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strategie e tecniche della comunicazione stampata
33/11 L’ACQUA
PRINTBUYER 33 2011
L’ACQUA
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Zeta’s srl 20137 Milano via Kolbe 8 - In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi € 6,50
La carta fa crescere gli alberi
Comunicare con la carta è la cosa più naturale del mondo. Perché proviene da una fonte rinnovabile per eccellenza: il legno. L’industria cartaria promuove la gestione sostenibile delle foreste: in questo modo sono più gli alberi piantati di quelli tagliati. Così ogni anno le foreste europee crescono di un’area pari a 1,5 milioni di campi da calcio: sono aumentate del 30% dal 1950 ad oggi. E’ da queste foreste europee che proviene l’88% del legno usato per produrre carta. La stessa carta che fa crescere sempre nuovi alberi, sempre più alberi. Naturale, rinnovabile e riciclabile: è il lato verde della carta
Two Sides è un’iniziativa della filiera della comunicazione su carta e promuove la produzione e l’uso responsabile della carta e della stampa.
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facce toste ch e cambie r anno in meg lio) il mondo...
Guardateli i nostri figli, guardateli mentre studiano, mentre fanno le loro versioni di latino crossmediali: leggono un brano del De bello gallico e chattano, twittano e inviano un post e si fanno un videogame in multiplayer, guardateli mentre cercano, meraviglia delle meraviglie, un gerundio sul dizionario – quello sì ce l’hanno ancora di carta – in un procedere che a pensarci bene è autentica multimedialità, cultura della convergenza allo stato puro. Chapeau. In napoletano si dice faccia tosta campaje, faccia moscia murette*. I nativi digitali sono ubiqui, hanno un approccio cooperativo su tutto, capire questa generazione vuol dire capire dove sta andando il mondo, dove andranno i media, l’economia e tutti noi. Ora la net generation, ragazzi dai 16 ai 35 anni, comincia la sua vita nelle aziende, comprese le aziende grafiche, e molti ci raccontano che i ‘figlioli’ spingono per avere siti di e-commerce, flussi digitali, sistemi di business intelligence. La loro visione del lavoro è fondata sul binomio collaborazione e libertà che significa starsene in un ufficio a picco sul web a smanettare magari una notte intera e dormire il giorno dopo, sì… perché lavorare deve essere divertente, non c’è motivo per cui non debba essere così, perché il massimo del divertimento è “risolvere un problema collaborando in rete con molte persone”, perché il loro grido è “lasciateci innovare”. Utilizzando, ovvio, le comunità virtuali. Una generazione di smanettoni screanzati che non sa neppure qual è la capitale del Belgio? Cuore di mamma dice da loro abbiamo molto da imparare, soprattutto quell’approccio collaborativo ‘naturale’ che trasforma ogni azione in un crocevia di contatti, che dobbiamo fidarci di loro, che cambieranno questo mondo malandato, anzi lo riconfigureranno. E se avete finito di leggere, ora digitate su YouTube The times they are a-changin’ e ascoltatevi la canzone profetica di Dylan e inspirate, espirate… che la voce del menestrello scava sempre il cuore (di noi analogici). Scemo che non sei altro, vecchio Bob, ma devi sempre farci commuovere? *Se hai la faccia tosta vai avanti, se non ce l’hai muori.
pensieri fuoricorso
Quelle
Anna Aprea giornalista aprea.a@ilpoligrafico.it
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: a n i t r e p o c a l PB 3 3 T e m a d e l 32
20 Lo scenario delle piattaforme web to print si affolla, segno che il mercato è ormai maturo per raccogliere le potenzialità dell’offerta di stampa online. Esperienze, interviste e qualche pensiero sul futuro.
Se la busta fa la differenza. Buste che si offrono allo sguardo, si allungano, si fanno annusare… e diventano protagoniste del mailing.
la copertina
il mondo > > 5 e toste che cambieranno (in meglio) pensieri fuoricorso Quelle facc > > > > > > > > > 8 > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > he > nic tec oni azi rm info
COMUNICARE
> > > > > > > > 26 una grande comunicazione > > > Aziende Eni, un grande Gruppo, > > > > > > > 32 le buste > > > > > > > > > > > > > > no osa e Dov ting rke ma ect dir > > > > > > 50 libri > > > > > > > > > > > > > > > > Ebook I libri del futuro, il futuro dei
Gestione aziendale
saperne di più > > > > > > > > > DIGITAL ASSET MANAGEMENT Per
inchiesta
> > > > > > > > 54
> > > > > > > 20 online: interviste, problemi > > > > Web to Print Vendere la stampa
Istanti di bellezza con la serigrafia. Personalizzare specchi, bottiglie e ogni genere di oggetto in vetro. Un articolo tecnico ricco di informazioni.
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26
Incontro con l’Eni, il gigante dell’energia. Tante le iniziative, tantissimi i periodici che compongono l’offerta Eni. Ne parliamo con Gianni Di Giovanni.
Tema, la laminazione a freddo. Lorenzo Capitani ne ha parlato con gli esperti: responsabili di sala stampa, creativi, tecnici, commerciali.
tecnologia
‘‘ 48
> > > > > > 36 tecnica con molti pregi > > > > > > Stampa Laminazione a freddo, una > > > > > > > 48 vetro > > > > > > > > > > > > > > > del reto disc ino fasc Il afia igr Ser > > > > > > > > 58 prodotti con le tecnologie digitali > stampa dIgitale Promuovere i
IDEE
> > > > > > > > 46 > > > > > > > > > > > > > > > > > bere da do mon Un ... PER ta Car > > > > > > > > 41 della vita > > > > > > > > > > > > > color marketing II lato giallo
RUBRICHE
> > > > > > 13 in cattedra > > > > > > > > > > > > sale g intin rtpr Pixa a mp sta di i ech > > > > > > > 61 tutto un po’ > > > > > > > > > > > > Cartiere Iniziative, progetti e di > > > > > 64 for packaging > > > > > > > > > > > reen Gog con to men unta App nda age
LE CARTE DI QUESTO NUMERO
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sommario
l’acqua
3 A PAG. 18 > > > > > > > > > >16MO DA PAG. GARDAMATT ART 115 G.> > > > A PAG. 34 19 PAG. DA > > > > > > > > > 16MO GARDAPAT 13 KIARA 115 G..> > A PAG. 50 35 PAG. DA >16MO > > >>>>>> GARDAPAT 13 KLASSICA 115 G.> 51 A PAG. 66 PAG. DA >16MO > > > > > > > > > GARDAGLOSS ART 115 G.> > >
Un numero davvero molto ricco. Da non perdere l’inchiesta sul web to print, a pagina 20. E per chi è alla ricerca di idee, a pagina 32 un articolo sulle buste: belle da guardare… ma anche da copiare. Sul versante tecnologico, sono tanti i temi trattati: la serigrafia su vetro, la laminazione a freddo, la stampa digitale. L’intervista di questo numero è importante: dedicata all’Eni, il colosso italiano dell’energia. Non dimenticate, a pagina 41, l’appuntamento col colore: Leggetelo tutto, è… illuminante.
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informazioni tecniche
8 l a
1
c o p e r t i n a
3
La copertina di questo numero è stata stampata su una carta pa n co no tinata senza leg superficie lucida ad alto r spessore GardaCove 2. m g/ Hi-Fi da 305
quattro Stampata in offset a ta poi colori, la copertina è sta opilene plastificata con polipr lucido.
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proceduSuccessivamente si è UV serito con la verniciatura r creare grafica spessorata pe sia vile na l’effetto tridimensio o reaett sivo che tattile. Un eff po fa lizzabile fino a poco tem co: una solo con il rilievo a sec provoe ch sa lavorazione costo sul renti cava anche avvallame possibile tro della carta. Oggi è ltato con ottenere lo stesso risu a. la tecnica serigrafic
Il tema della copertina è l’acqua. lavata e percorsa Senti che liscia questa superficie dall’acqua, e guarda com’è lucente. ce spruzzate, e guarda: Sfiora la sostanza delle mille goc ognuna è un piccolo globo di riflessi.
emilplast firma la copertina di
Print Buyer
Da oltre venticinque anni Emilplast S.r.l. affianca creativi e stampatori nella nobilitazione e nella valorizzazione di cataloghi e stampati. L’azienda modenese offre supporto tecnico per lavorazioni di serigrafia, verniciatura UV offset, plastificazione e accoppiatura, incapsulatura, stampa a caldo. Emilplast, oltre all’esperienza nelle lavorazioni tradizionali, è da sempre all’avanguardia nelle nuove tecniche di stampa: per questo motivo è in grado di studiare, suggerire e realizzare quegli effetti polisensoriali che stimolano in modo innovativo vista, tatto e olfatto e sono in grado di trasformare semplici stampati in una
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rubriche
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echi di stampa EV EN TI & N O VI TÀ
moglia
cinquant’anni (di stampa) e non sentirli Il Cinquantenario è una tappa fondamentale nella storia e nel riconoscimento dei valori di un’azienda. Ecco perché Moglia – impresa grafica nata nel ’61 a Torino – ha colto l’occasione dei festeggiamenti per illustrare ai clienti, agli amici e a tutto il popolo di creativi e designer intervenuti, i valori e i saperi alla base del suo percorso. Nell’open house, che si è svolta lo scorso 28 aprile, sono stati presentati due progetti che sintetizzano la crescita, il lavoro “tecnico” e il talento dell’azienda torinese: un calendario perpetuo ispirato al tema del tempo come dimensione astratta e un taccuino legato al concetto dell’azione rituale, entrambi realizzati in collaborazione con la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. Valorizzare prodotti cartacei di uso comune, trasformarli in veri e propri oggetti di design, facendo dialogare materiali e tecniche di stampa con la ricerca di forme e finiture, è il cuore pulsante del percorso pluridisciplinare che Moglia ha intrapreso. L’obiettivo dell’azienda torinese è infatti quello di proporsi come polo di sintesi – creativo e tecnologico – tra le aziende e il mondo della comunicazione e del design. Dotata di una forte vocazione alla ricerca e alle sperimentazioni più ardite, Moglia vuole oggi offrire al mercato le sue competenze legate allo studio delle valenze comunicative del materiale cartaceo, sempre in diretto contatto con le sollecitazioni e i desideri di agenzie e clienti. www.moglia.it
Una riunione dei creativi che hanno partecipato ai progetti di Moglia in occasione del cinquantenario della società. In alto, la sala stampa dell’azienda grafica torinese.
altavia every
firma la campagna per la settimana della comunicazione
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In occasione della “Settimana della Comunicazione” che avrà luogo a Milano dal 3 al 9 ottobre e che vedrà riunita l’avanguardia della comunicazione italiana in sette giorni ricchi di eventi, incontri e seminari è partita la campagna pubblicitaria sulle riviste di settore e sul web. La creatività è firmata da Altavia Every, agenzia multicreativa, che ha scelto un tono ironico e dissacrante per raccontare la forza della comunicazione. Il concept “Nessuno ferma la comunicazione” è presentato attraverso una serie di “ultime parole famose” pronunciate da personaggi che non hanno creduto nel potere della comunicazione e non hanno saputo cogliere la potenzialità di mezzi, personaggi e idee che hanno rivoluzionato la nostra storia. www.altavia.it
13 rubriche
ev en ti & n o vi tà
pixartprinting
rigamonti in cattedra alla ca’ foscari spiega le ragioni del successo Sono tutte un po’ speciali, ma anche fuori dagli schemi, le cose che Matteo Rigamonti, CEO di pixartprinting, azienda di punta del web to print, 65.000 clienti in Europa, ha raccontato ai giovani studenti della Ca’ Foscari nel corso di un seminario organizzato in occasione della Ca’ Foscari Digital Week, la settimana che l’università di Venezia ha dedicato in maggio al tema del digitale, o meglio del suo impatto nella società e nell’impresa. Ha parlato della falsa bellezza del villaggio globale, dei poteri forti di Google, dei danni della globalizzazione ma, soprattutto, Rigamonti ha parlato dell’escalation della sua azienda e lo ha fatto con un linguaggio sincero e vicino ai giovani in ascolto. Quali sono le ragioni vere del successo di pixartprinting, si è chiesto riflettendo ad alta voce, come mai il fatturato è aumentato di 50 volte in poco meno di undici anni?
più investimenti, più competitività
150 relatori hanno partecipato alla Ca’ Foscari Digital Week dedicata alle nuove frontiere del digitale. Matteo Rigamonti, CEO di pixartprinting, è intervenuto sul tema “Innovazione e business digitale” come testimonial di una case history di successo.
Talento e un pizzico di fortuna «Mi dispiace deludere» ha confessato con sincerità e non senza ironia «ma le ragioni sono banali: la prima risposta è che non lo so, la seconda è che mi ero comprato una casa e dovevo pagare il mutuo, la terza è che ho avuto la fortuna di avere concorrenti tutto sommato modesti, l’ultima è che il settore della stampa ha forse dormito troppo a lungo sugli allori». Come dire che il successo è sempre l’esito di un intreccio, un insieme di ragione e sentimento in cui giocano un ruolo non secondario le piccole e grandi vicende della vita che rafforzano la volontà, incoraggiano il cambiamento, stimolano la competizione.
Pixartprinting vive un grande momento di espansione, sia sul piano internazionale che su quello interno. Un vertiginoso aumento degli ordini e del fatturato (+48% rispetto all’anno scorso) ha suggerito un nuovo piano di investimenti per un totale di 8 milioni di euro già spesi nei primi mesi dell’anno: è recente l’acquisto di due Komori 70x100 a 8 colori e 4 nuove HP Indigo 7500 che si affiancano alle 6 HP Indigo 7000 già installate. E per fronteggiare i picchi legati alle promozioni, l’azienda di Quarto d’Altino sta sperimentando, nell’offset, la formula dell’outsourcing. “Ci appoggiamo ad altri stampatori, ovunque essi siano, non necessariamente in Veneto” ha precisato Rigamonti “ma non vogliamo creare aziende sorte per servire le nostre esigenze: l’outsourcing per noi è elasticità”.
La forza delle scelte giuste Se il talento e l’istinto imprenditoriale sono la pietra d’angolo dell’edificio di pixartprinting, non si possono non considerare però quattro temi forti su cui Rigamonti ha costruito il processo di espansione della sua azienda: l’accento posto sui risultati economici; l’importanza di avere una visione, percepire cioè il tracciato futuro dell’azienda; il valore delle scelte di marketing; l’uso del prezzo come leva strategica. Ma è quasi certo che la ricetta del successo non è tutta qui, bisogna includere ancora un altro, fondamentale ingrediente. Quale? «Quel briciolo di follia» conclude Rigamonti «senza il quale non si va da nessuna parte». Anna Aprea
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suggerisce le idee di stampa con printpad
le buone idee di stampa costano solo 33 euro. abbonati oggi stesso a print buyer
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tipolitografica cs chiama il nr. 0275291028 oppure vai sul sito www.stampamedia.net
Printpad è un’idea innovativa messa a punto da Tipolitografica CS che si propone di fornire idee per la stampa che possano diventare preziosi strumenti di vendita. In sintesi, un’agenda perpetua, uno sketchbook dove appuntare le proprie emozioni e riflessioni che contiene anche 12 tavole materiche corredata ognuna da una scheda tecnica di realizzazione. Le tavole, che hanno lo scopo di rendere facilmente comprensibile l’effetto ottenuto con una particolare nobilitazione, sono staccabili e riposizionabili in un apposito contenitore. Stampa offset UV con vernice iriodin su carta perlescente, Polybrid su carta patinata, argento flexo con sovrastampa UV su carta patinata: sono alcuni esempi dei campioni che è possibile visionare e toccare. Un lavoro complesso che ha visto il coinvolgimento di persone e aziende con competenze elevatissime che hanno collaborato con l’azienda padovana: da Cartotecnica Sinigaglia, che ha confezionato la copertina e realizzato il punto Singer delle schede, a La Cartotecnica che ha eseguito la microincisione e la stampa a caldo, Dedit per gli impianti lenticolari, Triplast per la plastificazione in lamina argento e olografica, Labe per la stampa e accoppiatura serigrafica. Il concept è stato realizzato da Massimo Garbo che ha collaborato anche ai testi con Massimo Bruschi, mentre il progetto grafico e i contenuti fotografici sono di Fabio Gamberini e le illustrazioni di Lorella Pierdicca. www.tipolitocs.com
ARTELIBRO
PER CHI AMA I LIBRI, OTTAVA EDIZIONE DELLA GRANDE KERMESSE BOLOGNESE
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Appuntamento, come ogni anno a fine settembre, dal 22 al 25, con Artelibro, il festival del libro d’arte dedicato a tutti gli appassionati di libri, allestito nel centro di Bologna, tra Palazzo di Re Enzo e del Podestà, il Museo Civico Archeologico e la Biblioteca Sala Borsa, dove si svolgeranno mostre, dibattiti, workshop e appuntamenti dedicati all’arte contemporanea, alla fotografia, ai media, al design. Protagoniste di Artelibro, come sempre, le case editrici italiane più importanti: Electa, Motta Editore, Silvana Editoriale, Franco Cosimo Panini, Ilisso Edizioni, Skira, Spirali, Utet, Zanichelli e tante altre. In primo piano, per questa ottava edizione, è “Artelibro-Archeopolis”, evento dedicato all’archeologia, realizzato con la collaborazione del Museo Civico Archeologico, in occasione dei 2.200 anni dalla fondazione della colonia romana di Bononia e i 130 anni dall’istituzione del museo. www.artelibro.it
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echi di stampa quadrifolio e signum
insieme per conquistare le vette del lusso Hanno appena costituito un Gruppo, una “potenza di fuoco”, come la definisce il presidente Francesco Poloni (che è anche presidente del settore grafici di Unigec-Confapi) e ora sognano di spingere l’acceleratore verso la stampa del lusso. Si tratta di due aziende grafiche – Quadrifolio e Signum – unite con l’obiettivo di rafforzare la loro presenza in Italia e offrire ai big della gioielleria e della moda un’attrezzatura degna delle esigenze. Il retino Staccato per la stampa d’alta classe Fiore all’occhiello della nuova realtà, strutturata nei comparti della prestampa, della stampa e della legatoria, sono due sistemi CtP di ultima generazione che consentono la tecnica del retino Staccato, evoluzione del retino stocastico, un sistema che, rispetto al retino tradizionale, consente riproduzioni fotografiche stupefacenti, riconoscibili per la loro nitidezza anche a uno sguardo immediato: una più marcata definizione delle immagini, sfumature di straordinaria precisione, altissima resa dei dettagli incisi nei materiali preziosi, l’oro, la ceramica, l’acciaio, i cristalli. L’ideale insomma per la stampa di alta gamma.
