7 minute read
URBAN PADEL DI CASTELFRANCO VENETO (TV
from Padelbiz 03_2022
by Sport Press
AMORE A PRIMA PALA
Advertisement
Urban Padel, a Castelfranco Veneto, nasce nel 2016 da una scommessa di Alberto Griggio. Oggi il centro conta 500 soci ed è uno dei più apprezzati del territorio
di Daniele Pansardi
Alberto Griggio ha scoperto il padel ormai più di dieci anni fa, quando in Italia era semisconosciuto ai più. Dopo essersene innamorato fin da subito, ha deciso di provare a farlo diventare il suo lavoro quotidiano, con l’obiettivo di combinare la passione per questo sport con la volontà di portare avanti la propria attività economica. Una scommessa personale iniziata con il circolo Padel Isolaverde, in provincia di Padova, nel 2016: due campi, tanto lavoro di promozione di un gioco ai tempi sconosciuto, e inevitabili sacrifici. Il tempo, alla fine, gli ha dato ragione. Quel piccolo club è diventato oggi Urban Padel, un centro che conta 500 soci, tre squadre agonistiche militanti in Serie D e quattro amatoriali, e che si contraddistingue per la qualità nell’insegnamento della disciplina.
IL FONDATORE
Alberto Griggio, classe 1988, apre il circolo Padel Isolaverde a Loreggia (PD) nel 2016 iniziando la propria attività da maestro. Nel 2021 inaugura Urban Padel spostandosi a Castelfranco Veneto (TV). Come insegnante, è istruttore Fitp di 2° grado. Nel 2022 ha iniziato la collaborazione con Ptr (Professional Tennis Registry) e Pcr (Padel Coaches Registry), associazioni internazionali che formano maestri di tennis e padel. Da esaminatore, certifica il livello di insegnamento degli iscritti ai corsi di formazione. Di recente è stato nominato Ptr Italy Padel Professional of the Year, ovvero maestro di padel dell’anno.
L'intervista ALBERTO GRIGGIO,
FONDATORE DI URBAN PADEL E INSEGNANTE Proviamo a far sentire i nostri soci parte di un grande gruppo " " " " " " " "
Quando è nata la tua passione per il padel?
Ho approcciato il padel nel lontano 2009/2010 quando, in Spagna, in una nota catena di negozi di sport in cui lavoravo, ho partecipato a un meeting internazionale a Madrid. Da li è stato amore “a prima pala”.
Cosa ti ha fatto innamorare di questo sport?
La facilità con la quale sono riuscito a giocare e soprattutto divertirmi dalla prima volta in cui ho provato. L’ho trovato immediato ed estremamente sociale come sport. Venendo dal tennis sono stato sicuramente avvantaggiato rispetto ad altri, e pian piano ho poi cominciato a comprendere l’arte delle pareti.
Quali sono state le prime reazioni in Italia quando hai cominciato a parlare di padel?
Nonostante ci fossero due campi dal 1991 a Costabissara (Vicenza) molto prima della mia scoperta, nessuno conosceva lo sport e la reazione era sempre la stessa: “Mai sentito…Ma che cos’è questo padel?”. Puntualmente mi trovavo a spiegare come fosse strutturato un campo e quali fossero le regole del gioco, il tutto poi terminava con l’esibizione di un video del Pro Padel Tour (si chiamava così prima dell’avvento del WPT) e con la stessa reazione: “Che figata!”.
Da dov’è nata l’intuizione di aprire dei campi sette anni fa e com’è andata all'inizio?
È nata sicuramente dallo studio dell’andamento del padel in Paesi come Spagna e Argentina e un po' anche per una scommessa lavorativa. Lavoravo nel commercio sportivo e sentivo il bisogno di provare a creare da me un business in questo settore, in modo che diventasse la mia attività quotidiana. Oggi non riuscirei ad immaginarmi diversamente. Non nascondo che all’inizio sia stata dura. Ci sono voluti molti sacrifici. Per il primo anno ho alternato l’insegnamento del tennis alla gestione dei campi, cercando di promuovere al massimo il padel attraverso open day, prove gratuite e volontariato nelle scuole per fare avvicinare bambini e ragazzi. Poi, col tempo, le persone si sono avvicinate sempre di più, e alla fine eccomi qui. Sono passato da un circolo di due campetti scoperti in provincia, all’interno di un complesso sportivo, a un centro indoor di cinque campi interamente dedicato al padel.
Com’è nata l’idea del nome Urban Padel e che slancio ha dato al brand della tua attività nel corso degli anni?
Insieme alla mia socia Sandra Zuin, abbiamo scelto il nome Urban Padel con i colori nero-giallo-antracite per dare una connotazione “street”, avendo ricavato il circolo all’interno di un capannone industriale e volendo creare aggregazione e appartenenza.
