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Da Parma a Parigi, dai protagonisti ai motori invisibili dello sport
Sono veramente tante le ragioni per le quali mi sento di raccomandare la lettura di questo numero di Stadium, che viene distribuito mentre è cominciato il lungo cammino di rinnovamento dei quadri dirigenti dell’Associazione. Ma su questo tornerò a breve. Vorrei innanzitutto richiamare l’importanza degli articoli presenti in queste pagine, e comincio con l’intervista a Marco Bosi, Assessore a Bilancio e Sport del Comune di Parma. Diamo la parola ad un giovane capace di coniugare l’impegno per amministrare il bene pubblico con il genuino amore per lo sport, inteso come cammino verso la realizzazione del diritto universale all’attività sportiva, per la promozione e il benessere delle persone.
Dopo una veloce analisi delle edizioni 2024 delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi, che tante soddisfazioni e tanti spunti di riflessione hanno offerto anche questa volta, ecco un approfondimento sull’esperienza unica, e capace di dare speranza nel futuro, dell’atleta Sintayehu (Sinta per amici e pubblico del settore)
“C’è bisogno di gente pronta a mettersi al servizio dell’Associazione.
Per il presente, per il futuro e per onorare il passato di questo incredibile ottuagenario
ancora giovane: il CSI
Vissa. Una ragazza passata dalle condizioni non certo facili di un orfanotrofio di Addis Abeba, la città capitale dell’Etiopia, all’amorevole cura della famiglia adottiva del Friuli. E qui l’esplosione delle qualità atletiche della giovane che, militando a lungo nel CSI, è arrivata ai più alti livelli mondiali.
Dopo aver dedicato un approfondimento alla presenza del Centro Sportivo Italiano al Meeting
di Rimini, ecco le tante notizie della rubrica “#VitaCSI”.
Concludo questo breve volo su alcuni dei contenuti di questo numero con un accenno particolare all’avvio di una nuova rubrica che si propone di indagare le esperienze (positive e anche meno positive) di arbitri, direttori e giudici di gara, allenatori e tanti altri personaggi cosiddetti (erroneamente) minori, che rappresentano in realtà l’ossatura e il motore dell’attività sportiva.
Accennavo in apertura, e concludo, al percorso ormai iniziato del rinnovo dei livelli dirigenziali dell’Associazione. Sono momenti importanti, sui quali sono tornato spesso, sia con scritti che con interventi di altro genere, perché il CSI del futuro dipende da quello che saremo capaci di mettere in moto in questi mesi.
C’è bisogno di gente pronta a mettersi al servizio dell’Associazione. Per il presente, per il futuro e per onorare il passato di questo incredibile ottuagenario ancora giovane: il CSI.
Vittorio Bosio
Presidente nazionale CSI
Stadium
I CONTENUTI & LA SQUADRA
Parola di Presidente p. 1
L’angolo dell’Assistente p. 3
Politica Sport, passione e politica per il benessere della comunità p. 4
Dossier Olimpiadi e Paralimpiadi p. 8
Nati nel CSI Atletica 2000: un amore a prima Vissa p. 16
Polizze&Sport Sicuri in volo con CSI e Marsh p. 23
Zoom
Lo sport al servizio dell’essenziale p. 24
Focus “Play Sport Camp” Insieme si cresce p. 28
Zoom È bis con “TuttInGioco” sul palcoscenico dei centri estivi p. 30
I motori dello sport L’arbitro salva la partita p. 32
Fisco&Sport p. 34
CineSport p. 36
Pillole di Storia p. 37 #VitaCSI p. 38 In Libreria p. 48

EDITORE E REDAZIONE
Centro Sportivo Italiano Via della Conciliazione, 1 - 00193 Roma www.centrosportivoitaliano.it - comunicazione@csi-net.it Mail di redazione: stadium@csi-net.it
PERIODICITÀ
Trimestrale
DIRETTORE RESPONSABILE
Leonio Callioni
DIRETTORE EDITORIALE
Vittorio Bosio
REDAZIONE
Felice Alborghetti, Francesca Boldreghini, Daniela Colella, Massimiliano Dilettuso, Alessio Franchina, Laura Politi, Laura Sanvito, Daniele Zaccardi
FOTO
Archivio fotografico CSI, Federazione Nuoto/DBM, Fernando Frazão/Agência Brasil, Bizzi/Federscherma, FITARCO/World Archery, FASI, CIP/Ferraro
SEGRETERIA DI REDAZIONE
Laura Sanvito
GRAFICA
Gianluca Capponi, Loretta Pizzinga HANNO COLLABORATO
Sergio Sartori, Ilario Tancon, Biagio Saccoccio, Massimo Montanari, Francesco Piccone, Cinzia Lusa, Massimiliano Dilettuso, Giorgia Magni, Cristiano Simonetti, Alessia Ferri, Agnese Vescovo, Mario Casu, Agnese Gagliano, Davide Vitamore, Annamaria Angora, Francesco Pellitteri, Tomas Perini, Miranda Parrini, Giacomo Mattioli, Pietro Guida, Raffaele Pisapia, Silvia Boccia, Gaia Tozzo, Giulj Picciolo, Luca Sanna
Stadium è iscritto presso il Tribunale di Roma - Sezione
Stampa al n. 158/2021 del 5/10/2021
Stampato da Varigrafica Alto Lazio, Zona Ind.le Settevene - 01036 Nepi (VT) Italia - su carta Fedrigoni Arena White Smooth da 140 gr. biodegradabile e riciclabile






Passione e Fede al servizio dello sport e del CSI

IL NUOVO ASSISTENTE ECCLESIASTICO NAZIONALE ENTRA IN SQUADRA CONDIVIDENDO
IL SUO CAMMINO E LA SUA VISIONE DI GIOCO PER IL FUTURO ASSOCIATIVO
Èaccaduto come quando sei in panchina e segui la partita dei tuoi compagni di squadra, quando manca circa mezz’ora della ripresa e il mister ti chiama e ti dice con fare deciso: «Meacci... cambiati ché entri!». Così ti giochi quel tempo con passione e responsabilità. Non so quanto l’esempio calcistico calzi alla perfezione, ma sicuramente l’entrare in “campo” con passione e determinazione è una caratteristica che mi appartiene. Non mi sono mai tirato indietro dinanzi alle sfide e le opportunità che la vita e, in particolare, il ministero pastorale mi hanno proposto. Nel giugno del 2024 è arrivata la nomina come Assistente Ecclesiastico nazionale CSI da parte della Conferenza Episcopale Italiana: a questo punto sei in gara, non puoi fermarti; qualcuno ti ha affidato il testimone, ora tocca a te correre e arrivare al traguardo. Voglio ringraziare la CEI per la fiducia che ha riposto in me e ringrazio anche il nostro Presidente, Vittorio Bosio, i Vicepresidenti, i Coordinatori delle Aree e tutto il personale di Segreteria nazionale per come mi hanno accolto, facendomi sentire uno di loro da sempre. Sono nel CSI dal 1994 e nel 1996 sono diventato Consulente Ecclesiastico del CSI Toscana: un’esperienza importante e a volte impegnativa, ma comunque sfidante, che mi ha fatto conoscere, amare e apprezzare il CSI per la valenza educativa che l’attività sportiva riesce ad avere. Devo molto ai dirigenti toscani con i quali ho condiviso il mio servizio. Accogliendo questo incarico, sento il dovere di ringraziare tutti i presbiteri che hanno accompagnato il cammino associativo del CSI, in particolare il compianto don Vittorio Peri, don Claudio Paganini, don Alessio Albertini: di loro ho accolto la testimonianza di un servizio appassionato e sincero verso la nostra Associazione. Con semplicità mi inserisco in questo elenco portando il mio contributo, e mi piace descrivere il mio servizio all’interno del CSI con l’icona evangelica dei discepoli
di Emmaus, dove Gesù si unisce al cammino dei due e condivide con loro la strada, la fatica nel leggere i fatti della vita, la loro disperazione. Ma è in quella solidarietà che poi Gesù si rivela nel gesto eucaristico dello spezzare il pane. Sarò nel CSI come colui che spezza il pane. Creerò gli assist, affinché atleti, tecnici e dirigenti riescano a fare i migliori goal della loro vita.
Di me che dire... sono nato e cresciuto a Incisa Valdarno (FI), frequentando la Parrocchia di Sant’Alessandro.
Fin da adolescente mi sono impegnato in parrocchia facendo un po’ di tutto, dal catechismo al gruppo ragazzi e giovani, l’organizzazione delle gite, delle fiere di beneficenza, lavori manuali... tutto ricadeva su di un piccolo gruppo di giovincelli.
All’età di 13/14 anni ho conosciuto l’esperienza dell’Opera per la Gioventù “Giorgio La Pira” (di cui oggi sono l’Assistente), partecipando ad un campo scuola estivo. Dopo due anni da “ragazzo”, mi fu proposto di fare il capogruppo ai più piccoli. L’incontro con l’Opera “La Pira” è stata l’esperienza che ha maturato la mia vocazione cristiana e il mio impegno nella Chiesa e nel territorio. Anche la mia vocazione al presbiterato è maturata all’interno del cammino dell’Opera per la Gioventù “Giorgio La Pira”. Oggi mi trovo proiettato in un’avventura nuova: mi è stato chiesto un nuovo impegno e, come è nel mio stile, non mi sono tirato indietro e con determinazione ho accettato questo incarico, consapevole dell’impegno e delle responsabilità che esso comporta. Sono convinto che l’Assistente del CSI deve “giocare” la sua parte, non da solo, ma facendo gioco di squadra. Voglio portare la mia testimonianza di fede da condividere coi dirigenti, nei vari livelli associativi, e con gli atleti e i tecnici delle società sportive desidero percorrere il cammino associativo.
don Luca Meacci Assistente Ecclesiastico nazionale CSI
A tu per tu con Marco Bosi, Assessore a Bilancio e Sport del Comune di Parma
Sport, passione e politica per il benessere della comunità
I MOMENTI CHIAVE DI UN PERCORSO TRA PROGETTI COLLETTIVI E SPORTIVI
PER GARANTIRE A TUTTI I GIOVANI IL DIRITTO ALLO SPORT
Abbiamo avuto il piacere di intervistare Marco Bosi, Assessore a Bilancio e Sport del Comune di Parma. In questo dialogo scopriamo insieme il suo percorso politico, la sua passione per lo sport e l’impegno costante nel rendere le attività sportive accessibili a tutti. Attraverso le sue parole entriamo nel cuore di progetti e iniziative che, tra sfide e successi, promuovono valori come inclusione, collaborazione e crescita personale, contribuendo a fare dello sport un diritto per ogni giovane.
Assessore Bosi, hai iniziato la tua carriera politica nel 2012 e nel 2017 divenendo Vicesindaco e Assessore a Bilancio e Sport del Comune di Parma. Cosa ti ha spinto ad entrare in politica e quali sono stati i momenti più significativi del tuo percorso? Ho deciso di entrare in politica quando ho capito che non mi sentivo più pienamente rappresentato da nessuno. Le opzioni erano due: o finivo come tanti nel partito dell’astensione, oppure diventavo io stesso il mio candidato e provavo a rappresentare le mie idee in prima persona. I momenti significativi sono tanti ma, se devo sceglierne uno, dico certamente quando nell’ottobre
di Alessio Franchina

del 2016 ho abbandonato il Movimento 5 Stelle insieme all’amico Federico Pizzarotti, in un momento in cui aveva un consenso al 30%, per fondare una lista civica. Stare in quel partito voleva dire avere probabilmente la strada spianata per una carriera nazionale, ma io non mi ci riconoscevo più e ho fatto la scelta più scomoda, ma di cui sono molto orgoglioso.
Grazie alla formazione in International Business e alla tua attività lavorativa, ti occupi delle finanze pubbliche nel tuo Comune. Oggi ci interessa però approfondire la tua attività amministrativa nelle politiche sportive. Qual è il tuo rapporto con il mondo dello sport?
Lo sport è prima di tutto una passione. Però, come la maggior parte degli sportivi, conoscevo alcune discipline, quelle che praticavo o seguivo da appassionato. In questi anni ho imparato ad apprezzare quanto lo sport a Parma sia ricco. Si va dai successi negli sport più popolari (il calcio e la pallavolo degli anni ’90) a quelli in cui Parma è la capitale da sempre, come il rugby e il baseball, a sport di cui neanche conoscevo l’esistenza, come l’hockey subacqueo. Ho cercato di entrare in questo mondo in punta di piedi, imparando dalle persone che lo vivono tutti i giorni. Penso che il mio rapporto con il mondo sportivo si sia consacrato durante la pandemia da Covid-19, quando abbiamo messo a terra risorse a fondo perduto destinate alle associazioni sportive per un totale di 2 milioni in due anni, un impegno senza eguali nel nostro Paese e questo ci è stato riconosciuto.
Parma ha recentemente ospitato il Festival della Serie A, dove è intervenuto anche il CSI all’interno del panel “Il calcio che ci fa grandi. Dall’oratorio alla Serie A”. Qual è la tua opinione sul ruolo dello sport come promotore dei valori
fondamentali sostenuti dal Centro Sportivo Italiano, che ha le sue radici negli oratori e cerca di creare una sinergia educativa proficua con lo sport professionistico?
Penso che lo sport non trasmetta valori positivi per definizione, ma dipenda piuttosto da come lo sport viene insegnato e vissuto. Purtroppo, il nostro territorio non è esente da notizie di cronaca in cui si riportano fatti di violenze sui campi sportivi, in cui talvolta i protagonisti sono addirittura i genitori sugli spalti. Perciò sta a noi farci portatori di quelli che vengono definiti i valori dello sport. Penso che lo sport abbia la capacità di educare al pari della scuola. E penso anche che gli sport di squadra e individuali insegnino cose molto diverse: il primo a collaborare, a mettersi a disposizione di un progetto in cui al centro non c’è il singolo ma il bene collettivo, a sostenere il compagno in difficoltà e chiedere sostegno quando necessario; il secondo insegna a saper fare affidamento sulle proprie capacità, a gestire la tensione e lo stress, a lavorare su sé stessi perché siamo l’unica persona su cui siamo certi di poter contare per tutta la vita. Ecco, mi piacerebbe che lo sport fosse considerato davvero al pari della scuola e che ogni bambina e bambino praticasse almeno uno sport di squadra e uno individuale.
Nel corso del tuo mandato hai promosso numerosi progetti per rendere lo sport accessibile a tutti, come il bando “Tutti in campo – Diritto allo sport” o il progetto “Allenàti per vincere” per combattere il disagio sociale attraverso lo sport. Quali risultati hai ottenuto finora e quali sono le sfide future per garantire che lo sport sia accessibile a tutti i giovani, compresi quelli con fragilità?
“ Penso che lo sport non trasmetta valori positivi per definizione, ma dipenda piuttosto da come lo sport viene insegnato e vissuto
Il progetto “Tutti in campo – Diritto allo sport”, con cui ogni anno garantiamo la possibilità di fare sport attraverso dei voucher da 500 euro a chi non può permetterselo, è probabilmente ciò di cui sono più fiero. Siamo arrivati a 1.500 ragazze e ragazzi all’anno che senza questa possibilità quasi certamente non avrebbero fatto sport. Sono persone che restano in un circuito positivo e che altrimenti occuperebbero il proprio tempo in maniera non solo meno sana, ma verosimilmente anche senza nessuna guida adulta, perché oggi per i genitori è sempre più complesso gestire i figli.
Utilizzi attivamente i social media per comunicare con i cittadini. Come vedi il ruolo della tecnologia nella politica moderna, nell’ambito sportivo, e in che modo i social media ti aiutano a coinvolgere la comunità?
Uso i social, ma so di non essere tra i più bravi a farlo. I social hanno un enorme potenziale, ma nel tempo si sono strutturati con figure professionali. Sicuramente sono uno spazio virtuale in cui i giovani ci sono ma, come spesso accade, il mondo dei giovani e dei giovanissimi parla un linguaggio completamente diverso da quello degli adulti. I social a loro volta hanno un loro linguaggio specifico. Il risultato è che spesso oggi i giovani stanno su social di cui gli adulti ignorano l’esistenza. In sintesi sono strumenti con un enorme potenziale, ma non basta esserci per coinvolgere i vari target.
Cosa significa per te coinvolgere i giovani nelle attività sportive e politiche della città? Quali strategie utilizzi per avvicinare i giovani alla partecipazione attiva?
Ho partecipato recentemente al global forum delle Città Creative UNESCO che si è tenuto a Braga, in cui il tema era esattamente questo: come coinvolgere i più giovani. È un tema estremamente complesso per diverse ragioni. La prima è quella che dicevo poc’anzi: i giovani parlano una lingua diversa dagli adulti; è sempre stato così e sempre sarà così. È fisiologico e non è né un bene né un male. Il mondo cambia e i giovani interpretano sempre questo cambiamento. A Braga ho ascoltato tanti progetti e penso che non esista una ricetta valida ovunque. Credo però che esista un principio guida: con i giovani si può costruire un dialogo se si va da loro con l’obiettivo di ascoltarli e non li si chiama a sé affinché siano loro ad ascoltare noi. È ciò che stiamo provando a fare con la candidatura di Parma a Capitale Europea dei Giovani 2027.
Quali sono state le maggiori sfide che hai affrontato come Assessore allo Sport? E quale consideri il tuo più grande successo fino ad oggi?
Le sfide sono ovviamente sempre tante. Alcune non sono certo nuove, come il contrasto all’abbandono sportivo, e lo combattiamo con una strategia ampia che ha un’idea semplice di fondo. Un ragazzo che pratica lo sport che




più lo appassiona difficilmente abbandonerà. Per farlo, però, serve creare alcune condizioni: che provi più sport possibili (e Alé Parma Sport Festival serve proprio a questo) e che possa scegliere indipendentemente dal costo della disciplina (e il diritto allo sport serve a questo). Un’altra sfida è quella di educare ai corretti stili di vita: per farlo, da 24 anni Parma, attraverso un’alleanza pubblico-privato, mette in campo Giocampus. Questo permette di lavorare su tre filoni: l’educazione motoria nelle elementari (per fortuna da un paio d’anni nelle classi quarte e quinte è presente un laureato in scienze motorie assunto dallo Stato), in cui garantiamo un maestro del movimento in ogni classe della città durante ogni ora di educazione fisica (e, laddove è presente un ragazzo con disabilità, garantiamo un ulteriore maestro con competenze specifiche); l’educazione alimentare, grazie alla quale Parma è passata da essere la peggior città in EmiliaRomagna per obesità infantile ad essere la città con il tasso più basso; il terzo e più recente pilastro è quello che riguarda l’educazione e la sostenibilità, temi che non possono non entrare nelle nostre scuole, a cominciare da quelle elementari. Vi è un’ultima sfida di origine più attuale
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Con i giovani si può costruire un dialogo se si va da loro con l’obiettivo di ascoltarli e non li si chiama a sé affinché siano loro ad ascoltare noi
che è quella di saper interpretare il cambiamento di domanda di sport che arriva dai nostri giovani. Gli studi infatti ci dicono che sono sempre di più le ragazze e i ragazzi che chiedono di fare sport in maniera destrutturata e libera. Per questo motivo abbiamo presentato lo scorso maggio un piano di ristrutturazione e ampliamento delle aree sportive libere e gratuite nei nostri parchi.
Uno dei tuoi progetti principali è la riqualificazione dello Stadio Tardini. Puoi raccontarci come è nata questa iniziativa e quale ruolo pensi possa avere lo stadio riqualificato nel promuovere la città come un centro sportivo di eccellenza? Lo stadio è in ogni città d’Italia una delle due principali infrastrutture sportive (l’altra ovviamente è il palasport). Gli stadi hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo del calcio, e i dati che ci arrivano dalla Germania sono eloquenti: la Serie A italiana nello scorso decennio ha avuto medie di spettatori paragonabili a quelle della Serie B tedesca. Questo è dovuto all’opportunità che la Germania ha saputo cogliere con i Mondiali del 2006. L’approccio agli stadi negli ultimi 25 anni è cambiato radicalmente in tutta Europa: si
è passati da enormi stadi fuori dalle città, utilizzati una ventina di volte all’anno, a stadi più contenuti all’interno del tessuto urbano. Questo ha permesso di farli diventare non solo dei contenitori per i grandi eventi, ma anche dei luoghi che offrono servizi tutti i giorni. Il Tardini oggi è uno stadio non più al passo con i tempi (basti pensare che le persone con disabilità sono relegate sotto una tettoia in un angolo dello stadio) e che per 340 giorni l’anno diventa un non-luogo. Purtroppo però gli investimenti necessari per l’ammodernamento di uno stadio sono troppo alti per pensare che un Comune possa intervenire esclusivamente con risorse proprie. Perciò abbiamo avviato una discussione con il Parma Calcio che ha portato ad un progetto che, confidiamo, possa dare alla città uno stadio finalmente moderno, attrattivo ed inclusivo.
Guardando al futuro, quali altri sogni vorresti vedere realizzati, in ambito sport e giovani, nel corso del tuo assessorato?
Ci sono alcuni progetti concreti che vorrei vedere, se non terminati, almeno iniziati e che sono: nuovo Stadio Tardini, nuovo palasport, nuova piscina di via Zarotto. Ce ne sono altri che certamente arriveranno a compimento entro il 2026, come la palestra inclusiva di Moletolo, un progetto in cui ho fortemente creduto e che credo farà di Parma un modello di inclusione attraverso lo sport. Il sogno però, se così vogliamo chiamarlo, è un po’ più alto: è fare di Parma una città in cui lo sport sia veramente un diritto e quindi garantito sempre a tutti, in linea con gli obiettivi della modifica costituzionale dello scorso anno. È un obiettivo che non guarda al mio mandato, ma molto più in là, come credo dovrebbe fare ogni amministratore lungimirante.

