Wide, n. 37, Gennaio - Febbraio 2018

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Textile - Interior - Decorative OOH - Industrial & 3D

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N. 37 GEN - FEB 2018 €8,00 STRATEGO GROUP 20090 Segrate (MI) via Cassanese 224

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I Power Sponsor sono aziende che hanno scelto di accompagnare Wide nel suo percorso editoriale 2018, garantendo una continuitĂ di impegno nel dialogare con la redazione e nel favorire il trasferimento tecnologico verso il mercato. Attraverso case history, news tecnologiche, interviste al proprio interno e a clienti rappresentativi, si proporranno quali driver di informazioni ‘powerful’ nelle diverse sezioni della rivista.

KIIAN digital AGFA EURMOMA J-TECK3



sommario Wide trentaseTTE

speciale textile scenari di mercato: l’innnovazione tecnologica

textile - interior - Decorative ooH - industrial & 3D

come driver di crescita del settore tessile pag 14 sor on sp inchiesta: digital textile, la rivoluzione raccontata dai suoi protagonisti pag 19 tecnologia: non solo fashion, il textile printing trasforma la comunicazione visiva pag 24 l’insider: ABS GRoup, il tessuto si fa architettura e comunicazione pag 30 l’insider: copicad, le sfide nello sportswear pag 32 spazio green: standard 100 by oeko-tex, cosa cambia nel 2018 pag 36 spazio designer di fulvio alvisi: emozione e bellezza, la creatività supera le ‘macchine pensanti’ pag 38 eventi: dalla heimtextil di francoforte pag 39 news: valorizzare il textile printing pag 42

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N. 37 GEN - FEB 2018 €8,00 STRATEGO GROUP 20090 SEGRATE (MI) vIA CASSAnESE 224

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decorative l’imballaggio secondo eataly

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dev’essere intelligente, economico, riciclabile pag 46

out of home scenari: l’ooh si veste di verde pag 50 aifil informa: curve fotometriche, come usarle pag 54

interior focus: hotel, bar, ristoranti

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cinque tendenze per il 2018 pag 56

industrial printing è legno o non è legno? kuei mytexture rivoluziona la decorazione digitale industriale pag 62 l’insider: colorzenith dalla fotografia al 3d di grande formato pag 66

eventi fespa space scenari presenti e futuri del signage pag 70 efi connect 2018 il printing nella quarta rivoluzione industriale pag 72

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editoriale paola bonfanti

il paradigma del futuro? passa per l’innovazione ecologica del lusso Dall’innovazione tecnologica all’innovazione ecologica, il passo sembra essere oggi più che mai breve. Non soltanto perché il tema dell’ambiente è in primo piano nei dibattiti dei più svariati ambiti industriali, ma soprattutto perché la coscienza del rispetto del pianeta e di chi lo abita ha fatto – definitivamente – breccia nel mondo della moda e del lusso. Termini quali “eco, sostenibile e green” scandiscono lo storytelling delle griffe sempre più attente all’ambiente, mentre stilisti e imprenditori del fashion sono impegnati a trovare nuovi equilibri tra impatto ecologico, economico e sociale. Fin dalla scelta dei materiali, laddove le texture del lusso contemporaneo nascono dall’incontro tra estetica, sostenibilità e innovazione tecnologica. E così a essere eco non sono solo cotoni organici o lana e viscosa duttili e sostenibili: il leitmotiv è oggi recuperare, riciclare, rigenerare e combattere l’eccesso. Antesignana nel promuovere il binomio glamour e green, la stilista inglese Stella McCartney ha bandito da tempo piume, pelli e pellicce per fare posto a tessuti eco e naturali, dalla catena tracciabile oppure creati a partire da scarti. Connettere l’eccesso industriale con la sostenibilità, garantire lunga vita agli abiti grazie a una scelta mirata di materiali e lavorazioni, ripartire dallo smaltimento degli stock di magazzino: sono i punti chiave del manifesto del brand statunitense Atelier & Repairs, nato con l’obiettivo di “non produrre nulla di nuovo, ma trasformare ciò che esiste”. E vi sono, poi, le eco fibre, tessuti generati dai rifiuti come la Orange Fiber di Ferragamo, prodotta dagli avanzi del succo di agrumi, o NewLife, fibra derivata dal riciclo di bottiglie in plastica, a rappresentare – secondo molti – il futuro. Siamo dunque al punto di svolta? Davvero la sostenibilità ambientale rappresenterà il paradigma dell’innovazione dei prossimi anni? Certo è che nell’approccio contemporaneo della moda, da sempre ispiratrice di stili di vita, etica ed estetica sembrano avere trovato una via comune, fatto impensabile in passato. La tecnologia e il digitale spingono sull’acceleratore e la consapevolezza green cresce anche tra i consumatori. La congiuntura è favorevole e l’incrocio di tali fattori potrebbe plasmare un diverso equilibrio tra persone, pianeta e profitto.

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Per gentile concessione di Phoenix Children’s Hospital; Heart of Jemma

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Tecnologia La nuova piattaforma 3D a colori di HP

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WIDE: crede nella va-

Continua l’evoluzione della tecnologia di stampa 3D di HP. La multinazionale americana ha ampliato il portafoglio con HP Jet Fusion 300/500, una serie low cost destinata alla fabbricazione di parti funzionali di grado ingegneristico full color e in bianco e nero. Oltre a offrire un controllo preciso a livello di voxel, la nuova serie di stampanti 3D Jet Fusion 300/500 vanta un design compatto ed è fornita di una soluzione ottimizzata per i flussi di lavoro e di un sistema integrato e automatizzato di distribuzione dei materiali studiato per migliorare il funzionamento in autonomia, aumentare la facilità di utilizzo e incrementare l’efficienza produttiva. Supporta, inoltre, i tre principali formati di file a colori (OBJ, VRML e 3MF). Proposta con un costo a partire da 50.000 dollari a seconda della configurazione e delle preferenze per il colore, la serie Jet Fusion 300/500 si rivolge ad aziende di design, a team di sviluppo prodotto di piccole e medie dimensioni, a università e istituti di ricerca che vogliano accedere alla tecnologia 3D. “HP si impegna per la diffusione su larga scala della progettazione e della produzione 3D, offrendo nuove possibilità a milioni di innovatori di tutto il mondo”, ha detto Stephen Nigro, presidente della divisione 3D Printing di HP Inc. “Indipendentemente dal settore, dalla complessità del design o dai colori richiesti per le esigenze aziendali – dal nero al bianco fino all’intero spettro della gamma cromatica –, la nuova serie HP Jet Fusion 300/500 consente di realizzare componenti in totale libertà, senza i vincoli imposti dai metodi di produzione tradizionali”. I modelli della nuova serie includono: HP Jet Fusion 340 (bianco e nero) /380 (colori), per i clienti che hanno l’esigenza di creare parti di dimensioni inferiori o che generalmente stampano un numero limitato di pezzi per ogni processo; HP Jet Fusion 540 (bianco e nero) /580 (colori), con un’area di stampa più ampia rispetto alla serie 300, per chi deve produrre componenti di dimensioni superiori o con volumi di produzione più elevati. A livello di supporti, le nuove stampanti 3D vengono proposte con un nuovo materiale, HP High Reusability CB PA 12, che conferisce proprietà meccaniche simili a quelle di HP High Reusability PA 12 utilizzato nelle soluzioni industriali di HP, oltre a supportare materiali simili a quelli studiati per i modelli Jet Fusion 3200/4200/4210. La serie Jet Fusion 300/500 è già disponibile commercialmente, mentre le spedizioni inizieranno a partire dalla seconda metà del 2018.

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I Power Sponsor sono aziende che hanno scelto di accompagnare WIDE nel suo percorso editoriale 2018, garantendo una continuità di impegno nel dialogare con la redazione e nel favorire il trasferimento tecnologico verso il mercato. Attraverso case history, news tecnologiche, interviste al proprio interno e a clienti rappresentativi, si proporranno quali driver di informazioni ‘powerful’ nelle diverse sezioni della rivista.

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Interior Progettare con il neon il design degli interni Dall’impegno nel mondo dell’arte all’apertura di un canale privilegiato nel settore del design: così F/ART, azienda italiana specializzata nel settore della produzione di trasformatori per lampade al neon, punta ad ampliare ulteriormente l’offerta nel 2018. Realtà dalla portata internazionale, F/ART prosegue il percorso di progressiva valorizzazione del neon come strumento di creatività e di décor. A fronte del recente riconoscimento del neon come “fonte luminosa più ecologica in senso stretto, riciclabile e a minor consumo di energia e risorse naturali” da parte dell’ente certificatore statunitense UL, l’azienda non ha esitato a indirizzare questo materiale duttile e plastico anche al mondo dell’architettura d’interni – sia negli spazi pubblici sia negli ambienti privati – per l’illuminazione e la decorazione. L’efficacia luminosa in termini di durata, l’economicità e la qualità della luce prodotta dal materiale – che, a parità di watt consumati da altre fonti illuminanti, crea una luce più diffusa e naturale – sono le altre caratteristiche che hanno contribuito ad accrescere l’interesse per l’utilizzo del neon anche nel settore dell’illuminazione di interni. Tra le proposte di F/ART, una tecnologia per sistemi luminosi, il Catodo Freddo (ovvero il neon), che presenta vantaggi in termini ecologici, economici ed estetici. Alla base, l’abbinamento delle sorgenti luminose a tecnologia a neon con un dispositivo analogico o digitale (opportunamente impostato), che consente di realizzare impianti di illuminazione dotati di efficienza energetica e raffinatezza estetica. Tali progetti sono efficaci nelle prestazioni (fino a 100.000 ore di funzionamento e con una perdita del solo 25% della resa luminosa) e non richiedono interventi di conservazione, mentre l’impiego di materiali totalmente riciclabili in fase di produzione contribuisce ad abbassarne l’impatto ambientale anche in fase di smaltimento. Per le peculiari caratteristiche di luminosità espressiva e adattabilità tecnologica, le soluzioni luminose basate sul neon si rivelano strumenti ideali per progetti indoor e outdoor di architetti e designer. Tra le proposte di F/ART, la linea /LIGHT è dedicata ai professionisti della progettazione per impianti illuminotecnici personalizzati e si accompagna a un servizio volto a rispondere alle più svariate esigenze progettuali e tecnologiche. Il 2018 all’insegna dell’interior decoration segue a un 2017 che ha visto F/ART impegnata sul fronte dell’arte e del design. Per promuovere la creatività del neon, l’azienda è stata sponsor dell’insegna disegnata da Palomba Serafini Associati per Driade al Salone del Mobile, dell’installazione di John Dill al Museo Archeologico di Napoli, dell’opera di Marotta & Russo esposta a M-O-DU-S, evento collaterale della Biennale di Venezia, dell’insegna Piper disegnata da Leonardo Sonnoli ad Artissima 2017, della mostra dedicata agli ambienti di Lucio Fontana all’Hangar Bicocca di Milano. Inoltre, è stata promotrice di diverse iniziative organizzate in collaborazione con AIFIL (Associazione Fabbricanti Insegne Luminose) per sensibilizzare la filiera del mercato nazionale sul valore artistico delle insegne al neon.

Agfa Graphics aggiunge una nuova stampante ibrida wide format alla famiglia Anapurna LED per i professionisti del sign & display. Si tratta di Anapurna H1650i, un sistema di stampa più compatto nelle dimensioni e con larghezza di 1,65 metri. Concepita e progettata come strumento di produzione accessibile e conveniente, Anapurna H1650i coniuga la più recente tecnologia a led all’output di alta qualità che contraddistingue i prodotti Agfa Graphics.

Il nuovo sistema ha esordito lo scorso febbraio alla fiera C!Print, a Lione (Francia). Come la sorella maggiore – Anapurna H2050i LED – la nuova Anapurna è in grado di stampare su materiali rigidi e flessibili tramite la polimerizzazione a led, offrendo un costo di gestione più basso. A ciò si aggiungono la qualità degli stampati di Agfa Graphics, la tecnologia a dispersione “thin ink layer”, che permette di risparmiare inchiostro, e l’affidabilità nella stampa dell’inchiostro bianco, il tutto a fronte di un investimento economico inferiore rispetto ad altre stampanti Anapurna. Dotata di lampade uv led con raffreddamento ad aria che consentono di stampare anche su supporti sottili o sensibili al calore, Anapurna LED offre numerosi vantaggi, tra i quali un basso consumo di energia, un’ampia gamma di applicazioni e una maggiore produttività. Tutti i motori di stampa sono gestiti da Asanti, il flusso di lavoro di Agfa Graphics dedicato all’industria del sign and display. www.agfagraphics.com

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power sponsor

AGFA GRAPHICS una nuova anapurna


power sponsor

EURMOMA il 2018? tra sprint fieristico e supporto al cliente

Materiali C’era una volta il PET... oggi è il tempo di Dotty PET Arriva Dotty PET, la nuova pellicola adesiva che coniuga resistenza e semplicità di applicazione, con un occhio di riguardo all’ambiente. Dotty PET si aggiunge alla gamma di prodotti che Guandong, distributore di supporti per la stampa digitale, dedica allo Spot Déco, il nuovo concept della comunicazione in-store.

Da PTE a Milano ad Albergatore Day a Roma, così Eurmoma ha inaugurato la stagione fieristica del 2018. Riportando su entrambi i fronti risultati soddisfacenti. A PTE, la manifestazione milanese dedicata all’oggetto promozionale svoltasi lo scorso gennaio, Eurmoma ha ‘giocato in casa’, a fronte della recente apertura dell’ufficio di Turate (Como), gestito da Maurizio Sironi, responsabile dell’area nord dell’azienda romana. “Con la partecipazione a PTE siamo riusciti a mantenere la nostra nicchia di importanza nel settore di riferimento”, ha commentato Ippolito Bassani, titolare di Eurmoma. “La location di Fieramilano City si è rivelata ancora una volta strategica. Inoltre, il contributo di Maurizio Sironi, specializzato su tutta la gamma di biadesivi Orafol commercializzata da Eurmoma, è stato decisivo e ci ha consentito di stabilire parecchi nuovi contatti. Ed è questa la conferma della bontà della decisione di aprire un ufficio a Turate: una scommessa che col tempo si sta rivelando sempre più vincente”. Da Milano a Roma, dove Eurmoma ha partecipato, in contemporanea a PTE, ad Albergatore Day. Tenutosi nella prestigiosa cornice dell’Hotel Parco dei Principi, l’evento dedicato al settore HORECA ha permesso all’azienda romana di mettere in mostra la propria offerta completa di espositori – in particolare della linea Univers System – e di materiali per interior decoration e riqualificazione ambienti. E se l’inizio del 2018 è stato sprint, il resto dell’anno non sarà da meno. Oltre al continuo impegno fieristico sia su Milano sia su Roma, Eurmoma ha in serbo interessanti novità per quanto riguarda il supporto al cliente, con l’introduzione di nuovi cataloghi prodotto – tra cui un volume dedicato all’offerta di accessori come primer, cutter, spatole, rulli e altro. “Da un lato, l’attenzione al cliente cresce e si diversifica, e, dall’altro, puntiamo sull’implementazione continua della nostra gamma che è davvero sconfinata ed eterogenea”, ha concluso Bassani. www.eurmoma.it

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Abbinando il PET, storico materiale – in forma di film biassiale – caratterizzato dalla grande stabilità dimensionale, alla tecnologia della stesura a punti della colla, il reparto R&D Guandong ha creato Dotty PET, una pellicola adesiva di ultima generazione totalmente insensibile agli sbalzi termici e applicabile a qualsiasi superficie, dal vetro al legno, dal metallo alle pareti. Grazie alle sue caratteristiche, Dotty PET non si deforma e non si ritira, neppure dopo anni, mentre la colla puntiforme assicura un’installazione semplice e veloce, senza grinze e bolle d’aria. Resistente a temperature comprese fra -98°C e +160°C, può essere stampata con tecnologia laser, latex e UV ed è disponibile in versione white matt e clear gloss. Dotty PET, inoltre, strizza l’occhio all’ambiente perché realizzata con una plastica più generosa per il processo di riutilizzo, in quanto consente un risparmio sui costi di smaltimento anche grazie alla minore energia richiesta dagli impianti di riciclaggio. “Il nostro reparto R&D è costantemente impegnato nello studio e nello sviluppo di prodotti esclusivi con l’obiettivo di anticipare le esigenze di un mercato sempre più proiettato verso soluzioni smart, durevoli ed ecosostenibili” ha commentato Fabio Elmi, marketing director di Guandong. “Con Dotty PET abbiamo messo a frutto ancora una volta il nostro know how nel contesto delle nanotecnologie per offrire un prodotto dalle caratteristiche uniche che mette definitivamente al bando rivestimenti difficili da rimuovere, che si deformano nel tempo o con antiestetiche screpolature, per applicazioni che vanno oltre l’in-store promotion”. Tra le possibili declinazioni applicative, Dotty PET si presta in particolare per il rivestimento interno di vetrate e per la window decoration, spesso sottoposta a notevoli sbalzi di temperatura per prolungati periodi.


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NEWS dALLe azienDe

Wide format Durst presenta P5, la nuova generazione di sistemi inkjet Qualità di stampa, produttività, affidabilità, efficienza del workflow e versatilità sono le cinque caratteristiche chiave della nuova piattaforma di stampa – la serie P5 – lanciata da Durst. Il primo modello di questa famiglia, l’ammiraglia P5 250 HS, sarà disponibile per la commercializzazione a partire da aprile. Concepito per una produzione industriale ad alto volume, P5 250 HS offre una produttività del 70% superiore rispetto all’attuale top di gamma, Durst P10 250 HS. Il nuovo sistema di stampa è stato sviluppato sulla base del feedback dei clienti dell’azienda. La nuova piattaforma prevede l’utilizzo di testine di stampa basate su tecnologia MEMS (Micro Electro Mechanical System), ha una produttività massima di 240 mq/h in modalità ‘two pass’, con una qualità offset resa possibile da gocce di inchiostro la cui dimensione si è dimezzata – passando da 10 a 5 picolitri. Parallelamente la risoluzione è stata incrementata del 20%, da 1.000 a 1.200 dpi, i tempi di manutenzione delle testine di stampa si sono ridotti dell’80%, passando da 10 a 2 minuti e anche i tempi richiesti per eventuali cambi di supporto sono drasticamente calati da 60 a 35 secondi. Tra i vantaggi offerti dalla nuova piattaforma, maggiore affidabilità e precisione e qualità costante. A completamento dell’hardware, Durst ha sviluppato un nuovo software, che include un’interfaccia utente molto moderna. La serie P5 comprenderà in totale quattro modelli, di cui i primi tre verranno introdotti sul mercato entro la fine del 2018.

Online printer Emozioni personalizzate nel merchandising di Pixartprinting È online la nuova linea di articoli promozionali personalizzabili di Pixartprinting. L’azienda, tra i principali fornitori di servizi di stampa online a livello europeo, ha scelto di entrare nel mondo del merchandising in risposta a un’esigenza manifestata dagli utenti e in linea con la strategia di mass customisation adottata dal gruppo di Cimpress. I primi articoli personalizzabili sono suddivisi in tre categorie: tecnologia; ufficio e cancelleria; casa e tempo libero. “Una scelta commerciale che nasce dalla volontà di essere fornitore globale capace di soddisfare tutte le esigenze di stampa a trecentosessanta gradi e di rispondere agli input raccolti attraverso il dialogo trasparente con i clienti”, ha commentato Federico Gonzalez, marketing and sales director di Pixartprinting. La prima release comprende oltre 50 prodotti con migliaia di combinazioni: apribottiglie, porta biglietti da visita, penne, ombrelli, borracce, tazze, per citarne alcuni. Oggetti di uso quotidiano che, se brandizzati, si trasformano in piccoli media di comunicazione da utilizzare in eventi, fiere, manifestazioni, ma anche nella vita di tutti i giorni. La nuova interfaccia utente – sviluppata ad hoc – agevola la scelta delle caratteristiche (colori e varianti) del prodotto. “Abbiamo già programmato successive fasi di ampliamento dell’offerta che verrà messa a punto anche in base ai feedback del mercato. Siamo certi che la proposta sarà molto apprezzata, soprattutto dagli addetti ai lavori che potranno più facilmente aumentare i loro volumi accedendo alle migliori promozioni previste dal programma PixartPRO”, aggiunge Gonzalez. Pixartprinting arricchisce ulteriormente il catalogo, che ad oggi conta oltre 400 referenze e 3 milioni di combinazioni possibili. La personalizzazione dei nuovi prodotti verrà realizzata con le tecnologie di stampa più idonee ai diversi materiali e ai relativi ambiti di utilizzo, dalla serigrafia alla tampografia (a uno o a due colori) passando per la stampa digitale, l’incisione laser e la sublimazione.

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NEWS dALLe azienDe

Materiali 3B BOND, la gamma di pannelli per la visual communication Si chiama 3B BOND il brand che rappresenta l’intera gamma di pannelli di B&B Systems, azienda lucana specializzata nella fornitura e nella lavorazione delle materie plastiche. I pannelli di B&B Systems sono costituiti da due lamine di alluminio esterne legate a caldo su uno strato centrale più spesso (nucleo) costituito da polietilene a bassa densità. Una pellicola di protezione riveste le due superfici esposte all’esterno. I pannelli – disponibili in opaco/opaco o lucido/opaco – hanno una finitura studiata per la stampa diretta su entrambi i lati. Inoltre, la superficie dei pannelli – liscia e piatta – si presta anche all’applicazione di stampa e adesivi. Ciò permette di ottenere una resa maggiore e una elevata brillantezza dei colori, a vantaggio della comunicazione visiva. I pannelli possono essere utilizzati in ambito di design e cartellonistica e, in base alla destinazione finale, possono essere tagliati, sagomati e piegati.

Tecnologia Flessibile, performante e low cost: è Acuity LED 1600R Un nuovo prodotto per la gamma Acuity di Fujifilm. Si chiama Acuity LED 1600R ed è un sistema di stampa digitale roll-to-roll, ottimizzato per la stampa in quadricromia CYMK, che si propone quale alternativa flessibile e low cost alla Acuity LED 1600 II. Dotata di testine di stampa industriali Dimatix Q-class, Acuity LED 1600R offre quattro canali, con la possibilità di un aggiornamento modulare sul campo fino a otto canali. Grazie alla modalità ad alta densità, è in grado di gestire bobine termosensibili e di stampare elementi grafici vibranti. Queste caratteristiche rendono il nuovo sistema di Fujifilm adatto per applicazioni di retroilluminazione e su vetro. Alla stregua di Acuity LED 1600 II, inoltre, garantisce una produttività fino a 33 mq/ora. Acuity LED 1600R produce bassi livelli di calore e vanta un avvio istantaneo, lampade uv led di lunga durata, nessuna emissione di ozono o COV e un solo prodotto di consumo, l’inchiostro. Un inchiostro che rientra nella nuova gamma Uvijet RL prodotta da Fujifilm Specialty Ink System, disponibile in CMYK e CMYK più magenta chiaro e ciano chiaro. “Fujifilm ha instaurato forti rapporti commerciali grazie ad Acuity LED 1600, prima, e Acuity LED 1600 II, in seguito, con circa mille installazioni in tutto il mondo”, ha commentato Tudor Morgan, segment manager Sign & Display di Fujifilm Graphic Systems Europe. “Per consolidare questo successo, ora proponiamo un modello a basso costo ma altrettanto robusto, Acuity LED 1600R, che può rappresentare un’eccellente opportunità di investimento per gli stampatori interessati a produrre lavori di esposizione grafica di alta qualità e in grande formato; il tutto senza pregiudicare le eccellenti performance di Acuity LED 1600 II”. Presentata ufficialmente lo scorso febbraio a C!Print di Lione, Acuity LED 1600R è disponibile commercialmente dal 1° marzo.

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speciale textile a cura di paola bonfanti

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textile scenari

Il settore tessile rimane sulla cresta dell’onda. La trasformazione degli ultimi anni in ambito produttivo e i cambiamenti sul fronte del trend e dei consumi mantengono alta l’attenzione sul comparto. Alla base di questo fenomeno, l’evoluzione della tecnologia, tra sistemi di stampa digitale sempre più performanti, sviluppo di inchiostri e attenzione alle questioni ambientali.

L’innovazione tecnologica come driver Nell’ampio universo del textile printing, i comparti del tessile per abbigliamento e del tessile per la casa si dimostrano variegati e dinamici. La domanda dei consumatori e le innovazioni tecnologiche favoriscono la nascita di imprese nuove o la crescita di aziende già avviate e vi è una continua spinta verso implementazione della produttività e riduzione dell’impatto ambientale. di Ron Gilboa, group director di Keypoint Intelligence.

Quali sono i ‘top trend’ che esercitano un impatto cruciale sull’adozione di tecnologie digitali nei processi di produzione di capi di abbigliamento e di tessuti per l’home textile? Ne abbiamo identificati cinque: • Lo spostamento della produzione regionale dalla Cina ad altre aree, come il Sud-Est asiatico, dovuto al diffondersi del consumismo, allo sviluppo del ceto medio cinese, al generale aumento del benessere economico nel Paese e al conseguente innalzamento dei costi della manodopera. • Il fenomeno della fast fashion, il cui successo crescente comporta la ridefinizione degli standard di efficienza nel time to market e nella produzione. • La concorrenza sempre più spinta tra negozio fisico e retail online, legata alla scelta di molti fornitori di migrare verso un modello di produzione subordinato all’acquisto (ovvero purchase-activated). • Il fenomeno del reshore, che vede il ritorno della produzione nei territori locali e che facilita l’abbattimento dei tempi di risposta alla domanda dei consumatori. • L’evoluzione verso l’industria 4.0. Questo percorso implica la continua adozione di processi di produzione sostenibili – in termini di affidabilità, controlli di qualità, produttività – e attività mirate alla costante implementazione della catena di produzione e distribuzione, attraverso l’utilizzo di sofisticate soluzioni di gestione del ciclo di vita del prodotto (PLM) e di automazione.

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Dal textile all’industria della moda Uno sguardo complessivo all’industria tessile ci mostra un comparto che nel 2016 ha generato un giro d’affari pari a 667 miliardi di dollari e per il quale si prevede una crescita del 5% nei prossimi cinque anni. Secondo i dati di Marketing Research, l’83% del valore deriva dai tessuti e il 17% dai filati. L’analisi della distribuzione geografica dell’industria tessile evidenzia, inoltre, uno spostamento degli equilibri tra i Paesi di produzione (Figura 1). La Cina e l’Unione Europea mantengono la leadership nell’esportazione del tessuto. Tuttavia, mentre l’UE conserva un trend di crescita – pari all’1,1% nel 2016 – la Cina e l’India hanno rallentato, subendo cali rispettivamente quasi del 3% e del 6,5%. A favore di regioni emergenti come il Vietnam e il Pakistan, che sono cresciute di oltre il 9%. Un esame più attento del segmento del retail per l’abbigliamento – il cui valore è attualmente attestato a circa


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textile SCENARI

Il presente articolo è un estratto dell’analisi sull’industria tessile digitale Continued Innovations are Driving Growth di Keypoint Intelligence - InfoTrends. I successivi capitoli della ricerca saranno pubblicati sui prossimi numeri di WIDE.

di crescita del settore tessile Figura 1: WTO 2016, i primi dieci Paesi nell’export dei tessuti Export tessile

Miliardi di dollari

Variazione % annua

Variazione % annua

Cina

Unione Europea

India

USA

Turchia

1,2 trilioni di dollari e al 6% di crescita da Marketing Research – offre un quadro simile (Figura 2). La Cina e l’Unione Europea sono i primi esportatori di capi di abbigliamento, tuttavia l’export cinese sta calando del 7,3% annualmente. L’Europa, invece, continua a vivere una crescita ragionevole. Ancora una volta, i Paesi emergenti – come Bangladesh, Cambogia, Vietnam – stanno crescendo più degli altri. Questo fenomeno di costante crescita dei comparti del tessile per abbigliamento e per la casa può essere in parte attribuito ai progressi nello sviluppo delle tecnologie di produzione, alle innovazioni nella produzione di materie prime (sia naturali sia sintetiche), alla ricerca sul fronte degli inchiostri, e – forse ciò che

Corea del Sud

Pakistan

Cina Taipei Hong Kong Cina

Vietnam

è più importante – alla capacità di personalizzare in massa prodotti che attraggono quantità sempre più ampie di consumatori. Il boom del fenomeno della personalizzazione è evidente negli articoli realizzati su richiesta e offerti sia nei punti vendita fisici sia in quelli online. Soltanto negli Stati Uniti si prevede che i ricavi associati all’abbigliamento e alle calzature passeranno da 72 miliardi di dollari nel 2016 a oltre 123 miliardi nel 2022 (fonte: Statista). La progressiva transizione verso lo shopping online e l’e-commerce è agevolata dalle strategie dei brand owner, che scelgono di adottare processi di produzione innovativi per ridurre il time to market e, in alcuni casi, sviluppano e producono offerte su richiesta.

