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anno XLIV - MAGGIO - GIUGNO 2019 - Poste Italiane S.p.A. Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1 LOM/MI/4814 - Milano Roserio CMP - Euro 13,00 ISSN 1121-6913

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| Anno XLIV SOMMARIO | Maggio Giugno 2019

RUBRICHE topical columns BRUNO GRILLINI OPINIONE UN TUFFO DOVE L’ACQUA È PIÙ BLU

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DI

Opinion / A dive where the water is bluer

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A CURA DI ALBANO MARCARINI TSTORIA LA PISCINA COPERTA DEL FORO ITALICO A ROMA

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A CURA DELLA

REDAZIONE REPORTAGE NAPOLI 2019, XXX SUMMER UNIVERSIADE Reportage / Naples 2019, XXX Summer Universiade

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DI

STEFANO LONGHI IMPIANTI ETICI / IMPIANTI SOSTENIBILI ALCUNE RIFLESSIONI SULL’UTILIZZO DEL LEGNO INDUSTRIALE

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A CURA DI

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A CURA DI

NOTIZIE

SABINA ORRICO

SABINA ORRICO REGIONI PROVINCE COMUNI REDAZIONE PRODUZIONE / Production A CURA DELLA

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LE ULTIME REALIZZAZIONI BSW IN ITALIA: CHIERI E MILANO BSW's latest works in Italy: Chieri and Milan

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REPLAX T SPORT, LA RETE METALLICA DI CAVATORTA PER GLI IMPIANTI SPORTIVI Replax T Sport, the Cavatorta's wire mesh for sports facilities

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1979/2019: I 40 ANNI DI MARIO ORLANDO & FIGLI 1979/2019: 40 years from the birth of Mario Orlando & Figli

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SPECIALE special 45

BRUNO GRILLINI IMPIANTI PER IL NUOTO SPECIALE ACQUA A CURA DI

Swimming centres / Special aquatics


www.SPORTeIMPIANTI.it

Year XLIV | CONTENTS | May June 2019

INSERTO insert 23

PROGETTI projects

TUTTERBA 25

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RICCARDO CONSOLI VERONA L’ANTISTADIO DELL’HELLAS COL NUOVO MANTO SINTETICO DI

JOSEPH WOLFE ALTRI IMPIANTI SUZHOU (CINA) OLYMPIC SPORTS CENTER DI

Other facilities / Olympic Sports Center in Suzhou (China)

Verona - The anti-stadium of Hellas with the new synthetic turf

Design: GMP Group

Design: geom. Gianluca Venturi, Giovanni Dambaldi

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MARY KATE RUSSO LECCO RIQUALIFICAZIONE DELLO STADIO “RIGAMONTI-CEPPI”

CESARE LINO PALAZZETTI E PALESTRE BELLINZAGO NOVARESE (NOVARA) PALESTRA SCOLASTICA

Lecco: refurbishment of the Stadium “Rigamonti-Ceppi”

Halls and gyms / School gym in Bellinzago Novarese (Novara)

Design: geom. Angelo Selva

Design: Studio SdiA

DI

MARIA CARBONE GENOVA BOLZANETO NUOVO MANTO SINTETICO AL BEGATO 9

DI

DI

Genova Bolzaneto – New synthetic turf at the “Begato 9” Design: geom. Marco Bondelli

ALLEGATI appendixes I-XVI SCHEDE TECNICHE Legislazione regionale 10.9 Sanità

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anno XLIV - MAGGIO - GIUGNO 2019 - Poste Italiane S.p.A. Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1 LOM/MI/4814 - Milano Roserio CMP - Euro 13,00

ISSN 1121-6913

i SeiMedia - Sport&Impianti.it c Tsportmagazine f Sporteimpianti.it In copertina: piscina comunale a Carpi (Modena) Progetto/Design: Studio TECO+ Articolo a pag. 43 Speciale Acqua

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Un tuffo dove l’acqua è più blu L’OPINIONE di Bruno Grillini

L’ultimo rapporto ufficiale pubblicato sulla qualità delle acque di balneazione italiane (Report Italian bathing water quality in 2017) mostra, su 5.531 località balneabili, un 89,8% di acque di qualità eccellente, e solo l’1,5% di acque di livello scarso. Il Portale Acque del Ministero della Salute, consente peraltro di verificare in tempo reale i valori di tutti i controlli effettuati lungo le coste: come esempio, abbiamo preso la spiaggia di Punta Secca, nel ragusano, nota a tutti perché ospita la casa del Commissario Montalbano nell’omonima serie televisiva (al centro nella foto), le cui acque risultano eccellenti. Se il mare è dunque inquinato non lo è tanto per la presenza di colibatteri (come avviene presso gli estuari di corsi d’acqua che raccolgono scarichi fognari) quanto per i residui di plastiche non degradabili, come attestano le campagne di Legambiente (l’indagine Beach Litter 2019, svoltasi tra aprile e maggio su 93 spiagge italiane, rivela una media di 968 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia, di cui l’81% è plastica). Gli italiani amano il mare (e gli stranieri che vengono d’estate in Italia anche), forse per sguazzare più che per nuotare. E lo sport? Se le attività supportate da elementi galleggianti (vela, surf, canoa…) richiedono sostanzialmente acque aperte, il nuoto praticato come attività sportiva trova il suo luogo di elezione nelle acque tranquille della piscina, con le sue regole, i suoi limiti

dimensionali, i protocolli. Ma la voglia di divertirsi in acqua rompendo le regole fa sì che le grandi piscine pubbliche, fuori dagli orari dei corsi di nuoto e delle competizioni, si aprano a tutti quelli che al mare non ci possono (o non ci vogliono) andare. Ecco allora l’onda dei nuovi o rinnovati centri natatori che popolano i nostri report sull’impiantistica sportiva, grazie anche alla diffusione del Partenariato Pubblico Privato che sopperisce alle scarse disponibilità finanziarie degli enti pubblici. E parallelamente, la domanda di acque in cui immergersi senza impegno investe anche il settore privato: pur in riva al mare, i villaggi turistici sono dotati di piscina; alberghi e seconde case – dove il clima lo suggerisce – hanno il loro specchio d’acqua. È dunque il momento di fare una panoramica sul mondo dell’acquaticità: gli dedichiamo lo Speciale di questo numero, ma certamente torneremo presto sull’argomento.

Foto/Ph.: B.G. per Tsport

Opinion

A dive where the water is bluer

The latest official report published on the quality of Italian bathing water (2017) shows, out of 5,531 bathing sites, 89.8% with excellent water quality, and only 1.5% with low water level. The Water Portal of the Ministry of Health, also allows you to verify in real time the values of all controls carried out along the coast: as an example, we took the beach of Punta Secca, in Ragusa, known to all because it houses the house of Detective Montalbano in the TV series (in the center in the picture) whose waters have proved to be excellent. If the sea is polluted, it is not so much polluted by the presence of colibacteria (as happens at the estuaries of waterways that collect sewage) as by the residues of non-degradable plastics, as attested by the campaigns of Legambiente (the Beach Litter 2019 survey, held between April and May on 93 Italian beaches, reveals an average of 968 waste per 100 linear meters of beach, of which 81% is plastic).

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Italians love the sea (and foreigners who come to Italy in the summer too), perhaps to splash around more than to swim. And sport? If the activities supported by floating elements (sailing, surfing, canoeing...) substantially require open water, swimming practiced as a sporting activity finds its place of choice in the calm waters of the pool, with its rules, its dimensional limits, its protocols. But the desire to have fun in the water breaking the rules means that the large public pools, outside the hours of swimming courses and competitions, are open to all those who can not (or do not want to) go to the sea. So here is the wave of new or renovated swimming centers that populate our reports on sports facilities, thanks to the growing habit of constitute Public Private Partnership, that makes up for the limited financial resources of public institutions.And at the same time, the demand for waters in which to dive without obligation also affects the private sector: even if on the seashore, tourist villages have a swimming pool; hotels and holiday homes - where the climate suggests it - have their own stretch of water. It is therefore time to give an overview of the world of water: we are dedicating the Special to him in this issue, but we will certainly return to the subject soon.

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ALTRI IMPIANTI OTHER FACILITIES

Suzhou (Cina)

Olympic Sports Center di Joseph Wolfe foto di Christian Gahl, Zeng Jianghe

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ll centro sportivo olimpico di Suzhou è stato inaugurato nell’autunno scorso. In un parco paesaggistico di 60 ettari accessibile al pubblico, sono stati realizzati uno stadio, una piscina per l'allenamento e il tempo libero, un’arena coperta, un centro commerciale ed ampie strutture sportive per le aree residenziali circostanti.

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OTHER FACILITIES | ALTRI IMPIANTI

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Suzhou, non lontana da Shanghai, è conosciuta in Cina come città giardino. Nove dei suoi giardini storici sono stati dichiarati dall'UNESCO Patrimonio dell'Umanità. Non sorprende che il design del Centro Sportivo Olimpico abbia preso spunto da questi giardini paesaggistici cinesi. Il risultato è un vivace parco cittadino e sportivo con un piacevole mix di funzioni, che comprende quattro grandi edifici tra spazi verdi e giochi d'acqua: lo stadio con una capacità di 45.000 posti a sedere e una campata di 250 metri, il centro acquatico con 3.000 posti a sedere, l'arena coperta con 13.000 posti a sedere e il centro commerciale. A sud il parco si apre sul fiume Xietang e, lungo percorsi tortuosi, offre diverse vedute sui corsi d'acqua, sull'architettura e sul paesaggio. Il design dell'insieme delle costruzioni è volutamente minimalista nello stile e i singoli edifici appaiono sobri nonostante le loro dimensioni. I podi alti 12 metri si proiettano come penisole nel parco e vi si accede dalla strada. I podi e le facciate sono caratterizzati da linee orizzontali in pietra naturale leggera e pannelli in alluminio scolpiti a rilievo. Nella loro costruzione gli edifici sono sviluppati uniformemente. Per la prima volta in Cina, per coprire i grandi edifici sportivi è stata utilizzata la costruzione di un tetto con una rete di cavi a parete singola. In questo modo si ottengono conchiglie paraboloidi che poggiano su supporti a V e sono visibili non solo nelle immediate vicinanze, ma anche da più lontano. Il tetto dello stadio è coperto da una membrana in PTFE, mentre i tetti del centro acquatico e dell'arena coperta sono rifiniti con lamiere metalliche costituite da una resistente lega di alluminio/magnesio/manganese. Un centro commerciale con uffici e un hotel completa i tre edifici sportivi e contribuisce alla vivacità dell'intero sito. L'area del parco contiene una vasta gamma di impianti sportivi aperti per il calcio, il tennis e altri sport con la palla che possono essere noleggiati privatamente. Grazie a questo concetto di utilizzo poliedrico, il Centro Sportivo Olimpico è diventato rapidamente un modello per la progettazione di altri impianti sportivi in Cina ed è diventato un attraente centro di quartiere.

Gli aspetti strutturali La struttura del centro sportivo è stata progettata in modo da supportare al meglio l'intenzione architettonica, l'interesse economico del cliente, i requisiti funzionali e le norme di sicurezza applicabili. Si avvale dei più recenti sviluppi nel campo dell'ingegneria strutturale a lunga campata, utilizzando sistemi strutturali innovativi e materiali moderni per elementi primari e rivestimenti. Per ottenere una progettazione efficiente in termini di costi, è stato necessario valutare i parametri locali del vento di Shenzhen e l'effetto sullo stadio. Utilizzando lo strato limite atmosferico per quanto riguarda l’intensità della raffica, le turbolenze e la velocità del vento, è possibile stabilire un modello di galleria del vento. Offrendo il test informazioni

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Nella doppia pagina di apertura, la panoramica notturna mostra l’insieme del centro olimpico, con l’edificio commerciale in primo piano, lo stadio illuminato alle sue spalle, e, ai lati, i due palazzetti coperti per il nuoto e multisport. In questa pagina, in alto, la planimetria generale mostra la dislocazione dei quat-

tro edifici nel complesso olimpico. Al centro, esterno dello stadio; in basso, sulle due pagine, una sezione attraverso lo stadio. In the double opening page, the night view shows the whole of the Olympic center, with the commercial building in the foreground,

the illuminated stadium behind it, and, at the sides, the two covered buildings for swimming and multisport. On this page, at the top, the general plan shows the location of the four buildings in the Olympic complex. In the middle, outside the stadium; below, on the two pages, a section through the stadium.

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molto dettagliate sulla pressione dinamica del vento esercitata in ogni punto dello stadio, si ottiene l’indicazione di un uso minimo di materiale per quasi tutti gli elementi strutturali del tetto. Inoltre, lo stesso modello di galleria del vento può essere utilizzato per determinare i livelli di comfort interno per gli occupanti e altri effetti riguardanti la crescita dell’erba, studi sulla pioggia, ecc.

La struttura di copertura dello stadio La struttura del tetto a lunga campata dello stadio è concepita come una struttura leggera, efficiente dal punto di vista dei materiali e quindi ecologica ed economica. La struttura del tetto può essere suddivisa nei seguenti elementi strutturali principali: - due anelli di tensione all'interno, sovrapposti; - un anello di compressione all'esterno; - i cavi disposti a raggiera che legano gli anelli interni ed esterni con un sistema a capriate; - gli archi in acciaio rinforzati da cavi, che fanno da supporto per i pannelli di copertura; -le colonne a V che sostengono la struttura del tetto. Ognuno dei due anelli di tensione interni è costituito da quattro cavi completamente serrati. Le forze di precompressione in questi due anelli, tenuti separati da puntoni, producono forze di trazione nei cavi superiori e inferiori che costituiscono le “capriate” disposte radialmente. Le forze di trazione nelle capriate inducono a loro volta forze di compressione nell'anello esterno, che possono essere scomposte in due anelli paralleli fatti di tubi d'acciaio infine riempiti di calcestruzzo. Almeno in ogni punto in cui entrano i cavi della capriata, i due anelli sono collegati tra loro per ottenere una sufficiente rigidità (vedi schemi in alto in questa pagina). La precompressione nel sistema serve a limitare le deformazioni e le oscillazioni del tetto, nonché qualsiasi flessione dell'anello di compressione causata da un carico non uniforme. Poiché, come i cerchi di una ruota a raggi, le capriate non solo trasferiscono i carichi agli anelli di compressione, ma li stabilizzano anche contro lo svergolamento. I cavi superiore e inferiore delle capriate sono legati tra loro tramite diversi trefoli (tra anello di tensione e anello di compressione) e un tubo d'acciaio (tra anello di tensione superiore e inferiore). Queste bretelle si trovano direttamente sotto ogni arco di membrana. La membrana è tesa su archi di tubi d'acciaio rinforzati con trefoli e cavi perimetrali che costituiscono i cavi superiori delle capriate. Per ottenere connessioni esteticamente leggere tra gli elementi strutturali sono stati realizzati soprattutto dettagli in acciaio pressofuso (vedi dettagli a centro pagina). Le strutture dei cavi precompressi si estendono in larghezza con una quantità minima di materiali, ma sono costose, in quanto sono ancorate posteriorIn questa pagina, in alto e al centro lo schema strutturale della copertura e due schizzi che ne mostrano i principi di base. Di seguito, un dettaglio del sistema strutturale che presenta un’immagine di grande leggerezza; a destra, pianta e sezione degli elementi connettori in acciaio pressofuso descritti nel testo.

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On this page, at the top and in the middle, the structural scheme of the roof and two sketches showing the basic principles. Below is a detail of the structural system that shows a very light image; on the right, the plan and section of the die-cast steel connector elements described in the text.

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mente e finemente reticolate. Le coperture con cavi ad anello combinano le caratteristiche positive delle strutture a cavo e a membrana: sono costituite da una struttura primaria a maglie larghe costituita da una struttura primaria sigillata, cioè "auto-ancorata", da un anello di compressione e tensione rinforzato con cavi e da una struttura a membrana precompressa nel mezzo. Naturalmente, in un numero limitato di possibilità. L'utilizzo del principio dell'auto-ancoraggio per risparmiare su costose fondazioni e spalle è un trucco mutuato dalla costruzione di ponti. Tuttavia, limita la varietà di forme disponibili: così come il ponte sospeso auto ancorato e a fune richiede una piattaforma perfettamente diritta per sostenere le elevate forze di compressione che si formano da auto-ancoraggio, così il tetto a fune ad anello può avere "solo" una forma geometrica rigorosa!

Il rivestimento La copertura deve proteggere gli spettatori dalla pioggia e dall'abbagliamento del sole. Questo strato traslucido può essere realizzato con membrane tessili precompresse. Per fornire una curvatura di superficie sufficiente tra i cavi superiori delle capriate (che fungono da cavi perimetrali) vengono introdotti degli archi. Per il rivestimento è opportuno utilizzare una membrana in tessuto di vetro rivestito in PTFE. Rispetto ad una membrana in poliestere rivestita in PVC, questo materiale presenta vantaggi in termini di resistenza al fuoco, resistenza ai raggi UV e agli agenti chimici, capacità autopulente e durata.

Realizzazione e montaggio I tubi d'acciaio delle colonne e degli anelli di compressione vengono forniti in segmenti e saldati in loco. Per i cavi del tetto non è necessaria alcuna impalcatura. Dopo il completamento dell'anello di compressione esterno, gli anelli di tensione interni vengono disposti sul campo dello stadio e collegati alle travi tramite cavi. Utilizzando martinetti idraulici nei successivi punti di ancoraggio delle capriate, l'intera struttura viene sollevata lentamente e in modo uniforme. Dopo la precompressione della struttura a fune vengono posizionati gli archi in acciaio e i pannelli di membrana vengono precompressi e infine fissati.

La struttura del tetto delle due arene coperte La forma distintiva del tetto a doppia curva può essere ottenuta utilizzando una rete di cavi. Si adatta perfettamente alla forma e alla campata, offrendo una combinazione tra resistenza e leggerezza. I cavi che costituiscono la rete sono ancorati all'anello di compressione perimetrale. I puntoni inclinati (disposti a forma di traliccio perimetrale a doppia V) sono sostenuti da una struttura in cemento armato sottostante.

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La maggior parte delle forze dei cavi viene intercettata dall'anello, mentre i puntoni portano solo carichi gravitazionali. Tutte le forze differenziali e le imperfezioni di carico si trasmettono attraverso l’anello di compressione (vedi schemi rappresentativi in alto). La rete di cavi adottata è costituita da cavi a spirale, rivestiti in galfan, disposti a coppie. La distanza tra i cavi può variare da 3,5 a 4 m. I criteri principali per lo sviluppo della geometria della rete di cavi sono stati la capacità dei cavi a spirale e la spaziatura più adeguata alle campate dei pannelli di riempimento e alle possibili dimensioni dei lucernari. L'analisi e la geometria sono state realizzate utilizzando un software di analisi e modellazione all'avanguardia in ambiente 3d. La chiave è stata la chiara comprensione della relazione tra la forma di un cavo, la flessibilità del supporto (anello di compressione) e le forze di tensione che agiscono al suo interno. Una corretta valutazione della flessibilità dell'anello di compressione è stata fondamentale per garantire sia la forma del tetto che l'utilizzo dei cavi rimanendo entro limiti accettabili (vedi a lato). Il rivestimento è stato realizzato con pannelli di tamponamento del tetto in cassette prefabbricate. Realizzati con lamiere e travetti morbidi, sostengono uno spesso strato di isolamento. I pannelli nella loro forma sono approssimativamente rettangolari. Il fatto stimolante è che i pannelli sono sostenuti da una rete di cavi relativamente flessibile, il che richiede un adeguato sistema di supporto. La soluzione è costituita da morsetti in acciaio pressofuso. I trefoli a spirale sono ancorati in raccordi in acciaio ad alta resistenza. La sicurezza dell'ancoraggio contro la rottura deve essere almeno il 90% della resistenza alla rottura del cavo. Non deve verificarsi alcuno slittamento. Inoltre il fissaggio deve consentire ai pannelli di flettersi e respirare quando la rete di cavi si estende, si contrae e si distorce. Lo scarico dell'acqua dal tetto è stato realizzato per mezzo di una grondaia con un solo bordo, che drena il tetto verso tubi di scarico disposti ad ogni estremità inferiore della sella disegnata dalla forma della copertura (vedi a lato).

Realizzazione e montaggio I cavi dopo l'arrivo in cantiere vengono srotolati e posizionati a terra secondo la geometria del layout. I nodi dei cavi sono stati fissati insieme in posizioni precise e contrassegnate in fabbrica. Il sollevamento della rete a fune procede successivamente. Una volta completato il sollevamento, i cavi vengono bloccati nell'ordine corrispondente.

Struttura Sottotetto e Tribuna Il tetto è stato progettato per una struttura autoancorata. In questo modo il tetto trasferisce alla struttura sottostante principalmente le forze vertiIn alto, sulle due pagine, ancora lo stadio e i due palazzetti coperti. Nella pagina di sinistra, la sezione della copertura dello stadio nella parte concava e in quella convessa; in basso, pianta dello stadio e dell’area di pertinenza. In questa pagina, al centro, uno schema concettuale che porta alla definizione

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della forma del sistema strutturale di copertura. In basso, i grandi pilastri a “V” visti dall’esterno e dall’interno dello stadio. Above, on the two pages, again the stadium and the two covered buildings. On the left page, the section of the stadium roof on the concave and convex sides;

below, a plan of the stadium and its area. In this page, in the middle, a conceptual scheme that leads to the definition of the shape of the structural system of the roof. Below, the large "V" pillars seen from outside and inside the stadium.

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cali dovute al peso proprio, alla neve e al vento. L'anello di compressione esterno del tetto poggia su colonne. In tutti i punti in cui le capriate sono fissate all'anello di compressione, sono presenti le colonne a forma di V. La tribuna è stata progettata come una struttura comune in cemento armato che porta ad una soluzione economica. Le travi a dente della tribuna sono fissate alle colonne con mensole.

Other facilities

Olympic Sports Center in Suzhou (China) The Olympic Sports Center in Suzhou has opened last autumn. In a 60 hectare publicly accessible landscape park, the stadium with a capacity of 45,000 and a span of 250 meters, the aquatics center with 3,000 seats, the indoor arena with 13,000 seats, and the shopping center have been completed. The design of the building ensemble is deliberately minimalist in style and the individual buildings appear restrained despite their size. The 12 meter high podiums project into the parkland like peninsulas, and are

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In alto, nella colonna di sinistra, la geometria della copertura realizzata per i due palazzetti, e lo schema con cui lavorano i cavi e l’anello di compressione. Sopra a destra, pianta del centro natatorio e del palazzetto multisport. Nella foto a pie’ di pagina, l’interno dello stadio.

Above, in the left column, the geometry of the roofing realized for the two buildings, and the scheme with which the cables and the compression ring work. Above right, map of the swimming centre and the multi-sports hall. In the photo at the bottom of the page, the interior of the stadium.

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accessed from the road. The podiums and the facades feature horizontal lines in light natural stone and aluminum panels that are sculpted like a relief. In their construction the buildings are uniformly developed. For the first time in China, a single-skin cable network roof construction has been used to cover the large sports buildings. This results in boldly sweeping paraboloid shells that rest on V-shaped supports and can be seen not just in the immediate neighborhood but also from further afield. The stadium roof is covered by a PTFE membrane, whereas the roofs of the aquatics center and indoor arena are finished with metal sheets consisting of a durable aluminum/magnesium/manganese alloy.

