Print Buyer, n. 66, Febbraio 2017

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SE MI

Fili

IO TI AVVOLGO

Manifattura del Seveso Tessuti per la legatoria, la cartotecnica & il packaging di lusso www.manifatturadelseveso.it

NR 66/2017 | ZETA’S SRL | VIA KOLBE, 8 | 20137 MILANO | € 6,50

PRINT

BUYER

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66 STRATEGIE E TECNICHE DELLA COMUNICAZIONE STAMPATA | www.printlovers.net


Il mondo della stampa ha una nuova prospettiva. Da tutte le angolazioni.

Dal 1933

SARTORIAL PAPER

©

250 TEXTURE X 96 COLORI X 18 FINITURE X 84 ANNI DI IDEE

More than the sum of the parts. Fiera Milano, Rho 29 Maggio - 1 Giugno, 2018

w w w. p r i n t 4 a l l . i t

I tre mondi della stampa al servizio dell’industria hanno molto in comune. Da oggi, anche una grande esposizione. Print4All riunisce tre marchi prestigiosi di fiere del settore e offre alle aziende una vetrina ancora più ampia per incrociare target trasversali e creare nuove sinergie. Un evento unico, che interpreta le sfide di un mercato in continua evoluzione e le trasforma in opportunità di business. Un progetto di

Print4All fa parte di

Trova la tua carta su

ICMA.IT


SI FA PRESTO A DIRE E-BOOK di A N N A

Più o meno una decina d’anni fa, con l’affermarsi del Kindle, i timori di una apocalisse digitale che avrebbe spazzato via per sempre la lettura su carta s’erano fatti consistenti, le librerie chiudevano, le vendite degli e-book s’impennavano, il mondo sembrava percosso dall’impeto ribollente di un Dies irae che riversava la sua collera biblica proprio sul libro, quel medium di cui soltanto 3.500 anni prima s’era servito per rivelarci le sue avventure. Non era la prima volta che il mondo gridava Print is dead. Già con l’avvento del cinema e più avanti con la radio e la televisione, s’era temuto che la celebrata civiltà delle immagini avrebbe sferrato al libro un colpo mortale.

A P RE A

Come un’onda che ogni tanto s’avventa minacciosa nella storia, cresce, si infrange, poi all’alba morbidamente rifluisce, la fine del libro è solo di volta in volta rimandata.

E mentre la filiera ha mutato modelli distributivi, strumenti, strutture, confidando nel digitale per rilanciarsi…le ricerche ci dicono che oggi le vendite degli e-book sono arenate, i dati sulla lettura digitale in calo, ventenni e trentenni preferiscono ancora la stampa per lo studio, neanche le piattaforme organizzate sul modello Netflix hanno avuto fortuna. Come si spiega l’irriducibile resistenza del libro? E perché la sua morte ci fa paura, tanto da essere ciclicamente evocata? Sembra quasi che sia un fondamento dell’essere: non facciamo altro che temere il suo ultimo respiro tanto quanto temiamo l’ultimo respiro del nostro corpo. Se il libro è uno degli artefatti più antichi ancora in uso — una tecnologia che certo… si è evoluta nei secoli fino a diventare sempre più efficace e sensuale — la spiegazione sta allora nelle sue caratteristiche fisiche, che favoriscono un’organizzazione dell’informazione semplicemente ergonomica, capace di adattarsi perfettamente all’uso che ne facciamo, semplificando la comprensione e la memorizzazione del testo attraverso un’esperienza cognitiva e sensoriale insieme. Come la forbice, il martello, il cucchiaio, il libro appartiene a quella generazione di strumenti eterni e non perfettibili: “Nessuna barba di designer danese — diceva Umberto Eco — per tanto che cerchi, riuscirà a farlo diverso da com’era duemila anni fa”. In più, aveva aggiunto, si può leggere a letto, in bagno e anche in un bagno di schiuma.


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P E R S O N A L M E N T E

Marilde Motta Nel 1978 ha scelto le pubbliche relazioni come professione. Scrive e tiene corsi su alcune aree della comunicazione. Ad Personam® è la sua agenzia.

La carta a salvaguardia della letteratura aziendale Il valore della parola stampata si rivela in tutta la sua fondamentale importanza quando si tratta di letteratura aziendale, un termine che raggruppa diversi strumenti di comunicazione, tutti accomunati da uno scopo: trasmettere un messaggio ufficiale dell’azienda. Parole ben scelte per formare una narrazione, allineata con numeri e grafici per avvallarne il contenuto e dare forza alla sua capacità informativa. Position paper, green paper, white paper, bilancio sociale, annual report, monografia sono i termini tecnici che designano questi strumenti.

La letteratura aziendale ha bisogno della carta perché è solida, tangibile, seria. Tre aggettivi il cui senso profondo diventa evidente quando entriamo nel dettaglio degli strumenti menzionati. Per accidia cerebrale in Italia non si usa quasi mai tradurre e, in questo caso, possiamo notare il ricorrere di “paper”, la carta su cui il pensiero ufficiale dell’azienda viene fissato.

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Il position paper è un testo che esprime il parere documentato dell’azienda su un argomento specifico che riguarda se stessa, il suo campo di azione e il suo mercato di riferimento. La società prende posizione e lo fa soprattutto quando la tematica trattata rappresenta una minaccia, un ostacolo, un problema, ma anche quando si intravvedono evoluzioni che possono cambiare sostanzialmente gli assetti costituiti. In questo caso il white paper offre, successivamente, un’apertura sul futuro e diventa strumento di dialogo. L’annual report accompagna sempre i documenti di bilancio e traccia il percorso dell’azienda nell’anno di riferimento. È ormai frequentemente abbinato al green paper e al bilancio sociale per documentare l’impegno etico dell’azienda nell’ambito del CSR, o del più avanzato sistema di benefit company. Dunque, se tutto deve ruotare attorno a certezze, alla verità dell’azienda, la carta offre quella sicurezza che il web, con i fake incontrollabili, non può dare. Nessuno si sognerebbe di stampare un falso. Il costo di carta e stampa diventa valore vero a tutela dell’azienda.

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CRE ATIVI & CRE ATURE

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I N C H I ESTA

FEBBRAIO 2017

PRINT NR. 66 | FEBBRAIO 2017 › www.printlovers.net DIRETTORE RESPONSABILE RUGGERO ZULIANI REDAZIONE ANNA APREA [coordinamento] › anna.aprea@strategogroup.net EMANUELE POSENATO HANNO COLLABORATO MASSIMO CAIAZZO, LORENZO CAPITANI, MARILDE MOTTA, ACHILLE PEREGO, STEFANO TENEDINI ART DIRECTOR STEFANO TORREGROSSA › onicedesign.it IMPAGINAZIONE STEFANO TORREGROSSA COPERTINA PANFILIA IANNARONE

STRATEGO GROUP VIA CASSANESE 224, 20090 SEGRATE (MI) amministrazione@strategogropup.net PUBBLICITÀ DEBORAH FERRARI | T. 389 9004599 › deborah.ferrari@strategogroup.net RANCATI ADVERTISING CLAUDIO SANFILIPPO | T. 02 70300088 › csanfilippo@rancatinet.it SEGRETERIA PUBBLICITÀ › brando.zuliani@strategogroup.net

I LIBRI CON LE ALI DI CARTHUSIA Si allungano, si stendono, si aprono a soffietto, diventano giochi, mappe ponti. I libri di Carthusia sono strani che più strani non si può. “I nostri formati sono pensati per catturare l’attenzione” dice Patrizia Zerbi, che Carthusia l’ha fondata e la guida con passione.

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IN TE RV IS TA

DOVE OSANO I CATALOGHI Cataloghi di prodotto, Company profile, Corporate book, Monografie aziendali, volumi posizionati nell’alto di gamma. Ecco una nicchia di stampati curiosamente in crescita. Dove si sperimentano nobilitazioni e formati, carte e insoliti progetti di design.

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I N T ER VI STA

REA MILANO 1190227 AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE MILANO N. 706 | 11/10/2004 STAMPA INTERGRAFICA VERONA (VERONA)

ABBONAMENTI T. 02 49534500 | F. 02 26951006 abbonamenti@strategogroup.net

€ 33,00

€ 64,00

€ 74,00

QUOTA ANNUA ITALIA

QUOTA ANNUA EUROPA

QUOTA ANNUA EXTRA-EUROPA

PER ABBONAMENTI Bonifico Bancario a STRATEGO GROUP Banco BPM, Agenzia di Segrate IBAN: IT 91B 05034 20600 0000 0000 0933

CORRAINI DELLE MERAVIGLIE

FELTRINELLI: EDITORE TOTALE

L’editoria è un'arte, ma anche un gioco. Da 40 anni Corraini sperimenta carte e inchiostri, linguaggi e forme del libro. Ad aprirci le porte di questa vorticosa officina editoriale è Pietro Corraini, figlio dei fondatori Marzia e Maurizio.

“Nessuno sa quale sarà il futuro della filiera editoriale perché nessuno al mondo ha trovato la soluzione a questo tema, ma noi lavoriamo per essere editore totale”. Intervista esclusiva a Massimiliano Tarantino, responsabile comunicazione del Gruppo Feltrinelli.


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HOW IT'S MADE

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IN TE RV IS TA

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RILEGARE È UN'ARTE (INDUSTRIALE)

È SEMPRE TEMPO DI LIBRI

Una rassegna di tecniche industriali (e anche un po’ artigianali) per rilegare il libro e farne un oggetto raffinato e persino stravagante. Vi spieghiamo i processi di produzione e le accortezze che danno al progetto un tocco di classe.

Le concentrazioni e l’universo della stampa, il mercato dei libri di carta e di quelli digitali, i prezzi e il futuro del libro. In vista della grande Fiera del libro abbiamo chiesto a Federico Motta, presidente dell’AIE di Milano, di fare il punto sull’editoria italiana.

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CLOSE-UP ROGER BOTTI

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SPECIALE WINE PACK AGING

COME NASCE UN BRAND BOOK

CENT'ANNI DI GRAFICA BOZZI

Il direttore creativo Roger Botti spiega ai lettori di Print quattro progetti di design firmati Robilant Associati. Perché il brand book non è soltanto una storia d’impresa o un catalogo ricercato. È molto, molto di più.

I segreti del successo di un’azienda lunga un secolo condotta sempre con intelligenza e passione. Passione per il vino s’intende. Ne parliamo col titolare Davide Ortombina, vulcanico artista e tipografo.

FEBBRAIO 2017

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SGUARDI

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PERSONALMENTE

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COM'È FATTO PRINT

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GRANDANGOLO

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COLORE

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PRINT NOTES

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DETTAGLI CHE FANNO LA DIFFERENZA

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ARTE&EVENTI

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SPECIALE WINE PACKAGING #6

Si fa presto a dire e-book

di Marilde Motta

Prelibatezze di carta

Il linguaggio cromatico

Echi dal mondo della stampa

La versione di Dior

Manet a Milano

www.printlovers.net


Come è fatto

COPERTINA Per riprodurre il più fedelmente possibile le tonalità brillanti tipiche dell'illustratrice, la copertina è stata stampata in quadricromia più due colori Pantone Fluo e vernice lucida a zona.

S TA M PA

CONFEZIONE

INTERGRAFICA VERONA

GRUPPO PADOVANA

› www.intergraficavr.com

› www.gruppopadovana.it

Da oltre 30 anni è impegnata nella stampa e trasformazione di carte speciali per il mondo della comunicazione commerciale e per la comunicazione sul punto vendita. L'esperienza maturata al servizio di importanti cartiere nazionali, sia per la produzione di cataloghi che per il testing delle carte, è tale che l'azienda è oggi considerata fra i massimi esperti nella stampa su tecnologie convenzionali di supporti speciali. Fra le caratteristiche distintive, la Certificazione FSC per un'eccellenza a impatto zero, una qualità ecologica che sposa sistemi di stampa altamente innovativi.

Gruppo Padovana, Legatoria e Confezione Grafiche è una tra le più importanti realtà industriali nell'ambito del finishing e legatoria del Paese. Un parco macchine estremamente ampio e variegato e un'esperienza che ha varcato i vent'anni di attività sono gli ingredienti per la proposta commerciale dell'impresa padovana. Sono in grado di realizzare oltre venti tipologie di confezione, in numerose varianti, abbinando processi industriali e lavorazioni cartotecniche spesso semiautomatiche o addirittura manuali.


LA COPERTINA DI PRINT LOVERS 66

Panfilia Iannarone Panfilia nasce nel 1980, è una Graphic Designer & Illustrator che vive e lavora a Roma. Dal 2008 lavora come freelance. Ha lavorato per molti Brand e Agenzie Nazionali ed Internazionali, con clienti che spaziano dall’Europa al Nord America fino in Asia. Illustrando negli anni con il suo stile progetti per l’e-learning, app, animazione, mobile sticker e installazioni, lavorando così per famosi brand come Nike, Line, Viber, Lavazza, Alinea Egmont, Buitoni… Il suo obiettivo principale è quello di fornire ad ogni progetto originalità grazie alle sue potenzialità creative: con un giusto mix di design fresco e idee innovative, traendo ispirazioni da cartoons, apps, games, web, film e gallery online.

behance.net/panfilia ithinkpworld.com

Gli articoli firmati impegnano esclusivamente gli Autori. Dati e caratteristiche tecniche sono generalmente forniti dalle Case costruttrici, non sono comunque tassativi e possono essere soggetti a rettifiche in qualunque momento. Tutti i diritti sono riservati. Notizie e articoli possono essere riprodotti solo a seguito di autorizzazione dell’editore e comunque sempre citando la fonte. Testi e fotografie, qualora non espressamente richiesto all’atto dell’invio, non vengono restituiti. Desideriamo informarLa che il D.Lgs. 196/03 (Testo Unico Privacy) prevede la tutela di ogni dato personale e sensibile. Il trattamento dei Suoi dati sarà improntato ai principi di correttezza, liceità e trasparenza e della Sua riservatezza. Ai sensi dell’art. 13 del Testo Unico, Le forniamo quindi le seguenti informazioni: il trattamento che intendiamo effettuare verrà svolto per fini contrattuali, gestionali, statistici, commerciali, di marketing; il trattamento, che comprende le operazioni di raccolta, consultazione, elaborazione, raffronto, interconnessione, comunicazione e/o diffusione si compirà nel modo seguente: archiviazione su supporto cartaceo e archiviazione informatizzata su personal computer. Il titolare dei dati è: Zeta’s srl nella persona del Rappresentante Legale. Il responsabile del trattamento dei dati è: Ruggero Zuliani [ruggero.zuliani@ strategogroup.net, via Cassanese 224, Segrate MI, T. 02.49534500]. Al titolare del trattamento Lei potrà rivolgersi per far valere i Suoi diritti così come previsti dall’art. 7 del D.Lgs. 196/03.


C R E A T I V I & C R E A T U R E

Libri saggi con le ali per capire, sognare, imparare a volare.

di A N N A

A PR E A


C R E A T I V I & C R E A T U R E

Piccoli e grandi libri ricolmi di gioco e di energia per raccontare ai piccoli le grandi cose della vita, come la diversità e l’emigrazione, l’ambiente e la legalità, le emozioni e la malattia. Sono i libri di Carthusia Edizioni, fondata da Patrizia Zerbi, che raccontano cose difficili con parole facili.

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Sono libri strani quelli di Carthusia, e non solo perché si allungano, si aprono a soffietto, si stendono in lungo e in largo e diventano giochi, mappe, ponti, ancoraggi della fantasia… sono ‘strani’ anche perché affrontano argomenti delicati e importanti, e lo fanno con la forza evocativa delle immagini e il coraggio delle parole, quelle giuste, leggere, accurate, capaci di andare al cuore. Parlano ai bambini di legalità e di ambiente, di sentimenti e di paure, persino di malattie e disabilità. Come Martino piccolo lupo di Gionata Bernasconi e Simona Mulazzani, che affronta il tema dell’autismo attraverso le avventure di un cucciolo di lupo che non sa ululare alla luna e adora mangiare le ciliegie, realizzato da Carthusia in collaborazione con la Fondazione Ares. O Il gatto che

aveva perso la coda voluto dalla onlus Magica Cleme per accompagnare i bimbi nel percorso delle cure radioterapiche. O ancora, ultimo in ordine di tempo, il coraggioso Non insegnate ai bambini, un volume illustrato da quattro grandi artisti (Gianni De Conno, Alessandro Ferraro, Arianna Papini e Antonello Silverini) e con i testi della famosa canzone di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, per aiutare genitori e bambini a riscoprire il sogno e la fiducia nella vita, “fuori dai vecchi ideali” e dalla “stanca e malata morale” come cantava Gaber. Insomma libri coraggiosi, storie facili per cose difficili, raccontate con illustrazioni di altissimo livello, firmate dai nomi più prestigiosi del mondo e stampati in formati speciali, pensati per catturare l’attenzione dei piccoli, trasmettere il piacere di sfogliare, guardare, leggere, toccare.

