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| Anno XLIII SOMMARIO | Novembre Dicembre 2018

PROGETTI projects 17

CESARE LINO PALAZZETTI E PALESTRE BRESCIA NASCITA DEL PALALEONESSA DI

RUBRICHE topical columns 7

BRUNO GRILLINI OPINIONE I NUOVI SANTI DI

Opinion /Modern Saints

Halls and Gyms / Birth of the Palaleonessa Design: Ital Engineering srl

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A CURA DI ALBANO MARCARINI TSTORIA LO STADIO VELODROMO OTTAVIO BOTTECCHIA

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A CURA DELLA

JOSEPH WOLFE STADI E CAMPI DA CALCIO CHORZÓW (POLONIA) RICONVERSIONE DELLO STADIO DI

Stadiums and soccer fields / Chorzów, Poland: conversion of the stadium Design: Marg and Partners Architects

REDAZIONE REPORTAGE WORKSHOP A PISTOIA: PARTENARIATO PUBBLICO PRIVATO PER L’IMPIANTISTICA SPORTIVA Reportage / The public-private partnership for sports facilities.

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RICCARDO CONSOLI ALTRI IMPIANTI PORDENONE RIFACIMENTO DELLA PISTA DEL VELODROMO BOTTECCHIA DI

Other facilities / Renovation of the velodrome track Bottecchia Design: arch.. Alberto Endrigo

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BEA RISPOLI ALTRI IMPIANTI MOLFETTA (BARI) RESTYLING PER CALCIO E ATLETICA AL PAOLO POLI DI

Other facilities /Restyling for football and athletics at Paolo Poli Design: geom. Diego Iessi

INSERTO insert 25

MARIA CARBONE TUTTERBA LERICI (LA SPEZIA) RIQUALIFICAZIONE DEL CAMPO DI CALCIO “PIERO BIBOLINI” DI

Tutterba / refurbishing of the soccer field “Piero Bibolini” Design: studio28architettura

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Year XLIII | CONTENTS | November December 2018

SPECIALE special 58

STEFANO LONGHI IMPIANTI ETICI / IMPIANTI SOSTENIBILI ARCHITETTURE DI PRIMA CLASSE DI

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BRUNO GRILLINI EQUITAZIONE ORBASSANO (TORINO) LA NUOVA SEDE DELLA SOCIETÀ IPPICA TORINESE A CURA DI

Horse riding / The new headquarters of the SIT Design: Studio Deabate

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A CURA DI

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A CURA DI

NOTIZIE

SABINA ORRICO

SABINA ORRICO REGIONI PROVINCE COMUNI

ALLEGATI appendixes I-XVI SCHEDE TECNICHE Legislazione italiana - 9.8 Sanità Federazioni e Leghe - 12.42 FISE Standard dimensionali - 1.42 Equitazione

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i SeiMedia - Sport&Impianti.it c Tsportmagazine f Sporteimpianti.it Pordenone Stadio Velodromo Bottecchia Foto: SportCity_FotoBolgan Articolo a pag. 35

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I nuovi santi

Fiera non può non saltare all’occhio la modulazione dello skyline dettata da quel piccolo particolare che è il coronamento di Casa Milan, la nuova sede dell’omonima Associazione Calcistica, aperta nel 2014. Del resto, scrive lo stesso architetto Fabio Novembre, autore del progetto:

L’OPINIONE

di Bruno Grillini

Il colonnato del Bernini è solo l’esempio più immediato: ma l’uso delle statue di santi a coronamento degli edifici religiosi (e non solo) è ben presente nel paesaggio storico dei beni architettonici. E così, attraversando gli spazi dei nuovi quartieri milanesi dell’area Portello-

“Come negli edifici del passato dove le figure di santi o uomini di potere suggerivano il profilo della struttura, anche qui gli atleti in movimento si stagliano contro la facciata inclinata, momenti congelati di una corsa in salita verso la meta. Una palla calciata verso il cielo che porta con sé tutta l'energia e la forza del gesto, un impatto che si trasforma immediatamente in proliferazione…” I calciatori sono allora i nuovi “santi”? Simbolismo a parte, è una curiosità del nuovo paesaggio urbano, paesaggio che ha bisogno comunque di qualche stimolo per non finire omologato in un generico modernismo che porta all’irriconoscibilità dei luoghi.

Opinion

Modern saints Bernini's colonnade is only the most immediate example: but the use of statues of saints to crown religious buildings (and not only) is well present in the historical landscape of architectural heritage. And so, crossing the spaces of the new Milanese districts of the PortelloFiera area, one cannot help but notice the modulation of the skyline dictated by that small detail that is the crowning glory of Casa Milan, the new headquarters of the Football Association, opened in 2014. After all, the architect Fabio Novembre, author of the project, writes: “As in the buildings of the past where the figures of saints or powerful

men suggested the profile of the structure, here athletes in motion stand out against the inclined facade. Frozen moments of an uphill race towards the goal. A ball kicked up to the sky that brings with it all the energy and force of the gesture, an impact that is immediately transformed into proliferation”. So footballers are the new "saints"? Symbolism aside, it is a curiosity of the new urban landscape, a landscape that needs some stimulus to avoid ending up homologated in a generic modernism that leads to the lack of recognizability of places.

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PALAZZETTI E PALESTRE HALLS AND GYMS

Brescia

Nascita del Palaleonessa

di Cesare Lino foto di Bruno Grillini

Il vecchio padiglione fieristico, dalla pianta circolare, è stato oggetto di un drastico intervento di trasformazione che ha dato vita al nuovo palazzetto dello sport, ideato per la pallacanestro di livello internazionale, con ingegnose soluzioni architettoniche e strutturali.

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In principio era il Padiglione EIB (Ente Iniziative Bresciane), realizzato negli anni ’60 per essere adibito a padiglione fieristico di esposizione dei prodotti industriali del territorio. La pianta è circolare, con un diametro di poco più di 93 metri, per una superficie coperta complessiva di circa mq 6.935; l’ambiente interno aveva 75 metri di diametro ed un’altezza all’intradosso del controsoffitto di m 10,85. Molto particolare il sistema di copertura, costituito da una tensostruttura, nascosta dal controsoffitto in alluminio. In prospettiva del riutilizzo della struttura, non più utilizzata dalla Fiera, l’Amministrazione Comunale fissava alcuni obiettivi da perseguire nella redazione di un progetto preliminare, posto poi a base di un bando di appalto integrato.

Gli obiettivi In primo luogo, il progetto doveva rispondere alle esigenze agonistiche della pallacanestro, considerata l’attività della massima compagine cittadina, il Basket Brescia Leonessa, che oggi milita in Serie A1, e che ha giocato le ultime tre stagioni presso il palazzetto di Montichiari in quanto la precedente sede bresciana – il PalaSanFilippo – ha una capienza di soli 2500 spettatori. Il nuovo palazzetto doveva quindi essere dimensionato per poter ospitare 5000 persone in caso di eventi sportivi, con l’opportunità di consentire alla squadra locale di partecipare ai tornei nazionali al massimo livello, predisponendo le caratteristiche dell’impianto per consentire anche incontri a livello internazionale, secondo le norme previste dalla FIP (Federazione Italiana Pallacanestro), puntando a ottenerne la classificazione a livello “Gold”. Ulteriori parametri, la riqualificazione strutturale dal punto di vista antisismico, e dal punto di vista del contenimento energetico (collocando l’edificio almeno in classe B), il tutto tenendo conto delle risorse disponibili e delle future esigenze di contenimento dei costi di gestione.

L’intervento sull’involucro Il primo passo nell’attuazione del progetto è stato quello di “eliminare i segni del tempo”: sia dal punto di vista dell’immagine (le fasce circolari rivestite in doghe di lamiera, i pennoni radiali, la scala di sicurezza esterna) sia della conformità alle norme edilizie attuali (serramenti, portoni d’ingresso). Si è poi proceduto al ridisegno dell’involucro edilizio. È stato realizzato il rivestimento a cappotto della fascia superiore destinata a fare da coronamento alla vetrata circolare del secondo piano che, a seguito dell’irrobustimento del relativo solaio, è diventato un’ampia loggia di deflusso spettatori: utilizzabile sia come foyer all’aperto nell’intervallo degli eventi sportivi o degli spettacoli, sia (previa un’opportuna pavimentazione) come pista al coperto di circa 250 m riservata agli allenamenti degli atleti. Ecco quindi la vetrata perimetrale per consentire l’ilA destra, l’esterno del palazzetto; in alto, il corrispondente prospetto e una sezione. On the right, the exterior of the building; above, the corresponding elevation and a cross section.

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luminamento diurno del palasport, senza rischio di abbagliamento data la profondità di 9 metri della loggia esterna. Lungo tale vetrata sono distribuite numerose uscite di sicurezza per il deflusso degli spettatori da questo livello lungo le scale disposte a raggiera. Anche sulla parete perimetrale che circonda il primo piano è stato realizzato un tamponamento con blocchi isolanti intonacati, lasciando tuttavia spazio ad una vetrata perimetrale continua che dà luce alla ampia galleria retro-tribuna, dotata di servizi igienici ed utilizzabile anche come foyer interno che può prevedere di zone ristoro, merchandising, ecc. La vetrata perimetrale continua è interrotta da 11 portali per il deflusso degli spettatori dalla quota del primo piano. L’anello perimetrale a piano terra, infine, è stato in buona parte allargato sul filo dei pilastri esterni esistenti, realizzando murature con cappotto e sostituendo tutti i portoni di ingresso.

La nuova immagine architettonica Completata la rigenerazione edile delle pareti perimetrali esterne dell’edificio preesistente, recuperando tutto il possibile e limitando gli smaltimenti al puro necessario, il passaggio successivo consiste nel vero e proprio restyling architettonico con la trasformazione totale della sua immagine.

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La muratura di base dell’anello esterno al primo piano ed il parapetto in c.a. della loggia coperta al secondo sono stati colorati con rivestimento in piastrelle monocottura di colori vivaci, incollate con colle speciali per l’esterno, in base ad un prestabilito schema pittorico geometrico. Gli anelli di base e di testa, come pure la raggiera dei pilastri preesistenti sagomati, sono stati tinteggiati (con vernici a base di silicati) con colori chiari per valorizzare al massimo la fascia colorata centrale. Un segno architettonico importante è poi costituito dalle 11 scale esterne in struttura metallica (con gradini e pianerottoli prefabbricati in c.a.), disposte a raggiera e ciascuna con un proprio distinto colore per organizzare anche visivamente l’afflusso ed il deflusso degli spettatori dalle varie tribune. La struttura reticolare in tubi di acciaio, a forma di iperboloide parabolico a maglie romboidali avvolgente il preesistente padiglione non è sismicamente connessa ad esso. La sua funzione è in primo luogo puramente architettonica, in quanto costituisce di fatto un segno urbano irripetibile alle porte della città, senza nascondere la leggibilità delle preesistenti facciate e profili, anzi mettendo in risalto la razionalità anche economica del recupero edilizio; consente inoltre la realizzazione della loggia superiore, di cui abbiamo parlato, con i relativi vantaggi, e contribuisce a sostenere staticamente le 11 scale esterne. I fascioni esterni delle rampe sono appesi alla struttura reticolare che avvolge tutto l’edificio, mentre quelli interni sono fissati sulla struttura in c.a. esistente. All’interno, appare in evidenza la vecchia tensostruttura, unica in Europa, di valore storico-ingegneristico, che in precedenza rimaneva nascosta nel controsoffitto; il giro delle tribune, in getto di c.a. e solette inclinate, con una capienza di 5.086 posti a sedere, circonda il parterre di 45,80 x 33 metri senza rampe o gradini di accesso.

Caratteristiche funzionali Le dimensioni del parterre sono tali che nel suo ambito possono essere praticati tutti gli sport indoor (in modalità allenamento è possibile la collocazione trasversale di due campi regolamentari di basket accostati), oltre naturalmente a spettacoli, concerti, congressi, ecc. Inoltre poiché il campo gioco, il parterre e tutti gli spogliatoi sono sostanzialmente alla medesima quota del piazzale esterno, saranno particolarmente facilitati tutti gli sport per disabili. Sarà possibile anche qualsiasi tipo di spettacolo o congresso (la capienza parterre è di 1850 spettatori), in virtù di una acustica studiata specificatamente. A tale scopo il parquet sportivo utilizzato per le attività agonistiche è costituito da un pavimento flottante che può essere smontato in sole 4 ore lasciando a vista un sottostante parquet con caratteristiche di maggiore resistenza all’uso. In tal caso il palcoscenico sarà ubicato a valle del magazzino e dell’ingresso carraio ed ovviamente a valle della corrispondente tribuna di testata, sul cui muro sono posizionate prese speciali per l’illuminazione della scena e per l’alimentazione degli speciali

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In questa pagina, in alto: planimetria generale, comprendente il padiglione rettangolare che rimane in capo all’attività fieristica, e il palazzetto circolare già destinato alla fiera ma oggi convertito allo sport. In basso, pianta del secondo livello, con le tribune di ogni ordine, e l’anello peri-

metrale sul quale è possibile realizzare una pista di allenamento della lunghezza di 250 metri. Nella pagina di destra, pianta del livello terra, dove sono presenti, alla stessa quota, tutti i servizi e gli spazi accessori oltre al campo di gioco.

On this page, top: general plan, including the rectangular pavilion that remains at the fair, and the circular building already intended for the fair but now converted to sport. Below, a plan of the second level, with the stands of each order, and the perimeter ring on which you can build a training track of 250 meters long.

On the right page, ground level map, where there are, at the same altitude, all the services and ancillary spaces as well as the playing field.

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diffusori sonori. L’impianto distributivo progettato non solo rispetta le normative sportive e di sicurezza, ma propone un sistema organizzativo caratterizzato da relazioni e aggregazioni e basato su un ordine geometrico facilmente leggibile da tutti gli utilizzatori (spettatori locali e ospiti, giocatori, arbitri, giornalisti, vip, personale della gestione, ecc.) e sulla considerazione che il Palaleonessa sarà dedicato sostanzialmente allo sport professionistico. Tale sistema è dettato dalla posizione degli ingressi situati perimetralmente ad una quota + 0,15 rispetto al piazzale esterno, ma complanari a tutte le zone di accoglienza del piano terra e soprattutto del piano gioco, con totale eliminazione di scale o rampe per accedervi, oltre che con l’eliminazione dei pericoli di allagamenti in caso di eventi atmosferici di grande intensità, ivi compresa l’eventualità della esondazione del fiume Mella. A nord-ovest e sud sono previsti gli ingressi per il pubblico locale, mentre a sud-est è previsto l’ingresso per il pubblico ospite (l’accesso riservato agli spettatori ospiti è separato ed indipendente, collegato direttamente con il loro specifico spazio parcheggio per pullman). Sul lato est è ubicato l’ingresso riservato ad atleti, arbitri e personale delle società interessate dalle competizioni sportive, direttamente accessibile dal relativo parcheggio esterno. Sul vertice nord-est è previsto anche l’accesso carraio di servizio al campo di gioco. Gli accessi ai locali tecnici sono rimasti nelle originarie posizioni. La distribuzione degli spazi all’interno si articola quasi esclusivamente al piano terra, intorno al grande spazio del parterre di gioco, con la zona atleti (spogliatoi, palestre di muscolazione, servizi vari), la zona uffici, la zona spettatori con servizi e ristorazione, la zona stampa e locali tecnici. Al primo piano, le tribune sono contornate dal grande spazio perimetrale di circa 2.400 mq, chiuso all’esterno da una fascia vetrata continua, che funge da disimpegno o da foyer.

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In questa pagina, il sistema strutturale aggiunto all’esterno del preesistente edificio. In alto, schemi assonometrici dei corpi scala e dell’intera gabbia reticolare in tubi di acciaio. In basso, dettagli: da sinistra, nodi della maglia e ancoraggio al piede, il reticolato all’altezza del primo livello, e uno dei

corpi scala che si differenziano per i diversi colori. Inthis page, the structural system added outside the existing building. Above, axonometric diagrams of the stairwells and the entire steel tube reticular cage. Below, details: from the left, knots of the grid and

anchorage at the foot, the grid at the height of the first level, and one of the stairwells that are distinguished by the different colors.

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In alto vista dell’interno. Sotto a sinistra, scorcio del secondo anello, si cui sarà possibile ricavare la pista di allenamento, per ora non realizzata. A destra, particolare della sovrapposizione tra le due pavimentazioni con caratteristiche prestazionali differenziate: il parquet superiore, di tipo flottante, adoperato per l’at-

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tività agonistica, può essere smontato in 4 ore per usufruire della superficie sottostante in occasione di eventi diversi. Above, view of the interior. Below left, glimpse of the second ring, where it will be possible to get the training track, not realized for now. On the right, detail of the overlap bet-

ween the two floors with different performance characteristics: the upper parquet, floating type, used for competitive activities, can be disassembled in 4 hours in order to use the surface below for different events.

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Al secondo piano, le tribune di livello sono contornate da un fascia vetrata a 360° che fornisce una illuminazione naturale diurna, che si affaccia sulla grande loggia perimetrale profonda 8,90 metri con una superficie complessiva anch’essa di 2.400 mq, dove è possibile ricavare anche una pista al coperto di circa 250 metri lineari per gli allenamenti degli atleti (ad oggi non realizzata).

Le sedute Gli spalti sono stati completati con circa 5.500 sedute, di due tipologie differenti: 2.000 sedute in monoscocca senza schienale lungo le curve (ossia i lati corti), e 3.500 ribaltabili sulle tribune, parte in plastica e parte nella versione imbottita. Il modello monoscocca, stampato ad iniezione con polipropilene copolimero colorato, è composto da una solida base con nervature di rinforzo trasversali ed ingrossamenti di spessore in prossimità dei punti di fissaggio. La superficie della seduta è liscia brillante per facilitare l’opera di pulizia. Il deflusso dei liquidi è previsto nella parte centrale ed evita ristagni d’acqua. La scocca, una volta installata sulla pedata, termina a filo con lo spigolo del gradone ed appoggia su tutto il suo perimetro. La seduta ribaltabile, che con sedile chiuso occupa solo 10 cm di profondità, è realizzata con una struttura portante prodotta con tecnologia ad iniezione utilizzando poliammide caricato al 30% con fibra di vetro; le due fiancate della sedute sono collegate da un perno centrale per rendere la struttura monoblocco, e attorno ad esso avviene la rotazione del sedile. Una parte delle sedute sono state fornite con rivestimento amovibile in ecopelle imbottito con poliuretano. Alle sedute spettatori si aggiungono le 46 poltroncine con doppio bracciolo per le panchine giocatori, le sedute con tavoli per la stampa, i divanetti per le zone lounge e vvip.

Halls and gyms

Brescia Birth of the Palaleonessa The old circular exhibition pavilion has undergone a drastic transformation that has given life to the new sports hall, designed for basketball at an international level, with ingenious architectural and structural solutions. In the beginning, the circular building, built in the 1960s, was used as a trade fair pavilion for displaying local industrial products. The roofing system, consisting of a tensile structure hidden by the aluminium false ceiling, is very particular and is now visible. In view of the reuse of the structure, no longer used by the Fair, the Municipal Administration set some objectives to be pursued in the drafting of a preliminary project, which was then placed on the basis of

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In questa pagina, in alto la vecchia tensostruttura rimessa in luce con il restauro. Al centro, l’attrezzatura mobile per il basket, sullo sfondo delle tribune. In basso, vista frontale della tribuna principale. Nella pagina di destra, in alto lo scorcio del campo da gioco visto attraverso il

tunnel estensibile da cui accedono i giocatori. Nelle altre tre foto, le tipologie di sedute presenti nel palazzetto: poltroncine per le panchine giocatori, sedute ribaltabili per le tribune, sedute senza schienale per le curve.