Olympic Sports Center in Suzhou (China) Client: Suzhou Olympic Sports Center Development Co., Ltd. Design: Meinhard von Gerkan and Nikolaus Goetze with Magdalene Weiss (gmp) Project leaders competition: Chen Ying, Sebastian Schmidt Team competition: Feng Chenjie, Martin Friedrich, Alex C. Fu, Gao Shusan, Jin Zhan, Li Zhaoying, Yan Lyuji, Zhang Zhen, Zhao Mengtong, Zhu Lingli, Li Mu, Christina Patt Project leaders construction: Yan Luji, Sui Jingying, Chen Ying Team construction: Nard Buijs, Chen Jingcheng, Alex C. Fu, Hua Yue, Huang Meng, Kong Buhong, Li Chen, Li Zhaoying, Oliver Loesser, Qian Lie, Sebastian Schmidt, Bastian Scholz, Su Wen, Wang Minyu, Yao Yao, Zeng Zi, Zhao Mengtong, Kan Lijing, Li Chao, Wang Yiqun, Zhang Bowei, Zhu Liwen Project management China: Cai Lei, Song Mo, Wang Lin, Cai Xing Engineering services: Schlaich Bergermann partner sbp GmbH Facade consultant: SuP Ingenieure GmbH Landscape design WES GmbH LandschaftsArchitektur Partner office China: Shanghai Institute of Architectural Design & Research Co., Ltd.

In questa pagina, in alto a destra l’esito della modellazione 3d per determinare l’entità di tensione e compressione nella struttura di copertura dei palazzetti. Negli altri disegni e nella foto di dettaglio, il morsetto che fissa gli elementi (cavi e pannelli) della copertura.

On this page, at the top right of the page, the result of the 3d modeling to determine the amount of tension and compression in the roof structure of the buildings. In the other drawings and in the detail photo, the clamp that fixes the elements (cables and panels) of the roof.

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PALAZZETTI E PALESTRE HALLS AND GYMS

Bellinzago Novarese (Novara)

Palestra scolastica Un disegno rigoroso e una morfologia “leggera” per una struttura destinata alla pratica sportiva motoria “per tutti”, con l’uso di materiali diversi e un gioco grafico di trasparenze e colori. di Cesare Lino

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Gli impianti sportivi di esercizio anche quelli scolastici, sono normati al punto 11 delle Norme CONI per l’impiantistica sportiva che consentono per gli spazi attività una tolleranza in difetto del 20% delle dimensioni regolamentari (in pianta ed in alzato), fatte salve le dimensioni delle fasce di rispetto che devono essere conformi a quanto previsto dalle norme stesse (≥ 1,50 m). Per le condizioni ambientali e le caratteristiche della pavimentazione, queste dovranno essere conformi a quelle previste dalle norme per il livello inferiore di pratica sportiva. La progettazione dei contenitori destinati allo sport e alla pratica sportiva motoria “per tutti” (anche con ambiti-parterre dove è prevista la presenza di pubblico) richiede un approccio progettuale specialistico, in conseguenza della complessità della scala di ingegnerizzazione e dell'alto livello tecno-

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In apertura, scorcio della nuova palestra dal lato della scuola. In questa pagina, in alto, schizzi di progetto. In basso, fasi di cantiere con la posa del framework in legno e dei pannelli di copertura. Nella pagina a lato, in alto rendering

panoramico; al centro, pianta del livello terra; in basso, sezione longitudinale. In the opening page, a glimpse of the new gym on the side facing the school. On this page, above, project sketches. Below, construction phases with the installation of the wooden framework and the roof

panels. On the page to the side, above, panoramic rendering; in the middle, ground level plan; below, longitudinal section.

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HALLS AND GYMS | PALAZZETTI E PALESTRE

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logico richiesto oltre che prestazionale, della sicurezza e del confort, della regolare accessibilità DA, nel rispetto dei parametri indicati dalle normative di settore e dei Regolamenti Federali per le discipline sportive omologabili. Anche gli aspetti gestionali e organizzativi oltre che dell'efficientamento globale, devono risultare noti e sperimentati con successo, oltre alla conoscenza di tutti gli adempimenti in ordine alle numerose autorizzazioni necessarie per garantire l'agibilità “di pubblico spettacolo”. In considerazione del rischio di proporre soluzioni standard scontate dal cosiddetto "marchio di fabbrica" immediatamente riconoscibile e omologabile per la soluzione di strutture similari, nello studio dell’involucro sia interno che esterno, si è cercato di proporre in questo progetto una nuova morfologia di tipo "leggero" mitigando i volumi con quinte perimetrali, privilegiando materiali di rivestimento trasparenti/traslucidi in combinazione con le superfici opache. La configurazione dei prospetti è risolta con un dinamico alternarsi di campi in legno, quinte in policarbonato, specchiature in vetro e metallo-alluminio, in combinazione compositiva delle superfici perimetrali a formare un’ampia trama a scacchiera in fase con il ritmo dei pilastri. L’effetto morfologico visivo (quasi grafico) del collage dei materiali diversi, tra zone opache, traslucide e trasparenti è amplificato dall’uso dei colori delle lastre di policarbonato. La Palestra è inserita in un contesto di parco, ed è funzionalmente collegata alla scuola vicina.

Halls and gyms

Bellinzago Novarese (Novara) School gym The design of volumes for sport and physical activity "for all". (even with areas-parterres where the presence of the public is expected) requires a specialized design approach, as a result of the complexity of the scale of engineering and the high technological level required. Considering the risk of proposing standard solutions that are obvious by the so-called "trademark" immediately recognizable and homologable as the solution of similar structures, in the study of the envelope both inside and outside, it was tried in this project to propose a new morphology of type "light" mitigating the volumes with perimeter screens, favoring transparent / translucent coating materials in combination with opaque surfaces. The configuration of the elevations is resolved with a dynamic alternation of wooden fields, polycarbonate wings, glass and metal-aluminium mirrors, in combination with the composition of the perimeter surfaces to form a large checkerIn alto, sulle due pagine, prospetto laterale caratterizzato dai colori delle lastre verticali di policarbonato. Al centro, prospetto di testa; in basso, vista dell’interno palestra.

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sheets of polycarbonate. In the middle, head elevation; below, view of the gym inside.

Above, on the two pages, a side elevation characterized by the colors of the vertical

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board pattern in phase with the rhythm of the pillars. The visual (almost graphic) morphological effect of the collage of the different materials, including opaque, translucent and transparent zones, is amplified by the use of the colours of the polycarbonate sheets. The Gymnasium is set in a park context, and is functionally connected to the nearby school.

Nuova palestra ad uso scolastico a Bellinzago Novarese (NO) Committente: Comune di Bellinzago Novarese Progettazione integrata (architettonica, strutturale ed impiantistica), direzione lavori, coordinamento della sicurezza: architetto Paolo Pettene Studio SdiA (architetti Manuela Castagno, Giancarlo Fischetti, Nicolò Calabrese, Massimiliano Fogliato, Daniela Demarchi, Giulia Donadi, ingegneri Gian Paolo Bottan, Filippo Rossi, Angelo Favro, Luca Giacosa, Dario Calzolai, P.I. Ivan Castagno) Strutture in legno lamellare e x-lam: Holz-Albertani Spa (vedi pag. 21) Attrezzature sportive: Nuova Radar Coop Scrl (vedi pag. 16)

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Verona

L’antistadio dell’Hellas col nuovo manto sintetico

Lecco

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Riqualificazione dello Stadio “Rigamonti-Ceppi”

Genova Bolzaneto

Nuovo manto sintetico al Begato 9


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Verona

L’antistadio dell’Hellas col nuovo manto in erba sintetica di Riccardo Consoli

Si sono conclusi lo scorso autunno con una festa per tutti i tifosi i lavori di ammodernamento dello storico impianto, rinnovato fra l’altro con una superficie in erba sintetica di ultima generazione, ed oggi omologato Professional. E intanto il Verona torna in Serie A!

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Lo storico luogo di allenamento dell’Hellas intitolato alla memoria di Guido Tavellin, ora sede delle partite della Primavera e delle attività del settore giovanile, è stato completato con tutte le migliorie apportate per renderlo più funzionale e a norma: la società gialloblù ha voluto festeggiare l’avvenimento, lo scorso 13 ottobre, con una giornata aperta a tutti i tifosi, che hanno potuto così scoprire da vicino il nuovo impianto in compagnia della loro squadra.

Il manto in erba sintetica Sin dall’autunno precedente il rinnovamento dell’antistadio era stato avviato con la sostituzione del vecchio manto erboso, che ha ceduto il passo a un manto sintetico di ultima generazione, per consentire un uso più intensivo dell’impianto, in qualunque condizione atmosferica. Il campo è omologato Professional; l’impianto sportivo risponde pienamente ai requisiti di sicurezza per gli atleti e il pubblico, e rispetta i criteri di omologazione FIGC per la disputa delle gare ufficiali del campionato nazionale Primavera. Il sottofondo è stato trattato con prodotti specifici, per uno spessore di almeno 8 cm; è stato quindi predisposto il drenaggio orizzontale con l’interposizione di un sottotappeto prestazionale elastico in gomma di spessore nominale 9 mm ed elevato assorbimento allo shock e capacità di drenaggio, realizzato con granuli di gomma SBR opportunamente legati con polimeri, tale da poter essere classificato come termoplastico e riciclabile. Il sottotappeto ( e non solo tappeto) è dotato di un particolare giunto a base bituminosa che unisce i rotoli uno all’altro, ed è accoppiato in superficie con un geotessuto con caratteristiche filtranti. È stato infine posato il manto in erba sintetica con una particolare forma a doppia “S” del filato, in due toni di verde e rinforzata nella parte centrale, che assicura un potenziato assorbimento dello stress da usura; la struttura a doppia “S” trattiene all’interno un grado di umidità tale da garantire un ottimo comfort di gioco. Gli speciali polimeri di cui la fibra è composta riducono sensibilmente i coefficienti di abrasione e di rifrazione alla luce oltre ad assicurare, dopo il calpestio, un costante ritorno della fibra in posizione verticale (resilienza) garantendo l’ottimale rotolamento del pallone durante i passaggi. Il manto è intasato con granuli di gomma elastomerica nobilitata, di granulometria controllata, proveniente dalla triturazione meccanica di pneumatici esausti opportunamente vagliati, selezionati e conformi dall’origine, indi depolverizzati , trattati preventivamente e successivamente ricoperti con un film di verniciatura a base di colorante poliuretano ad alta tenacità e durabilità, steso in uno strato di idoneo spessore in grado di mantenere le caratteristiche di colorazione e tenuta inalterate nel tempo.

La palestra e gli altri interventi Fra le altre attività a completamento dell’intervento, è stato installato un impianto di luci a LED a risparmio energetico; il progetto ha previsto anche l’estensione

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Riqualificazione dell’antistadio G.Tavellin, Verona Committente: Hellas Verona F.C. Progetto e Direzione Lavori: geom. Gianluca Venturi, Giovanni Dambaldi Inizio lavori: agosto 2017 Fine lavori: luglio 2018 Manto in erba sintetica: Limonta Sport Spa (vedi pag 24) Installazione sistema erba sintetica: New Tennis System Srl Sottotappeto: Pentaplast Srl Realizzazione sottofondo e impianto di irrigazione: Zambon Mario Srl (vedi pag. 29) Stabilizzazione sottofondo: Mapei Spa (vedi pag. 1) Palestra mobile: Kopron Spa Foto: Davide Corsiero

Nella pagina di apertura, vista aerea dell’antistadio con, dietro, il Bentegodi. Nella pagina a lato, in alto, una foto zenitale più recente (Google Earth), in cui sono visibili le costruzioni accessorie (tribuna, tensostruttura e spogliatoi), non ancora presenti nella foto precedente. Nella planimetria sotto, gli stessi acces-

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sori sono evidenziati in rosso. In questa pagina, due dettagli del prato sintetico, e un’immagine della festa di inaugurazione lo scorso ottobre.

On the opening page, aerial view of the antistadium with, behind it, the Bentegodi. On the side page, at the top, a more recent zenithal photo (Google Earth), where you can see the ancillary buildings (grandstand, Tent and changing rooms), not yet present in the previous photo. In the plan below, the same accessories are

highlighted in red. On this page, two details of the synthetic lawn, and an image of the opening ceremony last October.

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della tribuna esistente (che in futuro verrà coperta), l’installazione di una torretta vista campo (per riprese video ad uso tv e tecnico-sportivo), la realizzazione di una tensostruttura/palestra, spogliatoi, infermeria e sala “controllo anti-doping”. Il nuovo capannone in PVC, a uso palestra per staff tecnico e giocatori della prima squadra, è stato realizzato espressamente per l’Hellas Verona, personalizzandolo con i colori della Squadra. Il richiamo dei colori sociali e l'identità visiva del logo posto sul frontalino conferiscono eleganza alla struttura di base del tendone, che costituisce un’ottimale soluzione offerta alla squadra per ospitare una palestra mobile di allenamento sul campo. Il capannone ha una larghezza di 8 metri e una profondità di 16, mentre l’altezza interna è di 4 metri. La struttura portante è in acciaio zincato a caldo e la copertura in PVC di colore bianco, mentre le fasce laterali sono personalizzate di colore blu e giallo. Le tribune possono ospitare oggi quasi 300 spettatori. Il totale restyling dell’impianto sportivo è stato fortemente voluto dal Club al fine di dotare il settore giovanile di una vera e propria “casa” in cui effettuare gli allenamenti e disputare le gare ufficiali, e al tempo stesso infondere nei ragazzi un senso di appartenenza ai colori gialloblu. Oltre a ciò ne ha tratto vantaggio l’intera città di Verona che si è vista restituire rinnovato e abbellito un impianto storico e glorioso quale l’Antistadio Guido Tavellin.

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Verona The anti-stadium of Hellas with the new synthetic turf Last autumn, a party for all the fans concluded the works of modernization of the historic facility, renovated among other things with a surface in latest generation synthetic grass, and now approved Professional. The historic training site of Hellas, named after Guido Tavellin, now the site of the youth sector's activities, has been completed, and it is more functional and compliant: the club wanted to celebrate the event, on 13 October, with a day open to all fans, who were able to discover the new facility up close with their team. Since the previous autumn the anti-stadium renewal had been started with the replacement of the old turf, which gave way to a last generation synthetic turf, to allow a more intensive use of the facility, in any weather condition. The synthetic turf with a particular double "S" shape of the yarn, in two shades of green and reinforced in the central part, ensures a better absorption of wear stress (resilience); the double "S" structure holds inside a degree of humidity such as to ensure an excellent playing comfort. To complete the project, an energy-saving LED lighting system has been installed; the project has also provided for the extension of the existing grandstand (which in the future will be covered), the installation of a turret overlooking the field (for video shooting for TV and technical-sports use), the construction of a tensile structure/gym, changing rooms, infirmary and "antidoping control" room.

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Nelle due foto, l’area delle strutture accessorie: la tensostruttura con funzione di palestra, e il blocco degli spogliatoi. In the two photos, the area of the accessory structures: the tensile structure as a gym, and the block of changing rooms.

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Lecco

Riqualificazione dello Stadio “Rigamonti-Ceppi” di Mary Kate Russo

Un campo storico, vecchio di oltre un secolo, passa oggi dalla superficie in erba naturale all’erba sintetica: per una squadra che chiude la stagione 2018/19 con la promozione in serie C.

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IDa sempre al centro dell’attività sportiva della città, lo Stadio “Rigamonti-Ceppi” è l’impianto dove gioca la squadra del Calcio Lecco 1912. Lo stadio è stato costruito negli anni ‘20 su un precedente campo da gioco, il “campo di via Cantarelli”. Lo stadio ha una capienza di 4997 spettatori, collocati su spalti tutti a ridosso del terreno di gioco. La tribuna principale, l'unico settore completamente coperto, ospita circa 1000 posti a sedere. La tribuna dei distinti, alle cui spalle si staglia il monte Resegone, è invece solo parzialmente coperta e può ospitare circa 1700 tifosi. Deve la sua intitolazione a Mario Rigamonti, calciatore del Grande Torino morto a Superga nel 1949, e a Mario Ceppi, "Presidentissimo" del Lecco negli anni '50 e '60, il periodo di maggior successo della squadra. I principali interventi sulla struttura risalgono all’estate del 1960, in seguito alla promozione in Serie A della formazione bluceleste: venne costruito l’impianto di illuminazione e venne aumentata la sua capienza. Tra il 1974 e il 1975 vennero realizzati altri lavori all’impianto di illuminazione. Nel 1984 lo stadio subì una sostanziale riduzione della capienza, dovuta all’abbattimento della tribuna centrale costruita con tubolari negli anni ’60. Nel 1987 venne costruita una nuova tribuna ma la capienza ufficiale dell’impianto rimase sempre molto contenuta per il rispetto delle nuove norme relative al pubblico negli stadi.

Il progetto Uno degli obiettivi della nuova società sportiva cui fa capo il Calcio Lecco (vedi la finestra con le note storiche) è quello di ridare slancio all’attività sportiva del settore giovanile, tenuto conto della posizione strategica dell’impianto rispetto alla città, con la possibilità di riportare un numero considerevole di ragazzi nel proprio organico, sfruttando al massimo la realizzazione del nuovo campo da giuoco che si è deciso di dotare di un manto in sintetico. La riqualificazione dello stadio, dove il Lecco gioca le partite di casa, è stata prevista in funzione della omologazione per le partite ufficiali FIGC/LND nella versione Professional, così da poter sfruttare maggiormente il campo sportivo sia per gli allenamenti sia per le partite ufficiali. A completamento, è stata prevista la riorganizzazione più funzionale degli spazi presenti, quali gli spogliatoi, il parcheggio, la tribuna e il servizio bar/ristoro. Il campo, precedentemente in erba naturale, è delimitato su tutti i lati da tribune, spalti e curve per gli spettatori; il rettangolo di gioco risultava di 104.79 x 63.68 m oltre ad ampie fasce di rispetto irregolari fino alle recinzioni. Il campo era dotato di un impianto di irrigazione costituito da una presa d’acqua alla quale venivano allacciati gli irrigatori, alimentati direttamente dall’acquedotto comunale. In prima pagina, lo stadio Rigamonti nelle ultime fasi della ristrutturazione, sullo sfondo del Monte San Martino. In questa pagina, in alto pianta dello stadio. Nelle foto, momenti di lavorazione, con le fasi di posa del nuovo manto sintetico.

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On the front page, the Rigamonti stadium in the last phases of the renovation, against the backdrop of Monte San Martino. On this page, top, plan of the stadium. In the photos, moments of work, with the phases of laying the new synthetic turf.

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Il Calcio Lecco 1912 Il Calcio Lecco 1912 srl è una società calcistica con sede nella città di Lecco. Nella stagione 2018-2z019 milita nel girone A della Serie D, quarta divisione del campionato italiano di calcio. Fondata nel 1912, ha disputato tre tornei di Serie A (l'ultimo dei quali nella stagione 1966-1967) e undici di Serie B (l'ultimo dei quali nell'annata 1972-1973). Annovera inoltre la vittoria di una Coppa Italia Semiprofessionisti in campo nazionale, e una Coppa Anglo-Italiana in ambito internazionale. I colori sociali del Lecco sono il blu e il celeste: l'accostamento cromatico venne ideato nel 1895 all'atto della fondazione della Canottieri Lecco, il cui primo presidente, Antonio Cima, affermò che essi avrebbero evocato al meglio il panorama lacustre di cui si godeva dalla città, fondendo la tinta propria dell'acqua con quella del cielo. Essendo il Lecco nato come sezione calcistica della Canottieri, anche i calciatori assunsero per le divise gli stessi colori, ma disposti a fasce verticali anziché orizzontali come per i canottieri.

Le origini La sezione calcistica della città di Lecco nacque dunque ufficialmente il 22 dicembre 1912 grazie all'idea di Vico Signorelli, membro del consiglio di amministrazione della Società Canottieri Lecco, costituitasi il 27 settembre 1895 nel Caffè del Teatro Sociale. Il 13 aprile 1912, i blucelesti disputarono la loro prima partita contro il Milan perdendo 4-1; poi, nei primi anni di attività agonistica, il Lecco disputò amichevoli e tornei su scala regionale e locale presso il campo di gioco "Primavera" ed esordendo poi in un campionato ufficiale organizzato dalla F.I.G.C. nella stagione 1920-1921 partendo dal campionato di Promozione e arrivando fino alle finali-promozione per la Serie A. Un anno dopo, nel 1922, dopo l'elezione a presidente della società di Eugenio Ceppi, venne inaugurato lo stadio, chiamato Campo sportivo di via Cantarelli, oggi Stadio Rigamonti-Ceppi. Il 22 luglio 1931, dopo aver formato una commissione provvisoria, la Canottieri decise di abbandonare il settore calcistico a causa degli elevati sforzi economici necessari e, per evitare lo scioglimento della squadra, fu creata l'Associazione Calcio Lecco, con il professor Gennaro Pensa come primo presidente e Mario Ceppi, figlio dell'ex presidente della Canottieri, come membro del cda che sarà il protagonista degli anni d'oro del club. La prima sede di questa nuova società fu il salone del Caffè Commercio in Piazza XX Settembre.

Il declino Ma veniamo ai giorni nostri. Dopo i successi degli anni ‘60 e ‘70, il Lecco subisce alterne vicende. Il declino però comincia nell’ultimo decennio. Al termine del torneo di Lega Pro Prima Divisione 2009-2010, la squadra conclude il campionato all'ultimo posto, retrocedendo in Lega Pro Seconda Divisione; nel campionato 2010-2011 termina la stagione al settimo posto e infine l’anno dopo retrocede in Serie D dopo aver perso i play-out contro il Mantova.

Da sinistra, una vecchia cartolina di Lecco, risalente ai primi anni del secolo scorso; il Lecco in serie A nella stagione 1966-67; Gino e Paolo Di Nunno.