Notebook Kenzo (progetto Studio Bazzani): rilegatura cartonata, plancia di coperta stampata a 4 colori su carta Imitlin AIDA neve (Fedrigoni), interno su carta Arcoprint Edizioni avorio mano 1.7 (Fedrigoni), 4+4 colori.
Prossima tappa, l’orologeria swiss made Lo sbocco del Gruppo, che oggi ha circa 10 milioni di fatturato, è infatti quello di rivolgersi soprattutto ai luxury brand, settori che da qualche tempo sono tornati a macinare utili. «Aumentare le soglie di competitività nei segmenti più alti della stampa che del resto già serviamo» spiega Poloni «e orientarci da subito al mercato svizzero degli orologi», questi in sintesi i due obiettivi strategici che nell’immediato l’azienda si propone. Sono poche del resto in Italia le imprese grafiche che adottano la tecnica del retino Staccato («meno di 10 in tutto il paese e forse solo 2 a Milano» precisa Poloni) e che possono dunque permettersi il lusso, è proprio il caso di dirlo, di corteggiare quel mondo esclusivo dell’orologeria swiss made, dominato dai sofisticati marchi dell’orologeria elvetica, da Rolex a Chopard, da Piguet a Bulgari e tanti altri. «Nei confronti dei produttori svizzeri» conclude Poloni «abbiamo anche un altro vantaggio: una differenza dei prezzi di stampa rispetto agli stampatori elvetici che, complice il cambio, può raggiungere anche una riduzione del 20%.» A.A. Attrezzature reparto stampa: 1 Roland 700 10 colori 70x100 2 Heidelberg 5 colori 70x100 con spalmatore 1 Heidelberg 5 colori 35x50 1 Komori 5 colori 70x100
Bilancio Dolce&Gabbana con rilegatura cartonata, plancia di coperta a un colore serigrafico su carta Artelibris Air Bag nero (Cordenons), interno stampato su carta Hanno Art (Sappi) 4+4 colori+nero doppio passaggio e vernice opaca.
fontana grafica
sponsorizza “la mano del grafico” Fontana Grafica, nota per i suoi raffinati materiali di rivestimento innovativi e di qualità per display, packaging, astucci, cofanetti, libri e molto altro, ha contribuito alla realizzazione della mostra “La mano del grafico” organizzata dal FAI nella splendida cornice di Villa Necchi a Milano lo scorso aprile. Esposti 367 disegni e schizzi autografi di 107 fra i più autorevoli grafici italiani e internazionali messi all’asta alla chiusura della mostra per sostenere interventi di manutenzione alla villa e al restauro di alcuni testi della biblioteca storica del Castello di Masino. Un’operazione quest’ultima particolarmente cara a Fontana Grafica in prima linea nella Culture in Covering. www.fontanagrafica.it
recensioni
“basta - divagazioni sul dissenso” un progetto a cura di giancarlo iliprandi Una collezione di idee grafiche di studenti di varie facoltà che hanno voluto esprimere indignazione e protesta civile su temi politici, sociali, etici, e lo hanno fatto attraverso fotografie, grafica e testi. Intorno al progetto di questo libro si sono raccolti in tanti per discutere e produrre visual ispirati al tema del… basta: pensatori come Gillo Dorfles e Fulvio Carmagnola hanno sviscerato e condiviso con altri le ragioni e le direzioni del dissenso. Ne è nato un libro importante e bello, curato da Giancarlo Iliprandi, docente presso la Facoltà del Design del Politecnico di Milano, pubblicato dall’editore Lupetti, con il titolo “BASTA, divagazioni sul dissenso” e presentato alla Triennale Bovisa di Milano, dove è stata allestita una mostra con layout, disegni e manifesti che compongono il volume. www.lupetti.com
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echi di stampa gruppo lego
errata corrige: sono 121 milioni i rIcavi del gruppo Sono 121 milioni i ricavi del Gruppo Olivotto nel 2010 e non 12. Anzi, per la precisione, sono 121.710. E’ il brutto scherzo di un punto, saltato da un angolo all’altro, che induce questa dovuta correzione. L’inesattezza sul fatturato del Gruppo è comparsa su I Big dell’industria grafica italiana, la classifica annualmente pubblicata dal Poligrafico che, a causa dell’errore, non ha attribuito al Gruppo Lego il meritato quarto posto nella graduatoria delle imprese del settore: “Temo che un banale errore di battitura abbia relegato la nostra azienda molto lontano dalla posizione che le compete” dice Giulio Olivotto, presidente del Gruppo Lego (nella foto). E prosegue: “Centoventuno milioni di fatturato sono al di sotto della nostra potenzialità. Nonostante i tempi siano ancora incerti e il mercato grafico europeo soffra di un’importante sovraccapacità produttiva, ritengo che il fatturato di Lego nel 2011 aumenterà in maniera significativa rispetto all’anno scorso”. Specialisti nel libro Sarà il vento che soffia sull’export dei prodotti italiani (il Gruppo opera da vent’anni negli Usa ma anche in Inghilterra, in Francia, in Germania, in Olanda, in Belgio), sarà che gli esiti della ristrutturazione cominciano a farsi sentire (nel 2009 il Gruppo si è ridimensionato, con la chiusura degli stabilimenti di Martellago - VE, ex Electa/Mondadori, e di Ozzano - BO, ex Grafiche Calderini), sta di fatto che le cose iniziano a prendere la piega giusta. Taglio dei costi, cambio del mix di clientela, aumento dell’export: questi i punti cardine della terapia adottata per imprimere un’inversione di tendenza. E ora, come spiega Olivotto, l’azienda si rimette in marcia puntando sulle sue specialità, innanzitutto il libro “e qualsiasi stampato che si possa ‘vestire’ come un libro”, dunque la scolastica, i vocabolari, i libri religiosi e libri sottili “per i quali” aggiunge il presidente, “abbiamo attrezzature dedicate progettate da noi stessi”. C’è altro nel menu delle specialità aziendali? “Sì: manteniamo la parola data”. www.legogroup.com
altavia every
un libro per raccontare la mission di fondazione milan
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Quello tra Altavia Every, agenzia multicreativa, e Fondazione Milan Onlus è un incontro importante nato dalla condivisione di valori. Il Book 2011 di Fondazione Milan presentato in una conferenza stampa a Milano è una narrazione emozionante, strutturata intorno ai 4 ambiti di intervento in Italia e nel mondo, per far conoscere in profondità i progetti della onlus. Il concept grafico è studiato a partire da una fruizione immediata ed emozionale dei contenuti: il rosso e il nero, che si alternano con diversi volumi, caratterizzano lo stile di ogni pagina. La direzione creativa è di Fabrizio Arrigoni, Alfredo Negri ha curato la gestione delle operazioni di stampa. www.altavia.it
inchiesta
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Lo scenario delle piattaforme web - to - print è in movimento . Nuovi soggetti , nuove strate gie di vendita . I n linea di mas sima , il mercato è popolato da player nativi digitali ma cominciano a fare capolino anche aziende di stampa desiderose di ampliare la sfera del business . I pro duttori di software offrono soluzioni flessibili , adattabili a tutte le esigenze . E cco a voi una panoramica del mer cato : esperienze , problemi , commenti , interviste .
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foto www.dreamstime.com
H anno collaborato : A nna Aprea , T itti Cocola , V anna Pizzetti , C ristina Rossi .
problemi legati agli ordini, fino alla crescente richiesta di personalizzazione di forme e contenuti. È proprio in questa cornice sfaccettata, che ha di fatto rimodellato i rapporti di forza sulle pretese di un mercato centrato sull’efficacia e la rapidità di risposta, che si sono creati i presupposti per il moltiplicarsi dei canali d’offerta di stampa online. Semplificazione dei processi Alle prese con i segnali deboli del mercato, alcune aziende di stampa cominciano dunque a sperimentare servizi web
dapprima come strumenti strategici che, sfruttando le potenzialità della rete, servono a offrire ai clienti una possibilità di presidiare certe fasi di lavorazione degli stampati; in un secondo tempo qualcuno fa il salto verso la vendita diretta. Poter dare una risposta risolutiva a quanti, mouse alla mano, chiedono di ordinare stampati in pochi minuti, acquistarli, personalizzarli, deciderne le quantità, gestirne fatturazione, modalità di pagamento e il come e quando della spedizione è una piccola, ma significativa, rivoluzione. Stop alle telefonate, ai viaggi, alle comunicazioni, alle contestazioni, alle infinite contrattazioni… eliminando quei farraginosi passaggi tra fornitore e committente, come necessaria conseguenza i clienti hanno beneficiato di una riduzione del prezzo finale dello stampato. Un’arma a doppio taglio per gli stampatori? No, perché la riduzione dei prezzi nelle vetrine online è dovuta non solo alla semplificazione dei processi, ma anche a un abbattimento dei costi di magazzino e, se le cose funzionano, a un allargamento del parco clienti. Aggiornamento tecnologico «Per quanto ci riguarda, abbiamo considerato che gran parte delle aziende ormai si autoproduceva il file di stampa per le proprie esigenze di comunicazione», spiega Carlo Bai, responsabile di Colorby, pioniere in Italia nel web-toprint, che dalla fine degli anni Novanta ha attivato due portali di vendita online, sia nella formula business che consumer. «Dunque abbiamo voluto dare una risposta a quel mercato che, altrimenti, sarebbe stato appannaggio delle in house document printer». La carta vincente in questo
21 inchiesta
WEB-TO-PRINT si stampi chi può
Quante cose sono accadute in questi ultimi anni nel mondo della stampa, e non solo per la rivoluzione digitale che ha modificato il cuore stesso delle aziende: a condizionare profondamente il sistema organizzativo è stata soprattutto la crisi economica che ha inciso sugli assetti strutturali del settore, accelerando quei processi di integrazione, partnership e trasformazione dei modelli di business. Il tutto mentre un’analoga rivoluzione si consumava sul versante della domanda, dove aziende e agenzie si sono trovate, quasi di punto in bianco, a gestire un nuovo quadro di necessità, a cominciare dalla riduzione dei budget di comunicazione che ha compresso i volumi di stampa, all’esigenza di dover risolvere in velocità i
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business, spiega ancora il titolare di Colorby, è costituita dagli investimenti tecnologici. «È l’aggiornamento tecnologico» precisa infatti Bai «che genera la riduzione del costo copia, ma pone anche la necessità di produrre maggiori volumi. Noi abbiamo un parco macchine piuttosto ampio ed è perciò che possiamo operare sia nel b2b che nel b2c». Come sempre accade nel mondo della stampa, è il binomio esperienza-investimenti a creare quel circolo virtuoso che poi determina i risultati. Tre segmenti di business Si può dire che dopo i primi tentativi pionieristici, oggi si va configurando un sistema piuttosto maturo di siti webto-print. Due sostanzialmente le tipologie di operatori: stampatori tradizionali che hanno attivato piattaforme web per ampliare il business o per offrire un servizio di gestione della commessa ai propri clienti e, sull’altro crinale, operatori nativi digitali come Colorby e tanti altri. L’offerta del commercio elettronico si muove per ora in uno spazio composito. Vi è il w2p dedicato alla stampa commerciale sia nella formula b2b che in quella rivolta al segmento consumer; quello del self-publishing che in Italia ha avuto subito un successo straordinario (si pensi che la joint venture fra La Cromografica e il portale ilmiolibro.it ha generato richieste di pubblicazione di 40.000 titoli solo nei primi due anni); infine, l’universo specifico della fotografia e del fotoalbum, nato per lo più sulla matrice di fotolaboratori o fotolito giunti al tramonto, poi cresciuto fino a generare una filiera di operatori web, fotografi, stampatori com-
merciali che in Europa oggi vale 100 milioni di euro con previsioni di crescita di oltre il 22%. Stampa digitale e non solo Dunque è uno scenario articolato quello della stampa self-service, dove non sempre il web-to-print coincide tout court con la stampa digitale, dove teoricamente non ci sono confini territoriali (ma in fondo ci sono eccome…) e tutto appare fluttuante e si regola e si deregola in base alle dinamiche della domanda. Uno per tutti il caso di pixartprinting, azienda-mito nel settore nata come service di stampa digitale online, in crescita ininterrotta da oltre 10 anni, che non smette di stupire per la sua capacità di adeguarsi alle controtendenze del mercato, con i suoi grandiosi investimenti tecnologici prima nella stampa digitale di piccolo e grande formato poi, sorprendentemente, nella offset. Non smette di stupire pixartprinting anche perché la sua piattaforma di e-commerce è un punto di riferimento obbligato sia nel b2b che nel b2c. Il che significa che non pochi stampatori sono al tempo stesso clienti (che acquistano e rivendono stampati prodotti a basso prezzo dall’azienda veneta) e fornitori (che producono in outsourcing, sulle loro macchine offset, stampati che pixartprinting poi vende).
Intervista a A ntonio Cacco , presidente del C d A di U nicolor Nasce come fotolaboratorio oltre 40 anni fa. Oggi Unicolor fa parte del Consorzio Rikorda, specializzato nei servizi per la stampa e il finishing fotografico realizzato con attrezzature HP Indigo, composto da quattro società che operano attraverso 6.000 punti vendita.
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Cambiare l’organizzazione Ma cerchiamo di capire di più, scoprendo quali sono le esperienze di chi opera nel mondo del web-to-print. Giancarlo Miotto, titolare di Tic Tac, sito specializzato nel grande formato, si muove in questo mondo dal 2004: «Ai tempi» racconta «prendemmo spunto dai siti che vendevano
Com’è nato questo progetto “grandioso” di trasformazione di un fotolaboratorio? Dieci anni fa decisi che era giunto il momento di offrire un servizio a copertura nazionale. In accordo con altre tre aziende, dislocate in altre regioni, fondai un consorzio con l’obiettivo di dividere i costi. E’ stato faticoso e molto sofferto il cambio d’impostazione. Qual è la modalità d’acquisto che avete predisposto per gli utenti? Abbiamo associato una modalità tradizionale a una nuova. Poiché vogliamo ovviare alla diffidenza degli italiani al pagamento online, alla registrazione ci si associa al punto vendita più vicino, si caricano le foto (oppure si consegna il cd in negozio) e il giorno successivo si ritirano le foto e si paga, evitando così le spese di spedizione. Grazie a un software sviluppato da noi, l’utente, se vuole, può anche caricare le foto direttamente nel sito, impaginarle in un layout e personalizzarle. Parliamo di fotoalbum... Non è un prodotto facile, proporlo in rete oggi non consente di realizzare grandi numeri. Gli utenti hanno bisogno di consigli, chiedono supporto, è dunque molto apprezzata l’idea di un punto vendita dove si può essere aiutati nella scelta. Quale prevede sarà il futuro del suo business? Il numero dei prodotti realizzabile aumenterà sempre di più...
Web-to-print, le parole per dirlo
L’espressione web-to-print è stata usata, per la prima volta, il 9 febbraio 1999 dal giornalista Jim Frew in un articolo dal titolo “From Web-to-Print”, pubblicato sulla rivista digitale Webmonkey, nel quale venivano analizzate le applicazioni di Desk Top Publishing.
