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I Termina il viaggio dei ragazzi di Va’ Sentiero
IL SENTIERO ITALIA È STATO CONQUISTATO
I ragazzi di Va' Sentiero hanno concluso il loro viaggio attraverso lo Stivale. Tre anni e 7.000 chilometri tra Alpe e Appennini per raccontare territori, persone e valori di un Paese meraviglioso
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di Sara Canali
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“E così, dopo tre anni di viaggio e lavoro, possiamo dirlo: abbiamo portato a termine la nostra spedizione, calcando gli ultimi km fino a forte San Jachiddu a Messina. Non ci sono parole, ora, solo gioia di vivere. Lunga vita a Va' Sentiero!!!”. Queste sono le parole che accompagnano il post di Instagram che ritrae il video dell'arrivo dei ragazzi in terra siciliana. Tante persone, amici, parenti, tutti a percorrere insieme i 200 metri conclusivi di un viaggio che è stata insieme avventura, esplorazione, condivisione e scambio. 7.840 chilometri con 600.000 m D+ attraverso 20 regioni per un totale di 365 tappe, sono solo i numeri di quella che è stata a tutti gli effetti una scommessa e insieme una promessa dei camminatori partiti da Trieste nel 2019 e arrivato il 25 settembre 2021 alla conclusione del Sentiero Italia. “Siamo arrivati! I giorni finali sono stati davvero molto forti, c'era tanta gente a camminare con noi e si sentiva nell'aria l'emozione della fine”, racconta Yuri Basilicò, fondatore e project manager di Va' Sentiero. “Volevamo fare una festa e abbiamo trovato una location davvero unica: il forte San Jachiddu, sopra Messina da cui eravamo partiti cinque mesi fa. Abbiamo fatto un giro ad anello perfetto e siamo tornati in questo luogo speciale, un fortino abbandonato che padre Mario ha completamente rimesso in piedi grazie all'aiuto delle persone del luogo e tanti immigrati. Qui abbiamo “montato” una specie di traguardo che abbiamo tagliato insieme. Un momento davvero forte durante il quale ci siamo commossi e ci siamo lasciati andare in una sorta di catarsi collettiva”. Va' Sentiero era ripartito il 25 aprile per completare le tappe che mancavano alla conclusione del progetto in un enorme lavoro di ricerca e promozione territoriale dove a essere valorizzato non sono solo i patrimoni ambientali e paesaggistici, ma anche gli aspetti culturali e sociali. “Difficile fare un bilancio, mi sento ancora dentro la spedizione,continuo a svegliarmi presto la mattina con la stessa predisposizione energetica in cui sai di dover camminare, fare, sbrigare. Devo chiudere questo sipario interiore. C'è molta soddisfazione, ma soprattutto a renderci orgogliosi è il fatto di aver mantenuto la nostra parola e aver portato a termine il progetto. Quello che è certo è che Va' Sentiero sopravviverà al Sentiero Italia: è stato il primo passo e ce ne saranno molti altri”, conclude emozionato Yuri.
LE ULTIME TAPPE - Un'estate bellissima e complicata tra Sicilia, Sardegna, Campania, Basilicata e Calabria prima di tornare di nuovo a Messina, con temperature di caldo record e con il pericolo sempre incombente degli incendi. Dopo 28 tappe per un totale di 35 giorni su sentieri che attraversano ben quattro parchi naturali e numerosi borghi della Sicilia, i ragazzi sono arrivati in Sardegna. “Un terra antica quella sarda”, racconta Yuri, “Hanno un modo diverso di accogliere e intendere la socialità: sono molto ospitali e poco cerimoniali, più schietti e diretti. Qui abbiamo imparato a dare peso alle parole in modo molto positivo”. Poi il viaggio li ha portati in Campania. “ Questo è stato forse uno dei momenti più critici: era pieno luglio e sui monti Lattari abbiamo patito un caldo di scirocco davvero torrido e ingestibile, umido e caldissimo. A questo, aggiungi percorsi molto difficili a livello tecnico, con sentieri spesso poco o mal segnalati. Quando siamo entrati in Appennino ci siamo riconciliati con la Regione”, un passaggio tra i monti Alburni e Picentini per poi giungere in Basilicata. “Nel 2018 eravamo già stati in Lucania come test dell'esperienza. Bello tornare lì e ripercorrere il parco del Pollino fino a giungere in Calabria dove ci siamo presi qualche giorno di vacanza prima del rush finale. La Sila è un pezzo di Alpi che si è staccato e ha navigato alla deriva fino a penisola calabra. Boschi infiniti, faggete e conifere. Anche nei villaggi sembra di essere in Trentino”.
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I titolari del rifugio Biancospino Teresa Italiano e Antonio Barca
INTERVISTA AI TITOLARI DEL RIFUGIO BIANCOSPINO
Tante le zone colpite da incendio che i ragazzi hanno attraversato in questo ultimo tratto di cammino. Nell'ottica di raccontare non solo i paesaggi, ma anche le avventure umane, hanno intervistato i titolari del rifugio Biancospino nel Parco Nazionale dell’Aspromonte, ai piani di Carmelia nel territorio del comune di Delianuova (RC): Antonio Barca e Teresa Italiano. “Quest'anno abbiamo perso delle foreste dell'Aspromonte importantissime, gli incendi sono stati devastanti e mai a memoria d'uomo si ricorda una situazione così importante”, racconta Antonio. “Crinali con alberi secolari sono andati in fiamme, non si capisce cosa sia successo, è stato qualcosa di catastrofico. Di solito le vedette riescono a contenerli, ma quest'anno è stata davvero una catastrofe con 15.000 ettari di bosco. Si poteva evitare? Non è facile da rispondere: gli incendi erano grandi e forse era necessario agire prima e sicuramente c'è stata molta negligenza. Inoltre questo caldo anomalo e il vento di scirocco ha beccato pinete e rimboschimenti di pinete che non sono stati curati e così è divampato un fuoco da chioma e non da terra che risulta difficilissimo da spegnere. Sicuramente vanno gestiti i boschi in modo diverso, soprattutto i rimboschimenti che sono stati fatti negli Anni '70 e che sono assolutamente da pulire”.
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