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Al termine del campionato di Lega Pro Seconda Divisione la società viene acquistata dall'imprenditore italo-americano Joseph Cala, diventando parte della holding Cala Corporation, società quotata nella borsa statunitense. La presidenza di Cala dura quarantadue giorni, dopo di che egli lascia la squadra per l’impossibilità della gestione della stessa. Dal novembre 2012 il Calcio Lecco passa di proprietà alla società Cento Bluceleste, formata da imprenditori lecchesi, con presidente Antonio Rusconi. Nel corso della primavera 2014 Stefano Galati diventa presidente del sodalizio e durante l'estate viene affiancato da Daniele Bizzozero quale socio di maggioranza, il quale in seguito acquisisce l'intero pacchetto azionario della società, nominando nuovo presidente l'ex stella nerazzurra Evaristo Beccalossi (che si dimetterà nel 2016 per entrare nei quadri societari del Brera di Milano). Nel campionato di Serie D 2014-2015 e nell’annata successiva la squadra si piazza al secondo posto, acquisendo la prelazione per eventuali ripescaggi in Lega Pro. Dal fallimento alla rifondazione Ai buoni risultati sul campo si accompagna tuttavia un crescente dissesto societario. La situazione contabile va aggravandosi e nel maggio 2016 diversi beni societari (tra cui le panchine dello stadio Rigamonti-Ceppi e l'autobus della prima squadra) vengono pignorati e messi all'asta. Nell'estate di quell’anno vengono inoltre incontrate notevoli difficoltà nell'effettuare l'iscrizione al campionato 2016-2017: rivelatosi impossibile accedere alla Lega Pro, a luglio il club viene re-iscritto in extremis alla Serie D. Il Calcio Lecco 1912 spa viene dichiarato fallito dal tribunale il 5 dicembre 2016: le cariche sociali vengono completamente azzerate e il club viene posto in esercizio provvisorio sotto la gerenza del curatore Mario Motta, incaricato di terminare la stagione sportiva e di reggere il club fino all'asta di liquidazione. Il curatore, al fine di sgravare la situazione debitoria sociale decide innanzitutto di esonerare l'allenatore Stefano Cuoghi, chiamando al suo posto l'ex giocatore bluceleste Alberto Bertolini. La rosa, rimasta orfana di vari giocatori svincolatisi a seguito della morosità del club, viene integrata con elementi delle selezioni giovanili. Sempre al fine di reperire fondi necessari al regolare svolgimento delle attività del club, Motta propone a soggetti terzi (privati e aziende) di farsi carico direttamente di pagare l'ingaggio dei giocatori, facendo inoltre appello alle sottoscrizioni da parte dei tifosi. Nonostante queste difficoltà, la squadra bluceleste riesce a chiudere la stagione regolare al 16º posto e infine a salvarsi sconfiggendo ai play-out l'Olginatese. A campionato concluso, il 29 maggio viene convocata l'asta per l'acquisto dei beni materiali e immateriali che, dopo un primo incanto andato deserto, viene aggiudicata all'unico offerente, l'imprenditore brianzolo Paolo Di Nunno, che ne diventa il nuovo proprietario: la nuova impresa mantiene la denominazione Calcio Lecco 1912, ma viene costituita in società a responsabilità limitata. Al termine dela stagione 2018/19, il Lecco ha ottenuto la promozione in serie C.

From the left, an old postcard from Lecco, dating back to the early years of the last century; Lecco in Serie A in the 1966-67 season; Gino and Paolo Di Nunno.

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Il nuovo manto L’intervento di riqualificazione del campo ha comportato la trasformazione dell’area di giuoco in un campo con dimensioni di m 115,00 x 71,20 con un rettangolo di giuoco rigato di m 105,00 x 65,00 omologabile per la Serie D, con out previsti come da regolamento in vigore. Il sottofondo è stato ricostituito, adottando la soluzione, prevista dalle norme LND, del drenaggio verticale con inerti su idonea massicciata preesistente (tav. 2.4pro del “Regolamento LND Professional per la realizzazione di un campo da calcio in erba artificiale di ultima generazione”, la cui applicazione è solo facoltativa per i campionati della serie D). Su di essi è stato installato un sistema manto in erba artificiale attestato FIGC/LND, costituito innanzitutto da un manto in erba artificiale in polietilene da mm 62 mono-filamento a forma elicoidale, verde bicolore, con tessuto primario a doppia tela in polipropilene. Tale manto è intasato con materiale per stabilizzazione di natura vegetale, derivato dalla parte fibrosa della spiga di mais, inodore, di colore misto marrone e beige, che garantisce fra l’altro un ottimo drenaggio delle acque meteoriche. L’intaso prestazionale, infine, è costituito da una miscela vegetale naturale, derivata dalla lavorazione di sfibratura di piante arboree e lavorazione di parti fibrose di cereali, con la stessa colorazione dell’intaso stabilizzante. L'assenza di materiali di sintesi garantisce il rispetto di tutti i parametri ecologico-ambientali: non è accumulatore di temperatura, ed è comunque imputrescibile e antimuffa, pur essendo un materiale completamente biodegradabile che non comporta costi di smaltimento a fine vita. Il sistema così composto rispetta i requisiti per assorbimento dello shock e la restituzione di energia secondo i parametri dei regolamenti nazionali ed internazionali GIGC/LND e FIFA. A completamento, è stato realizzato l’impianto di irrigazione con 24 irrigatori a scomparsa nel terreno. Il campo è stato dotato infine di nuove attrezzature ed accessori: porte regolamentari da 7,32 x h 2,44 m, bandierine del calcio d’angolo con snodo alla base, panchine allenatori/riserve da 8 m e 18 sedute ciascuna.

Stadiums and soccer fields

Lecco refurbishment of the “Rigamonti-Ceppi” Stadium Always at the centre of the city's sporting activity, the "Rigamonti-Ceppi" Stadium is the venue where the Lecco 1912 football team plays. The current stadium was built in the '20s on a previous playing field, the "field of Via Cantarelli". The stadium has a capacity of 4997 spectators, placed in stands all close to the playing field. The main grandstand, the only fully-covered area,

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accommodates about 1000 seats. The opposite stalls, behind which stands Mount Resegone, are only partially covered and can accommodate about 1700 fans. One of the objectives of the new sports club to which Calcio Lecco belongs is to give new impetus to the sports activity of the youth sector, taking into account the strategic position of the facility in relation to the city, with the possibility of bringing back a considerable number of boys in its staff, making the most of the construction of the new playground that was decided to provide a synthetic turf. The subfloor has been reconstituted, adopting the solution, provided for by the LND rules, of vertical drainage with aggregates. A FIGC/LND certified artificial turf system was installed on them, consisting first of all of a 62 mm thick polyethylene artificial turf mono-filament covering with a two-coloured helical shape, green, with polypropylene primary fabric with double cloth. This covering is filled with stabilizing material of a vegetable nature; the performance infill, finally, consists of a natural vegetable mixture, derived from the processing of defibration of arboreal plants and processing of fibrous parts of cereals. To complete the project, an irrigation system with 24 sprinklers hidden in the ground was built.

Riqualificazione dello Stadio Rigamonti-Ceppi a Lecco Committente: Calcio Lecco 1912 Srl Progettazione e direzione lavori: Sofisport / geom. Angelo Selva Coordinamento sicurezza: Studio Mapelli Inizio lavori: 11 giugno 2018 Fine lavori: 6 agosto 2018 Importo dei lavori: 517.518,75 euro

Sottofondo e drenaggio: Delfino Sport Srl (vedi pag. 30)

Nella pagina a lato, scorci e particolari dello stadio con il nuovo manto. In questa pagina, azioni di gioco del Lecco: in alto, con la Cob91 di Cormano; sotto, con la Folgore Caratese.

On the page to the side, glimpses and details of the stadium with the new turf. On this page, actions of Lecco's playing: above, with the Cob91 of Cormano; below, with the Folgore Caratese.

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Genova Bolzaneto

Nuovo manto sintetico al Begato 9 di Maria Carbone

Con il bando “Sport e periferie” si moltiplicano gli interventi di sostituzione del manto sui campi di calcio e di calcetto: quello di Bolzaneto è oggi un fiore all’occhiello dell’impiantistica genovese.

Il centro sportivo denominato Begato 9, nel quartiere genovese di Bolzaneto, ha partecipato al bando “Sport e periferie” gestito dal CONI, ottenendo un finanziamento di circa 500.000 euro e potendo così essere oggetto di una generale riqualificazione, non solo sul campo principale ma anche sulle strutture accessorie. La differenza di 393.000 euro per il raggiungimento dell’importo dei lavori, è rimasta a carico della Unione Sportiva Dilettantistica Bolzanetese Virtus, concessio-

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naria dell’impianto comunale, su cui si allenano anche le giovanili del Genoa Cfc e l’USD Sant’Olcese- Campomorone, che hanno tenuto a battesimo il campo con un’amichevole tra le prime squadre. All’inaugurazione, nello scorso febbraio, erano presenti il presidente del Coni Giovanni Malagò, il sindaco di Genova Marco Bucci e l’assessore regionale Ilaria Cavo, che hanno sottolineato l’importanza di una struttura sportiva in un quartiere difficile come questo.

Il centro sportivo comprende un campo da gioco a 11 giocatori ed uno a 7, ed un campo a 5 di recente realizzazione, il primo posto in parallelo rispetto alle tribune e gli altri due perpendicolari al campo principale. L’intervento si è reso necessario dato lo stato di compromissione del manto in erba artificiale del campo a 11, con l’obiettivo di ottenere l’omologazione per le stagioni a venire; va ricordato peraltro che nel 1999 questo è stato il primo campo in erba sintetica di Genova.

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Il campo a 11 Ai fini dell’intervento sul campo principale, è stata effettuata la rimozione dello strato di erba sintetica esistente, compreso l’intaso; dopo la livellazione della superficie, sistemazione delle pendenze, rullatura e compattazione, è stato apportato uno strato di inerte stabilizzato per uno spessore di circa 3/4 cm, mentre lo strato finale di preparazione è costituito da sabbia di frantoio, livellata e rullata per accogliere il nuovo manto. Il tappeto in erba artificiale è composto da una speciale fibra con particolare forma a doppia S rinforzata centralmente atta a garantire elevati valori di resistenza, resilienza e durata nel tempo. Il manto è intasato con sabbia quarzifera con funzione di stabilizzazione. Lo strato finale prestazionale è invece composto da un mix di materiale organico di origine vegetale derivante dalla sfibratura di parti di piante arboree, completamente esente da materiali estranei. In tale miscela è presente una percentuale di granuli di elastomero nobilitato di colore verde/marrone opportunamente vagliati con una curva granulometrica di distribuzione ottimale ed equilibrata nelle singole frazioni ripartite in tre diverse forme: prismatico, irregolare allungato e fibroso al fine di fungere da legante e stabilizzante delle fibre del manto. In occasione della posa del manto, ai fini dell’omologazione si è provveduto all’inserimento della canaletta perimetrale in calcestruzzo con griglia in metallo antitacco, posta a distanza di 2,5 metri sui lati lunghi e 3,5 sui lati corti; questo per poter mantenere le preesistenti misure del campo da gioco. L’impianto di irrigazione è stato migliorato con la posa di otto nuovi irrigatori perimetrali; sono infine state sostituite le panchine per le riserve e le porte.

Il campo a 7 Per questo secondo campo è stato posato un geotessile quale strato di separazione e distribuzione dei carichi tra il fondo esistente e il nuovo manto sintetico. Questo, verde bicolore, è composto da speciali monofili legati dritti, filati prodotti con una speciale tecnologia che ne garantisce una lunga durata nel tempo. Lo strato finale prestazionale, successivamente all’intasamento stabilizzante in sabbia, è composto da granuli di elastomero incapsulato nobilitato. Il campo a 5, infine, è stato oggetto di semplice manutenzione.

Altre opere Insieme al lavoro sulla superficie dei campi, è stata realizzata una porzione di copertura per la tribuna spettatori, con una superficie in pianta di circa 22x5 m, centrata rispetto al terreno di gioco, con struttura metallica e copertura in lamiera grecata coibentata, che consente di avere 150/200 posti a sedere coperti. Per quanto riguarda i locali spogliatoi e magazzini/deposito attrezzature, questi risultavano nella loro totalità in buono stato di manutenzione, e

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Nella pagina iniziale, il campo principale con il nuovo manto. Nelle foto di questa pagina, al centro, uno scorcio del campo prima dell’intervento, con lo sfondo degli alti edifici di Bolzaneto; in basso, dettagli della tribunetta e del manto. Nel disegno in alto a doppia pagina, la

planimetria dell’impianto con i tre campi. A destra, sezione della pensilina realizzata a copertura di una parte degli spalti.

On the first page, the main field with the new turf. In the photos on this page, in the middle, a

glimpse of the field before the intervention, with the background of the high buildings of Bolzaneto; below, details of the tribune and the turf. In the top double page drawing, the plan of the venue with the three fields. On the right, a section of the shelter covering part of the stands.

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La Bolzanetese Virtus L'Unione Sportiva Dilettantistica Bolzanetese Virtus è una società calcistica italiana con sede a Bolzaneto (quartiere di Genova), e milita nel girone D della Seconda Categoria per la regione Liguria. La Bolzanetese venne fondata nel 1920 con la denominazione di SS Giovani Calciatori. I colori sociali erano il bianco con pantaloncini blu. Il club nacque dalle ceneri di un'altra squadra, il Giovani Calciatori Grifone di Pontedecimo, la quale aveva disputato la batteria ligure del campionato di massima serie dell'epoca nella stagione 1919-20. Anche se la nascita ufficiale della Bolzanetese risale al 1920, sia pur con diversa denominazione, va detto però che nel 1915-16 una squadra di Bolzaneto, la GC Bolzaneto, partecipò alla Coppa Ligure classificandosi al secondo posto dietro soltanto al Genoa. Nella stagione 1920-21 i Giovani Calciatori di Bolzaneto si iscrissero al campionato di Promozione Ligure, vincendolo e venendo promossi in Prima Categoria, la massima serie dell'epoca. Nella stagione 1921-22, tuttavia, la squadra concluse al 6° e all'ultimo posto l'eliminatoria ligure, racimolando soli 3 punti in 10 partite e retrocedendo in Seconda Divisione. Nel luglio del 1922 i Giovani Calciatori di Bolzaneto si fusero con il FBC Officine Elettromeccaniche Rivarolo per formare il Gruppo Calcistico GC Officine Elettromeccaniche Rivarolo. Nel 1946 la Bolzanetese conquistò la Serie C, retrocedendo poi in Promozione e, nel corso degli anni, in Prima Categoria ed oggi in Seconda.

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TUTTERBA

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sono stati previsti pertanto solo modesti interventi interni, quali l’installazione di pulsantiere per le docce e addolcitore acqua.

Tutterba

Genova Bolzaneto New synthetic turf at the “Begato 9” The sports center located in the Genoese district of Bolzaneto, has been subject to a general redevelopment with the use of synthetic turf of the latest generation. The sports centre includes an 11-player and a 7-player playing field and a recently built 5player field. The intervention was necessary because of the state of compromise of the artificial turf of the 11a-side pitch, with the aim of obtaining homologation for the coming seasons; it should also be remembered that in 1999 this was the first artificial turf pitch in Genoa. With the main pitch, the 7-a-side pitch was also rebuilt. Together with the work on the surface of the fields, a roofing portion for the spectators' grandstand has been realized, with a plan surface of about 22x5 m, with metal structure and insulated trapezoidal sheet metal covering, which allows to have 150/200 covered seats.

Rinnovamento dei campi sportivi al Begato 9, quartiere Bolzaneto, Genova Committente: USD Bolzanetese Virtus Progettista e Direttore Lavori: geom. Marco Bondelli Importo dei lavori: euro 893.000 Inizio lavori: settembre 2018 Fine lavori: dicembre 2018 Appalto ed esecuzione lavori: Agrogreen Srl (vedi pag. 36) Fornitura manti in erba sintetica: Limonta Sport Spa (vedi pag. 24)

Dall’alto: vista notturna del campo verso la tribuna; le panchine; un altro scorcio del campo.

tieniti aggiornato, leggi gli approfondimenti on-line

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From above: night view of the field towards the grandstand; benches; another view of the field.

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Speciale acqua STORIA, NORME, FOCUS, PISCINE PUBBLICHE E PRIVATE

a cura di Bruno Grillini

Non solo nuoto agonistico con le sue regole e le misure obbligate di vasche e di corsie: oggi lo sport ed il benessere psicofisico vanno di pari passo nei grandi impianti pubblici come nei complessi turistici e nelle case private. È il momento di fare il punto con una panoramica sui diversi aspetti del mondo dell’acquaticità.

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SPECIAL AQUATICS

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A

La piscina, dal nuoto alle terme: una storia Pare che il nuoto sia stato uno dei primi sport ad essere praticato dall’uomo. Ne farebbero fede i graffiti rinvenuti in una caverna del deserto libico, risalenti ad almeno 7.000 anni fa: delle figure umane che potrebbero far pensare a movimenti natatori. Vero è che non rientrava come sport tra i giochi olimpici dell’antica Grecia, ma sicuramente il nuoto era praticato sia dai greci che dai romani, almeno nell’ambito dell’addestramento militare. Lo splendido affresco noto come “tomba del tuffatore”, visibile nel museo archeologico di Paestum (che gli ha dedicato una mostra conclusa nello scorso ottobre), datata introno al 480 a.C., ha invece poco a che fare con lo sport: si tratta della lastra di chiusura di un sepolcro, in travertino, dove la raffigurazione pittorica dell’atto del tuffarsi rappresenta il passaggio da questa vita all’aldilà.

Il nuoto come disciplina olimpica compare invece nelle prime Olimpiadi moderne, quelle di Atene 1896. La relativa Federazione internazionale (FINA) nasce nel 1908; si pensi però che i Campionati Mondiali di nuoto sono nati solo nel 1973 con l’edizione di Belgrado. Se, parallelamente all’origine del nuoto, andiamo a cercare l’origine della piscina, intesa come vasca artificiale riempita d’acqua per esercitarvi l’attività sportiva, dobbiamo andare a Londra nel 1837. Ma l’uso terapeutico dei bagni viene certamente prima

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Dall’alto: l’Hammam Ali Gholi Agha a Esfahan, Iran (ph. Aleksandar Todorovic); dipinto dalla “tomba del tuffatore” a Paestum; il “Grande bagno” di Mohenjo Daro, Pakistan. A destra e nella pagina seguente, in alto, ristrutturazione della Piscina Scandone a Napoli (progetto SdA Architetto Paolo

di quello sportivo: sicché le informazioni enciclopediche ci rimandano ad un primo esempio di piscina individuabile tra i resti archeologici di Mohenjodaro, in Pakistan, il Grande bagno, che misurava 12 metri per 7. Del resto, sappiamo che in epoca romana il termalismo ebbe un enorme sviluppo, con l’uso di tecniche ingegneristiche sorprendenti: le terme di epoca imperiale, monumentali e ricche di attività collaterali, erano dei veri e propri “centri benessere”. Anche in questo specifico campo i secoli bui segnarono un declino. Nei paesi islamici, però, con la tradizione dell’Ḥammām, il complesso termale in cui i musulmani effettuavano i lavacri rituali, anche tra il VII e il X secolo la costruzione e l’uso dei “bagni turchi” ebbe un largo sviluppo. Dopo la messa al bando, per motivi sia religiosi che epidemiologici, dell’idroterapia, in Europa bisogna spettare l’800 con i nuovi sviluppi della medicina, per ridare slancio alla cultura delle acque per la salute, e dare il via allo sviluppo delle terme moderne.

Pettene). Nella foto grande a destra, Federica Pellegrini durante I mondiali di nuoto 2013 a Barcellona (ph. Bruno Rosa).

CURA DI

PAOLO PETTENE

La piscina pubblica, oggi Come abbiamo già osservato in precedenti occasioni su queste pagine, l’attività nel campo degli impianti natatori si muove oggi su diversi binari: il recupero delle strutture preesistenti in una ricerca di soglia di convenienza; la realizzazione ex novo di impianti di dimensioni contenute con layout ottimizzato e di nuova generazione; la rimodulazione di impianti in località turistiche con pluralità di spazi acqua o un’unica vasca polifunzionale con forte connotazione ludico-ricreativa e per il benessere/loisir. Diversamente da quanto si possa pensare, intervenire sull’esistente - e quindi ristrutturare, riqualificare un impianto ormai obsoleto sotto tutti i punti di vista, considerato che la maggior parte degli impianti pubblici esistenti risalgono agli anni 70-80 - comporta molte difficoltà tecniche e gli investimenti risultano comunque onerosi. Spesso gli interventi di ristrutturazione ed ampliamento di impianti preesistenti sono volti ad un ammodernamento degli spazi acqua disponibili con l’introduzione di vasche di nuova morfologia che vanno oltre la tradizionale vasca nuoto omologabile (la cui presenza è comunque fondamentale per le attività di avviamento al nuoto con relativa fidelizzazione dell’utenza che inizia a frequentare il centro intorno ai 6 anni e prosegue almeno fino ai 16 anni), intervenendo anche sugli spogliatoi e servizi indotti per creare ambienti colorati e luminosi, sicuri per l’utenza e che migliorano il livello globale del servizio offerto. I grandi contenitori sportivi-natatori con finalità prettamente agonistiche realizzati nel passato non risultano purtroppo più attuabili nel mercato attuale; tralasciando impianti cittadini gestiti direttamente dalla Federazione Nuoto FIN, laddove possibile impianti del passato con una forte connotazione agonistica in gestione a società sportive registrano interventi di ammodernamento con riduzione delle profondità (per diminuire i volumi di acqua da scaldare e sanificare per un contenimento delle spese gestionali) e inserimento piuttosto di pluralità di vasche a diversa profondità e temperatura per offrire un servizio eterogeneo che va dai bambini di 3 mesi agli over 60.

From above: the Ali Gholi Agha Hammam in Esfahan, Iran (ph. Aleksandar Todorovic); painted from the "diver's tomb" in Paestum; the "Great Bath" in Mohenjo Daro, Pakistan. On the right and on the following page, above, renovation of the Scandone Swimming Pool in Naples (project by SdA Archittto Paolo Pettene).

In the large picture on the right, Federica Pellegrini during the World Swimming Championships 2013 in Barcelona (ph. Bruno Rosa).

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Questi investimenti si rendono necessari anche per andare incontro ad un nuovo approccio all’ambiente acqua da parte dell’utenza. Con lo sviluppo delle attività di fitness in acqua infatti si è avvicinata all’impianto natatorio una fascia di utenza già adulta che pur non sapendo nuotare o avendo poca abilità nella tecnica natatoria approccia all’elemento acqua con una fruizione degli spazi di tipo verticale anziché orizzontale. Anche lo sviluppo dei centri benessere ha influito sugli impianti acquatici evidenziando che l’opzione del cosiddetto “benessere” ha completato e ampliato l’offerta in certi contesti delle attività acquatiche. C’è stato tuttavia un fenomeno di “tendenza alla banalizzazione” in particolare nei centri acquatici pubblici, con la messa in opera di soluzioni spesso standardizzate, ricercando discutibili ambientazioni emozionali ed estetiche, che non hanno trovato i necessari riscontri di gradimento, né funzionali, né di resti-

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tuzione economica sul valore del servizio. Prima di qualsiasi investimento occorre sempre valutare il contesto socio-economico territoriale di riferimento, considerare i competitors, effettuare uno studio di fattibilità con la definizione di un business plan per verificare gli obiettivi sostenibili struttura per struttura. Un impianto moderno di nuova generazione risulta efficiente e con un gradimento positivo da parte dell’utenza se accompagnato da una gestione imprenditoriale impegnata al perseguimento della qualità del servizio. Gli impianti di nuova generazione vanno progettati in modo globale per supportare tutti gli obiettivi da perseguire e per restituire anche un reddito a sostegno dell’investimento. Oltretutto, oggi i gestori sono stati progressivamente gravati in un passaggio di rischio di impresa dal pubblico totalmente a carico del privato con l’utilizzo degli strumenti del parternariato pubblico-privato: quindi a carico del gestore sono stati imputati realizzazione degli interventi, gestione (comprensiva di tutte le

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utenze energetiche), manutenzione ordinaria e straordinaria, con risultati anche positivi grazie alla capacità di giovani preparati e formati (e anche numerosi ex atleti di nuoto); questo a fronte – viceversa - di un decadimento generale delle gestioni pubbliche di tipo tradizionale (comprese le cosiddette municipalità di servizi) in impianti spesso ormai datati e inefficienti. In sintesi, l’attuale tendenza progettuale è quella della minimizzazione dell’intervento (causa principalmente le ristrettezze del budget finanziario a seguito della crisi economica o della sottovalutazione delle problematiche), procedendo con un corretto dimensionamento, evitando le semplificazioni e la banalizzazione delle soluzioni (sia nel pubblico, sia nelle concessioni private). La qualità dovrà pervenire al cliente attraverso l’ambiente e il numero di vasche presenti, che fanno la differenza laddove vengono progettati spazi d’acqua diversificati, nei quali praticare attività acquatiche e natatorie differenti, seguendo una logica di polifunzionalità in un contorno spaziale di massimo confort microambientale. Un progettista esperto parte sempre da una base dettata dal sapere dei fattori propedeutici per definire un corretto layout, con la conseguente armatura funzionale legata al dimensionamento a sua volta dettato dalle conoscenze riguardo a come si organizza, si conduce e si gestisce un impianto acquatico, indagando i bisogni dell’utenza e tenendo conto delle condizioni prestazionali e normative che sono le stesse di quando si progetta un qualsiasi edificio pubblico, e senza dimenticare tutte le peculiarità dei dimensionamenti derivanti dalle numerose Norme UNI di settore, dall’Accordo Stato-Regioni, dai Regolamenti Federali FIN, Norme CONI, regolamenti di contenimento energetico, superamento barriere, acustica, VVF e CPVLPS.

