quarantuno
Textile - Interior - Decorative OOH - Industrial & 3D
power
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editoriale paola bonfanti
Anyway the wind blowS L’universo della stampa industriale è al centro di questo numero di WIDE, l’ultimo del 2018. Parliamo di un comparto molto ampio e trasversale a diverse filiere manifatturiere, interessato da una fase di forte trasformazione. Una trasformazione che va di pari passo con l’evoluzione della domanda, laddove a dominare le logiche del consumo sono parole come “personalizzazione” e “just in time”: “I want it personalised and I want it now”. Così il mercato detta modalità e tempi e le imprese che vogliono rimanere a galla e continuare a competere devono adeguarsi, anche quando si parla di produzione manifatturiera e di beni di largo consumo. Perché le produzioni in grandissime quantità di uno stesso articolo non sono più di moda: dalla ‘produzione di massa’ si è passati alla ‘customizzazione di massa’, laddove il consumatore contemporaneo ricerca la propria unicità negli oggetti – unici – che possiede. E come si raggiunge l’unicità? Attraverso la decorazione o la funzionalità, altre due parole chiave dell’industrial printing contemporaneo. A livello tecnologico, non potrebbe esserci notizia migliore per i player della stampa digitale. Perché a rendere possibile la trasformazione dell’industria manifatturiera è proprio l’introduzione delle tecnologie a getto di inchiostro nei processi produttivi. L’inkjet è il jolly che abilita tutto ciò che riguarda la realizzazione di uno stesso articolo in diverse varianti e su diversi materiali – perché oggi quasi tutte le superfici possono essere stampate –, la gestione di piccoli volumi e la tempestività di lavorazione e consegna. Fenomeno ‘industrial’ parallelo, l’evoluzione della manifattura additiva che, già ben oltre la prototipazione, si avvia a diventare una vera e propria tecnologia di produzione. Smart e disruptive! La ricerca di personalizzazione come specchio della nostra unicità è sempre più dirompente e l’evoluzione delle applicazioni della stampa specialistica lo dimostra, tra effetti mirror, articoli luxury di cui non si può fare a meno e campagne indoor e outdoor che solleticano l’ego mettendo alla prova preparazione e responsività. Insomma, quando un trend chiama, il consumatore-modello del terzo millennio risponde, consapevole o meno. “Anyway the wind blows...”
sommario Wide quarantuno
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speciale industrial & 3d scenari: industrial printing, l’evoluzione contemporanea pag 16 tecnologia: teste di stampa, queste sconosciute? pag 20 focus 3d: manifattura additiva, si va in produzione pag 24 focus materiali: il metallo pag 30 eventi: inprint italy a milano pag 36
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out of home scenari: nelle città l’ooh tradizionale si integra col digitale pag 42 spazio insegne: face detection, la nuova frontiera pag 47
decorative
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tecnologie: splendido splendente effetto vernice pag 50
textile eventi: heimtextil 2019 scalda i motori pag 58 tendenze: quando le t-shirt sono luxury pag 60
interior tendenze: mirror inspired, l’ultima frontiera pag 64
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fespa space fespa italia roadshow fa tappa alla fg pag 48 fespa awards, aperte le iscrizioni pag 49
eventi al demo center di efi presentata la vutek h3 pag 57 viscom italia: “voci dal floor” pag 70
rubriche dalle aziende: installazioni, fiere, tecnologie pag 8
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i nomi di questo numero pag 74
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news dalle aziende
wer Sponsor, sono e perché
OOH Wrapping artistico per la Cattedrale di Ferrara
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WIDE: crede nella va-
Oltre 1.000 metri quadrati di rete mesh stampata in digitale e più di 600 kg di peso complessivo. Cinque giorni per stampa e confezione, un giorno e mezzo per il montaggio a oltre 30 metri di altezza, quattro anni di durata garantita. Questi i numeri legati alla produzione e all’installazione del maxi telone artistico che ricopre la facciata della Cattedrale di Ferrara, sottoposta a un’intensa opera di restauro. Si tratta di una tra le più grandi installazioni d’Europa e, oltre alla forte connotazione artistica, vanta la particolarità di essere totalmente priva di loghi e immagini pubblicitarie. L’artefice dell’installazione OOH? Gruppo Masserdotti, scelto dai committenti per la pluriennale e consolidata esperienza nel settore del wrapping building.
e veicolo pubblici-
o, nella capacità di
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ttori grazie allo
diato mix di testate
tali e cartacee.
sto primo numero
l’anno
e del sostegno di:
I Power Sponsor sono aziende che hanno scelto di accompagnare WIDE nel suo percorso editoriale 2018, garantendo una continuità di impegno nel dialogare con la redazione e nel favorire il trasferimento tecnologico verso il mercato. Attraverso case history, news tecnologiche, interviste al proprio interno e a clienti rappresentativi, si proporranno quali driver di informazioni ‘powerful’ nelle diverse sezioni della rivista.
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Quello di Ferrara è un progetto corale, che ha visto il coinvolgimento dell’intera città. A lanciare l’idea il quotidiano Il Resto del Carlino-QN, che ha dato voce alla richiesta di cittadini-lettori, stanchi della lunga durata dei lavori sulla facciata della Cattedrale. I fondi sono arrivati dalla raccolta #cuoreduomo – che ha visto in prima linea i cittadini ferraresi, sostenuti da Diocesi e Confindustria Emilia Romagna, con il patrocinio di Comune, Regione e Ministero dei Beni artistici e culturali e la sponsorizzazione di Unindustria Emilia Centro. Ferrarese anche l’artista che ha ideato il disegno, lo scenografo e costumista Lorenzo Cutùli, non nuovo a questo genere di lavori. L’opera – intitolata Cantate al Signore con la cetra – raffigura, esaltandone le dimensioni, il protiro della Cattedrale con al centro la statua della Madonna delle Grazie circondata da panneggi che ricordano quelli di un sipario teatrale. Gruppo Masserdotti ha lavorato in stretta collaborazione con l’artista e i grafici di Eliotecnica sin dalla progettazione, mettendo a disposizione il proprio know how sulla scelta di materiale in grado di assicurare prestazioni eccellenti in fase di stampa e massima durata in esterno. Realizzato in PVC classe ignifuga B1, microforato e del peso di 510 grammi, il telo, suddiviso in quattro parti, è stato stampato da Gruppo Masserdotti utilizzando il sistema roll-to-roll Durst Rho 512R Plus. Successivamente il telo è stato confezionato perimetralmente e trasportato a Ferrara per l’installazione. Un’operazione sartoriale e allo stesso tempo acrobatica. La copertura, infatti, è stata fissata in cima alle impalcature, a un’altezza di oltre 30 metri dal suolo, e successivamente calata a terra. L’operazione di wrapping building di Ferrara va ad aggiungersi al portfolio di Gruppo Masserdotti, che include il Palazzo Ducale di Venezia (copertura di 5.000 mq), la Torre della Ghirlandina a Modena (4.350 mq), il palazzo di San Sebastiano a Mantova (1.200 mq) e la Cattedrale di Noto (1.000 mq).
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Dal web a Viscom, sempre con personalità Sapersi distinguere sul mercato è la ricetta del successo. Lo ha dimostrato l’incredibile affluenza di pubblico allo stand di Kimiprint a Viscom Italia 2018. Una presenza che per l’azienda – divisione di PRT Group – è stato un vero trampolino di lancio. “Siamo una realtà web to print in crescita e, come tale, crediamo sia fondamentale farci conoscere e stabilire con i nostri clienti un legame di fiducia e simpatia”, ha dichiarato Luigi Carrai, general brand manager dell’azienda. È questa la filosofia adottata nella progettazione dello stand. “L’idea era semplice e d’effetto, in linea con il nostro pay off ‘Nice to Print You’: uno sfondo stampato con un’onda e una tavola da surf su cui i visitatori potevano salire per farsi fotografare”. L’idea è stata tanto apprezzata che Kimiprint ha raccolto – nei tre giorni di fiera – centinaia di contatti e di scatti fotografici, caricati nei giorni successivi sulla pagina Facebook dell’azienda. “In questo modo abbiamo supportato la nostra presenza in fiera con una strategia social in grado di coinvolgere le persone in prima persona, spingendole a tifare per il nostro brand e per i suoi valori”, ha spiegato Carrai. Tutte questo appartiene al brand e al servizio offerto da Kimiprint. Secondo il management dell’azienda, ‘e-commerce digitale’ non è sinonimo di freddezza o frettolosità, al contrario “il nostro lavoro di ogni giorno è dare alla stampa digitale personalità e qualità, attraverso la cura del cliente e la creazione di un workflow di lavoro ottimale, che semplifica i processi e consente un approccio di stampa sartoriale anche sui grandi numeri. Senza dimenticare la qualità dei materiali e delle tecnologie, che ci portano a poter stampare su qualsiasi supporto rigido o flessibile, dal forex al polionda, dal plexiglass agli espositori fieristici, che sono il nostro fiore all’occhiello”. L’affluenza allo stand e l’entusiasmo dei visitatori di Viscom Italia 2018 hanno rappresentato per l’azienda – attiva dalla scorsa primavera – la conferma che il percorso intrapreso sta portando nella direzione giusta.
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EURMOMA Una marcia in più a Viscom Italia
Viscom Italia Dalla tecnologia al nuovo headquarter, Durst guarda al futuro Tecnologia led in anteprima, assistenza 4.0 e l’annuncio di un nuovo headquarter avveniristico. Queste le novità di Durst a Viscom Italia 2018. L’azienda altoatesina ha scelto la kermesse milanese per il debutto dei nuovi sistemi di stampa con tecnologia di polimerizzazione led: Rho P10 200 HS LED e Rho 512R Plus LED, flatbed il primo e roll-to-roll il secondo. Entrambe le macchine sono state in piena attività per i tre giorni di fiera e i risultati – in termini di vendite – sono subito arrivati: Rho 512R Plus LED sarà installata presso la romana Inprinting, specializzata in stampe di grande formato, mentre Rho P10 200 HS LED andrà a potenziare il parco macchine di Sp Systema di Pomezia, leader nei progetti di comunicazione in-store e in spazi pubblici.
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L’edizione 2018 di Viscom Italia è stata molto positiva per Eurmoma. L’azienda si è presentata in grande, con l’intera offerta disposta sull’area di due – quasi tre – stand. In vetrina, il ricco portfolio di soluzioni per la comunicazione visiva e la grafica pubblicitaria, dagli espositori per il punto vendita alle pellicole per car wrapping e interior design, dai supporti per la stampa laser ai termosaldabili. In particolare, ad attirare grande attenzione è stato lo stand dedicato a biadesivi e autoadesivi, grazie alla presenza della car wrapper Laura Malagò che ha mostrato le potenzialità della nuova gamma di pellicole premium PWF – affiancata alla gamma di vinili autoadesivi Orafol – con demo live di applicazioni su un’automobile. E proprio il car wrapping si sta rivelando – contrariamente alle impressioni iniziali – un settore in forte crescita, una conferma della lungimiranza di Eurmoma che ha scelto, in tempi non sospetti, di investire in questo settore e che sta ora raccogliendo i frutti legati a una richiesta di mercato in continuo aumento. E non finisce qui, perché il rivenditore romano ha in serbo altre novità – che saranno annunciate a breve – proprio in questo ambito. Grande interesse è stato suscitato anche dallo stand di espositori e display, ricco di novità e accattivante. Protagonista è stata la pellicola specchio antracite, usata per il rivestimento dei cubi sui quali sono stati esposti i prodotti del brand Univers System. Tante le nuove proposte di questa linea, dal totem da esterno al portabrochure Plex Box, dalle cornici Alustyle ai roll-up e così via. Proprio in quest’area è stato distribuito in anteprima il catalogo “I Miei Gioielli” 2019, un must-have per gli interlocutori di Eurmoma. Un’altra area dello show di Eurmoma di grande appeal, quella dedicata a termotrasferibili e presse by Stahl’s. Le prove e le dimostrazioni live di pressatura sono state molto apprezzate dai visitatori, che hanno avuto l’opportunità di toccare con mano la qualità dei prodotti. Last but not least, il corner dedicato ai supporti per la stampa laser. In quest’area Eurmoma ha ospitato le stampanti e i plotter messi a disposizione da Mediagrafica, sui quali sono state realizzate demo di creazione e produzione di gadget distribuiti al pubblico. www.eurmoma.it
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ttenzione anche sul soft signage: il maxi telone di 40 mq utilizzato per decorare lo stand di Durst è stato stampato su poliestere con Rhotex 500, il sistema a sublimazione da 5 metri che permette di realizzare applicazioni large format senza giunture. Un’altra novità ha riguardato i servizi di assistenza post vendita: Durst punta sul 4.0 con Durst Analytics, il software proprietario per la manutenzione preventiva che permette di interrogare da remoto le stampanti installate in un’azienda, valutando in tempo reale l’avanzamento dei lavori e prevenendo eventuali anomalie attraverso la comunicazione diretta con il centro di assistenza. “Positività e concretezza con uno sguardo al futuro”, ha commentato Alberto Bassanello, direttore vendite Italia. “La kermesse milanese si conferma imprescindibile vetrina per il settore della visual communication e, seppur a fronte di un lieve calo numerico, abbiamo riscontrato un incremento della qualità dei visitatori e dell’interesse concreto degli operatori verso le tecnologie presentate. Mai come quest’anno, infatti, gli incontri in fiera ci hanno permesso di portare a conclusione trattative già in essere con la firma di nuovi contratti”. Viscom è stata anche l’occasione per annunciare l’imminente apertura del nuovo headquarter di Bressanone: un building futuristico – attualmente in fase di ultimazione – che ospiterà la direzione centrale dell’azienda, un moderno showroom e l’Innovation Centre.
Colorcopy
Tante novità e un cambio di marcia per gruppo Colorcopy Viscom Italia si è confermato, per gruppo Colorcopy, un importante appuntamento per incontrare clienti e operatori del mondo della stampa digitale. Durante i tre giorni della manifestazione, il team aziendale e la squadra dei tecnici sono stati a disposizione dei visitatori per ascoltare, condividere, testare e guidare nella scelta delle tecnologie più idonee a rispondere alle singole esigenze. Sull’ampia area dello stand di Colorcopy, hanno trovato posto le ammiraglie dei brand rappresentati. Tra queste, le principali soluzioni a marchio Roland DG e Xerox rivolte ai player del settore della visual communication e delle arti grafiche. Grande interesse lo ha riscosso Brother GTX, la nuova stampante diretta a pigmento per tessuti, un riferimento nel mercato della stampa su t-shirt e abbigliamento in genere. Protagoniste dello stand di Colorcopy sono state le soluzioni per la stampa industriale di Liyu Italia: in mostra l’intera gamma, a partire dai plotter flatbed con luce di stampa da 3x2 metri – con tecnologia UV led e UV per i mercati verticali quali vetro e legno. Riflettori puntati anche sulle soluzioni roll to roll della serie PCT, con formato di stampa da 3x2 metri, nelle versioni ecosolvente e UV led. Colorcopy ha, inoltre, presentato il sistema Anapurna 2050i di Agfa, una stampante industriale ibrida UV led che ha riscosso un forte interesse tra gli operatori del mercato della visual communication. Tutte le soluzioni commercializzate sono a disposizione nelle tre sedi di gruppo Colorcopy – a Brescia, Milano e Bologna – tutte dotate di sala demo per consentire di effettuare prove di stampa e dimostrazioni personalizzate.
Aziende Ricoh si rafforza nell’industrial printing Ricoh ha annunciato di avere raggiunto un accordo per l’acquisizione di LAC Corporation, azienda giapponese specializzata nello sviluppo di soluzioni di stampa digitale per il settore industriale. LAC Corporation è proprietaria di una tecnologia inkjet che utilizza un inchiostro a elevata viscosità e che consente la stampa diretta su oggetti tridimensionali, come fiancate di auto, pneumatici, bombole di GPL e bottiglie in vetro. L’acquisizione è finalizzata a rafforzare la divisione di stampa industriale di Ricoh, una delle aree dell’azienda con maggiori possibilità di crescita.
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AGFA GRAPHICS La serigrafia sceglie Jeti Mira
L’italiana Screen System ha scelto il sistema Jeti Mira LED di Agfa Graphics per diversificare la produzione e puntare sulla nobilitazione dei prodotti. Nata come serigrafia oltre cinquant’anni fa, l’azienda – che ha sede a Verderio Inferiore (Lecco) – è specializzata nei settori del promotional, della comunicazione visiva e del retail. Il portfolio prodotti include espositori, pannelli decorativi, vetrofanie, cartellonistica, insegne, banners, calpestabili, decorazione di automezzi, display luminosi. Per garantire la qualità dei prodotti e del servizio, Screen System segue internamente tutti i processi e le lavorazioni, che spaziano da stampa serigrafica a stampa digitale fino a taglio laser, CNC 5 assi, plotter, fustellatura, termoformatura, termo piega, saldatura HF. L’azienda ha recentemente ampliato il parco macchine con l’installazione di Jeti Mira LED di Agfa Graphics, nella configurazione con 15 teste di stampa – 12 teste per esacromia, 2 teste per la stampa del bianco e una testa per la stampa della vernice. L’obiettivo dell’azienda è di potenziare la realizzazione di prodotti altamente qualitativi e di diversificare la produzione serigrafica attualmente in funzione, effettuando la nobilitazione degli stampati con le possibilità offerte dalla macchina. “Questa partnership con Screen System, importante e riconosciuta serigrafia, testimonia come il sistema Jeti Mira LED si distingua per qualità, versatilità e capacità produttiva, motivo per cui questa attrezzatura sta riscuotendo grande successo sul mercato”, ha dichiarato Paolo Organo, inkjet marketing and product support di Agfa Graphics. www.agfagraphics.com
Errata corrige Nell’articolo di pagina 8 di WIDE 40, abbiamo erroneamente parlato del decennale della fiera Heimtextil. In realtà, la prima edizione della kermesse di Francoforte (Germania) dedicata al tessile per l’interior decoration risale al 1971. L’anniversario a cui si fa riferimento nel titolo è quello di Messe Frankfurt Italia, la filiale italiana dell’ente organizzatore di Heimtextil che ha celebrato lo scorso ottobre i vent’anni – e non i dieci – di attività.
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FP400, la tecnologia a membrana per la stampa digitale FP400 è una nuova generazione di pompe a membrana firmata KNF che unisce i vantaggi tradizionali della tecnologia a membrana: si tratta di un prodotto autoadescante, è in grado di funzionare a secco, ha una lunga durata e pulsazioni paragonabili alle pompe a ingranaggi. Appositamente progettata per soddisfare le sfide poste dagli inchiostri UV, sempre più utilizzati nella stampa a getto di inchiostro industriale, FP400 dispiega cinque membrane in grado di creare una bassa forza di taglio sugli inchiostri UV, evitandone così il processo di polimerizzazione interno. Con una portata che varia da 4 a 5 l/min (a seconda della versione), può soddisfare i volumi di ricircolo richiesti dalle moderne stampanti – che utilizzano un numero sempre maggiore (fino a 36) di testine di stampa per barra colore – molto diffuse nei settori della stampa di imballaggi, laminati, tessuti, carta da parati, ceramica, vetro, metalli e legno. Inoltre, FP400 è ideale per le nuove testine di stampa ad alta capacità, che richiedono portate di ricircolo molto più elevate. Per garantire la compatibilità con diversi tipi di inchiostro, FP400 è disponibile con un’ampia scelta di materiali che possono andare in contatto con il fluido aspirato. Sono tre le versioni in commercio: KP, con membrana in EPDM per inchiostri UV e a base acqua; KT,
con membrana rivestita in PFTE, principalmente per inchiostri a base di solvente; la versione con membrana e valvole in FFKM, dedicata alle applicazioni che prevedono l’utilizzo di inchiostri a base di olio/solventi contenenti pigmenti abrasivi utilizzati nella ceramica e nella stampa del vetro. “KNF ha vinto la sfida, creando una pompa a basse pulsazioni: FP400 raggiunge valori inferiori a 150 mbar (all’uscita della pompa) alla portata nominale e valori ancora più bassi a seconda della configurazione del sistema e della velocità di pompaggio. A questo proposito, rappresenta un’alternativa più che valida alle pompe a ingranaggio per il ricircolo di inchiostro di qualsiasi tipo”, ha detto Steven Bonfiglio, product manager di KNF. Tra le altre peculiarità, FP400 vanta una linearità del flusso tra il 10% e il 100% della portata nominale. Inoltre, è stabile con contropressioni fino a 1 bar e contro i cambiamenti di viscosità degli inchiostri più comunemente utilizzati nella stampa industriale. Tali caratteristiche la rendono idonea anche per smalti e colle. “FP400 è stata testata intensamente per diciotto mesi presso importanti produttori di stampanti e inchiostri in Italia, Spagna, Germania, Regno Unito e Cina e sta già suscitando molto interesse”, ha aggiunto Bonfiglio.
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industrial & 3D a cura di paola bonfanti
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industrial scenari
L’universo della stampa industriale è in piena trasformazione. A trainarne la crescita, l’incalzante domanda di personalizzazione e customizzazione del prodotto e la richiesta di produzione e consegna tempestive. E nei diversi segmenti dell’industrial, la tecnologia a getto di inchiostro di ultima generazione consente di rispondere ai cambiamenti in corso
IIndustrial printing, l’evoluzione
di Ron Gilboa
Group director della divisione Production Technology di Keypoint Intelligence
“Industrial printing” – o stampa industriale – è un’espressione dal significato molto ampio, che riguarda i processi di produzione di beni e oggetti nei quali la stampa viene utilizzata con fini decorativi o di protezione del prodotto, oppure con altre funzionalità. Quando utilizzata per indicare ambiti produttivi e manifatturieri circoscritti, questa espressione può tuttavia acquisire delle sfumature specifiche, legate alla specificità della filiera in questione. Pensiamo ad esempio a settori quali la lavorazione del legno, il textile, la stampa su ceramica, il mondo del vetro: pur avendo in comune la tecnologia core utilizzata per la stampa – quella a getto di inchiostro – ogni singola filiera si muove secondo dinamiche operative e strategiche differenti, che devono essere tenute in considerazione. L’universo dell’industrial printing vive una fase di trasformazione, sulla spinta dei cambiamenti del mercato. L’evoluzione della domanda in direzione della personalizzazione e una sempre più diffusa esigenza di ottenere il bene nel minor tempo possibile hanno spinto le aziende manifatturiere – attive in diversi settori – a modificare il proprio focus strategico. Redditività e profitto non sono più legati al “produrre un articolo in grandissime quantità”, come accadeva in passato, ma riguardano la capacità di “produrre nel modo più efficiente possibile un bene personalizzato – e dunque in differenti versioni – nel minor tempo possibile”. Come si traducono queste dinamiche evolutive? Secondo un’indagine recentemente realizzata da
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FESPA in collaborazione con InfoTrends – FESPA Print Census 2018 – il 72% degli operatori coinvolti si aspetta che la richiesta da parte degli utenti finali di tempi di produzione e consegna sempre più rapidi aumenti ulteriormente. Allo stesso modo, ci si attende che a crescere siano anche la domanda di tirature più brevi (61%) e di produzione just-in-time (59%). Oltre la metà degli operatori intervistati prevede, inoltre, un incremento della domanda di personalizzazione e di variazioni di uno stesso modello (Grafico 1).
Tecnologia inkjet in progress Una tendenza condivisa dalle aziende coinvolte nell’indagine di FESPA riguarda l’adozione di sistemi di stampa digitali a getto di inchiostro. Del resto, la tecnologia inkjet è ideale per gestire le basse tirature e le produzioni just in time, e consente una grande versatilità nella scelta dei materiali. Quali sono i più recenti progressi compiuti in ambito di tecnologia a getto di inchiostro, quegli stessi che spingono l’adozione di queste soluzioni? In primo luogo, i produttori di teste di stampa e i fornitori di tecnologia hanno investito molto, negli ultimi anni, per ridurre i costi delle teste di stampa e per migliorarne le prestazioni in termini di affidabilità. Questi sforzi hanno portato alla realizzazione di sistemi di stampa ad alta produttività, in linea sia con le esigenze del mercato in termini di sostenibilità ambientale, sia con esigenze operative di integrazione inline o nearline nei processi di produzione.
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industrial scenari
GRAFICO 1 Come cambierà la domanda dei consumatori nei seguenti ambiti? In crescita
Stabile
In diminuzione N=1.405 intervistati
Turnaround più rapido Volumi minori Produzione just in time Maggior livello di personalizzazione Crescita degli ordini online Integrazione cross-media
Fonte: FESPA Print Census 2018 (in collaborazione con Keypoint Intelligence – InfoTrends)
contemporanea Molti progressi sono stati compiuti anche sul fronte dell’ancoraggio di inchiostri e materiali. Lo sviluppo di fissanti e solventi di nuova generazione ha reso possibile l’utilizzo di inchiostri ad alta concentrazione, consentendo così di ottenere colori più vividi e intensi nella decorazione delle superfici. Allo stesso modo, lo sviluppo di nuovi materiali funzionali ha permesso l’introduzione di texture in rilievo e dimensionali, mentre l’uso di vernici innovative consente una protezione delle superfici più resistente e l’eventuale aggiunta di texture speciali. E per quanto riguarda i supporti, la gamma di materiali stampabili continua ad aumentare, anche grazie alle tecnologie di polimerizzazione di ultima generazione. Ciò ha portato a un ampliamento delle gamme di materiali – quali tessuto, legno, vetro, rivestimenti murali – e al loro utilizzo per applicazioni innovative. Gli operatori sono oggi in grado di stampare su superfici resistenti, che si prestano a un utilizzo duraturo garantendo la qualità e la lucentezza della stampa (Grafico 2).
La personalizzazione guida l’industrial printing
Per illustrare i cambiamenti legati ai flussi di lavoro nell’ambito della stampa industriale, è interessante analizzare l’evoluzione dei singoli segmenti manifatturieri che hanno adottato la tecnologia digitale per facilitare e implementare la ‘customizzazione di massa’. È importante notare che, al di là dei segmenti esaminati in questo articolo, nuove opportunità continuano ad aprirsi grazie ai progressi compiuti sul fronte tecnologico.
A proposito di textile printing I fornitori di tecnologia nel settore della stampa tessile hanno dedicato molte energie – nel corso del 2017 – al riallineamento delle proprie linee di prodotto. I recenti investimenti da parte degli stampatori tessili sono andati in direzione di soluzioni single pass e di sistemi di stampa DTG ad alta produttività, entrambi progettati per gestire grandi quantità in un breve lasso di tempo. L’attenzione degli operatori della stampa tessile è attualmente rivolta a piattaforme di stampa digitali o ibride. In particolare, i sistemi di stampa ibridi – che utilizzano al contempo tecnologia digitale e cilindri rotativi – permettono di ottimizzare la produzione sfruttando le peculiarità delle due tecnologie. Secondo le previsioni di InfoTrends, le installazioni di sistemi per la stampa tessile registreranno una crescita annua (CAGR) dell’11% nei prossimi tre anni. Le nuove installazioni, che andranno ad aggiungersi a una base di installato già notevole, porteranno a un incremento della produzione fino a 4 miliardi di metri quadrati di tessuto nei segmenti dell’abbigliamento, del décor e dell’industrial. Accanto all’evoluzione delle tecnologie di stampa, anche la catena di approvvigionamento dell’industria tessile continua a trasformarsi, grazie all’introduzione di nuove funzionalità volte a velocizzare i tempi di produzione e a ottimizzare la gestione delle piccole tirature. In particolare, i nuovi tool per il design di capi di abbigliamento e di prodotti decorativi consentono di accelerare le fasi di progettazione e di realizzazione.
