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Cinesport: Nel nostro cielo un rombo di tuono

Nel nostro cielo un rombo di tuono

Il racconto di un campione, come Gigi Riva, caratterizzato dal rigore morale ed etico di un uomo che ha affermato con forza che non tutto si può comprare. Un uomo con un legame indissolubile con una terra e il suo popolo, la Sardegna. Ed il gol più bello della sua pura e limpida storia di calciatore: una vita da hombre vertical

di Andrea Barbetti

Gli scarpini nella borsa da operaio. Il pallone tra un turno e l’altro. E nel cuore di ragazzo già un turbine di memorie: la morte del padre, tre collegi severi; fatica, dolore, passione, sogno; e poi l’addio alla madre, e quel ramo del Lago Maggiore che un giorno lo vede partire a 19 anni – da “imbranato”, racconta. Abituato a terre che circondano acque, conosce la vita di chi è assediato dal mare e dalla storia, ma non s’arrende mai. Gigi Riva sbarca in Sardegna insieme alla sorella, quell’espressione un po’ così, chiusa, riservata, silenziosa, che per mistero divino hanno quelli nati sia a Leggiuno nel Varesotto sia a Cagliari. E proprio lì accade il miracolo: mille sigarette, tanti gol, una chitarra di Faber in dono, mentre lo Stadio Amsicora festeggia la Serie A per la prima volta, mentre la squadra cresce di qualità e grazie alle sue reti arriva allo scudetto, stagione 1969-70, quella di piazza Fontana e della Banca dell’Agricoltura, di un’Italia di migranti, di radioline accese sulle voci in diretta di Ciotti e Ameri. Imperdibile questo emozionante documentario di Riccardo Milani, regista di garbate e belle commedie all’italiana. Imperdibile sin dal titolo, perché l’epiteto “rombo di tuono” è firma di Gianni Brera, cantore sopraffino dell’epica di un calcio da facce e luoghi così sporchi e malinconici da sembrare oggi la vera età dell’oro. Ed è imperdibile questo film, perché parla di Gigi Riva, uno che Juve ed Inter aspettano ancora. Leggenda racconta addirittura che perfino il bandito Graziano Mesina, travestimento dopo l’altro, andasse a vedere il Cagliari da latitante ovunque ricercato. Non è invece leggenda che l’ottuagenario centravanti viva ancora nel condominio cagliaritano che l’ha accolto ormai sessant’anni fa, circondato dall’affetto sincero dei compagni di squadra di allora, che si raccontano e lo raccontano con la discrezione che chiede il personaggio. Dei suoi gol più incredibili parla così: «Ci provo, dicevo, ed è andata bene». Ne segnerà 155 in 289 gare con la maglia rossoblù, 35 in 42 partite in nazionale, record di sempre. Nessuna sorpresa se le radio isolane si spengono tutte insieme il 1° febbraio 1976: Riva chiude la carriera dopo l’ennesima ferita della vita in un Cagliari-Milan di cui nessuno oggi ricorda il risultato. Ma così lo saluta il giorno seguente Brera nel suo omerico articolo “Lamento per Riva”: «Io vorrei solo che degli eroi autentici non si guastasse mai il ricordo». Un grazie dunque a Riccardo Milani: l’oggi ottantenne Rombo di Tuono è più che mai insieme a noi, col sorriso nascosto da fumi di sigaretta e tante nebbie dell’animo, mentre solleva stanche braccia al cielo dopo il gol più bello della sua pura e limpida storia di calciatore: una vita da hombre vertical.

NEL NOSTRO CIELO UN ROMBO DI TUONO

Regia di Riccardo Milani

Genere Documentario

Italia, 2022, durata 160 minuti

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