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textile scenari

Figura 2: WTO 2016, i primi dieci Paesi nell’export di capi di abbigliamento

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Export abbigliamento Variazione % annua

Figura 3: Spesa in abbigliamento pro capite

Spesa pro capite in dollari americani

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Regione

Fattori economici e demografici – quali un generale aumento del benessere economico e il diffondersi del consumismo su scala mondiale – contribuiscono ad alimentare la domanda di tessuti e di capi di abbigliamento in molte regioni del mondo. Lo dimostra anche un indicatore del report del portale Statista che mette in evidenza la previsione di spesa in abbigliamento pro capite da qui al 2025 (Figura 3): si delinea una crescita vigorosa a livello globale, anche tra i consumatori dei Paesi emergenti. Ad esempio, in Cina la spesa in articoli di abbigliamento sarà più che raddoppiata tra il 2015 e il 2025.

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Il tessile e la questione ambientale

L’industria del tessile sta sviluppando nuovi metodi di produzione per soddisfare la domanda in continua crescita. Per questo, è importante considerare l’impatto ambientale del settore, dalla produzione iniziale al fine vita del prodotto. Questo è un argomento vasto che copre una varietà di discipline, tra cui l’aumento di fibre cellulosiche, lo sviluppo di tessuti sintetici a base di petrolio, i progressi nella coltivazione di cotone e le innovazioni nel riciclaggio di PET – volte a consentirne il riutilizzo come parte dei filati di poliestere.


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textile SCENARI

Figura 4: Il riciclo nell’industria del packaging Alluminio 35%

Vetro 33%

L’attenzione all’impatto ambientale di tutta la catena di produzione tessile spinge la ricerca di soluzioni per il riciclo di tessuti (fonte: EDGE).

Tessuti stampati in digitale Sebbene la stampa digitale dei tessuti stia influenzando l’industria dagli anni Novanta, l’ultimo decennio ha visto un forte aumento nell’adozione e nell’utilizzo della tecnologia digitale sia per la produzione di sample o esemplari unici, sia per la gestione di intere produzioni. Secondo un’indagine di Keypoint Intelligence, sono circa 450 miliardi i metri quadrati di tessuto prodotti annualmente, e la maggior parte è tinta. Nel 2016, sono stati circa 36 miliardi i metri quadrati di tessuto stampato e, di questi, sono stati circa 1,2 miliardi i metri quadrati stampati con tecnologia digitale. I principali benefici portati dalla stampa tessile digitale includono maggiore creatività, efficienza nella catena di produzione e un minor impatto ambientale. I designer

Packaging in carta 71% Plastica 13%

di oggi hanno la possibilità di scegliere tra infiniti disegni, colori e fantasie e possono produrre i propri articoli in piccole e grandi quantità nel corso del tempo: ciò implica il sorgere di nuove opportunità non solo per i disegnatori emergenti, ma anche per i marchi già affermati. Nell’ambito dell’abbigliamento, dell’arredamento di interni e del tessile industriale, i tessuti stampati con tecnologia digitale possono aggiungere valore sia in termini estetici sia in termini di funzionalità. Keypoint Intelligence prevede che il mercato della stampa digitale su tessuto raggiungerà un tasso annuo di crescita composto (CAGR) del 19% tra il 2016 e il 2021, superando i 33 miliardi di dollari in valore totale dei prodotti entro il 2021 (Figura 5). Tra i vari comparti del digital textile, il tessile per abbigliamento è quello che vanta la crescita più sostenuta. Crescita legata a fenomeni specifici

Figura 5: Previsione del valore della stampa digitale - 2016-2021

Tessile industriale Valore della stampa

Tuttavia, tali progressi non hanno avuto impatto sufficiente sul fronte del consumo di acqua, laddove il tessile rimane uno dei tre comparti industriali che consumano più quantità di acqua a livello mondiale. La produzione di tessuti della Cina comporta uno spreco di 2,5 miliardi di galloni all’anno. Il processo di produzione di una maglietta e di un paio di jeans – includendo tutti i passaggi, quali la coltivazione del cotone, la tintura del filato, la stampa, la finitura e il lavaggio regolare dei capi – richiede un consumo di circa 5000 galloni di acqua. Inoltre, si stima che circa il 15% dei tessuti prodotti per l’abbigliamento finisca sul pavimento della sala taglio come scarto. Il tema degli scarti e degli sprechi dell’industria tessile e dell’impatto ambientale che ne consegue rappresenta un problema serio e urgente che brand owner in tutto il mondo e autorità locali stanno affrontando, ma siamo ancora lontani da una risoluzione significativa. Eppure una buona notizia c’è e verte sul percorso di transizione della stampa su tessuto verso la tecnologia digitale. Quest’ultima continua a esercitare un impatto positivo sull’ambiente: non solo il processo di stampa digitale consente un risparmio del 90% di acqua rispetto al processo di stampa offset a bobina, ma permette di ridurre la quantità di inchiostro utilizzato e il consumo di energia per il processo di asciugatura. Secondo le stime, lo 0,1% di tutte le fibre raccolte da organizzazioni di beneficenza e programmi di recupero e riciclaggio viene riciclato per la produzione di nuove fibre tessili. Tuttavia, rispetto al riciclo di materiali di imballaggio, è una percentuale insignificante (Figura 4).

Packaging in cartone ondulato 90%

Tessile per décor

Tessile per abbigliamento

Fonte: Keypoint Intelligence

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textile scenari

Figura 6: Le soluzioni per la stampa tessile digitale disponibili sul mercato

Fino a 80 mq/ora

Oltre 80 mq/ora Sistemi di stampa tessile digitale Stampanti single pass

Stampanti single pass ibride

Rispetto alle tecnologie di produzione del settore tessile, Keypoint Intelligence distingue le seguenti categorie di stampa digitale a bobina: sistemi di stampa con produttività fino a 80 mq/ora; sistemi di stampa con produttività superiore a 80 mq/ ora; sistemi di stampa single-pass; sistemi di stampa single-pass ibridi. L’offerta di soluzioni per la stampa tessile digitale si è ampliata negli ultimi anni. Una panoramica dei sistemi di stampa maggiormente utilizzati nelle diverse categorie del tessile è offerta dalla figura 6; tuttavia esistono numerosi altri prodotti non rappresentati qui, che vengono utilizzati in tutto il mondo e contribuiscono alla crescita fenomenale dei volumi di tessuto stampati annualmente.

Fonte: Keypoint Intelligence

quali l’affermarsi della fast fashion, il cambio della stagionalità dei capi – laddove il ricambio delle collezioni è più frequente – e la moda dei capi sportivi. Nonostante il tessile per l’arredamento e il tessile industriale non stiano crescendo con la medesima velocità, le innovazioni sul fronte del pigmento tessile e dei coloranti apriranno nuove opportunità e porteranno i comparti a raddoppiare il giro d’affari entro il 2021.

Figura 7: Previsioni sulle unità di stampa tessile digitale installate nel periodo 2016-2021

Unità installate

Focus sulla tecnologia digitale

Fonte: Keypoint Intelligence

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Secondo una recente indagine di Keypoint Intelligence sul digital textile printing, nel 2016 sono stati installati circa 7 mila sistemi di stampa tessile digitale a livello globale. Un indicatore destinato a superare le 11 mila unità entro il 2021 – per un tasso annuo di crescita dell’11% nel periodo di previsione di cinque anni (Figura 7). I sistemi di stampa a sublimazione – principalmente utilizzati per applicazioni di media e bassa gamma in campionatura o in bassi volumi – sono un supporto a queste unità. Altra categoria, quella dei sistemi di stampa di più alta gamma, che tendono a usare inchiostri reattivi su cotone o su altri tessuti cellulosici. Come evidenziato in precedenza, i sistemi di stampa con inchiostri a pigmento cominciano a penetrare il mercato e sono destinati a trainare la crescita del settore dell’arredamento. Secondo le previsioni di Keypoint Intelligence, la distribuzione del volume annuale della stampa tessile cambierà verso la fine del periodo oggetto di analisi e i volumi di tessuto stampato raggiungeranno quota 3,5 miliardi metri quadrati entro il 2021. Ciò riguarderà principalmente la stampa con inchiostri reattivi e con inchiostri per fibre sintetiche, e in misura minore quella con inchiostri acidi e pigmenti. Allo stesso tempo, l’utilizzo di inchiostri vedrà un tasso annuo di crescita del 23% tra il 2016 e il 2021. È interessante notare che i pigmenti stanno crescendo significativamente e stanno influenzando principalmente le applicazioni decorative. Ad oggi, una piccola porzione di utilizzatori sta implementando le tinture VAT recentemente introdotte.


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textile inchiesta

Foto: Tintoria e Stamperia di Lambrugo

Digital textile, la rivoluzione raccontata dai suoi protagonisti L’Italia ha giocato un ruolo di primo piano nella trasformazione tecnologica dell’industria della stampa su tessuto. Protagoniste del cambiamento sono state le aziende tessili dell’area comasca, storicamente all’avanguardia nella produzione serica. Spinte dalla necessità di arginare il fenomeno dello spostamento dei volumi di produzione verso l’Estremo Oriente e forti del know how creativo e tecnico della filiera, queste stamperie hanno saputo reagire, ristrutturarsi e ripartire. Puntando sulla consolidata vocazione internazionale e sull’evoluzione tecnologica: in meno di vent’anni, la stampa tessile digitale è arrivata a generare ben oltre il 50% della produzione del distretto e il numero delle aziende dotate di tecnologia digitale è oggi decisamente superiore rispetto a quello delle stamperie tradizionali. Nella digital textile valley italiana l’evoluzione verso la stampa digitale è, dunque, un fatto compiuto. Tuttavia, le sfide non sono finite: mentre l’adozione dell’inkjet nel settore tessile cresce anche in altre regioni del mondo, le stamperie comasche continuano a sperimentare – lavorando in forte sinergia con i produttori di tecnologia – per spingere sempre più in là le frontiere applicative della stampa tessile digitale. 19


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textile inchiesta

Mantero vanta tra i suoi interlocutori i principali brand della moda

di alta gamma. Abbigliamento, accessori donna e accessori uomo ne rappresentano il core business. Con oltre un secolo di storia alle spalle e la quarta generazione alla sua guida, l’azienda ha seguito l’evoluzione del mercato, puntando sulla stamperia e accogliendo la sfida della stampa digitale.

Stampa ad alta tecnologia per i tessuti del lusso Antonio Rezzonico direttore di stamperia Giovanna Rubbi quality manager A quasi vent’anni dall’ingresso della stampa digitale nel settore tessile, qual è il bilancio?

tempi di consegna. Inoltre, la tecnologia di stampa digitale ha determinato un livellamento della qualità su scala mondiale: lo stesso file può essere gestito mantenendo inalterate le impostazioni di stampa, pur lavorando su macchine installate in parti diverse del mondo. A fare la differenza sono la preparazione dei tessuti e i processi a valle, passaggi che conferiscono valore aggiunto al prodotto finale e che permettono, se gestiti in maniera puntuale e diretta, di differenziarsi dalla concorrenza.

Dalla sua comparsa a oggi, la stampa digitale ha fatto passi da gigante e il processo di adozione nelle stamperie è stato progressivo e continuo. In Mantero, a livello di volumi siamo arrivati al 70% di produzione in digitale e al 30% con tecnologia tradizionale. Il digital printing ci ha permesso di accrescere la nostra competitività in un settore in continua evoluzione e di allargare il nostro mercato di riferimento, anche Stampa tradizionale e a fronte dei risultati raggiunti in digitale nel settore della moda di fascia alta? termini qualitativi. La tecnologia digitale ha portato benefici anche ai brand della A livello di produzione, fascia alta del mercato, sia in qual è stato l’impatto termini di aumento del numedel digital printing? ro di proposte, sia in termini di L’adozione della stampa immediatezza e di rapidità nel digitale ha avuto un impatto rispondere alle richieste semsulla gestione dell’attività produttiva che, da un lato, si è pre più frenetiche del mercato del fashion e del lusso. Tuttavia, velocizzata e snellita – grazie seppur il digitale abbia conquiall’abbattimento dei tempi stato molti clienti della fascia di incisione, all’eliminazione alta di mercato, la stampa tradidel magazzino dei quadri zionale resta comunque la tecda stampa e alla possibilità nologia di riferimento per realizdi variantare senza limiti zare prodotti di nicchia e qui la sullo stesso supporto – e, differenza in termini di qualità di dall’altro, ha visto aumentare stampa e performance rispetto la complessità legata alla tecnologia digitale è ancora all’organizzazione di un molto marcata. magazzino aggiuntivo per i tessuti per la stampa digitale. Nel caso della stampa transfer Quali i margini con coloranti sublimatici sono di miglioramento del digitale? stati addirittura eliminati i Pur avendo fatto passi da processi a valle della stampa con una drastica riduzione dei gigante, la tecnologia di

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stampa digitale ha ancora margini di miglioramento. Ad esempio, sarebbe auspicabile lo sviluppo di una modalità di stampa con preparazione del tessuto in linea, in quanto consentirebbe di ridurre i tempi di attrezzaggio/ alimentazione delle macchine da stampa. Da un punto di vista tecnologico, c’è ancora spazio per lo sviluppo di testine con maggiori prestazioni in termini di produttività, che consentano alla macchina di lavorare a velocità di stampa elevate, mantenendo comunque alte risoluzione e definizione dei disegni e dei colori.

Ambiente e sostenibilità nell’industria tessile?

I grandi marchi della moda – con le loro scelte strategiche o con l’adesione a campagne ambientaliste – hanno avuto un ruolo rilevante e decisivo nel determinare l’aumento della domanda di sostenibilità all’interno di tutta la filiera tessile. Mantero ha colto questa sfida ricercando soluzioni e processi industriali sempre più attenti all’impatto ecologico. L’azienda ha sentito l’esigenza di porre al top delle priorità la sostenibilità

e ciò ha implicato uno sforzo economico e organizzativo notevole. L’obiettivo è duplice: essere all’avanguardia su temi di sostenibilità all’interno del settore e rispondere a precise esigenze di mercato. A questo scopo sono state intraprese attività finalizzate al costante miglioramento del parco fornitori di sostanze chimiche e all’utilizzo di sostanze non inquinanti. Inoltre, l’azienda si è dotata di una propria MRSL (Manufacturing Restricted Substance List) – nel rispetto degli standard normativi richiesti da organizzazioni no-profit impegnate in campagne a tutela dell’ambiente – e chiede a tutti i fornitori di coloranti e ausiliari, nonché di greggi e di PPS, di rispettarla.

Quali sono stati gli ultimi investimenti?

Abbiamo effettuato diversi investimenti negli ultimi due anni. Dal punto di vista tecnologico, abbiamo potenziato tutti i reparti con nuove macchine da stampa digitali, vaporizzo e lavaggio – per ridurre i tempi di attraversamento del reparto – e, nel finissaggio, con una rameuse dedicata a preparazione inkjet/spianatura ad acqua di tessuti (per evitare contaminazioni di prodotti chimici). Dal punto di vista del processo, abbiamo intrapreso un percorso di ridefinizione e monitoraggio delle varie fasi del ciclo produttivo, a partire dalla gestione dei prodotti chimici. L’obiettivo è quello di arrivare a standardizzare e razionalizzare i cicli di lavorazione dei tessuti per migliorare il tasso qualitativo e di servizio.


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Stamperia di Lipomo è specializzata nella stampa e nel finissaggio per conto terzi. Dal 1960 a oggi l’azienda ha saputo crescere senza sosta, mantenendo salde la matrice familiare, la passione per il mestiere tessile e la sapienza artigianale, e dimostrandosi al contempo attenta all’evoluzione tecnologica. L’adozione della stampa digitale ha consentito all’azienda di rinnovarsi, di sostenere la competitività del mercato e di mantenere il passo con l’evoluzione della domanda.

Digital printing, lo strumento per competere nel textile tessuti e, di conseguenza, da un ulteriore ampliamento dei mercati di riferimento.

Marco Brenna consigliere delegato e responsabile stampa inkjet A quasi vent’anni dall’ingresso della tecnologia di stampa digitale nella produzione tessile, qual è il bilancio?

Il bilancio è senz’altro positivo. Tra le caratteristiche vincenti della stampa digitale, la possibilità di stampare i disegni senza ricorrere all’incisione (e le conseguenti opportunità per stilisti e creativi di diversificare le collezioni), la flessibilità nel produrre anche lotti più piccoli e la riduzione del time-to-market, e dunque la capacità di rispondere rapidamente ai cambiamenti del mercato. Tutto questo, sommato all’implementazione continua della tecnologia, ha spinto molte stamperie verso l’adozione della stampa digitale e ha al contempo alimentato la crescita dell’indotto relativo a coloranti, ausiliari e macchinari tessili di nuova generazione. Attualmente, nell’area comasca – che in questo ambito è stata pioniera – la percentuale di utilizzo della stampa digitale rispetto a quella tradizionale è pari a oltre il 50% e il numero delle stamperie dotate di tecnologia digitale è decisamente superiore rispetto a quello delle stamperie tradizionali – queste ultime sono in calo e si attestano intorno a venti realtà. In sostanza, tutte le stamperie tradizionali si sono attrezzate con un reparto digitale in house, mentre altre stamperie digitali sono sorte in seno a converter, tintorie e fotoincisioni.

Come si configura il settore tra stampa tradizionale e digitale?

Se nella fase iniziale la stampa tessile digitale era, in un certo senso, al servizio della stampa tessile tradizionale, le due tecnologie sono oggi alternative e in concorrenza. La stampa digitale si è ormai affermata quale tecnologia sicura di produzione, non necessariamente più economica, ma certamente valida dal punto di vista della resa e delle performance del tessuto stampato. La stampa tradizionale rimane la tecnologia di riferimento per alcune tipologie di applicazioni; tuttavia il fermento nell’attività di ricerca e la flessibilità acquisita nella gestione del processo fanno pensare che nella stampa digitale vi siano ancora ampi margini di miglioramento.

Come è cambiato nel tempo l’uso della stampa digitale?

Nel corso degli anni, siamo passati dalla realizzazione di prove e di piccoli lotti di tessuto – come fase di preparazione a una produzione di grandi volumi con tecnologia tradizionale – alla gestione in digitale dell’intera produzione, tanto che oggi oltre il 95% dei progetti nati in digitale viene prodotto in digitale. Anche la nostra offerta si è ampliata e siamo ora in grado di coprire quasi tutti i segmenti, dall’abbigliamento alla stampa di foulard e cravatte alla camice-

La sostenibilità nel settore tessile, a che punto siamo? ria, dalla biancheria da bagno all’arredamento. In questo percorso, fondamentale è stata la collaborazione con il nostro partner tecnologico, Epson. Le soluzioni digitali dell’azienda ci garantiscono affidabilità e qualità di stampa di alto livello. Inoltre, ci permettono di utilizzare inchiostri dispersi, acidi e reattivi e di coprire gran parte dei tessuti in passato stampati con la tecnologia tradizionale.

Dove la tecnologia di stampa digitale ha ancora margini di miglioramento?

Attualmente, la sfida si sta spostando sul concetto di personalizzazione delle soluzioni di stampa e di sperimentazione, a livello di singola azienda, di applicazioni inedite e di effetti speciali su articoli nuovi. L’altra sfida interessante riguarda la velocità: le prestazioni in termini di produttività della tecnologia di stampa inkjet alimentano l’espansione dei mercati della fast fashion, dell’arredamento e dell’automotive. In questo contesto, credo che fattori quali la continua ricerca di tecniche di stampa e di applicazioni innovative e la futura esplorazione della stampa in tre dimensioni anche nel settore tessile porteranno all’affermazione di una nuova concezione di stampa digitale, caratterizzata da inediti effetti fashion e funzionali sui

Ritengo che la cultura dell’eco sostenibilità sarà la chiave produttiva dei prossimi anni. Il processo è già iniziato e presto il settore del tessile si orienterà quasi esclusivamente su tessuti e articoli green e a economia circolare. L’introduzione di capitolati tecnici complessi per la sicurezza dei prodotti indurrà le aziende della filiera a formare figure professionali con competenze specifiche in questo ambito e a dotarsi di metodi di controllo aziendali ad hoc per rispondere alle esigenze del consumatore.

Cosa vi aspettate per il futuro?

Negli ultimi due anni abbiamo effettuato investimenti importanti nel reparto stampa, ma anche nei reparti di pre e post stampa per il digitale. Recentemente, abbiamo investito in tecnologie di stampa tradizionale, necessarie per quelle tipologie di applicazioni e per stampe non realizzabili con il digital printing. Per quanto riguarda i prossimi anni, continueremo a investire in ambito di gestione del flusso di lavoro, stampa digitale, sostenibilità. Del resto, tracciabilità e scambio di informazioni interne sono concetti importanti per il prodotto digitale e strettamente legati all’ecologia.

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textile inchiesta

Stamperia Serica Italiana è specializzata nella stampa

e nel finissaggio del tessuto per conto terzi. Fondata nel 1990, vanta un’impronta tipicamente serica e si distingue per la grande attenzione alla qualità del servizio. L’integrazione di un reparto di stampa inkjet ha consentito all’azienda di affrontare le sfide del mercato e di acquisire nuovi clienti nel mondo della moda e del lusso.

La stampa digitale al servizio della moda top di gamma Michela Garnero responsabile della divisione digitale Le stamperie comasche hanno dato il via all’adozione della tecnologia di stampa digitale in produzione. A distanza di quasi vent’anni, qual è il bilancio?

La stampa digitale ha rappresentato per il comprensorio comasco una vera rivoluzione e, come è successo a suo tempo per la stampa tradizionale a macchina, a rotativa o tavolo rotante, grazie alla collaborazione delle stamperie comasche con i fornitori di soluzioni di stampa, la tecnologia ha potuto svilup-

parsi e perfezionarsi, implementando progressivamente le prestazioni. Attualmente, in moltissime aziende la stampa digitale ha sostituito completamente la stampa tradizionale. Nella migliore delle ipotesi, laddove le due tecnologie convivono il rapporto è di circa il 50% – dato che, tra l’altro, rispecchia l’andamento del comprensorio. Naturalmente, il positivo apporto della stampa digitale ha rivoluzionato anche il sistema produttivo delle aziende, comprimendo i tempi di realizzo – a volte in modo eccessivo.

Qual è stato l’impatto dell’adozione della stampa digitale?

Stamperia Serica si rivolge al mercato della moda e dell’alto di gamma. Nella nostra esperienza, la stampa digitale a livello qualitativo è andata a sovrapporsi alla stampa tradizionale. Il nostro mercato di riferimento riguardante le principali griffe mondiali non ha subito modifiche se non nei termini di servizio. Diversamente non sarebbe stato accettato.

Dove la tecnologia di stampa digitale ha ancora margini di miglioramento?

Ritengo che vent’anni di stampa tessile digitale siano ancora pochi per poterci considerare ‘arrivati’ in questo ambito. Vi sono ampi margini per una ulteriore evoluzione della stampa digitale, soprattutto in ambito applicativo in direzione di quelle tecniche di lavorazione oggi realizzabili solo con la stampa tradizionale. In effetti, lo sviluppo della stampa a getto di inchiostro è focalizzato principalmente sull’aumento della capacità produttiva, nell’intento di rendere le macchine sempre più veloci. La stessa condizione si era verificata negli anni Settanta con la stampa tradizionale, salvo poi retrocedere dopo avere constatato che le richieste del mercato per il comprensorio comasco

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non erano indirizzate a grossi quantitativi per disegno, ma piuttosto a grandi frammentazioni con altrettanto numerose proposte.

L’influenza delle tematiche ambientali sul settore tessile?

La sostenibilità ambientale – sia che si tratti di stampa tradizionale sia che si tratti di stampa digitale – è un dato di fatto. Ed è un requisito sempre più richiesto dai clienti e dal mercato, anche nell’ottica di garantire un miglior approccio sociale: di conseguenza, molte stamperie stanno modificando le proprie policy per ridurre l’impatto ambientale dei processi di produzione, migliorare l’ambiente di lavoro e garantire la sostenibilità del prodotto finito.

Quali sono le prospettive di investimento per i prossimi anni?

Il focus dell’azienda rimane la stampa digitale. Facciamo sempre più fatica a mantenere la stampa artigianale manuale in funzione, sia per mancanza di alternativa di macchinari, sia per assenza di ricambio generazionale specializzato. I progetti di investimento riguardano il potenziamento e il perfezionamento della stampa digitale, non in termini di aumento della produttività, ma in termini di consolidamento e – se possibile – di miglioramento qualitativo.


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textile inchiesta

Tintoria e Stamperia di Lambrugo è una realtà storica italiana specializzata nelle lavorazioni di stampa, tintoria e finissaggio su tessuti a navetta in fibre naturali, artificiali e sintetiche per il settore della moda. Attiva principalmente come terzista, segue internamente l’intero ciclo di produzione. Per affrontare le sfide del mercato, ha scelto di avviare una start up digitale che è oggi un reparto all’avanguardia operativo a pieno regime.

Stampa tradizionale, stampa digitale e servizio, il mix per crescere Shanti Rigamonti responsabile del reparto di stampa digitale Le stamperie comasche hanno dato il via all’adozione della tecnologia di stampa digitale in produzione. A distanza di quasi vent’anni, qual è il bilancio?

I grandi cambiamenti del mercato hanno dato una spinta decisiva all’adozione della tecnologia di stampa digitale nel settore tessile e al suo affiancamento alle tecnologie di stampa tradizionali. Rispetto alla fase iniziale – che ha visto la stampa digitale destinata prevalentemente alla campionatura – l’utilizzo di questa tecnologia si è progressivamente spostato anche verso la produzione di campionari industriali. Del resto, negli anni abbiamo assistito a miglioramenti rilevanti e continui della tecnologia di stampa digitale. Tuttavia, rimangono alcune criticità e alcuni limiti significativi – come ad esempio rovesci, barrature, problemi coloristici.

Qual è stato il vostro percorso nella stampa tessile digitale?

L’adozione della stampa digitale risale a tre anni fa: eravamo stampatori tradizionali, ma quando il mercato è cambiato ci siamo resi conto che quelle tecniche di stampa non erano più sufficienti per rispondere con efficacia a una domanda in continua evoluzione e a costi molto contenuti. Per questo motivo, abbiamo deciso di avviare una start up

digitale, all’interno di un’azienda che oggi vanta due reparti di tintoria e finissaggio all’avanguardia. I risultati ottenuti sono incoraggianti – dai due sistemi di stampa digitale dell’investimento iniziale siamo già passati a otto sistemi di stampa complessivi.

Dove la tecnologia di stampa digitale ha ancora margini di miglioramento?

In quanto responsabile del reparto di stampa dell’azienda, mi trovo spesso a confrontarmi con il mercato e con le esigenze della domanda. C’è una grande confusione, sia in termini di prodotto richiesto sia in termini di costo supportato; a tale proposito, non condivido la politica di abbassamento spropositato dei costi – attuata da molti player – in quanto ritengo che porterà inesorabilmente all’impoverimento della filiera. Al contrario, un ottimo servizio – in termini di qualità e, soprattutto, di estrema disponibilità – rappresenta una garanzia di consolidamento e

solidità del rapporto con i clienti. Ed è proprio su questi aspetti che punta la nostra azienda: siamo, infatti, in grado di gestire le campionature nelle 48 ore successive all’approvazione e un servizio di consegna delle stesse in tempi molto rapidi. Mi impegno in prima persona – con il mio team – a fare in modo che tale approccio sia ben conosciuto tra i nostri clienti e venga percepito come costante.

Il tema della sostenibilità ambientale nella policy aziendale?

Nel pianificare gli investimenti in tecnologia digitale, ci siamo orientati prevalentemente verso la stampa digitale a sublimazione, una scelta legata alla nostra policy green. In azienda abbiamo da tempo adottato politiche di riduzione dell’impatto ambientale – quali certificati bianchi, implementazione led light, investimenti in macchinari di ultimissima ge-

nerazione –, tutte scelte che ci consentono di abbassare i consumi di acqua, di energia e di materie prime, e di ridurre in generale gli sprechi.

Quale futuro per la stampa tessile digitale?

Credo che la stampa digitale rappresenti il futuro. Tuttavia, vi sono ambiti – come il mondo della moda di alta gamma – che continueranno a richiedere l’utilizzo di tecniche di stampa tradizionali per determinate lavorazioni. Perché così come si verificano continui ritorni degli stili passati, allo stesso modo anche le tecniche e le tecnologie di stampa non tramonteranno.

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textile tecnologia

L’impatto della comparsa della tecnologia a getto di inchiostro sul settore del textile non ha riguardato soltanto gli ambiti dell’abbigliamento e dell’home décor. Un settore in forte crescita è quello del tessile per adv e comunicazione visiva, che vede aggiungersi al soft signage più tradizionale nuove e innovative applicazioni, sia outdoor sia indoor. Partito a rilento, questo fenomeno sta oggi prendendo piede velocemente, grazie soprattutto allo sviluppo mirato di tecnologie ad hoc che facilitano il processo di adozione da parte dei print service provider. Nelle pagine successive abbiamo raccolto l’opinione dei principali fornitori di tecnologia su questa ennesima trasformazione del digital textile printing.