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industrial scenari
GRAFICO 2 Quali sono i principali obiettivi della strategia di investimento tecnologico adottata dalla sua azienda? Implementare la capacità produttiva
Ridurre i costi Migliorare la qualità della stampa Migliorare i tempi di produzione complessivi Altro
Possibilità di risposta multipla
Fonte: FESPA Print Census 2018 (in collaborazione con Keypoint Intelligence – InfoTrends)
GRAFICO 3 Indice di crescita annua (CAGR) del volume di stampa tessile digitale – 2017-2022 (19%)
Industriale
Abbigliamento
Décor
Fonte: Keypoint Intelligence Textile Forecast 2017-2022
E non è solo la creatività a giovarne, perché questi strumenti incorporano funzionalità di automazione che aiutano a velocizzare ulteriormente l’intera produzione (Grafico 3).
Come cambia la lavorazione del legno I progressi della tecnologia a getto di inchiostro e la richiesta crescente – anche in questo ambito – di personalizzazione e customizzazione offrono al settore della lavorazione del legno una interessante opportunità di espansione. I consumatori sono alla ricerca di nuove modalità per personalizzare i materiali tipicamente prodotti dalle falegnamerie, ovvero pavimenti, mobili, pannelli e anche rivestimenti murali. Le indagini di InfoTrends confermano che la richiesta
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di prodotti specifici – come laminati in legno decorati – è in aumento. E, in generale, la domanda cresce a livello internazionale, con trend più moderati in aree più mature quali nord America ed Europa e prospettive di incrementi più consistenti nell’area Asia-Pacifico. Secondo le previsioni, la domanda di laminati decorati dovrebbe raggiungere quota 11 miliardi di metri quadrati, dei quali 2,1 miliardi (circa il 20%) relativi all’Europa Occidentale. L’industria del legno utilizza due metodi di decorazione: stampa diretta e laminazione. I volumi delle commesse in questo ambito sono generalmente elevati. Grazie all’avvento della stampa digitale, il settore della lavorazione del legno – come accade in altri segmenti – è oggi in grado di gestire al meglio la
N=1.399 intervistati
Differenziare prodotti e servizi per entrare in nuovi mercati
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industrial scenari
personalizzazione dei disegni, la produzione just in time, le produzioni in bassi volumi che implicano la stampa diretta sulla superficie, e la vasta gamma di laminati a disposizione. Considerando la dimensione e la diversità dell’industria della lavorazione del legno, i vari segmenti che la compongono sono destinati a crescere a ritmi diversi. Del resto, le preferenze e i gusti dei consumatori continuano a cambiare, pertanto anche le opportunità in questo ambito sono un target in movimento.
Pannelli e laminati nell’era digitale Nel corso degli ultimi anni, diversi player della filiera del décor e dell’arredamento hanno iniziato a utilizzare la stampa digitale con l’obiettivo di rilanciare e potenziare l’attività, sviluppando nuovi prodotti in risposta al crescente bisogno di differenziazione di uno stesso articolo e di produzioni short run. A fare da driver di questo trend sono realtà quali Impress, Interprint e Schattdecor: si tratta, infatti, di aziende che hanno investito in tecnologie a getto di inchiostro per soddisfare la domanda dei clienti di consegne just in time e per beneficiare del valore intrinseco della tecnologia di stampa digitale. Queste realtà hanno indicato una serie di motivi alla base della loro migrazione digitale, tra cui la possibilità di sfruttare i benefici di un miglior ‘response time’ dell’intera catena di approvvigionamento, laddove sempre più fornitori e aziende della filiera optano per l’industria 4.0 per migliorare l’efficienza produttiva. Puntano, inoltre, a offrire nuovi prodotti per applicazioni quali flooring o pannelli, in parte ancora vincolati alla stampa gravure, e cercano di sfruttare le nuove opportunità attraverso la creazione di una vasta gamma di disegni ora resi possibili dalla stampa digitale.
Sul concetto di personalizzazione “Personalizzazione” è una parola ormai entrata nell’uso dell’industria allargata del printing. Secondo una ricerca di Epsilon Research, il 90% dei consumatori considera la personalizzazione del prodotto un elemento di grande appeal, mentre l’80% del panel coinvolto si dice più attratto da aziende che offrono articoli personalizzati. Tuttavia, i consumatori sono prima di tutto singoli individui ed è per questo che ci sono diversi modi di intendere la personalizzazione. Ecco alcuni esempi: il 32% degli utenti coinvolti nell’indagine di Epsilon ritiene che con “personalizzazione” si indichino i prodotti “sviluppati e adattati al singolo”, che di conseguenza sarà più incline ad acquistarli. Una stessa percentuale di rispondenti ritiene che con personalizzazione ci si riferisca alla strategia di quelle aziende che conoscono desideri e preferenze dei singoli consumatori e garantiscono che i prodotti offerti rispondano appieno ai ‘desiderata’ del singolo. Per il 16%, la personalizzazione non significa nulla più di un’offerta personalizzata, mentre un altro 8% la definisce come una sorta di assistenza dedicata allo shopping. Infine, il 7% dei rispondenti considera la personalizzazione come una pratica per la quale le scelte di acquisto dei consumatori vengono tracciate e utilizzate per creare una proposta pubblicitaria ad hoc. Nelle proprie indagini, InfoTrends si focalizza sulla personalizzazione così come intesa dai primi due gruppi (il 64% degli intervistati). Nell’ambito industriale, la stampa inkjet aiuta rispondere a questa crescente richiesta di personalizzazione just in time.
L’opinione di InfoTrends Quello della stampa industriale è un ambito operativo molto ampio e variegato, e diffuso in diversi mercati. I player del settore del textile sono diversi rispetto a quelli attivi nella lavorazione del legno o nella decorazione di pannelli e laminati. Tutti sono però chiamati a rispondere al cambiamento del mercato che vede i consumatori interessati a prodotti personalizzati e fabbricati just in time. Le nuove tecnologie a getto di inchiostro sono concepite e sviluppate per rispondere a questa domanda e le piattaforme di stampa di ultima generazione sono sempre più utilizzate nell’ambito dell’industrial printing. È già possibile prevedere che le aspettative dei consumatori in termini di customizzazione e tempestività della consegna siano destinate ad aumentare ulteriormente. Per questo, InfoTrends ritiene che l’adozione e l’uso strategico delle tecnologie di stampa a getto di inchiostro saranno fondamentali per quelle aziende che vorranno rimanere competitive in un mercato in rapida evoluzione.
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industrial foto: Cristina Mascherpa
tecnologia
Teste di stampa, queste sconosciute? Un’intervista a Tim Phillips alla scoperta di come sono fatte e come funzionano
Tim Phillips, direttore generale di IMI Europe.
Moltissimi di noi hanno quotidianamente a che fare con le teste di stampa. Non serve avere una flatbed o una roll-to-roll, basta avere anche solo una piccola stampante domestica. Con Tim Phillips di IMI Europe abbiamo cercato di capire come sono fatte, come funzionano e come sceglierle.
di Elena Panciera
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Tim Phillips, oltre vent’anni di esperienza nel settore della stampa industriale a getto d’inchiostro, è direttore generale di IMI Europe, oltre che fondatore e direttore della società di consulenza tecnologica Catenary Solutions (e appassionato ciclista). Laureato in Scienze naturali, ha un dottorato di ricerca in Fisica dei cristalli liquidi, che è stato uno dei suoi ambiti di ricerca prima di dedicarsi alla formazione e alla consulenza. Ci è sembrato la persona giusta da intervistare per capire meglio cosa sono le teste di stampa e come funzionano. Che tipi di teste di stampa esistono? Ci sono due tipi di tecnologia di stampa a getto d’inchiostro. Il primo, inventato negli anni Settanta, è detto “a getto d’inchiostro continuo” (continuous inkjet, CIJ). Le teste di stampa di questo tipo hanno pochi ugelli, attraverso i quali l’inchiostro viene
eiettato grazie alla pressione. Quando esce all’aria, il flusso di inchiostro si rompe, così che si ottiene una lunga catena di gocce che vengono caricate elettrostaticamente. Il campo elettrostatico fa deviare le gocce in modo selettivo, così che alcune proseguono la loro corsa e atterrano sul materiale su cui si sta stampando, e altre vengono rimesse in circolo. Questa tecnologia, in produzione dai primi anni Ottanta, è stata usata soprattutto per il date coding. Oggi il suo uso è limitato essenzialmente a quest’ambito. L’altro tipo di inkjet, molto più diffuso, è la tecnologia Drop on Demand, o DOD. A differenza dell’inkjet a flusso continuo, questa tecnologia prevede che le gocce di inchiostro escano dalla testa di stampa, appunto, solo quando servono: se si vuole che la goccia d’inchiostro finisca sul materiale da stampare, allora esce, altrimenti non viene eiettata. Così funziona la maggior parte delle teste di
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industrial tecnologia
occasione sarà possibile seguire i corsi Inkjet Academy (parte del quale verte proprio sulle tematiche che abbiamo
Quali sono i pro e i contro delle diverse tecnologie? Il principale vantaggio della tecnologia termica è la facilità di produzione delle teste di stampa, dovuta al fatto che non viene usato alcun materiale “strano”, come i materiali piezoelettrici. Questo implica un costo di produzione minore, e una buona risoluzione, che si realizza grazie a ugelli posizionati molto vicini gli uni agli altri. Questo è il principale motivo per cui le stampanti da ufficio sono così economiche. Le cartucce di inchiostro che si buttano quando l’inchiostro finisce sono anche teste di stampa. Il principale svantaggio di questa tecnologia è che gli inchiostri che si possono usare sono limitati. In effetti, sono solo inchiostri a base acqua, perché non si possono mettere nelle teste di stampa termiche materiali sensibili al calore. Anche la durata di queste teste tende a essere abbastanza breve. Per quanto riguarda le teste piezo, sono generalmente più costose, ma offrono la possibilità di usare una gamma maggiore di tipi di inchiostri diversi, tra cui gli UV curable, che non si possono usare con le teste termiche. Inoltre, si possono stampare materiali
affrontato in questa intervista), Inkjet Printing Software, Inkjet Ink Characterisation, Inkjet Inks: Materials & Applications, Single Pass Inkjet System Design e Inkjet Ink Manufacturing. Dall’8 all’11 aprile 2019 ad Amburgo, in Germania, si terrà l’Inkjet Ink Development Conference, durante la quale sarà possibile frequentare anche i corsi Inkjet Academy e Ink Characterisation. Come ogni estate, dal 10 al 14 giugno si terrà l’Inkjet Summer School, che quest’anno è a Cambridge, in Gran Bretagna. Un altro appuntamento importante, che ha cadenza annuale, è il Digital Print Europe (data e luogo in via di definizione). Per restare aggiornati sulle iniziative formative e di networking di IMI Europe è possibile consultare il sito imieurope.com
materiale piezoelettrico
immagine: IMI Europe
Come funzionano tecnologia termica e piezo? Quali sono le loro differenze? La differenza principale tra la tecnologia termica e quella piezo sta nel modo in cui l’inchiostro viene spinto fuori dalla testa di stampa. Nelle teste di stampa termiche l’inchiostro viene scaldato molto rapidamente e comincia a bollire, si forma del vapore, la pressione aumenta, ed è questa differenza di temperatura che permette la fuoriuscita dell’inchiostro dagli ugelli. Le teste di stampa piezo sfruttano invece le proprietà di materiali piezoelettrici, che cambiano forma quando gli si applica una carica elettrica. Quando si progetta una testa di stampa si deve decidere che forma dargli, quanti ugelli servono, dove si vuole mettere la camera o l’alveo di raccolta dell’inchiostro, che struttura si vuole dare ai condotti che trasportano l’inchiostro fino agli ugelli. Una volta definito tutto questo, si posiziona intorno all’alveo un materiale piezoelettrico, così che, quando sottoposto a una carica elettrica, faccia pressione sull’inchiostro e lo spinga fuori dalla testa di stampa attraverso l’ugello.
Questa è la differenza principale. Poi ci unèsacco di differenze IMIsono Europe una società specializzata nella formazione minori relative anell’ambito dettagli,della come il a getto d’inchiostro. specialistica stampa Fondata da Mike e Al Keene nel 1999, è basata in numero di ugelli cheWillis si riescono Gran Bretagna, a Cambridge, uno dei cuori europei della a inserire in uno spazio ristretto, ricerca sull’inkjet (qui si trovano come funziona il sistema di i centri di ricerca di molte aziende del settore). riscaldamento, quanto è facile IMI Europe organizza però confee quanto costa produrre una renze, workshop e corsi altamente testa di stampa. specialistici in tutta Europa e Asia, In ogni caso Sono non pensati per gli adin inglese. dimentichiamo che, in fondo, detti ai lavori (ricercatori, sviluppale teste stampastampanti possonoe teste tori didiinchiostri, sembrare anche molto diverse di stampa, progettisti), ma anche tra loro, ma tecnici questo è vogliano dovuto apper quei che profondire particolari aspetti del principalmente alla necessità settore in modo di proteggerle conindipendente. brevetti: in è l’Inkjet realtàIl prossimo le azioni appuntamento che compiono sono Winter Workshop dal 22 al 26 gennaio 2019 a Valencia, in Spagna. In questa praticamente le stesse.
alveo
stampa presenti sul mercato. Nella tecnologia DOD ci sono principalmente due modi per far uscire l’inchiostro dagli ugelli: riscaldarlo oppure “spremerlo” fuori, sottoponendolo a una pressione esterna, data da materiali piezoelettrici. Le teste di stampa DOD si dividono quindi in due sottocategorie: le teste di stampa termiche (TIJ) e le teste di stampa piezo o piezoelettriche. La tecnologia termica è usata da HP e Canon, principalmente in stampanti da ufficio, ma anche in sistemi di dimensioni maggiori. La tecnologia piezo è usata praticamente da tutti gli altri. Il che significa che in ambito industriale, a meno che non si parli di HP, tutti gli altri usano tecnologia DOD piezo.
IMI Europe, alta formazione tecnologica sull’inkjet
goccia che esce dall’ugello
delicati e sottili, e la durata di questo tipo di teste tende a essere significativamente maggiore, se viene fatta una manutenzione corretta. Quali sono le teste di stampa più usate nel segmento industriale? Che caratteristiche devono avere e perché? Anche se nel mercato del cartone ondulato HP usa teste di stampa termiche, la maggior parte delle teste di stampa usate nel settore industriale sono piezo. Le ragioni di questo successo sono la loro flessibilità e la loro durata.
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Un esempio di come funziona la tecnologia DOD piezo: il materiale piezoelettrico, al quale viene applicata una carica elettrica, si deforma e causa la fuoriuscita dell’inchiostro dall’alveo della testa di stampa.
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industrial tecnologia
foto: Xaar
Entrambe le tecnologie riescono a garantire la velocità e la rapidità di cui il mercato industriale ha bisogno, ma i vantaggi della piezo, come la possibilità di usare inchiostri a solvente e UV, aumenta la gamma di possibilità. Quando si parla di settore industriale, in realtà, si accomunano mercati anche molto diversi tra loro. Per esempio, quello della ceramica è molto particolare perché, a differenza di tutti gli altri, qui non si cerca la massima risoluzione possibile o la migliore qualità dell’immagine. In effetti, qui è proprio il contrario: si cerca di stampare più inchiostro, di eiettarlo in grandi gocce, anche perché le molecole degli inchiostri ceramici tendono ad avere dimensioni considerevoli e quindi non funzionano con piccoli ugelli.
Xaar 2001+ è una delle teste di stampa più usate nel mercato ceramico.
Nel mercato ceramico c’è un bisogno molto specifico, che Xaar attualmente sta soddisfacendo bene. Produce teste di stampa che riescono a scaricare grandi quantità di inchiostro, e anche la tecnologia di ricircolo degli inchiostri è adeguata alla richiesta del mercato. Quali sono le caratteristiche da considerare quando si deve scegliere un sistema di stampa? Ci sono quattro caratteristiche principali da considerare quando si parla di teste di stampa. La risoluzione si ottiene realizzando ugelli molto vicini tra loro in grado di eiettare gocce molto piccole. Questo aspetto può essere peggiorato da altre caratteristiche
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della stampante, ma se non si parte da una buona conformazione di base della testa non lo si può di certo migliorare. Un’altra caratteristica fondamentale è la velocità. Il limite principale di una testa di stampa è quante gocce un singolo ugello riesce a eiettare al secondo. Si può rendere una stampante lenta più veloce aggiungendo più teste di stampa. Se si aggiungono teste di stampa, e quindi ugelli, si ottiene una velocità maggiore. Ovviamente, però, è meglio se si parte già da una testa di stampa che riesce a eiettare rapidamente le gocce, così non si devono aggiungere molte teste di stampa per aumentare la velocità. Il terzo aspetto importante da considerare se si cerca di acquistare una stampante è l’accuratezza. In pratica, se la testa di stampa eietta gocce molto piccole ma non le deposita nel posto giusto, il risultato non sarà buono. Il quarto e ultimo aspetto è il costo delle teste di stampa, che sarà direttamente collegato al costo della macchina, ma anche ai suoi costi di gestione e manutenzione. Secondo te ci sono innovazioni necessarie nel settore? Ci sono prodotti interessanti ma non ancora pienamente sviluppati? Non credo che il settore della stampa inkjet cambierà in modo radicale. Tuttavia la maggior parte dei produttori di teste di stampa è riuscita a presentare nuovi prodotti, innovando i processi produttivi. Questi nuovi processi sono gli stessi usati per la produzione di microchip, ma applicati in modo diverso. Questa tecnologia, usata anche in altri settori industriali, può certamente portare a fare dei passi in avanti anche nella produzione delle teste di stampa, che possono offrire una risoluzione maggiore, una buona velocità, una buona affidabilità, ma anche essere prodotte a costi inferiori rispetto ad alcune delle teste di stampa
con i vecchi design. È la tecnologia piezo DOD MEMS in silicone. Non è nuovissima, perché ha ormai un paio d’anni, ma i vantaggi si stanno cominciando a vedere ora che la maggior parte delle stampanti nel mercato sta ancora usando la vecchia tecnologia. La differenza principale è data dai materiali siliconici usati nella produzione, e la questione principale è come vengono prodotte le teste di stampa. Per semplificare, sono costruite a strati, in un modo molto simile a come vengono prodotti i microprocessori o processati i siliconi. Un esempio di questa nuova tecnologia di teste di stampa sono le Dimatix Samba. Oggi sono montate su diversi sistemi di stampa e hanno caratteristiche indubbiamente positive: la dimensione della goccia è molto piccola, così come lo spazio tra gli ugelli. Questo fa sì che offrano una buona risoluzione. Hanno una buona precisione del getto e le gocce vengono eiettate con un’alta frequenza. Inoltre, si integrano bene in lunghe linee di teste di stampa, nel caso di grandi macchine single pass. Altri produttori stanno lavorando a prodotti simili. In questo scenario, credo che ci saranno avanzamenti in questo settore. Ma c’è spazio per un’altra innovazione, secondo me. Parliamo sempre di velocità e risoluzione maggiori, ma credo che ci sia un’altra area in cui è possibile migliorare, che per certi versi è simile a quella delle piastrelle ceramiche. C’è la necessità di eiettare quantità maggiori di materiale per ottenere effetti di coating digitale. Alcuni produttori hanno questa tecnologia, ma siamo ancora a livello prototipale. Non esiste una tecnologia che stende una vernice in modo digitale, nel packaging per esempio. È molto difficile farlo al momento. Ecco, questa è un’area in cui serve ancora lavoro.
NEL MONDO DELLA GRAFICA PROMOZIONALE, NON STAMPARE... LASCIA IL SEGNO. SCOPRI COME CANON SUPPORTA IL TUO BRAND AD ESPRIMERE AL MASSIMO IL PROPRIO POTENZIALE SU OGNI FORMATO, AMBIENTE E CANALE. Viviamo in un’era di overdose digitale, dove è sempre più difficile emergere dal rumore di fondo per convincere la clientela a scegliere il proprio brand. Oggi, con le soluzioni innovative Canon, è possibile integrare canali fisici e digitali per migliorare la customer experience. Nell’epoca dell’immagine, la stampa rende il tuo brand ancora più attraente.
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industrial focus additive manufacturing
Con tassi di crescita vertiginosi nei prossimi anni e un avanzamento tecnologico sempre più forte, l’AM ha già cominciato a cambiare le regole della produzione manifatturiera su scala industriale.
Manifattura additiva, Quando venne inventata la stereolitografia, a metà degli anni ’80 del XX secolo, probabilmente nessuno pensava che da quel brevetto si sarebbe originata una galassia tecnologica che viene oggi erroneamente riassunta nel termine stampa 3D. Né che si sarebbe ramificata in molteplici settori di mercato, da quelli più fantasiosi a quelli dove le opportunità di business sono reali. Perché se leggere che la stampa 3D costruisce le case in pochi giorni è eclatante, qualunque professionista del settore sa che si tratta del classico caso tanto fumo e niente arrosto. Le possibilità del 3D sono altre, magari meno d’appeal immediato ma dagli effetti assai più dirompenti.
Questioni di terminologia Quando si affronta questo argomento, bisogna anzitutto risolvere la confusione terminologica. A cominciare dal fatto che con la stampa le tecnologie 3D hanno poco in comune. Il termine più corretto per parlarne, soprattutto se ci si riferisce all’ambito business, è manifattura additiva (in inglese AM, additive manufacturing). Due parole che esplicano immediatamente a cosa serve – a costruire oggetti – e come questo viene realizzato – tramite la costante aggiunta di materiale.
Un mercato in espansione
di Federico Zecchini
Appurato di cosa stiamo parlando, vediamo ora le sue dimensioni. A livello mondiale la manifattura additiva vale oggi circa sette miliardi di dollari. Un mercato piccolo, se raffrontato con quello della
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stampa in piano che vale oltre 600 miliardi. Un mercato con delle potenzialità di crescita spaventose, visto che le previsioni gli attribuiscono un valore di 100 miliardi entro il 2025 con tassi di crescita anno su anno del 15%. L’Italia contribuisce con quello che oggi è un mercato da 300 milioni di euro e interessanti possibilità di espansione (dati rielaborati da Stratego Group su fonti Sirmi, ASSO.IT).
Dalla prototipazione alla produzione L’utilizzo classico della manifattura additiva è quello della prototipazione. Dall’automotive al medicale, dall’aerospaziale alla difesa, sono tanti i settori in cui si è ritagliata il suo spazio per questo scopo. L’avanzamento tecnologico degli ultimi anni, tuttavia, ha avviato un processo di forte cambiamento, rendendo la manifattura additiva pienamente utilizzabile in ambito produttivo a livello industriale. Le macchine hanno raggiunto alti livelli di produttività con una qualità finale altrettanto elevata, con tempi di lavorazione decisamente accorciati e una maggior fluidità dei processi. Se prima usavano la manifattura additiva unicamente per vedere una bozza del progetto, oggi le industrie la scelgono per realizzare quello stesso progetto in maniera innovativa, con risultati paragonabili se non addirittura superiori ai metodi tradizionali, e con una possibilità di personalizzazione prima sconosciuta. I progettisti dell’automotive si ritrovano per le mani uno strumento che garantisce loro una libertà di design che i tradizionali metodi di tipo sottrattivo non consentono. Nell’aerospaziale molti
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industrial
Giancarlo Scianatico
focus additive manufacturing
regional manager EOS per l’Italia
EOS
Italia, terra d’eccellenze
Copyright:© 2015 - Stephen Potts
Fondata nel 1989 e con sede in Germania, EOS è un fornitore globale di soluzioni complete di manifattura additiva. Il suo portfolio di prodotti comprende soluzioni per la manifattura in metallo o a polimeri, software gestionali e materiali di consumo. Tra i principali settori industriali a cui si rivolge ci sono: l’aerospaziale (parti di motori, turbine, componenti interni dei velivoli); l’automotive (componenti di alta qualità ingegneristica e a elevata personalizzazione); il medicale (strumenti chirurgici e dispositivi medici specializzati per odontoiatria, ortopedia e implantologia con livelli di personalizzazione totali). Abbiamo chiesto a Giancarlo Scianatico, regional manager per l’Italia, un quadro del mercato nazionale. La stampa additiva sta completando il passaggio dalla prototipazione alla produzione industriale di parti finite. Quanto è pronto il mercato italiano per questo passo?
si va in produzione
Da sempre il mondo dell’innovazione è un ambiente che attrae gli imprenditori e i professionisti italiani e l’additive manufacturing non si sottrae a questa tendenza. A tal punto che negli ultimi due anni abbiamo potuto notare un incremento esponenziale dell’interesse dimostrato da parte delle aziende italiane nei confronti di una tecnologia dalle straordinarie potenzialità. Le novità, però, hanno spesso bisogno di un periodo di assestamento, soprattutto per la reale comprensione delle loro caratteristiche e possibilità. Per questo motivo, ancora oggi vediamo che ci sono realtà industriali nel nostro Paese che continuano a non comprendere a pieno di cosa si stia parlando quando si nomina la manifattura additiva industriale. Siamo tuttavia convinti che in Italia ci siano ottime opportunità di crescita e sviluppo sia in termini di nuove generazioni di professionisti del settore, sia di nuovi progetti in grado di scommettere davvero sull’innovazione proposta dalla quarta rivoluzione industriale.
E
Qualche esempio d’eccellenza nel nostro Paese?
sempi applicativi realizzati con macchine EOS: parti per droni e, a destra, una protesi ad alta personalizzazione.
Fra i clienti italiani con cui nell’arco degli anni abbiamo potuto costruire una collaborazione costante e proficua, possiamo citare Prosilas, azienda nata nel 2003 e specializzatasi nella tecnologia SLS fino a diventare partner di grandi gruppi industriali sia per la prototipazione che per la produzione in serie di componenti; e il Politecnico di Torino, che fin dagli anni ’90 porta avanti una serie di progetti legati alla manifattura additiva che sono sfociati in pubblicazioni scientifiche, collaborazioni consulenziali per aziende, la creazione di un centro di ricerca interno e la formazione di un master di II livello dedicato. Sono entrambe realtà che si pongono come eccellenze ed esempi di un tessuto imprenditoriale e formativo in grado di fare rete e di porre le basi per un nuovo percorso della produzione additiva che punti dritto verso quell’Industry 4.0 di cui tutti parlano e per cui le nostre soluzioni sono pronte.
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industrial
Marco Marcuccio
focus additive manufacturing
sales manager di CMF Marelli
dditive manufacturing technologies
L’importanza dell’approccio consulenziale
A
CMF Marelli
Precursore dell’additive manufacturing in Italia e fra i primi operatori a livello europeo, CMF Marelli è rivenditore dei sistemi a marchio Markforged per materiali compositi e metallici; delle soluzioni in materiali fondibili Solidscape; e di altri marchi per specifiche nicchie professionali. Abbiamo parlato del ruolo del rivenditore con Marco Marcuccio, sales manager di CMF Marelli. Nel contesto attuale del mercato, in costante espansione e con nuove nicchie che nascono ogni giorno, come si declina il ruolo del rivenditore? Il tipo di approccio e di competenze necessarie si diversifica molto a seconda della tecnologia e delle applicazioni. Nell’ambito professionale/industriale, le aziende sono interessate a fare investimenti che siano il più possibile adeguati alle loro specifiche esigenze. Di conseguenza, il nostro compito in qualità di rivenditori è di assistere il potenziale cliente nella sua indagine di adeguatezza tecnica e sostenibilità economica, per poi accompagnarlo nel percorso di ottimale utilizzo dei materiali, di aggiornamento dei software e di corretta manutenzione dell’hardware. Avere una capacità consulenziale a tutto tondo è la vera discriminante del successo di una trattativa. Quali sono i rapporti con le case madri, in particolare in relazione ai feedback ricevuti dai clienti e che possono essere utili ai reparti di R&D? I nostri rapporti con le case madri sono di intensa e costante collaborazione, soprattutto riguardo gli aspetti di applicazione ingegneristica e di resa commerciale sul canale. Considerando che - per definizione - i brand di manifattura additiva sono compagnie a fortissima concentrazione tecnologica, i loro programmi di R&D si articolano in progetti complessi e lunghe pianificazioni che di solito possono essere influenzati solo marginalmente da specifiche esigenze provenienti dai singoli mercati. Ciò non toglie che il rivenditore, che agisce più strettamente sul territorio, riporti alla casa madre specifiche richieste emerse dai suoi rapporti coi clienti e che possono risultare interessanti. Va comunque sottolineato che in molti casi determinate esigenze di singoli clienti vengono trattate direttamente a livello locale focalizzandosi sulla soluzione già esistente che più si avvicina alle necessità del singolo.
componenti possono essere realizzati con significativi mutamenti nelle caratteristiche del pezzo stesso – quali l’accrescimento della resistenza e la diminuzione del peso. Il medicale fa della personalizzazione un aspetto fondamentale, potendo creare protesi che siano perfettamente adattabili a uno specifico paziente. Non è un caso che nei prossimi anni il tasso di crescita delle macchine additive in questi ambiti sia, rispettivamente, del 34%, del 26% e del 23% (dati Frost&Sullivan). Al contempo, altri settori di business si vanno aprendo alla manifattura additiva: gioielleria, allestimenti, comunicazione e molti altri.