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In alto, le segnature sul fondo di un piscina agonistica. Nei due disegni, standard dimensionali per la piscina olimpionica e per i tuffi, tratti dalle Schede Tecniche di Tsport (www.sporteimpianti.it/strumenti-per-il-progettista/). Sopra a destra, una giovane Tania

Le norme Se il CONI detta le norme generali sull’impiantistica sportiva – e quindi anche sulle piscine agonistiche – e la Federazione Italiana Nuoto ne specifica gli standard dimensionali (in coerenza con le norme internazionali), è solo con l’accordo del 16 gennaio 2003, che il Ministero della salute e la Conferenza tra Stato, Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano, si definiscono gli “aspetti igienico-sanitari per la costruzione, la manutenzione e la vigilanza delle piscine ad uso natatorio”. A quello del 2003 segue l’Accordo 16 dicembre 2004 tra le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano sulla disciplina interregionale delle piscine, a partire dal quale ciascuna regione ha dettato le specifiche norme locali. Si tenga presente che gli “accordi” non hanno forza di legge, ma costituiscono una guida tecnicamente valida. Le linee Guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità “Guidelines for safe recreational waters: Volume 2, Swimming pools, spas and similar recreational-water environments – 2005” hanno costituito un autorevole riferimento per la revisione della valutazione dei rischi per la salute, associati con piscine e ambienti simili a uso ricreativo, il loro monitoraggio e la sorveglianza e che comprendono sia valori di riferimento specifici che le buone pratiche. Tuttavia, l’evoluzione tecnica e tecnologica degli ultimi anni ha introdotto nell’uso per la disinfezione dell’acqua di piscina nuovi prodotti e tecnologie tali da rendere necessario un aggiornamento dei parametri oggetto di controllo, delle modalità di svolgimento dei controlli stessi e della necessaria verifica di tutti gli aspetti igienico sanitari delle piscine ad uso natatorio. Per questo motivo il Ministero della salute ha ritenuto opportuno, nel 2016, proporre in Conferenza Stato Regioni un nuovo accordo che sostituisca l’allegato tecnico del 2003; il testo dell’allegato è stato sottoposto a pubblica consultazione, ma da allora non risulta essere stato adottato ufficialmente. Non tutte le regioni, dal canto loro, hanno adottato i provvedimenti di loro competenza in attuazione dell’Accordo: alcune hanno emesso una propria legge, altre hanno agito attraverso delibe-

Cagnotto durante gli europei di tuffi a Budapest nel 2006 (ph. Paolo Bona). Above, the markings on the bottom of a sports pool. In the two drawings, standard dimensions for the Olympic pool and for the dives, taken from the Technical Data Sheets of Tsport (www.sporteimpianti.it/strumenti-

per-il-progettista/). Above right, a young Tania Cagnotto during the European Diving Championship in Budapest in 2006 (ph. Paolo Bona).

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UNI 10637:2015

Piscine - Requisiti degli impianti di circolazione, filtrazione, disinfezione e trattamento chimico dell’acqua di piscina

UNI EN 1069-1:2017 UNI EN 1069-2:2010 UNI EN 13451-1:2011 UNI EN 13451-10:2004

Acquascivoli - Parte 1: Requisiti di sicurezza e metodi di prova Acquascivoli - Parte 2: Istruzioni Attrezzature per piscine - Requisiti generali di sicurezza e metodi di prova Attrezzature per piscine - Parte 10: Requisiti aggiuntivi specifici di sicurezza e metodi di prova per piattaforme e trampolini per i tuffi e relative attrezzature Attrezzature per piscine - Parte 11: Requisiti aggiuntivi specifici di sicurezza e metodi di prova per fondi mobili e pareti mobili per piscina Attrezzature per piscine - Requisiti aggiuntivi specifici di sicurezza e metodi di prova per scale a pioli, scale a gradini e corrimano Attrezzature per piscine - Parte 3: Requisiti complementari di sicurezza e metodi di prova per i componenti di aspirazione e di scarico e per le attrezzature ricreative acquatiche aventi un ingresso e un’uscita di acqua/aria Attrezzature per piscine - Requisiti aggiuntivi specifici di sicurezza e metodi di prova per piattaforme di partenza

UNI EN 13451-11:2004 UNI EN 13451-2:2002 UNI EN 13451-3:2014 UNI EN 13451-4:2014

re di Giunta. Diverse Regioni, invece, hanno regolamentato la materia in occasione di provvedimenti dedicati a specifici temi (ad esempio la regolamentazione degli agriturismi), discostandosi quindi da quanto stabilito nell’Accordo. L’ultima ad attivarsi è stata la Sardegna, con una Delibera di Giunta, che ha adottato un provvedimento organico, elaborato dagli uffici dell'Assessorato dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale della Regione Sardegna, interpellando realtà pubbliche territoriali, numerosi portatori di interesse e diverse associazioni di categoria, tra le quali Assopiscine, che si è coordinata con l'Ordine nazionale dei biologi e l'Ordine degli ingegneri di Cagliari. Trattandosi del provvedimento più recente, riteniamo utile darne lettura inserendolo nelle Schede Tecniche allegate a questo fascicolo di Tsport.

UNI EN 13451-5:2014 UNI EN 13451-6:2003 UNI EN 13451-7:2003 UNI EN 14467:2006 UNI EN 15031:2013 UNI EN 15032:2008 UNI EN 15072:2013 UNI EN 15073:2013 UNI EN 15074:2014 UNI EN 15075:2013 UNI EN 15076:2013 UNI EN 15077:2013 UNI EN 15078:2013 UNI EN 15288-1:2010 UNI EN 15288-2:2009 UNI EN 15362:2008 UNI EN 15836-1:2010 UNI EN 15836-2:2010 UNI EN 16038:2012 UNI EN 1809:2014

Attrezzature per piscine - Requisiti aggiuntivi specifici di sicurezza e metodi di prova per delimitatori di corsie Attrezzature per piscine - Requisiti aggiuntivi specifici di sicurezza e metodi di prova per placche di virata Attrezzature per piscine - Requisiti aggiuntivi specifici di sicurezza e metodi di prova per porte da pallanuoto Servizi per l’immersione ricreativa - Requisiti per i fornitori di servizi per l’immersione subacquea ricreativa Prodotti chimici utilizzati per il trattamento dell’acqua di piscina - Coagulanti a base di alluminio Prodotti chimici utilizzati per il trattamento dell’acqua di piscina - Acido tricloroisocianurico Prodotti chimici utilizzati per il trattamento dell’acqua di piscina - Dicloroisocianurato di sodio anidro Prodotti chimici utilizzati per il trattamento dell’acqua di piscina - Dicloroisocianurato di sodio diidrato Prodotti chimici utilizzati per il trattamento dell’acqua di piscina - Ozono Prodotti chimici utilizzati per il trattamento dell’acqua di piscina - Idrogenocarbonato di sodio Prodotti chimici utilizzati per il trattamento dell’acqua di piscina - Idrossido di sodio Prodotti chimici utilizzati per il trattamento dell’acqua di piscina - Ipoclorito di sodio Prodotti chimici utilizzati per il trattamento dell’acqua di piscina - Acido solforico Piscine - Parte 1: Requisiti di sicurezza per la progettazione Piscine - Parte 2: Requisiti di sicurezza per la gestione Prodotti chimici utilizzati per il trattamento dell’acqua di piscina - Carbonato di sodio Materie plastiche - Membrane di policloruro di vinile plastificato (PVC- P) per piscine interrate - Parte 1: Membrane omogenee di spessore nominale maggiore o uguale a 0,75 mm Materie plastiche - Membrane di policloruro di vinile plastificato (PVC- P) per piscine interrate - Parte 2: Membrane rinforzate di spessore nominale maggiore o uguale a 1,5 mm Prodotti chimici utilizzati per il trattamento di acque di piscine - Idrogenosolfato di sodio Accessori per l’immersione. Compensatori di galleggiamento - Requisiti funzionali e di sicurezza, metodi di prova

UNI EN ISO 11731-2:2008 Qualità dell’acqua - Ricerca e conta di Legionella - Parte 2: Metodo per filtrazione diretta su membrana per acque a basso contenuto batterico UNI EN ISO 8467:1997 Qualità dell’acqua. Determinazione dell’indice di permanganato UNI EN 16582 -1:2015 Piscine domestiche - Parte 1: Requisiti generali inclusi i metodi di sicurezza e di prova UNI EN 16582 -2:2015 Piscine domestiche - Parte 2: Requisiti specifici inclusi i metodi di sicurezza e di prova per piscine interrate UNI EN 16582 -3:2015 Piscine domestiche - Parte 3: Requisiti specifici inclusi i metodi di sicurezza e di prova per piscine fuori terra UNI EN 16713-1:2016

Piscine domestiche - Sistemi di distribuzione dell'acqua - Parte 1: Sistemi di filtrazione - Requisiti e metodi di prova

UNI EN 16713-2:2016

Piscine domestiche - Sistemi di distribuzione dell'acqua - Parte 2: Sistemi di circolazione - Requisiti e metodi di prova

UNI EN 16713-3:2016 UNI 11718:2018

Piscine domestiche - Sistemi di distribuzione dell'acqua - Parte 3: Trattamento dell'acqua - Requisiti Coperture per piscine - Strutture rigide, semirigide e flessibili per il settore pubblico e privato - Requisiti e metodi di prova

Naturalmente, l’UNI ha nel tempo adottato un’ampia serie di norme tecniche, anch’esse “volontarie”, che definiscono i requisiti e i metodi di prova per impianti, attrezzature e prodotti (vedi tabella), che sono richiamate anche in queste pagine laddove utili a inquadrare i temi trattati.

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RASSEGNA

Forme e misure Come si è detto nell’introduzione, la singola vasca natatoria di dimensione standard non è più sufficiente a garantire la sostenibilità di un impianto natatorio date le esigenze del pubblico di oggi, orientate oltre che allo sport, al benessere e al divertimento. Lo schema dell’offerta di acquaticità all’interno di un centro sportivo parte quindi, come livello minimo, dall’abbinamento tra una vasca natatoria da 25 metri e una ludica, sempre rettangolare, che ne sfrutta planimetricamente la larghezza. Questa avrà una profondità tra gli 80 e i 110 cm, consentendone l’uso anche per attività di aquagym. Ne sono esempi Manfredonia, Agropoli, Capaccio. Nel centro sportivo di Merate è adottato lo stesso schema, recentemente raddoppiato con una nuova coppia di vasche sportiva / ludica, così come a Terni:

Manfredonia (Fg)

si noti che questi due centri offrono anche almeno una vasca esterna da utilizzare nella stagione estiva. Questa opportunità è offerta anche dall’impianto di Fucecchio. Il centro acquatico di Brugherio dedica la seconda vasca espressamente ai bambini, con un fondale di soli 55 cm. Altre situazioni presentano una maggiore diversificazione degli specchi d’acqua, con vasche differenziate. Borgo Valsugana, oltre alla vasca da 25 metri allargata a 10 corsie, offre una vasca fitness/riabilitativa profonda 130 cm, una didattica da 90 cm, entrambe a forma regolare, e una vasca ricreativa, con river e idromassaggi, avvicinandosi al tema del parco acquatico, confermato dall’acquascivolo con

breve casca di ammaraggio. Concettualmente simile l’impianto di Potsdam, con vasca natatoria, vasca quadrata, e due aree di forma irregolare per le attività terapeutiche e ricreative. Una diversa modalità di progettazione della vasca può prevedere l’adozione di una forma ibrida, che unisce gli spazi per il nuoto a quelli per le altre attività acquatiche: ne sono esempi l’impianto di Viggiano (di cui parliamo anche più avanti), e di Madonna di Campiglio.

Capaccio (Sa)

Agropoli (Sa)

Merate (Lc)

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Terni

Potsdam (Germania)

Fucecchio (Fi)

Viggiano (Pz)

Brugherio (Mb)

Madonna di Campiglio (Tn)

Borgo Valsugana (Tn) sporteimpianti.it

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UN

INTERVENTO INTEGRATO

Centro natatorio a Carugate

(Milano)

L’intervento del Nuovo Centro Natatorio a Carugate si colloca nell’attuale area sportiva comunale. Il progetto ha previsto la realizzazione di un nuovo centro natatorio integrato polifunzionale coperto, dotato di idonei servizi, l’ampliamento del parcheggio, il rifacimento del manto erboso del campo da calcetto, l’ampliamento del bar, la realizzazione di nuovi spogliatoi a servizio del centro, e l’ampliamento del confine dell’area sportiva esistente, con la realizzazione di un nuovo campo da calcio in erba naturale in uno dei lotti adiacenti all’attuale centro. La nuova piscina coperta è stata realizzata in luogo del centro natatorio previe esistente che è stato demolito, in quanto si trattava di una struttura ormai inadeguata dal punto di vista tecnologico e funzionale.

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In questa pagina, dall’alto: panoramica della vasca agonistica; sezione dell’impianto attraverso le tre vasche; planimetria generale degli impianti sportivi nei quali si integra il polo natatorio (collocato a sinistra nella mappa). Nella pagina a lato, al centro, detta-

glio costruttivo del bordo vasca. Nelle due foto in basso, le altre due vasche che completano l’impianto coperto. On this page, from the top: overview of the competition pool; section of the facility through the three pools; general plan of the

sports facilities in which the swimming pool is integrated (located on the left of the map). In the page to the side, in the centre, detail of the pool edge. In the two photos below, the other two pools that complete the indoor system.

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I principali obiettivi e le finalità a cui ci si è attenuto, si possono riassumere nei seguenti parametri: flessibilità e funzionalità per ottenere uno spazio idoneo ad esigenze e modi di utilizzo diversi creando spazi d’acqua con diverse caratteristiche; il contenimento dei costi di gestione, attraverso il dimensionamento ottimale dei volumi, l'adeguato isolamento termico, l'accurata definizione delle componenti impiantistiche, la scelta di materiali durevoli, la facilità di manutenzione dei diversi componenti dell'organismo edilizio; la sicurezza sia per il normale funzionamento per allenamenti, sia in caso di grande presenza di pubblico nel periodo estivo nel rispetto delle normative vigenti; le soluzioni architettoniche per dare un prodotto equilibrato nelle soluzioni formali, correttamente inserito nel territorio e di facile lettura. L’atrio è concepito come il punto di relazione tra la sala vasche e i servizi circostanti. La scelta della parete vetrata che divide ma in stesso modo collega l’atrio e l’acqua diventa l’elemento principale dello spazio. La sala vasche ospita: una vasca di 25 x 16.50 m organizzata con 8 corsie che garantisce la possibilità sia per il nuoto agonistico, ma anche per il nuoto libero e quello di base; una vasca di 15,50 x 7 m organizzata in uno spazio ad uso bambini 03 anni e polifunzionale (esclusa la riabilitazione); e una vasca di 7 x 5 m con profondità costante 0,80 m organizzata in uno spazio ad uso polifunzionale. La zona fitness è divisa in quattro sale, connesse tra loro e con il contatto visivo sulla sala vasche. L’area palestre ha i propri spogliatoi e dento la zona fitness si è deciso di collocare anche la zona benessere con sauna, bagno turco e area massaggi. Il nuovo centro, rispetto a quello esistente, che risultava molto vicino alla viabilità locale della via Fidelina, è totalmente immerso nel verde, e meglio integrato con l’area sportiva. A tale scopo è perciò stato allontanato dal parcheggio: si è pertanto reso necessario segnalare in modo “forte” la presenza dell’edificio e del suo ingresso, perché potesse essere più facilmente distinguibile anche dalla stessa via Fidelina. A questo scopo è stata realizzato un percorso di pavimentazione, in parte coperto da una pensilina, che connette l’edificio al parcheggio. La pavimentazione esterna è stata usata anche per ordinare l’area estiva, e per collegarla al nuovo impianto. In

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sintesi, il punto di ingresso all’edificio diventa il punto centrale dell’intero assetto esterno ed interno, dal quale si dipartono il percorso al parcheggio, e quello che dà sull’area estiva. La proposta progettuale, oltre alla realizzazione del nuovo centro natatorio, comprende anche la riqualificazione e l’ampliamento del centro sportivo esistente. Il progetto proposto prevede che venga realizzato un nuovo campo da calcio in erba naturale nell’area ad est dell’attuale centro sportivo comunale, che verrà così ampliato includendo il nuovo lotto e portando a tre l’offerta dei campi da calcio: nell’area del centro sportivo è infatti già presente un campo da calcio e un secondo campo in erba sintetica sarà realizzato all’interno dell’area dal Comune. Si prevede inoltre di trasformare il manto del campetto più a nord in un manto in erba sintetica, con segnature per campo regolamentare per il gioco a 7.

SCHEDA Committente: Gestisport soc. coop. Sportiva Dilettantistica Progetto: Studio TECO+ Importo dei lavori: euro 4.382.944 Fine lavori: febbraio 2018 Arredi spogliatoio e accessori vasca: Patentverwag Italia Srl (vedi pag. 42)

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L’ARCHITETTURA

Piscina coperta a Imola L’edificio è stato collocato nell’area seguendo i principi dell’edilizia bioclimatica, nell’ottica di ridurre quanto più i consumi energetici e gestionali dell’impianto, orientando la sala di attività della piscina a sud, e gli spazi più “di servizio” degli spogliatoi, a nord: dal posizionamento delle funzioni principali si è quindi originato il sistema dei percorsi esterni, fino a creare, nella zona antistante l’accesso, uno spazio concepito come un vero e proprio parco pubblico, con aree verdi, dotate di sedute, alternate ad aree pavimentate, in un gioco di fasce, sottolineate da cordoli in cemento, che riprende le direttrici originate dall’edificio stesso, e di pixel di materiali diversi, che valorizzano l’area e la vivacizzano. Uno spazio quindi inteso idealmente e concretamente come “pubblico”, pensato e organizzato per offrire spunti di convivialità e di incontro, complementari all’impianto e alla sua accezione di luogo creato per la cittadinanza. Affacciato su questa piccola ma accogliente piazza, che diventa nuova centralità per un’area in cerca di spunti e occasioni di rinnovo, l’edificio denuncia la sua funzione pubblica aprendosi all’area circostante tramite ampi nastri di finestrature, che, come inaspettate ferite sul suo involucro bianco, ne movimentano l’aspetto. Dal volume principale, coibentato con un isolamento a cappotto rifinito con un intonaco bianco, che racchiude le funzioni caratteristiche (sala vasche con relativi spogliatoi ad un piano, palestre e centro benessere al livello inferiore), fuoriescono due volumi più bassi, trattati superficialmente con una finitura di laminato ligneo. Il complesso è stato articolato su due livelli, ma si è comunque cercato di contenerne l’altezza massima, soprattutto nella sala vasche, al fine di ridurre, per quanto possibile, l’impatto ambientale ed i costi di gestione (riscaldamento e riciclo dell’aria). Al piano terra è localizzata “l’acqua”, mentre al livello sottostante le attività rivolte alla cura del corpo (la palestra e il centro benessere). L’edificio è del tipo con struttura intelaiata in cemento armato e platea di fondazione. Le coperture della sala vasche, dell’atrio e della zona di distribuzione principale degli spogliatoi sono costituite da travi in legno lamellare, travetti e tavolato ligneo a vista. La medesima copertura prosegue sugli spogliatoi della piscina, che sono però quasi del tutto controsoffittati per nascondere i canali impiantistici.

SCHEDA Committente: Comune di Imola e Ortignola Srl Progetto: Studio TECO+ Copertura in legno lamellare: Hölz Albertani Spa (vedi pag. 21) Servizio completo su Tsport 303

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In questa pagina, due viste interne dell’impianto di Imola, e uno scorcio esterno. Nella pagina a lato, la piscina di Carpi: in alto, il prospetto esterno; al centro, la vasca polifunzionale con il fondale mosaicato e il percorso, in gres porcellanato, per i non vedenti. In basso, a sinistra, la vasca natatoria accessoriata; a

destra una vista degli spogliatoi, con il pavimento in lastre, sempre di gres porcellanato, e gli armadietti che accentuano il cromatismo degli ambienti. On this page, two internal views of the Imola facility, and a glimpse of the outside. On the page to the side, the swimming pool

of Carpi: above, the external elevation; in the middle, the multifunctional pool with the mosaic bottom and the path, in porcelain stoneware, for the blind. Below left, the equipped swimming pool; right, a view of the changing rooms, with the porcelain stoneware floor and the lockers that accentuate the colours of the rooms.

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PAVIMENTI

E RIVESTIMENTI

Piscina comunale a Carpi I cambiamenti intervenuti nella società e nello stile di vita dei cittadini negli ultimi decenni hanno modificato sia la quantità di fruitori, che la tipologia di fruizione dell’impianto natatorio. Si è reso quindi necessario un totale ripensamento dell’esistente centro “Campedelli”, dal giusto dimensionamento degli spazi d’acqua, all’individuazione delle attività accessorie e complementari. Per quanto riguarda le vasche interne si è pensato a tre unità di cui due dalla lunghezza del lato maggiore pari a 25 metri; la terza è una vasca multifunzionale coperta, posta in un locale separato dalla sala principale con una vetrata scorrevole, e si caratterizza per una polifunzionalità d’uso per acquaticità, benessere, recupero. Le vasche esterne sono una natatoria da 50 metri e una ludico-ricreativa scoperta di forma variabile. Per quel che riguarda l’inserimento volumetrico si è optato per la ricerca di forme semplici con i volumi che aiutassero la lettura delle funzioni proposte. A contrasto la “pelle” di questi volumi è

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(Modena)

stata trattata con pixel colorati con effetto dissolvenza che creano dai vari punti di vista vedute diverse e in movimento con la luce diurna presente. Le pavimentazioni degli ambienti del nuovo centro nuoto sono state oggetto di una particolare cura nella scelta dei formati e dei colori. Intorno alle vasche, negli spogliatoi e in tutte le aree accessorie, fermo restando il cromatismo di base, sono state impiegate lastre in gres porcellanato di grande formato, con finitura superficiale sia liscia che antiscivolo, nelle misure 40x40, 60x60 e 60x120. In questo contesto, è particolarmente significativa la realizzazione del percorso per non vedenti, sempre in gres porcellanato, di colore grigio, che accompagna i disabili visivi nei loro movimenti all’interno della struttura. Da notare, infine, le piastrelle di colore bianco utilizzate per il rivestimento delle vasche, che contribuiscono a dare all’acqua una colorazione azzurro chiaro particolarmente gradevole che dà luce all’ambiente.