Quand’è che vi siete accorti che il progetto poteva davvero decollare?
Da subito. I campi del circolo che gestivamo prima erano saturi e il business plan che avevamo preparato, anche con le previsioni meno ottimiste, ci dava buone basi su cui sperare. Siamo partiti bene, e in breve le proiezioni non solo sono state eguagliate, ma anche superate. Dopo l’apertura di Urban Padel, essendoci posizionati in una città con un bacino d’utenza più ampio del precedente e
I SERVIZI DI URBAN PADEL
Prenotazione dei campi: dalle 9 alle 24 dal lunedì al venerdì e dalle 9 alle 20 il sabato e la domenica tramite app personalizzata Orgaizzazione di lezioni e partite tattiche: con quattro istruttori federali tutti i giorni, esclusa la domenica Corsi collettivi: per ragazzi e adulti Percorsi individuali: per agonisti under e non Organizzazione di tornei sociali: con cadenza mensile Organizzazione di tornei Open Fit e Tpra: con cadenza bimestrale Clinic: con maestri o giocatori internazionali con cadenza trimestrale Servizio di preparazione atletica: con personale qualificato per agonisti e amatori Partecipazione a campionati di Serie D e Coppa Italia Tpra con sei squadre Partner: Zurich, Radio Company, Farmacie Monti, Heroe's, Head, Sane
IN BREVE
5 campi indoor, di cui 3 panoramici Spogliatoi Bar Reception Pro shop
Da sinistra: Sandra Zuin, Martin Echegaray e Alberto Griggio
avendo investito sulla promozione e la formazione già da tanti anni, abbiamo continuato a ricevere ottime risposte dal territorio.
Quali sono le attività principali del vostro business?
Sicuramente la promozione del padel attraverso la prenotazione dei campi e la scuola di formazione per tutte le età e i livelli di gioco.
Qual è il valore aggiunto che Urban Padel dà ai propri soci e in generale a chi sceglie i vostri servizi?
Crediamo che il nostro valore aggiunto sia la passione, la professionalità e la familiarità che mettiamo ogni giorno nel nostro club. Ci aggiorniamo costantemente a livello professionale e personale per garantire ai soci il meglio che possiamo esprimere a livello di gestione e insegnamento. Altri punti cardine della nostra gestione sono la familiarità e il senso di appartenenza a Urban Padel. Proviamo a far sentire i nostri clienti parte di un grande gruppo.
Come seguite le squadre agonistiche del vostro centro?
Attraverso allenamenti di gruppo personalizzati, che comprendono una parte di preparazione atletica, una parte tecnica e una tattica di match analysis. Oltre a questo, diamo loro la possibilità con cadenza trimestrale di allenarsi con maestri internazionali o giocatori di alto livello.
Pensi che si stia sviluppando una cultura tutta italiana legata al padel? E in che cosa potrebbe differire dalle visioni spagnole e argentine?
Decisamente sì. Stiamo notando moltissima partecipazione agli eventi anche internazionali organizzati in Italia. La febbre del padel è altissima e crediamo possa crescere ancora. Si differenzia dalle visioni spagnole e argentine, ma rispetto a queste due si vede che viene preso un po' più seriamente a qualunque livello.
Collabori con associazioni internazionali che formano maestri di tennis: cosa possono imparare dall’estero gli insegnanti italiani e in cosa invece l’Italia può considerarsi più avanti in questo settore?
In ambito puramente padelistico, a livello di insegnamento tecnico/tattico abbiamo ancora molto da imparare, ma trovo che l’organizzazione italiana possa fare la differenza nel confronto con i paesi latini. In che cosa consiste il ruolo di international tester per le associazioni con cui collabori?
Per Ptr (Professional Tennis Registry) e Pcr (Padel Coaches Registry) svolgo il ruolo di “tester”, ovvero di esaminatore. Certifico il livello di insegnamento degli iscritti ai corsi di formazione per il padel.
Quali sono i progetti per il futuro?
In questo momento, dopo il prestigioso riconoscimento di “Ptr Italy Padel Professional Of The Year” sto lavorando insieme alla direzione di Pcr per diventare relatore, e quindi poter occuparmi, non solo della valutazione dei candidati, ma anche della loro diretta formazione in campo. Per quanto riguarda Urban Padel ci piacerebbe invece replicare il modello in un altro centro.
Infine, ci dici tre idee che proporresti per far fare un ulteriore salto di qualità al padel italiano?
Investire sui giovani, dal loro avvicinamento al padel alla loro formazione, incentivare l’attività agonistica attraverso l’organizzazione di tornei dedicati alle diverse età e categorie e ospitare sempre di più eventi a carattere internazionale.