16 minute read
Usura e ludopatia: analisi, sfide e strategie
from Stadium n. 8/2023
by Stadium
Necessaria un’indagine sui fenomeni dell’indebitamento, dell’usura e del gioco d’azzardo che vada oltre gli aspetti strettamente economici, arrivando anche a quelli educativi e culturali
di Alessio Franchina
Luciano Gualzetti, Direttore della Caritas Ambrosiana e Presidente della Fondazione San Bernardino, delinea le problematiche di indebitamento e sovraindebitamento in Italia, mettendo in luce il crescente fenomeno dell’usura e le possibili interrelazioni con la ludopatia.
Potresti descrivere l’evoluzione e le dinamiche del fenomeno dell’indebitamento e del sovraindebitamento tra le persone e le famiglie che si rivolgono ai centri d’ascolto della Caritas? Quale il percorso affrontato nella lotta contro l’usura nel tuo ruolo di Direttore della Caritas Ambrosiana?
Il percorso è iniziato da un’osservazione emersa in maniera evidente, soprattutto verso la metà del 2003-2004, quando abbiamo notato che molte persone che si rivolgevano ai centri d’ascolto della Caritas si impoverivano a causa di un meccanismo che le portava ad indebitarsi. Questo fenomeno colpisce sempre più anche le famiglie, costrette a sostenere le spese attraverso pagamenti rateizzati. Il nostro sistema produttivo permette l’accesso a beni anche senza disponibilità finanziaria immediata, ma diventa problematico quando le persone non riescono a gestire le rate e a prevedere le spese future. La Caritas ha osservato che la crisi finanziaria e la pandemia hanno aggravato la situazione di chi era già in difficoltà economiche. Il superamento del 30% del reddito in rate indica già un alto rischio di sovraindebitamento, spesso dovuto alla perdita dell’equilibrio tra entrate e uscite.
Molti si rivolgono alla Caritas non per una povertà cronica, ma per una rottura di questo equilibrio e l’incapacità di gestire le rate. Ci siamo quindi interrogati sulle possibili soluzioni per queste persone. Chi ha bisogno di soldi si rivolge al credito legale, ma, in mancanza o impossibilità, può cadere nella trappola dell’usuraio o della criminalità organizzata. Soprattutto con la pandemia abbiamo visto come la criminalità organizzata abbia portato e organizzato un vero e proprio “welfare criminale” mascherandolo da aiuto, puntando deliberatamente ad entrare nell’economia sana attraverso questi prestiti, mirando a controllare le imprese per attività illegali come il riciclaggio di denaro e il traffico di stupefacenti.
Quindi, sia per aiutare le persone fragili che le imprese, è fondamentale intervenire prima che la situazione diventi irreversibile. Come Caritas, abbiamo cercato di trovare strumenti per intercettare queste persone e offrire loro un’alternativa al sovraindebitamento.
Potresti illustrare le principali sfide e le strategie da voi adottate per affrontare il problema dell’indebitamento e del sovraindebitamento? In particolare, come affrontate gli aspetti non solo economici ma anche educativi e culturali legati alla gestione del denaro, all’uso del credito e al fenomeno dell’usura?
Nell’analisi delle difficoltà incontrate dalle persone bisognose, è emerso che le cause non sono solo economiche, ma anche culturali, legate a scelte di consumo e priorità di spesa. Si è rilevata la necessità di un’educazione finanziaria completa, che includa la consapevolezza degli strumenti di debito come le carte di credito e revolving, ma anche la comprensione del ruolo del denaro e delle priorità personali. Molte persone si trovano incapaci di sostenere le rate degli acquisti fatti, e dietro queste situazioni c’è un mondo complesso che va oltre l’economia. Le sfide che affrontiamo includono l’istituzione di sistemi di ascolto, accompagnamento e intervento. Le fondazioni antiusura, come la Fondazione San Bernardino, intervengono offrendo prestiti statali e assistenza tecnica specializzata, inclusa la gestione di situazioni complicate come i pignoramenti. Queste fondazioni sono supportate da volontari esperti, come commercialisti e avvocati, e si affrontano anche sfide culturali concentrandosi sull’educare le persone all’uso responsabile del denaro.