SCHEDA Committente: Comune di Carpi Concessionario: Aquanova Carpi Srl Progetto: Studio TECO+ Importo dei lavori: euro 8.100.860 Fine lavori: agosto 2015 Arredi spogliatoio e accessori vasca: Patentverwag Italia Srl (vedi pag. 42) Struttura in legno lamellare: Rubner Holzbau Servizio completo su Tsport 305

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I

BORDI VASCA

La piscina comprensoriale della Valle d’Agri a Viggiano

(Potenza)

Il nuovo impianto natatorio comprensoriale di Viggiano, in Basilicata, è stato inaugurato nel dicembre 2017. Nell’impianto natatorio coperto è prevista un’unica vasca finalizzata all'offerta di un ambito natatorio sportivo tradizionale in condivisione con nuove attività di carattere sportivo, ludico-ricreativo e di relax a servizio del territorio che presenta caratteristiche di polivalenza, polifunzionalità, diversificando l’offerta di attività dall’avviamento, nuoto, gioco, benessere, fisioterapico, incrementando la valenza sociale che l’attività natatoria deve avere. Lo spazio attività è quindi articolato in diversi spazi con differente vocazione: ambito nuoto di dimensioni 25x10 m (5 corsie), profondità 1,35 / 1,80m, omologabile; ambito acquafitness di dimensioni 10x5 m con profondità costante 1,35 m per lo svolgimento di molteplici attività quali avviamento al nuoto, acquaticità, fitness in acqua, terapeutica, ginnastica neonatale, ginnastica dolce; ambito benessere/relax, allestito con lettini ad aria e sedute idromassaggio; ambito fitness, allestito con attrezzature per il fitness in acqua, per l’allenamento e per attività di fisioterapia/ riabilitazione; ambito benessere, con doccioni per il massaggio cervicale e postazioni geyser. La vasca è realizzata con moduli di tipo prefabbricato con pannelli in acciaio inox AISI 316 rivestiti con PVC laminato a caldo, ancorati su una piastra di fondo vasca realizzata in c.a. e rivestita in pvc. Il sistema prefabbricato garantisce la velocità di posa e la tracimazione su tutto il perimetro a beneficio della qualità dell’acqua. Il bordo ceramico dei sistemi prefabbricati conferisce alla vasca un aspetto gradevole dal punto di vista estetico. In corrispondenza dei locali tecnici il sistema strutturale della vasca è di tipo misto con pareti in c.a. in opera e bordo sfioratore prefabbricato. La vasca presenta lo sfioro continuo su tutto il perimetro garantendo un ottimo standard qualitativo dell’acqua. Inoltre il sistema di sfioro alla finlandese riduce il fenomeno delle onde che risulta fastidioso soprattutto quando c’è contemporaneità di attività diverse in vasca.

SCHEDA Committente: Comune di Viggiano Progetto: RTI ing. Armando maggi, eXergia, arch. Paolo Pettene, ing. Ruggero Angeli Importo dei lavori: euro 3.786.336 Fine lavori: ottobre 2016 Struttura in legno lamellare: Rubner Holzbau Servizio completo su Tsport 319

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In questa pagina, dall’alto, esterno e interno dell’impianto di Viggiano; dettaglio del bordo vasca. Nella pagina di destra, dall’alto: scorcio della vasca di Cuneo con il ponte mobile; vista nella direzione delle tribune; pianta della struttura, con il ponte mobile che suddivide in due porzioni la vasca.

On this page, from the top, outside and inside of the Viggiano facility; detail of the pool edge. On the right page, from the top: view of the pool of Cuneo with the mobile bridge; view in the direction of the stands; plan of the structure, with the mobile bridge that divides the pool into two portions.

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LA

VASCA FLESSIBILE: IL PONTILE MOBILE

Lo Stadio del nuoto a Cuneo Nella cornice del Parco fluviale Gesso e Stura, lo Stadio del Nuoto di Cuneo è stato inaugurato nel 2015. L’offerta al servizio dello sport e del benessere è stata poi completata con l’apertura, nell’ottobre scorso, di un secondo lotto di lavori con i quali da una preesistente vasca di 25 metri è stata ricavata una vasca ludica polivalente, abbinata ad uno spazio fitness e wellness. La vasca natatoria, a 8 corsie (51,50 metri per 21) è omologata per manifestazioni sportive anche di livello internazionale. Con profondità da 1,20 a 1,80 m, è dotata di due testate fisse e di un pontone mobile; la tribuna per il pubblico ospita 616 persone e un’area ristoro si affaccia direttamente sul piano vasca con una vetrata a tutta altezza che si sviluppa per ben 40 metri lineari. La progettazione degli interni ha dato vita ad un unico grande piano vasca sotto la tribuna “sospesa”, sviluppando un'unica soluzione di percorsi per permettere l'utilizzo di tutte le vasche - comprese quelle esterne - senza il raddoppio dei presidi e dei servizi di base. Tutto ciò si riflette in un ambiente di ampio respiro che permette la visibilità tra le diverse funzioni, con spazi interni luminosi e permeabili al contesto esterno. L’adozione del pontile mobile consente di organizzare gli spazi della vasca principale in funzione delle attività che vi si svolgono, creando due aree di diversa dimensione. La struttura del pontile è composta da una trave reticolare spaziale in acciaio inossidabile. Il pontile è appoggiato tramite ruote sui bordi della piscina, rivestite di gomma, che possono traslare liberamente lungo il lato lungo. È dotato degli ancoraggi delle corsie e dei blocchi di partenza, interamente rivestito con griglie in compound di polipropilene, con delimitazione di colore scuro in corrispondenza delle mezzerie delle corsie di gara come le norme FINA impongono e in conformità con le corsie della vasca esistente. La struttura resiste ad un sovraccarico accidentale

(oltre ai carichi permanenti) di 250 Kg/mq in assenza di acqua (in presenza si produce una spinta favorevole verso l’alto). La trave reticolare spaziale è composta da correnti superiori e inferiori collegati da aste e bielle, per resistere a forze verticali (spinta nuotatori in virata). La struttura è controventata per risultare rigida e indeformabile. Oltre al classico pontile mobile adottato in questo impianto, la possibilità di rendere multifunzionale una singola vasca natatoria è offerta anche da pareti mobili e da fondi mobili, che consentono di variare la profondità della piscina per poterla adeguare alle varie specialità: competizioni, tuffi, nuoto sincronizzato, ginnastica riabilitativa, corsi di nuoto, sub, aquagym, corsi per bambini etc. Per ogni attività può essere definita una specifica profondità dell’acqua, per consentire che ogni operazione si svolga in sicurezza.

SCHEDA Committente: Comune di Cuneo Progetto: Alessandra Raso, Matteo Raso, CLIOSTRAAT, Studio Ingegneria Forte Importo dei lavori: euro 8.142.900 Fine lavori: settembre 2015 Sedute tribuna: Mondo Spa Struttura in legno lamellare: Rubner Holzbau Servizio completo su Tsport 306

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L’ILLUMINAZIONE

Centro natatorio a San Pietro in Casale L’ubicazione dell’intervento è nella provincia Bolognese, in territorio di S.Pietro in Casale, nella immediata periferia Nord-Ovest del paese, all'interno di un ampio centro sportivo dotato di campi da tennis, tiro con l'arco, palestra polivalente, e altro. Il complesso natatorio è articolato in due corpi principali: il corpo sala piscine è adibito prevalentemente al nuoto: esso infatti accoglie al suo interno 3 vasche di cui una destinata ad attività natatorie, una ad attività di fitness ed affini e una vasca (a doppia profondità) adibita a piscina bambini e riabilitazione; il corpo servizi, posto in adiacenza alle piscine, comprende, oltre che gli spogliatoi uomini, donne e bambini ed i locali di servizio agli impianti natatori, una hall con servizi di accoglienza, una sala fitness e una sauna con vicina sala massaggi.

dal desiderio di migliorare l’illuminazione sostituendo il sistema in essere con uno all’avanguardia, anche dal punto di vista del risparmio energetico. I corpi illuminanti a LED a riflessione totale brevettati si sono dimostrati la scelta vincente perché hanno consentito il binomio perfetto: risparmio energetico e comfort visivo. Grazie all’intervento di sostituzione si consuma meno e si vede meglio. L’intervento si è concretizzato nella sostituzione di 42 proiettori a ioduri metallici a 250 watt di potenza con altrettanti corpi illuminanti da 105 watt. Il risparmio in termini di potenza è del 62 %. A partire da questi dati, e considerando un’accensione complessiva di 3.000 ore l’anno, si può calcolare un risparmio annuo superiore ai 4.000 euro.

(Bologna)

SCHEDA Committente: Comune di San Pietro in Casale Progetto: LandBAU (arch. Gianluca Mezzanotte) Importo dei lavori: euro 3.165.100 Fine lavori: 2014 Servizio completo su Tsport 313

Il corpo sala piscine è costituito da un unico spazio caratterizzato da tre gusci in lamellare rivestiti in lamiera di alluminio graffata, intervallati da due lucernari zenitali che identificano anche fortemente l'immagine della struttura, rendendola iconica e immediatamente riconoscibile. I tre gusci sono disposti sull'asse nord-sud con lato a sud completamente trasparente verso la piscina esterna e il centro sportivo. La forte trasparenza tra interno ed esterno è valorizzata anche dai due lucernari zenitali che individuano le uscite verso il parco-solarium. Tutti gli apparecchi illuminanti sono a Led con gestione a zone e a seconda dell'affollamento e dell'uso delle vasche, degli spogliatoi e del foyer. L’illuminazione a LED, rispetto a quella tradizionale, in grandi spazi come quelli che ospitano le piscine al coperto, permette di ottenere risparmi energetici di oltre il 22%. Arianna in questi ambienti garantisce un’illuminazione uniforme senza zone d’ombra, ideale sia per i nuotatori che per gli istruttori a bordo vasca. L’utilizzo della luce bianca si rivela infatti fondamentale nei contesti sportivi come questo e migliora le performance degli atleti. Il progetto della Piscina di San Pietro in Casale è nato

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In questa pagina, gli effetti dell’illuminazione diurna e notturna nel centro natatorio di San Pietro in Casale: sopra, controluce sulla vasca principale; in basso, esterno serale, dettaglio della parete con i faretti e le finestrate, dettaglio delle aperture e delle luci in copertura.

Nella pagina di destra, in alto, l’esterno dell’edificio; al centro, schema del ricircolo delle acque di vasca; in basso, vista della piscina. On this page, the effects of day and night lighting in the swimming centre of San Pietro in Casale: above, backlighting on the main

pool; below, evening exterior, detail of the wall with spotlights and windows, detail of the openings and lights on the roof. On the right page, above, the outside of the building; in the centre, a diagram of the recirculation of the pool water; below, a view of the pool.

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IL

TRATTAMENTO DELLE ACQUE

Piscina comunale a Casal Velino (Salerno) Gli Impianti Sportivi Polivalenti in località Ardisani sono stati realizzati attraverso tre successivi lotti, l’ultimo dei quali comprende l'ultimazione delle opere relative alla piscina. L’impianto comprende una vasca bimbi 8x4m e una piscina sportiva in c.a. dim. 25x16,66 di profondità variabile da min. 1.80 m a max 2,20m. Per far sì che l’acqua di piscina, sia essa privata o pubblica, mantenga nel tempo non solo le caratteristiche di limpidezza e trasparenza, ma anche la sicurezza sanitaria, in particolare quella microbiologica, occorre trattarla adeguatamente. Se così non fosse l’apporto di inquinanti da parte dell’ambiente circostante e degli stessi bagnanti, la renderebbe in pochissimo tempo inutilizzabile. La formula del ricambio continuo, adottata ad esempio nelle terme dell’antica Roma, non è nemmeno pensabile. Inoltre la temperatura media dell’acqua in vasca è di 27°C, mentre quella di alimentazione, che proviene dagli acquedotti, è più fredda e va pertanto riscaldata. Questi sono motivi sufficienti per far sì che l’acqua venga riusata il più possibile e non scartata, ovvero fatta ricircolare in continuo e filtrata ad ogni

passaggio. Affinchè tale operazione abbia successo occorre però che vengano stabiliti i giusti tempi di La normativa (Norma UNI 10637/2015 – Requisiti degli impianti di circolazione, filtrazione, disinfezione e trattamento chimico dell’acqua di piscina) prevede per le vasche natatorie che il funzionamento degli impianti di trattamento dell’acqua sia continuativo nelle 24h, che gli impianti di filtrazione siano progettati e realizzati in modo da garantire un tempo di ricircolo minore o uguale a quello stabilito per il tipo di vasca (da 1 a 6 ore) e un ricambio giornaliero di acqua non inferiore a 30 litri per bagnante e comunque non inferiore al 5% del volume della vasca. Durante il ricircolo l’acqua viene sottoposta ad una serie di trattamenti, che possono variare per le diverse strutture, anche in funzione delle dimensioni dell’impianto natatorio, ma che in genere prevede i seguenti passaggi: - prefiltrazione tramite filtri a cestello per il trattenimento delle impurità più grossolane come capelli o piccoli oggetti accidentalmente rilasciati in acqua; - coagulazione con dosaggio di sostanze flocculanti,

tra i più usati il polidrossicloruro di alluminio e il solfato di alluminio, che consentono l’aggregazione in piccoli fiocchi di alcune impurità colloidali, non filtrabili direttamente; - filtrazione attraverso un passaggio dell’acqua in batterie filtranti costituite da letti di sabbia multistrato oppure diatomee; - trattamento chimico di disinfezione che avviene generalmente con il dosaggio di sostanze a base di cloro, in forma liquida, granulare o solida, quali il dicloroisocianurato o i pastiglioni di calcio ipoclorito o di acido tricloroisocianurico (quest’ultimo nelle piscine all’aperto perché resiste meglio all’attacco della luce solare essendo a lenta dissoluzione). Tra gli impianti complementari alla clorazione possono essere utilizzati sistemi ad ozono o UV con lampade a bassa pressione. All’uso vengono dosate sostanze antialga (soprattutto per le piscine all’aperto) e correttori di pH (generalmente acido cloridrico o solforico per abbassarlo e sodio idrossido o bicarbonato per alzarlo), per neutralizzare l’alcalinità generata dall’uso dei composti del cloro e rendere più efficace l’azione di flocculanti e disinfettanti. I requisiti di qualità dell’acqua di immissione e di quella contenuta in vasca sono stabiliti dal documento Conferenza Stato-Regioni del 16 gennaio 2003 di cui abbiamo parlato in precedenza. La qualità igienica degli impianti natatori e delle acque di balneazione dipende da una serie di fattori, correlati tra loro: caratteristiche della struttura, efficienza e grado di manutenzione degli impianti di trattamento dell’acqua e dell’aria, qualità dell’acqua immessa in vasca, livello di affluenza nell’impianto, frequenza degli interventi di sanificazione e pulizia. Un’adeguata gestione degli impianti, con particolare attenzione alla qualità dell’acqua di balneazione, consente oggi la frequentazione delle piscine con un elevatissimo livello di sicurezza sanitaria.

SCHEDA Committente: Comune di Casal Velino (Salerno) Progetto: arch. Angelo Gregorio (UTC), ing. Sandro Feo, arch. Antonio D’Ambrosio Importo dei lavori: euro 1.650.604 Fine lavori: dicembre 2017

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PARCHI

ACQUATICI

Dalla piscina al parco acquatico: se l’aspetto ludico prevale su quello sportivo, e se la dimensione lo consente, si passa in un campo in cui la progettazione degli spazi e delle vasche cambia completamente.

Aquaworld di Concorezzo (Monza) È una struttura esemplificativa di questo tema. Aperto nel 2011 può essere considerato il primo parco acquatico coperto in Italia, escludendo quindi quelli destinati essenzialmente alla stagione estiva. Il punto di partenza progettuale è stato la creazione di un ambiente ad unica campata che proponesse

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In questa pagina, il parco acquatico di Concorezzo: due viste esterne e una delle vasche interne; sopra a destra, planimetria con la distribuzione delle vasche. Nella pagina a lato, in alto a sinistra, gli scivoli dell’Aquaworld; a destra, due viste notturne degli spazi esterni dell’Aquardens.

una forma articolata e dall’apparenza “organica”. Si è così scelta l’immagine della goccia, resa in gran parte trasparente dal particolare rivestimento esterno in ETFE. Il piano vasche è posto a -3,50 m dal piano campagna, e il 60% della copertura è a tetto verde, così da diminuire l’impatto dei volumi sul paesaggio. L’interno è organizzato in 6 aree diversificate, dove solo l’aspetto agonistico è escluso. Una tematica particolare, nei parchi acquatici, è data dagli acquascivoli, per i quali sono disponibili norme tecniche UNI che vanno seguite perché sia garantita in ogni evenienza la sicurezza degli utenti. Gli scivoli per i bambini hanno una altezza che varia da meno di 1 m ai 3 m, con una inclinazione media fino al 70%; gli scivoli per gli adulti arrivano ad un

SCHEDA Committente: Bluwater Spa Progetto: Federico Pella, Sering Srl Fine lavori: anno 2011 Servizio completo su Tsport 283

On this page, the water park of Concorezzo: two external views and one of the internal pools; above right, planimetry with the distribution of the pools. On the page to the side, at the top left, the Aquaworld slides; on the right, two night views of the Aquardens' outdoor spaces.

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terno del parco: la zona wellness - con le saune diversificate, le docce emozionali, i lettini ad acqua retroilluminati con musica e cromoterapia, i letti con materassini di sabbia riscaldata - si affaccia sulla vastità di acqua delle terme che a sua volta, attraverso la vetrata inclinata, sono in continuità con le vasche esterne; una continuità rappresentata anche dal collegamento del “fiume lento “ che consente di farsi trasportare, attraverso un lungo percorso, nella grande vasca dove “colli di cigni” con grandi bocche in acciaio riversano nella vasca continuativamente notevo-

SCHEDA Committente: Soc. Aquardens Spa Progetto: arch. Giancarlo Marzorati Servizi completi su Tsport 296 e 320

massimo di 8 m sopra il livello dell’acqua, con una pendenza massima del 35%. Per la costruzione degli acquascivoli, se fino al 2002 era possibile utilizzare qualsiasi materiale, oggi è indicato l’utilizzo strutturale di acciai inossidabili, con angoli e bordi arrotondati e privi di sporgenze appuntite. La superficie dello scivolo a contatto con l’utilizzatore deve essere continua, uniforme e priva d’irregolarità per evitare ogni possibile lesione. Durante la progettazione degli acquascivoli devono essere inoltre considerati i carichi che dovrà sopportare la struttura installata, ovvero il carico proprio, il carico dell’acqua che scorre sullo scivolo, il peso massimo ipotizzabile della persona in scivolamento, il carico del vento o della neve se la struttura è all’aperto. L’acquascivolo “a norma” deve superare una prova pratica che consiste nel far scivolare per dieci volte una borsa piena d’acqua di tessuto plastificato. Per considerare superata la prova la borsa dovrà essere integra in tutte le sue parti alla fine dei dieci lanci. Nelle norme sono infine definite le tipologie della cartellonistica indicante i segnali di pericolo e le avvertenze per i visitatori.

Centro Aquardens di Pescantina (Verona) Va classificato nel tema del benessere, in quanto sfrutta l’acqua termale prelevata a 130 metri sotto il suolo, alla temperatura di 46 gradi, per poi incanalarla e contenerla in vasche grandi, piccole e fiumi che dopo sinuosi percorsi sfociano direttamente nelle vasche. Il sistema delle acque termali è inserito in uno scenario costituito all’interno da grotte artificiali, ardite forme architettoniche che con forme sinuose avvolgono parte delle vasche, e all’esterno dalla natura che contraddistingue la Valpolicella. I 5.200 metri quadrati di acqua salso bromo iodica che sgorga purissima sono avvolti dalla trasparenza architettonica delle pareti vetrate che mettono in comunicazione ogni ambiente all’in-

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li quantità di acqua termale. Dal punto di vista del risparmio energetico, va detto infine che tutto il calore eccedente delle migliaia di metri cubi d’acqua viene estratto da pompe di calore e trasformato in energia utile per il parco, risparmiando ogni anno 1500 tonnellate di petrolio e di emissioni di CO2 equivalenti a quanto assorbito da un bosco di oltre 600 ettari.

TERME E SPA Le terme (anche stabilimenti termali o spa) sono edifici, pubblici o privati, situati in corrispondenza di sorgenti termali e dotati di impianti per la somministrazione di idroterapie. L'acqua erogata dalla sorgente termale è calda, con temperature che possono arrivare anche a 100 °C, e di origine profonda, legata a passati fenomeni vulcanici.

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In alto, rendering del centro termale Aquardens, comprensivo del progettato ampliamento. Qui sopra, le terme di Saturnia, in Toscana, e le terme tradizionali di Gellert, in Ungheria. Nella pagina a lato, alcuni spazi dell’area wellness presso il centro natatorio di

Lainate (foto Aquaspecial); in basso a destra, scorcio della vasca principale del centro. Above, rendering of the Aquardens spa, including the planned extension. Above, the Saturnia spa in Tuscany and the traditional Gellert spa in Hungary.

L’utilizzo delle acque termali, in quanto risorsa naturale, è regolamentata da specifiche norme di legge (legge 24 ottobre 2000, n. 323 "Riordino del settore termale" G.U. 8 novembre 2000, n. 261). La materia, che investe aspetti sanitari, turistici, ambientali ed economici, è complessa, essendo legata al rilascio di conces-

On the page to the side, some spaces of the wellness area at the swimming centre of Lainate (photo Aquaspecial); at the bottom right, a glimpse of the main pool of the centre.

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sioni da parte dello Stato, alla stregua degli sfruttamenti minerari. In base alla legge, sono acque termali le acque minerali naturali utilizzate a fini terapeutici; ed in particolare, i termini «terme», «termale», «acqua termale», «fango termale», «idrotermale», «idrominerale», «thermae», «spa (salus per aquam)» sono utilizzati esclusivamente con riferimento alle fattispecie aventi riconosciuta efficacia terapeutica per la tutela globale della salute nelle fasi della prevenzione, della terapia e della riabilitazione delle patologie indicate da specifico decreto ministeriale. È pertanto scorretto confondere la “spa” con il centro benessere che offre trattamenti diversi senza l’utilizzo di acque termali e senza la relativa concessione. Il caso di Pescantina, descritto nelle pagine precedenti, costituisce un esempio di centro termale a tutti gli effetti. Chiarito questo, l’esempio di Lainate (Mi) rappresenta un centro natatorio - realizzato nell’ambito della convenzione per la realizzazione del centro commerciale nell’area dell’ex Alfa Romeo di Arese (pubblicato su Tsport n. 309) - che è stato successivamente completato con la sofisticata area dedicata al benessere (Tsport 321). L’area per il nuoto comprende una vasca semiolimpionica e una vasca polifunzionale; l’area per il fitness comprende una sala cardio-fitness, una sala corsi e corpo e i relativi spogliatoi. L’area wellness, pur in un’area limitata di soli 300 mq, si presenta con spazi di ampio respiro, luminosi, scanditi da una partizione razionale e funzionale: due ampie zone vengono separate da un muro che termina senza angolature fino alla parete esterna.