Joseph Marsanasco, managing director di Rotolito Lombarda Vogliamo approcciare il mondo del web-to-print sfruttando tutte le conoscenze e le tecnologie che Rotolito ha maturato nell’ambito dell’Information Technology. Vincenzo Cirimele, ad di PressUp Il fatturato del webto-print è in crescita costante; se si opera con serietà si possono fare fatturati importanti e si fidelizzano i clienti.
Matteo Rigamonti, CEO di pixartprinting Qualità, prezzo, puntualità nella consegna ma soprattutto un supporto umano e tecnico sono la chiave di volta del nostro successo. OhMyPrint è un service di stampa online gestito dall’agenzia francese di comunicazione OhMyCom. L’agenzia è collegata a numerose aziende grafiche (tutte certificate) che operano nei diversi distretti della Francia.
voli low cost e un po’ alla volta il nostro service di stampa digitale si è fatto strada nel mondo dell’e-commerce: volevamo offrire al cliente uno strumento veloce per ordinare stampati di grande formato, anche in piccole tirature e a costi competitivi. Ma vendere la stampa online non è come vendere scarpe o borse… Organizzare una piattaforma che soddisfi le esigenze di un iter di acquisto del grande formato è una faccenda complessa, si tratta di facilitare al massimo il cliente nella scelta e di modulare all’interno una specifica organizzazione produttiva. Oggi la nostra piattaforma ha tutte le carte in regola per soddisfare i nostri clienti». Standardizzare i processi Tutto fa pensare che le aziende che operano con un parco macchine misto, digitali e tradizionali, abbiano la strada spianata nel business dell’ecommerce, non fosse altro perché, sul piano organizzativo, è più facile finalizzare i processi alla produzione di piccole commesse, integrare e automatizzare gli ordini con i sistemi software esistenti. Certo, occorrono nuove sinergie, nuove strategie, know how tecnico, logiche fluide, capacità di essere rapidi e intraprendenti. E non è come dirlo... «Muoversi nel mondo del web-to-print» dice Luca Brentegani, insegnante di premedia e web publishing, «vuol dire per un’azienda cambiare filosofia, perché un conto è gestire 1.000 copie, un conto è gestirne 5. Chi ha attrezzature digitali di certo è più predisposto al passaggio, ma vedo difficile per i nostri stampatori tradizionali questo mutamento di rotta, credo che molti preferiscano non lanciarsi in questa avventura
ma sfruttare chi lo ha già fatto al posto loro». Sviluppo del business Tuttavia la marcia di avvicinamento alla stampa self-service si intravede, piccoli passi che cominciano dall’implementazione di alcuni moduli di workflow magari già utilizzati, applicazioni ormai quasi di ordinaria amministrazione nel mercato grafico, che consentono di offrire sul portale web servizi aggiuntivi, gestione magazzino e altre funzioni di print procurement. «Ma queste esperienze» precisa Brentegani «per quanto diffuse non portano dritti al web- to-print e la ragione è semplice: se si ha un certo modello di business è facile espandersi e migliorare l’organizzazione, non è facile il contrario. Non si può immaginare, ad esempio, che un’azienda come Mondadori Printing, abituata a certe tirature, possa stampare 50 copie di un libro». Attenzione al cliente Produrre piccole tirature implica una rivoluzione nelle dinamiche aziendali, anche per quanto attiene alla relazione con il cliente… virtuale. «Questo è un mondo che richiede attenzione al cliente, se sbagli non puoi recuperare» dice Vincenzo Cirimele, ad di PressUp, provider di servizi online entrato nell’e-commerce per dare una risposta a una spinta per così dire dal basso: agenzie di pubblicità e studi grafici che chiedevano prodotti standard stampati in velocità. «Noi abbiamo da sempre investito molto nel servizio all’utente puntando sull’offerta di stampati a costi competitivi, ma anche prodotti in formati particolari e difficili da gestire».
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Giancarlo Miotto, titolare di Tic Tac Penso che in futuro stampa tradizionale e w2p siano destinati a separarsi. Da una parte l’e-commerce destinato all’utente giovane, dall’altra le boutique di stampa.
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Cambio generazionale Se è vero che il passaggio verso l’e-commerce è per ora una pura possibilità, una prospettiva ancora ricca di incognite, tuttavia si ha l’impressione che il mondo delle aziende grafiche giochi ancora in un campo aperto. Diciamo la verità: le nostre imprese sono un laboratorio in movimento, dove tutto è possibile e dove alcune variabili, prima fra tutte il cambio generazionale, possono giocare a favore di un aggiornamento della gestione, un cambio di gioco che contempli un potenziamento del web nell’ambito della vendita, magari abbinando (per chi le ha) macchine digitali e offset. L’esperienza di Rotolito Anche un colosso europeo della stampa di libri come Rotolito Lombarda, specializzata nel print-on-demand, 160 milioni di fatturato, 5 stabilimenti produttivi, ha deciso di allestire un sito di commercio elettronico allo scopo non solo di gestire in fluidità piccole commesse che sarebbero d’intralcio ai flussi produttivi dell’azienda, ma anche di offrire ai clienti uno strumento pratico per ordinare ristampe e, soprattutto, entrare nel mondo dell’e-commerce allargando la sfera d’azione dell’azienda. «Prima di arrivare a questa decisione», ci dicono Joseph Marsanasco, managing director, ed Emanuele Bandecchi, digital business developer, «siamo passati attraverso una serie di step che hanno portato all’automazione di tutte le fasi di produzione e questo renderà tutto più semplice per quanto attiene ai prodotti stampati in digitale, ma lavoreremo per far
sì che i vantaggi riguardino anche la stampa tradizionale. Abbiamo capito che per la stampa digitale è necessario il w2p mentre per la offset si continuerà inizialmente nel modo tradizionale. Comunque, il nostro piano prevede l’affiancamento delle due modalità con l’obiettivo di portare poi tutto sul webto-print». Le prospettive del w2p Non è fuori luogo, a questo punto, parlare delle prospettive del commercio elettronico. Come docente alla Scuola Grafica Cartaria San Zeno di Verona, Luca Brentegani è anche un attento osservatore delle dinamiche del settore e ci dice: «Gli stampatori italiani hanno i loro commerciali che vanno dai clienti, non sono abituati a farsi cercare perciò non vedo per ora la volontà di cambiare modello di business». Certo, i percorsi strategici che conducono alle vetrine online sono difficili, condizionano i flussi esistenti, generano un cortocircuito tra passato e futuro dell’azienda. «Chi vorrà affacciarsi in questo mercato» dice Vincenzo Cirimele di PressUp «dovrà investire tantissimo in software. Il business cresce solo per chi si struttura». Tuttavia c’è da pensare che anche altri fattori come la maggiore sicurezza nei pagamenti online, la velocizzazione delle spedizioni, la tracciabilità, la formula soddisfatti e rimborsati porteranno a un’espanzione del mercato. «Saranno i consumatori, come sempre, a decidere», concludono in Rotolito, «il cliente in questo processo è parte attiva, dal mutare delle sue esigenze si creano nuove possibilità».
dietro le quinte delle vendite e-commerce Chi decide di allestire una piattaforma w2p dispone di un’ampia gamma di soluzioni. Ma prima di scegliere quella “giusta” è bene procedere a una valutazione approfondita dell’impatto che il sistema avrà all’interno dell’azienda. Bisogna essere consapevoli che una vetrina di e-commerce comporta di fatto una riorganizzazione aziendale. «Occorre in un certo senso cambiare punto di vista» spiega Carlo Bai, amministratore di Colorby, «fare in modo, come è accaduto nella nostra esperienza, che le soluzioni w2p diventino una naturale estensione dell’organizzazione aziendale». L’intera struttura è infatti coinvolta nei meccanismi di un negozio virtuale: la logistica, la produzione, l’amministrazione, i fornitori. Presupposto ineludibile è l’automazione di tutte le fasi del ciclo di produzione, a cominciare dall’integrazione con il workflow di prestampa. Infine occorre procedere a una formazione tecnica e commerciale degli addetti sia per quanto attiene alla gestione degli ordini e dei listini sia per il front-office… e non di meno la comunicazione.
Le caratteristiche dei software presenti sul mercato Canon, Edigit*, Efi, Heidelberg (Macchingraf), Kodak, Ricoh, Océ, Screen (Samor) e Xerox propongono software con le seguenti caratteristiche:
• Il pacchetto è completo con flusso di lavoro. • Offre la possibilità di integrazione con i sistemi esistenti in azienda (MIS, flussi di lavoro, compatibilità JDF). • Comprende un sistema di preventivazione e fatturazione automatica. • Consente la configurazione di job ticket on line da
parte del cliente (con possibilità di personalizzare un ticket e integrare più ticket). • Offre la possibilità di vedere lo storico-lavori per le ristampe. • Comprende il preflight on line prima dell’accettazione. • Permette la gestione dati variabili o integrazione con software VDP. • Può essere integrato con sistemi di distribuzione e tracking. *Edigit non offre un workflow di prestampa, bensì una soluzione web-to-print integrata con il proprio MIS (Management Information System).
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Gianni Di Giovanni
G ran de atte nzio ne alla pre sen za sui med ia per seg uireo stesso, pag nia e , al temp pro cess o di rior gan izza zion e dell a com ale . P iù o men o 200 illu str arn e la dim ens ione inte rna zion ne . R ilan cio dei per iodi ci mili oni l ’ ann o spe si in com unic azio pato da I lte in I tali a e da stor ici com e il trim estr ale O il , stam insi eme di S hum ann P rint ers neg li S tati U niti . P er fini re , uncom pag nia : valo ri dell a iniz iati ve lega te alla divu lga zion e dei i , atti vità cul tur ali e , sos teg no a fon daz ioni , ent i mus ical dina ria mos tra mila nes e ulti ma in ord ine di tem po , la str aor , sublime opera di Tiziano . con l ’ esp osiz ione di F emm e au M iroi r
Ricerca e comunicazione la formula del successo
Achille Perego giornalista economico achille.perego@libero.it
Un grande gruppo per una grande comunicazione. Che assume un ruolo centrale nella vita di un’azienda come Eni, una delle più grandi compagnie petrolifere mondiali, e che si modifica e si attualizza interpretando al meglio le richieste del mercato e l’utilizzo delle nuove tecnologie (a cominciare dal mondo Internet) senza dimenticare il valore aggiunto dei cari, vecchi stampati di carta (rivisitati e modernizzati) e degli aspetti ambientali. Perché Eni vuole essere eco-friendly non solo sul fronte dell’energia ma anche su quello della comunicazione. Ne parliamo con Gianni Di Giovanni, senior vice president external communication dell’Eni. Quanto è importante la comunicazione per il gruppo? La creazione del valore, oltre che alle fonti tangibili per
un’azienda (che includono la produzione legata al business, gli asset fisici e le operazioni finanziarie) dipende, per una quota sempre più rilevante, da quelli che sono definiti Intangible assets, ossia quei valori che contribuiscono a creare, sviluppare e conservare uno dei beni più preziosi, anche se non quantificabile, dell’impresa: la reputazione. Le attività della comunicazione di Eni si rivolgono quotidianamente, in tutti i paesi del mondo dove siamo presenti e sull’immenso mondo della rete, a molteplici stakeholder. Il successo di un’impresa moderna è legato alla capacità di comunicare.
avvolgendolo in una virtuale sciarpa elettronica. Nell’era della terza rivoluzione industriale, infatti, la tecnologia modifica il nostro modo di pensare e i nuovi strumenti della comunicazione generano contaminazioni inedite di linguaggi. In questo contesto Eni ha integrato all’interno della propria strategia di comunicazione una serie di iniziative per sviluppare la propria presenza su numerosi new media. Prendiamo ad esempio l’ultima mostra organizzata a Palazzo Marino, “Donna allo Specchio” di Tiziano: è stata valorizzata attraverso diverse attività web che hanno reso protagonisti i navigatori.
Come è cambiata la comunicazione Eni in questi anni con l’avvento delle nuove tecnologie? È fondamentale tenere conto della diffusione di internet che si è estesa su tutto il pianeta
Quanto Eni destina del suo budget alla voce comunicazione? Più o meno 200 milioni di euro ogni anno, tra progetti nazionali e internazionali.
Figura centrale nello sviluppo di Eni è stato Enrico Mattei, il manager che più d’ogni altro, a partire dal secondo dopoguerra, ha lavorato per uno sviluppo internazionale della compagnia. L’Eni può essere considerata oggi un pilastro fondamentale del nostro sistema industriale, è infatti la prima società italiana quotata in borsa sia per capitalizzazione che per capacità di profitto. Stiamo parlando di una realtà complessa che conta circa 80 mila addetti ed è presente in 79 paesi. Secondo la classifica di Fortune è la 24ma multinazionale al mondo, con un fatturato di 100 miliardi di euro e un utile netto di 6,32 miliardi. Simbolo dell’Eni è il famoso “cane a sei zampe”, da sempre particolarmente caro agli automobilisti italiani, un logo che ha accompagnato il boom economico, emblema araldico della potenza di fuoco.
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Il cane a sei zampe simbolo dell ’ energia italiana
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ILte e Eni un matrimonio tra giganti È uno degli stampatori di riferimento del “Cane a sei zampe”. E ha il merito, conquistato sul campo (ovvero in gara), di stampare le riviste più prestigiose dell’Eni: Oil tabloid e Oil book. Stiamo parlando della Ilte di Moncalieri (gruppo Farina), una delle principali aziende grafiche italiane con 90 milioni di euro di ricavi e due poli produttivi: in Piemonte dove lavorano tre Lithoman a 64 pagine (più una piana 70x100) e a Roma con Rotosud, dove sono installate tre rotocalco con giro 2,65 metri. Eni lavora (e ha lavorato) con i principali stampatori italiani, da Mondadori Printing a Elcograf (Pozzoni), dall’Amilcare Pizzi alla Union Printing. Con Ilte il rapporto è cominciato negli ultimi anni e in particolare la commessa delle riviste Oil, come spiega il direttore commerciale Riccardo Galione, ha riguardato il 2010 e il 2011. Ilte stampa 50 mila copie (30 mila in inglese) di Oil tabloid e 30 mila di Oil book su carta Fabriano uso mano certificata Fsc. Un cliente esigente l’Eni? «Come tutti» risponde Galione. «Ma soprattutto particolarmente attento alla qualità e al rispetto dell’ambiente nell’uitilizzo delle materie prime e nella fase produttiva. Oltre, ovviamente, al prezzo».
Tantissimi gli stampati che compongono l’offerta editoriale di Eni. Fiore all’occhiello della compagnia è la rivista Oil, una tiratura di 60 mila copie, periodico rivolto alle istituzioni, ai media, agli analisti ma anche al grande pubblico dei non addetti ai lavori. Come è strutturata la comunicazione nel gruppo Eni? Comunicare una realtà come Eni è una sfida entusiasmante e allo stesso tempo estremamente impegnativa, sia per le dimensioni dell’azienda sia per la tipologia di business. L’attività di External Communication, che dal cuore dell’Italia nella sede storica del laghetto dell’Eur gestisce e controlla tutte le attività di comunicazione negli 80 paesi in cui Eni opera, è strategica, fino al punto che nel sistema di gestione aziendale assume un ruolo centrale nella vita dell’impresa. Quali sono gli storici strumenti di comunicazione su carta di Eni? Abbiamo ripensato e rilanciato alcuni prodotti storici dell’editoria aziendale di Eni superando il concetto di house organ e cercando di utilizzare questi strumenti per contribuire ad aumentare la nostra reputazione interna ed esterna all’azienda. Rifacendoci alla tradizione di Eni che aveva pubblicato negli anni Sessanta il periodico Gatto Selvatico, da una straordinaria idea di Enrico Mattei e Bernardo
Bertolucci, abbiamo ideato e pubblicato il trimestrale Oil. La rivista tratta le grandi questioni che riguardano il mondo del petrolio, del gas e dell’energia, in un’ottica di apertura del dibattito all’opinione pubblica internazionale. Oil è stampato da Ilte in Italia e da Shumann Printers negli Usa, in 60mila copie di cui 35mila all’estero, soprattutto negli Stati Uniti, su carta ecologica nella doppia versione, italiana e inglese, spedito a un target selezionato di opinion leader ed è in vendita nei più importanti circuiti librari italiani e internazionali. Integrano l’offerta editoriale di Eni i periodici Oil book, Oil Journal e Professione Gestore. Come vengono ideati gli stampati, la creatività è interna o esterna all’azienda? Eni si avvale di un dipartimento grafico creativo interno e di agenzie nazionali e internazionali che realizzano le campagne di immagine e pubblicitarie per l’intero gruppo. Con quali criteri vengono affidate le commesse di stampa? L’azienda decide i propri
fornitori in base a gare europee e internazionali, rispettando le dinamiche di mercato e la territorialità delle aziende coinvolte nei processi di selezione. Come vengono scelte le aziende grafiche? L’assegnazione delle forniture del servizio di stampa dei prodotti editoriali è contrattualizzata nel tempo attraverso le procedure di gara, con aggiudicazione ad offerta economicamente più vantaggiosa e valutazione del prezzo integrato. I nostri fornitori hanno garantito le necessarie competenze tecnico-gestionali, sono stati selezionati con sistemi di certificazione qualità ISO 9001/2000 e per comprovata capacità produttiva in termini industriali e organizzativi. Negli stampati c’è un’attenzione al rispetto dei temi ambientali? Eni riserva particolare attenzione al rispetto dell’ambiente. Per questo i nostri prodotti editoriali sono stampati esclusivamente su carta ecologica e seguendo tutti i criteri per produrre il minor impatto ambientale possibile.