Parlo sempre di famiglie o di chi ha attività commerciali molto piccole. Per quanto riguarda gli imprenditori, ci sono strumenti specifici come i Confidi e la legge 3/2012, che mira a risolvere crisi di sovraindebitamento gravi. La legge è nota anche come “legge anti-suicidi”, sottolineando la sua importanza in situazioni estreme. Infine, un’altra sfida significativa emergente è il legame tra usura e gioco d’azzardo, spesso visto come una soluzione, ma che può peggiorare l’indebitamento e portare all’usura.
Come lo Stato e la società civile stanno affrontando il problema del gioco d’azzardo, soprattutto in relazione all’aumento del gioco online e al suo impatto sui minori? Inoltre, come valuti l’efficacia delle misure attuali nel contrastare l’infiltrazione della criminalità organizzata nel settore del gioco legale e nel prevenire la dipendenza dal gioco, specialmente tra i giovani e le famiglie vulnerabili?
Negli ultimi anni, lo Stato ha promosso il gioco d’azzardo come industria, mirando a sottrarlo alla criminalità organizzata. Tuttavia, ciò non ha impedito alla criminalità di infiltrarsi nel gioco legale, creando un intreccio di attività legali e illegali. Dal 2004 al 2022, la spesa nel gioco d’azzardo è aumentata da 40 a 136 miliardi di euro, un importo vicino a quello speso dagli italiani per l’alimentazione. La pandemia ha favorito il passaggio al gioco online, rendendo più difficile il controllo dell’accesso ai minori, che iniziano a giocare spesso da giovanissimi. Si stima che il 12% dei giocatori sia minorenne.
Il gioco d’azzardo e le scommesse sportive si sono radicate nel mondo dello sport, influenzando adulti e minori. Ogni evento sportivo diventa un’occasione per scommettere su diversi dettagli della partita, creando un’incessante sollecitazione al giocatore.
La dipendenza dal gioco crea una distorsione della realtà, inducendo a vedere lo sport non più come svago ma come opportunità di guadagno. La trasformazione dell’esperienza sportiva in un’occasione per scommettere è allarmante. Questo fenomeno ha implicazioni educative e cognitive, soprattutto sui giovani, che iniziano a percepire lo sport in modo diverso.
Abbiamo osservato come anche grandi giocatori accumulino debiti significativi con le scommesse.
Tuttavia, la situazione diventa ancora più critica quando si considera che spesso le famiglie povere o di ceto medio si avvicinano al gioco come soluzione ai problemi economici, cadendo in un’illusione di controllo e bravura che non esiste.
Lo Stato guadagna circa 10 miliardi dei 136 totali giocati, ma questi profitti si ottengono a scapito delle persone più vulnerabili, compresi i minori. Un ulteriore aspetto critico è quanto di questi fondi lo Stato debba poi investire in terapie e interventi per affrontare le conseguenze del gioco d’azzardo. Questo ciclo evidenzia un grave problema sociale, dove i benefici economici per lo Stato e le aziende del settore sono contrapposti ai danni causati ad un numero crescente di persone, specialmente tra le più fragili e giovani.
La Caritas si occupa di queste tematiche per la loro rilevanza culturale ed educativa, lavorando non solo per risolvere l’indebitamento, ma anche per guidare le persone a rivedere le proprie priorità e valori. L’obiettivo è eliminare le cause radicate dei problemi, con un focus particolare sui minori, coinvolgendo genitori, scuole e società sportive nella vigilanza su questi temi.
In che modo la Fondazione San Bernardino e altre fondazioni di sostegno utilizzano i fondi statali? Come questi fondi vengono impiegati per aiutare le persone in situazioni di sovraindebitamento?
Nel nostro approccio, ci occupiamo di ristrutturare i debiti delle persone in difficoltà. Assegniamo ai vari creditori importi che la persona può realisticamente restituire: ad esempio, 5.000 € a un creditore, 2.000 € a un altro e 3.000 € a un terzo, invece dei 20.000 € o 40.000 € originariamente dovuti. Grazie ad operazioni che possono arrivare fino a 25.000 €, siamo in grado di liberare queste persone dal recupero crediti e dalle pendenze esistenti. In questo modo, contraggono un debito solo con noi o con la banca convenzionata, e iniziano a restituire il debito con rate che prevedono un tasso di interesse molto basso, lontano da quello usurario che è vietato dalla legge. Crediamo fermamente che sia più educativo e dignitoso permettere ad una persona di restituire il proprio debito attraverso il lavoro e una vita rinnovata, piuttosto che lasciarla alle prese con tassi insostenibili. I fondi prestati sono ovviamente soggetti alla capacità di restituzione del debitore; uno dei criteri fondamentali nell’utilizzo di questi fondi è infatti che il debitore possa effettivamente rimborsarli. In casi dove la capacità di restituzione è assente, la Caritas può intervenire con azioni di beneficenza, che però rappresentano un aspetto diverso del nostro lavoro.
