Il Trailer Cinematografico - Analisi e strategia di una pubblicità artistica | Parte 2

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ntrodotto storicamente, suddiviso per intenti e capillarmente categorizzato per concorsi, il trailer mantiene una sua struttura identitaria ben precisa. Se pur mutevole nel linguaggio a seconda della sua indicizzazione finale, le caratteristiche che compongono il suo scheletro identitario sono sempre le stesse. Nel nostro caso prenderemo in esame esclusivamente il trailer cinematografico, tralasciando tutte le altre forme di comunicazione pubblicitaria filmica. Premettendo una visione del trailer in quanto traduzione del film, come idea sostenuta da Martina Federico in “Le operazioni del Trailer”, (in Trailer e Film, Strategie di seduzione cinematografica nel dialogo tra i due testi, Milano-Udine, Mimesis Edizioni, 2017), la nostra comprensione relativa ai “prossimamente” non deve assolutamente porsi esclusivamente su di un piano riassuntivo dell’opera filmica originaria, ma piuttosto su di una libera reinterpretazione tematica ed emotiva contemplabile come opera a se stante e associabile alla sua sorgente mediale esclusivamente dallo scopo pubblicitario. Il trailer non si può quindi definire una semplice operazione riassuntiva del film di riferimento ma piuttosto è ricon-

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ducibile ad un intervento sinottico, attraverso figure retoriche come la metonimia o la sineddoche, tale da renderlo indipendente e singolarmente giudicabile. Un trailer “sbagliato” promozionalmente, in quanto tematicamente fuorviante o ritmicamente avulso, non è per cui necessariamente una pessima operazione tecnico-multimediale. L’esempio popolarmente palese è infatti visibile nelle situazioni opposte, in cui trailer magistralmente assemblati promuovono film carenti della stessa carica emotiva, così da garantirne a posteriori un riconoscimento come opere a sé. La riuscita di un ottimo trailer è data quindi dalla coniugazione della sua funzione promozionale con le giuste tecniche operative cinematografiche. La scelta delle scene è sempre fondamentale in funzione alla tipologia di trailer che si vuole strutturare. La giustapposizione di scene con conversazioni o suoni diegetici provenienti da diverse situazioni, l’accostamento di scene distanti nel film a scopo associativo o l’accavallamento di scene estrapolate e ricontestualizzate, sono solo alcune delle più comuni operazioni di montaggio di cui il trailer si compone.


Il montaggio è l’intervento essen- narra, e stimolandoci la curiosità ci ziale sul quale si struttura qualsiasi attrae infatuandoci dell’atmosfera. trailer cinematografico, spot Tv o al- Per un gioco di completamento noi tro, ed è l’operazione principale che siamo stimolati a ricercare nel film nobilita la scelta tematica sulla quale tutte le risposte che il trailer pone si vuole fondare l’intero processo come domande. strutturale, oltre che veicolarne, o Pronti alla ridefinizione di ruoli, al meno, la garanzia di riuscita della rovesciamento di sotto trame e a sua funzione pubblicitaria. Alla base sconvolgimenti tematici, non accetdella tipologia di montaggio, scelto tiamo però un cambio di atmosfera in relazione al modello di trailer che il trailer ci ha promesso. Siamo evocativo che si intende realizzare, pronti a qualsiasi tipo di risposta che c’è sempre un ben preciso ritmo il trailer domanda, e siamo disposti spesso connesso direttamente alla anche ad accettare nuovi quesiti, musica extradiegetica che accompa- purché il film ci conduca sempre ad gna la visione. Il ritmo struttura sulla una soluzione. sua base il montaggio, l’intenzione e gran parte delle aspettative emotive. Il coinvolgimento in un rapporto Un montaggio serrato su una base con un film inizia quindi nella fase ritmica frenetica, o un piano sequen- di seduzione del trailer. Attraverso il za di una singola scena su un ritmo ritmo, dato dal montaggio di giustaplento ci introdurrà in precisi e diffe- posizioni evocative, ci infatuiamo renti stati emotivi che per associa- dell’atmosfera, che grazie al tipico zione ricercheremo costantemente “vedo e non vedo” cognitivo ci spinnella pellicola. Il trailer però a dif- ge a metterci in gioco con curiosità, ferenza del film non riuscirà mai a consapevolezza e voglia di sorpresa. splendere di luce propria, perché tra Trascinati ora in un amplesso visuadi essi rimarrà sempre una sospen- le con la pellicola, lasceremo che sia sione, un’interruzione o un qualcosa essa a farci provare il piacere fisico di non detto. I rimandi per una con- di un’esperienza nuova. Se l’appagatinuità di approfondimento, sono alla mento finale sarà proporzionale al base del rapporto che li coinvolge. Il feeling avuto con il trailer al primo trailer presenta una storia che il film incontro, si parlerà di amore. Ecco perché posso sostenere di amare la pellicola intitolata Santa Maradona. MARZO 2018 TESI DI STEFANO NOTA

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Biografia del regista Marco Ponti /

anta Maradona (2001) opera prima del regista Marco Ponti, di cui ne è scrittore, sceneggiatore e regista, vede la luce dopo anni di ideazione e lavorazione su soggetto e sceneggiatura. Marco Ponti nasce nella cittadina di Avigliana, ai piedi della Valle di Susa, il 25 Luglio 1967 e qui vive l’intera sua giovinezza. Conseguita la Laurea in Lettere Moderne presso l’Università di Torino, lavora negli anni seguenti come copywriter e come assistente di cattedra di Semiotica nella medesima facoltà. Negli anni seguenti la Laurea, prende parte attraverso dei corsi serali ad un Master in “tecniche della narrazione” presso la Scuola Holden di Torino, dove oggi siede alla cattedra di narrazione cinematografica. Matura esperienza come sceneggiatore scrivendo da prima cortometraggi come “Blue(S)” (1997) di Domenico Liggeri o “Benveuto in San Salvario” (1999) di Enrico Verra (di cui è anche assistente alla regia), approdando dietro la cinepresa solo nel

