da sfruttare, nella migliore delle ipotesi;
-Opera pubblica che proponga spazi e funzioni aggiornate rispetto alle esigenze utilizzative, consentendo una reale partecipazione di base alle attività, in questo caso sportive, ovvero strutture edilizie con bassi costi di esecuzione;
-Opera pubblica che proponga al suo interno spazi non magniloquenti, aulici, irrispettosi del biso-
Da Tsport 2/88; dall’alto: pianta; prospetto laterale; scorcio dall’interno della palestra.
From Tsport 2/88; from above: ground plan; side elevation; view from inside the gymnasium.
gno di familiarizzare dell’utente, ma che invece proponga spazi a misura di uomo ovvero non inutilmente sovradimensionati, confortevoli per quanto riguarda le condizioni microclimatiche interne (qualità tecnologica degli impianti a rete, qualità delle finiture);
-Opera pubblica dunque che non si frapponga come ostacolo ma piuttosto invochi e provochi l’apertura di un dialogo cittadino-cittadino, cittadino-istituzione, che riesca a proporre un nuovo assetto non più centrato ma accentrato e disperso sul territorio di momenti e situazioni riconosciute come occasione di aggregazione, di abbassamento del livello di aggressività. Di conciliazione degli opposti, di integrazione e di coagulo delle innumerevoli richieste, ancorché inesplicate e confuse, di una cosiddetta nuova qualità di vita.
Questa è anche la moderna funzione dello sport intesa come attività ludica e conciliativa di base piuttosto che agonistica e conflittuale di élite. Su questi presupposti dovrebbe dunque secondo noi basarsi e impostarsi il difficile lavoro del progettista.
Carlo TommasiSports Hall and Gyms Special report
FROM CITIZENS TO STUDENTSA type of sports facility interchangeable between the needs of the city and those of the school: the municipal sports hall open to education and the school gymnasium open to the city.
In this special report, we examine their types, standards, equipment, management problems, locker room characteristics, and examples.
The two types differ mainly in the availability of seats for the public, which may be lacking in a gymnasium intended exclusively for teaching activities, although it is desirable to provide for the possibility of the facility also being rented out to sports clubs, which need the public.
As for the ancillary services, the changing rooms require the same requirements in both cases.
The standards to be referred to in Italy date back to 1975, and are not adequate for today's needs, especially with regard to the minimum size required for a gymnasium, which seems insufficient.
The ministerial circulars also list the equipment that should be present in the gymnasium, but the problem today is the lack of economic availability of the owners (municipalities and provinces) to intervene with repairs or replace damaged equipment.
Case Studies
A number of recent or past works on sports halls and gyms are described.
Inaugurated last spring, the Palazzetto dello Sport in Guastalla (Reggio Emilia) is a structure ready to host not only
essentially dictated by the scansion of the proportions that follow one another in space according to a rhythm given by their specific function.
large school structure, built in the 1970s, with many sports facilities that are entrusted to local sports clubs during extracurricular hours.
sports and school activities but also concerts, large exhibitions and initiatives for the entire province. The project is characterised by a geometrically shaped structure made up of an assembly of simple volumes, whose expressive qualities are
The municipality of Sommacampagna (Verona) has given new life to the sports hall after a major functional and energy redevelopment, with new basketball, five-a- side football and volleyball courts, and provision for a future climbing wall. The construction is marked by the utmost simplicity, while at the same time taking on a pleasant image thanks to the use of wood in both the sports flooring and the roof structure.
The Bollate School Centre (Milan) is an example of a
Dall’alto: palestra scolastica a Sondrio (progetto LFL Architetti); palazzetto presso il Centro Scolastico di Bollate (Mi); palestra per gli istituti superiori a Piacenza; palazzetto a Guastalla (Re), foto Nicola Ughi.
From top: school gymnasium in Sondrio (project LFL Architetti); sports hall at Bollate School Centre (Mi); high school gymnasium in Piacenza; sports hall in Guastalla (Re), photo Nicola Ughi.
As an example of locker room design, the work carried out in Ravenna at the San Pietro in Vincoli sports centre is described, where the existing buildings were extended and renovated for greater efficiency.
Lastly, the publication of the gymnasium in Paliano (Frosinone), designed by architect Fuksas, which was commented on in Tsport in 1988, is taken up, and which today, after years of neglect, is in the process of being redeveloped with the arrival of government funds.
PRODUZIONE PRODUCTION
Con Vaneton, ecco la nuova palestra a Reggio Emilia per l’hockey e molto altro
Dopo un periodo travagliato dalla pandemia che ha rallentato il cantiere della Provincia di Reggio Emilia in via Makallé, tra il campo da hockey su prato e il polo scolastico, il 20 ottobre è stata inaugurata la palestra, realizzata con la struttura in archi lamellari a grande luce e doppio telo di copertura. Il nuovo impianto sportivo, benché nasca a servizio delle vicine scuole, ha una forte connotazione di apertura alla città, e in particolare agli atleti della Hockey su prato Città del Tricolore, società sportiva che avrà la struttura in concessione per 20 anni e ha contribuito economicamente alla sua realizzazione. Anche per poter ospitare un campo regolamentare di hockey, la palestra risulta di grandi dimensioni: lunga 44 metri, ha una larghezza di 29. Oltre ai padroni di casa, l’impianto ospiterà il settore giovanile della Pallacanestro Reggiana, la prima squadra dell’Olimpia Regium che gioca il campionato nazionale di serie B di calcio a 5, la Rebasket che disputa il campionato di C silver, e i Celtic Boys che giocano a calcio a 5 maschile e femminile.
La pavimentazione sportiva Linolwood di Vaneton
Per un impianto destinato ad una così ampia fruizione - progettato dallo Studio Guidetti-Serri - i lavori relativi alla superficie sportiva sono stati affidati a Vaneton, che ha posato la pavimentazione elastica Linolwood
L’area di gioco, di 1.050 mq, è realizzata con il sistema, ad uso sportivo polivalente, così composto: Linoleum monostrato, con strato d’usura a tutto spessore, resistente al traffico molto intenso secondo classificazione europea EN 685/43. Antistatico, secondo norma EN 1815 avente una struttura variegata con almeno due
Qui sopra, l’interno della palestra. Nelle foto piccole in alto, fasi di lavorazione: posa del primo strato di distribuzione dei carichi sopra lo strato elastico; stesura dei rotoli di linoleum; la tracciatura dei campi di gioco.
Nella pagina destra, in alto, vista della palestra e del campo da hockey outdoor; sotto, tre dettagli del manto.
colori di base. Superficie liscia.
-Piano di distribuzione dei carichi formati da più strati di legno ricomposto ad alta densità e fibre rinforzate unite tra loro con apposito collante elastico a forte presa.
Strato elastico speciale espanso nodulare composto PUR, conglomerato di poliuretano a cellule resilienti di densità variabile. Strato di nylon sovrapposto nei giunti per garantire una completa protezione contro l’umidità.
Per le diverse tipologie di sport che sarà possibile praticare, sono state eseguite, con diversi colori, le tracciature per hockey, basket, calcio a cinque, volley principale e due volley secondary trasvesalmente al campo.
Le porzioni laterali al campo, e la zona della tribuna, pari a 260 mq di superficie, sono state trattate con un sottofondo cementizio impermeabilizzato, rifinito con pavimento in linoleum da 3,2 mm.
Testimonianza di Marco Bonacini vice presidente Federazione
Italiana Hockey e presidente di Hockey su prato Citta del Tricolore
La nostra Associazione Sportiva Dilettantistica si occupa della promozione e della pratica agonistica dell’hockey su prato nella città di Reggio Emilia.
Attualmente dispone di 10 squadre fra maschili e femminili ed entrambe le squadre seniores giocano il campionato nazionale di A1
Per poter svolgere l’attività, abbiamo ritenuto opportuno dotarci di un campo in erba sintetica di 100 per 50 m e di una palestra per l’attività indoor.
Per realizzare la palestra, che gestiremo per i prossimi 20 anni grazie a un decisivo e consistente contributo economico alla Provincia di Reggio Emilia, abbiamo scelto la soluzione Linolwood perché desideravamo il comfort e la protezione ai traumi che solo una pavimentazione elastica è in grado di offrire agli sportivi occasionali e professionisti. I nostri giocatori di hockey su prato sono abituati a correre all’aperto dieci mesi all’anno su campi in erba sintetica posati su materassini elastici. Per ridurre i traumi articolari, muscolari e tendinei quando fanno attività in palestra è molto importante che utilizzino una superficie elastica come Linolwood Ci siamo quindi rivolti alla Vaneton, con cui collaboriamo con soddisfazione da 30 anni anche per il manto in erba sintetica, dopo aver visto alcune loro realizzazioni in palestre della zona che dopo decenni erano ancora in buone condizioni, grazie alla resistenza ai graffi e all’abrasione del linoleum rispetto al parquet, che stavamo valutando in alternativa. Abbiamo sfruttato l’ampia gamma di colori per distinguere le aree dal campo di gioco e dal bordo campo. In questo modo abbiamo ottenuto l’effetto estetico desiderato e abbiamo aumentato negli atleti la percezione di dove si trovano durante le gare. La colorazione blu del campo e rossa dell’area consentono inoltre una perfetta visione ad atleti, arbitri e pubblico della pallina da hockey che è bianca.
Le squadre di basket e calcio a 5, che utilizzano l’impianto in affitto nei nostri spazi liberi, hanno già colto dopo pochi allenamenti il vantaggio di fare attività nella nostra palestra, così come i docenti che la utilizzano al mattino con i propri studenti, specialmente quelli meno sportivi e meno strutturati fisicamente, che non sono abituati a correre e saltare su pavimentazioni “dure”.
www.vaneton.it vaneton@vaneton.it
PRODUZIONE
Continua la partnership tra Codex e Umana Reyer a Venezia
Fondata nel lontano 1872, la Reyer è oggi la prima realtà cestistica del Nord-Est e l’unica realtà nazionale ad avere una prima squadra maschile e una prima squadra femminile entrambe in serie A.
