Stadium n. 10/1949

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EDITRICE A.V.E. (Jlci pei ubci'ie

La 2' edizione di

FAMIGLIA, PICCOLA CHIESA di CARLO CARRETTO IL

GRANDE

SUCCUSSO

Pagg. 208 - L. 300

E D I T O RI A L E

DEL

1949

F ini minante hi pitl'filicfazione fieli9 impo'ttnnle nooitn :

MARTIRE, NON CRIMINALE Testimonianze sul processo contro il Cardinale Mindszenty di Mons. ZSIGMOND MIHALOVICS 11 libro è la testimonianza di uno che ha visto c vissuto tutto da vicino. Tutti devono leggere questo libro, anche se ripugnano le descrizioni di orrori inconcepibili alla nostra mentalità di uomini civili. Tutti dovrebbero meditarlo per riconoscere il nostro dovere di cristiani, di uomini preoccupati per un migliore avvenire del mondo.

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^fouo in eeiiflitn i bet/ueiiii tetiti pei le {fciiole Ulediet

IL CREDO LA LEGGE LA GRAZIA

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Rassegna mensile illustrata di tutti gli sport 1949 — Direzione e Amministrazione-. 561.735 - 561.064. 564.962 - 50.020

10 • Roma - Ottobre Anno IV - N. Roma, Via Conciliazione 1. — Tel.

Comitato di

Direzione

LUIGI GEDDA Direttore — SISTO FAVRE Condirettore CARLO CARRETTO — GIULIO ONESTI — LEOPOLDO SALETTI ERNESTO TALENTINO — BRUNO ZAULI

SOMMARIO

n

LANDÒ FERRETTI La legge ha parlato

tg 11

RANIERO NICOLAI Polisportivi tà pentathlon moderno

5

9

CIRO MERCATI

Dilaga calcio

la

passione

per

il

» 10

N1CO TAI.ET Da « Nicola il pesce » di Cariddi al « Pesce volante » di Fushiyama

.. 22

LUIGI TERRARIO L’esercizio atletico più dif­ ficile: il getto del peso

n 24

MARIO CIRIACHI Perseverare negli menti

» 26

Campionati

L’U.V.I. e i giovani s. f. Non siamo contro il pugilato, ma...

» 12 » 13

VITTORIO SPOSITI

VICTOR

Ciclismo e corridori russi di 50 anni fa e di oggi

19

allena-

il. b.

NABER

Legioni di cicloturisti dovrebhcro essere inquadrati nell'U.V.I.

?

»

» 17

NATALE BERTOCCO Trofeo della Montagna

•1

SISTO FAVRE L' industria automobilistica espressione di vita c di la­ voro

GIUSEPPE LA CAVA La giornata dell'atleta come la vede il fisiologo

LEOPOLDO SALETTI Anche alla Camera si par­ la di Scuola e Sport. E' tem­ po di soluzioni concrete. ipag. 2

I

» 27

studenteschi

ERNESTO BIASIA Esercizio sportivo nelle scuo­ le elvetiche

» 30

CHIRONE La posta di Chirone

» 32

I NINO LOMBARDI » 14 Panoramica dell'attività del C.S.I.

»

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»

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Da tutto il mondo

«

ABBONAMENTI Annuale L. 1300 - Semestrale L 700 • Benemerito L. 500 - Un numero costa L. 120 Distribuzione: S. E. S. S. ( Soc.

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Edit.

Stampa

Sportiva ) - Gazzetta dello Sport

Milano

C. S. I. PRESIDENZA NAZIONALE

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ANCHE

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PARLA

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SCUOLA

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SPORT

E' TBIN IH RIMIMI (’OM’IIEIE <li I»e<>j>ol<l<» Salotti Riprendere l’argomento, ormai tanto dibattuto sulla stampa, dell’inserimento dello sport nell’edu­ cazione fisica scolastica in questo numero di « Stadium » che reca un quadro riassuntivo dei Campio­ nati Nazionali Studenteschi 1949, ci pare assai op­ portuno, diremmo anzi necessario. Oltre 120.000 (tale è la cifra desunta dai cartel­ lini assicurativi) atleti studenti di un migliaio di Istituti di ogni Regione e Provincia d’Italia che si sono misurati nell’agone di 12 sports, possono ben impegnarci a qualche seria riflessione in proposito. Crediamo bene condensare il nostro parere sulle seguenti sei affermazioni che rappresentano il pun­ to attuale della questione. 1) - È ormai realtà evidente, diremo quasi as­ siomatica, che l’attività agonistica-sportiva può e deve farsi non solo fuori della scuola; ma, sia pure opportunamente inserita e dosata, nell’ambito stes­ so del programma di educazione fisica-scolastica. 2) - Se il precedente assunto può ancora ap­ parire ardito ad un assai ristretto numero di ginnasiurchi o cultori fisici, almeno tutti ormai sono con­ cordi che urge compiere quello che può essere con­ siderato il primo passo verso l’introduzione dello sport, quale forma agonistica, nella scuola; cioè la educazione fisica specializzata preparatoria ai vari sport che buona parte degli studenti compiono ex­ tra-scuola; perciò esercizi ginnici preatletici, prescii­ stici, preschermistici, ecc. 3) - Compiti e limiti dello sport nella scuola. Non vorremmo che alcuno ci tacciasse di euforia sportiva: come è palmarmente evidente che lo sport nella scuola ha dei compiti ben definiti (cfr. « Stadium dal n. 3 al n. 7 e Corriere dello Sport - Bru­ no Roghi del 23 aprile 1949) cosi è almeno altret­ tanto evidente che vi debbono essere dei limiti nel­ la presenza dello sport nella scuola. Limiti dettati da una sana ed equilibrata con­ cezione dell’agonismo, da una ben ponderata pro­ spettiva medico-biologica ed anche psicologica del­ l’età evolutiva. Limiti che, ancora e purtroppo, sono imposti da quella che è l’attrezzatura media degli impianti, in genere assai poveri della Scuola italiana. 4) - Ma, indubbiamente, dal punto di vista pra­ tico almeno, l’aspetto maggiormente importante è quello del metodo e quindi dei programmi. Non vogliamo ora anticipare le conclusioni del­ la Commissione Sport e Scuola (ed in particolare quelle della Sottocommissione all’uopo investita del mandato di studiare metodi e programmi, ne parle­ remo prossimamente sulla nostra rivista), però fin d’ora possiamo ben affermare come principio gene­ rale quello della formula: « ogni studente attore e non solo spettatore del mondo agonistico » o me­ glio « ogni atleta studente soggetto di agonismo, cioè artefice e non solo oggetto passivo ».

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Lungi quindi da noi l’intenzione, come insinuò qualcuno, di voler ridurre l’inserimento dello sport nella scuola ad. un qualcosa come una rappresenta­ tiva di Istituto pel calcio, pel ciclismo o per l’atle­ tica. Anche questo, ma prima di tutto ciò l’agonismo come tale inserito nel programma scolastico per modo che veramente si realizzi, come corollario dei precedenti postulati il principio: « ogni studente deve fare lo sport, e, se fosse possibile, ad ogni studente il suo sport ». Quali siano questi sport e come contemplarli nei futuri programmi, abbiamo detto che ne fare­ mo argomento di un esauriente studio su « Stadium ». Certo è che dinnanzi alle sei ore settima­ nali di educazione fisica e sport della «higt schoob inglese e dei tre pomeriggi sportivi settimanali dà «College» americani o, per chi desiderasse contem­ plarlo, dinnanzi alle globali 10 ore settimanali più campi di addestramento estivi (checché si insinui da taluno essere questa istruzione pre o para mi­ litare, rimane pur sempre una indiscutibile realtà di ordine fisico!) della scuola U.R.S.S., ben poco ci stanno a competere le stentate due ore settimanali — quando pure sono due ore! — della attuale scuola italiana. 5) - Presenza del C.O.N.I. e delle Federazioni Sportive. Prendiamo atto con piacere delle dichia­ razioni dell’Avv. Onesti al Corriere della Sera del 7 luglio, quando all’intervistatore che gli chiedeva il suo punito di vista sul problema nostro, ebbe a precisale « che egli è dell’opinione che i ragazzi debbano essere portati a comprendere la funzione dello sport fin dai primi anni di frequenza dei corsi elementari » anzi « ...nei paesi più avanzati l’alun­ no oltre a curare il corpo nelle lezioni di educazione fisica deve imparare il rugby, il canottaggio, la pal­ lacanestro, il nuoto, la lotta, il pugilato ecc. Egli deve sapere come si corre, come si lancia un gia­ vellotto o un disco e conoscere in grandi linee le specialità di quello sport base non soltanto dei gio­ chi .olimpici, ma di. tutti gli altri:sport, che'è l’a­ tletica leggera. Ciò non significa che il ragazzo deb­ ba praticare tutte quelle discipline sportive, ma oc- corre. che ne conosca le caratteristiche. Poi egli sa­ rà spinto ad abbracciare la specialità che tempera­ mento, capacità e. predisposizione possano fargli preferire. L’essenziale è introdurre lo sport nella Scuola... ». Auree affermazioni, come si vede, che natural­ mente scaturiscono dalle migliori intenzioni e, so­ prattutto, da una visuale molto chiara del problema da fare esprimere al Presidente del C.O.N.I. catego­ ricamente: « ...l’essenziale è introdurre lo sport nel­ la Scuola, questo fatto contribuirebbe notevolmente alla formazione morale e fisica degli alunni, pere , è indubbio che lo sport abbia una funzione educ tiva del carattere ». Ma soprattutto più avanti


teressante il parere delVAvv. Onesti quando, forse per rispondere a coloro che insinuano difficoltà tec­ niche e la messa in moto di chissà quale meccani­ smo per introdurre lo sport nella scuola, egli ebbe ad affermare: « Non è necessario che la Scuola si attrezzi per lo svolgimento dell’attività sportiva. Pei questo ci sono gli organi appositi, Federazioni e So­ cietà, che provvedono alla bisogna con tanto slancio appassionato e con tanta ammirevole tenacia... » Certamente il Presidente del C.O.N.I. afferman­ do ciò sapeva benissimo come dal 1945 fino ad oggi il Centro Sportivo Italiano per mandato del Mini­ stero alla Pubblica Istruzione e con l appoggio dello stesso C.O.N.I. fosse runico ente che si preoccupò dello sport studentesco e qunidi i Dirigenti del C.S.l. gli sono grati anche per quanto ebbe ad aggiungere. ,. ...Essi sono sempre pronti a collaborare e a pro­ digare il tesoro della loro esperienza, della loro pre­ parazione tecnica e del loro entusiasmo. Io penso che fra scuoia e. questi organi riesca possibile pro­ cedere ad una razionale e ben intesa ripartizione di compiti che potrà riuscire feconda di risultati. » 6) - Adeguamento della categoria insegnanti; e qui ci permettiamo dire una parolina. Quella degli insegnanti di educazione fisica pur­ troppo, è una strana categoria; divisa, suddivisa, l’un contro l’altro armata, impossibile ad esprimere dal suo seno un parere che sia di maggioranza, om­ brosa e permalosa fino al punto di battersi con le ombre. « Stadium » non ha mai desiderato, pur accet­ tando tutte le critiche di ordine costruttivo, en­ trare in polemica con alcuno però mentre il settore interessato direttamente cioè il mondo sportivo e soprattutto gli studenti hanno visto e salutato da cinque anni l’attività dei campionati nazionali stu­ denteschi polisportivi, come una benedizione, mol­ ti insegnanti di ginnastica, forse per i motivi ripor­ tati in un nostro precedente articolo (v. Stadium N. 7) a tutto il nostro lavoro hanno dato una inter­ pretazione del tutto personale e tendenziosa e cioè il C.S.l. niente po’ po’ di meno vorrebbe rimettere in piedi la ex G.I.L.H! No cari amici, non sarà certo il Centro Sportivo Italiano a voler riesumare certe nostalgie come in'vece ci risulta lo desideri ardentemeiite un certo gruppo di voi... Lo ripetiamo solennemente, il C.S.l. avendo in mano il polso della situazione sportiva, studentesca e scolastica, giudicando matura ormai la situazione ha iniziato da solo questa campagna dell’inserimen­ to dello sport nella scuola, convinto di rendere un sacrosanto servizio al Paese e soprattutto alla nuo­ va generazione della gioventù italiana. Per mezzo di « Stadium » e dei campionati nazionali studen­ teschi, il C.S.l. è riuscito ad interessare l’opinione pubblica, il C.O.N.I., i ministeri competenti e la stessta presidenza del Consiglio dei Ministri nella per­ sona di S. E. il Sottosegretario Andreotti. A Stadium ha fatto eco tutta la Stampa sporti­ va e la vasta consultazione di esperienze ed opi­ nioni realizzata col questionario Sport e Scuola dif­ fuso in 30.000 copie, tra dirigenti, tecnici, insegnan­ ti, medici e pedagogisti ha sensibilizzato capillar­ mente il mondo sportivo in tale direzione. Tutto ciò ed altre iniziative nostre, hanno fatto sì che fi­ nalmente in questi giorni la camera risonasse di una voce nuova quella dello Sport. E questo per

esprimere uu ordine del giorno parte preponde­ rante del gitale si occupa appunto del problema dell’Educazione fisica e. dello Sport nella Scuola. Ma, ritornando al nostro assunto, un insegnan­ te di educazione fisica che va per la maggiore, ci proponeva la necessità di veri e propri corsi di ri­ qualificazione per la categoria. Noi non crediamo che occorra giungere a tanta mortificazione, ma certo sarebbe ormai necessario che, o per voce del Su­ periore Ministero o per la libera iniziativa della parte migliore della stessa categoria, si pervenisse ad esprimere e a deliberare concrete proposte sui maturi problemi della classe e soprattutto sull’avve­ nire della categoria (Magisteri, Istituti Superiori od anche Facoltà Universitarie e di educazione fisica, Facoltà di Kinesiologia come in talune Nazioni so­ no state istituite). Concludendo ci pare poter affermare che ormai è giunto il tempo per arrivare a delle risoluzioni. Secondo un paragone tolto dal mondo della chi­ mica, tutto è pronto e sensibilizzato; occorre un « catalizzatore » cioè quel tale elemento il cui in­ tervento sia determinante e conclusivo ai fini della realizzazione di quanto è in pectore. Questo elemento, a nostro parere, è il Superio­ re Ministero della Pubblica Istruzione e noi siamo certi che la sensibilità di S. E. il Ministro Gonella per questi nostri problemi, ancora recentemente di­ mostrata e manifestata nello scorso convegno del 10-12 ottobre sui problemi della riforma scolasti­ ca, saprà certamente trovare la via d’uscita e con­ durre a buon porto la ormai ve.xata quaestio.

L'ORDINE DEL GIORNO PAGANELLI PER LO SPORT NELLA SCUOLA Alla Camera è stato presentato il seguente ordi­ ne del giorno,’ accolto come raccomandazione dal Ministrcudella P. I.: LA CAMERA, considerato che le somme stanziate per far fron­ te alle necessità inerenti all’educazione fisica nelle scuole rappresentano un minimo davvero irrisorio rispetto alle necessità stesse unanimemente ricono­ sciute. Considerato che è opportuno potenziare questo particolare settore, aumentando il numero degli in­ segnanti abilitati: considerato altresì che le palestre addette ad isti­ tuti scolastici non vengono concesse in uso a socie­ tà ginnastihe, sebbene regolarmente federate: considerato che l’esercizio dell’attività sportiva è un necessario completamento del carattere degli alunni; INVITA IL MINISTRO a provvedere al graduale sollecito ripristino e 1 attrezzatura delle palestre nonché a presentare un apposito disegno di legge, perchè sia ricostituita la scuola per la formazione di insegnanti di educazio­ ne fisica INVITA ALTRESÌ’ IL MINISTRO a dare disposizioni ai dipendenti Provveditorati, affinchè sia consentito l’uso delle palestre alle so­ cietà sportive, oltre le ore a cui servono alle scola­ resche e s.a favorito lo sviluppo dello sport nelle scuole.

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I o sport, forma di attività dilaI gante e tipica del tempo moder­ ano. ha interessato e continua a interessare sempre più, lo psico­ logo che ne va ricercando i « mo­ tivi » più profondi; l’educatore che ne misura il valore ai fimi del­ la formazione, non soltanto cor­ porea, dell’uomo e del cittadino: del sociologo, dell'umanista, del­ l'uomo della strada... Come avviene di tante altre manifestazioni individuali e col­ lettive, che hanno le più svariate conseguenze tanto nel settore eco­ nomico quanto in quello spiritua­ le, così anche nello sport esistono detrattori ed esaltatori. Ma può dirsi esista, ormai lina « opinio­ ne media » che riconosce all’atti­ vità sportiva un meritato diritto di vita nella società,, e ne valuta i benefici, di gran lunga superio­ ri agli inconvenienti e ai danni. Anche chi, come noi, può consi­ derarsi tra i più convinti assertori dello sport, sa che ogni medaglia ha il suo rovescio ed avverte, per­ ciò, in certe forme di esasperato professionimo, in sforzi spinti ol­ tre i limiti della resistenza orga­ nica, in un troppo acceso spirito di bandiera i pericoli dai quali bi­ sogna salvaguardare una sana concezione ed un’utile pratica del­ lo sport.

Ma sussistono anche oggi in­ comprensioni e ostilità così pre­ concette che occorre molto equi­ librio per non reagire altrettanto violentemente in difesa d’un’attività che, come quella sportiva, ri­ teniamo per molti titoli benefica alla gioventù. Di questo aberrante stato d’ani­ mo — aberrante ed anacronisti­ co — si è avuta insigne prova in ,un recente episodio giudiziario, il / quale ha dato, però, modo alla ma­ gistratura di dettare una senten-

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ha parlato za che costituisce, in efficace sin­ tesi e con incisine parole, il più bel riconoscimento del valore mo­ rale dello sport. Accadde, dunque, che il campio­ ne italiano di « skiff » Sergio Der Stephanian, il magnifico atleta dell’Armida di Torino di cui tutti abbiamo ammirato lo stile impec­ cabile e l’alto spirito sportivo, fos­ se vittima d’un’investimento, prò­ prio alla vigilia dei campionati europei di canottaggio, nei quali egli aveva non poche probabilità di conquistare il titolo più ambito da ogni cultore del remo, dopo quello olimpionico. Ne nacque una causa; e il Tri­ bunale, accogliendo la tesi dello infortunato, condannava l’investi­ tore a liquidargli i danni morali. Eccoci, ora, all’incomprensione del valore dello sport. Il condan­ nato ricorreva in appello, ed anzi­ ché svolgere argomenti giuridici o precisare dati di fatto favorevoli, insultava — è questo, proprio que­ sto il verbo più adatto — il Colle­ gio di prima istanza accusandolo,

niente meno, di avere, con la sua sua sentenza, « incoraggiato la vanità insoddisfatta » del Der Stepha­ nian. Ma la lezione che la Corte di Appello ha dato al ricorrente è tale che essa non vale soltanto per lui, sibbene per tutti coloro che anacronisticamente ignorano o negano l’essenza morale dello sport. Nel confermare la sentenza del Tribunale e nel fissare in 135 mila lire i danni morali subiti dall’atleta in seguito alla mancata partecipazione ai campionati eu­ ropei, la Corte si è espressa: « Il desiderio sconfinato della lotta e della vittoria sportiva, la stessa ambizione di supremazia e d’emu­ lazione, in nobile gara di forze psichiche e volitive, costituiscono un sentimento che non può essere paragonato alle basse passioni o alla vanità ». Sentenza nobilissima, | questa, e giustamente polemica con la tesi del ricorrente; sentenza che ri­ mane acquisita alla modesta let­ teratura sportiva, per l’altezza dei concetti e la felicità delle espres­ sioni, come iscrizione lapidaria, come brano da antologia. Per la penna degli alti magistra­ ti di Torino, la legge ha parlato; ed elevandosi sopra un conflitto di meschini interessi, ha posta in rilievo tutta la bellezza dell’ago­ nismo sportivo: « desiderio scon­ finato della lotta e della vittoria »; inoltre, di quell’agonismo, ha esal­ tato la nobiltà dei mezzi: « nobile gara di forze psichiche e volitive» per affermare che il sentimento che anima l’uomo di sport non può esere paragonato a basse e vane passioni. Questo ambito riconoscimento, per la sede da cui giunge, è mo­ tivo di compiacimento e di orgo­ glio per ogni uomo di sport.


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> c lu pace continuerà a protl'ggcre il mondo, e tutti i poI I /'°/' potranno ascoltare — senza folli e torbide interferenze U —-con sempre crescente comprensione e persuasione la voce illuminante del Buon Pastore, la voce che è invito e guida alla solidarietà, aU'alfralellamrmlo, alla collaborazione fra tutti gli uomini e tutte le "culi, un lungo periodo di concorde opero­ sità, di bene organizzata e coordinata produzione, di prospe­ rità generale si prospetta per il mondo. Sono già sufficienti tnialtro anni di non... belligeranza. benché sotto la minaccia barbarica d’una ripicsa apocalittica, e benché sotto la tensione d’una assillante e ricattatoria «guer­ ra di nervi», per riarci un rialzo mondiale dei valori di pro­ duzione. impressionante. hi taluni casi e in taluni Paesi — compresa l’Italia — persino al disopra dei valori ottenuti l’an­ no avanti gli inizi del secondo conflitto pressoché universale. L'industria automobilistica, per gli usi a cui è destinata e per le altre forme di attività con cui ingrana, offre all’os­ servatore una somma di dati, di clementi e di riferimenti, per cui può ben essere depililo indice della sii nazione produitiia mondiale. Un indice squisitamente sintetico c fedele. Indi­ viduarne il ritmo e misurarne l’entità delle pulsazioni, è co­ me tastare il polso d’un costruttore titanico, inteso ad una mitica fatica. Cominciamo dall'A mcrica. Negli Stali Uniti si sta lavorando a tempo <? rendimento di primato. Tutte le Nazioni dove esiste una industria auto­ mobilistica sono impegnate in una gara dove i limiti sono rappresentali dalla maggior produzione e dal minor costo, àia vegli Stati Uniti l’impegno dimostrato è ancor più accentuato che altrove. Occhi e cannocchiali sono puntati più che mai da tutti gli csservalorii sui centri nordamericani. dove si annuveia una produzione che alla qualità accoppia una quantità sbalorditi­ va... e viceversa, o quasi. Una comunicazione informa che ne­ gli Stali Uniti c Canadà. nell’ultima s -ttimaaa di agosto si è avuta questa « colossal » cifra di produzione: 1 16.545 unità fra automobili e motocarri. Nella settimana precedente si era raggiunta la cifra di 144.317. mentre nella stessa corrispon­ dente settimana dell’anno precedente (1948) .</ era avuta la cifra di 113.324. E' un « crescit ctindo » che devi: far riflettere a una infinità di cose, anche incoraggianti. Ma oltre al numero si pensa e si provvede alla qualità. ! modelli dell'industria 1950 si annunciano con diverse no­ vità. specie d'ordine tecnico, e con notevoli miglioramenti ni fatto ài carrozzeria. Si annuncia una « Buick » economica c 40 » a prezzo al disotto dei 2.000 dollari, in concorrenza quindi delle «Pontine » e delle piccole notissime « Oldsmobile >■. La .. General Motors » rinnova tutti i suoi tipi: la « Cadillac » raccorcia la sua lunga sagoma e si rende più concentrala: la (.hevrolet » adotta un nuovo tipo di trasmissione automa­ tica. Ulteriori perfezionamenti presenta la « Studebaker ». Gli stabilimenti Ford lavorano a grande orchestra — e latto di­ re! eri hanno inizialo da qualche settimana la produzione delle potenti, veloci ed economiche « Continental A La « Cryslci » invece, dato I eccesso delle richieste per i suoi tipi che ritiene vitali ancora per parecchio tempo, si mantiene quanto possibile sulla linea tradizionale. Una « Hudson » di panicotale legge: ez ..a e manovrabilità vetrà lanciata sul a

prezzo eli non oltre 1650 dollari. La « Nash >9*0 - intende adottare la trasmissione ■ !Ivdra-Matic » , c cosi la «KaiserFrazcr ». Sulle mierovelt ure K-F non si hanno conferme. Alla produzioni’ americana concorrono sia i grandi grup­ pi consorziati, sia produttori indipendenti dal dinamismo... implacabile. E neanche. sembra, ci sia pericolo di pletora da la­ sciare nei magazzini : basti considerare che le ordinazioni sono sempre in eccedenza! Calami le richieste per le vetture di prez­ zo elevato, ma raddoppiano ciucile di brezzo corrente. Statistici.e già note, davano 3 milioni e 100 mila acqui­ renti di automobili ogni anno negli Stali Uniti. Ora le più recenti statistiche concernenti questi ultimi mesi del 1449 dònno già una cifra di 3 milioni e 600 mila persone che que­ st’anno hanno acquistato una macchina nuova o hanno cam­ bialo con una nuova la loro vettura vecchia-, nei primi otto mesi del 1949 mezzo milione di persone in più ha acquistalo per la prima volta una macchina o ha ì innovato il... guarda­ roba. E le vetture ini matricolate dal 1940 sono circa 15 mi­ lioni. Si è invece ridotta la produzione degli autocarri. Ne! i9-18 venivano prodotti un milione e 301.957 autocarri; quest'anno difficilmente toccherà il milione. Che inferire, tra l'altro da queste cifre? Che il benessere operaio e piccolo borghese si è ancora più dilatato negli Sta­ ti Uniti e Canadà. Quanto alla minore richiesta di autocarri è chiaro che per gli usi e traffici agricoli c industriali esiste per il momento una dotazione sufficiente. Del resto, a far sì che uso c fabbisogno di marchine non denuncino soste e deflessioni. gli americani sono vicini alla so­ luzione di un problema di particolare importanza: quello della viabilità stradale durante i mesi dell'inverno, che per gli Stati più a nord sono anche quattro. Nello Stato del Michigan sono stati effettuati esperi­ menti di riscaldamento stradale, allo scopo di garantire gli automobilisti contro gli inconvenienti c i pericoli della neve e del ghiaccio. Sono stati disposti graticci di acciaio della lar­ ghezza di 45 cm. e collocati a 4 cm. di profondità dal livello stradale su ognuno dei due lati della strada. Una corrente elet­ trica percorre tale marciapiede di acciaio. Il dispositivo fu sperimentato l’anno scorso e quest’anno si adotterà su vasta scala: e si diffonderà certamente ben presto. L’effetto dei due marciapiedi caldi si fa sentire per tutta la laighezza oltre che per la lunghezza della strada. Gli autospalaneve potranno perfezionare l’opera, e il traffico non verrà interrotto. Come si vede, "lutto per l’automobile’’. per la sua diffu­ sione c il suo uso, in America del Nord. Quanto al Sud-Anierica, esso aveva tirato avanti sinora come affezionato cliente del Nord, oltre che di centri di pro­ duzione europei, con preferenze verso l’Italia: per le vetture utilitarie e da sport rivolgendosi con notevoli frequenze alla Fiat c Lancia, e per gli usi sportivi alle Alfa Romeo, Maserati, Ferrari, Cisitalia, ecc. Ora. l’Argentina. dove l’elemento produttore italiano è ricco di iniziativa e dinamismo, sta attrezzando una propria industria del motore. Per esempio iniziale, la "Sociedad Indu­ striai Argentina de Automotores” ha annunciato che dai pri­ mi giorni d> ottobre viene presentato al pubblico il prototipo della prima automobile argentina. Basta conoscere questo Pae-

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se, gior-ane di entusiasmi e di energie. 'r(fie. e<■ di di ardenle ardente volontà volontà di fare qualche cosa di proprio, ber comprendere che damo al primo passo di un attivile intensa e ricca di base tecnica già solida ed esperinienltUa. Vedremo che ne diranno le cifre Ira ’anni. Nè Siati ira un paio d d'anni. Stati come il Brasile, il Cile. l’Uruguay larderanno troppo a seguir l’esempio.

vilà i In tutti sappiamo quanto volonterosa < tenace, e di costo i idotto. le maggiori industrie rientrale in attività sono: la Toyota, la Koromo. la Nissan e la Olita che costruiscono au­ toveicoli commerciali e automobili.