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Buste all’insegna della creatività così attraenti, così originali Create per farsi guardare, toccare, annusare, aprire...
con la collaborazione di Mariarosa Mantellato
Come la vetrina di un negozio, la busta ha il compito di far entrare e accogliere il cliente all’interno della comunicazione. Questo compito di “tramite” ci impone un obiettivo preciso: fare in modo che la busta venga aperta al più presto. Chi riceve un mailing nella propria cassetta postale ha una prima importante decisione da prendere: aprire o cestinare direttamente la comunicazione. Questa decisione dipende interamente da quanto il destinatario percepisce del contenuto guardando la busta. È un problema di copywriting? Sicuramente sì.
di Moreno Martelloni
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Consigliere delegato AIDIM
Una buona headline, un modo intelligente di generare attenzione con una comunicazione teaser, un’offerta interessante espressa con forza invitano ad aprire. È solo un problema di copywriting? Sicuramente no. Come una vetrina è capace di attirare l’attenzione prima con l’atmosfera che comunica che con la merce esposta, così la busta deve saper conquistare il destinatario per quello che sa trasmettere indipendentemente dal messaggio. E allora avanti con le buste che sanno sorprendere, specialmente adesso che la comunicazione multicanale richiede il massimo sforzo di integrazione e di crossmedialità. In questo viaggio vi proponiamo “buste non buste”, che fanno molto di più
che contenere una lettera o un volantino... non si limitano insomma a farsi vedere e toccare.
A qualcuno piace... polisensoriale
Ogni busta è in grado di farsi guardare. I colori, i contenuti grafici e la creatività di una busta determinano la sua “capacità” di creare empatia, farsi leggere e aprire. La busta può accentuare la propria tattilità con la scelta di un materiale opportuno capace di trasmettere sensazioni molto forti, sia con la sola carta che con l’aiuto di altri materiali che trasmettono la sensazione di ruvido, morbido, liscio, vellutato, freddo. E questo rafforza significativamente il messaggio attraverso un senso molto profondo come il tatto. Una busta può farsi ascoltare nella
sua consistenza materiale (fruscìo) o perché collegata a sistemi audiovisivi che trasmettono un vero e proprio suono. Una busta si può gustare, per esempio con l’uso di colle con aromi e spezie particolari. Negli USA è stata lanciata la busta al bacon che, grazie alla colla aromatizzata, permette di gustare la pancetta affumicata (leccandola ovviamente!). Oppure può avere una gradevole profumazione, grazie a microfragranze applicate in fase di stampa. Anche molto tempo dopo l’applicazione, la fragranza viene rilasciata con un leggero sfregamento della superficie. La busta, e ciò che contiene, è in grado di parlare a tutti e cinque i sensi e questa è una caratteristica di grande importanza nella
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valorizzazione del ruolo del direct mailing nei confronti della comunicazione digitale, così fortemente sbilanciata verso vista e udito.
Creatività cartotecnica in mille varianti
Può una busta prendersi il ruolo di strumento di comunicazione in sé? Prima di rispondere, scopriamo alcuni esempi davvero sorprendenti in cui la busta – da sola – è generata da un’idea creativa così forte da essere la parte più importante, se non l’unica, della comunicazione. In Germania, una agenzia di comunicazione ha utilizzato la busta come strumento di comunicazione di un sistema di illuminazione. Come si può vedere nella pagina che segue, il disegno della lampada sul retro della busta crea un bellissimo gioco per cui la busta aperta va a simulare il cono di luce prodotto dalla lampada stessa.
“Inbusta l’arte”
e mettila da parte
MapEnvelope è un servizio che permette di personalizzare internamente la busta da lettere con le immagini satellitari prese da GoogleMaps, visualizzando un punto specifico di indirizzo indicato dall’utente. Anche in questo caso la funzione della busta è di comunicare in modo molto personale con il destinatario della comunicazione. Si è tenuto all’inizio di quest’anno a Merano (Bolzano) l’evento “Inbusta l’arte”, una singolare e interessante esposizione in cui sono state esposte opere di artisti nazionali realizzate su buste postali. Grazie a questa iniziativa, la busta diventa un vettore di cultura, aumentando la visibilità degli artisti, viaggiando con la corrispondenza della galleria che ha organizzato l’evento verso enti, istituzioni, collezionisti
e un vasto pubblico di appassionati.
Aumenta la tentazione di aprire
Alcune delle buste artistiche presentate all’evento “Inbusta l’arte” che si è svolto a Merano in gennaio. Il progetto, promosso da WHITE Art Gallery di Merano, aveva l’obiettivo di sfruttare le potenzialità della busta per aumentare la visibilità degli artisti e delle opere esposte in galleria.
Una buona busta si fa aprire. Una ottima busta ti rende impossibile non guardarci dentro. Ci sono bellissimi esemplari di questa seconda rara categoria. Senza pretendere di essere esaustivi, presentiamo un paio di buste che fanno giocare e che predispongono in modo positivo al messaggio. La prima è di Ottica Avanzi, che trasforma la busta in un regolo che permette di calcolare lo sconto a cui si ha diritto con l’acquisto.Tutto semplice e giocoso, con il contributo importante di una dottoressa che garantisce della serietà
Una busta al bacon realizzata dall’azienda americana J&D’s, specializzata in prodotti alimentari. “Leccala, amala, aprila” è il simpatico slogan che l’accompagna. Grazie alla colla aromatizzata, permette di gustare (ops... leccare) nientemeno che la pancetta affumicata. Promoseeds Italia propone buste sagomate personalizzabili con etichette adesive a uno o più colori.
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A destra, l’agenzia tedesca Serviceplan ha creato questa busta per comunicare le sue lampade Trilux. L’apertura della busta simula il cono di luce prodotto dalla lampada stessa.
A sinistra, con MapEnvelope è possibile personalizzare la busta utilizzando le immagini di geolocalizzazione offerte da GoogleMaps. Ottica Avanzi ha trasformato le buste della sua campagna direct in un piccolo gioco destinato ai clienti.
Scorrendo i tre cartoncini, è possibile calcolare le proprie diottrie e lo sconto cui si ha diritto.
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Una busta che si tira, si allunga e... si allunga anche l’automobile. È per il mailing della Modus Renault.
della proposta e una personalizzazione che avvicina l’offerta al destinatario. La seconda è di Renault per il lancio della nuova Modus, più grande e spaziosa del modello precedente. La soluzione è da imitare: una busta cracker con perforazione verticale permette di aprire orizzontalmente a metà la busta con uno strappo deciso, che allunga a fisarmonica il volantino tenuto in punto colla attaccato alle due metà della busta e lascia cadere una lettera di presentazione della vettura. Il messaggio di “allungamento” dell’automobile è stato affidato intera-
mente a questo gioco della busta che si apre a fisarmonica e la busta è protagonista assoluta di questa comunicazione.
Raccontare i valori sociali
Una busta può essere capace di trasmettere al destinatario di una comunicazione diretta un riferimento a valori e aspirazioni condivise prima ancora di entrare nel contenuto del messaggio che porta (testo e creatività). Tra le buste valoriali più diffuse, vi è la busta ecologica. Non solo riciclata, ma anche priva di elementi dannosi per l’ambiente, sia nella produzione della carta che negli eventuali film presenti (in caso di finestra per l’indirizzo o fustelle di qualsiasi genere). Poi vi è quella per così dire… sociale, che riporta le informazioni importanti anche in Braille per i non vedenti: un extra costo di punzonatura che rende però un servizio sociale importantissimo per una
parte della popolazione svantaggiata. Infine la busta multicanale, che si è stancata di essere solo di carta e decide di comunicare anche in digitale. Con un QR Code, per esempio, o dialogando con uno schermo abilitato alla realtà aumentata o perché contiene elementi multimediali.
Il futuro della busta Una busta non solo può, ma sempre più deve essere uno strumento di comunicazione. I messaggi diventano sempre più essenziali e stringati, seguendo un trend che è di tutta la comunicazione. Non è possibile tenere desta troppo a lungo l’attenzione di un interlocutore “assediato” da messaggi. Come l’email si gioca quasi tutto sui primi 23 caratteri del preview dell’oggetto, così la busta deve saper giocare presto e bene il suo ruolo di “door opener”, portando dritto al tema senza deviazioni. E questo vuol dire fare buste che comunicano.
merck pigmenti ad alta funzionalità e di grande effetto
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Merck introduce Iriotec™, un nuovo marchio che raggruppa l’intera linea di pigmenti funzionali per il settore della stampa e delle materie plastiche. Seguendo le orme di Iriodin®, il marchio che da 50 anni è stato un riferimento nel mondo dei pigmenti decorativi, il nuovo brand Iriotec™ nasce per soddisfare esigenze di alta tecnologia, qualità e innovazione nel settore dei prodotti funzionali. Questo brand raggruppa i marchi esistenti Lazerflair®, Solarflair® e Micabs®. I pigmenti funzionali sono prodotti che conferiscono particolari proprietà ai materiali trattati, rendendoli, ad esempio, assorbenti o riflettenti la componente infrarossa o sensibili alla luce laser. Quello dei pigmenti funzionali è un settore che conoscerà forti sviluppi nei prossimi anni.
Alcuni effetti ottenuti con le linee di pigmenti decorativi e funzionali di Merck. A destra, un esempio di applicazione su carta da parati, uno dei tanti supporti su cui è consentito utilizzare i pigmenti perlescenti. Sopra, l’effetto ottenuto con Colorstream Pacific Twinkle: estremamente trasparente, brillante e al contempo cangiante. I suoi riflessi ricordano le onde dell’Oceano Pacifico: turchese, blu intenso, viola. In alto, un esempio realizzato con Lazerflair, pigmento funzionale della gamma Iriotec, utilizzato per migliorare la laserabilità delle materie plastiche.
Le novità Merck anche nei pigmenti decorativi Anche nel mondo dei pigmenti decorativi le innovazioni non mancano. Merck ha recentemente introdotto Colorstream® Twinkle, una nuova linea che comprende tre pigmenti caratterizzati da un’elevata brillantezza e multi cromaticità, consentendo di ottenere effetti decisamente originali. Un’altra novità è costituita dalla serie Iriodin® Icy White, che raggruppa tre pigmenti di colore bianco argento estremamente puri. Le diverse dimensioni delle particelle consentono di ottenere effetti più setosi oppure più brillanti. Per chi invece è alla ricerca di riflessi dal colore intenso Merck propone Pyrisma®, otto nuovi pigmenti che propongono soluzioni cromatiche che coprono in tutto lo spazio colore. Merck è continuamente impegnata nella ricerca e nello sviluppo di prodotti di alta qualità e soluzioni innovative per il settore della stampa e delle materie plastiche. Merck S.p.A. Via G. Stephenson 94 - 20157 Milano Tel. 02332035.1 www.merck-pigments.com
Comunicazione d’impresa
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Presentata per la prima volta a Drupa 2008, la tecnica della laminazione a freddo è decisamente giovane, ma già affermata. Cos’è successo in questi tre anni? Print Buyer lo ha chiesto ai diversi protagonisti della filiera della comunicazione stampata, dai creativi agli operatori di sala stampa, passando per tecnici e commerciali. E vi offre una fotografia dello stato dell’arte di questo tipo di nobilitazione dalle caratteristiche davvero interessanti.
laminazione: a qualcuno piace a freddo Tra le varie possibilità per impreziosire uno stampato, una delle più efficaci è la laminazione, ottenuta laminando a tavola piena o con la stampa a caldo, entrambe lavorazioni fuori linea.
Un tecnica dai molti pregi
Laser Select D/AL-KS di Kurz.
Lorenzo Capitani esperto di stampa e giornalista lorenzo.capitani@alice.it
Si può anche usare una tecnica più versatile: la laminazione a freddo (cold foil o metal foil), che avviene contestualmente alla stampa offset e qualitativamente eguaglia o supera la stampa a caldo. Come nota Gianni Camusso, vice art director di Mondadori Libri, soprattutto quando lavora a registro con l’offset, «la stampa a caldo soffre di imprecisione mentre quella a freddo si comporta come un normale colore o pantone ed è quindi perfettamente controllabile, soprattutto per quanto riguarda la messa a registro». Un altro vantaggio è che non
presenta controstampa sul retro del foglio su carte leggere, ma soprattutto, «essendo fatta in linea, la velocità di produzione è molto più elevata (la stessa della stampa), senza tempi di avviamento supplementari» (se non quelli relativi al registro del foil) nota Mauro Antonini, responsabile vendite di Macchingraf. I cliché del caldo, inoltre, sono montati manualmente e la precisione non è paragonabile con il registro delle lastre. Ma il vero plus della laminazione a freddo è quello di poter realizzare sfumature, di riprodurre cioè un retino, oltre a una «gamma di effetti cromatici estremamente ampia, grazie alla sovrastampabilità» (Antonini). Per questo la scelta vincente si è dimostrata quella di posizionare i due gruppi necessari al cold foil in entrata, come confermano Antonini e Joachim Nitschke,
amministratore delegato di KBA Italia.
Una rapida diffusione Le applicazioni del cold foil sono veramente ampie, dalle etichette di alcolici e dolciumi alle confezioni dei cosmetici alle brochure: tutti settori che devono attrarre e sorprendere. Non stupisce quindi la rapida diffusione del cold foil: solo in casa Heidelberg, ad esempio, tre anni fa esistevano appena 5 sistemi Foilstar in Italia, oggi sono ben 16 e il nostro Paese rappresenta il primo mercato mondiale. La laminazione a freddo offre infatti uno strumento per sfruttare la tipica creatività italiana, come racconta Rosita Fanelli, International Sales Account di Castelli Bolis: «Il mercato, soprattutto le agenzie di comunicazione, richiede sempre più la tecnologia del metal foil
Umberto Calloni ad G uatteri & V isual P rojects Caldo, laminazione o cold foil? Possediamo le tre tecnologie e di volta in volta consigliamo al cliente quale usare. Il cold foil non va in concorrenza né con il caldo né con la laminazione tradizionale, ma ha un ambito di utilizzo preciso. Ad esempio, è impossibile stampare a caldo su film plastici per via della temperatura.
Il cold foil consente di arrivare a stampare anche grafismi molto piccoli e grazie sottili. Sopra, un testo in corpo 5 stampato negativo su un fondo nero a 4 colori.
È il print buyer a chiedere il cold foil? E’ una tecnica ancora poco conosciuta. Siamo noi quindi a proporlo in base al lavoro e al risultato che si vuole ottenere. Per questo l’interlocutore più giusto per noi è un tecnico, non il marketing né il commerciale. Quale film? Il 99% dei lavori viene effettuato con lamina argento, che consente una gestione della sovrastampa più neutra e una ricerca della cromia migliore. Però lavoriamo anche film olografici e glitterati con una certa frequenza.
La stampa a caldo, a differenza del cold foil, per quanto più lucida, evidenzia l’impronta sulla carta dovuta alla pressione del clichè. e non più come alternativa alla stampa a caldo. Viene apprezzata la possibilità di avere due o più colori metallici sulla stessa pagina, selezioni metalliche di immagini, nuance metalliche, e di possedere un vero e proprio pantonario di riferimento con percentuali di colore da utilizzare per la giusta tonalità». I settori più interessati sono quelli del lusso, quindi moda, gioielli, auto, cosmetica, e dominano gli stampati commerciali (brochure, cataloghi, inviti…), etichette e packaging, anche per prodotti da GDO, «mentre in un ambito come l’editoria tradizionale, periodica o libraria, in cui le copertine restano una vetrina importante», osserva Elena Rocco della Servizi Tecnici di RCS Libri, «si preferisce ancora la tradizionale stampa a caldo». Tuttavia qualcosa si muove nell’editoria, ad esempio per le
copertine di libri d’arte o le riproduzioni di miniature dorate.