Quello della Reyer è un progetto non solo sportivo ma anche sociale e culturale per favorire l’aggregazione del territorio della Venezia metropolitana. Codex anche quest’anno è supporter della Reyer
Nuove protezioni antitrauma al Centro Sportivo Comunale “Davide Ancilotto”
Lo scorso agosto, Codex Srl, azienda specializzata nella fornitura e posa di protezioni per la sicurezza, ha concluso la riqualificazione del palazzetto dello sport “D. Ancilotto” di Mestre, dove svolgono l’attività le squadre del settore giovanile di Umana Reyer.
I lavori hanno riguardato la realizzazione del nuovo parquet sportivo, l’installazione di nuovi impianti di basket, la posa di protezioni murali su tutto il perimetro della palestra e di un nuovo pavimento antitrauma ad incastro nella sala pesi.
Codex è stata protagonista di questi due ultimi interventi con lo scopo di
garantire alti standard di sicurezza per gli atleti che utilizzano la struttura. Le protezioni antitrauma ONDA 22mm, realizzate in Polymat® E.V.A. e certificate ignifughe Cl.1, sono state sagomate in opera da un team di installatori esperti e posizionate sui lati lunghi e sul tavolo giudici. Inoltre, per soddisfare le esigenze estetiche della società cestistica, le protezioni sono state prodotte nello stesso RAL amaranto del logo.
Gli ultimi interventi al Palasport Taliercio
Il Palasport “G. Taliercio”, gestito anch’esso da Reyer, è una struttura sportiva polifunzionale nel veneziano, in grado di ospitare non solo i grandi eventi del basket ma anche spettacoli e convention.
Nel corso degli ultimi anni Codex Srl ha provveduto, in più riprese, alla messa in sicurezza anche di questa struttura che accoglie fino a 3.509 persone.
Gli ultimi lavori hanno riguardato: la pavimentazione della sala pesi dove si allena la prima squadra, la pavimentazione antitrauma per l’area fitness esterna e la realizzazione di una recinzione per delimitarla, le protezioni antiurto dei sostegni dei tabelloni a led all’interno.
PRODUZIONE PRODUCTION
Omsi “conquista” Roma con le sue sedute ecosostenibili
Stadio del nuoto, Foro Italico, Roma
Nella passata estate sono iniziati i lavori di ristrutturazione delle piscine del Polo Natatorio del Foro Italico di Roma, la principale struttura sportiva acquatica nazionale nata nel 1930, che sorge ai piedi di Monte Mario e si affaccia sul fiume Tevere, e che dall’ 11 al 21 agosto ha ospitato la 36a edizione dei campionati Europei del Nuoto Roma 2022, e che ha visto gli italiani in testa con un ricco medagliere.
Omsi ha provveduto alla fornitura di circa 6.000 sedute per le gradinate dello Stadio del Nuoto - il modello scelto, M2000, è il medesimo installato nel 2009 in occasione dei Mondiali di Nuoto - ma questa volta la committenza ha optato per una soluzione rispettosa dell’ambiente e sostenibile, richiedendo una seduta realizzata con polimeri derivati da rifiuti da raccolta differenziata e industriale. In questo modo Omsi ha potuto ridurre del 43% circa il prelievo di materia prima dall’ambiente. M2000 è una monoscocca in polipropilene riciclato con schienale alto che permette al fruitore di godersi l’evento sportivo in comodità, senza rinunciare a solidità e robustezza, grazie anche agli spessori, che arrivano fino a 20 mm la rendono la seduta monoblocco più resistente sul mercato.
Stadio Olimpico, Roma
Rimanendo sulle sponde del Tevere, anche lo Stadio Olimpico di Roma sarà protagonista di importanti interventi migliorativi alle sedute per tutto il 2022 e oltre: nel mese di settembre la tribuna Tevere ha cambiato look grazie alle poltroncine ribaltabili con braccioli e imbottite Modello Caravaggio Gold fornite da Omsi.
Caravaggio, la nuova seduta firmata Pininfarina, è composta da una struttura portante in poliammide riciclato, certificata da IPPR (Istituto per la promozione per le plastiche da riciclo) è stata progettata per offrire agli spettatori una soluzione focalizzata sul design, sull’eleganza e sulla qualità, dando vita ad un prodotto esteticamente armonioso, ma anche estremamente comodo, funzionale, ed ecocompatibile, caratterizzato da linee semplici ed essenziali ma allo stesso tempo raffinate, il connubio perfetto tra comfort e lusso.
PRODUZIONE
Il nuovo centro padel a Lodi con copertura a pergola di Ecover
“La Pergola” è un centro sportivo esclusivo di 50.000 mq a San Martino in Strada, alle porte di Lodi, aperto tutto l’anno. È dedicato a chi vuole trascorrere il proprio tempo libero in totale relax, ma anche a chi trova nell’attività fisica la miglior espressione di energia. Comprende una piscina ad oasi per l’estate e una coperta semi-olimpionica da 25 metri per il nuoto e le attività fitness. Inoltre, una palestra con tecnologie all’avanguardia e campi da calcetto, tennis, basket e da padel.
La Pergola dispone in particolare di 8 campi da padel indoor panoramici con tappeto sintetico World Padel Tour; l’ultima novità è la realizzazione di 4 nuovi campi da Padel con copertura a pergola, prodotta e realizzata da Ecover nel 2022.
La struttura di copertura vanta 30.25 m di luce ed una lunghezza di 46.10 m Essa è incernierata alla base, ed essendo controventata anche longitudinalmente elimina i carichi a terra di flessione: questo giova alle fondazioni, che risultano caricate verticalmente e con tagli orizzontali, permettendo un risparmio nel dimensionamento delle stesse.
Ciò premesso, è molto importante che queste risultino rialzate dal terreno/piano finito limitrofo, anche allo scopo di evitare allagamenti nel caso
di piogge eccezionali che saturino il terreno circostante. In questo caso il gestore, oltre ad aver previsto una trincea perimetrale drenante (realizzata con trincee di circa 1.30x1.20 m ad anello riempite con ghiaione filtrante), ha previsto le fondazioni rialzate di circa 10 cm rispetto al piano finito esterno. Questo oltre a costituire una barriera fisica alla pioggia, funge da alloggio delle guide a terra per le tende scorrevoli perimetrali, che risultano così a completa scomparsa.
Dal punto di vista strutturale, la copertura è costituita da una tensostruttura in acciaio zincato a caldo, con telo in fibra di poliestere a trama e ordito rivestita in PVC. La tensostruttura è incernierata alla base con CV concentrici lungo lo sviluppo longitudinale.
Le estremità sono chiuse da frontalini ad angolo retto su travi tralicciate di testata, sorrette dagli archi e dai puntoni di testata; la struttura è calcolata per carichi neve da 1.20 kPa e carichi vento da 25m/s
Le fondazioni sono realizzate con una platea in c.a. diffusa di 20 cm di spessore, con travi laterali di sezione 85x50 cm. Le travi laterali sono rese collaboranti con la platea di fondazione tramite delle forchette di aggrappo alle reti elettrosaldate presenti nella platea.
La struttura di copertura, non avendo colonne frontali principali, consente di evitare la trave di fondazione di chiusura di testata, sfruttando il diaframma collaborante offerto dalla platea in c.a.
PRODUZIONE
La rolba WM Mammut 2.0: più forte, più efficiente e più smart che mai
Oltre a sostenibilità e design futuristico, le massime priorità di WM Ice Technics - l’azienda che da oltre 30 anni sviluppa e produce macchine per la lavorazione del ghiaccio di alta qualità - erano l’usabilità, la tecnologia high-end e, soprattutto, la sicurezza dei “maestri del ghiaccio”.
La nuova rasaghiaccio WM Mammut 2.0 presenta numerosi vantaggi, tra cui un dual touchscreen con una nuova grafica: la tecnologia dual screen combina chiarezza e facilità d’uso, fornendo una panoramica completa di tutte le funzioni e garantendo un’analisi dettagliata degli errori.
Ma il punto di forza assoluto è costituito dal joystick, progettato per il controllo di tutte le funzioni principali. Durante la guida, infatti, è possibile azionare facilmente il fresabordi, impostare la profondità di piallatura, regolare il getto l’acqua, abbassare e sollevare la lama, determinare la direzione di marcia e impostare la velocità massima, in base al motto “no steps on ice”! Un semplice clic sul joystick consente di mantenere uno spessore del ghiaccio costante anche nelle aree ad elevata sollecitazione come quelle della porta.
Nel caso di WM Mammoth 2.0, il fresabordi è montato direttamente sul telaio, assicurando così la massima stabilità e le migliori prestazioni, oltre che una piallatura efficiente del ghiaccio in eccesso. La fresatura e la successiva pulizia della superficie con la spazzola orientabile vengono eseguite in un’unica operazione.
Il sedile del conducente, ammortizzato e regolabile in altezza, permette una guida confortevole, mentre quello del passeggero aggiunge il fattore fun. Nessun altro prodotto per la preparazione del ghiaccio è dotato di questo extra: cosa c’è di più bello che osservare un “maestro del ghiaccio” in azione dalla cabina di guida?In addition to sustainability and futuristic design, the top priorities of WM Ice Technics - the company that has been developing and producing high-quality ice resurfacing machines for over 30 years - were usability, high-end technology and, above all, the safety of the 'ice masters'.
The new WM Mammut 2.0 ice scraper has many advantages, including a dual touchscreen with new graphics: dual screen technology combines clarity and ease of use, providing a complete overview of all functions and ensuring detailed error analysis.
But the absolute highlight is the joystick, designed to control all the main functions. While driving, in fact, it is possible to easily operate the planer, set the planing depth, adjust the water jet, lower and raise the blade, determine the direction of travel and set the maximum speed, according to the motto "no steps on ice"! A simple click of the joystick maintains a constant ice thickness even in high-stress areas such as door areas.
In the case of the WM Mammoth 2.0, the edge cutter is mounted directly on the frame, thus ensuring maximum stability and performance, as well as efficient planing of excess ice. Milling and subsequent cleaning of the surface with the pivoting brush are carried out in a single operation.
