Stadium n. 8/2023

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PAROLA DI PRESIDENTE

Con lo sguardo dei cristiani apriamo gli occhi sul prossimo che chiede aiuto

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i conclude con questo numero un altro anno di intenso lavoro del Centro Sportivo Italiano al servizio dello sport come lo intendiamo noi, cioè a misura di persona e cristianamente ispirato. Quindi un modo di fare sport che esprime valori ben precisi: di solidarietà, di condivisione, di servizio, non a parole ma con i fatti. Non è stato, per il CSI, un anno facile, eppure tanti indicatori stanno a dimostrare che l’Associazione è forte, capace di affrontare tutte le avversità che di volta in volta si presentano sul proprio cammino. Potrei fare un elenco, ma verrebbe purtroppo molto lungo e non è questa la sede più adatta. Con questo mio saluto a tutti coloro che fanno attività con il CSI, alle loro famiglie, ai dirigenti che hanno messo a disposizione la loro sensibilità e il loro tempo, vorrei cominciare nel riconoscere la luce che ogni cristiano vede sempre davanti a sé. Vorrei perciò affidare a questo saluto un sincero augurio di ogni bene, per i giorni delle feste natalizie e per tutti quelli che verranno. Consapevole che per tantissime persone e per tantissime famiglie, in Italia e ovunque nel mondo, il periodo è dei più tremendi, profondamente e incredibilmente disumano. Voglio riservare uno

perché nel mio ruolo ho scelto di incontrare la gente, in particolare i dirigenti impegnati sul territorio nazionale, da Nord al Centro al A fine gennaio dell’anno Sud, in continui viaggi che mi hanno prossimo, con l’Assemblea permesso di immergermi nel clima associativo più concreto, perciò di metà mandato, più vero. A fine gennaio dell’anno avremo modo di fare prossimo, con l’Assemblea di metà le necessarie verifiche mandato, avremo modo di fare le e programmare le azioni necessarie verifiche e programmare per il futuro immediato le azioni per il futuro immediato e per un domani degno degli 80 anni del e per un domani Centro Sportivo Italiano. degno degli 80 anni Non posso concludere questo del Centro Sportivo saluto augurale senza sottolineare, Italiano come faccio sempre in queste occasioni, la convinzione che è spazio di gratitudine e quindi di nostro specifico compito guardarci sincero augurio anche a chi non attorno, tanto più in questi giorni, e resta a guardare, criticando cosa vedere con gli occhi della solidarietà fanno gli altri, ma si mette in campo e e dell’amore per il prossimo coloro si offre per fare il bene del prossimo. che potrebbero avere bisogno di Come? Costruendo occasioni di noi. E di sofferenza, di miserie, di fare sport insieme, di tessere nuove fragilità, attorno a noi ce ne sono in relazioni, di favorire lo sviluppo di abbondanza. Non possiamo però né amicizie vere e durature. perdere la speranza né venir meno Anche questo numero di Stadium al nostro dovere, perché anche la è ricco di spunti e di riflessioni. difficoltà più dura sembra più facile Racconta di un CSI in salute, da affrontare se ci sentiamo fratelli, ma non a caso. Il CSI è in salute accomunati da un unico destino. perché ovunque sul territorio italiano Buone feste natalizie, buona fine e ci sono persone che credono buon inizio anno nuovo. nell’Associazione e fanno tutto il possibile per farla vivere e crescere Vittorio Bosio Presidente nazionale CSI sempre di più. Ne sono convinto Stadium

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Stadium

I CONTENUTI & LA SQUADRA

Parola di Presidente

p. 1

Politica: Intervista al Sindaco di Mesagne, Antonio Matarrelli

Focus: Usura e ludopatia: analisi, sfide e strategie

p. 24

p. 3

Anniversario: 80 storia da raccontare

Attualità: Continua il gioco sui campi sintetici

p. 30

p. 5

CineSport

p. 33

Zoom: Gli effetti taglienti dell’hate speech

p. 8

L’intervista: Cardinale José Tolentino de Mendonça

p. 34

Dossier: Nuove sfide per giovani generazioni

p. 12

Pillole di storia

p. 38

Nati nel CSI: Yeman Crippa

#VitaCSI

p. 40

p. 18

In Libreria

p. 48

Attualità: Il diritto allo sport nella Costituzione italiana

p. 22

EDITORE E REDAZIONE Centro Sportivo Italiano Via della Conciliazione, 1 - 00193 Roma www.centrosportivoitaliano.it - comunicazione@csi-net.it

SEGRETERIA DI REDAZIONE Laura Sanvito

Mail di redazione: stadium@csi-net.it

HANNO COLLABORATO Francesco Calia, Ilario Tancon, Paolo Seminati, Pino Ricciardi, Francesco Piccone, Cristina Speziale, Miranda Parrini, Agnese Gagliano, Massimo Montanari, Grazia Oliviero, Gianni Mameli, Giorgia Magni, Daniele Morini, Francesco Brasco, Giacomo Mattioli, Silvia Tagliabue, Cinzia Lenardi, Luca Carbone

PERIODICITÀ Trimestrale DIRETTORE RESPONSABILE Leonio Callioni DIRETTORE EDITORIALE Vittorio Bosio REDAZIONE Felice Alborghetti, Francesca Boldreghini, Daniela Colella, Massimiliano Dilettuso, Alessio Franchina, Laura Politi, Laura Sanvito, Daniele Zaccardi

GRAFICA Gianluca Capponi, Loretta Pizzinga

Stadium è iscritto presso il Tribunale di Roma - Sezione Stampa al n. 158/2021 del 5/10/2021 Stampato da Varigrafica Alto Lazio, Zona Ind.le Settevene - 01036 Nepi (VT) Italia - su carta Fedrigoni Arena White Smooth da 140 gr. biodegradabile e riciclabile

FOTO Archivio fotografico CSI, Daniele La Monaca, Giancarlo Colombo/FIDAL, Sit-in Sport, Pontificia Università Gregoriana, Dicastero per la Cultura e l’Educazione

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Intervista ad Antonio Matarrelli, Sindaco di Mesagne

«Lo sport compagno di viaggio per la crescita dei giovani» IL SINDACO DI MESAGNE E PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI BRINDISI SI RACCONTA RIBADENDO L’IMPORTANZA DELLO SPORT, CHE È SINONIMO DI PREVENZIONE, BENESSERE PSICOFISICO E SALUTE

di Massimiliano Dilettuso

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l Sindaco di Mesagne, Antonio Matarrelli, è il primo cittadino più amato d’Italia. A stabilirlo è la società di ricerca milanese Yoodata, che per effettuare l’indagine ha interrogato un campione rappresentativo dei cittadini del Comune pugliese. In particolare, i mesagnesi hanno valutato positivamente la vita della città, l’erogazione dei servizi comunali, le iniziative dell’amministrazione e la comunicazione del Comune. Per il Sindaco Matarrelli, che da marzo 2022 è anche Presidente della Provincia di Brindisi, non è da sottovalutare anche l’importanza dello sport, che rappresenta un capitolo rilevante della vita amministrativa a Mesagne e scandito le diverse fasi della mia vita, nell’intero territorio brindisino. sin dall’infanzia. Ad eventi sportivi precisi, come Mondiali di Calcio, Nella sua carriera politica, e in Olimpiadi, ma anche più in piccolo generale nella sua vita, quanta a tornei locali, collego emozioni importanza ha attribuito e continua ad attribuire allo sport? e momenti indimenticabili di vita personale e comunitaria. Fra tutti La pratica sportiva e l’interesse per mi viene da pensare alla gioia per le varie discipline sportive hanno

la conquista delle due medaglie olimpiche di Carlo Molfetta nel 2012 e di Vito Dell’Aquila nel 2021: vittorie che hanno assunto un valore immenso per un intero territorio. In questi anni di attività amministrativa alla guida di Mesagne e della Provincia di Brindisi, quali sono stati i principali progetti rivolti al mondo dello sport? Ritiene che le attività sportive nel suo territorio siano aumentate? Lo sport ha rappresentato e continua a rappresentare un capitolo importante della vita amministrativa, oltre che sociale, della città di Mesagne e dei territori della provincia di Brindisi. Al primo posto ci sono l’adeguamento, messa in sicurezza e ammodernamento delle strutture sportive, e la vicinanza e il supporto alle realtà associative che – svolgendo con passione e competenza la propria funzione – assolvono in modo encomiabile ad aspetti educativi. Stadium

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Sport in Comune

Qual è il suo rapporto con il Centro Sportivo Italiano? Ha dei ricordi particolari? Di vicinanza, fattiva e ideale, e mi auguro di averlo dimostrato in tutte le occasioni in cui ho avuto l’opportunità di farlo. Non è soltanto una questione istituzionale, che pure costituisce un aspetto fondamentale, perché della mission del CSI condivido principi e azioni sin da quando ero un ragazzo e già un appassionato di sport. Quanto è importante l’attività di promozione sportiva nei singoli territori? Più che importante dobbiamo considerarla fondamentale. Lo sport rappresenta, infatti, un valido compagno di viaggio per la crescita dei più giovani e un alleato di adulti e anziani. In ogni caso, aiuta a prevenire problemi futuri e a mantenersi in buona salute. La promozione della cultura dello sport è un impegno da assumere ad

ogni livello istituzionale, consapevoli del fatto che sport è sinonimo di prevenzione, benessere psicofisico e salute. Quali politiche ritiene sia necessario adottare nell’immediato futuro, a livello comunale e sovracomunale, per rendere ancora più attrattivo lo sport nelle sue varie forme? La funzione dello sport rimanda ai Goals di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, di cui spesso e con giusta ragione si sente parlare e si discute; questo perché il linguaggio universale dello sport unisce popoli, culture e generi. Le palestre delle scuole aperte alla comunità tutta e alle associazioni, gli spazi urbani all’aperto realizzati includendo aree e attrezzature sportive, le progettualità comunali e sovracomunali orientate all’intercettazione di risorse e alla definizione di accordi pubblicoprivati finalizzati all’allargamento dei fruitori e alla sicurezza degli

impianti: la naturale attrattività dello sport va semplicemente resa il più possibile accessibile, ed è questa una responsabilità che compete soprattutto ai territori comunali, tenuto conto di risorse e opportunità rese disponibiliprincipalmente ad altri livelli. Quale ruolo ricoprono gli oratori nel suo territorio? Nella Provincia di Brindisi e a Mesagne si pratica ancora sport nelle parrocchie? Si pratica ancora e si pratica bene; tanti sono gli esempi di lavoro eccellente svolto dalle parrocchie per realizzare l’antico connubio che lega lo sport all’educazione. Viviamo tutti, ragazzi e adulti, un momento storico in cui la tecnologia ha profondamente mutato abitudini e relazioni. In questa nuova dimensione, lo sport resta quell’attività che per essere praticata e apprezzata fino in fondo necessita di incontro, sano agonismo e fisicità. L’azione aggregativa svolta dalle parrocchie in tal senso resta insostituibile e da incoraggiare in ogni modo. A tal proposito mi viene da citare il caso Mesagne, dove ogni parrocchia può contare su un gruppo sportivo. Cosa si prova ad essere appellato come il “Sindaco più amato d’Italia”? Da dove ritiene che derivi tutta questa fiducia nei suoi confronti? Alla gioia si somma in egual misura un grande senso di responsabilità. La fiducia nelle istituzioni è un dato che non può non gratificare chi amministra, ma per me il fattore più rilevante resta il grande amore dei mesagnesi per la propria città: un sentimento che consente di fissare sempre nuovi traguardi e di fare fronte comune per raggiungerli insieme.

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Auguri CSI, ottant’anni di educazione allo sport in Italia

di Felice Alborghetti

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on le luci natalizie intermittenti e le scintille del Capodanno 2024, il nuovo anno inizia con 80 candeline accese sulla torta di compleanno del Centro Sportivo Italiano. La data del 5 gennaio del 1944 fissa la ricorrenza della nascita di un’Associazione che intende promuovere cristianamente un’attività sportiva al servizio dell’uomo. Una storia che ha visto succedersi 9 Presidenti nazionali, 9 Consulenti ecclesiastici nazionali (oggi chiamati Assistenti), migliaia di società sportive, milioni di tesserati. Una storia ricca di campioni dello sport italiano sbocciati e cresciuti sotto la bandiera dai colori arancioblu, come di tantissimi altri atleti ed atlete, che hanno fatto dell’esperienza sportiva vissuta nel

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storia da raccontare 5 GENNAIO 1944 - 5 GENNAIO 2024: IL CENTRO SPORTIVO ITALIANO CELEBRA SEDICI LUSTRI DI VITA. DALLA FONDAZIONE DEL PROF. LUIGI GEDDA, IN UN PAESE INTERAMENTE DA RICOSTRUIRE DOPO LA GUERRA, FINO AI GIORNI D’OGGI, IN UNA NAZIONE IN RIPRESA DOPO LA STAGIONE DELLA PANDEMIA. OGNI GIORNO, MESE, ANNO UN’ASSOCIAZIONE FEDELE AL PRINCIPIO CARDINE DI “EDUCARE ATTRAVERSO LO SPORT”

CSI una significativa vicenda di vita. L’ottantennio del CSI sarà un anno di preparazione in vista del Giubileo 2025, che ha come filo conduttore il tema della speranza. Non a caso, tra i riconoscimenti più eloquenti ricevuti nel corso degli anni, vi sono i numerosi messaggi pontifici inviati al CSI. Da Pio XII a Giovanni XXIII, da Giovanni Paolo II a Francesco, sono state sempre evidenziate la missione e la finalità dell’impegno del CSI al servizio della Chiesa, ossia quello che

bambini, giovani e adulti scoprano, attraverso le varie discipline sportive, la bellezza e la ricchezza del Vangelo, e coltivino i valori autentici della vita nelle scuole, nelle parrocchie, nel territorio. Nel solco di queste radici, verso un futuro sempre più tecnologico, gli auguri al CSI sono quelli di proseguire il suo cammino alla ricerca di modelli di sport come fattore di educazione, di salute, di integrazione, al servizio della società. Fai buon viaggio, CSI! Stadium

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80 storia da raccontare

Un po’ di storia Il 5 gennaio del 1944 la Direzione generale dell’Azione Cattolica approvò la proposta del prof. Luigi Gedda di intraprendere la costituzione di un organismo specializzato per lo sport. La nuova Associazione, erede della FASCI (Federazione Associazioni Sportive Cattoliche Italiane), viene fondata ufficialmente nel giugno 1944 per proporre un modello di sport cristianamente ispirato che “contagi” ed evangelizzi ogni settore dello sport nazionale. Il nome prescelto è Centro Sportivo Italiano. Nel 1946 le prime novità: in collaborazione con gli Alpini, nasce il Trofeo della Montagna, destinato a «militari, valligiani e cittadini»; nel 1949 i Campanili Alpini, che mirano a diffondere gli sport invernali in ogni Comune montano, e i Campanili Marini, che promuovono le specialità natatorie nei Comuni di mare; Jusport fa promozione tra i ragazzi di 1014 anni; Olimpiadi Sport Vitt (nome ispirato dal diffusissimo giornale per mezzo della GIAC “Il Vittorioso”) e Sport Vitt si rivolgono ai giovani di 1620 anni. All’inizio degli anni ’50, su mandato del Ministero della Pubblica Istruzione, il CSI lancia i “Campionati studenteschi”, proponendo agli studenti dai 13 anni in su tornei di calcio, ciclismo, ginnastica, pallacanestro, e poi anche pattinaggio, pallavolo, rugby, tennis, scherma e sport invernali, oltre che manifestazioni di atletica leggera. 6

L’iniziativa sarà rinnovata anno per anno, anche con il nome di “Criterium studenteschi”, fino alla metà degli anni Sessanta. Sono gli anni in cui Alberto Sordi, improvvisato maratoneta in “Mamma Mia che impressione!”, bussa alla porta del CSI per iscriversi alla corsa. L’8 ed il 9 ottobre del 1955, in Piazza San Pietro, si tiene la solenne celebrazione del Decennio del Centro Sportivo Italiano. In quella data l’Associazione vanta 17 Comitati regionali, 92 Comitati provinciali e 60 zonali, 3.000 società sportive e circa 80.000 tesserati. Ben 50.000 di loro si mettono in viaggio verso Roma, con treni, pullman, motociclette e qualche bici per incontrare Papa Pacelli. Pio XII incontra Luigi Gedda ed il Presidente del CONI, Giulio Onesti. Celebre il suo discorso al CSI: «Lo sport non è un fine ma un mezzo». Iconica la partita di pallacanestro al centro del Colonnato del Bernini.

maschili e femminili). Nel 1975, anno in cui viene approvata una “Carta europea dello sport per tutti”, le celebrazioni per il Trentennio del CSI vedono il Presidente in carica, Aldo Notario, consegnare a Paolo VI una medaglia celebrativa. Arrivano gli Anni di Piombo e la politica sportiva sale di tono. Nei congressi CSI di fine anni ’70, lo sport come servizio di promozione umana e sociale e il ruolo delle autonomie locali sono i due punti cardine del rinnovato sistema sportivo auspicato dall’Associazione.

Con il “Progetto Associativo”, presentato nel 1984 al XIII Congresso nazionale, si ridefinisce il CSI come movimento educativo e culturale, votato a contribuire a fare uscire dalla sua crisi la società del tempo. È l’anno del Quarantennio e del Giubileo Straordinario e del Giubileo degli Sportivi, dove il CSI è primattore nella stesura del “Manifesto dello sport”, dichiarazione sui principi etici dello sport che il movimento sportivo Gli anni ’60 sono quelli del boom internazionale, con il Presidente economico. Per il CSI si apre un del CIO Juan Antonio Samaranch, periodo molto fecondo sul piano presenta a Giovanni Paolo II. della riflessione circa lo sport, i suoi Promuovere l’Associazione per lo strumenti e le sue finalità, un periodo sport, per la società civile, per la che si estenderà fino agli anni comunità cristiana diventa il tema Settanta ed oltre. I giovani desiderano dell’Assemblea dei Presidenti essere protagonisti delle scelte e dei provinciali del 1986, dove fa il suo cambiamenti. debutto il Pinocchio simbolo del Giocasport, link giovanile fra attività Nel 1971 a Pesaro arriva il nuovo dell’infanzia e dell’ adolescenza. Statuto unitario (che unifica CSI e Nascono inoltre le campagne FARI, Federazione Attività Ricreative nazionali di promozione sportiva. Su Italiane, unendo così le componenti tutte: “Correre CSI”, “Sport chiama


L’anniversario

donna”, “La Bicicletta”.