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Quello del libro sociale per bambini, che prende corpo e vitalità anche attraverso la forma, è la specialità di Carthusia, il cui ambito operativo si muove lungo due direttrici: da un lato i ‘progetti speciali’ che nascono dalla collaborazione con associazioni, fondazioni, aziende, istituzioni pubbliche, con l’obiettivo di veicolare contenuti ‘sensibili’ o campagne informative, dall’altra i ‘progetti libreria’, che nascono esclusivamente per la libreria e hanno come pubblico di riferimento bambini, ragazzi e genitori. L'ottanta per cento dei "progetti speciali" di Carthusia è distribuito sia nei circuiti di vendita tradizionali (librerie e store online) sia gratuitamente nelle scuole, nei reparti pediatrici o nei canali specifici dei partner della casa editrice. “A monte c’è sempre l’idea di fare progetti che funzionino sia per il nostro pubblico della libreria sia per quello dei nostri partner”

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ci spiega Patrizia Zerbi, che Carthusia l’ha fondata nel 1987 a Milano e che in questi trent’anni l’ha fatta crescere pubblicando 250 titoli tutti ancora in catalogo, e si è aggiudicata un’infinita serie di premi (per ben tre volte l’ambitissimo Premio Andersen). “Per catturare l’attenzione dei piccoli i nostri progetti cartotecnici sono tutti più o meno inusuali — spiega Patrizia Zerbi — pieghevoli, cartonati, a fisarmonica, spiralati, brossure, poster: il formato particolare del libro esalta il piacere di guardare e riesce a coinvolgere i bambini emotivamente”. E aggiunge: “Il libro è un vasto territorio sensoriale, coinvolge il tatto, la vista, l’udito, in un percorso che è intellettuale ed emotivo insieme. Anche i bambini sono capaci di distinguere e apprezzare le carte e il loro spessore, le illustrazioni e la

Il libro è un vasto territorio sensoriale, coinvolge il tatto, la vista, l’udito, in un percorso che è intellettuale ed emotivo insieme.

loro forza semantica, le forme e la loro plasticità”. Non è un caso se alcuni format di Carthusia sono brevettati, come il Kit apriscatole, una grande scatola-plancia che diventa, secondo le necessità, un gioco, un contenitore, un ambiente tridimensionale e può contenere, oltre al libro cartonato, anche taccuini, pieghevoli, poster, giochi, sorpresine, DVD e tanto altro. Brevettato è anche Storiesconfinate, un cartonato pieghevole a soffietto lungo 138 centimetri, che consente una duplice lettura: da una parte si sfoglia e si legge come un vero e proprio libro; dall’altra presenta una sola grande immagine che dispiega, nella forma orizzontale, tutta la sua potenza narrativa. COME NASCONO I VOSTRI LIBRI? Da sempre siamo impegnate in una modalità di lavoro che procede per fasi successive, che sviluppiamo

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C R E A T I V I & C R E A T U R E

Patrizia Zerbi

in diversi moduli-incontri. Tutto è preceduto da una lunga e approfondita fase di conoscenza dei temi che trattiamo. Raccogliamo intorno a noi i migliori autori e illustratori e facciamo con loro un lavoro di squadra, indispensabile per raggiungere un risultato non stereotipato, innovativo e approfondito. Il gruppo di lavoro è composto dallo staff della casa editrice (editore, coordinatore editoriale, art director, redattori) dagli autori e dai professionisti che selezioniamo sulla base dei temi da trattare, in genere si tratta di psicologi e pedagogisti. Spesso organizziamo focus group modulati ad hoc sulle specifiche esigenze di un progetto. È il nostro modo per realizzare prodotti editoriali coinvolgenti e di qualità. VI CONFRONTATE ANCHE CON LE AZIENDE DI STAMPA? Con loro ci confrontiamo più spes-

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È editore e direttore editoriale di Carthusia. Sono passati trent’anni da quando Patrizia Zerbi, nata a Como, frequenta il Dams di Bologna e decide di seguire il proprio sogno fondando a Milano una casa editrice per ragazzi, e la fa crescere titolo per titolo, progetto per progetto, premio per premio. Oggi Carthusia è un mondo tutto al femminile dove lavorano con dedizione solo donne: le editorcarthusine. Ama i libri belli Patrizia Zerbi, e perciò da sempre propone pubblicazioni molto curate, sperimenta speciali formati del libro e del kit illustrato e li brevetta per alcune collane.

so di quanto si possa immaginare. Ci capita di frequente di affrontare tematiche di cartotecnica, e di farlo in stretta collaborazione con i nostri fornitori di stampa. Ultima esperienza in ordine di tempo la messa a punto del progetto per ‘Il teatro di carta in lingua piripù” di Emanuela Bussolati, un libro in scatola, a metà fra gioco e racconto, per il quale abbiamo rielaborato insieme all'autrice e all'ufficio tecnico di La Grafica di Molteno soluzioni diverse per trasformare il nostro kit apriscatole in un meraviglioso teatro di carta. In linea generale, posso dire che lavoriamo con intensità sulla cartotecnica proprio perché i nostri libri sono un veicolo di esperienza non solo per lo sguardo ma anche per il tatto dei piccoli lettori. COME MAI SIETE GIUNTE A BREVETTARE ALCUNI DEI VOSTRI FORMATI?

Ci siamo rese conto che, attraverso lo studio attento della forma dei volumi, è possibile pensare anche diversi livelli e percorsi di lettura. Così abbiamo selezionato nel tempo alcune forme cartotecniche perfette per la nicchia di mercato nella quale ci muoviamo, capaci di sfruttare al meglio l’intento comunicativo di un concetto o di una compagna di informazione. E poiché progettare un formato coinvolge molte risorse tecniche e creative, abbiamo pensato di brevettarne alcuni. I VOSTRI LIBRI PRESUPPONGONO UNA PARTICOLARE COMPETENZA TECNICA. Sì, ce la siamo fatti sul campo. Perché ogni volta che facciamo un progetto, che sia un libro o un kit, c’è sempre un’evoluzione delle nostre competenze: il prodotto stesso si evolve e noi diventiamo sempre

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più brave a fare libri perché si cresce anche nell’esperienza. Se non fai prodotti tutti uguali e hai, come noi, un approccio progettuale, sviluppi molte capacità. Oltre alla fase ideativa, il coordinamento grafico come quello redazionale sono in Carthusia di centrale importanza. Sono numerose comunque le competenze che ruotano intorno ai nostri progetti: nel tempo siamo diventate esperte di carta, di pieghe, di legature. Facciamo libri lunghi, libri circolari, libri-scatola, libri a soffietto e in questi anni la nostra competenza nella stampa dei libri è cresciuta sempre di più.

scelta che non è dettata soltanto dal fatto che seguiamo con attenzione tutte le fasi produttive dei nostri libri. Io credo nella responsabilità sociale dell’imprenditore e, stampando in Italia, dò un contributo, nel mio piccolo, alla filiera dell’editoria. Poi la stampa italiana ha una tradizione e una qualità altissima, noi italiani per la verità non abbiamo nulla da imparare all’estero in fatto di stampa.

STAMPATE SEMPRE IN ITALIA? Sì, lavoriamo esclusivamente con stampatori italiani e stampiamo esclusivamente su carta FSC. È una

QUALE LE STA A CUORE? Fare un libro per i bambini che hanno subito il terremoto: una storia per ricostruire e ricostruirsi.

QUI SOPRA: Il Teatro di carta in lingua Piripù - Tararì tararera..." ha 18 tavole illustrate. Il narratore, dietro al teatro, racconta la storia seguendo il testo sul retro delle tavole mentre i bambini, seduti di fronte, ascoltano guardando le figure.

PROGETTI PER IL FUTURO? Mi piacerebbe provare a finanziare uno dei progetti che mi stanno nel cuore attraverso l’esperienza del Crowdfunding.

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Scarica gratis l’app Layar e inquadra con smartphone o tablet questa pagina. Scopri di più su Rotolito Lombarda, leader nella stampa tradizionale e digitale.

Passione per i dettagli. Goccia dopo goccia, metro dopo metro: così nascono le nostre stampe, apprezzate in tutto il mondo per la qualità dei dettagli, create con la stessa passione di un atleta che prepara al meglio la sua prestazione.

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NELLA GALASSIA DEI LIBRI D'AZIENDA. Cataloghi di prodotto, monografie, corporate book, company profile, volumi che illustrano tutti i dettagli della componentistica, libri posizionati nell’alto di gamma… Ecco una nicchia di stampati curiosamente in crescita (almeno in certi settori). Segno che la concorrenza del web non ha generato grandi ripercussioni, ha solo mutato la domanda. In quale direzione? Quali sono le caratteristiche che i committenti richiedono per la stampa dei cataloghi? Dall’osservatorio privilegiato del Gruppo Rotolito Lombarda, scopriamo quali sono le nobilitazioni e le soluzioni cartotecniche più ricercate.

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P ER EG O

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alle ricercate monografie d'impresa ai cataloghi sempre più stampati con alti livelli di qualità fino ai grandi libri di lusso e fotografici con splendide e raffinate copertine in tessuto, c'è una nicchia del mercato grafico che, nonostante la crisi che in questi anni ha colpito il settore editoriale e commerciale, gode ancora buona salute. E addirittura sta recuperando una parte delle commesse che qualche anno fa avevano preso la direzione della Cina. Una produzione, in particolare quella dei cataloghi (dall'auto all'arredamento alla moda) che ha saputo resistere con successo alla concorrenza dell'online. Persino

La domanda della stampa di cataloghi è decisamente cambiata: a una riduzione delle tirature è corrisposta un’intensa valorizzazione degli stampati, sempre più unici e ricercati. GABRIELLA MORETTI / ROTOLITO LOMBARDA

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per quanto riguarda i cataloghi B2B della componentistica che alla fine risultano meglio consultabili rispetto ai “gemelli” che vengono forniti in rete. In un settore, quello della stampa editoriale e commerciale che, ricorda Pietro Lironi, presidente di Assografici e della Filiera della carta e della grafica, ha chiuso ancora con il segno meno il 2016 (le stime sono di un calo tra l'1 e il 2%) nonostante si siano iniziati a intravedere segnali di ripresa dopo aver toccato il fondo nel 2015 (segnali arrivati anche dal fronte dei libri stampati con il mercato che, dati Aie, sempre l'anno scorso ha registrato una crescita dell'1,6%) esiste quindi una domanda – monografie, cataloghi, grandi volumi - che offre interessanti opportunità alle aziende grafiche. In particolare quelle in grado di intercettare al meglio la richiesta e fornire un'alta qualità di realizzazione. Come il gruppo Rotolito Lombarda, osservatorio privilegiato anche per capire come si sta muovendo il mercato. “La domanda della stampa di cataloghi e brochure – spiega Gabriella Moretti Market Business Develop-

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ment Manager di Rotolito Lombarda - è cambiata sotto due aspetti: quello delle quantità delle tirature e della qualità”. Le tirature medie si sono da tempo ridotte in ragione della consultazione online di molti cataloghi.

M Ma si assiste a una maggiore richiesta di qualità perché molti brand, che mettono a disposizione sia cataloghi consultabili on line sia su carta, tendono a dare al catalogo stampato un maggior valore. I cambiamenti riguardano anche la modalità di ordinazione: non più ordini unici ma frazionati anche per avere cataloghi sempre più aggiornati per quei prodotti che sono soggetti ad aggiunte o cancellazioni. Non solo: se la consultazione di cataloghi on line ha ridotto le tirature nello stesso tempo ha generato anche una nuova domanda. Per esempio le aziende attive nel e-commerce danno la possibilità ai

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Nel cataloghi destinati al lusso vincono qualità, unicità, ricerca di soluzioni e finiture di volta in volta nuove e originali. Vietato replicare. GABRIELLA MORETTI / ROTOLITO LOMBARDA

loro clienti o distributori di ordinare, anche a pagamento, cataloghi di prodotti o aggiungono alla spedizione di un prodotto ordinato dal loro cliente , un catalogo stampato di altri beni che potrebbero vendere a quello stesso cliente. Ma quali sono le tendenze in fatto di nobilitazioni e soluzioni cartotecniche, rilegature, tipo di carta? “Le tendenze in fatto di nobilitazioni, rilegature e scelta del supporto di stampa — risponde sempre Gabriella Moretti — dipendono dal target di riferimento. Assistiamo, per quanto riguarda la stampa di prodotti dei settori del lusso, della moda e del design, mercati di riferimento nei quali siamo presenti come Nava Press, a una costante ricerca di qualità elevata e di prodotti pressoché unici. I nostri clienti sono alla ricerca di soluzioni mai viste prima e che vedono il nostro reparto tecnico giocare un ruolo primario al loro fianco o insieme alla loro agenzia alla ricerca di qualcosa di unico. Sono settori questi dove si cerca in tutti i modi di evitare di replicare qualcosa, in termini di finiture, lavorazioni o uso di carte che altri brand concorrenti potrebbero aver già fatto”.

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Così se il catalogo serve a promuovere un gioiello o un orologio di valore, esso stesso deve essere un prodotto di valore. Valore che deve essere percepito anche dall’acquirente che spesso decide l’acquisto sfogliando brochure di prodotti proposti da brand di alto livello. Invece per cataloghi più diffusi come quelli di ricambi, strumentazioni, prodotti elettrici, componenti di illuminazione o di arredamento, che si stampano ancora con tirature elevate, la tendenza è quella di valorizzare il catalogo stampato andando ad aggiungere copertine con lavorazioni speciali, come verniciature serigrafiche e a rilievo, laminazioni a caldo o a freddo o usare carte con una resa qualitativa maggiore. Le tirature, ovviamente, sono molto variabili. E dipendono innanzitutto dalla grandezza del mercato di riferimento al quale il catalogo è indirizzato, e da quale momento della vita di un prodotto deve essere utilizzato. Se si tratta del lancio o della presentazione di un prodotto a un pubblico selezionato, come la stampa o la clientela selezionata, si va da qualche centinaio di copie a poche migliaia. Per la distribuzione

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nei punti vendita o le fiere, invece, le tirature – si pensi ai cataloghi della moda - variano dal migliaio di copie sino alle centomila. Ma cataloghi di viaggio, di componenti di arredamento, rubinetteria, orologi, attrezzi possono avere anche tirature di trecentomila copie. Il settore dell’automotive, per lo più costituito da un mercato estero, vede invece tirature attorno alle centocinquantamila copie che comprendono anche versioni in lingue meno diffuse e che necessitano quindi di essere prodotte in piccole tirature.

I Il mercato sta mostrando anche un grande interesse per i cataloghi della componentistica destinati al B2B. Una tendenza confermata da Gabriella Moretti. “Una buona percentuale del nostro fatturato è generato dalla stampa di questi prodotti sia per clientela italiana che estera. Ci sono mercati B2B, ma anche B2C dove il catalogo stampato

risulta più facilmente consultabile rispetto al catalogo on line. Si pensi al cliente che entra in un negozio di arredamento e che deve scegliere componenti di una cucina o di un divano, questa scelta viene fatta ancora dall’arredatore che mostra al cliente i vari componenti su un catalogo, stando seduti attorno ad una scrivania uno di fronte all’altro. In questa situazione una consultazione on line non è immaginabile. Così come la consultazione di un catalogo di viaggi in agenzia. Chi si reca in agenzia è alla ricerca di un consiglio e l’operatore turistico continua a mostrare le proposte su cataloghi stampati. Tra i nostri

Il catalogo stampato è utilizzabile sempre, anche in mancanza di connessione Internet, è più immediato anche nella consultazione. GABRIELLA MORETTI / ROTOLITO LOMBARDA

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clienti abbiamo produttori di materiali elettrici che offrono ai loro partner installatori sia la possibilità di utilizzare cataloghi on line che stampati, ma dalle loro analisi, il catalogo stampato, è maggiormente utilizzato in quanto utilizzabile sempre, anche in mancanza di connessione Internet, e più immediato anche nella consultazione”. Un altro settore che “tira” è quello dei cataloghi d'arredamento specialmente per il Salone del Mobile di Milano. Cataloghi illustrativi del prodotto o con i vari componenti e i relativi prezzi.

C Con tirature in migliaia di copie sia dell’uno sia dell’altro prodotto che poi, dopo qualche settimana dalla manifestazione, vengono ristampati perché le copie sono già andate esaurite o perché nel frattempo

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vengono aggiunti elementi che non si è avuto tempo di fotografare o perché vengono tolti elementi che durante la fiera non hanno avuto il gradimento del pubblico. In questo settore il gruppo Rotolito ha prodotto brochure con verniciature che simulano, legno, marmo e anche cuciture di divani, le stesse del prodotto reale, riprese nella brochure, confezionati come veri libri di alta qualità. Con copertine in cartonato, con elementi embosssing e debossing, effetti laser a simulare pizzi. “Ma anche in questo settore – sottolinea Gabriella Moretti — vediamo approcci diversi, si va appunto dal modello libro appena descritto, anche al catalogo prodotto in 20/30/50/100mila copie in formato A5, soft cover confezionato in brossura fresata. Poi ci sono i cataloghi con componenti e prezzi confezionati con copertine cartonate e rubricature. Anche in questo caso è costante la presenza di cataloghi prodotti in più lingue che richiedono la produzione anche su tecnologie differenti, ma sempre un grande utilizzo di vernici UV”.

La monografia dovrebbe avere un’importante progettualità grafica, in grado di tradurre le esigenze e gli obiettivi dell’azienda. MARIO MAGAGNINO | OSSERVATORIO MONOGRAFIE IMPRESA

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In crescita è anche la domanda di volumi corporate e di monografie aziendali. La monografia istituzionale d’impresa, comunemente nota con il nome di monografia aziendale — dove è frequente l’uso di attribuirle un nome di ispirazione aziendale, per esempio “il libro del centenario” — è uno strumento della comunicazione d’impresa che – spiega Mario Magagnino, presidente dell'Osservatorio Monografie Impresa dell'Università di Verona — riassume il passato, presente e la visione del futuro dell’azienda. Viene realizzata di norma per rafforzare l’identità aziendale in occasione di un anniversario, mentre vengono trascurate altre opportunità quali la quotazione in Borsa, nuove acquisizioni di marchi e la penetrazione nei mercati esteri. Il formato di solito è quello del libro con una varietà di interpretazioni di format editoriali o collane nella quale viene inserita l’opera, se la gestione ovviamente viene affidata a una casa editrice. Nei decenni passati — ricorda il professor Magagnino — l’agenzia

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di pubblicità, alla quale veniva affidato l’incarico della realizzazione e della “distribuzione”, puntava creativamente a valorizzarne il più possibile l’aspetto strategico di questo strumento.

I “In base all’esperienza dell’oggi l’investimento in creatività mi pare sia una parte minoritaria, l’imprenditore non sa a chi rivolgersi, spesso segue un processo d’imitazione tralasciando gli obiettivi che sono specifici della sua azienda. Per fortuna ci sono ancora iniziative che si fanno apprezzare perché finalizzate ad accrescerne la reputazione del marchio: a fine 2016 Valdo per i 90 anni ha realizzato 2800 pezzi per un target selezionato Horeca, in cui l’azienda è riuscita a coniugare la bottiglia esclusiva con la monografia aziendale, una realizzazione

piacevole per il consumatore , e in questo caso, interessante per la filiera grafica e cartotecnica”. Se questo strumento è destinato anche in futuro ad essere sempre più utilizzato, grazie anche alla nascita di agenzie specializzate nella sua realizzazione, conclude Magagnino, la monografia “dovrebbe avere un’importante progettualità grafica, in grado di tradurre le esigenze e gli obiettivi dell’azienda, molto curata nei particolari e nelle realizzazioni sinergiche con il prodotto e con i vari destinatari dell’opera. Alcune aziende realizzano un quantitativo di monografie con copertine più eleganti, di pregio per destinatari considerati più importanti, altre perché decidono di inviarla come strenna nel periodo natalizio ai loro stakeholder”. Il processo di lavorazione coinvolge numerosi attori, ed è proprio per questo aspetto corale che alcune aziende “non sono in grado di gestire tale processo e finiscono per mandare al macero interessanti prospettive utili alla diffusione di asset storici e di valore per la loro reputazione aziendale”.