The cushioned, height-adjustable driver's seat allows a comfortable ride, while the passenger seat adds the fun factor. No other ice-making product comes with this extra: what could be nicer than watching an 'ice master' in action from the driver's cab?
ProductionThe WM Mammut 2.0 ice scraper: stronger, more efficient and smarter than ever before
PRODUZIONE
Faraone per lo sport: dalla sicurezza negli stadi all’impegno per la formazione
Faraone al Gewiss Stadium
In Italia gli impianti sportivi risalgono spesso a prima degli anni ’90 e molte strutture sportive presentano problemi che non riguardano soltanto l’aspetto architettonico-strutturale. “Tutti siamo a conoscenza dello stato attuale delle strutture sportive - sostiene Flavio Faraone, CEO di Faraone.it - e Faraone è in prima linea per il loro rinnovamento”.
“Abbiamo studiato il modello inglese - commenta Roberto Volpe, CMO Faraone - e ci sentiamo in piena sintonia nella concezione. L’avvicinamento degli spettatori al campo e l’offrire allo spettatore la massima visibilità sono due punti fondamentali!” Questa nuova concezione permette non solo di ampliare il target degli utenti ma porta anche maggiore occupazione diventando un vero e proprio punto di riferimento per la comunità.
Una delle referenze di maggior prestigio per Faraone è il Gewiss Stadium di Bergamo, la casa dell’Atalanta profondamente riqualificata a partire dal 2019, dove sono stati installati i parapetti modello Ninfa Stadio, in vetro di sicurezza temperato stratificato dalle alte prestazioni.
Ben due giorni di controlli da parte della com-
missione UEFA per accettare il Gewiss Stadium tra le strutture che ospiteranno le partite di Champions League: un grande traguardo che va a sottolineare maggiormente l’importanza di un lavoro svolto a regola d’arte seguendo e rispettando tutte le normative di sicurezza, come nel caso delle tribune realizzate con i parapetti in vetro Ninfa Infatti dal 2019 la Faraone è scesa in campo per promuovere il proprio messaggio per lo sport: no barriere visive, sì sicurezza in tribuna. Non a caso, Faraone è stato il primo in Italia a uscire con un manuale del parapetto in vetro per gli impianti sportivi, già distribuito in 12.000 copie.
L’impegno di Faraone per la formazione
Dal 2005 la Faraone si impegna per diffondere la cultura della sicurezza e del rispetto delle normative con strutture architettoniche adeguate. Non solo lo fa attraverso la corretta comunicazione e azioni pratiche (test, certificazioni e prove reali a dimostrare la sicurezza dei suoi prodotti), ma anche attraverso un ambizioso progetto legato alla formazione in materia.
Il Faraone tour, seminari e meeting sono strumenti attraverso i quali il Gruppo vuole ampliare il proprioventaglio di tematiche e coinvolgere sempre più professionisti esperti. Nel solo anno 2022 il Campus Faraone ha organizzato ben 6 webinar, in collaborazione con AIS - Associazione Impianti Sportivi e con Sport&Impianti.
Faraone fa della collaborazione con i progettisti e con tutti i professionisti del settore un punto di forza e si pone come portavoce dell’importanza di fornire tutti gli strumenti e gli aggiornamenti necessari sul mondo delle architetture trasparenti.
Il gruppo Faraone nel mondo delle architetture trasparenti
Il Gruppo Faraone nasce nel 1969 per opera di Sabatino Faraone, oggi Presidente e alla guida, assieme a Flavio Faraone. Dopo oltre 50 anni, l’Azienda continua ad innovare il mondo delle Architetture Trasparenti ed e conosciuta in più Paesi per i Parapetti in vetro, Pensiline, Porte e Divisori che realizza.
Tra le prime in Italia a sposare l’innovativa tecnologia del fissaggio puntuale del vetro, l’Azienda si rinnova anno dopo anno, ed è capace di individuare sempre le “mode architettoniche” del momento, per focalizzare al meglio la propria gamma di prodotti di Design.
Grazie alla sua capacità di intercettare e soddisfare le esigenze del mercato, si posiziona come il punto di riferimento per i progetti in vetro di tendenza.
NOTIZIEDALLE
COMPANIES
Le nuove sedute al Vigorelli di Milano a cura di Milani Valerio Srl www.milanivalerio.com
Il rinnovamento dello storico impianto milanese, il velodromo Maspes Vigorelli, ha raggiunto quest’anno un nuovo step con il montaggio e l’installazione, da parte di Milani Valerio Srl, di 7.673 nuove sedute, fissate direttamente sui gradoni in cemento delle tribune.
Il modello installato, UNO/PL, è costituito da un sedile con schienale ribassato (altezza 11 cm), stampato in polipropilene copolimero con trattamento anti U.V. contro l’azione sulle tonalità cromatiche dei raggi ultravioletti, ed ignifugo di classe 1 secondo le norme di legge. La superficie lucida e brillante è scandita da linee satinate, in corrispondenza delle nervature di sostegno della superficie di seduta. La dispersione dell’acqua di lavaggio o piovana è stata ottenuta mediante una serie di fessure ellittiche ricavate nella superficie di seduta. Il sedile è stato testato per una resistenza alle sollecitazioni ben superiore a quella stabilita dalle norme EN 12727/00.
Per la posa in opera sono previsti tre punti di fissaggio: uno anteriore sulla nervatura frontale, due sulla superficie di seduta con sedi per l’inserimento di speciali tappi ad incastro. In particolare il punto di fissaggio ricavato nella nervatura frontale è da utilizzare in funzione antivandalica. Il fissaggio è eseguito mediante tasselli ad espansione in nylon con viti in acciaio inox corredate di rondella con funzione di ripartizione degli sforzi; non è previsto alcun telaio metallico di supporto.
Balaustre in palazzetti e palestre
La messa in sicurezza di palestre e palazzetti dello sport passa anche per la separazione del pubblico dagli atleti in gara, anche e soprattutto quando gli impianti sono destinati ad un’utenza promiscua come quella delle scuole che si alternano alle società sportive.
In questo ambito, Officine D’Amico propone una gamma di balaustre metalliche dedicate, nel rispetto della norma UNI 13200-3.
Una applicazione è quella della balaustra in rete elettrosaldata adottata dalla palestra scolastica di Bernareggio (Monza e Brianza). Si tratta dei modelli VERA SPORT 110 e VERA 665 SPORT 110, che si distinguono per la loro robustezza, funzionalità e semplicità di montaggio.
Una terza soluzione è quella che troviamo nella nuova tendostruttura comunale di Monopoli (Bari). In questo caso il parquet del campo di gioco è separato dall’area dedicata al pubblico tramite una balaustra in tubolare di ferro zincata a caldo e verniciata: si tratta di una tipologia molto richiesta e utilizzata grazie alla maggior visibilità del campo da parte degli spettatori unita ad alti standard di sicurezza per gli stessi.
Nuova area fitness a Gallarate (Va)
È opera di Gea fun experience la nuova area fitness nata all’interno del parco di via Pradisera a Gallarate, di fianco ai giochi per i bambini.
L’idea che sta alla base del progetto è quella di trasformare il parco in un luogo di forte utilizzo da parte dei più o meno giovani, rendendola fruibile anche da persone con disabilità.
Gli attrezzi posizionati da Gea - azienda che da oltre 20 anni progetta ed allestisce spazi per il divertimento di tutta la famiglia - sono molteplici e permettono di effettuare esercizi per un workout completo. Ogni postazione ha una targhetta sulla quale sono le indicate le modalità per un corretto utilizzo e tramite un Qr code si può conoscere il funzionamento di ogni attrezzatura e provare nuovi esercizi. Sono due le aree pavimentate destinate all’allenamento outdoor: una che comprende due macchinari isotonici e l’altra con una palestra callistenica e quattro macchinari isotonici.
L'attività fisica all'aperto regala notevoli benefici psicologici oltre che fisici. A confermarlo è la psicologa clinica Melissa Pattacini, responsabile dei servizi psicoeducativi del Centro Psy&App di Parma (www.psyapp.it): "I giovani in mezzo alla natura mostrano stati d’animo positivi, ridotti livelli di stress o rabbia, più attenzione e meno problemi comportamentali". Dopo aver vissuto periodi d’isolamento dagli altri e dalla natura, in molti si è manifestato un certo panico nell’uscire da casa e incontrare i pari. “È dunque ancora più importante - sottolinea la dott.ssa - aiutare soprattutto i ragazzi a riprendere fiducia nello spazio esterno e nell’aria aperta come fonte di benessere".
Le innovative superfici per lo sport Tyrefield realizzate con la gomma riciclata dai Pneumatici Fuori Uso sono la risposta ideale per la pratica di ogni disciplina sportiva, dal basket al calcio, dalla pallavolo al padel, dall’equitazione all’atletica, grazie ai tanti vantaggi che consentono: ottimo ritorno dell’energia elastica all’atleta, minore affaticamento muscolare, protezione antitrauma, massima giocabilità e resistenza ad ogni condizione meteo. Nelle superfici sportive polivalenti, come le piste d’atletica Tyrefield che quest’anno hanno animato il Festival dello Sport ospitando il passaggio dei campioni olimpici Marcell Jacobs, Fausto Desalu e Filippo Tortu, la gomma riciclata viene utilizzata come tappetino elastico posato sulle fondamenta, su cui vengono poi applicate dei fondi riempitivi e delle resine acriliche per costituire lo strato superficiale esterno, caratterizzato dall’aderenza adeguata alla disciplina sportiva prevista. Una tecnologia in continua evoluzione e sempre più apprezzata ai massimi livelli: Attualmente sono in corso degli studi Biomeccanici da parte dell’equipe del prof. Mauro Testa, in collaborazione con Fidal Marche per realizzare una nuova superficie per l’atletica costituita da un tappeto in gomma riciclata dal design innovativo. Già dai primi test la superficie ha mostrato caratteristiche eccellenti, assicurando alte prestazioni e tutela dell’atleta contro gli infortuni tanto che è in fase di studio per l’omologazione da parte della FIDAL - Federazione Italiana Atletica Leggera.