Limiti all’utilizzo del cold foil Ci sono però ambiti entro i quali la laminazione a freddo dà il meglio di sé, in funzione dei costi industriali. Un vincolo importante è rappresentato dagli sprechi di foil e dall’altezza della bobina di nastro, che «difficilmente può essere scelta della misura esatta; molto più spesso si lavora con multipli d’altezza fissi e imposti dai produttori di foil, anche se per grandi quantitativi si possono produrre nastri ad hoc» puntualizza Umberto Calloni, ad di Guatteri. Appare evidente che quanto più foil viene utilizzato, e quindi quanto maggiore è la coprenza, tanto più si ammortizzano i costi del materiale. «D’altro canto» continua Calloni «è assurdo rivolgersi a questa tecnologia per ottenere
ciò che può essere più proficuamente ottenuto con la laminazione a tavola piena, sia da un punto di vista economico che qualitativo (l’adesione della colla nella laminazione tradizionale, ad esempio, è più efficace)». Viceversa la stampa a caldo risulta preferibile con coprenze non significative, quando non c’è interazione con l’offset o il grafismo non è retinato. Trattandosi di una lamina applicata, poi, tutte quelle situazioni di stress dovute a lavorazioni post-stampa come piega, cordonatura, fustellatura ecc. sono a rischio di distacco se l’adesione non è perfetta.
Inchiostri e supporti «Ma non bisogna tanto chiedersi quando non usare il cold foil, piuttosto come usarlo» avverte Cristian Vallicella, responsabile reparto stampa presso Castelli
Quanto usate il cold foil? Per quali lavori? L’80% dei lavori prevede la sovrastampa di fondi pieni; più rari sono i lavori in cui è richiesta una retinatura, con o senza sovrastampa. Quando dà il meglio di sé? I migliori risultati si ottengono su supporti estremamente lisci, anche su PVC o su cartoncino, anche se l’Invercote tradizionale da cartotecnica, per quanto liscia, ha una patinatura più grezza della carta, che contribuisce a “mattare” il film metallico. Un bilancio? La nostra esperienza con il cold foil è positiva, abbiamo avuto grandi soddisfazioni e si è rivelata molto utile. Personalmente, però, quando possibile preferisco una bella stampa a caldo perché è più luminosa.
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D entro la tecnologia
I produttori di nastri per il foil propongono un ricco campionario di colori: il più usato resta quello argento che consente di sovrastampare con assoluta libertà perché più neutro e più gestibile a livello di cromia.
Subito dopo il mettifoglio è posto il gruppo di “stampa” della colla seguito dalla torre dove è posto il nastro a freddo. All’occorrenza è possibile usare altezze di nastro diverse per ottimizzarne il consumo in base al lavoro.
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L’idea è semplice quanto efficace e sorprende che ci si sia arrivati in tempi relativamente recenti. Direttamente a bordo della macchina da stampa, normalmente una 70x100, «è posto un doppio gruppo supplementare composto da un applicatore di colla con macinazione identica a quella dell’inchiostro e da un sistema svolgitore-avvolgitore del film metallico» spiega Roberto Pazzi di manroland. Il primo, mediante una lastra offset regolarmente incisa, stende sul supporto la colla disegnando il grafismo. Il secondo, mediante un gruppo di pressione tra cilindro caucciù e cilindro stampa, fa sì che il film (composto da un supporto plastico in poliestere da 12 micron e dalla lamina vera e propria) aderisca al supporto nelle zone coperte dalla colla. L’eccesso di film verrà “strappato via” e riavvolto. Per questo le macchine con laminatore a freddo devono avere almeno 6 gruppi stampa: quelli per la quadricromia e due dedicati al cold foil (colla + lamina); spesso sono macchine importanti, con 8 torri. Il laminatore può essere posto all’inizio della macchina, subito dopo il mettifoglio, in posizioni intermedie oppure alla fine. È una scelta importante legata alla filosofia dello stampatore che va fatta definitivamente al momento del montaggio della macchina; la più versatile è quella di porlo all’inizio della stampa, consentendo la successiva sovrastampa. In uscita significherebbe solo realizzare una sorta di stampa a caldo in linea.
Bolis. Infatti questa tecnologia deve essere “maneggiata” con assoluta professionalità perché nasconde alcune insidie. Gli inchiostri, dovendo sovrastampare la lamina, possono avere problemi di adesione e di asciugatura. Per questo alcuni usano inchiostri UV, ma esistono in ogni caso inchiostri specifici, anche UV e Pantone, «formulati per la stampa su supporti non assorbenti», spiega Chiara Pinton di Huber Italia, di poco più costosi di quelli tradizionali. Per quanto riguarda invece i supporti, «è possibile stampare la carta, meglio se liscia, sia lucida che opaca, con grammature tra i 70 e i 400; è sconsigliabile però scendere sotto i 100 perché il tiro della colla rischierebbe di romperla» (Vallicella). Meno consigliate le goffrate, le naturali e le uso mano: la superficie non perfettamente
liscia ostacola l’adesione del film e assorbe eccessivamente la colla diminuendo l’adesività. «Se la miglior soluzione di adesione e definizione e la maggior specularità si ottengono sulla patinata lucida», spiega Fabrizio Passoni, direttore tecnico di Castelli Bolis, «nulla vieta di utilizzare altri supporti: noi abbiamo realizzato prodotti con cold foil su plike, carte spessorate e addirittura plastiche. Consiglio però di fare sempre una prova per testare i materiali».
I film Rispetto al debutto di questa tecnologia, la scelta dei film è aumentata con un ventaglio di colori, ma anche di texture olografiche, che però non arriva alla varietà dei nastri per il caldo. Non è comunque indispensabile avere un foil di ogni colore in quanto è possibile
arrivare alla tinta desiderata con la quadricromia sovrastampata. Anzi, in molti casi è preferibile lavorare con un nastro argento proprio per la sua neutralità. Ciò che conta è rendere i colori più brillanti. L’offerta di nastri è in ogni modo vasta e in continua evoluzione; spiega Marco Gaviglio, business manager di Luxoro, distributore italiano di Kurz: «Realizziamo continuamente nuovi inserti e brochure, anche in collaborazione con i nostri clienti, sfruttando al meglio questa tecnologia le cui potenzialità sono ancora da esplorare: sovrastampa in linea e possibilità di ottenere infinite sfumature di colori metallizzati, abbinandoli a immagini, disegni o loghi». Per rendersi conto di che resa avranno i nastri scelti prima di andare in macchina, è utile fare delle prove e affidarsi all’esperienza degli stampatori.
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A sinistra, la progressiva del foil argento usato per la stampa di questo servizio fotografico. A destra, la sovrastampa a 4 colori. Appaiono evidenti i riflessi rame sulla tromba del grammofono e le ombre sullo scotch. Si tratta dell’interno di una rivista di moda stampata da Castelli Bolis. Sopra, l’ingrandimento del retino di stampa di un foil usato per rinforzare l’effetto metallico di un orologio. Le zone di luce sono riprodotte in foil in modo da dare massima luminosità. Il retino arriva quasi ai minimi stampabili per questo tipo di tecnologia.
Una tecnologia costosa?
Un appunto che spesso viene fatto al cold foil rispetto alla stampa a caldo è di essere costoso, anche se non risente di costi fissi come l’incisione del cliché e l’avviamento. Il nastro in sé, puntualizza sempre Gaviglio, al metro quadro costa addirittura meno di quello del caldo; ma sono innegabili gli sprechi dovuti al gap del cilindro di stampa e spesso all’impossibilità di ottimizzare grafica e caduta macchina. Anche se i produttori stanno cercando di ovviare a questo problema: «E’ il caso del nostro sistema Indexing che ci consente di risparmiare fino al 18% per ogni giro di foil», spiega Roberto Pazzi di manroland. Va però ricordato, come fa Rosita Fanelli, che «la maggiorazione di prezzo rimane comunque irrilevante rispetto all’originalità
e alla qualità che assume il prodotto finito».
La preparazione del file L’aspetto cui il print buyer deve fare maggior attenzione è comunque la preparazione dei file. «Se il file non è lavorato correttamente» sostiene Vallicella «tutto lo stampato risulta spento e di scarsa qualità». In linea di massima si tratta di concepire il grafismo da stampare in cold foil come un colore supplementare. Si può mantenere la colorazione del film oppure utilizzare il foil come fondo per ottenere immagini con effetto metallico. Nel primo caso si gestirà il canale del cold foil come una tinta piatta che bucherà eventualmente il fondo. Nel secondo si opererà al contrario. Si imbottirà poi più o meno la curva dei colori che sovrastampano il foil per avere tinte più o
meno vivaci, ricordando che il foil argento smorza i contrasti e richiede di rinforzare la cromia. Utilizzando il film per grafismi retinati, per evitare che i minimi non vengano rappresentati e che il foil non aderisca perfettamente, non bisogna usare retini al di sotto del 30-35%. Per quanto riguarda la lineatura, «le case produttrici consigliano 32 linee, noi abbiamo realizzato lavori a 40 e 50 linee su supporti particolari» racconta ancora Passoni. Qualcuno ha osato anche 60-70 linee, addirittura 120. «Il problema, con una lineatura alta» spiega Vallicella «è che non si riesce a ottenere l’apertura dei punti e un retinato già al 50% appare pieno». Altra accortezza, che i grafismi non siano eccessivamente fini. Comunque sia, un grande vantaggio rispetto alla stampa a caldo che permette solo di riprodurre tratti.
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&sensi
tutti i colori del giallo
colori
color marketing
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È un colore vitale il giallo, estroverso, allegro, ambizioso, un colore che Vuole, a tutti i costi, Catturare l’attenzione. Attenti però… il giallo può essere geloso, volubile, ambiguo, persino un po’ cattivello. Foto di lello mastroianni
Sonia Spagnol koalasonia@gmail.com
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colori
&sensi
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Incontro
Gialli sono i tracciati dei parcheggi, delle strade, gialli sono i segnali di pericolo, gialli i taxi. L’uso del giallo nella segnaletica è una scelta obbligata, è infatti un colore che stimola l’attenzione e la concentrazione. Inoltre, se utilizzato in contrasto col nero, è percepito dall’occhio umano prima di tutti gli altri colori, è dunque perfetto per segnalare ostacoli o divieti.
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c o l g i a ll o
Non accetta limitazioni il giallo, vuole irradiare ovunque la sua forza, come il sole al mattino, vuole espandersi, sentirsi libero, attraversare l’universo. È il colore della vitalità, dell’energia, della gioia di vivere. Metabolicamente parlando… il giallo fa crescere la pressione sanguigna e aumenta la concentrazione e la velocità di reazione. Il che ne potenzia la forza attrattiva, ne accresce il ruolo di primo piano nel design, nella comunicazione visiva, nelle azioni di marketing. La scelta del colore ha un ruolo molto importante non solo nella grammatica delle emozioni legate ai brand.
Divagazioni
in flu
Nel branding alimentare il giallo è un colore molto utilizzato. «Il valore più immediatamente ad esso collegato», ci spiega Roger Botti, direttore creativo di RobilantAssociati, «è quello della solarità, è utilizzato per esempio da Bonduelle come back del marchio». Oppure per il logo
dell’Olio Carli che vanta una tonalità oro con riflessi verdi. «Le sue differenti sfumature» prosegue Botti «possono trasmettere valori molto diversi. In tonalità chiare diventa una rassicurante espressione di tradizione. Ne è una prova il caratteristico giallo delle confezioni Mulino Bianco, ispirato al colore dell’impasto dei biscotti della nonna, prima della cottura. Nei toni flu invece dà forza e identifica prodotti di impianto neoculturale, particolarmente collegati al concetto di performance. Il logotipo di Aperol, per esempio, è a metà strada tra giallo e arancione».
i prodotti pensati per il segmento “kids” sfruttano queste sensazioni fisiologiche associate al colore, ma il giallo viene scelto anche per il suo valore unisex, tradizionalmente non legato né ai maschi né alle femmine in particolare. E una delle società di grande distribuzione più importanti d’Italia, Esselunga, ha fatto propria quest’universalità di target, vendendo la sua merce in buste gialle. Identificative della catena, riconosciute da tutti. Una suggestione ricalcata anche dall’insegna del nuovo supermercato Billa.
Se
Ma è un colore ambivalente il giallo: la tonalità più luminosa dell’universo, quella che esprime l’energia e la gioia, è collegata anche alla paura e all’inganno, al mistero e all’inquietudine. E non è un caso se è l’unico colore sinonimo di un genere letterario: il poliziesco sceglie il giallo per identificare un racconto con al centro un delitto. Pensiamo alle fortune del Giallo Mondadori, la popolare collana nata agli
il colore è unisex
Il giallo è molto utilizzato anche dall’industria dei detersivi, in particolare quelli per i piatti, vedi Nelsen, Last o Svelto. «Tutto ciò che è brillantezza e positività raggiante» puntualizza ancora Botti «viene espresso dal giallo». Giallo vuol dire dunque vivacità, allegria, più precisamente, dice Roger Botti, «esprime il concetto di fun». Infatti, come spiega,
Brividi
e misteri
Se il giallo è difficile da stampare ...
albori degli anni Trenta, con le copertine gialle e un’illustrazione racchiusa in un esagono rosso. Da allora il giallo è sinonimo di poliziesco, di ricerca della verità su un delitto, da allora è un codice condiviso per i lettori di tutto il mondo: vuol dire - chi è lettore di gialli lo sa bene - possibilità di accedere a un intreccio narrativo travolgente, abbandonarsi e identificarsi con un investigatore e seguirlo passo passo. Come un cane poliziotto.
G i a ll o
per innovare
Colore non conformista per eccellenza, il giallo ha fornito alla comunicazione pubblicitaria un eccellente laboratorio di possibilità. Insieme con altri colori primari, il rosso e il blu, conferisce un effetto dinamico. Armonizzato con l’arancio, con i marroni e i verdi, definisce la naturalezza dei prodotti. Ottimo in coppia col verde per ottenere un forte impatto dagli scaffali dei supermercati o per la pubblicità esterna. Giallo è il marchio di Renault e lo stemma a fanalino di Smart. Gialla è l’intersuola scelta da Nike per l’innovativa scarpa Lunar con una schiuma legge-
ra che garantisce ammortizzazione e sostegno laterale al piede. Sì perché giallo è anche innovazione, avanguardia, spinta propulsiva. Inoltre è associato al metallo più prezioso: l’oro. Simbolo del lusso, della sacralità e della filiazione divina, il giallo tocca tutto ciò che è pregiato, straordinario, ricco, sacro. Connesso alla luce, è il simbolo delle stelle, ecco perché gialla è l’orbita intorno alla “e” di Explorer.
Y e ll o w S u b m a r i n e Anche la musica sceglie il giallo. Dal lontano 1966, da quando i Beatles titolano la memorabile Yellow Submarine, anche la musica è affascinata dal giallo. Le sonorità punk di Never Mind the Bollocks dei Sex Pistols, del 1977, hanno una cover solare, laddove un testo dei Coldplay dedicato alle stelle e all’amore del 2000 si chiama Yellow. E se è vero che nell’Inferno di Dante una delle teste di Lucifero, il prìncipe del male, è gialla, oggi le cose sono cambiate, il giallo non fa paura a nessuno anzi... noi ci sbizzarriamo volentieri con gli emoticon, tutti rigorosamente gialli.