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La piscina si presenta come un volume unitario e luminoso con due grandi vetrate che danno sull’esterno. A sinistra dell’ingresso è stata predisposta una nicchia ad angolo che nasconde i tubi già installati presenti nella parete nord. Inoltre tale cavedio è allineato con il filo del muretto del bordo vasca in maniera da nascondere gli ulteriori tubi necessari per i giochi d’acqua e dare un senso di continuità tra vasca e alzato. La piscina terapeutica è stata disegnata ottimizzando l’area attività e quella relax: ampie sedute angolari, doppio corrimano, getti a parete e bolle caratterizzano la piccola vasca di 25 mq. In testata è predisposta una nicchia (graduation tower) dove un sistema di getti di acqua salata bagnano in continuazione una serie di rami allo scopo di produrre vapori e aromi gradevoli. Sulla parete ad essa perpendicolare la nicchia prosegue impreziosita da un rivestimento in gres fino a raggiungere la finestra. Inoltre il controsoffitto è alzato in corrispondenza della vasca, creando un gioco di volumetrie e allineamenti. La sensazione di equilibrio è facilmente leggibile da chi si trova nell’acqua. È stata installata una doccia sulla parete opposta all’ingresso ad uso degli utenti. Sulla stessa parete è predisposto un sistema di doppia schermatura per garantire maggior privacy agli utenti: pellicola sul vetro ed un secondo di tipo mobile. Quattro lettini imbottiti sono posizionati ad est della vasca. La zona wellness, invece, caratterizzata dall’assenza di aperture, trova leggerezza in uno spazio unico, gioca sull’uso di luci suggestive e proiezioni, materiali di forte carattere, moduli e macchinari di design. Entrando dalla porta sud la wellness accoglie una serie di lettini e una tisaneria, due docce multifunzionali racchiuse in un box vetrato, una ice machine e

SCHEDA Centro natatorio Lainate – Area Wellness Committente: Gestisport Soc. coop. Sportiva Dilettantistica Progetto: ing. Carlo Rotellini, ing. Massimo Savini Importo dei lavori: euro 352.834 Realizzazione Ercole Consorzio Stabile scarl; Tipiesse Srl (consorziata) Servizio completo su Tsport 320

un modulo bagno turco-sauna a sinistra. L’assenza di partizioni verticali nella zona spa definisce uno spazio unico dove l’utente può passare facilmente da una attività all’altra. Il piccolo spazio viene arricchito da una parete sinuosa (moving wall) che avvolge i lettini mentre, all’opposto, la zona dell’ice machine viene scandita da tagli luminosi a soffitto. Gli ambienti piscina e wellness comunicano attraverso una porta a scomparsa. La percezione di entrambi gli ambienti viene amplificata dall’uso di grandi specchiature continue e vetri acidati.

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DALLE

BARRIERE AL RECUPERO

La piscina accessibile e la piscina terapeutica

mente sicure e funzionali all’utente che necessita di un processo riabilitativo da svolgere in ambiente acquatico, è indispensabile affidarsi a strutture che dispongono di ambienti realizzati con tale attenzione e capacità progettuale. Riprendiamo (dalla rubrica “Progettare l’accessibilità” pubblicata in passato sulle pagine di Tsport a cura di Tommaso Empler) una sorta di check-list delle caratteristiche che un impianto natatorio dovrebbe avere per poter rispondere a tali requisiti.

La piscina è l’impianto sportivo che viene fruito ed utilizzato per discipline sportive che hanno in comune tra loro l’elemento “acqua”, fluido che consente di limitare le difficoltà connesse alla gravità terrestre, soprattutto per le persone con disabilità motoria. È infatti l’ambiente in cui maggiormente si svolge un’attività terapeutico-riabilitativa per gli arti inferiori.

Area interna comune

Se pensiamo a una vasca per la riabilitazione motoria vera e propria immaginiamo che debba essere ospitata in una struttura di carattere ospedaliero. Ma la possibilità di un uso polivalente, almeno per trattamenti non necessariamente legati ad una patologia quanto al concetto di benessere psicofisico, fa sì che all’interno di progetti di recupero funzionale e distributivo di impianti natatori tradizionali, o nella progettazione di nuovi, compaiano anche spazi pur minimi destinati alla riabilitazione in acqua.

giche avanzate, come fondi e pareti mobili (ne abbiamo parlato nelle pagine precedenti), per ottenere all’occorrenza dimensioni e profondità adatte allo scopo. Si tratta evidentemente di una scelta dovuta alla necessità di ampliare le possibilità di utilizzo degli spazi d’acqua per ottimizzare la gestione economica dell’impianto. Per offrire dunque soluzioni qualitativa-

Sul pavimento deve essere previsto un percorso tattile, realizzato con piastrelle a rilievo e in un colore contrastante con il resto della pavimentazione, che colleghi la zona d’ingresso con lo spogliatoio e lo spogliatoio con la piscina. Nelle piscine in cui è presente un percorso “piedi calzati” e “piedi nudi” deve essere previsto anche un itinerario alternativo per le sedie a ruote, in modo che queste non debbano passare necessariamente per le vasche lavapiedi. Un corrimano continuo, collocato ad un’altezza di 90 cm, costituisce un ottimo supporto per le persone che hanno difficoltà di deambulazione, così com’è opportuno che le piastrelle della pavimentazione siano del tipo antisdrucciolevole.

Area degli spettatori L’area degli spettatori deve prevedere dei posti in cui possono sistemarsi persone su sedia a ruote, benché nessuna norma riporti quanti debbano essere i posti riservati agli spettatori su sedia a ruote (che, a differenza degli altri, necessitano di uno spazio libero da sedute. È importante prevedere una adeguata distribuzione dei posti riservati, ponendoli vicino alle sedute normali, per consentire a coloro che si trovano su sedia a ruote di sedersi accanto a parenti ed amici “normodotati”. Tali stalli possono essere usati anche da persone con bambini in carrozzina o in passeggino al seguito. Possibilità di individuare i posti numerati con l’uso di una numerazione a rilievo o in braille per i non vedenti.

In linea generale, questi spazi possono essere ricavati in diversi modi: - Creando un’apposita vasca terapeutica, anche prefabbricata; - Dimensionando opportunamente la vasca dedicata ai bambini o ai principianti; Applicando alla vasca per il nuoto soluzioni tecnolo-

Area degli atleti - Il bordo della piscina, il corrimano e i gradini d’accesso alla vasca dovrebbero essere contrastanti con il resto della pavimentazione, in modo da evidenziare il confine stesso della vasca per coloro che hanno una menomazione visiva come gli ipovedenti. Per motivi di sicurezza tutti gli spigoli dovrebbero essere arrotondati. L’accesso alla vasca può avvenire mediante 3 sistemi: utilizzando una scala, una rampa o un apposito sollevatore. Tali dispositivi devono essere collocati in un’apposita zona ubicata al di fuori dell’area preposta alla gara. Le scale d’entrata/uscita dalla piscina devono preve-

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In questa pagina, in alto, adeguamento della discesa in vasca per disabili in carrozzina; sotto, dispositivo per la riabilitazione motoria. Nella pagina a lato, in alto: discesa in vasca con scalini; al centro, percorso per vasculoterapia con temperature differenziate e getti massaggianti (Monza).

In basso, schema grafico e immagine di un sollevatore per accesso alla vasca. On this page, at the top, adaptation of the descent into the pool for disabled people in wheelchairs; below, device for motor rehabilitation. On the page to the side, above: descent into

the pool with steps; in the centre, a path for vasculotherapy with different temperatures and massage jets (Monza). Below, graphic diagram and image of a lift for access to the pool.

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dere almeno un corrimano, collocato sul lato del perimetro della piscina. I gradini devono avere un’alzata compresa tra i 12 e i 15 cm ed una pedata compresa tra i 30 e i 34 cm, quest’ultima realizzata con piastrelle o materiali antisdrucciolevoli. Nelle piscine già esistenti tale scala potrebbe essere realizzata in metallo. Gli scalini possono essere sostituiti o integrati da una rampa con corrimano su entrambi i lati e una larghezza di almeno 90 cm. La pendenza della rampa non dovrebbe essere superiore all’8% (consigliata 5%) e la pavimentazione del tipo antisdrucciolevole. Un sollevatore può essere installato per le persone con patologie altamente invalidanti. Il dispositivo migliore è quello che consente di spostare direttamente nell’acqua la sedia del nuotatore utilizzata per fare la doccia. Questa condizione evita, alla persona disabile, di spostarsi dalla sua sedia a ruote al seggiolino del sollevatore. Il sollevatore dovrebbe essere collocato ad una distanza di almeno 1,50 m dalla parete o da altri ostacoli, e potrebbe essere mascherato al pubblico con una piccola paretina divisoria. Il bordo della piscina dovrebbe essere pensato in modo che l’acqua sfiori il livello della pavimentazione e la canaletta di raccolta sia collocata sul bordo, in modo da tenere la pavimentazione esterna circostante asciutta e possa, allo stesso tempo, costituire un utile riferimento per i non vedenti. Tale soluzione, tuttavia, può costituire una fonte di disagio per coloro che entrano o escono dall’acqua rotolandosi e strusciando, pertanto, il torace e/o la schiena sul bordo stesso, come per le persone affette da paralisi. In alternativa il bordo della piscina può essere rialzato di 50 cm dal livello del pavimento, realizzando un muretto perimetrale largo almeno 50 cm. Tale accorgimento agevola quelle persone su sedia a ruote che sono in grado di entrare nell’acqua senza assistenza e che preferiscono effettuare il trasferimento dalla sedia a ruote alla vasca sul bordo della piscina. Per

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consentire l’uscita tale muretto perimetrale deve presentare delle aperture di almeno 1 m in uno o più punti del bordo della vasca. Anche questa soluzione presenta degli svantaggi per coloro che preferiscono entrare nella vasca mediante la scala o la rampa. Per tale motivo una soluzione mista, che preveda dei muretti sui lati corti e l’acqua a sfiorare il pavimento nei lati lunghi, può contemplare le esigenze di più utilizzatori.

Spazio spogliatoio I requisiti dello spazio spogliatoio riguardano indicazioni per lo spazio in cui viene effettuato il cambio degli abiti (“area asciutta”) e la zona in cui viene effettuata la doccia (“area bagnata”). Alcune soluzioni sono universali, altre sono particolari e tengono conto del modo in cui una persona disabile si trasferisce su una seduta, si sostiene o usa i meccanismi di controllo (ad esempio il miscelatore della doccia), sebbene nessuna precluda l’uso delle altre. Le soluzioni sono pensate principalmente per facilitare le persone su sedia a ruote, poiché esse si trovano nella situazione di svantaggio maggiore rispetto agli altri. Per quanto riguarda l’area bagnata, il principale problema da analizzare riguarda la possibilità di trasferimento dalla sedia a ruote al seggiolino su cui effettuare la doccia e tenere la propria sedia a ruote asciutta e raggiungibile per effettuare l’operazione inversa. Tali spostamenti richiedono un adeguato spazio di manovra per la sedia a ruote. Per facilitare il bagno, i piatti doccia devono essere a pavimento, con una leggera pendenza verso il/i punto/i di scarico. Per agevolare la privacy possono essere collocate delle tende da doccia o delle paretine rigide. Sono, invece, da evitare i gradini di contenimento dell’acqua, che possono causare difficoltà di movimento alle sedie a ruote e/o alle persone che hanno difficoltà di deambulazione. L’area asciutta, invece, riguarda quella parte dello spogliatoio in cui viene effettuato il cambio dell’abbigliamento. Elementi che devono essere attentamente considerati e ben dimensionati sono: • la cabina di cambio, deve avere delle dimensioni interne che permettono ad una sedia a ruote di entrare, di chiudere la porta e spogliarsi con l’aiuto di una terza persona; • l’altezza dell’attaccapanni per gli abiti e gli asciugamani (H = 1,20 m); • gli asciugacapelli – per i capelli e per il corpo – devono essere collocati ad una altezza non superiore a 1,40 m ed essere dotati di tubi per il getto manovrabili e flessibili; • deve essere previsto uno specchio a tutt’altezza da 0,20 m a 1,80 m; • si devono prevedere dei ripiani per appoggiare gli oggetti personali (H = 0,90 m).

SPECIAL AQUATICS | SPECIALE ACQUA

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FORME,

MISURE E PERSONALITÀ

Le piscine private

Dai dati che pubblicava Assopiscine nel 2017 in Italia risultava una presenza di 430.000 piscine private, contro i 2 milioni di installazioni in Francia, e più di 1 milione in Spagna e in Germania. Da noi, sono diffuse nelle abitazioni private (spesso “seconde case”) intorno ai laghi lombardi, in Toscana e in Lazio. Come spesso accade nel nostro Paese, leggi e norme diventano di difficile interpretazione quando si scende nel particolare. Se abbiamo parlato dell’accordo Stato-regioni (il quale già di per sé non è cogente), le relative disposizioni non si applicano alla piscina privata, se è utilizzata esclusivamente nell’ambito familiare. La stessa identica piscina, invece, rientra nelle norme dell’accordo se è asservita a una casa vacanze, affittacamere, condominio, ecc, nel qual caso è considerata “ad uso collettivo”. Seguire però le norme tecniche UNI, prodotte anche per le piscine private, consente di garantire adeguati standard di sicurezza. Sono di rilievo, in particolare, le norme UNI-EN 16582 e 16713, pubblicate lo scorso anno. La EN 16582 determina i requisiti strutturali, comprensivi di verifica della resistenza alla corrosione se realizzate in metallo, e di sistemi di sicurezza per evitare l'ingresso non vigilato dei bambini sotto i cinque anni. La EN 16173 si occupa, invece, della sicurezza all'interno della vasca, e in particolare delle prese di In alto, piscina privata tra le vigne in provincia di Arezzo. A destra, vista satellitare (Google Earth) sul territorio di Soiano del Lago (Brescia), in vista del lago di Garda: in un’area spot di 1000x600 metri si contano oltre 60 piscine.

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fondo, un tema attuale dopo gli incidenti mortali verificatisi la scorsa estate in piscine annesse ad alberghi. I contenuti della direttiva sono molto simili tra le piscine pubbliche e quelle private; in particolare, sono previsti dei test che scongiurino l'intrappolamento dei capelli in queste prese. Le prese di fondo hanno il precipuo scopo di essere utilizzate per le manovre tecniche, ovvero quelle deputate al filtraggio durante il riempimento di una piscina domestica interrata. La loro posizione si trova nel punto gravitazionale più in basso. Da ciò si deduce l'importanza di un controllo regolare ed accurato sulle stesse, per ovviare anche a possibili piccoli o gravi incidenti qualora non fossero perfettamente chiuse oppure adeguatamente funzionanti. La revisione di tale norma, EN 16713-2, delibera che tutto ciò che concerne le prese di fondo debba essere chiarito nella fase iniziale del preventivo, durante il collaudo, fino alla consegna definitiva della vasca. Perchè si rispetti quanto previsto, nelle piscine private, il sistema di scarico deve essere obbligatoriamente fornito di metodi anti-intrappolamento. Uno dei test previsti, nella terza parte della EN 16713, riguarda infine il trattamento chimico dell'acqua in piscina, dando dei limiti per l'uso del cloro, come già avviene nelle piscine pubbliche. Non sono invece fissati a priori la grandezza ed il numero dei filtri o delle pompe, lasciando invariato il tempo minimo di ricircolo già basato sulle otto ore. Above, private swimming pool among the vineyards in the province of Arezzo. On the right, satellite view (Google Earth) of the territory of Soiano del Lago (Brescia), overlooking Lake Garda: in a spot area of 1000x600 meters there are over 60 pools.

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CURIOSITÀ

Ti tufferesti…?

Special aquatics

Nella foto, la piscina sulla riva del mare a Saint Malo (Francia): quando si alza la marea, i contorni della vasca scompaiono sotto il pelo dell’acqua.

Not only competitive swimming with its rules and the obligatory measures of pools and lanes: today sport and psychophysical well-being go hand in hand in large public facilities as well as in tourist complexes and private homes. It's time to take stock with an overview of the different aspects of the world of water. As we have already observed on previous occasions on these pages, the activity in the field of swimming facilities now moves on different tracks: the recovery of existing structures in a search for a threshold of convenience, the realization of new facilities of small size with optimized layout and new generation, the remodeling of facilities in tourist locations with multiple water spaces or a single multifunctional pool with a strong connotation of play and recre-

In the photo, the swimming pool on the seashore in Saint Malo (France): when the tide rises, the contours of the pool disappear under the surface of the water.

ation and for well-being/loisir. In short, the current design trend is to minimize the intervention (mainly due to the tightness of the financial budget following the economic crisis or the underestimation of problems), proceeding with a correct sizing, avoiding simplifications and trivialization of solutions (both in the public and in private concessions). Quality must reach the client through the environment and the number of tanks present, which make the difference where diversified water spaces are designed, in which to practice different water and swimming activities, following a logic of multi-functionality in a spatial environment of maximum micro-environmental comfort. In this special insert, in addition to a look at the regulations in force in Italy, we examine some examples of swimming sys-

non fermarti qui! on-line trovi altri approfondimenti dello Speciale Acqua

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tems, highlighting some of the specific characteristics of each, in order to draw a picture of the main design variables: shapes, accessories, lighting, pool edges, water treatment. On this occasion, the topic of thermal waters and therapeutic pools will highlight the need for the swimming facility to be "accessible" to all users. If we think of a real physical rehabilitation pool, we imagine that it should be housed in a hospital-style structure. But the possibility of a multi-purpose use, at least for treatments not necessarily linked to a pathology but to the concept of psychophysical wellbeing, means that within projects of functional recovery and distribution of traditional swimming facilities, or in the design of new, appear even minimal spaces for rehabilitation in water.

Una storia di comunicazione Il trampolino disegnato nel 1960 da Pier Luigi Nervi, con lo sfondo dei mosaici di Angelo Canevari, è protagonista di uno stimolante spot pubblicitario, lanciato nel novembre 2017 da Groupama Assicurazioni per promuovere un nuovo prodotto assicurativo. L’idea è quella di dimostrare che ognuno affronta la vita – e quindi il rischio - in modo diverso, ponendo un gruppo di persone di fronte alla scelta di tuffarsi da un trampolino di 10 metri. Il progetto è stato realizzato da Saatchi & Saatchi con la regia di Maximilien Van Aertryck e Axel Danielson, due documentaristi svedesi attivi nella sperimentazione sociale: infatti prende lo spunto dal cortometraggio “Ten meter town”, realizzato in Svezia un paio di anni prima, che studiava le reazioni di persone che non si erano mai tuffate e che erano invitate a prendere una decisione, se provarci o tornare indietro. Per la campagna pubblicitaria, sono state scelte così 25 persone che, in una sera, dal trampolino del Foro Italico hanno mostrato le loro contrastanti reazioni. Ne è scaturito un video da 30” e una versione da 2 minuti circa, che hanno accompagnato la prima campagna multicanale tra il novembre 2017 e il marzo 2018. Lo spot è nuovamente visibile sui canali televisivi questa primavera.

Scheda Direttore Creativo Esecutivo: Agostino Toscana Direttori Creativi: Alessandro Orlandi, Manuel Musilli Copywriter: Elena Cicala, Paulo César Gonzalez Art Director: Ignazio Morello Senior Digital Manager: Simone Roca Digital Campaign Manager: Vincenzo Pascale CDP: Think Cattleya Producer: Veriana Visco Regia: Maximilien Van Aertryck e Axel Danielson

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TSTORIA

la storia vista da Sport&Impianti

La piscina coperta del Foro Italico a Roma a cura di Albano Marcarini

Si dice che in antico i condannati a morte venissero gettati a mare da un’alta rupe di un’isoletta dello Jonio, detta Leucadia. I pochissimi che sopravvivevano erano graziati. Alcuni sostengono che la pratica natatoria sia nata in questo modo. Ma non v’è certezza. Comunque, a giudicare dai mosaici a tema acquatico che i nostri antenati lasciarono nelle loro residenze, il nuoto doveva essere tenuto in alta considerazione. Più o meno come oggi dove la piscina è la ‘casa’ di questo sport. Ma può una piscina essere, oltre che palestra d’esercizio natatorio, anche museo d’arte? La risposta è affermativa se ci riferiamo alla storica piscina del Foro Italico, realizzata nel 1937 da Costantino Costantini all’interno del Palazzo delle Terme. Nelle piscine criteri igienici e di pulizia hanno sempre suggerito l’uso dei marmi e della ceramica per pavimentazioni e pareti. In questo caso si tratta di un vero rifulgere di questi materiali, utilizzati per la creazione di opere artistiche, come mosaici e statue. La piscina è al centro di un vasto complesso di edifici e di impianti sportivi posto fra il Tevere e le pendici di Monte Mario, ideato a partire dal 1928 e denominato allora Foro Mussolini, poi trasformato in Foro Italico. Fu uno dei più signifi-

cativi e completi interventi urbanistici del regime con il dichiarato intento di coniugare la pratica dello sport con la formazione dell’ideologia di partito. A livello di linguaggio architettonico fu un significativo esempio del non sempre partecipato passaggio dal classicismo a un più deciso razionalismo e non a caso fu definito esempio di ‘sincretismo’ fascista. Il piano complessivo fu concepito, fra il 1928 e il 1932, da Enrico Del Debbio con una ridefinizione finale di Luigi Moretti e una particolare attenzione all’inserimento nell’ambiente. Ad aumentare il pregio degli impianti sta poi il diffuso e didascalico uso delle arti figurative, sia nella statuaria sia nei mosaici, che trova proprio nella piscina uno dei momenti più alti e apprezzati. I mosaici pavimentali furono disegnati da Giulio Rosso (1897-1976), artista apprezzato da Giò Ponti, che lo fece sempre partecipe nelle prime annate della rivista ‘Domus’ e da Marcello Piacentini che lo chiamò a decorare molti suoi edifici, mentre quelli parietali sono di Angelo Canevari. Alla realizzazione fu chiamata la titolata Scuola Mosaicisti del Friuli che, nell’insieme, coprì di mosaici oltre 10 mila mq del Foro Mussolini. Il castello per i tuffi fu aggiunto da Pier Luigi Nervi in occasione delle Olimpiadi del 1960.

Nella foto grande (Istituto Luce) l’interno della piscina nel 1937; il vecchio trampolino era dotato di un meccanismo che ne consentiva di variare l’altezza. Nelle foto piccole, l’esterno e l’interno oggi.