Non solo record e medaglie: il racconto di uno sport che parte da ovunque ci sia passione e va oltre la competizione
Olimpiadi e Paralimpiadi
“ Risultati e storie da Parigi 2024
I Giochi non sono solo numeri ma storie, percorsi di vita di atleti che prima di essere tali sono persone “comuni”: questo è un elemento che spesso viene dimenticato

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Si è trattato dei primi Giochi Olimpici con piena parità di genere, candidati anche ad essere la manifestazione sportiva più seguita di sempre
di Alessio Franchina e Laura Politi
Dopo le particolarità, e soprattutto le difficoltà, legate alla pandemia da Covid-19 e che hanno condizionato l’organizzazione di Tokyo 2020, l’Europa è stata palcoscenico dei Giochi che hanno sancito il ritorno alla “normalità”, regalando un’edizione da ricordare. Parigi 2024, tappa olimpica europea dopo – tra le più recenti – Atene 2004 e Londra 2012, è divenuta palcoscenico di storie, record ed emozioni del mondo dello sport. Tante, anzi tantissime, di queste emozioni ci sono state raccontate da chi ha vissuto in prima persona le venues dei Giochi. Dal 26 luglio all’11 agosto, la capitale francese ha accolto 10.500 atlete ed atleti provenienti da 206 Comitati Olimpici Nazionali e dalla Squadra Olimpica dei Rifugiati. Se è vero che a volte i numeri appesantiscono la narrazione degli eventi, alcuni dati sono fondamentali per provare a comprendere l’imponenza di una rassegna come quella olimpica: per cercare di dare concretezza alla mole di informazioni, foto, video, articoli, reportage che hanno visto la luce tra la fine di luglio e la metà del mese di agosto, basti pensare che sono stati oltre 24.000 gli accrediti dei media convalidati ai Giochi Olimpici. Le Olimpiadi di Parigi hanno scritto una pagina di storia – per la verità non solo una – ben prima della cerimonia di apertura. Si è trattato non solo dei primi Giochi Olimpici con piena parità di genere, ma, secondo le stime, Parigi 2024 si candida ad essere la manifestazione sportiva più seguita di sempre, con oltre la metà della popolazione mondiale che avrebbe seguito i Giochi. Per avere un rapporto completo sul pubblico della rassegna, si dovrà aspettare la fine dell’anno olimpico, quando il
CIO pubblicherà i dati sull’audience, ma i numeri della manifestazione sono già indicativi della grandezza dell’evento, che ha visto competere atleti in 48 diverse discipline, con 32 nuovi record mondiali e 125 record olimpici stabiliti. Dei 10 milioni di biglietti disponibili, ne sono stati venduti oltre 9,5. Di record si parla anche lato social e digital, con numeri mai raggiunti prima sui social utilizzati dal CIO per veicolare i contenuti delle Olimpiadi. E poi ancora ben 45.000 volontari – anche in questo caso per il 50% donne – e una doverosa attenzione ai diversi aspetti della sostenibilità: le sedi delle Olimpiadi erano per il 95% già esistenti oppure temporanee, e tutte accessibili con i mezzi pubblici.
Tanto la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici quanto quella dei Giochi Paralimpici si sono tenute in una location diversa da quella dello stadio, con la Senna a traghettare l’Italia Team verso l’inizio delle Olimpiadi e gli Champs-Élysées ad accogliere la parata di inizio delle Paralimpiadi, conclusasi in Place de la Concorde. In calendario dal 28 agosto all’8 settembre, questa 17ª edizione delle Paralimpiadi ha radunato 5.288 volontari, aiuto indispensabile nelle diverse giornate della rassegna, in cui si sono sfidati in 22 discipline ben 4.400 atleti di 185 delegazioni. La squadra paralimpica italiana si è presentata a Parigi composta da 141 atleti – 70 donne e 71 uomini – che hanno gareggiato in 17 diverse specialità. Dato interessante è che circa il 40% della delegazione era composta da esordienti, a conferma di un movimento che può e vuole crescere, come dimostra il bilancio finale dell’edizione, con un’Italia che ha registrato il miglior bottino della
Olimpiadi e Paralimpiadi
Risultati e storie da Parigi 2024 sua storia, con ben 71 medaglie e risultati incredibili, in modo particolare in vasca.
Bottino da sogno anche per l’Italia Team sceso in campo, in pista, in vasca e non solo nelle venues dei Giochi Olimpici, e tornato a casa con 40 medaglie, eguagliando il numero di medaglie già da record della precedente edizione di Tokyo. La delegazione azzurra, la più numerosa della storia olimpica italiana, con 403 convocati (209 uomini e 194 donne al via), è riuscita a tenere incollato davanti allo schermo un pubblico pronto ad emozionarsi e stupirsi in ogni giornata di gare. Sono state 34 le discipline in cui sono scesi in campo gli Azzurri e le Azzurre e nelle quali, con impegno, caparbietà ed anche un po’ di testardaggine, hanno conquistato due ori in più di Tokyo. La kermesse giapponese riporta segnati nel medagliere 10 ori, 10 argenti e 20 bronzi, ma a Parigi l’Italia Team si è superato, regalando al pubblico 12 inni nazionali, 13 medaglie bianche lucenti e 15 metalli color rame.
I Giochi non sono però solo numeri ma storie, percorsi di vita di atleti che prima di essere tali sono persone “comuni”: questo è un elemento che spesso viene dimenticato.
Il legame con lo sport di base e i “nati nel CSI”
Olimpiadi e Paralimpiadi da record e da sogno: dati e numeri che costellano il bilancio degli ultimi Giochi ci parlano in modo lampante della potenza motrice che questa rassegna è in grado di generare. Dietro i numeri si nasconde un mondo fatto di appassionati dello sport che non arrivano in televisione, ma che contribuiscono ai risultati – e non parliamo solo in fatto di share e audience – di questi grandi eventi. Quello che vogliamo chiederci è, quindi, qual è il legame tra lo sport professionistico e quello di base? Qual è il rapporto tra un

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È bello sapere che, tra le mura delle società
sportive che hanno scelto di affidarsi al CSI, hanno mosso i primi passi atleti che oggi calcano le piste dei più importanti eventi sportivi
Ente di Promozione Sportiva e i Giochi Olimpici e Paralimpici? Di primo impatto la risposta che risale spontanea la gola è molto spesso: “Nessuno”.
Si tende per lo più a pensare allo sport di alto o altissimo livello
come una bolla a sé, che viaggia su una strada tutta sua, parallela a quella dello sport che siamo abituati a percepire vicino a noi, nelle palestre delle scuole e nei campetti parrocchiali. Cos’hanno allora in comune atleti professionisti e un’Associazione quale il CSI, che si pone l’obiettivo di andare incontro al bisogno di sport di tutti, in modo particolare di chi professionista non diventerà mai? La passione: è questa la risposta. Il responso appare quantomeno banale, perché parlare di passione risuona nelle orecchie con i contorni di un discorso “fumoso”, che non porta a nulla di tangibile o che è possibile esperire concretamente. La passione è però molto più tangibile e concreta di quanto non appaia. Non è intenzione di chi scrive fare retorica, ma la passione è quella che spinge un allenatore a rimanere fino a tardi in palestra per costruire anche un rapporto umano con i propri atleti, è la stessa che porta un arbitro a ritagliarsi più tempo libero per farsi trovare pronto sul campo,
ed è sempre lei a portare giudici e tecnici in gara. In questi esempi lo sport al quale stiamo pensando è quello dell’associazionismo sportivo di base, ma non ha la stessa matrice la passione che fa rimanere in palestra, fino a che non si spengono le luci, tanto il ragazzo che troverà il suo ambiente lavorativo in qualità di legale, impiegato o medico quanto il ragazzo che farà di quelle ore di allenamento il suo lavoro? Lo slancio e l’amore per lo sport che trovano terreno fertile nei gesti di tecnici e allenatori dell’attività sportiva di base possono essere di ispirazione e fungere da stimolo ad un bambino o ad una bambina che indosserà la maglia azzurra. Ricordare che chi arriva ad alti livelli parte dalla base sembra superfluo e ridondante, ma aiuta a dare concretezza all’importanza della circolarità in un fenomeno come quello sportivo, dove la testa e la punta dell’iceberg hanno bisogno della coda e di fondamenta solide. Se i campioni fungono da stimolo e avvicinano allo sport tanti bambini e ragazzi, è vero che gli allenatori delle piccole società sportive possono diventare esempi e formare piccoli
atleti che arriveranno sotto i riflettori del grande pubblico. Rimanendo però sul terreno dei Giochi, ci piacerebbe portare alla luce alcuni risultati che ben evidenziano come non sia aleatorio parlare di una passione che si alimenta in modo reciproco e circolare. Volendo tradurre il rapporto tra sport di alto livello e sport amatoriale focalizzandoci in particolare sul filo che lega Parigi 2024 e il Centro Sportivo Italiano, ci piacerebbe parlare di “nati nel CSI”, prendendo in prestito il titolo della rubrica che lo stesso Stadium ospita. Per dare un’idea numerica del legame che stiamo analizzando, sono 31 le atlete e gli atleti che hanno indossato la maglia italiana alle Olimpiadi e che sono “nati”, appunto, nel CSI; mentre 26 sono le Azzurre e gli Azzurri che hanno gareggiato alle Paralimpiadi e che hanno origini nell’Associazione. Molte medaglie e tanti record portano la firma di questi atleti, ed è bello sapere che, proprio tra le mura delle più o meno piccole società sportive che costellano il nostro Paese e che hanno scelto di affidarsi al CSI, hanno mosso i primi passi atleti che oggi calcano le piste dei più importanti

Progetto OlympicKids: un’avventura olimpica per i giovani

Il progetto OlympicKids, finanziato dall’Unione Europea grazie al programma Erasmus+, ha regalato un’esperienza indimenticabile ad alcuni ragazzi e ragazze tra gli 11 e i 14 anni, portandoli a Parigi durante i Giochi Paralimpici 2024. Questo progetto, nato per promuovere lo sport come veicolo di educazione ai principi di solidarietà, equità e sostenibilità, ha coinvolto giovani provenienti da contesti vulnerabili, trasmettendo loro lo spirito olimpico e la storia dei Giochi fin dall’antichità. Dopo una miniolimpiade ad Atene nel maggio 2024, OlympicKids ha accompagnato i giovani atleti a Parigi per vivere da vicino l’emozione delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi. Per l’Italia e il Centro Sportivo Italiano, hanno partecipato due società sportive di Reggio Emilia: ASD Atletica Castelnovo ne’ Monti e Atletica Reggio. Dal 27 al 29 agosto, le delegazioni dei sette Paesi partner del progetto si sono riunite a Parigi, condividendo l’entusiasmo della cerimonia di apertura dei Giochi Paralimpici 2024, svoltasi lungo gli ChampsÉlysées fino a Place de la Concorde. I partecipanti italiani, Elena, Simone, Mariastella, Gaia Yole, Alessandro, Simone e Allegra, con i loro allenatori Barbara e Vehid e gli altri giovani tra i 7 ed i 14 anni provenienti da Spagna, Turchia, Grecia, Moldavia, Bosnia ed Erzegovina, Slovenia, hanno poi tifato per gli atleti durante le gare di qualificazione del nuoto paralimpico alla Défense Arena il 29 agosto.
Olimpiadi e Paralimpiadi
Risultati e storie da Parigi 2024 eventi sportivi internazionali; ma soprattutto è bello pensare che questi atleti possano aver trovato, proprio tra i ranghi del Centro Sportivo Italiano, figure – allenatori, arbitri, dirigenti, volontari – in grado di incidere e lasciare un segno nel loro percorso educativo e sportivo.
Pensiamo a Simona Quadarella, che ha siglato il record italiano negli 800 metri stile libero, o a Sintayehu Vissa, che sulla pista violacea di Parigi ha messo la sua firma su un record che durava da oltre 40 anni, quello dei 1.500 metri femminili. Se su “Sinta”
Vissa potete scoprire di più sfogliando le pagine della rivista che avete in mano (o sullo schermo), di Simone Barlaam abbiamo invece parlato tempo addietro, sempre su Stadium Quest’ultimo, cresciuto nel CSI con il Nuoto Club Magenta, ha emozionato più di una volta nella vasca parigina paralimpica, con un doppio oro individuale – nei 50 metri stile libero S9 (con tanto di record del mondo) e nei 100 farfalla S9 (con nuovo record europeo) – e con un argento arrivato già nella prima giornata di gare nei 400 metri stile libero S9, per poi chiudere con il metallo più prezioso, questa volta nella staffetta 4×100 mista stile libero, con un’ultima frazione eccezionale e il nuovo record del mondo.
Tanto nella rassegna olimpica quanto
“ Simone Barlaam, cresciuto nel CSI con il Nuoto Club Magenta, ha emozionato più di una volta
nella vasca parigina
in quella paralimpica, sono tanti i nomi che potrebbero essere citati. Da Alice Sotero nel pentathlon moderno a Laura Rogora nell’arrampicata sportiva e ad Antilai Sandrini, unica rappresentante in maglia azzurra nel debutto olimpico della breaking; poi ancora in vasca Costanza Cocconcelli, Valentina Gottardi sulla sabbia del beach volley e Chiara Rebagliati nel tiro con l’arco. Sulle lunghe distanze e con origini nel CSI anche Riccardo Orsoni, nei 20 km di marcia, e Yeman Crippa, primatista italiano della maratona, così come le due medaglie conquistate rispettivamente nella vela e nella scherma. La prima ha la firma di Caterina Marianna Banti, che – in coppia con Ruggero Tita – è salita sul gradino più alto del podio nel Nacra 17; la seconda è invece a nome di Martina Favaretto, in passato atleta tesserata con la Polisportiva Sporting Club Noale e con la Scherma Brescia SSD, che a Parigi si è presa la medaglia d’argento nel fioretto a squadre, insieme alle compagne Arianna Errigo, Francesca Palumbo e
Alice Volpi. Tanti podi e inni nazionali della Parigi paralimpica vedono in controluce una firma con i colori del CSI. Nella vasca della Défense Arena, oltre al plurimedagliato Simone Barlaam, hanno portato in alto il tricolore Alessia Scortechini, con un bronzo conquistato nei 100 metri stile libero S10, Giulia Ghiretti, oro nei 100 metri rana SB4, e un inarrestabile Alberto Amodeo, d’oro nei 400 metri stile libero S8. Partito dalla Happy Sport Team di Varese, l’atleta azzurro è salito ancora due volte sul podio, prima reclamando il bronzo nei 100 metri stile libero S8 e poi prendendosi il suo secondo oro parigino nei 100 metri farfalla S8.
Grandi emozioni anche dal tennistavolo, con l’inno nazionale che è risuonato per l’ex atleta della Polisportiva San Giorgio Porcia, Giada Rossi (singolare classe 1-2), e i due bronzi conquistati da Federico Falco e Carlotta Ragazzini, con un passato rispettivamente tra gli atleti della Fondazione Bentegodi di Verona e tra le fila del Circolo CSI Reda. E poi

ancora meraviglie dall’equitazione e dal ciclismo, con Sara Morganti in sella a Mariebelle – prima un bronzo e poi un argento per lei – e con Mirko Testa, che ha lasciato Parigi portando a casa un bronzo individuale e un argento di squadra nel ciclismo su strada. L’elenco di nomi potrebbe essere ancora lungo, da Giuliana Chiara Filippi, in pista con la delegazione dell’atletica e la più giovane della spedizione, fino a Paolo Dongdong Camanni, con un passato nell’Unità Pastorale Giovanni Paolo II di Foligno, e Antonio Fantin, incontenibile in vasca con il suo nome su un oro ed un argento e che speriamo di incontrare ancora a Lignano Sabbiadoro, dove è di casa ed è stato presente più di una volta per incoraggiare gli atleti CSI impegnati nelle finali nazionali di nuoto. Se è giusto ricordare i risultati delle Azzurre e degli Azzurri che hanno gareggiato a Parigi, è altrettanto importante richiamare gli uomini e le donne “dietro” agli atleti, con storie fatte di impegno, passione – che torna sempre – e umanità, che si sono resi protagonisti di azioni e gesti intrisi di valori olimpici, consentendo di comprendere come tanti di quei valori siano condivisibili e trasmutabili nel quotidiano, come siano cioè –almeno potenzialmente – punti di partenza, confronto o ispirazione per ognuno di noi.
I valori, le storie, l’umanità
Complicazioni, difficoltà organizzative, forse qualche errore: eventi di questa dimensione sono facilmente soggetti a critiche, proprio perché sarebbe difficile immaginare manifestazioni di questa portata dove tutto, fino al più piccolo dei dettagli, funziona come una perfetta macchina, dove ogni ingranaggio non si ferma mai e mantiene lo stesso identico ritmo dall’inizio alla fine.
Olimpiadi e Paralimpiadi costituiscono una rassegna sportiva alla quale
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Le storie degli atleti arrivati da tutto il mondo a Parigi dimostrano con i fatti come lo sport vada oltre la conquista di una medaglia
difficilmente si possono trovare eguali e proprio per questo motivo pretendere la perfezione significa forse inseguire un’utopia. Siamo consapevoli che la possibilità di fermarsi ad analizzare le imperfezioni della manifestazione parigina esiste, perché è inutile negare che non ci siano stati confronti e polemiche – dall’impraticabilità della Senna alle difficoltà all’interno del Villaggio Olimpico –, ma in questa sede l’intenzione è un’altra.
Vogliamo puntare i riflettori sulle storie degli atleti, ma non sul percorso che li ha condotti su uno dei più grandi palcoscenici sportivi internazionali, bensì sull’importanza dei valori olimpici che proprio su quel palcoscenico sono riusciti a trasmettere al pubblico. Come per i risultati e i “nati nel CSI”, avremmo bisogno di più spazio per raccontare le emozioni, gli stimoli e gli insegnamenti di cui far tesoro che gli atleti sono stati capaci di comunicare, quindi ci teniamo, anche se superfluo, a sottolineare come un racconto di questo tipo non abbia alcuna pretesa di esaustività.
Le storie degli atleti arrivati da tutto il mondo a Parigi dimostrano con i fatti come lo sport vada oltre la conquista di una medaglia.
La mente va presto a Benedetta Pilato, la cui gara in vasca è stata sulla bocca di molti, appassionati di sport e non, complice soprattutto la viralità raggiunta sulle piattaforme