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I N C H I E S T A

COPERTINE IN TESSUTO, FIRMATE MANIFATTURA DEL SEVESO Dalle enciclopedie ai corporate book, i libri d'alta gamma e i cataloghi del lusso. Negli ultimi anni il mercato di chi come la Manifattura del Seveso è leader al mondo per la produzione di copertine in tessuto è cambiato. Ma i cambiamenti hanno creato nuove opportunità che la storica azienda controllata dalla famiglia Bologna (dal 1994 all'opera nel nuovo stabilimento di Osio Sotto in provincia di Bergamo) che quest'anno celebra i suoi primi cento anni, ha saputo cogliere. Grazie anche agli investimenti tecnologici e al know how che le hanno permesso di avere, nel suo settore, ben pochi concorrenti al mondo. Concorrenti che si contano sulla punta delle dita di una mano. La Manifattura del Seveso, spiega Francesco Vaia, responsabile marketing e comunicazione, da sempre è specializzata nella produzione di tessuti che servono per rivestire i libri. Ma se nel passato avevano un ruolo importante le enciclopedie piuttosto che i tessuti per la patente o il passaporto (in quest'ultimo caso ancora utilizzati) , oggi il mercato si è trasformato. Ed è cresciuta la richiesta e la stampa di corporate book (le monografie aziendali), dei libri d'alta gamma, come quelli editi da Taschen, piuttosto che di volumi fotografici o per le mostre d'arte. Senza dimenticare i cataloghi di altissima qualità, a cominciare da quelli richiesti dalle griffe della moda e del lusso. Prodotti per i quali sta vivendo una nuova stagione di successo la copertina rivestita in tessuto. Arte nella quale Manifattura del Seveso ha pochi eguali. Con una collezione di oltre 200 colori e tipi diversi di tessuto, dalle viscose lucide come la setalux e la cialux al lino e ai cotoni soffici o di grana grossa come l'Africa e il Canvas con cui l'anno scorso è stato copertinato il libro che celebrava i 40 anni di creatività di Giorgio Armani. Ma anche una tecnologia innovativa che permette oggi di accoppiare il tessuto alla carta senza più i problemi della incollatura di una volta. E con un costo produttivo che non è più superiore al cartoncino o alla plastica. L'Italia quindi in questo settore, aggiunge Vaia, vanta un primato mondiale fatto di una filiera che vede presenti, oltre alla Manifattura del Seveso, stampatori d'eccellenza per le copertine in tessuto (prevalentemente con macchine offset anche se oggi si possono stampare anche in digitale, specialmente per le pretirature) e altrettanta eccellenza nelle legatorie specializzate per ultimare volumi come quelli di Taschen che hanno assunto un valore intrinseco come oggetto d'alta gamma che supera quello del semplice libro.

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Non è un caso che marchi storici della pasticceria milanese recentemente acquisiti da griffe della moda abbiano come primo passo scelto la realizzazione della monografia del marchio acquisito per dare unità e lustro alla storia. Del resto “una monografia realizzata con cura si farà apprezzare nel tempo e darà valore allo storytelling aziendale”.

L Le tendenze individuate dal professor Magagnino trovano riscontro anche tra gli stampatori. Molte aziende, della moda, dell’hotellerie, dell’automotive, concorda ancora Gabriella Moretti, producono libri corporate di alta qualità. Raccontano la loro storia o riassumono i momenti più significativi di ogni anno attraverso immagini emble-

matiche, per i loro clienti, azionisti e dipendenti. Sono volumi destinati ad essere collezionati, messi in libreria o nella reception dell’azienda. Contengono molte immagini e la qualità di stampa richiesta è di alto livello. Oltre alle immagini spesso verniciate per renderle più simili alle immagini fotografiche , ci sono pagine con citazioni o testi di particolare significato per l’azienda che vengono messi in evidenza con l’uso di vernici di stampa. Differenti capitoli che vengono separati con l’inserimento di carte speciali, dove non mancano elementi fustellati o microforati. Anche le copertine e le confezioni sono molto elaborate e riprendono quelle che vengono spesso utilizzate per i cataloghi della moda. Con persino cuciture fatte a mano a filo refe o cartonate con confezione e tagli al vivo. Per questo tipo di prodotto si scelgono spesso formati XL, come ha fatto Dior per raccontare la storia di Le Chateau de la Colle Noire, il castello da dove ha avuto origine la maison.

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di A N N A

A PR E A

storie serie e storie strampalate. Perché l’editoria è un arte, ma anche un gioco.

Tutto fatto con leggerezza e voglia di sperimentare: linguaggi e forme, carte e inchiostri,

Una vorticosa officina di idee e di progetti da cui nascono libri, mostre, insoliti oggetti di design.

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Dove il libro sfiora l’arte, l’arte il gioco.


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Mostre, eventi, laboratori, workshop, oggetti di design raffinati e inusuali (firmati da Bruno Munari, Enzo Mari, Paolo Ulian, Olimpia Zagnoli e tanti altri) soprattutto libri-contenitori di saperi per grandi e piccoli, “storie così semplici che le possono capire anche i grandi”, forme che avvolgono l’immaginazione in un percorso scintillante di illustrazioni d’autore, inserti, carte colorate, forate, fustellate, ripiegate, nobilitazioni e rifiniture minuziosamente progettate per esaltare ogni livello espressivo del lavoro editoriale.

Ogni libro è un giardino, diceva García Lorca, beato colui che lo sa piantare. Davvero non si potrebbe dire di meglio per raccontare, con parole poetiche, l’esperienza di Corraini, il piccolo editore mantovano che da 40 anni regala ai lettori un giardino di meraviglie editoriali da cui germogliano fascinazioni, sorprese, storie serie e semiserie che affondano le loro feconde radici nel design e nella grafica, nell’architettura e nell’arte, nella fotografia e nella moda. The large glass disk has a metal rim with a groove containing a number of steel balls. The disk is slightly inclined and it rotates very slowly so that every so often a ball separates from the top part and rolls half way round the circle until it joins up with the first ball at the other end. Immediately, another ball separates from the others and so on...

DEMOSTRATIVE OBJECT SKF

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Japanese bamboo umbrella with waterproof varnished paper. The spokes of the umbrella come from a single bamboo cane. When the umbrella is closed the spokes fit back into the shape of the cane they were cut from and the umbrella is enclosed inside it.

UMBRELLA

Magic circle used for making gold.

GOLD

If we put an initial point on the circumference of a circle we obtain a new figure which is used in the theory of polygene or complex functions.

INITIAL POINT


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Il libro non è un mezzo per raccontare qualcosa, ma uno spazio concettuale a disposizione dell’artista.

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Proprio come accade per la rivista bimestrale Un Sedicesimo, vera e propria galleria d’arte stampata, che l’editore affida di volta in volta ad artisti e designer diversi, i quali hanno un compito grafico ben preciso: creare un progetto di sedici pagine, unico e originale, con il solo vincolo del formato… sì perché anche la carta viene scelta di volta in volta sulla base del contenuto. Ogni numero diventa così un piccolo libro d’autore, dove una sola idea grafica celebra il suo trionfo. Ecco allora il Sedicesimo di Steven Heller & Louise Fili ricco di meravigliose suggestioni tipografiche, quello di Giulio Giacchetti ispirato a Guerra e pace, con le sagome da ritagliare per comporre (piegando una linguetta) un esercito pronto a combattere o, a scelta, un corteo della pace. Ecco il Sedicesimo

Capolavori grafici in un Sedicesimo

Ma come nascono i progetti di questo editore che si è lasciato ispirare dal poliedrico Munari e che ha fatto del proprio catalogo un luogo di gioiose interferenze tra design, arte e illustrazione? “Nella realizzazione di ogni nostro progetto contenuto e contenitore sono pensati come aspetti complementari — ci dice Pietro Corraini, 35 anni, figlio di Marzia e Maurizio, i fondatori — e ogni volume è il risultato della globale rimessa in discussione di ciascun aspetto formale e contenutistico: le dimensioni, la carta, i materiali, la rilegatura, la copertina, la tipologia di stampa, la grafica, la selezione di testi e immagini”. Ogni libro insomma è un lavoro unico, un piccolo universo esclusivo, perché “il libro non è un mezzo per raccontare qualcosa ma uno spazio concettuale a disposizione dell’artista”.

Un vorticoso gioco editoriale

Vera e propria metafora del ‘giardino’ Corraini è Apri questo piccolo libro, un volume che invoglia i piccoli lettori a scoprire cosa si nasconde fra la prima e la quarta di copertina cosicché, sfogliandolo, si scopre semplicemente…un altro libro e un altro e un altro e un altro ancora, come in un gioco di matrioske intessuto nella carta, che rimanda alla gioia della sperimentazione, all’invincibile spirito di curiosità che alimenta la singolare produzione dell’editore. In questo senso i progetti di Corraini sono scrigni preziosi da cui si schiudono tutte le storie del mondo, storie che possiamo leggere, modificare, completare, persino stropicciare perché ciascuno ‘Nella notte buia’ (libro cult di Munari) possa cercare se stesso, poco importa se tra le righe di un racconto o sotto l’erba di un prato disegnato… importa che leggendo tutti i lettori inseguano fino in fondo la piccola luce che s’intravede da lontano, e che qualcuno troverà forse nell’ultima pagina, forse a metà libro, forse solo in copertina, fino a capire quel mistero incongruo che succede ai lettori… che i libri, lo diceva Munari stesso, talvolta sono loro che leggono noi.

Nel paese delle meraviglie


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Un vero e proprio ecosistema di artisti e artigiani si muove intorno al lavoro di questa piccola casa editrice, nata a fianco dell’attività già consolidata della Galleria d’arte contemporanea, fondata a Mantova nel 1973, che oggi si nutre non solo delle attività di produzione e distribuzione, ma anche della gestione librerie a Milano, Bologna, Torino, dove spesso si svolgono iniziative collaterali, laboratori, incontri, piccole mostre. “Ci consideriamo un’officina” conclude Pietro Corraini “la nostra forza poggia su tanti aspetti: stampiamo in Italia ma distribuiamo in tutto il mondo, siamo molto attenti alle tirature, preferiamo ristampare se è necessario, ci proponiamo come progettisti di contenuti, raramente vendiamo i diritti di un libro, in questi anni siamo persino riusciti ad aprire librerie che si auto sostengono, distribuiamo direttamente e facciamo i conti con molta attenzione”. Che bravi.

Una nicchia solida e produttiva

Una bella prova per i vostri fornitori di stampa? La pazienza, ribatte Corraini, è la caratteristica dei tipografi. E aggiunge: “Noi abbiamo la fortuna di lavorare con tipografi capaci e appassionati e la qualità dei progetti che costruiamo è anche merito loro”. Del resto una produzione editoriale così articolata e ricca di spumeggianti invenzioni non potrebbe nascere se non da un lavoro di squadra, un lavoro che si nutre di curiosità e fascino della scoperta, leggerezza e voglia di sperimentare. “Soprattutto passione — precisa Pietro — passione per il libro inteso come sintesi perfetta di forma e contenuto”. E continua: “quando hai a che fare con artigiani, anche se si tratta di artigiani industriali, ciascuno contribuisce al prodotto con la sua passione e la sua creatività, ciascuno cerca soluzioni per fare in modo che l’idea di base diventi più forte e si realizzi nella maniera migliore, non è un caso dunque se il rapporto con i nostri collaboratori sia diventato nel tempo così stretto e familiare, tanto che accade spesso che alcuni dei nostri stampatori più assidui , quando installano una nuova tecnologia, ci chiamino per avvisarci delle nuove possibilità che si sono aperte: lo fanno perché loro stessi s’innamorano dei nostri progetti”

Stampatori pazienti e appassionati

di Tomi Um, illustratrice di Seoul, che si è cimentata in un’opera teatrale composta su un singolo foglio tipografico ripiegato su se stesso come fosse un poster e quella di Demian Conrad, che ha disegnato la sua storia direttamente sulle placche da stampa offset con la tecnica del dripping. “E c’è anche chi per il suo Sedicesimo — aggiunge Pietro Corraini — come Alexis Rom e Claude Marzotto, dello studio Alexis Rom Estudio Atelier Vostok, ha voluto lavorare interamente a mano le pellicole tipografiche tracciando e incollando forme ricavate da ritagli di carta.”

Abbiamo la fortuna di lavorare con tipografi pazienti, capaci e appassionati che contribuiscono con la loro competenza a migliorare i nostri progetti.

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Esistono tante realtà quante se ne possono realizzare. In Polyedra lo stesso vale per le soluzioni: solo immaginando nuove forme di noi stessi continueremo ad offrire ai vostri progetti nuove interpretazioni. La materia non ha più importanza. Ciò che conta sono le idee, quelle con cui cambieremo il futuro, e noi saremo qui per realizzarle. Rendendole infinitamente possibili. Da sempre, Polyedra è leader nell’offerta di soluzioni innovative per i settori print, sign&display e packaging. E da oggi per qualsiasi settore riusciate ad immaginare.


I N T E R V I S T A :

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DIVERSAMENTE EDITORI Intervista a Massimiliano Tarantino, responsabile comunicazione corporate del Gruppo Feltrinelli e segretario generale della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. di A N N A

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APRE A

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I N T E R V I S T A

Le parole di Massimiliano Tarantino, “vogliamo integrare l’analogico e il digitale, la televisione e i social per essere editore totale” possono essere lette nel loro carattere programmatico come una sfida che riguarda l’intero ecosistema di attività del Gruppo Feltrinelli, ma trovano una loro ragione d’essere anche per tutto l’universo editoriale, che in Italia e nel mondo cerca da anni strade innovative per addensare nel proprio corpo i nuovi linguaggi digitali, e farsi ‘diversamente editore’.

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Ora che spazi e tempi dedicati alla lettura hanno innegabilmente subito la competizione di tante opportunità alternative e il lettore, inteso nel senso tradizionale del termine, si è come liquefatto tra le ondulazioni tracciate da un sistema multiforme di fonti, il concetto di editore coincide in un certo senso con quello dell’imprenditore culturale, figura capace di spingersi in aree collaterali aggiungendo di volta in volta nuove tessere al mosaico della produzione letteraria.

Diversamente editore per la verità Feltrinelli lo è dalle origini, non solo per il carattere di impegno civile che il suo fondatore, sin dagli anni Cinquanta, ha impresso al catalogo della casa editrice, ma anche perché da sempre ha saputo innervare il suo core business con attività indirizzate a raggiungere il pubblico dei lettori con formule inedite e un’offerta estesa lungo tutta la filiera della conoscenza. Dalle librerie modellate come spazi di intrattenimento e, di recente, anche di ristorazione, vedi la nuova formula Red (acronimo di Read Eat and Dream), alla scommessa della televisione Laeffe, ai festival letterari come il Cortona Mix Festival un cocktail di musica, cinema, arte e letteratura, fino alla nuova Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, forse la tessera più antica del mosaico riprogettata per essere un centro di aggregazione culturale.

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A destra: la nuova sede di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, inaugurata lo scorso dicembre 2016 a Milano.

Foto: Filippo Romano

Inaugurata il 13 dicembre 2016 a Milano nella luce di un building firmato da Herzog & de Meuron — per ospitare uno dei maggiori centri di studi e di ricerca nel campo delle scienze sociali, storiche e politiche — la Fondazione è destinata a diventare il vero e proprio cuore pulsante del Gruppo, un polo culturale di respiro internazionale che, ci dice Massimiliano Tarantino “ci metterà in connessione con questa macchina di futuro che vogliamo essere”.

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Quali sono gli elementi che oggi caratterizzano il marchio Feltrinelli? Da settant’anni Feltrinelli è una realtà associata alla cultura e all’intrattenimento critico, negli ultimi tre anni abbiamo fatto un importante lavoro sulla Brand Identity e sulla Brand Equity (ma non solo). Sappiamo di appartenere a una matrice identitaria, sappiamo che per garantire un futuro alle nostre attività dobbiamo guardare sia indietro alla nostra storia e alla nostra tradizione — cioè a quel comune denominatore delle attività che caratterizzano il marchio, compresa la diversificazione che è avvenuta con le librerie, il passaggio alla grande frontiera della televisione — sia guardare fuori, capire perché il pubblico ci sceglie e quale proposta fare. Diciamo che negli ultimi anni abbiamo fatto una sorta di esame di coscienza per definire meglio il nostro approccio, che consiste nel valorizzare quello che siamo stati senza sederci sugli allori ma continuamente chiederci che cosa dobbiamo essere per intercettare i bisogni culturali di chi entra nelle nostre librerie, capire perché le persone ci scelgono e mettere a punto una proposta in sintonia con i nostri lettori.

La nostra cifra è la volontà di scoperta del nuovo, l’innovazione.

Ci può precisare meglio questo discorso? La nostra cifra è la volontà di scoperta del nuovo, l’innovazione. Scoprire talenti, scoprire letterature, promuovere opere prime, aprire le menti. I caratteri del nostro passato ci fanno da stimolo per essere sempre una voce critica, utile e inedita della nostra società. Il nostro è un dialogo tra passato e futuro. Questo è il nostro metodo per fare una comunicazione sfaccettata, contemporanea ed efficace non solo sul singolo prodotto ma sul corporate. In questo senso l’innovazione per noi è essenziale, e non solo nei contenuti ma anche negli strumenti. Per esempio dobbiamo trovare la formula di una libreria che non sia mai uguale a sé stessa per dare al consumatore spazi che non siano sempre gli stessi, che promuovano la socializzazione oltre che la lettura. Tradizionalmente Feltrinelli non investe in pubblicità. Abbiamo però lavorato molto sul marchio a partire dall’anno scorso, in occasione del sessantesimo anniversario, per dare coerenza all’ecosistema feltrinelliano, per dire al pubblico chi siamo.

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Il futuro è integrare analogico, digitale, televisione e social network: lavoriamo per essere un editore totale.

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“I libri sono tutto, i libri sono la vita” è la frase di Inge Feltrinelli che avete scelto per la comunicazione degli eventi legati al sessantesimo anniversario. Pensa che questo concetto potrà esprimere anche in futuro la comunicazione del marchio? Con quel manifesto abbiamo voluto esprimere il nostro attaccamento al libro non solo come oggetto ma come uno strumento che, in questi sessant’anni, ha trasmesso dialogo, cultura, pensiero, apertura. Quanto al futuro, Carlo Feltrinelli dice che Feltrinelli è un enzima essenziale della società italiana, un fattore che compone, scompone e

ricompone bisogni e necessità del nostro paese. Cosa sarà Feltrinelli in futuro? La cosa importante, in un mercato complesso come quello dell’editoria, è essere sempre in sfida con se stessi e con le tecnologie. Le tre realtà sono: noi, ovvero Feltrinelli, il consumatore e la tecnologia. La combinazione fra queste tre realtà determinerà il futuro. Ma nessuno sa quale sarà la carta vincente, perché nessuno nel mondo ha trovato la soluzione al tema del futuro dell’editoria. Per quanto ci riguarda, il futuro è integrare analogico, digitale, televisione e social network: lavoriamo per essere un editore totale.