9 f caso di occupami ma dell’Europa ancata senza pace eppu. n ra possiamo a un Paese, grande produttore e a buon merI calo, ma che di produzione i. M.iliNir.. ha ' fatto sino­ automobilistica ■ P ra parlare fioco di sé. Si tratta del (dappoivie. Negli anni massimo di 1211 vetture a anteguerra, nel 1938. produsse un i.;.z.z;i.;:^ uso privalo: nel 1911 un massimo di 3591 autoveicoli indu­ striali nel corso di un mese. Noti era molto, ma il prezzo mo­ derato doveva pur valere qualche cosa sul mercato asiatico. F. chi sa che seguitando pacificamente le cose, l'auto giappo­ nese non amebe fatto la sua brava figura anche sulle nostre strade, così come certe utili sveglie a cinque lire siti nostri’ comodini, e porcellane e cianfrusaglie varie. Dopo il cataclisma atomico e ad onta di tifoni e terre­ moti. l’isola laboriosa presenta una ripresa faticosa, ma non sterile. Nell’anno 1917 la produzione automobilistica aveva raggiunto appena le 10.980 unità; nel 1918 è arrivala a 21.151. (Mire a ciò furono anche prodotte 16.852 vetture a tre ruote. 787 motocicli e 6797 motoscouts. Inoltre durante lo scorso an­ no furono prodotti 73.375 motori a combustione interna; nel mese di gennaio di quest'anno si era già arrivati alla produzio­ ne di 6851 di questi motori. Non basta- un migliaio di auto­ bus giapponesi si acquisterebbero dall’Argenlina e Uruguay; e 5000 autoveicoli sono destinati a Formosa. Non si può dire che la produzione giapponese sia oggi l’ultimo grido della tecnica, poiché si avvale, di modelli or­ mai superati. Ma è tuttavia il primo grido d’ima nuova atti-

con tanta buona volontà di lavorare in pace. Abbiamo in L numeri precedenti parlato già dcH'indttslria inglese e fran­ cese. e queste marciano tuttora sul ritmo già illustralo. Nan c’erano ancora delle infoi inazioni sulla (Germania sia di qua ehi- di là del sipario. Oualche cosa va trapelando da qualche tempo da qualche scucitura delle porte proibite. E la prima cosa importante da annotare è una vera e propria ripresa dell'industria tedesc a nella zona orientale, quella sottoposta al regime russo. Proprio in h 1i itoi io sotto coni rollo sovietico sorge la fa­ mosa I).K.lt . la cui produzione utilitaria, sportiva e velocistica ante guerra aveva fatto passare in seconda linea firme eccelse, quali quelli della Mercedes, dell'Auto Union e, pur­ troppo. dell’Alfa /torneo. Di veramente nuovo, la D.K.W. Iamerà nel prossimo anno hi D.K.W.F., 3 cilindri, 2Shp, peso telale in ordine di marcia Kg. 900, velocità 1 IO Km. all’ora, carrozzeria elegante e capace: una specie di Topolino solida c veloce. Il resto della produzione resta su quella già brillantemen­ te collaudata ed efficiente degli anni anteguerra, compresi 4 tipi di autocarro e vetture berlina che per il mercato russo sono un non plus ultra. C’è poi la parte della fabbrica in parola che si trova in zona francese e che ci ha già allestito e presentato, fra l’altro. '■ l'eritas ”^..:..s c le .Motor già notate in alcuni circuiti e delle quali le già avemmo occasione di parlare. Probabilmente la stagione

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sportiva dell’anno venturo ci dirà qualche cosa di notevole sui prodotti della Germania più o meno nuova, più o meno rinata, d'oriente e d'occidente. Tutto ciò in attesa e speranza di miglior avvenire, per essa e fier tutti. Di propriamente russo si ha quanto la fabbrica di Jaroslav spreme dai suoi set tori : un motore a nafta 4 cilindri 2 tempi che issa su autocarri di 7 tonti. e sugli autobus 7.1 S mo­ dello 151. .si dònno le caratteristiche della vettura sovietica Pobieda”: I cilindri a 4 tempi. 2120 cmc.. ó persone, consumo 12 litri ogni 100 Km. velocità a pieno carico 110 Km. all oia. Dobbiamo poi tener presente quello che di buono può offrire in materia la Cecoslovacchia, c si può ricavare anche dalla Romania e dall’Vngheria. Probabilmente il quantita­ tivo. specie in automezzi /tesanti — e... polir cause — non manca: circa la qualità è tuttavia sufficiente e l'alida lineila Ji direi anni addietro. Dalla parentesi russa rientrando nel discorso della Ger­ mania. veniamo a sapere che la Ford tedesca (capitale ame­ ricano) con i suoi stabilimenti di Colonia ha ridotto i prezzi della produzione dei propri autoveicoli. in inedia del 10 per tento. Indizio anzitutto di regolarità di lavoro e di richieste de! mercato. Nel primo semestre dell’anno in corso la Ford tedesca ha prodotto 6435 vetture contro 5731 nello stesso periodo del 1948 e 2600 nel 1947. È un ruolino di marcia mollo sintoma­ tico: e si badi che riguarda una fabbrica sola. Intanto alla fiera primaverile di Hannover è stato osser­ vato il tipo di una nuova produzione in serie, ’THansa 1500”, nuova auto tedesca che consuma i classici dieci litri di benzina ogni 100 Km. e sviluppa una velocità massima ora­ ria di 130 Km. La produce la Borwarrl-Wcrke di lìrema. F. venduta a 7500 D.M. Anche la Svezia si era dedicala con impegno ini peg alla produ­ zione automobilistica. Nel 1948 la "Volvo” diede 10.983 auto­ veicoli c trattrici contro 9758 nell’anno precedente. Però è in diminuzione la stia esportazione. Certo, non è facile in quell’angolo nordico cimentarsi con la produzione inglese e con quella tedesca, e col mercato russo chiuso.

l'auloinobilisnio italiano? Non possiamo certamente dire L che l'industria marci a pieno regime. Potrebbe. diciamo, L potrebbe filare a lutto gas senza le pastoie fiscali già illu­ strate c a tutti note e da lutti risentite, e senza bastoni tra le ruote infilali dagli specialisti delle agitazioni e degli attacchi epilettici sociali che in ogni centro di produzione e rii sviluppo si esibiscono a oltranza. E con tutto ciò, anzi, proprio ciono­ nostante. l’industria dell’automobile, dalla grande vettura alla piccola, e della moto sino al micromotore sino alla Felpa. — recentemente presentata al S. Padre — .sfanno sviluppando una vitalità e un dinamismo che Iter ora sono più in potenza che in espressione di piani razionali e di cifre incolonnate. I-. quan­ to. così a occhio e croce, rileviamo, è del resto in relazione con lutto un movimento rii effettiva ripresa produiIiva chi superando, chi sa come difficoltà di apparenza, e magari lo­ gicamente insormontabili, ci dònno in definitiva il risultalo di vedere oggi la lira non crollare e nemmeno deflettere di fronte alla scossa prodotta dalla brusca contrazione 'valuta­ ria dei due monili della sterlina c del ddlai >. /' :i:i ■> denota una consistenza e una resistenza economica innegabili. Due grandi manifestazioni rii specifico caralleie appoggirino l’asserzione incoraggiante circa l’avvenire di una indu­ stria d’avanguardia quale è quella dell’automobile in Italia. H Gran Premio d’Europa a Monza, c il 1” Salone dcll’Auto alla Pierà ilei Levante a Ilari. Il successo italiano rii Monza non è stato... strabiliante, l a Ferrari e il suo pilota hanno fallo dell’oidinriiia ammini­ strazione calma e prudente, e più sollecita di un arrivo in buo­ no stile che di conseguire un primato. Di più non doveva fare ilei lesto, pei vincete su un lotto di macchine, che accusai'ano I/ni .paia ioni tecnica difettosa , ___ o. insufficiente. Proprio questo della ■[irepai di motori e vetture è il . azione tecnica ..i tema che la gara ha messo in luce. Ma questo rientra per l appunto nella <ah goria del "ciononostante” di cui sopra Si intende die qualche danni <b-ve pur derivarne, l'na aliquota

di passivo dandola pur sempre per scontata, tuttavia bisogna dire che case c macchine italiane in critico periodo di rielahorazionc ottengono già un successo mantenendosi a galla i tenendo il campo e reggendo la giostra senza farsi scaval­ care. E se ne ha la riprova in altre gare automobilistiche significative come il ''Gran Premio di Cecoslovacchia”. Che dire di diari? Qui non si tratta di circuito, competizio­ ne dove la "qualità” deve rendi re il suo titolo specifico che può anche essere di eccezione. .-/ Ilari la proti azione in serie, l'affermazione commerciale, in l'ista degli sbocchi e dei mercuti di Levante-, che possono portare ancora più e meglio '■■■■'■ quanto mai distaccato che nei fasti marittimi■ rii un glorioso Medioevo, assai lontano. Anzitutto: attorno ai tipi esposti dalle più rinomate Cast italiane, carrozzerie e gomme, macchine sport, turismo e tor­ pedoni di linea, urbana o provinciale e nazionale. si è avuta una rivista lini Indamente indicatrice dr-H'apporto che /'au­ tomobile e il motore a scoppio d’ogni calibro e scopo posso­ no e devono dare prima alla ragion'- pugliese, chi ha possi­ bilità di arricchimento ancora da espcri meni ai e. poi di tutto il mezzogiorno peninsulare e insulare, <, infine, per tutta la altra sponda, asiatica e africana e i profondi interni. La I. Mostra dcll'Aulomobile alla XIII Fiera del Levante si è presentala nella piena consapevolezza del lai-oro da in­ tra prendere e delle difficoltà da superare in vista di alleila abolizione delle frontiere doganali. per la formazione di una Europa unita e omogenea, così come prodamato al Congresso di Ani’ecy. Sarà ripetuta la Mostra dell'Aldo alla Fiera di Ilari del l'anno prossimo? Non ne dubitiamo. Cisto il successo e pro­ pagandistico e affaristico attuale, e visti che ci .saranno nel corso dell'annata gli sviluppi successivi, sin d’ora prevedibili.

Dalla osservazione diretta nei padiglioni dell'auto e affi­ ni il pubblico, sempre notevolissimo e il più vario e più at­ tento. non ha nascosto la sua soddisfazione nel constatare ionie la produzione sia orientata all'uso pratico e contin­ gente. Il -veicolo industriale è proprio l’ailicolo che ha incon­ trato il più vivo apprezzamento. Il "lubocar" die realizza il massimo di utili applicazioni è già adottalo per lo meno nella... mentalità della massa dei -visitatori. Cosi il telaio snodabile Fiat l’iberti. die può eonsent ire. tra l'altro, nelle sue diverse sistemazioni il più rapido ed economico spostamento di masse di operai da e per i luoghi di lavoro, dalle brevi alle maggiori distanze e fier tutti i percorsi (vedasi quanti disagi e ten-fio risparmiali.'}. Cosi, più che ammirate sono state le autobotteghc. che consentiranno anche la consumazione di cibi caldi, di alimenti freschi in quelle zone dove ancora impera la "dispen­ sa” con i suoi generi di scarto. E questo tanto -vale per il Ta­ voliere come per tante altre zone in corso di bonifica li di ricostruzione agricola, in Italia e fuori.

Dobbiamo dire che questa Mostra è siala litiasi la... sagra di Ila Fiat. Assenti o in formato assai ridotto erano le alile Case italiane. Che siano rimaste fuori le Case straniere, si fino anche accettare, fier questo primo anno, benché sia norma sanissima ed efficace che la concorrenza deve essere sempre accolla. E lo stimolo necessario, anzi provvidenziale, per migliorare e affermare il proprio lavoro. Per l'anno prossimo bisognerà senz'altro darle il suo posto. Tanto più che la no­ stra ripresa si sarà consolidata e potremo sostenere molti pa• agoni.

Tornando albi Fiat, si riteneva che essa avrebbe esposto l'attesissimo nuovo tipo 1750 oppure■ 1300?). Ma il processo di riorganizzazione in macchinario c lavorazione è ancora in fase nella grande industria torinese. Ed è sotto cura ricostituente anche il lato morale. Tanto vero che in questi giorni si è proceduto alla a fieri tira dei 36 cantieri fier case operaie, dove ogni fiatino" troveià la sua sicurezza e il suo sacrario fier la famiglia e la sua bersonalilà di lavoratore c collaboratore di­ ligente c fattivo. Con infinite benefiche conseguenze — estensibili ovunque con l’estendersi del piano case e dei piani... pacifi• azione animi — ■ .zz:c.::r d’.z:::;:;i per la produzione nei livelli della qua­ lità •• nella moltiplicazione delle serie. Cosicché, Cosicché. pel per­ ora la Eiat non ha esposto gli attesi tipi a Pari, nè li ha presentati ai Salon di Parigi. E il nuovo tipo prodotto in tranquilla sede farà a suo tempo la sua comparsa alle Mostre e sul iner­ calo, aprendo proprio ess ii la cam paglia del ribasso dei costi.

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Un angolo

Poiché. leniamolo ben presente; ci sarà ribasso ilei costi, non potremo di certo allrontare la concorrenza stranie­ ra sul mercato de! mondo. E nemmeno sui nostri... In ogni modo, oltre il telaio snodabile già citalo, la Piai ha presentato tre novità assolute; la "1100 E”, la "1100 S" c la "1500 E".

La "1100 E” è berlina a quattro posti, seguita da analoga, a 6-7 f osti 'TI.", con sedili anteriori a. poltroncina regolabili indipendentemente, schienale del sedile posteriore ribaltabile così da lasciare il posto a eventuale bagaglio: quantunque il bagaglio abbia accessibilità normale attraverso uno sportello posteriore esterno. Tutta la carrozzeria presenta migliorie no­ ie-coli. Completamente nuovo è il cambio di velocità, con la —. la 3. <• I marcia sincronizzale perfettamente. Aligliorati friione. regolatore di tensione e altre parti. Il mori. Et. rag­ ia v gè maggiori rapacità di trasporto. La Fiat 1100 S, carrozzata da Pinin Farina, è la caratteri­ stica /lue posti da turismo sportivo. II motore ricavalo dal normale 1100. ha ottenuto una potenza effettiva di 16 cv. Ve­ locità massima 140 Km. all’ora, e consumo a tale massimo, inferiore ai 13 litri per 100 Km. Per la carrozzeria nulla di più armonioso e più comodo. Al recente Salone di Parigi ha avuto un successo lusinghiero. La "Fiat 1500 E" è la 6 cilindri con forte-cole, ancora più perfezionala nel motore e nella carrozzeria, con .superiore te­ nuta di strada, gruppo completamente nuovo del cambio e marce sincronizzate. Cosi la Fiat ha tenuto banco; ha richiamato su di sé l’inteiesse maggiore della massa dei visitatori venuti, particolar­ mente. dall’Italia del sud, e da Paesi come il Pakistan, l’Egitto, la Palestina, Israele, la Siria, i Balcani. l’Africa del sud, la Grecia ecc. Assai commentata la dolorosa forzala assenza della Isot’a Braschini, la tradizionale Casa carica di allori interna­ zionali e ora oberata di... crisi. Presente era anche, con l'autorità del nome glorioso, la Alfa Romeo. a proposito della quale si annuncia un tipo tra i più lussuosi, l”’Alfa 'AWM’’. che per il motore c la carroz­ zeria. ben poche macchine al mondo potranno competere con essa per potenza, comodità, eleganza. ! dati di questa e altre macchine e case non sono solo lidia carta e nelle progettazioni, ma ormai in officina, sui banchi di prova e anche sui percorsi di collaudo. Soltanto che le rispettive presentazioni si faranno a stagione nuova. Intanto il materiale già pronto non è che dorme in ma.•azzitto. Si diffonde in Italia, pur tenendo presente il solito "ciononostante", "ciononostante ’’, e si ha una apprezzabile esportazione. Lo

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barerò.

scorso anno, per esempio, /ter il primo semestre si esportaro­ no oltre 500 veicoli in Argentina, 155 in Austria, 200 in Austialia, 500 in Belgio. 261 in Brasile. 500 in Egitto. 500 in Gcr. mania. 200 nelle Indie, 200 in Palestina, 500 nel Sud-Africa ì: una esportazione in cifre non imponenti, ma in ordine spar­ so e lontano il quale sta a significare che la macchina ita­ liana è conosciuta ovunque e apprezzata. Nei primi nove mesi del 1918 furono esportale per le sole vetture 6700 unità, e per quanto si riferisce a! increato interno l’Italia è stato il primo Paese ail ubidire il buono di assegnazione per i deicidi industriali. Nei riguardi della ripresa, possiamo dare questo termine di confronto: che già nel 1917 ci trovavamo a un livello di produzione pari a quel lo ilei 1931. E in questi ultimi due anni abbiamo fatto tanto di quel cammino da pensare al ’17 come a un anno di prenascenza. Oggi, a cose per uno ipotesi, tranquille veramente, saremmo già a chi sa quale mèla. Comunque, gli autentici produttori e lavoratori stanno procedendo come gli antichi pionieri attraverso le foreste e le steppe, per quanto intricate, irte e sparse di strane belve c sinistri agguati, e con tanto di auto in testa, trattore agricolo, autotreno, vettura sport e vettura lusso, torpedone e micro­ motore, tutto mischiato. Si marcia. E alla Mostra di Bari ab­ biamo raccolto una infinità, di echi e di commenti di questa marcia titanica di popolo del lavoro. Voci comuni: miglioramento della viabilità, da portar­ si a un grado ancora supcriore per agevolezza di traffico e per infinimento di reti stradali di quel che già era al 1910. F. nella gran parte dei casi ri si può riuscire a meraviglia, specie se si consideri che per il Mezzogiorno c’è da fare o da rifare ex novo: ciò che in definitiva costa meno che correggere e ri­ prendere costruzioni con nuovi criteri. E tenere presente che per la grande arteria non bisogna dimenticare la circolazione dei veicoli minori, dai micromotori alle biciclette. Sono c sa­ ranno anch’issi coefficienti primari di ricchezza e vita sociale. Inoltre, disciplitiamciilo ed educazione di circolazione stra­ dale; segnalazioni. carte stradali. Polizia stradale moderna, ac­ corta. tecnica, cortese, ma anche sicuramente efficace. Aumen­ to posteggi, assistenza stradale, sei-vizi rifornimenti e ripara­ zioni diffusi. Voci addirittura predominanti: « che l’automobile non venga più considerata un oggetto di lusso... n. La macchina, almeno quella utilitaria, non deve essere considerata indire di agiatezza tassabile con ripercussioni all’infinito. F. un vero e proprio strumento di lavoro, anche se sistemata in modo confortevole: quanta gente vi passa le notti in viaggio che non è certo di piacere, ma di necessità e di interessi di lavo­ ro, per sé e per un complesso di forze produttive? Che spesso hanno bisogno di acceleramento e moltiplicazione di moto in­ terno per sviluppi e magari per salvarsi? La massima parte delle vetture in circolazione sono praticamente utilitarie. Nes­ suna borsa... ragionevole in Italia è in grado di consentirsi la macchina di lusso per il lusso. Ciò è tanto vero che la im­ postazione generale della produzione automobilistica italiana, a parte, le eccezioni su ordinazioni facilmente identificabili, è sul principio del minimo consumo del carburante e della mas­ sima utilizzazione dello spazio. Quante vetture, capienti rd eleganti, servono pei trasporto utile, salvo a presentarsi in­ alta unifirrnte~ la domenica e le altre feste comandale? Il va-Caboto « arrangiamento » è.è di origine francese, ma è di uso squisitamente italiano, e rappresenta forse (orse una delle ragioni fondamentali della nostra inopinata ripresa a ogni costo e "ciononostante", che non è certamente dispiaciuta ai compi­ latori americani del piano ERP, e fa galleggiare bravamente la nostra povera lira sui gorghi delle contrazioni valutarie di economie dominanti. Con questo siamo arrivati al termine rii una rivista pano ramica che ci ha fatto fare il giro de! mondo e infine ci ha condotti a! gito dei padiglioni del primo salone automobilisti­ co delia Fiera del Levante. Salone dove l’industria italiana pur rappresentata da fioche unità, per non dire da una sola, hit subito denunciato la potenza in essere e in divenire di cui l’Italia dispone. Potenza che già con l’anno prossimo può schierare — purché l’opera di risanamento morale e sociale prosegua ininterrotta — in qualità e in serie sui circuiti c nelle Mostre, nazionali e internazionali. Espressione di fededi vita e di lavoro.

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POUSPDRTIVITA’ PENTATHLON PAODERNO <!■ ICiutiero Nicolai

s a recente disputa del campionato italiano di pentathlon I | moderno, se ita messo in luce, com è doveroso constatare, ’ la indubbia buona volontà dei suoi galvanizzatori, ha ciononostante confermato la mediocrità dei valorosi atletici in gara e pertanto quella dell’opera selettiva che è stata svolta fin qui. Nessuno invero avrebbe potuto pretendere che, accanto ai pentatleti già collaudati senza disdoro per­ sino in campo olimpiaco, si sarebbe riusciti in poco più di un anno ad esibire qualcuno capace di superarli; ma al­ meno di emularli, si. La quantità degli iscritti e la presenza tra essi di elementi non militari, che avrebbero ga­ reggiato in rappresentanza di comuni società sportive, avevano fatto sperare in qualche ottima rivelazione. Non si è ottenuto invece — in sede di risultati tecnici — che. la riprova già peraltro scontata di come il valoroso cara­ biniere Brignetti sia, per discreta potenza di mezzi e per. ■costante rendimento nelle varie prove, il migliore in sen­ so assoluto, ma soltanto in confronto ai suoi attuali com­ petitori italiani, rondine che non fa primavera; perchè, in confronto ai possibili competitori stranieri, non si vede ancora come egli potrebbe, per esempio nelle Olimpiadi del 1952, fornire qualche cosa di più. Sappiamo bene che, nella ricerca di dotati « natural­ mente » per il pentathlon moderno, la Presidenza del C.O. N.I. che se ne è fatta mallevadrice diretta, va in giro con la lanterna di Diogene; e che le Forze Armate la coadiu­ vano alla meglio, com’è loro prerogativa tradizionale, con ogni plausibile impegno. Ma la polisportività, presuppo­ sto del pentathlon moderno, non è pianta che alligni in Ita­ lia con facili o spontanee fioriture; e un Silvano Abba pu­ re destinato a rimanere, negli annali dello sport naziona­ le, un fenomeno che non riuscì — appunto perchè tale — a costituirsi capostipite di una generazione di pentatleti. La sua « eccezionalità » fu infatti quella di chi sa, in una competizione così massacrante, rendere assai più del pro­ prio normale valore; ciò che, se può verificarsi sempre quando un atleta si concentra in gara con la caparbia tecnica di cui qucH’eroe fu il più patetico esempio (biso­ gna averlo visto arrivare al traguardo, con un estremo anelito sulle labbra sbiancate, nella prova pentatletica della corsa campestre dei Giochi Olimpici di Berlino), non si deve considerare come un fattore in cui porre affida­ mento dato che nel pentathlon moderno, per eccellere ve­ ramente, bisogna essere capaci di prestazioni il cui ren­ dimento omogeneo sia il corollario di una polisportività autentica, vale a dire in grado di sentirsi, in ognuna del­ le cinque competizioni, come nel proprio elemento.

A tale polisportività, frutto non di mero dilettantismo (quella infarinatura di varii sport che caratterizza in ge­ nere i nostri pentatleti) ma di applicazione coscienziosa­ mente scientifica (ed affinata agonisticamente come si usa in quella fucina pentatletica ch’è la nazione svedese), pen­ sava Pierre de Coubertin nel proposito di dotare, con sa­ gacia di pedagogista c talento di artefice, le nuove Olim­ piadi di una gara multipla in cui si affermasse il prototipo del polisportivo, quale la modernità poteva oramai richie­ derlo. Se per l’epica classica l’atleta perfetto era quello che lo scultore Lisippo aveva ritratto nel suo « Apoxiomenos », in cui le proporzioni care al canon- di Policleto sono come spiritualizzate, ed esprimono una leggerezza ed una mo­ bilità che non sono solamente forza e bellezza, ma vita, per 1 epoca contemporanea esso non poteva essere rintrac­ ciato che in un tipo di uomo che fosse consapevole della

funzione pratica e morale ad un tempo delle discipline sportive da lui coltivate con assiduità e con diletto: un insieme di prove che costituissero nel senso vero dei ter­ mini — quale gl.e lo dava Pierre de Coubertin — il « sa­ cramento dello sportivo completo». Intrepidezza, risolutez­ za. agilità, energia e tenacia, dovevano estrinsecarsi da còlerò che si sarebbero accinti a sostenere le cinque competizioni in programma nello spazio di cinque giorni filati (oggi ridotti preferentemente a quattro): il nuoto, il tiro a segno con la pistola, la scherma di spada, la prova ippica, la corsa campestre, avrebbero richiesto maggior­ mente. o l’una o l'altra. o tutte simultaneamente, quelle necessarie virtù, e i pentatletici avrebbero avuto coscienza di possedere una » virilità » simile a quella del civis o del miles nella Roma repubblicana, o a quella del cavaliere nell’Europa dell’età di mezzo. SS

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Se a credere che a tale grado di efficienza dovessero aspirare soprattutto i militari falsò in parte le intenzioni dell’ideatore; e rischiò — come rischia tuttora — di esau­ rire in un esclusionismo di casta, tal quale per le prove olimpiache dei concorsi equestri, una competizione che doveva e dovrebbe essere aperta al più puro dilettantismo. Il vero pentathlon moderno, fin dalla sua prima gran­ de esperienza, nei Giuochi olimpici di Stoccolma del 1912, rivelò di essere la più « maschia » e dura delle prove che figurano nella sagra quadriennale dello sport; e non si ca­ pisce in ess con modifiche che lo hanno nazionalizzato e reso più concreto, ha acquistato una maggiore forza sele­ zionatrice ed una più chiara significazione etica. La competizione si profila sempre come quella che, me­ glio di ogni altra, sembra fatto apposta per laureare, non. un campione specializzato, ma un uomo. È per questo che — come ho già detto — non possiamo non preoccuparci di quanti scarsi ed effimeri siano i pro­ gressi che si compiono in Italia nel difficile compito di propagandarne l’insegnamento e la pratica e di creare i vivai ove produrre e selezionare i suoi cultori. I « centri militari di educazione fisica », se pretenderan­ no di poter plasmare in atleti multipli i giovani che vi af­ fluiscono dalle caserme, con quelle albagrè e quelle man­ chevolezze che sono insite nella faciloneria con cui si ac­ quista in genere una talquale infarinatura polisportiva, non potranno che incrementare illusioni. La polisportività, che il pentathlon moderno esige, è fat­ ta sì anche di cognizioni tecniche e di prestazioni agoni­ stiche. ma soprattutto di una persuasione di potenza che. quando si immette in una qualsiasi delle cinque competi­ zioni, vi si sente nel medesimo stato euforico che in una qualsiasi delle altre quattro. Perchè ciò possa verificarsi, la polisportività deve esse­ re una somma di attitudini che il fisico e il morale met­ tono in azione con agevole volitività, senza sforzatura od imperio, dosando ed accentuando le proprie forze secondo la natura specifica di questa o di quella prova. Pertanto, non può apprendersi quando la giovinezza già si è consolidata in una sua maturità, ma assai prima e con ogni accortezza di metodo. Essa deve far parte pertanto di quella educazione fisico-sportiva che nella scuola media può avere suo preliminare campo di azione e che poi, nelle società sportive e negli istituti convenientemente at­ trezzati, può trovare un incentivo a perfezionarsi in una vera e propria naturalità e in una vera e propria effi­ cienza.

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DILAGA LA PASSIONE PER IL CALCIO ,

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Ci riferiamo ad una fase ascensionaie quantitatiQualitativa mente, invece, non è completamente rasserenato l’oriz­ zonte; anzi, nella imminenza del quarto campiona­ to mondiale cal­ cistico, le preoc­ cupazioni dei no­ stri tecnici sono grandi, anche se non del tutto pa­ Anche Lorenzi ammirato di fronte all'acrobatica prodezza lesemente mani­ dell'avversario: una rovesciata all'indieiro, quasi da salto mortale. festate. È di ieri l’accorata segnala­ zione di un noto scrittore di cose calcistiche — Daal campionato di calcio non è soltanto tuia nilo Mazzuccato — della crisi di mezze aI attività sportila che aitila e interessa li che affligge in (ptesto momento il cal­ "masse enormi di lolle e nemmeno soltan­ < io italiano; è <di ieri la dissertazione di to un'attività spettacolare che coinvolge mi’allra illustre■ penna ............del .. giornalismo interessi economici e finanziari dell’ordine sportivo — Mario'Zappa — stille bellezze ’l triniteli . ....i .:.. . . di parecchi miliardi. È anc he, forse soprat­ ilf del giuoco classico che i calciatol i straniétutto. un campo di osservazione e di stu­ ii >i importali importati nelle nostre squadre (Zappa dio che. in relazione al fatto sociale sport, prende lo spunto dal trio svedese <ìcf del SiiMioffre dati e insegnamenti degni di piofon­ lan, (.recti. Nordahl G. c Liedholm) Liedhohn) fan fan-­ da meditazione. no ancora ammirare in tanta povertà di Lo sport è vita; il suo fondamento ago­ giuoco che distingue il momento attuale. nistico -- non antagonistico — risponde Si è scritto e ripetuto, fino a sazietà, che essenzialmente all’istinto della lotta con­ la elisi tecnica del calcio italiano è causata naturato in ogni creatura. Resa incruenta dalla pletora di squadre che si riscontra dall'educazione civile, purificata, nobilita­ in tutti i gradi del nostro campionato e si ta Imo a trasfoiaitarsi tu sana e cavallere­ t impioterà agli organi direttivi federali sca emulazione, è pur sempre la legge del­ di esimersi, per ragioni prevalentemente la foresta che spinge gli uomini a misurar­ elettorali, dalla necessaria operazione chi­ si nelle competizioni sportive, per aflermarurgica dell’amputazione di quanto vi è re la supremazia del più forte e del più dt superfluo nell’organismo calcistico. abile. Il rilievo ha un fondamento di verità, il giuoco del calcio appaga in modo par­ ma considera un solo lato, quello imme­ ticolare. per etnei suo aspetto di battaglia diato. del problema. Un lato spiccatamente manovrata, per cptella sua proprietà di uspettacolare, che non tiene conto di quello, tilizzare le più svariate risorse individuali più ampio c fondamentalmente più impor­ e di. complesso. pei la mutabilità e l’in­ tante. di puro carattere sportivo. certezza dell’esito, esposto all’influenza di I.a passione per il calcio dilaga. Lo mille e mille fattori anche estranei alla spotl della palla rotonda dimostra una vi­ volontà dei contendenti, i gusti degli in­ talità prorompente che non può essere dividui e delle folle, siano attori, siano trascurata, né tanto meno sottomessa agli spettatori. H richiamo agli istinti, che cinteressi di coloro che possono essere defi­ splode nel tifo, è irresistibile. niti organizzatori di spettacoli calcistici. Già fortissimo per impulsi spontanei, lo Non sono soltanto Milano c Roma a la­ mentarsi della ristrettezza dei loro Stadi, orientamento verso il giuoco del calcio è stimolato anche dalle possibilità di gua­ Se San Siro, pur accogliendo oltre cinquan­ tamila persone, è insufficiente alla passio­ dagno che offre. Il calciatore ha denaro c popolarità: due elementi che fanno da ne sportiva dei milanesi; se a Roma uno propulsoli all’attività umana anche in più Stadio che ne accoglie trentamila è addi­ importanti e meno effimeri campi. Ci senirittura ridicolo, è un fatto che Bergamo -bra assai difficile che il calcio possa cono­ ptocede all’ampliamento del suo Brumascere una parabola discendente. Per ades­ ita. che Como ha appena finito di aumen­ tare la capacità del Sinigaglia, che Paler­ so. in ogni modo, è in fase nettamente amo pensa già a moltiplicare i posti della scensionale. e non soltanto da noi.

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favorita, che Napoli si dibatte nell’angu­ stia del « campctto » del Vennero, che cit­ ta, paesi c borghi reclamano attrezzature di campi moderni e capaci. Come si può restare sordi e indifferenti a questi appelli, che non nascono da ca­ priccio megalomane di individui o di gruppi, ma dalla pressione crescente di fol­ le <li pubblico che, attratte da un determi­ nato spettacolo, nicnt’altro chiedono che poterlo godere col minimo di comodità ciic il loro costante e incondizionato con­ ti ibuto finanziario Ita diritto di chiedere? Eolie, badiamo bene, che si accontentano anche dello spettacolo mediocre che loro viene offerto. 11 problema, dunque, non è di restrin­ gete la quantità per avere una miglior qualità, ma di ottenere migliore qualità in quantità corrispondente a quella richiesta. In altre parole, venti squadre di serie A possono essere — salvo gl’inconvenienti della lunga durata del torneo — il nume­ ro adatto alle esigenze della massa di pub­ blico che « vuole » lo spettacolo calcisti­ co: ed allora, bisogna poter disporre di .‘150-100 giuncatoti di valore tecnico suffi­ cientemente elevato per dar vita a un in­ teressante ed equilibrato campionato di queste proporzioni. Oggi come oggi, non ne abbiamo abba­ stanza e le deficienze sono state colmate con la tanto discussa importazione di cal­ ciatori stranieri. Il cui numero, che già sembra tanto elevato, sarebbe certamente ■•tato anche maggiore, senza le limitazioni imposte dalla federazione. Il calcio ita­ liano. che ha dato tanti campioni di classe eccelsa, dei (piali è superfluo ricordare i nomi — i due titoli mondiali c un titolo­ olimpionico. piti la serie nutritissima di ininterrotte vittorie internazionali sono la prova più limpida del livello a cui sa­ pemmo giungere — è dunque tanto po­ vero da dover ricorrere agli stranieri ed a restare poi in ammirazione delle loro ge­ sta? Ma no. neppure per sogno. Noi agiamo ma semplicemente in stato di necessità. Abituati all’eccellenza, siamo impazienti di raggiungerla immediatamente e ricorria­ mo (piindi ad artifici per ovviare alle de­ ficienze del momento. Ma la quantità cre­ scente dei praticanti del giuoco del calcio ci assicura che, in tempo più o meno bre­ ve. all’eccellenza torneremo anche in via naturale. Ma, per chi deve provvedere alla disci­ plina del l’organizzazione calcistica, i ter­ mini del problema sono nettamente defi­ niti. I-i abbiamo già enunciati: non com­ primere la quantità, che equivarrebbe a voler restringere entro argini angusti il vo­ lume delle acque di un fiume che trova continue nuove sorgenti di alimentazione, ma migliorare la qualità.

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La Federazione ha fatto i primi passi in questo senso, ma timidamente, «piasi per salvare le apparenze, assorbita e so­ praffatta come dal rumoreggiare dei cam­ pionati che si rincorrono quasi senza solu­ zione di continuità: ha istituito la Lega Giovanile, ha messo mano al Cenno di Preparazione Tecnica. Deve ora volgere a «ptesti due organismi tutte le sue cure e le sue attenzioni, perché in essi é l’avveni­ re del giuoco. Dichiarare guerra all’empirismo c a «piell’altra piaga che é il prcssapochismo. Dal Centro di preparazione tecnica deb­ bono uscire allenatori riconoscimi che ab­ biano veramente tutti i requisiti per espli­ care fruttuosamente il loro compito. Dei « maestri * del giuoco del calcio, che sap­ piano insegnare agli allievi l’uso «li tutte — e non sono poche — le lettere «lell’alfatlieto calcistico. La Lega Giovanile dcv’es-

ere la palestra in cui l’attività eie" acstri si esercita. Si «leve arrivare amnesie»; l'attività cal­ cistica s’inizia nelle file della*Lega Giova­ nile. Libero chiunque di entrarci e di svolgervi attività; ma io. Ledei azione, non concedo la tessera e quindi il riconosci­ mento e unte le provvidenze che vi sono connesse, se non a quei calciatori che han­ no dimostralo di possedere i requisiti tec­ nici minimi per chiamarsi ed essere tali: calciatori che. in fatto di trattamento di palla, abbiano raggiunto l'abilità necessalia. l'na società vuole accogliere nelle sue file uno dei tanti «un solo piede* che cal­ cano i nostri terreni? Padronissima. Io. Fe­ derazione. ne prendo atto, ma non gli dò il mio riconoscimento; egli è, nelle mie fi­ le. uno straniero, un tollerato. Guardiamo gli stranieri che abbiamo importato: anche quelli che meno brilla­ no. trattano la palla con padronanza asso­

luta, quasi co automatismo. A «piale li­ vello «ti rendimento giungerebbero i no­ stri. se possedendo quell'automatismo, che «lei lesto <’• indispensabile, potessero dedi­ care la loro intelligenza, il loro estro, cs< lesivamente alle trame di giuoco, anzi­ ché pe-.dei'si negli intricati problemi «li do­ minare alla meno peggio l’indocile attrez­ zo di cuoio? Di «pteslo. della preparazione tecnica dei calciatori, ci proponiamo di pallate in se­ guito. Preparazione che rientra, del resto, in «pici più vasto e importante problema che <’• l’Piscgnamento dcH’cducazimie fisica — meglio. dell’educazione sportiva — nel­ le scuole, che questa Rivista ha riportato in pi imo piano e che non si stancherà di agitare come una bandiera destinata a rac­ cogliere intorno a sé masse sempre più numerose, convinte e consenzienti.

