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Dal sondaggio: “Come gestiscono i rifiuti le aziende grafiche” Large Format Printing in Italia:
Sondaggio
Come gestiscono i rifiuti le aziende grafiche?
Tutto quello che viene prodotto e non prodotto prima o poi diventa rifiuto. Indipendentemente che un’impresa abbia attività di prestampa, di stampa sia convenzionale sia digitale o di finitura packaging, label, legatoria, flessibile, produce sempre “rifiuti”. Anche i prodotti finiti conformi, alla fine della loro vita diventeranno rifiuti. Nel flusso di lavoro di una qualsiasi azienda grafica, dal più semplice al più complesso, la materia prima arriva in un imballo, il cui contenuto viene impiegato per la produzione, quindi una parte diventa prodotto che viene inviato confezionato al committente, e una parte sarà scarto di produzione e sfrido. Ma non solo, il ciclo produttivo in se stesso produce ulteriori scarti come i lubrificanti esausti che vengono recuperati durante le manutenzioni, i prodotti di lavaggio per le macchine e per gli ambienti.
La responsabilità del corretto smaltimento
La quantità di rifiuti generata è notevole ancora prima che il prodotto stampato arrivi sul mercato. Quando questo poi accade, lo stampato stesso avrà una sua vita utile e successivamente verrà eliminato diventando a sua volta «rifiuto». Chiunque produca rifiuti è responsabile del loro smaltimento nel rispetto delle normative vigenti. Inoltre, chi produce imballaggi è anche responsabile del fatto che sulle confezioni siano indicate chiaramente le istruzioni per lo smaltimento sia dell’imballo sia del suo contenuto. Il D.Lgs. 116/2020 ritiene responsabili tutti gli appartenenti alla filiera produttiva in caso venga immesso sul mercato un prodotto contenuto in un imballo che non riporti chiaramente le indicazioni specifiche di smaltimento per ogni componente in esso contenuto e dell’imballo stesso. La responsabilità non è mai delegata ad altri ma è sempre di chi ha prodotto l’imballo o chi ha prodotto scarti, sfridi e residui da eliminare.
Best practice della gestione dei rifiuti in sala stampa
Nell’ambito del programma ‘Accorciamo le Distanze’ che ha incluso una serie di iniziative in preparazione alla manifestazione Print4All, svoltasi lo scorso maggio, il gruppo prestampa-sala stampa di ARGI ha condotto in collaborazione con TAGA un’indagine che ha coinvolto un panel di circa 150 stampatori. L’80% dei quali fa parte delle prime 500 aziende italiane in termini di fatturato (secondo la Banca Dati Big della Stampa pubblicata da Il Poligrafico) mentre il restante 20% è composto da aziende con fatturati inferiori ai 5 milioni di euro. In questo articolo riportiamo i risultati raccolti dalla Survey rivolta agli stampatori. Abbiamo riletto in chiave critica le risposte pervenute per sottolineare che le buone pratiche d’uso siano sempre applicabili nei diversi contesti aziendali e per ricordare che applicare le best practice comporti un percorso di continuo aggiornamento e impegno sia all’interno dell’azienda sia nelle relazioni con i fornitori esterni.
Dal sondaggio “La gestione dei rifiuti nelle industrie grafiche. Una fotografia sulla preparazione e sensibilità delle imprese”, è emerso un quadro eterogeneo dell’approccio da parte degli stampatori italiani nei confronti di questo tema legato all’eco-sostenibilità.
Il sondaggio
L’obiettivo di questa indagine è raccogliere informazioni sulle modalità e il grado di sensibilità che le imprese industriali grafiche hanno nei confronti dei “rifiuti” che vengono generati nell’ambito delle attività di produzione di stampa. Come si può notare dalle risposte ottenute alla Domanda 2, il panel degli intervistati è rappresentativo dell’intera gamma di tecnologie da stampa disponibili nel mercato, potendo così portare indicazioni sui comportamenti aziendali in un modo trasversale rispetto proprio alle tipologie di tecnologie utilizzate e quindi in riferimento alle problematiche di prodotti, materiali e consumabili utilizzati nei processi produttivi.