social. La classe 2005 tarantina ha ottenuto l’accesso alla finale olimpica parigina, dopo una partecipazione alle Olimpiadi di Tokyo a soli 15 anni e un primo podio mondiale conquistato da quattordicenne. «Sono lacrime di gioia, ve lo giuro. Sono troppo contenta. È stato il giorno più bello della mia vita»: questo è stato il commento di “Benny” dopo aver chiuso la finale dei 100 metri rana al quarto posto, ad un solo centesimo di secondo dal podio. L’aver sfiorato la medaglia olimpica non ha lasciato, al termine della gara, alcun velo di tristezza sul viso dell’atleta diciannovenne. Sono stati numerosi i commenti che hanno seguito la dichiarazione di Benedetta Pilato, alcuni meno felici di altri, e c’è stato chi ha posto l’attenzione sull’impossibilità di essere felici dopo essere arrivati così vicini ad una medaglia che può coronare una carriera. Ma questa carriera Benedetta Pilato la sta costruendo, il quarto posto olimpico non è un inizio e non è neanche una conclusione, e la sua è la dichiarazione di chi ha dato
Risultati e storie da Parigi 2024

il massimo e non può che essere felice del risultato raggiunto, anche se la medaglia non c’è. La spontaneità e la felicità che si leggono negli occhi dell’atleta intervistata alla Défense Arena hanno parlato, a chi ha saputo ascoltare, di amore, passione e rispetto per il proprio percorso e per lo sport.
Di passione e dedizione ci parla anche la storia di Diego Pettorossi, che ha visto ripagati anni di determinazione e allenamento con la convocazione a Parigi. Qui ha corso i 200 metri, raggiunti con la disciplina e l’impegno di chi non ha avuto alle spalle il sostegno di sponsor o corpi militari, ma “solo“ una volontà e una forza incontenibili.
Parigi 2024 ha poi dimostrato come lo sport possa andare oltre la politica. Il riferimento è ad una foto in particolare, ad un selfie subito definito storico: si tratta di quello realizzato sul podio del tennistavolo doppio misto, che ha visto l’oro assegnato alla Cina, l’argento alla Repubblica Popolare Democratica di Corea e il bronzo alla Repubblica di Corea. Su quel podio, l’atleta sudcoreano Lim Jonghoon ha scattato un selfie che lo ritrae insieme ai rivali, immortalando un’immagine in cui le due Coree, divise da decenni,
sono unite dallo sport.
Un’altra storia racconta del potere dello sport nel superare i confini tra le nazioni, in un racconto di rispetto per l’avversario che unisce Pakistan e India. Con una fantastica prestazione, il pakistano Arshad Nadeem ha conquistato l’oro nel lancio del giavellotto, mentre l’argento è andato all’indiano Neeraj Chopra, proprio colui che è stato l’ideatore di una raccolta fondi per permettere all’avversario di acquistare un nuovo giavellotto.
Che i sogni non hanno età ce lo racconta invece Zhiying Zeng, l’atleta di 58 anni arrivata a Parigi per rappresentare il Cile nel tennistavolo. Nata in Cina, ha praticato lì durante l’adolescenza la disciplina, per poi abbandonare la racchetta. Quella racchetta l’ha ripresa pochi anni fa in Cile, dove vive e dove ha staccato il pass per Parigi. Zeng non ha portato a casa una medaglia, ma è riuscita a dimostrare a sé stessa e al mondo che non è mai troppo tardi per riprendere in mano un sogno e che la passione per lo sport non ha e non deve avere limiti di età.
Sono tante le storie incredibili e destinate a rimanere nella storia, come quella di Adriana Ruano Oliva,
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Tanti gesti e traguardi mostrano un potere creativo dello sport tanto potente quanto quello dell’arte e della parola
da volontaria ai Giochi di Rio nel 2016 al gradino più alto del podio di Parigi nel tiro a volo, dove ha regalato al Guatemala la prima medaglia d’oro della sua storia.
Sportività e spirito olimpico anche sul podio del badminton femminile, dove la cinese He Bing Jiao è salita tenendo in mano una spilla della Spagna, in onore dell’avversaria
Carolina Marín, che nella semifinale contro di lei è stata costretta a ritirarsi a causa di un infortunio al ginocchio. E poi ancora plauso alla spontaneità di Lorenzo Zazzeri, che – escluso dalla finale olimpica dei 50 stile libero – ha ringraziato davanti ai microfoni i propri genitori per il sostegno avuto negli anni, e al rispetto per il sogno olimpico incarnato da Nathalie Moellhausen, la spadista italobrasiliana che ha dato tutto, sfidando un tumore di natura benigna al coccige, per essere presente sulla pedana olimpica. La schermidrice classe ’85, alla quale era stata diagnosticata la malattia alcuni mesi prima dei Giochi, ha deciso di non rinunciare alla sua quarta esperienza olimpica, nonostante il ricovero in ospedale a cui era stata costretta pochi giorni prima della rassegna. In gara sulla pedana del Grand Palais, dove un malore l’ha raggiunta costringendola ad una pausa forzata, la spadista ha registrato una sconfitta nell’incontro con la canadese Ruien Xiao, dimostrando però al mondo la
forza e la potenza del sogno olimpico. Emozioni in tinte azzurre sono arrivate da Giovanni Toti, il primo atleta uomo a conquistare un pass per i Giochi Olimpici nel badminton. Il suo debutto è stato di per sé storico, così come la sua vittoria contro l’atleta del Suriname Sören Opti, costretto al ritiro al secondo set. Il motivo però per cui Toti rimarrà nella storia dei Giochi è stata la sua reazione spontanea al termine del match, quando si è avvicinato per consolare l’avversario infortunato, rendendosi protagonista di un gesto in sé semplice, ma che ricorda e incarna i valori dello spirito olimpico e del fair play.
A fare il giro del web è stata anche l’immagine arrivata dalla ginnastica artistica, regalata dal podio della finale del corpo libero al femminile, con le statunitensi Simone Biles e Jordan Chiles inchinate a presentare la vincitrice, la brasiliana Rebeca Andrade. Il ricorso, successivamente accolto, ha visto Chiles scendere al quinto posto, lasciando il bronzo alla romena Ana Bărbosu e “cancellando” così il podio della foto, che rimane però rappresentativa dello spirito olimpico. Al di là dei risultati raggiunti, che da ormai un decennio parlano per lei, Simone Biles è arrivata alla rassegna a cinque cerchi già da vincitrice, dopo aver contribuito a portare sotto i riflettori sportivi internazionali l’importanza di prendersi cura della propria salute mentale. Prendiamo ora in prestito le parole di Rigivan Ganeshamoorthy, il giovane romano che ha compiuto un’impresa storica, trovando una strada tutta da percorrere nello sport: «Se c’è una cosa che mi ha insegnato la disabilità, è che dietro a ogni limite si nasconde l’opportunità di trovare una soluzione e che i limiti esistono per essere superati».
Dopo un primo approccio al basket in carrozzina, “Rigi” ha scoperto il suo elemento nell’atletica paralimpica, dove a Parigi ha conquistato l’oro.
Non è stata però la medaglia ottenuta nel lancio del disco F52 a catturare il pubblico e non è stata la sua capacità di stabilire per ben tre volte il record del mondo all’interno della stessa gara: la sua umiltà e la sua simpatia sono state le vere protagoniste nelle parole affidate ai microfoni parigini, di stimolo a scoprire le potenzialità dello sport e i valori di cui si fa portavoce, in primis l’amicizia.
Un’incredibile forza di volontà ha poi portato fino alla medaglia l’arciera
Jodie Grinham, la prima atleta incinta – di ben sette mesi – a salire su un podio paralimpico, regalando alla Gran Bretagna prima un bronzo nel compound individuale e poi un oro nel misto a squadre.
La Parigi paralimpica ha presentato in diretta televisiva un movimento la cui portata, anche numerica, cresce sempre più, come dimostrato dai risultati ottenuti da atleti e delegazioni presenti. Tra tutti, meritano sicuramente una menzione quelle
nazioni che per la prima volta sono state rappresentante nella rassegna o hanno conquistato la prima medaglia, come nel caso dell’Eritrea, al debutto paralimpico con Sibhatu Kesete Weldemariam sulla pista di atletica, e del Nepal, che per la prima volta è salito sul podio con Palesha Goverdhan, l’atleta che si è regalata un bronzo nel parataekwondo, conquistando la prima medaglia in assoluto – olimpica e paralimpica – ai Giochi per il suo Paese. Concludendo, siamo abituati a sentir parlare di sindrome di Stendhal (manifestazione psicosomatica che provoca reazioni emotive sproporzionate) davanti ad opere storico-artistiche di straordinaria bellezza, ma forse anche tanti gesti e traguardi di Olimpiadi e Paralimpiadi sono in grado di portarci altrove, di sradicarci dalle nostre abitudini di vita, mostrando un potere creativo dello sport tanto potente quanto quello dell’arte e della parola.
Il CSI a Parigi per raccontare i valori olimpici
Durante i Giochi Olimpici tanti amici del CSI, amanti dello sport, hanno voluto passare alcuni giorni nella capitale francese per seguire la manifestazione. Tra questi, anche Alessio Franchina e Giuseppe Basso, dirigenti della Presidenza nazionale, che insieme ad Angelica e Federico, due giovani della nostra Associazione, hanno raccontato le OIimpiadi da un punto di vista diverso, scegliendo di non parlare solo di gare e risultati (per quello c’erano già tantissimi media presenti), ma dando spazio, per farli conoscere, ai valori olimpici, ossia rispetto, fratellanza, lealtà, promozione della pace, comprensione, solidarietà e fair play. Potete trovare i video dei loro racconti sui canali Instagram e TikTok del Centro Sportivo Italiano. Un grande successo, se consideriamo che i contenuti hanno superato il milione di visualizzazioni.



Alle Olimpiadi di Parigi ha cancellato lo storico primato italiano dei 1.500 metri di Gabriella Dorio.
Ma anche nel CSI detiene dal 2017 il record nazionale 58”54 dei 400 Seniores
Atletica 2000: un amore a prima Vissa
IL TALENTO DELL’AZZURRA SINTA, OGGI MEZZOFONDISTA AL TOP NELL’ATLETICA LEGGERA ITALIANA, È SBOCCIATO NELLE MOLTE STAGIONI TRASCORSE NEL SODALIZIO FRIULANO DEL CSI. OLTRE AL CRONO, IL RITRATTO DI UNA RAGAZZA NATA IN ETIOPIA, CHE FUORI PISTA CI SA FARE CON I BAMBINI COME CON GLI ANZIANI E CON LE PERSONE CON DISABILITÀ
di Felice Alborghetti
Dall’orfanotrofio di Addis Abeba dove la sua famiglia friulana la adottò nel 2006, fino agli USA, alle Olimpiadi di Parigi, passando per 10 lunghi anni nel Centro Sportivo Italiano. Sintayehu, per gli amici Sinta, Vissa racconta a Stadium, a 28 anni e dopo Parigi 2024, un po’ della sua vita e della sua terra.
Cosa rappresenta per te il Friuli Venezia Giulia? E quali sono i tuoi primi ricordi?
Il Friuli è la mia terra, dove abita la mia famiglia, dove sono cresciuta e ho avuto l’opportunità di vivere. Lì, da piccola ho frequentato gli scout, ho fatto la chierichetta a Messa… Per quanto riguarda lo sport, ho iniziato con la ginnastica artistica insieme ad Arianna, una delle mie sorelle, ma avendo l’Etiopia nel sangue e l’atletica nel cuore non potevo che correre. E ho iniziato per gioco, mi piaceva correre al bellissimo Parco delle Risorgive, a due passi dalla mia pista di atletica, il campo di Atletica 2000.
Mamma Annetta ce la portò, stregata dal primo allenatore Matteo Tonutti, che, parlando del CSI, le fece un discorso educativo che andava oltre lo sport. «Mi meravigliò sentir parlare in ambienti sportivi di obiettivi educativi. Se Atletica 2000 è così, noi genitori faremo ciò che potremo per portarla al campo». Disse così insieme al papà Giuseppe e alla primogenita Chiara. Sintayehu da lì è partita correndo due lustri nel CSI, “adottata” anche dalla
famiglia udinese di Atletica 2000 a Codroipo.
Effettivamente lì sono cresciuta. Andavo ad allenarmi e non avevo ansie e nemmeno obiettivi da raggiungere. Volevo solo divertirmi. Senza pressioni. L’ambiente giusto perfetto per crescere. Davvero una seconda famiglia. Eravamo tutti bambini, in un ambiente felice dove si può crescere sani. Con alcuni di loro abbiamo ancora una bella amicizia. Sono rimasta fino a quando ho fatto il salto mentale. Mi ricordo delle trasferte con i due “testoni” Cornelio Giavedoni e Matteo Tonutti, i miei primi tecnici. Mi ricordo di una Sinta grintosa. L’Olimpiade a quei tempi era un sogno. Correvo senza dover vincere, nonostante poi spesso vincessi. Quella foto (vedi in pagina) me la ricordo bene. Dovevano essere i 400 metri, a Clusone. All’epoca facevo di tutto con il mio coach: mi allenavo negli ostacoli e molta velocità. Mi portavano anche a fare la campestre. E ricordo che spesso erano bimbi più piccoli di me
“ Ho iniziato con la ginnastica artistica, ma avendo l’Etiopia nel sangue e l’atletica nel cuore non potevo che correre
a premiarmi. Lì era tutto molto divertente.
Qualche medaglia in particolare?
Sì. A Grosseto nel 2015 da Juniores vinsi 100, 200 e 400 ai nazionali CSI, come a Cles nel 2017. Avevamo se non sbaglio come mascotte un tigrotto. Ma ero completamente libera da aspettative; nessuno allora mi diceva: andiamo ai Campionati nazionali e portiamoci a casa una medaglia. Facevo il salto in lungo per fare compagnia in pedana alle mie
Sinta Vissa nel CSI. Le sue medaglie...


Il CSI la ricorda volare sul tartan, solare con il suo sorriso potente come le sue leve. Pluricampionessa a Grosseto nel 2014 da Juniores, oro nei 200, nei 400 e negli 800, e sullo stesso tartan azzurro toscano più veloce l’anno seguente, con il primo oro nei 100 metri, oltre a quello nei 200 e nei 400, dove corse in 57’’23, allora primato di categoria. Sotto al minuto allo Stadio Quercia di Rovereto (TN) nel 2016, dopo aver conquistato l’argento nei 100 e nei 200 realizzò quindi il record dei 400 con 59”50. Per migliorarsi un anno dopo a Cles, sempre da Seniores nel 2017, dove firmò il record ancora imbattuto nel CSI, 58”54 dei 400 in questa categoria, vincendo anche i 200 e gli 800 da primatista (2’13’’61). Maglia rossa dell’Atletica 2000. Tempi da recordwoman italiana. Il primo Campionato nazionale CSI cui partecipò fu a Castelnovo ne’ Monti nel 2012, da Allieva 16enne. Nessun oro, ma sempre sul podio, argento negli 800, bronzo nei 200 e nei 400; undicesima nel lungo. L’anno seguente nel Campionato su pista a Belluno sempre tre podi nella velocità e finalmente il primo oro nazionale arancioblu: nei 400 Allieve con un ottimo 1’00”68. Nel 2017 da sottolineare come Seniores un altro bronzo nella campestre di Cesenatico (vedi foto), una gara a lei poco congeniale.