“Patto associativo”, carta di riferimento dei principi guida dell’Associazione, Ci sono i Mondiali di calcio di Italia e il lancio della “Nuova progettualità”, ’90 ed il CSI non manca di far sentire una filosofia e una metodologia che la sua voce, chiedendo si investa permette a Comitati e società sportive qualcosa anche per l’impiantistica di creare progetti sportivo-educativi di base. Nel dicembre 1991, a ad alto profilo sociale e umano. Montesilvano, il XV Congresso Nasce allora nel 1997 l’iniziativa nazionale decreta un forte processo “Stadium: lo sport incontra la piazza”, di rinnovamento interno, in termini di a significare l’incontro tra lo stadio, uomini, di metodi, di proposte. Dopo luogo deputato dello sport, e la Giocasport, arriva un’altra attività piazza, luogo in cui la comunità vive, pedagogicamente innovativa: si si incontra, dibatte. chiama “Fantathlon”, un programma in Il 1998 vede in rampa di lancio la cui si mescolano proposte di gioco, “Joy Cup”, 150.000 partecipanti di educazione corporea, di vita di alla prima edizione, che diventa relazione, di festa. l’attività istituzionale per eccellenza Il 1994 è anche anno di Congresso dell’Associazione, con le fasi locali, nazionale, che coincide con il regionali e nazionali. Cinquantesimo di fondazione del CSI. Sono per il CSI anni ricchi di Arriva un altro avvenimento epocale: una creatività che produce tante il Grande Giubileo del 2000, nella cui iniziative: la Conferenza organizzativa preparazione il CSI viene coinvolto per “Time out. Associazione o impresa?” più aspetti, fornendo anche numerosi (Loreto, giugno 1995); l’apporto gruppi di volontari. all’organizzazione dell’incontroA Castel Sant’Angelo, a due passi pellegrinaggio “Lo sport va a Loreto”, dalla sua sede storica, il CSI in estate promosso dalla CEI, nel giugno 1995; organizza il Villaggio dello Sport “In il Seminario nazionale “Oltre la siepe: campo per il Giubileo”. handicap e sport” (Roma, dicembre L’Associazione corre incontro al suo 1995); il lancio delle “Olimpiadi Sessantesimo di vita (Aula Nervi Giocasport” (aprile 1996); la nascita nel giugno del 2004). La svolta del del “Forum nazionale giovani”, millennio vede il CSI impegnarsi in nell’aprile 1996, con l’incontro una continua ricerca di nuove strade “Giovani al tie-break”. Anche la CEI e nuovi strumenti ed interrogarsi fornisce un importante contributo di sull’attualità della propria presenza pensiero sullo sport, presentando nello sport, nella società, nella (maggio 1995) la nota pastorale comunità ecclesiale alla luce della “Sport e vita cristiana”. contemporaneità. Il sistema formativo Dal Congresso di Assisi nel 1996 dà vita alla Scuola Nazionale Dirigenti emergono due importanti novità: il (SNAD) e alla Scuola Nazionale

Educatori (SNES). Grandi energie vengono impegnate nello sforzo di rendere nuovamente lo sport protagonista della vita delle parrocchie. Un obiettivo passante anche attraverso la formazione di sacerdoti sensibili ai valori pastorali dello sport: da qui il via alla “Clericus Cup”, campionato di calcio per seminari e istituti pontifici. Altro appuntamento di respiro internazionale curato dal CSI è stata la Maratona Pellegrinaggio Gerusalemme-Betlemme. Sono questi gli anni in cui partono le campagne nazionali “A scuola di valori in parrocchia” (2003), “Il circolo culturale sportivo in parrocchia” con corsi di formazione per “Animatori culturali sportivi in parrocchia, “Un Gruppo sportivo in ogni parrocchia” e l’“Oratorio Cup”. Nell’ultimo decennio il CSI è stato riconosciuto dal CIP come primo Ente di promozione paralimpica, alla luce di una serie di attività dedicate alle persone con disabilità. In particolare, degno di nota il battesimo della Nazionale Amputati Calcio. Con “CSI per il mondo”, inoltre, si è istituito un servizio di volontariato sportivo nel mondo con missioni nei Paesi in via di sviluppo. Infine dal 2013, con l’avvento della Junior TIM Cup, torneo calcistico che lega il mondo del calcio di vertice con quello degli oratori, si celebra ogni anno una solida alleanza tra sport di base e sport di alto livello. Stadium

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Il discorso d’odio rappresenta un grave problema nel mondo online

Gli effetti taglienti dell’hate speech ANALISI E BUONE PRASSI PER CONOSCERE E ARGINARE L’HATE SPEECH, PRESENTE ANCHE NEL SETTORE SPORTIVO E DIFFUSO SUI SOCIAL MEDIA di Alessio Franchina

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he le parole possano ferire non è un modo di dire. Nei fatti lo sappiamo tutti, ma quello che a volte manca è la coscienza della portata dei danni che possono arrecare. A rendere ancor più complesso l’approccio a questa tematica è la difficoltà nel definire con precisione l’hate speech. Riuscire ad inquadrare questo fenomeno è però necessario, se si vogliono mettere in campo delle contromisure. Sotto la definizione di hate speech rientrano – come traduzione letterale del termine – i discorsi d’odio, dunque 8

tutte quelle parole ed espressioni che incitano in vario modo all’odio. Diversi sono i documenti, a livello internazionale e di tipo giuridico, che negli ultimi decenni hanno dato una definizione più o meno dettagliata di questo fenomeno, che include manifestazioni di intolleranza e discriminazione, xenofobia, antisemitismo, incitamenti alla violenza, utilizzo di pregiudizi e stereotipi che possono essere di tipo razziale, religioso, di genere o legati all’orientamento sessuale. Questo elenco, pur lungo, ha una funzione

solo esemplificativa, per dare atto della portata di un fenomeno tanto complesso quanto multiforme. Nel panorama contemporaneo, l’hate speech si è affermato come fenomeno causa di crescente preoccupazione, permeando vari ambiti della nostra società, incluso il settore sportivo. Questa preoccupante tendenza, evidente specialmente nei social media, solleva grandi interrogativi sulle dinamiche sociali, etiche e legali che la governano. Lo sport non è esente dai discorsi d’odio, spesso legati ad


Zoom un’accesa competitività o ad un tifo esasperato, e che trovano terreno fertile nel mondo digitale. In Italia, la legge n. 205 del 1993 riconosce come reato la diffusione di idee basate sulla superiorità razziale o sull’odio etnico e l’istigazione alla discriminazione razziale, etnica o religiosa. Tuttavia, questa normativa non sembra adeguatamente equipaggiata per affrontare l’hate speech in ambienti digitali, una sfida che diventa sempre più rilevante nel contesto tecnologico in continua evoluzione. Una sfida che sottolinea anche la necessità di strategie più efficaci per combattere l’hate speech nel mondo dello sport, online ma non solo. Affrontare i discorsi d’odio in ambito sportivo richiede un approccio che vada oltre le necessarie misure legali. È fondamentale promuovere una cultura di rispetto e inclusione, coinvolgendo tutti gli attori del settore sportivo. Campagne di sensibilizzazione, iniziative educative e una comunicazione costruttiva possono giocare un ruolo cruciale nel frenare la diffusione dell’hate speech e nel forgiare un ambiente sportivo più sano e rispettoso. La sfida è complessa, ma essenziale per garantire che lo sport rimanga uno spazio di sana competizione e di incontro, non di scontro distruttivo.

progetto è la volontà di sensibilizzare giovani e meno giovani sui temi del bullismo e del cyberbullismo, fenomeni molto vicini e in qualche modo complementari a quello dell’hate speech. Tra le iniziative sviluppate nell’ambito di questo progetto, rientra il video prodotto in collaborazione con “Cartoni Morti”, in cui il content creator e divulgatore Andrea Lorenzon parla al pubblico con un abile mix di informazione ed ironia, diffondendo e stimolando innanzitutto la conoscenza di un fenomeno non sempre facile da riconoscere e comprendere. Nello specifico sul tema dell’hate speech, è attivo il progetto “Odiare non è uno sport”, di cui il CSI è partner sportivo. L’iniziativa, finanziata dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, tramite il Bando “Educare alla Cittadinanza Globale”, mira appunto a porre un

Affrontare i discorsi d’odio in ambito sportivo richiede un approccio che vada oltre le necessarie misure legali. È fondamentale promuovere una cultura di rispetto e inclusione, coinvolgendo tutti gli attori del settore sportivo

Il Centro Sportivo Italiano ha da tempo a cuore l’argomento. Essendo la sua mission quella di educare attraverso lo sport, avverte con forza l’esigenza di ideare e dare il proprio contributo a campagne e iniziative volte a creare una società più rispettosa ed inclusiva. Abbiamo già accennato all’interno di Stadium n. 6 al progetto “Net. Oltre le reti”, portato avanti dal CSI e finanziato da Sport e Salute S.p.A. e dal Dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Cuore del Stadium

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Gli effetti taglienti dell’hate speech freno al dilagare dei discorsi d’odio online nel settore dello sport. Il progetto, giunto alla sua seconda edizione, si rivolge in particolar modo ai ragazzi e alle ragazze con un’età compresa tra gli 11 e i 19 anni, perché possano far propria quella sensibilità che sta alla base di una società più inclusiva. È infatti necessario dialogare direttamente con i più giovani, se si vuole evitare che la discriminazione abbia un terreno dove mettere radici. Ma formare i cittadini del domani significa accompagnarli in un percorso di crescita e consapevolezza, per il quale è necessario, prima di tutto, prevedere attività formative rivolte ad insegnanti, allenatori e dirigenti sportivi, che costituiscono infatti il secondo target di “Odiare non è uno sport”. Tra le iniziative e le attività previste all’interno del progetto, ha un suo spazio il “Barometro dell’odio nello Sport”, la ricerca realizzata dal Centro CODER dell’Università di Torino, che ha reso noti risultati che meritano di essere studiati e approfonditi. In uno spazio di circa tre mesi, dal 1° ottobre 2022 al 6 gennaio 2023, sono state monitorate le pagine social Facebook e Twitter delle cinque principali testate sportive italiane: Gazzetta dello Sport, Tuttosport, Il Corriere dello Sport, Sky Sport e Sport Mediaset. I social media hanno infatti amplificato il fenomeno dell’hate speech, offrendo una piattaforma facilmente accessibile per la diffusione di messaggi di odio. Questa dinamica è particolarmente evidente nel mondo dello sport, dove il tifo, pur avendo una componente positiva, spesso degenera in insulti, minacce e discriminazione. Nell’ambito del Barometro, sono state individuate quattro categorie per identificare l’hate speech online: la prima è il ricorso ad un linguaggio volgare; la seconda raccoglie quelle 10

espressioni in cui viene riconosciuta un’aggressività verbale; la terza dimensione è quella dell’aggressività fisica, che possiamo definire come una versione più violenta rispetto alla seconda categoria; la quarta è la dimensione della discriminazione. Per avere una percezione numerica del fenomeno, basti segnalare che, su un totale di quasi 3.500.000 commenti analizzati, circa un milione è stato classificato come hate speech. Volendo scendere più nel dettaglio, 200.000 di questi commenti contenevano almeno un riferimento alla discriminazione. Il confronto con i dati emersi nella precedente edizione del Barometro ha rivelato un aumento dei commenti di odio su entrambe le piattaforme, assegnando un triste primato all’aggressività verbale e al linguaggio

volgare, le forme più comuni di hate speech, ed eleggendo il calcio come sport dominante nelle conversazioni social su entrambe le piattaforme. Come leggere questi dati? Avere davanti a sé dei numeri aiuta nell’afferrare con più concretezza le dimensioni di un fenomeno che si espande e non deve essere sottovalutato. Lo sport, in quanto portatore di valori positivi, deve giocare da argine contro la diffusione della discriminazione e della violenza, siano queste verbali o fisiche. Dirigenti, giudici, arbitri, allenatori, società sportive, atleti giovani e meno giovani: è necessario agire insieme, alimentando dialogo ed empatia, per costruire una rete fatta di buoni esempi, capace di accogliere e non di respingere.


Dossier


In occasione della Giornata mondiale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, il Gruppo CRC ha pubblicato il suo 13° Rapporto

Nuove sfide per giovani generazioni

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Dossier IL 13° RAPPORTO CRC, 10 CAPITOLI E 46 PARAGRAFI, PRESENTATO ON LINE CON LA CONFERENZA DI MARTEDÌ 21 NOVEMBRE “I DIRITTI MANCATI DI UNA GENERAZIONE SOSPESA TRA SOGNI E INCERTEZZE”, METTE IN LUCE LE SFIDE E LE OPPORTUNITÀ CHE RIGUARDANO LE GIOVANI GENERAZIONI DEL PAESE, PONENDO L’ATTENZIONE SU TEMI COME QUELLO DELL’ISTRUZIONE, DELLA SALUTE E DEL BENESSERE SOCIALE di Alessio Franchina

I

l documento fornisce un quadro chiaro e dettagliato sullo stato attuale dei diritti dei bambini e degli adolescenti in Italia, sottolineando aree di miglioramento e suggerendo possibili interventi per assicurare una crescita equa per tutti i giovani senza dimenticare, però, che ad oggi c’è ancora tanta strada da fare. Nell’ultimo rapporto dell’OMS si stima che un bambino su due abbia subìto una qualche forma di violenza nel corso della sua vita; in Italia un giovane su 10 abbandona precocemente gli studi; tra quelli di età compresa tra i 6 e i 10 anni, solo un minore su 5 pratica sport; quasi il 12% degli adolescenti rischia di sviluppare una dipendenza dai videogiochi; il 9,1% degli studenti tra i 15 e i 19 anni ha scelto di isolarsi volontariamente per sei mesi o più; il 25,3% degli studenti delle scuole superiori dichiara di essere stato vittima di bullismo e il 18,1% ha ammesso di aver preso parte attivamente ad alcuni episodi di bullismo. La fotografia che ci troviamo ad osservare è quella che mostra una realtà in cui le ragazze ed i ragazzi che vivono in Italia manifestano un malessere diffuso, che si esprime in diversi modi, ma riguarda tutte le sfere dell’esistenza e coinvolge le diverse fasce d’età. Pesa la percezione di un futuro incerto: crisi economiche ricorrenti, crescenti disuguaglianze, pandemia, guerre anche ai confini dell’Europa. Nello stesso tempo, restano vive in molti bambini e ragazzi sia la consapevolezza delle sfide che il mondo attraversa sia la volontà di impegnarsi personalmente e collettivamente per affrontarle. Su queste grandi risorse, di coscienza e di solidarietà, si può e si deve far leva per rendere bambini e ragazzi più protagonisti del loro presente e del loro futuro. Il lungo isolamento generato dal Covid-19 ha comportato il rarefarsi dei luoghi di incontro ed ha indotto molti giovani e giovanissimi a chiudersi in sé stessi e ad un eccessivo Stadium

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Nuove sfide per giovani generazioni

valido strumento per combattere le disuguaglianze sociali, poiché aiuta la socializzazione e migliora l’empowerment personale e la vita Evidenze scientifiche di chi lo pratica. Eppure, circa 1 bambino su 5 nell’età compresa fra dimostrano i benefici i 6 e i 10 anni non pratica sport e nel 30% dei casi le ragioni sono di dello sport per tipo economico. Già dopo la scuola i minori non solo primaria i bambini cominciano ad allontanarsi dalla pratica sportiva nella prevenzione continuativa, aumenta il numero di alcune patologie, dei giovani sedentari e permane l’annoso problema dell’abbandono ma anche come sportivo in età precoce e soprattutto valido strumento nel periodo dell’adolescenza, in per combattere le cui questa attività viene spesso considerata la più sacrificabile disuguaglianze della propria routine settimanale. sociali Tra le motivazioni, l’alto livello di stress di un’attività eccessivamente utilizzo dei media. I dati a livello impegnativa in quanto improntata Il Gruppo CRC, facendo leva nazionale evidenziano una sorta di sull’alta competitività. anche sul prossimo appuntamento “onda lunga” dell’aumentato rischio di con il Comitato ONU, intende Il tempo libero è sempre più un dipendenza tecnologica tra bambini e portare l’attenzione delle istituzioni tempo residuale, difficile da gestire adolescenti. in autonomia, se si esclude lo sulle criticità del nostro sistema In molte delle nostre città mancano spazio virtuale on line che per molti e valorizzare i punti di forza che anche punti di riferimento territoriali, bambini ed adolescenti è diventato emergono anche dalle molteplici luoghi aggregativi aperti, spazi gioco, esperienze condotte a livello il nuovo cortile. Tuttavia, tempo e contesti di socializzazione occasionali territoriale, con la volontà di innescare gioco libero sono un’occasione e liberi come piazze e cortili. Senza unica per esercitare le competenze un cambiamento sistematico che considerare il tema della scarsità di veda tutti protagonisti nel farsi carico interpersonali e mettersi alla prova spazi verdi cittadini a disposizione di delle esigenze di una “generazione nelle relazioni sociali. bambini e ragazzi, essenziali per lo sospesa” tra sogni e incertezze. E IN ITALIA? sviluppo psicofisico. Il 13° Rapporto CRC ci offre sia È quindi necessario e doveroso che I benefici dello sport un approfondimento tematico gli adulti si assumano responsabilità e All’interno del capitolo VII riconoscano le mancanze dell’attuale “Educazione, gioco e attività culturali”, rispetto ai singoli diritti sia una visione globale della condizione sistema per avviare un ripensamento viene approfondito nel Rapporto complessivo delle politiche, avendo CRC anche il ruolo che può ricoprire dell’infanzia e dell’adolescenza nel nostro Paese e delle criticità da un orizzonte temporale di lungo lo sport per il benessere psicofisico affrontare, proponendo puntuali periodo ed in maniera che coinvolga e sociale della persona. Alla stesura raccomandazioni nel merito. Di tutta la comunità educante, se non del capitolo ha contribuito anche il si vuole perdere di vista un’intera Centro Sportivo Italiano, in particolare seguito alcuni spunti e analisi estratti dall’indagine. generazione. E per far questo è nel paragrafo 10 dedicato a “Sport, centrale ascoltare le ragazze e i movimento, educazione”. Diritto delle persone di minore ragazzi, promuoverne il protagonismo Evidenze scientifiche dimostrano i e tenere conto delle loro esigenze e benefici dello sport per le persone di età all’accesso ad informazioni della loro opinione per giungere alla minore età non solo nella prevenzione appropriate piena attuazione dei loro diritti. di alcune patologie, ma anche come Tra le prime tematiche affrontate nel 14