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Foto: Tintoria e Stamperia di Lambrugo

Non solo fashion: il textile printing trasforma la comunicazione visiva


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textile tecnologia

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tampa tessile è… tutto ciò che viene stampato su tessuto. In altre parole, le applicazioni che attengono al mondo del textile spaziano tra i settori più svariati e comportano requisiti tecnici e tecnologici molto diversi. Con l’avvento della stampa tessile digitale e l’evoluzione della tecnologia inkjet nel corso degli ultimi vent’anni, le carte si sono ulteriormente mischiate. Se l’exploit dell’abbigliamento e della moda è stato sotto i riflettori dell’universo della stampa su tessuto – con il boom della fast fashion e dello sportswear – vi sono altri comparti interessati dal cambiamento sia in ambito di produzione sia in ambito di applicazioni. A essere in crescita è, in particolare, l’utilizzo del tessuto stampato nel mondo della comunicazione visiva e promozionale: accanto alle applicazioni più tradizionali del soft signage – banner, display, flag – aumentano applicazioni quali rivestimenti di edifici, postazioni/installazioni retroilluminate, allestimenti di vetrine e di punti vendita, ambientazioni in retail e pop. Del resto, laddove sono richiesti specifici requisiti di retroilluminazione o illuminazione frontale, visualizzazione diurna o notturna di un cartellone pubblicitario o effetti tipo drappeggio, a offrire la risposta più efficace in termini di prestazioni è proprio il tessuto.

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ttenti a cogliere ogni opportunità del mercato, i fornitori di tecnologia hanno sviluppato, negli ultimi anni, soluzioni sempre più performanti per la stampa su tessuto nell’ambito delle attività di comunicazione visiva e di promozione indoor e outdoor. Tuttavia, il processo di adozione di questa tecnologia è partito a rilento – un fenomeno dovuto, probabilmente, alla complessità del processo di stampa percepita dai print service provider. E se, di fatto, il passaggio all’utilizzo della tecnologia di sublimazione del tessuto richiede una fase di apprendimento, attualmente le aziende di stampa ne hanno colto il potenziale non solo nella cartellonistica, ma anche per applicazioni di nicchia indoor e outdoor e ciò ha dato una svolta al processo di adozione di questa tecnologia. Basta osservare la quantità di bandiere, banner, espositori, cornici, allestimenti fieristici

oppure legati a manifestazioni sportive e aziendali, in varie forme e misure, per farsi un’idea dei livelli di consumo del tessuto e per capire l’importanza che questo materiale ha raggiunto nel mercato dell’adv.

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el resto, i vantaggi legati all’utilizzo del tessuto sono diversi: il materiale è più leggero e maneggevole e, di conseguenza, più facilmente gestibile sia prima che dopo il processo di stampa, e tutte le operazioni di logistica, consegna e installazione risultano più immediate. Leggero e resistente, il tessuto elimina gran parte dei problemi di trasporto legati alla sostituzione dei cartelloni spediti direttamente in loco. E, a proposito di sostituzione, quando il tessuto stampato è abbinato a un sistema di intelaiatura è possibile scambiare con semplicità numerose applicazioni, senza dover necessariamente ricorrere ai servizi di un installatore, e ciò amplia la possibilità di sostituzione della grafica e dei layout.

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uali sono i tessuti più utilizzati in questo ambito? Sicuramente il poliestere, materiale sintetico che garantisce una grande resistenza meccanica e che consente di stampare in sublimazione – la tecnologia di stampa più utilizzata nel settore dell’adv e comunicazione. La tessitura dei tessuti destinati alla comunicazione può essere fatta con telai a maglia (lineare o circolare) o, per gli articoli molto tecnici, con telai ortogonali (più conosciuti come telai a navetta). Le caratteristiche tecniche richieste variano in funzione dell’utilizzo finale. Per le bandiere, oltre al peso leggero è importante avere un’ottima ‘bifaccialità’, in modo che il disegno sia ben visibile da entrambi i lati. Per applicazioni tecniche come le pareti occorre invece una buona copertura per evitare antipatiche trasparenze delle strutture di sostegno. Per i gonfiabili è necessario garantire un’ottima tenuta all’aria, mentre per comunicazioni intelaiate in cornici è basilare avere la giusta elasticità e, nei casi di retroilluminazione, utilizzare tessuti che abbiano un’efficace diffusione della luce.

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textile tecnologia

AGFA GRAPHICS

Paolo Organo

GS/Inkjet product support & marketing

Il punto sul textile printing, in particolare rivolto ad adv e visual communication? Il settore del textile printing è in forte espansione e le richieste da parte dei clienti in tal senso lo confermano. Inizialmente, c’era una maggiore separazione tra i diversi comparti del tessile, apparel, decoration e soft signage. Tuttavia, si sta oggi verificando un avvicinamento, laddove i print service provider attivi nella comunicazione visiva si spingono verso i settori della decorazione di interni e della moda. Allo stesso modo, settori di eccellenza quali la moda e l’abbigliamento sperimentano modelli di business alternativi, basati sull’ecommerce e sulle tecnologie di stampa inkjet. Quali sono i benefici legati all’utilizzo del tessuto in alternativa al pvc? Se inizialmente i consumi di tessuto per la stampa diretta erano limitati alla produzione di ban-

diere e striscioni, oggi – grazie alla tecnologia inkjet sublimatica e non solo – le sfere di utilizzo si stanno ampliando in modo significativo. Molti player della supply chain del tessile – dai creativi ai buyer, dai brand owner ai fornitori di stampa – scoprono il potenziale dei supporti tessili che, a parità di resistenza con il pvc, hanno un peso inferiore, agevolano sia la finitura sia la gestione logistica, implicano costi di smaltimento meno onerosi. Senza dimenticare l’aspetto green, perché i supporti tessili stampati sono più sostenibili dal punto di vista ambientale rispetto ai supporti plastici. A livello tecnologico, quali strategie adottano i fornitori? Anche su questo fronte si assiste a un cambiamento significativo. In passato, la maggior parte dei fornitori di tecnologia adattava le proprie soluzioni di stampa già sul mercato per derivarne versioni adatte al soft signage. Con

la nuova attenzione per il tessile, le strategie sono state riviste e i sistemi di stampa di ultima generazione destinati alla produzione di applicazioni di comunicazione visiva su tessuto sono concepiti, progettati e sviluppati in modo autonomo e dedicato.

anti-muffa, impermeabilizzazioni, resistenza al fuoco e così via. Questa varietà di proposta contribuisce a rendere il poliestere sempre più versatile e a confermarlo come materiale di riferimento per il tessile per adv e comunicazione.

E per quanto riguarda inchiostri e materiali? Gli inchiostri per adv e visual communication più diffusi sono quelli a base acqua, in quanto garantiscono livelli di brillantezza e resistenza impareggiabili. E rappresentano il match perfetto per le esigenze delle applicazioni per questo segmento. Tra i materiali, il poliestere continua a giocare un ruolo fondamentale nel settore. A fronte del grande lavoro di ricerca e sviluppo dei produttori, l’offerta è stata arricchita con tessuti implementati nelle caratteristiche intrinseche – maggiore resistenza meccanica per la realizzazione di tensostrutture, finiture specifiche, trattamenti

Qual è il vostro target nell’ambito del tessile per adv e graphic communication? Agfa ha presentato a FESPA 2017 Avinci DX3200, un sistema di stampa roll to roll inkjet sublimatico dedicato al settore del soft signage. Questa soluzione si rivolge alle aziende di stampa attive nel sign&display tradizionale e intenzionate ad ampliare l’offerta verso i buyer, sempre più esigenti e creativi, con l’obiettivo di consolidare il posizionamento sul mercato. Inoltre, più in generale, vogliamo rivolgerci a tutti i print service provider interessati ad approcciare il mondo della stampa su supporti tessili.

grande formato, estremamente attenti alla resa perfetta di forme e colori.

utilizzati in questo ambito? Ci sono tessuti perfetti per l’outdoor, sviluppati con proprietà specifiche – impermeabilizzati, idrorepellenti e così via. E ci sono tessuti perfetti per l’interior design come tutti i tipi di cotone, il velluto, il misto lino. Direi che non ci sono esclusioni per la stampa digitale su tessuto; la reale differenza sta nella precisione di stampa e, a monte, nella tecnologia applicata. La stampa digitale è perfetta perché apre gli orizzonti creativi e consente ulteriori sviluppi.

ALEPH

lessandro

A

CEO

Manes

Quali potenzialità individuate nel settore del tessile per la comunicazione visiva? Stiamo dedicando molte risorse al tessile per la comunicazione visiva e il soft signage. Il nostro dipartimento di sviluppo si è ampiamente focalizzato su questo settore lo scorso anno, in concomitanza con l’apertura di canali esclusivi di distribuzione sui mercati internazionali dove la necessità di stampa su grandi formati per l’adv è già una realtà consolidata. La presenza di Aleph come espositore a SGIA2017 ha decretato il nostro ingresso nel mercato del soft signage negli USA permettendoci di presentare la nostra tecnologia agli operatori più esigenti di questo segmento. Quali sono i benefici del tessuto rispetto al pvc? Il pvc è un supporto ancora molto utilizzato per la comu-

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nicazione, sia in interno che in esterno. Rappresenta la scelta ideale laddove occorre lavorare su supporti rigidi, di un certo spessore e/o adesivi. Il tessuto costituisce l’alternativa sostenibile al pvc e consente di raggiungere un livello più alto di resa – ovvero di conferire un aspetto all’immagine stampata meno artificiale, più autentico. Il tessuto è più versatile, piacevole alla vista e al tatto ed è utilizzabile sia in esterno che in interno. L’unico ‘minus’ è la durata, ma se la comunicazione visiva ha bisogno di uno strumento sofisticato, il tessuto è ciò che può renderla davvero attraente e unica. In questo senso abbiamo sviluppato la versione 340 del nostro prodotto di punta, LaForte Fabric, presentata alla recente edizione di Heimtextil a Francoforte, dove abbiamo incontrato numerose aziende impegnate nella realizzazione di prodotti di interior design di

Quali sono le tecnologie di punta destinate al textile per adv e graphic communication? La stampa inkjet su tessuto, con inchiostri pigmento o sublimatici diretti, è la tecnologia attualmente più in uso nonché quella che consente una maggiore semplificazione del processo di stampa e una resa perfetta per dare ampio sfogo alla creatività e all’originalità dei designer. Puntando sempre di più sulla visual communication, Aleph ha sviluppato, in questo ambito, la stampante LaForte che ad ogni nuova release porta ulteriori potenziamenti sia in termini di controllo della performance di stampa che di velocità e formati. E quali i tessuti destinati a essere maggiormente

Qual è il vostro target nel tessile per adv e graphic communication? Ci rivolgiamo espressamente a medie e grandi aziende che operano nel settore del soft signage a livello internazionale, ma non solo. Il nostro business è in crescita anche nel settore del fashion, nonché nel contract e nell’interior design.


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textile tecnologia

ATPColor

oberto

Martellono

R

Managing director

La stampa tessile per il settore della comunicazione visiva è in crescita: il tessuto sostituirà il pvc? Ritengo che sia più corretto parlare di mercati diversi. La stampa su tessuto non sostituisce la stampa su telo di pvc, ma rappresenta un nuovo mercato, caratterizzato da dinamiche completamente distinte. Parlando, ad esempio, di soft signage, rientrano in questo segmento tre diverse e distinte tipologie di applicazioni di stampa: le bandiere su tessuto nautico; la comunicazione a luce riflessa o frontlit; la comunicazione retroilluminata o backlit. La stampa su pvc è principalmente rivolta al frontlit, specialmente sul largo formato (3 e 5 metri), mentre difficilmente trova impiego per frame di comunicazione in qualsiasi centro commerciale. Vi sono, poi, altri mercati afferenti alla stampa tessile, quali stampa su tessuto-non-tessuto o su mesh di poliestere, che potrebbero essere avvicinati dal pvc ma ne

sono esclusi per ragioni sia di costo sia di ‘maneggevolezza negli allestimenti’. Quali strategie mettete in campo per potenziare la vostra presenza in questo segmento? ATPColor è storicamente presente in questo segmento di mercato con soluzioni specifiche, mirate a rendere il flusso di produzione estremamente semplice, efficiente ed efficace. Con l’aumentare delle richieste, aumentano anche le esigenze in termini di velocità, qualità e formato massimo di stampa. Del resto, la tecnologia deve guardare ai mercati seguiti dal cliente e offrire una prospettiva per i possibili scenari futuri: per questo ATPColor punta a mettere a disposizione un ampio portafoglio di prodotti, con un ricco ventaglio di alternative che possano rispondere a livello sartoriale alle esigenze del singolo interlocutore. Ritornando al potenziale del tessuto non tessuto, abbiamo recentemen-

te sviluppato una soluzione che stampa su questo materiale in quadricromia con colori fluorescenti, termofissa i colori e taglia in linea le stampe, garantendo efficienza in un mercato estremamente competitivo. Quali sono le tecnologie di punta destinate al textile per adv e comunicazione visiva? Ci sono oggi due fattori dominanti: un’ovvia tendenza e una predisposizione positiva verso tecnologie in grado di offrire la massima qualità di stampa con velocità molto sostenute. In questo ambito, sono le tecnologie basate su teste di stampa industriali, quali Ricoh Gen5 o Kyocera, a rispondere al meglio a tali richieste, perché in grado di offrire risultati di qualità, ma anche solidità. A livello di materiali, qual è la vostra policy? I nostri sistemi di stampa sono prevalentemente dedicati al mercato del poliestere. Vi sono

sviluppi interessanti nell’ambito del tessuto non tessuto di poliestere per applicazioni che spaziano dalle borse shopper ai pettorali da gara, passando per gli striscioni per eventi sportivi. Si tratta di mercati nuovi e che nulla hanno a che vedere con i mercati tradizionali del signage. Si affacciano al mercato tessuti di poliestere fonoassorbenti e sistemi con frame integrati con sistemi audiovisivi, tutte applicazioni estremamente interessanti. Qual è il vostro target? Nel nostro portfolio prodotti ci sono soluzioni di stampa integrate con sistemi di termofissazione – con calandra riscaldata a contatto, sistemi di taglio e sistemi di cucitura. Si tratta di soluzioni abbastanza complete rivolte ad aziende già attive nel largo formato e interessate a nuove soluzioni specifiche per il mercato tessile. Generalmente le nostre soluzioni sono destinate a clienti con un parco macchine da stampa relativamente ampio, variegato e complesso.

Epson

enato

Sangalli

R

Sales manager prodotti pro-graphics

Come cambia il settore della visual communication? La comunicazione è in continuo movimento perché deve stimolare costantemente la domanda. Attualmente, prevale tra le aziende di stampa l’esigenza di personalizzazione di superfici e oggetti – esigenza che si traduce in richiesta di flessibilità delle macchine e inventiva da parte del fornitore del prodotto. Come fornitori di tecnologia digitale, osserviamo e monitoriamo questi trend e orientiamo la nostra ricerca verso tecnologie, supporti e inchiostri che rispondano alla domanda del mercato. Tessuto o pvc, quale prevale nel textile per adv e visual communication? Il trend di crescente spostamento della domanda dal pvc ai tessuti per il soft signage è, a mio avviso, principalmente

legato a due fattori: la qualità dei tessuti (accompagnata da una percezione tattile e di effetto decisamente superiore) e una maggiore responsabilità collettiva verso l’ambiente, laddove il pvc è associato al mondo delle plastiche e percepito come non eco-compatibile. Quali sono le tecnologie di punta per questo mercato? La stampa a getto d’inchiostro – abbinata alle nuove formulazioni chimiche – guida la crescita del settore grazie all’ampia gamma di possibilità di applicazione e alla flessibilità nei materiali e nelle finiture. In particolare, cresce l’utilizzo della tecnologia inkjet a base acqua per stampe di lunga durata da interno; ecosolvent per stampe da esterni e per decorazione su materiali non cartacei; a sublimazione per tessuti in poliestere e per l’oggettistica;

a pigmento per la stampa diretta su cotone; UV per i supporti più difficili, anche rigidi. Le possibilità sono vastissime. Un settore particolarmente in crescita, grazie ai costi sempre più contenuti e alla grande diffusione di servizi online, è quello della stampa a sublimazione: indipendentemente dal fatto che il prodotto finale sia un materiale rigido (piano o tridimensionale) o tessile (dalle magliette ai tessuti per l’arredo), guadagna quote di mercato e sostiene la domanda. E dal punto di vista di inchiostri e materiali? La tipologia dell’inchiostro riveste un ruolo fondamentale nella combinazione con il supporto di stampa. Nonostante vi sia oggi la tendenza a cercare un’unica tecnologia e un unico inchiostro per molteplici applicazioni, ritengo si tratti di una chimera.

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In generale, ogni applicazione richiede inchiostri e attrezzature specifiche. Per questo, per il futuro prevedo un ampliamento della gamma degli inchiostri. Per quanto riguarda i supporti, ci è capitato di trattare e sperimentare molti materiali nuovi – sia direttamente sia attraverso le attività dei nostri rivenditori – nell’ottica di raggiungere risultati di elevata qualità. Qual è il target di Epson? Il nostro obiettivo è affermarci come primario fornitore di tecnologia inkjet per la stampa in tutti i settori di applicazione. Ciò vale anche per il mondo dell’adv e della comunicazione grafica, dove puntiamo sui grandi clienti con alti livelli di produzione, ai quali offriamo soluzioni affidabili e complete, composte da hardware, software, garanzie e pacchetti di fornitura di inchiostro a consumo.


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textile tecnologia

Durst

lberto

Bassanello

A

Direttore vendite Italia

Quali potenzialità individuate nella stampa tessile per la comunicazione visiva? A livello mondiale, si registra un continuo incremento del textile printing. Questa crescita è favorita soprattutto dalla possibilità di utilizzare inchiostri a base acqua, quindi a minor impatto ambientale, dall’eleganza del prodotto finito e dall’opportunità di stampare a costi sempre più bassi, considerando l’intero processo produttivo. Di conseguenza, l’interesse di Durst verso questo segmento è molto alto e lo dimostrano le strategie di sviluppo messe in campo in questi anni, che hanno visto il costante ampliamento della serie Rhotex, sistemi di stampa industriale dedicati a soft signage, adv e graphic communication. Come si posizione l’Italia rispetto a questa tipologia di textile printing? Rispetto al trend mondiale, l’Italia è ancora un mercato dal grandissimo potenziale perché la spinta verso il sublimatico e verso il tessile per il soft signage non è ancora “scoppiata”. Ri-

teniamo si tratti di un processo che avrà luogo nei prossimi anni, di conseguenza la nostra attenzione è massima. I segnali sono molto incoraggianti, con aziende italiane che hanno già iniziato a investire nel soft signage scegliendo macchine di punta come Rhotex 500 recentemente installata da ABS Group e Rhotex 320 e 322 già in funzione presso player altrettanto rinomati.

tecnologico nel settore della stampa tessile ha permesso di risolvere eventuali difficoltà inizialmente riscontrate in termini di finissaggio finale, cucitura e dimensione massima dei supporti stampabili. E se in origine sul mercato erano disponibili stampanti dalle prestazioni non propriamente industriali, oggi la produttività e la qualità di stampa sono in costante miglioramento.

I vantaggi legati all’utilizzo del tessuto in alternativa/sostituzione del pvc? I benefici legati all’utilizzo del tessuto sono indubbiamente numerosi e vanno dalla varietà dei supporti disponibili alla salubrità ed eco-compatibilità degli inchiostri base acqua. Ma sono soprattutto caratteristiche quali l’eleganza e la bellezza di questo materiale rispetto al classico pvc, la sua facilità di montaggio e di gestione, il peso ridotto e la conseguente riduzione dei costi di imballaggio e spedizione ad avere contribuito al successo di questa applicazione. Non dimentichiamo, inoltre, che negli ultimi anni lo sviluppo

Quali sono le tecnologie di punta per textile per adv e graphic communication? Le tecnologie proposte da Durst per il soft signage sono i modelli della Serie Rhotex, una gamma completa di sistemi di stampa diretta e transfer in grado di rispondere efficacemente alle esigenze del mercato. Tutte le stampanti Rhotex, dalla 322 alla 500, assicurano massima qualità, produttività industriale ed estrema semplicità d’uso. Inoltre, le prestazioni della serie Rhotex sono ulteriormente incrementate dall’utilizzo degli inchiostri dispersi base acqua sviluppati internamente da Durst e formulati specifica-

zione visiva su tessuto. Non credo si tratti di una questione di costi, ma di un fenomeno legato ad abitudini e mode: il nostro Paese non ha ancora recepito questa tipologia di comunicazione, che trova invece molto seguito in Paesi come Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Francia, ad esempio. Siamo a uno stadio iniziale: si cominciano a vedere le prime applicazioni negli aeroporti.

transfer, che prevede la stampa su carta e il successivo trasferimento su poliestere. Tuttavia, l’industria si sta concentrando sullo sviluppo di soluzioni di stampa diretta su poliestere, un trend interessante in quanto questa tecnologia consentirebbe di utilizzare inchiostri a base acqua, e dunque più ecologici e più adatti all’utilizzo nel décor degli interni rispetto agli inchiostri UV.

Quali sono le tecnologie di punta destinate al textile per adv e graphic communication? Bisogna partire dal tessuto. Il più utilizzato in questo ambito è il poliestere e, di conseguenza, la tecnologia di punta è quella

Quali sono i vantaggi legati all’utilizzo del tessuto rispetto al pvc? Un supporto come il tessuto offre sicuramente vantaggi a livello di trasporti e di logistica, in quanto la gestione è meno

mente per la stampa digitale su poliestere o su carta transfer, un binomio vincente. E per quanto riguarda i materiali? Attualmente, i tessuti stampabili in digitale devono necessariamente essere in poliestere o misto poliestere. Caratteristica distintiva della Rhotex 325 è la capacità di combinare in un unico sistema sia la tecnologia di stampa diretta su tessuto sia quella indiretta su carta transfer. Procedimento, quest’ultimo, che permette di ampliare la gamma di prodotti tessili sui quali andare a trasferire l’immagine. Su quali tipologie di aziende di stampa puntate maggiormente? Durst si rivolge con la stessa attenzione a tutte le tipologie di clienti interessati a estendere l’attività implementando la stampa tessile. Si tratta in genere di aziende con esigenze produttive abbastanza elevate e particolarmente attente all’efficienza, al contenimento dei costi e alla qualità di stampa.

EFI Reggiani

Michele Riva

Direttore vendite e marketing

Come cresce il segmento della stampa tessile per adv e comunicazione visiva? Si tratta di un segmento molto dinamico a livello internazionale. L’utilizzo della stampa su tessuto per applicazioni di adv e comunicazione visiva sta crescendo in modo esponenziale, soprattutto nel mondo del signage per gli interni – pensiamo ai backlit e in generale alla segnaletica nei grandi centri commerciali. In questo quadro, l’Italia si distingue dagli altri Paesi. Vuole approfondire questo aspetto? Sul mercato italiano, non c’è ancora grande richiesta di applicazioni di adv e comunica-

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onerosa e più semplice e ottimizzata. Da un punto di vista tecnologico, la stampa su pvc prevede l’utilizzo di inchiostri UV, mentre la stampa su tessuto si può realizzare con inchiostri a base acqua. Un aspetto oggi cruciale, in quanto il tessuto risponde in questo modo alla notevole attenzione del mercato verso il rispetto dell’ambiente e dei valori di eco sostenibilità.


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textile tecnologia

Roland DG

osimo

Malvaso

C

Textile specialist

Tessuto versus pvc: qual è il trend nel settore della comunicazione visiva? L’utilizzo del tessuto come alternativa al pvc in ambito di adv e comunicazione visiva comporta molteplici vantaggi. Dal punto di vista estetico, l’impatto visivo è molto più efficace – grazie ai colori vividi e accesi. Dal punto di vista logistico, le operazioni di gestione del materiale e di trasporto sono più immediate, oltre che più economiche, e l’allestimento risulta più semplice (pensiamo alla facilità di montaggio di un retroilluminato in tessuto rispetto a uno in pvc). Dal punto di vista green, i tessuti in poliestere sono riciclabili al 100%, il loro smaltimento è meno complesso e l’impatto ambientale è ridotto. A fronte di tutto questo, si registra una tendenza – a livello mondiale – a ridurre l’utilizzo del pvc.

Cogliendo questi trend, Roland DG è impegnata a stabilire partnership mirate, volte a offrire agli artigiani tecnologici intenzionati a intraprendere la strada del tessuto soluzioni complete e funzionali. Ciò significa che il tessuto arriverà presto a sostituire il pvc? Seppur si parli già da qualche anno della stampa tessile come alternativa ecologica al pvc, il processo è stato rallentato da due fattori: le difficoltà legate alla finitura – sono pochissime le aziende in grado di dotarsi di sofisticate macchine da cucire per orlare i tessuti o cucire i gommini – e il costo dell’investimento sommato alla disponibilità di spazi adeguati. Mentre l’investimento in una macchina da stampa UV si limita all’acquisto del sistema, l’investimento

in una soluzione di digital textile implica l’acquisto di un plotter per la stampa e di una pressa o di una calandra per il trasferimento. L’attuale aumento dell’interesse per le soluzioni di digital textile è legato – non a caso – al calo dei costi di investimento e di gestione (a fronte dei vantaggi logistici appena descritti). Quali sono le tecnologie di punta per il textile per adv e graphic communication? Per la stampa tessile, Roland DG propone la serie Texart. Per quanto riguarda gli inchiostri, i più utilizzati sono i sublimatici: noi proponiamo la serie SBL-3, con un ampio gamut cromatico – generato dall’uso di viola e arancione e due fluorescenti, giallo e rosa.

E sul fronte dei materiali? Il poliestere è sicuramente il materiale più diffuso, ma cresce la tendenza a utilizzare anche fibre naturali con inchiostri a pigmento tessile. Tuttavia, va detto che i sublimatici offrono più garanzie in termini di affidabilità e che i tessuti in poliestere sono ormai tantissimi e in molti casi superano per caratteristiche e qualità le fibre naturali. Qual è il vostro target nell’ambito del tessile per adv e visual communication? Roland rimane focalizzata sugli artigiani tecnologici – il nostro zoccolo duro – ma guarda al contempo con interesse anche all’industria che vuole cimentarsi nell’ambito della stampa tessile senza ricorrere a investimenti troppo onerosi.

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textile l’insider

ABS GROUP

Quando il tessuto si fa architettura e comunicazione ABS Group da oltre dieci anni si occupa esclusivamente di soft signage, che nello stabilimento di Vittorio Veneto raggiunge vette tecniche e tecnologiche inedite. Questo è possibile grazie a un mix di persone, tecnologia, curiosità e innovazione.

Sopra, Giorgio Grando, direttore commerciale e responsabile della ricerca e sviluppo, Francesca Posocco, direttrice marketing, Leonardo Posocco, direttore della produzione.

di Elena Panciera

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“La gente fa ancora fatica a immaginare come il tessuto, dall’apparenza così morbida e delicata, possa diventare struttura”. A parlare è Francesca Posocco, socia e direttrice marketing di ABS Group. Questa azienda di Vittorio Veneto è la prima (e per ora unica) in Italia che ha installato la nuova Durst Rhotex 500, stampante industriale a sublimazione per il soft signage da 5 metri. Da oltre dieci anni Francesca Posocco, Giorgio Grando, direttore commerciale e responsabile della ricerca e sviluppo, e Leonardo Posocco, direttore della produzione, si occupano di comunicazione visiva esclusivamente su tessuto. Festeggeranno proprio nel 2018 il decennale dell’acquisizione dell’azienda, che prima era specializzata nella produzione di bandiere. Con un passato nella comunicazione visiva e nella stampa digitale di grande formato, hanno deciso di puntare sul soft signage in un momento in cui ben pochi in Italia ci credevano. Oggi realizzano progetti custom per clienti quasi esclusivamente italiani: grandi brand, musei, fondazioni. Soft signage per ABS Group non significa però soltanto stampa digitale su poliestere, anzi. Significa proporre e realizzare progetti complessi di co-

municazione i cui confini con il mondo dell’interior decoration possono essere anche molto sottili. Significa avere al proprio interno competenze trasversali che vanno dalla carpenteria all’illuminotecnica, passando per la progettazione e la sartoria. Significa integrare le nuove tecnologie in modo da ampliare i confini dell’esperienza di chi fruisce dei progetti.

