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dESOLATI: “CHE gIOIA rEgALAMMO A FIrENzE!”

L’ex punta che segnò due reti nel girone di semifinale: “Eravamo un gruppo giovane, ma molto determinato Lo dimostrammo in quelle partite contro squadre forti Mazzoni fu la nostra guida. Come un secondo babbo”

• LUCIA PETrArOLI

Un sogno che si sta per avverare, facendo tutti gli scongiuri del caso: la Fiorentina è vicinissima alla finale di Coppa Italia. Per arrivare a Roma manca solo da superare l’ostacolo Cremonese (già battuta per 2-0 all’andata). Per avvicinarci all’evento, abbiamo ripercorso le grandi semifinali che hanno fatto da apripista alla vittoria della Fiorentina in Coppa Italia. Con Claudio Desolati ripercorriamo il successo del 1975, ottenuto nel girone di semifinale che comprendeva, oltre ai viola, Roma, Napoli e Torino. E che ci condusse alla finalissima col Milan.

Desolati, lei è tra gli eroi viola della Coppa Italia del ‘75, cosa ricorda di quel particolare girone di semifinale?

“C’erano Roma, Napoli e Torino e affrontare questi campioni, per noi giovani, era prima di tutto un piacere.

Pensare di poter vincere era un sogno. Invece, tutti insieme, con volontà e spirito di sacrificio ci siamo riusciti davvero. Fino alla finale di Roma col Milan, regalando ai tifosi una grande gioia”.

Lei segnò anche gol decisivi contro Napoli e Roma, li ricorda?

“Sì, sono stati gol belli. Ricordo che Antognoni sapeva già dove mettermi la palla e mi aiutò a segnare. All’epoca non era facile perché avevi sempre uno stopper alle calcagna, attaccato come la colla. Dovevi riuscire a sganciarti, con finte e contro finte. Studiavamo molto gli avversari in settimana per superarli”.

Mario Mazzoni, subentrato a Nereo Rocco, fu l’allenatore che vi condusse al successo. Un personaggio sempre dietro le quinte che diventò protagonista, è così?

“Mario per noi era un secondo babbo, era un punto di riferimento per tutto.

Dovevamo però rispettare le regole, per esempio alle 22:30 bisognava andare a letto, altrimenti il giorno dopo non giocavi. Erano regole accettate e nessuno apriva bocca. In segno di rispetto per la squadra e per il pubblico”.

Oggi la Fiorentina sta provando a ripetere il vostro percorso, che ritorno vede con la Cremonese?

“La Cremonese è un’ottima squadra, ma la classifica in campionato fa capire la diffe- renza. La Fiorentina oggi ha un gioco, un gruppo solido e una mentalità vincente trasmessa dall’allenatore. Quindi non può e non deve avere paura della Cremonese. L’importante sarà non prenderla sotto gamba”.

Cabral è l’ attaccante giusto per portare la Fiorentina a questo successo?

“Lo vedo molto presente in campo, vorrebbe fare sempre gol e si arrabbia anche. Fa di tutto per portare a casa il risultato ed è cresciuto molto. E’ uno che ci prova e fa bene, perché oggi si tira troppo poco in porta”.

Quanto sarebbe importante far tornare a Firenze un trofeo a distanza di così tanti anni?

“Se lo meriterebbero i tifosi viola e anche il nostro Presidente che ha investito tanto in questa Fiorentina. Non soltanto a livello materiale, ma anche umano. Si vede che tiene moltissimo alla squadra e bisogna riconoscergli la bontà del lavoro fatto”.

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