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emozioni avranno provato Ili sputato ?"UcO,°re' J50' 11 «"“"«o aspetto di battaglia manovrata, per la mutabilità o incertezza dell’esito ». Quali Martini ha ripreso uno degù epTsodi più .' “ ,SSL°n “ ^UO3ta che poteva concludersi, da un attimo all'altro, in goal? La foto di P ai piu emo-ionanti della prima ,. di Campionato giocatasi nello Stadio tornano. Sono di scena i tigrotti delia Pro Patria e i giallorossi della Roma.

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L'U.V.I E I GIOVANI Due avvenimenti che interessano più de­ gli altri il finale della stagione ciclistica, particolarmente gravosa per gli atleti di primo piano: il (Iran Premio delle Nazio­ ni a Parigi e il Campionato Nazionale ad inseguimento; fo>se perchè lutti c due a vevano per protagonista il numero uno per ciclismo mondiale, e agli assi mai c ■permesso di perdere una sola volta. Avere nell’armadio una collezione di maglie come nessun altro atleta al mondo è riuscito a racimolare in una sola stagiostagio­ ne quasi non importa c non giova a nulla se olla prima occasione, in una giornata , néra cappa fra capo e collo una mazzata di quelle sonore sotto forma di sconpt'a. Taluni si erano fatti premura di mette­ te in guardia il grande Coppi del pericolo di un superlavoro. Ma Coppi che tiene an­ zitutto alla parola e che ama rispettare i contratti è arrivato al punto di mettere a repentaglio la propria fama, il proprio nome, pur di smaltire il gruzzolo di cam­ biali a scadenza obbligata sulle quali ave­ va posto la propria firma. Non che ci sia da drammatizzare, ma sono cose che non debbono aver fatto pia­ cere neppure a Coppi, così come non fan­ no piacere a Boriali. Ma Bartali è più fur­ bo del grande avversario, Bartali sa schiva­ re i pericoli nel senso di rinunciare alle grandi corse che del resto rendono assai 'meno delle piccole... rincorse nei catini chiamati anche velodromi di tutta Europa e in tal modo non pregiudica nulla della

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prcpìia annoia di campione. Me lo ha detto del resto chiaramente un mesetto ad­ dietro quando son capitato di buon matti­ no nella sua casetta in pia Paolo Masca­ gni a Firenze, tra il verde delle colline che circondano la suggestiva c artistica città del giglio. » (filando non si è in grado di far fron­ te agli impegni o si è sicuri di una brutta figura, quando i percorsi o le formule non piacciono, si resta a casa ». Sono parole non del sol tosi ritto ma di (Uno Bartali, paiole incise per di più in quella macchi­ na infernale che risponde al nome di Webster. con la quale oggi non è più possibile mantenere il molto famoso delle parole che volano e dei scritti che rimangono, l.e trai ole di Bartali sono incise e non (incile soltanto ma tante altre ben com­ presi' certe riflessioni sui campionati mon­ diali di Copenaghen. su! famoso traccialo e anche certe considerazioni sul valore ef­ fettivo di Fan Stecnbcrgen. che Burlali considera grandissimo cani pione, capace di vincere tutte le corse e forse persino il « Tour » se potesse disporre di una squa­ dra a modo e se gli organizzatori non in­ sistessero. a includerei quelle famose mon­ tagne che i corridori come gli sciatori definiscono » muri ». C.of>f>i ita dunque /terso a Parigi, la set­ timana dopo che aveva conquistato a Pa­ dova il titolo assoluto di campione d'ItaHa. !■: talmente volubile la folla degli spor­ tici che dimenticando la grande corsa per

le strade del Tendo con il Pian delle fugazzc e il Tasso dei tre Signori, ha manife­ stalo il disappunto per la delusione avu­ ta dopo il risultalo della grande corsa a i ronomelro francese che può anche esse­ re considerata un vero c proprio campio­ nato di fondo della specialità. Per colmo di disdetta Coppi elle aveva scelto perso­ nalmente e di proposito la data del cam­ pionato nazionale ad inseguimento s’è im­ battuto in un Bevilacqua « for - ever ’ con il fuoco addosso c anche una puntina di acido in corpo che nessun bicarbonato avrebbe smaltito. E incappato in un Be­ vilacqua eccezionale e proprio sulla /lista che ha visto i suoi trionfi più applauditi e la conquista dell'eccezionale primato dell’ora — con una media che non sarà fa­ cile sufierare c che forse terrà per anni ed anni il cartellone, come fu per quella di Oscar F.gg — il cani pianissimo ha subito l'umiliazione di una lunga e lacerante bor­ dala di fischi man mano che il maestro cencio aumentava il suo vantaggio sino a raggiungere cento metri abbondanti. I.a folla in quel momento non ha considerato nulla: non ha pensato a dare un'occhiata al cronometro e s’è riavuta con altrettanto stupore solo all’annuncio della media spettacolosa raggiunta da Bevilacqua. Sarà bene ricordare infatti che Coppi non è stato battuto da un avversario qual­ siasi in una prova mediocre, bensì da U’i corridore che da anni punta tutte le sue carte e il suo puntiglio eccezionali proprio


Nella foto: il giovane Fornata. vincitore del Giro dei Tre Mari. Al suo fianco, a destra, Lcarco Guerra.

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in questa gaia che lo ha visto sacrificato lo scorso anno ad Amsterdam, negli stessi campionati del mondo. Era logico che Be­ vilacqua attendesse il momento propizio e rinunciando ad una serie di riunioni che forse avrebbe falsato la sua preparazione, si è presentato al rigorelli per il campio­ nato ad inseguimento in carburazione per­ fetta e con una forza fisica tale da spezza­ re i pedali. A Coppi dunque resta la sod­ disfazione di aver ceduto, forse tempora­ neamente lo scettro di Campione Naziona­ le, pur avendo in mano quello mondiale della specialità, ad un’atleta che lo onora c che saprà difenderlo con tenacia così co­ me non deve crucciarsi, il vincitore delle più grandi gare dell’annata, per l'altra staffilata ricevuta sul rettilineo di Cope­ naghen, nel campionato assoluto in quan­ to l’an Steenbergen non è corridore da quattro soldi e valga a sostegno della nostia lesi la dichiarazione di Bartali. Il calendario ciclistico è stato un P°' confuso quest’anno forse perchè oltre al Giro d’Italia i nostri corridori maggiori sono stati impegnati per quello di Fran­ cia. £ molto probabile che l’anno venturo fa stagione dei professionisti venga rivista, così come con ogni probabilità sarà ritoc­ cata la formula dei campionati su strada dei dilettanti e degli indipendenti e più ancora, naturalmente, degli allievi i quali non possono essere sottoposti a lunghi trasferte. Cominciano anche ad abbondare le corse a tappe, per tutte le categorie. Per quella dilettanti in ispecie la lunga serie di queste severe prove preoccupa, anche se le iniziative provengono in gran pari* dal me>idione e dimostrano quindi una vitali­ tà <nganizzativa ed una passione non co­ mune. I dilettanti hanno anche a iuto (er­ se a tappe, in piena estate, nel Veneto < in Liguria, non sappiano con quale risultato tecnico. Si corre troppo c nessuno dei diri­ genti delle società o delle regioni pensa a frenare l’ardore e talvolta persino la spre­ giudicatezza dei giovani corridori. Deve pensarci l’U.V.I. con una norma ben pre­ cisa perchè il materiale uomo va custodito e curato con intelligenza in quanto è già di per se stessa difficile la selezione e an­ cor più difficile la nascila di campioni ef­ fettivi; di tanto in tanto ne spunta qual­ cuno e il giro dei Tre Mari, non foss’altro ha dato la possibilità a Fornara, un ra­ gazzo nato nelle file del Centro Sportivo Italiano nella simpatica e appassionata Borgomanero, di confermare la fiducia che su di lui era stata riposta dai tecnici della sua casa e da quelli federali. Gli assi co­ minciano a scomparire e occorre che qual­ cosa di nuovo appaia all’orizzonte. £ un problema grave che l’U.V.I. cercherà di ri­ solvere impostando in modo più raziona­ le e adeguato il programma giovanile sen­ za dimenticare a tal proposito l'indispen­ sabilità di una serie di confronti intema­ zionali riservati agli allievi e ai dilettanti per dar modo ai nostri ragazzi di presen­ tarsi ai campionati mondiali o ai giochi olimpici preparati non soltanto nel fisico ma anche e soprattutto nella scaltrezza in­ dispensabile per vincere le coalizioni e le resistenze degli stranieri.

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con certi spettacoli a * pugilato é | alla sbarra. sportivi. La lotta libera, ad esem­ Non è la prima pio, è già esercizio volta. Già altri deprecabili c do­ di eccessiva vio­ lorosi casi si sono lenza che consen­ verificati in cui te, addirittura, di un atleta é morto «disarticolare", di in seguito a com­ •strangolare" l’av­ battimento pugili­ versario. Ma, ol­ stico. E l’opinione tre oceano, tutto pubblica, che usa tenere in considera­ questo pare non bastare a dare il « bri­ zione il V Comandamento « Non am­ vido >i, a solleticare i più bassi istinti mazzare”, accusa il pugilato di vio­ degli spettatori, sicché le gare si svol­ lenza e omicidio. Saprà il duro sport gono su /ledane coperte di fango, e i difendersi c tornare per le vie del mon­ lottatori assumono presto ri pugnanti do a vivere indisturbato della sua so­ maschere di degradata umanità. No, lita vita di palestra c di spettacolo? questo non è sport, questo è il rinasce­ re dell’abbietta formula » panem et Il nuovo fatto tragico, accaduto in circenses >■, coniato in bassi tempi, sol­ America, della morte del povero Bet­ tola, seguito, dopo pochi giorni, da al­ leciti soltanto di tener buona la gente col riempire ad essa la pancia e col tro simile fatale evento, ha riaperto proporre ai suoi occhi visioni di bieca l’annoso processo contro il pugilato. Da ferocia trionfante". Se è stalo scritto noi si era ancora sotto l’impressione tutto ciò per la lotta libera non po­ «l’un altro caso letale: il tragico risul­ trebbe dirsi altrettanto per certa boxe? tato del match Loy-Jannilli. In Ame­ Noi non siamo avversari del pugi­ rica: dal principio dell’anno ad oggi, lato. Ma non io siamo finché il pugi­ ben nove casi mortali si sono avuti. lato resta sport, arte del pugno, della È il perfezionarsi della tecnica del difesa personale. « noble art secondo colpo di pugno che provoca simili con­ la concezione inglese; scherma, secon­ seguenze? È il moltiplicarsi degli in­ do la concezione latina. contri severi a cui si assoggetta il puDiciamo: il pugilato può continuare gilatorc, di volta in volta sempre più » suonato • e meno resistente, che reca benissimo a vivere della sua vita clas­ sica e di salutare sfogo per i tempera­ il suo pernicioso concorso all’esito più menti ultradinamici (che resterebbero che antisportivo, negatore dello sport dannosamente oziosi dinanzi ad altre che é esaltazione di vita? sollecitazioni), ma purché rientri nelle Conosciamo la tesi della difesa: tra linee del vero e proprio sport, anche gli sport, non il solo pugilato può pro­ vocare la morte. Rispondiamo che solo . se trasferito nel campo dello spettacolo. Si possono adottare provvedimenti nel pugilato si combatte a colpi di pu­ di carattere tecnico tali da premunire gno, i più duri e « scientificamente » e salvare sport e atleti. Abolire, ad collocati, per demolire e abbattere l’av­ esempio, il bendaggio duro. Conferire versario. E di questo procedimento maggior valore, agli effetti del pun­ « scientifico » c certamente « coscien­ teggio, alla fattura e precisione dei zioso » e, quindi, pienamente • coscien­ colpi, così attutiti. (Perché non abo­ te » il risultato può anche essere tra­ gico. lire. specie per i dilettanti, il « colpo Il pugilato praticato in questi ter­ duro », il K.O.? Del resto non è punito mini, e non solo quello professioni­ il • colpo basso » ?). Un • medico pugi­ stico, più spietato ed esposto alla be­ listico » vigili ring c pugilatori col suo stiale brama emotiva dei grandi pub­ occhio clinico, per far sospendere, in blici, ma anche certo pugilato dilet­ caso di necessità, tempestivamente la tantistico coinvolto nella febbre dello lotta. Sia egli il vero arbitro circa la spettacolo, é sport? O è pratica gladia­ prosecuzione o meno di un combatti­ toria? mento. E sia posto in grado di poter effettivamente esercitare il suo ufficio Si fa rimprovero all’antico mondo anche nei confronti del pubblico più romano decadente, degli spettacoli gla­ esigente. Insomma, attraverso una re­ diatori!: ma almeno l’« ars gladiato­ golamentazione più rigorosa e umana, ria • aveva lo scopo di far conoscere si riesca a evitare che il pugilato sia le armi e il modo di combattere dei campioni d’arme dei diversi popoli, uno « sport che uccide •, rendendosi la aderenti o soggetti a Roma. E, d’al­ negazione dello sport. Si faccia sì che tronde, il Cristianesimo, con la sua dot­ non si trasformi in uno strumento di trina, era di là da venire o non si cr* demolizione e di soppressione fisica ancora affermato. d’un avversario, sotto gli occhi d'una folla imbestiata. Abbiamo già abba­ Un uomo di sport e di lettere, stanza scuole di... brutalità, in un tra le prime firme del giornalismo sportivo internazionale, ebbe a scri­ mondo negatore di Dio c, quindi, dei vere su « Stadium » tempo addietro » ; suoi Comandamenti. «.... minaccia grave, gravissima, in­ Revisione e riforma di regolamenti combente, di ripiombare in pieno Cir­ pugilistici possono e debbono essere co è costituita dal veleno di brutalità prontamente attuati dagli enti pugi­ che si tenta di inoculare nella massa listici. nazionali c internazionali.

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LICIONI DI CIClDfURISll DOVREBBERO ESSERE INQUADRATI Fra tutte le forme di turismo quello Quel membro del C.l). dell’U.V.I. s'im­ della bicicletta è certamente la più ap­ pancò nella carica, si cercò dei col la bo­ prezzabile. Non è il turismo senza sfor­ tatoti. ma il ciclo-turismo è rimasto quel­ zo attraverso le agenzie ferroviarie, nè lo che era prima che al Congresso di Montecatini l’U.V.I. l’avocasse a sé. tinello motorizzato che si impadronisce delle vostre facoltà fisiche convogliandole Invece, che il ciclo turismo veramente nella dolce indolenza del moto senza fa­ si sviluppasse inquadrato nel ciclismo tica muscolare. ttnionistico, all’U.V.I. è cosa che molto Il ciclo-turismo per l’ausilio e l’uso del­ dovrebbe interessare, non solo per i van­ la bicicletta mette l’organismo in buona taggi che tale attività bene otganizzata forma, rende snello lo sforzo nell’attività e ben guidata darà ai ciclisti, alle so­ quotidiana, vince le difficoltà della stra­ cietà, alle industrie del ciclo ed a quelle da. dà al corpo il migliore equilibrio fi­ che con essa hanno attinenza, ma anche sico. permette di godere come nessuna ■ per quanto riguarda l’appartenenza del altra forma turistica. le bellezze della nal’U.V.I. in seno all’Unione Ciclistica In­ tira. ternazionale. I ciclo turisti che l’U.V.I. riuscisse a In Italia il ciclo-turismo è pressoché formare ed inquadrare costituirebbero conosciuto. Sono pochi coloro che la bi­ cicletta usano per ritemprare lo spirito una massa di manovra per compiere, in un prossimo avvenite, un nuovo balzo in dalla fatica del lavoro pedalando lungo avanti nelle graduatoria delle Nazioni af­ le belle strade nostre alla ricerca di un figliate portandola di fianco — alla pari panorama, per cogliere l'attimo del sole — alla Francia che oggi la precede. che nasce o che si corica, per conoscere II ciclo-turismo nelle altre Nazioni ed città, visitare santuari, luoghi monumen­ in particolare nella Francia, nel Belgio tali, eccetera. e nella Svizzera è inquadrato da lunghi L’assemblea delle società ciclistiche te­ anni dalle Federazioni ciclistiche c quan­ nutasi negli ultimi giorni del 1947 a Mon­ ti lo praticano regolarmente ed ufficial­ tecatini, fra i problemi tecnici che af­ mente, sotto la loro egida, hanno licenze frontò decise di propagandare ed orga­ e brevetti che portano a cifre altissime il nizzare in seno all’Unione Velocipedistica Italiana l’attività ciclo-turistica. L’argo­ numero degli affigliati. Di fronte a tali mento non suscitò discussioni: fu ap­ masse i nostri 15 o 16 mila corridori rap­ provata la proposta fra l’indifferenza e presentano ben poca cosa. Se l’U.V.I. riu­ scisse a dar forma e vita al nostro ciclol’incuranza pressoché generale c l’appro­ turismo e l’inquadrasse nelle sue file com­ vazione fu accompagnata dal provvedi­ pirebbe cosa più che meritevole a van­ mento. che secondo l’/àssemblea distrat­ taggio del suo avvenire. ta. al ciclo turismo doveva dar vita: af­ Il lavoro è lungo c difficile, ma il giuo­ fidò ad un membro del Consiglio diret­ co vale la candela. Non si tratta di con­ tivo l’incarico propagandistico ed orga­ vogliare sui binari umoristici nuovi affi­ nizzativo dell’attività, l’onore e l’onere gliati indicendo marce, convegni ed altre di dettar leggi e di fissare programmi per manifestazioni con le quali elementar­ quei ciclisti — e dovrebbero essere mas­ mente si può pensare che il turismo del­ se __ che nella bicicletta cercano non la la bicicletta venga praticato. Vi sono an­ sola utilità quale veicolo pratico ed eco­ che da risolvere problemi che forse an­ nomico, ma anche lo svago domenicale drebbero affrontati prima di iniziare il nella bellezza delle piane e dei colli ed programma sportivo: quello delle ciclo­ in quella attività sportiva che la bici­ piste stradali primo fra tutti. Sulle gran­ cletta consente senza pretendere di fare di strade di comunicazione esse dovreb­ bero correre lungo i bordi stradali. Piste dell’agonistica.

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che non peserebbero in forma gravosa sui bilanci dell’A.A.S.S. o delle Provincie o dei Comuni. Non occorrerà costruirle rialzale in cemento come si usa in molte Nazioni; basterebbe segnare una zona di un me­ tto circa ai due lati. Naturalmente tali piste non potrebbero essere attuate che nelle strade maggiori d’Italia; la solu­ zione da adottarsi dovrebbe essere a se­ conda dell’importanza e dell’ampiezza del­ l’arteria. Un altro problema è quello concernen­ te l’abbigliamento. Per un ciclo turista che intraprende un viaggio di una certa durata, si presenta la domanda assillan­ te: quali abiti dovrò portare con me? Perchè. a differenza dell’automobili­ sta che può caricare il suo mezzo di bauli c di valigie, il ciclo-turista è co­ stretto ai suoi sacelli da sella e da ma­ nubrio. Come in tali condizioni miniatrinare un equipaggiamento rispondente alle necessità piti elementari di igiene, di comodità c di eleganza- Queste neces­ sità sono ben precisate: abbisognano al ciclo-turista due tenute distinte, una per la strada, una per il soggiorno nel ripo­ so fra tappa e tappa. L’esperienza dimo­ stra come egli tenti di risolvere questo problema adottando una tenuta interme­ dia che serva ai due scopi. Qualche tentativo del genere è stato già fatto da specialisti di abbigliamento sportivo, ma non si è tentata che la creazione di un costume detto da sport non rispondente ai due scopi. C’è poi il problema riguar­ dante la costruzione di biciclette tipo per le quali all’estero ogni anno esistono «Saloni» dove si espongono le. novità e le innovazioni di biciclette create per il turismo c delle quali noi non siamo a conoscenza. Altro problema che ha anch’csso la sua importanza, è quello del trasporto delle biciclette in ferrovia per le quali si do­ vrebbe ottenere quello che da lungo tem­ po si è praticato nella Svezia, nella Sviz­ zera e nel Belgio. Questi i problemi fondamentali, risolti i quali si avrà poi l’inquadramento spon-

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tanto di legioni di ciclo-turisti di vec­ chia data e di nuovo acquisto. Il programma sportivo diverrà allora cosa facile. Si organizzeranno marce c gite con ciclisti isolati o a gruppi inqua­ drati: s’indiranno convegni, prove di re­ golarità, gare di orientamento. Si isti­ tuiranno corsi di preparazione topogra­ fica. di abbigliamento turistico, concorsi di biciclette polimoltiplicate. adunate «li ciclisti in bicicletta monoposto o tandem misto, raid a tappe... dalle Alpi al I.ilibeo eccetera eccetera. Certamente non tutti coloro che a tale attività parteciperanno, dovranno o po­ tranno essere inquadrati nell’U.V.I.: ciò sarebbe assurdo, ma fra le decine di mi­ gliaia «li praticanti vi sarà certo un nu­ mero fortissimo di giovani meglio at­ trezzati fisicamente, più volenterosi, più preparati, ai quali arriderà il pensiero di mia attività quasi agonistica, quella dei .< brevetti ». Non è una novità. I brevetti sono la parte vitale dei programmi del ciclo-tu­ rismo francese e belga. In Italia 40 o 50 anni or sono, «piando si facevano meno corse ed i turisti erano numerosi ed in­ quadrati in attivissimi sodalizi, esisteva­ no prove di regolarità c di resistenza in­ dividuali e a squadre. Ricordiamo i bre­ vetti per il titolo di « Routicr ». di « Altdax » e di « Fortiores » concessi a chi compiva in un dato tempo, percorsi ri­ spettivamente di 100, 200 e 300 chilome­ tri: ricordiamo anche quella marcia a squadre che annualmente indiceva la « Giovane Roma » per squadre «li 20 con­ correnti. sul clastico percorso dei 220 chi­ lometri da Roma per Roma, attraverso Rieti. Terni. Narni e Civita Castellana. Su ogni prova, per ogni brevetto i con­ correnti avevano diritto a medaglie, di­ stintivi c diplomi. Potremo richiamarle in vita trasfor­ mandole. modernizzandole: potranno es­ sere tali prove «li due specie: individuali a cronometro (con un tempo massimo che darà un valore concreto alla marcia compiuta) ed a squadre con tabelle di regolarità. I « brevetti » dovrebbero iniziarsi a maggio. Quelli a cronometro così divisi: 50 Km. le due domeniche nella prima decade di maggio (tempo massimo due ore): 100 Km. le due prime domeniche di giugno (tempo massimo 4 ore e 15’): 150 Km. due domeniche a mezzo luglio (tempo massimo ore 6,30’): 200 Km. due ultime domeniche di settembre (tempo massimo 9 ore). Le prove a squadra non dovrebbero avere un calendario fisso e potrebbero com­ prendere un « Brevetto di Camminato­ re » (100 Km. in 3h 45*); un « Brevetto Audax » (200 Km. in 8h) e un » Brevetto Audacissimo » (300 Km. in 15 ore). I brevetti potrebbero poi estendersi a prove di tandem. Come si vede il programma può essere vasto, più vasto ancora di quello che ab­ biamo presentato. Ad esempio: un di­ ploma speciale potrebbe venire conqui­ stato dal ciclo-turista che di fronte ad un apposita commissione dimostrasse d’es­ sere maturo per recarsi in bicicletta al1 esteio avendo le cognizioni necessarie di geografia e di topografia, di conoscenza

della meccanica del ciclo. «Ielle leggi «lo­ ganali. «Ielle regole di circolazione, ecc. Un altro diploma potrebbe spettare al turista che in un anno abbia partecipato a 30 gite di 120 Km. ognuna alla media di 18 chilometri orari totalizzando 3600 chilometri. • Il membro del C.I). dell'l'ninne Velocipcdisticn Italiana che nel 1917 ebbe i • :. l’incarico organizzativo del ciclo-turismo non fece nulla. Speriamo che se ne no­ mini per il 1950 un altro che al lavoro si accinga fattivamente. .Sarà un lavoro gra­ voso. ma lo sorreggerà il pensiero che es­ so tornerà «li vantaggio non all’U.V.I. soltanto ed al ciclismo che dall’U.V.I. è diretto, ma anche all'industria ciclistica.

Davrà tener presente, colui clic avra l'incarico «li valorizzare il ciclo-turismo, che «lai putito di vista industriale l’Ita­ lia in un non lontano avvenire potrebbe partecipare a due grandi concorsi che il Belgio annualmente inserisce nel suo pro­ gramma turistico: a) Concorso internazionale ciclo-tecnico b) Concorso internazionale di equipag­ gia mento ciclo-turistico. Staremo a vedere: considerammo come un mezzo successo l’intenzione dell'U.V.I. di occuparsi «lei ciclo-turismo, ci augu­ riamo che il mezzo successo non si tra­ sformi in un insuccesso completo che pe­ serebbe in malo modo nei riguardi degli attuali reggitori «lei ciclismo italiano.

Ciclismo e corridori russi di 00 anni fa e di usi ili Da la II ossia, trasmesse dt-lla Bravila o dal microfono di Radio Mosca, ci per­ vengono spesso notizie sportive t lavio.cse, quando non sono addirittura sorpren­ denti. Una volta si parlava di... americanate, ma oggi quando per tambureggiamento /Iella propaganda sovietica divengono dei plagiari o magari russi addirti tura (Ga­ lileo Galilei o Guglielmo Marconi, Mar­ co Roto o Cristoforo Colombo, bisognerà sostituire l'americanata con un altro vo-

caboto per distinguere certe notizie che ci mandano gazzette ed agenzie sovie­ tiche. Sapida Sappiamo che esistono in Russia squa­ dre di calcio imbattibili, lottatori e sol­ levatori di pesi da degradare i /‘rimati del crotesc Milone, nuotatori che polve­ rizzano gli specialisti maggiori giapponesi e americani ecc. Però se le tabelle dei primati che la piopagando russa ci tra­ smette presentano risultati dimostranti la grande superiorità fisica o l’insuperabile

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1 Luigi Pontecchi, asso italiano di SO fa. mai sconfìtto da corridori ciclisti russi doll'opoca.

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i a Eros ■, l'aitante campione italiano, . riportò splendide 1 vittorie sulla pista di Mosca.

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preparazione tecnica degli atleti di ogni sport al di là del sipario di ferro, non. ci si annuncia una buona volta uffi­ cialmente, quello che da tanto tempo si strombazza, che la Russia ha deciso cioè di uscire dal suo isolamento ca­ pando nel novero delle Nazioni affiliae al Comitato Internazionale Olimpico e, di conseguenza, nelle diverse federazioni internazionali delle federazioni russe di ogni sport. Cosa questa che permette­ rebbe un confronto fra i campioni di ogni nazione del mondo, che al C.I.O. fanno capo e quelli dell’* Armata rossa » nelle cui file a quanto sembra, militano gli atleti maggiori — maschi e femmine d’ogni specialità — esplicando il loro la­ voro sportivo alle dipendenze dirette del­ lo Stato. Fino a tempo fa i russi non si erano occupati ancora di ciclismo, ma un bel giorno si annunciò da parte di uno dei Paesi controllati dalla Russia la immi­ nente costituzione di una Unione Cicli­ stica Internazionale dissidente alla anale aveva aderito l’Unione Italiana Sport Po­ polari. Questa novella U.C.I. che è ri­ masta poi nel desiderio forse di qual­ cuno. avrebbe dovuto organizzare dei cam­ pionati mondiali ai quali avrebbero par­ tecipato i corridori dell’U.R.S.S. Naturalmente della nuova federazione delle federazioni del ciclismo dissidente e dei campionati del mondo di tale ci­ clismo, non si parlò più; non. ne boria­ rono più nemmeno i redattori della UcJada Franta organo della gioventù ceco­ slovacca che, cì sembra, primissimo, ave­ va illustrato la finalità dell U.C.I. rossa. Ma di ciclismo russo si parlò anco­ ra quando un bel giorno dalla Pravd»

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7^0 •*d apprendemmo che la bicicletta, o qual­ cosa di simile, non era stala inventata dal barone di Drays o — come vogliono molti — da quell’abate Peretti (un ni­ pote di Sisto V) il quale nel carnevale del 1610 percorse mascherato le vie di Roma azionando con le gambe uno stra­ no veicolo a 3 ruote, suscitando stupe­ fazione e magari un po’ di spavento: ap­ prendemmo che non era vero che Leo­ nardo da Vinci avesse fissato in alcuni suoi disegni l'idea di un congegno per far camminare gli uomini con le gambe su un sistema di leve. Un certo Amphitreoff, russo, nel 1861 aveva inventato una bici­ cletta talmente perfetta che gli aveva peimesso di attraversare gli Urali e andar­ sene a Mosca percorrendo più di mille miglia. Un bel primato non c’è che dire, e adesso non ci meraviglieremo se i « Re della Montagna » che. fino ad oggi cre­ demmo fossero stati Brunero r Binda, Bartali e Coppi, avessero avuto dei prede cessoci nelle persone di Antocskine e Boutikine che 50 anni or sono fureggiarono a Mosca e a Odessa dove del ci­ clismo si faceva, ma su pista e non su strada, perchè cose tali ci sembra che in Russia, al meno nel passato, non ce ne siano mai state.

A onor del vero un passato veramente lodevole e notevole del ciclismo russo su pista va ricordato.

Antocskine e Bonliknie all’epoca di Bourillon e di facqualin contesero a co­ storo gli annuali gran Premi di Mosca, Pietrogrado e Odessa. I due campioni rus­ si erano alti, biondi e ben muscolati, ma non riuscirono mai però a battere i corri­ dori dell’Europa occidentale. Nemmeno i nostri Eros, Lanfranchi, Marno, Tomasclli,

Dei, Poulecchi e Mosconi i quali tutti con­ seguirono belle vittorie specialmente sulla piccola pista di Michel di Mosca, che poi non era altro che un maneggio per ca­ valli. Mosconi non fu un grande corridore, ma era bello ed elegantissimo. La messe dei rubli fu abbondante da parte di questi corridori, specialmente per Bourillon (che poi divenne giornalista sportivo apprezzatissimo ed è ancora oggi sulla breccia dopo essere stalo cantante all’opera) che a Odessa non volle correre per meno di 2500 franchi francesi per riunione. Pensale che eravamo nel 1895! Gli sportivi di Odessa pagarono ed eb­ bero il disappunto di vedere il campione francese passeggiare letteralmente da­ vanti al loro campione Antocskine che ebbe solo la magra consolazione di bat­ tere Marius The in una corsa dietro al­ lenatori utnani. Un corridore Italiano che in Russia colse molti allori e guadagnò rubli a profusione fu Carlo Messori, il gigatù^ dalle enormi moltipliche, che per un lungo periodo fu il corridore più ricerca­ to nelle piste russe. Di Amphitreoff a quell’epoca nessun ricordo. Quanto Qvanto al ciclismo moderno, quando si disse che la Russia avrebbe partecipato alle Olimpiadi di Londra anche nelle prove ciclistiche, la rivista inglese The bicycle si rivolse la seguente domanda : « Potrà allora il corridore ciclista russo firmare la richiesta dichiarazione olim­ pica di puro dilettante? Tl fatto sta che in Russia non vi sono dei dilettanti veri e propri perchè non vi è libera e spon­ tanea partecipazione alle corse, ma solo attraverso speciali selezioni comandale e non vi sono professionisti perchè nessu­ no è pagalo per conere. In conseguenza non sarà difficile di trovare una formu­ la che permetta una partecipazione che — senza dubbio — aumenterà l’importanza e l’interesse delle Olimpiadi. Ein qui la rivista inglese, ma poi tutto cadde nel dimenticatoio. Sono di questi giorni nuove notizie su il ciclismo russo, ma non ci sembrano tali da inorgoglire i connazionali di Amphitreoff. fi giornale "Trud" rii Mosca ha scritto che il ciclismo sta diventando uno sport popolare e che l’industria dovrebbe intensificare la produzione di biciclette da corsa. E’ viceversa deplorevole, che biciclette da corsa in vendita non ve ne siano nonostante che alcune società spor­ tive dispongano di fondi necessari per l’acquisto c non possano farli. E adesso attendiamo altre notizie. Molto probabilmente quella che un giorno la radio moscovita lancerà: Il primato dell’ora detenuto da Coppi è stato portato a 50 chilometri! Forse con l’ausilio della bicicletta che Amphitreoff costruì ed usò nel 1861 per attraversarne gli Uralil

Victor


LA GIORNATA RLLf ATLETA COME LA VEDE IL FISIOLOGO «li CwiiiNeppe Ijìi Cava Il nostro illustre collaboratore prof. Giuseppe La Cava ci ha per­ messo, per jar cosa graita ai lettori di « Stadium >», di pubblicare que­ sto interessante capitolo del suo atteso nuovo volume « Manuale medico dell'allenatore » di prossi­ ma pubblicazione.