“ Ho fatto sempre CSI da ragazzina. Ad Atletica 2000 nessuno mi obbligava a fare delle cose. Lì ho fatto di tutto e di più
compagne. Andavo e partecipavo ad un sacco di gare, infatti tornavo spesso con un gruzzoletto di medaglie che conservo ancora. Ricordo nel CSI un clima disteso, amichevole, con tante bottiglie di vino, salamelle e noi friulani sempre con il frico pronto.
È il tuo cibo preferito?
Adoro il pasticcio di mamma, ossia la lasagna con il ragù di carne, ma il frico me lo sono portato anche ai Meeting internazionali.
Al forno o in padella, sono semplici patate con formaggio Montasio di varie stagionature, mescolato a cipolle soffritte. Una bomba, specie se servito con la polenta.
Il 13 settembre c’era un intero paese, Pozzecco di Bertiolo, a festeggiarti. Come è andata?
Una festa commovente, da Libro Cuore in paese, con bandiere, striscioni inneggianti al mio nuovo record italiano. A Pozzecco c’erano tutti, per prime le mie nipotine Viola ed Allegra, per loro sono la “zia mitica”; i miei genitori, gli allenatori, gli amici, tanti ragazzi di Atletica 2000, le associazioni dove facevo volontariato con le persone con disabilità; c’era anche il mio moroso (il mezzofondista australiano Morgan McDonald), che si è molto meravigliato di questo clima e tanto affetto, di un paese che da adesso tifa anche per lui. E, a proposito di adozioni, c’era anche la mia nonnina adottiva: None Ane (Nonna Anna). Abita vicino casa nostra e, da quando non c’è più nonno Lino, stravediamo l’una per l’altra. Lei ha già dei nipoti, ma ci siamo adottate a vicenda.
... ed un suo ritratto dal primo allenatore
Un bel ritratto fuori pista di quegli anni lì, datato 2016, ce lo regala il suo coach del tempo, ad Atletica 2000, Matteo Tonutti. Non sbagliava infatti l’allenatore dei tempi a venire…
Sintayehu Vissa, di cui sono stato il primo allenatore, è un esempio per tutti noi e dalla sua storia di vita è possibile ripartire per ripensare ai nostri valori fondanti.
Partita orfana, denutrita, senza istruzione dall’Etiopia, grazie alla stupenda famiglia Vissa è riuscita a trasformare il proprio passato in qualcosa di positivo da trasmettere agli altri, ai propri coetanei, ai più giovani di lei e, soprattutto, a noi adulti.
Sintayehu ha utilizzato lo sport, l’atletica, come strumento per affermare sé stessa, la propria tenacia, la propensione ad esser capace di superare i propri limiti per migliorare, per dimostrare che, pur partendo da una situazione svantaggiosa, l’esser determinati aiuta ad esprimere i propri talenti.
Sintayehu continuerà a migliorare i propri risultati tecnici, ne sono convinto, perché quello che ha conquistato giorno dopo giorno, centimetro dopo centimetro, centesimo

dopo centesimo, fa ormai parte della propria consapevolezza, di una crescita che è costante, caparbia e che ha le radici in una profondità che solo lei può richiamare. Sintayehu riesce, con il suo esserci nei momenti difficili, a comprendere gli stati d’animo di chi le sta attorno, ha il dono di capire l’altro partendo da sé stessa, dal riconoscimento delle proprie mancanze e dalla consapevolezza che sono le stesse l’alimento che permette al corpo e all’anima di esser qualcosa di meglio di quanto si era il giorno prima. Di esser l’altro essendo sé stessi. La relazione di affetto e di comprensione permea i suoi movimenti. Per questo sono convinto che Sintayehu possa essere un esempio per i ragazzi adottati, per i ragazzi stranieri, per le donne e per noi tutti. Ci porta vicino un continente lontano e lo porta attraverso il corpo, la forza, la leggerezza, la velocità, ma anche con il sorriso, la freschezza. Con gli esempi si educa e per questo la ringrazio per aver incrociato il mio cammino; ho imparato anche da lei ad essere e comportarmi da adulto.
Matteo Tonutti
Atletica 2000: un amore a prima Vissa
Torniamo al tuo percorso, nel
CSI, e nell’atletica.
Ho fatto sempre CSI da ragazzina. Ad Atletica 2000 nessuno mi obbligava a fare delle cose. Lì ho fatto di tutto e di più. Non ero affatto esperta, non ero la Sinta di oggi, specializzata nella corsa, mezzofondo e fondo: allora facevo tutto quello che mi veniva detto. Ad esempio mi facevano provare gli ostacoli; io però soffrivo in alcune gare in cui non riuscivo a fare bene. Ma era così per tutti: provavamo tutto; io poi fortunatamente sono stata sempre abbastanza elastica. Se mi mettevano al lungo, me la cavavo comunque. Non ho avuto allenatori che mi abbiano fatto specializzare in una disciplina o specialità, anche se mi sarebbe piaciuto avere, come ho ora, un allenatore che mi facesse mirare ad un obiettivo. Ma è tanto difficile puntare a spingere.
E poi l’Irlanda ed ora negli
USA a Boulder. Come va in Colorado?
Adesso è diverso… è più difficile quando ci si allena ad alto livello. Sono stata a Codroipo fino a quando ho preso il diploma. A quel punto dovevo scegliere se continuare a correre per divertirmi o fare un salto, osare e continuare con l’atletica. Mia mamma mi ha sempre consigliato di scegliere bene rispetto a questa opportunità degli USA. E in effetti il college in Mississippi con le borse di studio mi ha ripagato. Lì è tutto diverso rispetto a noi: non paghi nulla. Quando sei un talento, ti pagano outfit, allenatore, head coach, velocista. Prima degli Stati Uniti sono stata anche in Irlanda come ragazza alla pari, per imparare l’inglese e soprattutto per avere più fluenza nel parlare. Mi sono rotta il crociato giocando sui salti con le bambine a cui badavo: stavo

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Ho dato tutto quello che avevo a Parigi, fino all’ultimo.
È arrivato il record italiano assoluto sui 1.500
giocando e ho sentito un clic, un rumore. Ho impiegato un anno di duro lavoro di rieducazione, ed è stato in quel momento che ho fatto il salto di qualità mentale. Mi sono detta: o provo a vedere se vale la pena correre da professionista o smetto.
Tu, ragazza di Atletica 2000 e del nuovo millennio, in pista dagli 800 ai 5.000, quale gara preferisci?
Fino a poco fa avrei detto sicuramente gli 800, ma dopo quest’anno dico i 1.500, mentre i 3.000 e i 5.000 verranno in futuro: li faremo forse come preparazione. Il concetto è sviluppare Sinta dagli 800 ai 5.000, e di fondo vi assicuro
ne faccio: quei 140 o 150 km invernali li ho fatti già un po’ di volte. Ma questo in allenamento, poi nelle gare occorre avere testa. Si prova quindi un po’ tutto e poi ogni anno si aggiunge qualcosa in più.
E cosa ha aggiunto l’Olimpiade di Parigi alla tua carriera?
Emozioni, tanta gioia, e un’opportunità. Ho dato tutto quello che avevo a Parigi, fino all’ultimo. È arrivato il record italiano assoluto sui 1.500. Un obiettivo raggiunto; ne avevo due ben scritti in un post: finale olimpica e scendere sotto i 4’; sapevo che lo valevo ed anche che non era impossibile. Tutto l’anno avevo fatto un lavoro mentale con lo psicologo e volevo andare sotto i 4’, senza decifrare quanto fosse sotto i 4’. È un bel primato, imbattuto da 42 anni. Un bel muro superato. Certo, aver fatto i tre turni con i ripescaggi non era l’ideale perché volevo andare diretta in finale, ma forse mi è servito farli. Quella gara lì alla fine mi ha dato più autostima, in semifinale ero più guerriera. Ho visto il ripescaggio non come una batosta ma come un’opportunità, che ho cercato di usare mentalmente a mio vantaggio. Ogni gara va bene quando si dà il meglio di sé stessi.
Il Villaggio Olimpico invece?
I miei riferimenti erano naturalmente Nadia Battocletti e Pietro Arese, i miei compagni di Nazionale. Abbiamo fatto il nostro dovere sul campo, ma ci siamo anche divertiti molto. Siamo andati a cambiare le pins, le spille con gli atleti delle altre nazioni. Andavamo a Messa insieme; avendo poi il moroso australiano, andavamo nella zona internazionale. Ho avuto l’opportunità di godermi questa esperienza con la mia squadra, l’Italia, e con tutti gli atleti internazionali. Parlavo con tutti. Ho potuto camminare e osare fare selfie con le più grandi stelle internazionali.
Da mamma Annetta l’amore per la natura
Accanto al campo sportivo di atletica a Codroipo, in uno spazio verde viene coltivato, dal centro sportivo diffuso di Atletica 2000 nel corso dei centri estivi e da persone adulte con abilità diverse, un orto assai particolare. Lì fa volontariato la mamma di Sintayehu, Annetta Bertolini; anche qui c’è molto da imparare: «Sì, l’orto sinergico è una tecnica di coltivazione, dove, invece di dividere le piante in aiuole diverse, si mettono piante di diversa specie nella stessa aiuola. Dalla sinergia vegetale anche noi umani possiamo imparare a collaborare tra di noi e a vedere le differenze come opportunità. Ad esempio i legumi non devono mancare nella stessa aiuola, perché catturano l’azoto
Ho potuto costatare quanto siano umili. Una volta incontrati, stavano lì a chiacchierare con te uno o due minuti senza alcun problema. Li ammiravo; ho fatto foto con Kenenisa Bekele. Ti accorgi quanto sia bello il mondo dello sport; sono umilissimi come tutti noi. È bello vedere quanto simili campioni siano vicini a noi. Nella cerimonia di chiusura avevamo il cuore a mille e ho visto tanta fratellanza, senza alcuna differenza etnica di colore e religione.
Hai rincontrato anche Yeman
Crippa a Parigi?
Sì, siamo più simili di quanto pensino le persone. È più giovane di me

e lo redistribuiscono a tutti. Ricordo il grande amore per la natura di Sinta. Da piccolina amava arrampicarsi sul ciliegio di casa e anni fa venirci ad aiutare volentieri in questo speciale orto sinergico. I ragazzi, gli atleti più giovani vengono a pulire le erbe infestanti e innaffiano, con regolarità, e chi vuole raccoglie. Esattamente come nella vita. Noi coltiviamo tegoline, fave, fagioli, piselli; e ancora cipolle, agli, porri, scalogni, e tutto il resto come pomodori, cetrioli, melanzane, zucchine e bieta, ma tutti consociati, non da soli. Coltivando l’orto si coltiva la vita. Ed è bello vedere crescere insieme. Provando si impara nell’orto come nell’atletica».
di pochi mesi, i Crippa li conosco da bambini [Sinta fu adottata dallo stesso orfanotrofio etiope di Yeman e Neka, futuri Azzurri del mezzofondo N.d.R.], erano ancora piccoli e ricordo che volevo fare come loro. Speravo venissero a prendere anche me: forse un giorno dopo tanto lavoro, pensavo e speravo di riuscire come sono riusciti loro. Non era facile andare via da casa, imparare bene un’altra lingua, ma ce l’ho fatta. I miei mi supportano sempre, ma, vivendo in America, più che scrivermi e sentirci non possono fare.
Negli States di certo Los Angeles è più vicina. E i cinque

cerchi li vuoi sulla pelle. Cosa aspettarci da Sinta?
Sono stata in Florida, poi nel college in Mississippi. Ora in Colorado: Los Angeles è certo ancora più vicina. Non ho però ancora un post per le prossime Olimpiadi. L’unico appuntamento che ho fissato ora è con un tatuatore di fiducia negli States, per incidermi i cinque cerchi olimpici.
Ma prima sei tornata nella tua Etiopia, o sbaglio?
Non sbagli. È vero. Ai primi di ottobre sono andata in Etiopia in vacanza. Un ritorno da maggiorenne italiana, dopo 18 anni di assenza e di lontananza dalla mia terra. Mi è stato regalato questo viaggio da Morgan, una persona speciale: una gioia immensa e tante lacrime. Siamo andati solo noi due. Mi ha colpito tanto, ci sono zone di guerra purtroppo, ma è stato bello allenarsi insieme al mattino su quegli altipiani e poi visitare con le guide il Paese.
Sinta 2025, quali i nuovi obiettivi?
Continuare a dimostrare il valore di Sinta negli Europei, poi nel 2026 il Mondiale e più avanti, più avanti le Olimpiadi statunitensi.

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Nel vasto panorama degli sport moderni, un fenomeno in rapida e costante crescita sta catturando l’attenzione di appassionati e spettatori di tutte le età: la disciplina degli aeromodelli/ droni. Con la sua combinazione unica di velocità e dinamismo, questo sport offre emozioni e divertimento sia per gli spettatori che per gli stessi piloti. Se in passato questi dispositivi erano considerati solo dei “giocattoli” o strumenti attraverso cui effettuare semplici riprese aeree, oggi sono diventati veri e propri protagonisti di competizioni altamente adrenaliniche e spettacolari.
L’emozione di pilotare un drone e di “sollevarsi” in cielo è, infatti, un’esperienza avvincente e di estrema libertà, che continua a catturare l’immaginazione di grandi e piccoli. Tuttavia, se da un lato gli aeromodelli/droni offrono un modo unico e coinvolgente per esplorare il cielo, è fondamentale che al contempo vi sia un utilizzo
responsabile durante l’attività. Non solo le competizioni devono essere organizzate in conformità con le normative locali ed internazionali, ma è anche necessario che i piloti siano adeguatamente addestrati e responsabilizzati sul corretto utilizzo di tali dispositivi.
CSI e Marsh, leader globale nell’intermediazione assicurativa e nella consulenza sui rischi, sono al fianco di tutti gli aeromodellisti del Centro Sportivo Italiano per permettere loro di vivere appieno le proprie emozioni in sicurezza e di “volare” responsabilmente.
Grazie alla nuova tessera integrativa “Aeromodelli/droni”, infatti, si avrà la possibilità di essere coperti per la responsabilità civile derivante agli aeromodellisti iscritti al CSI per danni provocati a terzi durante allenamenti, manifestazioni o gare fatti con aerodine senza pilota a bordo. La garanzia è operante per l’attività di volo (gare, manifestazioni, campionati continentali e mondiali,
prove e allenamenti, attività normale) svolta in tutti i Paesi del mondo, escluse Russia ed Ucraina.
L’assicurazione RCT è prestata con i seguenti massimali assicurati: - € 2.000.000,00 per ogni sinistro; - con il limite per ogni persona deceduta o ferita di € 2.000.000,00; - e per i danni alle cose, anche se appartenenti a più persone, di € 2.000.000,00.
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Il Centro Sportivo Italiano nuovamente protagonista al Meeting di Rimini per l’amicizia tra i popoli, giunto ad agosto 2024 alla sua 45ª edizione, presso la Fiera Riminese
Lo sport al servizio dell’essenziale
IL TEMA DEL MEETING, “SE NON SIAMO ALLA RICERCA DELL’ESSENZIALE, ALLORA COSA CERCHIAMO?”, HA MOSSO VARIE RIFLESSIONI SULL’URGENZA DI RISCOPRIRE CIÒ CHE CONTA VERAMENTE NELLA VITA, IN UN MONDO SEMPRE PIÙ DINAMICO E TECNOLOGICO
di Annamaria Angora
Sport, divertimento e crescita personale: il CSI presente alla 45ª edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli. L’Associazione, fondata sul volontariato, da sempre impegnata nella promozione dei valori delle attività motorie e non solo, ha presentato un ricco programma di iniziative, all’interno della Cittadella dello Sport. Ognuna di queste proposte è stata pensata per favorire l’integrazione, l’approccio a diverse discipline, anche poco note, e lo sviluppo delle competenze individuali, in un contesto di socializzazione e condivisione. Il CSI così ha potuto sventolare orgoglioso la sua bandiera, che racconta nei territori storie di associazionismo, di amicizia e di quello sport che per molti giovani rappresenta casa e soprattutto famiglia, con i suoi valori formativi.
“Se non siamo alla ricerca dell’essenziale, allora cosa cerchiamo?”. Il manifesto di quest’edizione si è rivelato essere
un interrogativo che riguarda la sfera personale, sociale, politica e culturale, allo stesso tempo. In un mondo sempre più complesso, segnato da guerre, crisi climatiche e rivoluzioni tecnologiche, l’essere umano si trova a dover ridefinire sé stesso. A renderlo necessario sono anche le due lunghe e sanguinose guerre che si combattono ormai da troppo tempo nei territori dell’Ucraina
e del Medio Oriente, con la striscia di Gaza e il confine tra Israele e Libano teatro di feroci scontri che pongono l’obbligo di una riflessione sulla pace. Quella pace che al Meeting di Rimini è stata filo rosso, non sempre visibile ma comunque tangibile, nei convegni, negli incontri, durante le mostre e i dibattiti organizzati. Mentre i dati ci sommergono e l’informazione corre più veloce della

luce, rischiamo di perdere di vista ciò che è veramente importante.
Ad illuminare la via, per comprendere quale sia la strada più giusta da percorrere verso “l’essenziale”, sono le parole di Papa Francesco: «Farsi mendicanti dell’essenziale, di ciò che dà senso alla nostra vita, anzitutto spogliandoci di ciò che appesantisce il quotidiano, sull’esempio di uno scalatore che, giunto all’attacco della parete rocciosa, deve liberarsi del superfluo per poter salire più speditamente. Così facendo, scopriamo che il valore dell’esistenza umana non consiste nelle cose, nei successi ottenuti, nella corsa della competizione, ma anzitutto in quella relazione d’amore che ci sostiene, radicando il nostro cammino nella fiducia e nella speranza: è l’amicizia con Dio, che si riflette poi in tutte le altre relazioni umane, a fondare la gioia che non verrà mai meno. Siamo amati, questa è la verità essenziale». Parole che arrivano dritte al cuore, capaci di scoprire il velo del superfluo e mostrare quello che realmente conta: amare ed essere amati infinitamente.
La risposta alla precedente domanda ha implicazioni profonde, che toccano ogni aspetto della nostra vita: dalla sfera personale a quella sociale, dalla cultura alla politica. È un invito a ripensare il nostro modo di vivere, di relazionarci agli altri e al mondo che ci circonda.
Da questa importante riflessione si comprende come la sfida più grande che affronta quotidianamente anche il Centro Sportivo Italiano, attraverso lo sport, è quella di educare le nuove generazioni a cercare il senso profondo delle cose. Non basta più trasmettere nozioni e competenze tecniche: è fondamentale aiutare i giovani a sviluppare un pensiero critico e ad interrogarsi sui grandi temi esistenziali. Per loro è necessaria una crescita formativa che va oltre il