Dossier

Rapporto, c’è l’importanza di garantire l’accesso ad un’informazione chiara, sicura e rispettosa, che rappresenta un diritto fondamentale per bambini, bambine e adolescenti, i quali oggi si informano principalmente attraverso la rete e in particolar modo usando i social media. La società digitale si caratterizza però per una sovrabbondanza di informazioni, spesso contraddittorie, generando riferimenti confusi e confusivi. Diventa quindi determinante l’acquisizione di un’adeguata competenza digitale e norme di regolamentazione degli ambienti digitali che creino le condizioni affinché l’esposizione a rischi diffusi venga minimizzata. Importante poi sensibilizzare i genitori, tanto più che l’esposizione ai dispositivi digitali interessa anche i bambini piccolissimi, nonostante i danni di tale esposizione sullo sviluppo psicofisico siano noti: il 22,1% dei bambini di 2-5 mesi di vita passa del tempo davanti a TV, computer, tablet o telefoni cellulari; i tempi aumentano fino ad arrivare ad almeno 1-2 ore al giorno di esposizione a 11-15 mesi di età. Ambiente familiare e supporto alla genitorialità Il supporto alla genitorialità e il sostegno non solo economico alle famiglie sono cruciali, passando da una logica riparativa rivolta a famiglie che già hanno incontrato difficoltà ad interventi preventivi a carattere universale, attraverso il coinvolgimento attivo dei genitori, fin da prima della nascita e con particolare attenzione ai primi 1.000 giorni, attraverso la collaborazione di più settori. Va previsto un sistema fatto di azioni di accompagnamento diversificate e di diversa intensità, offerte da presìdi territoriali, dai consultori ai centri per le famiglie e agli spazi gioco, dei quali è

importante valorizzare il lavoro multidisciplinare e multi-agenzia.

la presenza di minori tra gli autori di forme di abuso sessuale online (ad esempio, rispetto ai casi di Bambini e adolescenti detenzione e diffusione online di in condizioni di povertà pedopornografia, nel 2022 sono stati I minorenni in condizione di povertà 150 i ragazzi segnalati all’Autorità assoluta sono 1 milione 269 mila, Giudiziaria come autori di reati gravi); l’incidenza più alta tra la popolazione la forma di ricatto online definita (13,4% a fronte di una media “sextortion” con un crescente nazionale del 9,7% e del 6,3% di coinvolgimento di bambini e ragazzi over 65). Ma ci sono altri aspetti da maschi (nel 2022 sono stati trattati considerare: la povertà alimentare 132 casi, la maggior parte dei (nel 2021, il 5,2% dei giovani tra quali nella fascia 14-17 anni). Si 1 e 15 anni non consumava un conferma, inoltre, la tendenza in atto pasto proteico al giorno), la povertà di un importante numero di casi di abitativa (nel 2021 sono state censite adescamento online: 430 nel 2022. 12.793 persone di minore età “senza tetto” e “senza fissa dimora”, Parità e violenza di genere mentre il 7,5% dei minorenni sempre Gli stereotipi di genere iniziano a nel 2021 viveva in condizioni di radicarsi molto presto e pervadono grave deprivazione abitativa) e poi ogni ambito della vita. Gli studi la povertà educativa, che riguarda evidenziano come i condizionamenti non solo le condizioni materiali subiti sin dall’infanzia frenano di accesso, ma anche il livello di bambine e ragazze dallo scoprire, opportunità di crescita e formazione. coltivare e perseguire le proprie aspirazioni in un campo considerato La pedopornografia maschile (il cosiddetto dream gap). Negli ultimi anni si assiste ad una Per prevenire forme di violenza di diversificazione e all’emersione di genere e abusi sessuali occorre nuovi fenomeni connessi all’abuso diffondere un’educazione alla sessuale online: la diffusione di sessualità e all’affettività rispettosa materiale pedopornografico prodotto dell’altro/a, basata sul riconoscimento artificialmente per rappresentare e sulla decodifica delle proprie persone minorenni coinvolte in attività emozioni e di quelle degli altri/e, sessuali e/o in modo sessualizzato; del proprio e dell’altrui consenso,

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Nuove sfide per giovani generazioni

capace di accompagnare bambini e bambine, ragazzi e ragazze nel libero sviluppo della propria identità. Inoltre, educare i bambini e le bambine al rispetto delle differenze significa decostruire stereotipi, ruoli, norme che contribuiscono a legittimare le disuguaglianze di genere. Ambiente e salute infantile La crisi climatica attuale è strettamente connessa alla situazione dell’ambiente di vita dei bambini e ragazzi che vivono in Italia, caratterizzata da un inquinamento atmosferico di gran lunga superiore ai limiti suggeriti dall’OMS: il 77,4% delle misurazioni effettuate nelle città italiane supera i livelli tollerabili. Le temperature elevate estreme stanno diventando sempre più frequenti, con un numero sempre maggiore di giornate a rischio per calore estremo: nel 2020 sono stati esposti ad un’alta frequenza di ondate di calore 6,1 milioni di bambini. A ciò si aggiunge anche la riduzione degli spazi verdi e alberati all’interno delle città italiane. Secondo un recente sondaggio, il 48,3% di ragazze e ragazzi tra 12 e 18 anni è preoccupato per i cambiamenti climatici. Salute mentale Nell’ultimo decennio è raddoppiato il numero di utenti minorenni che si rivolgono ai servizi di NPIA (Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza), ma, su cento ragazzi con disturbi neuropsichiatrici, solo trenta ottengono risposte terapeutiche e riabilitative. La situazione si è ulteriormente aggravata dopo la pandemia, con un aumento dei tassi di ricovero pur nella carenza di posti letto, che nei reparti di neuropsichiatria infantile nel 2019 erano 394. La perdurante mancanza di un sistema informativo nazionale per la salute mentale dei minori rende 16

Resta incompiuto il processo di riforma della Legge 91/1992, che facilita l’acquisizione della cittadinanza italiana per i minorenni di origine straniera difficile poter analizzare le attività territoriali e gli andamenti regionali. Permane la grave disomogeneità nell’organizzazione della rete dei servizi di NPIA nelle diverse regioni italiane, che determina disomogeneità nei percorsi e rende complesso garantire equità di risposte. Si rileva anche un incremento dei disturbi del comportamento alimentare (Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione – DNA), in particolare per le ragazze di 15-19 anni. La dipendenza da tecnologie digitali da parte di bambini e adolescenti sino al rifiuto della vita sociale o scolastica è in aumento, così come il ricorso da parte dei genitori ai professionisti della salute mentale. Al 2022, l’autopercezione di essere hikikomori, ovvero la percezione di essere una persona che evita il coinvolgimento sociale, non frequenta quasi più alcun amico e passa la maggior parte del tempo davanti a un monitor, isolato nella propria camera o abitazione, era diffusa tra circa 38mila studenti compresi tra i 15 e i 19 anni. La dispersione scolastico-formativa Un giovane su dieci in Italia abbandona precocemente gli studi, dato che evidenzia come la

dispersione scolastico-formativa nel nostro Paese sia una questione di assoluto rilievo, soprattutto in quanto fattore determinante nel produrre le diseguaglianze sociali, economiche, territoriali, educative, culturali. Nonostante in Italia la quota di coloro che abbandonano precocemente l’istruzione e la formazione, i cosiddetti ELET (Early Leavers from Education and Training), sia diminuita arrivando al 12,7% nel 2021 (era pari al 25,9% nel 2001), resta comunque tra le più alte in Europa. Il quadro si arricchisce ulteriormente con i dati relativi alla cosiddetta “dispersione implicita o nascosta”, fenomeno che riguarda i giovani che, pur concludendo il ciclo scolastico, non raggiungono i livelli di competenza previsti al termine del percorso di studi, che erano l’8,7% nel 2023. Nelle scuole medie, 3 studenti su 5 hanno una preparazione soddisfacente, mentre alle scuole superiori il 50% è carente in matematica e il 49% in italiano. Nonostante la riduzione progressiva di alunni e a causa della conseguente riduzione di sezioni, le classi sovraffollate, quelle cioè con più di 27 alunni, sono aumentate nell’anno scolastico 2022/23 (5.755 rispetto alle 5.543 dell’anno precedente).


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Il diritto all’istruzione per i minori di origine straniera Nell’anno scolastico 2021/2022, frequentavano le scuole italiane 872.360 iscritti stranieri (10,6% del totale della popolazione scolastica, percentuale significativamente superata in quasi tutte le regioni del Nord), di cui il 67,5%, nati in Italia (83,1% nella scuola dell’infanzia e 73,6% in quella primaria). La seconda generazione si conferma così la componente scolastica più giovane e destinata nei prossimi anni ad aumentare nelle scuole superiori, ma continua a rimanere esclusa dalla cittadinanza italiana, visto che resta incompiuto il processo di riforma della Legge 91/1992, che facilita l’acquisizione della cittadinanza italiana per i minorenni di origine straniera. Il diritto all’istruzione dei minori con disabilità La scuola rappresenta uno dei fondamentali contesti in cui sviluppare e orientare il percorso

di crescita dei minori con disabilità e approntare le azioni atte a prevenire o rimuovere le condizioni che determinano una situazione di svantaggio, di discriminazione o minori opportunità. Rispetto alle risorse didattiche, ci sono criticità sulla formazione, sul ruolo e sulla continuità nella presenza del docente di sostegno, nonché sui tempi di assegnazione alle classi: per il 40% degli alunni l’insegnante di sostegno è cambiato nel passaggio da un anno scolastico all’altro e nel 10% dei casi ciò è avvenuto nello stesso anno scolastico. Rispetto agli assistenti all’autonomia e alla comunicazione, non vi è uniformità dei profili sul territorio nazionale e ciò determina la carenza di personale con competenze specifiche. Il 70% delle scuole non è poi accessibile; solo il 24% degli alunni nella scuola primaria e il 40% degli alunni negli altri gradi di scuola partecipa alle gite scolastiche.

Il diritto alla sicurezza negli ambienti scolastici La situazione dell’edilizia scolastica complessivamente appare ancora molto critica, come tratteggiata dall’Anagrafe dell’Edilizia Scolastica: su 40.133 edifici scolastici solo il 39% è in possesso del certificato di agibilità ed il 56% del collaudo statico, mentre sono stati progettati, migliorati e adeguati alla normativa antisismica solo il 17% degli edifici, nonostante il 43% di essi insista in zone ad elevata sismicità. Comportamenti violenti a scuola Il fenomeno del bullismo è ancora diffuso e coinvolge un numero significativo di studenti. Il 25,3% degli studenti e studentesse delle scuole superiori ha dichiarato di essere stato vittima di bullismo da parte dei propri compagni/e (il 21% occasionalmente e il 4,3% in modo sistematico). Rispetto al bullismo basato sui pregiudizi, il 7,8% ha subìto bullismo di tipo omofobico, mentre il 6,4% a causa di una disabilità.

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L’incredibile storia di Yemaneberhan Crippa, nato in Etiopia, azzurro di adozione. Primatista italiano di 3.000, 5.000, 10.000 metri e mezza maratona. Nato nel CSI trentino

Corri Yeman, non fermarti! DALLA DIFFICILE INFANZIA NEL CUORE DELL’AFRICA ALL’ORO EUROPEO NEI 10.000 METRI, DALL’ESPERIENZA DELL’ORFANOTROFIO DI ADDIS ABEBA ALL’ADOZIONE DA PARTE DI UNA COPPIA ITALIANA E AGLI ESORDI NELL’ATLETICA VALCHIESE TRENTO. UN BEL RITRATTO SPORTIVO E UMANO, PARTENDO DALLE PRIME PASSIONI GIOVANILI FINO ALL’IMPEGNO DI LIVELLO INTERNAZIONALE. E ALL’ORIZZONTE ANCORA GRANDI SFIDE. L’ULTIMA: CORRERE LA MARATONA ALL’OLIMPIADE DI PARIGI 2024

di Felice Alborghetti

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n sorriso che conquista, un fisico asciuttissimo, Yeman (il suo nome per intero è Yemaneberhan) Crippa è uno degli atleti azzurri più amati dal pubblico. Ventisette anni compiuti, di cui ventuno vissuti in Italia, il mezzofondista delle Fiamme Oro si racconta a Stadium, chilometro dopo chilometro, partendo da lontano. Yeman, con qualche fratello e cuginetto siete arrivati in Italia attraverso il Centro Aiuti per l’Etiopia. Della tua famiglia adottiva citiamo i nomi di papà Roberto e mamma Luisa. E cos’altro? Devo tantissimo a loro, mi hanno dato l’opportunità di un futuro diverso: una vita normale, un tetto, la scuola, l’atletica. Sono partito dal nulla. Avere dei vestiti e dei libri di scuola in Trentino è stato tantissimo. Io non ho mai avuto né giochi né vestiti comprati o cose materiali. Io e i miei fratelli ci siamo sempre dovuti meritare tutto, ma va bene così. Ho imparato a soffrire, a sacrificarmi, a lavorare con determinazione per un risultato. Come poi nell’atletica.

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Ho imparato a soffrire, a sacrificarmi, a lavorare con determinazione per un risultato. Come poi nell’atletica


Chi è Yeman Crippa Yeman Crippa è nato in Etiopia il 15 ottobre 1996. Strappato alla sua famiglia d’origine dalla guerra civile, nel 2003 è stato adottato dai coniugi milanesi Roberto e Luisa Crippa, stabilitisi vicino a Tione di Trento. Avviato alla corsa nell’Atletica Valchiese (società del CSI trentino) dal compianto tecnico Marco Borsari. Campione d’Europa nel 2022 a Monaco nei 10.000 metri, riportando dopo anni l’Italia sul gradino più alto del podio. Fratello minore di Nekagenet, è il primatista italiano in quattro specialità: 10.000 metri (27:10.76 ai Mondiali 2019), 5.000 metri (13:02.26 nel 2020 a Ostrava), 3.000 metri (7:37.90 a Roma nel 2021), mezza maratona (59:26 a Napoli). Diplomato all’istituto alberghiero, l’atleta delle Fiamme Oro è un atleta eclettico, con tanti podi e soddisfazioni anche nella corsa campestre, tra cui il bronzo continentale di 5 anni fa.

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Corri Yeman, non fermarti!

Dell’altra famiglia, quella del CSI trentino, dell’Atletica Valchiese, cosa ci racconti invece? Ho bei ricordi. È lì che ho iniziato a fare atletica, dopo aver tentato il mio sogno da bambino, quello di giocare a calcio... Un allenatore mi ha visto correre e portato in società. Un clima assai familiare ed amichevole. E lo è tuttora. Diciamo che il CSI è un buon punto di partenza per iniziare ad amare l’atletica. Poi dopo, se c’è un piccolo talento, occorre sfruttarlo, ma partendo da lì per poi andare a scalare gradini più alti. Quali sono i tuoi primi ricordi dell’Italia? E dei paesaggi trentini? Mi allenavo nel campo di Tione, dove sono cresciuto da piccolo, e mi allenavo appunto nella Valchiese. Ho tra i ricordi più belli le partecipazioni da piccolo al Giro al Sas, dove partecipo anche adesso. Un tempo partivo per primo nelle gare apripista delle giovanili del CSI. Adesso invece corro con i più forti. Al Giro al Sas di Trento sono legatissimo. Lì ho anche incontrato la mia ragazza, Sofia, che era una delle ragazze che teneva la striscia del finish al traguardo. Il Trentino, la sua natura. Dove ti alleni e quali sono i tuoi posti cui sei affezionato? Sono affezionatissimo ai bellissimi posti dove sono cresciuto, tra Pinzolo, Madonna di Campiglio e Tione. Conosco sentieri e strade di quella zona molto bene. Purtroppo ci torno poco, perché vivo un mese a casa a Trento e un mese in raduno con la Nazionale. Niente 20

sci. Da piccolino non vedevo altro che il calcio. Poi mi hanno portato sui campi di atletica. E da lì non ho più provato a mettere gli sci, pur essendo sempre circondato da quelle meravigliose montagne trentine. Il tuo nome in amarico significa “il braccio destro di Dio”. Che rapporto hai con la fede? Ero molto credente da piccolo, grazie ai miei genitori, specie mio papà. Negli ultimi anni sicuramente il credere esiste ancora. Praticare, pregare e frequentare la Chiesa

Diciamo che il CSI è un buon punto di partenza per iniziare ad amare l’atletica. Poi dopo, se c’è un piccolo talento, occorre sfruttarlo


Nati nel CSI

molto meno. Ma certamente credo in Dio. Prego quando sento di farlo. La maglia azzurra, la divisa della Polizia, come le senti sulla pelle? Sicuramente la maglia delle Fiamme Oro è molto importante. La Polizia mi ha dato un futuro e la concretezza di poter fare dell’atletica la mia professione, un lavoro. Devo tantissimo all’investimento che ha fatto con me e anche con altri atleti. Forse è l’unico modo per diventare professionista in Italia. La maglia della Nazionale è ancora più in alto. Va guadagnata. Non succede tutti i giorni. È un traguardo importantissimo, speciale. Quando la indossi, devi andare a lottare con altre nazioni. Se indossi l’azzurro, vuol dire che hai fatto risultati enormi. Ovvio poi che salire sul podio con la maglia azzurra è qualcosa di ancora più grande, una bellissima emozione. Cerchiamo sempre di dare il massimo, vista la maglia che portiamo. Siamo certamente responsabili, ma senza ossessioni. Dobbiamo sempre mantenere un comportamento dignitoso e disciplinato, ma l’importante è quello che fai durante tutto l’anno. Deve essere di insegnamento per i piccoli atleti. Sei primatista nazionale sui 3.000, 5.000, 10.000 metri piani e nella mezza maratona. A quale record sei più affezionato? Ogni record ha sempre i suoi particolari, le sue giornate belle. Quello che mi ricordo con più emozione è però quello della mezza maratona, in un contesto molto

carino, in Italia poi, a Napoli, in una giornata di sole bellissima su strada all’aperto. Ero alla Napoli City Half Marathon e sono stato felicissimo di essere stato il primo italiano a scendere sotto l’ora di corsa su quella distanza. I tuoi allenamenti, tutti i giorni? I miei allenamenti sono tutti i giorni dal lunedì fino al venerdì, due volte al giorno. Sabato e domenica solo al mattino, ma un allenamento un po’ più lungo.

10 dicembre e poi la Maratona di Siviglia il 18 febbraio 2024, che sarà la gara dove cercherò di ottenere il pass per le Olimpiadi. Mi sono allenato con etiopi e keniani, i più forti al mondo. Dovrò, in terra di Spagna, fare un bel crono sui 42 km per qualificarmi. Il mio obiettivo è correre la Maratona di Parigi.