Materiali
Una tematica molto importante nell’ambito additivo è rappresentata dai materiali. Plastici e metallici sono i due principali raggruppamenti, ma esistono tecnologie che funzionano anche con composti, cera, gel, sabbia e perfino carta. Questo perché l’offerta è estremamente variegata e le differenze tra una tecnologia e un’altra sono piuttosto elevate. Inoltre, affermare di utilizzare un materiale di un certo tipo è estremamente Parti realizzate con il sistema Metal X di Markforged, riduttivo, in quanto per distribuito in Italia da CMF Marelli. ciascuna macrocategoria sul
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industrial
Rachele Bompan
focus additive manufacturing
ceo Bompan
Bompan Mimaki Tutta la potenza del colore
Multinazionale con una lunga storia di successo nella stampa 2D, Mimaki è recentemente entrata nel mondo della manifattura additiva con una soluzione proprietaria, Mimaki 3DUJ-553. Ne abbiamo parlato con Rachele Bompan, ceo dell’importatore esclusivo per l’Italia Bompan.
fonte: 3D Hubs - elaborazione: WIDE
Quali sono le caratteristiche dell’offerta tecnologica Mimaki? A quali settori si rivolge?
fonte: 3D fonte: Hubs 3D- Hubs elaborazione: - elaborazione: WIDE WIDE
Mimaki 3DUJ-553 è un sistema con delle particolarità di assoluto rilievo. Prima fra tutti quella di poter riprodurre direttamente oltre 10 milioni di colori in strati sottilissimi, fino a un minimo di 19 micron, restituendo lavori in qualità fotografica. La disponibilità di inchiostro clear permette, inoltre, di creare oggetti con trasparenze o semitrasparenze per effetti ancora più ricercati. La lavorazione utilizza un materiale di supporto idrosolubile, che può essere facilmente lavato via; questo elimina la necessità di operazioni manuali e riduce drasticamente la possibilità di danneggiare il prodotto durante la rimozione. L’area di produzione, pari a 50x50x30 cm, permette di realizzare pezzi di notevoli dimensioni con design estremamente complessi e dettagliati. Queste caratteristiche ampliano esponenzialmente i possibili mercati di riferimento: dal mondo della comunicazione visiva fino agli allestimenti per punti vendita, dalla prototipazione all’architettura, passando per il fashion e il medicale. Quale interesse avete riscontrato finora? Quali sono gli obiettivi che vi siete posti, anche in riferimento al mercato italiano? Fin dalla presentazione ufficiale abbiamo registrato riscontri estremamente positivi e un interesse crescente in tutti gli appuntamenti a cui abbiamo partecipato – da FESPA Berlino a maggio fino al recente Viscom Italia. Mimaki 3DUJ-553 ha anche ricevuto due riconoscimenti significativi: è stata selezionata come innovazione dell’anno ai 3DPI Awards 2018 ed è stata insignita del prestigioso premio EDP 2018 come migliore stampante 3D additiva full-color. Due premi che riflettono la componente rivoluzionaria di questo sistema, capace di infiniti ambiti applicativi. Forti di un prodotto così innovativo, siamo certi di poter replicare anche in ambito additivo il percorso già realizzato con la stampa in piano, sfruttando la sinergia tra Mimaki e Bompan per approcciare i clienti in maniera totalmente trasversale, indipendentemente dal loro mercato verticale di appartenenza. Due esempi che mostrano il livello di dettaglio e le possibilità cromatiche ottenibili col sistema Mimaki.
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industrial focus
Ignazio Binetti
direttore marketing & vendite NTG Digital
NTG Digital
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Mercato in crescita, ma serve cultura NTG Digital è distributore dal 2016 di Massivit 3D, azienda israeliana che ha sviluppato una soluzione di manifattura additiva in grado di produrre parti o pezzi finiti di grandi dimensioni. Utilizza la tecnologia proprietaria GDP (Gel Dispensing Printing) che sfrutta Dimengel, un gel plastico monocromatico che può essere liberamente rifinito con varie lavorazioni di finishing. I suoi mercati di riferimento sono quelli della comunicazione e degli allestimenti. Ne abbiamo discusso con Ignazio Binetti, direttore marketing & vendite di NTG Digital.
ono molteplici le possibilità applicative dei sistemi Massivit 3D: dall’allestimento del punto vendita (a sinistra) alla pubblicità di mostre (sotto), fino alla commistione con la stampa 2D per cartellonistica outdoor (a fondo pagina).
Qual è il mercato potenziale a cui vi rivolgete in termini di operatori e copertura del territorio? Che risposta state ottenendo? La tecnologia Massivit 3D rappresenta un’alternativa ai metodi tradizionalmente usati per la realizzazione di lavorazioni tridimensionali per allestimenti teatrali, eventi, pubblicità e punto vendita. Questi ultimi, tuttavia, risultano o più complessi (come la termoformatura) o di qualità decisamente inferiore (come il polistirolo). Questo offre un mercato di riferimento piuttosto ampio e in crescita, anche se lentamente, grazie a quelle aziende dotate di spirito pionieristico – come le quattro installazioni Massivit 3D in produzione presenti sul territorio nazionale – che scelgono di indicare la via a tutti gli altri. Nel dialogare con gli stampatori, quali sono le principali criticità che vi trovate ad affrontare? Gli stand Massivit agli appuntamenti fieristici suscitano sempre molto interesse, che però in molti casi si affievolisce nel momento in cui lo stampatore incontra difficoltà nel comprendere le reali potenzialità della manifattura additiva per il suo business. La mancanza di cultura generale sull’argomento spesso risulta essere un ostacolo anche per coloro che hanno investito in soluzioni additive e devono far capire ai loro clienti i vantaggi rispetto alle tradizionali soluzioni sottrattive – parliamo ad esempio di una visibilità cinque volte superiore rispetto alla comunicazione 2D. Il nostro lavoro, pertanto, è fortemente orientato alla consulenza e alla formazione culturale. I corsi che proponiamo si focalizzano anche su due criticità di grande importanza per coloro che hanno deciso di dotarsi di una soluzione additiva: la gestione del file e la finitura del prodotto. Nella stragrande maggioranza dei casi il cliente non possiede un file pronto, ma un’idea astratta da cui partire per creare il modello tridimensionale da inviare successivamente in macchina. Il prodotto che ne esce non è però finito: il gel proprietario Massivit 3D, infatti, è un materiale monocromatico che può essere rifinito in molteplici modi – ad esempio, tramite verniciatura e levigazione. Simili aspetti legati al flusso di lavoro possono risultare ostici per chi si sta affacciando a questi mercati, dato che spesso non possiede ancora le competenze interne per gestirli adeguatamente. Il nostro ruolo deve essere anche quello di fornire modi per acquisirle.
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mercato ne esistono decine e decine. I produttori di tecnologie sono spesso anche produttori dei materiali di consumo, ma esistono tanti altri attori che si sono specializzati unicamente nella produzione e fornitura dei consumabili. Senza contare enti quali i poli universitari, i cui programmi di ricerca e consulenza spesso conducono alla realizzazione di nuovi materiali specifici per determinate applicazioni.
Software Qualunque sistema tecnologico di un certo livello è gestito da un programma software dedicato. Questo vale anche per la manifattura additiva che però, soprattutto nei sistemi di fascia alta, abbraccia sempre più i concetti di produzione connessa, di integrazione tecnologica e di automazione intelligente che sono alla base dell’Industry 4.0 e di tutti i suoi vantaggi. In questo ambito, i software giocano un ruolo fondamentale, gestendo tutto il processo produttivo – dalla progettazione CAD alla lavorazione in macchina alle fasi di finitura del prodotto e alla sua logistica di consegna – andando a formare architetture informatiche tramite le quali si possono controllare tutte le operazioni, ottenere dati puntuali e in real-time sull’andamento della produzione, calcolare l’attuale efficienza dei processi e ideare strategie per migliorare l’intero sistema aziendale.
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industriaHl
Jacopo D’Auria
scenari
focus
OO
3D printing business development Olivetti
Olivetti
Modellino tridimensionale della cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze, realizzato con sistemi Olivetti.
Nel segno della sicurezza Nel campo della manifattura additiva Olivetti vanta un’offerta articolata in tre modelli, tutti con tecnologia FDM/FFF (Fused Deposition Modeling), che si rivolgono ad ambiti differenti, dal manifatturiero/industriale allo scolastico/formativo. Ponendo delle criticità legate alla sicurezza e al rispetto delle normative. Ne abbiamo discusso con Jacopo D’Auria, 3D printing business development di Olivetti. La presenza di soluzioni ibride nell’ambito della manifattura additiva è ormai un dato di fatto. Qual è la situazione normativa al riguardo? C’è ancora bisogno che venga posta una piena attenzione sui temi riguardanti le condizioni e le modalità di impiego dei sistemi di manifattura additiva in ambienti nei quali hanno grande rilevanza gli aspetti di sicurezza: parliamo di ambiti produttivi/industriali, ma anche di quelli scolastici. Questo perché esistono soluzioni – e l’offerta di Olivetti rientra tra queste – che sono progettate per adattarsi a una molteplicità di ambienti le cui regole possono essere diverse. In particolare per le soluzioni desktop è ancora poco definita l’applicazione delle normative riguardanti la sicurezza degli operatori nelle varie fasi del “ciclo di vita” delle macchine. Come risponde Olivetti?
Benché l’offerta tecnologica sia ormai molto sviluppata e sia possibile costruire flussi di lavoro anche molto complessi, resta ancora molto da fare prima che la manifattura additiva si diffonda nell’industria in una misura tale da poter, se non mutarne completamente i metodi produttivi, quantomeno esserne parte integrante su vasta scala. Prima ancora che un ulteriore scatto tecnologico, la criticità risiede nella capacità delle aziende di guardare al futuro e crearsi le competenze necessarie a integrare la manifattura additiva nei propri processi. Sondando il mercato emerge come da molte parti non ci sia quella volontà di rischiare, preferendo attendere che qualcun altro faccia il primo passo e mostri la strada, per poi entrare in un mercato con delle regole già stabilite. Tuttavia ci sono aziende dotate di spirito pionieristico, che sono nate seguendo intuizioni quasi da sognatori e hanno alle spalle una storia tutt’altro che semplice; costoro oggi stanno raccogliendo i frutti del loro rischio e mostrando a tutti che fare da apripista è stata una scelta magari azzardata ma che alla fine ripaga con tutti gli interessi del caso. Sono aziende che, in Italia come in tanti altri luoghi del mondo, si stanno ritagliando uno spazio importante nel mercato e sfruttano appieno il vantaggio competitivo che hanno acquisito per diventare partner primari sia dei grandi gruppi con respiro internazionale (basti pensare ai settori dell’automotive o dell’aerospaziale) che di tante realtà che formano il tessuto industriale del nostro Paese e che, pur non avendo le competenze interne, hanno comunque saputo cogliere i benefici rappresentati dalla manifattura additiva per il loro business. S
S
guardo al futuro
chema di un sito produttivo AM smart e interconnesso. (fonte: EOS)
Nella progettazione dei nostri sistemi abbiamo fatto della sicurezza un aspetto fondamentale. La soluzione S2 di grande formato, il cui target specifico è il settore manifatturiero e industriale, è pienamente conforme alle direttive internazionali EMC, MD e ROHS. Inoltre, ha superato tutti i test previsti per la Certificazione di Sicurezza per i Macchinari ad uso industriale (Direttiva Macchine - 2006/42/CE) e altri test atti a garantire un’ottimale resistenza a stress meccanici e ambientali, risultando pertanto equiparata per sicurezza a un sistema di lavorazione manifatturiera tradizionale. Per quanto riguarda 3D Desk, la nostra offerta per l’ambito scolastico e formativo, alla conformità alle direttive si va ad aggiungere un’attenzione particolare dovuta proprio all’ambiente a cui il sistema è destinato. A differenza di molte altre stampanti di tipo desktop, 3D Desk ha una struttura a chiusura ermetica con serratura di sicurezza per garantire la massima tutela dell’incolumità di insegnati e studenti. Anche grazie a questo siamo stati scelti come partner del progetto “Kit Scuola 3D”, lanciato dalla Regione Lazio, nell’ambito del quale abbiamo fornito macchine a oltre duecento istituti scolastici.
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sai davvero cosa succede quando stampi
IL metallo? di Elena Panciera
Si fa presto a dire “metallo”... in realtà, di metalli ce ne sono moltissimi. E poi ci sono le leghe, più usate in ambito industriale rispetto ai metalli “puri”. Siamo andati alla scoperta di questo mondo lucido, freddo, resistente. Per capire meglio cosa succede soprattutto prima della stampa su metallo (e il resto… ai prossimi capitoli)
Quando si parla di metalli, in realtà, si apre un mondo. Proprio per questo motivo, quando ci siamo trovati per decidere l’argomento di questo speciale, abbiamo deciso di prenderla alla larga. Come per la plastica, che abbiamo esplorato nel numero 38 di WIDE, anche parlare di metallo è molto generico: ce ne sono moltissimi (basta dare un’occhiata alla tavola periodica), e il tutto viene complicato dall’esistenza delle leghe. Le differenze fisiche e chimiche tra i metalli, ovviamente, influiscono sia quando si parla di lavorazioni industriali che quando si parla di decorazione e stampa. Per questo motivo, questo articolo parlerà molto di metalli, delle loro caratteristiche chimiche e fisiche, delle loro lavorazioni, e relativamente poco di stampa (se ti interessa solo quello, passa direttamente all’ultimo paragrafo!). Ci dedicheremo a questo più avanti, in articoli dedicati a specifiche famiglie di metalli. Ancora una volta, siamo partiti da alcune domande di base:
Cosa sono i metalli? Quali sono i metalli più usati in ambito industriale? Quali lavorazioni sono necessarie per arrivare ai prodotti finiti? Quali caratteristiche dei metalli incidono sulla stampa e su altre lavorazioni?
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Contributo scientifico di Luca Bellotto (responsabile tecnico, Heliv), Stefano Costacurta (CEO, Symera), Roberto Frascella (responsabile commerciale, Gravotech), Barbara Pigazzi (responsabile commerciale prodotti speciali, 4K Design Factory), Giancarlo Rabuffo (CEO, Muchcolours), Marco Scatto (responsabile tecnico, Nadir), Simone Vezzù (R&D, Nadir).
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I metalli nella tavola periodica Gruppo
Aspetto
Metalli
Metalli alcalini (I gruppo) e alcalino-terrosi (II gruppo)
Non liberi in natura, hanno un colore bianco argenteo. Sono teneri, malleabili. Allo stato solido sono ottimi conduttori di elettricità e calore. Berillio, magnesio, calcio e sodio vengono usati anche per produrre leghe leggere e resistenti.
Litio, sodio, potassio, rubidio, cesio. Berillio, magnesio, calcio, stronzio, bario.
Metalli del blocco D
Detti anche “metalli di transizione”, “elementi del blocco D”, o “elementi di transizione”, sono 38 elementi chimici metallici duttili, malleabili, buoni conduttori dell’elettricità e del calore.
Scandio, titanio, vanadio, cromo, manganese, ferro, cobalto, nichel, rame, zinco. Palladio, argento, cadmio. Tungsteno, platino, oro, mercurio.
Metalli del blocco P
Nel “blocco P” all’interno del IV gruppo sono raggruppati i metalli, detti anche “metalli di posttransizione”. Sono più elettropositivi dei metalli del blocco D, ma meno dei metalli alcalini e di quelli alcalino-terrosi. I loro punti di fusione e di ebollizione sono di solito più bassi di quelli dei metalli di transizione e di solito sono anche meno resistenti meccanicamente.
Alluminio, gallio, indio, stagno, tallio, piombo.
Si definiscono “metalli” molti materiali diversi che condividono caratteristiche fisiche e chimiche: sono buoni conduttori di calore ed elettricità, riflettono la luce, hanno una buona resistenza meccanica. All’interno della tavola periodica, occupano la parte più cospicua. Calata nella realtà industriale, la suddivisione della tavola periodica appare molto astratta. Questi elementi sono abbastanza difficili da trovare in natura allo stato nativo. Inoltre, vengono generalmente applicati per scopi strutturali, vengono usati per realizzare infrastrutture o componentistica meccanica. Questo significa che devono resistere a carichi, ad alte temperature, a sollecitazioni meccaniche di vario tipo. Per aumentarne caratteristiche e proprietà richieste dagli utilizzi finali vengono spesso combinati in leghe. Una lega è quindi un materiale composto da più metalli, che combinati insieme hanno caratteristiche migliorative
Sopra, in grassetto i metalli più usati in ambito industriale e manifatturiero. I colori della tabella riprendono quelli della tavola periodica, qui sotto. Alcuni metalli, che non rientrano in questa tabella, sono estremamente rari in natura e non hanno quindi impieghi industriali. Anche i metalli preziosi, come argento, oro, platino, fanno storia a sé.
rispetto ai materiali di partenza: per esempio, con “bronzo” viene indicata un’intera famiglia di leghe più resistenti e dure del rame, dello stagno e degli altri metalli solitamente usati per formarle.
Foto: Barbara Pigazzi
Famiglie di metalli e leghe
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Alcune leghe famose
Lega Componenti principali Acciaio o acciaio al carbonio
Ferro e carbonio (meno del 2,06%)
Acciaio inossidabile Bronzo Leghe leggere o leghe di alluminio Ghisa Ottone
Ferro, carbonio e cromo Rame e altro metallo (stagno, alluminio, nichel o berillio) Alluminio e rame, zinco, manganese, silicio o magnesio Ferro e carbonio (dal 2,06% al 6%) Rame e zinco
Una suddivisione più utile dei materiali metallici è quindi quella tra leghe a base ferro (dette anche acciai) e leghe di alluminio (dette anche leghe leggere). Queste due famiglie coprono all’incirca il 70% dei materiali metallici usati in ambito industriale e manifatturiero. La percentuale rimanente viene coperta da rame e leghe di rame, come il bronzo o l’ottone, e da leghe speciali che contengono titanio, nichel, magnesio, cobalto. Questi metalli, relativamente rari, conferiscono alle leghe di cui fanno parte proprietà particolari come resistenza, leggerezza, resistenza alle alte temperature, conduttività elettrica e termica. Leghe di questo tipo possono essere importanti in svariati processi produttivi industriali, ma solitamente non sono impiegate in modo massiccio. Vengono usate in campi principalmente tecnici, ad alto costo. Tornando alle due principali famiglie di materiali metallici che abbiamo nominato, le leghe a base alluminio e a base ferro, bisogna ricordare che all’interno di ciascuna famiglia esistono molti tipi di acciai e di leghe leggere diversi, costruiti in modo molto diverso, che possono contenere molti elementi. Ciascun tipo ha caratteristiche peculiari adatte a usi specifici: vediamone qualcuno. Le leghe leggere, a base alluminio, sono caratterizzate da bassa densità (e quindi leggerezza), duttilità, conduttività termica ed elettrica elevate, basso punto di fusione (al di sotto dei 660 °C), resistenza alla corrosione in ambiente atmosferico. Vengono apprezzate in molti
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ambiti industriali, dall’aeronautica all’automotive, dagli attrezzi da cucina agli infissi. Gli acciai vengono normalmente classificati in due gruppi: il gruppo I (UNI EN 10027-2) raccoglie acciai da costruzione di uso generale, e il gruppo II i cosiddetti “acciai speciali”, che hanno caratteristiche meccaniche superiori. Gli acciai vengono solitamente suddivisi in base alla loro destinazione d’uso: per esempio, gli acciai da bonifica possono sopportare carichi elevati, urti e soprattutto a resistere alla fatica; gli acciai per molle devono avere un punto di snervamento vicino alla tensione di rottura e una grande resistenza alla fatica; gli acciai per cuscinetti a rotolamento sono di altissima qualità, caratterizzati da durezza elevata, resistenza all’usura e alla fatica. L’acciaio inox, o acciaio inossidabile, è forse il più famoso degli acciai. Viene usato in vari settori industriali, da quello petrolifero e petrolchimico a quello minerario, da quello energetico a quello alimentare (qui è molto noto l’acciaio inox 18/10, che contiene il 18% di cromo e il 10% di nichel). La caratteristica che lo rende così utile è la proprietà di non arrugginire se esposto all’aria e all’acqua. Viene ottenuta principalmente grazie al cromo, che è presente in una percentuale solitamente superiore al 13%.
Caratteristiche importanti per la stampa (e non solo) I metalli hanno diverse caratteristiche che incidono sulla loro stampabilità.
La prima caratteristica riguarda quanto la loro superficie possa essere lucidata o incisa. La proprietà che dà queste indicazioni è la durezza. Se un materiale è sottoposto a un carico, tanto meno è duro quanto più è grande l’impronta che viene lasciata, ovvero quanto più si deforma in modo permanente. I metalli preziosi come l’argento o l’oro, ma anche il rame e l’alluminio, soprattutto se poco legato, hanno durezze mediamente basse. Ci sono varie scale di durezza, che dipendono dallo strumento con cui la si misura, e ci sono quindi varie scale numeriche (Brinell, Vickers, Rockwell, Mohs), tutte relativamente comparabili tra loro. Più il metallo è duro, più difficilmente lo si può incidere, ma è più resistente nel tempo. Sempre dalla durezza dipende la capacità di un metallo di essere lucidato così da risultare uno specchio. Ogni metallo ha una propria procedura per essere lucidato: ci sono differenze tra metallo e metallo, anche sulla qualità della superficie che si ottiene. Questo dipende anche dal fatto che le superfici dei metalli tendono a reagire con l’ambiente esterno, con l’aria, con l’acqua e con altri elementi con cui entrano a contatto. Gli strati superficiali di molti metalli si ossidano, si corrodono, cambiano composizione chimica. Per questo devono essere preparati per la stampa nel modo adeguato, lavati, eventualmente decapati con un acido o un solvente. Sull’argento, per esempio, dopo un po’ si forma una patina nera di solfuro d’argento in superficie, che ne rovina l’aspetto e anche, potenzialmente, la stampabilità (bisognerebbe valutare caso per caso come reagiscono gli inchiostri a contatto con la patina e se aderiscono). In ambito industriale, si preferiscono generalmente materiali più semplici da gestire, più durevoli, meno sensibili nei
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Foto: Barbara Pigazzi
Bobine in acciaio, pronte per essere srotolate, tagliate, decorate e stampate.
confronti di agenti esterni. Per questo motivo, la resistenza alla corrosione è una caratteristica importante quando si parla di stampa su metallo. Anche la rugosità superficiale è un parametro importante. È la misura che determina quanto una superficie è liscia. A livello microscopico, la rugosità indica se la superficie del metallo assomiglia a un paesaggio pianeggiante, collinare o montagnoso. Tanto più il materiale è duro, tanto più si può lavorare la superficie per abbassarne la rugosità. Un comune acciaio al carbonio, che è duro il doppio di una lega di alluminio e il triplo del rame, può raggiungere livelli di finitura superficiale difficili per altri metalli. Un’altra caratteristica importante da tenere in considerazione quando si parla di stampa è la bagnabilità. In funzione del liquido e del materiale della superficie si ha una bagnabilità diversa. I metalli hanno una bagnabilità solitamente alta, in virtù dell’energia superficiale relativamente elevata. Questo significa che se si sparge un liquido su una superficie di metallo, si forma una chiazza larga. È possibile trattare la superficie dei metalli per alterare questa caratteristica a seconda delle necessità. Si possono usare primer chimici oppure trattamenti superficiali come il trattamento
corona o il plasma atmosferico. Quest’ultimo può servire sia ad attivare la superficie che a depositare gruppi chimici funzionali all’aumento della compatibilità tra substrato metallico e inchiostro. Da queste caratteristiche del metallo – durezza, rugosità, bagnabilità –, oltre che dalla viscosità e dalle sue proprietà di bagnabilità nei confronti della superficie, dipende la perfetta stesura della goccia, che deve espandersi nella misura perfetta: non troppo (altrimenti si perderebbe in definizione) ma nemmeno troppo poco (il substrato non verrebbe perfettamente coperto).
Formati adatti a lavorazioni industriali Ma prima di arrivare a essere decorati e stampati, i metalli subiscono moltissime lavorazioni. Dopo l’estrazione possono essere fusi, colati, laminati a caldo o a freddo, fresati in modo chimico o tradizionale, forgiati, estrusi… Tutto l’insieme di tecniche che hanno per scopo la produzione e la prima lavorazione di ferro, ghisa, acciai e leghe industriali si chiama metallurgia o siderurgia (se riguarda solamente il ferro e le sue leghe). In questa prima fase si arriva alla produzione di semilavorati facili da trasformare ulteriormente.
Piccolo glossario dei materiali e delle tecnologie Adesione: il legame chimico che la goccia di inchiostro forma con la superficie. Per avere una buona adesione si deve formare un legame chimico forte con la superficie. Bagnabilità: la capacità di una superficie di essere bagnata. A parità di temperatura e tipologia di liquido, dipende dall’energia superficiale della superficie e del liquido, oltre che dalla levigatezza e dalle impurità presenti sulla superficie. Determina la forma che assume la goccia di inchiostro sulla superficie: quanto più la bagnabilità è alta, tanto più il liquido avrà la tendenza a ricoprire omogeneamente la superficie; quanto più la bagnabilità è bassa, tanto più il liquido avrà la tendenza a ritirarsi in gocce lasciando scoperta la superficie. Decapaggio: operazione chimica che serve a eliminare strati superficiali di un materiale con soluzioni di acidi o alcali. Densità: è il rapporto tra la massa e il volume. Se un materiale ha bassa densità, significa che ha una massa piccola rispetto al volume che occupa. Se invece ha un’allta densità, significa che ha una massa grande rispetto al volume che occupa. Durezza: valore numerico che indica quanto un materiale è deformabile plasticamente, ovvero fino a che punto si può deformare senza che la trasformazione diventi permanente. Duttilità: proprietà di un materiale di deformarsi plasticamente sotto carico prima di rompersi, cioè la sua capacità di sopportare deformazioni plastiche. Fatica: la progressiva degradazione di un materiale sottoposto a carichi variabili nel tempo. Lega: materiale composto da più metalli, che combinati potenziano qualcuna delle loro caratteristiche originarie (durezza, resistenza, leggerezza). Un metallo non puro, cioè addizionato con altri elementi in lega, si definisce “legato”. Una lega con due componenti è detta binaria, con tre ternaria, con quattro quaternaria. Materiale di apporto: il metallo che viene usato per la saldatura, quando non è possibile usare il metallo o i metalli che devono essere uniti. Materiale metallico: materiale che contiene metalli o leghe. Metallo: elemento chimico opaco, con alto potere riflettente, duttilità elevata, buona conduttività termica ed elettrica. Plasma: somministrando con una scarica elettrica energia a un gas si ottiene il plasma. È detto anche “quarto stato della materia”, perché si aggiunge a quello solido, a quello liquido e a quello gassoso. Punto di snervamento (o tensione di snervamento): quando un materiale inizia a deformarsi plasticamente, passando da un comportamento elastico reversibile a un comportamento plastico che sviluppa deformazioni irreversibili. Rugosità: irregolarità superficiali che possono essere determinate dal processo di produzione (per esempio superfici di metalli prodotti per fusione) o da lavorazioni successive (per esempio lavorazioni con utensili, solchi, scalfiture, sabbiatura). Quanto più sono numerose e profonde, tanto più la superficie sarà rugosa, e viceversa.