On this page, at the top of the page, the old tensile structure that has been re-discovered by the restoration. In the center, the mobile equipment for basketball, against the backdrop of the stands. Below, front view of the main grandstand. On the right page, above, the foreshortening of the playing field seen through the exten-

sible tunnel from which the players access. In the other three photos, the types of seats in the building: armchairs for the players benches, folding seats for the stands, seats without backrest for the curves.

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Ristrutturazione e riqualificazione funzionale del padiglione EIB, Brescia Committente: Immobiliare Fiera di Brescia spa RUP: arch. Valentina Butterini Responsabile dei lavori: dott. Luigi Agostini Progetto architettonico e coordinamento generale: Ital Engineering srl (ing. arch. Eliseo Papa, arch. Eldjon Greveni, ing. Beatrice Gentili, geom. Gianfranco Bosio) Progetto impianti: Itecs srl (ing. Pierluigi Marchesi, ing. Lorenzo Cappia) Progetto strutture: ing. Eliseo Papa, ing. Francesco Iorio, ing. Diego Consolaro, Studio di Ingegneria ing. Francesco Nervi, Sape Engineering (ing. Michele Angoscini) Arron Engineering (ing. Andrea Cerniglia) Studio di Geologia dott. Francesco Baracca Direzione dei lavori: ing. Nicola Berlucchi (DL), ing. Nicola Fumagalli (CSE), ing. Raphel Caratti (DO Impianti), assistente di cantiere: geom. Giorgio Bassi Collaudo tecnico-amministrativo e statico: ing. Giovanni Ziletti (collaudatore), ing. Giovanni Plizzari (consulente per collaudo statico) Importo dei lavori: euro 6.509.866 Inizio dei lavori: febbraio 2017 Fine lavori: luglio 2018 Sedute: Omsi srl (vedi pag.8) Arredamento sportivo e impianto basket: Sport System srl (vedi pag. 18)

IN MEMORIA DI ELISEO PAPA SCOMPARSO IL 20 OTTOBRE 2017

Alla pagina seguente, uno scorcio dell’ampio anello esterno al primo livello, illuminato dalla fascia finestrata continua. On the following page, a glimpse of the wide outer ring on the first level, illuminated by the continuous window strip.

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an integrated call for tenders. First, the project had to respond to the agonistic needs of basketball. The new arena had therefore to be sized to accommodate 5000 people in case of sporting events, with the opportunity to allow the local team to participate in national tournaments at the highest level, preparing the characteristics of the facility to also allow meetings at international level, according to the rules provided by the FIP (Italian Basketball Federation). Further parameters to consider were the structural redevelopment from an anti-seismic point of view, and from the point of view of energy containment, all taking into account the available resources and future needs to contain operating costs. Having eliminated obsolete outdated structures that no longer comply with current standards, the building was then redesigned with some innovative architectural elements. The external surfaces of the walls have been coloured with brightly coloured single-fired tiles, according to a pre-established geometric pictorial scheme, while the base and head rings, as well as the range of the pre-existing

shaped pillars, have been painted with light colours to maximise the value of the central coloured band. An important architectural sign is also constituted by the 11 external staircases in metal structure arranged in a radial pattern and each with its own distinct colour to organise also visually the inflow and outflow of spectators from the various stands. The reticular structure in steel tubes, in the shape of a parabolic hyperboloid with rhomboidal meshes enveloping the pre-existing pavilion is not structurally connected to it. Its function is primarily purely architectural, as it is in fact a unique urban sign at the gates of the city, without concealing the legibility of the existing facades and profiles, indeed highlighting the rationality, including economic recovery of the building, also allows the construction of the upper loggia, which also has a covered track of about 250 linear meters for training athletes. The facility, which can accommodate on the parterre all indoor sports, and also two basketball courts side by side, has 5,500 seats in part monocoque without backrest and partly folding.

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STADI E CAMPI DI CALCIO STADIUMS AND SOCCER FIELDS

Chorzรณw (Polonia)

Riconversione dello Stadio

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di Joseph Wolfe foto di Marcus Bredt, Robert Neumann, Wojciech Radwanski

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Il vecchio stadio della città polacca, più volte ricostruito, è stato oggetto di un nuovo aggiornamento estetico e funzionale, dotandosi, accanto al campo di calcio, di un impianto per l’atletica leggera di livello internazionale e di una copertura traslucida sugli spalti.

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STADIUMS AND SOCCER FIELDS | STADI E CAMPI DI CALCIO

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Chorzów (in tedesco Königshütte), è una città polacca di circa 112.000 abitanti, situata nel voivodato della Slesia presso Katowice. La principale squadra di calcio è il Ruch Chorzów, che nella sua storia ha conquistato quattordici campionati nazionali e tre Coppe di Polonia, diventando uno dei club più titolati del Paese. La storia dello stadio Slaski, adiacente all’omonimo parco ricreativo e culturale, comincia nel 1951, con l’avvio della costruzione su progetto dell'architetto Julian Brzuchowski e dell'ingegnere Wiktor Pade, terminata nel 1956: per la cronaca, la partita inaugurale, tra la nazionale polacca e la Germania dell'Est si concluse con la sconfitta della squadra di casa. Solo nel 1959 lo stadio venne dotato di impianto di illuminazione, e la sua capienza superava i 100.000 spettatori. Negli anni '90 subì una prima riconversione e fu assunto come sede della squadra di calcio nazionale polacca fino alla costruzione del nuovo stadio nazionale di Varsavia nel 2007. Oltre alle partite di calcio nazionali e internazionali, lo stadio è stato tradizionalmente utilizzato anche per grandi eventi musicali; a livello internazionale è stato anche sede della Coppa del Mondo di Speedway, uno sport motociclistico popolare in Polonia. Dal 2009 al 2011, la struttura fu oggetto di demolizione e ricostruzione, con criteri più moderni e una capacità di circa 54.500 spettatori; in origine, lo stadio era stato designato come sede di riserva per il Campionato Europeo di calcio 2012, ma oggi l'attenzione si concentra maggiormente sull'organizzazione di gare nazionali e internazionali di atletica leggera. La nuova trasformazione, completata l’anno scorso, è frutto di un concorso internazionale vinto nel 2008 dai progettisti, ed ha portato la provincia della Slesia a dotarsi di un nuovo impianto sportivo per gare di atletica leggera a livello internazionale; inoltre, le infrastrutture modernizzate e le nuove installazioni di servizi nello stadio sono state progettate anche per migliorare l'idoneità della sede per le tradizionali esibizioni concertistiche. Un'elegante tensostruttura è stata installata indipendentemente dalle tribune esistenti e garantisce che il carattere luminoso e open-air dello stadio sia ampiamente mantenuto pur con la copertura completa dei posti a sedere. La tensostruttura è stata realizzata con 40 colonne in cemento armato che la mantengono all'altezza richiesta di 37 metri sopra il campo; il sistema strutturale si basa sul principio del cerchio di una ruota di bicicletta, con un anello di compressione esterno superiore e inferiore e diversi raggi sotto forma di cavi di trazione fissati al cerchio interno del tetto. L'aspetto eterogeneo della struttura con le tribune preesistenti e le diverse geometrie di base è stato unificato dalla costruzione del tetto ovale, ottenendo una struttura complessiva omogenea. Con una superficie totale di 43.000 metri quadrati, il tetto leggero dello stadio è attualmente il più grande tetto europeo con una pelle di policarbonato traslucido.

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Nella doppia pagina di apertura, la curva dello stadio con la nuova copertura, sullo sfondo del parco Slaski (foto Wojciech Radwanski). In questa pagina, in alto l’esterno dello stadio, con le vecchie gradinate sovrastate dalla nuova struttura costituita dai due anelli di compressione esterni, sorretti da

40 pilastri in cemento armato, e dai cavi di trazione fissati al cerchio interno del tetto. In basso, il percorso coperto che circonda lo stadio (foto Marcus Bredt). Nella pagina a destra, sezioni trasversali e piante a tre diversi livelli.

In the double opening page, the curve of the stadium with the new roof, on the background of the park Slaski (photo Wojciech Radwanski). On this page, above the outside of the stadium, with the old tiers surmounted by the new structure consisting of two outer compression rings, supported by 40 reinforced

concrete pillars, and traction cables attached to the inner circle of the roof. Below, the covered path surrounding the stadium (photo Marcus Bredt). On the right page, cross sections and plans at three different levels.

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STADIUMS AND SOCCER FIELDS | STADI E CAMPI DI CALCIO

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Con la trasformazione dello stadio Slaski, la Polonia ha acquisito una delle piĂš grandi e moderne arene di atletica leggera in Europa. I colori tradizionali della Slesia, giallo e blu, sono stati utilizzati per lo schema cromatico degli interni dello stadio e della pista di atletica.

Stadiums and soccer fields

ChorzĂłw, Poland: conversion of the stadium The old stadium of the Polish city, which has been rebuilt several times, has undergone a new aesthetic and functional update, equipping itself, next to the football field, with an international athletics facility and a translucent roof on the stands. With the completion of the venue the Silesian province has been given a new sports venue for track and field competitions to international standard. The elegant structure complements the historic building from 1956. With a total area of 43,000 square meters, the lightweight stadium roof is currently the largest European roof with a translucent polycarbonate skin. Originally, the stadium had been designated as a reserve venue for the 2012 European Football Championship, but today the focus is more on hosting national and international track and field competitions. The modernized infrastructure and new serv-

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In alto, lo stadio inquadrato nel paesaggio (foto Robert Neumann). Qui sopra, vista del catino interno, con le tribune al riparo della copertura in policarbonato traslucido (foto Marcus Bredt). Nella pagina a lato, foto aerea dello stadio prima dell’intervento (foto Piotr Oles). In basso, planimetria generale.

At the top, the stadium in the landscape (photo Robert Neumann). Above, view of the inner bowl, with the grandstands sheltered by the translucent polycarbonate roof (photo Marcus Bredt). On the opposite page, aerial photo of the stadium before the intervention (photo Piotr Oles). Below, general plan.

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ices installations in the stadium are also designed to enhance the suitability of the venue for traditional concert performances. An elegant tensile structure has been installed independent of the existing grandstands and ensures that the bright, open-air character of the stadium is largely retained. The tensile structure was erected with 40 restrained reinforced concrete columns at the required height of 37 meters above the pitch; its structural system is based on the principle of a bicycle wheel rim, with an upper and a lower external compression ring and several spokes in the form of tensile cables attached to the inner rim of the roof. The heterogeneous appearance of the structure with its existing and added grandstands with their different basic geometries has been unified by the oval roof construction, resulting in a homogeneous overall structure. With the conversion of the Śląski stadium, Poland has acquired one of the largest and most up-to-date track and field arenas in Europe. The traditional Silesian colors, yellow and blue, have been used for the color scheme of the light-flooded interior of the stadium and the running track. .

Ristrutturazione e riconversione dello stadio Śląski a Chorzów, Polonia Committente: Voivodato della Slesia Progetto: gmp von Gerkan, Marg and Partners Architects Design: Volkwin Marg e Christian Hoffmann con Marek Nowak Project management: Marek Nowak Design team: Heiko Faber, Christoph Salentin, Roman Hepp, Sebastian Möller Execution team: Monika Kaesler, Sebastian Möller, Christoph Salentin, Remigiusz Kowalczyk In collaborazione con RS Architekci, Ruda Śląska Progetto della copertura: Schlaich Bergermann partner – Knut Göppert con Roman Kemmler Ingegneria strutturale: PL-Projekt Planungsbüro GmbH Impianti tecnici: POLCON Ingenieure Landscape design: Biuro Limba Fine lavori: ottobre 2017

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STADIUMS AND SOCCER FIELDS | STADI E CAMPI DI CALCIO

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Lerici (La Spezia)

Riqualificazione del campo di calcio “Piero Bibolini” di Maria Carbone

In posizione suggestiva sul golfo della Spezia, il vecchio campo in terra calcarea si è dotato oggi di un nuovissimo manto in erba sintetica riciclabile e di un potente impianto di illuminazione con fari a led.

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Il campo di calcio, incastonato nel verde del Parco Falconara, a picco sulla Punta Galera e sul mare appena fuori della diga foranea di La Spezia, era fino alla scorsa stagione un rettangolo di polvere grigia. Nel giro di sei mesi dall’assegnazione dei lavori è stato consegnato alle società sportive locali l’impianto completamente rinnovato con la superficie in erba sintetica da 60 mm, interamente riciclabile, e con un impianto di illuminazione anch’esso completamente rinnovato, con innovativi proiettori a Led. L’intervento, sostenuto dall’Amministrazione guidata dal sindaco Leonardo Paoletti (vedi nella pagina a lato gli interventi del Sindaco e dell’Assessore Marco Russo), è stato finanziato con un mutuo del Credito Sportivo di circa 600.000 euro, ed è stato integrato, in corso d’opera, con l’installazione di fari a led e la sistemazione della cancellata di protezione delle gradinate, per garantire un’ottimale visibilità del campo da gioco. Dal punto di vista della tempistica, dopo l’acquisizione dell’area demaniale di Falconara, il Comune ha approvato il progetto esecutivo per la riqualificazione del campo nell’agosto dello scorso anno, dando seguito poi alla gara di appalto, conclusa a dicembre: i lavori sono stati aggiudicati all’ATI vincitrice nel febbraio di quest’anno, concludendosi a fine luglio quando il campo è stato affidato alle società sportive per i primi allenamenti; il 4 settembre l’inaugurazione ufficiale. Grazie al ribasso rispetto alla base d’asta, l’Amministrazione ha potuto effettuare interventi migliorativi importanti anche nel parco circostante: il posizionamento delle staccionate, l’illuminazione del parco, la risistemazione della rampa skateboard intitolata a Marco “Nello” Cioli, la “Palestra Natura” immersa nel verde e le strutture da barbecue (realizzate e posizionate grazie all’opera di alcuni volontari). La riqualificazione degli spogliatoi, già a bilancio, sarà completata nel nuovo anno. Questi gli obiettivi posti a base del progetto di rifacimento del vecchio campo in sab_______________ bia calcarea: fornire un alto livello di La superficie di gioco qualità al gioco del è costituita da una calcio assicurando speciale fibra con un terreno di gioco forma a due sezioni perfettamente combinate e legate, liscio e privo di inanon ritorte, spettate irregolaricon ispessimento tà; aumentare la centrale di rinforzo a fruibilità in quanto il diamante. Il manto campo potrà supè completamente portare un elevato riciclabile e permeabile. carico di gioco, indi_______________ pendentemente dalle condizioni meteorologiche; omologazione da parte della Lega Nazionale Dilettanti così da poter ospitare le competizioni del Campionato Eccellenza (con dimensioni del campo 100.00x57.60 mt oltre il campo per destinazione). Nella pagina di apertura, vista serale del campo. In questa pagina, planimetria di progetto.

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In the opening page, evening view of the field. On this page, project planimetry.

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Città di Lerici: parlano gli Amministratori Leonardo Paoletti, Sindaco La riqualificazione del campo sportivo di Falconara è un'opera che questa Amministrazione ha fortemente voluto e realizzato in tempi record. L'intervento riveste una duplice valenza: sportiva e sociale. Da oggi infatti i ragazzi potranno giocare su un campo che rispetti le norme vigenti in materia di sicurezza e igiene, mentre prima erano limitati da una struttura non adeguata e, in gran parte, non in sicurezza. Quest'opera va così a completare i numerosi interventi già svolti sugli impianti sportivi presenti in altre località del comune lericino e che si inseriscono in ambiti di attività differenti: un campetto a sette, sul quale è stato eseguito un intervento di restyling e su cui si sta approfondendo la possibilità di sostituire l'illuminazione presente con un impianto a led in grado di rispettare maggiormente l'ambiente. Sul Palazzetto dello Sport, dove vengono praticate numerose discipline, come basket, karate, judo e molte altre, oltre a quelle sportive in ambito scolastico, è in corso la progettazione di un adeguamento normativo che darà la possibilità di realizzare un parquet in sostituzione al materiale plastico attualmente presente.

Marco Russo, assessore ai Lavori Pubblici È in fase di installazione, intorno al manto del campo da gioco, una nuova “palestra nel verde”: una struttura dove atleti, e non solo, possano svolgere attività fisica utilizzando semplici attrezzi che saranno a disposizione di tutti. Intorno al perimetro del campo corre inoltre un sentiero, che gode di una vista mozzafiato, a picco sul mare, che è stato messo in sicurezza grazie al posizionamento di una nuova staccionata, che consente di svolgere passeggiate e attività fisica in assoluta sicurezza. Nell'area è presente una rampa skate, per gli appassionati del genere, ed è in fase di elaborazione un progetto per la realizzazione di un'area pumptrack, dedicata alle mountain bike. Abbiamo voluto migliorare l'illuminazione sia del parco che del campo da gioco attraverso soluzioni a led che consentano un notevole risparmio energetico. Sono state inoltre modificate le gradinate che corrono intorno al campo, al fine di ottimizzare la visibilità degli spettatori. Tra i progetti futuri: la realizzazione di una nuova struttura spogliatoi, grazie alla quale aprire alla possibilità di ospitare anche partite di calcio femminile, separando gli ambienti attualmente presenti.

In questa pagina, oltre alle foto degli Amministratori, una vista aerea del “Bibolini” immerso nella natura del Parco Falconara, e una vista dal campo verso il golfo della Spezia.

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Nelle due pagine seguenti, vista notturna del campo e, in alto a destra, di una delle torri-faro con i dieci corpi illuminanti a led.

On this page, in other than the Administrators' photos, an aerial view of the "Bibolini" immersed in the nature of the Falconara Park, and a view from the field towards the Gulf of La Spezia.

On the following two pages, night view of the field and, at the top right, of one of the light towers with the ten LED lights.

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L’impianto di illuminazione a led Il campo da calcio era in precedenza illuminato da quattro torri faro alte 20 m, collocate agli angoli al di fuori del campo per destinazione con quattro proiettori ognuna. L’intervento ha previsto la sostituzione dei sedici proiettori esistenti da 2200 W con 40 apparecchi (dieci per ogni torre) con lampade a led da 340 W, con temperatura colore di 5700 K (luce fredda). La sostituzione, oltre a garantire il perfetto illuminamento del campo, consentirà un risparmio sulla bolletta energetica calcolato in quasi 5.000 euro l’anno. Per garantire un inquinamento luminoso pari a zero sono state utilizzate ottiche asimettriche (vedi grafico). In questo modo si è potuto garantire un illuminamento medio sul terreno di gioco superiore a 100 lux. I proiettori adottati sono dotati di una struttura in alluminio pressofuso e led di ultima generazione, scelti per un ottimale comfort visivo evitando gli abbagliamenti; inoltre il controllo delle dissipazioni del calore consente una maggior durata dell’elemento.