Progetti esperienziali e interattivi La specialità di ABS Group sono i progetti complessi, in cui la comunicazione si fa esperienza. “Soprattutto i grandi brand ci chiedono quel quid in più. Sono legati alla matericità del tessuto, inizialmente lo scelgono per questo, ma poi si lasciano conquistare dalle possibilità delle nuove tecnologie”, racconta Francesca Posocco. “Grazie alle soluzioni ABSolutely le pareti sono attrezzabili con schermi, retroilluminazione statica e dinamica, realtà aumentata e virtuale. Le persone possono interagire con le nostre installazioni, spostarle, ruotarle, e la relazione può essere anche reciproca. Possiamo infatti installare dei sensori che reagiscono sulla base dei movimenti degli utenti. Per esempio, se una parete viene fatta scorrere a destra, sullo schermo partirà un determinato filmato, se viene spostata a sinistra invece un altro”. Sono esempi di installazioni complesse quelle realizzate per Moncler, cliente storico di ABS Group, che quest’anno ha letteralmente messo in vetrina i suoi lightbox dinamici con retroilluminazione a led in movimento. Questa soluzione, a metà tra gli


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textile l’insider

ABS Group realizza allestimenti complessi unendo competenze artigianali e tecnologia. Da sinistra: la mostra ‘Aldo Coppola – Bellezza senza tempo’ alla Triennale di Milano; la Trendvision Experience Box a Vicenzaoro 2017; una vetrina di Moncler dominata dai lightbox dinamici.

schermi a led e i semplici pannelli retroilluminati, permette di attirare l’attenzione di clienti e visitatori con giochi di luce che animano le immagini. La società veneta si occupa anche della programmazione delle luci led sul retro del pannello. Le animazioni possono essere cambiate attraverso una chiavetta usb. Un altro progetto che ha visto protagonista ABS Group è quello per il museo Lamborghini, allestito nel 2016 e riallestito l’anno scorso, mantenendo le strutture ma realizzando grafiche completamente nuove.

Quando economia fa rima con ecologia “Il tessuto permette di abbattere i costi e i tempi”, spiega Posocco. “Una volta compiuto l’investimento iniziale,

lo si può ammortizzare rapidamente. I clienti stanno capendo che oggi non si può più ragionare per costo al metro quadro. Ci sono troppe variabili da tenere in considerazione. Il tessuto è leggero e facilmente trasportabile: questo significa che le spedizioni sono economiche. Sui costi iniziali, che possono sembrare alti, in realtà le strutture in alluminio pesano per circa la metà. Ma poi si possono riutilizzare praticamente all’infinito: questo significa che per tutti gli allestimenti successivi i costi verranno almeno dimezzati. Infine, una spesa di cui raramente ci si rende conto: quello delle persone che si dedicano all’allestimento. Le strutture che realizziamo sono estremamente facili e rapide da montare, e per cambiare le grafiche spesso non serve personale qualificato. Anche questo è un risparmio da tenere in considerazione”. A queste valutazioni economiche bisogna poi affiancare quelle legate all’ecosostenibilità dei materiali e delle soluzioni. “Dieci anni fa abbiamo scommesso su questo mercato”, sorride Posocco. “Abbiamo visto nel soft signage quei vantaggi oggettivi e abbiamo creduto che, nel tempo, sarebbero stati capiti da tutti. E così è stato”.

Persone e tecnologia, la base di ABS Group Per rendere possibile tutto questo, ABS Group ha investito in persone e tecnologia. Possiede al proprio interno le competenze per lavorare ai progetti grafici e architettonici, per realizzare su misura le strutture in alluminio, per stampare con inchiostri

a sublimazione diretta su poliestere, per cucire e lavorare i tessuti, per realizzare progetti particolari che implicano l’uso di tecnologie diverse. Anche il parco macchine è all’avanguardia: stampanti digitali wide format per la stampa a sublimazione diretta, e poi l’ultima entrata, l’impressionante Durst Rhotex 500 da 5 metri, accompagnata dalla calandra Monti Antonio, sempre da 5 metri. “Questa è la nostra prima Durst”, racconta Francesca Posocco. “Abbiamo scelto di affidarci a loro perché ci garantiscono quegli standard di qualità altissimi di cui abbiamo bisogno, oltre che ottime performance in termini di produttività. La 5 metri è stata una scelta ponderata, ma ci siamo resi conto che il mercato è ormai maturo e la richiede”.

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La Durst Rhotex 500 installata nella sede di ABS Group. Nello stabilimento di Vittorio Veneto (foto in alto) lavorano circa trenta persone, suddivise in diversi reparti: carpenteria, illuminotecnica, stampa, sartoria, progettazione grafica e ufficio tecnico.


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textile l’insider

Copicad – Jeko Sportswear

Le sfide della stampa di abbigliamento sportivo Sono tante le avventure lavorative nate da una passione personale, un hobby che nel corso del tempo diventa anche business. È il caso di Copicad che nel progetto Jeko Sportswear ha fatto confluire l’amore per la mountain bike e il know how tecnologico della stampa digitale

Tra i tanti segmenti del variegato universo del textile printing, l’abbigliamento sportivo presenta alcune sfide particolari. Questo perché i capi non verranno praticamente mai utilizzati in circostanze normali, ma saranno sempre sottoposti tanto all’influsso degli agenti atmosferici (vento, acqua, raggi solari etc.) quanto a quelle del corpo umano (tensioni, sudorazione etc.). Con Americo Pezzola, titolare insieme a Gabriele Stangoni di Copicad, azienda con sede a Fiano Romano specializzata in stampa digitale, abbiamo parlato delle sfide legate alla stampa dello sportswear e del progetto Jeko Sportswear, dedicato all’abbigliamento per ciclismo con mountain bike. Genesi di un progetto Accanto all’impegno nella stampa digitale, di cui si occupa da oltre vent’anni, Pezzola ha sempre

di Federico Zecchini

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Gabriele Stangoni (sinistra) e Americo Pezzola (destra) consegnano a Giovanni Gatti, campione italiano di ciclocross 2018, la maglia tricolore appositamente realizzata da Copicad.

coltivato l’hobby del ciclismo, specificamente della mountain bike. In questo mix di sacrificio, sudore e fatica che è lo sport si trovano i semi che, coltivati con cura e attenzione, hanno portato Pezzola a rendere la sua passione sportiva una parte integrante del suo lavoro. Un cammino che è cominciato col desiderio di personalizzare l’abbigliamento ciclistico

con grafiche costantemente differenti e spesso legate a eventi specifici. La realizzazione di queste grafiche era effettuata internamente, ma per la loro trasformazione da file digitale a prodotto fisico finito ci si rivolgeva a terzi. Il passo verso una produzione completamente in house era dietro l’angolo, si trattava solamente di trovare il giusto sistema di stampa, ovviamente digitale. Copicad si è così rivolta al suo fornitore storico, Roland DG. La cui risposta, i sistemi della gamma Texart, ha rappresentato l’ultimo tassello necessario alla trasformazione di una passione sportiva personale in un’avventura di business: Jeko Sportswear. L’importanza del giusto tessuto In pochi anni Jeko Sportswear – l’azienda parte di Copicad che si occupa della produzione di capi tecnici per l’attività in mountain bike – si è ritagliato un posto di assoluto rilievo in questa nicchia dell’abbigliamento ciclistico, grazie a un mix di competenza e professionalità. Aspetti importanti in qualunque settore, ma che in questo specifico caso diventano ancora più rilevanti. Questo perché il tessuto riveste un ruolo


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textile l’insider

passo dopo passo, attraverso test costanti per vedere come reagiscono alle diverse lavorazioni e ai diversi settaggi della macchina”. Stampa, una sfida costante Una volta indagate le caratteristiche del tessuto, Copicad affronta la fase di stampa vera e propria, che a sua volta pone delle criticità. Quella più importante, ricorda Pezzola, è data dalla coprenza: se l’inchiostro non penetra adeguatamente e uniformemente nel tessuto, la conseguenza è l’insorgere di una serie di problemi che rendono il ciclo di vita del prodotto molto breve. Una caratteristica comune a tutti i tessuti per l’abbigliamento sportivo ciclistico è l’elasticità, che garantisce il miglior adattamento possibile al corpo in movimento, assecondandone lo sforzo. La continua tensione a cui vengono sottoposti può condurre, ad esempio, a un effetto sbiancatura con conseguente perdita cromatica. Una stampa di qualità garantisce che i colori e le grafiche restino intatte nel tempo. “Personalmente, ritengo che un ruolo importante nell’aiutarci a svolgere al meglio il nostro lavoro lo

giochino inchiostri originali e pienamente compatibili con la periferica di stampa utilizzata”. Una scelta che assicura allo stampatore consumabili testati e approvati dal produttore del sistema di stampa, il quale, all’occorrenza, può essere contattato per un aiuto concreto nella risoluzione dei problemi. “Fortunatamente, negli ultimi anni i fornitori di tecnologia hanno compreso che collaborare a stretto contatto con gli stampatori è di grande importanza, per entrambe le parti. Lo fanno sia in maniera diretta, one-to-one, che attraverso seminari tecnici o forum online. Tutti strumenti che rappresentano per noi stampatori risorse spesso invalutabili, perché permettono il confronto con altri professionisti e offrono occasioni di arricchimento culturale a vantaggio di tutte le parti coinvolte”. L

chiave nella realizzazione di un capo di abbigliamento in grado di garantire al ciclista le giuste sensazioni. “L’utilizzo del capo finito ha un forte impatto sul tessuto con il quale deve essere realizzato”, afferma Pezzola. “Un abbigliamento che verrà prevalentemente usato d’estate dovrà essere leggero e traspirante, mentre uno rivolto a un uso invernale avrà tra le sue caratteristiche salienti l’essere termoriscaldante e antivento. Quest’ultima caratteristica è indicata anche per guadagnare velocità, mentre tessuti idrorepellenti sono studiati per correre anche in condizioni atmosferiche avverse”. Pertanto, bisogna selezionare con cura la materia prima. Avendo ovviamente ben presente che, prima di essere indossata da un appassionato di ciclismo, dovrà passare in un sistema di stampa. Compito non semplice, dato che spesso manca un terreno di dialogo comune tra i fornitori di materiali e gli stampatori che li lavorano. “Il linguaggio utilizzato dai nostri fornitori tante volte è troppo tecnico e non tiene conto di quelle che sono le nostre necessità”, spiega Pezzola. “Pertanto, le effettive possibilità dei tessuti vanno scoperte

a qualità e la passione di Copicad si declina in molteplici modi: dalle magliette sponsorizzate all’abbigliamento invernale, dai prodotti realizzati per specifici eventi sportivi alle coloratissime grafiche personalizzate.

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profili

comunicazione d’impresa

Nel settore del lusso con la stampa tessile digitale da 5 metri È la sfida di ALPAC, azienda comasca specializzata nell’allestimento di punti vendita ed eventi per i brand del lusso, che ha scelto di investire in un sistema di stampa a sublimazione dell’italiana ATPColor.

“Andare sempre avanti” è il claim scelto da ALPAC, azienda italiana specializzata nell’allestimento di vetrine, punti vendita ed eventi per i brand del lusso. Proprio il focus su una fascia di mercato medio-alta e su un portfolio di clienti del calibro di Prada, Ermenegildo Zegna, Armani, Lacoste, Timberland, Pomellato, Tony&Guy, per citarne alcuni, ha spinto ALPAC ad adottare una strategia volta all’investimento continuo in tecnologia per rinnovare l’offerta e proporre applicazioni innovative e in linea con l’evoluzione della domanda. Da qui l’ultima sfida intrapresa dall’azienda, che ha recentemente installato DFP2000 dell’italiana ATPColor, un sistema di stampa tessile a sublimazione da 5,3 metri. “La specializzazione nel segmento del lusso ci ha sempre spinto a cercare per i nostri clienti soluzioni di allestimento originali e di impatto e, di conseguenza, a sperimentare continuamente la stampa su materiali particolari”, ha spiegato Mauro Oliva. “Con la stampa a sublimazione su tessuto con altezza di 5 metri vogliamo varcare una nuova frontiera, dato che ad oggi c’è solo un’altra azienda in grado di proporla”.

Alcuni esempi di allestimenti realizzati da ALPAC. L’azienda, che opera nel settore del lusso e annovera tra i clienti alcune delle griffe più famose, segue ogni progetto in tutte le sue fasi, dalla creatività all’allestimento finale.

La bottega che progetta su misura Fondata nel 2007 a Rovello Porro, nel cuore del distretto tessile comasco, ALPAC si è specializzata inizialmente nell’allestimento delle vetrine, rivolgendosi fin da subito alla fascia medio-alta del mercato. Due i capisaldi della vision del management: “Abbiamo scelto di rivolgerci direttamente al cliente finale – nel nostro caso i brand del lusso – e di proporci con un servizio ‘chiavi in mano’, dalla creatività alla produzione fino all’allestimento”, ha spiegato Oliva. Nel corso dei dieci anni di attività, l’azienda ha progressivamente ampliato l’area di specializzazione, arrivando a occuparsi dell’allestimento del punto vendita e di sfilate ed eventi in generale. Con l’approccio della bottega artigiana: “Ci piace definire l’azienda ‘bottega’, per sottolineare il nostro orientamento a

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profili

comunicazione d’impresa

Focus tecnologico

creare progetti su misura. Pur avendo un vasto parco macchine e un’organizzazione industriale con diversi servizi, non ci siamo tarati su una produzione standard. Al contrario, ogni lavoro viene studiato, concepito e sviluppato sulla base delle esigenze e delle specifiche richieste del cliente e il risultato è personalizzato. E questo rappresenta certamente uno dei punti di forza di ALPAC”. Esperienza, tanta attività di ricerca e sperimentazione e un parco tecnologico di ultima generazione alla base del successo di un’azienda che ha fatto del servizio ‘tailor-made’ e di elevati livelli qualitativi il proprio cavallo di battaglia.

DFP2000, un sistema di stampa tessile da 5,3 metri con calandra in linea, è la soluzione di punta dell’italiana ATPColor, specializzata nello sviluppo di soluzioni per la stampa tessile digitale. DFP2000 monta teste di stampa Ricoh G5 (con configurazione da 6 o 12 teste) e Kyocera (con configurazione 4, 6 o 8 teste) e raggiunge una risoluzione di 1200x600 dpi. Tra le peculiarità del nuovo sistema di ATPColor, la calandra da 5 metri – sviluppata dall’azienda stessa – e il sistema di fissaggio colori in linea volto a ottimizzare la gestione di materiali di grandi dimensioni – che altrimenti dovrebbero essere oggetto di operazioni di carico e scarico. DFP2000 permette di stampare simultaneamente su bobine di tessuto di diversa larghezza, offrendo massima flessibilità operativa anche nella produzione di materiali con larghezza inferiore ai 5 metri. La stampante è dotata di un sistema di cucitura automatico a ultrasuoni per la giuntura delle bobine e di diversi meccanismi per regolare la tensione del tessuto durante la stampa. Curato nel dettaglio dal team di ATPColor è anche il design user-friendly del sistema, così studiato per facilitare lo svolgimento delle procedure di manutenzione.

Un investimento da 5 metri Partita subito con la stampa digitale, ad oggi ALPAC vanta un parco macchine allestito con soluzioni roll-to-roll e flatbed, e con tecnologia a sublimazione con luce da 150 cm. Il recente investimento nel sistema di stampa DFP2000 – installato a inizio febbraio – rappresenta per l’azienda l’ennesima sfida e spalanca le porte a nuove opportunità. “L’intenzione è quella di portare sul sistema di stampa di ATPColor la produzione dei teli per la retroilluminazione in quanto puntiamo sulla qualità e sulla brillantezza dei colori in sublimazione”, ha spiegato Oliva. “Facciamo molta ricerca sui materiali, ma certamente il tessuto è da sempre uno dei più utilizzati, perché più nobile, pregiato ed elegante rispetto a materiali plastici e pvc – e di conseguenza più adatto a servire il mercato del lusso. Per la stampa utilizzavamo la tecnologia uv, con risultati buoni, ma non eccellenti. La stampante di ATPColor ci consente ora di raggiungere l’eccellenza nella qualità della stampa del tessuto”. Qualità di stampa elevata, un formato – 5,3 m – non usuale nel tessile, un grande potenziale applicativo e – last but not least – un fornitore italiano affidabile: “Abbiamo scelto la tecnologia di ATPColor non solo perché innovativa e distinta per qualità, ma anche per le caratteristiche del fornitore, un’azienda italiana vicina, come location, alla nostra azienda e attenta alle nostre esigenze”. Con la fase di collaudo quasi ultimata, ALPAC ha già realizzato i primi con la DFP2000 ed è pronta a esplorarne le potenzialità.

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l sistema di stampa tessile digitale DFP2000 da 5,3 metri, sviluppato da ATPColor.

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L’evoluzione della filiera tessile non si arresta e, di anno in anno, cambiano i trend, il mercato, le tecnologie. Ciò richiede che criteri e requisiti delle principali certificazioni vengano a propria volta aggiornati. Insieme a Centrocot, abbiamo dato uno sguardo alle principali novità delle certificazioni STANDARD 100 by OEKOTEX®, che entreranno in vigore il prossimo 1 aprile.

STANDARD 100 BY OEKO-TEX®, cosa cambia nel 2018 Viviamo nell’epoca del risveglio della sensibilità ambientale. Mentre cresce l’attenzione per la sostenibilità di prodotti e beni di consumo, l’adozione di strategie produttive nel rispetto del pianeta e di chi lo abita viene recepita quale requisito prioritario a ogni livello e in ogni settore industriale. La filiera tessile – tra le prime a essere chiamate in causa sia per le caratteristiche dei processi di produzione sia per la destinazione d’uso dei capi finiti, a contatto con il corpo – ha iniziato già da qualche anno a muoversi in questa direzione. Molte aziende tessili hanno intrapreso un percorso di efficientamento operativo – volto a ridurre i consumi, ottimizzare la gestione dei flussi di lavoro ed eliminare o limitare via via l’utilizzo di sostanze pericolose e nocive. E, anche a fronte di una richiesta sempre più stringente di garanzie di sostenibilità da parte dei brand owner, scelgono la strada delle certificazioni di prodotto e di processo. Tra le certificazioni di riferimento a livello internazionale vi sono quelle di OEKO-TEX® Confidence in Textiles, associazione internazionale che riunisce istituti di ricerca e sperimentazione indipendenti e opera con l’obiettivo di migliorare gli standard green nell’ambito della filiera tessile, rappresentata in Italia da Centrocot (Centro Tessile Cotoniero e Abbigliamento). Sulla base dell’evoluzione della filiera e della vision e delle esigenze dei suoi player, all’inizio di ogni anno OEKO-TEX® aggiorna i criteri di prova applicabili e i valori limite per la certificazione di prodotto in conformità con lo Standard 100 by OEKO-TEX®. I nuovi criteri per il 2018 entreranno in vigore a partire dal 1° aprile, dopo un periodo di transizione di tre mesi.

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Le linee guida da conoscere Con l’introduzione delle linee guida 2018, l’associazione OEKO-TEX® “si impegna a garantire in misura ancor più mirata la tutela dei consumatori e la sostenibilità in tutta la catena di creazione del valore tessile”. Di fatto, gli aggiornamenti degli standard sono definiti sulla base dello scambio di vision ed esperienze tra gli operatori del settore, sui cambiamenti in atto nei trend di consumo, sull’innovazione tecnologica e su un’attività di monitoraggio delle norme giuridiche stesse. Inoltre, con l’inserimento dei nuovi requisiti, l’associazione prende una posizione forte a sostegno non solo di “Zero Discharge of Hazardous Chemicals (ZDHC)”, ma anche di “Detox Campaign”. E rafforza il proprio ruolo nel promuovere la gestione responsabile di sostanze potenzialmente pericolose nei prodotti tessili lungo tutta la catena di produzione e nel contribuire a un’efficace tutela dei consumatori. Ecco le principali novità: • Sostanze quali bisphenol A, phenol e aniline sono state inserite nella categoria “Other chemical residues”: ciò implica che se una (o più) di queste sostanze viene trovata, durante il test, come residuo chimico eccedente i rispettivi valori limite, il campione non può essere certificato. Il bisphenol A è compreso nella candidate list ECHA-SVHC (sostanze estremamente problematiche) e può essere contenuto in materiali plastici e stampa plastisol. Il phenol – classificato come tossico, corrosivo e pericoloso per la salute – può essere assorbito attraverso la pelle. L’aniline – segnalata come


Centrocot e le sue certificazioni Fondato nel 1987 per volontà delle associazioni imprenditoriali, di categoria e sindacali, degli enti pubblici (Camera di Commercio, Provincia, Comuni) e degli istituti di credito del territorio, Centrocot si pone l’obiettivo di sostenere le aziende di tutta la filiera del settore tessile e abbigliamento attraverso servizi specializzati. Con un team di oltre 90 persone, l’istituto ha sede a Busto Arsizio, dove ospita laboratori di prova, ricerca e sperimentazione, e aule per attività di formazione, e ha un centro di rappresentanza in Cina. Per OEKO-TEX® Confidence in Textiles – oltre a Standard 100, STeP e MADE IN GREEN, Centrocot segue altresì ECO Passport by OEKO-TEX®, volta a certificare i prodotti chimici, e Leather Standard by OEKO-TEX®, certificazione analoga a Standard 100 ma dedicata ai prodotti in pelle. Centrocot è, inoltre, autorizzato al rilascio di altri marchi cogenti e volontari, tra cui marcatura CE, Ecolabel, Marchio Comfort, Marchio Bioeffective e UV Standard 801.

“sospettato di provocare il cancro” (H351) e “sospettato di causare difetti genetici” (H341) dall’Agenzia Europea per le sostanze chimiche (ECHA) – verrà inoltre aggiunta ai test dei coloranti azoici che, in condizioni riduttive, possono rilasciare ammine aromatiche nello Standard 100 by OEKO-TEX®.

• I gruppi di sostanze Heptylphenol, branched and linear, e pentylphenol, branched and linear – classificati nella candidate list di ECHA come “sostanze estremamente problematiche” – sono stati aggiunti nel parametro “Surfactant, wetting agent residues”. I valori limite totali per alchilfenoli e alchilfenoli etossilati rimangono invariati. • Nell’appendice 6 dello Standard 100 by OEKO-TEX®, sono state apportate varie modifiche nella categoria Solvent residues che comprende Nmethylpyrrolidone (NMP), dimethylacetamide (DMAc) e dimethylformamide (DMF) per meglio tenere conto del livello attuale e tecnicamente fattibile nella produzione di diverse fibre. Le modifiche sono indicate nell’appendice 6 dello standard.

• Il valore limite per l’ortho-phenylphenol (OPP) è ridotto per tutte le classi di prodotto. Nell’appendice 4 dello Standard 100, il valore limite per la classe I è ora di 10 mg/kg, per le classi da II a IV è fissato a 25 mg/kg. Nell’appendice 6 dello Standard 100 by OEKO-TEX®, il valore limite di 10 mg/kg si applica per l’OPP in tutte le classi di prodotto. • Il valore limite per il gruppo delle short-chain chlorinated paraffins, comprese anche nella candidate list ECHA-SVHC, è stato abbassato a 100 mg/ kg per tutte le classi di prodotto in appendice 4. Per le certificazioni in appendice 6 il valore limite di 50 mg/kg rimane invariato. • Per un migliore confronto con le RSL di ONG, brand ecc., i requisiti di cromo e vari coloranti nelle tabelle dell’appendice 4 o dell’appendice 6 sono ora indicati direttamente in mg/kg. Rispetto alla versione 2017 dello Standard 100 by OEKO-TEX®, ciò non costituisce modifiche rispetto ai requisiti stessi, ma contribuisce a una lettura più semplice della tabella dei requisiti. • La sostanza quinoline è stata introdotta nella categoria “Other chemical residues” con il requisito “sotto osservazione” (senza assegnazione di valori limite). Ciò significa che la quinoline viene ora testata random anche durante i test OEKO-TEX® e il risultato viene trasmesso al richiedente a scopo informativo. • Il requisito della solidità dell’acqua è stato modificato nella classe I da “Grado 3” a “Grado 3-4”, confermando i requisiti dello standard cinese GB 18401:2010 sul certificato OEKO-TEX® (ad eccezione dei requisiti di etichettatura). GB 18401:2010 pone requisiti quali, tra gli altri, il valore pH, formaldeide, coloranti azoici vietati, varie solidità del colore e odore. • A partire dall’1 aprile OEKO-TEX® prevede di inserire nello Standard 100 un test per l’identificazione degli organismi geneticamente modificati (OGM) in prodotti di cotone biologico.

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textile spazio designer

Pensieri da creativi Emozione e bellezza, così la creatività SUPERA ‘le macchine pensanti’ In un momento storico in cui l’evoluzione tecnologica apre – con l’industria 4.0 – scenari nuovi che vedono le macchine diventare ‘pensanti’, cioè in grado di apprendere e relazionarsi, si diffonde un sentimento di paura verso la prospettiva di perdita di posti di lavoro. Una prospettiva che vede uomini, con il proprio bagaglio culturale ed esperienziale, sostituiti dalla capacità del pensiero digitale, più rapido e razionale nell’approntare le decisioni. In un certo senso, la ‘macchina’ cerca di ripetere il percorso di ogni singolo individuo con la capacità di autoapprendimento, moltiplicata però in modo incredibile dalla rete – come se uno solo di noi potesse imparare da tutte le conoscenze,

di Fulvio Alvisi sviluppando poi un processo decisionale dettato dalla probabilità. Conoscenza per creare pensiero, un processo umano replicabile. Quanto tale processo potrà incidere sull’industria del textile e sul mondo della moda? Il concetto del fab lab, ovvero della disponibilità di tecnologie per piccole produzioni, sembra aprire uno scenario nel quale la grande offerta e la possibilità di scelta individuale siano motore di un cambiamento del nostro modo di vivere, con maggior tempo dedicato alla creazione di linguaggi ed espressioni personali. Sembra che il processo creativo possa essere delegato a una macchina e che a noi rimanga solo la scelta. Tuttavia, la moda è molto di più della necessità di coprirsi e di presentarsi agli altri. Basta pensare all’ultima sfilata dello stilista Alessandro Michele, per la collezione Gucci: modelli e modelle trasformati in creature ‘post human’ con tre occhi, due teste e cuccioli di drago hanno sfilato tra tavoli operatori, perché “fare il sarto è tagliare e ricucire”. Due e forti i richiami: il primo alla Teoria Cyborg della filosofa statunitense Donna

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Haraway, metafora del superamento del dualismo di identità, maschile e femminile, natura e tecnologia, normale e alieno, psiche e materia; il secondo al mito di Frankenstein, non a caso manifesto letterario della paura generata dalla rivoluzione industriale. Questo messaggio si diffonderà con una comunicazione ridondante e si ripresenterà nei punti vendita, non più intesi quali luogo di contrattazione ma fruiti quali luogo di emozione, dove vivere un’esperienza. Perché tale è il concetto attuale: l’acquisto come atto intermedio di un processo di crescita della conoscenza e di condivisione dei sentimenti. L’uso è la fase successiva, il consolidamento e l’appropriazione. Un processo complesso che può funzionare e rimanere nel tempo legandosi al nostro vissuto, per portarci a non voler eliminare quel capo di abbigliamento dal nostro guardaroba, anche se inutilizzato, in quanto proprio quel capo rappresenta alla fine una parte della nostra vita. Questa esperienza si combina alla bellezza e allo stile, elementi soggettivi ma condivisibili, non assoluti ma facilmente individuabili, non rappresentabili in un’analisi di mercato perché propositivi e stimolanti, capaci di indurci a pensare e cambiare. In tutto questo c’è la vita, ovvero ciò di cui sono prive le macchine pensanti, che non sbagliano ma non sono neppure in grado di commuoverci. I creativi rimarranno umani ancora a lungo.

Fulvio Alvisi

lavora da 40 anni nell’industria tessile. Con la sorella Luciana, è titolare dello studio comasco Alvisi e Alvisi, specializzato nel disegno per tessuti d’arredamento, carta da parati e lingerie, e nella ricerca di trend. Alvisi è presidente dell’Associazione Italiana Disegnatori Tessili e docente di disegno per tessuti nei corsi fashion presso lo IED - Istituto Europeo di Design Milano.


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textile @heimtextil

Mad about textile? Foto: Messe Frankfurt GmbH / Jochen Günter

L’industria del tessile inaugura il 2018 con Heimtextil, primo appuntamento fieristico dell’anno nonché termometro degli umori dei player della filiera e indicatore dei trend in atto. E se l’home textile continua a registrare risultati positivi, il ruolo delle tecnologie digitali si rafforza, mentre architetti e interior designer sono sempre più protagonisti.