Lo sport del futuro è su gomma riciclata da PFU
a cura di Ecopneus www.ecopneus.it
Rinnovato lo Stadio Lungobisenzio di Prato
Lo stadio comunale di Prato, costruito negli anni ’40, era utilizzato dal maggior club calcistico cittadino fino al 2016. Dopo l’avvio di lavori di ristrutturazione, il campo rimase di fatto in stato di abbandono, con conseguente degrado dell’intera struttura.
Nel periodo 2019/2020, Galardini Sport interveniva con un primo lotto di lavori, proseguiti nel biennio successivo con un secondo lotto in modo tale da rendere nuovamente fruibile la superficie al club.
I lavori sul campo di gioco hanno riguardato: la preparazione del substrato; la realizzazione di un nuovo impianto di irrigazione; l’inerbimento della superficie sportiva; e infine adeguati test di controllo e preparazione alla nuova stagione calcistica.
Durante tutte le fasi di intervento, Galardini ha monitorato costantemente la superficie di giuoco e al contempo ha formato il personale addetto alla gestione. Questo è un servizio che l’azienda offre gratuitamente a tutti i clienti, per l’inquadramento del personale soprattutto delle società dilettantistiche, che necessitano di adeguato supporto.
Il risultato ottenuto è di notevole qualità considerando la base di partenza. Il fattore più interessante però, è stato il costo di realizzazione che è risultato molto contenuto: ma soprattutto i costi di manutenzione che saranno ridotti ai minimi termini, garantendo sempre alte performance della superficie di giuoco durante tutto l’anno calcistico.
cura di Galardini Sport www.galardinisport.it
Nel prossimo numero di Tsport Galardini presenterà un’altra interessante realizzazione
Il pavimento smontabile del Palaleonessa di Brescia
Il vecchio padiglione EIB della Fiera di Brescia, dalla pianta circolare, è stato oggetto, tra il 2017 e il 2018, di un drastico intervento di trasformazione che ha dato vita al nuovo palazzetto dello sport, ideato per rispondere alle esigenze agonistiche della pallacanestro, considerata l’attività della massima compagine cittadina, il Basket Brescia Leonessa, che dalla stagione 2018/19 gioca qui le sue partite di casa.
Ma le dimensioni del parterre sono tali che nel suo ambito possono essere praticati tutti gli sport indoor oltre a spettacoli, concerti, congressi, in virtù di una acustica studiata specificatamente. A tale scopo il parquet sportivo utilizzato per le attività agonistiche è costituito da un pavimento flottante che può essere smontato in breve tempo lasciando a vista una sottostante superficie con caratteristiche di maggiore resistenza all’uso.
I pavimenti Adisportfloor sono un vero e proprio alleato per garantire lo spettacolo nei grandi palasport. Grazie alla vasta e qualificata competenza acquisita, sono stati progettati e realizzati diversi pacchetti sportivi in legno dedicati a tutte le discipline sportive indoor, tutti marchiati CE e aventi le relative certificazioni sportive internazionali: in particolare, Adisport è riconosciuta e certficata FIBA 1° livello
cura di Adisport Srl www.adisportfloor.it
Al Palaleonessa nello scorso mese di agosto è stato posato un sistema Adiportable con colorazione perimetrale blu, sbiancatura aree e logo colorato nella lunetta dei 3 punti. Il pavimento è dotato di un sistema di aggancio brevettato e innovativo che garantisce ripetuti montaggi senza riportare danni, grazie alla perfetta congiunzione tra i moduli.
NOTIZIEDAL MONDO NEWSFROMTHE WORLD
Il progetto di restyling del Monumental Stadium del River Plate di Buenos Aires, Argentina, nasce con un obiettivo ben preciso, ovvero farlo diventare lo stadio con la capienza maggiore di tutto il sud America.
Saranno in totale 57.722 posti a sedere e 23.728 posti in piedi, ottenuti grazie a una nuova gradinata più vicina al campo di gioco. Anche le tribune inferiori saranno rinnovate per garantire una visione migliore del gioco.
Il club argentino River Plate di Buenos Aires dispone del primo e unico campo da gioco in erba ibrida con sistema di areazione e riscaldamento di tutto il Paese.
Con i lavori al Monumental Stadium si realizzeranno: restyling completo delle tribune inferiori; 180 palchi esclusivi; 926 posti hospitality; un ristorante aperto 24 ore su 24, 7 giorni su 7, mobilità a 360 gradi nei box, 3 nuovi livelli di parcheggio; un nuovo Istituto scolastico del River Club.
(foto Fulvius Bsas)La prima parte della seconda fase dei lavori ha coinvolto la tribuna inferiore del Centenario , dove sono stati fatti i progressi più corposi e i palchi del Centenario, dove saranno costruiti 30 palchi e un ristorante sempre aperto con aree indoor e outdoor, affacciati sul quartiere River e sul campo da gioco, con nuovi spazi di circolazione.
I lavori sono in corso anche alla tribuna inferiore Sivori e alla Belgrano; alla tribuna inferiore San Martin saranno posizionati a breve i seggiolini.
Il nuovo branding del club comprende diverse tonalità di grigio come colore complementare a bianco, rosso e nero che rappresentano il River Plate. Per l’intero design del Monumental Stadium del River Plate è stata scelta una tonalità di grigio, seguendo la tendenza dei più importanti stadi del mondo tra cui il Tottenham Hotspur, il Santiago Bernabeu, il Sofi, l’Allegiant, l’AT&T e l’Areia da Baixada.
Il colore scelto per il restyling del Monumental Stadium si basa su una strategia di marca che mira a trasmettere modernità e spazio , raggiungendo uno stile e un design più pulito.
Il grigio richiama il cemento che fa da base allo stadio stesso e inoltre tale colore consentirà un risparmio a medio termine, poiché più duraturo rispetto ad altri in termini di resistenza ai raggi UV
I lavori al Monumental Stadium del River Plate di Buenos AiresImmagini pubblicate da Club Atletico River Plate
Da un lato l’inesauribile voglia di “grandi eventi”, dall’altro l’imbarazzante presenza dell’incompiuta Vela a Tor Vergata, ed ecco che nasce una nuova ipotesi sul futuro di quel che resta della mai nata Città dello Sport.
La “Vela” bianca che troneggia nel deserto della campagna romana, come è noto, risale al progetto che nel 2005 era stato affidato all’archistar Santiago Calatrava per un campus (impianti sportivi ma anche laboratori, alloggi per studenti) al servizio dell’Università di Tor Vergata, cui apparteneva l’area.
Con l’assegnazione a Roma dei Mondiali di nuoto 2009 si decise di ampliare il progetto per ospitare anche uno stadio del nuoto.
I costi raddoppiano, i lavori rallentano, i Mondiali vengono dirottati sugli impianti del Foro Italico: lo scheletro della prima “Vela” (delle due in progetto) rimane fermo come lo vediamo oggi.
Considerato quanto è costata fino ad oggi, e quanto altro costerebbe completarla, l’opera è stata soggetta, negli anni, a proposte di natura opposta: dal portare avanti il lavoro e candidarsi a Olimpiadi future, al demolirla vendendone le parti come rottami.
Penultimo obiettivo, farne un luogo di riferimento per il Giubileo del 2025: mancano però solo due anni e mezzo, non è detto che si riesca a trasformarla in tempo.
Infine, durante l’Expo di Dubai nel dicembre 2021 viene ufficializzata la candidatura di Roma a Expo 2030: e lo scorso 7 settembre il sindaco Gualtieri ha portato a Parigi il dossier (618 pagine) sul quale si esprimerà l’assemblea del Bureau International des Expositions nel novembre 2023, scegliendo la sede fra i (pochi) candidati.
Roma dovrà vedersela con tre città che hanno storie e motivazioni del tutto particolari: Riad (Arabia Saudita), Busan (Corea del Sud) e Odessa (Ucraina). Certo dopo il successo di Milano 2015, e dopo aver rinunciato alle Olimpiadi, Roma ha voglia di riscattarsi con un “grande evento” - anche se le altre città del mondo sembrano oggi un po’ titubanti ad affrontare i costi e le incertezze che questi nascondono. Nel 2025 sarà il turno di Osaka, mentre possiamo osservare che Riad non ha certo problemi economici, la Corea del Sud è un Paese in crescita, e Odessa al momento ha i suoi ben noti problemi.
Fatto sta, che Roma presenta un corposo dossier predisposto da nomi quali Ian Philion, Richard Burdett, Carlo Ratti, Italo Rota, Michele Costabile, Christian Iaione e Alessandro Mancini, guidati da Matteo Gatto che già ha lavorato su Milano 2015.
In questo progetto, dal tema "Persone e Territori; rigenerazione, inclusione e innovazione", l’area di Tor Vergata torna sotto i riflettori con al centro la Vela di Calatrava: leggiamo che il sito delle Vele diventerà “il padiglione "All together/Alt together", composto da due grandi arene, uno spazio per raccogliere e rilanciare le aspirazioni di tutto il mondo, confrontandole e immaginando scenari e soluzioni”.
Attorno sarà creato un grane Parco Solare con 150.000 mq di superficie fotovoltaica e una capacità produttiva di 36 MWp. I comunicati stampa riportano che "La strategia alla base della costruzione dei padiglioni è basata sul principio di circolarità, per garantire la sostenibilità generale dell’evento, progettando l’Expo ed il post-Expo contemporaneamente, con la possibilità di lasciare il proprio contributo anche per gli anni futuri". Al momento non è ancora chiaro quale sarebbe, dopo l’Expo, il futuro della Vela. L’area è stata ceduta, dall’Università al demanio dello Stato; si conta sull’arrivo di 23,6 milioni di visitatori in 6 mesi. Dopo di che, possiamo solo riportare una dichiarazione del Sindaco, risalente al marzo scorso quando ha presentato il programma per il Giubileo: “L'obiettivo è che la vela possa svolgere un ruolo nel Giubileo come polo di accoglienza per alcuni grandi eventi. Poi che possa far parte dell'Expo e infine nel futuro del post Expo. La vocazione sarà mista: scienza, salute e sport. Come si combineranno e quale sarà il progetto architettonico finale è oggetto di un lavoro in corso”. Che aspettiamo di vedere.