Il drenaggio La presenza di muretti di contenimento non modificabili e l’esistenza sull’area di un vincolo paesaggistico e del vincolo idrogeologico che impone il mantenimento della permeabilità del terreno, hanno determinato la necessità di alcune scelte progettuali. Innanzitutto il drenaggio del terreno è stato previsto di tipo verticale, con stratigrafia decrescente in 21 cm di spessore, che garantisce la permeabilità totale della superficie; la quota di fondo dello sbancamento è stata determinata in funzione degli avvallamenti esistenti, della presenza delle fondazioni dei muretti e delle difficoltà di trasporto in zona dei materiali di scavo. Per gli stessi motivi si è dovuta prevedere la realizzazione dei pozzi perdenti, allo scopo di non aumentare, nell’areale di influenza, l’entità delle acque di deflusso superficiale e sotterraneo rispetto alle condizioni precedenti all’intervento. I tubi drenanti primari sono collocati lungo il perimetro, mentre quelli secondari attraversano in diagonale l’area del campo. A separare lo strato di terreno esistente dal nuovo pacchetto è collocato un geotessile steso sul fondo dello scavo di sbancamento e nelle trincee dei drenaggi, sormontato tra telo e telo di cm 30 al fine di rendere omogenea la resistenza ai carichi di pressione. La successione stratigrafica al di sopra di tale strato comprende 14 cm di pietrisco, 4 cm di graniglia più minuta e 3 cm di sabbia di frantoio. Lo strato finito del sottofondo è realizzato a quattro falde fino alle canalette con unica pendenza di 0,48%.

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Il manto Al disopra di questi strati è posato il manto sintetico, monofilo da 60 mm. La tipologia adottata è costituita da una speciale fibra con particolare forma a due sezioni combinate e legate, non ritorte, con ispessimento centrale di rinforzo a diamante, atte a garantire elevatissima resistenza, resilienza e durata nel tempo. La particolare struttura a due sezioni e la particolare zigrinatura superficiale, oltre che lo speciale polimero di polietilene, garantiscono un ottimo comfort di gioco. I polimeri di cui la fibra è composta riducono sensibilmente i coefficienti di abrasione e di rifrazione della luce oltre ad assicurare, dopo il calpestio, un costante ritorno della fibra in posizione verticale garantendo l’ottimale rotolamento del pallone durante i passaggi ed agevolando la pratica della manutenzione. Il rovescio del manto è completamente riciclabile in accordo alla vigente normativa in materia di riciclo delle materie plastiche ed avente relativo rapporto prova di conformità EN10667-16: si tratta infatti di un brevetto esclusivo che rivoluziona il concetto del ciclo di vita del campo: completamente permeabile, a fine vita il manto può essere rimosso, ripulito, macinato e sottoposto ad un comune processo di iniezione o estrusione per dar vita a un nuovo prodotto. Il manto è completato con l’intaso prestazionale in granulo elastomerico di gomma nobilitata con pigmenti ecologici ed atossici.

Gli altri interventi È stata prevista la sostituzione delle porte e delle panchine esistenti con nuove porte da calcio regolamentari, panchine da 5 metri con copertura in policarbonato trasparente e sedute in pvc, nuovi paletti d’angolo. La fascia esterna alle canalette perimetrali del campo da calcio fino alle recinzioni, livellata e compattata, è dotata di un manto in erba sintetica da 22 mm completato da intaso di stabilizzazione con sabbia silicea. L’impianto di irrigazione preesistente, dotato di otto irrigatori esterni a cannoncino, è stato adeguato per renderlo conforme alle caratteristiche richieste dal Regolamento LND per i campi in erba artificiale, attraverso la sostituzione delle tubazioni interrate ad anello con nuove tubazioni in polietilene ad alta densità di diametro adeguato alla dimensione dell’impianto. Sono quindi state sostituite le recinzioni e i cancelli di accesso al campo. Il campo da calcio è collegato alla viabilità comunale da un percorso che non era pavimentato, che non poteva essere impermeabilizzato per la presenza dei vincoli paesaggistico e idrogeologico sull’area. Si è dovuto optare per una pavimentazione di tipo permeabile in calcestre (graniglia calcarea compatta) dello spessore di 10 cm sopra alla

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massicciata in misto di cava, avendo la necessità di evitare il trasporto di fango sulla superficie di gioco in erba sintetica durante le operazioni di manutenzione o l’accesso dei mezzi di soccorso.

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Lerici (La Spezia): refurbishing of the soccer field “Piero Bibolini” In a picturesque position on the Gulf of La Spezia, the old limestone field has now been equipped with a brand new synthetic turf completely recyclable, and a powerful lighting system with LED lights. These are the objectives of the project for the renovation of the old limestone sand field: to provide a high level of quality to the game of football ensuring a perfectly smooth playing field and free of unexpected irregularities, increase usability as the field can support a high load of play, regardless of weather conditions, approval by the National Amateur League so as to host the competitions of the Championship of Excellence. The presence of non-modifiable retaining walls and the existence of a constraint on the landscape and the hydrogeological constraint that imposes the maintenance of the permeability of the soil, have led to the need for some design choices, such as vertical drainage rather than horizontal. The new synthetic turf covering is made of a fibre with a particular shape with two combined and bonded sections, not twisted, with central diamond reinforcement thickening, designed to guarantee very high resistance, resilience and durability over time. The particular structure with two sections and the particular surface knurling, as well as the special polyethylene polymer, guarantee an excellent playing comfort. The polymers of which the fibre is composed significantly reduce the abrasion and refraction coefficients of the light as well as ensuring, after walking, a constant return of the fibre in a vertical position, ensuring the optimal rolling of the ball during the passages and facilitating the practice of maintenance. The turf is completely recyclable in accordance with current legislation on the recycling of plastics. It is an exclusive patent that revolutionizes the concept of the life cycle of the field: completely permeable, at the end of its life the covering can be removed, cleaned, ground and subjected to a common process of injection or extrusion to create a new product. The lighting system on the light towers has also been renovated, with new powerful LED projectors. Finally, thanks to the savings achieved in the auction, the Administration was able to carry out important improvements in the surrounding park.

Riqualificazione del campo da calcio comunale in località Falconara a Lerici (SP) Committente: Comune di Lerici Progettazione: studio28architettura (archh. Alberto Roscini, Francesco Di Prisco, Marco Benedetti) Direzione Lavori e Coordinamento Sicurezza: arch. Francesco Di Prisco Importo dei lavori: euro 466.682 Inizio lavori: febbraio 2018 Fine lavori: luglio 2018 Sistema completo erba sintetica: Limonta Sport spa (vedi pag. 26) Impianto di illuminazione a led: Piattaforma Digital Sport Innovation di Gewiss spa (vedi pag. 33) Realizzazione: Corus srl

In alto, dettagli costruttivi del sistema di drenaggio orizzontale. Nelle foto, dall’alto: il lato delle panchine; la porta; i muretti di contenimento in un angolo del campo.

Above, construction details of the horizontal drainage system. In the photos, from the top: the side of the benches; the goal; the containment walls in a corner of the field.

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ALTRI IMPIANTI OTHER FACILITIES

Pordenone

Rifacimento della pista del velodromo O.Bottecchia di Riccardo Consoli foto di Fotobolgan

Il velodromo Ottavio Bottecchia, fra i primi dieci open air al mondo, costruito nel 1925, è stato recentemente rimesso a nuovo riportando il manto della pista alla ottimale funzionalità in occasione del “3 Sere Internazionali Città di Pordenone”.

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Il Bottecchia è un velodromo ma anche stadio calcistico, e ospita competizioni di ciclismo su pista nazionali ed internazionali nonché le gare interne del Pordenone Calcio. Fa parte di un più ampio complesso polisportivo, comprendente il campo d’atletica leggera Mario Agosti, una pista di atletica indoor sopraelevata e alcuni campi da tennis. Il velodromo è stato costruito nel 1925 da imprenditori privati che successivamente lo donarono al comune di Pordenone che tuttora ne è proprietario; nonostante l’età è un impianto moderno sotto il profilo tecnico ed è tuttora omologato dalla Federazione Ciclistica Internazionale per gare a tutti i livelli, con un anello che misura quattrocento metri ed una capienza di pubblico di oltre duemila spettatori. Dal 2007, accanto allo staff tecnico previsto dai regolamenti federali è operativo un laureato Isef con il compito di sovrintendere agli allenamenti e mantenere i collegamenti con le scuole per iniziative comuni nel contesto dell’accordo di collaborazione fra la Federazione Ciclistica Nazionale e il Ministero della Pubblica Istruzione.

L’intervento Nella scorsa primavera, la pista, per una superficie di 4.000 metri quadrati, è stata oggetto di una generale ristrutturazione, conclusasi in occasione della manifestazione “3 Sere Internazionali Città di Pordenone”, che si è svolta dal 24 al 27 luglio. È stato innanzitutto asportato il rivestimento esistente, applicato 20 anni fa, sigillando quindi le crepe del sottostante massetto cementizio con un adesivo epossidico bicomponente; quindi sono stati sigillati i giunti della struttura in calcestruzzo armato con un cordoncino di schiuma polietilenica estrusa a cellule chiuse e un adesivo sigillante poliuretanico. L’intervento si è concluso con il rifacimento del manto della pista con uno specifico sistema multistrato a base di resine acriliche appositamente sviluppato per la realizzazione di velodromi in ambienti esterni su supporti in conglomerato bituminoso o cementizio. Le elevate caratteristiche del sistema di resistenza all’abrasione, resistenza meccanica e l’ottima combinazione tra scorrimento e stabilità del pneumatico garantiscono all’atleta, ottime performance sportive, durante lo sforzo fisico. Lo stesso sistema è stato messo a punto anche grazie all’esperienza maturata in questi anni nella realizzazione dei velodromi di Dalmine, Ferrara, Kiev e Guadalupe. L’amministrazione comunale ha poi autorizzato gli Amici della pista a realizzare sulla pavimentazione i loghi degli sponsor privati, che si affiancano a quelli dei partner pubblici (Comune, Regione, Turismo Friuli Venezia Giulia). I marchi inseriti potranno essere nel tempo sostituiti da nuovi,

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In prima pagina, un ampio scorcio della pista. In questa doppia pagina, in alto, pianta del velodromo. Qui sopra, la pista nelle condizioni preesistenti, e una fase di verniciatura della superficie ripristinata. In basso a destra, ortofoto dell’impianto.

On the first page, a wide view of the track. In this double page, above, velodrome layout. Above, the track in the pre-existing conditions, and a phase of painting the surface restored. Below right, orthophoto of the facility.

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senza naturalmente intaccare qualità e sicurezza del fondo: un’operazione che prevede, contrattualmente, l’impegno a reinvestire il 10% degli introiti pubblicitari nella manutenzione dell’impianto.

Other facilities

Renovation of the velodrome track O.Bottecchia The Ottavio Bottecchia velodrome, one of the first ten open-air tracks in the world, built in 1925, has recently been refurbished, bringing the track's surface back to its optimum functionality on the occasion of the "3 Sere Internazionali Città di Pordenone" (3 International Evenings in the City of Pordenone). First of all, the existing covering, applied 20 years

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In alto, il rettilineo davanti alla tribuna, con le icone istituzionali o pubblicitarie tracciate sul manto. Qui sopra, atleti in azione sulla curva sopraelevata. Nella pagina a lato, sequenza delle fasi di lavorazione da eseguire per il ripristino del manto sportivo.

At the top, the straight line in front of the grandstand, with institutional or advertising icons traced on the mantle. Above, athletes in action on the banked curve. On the right page, sequence of work steps to be carried out to restore the sports surface.

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ago, was removed, then the cracks in the underlying cement screed were sealed with a two-component epoxy adhesive; then the joints of the reinforced concrete structure were sealed with an extruded polyethylene foam cord and a polyurethane sealing adhesive. The intervention was completed with the renovation of the runway covering with a specific multilayer system based on acrylic resins specially developed for the creation of velodromes in outdoor spaces on supports in bituminous or cementitious conglomerate. The high characteristics of the system of resistance against abrasion, mechanical resistance and the excellent combination of sliding and stability of the tyre guarantee the athlete excellent sports performance during physical activity. The same system has been developed thanks to the experience gained in recent years in the construction of the velodromes of Dalmine, Ferrara, Kiev and Guadalupe. The municipal administration has also authorised the Amici della pista (Friends of the Track) to create the logos of the private sponsors on the floor, which are in addition to those of the public partners (Municipality, Region, Turismo Friuli Venezia Giulia). Over time, the brands inserted can be replaced by new ones, without naturally affecting the quality and safety of the fund: an operation that contractually provides for the commitment to reinvest 10% of the advertising revenue in the maintenance of the facilities.

Rifacimento della pavimentazione del velodromo presso lo Stadio Bottecchia a Pordenone Committente: Comune di Pordenone Responsabile Unico del Procedimento: arch. Guido Lutman Progetto, Direzione Lavori e Responsabile Sicurezza: arch. Alberto Endrigo Inizio lavori: marzo 2018 Fine lavori: giugno 2018 Importo dei lavori: euro 109.340 Impresa Appaltatrice: Tagliapietra Impianti Sportivi (vedi pag. 34) Manto: sistema Mapei (vedi pag. 1) Collaborazione Tecnica per omologazione U.C.I.: dott. Enrico Pozzobon

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TSTORIA

la storia vista da Sport&Impianti

Lo Stadio Velodromo Ottavio Bottecchia

a cura di Albano Marcarini

All’inizio era lo stadio del littorio… Ottavio Bottecchia, ciclista trevigiano, fu il primo italiano a vincere il Tour de France nel 1924. A chi altri poteva essere intitolato il velodromo di Pordenone? Fu progettato nel 1925, giusto quando Botescià, come lo nominavano i francesi, vinse per la seconda volta la grande corsa transalpina. L’operazione fu intrapresa non senza difficoltà da alcuni imprenditori privati, fra i quali lo stesso Bottecchia, riuniti nella Società Campo Sportivo, quasi come una sfida alla difficile situazione economica e sociale della città, fortemente colpita dalla guerra. L’area su cui doveva gravitare l’impianto - 4 ettari a ridosso della ferrovia per Udine - fu però a lungo contesa dall’azienda belga Dupont che vi doveva insediare uno stabilimento chimico. Una lunga trattativa fece alla fine recedere il progetto industriale a favore del velodromo. Il Comune di Pordenone, proprietario dell’area, impose però condizioni estremamente onerose alla società sportiva. Dietro l’affitto ventennale del terreno figurava l’obbligo di realizzare «un moderno campo del Littorio cintato con muro, dotato di tribune stabili, piste per ciclismo, motociclismo e podismo, campo per il gioco del calcio e il tennis».

Inaugurato il 3 ottobre 1926 divenne così lo stadio del Littorio, com’era uso in periodo di regime. Sull’anello di 400 metri in cemento si esibirono i campioni del momento. Bartali vi fu presente durante diverse riunioni. Nel 1927, alla pista si aggiunse nello specchio centrale il campo da calcio, teatro delle partite della locale squadra del Pordenone. Nel 1930 la società di gestione gravata dai pesanti oneri e impossibilitata a realizzare la totalità degli impianti promessi, fu messa in liquidazione con un grave passivo finanziario. L’Amministrazione Comunale se ne assunse il carico diventando proprietaria dell’impianto, titolarità che detiene tuttora.

In questa colonna, dall’alto: parata fascista a Pordenone sul finire degli anni ’30; Gino Bartali al velodromo Bottecchia nel 1947; Fausto Coppi al Bottecchia nel 1953. In alto a destra, uno scorcio vintage del velodromo, in una rara immagine d’epoca (pubblicata in rete per cortesia di Fausto Gubian). In basso a destra, un ritratto di Fausto Bottecchia ed una celebre immagine del ciclista al Tour de France del 1924. Fonti fotografiche: https://www.facebook.com/Pordenonestorica/ http://www.cobottecchia.it/Storiacob.html

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Molfetta (Bari)

Restyling per calcio e atletica al Paolo Poli di Bea Rispoli foto aeree di Franco Pansini

Inaugurato a fine agosto lo storico stadio pugliese che è stato oggetto di una totale riqualificazione: nuovo manto in erba artificiale per il calcio, nuova pista tricolore per l’atletica, nuove sedute sulla tribuna.

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In apertura, lo stadio in rapporto con la cittĂ e con il mare. In questa pagina, in alto, la partita inaugurale del 24 agosto 2018. In basso, tre fasi di lavoro, dalla scarificazione della superficie preesistente alla posa del manto prefabbricato. Nella pagina a lato, un dettaglio sulla

linea di partenza delle 6 corsie, e uno scorcio dalla tribuna rimessa a nuovo. In the opening page, the stadium in relation to the city and the sea. On this page, at the top, the opening match of August 24, 2018. Below, three phases of work, from the scar-

ification of the pre-existing surface to the laying of the prefabricated covering. On the right page, a detail on the starting line of the 6 lanes, and a glimpse of the renovated grandstand.

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Lo stadio si trova a pochi passi dal mare, sul terreno donato a questo scopo, negli anni ’20 del novecento, dalla famiglia Poli al Comune di Molfetta ed è intitolato al giovane Paolo, eroicamente scomparso durante il primo conflitto mondiale. Il percorso di riqualificazione dello storico impianto parte nel 2015 con la messa in sicurezza della tribuna e della gradinata, per arrivare poi all’approvazione, nell’anno successivo, del progetto di realizzazione del manto in erba sintetica e del retopping della pista di atletica. La cerimonia inaugurale si è svolta il 24 agosto scorso.

Il campo da calcio L’intervento sul rettangolo di gioco è partito dal rifacimento del sottofondo con drenaggio di tipo verticale e realizzazione dell’impianto di irrigazione a scomparsa. Il sistema in erba artificiale adottato, con tappeto da 50 mm, è composto da monofilamenti a struttura dritta semiconcava con 3 nervature asimmetriche, intaso prestazionale in SBR nobilitato e sottotappeto elastico prefabbricato in schiuma poliolefinica reticolata. Ai fini del controllo di palla è importante che il terreno di gioco combini fibre resilienti e durature e intaso prestazionale in gomma, mentre l'inserimento di un tappeto elastico sotto il manto contribuisce a ottenere stabilità dimensionale omogenea e a migliorare la durata del sistema.

La pista di atletica leggera Per l’adeguamento della pista di atletica è stata effettuata innanzitutto la smerigliatura di tutta la superficie pavimentata esistente, successivamente livellata allo scopo di prevenire eventuali ristagni. Per la posa del nuovo manto è stato utilizzato un collante epossi-poliuretanico in grado di offrire garanzia di tenuta anche nelle condizioni più critiche, quali quelle di umidità proprie delle zone costiere. Per l’incollaggio dei 5.000 mq di manto prefabbricato sono stati necessari 5.000 kg di colla colorata in colore rosso per la rasatura del vecchio manto prefabbricato esistente, circa 2000 kg in colore blu 3000 kg in azzurro e 2000 kg in giallo, appositamente selezionati in funzione del differente colore delle corsie della pista. A questo punto è stato applicato il nuovo pavimento sportivo in gomma, di tre diverse colorazioni, dello spessore necessario al raggiungimento dei parametro richiesto dalla FIDAL per l'omologazione. La superficie prescelta, ideale per gli impianti dedicati sia alla competizione che all'allenamento, garantisce agli atleti la ottimale combinazione tra assorbimento degli urti, deformazione verticale e ritorno di energia. La struttura vulcanizzata e prefabbricata del manto garantisce una risposta dinamica uniforme su tutta la pista, per un ritmo di corsa ottimizzato.

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La goffratura superficiale, oltre a garantire elasticità e resistenza ai chiodi delle scarpette, consente un efficiente deflusso dell’acqua in caso di pioggia.

