SPECIALE ACCESSORI DI GABRIELE VAZZOLA
NON DI SOLA BICI… L’oggetto trainante del nostro settore è sicuramente la bicicletta. Ma i numeri (e i fatturati) si fanno anche con gli accessori. Indispensabili per rendere migliore e più sicura l’esperienza sui pedali
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n attesa di poter parlare delle bici presenti (e in arrivo) sul mercato, abbiamo deciso di aprire il primo numero dell’anno parlando di accessori, per un motivo molto semplice, legato a filo diretto con il boom di vendite dello scorso anno. Nei negozi si sono visti
i vecchi clienti che hanno acquistato una nuova bici, ma anche tanti nuovi aspiranti ciclisti e biker che si sono portati a casa la loro nuova fiammante due ruote. La bici però non è un oggetto a sé stante. Per poterla utilizzare in maniera corretta, sia l’utente più esperto che il neofita hanno bisogno di tutta una serie di accessori correlati, che ne rendono migliore l’esperienza di guida o, semplicemente, ne aumentano la sicurezza. Questo speciale vuole essere da spunto al cliente finale, ma anche e soprattutto al negoziante, perché il fatturato di un’attività non si regge unicamente sulla vendita delle biciclette. Un cliente fidelizzato e consigliato nel modo corretto torna in negozio e capisce ben presto che per andare in bici serve altro in aggiunta al mezzo di trasporto. Sta al retailer quindi creare le condizioni perché la vendita prosegua e non si fermi alla sola bici. Per questo abbiamo pensato a suggerire alcune tra le più interessanti novità che il mercato propone in tema di accessoristica, suddividendo il nostro primo speciale in quattro differenti categorie: caschi, scarpe, occhiali e tech.
P R I M A , I L C A S C O : L’ A C C E S S O R I O I R R I N U N C I A B I L E Al numero uno il casco, in accordo con il claim “safety first”. Sì, perché se degli altri accessori si può forse fare a meno, del casco certamente no. Non è obbligatorio indossare il casco (sopra i 12 anni) ma fortemente consigliato e sta proprio al negoziante sensibilizzare il cliente spiegandogli in maniera corretta e convincente che andrebbe sempre usato. Troppo spesso si vedono nuovi arrivati cavalcare il proprio mezzo in condizioni a dir poco precarie, senza accorgersi della reale importanza dell'accessorio. Primi fra tutti gli ex motociclisti, che ritengono la bici più lenta e facile e, quindi, il casco non veramente necessario. Oppure, quelli che: “Ai miei tempi il casco non si metteva”. Occorre sviluppare una certa cultura, soprattutto in alcuni soggetti particolarmente a rischio, come le persone più anziane e fragili, magari con capacità di movimento limitate; i nuovi arrivati che non hanno dimestichezza; i ciclisti urbani che, facendo pochi chilometri pensano di non rischiare nulla. Invece in città il pericolo è grande, perché spesso non dipende solo dalle proprie abilità di guida, ma anche da quelle degli altri che guidano mezzi di trasporto più veloci e voluminosi. Ricordiamo che il ciclista è in assoluto il più “fragile” degli utilizzatori della strada (più ancora del pedone e del motociclista), perchè si muove a velocità sostenute e in equilibrio precario, le ruote hanno un’impronta a terra molto piccola e l’inerzia del conducente è di gran lunga superiore a quella del mezzo. Tutto ciò rende il casco un “must have”. Ne esistono di moltissimi tipi e oramai sono molto leggeri, areati, comodi e anche belli. Dunque, non ci sono proprio scuse per non indossarlo e per i negozianti non proporlo abbinato alla vendita di ogni bicicletta,
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Bikefortrade • numero 01 - 2021