Il futuro della Vela di Calatrava: dal Giubileo 2025 a Expo 2030In alto l’area della “Città dello Sport” vista da Google Earth. Sotto, immagini tratte dal dossier “Expo 2030”.
Il nuovo Bernabèu con l’erba retrattile made in Italy
Dal design futuristico al campo che “scompare”, il nuovo Santiago Bernabèu sarà lo stadio più tecnologico del mondo.
L’esterno sarà impreziosito da una serie di pannelli illuminati di notte conferendo alla struttura le sembianze di una vera e propria astronave con tanto di copertura semovente. Ma la vera chicca è l’interno: il rettangolo di gioco in erba ibrida potrà “svanire”
Grazie a un sistema di vassoi retrattili, che scorrono su rotaie e “ascensori”, il manto erboso potrà essere spostato in un garage sotterraneo a più piani, dove vivrà praticamente la maggior parte dei suoi giorni in un ambiente protetto, una vera e propria serra climatizzata, sotto l’attuale superficie di gioco.
Nella “grotta” del Bernabèu, profonda fino a 35 metri, per curare e mantenere il campo e permettere all’erba di crescere come se si trovasse all’aria aperta, saranno presenti un sistema di ventilazione e uno di irrigazione e fertirrigazione, aria condizionata, camminamenti laterali di manutenzione, illuminazione a led, telecamere di controllo e un sistema di prevenzione malattie con trattamento a ultravioletti (UVC).
Il prato vanta il marchio Made In Italy: si tratta infatti del sistema Mixto®, firmata Limonta Sport e Rappo srl, adottato per la settima volta dal Real Madrid. La posa è stata completata in sole 3 nottate, dal 21 al 23 agosto, a temperature proibitive, prossime ai 40°.
Un concorso per la Riapertura dei Navigli di Milano
Si chiama RE-CONNECT il progetto vincitore del concorso internazionale per la riapertura della cerchia interna dei Navigli di Milano, chiusa ormai da 93 anni. I partecipanti del concorso avevano il compito di concepire la Milano del futuro immaginando un rapporto simbiotico tra la città e gli storici Navigli.
L'obiettivo del concorso è stato quello di proporre e dare visibilità a possibili soluzioni e spunti sulla riapertura dei Navigli non come fatto a sé stante ma nell'ottica di trasformare Milano, migliorandone la qualità urbana e la vivibilità, seguendo un percorso già intrapreso in molte grandi città d'Europa.
Le proposte del concorso dovevano concentrarsi sugli aspetti ambientali della progettazione per migliorare la sostenibilità urbana con un design ecologico, mobilità e relazioni tra acqua e spazi urbani.
In alto il navoglio a San Marco negli anni ‘20. Sotto, dall’alto e da sinistra: tavola dal progetto vincitore; estratti dal secondo e dal terzo premio; Il vincitore del PF Award e il vincitore dello Student Prize.
Buildner Architecture Competitions (ex Bee Breeders), con i partner Associazione Riaprire i Navigli e Primitivo Studio, ha collaborato con una giuria internazionale per valutare le proposte ricevute da tutto il mondo.
Distingue il progetto vincitore l’insieme di approcci strategici alle tante occasioni cittadine che richiedono una soluzione.
Le migliori pratiche in città sull’acqua come Amsterdam e Venezia riecheggiano nell’atmosfera milanese.
La sede stradale viene ripensata da zero, con razionalità. Conca dell’Incoronata si trasforma in un luogo vibrante dove l’acqua emerge come protagonista.
Gli autori del progetto RE-CONNECT - Shuangyun Chen (China), Stefano Agliati e Raul Martinez Medina (Messico) - propongono una rete di superblocchi in cui una rete stradale “declassata” produce spazio verde e pedonale. Milano è una città vivace, divisa dal traffico: diversi nodi vitali sono spezzati in un arcipelago che ha deboli relazioni, separati da un network dominato dalle automobili.
La riapertura dei Navigli e il traffico possono coesistere solo se il sistema di trasporto viene ricondotto a un livello “declassato”.
Perciò, le auto vengono favorite solo in un paio di arterie principali: un network di strade sotterranee regala nuovi spazi al verde e ai pedoni.
Una nuova struttura ad anello porta un nuovo potenziale per il biosistema cittadino e nuovi modi per vivere la città, oltre a spazi per i residenti che vogliono scappare dall’affollata città.
Il 16 giugno scorso sono state scelte ufficialmente le 16 città che ospiteranno i Mondiali 2026 di calcio, torneo che per la prima volta nella storia presenterà un format a 48 squadre e verrà co-organizzato da tre Paesi: Canada, Messico e Stati Uniti
Più esattamente denominato “Coppa del mondo FIFA United 2026”, il Mondiale sarà la ventitreesima edizione del torneo tra le nazionali di calcio e si svolgerà in tre Stati delle Americhe, in quanto la FIFA aveva chiesto di non proporre candidature da Europa e Asia.
L’altra candidatura, oltre le Americhe, era stata quella del Marocco, battuta al voto finale del 68º Congresso FIFA tenutosi a Mosca il 13 giugno 2018.
Per la seconda volta, dopo l'edizione 2002, la fase finale del torneo verrà ospitata da più di una nazione, e il primo ad
essere ospitato congiuntamente da tre nazioni diverse; si svolgerà contemporaneamente in 11 città degli Stati Uniti, 3 città del Messico e 2 del Canada, dal 25 maggio al 5 luglio 2026.
Il Mondiale 2026 avrà inoltre per la prima volta un numero di partecipanti portato da 32 a 48. Pertanto avrà una fase a gironi da sedici gruppi di 3 squadre ciascuno, e una fase eliminatoria dove le prime e le seconde classificate partono dai sedicesimi di finale, per un totale di 80 partite.
Gli USA ospiteranno 60 partite, inclusi i quarti di finale, le semifinali e la finale, mentre Canada e Messico ne ospiteranno 10 ciascuna.
Le 16 città ospitanti, tra le 23 candidate, sono negli USA: Atlanta, Boston, Dallas, Houston, Kansas City, Los Angeles, Miami, New York/New Jersey, Philadelphia, San Francisco e Seattle; in Canada Toronto e Vancouver; in Messico Guadalajara, Città del Messico e Monterrey.
Nel quadro generale della sostenibilità dei grandi eventi sportivi, tutti gli stadi che ospiteranno le gare sono già esistenti e non avranno bisogno di ingenti lavori di ristrutturazione.
Il BC Place di Vancouver e il SoFi Stadium di Los Angeles.Barcellona: gli autori delle immagini
REGIONI PROVINCE COMUNI FROMTHE MUNICIPALITIES
Milano
I playground con Armani Exchange
Armani Exchange ha collaborato con il Comune di Milano per dare un nuovo volto a 5 playground cittadini,
Armani Exchange, capaci di dare uno stile unico a ogni playground, reso sicuro e resistente dalla tecnologia Mapei che protegge il campo mantenendolo in condizioni ottimali a lungo.
Il progetto di Armani si sviluppa lungo una linea di dialogo che già il designer aveva intrapreso con la città di Milano e con il gioco del basket, attraverso
commentato l’assessore all’urbanistica del comune di Segrate, Francesco di Chio.
conterà su 13 campi da gioco, 9 al coperto e 4 scoperti.
Rende (Cs)
I Giochi del Mediterraneo di squash
Il progetto di rigenerazione interessa l’area del Centroparco, sulle sponde del lago: tutta la zona è attualmente in fase di consolidamento e rimodellamento della sponda e, dopo la riqualificazione della sponda sud, tutta l’area dei cavatori sarà libera entro il 2024, diventando il cuore del Centroparco.
I Giochi del Mediterraneo di squash si sono disputati presso il centro sportivo Scorpion Health Club di Rende, Cosenza, in due fasi: competizioni individuali, dal 5 al 7 settembre coinvolgendo tutti gli atleti e il torneo a squadre, misto “5 Nazioni” previsto il 9 e 10 settembre. I Giochi si sono conclusi il 12 settembre.
L’Asd Squash Scorpion, organizzatrice dei Giochi, è risultata una delle vincitrici del bando della Regione Calabria
con l’obiettivo di rendere lo sport accessibile a tutti. Si tratta di campi da basket nel cuore della città e nell’Hinterland.
Nel dettaglio sono stati riqualificati i campi di Parco Sempione, via san Paolino, via Pitteri e dei giardini Vincenzo Muccioli e Alberto Moravia per un totale di 360 mila euro. In questo progetto, Armani Exchange è sponsor tecnico a supporto della riqualificazione e successiva manutenzione - fino alla fine del 2024dei cinque campi da basket e minibasket dislocati a Milano, in aree centrali e periferiche.
Oltre al rifacimento delle superfici sono stati sistemati tabelloni e canestri e in alcuni casi alcuni elementi di arredo urbano.
Il progetto ha da una parte l’obiettivo di mettere nuovi luoghi di aggregazione e sport a disposizione dei ragazzi e degli sportivi e dall’altra quello di dare un volto più piacevole e interessante agli stessi campetti, anche per chi non gioca a basket.
I nuovi playground contraddistinguono la città con giochi di colore e un design accattivante: cinque pattern geometrici contemporanei ideati da
differenti iniziative che il brand sta portando avanti per generare un impatto positivo sulla vita dei cittadini.
Segrate (Mi)
Il nuovo Padel Zenter di Ibrahimovic
Un centro sportivo dedicato interamente al padel: sarà a Segrate il Padel Zenter firmato Zlatan Ibrahimovic, fuo-
" Un'ottima notizia per due motivi. Primo. Al posto di un polo produttivo / logistico sull'area dismessa e degradata di via Marche sorgerà un centro sportivo dedicato al padel di respiro internazionale, realizzato con un’ottica di sostenibilità ambientale e innovazione, pronto nel 2023. Secondo. Siamo riusciti a trasformare una criticità per il territorio in un’opportunità, con un progetto di rigenerazione che rispetta la vocazione sportiva del nostro Nuovo Centroparco", ha commentato il sindaco di Segrate Paolo Micheli.
riclasse milanista che ha scelto una location italiana per il suo sesto impianto sportivo dedicato al padel.