Ai ragazzi giovani del CSI, per i quali sei una stella, cosa ti senti di dire? Di continuare a fare atletica e comunque lo sport, perché li Parigi, Olimpiadi. Quanto tiene impegnati nella testa e nella manca, cosa sogni, come mente. Credo sia meglio usare il ti stai preparando? tempo libero occupandolo con una È andato molto bene il periodo di qualsiasi passione, come anche allenamento in Kenya. Sono stato un dipingere o suonare. Tutte attività mese in ritiro a correre in altura ed che ti tengono lontano da situazioni ora sono a Trento. Sto preparando rischiose o di pericolo in cui al gli Europei di Cross a Bruxelles il mondo d’oggi ci si può imbattere. Stadium

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Analisi di diritto internazionale e di diritto costituzionale comparato

Il diritto allo sport nella Costituzione italiana Uno sguardo all’ordinamento giuridico europeo di Francesca Boldreghini

S

tadium ha dato ampio risalto e pubblicato approfondimenti sul percorso che ha portato alla modifica della Costituzione italiana, per introdurre lo sport tra i valori tutelati dalla Carta fondamentale. La riforma costituzionale ha aggiunto un nuovo comma all’art. 33 Cost., ai sensi del quale «la Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme», con lo scopo di diffondere 22

lo sport come stile di vita, finalizzato alla prevenzione sociosanitaria e alla realizzazione di una società più attenta a promuovere le relazioni, inclusiva e solidale. Ciò premesso, ci siamo chiesti quale sia la situazione normativa negli altri Stati dell’Unione. Ci rifacciamo a un documento redatto per il Senato italiano e pubblicato nel 2021, nel quale si afferma che «sui ventisette Stati membri dell’Unione Europea, si evidenzia la presenza

in Costituzione di disposizioni relative alla promozione dello sport in nove ordinamenti: Bulgaria, Croazia, Grecia, Lituania, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna, Ungheria. Diversa è, in tali Paesi, la declinazione giuridica dell’attività sportiva e la sua collocazione nel dettato della Carta costituzionale. Talora si tratta di un vero e proprio diritto allo sport (in Portogallo), più sovente di un’attività di promozione da parte dei pubblici poteri (Bulgaria,


Attualità Croazia, Lituania, Polonia, Romania, Spagna, Ungheria), definita, in un caso, quale missione fondamentale dello Stato (Grecia). A volte la previsione costituzionale si salda a quelle relative alla tutela della salute (Bulgaria, Polonia, Spagna), in altre si riconnette alla tutela dei giovani (Romania, in parte la Polonia), in altre ancora assume autonoma collocazione (Portogallo). Ancora, lo sport è, talora, inteso come cultura fisica, talché la correlativa previsione si riferisca a una dimensione culturale (Croazia) ed educativa (Grecia), o, ancora, la disposizione costituzionale è collocata in un articolo che tratta sia della tutela della salute sia della tutela dell’ambiente (Lituania, Ungheria)». Ricordiamo che l’Unione Europea ha acquisito una competenza specifica in materia di sport nel dicembre 2009, con l’entrata in vigore del trattato di Lisbona. L’articolo 6, lettera e) del trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), conferisce all’Unione «la competenza per sostenere o integrare l’azione degli Stati membri nel settore dello sport», mentre l’articolo 165, paragrafo 1, statuisce che l’Unione «contribuisce alla promozione dei profili europei dello sport, tenendo conto delle sue specificità, delle sue strutture fondate sul volontariato e della sua funzione sociale ed educativa». L’articolo 165, paragrafo 2, specifica che l’azione dell’Unione è intesa «a sviluppare la dimensione europea dello sport, promuovendo l’equità e l’apertura nelle competizioni sportive e la cooperazione tra gli organismi responsabili dello sport, proteggendo l’integrità fisica e morale degli sportivi, in particolare dei più giovani tra di essi». Il libro bianco sullo sport, presentato dalla Commissione nel 2007, è stata la prima “iniziativa globale” dell’UE nell’ambito sportivo, mentre la Comunicazione della Commissione, del gennaio 2011, dal titolo

“Sviluppare la dimensione europea dello sport”, è il primo documento strategico riguardante lo sport dopo l’entrata in vigore del trattato, che evidenzia le potenzialità dello sport per contribuire agli obiettivi generali in materia di crescita e occupazione (2010-2020), riconoscendo che lo sport migliora l’occupabilità e l’inclusione sociale. Il primo piano di lavoro per lo sport (2011-2014) è stato adottato dal Consiglio nel 2011 e, il 1° dicembre 2020, il Consiglio dei Ministri europei dello Sport ha adottato il quarto, riferito al 20212024, con un focus sulla creazione di opportunità sportive per tutte le

formazione, e la Settimana Europea dello Sport, che dal 2017 si svolge in tutta Europa, dal 23 al 30 settembre, con un’ampia gamma di attività ed eventi di promozione della cultura sportiva. Il Parlamento Europeo, dal canto suo, ha ribadito, in più occasioni, l’importanza dello sport. Segnaliamo, in particolare, le risoluzioni sui temi della parità di genere, sull’invecchiamento attivo, sulla solidarietà tra le generazioni e sull’inclusione sociale dei rifugiati. Altre risoluzioni hanno riguardato la corruzione e la buona governance. Una tematica complessa, dunque,

generazioni, sulla ripresa dell’attività sportiva durante e dopo la pandemia di Covid-19 (le conclusioni sul tema sono datate 2020), sulla dimensione socioeconomica e ambientale dello sport e sulla promozione della parità di genere. Tanti sono anche i programmi di azione dell’UE nello sport: tra i più importanti, citiamo Erasmus+, nel settore dell’istruzione e della

quella dell’attività sportiva, che coinvolge la salute, il mondo del lavoro, le politiche sociali e la lotta alla corruzione. È da questa consapevolezza, che elegge lo sport a bene comune, che trova la sua genesi il neonato diritto allo sport proclamato dalla Costituzione della Repubblica italiana e, prima ancora, riconosciuto e promosso dall’ordinamento giuridico europeo. Stadium

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Necessaria un’indagine sui fenomeni dell’indebitamento, dell’usura e del gioco d’azzardo che vada oltre gli aspetti strettamente economici, arrivando anche a quelli educativi e culturali

Usura e ludopatia: analisi, sfide e strategie di Alessio Franchina

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uciano Gualzetti, Direttore della Caritas Ambrosiana e Presidente della Fondazione San Bernardino, delinea le problematiche di indebitamento e sovraindebitamento in Italia, mettendo in luce il crescente fenomeno dell’usura e le possibili 24

interrelazioni con la ludopatia. Potresti descrivere l’evoluzione e le dinamiche del fenomeno dell’indebitamento e del sovraindebitamento tra le persone e le famiglie che si rivolgono ai centri d’ascolto

della Caritas? Quale il percorso affrontato nella lotta contro l’usura nel tuo ruolo di Direttore della Caritas Ambrosiana? Il percorso è iniziato da un’osservazione emersa in maniera evidente, soprattutto verso la metà del 2003-2004, quando abbiamo


notato che molte persone che si rivolgevano ai centri d’ascolto della Caritas si impoverivano a causa di un meccanismo che le portava ad indebitarsi. Questo fenomeno colpisce sempre più anche le famiglie, costrette a sostenere le spese attraverso pagamenti rateizzati. Il nostro sistema produttivo permette l’accesso a beni anche senza disponibilità finanziaria immediata, ma diventa problematico quando le persone non riescono a gestire le rate e a prevedere le spese future. La Caritas ha osservato che la crisi finanziaria e la pandemia hanno aggravato la situazione di chi era già in difficoltà economiche. Il superamento del 30% del reddito in rate indica già un alto rischio di sovraindebitamento, spesso dovuto alla perdita dell’equilibrio tra entrate e uscite. Molti si rivolgono alla Caritas non per una povertà cronica, ma per una rottura di questo equilibrio e l’incapacità di gestire le rate. Ci siamo quindi interrogati sulle possibili soluzioni per queste persone. Chi ha bisogno di soldi si rivolge al credito legale, ma, in mancanza o impossibilità, può cadere nella trappola dell’usuraio o della criminalità organizzata. Soprattutto con la pandemia abbiamo visto come la criminalità organizzata abbia portato e organizzato un vero e proprio “welfare criminale” mascherandolo da aiuto, puntando deliberatamente ad entrare nell’economia sana attraverso questi prestiti, mirando a controllare le imprese per attività illegali come il riciclaggio di denaro e il traffico di stupefacenti. Quindi, sia per aiutare le persone fragili che le imprese, è fondamentale intervenire prima che la situazione diventi irreversibile. Come Caritas, abbiamo cercato di trovare strumenti per intercettare queste persone e offrire loro un’alternativa al sovraindebitamento.

Focus

Il nostro sistema produttivo permette l’accesso a beni anche senza disponibilità finanziaria immediata, ma diventa problematico quando le persone non riescono a gestire le rate e a prevedere le spese future Potresti illustrare le principali sfide e le strategie da voi adottate per affrontare il problema dell’indebitamento e del sovraindebitamento? In particolare, come affrontate gli aspetti non solo economici ma anche educativi e culturali legati alla gestione del denaro, all’uso del credito e al fenomeno dell’usura? Nell’analisi delle difficoltà incontrate dalle persone bisognose, è emerso che le cause non sono solo economiche, ma anche culturali, legate a scelte di consumo e priorità di spesa. Si è rilevata la necessità di un’educazione finanziaria completa, che includa la consapevolezza degli strumenti di debito come le carte di credito e revolving, ma anche la comprensione del ruolo del denaro e delle priorità personali. Molte persone si trovano incapaci di sostenere le rate degli acquisti fatti, e dietro queste situazioni c’è un mondo complesso che va oltre l’economia. Le sfide che affrontiamo includono l’istituzione di sistemi di ascolto, accompagnamento e intervento. Le fondazioni antiusura, come la Fondazione San Bernardino, intervengono offrendo prestiti statali e assistenza tecnica specializzata, inclusa la gestione di situazioni complicate come i pignoramenti. Queste fondazioni

sono supportate da volontari esperti, come commercialisti e avvocati, e si affrontano anche sfide culturali concentrandosi sull’educare le persone all’uso responsabile del denaro. Parlo sempre di famiglie o di chi ha attività commerciali molto piccole. Per quanto riguarda gli imprenditori, ci sono strumenti specifici come i Confidi e la legge 3/2012, che mira a risolvere crisi di sovraindebitamento gravi. La legge è nota anche come “legge anti-suicidi”, sottolineando la sua importanza in situazioni estreme. Infine, un’altra sfida significativa emergente è il legame tra usura e gioco d’azzardo, spesso visto come una soluzione, ma che può peggiorare l’indebitamento e portare all’usura. Come lo Stato e la società civile stanno affrontando il problema del gioco d’azzardo, soprattutto in relazione all’aumento del gioco online e al suo impatto sui minori? Inoltre, come valuti l’efficacia delle misure attuali nel contrastare l’infiltrazione della criminalità organizzata nel settore del gioco legale e nel prevenire la dipendenza dal gioco, specialmente tra i giovani e le famiglie vulnerabili? Negli ultimi anni, lo Stato ha promosso il gioco d’azzardo come Stadium

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Usura e ludopatia: analisi, sfide e strategie industria, mirando a sottrarlo alla criminalità organizzata. Tuttavia, ciò non ha impedito alla criminalità di infiltrarsi nel gioco legale, creando un intreccio di attività legali e illegali. Dal 2004 al 2022, la spesa nel gioco d’azzardo è aumentata da 40 a 136 miliardi di euro, un importo vicino a quello speso dagli italiani per l’alimentazione. La pandemia ha favorito il passaggio al gioco online, rendendo più difficile il controllo dell’accesso ai minori, che iniziano a giocare spesso da giovanissimi. Si stima che il 12% dei giocatori sia minorenne. Il gioco d’azzardo e le scommesse sportive si sono radicate nel mondo dello sport, influenzando adulti e minori. Ogni evento sportivo diventa un’occasione per scommettere su diversi dettagli della partita, creando un’incessante sollecitazione al giocatore. La dipendenza dal gioco crea una distorsione della realtà, inducendo a vedere lo sport non più come svago ma come opportunità di guadagno. La trasformazione dell’esperienza sportiva in un’occasione per

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scommettere è allarmante. Questo fenomeno ha implicazioni educative e cognitive, soprattutto sui giovani, che iniziano a percepire lo sport in modo diverso. Abbiamo osservato come anche grandi giocatori accumulino debiti significativi con le scommesse. Tuttavia, la situazione diventa ancora più critica quando si considera che spesso le famiglie povere o di ceto medio si avvicinano al gioco come soluzione ai problemi economici, cadendo in un’illusione di controllo e bravura che non esiste. Lo Stato guadagna circa 10 miliardi dei 136 totali giocati, ma questi profitti si ottengono a scapito delle persone più vulnerabili, compresi i minori. Un ulteriore aspetto critico è quanto di questi fondi lo Stato debba poi investire in terapie e interventi per affrontare le conseguenze del gioco d’azzardo. Questo ciclo evidenzia un grave problema sociale, dove i benefici economici per lo Stato e le aziende del settore sono contrapposti ai danni causati ad un numero crescente di persone, specialmente tra le più fragili e giovani.

La Caritas si occupa di queste tematiche per la loro rilevanza culturale ed educativa, lavorando non solo per risolvere l’indebitamento, ma anche per guidare le persone a rivedere le proprie priorità e valori. L’obiettivo è eliminare le cause radicate dei problemi, con un focus particolare sui minori, coinvolgendo genitori, scuole e società sportive nella vigilanza su questi temi. In che modo la Fondazione San Bernardino e altre fondazioni di sostegno utilizzano i fondi statali? Come questi fondi vengono impiegati per aiutare le persone in situazioni di sovraindebitamento? Nel nostro approccio, ci occupiamo di ristrutturare i debiti delle persone in difficoltà. Assegniamo ai vari creditori importi che la persona può realisticamente restituire: ad esempio, 5.000 € a un creditore, 2.000 € a un altro e 3.000 € a un terzo, invece dei 20.000 € o 40.000 € originariamente dovuti. Grazie ad operazioni che possono arrivare fino a 25.000 €, siamo in grado di liberare queste


Focus

l’usura e supportare imprese e famiglie prima che si trovino in situazioni critiche? Inoltre, come valutate l’efficacia e l’efficienza L’obiettivo è eliminare di queste strategie nel prevenire le cause radicate dei e combattere l’usura? Nel contesto della prevenzione, problemi, con un focus si rendono necessarie modalità particolare sui minori, specifiche che intervengano prima che le persone si rivolgano a fonti coinvolgendo genitori, inappropriate per ottenere aiuto finanziario. Tra questi interventi, scuole e società si include anche un’attività di sportive nella vigilanza consulenza che aiuta le persone a progredire e ad evitare di ripetere su questi temi gli stessi errori. Questo perché fornisce loro le risorse, sia cognitive del fondo di solidarietà consente che economiche, necessarie di avviare pratiche legali dopo una per andare avanti. Quando le denuncia, aiutando le imprese a risorse economiche sono esaurite, ripartire e recuperare le perdite interveniamo noi. economiche. Questo fondo è Le altre strategie riguardano gestito dalle prefetture e un comitato l’informazione, ossia far sapere centrale valuta le domande. Le che esistono alternative all’usuraio. famiglie, però, non possono Questa sensibilizzazione deve essere Quando una persona si usufruire dell’articolo 14, rendendo attuata anche nelle parrocchie e nelle trova in una situazione di la situazione più complessa. In caso scuole. L’obiettivo è costruire una sovraindebitamento con di usura, incoraggiamo le famiglie a collaborazione tra le istituzioni, che molteplici debiti aperti, è denunciare, nonostante ciò avvenga includono scuole e organizzazioni comune che abbia già contratto raramente per paura o ritrosia a che si occupano di persone affette prestiti da usurai o sia incorsa denunciare chi ha fornito aiuto in un da dipendenze come l’azzardo in altre forme di illegalità momento di bisogno. o lo shopping compulsivo. È finanziaria? In altre parole, L’usura è un fenomeno complesso e fondamentale anche aumentare la nelle situazioni che affrontate, spesso nascosto, operato sia dalla consapevolezza negli enti educativi, quante volte vi trovate di fronte criminalità organizzata sia dagli “usurai che spesso non si rendono conto ad individui che hanno già avuto della porta accanto”, individui che che i giovani a cui si rivolgono accesso a prestiti usurari? concedono prestiti a tassi usurari. potrebbero già essere coinvolti in Assicuriamo la trasparenza dei prestiti Il fenomeno emerge solitamente in attività quali scommesse online. concessi, provenienti esclusivamente circostanze drammatiche, come da banche o finanziarie e non da suicidi o inchieste giudiziarie. E molti ragazzi non si rendono persone fisiche, per evitare il rischio Nonostante sia un problema diffuso, conto che, sommando vari di usura. Ci occupiamo di chiudere le denunce ufficiali sono poche, abbonamenti come quelli a direttamente le posizioni debitorie e come dimostra il numero limitato servizi di streaming, anche se assistiamo i debitori nel processo di di casi denunciati in regioni come ciascuno costa solo 9 o 10 euro, restituzione, intervenendo in caso la Lombardia: 9 nel 2022. Questa alla fine del mese si può arrivare di difficoltà con la banca, come il scarsità di denunce sottolinea come a spendere un totale di 60 o 70 mancato pagamento di rate, per il fenomeno dell’usura rimanga in euro. prevenire un ulteriore indebitamento. gran parte nascosto e non rilevato Ci occupiamo spesso di famiglie e Per le vittime di usura, la situazione ufficialmente. individui che, quando messi di fronte è diversa: non possiamo intervenire ad un bilancio familiare dettagliato, direttamente per legge. Tuttavia, per Quali strategie specifiche adotta prendono coscienza di quanto del le imprese indebitate, l’articolo 14 la Fondazione per prevenire loro reddito sia già impegnato in persone dal recupero crediti e dalle pendenze esistenti. In questo modo, contraggono un debito solo con noi o con la banca convenzionata, e iniziano a restituire il debito con rate che prevedono un tasso di interesse molto basso, lontano da quello usurario che è vietato dalla legge. Crediamo fermamente che sia più educativo e dignitoso permettere ad una persona di restituire il proprio debito attraverso il lavoro e una vita rinnovata, piuttosto che lasciarla alle prese con tassi insostenibili. I fondi prestati sono ovviamente soggetti alla capacità di restituzione del debitore; uno dei criteri fondamentali nell’utilizzo di questi fondi è infatti che il debitore possa effettivamente rimborsarli. In casi dove la capacità di restituzione è assente, la Caritas può intervenire con azioni di beneficenza, che però rappresentano un aspetto diverso del nostro lavoro.

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Usura e ludopatia: analisi, sfide e strategie spese. Questo avviene anche considerando voci di spesa meno evidenti, come il costo delle sigarette, che può sembrare trascurabile ma che, calcolato su base mensile, rivela un impatto significativo sul budget. Un aspetto interessante è che, tra chi si rivolge a noi, non ci sono solo persone con redditi bassi, ma anche individui relativamente benestanti. Il problema fondamentale è l’equilibrio finanziario: rompere questo equilibrio può avvenire anche con redditi molto bassi, dai 3.000 € ai 6.000 € all’anno. Però è raro che vengano concessi prestiti a chi ha redditi così bassi. Incontriamo poi persone con redditi annuali di 100.000 € o 200.000 € che spendono ben oltre i loro mezzi. Questa situazione è singolare, perché di solito la Caritas si occupa dei poveri, ma in realtà ci troviamo a fronteggiare problemi anche di persone che non sono povere ma che affrontano difficoltà di altro tipo. Alcuni rischiano di sperperare il proprio patrimonio a causa di vizi come il gioco d’azzardo, spesso nascondendolo ai familiari. Anche loro necessitano di supporto e accompagnamento per superare questi problemi.