1999 con “Amsterdam” che gli varrà il riconoscimento di “Miglior Cortometraggio” alla V Edizione di “Cinema in Diretta” della città di Saint Vincent - Gressoney Saint Jean. Nel 2001 sceneggia il cortometraggio “Kissing Paul Newman” sul soggetto di Luca Bianchini (scrittore e amico con il quale collaborerà per le trasposizioni cinematografiche dei suoi due libri “Io che amo solo te” e “La cena di natale”), che vede l’esordio alla regia di Fabio Tagliavia (già aiuto regista per il corto di Verra e operatore del reparto produzione per svariati film, tra cui “Tutti giù per terra” (1997) di Davide Ferrario), una collaborazione di due amicizie che perdureranno nel futuro anche come sodalizio artistico. È la mattina del 7 maggio 2001 quando inizia l’avventura chiamata Santa Maradona con le prime riprese dentro la libreria “Fontana” di Torino, riprese che termineranno il 20 giugno in previsione dell’uscita nelle sale il 26 ottobre dello stesso anno. Nel ruolo di “aiuto regia” troviamo FaMARZO 2018 TESI DI STEFANO NOTA

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Focus / Santa Maradona bio Tagliavia, che sulla base della sceneggiatura di Ponti girerà nel 2002 il corto “Playgirl”, e nel 2007 il suo primo film “Cardiofitness”. Nel cast troviamo un giovane Stefano Accorsi (protagonista) insieme a Libero de Rienzo (coprotagonista) interprete magistrale del suo eccentrico personaggio. L’ottimo risultato al botteghino e le numerose critiche positive di pubblico daranno a Ponti una notevole visibilità a livello nazionale, anche se la sua vera e propria consacrazione a regista, avverrà grazie agli svariati riconoscimenti di cui il film venne insignito. In ordine di importanza essi furono: David di Donatello 2002 a Marco Ponti come Miglior Regista Esordiente; David di Donatello a Libero De Rienzo come Miglior Attore non Protagonista; Ciack d’Oro come Miglior Opera prima 2002; Premio Migliore Film Rivelazione al festival delle Cerase 2002; Premio FiPRESCI come Miglior Film e Premio Miglior Attore (ex-aequo) a Libero De Rienzo al Festival Internazionale di Mar del Plata 2002. Candidatura ai Nastri d’argento come Miglior Regista Esordiente.

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Biografia del regista Marco Ponti / Dopo l’esperienza di Santa Maradona tornerà dietro la cinepresa solo nel 2004 per le riprese di “A/R Andata+Ritorno”, con Vanessa Incontrada e Libero De Rienzo, che seppur considerata una pellicola di minor successo e qualità mantiene evidente la stessa carica poetica ed espressiva già gustata nel film precedente. Gli anni successivi lo vedranno impegnato in progetti alternativi al ruolo autoriale. Oltre a sceneggiature cinematografiche, si dedicherà a sceneggiature televisive e alla traduzione e adattamento di tesi teatrali, da cui ne sono derivati anche libri in corso di pubblicazione.

Nel 2007 girerà a Los Angeles il suo primo film-documentario “La luna di giorno – un ritratto in movimento” dedicato a Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti, di cui ne seguirà la tournée “Safari” nel 2008 per girare il film dedicato “Nessuna ombra introno”. Sempre nel 2008 nel capoluogo californiano girerà inoltre il suo primo videoclip musicale “Il mondo che vorrei” per la rockstar italiana Vasco Rossi, esperienza ripetuta poi solamente nel 2016 per il videoclip “Quando le canzoni finiranno” di Emma.

Nel successivo film del regista Ponti “A/R Andata+Ritorno” del 2004 insieme a Vanessa Incontrada torna Libero De Rienzo, questa volta nel ruolo di Protagonista. Il film non condivide però con il precendete “Santa Maradona” solamente l’attore, ma bensì sia la location nella città di Torino sia le numerose citazioni filmiche, a partire proprio dal nome del protagonista “Dante Cruciani”. MARZO 2018 TESI DI STEFANO NOTA

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Focus / Santa Maradona Il ritorno vero e proprio al cinema giungerà solo nel 2013 con “Passione Sinistra” tratto dal libro di Chiara Gamberale che garantirà la candidatura ai Nastri d’Argento come “miglior attrice non protagonista” a Eva Riccobono, ed il Ciack d’Oro guadagnato nella stessa categoria. Nel 2014 girerà il film televisivo “Ti amo troppo per dirtelo” e nello stesso anno inizierà a scrivere la sceneggiatura per il film “Io che amo solo te”, tratto dal best sellers di Luca Bianchini, uscito nelle sale il 22 Ottobre 2015 debuttando al primo posto del box office italiano.

Il 2016 è seguito da “La cena di Natale”, sequel del film uscito l’anno precedente precedente, lodato molto positivamente dal giudizio del pubblico. Tra giugno e luglio 2017 sono iniziate le riprese del film “Vita Spericolata” che vedrà la luce, nel buio delle sale, nella primavera 2018. Questo film, che avrà come protagonisti i giovani Lorenzo Richelmy e Matilda de Angelis, è girato tra la Puglia ed il Piemonte in una location d’onore: la Valle di Susa, terra natia del regista.

La profonda cultura cinematografica del regista Marco Ponti, è inoltre evidente in tutte le sue successive pellicole arricchite di numerosi cameo e riferimenti filmici. Partendo da sinistra, tutte le locandine dei suoi film in ordine cronologico: Passione Sinistra (2013); Io che amo solo te (2015); La cena di natale (2016) 52

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oncentrandoci esclusivamente sulla pellicola che lo ha presentato nel panorama cinematografico italiano, individuiamo in Santa Maradona una colta capacità espressiva ricca di citazionismi cinematografici (non sempre dichiarati), capace di coinvolgere in tematiche sensibili i ragazzi sulla soglia dei trent’anni, senza lavoro e senza certezze. Andrea (Stefano Accorsi), neolaureato in Lettere, vive l’avvicinarsi dei trent’anni

cercando di affrontare le difficoltà del passaggio “all’età adulta”, assumendo atteggiamenti adolescenziali che gli permettono di evadere dai criteri sociali imposti dalla sua età anagrafica. Il coronamento del sogno adolescenziale di vivere distaccato dalla propria famiglia, lo possiamo comprendere perfettamente osservando l’arredamento e la scenografia dell’appartamento libero da ogni criterio, disordinato e ricolmo di oggetti radunati con

la “teoria dell’accumulo”. A riportarci con i piedi per terra dal sogno adolescenziale che Andrea sta vivendo è la necessità di un lavoro, unica soluzione per evitare il rientro a casa obbligato con annessa mansione nell’attività commerciale del padre.