Quando una persona si trova in una situazione di sovraindebitamento con molteplici debiti aperti, è comune che abbia già contratto prestiti da usurai o sia incorsa in altre forme di illegalità finanziaria? In altre parole, nelle situazioni che affrontate, quante volte vi trovate di fronte ad individui che hanno già avuto accesso a prestiti usurari?
Assicuriamo la trasparenza dei prestiti concessi, provenienti esclusivamente da banche o finanziarie e non da persone fisiche, per evitare il rischio di usura. Ci occupiamo di chiudere direttamente le posizioni debitorie e assistiamo i debitori nel processo di restituzione, intervenendo in caso di difficoltà con la banca, come il mancato pagamento di rate, per prevenire un ulteriore indebitamento. Per le vittime di usura, la situazione è diversa: non possiamo intervenire direttamente per legge. Tuttavia, per le imprese indebitate, l’articolo 14
del fondo di solidarietà consente di avviare pratiche legali dopo una denuncia, aiutando le imprese a ripartire e recuperare le perdite economiche. Questo fondo è gestito dalle prefetture e un comitato centrale valuta le domande. Le famiglie, però, non possono usufruire dell’articolo 14, rendendo la situazione più complessa. In caso di usura, incoraggiamo le famiglie a denunciare, nonostante ciò avvenga raramente per paura o ritrosia a denunciare chi ha fornito aiuto in un momento di bisogno.
L’usura è un fenomeno complesso e spesso nascosto, operato sia dalla criminalità organizzata sia dagli “usurai della porta accanto”, individui che concedono prestiti a tassi usurari. Il fenomeno emerge solitamente in circostanze drammatiche, come suicidi o inchieste giudiziarie. Nonostante sia un problema diffuso, le denunce ufficiali sono poche, come dimostra il numero limitato di casi denunciati in regioni come la Lombardia: 9 nel 2022. Questa scarsità di denunce sottolinea come il fenomeno dell’usura rimanga in gran parte nascosto e non rilevato ufficialmente.
Quali strategie specifiche adotta la Fondazione per prevenire l’usura e supportare imprese e famiglie prima che si trovino in situazioni critiche? Inoltre, come valutate l’efficacia e l’efficienza di queste strategie nel prevenire e combattere l’usura?
Nel contesto della prevenzione, si rendono necessarie modalità specifiche che intervengano prima che le persone si rivolgano a fonti inappropriate per ottenere aiuto finanziario. Tra questi interventi, si include anche un’attività di consulenza che aiuta le persone a progredire e ad evitare di ripetere gli stessi errori. Questo perché fornisce loro le risorse, sia cognitive che economiche, necessarie per andare avanti. Quando le risorse economiche sono esaurite, interveniamo noi.
Le altre strategie riguardano l’informazione, ossia far sapere che esistono alternative all’usuraio. Questa sensibilizzazione deve essere attuata anche nelle parrocchie e nelle scuole. L’obiettivo è costruire una collaborazione tra le istituzioni, che includono scuole e organizzazioni che si occupano di persone affette da dipendenze come l’azzardo o lo shopping compulsivo. È fondamentale anche aumentare la consapevolezza negli enti educativi, che spesso non si rendono conto che i giovani a cui si rivolgono potrebbero già essere coinvolti in attività quali scommesse online.
E molti ragazzi non si rendono conto che, sommando vari abbonamenti come quelli a servizi di streaming, anche se ciascuno costa solo 9 o 10 euro, alla fine del mese si può arrivare a spendere un totale di 60 o 70 euro.
Ci occupiamo spesso di famiglie e individui che, quando messi di fronte ad un bilancio familiare dettagliato, prendono coscienza di quanto del loro reddito sia già impegnato in spese. Questo avviene anche considerando voci di spesa meno evidenti, come il costo delle sigarette, che può sembrare trascurabile ma che, calcolato su base mensile, rivela un impatto significativo sul budget.