“
Al Villaggio dello Sport sono state coinvolte in eventi, iniziative ed attività ludiche e di socializzazione ben 8.000 persone
mero torneo sportivo, per intercettare ragionamenti e riflessioni su quanto sta accadendo nel mondo, dalle guerre fino alle recenti alluvioni che hanno duramente colpito il territorio della Romagna.
Di tutti questi temi si è trattato approfonditamente dal 20 al 25 agosto alla Fiera di Rimini, un grande evento che ha visto protagonista anche il CSI.
Al Villaggio dello Sport sono state coinvolte in eventi, iniziative ed attività ludiche e di socializzazione ben 8.000 persone. Una partecipazione che ha registrato un notevole incremento, rispetto al passato, e che ha rappresentato un nuovo punto di partenza, dopo il periodo segnato dal Covid-19.
Nel corso dei cinque giorni al Meeting si sono alternati, sui campi
allestiti e gestiti dai 30 volontari provenienti da 7 regioni e 11 Comitati CSI, diversi sport tradizionali, come calcio, basket, pallavolo, pallamano, lotta olimpica e tennistavolo. A questi si sono aggiunte attività motorie poco note. Obiettivo del CSI è stato quello di diffondere queste discipline a tratti originali e poco praticate, nell’intento di promuovere attività aggregative con nuove prospettive, rivolte in particolar modo ad un pubblico giovane. Un motivo in più per sottolineare l’importanza dell’attività fisica per i ragazzi, che spesso sottovalutano la rilevanza dello sport nel benessere generale fisico e psichico.
Protagonisti di sfide divertenti ed improbabili sono stati ad esempio il roundet, spesso conosciuto come spikeball, disciplina tra pallavolo,
Lo sport al servizio dell’essenziale


tennis e badminton, attraverso l’uso di una rete tonda, e l’ultimate frisbee, organizzato dal CdO Sport.
Grazie alla Fondazione OLITEC, è stato anche presentato l’innovativo “virtual volley”, un gioco in realtà immersiva dove ci si può cimentare in più persone simulando una vera e propria partita di beach volley. E ancora, il tchoukball, organizzato da Rimini Tchoukball, uno sport senza contatto fisico adatto a tutti, dove due squadre lanciano una palla contro pannelli, cercando di farla rimbalzare senza che l’avversario la catturi.
Non meno importanti le altre immancabili attività del padiglione CSI, come il burraco, la dama e gli scacchi, sia quelli tradizionali che quelli in versione extra-large, per aprire questo mondo a grandi e piccini.
Un momento di spettacolo, che ha

suscitato la curiosità di moltissime persone, è stata l’esibizione di droni della squadra sportiva ASD Drone Racing Fano. Uno spin-off dell’originale attività promossa dal CSI con il Campionato nazionale di droni FPV – 3 pollici 2024, svoltosi in estate a Mantova e che ha dimostrato la propensione della nostra Associazione verso nuove frontiere da scoprire.
Riconsiderando complessivamente la settimana del Meeting, per la riuscita di tutte le iniziative è stato fondamentale l’apporto di un’incredibile squadra di volontari, che da tutta Italia sono arrivati in Romagna. Fin dal primo giorno, non si sono mai risparmiati, risultando indispensabili, insieme ai dirigenti del CSI, nell’allestimento di tutti gli spazi che hanno ospitato le diverse iniziative, nell’arco dell’intero Meeting.
Volontari risultati determinanti anche nell’organizzazione e nella gestione delle singole giornate di sport, accogliendo il pubblico sempre con un sorriso e indirizzandolo nelle varie aree del padiglione.
A concludere le giornate del Meeting la presenza del Presidente nazionale del Centro Sportivo Italiano, Vittorio Bosio, intervenuto al convegno dal titolo “Campioni di vita: l’arte di rialzarsi. I campioni del mondo si raccontano.” Sul palco con lui Giovanni De Carolis, campione del mondo di pugilato; Stefano Maniscalco, campione del mondo di karate; Annalisa Minetti, cantautrice e bronzo paralimpico; Paolo Pizzo, campione del mondo di scherma, e Luca Massaccesi, bronzo olimpico taekwondo e Presidente Osservatorio Nazionale sul Bullismo e il Disagio Giovanile. È stata l’occasione per approfondire

il tema legato alla capacità di rialzarsi dopo le sconfitte, trovando la forza di crescere fino a diventare campioni. Un aspetto, quello della prestazione sportiva, che nello spirito CSI si affianca alla crescita umana della persona, tanto da far dire allo stesso Bosio nell’apertura del suo intervento: «Io sono uno che si occupa soprattutto di chi non diventerà mai un campione, ma che diventerà nella vita probabilmente un buon cittadino». Lealtà, rispetto, educazione sono valori tipici del buon cittadino e sono anche il cardine sul quale poggia l’associazionismo inteso come momento aggregativo e di formazione che accompagna tutte le persone dalla prima infanzia fino alla terza età. Lo stesso percorso della vita che ogni giorno i tecnici del CSI percorrono a fianco dei tanti tesserati che prendono parte alle iniziative promosse.
Il Meeting per l’amicizia fra i popoli, proprio come si può intuire dal nome, è sempre stato e continuerà ad essere un’opportunità di incontro e di aggregazione per conoscere idee, opinioni e visioni di vita, simili o differenti dalla propria. Ed è proprio questo costante scambio reciproco a consentire una maturazione interiore e una migliore conoscenza di sé stessi. I volontari sono stati i primi a dare il via a questo dialogo, che ha permesso a perfetti sconosciuti

di diventare, con lo scorrere del tempo, conoscenti, amici e fratelli. I momenti che hanno trascorso all’interno del Villaggio dello Sport hanno un valore talmente alto che, anche in una settimana, persone che inizialmente si scrutavano l’un l’altro con uno sguardo di diffidenza hanno creato legami importanti. Moltissime amicizie nate e coltivate all’interno del Meeting proseguono anche al di fuori, nella vita e nel corso dell’anno. I volontari hanno avuto, e avranno in futuro, la responsabilità di essere promotori di una sana educazione, essenziale in qualsiasi situazione che la vita pone davanti. Quando gestivano i campi, quando rispondevano alle domande e fornivano indicazioni ai genitori in segreteria, quando componevano le squadre per le partite, quando rimettevano in ordine la propria
“ Fondamentale l’apporto di un’incredibile squadra di volontari, che da tutta Italia sono arrivati in Romagna
postazione alla fine del turno, ma soprattutto quando, nonostante la stanchezza, continuavano ad offrire il loro servizio con il sorriso. L’educazione è un processo di apprendimento essenziale, che permette di acquisire conoscenze, competenze, valori e atteggiamenti che consentono di vivere in modo consapevole e responsabile nella società. Lo sport, come mezzo di educazione, è fondamentale. Basti pensare alla figura dell’arbitro. Applica le regole, prende decisioni, gestisce la partita, sanziona le infrazioni, ma sempre tenendo in considerazione due fattori indispensabili: il rispetto e l’educazione. Nel suo ruolo che spesso viene contestato, in realtà si rivela essere cruciale per la formazione di tantissimi giovani, che è giusto comprendano che sport significa divertimento, ma anche rispetto verso il prossimo. Il nostro augurio, come Centro Sportivo Italiano, è quello di non perdere mai di vista cosa sia davvero essenziale nella vita, perché è proprio nei momenti in cui si brancola nel buio che questa consapevolezza illumina il cammino. Un cammino che si può scegliere di intraprendere con uno zaino colmo di oggetti superflui o solamente con lo stretto indispensabile. La decisione è presente dentro il cuore di ognuno di noi.
Ancora un successo per CSI Pro – Lo sport che ci fa grandi!
“Play Sport Camp”
Insieme si cresce
GRAZIE ALLA SINERGIA CON F.C. INTERNAZIONALE MILANO PER IL TERZO ANNO CONSECUTIVO SI È REALIZZATO IL PROGETTO SEMPRE PIÙ COINVOLGENTE DOVE LO SPORT DI BASE E QUELLO
PROFESSIONISTICO SI INCONTRANO PER FAR CRESCERE, ABBATTERE LE BARRIERE E CREARE UNA COMUNITÀ INCLUSIVA
di Alessio Franchina
C’è una magia che prende vita ogni volta che un piede calca il terreno di gioco pronto a rincorrere un sogno. È la magia dello sport, un linguaggio universale che supera le differenze, insegna il rispetto e alimenta sogni che possono cambiare la vita. È da questa convinzione che è nato Play Sport Camp, all’interno del più ampio progetto CSI Pro – Lo sport che ci fa grandi!, promosso dal Centro Sportivo Italiano con l’intento di unire, in una sinergia di crescita, lo sport di base e quello di vertice. Il Play Sport Camp è nato nell’estate 2022, grazie alla collaborazione con F.C. Internazionale Milano. Ma non è il solito camp estivo di calcio. È molto di più. È uno spazio dove la passione sportiva incontra i valori umani. Dove i grandi, rappresentati dai Club sportivi della massima serie, collaborano con lo sport di base e gli oratori, creando un percorso che aiuta i giovani a crescere, formarsi e conoscersi. Fin dalla prima edizione, il CSI ha voluto che questo camp fosse molto più di un semplice allenamento di perfezionamento tecnico. Ha voluto che offrisse momenti di formazione e partecipazione attiva, abbracciando la diversità. Qui, i ragazzi non si limitano
ad approfondire la loro preparazione sportiva grazie al contributo di allenatori qualificati prestati allo sport di base dallo sport di vertice. Durante i Play Sport Camp, i partecipanti imparano a fare squadra, a sostenersi e a divertirsi, rispettando chiunque condivida il campo con loro, anche se sconosciuto. È l’essenza dello sport come veicolo di crescita.
Un progetto che va oltre il calcio È vero, sino ad ora – siamo alla terza edizione quest’anno – Play Sport Camp ha significato calcio. Grazie all’aiuto di F.C. Internazionale Milano, solido compagno di squadra del CSI e sempre molto attento alle realtà sportive di base, il progetto è potuto partire nel migliore dei modi e ha potuto consolidare il suo percorso negli anni, ma il senso del progetto è più vasto e coinvolge tutte le discipline sportive. Play Sport Camp mira a creare uno spazio condiviso dove i giovani possano incontrare professionisti, apprendere le basi tecniche, ma soprattutto respirare quei valori che lo sport professionistico e amatoriale hanno in comune. Un obiettivo ambizioso, che vuole andare oltre i confini del calcio e anche di quelli territoriali,
abbracciando un mondo sportivo più ampio, coinvolgendo altre squadre e discipline, nonché nuovi territori, comunità e realtà spesso ai margini, nella bellezza del fare sport insieme.
Chiavari, Assisi, Arezzo: la bellezza di un percorso condiviso Ogni edizione del Play Sport
Camp ha portato con sé momenti indimenticabili, lasciando tracce profonde nelle comunità che hanno accolto il progetto.
A Chiavari, dove il progetto ha avuto inizio nel 2022, il camp ha accolto 160 ragazzi da tutta la Liguria grazie alla preziosa collaborazione dei volontari dell’ASD Rupinaro Sport, società del Comitato CSI Chiavari Tigullio APS, nata in parrocchia e retta dal Presidente-parroco don Fausto Brioni. Cinque giornate all’insegna del gioco e dell’amicizia, tra palloni, risate e la meraviglia degli incontri: dalla squadra special nerazzurra ai ragazzi del reparto di oncologia dell’ospedale Gaslini di Genova; dai bambini con diabete giovanile del Tigullio fino alla gioia di incontrare un campione come Javier Zanetti, che ha sorpreso ed emozionato i partecipanti con una videochiamata, facendo battere i cuori di tutti i presenti.

Nel 2023, il camp ha fatto tappa ad Assisi, immerso nella bellezza della terra di San Francesco. Più di 400 ragazzi, coordinati dal Comitato CSI di Foligno, hanno vissuto cinque giorni di sport e crescita presso lo Stadio “Giuseppe Migaghelli” gentilmente concesso dall’ASD Angelana 1930, condividendo il campo con amici di realtà diverse, tra cui i ragazzi dell’Istituto Serafico, un centro riabilitativo che accoglie persone con diverse disabilità. Anche il vescovo di Assisi, Nocera Umbra, Gualdo Tadino e Foligno, Mons. Domenico Sorrentino, ha voluto salutare e incoraggiare i ragazzi ad essere veri campioni nella vita e negli incontri di tutti i giorni e, a sorpresa, l’ex difensore nerazzurro Andrea Ranocchia ha tirato in rete qualche simbolico rigore. Un camp che ha dimostrato ancora una volta che lo sport può abbattere le barriere e unire le persone in un’esperienza di vera solidarietà e condivisione.
E questa estate 2024 ad accogliere il Play Sport Camp è stata Arezzo che, dal 24 al 28 giugno, ha confermato la forza e la bellezza di questo progetto. Presso la struttura gentilmente concessa per l’occasione dall’ASD
Fortis Arezzo, grazie all’organizzazione e all’entusiasmo del Comitato CSI di Arezzo, più di 250 giovani atleti si sono ritrovati sul campo dello stadio comunale “Roberto Lorentini” per una settimana di formazione, crescita e gioco.Ma, anche quest’anno, ciò che ha reso davvero speciale il camp, è stato il coinvolgimento di realtà locali come il Pionta Arezzo, ACB Inclusion e la Comunità aretina del Bangladesh. Inclusione e collaborazione al centro anche della giornata con i ragazzi e le ragazze dell’Associazione TMA Arezzo e la Comunità di San Martino. In ciascuna delle giornate del camp, ragazzi e ragazze normodotati e giovani con esigenze speciali hanno giocato insieme, abbattendo ogni barriera e dimostrando che lo sport è davvero di tutti.
Uno spazio che cresce con i ragazzi
CSI Pro – Lo sport che ci fa grandi!, con il suo Play Sport Camp, è quindi molto più di un evento sportivo. È un’esperienza che cresce insieme ai ragazzi, alimentata dalla passione, dall’energia e dalla voglia di raccontare che tutti
possono fare squadra. Nessuno escluso. Ed è questa energia che il CSI vuole continuare a portare avanti, investendo in una costante evoluzione del progetto. L’obiettivo è ambizioso: coinvolgere non solo nuove realtà sportive di base e professionistiche, ma anche altre discipline, per rendere il Play Sport Camp solo un inizio e trasformarlo poi in un punto di riferimento per i giovani e le loro comunità.
Non è solo sport, quindi. È il racconto di come, attraverso un pallone, una corsa o anche un tuffo magari, ogni giovane possa scoprire il proprio potenziale, imparare a superare i propri limiti e crescere non solo come atleta o come individuo, ma come persona all’interno di una comunità.
CSI Pro – Lo sport che ci fa grandi! è più di un semplice Camp: è un progetto che vuole creare una società più inclusiva e solidale. Non tutti arrivano in Serie A. Ma ogni bambino o bambina, ogni ragazzo o ragazza, un giorno diventerà grande, ed è bello che ad accompagnarlo e ispirarlo ci sia chi grande lo è già e può insegnarlo.

Attività sportiva anche d’estate, con inclusione e solidarietà a fare da capofila nel progetto che unisce Centro Sportivo Italiano e Fondazione Conad ETS
È bis con “TuttInGioco” sul palcoscenico dei centri estivi
di Laura Politi

“ Il Torneo Nazionale estivo degli Oratori vanta un totale di 100 premiati, ma il bilancio della settimana conclusiva della competizione racconta di oltre 300 giovani e giovanissimi presenti
Immaginate un’estate a contatto con la natura, passeggiate a cavallo, frisbee che volano in spiaggia, ma anche nuove passioni che nascono nelle palestre, nei giardini delle scuole e nei campi delle parrocchie. Poi immaginate di scoprire nuovi sport, di stimolare la vostra curiosità e di imparare a maneggiare strumenti sconosciuti. Potrebbe sembrare un inizio un po’ fiabesco e intriso di retorica, ma questa è stata la stagione estiva per circa 9.000 bambini, bambine, ragazzi e ragazze. Sono stati loro i partecipanti di “TuttInGioco”, il progetto dedicato ai centri estivi che ha festeggiato il secondo compleanno grazie alla rinnovata collaborazione del Centro Sportivo Italiano con Fondazione
Conad ETS, l’ente no profit del Terzo Settore – espressione dei supermercati Conad – che agisce con l’obiettivo di arricchire di azioni e nuove iniziative il tessuto sociale italiano, contribuendo al benessere della comunità. Tra queste iniziative c’è appunto il progetto “TuttInGioco”, che per la sua 2ª edizione ha di nuovo coinvolto in tutta Italia 50 camp estivi, organizzati da società sportive, parrocchie ed oratori legati al CSI. I centri estivi sono stati ospitati da 21 città, dall’Umbria alla Lombardia, dalla Sicilia alle Marche, con tappe nella laguna veneziana e nel Salento. Migliaia di bambini e ragazzi hanno così preso parte al Torneo Nazionale estivo degli Oratori, che ha coinvolto i camp partecipanti al progetto in una competizione multisport, adattata alle diverse specificità di società ed oratori, oltre che alle caratteristiche dei partecipanti, di un’età compresa tra i 3 e i 16 anni. Settimana dopo settimana, nei mesi di giugno e luglio, i giovani iscritti dei centri estivi si sono cimentati in attività sportive differenti (pallavolo, calcio, tennistavolo, atletica, canoa, rugby, danza e tanto altro), consentendo al proprio camp di acquistare punti e salire nella classifica generale. Sono stati decretati in questo modo i cinque centri estivi vincitori, che hanno ospitato le finali del progetto in cinque
diverse città, in ognuna della quali è stata poi eletta la squadra vincitrice. I camp vincitori, infatti, hanno avuto l’occasione di mostrare le proprie capacità organizzando un’ultima giornata di festa, nel corso della quale bambini e ragazzi presenti si sono sfidati ancora una volta, ma in questo caso per eleggere il team vincitore –sempre composto da 20 giovani atleti – di ognuna delle tappe finali. Ed ecco allora che nella terza settimana di luglio si è aperto il sipario sulle sfide decisive presso il Match Point Sporting Club a Lecce, con i giovani dell’ASD Lecce United impegnati in scambi di tennis, padel e calcio a 5, per scoprire i vincitori salentini. In ognuna delle cinque finali, divertimento, sport e gadget a ricordo dell’evento hanno caratterizzato la giornata di tutti i partecipanti; in aggiunta, i 20 componenti della squadra vincitrice sono stati premiati –con una carta prepagata Fondazione
Conad ETS del valore di 50 euro da utilizzare nei punti vendita Conad – dai rappresentanti di Fondazione Conad ETS e di Conad, le cui cinque Cooperative hanno supportato la costruzione e la buona riuscita del progetto.
Dopo i vincitori che hanno alzato la coppa nella terra de “lu sule, lu mare, lu ientu”, è stato il turno di Genova, che ha incoronato i giovani del Centro Storico Ragazzi. Negli spazi di Altum Park, il parco sportivo outdoor della città, si è svolta la seconda finale tra prove di agilità, percorsi avventura nella natura e tiro con l’arco, per poi passare il giorno successivo a Reggio Emilia, in cui la squadra delle Papere del lago ha avuto la meglio tra i bambini e le bambine della Daino Gavassa ASD, la società vincitrice e organizzatrice della terza finale. La festa sportiva si è poi spostata a Pesaro, dove sono state allestite, dalla Polisportiva 1000Piedi APS, delle speciali Miniolimpiadi, con gare alle quali hanno partecipato

anche piccoli atleti con disabilità e organizzate in modo tale da veicolare tanto un messaggio inclusivo quanto l’importanza dell’aspetto ludico anche nella competizione. Ultima giornata di festa a Foligno, con l’onore e l’onere di chiudere il sipario sul torneo. Tantissimi bambini e ragazzi, guidati da animatori ed istruttori e con l’aiuto di educatori specializzati per la partecipazione dei giovanissimi atleti con disabilità presenti, hanno trascorso le ore della mattina in un clima di allegria e sport all’interno del PalaPaternesi, dove sono stati celebrati i vincitori di Joco Campus e in particolare la squadra dei Verdi, gli ultimi 20 bambini a sollevare la coppa della competizione. Il Torneo Nazionale estivo degli Oratori vanta dunque un totale di 100 premiati, ma il bilancio della settimana conclusiva della competizione racconta di oltre 300 giovani e giovanissimi presenti, che hanno permesso di toccare con mano l’allegria e il benessere psicofisico in cui si traduce la possibilità di praticare sport anche nel periodo estivo, in ambienti in cui i valori della collaborazione e della solidarietà non vengono mai meno.
Il progetto “TuttInGioco” non si
concretizza però unicamente nell’organizzazione di questa competizione estiva. Prima ed oltre la messa in piedi del torneo, c’è l’obiettivo di favorire l’inclusione ed uno stile di vita sano, fatto sì di attività sportiva ma anche di rispetto, attenzione all’altro e di quel sistema di valori che da sempre si accompagna allo sport. Tra i 9.000 partecipanti ai centri estivi, circa 2.000 sono quelli che hanno potuto accedere gratuitamente, o con agevolazioni, ai camp. Fondazione Conad ETS ha infatti donato 1.800 voucher proprio con l’intenzione di aiutare concretamente le famiglie in situazioni di fragilità, affinché queste potessero regalare settimane di sport e svago ai propri figli. Terminate nella metà del mese di luglio le finali del Torneo Nazionale estivo degli Oratori, sono infatti andate avanti le attività di numerosi centri estivi partecipanti, attivi anche nei mesi di agosto e settembre per andare incontro alle esigenze di tante famiglie lavoratrici. In un’ottica di sostegno e vicinanza al territorio, tutti i centri estivi partecipanti hanno inoltre ricevuto del materiale ludico-sportivo targato Fondazione Conad ETS (frisbee, palloni, racchettoni e sacche sportive), che hanno accompagnato le attività dei camp.
Laboratori, gite, merende offerte dalle Cooperative dell’ecosistema Conad – Conad Adriatico, Conad Nord Ovest, Conad Centro Nord, CIA Conad, PAC 2000A Conad –hanno stimolato, insieme alle attività sportive e ludico-motorie, la creatività e lo spirito di numerosi bambini, bambine, ragazzi e ragazze, grazie all’impegno e all’indispensabile collaborazione di coloro che si sono dedicati quotidianamente con amore e passione ai più piccoli, dagli istruttori ai parroci, dagli educatori agli animatori, con un approccio allo sport quale veicolo di cambiamento positivo.
La figura dell’arbitro, spesso sottovalutata e talvolta oggetto di critiche, è fondamentale per il corretto svolgimento dello sport
L’arbitr0 salva la partita
IN UN PANORAMA SPORTIVO IN CUI LE AGGRESSIONI E LE CRITICHE VERSO I GIUDICI DI GARA AUMENTANO, DIVENTA URGENTE RIFLETTERE SUL FUTURO DI QUESTA NOBILE PROFESSIONE, CHE GARANTISCE IL RISPETTO DELLE REGOLE E TRASFORMA OGNI GARA IN UNA LEZIONE DI VITA
di Massimiliano Dilettuso
La “crisi di vocazione” degli arbitri e giudici di gara continua a preoccupare il mondo dello sport. Di anno in anno sono sempre meno i giovani che scelgono di prendere un fischietto in mano e di mettersi in gioco in campionati e competizioni sportive. E, in questo modo, la carenza di una delle figure principali e più nobili del panorama sportivo comincia a destare serie difficoltà tra gli addetti ai lavori e gli appassionati. Sarebbe assurdo, infatti, immaginare una gara ufficiale senza la partecipazione di un arbitro che detti le regole e le faccia rispettare, garantendo il corretto svolgimento di un match. Negli ottant’anni di storia del Centro Sportivo Italiano, gli arbitri
hanno sempre ricoperto un ruolo fondamentale nell’attività quotidiana praticata sui campi, nelle palestre, nelle parrocchie e negli oratori arancioblu disseminati per tutta la Penisola. I direttori di gara, peraltro, sono i garanti di quello sport educativo che costituisce la principale mission del Centro Sportivo Italiano, perché – con il loro carisma e la loro passione – trasformano una gara in una palestra di vita dove mettersi in gioco, imparare e crescere. Ma la “crisi di vocazione” degli arbitri, di certo, parte da lontano e affonda le sue radici in tematiche che meriterebbero una riflessione più accurata. Sono sempre più, infatti, i casi di maltrattamenti e aggressioni