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Foto: Filippo Romano

La nuova Fondazione, inaugurata in dicembre a Milano, potrebbe diventare l’epicentro dell’ecosistema Feltrinelli? Diciamo che inaugurare nel 2016 un luogo come la nuova Fondazione, che è insieme spazio di cittadinanza e luogo critico è come spostare in là il tracciato della frontiera, come se tu avessi disegnato una frontiera nota e avessi bisogno di spostarne il limite. Ovvio che questo comporta sfide a tutto il sistema, ovvio che può creare disarmonie, e allora si tratta di stimolare gli aspetti produttivi di questa energia e affrontarla come una grande opportunità. Qual è il ruolo della Fondazione Feltrinelli? La nuova Fondazione è un luogo di analisi e di proposta culturale sulle trasformazioni in atto, su come cambia la società e sulla direzione che i fenomeni prenderanno, i mutamenti nelle forme delle democrazie. E tutto questo sia dal punto di vista teorico-filosofico, ma anche pratico: regole e leggi che si devono fare, operazione di sensibilizzazione, cultura diffusa… per essere cittadini europei.

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Dunque anche la saggistica Feltrinelli dovrebbe prendere questa direzione. Se la fondazione è il centro dell’ecosistema è molto azzeccata questa sua considerazione. Diciamo che le aperture di dialogo con i mondi delle imprese, con l’accademia e con la cultura apriranno scenari nuovi per chi si occupa di pubblicare il pensiero più alto, per chi si mette in connessione con questa macchina di futuro che vogliamo essere. Come vede il futuro della carta stampata? Penso che si segmenterà molto il mercato, penso che il digitale non sarà il padrone assoluto, sicuramente il digitale crescerà ancora in Italia, ma tutto questo renderà ancora più affascinante leggere sulla carta. Di certo la tipologia di contenuto si dovrà differenziare. Noi stiamo lavorando come industria per poter intercettare le leve del mercato della cultura ma questo è un lavoro che non possiamo fare da soli, occorre che tutta la società punti sulla promozione della lettura e della conoscenza.

Non è un azzardo parlare di cultura della lettura di questi tempi? Puntare sulla cultura della lettura vuol dire riuscire a trasmettere un messaggio e insieme una sensazione: cioè che fare fatica, passare il tempo con se stessi, vincere le pigrizie per accogliere sollecitazioni della letteratura e della cultura scritta è un mezzo per la crescita del singolo cittadino/lettore, e quindi anche dell'intero paese. Questo è un progetto in cui Feltrinelli farà la sua parte, ma questo progetto passa attraverso iniziative strutturali. Se la società non saprà creare nuove generazioni aperte e creative, perderemo questa sfida. Per quanto ci riguarda, questa sfida consiste nel non smettere mai di lavorare per rendere utile e contemporaneo il gusto editoriale di Feltrinelli.

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Stampiamo per Tate Modern. Affidati anche tu alla nostra esperienza.


Book binding Giapponese, bodoniana, singer, optabind, olandese, copta, dos-à -dos, crisscross‌ Una rassegna di tecniche per rivestire il libro. E farne un oggetto molto, molto speciale.

di L O R E N Z O

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CA PI TA N I

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© FOTO GRUPPO PADOVANA

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Legare è una pratica antica, che conserva la sua allure artigianale anche quando è fatta con linee industriali ad altissima automazione. Le tecniche di legatoria sono un aspetto fondamentale della progettazione di volumi e cataloghi, capaci di accettare la sfida di tecniche e materiali innovativi, creatività grafica e cartotecnica. Oggi la moderna legatoria industriale ha saputo andare oltre brossure e punti metallici ed è riuscita a fare sua quest’arte, al punto che il fine pratico di “tenere assieme le pagine” è quasi passato in second’ordine: sempre più legare vuol dire nobilitare lo stampato, renderlo prezioso al suo primo apparire, fecondare di bellezza quel contenitore che veicola il contenuto, e si fa mezzo e messaggio insieme. Vediamo allora a quali tecniche si può ricorrere per creare effetti nuovi, in un percorso che arriva a sfiorare la pura artigianalità.

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© FOTO GRUPPO PADOVANA

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LEGATURE COMMERCIALI

Gloo e 180 gradi Tutto nasce dal marchio Gloo, brevettato dalla Legatoria GPS di Rovigo: una rilegatura di per sé semplice, ma che si presta ad essere estremamente creativa, che utilizza una colla particolare, molto flessibile e personalizzabile con colori, floccati, glitter, nastri con texture olografiche, velluti, sete, pizzi, tampografie. Il dorso diventa così un’altra dimensione grafica con effetti particolari adatti per brochure, monografie, look-book, planning, visual, carnet di cartoline, agende e guide. Per la sua elasticità e resistenza, alla bellezza estetica, la Gloo aggiunge la possibilità di aperture a 180°. È quindi possibile vedere senza interruzioni foto, grafica o testi sino ad ora difficilmente leggibili in piega oppure, per il settore stationery, è facile scrivere su tutta l’ampiezza della pagina. Consente anche di staccare singole pagine senza compromettere la tenuta dell’insieme. Non è di per sé un uso nuovo, già visto nei prodotti da copisteria, ma è l’uso cre-

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ativo unito all’industrializzazione che ne fa una soluzione interessante che ormai molte legatorie offrono. L’apertura completa dello stampato è possibile anche con un altro tipo di legatura detta appunto 180 gradi, in cui il blocco libro non viene incollato sul dorso della copertina, ma è attaccato ai quadranti anteriore e posteriore della cover. Per far questo viene applicata sul dorso una striscia di carta o tela di rinforzo allo scopo di tenere unite le pagine. Le possibilità creative anche in questo caso sono molte. Per prima cosa si può personalizzare la tela di rinforzo, oppure “giocare” con i quadranti che possono essere di grammature importanti, anche cartoncini bianco-bianco, di più millimetri cui accoppiare della carta stampata e nobilitata. O ancora, usare larghezze diverse: in questo caso la tela di rinforzo passerà sotto i quadranti che, più corti, lasceranno scoperta parte del piatto di coperta verso il dorso, dando un altro spazio per la grafica. L’apertura ampia è particolarmente indicata anche per agende o calendari che possono essere sfogliati


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aprire le pagine. Da non confondere con il brut de roto in cui le segnature sono chiuse anche in testa. Attenzione solo a non eccedere con la grammatura della carta per evitare sgradevoli effetti ventaglio del volume che tenderà ad essere più alto sul lato aperto a causa della piega. I quartini rovesciati sono un’alternativa tutto sommato economica, ma d’effetto. L’unico limite è il tipo di segnatura possibile. Bodoniana La copertina “alla Bodoniana” prende il nome dal celebre tipografo settecentesco Gianbattista Bodoni, quello del font, che per primo utilizzò una copertina in cartone per proteggere i volumi che stampava. Probabilmente il suo scopo era esclusivamente volto alla facile e duratura consultazione del libro, che all’epoca veniva cucito e piegato a mano o raccolto in “folio” e incollato a blocco con un tessuto a garza sul dorso e una coperta. Oggi è comunemente definita “bodoniana” una rilegatura che unisce copertina, dorso e retrocopertina tramite i risguardi nella parte interna e la garza sul dorso. In pratica

© FOTO GRUPPO PADOVANA

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e compilati in ogni margine della pagina senza dover forzare l’attaccatura al dorso. Brossura svizzera Sempre in tema di lay flat, ma con un sapore decisamente più raffinato, la brossura svizzera (così come il “cartonato svizzero”) sono davvero legature molto interessanti. Il blocco libro, con o senza unghia, è incollato sul dorso, rinforzato con garza e rifinito con una carta che può ricoprire il solo dorso o l’intero blocco, o tela. Il fissaggio alla copertina, a differenza della brossura e del cartonato classici, avviene soltanto sulla superficie inferiore del blocco libro, lasciando completamente libera la seconda di coperta e il dorsino, che possono così aprirsi completamente poggiando sul piano di appoggio del libro. Ciò consente anche alle pagine interne di aprirsi più agevolmente, quasi in piano. Ovviamente nel caso della legatura svizzera il blocco libro verrà incollato soltanto al risguardo posteriore, interamente o parzialmente nella parte più prossima al dorso, lasciando libero sia il primo quadrante che il dor-

sino, entrambi rivestiti all’interno per fini estetici, che anche in questo caso potranno aprirsi e disporsi orizzontalmente nella consultazione del volume.

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Brossura con piega giapponese (quartini rovesciati) Una variante molto interessante della brossura fresata che tutti noi conosciamo è la variante con piega alla giapponese, detta anche a quartini rovesciati. La realizzazione può avvenire per raccolta di quartini che verranno fresati e incollati, non come avviene di solito, lato dorso (sulla piega), ma in controdorso (lato aperto), oppure per raccolta di ottavi a finestra: dipende dal legatore. Il risultato è lo stesso: le pagine risulteranno chiuse in controdorso a due a due. Sembra un controsenso, ma le pagine chiuse possono essere comunque stampate e dare quindi effetti grafici particolari non scontati. E volendo, si può simulare l’effetto del vecchio libro di cui occorreva

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coperta e retrocoperta sono composte da due piatti accoppiati, rimboccati o tagliati al vivo. Al blocco libro, confezionato in brossura, fresata o filo refe, vengono aggiunti i risguardi e incollata nel dorso la tela di tenuta, che può essere dei più svariati colori. I risguardi, spesso stampati, vengono poi incollati all’interno della copertina che in genere consiste in cartoni pressati da 1 a 3 mm, preventivamente accoppiati a carta stampata e nobilitata, come in un cartonato tradizionale. Questo tipo di confezione è spesso impiegato per la produzione di copertine pregiate rivestite in pelle, anche completamente a mano per la versione con più pregio, con nervature sul dorso e spesso nobilitate sui quadranti da intarsi, impressioni con stampa a caldo e a secco.

e accavallato le segnature, oppure sul piatto di solito a 5, 10 mm dal dorso, ma è possibile la doppia cucitura parallela. In entrambi i casi è possibile applicare una copertina che, nel caso del piatto, sarà cordonata per agevolare l’apertura delle pagine senza sforzare la cucitura. Il limite del Singer è la grammatura della carta che non può essere troppo alta altrimenti l’ago si spezzerà durante la lavorazione; lo stesso accade se si eccede con le pagine. È un processo semi-artigianale e non troppo veloce: infatti, si lavora un pezzo alla volta e se si vuole la catenella del filo che sporge dallo stampato occorre che il legatore vada al trilaterale per il taglio prima di cucire. Questa variante è decisamente più artigianale perché implica maggior manualità.

Singer e legatura sul piatto Il Singer è un’alternativa furba al punto metallico. Costa relativamente poco e regala effetti speciali. Si realizza con normali macchine da cucire per l’industria tessile e usa fili di cotone, sintetici o spaghi colorati. La cucitura può essere fatta sul dorso dopo aver raccolto

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Flexicover (o Optabind) La brossura flexicover, o finlandese brevetto Optabind, applicabile sia a blocchi libro fresati che cuciti, si ottiene unendo la copertina al blocco libro mediante incollatura laterale, mentre il dorso del blocco libro è rinforzato con una garza o una striscia di carta.

In questo modo il dorso del blocco libro è staccato dal dorso della coperta così da non essere soggetto a tensioni e consentendo una buona apertura. Una variante è quella che prevede la copertina costituita dall’accoppiamento di due cartoncini, che possono arrivare anche a spessori abbastanza alti, sempre accoppiati per incollatura fino a qualche centimetro dal dorso e cordonati preventivamente. La brossura diventa così più robusta, ma sicuramente meno rigida della copertina cartonata. Adatta sia in ambito editoriale che commerciale, la flexicover è particolarmente elegante dal punto di vista estetico e non è eccessivamente costosa anche perché le linee di incassatura modificate per questo tipo di legatura viaggiano a quasi ottomila copie orarie. Olandese La copertina “olandese” è per certi versi simile alla flexicover ma meno rigida: la differenza sta nel modo e nel materiale che si utilizza per realizzare e accoppiare la plancia. Solitamente si usa una carta da 250 a 400 gr/mq

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stampata e plastificata con i lembi esterni rimboccati, per aumentarne la resistenza e rifinire i bordi; volendo, si può realizzare la coperta anche in materiale plastico, un classico esempio sono le agende o i dizionari da viaggio, o si usa un materiale poroso tipo gomma di ricopertura per renderla ancora più morbida. La copertina viene applicata al blocco libro, cucito o fresato, incollandola sui risguardi, come per i volumi cartonati. È pertanto possibile realizzare volumi con le stesse rifiniture del cartonato: la plancia può essere composta da carta, stampata a più colori e con le varie finiture possibili, oppure in materiali diversi, quali stoffe, sete, pelle ecc. Inoltre il libro può essere dotato di segnalibro e rifinito con i capitelli ma ha la leggerezza dei volumi in brossura. La consistenza è insomma inferiore a quella del cartonato ma la veste è ugualmente importante e si adatta perfettamente alle pubblicazioni di carattere più commerciale. La flessibilità della copertina rende l’applicazione particolarmente adatta a manuali e guide turistiche.

LEGATURE ARTISTICHE Incollatura al vivo e dorso a vista Da qualche tempo si è diffusa la tendenza a destrutturare lo stampato, e a metterne in evidenza parti che normalmente sono semi lavorati o fasi della lavorazione. È il caso dell’incollatura a vista di solito accompagnata a una legatura filo refe. In pratica le segnature piegate e cucite, vengono solo incollate e non incassare in nessuna copertina. L’idea è quella di entrare nel processo industriale con la colla e il filo a vista, enfatizzando anche l’aspetto tattile, ma anche di sfruttare l’effetto cromatico della carta o della stampa. Una sorta di how it made della legatoria che sicuramente attrae. Ancor più se, come nel dorso a vista, si sfrutta graficamente anche questo lato del blocco libro normalmente nascosto dalla copertina. Le possibilità sono tante. Dopo la piega le segnature non vengono fresate per sfibrare la carta e creare miglior appiglio per la colla ma, tagliate a schede, vengono accuratamente incollate in modo da formare una superfice piana sulla quale stam-

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pare, tampografare o serigrafare. Una sorta di taglio colore su tutti e quattro i lati del volume che estende le superfici per comunicare. Interessante il significato che questa legatura può avere: quando è intonso la forma vince sul contenuto; quando è aperto, e si vede perché la superficie di stampa si “spacca”, a vincere è il contenuto.

gono forati e, con un sistema di spaghi, tenuti insieme. Nei secoli si è evoluta proponendo molte varianti di foratura, di passaggio dei cordini e di annodatura. Entrambe le tecniche sono tutt’oggi usate, a livello artigianale certo, come sistemi semplici ed eleganti per rilegare i volumi. 11

Dos-à-dos e tête-bêche La tecnica dos-à-dos (dorso a dorso in francese) è usata per legare insieme due libri in modo che il dorso dell’uno corrisponda al dorso dell’altro, mantenendo in comune la controcopertina e entrambi i libri sono orientati nello stesso senso. È un formato di legatura risalente al Rinascimento, usato soprattutto per i testi sacri e spesso impreziosito da ricami, incisioni, placche dorate. Oggi il termine dos-à-dos è erroneamente impiegato anche per indicare una tipologia di legatura certo più semplice, nella quale due testi sono accoppiati, ma uno rovesciato rispetto all’altro di 180° in modo che, dopo la fine del primo testo, ci si trova davanti l’ultima pagina del secondo, rovesciata. I due volumi non hanno controcopertina ma due copertine e un solo dorso. In questo caso si dovrebbe parlare più correttamente

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Legatura copta e giapponese Agli inizi della lavorazione del libro, secoli prima dell’industrializzazione del processo, i fascicoli o fogli di carta e la copertina erano tenuti uniti con diverse tecniche di legatura. Una tra le più antiche è quella usata per la prima volta dalla comunità cristiana d’Egitto, i copti: i quartini vengono raccolti in fascicoli e quindi cuciti con un punto a catenella attraverso la piega. Si ottiene così una rilegatura a vista semplice e di grande effetto estetico. La catenella è il tratto distintivo e non è fatta dalla sola gugliata di cucitura, ma questa viene per così dire rinforzata da una successione di nodi stretti come in un prezioso tappeto. Dall’altra parte del mondo nasceva invece la legatura giapponese (o più correttamente tradizionale cinese), nella quale sia la coperta che i fogli ven-

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di tête-bêche (testa-piedi in francese, riferito a una tipologia di modo di stare a letto: il nostro testa-piedi), un formato diventato celebre soprattutto negli anni Cinquanta grazie alla collana Ace Doubles. Oggi il tête-bêche è usato spesso nelle riviste per attirare l’attenzione del lettore su inserti pubblicitari. Diverso è il caso del Dos-à-dos decisamente più complesso da realizzare in legatoria. Legatura Crisscross Anne Goy, una geniale rilegatrice belga, ha presentato il primo modello realizzato con questa tecnica nel 1986, ma per molti anni l’origine di questa legatura è rimasta avvolta nel mistero ed il suo nome fu soltanto Secret Belgian Binding. In realtà recentemente ne è stata svelata la maternità ed è stata battezzata “legatura Crisscross” dal tipo di movimento seguito dal filo durante la legatura. I fascicoli vengono prima cuciti a mano fra di loro, poi sono uniti alla copertina senza l’uso di collanti. Il risultato è elegante e funzionale: le pagine infatti possono essere completamente aperte e l’assenza di colla rende tutto molto artigianale. Bello. Ma sicuramente qui torniamo a quell’arte di cui parlavamo all’inizio.