Credo non inutile riassumere brevemente, in una rapida visione di insieme, la giornata di un atle­ ta cosi come è vista dall’occhio del fisiologo. Seguiamo cioè lo atleta nella sua attività giorna­ liera. Nel sonno della notte i centri nervosi coscienti e cioè quelli di­ pendenti dalla volontà, sono asso­ piti; avvenuto il risveglio, sono i sensi che ci riportano alla realtà: il senso profondo muscolare, la po­ sizione in cui ci troviamo. La parte cosciente del cervello comincia a lavorare, cioè a pen­ sare; questo lavoro implica già per via riflessa un aumento del

lavorio del cuore, per cui aumenta il lavoro dei battiti del polso. L’individuo sveglio comincia ad agire: già il passaggio della posi­ zione supina a quella in piedi im­ plica uno sforzo muscolare e dà luogo ad un altro aumento del polso e della pressione. L’individuo normale, dopo il lungo digiuno della notte, sente su­ bito un richiamo: è quello della fame: durante la notte il sistema vegetativo ha continuato a lavora­ re ed ha già disposto di tutto il materiale; l’individuo per muo­ versi ha bisogno di nuovo carbu­ rante: lo stomaco, con i suoi suc­ chi e con la sua motilità è ansioso di mettersi di nuovo in azione: e richiama l’attenzione dell’indivi­ duo ormai sveglio con quel carat­ teristico languore che ci dice che l’apparato digestivo è pronto a ri­ cevere cibo. Appagato il senso della fame lo

aliano "hi vIntoPtu.H glovino“a. n°n h“ tramonto? Noi reconto Campionato tonnktico por la tournó: amodcanà) od^0"^*" 9Ì°VanÌ * anXlanÌ’ (Cucelli e Do1 Boll° ass°'"i moricana) od ha conquistato, ancora una volta. 11 titolo nazionale. Bravo Vanni!

individuo è pronto all’azione: perchè questa possa aver luogo con facilità occorre che la colazio­ ne del mattino sia sostanziosa ma non abbondante: una eccessiva quantità di cibo, richiamerebbe nell’apparato digerente una no­ tevole quantità di sangue circo­ lante, a danno della capacità lavo­ rativa. L’individuo, ammesso che sia un’atleta, è dunque pronto all’al­ lenamento mattutino: è il periodo della giornata più adatto per l’a­ ria fresca, per la scarsa intensità dei raggi solari, per la maggiore capacità lavorativa dell’organismo ben riposato. Prendiamo l’esempio più sem­ plice e naturale di allenamento: la marcia e la corsa. Per tale mo­ vimento i muscoli cominciano a contrarsi dapprima con lentezza, poi gradatamente con maggiore rapidità e scioltezza. Nel contrarsi il muscolo consuma ossigeno e glicogeno: è, come abbiamo visto, una vera combustione, che, come ogni combustione, fa aumentare la temperatura corporea, donde il senso di calore piacevole che si diffonde nelle membra durante il n.oto. Ma ogni cosa che brucia la­ scia delle ceneri, cioè delle scorie: queste nel caso nostro sono raopresentate dall'anidride carbonica e dai prodotti di scomposizione del glucosio: se esse restassero nel muscolo, là dove sono fabbricate, il muscolo ne verrebbe ben presto ostacolato nella sua funzione. Inoltre più aumenta l’attività mu­ scolare, maggiore è il bisogno di materiale da bruciare. Ed ecco che entra in azione la circolazio­ ne del sangue; il cuore aumenta il numero delle pulsazioni, il san­ gue corre più rapido nelle arterie e nelle vene e affluisce in maggio­ re quantità quanto più il lavoro del muscolo aumenta. Il maggio­ re afflusso del sangue ha il dupli­ ce scopo di aumentare la quantità di ossigeno che necessita al mu­ scolo per le sue contrazioni e nel­ lo stesso tempo a portar via da

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esso la maggior quantità possibile di scorie residuanti dalla combu­ stione. L’aumentata frequenza delle pulsazioni è accompagnata dall’aumento della frequenza del respiro. Essendo infatti aumentata la quantità di anidride carbonica che i polmoni devono eliminare, la frequenza normale del respiro non è più sufficiente ed esso di­ venta più frequente e profondo. È così possibile al sangue prelevare dall’aria inspirata una maggiore quantità di ossigeno ed eliminare una maggior quantità di anidride carbonica. Le altre scorie e cioè le ceneri che derivano dalla combustione del glucosio non possono venire eliminate dal polmone: esse tro­ vano il loro tubo di scarico nel sistema renale e si eliminano con Purina: donde l’assoluta necessità dell’integrità di questo apparato per evitare l’accumolo nel sangue di queste sostanze, che come tutti i rifiuti, sono tossiche. Nel frattempo la temperatura' del corpo è aumentata: ma entra ben presto in azione il meccani­ smo di regolazione termica rap­ presentato dalla pelle: una lieve sudorazione corta alla evaporazio­ ne su tutto il territorio cutaneo c tale evaporazione provoca l’abbas­ samento della temperatura corpo­ rea: è il sistema di raffreddamen­ to più perfetto e sensibile che sia mai stato inventato. Ammettiamo ora che l’ind>vid"n cessi l’attività muscolare, marma o corsa che sia. prima che sia in­ tervenuta la fatica che è un feno­ meno patologico l’individuo rioo­ sa: i muscoli rilasciati non chie­ dono più il carburante di cui ave­ vano bisogno durante la loro at­ tività: ner oiial^e forano ancora il saneu° som-re rapido ner lavare le scorie ohe nn^ono essere rima­ ste nel muscolo: ’1 respiro resta, ancora un po’, più freouente ner eliminare l’eccesso di anidride car ­ bonica che non tutta era slata eliminata: ma ben presto ogni co­ sa rientra in quiete: il cuore ri­ prende il suo ritmo normale, che ci accompagna per tutta la vita, il calore che si avvertiva in lutto il corpo cede il posto ad un senso di piacevole freschezza, il respiro ritorna calmo e superficiale. Ma ora sono gli organi digestivi che si svegliano; durante il lavo­ ro muscolare essi hanno con en­ tusiasmo e largamente inviato ai muscoli il materiale che avevano

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accumulalo in previsione delle ri­ chieste; ma ora si trovano a cor­ to di rifornimenti; è il fegato principalmente che ha ceduto il glicogeno, tanto necessario ai mu­ scoli, che si preoccupa di vedere diminuite le proprie scorte; ed an­ che il sangue che porta con sè una quota fissa di tali elementi, si accorge che la quota è al di sotto di quella prescritta: ed ec­ co che avvertono subito i centri nervosi che presiedono a quel complesso di attività da cui nasce 10 stimolo della fame: tutto l’ap­ parato digerente è pronto all’ap­ pello; le ghiandole salivari au­ mentando lo loro secrezione dànno l’acquolina in bocca al solo pensiero di un cibo desiderato: lo stomaco, con le sue ritmiche con­ trazioni, sembra stia per assaggia­ re le sue forze prima di iniziare 11 suo lavoro di mescolamento del cibo che deve arrivare; la vesci­ chetta della bile è carica di bile ed è pronta a schizzarla nel duo­ deno al momento opportuno. In una parola l’individuo ha fame. Sono sufficienti i primi bocconi per smorzare il senso acuto della fame; si è perchè lo stomaco, in attesa che tutto il pasto sia inge­ rito. cessa di contrarsi e i suoi succhi hanno già trovato il mate­ riale su cui agire. Completato il pasto, lo stomaco inizia il suo lavoro non indiffe­ rente: e come il muscolo in azio­ ne richiede maggiore afflusso di sangue, altrettanto accade per lo stomaco: tutti sanno che durante la digestione le pulsazioni aumen­ tano: ma non è solo lo stomaco, è tutto l’apparato digerente richie­ de sangue dal circolo per poter compiere il proprio lavoro — le arterie, le vene, i capillari, si dila­ tano, succhiano per così dire il sangue da tutti gli altri settori del­ l’organismo. E questi settori se ne risentono: i muscoli durante la digestione sono torpidi, ma è so­ prattutto la circolazione cerebra­ le che diventa lenta e scarsa; la attività cerebrale si rallenta; in­ terviene la sonnolenza e infine il sonno ristoratore. Il cervello ha consumato la sua carica nervosa cosciente: durante il sonno la riacquisterà. E nel son­ no il meraviglioso meccanismo della digestione lavora, trasforma, assimila le sostanze ingerite col cibo e le fa diventare perfetta­ mente uguali a quelle cinque, che sono il cemento, con cui è co­ struito il nostro organismo.

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l volo record compiuto in questi giorni da un apparecchio a reazione Gloster Meteor, rappresenta un nuovo trionfo del sistema di rifomimento in volo. Il Gloster, che normalmente ha un’autonomia noti superiore a due ere, ha volato ininterrottamente per 12 o~e e 3 minuti, coprendo una distanza di oltre 3.000 miglia, pari cioè, al per­ corso L.ondra-New York. Durante il volo l’apparecchio è stato rifornito dicci volte da un bombardiere Lancaster, e per l’operazione si è usato un nuovo congcno. Complessivamente-, 2.500 talloni di benzina sono passati nel serbatoio del Gloster attraverso un tubo lungo una ventina di metri. Ogni contatto è durato circa 2 minuti, c i rifornimenti sono stati effettuati 'nolani filava fìlriva-­ mentre ambedue gli aereoplani ll’’ora nrn no a circa 190 miglia all Con questo nuovo sistema, l'appa­ recchio serbatoio è munito di un tu­ bo che termina in una specie di im­ buto metallico. L'apparecchio a rea­ zione, che vola dietro c leggermente più in basso, ha sul muso un altro tubo, rigido e terminante a punta. Non appena quest’ultimo viene inne­ stato nell’imbuto, si stabilisce il con­ tatto ed ha luogo il travasamento del combustibile.

e primo nel mondo, il Comet, aeroploP>io a quattro turbogetti, sarà intro­ dotto sulle linee civili della British Overseas Airways Corporation, che ne ha ordinati quattordici. Il Comet sarà in grado di trasportare 36 persone ad una velocità di crociera di circa 800 chilometri all’ora, in cabina stagna, particolarmente confortevole. Munito di quattro motori Ghost, di speciali impianti per gli organi di controllo e antighiaccio, il Comet pre­ senta la caratteristica sagoma degli apparecchi ultramoderni, datagli dal­ la speciale postazione delle ali che si trovano a circa 25 gradi rispetto alla cabina Le consegne del Comet alla B.O.A.C. seno previste per il 1951.

■ l primo bombardiere a reazione brl| tannico è stato esposto al pubblico per la prima volta alla Mostra orga­ nizzata dalla Società dei Costruttori Aeronautici di Gran Bretagna. Il nuo­ vo aereo, che ha eseguito anche vo’i dimostrativi, è stato progettato in mo­ do da poter raggiungere altezze mol­ to superiori a quelle raggiunte dai bombardieri con motore a pistone. La sua velocità sarà di poco inferiore a quella sonica. L’apparecchio è aziona­ to da due turbine a gas Rolls Royce. i cui particolari sono per il momento tenuti segreti. Gli esperti dichiarano che aucsto apparecchio, denominato .. English Elctric Canberra 1” », sarà uno dei più potenti che esistono al mondo. Lungo 20 metri e alto nuasi 5. le sue all. c'’e hanno un'apertura di circa 19 metri, si vanno restrin­ gendo verso le estremità. L'apparec­ chio è munito di alettoni di profondi­ tà piatti. Il carrello di attcrraggio o stato disegnato dalla Fnglish Elec­ tric e possiede ruote abbinate che rien­ trano lateralmente sotto le ali. _I


SUCCESSO SUPERIORE AD OGNI PREVISIONE

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tro partite fa riscontro luminoso un’altra cifra ancor più sorpren­ dente, quella delle cinquantadue arrivate. È un primato a cui anche gli esperti maggiori stentano a credere, perchè una simile percentuale in una prova a cronometro di venti­ cinque chilometri abbondanti (per l’esattezza il percorso della finale di Aosta misurava esattamente Km. 25,900) e tutti realmente fat­ ti di... 1000 metri, con oltre 3.000 di dislivello è possibile solo se le squadre hanno nelle gambe e nei polmoni mesi di addestramento e di intensa preparazione. La gara di Aosta ha potuto essere seguita metro per metro dalla popolazione grazie ad un servizio di informa­ zioni radiotelefoniche e di cronometraggio. risultate tra le più per­ fette. E attraverso tali segnalazio­ ni l’entusiasmo per le pattuglie in gara è stato di un crescendo ecce­ zionale. Talune squadre hanno raggiunto medie incredibili. Val­ ga per tutte la citazione delle 2

TROFEO DELLA NWW1I1 lluattro mesi addietro quando il Il Trofeo della Montagna è stato ^lanciato non si pensava davvero di poter giungere ad una simile apoteosi. La manifestazione è ap­ parsa complessa ed ardua a realizzarsi in ogni dove d’Italia e, d’altra parte, il successo finale e il seme fecondo consistevano pro­ prio in questa impostazione a ca­ rattere generale interessante tut­ te le regioni. La finale di Aosta disputata da una massa di pattuglie prepara­ te oltre ogni dire, in numero ta­ le da sorprendere gli stessi esper­ ti e tecnici dello sport della mon­ tagna e dell’escursionismo in ge­ nere, ha messo in risalto il tra­ sporto notevole che in tutte le cit­ tà sorge spontaneo ogni qualvolta si lancia una iniziativa che invita alla montagna. Si diceva sino a poco tempo ad­ dietro, che le attrazioni escursio­ nistiche non avvincevano più i giovani i quali alla montagna esti­ va preferiscono quella invernale: i vasti campi di neve o i ripidi pendìi o meglio ancora le vertigi­ nose discese dove l’abilità si uni-

sce alla gioia del brivido per la velocità. Ecco invece che il Trofeo della Montagna scuote dall’apatia migliaia di giovani e affianca que­ sti esperti della difficile speciali­ tà alpina, per la messa in scena di una serie di competizioni che formano la solida base di un ori­ ginale, ma anche naturale reclu­ tamento alpino. C'è una cifra che sovrasta ogni commento e al tempo stesso tutti i commenti riassume: quella del­ le 54 squadre partecipanti alla finale nazionale e non soltanto pei' il gusto di compiere dalle lonta­ nissime Sicilia e Calabria un in­ terminabile viaggio attraverso la intera Penisola per raggiungere la deliziosa e invitante Val d’Aosta, ma per gareggiare con puntiglio, con passione, vorrei dire con stoi­ cismo. possibile solo nella gente della montagna o amante dei monti, se talune squadre sono giunte al traguardo allo stremo delle forze, madidi di sudore, tra­ scinandosi se non addirittura tra­ sportando di peso uno dei compo­ nenti. letteralmente sfinito. Ma sono giunte. E alle cinquantaquat-

ore 55’47” impiegati dai quattro ragazzi deH’VIII alpini guidati dal­ l’azzurro Tassotti a percorrere il severissimo tracciato attraverso mulattiere e sentieri che le piog­ ge torrenziali della notte prece­ dente avevano reso fangose e fria­ bili. Meno di 3 ore per compiere 26 Km.! una media dunque di cir­ ca 8 Km. e 800 metri all’ora, tem­ po già eccezionale per i marcia­ tori di fondo, ma inconcepibile per della gente che non calza le esili scarpette dell’atletica leggera e che non corre su strade asfal­ tate o meglio sulle piste di tennisolite, bensì su terreno duro dove occorrono scarponi solidi o al mas­ simo le pedule degli alpini e dei rocciatori. Il fatto, torna a ripe­ terlo, che delle 54 partite 52 sia­ no giunte al traguardo e di quest’ultime 48 complete di tutti i quattro uomini componenti le pat­ tuglie stesse dimostra come le squadre si siano recate ad Aosta consapevoli delle enormi difficol­ tà da superare. Sono salite ad Aosta dai monti della Sicilia e da quelli della Calabria e qualcuno è giunto dieci ore prima del via

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dopo averne compiute in dura ter­ za classe 24 o 30 di viaggio. An­ che questo fa parte del classico addestramento alpino. Talune squadre erano formate da gente matura e pratica della montagna, ma la gran parte era composta da giovanissimi taluni dei quali avevano appena superati i 18 an­ ni. Vero è che i dirigenti tecnici ! del C.S.I. preoccupati di non esporre a pericoli e a fatiche im­ possibili il fisico apparentemente : esile di qualche concorrente lo ha sottoposto ad una seconda visita medica, quanto mai severa, per­ chè effettuata da specialisti dello sport alpino. E invece il medico ha dovuto constatare la piena sa­ lute dei giovani saliti ad Aosta dalla Sicilia, dalla Calabria, dalla così poco conosciuta ma tanto bel­ la Lucania, dalle pendici del Ve­ suvio, dai monti della Toscana e dell’Emilia, dai costoni rocciosi della Liguria e dalle erode dolo­ mitiche del Trentino come dai S. E. Luigi Meda, Sottosegretario alla Difesa, ideatore de! « Trofeo della Montagna ». dolci pendìi verdeggianti che si specchiano sul Garda. Il che vuol dire che le selezioni regionali e- me in una morsa di ferro, Aosta, rano state competizioni altrettan­ opaca come Londra, per la foschìa to severe e indicative ed erano e il fumo che la sovrasta in conti­ servite realmente ad addestrare nuità per il fervoroso lavoro delle nuovi adepti della montagna. acciaierie della Cogne, avremmo Non tutti inoltre hanno avuto la avuto ancora marciatori alpini in gioia di giungere alla finalissima una avvincente lotta di supera­ valdostana. Se la Presidenza del mento e contro il cronometro. C.S.I., costretta oltre tutto da im­ La caratteristica più bella del­ prescindibili esigenze amministra­ la manifestazione indetta e svilup­ tive — in quanto tutti chiedono pata dapprima tra l’indifferenza ma ben pochi sono disposti a dare della popolazione valdostana e co­ per prove del genere che adde­ munque senza un contributo di strano i giovani e li fanno forti, uomini adeguato come richiede un mentre si spendono invece decine avvenimento del genere è stata di milioni per un semplice tirato­ data dalla perfetta armonia fra ci­ re di calci ad un pallone sceso ma­ vili e militari, fra le pattuglie gari dalla Svezia o dal’a Norve­ quindi dei valligiani e dei citta­ gia! — non avesse limitato il nu­ dini e quelle dei reparti in gri­ mero delle partecipanti, probabil­ gioverde di tutti i Corpi. mente al tramonto sulle monta­ I reparti militari hanno aderi­ gne che circondano e serrano co- to con entusiasmo alla manifesta-

zione finale mentre solo taluni hanno potuto prendere parte an­ che alle fasi regionali, impegnati com’erano nei Campi estivi di ad­ destramento. Ad Aosta però le rappresentative militari come le numerosissime autorità presenti hanno potuto rendersi conto del­ l’importanza ai fini dell’addestra­ mento della montagna dei giovani, di una prova del genere la quale, essendosi sviluppata ovunque, ha visto una partecipazione finale ta­ le da poter essere senz’altro defi­ nita la nuova « Leva Alpina ». La formula indovinata è piaciuta ed ha permesso uno svolgimento ago­ nistico vibrante. Le pattuglie mili­ tari frammischiate a quelle dei valligiani, e non soltanto per sor­ teggio ma anche nello spirito di uno schietto affratellamento mon­ tanaro, hanno avuto maggiore in­ centivo e la loro vittoria appare ancor più eloquente. Hanno vinto i ragazzi di Tolmezzo con una marcia travolgen­ te e con un vantaggio tale da ta­ gliar corto ad ogni discussione. Quando il cronometro segna un tempo simile: meno di tre ore, non c’è ragione che tenga. Quando la seconda è indietro di un quarto d’ora abbondante è tale la supe­ riorità da entusiasmare e destare ammirazione fra gli stessi avver­ sari. La finale di Aosta severa e così congegnata richiedeva oltre tutto da parte del capo pattuglia, intelligenza, prontezza e metodo. Inutile forzare gli uomini quando si sa che uno solo di essi non reg­ ge fino in fondo. E nel trofeo del­ la montagna basta che uno soltan­ to non giunga al traguardo per far precipitare l’intera formazione, in coda alla classifica. Ad onor del vero solo quattro squadre civili e due di queste per cause di forza maggiore, incidenti ai concorren­ ti, comunque di lievissima''entità e tali da non richiedere neppure l’intervento medico, sono giunte al traguardo mancanti di un ele­

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CLASSIFICA GENERALE 1.-8 REGG. ALPINI

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1 - Mil.

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2. - 4’ REGG. ALPINI

AOSTA

2 - Mil.

3.11' 8

3. - 6" REGG. ALPINI

BRUNICO

3 - Mil.

3.13' 5"

4. - 4P Comp. GENIO

BOLZANO

4 - Mil.

3.15'40"

5. - U.S. MONTANARI (B)

SUBIACO

1 - Citi.

3.17'10"

5 - Mil.

3.18'44"

6. - CORPO FORESTALE (A)

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7. - U.S. MONTANARI (A)

SUBIACO

2 - Citi.

3.24'34"

8. - U.S. CORNACCI

TRENTO

1 - Vali.

3.26'32'

9. - FIAMME GIALLE

PREDAZZO

6 - Mil.

3.28'51"

10. - S.S. TERNI

TERNI

3 - Citi.

3.31'34"

11. - CERRUTI

BORGOMAN.

4 - Citi.

3.33'13"

12. - POLIZIA FRONTIERA

S. CANDIDO

7 - Mil.

3.34'31"

13. - S. ORSO

AOSTA

2 - Vali.

3'39'48"

8 - Mil.

3.39'52"

5 - Citi.

3.40'10"

14. - CORPO FORESTALE (B) 15. - U.S. CONDOVESE

mento. Tutte le altre ben compre­ se le militari hanno portato a ter­ mine la fatica completissime. Hanno vinto naturalmente gli alpini e non poteva accadere di­ versamente se si pensa che li ha preparati il Magg. Fabre, l’istrut­ tore Capo della Scuola Alpina di Aosta e Commissario Nazionale della F.I.S.I. per il fondo. Al pri­ mo posto quelli dell’8“ di Tolmezzo. al secondo quelli del 4° Alpini, Battaglione Aosta, al terzo il 6° Battaglione Edolo di Brunico e al quarto quasi non bastasse ancora una squadra che ha molte cose in comune con gli alpini, quella del­ la 4° Compagnia Genio Collega­ menti Bolzano. Poi segue la gran­ de sorpresa offerta dalle due squaI

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dre della « Montanari » di Subiaco, i simpaticissimi ragazzi della Gioventù Cattolica sublacense che hanno ottenuto non soltanto i pri­ mi due posti nella classifica dei cittadini (e il 5° e 7® nella classi­ fica generale) ma che si sono per­ messi di battere clamorosamente i valligiani di tutta Italia e cioè che sorprende di più i locali valdo­ stani. La vittoria della categoria val­ ligiani è andata invece ad una giovane e attiva società del C.S.I. alla Unione Sportiva Cornacci di Porgine, nel Trentino e ha prece­ duto un’altra squadra di Azione Cattolica, quella di S. Orso di Ao­ sta. In questa categoria partico­ larmente sfortunati sono stati i ragazzi del Serrone di Roma che brillanti nella prima fase, per sbagliato equipaggiamento hanno perso preziosi minuti nel finale. La manifestazione ha avuto una messa in scena di classe interna­ zionale e di ciò il C.S.I. deve es­ sere grato al 4° Alpini che ha mes­ so a disposizione tutto quanto è stato necessario al Ten. Col. Vida Comandante della Scuola Milita­ re Alpina di Aosta e al Magg. Fabre, i validissimi collaboratori del C.S.I. oltre che coordinatori

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perfetti della difficile e comples­ sa regìa. La manifestazione svoltasi in una cornice di folla numerosa ha avuto un’apoteosi altrettanto si­ gnificativa, con la premiazione ufficiale dei vincitori effettuata sul palco d’onore eretto nella piazza centrale di Aosta dal Segretario Generale dell’esercito S.E. il Ge­ nerale d’armata Cappa presenti molti ufficiali generali e superio­ ri e le autorità della Valle di Ao­ sta con a capo l’Avv. Caveri e l’Avv. Bondaz. Il Gen. Cappa ha sottolineato prima della premiazione l’impor­ tanza di un avvenimento che ha avvicinato le squadre civili a quel­ le militari in una perfetta armo­ nia di intenti, elemento indispen­ sabile per la ricostruzione di tut­ ti i settori del paese. Al Gen. Cap­ pa ha risposto il Prof. Saletti Vi­ ce Presidente del C.S.I. per rin­ graziare militari e civili per la preziosa collaborazione offerta di­ chiarandosi certo che la prossima edizione vedrà una ancor più com­ pleta adesione di tutti coloro che amano la montagna e alla monta­ gna dedicano le ore più belle del­ la ricreazione fisica e dello spirito. Mutalo Bertocoo

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Abbiamo avuto una stagione natatoria abbastanza scin­ tillante in tutte le parti del mondo. Incontri internazionali, re­ cord mondiali migliorati, traversate della Manica a rifa tizione e, per la prima volta nella storia del nuoto, abbiamo avu­ to anche una traversata da Napoli a Capri dì et t nata dal no­ stro fenomenale nuotatore di fondo Gianni Gambi che nono­ stante un errore di rotta che lo ha obbligato a percorrere ol­ tre cinqui miglia più del previsto, come si ricorderà, ha ini/negato appena 15 ore e 25 minuti, l’n bel tempo per le 23 miglia coperte nel mare del golfo partenopeo! La traversata del golfo di Partcnopc è stata anche tentata ■con successo dal rari nantcs Aldo Fioravanti, con il ...fantastico tempo di poco più di otto ore; ma l’impresa è stata compiuta con l’ausilio delle pinne di gomma che. com’è noto, hanno una ■grande efficacia propulsiva. Valore di assoluto ed eccezionale primato ha la difficile tra­ versata dello Stretto di Messina compiuta recentemente, da Do­ menico Adamo, di /leggio Calabria (ore 3.20’). da Antonio Masciamarla, da Catania (ore 3,27'): da Domenico Panucci, da Scilla (ore 329’) c da Placido De Salvo, da Messina (ore 3,55). Sono stati 20 chilometri di percorso in mare agitato da forti ■correnti quali in rari altri punti del mondo è dato registrare. Scilla e Cariddi, questa volta sono stati sconfitti! Però, con tutto ciò, non abbiamo registralo da parte del­ la stampa quell’interessamento che sarebbe stato utile avesse ai bni della propaganda. Il nuoto, purtroppo, è uno sport che non ha avuto mai la fortuna, nelle sue forme agonistiche, di trovare larga stam­ pa: ossia quella divulgazione a grossi caratteri che ha accom­ pagnato l’ascesa di altri sport, molto meno utili alla sanità ■del fisico, ma assai più remunerativi per chi li pratica. Non per questo manca una letteratura sulle origini del nuoto, in­ teso come attività umana più che come spettacolo, e vorrem­ mo Poter aggiungere ad essa qualche cenno storico che ripor­ tasse i lettori non alle origini (che esse si confondono con la apparizione sull’orbe terraqueo del primo essere) ma ai perio­ di successivi quando al naturale comportamento dell'uomo nell’elemento amico, si andarono sostituendo sistemi e stili escogitati nella lotta che l’uomo doveva sostenere contro le •avversità dello stesso elemento, divenuto nel frattempo, e cioè con l’affermarsi della civiltà, nemico. Il nuoto è un esercizio naturale di ogni essere c l’antico abitatore delle caverne deve avere imitato i movimenti degli animali nell’impiego delle forze propulsive atte a far vincere la resistenza dell'elemento. Quando il nuotatore rappresenta­ va una necessità vitale, ogni essere /uomo o bestia) si tuffami nell’acqua con la stessa sicurezza con la quale avrebbe conti­ nuato il cammino sulla terra ferma. Con l’andar dei millenni la civiltà produsse i mezzi di navigazione e di conforto e l'uo­ mo, non avendo più necessità di vivere sulle palafitte, si con­ vinse che nell'acqua... ci si poteva anche affogare. Forse i primi a concepire il nuoto nella sua veste sportiva furono i Greci e i Romani, ma questi ultimi lo tennero so­ prattutto in gran canto sotto il punto di vista militare. L'epi­ sodio eroico di Orazio Coclite è un inno alla gagliardìa fisica ed all'abilità natatoria della milizia romana. le cui reclute ve­ nivano sottoposte a lungo periodo di istruzione al fine di es­ sere addestrate ad attraversare un fiume in biuta assetto di guerra. Scipione l’Africano dava egli stesso l'esemhio traver­ sando, alla testa delle sue milizie, i fiumi senza togliersi la co­ razza di dosso. Anche Cesare dovette essere un forte nuotatore se riuscì a mettersi in salvo, durante l’assedio di Alessandria, nuotando con la sola mano destra mentre nella sinistra teneva ben saldo al disopra del capo, perchè non si bagnassero, dei manoscritti per lui preziosi. Altro esempio storico di quanto i Capitani tenessero allora in gran conto l’esercizio del nuoto è offerto dal salvataggio effettuato dal vecchio Mario allorché

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riuscì a sfuggire agli emissari di Siila raggiungendo a forza di braccia una nave che si vedeva appena dalla riva. Le immense terme che Roma ha costruito, testimoniano tuttora il culto che i Romani avevano per il nuoto, culto che tuttavia andò man mano estinguendosi seguendo il fatale de­ clino di costumi. Così il nuoto, da prima necessita assoluta di vita, poi esercizio fisico militare di gran conto, venne col tem­ ilo confidirato un passatevipo quasi inutile salvo nelle citta marinare dove le necessità imponevano ai più umili di colti­ varlo intensamente. Del medio evo è ancora ricordato in vecchie cronache il prodigioso nuotatore chiamalo «Nicola il Pesce «. un sicilia­ no che nell’acqua era nel suo elemento. Guglielmo Depping dedica molli' pagine — nel suo Irai lato: « Le meraviglie della forza e della destrezza presso gli antichi e presso i moderni » — al ricordo di questo nuotatore di eccezione vissuto intorno al 1100. Sembra che il Cola fosse capace di restare in acqua fino a quattro o cinque giorni di seguito nutrendosi di pesci vivi e di erbe marine. Egli aveva la facoltà di restare lungo tempo sott’acqua e si era quindi dedicato alla pesca del co■ allo. Da cosa nasce cosa e questa sua abilità eccezionale veni­ va adoperata anche per il recapito di messaggi che egli tene­ va chiusi in un sacchetto di belle appeso al collo. La sua faina giunse al Re di Sicilia che volli metterlo alla prova facendolo tuffare nel gorgo di Cariddi dopo avervi gettato una coppa d'or''. Nicola si tuffò c ritornò alla superficie dopo fiochi se­ condi col prezioso trofeo in mano che. p-r premio. divenne sua proprietà. « Ma — racconta ancora Guglielmo Depping — Nicola il pesce volle raccontare al Re le meraviglie che aveva velluto negli abissi marini, le roccie fantasmagoriche, i pesci strani e mai visti prima d’allora, le piante bellissime e aggiunse che per nulla al mondo avrebbe ritentato la prova. Al che il Re risnosc facondo scintillare ai suoi occhi ima bor­ sa piena d’oro; Nicola si tuffò di nuovo, ma questa volta non ricomparve. Cariddi, mantenendo la sua antica fama, non re­ stituì nemmeno la preda ». Sempre intorno al 1500 i genovesi in genere godettero fa­ ma di valenti nuotatori. Fino alla prima metà del XV secolo non esistevano però in nessuna parte del mondo dei veri e profili trattati di nuoto e l'insegnamento si limitava alle pri­ me nozioni rudimentali che ogni esperto poteva dettare con la tiratira personale. Solo nel 1540 comparve in Amburgo, ad opera di certo Nikolaus un primo trattato scritto sotto forma di dialoghi tra maestro e scolaro, nel quale si cercava di spie­ gare i vari movimenti da eseguire in aerina senza la pretesa d> insegnare stili e melodi che soltanto con l'andar del tempo si andarono affermando e classificando Nel 1750 Franklin scriveva: « tutti gli uomini possono nuotare come le bestie, dipende unicamente dal coraggio di mettersi in acqua nella stessa posizione e di fare quei movi­ menti che le rane prima di no! hanno sempre fatto per na­ turale disposizione». Sul finire del 1700 ha inizio anche il libero insegnamento del nuoto e cominciano a comparire in Europa i Inimi rudi­ mentali stabilimenti balneari. 1! primo che si ricorda è »" piccolo agglomerato di baracche in un recinto sulla Senna, nel cuore di Parigi, Là un certo Poitedein richiama i suoi clienti con una scritta invogliente e dà lezioni di nuoto per pochi soldi. Gli allievi non mancano c l’esempio è imitato presto in Germania, sul Reno, presso Mannhcim. L’idea appare ottima e nel 1780 si apre> luto stabilimento nel .733 1783 ..a lìre.slavia e dalla sul Danubio, seguito da un altro ............... Inima piscina a Francoforte sul Meno nei 1800. La Germania intuisce la grand- importanza pratica e fisiologica del nuoto e dà mollo sviluppo a simili iniziative. Guts Muths ed il ffnera>e Pitici sono i pionieri convinti della necessità di divul­ gare il più possibile, l’abitudine di nuotare e, favoriti


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Jt « fonomono » Hironoskin Furuashi, insiomo al suo allena­ tore, in una istantanea ripre­ sa subito dopo una delle meravigliosc prove di Los Anctolos.