Dovrebbe essere pronto nel 2023 e sarà collocato a Segrate lungo via Marche, riqualificando un’area oggi invasa dal cemento: tutto intorno sarà ripristinata un’area verde.
“ Siamo riusciti a riconvertire la funzione prevista per quell’area dal Pgt del 2012 e, al posto del previsto polo logistico o commerciale avremo un centro sportivo innovativo e ad alta sostenibilità ambientale ”, ha
Il palazzetto rientra nel brand Padel Zenter detenuto da Zlatan Ibrahimovic, che vuole diventare un struttura nazionale e internazionale , con la stessa finitura di campi di quelli del World Padel Tour.
L’avveniristico Padel Zenter di Segrate avrà soffitti alti, impianti di purificazione dell’area e illuminazione che garantisce dli standard di livello internazionale, specialmente disegnati per una distribuzione ottima della luce e nessun riflesso.
In totale il Padel Zenter di Segrate
per “Eventi legati a competizioni sportive, non professionistiche, realizzati sul territorio regionale con ricaduta sul turismo” e, grazie anche al supporto della Figs (Federazione Italiana Giuoco Squash), ha stilato un programma di eventi collaterali. Per promuovere la pratica di questa disciplina sportiva, dei campi gonfiabili sono stati gonfiati prima a Cosenza nell’isola pedonale del MAB poi a Diamante sul lungomare e in piazza dei Bruzi a Cosenza in partnership con Sport e Salute, in occasione della manifestazione Più sport, più vita. Ospiterà il centro tecnico della Federazione Italiana Gioco Squash il nuovo palasport di squash di Cosenza, per il quale è stato pubblicato il decreto che ufficializza l’ammissione al finanziamento di 4 milioni di euro per “Sport e inclusione sociale” nell’ambito del PNRR.
Il palazzetto dello squash sorgerà su
viale Mancini nell’area adiacente il parco Nicholas Green: sarà una struttura moderna, capace di accogliere posti per 500 spettatori.
“I Giochi del Mediterraneo rappresentano il preludio di tante altre manifestazioni che Cosenza potrà ospitare nel palasport di squash, struttura avveniristica con funzione sociale di riqualificazione di un’area periferica della città”, ha affermato il sindaco di Cosenza, Franz Caruso.
Cantù (Co)
Pubblica utilità per la nuova Arena
Quella dell’Arena è per Cantù la prima grande operazione ad ottenere la dichiarazione di pubblica utilità, visto l’esito positivo della conferenza dei servizi decisoria, che ha approvato il
progetto definitivo dell’intervento.
Il risultato è stato raggiunto grazie al lavoro coordinato di Cantù Next spa e Istituto per il Credito Sportivo (ICS), banca sociale per lo sviluppo sostenibile dello sport e della cultura, che da 65 anni è al fianco di enti pubblici e soggetti privati per promuovere e sostenere gli investimenti infrastrutturali in ambito sportivo e culturale.
Cantù Next spa - fondata nell’agosto 2019 su iniziativa di un gruppo di imprenditori locali e detentrice del 10% delle quote di Pallacanestro Cantù - opera, insieme alla società sportiva stessa, per la realizzazione
del progetto della nuova arena di Cantù.
Quello di Cantù è un grande progetto di rilevanza internazionale, che contribuirà allo sviluppo del territorio lombardo con un investimento complessivo di circa 40 milioni di euro.
In totale disporrà di 5.200 posti a sedere, un padiglione e un’area esterna dedicati agli allenamenti e agli eventi.
L’arena, pensata per il basket, è una struttura multifunzionale che può
facilmente essere adattata anche ad altri sport come pallavolo, tennis, hockey su ghiaccio e a ospitare qualsiasi tipo di evento, dai concerti ai convegni, dalle fiere alle feste private. ICS ha iniziato la collaborazione con Cantù Next nel dicembre 2019, in qualità di advisor strategico e coordinatore dello sviluppo del progetto, a supporto del management della Cantù Next e dei progettisti incaricati dalla società canturina per la realizzazione del concept architettonico.
“L’arena di Cantù - ha dichiarato il presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo, Andrea Abodi - è un progetto innovativo e all’avanguardia, anche per le modalità di collaborazione che si sono sviluppate tra i promotori privati, il club, l’Amministrazione comunale e la Regione Lombardia”.
“Questo traguardo di tappa”, ha aggiunto l’amministratore delegato di Cantù Next, Andrea Mauri, “attesta la solidità del progetto e dei suoi proponenti oltre che l’altissima professionalità e competenza dei numerosi tecnici e consulenti che in questi due anni e mezzo hanno portato avanti con determinazione un lavoro encomiabile”.
“Il cambiamento importante è che il territorio canturino e comasco ha saputo unirsi nel sostegno a un progetto di eccellenza, che avrà importanti ricadute economiche e sociali sulle nostre comunità, potendo contare anche sul prezioso appoggio dell’Amministrazione comunale, delle istituzioni nazionali e locali e di tutti gli
Enti coinvolti. Non a caso l’opera ha ottenuto per due volte all’unanimità la dichiarazione di pubblico interesse da parte del Consiglio Comunale”.
Quello dell’arena di Cantù è un progetto di lunga data che sta diventando sempre più concreto. Ne abbiamo parlato per la prima volta nel 2020, quando è stato presentato alla stampa il nuovo palasport, cuore del piano di sviluppo quinquennale 2020-2025 presentato dalla società sportiva.
Maiolati Spontini (An)
Il Campus sportivo al polo scolastico
È stato consegnato alla scuola e alla cittadinanza il quarto stralcio del polo scolastico, il campus sportivo e palestra a Moie di Maiolati Spontini.
All’inaugurazione era presente il CT
della Nazionale di calcio Roberto Mancini, che ha dialogato con gli studenti della scuola sul tema “Lo sport nella scuola”.
Hanno partecipato al taglio del nastro, tra gli altri, il sindaco di Maiolati Spontini Tiziano Consoli e il dirigente scolastico Vincenzo Moretti. Il campus sportivo di Maiolati Spontini comprende un campo da gioco, idoneo per il basket e la pallavolo, oltre spogliatoi e infermeria. Il costo complessivo dell’intervento è stato di 2 milioni e 600 mila euro, di cui 1 milione e 287 mila finanziati dalla Regione e il restante 1 milione e 313 mila attinto dai fondi comunali.
La palestra del campus sportivo di Maiolati Spontini potrà essere utilizzata, al di fuori degli orari scolastici, anche da associazioni sportive del territorio.
I lavori per la scuola di via Venezia sono iniziati nel 2012. Dopo la palestra e il campus sportivo, nel polo scolastico di Maiolati Spontini è previsto il completamento della scuola secondaria con ulteriori aule, spazi di servizio e laboratori musicali. Quest’ultimo stralcio sarà concluso a luglio 2023.
Sono stati realizzati un campo da gioco, gli spogliatoi e l’infermeria.
La zona sportiva coperta si estende su una superficie di circa 620 metri quadrati e ospita un campo da basket e da pallavolo regolamentare, con un’altezza di 8 metri. Lo spazio potrà essere suddiviso in due palestre più piccole attraverso una tenda insonorizzata impacchettabile, a livello della struttura portante del solaio di copertura, per consentirne l’uso contemporaneo di più classi. In questo
caso ciascuna metà del campo consentirà di ospitare un campo da pallavolo, da utilizzare per allenamento o per le attività sportive scolastiche.
Al fine di assicurare la massima flessibilità e sicurezza di utilizzo si accederà al campo da gioco sia direttamente dalla scuola, sia sul lato est. La palestra è dotata di due uscite di
Gli spogliatoi sono stati raddoppiati in modo che la palestra possa essere utilizzata contemporaneamente da più classi. Tutti gli spogliatoi saranno accessibili e attrezzati anche per persone con ridotta capacità motoria.
All’esterno sono stati realizzati un campetto da volley e una pista di atletica. Il progetto dell’intero Campus scolasti-
Vimercate (Mb)
Nuova gestione per la palestra scolastica
La Provincia di Monza e Brianza e la Giunta Comunale hanno siglato un accordo per il passaggio al Comune della gestione in convenzione della palestra centrale del Centro scolastico Omnicomprensivo di via Adda a Vimercate.
L’intenzione dell’Amministrazione Comunale è proseguire nell’azione di riqualificazione degli impianti sportivi del territorio, per ampliare l’offerta di servizi in città e consentire alle associazioni vimercatesi di partecipare ai campionati di categoria superiore.
La città di Vimercate metterà a disposizione un impianto omologato anche per le attività di livello superiore.
occupato di finanziare l’intervento con 148 mila euro.
È stato stabilito il periodo di affidamento, dal 12 settembre 2022 fino all’ 8 giugno 2030, indicativamente quindi con la conclusione dell’anno scolastico 2029/2030.
L’impianto sportivo e le attrezzature presenti saranno utilizzati dalle associazioni sportive vimercatesi, in orario extrascolastico, pomeridiano e serale, dal lunedì al sabato, per allenamento, gare e incontri di campionato.
sicurezza, a sud-ovest e a nord-est, e comprende anche un blocco per gli spogliatoi e per locali tecnici.
co è stato redatto dal gruppo, vincitore del concorso di progettazione, con a capo l’architetto Nazzareno Petrini.
La palestra, con al suo interno una tribuna di 100 posti, sarà oggetto di lavori di omologazione: il Comune si è
La tariffa applicata per l’utilizzo degli spazi (pari al 50% della tariffa deliberata dal Comune di Vimercate per l’utilizzo delle proprie strutture per attività sportiva over 14 anni) che le associazioni sportive verseranno al Comune di Vimercate saranno trasferite come contributo alla Provincia che le impegnerà per la compartecipazione alle spese sulle utenze e la manutenzione ordinaria del palazzetto per tutto il periodo di durata della convenzione.