Le tipologie di rifiuti
I rifiuti prodotti nel processo produttivo sono fondamentalmente quelli legati ai materiali di consumo (lastre, inchiostri, chimici) e alla carta in quanto la maggior parte dei partecipanti al panel (oltre l’80%) stampa su supporti cartacei. Rifiuti diversi dai precedenti già citati sono però prodotti da oltre il 40% degli intervistati. Analizzando la risposta nei suoi dettagli, sono soprattutto le voci che riguardano gli imballaggi misti, i fanghi, caucciù e oli esausti oltre alle cartucce di toner esaurite ad essere più volte replicate nelle risposte raccolte dall’indagine. L’attenzione alla materia è riscontrabile nelle risposte del panel alla Domanda 4. Laddove, infatti, si chiede ai rispondenti di dichiarare l’esistenza di prassi consolidate nella gestione dei rifiuti, quasi il 60% afferma di avere una procedura scritta e revisionata almeno una volta all’anno. Fa però riflettere il fatto che il 14% sostenga di fare riferimento a informazioni verbali e non codificate, come pure che il 17% non abbia 2. Che tecnologia di stampa usate? revisionato la procedura negli ultimi due anni.
Gestione dei rifiuti, chi se ne occupa?
Una volta individuate le prassi per la gestione all’interno della sala stampa, la Survey ha voluto indagare sulle modalità con cui vengono designati, all’interno delle aziende grafiche, i responsabili delle attività concernenti la gestione dei rifiuti. Emerge che un 14% circa degli intervistati deleghi completamente all’esterno la gestione di tutte le pratiche necessarie, un 17% che ha delegato le attività di registrazione necessarie allo stesso personale che già svolge attività similari (come ad esempio la compilazione dei classici Documenti di Trasporto). Oltre il 68% delle aziende intervistate ha, invece, individuato figure professionali dedicate, chi suddividendo i compiti e le responsabilità tra più persone (acquisti, magazzino, direzioni di produzione, ecc.); chi invece, il 35% in totale, identificando una figura specifica come responsabile globale e alla quale vengono dedicate le attività di formazione specifica e periodica.
4 Nella gestione dei rifiuti vi siete dotati di una prassi consolidata e periodicamente rivista che copra tutti gli aspetti della gestione rifiuti*?
* codifica, stoccaggio,avvio a recupero/smaltimento, ecc
Andare oltre gli obblighi di legge
Anche per la gestione dei rifiuti, come in tutte le attività aziendali, esistono normative e regole legislative che devono essere rispettate e verificate. Gli obiettivi di gestione dei rifiuti, però, vanno oggi oltre il mero rispetto delle normative. Avere un approccio “green” non significa solo seguire leggi e regole cogenti, ma anche gestire i vari processi con una specifica attenzione a ulteriori e aggiuntivi obiettivi. Per quanto riguarda i rifiuti, perseguire il principio delle 4R (Ridurre, Riutilizzare, Riciclare, Recuperare) è uno degli obiettivi che molte aziende si pongono, diventando parte attiva del movimento verso un mondo più sostenibile. Non deve quindi sorprendere che circa il 44% dei partecipanti all’indagine abbia risposto di aderire al suddetto principio (Domanda 6). Premesso che differenti materie prime possono portare a differenti classificazioni dei rifiuti prodotti e quindi a un diverso destino finale (recupero vs. riciclo), più che la singola strategia adottata è importante che la scelta venga fatta in modo coerente con gli obiettivi aziendali di medio/lungo periodo in termini di raggiungimento degli “scope” europei e italiani di gestione rifiuti. Un ulteriore 17% punta a una gestione virtuosa per arrivare al risultato “Zero Waste”. Il 25% degli intervistati invece ha un approccio molto meno propositivo, limitandosi a garantire “la sola conformità normativa” (10%) o mettendo al primo posto nelle scelte il “contenimento dei costi di smaltimento” (16%). La Domanda 7 oltre a far emergere il grado di velocità di risposta delle aziende grafiche agli aggiornamenti 47
6.Quale delle seguenti affermazioni meglio rispecchia, oltre alla corretta normativa, il vostro obiettivo nella gestione dei rifiuti?
legislativi, è servita a delineare un quadro preciso delle modalità con cui vengono accolte e approfondite eventuali nuove normative. Circa il 70% delle imprese intervistate dichiara di non entrare nel merito dei dettagli delle nuove normative che entrano in vigore. Infatti, il 45% ammette di essere al corrente di eventuali aggiornamenti legislativi demandando la classificazione esternamente al gestore dei rifiuti. Il 25% non sa, e di questi il 18% affida ad altri la classificazione. Il 6% non ha ancora riclassificato i rifiuti.