Heimtextil dice di sì! Dinamica, vivace, ottimista e aperta a sfide e cambiamenti: così è apparsa la comunità del textile che dal 9 al 12 gennaio si è riunita a Francoforte per partecipare all’edizione 2018 di Heimtextil. La manifestazione dedicata al tessile per i segmenti della casa e dell’ospitalità – che ogni anno inaugura la stagione fieristica del settore – ha ospitato 2.915 espositori e ha accolto 70 mila visitatori, superando in entrambi i casi i numeri del 2016. 135 sono stati i Paesi rappresentati, per un evento che ha raggiunto un indice di internazionalità pari all’89%. “Il settore del tessile sta suscitando molto interesse a livello globale.

Lo attesta Texepertise Network, la rete di iniziative internazionali dedicate all’universo del textile promosse da Messe Frankfurt nel solo 2017: 50 eventi realizzati in 16 location diverse. In questo panorama, stiamo lavorando bene sul mercato africano, che si dimostra molto vivace e ricettivo: Etiopia, Sud Africa e Marocco sono le nuove frontiere del tessile sulle quali continueremo a concentrarci”, ha dichiarato Detlef Braun, CEO di Messe Frankfurt, durante la conferenza stampa di apertura della manifestazione. Questo mood positivo trova riscontro, in particolare, nell’andamento del mercato del

tessile per la decorazione degli interni: “Il 2017 è stato un anno positivo e incoraggiante per l’home textile”, ha spiegato Olaf Schmidt, vicepresidente Textile & Textile Technologies di Messe Frankfurt. “In termini di volumi, il settore ha recuperato il segno positivo, con una crescita dell’1%, e la domanda è in netta ripresa, tanto che le prospettive per il 2018 parlano di un ulteriore incremento di tutti gli indicatori”. Non solo scenari e mercati, tuttavia. Perché Heimtextil è stata anche l’occasione per fare il punto sullo status quo tecnologico del comparto e sui trend del presente e del prossimo futuro.


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textile @heimtextil

Visto a Francoforte

Foto: Messe Frankfurt GmbH/ Thomas Fedra

Di fatto, Heimtextil non ha mancato di offrire ai visitatori spunti interessanti. In primo luogo, in un mondo nel quale oltre la metà della popolazione vive in città, The future is urban: la vita urbana e metropolitana è stata al centro del Theme Park (padiglione 6.0), lo spazio che ogni anno identifica e dà espressione alle tendenze destinate ad avere un impatto sui nostri stili di vita quotidiani.

Un flash tour nel regno del digitale ALEPH Riflettori puntati sull’ampia varietà di applicazioni finali nel mondo del textile dei sistemi di stampa tessile di Aleph. Ideali per stampare su tutte le fibre, sintetiche e naturali – con coloranti a base acqua acidi, reattivi e dispersi – le soluzioni dell’azienda italiana consentono di soddisfare le esigenze di settori quali arredamento d’interni, abbigliamento sportivo e pronto moda, segnaletica esterna.

EFI REGGIANI

Tra design e tessuti d’arredo, il colore torna in auge – grazie all’influenza positiva sull’umore delle persone – negli allestimenti, non solo degli spazi privati, ma soprattutto di quelli pubblici, dal retail ai luoghi di accoglienza. Sul fronte dei creativi, oltre ai disegnatori tessili, architetti e interior designer si confermano nel mirino dell’industria dell’home textile: Interior.Architecture. Hospitality Expo – l’area a loro dedicata in Heimtextil – è stata trasformata quest’anno in una vera e propria piattaforma espositiva nella quale, oltre a mettere in mostra le opportunità applicative, sono stati organizzati meeting, conferenze e tour guidati con l’obiettivo di facilitare il dialogo tra i diversi protagonisti della filiera. E mentre l’attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale si afferma quale requisito di partenza indispensabile per tutti i player del settore, a livello tecnologico la stampa digitale consolida il proprio ruolo di tecnologia destinata a trasformare i paradigmi produttivi anche nell’ambito del

Focus sul décor della casa per EFI Reggiani, che ha mostrato una gamma di applicazioni realizzate con stampa digitale diretta e a trasferimento e con differenti tipologie di inchiostri. Cuscini, divani, tendaggi in vetrina sono stati prodotti con la gamma di soluzioni Reggiani e con macchine di pre e post-trattamento dei partner Mezzera e Jaeggli. La sostenibilità rimane al centro della filosofia aziendale, che ha sviluppato nuovi inchiostri a base acqua in grado di ridurre l’inquinamento senza compromettere qualità e velocità.

EPSON Monnalisa Evo Tre, sistema a getto di inchiostro per la stampa su tessuto, SureColor SC-F9300 per la stampa a sublimazione e SureColor SC-F2000 per la stampa diretta su tessuto sono state protagoniste dello show di Epson. L’azienda ha messo in mostra ogni applicazione possibile in ambito di home décor, con disegni riprodotti sui diversi tessuti per uso domestico, ma anche su oggetti tridimensionali (piatti, posate e vasi) grazie alla sublimazione. I decori utilizzati per personalizzare oggetti d’arredo e supporti tessili, incluse le carte da parati, sono stati ideati da Luciana e Fulvio Alvisi dello studio comasco Alvisi e Alvisi.

JK GROUP Debutto internazionale per Digistar Bravo, la famiglia di inchiostri dispersi per la stampa diretta – sviluppata per il mercato dell’interior textile – del brand Kiian Digital. Compatibili con teste di stampa Kyocera, i nuovi inchiostri sono particolarmente efficaci per combinazioni – anche estreme – di colori e disegni, e per intensità e sfumature dei neri e dei colori spot. Sotto i riflettori anche Digistar K-Choice, la serie di inchiostri a pigmento per l’interior textile, e la gamma completa di inchiostri a sublimazione.


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Voci dal floor XEIKON Giorgio Copellotti, sales manager Label & Packaging Italy Dimitri Van Gaever, business development manager della divisione Graphic Arts Segment La principale novità di Heimtextil? Quest’anno presentiamo la Wall Decoration Suite, nella nuova versione interamente sviluppata da Xeikon. Si tratta di una piattaforma che consente di gestire la produzione di carta da parati dall’avvio del processo alla creazione del rotolo. Cuore della suite è il sistema di stampa CX500, una new entry che raggiunge una velocità di 30 metri al minuto (pari a 900 metri quadrati all’ora) per una luce di stampa di 520 mm. Il sistema CX500 vanta la medesima risoluzione dei modelli precedenti, ma con una produttività decisamente superiore. Oltre al sistema di stampa, quali sono le novità della piattaforma? Rispetto alle versioni presentate sempre qui a Francoforte nelle scorse edizioni, la Wall Decoration Suite di quest’anno costituisce l’evoluzione della specie. Proprio perché i due moduli che completano la piattaforma – in passato forniti da partner esterni – sono ora interamente sviluppati da Xeikon. Web Varnishing Module è il sistema che al termine del processo di stampa applica una vernice a base acqua capace di proteggere e di nobilitare. L’altro modulo è un avvolgitore con rifilo che consente di rifilare il supporto e di creare i rotoli di carta da parati. Inoltre, a completamento della suite abbiamo certificato nuovi materiali compatibili con il sistema – con una particolare attenzione per l’ambito del tessuto non tessuto – con l’obiettivo di ampliare ulteriormente le opportunità in termini di applicazioni.

tessile per la casa. Il padiglione 6.0 ha accolto una trentina di espositori, fornitori di soluzioni per la filiera della stampa tessile digitale – tra macchine da stampa, sistemi di finissaggio del tessuto stampato, inchiostri e prodotti chimici. Tra le new entry della fiera, due aziende italiane attive a livello internazionale: Lamberti, specializzata nello sviluppo e nella fornitura di prodotti chimici, e Monti Antonio, produttore di soluzioni per la sublimazione, la laminazione, il finissaggio, l’accoppiamento del tessuto.

Qual è il target di questa soluzione? Abbiamo dedicato gli ultimi dodici mesi allo sviluppo della nuova CX500 e della suite. Grazie alla più elevata velocità raggiunta – e con la qualità propria delle nostre macchine – possiamo oggi rivolgerci anche ai produttori tradizionali di carta da parati. Ed è proprio questo il nostro target di riferimento attuale: oltre a stampatori di grande formato interessati a diversificare e ampliare l’offerta, intendiamo concentrarci su queste aziende che, grazie ai nuovi vantaggi della nostra tecnologia, quali produttività, stabilità e ripetitività del colore, immediatezza di utilizzo e accessibilità, potranno rendere la produzione più flessibile e più variegata, sia nei temi sia nei volumi.

HP Jennifer Castoldi, CEO e direttore creativo di Trendease International

Qual è la tecnologia di punta per il settore dell’interior decoration? HP Indigo Wallpaper è la soluzione di HP sviluppata intorno al sistema di stampa HP Indigo 20000 Digital Press. Si tratta di una piattaforma indirizzata ai produttori tradizionali di carta da parati che vogliono introdurre un processo di stampa digitale a colori e con possibilità di produzione on-demand. HP Indigo 20000 Digital Press Wallpaper è in grado di produrre stampe illimitate a 1515 mq/ ora con una larghezza di 74 cm e di soddisfare esigenze di stampa di volumi elevati e lavori di stampa con un design differente a ogni metro. La tecnologia di stampa latex permette di raggiungere un’elevata qualità e offre vantaggi in termini di sostenibilità: gli inchiostri HP Latex a base acqua hanno recentemente ricevuto la certificazione ECO PASSPORT da Oeko-Tex® per le applicazioni tessili. E per quanto riguarda i materiali? Per l’allestimento dello stand sono stati utilizzati 38 materiali diversi, a conferma dell’attenzione di HP per il mondo dei supporti. Non a caso, abbiamo recentemente presentato una nuova gamma di tessuti durevoli certificati per le stampanti HP Latex, destinati sia a usi pubblicitari sia ad applicazioni per l’arredamento di interni. I nuovi tessuti sono forniti da produttori selezionati.

e soluzioni di Monti Antonio (sopra) e di Xeikon (a sinistra) in mostra sugli stand delle aziende.

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Lo stand di HP è una vetrina di applicazioni. Vuole parlarcene? Lo stand di HP a Heimtextil è stato concepito come spazio destinato a mettere in mostra una serie di applicazioni decorative per l’interior design e l’arredamento realizzate con la nostra tecnologia di stampa. Ogni spazio è personalizzato: passiamo dalla reception con carta da parati con inserti led al salotto e alla stanza da letto con biancheria, pareti ed elementi di arredo coordinati, decorati con le fotografie di persone care o soggetti personalizzati, fino allo studio dentistico con wallpaper antibatterica e ai divani fonoassorbenti. Il progetto ha visto il coinvolgimento di un team di giovani designer, ognuno dei quali ha concepito e sviluppato una concept room.

Last but not least, la carta da parati. Considerata tra le applicazioni principe della manifestazione, oltre a essere protagonista di svariati stand, è stata oggetto di una sfida: entrare nel guinness dei primati per la produzione continua – giorno e notte, dall’apertura alla chiusura della manifestazione – del rotolo di carta da parati più lungo del mondo, destinato a rivestire una parete di 100 metri, iniziativa congiunta di Heimtextil e dell’associazione tedesca dei produttori di wallpaper (VDT).

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textile materiali

Valorizzare il textile printing Tutto è pronto per il nuovo catalogo di MCA Digital, rivenditore specializzato in soluzioni digitali di piccolo e grande formato con brand quali HP, Canon, OKI, Summa, Guandong, Ritrama, Fotoba, Flexa, Ser.Tec., Hartweg. In linea con lo spirito innovatore dell’azienda, il catalogo si arricchisce nei contenuti con una sezione dedicata ai materiali sviluppati per valorizzare le caratteristiche degli inchiostri latex nel mondo del textile printing. Le previsioni per il digital textile nei prossimi tre anni sono più che positive: si parla infatti di un trend di crescita a doppia cifra (18%). “Si tratta di un dato estremamente interessante, che evidenzia una grande opportunità di business per gli operatori del settore”, ha dichiarato Cristina Del Guasta, socio fondatore di MCA Digital. “Per coglierla, da un lato è necessario disporre delle attrezzature più idonee, dall’altro è fondamentale dotarsi di un know how tecnico che permetta di conoscere a fondo le prestazioni dei sistemi di stampa, degli inchiostri e dei materiali”.

La tecnologia di stampa da sola non basta. La scelta del supporto gioca un ruolo sempre più strategico nel determinare il successo di un’applicazione di stampa. Così MCA Digital arricchisce il proprio catalogo con una sezione dedicata ai materiali che valorizzano il digital textile printing.

Lo Speciale del prossimo numero di WIDE sarà dedicato a…

decorative Product Decoration

La caratteristica principale dei nuovi materiali è la resistenza all’abrasione a secco. Ciò permette di utilizzare le stampe sia per interior decoration, sia per applicazioni in ambito di soft signage, senza rischiare di danneggiarle durante l’installazione o la spedizione. “Rispetto alle stampe realizzate con inchiostri a solvente è immediatamente evidente una maggiore brillantezza dei colori e qualità delle immagini. Il latex inoltre assicura migliori prestazioni anche paragonato agli inchiostri UV che tendono a irrigidire il materiale stampato, conferendo un effetto meno realistico”, spiega Del Guasta. “A queste caratteristiche si aggiungono le qualità ambientali del latex, particolarmente importanti per applicazioni indoor”. L’iniziativa di MCA punta al contempo a consolidare il rapporto con i clienti, attraverso la condivisione di conoscenze finalizzate alla creazione di modelli produttivi sempre più performanti. “La combinazione di tecnologia latex e supporti tessili ha consentito a molti dei nostri clienti di approcciare nuovi mercati e acquisire importanti commesse non solo nel sign & display, ma soprattutto in ambito di interior decoration. Il nostro impegno è orientato ad accompagnarli in un percorso di sviluppo comune che conduca a una maggiore consapevolezza del contenuto innovativo di certe produzioni”. “È fondamentale abbandonare la logica del prezzo, puntando sulla qualità che crea emozione. Saper comunicare il valore dello stampato che si è in grado di realizzare è un prerequisito per poter beneficiare economicamente dell’investimento tecnologico nel più breve tempo possibile”, conclude Del Guasta. Il ricco calendario di MCA Digital per il 2018 si apre con un evento dedicato proprio alle potenzialità del textile printing, in programma in aprile presso lo showroom di Campodarsego, e prosegue con una serie di altre iniziative nel corso dell’anno.


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profili

comunicazione d’impresa Stampante a sublimazione Epson SureColor SC-F9300: particolare del pannello di controllo e delle taniche inchiostro.

La stampante tessile a sublimazione top di gamma per alti volumi La stampante tessile a sublimazione Epson SureColor SC-F9300, progettata appositamente per la stampa rapida e ad alto volume su abbigliamento, tessuti, soft signage, ha introdotto evoluzioni che garantiscono qualità e affidabilità ancora migliori rispetto alla precedente SC-F9200 e rappresenta il top di gamma di una famiglia che conta anche sulla sorella minore SureColor SC-F6200 da 44”. Entrambe sono dotate di testina di stampa Epson PrecisionCore TFP, che assicura un’eccezionale qualità delle immagini grazie alla configurazione degli ugelli a 360 dpi, per una risoluzione fino a 720x1440 dpi. La dimensione è di 5,3 pl sulla SC-F6200 e di soli 4 pl sulla SC-F9300: in entrambe la tecnologia Epson Variable-sized Droplet assicura risultati perfetti anche nella stampa di sfumature e disegni complessi.

La testina di stampa Epson PrecisionCore TFP usata sulle Epson SC-F6200 e SC-F9300 assicura un’eccezionale qualità delle immagini grazie ai 720 ugelli per il nero e per ciascun colore.

Nel cuore del sistema Con velocità di stampa fino a 108,6 m2/ora, il modello SC-F9300 rappresenta una soluzione Epson completa, composta da stampante, inchiostri, carte di sublimazione e software: l’ideale per sfruttare al massimo il tempo di lavoro, con alimentazione migliorata e altre funzioni che aumentano l’affidabilità ed evitano problemi comuni quali increspatura e colpi alla testina. La nuovissima tecnologia Epson Precision Dot per la sublimazione del colore con Half Tone Module, Look-Up Table (LUT) e Micro Weave offre una migliore qualità di stampa, immediatamente riconoscibile, permettendo di ottenere sempre risultati di alto livello, eliminando granularità e presenza di bande. Al tempo stesso, il profilo di input Wide CMYK di Epson si combina con gli inchiostri UltraChrome DS garantendo la gamma di colori più vasta possibile, per una riproduzione accurata anche dei disegni più complessi. Proprio gli inchiostri Epson UltraChrome DS garantiscono colori brillanti, contorni nitidi e gradazioni uniformi, con eccellente resistenza a luce, lavaggi, abrasioni e traspirazione. La stampante SureColor SC-F9300 utilizza inchiostri UltraChrome che hanno la certificazione Oeko-Tex Eco Passport e hanno superato il test giapponese AZO per i prodotti tessili di uso domestico, a conferma del fatto che l’abbigliamento e i tessuti stampati con inchiostri UltraChrome DS sono completamente sicuri per adulti e bambini, inclusi i neonati. Con SureColor SC-F9300, Epson ha compiuto un grande passo in avanti rispetto alla già notevole SC-F9200, il precedente modello di punta della famiglia. La nuova macchina è più veloce, garantisce una gestione migliorata anche dei supporti molto sottili ed evita meglio inconvenienti come l’increspatura e i comuni problemi di alimentazione. Epson offre una soluzione completa, con stampanti, inchiostri, substrati, software e supporto: ogni elemento è progettato per funzionare perfettamente con tutti gli altri. Unendo a questi fattori la semplicità di configurazione e funzionamento, si ottiene la soluzione ideale per le aziende di stampa che intendono passare alla sublimazione del colore o per quelle che desiderano il massimo della produttività.

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Parliamo di Epson SureColor SC-F9300, soluzione ideale per le aziende di stampa che intendono passare alla sublimazione del colore o per quelle che desiderano il massimo della produttività nell’abbigliamento e nel soft signage.

La stampante a sublimazione Epson SureColor SC-F9300, top di gamma della famiglia per la stampa a sublimazione su tessuto.


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profili

comunicazione d’impresa

Il gruppo specialista di inchiostri per il settore tessile Con i suoi tre brand – Kiian Digital, J-Teck3, Sawgrass Industrial – JK Group rafforza e consolida il proprio posizionamento nel mercato tessile digitale a livello internazionale quale fornitore di inchiostri di qualità e dalla portata eco-friendly.

Affonda le radici nel know how tessile italiano e sfrutta la portata internazionale di Dover Corporation, di cui fa parte da ottobre 2015. JK Group è oggi un punto di riferimento nel mercato della stampa tessile digitale mondiale e, in particolare, nel segmento della sublimazione. Con un team di oltre cento dipendenti e un fatturato annuo superiore ai 50 milioni di dollari, JK Group è presente sul mercato con tre brand commerciali: Kiian Digital, J-Teck3 e Sawgrass Industrial. L’attenzione all’innovazione e alla sostenibilità, unita a capacità produttiva e perizia tecnica, hanno portato i marchi del gruppo ad affermarsi quale riferimento nei rispettivi mercati. Oltre al tessile per abbigliamento e décor e allo sportswear, JK Group è presente anche nei segmenti del soft signage e del merchandising.

Tre brand per diverse specializzazioni Kiian Digital è il brand di JK Group che ha saputo nel tempo affermarsi quale specialista del mondo della sublimazione tessile. Il portfolio prodotti dell’azienda arriva a coprire le diverse teste di stampa presenti sul mercato e consente di spaziare attraverso le svariate applicazioni del tessile. Nella vision di Kiian Digital, l’inchiostro è parte integrante del processo di stampa e deve offrire prestazioni elevate sotto ogni profilo. Per questo, i team del brand dedicano molto tempo e molte risorse all’attività di ricerca e sviluppo, incentrata sullo studio del binomio macchina-testina di stampa e sulla soddisfazione delle prerogative visive e sensoriali di uno specifico segmento. La continuità dei test – condotti sia in condizioni standard sia forzando i limiti di operatività – consente al brand di razionalizzare la progettazione e i tempi di sviluppo degli inchiostri e di ottenere un’elevata percentuale di successo nei progetti. Sublimatico, ma non solo. Mantenendo la stessa vision e il medesimo approccio, il reparto R&D di Kiian Digital sta lavorando allo sviluppo della gamma di inchiostri dispersi e della gamma di inchiostri a pigmento per il settore tessile, con l’obiettivo di completare l’offerta. J-Teck3 è il brand di JK Group specializzato nello sviluppo di inchiostri a base acqua per applicazioni tessili e grafiche. Il portfolio prodotti del brand

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profili

comunicazione d’impresa

I NUMERI DI JK GROUP Con oltre vent’anni di esperienza nello sviluppo di inchiostri nel settore della stampa tessile digitale, JK Group è oggi un fornitore di riferimento a livello internazionale. Oltre venti sono anche i segmenti di mercato coperti dal gruppo, che attualmente conta più di cento dipendenti. Il fatturato annuo supera i 50 milioni di dollari.

include inchiostri sublimatici e dispersi per la stampa diretta e transfer, compatibili con le principali testine di stampa presenti sul mercato. Oltre alla portata eco-friendly, gli inchiostri di J-Teck3 sono riconosciuti per l’ampio gamut colore e la stampabilità, e per il servizio che li accompagna. Con un’offerta incentrata su inchiostri a pigmento e sublimatici per stampa diretta e transfer, Sawgrass Industrial è presente nei mercati internazionali oltreoceano (continente americano) e si rivolge prevalentemente ai clienti finali con produzioni di un certo livello. Gli inchiostri dell’azienda sono rinomati per la qualità, l’intensità e la stampabilità dei colori, l’ampio gamut colore e la compatibilità con le testine di stampa più produttive (Epson, Kyocera, Ricoh e Panasonic).

Cuore della vision di JK Group, la sostenibilità come scelta connaturata alla storia e allo sviluppo dei tre brand. L’attenzione dedicata al conseguimento – attraverso l’attività di ricerca – della qualità e delle prestazioni degli inchiostri va di pari passo con l’approccio sostenibile, rispettoso dell’ambiente e della salute. Questa policy green ha portato i brand del gruppo a un risultato importante: il 95% degli inchiostri sviluppati è a base acqua (per il brand Kiian Digital si tratta del 100%). A fronte dell’approccio sostenibile adottato, JK Group ha intrapreso negli anni massicci investimenti nella sicurezza a trecentosessanta gradi, non solo nella progettazione e nella formulazione degli inchiostri – per minimizzarne l’impatto sull’ambiente e su chi ne fa utilizzo – ma anche negli stabilimenti produttivi, a garanzia della salute degli addetti. L’altro focus di JK Group sono le certificazioni, considerate un fattore chiave nell’attestare l’eccellenza di un prodotto nel settore tessile, insieme a qualità, affidabilità e prestazioni. Per assicurare il rispetto e l’adeguamento continuo alle normative vigenti nell’Unione Europea e nei Paesi di esportazione, un team dedicato si occupa dello studio e della verifica dei requisiti dettati dal regolamento REACH e dai maggiori standard internazionali dei mercati nei quali l’azienda è presente. Le gamme di inchiostri del brand Kiian Digital, ad esempio, sono state sviluppate per rispondere allo standard OEKO-TEX e alle RSL (Restricted Substances List) di marchi quali Adidas e Nike, mentre Digistar HI-PRO ha conseguito la certificazione ECO PASSPORT by OEKO-TEX.

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La sostenibilità al centro CUS CERTIFICAZIONI In linea con la vision incentrata sulla sostenibilità ambientale, JK Group è impegnato in un percorso volto a conseguire le principali certificazioni. L’inchiostro Digistar HI-PRO di Kiian Digital ha recentemente conseguito la certificazione ECO PASSPORT BY OEKO-TEX.

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decorative testimonial

EATALY

L’imballaggio? Dev’essere intelligente, economico, riciclabile Oscar Farinetti racconta le scelte e i valori della comunicazione, degli imballaggi e degli allestimenti della sua azienda.

di Achille Perego

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C’era riuscito con Unieuro e ci ha riprovato, con ancora più successo, con Eataly. Dimostrando così di essere un imprenditore campione del made in Italy. Come lo è diventato, dal lancio nel 2007 a oggi, la nuova “creatura” di Oscar Farinetti. Eataly, appunto, la più grande vetrina internazionale nel mondo del food italiano. Un nuovo modo di presentare, vendere e preparare prodotti e piatti della migliore tradizione dei campi e della tavola del nostro Paese. Ma anche di comunicarli al consumatore, dall’allestimento dei negozi al packaging che avvolge pasta, riso, pelati, cioccolatini o yogurt. Un imballaggio minimalista ed ecocompatibile, che non trascura nei formati e nell’immagine anche le nuove mode e tendenze come quella vegano-vegetariana o le esigenze contenute dei single, ma che vuole soprattutto far parlare il prodotto. Farlo emergere sulla confezione.

Ma come definirebbe oggi Eataly il suo fondatore e principale azionista? Eataly – esordisce Oscar Farinetti – è una grande famiglia di meravigliosi negozi che oggi, in tutto il mondo, sono 39, l’ultimo è quello aperto a Los Angeles in novembre. Il compito di Eataly è offrire una selezione dei migliori prodotti di piccoli produttori artigianali a prezzi sostenibili, limitando al massimo la catena di distribuzione e creando un contatto diretto tra produttore e consumatore. Con questa formula Eataly punta ad aumentare la percentuale di chi mangia in modo consapevole, scegliendo prodotti italiani di alta qualità, con particolare attenzione all’origine e alla lavorazione delle materie prime. La filosofia di Eataly è duplice: da un lato, offre prodotti sia sotto forma di distribuzione che sotto forma di opportunità di ristorazione; dall’altro lato propone corsi di cucina, degustazioni, incontri con grandi chef, con le grandi cantine o con gli artigiani, didattica gratuita per bambini e anziani. Quest’ultimo


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decorative “Privilegiamo sempre il contenuto, mentre il vestito deve essere leggero, semplice, economico e molto descrittivo per raccontare la storia dei prodotti, esaltarne la qualità”

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testimonial

aspetto riassume la vera originalità di Eataly e costituisce il punto di inizio per suscitare nel consumatore una corretta percezione della qualità, in grado di muovere le sane leve del gusto e del godimento, che rendono l’essere umano più appagato e felice.

Quanto è importante per Eataly il nuovo maxi parco agroalimentare Fico aperto da metà novembre a Bologna? Fico sarà il più grande parco del mondo dedicato alla meraviglia dell’agroalimentare italiano. Con ingresso gratuito, oltre 100.000 mq di coltivazioni, allevamenti, fabbriche, botteghe, chioschi, aree ristoro, giostre educative e aree didattiche per divertirsi, conoscere e imparare il meglio dell’enogastronomia italiana. La location è speciale: l’area del CAAB, l’ex mercato ortofrutticolo di Bologna. Un edificio con 4.000 pannelli solari, passivo e unico nel suo genere che servirà da esempio a tanti altri che verranno. Il tema ambientale a Fico sarà centrale, perché il parco si impegna a fare il minor quantitativo possibile di rifiuti e il 100% di raccolta differenziata. Differenziare i rifiuti e creare così zero rifiuti “indifferenziati” – e questo riguarda anche il packaging dei prodotti – è la via scelta anche dai tre negozi Eataly più grandi, quello di Torino, quello di Milano e quello di Roma. Una sfida grandissima nella quale vogliamo sentirci tutti impegnati.

ome comunicate questi valori? Che strumenti vengono utilizzati, da quelli tradizionali come stampa e tv all’online? La comunicazione di Eataly si sviluppa attraverso moltissimi canali. Naturalmente quelli della carta stampata, come anche quelli del web che stanno diventando sempre più diffusi. Ci interessa diffondere l’immagine di un luogo meraviglioso e diverso in cui si possono fare esperienze e ci si può emozionare. Venire a fare la spesa a Eataly o a mangiare deve continuare a essere percepito come un atto consapevole che si fa per una migliore qualità della propria vita. Comprare prodotti artigianali, mangiare bene, godere del profumo del pane appena sfornato come della possibilità di comprare ottima carne o trovare una ricca selezione di oli extravergine di oliva… “Mangiare è un atto agricolo”, come dice Wendell Berry, contadino e filosofo americano, e come, ogni giorno, leggiamo entrando nei negozi Eataly. All’interno dei punti vendita il racconto dei prodotti è veicolato su decine e decine di cartelli più o meno grandi e pannelli descrittivi che raccontano la storia dei nostri prodotti e produttori.