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PICCOLI PACKAGING GOLOSI FIRMATI PIXARTPRINTING Ecco una nuova famiglia di prodotti, originali e sfolgoranti di forme e di colori, firmati Pixartprinting. Si tratta di una linea di piccoli packaging per alimenti, che risponde ai nuovi trend del fast lunch, dello street food, delle confezioni mini, delle ordinazioni touch-screen, del consumo in mobilità… insomma una risposta in stile Pixartprinting alle nuove tendenze del consumo alimentare, che si riassumono in un mix di comodità e praticità, sperimentazione e feel food. Vassoi, secchielli, bauletti con chiusura a fiocco o con maniglia, ciotoline, cofanetti e astucci: si tratta di prodotti destinati a soddisfare le esigenze non solo di piccoli e medi player del mercato, ma anche di ristoratori, pasticcerie, e-shop, negozi di alimenti. Una vasta gamma di contenitori in

piccolo formato, proposti in più di 300 combinazioni, tutti stampati in quadricromia con inchiostri a uso alimentare, su cartoncino rivestito Delipac© resistente a olio e grasso, adatti alle diverse preparazioni. Sono compostabili, biodegradabili, personalizzabili ed è possibile ordinarli a partire da sole 25 copie. Mossa da una tensione costante all’innovazione, che guarda non solo a tutte le componenti del processo – dalla gestione alla logistica – ma soprattutto all’innovazione di prodotto, sempre in linea con le nuove esigenze di consumo, l’azienda di Quarto D’Altino con i suoi 200.000 clienti attivi in tutta Europa e una media di 9.000 lavorazioni processate al giorno, si conferma come il principale player nazionale nel settore del web to print.

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Premio di Creative Packaging Design 2017 Quarta Edizione

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Sezione Professionisti 4 Categorie in gara: Food No Food Label Visual

Promosso da

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Sezione Studenti 1 tema assegnato In palio uno stage presso un’agenzia di comunicazione.

Con il patrocinio di CONFINDUSTRIA Campania

ASSOGRAFICI

Con il contributo di

Partner tecnico

Media partner ®

Rassegna

Modalità e termini di partecipazione www.graficametelliana.com Segreteria organizzativa 345 2560388

Termine iscrizioni 31 marzo 2017


Abita

nell’inconscio collettivo

il linguaggio del colore

di M A S S I M O

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Studi recenti hanno confermato che la nostra reazione al colore è totale: ne siamo influenzati sia fisiologicamente che psicologicamente. Frank Mahnke riassume l'esperienza del colore come processo di decodificazione, prima fisiologica poi psicologica e infine culturale e personale dove convergono impressioni visive, associative, sinestetiche, simboliche ed emotive. Alla base vi è la reazione biologica ad una stimolazione cromatica comune a tutti gli esseri umani (la percezione del rosso provoca un’accelerazione del battito cardiaco poiché il nostro apparato percettivo, per mettere a fuoco il rosso, deve adattarsi alla sua maggiore lunghezza d’onda e di conseguenza il nostro sistema nervoso centrale reagisce accelerando, con l’aumento della pressione sanguigna e del ritmo della respirazione). Le reazioni biologiche confluiscono poi nell’inconscio collettivo (la suddivisione dei colori in caldi e freddi, che prescinde della nostra esperienza). Ne seguono associazioni di idee (il rosso del sangue e del fuoco segnala un potenziale pericolo. L’azzurro evoca la freschezza dell’acqua). A condizionare la nostra percezione di un determinato colore intervengono fattori culturali (da noi vestirsi di viola per andare a teatro era considerato infausto poiché essendo il colore liturgico della quaresima è associato alla penitenza). A questo punto entrano in gioco le influenze esercitate dalla moda e dagli stili (il nero che snellisce). Infine, influenzati in forma maggiore o minore da ciascuno dei fattori sin qui elencati, esprimiamo il nostro giudizio su un determinato colore in base al nostro gusto personale (il giallo non mi piace). Da un lato quindi seguiamo criteri oggettivi, derivanti dalla cultura di appartenenza (il rosso viene riconosciuto da tutti noi come rosso) dall'altro invece le nostre sensazioni sono spiccatamente soggettive, strettamente legate al vissuto di ognuno (il mio rosso, il ricordo felice di una mela mangiata da bambino oppure di un evento drammatico, del sangue).

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Spesso esperienze passate possono condurre ad associazioni certe, cosicché in determinate situazioni il colore può suscitare automaticamente una reazione ben precisa, senza che vi sia premeditazione. Heinrich Frieling, 1984

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In natura il colore va considerato innanzitutto come “informazione” che assume funzioni specifiche quali il mimetismo e l’evidenza. Nello spazio antropico, i colori hanno la straordinaria capacità di raccontare ogni aspetto della vita e rappresentano un prezioso strumento per comprendere come la specie umana si sia evoluta adattandosi al territorio, alla sua collocazione geografica e alle condizioni climatiche, sviluppando solo in seguito usanze, consuetudini e culture differenti. Questo patrimonio di informazioni sedimentate, comune all’umanità fin dalle sue origini, è rintracciabile in ciò che viene definito “inconscio collettivo”, termine che appare per la prima volta nell’opera di C.G. Jung per indicare ogni sorta di fenomeno e d’immagine riconducibile alla coscienza ma non derivante dall’esperienza personale del singolo essere umano. Spesso confuso con l’istinto, l’inconscio collettivo sublima tutte le esperienze dell’umanità che vengono diffuse tramite la trasmissione ereditaria di forme, schemi e sistemi che hanno la medesima validità in tutte le culture, in tutte le aree geografiche e in ogni periodo storico. L’inconscio collettivo, in definitiva, è una sorta di ancestrale memoria collettiva dell’umanità come si può evincere anche confrontando le due frasi riportate di seguito: “Tutti i bambini hanno paura del buio”. In questa espressione possiamo notare come la reazione biologica all’assenza di luce confluisca nell’inconscio collettivo. La paura del buio svolge una funzione fondamentale poiché costituisce un efficace strumento di protezione e conservazione della specie. Nella visione senza luce solare infatti, il sistema percettivo umano è meno efficace, poiché i bastoncelli, responsabili della visione scotopica (notturna) percepiscono alcune variazioni di chiaroscuro ma non sono in grado di distinguere i colori. Di notte quindi le informazioni visive utili a definire l’ambiente circostante risultano insufficienti limitando il nostro raggio d’azione e rendendoci più vulnerabili. L’istinto di sopravvivenza impresso nell’inconscio collettivo, reagisce scatenando la paura come elemento di avvertimento di fronte al pericolo derivante dal superamento dei propri limiti. “In Occidente il colore del lutto è il nero, in Oriente invece è il bianco”. In questo caso le associazioni di idee si coniugano con fattori culturali e, seppure con modalità più articolate, ci riconducono comunque all’inconscio collettivo. Il concetto di morte, di trapasso, di passaggio a miglior vita è un archetipo che viene universalmente identificato con il colore della luce, il bianco. Infatti, come ampiamente dimostrato anche in

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ambito neuroscientifico dalle ricerche del prof. Ramachandran, basate sull’analisi delle testimonianze di soggetti che, essendo sopravvissuti a incidenti mortali o a patologie fulminee e letali, avevano ricordato la sensazione di trovarsi in un luogo luminosissimo, e questo succedeva a prescindere dal genere, dall’età e indipendentemente dal loro credo religioso. Ciò deriva dal fatto che a livello inconscio noi tutti siamo “programmati” per visualizzare, nel momento del trapasso, la luce. Del resto tutti i testi sacri fanno riferimento alla luce divina, e questo perché altrimenti, se la fine della nostra esistenza fosse associata al buio, la paura della morte condizionerebbe negativamente la nostra vita. In Occidente, nel corso dei secoli, influenze culturali hanno invece associato alla morte il nero (dal greco antico νεκρός che significa morto), colore che esprime principalmente il dolore per la dipartita dei propri cari. Da ciò ha origine il concetto di lutto, (da cui deriva il termine lusso) imposto a tutta la comunità da un editto di Luigi XII, per morigerare i costumi e porre un limite agli eccessi mondani dei funerali. Questo editto sancì di fatto l’associazione dell’abito nero al lutto che in epoca vittoriana divenne una regola imprescindibile. Al contrario, nella cultura orientale l’archetipo del bianco come colore del lutto rappresenta ancora oggi una consuetudine. Ma la prova che l’inconscio collettivo prescinde dal nostro controllo conscio e quindi culturale, sta nel fatto che, ahimè, quando sono i più giovani a lasciarci anche da noi ritorna il bianco. Questo dimostra che i colori stimolano reazioni inconsce condivise da tutti gli esseri umani che al tempo stesso possono assumere differenti valenze culturali. I colori esprimono in maniera sintetica e precisa le nostre sensazioni e i nostri stati d’animo “eludendo” le differenze linguistiche e proprio per questo costituiscono una forma di comunicazione semplice e di conseguenza diretta ed efficace. La nostra cultura è dominata dalla comunicazione visiva intesa non soltanto come una conseguenza negativa del processo di globalizzazione virtuale, ma anche come una opportunità di sviluppo della comunicazione non verbale.

Il colore è un linguaggio internazionale che non è vincolato a nessuna cultura. Ogni colore ha un suo senso oggettivo, universale. Questo significato cromatico è valido per ogni cultura ed ogni sesso, così come per ogni età. Max Lüscher, 1986

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ROSSO

Impulsività e intensità, sangue, sessualità, gioventù, energia.

MARRONE

Ricettività, sensualità, madre terra.

ARANCIO

Competitività, eccitabilità, attività.

GIALLO

Distacco filosofico, anticipazione.

A questo proposito possiamo facilmente riscontrare come, nella segnaletica stradale e di orientamento delle stazioni ferroviarie o metropolitane, degli aeroporti e delle strutture sportive, le diverse reazioni provocate da ciascun colore compongono il linguaggio universale più efficace per veicolare informazioni determinanti. I colori assumono dunque un valore semantico che scaturisce proprio dalle loro peculiarità fisiologiche e psicologiche. Il rosso infatti provoca una reazione istintiva e dal punto di vista emotivo crea uno stato di allarme. Anche la nostra reazione al giallo è principalmente emotiva: fa scattare l’attenzione, crea uno stato di allerta e se abbinato al nero ci mette in guardia. La reazione al verde è sia emotiva che razionale perché ci dà un’impressione di sicurezza e riparo. La risposta al blu è invece principalmente razionale: ci rende consapevoli, ci porta a valutare e decidere. Queste impressioni di base vanno affiancate alle reazioni fondamentali al colore che, soprattutto nella cultura occidentale, sono considerate universali. Naturalmente i colori vanno sempre considerati nel contesto in cui si trovano e molto dipende dalla loro luminosità, intensità e dalle combinazioni di colori nel loro complesso. Concludendo, possiamo constatare come l’elenco di associazioni e reazioni fondamentali ai colori stilato nel 1947 dallo psicologo svizzero Max Lüscher, per la sua affidabilità, resta ancora oggi il punto di riferimento. Questo schema (qui a sinistra) ha superato la prova del tempo ed è alla base di buona parte delle svariate associazioni che oggi attribuiamo ai colori, nelle quali ciascuno potrà identificarsi.

VERDE

Rigenerazione e crescita, colore associato alla speranza.

BLU

Fiducia (fatta eccezione per il cibo).

BLU SCURO

Pace, sicurezza, appagamento.

VIOLA

Magia, fantasia, sentimentalismo.

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​ UOI DIVENTARE V PROGETTISTA DEL COLORE? Sono aperte le iscrizioni per il Seminario 1 del biennio 2017-2018 di IACC Italia che si svolgerà dal 22 al 27 febbraio 2017 a Milano, presso Scuola Politecnica di Design. Il seminario costituisce il primo modulo del biennio formativo per Colour Consultant e sarà seguito dai seminari 2, (giugno 2017), 3 e 4 (febbraio e giugno 2018) ed è propedeutico al conseguimento della Certificazione Internazionale di Colour Consultant/Designer. www.iacc-italia.org segreteria@iacc-italia.org T. +39 327 1710228 ​

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PACKAGING EFFETTO LUSSO PER I SIGARI HEDON Per il lancio sigari Hedon, fatti esclusivamente con tabacco francese proveniente dalla regione di Navarre. il produttore ha scelto Hangar Design Group, agenzia internazionale con sede a Milano, Venezia, New York, Shanghai, che ha realizzato un packaging di grande raffinatezza, rivestito di carta blu opaco, effetto tattile, con laminazioni argento del logo, realizzate con stampa a caldo.

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Luxoro: EFFETTI OTTICI

STUPEFACENTI CON LENS TECHNOLOGY

Delle numerose proposte del catalogo Kurz, rappresentata in Italia dal distributore e agente esclusivo Luxoro, fanno parte da oggi una serie di foil olografici basati sulla tecnologia a lente (Lens Technology), indispensabili per nobilitare con effetti di grande profondità ottica packaging ed etichette. Deep Lens è una serie di foil per stampa a caldo o a freddo, il cui design 3D risulta estremamente brillante e aggiunge fascino a packaging ed etichette. “I foil Deep Lens possono essere applicati per decorare plastica, carta e cartoncino — dice Marco Gaviglio, Business Manager di Luxoro — offrendo interessanti prospettive di utilizzo; pensiamo

per esempio ad un design coordinato su packaging primario e secondario nella cosmetica”. La tecnologia Deep Lens è disponibile sia con disegno a singola immagine, sia con immagine in continuo; in questo caso è stata impiegata per creare pattern dagli effetti decorativi sino a ora mai visti. “Si tratta di foil olografici che generano un effetto a rilievo ottico unico, assolutamente realistico — continua Marco Gaviglio — disponibili su base oro, argento o trasparente, hanno il grande pregio di aggiungere un forte impatto visivo a packaging, etichette e a qualsiasi tipo di prodotto stampato su carta o cartoncino”. I pattern Light

Line® Lens Technology realizzati finora nelle versioni stampa a caldo, a freddo e UV Casting sono: Aquadrops – gocce d’acqua dall’effetto cool che creano movimento sulla superficie stampata; Reptile – superfici affascinanti grazie allo chic dell’effetto pitone; Morning Dew – la rugiada del mattino dona freschezza alle superfici. Tutte le foglie a singola immagine che si basano sulla LENS Technology, possono essere applicate in modo preciso sulla superficie da nobilitare, grazie al nuovo sistema Kurz Distorun®, che consente di applicare ologrammi a singola immagine, su macchine flessografiche in linea dotate di stazione di stampa a freddo.

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I N T E R V I S T A

Le concentrazioni e l’universo della stampa, il mercato dei libri di carta e quelli digitali, il ruolo degli editori, i prezzi, il futuro del libro... A poco meno di due mesi dall’apertura della grande Fiera che si terrà in aprile a Milano, abbiamo chiesto al presidente dell’AIE di fare il punto sull’editoria italiana.

di A C H I L L E

P EREG O

Sarà perché si avvicina l'esordio della prima grande Fiera dell'editoria italiana (Tempo di Libri, dal 19 al 23 aprile 2017 alla Fiera Milano Rho) che ha fortemente voluto, anche se frutto del sofferto e polemico divorzio dalla kermesse torinese. Sarà perché non ha mai perso l'ottimismo che caratterizza chi ha fatto l'imprenditore (nel suo caso la storica azienda di famiglia: il Gruppo Editoriale Motta), ma Federico Motta mostra fiducia nel mercato dei libri. Anche, e soprattutto, in quelli di carta. Tornato alla presidenza dell'AIE, l'Associazione italiana editori, che vanta ben 147 anni di storia, dopo averla già guidata dal 1997 al 2009, Motta spiega a Print Buyer come vede il settore editoriale, quali sono i trend in atto e le opportunità che possono cogliere sia i grandi sia i piccoli editori e quindi il variegato mondo degli stampatori (che avrà anch'esso, all'interno della filiera editoriale, uno spazio significativo a Tempo di Libri) che devono fare i conti con la rivoluzione digitale (leggi e-book), con il print on demand e l'editoria fai-da-te.

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I N T E R V I S T A

FEDERICO MOTTA, TERZA GENERAZIONE DI EDITORI Presidente dell'Associazione italiana editori (AIE), Federico Motta, milanese, 62 anni, terza generazione di editori, ha iniziato la sua esperienza professionale in azienda – il Gruppo Editoriale Motta - nel 1978, mentre concludeva gli studi e il Master in Business Administration. Ne ha assunto le redini nel 1984 per cederle poi interamente nel 2008, anno in cui la famiglia Motta si è ritirata dalla gestione dell’azienda. Ha svolto da allora una serie di incarichi sia come consulente che come advisor per alcune società, tornando al mondo dell’editoria prima attraverso la collaborazione con Guerini Editore e ora attraverso la casa editrice Forma.

Federico Motta è già stato presidente dell’AIE dal 1997 al 2009 e membro della giunta di Confindustria dal febbraio 2005 al 2009. Nel maggio 2006 è stato eletto vice presidente della FEE – FEP, elezione che lo ha portato ad assumere dal 2008 al 2010 la presidenza della Federazione degli Editori Europei. Nel periodo 2007-2009 è stato eletto presidente di Sistema Cultura Italia, Federazione Italiana dell’Industria Culturale che aderisce a Confindustria, oggi denominata Confindustria Cultura Italia. Nel 2003 infine è stato insignito dal ministro della Cultura francese dell’onorificenza di Officier de l’Ordre des Arts et des Lettres.

PRESIDENTE, PARTIAMO DAL BILANCIO DEL 2016: CHE IDEA S'È FATTO SULLO STATO DI SALUTE DEL MERCATO DEI LIBRI ATTRAVERSO L'OSSERVATORIO PRIVILEGIATO DALL'AIE? Dopo i segnali non più negativi del 2015, il 2016 ha registrato nei primi mesi, seppure modesti, segni più. Questa piccola ripresa (+0,2%) però non conteggia i dati di Amazon, che non vengono diffusi. E secondo le nostre stime le vendite di Amazon potrebbero influire in termini migliorativi portando la crescita del mercato a un più 2%. Per questo siamo modestamente ottimisti sulla chiusura del 2016, trainata dagli acquisti natalizi che avrebbero visto i libri tra i prodotti più comprati e regalati. E l'auspicio è che questo trend prosegua anche nel 2017. LIBRI DI CARTA O DIGITALI? Soprattutto stampati. Oggi la percentuale degli e-book – ma anche in questo caso non sappiamo quanti sono i libri scaricati su Kindle – non supera il 5%. Ma un segnale contrastante, per quanto riguarda la crescita degli e-book, è arrivato dagli Stati Uniti dove sembra che l'anno scorso sia aumentato l'acquisto proprio dei libri cartacei e si sia verificata una diminuzione di quelli digitali.

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La crescita stimata dell'editoria nel 2016, considerati anche i dati Amazon.

La percentuale degli e-book in circolazione, esclusi i dati di Amazon Kindle.