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Focus / Santa Maradona Le sue giornate si svol- drea verso scelte “sbagono tra colloqui lavo- gliate” come il furto o la truffa (essendo egli rativi esageratamente di professione un giorcaricaturali, visioni di film e discussioni ec- nalista con “articoli di centriche con il coin- altri”), ma al contempo lo ragguaglia con quilino “Bart” (Libero De Rienzo), all’anagra- profonde e pungenti fe Bartolomeo Vanzetti. morali in merito alle sue scelte relazionali. La scelta del nome di Il ruolo di Dolores quest’ultimo non pare casuale, il nome infat- (Anita Caprioli), incontrata per caso da ti ci riporta al noto Andrea e da subito anarchico piemontese giustiziato negli anni “amante”, pone un vago accento rosa sul’20 a Boston, spingendoci ad associare per “nomen omen” il suo modo di vivere ad uno stile libertario. Bart difatti, con i suoi atteggiamenti scaltri, sembra avere il ruolo di un pigro lucignolo in grado di stimolare An-

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le note del film. A pareggiare il ruolo femminile di Dolores c’è Lucia (Mandala Tayde), una ragazza italo-indiana ancora studentessa universitaria che nel cercare in Andrea un conforto per la sua altrettanto travagliata relazione trova Bart. La forte intesa che c’è tra i due è pari esclusivamente al distacco emotivo volontario che lascia intendere in una relazione futura fuori dalla trama del film. Il Flashback di apertura ci riporta ora alla rottura della relazione con Dolores, donna che incarna una chimera troppo vicina


Analisi Film / alle paure di Andrea, contemporaneamente al coinvolgimento del primo colloquio di lavoro volto a buon fine ma rifiutato, proprio perché l’imposizione di una distanza fisica comporterebbe la nascita di nuove incertezze e ulteriori paure. La discussione finale tra Andrea e Bart, assume invece toni molto più maturi rispetto agli atteggiamenti tenuti durante tutta la durata del film, portandoci in evidenza come sentimenti veri, quale l’amicizia, siano già parte della loro

maturità e di come parallelamente Andrea debba prenderne coscienza per affrontare tutte le sue paure sino ad ora troppo dominanti. Le varie vicissitudini vissute dai ragazzi non portano quindi al classico esito finale, ma esattamente come nella vita reale prendiamo la decisone di voltare pagina inconsapevoli del futuro, il film si interrompe con un balzo dei due protagonisti verso lo spettatore (ora incarnato nella televisione che stanno guardando) senza darci a sapere quale sia il

destino che li aspetta. Torino è la New York perfetta dove ammorbidire un clima teso come quello di Edimburgo. Se escludiamo la problematica della droga che era alla base del film “Trainspotting” (1996) di Danny Boyle, ritroviamo in “Santa Maradona” oltre a varie citazioni registiche, una struttura tematica di fondo molto simile. Il gruppo di ragazzi di Boyle, perfora con l’eroina tutte le paure generazionali legate al lavoro, alle relazioni, all’amicizia ed alla vita in generale.

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Focus / Santa Maradona Gli esiti, ovviamente sono proporzionalmente drastici quanto i metodi con cui vengono affrontate le paure, verosimilmente comunque le stesse. Renton (Ewan McGregor), proprio come Andrea, ha difficoltà ad accettare lo status in cui versa la sua vita, ma travolto dalle paure ne viene costantemente inghiottito. Il fallimento su più traguardi, tra cui quello relazionale, non lo sprona a maturare un cambiamento che potrebbe salvargli la vita. Nell’illusione di una momentanea presa di coscienza con negazione dello stile di vita che lo accompagnava, ci ritroviamo reimmersi nel problema nell’esatto momento in cui le paure di una “vita scomoda” tornano a fare da capolino. Solamente nel finale, presa la decisione di tradire gli amici che in56

carnano i suoi problemi, viene rivelata una seria maturità emotiva tale da permettergli di riconoscere nel suo amico più debole un reale rapporto di amicizia e affetto. La camminata finale verso lo spettatore, che viene interrogato nel celebre monologo, tende a perdere un chiarimento emotivo con l’avvicinarsi del protagonista alla videocamera. Siamo così consapevoli di una maturata presa di coscienza del

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protagonista che con passo incalzante giunge verso di noi, senza darci modo di sapere quale sia realmente la sua vera destinazione futura.


Analisi Film / Sin dai titoli di testa, entrambi a tema “calcistico” i parallelismi tra le due opere sembrano non terminare mai. Le corse sfrenate seguite dalle forze dell’ordine di Edimburgo, in “Santa Maradona” diventano brevi inseguimenti per furto. Blondie viene sostituita dai torinesi Motel Connection nella serata in discoteca ed i colloqui di lavoro imbarazzanti vengono emulati negli eccentrici dialoghi tra datori di lavoro ed Andrea. Entrambe le pellicole trovano ulteriori punti in comune negli ambienti caratterizzati da stretti corridoi, negli interventi allo specchio e nei dialoghi sagaci. Senza tralasciare inoltre le VHS che sembrano essere una passione comune tra i protagonisti di ambedue le pellicole.

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Focus / Santa Maradona Un omaggio esplicito al cinema di Stanley Kubrick si trova invece sia in “Trainspotting”, dove la discoteca riporta murales identici a quelli del celebre bar di “Arancia Meccanica” (1971), sia in “Santa Maradona”, dove l’inquadratura del piede di Dolores intenta a mettersi lo smalto riprende l’inquadratura iniziale di “Lolita” (1962), dettaglio ulteriormente sottolineato pochi secondi dopo da Andrea, che nella vasca da bagno legge l’incipit dell’omonimo libro di Nabokov;

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Analisi Film / Numerosi sono inoltre gli omaggi ad altri film di successo. Il dialogo dentro la videoteca, si rifà chiaramente a “Clercks” (1994) di Kevin Smith, o lo scherzo messo in scena dai quattro ragazzi nel negozio di vestiti da sposa ricorda molto lo stile delle tipiche zingarate dei cinque amici di “Amici Miei” (1975) di Mario Monicelli. La scena finale riprende in modo pressoché quasi identico la scena con cui termina lo stesso film che i ragazzi stanno guardando in TV cioè “Butch Cassidy” (1969) di George Roy Hill. L’atmosfera di incertezza e l’ambientazione ricordano invece nettamente la Torino di “Tutti giù per terra” (1997) di Davide Ferrario, del quale i protagonisti ne condividono anche una fallimentare e breve relazione con i ruoli interpretati da “Anita Caprioli”.