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È la Y dell’acronimo CMYK, è il colore che porta brillantezza nella quadricromia, ma è forse il più “difficile” da stampare. Questo perché di inchiostro giallo, «essenzialmente composto», come spiega Chiara Pinton di Huber Italia, «da pigmenti di origine organica, è necessario impiegarne una quantità superiore rispetto agli altri». Inoltre è quasi sempre l’ultimo colore ad essere stampato. «Nero, ciano, magenta e giallo. È questa la scala ottimale di macchina», sostiene Fabrizio Passoni, direttore tecnico di Castelli Bolis, «così si attenuano i fenomeni di contaminazione, i rossi sono più intensi, ombre neutre e cieli più azzurri. Il giallo in ultima macchina garantisce minor inquinamento visto che tende a rifiutare i colori successivi». Inoltre, il giallo di cromia (il Process Yellow), stampato di solito alla densità ottimale di 1,20, appare leggermente rossastro (totalizzato), mentre per avere un giallo “neutro” e pieno da stampare puro è meglio un Pantone Yellow o un Yellow 12. È questa la scelta giusta, spiega ancora Pinton, «nel caso si debbano stampare vasti fondi pieni, perché il pantone giallo, rispetto al Process, consente cariche maggiori con minori spessori, migliorando la macchinabilità». Nel pantonario esistono circa una cinquantina di colori classificabili come giallo, più l’803 (il giallo fluo) e la gamma degli ori. La serie degli oro, che dona agli stampati luminosità e preziosità, si basa sull’inchiostro metallizzato argento, e grazie all’aggiunta del Pantone Giallo o del Pantone Rosso, permette di ottenere varie sfumature dall’oro al bronzo. Attenzione solo all’ossidabilità nel tempo e alla tendenza a spegnersi se verniciato, anche se la nuova serie Pantone basata sul pigmento Premium Metallic scongiura questo rischio. Lorenzo Capitani
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g r upp o p a d o v a n a la legatoria dalla a alla z
Partita con il servizio di piega e punto metallico nel 1983, Gruppo Padovana nel tempo ha ampliato il suo business sino a offrire soluzioni complete nell’ambito della legatoria. Una crescita continua a colpi di acquisizioni culminata nella realizzazione di uno stabilimento di 12mila mq inaugurato nel 2002, dove sono state riunite le attività delle aziende del gruppo. Lavorando a stretto contatto con Tecnopak e Cartotecnica Europa, il Gruppo Padovana oggi è in grado di offrire una gamma completa di finiture in grado di soddisfare i clienti più esigenti. La moderna sede di Campodarsego (PD) si rivela inoltre strategica per raggiungere in tempi brevi le regioni dell’Italia centrale e settentrionale e i paesi di lingua tedesca. Ricerca e sperimentazione per offrire soluzioni innovative Gruppo Padovana con le altre aziende del gruppo si è sempre posta come obiettivo l’incremento del valore aggiunto dei materiali stampati, ricercando soluzioni anche con visite mirate in molte aziende nel mondo. Facendo tesoro di tali esperienze, i manager della società hanno dato vita – primi in Italia – a un servizio commerciale in grado di aiutare gli stampatori a trovare le migliori soluzioni applicative per le confezioni dei loro lavori. Un altro primato che va riconosciuto alla società padovana è l’expertise maturata in materia di colla poliuretanica grazie a una continua ricerca e alla costante sperimentazione. Adottata oggi da molte legatorie, la colla poliuretanica consente di assemblare supporti di materiali e spessori diversi, compresa la plastica. Non dimentichiamo poi i brevetti che nel tempo continuano a raccogliere sempre più consensi: Flexicover e Modulo. Il primo è un sistema di confezionamento ibrido applicabile a blocchi libro sia fresati che cuciti: in particolare, per quanto riguarda la copertina consente di ottenere uno spessore sostenuto grazie all’accoppiamento di due cartoncini durante la produzione. Il secondo, presentato in anteprima lo scorso anno alla Fiera del Libro di Francoforte, permette di inserire pagine di diverso formato (ad esempio un pieghevole formato 21x29,7 in un booklet di 15x21 cm) in qualsiasi tipo di volume o pubblicazione, sia esso brossurato o cucito a punto metallico. Le numerose soluzioni – dalle più tradizionali a quelle più innovative – sono raccolte nell’Officina delle idee, un elegante box che custodisce una serie di campioni che rappresentano tutti i possibili vestiti di uno stampato.
Un esempio di legatura Flexicover grazie alla quale si ottiene una copertina sostenuta con l’accoppiamento di due cartoncini. In alto, Modulo che permette di inserire pagine di diverso formato in qualsiasi pubblicazione. A destra, il box “Officina delle idee”, un vero e proprio campionario che custodisce tutte le soluzioni più innovative che la tecnologia consente di realizzare per rilegare volumi, cataloghi, brochure.
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Un gruppo con i numeri giusti Attualmente il Gruppo Padovana si avvale della collaborazione di oltre 170 persone, di cui 20 dedite ai servizi commerciali e di supporto alla clientela. I ricavi delle tre società hanno superato nel 2010 quota 11 milioni di euro, mentre i costi sostenuti in tecnologie e sviluppo sono annualmente pari a circa il 18% del volume d’affari. Il gruppo annovera nel proprio portafoglio oltre 300 aziende. Gruppo Padovana via Rezzonico 17 - Campodarsego (PD) Tel. 0499201333 r.a. www.gruppopadovana.it
Comunicazione d’impresa
Sede - Via Damiano Chiesa 15 20026, Novate Milanese (MI) Tel: 02-3548641 Fax: 02-3544424 E-mail: info@cartaria.it
Filiale - Via della Tecnica s.n.c Mestrino (PD) Tel: 049 - 8979177 Fax: 049 - 8973091 E-mail: info.padova@cartaria.it
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serigrafia
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Grafismi dorati e metallizzati, motivi craquelé, disegni vetro su vetro, sovrascritte… Con la tecnica serigrafica e la cottura in forno possiamo personalizzare bottiglie, specchi, vasi. Renderli unici, valorizzarne le linee e le trasparenze con la forza esclusiva di un brand. di lorenzo capitani
decori preziosi esaltano le trasparenze del vetro
La bellezza del vetro sta nella trasparenza, nella cangianza, nella sua purezza. Materiale prezioso e affascinante come pochi altri, il vetro può essere decorato e ogni decorazione deve saper rispettare le sue caratteristiche. Esistono diverse tecniche per stampare su vetro, ma di sicuro, che si tratti di lastre piane o di oggetti curvi quali bottiglie, vasi, bicchieri, ma anche gli oblò delle lavatrici, quella più preziosa e versatile rimane anche una delle più antiche, la serigrafia. Si tratta di un processo di stampa diretto nel quale l’inchiostro passa attraverso un telaio il quale, tramite una gelatina fotosensibile, riporta il grafismo da riprodurre. L’oggetto su cui stampare, che si tratti di una lastra piana come uno specchio o un contenitore cavo, viene posizionato sotto il
telaio, quindi sollevato o ruotato fino a giungere a contatto con lo stesso. A questo punto una racla passa sul telaio ponendolo a contatto con l’oggetto da decorare e premendo l’inchiostro che, passando attraverso la trama del telaio stesso, si trasferisce al supporto.
Stampa, cottura e... il gioco è fatto
Fin qui, tutto come in una normale serigrafia. Ma quando il supporto è di vetro c’è un’operazione in più: la cottura. L’inchiostro infatti altro non è che una polvere di vetro colorata che, miscelata con un veicolo, assume una consistenza pastosa e, una volta passata in forno a 600-650°C, diventa un tutt’uno con il supporto stesso: per questo è bene conoscere esattamente il materiale del supporto, in modo da scegliere
l’inchiostro più adatto. Le polveri si fondono infatti intimamente e indelebilmente con il vetro dell’oggetto: la decorazione risulta inattaccabile all’azione meccanica di sfregamenti o di lavaggi frequenti «e soprattutto, nel caso di uso alimentare, assai frequente per i contenitori di vetro, perfettamente compatibile con il contatto con gli alimenti», come spiega Paolo Lorusso, titolare di P&P Promotion.
Ai settori alimentare
e cosmetico piace di più
Oltre all’uso alimentare, l’altro grande settore nel quale vengono usati oggetti di vetro serigrafati è quello della cosmetica, nel quale molta importanza è data da un lato alle prestazioni del contenitore (resistenza agli alcol dei profumi, ad esempio, capacità di mantenere inaltera-
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Un vaso portacandela in vetro opaco e, in alto, un contenitore per l’industria cosmetico-farmaceutica realizzati da La Riva. A sinistra, un bicchiere personalizzato da GMA Serigrafia specializzata nella vendita e nella personalizzazione di articoli in vetro e cristallo per la ristorazione e articoli da regalo attraverso serigrafia, tampografia e sabbiatura.
te le sostanze…), dall’altro al suo appeal estetico. E la serigrafia su vetro ben risponde a entrambe queste esigenze.
Privilegiate le superfici piane e regolari
Una bottiglia di limoncello serigrafata a 3 colori da P&P Promotion: oltre al nero e al blu, l’oro zecchino sulla luna.
Non tutto però si può fare. «Il limite più grande è che con questa tecnica possiamo stampare solo superfici piane o oggetti di forma regolare (cilindri, coni) in quanto la superficie del supporto di stampa deve essere parallela al telaio. Non possiamo quindi stampare su oggetti concavi, convessi o di forme irregolari» osserva Fabio Bizzarri della serigrafia La Riva. E nel caso di superfici piane non devono esserci bordi rialzati che ne pregiudichino la perfetta aderenza con il telaio. «La caratteristica principale
della serigrafia su vetro», sottolinea sempre Lorusso, «è la sua preziosità: si può serigrafare persino con oro zecchino e platino (in questo caso l’inchiostro è composto proprio con le polveri dei metalli preziosi) fatti poi vetrificare in forno e ottenendo così un effetto lamina. Oppure si possono ottenere effetti particolari: ad esempio adesso va molto l’oro craquelé, oppure il decoro vetro su vetro, in trasparenza, che crea un bell’effetto a rilievo simile a quello ottenibile con le resine tridimensionali».
Serigrafia indiretta
per retinature più fini
E se si desidera stampare immagini particolarmente sofisticate, con sfumature e retinature fini? In questo caso potrebbe convenire stampare, sempre in serigrafia e con colori appositi
per il vetro, su un supporto tipo film che viene successivamente applicato sull’oggetto e quindi cotto in forno. Si tratta certamente di lavorazioni particolari, adatte a settori di mercato di lusso, come quello delle bottiglie dei superalcolici, perché hanno ovviamente un costo non adatto a prodotti di bassa fascia. «Una serigrafia ben fatta, senza lavorazioni particolari, costa più o meno come stampare una bella etichetta» sostiene Lorusso «ma il valore aggiunto che conferisce all’oggetto è senz’altro molto più alto». Oltre alla fascia di prezzo dei prodotti, però, avverte Bizzarri, «contano le tirature. Su quelle alte si ammortizzano meglio i costi per gli impianti e comunque non è consigliabile stare sotto ai 100 pezzi».
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C’è un bel po ’ di fermento nel mondo dell ’ ebook anche se il mercato per ora è ridotto . R idottissimo . Solo lo 0,05% e poco più del settore librario . M a le prospettive di crescita ci sono . A patto che i prezzi diminuiscano e che si affermi un principio : non applicare al mercato dell ’ ebook le logiche del libro cartaceo . C he vuol dire cercare nuovi modelli di business , nuovi modi di proporsi come editori , una nuova relazione con i lettori .
Nora Mazzocchi Editor nora.mazzocchi@tin.it
Il futuro dei libri?
si fa presto a dire ebook...
“Il Futuro dei Libri, i Libri del Futuro”, questo il titolo della manifestazione che si è svolta a Rimini dal 3 al 5 marzo, e che ha ospitato la prima edizione di Ebook Lab Italia. Subito una nota di costume: in questo tempio della postmodernità ipertecnologica, l’intervento più applaudito è stato quello di Enrico Tallone, un editore raffinato che compone libri artistici con caratteri mobili. Se ne potrebbero trarre conclusioni interessanti, e probabilmente fuorvianti. Perché, nonostante il fascino del tema trattato con infinita passione da Tallone, chiunque si occupi di editoria oggi non può disinteressarsi del “fattore ebook”. Il mondo del libro sta cambiando. Come? Quanto? In che tempi? Quali conseguenze ci saranno sul
nostro modo di leggere, e non solo? L’evento di Rimini ci ha permesso di capire qualcosa di più. Il mercato italiano degli ebook. Un mondo (ancora) per pochi Una considerazione di partenza: il mercato italiano è «talmente piccolo che qualunque dato è difficile da interpretare», sostiene Riccardo Cavallero, direttore generale Libri Trade del Gruppo Mondadori. I dati stessi «non sono ufficiali, si tratta di stime informali», ricorda Cristina Mussinelli, responsabile editoria digitale per l’Associazione Italiana Editori. Ma alcuni numeri si possono dare: il mercato italiano degli ebook, che copre circa lo 0,05-0,1% del mercato librario totale (ovvero, nel
2010, 65.000 libri venduti), dispone di circa 700.000 titoli, di cui circa 38.000 novità, e i settori più dinamici sono quelli dell’editoria Trade e dei ragazzi. Ci si aspetta una grande crescita anche per la diffusione dell’hardware (tablet e smartphone): significativo il fatto che le app più scaricate, dopo i giochi, siano proprio i libri, di cui il 92% a pagamento. La grande questione
nel mondo del tutto gratis: il prezzo (alto)
Oggi in Italia il prezzo medio di un ebook è 7,95 euro. Troppo alto. Come ha sottolineato Marco Carrara, anima del sito “baionette librarie”, «il prezzo è la chiave del successo». E in un mondo come quello del web che ha abituato gli utenti a trovare prati-
fuori-diritti e i self-published, per avere un mercato interessante. In Italia ne avremo probabilmente circa 18.000 a fine 2011». Dopo il far west dei formati, finalmente lo standard: arriva ePub3 Ci sono tanti formati, ma si sta sempre più affermando a livello internazionale l’ePub. Il 15 febbraio l’International Digital Publishing Forum ha rilasciato le specifiche per la terza versione, presentate a Rimini dal direttore esecutivo Bill McCoy: ePub3, basato su XHTML5, permette tra l’altro l’inserimento di contenuti multimediali, l’interattività, la connettività e la sincronizzazione dell’audio con il testo. Superare le logiche
della carta e creare modelli specifici
Diversi format letterari realizzati dalla società Keitai, specializzata nella produzione di contenuti editoriali innovativi distribuiti sui new media: non solo cellulari, anche web tv, Iptv, video on demand. Tutto nasce sull’onda del Keitai, la letteratura portatile, scritta direttamente sul cellulare, fenomeno nato in Giappone, ma oggi diffuso anche negli Stati Uniti.
La necessità di un catalogo ricco e di qualità
Il mercato è piccolo, dunque, ha poca voglia di pagare, ma ha tanta voglia di leggere ebook: lo dimostra il fatto, testimoniato dal direttore di MediaWorld, Maurizio Motta, che quando gli editori hanno iniziato a mettere a disposizione un consistente numero di ebook, si sono impennate le vendite di ereader. La disponibilità di cataloghi ricchi con titoli di qualità ed ebook ben fatti è centrale per lo sviluppo del mercato. Secondo Marco Ferrario di Bookrepublic «servono almeno 50.000 titoli effettivamente disponibili, esclusi i
«Copiare la logica del libro cartaceo è un errore», ha sostenuto il web designer Vladimir Carrer, spiegando che bisogna creare nuovi font ottimizzati per l’ebook. Su un piano diverso, gli fa eco Paola Dubini, docente di Economia aziendale alla Bocconi, che ha parlato dei diversi rapporti economici che si delineano nel mondo dell’ebook e che vanno studiati “ad hoc”; ad esempio, si pagheranno i contenuti o i servizi attorno a dei contenuti gratuiti (cosa cui il web ha abituato i consumatori)? Insomma, l’ebook è qualcosa di nuovo e necessita di soluzioni proprie, non adattate dal mondo del cartaceo. Le biblioteche e il problema dei diritti
Le biblioteche sono un utente particolare della filiera editoriale: da un lato ci sono le biblioteche comunali e di quartiere, che stanno iniziando a fare interessanti esperimenti sul prestito sia di
ebook che di ereader, come avviene a Cologno Monzese, e per le quali si pone il grosso problema giuridico dei DRM (Digital Right Managements), un software di protezione che impedisce la copia e la circolazione gratuita degli ebook. Quello più utilizzato è il DRM Adobe, che consente di leggere l’ebook su 6 dispositivi. Andrebbero studiati DRM specifici per l’uso bibliotecario. Simile è la questione per le biblioteche di ricerca, accademiche, universitarie, per le quali gli ebook offrono due importanti plus rispetto al cartaceo: non necessitano di spazio fisico per l’archiviazione e permettono operazioni di indicizzazione, ricerca ecc. molto rapide e precise.
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camente tutto gratis, l’ad di ibs.it, Mauro Zerbini, ricorda che «ci sono aspettative per un prezzo basso: deve essere proporzionato al valore attribuito dal consumatore, che è molto più basso del prodotto cartaceo». Prezzi bassi non significa bassi guadagni: come dimostra l’esperienza di amazon.com nel mercato statunitense, ricorda ancora Carrara: «I libri venduti a 1,99$ fanno guadagnare di più di quelli a 5$». Certo, in Italia c’è l’annosa questione dell’IVA, che sui libri cartacei è al 4%, su quelli digitali al 20.
La scuola e l’università Teoricamente, dal prossimo settembre le scuole dovrebbero adottare solo testi disponibili in versione digitale. E in pratica? Con molto pragmatismo Bruno Mari, vicepresidente di Giunti Editore, ha ricordato come l’accoglienza dei nuovi progetti da parte della classe insegnante sia molto tiepida, individuando punti critici nella scarsità di accessi a Internet e nella formazione dei docenti. Come cambia la lettura tra libri interattivi, self-
publishing e social reading
Chi compra ebook è in genere un cosiddetto “lettore forte”, che legge almeno una dozzina di titoli l’anno, anche perché deve ammortizzare il costo dell’ereader (200-300 euro). Il panorama distributivo è molto complesso e ci sono fin troppi posti per comprare un ebook, tra piattaforme distributive, editori digitali, store online di libri tradizionali che vendono
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«La transizione al digitale non può essere frenata. Questo è il mondo in cui stiamo vivendo. Ma in fin dei conti, per la prima volta dopo Gutenberg, è un mondo divertente». Riccardo Cavallero, direttore Libri del Gruppo Mondadori.