ai danni dei direttori di gara. Specialmente nei campionati minori e in quelli giovanili, le cronache dei media locali ci raccontano troppo spesso di giovanissimi arbitri vittime di violenza fisica e verbale da parte – nella maggior parte dei casi – di genitori e sostenitori che, probabilmente, non hanno ben compreso quale sia lo scopo fondamentale dello sport. Questo clima di intolleranza è sintomo di una cultura sportiva che, a volte, ha perso di vista i veri valori dello sport: il rispetto, l’educazione e la crescita personale. E quella gavetta a cui sono costretti gli “apprendisti arbitri”, tante volte, si trasforma in una sfida troppo onerosa e poco gratificante persino

per chi ha sempre sognato di tenere un fischietto tra le mani e di farne uso durante un match. Una realtà preoccupante che, oltre a creare difficoltà nella naturale organizzazione e nel corretto svolgimento delle varie competizioni sportive, dà adito a diverse perplessità per quello che sarà il futuro di questa categoria. E, siccome è impossibile immaginare lo sport senza i suoi direttori di gara, occorre una seria e attenta riflessione che cominci proprio dalle parrocchie, dagli oratori, dalle associazioni e dalle piccole realtà di quartiere. È da lì che bisogna iniziare il percorso di valorizzazione degli arbitri, educando i più giovani al rispetto e – soprattutto – alla gratitudine nei confronti di ragazze e
Una nuova rubrica I motori dello sport
Nella nostra Associazione i ruoli dei direttori e dei giudici di gara sono spesso considerati marginali, di contorno. Allo stesso modo se ne parla raramente, se non quando sono “vincenti” e sono oggetto di cronache sportive o di altro genere affine.
Questo è un errore, perché proprio attraverso l’impegno di queste persone “speciali” –arbitri, direttori e giudici di gara, allenatori, accompagnatori, volontari, organizzatori, e tante altre – è possibile svolgere attività sportiva regolare, gestita nel rispetto delle norme fondamentali, senza smettere mai – e questo è un difficile esercizio di equilibrio umano e professionale – di avere come obiettivo l’offerta di uno sport sano, entusiasmante, ma che permetta a chi lo pratica di divertirsi, di trovarvi serenità e amicizie.
Con questo articolo comincia un nostro viaggio indagatore nei ruoli sopra citati, nella speranza di togliere un po’ di “polvere” dagli scaffali della memoria e soprattutto nella speranza che ciò sia di gradimento dei nostri affezionati lettori.
ragazzi, donne e uomini che, nella maggior parte dei casi, in cambio di piccoli rimborsi spesa, dedicano il loro tempo libero ad arricchire lo sport con la propria presenza e professionalità. Incentivare la partecipazione degli arbitri significa educare alla tolleranza, alla comprensione degli errori umani e al rispetto delle figure che garantiscono l’integrità del gioco. Questo cammino deve cominciare subito, prima che sia troppo tardi e che questa “crisi di vocazione” porti ad effetti insanabili. Perché senza di loro, senza gli arbitri, lo sport non potrebbe esistere nel suo formato competitivo e organizzato. «Arbitri, se ci siete fateci un fischio!». E noi vi promettiamo che
“
La “crisi di vocazione” continua a colpire questo ruolo, con sempre meno giovani disposti a scegliere il fischietto
accetteremo quel “fischio” anche quando non saremo d’accordo, perché sappiamo quanto siete importanti per lo sport in tutte le sue forme e in tutti i suoi livelli.
Ambiti e norme per ambienti più sicuri, con un focus sulla tutela dei minori
Safeguarding nello sport
Rivediamo adempimenti e scadenze del 2024
La riforma dello sport, con l’obiettivo di creare ambienti sicuri e inclusivi, ha introdotto nuovi obblighi per le associazioni e le società sportive, ponendo un focus sulla protezione dei minori, la prevenzione delle molestie e la lotta contro ogni forma di discriminazione definita dal DL 11 aprile 2006 Nr. 198, riguardante l’etnia, la religione, le convinzioni personali, la disabilità, l’età e l’orientamento sessuale.
Tre ambiti fondamentali per il Safeguarding La riforma si concentra su tre aree chiave:
1. Tutela dei minori: garantire la sicurezza di bambini e adolescenti durante le attività sportive è essenziale. Questo include la nomina di un Responsabile Safeguarding e l’adozione di codici di condotta per prevenire abusi;
2. Contrasto alla violenza di genere: le società sportive devono mettere in atto politiche per prevenire la violenza di genere, promuovendo procedure di segnalazione chiare e attività di sensibilizzazione;
3. Contrasto al razzismo e alla discriminazione: l’ambiente sportivo deve essere inclusivo,
di Laura Sanvito
rispettando ogni persona indipendentemente dalle sue caratteristiche. Le società devono respingere ogni forma di discriminazione e promuovere il rispetto reciproco.
Cosa devono fare le società sportive
Il Decreto Legislativo 39/2021, articolo 16, stabilisce alcune misure essenziali per garantire la sicurezza nelle attività sportive. Due sono gli obblighi principali:
• Adozione di modelli organizzativi e codici di condotta: le società devono adottare modelli per regolamentare l’attività sportiva e promuovere un ambiente accogliente e rispettoso. Questo adempimento doveva essere completato entro il 31 agosto 2024;
• Nomina di un Responsabile Safeguarding entro il 31 dicembre 2024. Questa figura ha il compito di:
- Prevenire e contrastare abusi e discriminazioni;
- Applicare i modelli di tutela;
- Monitorare comportamenti inappropriati;
- Partecipare alla formazione continua.
Tutela dei minori nel Centro Sportivo Italiano: il progetto Sport Light
Il CSI richiede che chiunque lavori con i minori eviti e prevenga alcuni comportamenti dannosi, come:
1. Abuso psicologico;
2. Abuso fisico;
3. Molestie e abusi sessuali; 4. Bullismo e comportamenti discriminatori;
5. Omissione di assistenza.
Documenti e facsimile sulla piattaforma MyCSI
Per affiancare le società sportive nella redazione dei documenti utili e in conformità alla normativa vigente e alle proprie linee guida, il Centro Sportivo Italiano mette a disposizione dei facsimile che le associazioni e le società sportive possono adattare ed adottare. I documenti sono reperibili sulla piattaforma MyCSI, accedendo con le credenziali della propria società sportiva. Per dubbi e chiarimenti sulle tematiche del safeguarding, il CSI è inoltre a disposizione delle proprie affiliate all’indirizzo policy@csi-net.it.

La missione del Centro Sportivo Italiano è offrire attenzione, rispetto e dignità ad ogni tesserato, supportando le società affiliate nel:
• Programmare allenamenti adeguati allo sviluppo fisico ed emotivo dei minori;
• Usare un linguaggio positivo e motivante, valorizzando ogni risultato, anche parziale;
• Comunicare apertamente con i minori sui loro diritti e su come affrontare eventuali problemi;
• Creare un ambiente accogliente in cui ogni minore si senta parte integrante della comunità sportiva.
Da questa missione nasce il progetto CSI Sport Light, che mira a migliorare la tutela dei minori nello sport e a potenziare il ruolo degli educatori sportivi. Questo progetto non vuole solo sviluppare politiche di safeguarding, ma anche fornire un supporto costante alle organizzazioni sportive per la corretta applicazione delle stesse.
Obiettivi del progetto Sport Light:
• Istituire “punti di riferimento” (o focal point) per lo sviluppo, l’adozione e la gestione di una Child Safeguarding Policy (CSP);
• Sperimentare modelli di CSP in organizzazioni sportive praticanti discipline sportive differenti;
• Promuovere la partecipazione di minori, soprattutto quelli in situazioni di fragilità, nelle attività delle società sportive;
• Coinvolgere i genitori nell’adozione delle CSP;
• Monitorare e valutare l’implementazione delle CSP a livello locale;
• Supportare i responsabili della protezione dei minori nelle società sportive;
• Certificare le organizzazioni che adottano correttamente le CSP;
• Formare i responsabili e gli educatori per evitare pratiche dannose e promuovere un allenamento rispettoso delle
caratteristiche individuali dei minori;
• Favorire la diffusione dei “punti di riferimento” per promuovere le politiche di safeguarding nei territori.
Il safeguarding nello sport rappresenta un cambiamento cruciale per garantire la sicurezza e il benessere di tutti i partecipanti, soprattutto dei più giovani. Queste misure non solo prevengono abusi e discriminazioni, ma migliorano la qualità dell’esperienza sportiva, promuovendo fiducia, coesione e crescita personale.
Il CSI affianca e sostiene le società sportive nel loro impegno per adottare le misure di safeguarding, trasformando lo sport in uno strumento di crescita, benessere e inclusione per tutti.
Per maggiori approfondimenti: www.centrosportivoitaliano.it
CineSport
CAMPIONI
Un coach di basket, arrestato per guida in stato di ebbrezza, è costretto ad allenare per tre mesi una squadra di giovani con disabilità. Remake del film spagnolo del 2018 “Non ci resta che vincere”, tratto da una storia vera


CAMPIONI
di Andrea Barbetti
Abbasso il remake! Viva il remake! L’hater dirà: in estate chi scrive s’è flashato mojiti a Ibiza ed ora posta il già visto; vergogna! Macché. Tra mille film sciolti nell’afa è sbucato un soggetto che parte da “Campeones” – oltre tre milioni di spagnoli in sala nel 2019 – e arriva all’arguzia di un Bobby Farrelly in debutto solitario in regia dopo scorrettissime commedie come “Scemo+scemo” e “Tutti pazzi per Mary”, firmate a quattro mani col bro Peter. Risultato? Una copia originale, due ore che per vitalità, divertimento, emozioni variano con intelligenza un canovaccio noto. Parliamo di Markus Marakovich, coach sopravvalutato ma solo da sé stesso e secondo allenatore di basket in una categoria ultra minore. Caratteraccio impossibile, legami sociali e sentimentali da terzo tempo sbagliato senza difensori.
Si fa cacciare dalla squadra e ha la bella idea di prendere in pieno la volante della polizia dell’Iowa. La giudice lo affida ai servizi sociali: almeno per 90 giorni dovrà allenare una squadra di ragazze e ragazzi affetti da disturbi psichici o malattie genetiche e guidarla nel campionato di categoria. Per uno che si sente nato per l’NBA il primo contatto con loro è da alieno. Solo un attore come Woody Harrelson – avete presente “Natural born killer” e “Non è un paese per vecchi”? – sarebbe stato capace di portare in palestra e per strade innevate e dentro case di dignitosa decadenza la faccia stralunata
Regia di Bobby Farrelly Un film con Woody Harrelson, Kaitlin Olson, Ernie Hudson –Commedia sportiva –USA, 2023, durata 123 minuti

di un allenatore alle prese con un gruppo che più scoordinato non si può: e Woody è infatti un Markus da Oscar! Certo la storia è piuttosto lineare: si comincia da scontri e incomprensioni e si finisce tra abbracci, lacrime e amore.
Il regista sa coniugare la vena irriverente delle sue precedenti commedie ad un tema che l’America di oggi prescrive di trattare coi guanti del politicamente corretto: la disabilità. Ne esce un film molto godibile, che sa unire sport, amore, amicizia, tradimenti, illusioni, disincanto, un racconto verosimile quanto basta per il cinema, perché, bene ricordarlo, si parte da una storia reale accaduta anni fa alla squadra di basket spagnola Aderes Burjassot e al suo allenatore.
Nel mezzo del parquet, sotto canestro, sull’eccentrico pullmino che li porta in trasferta, troviamo autentiche persone con disabilità fisiche e mentali: “ognuno a rincorrere i suoi guai, ognuno col suo viaggio e ognuno diverso, perso dentro i fatti suoi”. Proprio come quell’irriverente incompiuto di Marakovich, l’allenatore nel pallone a spicchi, che per fortuna loro e nostra, un giorno, decide di mettere l’umanità al centro del villaggio.

Il CSI protagonista nell’80° di vita della GIAC

Siamo ancora alla ricerca della data precisa della fondazione del Centro Sportivo Italiano, visto che Stadium pubblica lo Statuto in data 19 novembre 1944, senza che vi sia la data di deposito del documento stesso, e proprio nella stessa pagina di Stadium si dà conto di un incontro dei dirigenti CSI con il Commissario straordinario del CONI, Giulio Onesti, avvenuto il 15 dello stesso mese. Dobbiamo immaginare che la data di approvazione dello Statuto sia quindi antecedente al 15 novembre, almeno di qualche giorno. Comunque nascemmo in seno e per iniziativa, come è ben noto, della GIAC, Gioventù Italiana di Azione Cattolica, ragione per cui ci sembra interessante riportare alcuni stralci della cronaca, pubblicata nel libro sui “Cent’anni di storia nella realtà dello sport italiano”, edito dal CSI, sulle celebrazioni per l’80° della GIAC. «Nel quadro delle celebrazioni il CSI – riferisce la cronaca – si inserisce con una serie di manifestazioni: i primi campionati di nuoto e di scherma; i campionati di atletica; i campionati di calcio; una regata sul Tevere; ma principalmente uno stupendo concorso ginnico nazionale nella cornice di Piazza di Siena [...]. Il grande Convegno di Roma per l’80° della Gioventù maschile e per il 30° della Gioventù femminile cattolica fu un’apoteosi. Una massa di circa 600.000 giovani nei giorni dal 2 al 5 e dal 7 al 13 settembre 1948, ha invaso le strade di Roma».
Più oltre, dopo aver accennato alla solerte vicinanza di Papa Pio XII, che ha concesso l’udienza ai convenuti in Piazza San Pietro, così prosegue la cronaca: «Allo sport, lo sport dei giovani cattolici, è spettato il compito della dimostrazione della più alta capacità direttiva e tecnica, del grado di funzionalità a cui tutta la istituzione della GIAC era protesa. In questo l’apporto del CSI e dei suoi quadri è stato determinante. La manifestazione sportiva, durata una settimana, è risultata una vera “festa dello sport” quale l’ha definita Luigi Gedda, festa più viva e fervente nella grande festività del raduno generale, l’affermazione palmare del lavoro compiuto». Rimanendo nella nostra consultazione del libro sui cent’anni di storia, ci siamo poi imbattuti in un’altra notizia che, ancora una volta, dimostra quanto il CSI abbia

sempre precorso i tempi e che è di tutt’altra natura, ma interessante perché il tema della salute degli atleti non è mai passato in secondo piano. «Datato 1950 è il progetto del CSI per la creazione della Facoltà di Educazione Fisica, e, sempre nel 1950, la realizzazione di una propria struttura sanitaria “allo scopo di dare agli atleti iscritti al Centro Sportivo Italiano la più ampia assistenza sanitaria”; viene infatti fondato a Torino il C.S.I.M. (Centro Sportivo Italiano Medici) al quale è affidato il compito assistenziale in tutte le forme richieste dalle molteplici attività del CSI (visite preventive, soccorso postinfortunistico, assistenza diretta ecc.), e la realizzazione di corsi per massaggiatori e per assistenti sanitari». Eravamo nel 1950!
di Leonio Callioni
#VitaCSI
Il territorio al centro
ROVIGO
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“Io sono unico”: un rapper crea canzoni durante le animazioni estive
Con l’obiettivo di dare ai ragazzi un’opportunità di esprimere sé stessi, attraverso la musica, migliorando l’autostima e sviluppando nuove competenze, è nato “Io sono unico”, sperimentato quest’estate nelle animazioni sportive del Comitato CSI di Rovigo ed ora proposto e sviluppato anche nelle scuole del territorio.
Ideato e condotto da Paolo “Prhome”, un rapper tutto polesano, ma già con all’attivo esperienze nazionali ed europee, il progetto vuole contribuire ad abbattere le barriere, favorire l’integrazione e creare un ambiente inclusivo dove tutti si sentano parte del gruppo.
Con l’utilizzo di strumenti musicali semplici come tamburelli, maracas e xilofoni, s’inizia a suonare, esplorando il ritmo e il suono, in modo divertente e accessibile, partecipando attivamente alla creazione della canzone, dove condividere idee, esperienze, emozioni e
BELLUNO

sentimenti legati alla loro unicità. Attraverso il completamento di frasi guida, quali “Io sono unico perché...” o “Quello che mi rende speciale è...”, i ragazzi costruiscono con i loro pensieri il testo della canzone che, una volta completata, verrà registrata al fine di conservare un ricordo tangibile dell’esperienza vissuta. Per rendere la perfor-
A Borca di Cadore la corsa su strada
Lo splendido scenario delle Dolomiti ha fatto da cornice alla prima delle due prove del Campionato regionale veneto di corsa su strada. Si è corso domenica 1° settembre a Borca di Cadore, località della Valle del Boite a pochi km da Cortina. Ad organizzare l’AS Vodo, con il supporto del CSI di Belluno e del CSI Veneto e in collaborazione con l’US Pelmo. Sul podio gli sportivi dell’Atletica Lamon, US Aquilotti, Atletica Agordina, Vodo, GS Castionese, Atletica Colli Berici, Santa Giustina ed Atletica Cortina. La seconda e conclusiva gara del Campionato regionale si è svolta a Lonigo, in provincia di Vicenza, domenica 6 ottobre.

mance sempre più coinvolgente, il canto sarà integrato da movimenti e gesti, permettendo anche ai ragazzi con disabilità di comunicare e partecipare. Il progetto si struttura in una serie di incontri, utilizza strumenti musicali semplici e attrezzature per la registrazione audio e si sviluppa sotto la guida di educatori e musicisti esperti.