Un aspetto interessante è che, tra chi si rivolge a noi, non ci sono solo persone con redditi bassi, ma anche individui relativamente benestanti. Il problema fondamentale è l’equilibrio finanziario: rompere questo equilibrio può avvenire anche con redditi molto bassi, dai 3.000 € ai 6.000 € all’anno. Però è raro che vengano concessi prestiti a chi ha redditi così bassi.
Incontriamo poi persone con redditi annuali di 100.000 € o 200.000 € che spendono ben oltre i loro mezzi. Questa situazione è singolare, perché di solito la Caritas si occupa dei poveri, ma in realtà ci troviamo a fronteggiare problemi anche di persone che non sono povere ma che affrontano difficoltà di altro tipo. Alcuni rischiano di sperperare il proprio patrimonio a causa di vizi come il gioco d’azzardo, spesso nascondendolo ai familiari. Anche loro necessitano di supporto e accompagnamento per superare questi problemi.
Qual è il tuo punto di vista sull’impatto dell’usura sull’economia locale e sulla coesione sociale? Inoltre, quali ritieni possano essere le conseguenze a lungo termine, se l’usura non viene efficacemente contrastata?
Quando una persona si indebita, corre il rischio di impoverirsi e di perdere il proprio patrimonio. Le crisi recenti, come la pandemia, le guerre e l’inflazione, hanno aggravato questa situazione. L’aumento dei tassi di interesse sui mutui, ad esempio, ha portato alcune rate da 600 a 1.000 €, rompendo l’equilibrio finanziario soprattutto per le persone più fragili.
Le conseguenze di tali crisi colpiscono in modo asimmetrico. I più poveri sono maggiormente vulnerabili rispetto ai ricchi e, in questo contesto di precarietà economica, il ricorso all’usura diventa un’opzione pericolosamente innestabile. L’usura, tuttavia, è dannosa per tutti. Un imprenditore che chiede un prestito di 3.000 € può trovarsi in una spirale di debito incontrollabile.
Abbiamo visto casi in cui persone che avevano preso in prestito 3.000 € avevano già restituito 100.000 € senza riuscire a chiudere il debito. L’unico modo per interrompere questa spirale è la denuncia. Le conseguenze dell’usura non sono solo economiche, ma anche personali e sociali. Le persone possono ammalarsi, ricorrere all’uso di sostanze o cadere in depressione, arrivando talvolta al suicidio. Inoltre, le imprese vittime di usura possono finire sotto il controllo della criminalità organizzata. Dunque, l’usura è una vera e propria piaga che vìola la vita delle persone a livello fisico, economico e psicologico, incidendo profondamente sulla quotidianità e sul benessere personale.
Esistono specifiche fasce d’età che sono più a rischio di incappare in questa problematica, o il rischio è trasversale e coinvolge persone di tutte le età?
Abbiamo notato che non sono solo le persone tradizionalmente indebitate ad affrontare problemi finanziari, ma anche coloro che in passato avevano una stabilità economica. Incontriamo pensionati che si giocano la loro pensione con gratta e vinci o altri giochi d’azzardo, e che poi si rivolgono agli usurai per cercare di continuare a tentare la fortuna o per restituire i fondi che hanno perso.
Inoltre, si osserva un aumento preoccupante del fenomeno tra i giovani. Questi dati mostrano che il problema del gioco d’azzardo e dell’indebitamento non è limitato ad una specifica fascia d’età, gruppo sociale o condizione economica. Questa consapevolezza ci guida nel raccogliere e analizzare i dati per comprendere meglio il fenomeno e sviluppare strategie di intervento efficaci.
Quindi, considerando che il rischio è diventato trasversale, quali azioni potrebbe intraprendere lo Stato per proteggere queste categorie vulnerabili? Inoltre, quali interventi legislativi potrebbero essere implementati o migliorati per affrontare questa problematica?
Nel 1996, lo Stato ha introdotto la prima legge, la numero 108, contro l’usura. Sebbene il reato di usura fosse già presente nel Codice civile, questa legge ha istituito i fondi di solidarietà (art. 14) e di prevenzione (art. 15) e definito il tasso di usura (art. 2) oltre il quale si configura il reato. Oggi, a distanza di oltre 25 anni, crediamo che sia necessario aggiornare questa legge per riflettere il cambiamento nel fenomeno dell’usura.