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Focus / Santa Maradona Il mondo universitario che per Walter Verra (Valerio Mastandrea), protagonista di “Tutti giù per terra” è ancora una realtà, per Andrea Straniero (Stefano Accorsi) appartine già al passato. Le discoteche asettiche di emozioni, i colloqui di lavoro imbarazzanti ed un posto nel mondo “non su misura” sono il filo conduttore che collega le due pellicole in quella che sembra una narrazione in sequenza. I film che sono invece stati esplicitamente citati all’interno della pellicola sono: “Mission Kashmir” (2000) di Vidhu Vinod Chopra; “Europa” (1991) di Lars Von Trier; “La febbre del sabato sera” (1997) di John Badham; “Grase” (1978) di Randel Kleiser; “ Lo chiamavano Trinità…” (1970) di E.B. Clucher; “…Continuavano a chiamarlo Trinità! (1971) di E.B. Clucher; “Digimon – Il film” (2001) di Mamoru Hosoda; “Basic Instinct” (1992) di Paul Verhoeven; “Butch Cassidy” (1969) di George Roy Hill.

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Analisi Film / Analizzando quindi sotto l’aspetto tematico e citazionistico la prima opera cinematografica del regista torinese possiamo ora farci un’idea più chiara sul perché la pellicola abbia ottenuto fin da subito una valutazione critica positiva su vari siti di recensione. I siti più popolari riportano tali giudizi: Rotten Tomatoes – 3.8/5, MyMovies – 3.5/5, Coming Soon – 4.4/5, IMDb – 6.9/10. Però oltre ad un complessivo giudizio positivo di pubblico, non esitano a mancare recensioni e giudizi meno positivi sia sul web che su fonti cartacee come su “il Farinotti – Dizionario di tutti i film”. Pur assegnando 2 stelle su 4, “il Farinotti” definisce “apprezzabile la scrittura (più della regia) di Ponti, esordiente che viene dalla pubblicità. Discreta ventata generale.” Mentre occupa una posizione notevolmente più critica riguardo al cast, definendo: “la storia diventa noiosa e astratta quando entra in gioco Dolores. Accorsi è sempre lo stesso (solita nevrosi, solita ambiguità) ma, si sa, ha mercato. Straordinario invece Libero de Rienzo dette da lui battute discrete diventano ottime. Davvero una sorpresa. Ne sentiremo parlare.” *

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Focus / Santa Maradona Risalenti al 2001, contemporanei all’uscita nelle sale del film, sono invece due recensioni scritte da Sergio Gatti e Luca Malavasi allora studenti venticinquenni, oggi critici cinematografici e docenti universitari, che prendevano precise posizioni riguardo alla pellicola rivolta al loro stesso target d’età. La critica negativa maggiore che rivolgono entrambi è sul personaggio di Accorsi, troppo simile per carattere, dubbi e incertezze al Carlo, personaggio sempre da lui interpretato, de “L’ultimo Bacio” (2001) di Gabriele Muccino. Inoltre un’analisi comparativa effettuata da Sergio Gatti ha portato alla luce riferimenti con le seguenti pellicole: “Tutti giù per terra” (1997) di Davide Ferrario; “Cresceranno i carciofi a Mimongo” (1996) di Fulvio Ottaviano; “Clercks” (1994) di Kevin Smith, “Pulp Fiction” (1994) di Quentin Tarantino e “Butch Cassidy” (1969) di George Roy Hill. Individuati i punti di forza narrativi della pellicola, percorrendo da prima la formazione del regista, tracciandone successivamente la trama ed infine individuandone i temi ed i riferimenti, possiamo ora interrogarci sulla costruzione e sull’efficacia del suo trailer. 62

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*Farinotti P., il Farinotti 2009. Dizionario di tutti i film, Roma, Newton Compton editori (2008) p. 1725-1726


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tilizzando il modello di analisi proposto da Martina Federico nel libro “Trailer e Film, Strategie di seduzione cinematografica nel dialogo tra i due testi” (Milano-Udine, Mimesis Edizioni, 2017), bisogna prima di tutto presentare le due tipologie di trailer ben analizzate nel testo, cioè il trailer narrativo ed il trailer antinarrativo, più una terza proposta giunta come conclusione logica dall’analisi delle 50 pellicole prese in esame , nonché la più frequente nel cinema degli ultimi decenni, cioè il trailer omissivo. Fermi restando che il trailer è una manipolazione di montaggio, le vie che collegano una pellicola con il suo trailer sono infinite, esattamente come la possibile distanza che li separa, facendo correre il rischio di farci ritrovare su false piste o fuori strada. Per lo spettatore percorrere un tragitto differente da quello promesso, non sempre garantisce un ottimo spettacolo “fuori dal finestrino”, seppur “i paesaggi possano essere magnifici”. Con questa metafora legata al viaggio, volevo esprimere il concetto di come viene vissuta l’esperienza

Analisi Trailer / cinematografica a fronte della preventiva visione del trailer. Questo ci fa comprendere che, mentre l’indicizzazione in una delle tre tipologie strutturali del trailer si può ragionare sin da subito, un giudizio valutativo sulla qualità del trailer va effettuato necessariamente a posteriori della visione del film. Una forma di analisi precisa successiva alla visione della pellicola, permette inoltre di ridefinire la tipologia strutturale del trailer contemplata inizialmente, garantendo ai trailer omissivi di esser riconosciuti e valutati secondo la loro efficacia. Del trailer va presa in considerazione la domanda principale che vuole porre allo spettatore, valutandone la tipologia di risposta che si riceve dal film secondo i criteri della fedeltà trailer/pellicola, delle aspettative di completamento narrativo e della sorpresa positiva o negativa data dal ribaltamento valoriale della trama. La struttura analitica proposta da Martina Federico, si compone principalmente di questi tre passaggi fondamentali: La prima visione del trailer, la visione della pellicola connessa e la revisione del trailer iniziale. MARZO 2018 TESI DI STEFANO NOTA