MTB Adriaticoast
Domenica 13 ottobre si è corsa a Roncofreddo (FC) l’ultima tappa del tour ciclistico “Terre & Fango MTB” 2024, organizzato dalla Commissione Ciclismo del CSI regionale dell’Emilia-Romagna, in collaborazione con varie società sportive locali, dalla stagione primaverile a quella autunnale, toccando diverse località romagnole e delle zone più vicine delle Marche. Si è trattato della “Pedalata della Rocca”, giunta alla sua 11ª edizione, a cura dell’ASD Goodbike. L’evento, patrocinato dal Comune di Roncofreddo, ha contemplato diversi ristori lungo il tragitto oltre all’arrivo, con due percorsi, uno corto e uno lungo, snodati nel territorio comunale di Roncofreddo.
EMILIA-ROMAGNA Il traguardo di Terre&Fango
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RAVENNA
La novità di Gym Academy per gli under 60

Nell’articolata proposta di corsi di ginnastica per il benessere fisico di Gym Academy, storica società affiliata al CSI di Ravenna, spicca un’interessante novità:
GENOVA
la ginnastica funzionale e posturale per gli under 60.
I corsi hanno preso il via lunedì 23 settembre e si terranno quattro giorni alla settimana: la ginnastica posturale, adatta a rinforzare la muscolatura con le articolazioni e la colonna vertebrale, è prevista due volte a settimana, mentre le lezioni di ginnastica funzionale, che mira a migliorare le capacità motorie di base, si tengono in altre due giornate nel corso della settimana. La sede di questi corsi è il Centro sociale autogestito San Rocco Bosco Baronio, dove si svolgeranno anche tutti gli altri corsi di ginnastica posturale, funzionale e dolce, pilates, nordic walking, tai chi e yoga, per tutte le età, anch’essi partiti il 23 settembre.
A Villa Borzino la 3a tappa di giovani MTB
Dopo le prime due tappe a Torrazza ed a Sestri Ponente, domenica 15 settembre nel parco di Villa Borzino a Busalla (GE) c’è stata la terza prova del circuito di mountain bike organizzato dal Comitato CSI di Genova e dalle società affiliate. Ospiti dell’ASD Wolves MTB, sono stati una settantina i partecipanti nelle varie categorie, maschili e femminili: su percorsi con caratteristiche, lunghezze e difficoltà diverse, si sono cimentati al mattino i bambini dai 5 ai 9 anni, ed al pomeriggio i ragazzi under 14.
Oltre ai padroni di casa ed organizzatori dell’ASD Wolves MTB Busalla, erano rappresentati, con le loro coloratissime divise sociali, atlete ed atleti dell’ASD RAD MTB School, Ponente Outdoor, Bike Spot, ASD Genova MTB S. Eusebio ed ASD Liguria MTB. Dopo la tappa di Busalla, il programma del circuito 2024 di MTB del CSI di Genova ha previsto la quarta prova il 6 ottobre a Voltri, la quinta il 13 ottobre a S. Eusebio ed infine attesa per il gran finale a S. Desiderio il 27 ottobre.

Il territorio al centro
FELTRE
Alla “PedalaFeltre” oltre 350 partecipanti

Gli sbandieratori, un gruppetto vintage di ciclisti con maglie di lana e baffi all’insù in sella a telai in alluminio, e la Presidente del CSI Feltre, Cinzia Lusa, in prima fila a dare il via. Nella mattinata di domenica 8 settembre si è tenuta la 39ª “PedalaFeltre”, pedalata non competitiva organizzata dal Comitato CSI di Feltre, dedicata in particolare alle famiglie e a quanti amano la bicicletta. Lo scopo dell’evento è quello di associare all’attività motoria la scoperta del territorio e di favorire la socializzazione tra le persone, trascorrendo qualche ora in compagnia. Complice il meteo, oltre 350 i partecipanti in sella alle biciclette: bambini con i loro genitori, coppie e persone più mature, alcuni con bici normali, altri con le biciclette elettriche, altri ancora con quelle vintage, tutti accomunati dal desiderio di stare insieme, divertirsi e stare anche a contatto con la natura. Alla partenza gli sbandieratori del quartiere Santo Stefano e del quartiere Castello, dopo aver dato prova della loro abilità, con un breve e apprezzato spettacolo, hanno fatto da coreografia al passaggio del serpentone di biciclette. Il percorso si è snodato tra Feltre ed il Comune limitrofo di Pedavena, per un totale di 20 km con un dislivello di 150 metri. All’arrivo il pasta party nella sede del quartiere Duomo, in virtù di una collaborazione attivata dal CSI con i quattro quartieri del Palio di Feltre, che a rotazione si occupano del momento finale. Particolare attenzione quest’anno è stata riservata alla sicurezza sulla strada, consegnando ai partecipanti una cartolina appositamente creata, con alcuni consigli utili.
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MILANO
Migliaia di ragazzi alla festa del CSI Day in Piazza Duomo
Una grande festa di popolo per tutte le “piccole” società sportive quella di sabato 14 settembre in piazza Duomo a Milano in occasione del “CSI Day: 80 anni di società sportive che hanno fatto la storia”.
Un’opportunità per accendere i riflettori sul servizio educativo delle 630 società sportive del CSI che da anni accompagnano generazioni di atleti a crescere come donne e uomini. Nel “villaggio
sportivo”, grazie anche ai 200 volontari, migliaia di ragazzi hanno provato ogni tipo di sport: calcio, basket, pallavolo, baseball, scherma, ginnastica, arrampicata, atletica, bocce e persino il golf e il tiro alla fune con i campioni valtellinesi. Ma lo sport è anche inclusione e sulla piazza più iconica della città si sono sfidati le giovanili e la Nazionale Italiana Volley Sordi, le squadre di sitting volley, delle bocce e del calcio integrati, gli atle-

Assaggi di olio nuovo e di nuovi sport
Bitonto, da sempre capitale dell’olivicoltura, dal 21 al 23 settembre 2024 ha ospitato tre giorni ricchi di appuntamenti, mostre, spettacoli, eventi, educazione, convegni, grandi ospiti e percorsi enogastronomici per celebrare le eccellenze dell’Oro d’Italia.
Il Galà è nato da un’idea dello “chef dell’olio” Emanuele Natalizio, con il patrocinio del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, della Regione Puglia, del Comune di Bitonto e dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio.
Calcio, basket, percorso a ostacoli, tennis: qual è il tuo sport preferito? Con il CSI Bari c’è stato l’imbarazzo della scelta
nella mattinata di domenica 22 settembre in Piazza Aldo Moro a Bitonto (BA), per una mattinata di sport all’aperto durante la tre giorni di eventi organizzata
ti della scherma olimpica, paralimpica e non vedenti e del basket in carrozzina. Tanti i momenti clou: la partita della mondialità con atleti provenienti da 40 Paesi diversi, quella della Nazionale Italiana Non Profit guidata dal CT Cesare Prandelli e la sfida calcistica tra la Nazionale italiana sindaci e una rappresentanza della Curia milanese, con a dare il calcio d’inizio il Vicesindaco di Milano, Anna Scavuzzo, e l’Arcivescovo di Milano, Mario Delpini. «Era ora di fare qualcosa di concreto per il mondo dello sport – ha dichiarato l’Arcivescovo Delpini – che è incontro e crescita. Aiuta le persone a essere migliori e a stare meglio insieme. Promuove l’educazione integrale dei nostri ragazzi e la capacità di stabilire rapporti interpersonali e intergenerazionali, diventando piccolo laboratorio della vita adulta, nella società».
Tra i tornei in Piazza Duomo, anche quelli dedicati a Giacinto Facchetti, Gianluca Vialli ed Emiliano Mondonico, tre grandi personaggi dello sport cresciuti in oratorio, ed in vita sempre molto vicini al CSI. Tantissimi ex campioni presenti in piazza, atleti che hanno fatto la storia azzurra del volley, come Andrea Zorzi e Claudio Galli; del basket, come Meneghin; o del calcio, come Bergomi e Baresi.
dal Galà dell’olio. La mattinata è stata arricchita dall’esibizione delle atlete della ginnastica ritmica ASD Maieutica APS e New Athletic ASD.

BARI
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PARMA
“Porta Santa Croce” vince il Palio 2024
Grazie al CSI parmense, il Palio di Parma è tornato a vivere, tra staffette di corsa, cortei in costume, battaglie di guerrieri medievali, danze e spettacoli tipici dell’epoca. Trentotto edizioni conta la rievocazione medievale tenutasi nel Parco Ducale nel weekend del 14 e 15 settembre.
Sabato 14, rievocazioni in abiti civili ed armature d’epoca; con prove al pubblico di tiro con arco storico. In

serata la benedizione del “Palio Scarlatto”, recante l’effigie della Madonna della Pace.
Domenica 15, riaperto il Villaggio del Palio, per tutta la giornata, con giochi artigianali in legno, gratuiti, per bambini e animazioni medievali; dal Duomo via al Corteo Storico, apripista della Corsa dello “Scarlatto”, la staffetta mista fra giovanissimi atleti (10-15 anni) abbinati alle cinque Porte cittadine. Nel corso dei due giorni si sono susseguite esibizioni di artisti di strada, giocolieri e sbandieratori, musici, duellanti di spade, con drappi, tamburi e chiarine e cortei di figuranti vestiti in abiti tradizionali, che hanno accompagnato gli spettatori verso il momento clou: la corsa dei palii che ha visto impegnati in una staffetta di 400 metri giovani podisti appartenenti alle cinque Porte della città, San Francesco, San Barnaba, Porta Nuova, San Michele e Santa Croce. Quest’anno sono stati i verdi di Porta Santa Croce i più veloci di tutti, aggiudicandosi il Palio di Parma. Una vittoria attesa per oltre trent’anni – è datata 1988 l’ultimo trionfo della Porta – e per questo ancora più festeggiata.
Un weekend con le Stelle dello Sport
Un weekend stellare dedicato allo sport a metà settembre quello regalato a Chiavari dal Comune di Chiavari e dal CSI con la Festa dello Sport. Grande partecipazione la sera di sabato 14 settembre presso l’Auditorium San Francesco, con l’incontro “Sport, ponte tra generazioni” grazie alla collaborazione di “Stelle nello Sport”: alcuni grandi campioni reduci dalle Olimpiadi di Parigi 2024 hanno raccontato il proprio percorso, le proprie emozioni e hanno poi premiato le 48 realtà sportive chiavaresi ospiti della serata. Applausi a non finire per Andrea Lucchetta, Roberta Bianconi, Andrea Fondelli e Ludovica Cavalli. Tante emozioni e sorrisi, antipasto di una domenica speciale con le vie e le piazze di Chiavari invase da numerose famiglie con tanti giovani che hanno potuto provare numerose discipline. Mattatore Andrea Lucchetta, che ha inaugurato la festa e poi ha fatto il giro di tutte le aree sportive.
Domenica 15 settembre, al mattino e al pomeriggio, l’open day all’aperto delle 48 associazioni sportive del territorio, un vero record, con moltissime attività in Via Vittorio Veneto, in
Il territorio al centro
SARDEGNA
Corso di formazione archivistica
Ad inizio settembre in Sardegna si è svolto un corso di formazione archivistica per operatori sportivi del CSI, riservato ai Comitati della Sardegna, con un congruo numero di partecipanti. Il corso sperimentale si è tenuto grazie alla tenace volontà del Presidente del CSI Sardegna, Mario Casu, e all’intervento della dott.ssa Rosalba Catacchio, già funzionaria della Soprintendenza Archivistica della Puglia con delega alla tutela del settore sportivo, con il supporto della dott.ssa Angela Teja della Società Itaiana di Storia dello Sport. Le otto ore del corso hanno riguardato l’importanza della conservazione e della salvaguardia dei documenti e del materiale iconografico, dopo una premessa storica sul CSI e sul rapporto tra Chiesa e sport, oltre ad un focus sugli archivi diocesani. Si è parlato di una prima bozza di censimento dei materiali dei Comitati sardi, per poi soffermarsi sulla tipologia dei materiali stessi, sul riordino, inventariazione, catalogazione del materiale multimediale, quindi sulla gestione dell’archivio (corrente e storico), l’individuazione di un titolario, la conservazione e la digitalizzazione.
Corso Garibaldi e nelle centralissime piazze Matteotti e Mazzini. Il pubblico ha potuto gustare ed assistere alle dimostrazioni degli atleti in diverse discipline: dal basket alla danza, dal tennis al judo, dal volley al calcio, dalla scherma all’arrampicata, alla voga e così via.

CHIAVARI
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SportCity Day 2024: tanti bambini in piazza ad Aci Castello
Anche il CSI di Catania ha aderito a SportCity Day 2024, evento promosso dalla Fondazione SportCity sotto la guida esperta del catanese Fabio Pagliara, giunto alla sua quarta edizione e che ha coinvolto circa 160 città in tutta Italia, una vera e propria “Repubblica del Movimento” a cui il CSI, assieme ad altri enti e associazioni, ha aderito con grande entusiasmo.
Oltre 500.000 le persone coinvolte dall’iniziativa, scese in piazza il 22 settembre a testimoniare quanto sia importante per il benessere psicofisico dei cittadini avere spazi urbani per praticare attività fisica, vere e proprie Hub della Salute. Oltre 90 le attività proposte in tutte le regioni, con più di 700 realtà associative coinvolte e oltre 1.500 operatori del movimento qualificati che hanno fatto vivere ai cittadini
UMBRIA

di ogni età e condizione fisica una giornata all’insegna del benessere. A Catania l’evento si è svolto nella splendida piazza di Aci Castello, con il suggestivo castello e i faraglioni di memoria verghiana a rendere questa cor-
Perugia e Gubbio: il sabato e... la domenica del Villaggio
Lo sport come momento di crescita, educazione e divertimento: è questo lo spirito con cui il CSI Umbria ha organizzato i due appuntamenti conclusivi del “Villaggio dello Sport”. Sabato 21 e domenica 22 settembre, rispettivamente a Perugia e Gubbio, le piazze si sono colorate di arancioblu per le giornate dedicate alla promozione sportiva. Un vero e proprio villaggio a cielo aperto con aree gioco, campi da minivolley e pickleball, calcio balilla umano, zone dove provare calci di rigore e tiri a canestro, oltre a gonfiabili e numerose attività pensate per i bambini più piccoli. Nella giornata di sabato, in Piazza IV Novembre, più di 500 presenze e oltre 40 società sportive hanno colorato l’acropoli perugina con la cerimonia delle premiazioni dei campionati primaverili, partecipando alla giornata organizzata in collaborazione con il CSI di Perugia. Tantissime anche le presenze re-
gistrate nella mattinata di domenica 22 settembre, a Gubbio in Piazza Grande, a conferma che il binomio sport e piazza è molto apprezzato, vista l’ottima risposta anche per questo appuntamento con oltre 350 presenze. Quello del Villaggio dello Sport per il CSI Umbria è un progetto che ha visto impegnata l’Associazione ciessina durante tutto l’anno con eventi organizzati a Corciano, Terni, Foligno e con Perugia e Gubbio a concludere questa promozione itinerante. Il Villaggio dello Sport nasce all’interno del progetto “Pronto Intervento Gioco” con cui il Comitato CSI Umbria vuole ripartire dai luoghi simbolo delle città.

ROMA
nice ancora più magica. Minivolley, minibasket e minirugby le discipline realizzate e oltre 70 i bambini coinvolti in una splendida giornata di sport, di movimento e di cittadinanza attiva.
“CSI Roma, ottant’anni di storia sportiva, ecclesiale e sociale”
Si è svolta nel pomeriggio di lunedì 14 ottobre, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, la presentazione del libro “CSI Roma, ottant’anni di storia sportiva, ecclesiale e sociale”. Il testo, edito dalla AVE e scritto da Matteo Monaco, docente di italiano e storia nella scuola secondaria, attualmente segretario della Società Italiana di Storia dello Sport (SISS), ripercorre la storia del Comitato romano, nato nel 1944. Dal secondo Dopoguerra ad oggi, il CSI Roma ha saputo cogliere il nesso tra sport e spiritualità, impegno educativo e sociale. La storia del CSI della Capitale si intreccia con quella del proprio territorio, ma ha spesso avuto risonanze, collegamenti, legami con la storia dell’Italia, a livello nazionale. Il Consiglio provinciale del CSI Roma ha voluto dare piena dignità a questa Storia e a queste storie, evitando il rischio che – sparendone i cantori protagonisti diretti dell’esperienza – sparissero anche i ricordi. Alla presentazione sono intervenuti autorevoli ospiti delle istituzioni sportive ed ecclesiastiche. Da Mons. Carlo Mazza, Vescovo emerito di Fidenza e cappellano azzurro in cinque edizioni delle Olimpiadi, a Carlo Mornati, Segretario generale CONI, fino a Giuseppe Notarstefano, Presidente nazionale Azione Cattolica Italiana, oltre a Vittorio Bosio, Presidente nazionale CSI e a Daniele Pasquini, Presidente del CSI Roma.
CATANIA
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ASTI L’Asti Padel incorona i campioni provinciali

Si è concluso domenica 22 settembre il campionato di padel a squadre “Errebi Mobility” organizzato dal CSI di Asti.
L’ultima settimana di gioco è partita lunedì 16 settembre con le semifinali per il quinto posto della categoria Maschile Pro.
MASSA CARRARA
Quindi sono entrate nel vivo le Final Four, disputate domenica 22 settembre sui campi dell’Asti Padel. Tre finali accesissime, quelle per il titolo provinciale nel Maschile Pro, del campionato Misto e del Maschile Élite. Le tre coppie regine, rispettivamente A-Team,
Giovani Dentro e Cisterna Padel, premiate sul campo dalla Vicesindaco del Comune di Asti, Stefania Morra, e dal Presidente del Comitato CSI astigiano, Beppe Basso, sono ora attese alle finali nazionali del CSI che si terranno a Terni dal 19 al 20 di ottobre.
Cinofilia sportiva in Dog Sporting Work

Le attività sportive cinofile hanno importanti risvolti sociali, aiutano a conoscere meglio i cani e ad instaurare con loro un rapporto ottimale, divertente e rispettoso.
Ad illustrare i benefici di questa disciplina, domenica 22 settembre presso il centro giovanile San Carlo Bartolomeo di Massa, è stato Marco Strenta di Mon-
docane ASD, referente della cinofilia sportiva per il CSI Toscana. Quindi si sono tenute esibizioni di professionisti esperti che hanno mostrato e fatto conoscere al pubblico diverse pratiche, con l’intento di promuovere la cinofilia consapevole, quella che mette al centro il cane, il rispetto delle regole e l’incolumità delle persone e degli animali.
Il territorio al centro
PESARO-URBINO Nella Corrifano eletti
i campioni regionali
di corsa su strada
Un fiume di solidarietà quello che sabato 21 settembre si è riversato sulle colline di Gimarra a Fano (PU), dove il Comitato provinciale CSI di Pesaro-Urbino ha dato vita alla 28 ª edizione della Corrifano, gara podistica che, come da prassi, prevedeva anche una camminata amatoriale e tre prove per Under 18.
Oltre 300 i partecipanti complessivi, i quali hanno contribuito alla raccolta fondi in favore della Fondazione Ospedale Salesi per le coterapie in oncoematologia pediatrica, alla quale sono state devolute le iscrizioni in memoria del piccolo Federico Leglib Eugeni, scomparso pochi giorni prima. La gara ha assegnato i titoli di campioni regionali di corsa su strada a Enrico Bauchiero, Vito Loverre, Mirco Sambuchi, Francesco Berardi, Patrizio Cardellini; mentre la corsa in rosa ha premiato come campionesse regionali di categoria Penelope Crostelli, Caterina Di Cecchi, Chiara Marchionni, Simonetta Concettoni e Annamaria Masetti.
Al fianco del CSI ancora una volta l’AVIS Fano, che ha messo in palio i trofei in memoria di Andrea “Borgo” Borgogelli, cui era dedicata anche la camminata amatoriale.