Lei che è considerato l’ambasciatore del made in Italy del cibo nel mondo, quanta attenzione riserva, oltre che al prodotto, alla sua confezione? Ho sempre pensato che un prodotto d’eccellenza debba anche presentarsi bene agli occhi di chi intende acquistarlo e gustarlo. Ma ritengo anche che la presentazione, quindi il packaging, debba essere semplice perché oggi il consumatore è sempre più intelligente ed è disposto a investire molto di più in quello che trova dentro la confezione, non nella confezione. Quindi fin dall’inizio, come Eataly, abbiamo sposato la filosofia non dell’imballaggio costoso

La Ferrari del food Un gruppo da oltre 400 milioni di ricavi nel 2016, che dovrebbe arrivare a circa 500 milioni nel 2017, che si prepara anche a essere quotato in Borsa. Il cda di Eataly riunito lo scorso 31 ottobre, sotto la guida del presidente esecutivo Andrea Guerra, ha infatti deciso di avviare la marcia verso lo sbarco in Borsa da realizzare entro 12-18 mesi. “Un’azienda come Eataly, unica globale nel food-retail” spiega Farinetti “credo che debba essere globale anche in questo”. E aggiunge anche che non cederà più del 30-33% “e mi piacerebbe che questo 30% andasse in mano alle famiglie italiane più che alle grandi banche. Noi, come famiglia, intendiamo restare”. L’altro desiderio è quello di essere quotati in Piazza Affari e non a New York, “anche se lì è più facile perché siamo più conosciuti e ci vogliono bene”. Quella che si annuncia come la quotazione della ‘nuova Ferrari’ del food contribuirà allo sviluppo del Gruppo che sta anche scegliendo un partner locale per lo sbarco in Cina; dopodiché il presidente esecutivo Andrea Guerra fisserà i tempi per le aperture a Shanghai e a Pechino. Poi toccherà a Stoccolma, quindi due aperture negli Stati Uniti, a ottobre 2018 a Parigi mentre il 2019 sarà l’anno di Londra.

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La semplicità che “fa parlare il prodotto” Incontro con Sandra Trabucco, responsabile comunicazione e immagine del gruppo Eataly Negli ultimi mesi ha lavorato al restyling, con la scelta del fondo bianco, delle confezioni dello yogurt ViaBontà. Remake che, spiega Sandra Trabucco, responsabile comunicazione e immagine del gruppo Eataly, e anche dell’ufficio grafico-creativo (sede a Torino, ma con alcuni collaboratori a Roma) non cade mai nel vintage. Piuttosto punta a “far parlare il prodotto” con la semplicità nell’uso dei materiali, la forma delle confezioni, la tipologia di stampa. Se ogni prodotto richiede un’attenzione e una scelta particolare, vengono sempre privilegiati semplicità e basso costo. Imballaggi leggeri, possibilmente biodegradabili (compresi i sacchetti della spesa) e differenziabili per lo smaltimento con l’obiettivo, spiega sempre Sandra Trabucco, di arrivare al “rifiuto zero”. I colori privilegiati sono il bianco, i marroni e i beige per le scatole o i sacchetti della pasta, dei grissini, dei dolci con il marchio in evidenza e una descrizione del prodotto sintetico ma con caratteri grandi e leggibili. I materiali più utilizzati sono la carta (come la carta paglia) e i cartoncini, vetro riciclato (come quello usato per le bottiglie da mezzo litro, un litro e un litro e mezzo appositamente disegnate e realizzate per i vini Eataly), legno per gli arredi e metalli per alcune confezioni, per esempio quello delle pastiglie Leone. E in qualche modo la carta viene utilizzata anche per la comunicazione che prevede la stampa di una brochure all’anno e del catalogo dei pacchi natalizi, per i quali la confezione rispecchia sempre la filosofia minimalista ed ecocompatibile di Eataly. Filosofia che uniforma un po’ tutti i prodotti sugli scaffali come gli allestimenti degli store, dalle tovaglie ai tovaglioli, dai cartelloni (forex e leger) ai fogli descrittivi appesi sulle scaffalature. E viene estesa a tutti gli stampati e gli imballaggi, anche a quelli realizzati direttamente dai singoli produttori, ma con la grafica e i file curati da Eataly che, direttamente, si rivolge a un gruppo selezionato di agenzie e stampatori storici (già presenti ai tempi di Unieuro) come Spal Neon di Alba per le insegne e G&G Print Design di Torino.

e lussuoso, ma del packaging intelligente, economico, ecocompatibile, con materiali (dalla carta al vetro agli inchiostri vegetali) riciclati o biodegradabile al cento per cento. Ma la confezione deve essere anche molto descrittiva. Nell’alimentare c’è una cultura, che io reputo sbagliata, di scrivere le indicazioni sul prodotto in caratteri piccolissimi e quasi illeggibili. Invece è importante esaltare la descrizione, e quindi la qualità, di quello che uno sta comprando.

Come realizzate le vostre confezioni?

“Fin dall’inizio, come Eataly, abbiamo sposato la filosofia non dell’imballaggio costoso e lussuoso, ma del packaging intelligente, economico, ecocompatibile, con materiali riciclati o biodegradabili al cento per cento”

Fin dall’inizio, come Eataly abbiamo costituito un ufficio grafico-creativo all’interno. Del resto la nostra filosofia è quella di poter fare e gestire tutto in casa, così abbiamo un controllo diretto sulla produzione e sull’organizzazione del nostro lavoro. Disegniamo sia il packaging dei prodotti che realizziamo noi, a marchio Eataly – che coprono però meno del 5% del totale – sia quelli dei nostri fornitori, con il loro marchio, quando ci viene richiesto. Il nostro ufficio interno si occupa sia del food design, anche se poi sono i singoli produttori a rivolgersi ad aziende di stampa e cartotecniche per la realizzazione del packaging, sia dello store design, per l’allestimento dei nostri punti vendita, dalle semplici e naturali scaffalature in legno alla cartellonistica, con pannelli in forex, dalle tovaglie in carta per i tavoli ai cartelli che descrivono e spiegano i prodotti in vendita. E in un caso come nell’altro privilegiamo sempre il contenuto, mentre il vestito deve essere leggero, semplice, economico e molto descrittivo per raccontare la storia dei prodotti, esaltarne la qualità, che si tratti anche di prodotti bio o pensati per rispondere alle nuove esigenze di consumatori come vegetariani o vegani.


La piattaforma di macchine da stampa digitali in grado di massimizzare qualità e produttività, in tutti gli ambienti operativi.

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OOH

boh, spero di essere stato chiaro. se hai dubbi o perplessità chiamami pure. in futuro poi sarò io a gestire l’Offline-to-Online delle nostre varie riviste e pubblicazioni.

Il lettore, grazie a queste icone - dovrebbe subito riconoscere che in quel punto della pagina c’è un elemento multimediale e che dalla carta (offline) ti fa passare alla rete o a un documento digitale (online)

il senso di questo progetto è dare + importanza alla carta facendo capire che fotografie, ADV, qrcode e altro, possono essere delle “finestre” che dalla rivista si affacciano sul mondo digitale, di fatto arricchendo di contenuti il giornale.

DIMENSIONI REALI da usare in pagina

in allegato trovi anche le varie icone da utilizzare di volta in volta adeguandole al contenuto multimediale e soprattutto all piattaforma su cui verrà visualizzato. pensiamo di usre l’app di ricoh Clickable Paper

QUESTO è già IL QRCODE corretto DA USARE

cerchiati gli elementi da usare in pagina

al contrario di quanto fatto finora, il codice andrebbe inserito in pagina affiancato da certi elementi “fissi” di grafica e testo.

Tra piante-affissioni e pannelli che puliscono l’aria, la tendenza a scegliere materiali eco-compatibili sta conquistando anche l’advertising. L’innovazione è in campo per la salute e il risparmio energetico e il signage che fa la differenza è sempre più green.

L’OOH si veste di verde e riporta

icn QRCode

di Stefano Tenedini

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ESEMPIO

DIMENSIONI 200%

di maggiore impatto dei media eco-compatibili: un cartellone che comunica attraverso la vegetazione, come quello realizzato con piante di tè per la pubblicità icn Survey della Coca Cola. Le piante, inserite verticalmente nelle bottigliette, si danno da fare 24 ore al giorno per assorbire anidride carbonica e promuovere il brand.

magari il testo lo rivede paola.

icn QRCode Fotografa il QR code e accedi al contenuto multimediale “Come l’outdoor migliora la città e la rende sempre più smart”, pubblicato su www.widemagazine.net

Il mondo vuole diventare sempre più green, ma le aziende sono pronte? Se da un lato c’è una forte domanda di innovazione digitale – e lo conferma la icn Augmented icn Virtual crescita di soluzioni Realityche rendono gli impianti out ofReality home sempre più a misura delle smart city, fenomeno di cui abbiamo parlato nello scorso numero di Wide – a che punto è la sostenibilità ambientale nel mondo dell’advertising? Passi avanti da quando regnava la mentalità dell’usa e getta ne sono stati fatti molti, ma col cambiamento climatico sempre più evidente e il disagio ormai diffuso nell’uso delle plastiche è il momento di un decisivo salto di qualità. Clienti finali, concessionari, creativi e produttori di materiali lo sanno, e in tutto il pianeta il settore è chiamato a promuovere l’agenda verde. L’uso di pubblicità sostenibile aiuta i brand a raggiungere i loro obiettivi ecologici, e come abbiamo visto nello scorso numero di Wide le affissioni sono un patrimonio pubblico non sfruttato, che può contribuire a generare entrate per uno sviluppo pulito. Bisogna anche lavorare perché le scelte verdi diventino progressivamente meno costose (sia che si tratti di inchiostri o di supporti, di materiali o di gestione) così da rappresentare un’alternativa per i clienti. L’inserzionista vuole sì un messaggio sostenibile, ma pur sempre economico. Intanto che l’intero mercato si prepara a colorarsi di green, trasformando la tendenza in un chiaro mandato del consumatore, qua e là emergono nuovi prodotti e soluzioni che sfruttano le ultime innovazioni tecnologiche o semplicemente il pollice verde dei creativi. Come le “pareti viventi”, una delle forme Fotografa il QrCode qui di fianco e accedi al contenuto multimediale “Come l’outdoor migliora la città e la rende sempre più smart” pubblicato su www.widemagazine.net

questo è il qrcode

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scenari

Pubblicità lavate con acqua piovana, ma anche manutenzioni in bicicletta

Su altri edifici, pannelli erbosi ancorati alle pareti servono a raffreddare il muro d’estate e a proteggerlo dal gelo d’inverno, facendo risparmiare sui costi energetici. Celebre anche il tabellone pubblicitario di McDonald’s, che per promuovere la sua linea di cibi naturali lo aveva decorato di lattuga vera. Periodicamente, crescendo, la verdura mostrava la sua natura: una scritta che invitava a consumare insalate fresche. Oppure una casa vinicola inglese che ha realizzato le sue affissioni con 800 piante e materiali riciclati, trasferite e ripiantate dopo l’affissione a maggior gloria della già verdissima campagna britannica. Piante a parte, anche l’innovazione tecnologica gioca un ruolo importante: ad esempio in Finlandia Walki Group, produttore di laminati e materiali di imballaggio, propone soluzioni di stampa e imaging ecologiche che sostituiscono le carte blueback trattate chimicamente o i pannelli per banner e display in PVC con materie ultra-leggere, resistenti allo strappo e riciclabili a base di polimeri funzionali. Prodotti che possono essere usati per applicazioni frontali o retroilluminate, con uno strato non riflettente a ricezione di getto d’inchiostro

icn Augmented Reality


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OOH scenari

l’ambiente in città adatto per inchiostri UV o latex, testati dagli stampatori con larghezze fino a 3.200 mm. Poco lontano, Copenaghen punta a raggiungere un’impronta zero sull’ambiente entro il 2025, e l’arredo urbano ne tiene conto con misure come l’eco-design, che impatta anche sulle pubblicità OOH. Tanto che JCDecaux ha fissato obiettivi ambiziosi: una riduzione del 49% nel consumo di energia degli impianti, veicoli elettrici per la manutenzione, ma anche biciclette elettriche per la pulizia (usando l’acqua piovana) dei pannelli in centro città. Un messaggio colto dall’australiana OMA, che riunisce i concessionari di media: dal riciclo dei materiali di scarto alle tecnologie sostenibili, dal risparmio di energia, acqua e risorse ai veicoli non inquinanti, il Paese dei canguri vuol essere un modello green per l’Oceania. E l’Italia? Non sta certo restando indietro. Nel nostro Paese, anche se un po’ in ritardo, si sta facendo strada una crescente sensibilità ambientale, anche grazie all’interscambio tra i clienti (quasi tutti grandi player), i creativi, molti dei quali inseriti nei network pubblicitari internazionali, i produttori di materiali e stampatori sempre più attrezzati per la domanda eco-compatibile. Un segmento di mercato la cui importanza cresce a ogni stagione.

Le facciate che assorbono i veleni per una pelle a prova di inquinanti Ed è significativo che uno degli esempi più visibili di questa decisa virata verso la pubblicità OOH più sensibile all’ambiente sia venuta da Nivea, uno dei

In alto, la maxiaffissione di Nivea in Piazza San Babila, nel pieno centro di Milano, caratterizzata dall’innovativa tecnologia green del tessuto “The Breath”, che assorbe lo smog e purifica l’aria. Qui sopra, il tabellone di McDonald’s decorato con insalata vera e l’affissione ecologica di Walki Group in Finlandia.

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OOH

scenari

Esempi di installazioni OOH green realizzate da Urban Vision, che ha adottato, a livello internazionale, una policy di riduzione dell’impatto ambientale delle sue realizzazioni.

brand globali dei prodotti per la cura della pelle. E non è un caso: Nivea, che fa capo al colosso tedesco Beiersdorf – 130 anni di storia e 17 mila dipendenti – ha da poco lanciato la linea “Urban Skin”, formulata proprio per contrastare l’effetto di un ambiente cittadino sempre più inquinato. Il cliente target abita nelle grandi città, ma “vive” con disagio l’aria poco pulita: quale miglior modo per promuovere un prodotto studiato per difendere la pelle dallo smog che ricorrere a un materiale che è già esso stesso un aiuto a una città più sana? La scelta è quindi caduta su un impianto collocato in Piazza San Babila, nel pieno centro di Milano: una maxi affissione di quasi 400 metri quadrati caratterizzata dall’innovativa tecnologia green del tessuto “The Breath”, una soluzione sostenibile ed ecologica ideata da Anemotech che assorbe lo smog e sfrutta il movimento dell’aria, permettendole di circolare più pulita e respirabile. La creatività è stata curata da FCB Milano, mentre Urban Vision (concessionaria di spazi OOH partecipata da WPP e Media Vision) ha realizzato l’impianto. “Abbiamo scelto una strategia di comunicazione a misura di città, innovativa ma insieme sostenibile”, spiegano da Nivea. “Siamo orgogliosi di contribuire in maniera concreta al miglioramento della qualità della vita urbana, nel pieno rispetto dell’ambiente.

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Così come amiamo prenderci cura della pelle delle consumatrici, siamo felici di farlo attraverso una campagna sostenibile che ricalca perfettamente l’essenza della nuova linea di prodotti”.

Bastano 10 metri quadrati di tessuto per “eliminare” 3.600 auto a benzina “Urban Vision pone da sempre particolare attenzione alla riduzione dell’impatto ambientale delle sue realizzazioni”, dice Gianluca De Marchi, presidente di Urban Vision, spiegando una scelta che è sia di mercato sia etica ed ecologica. “Utilizziamo perciò tecnologie di stampa senza emissione di composti organici volatili o sostanze dannose per l’ozono, scegliamo vernici ad acqua non acriliche che garantiscono la totale assenza di inquinanti pericolosi e limitiamo l’inquinamento luminoso impiegando fari a tecnologia led, dove possibile alimentati da pannelli fotovoltaici. Infine ci facciamo carico dello smaltimento e del riciclo dei materiali utilizzati. Urban Vision sostiene anche il Fondo Ambiente Italiano e da tempo ha una partnership con Earth Day Italia, che rappresenta la ong internazionale che promuove la Giornata Mondiale della Terra delle Nazioni Unite”. Nel mondo OOH Urban Vision ha fatto strada per la sostenibilità ecologica, siglando una partnership esclusiva con la Anemotech per l’utilizzo e la


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OOH scenari

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he Breath Stampato in 6x3 o maxi formato, così il brand si scopre sostenibile “The Breath” è un tessuto dalle caratteristiche sorprendenti, innovativo nel concetto e nel modello di impiego. Sviluppato da Anemotech, una società tutta italiana che fa parte di Ecoprogram Group, è un sistema di teli per l’attenuazione dell’inquinamento da traffico, riscaldamento e altre emissioni sia da produzioni industriali che civili. Brevettato nel 2014, risponde alla mission aziendale di studiare e sviluppare prodotti che migliorano la qualità della vita. Sfrutta la circolazione naturale dell’aria e il suo “funzionamento” non consuma energia. Il pannello, posto sui palazzi, favorisce la riduzione dell’inquinamento catturando la carica batterica, le polveri e le muffe, e aiuta inoltre a contrastare gli odori molesti. È composto da un tessuto multi-strato che assorbe, trattiene e disgrega le molecole degli inquinanti presenti nell’aria circostante. Riveste l’edificio sui ponteggi dei cantieri e dei lavori di riqualificazione urbana, ed è un modello sempre più utilizzato nell’OOH, quando il restauro è sponsorizzato e “rivestito” dalla pubblicità di un brand. Questo innovativo tessuto può essere stampato direttamente o accoppiato ai poster di pubblicità predisposte dal

cliente, come spiega Gianmarco Cammi, direttore operativo di Anemotech. “La scelta dipende essenzialmente dalle dimensioni dell’installazione e dalla qualità grafica che il cliente desidera. In rapporto alle misure e alla complessità possiamo gestire il processo di stampa internamente o richiedere il supporto di stampatori esterni. Se è un poster di dimensioni tradizionali – diciamo il classico 6x3 e senza la necessità di una risoluzione elevata – non c’è alcun problema a procedere anche con la stampa diretta. Se è invece un grande formato con una grafica performante o molto definita, la soluzione migliore è unire il cartellone al telo contando sulla circolazione d’aria. Le maxi affissioni

distribuzione di The Breath negli impianti outdoor in Italia e nel Regno Unito. “Riteniamo importante dare un contributo alla difesa dell’ambiente. I nostri clienti trovano The Breath applicato alle maxi affissioni dietro al telo pubblicitario o alla riproduzione architettonica, senza che questo comporti alcun aggravio di costi. È un altro dei fattori che ci differenziano dai nostri competitor”. La sua funzionalità è stata testata secondo l’inquinamento medio nel centro di Milano con risultati notevoli in termini di sostenibilità ambientale: in un anno solo 10 metri quadrati di tessuto applicati a un palazzo evitano emissioni di biossido d’azoto pari a 1450 auto diesel o a 15 caldaie, o di composti organici volatili pari a quelli prodotti da 3.600 auto a benzina. Lo stesso materiale ha anche un utilizzo indoor: come pannelli o rivestimenti tessili, può assorbire le sostanze inquinanti emesse da vernici dei mobili e pitture a parete, detersivi, emissioni dei fornelli o formaldeide, e ha infine un vantaggioso effetto antibatterico. “Dopo la presentazione ufficiale della partnership con Anemotech ci sono giunte numerose richieste sia dal pubblico che dai privati”, aggiunge De Marchi analizzando il ritorno in termini di mercato della scelta ambientale. “L’utilizzo di questa tecnologia sui nostri impianti ha suscitato notevole interesse

da 400-600 metri quadrati che rivestono interi edifici rientrano in questa categoria”, precisa Cammi. “L’importante è garantire flessibilità rispetto all’esigenza del cliente: The Breath funziona perfettamente con entrambe le modalità di utilizzo”. Quando si tratta di maxi affissioni per i restauri però non si può considerare solo l’aspetto ambientale: anche la salute di chi in quel palazzo continua a vivere (o a lavorare) o degli operatori impegnati nel cantiere ha il massimo valore. “Sono persone che per mesi oltre all’inquinamento del traffico sopportano anche le polveri, e questa soluzione le protegge. La sostenibilità verso l’ecosistema deve andare di pari passo con la sensibilità sociale”.

anche all’estero. Ce lo confermano le realizzazioni già presenti a Lisbona e a Londra: nella capitale britannica l’inquinamento è un tema davvero sentito, e dai test effettuati prima delle nostre installazioni erano emersi dati piuttosto allarmanti. Diversi settori merceologici hanno dimostrato il loro interesse verso la tecnologia The Breath: automotive, beauty, tlc e moda. Contribuire a ridurre l’inquinamento è un plus per clienti sempre più orientati verso investimenti sostenibili”. Ma quali vantaggi porta The Breath a città, edifici, clienti e persone? “L’installazione in un ambiente urbano permette di neutralizzare l’inquinamento causato dal consumo di energia dentro e fuori gli edifici e di assorbire le emissioni nocive prodotte dalle industrie e dal traffico. È un materiale” spiega “che può contribuire a migliorare la qualità dell’aria che respiriamo. Può essere usato nell’arredo urbano, proteggendo dalle polveri sottili chi transita nelle aree limitrofe, ma anche chi lavora nei cantieri, così come tutte le persone che abitano nei palazzi oppure lavorano negli uffici degli edifici, sempre più numerosi nei centri storici, sottoposti a un restauro. Inoltre” conclude De Marchi “protegge gli stessi monumenti e gli edifici artistici, in alcune fasi dei lavori esposti agli agenti atmosferici e inquinanti a causa dell’utilizzo di solventi che ne aumentano la porosità”.

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OOH

aifil informa Figura 1

Curve fotometriche, conoscerle per usarle di Fausto Martin

Sempre più spesso, nelle domande di autorizzazione per cartelloni illuminati si fa esplicito riferimento a faretti che emettano a 0,49 cd/ klm. Tale richiesta è molto frequente nelle regioni in cui sono in vigore leggi regionali sul contenimento dell’inquinamento luminoso. Una frase tipo a cui fanno riferimento i regolamenti comunali stabilisce che per essere considerati conformi ai principi di contenimento dell’inquinamento luminoso e del consumo energetico, gli impianti devono “essere costituiti di apparecchi illuminanti aventi un’intensità luminosa massima compresa fra 0 e 0,49 candele (cd) per 1.000 lumen di flusso luminoso totale emesso a novanta gradi e oltre”. Il principale strumento di controllo del rispetto della conformità degli impianti alla normativa regionale è la verifica dei requisiti illuminotecnici degli apparecchi di illuminazione. Per effettuarla correttamente sono fondamentali le misure fotometriche degli apparecchi di illuminazione. È dunque importante imparare a leggere e a comprendere le curve fotometriche che consentono di prevedere l’impatto sull’ambiente circostante di un apparecchio d’illuminazione e le sue effettive prestazioni.

AIFIL (Associazione Italiana Fabbricanti Insegne Luminose) rappresenta le aziende che operano nel settore delle insegne e della pubblicità luminosa e, più in generale, nella comunicazione visiva tramite tecnologie di illuminazione. In questo spazio l’Associazione propone tematiche di attualità e aggiornamento ai professionisti del settore di riferimento.

Istruzioni per l’uso A qualsiasi oggetto che emette luce può essere associata una curva fotometrica, sia esso una semplice lampadina, un apparecchio illuminante o uno schermo che riflette luce. Per costruire un solido fotometrico è necessario misurare l’intensità luminosa, cioè “pesare” con quale intensità la sorgente emette luce in una determinata direzione. In pratica è come se si girasse attorno alla sorgente e, a “passi” di 90°, si misurasse l’intensità della luce emessa. Nella figura 1 si riporta un esempio di curva fotometrica – ottenuta tagliando con due piani passanti

Fausto Martin Laureato in Ingegneria elettrotecnica presso l’Università di Padova, fa parte dei SC 34 C del CEI. Delegato italiano presso il Comitato tecnico della European Sign Federation, è consigliere della Sezione Triveneto di AIDI.

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Classificazione lampade secondo CIE: 100 CIE Flux Code: 64 97 100 100 99

per l’asse dell’apparecchio il solido fotometrico – di un apparecchio che emette in tutte le direzioni. Osservando la curva fotometrica si riesce a intuire il comportamento dell’apparecchio, in quanto i raggi indicano le diverse direzioni e i cerchi concentrici l’intensità. Verificare graficamente l’emissione di luce in una direzione è quindi semplice e questo è fondamentale per verificare la conformità dell’apparecchio alla legge regionale. Sapendo infatti che la norma prescrive che la distribuzione dell’intensità luminosa non debba superare i 90° e le 0,49 cd ogni 1000 lumen emessi, questa verifica si realizza leggendo il valore del cerchio che interseca il raggio orizzontale, sul quale è indicato – appunto – 90°. Nel caso riportato nella figura 2, l’apparecchio emette verso il bas-

Figura 2

so, infatti sia la curva blu che quella rossa non vanno oltre il piano orizzontale. Questa tipologia di apparecchiatura emette solo verso il basso (quindi nulla sopra la linea d’orizzonte, i fatidici 90°) e quasi esclusivamente la sua emissione – linea blu – è concentrata tra i 30° e i 330° (ovvero i –30°), e pertanto risulta conforme alla legge regionale. La simulazione evidenzia quanto emerso dalla lettura delle curve fotometriche. Quindi, prima di acquistare faretti sulla base del solo prezzo di acquisto o dell’efficienza (lumen per watt), bisogna chiedere al fornitore anche le curve fotometriche e i relativi file IES o LDT che consentono al progettista di eseguire una simulazione necessaria alla redazione del progetto illuminotecnico.


Pensare, per realizzare insieme. In Polyedra non abbiamo mai smesso di farlo, perché c’è sempre un’idea pronta a diventare realtà. Come o grazie a cosa? Possiamo inventarlo insieme: l’importante è non smettere d’immaginarsi il futuro. Polyedra è il partner poliedrico capace di ascoltare per tradurre in soluzioni le vostri visioni. Don’t stop imaging.

polyedra.com


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interior focus hospitality

Puoi avere tutte le qualità del mondo, ma se non hai un abito appropriato e “alla moda” rischi di dare un’impressione sbagliata a chi ti incontra per la prima volta. Lo stesso succede ai locali pubblici. Come far sì che hotel, bar e ristoranti si presentino al meglio ai propri clienti e vengano percepiti come attuali e di tendenza? Quali soluzioni scegliere? Quali tecnologie? Quali materiali?

Hotel, bar, ristoranti: cinque tendenze

di Elena Panciera

È attribuito a Oscar Wilde il detto: “Non c’è mai una seconda occasione per fare una buona prima impressione”. Questo è valido anche in ambito professionale, non solo per le persone ma anche per le aziende. Tanto più se sono intrinsecamente connesse al luogo che le ospita. Pensiamo a hotel e ristoranti: l’aspetto, le sensazioni che suscitano, l’atmosfera che riescono a comunicare – dal vivo come in fotografia – sono decisivi per attrarre il possibile cliente all’interno. Quante volte hai deciso di passare oltre, di fronte a un ristorante triste, fuori moda o poco curato? E quanto influiscono le fotografie degli ambienti nella scelta di un luogo di soggiorno? Internet ha amplificato la necessità delle persone di curare la propria immagine anche online. TripAdvisor è il simbolo di ciò che è successo alle strutture ricettive, che per avere successo devono presentarsi in modo impeccabile, sempre. Perché ormai i clienti non scelgono un ristorante o un hotel solamente in base alle fotografie ufficiali, ma anche (o forse soprattutto) sulla base delle foto di altri clienti che li hanno preceduti. Per questo motivo avere spazi impeccabili, originali e coerenti per il proprio target è fondamentale per ogni struttura. Se sono pure fotogenici, tanto meglio: le immagini ufficiali saranno più accattivanti, quelle dei clienti saranno numerose e verranno pubblicate sui loro canali a costo zero. E loro diventeranno di fatto preziosissimi ambasciatori del brand. Ristoranti, trattorie, bar, pub, hotel, bed & breakfast, ostelli: per tutti c’è la necessità di affidarsi a professionisti dell’interior decoration che li sappiano

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consigliare su tendenze, materiali e mercato di riferimento, e propongano progetti in linea con i budget a disposizione. Anche perché finalmente la tecnologia digitale ha reso possibile la realizzazione di progetti esclusivi a costi sostenibili anche per realtà medio-piccole. Le opere di fotografi o graphic designer possono venire stampate su ogni tipo di materiale e superficie, contribuendo a trasformare gli ambienti di hotel, bar e ristoranti in luoghi unici, se non in opere d’arte. Le tendenze dell’interior decoration per il 2018 sono già ben delineate. Vediamole insieme e scopriamo come realizzarle con le soluzioni che propone il mercato.