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vica tendenza del popolo tedesco a seguire con metodo ziocinio le varie discipline atletica-militari, riescono in breve a raccogliere migliaia di discepoli che a loro volta saranno poi degli entusiasti propagandisti. Nessuna impostazione di metodi stranieri /■ consigliata dall’esperienza che. dimostra la convenienza di seguire un metodo e una scuola prettamente tedesca; in breve il manipolo diventa esercito. Un autentico precursore dei due tedeschi può essere con­ siderato il nostro abate De Bernardi, diacono della Cattedrale di Terlizzi, il quale a seguito di personali esperienze fatte din­ nanzi a commissioni di dotti riuscì a dimostrare nel 1772 che « ritorno per nuotare deve anzitutto possedere l’esatta persua­ sione di essere, come appunto è, più leggero dell’acqua ». L'abate De Bernard; lasciò anche un breve trattato intitolato: ■« L’arte ragionata del nuoto ». Nel quale veniva insegnato muoversi nell'acqua con movimenti naturali, dato che il corpo umano è più leggero dell'acqua di un undicesimo. Il tedesco Guts Muths prese a base il trattato del De Bernardi per scri­ verne anch’egli uno « contenente una completa dimostrazione di tutti i metodi in uso. secondo la base fondamentale della scuola dell’italiano De Bernardi». Il Muths cercò di divulgare l’esercizio del nuoto sotto il duplice aspetto dell’utilità e della bellezza della competizione ed a lui si deve la creazione dell’insegnamento « a secco » che tanta efficacia doveva avere ed ha nel dimostrare ai neofiti la facilità dell’azione che consente di mantenersi a galla. Il movimento iniziatosi con tanto fervore e successo in Germania dilagava presto anche in Inghilterra tanto che nel 18-13 a I.iverpool sorse una vera e propria palestra nazionale di nuoto. Anche il Governo inglese comprese l’utilità della cosa ed appoggiò con molte benefiche misure il diffondersi di simili iniziative. In breve tutte le città del Regno Unito ebbero i loro stabilimenti e le loro piscine. La tradizionale ospitalità degli inglesi fece sì che il nuoto agonistico desse presto un rapido sviluppo e verso il 1860 st giunse alla costituzione dcll’Associazione Dilettanti del Nuoto che raggiunse subito migliaia di iscritti. In Inghiilterra nacque ■anche lo sport della pallanuoto la cui prima partita fu giocate « Claspons nel 1869.

Il diffondersi del nuoto, inteso come sport, nelle altre nazioni non fu così rapido come in Germania e in Inghilterra. Tuttavia anche nel Belgio. Francia, Ungheria, Italia si comin­ ciò a far qualcosa, ma fu soltanto nell’immediato anteguerra che l’attività prese uno sviluppo sensibile e fu posta sotto il controllo della Federazione Internazionale che era stata crea­ ta nel 1903. La situazione odierna del nuoto internazionale è troppo nota perchè ci si debba intrattenere in questo articolo di rie­ vocazione storica... Sono note le nostre deficienze tecniche ed organizzative, la necessità che tecnici autentici e aggiornati si occupino delle nostre giovani « speranze », come pure sono tonosciuti i grandi sviluppi conseguiti dai nuotatori omerica ni e giapponesi. Il nome di Furuhashi — il giapponese che nei recenti canipionati americani ha stabilito record mondiali... a non finire — è ancora sulla bocca di tutti. Naturalmente in .tme>ira gli hanno subito appioppato un nomignolo: « Il pe­ sce volante di Fuschiyama » e mai appellativo è sembrato più a filo obliato di questo. Il giornalista I-Iarsper che a Los Angeles ha assistito alle prodezze di Furuhashi racconta che costui dà l’impressione, nella nuotala che effettua, » di trascinare le gambe più che di dare la solita battuta, almeno tre volte su quattro». Un nuotatore americano Forbis Norris ha detto che « la battuta di Furuhashi è sembrata irregolare ed esitante, e mai la stessa in due corse consecutive. E’ sembrata, sulle prime una cosa misteriosa, dato che il giapponese trascina le proprie gambe sulla propria scia, dando poi a tutti una improwisa c vigo­ rosa battuta. Ma ancor più strano è il modo con cui Furuhashi muove le braccia, dando l’impressione di essere mosse da molle. Ad ogni bracciata egli sembra addirittura sul punto dì uscirne dall’acqua ». E' senza dubbio una nuova tecnica appli­ cata al nuoto velocistico. Ma sono già diversi anni che i giap­ ponesi tentano nei vari sport, dallo sci all’atletica al nuoto, di apportare quelle modifiche di stile che più confanno ai loro mezzi fisici. Ed ora stanno cominciando a raccogliere i frutti del loro serio lavoro di preparazione.

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L’ESERCIZIO

ATLETICO

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IL GETTO DEL PESO <i i

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Un americono ha lancialo la palla di sa. Dei vecchi esercizi è rimasto solo il ferro del peso ti: Kg. 7,257 alla distanza lunc.o del peso con maniglia, ma proprio di meiin l’,97. L atleta americano si perché attaccata alla sfera vi sono le chiama Ftieks ed il risultato lo ha otte­ due maniglie, l’atleta si trova facilitato nuto in Europa nel g.ro che la comitiva nel suo sforzo. Nel peso invece i attrez­ americana ha compiute, a fine di agosto­ zo non ha alcun appiglio, la palla di fer­ ro poggia unicamente sul palmo della primi di settemere. La maggior parte dei lettori di giorna­ mano destra o sinistra (i mancini co­ li hanno guardalo la not.zia e sono pas­ munque sono in numero limitatissimo) e sati ol.re: a nessuno è venuto in men.e talvolta non la riempie, perchè se le sue che lanciare un peso di ol.re sette chili dimensioni non sono dai regolamenti a slmile disianza, cus ilu^ct- una di ben stabilite, l’atleta cerca di aumentar­ quelle prodezze, che fan.-.o r.manere a le praticando un foro nell’interno del­ l'involucro dì ferro o di bronzo ed im­ bocca aperta Il getto del peso è fra gli c~ercizi più mettendovi del piombo. Una palla gros­ difficili che si conoscano ed è ancora più sa riceve infatti una maggiore spinta difficoltoso del lancio del giavellotto, di una palla piccola. Quando Terranee nel 1937 lanciò il perchè mentre per quest’ultimo l'a­ tleta fruisce della rincorsa, nel getto peso a m. 17,40 (egli era allora il primo del peso il lanciatore non ha a sua di­ atleta che superava i 17 metri) tutti ri­ sposizione che una pedana del diametro masero meravigliati. Si parlò d: Ter­ di m. 2,135. sicché lo slancio che l'atlc a ranee come di un colosso, di una ecce­ può prendere deve svilupparsi in uno zione e si parlò di questo atleta come di un elemento destinato a diven are un spazio limitatissimo. Il getto del peso deriva dal lancio del­ grande pugila*ore: il movimento di lan­ la pietra, che un tempo era compreso cio che si compie col braccio è dilatti anche nei programmi atletici, e venne paragonabile alla potenza del pugno del poi relegato nel settore ginnico ed oggi pugilatore ed i due movimenti hanno molti punti di contatto, perchè infatti è competizione completamente scompar. in entrambi gli esercizi il colpo l'ale a lo vibra da fermo. Guai se il pugilatore nello sferrare il suo pugno potesse orendere la rincorsa: •■ì la sua violenza sarebbe di molto aumen­ tata così come verrebbe aumentato lo scatto del lanciatore che potesse fruire di simile slancio. Anzi i giudici del get.o del peso, se vogliono ottenere la regola­ rità dei lanci, devono prestare mol a at­ tenzione ai movimenti preparatori del lanciatore. Vi sono infatti degli atleti (in Italia fortunatamente l’accorgimento non viene usato che da qualcuno!) che entrano in pedana già lanciati con la palla impugnata e così l’azione di lan­ cio non è che la continuazione detrazio­ ne, che essi hanno inizia o mori pedana. La partenza del lanciatore di peso av­ viene dal fondo della pedana e 1 atleta quando impugna la palla, deve essere' completamente fermo. Compiendo uno scatto che, ripetiamo, va contenuto nel­ la pedana del diametro di m. 2,135 deli­ mitata sul davanti da uno zoccolo di le­ gno più alto del cerch.o in ferro (esso serve ad evitare che l’atleta ponga il piede fuori del cerchio), il lanciatore arriva sul davanti della pedana, da do­ ve sferra quel pugno nel vuoto che manda, nel caso di Fucks, il peso sino sulla soglia dei 18 metri.

Per scegliere un lanciatore

li romano Mattoucci s'è imposto nei Campionato italiano1 del lancio dol giavellotto, con un ottimo —stilo, foriero di sempre mag­ giori affermazioni.

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Il primato degli italiani appartiene a Profeti, un fiorentino ben costruito, che nel 1939 è riuscito a scagliare la palla di ferro a metri 15,37. Diciamo subito che nel dopoguerra nemmeno lo stesso Profeti è riuscito a ripetere tale risuVato e solo nell’incontro triangolare di Budapest ha superato i 15 metri. Però tutti,gli altri nostri lanciatoti di peso,

si trovano appena al di là dei 14 metri o sono rimasti al disotto di questo li­ mite. Come si spiega questa differenza di classe fra i nostri lanciateri e gli ame­ ricani? In parte bisogna convenire che l’infe­ riorità è nella « costruzione » dei nostri atleti dotati di mezzi fìsici assai ridotti e quindi mancanti di potenza c di « pe­ so », due elementi indispensabili nei lanci, eccezione fatta pel giavellotto. Inoltre tutti i nostri lanciateri sono po­ co agili e l’agilità è quella che produce lo scatto. Infine, i nostri lanciateri non conoscono la meccanica del getto del peso. Dato che in Italia per scovare dei nuovi lanciatoci di peso, si organizza ogni anno, per merito del C.I.S., ia Sfe­ ra d'Argento, può essere opportuno esa­ minare tali tre punti di inferiorità da noi segnalati, nella speranza di riu­ scire ad eliminarli, perchè anche qui occorre compiere un balzo in avanti, se vogliamo veramente dare al nostro atle­ tismo un solido contenuto tecnico. Il primo la o della nostra inferiorità lo si può risolvere consigliando gli alle­ natori delle diverse società e soprattut­ to gli insegnanti di educazione fisica, che praticamente avviano i ragazzi ver­ so l’atletica, a scegliere elementi che abbiano attitudini per questo esercizio, vale a dire che siano alti, robusti e massicci. Trovato l’individuo, occorre forgiare il lanciatore: ed uno degli er­ rori che commettono quasi tutti gli al­ lenatori nostri è quello di cercare di forgiarlo subito mettendo il nuovo ele­ mento a lanciare. Agendo così l'allena­ tore non riuscirà mai a fare del suo al­ lievo, un atleta agile e pronto nello scatto.

L'uomo catapulta II secondo quesito che l’allenatore de­ ve risolvere, è proprio quello di rende­ re l’atleta agile, e ciò si ottiene facen­ do praticare all’allievo la velocità, del­ ie partenze da fermo e alternando tale lavoro con prove di salto in alto. Il lan­ ciatore di peso ha infatti bisogno di po­ ter muovere le gambe come un salta­ tore in alto, vale a dire deve spingere con la gamba che nel momento del lan­ cio resta all’indietro e deve poter agita­ re la gamba che si trova spostata in avanti proprio come fa il saltatore in al­ to, in modo cioè da poter eseguire nel momento del lancio, una vera spaccata. Quando si sarà ottenuto dall’atleta una certa agilità, allora si potrà passare al­ la formazione vera e propria del lancia­ tore. Per svolgere una sapiente prepa­ razione occorre tenere presente che si ottiene la poenza massima nel lancio sningendo con tutto il corpo, vale a dire che se il'lanciatore spinge la palla con l’intero peso del corpo, la potenza sara maggiore. Di conseguenza è consigl>ab11^ il lancio frontale, vale a dire che al momento del lancio l’atleta dovrà tro-

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varai con tutto il corpo rivolto verso il settore dove verrà spinta la palla. Tro­ varsi sulla linea di lancio o di fianco o •all’indietro, significa non avere impie­ gate tutte le proprie energie per spin­ gere. Ottenuto questo, bisogna avere ancora presente che nel momento dello scatto, il braccio die opera la spinta deve muo­ versi al pari di una molla c, perchè raggiunga la sua piena efficacia, la mol­ la deve distendersi totalmente, vale a dire che la palla lascerà la mano del­ l'atleta solo quando questa avrà com­ piuto per intero il suo lavoro di spinta. L'uomo insomma si trasforma, nel mo­ mento del lancio, in una catapulta ed il braccio è la leva della catapulta. La catapulta per fruire di tutta la sua po­ tenza all’attimo del lancio, deve avere le sue basi ben appoggiate sul terreno. Tenendo presente tutte queste circo­ stanze. l’allenatore potrà forgiare quello stile che meglio si addice al suo atleta, sincronizzando a poco a poco i vari mo­ vimenti, perchè se la coordinazione non è perfetta, il lancio non può avere effi­ cacia. Dopo questa nostra esposizione delle diverse fasi del lancio del peso, che più che essere una lezione stilistica voglio­ no esporre gli elementi dei quali si com­ pone questo esercizio, anche il profano che osserverà i nostri lanciateri si ac­ corgerà che essi mancano di tutti i re­ quisiti adatti per poter ottenere dei buoni risultati. Nel lancio del disco l’Italia ha potuto raggiungere delle buone misure sola­ mente quando ha trovato atleti dalla co­ stituzione fisica adatta ad eseguire l’e­ sercizio stesso. Sarà cosi anche nel pe­ so se seguiremo la stessa via, ma biso­ gna assolutamente che gli allenatori cu­ rino la prenarazione generale Oggi non è più concepibile un lanciatore che di­ sponga solamente d^’ia forza brida, ma occorre che egli abbia anche agilità e senza questo elemento nessun buon ri­ sultato è possibile. Bisogna partire proprio dalla prepa­ razione generale, che in atletica è co­ mune per tutti gli esercizi. Essa va compiuta col medesimo sistema sia che ci troviamo di fronte ad un colosso di un quintale come ad un velocista di 60 chilogrammi. Gli americani hanno di­ mostrato che, raggiunta la perfezione stilistica, le prestazione dei loro lanciatori sono andate aumentando in virtù dello scatto del serrate finale veloce, della rapidità dell’azione. Se seguiremo questa via arriveremo anche noi ad ottenere dei buoni risul­ tati nel lancio del peso, ma se continue­ remo a presentare alla Sfera d'Argento dei ragazzi alti metri 1,60 non trovere­ mo mai la via delle misure superlative. Bisogna pensare ai diciotto metri e cercare di ricostruire con quale stile Fucks ha raggiunto simile distanza, che sembra una cosa impossibile, ma, come ha dimostrato il nuovo primatista, è in­ vece nelle possibilità umane.

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Ecco Dordoni (il n. 15) in testa al folto gruppo di concorrenti della gara di marcia Boma - Castol Gandolfo. Il campione italiano dei 10.000 motti, anche in questa competi­ zione non ha avuto avversari: ha vinto con facilita. E al termino della sua vittoriosa fa­ tica ha avuto l'ambito onore di essere ri­ cevuto dal Santo Padre, che ha impartito a lui ed ai suoi compagni di gara l'Apostolica benedizione.

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Ottobre vede la conclusione dell'atti­ vità atletica su pista, men re anche il resto del movimento va gradatamente diminuendo d’intensità, fino ad arre­ starsi completamente con i primi gior­ ni di novembre. Ed appun'o il mese di ottobre, insie­ me con i due confronti internazionali della squadra azzurra, prevede la con­ clusione delle grandi manifestazioni giovanili destinate al reclutamento di nuove forze, alla messa in evidenza di elementi idonei non solo a sostituire gli anziani ma altresì a portare su un li­ vello tecnico di maggiore importanza tutto l’insieme dell'attività. Ottobre dunque vedrà le finali del Gran Premio dei Giovani, che in que­ sta stagione è stato trasformato in tria­ thlon (salto in alto, lancio del peso e corsa m. 80), del Gran Premio di Mez­ zofondo, gara di corsa sulla distanza dei m. 1500 ed infine della Sfera d'Argento, prova del lancio del peso di kg. 7,250. Tra qualche giorno conosce­ remo i nomi dei tre vincitori, mentre insieme potremo avere un’esatta cogni­ zione di quali risultati qualitativi ed anche quantitativi siano stati raggiunti. Fin da questo momento possiamo tut­ tavia osservare come le tre manifesta­ zioni abbiano raggiunto molti degli ob­ biettivi prefissi. In gran parte d’Italia, soprattutto in quelle città dove il soffio animatore di qualche attivo e bravo di­ rigente ha saputo imprimere nei giova-

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ni la volontà per affrontare una note­ senza peraltro puntare direttamente vole preparazione per una o più delle sulla rivelazione del campione. tre manifestazioni, si sono avuti buoni Ci troviamo così di fronte a due tipi risultati. Certamente miglia.a di giova­ di manifestazioni: quelle con lo scopo ni, Uno a qualche mese fa ignari del­ maggiore di selezione su una base pra­ l'atletica leggera si è dedicata a questo ticamente già fissa (mezzofondo di cor­ sport basilare ed ha potuto dare una sa e lancio della palla di ferro) e quel­ prima prova di capacità e di valore. la stabilita principalmente per la crea­ Purtroppo però alla ribalta della no­ zione degli atleti completi. Va da sé, torietà salteranno fuori alla fine solo come diciamo più sopra, che l’opera de­ tre nomi, quelli dei tre vincitori delle gli istruttori, pur necessaria per tutti egrandi competizioni nazionali. Parecchi tre i tipi di manifestazione, deve indi­ dei migliori anche riusciranno ad avere rizzarsi diversamente nei vari casi. Con un certo rilievo, mentre la maggior i ragazzi i quali hanno disputato i tria­ parte, la massa, resterà ancora nell’om­ thlon del Gran Premio dei Giovani gii bra in attesa di altre prove, di altre allenatori si troveranno a disporre di manifestazioni, per la stagione ventura. una materia non più grezza, ma nelle Ci domandano ora alcuni di questi condizioni ideali per essere completata giovani cosa dovranno fare, se dovran­ nella sua generale struttura, fertilissi­ no cioè proseguire la loro preparazione ma e facile da plasmare. Non tutti certamente i ragazzi” che oppure attendere la primavera per ten­ hanno preso parte al G. P. dei Giovani ero di nuovo la sorte nella stessa sp< cialità. in cui hanno esordito quest’anno però dovranno credere di poter abbrac­ oppure dovranno provarsi in qualche ciare subito una specializzazione dopo il periodo-chiamiamolo pure così — di altra. La questione è assai interessante e tirocinio — Certamente la manifesta­ zione non ha scopo se si guarda come merita di essere studiata ed cspo- a. Con il G P. dei Giovani, il G. P. di una gara qualsiasi da svilupparsi ed enello spazio di un anno. Nel ?<Iczzofondo e la Sfera d’Argento — e saurirsi 1949 si è avuta una prima selezione di naturalmente con parecchie altre com­ elementi ed i frutti, se pure in taluni petizioni riservate ai giovani — il ca­ casi ottimi, possono assolutamente pitale atletico nazionale si è assai ar­ essere presi non come base di studio. ricchito, se pure visibilmente non possa Il triathlon del G. P. dei Giovani po­ aversi una perfetta valutazione. SI trat-ta di parecchie migliaia di atleti — an­ trà cominciare effettivamente a produr­ zi di atleti in via di formazione — che re risultati veramente tangibili fra due più o meno hanno potuto comprendere o tre anni, quando cioè sarà entrato cosa sia l’atletica leggera. Gran parte . nella mentalità del criterio fondamen­ di questi ragazzi era, ed è certamente tale di tutte le attività agonistiche, che tuttora, allo stato grezzo, di conseguen­ appunto la manifestazione si propone: za tecnicamente non ha potuto dare as­ quella di puntare alla formazione del­ solutamente misura di valore: l'atletica l’atleta completo, poi dello specialista. Ora le due competizioni di corsa e di è lo sport più diffìcile, lo sport che com­ porta sacrifici e preparazione assai lancio, indirizzate alla propaganda del­ l'atletica leggera, puntano particolar­ lunghi. È possibile ora. ci domandiamo anche mente sulla immediata rivelazione del noi. stabilire una norma di allenamento campione eccezionale, del Beccali cioè e di preparazione nei' tutto il comples­ o del Consolini. Il triathlon ha una funzione tecnica so di questa massa, che va assolutamente curata per evitare la dispersione ben differente, ma senza dubbio assai dei frutti raggiunti nel corso di una in­ più importante, almeno dal punto di vi­ tiera stagione di propaganda e di sele­ sta generale, se pure meno appari­ scente. zioni? Ma cerchiamo di arrivare alla con­ Certamente no. Perchè gli atleti del G. P. Mezzofondo in genere saranno clusione: quale via debbono seguire le tentati di proseguire la loro attività migliaia di giovani che quest'anno han­ nella corsa, sia pure diminuendo la di­ no esordito nell’atletica leggera, gareg­ stanza sotto i m. 1500 oppure aumentan­ giando nelle competizioni ad essi riser­ vate? dola verso i 5 chilometri. Il nostro consiglio è uno solo: quello Sarà evidentemente necessaria per questi giovani il consiglio di qualche al­ di perseverare e di continuare con in­ lenatore, ammesso che in ogni centro si telligenza e soprattutto con volontà gli trovi qualche competente; al fine di non allenamenti. Occorre rammentare che la stagione sbagliare la via giusta e magari arriva­ re al punto che un fondista si prepari invernale è sempre la migliore per cu­ rare un allenamento perfetto, in modo per la velocità o viceversa. Per i giovani che hanno partecipato da poter affrontare le competizioni del­ alla Sfera d’Argento il discorso è assai la primavera nelle condizioni migliori. semplice. Il fatto stesso di aver tentato Purtroppo il difetto dei giovani, accen­ tuatosi soprattutto in questi ultimi anni, la sorte del lancio del peso vuol dire già che i giovani erano di statura supe­ è sempre quello di voler arrivare pre­ riore al normale ed in genere forniti sto al risultato concreto, all’afferma­ di mezzi fisici idonei allo sforzo neces­ zione. Ed invece occorre ribadire il concet­ sario per gettare l’attrezzo di oltre set­ te chilogrammi. Ma anche in questo ca­ to che in ogni specialità sportiva, spe­ so non sarà inutile l’opera di un alle­ cialmente nell’atletica leggera, il tiroci­ natore, tenendo presente come non può nio è lungo e faticoso. Ma coloro che considerarsi escluso « a priori » lo sco­ sapranno sacrificarsi e saranno sostenu­ primento di un grande atleta pronrio ti specialmente dalla volontà nel lungo in mezzo alla schiera dei giovani lan­ cammino di perfezionamento otterran­ no il successo meritato. ciateri di peso. Spetterà ora agli allenatori, alle so­ Se l’opera di un istruttore è necessa­ ria per la Sfera d’Argento ed il G. P. cietà, ai dirigenti fare in modo da age­ volare e favorire questa grande massa Mezzofondo tanto più riteniamo debba esserlo per coloro i quali hanno gareg- di 1 f’ovani affinchè gli sforzi ed il lav°" ro compiuto per un’intiera stagione non giato nel G. P. dei Giovani. Il triathlon comunque aveva lo scopo di dare una vadano perduti. base atletica generale ai ragazzi, di ar­ Mario errinoli® rivare alla loro formazione generale,

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Le classifiche del 1949 - Vittoria dei bresciani - Quale il programma luturo? a formula dei Campionati Studcntcschi per il 19-19 basata suH'esperienza delle prime quattro edizioni, tendeva anzitutto a orientare le schiere studente­ sche verso la pratica di quelle discipline sportive che più si addicono ai giovani e con maggiore facilità possono inserirsi nel programma scolastico affiancando l'indi­ spensabile pratica della educazione fisica. Per questo il C.S.I., che si è sobbarcata ancora una volta la non facile fatica, e che non sappiamo se continuerà negli an­ ni prossimi, data la mole di lavoro e lo svi­ luppo ormai conci ciò c vastissimo dell’Entc stesso, aveva scelto i cinque sports tra i più popolari ma anche formativi e fisico-e­ ducativi: atletica leggera, calcio, ginnasti­ ca, pallacanestro e pallavolo, quali discipli­ ne obbligatorie e ancora il nuoto, lo sci, il ciclismo, il pattinaggio a rotelle, il rugby, la scherma e il tennis come giuochi o sports complementari. Ad onor del vero non tutte le provincie partecipanti ai cam­ pionati studenteschi hanno potuto realizza­ re il vasto programma, cozzando in spe­ cial modo nella ginnastica che avrebbero voluto, per la maggior parte esclusa dalle specialità obbligatorie. Il C.S.I. ha tenuto duro ed ha avuto ragione in quanto la ginnastica collettiva, secondo un program­ ma facilmente attuabile e oltretutto sim­ patico, deve trovare la sua fonte diretta nella scuola e deve es-.e.e magg.oi niente sentita dagli insegnami di educazione fisi­ ca che dovrebbero porla alla base del lo­ ro lavoro. Per questo in graduatoria man­ cano quest’anno nelle prime posizioni ta­ lune provincie che negli anni precedenti si erano imposte. Mancano tra le prime, e sono invece nel­ le seconde posizioni, proprio perchè l'cffettuazione dei cinque sports obbligatori era « conditili sino qua non » per essere .im­ messe nella classifica generale. Complessivamente gli Istituti sommano a poco piti di un migliaio. In tutte le gare le squadre o gli alleii iscritti sono in nu­ mero elevato, come potrebbero dimostrar­ lo le varie statistiche se fosse possibile pubblicarle. Delle dodici specialità tre hanno raggiunto la fase nazionale: atleti­ ca leggera, lo sci e il nuoto. E sono state proprio queste tre manifestazioni rispetti­ vamente a Cortina d'Ampezzo in gennaio a Perugia in maggio, c a Roma in agosto, a dimostrare Tcnorme apporto che i cam­ pionati studenteschi possono recare allo sport italiano c quindi in concreto al re­ clutamento delle Federazioni Sportive Na­ zionali, oltre che alla scuola. I Campionati di atletica leggera, realiz­ zati a Perugia con la collaborazione degli organi periferici del C.S.I. e di quelli tec­ nici della F.I.D.zX.L. hanno permesso al Ministro della Pubblica Istruzione, Onde Concila, di rendersi esatto conto deU'inr-

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portanza c dell’agonismo razionale e ut ileche l’immissione dell’atletica leggera co­ me di altre discipline individuali possono generare nell’ambito della scuola. Hanno messo in evidenza pero, i campionati di atletica, anche la mancanza di impianti adatti per la pratica dell'atletica leggera c discipline similari da parte di centinaia ma forse sarà pili esatto dire di migliaia, di giovani atleti studenti che ritengono ormai insufficiente lo .striminzito program­ ma di educazione fisica rabberciato e rea­ lizzato alla meglio, purtroppo per il più delle scuole, in ambienti angusti e talvolta inospitali e antigienici, e reclamano lo svi­ luppo e la pratica di un metodo pili mo­ derno, adatto ai tempi e anche allo spiri­ lo della gioventù studentesca italiana, in­ telligente, esuberante, dinamica e impre­ gnata di benefico senso agonistico. Così può dirsi delle rassegne sciistiche e natatorie di Cortina d'Ampezzo e di. Ro­ ma, che hanno messo in evidenza elemen­ ti di prim’ordine. £ certo che lo sci nelle zone montane come il nuoto in quelle ma­ rine o fluviali, dovrebbero essere sviluppa­ ti in larga scala dagli studenti c fors’anche dagli stessi alunni delle elementari. È impossibile una rassegna tecnica sia pure sommaria, basata sui risultati e sulle cifre conseguite dagli atleti studenti in ogni patte d Italia nelle varie eliminatorie locali o provinciali. Sappiamo tuttavia che il C.S.I. è al lavoro per poter documentare i risultati tecnici non soltanto alle autori­ tà ministeriali ma anche alle Federazioni sportive specializzate, a cui tali risultati interessano in modo eccezionale. Per il secondo anno un istituto di lirescia appare l’indiscusso vincitore assoluto dei campionati, tanto nella categoria supe­ riore quanto in quella inferiore. È un ri­ sultato eccezionale, ottenuto in virtù di una preparazione collettiva davvero sor­ prendente, che premia ad un tempo alun­ ni c insegnanti dello sportivissimo Istituto Agrario Bonsignori di Reme-delio che ve­ dono compensate le molteplici fatiche oc­ corse per il raggiungimento della vittoria assoluta. I o scorso anno questa andò al Li­ ceo Scientifico Catini, pure di Brescia, ter­ minato quest'anno al secondo posto asso­ luto. I compilatori delle classifiche gene­ rali dei campionati studenteschi hanno lavorato per delle settimane per giungere alla graduatoria finale. Questa verrà pub­ blicata per esteso ad opera del C.S.I. ed inviata a tutti gli Istituti. A noi interessa oggi mettere in evidenza le provincie che più delle altre si sono imposte all’ammira­ zione e che hanno realizzato per intero ii programma obbligatorio, sì da meritare laclassificazione nazionale. In genere preva­ le il meridione. Mentre infatti Brescia, Milano. Cremona e Mentova- sembravano»

le più indicate per dominare nettamentesu tutte le altre, ceco che iti indisi, Bari, Teramo, Matura, Foggia, Ascoli c Fresino­ ne riescono ad inserirsi fra le provincie «.<«.1 Nord, conquistando nelle due catego­ rie studentesche c nella stessa classifica, generale posti di onore eccezionale. Ciò vuol dire che i Campionati studenteschi, che hanno trovato inspiegabili resistenze in talune località, sono stati ben compresi nelle zone che da qualche anno a questa parte vanno imponendosi per laboriosità e fattività in tutti i settori sportivi. Talune provincie meridionali, pugliesi e siculc in ispecie. hanno realizzalo oltre ai Campio­ nati maschili anche quelli femminili per i «piali era stato studiato ed emanato un apposito regolamento comprendente le specialità che pili si addicono allo sviluppo e al miglioramento fisico delle giovani studentesse. Non abbiamo ancora sotto­ mano una classifica completa dei campio­ nati femminili, in quanto varie provincie hanno utilizzato i mesi estivi per realiz­ zarli. ma è certo che l’apporto anche nel settore femminile offerto dal movimento agonistico studentesco risulterà notevole. I mezzi a. disposizione dell’Ente orga­ nizzatore sono stati modesti e tuttavia l’or­ ganizzazione periferica del C.S.I. si èadoperata al massimo per ottenere prima la partecipazione degli Istituti e la colla­ borazione degli insegnanti di educazione fisica che piu deeli altri possono c dovicbbero fare in questo campo, e in un secon­ do tempo per la messa in scena di una se­ rie di prove che ha richiesto impiego di materiale e di uomini. In genere le Fede­ razioni Sportive Nazionali e lo stesso C.ON.l. hanno sentito con entusiasmo la ma­ nifestazione polisportiva studentesca ed hanno offerto in ogni dove la loro opera tecnica assicurando così la piena regolari­ tà alle gare. £ probabile che il C.S.I., pur continuan­ do a sviluppare la sua benefica opera a fa­ vore delle classi studentesche che fanno parte del resto in gran numcio delle schie­ re dello stesso Centro Sportivo Italiano, declini il mandato ufficiale, così irto di difficoltà c talvolta persino incompreso. Ma è certo che il problema dello sport nella scuola rimane e se proprio anche lo unico Ente che nei primi cinque anni del dopoguerra si è preoccupato e occupato di queste faccende dovesse porsi da parte, al Ministero della Pubblica Istruzione e allo sport italiano, e quindi al C.O.N.I. ri­ marrà insoluto il programma più utile e difficile, quello che partendo dalla realiz­ zazione dello sport nella scuola si allaccia c non soltanto idealmente con il recluta­ mento. atletico, del: Paese;.

n. b.