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La scala di durezza di Mohs Metalli
Sostanze “classiche”
1
piombo
1,5 2
oro, argento, alluminio, zinco
3
4
fluorite
4,5 5
vetro
calcite
3,5
ferro, nichel acciaio
gesso
Una parete in acciaio che ha subito un’elettrocolorazione dorata. Sotto a sinistra, le spazzole che lucidano il metallo; a destra, il coil di metallo viene sbobinato con un aspo meccanico.
2,5
rame platino
talco
apatite
5,5
titanio
6
ortoclasio
7
quarzo
8
topazio
9
corindone
10
diamante
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Nell’industria meccanica, quindi, i metalli da lavorare possono arrivare sotto forma di “coil” (o nastri), bobine di metallo di varia larghezza, generalmente classificate in maggiori o minori di 600 mm. Lo spessore dei fogli di metallo arrotolati va generalmente da 0,4 a 1 mm. Altri formati tipici sono le lamiere, di spessore molto variabile (da meno di 0,5 a oltre i 4,75 mm), rettangolari o quadrate. Le lamiere possono essere ricavate anche dalle bobine, opportunamente raddrizzate con aspi motorizzati. I metalli possono altrimenti arrivare sotto forma di larghi piatti (tavole larghe almeno 150 mm e spesse almeno 5 mm), profilati (trafilati a caldo, con sezioni diverse), barre (trafilate a caldo, solitamente a sezione circolare) o fili laminati (avvolti in rotoli ancora caldi, solitamente a sezione circolare). A partire da questi formati vengono realizzati i prodotti più diversi; dai cavi usati in ferrovia alle porte degli ascensori, dalle lattine delle bibite agli utensili per la cucina.
Alcune lavorazioni e decorazioni possibili A seconda del prodotto da realizzare, ogni stabilimento usa semilavorati di forma diversa ed esegue lavorazioni diverse. Per esempio, le bobine di acciaio, alluminio, rame, vengono raddrizzate attraverso un aspo meccanico e tagliate nella misura desiderata. Se il metallo è già sotto forma di lamiera, di tavola o di barra, è pronto per essere lavorato ulteriormente. Ribadiamo ancora una volta che ciascun metallo o lega metallica ha caratteristiche uniche che incidono sul processo di lavorazione. Lo avresti detto che non tutti i metalli si possono saldare? L’acciaio è saldabile, mentre rame e alluminio lo sono difficilmente, perché si ossidano/corrodono troppo rapidamente e quindi la saldatura non tiene. Per semplificare, e visto che su WIDE parliamo di stampa, abbiamo deciso quindi di illustrare qui un processo produttivo particolare che coinvolga la
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Superficie idrofila Basso Buona
Superficie idrofoba Angolo di contatto Bagnabilità
Alto Scarsa
decorazione di una superficie piana. Alcune lavorazioni sono comuni ad altri processi produttivi, mentre altre sono abbastanza particolari. Partiamo con la lucidatura delle lamiere: i metalli sono fortemente lucidabili, si può avere un controllo perfetto dell’intero processo e quindi si può ottenere un effetto finale molto omogeneo. L’effetto specchio si ottiene sfregando meccanicamente la superficie con una serie di utensili con potere abrasivo decrescente: spazzole, carte abrasive e infine panni. Il metallo risulterà tanto più liscio e riflettente quanto più il metallo è duro. L’effetto satinato, che non è altro che una superficie con una rugosità maggiore, si ottiene con spazzole speciali. Dopo questo procedimento, che può durare anche diverse ore a lamiera, a seconda del tipo di lavorazione si può passare all’embossing, ovvero alla creazione di rilievi decorativi tramite rulli di metallo duro. Gli effetti che si possono ottenere sono virtualmente infiniti: a chicco di riso, a tela di lino, e ci sono aziende che propongono anche effetti unici come la “pelle d’elefante”. A questo punto si può procedere
Fotografia artistica di Barbara Pigazzi stampata su lastra in acciaio inox con tecnologia MuchColours da 4K Design Factory. Questo particolare inchiostro inkjet lascia intravedere la superficie metallica del substrato.
Nella stampa a getto d’inchiostro la perfetta risoluzione dell’immagine dipende anche da come reagisce la goccia di inchiostro quando si deposita sul substrato.
con la verniciatura, la serigrafia o la stampa digitale, se si cerca un effetto decorativo. Molto più diffuse in ambito industriale sono le tecnologie di marcatura, come la tampografia o il laser, che servono a tracciare i prodotti. Quale che sia la tecnologia scelta, il supporto dev’essere perfettamente liscio e pulito per essere decorato. Se serve, quindi, si può procedere a un’ulteriore pulizia meccanica, a un lavaggio con acqua e detergenti appositi, a un lavaggio con ultrasuoni oppure a un trattamento al plasma atmosferico. A seconda della tecnologia di stampa o decorazione, come abbiamo già detto, si possono usare primer chimici oppure trattamenti superficiali come il trattamento corona o il plasma atmosferico per migliorare l’adesione degli inchiostri o delle vernici. Se si cerca un effetto di colore pieno, si può scegliere la verniciatura oppure l’elettrocolorazione, per cui la lastra di metallo (generalmente alluminio anodizzato, ma non solo) viene sottoposta a corrente elettrica alternata in una vasca che contiene una soluzione di sali metallici e additivi chimici.
Foto: Barbara Pigazzi
Angolo di contatto Bagnabilità
La serigrafia è una tecnologia consolidata che permette di decorare un grande numero di pezzi a costi concorrenziali. La stampa digitale è però una delle tecnologie di decorazione più interessanti per quanto riguarda il metallo. Vengono usate chimiche d’inchiostro diverse, che vanno dal solvente all’UV. Quando si deve scegliere il tipo di inchiostro con cui stampare, è importante pensare all’effetto finale che si desidera e alle resistenze richieste. Per esempio, alcuni inchiostri permettono di intravedere la lucentezza del metallo sottostante, mentre altri formano una patina perfettamente coprente. A questo punto, una volta decorata, la lastra di metallo può subire ulteriori lavorazioni per aumentare la resistenza dell’inchiostro o della vernice: curing, post-trattamenti chimici. E ora si può procedere al taglio, alla piegatura, al montaggio. Ovviamente questa è stata una rapidissima carrellata nel mondo dei metalli. L’appuntamento è sui prossimi numeri di WIDE per approfondire la loro conoscenza per famiglie, un po’ alla volta.
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La seconda edizione di InPrint Italy arriva in un momento favorevole per l’industrial printing, soprattutto a fronte degli sviluppi della tecnologia a getto di inchiostro, ma anche della serigrafia, e dell’interesse crescente da parte delle aziende manifatturiere a investire nella stampa.
Il mondo della stampa industriale verso un nuovo livello InPrint torna in Italia, a distanza di due anni dalla prima edizione (novembre 2016). I tempi sono cambiati e il settore della stampa industriale va acquisendo contorni sempre più definiti. Per questo, l’obiettivo della seconda edizione di InPrint Italy – 20-22 novembre presso il centro espositivo MiCo Milano Congressi – è portare in scena tutte le tecnologie più innovative per l’universo della stampa industriale e facilitare l’incontro dei fornitori di tecnologia con il mondo manifatturiero. Del resto, gli sviluppi tecnologici nel corso dell’ultimo biennio sono stati considerevoli: inchiostri migliorati, testine di stampa più robuste e risoluzioni più elevate, tecniche ingegneristiche più evolute e sofisticate, software in grado di elaborare i dati con maggiore rapidità e prestazioni delle soluzioni industriali a getto di inchiostro e serigrafiche generalmente più
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adatte alla produzione su un’ampia gamma di superfici. Il momento sembrerebbe favorevole, perché anche il mondo della produzione manifatturiera – a cui InPrint Italy 2018 si rivolge – si dimostra più incline a valutare l’adozione di soluzioni di stampa industriale per arrivare a sfruttarne il potenziale in futuro. Lo confermano anche i numeri: secondo una ricerca di IT Strategies e InPrint, il biennio 2018/2019 sarà molto favorevole per la crescita del getto di inchiostro industriale e per una accelerata nell’adozione delle tecnologie di stampa industriale.
Cosa aspettarsi da InPrint Qual è il concept di InPrint? Gli organizzatori della fiera hanno lavorato fin dall’inizio per dare vita a un evento capace di collegare i nuovi mercati del printing, di generare possibilità inedite e di
creare opportunità per tecnologie di stampa avanzate mirate al mondo manifatturiero. Il target in termini di visitatori è costituito da professionisti alla ricerca di soluzioni di stampa personalizzate per applicazioni industriali, provenienti da settori diversi, dall’automotive al packaging, dal farmaceutico ai prodotti sportivi. Oltre alla vetrina tecnologica offerta dagli stand degli espositori presenti, per i visitatori è stato costruito un ricco programma di seminari e di conferenze durante i tre giorni dell’esposizione. Le sessioni – che esamineranno una moltitudine di argomenti – includono il convegno organizzato da WIDE, l’incontro di TCM sul tema “Decorazione di superfici”, i tech talk di IMI, una serie di interessanti casi di studio e dibattiti tematici. In totale, ci saranno oltre 60 relatori, con sessioni gratuite presentate sia in italiano sia in inglese.
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L
o show espositivo 3M, tra i principali fornitori di membrane destinate alle applicazioni sanitarie, di filtrazione industriale e di separazione, si presenta a InPrint Italy con le soluzioni di ultima generazione. Tra queste, i contattori a membrana 3M Liqui-Cel SP sono ampiamente utilizzati per la rimozione di bolle e gas dissolti negli inchiostri per inkjet, nelle vernici e in altri fluidi dove la presenza di gas influisce negativamente sul processo di produzione. Il degassaggio può migliorare i rendimenti e le prestazioni operative riducendo le imperfezioni e i problemi alla testina di stampa.
L’azienda austriaca Aeoon Technologies progetta e produce stampanti digitali per tessuti destinate a produzioni di grandi volumi. Grazie alla lunga esperienza nella stampa serigrafica e nella
stampa diretta sui capi di abbigliamento, Aeoon Technologies punta a offrire soluzioni con elevate prestazioni: i sistemi di stampa dell’azienda possono produrre fino a 1.280 stampe all’ora. L’ultima aggiunta del portfolio Aeoon è Aeoon Kyo Hybrid Series, che unisce la tecnologia DTG con la tecnica di serigrafia. Agfa Graphics presenta soluzioni e applicazioni industriali a getto di inchiostro dedicate, tra cui decorazione, serializzazione, stampa di prodotti, marcatura e codifica. In particolare, Agfa punta l’attenzione sulle gamme di inchiostri inkjet progettati, sviluppati e prodotti dall’azienda: questi inchiostri offrono colori uniformi, un basso metamerismo e una buona adesione. Tutte le applicazioni mostrate rappresentano aree in cui vengono utilizzati inchiostri e fluidi per aggiungere funzionalità o decorare i prodotti mediante soluzioni di stampa digitale alternative, su scala industriale. La missione di Ardeje è incentrata sullo sviluppo di soluzioni industriali mirate a facilitare la mutazione tecnologica dei clienti nel settore della decorazione degli oggetti o della stampa a colori. Ciò che rende Ardeje unica è la capacità di offrire soluzioni globali upstream e downstream volte a incrementare l’efficienza con il passaggio da processi di stampa tradizionali (tampografia o serigrafia) a stampa
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Per facilitare la visita, vi proponiamo un viaggio tra alcuni degli espositori di InPrint Italy, provenienti dai tre macrosettori della stampa industriale sui quali la fiera si focalizza, ovvero funzionale, decorativa e di imballaggio.
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digitale innovativa (stampa drop-on-demand). Aroja Xorfex sviluppa e produce macchine da stampa digitali a getto di inchiostro per il settore industriale. L’azienda, che ha sede nella Repubblica Ceca ed è partner ufficiale di Konica Minolta CZ per le soluzioni industriali nell’Europa dell’Est – produce macchine digitali altamente produttive per la stampa su pannelli di grande formato e stampanti speciali per oggetti rotanti. Si occupa, inoltre, dell’integrazione delle tecnologie di stampa digitale nei cicli di produzione. Tra i prodotti di Aroja Xorfex figurano: stampanti inkjet digitali a base piatta per porte da garage, macchine da stampa digitali a getto di inchiostro per oggetti rotanti, stampanti 3D, unità elettroniche e di stampa, servizi, manutenzione e assistenza, ricerca e sviluppo di unità stampanti a getto di inchiostro, elettronica, software e unità di essiccazione UV/UV LED. Armor Industrial Inks progetta, sviluppa e produce inchiostri su misura dei requisiti individuali dei clienti per la produzione con soluzioni di stampa inkjet. L’azienda tedesca segue lo stesso principio in qualsiasi applicazione industriale di stampa a getto di inchiostro, concentrando l’attenzione su inchiostri a base acquosa che offrono un rendimento ottimale su una vasta gamma di supporti. L’azienda olandese Bergstein presenta DIGI
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7, un sistema di stampa digitale single pass per produzioni industriali. La soluzione viene mostrata in funzione sullo stand dell’azienda. I visitatori possono scegliere un prodotto e avviare la stampa: su un carrello modulare vengono posizionati gli stampi e sottoposti al processo di pretrattamento e di stampa. DIGI 7 si contraddistingue per il concept modulare, è dunque adattabile a diversi ambienti di produzione, e consente di decorare oggetti di diverse dimensioni e di gestire vari volumi. ColorGATE è specializzata nello sviluppo di soluzioni software per la gestione del colore ed è molto attiva nel mondo della stampa industriale. Tra i prodotti più innovativi, i software RIP e la tecnologia dei driver di stampa per le produzioni commerciali e industriali. Productionserver – il prodotto di punta dell’azienda – è un RIP modulare per la gestione del colore e del flusso di lavoro dalle prestazioni ottimizzate. L’italiana DEVStudio è specializzata nello sviluppo di soluzioni RIP per il settore retail
e di soluzioni software (personalizzate e OEM) per la stampa digitale e la gestione colore. DEVStudio progetta applicazioni RIP personalizzate come partner OEM per determinati settori applicativi della stampa, quali pelle, pelle sintetica, tessile, vetro, superfici laminate, legno e ceramica. L’interfaccia e le funzionalità della soluzione ColorSuite di DEVStudio possono essere adattate a mercati specifici. Peculiarità di DEV ColorSuite risiede nel motore di gestione colore con un concept orientato ai lavori. Il suo profilo adattivo in bianco e nero consente di generare un profilo CMYKW che utilizza il colore di superficie per renderizzare l’immagine da stampare. Ciò consente di ridurre drasticamente il consumo di inchiostro in fase di stampa (90%). ColorSuite consente di massimizzare la qualità dei colori per qualsiasi applicazione o lavoro speciale di stampa digitale. DoDxAct è un’azienda britannica – fondata nel 2017 – che fornisce consulenza tecnica a tutta la catena di fornitura di stampanti industriali a getto di inchiostro,
dai produttori agli OEM. La mission dell’azienda è quella di contribuire all’implementazione delle stampanti industriali inkjet attraverso l’efficace integrazione di inchiostro, testina e processo. Proprio grazie alla solida esperienza nelle aree chiave di inchiostro, testina di stampa, forma d’onda, ottimizzazione del processo di stampa, incluse numerose chimiche e applicazioni, l’azienda ha le competenze per contribuire ad accelerare l’evoluzione del getto di inchiostro. L’esperienza di Epson nella progettazione e nella fabbricazione di strumenti di precisione per apparecchiature di stampa è alla base dello sviluppo delle gamme di stampanti di grande formato SureColor. La famiglia si compone della serie SureColor SC-S, destinata ad applicazioni wide format quali signage di qualità professionale e arredamento commerciale, dal tessile all’interior decoration, e della serie SC-S, per la stampa su diversi supporti, quali pellicole trasparenti, vinile, tele e molto altro. EPTANOVA è specializzata nella fornitura di soluzioni per la finitura, per una varietà di settori. Con un network internazionale di filiali, EPTANOVA fornisce una gamma completa di prodotti innovativi e di servizi di qualità, ideati per offrire soluzioni su misura e adatte a soddisfare ogni richiesta. I suoi marchi commerciali – EPTAINKS, EPTACOAT, EPTATECH
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e EPTAINKS Digital – sviluppano e fabbricano prodotti e applicazioni nel settore degli inchiostri per la stampa industriale (serigrafia, tampografia e stampa digitale), coating funzionale e tecnologia avanzata dei materiali. ESC fornisce macchine da stampa per la fabbricazione di prodotti industriali. L’azienda punta da sempre sullo sviluppo di soluzioni di stampa sofisticate, innovative e rispondenti alle esigenze dei clienti. L’offerta comprende sistemi di serigrafia, tampografia e stampa digitale, oltre a macchine personalizzate per le applicazioni industriali. Tra le ultime innovazioni, una linea di serigrafia industriale multicolore di concezione modulare, con sistemi robotici integrati, tecnologia di asciugatura all’avanguardia e monitoraggio della produzione. ESC dispone di un centro tecnico destinato ai test che dà la possibilità ai clienti di eseguire prove di stampa e che consente di testare l’adattabilità dei diversi processi di stampa sin dall’inizio della progettazione di un prodotto. Fujifilm progetta, sviluppa e fornisce tecnologia inkjet e sistemi di stampa ad alte prestazioni, rivolgendosi ai settori del packaging, del display, della stampa industriale, del textile e della stampa commerciale. Inoltre, l’azienda dispone di una gamma completa di testine industriali per la stampa scanning e per la stampa single-pass, compatibili con numerose chimiche dei fluidi, destinate ai pro-
nale uniformità; i sistemi di essiccazione UV led OmniCure serie AC5, progettati con led ad alto rendimento e ottica personalizzata; i sistemi di essiccazione UV led OmniCure serie AC9. duttori di apparecchiature. Prodotto di punta, la testina Dimatix Samba, che consente applicazioni di stampa single-pass e ad alta velocità con elevata qualità dell’immagine. Fujifilm è produttore, inoltre, di inchiostri UV e a base acquosa, con un programma di sviluppo attivo per creare inchiostri per applicazioni e sistemi di stampa specifici. Queste tecnologie sono integrate con un portfolio di sistemi di stampa single-pass personalizzati o disponibili in commercio e servizi di integrazione su misura. In scena a InPrint, inchiostri reattivi, inchiostri a pigmento e testine di stampa per il settore tessile. Heidelberg a InPrint Italy punta tutto sulla personalizzazione. Il colosso tedesco presenta – su uno stand condiviso con Plasmatreat – la tecnologia Omnifire, arricchita da nuove funzioni. Lanciata nel 2016 proprio a InPrint, la tecnologia Omnifire conta due modelli: Omnifire 250 e Omnifire 1000, progettati per stampare su oggetti tridimensionali di qualsiasi forma e realizzati con una vasta gamma di materiali. Entrambi i modelli possono essere integrati nei processi di produzione industriale e nelle campagne di marketing online.
Grazie agli ultimi sviluppi, i due sistemi sono ora in grado di stampare anche su forme complesse in modo completo e senza connessione. Questo è possibile grazie al cosiddetto “stitching”, una stampa senza interruzioni di diverse linee larghe sette centimetri, una vicina all’altra. La funzione sarà disponibile all’inizio del 2019 e a InPrint vengono presentati alcuni campioni di stampa. Excelitas Technologies è specializzata nella fornitura di innovative soluzioni fotoniche personalizzate a livello internazionale. A InPrint Milano, l’azienda propone la vasta gamma di sistemi led UV OmniCure. In particolare, sullo stand dell’azienda sono presenti: la nuova serie di sistemi di essiccazione UV led OmniCure AC8-HD (alto dosaggio), che offre potenza ottica superiore e maggiori prestazioni - nella stessa struttura meccanica con raffreddamento ad aria - dei suoi predecessori AC8 e AC9; i sistemi di essiccazione UV led OmniCure serie AC2; i sistemi di essiccazione UV led con raffreddamento ad aria OmniCure AC275 e AC2110 che combinano led ad alta efficienza con ottica front-end avanzata per offrire irradiamento a picco elevato ed eccezio-
Inprinta è la divisione dedicata alla vendita di stampanti inkjet di Gruppo Porvair Filtration, azienda specializzata nella fornitura di sistemi di filtrazione per i settori nucleare, aerospaziale, energetico, alimentare e bevande, e per processi industriali. Inprinta offre soluzioni volte a soddisfare tutte le esigenze delle stampanti a getto di inchiostro attraverso la filtrazione a capsula, in linea, ad iniezione e ad alta capacità. Gli stessi sono disponibili con una vasta gamma di opzioni per soddisfare le numerose esigenze delle stampanti a inkjet. L’azienda gestisce, inoltre, una divisione OEM che offre accesso completo e assistenza tecnica ai partner OEM durante la progettazione, l’ingegneristica e la fabbricazione di soluzioni nuove e personalizzate. Parte del gruppo METZ Holding dal 2015, Integration Technology offre un ampio portfolio di soluzioni di essiccazione UV e UV led. L’obiettivo dell’azienda è superare le aspettative dei clienti con soluzioni tecnologiche avanzate di alto valore e qualità. Integration Technology offre diverse gamme di fonti di essiccazione UV e UV led che possono essere vendute individualmente o come parte di un sistema
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modulare completamente integrato. Con il modello UV led XT8 Booster, le soluzioni dell’azienda raggiungono un dosaggio e un rendimento estremamente elevati. Produttore di nastri in acciaio pieni e perforati a livello internazionale, IPCO si propone di mostrare, in occasione di InPrint, i benefici che i propri prodotti portano alle linee di stampa digitale. I nastri in acciaio di IPCO
sono realizzati con tolleranze molto precise – lo spessore è misurato in micron – e assicura una prefetta planarità. Inoltre, sono estremamente stabili e non si deformano. Il posizionamento sempre allineato e la distanza tra la testina e il materiale di stampa assicurano la massima precisione. A seconda dei requisiti del sistema, i nastri possono essere forniti pieni o perforati; questi ultimi consentono l’utilizzo di un sistema di vuoto per eli-
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minare qualsiasi rischio di spostamento del materiale di stampa sul nastro. Martinenghi progetta e produce macchinari avanzati per la fabbricazione di tubi in alluminio e plastica, bombolette spray e bottiglie per bevande. L’ultima creazione, la macchina per la stampa digitale Michelangelo, rappresenta una vera e propria svolta nel settore dell’arredamento. Consente ai clienti di personalizzare un’enorme gamma di prodotti di consumo con la massima efficienza e risultati straordinari. Meteor Inkjet sviluppa e fornisce software e componenti elettronici per le testine inkjet industriali di Dimatix, Konica Minolta, Kyocera, Ricoh, Seiko Instruments, Toshiba TEC e Xaar. L’azienda vanta una conoscenza approfondita della scienza e dell’ingegneristica alla base della stampa digitale e questo le consente di proporre prodotti robusti, a costi contenuti e pronti alle sfide del futuro. Si rivolge, inoltre, a una vasta gamma di mercati, tra cui piastrelle in ceramica, packaging, stampa commerciale, tessuti, decorazione di prodotti, signage, esposizioni e arredamento, etichettatura, stampa funzionale e 3D. In vetrina sullo stand di Mimaki la vasta gamma di soluzioni per il taglio e per la stampa industriale. L’azienda presenta, inoltre, campioni 3D che mostrano le potenzialità della stampante 3D a colori per la creazione rapida di prototipi, la
fabbricazione di stampi, la modellazione e tanto altro. Le applicazioni mostrate vanno dalle etichette di sicurezza e avviso a targhette identificative, interruttori a membrana, campioni di packaging e articoli promozionali. Natgraph è un produttore di essiccatoi a nastro che impiegano aria indotta, energia infrarossi e radiazioni ultraviolette per asciugare rivestimenti di superfici applicati durante il processo di serigrafia. La filosofia di continuo miglioramento che guida l’azienda si traduce nella progettazione di soluzioni innovative. La gamma di Natgraph include sistemi di asciugatura ed essiccazione mediante aria indotta, infrarossi e ultravioletti per una vasta gamma di applicazioni, tra cui quadranti per auto, trim e sensori, carte di credito e sicurezza, biosensori e apparecchi medicali, sovrapposizione grafica e materiale conduttivo, finiture di stampa e UV a zone, trasporto di tessuti ed etichette senza cartellino, vetri architettonici e funzionali. Da oltre 60 anni, OMSO progetta e fabbrica macchine ad alta tecnologia per stampare su oggetti e contenitori. L’attività primaria è la stampa sui contenitori di forme, dimensioni e materiali diversi per i settori alimentare, cosmetico e farmaceutico. Con l’uso di tecnologie altamente automatizzate, OMSO è in grado di soddisfare le esigenze del settore della decorazione. La produzione si concentra sui processi offset a secco,
flessografia, serigrafia e stampa digitale. Phoseon è specializzato nello sviluppo di soluzioni led UV. Con oltre 270 brevetti e marchi commerciali e più di 90.000 pezzi consegnati, l’azienda si è contraddistinta per la capacità di innovazione e per qualità e affidabilità dei prodotti. Le soluzioni di Phoseon usano lunghezze d’onda da 365nm, 385nm, 395nm e 405nm, e offrono famiglie di prodotto con sistemi di essiccazione UV con raffreddamento ad aria e ad acqua. Tutti i prodotti sono disponibili in configurazioni personalizzate per applicazioni uniche e sono sottoposti a test interni per accertare la durata dei led. Pigmentinc, divisione europea di Impression Technology che progetta e fabbrica diverse tecnologie innovative per inkjet e finiture di stampa, presenta la gamma Compress iUV di stampanti UV flatbed. Le stampanti a getto d’inchiostro Compress UV di livello industriale sono rinomate per la loro produttività e offrono velocità di stampa in grado di soddisfare i requisiti e le aspettative di numerose applicazioni. Le stampanti Compress iUV integrano le tradizionali tecnologie di decorazione e danno la possibilità ai produttori di stampanti di disporre di numerosi vantaggi in termini di flusso di lavoro offerti dalle tecnologie digitali. ProPhotonix presenta la gamma completa di sistemi di essiccazione UV led. L’azienda ha progettato l’innovativa serie
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COBRA Cure FX, una piattaforma configurabile che può essere personalizzata per applicazioni di essiccazione UV specifiche. Il design della piattaforma COBRA Cure FX è dotato di lampade di essiccazione UV con raffreddamento a ventola a diversi livelli di potenza fino a 20W/cm2, e offre prestazioni eccellenti e manutenzione minima. ProPhotonix può fornire meccanica, elettronica, connettori e ottica personalizzati per esigenze di applicazione specifiche e può aiutare i clienti a identificare la migliore configurazione. Il sistema di pulizia integrato Cleanjector+ Inktester consente di ripristinare praticamente tutte le testine di qualsiasi produttore o modello, a prescindere dal grado di ostruzione degli ugelli. È, inoltre, adatto a qualsiasi tipo di inchiostro. Se la testina non presenta un’ostruzione meccanica o un guasto elettrico, con Cleanjector+Inktester è possibile ripristinarla. Plasmatreat – presente a InPrint Italy insieme a Heidelberg – presenta la tecnologia OpenairPlasma per Omnifire. La macchina da stampa progettata per stampare direttamente su oggetti di qualsiasi forma combina tecnologia Inkjet UV avanzata con robotica ad alta precisione e impiega il pre-trattamento al plasma a pressione atmosferica nel rispetto dell’ambiente per raggiungere migliori risultati di adesione su un numero di materiali diversi. I visitatori possono
assistere all’innovativo processo con diversi oggetti, come un pallone da calcio trattato al plasma, al laser e stampato digitalmente agli UV. Plasmatreat presenta, inoltre, la nuova PTU1208, una cella al plasma in linea completamente automatizzata per il pre-trattamento e nanorivestimento al plasma funzionale di oggetti piatti, come vetro, nei processi di stampa seriale continui. I visitatori posso anche vedere in diretta l’effetto del plasma: il nuovo getto al plasma PFW70 lineare esegue live una micropulizia del plasma e l’attivazione della superficie simultanea sul polipropilene prima della stampa. Roland DG è fornitore di dispositivi di taglio e di stampa inkjet per formati larghi, incisori, stampanti a 3D, inchiostri e software. La multinazionale giapponese si impegna a innovare e a offrire tecnologia che soddisfi le esigenze dei maggiori fornitori del settore della segnaletica e della grafica, tessile e industriale. Roland DG commercializza le soluzioni per la comunicazione visiva, le arti grafiche, l’incisione e la modellazione 3D attraverso una fitta rete di rivenditori, una rete di aziende e persone preparate e competenti, in grado di ascoltare, consigliare e guidare gli operatori verso la scelta migliore in linea con le necessità di produzione. Da oltre 70 anni Sakurai fornisce soluzioni tecnologiche per la serigrafia e la stampa offset. Dalla sua
apertura nel 2000, il polo completamente attrezzato di Londra è in grado di mostrare linee di stampa complete ai clienti di Sakurai, offrendo soluzioni efficaci e ampie potenzialità di applicazione. Sakurai fornisce soluzioni complete dedicate ai processi industriali di serigrafia, dalla prestampa alle unità di stampa, dall’essiccazione alle soluzioni integrate con elaborazione accessoria. L’ultima innovazione, presentata a InPrint Milano, è Maestro MF80VII Smart Textile un sistema completamente automatico e dotato del sensore ottico OSA. Siegwerk presenta i suoi inchiostri inkjet personalizzati per applicazioni di packaging ed etichettatura su misura, proponendosi come partner competente per soluzioni di stampa digitale. Nel portfolio dell’azienda sono incluse soluzioni inkjet UV per applicazioni standard e sensibili, oltre a primer e vernici di sovrastampa adatti per diversi ambiti di applicazione. A InPrint l’azienda mette in mostra diversi campioni di applicazioni forniti da clienti e partner, a testimonianza della vasta gamma di possibilità delle soluzioni inkjet. Sun Chemical, membro del gruppo DIC, è produttore di inchiostri per stampa, rivestimenti e forniture, pigmenti, polimeri, composti liquidi, composti solidi e materiali per applicazioni. La presenza globale di Sun Chemical, combinata con tecnologie e prodotti avanzati, consente di fornire assistenza
e servizio locale assieme ai prodotti. Sun Chemical propone un vasto portfolio di prodotti e tecnologie avanzate per un’ampia gamma di mercati, tra cui automotive, inkjet, elettronica, rivestimenti architettonici e industriali, aerospaziale, elettronica stampata, inchiostri, circuiti stampati, tessuti, fotovoltaico, tessere di plastica, degassazione dell’acqua, lavorazione di metallo e plastica.