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Focus / Santa Maradona Il processo attivo dettagliato comprende, oltre alla regola delle 5W (Chi? Come? Dove? Quando? Perché?) a cui aggiungiamo anche il sesto quesito “Cosa?”, la creazione di una base strutturale sulla quale partire con le nostre considerazioni dopo una prima visione vergine del trailer. Segue un’osservazione dettagliata del “prossimamente”, per stilare i vari quesiti tematici con annesse previsioni di completamento narrativo, a cui scorta la contemplazione della pellicola alla ricerca delle risposte desiderate. In base allo stupore o alla débâcle del ribaltamento nel film, verrà assegnato un primo giudizio sommario al trailer. Grazie alla terza visione più consapevole del trailer a seguito del film, si riuscirà con precisione ad individuare e valutare tutti i criteri con i quali è stato ritmicamente e tematicamente montato, determinando così minuziosamente i punti di forza e di

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debolezza che formeranno il giudizio finale di forma e contenuto. Un passaggio ulteriore all’analisi proposta da Martina Federico, che mi sento di incorporare come appendice al giudizio complessivo finale, è la contestualizzazione nel panorama pubblicitario cinematografico contemporaneo del trailer esaminato, considerando anche le eventuali ispirazioni che lo hanno indirizzato. Questi elementi valutativi permetteranno un giudizio critico maggiore anche per la trasversalità e il riciclo vocativo con il quale il cinema spesso si autocita, non solo su pellicola ma anche su mezzi promozionali. Alla fine del percorso di analisi giungeremo quindi ad una valutazione parzialmente soggettiva, ma strutturalmente oggettiva, del trailer relazionato sia alla sua pellicola di riferimento, sia al suo panorama cinematografico di appartenenza oltre che ad opera fine a se stessa.


Analisi Trailer / Cosa (tema): La difficoltà di entrare nella vita adulta Chi: Un ragazzo sui 30 anni Come: problematicamente Quando: nell’attualità (2001) Dove: Torino Perché: Riuscirà a far svoltare la sua vita?

IL TRAILER PRIMA DI VEDERE IL FILM Il muggito tipico dell’omaggio “in scatoletta” Simmenthal, regalo ai consumatori nei decenni passati, apre acusticamente ad un’inquadratura che riprende l’insoddisfazione e la noia di due ragazzi “svaccati” sul divano, lasciandoci così percepire che il suono in apertura proveniva dal giocattolo tenuto ora in mano dal ragazzo in primo piano. Da questa prima scena ne deduciamo già una collocazione tematica e temporale. Questa noia, che viene sottoMARZO 2018 TESI DII STEFANO NOTA

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Focus / Santa Maradona lineata dal gioco nervoso con una pallina da baseball dal ragazzo in secondo piano, viene enfatizzata dallo sguardo assente di entrambi. Noia che viene spezzata dalla tipica domanda “Che si fa stasera?”, posta dal secondo ragazzo al primo. Questa domanda ci aiuta a definire ulteriormente la fascia d’età dei protagonisti, essendo l’incipit ad una conversazione tipica della gioventù e dei ventenni. Domanda e dialogo che proseguendo ci aiutano ad entrare nel tema generale. “Sentito qualcuno?” risponde il primo, “Nessuno fa un cazzo…” riprende l’altro, “… Bastardi, si divertono di nascosto!”. Con quest’ultima frase, entriamo in contatto con quello che deduciamo essere il protagonista e con la sua completa insoddisfazione e visione negativa della vita. Stacco. Musica elettronica extradiegetica di sottofondo con un ritmo veloce, ci porta sulla strada mentre il protagonista vestito elegante corre verso una destinazione imprecisata. Durante la corsa avviene lo scontro con una donna, illustrato tramite un veloce montaggio coronato da ripetuti split screen, che vengono commentati dalla voce del protagonista, diegetica per pochi secondi, che subito diventa voce fuori campo. La frase pronunciata in questione è “Quando 66

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succedono le cose, sono… inaspettate, anche se sono perfettamente prevedibili”, essa ci addentra nella storia lasciandoci intendere che tra i due nascerà qualcosa. Segue un montaggio concitato fatto di urla e gesti stravaganti fino ad un primo piano sul coprotagonista che rivolgendosi ad una ragazza chiede: “Possiamo fare l’amore adesso?” e alla risposta di lei “Temo sia prematuro adesso” cogliamo la vena ironica con cui lui si è espresso fin dall’inizio, ironia sottolineata anche dallo stacco alla scena successiva in cui egli interpreta una veloce gag con il telefono. Presentati i ragazzi, si vedrà un susseguirsi di scene che riguardano il protagonista che prima effettua un colloquio di lavoro andato male, poi è vittima di una figura imbarazzante con la “fidanzata” ed infine ha una conversazione con l’amico che cita:” Non lavoriamo. Non siamo iscritti a nessuna lista di collocamento. Tecnicamente non esistiamo.” a cui il cinico coprotagonista risponde: “Io lo direi con un po’ meno di orgoglio”. Definiti quindi i caratteri dei personaggi, il tema generale e le loro strette relazioni, si apre ora uno spiraglio a vortice verso la narrazione della trama che coinvolge il protagonista con la “fidanzata” e l’amico con l’altra ragazza (che deduciamo es-


Analisi Trailer / sere la sua compagna) fatto di fugaci dialoghi, partite di calcio, nomignoli amorosi e battute simpatiche. Vediamo inoltre la sorridente fidanzata del protagonista vestita da sposa fuggire freneticamente da qualcosa insieme al protagonista e all’altra coppia di amici, il che ci lascia intendere che tra i due le cose si faranno più serie. Ma fino a che punto? Oppure, che cosa non sappiamo di lei? Seguirà un montaggio sempre più frenetico, comunque ritmato dalla musica elettronica di sottofondo, intervallando scene d’amore tra il protagonista e la fidanzata, conversazioni amorose, sguardi intensi e attimi di litigio. Personaggi secondari, scorci di Torino in automobile, serate in discoteca e conversazioni amichevoli ci proiettano nella quotidianità giovanile toriMARZO 2018 TESI DII STEFANO NOTA