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CLAM8IFI <’II K

Con 5 sport obbligatori 1. Istituto Agrario Bonsignori di Remedello (Brescia) p. 285; 2. Liceo Scientifico Catini di Brescia p. 264; 3. Collegio Nicolò Tommaseo di Brin­ disi p. 258 li; 4. Istituto Giulio Cesare di Bari p. 253; 5. Istituto Commerciale Ballini di Bre­ scia 243: 6. Convitto Nazionale D. Cirillo di Bari p. 234; 7. Istituto Tecnico di Teramo p. 222 li; 8. Ist. Tee. Ind. Ala Ponzone Cimino di Cremona p. 217; 9. Istituto Tecnico G. Marconi di Brin­ disi p. 193; 10. Istituto Tecnico Industriale Beltrami di Cremona p. 190. 11. Liceo Classico di Teramo p. 190. Seguono: 12. Liceo Ginnasio di Manto­ va. 13. Liceo Scientifico G. Aselli di Cre­ mona. 14 Liceo Ginnasio Fiacco di Bari. 15. Convitto Nazionale di Teramo. 16. Istituto Tecnico di Mantova, 17. Liceo Scientifico di Mantova. 18. Istituto Tecni­ co Pietro Giannonc di Foggia. 19. Isti­ tuto tecnico Industriale di Foggia, 20. Scuola Industriale di Teramo. 21. Scuola Tecnica A. Volta di Matera. 22. Istituto Magistrale Governativo di Brindisi. 23. Liceo Scientifico di Teramo. 24. Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri di A. Piceno, 25. Istituto Tecnico Indu­ striale di Ascoli Piceno. 26. Liceo Gin­ nasio E Duni di Matera, 27. Liceo Clas­ sico D. Manin di Cremona, 28. Liceo Ginsico di Castiglione (Mantova). 29. Liceo Scientifico di Ascoli Piceno, 30. Istituto Magistrale di Teramo. 31. Istituto Magi­ strale T. Stigliani di Matera. 32. Liceo Ginnasio di Ascoli Piceno.

Con 4 sport obbligatori 33. Liceo Scientifico Lussana di Ber­ gamo, 34. Istituto Esperia - Paleocapa di Bergamo. 35. Istituto Tecnico Industriale Moretto di Brescia. 36. Istituto Agrario Pastori di Brescia. 37. Istituto Tecnico Commerciale di Trento, 38. Istituto Tec­ nico. Commerciale di Bergamo. 39. Liceo Classico Marzolla. 40. Istituto Tecnico In­ dustriale di Trento, 41. Liceo Classico P. Sarpi di Bergamo. 42. Liceo Scientifico di Perugia. 43. Scuola Avv. Industriale Lana di Brescia. 44. Liceo Classico di Citta di Castello (Perugia), 45. Istituto Mompianl di Brescia, 46. Istituto Tecnica di Perugia, 47. Istituto Tee. Ind. Pacinotti di Venezia. 48. Liceo Classico di Peru­ gia, 49. Istituto Salesiani D. Bosco di Brindisi, 50. Scuola Tecnica Rubini di Brindisi, 51. Istituto Tecnico P. Sarpi di Venevia. 52. Istituto Tecnico di Via­ dana (Mantova). 53. Istituto Nautico di Bari. 54. Istituto Tecnico Agrario Stan­ ga di Cremona. 55. Liceo Scientifico di Foggia, 56. Istituto Magistrale di Perugia.

Con 3 sport obbligatori 57. Collegio S. Giuseppe di Torino, 58. Scuola Agraria di Treviglio (Bergamo), 59. Ist. Tecn. Ind. Feltrinelli di Milano, 69. Liceo Scientifico di Trento, 61. Istituto Tecnico Cattaneo di Milano. 62. Liceo Scientifico Scacchi di Bari, 63. Istituto Leonardo da Vinci di Milano, 64. Istituto Tecnico di La Spezia. 65. Collegio S. Ales­ sandro di Bergamo, 66. Istituto Magistrale Suardo di Bergamo. 67. Liceo Ginnasio Prati di Trento. 68. Istituto Tecnico di Vercelli. 69. Liceo Scientifico di La Spe­ zia, 70. Istituto Industriale di Bari. 71. Istituto Industriale di La Spezia, 72. Li­ ceo Scientifico Benedetti di Venezia, 73. Liceo Scientifico di Chieti. 73. Istituto Tec­ nico Industriale di Chieti. 75. Liceo Gin­ nasio M. Polo di Venezia. 76. Liceo Clas­ sico di La Spezia, 77. Liceo Scientifico di Vercelli. 78. Collegio Gonzaga di Castl-

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glione (Mantova), 79. Istituto Agrario di Viadana (Mantova).

Con 2 sport obbligatori 80. Istituto Tecn. Ind. Avogadro di To­ rino, 81. Istituto Tecnico di Siena. 82. Li­ ceo Scientifico di Siena, 83. Istituto Com­ merciale, 84. Istituto Artigianelli di Bre­ scia. 84. Istituto La Salle di Torino, 86 Istituto Bertola di Torino, 87. Istituto Vitt. Veneto di Milano, 88. Liceo Classico di Fresinone, 89. Istituto Tecnico di Fo­ ligno (Perugia). 90. Istituto Nautico di Venezia. 90. Istituto Tecnico di Cortona, 90 Liceo Classico Alfieri di Torino. 93. Li­ ceo Artistico di Venezia, 94. Liceo Di Cagno Abbrescia di Bari, 95. Istituto Tec­ nico di Prosinone. 96. Istituto De Amicis di Milano, 97. Liceo Scientifico Orioni di Ravenna. 98. Liceo Scientifico di Veroli (Prosinone). 98. Liceo Classico di Lucerà (Foggia). 100. Scuole Serali di Vercelli. 100. Istituto Tecnico di Imperia, 102. Isti­ tuto Tecnico Ginanni di Ravenna. 103. Li­ ceo Classico di Alatri (Fresinone). 103. Istituto Tecnico di Lucerà (Foggia). 105 Convitto Bonghi di Lucerà (Foggia), 106. Scuola Tecnico di Lucerà (Foggia). 106. Istituto Conti di Milano, 106. Liceo di Cortona, 109. Liceo Classico di Spoleto (Perugia). 110. Scuola Commerciale Grandi di Cremona. 111. Liceo Scientifico di Imperia, 112. Ist. Tecn. Commerciale Geometri di Chieti. 113. Scuola Avvia­ mento di Cortona, 114. Ginnasio di Con­ tona. 115. Liceo Classico di Arpino. 116 Istituto Commerciale di La Spezia, 117. Liceo Classico di Imperia, 118. Liceo Clas­ sico di Orvieto (Perugia). 118. Scuola Tec­ nica di Imperia. 120. Istituto Zaccaria di Milano. 120. Istituto Schiapparelli di Mi­ lano.

Con 1 sport obbligatorio 122. Liceo Scientifico Da Vinci di Firenze. 123. Istituto Tecnico Galilei Fi­ renze. 124. Scuola Arcivescovile di Tren­ to. 124. Istituto Tecnico Commerciale di Rovereto (Trento). 126. Istituto Parini di Milano. 127. Istituto Tecnico di Trevi­ glio (Bergamo), 128. Liceo Ginnasio di Ro­ vereto (Trento). 129. Scuola Avviamento Bronzetti di Trento, 130. Liceo Rosmini di Torino, 130. Liceo Classico di Siena, 132. Istituto Salesiani di Treviglio (Bergamo). 133. Collegio Alle Querce di Fir-nze. 134. Ist. Tecn. Commerciale Sommeil'-'r di To­ rino. 135. L’ceo M. D’Azzeglio di Torino. 135. Istituto Agrario di Todi ,Derum). 137. Istituto Pacchetti di Trevielio (Ber­ gamo), 138. Istituto Tecnico Solferino di Milano. 139. Istituto S. Massimo di Tori­ no, 140. Istituto Arnaldo di Brescia. 141. Liceo Gioberti di Torino. 142. Ist. Tecni­ co Aorario Cascine (Firenze), 143. Istituto Berchet di Milano. 144. Istituto Industria­ le di Reggio Calabria. 145. Collegio Ma­ scheroni di Bergamo, 145. Istituto Nau­ tico di La Spezia. 147. Istituto S. Fran­ cesco di Torino, 148. Ist. Tecnico Com­ merciale di Vasto (Chieti), 149. Istituto Agrario di Cerignola (Foggia). 150. Istituto Tecnico di Lugo (Ravenna). 151. Istituto Tecnico di Chioggia (Venezia), 152. Scuo­ le Professionali di Vercelli. 153. Istituto Tecnico L. Da Vinci di Firenze. 153. Li­ ceo Classico di Cassino (Fresinone). 153. Scuola Media di Cortona, 153. Liceo Gin­ nasio Virgilio di Torino, 157. Istituto Mot­ ta di Milano, 157. Liceo Margara di To­ rino. 157. Liceo Scientifico di Lugo (Ra­ venna). 157. Ist. Tecn. Commerciale Ca­ stelli di Saronno, 161. Istituto d’Arte di Siena. 161. Istituto Magistrale di Pontecorvo (Fresinone), 161. Istituto Magistrale di Alatri (Fresinone), 161. Istituto Nau­ tico di Imperia, 161. Liceo Beccaria di Milano. 166. Civico Liceo Scientifico di Saronno, 167. Liceo Ginnasio di Chieti. 167. Liceo Scientifico di Terni, 169. Liceo Classico di Chieti, 169. Scuola Tecnica di Isola Llri (Fresinone). 171. Istituto Tec­ nico di Terni, 172. Scuola Avviamento Caselli di Siena, 172. Liceo Classico D. Alighieri di Ravenna. 172. Liceo Classico

di Vercelli, 172. Istituto Agrario di Ver­ celli, 176. Istituto Industriale di Temi, 176, Istituo Commerciale di Reggio Calabria, 176. Scuola Media B di Ravenna. 176. Aw'. Umbertide di Perugia. 180. Liceo Scien­ tifico di Reggio Calabria. 180. Scuola Me­ dia di Lugo (Ravenna). 182. Istituto Ma­ gistrale di Reggio Calabria. 182. Avvia­ mento Professionale di Conselice (Ra­ venna), 184. Scuola Agraria di Siena. 184. Istituto Magistrale di Imperia, 186. Liceo Classico di Gubbio (Perugia). 186. Avvia­ mento Gherardi di Lugo (Ravenna). 183. Istituto Commerciale Sassetti di Firenze. 188. Avviamento Commerciale di Raven­ na. 188 Istituto Agronomico di Italiano di Firenze. 188. Istituto Cicognini di Pra­ to (Firenze). 138. Liceo Michelangiolo di Firenze. 193 Istituto Arici di Brescia, 193. Istituto Magistrale di Gubbio (Perugia), 193. Istituto Principe dì Piemonte di To­ rino. 193. Istituto Malici di Torino. 193. Istituto Sociale di Torino, 193. Liceo Ar­ tistico di Torino, 193. Convitto Scuola di Cremona, 193. Scuola Media Russi di Ra­ venna, 193. Istituto Verri di Milano. 193. Istituto Manzoni di Milano, 193. Istituto Dante Alighieri di Milano. 183 Istituto Alfieri di Milano. 193. Istituto Molinari di Milano, 193. Istituto Rinascita di Mi­ lano. 193. Collegio Leone XIII di Milano, 193. Istituto S. Carlo di Milano. 209. Isti­ tuto Radiotecnico di Milano, 209. Istitu­ to Moreschi di Milano, 209. Istitu­ to Tecnico di Reggio Calabria. 212. Badia Fiesolana di Firenze. 212. Istituto Duca D'Aosta di Firenze

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Seguono con soli sport complementari 214. Liceo Classico di Monza (Milano), 215. Istituto Francesco Saverio di Fi­ renze. 216 Commerciale Ceri di Prato (Firenze). 217. Istituto Verga di Milano. 218. Istituto Ferraris di Torino. 219. Scuo­ la Termotecnica di Torino, 220. Istituto Athena di Torino. 121. Scuola Marittima di Brindisi. 222 Scuola Arti e Mestieri di Torino, 223. Istituto O. Sella di To­ rino, 224. Offidiani di Torino. 225. Istituto Cuoio di Torino, 226. Istituto Ghirardi di Torino, 227. Scuola Magistrale di Brescia. 228. Scuola Marittima di Bari. 229. Liceo Classico di Vicenza, 230. Scuo­ la Media C. Alberto di Brescia. 231 Liceo Scientifico Spallanzani di Reggio Emilia. 232. Istituto Tecnico Gemellare di Cata­ nia, 233. Istituto Industriale di Vicenza. 234. Istituto Magistrale di Bari. 235. Col­ legio L. Da Vinci di Catania. 236. Scuo­ la Media III Gruppo di Bari. 237. Istituto G. Ferraris di Verona. 238. Istituto Cai­ roti di Varese. 239. Istituto Commerciale De Felice di Catania, 240. Istituto Mas­ simo di Roma, 241. Istituti Ricci di Rieti. 242. Istituto Tecnico Riccati di Treviso. 243. Collegio S. Maria di Roma. 244. Li__ Classico Ariosto di Reggio Emilia. ceo 245. Istituto Tecnico A. Secchi di Reggio Emilia, 246. Istituto Tecnico di Vicenda. 247. Liceo Scientifico di Vicenza, 248. Isti­ tuto Vittorio Veneto di Varese. 249. Isti­ tuto Tecnico di Sondrio. 250. Scuola Av. lamento Professionale di Cortina D'Am­ pezzo, 251. Liceo Classico di Aquila. 252. Avviamento Tecnico e Commerciale di Vicenza, 253. Istituto Nazzareno di Roma. 254. Istituto Tecnico Industriale di Reggio Emilia, 255. Istituto Galilei di Roma, 256. Liceo Scientifico di Aquila. 257. Liceo Classico di Pesaro, 258. Avviamento Tec­ nico e Industriale dt Vicenza, 259. Istitu­ to Feltrinelli di Varese, 260. Ginnasio Vir­ gilio di Vipiteno (Bolzano). 261. Liceo di Latina, 262. Istituto Industriale di Aqui­ la, 263. Scuola d’Arte Governativa di Cor­ tina D’Ampezzo. 264. Istituto Tecnico di Pesaro, 265. Collegio S. Gabriele di Roi ma, 266. Istituto Agrario Zanelli di Reggio Emilia, 267. Istituto Antonelli di Cortina D’Ampezzo, 268. Collegio S. Leone Ma­ gno di Roma. 269. Istituto Magistrale di Reggio Emilia. La presente graduatoria riguarda Istituti ammessi alle Finali Provinciali. Altri 339 Istituti hanno partecipato alle eliminatorie locali.

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Categoria inferiore 1. Istituto Bonsignori di Remcdeìlo (Brescia) p. 163; 2. Convitto Nazionale D Cirillo di Bari p. 144 : 3. Istituto Lana di Brescia p. 126: 4. Istituto Catini di Brescia p. 124: 5. Liceo Scientifico di Bergamo p. 117. fi. Collegio N. Tommaseo di Brindisi p. 116: 1 Espcria di Bcr6. Istituto Paleoeapa game. p. 116: 8. Liceo Ginnasio di Mantova p 93: Istituto Ballini di Brescia p. 92; 10. Istituto Tecnico Marconi di Brindip. 89. Se;-guono : 11. Liceo Ginnasio di CromoScuola Media Terzi di Bergamo. na. 13. Scuola Avviamento Commerciale Pareggiata di Saronno. 14. Istituto Indu­ striale di Bari. 14. Istituto Commerciale P. F. Calvi di Padova. 16. Istituto Indu­ striale Pacinotti di Padova. 17. Istituto Mompiani di Brescia, 18. Ginnasio Mar­ zolla di Brindisi. 19. Istituto Industriale di Cremona. 20. Istituto Commerciale di Bari. 20. Istituto Nautico Caracciolo di Bari. 22. Istituto Tecnico di Bergamo. 23. I.iceo Ginnasio di Veroli (Fresinone). 24. Istituto Moretto di Biascia. 24. Scuola Media Governativa. 24. Scuola Media N. 3 di Taranto, 27. Ginnasio Tito Livio di Padova. 28 Liceo Classico di Bergamo. 29. Istituto Tecnico di Cremona. 30. Isti­ tuto Tecnico di Treviglio (Bergamo). 31. Liceo Ginnasio di Fresinone. 32 Scuola Media Mameli di Padova. 33. Scuola Ma­ rinara Trieste di Bari. 34. Collegio S Alessandro di Bergamo. 34. Ginnasio Bar­ barico di Padova. 36. Liceo Scientifico di Mantova, 37. Avviamento S. Benedetto di Mantova. 38. Scuola Media di Arpino (prosinone). 38. Scuola- di Avviamento di Fresinone. 38. Scuola Tecnica Indu­ striale rii Ascoli Piceno. 38. Istituto Salesiani D. 1Bosco di Brindisi. 42. istituto Brescia. 42. Istituto di Artigianelli G. Cesare di Bari. 62. Scuola Media N. 1 di Taranto. 45. Istituto Tecnico P. Giannone, 46. Scuola Birago di Manerbio (Brescia), 47. Istituto Tecnico Industria­ le. 48. Scuola Media Coll. Arcivescovile di Saronno. 49. Scuola Media (via Roma' di Siena, 49. Liceo Scientifico Scacchi di Bari. 49. Istituto Tecnico di Mantova. 52. Camollia di Siena. 59. Scuola Media 5" la Media Zinpilli. 54. Scuola Media Im­ peria Ponente. 55. Scuola Media M. Mat­ tioli di Siena. 55. Liceo Ginnasio di Ca­ stiglione (Mantova) 55. Scuola Media Mazzoni di Ascoli Piceno. 58 Liceo Gin­ nasio Flocco di Bari. 59. Scuola Media Camollia di Siena. 59. Scuola Media 5o Grunpo di Bari. 61. Scuola Commerciale di Cremona. 62. Scuola Avv. Profess. Ru­ bino di Brindisi. 63. Scuola Media S Cuo­ re di Siena, 63. Avv. Industrialo di Giulianov.i (Teramo). 65. Istituto Salesiani di Treviglio (Bergamo). 65. Ist’tut-> Avario di Treviglio (Bergamo). 65. Sc-la Media B. di Ravenna. 65 Scuola -Media D’Ales­ sandro di Teramo. 65. Scuola Media Av­ viamento Professionale di Saronno. 70. Istituto Magistrale di Bergamo. "0. L’ceo Scientifico di Luoo (Ravenna'. 7° Avvia­ mento di Imperia Ponente. ~r‘ la C“o Scientifico di Foggia. 74. Scuola Media N. 2 di Taranto. 75. Avviamento indu­ striale di Teramo. 75. Istituto Agrario di Viadana (Mantova). 77. Scuola Avviamen­ to di Isola Liei (Frosinone'. Scuola Magistrale Fusinato di Padova. 78. Scuola Media II Gruppo di Bari, 89. Scuola Me­ dia rii Imperia Levante. N.B. - All’ottavo posto assoluto tra gli Istituti che hanno partecipato ai 5 sport obbligatori vo inserito l’istituto Tecnico Ind. Feltrinelli di Milano con punti 220,5: al auarantaducsìmo posto. (con 4 sport) l’istituto Cattaneo di'Milano con p. 144.5; al sessante.simo l’istituto Zaccaria di Mi­ lano con p. 32.5.

(Seguono altri 38 Istituti)

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S. S. Pio XII ha ricevuto, nel Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo. l'omaggio fi­ liale dei « Vespisti » partecipanti al I Raduno Nazionale della « Vespa ». Gli sportivi si erano schierati nel cortile del Palazzo e all’apparire del Santo Padre hanno acceso simultaneamente i motori improvvisando una entusiastica e fragorosa di­ mostrazione. Il Sommo Pontefice ha rivolto ai presenti paterne parole di ringraziamento per il devoto omaggio, esaltando lo sport della corsa e, infine, impartendo a lutti gli sportivi del motore, presenti o assenti, l’Apostolica Benedizione. Poco prima il Papa aveva ricevuto in udienza una rappresentanza di « radunisi! » — guidata dallTng. Piaggio e presentataGli dal dott. Talentino, segretario generale del C.S.I. che aveva a Lui latto omaggio di una artistica pergamena o di una « Vespa » che il Sommo Pontefice ha destinato ad un parroco di una zona di cam­ pagna particolarmente estesa e impervia.

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ESERCIZIO SPORTIVO NELLE

SCUOLE

E L V E T I C H E

Esiste la scuola ideale, perfet­ certamente l’educazione: specifita. che sia in grado di preparare camentc, la scuola. il cittadino moderno, nel morale, Dalla classica pedagogia elle­ ne! fìsico, nella cultura letti rarionica. che ha il suo più alto espo­ scientifica e. perchè no, a lavoro nente ne! nome di Pitagora, all;: manuale utile, in modo che il fu­ benedettina; da Vittorino da Pol­ turo citladino in ogni e qualsiasi tre a S. Filippo Neri. S. Giovanni contingenza sappia bastare, con Bosco, alle Scuole Missionarie, ai naturale sforzo e applicazione, a Collcges tipo inglese e america­ se stesso ed alla propria famiglia? no. st ha una fioritura mirabile Di veramente perfetto, vera­ "di istituzioni e di metodi educa­ mente. non può ottenersi nulla, tivi che fanno onore al tempo, ma di opere che si avvicinino al­ agli uomini ed alla società. la perfezione, l’intelligenza. la Oggi si dispone di una maggio­ fede e lo studio dell’uomo, se ne re ricchezza di mezzi, a comincia­ ottengono di certo. Sia in opere re dalla rapidità e dalla facilità umane tangibili, sia in opere di istituzione. Per una delle quali si delle comunicazioni, per cui fre­ quentare un dato istituto non rap­ vorrebbe, se non la irraggiungi­ bile perfezione assoluta, tuttavia presenta pili una desolante lonta­ quella piu alta possibile. Essa è nanza dalla famiglia, per cui una

visita a centinaia di chilometri di distanza può rendersi una gioiosa gita domenicale. Un esempio tipico di istituto modello, di centro educativo na­ turale portato alla sua massima eflicenza dallo studio c dalla pas­ siono di educatori illustri, noi possiamo trovarlo- per esempio, nella nifi climatica e più panora­ mica delle regioni d'Europa: nel­ la Svizzera. Lo studente di scuola media, legger;, nel labro I dei « Commentavii » di Giulio Cesare come '.'Elvezia fosse un paese pressoché inaccessibile, con un popolo bel­ licoso e bramoso di avventure, malvolentieri chiuso fra le sue montagne. Certo non era luogo da

api

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rportlvi.


escursioni e villeggiature, e tanto meno da sport invernali, allora inconcepibili. Il medesimo studen­ te troverà che la Svizzera, entra­ ta nell’orbita romana c in segui­ to cristiana, diviene poi un Paese di cultura, di Università, di traf­ fico inter-europeo. Come i suoi valichi e le sue strade fossero sempre più frequentali, finché la regione diviene centro di smista­ mento tra nord e sud, occidente e levante di Europa. Castelli e al­ berghi e cittadine ospitali fiori­ scono per tutte le vallate. L’in­ venzione della stampa, l’industria, la meccanica artigiana, il mestie­ re delle armi — prestazione mer­ cenaria ma, in genere, onesta­ mente e lealmente esercitata — infine e soprattutto, la libertà e l’elevato senso di essa, conferisco­ no al paese lustro e prosperità, indipendenza e personalità salde. E, garanzia di sicurezza e di svi­ luppo, una neutralità che si basa sul diritto così come sulla capa­ cità di un popolo che forma eser­ cito permamente, sempre armato delle sue armi c della sua con­ sapevolezza. In questa Svizzera un centro di educazione squisitamente moder­ no. aggiornato alle esigenze di og­ gi e di domani, riesce pertanto un fatto ambientale, un risultato di tradizione. L’Istituto sul Rosemberg di San Gallo, che noi portiamo ad esem­ pio. è stato fondato sin dal 1889: ha ormai sessantanni di vita. Di­ mostrazione questa che da tempo il problema della educazione, nel­ la sua più alta e nel contempo più pratica eccezione, era stato consi­ derato e avviato alla migliore so­ luzione nella libera, studiosa e in­ dustriosa Elvezia, È un istituto pri­ vato: altra dimostrazione a favo­ re della scuola libera. L’Istituto sul Rosemberg. a 800 metri sul livello del mare- nelle Prealpi Svizzere, a sud del Lago di Costanza, in vista delle cime della Sentis, e in vicinanza della città di San Gallo, è un collegio maschile moderno per ogni grado di studi, e centro ufficiale di cor­ si di lingue. Basandosi su una lunga espe­ rienza. questo Istituto, si sforza di conseguire una proficua sintesi tra il metodo educativo tradizio­ nale e i principii moderni della pedagogia. Non vi si attende alla sola cultura, ma alla educazione. Si vuole non solo una istruzione accurata, sia generale che specifi­

ca. ma anche la preparazione in più vasto senso alla vita. Sia nei confronti della propria Patria di origine come dell'Europa tutta e del mondo civile. Migliaia e mi­ gliaia di allievi hanno lasciato il Rosemberg. saldamente attrezza­ ti per le varie professioni e car­ riere: e cosi formati e memori degli anni passati nella studiosa e cordiale intimità dell’istituto e coi loro insegnanti, che i legami di amicizia non si interrompono. Dal 1895 viene pubblicato il » Giornale dell'istituto » che con­ sente a tutti i « rosemberghiani » di rimanere in contatto fra di lo­ ro, in corrispondenza, pronti a scambiarsi consigli, indicazioni, mutua assistenza. L’istituto si presenta come un piccolo villaggio scolastico, com­ posto di sette accoglienti ville, at­ trezzate secondo il confort e l’i­ giene più progrediti. Ogni villa è la residenza di un complesso di studenti della stessa età, con il suo proprio capo. Parco, praterie e fo­ reste circondano il luogo. Sono inoltre a disposizione degli allie­ vi, una palestra moderna, tre cam­ pi di tennis, un campo per il gio­ co del calcio, uno stadio per l’a­ tletica. spiazzi di giuoco. I campi di neve sono vicini e consentono lo sci invernale. I laghi alpini si incontrano limpidi e suggestivi tra gli abeti e le roccie nelle gaie escursioni. Nella bella stagione il vicino lago di Costanza offre le sue acque fresche e ristoratrici. L’armonioso equilibrio del ca­ rattere, dello spirito e del corpo viene curato per tutte le vie. nel corso dello studio, come nelle re­ lazioni di colleganza, come nell’e­ sercizio sportivo che è tenuto in particolare considerazione. I vari corsi, dalle elementari alle secon­ darie, dalle classiche alle scienti­ fiche. alle commerciali, a tutte le materie di pratica e di carriera professionale per i vari Paesi di Europa. Italia, Inghilterra, Fran­ cia. Germania, Stati Uniti, ecc. — secondo programma e diplomi conguaglianti e ufficialmente ri­ conosciuti nei rispettivi Paesi, tut­ ti tendono al fine supremo dì for­ mare l’uomo effettivamente pron­ to e capace di immediato ingresso alla professione, nella carriera. E sempre nelle migliori condizioni di salute e vigore fìsico, e di ele­ vatezza morale. Al Rosemberg lo sport e la ginnastica sono considerati fattori dì primo ordine della formazione

della personalità. L’educazione. fi­ sica aumenta la capacità di lavo­ ro; l’allenamento sportivo è una scuola di resistenza, di destrezza fìsica e accortezza e misura, di do­ minio di se stessi oltreché di cor­ tesia. Un maestro di sport, diplo­ mato, stabile nell’istituto, dirige ogni attività sportiva, dalla gin­ nastica mattutina quotidiana al­ l’atletica, al' tennis, al nuoto, sci. ecc... Chi ha assistito agli allena­ menti ed ai saggi, serba un ri­ cordo indimenticabile di corpi vi­ gorosi e abbronzati, di volti lumi­ nosi e lieti. Il cibo abbondante e sano, l’aria alpina completano il quadro... clinico. Eppure non basta: a conferire ancor più per la sanità morale e la efficiente personalità dell’indi­ viduo, sta un complemento impor­ tantissimo: in un laboratorio be­ ne attrezzato, i giovani, sotto com­ petente direzione, si dedicano ali’arte del falegname, della rilega­ tura. della meccanica leggera ed elettrica, della modellazione del­ l’orticoltura. Non è affatto super­ fluo che un futuro medico, giuri­ sta o architetto e diplomatico, o artista figurativo o commercian­ te, sappia maneggiare la limar­ la pialla, lo scalpello e la vanga, avviare un motorino elettrico ed accomodarsi la radio... E per l’educazione religiosa? Essa completa e corona il tutto. L’istituto si attiene scrupolosa­ mente alle istruzioni impartite dai genitori. Gli allievi hanno la pos­ sibilità di assistere ogni domenica al culto della loro religione. Gli studenti cattolici frequentano la Cappella cattolica dell’istituto. Si insegna agli allievi ad essere fe­ deli alla religione e rispettare i sentimenti e le convinzioni degli altri. Analogo procedimento si cu­ ra per quanto riguarda l’educazio­ ne nazionale. Se ne ottiene così il più franco e cordiale cameratismotra allievi delle più diverse nazio­ nalità e religioni; una mutua sti­ ma, fiducia e comprensione: « lie­ vito della futura intesa fra i* po­ poli », come ebbe a dire il com­ pianto Consigliere Federale G. Motta. E sotto tale auspicio di frater­ nità e di comprensione il « Rosem­ berg » svolge con ardore costan­ te e sereno la sua opera di edu­ cazione e di formazione del cit­ tadino d’una Europa nuova e u— nita. •

Ernesto Biasia

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£ ALBERTO S. - FIRENZE. — Come in qualunque altro dibattuto problema, anche nella questione se e quanti stra­ nieri possano ammettersi alle squadre partecipanti al campionato nazionale d: calcio, i pareri sono divisi. Ormai il dis­ senso è ridotto a limiti molto ristretti­ si discute, infatti, soltanto su questo particolare: se ogni squadra possa alli­ neare, come oggi, 3 giocatori stranieri o se, invece, come molte società chiedo­ no, il numero dei giocatori stessi possa elevarsi a 4. La ragione per la quale i dirigenti delle associazioni calcistiche insistono nell’assicurarsi le prestazioni di atleti stranieri è nota: spendere di meno. Si deve, però, onestamente aggiungere che — a parte questa considerazione utilitaria — il calcio italiano, data l'in­ flazione di squadre ammesse ai campio­ nati maggiori, si vede anemizzato di elementi di valore, disseminati e diluiti sempre più.

incisi sul libro d'oro di quella prova sono, infatti, di americani, pur se di in­ dubbia origine italiana. Quanto a Case, una — la Maserati — trionfò a Sudianapolis, nel 1938. ALBERTO PARENTI - VENEZIA.— La «100 km. di marcia» costituisce la più classica e importante prova internazio­ nale di gran fondo, in questa specialità. Essa fu indetta e organizzata per la pri­ ma volta da « La Gazzetta dello Sport » nel 1909; e la serie delle sue dispute è stata interrotta soltanto durante le due guerre. Più volte venne vinta da stra­ nieri; l'inglese Ross (trionfatore della gara nel 1909) e il suo connazionale Green, i tedeschi Brockmann e Halmel, ccc. Il miglior tempo appartiene a Pa­ vesi che. nel 1922, compì i 100 km. in

ore 9,51 e 37 . Pavesi è anche colui che ha vinto la grande prova il maggior numero di volte: sei. VINCENZO ALLEGRI - TERNI. — Il campionato italiano di pallavolo (ma­ schile) fu indetto per la prima volta nel 1933 e si concluse con la vittoria degli atleti di Genova; quello femminile è, in­ vece. di istituzione recente, precisamen­ te del 1946. anno in cui il primo scudetto fu appannaggio degli Amatori Bergamo. RUGBISTA - FIRENZE. — Ella ha vinto il caffè scommesso col suo collega di ufficio. È esatto, infatti, che l’Amatofi Rugby Milano si è assicurato il massi­ mo titolo — a parte gli anni... isolati — dodici volte, con due serie ininterrotte di sei scudetti: dal 1930 al 1935 e dal 1938 al 1943.

Come spettatori non possiamo che compiacerci che elementi, anche se non italiani, di vero valore rialzino il livel­ lo tecnico e facciano più spettacolare il nostro giuoco. Non ci pare il caso di farne una que­ stione di patriottismo; i professionisti dello sport, come quelli, ad esempio, dell'arte lirica, quando sono veramente bravi vengono ricercati ed hanno dirit­ to di cittadinanza ovunque. L. M. - NOVARA. — Questo del giuo­ co duro è un chiodo che non sarà mai battuto abbastanza. Ha ragione; le pu­ nizioni per reprimerlo dovrebbero esse­ re esemplari; e dagli arbitri in campo ai dirigenti a tavolino non si dovrebbe usare alcuna pietà verso coloro che scientemente, indulgendo ai più bassi istinti, non solo rovinano sempre la te­ cnica e offuscano la bellezza del giuoco, ma talvolta mandano anche all’ospeda­ le le infelici vittime delle loro... carez­ ze... fatte coi piedi, e relativi scarponi. È difficile poter dire quanti arti siano stati fratturati, quante fiorenti giovi­ nezze di atleti stroncate da questo non mai abbastanza condannato e punito giuoco pesante, che noi preferiamo chiamar giuoco cattivo e — diciamo pu­ re la giusta parola — criminale.