Non sono ancora disponibili dati certi sulle vendite di libri digitali, ma le stime parlano di almeno 65.000 ebook venduti nei primi mesi del 2010.
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anche ebook, App Store. E come se non bastasse in molti propongono anche il loro lettore. Ci sono poi diversi tipi di ebook, da quelli di puro testo fino alle vere e proprie esperienze concesse dagli “enhanced books”. E c’è l’interessante mondo del self-publishing, raccontato a Rimini dallo scrittore polacco Piotr Kowalczyk, che negli Stati Uniti ha prodotto casi editoriali come quello della 26enne Amanda Hocking che con i suoi romanzi vende 100.000 copie al mese guadagnando milioni di dollari. Per chi volesse emularla, in Italia è disponibile la piattaforma Narcissus di Simplicissimus… Siamo entrati nell’era del social reading, la parola d’ordine è “condividere” Ma ciò che cambia davvero è che la lettura diventa un fatto collettivo, una “social reading”. Gli ebook infatti consentono non solo la sottolineatura e l’apposizione di note
per uso personale, ma anche e soprattutto la condivisione, la discussione, la costruzione di rimandi e collegamenti di geo e crono referenziazione, l’arricchimento progressivo di un testo con recensioni, spiegazioni, note bibliografiche… Un grande fermento
creativo e ancora molte domande senza risposta
Rimangono aperte molte questioni. Quale sarà ad esempio il futuro delle librerie, quelle fisiche? Scompariranno, diventeranno “gioiellerie del libro” per raffinati intenditori, come prevede Matteo Ulrico Hoepli? Saranno luoghi nei quali acquistare e scaricare, con il consiglio di librai esperti, proprio gli ebook? E ancora, quale sarà il ruolo dell’editore? È destinato a scomparire, come ipotizza Kowalczyk, che fa editare da amici e tradurre da Google i propri racconti? O invece proprio nel mare magnum del “tutti possono fare tutto”
«l’esperienza e la professionalità, unite alle competenze tecnologiche, si dimostreranno le chiavi vincenti», come sostiene Max Whitby dell’innovativa Touch Press? Di sicuro stiamo assistendo a un grande fermento creativo, e ciò che tutti si chiedono è dove stia portando. Un compagno di viaggio
che affiancherà la carta ma non la sostituirà
È troppo presto per dirlo, ma anche i più entusiasti sostenitori dell’ebook concordano: l’ebook non sostituirà la carta ma le si affiancherà; e le aspettative sono di un ampliamento del mercato culturale in genere. Un dato è certo: come ha ricordato Riccardo Cavallero, «la transizione al digitale non è facoltativa e non può essere frenata. Questo è il mondo in cui stiamo vivendo e bisogna farselo piacere. Ma in fin dei conti, per la prima volta dopo Gutenberg, è un mondo divertente».
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cos’è successo alla brochure per la linea invernale? come si chiama il file? dov’è stato archiviato? che font sono state usate? archiviare, recuperare i dati, riposizionarli e inviarli è un’inesauribile fonte di problemi... ecco perché è sempre più frequente l’adozione di sistemi di digital asset management per automatizzare queste funzioni e semplificare i rapporti con clienti e collaboratori.
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integrare stampa e web è più facile con il dam La spinta verso il Cross Media Publishing, cioè la possibilità di diffondere qualsiasi contenuto su vari media, intrecciandone le potenzialità, è ormai inelusibile. Gli strumenti a disposizione sono consolidati ma è necessario sapere esattamente come muoversi a seconda del proprio core business per non rischiare di fare investimenti inutili. Cercheremo, quindi, di fare un po’ di chiarezza su alcuni sistemi che sono e saranno fondamentali per lo sviluppo e per la gestione di molte realtà che si occupano di comunicazione. Essere competitivi oggi significa poter offrire ai propri clienti servizi e tecnologie digitali evolute: è per questo
Luca Brentegani insegnante di premedia e web publishing luca.brentegani@gmail.com
che ogni azienda dovrebbe essere dotata di un sistema di gestione dati che permetta anche di fornire un supporto fondamentale al flusso di lavoro esistente. Stiamo parlando di sistemi di Digital Asset Management, meglio conosciuti come DAM.
Le funzioni indispensabili di un sistema DAM Un sistema DAM funziona come un armadio dove archiviare dei documenti. Una sorta di database più evoluto che consente di cercare grazie a una parola chiave. Deve poter gestire gli utenti in maniera diversa e ciò significa che gli utilizzatori devono avere dei privilegi di accesso differenziati per ricercare, aggiornare, modificare o caricare i file. Così uno stampatore può decidere che solo una persona
indicata abbia la facoltà di apportare modifiche a un lavoro in produzione, ma che tutti i collaboratori dell’azienda-cliente possano seguirne lo stato di avanzamento e interagire con i gestori della commessa. Allo stesso modo, una media company che gestisce foto per svariati clienti può attribuire agli stessi diritti diversi, in funzione del tipo di utilizzo dell’immagine e al copyright. Un DAM deve essere in grado di gestire via browser (Explorer, Firefox, Safari…) tutti i formati che sono utilizzati da un’azienda grafica: dal PDF ai documenti di InDesign o QuarkXPress. Esistono parecchi formati immagine, di diverso spazio colore e di differente risoluzione. Ci sono poi svariati formati multimediali che devono e possono essere convertiti per la grafica “tradizionale”.
Renzo Callegari , direttore centrale di produzione Lowe Pirella Fronzoni È possibile archiviare vari tipi di media: dai layout della pagina cosa si può archiviare
ai file grafici, fotografie o file di audio e video.
chi può fare cosa
L’accesso ai dati avviene secondo uno schema di privilegi di accesso decisi dagli utenti autorizzati. Così la ricerca potrà essere effettuata da tutti, ma la modifica dei dati solo da poche persone.
dam e web
Alcuni sistemi sono accessibili via web e possono essere utilizzati da clienti e fornitori in remoto. È possibile così utilizzarli per controllare le prove a distanza o visionare soft proof su schermo.
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I contenuti provenienti dal database vengono strutturati automaticamente per media diversi. Anche in questo caso le correzioni sono trasferite agli altri media.
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Ad ogni modo, indipendentemente dal tipo di formato, il sistema deve saperli utilizzare al meglio, mostrarli via web e convertirli se possibile da un formato all’altro.
Strumenti per la gestione delle dinamiche aziendali
I dati provenienti dal DAM confluiscono automaticamente nel programma d’impaginazione che utilizza stili e modelli grafici predefiniti. Qualsiasi correzione apportata al file viene trasferita automaticamente anche nel database e sul sito web.
Un altro ruolo fondamentale di un DAM è certamente quello di visualizzare tutte le informazioni (chiamate anche “metadata”) che sono contenute e descrivono un determinato file. Se, ad esempio, una foto possiede già risoluzione, spazio colore e informazioni fornite dalla macchina fotografica digitale, questo sarà sufficiente per la pubblicazione su diversi media. È quindi un sistema che deve “capire” i linguaggi di altre strutture e integrarli. Un sistema DAM ingloba le funzioni di notifica con altre attività, quali ad esempio il download
del file in alta o bassa risoluzione e di upload. L’amministratore, o chi per esso, può quindi sapere chi e quando ha scaricato un determinato file, che sia a pagamento o gratuito. Questi automatismi nella notifica possono essere implementati anche per chi compie altre operazioni sugli asset (per esempio per chi cancella, cambia o inserisce un nuovo campo…). Un DAM offre funzionalità integrate al workflow quindi deve potersi integrare alle applicazioni grafiche tradizionali. Molti prodotti disponibili sul mercato sono costituiti da moduli che gestiscono l’andamento del lavoro, i preventivi e i consuntivi online.
Nestlè, Telecom/Tim, Axa, RAI… sono alcuni dei clienti di Lowe Pirella Fronzoni, l’agenzia milanese specializzata in comunicazione e brand management che opera in 70 paesi e gestisce i rapporti con le filiali e i propri clienti attraverso “Arcipelago”, un sistema DAM che consente di gestire formati di qualsiasi tipo 24 ore al giorno, sette giorni su sette. Su quale struttura si basa Arcipelago e quali sono i moduli più interessanti? Il nostro DAM si basa sulla soluzione Chalco di Hyphen. Uno dei moduli più utili è quello che ci consente l’approvazione a distanza dei file digitali. Le approvazioni sono legate a un sistema di notifica via e-mail e nel caso di clienti internazionali si tratta di un sistema veloce e sicuro. Poi c’è “Timone online”, prezioso per la realizzazione di cataloghi e riviste: l’avanzamento del lavoro e l’impaginazione sono visibili da chiunque ne abbia il permesso ed è inoltre possibile inserire le correzioni all’ultimo minuto. Cos’è cambiato nella pianificazione dei materiali? Per questa attività utilizziamo il modulo “Media Chain” che consente a tutti gli attori della filiera produttiva di vedere il piano di lavoro in modo semplice e schematico. Anche dal punto di vista amministrativo le cose sono cambiate parecchio: attraverso un sistema di permission è possibile delegare uno o più utenti alla gestione di preventivi e ordini e darli in pasto a software già presenti in azienda.
Le potenzialità del dynamic publishing
Esistono però sistemi che, condividendo un database con
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Alessandro Tenderini , direttore generale di pixartprinting Pixartprinting, leader nel web to print con circa 65.000 clienti in tutta Europa, vanta ad oggi un processo produttivo industrializzato, reso ancora più effic iente grazie all’implementazione del nuovo software Urag ano. Un gestionale totalmente tailor made ed esclusivo, deputato all’ottimizzazione del flusso produttivo e sviluppat o internamente. Come viene gestito il passaggio dal caricamento dell’ordine online alla fase produttiv a? I file inviati attraverso il nostro sito web vengono verificati automaticamente per coerenza con l’ord ine effettuato e correttezza del file inviato. Se la verif ica non rivela problemi, l’ordine passa direttamente alla fase successiva (stampa). In caso contrario viene invia ta una email o un sms al cliente con la spiegazione del prob lema e la richiesta di un nuovo file o, nei casi più sem plici, il problema viene risolto da un operatore. Come contribuisce Uragano alla gest ione del flusso di lavoro? In stampa il flusso di lavoro è totalmen te gestito dal MIS: l’operatore deve segu ire le priorità con le procedure definite per ogni tipo di macchina mentre in confezion e il materiale stampato viene tagliato auto maticamente con file generati da Uragano per il taglio contestualmente al file di stam pa. Uragano ad oggi contribuisce a velocizzar e anche la gestione dei processi di finitu ra. In particolare, nel piccolo formato, sia offset che digitale, si sono ottenuti buoni risultati per la pieg atura e il taglio. L’obiettivo è quello di migliorare ques ta funzione fino ad ottenere l’automatizzazione totale della finitura. Stampa digitale o tradizionale? Con quale criterio il sistema decide come stampare un lavoro? Il sistema, che inizialmente decideva in base a un break even stabilito, ora grazie ad Uragano usa un calcolo più complesso anche in funzione del num ero di avviamenti disponibili per la stessa tiratura o agli eventuali slot vuoti su plance ad alta priorità. Le commes se di piccolo formato vengono accorpate per dimensione del formato finito, carta e tiratura, e prese in carico da Uragano che ha il compito di creare la segnatura migliore per la stampa offset. Se tale sistemazione non risulta idonea dal punto di vista economico vengono dirottate vers o le macchine da stampa digitale. Questo vale anche per il grande form ato? Il wide format ha problematiche dive rse. Le risoluzioni, ad esempio, spesso risultano inadegua te e i clienti non riescono a porvi rimedio in modo auto nomo. Ecco perché il 70% del reparto di prestampa è dedi cato al grande formato, ma stiamo lavorando per otten ere una totale automazione.
Il software Uragano consente a pixartprinting di ottimizzare il flusso produttivo grazie all’automazione di numerose funzioni.
altrettante applicazioni, generano un complesso e insostituibile sistema di workflow dinamico: questa tecnologia viene anche chiamata dynamic publishing. Pensiamo a un cliente che deve caricare su un sito web foto, prezzi e descrizione e contemporaneamente impaginare un file di InDesign o QuarkXPress con gli stessi prodotti e le stesse descrizioni. Che senso ha ripartire da zero nella gestione di un media piuttosto che di un altro? Questi sistemi si preoccupano di gestire in tutte le direzioni (sia dal web sia dal programma d’impaginazione), l’inserimento dei contenuti e l’impaginazione. Ciò significa automatizzare le funzioni di pubblicazione su media diversi. Attraverso linguaggi particolari (per esempio l’XML) si produce l’unico contenuto che verrà poi “vestito” in funzione del media. Se poi la correzione
dell’immagine o del prezzo sarà eseguita su un media (o sul database), automaticamente il ritocco sarà condiviso da tutto il sistema. Si procede quindi con contenuti e grafica separati. Il flusso di lavoro nella produzione dei contenuti grafici si è molto accorciato negli ultimi anni; spesso è lo stesso cliente dello stampatore che fornisce (e prepara) i file già pronti per la stampa. L’azienda grafica potrebbe aiutare i propri clienti a gestire gli “asset” nel modo più vantaggioso. Offrire la possibilità di pubblicare anche su supporti digitali non significa trascurare la stampa su carta, ma adeguarsi a una trasformazione che non si può ignorare scegliendo di farlo da protagonisti. Il sistema DAM è lo strumento ideale per rendere più facile questa integrazione.
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stampa
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stampa digitale
strumento
tenzialità, la stampa po e su le e tt tu in a at tt ru sf Se di marketing zioni (realizzabili su una ica pl ap re or op pr di te en ns co le digita competitività all’azione e ia ac fic ef re da di ci pa ca a) hin sola macc picasso promozionale dei brand. di marco delle etichette e del packaging, vanno in direzione di una maggiore attenzione all’ambiente, time-to-market più veloce, segmentazione degli stampati, comunicazione multilingue, insomma prodotti sempre più complessi e sofisticati.
LUCA CATTANEO, TITOLARE DI MANCART ManCart ha inaugurato nel 2006 la nuova sede di Buccinasco (MI) introducendo una macchina digitale HP Indigo. Serigrafia, tipografia, flessografia, digitale, stampa foils e trasferimento termico sono le tecnologie utilizzate, anche in modalità combinata. Quali sono i vantaggi di una macchina HP Indigo? Permette l’uso di materiali diversi, applicazioni speciali e, in combinazione con la stampa tradizionale, costi d’impianto limitati, qualità elevata. Inoltre possiamo produrre oggetti promozionali, stick di prova, mock-up e abbiamo sviluppato soluzioni che ci permettono un ampliamento dell’area stampata in etichette di piccole dimensioni che possono essere avvolte sul flacone in più livelli con testo e immagini su tre aree. Produciamo anche etichette che prevedono la sovrapposizione a libro di più strati, con informazioni fronte e retro. E per quanto riguarda le nobilitazioni? Sono le stesse della stampa tradizionale: il mock-up, del resto, deve riprodurre fedelmente quanto poi verrà prodotto a livello industriale.
Fino a ieri la stampa digitale veniva identificata, ma lo si fa ancora oggi, con le basse tirature, l’utilizzo di dati variabili, la consegna di stampati justin-time (una funzione spesso abbreviata con l’acronimo JIT) oppure on-demand, il tutto con il riferimento implicito a una stampa di qualità media o medio-bassa. Oggi le cose sono cambiate: alcune tecnologie offrono soluzioni che nulla hanno da invidiare alla tradizionale stampa offset, quando non la superano per gamma di colori e brillantezza. Dei tre tipi di stampa digitale (elettrostatica, a getto d’inchiostro e quella offset digitale) prenderemo qui in considerazione le opportunità offerte dalla stampa offset digitale (HP Indigo), quella che dà maggiori garanzie di alta qualità. Come risulta dalle ricerche, le esigenze dei brand owner delle grandi multinazionali, soprattutto nel settore
Una tecnologia versatile Ma quali sono le risposte che la stampa digitale offre alle nuove esigenze del mercato? Innanzitutto va detto che la stampa digitale oggi permette la produzione di una gamma molto diversificata di stampati (imballaggio flessibile, shrink sleeve, wrap around, blister, bustine monodose, buste “stand-up” e altro ancora) realizzabili su una sola macchina, mentre fino a qualche tempo fa occorreva rivolgersi a fornitori specializzati. Soprattutto nell’ambito del packaging - sia nel settore alimentare, ma anche nei cosmetici e, più in generale, nei segmenti che muovono un grande giro d’affari - si afferma sempre più l’utilizzo della stampa digitale in funzione della personalizzazione, ma anche per la produzione di pre serie, mock-up, campioncini e tutto l’insieme di mezzi utili a testare il lancio di nuovi prodotti verificandone, prima della produzione definitiva, l’impatto con i gusti e le esigenze dei consumatori.