Una proposta è quella di estendere l’accesso al fondo di solidarietà anche alle famiglie, non solo ai soggetti imprenditoriali. Attualmente, se una famiglia indebitata con un usuraio fa una denuncia, non esiste un fondo specifico che possa aiutarla, poiché il fondo di prevenzione non interviene in questi casi e il fondo di solidarietà è riservato solo ai soggetti economici. Inoltre, riguardo alle denunce, dobbiamo interrogarci sul perché la gente esiti a denunciare, spesso per paura o sfiducia nelle istituzioni. Proponiamo di introdurre un meccanismo simile al Codice Rosso per la violenza sulle donne, in modo che, in occasione della denuncia, si debba seguire una procedura di accertamento rapida da parte delle Forze dell’Ordine e dell’Autorità Giudiziaria sulla fondatezza della denuncia stessa anche senza una denuncia formale e la polizia possa iniziare a proteggere e ad indagare se ci sono evidenze sufficienti di usura. Un’altra area di intervento riguarda la protezione della proprietà primaria di una famiglia, la loro prima casa. Attualmente, quando iniziano i pignoramenti o il recupero crediti, spesso la prima casa viene aggredita, privando le famiglie della possibilità di un nuovo inizio. Le associazioni propongono di dare priorità agli ex proprietari nell’acquisto della loro casa alle aste, a prezzi di asta invece che a valori di mercato. Queste proposte mirano ad offrire maggiori tutele alle famiglie e ai piccoli imprenditori che necessitano di un intervento più contenuto per risolvere il loro dramma. Sui grandi patrimoni non riusciamo a fare granché.
Abbiamo discusso di vari argomenti, inclusa la correlazione tra il gioco d’azzardo e il rischio elevato di incappare in situazioni di usura o altre difficoltà. Per concludere, vorrei chiederti se hai un messaggio da inviare a coloro che attualmente stanno affrontando problemi come la ludopatia, che potrebbe portarli verso l’usura. C’è qualcosa che vorresti dire a queste persone, magari su come e a chi chiedere aiuto in queste situazioni?
È fondamentale riconoscere che esistono alternative alle offerte seducenti e immediate che vengono proposte. Esistono fondazioni antiusura e associazioni che si occupano di problemi legati al gioco d’azzardo, che io preferisco definire “azzardo patologico” piuttosto che ludopatia, poiché quest’ultimo termine può sembrare meno grave. Tali organizzazioni offrono possibilità concrete di uscita da queste situazioni.
Il messaggio che dovrebbe essere trasmesso è di speranza: è essenziale credere in un’alternativa alla disperazione, poiché molti, in assenza di speranza, possono arrivare al suicidio.
Un appello particolare va rivolto agli adulti, ai genitori e a coloro che hanno responsabilità nello Stato, sia nel campo dell’azzardo che nell’economia. È necessario lavorare per far sì che le imprese riconoscano i segnali di offerte di denaro facile e che comprendano che il denaro proveniente dalla criminalità organizzata ha un costo molto alto. È importante promuovere una cultura di grande vigilanza: il denaro non è neutrale, e la sua origine conta. Come si gestisce il tempo libero, e se si affida la propria vita all’azzardo, al lavoro o allo studio, influisce profondamente sulla vita di una persona e sulla sua autostima. Questi temi toccano le basi dell’identità personale e non sono solo questioni tecniche o economiche.
Per aiutare le persone a risolvere questi problemi, è necessario equipaggiare le varie agenzie educative, la scuola, il settore sanitario e chi segue le imprese, affinché questi fenomeni non vengano sottovalutati ma affrontati con determinazione.
Infine, è essenziale che lo Stato agisca con chiarezza e determinazione, senza ambiguità, specialmente per quanto riguarda l’azzardo. Non può permettersi di assumere il ruolo di gestore di attività ludiche rischiose, o permettere pubblicità mascherata sui campi di calcio, e poi non affrontare le conseguenze sociali ed economiche che ne derivano.
Per quanto riguarda l’usura, l’obiettivo principale è aumentare la consapevolezza sulle alternative disponibili. Attualmente, molte persone non sono informate sul fatto che, in caso di indebitamento, esistono risorse come il fondo di prevenzione e il fondo di solidarietà, messi a disposizione dallo Stato. Una maggiore consapevolezza può fare la differenza nel fornire a chi si trova in situazioni di debito pesante una via d’uscita efficace e concreta.