EGIONI PROVINCE
sporteimpianti.it
Bergamo Diventa inclusivo il parco Baden Powell
Sarà un parco altamente inclusivo il Baden Powell di Bergamo, presto pronto dopo i lavori di riqualificazione dell’area verde, situata in quartiere Celadina.
Il secondo lotto di lavori è già stato concluso, mentre il lotto uno lo sarà entro fine anno: le tempistiche si sono allungate a causa di un contenzioso con l’azienda appaltatrice, ora risolto con un nuovo affidamento per i lavori.
Il terzo lotto al parco Baden Powell di Bergamo è stato completato a inizio
agosto. È quest’ultimo lotto che prevede una zona interamente dedicata ai giochi inclusivi.
Daniele Mollame e Laura Zanotti, di Proludic hanno progettato e seguito, insieme all’amministrazione comunale, il percorso che ha portato alla realizzazione di questo parco, che prevede “molte attrezzature e tutte offrono una possibilità alle diverse disabilità”.
Oltre alla possibilità di fare gioco congiunto tra bambini con disabilità e non, saranno presenti il percorso loges interno e i pannelli per ipovedenti, i pittogrammi e aree protette per chi ha disabilità cognitive.
Il progetto del parco Baden Powell ha previsto un’area verde profondamente rinnovata, non solo per quello
che riguarda il suo aspetto esteriore, ma soprattutto nella filosofia sottesa al cantiere. Il Baden Powell vuole diventare infatti un parco inclusivo, realizzato pensando soprattutto alle fasce più deboli della popolazione, disabili e ipovedenti. Una rivoluzione rispetto all’uso precedente, con giochi progettati ad hoc da professionisti e pensati per creare un percorso lungo tutto il parco.
comprende un campo da calcetto a cinque con le segnature anche per il gioco del basket, due campi da badminton e un campo da pallavolo.
L’area sportiva dell’istituto BestaFossati, già completata per un importo di 300 mila euro, è collegata con il campus scolastico ed è dotata di campo di calcetto a 5 con segnature per basket, due campi di badminton e un campo da pallavolo.
Sono state realizzate anche tutte le opere necessarie per poter in futuro illuminare artificialmente l’impianto sportivo e scolastico, tramite torri faro.
Provincia di Sondrio
Nuove aree sportive per le scuole
La Provincia di Sondrio ha avviato la realizzazione di nuove aree sportive nelle scuole Besta Fossati di Sondrio e IPSIA di Tirano: presso l’Istituto Professionale Besta Fossati è stato completato il campo sportivo che
La superficie sportiva è stata realizzata mediante un supporto in tappetino bituminoso: i campi hanno finitura in materiale tipo Mapecoat TNS
Multisport Comfort - tappetini elastici in gomma prefabbricata da 4 o 5 millimetri - con finitura colorata, idonea per l’attività sportiva polivalente (si può praticare calcetto basket, tennis, pallavolo e badminton).
A protezione del campo da calcio a 5
e basket è prevista la posa di una rete in nylon con altezze di 6 metri verso la proprietà privata a nord e il parcheggio comunale e di 4 metri verso i lati sud e ovest.
A Tirano invece sono ancora in corso i lavori della nuova struttura sportiva a uso polivalente in area del Foro Boario, adiacente all’Istituto IPSIA. Si tratta di un impianto che per dimensioni e caratteristiche costruttive potrà essere utilizzato per diversi tipi di sport - tennis, calcetto, pallacane-
Sala Baganza (Pr)
Nuove strutture per il baseball
Presso gli impianti dedicati al batti e corri nel centro sportivo in via Di Vittorio, la “Cittadella del baseball e softball” di Sala Baganza che conta già tre campi per tutte le categorie, punti ristoro e spogliatoi, verranno realizzati una palestra, nello spazio tra il campo per l’attività giovanile “Mattia Bertoni” e la Baita degli Alpini, e due bullpen a fianco del diamante principale “Matteo Mussi” per l’allenamento dei lanciatori e il loro riscaldamento, in sicurezza, durante le partite.
La palestra potrà ospitare due tunnel al coperto, dove i lanciatori e i battitori avranno modo di allenarsi tutto l’anno, ma trattandosi di una struttura flessibile, permetterà anche di essere utilizzata per la preparazione atletica.
Al “Mussi” verranno inoltre riqualificati i dugout, ossia le panchine per le squadre, con nuovi spazi e servizi igienici.
L’intervento, che avrà un costo complessivo di 670.000 euro, è stato reso possibile grazie a un importante cofinanziamento da 300.000 euro
stro, pallavolo.
In area del Foro Boario, adiacente all’istituto Ipsia, è in corso di realizzazione il nuovo impianto sportivo polivalente che avrà anche un uso extrascolastico, secondo una filosofia di apertura del complesso scolastico per tutto l’anno, come polo di riferimento per molte attività sportive cittadine.
Il progetto - del costo di circa 2.700 mila euro - prevede l’edificazione di tre volumi, a basso impatto paesaggistico perché articolati secondo l’andamento plano-altimetrico dei luoghi.
Il volume principale, quello con maggiore altezza, è posto a sud e consiste nell’area dei campi da gioco. Sul lato nord-ovest vi è un volume di minore altezza che consiste nell’area degli spogliatoi per gli atleti (al piano terra) e sul lato nord-est un volume di minore altezza ospita l’area degli spogliatoi per gli atleti e l’area “gestionale”. Le tribune sono posizionate sul lato maggiore del volume del campo da gioco in adiacenza al lato nord-ovest.
La produzione di acqua calda sanitaria sarà effettuata tramite pompe di calore elettriche esterne ed è prevista l’installazione di un impianto fotovoltaico sulla copertura del campo da gioco.
della Regione Emilia-Romagna attraverso la L.R. 50/2018 che ha per obiettivo il sostegno alla crescita delle pratiche sportive non soltanto a livello locale.
Come ricordano il sindaco Aldo Spina e il vicesindaco con delega allo sport Giovanni Ronchini, con questi interventi si va a completare l’impiantistica
CETA è il marchio storico del Gruppo Co.Ge. Fin., specializzato nella produzione,
vendita
nel noleggio di sistemi di ponteggio e opere provvisionali per l’edilizia, lavori di riqualificazioni energetica e di strutture per spettacoli ed eventi sportivi
Fondata nel 1947 a Bergamo, nei suoi 75 anni di attività, l’azienda ha sviluppato un grado di competenza che la pone oggi in una posizione di leadership di mercato. La qualità e la sicurezza dei prodotti CETA permettono di definire ancora oggi gli standard del settore di riferimento: i suoi tecnici partecipano infatti ai lavori per la definizione delle normative italiane ed europee in qualità di esperti.
dedicata al baseball, che ha dato a Sala Baganza tante soddisfazioni.
Oltre ad avere una squadra che milita nel campionato di serie A, in mezzo secolo di attività l’ASD Baseball Club Sala Baganza ha dato a centinaia di bambini e ragazzi la possibilità di crescere facendo sport in un ambiente sano.
I lavori dovrebbero essere appaltati entro la primavera del 2023.
cipativo del Comune.
Il progetto ha permesso di riqualificare un campo da tennis e di realizzare un nuovo skate park, una nuova area basket e una palestra a cielo aperto.
Pesaro
Skate, basket e fitness a Villa Ceccolini
Taglio del nastro a Pesaro per il nuovo skate park con area fitness e outdoor, nell’ambito del progetto sport e inclusione sociale del Quartiere 4, tra i vincitori dei contributi previsti dal primo bilancio parte-
“ Villa Fastiggi - Villa Ceccolini si è classificato al primo posto tra i progetti candidati nella prima edizione dell’iniziativa”, ha affermato Riccardo Pozzi, assessore al Fare. “A renderlo un progetto vincente è stata, fra l’altro, l’essere stato da subito e davvero partecipato, sin dall’ideazione degli interventi”.
Ha spiegato come è nata l’iniziativa Andrea Nobili, assessore al Rigore del comune di Pesaro: ”l’Amministrazione comunale ha messo a disposizione dei Quartieri, lo scorso anno, 100mila euro di risorse da ripartire tra i migliori progetti ideati dagli stessi per il bilancio partecipativo”.
Un’iniziativa che ha permesso di “far
crescere le competenze dei Quartieri che hanno dovuto ideare un progetto, verificarne la sostenibilità economica e valutare le priorità del territorio”. La stima del valore economico del
progetto è stata di circa 46 mila euro, con contributo pubblico del Comune per circa 35 mila euro.
Per continuare a investire nelle energie dei Quartieri, il Comune ha previsto altri 199mila euro per la seconda edizione del bilancio partecipativo: le risorse andranno a coprire gli interventi esclusi nel primo anno e a sostenerne di nuovi.
La scelta del progetto da presentare al Comune di Pesaro e alla Commissione Bilancio in merito al Bilancio Partecipativo nasce dalla proposta di ragazzi e ragazze del Quartiere 4 Villa Fastiggi - Villa Ceccolini di Pesaro, che con una raccolta firme autopromossa hanno chiesto di avere uno spazio dedicato.
“Sport ed inclusione sociale” è un progetto di riqualificazione urbana a mezzo sportivo del quartiere, per il quartiere.
Esso ha previsto, nella
zona PEEP di Villa Fastiggi la realizzazione di un campo da basket 3x3 in metà campo della pista polivalente con due canestri regolamentari e un’area adibita a skate park nell’altra metà campo della pista polivalente. Lo skate park è una struttura autoportante che funge da progetto pilota per la ditta realizzatrice come nuovo concept per piccole piste da skateboarding.
Oltre al nuovo skatepark e area basket, nella zona di Villa Fastiggi del comune di Pesaro sono stati effettuati altri interventi: bonifica e messa in sicurezza dell’area di gioco del campo da tennis comunale; installazione di un defibrillatore DAE, per la pratica sportiva in tutta sicurezza ripristino e verniciatura delle sedute e dei muretti dell’area.
Con le somme ottenute dal Bilancio partecipativo, il Quartiere ha inoltre realizzato l’area fitness nel parco Maria Ceccarini di Villa Ceccolini con attrezzi di facile utilizzo, alla portata di tutte le fasce d’età.