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REPORTAGE REPORTAGE

Napoli 2019

XXX Summer Universiade a cura della Redazione

L’Universiade estiva è una manifestazione sportiva multidisciplinare, a cadenza biennale, alternata all’edizione invernale, che vede protagonisti atleti universitari di tutto il mondo. Quella che è diventata la manifestazione più importante dopo le Olimpiadi, quanto a numero di partecipanti, ha le sue origini in Italia, essendo ideata dal nostro Primo Nebiolo, che organizzò la prima edizione moderna a Torino nel 1959; da allora altre 10 edizioni, tra estive e invernali, compresa questa, sono state assegnate all’Italia. Gli ultimi numeri a disposizione parlano di circa 8.500 partecipanti (tra atleti e preparatori), di cui 1.550 sportivi solo per l’atletica e 850 per il nuoto, provenienti da 124 Paesi. Diciotto le discipline in programma; dal 3 al 14 luglio il calendario delle gare.

L’assegnazione a Napoli Avventurosa la vicenda dell’assegnazione di questa trentesima edizione. Fin dal giugno 2012 il Brasile, escluso dalla 29ma edizione (assegnata a Taipei), aveva manifestato l’intenzione di ricandidarsi per

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quella del 2019 con la città di Brasilia. Successivamente, si faceva avanti l’Azerbaigian, proponendo la capitale Baku, seguito nel febbraio 2013 dall’Ungheria con Budapest. La candidatura ufficiale, quindi, resa nota dalla FISU (Federazione Internazionale Sport Universitari) nell’aprile 2013, era per queste tre città, fra le quali si sarebbe dovuta scegliere la sede del 2019. Tuttavia, nell’ottobre dello stesso anno Baku, a causa degli impegni presi per ospitare numerosi altri eventi sportivi nel periodo successivo, rinunciava alla candidatura; e contemporaneamente anche Baku rinunciava a causa dei costi eccessivi da affrontare, La XXX universiade veniva così assegnata al Brasile con decisione resa nota il 9 novembre 2013. Se non che, dopo appena un anno la crisi economica che investiva il Brasile imponeva la rinuncia anche da parte di Brasilia, riaprendo così la necessità di trovare una candidatura. A questo punto, con il sostegno del Governo nazionale e la collaborazione con le Università italiane e campane, il CUSI (Centro Universitario Sportivo Italiano) e il CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano), la Regione Campania proponeva la candidatura della città di Napoli, unica in

lizza alla data limite del gennaio 2016. Dopo la visita degli ispettori FISU per accertare le caratteristiche degli impianti sportivi, delle infrastrutture, e dei progetti proposti, il 5 marzo 2016 Napoli otteneva l’assegnazione ufficiale. Napoli e le province campane ospitano, nel mese di luglio, la trentesima edizione dell’Universiade estiva. Una sessantina gli impianti sportivi interessati, che per l’occasione hanno potuto affrontare lavori di adeguamento funzionale.

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L’ARU e il Commissario In seguito all’assegnazione, l’Agenzia Regionale Universiadi (ARU) è stata istituita il 5 aprile 2016 tramite l’art. 18 della Legge regionale della Campania n.6 “per definire, coordinare e realizzare le attività necessarie per le Universiadi 2019″. L’ARU 2019 è competente a porre in essere tutte le attività gestionali, operative ed organizzative, anche in attuazione del contratto di assegnazione per lo svolgimento della manifestazione Universiadi 2019, fatte salve le competenze esclusive del Comitato Universitario Sportivo Italiano (CUSI) nei rapporti con la Federazione Internazionale Sport Universitari (FISU) e la gestione tecnica degli eventi sportivi. Ma come spesso accade da noi, occorre accelerare le procedure: ecco quindi in arrivo, con la Legge di bilancio 2018, le “Misure urgenti per la realizzazione a Napoli della Universiade 2019” (art. 40-bis), e con esse il Commissario Straordinario, figura costante nei grandi eventi italiani. “Il commissario straordinario sarà scelto tra i prefetti da collocare fuori ruolo e opererà in via esclusiva con il compito di provvedere ad attuare il piano di interventi finalizzati a progettare e realizzare lavori e ad acquisire beni e servizi, non solo per la manifestazio-

Lo stadio San Paolo di Napoli in una foto aerea (Shutterstock). In alto, rendering della sistemazione esterna alla piscina Scandone (arch. Paolo Pettene). Nella pagina a lato, veduta del golfo di Napoli (foto B.G. per Tsport); in piccolo, la localizzazione degli impianti per

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ne sportiva bensì anche per eventi strettamente legati ad essa” (comma 1). “il commissario subentrerà ai soggetti giù istituiti in funzione dell'Universiade, tra cui l'ARU (Agenzia Regionale Universiadi) la quale, previa intesa, potrà svolgere attività di supporto tecnico al commissario, al fine di definire, coordinare e realizzare le attività necessarie per l'evento” (comma 2). Il comma 5 assegna al commissario straordinario le funzioni di stazione appaltante, per la realizzazione degli interventi di sua competenza, subentrando agli

le universiadi, su un’immagine satellitare Google Earth. The San Paolo stadium in Naples in an aerial photo (Shutterstock). Above, rendering of the outdoor arrangement of the Scandone pool (architect Paolo Pettene).

Enti inizialmente individuati, e in tale qualità può agire in deroga a diversi limiti posti dal Codice dei Contratti pubblici in materia di appalti, ponendo comunque il prefetto di Napoli a presidio di “di tutte le attività finalizzate alla prevenzione e al contrasto delle infiltrazioni della criminalità organizzata nell'affidamento e nell'esecuzione dei contratti pubblici”. La prima nomina va a Luisa Latella, insediata il 6 febbraio 2018, rimasta in carica fino al 26 luglio; le succede l’ing. Gianluca Basile, già Direttore Generale dell’Agenzia Regionale Universiadi.

On the page opposite, view of the Gulf of Naples (photo B.G. for Tsport); in small, the location of the facilities for the Universiade, on a satellite image Google Earth.

REPORTAGE

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Gli impianti Al momento in cui scriviamo non è possibile dare il numero esatto degli impianti sportivi che saranno effettivamente coinvolti nella manifestazione, in quanto fra i 65 in elenco qualcuno potrebbe non essere del tutto agibile per la data di inizio dei giochi. Per l’adeguamento degli impianti sono state bandite 55 gare, con un investimento complessivo di circa 256 milioni di euro, e con l’interessamento di 28 città in tutte le 4 province campane. Fa la parte del leone lo Stadio San Paolo, sede della

cerimonia inaugurale ma anche delle gare di atletica leggera. Qui per l’occasione è stata rifatta la pista di atletica a cura di Tipiesse, e sono state sostituite le 55.000 sedute, che dal rosso sbiadito di ieri hanno assunto, con la fornitura della Mondo, le sfumature dell’azzurro proprie dei colori del Napoli, con qualche scorcio di bianco e giallo. Oltre 36.000 nuove sedute all’Arechi di Salerno, 2.700 al Marcello Torre di Pagani, 2.000 al Ciro Vigorito di Benevento e 750 al Palaveliero di San Giorgio a Cremano, tutte a cura di Omsi. Il Palavesuvio, che ospiterà nella sala principa-

le con tribune per 3700 spettatori, e nelle tre palestre minori la ginnastica artistica e la ginnastica ritmica, è fra gli impianti che hanno subìto gli interventi più importanti, dal rifacimento della copertura a tutti gli impianti tecnologici. Importante anche il lavoro alla piscina Scandone, sia per la riqualificazione della struttura esistente (vedi Tsport n. 321) sia per la realizzazione di una vasca esterna per l’allenamento. Gli interventi sono significativi, comunque, anche per quasi tutti gli altri impianti che elenchiamo nella scheda.

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Panoramica di alcuni impianti che ospiteranno le Universiadi, pubblicati sul sito istituzionale / Overview of some facilities that will host the Universiade, published on the institutional website: www.universiade2019napoli.it . Nella pagina di sinistra / on the left page: 1) Stadio Squitieri, Sarno;

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2) Paladelmauro, Avellino; 3) Stadio San Paolo, Napoli; 4) Stadio Moccia, Afragola. In questa pagina / on this page: 5) Stadio Comunale, Casalnuovo; 6-7) Stadio del Nuoto, Caserta; 8-9) Stadio Ciro Vigorito, Benevento; 10) Palatrincone, Pozzuoli;

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11) Palazzetto dello sport, Ariano Irpino; 12) Palatedeschi, Benevento; 13) Palavesuvio, Napoli; 14) Stadio Lamberti, Cava de’ Tirreni; 15-16) Palajacazzi, Aversa; 17) Palazzetto dello sport, Casalnuovo; 18-19) Palasele, Eboli.

REPORTAGE

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Universiadi a rifiuti zero Da simbolo del degrado ambientale a sede dell’Universiade ecosostenibile, la Campania tenta il salto di qualità. La firma di un protocollo tra Universiade Napoli 2019 e l’associazione Zero Waste Italy aiuterà la struttura commissariale in tutti gli aspetti connessi con la gestione dei rifiuti. Oltre all’azione informativa con momenti d’incontro e distribuzione di opuscoli in tutti i luoghi dell’Universiade, sarà messa in atto una politica di “prevenzione del rifiuto”, con l’obiettivo di un’Universiade “plastic free”: i pasti saranno serviti unicamente con meal boxes e stoviglie compostabili, mentre per contrastare lo spreco alimentare le aziende che si occuperanno del catering dovranno gestire le eventuali eccedenze alimentari dei pasti preparati per gli atleti e lo staff in accordo

con le associazioni di volontariato attive sul territorio. Una risposta significativa al tema della “crisi dei rifiuti” che ha attanagliato la Campania dal 1994 al 2012. Lo stato di emergenza relativo allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani venne ufficializzato con l’emanazione di un decreto del Presidente del Consiglio Ciampi l’11 febbraio 1994, il quale, preso atto della saturazione delle discariche campane, assegnava al Prefetto di Napoli i poteri di Commissario

Straordinario (rieccolo…). Non è questa la sede per esaminare le cause e le conseguenze della “crisi dei rifiuti” in Campania; l’emergenza vera e propria si concludeva comunque nel 2012 soprattutto con l’esportazione dei rifiuti verso altre Regioni o Paesi europei. Ne resta emblematica l’immagine del Palazzetto di Aversa, risalente al settembre 2011.

Naples 2019 XXX Summer Universiade

Naples and the provinces of Campania host, in July, the thirtieth edition of the Summer Universiade. About sixty sports facilities interested, which for the occasion have undergone works of functional adaptation. The Summer Universiade is a multidisciplinary sports event, held every two years, alternating with the winter edition, with university athletes from all over the world taking part. What has become the most important event after the Olympics, in terms of number of participants, has its origins in Italy, being conceived by the Italian Primo Nebiolo, who organized the first modern edition in Turin in 1959; since then, another 10 editions, between summer and winter, including this

one, have been assigned to Italy. The latest numbers available refer to about 8,500 participants (including athletes and trainers), of which 1,550 are sportsmen only for athletics and 850 for swimming, from 124 countries. Eighteen disciplines in the program; from July 3 to 14 the calendar of races. The 55 tenders for the upgrading of the facilities have been completed, with a total investment of about 256 million euros, with the involvement of 28 cities in all 4 provinces of Campania. The lion's share of the event was played by the San Paolo Stadium, the site of the opening ceremony but also of the athletics competitions, which also includes the renovation of the track and the

replacement of the 55,000 seats, which from yesterday's faded red have taken on the shades of blue typical of the colours of Naples. New seats also at the Palasele of Eboli and at the Arechi of Salerno. The Palavesuvio, which will host artistic and rhythmic gymnastics in the main hall with grandstands for 3700 spectators, and in the three smaller gyms, is among the facilities that have undergone the most important interventions, from the renovation of the roof to all the technological systems. Also important is the work on the Scandone swimming pool, both for the redevelopment of the existing structure (see Tsport n. 321) and for the construction of an outdoor pool for training.

In alto, il Palajacazzi di Aversa in un’immagine del settembre 2011 (Google Maps); qui sopra, l’esterno del San Paolo (foto B.G. per Tsport).

Top of the page, the Palacajazzi in Aversa, in a view of september 2011 (Google Maps); here above, the outside of the San Paolo stadium (photo B.G. for Tsport).

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Per ogni problema di refrigerazione o raffreddamento abbiamo la soluzione. BCS opera con successo da oltre 35 anni nel campo della refrigerazione. Leader nel settore, la sua gamma di prodotti trova applicazione in strutture sportive e ricreative, scuole e università , centri di ricerca, navi cantiere, ospedali, processi industriali (settori automobilistico, petrolifero, chimico etc.). I gruppi frigoriferi per acqua, olio, miscela, vanno da 0,9 Kw a 700 Kw. Gli scambiatori autonomi da 1 a 3000 Kw. Il team tecnico della società è in grado di progettare e realizzare impianti ad hoc per ogni esigenza.

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IMPIANTI ETICI IMPIANTI SOSTENIBILI a cura di Stefano Longhi

Alcune riflessioni sull’utilizzo del legno industriale

Gentili lettori, negli ultimi anni si è potuto assistere ad un costate aumento dell’utilizzo dei sistemi costruttivi in legno nel panorama edilizio internazionale, in particolare nelle costruzioni sportive, con un incremento progressivo che in alcuni anni ha toccato il 19% (cit. “Transparency Market Research”).

Nell’ottica di progettare e costruire con una sempre maggiore arditezza e creatività, infatti, sono state introdotte sul mercato nuove tecnologie in grado di sfruttare al meglio le qualità ed i vantaggi di questo straordinario materiale. In particolar modo ha trovato uno spazio stabilmente preponderante l’utilizzo del legno

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lamellare sia nella forma tradizionale “a trave” sia a pannelli industriali a maglia incrociata, anche detti X-LAM, che garantiscono prestazioni meccaniche e caratteristiche di inalterabilità nel tempo sensibilmente migliori rispetto agli elementi in legno massiccio. Tuttavia, nonostante l’ampio credito che que-

sto materiale susciti presso gli studi di progettazione, è opportuno considerare con maggior attenzione, per quanto attiene alle caratteristiche di sostenibilità ambientale, l’intera filiera di produzione del materiale; infatti, pur trattandosi di un materiale eminentemente di origine naturale, occorre sempre verificare atten-


tamente che le aziende coinvolte nella realizzazione si siano dotate di un preciso e rigoroso programma di sostenibilità che interessi tutta la filiera dalla fase di taglio e trasporto dai luoghi di produzione della materia prima, dall’intero ciclo di produzione del materiale e dell’eventuale smaltimento dei residui di lavorazione. Il legno utilizzato per le costruzioni, a causa delle attente e restrittive politiche ambientali di molti paesi occidentali, viene spesso prelevato da mercati lontani localizzati in particolar modo nell’Europa orientale e trasportato, con inevitabili riflessi sul consumo di risorse primarie, per migliaia di chilometri fino alle zone di trasformazione. Durante la fase industriale di confezionamento dei pannelli o delle travi occorre inoltre intervenire sulla natura stessa del materiale inibendone in modo quasi definitivo il decadimento biologico attraverso particolari trattamenti chimici inertizzanti. Il successivo trattamento di preparazione del materiale per lo scopo strutturale ed architettonico porta con sé l’utilizzo di componenti adesivizzanti che devono essere assolutamente privi o con un limitatissimo contenuto di formaldeide o di altri composti nocivi. Le maggiori aziende del settore si sono dotate di rigidi protocolli operativi che prevengono moltissimo le problematiche ambientali: gli impianti vengono periodicamente ammodernati e mantenuti in efficienza operativa, la

filiera di conferimento degli scarti di lavorazione è certificata e tracciabile, lo stoccaggio ed il trattamento degli indispensabili componenti chimici avviene in modo sicuro e monitorato. Permangono alcune perplessità sui materiali prodotti ed impiegati in passato quando cioè la rigidità qualitativa dei controlli attuali non era ancora diffusamente operante. In questo caso è essenziale valutare con attenzione il ciclo di fine vita: esso si concretizza essenzialmente su tre distinte opzioni il riuso, il riciclo e lo smaltimento. Per quanto possibile occorrerebbe operare sempre secondo la prima opzione in quanto essa consente il contenimento dell’impatto sull’ambiente di tutte le fasi di realizzazione del materiale. Il riciclo, pur consentendo notevoli risparmi in termini economici ed operativi non è immune da complicanze e soprattutto appare veramente strategico solamente sull’opportunità di non dover produrre, trattare e trasportare nuova materia prima. Lo smaltimento prevede sostanzialmente due modalità, il conferimento in discarica e l’incenerimento; la prima soluzione è senza dubbio quella maggiormente inquinante poiché i rifiuti occuperebbero il territorio in maniera permanente e rilascerebbero grandi quantitativi di sostanze volatili (60% metano e 40% anidride carbonica) contribuendo all’incremento dell’effetto serra. Tuttavia anche la procedura dell’incenerimento non è esente da problematiche: l’operazione avviene attraverso l’invio del materiale di scarto ad impianti

speciali che utilizzano energia primaria non rinnovabile per produrre durante il ciclo di incenerimento una porzione di calore ed elettricità. Le emissioni derivanti dal trattamento termico dei collanti e degli altri componenti protettivi utilizzati in fase di produzione sono potenzialmente pericolose per la salute dell’uomo e necessitano di tecnologie di filtrazione particolarmente sofisticate e costose. E’ per questa ragione infatti che, soprattutto negli ultimi anni, molte aziende preferiscono, quando è possibile, l’utilizzo di adesivi certificati privi di formaldeide e maggiormente ecologici che generino un minor quantitativo di emissioni nocive. Da quanto sopra brevemente trattato emerge un chiaro elemento incontrovertibile: i documenti a corredo del progetto architettonico e strutturale devono contemplare capitolati prestazionali particolarmente precisi circa le caratteristiche del materiale da approvvigionarsi ed il controllo di quanto trasmesso in cantiere deve essere rigidamente e preventivamente controllato ed approvato dalla direzione dei lavori. Oggi fortunatamente sono disponibili dai siti internet delle Aziende produttrici più referenziate intere trattazioni che ben informano riguardo a tali aspetti ma occorre comunque porre una grande attenzione al fine di accrescere complessivamente la qualità delle strutture realizzate nel nostro territorio specialmente se a destinazione sportiva.

Nella pagina a lato, in alto, movimentazione di una trave lamellare (Holzbau) per la palestra dell’istituto Pareto a Milano (arch. Bruno Grillini). In basso, due interventi recenti con travi lamellari e pannelli X-lam: a sinistra, palazzetto a Palagano (Modena), arch. Alessandra Ontani (Rubner Holzbau); a destra, palestra scolastica a Bellinzago Novarese (arch. Paolo Pettene), dove i pannelli saranno poi occultati delle finiture (Holz-Albertani). In questa pagina, in alto a sinistra, travi sagomate (Moretti Interholz) per il Centro ippico di Orbassano (Torino), Studio Deabate; a destra, scarico della trave per il Pareto di Milano.

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PRODUZIONE PRODUCTION

1979/2019

i 40 anni di Mario Orlando & Figli

www.marioorlando.com

a cura della Redazione

Quando nel 1964 Mario Orlando dà vita alla sua piccola impresa è armato semplicemente del suo straordinario intuito creativo e di un coinvolgente entusiasmo. Artefice già allora di innumerevoli brevetti, opera inizialmente solo nella produzione di attrezzature per il mondo dell’edilizia (impalcature e attrezzature). Ma la nascita ufficiale della Mario Orlando & Figli Srl è di qualche anno più avanti. È infatti nel 1979 che Orlando intravide la possibilità di ampliare la produzione in ambiti diversi da quello edile: inizia così la progettazione di sistemi modulari “ispirati” ai moduli per l’edilizia e trasformati in brillanti soluzioni destinate al mondo dello spettacolo e dello sport (palchi, coperture e tribune in decine di varianti possibili). La gamma dei brevetti si estende così sempre di più, con soluzioni all’avanguardia destinate a diventare “di riferimento” per altri operatori del settore. Oggi Mario Orlando & Figli, a 40 anni dalla nascita ufficiale, è una indiscussa realtà italiana leader nella progettazione, produzione, vendita e noleggio sia di

Qui sopra, la tribuna circolare installata presso il comune di Pollina (Pa). Nella pagina a lato, foto storica dello stand di Mario Orlando alla XLVI Fiera di Milano del 1966; il palco installato al Castello di Nelson - Bronte a Maniace (Ct). Nel riquadro, la sede aziendale.

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palchi e tribune modulari, pedane, solarium, coperture, transenne stradali e transenne antipanico, gazebo e stand per mostre e fiere…, sia di soluzioni a moduli per l’edilizia come ponteggi, ponti a sbalzo, puntellature, casserature. Uno dei migliori esempi di “Total Made in Italy”. Una crescita costante, guidata dall’incessante confronto con le aspettative della clientela, consente tuttora al team di mantenere alto lo spirito dinamico e una particolare attenzione a innovare, dalle tecniche costruttive alla scelta dei materiali, dal rispetto delle normative alla cura delle finiture nei dettagli, cosa che si riflette anche negli obiettivi futuri. E tra gli obiettivi futuri c’è proprio l’intenzione di proseguire nel miglioramento delle strutture, nella ricerca di nuove soluzioni per rendere il concetto di "modularità" una risposta precisa alle esigenze di oggi e di domani, perfezionando tanto il lato estetico quanto l'aspetto legato alla sicurezza a norma di legge, da sempre tema centrale delle produzioni Mario Orlando.

Here above, the circular grandstand installed in Pollina (Pa). Front page, historical picture of the Mario Orlando’s stand at the XLVI Milan Fair, in 1966; the stage installed at the Nelson Bronte Castle, in Maniace (Ct). In the box, the company headquarter.

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Production

1979/2019: 40 years from the birth of Mario Orlando & Figli When Mario Orlando set up his own small business in 1964, he was simply armed with his extraordinary creative intuition and enthralling enthusiasm. Already at that time the creator of countless patents, he initially worked only in the production of equipment for the world of construction (scaffolding and equipment). But the official birth of Mario Orlando & Figli Srl is a few years later. It was in fact in 1979 that Orlando saw the possibility of expanding production in areas other than construction: so began the design of modular systems "inspired" to the modules for construction and transformed into brilliant solutions for the world of entertainment and sports (stages, roofs and grandstands in deciding on possible variations). The range of patents is thus increasingly extended, with cutting-edge solutions destined to become a "reference" for other operators in the sector. Today Mario Orlando & Figli, 40 years after its official birth, is an undisputed Italian leader in the design, production, sale and rental of both modular stages and stands, platforms, solariums, roofs, road barriers and panic barriers, gazebos and stands for exhibitions and fairs ..., both of modular solutions for the building industry such as scaffolding, cantilever bridges, shoring, formwork. One of the best examples of "Total Made in Italy". A constant growth, guided by the unceasing comparison with the expectations of the customers, still allows the team to maintain a high dynamic spirit and a particular attention to innovate, from construction techniques to the choice of materials, from compliance with regulations to the attention to detail of the finishes, which is also reflected in future objectives. One of the future objectives is to continue improving the structures, searching for new solutions to make the concept of "modularity" a precise response to the needs of today and tomorrow, perfecting both the aesthetic side and the aspect of safety in compliance with the law, which has always been the central theme of Mario Orlando products.