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Focus / Santa Maradona nese. La sequenza finale con cui si sarà proprio l’amicizia e l’amore di conclude il trailer, vede la fidanza giovani, non più giovani ma non andel protagonista che seduta ad un cora adulti. tavolino di un bar afferma: “Abbia- mo fatto l’amore…”. Stacco. Ripresa DOPO AVER VISTO IL FILM di repertorio di Maradona che segna dopo aver fatto goal. Stacco. Il Seppur il trailer evoca perfettamenprotagonista incupito incalza allora te il tema generale del film, esso non di riposta la domanda alla fidanzata: risponde con precisione a tutte le “In che senso?” a cui risponde intro- nostre domande, o più nello spemettendosi imbarazzato l’amico co- cifico non ci soddisfa con risposte protagonista: “In senso orizzontale, esaustive. mi sa Andre…” Infatti sebbene il carattere dei perIl dissolversi con un fade out della sonaggi sia perfettamente delineato, musica elettronica dei “Motel Con- per quanto riguarda i rapporti umanection”, ci lascia al marchio del ni non si può dire lo stesso. Scopriafilm “Santa Maradona” su fondo mo infatti che tra il coprotagonista rosso con la dicitura “Scritto e di- “Bart” e l’amica “Lucia” non c’è alcun retto da Marco Ponti” in bianco. tipo di relazione, anche se il rapporIl tema principale di questo film pare to tra i due, sviluppatosi nella trama, la quotidianità di un tipico ragazzo lascia presagire a degli sviluppi futuri disoccupato, non più giovane per es- che non ci è dato sapere. Lucia, disere ragazzo, ma nemmeno ancora fatti, si rivolge principalmente al propronto a diventare adulto, che cer- tagonista Andrea, per il quale semca un posto nel mondo attraverso bra nascondere in realtà un debole, le amicizie e la relazione. Sarà la ed è da una conversazione intima relazione a cambiare la sua vita? Ri- tra loro che egli pronuncia la frase: uscirà a diventare adulto grazie alle “Quando succedono le cose, sono… difficoltà che la relazione impone? inaspettate, anche se sono perfettaInoltre, cosa non sappiamo di lei? E mente prevedibili”. Sebbene la frase a che tradimento si riferisce la se- venga pronunciata in merito ad altre quenza finale mostrataci? Oltre al vicende completamente estranee tradimento di coppia, c’è anche un alla sua vita relazionale, quest’ultitradimento dell’amicizia? Il tema sul ma risuona come premonizione agli quale sembra vertere l’intero film eventi che gli accadranno a breve, si68

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Analisi Trailer / tuazioni che allo spettatore alla prima visione non è dato sapere. L’abilità del montaggio tramite la tecnica dello split screen e del montaggio ritmato veloce, ricontestualizza perfettamente nel trailer la frase pronunciata facendole assumere un significato molto più diretto e meno evocativo. La scelta di inserire nel trailer una sola scena di colloquio di lavoro, ed una singola battuta in riferimento al mondo lavorativo, è invece una sineddoche azzardata. L’intero film dal suo “prossimamente” sembra vertere sul rapporto di amore e di amicizia dei quattro ragazzi, ed in particolare sulla coppia di cui fa parte il protagonista, invece ci rendiamo conto dalla visione del film che il cuore centrale della trama è l’insoddisfazione e la delusione professionale dovuta soprattutto MARZO 2018 TESI DII STEFANO NOTA

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Focus / Santa Maradona alla disoccupazione e all’incapacità di trovare il proprio posto nel mondo, a cui fanno da contorno relazioni precarie e insicure. La stessa relazione del protagonista Andrea con la ragazza Dolores, seppure scheletro della narrazione complessiva, non ci fa addentrare mai nell’intimità della coppia. Discorsi all’apparenza profondi rimangono sempre superficiali lasciandoci per immedesimazione con costante distacco e incertezza. La stessa scena presentata nel trailer della “fuga” con il vestito da sposa non nasconde alcun retroscena o approfondimento di trama, essa infatti non è che una semplice goliardata tra amici in un negozio di vestiti, che si conclude con una fuga divertita. Fuorviante è anche o lo scambio di battute finali del trailer. Dolores: “Abbiamo fatto l’amore…” Andrea: “In che senso?” Bart: “In senso orizzontale, mi sa Andre…” Con questo breve dialogo la possibilità di un tradimento amoroso seguito da un tradimento d’amicizia prende, nel trailer, il sopravvento. Invece, sottovalutando il carattere cinico e ironico del coprotagonista, fugacemente ma perfettamente presentato nel “prossimamente”, non prediamo in considerazione che quell’intromissione di Bart nella di70

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scussione possa semplicemente essere un commento estraneo e fuori luogo. Dubbio immediatamente svelato nella scena iniziale del film dopo i titoli di testa, nei quali Dolores annuncia al protagonista Andrea di aver fatto l’amore con il regista dello spettacolo a cui partecipa, scena che proseguirà con la battura sarcastica di Bart solamente dopo il Flashback che ci riporta ai giorni precedenti alla relazione. Con il proseguire del lungo dialogo della coppia (con Bart spettatore), veniamo inoltre a conoscenza che questo “tradimento” è avvenuto due giorni prima del loro incontro, lasciando intravedere nella scelta di Andrea di concludere la relazione, un chiaro gesto avventato spinto dalla paura e dall’insicurezza piuttosto che non dai sentimenti. Ecco che il tema centrale ritorna con prepotenza, anche se avevamo l’impressione che non se ne fosse mai andato, esattamente come nelle scene in auto di ritorno dalla serata al cinema, nelle quali il silenzio tra i due fa da padrone, lasciando che a parlare sia una deserta e illuminata Torino con le splendide inquadrature dal cofano dell’auto in movimento. Paura, insicurezza e incertezza sono gli unici sentimenti che proviamo per immedesimazione nel protago-


Analisi Trailer / nista. Scaricato il colpo di fulmine non restano che le ceneri della felicità. La sequenza in discoteca, i dialoghi con Bart, l’arrivo del “collassato” terzo inquilino, sono solamente sprazzi già presentati nel trailer, ma che ora osserviamo con occhi diversi, e con la tipica insoddisfazione che domina la trama. La scelta di cambiare vita arriva solamente nella scena finale, dove non ci è dato sapere con quale esito si sia svolta. Il calcio, elemento di contorno filmico, prende allora vita come figura retorica dell’esistenza di Andrea e Bart. Seppur vincolato da rigide regole sportive, le azioni calcistiche migliori sono quelle che aprono dibattiti proprio per la sfrontatezza con cui sono realizzate violando spesso le regole, esattamente come il goal di mano di Maradona ai monMARZO 2018 TESI DII STEFANO NOTA