600 a 1.000 €, rompendo l’equilibrio finanziario soprattutto per le persone più fragili. Le conseguenze di tali crisi colpiscono in modo asimmetrico. I più poveri sono maggiormente vulnerabili rispetto ai ricchi e, in questo contesto di precarietà economica, il ricorso all’usura diventa un’opzione pericolosamente innestabile. L’usura, tuttavia, è dannosa per tutti. Un imprenditore che chiede un prestito di 3.000 € può trovarsi in una spirale di debito incontrollabile. Abbiamo visto casi in cui persone che avevano preso in prestito 3.000 € avevano già restituito 100.000 € Qual è il tuo punto di vista senza riuscire a chiudere il debito. sull’impatto dell’usura L’unico modo per interrompere sull’economia locale e sulla questa spirale è la denuncia. coesione sociale? Inoltre, Le conseguenze dell’usura non quali ritieni possano essere sono solo economiche, ma anche le conseguenze a lungo personali e sociali. Le persone termine, se l’usura non viene possono ammalarsi, ricorrere all’uso efficacemente contrastata? di sostanze o cadere in depressione, Quando una persona si indebita, arrivando talvolta al suicidio. Inoltre, corre il rischio di impoverirsi e di le imprese vittime di usura possono perdere il proprio patrimonio. Le finire sotto il controllo della criminalità crisi recenti, come la pandemia, le organizzata. Dunque, l’usura è una guerre e l’inflazione, hanno aggravato vera e propria piaga che vìola la questa situazione. L’aumento dei vita delle persone a livello fisico, tassi di interesse sui mutui, ad economico e psicologico, incidendo esempio, ha portato alcune rate da profondamente sulla quotidianità e 28

sul benessere personale. Esistono specifiche fasce d’età che sono più a rischio di incappare in questa problematica, o il rischio è trasversale e coinvolge persone di tutte le età? Abbiamo notato che non sono solo le persone tradizionalmente indebitate ad affrontare problemi finanziari, ma anche coloro che in passato avevano una stabilità economica. Incontriamo pensionati che si giocano la loro pensione con gratta e vinci o altri giochi d’azzardo, e che poi si rivolgono agli usurai per cercare di continuare a tentare la fortuna o per restituire i fondi che hanno perso. Inoltre, si osserva un aumento preoccupante del fenomeno tra i giovani. Questi dati mostrano che il problema del gioco d’azzardo e dell’indebitamento non è limitato ad una specifica fascia d’età, gruppo sociale o condizione economica. Questa consapevolezza ci guida nel raccogliere e analizzare i dati per comprendere meglio il fenomeno e sviluppare strategie di intervento efficaci. Quindi, considerando che il rischio è diventato trasversale,


Focus quali azioni potrebbe intraprendere lo Stato per proteggere queste categorie vulnerabili? Inoltre, quali interventi legislativi potrebbero essere implementati o migliorati per affrontare questa problematica? Nel 1996, lo Stato ha introdotto la prima legge, la numero 108, contro l’usura. Sebbene il reato di usura fosse già presente nel Codice civile, questa legge ha istituito i fondi di solidarietà (art. 14) e di prevenzione (art. 15) e definito il tasso di usura (art. 2) oltre il quale si configura il reato. Oggi, a distanza di oltre 25 anni, crediamo che sia necessario aggiornare questa legge per riflettere il cambiamento nel fenomeno dell’usura. Una proposta è quella di estendere l’accesso al fondo di solidarietà anche alle famiglie, non solo ai soggetti imprenditoriali. Attualmente, se una famiglia indebitata con un usuraio fa una denuncia, non esiste un fondo specifico che possa aiutarla, poiché il fondo di prevenzione non interviene in questi casi e il fondo di solidarietà è riservato solo ai soggetti economici. Inoltre, riguardo alle denunce, dobbiamo interrogarci sul perché la gente esiti a denunciare, spesso per paura o sfiducia nelle istituzioni. Proponiamo di introdurre un meccanismo simile al Codice Rosso per la violenza sulle donne, in modo che, in occasione della denuncia, si debba seguire una procedura di accertamento rapida da parte delle Forze dell’Ordine e dell’Autorità Giudiziaria sulla fondatezza della denuncia stessa anche senza una denuncia formale e la polizia possa iniziare a proteggere e ad indagare se ci sono evidenze sufficienti di usura. Un’altra area di intervento riguarda la protezione della proprietà primaria di una famiglia, la loro prima casa. Attualmente, quando

iniziano i pignoramenti o il recupero crediti, spesso la prima casa viene aggredita, privando le famiglie della possibilità di un nuovo inizio. Le associazioni propongono di dare priorità agli ex proprietari nell’acquisto della loro casa alle aste, a prezzi di asta invece che a valori di mercato. Queste proposte mirano ad offrire maggiori tutele alle famiglie e ai piccoli imprenditori che necessitano di un intervento più contenuto per risolvere il loro dramma. Sui grandi patrimoni non riusciamo a fare granché.

hanno responsabilità nello Stato, sia nel campo dell’azzardo che nell’economia. È necessario lavorare per far sì che le imprese riconoscano i segnali di offerte di denaro facile e che comprendano che il denaro proveniente dalla criminalità organizzata ha un costo molto alto. È importante promuovere una cultura di grande vigilanza: il denaro non è neutrale, e la sua origine conta. Come si gestisce il tempo libero, e se si affida la propria vita all’azzardo, al lavoro o allo studio, influisce profondamente sulla vita di una persona e sulla sua autostima. Abbiamo discusso di Questi temi toccano le basi vari argomenti, inclusa la dell’identità personale e non correlazione tra il gioco sono solo questioni tecniche o d’azzardo e il rischio elevato economiche. di incappare in situazioni di Per aiutare le persone a risolvere usura o altre difficoltà. Per questi problemi, è necessario concludere, vorrei chiederti se equipaggiare le varie agenzie hai un messaggio da inviare a educative, la scuola, il settore coloro che attualmente stanno sanitario e chi segue le imprese, affrontando problemi come la affinché questi fenomeni non ludopatia, che potrebbe portarli vengano sottovalutati ma affrontati verso l’usura. C’è qualcosa che con determinazione. vorresti dire a queste persone, Infine, è essenziale che lo magari su come e a chi chiedere Stato agisca con chiarezza e aiuto in queste situazioni? determinazione, senza ambiguità, È fondamentale riconoscere che specialmente per quanto riguarda esistono alternative alle offerte l’azzardo. Non può permettersi di seducenti e immediate che vengono assumere il ruolo di gestore di attività proposte. Esistono fondazioni ludiche rischiose, o permettere antiusura e associazioni che si pubblicità mascherata sui campi occupano di problemi legati al gioco di calcio, e poi non affrontare le d’azzardo, che io preferisco definire conseguenze sociali ed economiche “azzardo patologico” piuttosto che che ne derivano. ludopatia, poiché quest’ultimo Per quanto riguarda l’usura, termine può sembrare meno grave. l’obiettivo principale è aumentare Tali organizzazioni offrono possibilità la consapevolezza sulle alternative concrete di uscita da queste disponibili. Attualmente, molte situazioni. persone non sono informate sul Il messaggio che dovrebbe fatto che, in caso di indebitamento, essere trasmesso è di speranza: è esistono risorse come il fondo di essenziale credere in un’alternativa prevenzione e il fondo di solidarietà, alla disperazione, poiché molti, messi a disposizione dallo Stato. in assenza di speranza, possono Una maggiore consapevolezza può arrivare al suicidio. fare la differenza nel fornire a chi si Un appello particolare va rivolto trova in situazioni di debito pesante agli adulti, ai genitori e a coloro che una via d’uscita efficace e concreta. Stadium

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Continua il gioco sui campi sintetici Sport, microplastiche e impatto ambientale: tra novità e cambiamenti, dalle apprensioni del presente ai progetti per il futuro

di Alessio Franchina

IL NUOVO REGOLAMENTO UE APPLICA UNA RESTRIZIONE ALL’UTILIZZO DELLE MICROPLASTICHE, CONTENUTE ANCHE NELLE SUPERFICI SPORTIVE ARTIFICIALI. GRANDE ALLARMISMO NELLE SCORSE SETTIMANE, MA I CAMPI DI GIOCO IN ERBA SINTETICA GIÀ INSTALLATI RIMANGONO DOVE SONO 30

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li studi dell’ECHA hanno spinto l’Unione Europea ad una sterzata decisa su un tema che nelle ultime settimane ha scosso il settore sportivo e non solo. Ci teniamo quindi ad iniziare con una rassicurazione: i campi di gioco in erba sintetica rimangono dove sono. Di cosa stiamo parlando? Innanzitutto, e per chi non lo sapesse, l’ECHA o European Chemicals Agency è l’Agenzia europea per le sostanze chimiche, che collabora con la Commissione Europea e i governi dell’UE per gestire i rischi legati a sostanze pericolose per l’ambiente e l’essere umano. Attraverso la ricerca, l’aiuto alle imprese e la cooperazione con organizzazioni internazionali, l’ECHA opera dal 2007 in favore della salute umana ed ambientale, con un’attenzione rivolta anche all’innovazione dei materiali.


Attualità Sulla strada intrapresa dall’UE per rispettare le direttive del Green Deal europeo, il cui obiettivo è raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050, si inserisce il piano di azione per contrastare e prevenire l’inquinamento. Tra i punti chiave di quest’ultimo, si legge la volontà di ridurre del 30% le microplastiche rilasciate nell’ambiente e di farlo entro il 2030. Questa premessa è doverosa per inquadrare in un contesto più ampio il dibattito sul Regolamento UE 2023/2055, che nasce in seguito all’indagine effettuata appunto dall’ECHA, a cui la Commissione Europea ha chiesto una valutazione del rischio rappresentato dall’aggiunta intenzionale di microplastiche ai prodotti. Ritenendo necessaria un’ulteriore azione normativa, come si legge nel comunicato stampa della Commissione Europea datato 25 settembre 2023, «sarà vietata la vendita di microplastiche in quanto tali e di prodotti contenenti microplastiche aggiunte intenzionalmente e che liberano microplastiche quando utilizzati». Con l’introduzione di queste nuove norme, la Commissione desidera dunque agire per porre un freno all’aggiunta intenzionale di microplastiche a prodotti disciplinati dalla legislazione REACH, cioè il regolamento dell’UE per proteggere dai rischi che possono derivare dalle sostanze chimiche. La prima domanda da porsi è necessariamente riferita alla definizione del termine microplastiche. È la Commissione Europea a chiarire che la nuova restrizione comprende «tutte le particelle di polimeri sintetici inferiori a cinque millimetri, insolubili e resistenti alla degradazione». Ma perché ne stiamo parlando in questa sede? Perché, come anticipato, le nuove misure hanno generato dubbi e timori anche nel mondo sportivo. Tra i prodotti che rientrano nella precedente descrizione, infatti, c’è anche il materiale granulare da intaso che viene

Parola ai protagonisti Abbiamo incontrato Ivan Palazzi, Amministratore Delegato di Radici Pietro Industries & Brands S.p.A., che attraverso il marchio Sit-in SPORT si occupa di campi sintetici. Sit-in SPORT, forte delle proprie esperienze nel settore, dedica significative risorse alla ricerca e allo sviluppo di manti innovativi dedicati sia al mondo dello sport professionistico che amatoriale.

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seguito del comunicato stampa della Commissione Europea del 25 settembre, sono circolate diverse notizie che hanno creato un ingiustificato allarmismo ai proprietari e agli utilizzatori dei campi in erba sintetica su tutto il territorio nazionale. In data 23 ottobre 2023 la Lega Nazionale Dilettanti, anche a nome di tutti i produttori italiani di erba sintetica, ha voluto chiarire la situazione attraverso un comunicato stampa che risulta essere disponibile all’interno del sito della LND nella sezione delle news. Il provvedimento della Commissione Europea non ci sorprende affatto, in quanto già da diverso tempo si stava discutendo nelle sedi opportune. Come produttori ne prendiamo atto, consapevoli che trattasi di un’ulteriore opportunità nell’ottica di una maggiore tutela dell’ambiente e un’ulteriore spinta verso una transizione ecologica a basso impatto ambientale, che corrisponde ad uno dei valori più importanti che la società che rappresento ha identificato per lo sviluppo delle proprie strategie. Il mondo dei produttori di erba sintetica non si è fatto assolutamente trovare impreparato alla nuova normativa, sviluppando nel tempo sistemi alternativi all’utilizzo di materiale di intaso polimerico oltre ad applicare, già a partire dall’anno 2000, uno stringente regolamento emanato dalla LND che, in collaborazione con la Federazione Italiana Giuoco Calcio, redige e revisiona periodicamente tale documento per disciplinare la realizzazione dei campi a 11 giocatori in erba sintetica, stabilendo norme e procedure per le fasi di progettazione, realizzazione ed omologazione dei campi stessi in aderenza ai principi istituzionali di promozione dello sport, di garanzia della salute e sicurezza degli atleti e della difesa dell’ambiente. Attraverso questa opportunità, gentilmente concessa dalla vostra testata giornalistica, vorrei pertanto tranquillizzare tutti i proprietari di campi sintetici con intaso polimerico, i quali potranno tranquillamente continuare ad utilizzare le proprie infrastrutture sportive anche oltre il periodo di transizione definito in 8 anni a far data dalla comunicazione della Commissione Europea, come chiaramente specificato all’interno del comunicato della LND ed all’interno del vostro articolo». Stadium

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Continua il gioco sui campi sintetici

utilizzato per realizzare le superfici sportive artificiali: parliamo quindi in particolare dei campi realizzati in erba sintetica. Sono poi interessate dalla restrizione altre categorie di prodotti quali cosmetici, detergenti, giocattoli e medicinali. Se l’applicazione delle prime limitazioni è stata prevista già dopo 20 giorni dall’entrata in vigore del Regolamento, in generale il divieto di immissione di microplastiche sul mercato avverrà dopo un periodo di transizione più o meno lungo. A seconda dei prodotti interessati, infatti, la Commissione Europea ha previsto un intervallo di tempo di durata variabile per concedere ai produttori e al mercato di recepire le nuove norme e adeguarsi. Per quanto riguarda il settore sportivo, è stato stabilito un periodo transitorio di 8 anni. Durante il periodo di transizione, l’intaso prestazionale di origine polimerica potrà continuare ad essere commercializzato. Oltre tale periodo, la normativa UE vieta esclusivamente la vendita di tale prodotto. Conclusa la transizione, non sarà richiesta la dismissione dei campi in erba sintetica intasati con materiale polimerico, i quali potranno continuare ad essere utilizzati fino 32

al termine del loro ciclo di vita. Ne consegue però che al termine del periodo transitorio (8 anni) non potranno più essere realizzati nuovi campi in erba sintetica intasati con materiale di natura polimerica. Il materiale da intaso utilizzato per le superfici sportive in erba sintetica costituisce, a livello europeo, la principale fonte di rilascio nell’ambiente di microplastiche aggiunte intenzionalmente. Secondo le stime, ogni anno in UE vengono rilasciate circa 42.000 tonnellate di microplastiche aggiunte intenzionalmente ai prodotti. La precisazione “aggiunte intenzionalmente” è necessaria, perché, oltre ai frammenti di polimeri che vengono fabbricati dall’uomo per essere utilizzati in quanto tali o per essere aggiunti in altri prodotti, ci sono poi microplastiche che vengono involontariamente disperse nell’ambiente. La maggior parte dell’inquinamento da microplastica, infatti, si genera in modo involontario: pensiamo per esempio alla frammentazione di rifiuti in plastica più grandi oppure al lavaggio di indumenti sintetici. Questo tipo di inquinamento impatta in generale sull’ambiente, ma anche sulla salute

umana, perché le microplastiche, che non si biodegradano e non possono essere rimosse, si accumulano anche negli animali e possono quindi essere assunte dagli esseri umani attraverso l’alimentazione. Tornando con la lente di ingrandimento sul mondo dello sport, i produttori di erba sintetica avranno dunque 8 anni di tempo per adeguarsi alle nuove norme e studiare soluzioni alternative all’utilizzo di materiale di intaso di natura polimerica. È bene specificare che l’attenzione all’impatto ambientale è parte del settore sportivo già da tempo. In termini pratici, questo significa che numerosi produttori hanno già intrapreso un percorso in ottica sostenibilità che già risponde ai requisiti della nuova norma. Il nuovo Regolamento UE si innesta dunque su una strada già esistente, dando sicuramente un’importante spinta ad una transizione ecologica in parte avviata. In sintesi, con i dovuti adeguamenti, la produzione di campi sintetici non si arresterà e potrà continuare il suo sviluppo seguendo un percorso sostenibile e sul quale investire anche in futuro.


CineSport

Nel nostro cielo un rombo di tuono Il racconto di un campione, come Gigi Riva, caratterizzato dal rigore morale ed etico di un uomo che ha affermato con forza che non tutto si può comprare. Un uomo con un legame indissolubile con una terra e il suo popolo, la Sardegna. Ed il gol più bello della sua pura e limpida storia di calciatore: una vita da hombre vertical NEL NOSTRO CIELO UN ROMBO DI TUONO

di Andrea Barbetti

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li scarpini nella borsa da operaio. Il pallone tra un turno e l’altro. E nel cuore di ragazzo già un turbine di memorie: la morte del padre, tre collegi severi; fatica, dolore, passione, sogno; e poi l’addio alla madre, e quel ramo del Lago Maggiore che un giorno lo vede partire a 19 anni – da “imbranato”, racconta. Abituato a terre che circondano acque, conosce la vita di chi è assediato dal mare e dalla storia, ma non s’arrende mai. Gigi Riva sbarca in Sardegna insieme alla sorella, quell’espressione un po’ così, chiusa, riservata, silenziosa, che per mistero divino hanno quelli nati sia a Leggiuno nel Varesotto sia a Cagliari. E proprio lì accade il miracolo: mille sigarette, tanti gol, una chitarra di Faber in dono, mentre lo Stadio Amsicora festeggia la Serie A per la prima volta, mentre la squadra cresce di qualità e grazie alle sue reti arriva allo scudetto, stagione 1969-70, quella di piazza Fontana e della Banca dell’Agricoltura, di un’Italia di migranti, di radioline accese sulle voci in diretta di Ciotti e Ameri. Imperdibile questo emozionante documentario di Riccardo Milani, regista di garbate e belle commedie all’italiana. Imperdibile sin dal titolo, perché l’epiteto “rombo di tuono” è firma di Gianni Brera, cantore sopraffino dell’epica di un calcio da facce e luoghi così sporchi e malinconici da sembrare oggi la vera età dell’oro. Ed è imperdibile questo film, perché parla di Gigi Riva, uno che Juve ed Inter aspettano ancora. Leggenda racconta addirittura che perfino il bandito Graziano Mesina, travestimento dopo

Regia di Riccardo Milani Genere Documentario Italia, 2022, durata 160 minuti

l’altro, andasse a vedere il Cagliari da latitante ovunque ricercato. Non è invece leggenda che l’ottuagenario centravanti viva ancora nel condominio cagliaritano che l’ha accolto ormai sessant’anni fa, circondato dall’affetto sincero dei compagni di squadra di allora, che si raccontano e lo raccontano con la discrezione che chiede il personaggio. Dei suoi gol più incredibili parla così: «Ci provo, dicevo, ed è andata bene». Ne segnerà 155 in 289 gare con la maglia rossoblù, 35 in 42 partite in nazionale, record di sempre. Nessuna sorpresa se le radio isolane si spengono tutte insieme il 1° febbraio 1976: Riva chiude la carriera dopo l’ennesima ferita della vita in un Cagliari-Milan di cui nessuno oggi ricorda il risultato. Ma così lo saluta il giorno seguente Brera nel suo omerico articolo “Lamento per Riva”: «Io vorrei solo che degli eroi autentici non si guastasse mai il ricordo». Un grazie dunque a Riccardo Milani: l’oggi ottantenne Rombo di Tuono è più che mai insieme a noi, col sorriso nascosto da fumi di sigaretta e tante nebbie dell’animo, mentre solleva stanche braccia al cielo dopo il gol più bello della sua pura e limpida storia di calciatore: una vita da hombre vertical. Stadium

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Ad un anno dal Giubileo, intervista a tutto campo con il Prefetto del Dicastero per la cultura e l’educazione

«Lo sport? Una poesia performante» di Felice Alborghetti

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a più di un anno è stato nominato dal Papa Prefetto del Dicastero per la cultura e l’educazione. È un grande appassionato di calcio il cardinale José Tolentino de Mendonça. Ad un anno dal prossimo Giubileo, Stadium lo ha avvicinato per promuovere lo sport come espressione di cultura e opportunità di crescita sociale secondo l’insegnamento di Papa Francesco. Il porporato portoghese usa il linguaggio dello sport e della poesia per parlare con noi di atleti e di giovani.