La tribuna La tribuna coperta esistente è stata rimessa a nuovo applicando una specifica guaina impermeabilizzante liquida monocomponente, a base di resine sintetiche in dispersione acquosa, resistente ai ristagni di acqua continuativi ed ai raggi UV, di colore bianco sulle superfici verticali e grigio per i gradoni, integrata in questo secondo caso, con un rivestimento a base di resine acriliche e sabbie quarzifere selezionate. Una volta messa in sicurezza la struttura, la tribuna coperta è stata equipaggiata con quasi 500 sedute monoscocca con schienale. Il sedile è realizzato in materiale termoplastico stampato ad iniezione in un unico blocco privo di inserti metallici, ed è ergonomicamente studiato per ottenere il massimo comfort d’uso in relazione alla posizione di “seduto in movimento” tipica di chi assiste a manifestazioni sportive. Durante la serata inaugurale è stata scoperta una targa con l'intitolazione della tribuna a Sandro Fiore, mitico presidente del Molfetta per 7 anni, dall'84 fino alla serie C; una figura carismatica che il tifo organizzato molfettese ha voluto omaggiare con uno striscione che riportava la scritta "Può nascere un fiore nel nostro giardino", citazione dal brano musicale scritto da Riccardo Cocciante.

Other facilities

Molfetta (Bari) Restyling for football and athletics at Paolo Poli Around the Stadium - dedicated to the Italian alpin Silvestro Curotti -, dating back to the fifties, with the swimming pool and other sports fields now renovated, Domodossola has a real sports village. Especially, the Stadium once again became the home of Juve Domo, who had emigrated to Villadossola in recent years out of necessity. By choosing synthetic turf on the various football fields and five-a-side football pitches and entrusting it to a single operator, all the sports facilities are now optimised for the needs of professionals and citizens, without one being detrimental to the activities of the other. The inauguration took place on 3 June, coinciding with the National Day of Sport. First, the existing natural grass football pitch was replaced by a synthetic grass pitch with vertical drainage.

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Riqualificazione dello stadio Paolo Poli a Molfettta (Bari) Committente: Comune di Molfetta – Settore patrimonio Progetto e direzione lavori: geom. Diego Iessi Coordinamento sicurezza: geom. F.Minutillo Inizio lavori: gennaio 2017 Fine lavori: luglio 2018 Importo dei lavori: euro 2.000.000 circa Realizzazione campo da calcio e pista di atletica: Tennis Tecnica srl Manto in erba sintetica, superficie sportiva atletica, sedute: Mondo spa (vedi pag. 42) Materiali per incollaggio superficie sportiva: Casali spa (vedi pag.48)

Nella pagina di sinistra, in alto, vista notturna dell’impianto; in basso, planimetria con lo schema del drenaggio. In questa pagina, in alto, dettaglio costruttivo del sistema di drenaggio. In basso scorcio del campo in direzione della tribuna e, a destra, un dettaglio delle sedute.

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In ultima pagina, particolare della pista affiancata dalla pedana del salto in lungo. On the left page, above, night view of the facility; below, planimetry with drainage scheme. On this page, top, detail of the construction

of the drainage system. Below, view of the field towards the grandstand and, to the right, a detail of the seats. On the last page, detail of the runway flanked by the long jump platform.

OTHER FACILITIES | ALTRI IMPIANTI

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The 11-a-side synthetic grass football pitch allows continuous and constant use of the playing surface without having to wait for the "rest" periods that the natural grass pitch requires; moreover, by extending the time of use, it is possible to extend the use of the surface not only to the football team for weekly matches but also and above all to schools, children and teenagers who can always use the pitch, making it a multipurpose surface open to everyone. The turf is laid on an elastic draining and performance underlay made of eco-compatible prefabricated material with very high dimensional stability certified by FIFA and LND, 12 mm thick. The athletics track, already severely degraded, required an overall intervention of restoration and safety of the surface. The lanes have been reduced to 5 along the circle and 6 along the

straight. In order to have the possibility of holding pertinent events such as the Federal Outdoor and Indoor Calendar Championships, a semi-draining, in situ cast synthetic membrane was chosen. The grandstands on the west side of the sports complex required conservation, adaptation and conversion works. The concrete tiers with wooden benches have been restored, replacing the wooden seats with plastic seats. A 7-a-side football pitch with double marks (also for two 5-a-side pitches) in synthetic grass has been planned. Changes have been made to the depth of the indoor pool, while waterproofing works have been done on the outdoor pool. Finally, the surface of the red-soil tennis courts has been replaced with a resin surface laid on bituminous substrate.

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Orbassano (Torino)

la nuova sede della Società Ippica Torinese a cura di Bruno Grillini foto di Bruno Grillini Donatella Simonetti Roberto Gili Studio Deabate

DAL PROGETTO ALLA REALIZZAZIONE: UN CASO CONCRETO

Una fra le più antiche associazioni italiane dedicate al mondo dei cavalli ha realizzato la propria nuova sede tra i prati a sud di Torino, inaugurata due anni fa, a pochi passi dal parco di Stupinigi: la struttura si è giovata della prefabbricazione per mantenere contenuti i costi di costruzione, e con l’opportuno uso del legno per copertura e finiture è risultata comunque elegante e razionale.

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SPECIAL HORSE RIDING

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Il progetto Una lunga tradizione è racchiusa nel nome della Società Ippica Torinese, così come nelle architetture che, nel corse dei decenni, l’hanno ospitata. Gli architetti incaricati del nuovo progetto nella campagna di Orbassano, pur riconoscendo l’ampiezza delle premesse storiche, hanno cercato di evitare i condizionamenti formali e tipologici che ne potevano conseguire, fondando il loro lavoro su alcune semplici riflessioni: la necessità di prevedere una presenza forte, ma al contempo non prevaricante il carattere dell’ambiente circostante; stabilire un rapporto effettivo con lo skyline della circostante catena montuosa; mantenere la compattezza dell’insieme delle funzioni (i maneggi coperti e scoperti, le scuderie, la club-house) per ridurre al massimo il consumo di suolo. Il tutto tenendo presente l’obiettivo del benessere degli animali, sia stabulati sia durante il loro lavoro didattico, ludico o agonistico. Non ultima, infine, l’economicità dell’intervento, il cui budget doveva ritenersi tassativamente bloccato. Da queste riflessioni sono derivati i principali indirizzi progettuali: un impianto planivolumetrico di massima chiarezza geometrica; la sottolineatura, sia formale che per mezzo dell’uso del colore, del corpo della club-house; il disegno della copertura dei maneggi inteso come un segno ondulato continuo che si proietta sullo sfondo delle montagne; l’utilizzo della prefabbricazione per le coperture dei campi (in legno lamellare), per le scuderie e per il corpo della club-house (in elementi di c.a.); l’illu-

La storia La SIT (Società Ippica Torinese), “scuola di equitazione a 360 gradi”, è fra le più antiche e gloriose associazioni italiane degli amanti del cavallo e delle relative attività sportive. Nata nel 1932 affiancandosi all’ancora più antica “Società Torinese per la Caccia a Cavallo” e rifondata con un nuovo statuto nel 1959 con lo scopo dell’insegnamento delle discipline ippiche e di favorirne le attività sportive (numerosi suoi cavalieri hanno primeggiato in campionati italiani, concorsi internazionali e olimpiadi), la SIT ha storicamente effettuato, per le proprie sedi, scelte di alto profilo. Nei primissimi anni del ‘900 si insediò nel preesistente “Maneggio Gallina”, sito in corso Montevecchio, progettato da Pietro Fenoglio e Arturo Premoli, ed ora scomparso); nel 1938 realizzò la sede di corso Massimo d’Azeglio, su progetto di Carlo Mollino e Vittorio Baudi di Selva, che pur-

Nella pagina di apertura, due “ospiti” del centro si affacciano all’esterno dei loro box. In questa pagina, ripresa aerea sopra il centro appena realizzato, in direzione del parco di Stupinigi.

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troppo, con giustificazioni non tutte convincenti, l’Amministrazione Comunale di Torino decise di abbattere nel 1959. Infine, furono incaricati gli architetti Roberto Gabetti ed Aimaro Oreglia d’Isola per la realizzazione di un nuovo complesso nel Comune di Nichelino, inaugurato nel 1961. Con il passare degli anni, l’obsolescenza della struttura, l’urbanizzazione dell’intorno e alcune discutibili scelte urbanistiche comunali, resero anche questo non più funzionale alle esigenze dell’associazione. Si arriva così al 2009 quando la SIT commissiona allo Studio Deabate il progetto di una ulteriore nuova sede in Comune di Orbassano, poco fuori del parco di Stupinigi. Per accordo con la stessa società uscente, a differenza delle precedenti la sede di Nichelino conserverà però la sua struttura architettonica, firmata da Gabetti e Isola, pur con nuove funzioni.

In the opening page, two "guests" of the center overlook the outside of their boxes. On this page, aerial shooting above the center just built, in the direction of the park of Stupinigi.

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minazione e l’areazione di ogni singolo box; la semplicità e la “riconoscibilità” dei percorsi. L’insediamento del centro ippico sull’area prescelta, confinando con il parco di Stupinigi, se da una parte permetteva di godere di molti ovvi benefici (si ricorda per inciso che nel 2003 proprio in questo parco la SIT aveva organizzato l’ultimo importante concorso internazionale di “completo” valido per la World Cup), dall’altra richiedeva una progettazione che approfondisse le problematiche ambientali che ne derivavano. Per tale ragione, già in una fase preliminare, furono interessate le Autorità preposte alla salvaguardia dei beni ambientali e paesaggistici ed alla gestione del parco e dei canali irrigui presenti nell’area, concordando una serie di interventi di mitigazione su una vasta area circostante l’insediamento, con la previsione di piantumazioni, bonifiche e migliorie alla viabilità. L’uso diffuso della prefabbricazione ha permesso di accelerare i tempi di cantiere e di contenerne i costi, ma ha imposto la rinuncia a particolari costruttivi sofisticati e a materiali raffinati, proponendo una visione generale del progetto piuttosto sobria e non “arrogante”, che ha comportato la semplificazione degli elementi costitutivi e l’attenzione ai componenti accessori, così da far scrivere ai progettisti, in occasione di una presentazione del loro lavoro, “…che con queste premesse tecniche costruttive (…) occorrerà attendere che crescano le siepi e le piantumazioni, che i prati si inverdiscano (…), che i materiali e i loro colori possano “rilkianamente” invecchiare, che i cavalli corrano e saltino, che la club-house prenda vita (...) per sperare che i difetti che oggi sono inevitabilmente rintracciabili sappiano scomparire trasformandosi in pregi…”. Nella colonna di sinistra, dall’alto: vista zenitale del centro, con gli edifici e i campi esterni; vista aerea con la clubhouse in primo piano; vista esterna con il centro appena completato e non ancora in uso. In alto a destra, la muratura curvilinea della clubhouse.

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In the left column, from the top: zenithal view of the center, with the buildings and outdoor fields; aerial view with the clubhouse in the foreground; external view with the center just completed and not yet in use. Above right, the curved wall of the clubhouse.

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La distribuzione La pianta del piano terra del complesso evidenzia la semplicità e la compattezza dell’organizzazione planivolumetrica delle diverse funzioni. I due maneggi sono allineati sull’asse che “organizza” e caratterizza tutto il complesso: i corpi dedicati ai box dei cavalli affiancano longitudinalmente i maneggi, riducendo e razionalizzando così i percorsi interni. Il fabbricato della foresteria-guardiania, posto a capo di uno degli assi longitudinali, segnala l’accesso e il percorso che conduce all’ingresso della club-house, la quale, inserendosi tra i due maneggi, ne diventa il fulcro funzionale. I servizi comuni per i cavalli e per la manutenzione (gli spazi dedicati alla “mascalcia” ed alla pulizia degli animali, il cortile di “lavoro”, la “giostra”, la letamaia, il magazzino foraggi…), posizionati simmetricamente lungo l’asse longitudinale, sfrangiano a nord il volume generale verso gli spazi liberi dell’area utilizzati a paddock, ove sono previste mitigazioni ambientali realizzate con piantumazioni di alberi e di siepi. La club-house si sviluppa su due piani ; il piano terra che comprende una segreteria, due sale di riunione e gli spogliatoi ed il primo piano con un bar-ristorante ed i relativi servizi, un grande terrazzo che si affaccia sui campi esterni, una sala di soggiorno con ampie vetrate affacciantesi sui due campi coperti sottostanti, così come la contigua “tribuna” da cui, attraverso un vuoto centrale, è possibile osservare anche il sottostante percorso che i cavalli compiono per raggiungere i maneggi. Cercando di evitare agli animali i disagi che troppo spesso subiscono, particolare attenzione è stata posta alla dimensione dei box dei cavalli che, oltre a rispettare le ultime norme vigenti in materia, sono stati dotati singolarmente di affacci sia verso l’interno che verso l’esterno; risultano inoltre molto luminosi grazie alle ampie aperture poste sui vasti corridoi di distribuzione sui quali si aprono.

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Pianta del piano terra, con in due campi coperti e, in basso, la corte di servizio; lungo i fianchi si allineano i box. La clubhouse sporge a sinistra, all’altezza del corridoio che divide i due campi. Nella foto, un corridoio di distribuzione dei box.

Plan of the ground floor, with two covered fields and, at the bottom, the service court; along the sides align the boxes. The clubhouse protrudes to the left, at the point where the corridor separating the two fields is located. In the photo, a corridor for the arrangement of the boxes.

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I campi per equitazione Le superfici dei campi su cui si svolgono le attività, sia all’esterno che all’interno, sono realizzate con modalità differenti a seconda della funzione cui sono destinati.

I campi indoor Per quanto riguarda i due campi coperti è stato sufficiente predisporre un sottofondo in stabilizzato spianato con macchina a guida laser, su cui è stata stesa la sabbia recuperata dagli impianti preesistenti della SIT. In particolare, il materiale prelevato dal campo esterno della vecchia sede, benché ormai logoro per un utilizzo outdoor, può ancora avere una vita utile se posto al coperto. In superficie è stata aggiunta una piccola quantità di sabbia nuova, ottenuta dalla frantumazione di rocce di quarzo, venendo a costituire uno spessore complessivo di 12 cm.

Il campo outdoor Il campo esterno ha una dimensione di 120 x 50 metri, ed è realizzato con un primo rilevato in materiale riciclato da macerie di demolizione su cui è posato uno strato di finitura di 15 cm circa di stabilizzato di cava, modellato a quattro pendenze, una per lato del campo, allo scopo di far defluire le acque meteoriche all'esterno del campo stesso. Come contenimento della sabbia, che ha uno spessore di 12 cm, è stato posato un cordolo in cls della stessa altezza. E' stato così realizzato un drenaggio orizzontale: la maggior parte dell'acqua piovana scorre sulla superficie del manto di sabbia verso i lati del campo e ne fuoriesce superando il cordolo e solo in minima parte filtra nel sottofondo del campo disperdendosi poi nel sottosuolo. L’intera area è stata quindi divisa in due campi di 90 x 50 e 30 x 50 m, con fondi differenti. La porzione più piccola, poiché è utilizzata per le lezioni della scuola di equitazione e non per il salto ostacoli, presenta un fondo più morbido anche se meno performante, ottenuto miscelando un tessuto non tessuto con della sabbia silico-feldspatica. Il campo di 90 x 50 è invece realizzato con una miscela di sabbie silicee naturali importate dalla Francia, di colore bianco-giallo, addizionate a loro volta con tessuto non tessuto. Tutte le sabbie utilizzate per i campi indoor e outdoor sono definite come microsabbie, con una dimensione dei granuli inferiore ai 500 micron. In alternativa al drenaggio orizzontale, i campi per equitazione possono essere realizzati con sottofondo a drenaggio verticale, più performante nello smaltimento delle acque benché più costoso, o ancora con terreni cosiddetti all-weather in cui sabbia e tessuto non tessuto sono miscelati con oli o paraffine liquide rendendo superflua l'irrigazione. Dall’alto, il lato dell’edificio con i box che affacciano sul campo esterno; il campo con le attrezzature per il salto ostacoli; vista generale del campo esterno. Nella foto piccola a destra, la sabbia di uno dei campi interni; questi sono illustrati più avanti nel servizio.

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From above, the side of the building with the pits overlooking the outer field; the field with the equipment for show jumping; general view of the outer field. In the small photo on the right, the sand of one of the internal fields; these are illustrated later in the service.

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Qui sopra, sulle due pagine, prospetto laterale del complesso: si distinguono, da sinistra, la portineria, la clubhouse con la parete iconica rossa, il corpo dal profilo ondulato dei campi coperti e, sul davanti, la fila dei box scanditi dai pilastrini rossi; infine, le attrezzature accessorie tra cui la “giostra”.

Nelle foto di questa pagina, dall’alto: prospetto della facciata di ingresso, con l’accesso dall’edificio rosso; scorcio del prospetto laterale lato campi esterni; il prospetto visto dal campo.

Here above, on the two pages, a side elevation of the complex: from the left, the concierge, the clubhouse with the iconic red wall, the body with the undulating profile of the covered fields and, on the front, the row of boxes marked by red pillars; finally, the accessory equipment including the "carousel".

In the photos of this page, from the top: elevation of the entrance facade, with access from the red building; foreshortening of the side elevation on the outside fields; the elevation seen from the field.

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Il disegno dei prospetti Il prospetto che si affaccia sui due campi esterni evidenzia alcuni principi del progetto. In particolare si possono annotare la centralità dei maneggi coperti nel confronto dell’intero complesso e l’andamento a onde della loro copertura, che è percepibile dall’esterno come il “motivo” che pone in relazione tutto il complesso con lo skyline delle montagne e dall’interno come fattore di alleggerimento della struttura lignea in grado di omogeneizzare la luce naturale che perviene dai settori trasparenti della copertura. L’uso di materiali traslucidi e non completamente trasparenti per i grandi lucernari impedisce all’interno il passaggio diretto dei raggi solari, inopportuno per i cavalli al lavoro; mentre all’esterno, riflettendo i colori e le luci del paesaggio circostante, collabora all’inserimento nel variegato ambiente circostante. La ricurva parete del corpo della club-house, rivolta verso la strada provinciale di accesso, assume un ruolo particolarmente significante, insieme con la reiterazione di elementi colorati (la parete della clubhouse, la pensilina di ingresso, i pilastri del portico che ombreggia gli affacci dei box dei cavalli) Come materiale di tamponamento esterno si evidenzia inoltre l’uso ripetuto del materiale ligneo, utilizzato con pannelli di X-Lam (in legno lamellare a strati incrociati). Il prospetto laterale mette altresì in risalto l’andamento a gradoni dei corpi delle scuderie, nonché la sequenza dei diversi elementi funzionali del complesso che si articola attraverso l’ingresso, la foresteria, il percorso-pensilina tangente al maneggio dei pony e della scuola, il corpo della club-house, l’affaccio delle scuderie e, infine, gli spazi dei servizi accessori per i cavalli.

Nella colonna di sinistra, dall’alto: scorcio laterale centrato sul muro curvilineo della clubhouse; la copertura ondulata vista da un lato e dal lato opposto. Nella foto piccola, scorcio dal lato anteriore dell’edificio.

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In the left column, from the top: side view centered on the curved wall of the clubhouse; the undulating roof seen from one side and from the other side. In the small photo, a view from the front of the building.

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In alto, sulle due pagine, due sezioni trasversali. Nelle foto di questa pagina, al centro: il percorso d’ingresso; la terrazza della clubhouse con la parete ritagliata ad inquadrare il paro di Stupinigi; la vista opposta, in direzione del Monviso. In basso, la clubhouse dal lato posteriore.

Above, on the two pages, two cross sections. In the photos on this page, in the middle: the entrance path; the terrace of the clubhouse with the wall cut out to frame the park of Stupinigi; the opposite view, in the direction of Monviso. Below, the clubhouse from the back.

Nelle foto della pagina di fronte, sopra il percorso d’ingresso pergolato, prima della collocazione delle piante ornamentali; sotto, la parete curvilinea con il ritaglio di affaccio dal terrazzo. A destra, dettaglio dei diversi materiali che confluiscono nell’angolo dove si innesta la clubhouse.