Andrea Salvatori, presidente del Q4: “Dal primo momento in cui ci è stato presentata l’iniziativa ho pensato fosse una grandissima occasione per realizzare opere importanti. Di lì a poco è nato “Sport ed inclusione sociale”, un progetto nato in sinergia con associazioni e cittadini del Quartiere 4 che pone gli spazi dedicati all’attività fisica - ad uso gratuitocome elemento e motore di inclusione sociale. Sono stati mesi di lavoro intenso trascorsi insieme a volontari e professionisti del settore. Vedere i progetti su carta diventare realtà è per noi un immenso orgoglio e stimolo a non fermarci per migliorare sempre più il quartiere”.
Simona Della Martera, consigliera, ha ricordato: “A gennaio 2021 abbiamo iniziato la progettazione, poi abbiamo presentato l’idea alla cittadinanza prima di iniziare a realizzarla grazie anche a un co-finanziamento privato di 18.000 euro”.
Bologna
Lo stadio temporaneo durante i lavori al Dall’Ara
Bologna Stadio Spa ha presentato una integrazione alla proposta iniziale per lo stadio Dall’Ara: durante i lavori di ristrutturazione che lo riguarderanno, sarà utilizzata un’arena temporanea, presso FICO, con capienza di
circa 16.000 posti a sedere, di cui 3000 coperti.
La proposta integra il progetto e il relativo piano economico finanziario, modificato per l'ingente e imprevedibile incremento del costo di costruzione che ha colpito tutto il settore dell'edilizia pubblica e privata.
Tale nuovo piano tiene ora conto anche dei costi e dei ricavi di uno stadio temporaneo quale elemento che aiuta la sostenibilità finanziaria complessiva: dopo un’attenta valutazione delle alternative disponibili in altre città vicine, la proposta di questa nuova struttura è risultata essere
la migliore soluzione per fattibilità e tempistiche.
L'area individuata per l’arena temporanea è di proprietà del Comune e si trova presso FICO; può sfruttare la vicinanza dei parcheggi della struttura e le infrastrutture esistenti. L’impianto, che sarà realizzato a carico della
società Bologna Stadio spa, avrà capienza di circa 16.000 posti di cui 3.000 coperti. Per i primi due anni, in corrispondenza dei lavori di ristrutturazione dello stadio Renato Dall’Ara, l’impianto sportivo sarebbe utilizzato e gestito dal BFC per le partite casalinghe della
prima squadra. Per il periodo successivo (fino a 10 anni), la società gestirebbe l'impianto operando una riduzione della capienza a circa 3.000 posti e destinandolo ad attività sportive riconducibili al BFC quali l’attività sportiva della prima squadra femminile e della formazione Primavera. Alla scadenza del periodo di concessione decennale il nuovo impianto entrerebbe nella piena disponibilità dell’Amministrazione comunale e della città per le necessità della pratica sportiva oltre alla possibilità di utilizzo per eventi e manifestazioni idonee per la capienza della struttura.
La proposta riporta inoltre di pre-intese con le società che gestiscono l'area CAAB- Fico per la creazione di sinergie per l’utilizzo dei parcheggi nelle giornate di gara, la fornitura di servizi di ristorazione, la previsione di servizi e convenzioni a favore degli abbonati del BFC e la disponibilità di spazi per il BFC Museum e il relativo “store”. Dal punto di vista finanziario
aCoperture aPalloni pressostatici aRecinzioni aIlluminazione
aErba sintetica aTerra rossa aResina e Pvc aLegno
si prevede un costo complessivo per lo stadio temporaneo, a carico di Bologna Stadio spa di circa 11 milioni di euro, controbilanciati da ricavi nelle tre stagioni sportive in cui viene utilizzato dalla squadra di serie A. Per quanto riguarda lo Stadio Dall'Ara la revisione complessiva dei costi e dei ricavi, integrati con l'operazione dello stadio temporaneo come sopra descritta, comprende anche interventi sulla Torre di Maratona come richiesto dalla stessa Conferenza dei servizi, il PEF integrato è quindi in corso di asseverazione finale, fermo restando il contributo complessivo del Comune che resta fisso a 40 milioni come deliberato nel precedente mandato.
La riqualificazione dell'impianto Lucchini, l'Antistadio, è invece resa possibile anche dal finanziamento ottenuto nell'ambito del PNRR per l'impiantistica sportiva che ha visto l'appoggio della FIDAL - Federazione italiana atletica leggera.
Verrà quindi complessivamente riqualificato attraverso la realizzazione di un impianto di atletica con pista ad 8 corsie e area per le altre discipline, oltre al raddoppio della tribuna e la riqualificazione degli altri immobili esistenti.
Sono in corso interlocuzioni per la definizione del contratto da sottoscrivere col Dipartimento Sport, il finanziamento richiesto è di 4 milioni.
A cura della società Bologna Stadio spa la ricostruzione dell'immobile ex bocciofila e la realizzazione del parcheggio a servizio del Dall'Ara, come originariamente previsto nel progetto definitivo presentato.
dal dicastero.
Il nuovo istituto, parte del Comprensivo 3 di Cento, può accogliere fino a 335 alunni e alunne: consta di 15 aule e laboratori didattici e multimediali, aula magna, locale mensa e palestra, usufruibile anche al di fuori dell’orario scolastico da parte delle
Cento (Fe)
Una nuova scuola con palestra
Una nuova scuola primaria per oltre 300 alunni è stata realizzata a Renazzo, frazione di Cento: all’inaugurazione erano presenti il ministro dell’Istruzione, il presidente della Regione Emilia Romagna, il sindaco di Cento e il preside dell’Istituto Comprensivo 3 “Ferruccio Lamborghini”.
La nuova scuola conta quindici aule, spazi innovativi e la palestra, che sarà messa a disposizione anche delle società sportive locali. L’investimento complessivo per la sua realizzazione è stato di oltre 5,5 milioni di euro, con un cofinanziamento di risorse nazionali di 500mila euro per adeguamento sismico nell’ambito della programmazione regionale dei fondi stanziati
MUNICIPALITIES
EGIONI PROVINCE COMUNI sporteimpianti.it
società sportive locali.
L’edificio, che sorge accanto alle scuole medie, ospita tre sezioni di scuola primaria: a prendere posto tra i banchi per il nuovo anno scolastico sono i circa 260 alunni e alunne della sede storica della primaria, che nel nuovo edificio trovano una scuola moderna e funzionale.
Sviluppata su un’area complessiva di
quasi 15.000 metri quadrati, sarà possibile accedervi da diversi ingressi; inoltre, l’edificio consente di ottimizzare i sistemi naturali di ventilazione.
Lo spazio è distribuito in tre corpi di fabbrica a “L”: la scuola, i laboratori e la palestra, con l’ampio atrio che serve a collegare le diverse ali dell’edificio. L’aula magna presenta una copertura a falda inclinata per favorire
l’illuminazione tramite lucernari. La palestra è collegata alla scuola tramite un percorso interno ed uno esterno grazie ad un collegamento diretto dal parcheggio.
Ottati (Sa) Un bando per realizzare il centro ippico
Il progetto del nuovo centro ippico che sorgerà a Ottati, nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, ha da un lato una componente volta alla salvaguardia del paesaggio e dell’ambiente e dall’altro una componente di riqualificazione e innovazione, per governare lo sviluppo del territorio.
Per evitare l’impoverimento del paesaggio rurale e il degrado delle componenti ambientali e della biodiversità, il progetto prevede la tutela del
territorio attraverso l’individuazione di un’area destinata ai cavalli in una natura incontaminata, di spazi verdi e di strutture che si integrano nella natura con la duplice valenza di sistema ecologico di conservazione della biodiversità e sistema di spazi e percorsi per una godibilità del territorio.
L’intervento relativo al centro ippico di Ottati comprende una parte a valle in area denominata San Vito e una parte in zona montana in località Casone Basso.
Il progetto prevede in area san Vito un rettangolo “cavallerizza “, spazio per addestramento cavalli e luogo di lavoro dei cavalieri esperti, con copertura in legno; la copertura tondino per cavalli con telaio in struttura lignea con pannelli in legno e membrana tecnica in pvc; un box cavalli sempre in legno, con pannelli di copertura coibentati per proteggere dalle temperature esterne; un fienile in legno per il ricovero del fieno per cavalli.
In area Casone Basso il progetto del
centro ippico di Ottati prevede la ristrutturazione della struttura presente, con selleria, box cavalli e piccolo fienile per il riposo e il nutrimento dei cavalli, con arredo esterno con panche e tavoli e il rifacimento di copertura, staccionata e pavimentazione.
Tutta l’area verrà recintata nella parte a valle in località San Vito.
Il bando per la realizzazione del centro ippico a scopo sportivo, turistico e riabilitativo nel comune di Ottati per un importo di poco superiore ai 520 mila euro è stato chiuso 12 ottobre.
Le segnalazioni raccolte dalla redazione di Tsport e Sport&Impianti riguardo i lavori in corso, programmati o conclusi, vengono diffuse ogni mese attraverso la newsletter Costruendo.
A partire da queste segnalazioni, Tsport dà conto
di tutte le realizzazioni concluse e inaugurate negli ultimi due mesi in Italia, per il giusto riconoscimento del lavoro fatto da Comuni e Province, da gestori privati, da progettisti e da fornitori e installatori, e che sfuggono ai riflettori delle pagine patinate
della rivista.
Le tabelle sono elencate per regioni e per province. Le segnalazioni pubblicate in questo numero si riferiscono al periodo di due mesi che si conclude al 30 settembre 2022.
impianto regione/provincia/comunelavori
INTEGRAZIONE DEL BIMESTRE PRECEDENTE
La tabella relativa al bimestre giugno-luglio, pubblicata su Tsport 346, è stata erroneamente inserita in modo parziale. Riportiamo qui di seguito la parte di tabella che era stata omessa.
fondata da Pietro Chianchiano
periodico di informazioni tecnico-sociali su attrezzature e impianti sportivi e ricreativi, piscine e impianti acquatici, disegno urbano e ambientale
Technical-social magazine on recreational, acquatic and sports facilities, pools, equipments, environmental & urban furnishing
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