IL CARDINALE JOSÉ TOLENTINO DE MENDONÇA, RIVOLGENDOSI AL MONDO GIOVANILE DEL CSI, USA IL LINGUAGGIO DELLO SPORT E DELLA POESIA. AI DIRIGENTI E AGLI ALLENATORI RICORDA: «IL SEGRETO DELL’EDUCAZIONE È AMARE; EDUCARE È UN ESERCIZIO DI SPERANZA. LO SI VEDE BENE NELLA PRATICA SPORTIVA» 34

Lo sport, si afferma spesso, è visto come scuola di vita o esperanto del mondo. Possiamo dirlo? Sì. Lo sport è veramente scuola di vita, perché il corpo rappresenta l’espressione della totalità della persona. Non si tratta solo di fisicità, ma di un’attività in cui tutti gli aspetti umani sono coinvolti: così, dunque, nel movimento dei piedi c’è anche quello del cuore, della testa, dell’anima... Tutto ciò ci permette di apprendere l’arte dell’essere non solo un bravo praticante in una determinata disciplina, ma soprattutto una bella persona. Atleta non solo muscoli, quindi, ma cuore, interiorità, anima e sogni. Come dialogano in questo momento sport, educazione e cultura? Mi piace pensare alla metafora della palestra, in cui i nostri muscoli sono messi alla prova nello sforzo fisico per guadagnare flessibilità. Nella tradizione monastica, cristiana, si parla molto della lotta spirituale che è una sorta di judo dell’anima che prepara a diventare più attenti nei confronti della vita in generale. Dunque lo sport ci prepara a cose più grandi, che non sono solo fare una corsa o affrontare una partita, ma riuscire ad avere una visione del mondo che ci permetta di comprendere e vedere ciò che ci


L’intervista accade sotto angolature nuove, per avvicinarci ad orizzonti sempre più ampi, rendendo lo sport un’attività culturale, un orizzonte di ricerca. Abbiamo infatti bisogno di aria e luce per far respirare non solo i nostri polmoni, ma anche la nostra anima. Ha spesso citato nei suoi discorsi, come elementi portanti, visione e creatività, qualità associate ai talenti degli sportivi. Nello sport quali altre virtù occorre rintracciare e rincorrere a suo avviso? Penso che lo sport ci prepari alla perseveranza, perché non c’è sport che ne sia privo, e alla fine è come la fedeltà praticata in rapporto ad una promessa che abbiamo fatto. Questa perseveranza e questa fedeltà sono qualcosa di indispensabile per chi pratica sport. C’è poi la capacità di trascendersi, di andare oltre, superare sé stessi, che è un’altra qualità importante. Ricordo di un grande atleta che ho conosciuto che diceva: «Quando salto, salto verso l’infinito». Possiamo allora dire che, quando nuoto, corro o cammino, non cammino solo verso la meta fisica ma piuttosto verso l’infinito. Passiamo alla poesia. Lei è un affermato compositore di versi e di armonie. Possiamo osare, Eminenza, nel dire che lo sport sia poesia in movimento? Tanti scrittori, parlando di diverse discipline sportive, hanno utilizzato la parola poesia: è veramente una poesia performante ciò che lo sport permette, una poesia incarnata nel nostro corpo. Quando assistiamo a questo passaggio, dalla pesantezza alla leggerezza, dal chiuso all’aperto, dall’impossibile al possibile, scopriamo che il corpo, da ciò che era solo un’espressione utilitaristica, è invece capace anche di una danza, di una coreografia che apparentemente è senza un perché.

Anche nello sport il nostro corpo è senza un perché, ma per il puro piacere di esistere, di essere, sentirsi vivi e provare la pienezza di abitare il momento. E tutto questo non può avere un altro nome che non sia “poesia”. Ha parlato di loisir, amatorialità, piacere. Come ama dire Papa Francesco, proprio quello spirito dell’amateur. Quali sono le parole del Papa sullo sport che più l’hanno colpita in questi dieci anni di pontificato? È uno dei motti del suo pontificato. L’immagine della Chiesa in uscita come sinonimo di movimento... Una chiamata anche a vivere lo sport a tutte le età. Ricordo il Papa che parlava della nobiltà dello sport, perché esso rende l’uomo più umano, dunque lo sport è al servizio della nostra umanizzazione anche perché è un luogo in cui praticare l’inclusione. Non solo gara solitaria,

La capacità di trascendersi, di andare oltre, superare sé stessi è un’altra qualità importante. Ricordo di un grande atleta che ho conosciuto che diceva: «Quando salto, salto verso l’infinito». Possiamo allora dire che, quando nuoto, corro o cammino, non cammino solo verso la meta fisica ma piuttosto verso l’infinito Stadium

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«Lo sport? Una poesia performante»

Lo sport ci prepara a cose più grandi, che non sono solo fare una corsa o affrontare una partita, ma riuscire ad avere una visione del mondo che ci permetta di comprendere e vedere ciò che ci accade sotto angolature nuove, per avvicinarci ad orizzonti sempre più ampi, rendendo lo sport un’attività culturale, un orizzonte di ricerca

autoreferenziale, narcisistica, ma anche un modo per essere solidale in tutte le modalità sportive; fare gruppo, includendo tutti gli altri, compresi coloro i quali non hanno condizioni fisiche adatte per praticare sport. Ecco, noi corriamo, nuotiamo, giochiamo partite anche in nome degli altri e a beneficio degli altri. Mettersi in gioco: importante in un’esperienza che è sì fisica ma anche valoriale. Non è solo corporeità… Oggi un discorso importantissimo è quello dell’etica sportiva, che non vuol dire solo rispetto preciso delle norme, ma è anche questo scoprire, questo mettersi in gioco, senza lasciare indietro nessuno. Siamo tutti dentro lo stesso gioco, ed in questa capacità di celebrare l’incontro si trova la grande risorsa della gioia nella pratica sportiva. Lei ha pubblicato articoli e volumi in ambito teologico

ed esegetico. C’è una figura di sportivo, campione o non campione, da ammirare nelle grandi pagine sportive? E perché? Ognuno ha i suoi eroi. Penso ad Eusebio, la Pantera nera, un giocatore nato in Mozambico, che giocava nella Nazionale portoghese e nella mia squadra del cuore che è il Benfica. La sua fisicità rappresentava la cultura di un popolo e la gioia di vivere: Eusebio può essere veramente ricordato per questo. Sono molto sensibile agli sportivi, perché vedo una vicinanza spirituale, come ho già detto. Parlare del corpo ci avvicina molto al discorso sulla vita interiore, sulla ricerca di senso... Ad esempio gli amanti della montagna dicono cose straordinarie al riguardo, ma anche gli “sportisti” che raccontano non solo le loro vittorie ma anche i loro “fracassi”, che rappresentano così la vera umanità. “Sportista” lega forse sportivo

L’incontro del cardinale con José Mourinho «Papa Francesco? Uno di noi! Quando sono stato un professore “eccezionale”? Con i bambini con sindrome di Down, quello che avevo da dare era amore e l’ho dato». È il tecnico della Roma, José Mourinho, a raccontarsi così nel dialogo intrecciato con il cardinale José Tolentino de Mendonça alla Pontificia Università Gregoriana nella Capitale. In un colloquio aperto, cui ha partecipato il CSI, davvero ricco di sollecitazioni e suggestioni, dal porporato è arrivato il primo assist: «Il segreto dell’educazione è amare ed educare è un esercizio di speranza». Assist che ha spinto Mou a ricordare: «Dopo l’università sono andato, come primo lavoro, in una scuola di bambini con sindrome di Down senza al-

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cuna esperienza o formazione. Avevo paura. Sentivo la responsabilità di essere un giovane 23enne inesperto senza le capacità giuste. Alla fine di quei due anni, quando sono andato via, bambini, colleghi e genitori erano molto tristi: mi hanno detto che ero stato un professore “eccezionale”. Perché l’unica cosa che avevo da dare era l’amore e l’ho dato. È stato l’amore a farmi diventare “eccezionale” e a fare qualcosa di fantastico per la loro formazione. Come ho sempre fatto poi con i miei giocatori, cerco di conoscere che persone sono, prima di che calciatori sono in campo. Ho creato un rapporto con quei bambini, che ancora oggi vedo e vado a trovare quando sono in Portogallo». Il cardinal Tolentino ha confi-


L’intervista Quanto è importante? José Mourinho in questo senso è un maestro di vita: ascoltandolo capiamo che non esistono giocatori, ma persone, uomini e donne che giocano. Al centro sta la persona umana. Mourinho è un esempio altissimo dell’attenzione all’umano: è generativo, fecondo, motivo di orgoglio e di gioia per noi portoghesi. ad artista, legando arte e sport, dimensioni umane delle condizioni di vita. Noi del CSI parliamo spesso ai giovani. Nello sport, nell’impegno, una ragazza e un ragazzo possono veramente realizzare la loro vita. C’è la grazia di Dio in tutto ciò? Assolutamente sì. Lo sport è un momento di grazia, in cui lo spirito penetra la materia e le offre una capacità di trascendenza, di bellezza, di speranza, che ricrea e fa nuove tutte le cose. Rovescio della medaglia.

Occorre non dimenticare però i rischi diseducativi del doping, delle scorciatoie. Cosa pensa al riguardo? Io penso che l’etica sportiva sia fondamentale e, grazie a Dio, oggi esiste una maggiore sensibilità generale per affermare i valori etici. Dopo Eusebio, un altro grande uomo di sport portoghese è universalmente José Mourinho. Più volte lo Special One ha detto di guardare al calciatore, all’atleta, comunque prima come persona umana.

dato, nel faccia a faccia, di essere impressionato dal «modo di pensare, per immagini» del Pontefice, dalla sua «capacità di vicinanza» e del suo continuo incoraggiamento ad andare «avanti!». Ed ecco allora lo Special One come un tifoso: «Papa Francesco? Uno di noi! Parla in modo che tutti capiscano e il messaggio passa sempre». Arriva infine il gol di Mourinho, quando, imbeccato dal cardinale sul valore dell’esperienza sportiva, l’allenatore giallorosso ha raccontato di una “calcio industria” che non lascia più scampo al “calcio di base”. «Il mio sport purtroppo è un mondo diverso dallo sport che noi vogliamo per i nostri bambini. Lo sport di alto rendimento è crudele. Non c’è spazio per i più deboli. L’obiettivo è molto chiaro per noi professionisti: vincere. Anche per i proprietari e la gente che controlla l’aspetto economico gli obiettivi sono molto chiari. Lo sport di cui hanno bisogno i bambini è un altro, ma non c’è più. Soprattutto i genitori hanno bisogno di capirlo, perché spesso sono proprio loro, con le loro ambizioni e frustrazioni, a portare i ragazzi alla

Ci leggono dirigenti, educatori, allenatori. Cosa sente di dire loro? Lo sintetizzo così: il segreto dell’educazione è amare; educare è un esercizio di speranza. Lo si vede bene nella pratica sportiva, nelle persone che amano profondamente lo sport, gli “amatori sportivi”, in coloro i quali cercano un campo da tennis per uscire a giocare all’aperto: lo vedo in quel desiderio di qualcosa in più. E questo, a mio avviso, non ha altro nome se non la donazione di sé stessi, se non l’amore. Amore per il mondo, per sé stessi e per gli altri.

crudeltà. Ci sono genitori che dicono ai ragazzi di non passare la palla a un compagno perché altrimenti segna più gol di lui. È crudeltà». Fuoriclasse vero della parola. Ne è consapevole anche il cardinale, che conosce bene Zé Mourinho – così lo chiamano i suoi vecchi amici lusitani – e gli chiede allora, parlando di giovani, fragilità, e frustrazione: «Ma cosa è il fallimento?». Smorfia caratteristica e la risposta prospettica: «Nel mio caso è perdere una partita? No. Il vero fallimento è avere le capacità innate e non riuscire a svilupparle, per poi arrivare a dire “Potevo, ma non ci sono riuscito”. Chi ha il coraggio di fare, di sfidare, non vive mai un fallimento». La riflessione e l’incontro fra i due portoghesi, il cardinale e l’allenatore, entrambi sportivi e “sportisti”, si sono conclusi con un riferimento al pensiero del loro filosofo connazionale Manuel Sérgio. «Ci insegna a trovare il senso nello sport», la sintesi di Tolentino. «Mi ha detto: “Non sei un allenatore di calciatori, ma un allenatore di ragazzi che giocano a calcio”», il passaggio di Mourinho.

Stadium

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La lotta per la libertà d’azione, che permette di realizzare gli ideali in cui si crede, passa anche dalla convinzione con la quale ci si oppone alle norme che umiliano la forza creativa dell’Associazione

1946

Il CSI difende il proprio ruolo e il diritto di operare per uno sport di tutti di Leonio Callioni

N

el precedente numero di Stadium, settembre 2023, abbiamo messo in rilievo quanto il CSI fosse avanti, rispetto ai tempi, nel progetto di valorizzare lo sport nelle scuole. Possiamo dire che ancora oggi le riflessioni di quasi 80 anni fa mantengono inalterato tutto il loro valore. Così come importante è la battaglia del Centro Sportivo Italiano per difendere un ruolo di servizio, nella libertà di azione finalizzata al bene pubblico, senza “padroni”. Questo rimane valido anche quando il tentativo di acquisire l’Associazione in un ambito controllato ed eterodiretto passa da una manifestazione esplicita e pubblica di rispetto e valorizzazione. Nelle parole. Leggiamo infatti sul volume II della storia del CSI, la riproposizione del pensiero che Giulio Onesti, Commissario straordinario del CONI, aveva sull’Associazione. Siamo ancora nell’immediato dopoguerra: «….Convinto della bontà e della serietà dei propositi che animava il Centro Sportivo Italiano, mentre aderii subito ad accoglierli in seno al massimo Ente sportivo nazionale (il CONI n.d.r.), invitai 38


Pillole di Storia i Reggenti federali a studiare con i Dirigenti del CSI uno schema di accordo. Una rapida intesa ed una reciproca comprensione resero possibile la stipulazione di specifici concordati, che non mancheranno di dare i frutti auspicati. Fin dai suoi primissimi mesi di vita il CSI ha dato al CONI un indubbio contributo per la ripresa sportiva, sia in virtù della collaborazione e del consiglio di alcuni dei suoi dirigenti, che per le pratiche capacità organizzative acclarate…». In realtà non sono petali di rose sul cammino del CSI, perché quando, il 19 giugno 1946, a Roma si riunì per la prima volta nel dopoguerra il Consiglio nazionale del CONI, sotto la presidenza del Commissario straordinario Giulio Onesti, emerse chiaramente che – riprendiamo dalla storia del CSI – «L’Ente si stava rinnovando, ma la sua esistenza e i suoi compiti si basavano soltanto sulla legge fascista del 1942, per certi versi incompatibile con il pluralismo della nuova Italia democratica. Al Consiglio nazionale venne sottoposto un progetto di legge, elaborato da Giulio Onesti e Bruno Zauli, che intendeva sanare la lacuna, disegnando l’intero assetto dello sport italiano, a partire dal CONI stesso». Questo “Provvedimento legislativo”, composto da sedici articoli, evidenziò subito, infatti, le maggiori criticità agli occhi dei dirigenti del Centro Sportivo Italiano che si trovavano impegnati, da una parte, a tutelare la mission specifica e libera dell’Associazione, e dall’altra a mettersi al passo con i tempi. Il CSI affronta questo momento con coraggio e capacità di mettersi in discussione: secondo il Consiglio Nazionale dell’Associazione, infatti, «Lo sport era cambiato, era divenuto anche agonismo, spettacolo e professionismo, un fenomeno destinato ad assumere dimensioni sempre più vaste a livello nazionale e internazionale; per il CSI rinchiudersi in se stesso, rifiutando di collaborare con le altre strutture sportive, sarebbe stato voler andare contro la storia». Ciò non esime dal far rilevare, da parte dello stesso Consiglio Nazionale, che «La proposta di Onesti, però, attentava al diritto di reciprocità e di pari dignità che il CSI di Luigi Gedda aveva sempre rivendicato». L’Associazione accusa il progetto di Onesti, teso a «monopolizzare totalmente lo sport italiano e asservirlo in ogni sua forma e sostanza al CONI». I toni si fanno severi e si usano parole pesanti: «Il