In the photos on the opposite page, above the entrance path under the pergola, before the placement of the ornamental trees; below, the curved wall with the clipping overlooking from the terrace. On the right, detail of the different materials that converge in the corner where the clubhouse is inserted.

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L’ingresso e la club-house Dalla sezione trasversale sul maneggio piccolo e sul percorso di ingresso alla club-house, si può rilevare come il progetto abbia assegnato particolare importanza ad alcune funzioni/elementi architettonici. Tutta la zona di ingresso (a cui si accede dall’ampio parcheggio) é risolta come un percorso pavimentato che porta alla club-house (e da essa ai maneggi e ai relativi servizi), coperto da una sottile pensilina e circondato da aiuole e piccoli alberi. Il maneggio della scuola, che fiancheggia il passaggio, può essere intravvisto attraverso alcune vetrate (rimovibili nella stagione estiva); la sua struttura di copertura riprende, semplificandola, quella del campo principale. La curva e colorata parete della palazzina della club-house, che rappresenta il vero e proprio fondale di questo percorso, è ritagliata nella sua parte superiore per permettere di inquadrare, dal terrazzo retrostante, i boschi del parco di Stupinigi e il lontano massiccio del Monviso. I materiali utilizzati per il fianco del maneggio e per gli elementi di “giunzione” con la palazzina della club-house (pannelli coibentati di lamiera preverniciata) sono analoghi per tipo e colore a quelli della copertura; il colore della lamiera è stato studiato per armonizzarsi con quelli dell’ambiente circostante formato da teneri cangianti prati, terreni coltivati, grandi macchie arboree e dalle prime pendici della non lontana catena alpina in cui spiccano, oltre al Monviso, il Rocciamelone, le Levanne e le altre vette delle Alpi Graie.

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Nelle due pagine, in alto sezione longitudinale sul corpo dei maneggi coperti. Nei disegni sopra a sinistra e nelle foto, le ondulazioni della copertura, portata dalle travi in legno lamellare a loro volta sagomate, sono messe a confronto nelle ploro parti concave e convesse, come meglio spiegato nel testo.

On the two pages, top, longitudinal section of the body of the covered grounds. In the drawings above on the left and in the photos, the undulations of the roof, carried by the shaped glulam beams, are compared in their concave and convex parts, as better explained in the text.

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La struttura coperta La struttura della copertura del campo coperto principale (m. 35 x 65) è stata pensata completamente in legno. Il primo ordine è composto da travi trasversali, realizzate in un unico elemento lamellare con due appoggi semplici sui pilastri laterali Il disegno curvilineo del bordo inferiore è derivato da esigenze funzionali (le opportune differenti altezze libere al perimetro ed al centro del campo), dal calcolo strutturale e da esigenze tecnologiche relative alle lunghezze dei tasselli lignei ed ai relativi incollaggi; il profilo rettilineo dei bordi superiori crea l’inclinazione necessaria per lo scolo delle acque piovane. Sull’estradosso delle travi principali è sovrapposta, appoggiata su piedritti in acciaio di altezza costante, l’orditura secondaria composta da 160 travetti di forma e curvatura identica. Disposti alternativamente, definiscono superfici concave o convesse; dietro la prima serie di travetti curvilinei (esterni ai tamponamenti ed appoggiati sulle teste delle travi in vista) sono sospesi i grondoni per lo scarico delle acque piovane. Sulle superfici convesse sono posizionati i lucernari continui in policarbonato, su quelle concave pannelli prefabbricati di lamiera trattati con materiale insonorizzante (i cavalli patiscono suoni rimbombanti come quelli prodotti dalla grandine o dalla poggia violenta). Il distacco tra l’orditura lignea primaria e quella secondaria permette all’interno una distribuzione più omogenea della luce (altrimenti forzata ed indirizzata tra trave e trave) e realizza un distacco tra l’estradosso delle alte travi e l’intradosso della copertura così da renderla continua e spazialmente autonoma. La tribuna, con un accesso indipendente che funge anche da via di fuga, si affaccia su ambedue i maneggi ed è illuminata zenitalmente; un vuoto centrale permette alla luce di raggiungere il piano terra dove si trova l’area di ingresso ai galoppatoi. Le murature perimetrali del maneggio maggiore sono realizzate con pannelli orizzontali prefabbricati in c.a. mantenuto a vista, quelle del maneggio più piccolo sono realizzate o con i medesimi pannelli di c.a. o con pannelli di lamiera con faccia a vista fissati ad una struttura lignea.

Nelle “schede tecniche” pubblicate al termine della rivista, alcuni estratti normativi e standard dimensionali relativi agli sport equestri.

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The new headquarters of the SIT (Turin Horse Club), in Orbassano One of the oldest Italian associations dedicated to the world of horses has built its new headquarters in the lawns south of Turin, opened two years ago, a few steps from the park of Stupinigi: the structure has enjoyed the prefabrication to maintain low construction costs, and with the appropriate use of wood for roofing and finishes was still elegant and rational.

Nuova sede della Società Ippica Torinese in località Tetti Valfré, Orbassano (Torino) Committente: Società Ippica Torinese Progetto: Studio Deabate (archh. Luca Deabate e Marina Deabate) Collaboratori: archh. Matteo Cordero, Cristina Rubinato, Paola Piccolo Progetto strutturale e impiantistico: ing. Roberto Lanzetti Inizio lavori: ottobre 2015 Fine lavori: maggio 2016 Costo dell’intervento: euro 3.300.000

The architects in charge have based their work on a few simple considerations: the need to provide a strong presence but at the same time adapted to the character of the surrounding environment, to maintain the compactness of all functions (indoor and outdoor stables, the club-house) to minimize the use of soil, all while keeping in mind the objective of animal welfare. Last but not least, the cost-effectiveness of the intervention, whose budget had to be considered absolutely blocked. These reflections led to the main design directions: a planivolumetric system of maximum geometric clarity; the emphasis, both formal and through the use of color, of the body of the club-house; the design of the roof of the stables intended as a continuous undulating sign that projects against the background of the mountains; the use of prefabrication for

the roofs of the fields (glulam), for the stables and for the body of the club-house (in elements of c. a.); the lighting and ventilation of each box; the simplicity and " identifiability " of the paths. The two stables are aligned on the axis that "organizes" and characterizes the whole complex: the bodies dedicated to the pits of horses flank longitudinally the stables, thus reducing and rationalizing the internal paths. The guesthouse building, located at the head of one of the longitudinal axes, marks the access and the path that leads to the entrance of the clubhouse, which, between the two stables, becomes the functional hub. The common services for horses and for maintenance (the spaces dedicated to farrier and cleaning of the animals, the work courtyard, the carousel, the dunghill, the fodder warehouse...), positioned symmetrically along the longitudinal axis, fray the general volume to the north towards the free spaces of the area used as paddocks, where environmental mitigations are provided by planting trees and hedges. The structure of the roof of the main covered field (35 x 65 m) was designed entirely in wood, with the first order consists of transverse beams, made of a single lamellar element with two simple supports on the side pillars.

In questa pagina, la “giostra” coperta prefabbricata e motorizzata, collocata nell’area dei servizi, che si adopera per sgambare i cavalli prima o dopo l’allenamento.

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On this page, the prefabricated and motorized covered "carousel", located in the service area, which works to let the horses tramp before or after training.

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REPORTAGE REPORTAGE

a cura della Redazione

Workshop a Pistoia: partenariato pubblico privato per l’impiantistica sportiva

Si è svolto a Pistoia lo scorso 9 novembre nell’auditorium Terzani della Biblioteca San Giorgio un interessante workshop sul tema del partenariato pubblico privato per l’impiantistica sportiva, organizzato dall’ Associazione E.S.T. (Economia Società Territorio) di Venezia.

Alla giornata di lavoro hanno partecipato Amministratori di Enti Locali, Federazioni Sportive, Dirigenti di Società Sportive e addetti ai lavori, per approfondire un argomento di attualità allo scopo di intervenire in modo concreto sull’impiantistica sportiva, utilizzando anche procedure spesso trascurate, ma efficaci se utilizzate in modo corretto e professionale; modalità di lavoro soprattutto utili per responsabilizzare in modo reciproco l’Amministrazione Pubblica e il Partner locale (solitamente una Associazione Sportiva) nel perseguire l’obiettivo comune di poter svolgere attività sportiva in impianti pubblici a norma, sicuri ed efficienti. Come ha ricordato il Presidente dell’Associazione EST, dott. Luciano Pallini, il vantaggio del partenariato è certamente nella possibile partecipazione al finanziamento, ma soprattutto nella certezza che l'opera che si va a progettare e realizzare corrisponda alle esigenze di chi andrà ad utilizzare l’impianto e ne avrà cura per la gestione, la manutenzione e di tutto quanto richiede la vita di un impianto. Centrali sono stati i contributi di Roberto Bresci, Presidente del CRT della FIN, e Paolo Pettene, progettista tra i massimi esperti italiani di impiantistica sportiva, dei cui interventi riferiamo ampiamente di seguito nel servizio. Fra gli altri interventi, oltre al saluto istituzionale dell’Assessore allo Sport del Comune di Pistoia Gabriele Magni (ex olimpionico di scherma), ricordiamo gli spunti introdotti dal dott. Luca Canessa, Segretario Generale del Comune di Alghero e le osservazioni del prof. Daniele Pacini, titolare della ditta ICET Sport srl, i quali hanno risposto alle nostre domande nell’intervista che trovate alle pagine seguenti. Ha parlato inoltre il dott. Damiano Sforzi, Responsabile per lo Sport di ANCI Toscana, che ha sottolineato l’importanza dell’impegno dei Comuni nel rispondere efficacemente alle sollecitazioni che provengono dal mondo delle società sportive che operano in Toscana. Gli interventi sono proseguiti con Marco Biagini, consulente tecnico del CONI, e il dott. Danilo D’Antimi, Responsabile Crediti Imprese dell’ICS, concludendosi con l’intervento di Alessandro Tomasi, Sindaco di Pistoia, anch’essi oggetto delle interviste che seguono. Pistoia, la Biblioteca San Giorgio (arch. Massimo Pica Ciamarra, 2007) In alto: il fregio dall’ospedale del Ceppo di Giovanni Della Robbia e Santi Buglioni (ph. Riccardo Boccardi/Shutterstock)

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Progettare gli impianti natatori: regole per un buon rapporto di partenariato Paolo Pettene – SdiA, architetto Nel corso degli ultimi decenni gli impianti destinati alle attività e alle pratiche acquatiche sono radicalmente mutati sotto la spinta di un nuovo modello di vita, che ha portato gli impianti a diventare strutture polifunzionali: da un’originaria fruizione prettamente sportiva natatoria, con progetti di vasche rettangolari e destinate prevalentemente agli atleti e utenza nuotatori, a un’altra, caratterizzata da vasche dalle forme variabili e mai scontate, frequentate ormai da tutta la famiglia e da utenti diversi, assumendo così sempre più una funzione strategica nell’offerta dei servizi rivolti alla persona, anche per soddisfare il benessere psico-fisico dell’individuo, giovane e meno giovane. L’impianto moderno natatorio-acquatico, come ormai noto, risulta una tra le tipologie più complesse nel panorama impiantistico sportivo. Costoso sia da mantenere che da gestire, ma considerato sempre più indispensabile in una società moderna. Di tutti questi fattori si deve tener conto nella progettazione integrata, dove risulta sempre necessaria l’esperienza specialistica e quella della conduzione del sodalizio gestore in un lavoro di squadra. Non esistono né un impianto-tipo adatto a tutte le esigenze e alle diverse realtà del nostro Paese, né un modo semplificato del cosiddetto “fai da te” per i progetti e le pro-

poste in PPP, ovvero un unico soggetto attuatore che si sostituisce alle diverse e necessarie competenze multidisciplinari. Gli spazi per le attività in acqua si sono da tempo trasformati anche nell’offerta pubblica, riuscendo così a intercettare nuovi segmenti di utenza e a coinvolgere la popolazione di non nuotatori: si è passati a proposte con più spazi d’acqua in strutture ambientate e luminose, con ambienti pensati come “percorsi attività”, finalizzati a un utilizzo quasi più verticale, sapendo che molte pratiche del fitness si sono ormai trasferite in acqua, fino a sconfinare nel benessere, in vasche polifunzionali ludicoricreative, realizzate con componentistica che comprende idromassaggi, pareti attrezzate e di arrampicata, idroscivoli, giochi ecc. Il nuoto rimane uno sport tra i più importanti in Italia (dato di tendenza confermato dalla diffusione sul territorio delle numerose scuole nuoto) grazie ai risultati agonistici raggiunti dai nostri atleti, ma anche grazie a un movimento che ha trovato nei moderni impianti natatori la sede propedeutica dove poter svolgere e perseguire obiettivi e finalità. Anche lo sviluppo dei centri benessere ha influito sugli impianti acquatici evidenziando che l’opzione del cosiddetto “benessere” ha completato e ampliato l’offerta in certi contesti delle attività acquatiche. C’è stato un fenomeno di “tendenza alla banalizza-

Risponde DANILO D’ANTIMI Responsabile Crediti Imprese dell’Istituto per il Credito Sportivo Il Credito Sportivo come può intervenire nel partenariato pubblico e privato, per sostenere le Società Sportive e le altre componenti del progetto? In due momenti: sia nella fase preliminare come banca, sia nella fase precedente di consulenza, di servizi, di supporto alla pubblica amministrazione e all’operatore privato nello studio di fattibilità iniziale e quindi nel valutare la proposta migliore, la scelta più conveniente tra un appalto tradizionale da parte dell’Ente Locale o uno strumento di finanza di progetto e così via. Quindi entrare già nella fase iniziale preliminare fornendo un supporto specialistico sulla base del know how, delle competenze tecniche che l’istituto ha maturato in tutti questi anni di finanziamento agli impianti sportivi, metterle a disposizione degli operatori pubblici e privati per cercare di inquadrare l’operazione nella maniera migliore possibile, nella maniera più corretta che poi abbia una sua bancabilità e quindi una sua sostenibilità economica. Quindi sicuramente attraverso un supporto di idee, fornendo spunti per come andare a riqualificare piuttosto che costruire un impianto sportivo su quelli che possono essere i servizi anche accessori e non prettamente sportivi che possono garantire una sostenibilità. Altro elemento, l’altro istituto finanziatore è lo strumento sicuramente di garanzia del fondo per l’impiantistica sportiva, un fondo di natura statale, di cui l’istituto è gestore, in maniera separata e autonoma rispetto alla banca, e può essere uno strumento fondamentale proprio per supportare le iniziative di partenariato in cui sostanzialmente non ci sono garanzie o ci sono soltanto in minima parte sotto forma di diritto di superficie che l’amministrazione concede al concessionario, piuttosto che sotto forma di contributo che l’amministrazione riconosce al concessionario, ma non garanzie considerate eleggibili per quanto riguarda le banche ordinarie. Ora dal 2015 è operativo il fondo di garanzia per l’impiantistica sportiva che consente di garantire finanziamenti da parte degli istituti di credito in misura rilevante, fino all’80% del finanziamento fino a due milioni e mezzo di euro di operazione, quindi è uno strumento importante che sta dando piano i suoi frutti, destinato agli operatori privati o agli enti pubblici non territoriali. In tre anni ha deliberato già circa centosettanta garanzie per 40 milioni di euro complessivi e può essere sicuramente una leva molto efficace per le operazioni di partenariato pubblico privato in cui il concedente può rilasciare garanzie, ma limitate e contenute rispetto ad un progetto complessivo. Il privato ci mette

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zione” in particolare nei centri acquatici pubblici, con la messa in opera di soluzioni spesso standardizzate, ricercando discutibili ambientazioni emozionali ed estetiche, che non hanno trovato i necessari riscontri di gradimento, né funzionali, né di restituzione economica sul valore del servizio. Il tema rimane complesso da interpretare. Prima di qualsiasi investimento occorre sempre valutare il contesto socio-economico territoriale di riferimento, considerare i competitors, effettuare uno studio di fattibilità con la definizione di un business plan per verificare gli obiettivi sostenibili struttura per struttura. Un impianto moderno di nuova generazione risulta efficiente e con un gradimento positivo da parte dell’utenza se accompagnato da una gestione imprenditoriale impegnata al perseguimento della qualità del servizio. In questi anni è stata riscontrata una grande attenzione alla gestione, in particolare da parte di giovani preparati e formati (e anche numerosi ex atleti di nuoto) disponibili ad assumere oneri di direttore di impianto, manutentore ecc. attraverso una gestione imprenditoriale degli impianti natatori con forme contrattuali di PPP. Occorre anche segnalare, viceversa, un decadimento generale delle gestioni pubbliche di tipo tradizionale (comprese le cosiddette municipalità di servizi) in impianti spesso ormai datati e ineffi-

naturalmente la sua expertise e il suo know how, il costruttore realizza, ma non essendo disposto a rilasciare garanzie di natura personale su una durata così ampia trova questo strumento, appunto di natura statale, che è stato reso operativo dall’istituto Credito Sportivo. In quale misure la nuova normativa può dare impulso ai progetti di partenariato? Diciamo che già c’è stata una modifica normativa rispetto all’approccio iniziale che aveva il fondo di garanzia. Con l’intervento governativo del 2017, come dicevo, sono stati ampliati sia l’importo massimo di una singola garanzia, portato da uno a due milioni e mezzo di euro, sia la percentuale di intervento sul singolo finanziamento, dal 60 all’80%. Ed è stata anche aumentata la durata che passa da 15 a 20 anni. Quindi lo strumento è stato reso ancora più flessibile e utile per cercare di supportare gli investimenti di impiantistica sportiva. Si può dunque affermare che queste iniziative siano importanti per definire ed illustrare le opportunità che si offrono? Per noi sono occasioni fondamentali di incontro e di confronto per condividere ed informare gli operatori del settore di quelli che sono gli strumenti presenti e che vengono anche innovati e vanno sempre più nella direzione di servire il mercato. Si sta parlando di un intervento legislativo che anni orsono ha costituito questo fondo, che per tanto tempo è restato dormiente: dal 2015 è stato reso operativo e nel 2017 è stato rinnovato nelle sue logiche di funzionamento proprio per soddisfare ancora di più la domanda di finanziamento.