Xaar è specializzata nello sviluppo della tecnologia digitale inkjet. L’azienda progetta e fabbrica testine di stampa industriale a getto d’inchiostro discontinuo (drop-on-demand) con tecnologia piezoelettrica, sistemi di decorazione dei prodotti e sistemi di stampa industriale 3D. Inoltre, Xaar sviluppa e vende sistemi a inchiostro ed elettronica, oltre a fornire servizi di ottimizzazione per accelerare lo sviluppo e l’adozione del sistema inkjet.
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DIMENSIONI REALI da usare in pagina
Nelle città l’OOH tradizionale si integra col digitale Il segmento OOH è in aumento da anni: non è una sorpresa ma una solida controtendenza rispetto alla sofferenza di altre aree della pubblicità. Lo confermano anche recenti analisi secondo le quali a fine 2018 il fatturato mondiale supererà i 33 miliardi di euro, in crescita del 3% sull’anno scorso ma con un +35% sul 2010, un balzo non prevedibile agli esordi dei social network, prima della comparsa delle piattaforme digitali. Dati impressionanti, se si considera che a livello mondiale il ricorso a manifesti, pannelli luminosi e spazi sui mezzi di trasporto è in netto aumento mentre gli altri media, come giornali o tv, sono da tempo in crisi di consensi. Gli spot online e digitali hanno una posizione inattaccabile, soprattutto se personalizzati su target precisi o capaci di seguire i clienti nei loro spostamenti: comunque chi dava l’out of home per morto e sepolto si sbagliava della grossa. Inoltre oggi la ripresa è trainata proprio dall’integrazione tra due mondi apparentemente lontani. Come WIDE aveva anticipato un anno fa, basta guardare alle nostre grandi città, sempre più smart ma attente al recupero di angoli e quartieri caratteristici: le campagne nascono in strada, ricoprendo palazzi, piazze, dominando stazioni e aeroporti, ma poi si sviluppano sui media online, grazie a smartphone e tablet sempre connessi su una rete mai così tanto diffusa. È cambiata anche la tipologia delle affissioni: tirano fortissimo quelle nel formato gigante (ben oltre il consueto 6 metri per 3), che i brand usano per farsi conoscere o per lanciare gli ultimi prodotti, mixando appunto impianti fissi e pubblicità interattive sul web. Bene anche la tipologia transit: mezzi di trasporto, pensiline dei tram, aree taxi, fermate di metropolitana, bike e auto-sharing, anche con messaggi sensibili all’ora del giorno o alla situazione meteo. Non stupisce quindi che l’OOH in Italia già l’anno scorso valesse circa 400 milioni, di cui il 10% nel solo segmento digitale che avanza a passi da gigante.
Ti conquisto in tre secondi, poi mi seguirai sul web! Con l’evoluzione dei mercati, i media si alleano per sfruttare la solida attrazione esercitata dalle affissioni e le potenzialità della rete nei grandi centri. Due esempi concreti di una strategia win-win
di Stefano Tenedini
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ntonello D’Elia e Federica Setti di GroupM: la campagna LASOOH! porta nuovi stimoli alle aziende.
LASOOH! di Kinetic e GroupM, ‘esercizi’ di adv per il contesto urbano L’OOH quindi sta cambiando pelle: mentre il pubblico continua ad apprezzarne la natura di presenza fissa del panorama urbano, la tecnologia e i nuovi modelli della comunicazione lo stanno spingendo a evolversi e arricchirsi. Quali sono i dettagli di questa trasformazione? Una risposta innovativa e concreta è venuta dalla campagna LASOOH!, un ‘esercizio’ nato nella scuderia Kinetic con GroupM e Ogilvy, ma anche una solida proposta al mercato su come raggiungere tutti gli obiettivi del percorso di comunicazione: copertura, creatività, capacità di colpire target trasversali, engagement, attivazione e misurabilità. Ne abbiamo parlato con due dei principali artefici della ricerca e della campagna LASOOH! di GroupM: Antonello D’Elia, Consulting Manager, e la Chief Research Officer, Federica Setti. “Siamo partiti dal cambiamento demografico e culturale delle città, soprattutto di grandi e medie dimensioni. I piccoli centri si svuotano, le persone passano più tempo fuori, mentre nei grandi capoluoghi eventi e mostre si moltiplicano in un contesto sempre più vivace. Un tessuto urbano che compone il ‘palinsesto’ ideale per l’OOH, che ha un potenziale enorme e già presenta segni di ripresa. Con la campagna LASOOH! volevamo dire alle aziende come cambiare atteggiamento, punto di vista. Perché quello che era lo spazio delle affissioni sta diventando terreno fertile per le installazioni digitali inserite nel nuovo contesto”. C’era una resistenza da superare? E che cosa suggerite ai brand per seguire il trend? “Più che una resistenza, un’abitudine consolidata: sì, l’OOH piace sempre, ma si va ancora sulla Tv e sul digitale, che erode fette di mercato a tutti gli altri media. Ora alcune aziende guidano il rinnovamento: quelle della tecnologia, dell’intrattenimento e della moda sopra le altre. Dietro le riqualificazioni urbanistiche ci sono i brand: a Milano le zone di tendenza acquistano valore grazie al rapporto profondo creato dai grandi nomi con il nuovo tessuto cittadino. Vale per le location iconiche come l’hangar di Linate scelto da Armani per la sua sfilata, ma anche per il sostegno che ne deriva all’arte urbana e alla vita della città. Questo evita che l’affissione sembri vecchia, soprattutto se rinasce con l’uso di schermi digitali”. Che cosa pensa il pubblico dell’OOH? Quali sono i risultati emersi dall’indagine? “Spicca sicuramente un gradimento molto alto, oltre il 70%, tra adulti e Millennials, ai quali le affissioni mancherebbero, se dovessero scomparire. Under 18 più tiepidi, ma comunque affezionati all’OOH nel
56% dei casi. L’attenzione della Generazione Z, sia pure instabile e liquida, viene comunque attratta dalle affissioni, che continuano a costituire un caposaldo della relazione con un mondo di giovanissimi sempre più interessante per i brand”. Vi ha sorpreso che la Tv conquisti ancora tanti consensi, anche più del digitale? “In effetti si conferma al primo posto nel gradimento sia degli adulti che degli Under 18, e al secondo per la fascia dei Millennial tra i 19 e i 34 anni. Sostanzialmente stabile, la Tv è il media che oscilla di meno e non subisce contraccolpi: una presenza consolidata che regge pure al digitale, che invece sta logorando le quote degli altri media, soprattutto su carta”. In futuro quali interazioni sono previste tra OOH tradizionale e tecnologie digitali? “Così come sono cambiati i media, diventati piattaforme, e le città, passate da territori a smart city, sarà la grande quantità di dati disponibile a moltiplicare gli spazi e i modelli di pubblicità. L’adv sarà correlato al contesto urbano, alle fasce di persone che vedono gli annunci, alle campagne in corso. E non ci sarà più solo l’aspetto visivo, ma anche il sonoro e un’interazione fisica o attraverso i devices. L’OOH diventerà in altre
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Portare online l’interesse suscitato con l’affissione, meno contenuti e giocare con i testi e le immagini 7 domande... e 34 mila risposte Una pioggia di domande alle quali pochi a Milano quest’estate sono riusciti a sottrarsi: la campagna LASOOH! di GroupM e Kinetic si è articolata su un mix di sette soggetti che ha consentito di raggiungere diversi segmenti target. Dai muri, dai bus, dai luoghi di transito, stimolanti indovinelli in pratica chiedevano ai passanti di capire chi o che cosa si celasse dietro alle immagini: Zucchero, Cinquanta sfumature di grigio, House of cards, Pink Floyd, Squalo, Nel Blu, i Beatles. La campagna è durata dal 9 luglio al 2 settembre, utilizzando oltre duemila impianti OOH di tutte le tipologie. Un dispiegamento multipiattaforma che ha spaziato dai grandissimi ai grandi formati, e dalle pensiline dei tram agli schermi digitali delle stazioni, metropolitana inclusa. Domande che erano esse stesse una call to action: uno stimolo a rispondere, ma anche a dare seguito alla campagna in rete. E sia pure senza aver previsto una strategia social, l’engamement è arrivato comunque, in modo naturale, soprattutto a opera dei giovani, con circa 34 mila utenti affluiti sul sito lasooh.it. I dati: reach 67%, gradimento 71,8%, socializing 18,7% e Information (le ricerche post fruizione) 35%. Accessi da mobile 85%, da desktop 12%.
parole un punto di accesso, un portale che conduce i clienti a esperienze più ricche e fuori dal consueto”. Quali consigli avete dato alle aziende per valorizzare questo nuovo modello? “Abbiamo spiegato che bisogna fare i conti con criteri precisi: limitare i contenuti, perché una persona guarda l’affissione per tre secondi, e se non la incuriosisci in questo tempo te la sei persa. Bisogna ripensare la creatività, giocare con i testi e l’immagine, aggiungere chiari riferimenti ai siti e ai social, e portare online l’attenzione catturata con l’affissione. Se invece di dare risposte fai domande e susciti curiosità, il cliente ti segue anche quando rientra a casa. Ma per far funzionare l’orchestra dei media servono contenuti interessanti anche oltre il portale: solo così il ritorno dell’investimento supera la somma delle parti. E l’integrazione fra affissioni e digitale sta facendo guadagnare entrambi. Del resto il motivo per cui i big del web stanno investendo nell’OOH è che il digitale ha bisogno di presidiare il territorio. E, all’estero, alcune grandi aziende digitali stando andando oltre e si stanno comprando interi circuiti di affissioni”. Come avete strutturato la campagna LASOOH! sul piano creativo e pratico? “Il progetto, ideato da Kinetic in collaborazione con GroupM, ha ricevuto un forte contribuito dai team di
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Ogilvy e Sprint Production, parte integrante del sistema WPP, partendo dal brief per una campagna che non si limitasse ad acquisire visibilità ma continuasse sugli altri mezzi. I criteri adottati sono stati semplicità, chiarezza e stimolo al pubblico a interagire. Tutto ciò è stato poi trasferito su manifesti, verificando che ci fosse un rapporto tra l’ideazione e il tipo di media: il successo di una campagna non dipende solo dal budget o da una copertura a tappeto, ma soprattutto dal valore che la creatività riesce a generare e moltiplicare”. Secondo le stime di GroupM/Kinetic, nel 2018 il fatturato dell’OOH toccherà i 353 milioni, in calo del 4% sullo scorso anno, mentre l’area Digital supererà i 42 milioni, con un +1%. Il giro d’affari di Kinetic e GroupM Digital nel RealDooh è previsto intorno a 1,5 milioni. Un brillante panorama: tanto che, ha detto Alberto Cremaschi, Managing Director di Kinetic, “dopo aver lanciato RealDooh per l’acquisto automatizzato di Digital OOH, Kinetic presidia l’80% del mercato DOOH acquistato in DSP, e gli impianti digitali OOH esprimono la quota più alta del nostro spending”. “Senza scordare”, ha aggiunto il Client Creative Director di Ogilvy Marco Geranzani, “la centralità e l’importanza della creatività: per convincere, l’idea va pensata ed eseguita tenendo conto delle specifiche caratteristiche del mezzo”.
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Fulvio Faletra, direttore Customer engagement del Gruppo Pam Panorama.
La GDO sale sul “Pam Tram” e gli anni 60 diventano social Atmosfere anni Sessanta, un tram ‘vestito’ da supermercato, vestiti e ricette vintage che trasportano i visitatori nell’epoca di un boom tutto Made in Italy. Il Pam Tram, realizzato da Pam Panorama per festeggiare i 60 anni di vita di uno dei più diffusi gruppi della GDO in Italia, ha viaggiato per il centro di Milano e nelle nostre tradizioni grazie a un modello di pubblicità ‘reale’ che sta vivendo un ritorno di fiamma. Per il tram è stato scelto un percorso ideale nel cuore di Milano, da Piazza Fontana fino al Castello Sforzesco. E ogni pomeriggio, in puro stile milanese, sul mezzo è stato organizzato un happy hour tematico. Senza per questo rinunciare ai media digitali: i partecipanti si sono messi in gioco (e in posa!) in set attentamente ispirati al passato, con tanto di abiti e accessori, per poi condividere le foto sui propri profili social. Abbiamo chiesto a Fulvio Faletra, direttore Customer engagement di Pam Panorama (190 supermercati, parte del Gruppo Pam, con un giro d’affari 2017 di oltre 2,34 miliardi), se il modello di comunicazione che torna a guardare al contatto fisico ed emozionale con i clienti sia un alleato del web, completandone le funzionalità e moltiplicandone gli effetti. “Condividiamo questa visione e per questo abbiamo scelto di utilizzare un tram, un mezzo di trasporto che accompagna le persone negli impegni della vita di tutti i giorni, dalla spesa al lavoro, per raccontare l’impegno profuso in questi nostri primi sessant’anni nell’offrire prodotti e servizi che migliorano la qualità della vita dei clienti. Mission rappresentata dal payoff della campagna Anniversario: 60 anni spesi al meglio. L’evento si è pienamente integrato con il versante online: l’attività di digital pr puntava allo sviluppo del nostro canale Instagram”. Quale effetto puntate a ottenere sui clienti attraverso questa campagna? “Speriamo che utilizzare il tram, soprattutto la classica vettura milanese detta ‘la Ventotto’, rispolverata per l’occasione e brandizzata Pam, ci abbia rappresentato al meglio: un mix di tradizione e di propensione all’innovazione, così come ci sentiamo noi. Un’azienda che ha lo sguardo proiettato al futuro, perché il nostro obiettivo è quello di continuare a crescere confermandoci punto di riferimento per i clienti. E siamo certi che siano stati contenti di festeggiare con noi i 60 anni del Gruppo in un modo insieme classico e moderno”. In termini di business, che ritorno vi attendete a breve e lungo termine sul mercato? “L’iniziativa legata al tram e, in generale, i
festeggiamenti del sessantesimo anniversario, sono stati accolti con entusiasmo, abbiamo già avuto un buon ritorno e siamo convinti che continueremo a registrare ottimi risultati. La cosa importante, tuttavia, è aver ribadito con forza che Pam è una realtà sì in grado di innovare, ma affidabile, rispettosa dei clienti e che non dimentica la tradizione”. Quali sono i valori dell’identità aziendale che avete voluto rafforzare con la campagna? “La scelta di un tram storico voleva ribadire la nostra vicinanza alle persone e la voglia di coinvolgerle attivamente nei festeggiamenti, fornendo loro un’esperienza divertente e dando loro modo di gustare i nostri prodotti. Poi, incontrando sul tram media e influencer, abbiamo sottolineato le caratteristiche che meglio ci descrivono. Uno dei nostri principali punti di forza è il fatto che siamo italiani al 100%. Pam e Panorama comunicano storicità e italianità: ci siamo sviluppati integrandoci con il territorio circostante. Perciò investiamo sempre in micro-attività territoriali che possano sostenere le realtà locali. Un altro plus è sicuramente la qualità dei prodotti, in particolare dei freschi. Abbiamo, poi, l’innovazione: siamo stati i primi, ad esempio, a proporre un vasto assortimento di prodotti Veg”.
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La pubblicità si è “animata” per coinvolgere influencer e clienti in un revival dei 60 anni di vita del Gruppo Vintage (e hashtag) sulle rotaie Un tram vintage tirato a lustro, di un colore azzurro Tiffany, è stato il principale punto di forza (ma non l’unico) della campagna realizzata dal Gruppo Pam (grande distribuzione) per festeggiare in modo innovativo i primi 60 anni di vita. Infatti, mentre per le vie di Milano il “Pam Tram” faceva da showroom viaggiante con tanto di spuntini e aperitivi, nei supermercati un concorso ha messo in palio 60 Fiat 500, un altro simbolo dell’Italia del boom, e le piazze di diverse città si sono animate con set fotografici che hanno ricreato le atmosfere e le scenografie ispirate appunto ai sei decenni del brand. Un concorso, un tram, abiti d’epoca: in un mondo adv dominato dal digitale, una presenza out of home che più tradizionale non si può: ma anche qui con un’esemplare integrazione online fatta di hastag e rimandi che hanno permesso ai clienti-protagonisti di moltiplicare sui social la visibilità propria e del gruppo Pam. Il tutto all’insegna della qualità, dello sviluppo e del miglioramento continuo nel food come nei modelli di comunicazione. Ma anche della nostalgia per un’Italia così sorridente e serena. Una scelta in linea con quanto l’azienda ha sottolineato in un pay-off di grande effetto: “La vita spesa al meglio”.
Come si è svolto il processo creativo che ha portato a definire la campagna? “Siamo partiti dalla convinzione che per festeggiare un compleanno fosse fondamentale coinvolgere le persone che ci hanno accompagnato in questi anni. Abbiamo pensato, con le nostre agenzie, di attivare una serie di iniziative che puntassero da un lato a offrire delle esperienze divertenti, capaci di valorizzare il percorso compiuto finora insieme, e dall’altro a permettere al pubblico di partecipare in modo facile e automatico a un concorso creato su misura per l’occasione. I partner delle agenzie coinvolti nel progetto Pam Tram sono stati: Creative Solutions di IGP Decaux, Rapport, agenzia specializzata in OOH, e Initiative per il media buying e planning. E infine, per la parte creativa, siamo stati affiancati dall’agenzia McCann”. Oltre al tram, su quali attività è caduta la vostra scelta per trascinare i clienti? “Siamo partiti con il progetto Decadi, realizzando dei set speciali che, nei fine settimana di settembre e ottobre, nelle piazze di Padova, Milano, Torino e Roma, hanno ricreato delle vere e proprie scenografie ispirate ai diversi decenni degli ultimi 60 anni, i ‘nostri’ anni. Non a caso le celebrazioni sono partite proprio da Padova, la città nella quale nel 1958 è stato inaugurato il primo supermercato Pam. Inoltre abbiamo lanciato l’esclusivo concorso
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Entra con il carrello, esci con una Fiat 500. I clienti più affezionati hanno potuto giocare sia facendo una spesa a partire da 30 euro che partecipando all’estrazione finale: e 60 fortunati possessori della Carta Per Te dei supermercati Pam e ipermercati Panorama hanno vinto una delle Fiat 500 in palio”. Chi ha realizzato gli allestimenti del tram e dei set? Con quali tecniche e materiali? “La parte progettuale e pratica è stata curata da IGP Decaux, ricreando sul tram un vero e proprio supermercato con gli stessi allestimenti del nuovo design dei punti vendita Pam da poco ristrutturati. C’era l’angolo dedicato a degustare i nostri prodotti, serviti dal catering della scuola de La Cucina Italiana. Vicino all’uscita era installato un photoboot da utilizzare per travestirsi e farsi fotografare con accessori d’epoca. Realizzare il tram ha richiesto 30 giorni di lavoro di artigiani e professionisti, con mobili in legno laccati, rivestimenti interni con un pattern geometrico e pavimento in PVC con un adesivo antiscivolo, stampato stile parquet per simulare quello vero degli store. La carrozzeria era decorata con una pellicola coprente, mentre sui finestrini è stata utilizzata una pellicola one-way, un materiale che permette di guardare dall’interno lasciando però la decorazione integrale all’esterno”.
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Face detection, la nuova frontiera delle insegne Mentre nel Regno Unito un software identificherà l’età dei clienti nei supermercati che vendono prodotti soggetti a restrizioni come alcolici e sigarette, l’Agenzia Governativa Statunitense per la Sicurezza Aeroportuale (TSA) ha annunciato il nuovo programma per l’identificazione dei passeggeri senza l’esibizione dei documenti. Intanto, nella vicina Milano qualcuno ha avuto accesso ai totem pubblicitari della Stazione Centrale e ha proiettato su uno degli schermi un articolo di una nota agenzia giornalistica per dimostrarne la vulnerabilità. Il fatto è avvenuto il 15 aprile scorso, quando un hacker ha preso possesso di uno dei display grafici a LED, utilizzandolo per navigare su Internet e per fare una videochiamata. Questi tre episodi hanno un elemento in comune: sono stati resi possibili dallo strumento biometrico noto con il nome di riconoscimento facciale che, grazie ai recenti progressi in ambito tecnologico, offre nuove possibilità. Similmente a quanto avviene con le impronte digitali, il face detection permette di riconoscere il viso della persona. Nel caso dei display della Stazione Centrale, i dispositivi dotati di telecamere sono capaci di riconoscere le caratteristiche dei passanti e di mostrare le pubblicità più appropriate rispetto
di Fausto Martin
a chi li guarda, raccogliendo anche informazioni sensibili. Come funziona il riconoscimento facciale? Questa tecnologia si basa su una serie di algoritmi intelligenti che funzionano eseguendo una serie di azioni graduali. In primo luogo, il software identifica la posizione del viso della persona inquadrata. Successivamente, il programma esegue una mappatura del volto, determinando la distanza che intercorre tra i punti facciali più importanti, tracciando la distanza tra gli occhi, le dimensioni della mascella, la posizione del naso oppure la distanza tra gli zigomi. Fatto ciò, i punti vengono trasformati in coordinate, che contengono le informazioni sul viso della persona. I dati sono confrontati con altri volti e tipi di facce. In questa maniera, il programma è anche in grado di stabilire se il volto appartiene a una donna
oppure a un uomo, l’età, i tratti somatici e così via. Inoltre, può persino capire l’umore della persona inquadrata. I recenti progressi nella qualità del riconoscimento facciale lo hanno reso notevolmente più preciso e affidabile, tanto che, in un futuro non molto lontano, il sistema sarà destinato a sostituire il lettore per le impronte digitali sui prossimi dispositivi, leggi smartphone. Nel settore delle insegne, oltre a essere usato come strumento di engagement attraverso l’invio di pubblicità “dedicate” (crema antirughe, tintura per capelli, integratori alimentari ecc.) secondo il tipo di persona “inquadrata e rilevata”, la tecnologia del face detection potrà servire per raccogliere dati statistici sulla permanenza dei passanti e sull’efficacia delle campagne pubblicitarie.