Formulari e registri
Nella gestione dei rifiuti un ruolo particolarmente importante è quello dei formulari e dei registri di carico e scarico. Documenti che il “produttore del rifiuto” è tenuto a compilare e conservare per ottemperare alle regolamentazioni di legge. Anche in questo caso è particolarmente significativo rilevare che circa il 37% degli intervistati dichiari di affidare a terzi la compilazione dei formulari e il 16% anche l’aggiornamento dei registri di carico e scarico. Il 47% gestisce internamente queste procedure, ma solo il 14% utilizza un processo totalmente informatizzato avvalendosi di software specifici. La compilazione dei registri implica una corretta classificazione dei rifiuti che per buona prassi dovrebbe essere effettuata sin dalla fase di raccolta o generazione del rifiuto stesso. L’identificazione dei rifiuti serve a distinguerli da tutti gli altri materiali presenti in azienda (ricambi, scorte ecc.) e deve avvenire nel momento in cui il rifiuto viene generato e/o allocato nell’area di deposito temporaneo (es. stracci sporchi di inchiostro la cui identificazione deve essere apposta sul contenitore in cui saranno raccolti). Anche l’area all’interno dei reparti in cui sono raccolti i rifiuti deve essere identificata, seguendo specifiche regole che determinano sia il posizionamento di cartelli indicatori sia la forma grafica che deve essere adottata per identificare correttamente il ‘tipo’ di rifiuto. L’84% dei rispondenti si rivela particolarmente attento alla necessità di apporre cartelli nei punti di raccolta interni e ai contenitori. Il 6% demanda allo smaltitore anche questo tipo di adempimento.
7.Siete a conoscenza dell’emanazione delle nuove linee guida sulla classificazione dei rifiuti approvate, mediante decreto direttoriale n. 47 del 9 agosto 2021, in attuazione a quanto previsto l’art. 184, comma 5, del D.L.vo 152/2006, come modificato dal D.L.vo 116/2020?
Etichettature dei rifiuti
La Domanda 10 si sofferma sul comportamento degli intervistati rispetto al contenuto e alla forma che deve avere l’etichettatura apposta sui rifiuti. Gli elementi grafici presenti sulle etichette devono avere dimensioni minime certe e verificate (es. il pittogramma con la «R» nera su fondo giallo deve misurare 15x15 cm). Qui il panel si divide, evidenziando una maggioranza relativa (40%) che dichiara di adottare etichette realizzate su plastica e carta indicanti solo il codice EER. Un restante 48% si divide tra chi usa etichette in carta e chi usa etichette in plastica, tutte riportanti anche i pittogrammi indicatori del tipo di rifiuto. La Domanda 11 indaga il comportamento delle industrie grafiche nei confronti della gestione di rifiuti sottoposto al regolamento ADR. Si tratta di situazioni in cui i rifiuti sono classificati pericolosi e pertanto richiedono particolari attenzioni da parte del produttore di rifiuti, come la necessità di verificare i mezzi e gli autisti incaricati a ritirarli. È obbligatorio il controllo da parte
I servizi del CSP
Il Centro Studi Printing (CSP) di Stratego Group – che ha curato questo articolo – è un osservatorio economico dedicato al mercato della stampa, comprensivo di tutti i settori ove il printing ha un ruolo fondamentale nello sviluppo del mercato (Consumer; Office; Production; Specialistica). Per far questo si avvale degli strumenti sviluppati al proprio interno o tramite accordi esclusivi con analisti finanziari, proponendo indagini puntuali sui vari settori del mercato. centrostudiprinting@ strategogroup.net
11. Nel caso di rifiuti in ADR avete istituito un sistema di controllo dei mezzi e degli autisti incaricati di ritirare il rifiuto in oggetto?