Certo, il calcio è un giuoco virile, non adatto a signorine; e si può comprende­ re che nella foga in cui esso viene di­ sputato, capiti anche il fattaccio. Toc­ cherà, appunto alla vigile attenzione ed alla comprensione dell’arbitro distin­ guere tra la fatale disgrazia e la voluta cattiveria. Contro quest’ultima, ripetia­ mo, sia del suo stesso avviso: niente compassione; soltanto cosi potremo ri­ portare sui nostri campi' di giuoco quella serenità che non contraddice ma anzi costituisce indispensabile cornice alle maschie competizioni sportive. LUIGI RIDENTI - NAPOLI. — Nes­ sun pilota italiano vinse mai la massima competizione automobilistica del Nord America: il Gran Premio annualmente disputato a Indianapolis. I Resta, i De Paolo, i Petillo, i cui nomi ella vede

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novtià! L'ingegnere tedesco Fond, di Rosenheim (Bavaria) ha fabbricato un tn* ciclo, estremamente leggero, con un motorino dal oonsumo minimo di miscela benzina-olio, capaco di sviluppare una velocità di 25 miglia orarie. La foto ritrae la « cabina » del nuo­ vo veicolo, il guaio è stato posto in vendita al prezzo di 900 marchi tedeschi. Dicono che la macchina ha una buona tonuta di strada: per di più por guidarla non occorro licsnis e non si paga nessuna tassa di circolazione. Le contravvenzioni, invece, si pagano...

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7\z")on la realizzazione sul Circuito (_>' di Bergamo dei due campiona­ ti ciclistici, uno riservato al dilettanti e l'altro agli allievi, il Cen­ tro Sportivo Italiano può con orgoglio affermare che finora ha dato vita per i suoi atleti a ben undici campionati na­ zionali che sono stati disputati ad Asia­ go (sci), a Borgomanero (ciclocampe­ stre). ad Ascoli Piceno (corsa campe­ stre), a Roma (calcio), a Pesaro (scher­ ma per le tre armi), a Ravenna (pal­ lavolo). a Bari (pallacanestro), ancora a Roma (nuoto) e infine a Bergamo (ciclismo). Quando il C.S.l. all'inizio dell'attuale stagione sportiva annunciò il suo pro­ gramma agonistico che prevedeva la realizzazione in fase nazionale dei cam­ pionati di sci, calcio, ciclismo, pallacanestro, pallavolo, ginnastica, atletica leggera, nuoto, corsa campestre, corsa ciclocampestre c scherma (fioretto, sciabola, e spada), pochi credettero raggiungibile, per una organizzazione giovane di appena 5 anni di vita, quel traguardo di successo. Il programma sembrava per lo me­ no ardito per la sua imponenza; era un impegno che il C.S.l. si assumeva di fronte all'opinione sportiva italiana; ma oggi dopo 10 mesi di attività il C.S.l. può con orgoglio dichiarare di aver assolto tutti gli impegni che aveva assunti nei confronti dei propri orga­ nizzati. Constatazioni liete queste, sopratut­ to in considerazione della serietà con la quale quelle premesse sono state realizzate su un piano tecnico, logi­ stico, organizzativo e agonistico: il che torna a tutto onore dell'organizzazione.

Ciò detto torniamo alla nostra soli­ ta rassegna, cominciando questa volta da Bergamo dove si sono disputati i campionati nazionali di ciclismo, co­ ronati da un ottimo successo. Le gare, alle quali hanno partecipato 157 cor­ ridori selezionati attraverso elimina­ torie cittadine e provinciali, sono state movimentate ed abbastanza interes­ santi nelle loro fasi. Il campionato degli allievi si è svol­ to al mattino con ottanta partecipanti. La gara è stata abbastanza vivace nella prima parte ma non ha fatto registrare nessun episodio decisivo. So­ lo nel secondo giro della Vaiverde, che comporta la dura salita della Mura di Bergamo avviene la selezione per la decisa azione di Bergamasco. Remon­ ti e Gattoni, che riescono a staccare chiaramente tutti. Remonti si avvantaggia in discesa sul Bergamasco, mentre Gattoni perde, una trentina di metri. Nella volata finale Remonti, fino a venti metri dal traguardo dà la sensazione di preva­ lere. ma sfinito, viene superato dal veronese Bergamasco che vince chia­ ramente. La prova dei dilettanti s’è svolta nel pomeriggio ed è stata tecnicamente

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alla manifestazione arridesse un suc­ più interessante della prova dei mi­ cesso pieno e l’affermazione delle in­ nori. La gara dopo un inizio lento ha dubbie possibilità organizzative di que­ la sua decisione all'inizio del secondo sta città del Mezzogiorno. giro, c sempre sulla salita della Vai­ verde per l'azione decisa di un quin- . Le imbarcazioni partecipanti sono tetto composto da due romani. Sensoli state le seguenti: Circolo M.M. N. Sau­ c Renzi, del tremino Troian, il miro di Trieste (al cui equipaggio sono laense Belli ed il Parmigiano Bertostate riservate accoglienze fraterne e rclli. indimenticabili), Crai Ministero di­ Il vantaggio dei cinque sale ben fesa Esercito di Roma. Olona di Mila­ presto a un paio di minuti, ma il grup­ no. Canottieri Irno di Salerno. Alapo si sgretola nel finale e mentre dalle gor.a Catania, Canottieri Palermo, Baretrovie si fa luce tutto solo il roma­ rion di Bari. Cusab Bari Pro Mono­ no Giulimondi, dei fuggitivi uno solo poli di Monopoli. Crai Tosi Taranto. resiste, ed è il Campione Nazionale Pierozzi Brindisi. C.S.l. Brindisi, Vi­ del C.S.l. di corsa ciclocampestre, Sen­ gili del Fuoco Brindisi. Nautico di soli che stacca tutti gli altri e per Brindisi. Tommaseo Brindisi. Crai Ma­ ultimo il trentino Troiani, mentre vie­ rina Brindisi. Marina Militare Brin­ ne avvicinato da Giulimondi che si disi. trasciana via il milanese Carissone. La La manifestazione si è aperta con vittoria di Sensoli è nettissima, così una cerimonia alla Pineta del Colle­ come e sincero il secondo posto di Giu gio Nautico ”N. Tommaseo", dove è limondi. La rappresentativa romana ha stata celebrata una S. Messa al Campo, fatto man bassa dei premi di raprepresenti tutte le massime autorità ci­ sentanza. Gli altri sono andati a Ve­ vili e militari e politiche, gli equipag­ rona ed a Pesaro, che ha presentato gi iscritti e un numeroso pubblico. Do­ una eccellente squadra di allievi. po il saluto del Sindaco di Brindisi, a L'organizzazione del Comitato Pro­ cui ha risposto per tutti un dirigente vinciale di Bergamo è risultata per­ dell'arma di Trieste, tutti gli equi­ fetta. Merito del dott. Nosari e dei suoi paggi. con le autorità e bandiere del collaboratori Mincia, Correggi. Bian­ C.S.l. in testa hanno sfilato per le vie chi. La premiazione è stata effettuata della città. Nel pomeriggio si sono svol­ nella stessa sera dal Vice Presidente te le eliminatorie delle 5 gare nel ma­ del C.S.l. prof. Salotti. gnifico specchio d’acqua antistante il Monumento al Marinaio d’Italia, dove I primi venti dell'autunno ci hanno l'organizzazione aveva curato tutti i portato in redazione i risultati degli particolari (impianto radio su moto­ amici di Brindisi — forse giustificati scafo al seguito della giuria, impianto dall'assoluto silenzio su questa rasse­ di diffusione, tribune, gran pavese al­ gna di un qualsiasi cenno di menl'arrivo. parcheggi macchine, segnala­ zoinc per la ” Coppa Basso Adriatico ” zioni. eco.). regata nazionale di canottaggio svoltasi nel bacino del loro porto e alla qua­ Nelle eliminatorie si affermavano il le ha arriso — per unanime consen­ Barion di Bari in 5'51'T'5 nei 1500 me­ so di competenti, stampa e pubblico — tri esordienti, 5 senza, seguito dallTrun successo senza precedenti. no di Salerno e dal Tommaseo di Brin­ disi. La seconda batteria veniva vin­ Ovviamo quindi alla dimenticanza, ta dal N. Sauro di Trieste che si aggiu­ involontaria per quanto riguarda la dicava il miglior tempo 5'50"4/5. se­ parte di nostra competenza e dovuta guito dal Cusab di Bari e dal Nautico soltanto a ritardo di segnalazione, par­ lando della manifestazione remiera di Brindisi. Nella gara dei 2000 metri, brindisiana che è stata coronata di un per non classificati, il Crai Esercito di successo che va al di là delle previsio­ Roma in 7’53" vinceva la I batteria e ni. La magnifica organizzazione tecnica il Barion di Bari in 7’50" la II bat­ e logistica curata in tutti i suoi parti­ teria. colari. la notevole partecipazione di Nelle finali l’arma dell’Aeroporto armi di società di Trieste. Roma. Mi­ Pierozzi di Brindisi si aggiudicava la lano, Salerno. Palermo. Taranto. Ca­ Coppa Basso Adriatico (magnifico tro­ tania. Monopoli. Bari. Brindisi, l'ade­ feo triennale, offerto dall’Ente Pro­ sione completa ed entusiastica di tutti vinciale del Turismo), mentre il favo­ gli Enti e delle massime autorità pro­ rito armoa del Crai Esercito di Roma vinciali e cittadine, hanno fatto si che veniva tagliato sul limitare de tra-

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guardo dall’elegante e superba vogata dell’equipaggio azzurro. Ecco le clas­ sifiche ufficiali: Gara di jole di mare a 4. esordienti, sulla distanza di m. 1500: lo Circolo M.M. ”N. Sauro" di Trieste in 5’34 ”2/5. Gara quattro di punta con timoniere (juniores) m. 2000: 1“ Barion di Bari in 7’14”. Singolo juniores m. 2000: 1" Bario» di Bari in 9’27’’. Due di punta con timoniere (juniores) m. 2000: 1“ Pro Monopoli di Monopoli. in. 2000 Coppa Basso Adriatico: quattro con: 1’ Aeroporto Pierozzi di Brindisi in 7’46"3/5. 2" Crai Esercito Roma in 7’46’’4/5. 3" Barion di Bari in 7’57". 4" Cusab Bari. 5" Nautico Brindisi. 6" Tommaseo Brindisi. 7“ Irno Salerno. L’Olona di Milano veniva eliminato nella semifinale. Dopo le gare, a cui hanno presenzia­ to tutte le autorità e un pubblico en­ tusiasta di oltre 30 mila persone, con­ venute anche da varie parti della re­ gione. sul grande piazziale del Monu­ mento al Marinaio d’Italia illuminato a giorno da potenti riflettori (dislo­ cati anche su navi della Marina Mi­ litare) e da un numeroso gruppo di fiaccole accese dai giovani del C.S.I. di Brindisi, si • procedeva alla premia­ zione ricchissima. Oltre la Coppa Basso Adriatico, da segnalare l’artistico Trofeo dell,'EnteAcquedotto Pugliese (consegnato dal Presidente on. Caiati), del Prefetto, del­ la Deputazione Provinciale, ed altri enti. In serata autorità, organizzatori ed equpaggi si riunivano a cena nel Col­ legio Navale (il quale aveva ospitato tutti gli equipaggi, messo entusiastica­ mente a disposizione dal Provveditore agli Studi), dove il Presidente del Co­ mitato Organizzatore dott. Ferrino. Presidente della Deputazione Provin­ ciale. salutava i giovani atleti presenti e auspicava un nuovo grande successo per la futura edizione del prossimo anno. Hanno inoltre parlato Fon. Caia­ ti. il Sindaco di Brindisi e ha chiuso Giuri della Presidenza Centrale del CS.I. Da segnalare l’attività svolta dal C.S.I. di Brindisi. dall’Ente del Turi­ smo patrocinatore della magnifica ma­ nifestazione, dal Circolo Nautico. Inviati speciali dei massimi giornali regionali e sportivi nazionali hanno seguito le gare, mentre la settimana Incom non ha voluto essere assente. Il Centro Sportivo Italiano si va af­ fermando anche fuori dell’Italia. È sor­ to recentemente con una simpatica ce­ rimonia il Comitato Provinciale dell’Asmara. Già da tempo funzionante, ha

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dato vita infatti a riusciti Tornei di pal­ lacanestro e pallavolo sotto la guida dell’infaticabile direttore sportivo Dragotto, esso ha trovata la sua via ufficia­ le con l’inaugurazione del campo socia­ le e con la definizione del Consiglio Di­ rettivo. che è risultato cosi composto: presidente sig. Tua Giacomo, Assisten­ te Ecclesiastico Padre Adalberto, cas­ siere sig. Vittorio Sciallero. direttore tecnico sig. Filippo Dragotto, segreta­ rio sig. Francesco Beliuso. La cerimonia è stata presenziata dalle maggiori autorità cittadine e nel corso di essa hanno parlato il comm. Bartoli, commissario del C.O.N.I. per l’Eritrea, che ha formulato l’augurio per la pro­ sperità sempre maggiore del sorgente sodalizio, il sig. Tua che ha ringrazia­ to tutti gli intervenuti per la loro par­ tecipazione alla cerimonia inaugurale ed invitandoli inoltre a collaborare col lo­ cale C.S.I. per la ripresa dello sport in Eritrea e leggendo inoltre un indirizzo del Vicario Apostolico dell’Eritrea, S.E. Marinoni: un vermout d’onore ha sug­ gellato la cerimonia alla quale hanno fatto seguire gare di pallacanestro e pal­ lavolo. Si è svolto nell'ultima decade del set­ tembre scorso sull'Italia Centromeridiogara internazionale a tappe alla quale naie, il Giro Ciclistico dei Tre Mari, hanno partecipato un ottimo complesso di corridori professionisti e indiendenti italiani oltre ad una nutrita schiera di corridori francesi e a tre austriaci. Il Centro Sportivo Italiano, aderendo alla cortese richiesta degli organizzatori del « Giornale d'Italia » di Roma, ha inviato al seguito della corsa la macchi­ na della Presidenza Centrale offrendo inolire la maglia con i colori sociali — azzurro e arancione — che indossava di volta in volta il primo in classifica ge­ nerale. La significativa decisione del C. S.I. è stata particolarmente gradita da tutti i corridori e favorevolmente com­ mentata nell'ambiente ciclistico nazio­ nale. A dare maggior lustro alla manifesta­ zione è giunto il dono speciale che il Santo Padre si è benignato di offrire per­ ii vincitore della corsa. Il dono, consi­ stente in due vasi di pregevole fattura e opera di artisti indiani, è pervenuto tramite la Presidenza Centrale del C.S.I. ed il vincitore lo ha ricevuto in occa­ sione di una Udienza a Castelgandolfo nella quale il Santo Padre si è benigna­ to di benedire tutta la carovana del Giro. È da mettere in risalto che la maglia del C.S.I.. distintivo d’onore del primo in classifica, è stata sempre indossata da corridori nati e cresciuti in ambienti del C.S.I. Infatti notila prima tappa (Taranto) la maglia è stata conquistata da Salimbeni tesserato per una società aderente al C.S.I. (la Tanzi di Seveso Milano); la tappa seguente la maglia passava sulle spalle di Ronconi, altro corridore che della bandiera del C.S.I. ha fatto il suo emblema, e vi rimaneva

fino a Vibo Valentia: di li fino a Roma la maglia azzurra vestiva definitivamen­ te dei colori del successo quel Fornara allevato e cresciuto nell’U.S. C.S.I. Borgomanero, tanto cara a Cerruti, Savoini, Piemontesi, Arcelli, Tarditi e all'omoni­ mo prof. Fornara. E questo è forse il maggior successo della partecipazione del C.S.I. al Giro dei Tre Mari, oltre naturalmente la cor­ diale collaborazione prestata agli orga­ nizzatori e l’assistenza fornita a tutta la carovana. Per tutta la carovana il C.S.I. si è premurato di far celebrare la San­ ta Messa nelle giornate di riposo a Reg­ gio Calabria e a Sorrento oltre che a Vibo Valentia in occasione della festi­ vità, mentre i Vescovi di Bari, Reggio Calabria. Pompei hanno salutata la ca­ rovana accompagnandola della loro Be­ nedizione.

Nino liombardi

43.500.0U0 lire per un cuvallu da corsa Solo una volta è stato venduto in Inghilterra un cavallo da corsa ad un prezzo più alto di quello pagato in questi giorni. Ad una vendita a Doncaster sono state offerte 18 mila ghi­ nee, (pari a circa 43 milioni e mezzo di lire), per conto di Sir Victor Sassoon, per un puledro di un anno pro1 leniente dagli allevamenti dello York! shire di Sir Richard Sykcs.

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L’unico altro puledro di un anno venduto ad un prezzo maggiore, e pure esso proveniente dagli allevamenti dello Yorkshire. venne acquistalo quattro anni fa dal Maharajah di Baroda per 23 mila ghinee: due anni do­ po lo stesso animale vinse al Maharajah il St. Leger.

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Sir Richard Sykes aveva inviato alla i vendita di Doncaster nove dei suoi ! puledri. che sono stati tutti venduti ; per complessive 50.600 ghinee. I ' ■ • I j '

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Anche Wiston Churchill ha acquistato dei cavalli. Egli ha vinto la sua prima corsa l’altro mese col cavallo « Cotonisi Tivo .. Adesso ha acquistato una fattrice di nome Poetic, nonché una puledra tuttora senza nome. Del prezzo pagato dall’ex premier inglese non se ne fa cenno nell’informazione venuta da Londra, ma, certamente, non deve trattarsi di cifra astronomi­ ca. Churchill è uomo che va con i piedi di piombo anche con il « turf ». II quale prende c difficilmente, come nel caso del Maharajah di Baroda, restituisce. E ciò, per un tipico cam­ pione inglese come Churchill, non va bene.

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4- ROMA. — In base ad una graduato­ ria. naturalmente non ufficiale, sui ri­ sultati di atletica ottenuti nella stagione europea la classifica sarebbe la seguente : M. 100 — Fisher (Germania) e Pesch (id.), 10"4. (L'italiano Penna è 4. a pa­ ri merito con numerosi altri). M. 200 — Stawczyk (Polonia). in 12”2; Stacev (Inghil.). in 21"3. M. 400 — Liddi (Italia), in 47"7; Huppertz (Germania). 47”8. M. 800 — Aberg (Svezia), l'50”8: Uuzheimcr (Germania), l'58"9. (L'italiano Fra­ cassi è 10. con l’52”7). M. 1500 — Slijkuis (Olanda). 3’43”8: Strand (Svezia). 3'45"2. M. 3000 — Reiff (Belgio), 7'57"8; Slijkhuis (Olanda). 8'13"8. M. 5000 — Zatopek (Cecoslovacchia), 14’ 10": Koskela (Finlandia). 14'1.3”2. Km. 10 — Beino (Fin).), 29’27"2; Zatopek (Cecoslovacchia). 29'28”2. M. 110 ost. ■— Boulantchik (Russia) e Finlay (Inghil.), 14"4: (L'italiano Albane­ se è 1. con 14"7 e Balestra 7. con 14”8). M. 400 ost. — Larsson (Svezia). 52”9 Ellov (Francia), 53". (Gli italiani Missoni c Filiput sono rispettivamente 6. e 7. con 53”5 e 53”6). M. 3000 siepi — Soedeberg (Svezia). 9' 04"4: Evland (id.). 9'04” c 6/10. Alto — Paterson (Inghil.), m. 2: Wells (id.). 1.99. Lungo — Kreulich (Germania), m. 7,58: Lut.ner (id.). 7,53. Asta — Lundberg (Svezia), m. 4,30; Kataja (Fini.). 4,25. Triplo — Ahaman (Svezia), m. 15.33: Moberg (id.) 15.15 (L’italiano Sormani è 6. con m. 14.63) Peso — Husebv (Islanda), m. 16,41: Lipp (Russia), 16,18. Disco — Consolini (Italia), m. 53,55; To­ si (id.). 52"12. Giavellotto — Rautavaara (Finlan.), mctri 72,55: Hivetanen (id.) 72,50. Martello — Nemeth (Ungheria), m. 58,06. Kanaki (Russia), m. 57.86. (L’italiano Taddia è all'8. posto con m. 54,60). 4 ZAGABRIA. — Miglior successo te­ cnico non poteva arridere all'incontro •Tt’goslavia-Svizzera maschile e femmini­ le di atletica leggera svoltosi sabato e do­ menica a Zagabria. Ecco infatti il bi­ lancio: quattro primati elvetici (Scheurer 4.23 nell’asta. Schudcl 14'53”8 nei 5000, Schwenk 200 in 27”5 e 4 x 100 fem­ minile in 51"1; nove primati jugoslavi (Cerai l'53”9 negli 800, Scgedin 14’4” nei 5000. Gubijan 56,83 nel martello. Mihalic 31’17”4 nei 10.000; femminile: Butja 12"5 nei 100. Koledin 5,67 in lungo, Radosavljevic 13,27 nel peso c 38.57 nel gia­ vellotto. staffetta 4 X 100 in 49"7). A que­ sti devono aggiungersi i due record eguagliati : Sabolovic nei 400 (48"5) e Ko­ ledin nei 60 metri (8'). 4- BARI. — I campionati assoluti italia­ ni di atletica leggera hanno avuti i se­ guenti risultati : LANCIO DEL MARTELLO: 1. Taddia Teseo (Pirelli Milano) m. 53,12; 2. Ca­ stagneti Ruggero (Fiamme Gialle Roma) in. 48,02; 3. Soldi Giuseppe (Gallaratese) m. 47.47: 4. Tavcmari. SALTO TRIPLO: 1. Tosi Enrico (Ales­ sandria) m. 13.96: 2. Sormani Fernando (Marzotto Valdagno) m. 13,94; 3. Tori Gianfranco (Pro Patria Milano) m. 13.65: 4. Compri; 5. Sforza; 6. Del Bono; 7. Gandini; 8. De Petris; 9. Achille; 10. Tonclli; il. Pederzoni; 12. Grilli. GETTO DEL PESO: 1. Profeti Angelo (Virtus Lucca) m. 14,66: 2. Consolini Adolfo (Pirelli Milano) m. 14,51: 3. Dalla Fontana Giuseppe (Fiamme Gialle) m. 13.35; 4. Balossini; 5. /tiroidi. MARCIA METRI 10.000: 1. Dordoni Giu­ seppe (Virtus Bologna) 46'37”3/5: 2. Cor­ saro Giovanni (Fiamme Gialle Roma) 48’10”; 3. Fait Bruno (Tridentina Trento)

48'39": 4 Giulivi; 5. Musolino, METRI 800: 1 Lunghi Lorenzo (Colom­ bo Genova) l'57"8/10; 2. Fiori Umberto (Gallaratese) 1' 57” 9/10; 3. Valli Normando (Edera Forlì) 1' 58"; 4. Sioli. SALTO IN LUNGO: 1. Ardizzone Ugo (Libertas Torino) m. 6.78; 2. Toso (A.T.A. Trento) m. 6,76: 3. Contin Beppino (Mar­ zotto Valdagno) m. 6,76: 4. Sormani. Neri; 9. Ncbiolo; 10 Nai Oleari. LANCIO DEL GIAVELLOTTO: 1. Mat61,18: 2. teucci Amos (C.U.S. Roma) m. 61.18: Rossi Bruno m. 60,44; 3. Bessone Leonzio (Giovinezza Trieste) m. 57,09; 4. Drei; CORSA METRI 10.000: 1. Balistreri Pie­ tro (58" Corpo VV. FF. Palermo) 33’17"2/5: 2. Marrone Nicola (Aterno Pescara) 34'12”4/5: 3. Rafia Dino (Trionfo Ligure Genova) 34'40"4/5; 4. Porcaro, METRI 100: 1. Penna Aldo (Polimeni Reggio Calabria) 10" 7/10: 2. Monti Carlo (Pirelli Milano) 10"9/10: 3. Leccese Fran­ co (Gancia Torino) ll"l/10: 4. Guzzi CORSA METRI 1.500: 1. Tagliapietra Angelo (Gancia Torino) 4'02"4/5: 2. Sioli Sandro (Ambrosiana Milano) 4'04’’4/5: 3. Nocco Mario (Trionfo Genovese) 4’06”2/5; 4. Zanatta; 5 Paschetto; 6. Silvestri. SALTO IN ALTO; 1. Bemes Ovidio (Giovinezza Trieste) m. 1.85: 2. Rosanelli (A.T.A. Trento) m.. 1.80; 3. Albanese Al­ bano (Giovinezza Trieste) m. 1.80: 4. Pin; 5. Ardizzone; 6. Piotti; Lavati; 8. Marani. CORSA METRI 400 OSTACOLI: 1. Filinut Armando (C.S.I. Brescia) 54”9/I0: 2. Missoni Ottavio (Gallaratese) 55”: 3. Vit­ tori Guido (Libertas Ascoli Piceno) 59"l/10 4. Pontalti; 5. Borghesi: 6. Facchini. FINALE METRI 400: 1. Siddi Antonio (C.S.I. Brescia) 48”6/10: 2. Morello Alfre­ do (Lancia Torino) 50”8/10: 3. Grossi Luigi (Pro Patria Milano) 51”4/10: 4. Mattiello: SALTO CON L’ASTA: 1. Fano Franco (C.U.S. Roma) m. 3.60: 2. Ballotta Edmon­ do (Stella Azzurra Parma) m. 3.60: 3. Romeo Mario (Gallaratese) m. 3.40; 4. CORSA METRI 5,000: 1. Nocco Mario (Trionfo Genovese) 15’41”l/5: 2. Zanatta Tlario (Margotto Valdagno) 15’41”4/5; 3. Balistreri Pietro (58° Corpo W. FF. Pa­ lermo) 14’46”2/5: 4. Paschetto, LANCIO DEL DISCO: 1. Consolini Adolfo (Pirelli Milano) m. 51.17; 2. Tosi Giuseppe (Giovinezza Trieste) m. 49.47: 3. Ossena Armando (Marzotto Valdagno) m. 44: 4. Aohem; 4. Profeti; 6. Blasi; 7. FINALE METRI 200: 1. Monti Carlo (Pi­ relli Milano) 22" 4/10: 2. Penna Aldo (Po­ limeni Reggio Calabria) 22’5/10: 3.: Lec­ cese Franco (Gancia Torino) 22”9/10; A Grossi. STAFFETTA METRI 400x4: 1. C.S.I. Brescia 3'28"4/5: 2. Gallaratese Gallavate 3'29”l/5: 3. Virtus Lucca 3’37”3/5; 4. Mar­ zotto Valdagno. CORSA METRI HO OSTACOLI: 1. Alba­ nese Albano (Giovinezza Triestina) 15”3/10 2. Facchini Danilo (Virtus Lucca) 15”8/10: 3. Balestra Arnaldo (Virtus Bologna) 16”; 3. Palestra Arnaldo (Virtus Bologna) 16"; 4. Dusio; 5. Fantuzzi. FINALE STAFFETTA METRI 100X4:

1. Pro Patria Milano 44"; 2. Pirelli Mila­ no 44'4/10: 3. C.U.S. Roma 47”; 4. C.S.I. della 4- BEI.FAST — Per le k. eliminatorie —LCoppa del Mondo la Scozia ha battuto 1 Irlanda per 8 a 2. .................. ... torneo ______ internaziona> MERANO. — Al le goliardico. gli italiani hanno conquistato il primato battendo la Germania per 2 a 1, la Svizzera per 8 a 1 e l'Egitto per 3 a 1 Gli arbitri italiani de­ >4- MILANO, signati per la Coppa del Mondo sono Generoso Dattilo e Giovanni Calcati. 4 MILANO. — Gli atleti azzurri hanno vinto i belgi per 123 a 98. Siddi, del C.S.I. Brescia, ha corso i 400 metri in 47"2, e Consolini ha lanciato il disco a m. 54,22. 4- PARIGI. — Un risultato sensazionale è quello dell’incontro parigino nel quale la Francia ha battuto la Svezia per 93 a 90. PENTATHLON MODERNO 4- ROMA. — Il romano Duilio Brignetti ha vinto il campionato italiano di pen­ tathlon moderno. Nella classifica per so­ cietà al primo posto è la Libertas di Roma. 4 VERONA. — Nei campionati italiani di tiro a segno il romano Ugo Contelli ha vinto nella carabina flobert e il meranese Somma nel mod. 91.

4- ROMA.. — Secondo il calendario della squadra azzurra italiana il 30 novembre si svolgerà a Londra l’incontro Inghilterra-Italia. il 5 marzo in Italia rincontro con il Belgio e il 2 aprile a Vienna la partita con l’Austria. 4- PARIGI. — Gli sportivi francesi sono stati molto lieti nell’apprendere che il nuovo arcivescovo di Parigi, mons. Feltin, è stato in gioventù uno sportivo mili­ tante. Oltre che giornalista sportivo mons. Feltin è stato allenatore di ginna­ stica ed apprezzato e noto arbitro di calcio. 4- LUSSEMBURGO. — La Svizzera ha battuto il Lussemburgo per 3 a 2. 4- DUBLINO. — La nazionale finlandese è stata sconfitta dalla rappresentativa ir­ landese per 3 goal a 0. 4- ROMA. — L’incarico di Commissario tecnico della nazionale è stato affidato al vice presidente federale Ferruccio Novo. 4- RICCIONE. — Presidente delI’Associaciazione Italiana Arbitri è stato eletto il dott. Romolo Ronzio, noto e benemerito sportivo romano e apprezzato tecnico del gioco del calcio. ] 4- VIENNA. — Dopo una partita burra­ scosa con tafferugli e; feriti il Consiglio di disciplina della Federazione austria­ ca. appurata la colpevolezza dello Spar­ ta ha deciso la radiazione dai quadri fede­ rali della Società. I giocatori della Wie­ ner Snarta sono stati inoltre sospesi da ogni attività per la durata di due anni, mentre il direttore tecnico del sodalizio non potrà più ricoprire cariche diret­ tive. 4- TEL AVIV. — Per la Coppa del Mondo di calcio si sono incontrate la Nazionale jugoslava e quella di Israele, dinanzi a 20 mila spettatori. Ha vinto la Jugosla­ via per 5 reti a due. •4- BRUXELLES. — È stato reso noto che rincontro Belgio-Inghilterra è stato de­ finitivamente concluso, ed avrà luogo il 18 maggio p. v. in questa città. 4- LIVERPOOL. 21. — Davanti a 50.000 persone la squadra nazionale inglese, lar­ gamente rinnovata e ringiovanita, è stata clamorosamente sconfitta per 2 a zero dalla squadra dell'Eire. la cui difesa ha funzionato a meraviglia. Andate a vuoto, anche per il concorso di una certa sfortuna, parecchie^ azioni l'Eire offensive dei bianchi inglesi, l' EL » ha chiuso il primo tempo in vantaggio con

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un calcio di rigore realizzato dal cen­ tromediano Concartin e ribadiva il suc­ cesso al 3' dalla fine con un tiro dell'ala sinistra O'Connor.

4 ZAGABRIA. — Il Giro ciclistico della Croazia c Slovenia è stato vinto dall'ita­ liano Malabrocca: secondo si è classifi­ cato il triestino Ciok; terzo lo jugoslavo Strabi. 4- LILLA. — Bevilacqua si è classificato secondo, dietro Van Steenbergen, nel G. P. ■< Tour de Franco ».

4 TERNI. —• li giovane francese Ame­ deo Rollane’ lia vinto il Giro dell’Um­ bria alla media di Km. 35.100: 2. Moretti. 3. Marini. 4. Sabatini. 5. Giacomelli. 4 BOLOGNA. — Il 33" Giro dell'Emilia è stato vinto da Virgilio Salimbeni alla media di Km. 33.583. A 3'56” da Salimbe­ ni è giunto Sagliozzi che a sua volta ha preceduto di una macchina Pedroni. Condelli e Rossi.