Colori forti, scuri, belli da fotografare Nell’era dei selfie e delle recensioni online, nessun titolare di hotel o ristorante può prescindere dall’allestimento di angoli e spazi che siano interessanti da fotografare. Fondali dai colori forti e dalle fantasie curiose sono di estremo appeal per i clienti appassionati di fotografia e Instagram, che diventano ambasciatori del brand sui loro canali social. Costruire spazi con sfondi immediatamente riconoscibili diventa anche un modo per costruire la propria identità visiva, il proprio “marchio di fabbrica”. Il 2018 è l’anno del ritorno dei colori scuri, più evocativi e persuasivi rispetto a quelli neutri o pastello che hanno monopolizzato il mercato negli ultimi anni. Irrompono sulle pareti design colorati e sorprendenti, riproduzioni di opere d’arte, composizioni trompe l’oeil. La carta da parati, che non ha mai cessato di avere un grande successo nei paesi del nord Europa, sta


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interior focus hospitality

dell’interior decoration per il 2018

In alto, in collaborazione con un team di designer guidato da Jennifer Castoldi, ogni concept room dello stand HP a Heimtextil racconta una storia che prende vita grazie alla tecnologia di stampa dècor di HP Latex e HP Indigo. HP a Heimtextil ha stupito con uno stand realizzato interamente con HP Indigo Wallpaper, lampade incluse. Qui sopra, l’italiana LondonArt propone soluzioni di design per arredare ogni tipo di interni. Questa è Saphir, la soluzione della graphic designer Benedetta Simone, caratterizzata da colori scuri e d’impatto.

tornando (finalmente) anche in Italia, con un occhio particolarmente attento al design. Aziende come la vicentina LondonArt propongono un catalogo di tappezzerie dai design raffinatissimi, realizzate con la collaborazione di artisti e art director di fama internazionale. Longo, storica azienda altoatesina di stampa digitale, da anni propone wallpaper con il marchio satellite “Tapeterie”. In questo caso, i clienti finali possono scegliere tra un ampio catalogo di design messi a disposizione sul sito, oppure scegliere di stampare il proprio. Tutti i wallpaper proposti da Longo sono realizzati con tecnologia Xeikon 8500, che offre buone prestazioni in termini di velocità. La perfetta gestione del materiale in bobina dell’azienda con headquarter nei Paesi Bassi le deriva infatti dall’esperienza maturata nella produzione di stampanti per etichette. Inoltre, come recentemente spiegato a Heimtextil, a Francoforte, il rispetto delle rigide normative del settore food fa sì che le soluzioni Xeikon siano sicure ed ecosostenibili, perfettamente compatibili per ogni tipo di ambiente. Non sono da meno gli altri produttori: HP proprio a Heimtextil ha presentato HP Indigo Wallpaper, basato sul sistema di stampa Indigo 20000. Questa soluzione industriale è pensata soprattutto per gli stampatori analogici di carta da parati che desiderano passare al digitale, senza scendere a compromessi in termini di produttività, ma sfruttando tutti i benefici della stampa on demand. Questa soluzione, che sfrutta l’esclusiva tecnologia HP ElectroInk, si affianca a quelle che usano gli inchiostri HP Latex a base acqua, versatili ed ecologici.

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Per “far entrare la natura” in un ambiente non serve avere un giardino vero. Da sinistra, una delle Tapeterie di Longo e la proposta di HP per il bagno a Heimtextil.

Le stampanti di grande formato con inchiostri latex Ricoh Pro L4130 e Pro L4160 sono una valida soluzione per i centri stampa che vogliano inserire nella propria gamma prodotti wallpaper sicuri ed ecosostenibili.

Portare la natura all’interno L’idea di “aprire gli spazi” con soluzioni ispirate alla natura è molto di tendenza: in città per contrasto con l’esterno, e in ambienti più bucolici per creare invece un senso di continuità con l’ambiente circostante. Già a fine 2017 abbiamo visto un’invasione di foglie di banano, fenicotteri, carnosi fiori tropicali in tutto il settore lifestyle. Sono evergreen (letteralmente!) le immagini di boschi, laghi, prati, montagne innevate. Certo, non tutte le strutture si possono permettere di mantenere un giardino al proprio interno... ma ogni ambiente, anche il più piccolo, può essere allestito in modo da “portare dentro la natura”. Non servono necessariamente piante vere: anche le riproduzioni possono andare benissimo per creare ambienti riposanti, accoglienti ed evocativi. Anche in questo caso le moderne tecnologie di stampa digitale vengono in soccorso del decoratore d’interni, con soluzioni d’impatto, ecologiche e sicure. Pensiamo per esempio alle cornici retroilluminate, che vengono usate come strumenti di comunicazione ma anche per la decorazione d’interni. In quest’ultimo caso, ai materiali plastici come il PVC vengono spesso preferiti i tessuti, più ecologici e naturali, non solo alla vista ma anche al tatto. Le cornici possono trasformare

completamente una parete, se vi vengono appoggiate, oppure diventare un elemento di divisione degli spazi, se sono autoportanti. Inoltre, nelle cornici si possono variare l’intensità, il “calore” e anche il colore dei led, a seconda dell’effetto luminoso desiderato. Se invece si cercano effetti luminosi dinamici, ci si può rivolgere a Image, che con la gamma Lumilite offre la possibilità di “animare” le immagini con semplici giochi di luce. E quando si decide di cambiare design, si possono riprogrammare anche i led. Grazie alla sublimazione diretta, i tessuti stampati con le macchine ATPColor, dotate di calandra integrata, hanno colori brillanti e un effetto assolutamente naturale. Anche la tecnologia latex, water-based, è un’ottima soluzione per la stampa su tessuto. Ultima Displays propone una gamma vasta di cornici retroilluminate personalizzabili facili da installare e usare, grazie all’uso di tessuti elasticizzati per le stampe.

Coinvolgere i sensi Olfatto, udito, tatto: brand e marketer hanno capito che offrendo ai clienti esperienze multisensoriali positive migliorano anche le performance di vendita. Per hotel e ristoranti, questo significa scegliere il sottofondo musicale giusto, in linea con lo spirito del locale e coerente con i gusti del target. Significa avere un perfetto controllo degli odori, che devono essere piacevoli e mai invadenti (pensiamo ai ristoranti: la cucina dev’essere ben isolata, in modo da non lasciar traspirare in modo eccessivamente invadente gli effluvi tipici della preparazione dei piatti). E significa curare i materiali usati per la decorazione d’interni, in modo che siano non solo belli da vedere e coerenti con il messaggio da comunicare, ma anche piacevoli da toccare.


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interior

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focus hospitality

a forza della natura di Canazei (TN) irrompe nell’Hotel Andreas, grazie ai pannelli retroilluminati realizzati da ImagInk con tecnologia ATPColor, su progetto di dear studio.

I materiali Coverstyl’ consentono di sorprendere, contenendo i costi dell’operazione di restyling: a sinistra, un prezioso effetto marmo sul bancone di un bar. Qui accanto e sotto, le carte da parati KernowJet, distribuite da Eurmoma, danno una finitura elegante a ogni stampa.

Per ricoprire le pareti del proprio locale si possono scegliere, per esempio, carte da parati strutturate come quelle della gamma KernowJet, distribuite da Eurmoma. Perfette per essere stampate con tecnologia inkjet ecosolvent, UV e latex, sono disponibili in tredici varianti che riproducono l’effetto tridimensionale di altrettante superfici: dalla tela alle pennellate, dal muro al bambù. Sono facili da applicare (la colla si applica direttamente sulla parete) e da rimuovere, non lasciano residui. Materiali strutturati autoadesivi possono poi essere usati per ricoprire letteralmente ogni centimetro di superficie del proprio locale, ammodernandolo e rendendolo più prezioso, senza dovere per forza investire una fortuna in materiali costosi. Basta dare un’occhiata ai cataloghi di 3M, APA, Avery Dennison, Hexis, MacTac, Neschen, alcuni dei principali produttori di film adesivi (già stampati o da stampare), per rendersi conto della vastità della scelta. SIR Visual offre più di 700 diversi pattern della gamma 3M DI-NOC dedicata all’interior decoration: dalla pelle allo stucco, passando per il legno, il metallo, la ruggine. Si trovano tutti nel suo magazzino, uno dei più forniti d’Europa di materiali 3M. Nella gamma di film materici per l’interior decoration, APA propone l’insolita finitura Jeans, nelle varianti blu e nera. MacTac, infine, offre la possibilità di laminare ogni tipo di colore o stampa con finiture trasparenti strutturate dai nomi evocativi: spazzolato, satinato, cromato, impolverato, legno, carbonio, perfino pelle di pesca.

Scritte, scritte ovunque! La scrittura, il lettering, l’handwriting stanno conquistando anche l’interior decoration. La calligrafia sta travalicando i suoi confini tradizionali e viene sempre più usata come strumento di decorazione e comunicazione dai brand. Stanno adottando soluzioni che integrano la scrittura a mano soprattutto bar e ristoranti, che incaricano artisti e calligrafi di comunicare ai clienti il menu della settimana, per esempio. Ma questa diventa anche l’occasione per trasmettere valori aziendali o aforismi in linea con lo spirito del locale, o addirittura di coinvolgere gli avventori (o i loro figli!) trasformandoli in artisti. Come? Grazie a carte da parati lavabili come wallCHALKER di MacTac. Oppure grazie alle lavagne magnetiche in vetro di Cloglass, perfette per annotare le cose importanti del giorno e cancellarle quando le priorità o le informazioni da comunicare cambiano.


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interior focus hospitality

E per valorizzare la scrittura? Niente di meglio di una cornice. Eurmoma propone sei diverse varianti, disponibile ciascuna in almeno due colori, e le misure sono personalizzabili.

Cerca di essere memorabile da subito

Le parole diventano elementi di design: sopra la proposta di LondonArt Les Docks di Alfonso Femia. Sotto, le cornici della linea Fashion di Eurmoma.

Vetro con “effetto wow”, grazie ai film dicroici della linea Fasara di 3M, che cambiano colore a seconda della angolazione da cui li si guarda.

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Che si tratti della hall di un hotel oppure della piccola area di attesa prima di entrare nella sala principale di un ristorante, oppure di ciò che si vede dalla vetrina di un bar, ricordiamo che la prima impressione è quella che conta. Il cliente va stupito e incuriosito immediatamente. Le strategie, ovviamente, sono moltissime e cambiano a seconda del target. Quello che le accomuna è la capacità di fare una promessa – che poi andrà mantenuta all’interno della struttura. Nel caso di un ostello, tutto si giocherà sulla possibilità di trovare un posto amichevole e informale, ma comunque pulito e curato. Nel caso di un hotel a cinque stelle, il cliente verrà persuaso se avrà l’impressione di trovarsi in un ambiente esclusivo, dai dettagli eleganti, perfetto da ogni punto di vista. Più che di materiali o di tecnologie, in questo caso si parla di abilità del decoratore d’interni di trovare la soluzione perfetta per suscitare l’emozione giusta al cliente, così da trascinarlo all’interno del locale. Sta alla sua abilità costruire sensazioni, atmosfere, curiosità e desiderio, grazie a una perfetta conoscenza del target di riferimento. In questo caso, il mestiere del decoratore è molto vicino a quello del marketer. Conoscere le buyer persona, i clienti ideali dell’hotel o del ristorante, gli permetterà di costruire l’ambiente perfetto per loro, che risponda alle loro esigenze. Comodità, lusso, semplicità, serenità, divertimento… i bisogni dei clienti sono diversi e variano a seconda dell’età, del sesso, dell’umore. Un bravo professionista li conosce e li soddisfa attraverso il suo lavoro. Per essere memorabili, comunque, non servono necessariamente investimenti importanti. La soluzione di ricoprire con materiali autoadesivi è particolarmente interessante per quei locali che, pur avendo budget limitati, desiderano però impreziosire o rendere più attuale il proprio look, o stupire i clienti con effetti particolari. 3M, APA, Avery Dennison, Coverstyl’, Hexis, MacTac, Neschen sono solo alcuni dei produttori di materiali autoadesivi che possono trasformare l’aspetto di ogni tipo di superficie, non solo piana. Si possono usare per rivestire tavoli, banconi, sedie, finestre, vetrine e perfino pavimenti, questi ultimi grazie a speciali laminazioni protettive. Coverstyl’ propone soluzioni raffinate a perfetta imitazione di legno, marmo, piastrelle, mattoni, tessuti, pietre naturali, oltre a una gamma dal sicuro effetto “wow”, glitterata. Oltre all’ampia gamma di film per rivestire il vetro con effetti “tradizionali”, dal sabbiante allo smerigliante, i film dicroici della linea Fasara di 3M danno al vetro un effetto decorativo particolarissimo, dato che gli fanno cambiare colore a seconda dell’angolo da cui lo si guarda.



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industrial tecnologia

Con gli inchiostri e la tecnologia Kuei le venature del legno sono perfettamente a registro con l’immagine.

“È legno o non è legno?” Kuei MyTEXTURE rivoluziona la decorazione digitale industriale Una piccola azienda friulana ha inventato un sistema rivoluzionario che permette di riprodurre il legno in maniera perfetta, allineando decorazione e venature. Nel 2018 sono previste le prime quattro installazioni di linee di produzione industriale a marchio Cefla che integrano Kuei myTEXTURE. Scopriamo qualcosa di più sull’azienda e sulla tecnologia.

di Elena Panciera

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Chi si occupa di decorazione digitale deve affrontare non poche sfide. A livello tecnico, una delle più grandi è la riproduzione di materiali naturali: pietra, marmo, legno. Quest’ultimo è particolarmente ostico, perché una riproduzione cromaticamente fedele non basta. Lo sanno gli operatori del settore, ma lo capisce chiunque abbia mai avuto tra le mani una stampa ‘effetto legno’. Pensa all’ultima volta in cui l’hai avuta davanti. Probabilmente ricordi di aver immediatamente capito che ti trovavi di fronte a una riproduzione. Quel legno non era vero, e tu te ne sei accorto subito, in modo quasi istintivo. Hai avuto l’immediata sensazione di essere di fronte a qualcosa di non naturale. Il problema delle stampe effetto legno è che sono piatte, bidimensionali. Non ne riproducono le venature, i leggeri solchi che danno origine ai tipici chiaroscuri. Nella decorazione industriale si è cercato di risolvere l’annosa questione in vari modi. Il più diffuso

è l’uso di rulli incisi con venature standard, che vengono passati sulle superfici decorate. Nessuna corrispondenza tra stampa e venature, ma almeno la superficie non è completamente piana. La sfida della perfetta registrazione tra decorazione e venatura può essere vinta solamente con il digitale. Lo sa bene Kuei, piccolo produttore di inchiostri digitali friulano, che ha da sempre a cuore la questione della riproduzione verosimile del legno sui supporti più disparati. E ora è pronta a conquistare il mercato con myTEXTURE, un sistema che integra analogico e digitale per riprodurre perfettamente non solo l’aspetto ma anche l’effetto tridimensionale del legno. Con una registrazione perfetta di venature e decorazione, e proprietà di resistenza mai viste prima.

La formula di Kuei: decorazione d’interni, digitale e made in Italy Kuei è una piccola realtà, radicata in Italia, che produce inchiostri industriali esclusivamente digitali


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dustrial

in

tecnologia

Kuei, quando la chimica è made in Italy Dopo un inizio travagliato ma estremamente formativo ‘dall’altra parte della barricata’, come stampatore digitale di grande formato, Kuei si è dedicata a progetti custom. Ha realizzato soprattutto inchiostri UV e qualche base acqua. Ora si dedica essenzialmente allo sviluppo di progetti propri da proporre sul mercato, anche se non mancano progetti custom particolarmente interessanti per tipologia o cliente. La struttura è molto snella: oltre ai due soci, in Kuei lavorano 6 persone, che si dedicano essenzialmente alla produzione e alla logistica. Grazie a una visione lungimirante, l’azienda è però pronta a sostenere produzioni anche molto maggiori delle attuali. La filosofia alla base di questa piccola azienda innovativa? Cambiare i paradigmi, offrire prodotti e soluzioni innovative. “Non abbiamo mai cercato di essere la soluzione più economica rispetto a inchiostri esistenti: abbiamo sempre cercato di differenziarci, di essere unici”, spiega Giorgio Macor. A oggi la maggior parte della produzione di Kuei è per il mercato décor: soprattutto interior, ma anche outdoor. I clienti tipo stampano finto legno su qualsiasi genere di superficie, dalla plastica al metallo, fino ovviamente al legno e ai suoi derivati. Inoltre, Kuei sta diventando un punto di riferimento anche per quelle aziende che desiderano includere il digitale nei processi di produzione e necessitano di un supporto consulenziale.

G

coniugando ricerca tecnologica ed esperienza sul campo. Fondata nel 2005 da Giorgio Macor e Barbara Gobbo in un piccolo centro del Friuli Venezia Giulia, in poco più di dieci anni è diventata una delle aziende ‘calde’ del settore a livello mondiale. Oggi ha una partnership solidissima con Gruppo Cefla, uno dei protagonisti della decorazione industriale del legno da quasi un secolo. In questo settore, Kuei è invece quello che si potrebbe definire una boutique specializzata nell’interior decoration digitale. “Questo è il nostro focus da sempre”, spiega Macor. “Anche nel 2005, quando abbiamo cominciato la nostra avventura e la stampa digitale industriale praticamente non esisteva, noi abbiamo deciso di concentrarci esclusivamente in questo settore. Allora non avevamo ancora cominciato a produrre inchiostri, ma abbiamo fatto gavetta nella produzione vera e propria. Con una stampante digitale wide format originariamente pensata per le arti grafiche, per anni abbiamo sviluppato progetti di interior decoration per grandi brand come Moroso e Molteni Contract”. Una gavetta che ha temprato Kuei anche dal punto di vista

iorgio Macor, co-fondatore di Kuei.

commerciale. La passione per questo settore così ristretto e definito, infatti, all’inizio li ha penalizzati. I clienti erano pochi, e le soluzioni digitali che proponevano non erano competitive rispetto alle corrispettive analogiche. Macor ricorda le difficoltà di quel periodo, rispetto a oggi che “la stampa digitale è definitivamente sdoganata a ogni livello. Se magari i prodotti sono leggermente più costosi di quelli analogici, si compensa in altro modo: per esempio risparmiando sui costi di magazzino”.

Un’idea chiara in testa: l’inchiostro digitale industriale La produzione di inchiostri vera e propria inizia intorno al 2011, in risposta alla necessità di alcuni clienti che lamentavano problemi di adesione degli inchiostri utilizzati con le loro macchine. Da subito Kuei si specializza negli inchiostri UV. Ritornano utili gli studi di Macor, chimico. La prima installazione importante avviene nel 2014, in India: è una macchina per la decorazione ceramica trasformata per stampare UV. Un lavoro complesso, di cui Macor parla con soddisfazione. Il primo lavoro importante di Kuei. Al 2016 risale il lancio sul mercato di Haptink, un sistema digitale al 100% per riprodurre le venature del legno perfettamente a registro con la decorazione. Già, perché l’idea alla base è la tecnologia additiva, un po’ come la stampa 3D. Strato dopo strato, con passaggi consecutivi del pezzo in macchina, si forma la venatura con un liquido speciale. E l’ultimo strato è il colore. Haptink ha un grande successo, ma si può fare di meglio. La nuova idea di Macor è unire tecnologia analogica e digitale per ottimizzare i costi e avere un prodotto ancora più economico e resistente alle abrasioni. Ecco quindi myTEXTURE, che integra il digitale anche nell’ultima fase di produzione e che sta sostituendo Haptink nel settore legno. Ora gli inchiostri di questa gamma vengono usati soprattutto per la decorazione in ambito moda, in particolare su pelle e finta pelle per scarpe e borse.

Una visione chiara, una crescita costante Kuei sta crescendo in modo significativo, come tutto il suo settore. Secondo Macor, ci sono almeno tre motivi: “Finalmente c’è meno paura a investire, soprattutto in Italia. Il digitale è ormai sdoganato in tutte le aree industriali. Infine, i produttori di

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industrial G

tecnologia

La tecnologia myTEXTURE myTEXTURE permette di realizzare l’effetto tridimensionale della venatura del legno, perfettamente a registro con la decorazione, integrando analogico e digitale. Infatti la vernice viene applicata in modo analogico, ma grazie a uno speciale liquido reagente, ‘gettato’ con teste di stampa digitali, riesce a replicare la venatura desiderata, perfettamente a registro con la decorazione. L’effetto che si ottiene si chiama EIR, Embossing In Registration. Il sistema myTEXTURE è progettato per rispondere alle esigenze del mercato industriale dell’interior decoration. 1. Garantisce ottime performance di resistenza e durata, come richiesto dal settore industriale, in cui il confronto è con materiali analogici perfetti da questo punto di vista. 2. È adatto a lavorazioni single pass, a velocità molto elevate, perché evita l’effetto di misting degli inchiostri che si può trovare nelle lavorazioni ad alta velocità. Il misting consiste nella sospensione di microscopiche gocce di inchiostro in aria, che condensano formando delle gocce e infine cadono sulla superficie da stampare, danneggiando il disegno. 3. Ha un basso metamerismo, cioè è studiato perché l’occhio percepisca lo stesso colore anche se cambia l’illuminazione. 4. Varia a seconda del materiale da decorare, delle caratteristiche richieste e dell’effetto finale desiderato. Gli inchiostri che vengono usati per pavimenti e mobili hanno una composizione chimica simile, ma non uguale. Quelli che vengono usati per i pavimenti hanno additivi più aggressivi perché devono proteggere l’inchiostro dal continuo sfregamento del calpestio. Nelle linee di produzione digitali sviluppate e commercializzate insieme a Cefla vengono usati esclusivamente gli inchiostri e il liquido reagente che consente l’effetto tridimensionale della gamma myTEXTURE. Quest’ultimo, a oggi, è compatibile con le vernici di tre produttori certificati: l’italiana Renner, la danese Teknos e l’austriaca Adler. “Il sistema è aperto”, specifica Giorgio Macor, “ma se la vernice non è qualificata noi non garantiamo i risultati. Virtualmente, però, il liquido reagisce con tutte le vernici UV”.

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tecnologia digitale al mondo sono ancora pochi, quindi riescono a crescere bene”. Oggi il partner principale di Kuei è Cefla, uno dei gruppi che si occupano di decorazione industriale più importanti a livello mondiale. L’azienda di Imola fornisce le linee di decorazione, il cui cuore è il sistema di stampa J-PRINT TD, mentre Kuei produce gli inchiostri e il reagente che dà origine alle venature. Un sistema collaudato, che viene proposto al cliente come soluzione pronta da mettere in produzione, dando origine a un’intera fabbrica digitale. Ma non è stato sempre così semplice. Per Kuei la collaborazione con Cefla è un bel traguardo, perché lavorare nel digitale non è scontato, soprattutto in ambito industriale. “Le difficoltà sono principalmente due”, ci racconta Macor. “Trovare partner affidabili e dimostrare che i propri inchiostri durano nel tempo. Ma non è così semplice. È un po’ come quando hai appena finito l’università e stai cercando lavoro: hai idee ed entusiasmo, riesci magari anche a trovare aziende interessate a te, ma poi, quando si tratta di assumerti, ti chiedono che esperienza hai. E tu non ne hai nessuna, ovviamente: stai

li inchiostri Haptink vengono usati prevalentemente nel settore fashion. Qui sotto, decorazioni tridimensionali su pelle.

appena cominciando a entrare nel mondo del lavoro. E quindi ricevi porte in faccia, perché nessuno vuole essere il primo. Ecco, noi eravamo un po’ in questa stessa situazione… Ovviamente poi abbiamo trovato i primi partner, e abbiamo cominciato a crearci il nostro storico. E lo stesso hanno fatto i nostri inchiostri, ora è dimostrato che durino. Adesso è tutto molto più facile, perché abbiamo un curriculum più lungo e soprattutto verificabile”. E i risultati di questa visione, di questa perseveranza, stanno arrivando.

Le prime quattro installazioni del 2018 Per il 2018 è prevista l’installazione di almeno quattro linee di produzione complete, con sistemi di stampa single pass, prodotte da Cefla. Di queste, una sarà in Italia. Sono le prime linee al mondo che adotteranno myTEXTURE, sviluppato in poco più di un anno e ora già in commercio. “Non c’è stato bisogno di beta site”, spiega Macor. “La tecnologia è già matura”. In questo momento storico in cui tutti i settori stanno finalmente integrando il digitale, i progetti di Kuei sono ambiziosi. Ma c’è tutta l’esperienza per realizzarli al meglio.


Il mondo del Tessile e la stampa digitale

Conoscere il tessuto per ottenere i migliori risultati dalla stampa digitale

Corso formativo su tessuti e applicazioni

EDIZIONE 2018

La classificazione secondo FESPA Italia del Digital Textile Printing tessile per abbigliamento (apparel) Fashion e Garment Sportswear | Footwear Accessori per l’abbigliamento

Contenuti

Destinatari del corso

FILATI Verranno analizzate le differenze e caratteristiche tecnico/funzionali dei filati

Titolari di azienda che sono interessati a inserire nel loro business tecnologie di stampa tessile

TESSITURE Verranno spiegate le variabili che determinano la scelta della tipologia più idonea all’utilizzo finale e la “costruzione” di un tessuto

Fornitori di tecnologie hardware, software e supporti che vogliono dare formazione a loro clienti o potenziali

FINISSAGGI Verranno esaminate le tecniche per la nobilitazione dei tessuti

tessile per decor Tessile per la casa Tappezzeria Accessori tessili per l’arredamento

industrial textile Automotive Trasporti (settore aerospaziale e navale) Carpets

Tecnici, responsabili commerciali e operatori di settore che vogliono conoscere in dettaglio alcuni aspetti basilari del tessile

Direct to garment Stampa diretta sul capo finito

dove e quando MILANO, Martedì 20 febbraio 2018

MODALITÀ

ROMA, Martedì 6 marzo 2018

Full Day: inizio ore 10, fine ore 17 (pranzo incluso)

BARI, Martedì 20 marzo 2018

ADV & Comunicazione Soft Signage Banner Display Flag

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industrial L’insider

colorzenith

Dalla fotografia al 3D di grande formato, per fare la differenza Una nuova scommessa italiana sul 3D di grande formato. Con Massivit 1800, la milanese Colorzenith punta a vincere la sfida del mercato, diversificando la produzione e offrendo ai clienti nuove opportunità per arricchire e valorizzare immagine e comunicazione

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ldo Neri, CEO di Colorzenith.

di Paola Bonfanti

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Dalla fotografia alla stampa digitale di grande formato di alta qualità, per approdare alla stampa 3D large format. È l’evoluzione di Colorzenith, azienda milanese che lo scorso ottobre ha installato un sistema Massivit 1800. Da sempre attenta a rispondere ai cambiamenti del mercato con investimenti mirati in tecnologie all’avanguardia, Colorzenith ha scelto di abbracciare una nuova sfida: “Abbiamo un background fotografico fortemente legato alla cultura dell’immagine di qualità e siamo stati tra i pionieri della stampa digitale bidimensionale di grande formato. A fronte dei cambiamenti degli ultimi anni, eravamo alla ricerca di una tecnologia che ci consentisse di proporre qualcosa di innovativo e dirompente e di rivolgerci di nuovo al mercato con un approccio pionieristico”, ha spiegato Aldo Neri, CEO di Colorzenith, in occasione della open house organizzata lo scorso gennaio in collaborazione con NTG Digital, distributore esclusivo in Italia delle soluzioni dell’israeliana Massivit. “Nel sistema di stampa 3D Massivit 1800 abbiamo identificato la soluzione con una marcia in più che stavamo cercando. Dalla comunicazione visiva all’interior decoration, questa tecnologia apre

le porte ad applicazioni innovative, personalizzate, di impatto: è in questo modo che vogliamo differenziare l’offerta e dare ai nostri clienti nuove opportunità”.

Un’azienda, due anime, tante tecnologie Attiva da oltre sessant’anni, Colorzenith è nata come laboratorio fotografico e si è successivamente specializzata nella stampa digitale di grande formato. A un pool di clienti che include i principali brand del lusso e della moda, l’azienda propone un ricco portfolio di applicazioni in ambito di out of home e di interior decoration e allestimento del punto vendita, abbinato a un servizio volto a seguire ogni progetto con professionalità, dallo scatto fotografico iniziale all’allestimento. Nella sede dell’azienda convivono – armoniosamente – due anime. Da un lato, il laboratorio tradizionale dedicato allo sviluppo e alla stampa di pellicole e fotografie in bianco e nero di altissima qualità – un tempo core business dell’azienda e oggi parte più marginale, ma essenziale per alimentare l’esperienza e il know-how nell’utilizzo delle immagini. Dall’altro, la divisione dedicata allo studio delle nuove tecnologie, all’attività di R&D e alla definizione delle strategie di investimento. Strategie che hanno portato Colorzenith ad allestire negli anni un parco macchine di ultima generazione, equipaggiato con sistemi di stampa uv led e latex, flatbed e roll to roll, da 3,2 e da 5 metri. L’ultimo


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industrial L’insider

Tutte le applicazioni di Colorzenith, dall’outdoor all’indoor fino al 3D di grande formato. Con la Massivit 1800 l’azienda ha stampato il flacone del profumo Dior, con il collo realizzato in foglia d’oro e il tappo verniciato con finitura perla, la figura del cameriere in scala 1/1, la copia del “Pensatore” di Rodin con finitura effetto bronzo.

acquisto, la Massivit 1800, è destinato a cambiare nuovamente le carte in tavola: “Siamo da anni protagonisti della comunicazione stampata, ma volevamo offrire ai nostri clienti una nuova opportunità” ha raccontato Neri. “La stampa tridimensionale può rappresentare non solo un’alternativa, ma anche un’applicazione complementare alla comunicazione bidimensionale in un mercato come il nostro, che è quello della stampa digitale di piccolo e grande formato e della personalizzazione di vetrine, boutique e showroom”. Un mercato di riferimento che può ampliarsi in modo potenziale e in diverse direzioni, grazie al 3D wide format.