IL 2016 HA REGISTRATO ANCHE UNA VERA E PROPRIA RIVOLUZIONE TRA I GRANDI EDITORI CON LO STORICO ACCORDO MONDADORI-RIZZOLI. NON TEME CHE QUESTA CONCENTRAZIONE POSSA FAR MALE AL MERCATO? Affatto. Questa operazione ha invece fatto benissimo al mercato e sono nati nuovi gruppi che operano in autonomia maggiore, favorendo anche la concorrenza. Se prima c'erano due grandi gruppi (Mondadori e Rizzoli) oggi sono diventati cinque: con Adelphi, Marsilio, la Bompiani in Giunti e la nuova Nave di Teseo.

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I N T E R V I S T A

Ci sono tanti piccoli editori che riescono a gestire bene la loro attività dando vita a progetti molto belli, di tutto rispetto, piuttosto che presidiando nicchie specialistiche. Il successo dipende dalle scelte editoriali e manageriali.

I PICCOLI PERÒ SOFFRONO... La capacità di essere presenti e competitivi sul mercato non dipende solo dall'essere grandi o piccoli. Certo i piccoli editori incontrano maggiori difficoltà nel sistema distributivo e non hanno la forza commerciale dei grandi per essere presenti nelle librerie. Ma se esistono piccoli editori che fanno più fatica e non riescono ad essere così autorevoli sul mercato, ce ne sono tanti che riescono a gestire bene la loro attività dando vita a progetti molto belli, di tutto rispetto, piuttosto che presidiando nicchie specialistiche. Quindi il successo dipende dalle scelte editoriali e manageriali. Ovvero dalla capacità di far bene l'editore. COME STA CAMBIANDO LA QUALITÀ DI STAMPA DEI LIBRI? IN MEGLIO O IN PEGGIO? Indipendentemente dal fatto che si tratti di volumi economici o no, grazie alla crisi c'è stata una maggiore attenzione sia alla qualità grafica sia al prodotto. E oggi si vedono importanti sviluppi su questo fronte con famosi illustratori che, per esempio, hanno firmato collane e

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copertine. C'è stata senz'altro una maggiore attenzione alla realizzazione grafica del libro e alla sua stampa e questo non può che contribuire a migliorarne la qualità.

Non è un caso che i grandi editori di libri illustrati del mondo quando cercano una qualità eccezionale si rivolgano alle aziende grafiche italiane.

UNA QUALITÀ CHE STA PREMIANDO GLI STAMPATORI ITALIANI? Tutti sappiamo che negli anni scorsi c'era stato un forte spostamento della stampa di libri illustrati in Cina. Oggi, con l'aumento dei prezzi cinesi ai quali bisogna aggiungere i tempi e i costi di trasporto, è diventato più conveniente, eccetto forse le alte tirature, che sono sempre meno, stampare qui piuttosto che andare così lontano. Del resto

gli stampatori italiani rappresentano l'aristocrazia del settore e possiamo dire che sono al top della qualità. Non è un caso che i grandi editori di libri illustrati del mondo quando cercano una qualità eccezionale si rivolgano alle aziende grafiche italiane. COME VEDE LA PRESENZA DELLA STAMPA DIGITALE NELL'EDITORIA LIBRARIA? Diventerà sempre più importante. Gli editori hanno scoperto la potenzialità e la flessibilità, in base anche alla tiratura, della stampa digitale e ritengo che sarà una delle innovazioni che si affermeranno di più nei prossimi anni in questo mercato. DIGITALE SIGNIFICA ANCHE PRINT ON DEMAND E FAI-DA-TE... Si tratta ancora di produzioni di nicchia e sporadiche. Però abbiamo già assistito a casi di successo che, partendo dal print on demand, sono poi entrati nel circuito tradizionale della stampa di libri. E quindi tendenzialmente si tratta di un fenomeno destinato anch'esso a crescere.

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CINQUE GIORNI DI LIBRI Nata dall'incontro tra i 147 anni di storia ed esperienza dell'Associazione Italiana Editori e Fiera Milano, organizzata da La Fabbrica del Libro (società presieduta da Renata Gorgani con amministratore delegato Solly Cohen), Tempo di Libri si presenta come un'occasione per tutta la filiera editoriale italiana, compresa la stampa. A Milano dal 19 al 23 aprile 2017, questa prima edizione della nuova Fiera dell’editoria italiana è concentrata nei padiglioni di Fiera Milano (Rho), che ospiteranno la manifestazione in 35mila metri quadrati di spazi attrezzati. Editori, stampatori, autori, bibliotecari, librai, studenti e lettori dialogheranno sui tanti

A CRESCERE PERÒ SONO STATI ANCHE I PREZZI DEI LIBRI? Non è così, anzi con la crisi i prezzi si sono ridotti. E se compariamo il costo dei libri italiani a quelli del mercato francese, tedesco o inglese, spessissimo si vede che costano meno. Credo che i prezzi siano correttamente rapportati al prodotto. Il problema vero è che spesso manca, da parte del consumatore, la comprensione del valore del prodotto libro. Che cosa significa che un libro debba costare poco? Dipende dal tipo di libro, dall'autore, dalle collane, dalle edizioni.

temi derivanti dalle ventisei parole-chiave dell'alfabeto. Un rapporto speciale sarà sviluppato con il territorio, a partire da quello di Milano: le librerie e le biblioteche della città (e della Lombardia) prenderanno parte a una serie d’iniziative che confluiranno il 23 aprile nella Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore. Gli appuntamenti dedicati ai lettori più giovani punteranno i riflettori su uno dei settori più vivaci dell’industria del libro in Italia, quell’editoria per ragazzi in cui operano non solo case editrici e scrittori, ma anche illustratori e grafici, poeti e artisti.

Sono ormai trent'anni che periodicamente arriva qualcosa – cd, dvd, e-book – che fa pensare che il libro di carta possa finire in soffitta. In realtà, sono almeno cinquecento anni che vengono stampati.

IL LIBRO DI CARTA CONTINUERÀ A ESSERCI ANCHE FRA CINQUANT'ANNI? Sono ormai trent'anni che periodicamente arriva qualcosa – cd, dvd, e-book – che fa pensare che il libro di carta possa finire in soffitta. In realtà sono almeno cinquecento anni che vengono stampati e io, che ho 62 anni, sono convinto che non farò in tempo, se mai succederà, che non sarà più così.... IN TEMPO PERÒ VEDRÀ LA PRIMA EDIZIONE DI TEMPO DI LIBRI. QUALI SONO LE ASPETTATIVE? Di fare bene. Di riuscire a realizzare una manifestazione che possa dare grandi soddisfazioni sia ai lettori sia agli editori e a tutti i protagonisti della filiera editoriale. Stiamo lavorando molto in questo senso per coinvolgere tutti gli attori, anche gli stampatori, per far sì che questa Fiera diventi anche l'occasione per approfondire i trend del mercato e capire, anche con l'avvento delle nuove tecnologie, dove sta andando. Sapendo che per tutti sarà fondamentale un grande lavoro di crescita formativa e culturale.

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ICMA RAFFORZA LA PRESENZA IN FRANCIA CON DUPONT AGENCIES

La Francia è un mercato strategico per il lusso per la presenza dei più prestigiosi e storici marchi, un mercato che Icma già da tempo serve con le sue collezioni di carte per il packaging e le edizioni; e che ora, grazie alla collaborazione con Dupont Agencies, potrà contare su un servizio di prossimità, ancora più reattivo e attento alle sue esigenze. La collaborazione fra Icma e Dupont Agencies ha lo scopo di offrire ai decision maker dei brand del lusso, art director, trasformatori e fabbricanti di packaging la gamma completa delle carte di Icma accompagnate dalla competenza e consulenza di Dupont Agencies. Le collezioni di carte di Icma, racchiuse nei cataloghi Prêt-à-Porter e Tailor Made, vanno a completare l’offerta di Dupont Agencies che opera da tempo fornendo ai più noti brand di alta gamma, una pro-

posta ampia di prodotti per l’editoria di pregio, il packaging, la legatoria e il confezionamento. “Da questa partnership, la conoscenza dei prodotti e del brand Icma si allargherà sul mercato francese raggiungendo una più vasta platea di utilizzatori qualificati che già si affidano a Dupont Agencies per il reperimento di prodotti di alta qualità. Dupont è una realtà radicata nel mercato francese e con una profonda conoscenza dei materiali per corporate communication e packaging di lusso. Siamo convinti che i primi a beneficiare di questa collaborazione saranno i clienti francesi, marchi, designer e trasformatori, grazie a un servizio più puntuale e attento alle loro esigenze” ha commentato Marco Nigrelli, Sales, Marketing & Communications Manager di Icma. “Abbiamo sempre privilegiato nella scelta dei nostri partner coloro che si

impegnano e sono sensibili alle questioni ambientali affinché sia possibile rispondere positivamente alla domanda di tracciabilità e trasparenza della produzione — ha detto Philippe Dupont, CEO de Dupont Agencies — e questa volontà di servire al meglio i bisogni del nostro mercato e dei nostri clienti anima le nostre due aziende. Siamo entrambi mutualmente “all’ascolto” e intendiamo valorizzare il savoir-faire dei nostri clienti”. A sottolineare le affinità tra le due aziende è Elena Maria Carla Torri, CEO di Icma e quarta generazione alla guida dell’azienda, che ci dice: "Le nostre due aziende hanno in comune aspetti importanti come l’esperienza nel mondo dei materiali per il packaging e le edizioni di lusso, l’attenzione per l’ambiente e la gestione familiare che apporta al business un grande coinvolgimento e un impegno costante”.

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C L O S E

U P

R O G E R

B O T T I

BRANDING

Che cos’è e come nasce un brand book

ROGER BOTTI è dal 2008 direttore creativo e operativo di Robilant Associati. Il suo ruolo coniuga insieme competenze manageriali, supervisione creativa e responsabilità organizzative. Botti vanta un’esperienza consolidata nel Brand Design e nel Packaging Design. Si occupa anche di Corporate Identity per importanti brand. Sotto la sua supervisione si è consolidato in RobilantAssociati un team dedicato a progetti di Retail Branding e Digital Strategy. Appassionato osservatore dei comportamenti di consumo, interviene spesso come relatore a conferenze e convegni.

È insieme un libro da collezione, una storia d’impresa, un catalogo ricercato. Il brand book è tutto questo senza esserlo. Di certo è uno strumento prezioso al servizio delle aziende. Per raccontare un cambio di rotta. Per condividere i valori con i propri stakeholder. Per comunicare al mondo come maneggiare, con cura, il proprio brand.

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Ciò che lo contraddistingue di più è la sua capacità di esprimere la personalità di un brand già dal momento in cui lo si tiene tra le mani. Il Brand Book è generalmente un oggetto di valore, un libro da collezione, una pubblicazione che è storia dell’impresa e ne segna una tappa di vita. È un volume che si conserva, si sfoglia periodicamente, si espone volendo, si regala come racconto e rappresentazione di sé, al posto del catalogo a un rivenditore, al posto di una cartella stampa a un giornalista, al posto di una brochure a un nuovo cliente. Un brand book, è infatti, tutto questo, senza esserlo perché ne rappresenta un’evoluzione elegante: un distillato di storia, pensiero e personalità di un’azienda. Dal punto di vista del contenuto, la sua concezione è di solito frutto di un processo di evoluzione dell’impresa, di un percorso di riflessione intorno al brand che porta alla cristallizzazione di una visione, uno stile, un tono di voce, un linguaggio. Racchiude la dichiarazione di un impegno, una promessa. Dal punto di vista del design e della realizzazione, invece, il brand book è tra gli esercizi di creatività e tecnica tra i più interessanti per le sue potenzialità di personalizzazione e per l’assoluta unicità e irripetibilità che lo caratterizzano, essendo un oggetto strettamente proprietario per ciascuna impresa e che, peraltro, prescinde da vincoli di produzione, restrizioni e regole troppo costrittive di usabilità o funzione.

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1 Case Construction

Questo book suggella un progetto di riposizionamento, volto ad affermare Case Construction - azienda produttrice di macchine movimento terra con oltre 170 anni di storia, parte del gruppo CNH Industrial - non solo come solido partner professionale per i suoi Clienti, ma quale esperto di riferimento per ogni esigenza sul campo. L’obiettivo era veicolare a tutti i dealer l’evoluzione del brand, pur nella continuità del servizio, favorendo la condivisione dei valori chiave dell’azienda e della rinnovata direzione, sia all’interno dell’azienda sia all’esterno presso tutti i rivenditori. In coerenza con l’intero progetto di Brand identity, il book esalta il patrimonio iconografico storico della casa e con uno stile diretto e pragmatico inquadra la nuova brand vision.

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2 Scalo Milano

Formato quadrato come il marchio. Questo book nasce per raccontare in maniera chiara e accattivante tutte le potenzialità di un progetto che al momento della realizzazione del volume era ancora allo stato di concept. Il focus su caratteristiche, numeri, potenzialità, benefici di un progetto commerciale inedito - che si sarebbe sviluppato da lì ai successivi tre anni - ha portato alla definizione di un linguaggio infografico di grande efficacia e leggibilità e al contempo estremamente proprietario, con l’obiettivo di presentare il prospetto a tutti gli stakeholder coinvolti. 3 Alitalia

Il Brand Manifesto nasce in un momento di forte ripensamento della vecchia Alitalia e di ritrovamento di un grande slancio verso il futuro, con l’avvio di nuovi progetti quali il servizio RomaMilano, rinnovate classi di viaggio e servizi a bordo. Il libro testimonia il recupero di alcuni valori fondanti dell'identità delle origini, come l'italianità positiva, l'autorevolezza, l'avanguardia tecnologica; rilanciando inoltre alcuni temi di grande fascino come lo charme dell'aviazione e il mito del viaggio per sè stesso. Il tutto con un linguaggio che reinventa l'intero modo di comunicare Alitalia, rompendo i codici standardizzati e appiattenti della categoria e riportando la compagnia di bandiera all'avanguardia stilistica delle sue origini.

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4 Battello a vapore

L’intaglio della copertina, che delinea la sagoma del nuovo marchio, unito ai fogli centrali ispessiti di icone adesive, mima la componente tattile e sensoriale che spesso caratterizza l’editoria per bambini accompagnando il processo di scoperta e di apprendimento. Il book di Battello a Vapore segue l’evoluzione del brand raccontando la valenza didattica, educativa, ma anche sapientemente ludica, del suo catalogo e delle sue serie.

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MAQUILLAGE LITOVER

UN ANNO TUTTO DA GUARDARE CALENDARI 2017

di E M A N U E L E

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PO S EN ATO

Tutto quello che pensi possa essere realizzato per nobilitare una stampa. Questo lo scopo dei calendari Print Finishing Litover, che ormai da qualche anno offrono a clienti e ai designer un ampio spaccato della capacità produttiva e dei confini di ricerca a cui si è spinta la società di Vimercate. Con l’edizione 2017, dal titolo eloquente “Il maquillage dello stampato”, si sono esplorate davvero molte possibili direzioni di ricerca, a partire dalla finitura superificiale della carta, con effetti superlucidi e superopachi, ottenuti per verniciatura offset UV piuttosto che serigrafica o ancora per plastificazione, utilizzando film innovativi, fino all’ormai classico effetto smooth della plastica soft touch. Grande ricerca anche dal punto di vista dell’effetto spaziale, con lavorazioni bidimesionali e tridimensionali, ottenute per impressione a sbalzo


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UN “GRANDE” CALENDARIO D’ARREDO DAL GUSTO NORDICO

(embossing e debossing) piuttosto che grazie a vernici a rilievo, comprese delle accattivanti vernici a inclusione granulare come quella impiegata nella riproduzione dell’effetto ghiaccio su una foglia che risulta davvero realistica. Rilancio anche del concetto di polisensorialità della comunicazione stampata, con l’inserimento di una nota dolciastra nel calendario, che in una delle pagine offre anche il profumo dei frutti di bosco appena colti, grazie a una vernice aromatica con microcapsule in dispersione ad alta concentrazione, per effetti aromatici davvero invitanti. Si potrebbe proseguire a lungo parlando dei cliché microincisi, di serigrafia spessorata, di serigrafia RGB, ma avremo modo di approfondire la cosa nei prossimi numeri. Intanto il consiglio che vi diamo è di contattare Litover e chiedere una visita di presentazione del loro calendario. › www.pflitover.com

Per una grande parete ci vuole un grande calendario. Heidelberg Druckmaschinen, leader mondiale della stampa offset, celebra il suo soddisfacente risultato nel grande formato di stampa con uno strepitoso calendario in bianco e nero di formato extra large, per pareti davvero importanti. Impostato in altezza di 50 cm chiuso sviluppa quasi 130 cm in larghezza, è intitolato “Hear it!”, ed è stato pubblicato con teNeues Calendar & Stationary, casa editrice tedesca specializzata. Presenta dodici scatti panoramici della fotografa tedesca Nicole Simon, nota ritrattista in bianco e nero, affermata nel settore del business portrait, il cui stile e la scelta delle luci ha offerto la possibilità ai tecnici della casa costruttrice dell’omonima città di esprimere il meglio della potenzialità di stampa del grande formato offset, ormai entrato in tutti i mercati anche i più raffinati dell’editoria d’arte, del catalogo, oltre ovviamente delle produzioni cartotecniche. Il calendario merita una valutazione attenta in termini di cromia, presentando dei neri molto profondi e strepitose alte luci, pur mantenendo un elevato dettaglio di riproduzione sia nei minimi che nei massimi. I soggetti, ovviamente in taglio orizzontale, sono tutti dedicati alla natura ed all’ambiente, rigorosamente in bianco e nero. Potrà sembrare una banalità ma la sola rilegatura, in spirale wire-o, con doppia asticella di aggancio a muro, realizzata in un formato così ampio e destinata a sostenere un peso simile non costituisce un esercizio facile! › www.teneues-calendar.com › www.heidelberg.com

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PER GLI AMANTI DEL LETTERING TIPOGRAFICO Lino’s & Co replica l’esperienza molto positiva dello scorso anno e presenta anche per il 2017 uno stupendo calendario mensile da tavolo, realizzato in tecnica tipografica. Dopo la positiva avventura con Tipoteca Italiana dello scorso anno, quest’anno i ragazzi della Lino’s hanno proposto la collaborazione ad Anonima Impressori di Bologna. Il tema è lo stesso: legare il gusto del design con la tradizione classica e il “sapore” della tipografia tradizionale. Un percorso di ricerca approfondita sul lettering attraverso cui si recupera al contemporaneo una straordinaria ricchezza storica con la forte volontà di realizzare prodotti in cui si esprime