Fausto Martin Consigliere AIDI del Triveneto e delegato europeo per AIFIL, è laureato in Ingegneria elettrotecnica. Opera come consulente libero professionista. Fa parte del SC 34 C del CEI ed è delegato presso BT TF 142-1 del CENELEC di Bruxelles. www.faustomartin.com
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FESPA Italia Roadshow: prossima tappa, Industria Grafica FG Portare cultura sul territorio, incontrare gli specialisti della stampa, mettere in relazione aziende e persone: sono gli obiettivi dei Roadshow organizzati da FESPA Italia in collaborazione con le aziende associate e rivolti a tutti gli operatori del mercato. Il prossimo appuntamento vede protagonista Industria Grafica FG, stampatore digitale con sede a Salerno. L’evento, che si terrà il prossimo 27 novembre, si articola in un momento formativo seguito dalla visita allo stabilimento produttivo. La giornata prevede un intervento di carattere tecnologico, che sarà incentrato sui mercati e le applicazioni della stampa sublimatica e sarà tenuto
da Cosimo Malvaso, textile manager di Roland DG Mid Europe. Parteciperanno anche vari clienti appartenenti ai settori nautico, packaging e ceramica portando le loro esperienze. Conclusione con la visita presso il Palazzo Innovazione Healthware, situato nel centro di Salerno, aperitivo e tour Luci d’Artista. Per chi vorrà
proseguire, è prevista una cena self paid presso il ristorante Cicirinella, all’interno del centro storico della città. Il programma definitivo, assieme alle modalità di partecipazione, è disponibile sul sito www.fespaitalia.it
Occhi puntati sulla sesta edizione di FESPA Eurasia Fin dalla sua nascita, nel 2013, FESPA Eurasia è cresciuta fino a diventare un punto di riferimento fieristico per l’intera regione, con un picco di oltre 8.700 visitatori unici all’edizione dello scorso anno. Ultimo appuntamento fieristico del 2018, FESPA Eurasia torna a Istanbul, dal 6 al 9 dicembre, con oltre 400 brand rappresentati e in una nuova location: saranno infatti i padiglioni 9 e 10 dell’Istanbul Expo Centre a ospitare la nuova edizione della fiera dedicata alla stampa serigrafica, tessile e digitale di grande formato. Un evento a cui parteciperà un pubblico estremamente qualificato: il 93% possiede poteri decisionali in fase d’acquisto e oltre l’80 è intenzionato a investire
in tecnologia entro i prossimi dodici mesi. Un altro importante aspetto di FESPA Eurasia è che viene organizzato da FESPA in stretta collaborazione con l’associazione turca, ARED; questo permette di avere ben chiaro il mercato di riferimento e di rispondere adeguatamente alle sue necessità. Un esempio? Dopo il successo a FESPA Berlino a maggio, Print Make Wear fa il suo debutto nella regione euroasiatica. Ovvero in un’area dove il mercato del textile è molto forte, soprattutto in Turchia. Print Make Wear propone a tutti i visitatori l’intero processo produttivo di capi d’abbigliamento per il fast fashion, partendo dal design
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FESPA Awards 2019: aperte le iscrizioni Si sono aperte le iscrizioni alla 28ma edizione dei FESPA Awards, il concorso che dal 1991 premia i migliori lavori di stampa specialistica del mondo. Gli stampatori hanno tempo fino al 25 gennaio 2019 per iscriversi in una delle 14 categorie presenti, ciascuna suddivisa fra stampa digitale, stampa serigrafica, tecnica mista, lavori non stampati: 1. Display and Packaging on Paper and Board 2. Display and Packaging on Plastic – Point of Purchase 3. Posters 4. Serigraphies and Fine Art 5. Decals and Printed Labels 6. Creative Special Effects – Paper Board and Plastics 7. Special Effects on T-shirts, Garments and Other Textiles 8. Printed Garments 9. Roll-to-Roll Printed Textiles 10. Glass, Ceramic, Metal and Wood Products 11. Direct Printing on Three
fino al prodotto finito, con dimostrazioni live alla presenza di esperti del settore. Dalle precedenti edizioni vengono riproposti gli appuntamenti con FESPA World Wrap Masters Eurasia, dove 16 wrapper si sfideranno al meglio delle loro possibilità per ottenere il titolo di vincitore regionale e la possibilità di partecipare alle finali di FESPA Global Expo a maggio 2019, e Signage Demo Workshop, il laboratorio interattivo organizzato da ARED che ogni giorno mostrerà le novità del mondo dell’insegnistica, sia tradizionale che moderna, tra cui neon e LED.
Dimensional Products 12. Non-Printed Signage 13. Functional Printing – Fascias, Dials, Name plates 14. Young Star Award. Quest’ultima categoria è riservata ai giovani talenti dai 16 ai 25 anni che possono partecipare caricando il loro lavoro in una delle altre 13 categorie con la specifica adeguata. Lo Young Star Award è suddiviso in due sottocategorie: una riservata ai giovani che lavorano in aziende di stampa serigrafica o digitale da almeno dodici mesi; e una riservata agli studenti di stampa serigrafica o digitale. Nel primo caso ci deve essere l’avvallo del manager responsabile, nel secondo del dirigente scolastico. La quota di partecipazione di ciascun lavoro è di 50 euro per i membri di associazioni FESPA, 100 euro per ogni altro stampatore e 15 euro per lo Young Star Award. Come di consueto, ogni
I vincitori italiani
lavoro che partecipa ai FESPA Awards diventa eleggibile per altri due premi: il People’s Choice Award, deciso dal voto popolare dal 4 febbraio al 4 marzo 2019; e il Best in Show, scelto dalla giuria. I lavori verranno sottoposti a una prima fase di giudizio, a seguito della quale verrà stilata una shortlist. Tutti i lavori che ne faranno parte, oltre a partecipare al voto popolare per il People’s Choice Awards, saranno messi in mostra in un’apposita area di FESPA Global Print Expo, che si terrà a Monaco di Baviera dal 14 al 17 maggio 2019. La sera del 15 maggio avrà luogo il Gala Dinner, durante il quale verranno annunciati i vincitori 2019 dei FESPA Awards.
Negli ultimi anni, l’Italia ha raccolto notevoli soddisfazioni ai FESPA Awards, mettendo in mostra tutta la sua eccellenza. Ecco l’elenco dei vincitori nostrani: 2015 • Esanastri – Gold Award nella categoria “Miscellaneous” • Esanastri – Silver Award nella categoria “Special Effects” 2016 • P&P Promotion – Gold Award nella categoria “Glass, ceramic, metal and wood products” • SAC Serigrafia – Silver Award nella categoria “Miscellaneous” 2017 • SAC Serigrafia – Bronze Award nella categoria “Special Effects” • P&P Promotion – Gold Award nella categoria “Direct printing on three dimensional products” • P&P Promotion – Bronze Award nella categoria “Direct printing on three dimensional products” • P&P Promotion – Silver Award nella categoria “Glass, ceramic, metal and wood products” 2018 • Lamperti Insegne – Silver Award nella categoria “Special Effects” • Esanastri – Bronze Award nella categoria “Special Effects” • SAC Serigrafia – Bronze Award nella categoria “Glass, Ceramic, Metal and Wood” • SAC Serigrafia – People’s Choice Award
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decorative TECNOLOGIA
La verniciatura regala alla stampa un tocco in più, ne valorizza le forme, i grafismi, i dettagli. Ma quali sono le varianti applicabili? I risultati più interessanti si ottengono coniugando tecniche e finiture diverse. Ma come sempre, per ottenere buoni risultati è importante conoscere tipologie, effetti e tecnologie
di Lorenzo Capitani
Il 6 novembre 2017 il commerciante e storico d’arte inglese Philip Mould pubblica su Twitter un video straordinario. Si tratta del restauro di un dipinto del 1618 raffigurante una nobildonna vestita di rosso con un raffinato pizzo di Bruges e preziosi orecchini di rubini. Il post diventa subito virale tanto che l’autore stesso ironizza: “Più di un tweet di Donald Trump”. In pochi secondi viene via uno strato di vernice vecchio centinaia di anni e il dipinto riappare in tutto il suo splendore. Lo spesso strato era stato applicato per proteggere la pittura dall’avanzare del tempo, ma con il passare delle stagioni aveva finito con l’ingiallirsi, occultando i colori originali. Ecco, questo episodio andrebbe ricordato ogniqualvolta decidete di verniciare il vostro stampato. Non tanto perché sia destinato a così lunga vita, quanto piuttosto perché, anche in stampa, la vernice può essere un grande alleato e andrebbe conosciuta al meglio, perché, nel bene o nel male, altera i colori. Oggi l’uso della verniciatura è assai diffuso, la tecnologia ha abbassato i prezzi e ha aperto nuove possibilità e quasi non c’è stampato che anche solo per protezione non venga verniciato, dal biglietto da visita al packaging più ricercato. Ma il rischio di confusione è alto, non fosse altro perché ogni stampatore usa il suo gergo. Ma andiamo con ordine.
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splendido splendente
ipinto del 1618, i cui colori originali sono stati rivelati in tutto il loro splendore dopo la rimozione dello strato di vernice.
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decorative TECNOLOGIA
effetto vernice Perché verniciare La prima cosa da chiedersi, prima ancora se verniciare o no, è perché verniciare, quale effetto si vuole ottenere. La vernice, qualunque essa sia, anche la più trasparente, stesa sopra l’inchiostro, rende i colori in modo diverso perché modifica la rifrazione della luce. Oltre al fatto che ciascun colore si comporta in modo diverso quando è verniciato. E questa alterazione è evidente visto che lo scopo è proprio creare effetti. Pensiamo a una verniciatura a registro ad alto lucido: ogni dettaglio è esaltato, spicca dal fondo e attrae lo sguardo. L’opaca, invece, può far apparire tutto molto più piatto e spento. Eppure, l’uso di carta matt e verniciatura opaca è molto usato, anche per soggetti che vorrebbero colori vibranti, come la moda. Insomma, tutto lecito purché sia consapevole. Perché c’è sempre chi si sorprende per l’esito diverso da quello previsto dovuto al cambiamento talmente evidente che la verniciatura esercita sulla stampa. Sempre più la verniciatura viene scelta dai creativi non solo perché abbellisce lo stampato e lo protegge, ma anche perché consente loro di creare effetti originali. È tutto vero, e allora andrebbe concepita quasi più come un inchiostro, che soltanto come una nobilitazione. Una tinta che riproduce grafismi come qualsiasi altro colore. Avete presente certe texture di Gucci che per realizzarle spesso non serve nemmeno un colore, ma sono sufficienti un foglio laminato e un sapiente mix di verniciature per creare le GG? Lo stesso dicasi se si vogliono ottenere effetti che sfruttano la verniciatura a tavola piena o solo di alcune aree lavorando a registro. In tutti questi casi è indispensabile, ma quando non si
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ha chiaro l’effetto che si desidera è bene procedere con verifiche puntuali senza affidarsi al caso o alla tentazione di verniciare a tutti i costi. Il lucido e l’opaco della verniciatura amplificano una condizione che, se non controllata, può determinare spiacevoli incomprensioni sull’esito finale dello stampato.
Vernice come protezione Anche quando si pensa solo di voler proteggere, il nostro stampato verniciato cambierà: sarà più lucido o più opaco rispetto a come sarebbe stato senza vernice. Avete presente quelle auto sportive wrappate con pellicole opache? Sembrano quasi un altro modello quando non hanno la classica vernice lucida. A esaltare gli effetti, in stampa, contribuiscono anche i supporti, più o meno grezzi, secondo la regola che finiture simili si sommano, opposte si sottraggono. Quindi, per esempio, verniciare in opaco una carta già opaca aumenterà l’effetto matt, appiattendo i colori e chiudendo leggermente i dettagli. Ma se il fondo sotto, di protezione, è piatto e si verniciano lucide alcune aree, immagini e testi acquistano maggior visibilità, arrivando a scrivere addirittura con la sola vernice trasparente. Queste vernici di protezione vengono applicate in linea e a tavola piena, normalmente con un gruppo dedicato. Sfruttando un gruppo spalmatore è possibile per esempio realizzare verniciature a spot. Ne esistono di vari tipi: primer puri usati per la verniciatura del fondo in vista della successiva applicazione di una sovrastampa UV o plastifica, che hanno scarsa finitura lucida o opaca, ma alta resistenza all’abrasione;
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decorative teCNOLOGIA
le vernici grasse di macchina impiegate per pura protezione senza eccedere con la lucentezza; infine le vernici acriliche che nascono proprio con lo scopo di proteggere il foglio, garantire l’asciugatura più rapida e quindi la possibilità di andare alle altre lavorazioni più velocemente. Le acriliche negli ultimi tempi hanno fatto grandi passi avanti, non ingialliscono, permettono risultati estremamente validi, sia per la lucentezza che per l’opacità del supporto, oltre ad avere un’alta resistenza allo sfregamento.
Vernice come finitura Certamente gli effetti più facili da ottenere sono la lucidatura o l’opacizzazione del foglio applicando a tavola piena vernici lucide o opache su carte più o meno patinate in modo da graduare l’effetto voluto. Il tutto, come visto, in linea. Ma i risultati più interessanti si ottengono mischiando tecniche e finiture diverse, creando infiniti giochi di lucido-opaco e sfruttando quanto oggi disponibile sul mercato, digitale compreso, come ci spiega Lorenz Boegli, fondatore dell’Atelier für Siebdruck. “È il packaging oggi, soprattutto quello di lusso, la vera fucina della creatività. Qui si ritrovano spesso gli effetti più sorprendenti, perché protezione e nobilitazione, esigenze agli antipodi, devono convivere necessariamente. Oggi, più della offset è la stampa digitale, e penso a Scodix soprattutto, che ha dato una forte spinta creativa. In particolare, nel lusso, soprattutto per le piccole tirature, è l’UV lucido a rilievo a essere molto richiesto, soppiantando la verniciatura a spot che risulta meno esclusiva”. Ma c’è anche il JETvarnish 3D della francese MGI Digital Technology, verniciatura digitale, apprezzato da brand del beverage come Heineken o dell’entertainment come UbiSoft.
Conoscere le ibridi Ma facciamo un passo indietro. Prima di ricorrere all’UV digitale o alla serigrafia, buoni risultati, con costi di produzione ridotti, si possono ottenere già con le vernici ibride o l’offset UV. La stampa offset ibrida, o drip off, è una tecnologia studiata per consentire la realizzazione in linea, in un solo passaggio di macchina, di effetti appunto ibridi che combinano sullo stesso foglio aree lucide e opache grazie all’impiego di due vernici, acriliche e UV, che si respingono. Le zone opache possono avere una finitura satinata oppure strutturata detta anche a buccia d’arancia, per una sensazione non solo visiva, ma anche tattile, piacevole e insolita. Ovviamente sono possibili verniciature assolutamente a registro con grafismi anche minimi. Lo stesso avviene con l’UV, con il vantaggio che la resa del lucido e la protezione sono altissime, tanto che in settori come la cosmesi l’uso dell’UV è indispensabile.
Protezioni offset UV Nato principalmente come alternativa economica
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... i risultati più interessanti si ottengono mischiando tecniche e finiture diverse, creando infiniti giochi di lucido-opaco e sfruttando quanto oggi disponibile sul mercato, digitale compreso.
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La parola a Lorenz Boegli, l’artista serigrafo più amato dalle griffe
Vernici di lusso Lorenz Boegli ha il suo laboratorio tra Berna e Friburgo, a pochi passi dalla stazione di un paesino svizzero alle spalle delle Alpi. Più che un semplice serigrafo, è un vero artista apprezzato non solo dai grandi brand della moda e del lusso, ma anche da gallerie d’arte, fotografi, designer, architetti, che giungono da tutto il mondo per i suoi lavori, la sua perizia ed esperienza. È inventore, tra l’altro, di una tecnica brevettata chiamata RVB, ottenuta stampando il rosso, il verde e il blu su una carta nera, che risulta dalla sovrapposizione del bianco. Abbiamo provato a fare il punto con lui sulle vernici. Vernici, protezione e nobilitazione per effetti sempre più sorprendenti. Quali sono le principali tendenze per il packaging di lusso? Grazie alle nuove possibilità offerte dal digitale di aziende come Scodix oggi va molto di moda la vernice UV lucida in rilievo, soprattutto per le piccole tirature. Anche la vernice a spot resiste, ma ha perso appeal e oggi viene usata per prodotti non eccessivamente di lusso. Anche perché ha un costo più basso.
Le vernici possono fornire una sensazione non solo visiva, ma anche tattile, piacevole e insolita.
Lucido o opaco? Offset, UV o serigrafico? Cosa preferiscono i brand? Per avere il massimo contrasto tra lucido e opaco occorre per forza la serigrafia. Il contenuto di vernice applicabile a telaio è decisamente maggiore di quanto si può fare con altre tecniche, inoltre la trasparenza della vernice serigrafica è decisamente superiore. Per libri e brochure la soluzione migliore è l’offset per motivi tecnici ed economici. La finitura opaca resta più ricercata e fine rispetto a quella lucida, tanto diffusa da invadere le edicole. Quale, secondo lei, consente effetti migliori e perché? Se si usa la vernice UV è per distinguersi, per fare la differenza, e allora occorre sperimentare e cercare soluzioni interessanti anche sotto il profilo tecnico come verniciare trame o carte naturali, giocare con la lucentezza su finiture satin o ultra matt o, ancora, mischiare trasparenze diverse. La vernice non è solo protezione, ma spesso è a sua volta colore e nobilitazione: può farci qualche esempio emblematico? La vernice può essere il veicolo giusto per la stampa di pigmenti Iriodin. Con la trasparenza di questi pigmenti si possono ottenere, anche su immagini a 4 colori, effetti delicati, perlacei o cangianti. Attraverso giochi di trasparenze, indici di rifrazione e riflessi multipli, si ottiene una vasta varietà di effetti di colore. Solo qualche esempio: interferenze bianco-argento creano effetti di bianco ghiaccio velato come in natura, o ancora sfruttando pigmenti dorati si raggiungono effetti oro ultra lucido. Qual è la forza della serigrafia rispetto alle altre tecniche di verniciatura e nobilitazione? La serigrafia consente di realizzare contrasti molto forti e raggiungere rilievi non ottenibili in offset. È vero che con il digitale oggi si può osare ancora di più, ma solo nel telaio serigrafico si possono miscelare direttamente moltissime gamme di colori. Guardiamo al packaging: qual è a suo giudizio la ricetta giusta per il cosiddetto effetto WOW? Non ho dubbi: una combinazione geniale di design, scelta dei materiali e tecniche di stampa.
alla plastificazione, per la protezione di copertine di riviste o cataloghi, l’UV si è affermato in tutti i settori per la velocità di essiccazione e per la possibilità di ‘stampare’ lucido solo dove serve; inoltre, come suggerisce Boegli, “consente veramente di distinguersi creando effetti che sono altamente tecnici come la verniciatura di texture o su carta naturale, fino ad arrivare a combinare lucentezze diverse rendendo con l’opaco l’effetto raso o satinato”. Ma ancora una volta tutto dipende da quello che si vuole ottenere. Perché se si vuole uno strato importante, allora si può solo ricorrere alla serigrafia, eventualmente digitale. E allora quale scegliere? Boegli non ha dubbi:
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decorative TECNOLOGIA
Con la verniciatura a registro ogni dettaglio spicca dal fondo e attrae lo sguardo.
“Quando si vuole massima copertura e un forte contrasto si può solo ricorrere alla serigrafia”. Se non si ricerca il lusso, come in un libro o in una brochure, l’offset garantisce buoni risultati: anche perché, sfruttando l’opaco della carta, si può risaltare solo quello che interessa. Oltre al fatto che l’opaco, anche puro, risulta certamente più ricercato del lucido che si trova in qualsiasi edicola. Ma il massimo si ottiene mischiando materiali diversi e serigrafia, non fosse altro che per la gamma di pigmenti che possono essere mischiati direttamente nel telaio.
Alte finiture Quando lucido e opaco non bastano più, quando non ci sono dettagli da esaltare, alti spessori da raggiungere, o solo si cercano risultati estremamente raffinati, si può ricorrere a finiture soft-touch che rendono la superficie estremamente interessante al tocco, dando la sensazione di morbidezza, di gommosità.
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Nike per esempio l’ha scelta per il packaging della sua linea di abbigliamento tecnico Therma per comunicare la delicatezza dei materiali. O ancora Van Cleef & Arpels per box e shopper stampati in nero rispettivamente su cartoncino da 150 e 1200 g, verniciati UV soft-touch e impressi a caldo. Ma, come detto, la vernice può essere usata proprio come un colore miscelata ad esempio con i pigmenti a base di mica Iriodin (brevetto della Merck) a bassa percentuale per ottenere effetti cangianti, con riflessi che passano dal blu al viola al giallo oro, e addirittura perlescenti, ottenuti sempre con pigmenti Iriodin. Per questo tipo di verniciatura si possono usare sia le vernici grasse che quelle acriliche, anche se queste in particolare hanno una resa maggiore, per via della possibilità di spalmare sulla carta, durante la stampa, una quantità maggiore di vernice rispetto a quanto possibile con le grasse, ottenendo maggior lucentezza e profondità.
Stampati superbrillanti Ma se l’obiettivo è far brillare o luccicare il nostro stampato, si può ricorrere al glitter in verniciatura extra lucida. Questo tipo di finitura si ottiene miscelando particelle di poliestere lucide all’interno delle vernici in modo che il veicolo delle vernici stesse possa inglobare queste polveri e consenta così di passare sia attraverso le maglie del telaio di serigrafia sia attraverso i rulli di stampa. Queste vernici infatti possono essere utilizzate o con la tecnica UV oppure con vernici grasse. La densità di queste polveri determinerà il grado di brillantezza del prodotto stampato con verniciatura a glitter. Molto usato nel mercato della stationery e del packaging di cosmetici e giochi per bambini. Analogamente, affogando nel substrato trasparente diverse sostanze, i produttori di inchiostri hanno ottenuto vernici con effetti ruvidi o sabbia.
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EFI rivoluziona la tecnologia led con VUTEk h3 Una piattaforma di stampa a getto di inchiostro ibrida per il formato superwide, completamente ‘reimagined, reinvented, reengineered, refined’. In una parola, ‘rivoluzionata’. È quello che ha fatto EFI con la famiglia VUTEk serie H: il risultato di questa operazione è stato presentato lo scorso ottobre in occasione di un evento dedicato presso il demo center europeo dell’azienda, a Zaventem (Belgio). “EFI risponde ai cambiamenti del mercato con una strategia volta all’innovazione continua e sostenuta da una intensa attività di ricerca e sviluppo”, ha spiegato Ken Hanulec, general manager Display Graphics e vice presidente Marketing di EFI Inkjet. “Per questo, abbiamo puntato sulla differenziazione del portfolio prodotti nell’ambito della tecnologia a getto di inchiostro e sulla costruzione di un ecosistema di stampa completo – affiancando alle piattaforme di stampa i software di gestione, il front end digitale Fiery, inchiostri e coating”. In particolare, EFI sta puntando sulla tecnologia di polimerizzazione led: “Si tratta di una tecnologia green che offre vantaggi in termini di costi di produzione – in quanto implica un minor consumo di inchiostro, di energia e di
consumabili – e una maggiore flessibilità nella scelta dei supporti”. I numeri confermano il focus dell’azienda: “Uno storico di otto anni e tre generazioni di tecnologia di polimerizzazione led. Sette piattaforme e 27 sistemi di stampa per oltre 1.400 installazioni a livello mondiale. Con questi numeri, possiamo definirci tra i leader della tecnologia led”, ha affermato Hanulec.
Tecnologia brand new Prodotto di punta del portfolio led di nuova generazione, EFI VUTEk h3 è una piattaforma di stampa a getto di inchiostro superwide – con formato da 3,2 metri –, con polimerizzazione led e la capacità di gestire elevati volumi di produzione. Con modalità di stampa a quattro o a otto colori più inchiostro bianco, il sistema è in grado di realizzare fino a 5 strati di stampa in un solo passaggio e offre una definizione di 7 picolitri grazie alla tecnologia proprietaria UltraDrop. Si tratta della prima soluzione ibrida (roll-to-roll/ flatbed) di EFI che raggiunge una risoluzione di stampa di 1200 dpi. EFI VUTEk h3 è stato sviluppato per permettere una grande flessibilità operativa: dal punto di vista dei supporti, il sistema può gestire una vasta gamma di
materiali ed è in grado di produrre fino a 74 pannelli all’ora. “Oltre ad avere completamente ripensato il progetto, abbiamo voluto creare una piattaforma con elevate possibilità di espansione, offrendo agli utenti l’opzione di aumentare le capacità di resa in base alle esigenze”, ha spiegato Hanulec. “Il modello VUTEk h3 può essere aggiornato in loco a un modello VUTEk h5: ciò consente di ottenere una velocità e una capacità ancora superiori, una produttività maggiore del 47% con punte di velocità di 109 pannelli all’ora”. Dopo la presentazione europea di Zaventem, EFI VUTEk h3 ha visto il proprio debutto nel Nord America, a SGIA Expo 2018. Debutto segnato subito da un importante riconoscimento: il sistema si è infatti aggiudicato il premio SGIA Product of The Year nella categoria UV Hybrid/Flatbed High Volume Production Class. E una prima installazione è già stata annunciata: la statunitense Northeast Color – specializzata nella produzione di materiali outdoor e indoor per le grandi catene di franchising, su svariati materiali e con commesse in grandi tirature – ha investito in un sistema VUTEk h3 per potenziare la produzione e migliorare ulteriormente la qualità dei prodotti.
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Come affrontare i cambiamenti del mercato e delle esigenze degli operatori del grande formato? Con una piattaforma completamente ripensata e reingegnerizzata, con tecnologia ibrida a polimerizzazione led di nuova generazione e con un concept modulare e aggiornabile in loco.
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eventi textile
Si scaldano i motori di Heimtextil 2019 È il primo appuntamento dell’anno per l’universo del textile e si rinnova a ogni edizione. Per il 2019, Heimtextil ha in serbo una serie di novità, dal restyling della location alla ridistribuzione dei padiglioni, fino ai contenuti. Mantenendo saldo il focus sui trend, cresce lo spazio del digital textile e si rinnova l’attenzione per il mondo della progettazione nel contract e nell’ospitalità.
foto: Messe Frankfurt GmbH / Pietro Sutera
Fervono i preparativi per Heimtextil, la fiera del tessile per l’interior decoration e il contract più grande d’Europa. La prossima edizione, che si terrà a Francoforte dall’8 all’11 gennaio 2019, si annuncia all’insegna delle novità: oltre al nuovo allestimento e a una diversa distribuzione dei padiglioni – in seguito all’ampliamento degli spazi del polo fieristico di Francoforte – anche il concept della manifestazione è stato completamente rielaborato. L’obiettivo di questa operazione di restyling? Rendere ancora più interessante l’appuntamento per produttori di tecnologia, visitatori e, soprattutto, buyer. “Il nuovo concept di Heimtextil è stato sviluppato sulla base delle opinioni degli espositori e delle indagini realizzate tra i visitatori”, ha spiegato Olaf Schmidt, vice president Textiles & Textile Technologies di Messe Frankfurt. “Il riscontro da parte degli espositori è stato molto positivo: per la prima volta negli ultimi 15 anni, Heimtextil parte con un numero di espositori superiore a 3.000 unità”. Quali sono gli aspetti essenziali di questo progetto di ridefinizione della formula espositiva di Heimtextil? “Partendo dalla location, la costruzione di un nuovo padiglione – il 12 – e gli interventi edilizi nell’area dei padiglioni 5 e 6 ci hanno permesso di ottimizzare l’organizzazione delle aree espositive e, di conseguenza, di offrire ai visitatori una migliore esperienza nell’esplorare e nel fluire i contenuti della fiera. Abbiamo, poi, voluto dare spazio a temi e segmenti di prodotto raggruppati per specifiche categorie target affinché le sinergie siano sfruttabili al meglio dai buyer”, ha raccontato Sabine Scharrer, director Home Textile di Heimtextil durante un incontro con la stampa italiana.
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eventi textile
Le altre iniziative A fronte del successo ottenuto nelle precedenti edizioni, prosegue anche il focus sul mondo di architetti e progettisti, un target sempre più attento alle evoluzioni tecnologiche del textile printing. Interior.Architecture. Hospitality Expo è una piattaforma dedicata alle novità e ai trend del mercato nell’ambito dei sistemi di arredamento contract e rivolta ad architetti di interni ed esperti di hotelleria. Ubicata nel padiglione 4.2, questa esposizione mette in mostra soluzioni estetiche e
foto: Messe Frankfurt GmbH / Jochen Günter
funzionali per il tessile contract ed è studiata per favorire il networking e lo scambio di informazioni con eventi mirati e visite guidate. La novità del 2019 è “Printed Interior Decoration Lectures”, una iniziativa organizzata in collaborazione con ESMA (European Specialist Printing Manufacturers Association). Si tratta di un programma di incontri e workshop che coprono un ampio spettro di tematiche legate al mondo della progettazione nel settore dell’ospitalità, con uno sguardo alle nuove opportunità aperte dalla stampa digitale nell’interior decoration. Come ogni anno, Messe Frankfurt propone l’individuazione e l’analisi dei trend di mercato, particolarmente richiesti da print buyer, designer e produttori di wallpaper e tessuti stampati. Le tendenze individuate dal britannico FranklinTill Studio porteranno i visitatori Toward Utopia, verso l’utopia, declinata in cinque macro temi: Pursue Play (“Insegui il gioco”), Seek Sanctuary (“Cerca il santuario”), Go Off-Grid (“Esci dalla griglia”), Embrace Indulgence (“Abbraccia l’indulgenza”) ed Escape Reality (“Fuggi la realtà”).
merald City, il progetto del designer cinese Zhou Siwei realizzato per il percorso Pursue Play - parte di Toward Utopia.