4 FIRENZE. — Il Giro della Toscana per dilettali*! è stato vinto da Pietro Babini alla media di Km. 33.680 (215 Km. di per­ corso). 2. <:■ arrivato Baroni. 3. Ridolfi. 4. Mandolini. 5. Gori. 4 VENEZIA. — La vittoria di Fausto Coppi nel Giro del Veneto è stata effet­ tuata alla media di Km. 31,344: Dietro Coppi si sono classificati nell'ordine Brcsci. Leoni. Martini. Biagioni. Magni. 4 PARIGI. — Grande delusione ha pro­ vato il pubblico parigino alla sconfitta del suo idolo Fausto Coppi nel G. P. delle Na­ zioni. Coppi che aveva partecipato alla gara per onore di firma non si trovava nelle sue migliori condizioni di forma. Nella gara a cronometro Fausto ha lot­ tato. senza destare tra l’altro soverchia impressione sino al centesimo chilometro, poi ha virtualmente rinunciato alla lotta. Il francese Charles Coste, vero outsider della gara, ha vinto tra la sorpresa ge­ nerale.

4 PADOVA. — La classifica del campio­ nato ciclistico italiano è virtualmente la seguente: 1. Coppi, punti 28: 2. Maggini Luciano, punti 20: 3. Leoni, punti 18: 4. Magni Fiorenzo, punti 17; Bartali è nel gruppo del quinto posto. 4 BARCELLONA. — H francese Emilerol ha vinto l'ottava edizione del giro ciclistico della Catalogna classificandosi primo nella classifica generale col tempo di 36 ore e 1'17” sui 1236 chilometri del giro.

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4 VARSAVIA. — n Giro ciclistico della Polonia si è chiuso con la vittoria dell’ita­ liano Locateli!. L'ultima tappa, la KiebeVarsavia ha visto il trionfo di un altro italiano: Spallazzi che ha compiuto i 179 Km. in 5 ore 39’35”. secondo è arrivato il fraancese Lomay. terzo il danese Olsen e quarto Locatelli. 4- MILANO. — Bevilacqua ha battuto Coppi nel Campionato italiano ad inse­ guimento. 4- MILANO La Classifica finale del Cam­ pionato europeo d'inseguimento è stata la seguente: 1. Coppi-Bevilacqua p. 47; 2. Leoni-Teruzzi p. 40; 3. Van Steenbergen-Ockers p. 37: 4: Kubler-Van Buren p. 37: 5. Sch ulte-Van Est p 28; G. Robic-Marinelli p. 16.

4- VIENNA. — Gino Bartali che era sta­ nte fermato dalle autorità sovietiche nel mentre si apprestava a raggiungere Vien­ na in compagnia della sua signora è sta­ to autorizzato dopo alcune ore di sosta a proseguire il viaggio: sicché dopo aver passata la notte in bianco a Lirez ed es­ sere ripartito in auto, il campione ita-

liano, per quanto affaticato. ha potuto raggiungere la capitale austriaca e pren­ dere parte al Gran Premio Gerugross su circuito intorno al Municipio di Vienna. Malgrado la forte coalizione avversaria Gino Bartali che disponeva deila biciclet­ ta da strada mentre tutti o quasi tutti gli altri concorrenti montavano il mez­ zo da pista si è imposto da gran domi­ natore surclassando letteralmente i suoi avversari conquistando ad oltre 40 km. di media una strepitosa vittoria tra le più belle e significative della sua pur lunga e prestigiosa carriera.

4 ROMA. — Il Giro ciclistico dei Tre Mari ha segnato una splendida afferma­ zione del giovane Pasquale Fornata. Al secondo posto si è classificato Ronconi. 3. Salimbeni. 4. Rossi. 5. Cremonese. 6 Patti. 7. Fumagalli. 8. Fondello. 9. Tonini. 10. Ridalli.

♦ OSTENDA. — Litigi Cavanna su <■ F.B. Mondial ha stabilito due nuovi primati mondiali sul chilometro c sul miglio lan­ ciato per la classe 125 cmc. I nuovi pri­ mati conquistati all’Italia sono i seguenti Km: 22"86/100. alla media di 130,104. Mi­ glio lane.: 36”70/100, alla media di 157,854. Ma tali primati mondiali sono stati alcu­ ni giorni dopo migliorati dallo stesso Ca­ vanna su Mondial e precisamente: chilo­ metro lanciato in 22” e 34/100 alla media di Km. 161.185: miglio lanciato in 35” e 87/100 alla media di Km. 161.517. 4 BRESCIA — I.a Mille Miglia 1950 avrà un carattere internazionale del più alto interesse. Gli organizzatori già sono al­ l’opera per dotare la grande gara auto­ mobilistica dei coefficienti tecnici ed or­ ganizzativi che possano permettere alle rappresentanze di tutto il migliore auto­ mobilismo mondiale di prendere parte alla competizione. La dotazione dei pre­ mi. tra l’altro, si annuncia importantis­ sima: oltre i dieci milioni di lire. Vor­ remmo fare una proposta: perchè, data l’eccezionaiità dell’Anno Santo, non fare la partenza e l’arrivo della gara a Roma? 4 BOLOGNA. — Un nuovo motore da corsa è in preparazione nelle officine dei fratelli Maserati. Si tratta di un 4500 sen­ za compressore per le competizioni della formula n. 1. 4 GARDONE RIVIERA — Cosenghini è riuscito a battere il record internazionale motonautico del km. della classe 1500 sport. 4 STOCCARDA. — Alla riunione della F.I.A. a Parigi dei giorni dal 5 al 10 ot­ tobre verrà riesaminata la posizione del­ la Germania ai fini della riammissione in seno alla Federazione. Se. come tutto lascia credere la Germania verrà riam­ messa alla F.I.A., i corridori tedeschi po­ tranno riprendere la loro attività inter­ nazionale nel 1950. 4 MOSCA. — Pilotando una vettura <■ Stella 3 ». il pilota russo A. Ponisovkin ha recentemente stabilito in Russia un primato per autovetture della classe J. (fino a 350 cmc.) sul chilometro lanciato che è stato compiuto alla media di chi­ lometri 173.410.

4 REGGIO CALABRIA. — Nel giro au­ tomobilistico della Calabria Serafini su Osca ha riportato una splendida vittoria. Al secondo posto si è classificato Fagio. li. Vincitori di classe sono stati: Cornac­ chia (oltre 1100 s.). Musso (750 s.). Leonetti (oltre 1100 t.). Mancini (1100 t.), Saccani (750 t.). 4 OSTENDA. — Il colonnello inglese Goldie Gardner è riuscito stamane nel suo intento di battere i primati inter­ nazionali per automobili di cilindrata fi­ no a 500 cmc. detenuti dall’italiano Pie­ ro Taniflì.

In tre prove successive effettuate sul­ l'autostrada di Ostenda, in un punto par­ ticolarmente adatto ai tentativi di record Gardner ha conseguito i seguenti risul­ tati nell'ordine: Chilometri 5 lanciati: alla velocità di 150.513 miglia-orarie (circa 242 Km. orari). Miglio lanciato: alla velocità di 154.2^1 miglia orarie (circa 248 Km. orari). 4- MILANO — LI circuito motociclistico di Monza per il G. P. delle Nazioni ha vi vi-­ sto vincitori di classe: Leoni (Mondiali alla media di Km 125. 38(1 nella 125 cmc . Ambrosini (Bcnelli) alla media di 144.236 nella 250 cmc . Frigerio (Gilera) alla media di Km. 130.298 nei sidecar. Pagani (Gilera) alla media di 157.883 nella 500 cmc. Nella classe 500 l'affermazione ita­ liana è completata da Artesiani su Gi­ lera giunto secondo. 1 campioni Doran e Armstrong su A J S. si classificavano al terzo e sesto posto. ♦ ROMA — I titoli mondiali motocicli­ stici sono così assegnati: Conduttori: classe 125 cmc.: Nello Pa­ gani (Italia); Classe 250 cmc.: Bruno Ruf­ fo (Italia): classe 350 cmc. Freddie Frith fo (Italia); classe 350 cmc. Freddie Frith (Inghilterra): classe 500 cmc.: Leslelie Graham (Inghilterra); Sidecars 600 cmc.: E. S. Oliver (Inghilterra). Marche: classe 125 cmc.: F. B. Mondial (Italia): classe 250cmc.: Guzzi (Italia): classe 350 cmc.: Velocctte (Inghilterra): classe 500 cmc.: A J.S (Inghilterra); Sidecars 600 cmc.: Norton (Inghilterra). Il campionato del mondo conduttori e marche si è svolto attraverso le seguenti sci prove : Tourist Trophy inglese. Gran Premio Svizzero. Gran Premio d’Olanda. Gran Premio del Belgio. Gran Premio dcll'Ulster. Gran Premio delle Nazioni. L'Italia è rimasta estranea nella classe 350 cmc.. cilindrata poco comune nella produzione italiana, c pertanto la lotta per il massimo titolo mondiale è rimasta circoscritta tra le inglesi Velocettc e A.J.S. Nella classe 500 cmc. la A.J.S alla vi­ gilia del Gran Premio delle Nazioni, van­ tando tre migliori risultati disponeva già di 32 punti (tre vittorie e due giri veloci), mentre la Gilera dopo Monza ne dispone 31 totalizzati con due vittorie, tre giri veloci cd un secondo posto. A questo punto si è accesa un’interessante e cor­ tese polemica sull’interpretazione del re­ golamento in base al quale Pagani e Graham, e di conseguenza A J.S. e Gi­ lera, potrebbero essere considerati a pun­ teggio pari. 4 GENOVA. — La quindicesima edizione della Pontedecimo-Giovi ha radunato sul­ la salita appenninica un magnifico stuo­ lo di concorrenti. In assenza di Taruffi. la vittoria è andata al favorito Bracco il quale, pur senza riuscire a migliorare il precedente record, ha vinto nettamen­ te. Nella classe 1100. facile è stato il suc­ cesso di Scagliarmi, mentre nella classe minore la vittoria è andata ad uno dei pronosticati: Gino Valenzano. Sullo stesso percorso, era stata disputa­ ta precedentemente la terza eliminato­ ria del « Volante d’argento » nella quale si è imposto il gentleman genovese En­ rico Anseimi. 4 RIETI. — Sul percorso Rieti-Terminillo si è svolta l'eliminatoria per la Zo­ na laziale per il Volante d'Argento. Il miglior tempo è stato segnato da Franco Venturi, il noto asso romano del C.S.I. che ha ripreso l'attività dopo lun­ ga stasi. La prova di Venturi è tanto più meritevole in quanto egli disponeva dell'Alfa Romeo 2500, una vettura senza dub­ bio generosa, ma poco adatta in una pro­ va come questa data la natura del per­ corso. 4 PARIGI. — La C.S. della F.I.A. ha impostato il calendario internazionale dell'attività 1950. In genere le date sono quelle tradizionali, salvo qualche legge­ ra modifica: 30 aprile 1950: Monaco: G. P. di Mo­ naco.

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7 maggio: Finlandia: ElaintarhanajoDjurgardsloppet. 13 maggio: Gran Bretagna: G. P. di Inghilterra. 18 maggio: semburgo.

Lussemburgo:

G. P. Lus­

18-21 maggio: Portogallo: Rallye Inter­ national de Lisbona Estoril. 30 maggio: Stati Uniti: Indianopolis, 500 miglia. 4 giugno: Svizzera: G. P. Svizzera. 18 giugno: Belgio: G. P. Belgio. 2 luglio: Francia: G. P. Francia. 16 luglio: Norvegia: Corsa di velocità dell'A.C. di Norvegia. 23 luglio: Olanda: G. P. d'Olanda. 20 agosto: Svezia: Corsa di velocità a Stoccolma. 5-12 settembre: Polonia: XV Corsa Internazionale. 10 settembre: Italia : Gran Premio d'Italia. 24 settembre: Cecoslovacchia: G. P. di Cecoslovacchia. 11 titolo di Gran Premio d’Europa è stato attribuito al Gran Premio d'Inghil­ terra.

4- ÀùsIA. — I campionati nazionali di nuoto svoltisi a Roma hanno dato i se­ guenti risultati: M. 400 st. lib.: Guerra Piero (R. N. Florentia), 5'09"; 2. Crugnola (S. S. Lazio); 3. Bonocore (R.N. Na­ poli): 4. Esposito (R. N. Stabia). — M. 100 dorso: 1. Massaria Egidio (R.N. Au­ rora. Chiavari) in l’U"6: 2. Ceccarini (S. S. Lazio); 3. Costa (R. N. Napoli): 4. Ba­ rin (Aurora. Chiavari): 5. Semprini (Ri­ mini); 6. Colonica (U. S. Triestina). — M. 50 rana (Coppa Puerizia)): 1. Di Na­ poli Bruno (C. Posillipo). in 38”9; 2. Del Bosco (Aurora. Chiavari): 3. Nunzi (Civitav.); 4. Brighi (Veneziana Nuoto): 5. Finzi (Edera Trieste); G. Silvera (U.S. Triestina. — M. 200 a rana: 1. Gasparin Vi­ to (Venezia Nuoto). 2'53"2; 2. Griltz (U.S. Triestiana); 3. Mamproi (Aurora, Chiava­ ri); 4. Bertetti C. (U.S. Triestina; 5. De Pità Vittorio (Veneziana Nuoto); 6. Samer Dario (Edera Trieste). 3’03"2. — M. 100 st. lib.: 1. Pederzoli Carlo (S.S.Lazio). l’01”2; 2. Vittori R. (Fiumana); 3. Precop (U.S. Triestina): 4. Rinaldi (R. N. Salerno), — M. 50 s. 1. Coppa Pueritia: 1. Fiorentino Luca (Can. Posillipo) 33”, pun­ ti 363; 2. Giurco Domenico (U.S. Triesti­ na): 3. D'Agostino (U.S. Civitavecchia): 4. Greco Francesco (Veneziana Nuoto): 5. Dumini Costantino (Edera Trieste): G. Redenio Tommaso (R.N. Aurora. Chiavari. — .«?t<,-r->fia 3 nor 50 mieta Coppa Pueritia: 1. R. N. Aurora. Chiavari (Di Venanzio, Belbosco. Rodenio) l'58"2. p. 592: 2. Can. Napoli (D'Alterio. Di Napoli. Fiorentino): 3. T S. Tri' fina 'BradascRio. Silvera, c

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Nunzi. D’Agostino): 5. Edera Trieste (Dic Fin i U , ini); 6. Veneziana Nuoto (Tiozzo. Briosi. Greco). — Classifica Coppa Pueritia: 1. Can Posillipo, p. 1333; 2. R. N. Aurora Chiavari p. 1311; 3. U.S. Trie­ stina p. 1303; 4 U.S. Civitavecchia p. 1222: 5. Edera Trieste P. 1146; c. Veneziana nuo­ to punti 1072.

tuffi piattaforma metri 10: 1. ■ etronio Renzo (U.S. Triestina) p. 128.91: .. D»1 Sere <S S. Lazio): 3. Bugarini (S.S. Lazio); 4. Rustichelli Renzo (G.S. Lancia); 5. Bulgarini (S.S. Lazio). * TRIESTE. — Alla piscina dei Bagni Ausonia la nuotatrice triestina Romana Calligaris ha stabilito i nuovi record ita­ liani degli 800 metri stile libero in 12’ 28” 2/10 e dei 1500 s. 1. in 23’46”9/10: anche la triestina Pinuccia Doratti si è aggiu­ dicata due nuovi record.................... italiani percorrendo i 400 metri a rana in 7’5’’7/10 e: 500 metri, pure a rana, in 8'55"9/10.

4- MILANO. — Nella piscina Cozzi, la nuo­ tatrice Wilma Francoletti della Canottie­ ri Lecco, ha stabilito il nuovo primato italiano dei cento metri a rana, nuotan­ do la distanza in l'31”6. Il primato apparteneva a Maria Frausin della Triestina, col tempo di 1' 43" 3 e resisteva dal 29 giugno 1938. La Francoletti è una delle più giovani rapiste italiane, essendo nata si il 4! luglio 1935. ♦ CAP GRIZ NEZ. — Un terzo nuotatore riuscito ad attraversare la Manica nei due sensi: il tenente dcll’Esercito egizia­ no Hassan Abel Rehim che approdando a Capo Griz Nez ha portato a termine il secondo tentativo e cioè quello dall'Inghil­ terra alla Francia. L’altra traversata, quella in senso inver­ so. era stata effettuata dallo stesso nuota­ tore lo scorso anno. Il Rehim ha fatto il percorso in 15 ore e 58 minuti. Si era tuffato nella baia di St. Margaret presso Dover. f; il terzo nuotatore che finora abbia at­ traversato la Manica nelle due direzioni. Gli altri due sono stati l'inglese Edward Temine, che nel 1927 e 1949 fece le due traversate rispettivamente in 14 ore e 29' e 15 ore 54’. e l'inglese Tom Blower nel 1937 e 1948 col tempo di 13 ore 29' e 15 ore e 31'. ROMA. — La traversata natatoria di Roma ha viste vincitore Giacomo Signo­ ri. della R.N Milano. Gli altri classificati sono i seguenti’ 2. Manetti Vittorio. 3. Sbaragli. 4. Espo­ sito Antonio. 5. Ognio Geminio. G. Guerra Pietro. 7 Gamba Giacomo. 8 Carena Va­ lerio. 9. Truffa Michele. 10 Savio Gianni. 11. Agosti Emo, 12. Marongiu Edmondo y-1 y-v

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4- FIRENZE. — Il farfallista della Rari Nantes Florcntia Bruno Canoni, già pri­ matista dei 100 metri (ouesto record, co­ me è noto, è stato abbassato ad Atene dal romano Pedersoli) ha tentato, con successo. di migliorare il primato nazio­ successo, nale dei 200 metri da lui stesso detenuto, n tempo segnato è stato quello di 2’51". 4- REGGIO CALABRIA. — La più grande impresa natatoria è stata compiuta con la traversata dello Stretto di Messina per un percorso di chilometri 14. Contro ogni difficoltà hanno trionfato la forza e la bravura degli atleti che. ostacolati dal ma­ re fortemente agitato e da correnti con­ trarie. hanno con estrema abilità allun­ gato il percorso a chilometri 20. Questa traversata, che dai tecnici è considerata la più ardua per la massa imponente di correnti che attraversano continuamente lo Stretto di Messina, ha reg!s*.rato nel

campo dello sport internazionale primati veramente sbalorditivi. 11 percorso è stato coperto da Dome­ nico Adamo in ore ''..‘M’. na Regifio Cala­ bria, da Domenico Panuccii da .Scilla in ere 3.29'. da Placido De Salvo da Messi­ na in ore 3,55' e da Antonio Muscimarra da Catania in ore 3,27’, quest'ultimo partecipante fuori gara.

a 4. FERRARA. — I campionati mondiali di pattinaggio a rotelle hanno segnato per l'Italia brillanti affermazioni. Ecco i risultati : Campionato mondiale in. 5.000: 1. Lazzari Luciano (Italia) in 10'23"3 alla media di km. 28.878: 2. Wijnen (Belgio): 3. Fasana (Italia); 4. Sportoletti Pclaud (Italia): 5. Taeymans (Belgio); 6. ~ (Francia); 7. Hill (Inghilterra); 8. Mac Brown (Inghilterra): 9. Marc (Francia); 10. Gut (Svizzera). Metri 20.000: 1. Lazzari Luciano (Italia) che com­ pie i km. 20 in 45'46”7 alla media di km. 26,213: 2. Fasana (id.); 3. Pelaud (Francia); 8. Mac Donald Brown (In­ ghilterra); 9. Hill (id.). Campionati mondiali m. 1.000: 1. Wijnen Jos (Belgio): 2. Lazzari Lu­ ciano (Italia); 3. Marc (Francia); 4. Spor­ toletti (Italia); 5. Pelaud (Francia): 6. Mac Donald (Inghilterra); 7. Hill (id.); 8. Taeymans (Belgio); 9. Raga (Spagna); 10. Bermejo (Francia).

Campionati mondiali m. 10.000 1. Fasana Giulio (Italia) 22’2”2; media km. 27.227; 2. Marc (Francia) 22’2”7; 3. Lazzari (Italia) 22’3”; 4. Taeymans (Bel­ gio): 5. Pelaud (Francia): 6. Sportoletti (Italia); 7. Hill (Inghilterra): 8. Wijnen (Belgio); 9. HaUord (Inghilterra): 10. Bermejo (Francia). 4 PIACENZA. — Nei campionati italiani di pattinaggio a rotelle il romano Luciano Lazzari del C.S.I. Roma ha vinto nei 5.000 e 10.000 metri. Nei 5000 metri della se­ conda categoria ha vinto il triestino Ca­ vallini. Nei 5000 metri femminile il titolo se l’è aggiudicato Gianna Caprile.

Una delle partite di campionato più... infiorata di ripicche e gioco « pesante » è stata quella Lazio.Genoa. Ecco nella foto uno dei deplorevoli episodi: due atleti sono a terra doloranti, alcuni altri stanno per venire allo mani, e ll'arbitro ’arbitro sta a guardare...


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4 ROMA. — Il Santo Padre ha ricevuto a Castelgandolfo il pugile americano Joc Walcott. il quale era accompagnato dai comm. Paschetta del Centro Sportivo Ita.'iano, dal manager Bocchicchio e dal­ l'allenatore Dam Fiorio. L’udienza ha avuto luogo nel salone degli Svizzeri do­ ve erano raccolte alcune centinaia di per­ sone, in prevalenza straniere. Il Papa ha rivolto ai presenti paterne parole di saluto e di benedizione e poi si è soffer­ mato a parlare coi presenti, tra i quali era Walcott che è stato subito ■ notato da Pio XII. Il Papa ha conversato affabil­ mente con lui, interessandosi alla sua attività sportiva e poi gli ha concesso una speciale benedizione. Il pugile, su­ bito riconosciuto al suo giungere a ' Ca­ stelgandolfo, è stato assai festeggiato. 4 DUESSELDORF. — Hcin Tcn Hoff ha mantenuti il suo titolo di campione te­ desco di pesi massimi costringendo al pareggio il 41enne Walter Neusel in un incontro in 12 riprese valido per il ti­ tolo. 4 SAN FRANCISCO. — Il peso medio­ leggero Jesse Flores, che alla nona ri­ presa è andato al tappeto per 9 secondi, è riuscito poi a battere ai punti Zem Thomas. 4 NEW ORLEANS. — Il peso leggero Marxii Docusen ha battuto Joe Barnum ai punti in dieci riprese. 4 SYDNEY. — n campione australiano dei pesi medioleggeri Kevin Delaney ha pareggiato con il campione francese An­ dré Famechon in un incontro in 12 ri­ prese svoltosi ieri sera allo Stadio di Sydney. La decisione dell’arbitro è stata disap­ provata dal pubblico il quale aveva giu­ dicato vincente il francese nel veloce e combattutissimo incontro. 4 CASTELFRANCO. — L’ex campione d'Italia dei pesi medio-massimi. Giovan­ ni Martin, ha sconfitto ai punti il geno­ vese Lonati. 4 SWANSEA. — Il peso medio-leggero Glifi Curvis di Swanse ha battuto ai. punti il campione olandese Job Roos in un incontro fissato in dieci riprese. 4 LONDRA. — Con un sensazionale k.o. alla prima ripresa dopo soli 2’45”. l’au­ straliano Dave Sands si è aggiudicato il titolo di campione dell’impero Britan­ nico dei pesi medi battendo alla Harringay Arena di Londra il detentore Dick Turpin. L’australiano partiva subito al­ l'attacco. colpendo ripetutamente l’avver­ sario: per due volte Turpin colpito si rialzava ai 9’, ma alla terza non riusci­ va più a riprendere il combattimento. 4 LONDRA. — L'incontro fra Bruce Woodcock e Lee Savold per la versione inglese del campionato mondiale dei'pe­ si massimi é stato fissato per il maggio 3950. L’organizzatore sportivo Jack Salomonsgn nel dare questo annuncio, ha pre­ cisato che il combattimento verrà dispu­ tato nello stadio londinese di White City.

4 NEW YORK. L’ex campione del mondo dei pesi ■ medi, l’italo americano Rocky Graziano, ha battuto Charlie Fu­ sati per k.o. tecnico alla decima ripresa. 4 WASHINGTON. - Un nuovo astro del firmamento pugilistico ha fatto la sua apparizione a Washington. Finora del tut­ to sconosciuto nel mondo pugilistico (1 21enne Jimmy Cooper, nativo di Wa shington. ha messo fuori causa il cam Pione mondiale dei pesi gallo Manuel Ortiz in un incontro amichevole di in riprese, che gli è stato aggiudicato ai Punti. t B,°£OGNA >T Til?cri° Mitri, campio­ ne d’Europa dei pesi medi ha ottenuto Condirettore resp. SISTO FAVRE Spod. abb. postale'- Giunco III

nistri, ma mai riusviva a netterà il Sor­ tola al tappeto. L’unica volta in cui il pugile italiano cadeva era nella terza ri­ presa. Il Bertola sferrava un violento si­ nistro contro Orna ma questi riusciva ad evitarlo. Bertola perdeva l’equilibrio e cadeva. Al decimo round sembrava che l’incontro dovesse finire con un K.O. ma il Bertela resisteva ed il combattimento si chiudeva con la vittoria dell’Oma ai punti. Appena nel camerino Bertola accusava forti dolori allo stomaco e alla testa, per cui veniva ricoverato in una clinica dove riscontratogli una trauma cerebrale veni­ va sottoposto alla trapanazione del cra­ nio. Purtroppo l'intervento della scienza nulla ha potuto di fronte alla gravità del male. Il pugnatore è morto dopo po­ che ore. > È un fatto, questo, che addolora e im­ pressiona. Con la perdita di Enrico Bertola il pu­ gilato italiano perde uno dei suoi ves­ silliferi. Egli era apprezzato e ammirato per le sue doti di coraggio e per la cor­ rettezza della sua tecnica.

ima brillante affermazione sconfiggendo ___ k. o. alla nona ripresa il pugile per francese Lefranc. Numeroso pubblico ha presenziato alla riunione. Mitri è stato festéggiatissimo per questo suo 'nuovo convincente c significativo successo. 4 SIDNEY. — Il pugile australiano Archic Kemp (categoria pesi leggeri) di 25 anni è morto all’ospedale in seguito ad emorragia cerebrale, dopo essere stato messo k. o. la sera avanti dal campione australiano della categoria Jock Hassen. 4 WATERBURY (Connecticut). — Nel­ l’incontro svoltosi per il campionato mondiale dei pesi piuma, Willie Pep ha difeso vittoriosamente il suo titolo bat­ tendo Eddic Compo sfidante, alla set­ tima ripresa, per manifesta inferiorità. Il combattimento era stato fissato in 15 riprese. L’arbitro, dietro richiesta dei secondi di Compo. ha fermato il combattimento ai 41” del settimo « round », quando il pugile si ò alzato al conto di nove. Com­ po era stato atterrato con un poderoso « hook » al mento. Visto che era stato colpito nuovamente, questa volta da un violento diretto, e che il « knok out » era inevitabile, i secondi hanno chiesto la sospensione dell’incontro.

4 NEW ORLEANS. — Bert Linam. di Austin (Texas), ha battuto ai punti . in dieci riprese l’italiano Aldo Minelli. 4 FIRENZE. — Gli appassionati di pu­ gilato non dettero troppo peso al fatto che la riunione di boxe, il cui numero di attrazione era costituito dal match fra Tiberio Mitri ed il francese Dobiasch, invece di effettuarsi il 17 settembre al motovelodromo delle Cascine si svolgesse tre giorni dopo allo sferisterio Alambra. Colpa del tempo instabile si disse. In­ vece, la faccenda era un po’ complicata ed ha avuto un seguito giudiziario. La causa del cambiamento di giorno e di luogo è dovuta, oltre che al maltempo, al mancato accordo tra i finanziatori, che si sono rivolti all’autorità per poter chia­ rire '.'ingarbugliata matassa. Frattanto, il Tribunale ha disposto il sequestro con­ servativo sull’intero incasso fino alla con­ correnza di mezzo milione. 4 SCHENECTADY (New York). — L’ex campione del mondo dei pesi piuma, Sandy Saddler ha battuto per k. o. alla se­ conda ripresa Proctor Heinhold. 4 BERLINO. — In un combattimento va­ levole per il titolo tedesco dei medio massimi, Richard Vogt ha battuto Conny Rux per squalifica in seguito a colpo basso alla terza ripresa. 4 VIENNA. — Anche nell'incontro di rivincita fra le nazionali di pugilato di Austria e d'Italia i pugili azzurri hanno riconfermato la loro superiorità batten­ do la squadra avversaria per 10 a 2. Ec­ co i risultati tecnici della manifestazio­ ne: pesi piuma: Lepore batte Gaustester ai punti; pesi piuma: Polidori batte Eberhardt ai punti: pesi leggeri: Marco­ ni batte Frank per k. o.: pesi medio-leg­ geri: Krasner batte Bollano ai punti; pe­ si medi : Fontana batte Kohlegger ai punti. Gli incontri dei medio massimi e dei massimi non si sono disputati. Di Se­ gni non aveva avversari e Baccilieri non ha potuto combattere a causa d’una fe- • rita al naso.

RTRTO1A [’ MORTO Il pugilato italiano e mondiale è in gra­ maglie per la morte di Enrico Bertola. Il tragico fatto è avvenuto a Buffalo, dopo che il pugnatore italiano aveva so­ stenuto un incontro di 10 riprese con l’americano Lee Orna. Dall’inizio del ' combattimento VOma tempestava l’avversario sii diretti e di si-

c/c. Postale - Roma 1/3905

4 BUDAPEST. — I campionati magiari di tennis si sono conclusi con l'inattesa sconfitta del campione ungherese Joseph Asboth che nella finale è stato superato dal campione polacco Skoneczky. Asboth. dopo aver vinto i primi due set per 6-1, 6-3 perdeva i tre successivi per 5-7, 1-6 e 7-9 4 BOLOGNA. — Vanni Campele ha con­ quistato. per la terza volta, il campiona-i to italiano di Tennis. Il singolare fem­ minile è stato vinto dalla Bossi, nel dop­ pio maschile si sono affermati Rolando Del Bello e Belardinelli. mentre nel dop­ pio misto Belardinelli ha vinto in coppia con la Migliori. 4 BRUXELLES. — Si è concluso oggi rincontro tra le nazionali di Australia e del Belgio. I finalisti della ■ Coppa Davis hanno battuto i padroni di casa per 4-2. Ecco i risultato degli incontri odierni : Singolo: Washer-Bronwich 6-3. 4 ANKARA. — La giocatrice italiana Annalisa Bossi ha vinto la finale femmi­ nile dei campionati tennistici internazio­ nali della Turchia battendo la campio­ nessa turca Musluoglu per 6-4, 6-4. 4 PARIGI. - • L'incontro tennistico femminile tra ”” l’Italia ” i ei la Francia è stato vinto dalle italiane. 4- FOREST HILLS. — Il campionato ten­ nistico degli Stati Uniti è stato vinto an­ cora una volta dal fenomenale Gonzales che ha battuto Schroeder in cinque sets. Ecco il dettaglio: Gonzales batte Schroe­ der 16-18; 2-6; 6-1; 6-2; 6-4.

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4- (MONTECARLO. — H campionato europeo delle regate veliche categoria stel­ le. si è chiuso, con la vittoria dell’Italia. Anche la quinta ed ultima prova è stata vinta dall’equipaggio del Polluce seguito da quello del Legionario. La classifica finale è la seguente: 1. Polluce (Italia) punti 200; 2. Fiam­ metta (Italia) p. 191; 3. Samba (Italia) p. 186: 4. Malindo (Portogallo) p. 185; 5. Sic Vili (Francia); 8. Faneca (Portogallo): 9. Rigo (Italia); 10. Eisseire (Francia).

Scuola Grafica "Guido de Gregorio" - Roma

Autorizzazione della Commissione Nazionale Stamoa N. 1769 de) 14/11/1945


U IETR1O DELL’AULE.

IL LIBRO DEI CENACOLI

IL LIBRO DEI CENACOLI di D. Giuseppe Nebiolo si ri­ volge ai giovani di Azione Cattolica, che, investiti della missione di guide a XVEaRQMX vantaggio dei loro fratelli, più degli altri sentono la necessità di dedicare una parte del loro tempo alla scienza di Dio. Questo agile volume, den­ so di dottrina, è quindi vivamente raccoman­ dato ai Cenacoli diocesani e foraniali, e a tutti i giovani di buona volontà, come testo prezioso per i Corsi di ascetica e come avvio per un approfondito studio personale.

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REGOLA D’AMORE di Sulinas è indirizzata ai giovani cattolici d’Italia che dell’amore si son fatti regola e ideale. Queste «elevazioni spiritua­ li» , sgorgate nel silenzio e nella preghiera, furono Lscritte per i giovani perchè vivendo la loro regola di­ i cantore \ ■ ventino apostoli, della ca­ rità cristiana: «Se gli uo­ Sesofi'jfàs I... ■ mini tutti seguissero una regola d’amore, quanto più accogliente sarebbe questa valle di lacrime! » ■ avc-m E dedicato a tutti’gli Juniores d’Italia.

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