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Focus / Santa Maradona diali di calcio del 1986. Ispirazione da cui ne deriva il titolo della canzone “Santa Maradona” di Manu Chao, utilizzata per i titoli di testa del film, e da cui ne deriva il nome della pellicola stessa. CONCLUSIONI Pur non rispondendo alla maggior parte delle domande che il trailer ci pone, siamo di fronte ad un ottimo trailer ben strutturato dove il vero tema è fedelmente anticipato. Il carattere dei due protagonisti infatti emerge pienamente sia dallo scambio di battute selezionate, che dal loro modo di porsi con l’altro sesso e le circostanze. La narrazione filmica, esattamente come il trailer ci anticipa, è strutturata principalmente sulla relazione tra il protagonista e la sua “fiamma” Dolores, relazione che fin da subito lascia pensare ad un lieto svolgersi degli eventi. La delusione che proviamo nello scorgere un esito fallimentare del rapporto tra i due, sia nel trailer che nella pellicola, ci riporta allo stesso stato d’animo insicuro del protagonista. Le alte aspettative relazionali che il trailer ci aveva promesso vengono così lentamente sfatate e infrante. Il ribaltamento emotivo delle aspettative che avviene tra trailer e pellicola 72

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fa risaltare ancora di più il vero tema centrale della storia, cioè la difficoltà di aderire alla vita adulta con serietà. Tramite un processo di immedesimazione emotiva noi veniamo traditi, come il protagonista, dalle risposte che il film ci dà senza che esse siano menzogne. Difatti le domande che il trailer pone mostrandoci un riassunto emotivo della narrazione possono quasi esser definite come il tipico “film mentale”, molto simile a quello che ognuno di noi fa ripensando e riassumendo le vicende passate. Immedesimandoci quindi in Andrea, potremmo definire con lui questo scorcio di vita come adolescenziale, insicuro e deludente. La delusione, dovuta alla negazione della fine dell’adolescenza, è infatti il sentimento che velatamente domina sia le scene del trailer, che più esplicitamente l’atmosfera del film. Il ritmo proposto dal trailer è invece leggermente differente dal ritmo filmico generale, quest’ultimo è infatti coronato la lunghi, quanto geniali, scambi di battute che, seppur ne rallentano il ritmo complessivo, riescono comunque a mantenere alta sia l’attenzione che il coinvolgimento. Ritmo comunque perfettamente cadenzato dalla corretta scelta della colonna sonora, individuata nel brano “The Light of the Morning


Analisi Trailer / (microphone mix)” dei torinesi Motel Connection (progetto parallelo della band Subsonica). In conclusione possiamo dire che il trailer di Santa Maradona è un buon trailer, perché riesce ad incuriosire emotivamente lo spettatore seppur le risposte che troverà nella pellicola siano “deludenti”. L’evocazione del medesimo stato d’animo fa si che riguardando il trailer successivamente al film, non non lo giudicheremo negativamente per quello che ci mostra o per le aspettative infrante che ci aveva proposto, altresì lo osserveremo con un sorriso, esattamente come se evocassimo la pellicola in un ricordo del quale vogliamo mantenerne vive solo le circostanze migliori.

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Focus / Santa Maradona Sul piano strutturale invece la scel- screen con l’aggiunta della scena ta più inconsueta rispetto ai trailer in cui Andrea commenta l’incontro, suoi contemporanei è sicuramente e la sequenza del colloquio, con la quella di non inserire una voce nar- preventiva carica motivazionale di rante che presenti i personaggi o la Bart in realtà ricavata dalla sequenza trama. Questa scelta, tipica dei trai- di un colloquio cronologicamente ler antinarrativi, è sicuramente un successivo). azzardo ottimamente riuscito. Altra decisione grafica degna di Balzano comunque subito alla nostra nota è la scelta di presentare gli attenzione le vicende, le relazioni e interpreti e la produzione con dei gli sviluppi perché per noi rappre- titoli in sovrimpressione aventi lo sentano un regolare svolgersi della stesso font del titolo, già di per sé vita, con rapporti di causa ed effetto realizzato come marchio. Scelta che similari alla realtà. L’unica narrazio- ricorda molto il film “Trainspotting”, ne che abbiamo all’interno del trai- che seppur montato e strutturato in ler può essere individuata in alcune maniera completamente differente, frasi diegetiche pronunciate da An- ha con il trailer di “Santa Maradona” drea che tramite una manipolazione numerosi punti in comune, come ad di montaggio, diventano voce fuori esempio: la scelta di scene e sequencampo descrittiva delle vicende mo- ze simili (il colloquio, la discoteca, o i strate. Per il resto l’intera struttura dialoghi con gli amici), il ritmo incalnarrativa è lasciata al montaggio se- zante della musica, la scena di corsa quenziale, che cerca di riprendere in in apertura o i titoli in sovrimpresmaniera temporale lo svolersi della sione ai personaggi. vicenda esattamente con le stesse Elemento del tutto originale è invetempistiche con le quali si svolge il ce la scelta di inserire una scena non film. Come possiamo osservare nel- canonica, evidente frutto di un outle scene proposte dal trailer e con- takes escluso dall’editing finale del frontate con la pellicola, sono esclu- film (evidenziata con un bordo giallo sivamente 2 i casi in cui il montaggio tra i frame qui proposti), presente ha generato un riadattamento della esclusivamente nei titoli di coda. sequenza rispetto alla pellicola, fina- Scelta responsabilmente adeguata, lizzato alla migliore comprensione tenuto conto di tutto il materiale della narrazione (cioè l’incontro con “extra” girato dal regista, e succesDolores, riadattato con uno split sivamente montato nei titoli di coda 74

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Analisi Trailer / o comunque presente nel bonus disc del DVD. Solo da un’accurata osservazione del trailer possiamo inoltre individuare dei veloci frame “subliminali” tratti tutti da scene presenti nel film (evidenziati in questo caso con un bordo rosso) con evidente funzione cromatica di transizione o ritmica. Solamente nei due casi ad occhio più evidenti hanno anche funzione “associativo - narrativa”, in quanto esplicativi delle scene subito precedenti o successive.

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Interviste /

Ma come è stato progettato questo trailer in fase di pianificazione? Quali sono i retroscena di questo particolare elaborato artistico dal fine pubblicitario, relativo ad un film che “parla di cinema”?