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© Heimtextil trend book
Tra gli effetti del restyling dello show, lo spostamento dell’area dedicata al settore della stampa digitale tessile dalla hall 6.0 alla più centrale hall 3.0. Il padiglione del digital textile – proposto in Heimtextil per il sesto anno consecutivo – continua a crescere, sia in termini di espositori presenti, sia in termini di qualità delle soluzioni proposte sugli stand. Fra i produttori di tecnologia del comparto, ad avere già confermato la propria presenza sono, tra gli altri, Aleph, Epson, HP, Kornit Digital, Mimaki, MS Printing, JK Group. Il padiglione del digitale è stato strategicamente posizionato vicino a quello dedicato alla carta da parati (prodotta sempre più spesso con tecnologia digitale), che vede la presenza, tra gli altri, di Xeikon e Veika. Del resto, il wallpaper, da sempre diffuso nel Nord Europa e nei paesi anglofoni, da qualche anno è in grande espansione anche in Italia. Il padiglione 3.0 ospita altre due aree particolarmente interessanti: Trend Space e Textile Design. La prima sostituisce Theme Park, l’area storicamente legata ai trend: del resto, il progetto di restyling promosso dal team di Messe Frankfurt non ha riguardato soltanto il concept complessivo della fiera, ma anche il concetto di ‘tendenza’, da sempre centrale alla strategia di Heimtextil. Trend Space è dunque uno spazio ricco di ispirazioni e di tecnologie orientate al futuro. La seconda, Textile Design, è una piattaforma di design alla quale aderiscono circa 250 studi internazionali, nuovi operatori del mercato e istituti superiori nell’ambito del programma New & Next, nonché aziende sviluppatrici di CAD/CAM. Sistemi di stampa digitale, tendenze tematiche e design tessile saranno così riuniti in un unico padiglione, andando a creare un polo di idee, tecnologie futuribili e spunti sulle applicazioni possibili.
foto: Messe Frankfurt GmbH / Pietro Sutera
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Digital è trendy nella hall 3.0
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textile tendenze
Ne avete sentito parlare? Sono le t-shirt di lusso: legati alle marche dell’alto di gamma e con costi esorbitanti, stanno conquistando una nicchia del mercato. Diamo uno sguardo a questo fenomeno del terzo millennio
Un soggiorno nel sontuoso Burj Al Arab di Dubai può costare fino a 10 mila euro a notte. Eppure, questo albergo situato al largo della Jumeirah Beach, a pochi chilometri dal centro della città, è sempre al completo e vanta lunghe liste di attesa. Chi sono i ‘fortunati’ che possono permettersi questo lusso? Si dice che l’80% della ricchezza mondiale sia nella mani del 20% della popolazione, pertanto non è difficile immaginarsi quali siano le capacità di spesa di questa ristretta fetta di popolazione. E proprio questo è il target al quale il mercato del lusso si rivolge. E proprio questa è la fascia dei consumatori inclini all’acquisto delle ‘luxury t-shirt’.
Di che lusso sei?
di Valentina Carnevali
‘Luxury t-shirt’ o ‘t-shirt di lusso’, a cosa si riferisce questo termine di recente comparsa? Le t-shirt di lusso sono articoli con un costo superiore ai 600 euro al pezzo, il cui trend di acquisto è decisamente in crescita. Si tratta di una nicchia di mercato molto redditizia, che riguarda esclusivamente produzioni in piccole tirature ed edizioni limitate. Sono due i segmenti in seno al mercato delle luxury t-shirt. Da un lato, il segmento del lusso definito dai brand: t-shirt di buona qualità con una stampa di buona qualità, il cui prezzo viene stabilito dalla marca che, per ragioni diverse, sceglie di attribuire un costo molto alto a quell’articolo specifico. Il target di tale segmento è costituito dai consumatori fidelizzati a un brand, i quali acquistano il prodotto perché affezionati alla marca e perché attratti dall’immagine di sfarzo e
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www.versace.com
Quando le t-shirt sono luxury
ricchezza legata all’indossare – e allo sfoggiare – quel brand. Dall’altro, c’è il segmento del lusso guidato dal valore intrinseco del capo di abbigliamento, definito – nel caso delle t-shirt – dalla qualità del tessuto, degli elementi decorativi e della stampa. Questi capi sono realizzati con decorazioni luxury, come lamine in oro e pietre preziose, e con materiali di pregio, come cotone hand-made dal tocco più morbido della seta, il cui costo può arrivare a 180 euro al metro quadro. In questo caso, l’elevato valore del capo di abbigliamento è riconoscibile e tangibile, in quanto la materia prima stessa è un prodotto di lusso.
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textile tendenze
Trend by brand
www.shineluxury.com
In generale, le marche del lusso disegnano e producono t-shirt per entrambi i segmenti sopra descritti. Con l’esplosione del fenomeno degli outlet, ad esempio, da qualche anno a questa parte i grandi brand hanno avviato delle produzioni mirate in parallelo alle sfilate di lancio delle nuove collezioni, proponendo i capi visti in passerella, ma con una qualità un po’ meno luxury: lo stesso identico modello, realizzato con cotoni meno pregiati o con pietre diverse e meno preziose. Le grandi marche hanno colto le potenzialità degli outlet come punti vendita alternativi e hanno adattato le strategie produttive per sfruttare questa opportunità. E così, laddove un tempo l’outlet era il luogo dove trovare occasioni e rimanenze delle collezioni (capi in taglie e colori limitati), oggi proprio l’outlet si è trasformato in un’esperienza di acquisto cool e in una meta dello shopping luxury, nella quale acquistare i capi di abbigliamento di lusso del momento secondo i dettami delle sfilate. Un esempio? La t-shirt Tifoso con la scritta Via Gesù 12, in poliestere, di Versace ha un costo di qualche centinaia di euro, mentre la controparte destinata al settore dello sportswear – identica e con la stessa qualità – costa 15/20 euro.
Nel luxury ad alti livelli, le marche producono collezioni limitate per un target molto specifico, che viene contattato in modo diretto e attraverso cataloghi dedicati ed esclusivi. È il caso della borsa in serie numerate di Armani, il cui costo è di circa 8 mila euro. Altri casi ancora vedono i brand fare ricorso, per alcuni prodotti, a edizioni limitate con l’obiettivo di creare attesa e invogliare all’acquisto: se l’articolo è difficile da reperire, il consumatore sarà più incline a cogliere al volo l’occasione di aggiudicarselo nel momento in cui riesca a trovarlo. Esperienza contraria è quella dei brand che propongono i nuovi modelli di t-shirt a prezzi inferiori per promuoverne l’acquisto massiccio, nell’intento di accrescere velocemente la visibilità al logo e di aumentare il fattore del ‘brand awarness’. Lo ha fatto Happiness a Milano, anche se parliamo – in questo caso – di t-shirt dal costo di circa 40 euro.
Dai brand ai consumatori, i perché del lusso Perché le marche scelgono di investire nelle t-shirt? Perché si tratta di un articolo che fornisce grandi margini di vendita. Nella prospettiva dell’utilizzo, la t-shirt è un capo di abbigliamento che, normalmente, viene cambiato ogni giorno (a differenza, ad esempio, di una felpa che, non essendo a diretto contatto con il corpo, può essere portata anche per più tempo) e, pertanto, il singolo consumatore tende ad acquistarne di più. In una prospettiva di produzione, le magliette richiedono una minore quantità di tessuto e ciò incide sui costi complessivi. Un altro fattore da non trascurare è quello del ‘moltiplicatore del prezzo’ che, nel segmento delle t-shirt, può raggiungere ‘x40’ in quanto al costo delle materie prime e della manodopera si aggiungono le spese legate alla promozione del prodotto e all’organizzazione di eventi e sfilate legate al prodotto stesso. E per quanto riguarda i consumatori? Cosa sono disposti a fare per la marca del cuore? Lo dimostra bene il fenomeno della ‘ticketed fashion’. Come funziona? Al momento del lancio di un nuovo articolo, il brand gestisce l’uscita online: ciò che i consumatori acquistano via web non è, però, l’oggetto del desiderio, ma un ticket per poter procedere all’acquisto del prodotto in un negozio fisico. Insomma, due procedure per un solo acquisto, dal ticket online al negozio fisico. Tra i brand che hanno già sperimentato questo modello di business che fa leva sull’effetto ‘anticipazione’, vi sono FVCK, griffe del fashion, e Supreme, marca cult dello skatewear. Il riscontro? Consumatori in coda per aggiudicarsi il prodotto!
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profili
comunicazione d’impresa
Stampa tessile diretta e sublimatica, la proposta di Mimaki Bompan Textile Una novità assoluta – TS55-1800, sistema di stampa a sublimazione – e due soluzioni consolidate – TX300P-1800B e TX300P-1800 per la stampa diretta su tessuto. Queste le soluzioni in mostra a Viscom Italia per l’azienda specialista di digital textile, nata dalla joint venture di Mimaki e Bompan.
Promuovere la digitalizzazione dei processi di stampa nell’industria tessile, questa la mission di Mimaki Bompan Textile. Per perseguirla, l’azienda – nata nel giugno 2017 dalla joint venture di Mimaki e Bompan – punta tutto sullo sviluppo di soluzioni tecnologiche innovative per offrire un portfolio completo di prodotti. E aspira ad affermarsi come “total solution provider”, laddove ogni componente dei sistemi – dall’inchiostro ai software, dalle soluzioni di pre e post trattamento al servizio tecnico – viene gestito internamente. L’appuntamento di Viscom Italia, la manifestazione fieristica dedicata alla comunicazione visiva, è stata l’occasione per Mimaki Bompan Textile di incontrare il mercato italiano e di fare il punto su questo primo anno e mezzo di attività. E il riscontro è stato positivo: l’azienda ha accolto numerosi visitatori sullo stand, di cui circa il 75% si è mostrato molto interessato al nuovo sistema di stampa a sublimazione TS55-1800 e/o al sistema di stampa diretta TX300P-1800B.
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comunicazione d’impresa
Tecnologia in anteprima A conferma dell’impegno per l’innovazione continua, Mimaki Bompan Textile ha presentato a Viscom Italia il nuovo sistema di stampa a sublimazione, TS55-1800, al suo debutto ufficiale sul mercato nazionale e internazionale. Con larghezza di stampa massima di 1.940 mm e configurazione a quattro o a otto colori (con la possibilità di aggiungere colori fluo), il sistema raggiunge una velocità di 140 mq/ora a una risoluzione di 480×600 dpi. Concepito come soluzione entry level e destinato a un target di aziende di medie dimensioni ma con volumi di stampa importanti, TS55-1800 consente una grande flessibilità nella gestione di commesse con diversi volumi. Sono, infatti, disponibili tre optional: l’unità Mini-jumbo roll, per gestire i rulli di carta transfer Mimaki Vision Jet-X da 2.500 metri di lunghezza nel caso di tirature più elevate e con vantaggi in termini di riduzione del costo al metro quadro e del tempo di caricamento del materiale; le taniche di colore da 10 kg, da utilizzare in alternativa a quelle da 2 litri, incluse nella configurazione standard, per produzioni prolungate o notturne; un sistema di asciugatura più esteso, integrabile a quello standard, per velocizzare il processo di asciugatura del supporto. Sono anche altri i plus della nuova soluzione di Mimaki Bompan Textile. TS55-1800 è dotata dei sistemi Nozzle Check unit e Nozzle Recovery system, per il controllo e la pulizia automatica degli ugelli a garanzia di una produzione continua e affidabile, e del sistema MAPS (Mimaki Avanced Pass System) per prevenire problemi di banding. Per quanto riguarda i software di gestione, TS55-1800 utilizza il RIP TxLink 4, sviluppato per il mondo del tessile, che consente l’assegnazione automatica dei lavori e lo svolgimento in contemporanea delle funzioni di rippaggio e di stampa.
Soluzioni per stampa diretta Oltre alla novità in anteprima nel mondo della sublimazione tessile, Mimaki Bompan Textile ha puntato i riflettori su due soluzioni per la stampa diretta su tessuto di grande appeal per il mercato italiano. Si tratta di TX300P1800B e di TX300P-1800, sistemi di stampa a getto di inchiostro, con alimentazione a tappeto il primo, e senza tappeto il secondo, destinati non solo ai settori fashion e sportswear, ma anche al mondo dell’arredamento e del soft signage.
TX300P-1800B consente la stampa diretta su diversi materiali, anche elasticizzati o molto sottili, grazie alla presenza del tappeto. Inoltre, la possibilità di regolare l’altezza della testa di stampa è funzionale a consentire di stampare anche su tessuti spessi o intrecciati. La qualità della stampa e l’affidabilità del processo sono garantite anche dall’unità NCU di verifica degli ugelli. Con larghezza di stampa massima di 1.880 mm, il sistema raggiunge una velocità di 50 mq/ora. Può essere configurato a quattro o otto colori. Sistema di stampa inkjet diretto, TX300-1800 è ideale per la stampa su tessuti più rigidi, proprio a fronte della mancanza del tappeto.
A garanzia della qualità del risultato, un meccanismo avanzato di alimentazione per una tensione ottimale del tessuto di cui il sistema è dotato, oltre all’unità NCU di verifica degli ugelli. La larghezza di stampa è di 1.920 mm e la velocità massima raggiunta è di 68 mq/ ora. Il sistema è configurabile a quattro, sei o otto colori. Entrambi i sistemi di stampa supportano tutte le tipologie di inchiostri tessili – sublimatici, reattivi, acidi, dispersi e a pigmento. Una caratteristica unica è la possibilità di caricare simultaneamente l’inchiostro pigmentato e a sublimazione, per stampare su diverse tipologie di tessuto e consentire così una maggiore flessibilità nella gestione dei lavori.
Il sistema di stampa digitale a sublimazione TS55-1800 è stato protagonista dello stand di Mimaki Bompan Textile a Viscom Italia, insieme alle soluzioni per la stampa diretta su tessuto TX300P-1800 e TX300P-1800B. L’azienda ha anche proposto una gallery di applicazioni su diversi supporti.
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interior tendenze
Bagliori luminosi, finiture a specchio e materiali riflettenti irrompono ovunque. Tutto intorno a noi sembra volerci restituire la nostra immagine riflessa: stampati e oggetti di design, tessuti e pareti, finiture di ogni tipo. Lo si è visto anche all’ultima edizione di Viscom Italia, laddove l’effetto mirror è stato protagonista di molti stand. Una tendenza, quella del “be mirror”, che arriva da lontano
Mirror inspired, l’ultima frontiera È un’epoca lucida e scintillante la nostra, che si esprime attraverso fulgori specchiati e dettagli luccicanti, superfici metallizzate e materiali che riflettono la luce, ne raccolgono i bagliori, la rimandano al nostro sguardo moltiplicandone la potenza. Tutto intorno a noi sembra farci da specchio: stampati e oggetti di design, tessuti e pareti, finiture e materiali, carte, accessori, arredi. Ovunque possiamo specchiarci perché il mondo è shiny, i materiali sono ricchi di pigmenti e hanno mille proprietà riflettenti. Indossiamo abiti ritagliati in tessuti illuminati dalla fibra ottica, borse in PVC, sandali con tacco a specchio, occhiali mirror effect. Ci trucchiamo con rossetti fluorescenti e ombretti lucidi come metalli, ci dipingiamo le unghie con smalti simili alla vernice fresca. In un continuo gioco di immagini laccate e fantasmagoriche, la moda ci restituisce il ritratto deformato e approssimativo del nostro corpo. Essere lucidi è un imperativo e non c’è nulla, nella nostra contemporaneità, che possa accontentarsi di un ruolo opaco. La parola d’ordine è: be mirror.
Mirror inspired
di Anna Aprea
Come un occhio supplementare, lo specchio moltiplica le forme, ci svela e ci contiene al tempo stesso, replica la realtà, mostra l’infinito contenuto nel finito. Attraverso la chiave interpretativa dello specchio, possiamo capire meglio quest’epoca dominata dall’ebbrezza del selfie, l’autoscatto che replica all’infinito la nostra immagine e riflette tutti i nostri spazi esistenziali, compresi i più intimi e personali. Trasparenti e senza segreti, viviamo come esposti alla luce del sole, condividendo pensieri e desideri,
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ossessioni e vanità. Del resto siamo tra i pochi esseri viventi (noi e le scimmie) capaci di riconoscere la nostra immagine in uno specchio, e dunque ne facciamo uso e abuso. E se specchiarci è l’occasione per riconoscerci e intrappolare il presente, allora lo specchio non può non essere il mezzo di riconoscimento dell’ambiente nel quale siamo immersi.
Attraverso lo specchio Come non pensare alle avventure di Alice nel bellissimo Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò, seguito di Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie, in cui la bimba attraversa uno specchio magico e comincia un viaggio meraviglioso in un mondo al rovescio, il regno del Sottomondo, nel quale incontra strambi personaggi che le fanno compagnia. Salvo poi accorgersi di essere finita in una dimensione — quella speculare, appunto — in cui le cose si svolgono all’opposto di come accade nel reale (ad esempio per avanzare si procede a ritroso). Sì, perché nel mondo rovesciato, dentro e oltre lo specchio, le leggi fisiche sono spesso sovvertite, invertite, deformate. Ed ecco che dopo un po’ il cerchio si chiude, e Alice preferisce tornare alla realtà.
Tratti e autoritratti C’è qualcosa, come Alice insegna, che fa dello specchio uno strumento di introspezione e di inequivocabile verità: in esso vediamo il nostro volto che in natura non ci è consentito vedere. Non è un caso se, nella storia dell’arte, la scoperta dello
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interior
www.depositphotos.com
foto Sicis
tendenze
dell’interior decoration specchio abbia coinciso con quella dell’autoritratto, l’affascinante rappresentazione di un proprio sé che sopravvive alla morte, sublime ricordo del mito di Narciso che si perde nella contemplazione della sua immagine riflessa nello stagno.
Specchi d’arte Tanti, tantissimi artisti hanno intuito la potenza evocativa e simbolica dello specchio e si sono cimentati con la tematica della superficie riflettente, sfruttandone le possibilità sul piano visivo e tematico. Da Tiziano con la sua Donna allo specchio (1512-15) a Rubens con la Venere allo specchio (1615) fino al grandioso Ritratto dei coniugi Arnolfini (1434) di van Eyck nel quale un enigmatico specchio, posto al centro del quadro, rivela all’osservatore il rovescio della stanza, ma incombe anche come terzo testimone tra i due coniugi. Con lo specchio, e soprattutto col tema della donna alla toletta, si sono poi misurati Monet, Morisot, Bonnard, Picasso, Dalì, che hanno fatto dello studio della specularità un pretesto per poter dipingere volti e nudi, per giocare sull’inquadratura del corpo, includere lo spettatore nel dipinto, lavorare sulla perdita del riferimento spaziale, moltiplicare le superfici.
Selfie in formato Escher A giocare sul concavo e il convesso, indagando sull’illusione di una realtà speculare fatta di sovrapposizioni, è stato Maurits Cornelis Escher (1898-1972), che ha studiato direttamente il tema dell’illusione generata sulle superfici. Con il celebre
autoritratto, Mano con sfera riflettente (1935), Escher ha creato una concatenazione infinita tra ciò che l’autore disegna e ciò che è disegnato. Il soggetto che sta disegnando, l’artista stesso, è infatti riflesso in una sfera, la quale a sua volta, ne contiene un’altra e un’altra ancora, e così via all’infinito. Un’opera emblematica, costruita come un vero e proprio un vero e proprio selfie, a partire dall’inquadratura che, oltre al volto, riprende anche il braccio teso dell’artista a sorreggere la superficie riflettente.
Quadri specchianti by Pistoletto Se c’è un artista che più d’ogni altro ha indagato le potenzialità espressive dello specchio, condensando la maggior parte della sua produzione su questo oggetto, quello è Michelangelo Pistoletto (1933), partito dall’esigenza di aprire un varco nella “opaca e impenetrabile barriera” della tela attraverso la superficie dello specchio. Famosi sono i suoi Quadri specchianti in cui applica su lastre d’acciaio lucidate a specchio figure fotografate, ritagliate e serigrafate così che lo spettatore possa riflettere nell’opera anche la sua immagine. Sempre pronto ad accogliere altre immagini, altre vite, altre realtà possibili, lo specchio di Pistoletto riflette qualsiasi cosa tranne se stesso e si manifesta come fondamento universale di ogni sviluppo organico.
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interior tendenze
Che cos’è lo specchio nel suo aspetto più ‘fisico’? Una superficie riflettente, ‘gloss’, risultato di una distribuzione spaziale della luce sugli oggetti. E la lucentezza è il fenomeno che dona alle superfici un’apparenza brillante nella quale, con qualche deformazione, ci possiamo riflettere
perciò altamente riflettente. In altre parole vuol dire che quando una radiazione luminosa colpisce una superficie perfettamente lucida avremo una perfetta riflessione del raggio luminoso. Se il materiale è rugoso, la radiazione verrà riflessa in più direzioni, e allora ci troviamo davanti all’opaco. Va detto ancora che la lucentezza dipende molto anche dal colore, la cui intensità ne può far mutare la percezione. Fateci caso: confrontate una borsetta di pelle lucida nera con un’analoga borsetta bianca. Quella nera, sembra sempre più lucente. Non è tutto: la sensazione di lucentezza è legata anche alla qualità dell’immagine che si forma per riflessione sulla superficie. Più il riflesso è nitido, più siamo portati a interpretare la superficie come lucida.
Effetti di lucentezza e specularità
Per dirla con le parole dell’artista: “come gli individui provengono da una moltiplicazione di un’entità unitaria, il lavoro sullo specchio intende dimostrare come lo stesso principio e lo stesso processo siano validi anche per l’arte”.
Cerchiamo ora di capire, per sommi capi, come si ottengono gli effetti di specularità. Se non si dispone di carte specchio, la stampa a caldo è sicuramente la tecnica più adatta per avvicinarsi all’obiettivo, arricchire il supporto con colori a specchio, effetti che riflettono la luce, esaltano dettagli e restituiscono agli stampati quelle qualità sensoriali che ne accentuano la forza comunicativa. “In cartotecnica non possiamo parlare di effetto specchio vero e proprio”, dice Marco Gaviglio, Business Manager di Luxoro, “che non è facile da ottenere, se non attraverso un processo di metallizzazione, possiamo soltanto ‘avvicinarci’ all’effetto specchio. E anche se i prodotti Kurz nascono già un po’ riflettenti, va detto che per ottenere l’effetto specchio occorrerebbe un supporto completamente liscio e piatto. Se non c’è questa variabile, possiamo parlare soltanto di riflessi ottenibili attraverso un livello di metallizzazione molto alto e non propriamente di un supporto nel quale ci si può specchiare. Perché ci si possa davvero vedere riflessi, dovremmo mantenere il poliestere sopra un accoppiamento tra cartoncino e laminati, solo in questo caso dalla parte dove c’è il poliestere la luce si riflette e si produce lucentezza”.
Superfici high gloss
Specchio specchio…
Per il catalogo della 71a edizione del Festival internazionale del cinema di Cannes, l’agenzia francese Filifox ha utilizzato carte specchio delle gamme Chromolux Miroir e Splendorlux di Zanders. Il progetto è stato stampato dalla francese Art & Caractère.
Vediamo ora lo specchio nel suo aspetto più ‘fisico’, come un materiale che parla ai nostri sensi e si offre alla vista. Ci chiediamo cioè che cosa sia una superficie riflettente, quali le proprietà della lucentezza, comunemente indicata con l’inglese gloss. Risultato di una distribuzione spaziale della luce sugli oggetti, la lucentezza è il fenomeno che dona alle superfici un’apparenza brillante nella quale, con qualche deformazione, ci possiamo riflettere. La percezione della lucentezza è legata a una serie di caratteristiche geometriche dei materiali, come la forma, la texture, la curvatura, infine la rugosità. Una superficie perfettamente liscia e priva di difetti riflette la luce incidente in maniera uniforme ed è
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Laminazione con film, laminazione senza film (transfer) e metallizzazione sottovuoto diretta sulla carta sono i tre processi attraverso cui si ottiene l’effetto specchio. “Nel primo caso”, ci spiega Fausto Vicinanza, presidente di Italbond, “si applica un adesivo su un film metallizzato (film di poliestere o polipropilene) e poi lo si accoppia alla carta o al cartoncino; nella laminazione senza film, prima di essere metallizzato, il film viene spalmato con una particolare lacca che impedisce al metallo di legarsi al film. Nel successivo processo di laminazione, si stende un adesivo sul lato metallo del film e lo si applica sulla carta/cartoncino. In ultimo, si rimuove il film e lo strato di metallo resta ancorato al supporto conferendogli un ottimo effetto specchio”.
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Sede e stabilimento: via Martiri di Boves 4 - 20871 Vimercate (MB) tel. 039 6856001 fax 039 2124916 e-mail info@pflitover.com sito web www.pflitover.com
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Il “cantiere della stampa” per anticipare il futuro Ricoh si è presentata a Viscom Italia con uno stand concepito come un vero e proprio cantiere, nel quale soluzioni consolidate sul mercato hanno trovato posto accanto a sistemi nuovi e ad applicazioni innovative destinate a un target di professionisti della stampa, della progettazione e del merchandising.
Un vero e proprio cantiere, con tanto di lavori in corso, segnaletica, materiali e ferri del mestiere. Il “cantiere della stampa” è stato il claim di Ricoh a Viscom Italia, la manifestazione fieristica dedicata alla comunicazione visiva – in scena lo scorso ottobre a Milano. Un tema e un allestimento che hanno lanciato un messaggio chiaro e mirato: la multinazionale giapponese punta tutto sull’innovazione per costruire il futuro del printing, e lo fa con soluzioni consolidate e con progetti nuovi. Così all’interno del proprio cantiere, Ricoh ha proposto un percorso suddiviso in differenti aree, ognuna delle quali dedicata a uno specifico segmento di mercato. Ad arredarle, piattaforme tecnologiche dedicate e gallerie delle applicazioni più innovative.
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Tecnologie “in corso” Latex in anteprima italiana nell’area dedicata al grande formato. Ricoh Pro L5130 e L5160 – al debutto ufficiale nel nostro Paese – sono le nuove soluzioni latex destinate al mondo del sign & display. Disponibili in due configurazioni – CMYK e CMYK più bianco – i due sistemi raggiungono una risoluzione di 1.200x1.200 dpi e una produttività di 44 mq/ora in modalità standard per applicazioni outdoor e di 25 mq/ora in modalità standard per applicazioni indoor. Le nuove piattaforme consentono una grande flessibilità nella gestione dei materiali – garantita anche da bobine da 2 e 3 pollici e fino a 200 g/mq – e, grazie ai tre sistemi di asciugatura e fissaggio inchiostro di cui sono dotate, possono stampare su supporti speciali e sensibili alle temperature elevate: carta da parati, vetrofanie, banner, retroilluminati, supporti vinilici e tessuti sintetici sono solo alcune delle applicazioni possibili. Tra le altre caratteristiche, la manutenzione automatica, la robustezza, gli inchiostri latex Ricoh certificati GREENGUARD e le teste di stampa Ricoh di qualità industriale. La tecnologia di polimerizzazione assicura, inoltre, che i lavori prodotti siano immediatamente pronti per la finitura. Ricoh Pro L5130 e L5160 saranno in commercio entro la prima metà del 2019. Nella medesima area ha trovato posto Ricoh Pro T7210, soluzione per la stampa su materiali rigidi ideale per la visual communication e l’industrial decoration: vetro, legno, alluminio, plexiglass, ma anche imballaggi in cartone e forex possono essere valorizzati e arricchiti grazie a questo sistema di stampa. Il sistema sta avendo un riscontro positivo: in Italia sono già state effettuate diverse installazioni. Spazio anche per architetti, progettisti e ingegneri nel cantiere di Ricoh. Nell’area wide format, l’azienda ha presentato la tecnologia GEL-Jet Ricoh MP CW2201SP per applicazioni CAD a colori e in bianco e nero. Questa soluzione CAD è ideale per gli studi di architettura e di ingegneria, come anche la nuova applicazione integrata alle lavagne presentata in anteprima a Viscom. Si tratta di una applicazione che consente di ottimizzare la creazione e gestione dei file e lo storytelling di progetti, anche grazie alla possibilità di interfacciare la lavagna ad altre tecnologie, come ad esempio monitor e videoproiettori. Dal wide format al textile, l’area al centro del cantiere di Ricoh. Nell’ambito del DTG (direct to garment), ovvero della stampa personalizzata su capi d’abbigliamento, l’azienda ha
proposto il sistema Ri 100 (con applicazione live realizzata in collaborazione con il partner Fowa) e la soluzione high-end Ri 6000 che permette di stampare su un’ampia gamma di capi colorati come t-shirts, felpe e borse.