CSI individua nella proposta Onesti un disegno liberticida, che vuole stroncare in campo sportivo quel diritto al libero associazionismo che pure sta per essere introdotto nella nuova Costituzione repubblicana». «Lo sport – ammonisce con un tocco di poesia il CSI – è un fiore curioso che intristisce dove non c’è libertà». E ancora: «Lo sport o è libero e volontario, oppure non è sport». Approvare la proposta Onesti significherebbe «attribuire al CONI gli stessi compiti che aveva in epoca fascista, e cioè il monopolio e il controllo di ogni attività agonistico-sportiva e fisicoricreativa nazionale». Il CSI ha le idee chiare, mette sulla bilancia la sua forza popolare e la sua dignità, arrivando a chiedere anche la soppressione della legge del 16 febbraio 1942, perché «nata per le esigenze del Partito Nazionale Fascista» e quindi assegna al CONI «poteri di sorveglianza, di tutela, di disciplina che nessuna legge libera potrà mai più dargli». Da qui la presa di posizione decisa del CSI, che «intende riconoscere come interlocutori unicamente le Federazioni Sportive Nazionali, limitando la funzione e il valore del CONI alle mansioni specifiche assegnategli dallo stesso CIO in rapporto alle manifestazioni olimpiche». Questo tema occuperà molta parte delle riflessioni del primo Congresso Nazionale del CSI, a Roma, nei giorni dall’1 al 3 novembre 1946. In questa occasione il Congresso elaborerà la “Carta dello Sport Italiano”. Il documento mette chiaramente in rotta di collisione la nostra Associazione con il CONI, di cui chiede con forza «la riconversione ai compiti pre-fascisti». I rapporti rimarranno tesi e contrastati, anche se il tempo indurrà a sviluppare ipotesi di composizione. Nel maggio 1947 il capo provvisorio dello Stato, on. Enrico De Nicola, approva un decreto che modifica la Legge istitutiva del CONI del 1942: l’Ente olimpico viene “democratizzato”, ma in pratica si riconosce la situazione di fatto che fa del CONI la Federazione delle Federazioni, e quindi l’organo che sovrintende a tutto lo sport nazionale. Impossibile non ritrovare, in queste fasi cruciali della storia, alcuni spunti di riflessione e di contrasto, per differenti visioni della gestione dell’attività sportiva, che sono arrivate ai giorni nostri, con effetti ancora tutti da valutare. Qualcuno dirà che sono i corsi e i ricorsi della storia. Qualche volta sembra che il tempo sia passato invano. Stadium

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BASILICATA

Daniele Riga con l’ASD Power Sport Basilicata Una giornata di allenamento speciale per gli atleti della ASD Power Sport Basilicata nei locali della Parrocchia di San Giuseppe Artigiano a Matera. Per i lucani del calcio balilla paralimpico una gradita sorpresa: la partecipazione alle sessioni di allenamento del campione del mondo di doppio 2022, Daniele Riga. L’atleta paralimpico, dell’ASD Il Calcio Balilla di Pescara, ha raggiunto i suoi amici e colleghi per delle sessioni di training speciali, per poter aumentare il livello dell’allenamento della squadra lucana e migliorare i percorsi agonistici che l’ASD Power Sport Basilicata sta intraprendendo nel corso degli anni, grazie all’impegno, al reclutamento e all’allenamento sempre più costante. È grazie alla disponibilità dei locali della Parrocchia di San Giuseppe Artigiano, messi a disposizione da don Nicola Gurrado e dal CSI di Matera, che l’associazione riesce a riunirsi sempre più spesso, provenendo da diversi paesi lucani, perfezionando il gioco e migliorando i risultati. «Cosa posso dare io ai miei colleghi? – ha spiegato Daniele Riga – Probabilmente la mia esperienza a livello

nazionale e internazionale, soprattutto a livello emotivo. Il nostro è uno sport dove le decisioni vengono prese in poche frazioni di secondo e la gestione dell’emotività è uno degli aspetti più importanti. Sicuramente posso dare dei suggerimenti sulla gestione del campo e dei suoi spazi e, infine, puntare sulla voglia di allenarsi e migliorarsi per raggiungere i migliori traguardi possibili». Questa la risposta di Riga su come è nata la sua passione per il calcio balilla: «Babbo Natale mi portò ad 8 anni un

piccolo calcio balilla con cui ho iniziato a giocare per poi, come spesso accade ai bambini, metterlo da parte per altri interessi. Dopo un incidente che non mi ha permesso di continuare le mie attività sportive, ho ripreso le stecche tra le mani ed è stato come ritornare indietro – conclude il campione del mondo –. Riscoprendo il fascino di questo sport, ho realizzato che, potendo praticarlo in carrozzina, è l’ideale per mantenere lo spirito agonistico e continuare a competere sul campo».

BELLUNO

Dominio Astra Quero nella campestre del CSI Belluno e Feltre In 550, domenica 26 novembre, a Bribano di Sedico per la chiusura del Campionato provinciale di corsa campestre del CSI, evento proposto dal Comitato CSI di Belluno in sinergia con quello di Feltre e valido per il Trofeo Passsport (classifica complessiva per società) e per il memorial Serafino Barp (classifica giovanile per società). Veloce e spettacolare il tracciato di Bribano, preparato con la consueta perizia dal GS La Piave 2000. Quinto sigillo su cinque prove per il GS Astra Quero che, nella classifica complessiva per società, con 800 punti ha preceduto La Piave 2000 (672 punti) e GS Castionese (498). Vittoria del GS La Piave 2000, invece, a livello giovanile (503 punti), con Astra 40

Quero (346) e GS Castionese (265) rispettivamente al secondo e terzo posto. In ciascuna delle cinque tappe provinciali, dalla prima il 22 ottobre a Pelos di Vigo di Cadore fino alle altre nel mese

di novembre a Ronchena, Nemeggio e Lamon, mediamente oltre 500 atleti al via. «Abbiamo chiuso in bellezza, con il record di partecipazione – 550 concorrenti – di questo 2023» commenta Dante Passuello, Responsabile della Commissione atletica di CSI Belluno. «Grazie davvero a tutti i concorrenti, alle società e, in particolare, ai club organizzatori». Le premiazioni del Provinciale, sia individuali sia a squadre, si sono svolte sabato 2 dicembre a Lentiai, nel corso del Natale dello Sportivo proposto insieme da CSI Belluno e CSI Feltre. Dopo la celebrazione della Santa Messa alle ore 18 nella Parrocchia di Lentiai, sono seguite le premiazioni nella vicina palestra.


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BERGAMO

MATERA

Brick City costruisce socialità

Sassi e padel

La Cittadella dello Sport di Bergamo ha accolto, il 14 e 15 ottobre, tanti appassionati di Lego. Oltre 10.500 visitatori sono accorsi all’esposizione unica nel suo genere organizzata dal CSI orobico in collaborazione con ItLUG e con il supporto dell’Associazione Traiettorie Instabili. Socializzazione, gioco e creatività hanno accompagnato lo stupore che da sempre i celebri “mattoncini” sanno regalare a grandi e piccini. Uno spazio espositivo di 1.500 mq, in cui 126 espositori hanno messo in mostra creazioni uniche e originali realizzate con i Lego. Tra quelle più apprezzate dei costruttori bergamaschi, certamente il Centro Piacentiniano, insieme alla Diga del Gleno e al mosaico del Campanone. L’Auditorium della Casa dello Sport ha ospitato anche il convegno “Insegnare, impara-

re, crescere con i mattoncini: innovazione pedagogica e apprendimento ludico”, organizzato con Brick Education e Coop. Felice dell’esito a fine evento il Presidente del CSI Bergamo, Gaetano Paternò.

Grazie alla Padel Matera, società affiliata al Centro Sportivo Italiano del capoluogo lucano, l’offerta sportiva della città di Matera si è ampliata anche in una zona centrale nel rione Serra. È stato inaugurato il Centro Sportivo “Padel Matera”, nelle vicinanze della Parrocchia Maria Santissima Addolorata, riqualificando un’area che versava in stato di abbandono e promuovendo uno sport nuovo, aperto a tutti, molto divertente e coinvolgente. Nel giorno dell’inaugurazione, i primi colpi di racchetta sono stati giocati da Sua Eccellenza Monsignor Pino Caiazzo, Arcivescovo della Diocesi di Matera-Irsina e Vescovo di Tricarico, e da don Michele La Rocca, parroco della Chiesa Maria Santissima Addolorata, situata a pochi metri dalla struttura sportiva fortemente voluta dal sacerdote della stessa parrocchia.

CAMPANIA

Corso per istruttori di nuoto paralimpico Domenica 29 ottobre, presso il Centro Sportivo “Caravita” a Cercola (NA), ha preso il via la prima edizione del “Corso di formazione per aspiranti Istruttori di Nuoto Paralimpico CSI” alla presenza del Presidente regionale del CIP Campania, Carmine Mellone. Sono 27 gli iscritti al corso articolato in un ciclo di 14 incontri strutturati secondo una modalità

mista (presenza/videoconferenza) e vedrà anche importanti momenti di pratica in acqua, oltre a delle sedute con allievi dimostratori. Diversi i docenti esterni provenienti da FINP, FISDIR e CIP. La Campania è la regione pilota di questo progetto formativo che andrà a coinvolgere in futuro altri Comitati regionali CSI. A dicembre 2023 la consegna degli attestati.

BARI

“Oltre la Siepe”: San Giorgio e CSI Bari nel carcere di Turi Offrire, attraverso lo sport e attività di inclusione, un sereno reinserimento nel tessuto sociale dei detenuti dell’Istituto penitenziario – Casa di Reclusione di Turi (BA): nasce con questo obiettivo “Oltre la Siepe”, il progetto dell’ASD San Giorgio che rientra nel piano “Sport di tutti – Carceri”, promosso da Sport e Salute con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e il Dipartimento

per la Giustizia Minorile e di Comunità. L’associazione barese, in collaborazione con il CSI di Bari, proporrà una serie di attività ai detenuti del penitenziario di Turi, al fine di consolidare un’idea di una cultura sportiva fondata sui valori della continuità di pratica, dell’autodisciplina e dell’aggregazione. Sarà proposto, inoltre, un corso per arbitri che consentirà ai soggetti coinvolti di poter conseguire una

qualifica CONI da utilizzare nel circuito dei Campionati nazionali del CSI. «Attraverso questo progetto, e con il prezioso supporto degli educatori e operatori dell’ASD San Giorgio, proviamo ad offrire un futuro diverso ai detenuti – commenta Serafina Grandolfo, Presidente del CSI Bari –. Lo sport è vita e siamo convinti che con lo sport si possa generare qualcosa di positivo per gli altri e per tutti noi». Stadium

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GENOVA

Concluso il Circuito 2023 di MTB Dopo gli appuntamenti di aprile e maggio a Sestri Ponente e Torrazza e dopo quelli di luglio ed ottobre a Busalla e S. Eusebio, si è concluso a S. Desiderio domenica 12 novembre, con la quinta ed ultima tappa, il circuito 2023 di MTB, organizzato logisticamente dalle scuole delle società affiliate al CSI di Genova. Erano 65 i partecipanti che, nelle varie categorie, si sono sfidati sul percorso, abbastanza tecnico e mai banale di Altum Park, preparato con competenza e tutti i vincoli di sicurezza dall’ASD RAD MTB School. È stata una splendida giornata di sport e di colori, nonostante le condizioni del terreno non fossero proprio ideali per una manifestazione del genere a causa della pioggia caduta abbondantemente la notte antecedente alla gara. Sul percorso decine di genitori e tecnici delle varie scuole erano presenti nei punti più difficili per supportare i ragazzi dal punto di vista della sicurezza. Nella classifica finale femminile del circuito, Nora Bacchieri (Genova MTB S. Eusebio) si è imposta nella categoria 6-9 anni; Maria Benedetta Baglietto (Genova MTB S. Eusebio) in quella 10-12 anni; Elvira Rutili (ASD Liguria MTB) è stata la più brava nella categoria 13-14 anni. Nella categoria 6-9 anni maschile, primo posto per Leonardo Balestrero (ASD Wolves MTB Busalla); nella fascia di età com-

presa fra i 10-12 anni, sul gradino più alto del podio è salito Davide Pio Scopelliti (ASD Liguria MTB). Nella categoria 13-14 anni ha vinto invece Alessandro Rebora (ASD Liguria MTB); in quella 15-16 anni Christian Traverso (ASD RAD MTB School). Con oltre 200 punti, ASD Liguria MTB è stata la migliore nella classifica del circuito a squadre. Archiviata questa seconda edizione, si comincia già a ragionare sulla terza, nel 2024, sempre con il coordinamento del CSI genovese.

SONDRIO

Mille atleti in gara al Trofeo Vanoni di corsa in montagna Quasi 1000 atleti hanno fatto di Morbegno, in Valtellina, la capitale della corsa in montagna domenica 22 ottobre. Un pubblico numerosissimo ha applaudito, fin dal mattino, i protagonisti del Minivanoni, i ragazzi under 18 che hanno affrontato diverse distanze in base all’età: i più piccoli di 10 anni nel centro storico morbegnese, i più grandicelli Allievi salendo le prime rampe della main race. Grande partecipazione delle società che si dedicano alla corsa in montagna e vittoria della Polisportiva Albosaggia, davanti ai padroni di casa del GS CSI Morbegno e al Premana. A metà mattina la gara donne, nella formula a staffetta a 2 elementi, su un tracciato di 5 km con un dislivello di 250 metri. Bella sfida con l’Irlanda partita forte con la recordwoman Sarah McCormack e le altre a inseguire. Le valtellinesi dell’Atletica Alta Valtellina Compagnoni e Sortini, dopo il cambio in quinta posizione, hanno recuperato fino alla vittoria finale davanti alle bergamasche della Recastello Radici Group (Beatrice Bianchi e Samantha 42

Galassi). Anche la gara uomini è stata incerta fino all’ultimo. I favoriti francesi non hanno brillato in prima frazione, mentre Alberto Vender (SA Valchiese) ha fatto registrare il miglior crono

di giornata. I trentini sono rimasti in testa con Merli anche nella seconda frazione, ma in terza è partito capitan Manu Meyssat, che con una grande rimonta ha scollinato in testa dopo aver superato la Gran Bretagna e il Valchiese. Per il terzetto del GS CSI Morbegno, prima compagine lombarda, un ottimo 6° posto finale grazie a Francesco Bongio, Diego Rossi e Marco Leoni. Tra gli atleti al via anche l’Assistente ecclesiastico del Comitato CSI di Sondrio e atleta del GS CSI Morbegno, don Nicola Schivalocchi, che alla vigilia del via ha celebrato la Messa per tutti gli atleti. Anche questa edizione del Trofeo Vanoni, organizzato con lo spirito di mettere in risalto tutti gli atleti e in particolare i giovani, va in archivio nel migliore dei modi. Tutti i finisher del Minivanoni hanno ricevuto una medaglia di legno decorata dai ragazzi della scuola primaria GF Damiani di Morbegno e tutte le donne una rosa rossa. Piccoli segnali di attenzione che sottolineano il grande valore sportivo e sociale di questo evento.


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TOSCANA

A Lucca, l’ultima tappa del CSI in Tour Lo sport può essere una grande risorsa educativa e relazionale per le nuove generazioni, per far crescere le potenzialità individuali e sociali dei giovani. Di questo si è discusso nel corso del convegno “EduCARE: una missione senza confini”, ospitato nel Salone Arcivescovile della Diocesi di Lucca in occasione della tappa conclusiva del “CSI in tour, a ciascuno il suo sport”, che, nel weekend del 18 e 19 novembre, ha coinvolto oltre 600 persone nell’itinerante Villaggio dello Sport allestito in Piazza San Francesco, con le dimostrazioni organizzate dal CSI Lucca insieme alle società del CSI Toscana. Il convegno, patrocinato dal Comune di Lucca e moderato dal Referente nazionale del CSI per legalità e servizio civile, Alfonso Nardella, è stato aperto dal Presidente regionale del CSI Toscana, Carlo Faraci. Il valore educativo dello sport è stato sottolineato anche dall’Arcivescovo di Lucca, mons. Paolo Giulietti, che ha ribadito l’importanza di insegnare con la consapevolezza del messaggio che si vuole trasmettere. Nel corso del convegno sono inoltre intervenuti Fabio Barsanti, Assessore allo sport e protezione civile del Comune di Lucca; Alessandro Viti, Coordinatore regionale di Sport e Salute; Stefano Pellacani, Delegato CONI Lucca; Antonio Agostinelli, Vicepresidente regionale del Comitato

Paralimpico; Bernard Dika, portavoce del Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. Nella maratona del convegno conclusivo hanno preso la parola anche Lorenzo Bernardini, Presidente del CSI Arezzo, Pier Giorgio Licheri, Presidente del Centro Nazionale per il Volontariato, e la Presidente del Comitato CSI di Lucca, Ilaria Orlandini. La giornata di sport e festa è poi proseguita in Piazza San Francesco, dove il CSI ha allestito un immenso Villaggio dello Sport. Bambini e ragazzi con le loro famiglie sono stati accolti da istruttori e animatori, che hanno coinvolto i partecipanti in varie discipline sportive come rugby, arti marziali, dodgeball e attività ludico-motorie con giochi gonfiabili. Non è mancato poi il divertimento con i truccabimbi di “ognifavolaèungioco”, opere artistiche con palloncini ed una sana merenda offerta dal main sponsor Esselunga, che collabora nella promozione dei valori dello sport e di sani stili di vita. La tappa lucchese è stato l’evento conclusivo dell’edizione 2023 del “CSI in tour, a ciascuno il suo sport”, che in questi mesi ha attraversato tanti luoghi della Toscana, con il patrocinio di Regione Toscana, ANCI, CONI, Sport e Salute, ANSMes e il sostegno del main sponsor Esselunga, di MenariniGroup e di Banco BPM.

SICILIA

Con Save the Children per i minori migranti Sono oltre 14.300 i minori stranieri non accompagnati giunti dall’inizio dell’anno via mare sulle nostre coste. Arrivano dalla Guinea, dalla Costa d’Avorio, dalla Sierra Leone, ma anche dell’Egitto, dalla Tunisia e dai Paesi dell’Africa subsahariana; appena sbarcati vengono collocati presso centri emergenziali hotspot, hub e tensostrutture, destinati per lo più alle procedure di identificazione previste per legge. Le migliaia di bambini e di ragazzi che transitano in questi luoghi spesso vi rimangono per diverse settimane, a causa della mancanza di posti nelle strutture di prima accoglienza, con il paradosso che proprio i minori non accompagnati spesso sono quelli che rimangono più a lungo. Per tale ragione, a partire da agosto, il CSI Sicilia sta affiancando Save the Children Italia nei luoghi di primissimo arrivo di Catania, Augusta (SR), Cifali e Pozzallo (entrambi in provincia di Ragusa), per garantire maggiore supporto e assistenza, a fronte di un aumento dei bisogni primari sia emotivi che materiali, a minorenni soli e nuclei con bambini che si trovano in queste strutture, e per organizzare attività di carattere ludico-ricreativo e di ascolto attivo. Ogni settimana – previo raccordo con gli enti gestori – un’équipe qualificata di mediatori e di operatori realizza, suddividendo gli utenti per gruppi, queste attività educative e ludico-ricreative che tentano di restituire uno spazio sereno di infanzia e adolescenza e di fornire un contesto di gioco educante e strutturato. Stadium

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RAVENNA

“Correndo senza Frontiere”: Ravenna tra sport e inclusione sociale L’edizione 2023 della Maratona di Ravenna Città d’Arte ha messo in atto una serie d’iniziative all’insegna dell’inclusione, della partecipazione e della collaborazione. Dopo le positive precedenti edizioni, anche quest’anno è andata in scena l’iniziativa “Correndo senza Frontiere – Tutti Insieme”, nata per aprire le porte della Maratona di Ravenna Città d’Arte anche a tutte le persone con disabilità che non hanno la preparazione atletica e la possibilità di compiere le tre distanze già previste dal programma. Il progetto di “Correndo senza Frontiere” nasce all’interno del Coordinamento per l’attività motoria e sportiva adattata alla persona con disabilità intellet-

tiva creato nel 2016 dal CSI di Ravenna e dalla Cooperativa Sociale “La Pieve”. Numerosi gruppi e tante famiglie hanno permesso la partecipazione record con 104 iscritti alla quinta edizione di “Correndo senza Frontiere – Tutti insieme”, l’evento organizzato dal CSI Ravenna che anche quest’anno ha invaso le vie cittadine insieme alla Maratona di Ravenna. I partecipanti si sono ritrovati domenica 12 novembre davanti alla Basilica di San Vitale e hanno percorso gli ultimi 3 km del nuovo tracciato della “Martini Good Morning Ravenna 10k”, tagliando il traguardo in Via di Roma accolti dagli applausi del foltissimo pubblico.