10. Le etichettature dei rifiuti sono conformi a quanto previsto in termini di contenuto, durata e dimensioni?
13. Avete implementato indicatori di monitoraggio del processo di gestione dei rifiuti in relazione ai volumi prodotti o al fatturato?
dell’azienda che produce il rifiuto. Dalle risposte degli intervistati emerge che il 52% del panel affida questi controlli direttamente alla società incaricata del ritiro, il 18% adotta una prassi di verifica ma non registra i controlli effettuati e l’8% non fa nessuna di queste verifiche. Lo stoccaggio dei rifiuti deve essere sotto tettoia per i rifiuti solidi mentre è d’obbligo l’utilizzo di vasche di idonea capacità per quelli liquidi. Segue questa procedura il 58% degli intervistati; il 14% non distingue rifiuti solidi da liquidi, stoccando indistintamente i prodotti sotto la stessa tettoia. In ogni caso, come dimostrano le risposte alla Domanda 13, tutti applicano indicatori di monitoraggio del processo di gestione dei rifiuti, il 41% valutando sia aspetti qualitativi sia economici, il 23% solo qualitativi e il 20% considerando solo gli effetti economici della gestione.
I fornitori di servizi di gestione rifiuti
Le risposte alle domande fino a qui descritte chiariscono come in molti casi la gestione dei rifiuti sia quasi totalmente affidata a un fornitore esterno che prende in carico vari step del processo e non soltanto della raccolta e smaltimento. Per questo circa il 20% degli intervistati dichiara di non avere alcun motivo per valutare nuovi fornitori e il 40% lascia al caso (occasione) l’eventuale verifica contrattuale. Il 37% afferma di adottare una modalità di valutazione del fornitore che rimette in gioco la selezione ogni anno, approccio più diffuso presso aziende che gestiscono internamente le procedure burocratiche relative allo smaltimento. In ogni caso è fondamentale ottenere da parte del fornitore copia delle autorizzazioni previste e verificare che vi siano citati i codici CER dei rifiuti che gestiranno. Altrettanto importate sarà la verifica dei mezzi autorizzati al trasporto e e l’inserimento degli stessi nelle autorizzazioni ricevute.
Classificazione dei rifiuti
Sono due le macro classi di rifiuti generate dal processo produttivo di stampa: quelli derivanti dai consumabili utilizzati nel processo di produzione del prodotto stampato e gli “scarti di produzione” chiamati ‘sfridi’. Le risposte fornite dagli intervistati alla Domanda 17 sembrerebbero dichiarare che il maggior onere è causato dai rifiuti generati nel processo produttivo, sicuramente a casus di una forte presenza (nei consumabili da stampa) di rifiuti considerati pericolosi e quindi soggetti a trattamenti più onerosi sia economicamente sia di processo gestionale. Da alcuni commenti emerge anche la difficoltà nella gestione degli sfridi, in particolare da parte delle aziende che impiegano differenti tipi di supporti (carta, plastica, film ecc.).
Cosa ne pensa il committente?
Alla Domanda 19, gli intervistati hanno risposto che il
17. Quali sono i prodotti per i quali avete maggiori difficoltà di gestione del fine vita?
19 Quali sono le principali domande che vi fanno i vostri committenti?
37% dei committenti in fase di valutazione del fornitore di servizi di stampa più idoneo chiede allo stampatore di avere ottenuto certificazioni ambientali; il 15% una documentazione sulle modalità di gestione dei rifiuti (autorizzazioni) e il 14% di dimostrare l’impiego di modelli di economia circolare. Se da una parte esiste una committenza informata e consapevole nei confronti della responsabilità della filiera, dall’altra parte il 49% delle aziende di stampa afferma di avere clienti non interessati a questo aspetto. Una contrapposizione che stimola ulteriori approfondimenti mettendo al centro del dibattito anche il tema dei rifiuti in quanto leva per migliorare i processi di sostenibilità della filiera.
Il bilancio ambientale
La Domanda 20: “Redigi il Bilancio Ambientale?” prevedeva la possibilità di scegliere più di una delle seguenti risposte.