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CAVA DE’ TIRRENI Doppietta africana nella 62ª “Podistica Internazionale S. Lorenzo”
Kenya e Burundi sul tetto della 62 ª edizione della “Podistica Internazionale San Lorenzo”, svoltasi domenica 29 settembre a Cava de’ Tirreni in provincia di Salerno. Sono infatti Bonface Fundi Njiru nel Trofeo Armando Di Mauro ed Elvanie Nimbona nel Trofeo Agnese Lodato i vincitori della kermesse organizzata dall’ASD
Mario Canonico S. Lorenzo e dal CSI di Cava de’ Tirreni, in una delle gare
podistiche più antiche sul territorio nazionale. Circa 200 gli atleti in gara complessivamente nelle varie competizioni previste nell’intenso programma agonistico.
Attenzione puntata soprattutto sulla gara Assoluti Maschile e Femminile (7,8 km). Pronostico rispettato nella gara maschile, dominata dal keniano classe 1990 Fundi Njiru dell’Atletica Virtus Lucca. Nel femminile

L’AQUILA
straordinaria gara della burundiana Elvanie Nimbona (classe 1998) della Carmax Camaldolese, giunta al traguardo dopo soli sei uomini con il crono di 25’58”, a soli 39” dal record della corsa che resiste dal 2019. Nella classifica per società, infine, trionfo dell’ASD Carmax Camaldolese, che ha preceduto l’ASD Atletica Isaura Valle dell’Irno e la Bitonto Runners, mentre il Trofeo Fondazione Gagliardi Marino Angeloni, riservato alla società prima classificata delle categorie giovanili, è andato all’ASD Atletica Isaura Valle dell’Irno.
Le emozioni della giornata sono arrivate fino alla cerimonia di premiazione. Coppe e medaglie ai vincitori, anche quelli delle varie categorie del progetto scolastico “Aspettando la San Lorenzo”, con l’intermezzo della consegna del Premio allo “Sportivo cavese dell’anno”, istituito dall’Amministrazione comunale – in collaborazione con l’ASD Mario Canonico S. Lorenzo – a premiare lo sportivo metelliano maggiormente distintosi nel corso dell’anno. Il premio alla carriera è andato all’ex schermitrice Rosanna Pagano. Appuntamento già fissato a settembre 2025 per la 63 ª edizione della “Podistica Internazionale San Lorenzo”.
In pieno autunno arriva la Cicloturistica della Castagna
Fervono i preparativi per la 13ª edizione della Cicloturistica della Castagna, un evento che unisce sport, natura e cultura. La manifestazione si terrà domenica 27 ottobre a Sante Marie (AQ), offrendo a tutti gli appassionati di ciclismo un’occasione unica per esplorare i paesaggi del territorio abruzzese. La Cicloturistica della Castagna, organizzata dal Comitato aquilano del CSI, propone tre percorsi di diversa difficoltà – di 14 km, 28 km e 38 km – adatti a ciclisti di ogni livello. Parallelamente, per chi preferisce esplorare a piedi, saranno organizzate escursioni di trekking e visite guidate alle bellezze artistiche e naturali della zona, tra cui la Panchina Gigante e la Riserva Naturale Grotta di Luppa. Inoltre, per i più piccoli, sabato 26 ottobre sarà dedicato al divertimento con un bike park gratuito, dove i bambini potranno partecipare a lezioni di mountain bike sotto la guida di istruttori nazionali qualificati.

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BERGAMO
Il territorio al centro
Bergamo Brick City: successo per la seconda mostra di LEGO

Il CSI Bergamo ha presentato la seconda edizione di Bergamo Brick City, presso la Cittadella dello Sport; un evento che ha visto il coinvolgimento di 155 espositori provenienti da tutta Italia, che hanno
allestito creazioni uniche e originali realizzate con i mattoncini LEGO e organizzato una serie di iniziative collaterali per famiglie e appassionati. Scopo dell’iniziativa: creare uno spazio di incontro
e socializzazione incentrato sul gioco e sulla creatività. È stato un evento, quello di sabato 12 e domenica 13 ottobre, accessibile a tutti in modo completamente gratuito, sia nella parte espositiva sia per le attività collaterali di animazione e formazione. «Ancora un successo di pubblico – afferma Gaetano Paternò, Presidente del CSI Bergamo – per questo evento che ha richiamato, mattoncino dopo mattoncino, più di diecimila visitatori. Gli spazi della Cittadella dello Sport hanno accolto un evento di richiamo per famiglie, appassionati, bambini. Questo aspetto è per noi di primaria importanza: un luogo di tutti, una manifestazione per tutti». Regione Lombardia, Provincia di Bergamo e Comune di Bergamo hanno sostenuto Bergamo Brick City con il proprio patrocinio, condividendone gli intenti educativi.
CASERTA
Sport,
inclusione e divertimento al Santangelo Sport Village

Il progetto “TuttInGioco”, promosso da Fondazione Conad ETS in collaborazione con il Centro Sportivo Italiano, ha portato lo sport accessibile in molte città italiane. A Caserta, le attività si sono svolte presso il Santangelo Sport Village, con la partecipazione di due società: SSD Chic Village e Limatola FC Mons. Carrese ASD. Bambini e ragazzi hanno partecipato a un programma variegato, con sport come calcio a 7, nuoto, street games, padel, taekwondo e pallacanestro. Le attività, iniziate il 10 giugno e concluse il 2 agosto, hanno promosso inclusione e socializzazione, abbattendo barriere economiche grazie anche ai voucher forniti da Fondazione Conad ETS. La giornata finale, il 25 luglio, ha celebrato i valori dello sport con un torneo che ha visto protagonisti calcio, taekwondo e padel.
SUBALPINO
Ripartenza a tutto gas per il Comitato CSI Subalpino
Sul territorio della Città Metropolitana di Torino è attivo il Comitato territoriale CSI Subalpino.
Sotto la Mole, ai primi di ottobre, sono decollati i campionati di calcio a 11 di Eccellenza A e B, che, assieme alla categoria Open, raccolgono 42 squadre di adulti: in totale 92 squadre iscritte dagli Under 10 fino all’Eccellenza.
Nel calcio a 7 le squadre sono 86, con numeri incoraggianti nell’attività giovanile: 18 squadre di Under 10 e 24 di Under 12 che entreranno nel progetto dei campionati polisportivi Sport&Go!, e una ventina di squadre della categoria Ragazzi, Under 14. Da quest’anno entra nelle attività non istituzionali organizzate con il CSI Subalpino anche il Trofeo “Denis Florio”, il torneo di calcio a 11 a 22 squadre che sostiene e aiuta l’omonima Onlus, nata per amore di Denis (recentemente venuto a mancare), affetto da sindrome cromosomica complessa, e che ha come obiettivo quello di aiutare le famiglie in difficoltà nella gestione quotidiana della disabilità.
Il nuovo Comitato torinese, inoltre, con grande impegno ed entusiasmo, sta già formando direttori di gara con dei corsi per arbitri di calcio e pallacanestro, promuovendo campionati di varie discipline sportive.
Mentre si vanno chiudendo le iscrizioni della pallacanestro, che ha già raggiunto il numero di 55 squadre partecipanti – registrando una buona partenza per l’Open femminile, in cui sono pronti a scendere in campo 8 quintetti –, stanno in fase di decollo anche le attività di pallavolo, nuoto, atletica leggera e tennistavolo.
Il territorio al centro
TRENTO
Euregio Sprint Champion: 60 metri verso il futuro
La quinta edizione dell’Euregio Sprint Champion, gara podistica internazionale, organizzata sabato 4 ottobre da VSS (Alto Adige), ASVÖ Tirolo e CSI Trento, ha visto in Piazza Walther, a Bolzano, ben 120 bambini provenienti dai tre territori contendersi la vittoria nella gara sprint dei 60 metri nelle categorie giovanili U8, U10, U12 e U14. Dopo le selezioni locali, i cinque piccoli atleti più veloci per ogni categoria di entrambi i generi si sono qualificati per la grande finale dell’Euregio. Meravigliosa l’accoglienza delle tante delegazioni dal Trentino e dal Tirolo, in linea con il motto della presidenza altoatesina “Superare i confini”.
I giovani sprinter del CSI Trento si sono qualificati per la finale di Bolzano dopo più tappe promosse dal Comitato: a Pergine Valsugana in giugno, in occasione delle Olimpiadi Vitt; a Masen di Giovo a fine luglio, in occasione della 1ª Joy Cup; a Marter, in concomitanza con la MarteRun, e prima di ferragosto ancora a Pergine Valsugana con la 2ª prova di Joy Cup. I 10 bambini e le 10 bambine più veloci di ogni categoria si sono qualificate quindi
per la “Trentino Sprint Champion Finale”, disputatasi il 14 settembre a Masen di Giovo. I migliori 10 hanno quindi sfilato e corso a Bolzano per l’attesissima finale. Dal punto di vista dei risultati, un oro, con la under 10 Fanta Doumbia, tre argenti e due bronzi è stato il bottino riportato dai velocisti trentini e dalla Presidente del CSI Trento, Gaia Tozzo, presente a Bolzano per tifare le sue frecce in maglia verde.

BOLZANO
Trentasei squadre iscritte nel campionato di padel
Nel capoluogo altoatesino è iniziato il campionato CSI di padel, con la partecipazione di 36 squadre sudtirolesi, formate da 3 a 5 elementi, ed oltre 150 giocatori iscritti. Si gioca presso il Centro Sportivo di San Giacomo a Laives (BZ) ed anche sui campi riscaldati della Meranarena. Il recente boom di iscrizioni arriva dopo il grande successo ottenuto un anno fa dal torneo disputato tra marzo e giugno, in San Giacomo, e che ha qualificato i campioni altoatesini di padel ai Campionati nazionali di Terni. A marzo 2025 si chiuderà la fase a gironi – previsti quattro gironi (per tre categorie, femminile, intermedi/base e intermedi/avanzati fino alla terza fascia) – mentre da
aprile a maggio vi saranno i play-off per decretare i vincitori provinciali. Il campionato provinciale CSI di padel è organizzato grazie alla collaborazione tra
il Centro Sportivo Sparkasse di San Giacomo, il gruppo Malati di Padel BZ e l’associazione affiliata al CSI Bolzano BVP Sudtirol Merano, oltre a Sport e Salus Bolzano.

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LATINA Verso il Giubileo con il cammino spirituale

Il 6 ottobre il Cammino per le vie di Gaeta con soste alla Montagna Spaccata e al Tempio di San Francesco, il 13 ottobre il Cammino dei Santi da Priverno fino all’Abbazia di Fossanova, con in prima fila Alessandro Mirabello, neosegretario di Azione Cattolica. Domenica 20 ottobre in cammino per la Via Francigena del Sud attraversando Velletri e Albano, con la Messa presso il Seminario del noto centro dei Castelli romani. Si chiude così l’iniziativa “Diocesi in cammino – Pellegrini di speranza”, segno di una Chiesa sinodale, nata per riportare l’attenzione su ciò che è essenziale: ascoltare il proprio passo, liberare il tempo e lodare il creato in preparazione al Giubileo. Dopo vari incontri coordinati dal CSI Latina per discutere il cammino spirituale, i tre percorsi di pellegrinaggio, ispirati dalla bolla “Spes non confudit” di Papa Francesco, che invita a riscoprire «il valore del silenzio, della fatica, dell’essenzialità», sono stati promossi dalla diocesi di Gaeta, Latina-Terracina-Sezze-Priverno e Albano, insieme a fedeli laici e diverse associazioni, tra cui Azione Cattolica, AGESCI, Associazione Francescani nel Mondo e Beni Svelati. Ogni cammino è iniziato con la preghiera e si è concluso con la Santa Messa, offrendo così ristoro a corpo e spirito.
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TOSCANA
In Piazza
Santa Croce
CSI in Tour 2024, dopo 40 tappe disseminate lungo la regione Toscana, in un tour entusiasmante che ha toccato tutti i capoluoghi di provincia e tantissime località con grande risposta di pubblico, sabato 12 e domenica 13 ottobre ha tagliato il traguardo finale nella tappa di Firenze nella magnifica Piazza Santa Croce. L’itinerante Villaggio dello Sport è così tornato in uno dei luoghi storici della città rinascimentale per festeggiare, in concomitanza all’arrivo del tour, gli 80 anni del Centro Sportivo Italiano.
Le giornate fiorentine hanno inteso celebrare lo sport e i suoi valori educativi, portando i giovani ad avvicinarsi ad uno sport ed a testare varie discipline in maniera festosa e gioiosa con le attività nel Villaggio dello Sport, ad accesso libero per tutti, dove bambini e famiglie, giovani e meno giovani han potuto sperimentare tante attività sportive, tra cui basket, sitting volley, tennistavolo, dodgeball, tchoukball, quidditch, judo, lotta olimpica, ginnastica ritmica, basket in carrozzina, karate, tai chi e gioco libero. E ancora un
Il territorio al centro
la tappa finale di CSI in Tour
percorso fitness e difesa personale. Nei due giorni della tappa, oltre allo sport sono state allestite le attività ludico-motorie nell’area giochi gonfiabili per i più piccoli, con le strutture morbide del football darts, il tiro a segno con palla, il calcio balilla umano, miniSoccer arena, dinosaur gioco combo, “michey bouncer” casina bambini. Dimostrazioni, pratiche, esibizioni con sport accessibili a tutti, un ricco palinsesto che è stato possibile grazie alle tante società sportive che si sono rese disponibili in un’occasione per far conoscere il CSI da vicino,
dove si esprime al meglio: in mezzo alle persone, dove ama fare sport, in quanto l’attività sportiva è prima di tutto aggregazione, gioia e socialità. “CSI in Tour, a ciascuno il suo sport”, organizzato dal CSI Toscana, dal 7 aprile ha portato nelle piazze lo sport, sani stili di vita e divertimento per tante persone.
Ha preso il via ad aprile alla Badia di Firenze, ha attraversato città, paesi e borghi dopo avere fatto tappa regionale in Piazza Napoleone a Lucca, proseguendo fino ad arrivare a conclusione in Piazza Santa Croce.


Pagine di sport tra gli scaffali

DAL BUIO ALL’ORO
di Bruno Mossa De Rezende Edizioni Rizzoli
“Dal Buio all’Oro” è un viaggio. Nella vita e nella carriera di Bruno Mossa De Rezende, palleggiatore nel suo Brasile che ha vinto tutto, che si trova improvvisamente un giorno a confrontarsi con le proprie paure e insicurezze. Il punto di svolta è la sconfitta alle Olimpiadi di Londra 2012, quando la sua Nazionale incredibilmente perde dopo essersi trovata in vantaggio di due set. Lì Bruno sprofonda nel buio. Nel suo libro racconta il trauma che lo spinge a perdersi in sé stesso, rifugiandosi in abitudini autodistruttive, e poi il suo percorso verso la rinascita che trova il suo apice nella medaglia d’oro conquistata alle Olimpiadi di Rio nel 2016. Non è solo un racconto di successi sportivi, ma un’esplorazione dei lati più nascosti e vulnerabili di un atleta. Ogni vittoria non è semplicemente un traguardo, ma il risultato di un viaggio interiore, fatto di scelte, dubbi, sconfitte e nuove consapevolezze. Questo libro offre una visione autentica di cosa significhi davvero essere un campione, mostrando che il vero oro non è solo quello che si vince sul campo, ma quello che si conquista affrontando le proprie paure.

COSE SPIEGATE BENE. L’IMPORTANTE È PARTECIPARE
A cura de Il Post Edizioni Iperborea
Parigi 2024 ha smesso di riempire la nostra estate, ma rimangono vive le emozioni di queste Olimpiadi e Paralimpiadi.
Ogni quattro anni – due, considerando i Giochi Olimpici invernali – ci troviamo ad appassionarci a sport diversi, per arrivare pronti all’appuntamento, con la speranza di chiudere la sessione televisiva con la mano sul petto e l’inno di Mameli nel cuore. Per non spegnere questa torcia olimpica di entusiasmo, “L’importante è partecipare” è ciò che fa per noi. Una raccolta di articoli che ruotano attorno ai cinque cerchi, iniziando da temi di carattere generale fino ad arrivare a quesiti stuzzicanti, come il perché la Giamaica abbia sfornato quel fulmine di Usain Bolt e il perché l’India fatichi così tanto ad arrivare sul podio. Ciliegina sulla torta i contributi di due giganti dello sport italiano, Bebe Vio Grandis e Gigi Datome, e di due acclamate penne sportive dello Stivale, Lia Capizzi e Paolo Condò. L’attesa per i prossimi Giochi è ancora lunga. Allora perché non approfittarne per prepararsi?

CAMPIONI DELLE OLIMPIADI DI IERI E DI OGGI
di Sarah Rossi
Edizioni EL
Un inizio che è già una conquista: nessuna distinzione tra Olimpiadi e Paralimpiadi. I protagonisti, uniti dallo spirito olimpico e dalla voglia di superarsi, offrono un messaggio potente: i campioni, quelli veri, sono coloro che sfidano i propri limiti. Come Dick Fosbury, che ha rivoluzionato il salto in alto sfidando le convenzioni. O Pietro Mennea, capace a 14 anni di sfidare una Porsche. E campionesse meno note come Lang Ping e Regla Torres, pallavoliste, che si mettono al servizio della propria squadra, mostrando il successo della coesione. Ci sono vittorie su “sogni impossibili”, incarnate da Wilma Rudolph e Bebe Vio Grandis e dalla loro determinazione. Senza dimenticare Michael Phelps, che ha trasformato l’ADHD e un iniziale odio per il nuoto in 23 medaglie d’oro, o Kim Yuna, pattinatrice che, come Fosbury, ha rivoluzionato il suo sport con uno stile unico e inedito. Il testo non si limita ai nomi più noti, ma abbraccia storie meno conosciute, ricordandoci che ogni atleta che si mette in gioco è un campione a suo modo.
