I punti di forza Sicurezza e qualità certificati: oltre al rispetto delle norme in termini di sicurezza, l’affidabilità delle strutture è sempre posta come primo obiettivo. Garanzia del Total Made in Italy: ogni elemento prodotto è costruito totalmente in Italia nello stabilimento di Catania, da dove partono le spedizioni per tutte le destinazioni. Chiavi in mano: oltre a un dettagliato manuale con le istruzioni di montaggio, viene offerta tutta l’assistenza iniziale necessaria; grazie alla caratteristica di modularità l’allestimento risulta in ogni caso estremamente semplice e intuitivo. Rapidità di consegna: avere un filo diretto con i clienti, senza intermediari, permette di realizzare preventivi e progetti personalizzati abbattendo i tempi di realizzazione e consegna.

tieniti aggiornato, leggi gli approfondimenti on-line www.sporteimpianti.it/produzione/ sporteimpianti.it

PRODUCTION | PRODUZIONE

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PRODUZIONE PRODUCTION

Le ultime realizzazioni BSW in Italia: Chieri e Milano www.regupol.it

a cura della Redazione

BSW's latest works in Italy: Chieri and Milan

Sono state completate e saranno presto collaudate due attese superfici per l’atletica, il rifacimento della pista outdoor di Chieri (Torino) e il nuovo pistino al coperto del centro XXV di Milano: entrambi con manto Regupol®. Il Centro Sportivo San Silvestro di Chieri, dotato di impianti per diversi sport, ha finalmente completato il rifacimento della pista di atletica che corre intorno al campo di calcio, priva di manutenzione da oltre 25 anni. Il manto è realizzato con l’ormai noto Regupol®, il tipo di superficie, con la caratteristica finitura granulata, che è stata impiegata ad esempio nello Stadio Olimpico di Berlino, sede degli Europei di Atletica 2018. Intanto anche a Milano, presso lo storico campo XXV Aprile, sono in arrivo importanti novità: finalmente è stata conclusa la realizzazione della pista indoor da 60 metri, sorta al posto delle vecchie tribune del campo esterno. Il progetto prevede, all’interno del grande ambiente destinato all’attività agonistica e largo più di 10 metri, la pista da 60 metri e l’area per il salto in alto. Un volume accessorio ospita le aree per gli altri tipi di salto. Il manto per interni è quasi identico a quello per esterni, costituito da uno strato elastico Regupol® con strato di usura in EPDM poliuretanico, che offre condizioni ambientali ideali per tutte le discipline di corsa e di salto.

Milano, pista al coperto del centro XXV Aprile / Milan, indoor track of “XXV April” centre

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Two long-awaited surfaces for athletics have been completed and will soon be tested: the renovation of the outdoor track in Chieri (Turin) and the new indoor short track in the XXV centre in Milan: both with Regupol® turf. The San Silvestro Sports Centre in Chieri, equipped with facilities for various sports, has finally completed the renovation of the athletics track that runs around the football field, which has been maintenance-free for over 25 years. The covering is made with the now famous Regupol®, the type of surface, with the characteristic granulated finish, which has been used for example in the Olympic Stadium in Berlin, home of the European Athletics Championships 2018. In the meantime, important innovations are also coming to Milan, at the historic XXV Aprile field: finally, the construction of the 60-metre indoor track has been completed, built in place of the old grandstands on the outdoor field. The project includes, within the large environment intended for competitive activities and more than 10 meters wide, the track from 60 meters and the area for high jump. An accessory volume houses the areas for other types of jumping. The indoor surface is almost identical to the outdoor surface, consisting of a Regupol® elastic layer with a polyurethane EPDM wear layer, offering ideal environmental conditions for all running and jumping disciplines.

Chieri (Torino), rifacimento della pista di atletica / Chieri (Turin), remake of the athletics track

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PRODUZIONE PRODUCTION

Replax T Sport di Cavatorta, la rete metallica certificata per gli impianti sportivi www.cavatorta.it a cura della Redazione

La rete Replax T Sport, corredata dagli accessori di sistema, è in grado di assicurare le prestazioni richieste dalla nuova norma UNI EN 132003:2018 e dal D.M. 18 marzo 1996, “Norme di sicurezza per la costruzione e l'esercizio degli impianti sportivi”, integrato dal “Decreto Pisanu” del 2005, per quanto attiene la sicurezza dei separatori perimetrali interni ed esterni negli stadi di calcio, e risulta quindi ideale per la recinzione di impianti sportivi di ogni genere. Replax T Sport è una rete metallica a semplice torsione e a maglia quadrata, disponibile nelle altezze 220 e 250 cm; i fili della rete, in acciaio zincato, sono rivestiti con PVC. Grazie all’elevato diametro dei fili, ben 4,2 mm, e alle dimensioni della maglia, 50x50 mm, la rete assorbe gli urti senza deformarsi, e assicura un’ottima visibilità frontale e laterale del terreno di gioco anche da una posizione molto ravvicinata ad essa. La plastificazione è ottenuta mediante l'esclusivo processo di sinterizzazione "Galvaplax Process" messo a punto da Cavatorta; le polveri di PVC utilizzate nel processo non contengono metalli pesanti, come il cadmio ed il piombo. Il sistema si completa con i cancelli carrai e pedonali in acciaio, con telaio perimetrale e pali di sostegno, entrambi in tubo quadro d’acciaio, con specchiature in rete metallica elettrosaldata e componenti dei sistemi di chiusura in acciaio.

Replax T Sport in Cavatorta, the certified wire mesh for sports facilities The Replax T Sport mesh, accompanied by system accessories, is able to ensure the performance required by the new standard UNI EN 132003:2018 and the Ministerial Decree of 18 March 1996, "Safety standards for the construction and operation of sports facilities", amended by the "Pisanu Decree" of 2005, as regards the safety of the internal and external perimeter separators in football stadiums, and is therefore ideal for fencing sports facilities of all kinds. Replax T Sport is a single twist square wire mesh, available in heights of 220 and 250 cm, the wires of the mesh, galvanized steel, are coated with PVC. Thanks to the large diameter of the wires, 4.2 mm, and the size of the mesh, 50x50 mm, the net absorbs impacts without deforming, and ensures excellent frontal and lateral visibility of the playing field even from a very close position to it. The plasticization is obtained through the exclusive sintering "Galvaplax Process" developed by Cavatorta; the PVC powders used in the process do not contain heavy metals, such as cadmium and lead. The system is completed by steel driveway and pedestrian gates, with perimeter frame and support poles, both in square steel tube, with mirrors in electro-welded wire mesh and components of the steel locking systems.

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NOTIZIE NEWS

La foresta nello stadio

Si chiama “Unending Attraction of Nature” l’installazione artistica temporanea di Klaus Littmann che sarà collocata tra settembre e ottobre nello stadio Wörthersee a Klagenfurt. Ispirata dal disegno “Unending Attraction of Nature” dell’artista austriaco e architetto Max Peintner, scoperto da Littmann almeno 30 anni fa, FOR FOREST sarà una monumentale installazione che vuole catturare la percezione personale della natura e le domande sul futuro. Inoltre, il progetto vuole diventare un memorial, ricordandoci che la natura, che così spesso consideriamo come qualcosa di “garantito”, un giorno potrebbe arrivare a trovarsi solo in luoghi appositamente progettati, proprio come avviene per gli animali allo zoo. Sotto la supervisione di Enea Landscape Architecture, circa 300 alberi, alcuni pesanti oltre 6 tonnellate, saranno attentamente trapiantati sull’esistente campo da football per dare l’impressione di una foresta nativa dell’Europa centrale. Dalle 10 del mattino alle 10 di sera il pubblico potrà godere di un panorama unico, ammirando gli alberi sotto la luce naturale o dei riflettori: imbattersi nel FOR FOREST scatenerà emozioni e suggestioni, e in base al momento del giorno o della notte il paesaggio sarà sempre diverso, segnando la strada verso una nuova prospettiva e conoscenza degli alberi. Dopo il 27 ottobre, quando terminerà l’installazione nello stadio, la foresta sarà trapiantata in un luogo pubblico vicino allo stadio Wörthersee e rimarrà come una scultura vivente. In parallelo sarà costruito un padiglione per documentare il progetto.

©Klaus Littmann

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Tokyo 2020, il centro olimpico di nuoto

©Tokyo Metropolitan Government.

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Il centro natatorio olimpico ospiterà le competizioni di nuoto, immersioni e nuoto sincronizzato, con le esibizioni dei più famosi atleti. Con i suoi 160 metri di lunghezza e 130 metri di larghezza, il tetto del complesso natatorio catturerà l’attenzione degli spettatori: costruito in anticipo rispetto alla realizzazione principale, è stato sviluppato direttamente sul luogo, per ridurre i tempi di lavorazione, abbassare i costi e rispettare i requisiti di sicurezza. Una volta completato, è stato innalzato a 37 metri in tre step: ora, nella sua posizione finale supportata da quattro piloni, permette agli addetti ai lavori di essere riparati dal caldo e dalla pioggia. Il centro acquatico includerà una piscina principale, una secondaria e una per immersioni e dopo la conclusione dei Giochi sarà destinato ad accogliere un centinaio di competizioni all’anno, a livello internazionale, nazionale e junior. Inoltre, sarà messo anche a disposizione dei cittadini di Tokyo che potranno impegnarsi in un’attività sportiva completa in un impianto moderno e all’avanguardia. La costruzione della struttura, oggi realizzata intorno al 35%, terminerà entro febbraio 2020.

NEWS |

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Giochi Olimpici 2026: il report della Commissione Olimpica

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A giugno 2019 sarà resa nota la città che si sarà aggiudicata l’organizzazione dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali 2020: la scelta sarà tra due proposte, quella di Milano-Cortina e quella di Stoccolma-Åre. Ciò che è emerso dalla visita dei rappresentanti IOC nelle due sedi è che i progetti stilati hanno dato priorità alla sostenibilità ambientale e all’utilizzo di impianti e strutture dopo l’evento, abbracciando completamente la filosofia dei Giochi del 2020, focalizzandosi primariamente sugli atleti. Tutto ciò porterà, in tutti i casi, a un risparmio consistente nei costi e a sviluppare un modello sostenibile, che è la nuova realtà dei Giochi. Circa l’80% delle strutture che saranno usate per i Giochi del 2020 sono impianti già esistenti o si tratterà di costruzioni temporanee, rispetto al 60% calcolato per i Giochi Olimpici 2018 e 2022: come conseguenza, i budget operativi sono in media inferiori del 20% rispetto a quelli delle città candidate per il 2018 e il 2022. Per esplorare le differenti opzioni esistenti e sviluppare i progetti dei Giochi, la commissione IOC, supportata dalla Federazione dei Giochi Olimpici Invernali, ha lavorato insieme alle città candidate e alle Commissioni Olimpiche Nazionali. Ha inoltre fornito servizi tecnici migliorati alle città interessate, con più di 20 esperti di Giochi Olimpici a supporto delle città nello sviluppo dei concept, fornendo servizi individuali e workshop. I bilanci delle candidature sono di conseguenza più bassi del 75% rispetto quelli dei candidati 2018 e 2022. Le città candidate per il 2026 hanno apprezzato le nuove linee guida, citandole come step fondamentali nella loro decisione di candidarsi come sede dei Giochi Olimpici. Il 24 giugno le città candidate faranno la loro presentazione conclusiva nella 134esima sessione IOC, prima del voto e dell’annuncio relativo alla città selezionata.

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Rimini, parco del Mare e parco Fellini

giunta ha approvato il progetto definitivo ed esecutivo, primo lotto del progetto del parco del Mare. Con l’intervento, si conserverà il patrimonio arboreo attuale, migliorandone la qualità e

fornendo agli alberi lo spazio e le condizioni di suolo indispensabili al loro regolare e armonico sviluppo. In questo modo si andrà ad aumentare la fruibilità in sicurezza del parco anche in

occasioni particolari, come durante le manifestazioni o nei periodi di grande afflusso turistico. Sarà infine riordinata e migliorata la qualità delle siepi conservate.

Continuano i lavori e i progetti del Parco del Mare, il progetto di riqualificazione del sistema urbano di Rimini, volto a consegnare alla città un lungomare senza auto e con nuove aree verdi. Dopo il via libera alla realizzazione dell’infrastruttura verde urbana a Miramare, con il lungomare Spadazzi, la Giunta ha approvato il progetto di pedonalizzazione e riqualificazione dell’altro estremo del Lungomare sud, nel cuore di Marina Centro. L’investimento, che supera i 2 milioni di euro, è parte del complessivo progetto di infrastruttura verde del parco del Mare, cofinanziato per il 63% attraverso l’Asse 5 del POR FESR Emilia Romagna 2014-2020. Il progetto prevede la pedonalizzazione e riqualificazione del lungomare Tintori, con una nuova passeggiata pavimentata su doghe in legno con un margine rettilineo che coinciderà con il confine demaniale e un margine a sinusoide irregolare verso la città.

La nuova passeggiata sarà rialzata dal livello medio del mare di circa +2,85 cm, con una quota di circa 80 cm in più rispetto a quella attuale. Saranno realizzate 18 aiuole a forma di “sardina” (400 mq circa): una di esse sarà dedicata al fitness all’aria aperta e le altre a verde, con panche disegnate in forma organica ed ergonomica per dare continuità allo spazio verde. I lavori partiranno alla fine della stagione balneare, dalla metà di ottobre, con l’obiettivo di concludersi prima della stagione estiva 2020. A questa prima parte, seguirà una seconda fase di lavori che completerà il progetto nella fascia verso monte. Rientra nell’ambito del nuovo disegno di Marina Centro il Parco Fellini, una delle aree verdi più frequentate da riminesi e turisti: a esso sarà dedicato un programma di riqualificazione ambientale e paesaggistica di cui la

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REGIONI PROVINCE COMUNI FROM THE MUNICIPALITIES

Torino In via Cecchi è stata inaugurata la palestra, dopo i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria che hanno interessato l’impianto di illuminazione dei tre settori della palestra, i blocchi di servizi igienici e

docce in due spogliatoi, i serramenti interni ed esterni, il corridoio, le rampe adibite a via di fuga, l’eliminazione delle barriere architettoniche e la sistemazione delle aree esterne a verde. L’intervento è costato complessivamente 130mila euro.

ne di Calco una cittadella sportiva completa di tutto, comprese le opere accessorie quali l’impianto di illuminazione e i nuovi accessi. La pista e gli altri impianti si aggiungono a una serie di opere realizzate negli anni passati che hanno portato a sistemare il campo da tennis, realizzare il campo da beach volley e installare i tendaggi sulle vetrate del palazzetto.

Merate (Lc)

Torino, la palestra di via Cecchi.

È quasi pronta la pista di atletica al palazzetto dello sport della ASD GS Virtus Calco 2016, realizzata grazie a una sinergia fattiva tra l’Associazione sportiva e il Comune e attraverso un’apposita convenzione. Sono stati investiti 110mila euro per realizzare una pista di atletica rettilinea da cinque corsie per una lunghezza di 80 metri, in grado di ospitare le gare fino alla categoria cadetti. I lavori, affidati all’azienda Tipiesse di Cisano Bergamasco, consegnano alla frazio-

San Francesco al Campo (To) Il Comune di San Francesco al Campo, in qualità di proprietario del Centro Polisportivo Comunale – Velodromo “Comm. Pietro Francone”, sito in Via Ghetto 1, intende acquisire manifestazioni di interesse per la gestione dell’impianto (costituito da Velodromo scoperto, campo poliva-

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lente coperto, bocciodromo), nonché per la costruzione e gestione di nuove strutture al suo interno, tra cui un Palazzetto dello Sport ed un fabbricato bar/ristorante, finalizzate allo svolgimento di attività sportive in senso ampio, unitamente ad attività commerciali connesse all’uso sportivo. Attualmente l’avviso, è già pubblicato sul sito www.comune.sanfrancescoalcampo.to.it ed è accessibile fino al prossimo 30 Ottobre. Trovate la notizia completa di link e documentazione su www.sporteimpianti.it/notizie/

Camporosso (Im) Con il nuovo campo di recente inaugurato salgono a 6 gli spazi comunali dedicati al gioco del calcio, con tre campi di calcio regolamentari e

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tre campetti. La nuova struttura è a fianco del campo principale e di fronte ad altri due campetti per il calcio a cinque: si tratta di un campo a sette in sintetico, realizzato con un investimento pubblico di 110mila euro. Ha commentato il presidente del Camporosso, Ernesto Demme: «L’Amministrazione, dato il nostro impegno, a sua volta si obbliga a ristrutturare i due campetti a cinque consegnandoceli finiti per l’inizio della prossima stagione. Così per i campionati 2019-20 potremo avere tre campi nuovi in sintetico, oltre al campo principale, da mettere a disposizione dei nostri tesserati. In questo modo miglioriamo l’immagine della società e offriamo un servizio migliore per bambini e ragazzi che giocano da noi. Dopo un certo orario si potrà affittare il campo».

revisione di tutta la struttura metallica che costituisce l’ossatura della geodetica e il rifacimento completo dell’impianto elettrico e dell’impianto di emergenza a servizio della palestra con nuovi fari a led.

Firenze A san Bartolo a Cintoia sono stati avviati i lavori per ‘palazzo Wanny’, palasport polivalente, che sarà principalmente dedicato al volley e che

sarà realizzato tramite la formula del project financing da Azzurra Volley San Casciano. Le caratteristiche polivalenti e polifunzionali dell’edificio, di capienza di circa 3500 spettatori, consentiranno l’utilizzo per manifestazioni di vario tipo a livello

Firenze È stato ristrutturato con un intervento da 110mila euro il campo da gioco dei Rossi all’Isolotto, un progetto condotto dalla direzione Servizi tecnici del Comune che ha riguardato la riorganizzazione funzionale dell’impianto con il rifacimento del terreno di gioco completo di arredi. Nel dettaglio, sono stati realizzati un nuovo sottofondo e un tappeto di gioco con uno strato di 20 cm in sabbia di fiume, come da regolamento. È stato inoltre introdotto un impianto di sollevamento a immersione, per consentire di utilizzare l’acqua piovana per l’innaffiamento del campo prima degli allenamenti.

Firenze Al complesso sportivo Padovani è stata inaugurata dal sindaco e dall’assessore allo sport la rinnovata palestra geodetica, con telo di ultima generazione. L’assessore allo sport ha ricordato gli investimenti sul Padovani, dai 485mila euro per il nuovo campo agli 86mila per la palestra. Quest’ultimo intervento ha previsto, nel dettaglio, la rimozione completa del telo esistente, la posa di un telo di nuova generazione che garantisce una migliore resa termica e un miglior comfort all’interno, la

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REGIONI PROVINCE COMUNI 85


agonistico, concerti e spettacoli. Il palazzo sarà dotato di bar-ristorante, palestra, sala conferenze, hall per concerti, area hospitality e molte altre attività; un secondo edificio, più piccolo, sarà destinato a campo allenamenti, centro fitness, uffici e sala conferenze. Il campo principale sarà strutturato per la pallavolo e omologato per gare internazionali; il basket sarà omologato per il livello silver, il campo di calcio a cinque per le gare internazionali, per la pallamano ci sarà omologazione serie A1 e A Elite. Il campo secondario sarà omologato per la pallavolo serie B. Le nuove strutture saranno realizzate all’insegna della riduzione dei consumi energetici e dell’adozione di sistemi di energia rinnovabile. Il valore complessivo dell’intervento è di circa 6,5 milioni di euro.

Firenze È stata presentata la nuova palestra di boxe di via Rocca Tedalda nel Quartiere 2. La struttura è stata realizzata nei pressi del parco di villa Favard a Rovezzano, con un investimento di 900mila euro, finanziato dal Fondo Sport e periferie. Si tratta di una struttura moderna e funzionale realizzata secondo i principi della massima efficienza energetica: è stato costruito un nuovo edificio per il pugilato e la ginnastica con spogliatoi, servizi, infermeria, zona ristoro e locali tecnici. La progettazione ha seguito i principi della bioarchitettura con l’utilizzo di materiali ecocompatibili e tutti gli impianti sono improntati al massimo contenimento dei consumi energetici. La nuova palestra di boxe si propone come centro di eccellenza per la preparazione agonistica degli atleti

e può ospitare manifestazioni a livello locale con presenza di pubblico fino a 200 spettatori.

Marsala (Tp) Per la concessione di finanziamenti PO FESR 2014/2020 sono stati ammessi alla fase di valutazione due progetti del comune: l’efficientamento energetico della piscina comunale e dello stadio comunale Lombardo Angotta, per un investimento complessivo di quasi 4 milioni e mezzo di euro. «Dopo oltre un anno dalla partecipazione al relativo bando, giunge quest'altra positiva conferma della progettualità prodotta da questa Amministrazione. Per entrambe le strutture sportive, l'obiettivo è quello di ridurre i consumi utilizzando nuovi impianti tecnologici e instal-

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lando sistemi informatici di telecontrollo, provvedendo altresì ad ammodernare gli esistenti impianti di riscaldamento e climatizzazione», ha affermato il sindaco Alberto Di Girolamo. L’investimento relativo alla piscina prevede, tra gli interventi, l'isolamento termico dei pannelli di copertura, l'installazione di due caldaie ad alta efficienza, la conversione in LED dell'impianto di illuminazione, la realizzazione di un impianto solare per l'acqua calda e di un impianto fotovoltaico integrato per l'energia elettrica. Allo stadio comunale si parla di un milione e 400 mila euro per analoghi interventi di riqualificazione ed efficientamento energetico, cui si aggiunge la conversione in LED anche degli impianti delle torrifaro. Il prossimo passo sarà la redazione della graduatoria da parte della Regione Sicilia, di competenza del dipartimento dell'Energia.

TSPORT 327


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Le schede tecniche di TSPORT in questo numero Sanità

10.9 Legislazione regionale Regione Sardegna - D.G.R. 5 febbraio 2019 - N. 6/28 Linee di Indirizzo relative agli aspetti igienico-sanitari per la costruzione, la manutenzione, la gestione e la vigilanza delle piscine ad uso natatorio. Le norme sui requisiti igienico-sanitari delle piscine ad uso natatorio sono regolate dall’accordo del 16 gennaio 2003 tra Stato e Regioni, già pubblicato nelle schede tecniche di Tsport (schede 9.8 – 157/160).

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83 36 87 73 9 41 30 2 82 36 65 21 24 1 16 81 22 42 29 III cop., IV cop. 85 II cop. 30 86 84 3 29

In attuazione dell’accordo del 2003, molte Regioni hanno adottato a loro volta, nel corso degli anni, i provvedimenti di loro competenza; alcune hanno emesso una propria legge, altre hanno agito attraverso delibere di Giunta. Diverse Regioni, invece, hanno regolamentato la materia in occasione di provvedimenti dedicati a specifici temi (ad esempio la regolamentazione degli agriturismi), discostandosi quindi da quanto stabilito nell’Accordo. L’ultima ad attivarsi è stata la Sardegna, con una Delibera di Giunta, che ha adottato un provvedimento organico, elaborato dagli uffici dell'Assessorato dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale della Regione Sardegna, interpellando realtà pubbliche territoriali, numerosi portatori di interesse e diverse associazioni di categoria, tra le quali Assopiscine, che si è coordinata con l'Ordine nazionale dei biologi e l'Ordine degli ingegneri di Cagliari. Trattandosi del provvedimento più recente, può essere considerato significativo dello stato dell’arte nella materia.


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