S ì, per obbligo di Legge
39,1% S ì, per m otivi di m arketing 17,4% S ì, per caratterizzare eticam ente l’azienda 34,8% P ubblichiam o solo alcune inform azioni nella nota integrativa di bilancio 30,4% N o 0,0%
Chiaramente un’azienda attiva nel concretizzare strategie volte alla alla salvaguardia del Pianeta e al benessere delle persone può beneficiare di un’ulteriore leva di marketing in merito a un tema a cui clienti e consumatori finali sono sempre più attenti, tuttavia dal sondaggio è emersa anche in buona percentuale un’attitudine alla sostenibilità orientata alla caratterizzazione etica. Nessuna delle aziende coinvolte nella survey ha escluso l’intenzione di produrre un “Bilancio ambientale”, anche se in alcuni casi viene inteso non nella sua propria accezione di documento a sé stante redatto seguendo specifici parametri. Assolvere all’impegno di rendere noti dati e politiche ambientali per alcune aziende significa semplicemente integrare con relazioni sulle proprie attività green il Bilancio propriamente detto, se non semplicemente dedicare una sezione del sito web aziendale a questo tema. In ogni caso il sondaggio ha rilevato una crescente attenzione da parte delle aziende del nostro settore ai temi dell’eco-sostenibilità. Di seguito l’analisi di una delle aziende che hanno partecipato alla survey.
Rifa Etichette
Come di consueto approfondiamo una realtà che ha partecipato al sondaggio
Rifa Etichette S.r.l., con sede a Schio (VI), ha fatturato nel 2021 circa 9,8 milioni di euro dichiarando di aver affrontato bene il periodo pandemico. L’azienda, la cui denominazione è composta dalla prima sillaba di nome e cognome di Rinaldo Fanchin (è lui che l’ha fondata nel 1972), anche in questo ultimo anno ha confermato il trend che l’ha vista in crescita dal 2017. Con la gestione dei tre fratelli Nicola, Elisabetta e Alessio, i ricavi sono aumentati nel 2021 rispetto al 2020 di circa il 30% e la crescita nei cinque ultimi anni è stata di circa il 60%. Risultati ancora migliori di Margine Operativo Lordo: quasi raddoppiato nel 2021 nei confronti del 2020 e cresciuto di 5 volte se si confrontano i dati del 2021 rispetto a quelli del 2017. Analoga performance per il risultato economico: un utile di bilancio ragguardevole, che si attesta a oltre 10 punti percentuali rispetto ai ricavi. Per quanto riguarda il capitale circolante, il credito aziendale ha registrato una crescita progressiva passando da 136 a 118 giorni nel quinquennio considerato. Negli ultimi due anni, i termini di pagamento ai fornitori sono stati allungati con il risultato combinato positivo delle due misure.
Ricavi, Ebitda e Utile
In funzione dei risultati economici e vista la sostanziale stabilità media del numero dei dipendenti e dei relativi costi, la produttività individuale è aumentata considerevolmente raggiungendo un valore aggiunto pro capite di oltre 101 mila euro nel 2021 rispetto ai 65 mila euro del 2017. L’azienda ha presentato un bilancio abbreviato sfruttando il dispositivo dell’art. 2435 bis Codice Civile, dunque non si raccolgono da questo documento informazioni ufficiali circa la gestione. Non si trovano nemmeno notizie che possano essere riferite al tema del bilancio ambientale. Emerge l’attenzione a coprire con derivati “interest raste swap” i rischi connessi all’oscillazione dei tassi in funzione del debito verso le banche. Nel corso degli ultimi tre anni l’azienda ha attinto ai finanziamenti erogati dal Governo con le varie misure di sostegno alle imprese. L’azienda sta redigendo il proprio Codice Etico che condividerà con gli stakeholder. In merito alla sostenibilità Rifa Etichette manifesta il proprio impegno attraverso cinque principali linee guida :
• evita di utilizzare m ateriali usa e getta o strumentazione composta di materiali difficili da riciclare; • adotta il teleriscaldam ento per ridurre del 38% le emissioni inquinanti; • ha installato un im pianto fotovoltaico da 200 Kw per ottenere il 20% della fornitura di energia elettrica su base annua; • sta progressivam ente sostituendo tutte le lam pade UV con le lampade LED per azzerare le emissioni di ozono in atmosfera e per ottenere un risparmio energetico pari al 50% in meno rispetto ai sistemi tradizionali; • è partner del program m a Rafcycle che recupera, ricicla e valorizza gli scarti delle etichette.
Infine, esibisce dal 2020 la certificazione FSC, marchio della gestione forestale responsabile. Ci auguriamo di leggere presto nei bilanci 2021 delle aziende un numero sempre maggiore di riferimenti a temi ambientali e adesioni ai sistemi di gestione responsabile e rispettosa delle risorse naturali, sia in termini di riciclo sia di utilizzo delle materie prime nei processi di trasformazione.