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al meglio il carattere materico delle scelte su carta e supporto. Per il 2017 nasce così “Bellecopia!”, un calendario a schede, 13 per la precisione, dodici mesi più la copertina, realizzati con i caratteri della collezione Art Nouveau di Anonima, su cartoncino Cordenons Wild da 450 grammi, sostenuti da una base in legno levigata e lucidata a mano, ottenuta dai materiali di recupero dei bancali di bottega. Raffinato, minimalista ma denso di fascino, sia per il cartoncino utilizzato che per la tridimensionalità che offre il carattere tipografico. Da vedere, da toccare, da conservare. › www.linosandco.com › www.anonimaimpressori.it

POZZOLI CALENDARIO PORTRAIT Un progetto in grado di esprimere tutta la capacità produttiva dell’azienda poligrafica di Inzago in una soluzione insolita per un calendario da tavolo che, a fine settimana, si chiude come il personal computer, e che si presenta esteticamente molto più gradevole e meno impattante di un classico calendario da tavolo. E’ stato realizzato con una scatola a conchiglia (clamshell) che racchiude un classico calendario da tavolo a schede in spirale wire-o. I materiali scelti sono la carta, il cartoncino, il cartone rivestito. Essenziale dal punto di vista grafico, il calendario è abbinato alla riproduzione di alcune delle produzioni dello scorso anno. Realizzato in due versioni, una de-

dicata alle produzioni per il settore dell’intrattenimento, ed una a quelle del luxury. Sulla parte frontale del coperchio della scatola è stata ricavata una finestra che lascia intravedere la pagina all’interno, simulando una cornice, dal risultato molto raffinato per l’impiego di materiali speciali, come la carta Trapunto ICMA, supporto nero colorato in pasta, microgoffrato, per la versione dell’intrattenimento, e una plastificazione soft touch, abbinata ad un delicato passpartout argento opaco per la versione del luxury. Ingegnosa la soluzione di sostegno del calendario che risolve anche il problema del supporto alle pagine che si intravedono dalla cornice. › www.pozzolispa.com


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APPRODA A TORINO IL CALENDARIO DI GRAFICHE MARTINTYPE Anche quest'anno riceviamo in redazione con piacere il calendario delle Grafiche Martintype, legato all'evento Artintype, che quest’anno si apre verso nuovi orizzonti ed approda a Torino, in una delle sue più prestigiose istituzioni: l’Accademia Albertina di Belle Arti. Tale scelta non è casuale. Torino è stata, ed è tuttora, una delle città più produttive e industriali d’Italia ed è una di quelle città che incarna al meglio lo spirito imprenditoriale ed economico di uno specifico territorio dove la cultura si fa sistema e il sistema diventa impresa. Da alcuni anni infatti la città ha vissuto una sorta di rilancio strutturale e d’immagine per merito dell’arte. In questo

senso essa rappresenta quanto di meglio ci possa essere per ciò che concerne l’interazione tra creatività e sviluppo, tra innovazione e progresso. Artintype, vuole essere un progetto di ricerca e di integrazione tra il mondo dell’arte e quello dell’industria finalizzato alla promozione di una reale, sostanziale e proficua cultura d’impresa. Un progetto sempre più itinerante e sempre più a contatto con il mondo produttivo ed imprenditoriale, che comunica con le aziende mettendole in connessione tra loro attraverso l’arte, l’industria e l’innovazione. In questo invito troverete alcuni frames delle dodici opere riprodotte sul Calendario, in mostra nel Salone d’Onore dell’Accademia a Torino e successivamente nelle sale espositive delle Grafiche Martintype.

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Porta l’oro alla tua scuola

Partecipa alla prima edizione delle Olimpiadi della Stampa e dimostra la capacità di: Essere Team Conoscere la stampa Avere abilità nella grafica Sapere di attualità Rispondere a domande di cultura generale Cinque Champion della tua scuola parteciperanno alle fasi finali delle Olimpiadi che si terranno a Milano, sabato 20 le qualificazioni e domenica 21 le finali. Alle scuole finaliste andranno buoni acquisto per dotazioni scolastiche. IN COLLABORAZIONE CON

PER LE ISCRIZIONI CONTATTA LA SEGRETERIA ARGI

segretereria@argi.it — 02 26927081

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www.olimpiadidellastampa.it PRINTLOVERS | FEB2017


D E T T A G L I

C H E

F A N N O

L A

D I F F E R E N Z A

VERTIGINI DI BELLEZZA NEL CATALOGO DIOR

prodotto in Nava Press

Nel sistema dei mezzi che comunicano il lusso il catalogo riveste un posto del tutto speciale: è una specie di ‘luogo del desiderio’ che si sfoglia per lasciarsi sedurre da tutte le immagini e i segni di un brand, a cui le tecnologie di stampa possono dare intensità tattile, magia, luce. Vero e proprio distillato di sollecitazioni sensoriali, esemplare nella raffinatezza del design, il prestigioso catalogo illustrato in questa pagina, dedicato ai prodotti Dream Skin Avanced di Dior è prodotto da Nava Press in occasione della presentazione alla stampa internazionale della nuova linea. È ricco di immagini suggestive, valorizzate dalle carte utilizzate e fecondate di bellezza dalle finiture.

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1929 copie in 11 lingue. Formato chiuso 173x260 mm/ aperto 346x260 mm. Progetto in 11 versioni, composto da copertina con risguardi e etichette adesive, interno 11 versioni, set di schede. Risguardi a quartino neutri senza stampa. Carta Arctic the volume white da gr 150. LA COPERTINA Cartonata senza canaletti, dorso da 9,5 mm, rivestita in carta Gardamatt da gr 130, anima in cartone greggio 2 mm. Stampata a 1 colore pms rosa a campione + plastificazione opaca antigraffio. Testo e logo a caldo argento lucido in I e IV a foglio non sul finito. Applicazione di etichetta in resina diametro 9 cm circa in PVC bianco stampato a 1 colore rosa come copertina + stampa a caldo argento LUCIDO applicata in I di copertina a registro sul testo DREAM SKIN. L'INTERNO 68 pagine pari a 17 quartini alla giapponese: 11 versioni. F.to blocco libro 168x255 mm. Carta Arctic the volume white da gr 130. Stampa UV 6/2 colori . Bianca: quadri +nero testo + PMS rosa a campione con cambio del solo nero testo + vernice di protezione idro 50/50. Volta:

fondo rosa ref come bianca. Fustellatura al centro sui due quartini finali di un cerchio diametro 12 cm solo da un lato più unghietta in testa sia davanti che dietro. I 2 quartini sono chiusi con etichetta adesiva diametro 3cm neutra senza stampa al piede in Arctic the volume white da gr 130 biadesivizzata applicata al centro al piede così da poter contenere le schede. LA LEGATURA Brossura cartonato fresata PUR. Set 6 schede in 11 versioni: F.to 157x250 mm ; carta Arctic the volume white da gr 130; Stampa UV a 5/1 colori con cambio del Pms rosa a campione e nero tra le versioni in bianca e volta+ vernice idro 50/50, Taglio in formato e inserimento nelle tasche interne della brochure Pms rosa come interno/ copertina/etichetta pvc

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I 12 TREND DELLA FOTOGRAFIA SECONDO DEPOSITPHOTOS 1

Depositphotos, l’agenzia di immagini stock con milioni di foto ad alta qualità, ha analizzato i dati prodotti dall'algoritmo di ricerca e collaborato con i migliori designer e fotografi del settore per scoprire quali saranno i trend più significativi che domineranno la comunicazione visiva nel 2017.

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alla vita reale. Istantanee stile Polaroid e un audace stile colorato emergeranno tutti da questa tendenza.

2. EMOZIONI E MOVIMENTO Fotografie che personalizzano una storia e catturano un momento (come una storia su Snapchat) continuano a essere pesantemente di tendenza.

1. GENERAZIONE NOVANTA I bambini degli anni '90 sono diventati il maggior target di audience per i brand. Questo significa che la nostalgia per gli anni 90 rimarrà nei trend visivi della comunicazione; è un altro passo verso immagini più sincere, candide e vicine

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3. CONNECTED WORLD il mercato continuerà a rappresentare AI e VR con immagini vaghe e disorientanti che non riflettono come sono e come funzionano le tecnologie, ma emulano idee, attività e emozioni.

4. STEREOTIPI DA COMBATTERE

5. SOPRATTUTTO VIDEO

Una lotta contro gli stereotipi sociali pone la domanda per la comunicazione visiva sia in immagini di brand che di altre fonti di informazione. La fotografia realistica mette in mostra l'immagine del mondo in cui viviamo, con un accento sulla diversità attraverso le rappresentazioni di differenze etniche, sessuali, culturali, di orientamento sessuale e di apparenza. Per combattere la sfida agli stereotipi nel mercato delle immagini, dobbiamo curare una collezione di fotografie che promuovano l'uguaglianza ed eliminando le supposizioni relative ai ruoli e alle professioni.

Secondo Syndacast, entro il 2017 i contenuti video occuperanno il 74% di tutto il traffico Internet. Di base rimane la domanda di contenuti originali, di alta qualità, di video di stock autentici, che faranno da padroni nel futuro della comunicazione visiva. 360 gradi, 4K e video aerei sono alcuni dei trend più caldi di quest'anno. Anche i GIFs sono popolari sui social media e nei feed di notizie e sono il formato perfetto per le anteprime.


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1. @depositphotos/peus 2. @depositphotos/Haribol_108 3. @depositphotos/DragonImages 4. @depositphotos/ASphoto777 6. @depositphotos/tawanlubfah 7. @depositphotos/apolobay 8. @depositphotos/Smallredgirl 9. @depositphotos/Honeyway 10. @depositphotos/khongkitwiriyachan 11. @depositphotos/oneinchpunch 12. @depositphotos/279photo.gmail.com

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6. ASTROGRAPHY

8. PAESAGGI MINIMALISTI

10. SFONDI SEMPLICI

11. GENERAZIONE Z

Immagini di galassie e nebulose sono un trend nei social media e nella fotografia commerciale, illustrano le ultime scoperte e mostrano la bellezza dello spazio.

Il lifestyle minimal è di tendenza. Perciò quest'anno sarà tutto dedicato ai paesaggi: natura deserta, modelli insoliti, la nebbia, la pioggia e la quiete del silenzio.

La domanda di immagini per sfondi è in crescita e può aiutare a comunicare un messaggio in un modo artistico e sono personalizzabili. Ma anche gli sfondi devono essere autentici, unici e audaci. C'è una richiesta di fotografie che catturano oggetti ordinari rivelando modelli di natura, design grafico o tessile. Dall'altro lato, c'è un'esigenza di modelli con linee semplici e colori forti che aiutino a creare interfacce pulite per smartphone e altri dispositivi.

Le immagini di teenager e giovani che incarnano l'essenza della Generazione sono difficili da catturare ma tremendamente di tendenza.

7. NATURA MORTA A COLORI A volte, la fotografia di un oggetto di tutti i giorni può raccontare una storia meglio dello scatto di un'azione. Attraverso l'uso di colori vividi e di contrasti, una foto accattivante di un oggetto rende del tutto l'idea. Fotografie di gadget, cibo, accessori e utensili si trasformeranno in luminose immagini pop-art.

9. FOTOGRAFIA CON DRONI I droni portano con sé la possibilità di giocare senza limiti con nuove angolazioni e illuminando oggetti ordinari in una prospettiva mai vista prima. Da impressionanti fotografie di paesaggi cittadini e coste mozza fiato, fino a nuovi angoli su architetture e viaggi.

12. DIY STORIES Ammiriamo imprenditori e artisti, adoriamo gli oggetti personalizzati e fatti a mano e progetti di crowd found coraggiosi. I piccoli business e la filosofia del Do-It-Yourself hanno vinto i cuori di milioni di consumatori. La fotografia riflette questa tendenza, con immagini di proprietari di negozi, artisti al lavoro e nello svolgimento di hobby creativi.

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LE AZIENDE ASSOCIATE

VOGLIAMO LAVORARE CON CHI RISPETTA LE REGOLE. Solo con comportamenti corretti sui crediti e termini di pagamento ridiamo un’etica commerciale ed una opportunità di crescita all’industria grafica. Lavora con noi perché questo accada, per il bene di tutti, delle aziende e di chi ci lavora.

Agfa Graphics Atlantic Zeiser Bobst Group Italia Böttcher Italiana Böwe Systec Canon Italia Colorgraf Dc Druckchemie Italia Fujifilm Italia Heidelberg Hewlett-Packard Imaf

Industria Materiali Fotochimici

Ipagsa Industrial Kba Italia Kodak Kolor+Service Komori Italia Konica Minolta

Business Solutions Italia

AGGIORNATA A LUGLIO 2016

Manifesto sui modelli comportamentali nel mercato delle Arti Grafiche Il buon funzionamento dell'economia di mercato si basa anche su comportamenti etici da parte dei suoi operatori, che devono essere per forza di cose condivisi. Questo significa, segnatamente, che il rispetto e l'applicazione puntuale delle intese commerciali e degli impegni liberamente assunti siano valori da interiorizzare quali norme discendenti da un comune e condiviso sistema di valori, a prescindere dal timore di essere sanzionati dalla Legge. Per ARGI e per le Imprese Associate, l'etica nelle relazioni associative e con i terzi non è valutabile solo in termini di stretta osservanza delle norme di legge, ma si fonda, appunto, sulla convinta volontà di rispettare, nelle varie e diverse situazioni, i più elevati standard di correttezza comportamentale, anche in adesione a principi e regole interne di natura volontaristica. Pertanto, nel rispetto delle normative vigenti e nel perseguimento degli scopi associativi, tutte le Imprese Associate agiranno, anche tra loro, con lealtà, serietà, onestà, competenza e trasparenza, in quanto l'elevata etica professionale e l'integrità personale vogliono e devono essere garanzia della credibilità e della reputazione dell'Associazione e delle Imprese Associate. Per questi motivi, le Imprese Associate intendono iniziare e condividere un percorso volto a valorizzare e rafforzare le aziende del settore Arti Grafiche, anche non associate, che operino secondo criteri consoni ad una corretta crescita del settore e alla tutela dell'intera filiera.

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VISITA IL SITO WWW.ARGI.IT E SCARICA IL MANIFESTO COMPLETO 0068

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ONLINE PRINTING CONFERENCE 2017 Scenario, sviluppi, opportunità del web2print L’acquisto di stampati online ha profondamente mutato la relazione tra stampatori e clienti e contribuito alla crescita dei portali di web2print. Un importante convegno fa il punto sulle trasformazioni in atto e ora fornisce alle agenzie di comunicazione e ai responsabili di marketing l’opportunità per un aggiornamento sugli sviluppi e le innovazioni dei canali online.

Ecco un’interessante opportunità di formazione e informazione per i lettori di Print sul tema dell’Online Printing, il modello di e-business della stampa che in questi anni ha rivoluzionato il sistema di domanda e offerta del settore. Iniziata con semplici stampati commerciali e promozionali, l’offerta W2P si è arricchita via via di altri prodotti come libri, riviste, cataloghi, stampati per la comunicazione esterna e per il punto vendita, indumenti sportivi e promozionali, etichette, packaging e tanto altro. E le tecnologie più recenti stanno aprendo prospettive anche nel 3D printing.

OPPORTUNITÀ PER I BUYER DI STAMPA A fare il punto su questo complesso scenario è la seconda edizione di Online Printing Conference, un importante convegno organizzato da Stratego Group, l’editore della nostra rivista, che si terrà a Milano il 27 aprile 2017, nel corso del quale si discuteranno gli

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sviluppi, i programmi e le innovazioni dei più importanti portali di web2print. Agenzie di pubblicità, buyer di stampa, editori, responsabili marketing di tutti i settori dell’industria, del commercio e dei servizi avranno dunque l’opportunità di capire vantaggi e problemi legati all’acquisto di stampati attraverso i canali online.

MODELLI E TREND EMERGENTI Online Printing Conference non si risolve nello spazio del convegno di aprile. Da febbario 2017 Strategogroup è impegnato a studiare e analizzare il mercato allo scopo di fornire la seconda edizione di un white paper italiano dedicato appunto al web-to-print. In pratica una ricerca svolta sul territorio nazionale e su alcuni paesi europei, realizzata in collaborazione con Keypoint Intelligence (InfoTrends) con lo scopo di individuare i trend emergenti, il grado di comprensione dell’online printing e l’indice di adozione delle soluzioni, metten-

do a confronto l’Italia con altri paesi. I risultati della ricerca - che comporranno il contenuto del secondo white paper italiano - saranno poi arricchiti con testimonianze, esperienze e casi virtuosi, non solo italiani. Su www.webtoprinthub.com e sulla sua pagina Facebook (che conta oltre 6.000 fan) giornalisti esperti del settore condivideranno contenuti, interviste e commenti. Nel corso dell’anno, il tema è comunque oggetto di approfondimento sul portale stampamedia. net e su Web to Print HUB, punto di incontro tra online printer e print buyer. Per iscrizioni al convegno: www.onlineprintingconference.com

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A R T E & E V E N T I

8 MARZO  2 LUGLIO 2017 Milano, Palazzo Reale

MANET E LA PARIGI MODERNA

Manet è importante per noi quanto Cimabue e Giotto per gli italiani del Rinascimento pierre- auguste renoir Traeva elementi da tutti, ma che meraviglia la maestria pittorica con la quale riusciva a fare qualcosa di nuovo! edgar degas È molto più abile di tutti noi, ha trasformato il nero in luce. camille pissarro Basterebbero queste dichiarazioni per capire il ruolo centrale di Edouard Manet nella storia dell’arte europea. La missione di quest’uomo sfrontato e coraggioso, dotato di carisma e di immenso talento artistico, è stata quella di coniugare la pittura classica con la libertà dell’arte moderna. Tra tutti i pittori dell’Ottocento francese, Manet è quello che più degli altri ha creato una cesura con l’arte precedente. Dopo di lui la pittura non è stata più la stessa. Il suo prestigio, le sue idee e le sue pratiche innovative, lo fanno diventare in breve leader e prota-

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gonista del movimento impressionista di cui in realtà non ha mai voluto fare totalmente parte: non partecipa alle otto mostre impressioniste tenutesi tra il 1874 e il 1886, esponendo sempre, nonostante la possibilità di esser rifiutato, al Salon, unica sede di cui riconosce l’autorità. Da subito mira a essere consacrato come l’innovatore, colui che porta l’arte nel solco della modernità. Ci riuscirà con straordinario vigore tramite una pittura magnifica, ricca di virtuosismi e di invenzioni, energica nell’uso dei colori e nel taglio delle composizioni. La sua ascesa si fermerà solo con la sua fine precoce. La mostra racconta il percorso artistico del grande maestro che, in poco più di due decenni di intensa attività, ha prodotto 430 dipinti, due terzi dei quali copie, schizzi, opere minori o incompiute. Un corpus in sé affatto esteso, ma che ha rivoluzionato l’arte moderna. Le opere presenti in mostra arrivano dalla prestigiosa collezione del Musée d’Orsay di Parigi. La mostra è prodotta da Comune di Milano con MondoMostre Skira. Il catalogo è edito da Skira.