Risponde LUCA CANESSA Segretario Generale del Comune di Alghero Quali opportunità ci sono oggi per ricorrere con ottime possibilità di successo al partenariato pubblico privato per la ristrutturazione e la costruzione di nuovi impianti sportivi? Tra il 2013 e il 2017, incrociando con il nuovo codice degli appalti, si è cercato di introdurre strumenti per semplificare ancor di più l’applicazione della finanza di progetto per la realizzazione e gestione di impianti sportivi. Interessante è il fatto che si cerchi di introdurre strumenti per rendere redditiva la gestione dell’impianto sportivo, che è un po’ l’aspetto critico: perché se è vero che la finanza di progetto sugli impianti sportivi permette una realizzazione dell’impianto, poi l’aspetto problematico è quello della gestione. Allora la normativa, con il DL 50 del 2017, permette per esempio di realizzare o ristrutturare gli immobili contigui all’impianto anche con finalità diversa da quella sportiva, purché non abbia finalità residenziali: questo significa per esempio che accanto all’impianto sportivo può essere realizzato un centro commerciale, tanto per capirsi. Quindi possiamo parlare di maggiori opportunità sia per il soggetto pubblico che per quello privato? In effetti può rendere più redditiva da parte del soggetto privato la realizzazione, e poi la gestione dell’impianto sportivo. Si posso realizzare anche foresterie o convitti per gli atleti o per ospiti degli atleti, nonché esercizi di somministrazione di alimenti e bevande fino a 200 metri quadri, quindi in deroga a qualsiasi normativa vigente. È chiaro che tutti questi elementi di semplifica-

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Sotto e nella pagina seguente: due schizzi dell’arch. Paolo Pettene In basso a sinistra: il palazzetto dello sport di Pistoia (da Tsport n. 257/2007)

cienti. Si registra così un depauperamento irreversibile dello stesso impianto, con il risultato macroscopico del calo di presenze e l’aumento di inefficienze, con un’irreversibile perdita di qualità (sono noti e numerosi i casi nel nostro Paese, sia al Nord, sia al Sud). In controtendenza esistono anche interventi di eccellenza di recupero, una vivida testimonianza del fatto che si possano fare interventi corretti e normalizzare, con competenza e con equi investimenti, impianti obsoleti e abbandonati al degrado. Uno dei temi oggi attuali, oltre alla manutenzione programmata con il necessario efficientamento, è rappresentato dall’azione di recupero attraverso la riqualificazione tramite interventi di normalizzazione del patrimonio impiantistico preesistente. Altra buona pratica è quella di saper valutare preventivamente le soglie di convenienza al recupero di impianti preesistenti datati, dove spesso si registrano sottoutilizzi o sovradimensionamenti a seguito di progettazioni non specializzate. In sintesi l’armatura funzionale di un nuovo impianto pubblico (classificabile come acquatico - tralasciando in questa sede le grandi strutture destinate prevalentemente all’agonismo), l’attuale tendenza progettuale è quella della minimizzazione dell’intervento (causa principalmente le ristrettezze del budget finanziario a seguito della crisi economica o della sottovalutazione delle problematiche), procedendo con un corretto dimensionamento, evitando le semplificazioni e la banalizzazione delle soluzioni (sia nel

pubblico, sia nelle concessioni private). La qualità dovrà pervenire al cliente attraverso l’ambiente e il numero di vasche presenti, che fanno la differenza laddove vengono progettati spazi d’acqua diversificati, nei quali praticare attività acquatiche e natatorie differenti, seguendo una logica di polifunzionalità in un contorno spaziale di massimo confort microambientale. Le linee guida devono sempre tener conto dell’assenza di qualsiasi pianificazione del settore e dei fondi necessari a sostegno di iniziative pubbliche private (problema delle garanzie) da destinare ai nuovi impianti e alle ristrutturazioni. Un progettista esperto parte sempre da una base dettata dal sapere dei fattori propedeutici per definire un corretto layout, con la conseguente armatura funzionale legata al dimensionamento a sua volta dettato dalle conoscenze riguardo a come si organizza, si conduce e si gestisce un impianto acquatico, indagando i bisogni dell’utenza e tenendo conto delle condizioni prestazionali e normative che sono le stesse di quando si progetta un qualsiasi edificio pubblico. Non bisogna però dimenticare tutte le peculiarità dei dimensionamenti derivanti dalle numerose Norme UNI di settore, dall’Accordo StatoRegioni, dai Regolamenti Federali FIN, Norme CONI, regolamenti di contenimento energetico, superamento barriere, acustica, VVF e CPVLPS ecc. In generale le ragioni delle attuali e recenti criticità nel settore del PPP sono tante e note, in particolare

zione, vedi anche sulle procedure, rendono particolarmente interessante ristudiare l’applicazione della finanza di progetto per ristrutturare e realizzare impianti sportivi che nel nostro panorama nazionale sono spesso un po’ scalcinati o abbandonati. Quindi non soltanto grandi impianti, ma anche strutture minori? Spesso si pensa allo Stadio, ma poi c’è una miriade di tipologie di impianti sportivi diversi, magari di paese o di quartiere che sono abbandonati con gestioni discutibili. In Sardegna registro le stesse carenze, mi pare che ci si affacci alla finanza di progetto con un certo timore: questo perché le normative ancora oggi sono complesse. Molto spesso le associazioni sportive lasciate sole non hanno gli strumenti per realizzare progetti così complessi; fondamentale è l’apporto dei finanziatori, quindi Credito Sportivo o Istituti di Credito che favoriscano il credito a questi soggetti, altrimenti non si va da nessuna parte.

Risponde ALESSANDRO TOMASI Sindaco di Pistoia Una proposta, quella del partenariato pubblico-privato, che potrebbe risolvere qualche problema sull’impiantistica sportiva. L’amministrazione come si pone di fronte a questa proposta e a questa possibilità? Siamo assolutamente aperti, anzi crediamo che sia una strada. Metterla a punto poi non è semplice, ma ci stiamo lavorando. Vale per i grandi impianti che sono lo Stadio e il Palazzetto, dove noi abbiamo due società. Per quanto riguarda il basket ha dimostrato capacità non solo nel tenere i bilanci in ordine, ma nel riuscire anche a stare nella massima serie, e quindi è una eccellenza. Adesso si pone il problema del nuovo palazzetto, di dove farlo e con quali risorse. Noi siamo assolutamente aperti a che questo, una volta fatto, possa anche in qualche modo essere produttore di reddito per la società. Non dovrà essere assolutamente una struttura statica in cui giocare solo a basket, ma dev’essere, sia per la società che per la città, un luogo dove si compie anche altro, ma si trova anche reddito. Per lo stadio uguale. È una società che ha i conti in ordine e che ha necessità di sviluppare, intorno alla squadra principale, una serie di attività legate al mondo giovanile, anche queste che permettano di fare economia di bilancio ma anche creare reddito. Perché dico questo: la questione principale è che sono finiti gli anni in cui la pubblica amministrazione può mettere a babbo morto centinaia di milioni di euro sull’impiantistica sportiva. È finita anche l’epoca dei grandi magnati. La storia del basket di Siena lo insegna, cioè a un certo punto casca la Fondazione, che metteva milioni di Euro, senza aver nessun ritorno sulla squadra, crolla la società. Allora ci vogliono oggi società sportive che abbiano bilanci in ordine, conti in ordine, che siano aziende, che siano capaci di fronte ad una uscita di produrre dei redditi per colmare questa uscita, e lo stesso vale per gli sponsor. I grandi sponsor arrivano se si hanno dei ritorni: quindi trovano un palazzetto in si possono fare concerti. O degli stadi accoglienti in cui possono promuovere ciò che fanno. È questo un cambio radicale di mentalità. Lo stesso vale anche per gli impianti più piccoli, purtroppo bisogna costruire bandi e non è facile farlo, anche perché in queste scale non era mai stato fatto prima

sporteimpianti.it

L’amministrazione comunale intende intervenire economicamente sui progetti per la realizzazione o ristrutturazione degli impianti sportivi? Naturalmente quando diamo in gestione un bene sportivo possiamo anche decidere - questo banco di gestione ad esempio pluriennale, sicuramente deve essere lungo di venti o trent’anni - di mettere anche un contributo e quindi dico, se facciamo un bando che ci sgrava per trent’anni della gestione dell’impianto anche se ci mettiamo un contributo comunque sono sicuro che l’amministrazione produce per sé un risparmio economico, quindi questa è una strada che stiamo vagliando. Ovviamente, ad esempio sullo stadio, come promesso dopo il dibattito dei mesi precedenti rispetto all’agibilità, abbiamo un progetto esecutivo per intervenire sulla tribuna ovest per fare quei duecentomila euro di lavori che intanto garantisce alla tribuna ovest vita e agibilità. Quella è una risorsa che comunque sgraverebbe una eventuale gestione da parte dei privati. Questo vale per tutti gli altri impianti, ovviamente meno redditizi: stiamo per attivarci sul campo scuola. Siamo pronti con il progetto esecutivo di attivazione del mutuo che mette la pista, che rimette l’attrezzatura all’interno e la recinzione, che lo rende veramente fruibile e per noi utilizzabile per manifestazioni di carattere sportivo. L’amministrazione può compartecipare. Lo deve fare in alcuni casi dove non è redditivo l’impianto.

Risponde GABRIELE MAGNI assessore alla Sport del Comune di Pistoia Il partenariato pubblico privato può essere una risoluzione al problema dell’impiantistica sportiva a Pistoia? L’amministrazione comunale si pone con una apertura totale verso tutti gli investitori. Ovviamente per far questo bisogna dare la possibilità di poter investire in zone e impianti che possano dare giovamento a questi investitori. Quindi andare il più possibile verso l’apertura, verso il creare impianti non mirati ad un singolo sport o magari solo allo sport, perché potrebbero anche essere impianti legati a convegni, concerti o qualcosa di simile. Per quanto ci riguarda stiamo valutando la possibilità di costruire e ristrutturare. Non è semplice perché quello che abbiamo in mano ad oggi è molto scarso, ma in un anno o poco più di amministrazione abbiamo cambiato la mentalità di approccio allo sport, quindi di apertura verso chi vuol venire ad investire. Il cambio di mentalità mette al centro la parola sport: di conseguenza viene tutto quello che questa parola comprende, il sociale, l’aggregazione, la salute. Non dobbiamo pensare necessariamente quando sentiamo la parola sport a risultati di vertice, ma pensare a quello che c’è sotto di enormemente più grande e che poi in definitiva i pistoiesi chiedono. Quindi nella realtà pistoiese, quali possono gli interventi che hanno maggiori possibilità di essere attivati? Gli interventi che fanno più gola seppur più onerosi per quanto riguarda partner esterni sono chiaramente lo stadio ed il palazzetto. Su questo abbiamo aperto delle grandi riflessioni, non solo pensieri, ma anche la produzione interna attraverso i nostri tecnici di possibili panorami futuri, certamente questi sono da rendere appetibili più che mai agli investitori. Subito a ruota ci sono i centri sportivi più grandi, di una semplice struttura, campo o palestra.

REPORTAGE

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per la mancanza di specializzazione da parte dei progettisti, delle imprese e dei professionisti del “fai da te”, a seguito anche della mancanza di una cultura globale del tema acquatico. Altro limite tipico nel nostro Paese sono gli adempimenti burocratici, con richiesta di innumerevoli pareri e regole che portano a un eccesso di normalizzazio-

ne progettuale (e non si vede, in prospettiva futura, alcuna tendenza alla semplificazione delle procedure), che si traducono spesso in percorsi attuativi interminabili. Il progetto organizzativo gestionale deve assolutamente anticipare il percorso progettuale generale, per motivi ormai noti a tutti. L’armatura funzionale di un impianto acquatico pubblico moderno, di nuova generazione, dovrà corrispondere sempre agli indicatori relativi al modello di gestione, con simulazione delle pratiche attivabili determinate dalla conoscenza della cosiddetta “pressione della domanda” (diversa impianto per impianto, zona per zona). Dal modello di conduzione e dagli obiettivi da perseguire si determineranno gli ambiti funzionali, dove l’attenzione si sposterà sulla capacità di interpretare progettualmente la domanda dell’utenza in strutture innovative, facilmente gestibili e capaci di restituire nuove motivazioni all’utilizzo da parte di tutti. In conclusione, per fare la differenza in futuro, occorrerà sempre di più operare con grande passione per il proprio mestiere di progettista, mettendo al centro il progetto, inteso come qualità globale e come valore dell’esperienza specialistica (con un lavoro di squadra, in sinergia di competenze, finalizzando la qualità del servizio con impianti acquatici di nuova generazione ad alta prestazione manutentiva ed energetica) preceduto da uno studio di progetto di fattibilità, che ne definisca le matrici di risultato finale da raggiungere.

Risponde l’Architetto MARCO BIAGINI consulente tecnico CONI Il ruolo dei progettisti nel progetto di partenariato pubblico privato è al centro ed è fondamentale per costruire nuovi impianti. A Pistoia come siamo messi in questo senso? Da un paio d’anni il tema è caldo. C’è più consapevolezza negli sportivi di poter fare sport in impianti moderni ed efficienti. Purtroppo la situazione impiantistica pistoiese, ma direi della Toscana non è all’altezza delle aspettative. Quindi i comuni, che sono un po’ in affanno come tutti gli enti pubblici, si rivolgono alle società sportive, in qualche modo le invitano a farsi avanti e proporsi. Però le amministrazioni hanno le idee un po’ confuse e vaghe. Tutto il peso finisce per ricadere sulle associazioni e le società sportive che chiamano in prima battuta noi professionisti e noi tecnici e si comincia a parlare e affrontare il problema. Però questo partenariato pubblico privato necessita la preparazione di una documentazione così importante che a volte scoraggia le società sportive, soprattutto se sono di modeste dimensioni e non strutturate. Perché entrano in gioco tante figure: oltre al progettista, l’architetto, ci sono anche l’avvocato e il commercialista. E quindi si comincia con il primo passo che è lo studio di fattibilità: questo è importante che le associazione capiscano. Perché è inutile proseguire se non ci sono le condizioni. Va fatto un minimo di investimento sullo studio di fattibilità che ti dà tutti i numeri e le condizioni tecnico economiche per capire se è il caso o meno di andare avanti. Chi deve fare il primo passo? Il primo passo lo può fare la società sportiva. Nel senso che la legge permette alla società di presentare una proposta al Comune e quindi in qualche modo avviare una trattativa. Da quel momento parte un percorso parallelo tra l’amministrazione pubblica e la società sportiva che porterà in fondo alla redazione del progetto, sempre a cura della società. Addirittura questo progetto il Comune lo metterà in gara e se la migliore offerta la fa chi l’ha proposto se lo aggiudica, se lo fa un altro chi l’ha proposto ha la possibilità di rilanciare. Se non rilancia, addirittura le saranno rimborsate le spese per la preparazione dello studio.

Criteri per un corretto piano economico finanziario Roberto Bresci – commercialista e Presidente del CRT della FIN Un altro tema importante del PPP affrontato dal workshop è stato quello finanziario. Infatti, nelle operazioni di PPP, ai sensi dell’art. 183, comma 15 del Decreto Legislativo 50/2016, gli operatori economici che intendono presentare la propria proposta alle amministrazioni aggiudicatrici devono allegare, oltre agli altri documenti previsti dal codice degli appalti (progetto di fattibilità, bozza di convenzione e specificazione delle caratteristiche del servizio e della gestione) un piano economico finanziario asseverato. Sebbene la normativa non dia nessuna indicazione specifica su quale debba essere la forma del documento, nella tecnica contabile il piano economico finanziario richiede l’elaborazione dei seguenti prospetti previsionali: stato patrimoniale, conto economico, prospetto dei flussi finanziari e se necessario un budget di cassa. Lo stato patrimoniale ed il conto economico rappresentano il bilancio di esercizio (da cui l’utile o la perdita economica annuale), mentre il prospetto dei flussi finanziari ed il budget di cassa devono evidenziare la dinamica finanziaria del progetto. Risultato economico e dinamica finanziaria pur essendo aspetti collegati tra di loro, rappresentano momenti diversi della gestione aziendale che, nelle operazioni

Risponde DANIELE PACINI Icet Sport srl La sua società ha organizzato questo convegno. Alla fine con quale bilancio si tirano le conclusioni? Il bilancio mi sembra positivo, la partecipazione lo conferma. L’argomento mi pare che sia di interesse per tutti. Anche la parte pubblica sta cominciando a dimostrare veramente attenzione su questa metodologia di approccio per la realizzazione di opere pubbliche. La speranza è quella che ci possa essere un seguito, che le riflessioni e le considerazioni di questa mattinata di studio possano servire proprio di stimolo, ed essere un spunto concreto, perché mi pare che le argomentazioni siano state tutte recepite, a mio avviso, in modo coretto. Si è sentito dagli interventi che ci sono nuove normative, e una predisposizione a questa proposta anche da parte delle amministrazioni pubbliche. Tutto ciò mi pare sia emerso con chiarezza. È d’accordo? Sì, questo è emerso con chiarezza, ovvero che ci sono le nuove normative che possono favorire questa soluzione. Inoltre è anche emersa, per fortuna, la necessità che per affrontare queste situazioni occorra la professionalità, ovvero che l’approccio professionale appartenga a tutti gli attori, a partire dalla parte pubblica che, appunto, deve cambiare modo di approcciarsi: non può pretendere di aver tutto senza dare nulla in cambio. E che anche parte privata che deve essere dotata di una capacità progettuale e giuridica per affrontare le cose. E che la parte finanziaria debba riuscire a valutare il merito dell’iniziativa, oltre al merito del credito del soggetto proponente.

Quindi più che mai appare opportuna questa iniziativa di proporre un convegno sul tema? Sì, questa è una iniziativa che nasce tra operatori del settore, progettisti, imprese, in parte anche l’amministrazione. Tutto questo con la volontà di far capire e di creare questo tavolo per far conoscere questi strumenti alle associazioni sportive. Strumenti che ci sono e che andrebbero un po’ schematizzati per renderli più semplici, perché così sono veramente complessi e spaventano. È una complessità reale o apparente, nel senso che alla fine si può arrivare ad un risultato senza scoraggiarsi? La complessità c’è, ma i casi ci sono. Però bisogna sempre tenere presente che il partenariato pubblico privato si fa in due: la società sportiva e l’amministrazione. Quindi anche l’amministrazione ci deve mettere del suo. Non può aspettarsi che tutti i problemi le vengano risolti dalle società sportive.

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Abstract di finanza di progetto, devono essere attentamente monitorate. Può infatti accadere che un’impresa con un ottimo risultato di esercizio presenti un flusso di cassa negativo o, al contrario, che una impresa in perdita presenti dinamiche finanziarie positive. La prima situazione è abbastanza comune nelle imprese di nuova costituzione (vedi la società di progetto nel PPP) le quali, anche se presentano buoni risultati reddituali devono investire in immobilizzazioni, crediti, materiali e presentano quindi flussi di cassa negativi. Per una azienda che si trova in fase di avvio è molto importante quindi conoscere con anticipo quale sarà il flusso di cassa generato dalla gestione complessiva, in modo di determinare l’entità del proprio fabbisogno finanziario e valutare le modalità per la sua copertura. Una delle maggiori criticità nella costruzione di un piano economico finanziario è la fonte dei dati e la loro proiezione in un periodo temporale medio lungo. Naturalmente l’arco temporale del prospetto deve essere pari alla durata della concessione e le risul-

tanze in esso riportate devono essere tali da garantire la sostenibilità economica e finanziaria della proposta. Per la misurazione di tale sostenibilità ci si avvale di una serie di indici di bilancio quali il VAN (valore attuale netto del progetto), il TIR (tasso interno di rendimento), il DSCR (debt service cover ratio, indicatore ai fini della bancabilità della operazione) e il WACC (costo medio ponderato del capitale). Il piano economico finanziario deve essere asseverato da un istituto di credito o da una società di servizi costituita dall’istituto di credito stesso e iscritta nell’elenco generale degli intermediari finanziari, ai sensi dell’art. 106 del D. Lgs. 01 settembre 1993 n. 385, oppure da una società di revisione ai sensi dell’art. 1 della legge 23 novembre 1939, n. 1966. L’asseverazione rappresenta una certificazione rilasciata nei modi e nei termini previsti dalla legge, ma non costituisce assunzione di responsabilità da parte del soggetto che la rilascia. Allo stesso modo l’asseverazione non rappresenta garanzia di finanziabilità del progetto.

tieniti aggiornato, leggi gli approfondimenti on-line www.sporteimpianti.it/reportage/

The public-private partnership for sports facilities. An interesting workshop on the theme of public-private partnerships for sports facilities was held in Pistoia on 9 November, organised by the E.S.T. (Economia Società Territorio) Association of Venice. The working day was attended by administrators of local authorities, sports federations, managers of sports clubs and insiders, to deepen a topical issue in order to intervene in a concrete way on sports facilities, using procedures often neglected, but effective if used properly and professionally, working methods especially useful to mutually empower the public administration and the local partner (usually a sports association) in pursuing the common goal of being able to play sports in public facilities in accordance with the rules, safe and efficient. The advantage of the partnership is certainly in the possible participation of a private individual in the financing, but above all in the certainty that the work to be planned and carried out corresponds to the needs of those who will use the facility and will take care of the management, maintenance and everything else that requires the life of a facility.