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Esempi di etichette e cartellini stampati in digitale dalla canadese Profecta: i testi e lo sfondo sono identici, ma le immagini cambiano. Nella pagina a fianco, stick di prova, etichette e mock-up realizzate da ManCart.
Personalizzare, segmentare Le applicazioni in questo contesto sono tante, soprattutto negli Stati Uniti dove il marketing personalizzato è molto diffuso. Un caso interessante è quello di una linea di etichette per olio d’oliva con diverse aromatizzazioni, distribuito dalla catena inglese di grandi magazzini Woolworths. L’idea è di Steve Andrews, designer e planning manager di Woolworths. «La grafica prevede un effetto metallico alla base di tutte le etichette, fondamentale per dare un look fresco e brillante», ha detto Andrews, «effetto ottenuto con la stampa digitale della nostra HP Indigo». Di rilievo anche il caso di Heineken che, tramite il suo sito olandese (www.jouwhei neken.nl/AgeCheck.aspx), ha lanciato confezioni di birra personalizzate. Il cliente sceglie le bottiglie in tre step successivi: prima decide il tema dell’etichetta, inserisce un testo, infine ordina i cartoni con le “sue” 6 bottiglie. Un’idea originale, impossibile senza l’uso della stampa digitale di qualità. Come sostiene il responsabile di ILS, importante stampatore americano: «La stampa digitale non è da considerare come un metodo di stampa, piuttosto come un’opportunità di marketing».
Strategie promozionali E a proposito di strategie, la stampa digitale offre, come già accennato, la possibilità di valutare, attraverso le campionature e i mock-up, le reali potenzialità di un prodotto prima del lancio definitivo. La fondazione Life is Good, nell’intento di promuovere donazioni a favore dei bambini del terzo mondo - ma solo sui punti vendita di alcuni quartieri - ha utilizzato la stampa digitale facendo inserire il suo logo e il relativo messaggio solo su una parte delle confezioni prodotte. La stessa azienda, che produce etichette per vestiario (tags), ha avuto la possibilità di realizzarne 87.000 in 1.300 varianti diverse, con una frequenza da 9 a 5.000 per tipo. E tutto senza sovrastampe inkjet, in un solo passaggio.
la stampa digitale crescerà. di anno in anno Non è una novità che la stampa digitale a bobina abbia trovato largo impiego nella stampa di etichette autoadesive, ma sta prendendo piede anche in altre applicazioni, come la stampa su supporti flessibili, carte metallizzate, cartoncino per astucci pieghevoli. Dal punto di vista del trend di crescita, le analisi compiute da PIRA, istituto internazionale indipendente specializzato nelle ricerche di mercato del settore della stampa, ci mostrano le tendenze delle etichette e del packaging digitali. La crescita prevista nei prossimi quattro anni è notevole (ed è significativo anche che nel periodo della crisi 2009-2010 vi è stato comunque un incremento in tutti i settori superiore al 10%): Prodotto/anno Etichette Cartellini (tags) Packaging flessibile Astucci di cartone
2011 1.712 541 178 280
2012 2.168 676 240 348
2013 2.738 837 338 428
2014 3.409 1.022 479 527
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UPM senza emissioni Continua l’impegno di UPM nel migliorare la propria efficienza energetica e nel cercare di ottenere il più basso livello possibile di emissioni di CO2 nell’industria. Grazie a continui sforzi, UPM ha ridotto del 9% il consumo di elettricità e calore per tonnellata di carta. Questo ha portato il Gruppo a risparmiare 55 milioni di euro derivanti da tutte le sue attività di risparmio energetico e riduzione in percentuale di emissioni CO2. Tutto grazie a sistemi di energia efficienti e all’utilizzo di combustibili rinnovabili. Oggi UPM è il secondo più grande produttore in Europa di elettricità che sfrutta le biomasse. www.upm.com
la collezione eccellente di garda in un libro concept Cartiere del Garda ha presentato Start, il nuovo libro concept stampato sulle carte della “Collezione Eccellente”. Una pubblicazione che si propone di accompagnare il lettore in un percorso di sensazioni che solo la carta stampata può trasferire. Start è un libro di 78 pagine nel formato 24x35 cm per apprezzare l’ottima stampabilità delle carte patinate. Rilegato in brossura con tutte le carte della “Collezione Eccellente”, Start contiene diverse lavorazioni speciali: vernici serigrafiche ad alto spessore, stampa floccata, colori fluorescenti e tante altre. www.abetterproject.com
burgo group sponsor della mostra dedicata a pier luigi nervi Burgo Group è sponsor della mostra Pier Luigi Nervi, Architettura come sfida, progetto itinerante che, dopo Bruxelles, Venezia e Roma, è giunta allo spazio Torino Esposizioni e vi resta fino al 17 luglio. L’edizione torinese presenta, in mostra e su catalogo, il progetto di Nervi della Cartiera Burgo di Mantova, opera ritenuta uno dei capolavori nerviani e tutt’oggi oggetto di studio per la straordinaria modernità con cui riesce a coniugare funzionalità ed estetica, architettura e ingegneria. La cartiera produce carta da giornale con carta riciclata al 100% che viene disinchiostrata e i cui residui di lavorazione sono riutilizzati per produrre energia elettrica. www.burgopapers.com www.pierluiginervi.org
Il catalogo della mostra è stampato da Silvana Editoriale su carta Respecta 100, patinata ecologica per stampe di pregio certificata Fsc.
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cartiere arctic paper lancia la campagna promozionale per munken design Il lancio della gamma Munken Design di Arctic Paper non poteva avere migliore accoglienza: le numerose e importanti realizzazioni grafiche stampate su questo supporto provano quanto essa sia diventata una scelta privilegiata per applicazioni di rilievo. Prodotta nella cartiera di Munkedal, la gamma Munken Design è al centro di una nuova campagna pubblicitaria – Munken Art Workers – che si prefigge l’obiettivo di mostrare il dietro le quinte di questa cartiera dove esperti cartai lavorano con competenza e passione. La campagna, costituita da una combinazione di brochure, magazine e altri supporti grafici, cercherà di evidenziare le caratteristiche uniche di questa carta oltre a trasmettere il profondo impegno profuso per preservare la natura e l’ambiente circostante. www.arcticpaper.com
premiati dalla natura con win for green
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Il primo vincitore di Win for Green, operazione a premi promossa da Burgo Distribuzione per il 2010, è stato proprio l’ambiente, grazie a tutti i consumatori che hanno scelto di lavorare con uno dei prodotti della linea Green Paper. Dopo aver dato vita al parco naturale delle carte ecologiche, Burgo Distribuzione aveva colto la necessità di promuovere ulteriormente la sua gamma di prodotti riciclati e certificati attraverso uno strumento che ne incentivasse l’acquisto e desse la possibilità di scoprire il connubio tra qualità e rispetto per la natura. Grazie a un meccanismo semplice che attribuiva ad ogni acquisto gli ecopunti da raccogliere, Burgo Distribuzione ha regalato una pioggia di prodotti innovativi accomunati dall’attenzione all’ambiente: televisori, cellulari, notebook, valigie e altro... tutti rigorosamente “green”. www.burgodistribuzione.it
sappi dà il via alla dodicesima edizione di ideas that matter Festeggiati i dieci anni di vita del concorso Ideas That Matter, la cartiera Sappi è già pronta per lanciare la dodicesima edizione in una versione completamente rinnovata e di grande impatto. Studenti di design e creativi professionisti avranno infatti un anno intero per presentare i propri progetti che, ricordiamo, dovranno avere come obiettivo la divulgazione di problematiche relative ad ambiente, cultura, istruzione, sanità, diritti umani e società più in generale. Partecipare è facile: è necessario registrarsi al sito dedicato, compilare il modulo di registrazione online e leggere il regolamento. I lavori potranno essere inviati entro il 31 ottobre con premiazione nel corso della prima settimana di dicembre o nel periodo compreso tra il 1° novembre e il 31 aprile 2012 con premiazione nel corso della prima settimana di giugno 2012. I lavori premiati saranno visibili sul sito della cartiera. www.sappi-ideasthatmatter.eu
ackaging p e v i t a e r c r show fo T h e p re m i e r
- photo : D. Combet
C R E AT E A U N I Q U E L I N K
M O N A C O
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Grimaldi Forum / Monaco Under the Patronage of his Serene Highness the Sovereign Prince of Monaco
www.luxepack.com
Creation :
19 . 20 . 21 OCTOBER 2011
Information / Idice T. +33 (0)4 74 73 42 33 info@idice.fr
S H A N G H A I
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il packaging sostenibile è di scena a gogreen for packaging Il convegno “goGreen for Packaging” nasce dal grande successo di “goGreen with Flexo”, tenutosi lo scorso anno a Milano, e si pone l’obiettivo di sensibilizzare sul tema della tutela ambientale e di analizzare le reali opportunità offerte dalle più recenti tecnologie per la produzione di packaging sostenibili. Il convegno organizzato da Domino Communication si concentra sull’intera filiera del packaging, dalla progettazione alla confezione del prodotto finito ed è mirato a tutti gli operatori del settore e ai loro committenti: agenzie, brand owner, industrie di generi di largo consumo e grande distribuzione. Lo scopo è scoprire, dibattere e confrontarsi sul tema di una produzione di imballaggi sempre più green. L’evento si tiene a Roma il 28 giugno presso l’hotel NH Vittorio Veneto. Per informazioni www.gogreenforpackaging.com
Manifestazione
Titolo
Libri d’arte Artelibro Packaging iCM Pack Packaging di lusso Luxe Pack Comunicazione visiva Viscom Italia Van Gogh e il viaggio Mostra Mostra-design Le fabbriche dei sogni
Quando
Dove
22-25 settembre Bologna 26-27 settembre Fieramilanocity 19-21 ottobre Monaco (PdM) 3-5 novembre Fiera Milano Rho 12.11-15.4.12 Genova fino al 26.2.12 Triennale Milano
Info www.artelibro.it www.intercharm.it www.luxepack.com www.visualcommunication.it www.lineadombra.it www.triennale.it
come trovarli gli inserzionisti di questo numero
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SOCIETÀ Altavia Italia Burgo Distribuzione Cartaria Italiana Cartiere del Garda Druckfarben Emilplast Fedrigoni GPN Grafiche Mercurio Gruppo Padovana Huber Industrialbox Komori Luxepack Luxoro Mediagraf Merck pixartprinting Quadrifolio Signum Rotolito Lombarda Tic Tac TWS
PAG. 3 ins. 45 68 ins. 40 19 65 9 44 53 15 67 63 57 4 35 10,11 25 25 29 30,31 17
SITO www.altavia.it www.burgodistribuzione.com www.cartaria.it www.gardacartiere.it www.druckfarben.it www.emilplast.com www.fedrigoni.com www.gpn-rubricatura.it www. grafichemercurio.it www.gruppopadovana.it www.hubergroup.it www.industrialbox.bo.it www.komori.com www.litover.com www.luxoro.it www.mediagrafspa.it www.merckgroup.com www.pixartprinting.it www.quadrifolio.it www. signumsrl.it www.rotolitolombarda.it www.tictac.it www.twsystems.it
TELEFONO CONTATTO 02 303043 Tinoune Moise 02 89394324 Ivana Gattini 02 3548641 0464 579111 Angela Raija Gerber 035 751231 059 909198 045 8087888 039 2142492 Emilio Beretta 081 948420 Salvatore Mercurio 049 9201333 - 0444 250039 Chiara Pinton 051 6630851 - 02 48884811 Guglielmo Gualandris 039 2148328 Claudio Parietti 0384 254011 Marco Gaviglio 049 8991511 Diego Carbonara 02 332035.1 Renato Pignarca 041 920063 - 035 330100 02 33300814 - 02 921951 Simone Bandecchi 0445 362494 - 055 8229497 Daniele Cerretelli
E-MAIL t.moise@altavia.it promoter@burgodistribuzione.com info@cartaria.it info@druckfarben.it infos@emilplast.com info@fedrigoni.com info@gpn-rubricatura.it info@grafichemercurio.it info@gruppopadovana.it chiara.pinton@hubergroup.it commerciale@industrialbox.bo.it komori@komori.it info@litover.com info@luxoro.it d.carbonara@mediagrafspa.it renato.pignarca@merckgroup.com - quadrifolio.bg@quadrifolio.it info@signumsrl.it simone.bandecchi@rotolitolombarda.it info@tictac.it cerretelli@twsystems.it
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c o l o p h o n
COMITATO DI REDAZIONE
PRINT BUYER n. 33 - uscita giugno 2011 Direttore responsabile Ruggero Zuliani Condirettore Anna Aprea aprea.a@ilpoligrafico.it Responsabile di redazione Titti Cocola cocola.t@ilpoligrafico.it Redazione Vanna Pizzetti pizzetti.v@ilpoligrafico.it Cristina Rossi rossi.c@ilpoligrafico.it Art director Cristina Mascherpa mascherpacristina@virgilio.it Impaginazione Cristina Mascherpa, Chiara Arrigoni Copertina Cristina Mascherpa e Chiara Arrigoni foto www.dreamstime.com PrintTv Laura Scatena Sede Zeta’s - 20137 Milano, via Kolbe 8 Tel. 02.7529101, Fax 02.75291039, printbuyer@ilpoligrafico.it Pubblicità Rancati Advertising: Claudio Sanfilippo Tel. 02.70300088 csanfilippo@rancatinet.it Zeta’s: Manuela Terreni (commerciale) terreni.m@ilpoligrafico.it Tel. 02.40047399, 3475822745 - Lucia Cremascoli (segr. pubblicità) Tel. 02.75291030 cremascoli.l@ilpoligrafico.it Numeri arretrati euro 12,50 cad. Abbonamenti tel. 02.75291020 abbonamenti@ilpoligrafico.it Quota annua euro 39,00 per l’Italia, euro 64,00 per l’Europa, euro 74,00 extra Europa. I versamenti possono essere effettuati con bonifico bancario a: Zeta’s srl - Credem Ag. 2 Milano - IBAN IT31 X030 3201 6010 1000 0060 641 oppure sul c/c postale n. 41419201. R.E.A. Milano n. 1190227 Autorizzazione Tribunale Mi n. 706 - 11.10.04 Stampa Grafiche Parole Nuove - Brugherio (MB). Nobilitazioni copertina Emilplast - Bomporto (MO)
Hanno collaborato a questo numero:
Lorenzo Capitani Maria Rosa Mantellato Moreno Martelloni Achille Perego Marco Picasso Sonia Spagnol
Renzo Callegari Direttore Centrale di Produzione Lowe Pirella Fronzoni Presidente Assoprod renzo.callegari@loweworldwide.com Lorenzo Capitani Esperto di stampa e giornalista lorenzo.capitani@alice.it
Luca Fiammenghi Visual designer Docente presso diversi istituti di formazione visdesign@fastwebnet.it Maria Rosa Mantellato Marketing di prodotto stampa e cartotecnica Postel S.p.A. mariarosa.mantellato@postel.it
Gli articoli firmati impegnano esclusivamente gli Autori. Dati e caratteristiche tecniche sono generalmente forniti dalle Case costruttrici, non sono comunque tassativi e possono essere soggetti a rettifiche in qualunque momento. Tutti i diritti sono riservati. Notizie e articoli possono essere riprodotti solo a seguito di autorizzazione dell’editore e comunque sempre citando la fonte. Testi e fotografie, qualora non espressamente richiesto all’atto dell’invio, non vengono restituiti. Desideriamo informarLa che il D.Lgs. 196/03 (Testo Unico Privacy) prevede la tutela di ogni dato personale e sensibile. Il trattamento dei Suoi dati sarà improntato ai principi di correttezza, liceità e trasparenza e della Sua riservatezza. Ai sensi dell’art. 13 del Testo Unico, Le forniamo quindi le seguenti informazioni: il trattamento che intendiamo effettuare verrà svolto per fini contrattuali, gestionali, statistici, commerciali, di marketing; il trattamento, che comprende le operazioni di raccolta, consultazione, elaborazione, raffronto, interconnessione, comunicazione e/o diffusione si compirà nel modo seguente: archiviazione su supporto cartaceo e archiviazione informatizzata su personal computer. Il titolare dei dati è: Zeta’s srl nella persona del Rappresentante Legale. Il responsabile del trattamento dei dati è: Alessandra Gori Montanelli (gorimontanelli.p@ilpoligrafico.it, via Kolbe 8, Milano, tel. 02.7529101, fax 02.75291032). Al titolare del trattamento Lei potrà rivolgersi per far valere i Suoi diritti così come previsti dall’art. 7 del D.Lgs. 196/03. Associato all’USPI
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