La rete dell’inkjet si amplia Tanta tecnologia, dunque, e qualche novità per Ricoh. Sempre a Viscom Italia, la multinazionale giapponese ha annunciato al mercato due accordi di distribuzione, entrambi relativi alla gamma inkjet. Il primo ha riguardato la commercializzazione della soluzione Ricoh Ri 100 su tutto il territorio nazionale da parte di Fowa, azienda specializzata nella distribuzione di prodotti di stampa, fotografia ed elettronica di consumo. E proprio per mostrare le potenzialità dell’accordo, è stato installato sullo stand un kiosk self-service mediante il quale i visitatori hanno potuto stampare t-shirts personalizzate. Questa soluzione completa e integrata è ideale per punti vendita quali negozi di fotografia e di gadget che vogliono offrire ai propri clienti servizi innovativi. Il secondo accordo interessa invece l’ambito visual e industrial decoration. Ricoh ha scelto Impresa, azienda specializzata nella distribuzione di soluzioni large format per il Triveneto e l’Emilia Romagna, per ampliare gli orizzonti e arrivare a proporre Ricoh Pro T7210 a un numero sempre più elevato di professionisti della stampa. www.ricoh.it
Work in progress tecnologico sullo stand di Ricoh. Dall’alto, la nuova soluzione latex Ricoh Pro L5160, la stampante DTG Ri6000 e il kiosk self-service - realizzato in collaborazione con Fowa - per la personalizzazione delle t-shirt. E, per architetti e ingegneri, la lavagna interattiva per ottimizzare lo storytelling dei progetti.
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CANON Stev & Co
Walter Bano (al centro) con Davide Tedoldi, presidente di Stev & Co (a sinistra) e Mauro Ispulla, titolare di Nuova Algis, durante l’incontro con la stampa a Viscom Italia.
Riflettori puntati sul sistema di stampa roll-to-roll Océ Colorado 1640, il primo creato sulla base dell’innovativa tecnologia proprietaria UVGel. Una soluzione che, secondo la multinazionale giapponese, risponde alle esigenze del mercato attuale.
Walter Bano, Industrial & Production Solutions Director di Canon.
Perché la scelta di focalizzarsi su Océ Colorado 1640 e sulla tecnologia UVGel? Riteniamo che il mercato della comunicazione visiva sia in continua crescita, sotto la spinta dei fornitori di tecnologia, che sviluppano soluzioni sempre più innovative, e degli imprenditori del settore, che accolgono la sfida e spingono la sperimentazione verso nuove frontiere applicative. In questo contesto, ci sono due elementi che prevalgono: la riduzione progressiva dei tempi della commessa, a fronte di una domanda orientata verso la consegna just in time, e un’attenzione diffusa per la sostenibilità di processi e prodotti, un atteggiamento condiviso da brand owner e da utenti finali. La tecnologia UVGel, lanciata da Canon lo scorso anno, rappresenta non soltanto una rivoluzione nel panorama della stampa digitale a getto di inchiostro, ma soprattutto una risposta alle principali esigenze del mercato attuale e, in modo particolare, alle necessità degli operatori italiani. Per questo, lo stand di Canon alla Viscom Italia era dedicato interamente a Océ Colorado 1640, il primo sistema di stampa creato sulla base di questa tecnologia proprietaria.
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Quali sono le peculiarità di Océ Colorado 1640? Océ Colorado 1640 è un sistema di stampa digitale wide format roll-to-roll, concepito come piattaforma industriale e con costi di gestione ridotti. Si tratta di una soluzione caratterizzata da una grande robustezza meccanica e da elevata resistenza e stabilità in produzione. Si contraddistingue, inoltre, per i livelli di produttività raggiunti, l’ampia flessibilità consentita in termini di gestione di lavorazioni e supporti, la qualità dell’output e il contenimento dei costi operativi – grazie a una riduzione del consumo di inchiostro del 40% e di un risparmio sul costo della manodopera di circa il 30%. E, soprattutto, il sistema offre un processo di stampa totalmente green, grazie alla tecnologia UVGel. Qual è stata la risposta del mercato? Il sistema di stampa Océ Colorado 1640 è stato lanciato a FESPA 2017 e, dopo una fase di test e di finalizzazione del progetto, è entrato in commercio nella primavera del 2018. Il riscontro tra gli utilizzatori è positivo: la tecnologia è stabile e i prodotti stampati sono affidabili e resistenti. L’interesse tra i fornitori di servizi di stampa cresce, tanto che in Italia abbiamo già superato gli obiettivi del 2018 in termini di unità vendute.
Specializzata nella stampa serigrafica per il settore industriale, Stev & Co ha scelto – nel 2010 – di introdurre la tecnologia digitale. “La stampa flatbed UV ci ha portato a rivoluzionare l’attività, tanto che nell’arco degli ultimi otto anni abbiamo investito in nove sistemi di stampa digitale piana UV. Attualmente, il 90% della nostra produzione viene realizzato in digitale”, ha raccontato Davide Tedoldi, presidente di Stev & Co. Con l’introduzione della stampa digitale, l’azienda ha visto crescere il fatturato da 1,5 a 6 milioni di euro all’anno dal 2010 a oggi. Al 2017 risale l’installazione della prima Océ Colorado 1640: “È stato amore a prima vista e siamo molto soddisfatti dei risultati. Utilizziamo questo sistema per tutte le lavorazioni industriali e abbiamo introdotto alcune applicazioni – nuove per noi – nell’ambito dell’outdoor. Inoltre, stiamo sperimentando molto, ad esempio nell’ambito della stampa artistica: per un cliente abbiamo realizzato stampe per una mostra fotografica di Oliviero Toscani, su canvas di Canon, con un ottimo riscontro”. Il risultato? “Abbiamo deciso di raddoppiare: abbiamo da poco installato il secondo sistema Océ Colorado 1640”.
Nuova Algis
Nata nel 1990, Nuova Algis si è specializzata nelle lavorazioni serigrafiche. Nel 2015, l’azienda ha deciso di introdurre la tecnologia di stampa digitale. “Ci siamo mossi un po’ in ritardo rispetto al mercato, ma oggi la stampa digitale rappresenta il 60% della nostra produzione”, ha spiegato Mauro Ispulla, titolare dell’azienda genovese. L’incontro con l’UVGel di Canon risale al 2017 e il primo sistema Océ Colorado 1640 è stato installato a inizio 2018: “Siamo molto soddisfatti di questa soluzione. Si tratta di un sistema innovativo e, a mio avviso, senza competitor. Può essere paragonato a soluzioni altamente produttive proposte da altri player perché è robusta e flessibile, e consente di processare grandi volumi, ma il costo iniziale di acquisto e i costi di mantenimento sono molto più bassi. In più, è semplice e intuitiva da gestire”. Con il cambiamento del settore della visual communication in termini di tempistiche ridotte, varietà di materiali e prestazioni, Océ Colorado 1640 ha consentito a Nuova Algis di mantenersi al passo con le richieste della domanda e di essere propositiva in termini di lavorazioni. “Stiamo ora valutando l’opportunità di raddoppiare, ovvero di investire in una seconda Océ Colorado 1640”.
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OKI EUROPE nostri sistemi, ne abbiamo mostrato la flessibilità in termini di supporti e di personalizzazione degli stampati: Zion è in grado di creare materiali ad hoc per singoli pub o per singoli eventi.
Javier Lopez, Industry Vertical General Manager, Business Development Sales Transformation EMEA OKI Europe Ltd.
Qual è il concept dello stand di OKI? Focus sul retail e sulla comunicazione instore, questo il tema scelto per lo stand di OKI a Viscom Italia. Del resto, quando si parla di visual communication ci si riferisce tanto alla comunicazione outdoor quanto a quella indoor. La questione da cui siamo partiti è la seguente: una volta invogliato il pubblico a entrare nel punto vendita, come è possibile convertire la visita in acquisto? La risposta è, a nostro avviso, nella capacità di trasformare i diversi elementi che arredano un negozio in strumenti di engagement e comunicazione: banner, poster, totem, espositori, etichette, tag e persino il flooring devono essere decorati in modo accattivante e strumentale agli obiettivi di vendita. La proposta tecnologica di OKI consente di realizzare una vastissima gamma di applicazioni in una modalità che risponde alle esigenze delle piccole e medie aziende attive nel retail e nell’accoglienza: con immediatezza e flessibilità. Efficace è stata anche la scelta di portare un testimonial… Esattamente. Zion, il birrificio artigianale fondato dal campione di pallanuoto Amaurys Perez (nella foto in alto), utilizza le nostre tecnologie per creare il materiale di branding e di allestimento dei propri locali. Sullo stand abbiamo mostrato tutto, dai banner verticali ai sottobicchieri, dalle etichette della birra ai menu – stampati su un materiale impermeabile al 100%. Oltre alla facilità di utilizzo dei
Quali sono le soluzioni su cui puntate per il retail? In primo piano sullo stand sono state le stampanti della serie C800 e le multifunzione della serie MC800. Si tratta di soluzioni compatte e dall’ingombro minimo, facili da utilizzare – perché il concept è quello delle stampanti office – ed estremamente versatili, ideali per realizzare microtirature just in time. Gli stampati non richiedono alcun tipo di trattamento pre o post stampa, ma sono immediatamente pronti per l’uso e questa immediatezza consente anche di evitare gli sprechi: si stampa ciò che serve e lo si installa. A livello di supporti, abbiamo eseguito una serie di test e abbiamo stabilito varie partnership con i fornitori dei materiali che riteniamo più idonei alla comunicazione in-store. Accanto a queste stampanti – a conferma della nostra versatilità strategica – abbiamo presentato OKI Augmented Reality (AR) Showroom, la prima app sviluppata per aiutare i retailer a sfruttare il potenziale della stampa in-store per favorire il coinvolgimento dei clienti e aumentare il valore del loro carrello. La combinazione tra stampa digitale e realtà aumentata consente di sperimentare l’impattante effetto di una nuova interpretazione dei tradizionali canoni della comunicazione visiva all’interno del negozio. OKI AR Showroom è attualmente disponibile per iOS.
La visual communication declinata in chiave retail è stata la proposta di OKI. L’azienda ha messo in mostra il portfolio tecnologico al completo, dimostrandone l’ampio spettro di applicazioni possibili. Come? Con un testimonial d’eccezione!
Avete puntato molto anche sui nuovi sistemi per il labelling? Abbiamo presentato le serie Pro 1040 e 1050, le nuove stampanti narrow format a colori per etichette, basate su tecnologia OKI toner led, ora disponibili sul mercato. Pro1040 stampa in CMYK, mentre Pro1050 aggiunge il bianco (CMYK+W), consentendo la stampa su supporti trasparenti o colorati con risultati di stampa brillanti e vividi. Queste soluzioni raggiungono una risoluzione di 1.200 dpi e si rivolgono a stampatori, tipografie e aziende che hanno bisogno di realizzare in-house piccole e micro tirature di etichette di elevata qualità.
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open services sibili e rigidi, tra cui cartone ondulato, plastica, film, vinile, carte e tessuti. A questi si aggiungono materiali speciali, come supporti termosensibili, supporti trasparenti per applicazioni retroilluminate (grazie all’inchiostro bianco), legno, e applicazioni che spaziano nel mondo della decorazione degli interni. Inoltre, le lampade UV LED da 16 watt/cmq di cui è dotato consentono una riduzione dei consumi di energia, nonché dei costi e dei tempi di produzione. Tutte queste caratteristiche rendono Anapurna H1650i LED particolarmente interessante per tutte quelle aziende di medie e piccole dimensioni che vogliono introdurre la tecnologia digitale e per realtà quali serigrafie, laboratori fotografici, produttori di insegne e segnaletica, interessate a differenziare la produzione e le lavorazioni.
Debutto a Viscom Italia per Open Services. L’azienda, nata cinque anni fa dal gruppo Open Age e specializzata nella fornitura di servizi e assistenza su attrezzature e sistemi di stampa tradizionale e digitale, ha recentemente concluso un accordo per la distribuzione nel nord Italia del sistema Anapurna H1650i LED di Agfa Graphics. In questa nuova veste si è presentata al pubblico della kermesse italiana della visual communication.
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Abbiamo incontrato Osvaldo Ombrone, amministratore unico di Open Services. Perché questo debutto a Viscom Italia? Open Services è parte del gruppo Open Age, realtà specializzata nella commercializzazione di sistemi, attrezzature e prodotti di consumo per prestampa e stampa sul territorio nazionale. La nostra azienda si è sempre occupata di tutta la parte di fornitura di servizi di assistenza tecnica. A fronte del legame con Agfa Graphics e delle competenze acquisite in questi anni di attività, lo scorso luglio abbiamo siglato un accordo commerciale che ci vede operare come distributore per il nord Italia del sistema di stampa ibrido, Anapurna H1650i LED. Viscom Italia costituisce un’ottima piattaforma per presentarci in questa nuova veste e intercettare le aziende target. Quali sono le caratteristiche del sistema di stampa di Agfa che ritenete vincenti sul mercato italiano? Anapurna H1650i LED è un sistema di stampa ibrido a getto di inchiostro UV-curable, con larghezza di 165 cm e velocità di 63 mq/ora, disponibile in quattro o sei colori più bianco. Si tratta di una soluzione entry level per il settore del grande formato e consente di realizzare diverse applicazioni indoor e outdoor: il sistema è, infatti, in grado di stampare su una vasta gamma di materiali fles-
E qual è il valore aggiunto portato da Open Services? Sicuramente, il principale valore aggiunto di Open Services è rappresentato dall’esperienza e dal know how derivati da tutti questi anni di attività di assistenza tecnica su prodotti e soluzioni di Agfa Graphics. Dal 2015 siamo un centro ufficiale di assistenza certificato Agfa e la competenza acquisita ci consente oggi di proporci come fornitori completi della soluzione Anapurna H1650i LED, in grado di assistere il cliente nella fase dell’acquisto e dopo l’installazione, con un servizio di assistenza tecnica competente ed efficiente. Quale riscontro avete avuto dal momento dell’avvio della commercializzazione e durante Viscom Italia? Il riscontro da parte del mercato è stato molto positivo. Siamo molto orgogliosi del fatto che il sistema in mostra sullo stand di Viscom Italia è già stato venduto a Tipografia Rongoni di Asola, in provincia di Mantova.
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nsegna tridimensionale realizzata dal signmaker Dan Sawarsky. Per produrla, sono state utilizzate lavorazioni 2D e 3D, mentre i singoli elementi sono stati tagliati con fresa CNC digitale.
TECNOLOGIA
Ottenete il massimo dal vostro software per macchine CNC? Nei mercati competitivi della cartellonistica e della lavorazione del legno, ad avere importanza critica non è solo la fresatrice digitale, ma anche le funzionalità del software che la controlla. Ne parla EJ Nodurft, direttore prodotto di SAi.
Quali sono i criteri da considerare nell’acquisto di un software? Sono due gli aspetti da considerare: progettazione e taglio. La fresatura CNC si differenzia da altre operazioni di taglio – come taglio al plasma, con coltello o a getto d’acqua – in quanto considera non soltanto la larghezza di taglio, ma anche la profondità del taglio e del profilo dell’utensile da taglio, fattori essenziali per l’efficienza operativa. Il tipo di materiale da tagliare riveste altrettanta importanza, in quanto determina la velocità di avanzamento, la direzione di taglio, il numero di passaggi necessari e altri fattori. Il controllo accurato di questi aspetti sarà un fattore importante nell’economia aziendale per minimizzare il tempo utilizzato e ottenere superfici di taglio realizzate al massimo della qualità. La flessibilità produttiva rappresenta quindi un fattore importante? Assolutamente sì. Un software che permetta a un produttore di offrire un’ampia gamma di applicazioni faciliterà l’accesso a un mercato di più grandi dimensioni. La maggioranza dei programmi presenta diverse limitazioni e comprendere la potenzialità di un software prima di effettuare l’investi-
mento può fare la differenza. Alcuni pacchetti software offrono funzioni idonee per un buon percorso utensile, ma non sono particolarmente adatti per applicazioni decorative e grafiche 3D. Altri offrono prestazioni ottimali per lavori artistici o produzioni grafiche, ma non forniscono funzioni di percorso utensile. Di contro, il software EnRoute CAD CNC di SAi è stato sviluppato per offrire buoni risultati in attività di taglio e produzione quotidiane complesse, consentendo al contempo di realizzare lavori nel segmento delle decorazioni artistiche. Quali funzionalità dovrebbe offrire un software CAD/CAM CNC? Facilità di utilizzo e un buon livello di formazione e supporto, indispensabili per applicare il percorso utensile in maniera accurata. Sono altresì richieste buone funzioni di nesting per ridurre i tempi di taglio e lo spreco di materiale. Non tutti i software disponibili sul mercato offrono tali funzionalità, pertanto è importante informarsi bene prima di scegliere. Quali sono gli utensili principali? Gli utensili più importanti sono quelli che offrono i migliori risultati per le macchine digitali. Un utensile
di levigatura rappresenta un buon esempio in quanto offre agli utenti la possibilità di ottimizzare le forme tagliate. Ciò significa che, per la realizzazione di contorni, linee e archi vengono utilizzati nella maniera più efficiente possibile. Vi sono applicazioni per le quali EnRoute è particolarmente indicato? La versatilità rappresenta uno dei maggiori vantaggi di EnRoute. I due principali ambiti di destinazione del software sono la cartellonistica e la lavorazione del legno, entrambi settori costituiti da diversi segmenti applicativi, tra cui taglio in sagoma e lettere a intarsi nella cartellonistica e taglio standard (rettangoli e cerchi) nella lavorazione del legno. E, ancora, intagli a V 3D, superfici rifinite in 3D e oggetti 3D che possono essere realizzati con una fresatrice digitale. Quali sono gli aspetti distintivi di EnRoute? In primis, l’associazione tra contorni e percorsi utensile: quando un percorso utensile viene applicato a un contorno in EnRoute, i due elementi vengono combinati. Se il pezzo viene spostato o ridimensionato, il percorso utensile viene modificato di conseguenza. Ciò significa che è possibile effettuare cambiamenti dopo l’applicazione di un percorso utensile in maniera più facile. Come si svilupperà il mercato delle macchine CNC? Le fresatrici CNC sono sempre più utilizzate nella cartellonistica e nella lavorazione del legno. Nel Nord America i cartelli testurizzati rappresentano un trend in crescita, mentre in Europa e in Asia – regioni nelle quali la maggior parte del lavoro richiede operazioni di taglio 2D – vedranno una maggiore focalizzazione sullo sviluppo di funzioni di percorso utensile più avanzate. Percorsi utensile con sistema a ottimizzazione alzo-utensile e metodi più efficienti per rimuovere materiale rappresentano altri settori di interesse per SAi in termini di sviluppo di ulteriori funzionalità di EnRoute.
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colophon Persone e aziende citate con riferimento alla pagina. I numeri in neretto si riferiscono a un’inserzione pubblicitaria
3M 37 4K Design Factory 30 Aeoon Technologies 37 Agfa Graphics 11,12,37,72,76 AIFIL 47 Aleph 59 Ardeje 37 ARED 48 Armor Industrial Inks 38 Aroja Xorfex 38 Art & Caractère 66 Atelier für Siebdruck 52 ATPcolor 2 B&B Systems 11 Bano Walter 70 Bassanello Alberto 10 Bellotto Luca 30 Bergstein 38 Binetti Ignazio 28 Boegli Lorenz 52 Bompan 27,62 Bompan Rachele 27 Bonfiglio Steven 12 Brother 11 Canon 21,23,70 Carrai Luigi 9 Catenary Solutions 20 Cleanjector+Inktester 41 CMF Marelli 26 Colorcopy 11 ColorGATE 38 Costacurta Stefano 30 Cremaschi Alberto 44 Cutùli Lorenzo 8 D’Auria Jacopo 29 D’Elia Antonello 43 DEVStudio 38 DIC gruppo 41 Dimatix 22,40 DoDxAct 38 Durst 8,10,55 Edigit 9 EFI 57 Eliotecnica 8 EOS 25 Epsilon Research 19 Epson 38,59 EPTANOVA 38 Esanastri 49 ESC 39 ESMA 59 Eurmoma 10,75 Excelitas Technologies 39 Faletra Fulvio 45 FESPA 16 FESPA Italia 48 Filifox 66 Fowa 69 Franklin Till Studio 59 Frascella Roberto 30 Fujifilm 13,39 Gaviglio Marco 66 Geranzani Marco 44 74
Gravotech 30 GroupM 43 Gruppo Masserdotti 8 Gruppo Porvair Filtration 39 Hanulec Ken 57 Heidelberg 39 Heimtextil 12,58 Heliv 30 HP 21,59 IGP Decaux 46 IMI Europe 20 Impresa 69 Impression Technology 40 Industria Grafica FG 48 InfoTrends 16 InPrint Italy 36,ins. Inprinting 10 Integration Technology 39 IPCO 40 Ispulla Mauro 70 IT Strategies 36 Italbond 66 JK Group 59 Keene Al 21 Keypoint Intelligence 16 Kiian 7 Kimiprint 9 Kinetic 43 KNF 12 Konica Minolta 38,40 Kornit Digital 59 Kurz 66 Kyocera 40 LAC Corporation 11 Lamperti Insegne 49 Liyu Italia 11 Lopez Javier 71 Luxoro 66 Malagò Laura 10 Malvaso Cosimo 48 Marcuccio Marco 26 Markforged 26 Martinenghi 40 Massivit 3D 28 McCann 46 Mediagrafica 10 Messe Frankfurt 58 Messe Frankfurt Italia 12 Meteor Inkjet 40 METZ Holding 39 MGI Digital Technology 52 Mimaki 27,40,59,62 Mimaki Bompan Textile 62 MS Printing 59 MuchColours 30 Nadir 30 Natgraph 40 Nodurft EJ 73 NTG Digital 28 Nuova Algis 70 Ogilvy 43 OKI Europe 71 Olivetti 29
Ombrone Osvaldo 72 OMSO 40 Open Age 72 Open Services 72 Orafol 10 Organo Paolo 12 Oscar della Stampa 14 P&P Promotion 49 PAM gruppo 45 Perez Amaurys 71 Phillips Tim 20 Phoseon 40 Pigazzi Barbara 30 Pigmentinc 40 Plasmatreat 41 Politecnico di Torino 25 Polyedra 4 Print Finishing Li.To.Ver 67 ProPhotonix 40 Prosilas 25 PRT Group 9 Rabuffo Giancarlo 30 Rapport 46 Ricoh 11,40,68 Roland DG 11,41,48 Rongoni Tipografia 72 SAC Serigrafia 49 SAi 73 Sakurai 41 Sawarsky Dan 73 Scatto Marco 30 Scharrer Sabine 58 Schmidt Olaf 58 Scianatico Giancarlo 25 Scodix 52 Screen System 12 SEI Laser 3 Seiko Instruments 40 Setti Federica 43 Siegwerk 41 Siwei Zhou 59 Sp Systema 10 Sprint Production 44 Stahl’s 10 Stev & Co 70 Sun Chemical 41 Symera 30 Tedoldi Davide 70 Toshiba 40 Univers System 10 Veika 59 Vezzù Simone 30 Vicinanza Fausto 66 Viscom Italia 10,70 Willis Mike 21 Xaar 22,40,41 Xeikon 59 Xerox 11 Zanders 66 Zion 71
STRATEGO GROUP via Cassanese 224 - Segrate (Milano) tel. 02.49534500 fax 02.26951006 www.widemagazine.net Direttore responsabile: Ruggero Zuliani Comitato di redazione: Paola Bonfanti (coordinamento) paola.bonfanti@strategogroup.net Cristina Rossi, Federico Zecchini Hanno collaborato a questo numero: Anna Aprea, Lorenzo Capitani, Valentina Carnevali, Ron Gilboa, Fausto Martin, Elena Panciera, Stefano Tenedini Pubblicità: Mauro Tironi sales@strategogroup.net Deborah Ferrari deborah.ferrari@strategogroup.net tel. 389.9004599 Rancati Advertising: Claudio Sanfilippo csanfilippo@rancatinet.it Ufficio traffico brando.zuliani@strategogroup.net Registrazione Tribunale di Milano n° 448 del 21.9.1985 R.E.A. Milano n° 1190227 Gli articoli firmati impegnano esclusivamente gli Autori. È vietata la riproduzione anche parziale del testo. ISSN 0394-5901 Quota di abbonamento annuo per l’Italia euro 40,00 per l’Europa euro 73,00 extra Europa euro 83,00. Numeri arretrati: euro 14,00. Versamento con bonifico intestato a: Stratego Group IBAN IT91 B050 3420 6000 0000 0000 933 Info: amministrazione@strategogroup.net Desideriamo informarLa che il D.Lgs. 196/03 (Testo Unico Privacy) prevede la tutela di ogni dato personale e sensibile. Il trattamento dei Suoi dati sarà improntato ai principi di correttezza, liceità e trasparenza e della Sua riservatezza. Ai sensi dell’art. 13 del Testo Unico, Le forniamo quindi le seguenti informazioni: il trattamento che intendiamo effettuare verrà svolto per fini contrattuali, gestionali, statistici, commerciali, di marketing; il trattamento, che comprende le operazioni di raccolta, consultazione, elaborazione, raffronto, interconnessione, comunicazione e/o diffusione si compirà nel modo seguente: archiviazione su supporto cartaceo e archiviazione informatizzata su personal computer. Il titolare dei dati è: Zeta’s srl nella persona del Rappresentante Legale. Il responsabile del trattamento dei dati raccolti in banche dati ad uso redazionale è Ruggero Zuliani (ruggero.zuliani@strategogroup.net - via Cassanese 224 Segrate (MI) tel. 0249534500 - fax 0226951006). Al titolare del trattamento Lei potrà rivolgersi per far valere i Suoi diritti così come previsti dall’art. 7 del D.Lgs. 196/03.
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JETI MIRA LED 2732 LA SOLUZIONE DI STAMPA FLATBED DI AGFA VERSATILE ED AFFIDABILE Una stampante robusta, flatbed, che grazie alla precisa architettura a letto piano è concepita specificamente per offrire una flessibilità ottimale e una stampa di alta qualità su un’ampia gamma di supporti. Completamente integrata con il flusso di lavoro Asanti ed ottimizzata per lavorare con gli inchiostri UV ad alta pigmentazione di Agfa, Jeti Mira è progettata per soddisfare le richieste di qualità, produttività e versatilità degli stampatori. Per ottenere una produttività impareggiabile ed una qualità di stampa estrema.
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