DA SINISTRA A DESTRA

Il Pifferaio, 1866 Olio su tela, 160,5 x 97 cm Parigi, Musée d’Orsay Emile Zola, 1868 Olio su tela, 146 x 114 cm Parigi, Musée d’Orsay Berthe Morisot con un mazzo di violette, 1872 Olio su tela, 55,5 x 40,5 cm Parigi, Musée d’Orsay

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Cent'anni di Grafica Bozzi. Una tipolitografia che ha saputo resistere alle intemperie di un secolo, e ha trovato nel mondo del vino il suo settore d’elezione. I segreti del successo? Voglia di sperimentare, innanzitutto. Ma anche un network di relazioni coltivate nel tempo con intelligenza e passione. Passione per il vino s’intende. Ne parliamo con Davide Ortombina, che di Grafica Bozzi è il titolare.

di S T E F A N O

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“In principio c’era il prozio alpino, che nelle trincee dell’Adamello stampava il giornale della compagnia con un piccolo torchio, carta, caratteri e inchiostro portati su nello zaino” “Finita la guerra aprì una bottega artigiana, che serviva una clientela tradizionale. Siamo diventati un’azienda tra le due guerre, con la produzione del “copri-damigiana”. Era un imballo di cartone che mostrava se nel contenitore c’era bianco o rosso, di che grado alcolico, da dove veniva, chi lo produceva. Brevettato, questo antenato del “marketing” del vino ci ha fatto sopravvivere per decenni: richiedeva macchine su misura e una ventina di operaie specializzate, che usavano carta vegetale pura per uso alimentare. Ma è stato il nostro punto di svolta”. Davide Ortombina, veronese di Villafranca, guida insieme al fratello Enrico la tipolitografia Grafica Bozzi, continuando una tradizione di famiglia nata nel 1917. Ma sa bene che chi non si evolve è perduto, non importa quanta storia abbia. Raggiungere i cent’anni è un traguardo che gli anziani festeggiano con lo sguardo al passato, distillando gocce di saggezza. La visione di un’azienda con cento primavere deve essere invece rivolta al domani e stimolare nuove sfide: sapersi rinnovare, con tecnologia e creatività, fa la differenza tra spegnersi pian piano nel rimpianto e inventarsi il futuro ogni giorno. E Grafica Bozzi non sta ferma un minuto. Ad esempio ha valorizzato lo storico legame col mondo del vino (“un mercato sano, che per noi è stato un’ancora di salvezza mentre tante aziende grafiche hanno subito i rovesci della crisi”) e apre nuove strade con fantasia e sensibilità. Nel packaging, in particolare, ha scovato interessanti nicchie dove le aziende sono disposte a investire: ma a patto di ricevere soluzioni creative che escano dal solito “rumore di fondo”.

UNO STILE INNOVATIVO CON MATERIALI VINTAGE Una delle vie che Ortombina continua a percorrere è la collaborazione con le piccole cartiere, che definisce “le sopravvissute”. Qui si riescono a trovare le carte fatte come una volta, quelle che per le etichette usano la colla e non le autoadesive... e così conquistano i produttori di vino, affascinati dal mix tra stile innovativo e supporti vintage. Segmenti dove la qualità del prodotto conta: “Spesso siamo gli unici a poterli proporre ai clienti, proprio perché sappiamo che cosa cercare e in quali magazzini trovarli”. L’azienda veronese mantiene una fitta ragnatela di collaborazioni con studi grafici, agenzie creative, produttori di carte speciali e stampatori esperti nelle più svariate tecnologie (più o meno recenti,

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anche se il digitale è una realtà consolidata ormai ovunque). “Con il cliente cerchiamo di essere partner, non fornitori – aggiunge Ortombina –. Una volta accettata la soluzione proposta ci mettiamo alla ricerca del prodotto ideale, ovviamente al miglior prezzo”. Ecco quindi un’altra indicazione su come restare competitivi oggi: rapporti basati non sul mordi-e-fuggi (per cui si tende a massimizzare il ricavo subito, trascurando di creare solidi legami commerciali) ma su interessi comuni e a volte su una passione condivisa per la qualità e l’eccellenza. Relazioni fatte di rispetto reciproco per il bagaglio professionale che ci si porta dietro, oltre che di flessibilità e disponibilità a ricoprire più ruoli: non solo la stampa di un prodotto concepito da altri, ma l’ideazione, la ricerca, la finanziabilità. Anche presidiare da un secolo il territorio ha giocato a favore di Grafica Bozzi, che nelle province vicine a Verona raccoglie consensi sia tra i clienti che tra i fornitori. “Da anni ormai il mercato si sta contraendo e molte aziende sono in sofferenza per il calo dei volumi di lavoro. Noi ci siamo riposizionati, come si dice: facciamo meno produzione e sempre più consulenza e progettazione – spiega Ortombina –. E soprattutto andiamo in cerca della materia prima, un valore aggiunto del nostro network di relazioni. Possiamo stampare calendari con le carte di Fedrigoni e Cordenons perché insieme abbiamo lavorato bene, e loro ci supportano nella selezione del materiale più adatto”.

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LE ETICHETTE, IL PATRIMONIO DEI VINI DEL MADE IN ITALY In una cosa infatti l’azienda veronese è discendente diretta della bottega di cent’anni fa: il gusto di scegliere le strade meno battute, di provare nuove tecniche spesso nate dal recupero o dall’elaborazione di quelle di un tempo. E i clienti si prestano volentieri come “complici” di questa sperimentazione, condividendone oneri e onori. Un esempio? Il calendario realizzato insieme a Konica, dedicato alle orchidee e ...profumato. “Un trucco semplice anche se costoso, con essenze di alta qualità. Come abbiamo fatto? È un segreto”. Creatività a getto continuo. Per il 2017 Grafica Bozzi propone due calendari: uno sulle vigne centenarie che ancora producono grappoli tra il Veneto e la Toscana, il

Piemonte e la Lombardia; l’altro di immagini di un’insolita Parigi, foto scattate dallo stesso Ortombina. Il primo stampato su Carte Flora della Cordenons, il secondo con carte di Fedrigoni. “Ci mettono a disposizione la carta migliore perché una nostra idea è un biglietto da visita anche per loro: dimostra che risultati imprevedibili si ottengano sperimentando”. Questo modello di resilienza aziendale passa per un mix continuo di antico e moderno, anzi, post-moderno: dopo anni in cui i teorici dell’organizzazione spiegavano che bisogna lavorare just in time, alla giapponese, senza fare scorte, in Grafica Bozzi ammettono serenamente che “tra le opportunità che possiamo offrire ai clienti c’è un’ampia scelta di carte

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Davide Ortombina, un po’ artista un po’ tipografo In tipografia, dove lavora fin da ragazzino, ha imparato tutti i segreti della carta e degli inchiostri. Ma è nella fotografia che Davide Ortombina ha fatto prendere il volo alla sua vena artistica. Giovanissimo, frequenta un corso con Pietro Chasseur alla Scuola Grafica San Zeno di Verona, e apprende il rigore con cui dà corpo alla fantasia. Comincia a pubblicare le sue foto sui giornali locali ma col tempo trova spazio anche sul Corriere della Sera, sui magazine di enogastronomia, sulle monografie aziendali. Pubblica un volume fotografico sulla Cina, poi collabora con Gianni Berengo Gardin a una mostra dedicata ai paesaggi dell’Appennino, che diventa un libro e quindi un calendario.

speciali, e non lo potremmo fare se non avessimo una grande disponibilità di magazzino. Qui in base al budget e alle caratteristiche richieste c’è sempre la carta giusta”. Decenni di collaborazione con le aziende del vino si sono trasformati anche in un tesoro di arte grafica e tipografica: centinaia di etichette di bottiglie che hanno fatto la storia dell’enologia italiana, alcune delle quali famose in tutto il mondo, altre scomparse o trasformate per seguire l’estetica del momento. Quello scrigno si è riempito disegnando e stampando le carte d’identità di un vino non ancora Doc ma già famoso. E l’archivio storico non è solamente un tuffo nel passato, ma un patrimonio da valorizzare nel quadro di un sistema economico fondamentale per l’export del Made in Italy.

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NO ALLA GUERRA DEI PREZZI “SENZA QUALITÀ SIAMO FINITI” Ortombina è un vulcano di idee: soddisfatti i clienti, lavora sui propri progetti spaziando dalla comunicazione al design, consapevole che l’originalità è un requisito necessario per tenersi stretto il mercato. “Il 90% delle pubblicazioni è su carta patinata? Bene, e io mi dedico al 10% che rimane. Anche grazie ai produttori di macchine, che si fidano della nostra competenza: con loro ci scegliamo reciprocamente per sperimentare innovazioni e tecniche”. In sintesi: come legare storia e futuro? Idee di valore, ottime materie prime, competenza esecutiva, elasticità commerciale, immaginazione nei materiali e nella lavorazione. E soprattutto nessuna guerra dei prezzi. “Chi non propone qualità è finito: quando accetti un compromesso al ribasso hai già perso”.

Ed è proprio ai calendari che dedica una cura certosina: non li considera solo strumenti per scandire il tempo, ma un insieme di simboli, immagini, colori, numeri e testo in un unico “media” di valore che ci accompagna per un anno intero. Fermare il tempo e raccontarlo è la sfida che Ortombina propone con successo ad aziende e fotografi: tecnica ed estetica vincenti, e spesso grazie a una strategia di co-marketing che soddisfa partner e loro clienti ben oltre i calendari elettronici. Dagli scorci di Verona a Parigi, dalle vigne centenarie alle creature degli oceani “fiocinate” dal fotografo subacqueo Andrea Pivari, per ogni calendario c’è un anno di inchiostri speciali e carte dedicate.


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A OLIOOFFICINA 2017 ARCONVERT

ha presentato The Immaculate Papers by Manter, la sua innovativa gamma di carte autoadesive 100% antimacchia. MILANO, PALAZZO DELLE STELLINE 2-4 FEBBRAIO 2017. Arconvert ha partecipato alla sesta edizione di OlioOfficina Festival, importante appuntamento dedicato al business dell'olio che si è tenuto in febbraio a Milano, a Palazzo delle Stelline, con l’obiettivo di far conoscere agli operatori le possibilità di sviluppo del settore in Italia. OlioOfficina Festival è anche un’opportunità di networking e formazione per

gli operatori della filiera che desiderano aggiornarsi sulle novità tecnologiche e approfondire i temi di maggiore interesse, spaziando dalla produzione alla normativa, dalle strategie di marketing alle dinamiche di mercato, dalla normativa che regola l'etichettatura all'importanza del packaging e tanto altro. In questa occasione Arconvert ha presentato “The Immaculate Papers by Manter”, una innovativa gamma di nove preziose carte autoadesive 100% antimacchia progettate per rivoluzionare il

mondo delle etichette per l’olio, le specialità sottovetro e i cosmetici. Non si tratta di un banale film protettivo che protegge solamente la parte frontale dell’etichetta, ma di un esclusivo “trattamento greaseproof” che viene aggiunto all’impasto della carta e respinge anche le gocce d’olio che aggrediscono l’etichetta attraverso i bordi. Nato in sintonia con una riflessione semantica sull’aggettivo Immaculate

- che richiama il concetto di candore e integrità - il design della gamma risponde ai codici e alle suggestioni visive di una ricercata purezza delle finiture, capaci di evocare nei dettagli l’essenza stessa dell’incorruttibilità e dell’inviolabilità. “La completa assenza di macchie è esattamente quello che ci offre questa meravigliosa gamma di carte – dice la designer Isabel Cabello – e volevo che le etichette contenute in questo catalogo evocassero il carattere quasi mistico del bianco più puro e che i dettagli del design e delle finiture di

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IN BASSO A SINISTRA: Laid Corolla White Greaseproof: Stampa offset a tre colori nero, oro e Pantone 7465C + Stampa in lamina a caldo Kurz 377 + Stampa in lamina a caldo argento opaco + Rilievo serigrafico IN BASSO A DESTRA: Coated Premium Greaseproof: Stampa offset a tre colori nero, oro e argento + Stampa in lamina a caldo Kurz 377 + Stampa in lamina a caldo argento opaco + Rilievo serigrafico IN ALTO A DESTRA: Tintoretto Ivory Greaseproof: Stampa offset a 2 colori nero e oro + Stampa in lamina a caldo Kurz 385 + Stampa in lamina a caldo argento opaco + Rilievo a secco

stampa fossero così minuziosi ed elaborati da ricordare l'antica arte religiosa dei Visigoti e le forme geometriche della gioielleria contemporanea." L’attuale Normativa Comunitaria prevede che nei ristoranti non si possano più mettere in tavola ampolle o bottiglie di olio rabboccabili e prive di etichette. Di conseguenza, il produttore di olio deve essere conscio che non solo la bottiglia e l’etichetta devono essere più belle ed eleganti in sintonia con lo stile del ristorante, ma devono anche mantenersi integre e pulite per tutto il

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periodo in cui restano sul tavolo a disposizione dei clienti. Tutto questo per non compromettere l’immagine del ristorante e quella del brand dell’olio. Grazie alle neuroscienze oggi conosciamo l’importanza del packaging nel settore del food & beverage. Proprio come nel mondo del vino, anche in quello dell’olio il packaging può essere utilizzato come strumento di marketing per posizionare il prodotto, promuovere e proteggere il brand, comunicare contenuti (storytelling, caratteristiche organolettiche, abbinamenti culinari, etc.).

Del packaging inteso come strumento per influenzare il comportamento di acquisto del consumatore davanti a uno scaffale carico di bottiglie di olio EVO simili per prezzo, tipologia e livello qualitativo, ha parlato Chiara Tomasi, Marketing Manager di Arconvert Spa, durante la presentazione “Il packaging come strumento di marketing sensoriale” che si è tenuto venerdì 3 febbraio in Sala Leonardo durante OlioOfficina Le Forme dell’Olio. Tra i leader di mercato a livello globale nella produzione di carte e films autoadesivi per l'industria cosmetica, farmaceutica, e ­ lettronica e tessile e per la GDO, Arconvert è il partner ideale per chi cerca textures uniche e preziose per l’esigente mercato del food & beverage. Sfruttando sinergicamente

la preziosità dei frontali prodotti dalla capogruppo Fedrigoni, Arconvert sdogana il concetto di confezione coordinata “etichetta e astuccio/shopper”, elevando il packaging di lusso alla categoria di arte. Arconvert non soddisfa esclusivamente le più elevate esigenze estetiche, ma rappresenta anche lo stato dell’arte dell’innovazione tecnologica del settore, offrendo materiali altamente performanti, che respingono le macchie e garantiscono l'autenticità di marchi di qualità quali Made in Italy, DOP, IGP, etc.

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CORALLO STAMPATO IN BRAILLE PER I VINI GRAFFETTA Progettata da Neom, agenzia di Branding e Packaging Design con sede a Verona, l’etichetta di quattro vini mediterranei della tenuta Graffetta (Nero d’Avola, Hyspa, Grillo, Syrah) si è aggiudicata il Silver Award 2016 del prestigioso Pentawards. La tenuta è stata nell’antichità una barriera corallina immersa nel mediterraneo. Da questa particolare origine impressa nel DNA della terra, i creativi di Neom si sono lasciati ispirare e hanno ‘visto’ il prezioso corallo rosso incontrare una gazza. “Nasce così — è scritto sul sito dell’agenzia — un incontro unico, capace di rompere le barriere del tempo e di donare a questi vini una identità visiva di forte impatto”. Il corallo è stato stampato con un inchiostro braille per dare corpo e tridimensionalità, mentre la gazza è in bianco-nero per enfatizzare maggiormente il contrasto e l’incontro tra i due mondi.

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UN'ETICHETTA IN PIETRA PER I VINI PLOZZA Per il suo nuovo vino Cinquanta | 50, sul mercato dalla seconda metà di gennaio 2017, l’azienda vinicola Plozza ha voluto un’etichetta molto speciale, addirittura stampata su pietra. Non è la prima volta che l’azienda valtellinese sperimenta etichette insolite col desiderio di coniugare la creatività a soluzioni in linea con la natura dei vini e del lavoro svolto dai viticoltori. La casa vinicola di Brusio aveva già realizzato etichette in ottone per il Nº1 – Numero 1, l’oro per il 24K, l’alluminio per l’Intrigo, il titanio per la Sauber F1, il legno per lo 098. Il Cinquanta | 50 è un vino territoriale, di roccia, frutto di una produzione molto impegnativa, un blend che unisce la freschezza del Valtellina con la struttura dello Sforzato, nella misura del 50% e 50%. Quasi a riproporre lo stupore suscitato dalla vista dei secolari muretti a secco che sostengono i ronchi vitati, l’etichetta in pietra è un inno ai terrazzamenti delle vigne valtellinesi inerpicati sui fianchi della montagna. Con l’etichetta del Cinquanta | 50 l’azienda Plozza esprime una sua indubitabile consapevolezza: che i vini e i loro packaging non sono mai avulsi dalla realtà in cui nascono.

DITELO CON VEUVE CLICQUOT Ancora una confezione regalo specialissima per l’ultimo nato della collezione Dites-le avec Clicquot. Il celebrato Rosé Non Vintage, apprezzato nel mondo per il suo aroma di frutti rossi, è proposto dalla maison in una confezione molto speciale pensata come dono per san Valentino. Da sempre audace e innovativo nel packaging, Veuve Cliquot è uno dei brand internazionali più attenti non solo ai materiali e al design delle confezioni, ma anche alla ricerca di soluzioni creative di volta in volta più effervescenti. Qui l’idea è giocata sul bisogno

di veicolare un messaggio d’amore. Tirando il cordino arancione su packaging del Clicquot Flag, l’innamorato può scrivere un messaggio d’amore o una dedica, che lei ( o lui) leggerà sollevando a sua volta la bandierina. L’effetto sorpresa è garantito. Non è la prima volta che Veuve Clicquot sperimenta la personalizzazione dei suoi packaging. La serie è cominciata con Clicq'call che permetteva di registrare un messaggio vocale e Clicquot Message personalizzabile con piccole lettere auto collanti.

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