IMPIANTI ETICI IMPIANTI SOSTENIBILI a cura di Stefano Longhi

Architetture di prima classe Gentili lettori, in questo articolo vorrei tornare a parlare di quelle realizzazioni che riescono mirabilmente a fondere la funzionalità sportiva con l’eleganza architettonica e la ricercatezza del design; ovviamente non dimenticando le peculiarità di sostenibilità della realizzazione.

Il primo esempio è il Training Complex del Feyenoord a Rotterdam ossia il centro di allenamento della prima squadra dell’importante team olandese. La realizzazione, concepita e terminata quest’anno da un team di progettisti principalmente olandesi, interessa una superficie di 2700 mq posta a diretto contatto con i due campi di allenamento e si contraddistingue per l’originalità spaziale, la mirabile scelta dei materiali e per l’innegabile funzionalità degli spazi ottenuti . Comincio col dire che questa realizzazione non ha nulla in comune con quanto pur ottimamente realizzato di recente da altre società professionistiche: è chiaro l’intento di creare uno spazio dove l’eleganza degli spazi e la ricercatezza del design non sono

secondi all’esigenza pratica della preparazione sportiva agonistica. L’impianto si compone di tutte le aree essenziali per la gestione della prima squadra: spogliatoi, palestre, sale massaggi, data center, sale media, caffetteria e ristorante, uffici gestionali etc. posti su due livelli affacciati completamente al campo sportivo principale e da cui si riesce a cogliere l’intera prospettiva sul campo. Gli operatori del team residenti permanentemente nel centro godono di una qualità spaziale senza precedenti: i locali sono ampi, luminosi, panoramici e ben relazionati fra loro e ciò che emerge è senza dubbio l’accrescimento del senso di appartenenza ai colori del club. Il design ed il materiale costituente la parte

opaca del rivestimento esterno è in acciaio corten la cui qualità, testimoniata dalla perfetta uniformità cromatica, è assoluta. La forma allungata, a testimoniare una grande scheggia di metallo e vetro distesa sul verde del campo, ben si connota con la naturalezza cromatica e altimetrica del sito: essa è perfettamente percepibile da ogni angolatura del centro sportivo da cui emerge con eleganza assoluta. Un altro riuscitissimo esempio di architettura e design riguarda il complesso sportivo natatorio e ricreazionale realizzato negli Stati Uniti in California da parte dello studio di progettazione VR NS Studio per la locale Università. In questo caso il volume complessivo dell’edificio, costituito da due gran-

Sopra: Golf Club Executive, Montréal (Quebec) - Architecture49 (ph. Stéphane Brügger). Nella pagina successiva a sinistra: San Francisco State University Mashouf Wellness Centre – WRNS Studio (ph. Jeremy Bittermann). Nella pagina successiva a destra: Feyenoord Training Complex, Rotterdam – MoederscheimMoonen Architects (ph. Bart Van Hoek).

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LINK https://www.archdaily.com/905921/feyenoord-rotterdam-training-complexmoederscheimmoonen http://www.moederscheimmoonen.nl/ https://www.wrnsstudio.com/ http://a49montreal.com/

di blocchi costituenti la piscina e la palestra uniti da un blocco servizio contenente le principali funzioni necessarie per l’utilizzo corretto della struttura . L’elemento che immediatamente colpisce sotto il profilo estetico è la leggerezza della struttura portante che nel caso della copertura della palestra assume le caratteristiche di una essenzialità inconsueta per i nostri standard. All’interno gli elementi architettonici e funzionali sono di una essenzialità assoluta: le pareti divisorie dei locali comuni si fanno contenitive e lineari, i disimpegni e le aree di collegamento sono pulite e rilevano appieno le caratteristiche materiche che le compongono. Un interessante e ben riuscito elemento architettonico è il velario costituente l’ingresso alla struttura: un pergolato trasparente formato da una elegante struttura metallica in grado di filtrare i raggi solari e

permettere una omogenea distribuzione della luce naturale. Dal Canada infine vi propongo l’ultima opera realizzata secondo il progetto dello studio Architecture49 in Quebec: la clubhouse del Golf Club Executive di Montreal. L’intervento assume un particolare rilievo compositivo grazie alla linearità che caratterizza il prospetto principale del corpo di fabbrica. La struttura è costituita da una ritmica scansione di travi in legno lamellare XLam ortogonalmente incrociate fra loro sostenute da pilastri del medesimo materiale. La percezione dei materiali naturali è totalizzante le pareti in acero, i soffitti, i controsoffitti, le grandi pareti vetrate. A guardare bene anche l’intera struttura risente dell’influsso naturale dell’ambiente circostante, infatti la disposizione in pianta segue un andamento curvilineo in omaggio alla sinuosità dei percorsi

golfististici. Da ogni locale è possibile guardare verso l’esterno e dai campi di gioco è possibile vedere all’interno. Cosa hanno in comune queste tre realizzazioni apparentemente così diverse fra loro? L’interazione dell’ambiente esterno con l’interno dell’edificio: da ogni locale ed ambiente interno è possibile disporre di ampie vetrate che permettono di godere appieno della peculiarità della natura o dei campi sportivi. L’effetto è totalizzante e la percezione dell’edificio costruito, pur nella sua posizione peculiare, non appare mai dissonante dall’ambiente circostante, anzi, proprio per la possibilità di percepire lo svolgersi delle attività specifiche svolte all’interno, risulta in grado di connotarsi quale ambito inclusivo dell’architettura stessa. L’architettura sportiva ben riuscita ottiene proprio questo risutato.

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È stata sottoscritta la convenzione per la riqualificazione del campo sportivo Pasquale Vittoria di Fisciano, in provincia di Salerno. Il progetto, che sarà realizzato per le Universiadi 2019, sarà finanziato dall’Università di Salerno e dall’Agenzia regionale Universiade 2019. Sono intervenuti all’incontro il Magnifico Rettore Aurelio Tommasetti, il Commissario Straordinario Universiade 2019, Gianluca Basile, il sindaco del comune di Fisciano, Vincenzo Sessa e il Presidente del CUSI, Lorenzo Lentini. «Abbiamo colto il pretesto dell’Universiade 2019 per creare una nuova cittadella dello sport universitario», ha dichiarato il rettore Tommasetti. «Al campus di Baronissi, in linea con i tempi previsti, ristrutturiamo il palazzetto esistente, creiamo un nuovo palazzetto e rinnoviamo la palestra, così come qui a Fisciano riqualifichiamo totalmente il campo di calcio. Un nuovo campo che sarà disponibile come campo di allenamento per le gare della manifestazione e che successivamente sarà aperto ai nostri studenti, alla comunità e a tutto il territorio». Come ha riferito il Commissario Universiade Gianluca Basile, il progetto UNISA Stadium prevede il rinnovamento del campo sportivo di Fisciano, con nuovo terreno artificiale, illuminazione, spalti e spogliatoi. «La Regione ha investito importanti risorse per intervenire su 63 impianti storici del territorio regionale. Oggi sono particolarmente contento di essere a casa mia e di raccontare quello che è stato programmato qui a Salerno, dove stiamo procedendo nei tempi previsti. L’Universiade è un’occasione unica per far conoscere i nostri territori ad atleti e tifosi che arriveranno dai 170 Paesi del mondo e per mostrare quanto questa università sia un posto accogliente. Con la collaborazione del CUS Salerno saremo in grado di organizzare tutte le attività sportive in serenità, essendo tutte le parti coinvolte nell'evento raccolte in questo unico grande spazio che è il Campus». Al termine dell’incontro, con la visione dei rendering del nuovo stadio, si è proceduto alla firma della convenzione tra l’Ateneo e il Commissario Straordinario Universiade per la riqualificazione del campo sportivo e alla firma dell’accordo di collaborazione tra il CUS Salerno e la Struttura Commissariale per le attività sportive. Un countdown simbolico ha segnato l’avvio dei lavori dell’UNISA Stadium, che La sottoscrizione della convenzione per i lavori al campo sportivo di Fisciano, Salerno, in occasione termineranno il 31 maggio 2019. delle Universiadi 2019.

UNISA Stadium, il progetto per le Universiadi 2019

Empoli FC: sottoscritto l’accordo per la riqualificazione del Castellani

È stato siglato l´accordo tra Empoli Football Club e Pessina Costruzioni per la riqualificazione dello stadio "Carlo Castellani". A sottoscriverlo, il Presidente dell’azienda Pessina, l´Amministratore Delegato Guido Stefanelli e la Vicepresidente di Empoli FC, Rebecca Corsi, con l´Amministratore Delegato Francesco Ghelfi. Quello di Empoli sarà il primo stadio realizzato in project financing, sulla base degli strumenti messi a disposizione delle società di calcio dalla nuova legge sugli stadi (contenuta nella legge finanziaria 21.06.17, n. 96): un progetto pilota in Italia per la costruzione di un impianto sportivo della massima serie, utilizzando la finanza di progetto con un partenariato pubblico-privato. L´iter prevede, dopo la sottoscrizione dell´accordo, la costituzione dell´Ati tra Pessina ed Empoli FC e in seguito la presentazione del progetto e del piano economico-finanziario al comune di Empoli. Dopo l’approvazione del progetto sarà indetta una gara pubblica, nella quale l´Ati Pessina-Empoli avrà il diritto di prelazione.

Il nuovo Castellani La nuova struttura potrà ospitare 20mila spettatori circa e sorgerà nella medesima area dell´attuale stadio Castellani, su una superficie di oltre 32mila metri quadrati. Il progetto prevede il rifacimento completo di tre settori su quattro dell´attuale stadio. L´unico settore che non verrà demolito sarà “Maratona”, con un avvicinamento del campo attraverso l´eliminazione dell´attuale pista di atletica. Gli altri settori verranno abbattuti e ricostruiti con materiali all´avanguardia, secondo le più moderne concezioni architettoniche. L´attuale tribuna sarà riedificata a ridosso del campo, così come lo saranno le due curve. Tutti e quattro i settori dello stadio verranno circondati da un’innovativa struttura esterna. Il progetto prevede la costruzione di 21 Sky box, una sala per famiglie, una tribuna stampa da oltre 200 posti e quasi 300 metri quadrati di nuovi spogliatoi a uso di squadre, arbitri, massaggiatori e medici. Sono inoltre previsti anche 20mila metri quadrati di parcheggi e una nuova strada di collegamento tra la zona dello stadio e la statale 67 Tosco-Romagnola. La struttura sarà sostenibile dal punto di vista sociale, economico e ambientale grazie alla configurazione che lo renderà un impianto a emissioni zero. Rebecca Corsi, vicepresidente di Empoli FC, ha sottolineato: «Grazie a questo accordo siamo arrivati alla fine di un percorso che va avanti da tempo e a cui ci siamo dedicati con tutte le nostre energie e risorse. La riqualificazione dello Stadio Castellani sarà un enorme passo in avanti per la nostra società dal punto di vista progettuale. Oggi poter contare su una struttura moderna, funzionale e polivalente rappresenta un aspetto strategico della politica di un club moderno e ambizioso». «L´idea della riqualificazione dello stadio è nata ormai tre anni fa», ha dichiarato l´Amministratore Delegato dell´Empoli FC, Francesco Ghelfi. «Ora arriviamo Rendering del progetto per la riqualificazione dello stadio Castellani, Empoli. a un importante punto di svolta. In questi anni abbiamo lavorato per trovare la soluzione

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migliore per tutte le parti, con lo scopo di andare a presentare un progetto importante per la nostra società. Porteremo a breve il progetto in Comune, fiduciosi di un responso positivo da parte dell´Amministrazione, che da sempre si è dimostrata sensibile e collaborativa nei confronti del club».

A Winchester centro sportivo da 38 milioni di sterline

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Progettato da LA Architects, il Winchester Sport & Leisure Centre ospiterà una piscina da 50 metri, una piscina didattica e un’area tuffi, un centro fitness con area da 200 macchinari, due uffici e una stanza per l’indoor cycling. Le strutture sportive includono una palestra multifunzionale, una per lo squash e una parete da arrampicata; una spa con idroterapia e 8 salette per trattamenti. Secondo il Winchester City’s Council, la struttura sarà sostenibile ai massimi livelli e si punta a ottenere uno ottimo BREEAM rating: sono incluse pompe di calore, pannelli solari e sistemi combinati calore/energia. I lavori, affidati all’azienda Willmott Dixon, dovrebbero partire nella primavera del 2019 e concludersi nei primi mesi del 2021.

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Sport e periferie, il bando 2018

Tornano i contributi per il finanziamento di interventi su impianti sportivi in aree svantaggiate e zone periferiche urbane: si tratta di quasi 10 milioni di euro, previsti dal bando “Sport e Periferie” per l’anno 2018. Potranno presentare domanda di contributo per il finanziamento degli interventi le pubbliche amministrazioni, le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado anche comunali e gli enti no profit. La richiesta di contributo andrà inviata, tramite posta, all’Ufficio per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Le richieste dovranno essere finalizzate a: - realizzazione e rigenerazione di impianti sportivi per l'attività agonistica, siti in aree svantaggiate e nelle periferie urbane; - diffusione di attrezzature sportive con l'obiettivo di rimuovere gli squilibri economici e sociali esistenti; - completamento e adeguamento di impianti sportivi esistenti da destinare all'attività agonistica nazionale e internazionale. Nella documentazione da presentare, dovrà essere compreso anche un cd contenente il progetto: progetto esecutivo, progetto definitivo, progetto di fattibilità tecnica ed economica. Sport e periferie: i criteri di scelta delle proposte Il Bando indica i criteri di cui tener conto nella selezione delle richieste (già indicati dal DPCM 31 ottobre 2018): a) localizzazione: saranno privilegiati lavori in aree con bassi livelli di scolarizzazione e interessate da recenti calamità naturali; b) stato di avanzamento della progettazione: il punteggio massimo sarà assegnato ai lavori con progetti esecutivi mentre il minimo a quelli in possesso solo di fattibilità tecnica-economica; c) incidenza del contributo richiesto sull'importo complessivo dell'intervento: saranno privilegiati quelli con la quota maggiore di cofinanziamento; d) polifunzionalità dell'impianto: un punteggio maggiore sarà assegnato alle strutture in cui è possibile svolgere simultaneamente più attività sportive; e) natura giuridica dell'ente titolare del diritto di proprietà dell'impianto: priorità sarà data agli impianti di proprietà pubblica. Al fine di garantire un'equa distribuzione delle risorse sull'intero territorio nazionale, le richieste di finanziamento per impianti di una stessa regione non potranno gravare sul fondo per importi complessivi superiori al 10 per cento della sua capienza. La richiesta di contributo pubblico per ciascun intervento non sarà superiore a 500 mila euro. Il finanziamento verrà erogato sulla base di convenzioni sottoscritte con firma digitale tra il Capo dell'Ufficio per lo Sport e il legale rappresentante del soggetto richiedente.

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Roma, concluso il 1° Festival della cultura paralimpica

l’utilizzo per il moto di innovazione ed estensione di questi ultimi tempi, a significare qualsiasi persona disabile che pratichi sport, in una società che vuole diventare sempre più inclusiva».

Quattro giorni di dibattiti, mostre, libri e storytelling dedicati allo sport paralimpico e alla sua capacità di contagiare in modo virtuoso la società e il costume, uno sguardo a 360 gradi sul tema “sport e disabilità”, partendo dagli atleti e dalle loro storie, un’occasione per conoscere meglio i protagonisti di un movimento che ha saputo conquistare l’attenzione dell’opinione pubblica. Promosso dal Comitato Italiano Paralimpico, il primo Festival della cultura paralimpica si è tenuto alla stazione Tiburtina di Roma e ha visto la partecipazione di atleti “eccellenti” come Bebe Vio, Alex Zanardi, Annalisa Minetti, Nicole Orlando che si sono confrontati con le personalità del mondo del giornalismo, dello spettacolo, dello sport, delle istituzioni. L’obiettivo di questa prima edizione è stato restituire centralità alle parole che hanno segnato la storia del movimento paralimpico italiano e il costume nel nostro Paese: l’Istituto Treccani si è fatto complice di questo viaggio culturale, assumendosi il compito di coniare una nuova definizione del lemma “paralimpico/a”. Il Capo dello Stato Sergio Mattarella è intervenuto nella giornata conclusiva dell’evento. «Un anno fa, inaugurando il centro “Tre Fontane”, dissi che il movimento paralimpico era diventato adulto», ha affermato Mattarella. «Vorrei aggiungere che il movimento paralimpico è un movimento che diventa adulto ma che non invecchia, che rimane giovane. Lo sport paralimpico è testimonianza positiva del progresso del Paese, è l’avanguardia di un movimento sociale, oggi grazie al movimento paralimpico la disabilità è vista finalmente con occhi diversi». Subito dopo è avvenuta la consegna al Presidente Mattarella della nuova edizione del vocabolario Treccani comprendente il nuovo lemma, da parte del direttore generale della Treccani Massimo Bray. «Paralimpico e paralampica sono parole che circolano nell’italiano scritto dagli anni Novanta e nei documenti dal 2003. Per la prima volta ne registriamo

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Ravenna, si completa la Città delle arti e dello sport

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Avrà una superficie coperta di più di 8mila metri quadrati e una superficie espositiva di oltre 3mila metri quadrati, offrendo la possibilità di disputare partite di basket e pallavolo, ginnastica artistica e ritmica a livello internazionale e calcio a cinque e pallamano a livello nazionale. È questo il progetto del nuovo palazzetto, che costerà circa 15 milioni e mezzo di euro, la cui proposta definitiva è stata approvata a novembre 2018 e per il quale sarà approntato lo specifico bando di gara per la progettazione esecutiva e la realizzazione dell’opera. La struttura polivalente completerà la Città delle arti e dello sport prevista nell’area del Pala de Andrè, in grado di ospitare eventi sportivi, manifestazioni culturali, concerti, con una capienza complessiva di circa 9mila posti a sedere, di cui 6mila nella nuova struttura. Si tratterà di un impianto ad alta efficienza energetica, con impianto fotovoltaico per la produzione media annua di 173mila kWh, pompa di calore per raffrescamento e riscaldamento e geotermia per la produzione di acqua calda sanitaria. Il cronoprogramma delle attività prevede l’espletamento del bando di gara entro maggio 2019 e l’inizio dei lavori dopo l’estate dello stesso anno. La Regione Emilia Romagna, nell’ambito dei contributi destinati a progetti di riqualificazione e miglioramento del patrimonio dell’impiantistica sportiva regionale, ha deliberato dopo l’estate l’assegnazione di 1 milione di euro per la costruzione della Città delle arti e dello sport; la Camera di Commercio di Ravenna, invece, si è impegnata a stanziare 3 milioni di euro: rientra tra le sue finalità anche la valorizzazione del territorio e dell’economia locale tramite la promozione e la realizzazione di strutture e infrastrutture di interesse economico generale e inoltre l’ente ha un interesse oggettivo all’utilizzo dei nuovi spazi per l’organizzazione di eventi e manifestazioni (tra cui l’OMC, Offshore Mediterranean Conference Exhibition). Infine, 2 milioni di euro sono stati inseriti nel piano pluriennale degli interventi approvato dal Consiglio dei Ministri nell’ambito del Fondo “Sport e Periferie”. Si tratta di 6 milioni di euro complessivi, che concorrono alla realizzazione di un’infrastruttura il cui costo, come già detto, ammonta a 15 milioni 500 mila euro, oltre a interventi per la sistemazione dell’area esterna e per le attrezzature e forniture sportive. In un secondo momento verrà emanato un bando per l’individuazione di un main sponsor, dal quale sono attese ulteriori risorse. Una volta ultimata la realizzazione e assegnata la gestione della Città delle arti e dello sport mediante un bando a evidenza pubblica, verrà costituito un Comitato di indirizzo, che sovraintenderà allo sviluppo alle attività e sarà composto da rappresentanti del Comune e della Camera di commercio di Ravenna.