TRENTO

La ritmica in tempo di “Autumn Championship” A Baselga di Pinè (TN), sabato 18 e domenica 19 novembre 2023, si è svolta “Autumn Championship 2023”, la seconda edizione della gara interregionale amichevole di ginnastica ritmica organizzata dalla sezione ritmica del CSI di Trento, in collaborazione con il GS Costalta ASD e patrocinata dal Comune di Baselga di Pinè. Quattro società trentine, una altoatesina e quattro associazioni dell’Emilia-Romagna hanno portato in pedana ben 161 atleti, impegnate nei vari programmi e livelli di attività: Small, Base e Super nel pomeriggio di sabato; Medium, Large ed Advanced durante tutta la giornata di domenica. Nella serata di sabato, inoltre, è stato inaugurato il primo Gran Galà d’Autunno, dove le società partecipanti si sono esibite con coreografie create ad hoc sul tema “autunno”, molto apprezzate dal numeroso pubblico intervenuto. Ospite speciale della serata Gianni Ballardini, ginnasta faentino 44

della sezione maschile che ha portato due emozionanti esercizi alle clavette e al corpo libero. La manifestazione è nata in primis per concedere alle atlete e agli atleti una prima occasione competitiva dove poter mettere alla prova i nuovi esercizi di gara, in preparazione del campionato ufficiale del CSI che prenderà il via a gennaio 2024. In secondo luogo, questo evento permette di promuovere i buoni rapporti instaurati negli anni tra le sezioni della ritmica dei Comitati regionali, in un clima di festa ed amicizia.

ORISTANO

Il CSI con la Volantina nella cicloturistica del ricordo Domenica 29 ottobre, a Cabras (OR), si è svolta un’escursione cicloturistica in MTB nel ricordo di Sandro Pinna. L’organizzazione dell’evento, nato su iniziativa di Francesco Corona, Joseph Komorusm, Polo Marras e Simona Meli, è stata curata dall’Associazione “La Volantina” presieduta da Gianni Mameli, con il patrocinio del Comune di Cabras, la collaborazione del Comitato CSI di Oristano e il sostegno di diverse attività commerciali del territorio. La cicloturistica si è tenuta percorrendo i luoghi dove Sandro amava pedalare, con partenza da San Giovanni e conclusione in prossimità delle rovine di Tharros, dopo circa 30 km. Qui i 105 escursionisti hanno potuto godere di un lauto ristoro e premi ad estrazione. Significativo il bassorilievo realizzato da Salvatore Marroccu e donato alla famiglia di Sandro in ricordo della giornata trascorsa in amicizia.


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MILANO

Sotto la rete del volley c’è “Training for Future”

Cosa hanno da spartirsi il CSI Milano e la prima squadra di pallavolo maschile del capoluogo lombardo? La risposta non è così scontata, ma è subito servita. La collaborazione tra Allianz Milano e CSI Milano, nata ormai prima della pandemia da Covid-19, ha dato vita a “Training for Future”: allenarsi e futuro sono infatti le parole perfette che meglio rappresentano questa esperienza, perché vedere scendere in campo le nuove generazioni con i grandi campioni del volley non capita tutti i giorni, anzi praticamente mai.

Ogni venerdì i giocatori della prima squadra di Allianz Milano trascorrono due ore di allenamento insieme alle ragazze delle società sportive di volley del CSI Milano, dando consigli, giocando da veri compagni di squadra, fermandosi per chiacchierare e scambiarsi opinioni, amicizia e complicità. Gli appuntamenti di “Training for Future” si svolgono oramai da qualche anno e, se all’inizio erano i giocatori ad andare nelle varie palestre delle squadre CSI, negli ultimi anni sono le atlete del Comitato a calcare il taraflex della Powervolley Academy. Le società hanno a disposizione un’ora e mezza di tempo per svolgere qualche esercizio in campo, fare domande e conoscere meglio l’atleta di Superlega, e non manca mai il tempo di fare foto e autografi. Tra battute bendate, sfide a tris e serie di palleggi e bagher, a uscirne vincitori sono stati sicuramente l’entusiasmo e le risate di tutti coloro che si sono messi in gioco. E, se ora è chiaro cosa leghi CSI e Allianz Milano, con un passo avanti spieghiamo cosa hanno in comune pallavolo e arte. Basti vedere Đirlić indossare una camicia per diventare il protagonista di un quadro di Pierre-Auguste Renoir o Ishikawa trasformarsi in un bracciante di fine Ottocento disegnato da Giuseppe Pellizza da Volpedo. Tutto ciò è davvero accaduto nel contest “Allenarte”, che ha visto le squadre milanesi impegnate nel ricreare quadri famosi e sfidarsi a colpi di sondaggi social, in cui i follower del Comitato sono diventati i giudici della gara.

VICENZA

A Vicenza tanta voglia di outdoor Si è chiuso con il botto il 26 novembre scorso il campionato provinciale autunnale di orienteering (4 giornate di gara sui Colli Berici, da ottobre a fine novembre), una disciplina in forte crescita al Comitato di Vicenza: ben 200 iscritti alla gara di Spiazzo di Grancona sui Colli Berici, con partecipanti provenienti da tutta la provincia e dai territori di Verona, Belluno, Treviso e Venezia. Una giornata che si è chiusa con le premiazioni dei campioni provinciali 2023 all’interno della Festa dei Gargati, una specialità regionale di pasta corta, organizzata dall’amministrazione locale della Val Liona. Domenica 26 novembre, a Bolzano Vicentino, l’atletica berica è ritornata in gara con la prima campestre della stagione fredda 2023-2024: anche qui un boom di iscrizioni, oltre 600 atleti di tutte le età e un centinaio di “cuccioli”. Il 3 dicembre c’è stata la replica con 500 iscritti, compresa la gara degli Special.

Pausa natalizia e ripresa il 6 gennaio, tura è cresciuta tra il 50% e il 90% nella giorno dell’Epifania, con la “Corsa della pratica in provincia e in particolare nelBefana” a Poianella di Bressanvido, tra la zona berica». le vie del paese e il piccolo parco delle Risorgive. Sarà la prima corsa su strada vicentina del 2024, cui seguirà il trittico del cross: domenica 11 febbraio nello splendido parco dell’Amicizia a Tezze sul Brenta, per proseguire poi il 10 marzo a Lonigo, nel parco con alberature storiche di proprietà della Congregazione dei Pavoniani. E infine la terza gara provinciale il 24 marzo a Marano vicentino, organizzata dalla società Marunners. «Le prime discipline a riprendersi e a raggiungere quote maggiori di partecipazione rispetto ai campionati precedenti sono state quelle all’aria aperta – commenta il Presidente provinciale Francesco Brasco –. Penso in particolare all’atletica, tra cross e gare su pista. Storia a parte per l’orienteering, disciplina versatile ed “elastica”, che addiritStadium

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COMO

Una gara di idee: l’hackathon per lo sport inclusivo Pensare e ripensare percorsi di attività sportiva inclusivi: è questa la sfida che il CSI Como lancia ai giovani tra i 15 e i 25 anni con l’hackathon. Sabato 16 dicembre, dalle 9 fino alle 17, presso la sede del CSI lariano, si è svolta una vera e propria “gara di idee”, una sfida tra giovani per costruire insieme proposte e soluzioni concrete affinché davvero l’attività sportiva possa essere per tutti strumento di aggregazione, di educazione e di crescita. In mattinata i giovani hanno seguito un momento di formazione tenuto da un professionista specializzato sul tema dello sport inclusivo, il quale ha

spiegato le problematiche e le sfide del territorio. Focus su tre aspetti in particolare: favorire la sensibilizzazione della comunità nella promozione dello sport come strumento di salute e coesione, incrementare l’accessibilità alle varie iniziative sportive ma anche alle strutture, e infine rendere le proposte sportive sempre più inclusive e promotrici di coesione. Quindi la gara vera e propria: i partecipanti, affiancati da un tutor, hanno sfidato, da soli o in squadra, i coetanei nell’ideare soluzioni innovative da sperimentare nei prossimi mesi. Al termine una giuria specializzata ha premiato l’idea migliore.

ROMA

“Insieme per lo sport – Civitavecchia 2023” Lunedì 4 dicembre, presso la palestra della Cestistica Civitavecchia, si è svolta la conferenza stampa di presentazione di “Insieme per lo sport – Civitavecchia 2023”, progetto con cui il CSI Roma, in collaborazione con ENEL, si pone l’obiettivo di sostenere le associazioni sportive del territorio impegnate in varie attività. Nel corso della presentazione sono intervenuti il Presidente del CSI Roma, Daniele Pasquini; il Responsabile Affari Istituzionali Territoriali Lazio di ENEL Italia, Pierpaolo Ventura; la Consigliera Delegata ENEL del Comune di Civitavecchia, Barbara La Rosa e il Sindaco di Civitavecchia, Ernesto Tedesco. Il progetto, partito ad agosto, ha sostenuto le attività di 9 associazioni sportive impegnate quotidianamente sul territo-

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rio di Civitavecchia: Beach e volley Civitavecchia, Civitavecchia Volley, Pallavolo Civitavecchia, Mabuni Civitavecchia, Cestistica Civitavecchia, San Pio X, Beach Tennis, Coser Nuoto, Civitavecchia Calcio. Numerose le attività sportive proposte nell’ambito del progetto: dalla pallacanestro al calcio, dal nuoto alla pallavolo, oltre a beach volley, difesa personale, beach tennis e tanto altro. Nelle varie realtà sono stati coinvolti atleti ed atlete, anche con disabilità di tutte le fasce di età. ENEL, azienda già impegnata a Civitavecchia in progetti a favore dell’attività sportiva, anche quest’anno ha deciso di continuare a sostenere le realtà sportive locali con il supporto organizzativo del CSI Roma.

MARCHE

Un autunno a tutto Ciclocross L’autunno del CSI Marche è stato caratterizzato dall’avvio dell’attività off road su due ruote: sono infatti partite le due manifestazioni principali che terranno impegnati i crossisti da ottobre a febbraio 2024, la Cross Cup CSI e la Fertesino Cup. La Cross Cup si articola in 6 prove, con la grande novità della collaborazione con i Comitati regionali dell’Umbria e dell’Abruzzo e il conseguente svolgimento di una gara a Foligno e di una a Teramo. La Fertesino Cup prevede invece 8 prove, di cui 4 organizzate dal CSI Marche e le altre 4 da ACSI Marche, a testimonianza che collaborare tra Enti diversi è possibile e porta buoni frutti. Fondamentale il consueto apporto, in questa seconda manifestazione, dell’azienda Fertesino dell’inossidabile Adamo Re.


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GORIZIA

Ben 350 coraggiosi scalatori alla Calvario Alpin Run Coraggiosi e intrepidi i 350 scalatori che domenica 19 novembre hanno acceso nel goriziano la Calvario Alpin Run, gara di corsa in montagna su un percorso di 17,7 km con un dislivello di 620 metri, con partenza ed arrivo presso la baita alpina di Lucinico (GO). Tanti saliscendi nella prova outdoor organizzata dal Gruppo Alpini di Gorizia in collaborazione con il CSI Gorizia e la ASD Gruppo Marciatori Gorizia. Una grande festa di sport all’aria aperta, che valorizza anche dal punto di vista turistico gli scorci ricchi di natura e di storia del Calvario, i quali hanno potuto essere ammirati anche dai molti partecipanti arrivati da fuo-

ri provincia, da fuori regione e in alcuni casi anche dall’estero. Ad imporsi è stato Michael Galassi, che ha chiuso il percorso in 1 ora, 14 minuti e 14 secondi, precedendo di appena tre secondi Lorenzo Buttazzoni e a seguire Patrick Di Lena, per un podio tutto griffato dall’US Aldo Moro di Paluzza. Questo sodalizio ha dominato anche in campo femminile, con Sara Nait prima in 1 ora, 30 minuti e 50 secondi, seguita a 16 secondi dalla compagna di squadra Caterina Bellina e da Elena Snidero, dell’ASD Evinrude MuggiAtletica. La speciale classifica riservata agli alpini, invece, ha premiato Marco Mosolo, anche lui dell’Aldo Moro Paluzza.

UMBRIA

A Gubbio la giornata associativa tra Natale e Riforma Domenica 3 dicembre si è svolta a Gubbio la consueta giornata associativa del CSI Umbria. Oltre 90 i dirigenti presenti dai vari Comitati territoriali della regione, che hanno partecipato alla giornata arancioblu, iniziata con un momento di approfondimento sulla riforma del lavoro sportivo. Marco Guizzardi, Coordinatore nazionale dell’Area Servizi al Territorio e Tesseramento del CSI, ha affrontato l’argomento, snocciolando gli attuali aspetti nodali della riforma e tenendo bene al centro gli adempimenti richiesti ai Comitati territoriali. Ampio il dibattito seguente, che ha messo in luce le molte difficoltà che riscontrano i Comitati ad applicare, al momento, tale riforma. La mattinata si è conclusa con la Messa celebrata da don Fabricio, Assistente ecclesiastico del CSI eugubino, nella bellissima Chiesa della Madonna del Prato, da poco ristrutturata e riaperta ai fedeli. Don Fabricio ha rimarcato i valori del CSI e il senso del servizio in seno all’Associazione. A seguire il classico pranzo di Natale, dove sono intercorsi momenti di festa, premiazione dei volontari che si sono particolarmente distinti per impegno e spirito di servizio all’interno dei propri Comitati, oltre a riconoscimenti vari. Conclusioni con il tradizionale scambio di prodotti tipici locali

tra i Comitati presenti. Nel pomeriggio un tuffo di gruppo all’interno di “Piùmbria”, iniziativa che lega le varie proposte sportive e formative organizzate dal CSI con le bellezze del posto. Dove la Presidenza regionale del CSI umbro ha organizzato un tour in trenino per la città del Natale, Gubbio, con tanto di visita guidata: un bel momento vissuto dai presenti con molto entusiasmo.

ASTI

Avanti con il campionato di padel a squadre Dopo aver ospitato il Campionato Nazionale di Padel, le racchette astigiane proseguono il loro impegno nei gironi del primo Campionato di Padel a squadre del CSI Asti. Otto le squadre iscritte, composte da 4 o 5 giocatori a scelta per team, in un torneo, iniziato a novembre, che vedrà la sua conclusione nel 2024. Formule e regolamenti illu-

strati durante la presentazione da Luca Carbone, Responsabile della Commissione Tecnica Nazionale del Padel CSI. In campo FTP Soc. Coop., Asados, Eagle, Russo Auto, Antica Padellistica Astigiana, Spadèl, oltre ai Puntazos e a Quelli del DGM. Si gioca sui campi dell’Asti Padel, sede del torneo. Stadium

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In Libreria

Pagine di sport tra gli scaffali

EGOISTI DI SQUADRA

di Ferdinando De Giorgi Edizioni MONDADORI

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uesto libro, in collaborazione con il consulente didattico Giuliano Bergamaschi, esplora il delicato equilibrio tra individualità e lavoro di squadra nel contesto dello sport e oltre, e De Giorgi, noto per la sua prestigiosa carriera sia come giocatore che come allenatore, condivide i suoi approcci alla leadership e alla crescita personale, elementi che lo hanno reso uno degli allenatori di maggior successo dello sport italiano. Un condensato di valori, strumenti e concetti appresi durante la sua carriera sportiva, che lo ha visto protagonista per oltre quarant’anni ai vertici dello sport mondiale intensificando i riflettori sul movimento della pallavolo italiana. Tuttavia, De Giorgi sottolinea che dietro queste vittorie c’è un percorso difficile e ricco di insegnamenti, derivati anche da errori, sconfitte e sfide, che vanno applicati non solo nello sport, ma più in generale nella vita. “Egoisti di squadra” è una riflessione profonda su come il talento individuale possa essere integrato e valorizzato all’interno di un contesto collettivo, celebrando l’importanza di unire l’individualità e il senso di squadra per raggiungere obiettivi comuni.

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ENTRA IN GIOCO CON LA TESTA

di Nicoletta Romanazzi Edizioni LONGANESI

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n manuale pratico e illuminante di crescita personale che sfida i lettori a riflettere sul proprio desiderio e sulla propria motivazione. Nicoletta Romanazzi, una delle più famose mental coach italiane, ha lavorato con atleti di alto livello come Marcell Jacobs e Luigi Busà, aiutandoli a vincere medaglie d’oro alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Il libro si concentra su come individuare e perseguire i propri obiettivi, superando le paure e i limiti imposti da sé stessi e dagli altri. Il libro è descritto come un “nonmetodo”, vale a dire come un approccio che agisce alla stregua di uno specchio, aiutando le persone a vedersi veramente e a lavorare su sé stesse per diventare la migliore versione possibile di sé, appunto. “Entra in gioco con la testa” va oltre la semplice guida di crescita personale; è un viaggio di introspezione e scoperta. Attraverso storie ed esempi pratici, il libro propone strumenti e riflessioni utili per chiunque voglia intraprendere un percorso di miglioramento personale, indipendentemente dal proprio campo di interesse o professione.

L’ULTIMO RIGORE DI FARUK

di Gigi Riva Edizioni SELLERIO

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l libro, scritto da Gigi Riva, noto per la sua esperienza come giornalista e la sua conoscenza delle guerre balcaniche degli Anni ‘90, racconta la storia di Faruk Hadžibegić, capitano dell’ultima Nazionale di calcio della Jugoslavia unita, e del suo rigore fallito il 30 giugno 1990 a Firenze. Evento, questo, che si è trasformato in un simbolo potente e doloroso della disintegrazione della ex Jugoslavia. Il libro si distingue per la sua capacità di collegare il calcio con la storia tragica e complessa di un Paese in frantumi, e il racconto del rigore fallito rappresenta non solo la fine di una partita di calcio, ma anche la fine di un’epoca e di un’identità nazionale per la Jugoslavia. La figura di Faruk Hadžibegić è centrale e simboleggia il destino di un intero popolo in un libro che va oltre la semplice narrazione sportiva per diventare una meditazione profonda su eventi storici cruciali, esplorando le complesse dinamiche di guerra, identità e destino attraverso la lente del calcio. Gigi Riva riesce a trasmettere con maestria la tensione, il dramma e le implicazioni emotive di un momento storico, rendendolo accessibile e toccante per i lettori.




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