L’era del 3D wide format “È stata una decisione prematura? Forse, ma in ogni caso vogliamo farci trovare pronti. Perché la vision dei nostri interlocutori sta di nuovo cambiando e il 3D è un elemento che sta entrando sempre di più a far parte della comunicazione e della costruzione dell’immagine di un brand”, ha dichiarato Neri. Lanciata ufficialmente a drupa 2016, la stampante 3D Massivit 1800 consente di produrre oggetti di dimensioni fino a 180 cm di altezza per 120 cm di profondità e 150 cm di larghezza, adatti per una vasta gamma di applicazioni in ambiti quali vetrinistica, decorazione di interni ed esterni, design, allestimenti fieristici e teatrali, scenografie, ma anche di pubblicità tridimensionale. Dalla boccetta di profumo di Dior – in dimensioni 40x40 cm e 120 cm di altezza – con la parte inferiore in bianco opalino luminoso e il collo

decorato in foglia d’oro alla copia del “Pensatore” di August Rodin – in dimensioni 60x80 cm x 105 cm di altezza – con finitura in bronzo, Colorzenith sta già sperimentando le diverse possibilità realizzative. “Stiamo utilizzando questo sistema da due mesi e, in questo periodo, ha sempre risposto ottimamente ai nostri standard e alle nostre aspettative. Gli operatori, che hanno imparato a utilizzare il sistema, hanno sperimentato la sua semplicità d’uso”, ha spiegato Neri. “Naturalmente l’adozione di una tecnologia di questo tipo ci sta spingendo a modificare il nostro approccio all’attività, anche perché porta con sé un modo di concepire, pensare e proporsi differente rispetto a quanto fatto finora”. Per la gestione della parte proget-

tuale e di quella legata alla finitura degli oggetti 3D una volta usciti dal sistema di stampa, Colorzenith si sta organizzando, in parte destinando e formando risorse interne, in parte selezionando partner esterni. Per la decorazione post stampa, una delle fasi più cruciali per rendere gli oggetti efficaci e accattivanti, l’azienda può avvalersi del wrapping – nel quale eccelle – principalmente per oggetti destinati a campagne di comunicazione esterna oppure rivolgersi a professionisti per operazioni quali verniciatura o decorazioni specifiche per i progetti destinati a utilizzi indoor più mirati o legati a punti vendita di un certo livello. “Stiamo valutando tutte le opzioni possibili e in questo stesso processo ci ritroviamo a scoprire ogni giorno delle nuove opportunità di utilizzo della Massivit 1800”. La scommessa è stata lanciata, ora si tratta di sondare il terreno con intraprendenza e creatività.

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Sede e stabilimento: via Martiri di Boves 4 - 20871 Vimercate (MB) tel. 039 6856001 fax 039 2124916 e-mail info@pflitover.com sito web www.pflitover.com


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profili

comunicazione d’impresa

Fujifilm e FPS, nuove sinergie nel mercato del digital printing Con la recente partnership, l’azienda milanese FPS – che vanta una rete commerciale capillarmente presente sul territorio nazionale – seguirà la distribuzione della linea Acuity di Fujifilm.

I

Fujifilm Italia ha affidato a FPS, realtà specializzata nella commercializzazione di prodotti di marca per la stampa digitale in piccolo e grande formato e per l’interior design, la distribuzione dei sistemi inkjet della linea Acuity. Presente sul mercato fin dal 1976 e collocata inizialmente nel segmento dei prodotti da ufficio, FPS ha progressivamente espanso la propria attività sotto la guida del titolare Guido Paglia e del suo team. L’azienda ha costituito una divisione specializzata nella vendita di sistemi di stampa in piccolo e grande formato di alta qualità in grado di offrire agli utilizzatori una gamma completa di soluzioni, inclusi scanner, supporti di stampa, prodotti di consumo, assistenza tecnica e consulenza tecnico-commerciale. Dalla sede di Trezzano Rosa, nei pressi di Milano, FPS coordina una rete commerciale sia diretta che indiretta, distribuita su tutto il territorio italiano, che segue la clientela con competenza, professionalità, grande flessibilità e rapidità di risposta alle richieste degli utilizzatori. Tutte caratteristiche che, per Fujifilm Italia, rendono FPS il partner ideale nella distribuzione della linea Acuity.

sistemi di stampa della serie Acuity di Fujifilm – Acuity LED 1600 II e Acuity LED 3200R – sono già installati nello showroom di FPS.

Una partnership per la tecnologia led uv Nello showroom di FPS sono già stati installati i modelli Acuity LED 1600 II e Acuity LED 3200R, basati entrambi su tecnologia di polimerizzazione led uv a basso consumo. Acuity LED 1600 II produce risultati di stampa eccezionali, adatti a un’ampia gamma di applicazioni su bobina e materiali rigidi come segnaletica, decalcomanie, grafici ambientali e prototipazione di imballaggi, con produttività di 33 mq/ora. Molto versatile grazie alla stampa simultanea a due o tre strati di colore e degli inchiostri bianco e trasparente, Acuity LED 1600 II è dotata di tecnologie proprietarie Fujifilm come le testine di stampa Dimatix Q-class Industrial e il set di inchiostri Uvijet LL a otto colori vivi e brillanti. Acuity LED 3200R si rivolge invece alla produzione di grafiche espositive superwide di alta qualità in larghezza fino a 3.200 mm; dispone di testine di stampa piezoelettriche a getto d’inchiostro da 7 picolitri e offre produttività fino a 110 mq/ora. La tecnologia di polimerizzazione led uv, che non emette calore, permette di ottenere immagini nitide e vivide su una vasta gamma di supporti anche termosensibili, come poliestere, tessuti e altri. La resa è perfetta anche nelle applicazioni con retroilluminazione, per le quali la tecnologia dispone di uno speciale pannello a led che permette di controllare le stampe in tempo reale per identificare e correggere eventuali errori. La funzione di stampa di strati di colore-bianco-colore in un unico passaggio è ottimale per la riproduzione di immagini fronte-retro su materiali trasparenti, mentre la possibilità di stampa simultanea su due bobine contribuisce alla massima produttività, così come la modalità di stampa a 110 mq/ora, che consente di realizzare un banner di 3,2x4,2 m in soli sette minuti.

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Da destra: Guido Paglia, direttore generale di FPS, Roberto Gambarotta, dealer area manager & sales equipment di Fujifilm, Luigi Cavaiuolo, direttore vendite di FPS.


fespace SCENARI

Scenari presenti e futuri del signage

Settore di riferimento per FESPA a livello internazionale, il signage indoor e outdoor si trova ad affrontare le diverse sfide poste da online e digital out of home. E i dati dicono che ne uscirà in ‘gran forma’

di Neil Felton CEO di FESPA

L’universo del signage continua a essere uno dei principali settori di riferimento per la comunità internazionale di FESPA. Nel solo 2016 il mercato globale di stampati destinati alla segnaletica outdoor e indoor ha prodotto 10,8 miliardi di metri quadrati di materiale stampato, per un valore di oltre 42,8 miliardi di dollari, secondo i dati dell’indagine Future Markets for Printed Signage, realizzata dall’istituto di ricerca Smithers Pira. Le insegne per interni afferiscono ai due terzi di tali valori, mentre le insegne esterne alla parte restante. Questo è in linea con i risultati del Print Census di FESPA, secondo i quali banner, poster, insegne e cartelloni sono i quattro principali prodotti dell’industria insegnistica e grafica. Il valore totale di stampati per punti vendita e segnaletica esterna continuerà a crescere del 2,7% all’anno, stando al report di recente pubblicazione di FESPA e Smithers Pira. Si stima che il volume di signage per interni aumenterà in media del 10% all’anno, superando quello da esterni, interessato da incrementi marginali. Secondo le previsioni, la produzione totale globale raggiungerà un volume di 11,2 miliardi di metri quadrati entro il 2022, e un valore di 48,9 miliardi di dollari. Questi dati indicano una crescita positiva e delle opportunità per i visitatori di FESPA per investire in nuovi macchinari e beni di consumo al fine di incrementare l’offerta nell’ambito di signage. Dal punto di vista geografico, le regioni destinate a offrire le opportunità di crescita più interessanti – in termini sia di valore sia di volumi – sono con grande probabilità quelle legate alle economie che si stanno sviluppando più rapidamente, quali le regioni emergenti in Asia (Cina e India, in particolare) e in Africa. Altre aree in via di sviluppo promettenti sono l’Europa dell’Est, il Medio Oriente e l’America Latina. Non è una coincidenza che FESPA organizzi eventi in numerose di queste zone (FESPA Asia, FESPA Africa, FESPA Mexico e FESPA Brasil). Retail, un settore ricco di opportunità Una grossa porzione di insegnistica e cartellonistica promozionale continua a essere prodotta nel comparto del retail. Questo significa che la crescita e i trend di questo settore – come

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fespace SCENARI

l’apertura di nuovi negozi o la chiusura e le strategie di vendita (compresa l’attenzione a promozioni e prezzi) – hanno un impatto diretto sul mercato dell’insegnistica. Per esempio, Lidl, la catena tedesca di supermercati discount, adotta un approccio minimalista alle promozioni in negozio, in linea con la propria proposta di valore a basso budget, e mantiene la segnaletica limitata e principalmente funzionale. In modo opposto, Marks & Spencer, la catena britannica di fascia medio-alta, adotta un modello più convenzionale di segnaletica in negozio. Infatti, unisce banner di rilievo e lightbox nei settori di abbigliamento, arredamento e alimentare. Inoltre, le insegne cambiano spesso, seguendo le nuove stagioni, collezioni e promozioni. Allo stesso tempo, il soft signage viene utilizzato sempre di più nel settore del retail moda, in quanto permette di creare allestimenti accattivanti, è leggero e facile da assemblare, installare, e immagazzinare. Nuove scelte per i punti vendita I gestori dei punti vendita sono sempre più attenti a migliorare il materiale promozionale in negozio. Se i materiali rigidi stampati sono stati finora i più utilizzati, ad aumentare in modo esponenziale è oggi l’uso del tessuto e di applicazioni di soft signage, grazie all’avvento di nuove stampanti digitali che offrono una gamma di colori estesa in grado di soddisfare le aspettative dei brand owner. I vantaggi economici e i benefici estetici del soft signage rendono queste applicazioni particolarmente interessanti per i punti vendita. Per questo motivo gli stampatori e i produttori di segnaletica che hanno notato questo cambiamento nel mercato stanno trasformando la propria offerta per includere diversi tipi di insegne. Campagne marketing stagionali – come quelle legate alle principali festività nazionali – rappresentano eventi importanti nel calendario del mondo del retail, specialmente per punti vendita di grandi dimensioni. Senza contare che il numero di eventi annuali capaci di attrarre l’attenzione dei principali retail continua a crescere. Per esempio, Halloween è diventata la terza festività per importanza nel Regno Unito sul fronte dei consumi, laddove la relativa spesa annuale nei supermercati è pari a oltre 300 milioni di sterline (387 milioni di dollari). Negozi e punti vendita stanno anche cogliendo nuove opportunità per generare profitti attraverso i principali eventi sportivi, in particolare le coppe del mondo di calcio e rugby. In questi casi, applicazioni di signage tematiche possono dare vita a promozioni esclusive e di impatto. Esperienze in negozio versus convenienza online Nonostante l’incremento della spesa nei punti vendita fisici, negozi, supermercati e catene devono ancora confrontarsi con le sfide poste dalla vendita online, in particolare durante gli eventi stagionali. Molti negozi online stanno ponendo particolare enfasi su questi eventi: un esempio interessante è il Black Friday nel periodo pre-natalizio. Secondo il report sul Black Friday di IMRG, istituto per il commercio online, nel 2017 sono stati spesi 7,42 miliardi di sterline nei sette giorni di saldi. Si tratta del 15% in più rispetto alla spesa nello stesso periodo del 2016. Senza dubbio, queste cifre hanno conseguenze nell’industria del signage. Una strategia che i punti vendita possono adottare per contrastare la praticità dello shopping online è la creazione del ‘teatro in negozio’. Si tratta di un allestimento scenografico che offre nuove ed emozionanti esperienze ai consumatori, come la caccia alle uova di Pasqua in negozio, o promozioni

speciali per pasti stagionali come il Sunday roast o la cena natalizia. L’esperienza nel suo complesso può essere intensificata attraverso insegne a tema e grafica pop-up. La pubblicità nei punti vendita sta ancora crescendo come uno strumento di marketing tra i brand owner e le aziende FMCG, e dunque costituisce un’opportunità importante per i produttori di signage. I negozi e i loro brand partner hanno bisogno di prodotti stampati veloci e versatili, che soddisfino il loro bisogno di segnaletica innovativa, per eventi specifici e stagionali. La sfida digitale La crescita nell’utilizzo di piattaforme e signage elettronici, sia in ambito indoor sia in ambito outdoor, presenta un’ulteriore sfida per i produttori di insegne stampate. Questo boom è legato alla natura dinamica della tecnologia che non solo permette di aggiornare e valutare i contenuti in tempo reale, aumentando il coinvolgimento del cliente, ma anche di offrire qualità interattive migliorate. Se il mercato è ancora piuttosto piccolo, i costi sempre più bassi delle tecnologie dei display digitali garantiscono la crescita del digital signage, ed è di importanza vitale che i produttori di insegne colgano ed esplorino l’opportunità. La buona notizia per quanto riguarda la stampa è che molti retail tendono a vedere la segnaletica tradizionale stampata e il digital signage come applicazioni complementari, e non in competizione. Per i punti vendita più grandi, le insegne elettroniche possono creare dei risparmi, ma solo dopo un investimento iniziale significativo; tuttavia, questa tipologia di installazioni non è sempre apprezzata dai consumatori. Proprio per questo, ci si attende che l’ulteriore penetrazione del DOOH nel mercato nei prossimi cinque anni sia limitata a punti vendita specifici e di fascia alta e riguardi principalmente ambienti nei quali è particolarmente adatta, come negozi di tecnologia e negozi in aeroporti. Tuttavia, si tratta di uno dei numerosi trend alla base dell’innovazione nella segnaletica stampata. Innovazione che incoraggia i produttori e i clienti a sperimentare con nuovi concetti ed effetti stampati. Una porzione notevole della comunità di FESPA sta già cercando nuovi mix tra OOH e DOOH per offrire soluzioni superiori. Quando il signage spicca Quello del signage è un mercato in cambiamento e ciò è motivo di grande fermento piuttosto che di preoccupazione. Stampatori e produttori di insegne hanno oggi l’opportunità di partecipare a sfide creative che trascendono la stampa o il digitale, permettendo loro di offrire ai clienti servizi innovativi e valore aggiunto. Sarà interessante vedere l’evoluzione della segnaletica nell’arco dei prossimi 5-10 anni.

FESPA Global Print Expo 2018 Berlino, Germania - 15-18 maggio 2018 www.fespaglobalprintexpo.com

I lettori di WIDE potranno ottenere l’ingresso gratuito alla fiera utilizzando il codice FESM803. Il report della ricerca “Future Markets for Printed Signage”, realizzato da Smithers Pira per conto di FESPA, è disponibile nella sua forma completa per i membri delle associazioni nazionali di FESPA e per i membri diretti di FESPA. Per informazioni, scrivere a info@fespa.com

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eVENTI @efi connect ‘18

EFI porta il printing nella quarta rivoluzione industriale

Connect 2018 ha puntato i riflettori sul processo di ridefinizione del printing, che parte dalla capacità di riprodurre immagini spettacolari su qualsiasi materiale. Un processo alimentato dall’evoluzione della stampa a getto di inchiostro, dall’automazione della produzione, dall’avvento di internet e dall’incontro tra mondo virtuale e mondo fisico.

di Enrico Barboglio

“Siamo nel bel mezzo della quarta rivoluzione industriale”, ha affermato Guy Gecht, amministratore delegato di EFI, durante il discorso inaugurale che ha dato il via alla 19esima conferenza annuale degli utenti di EFI Connect, tenutasi dal 23 al 26 gennaio al Wynn di Las Vegas. Prendendo spunto dal keynote speech del 2017, Gecht ha parlato di come l’intelligenza artificiale sia guidata dai big data, dall’enorme potenza di calcolo nel cloud e dalla potenza di elaborazione dei dispositivi. Il cambiamento portato dall’utilizzo di Internet ha radicalmente trasformato i tempi e i modi con cui si può raggiungere il consumatore. Gecht ha osservato, ad esempio, come gli abbonati di Netflix abbiano superato negli USA il numero di abbonati alla payTV via cavo lo scorso anno, e di come se ci sono voluti 75

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anni per raggiungere 50 milioni di utenti con il telefono, oggi lo stesso numero di utenti è stato raggiunto dal gioco Angry Birds in 35 giorni (figura 1). Una popolazione fatta da utenti che richiedono attenzioni diverse, attenzioni che la tecnologia può soddisfare trasformando la customer experience in qualcosa di sostanzialmente personalizzato, on demand e integrato tra più canali di comunicazione.

Printing, l’era della ridefinizione “Siamo nell’era della ridefinizione del printing. La nuova stampa si basa sul mettere immagini spettacolari su praticamente qualsiasi materiale”, ha affermato Gecht. “Con la tecnologia a getto

Figura 1

d’inchiostro e l’automazione, la nuova stampa offre immense opportunità nell’era della quarta rivoluzione industriale”. A causa della richiesta di personalizzazione, la stampa si estenderà all’abbigliamento, alle superfici rigide, all’arredamento, all’imballaggio e molto altro. “Siamo nell’era della rinascita del printing. L’evoluzione delle tecnologie di virtual reality rende potenzialmente disponibili nuove applicazioni per il printing. Questo è il luogo dove il mondo virtuale incontra il mondo fisico – ha detto Gecht – noi possiamo tradurre e trasformare le immagini del mondo virtuale nel mondo fisico”. La stampa offre infatti oggi molte possibilità, come è stato ben evidenziato nella parte espositiva della conferenza, dove erano in bella mostra molte delle soluzioni applicative di stampa realizzabili attraverso la gamma di prodotti del portfolio di EFI. Un portfolio che ha nella tecnologia inkjet la propria espressione con macchine raggruppate per famiglie, così come le ha presentate Ken Hanulec, vicepresidente della divisione IJ Marketing, durante l’intervento sul palco.

La tecnologia di EFI Il 2018 e gli anni prossimi vedranno ulteriori opportunità per la stampa inkjet, come ben illustrato da Hanulec (figura 2). Sette le famiglie di stampanti


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eVENTI

@efi connect ’18

In apertura, Guy Gecht (a sinistra) discute di packaging digitale con Eric Bacourt e Mal McGowan sul palco di Connect 2018. Accanto, la sala demo allestita per mostrare tecnologia ed esempi di applicazioni ai clienti.

che oggi compongono l’offerta di EFI, includendo sistemi per il wide e super wide format, come pure la famiglia Vutek composta da stampanti ibride, fino alle stampanti dedicate al soft signage. Anche in specifici settori della stampa industriale e specialistica EFI vanta un’offerta che passa dalle soluzioni specializzate per la ceramica – frutto dell’acquisizione della spagnola Cretaprint e che nel piano di sviluppo di EFI si stanno ampliando per essere utilizzate per stampa su legno, vetro, metalli – a quelle per il tessile, laddove l’acquisizione dell’italiana Reggiani ha permesso a EFI di entrare a far parte dei leader per il settore della stampa tessile, con soluzioni sia tradizionali, sia digitali.

Per finire con la single pass Nozomi, macchina con la quale EFI affronta il dinamico ed effervescente mondo del cartone ondulato. Un mondo in profonda trasformazione: “La scatola di cartone sta vivendo ciò che visse la televisione negli anni Sessanta. Il bianco e nero non basta più”, ha detto Guy Gecht. E le prospettive di business legate ai punti vendita e al commercio online diventano fortemente interessanti, come ampiamente dimostrato nella ‘fireside chat’ tra Gecht e i CEO delle due aziende europee che nel corso del 2017 hanno installato due delle tre Nozomi C1800 installate nel mondo. Le Nozomi C1800 sono stampanti digitali led single-pass di alta qualità in grado di raggiungere

i 75 metri lineari al minuto su supporti con larghezza fino a 1,8 metri. Sono stati proprio Eric Bacourt, CEO di Hinojosa Packaging Solutions, e Mal McGowan, CEO di McGowans Print, a confermare come il mondo della stampa del cartone ondulato stia subendo importanti sollecitazioni legate ai temi della personalizzazione, del just in time, del desiderio di avere colori. Mentre Hinojosa utilizza Nozomi per la produzione di imballaggi ondulati digitali di alta qualità, McGowans sta utilizzandola sia per piccole tirature di imballaggi in cartone ondulato sia per lavori di visualizzazione grafica. “La tecnologia della single-pass di EFI offre ai nostri clienti un preciso vantaggio competitivo riducendo gli sprechi, aumentando l’efficienza della supply chain e il just in time, dandoci maggiori opportunità di crescita delle vendite multiprodotto”, ha affermato Bacourt. Con la maggior parte del suo business incentrato su applicazioni grafiche e display per punto vendita, McGowans Print sta invece utilizzando la sua nuova Nozomi per soddisfare la domanda esistente di display ondulato e imballaggi in cartone ondulato con grafica ricercata, non dovendo utilizzare processi di laminazione litografica che non sono economici per lavori di bassa o media tiratura.

EFI MarketDirect Platform Una delle novità più significative presentate durante EFI Connect 2018 è il lancio della piattaforma EFI MarketDirect, la soluzione attraverso la quale EFI rende disponibile alle aziende di stampa, alle agenzie, ai service provider e ai dipartimenti di marketing delle piccole e medie imprese una soluzione per la creazione, la distribuzione e il tracking della comunicazione di marketing. EFI DirectMarket nasce dall’esperienza acquisita da EFI attraverso l’acquisto di DirectSmile (una delle prime piattaforme per la gestione di dati variabili nella stampa digitale) ma, come ben precisato nella sessione di presentazione del prodotto, non è il nuovo nome di DirectSmile: è una piattaforma totalmente nuova e che offre, sia come applicazione stand alone sia come soluzione SaaS, tutte le possibilità utili per creare efficaci e innovative soluzioni crossmedia/ multicanale alle campagne di comunicazione, di email marketing e di stampa personalizzata.

Comincerà probabilmente dagli esercizi online la rivoluzione delle scatole in cartone che, da anonime box monocolore, diventeranno confezioni wow, colorate, decorate e personalizzate. Grazie alla stampa inkjet.

Figura 2


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colophon Persone e aziende citate con riferimento alla pagina. I numeri in neretto si riferiscono a un’inserzione pubblicitaria

3M 59 ABS Group 28,30 Agfa Graphics 7,26 AIDI 54 AIFIL 7,54 Aleph 26,40 ALPAC 34 Alvisi e Alvisi 38,40 Alvisi Fulvio 38,40 Alvisi Luciana 38,40 Anemotech 52 APA 59 ATPColor 27,34,58 Avery Dennison 59 B&B Systems 12,37 Bacourt Eric 73 Bassanello Alberto 28 Bassani Ippolito 8 Braun Detlef 39 Brenna Marco 21 C!Print 7 Cammi Gianmarco 53 Canon 42 Castoldi Jennifer 41,57 Cavaiuolo Luigi 69 Centrocot 36 Cimpress 10 Cloglass 59 Colorzenith 66 Copellotti Giorgio 41 Copicad 32 Coverstyl’ 60 Cretaprint 73 De Marchi Gianluca 52 dear studio 59 Del Guasta Cristina 42 Dill John 7 Dover Corp. 44 Driade 7 Durst 10,28,30 Earth Day Italia 52 Eataly 46 Ecoprogram Group 53 EDGE 17 EFI 72 EFI Reggiani 28,40,73 Elmi Fabio 8 Epson 21,27,40,43,45 Eurmoma 8,59,61 F/ART 7 Farinetti Oscar 46 FCB Milano 52 Femia Alfonso 60 74

FESPA 9,70 Fiera Milano 76 Flexa 42 Fotoba 42 FPS 69 Fujifilm 12,49,69 G&G Print Design 48 Gambarotta Roberto 69 Garnero Michela 22 Gecht Guy 72 Gobbo Barbara 63 Gonzalez Federico 10 Grande Giorgio 30 Gruppo Cefla 63 Guandong 8,42 Guerra Andrea 47 Hanulec Ken 72 Haraway Donna 38 Hartweg 42 Heimtextil 39,57 Hexis 59 Hinojosa Packaging Sol. 73 HP 6,41,42,57 Image 58 ImagInk 59 J-Teck3 44 Jaeggli 40 JCDecaux 51 Jeko Sportswear 32 JK Group 40,44 Keypoint Intelligence 14 Kiian Digital 3,40,44 Kuei 62 Kyocera 27,35,40,45 Lamberti 41 LondonArt 57 Longo 57 Macor Giorgio 63 MacTac 59 Malvaso Cosimo 29 Manes Alessandro 26 Mantero 20 Marketing Research 14 Marotta&Russo 7 Martellono Roberto 27 Massivit 66 42 MCA Digital McGowan Mal 73 McGowans Print 73 Media Vision 52 Messe Frankfurt 39 Mezzera 40 Michele Alessandro 38

Mimaki 11 Monti Antonio 31,41 Morgan Tudor 12 Neri Aldo 66 Neschen 59 Nigro Stephen 6 NTG Digital 66 OKI 42 Oliva Mauro 34 OMA 51 Organo Paolo 26 Paglia Guido 69 Palomba Serafini Associati 7 Panasonic 45 Pezzola Americo 32 Pixartprinting 10 Polyedra 55 Posocco Francesca 30 Posocco Leonardo 30 Print Finishing Li.To.Ver 68 PTE 8 Rezzonico Antonio 20 Ricoh 27,35,45,58 Rigamonti Shanti 23 Ritrama 42 Riva Michele 28 Roland DG 29,32 Rubbi Giovanna 20 SAi 29 Sangalli Renato 27 Sawgrass Industrial 44 Schmidt Olaf 39 Ser.Tec. 42 Simone Benedetta 57 SIR Visual 59 Sironi Maurizio 8 Smithers Pira 70 Sonnoli Leonardo 7 Spal Neon 48 Stamperia di Lipomo 21 Stamperia Serica Italiana 22 Stangoni Gabriele 32 Statista 15 Summa 42 Tintoria Stamp. Lambrugo 23 Trabucco Sandra 48 Ultima Displays 58 Unieuro 46 Urban Vision 52 Van Gaever Dimitri 41 Walki Group 50 WPP 52 Xeikon 41,57

STRATEGO GROUP via Cassanese 224 - Segrate (Milano) tel. 02.49534500 fax 02.26951006 www.stampamedia.net Direttore responsabile: Ruggero Zuliani Comitato di redazione: Paola Bonfanti (coordinamento) paola.bonfanti@strategogroup.net Cristina Rossi, Federico Zecchini Hanno collaborato a questo numero: Fulvio Alvisi, Enrico Barboglio, Neil Felton, Ron Gilboa, Fausto Martin, Elena Panciera, Achille Perego, Stefano Tenedini Pubblicità: Mauro Tironi sales@strategogroup.net Deborah Ferrari deborah.ferrari@strategogroup.net tel. 389.9004599 Rancati Advertising: Claudio Sanfilippo csanfilippo@rancatinet.it Ufficio traffico brando.zuliani@strategogroup.net Registrazione Tribunale di Milano n° 448 del 21.9.1985 R.E.A. Milano n° 1190227 Gli articoli firmati impegnano esclusivamente gli Autori. È vietata la riproduzione anche parziale del testo. ISSN 0394-5901 Quota di abbonamento annuo per l’Italia euro 40,00 per l’Europa euro 73,00 extra Europa euro 83,00. Numeri arretrati: euro 14,00. Versamento con bonifico intestato a: Stratego Group IBAN IT91 B050 3420 6000 0000 0000 933 Per informazioni: amministrazione@strategogroup.net

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More than the sum of the parts. Fiera Milano, Rho 29 Maggio - 1 Giugno, 2018 RISPARMIA TEMPO E DENARO PREREGISTRATI ON LINE SU WWW.PRINT4ALL.IT

I tre mondi della stampa al servizio dell’industria hanno molto in comune. Da oggi, anche una grande esposizione. Print4All riunisce tre marchi prestigiosi di fiere del settore e offre alle aziende una vetrina ancora più ampia per incrociare target trasversali e creare nuove sinergie. Un evento unico, che interpreta le sfide di un mercato in continua evoluzione e le trasforma in opportunità di business. Un progetto di

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