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Verzuolo (Cn) Gli impianti sportivi di via XXV Aprile sono stati intitolati a Pier Giovanni Fanesi e Bruno Genre, due figure fondamentali nella storia del calcio locale. Con l’occasione sono stati presentati i futuri lavori di ristrutturazione del campo in erba sintetica e il nuovo protocollo firmato con la parrocchia per la gestione del campo naturale, dove viene organizzata la scuola calcio. I lavori al campo sintetico, che costeranno circa 520 mila euro, hanno l’obiettivo di rinnovare l’omologazione della Federazione Italiana Gioco Calcio. Fino all’inizio dei lavori, che potrebbero cominciare a maggio 2019, il campo sarà gestito dall’ASD Valle Varaita Calcio che concederà la struttura, in periodi concordati, all’ASD Calcio Cuneo.

bando per progetti di riqualificazione del patrimonio impiantistico sportivo regionale. Il centro sportivo sarà così completamente riqualificato e offrirà nuove strutture a quelle già esistenti, 5 polivalenti, 2 campi da tennis, 2 campi da paddle, campo di calcio sintetico a 5 e palestra scolastica. Ha

dichiarato Manuela Tonini, assessore allo sport e al turismo: «Negli ultimi anni abbiamo assistito a una crescita importante dello sport a Misano a livello professionistico e di base. Questo potenziamento delle strutture serve prima di tutto per dare una risposta ai tanti sportivi misanesi e

alle società sportive che sono impegnate quotidianamente nel far crescere e avvicinare allo sport i nostri bambini e ragazzi. Penso poi a ciò che rappresenta per noi il binomio turismo e sport che grazie a questa riqualificazione potremo spendere una carta fondamentale sui mercati nazionali e

Verzuolo (Cn), gli impianti sportivi di via XXV Aprile.

Misano Adriatico (Mo) Al centro sportivo Rossini prendono il via i lavori di riqualificazione del palasport. Si tratta di interventi di consolidamento energetico della struttura, che si svolgeranno in due step, dapprima con la sostituzione della centrale termica e poi con i nuovi infissi della palestra centrale e delle strutture che si affacciano verso l’esterno. I 200 mila euro di spesa previsti saranno in parte coperti da un finanziamento regionale e in parte sostenuti dal Comune. A fianco del palazzetto, dove ora si trova un campo per il gioco del basket all’aperto, sorgerà una tensostruttura, in legno lamellare, con utilizzo polifunzionale del campo da 25x43 metri e spogliatoi. Anche i 600 mila euro richiesti per questo intervento saranno in parte finanziati dalla regione Emilia Romagna (50%), a seguito della partecipazione al

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Tolentino (Mc) È entrato in funzione il centro polisportivo “Roberto Gattari” di Viale Vittorio Veneto, finanziato da F.C. Internazionale, Sunig Sport, dal CSI e dallo stesso comune di Tolentino. Il nuovo impianto sportivo consente di praticare basket, pallavolo, pallamano e calcio a cinque. Fin dai primi giorni, la struttura è utilizzata tutti i giorni, durante la settimana per gli allenamenti e nel fine settimana per le partite dai veri campionati: usufruiscono di questo campo diver-

se associazioni sportive come le Cantine Riunite CSI, il Borgorosso, l’Associazione sportiva Insieme per te, il CSI l’Arcobaleno PSGB, per il gioco del calcio a 5 e la pallamano. La struttura sarà anche utilizzata per consentire a persone in difficoltà di fare attività fisica e motoria. Tutti i dettagli relativi l’utilizzo del campo sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa dal sindaco Giuseppe Pezzanesi, dal presidente del CSI di Tolentino Katia Calvani e dall’assessore allo sport Alessia Pupo. La gestione tecnica e sportiva del polivalente “Roberto Gattari” è stata affidata all’associazione CSI Tolentino Sport ASD di Tolentino, fino al prossimo 31 agosto 2021: il gestore dovrà favorire la promozione della pratica sportiva e svolgere un’adeguata funzione di promozione dello

sport presso gli associati e gli utenti e sottoscrivere protocolli d’intesa per definire programmi di promozione ed educazione allo sport, destinati soprattutto alle giovani generazioni. Dovrà essere garantita la possibilità di fruire degli impianti a soggetti e associazioni sportive che svolgono attività sportiva a vari livelli, in special modo a quelli di base e giovanili. Gli obiettivi del programma scuola/sport saranno eventualmente concordati con il Comune e la scuola dell’obbligo di Tolentino, per la pratica sportiva senza oneri né per il Comune né per le scuole partecipanti. Vista la finalità della realizzazione della struttura, essa verrà messa a disposizione delle associazioni sportive dei Comuni ricadenti nel cratere sismico che sono rimaste prive di strutture dove svolgere la propria attività nella misura del 20% circa del monte ore a disposizione di terzi. Il gestore assume a proprio carico la gestione, la regolazione dell’accesso alla struttura, degli impianti e di tutte le attrezzature mobili e immobili annesse, la vigilanza sul corretto utilizzo, la sorveglianza sul comportamento e sull’igiene dei frequentatori degli impianti e la manutenzione ordinaria dell’impianto e di tutte le attrezzature mobili e immobili annesse, compresa l’area verde nel perimetro delimitato dalla recinzione. Il Comune corrisponderà al gestore un corrispettivo di esercizio omnicomprensivo di poco più di 10 milioni di euro all’anno.

Castelnuovo Garfagnana (Lu) È stato inaugurato il campo sportivo in erba sintetica per calcetto e pallavolo a servizio degli istituti superiori

Tolentino (Mc), inaugurazione del centro sportivo Gattari.

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Castelnuovo Garfagnana (Lu), il campo polivalente inaugurato a servizio degli istituti superiori Galilei e Campedelli.

Galilei e Campedelli. All’inaugurazione ufficiale dell’impianto realizzato dalla Provincia di Lucca erano presenti tra gli altri il consigliere provinciale Andrea Carrari con la dirigente dell’ufficio tecnico della Provincia Francesca Lazzari, il sindaco di Castelnuovo Garfagnana Andrea Tagliasacchi, il rappresentante dell’Istituto di Credito Sportivo Luca De Vito, nonché la docente Simonetta Bergamini in rappresentanza de dirigente scolastico Massimo Fontanelli. Il nuovo impianto realizzato nell’area di pertinenza delle due scuole servirà per potenziare l’offerta di attività motoria per gli studenti del plesso (circa 500). Il progetto realizzato dall’ufficio tecnico provinciale ha permesso di trovare le risorse economiche (145mila euro) grazie alla partecipazione al bando del Credito Sportivo, sottoscrivendo un mutuo i cui interessi sono interamente a carico dello Stato. Il campo misura 32x20 metri ed è realizzato in erba sintetica, per poter essere utilizzato con qualsiasi condizione atmosferica. A corredo dell’impianto esterno saranno utilizzati i locali di servizio posti al piano terra dell’impianto sportivo già in essere, per i quali le ditte incaricate dalla Provincia hanno effettuato opere di adeguamento del locale di primo soccorso conformi alle norme Coni per l’accesso dei disabili. L’intervento della Provincia ha per-

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messo inoltre di riqualificare l’area posta sul retro del campetto, ricavando anche un’area per il lancio del peso. Ha completato l’opera la nuova illuminazione della zona dell’attuale palestra, in modo da rendere gli spazi utilizzabili per varie attività.

Camporgiano (Lu) Ristrutturazione e adeguamento sismico per la nuova palestra scolastica, inaugurata insieme al campetto polivalente, per un importo di quasi 1 milione di euro, due notevoli interventi che si aggiungono ai tanti già realizzati negli ultimi anni di mandato del primo cittadino Francesco Pifferi. Ha dichiarato l’assessore regionale a istruzione, formazione e lavoro, Cristina Grieco: «La sicurezza delle strutture scolastiche rappresenta per l'amministrazione di

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Camporgiano e per la Regione Toscana prima che un dovere da rispettare, un obiettivo da perseguire per migliorare la vivibilità degli ambienti, sia per i bambini che li frequentano sia per il personale scolastico che vi trascorre le proprie giornate lavorative». Le opere realizzate si inquadrano nel programma di riqualificazione del patrimonio edilizio scolastico comunale, avviato nello scorso decennio: nel dettaglio questo intervento è l’ultimo tassello relativo alla ristrutturazione della scuola media. Alla palestra sono stati demoliti e ricostruiti gli spogliatoi, è stata realizzata una nuova copertura in legno lamellare e sono stati rifatti gli infissi e gli impianti elettrici, idraulici e di climatizzazione. Al campetto di gioco polivalente, annesso alla palestra scolastica, si è trattato di una ristrutturazione volta a consentire il suo utilizzo per attività libere e per il gioco del tennis e del calcetto, com-

pletando la dotazione che, nella palestra, consente il gioco di pallavolo e minibasket.

Ora, dopo 13 anni, la città si prepara alla riapertura di un grande luogo di aggregazione.

Molfetta (Ba)

Molfetta (Ba)

È stato consegnato il progetto esecutivo del parco di Mezzogiorno, “Baden Powell”, che ne prevede la sua riqualificazione con inizio dei lavori in primavera. L’intervento nel suo complesso costerà quasi 1 milione e mezzo di euro, per la realizzazione di quattro aree tematiche su una superficie di 29 mila metri quadrati: ci saranno area eventi, orto didattico, aree giochi, aree relax, punto ristoro, parco benessere e piste ciclabili, percorso avventura e giardino per la meditazione, oltre a un’area cani. Il parco ha alle spalle una lunga storia di lavori incompiuti: era stato realizzato nel 2005 ma mai aperto al pubblico,

Dopo uno stop di diversi anni, sono partiti i lavori alla nuova pista di atletica, in via Salvo D’Acquisto, nella zona 167, nelle vicinanze del parco di Mezzogiorno. La nuova pista di atletica sarà concepita per ospitare manifestazioni di livello internazionale: sarà dotata di una pista a otto corsie e doppia linea di partenza; doppie pedane per il salto in lungo e triplo, per il lancio del peso, per il lancio del giavellotto, per il salto con l’asta e in alto. Sono previsti inoltre una pedana per il lancio del disco e del martello, una pista coperta per il riscaldamento degli atleti, quattro torri faro per l’illuminazione e una tribuna coperta per

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quasi mille spettatori. La pista di atletica sarà di classe A, secondo la normativa Fidal e di categoria II, secondo le specifiche tecniche IAAF, utilizzabile per le manifestazioni a carattere nazionale e internazionale. Sarà realizzato un blocco servizi su due livelli: al piano terra ospiterà due ampi spogliatoi per atleti, due di più ridotte dimensioni per allenatori, due spogliatoi per giudici, un locale di pronto soccorso e per le visite mediche, sala stampa, magazzino, servizi igienici, locale per controlli antidoping, segreteria, deposito delle attrezzature, una palestra di pre-allenamento e per massaggi. Il piano interrato ospiterà una pista più piccola di preriscaldamento di circa 50 metri di lunghezza, una pedana di salto in lungo e triplo e servizi. Le tribune sono state studiate in modo da garantire la visibilità degli spettatori da tutti i livelli di seduta.

Napoli È stata inaugurata lo scorso 15 novembre la palestra Piantedosi dell’Istituto Comprensivo “61 Sauro Errico Pascoli” in via Traversa Maglione 35 del quartiere Secondigliano di Napoli, dopo un rinvio di quindici gironi dovuto al maltempo di fine ottobre che aveva causato anche una vittima in città. La palestra è stata intitolata a Gianluca Cimminiello, vittima innocente della camorra nel 2010: un tatuatore ucciso per aver realizzato un tatuaggio all'ex calciatore del Napoli, Lavezzi, cosa che scatenò l'ira di un concorrente. Presenti alla cerimonia l’assessore comunale alla Scuola Annamaria Palmieri, l’assessore comunale ai Giovani Alessandra Clemente, la sorella di Gianluca Susy Cimminiello,

il dirigente scolastico Piero de Luca e i docenti. I lavori di ristrutturazione rientrano nel finanziamento Cipe del 2012 con un importo di 217.420 euro e con la sottoscrizione di una convenzione con il Provveditorato Interregionale delle Opere Pubbliche: è stato realizzato il recupero della copertura degli spazi interni e la pavimentazione di tutto il fabbricato in particolare della palestra di circa 220 mq. I lavori iniziati a luglio 2016 sono stati seguiti dalla Municipalità che ha fatto da raccordo con i tecnici del Provveditorato. L’assessore Palmieri ha dichiarato: “E’ bello che l’impianto sportivo, per scelta della scuola e del Dirigente scolastico Piero de Luca, sia intitolato ad una giovane vittima innocente, perché lo sport deve salvare le vite e il messaggio grazie a questa intitolazione può arrivare più forte e chiaro”. E così Susy Cimminiello: “Quella scuola che Gianluca nella sua infanzia non ha potuto avere, perchè cresciuto in un collegio, l’ha avuto adesso. E in suo nome noi difenderemo la scuola”.

Roma A fine ottobre è cominciata la bonifica dello Stadio Flaminio. Costruito nel 1959 da Pier Luigi e Antonio Nervi, si trova attualmente in uno stato di totale degrado. Il solo intervento di bonifica costerà 101.000 euro al Comune di Roma, mentre la ristrutturazione dello stadio richiederà diversi milioni e l’intervento di investitori privati. L’assessore allo sport di Roma Capitale, Daniele Frongia, ha dichiarato: “Dopo la pulizia, dovremo studiare un progetto per un utilizzo

Napoli, la palestra Piantedosi dell’Istituto Comprensivo “61 Sauro Errico Pascoli”.

Roma, lo stadio Flaminio sottoposto a bonifica.

provvisorio. Si possono prevedere eventi e musei temporanei, inoltre abbiamo avviato un discorso con il Coni e la Federazione di Rugby. Abbiamo già ricevuto comunque delle proposte”. In effetti, nato come stadio di calcio, il Flaminio non è oggetto di interesse delle due quadre romane, sia per l’impossibilità di coprire gli spalti che per non essere adatto ad un uso commerciale.

Castelvetrano (TP) Il palatenda di Castelvetrano, costruito su un terreno confiscato alla mafia, inaugurato due anni fa ma poi abbandonato, ha finalmente cominciato a funzionare grazie all’associazione «Sei in gioco», di cui fanno parte quattro associazioni sportive del territorio e la cooperativa I Locandieri, la cui presidente è Valentina Corallo. È stato necessario effettuare diverse riparazioni, rifare il parquet e rimettere in pristino i servizi e la cancellata. Il due settembre del 2016, dopo molte lungaggini, c’era stata l’inaugurazione che doveva dare l’inizio

all’utilizzo del centro polivalente denominato “Unità d’Italia”, destinato ad ospitare gare di pallamano, pallavolo, pallacanestro, calcio a 5, danza, arti marziali, badminton. L’impianto, dotato di ampi ed attrezzati spogliatoi e locali magazzino, sorge nei pressi della Strada Provinciale 25 su un terreno confiscato per reati di mafia a Benedetto Valenza che vi aveva un’attività di calcestruzzi. La struttura è il completamento del progetto “Io Gioco Legale” che prevedeva la realizzazione del campo polivalente per un importo di 489.243,34 euro, finanziati nell’ agosto del 2012 con decreto del PON Sicurezza-Obiettivo Convergenza 2007–2013. I ritardi nell’inaugurazione, che hanno comportato uno spostamento di circa un anno dalla data allora prevista, furono dovuti alla realizzazione delle pertinenze esterne e degli allacciamenti che non rientravano nell’importo finanziato e che furono realizzati direttamente dall’Amministrazione Comunale; nel frattempo la tenda era rimasta soggetta a vandalismi e all’incuria, fino a quando le associazioni assegnatarie hanno potuto avviare la loro attività.

Castelvetrano (TP), dopo due anni di abbandono, il palatenda torna in funzione.

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XXXIX Edizione - Sei Media srl - supplemento alla rivista TSPORT n° 321 maggio/giugno 2018 - Euro 20,00 ISSN 1121-7456

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Le schede tecniche di TSPORT in questo numero Equitazione

pubblicità adv in Acquapark ATB sport Bcs BSW Casali Cias Delfino Elvas Eurosquash Gammasport Gewiss Limonta Sport Mapei Mondo NR Coop Olimpia Omsi SeiMedia Sibelco Sint Roc Sport Sytem Sport&Impianti Tagliapietra Tipiesse Vaneton

#tsport324

73 77 41 6 48 III cop. 72 49 74 34 33 26 1 42 2 71 8 IV cop. 75 II cop. 18 50 34 3 19

C

La Federazione Italiana Sport Equestri (FISE; www.fise.it), come prevede lo Statuto (approvato dal CONI con Deliberazione n. 410 del 28 ottobre 2014) è competente a disciplinare e regolamentare l’attività equestre con competenza esclusiva per le seguenti attività svolte in forma agonistica: - Salto ostacoli - Concorso completo - Dressage - Endurance - Attacchi - Volteggio - Reining - Paralimpica - Horse Ball - Polo In via non esclusiva, la FISE è invece competente a regolamentare le altre discipline sportive praticate con il cavallo e riconosciute dalla Federazione internazionale (FEI) o da altri enti internazionali di riferimento. Fanno eccezione le specialità ippiche, ossia le corse che si svolgono su appositi circuiti (ippodromi), le quali sono gestite dal Ministero delle Risorse Agricole, che è subentrato all’UNIRE (Unione Nazionale per l’Incremento delle Razze Equine), ente sciolto nel 2012. L’ippica, che comprende le gare di trotto e di galoppo, non fa parte della trattazione di queste schede. I riferimenti normativi di base, utili per la realizzazione di impianti e attrezzature destinate all’equitazione, possono essere trovati nella pubblicazione “Principi di tutela e di gestione degli equidi” (2015), edita congiuntamente dal Ministero della Salute, dal CONI, dal Comitato Italiano Paralimpico e dslla FISE, e che riunisce: - il “Codice per la tutela e la gestione degli equidi” del Ministero della Salute; - i Principi fondamentali dell’addestramento del cavallo promossi dall’International Society for Equitation Science; - il “Regolamento FISE per la tutela del cavallo sportivo”; - l’estratto del Codice penale, Libro Secondo - Titolo IX-Bis - Dei delitti contro il sentimento per gli animali. Per ile finalità tecniche delle nostre pubblicazioni, riteniamo utile riportare gli estratti del Codice pubblicato dal Ministero della Salute, e del Regolamento FISE, nelle parti che trattano in particolare le caratteristiche degli spazi e degli impianti. Quanto agli standard dimensionali, riportiamo infine la scheda del “campo di gara” previsto per la disciplina del Dressage (nelle due dimensioni ammesse), essendo per le altre discipline configurabili diverse soluzioni.

Legislazione italiana 9.8 Sanità

Federazioni e leghe 12.42 FISE - equitazione

Standard dimensionali 1.42 equitazione



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