P P

rima di rispondere a tali domande riguardanti la struttura storico - tecnica e narrativa di questo particolare trailer, bisogna porsi alcune domande riguardo all’efficacia generale dei trailer odierni su varie tipologie di pubblico. Prendendo sempre come riferimento il trailer del film “Santa Maradona”, ho individuato due spettatori “modello”, che rientrano perfettamente nei canoni del target a cui il film è rivolto, per interrogarli riguardo ai loro metodi valutativi della produzione filmica e della parte promozionale legata al trailer. Riconosciuti e selezionati per le loro differenti e contrapposte posizioni di spettatore, ho posto ad essi alcune domande relative all’efficacia complessiva che i trailer stimolano su di loro, ricavando risposte tali da formulare un quadro generale delle carenze e dei punti di forza dei “prossimamente”. Il risultato curioso emerso da questi due incontri, non riguarda tanto le posizioni antitetiche sulla scelta e la valutazione di una pellicola, quanto piuttosto sulle loro posizioni notevolmente critiche riguardo all’efficacia della strategia comunicativa delle campagne promozionali, ed in particolare dei trailer cinematografici. Risposte esaustive che generano ulteriori domande hanno consentito di focalizzare la mia attenzione su quelli che, mano a mano, stanno andando a definire una giusta strategia pubblicitaria del prodotto artistico, partendo proprio dall’analisi del trailer di “Santa Maradona”.

Interviste a cura di

ST E FA N O

NOTA

Pag.78 Lorenzo Pag.89 Alessio

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Focus / Santa Maradona

L L

orenzo, 25 anni, torinese dalla nascita, è un appassionato di cinema fin dall’infanzia. Nel suo percorso di vita ha avuto modo di affrontare studi scolastici relativi al mondo cinematografico che lo hanno portato ha lavorare a diretto contatto con il mondo del cinema e del dietro le quinte. Come l’Andrea di Marco Ponti ha affrontato un periodo di disoccupazione, oggi superato come commesso in un negozio di elettronica e DVD. Senza mai smettere di appassionarsi a tutto il mondo del cinema, spinto anche dalla sua profonda cultura letteraria, filmica e della nona arte, è sicuramente del target perfetto come modello di riferimento per l’analisi che stiamo formulando.

«Ciao Stefano! Mi sono avCiao Lorenzo. Sono vicinato al mondo del cineproprio contento che ma la prima volta che sono questo pomeriggio riuentrato in una sala cinemasciamo a farci una chiactografica all’età di 5 anni. Allochierata sul cinema, anzi ra i miei genitori mi portarono a oserei dire “l’ennesima chiacchierata sul cinema” come in real- vedere “Il Re Leone” uno dei grandi classici Disney. tà facciamo spesso. Questa volta Da quel giorno la passione è proseperò vorrei concentrarmi di più su guita crescendo con me, e ancora alcuni argomenti che normalmente bambino approfondii la mia curiosità trattiamo meno. Partirei comunque filmica guardando alcuni classici del con domande più generiche, per far cinema dei decenni ’70, ’80, ’90 quali capire come vivi il rapporto con il “Jurassic Park” o la saga di “Star Wars”, cinema. rimanendo comunque principalmenCome ti sei avvicinato al mondo del te sui generi d’avventura e fantasciencinema e quali contatti diretti hai za. Giunta l’adolescenza, la volontà di avuto con esso nell’arco del tempo?

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Intervista allo spettatore modello Lorenzo / to “dal vivo”, quello che fino ad ora approfondire ulteriormente questa avevo visto solamente attraverso uno passione mi ha portato ad iscrivermi ad un Istituto Superiore di indirizzo schermo.» cinematografico, l’Istituto Fellini di Torino, che mi ha fatto scoprire sva- Avendo quindi avuto la possibilità di riatati aspetti che fino ad allora mi “vivere” il cinema anche sotto aspetincuriosivano sui retroscena del mon- ti più interni, avrai sicuramente maturato gusti cinematografici ben do cinematografico, mostrandomi il precisi. Hai quindi un genere che ti dietro le quinte con tutti i suoi ruoli tecnici, dall’operatore di ripresa all’o- piace più di altri? peratore audio, dagli scenografi a tut- «Certo! Dopo aver visionato pressoché qualunque genere, dall’espreste le mansioni che compongono una sionismo tedesco al neorealismo, ho troupe cinematografica. formato un mio gusto personale molDietro i banchi del “Fellini” ho colto inoltre la possibilità di poter studia- to più vicino al cinema autoriale e al cinema indipendente, rispetto ad un re approfonditamente la storia del cinema più commerciale che comuncinema dai suoi albori, partendo dai que non disprezzo.» fratelli Lumierè fino ad arrivare alle Un gusto meno “comune” quindi… pellicole dei primi anni 2000. Diplomatomi, ho avuto la possibilità «No, semplicemente rivolto di più ad di lavorare come stagista nella lavo- una ricerca di film con contenuti non razione di un film intitolato “Il mondo popolarmente diffusi. » fino in fondo”, esperienza che mi ha messo in diretto contatto con tutte Come fai allora a venire a conoscenza dell’uscita di una nuova pellicola le figure tecniche, in special modo in cabina di regia. Dal regista, all’aiuto re- indipendente o di un genere poco pubblicizzato? gista fino al direttore della fotografia ho avuto così finalmente la possibi- «Innanzi tutto cerco di rimanere colità di vedere da vicino e soprattut- stantemente informato tramite blog

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Focus / Santa Maradona o social network che, oggi più che mai, si sono rivelati utili per la scoperta di titoli nuovi che raramente trovo nelle sale insieme agli, ormai comuni, “cinecomic” o ai classici “blockbuster”. I siti specializzati, ma soprattutto i festival quali il “Tribeca Film Festival” o il “Sundance Film Festival”, mi portano a scoprire sempre diverse pellicole nuove e interessanti.»

Asserito ciò, frequenti comunque spesso la sala cinematografica? «Si! Anche se devo dire che grazie a tutte le nuove piattaforme come la

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PayTv o piattaforme online, come Netflix, ho modo comunque di avere accesso a tutti i titoli che mi interessano in tempi brevi anche da casa.» Che rapporto hai con la Televisione? «Solo dagli ultimi anni ho un ottimo rapporto. Devo dire che è mutato considerevolmente nel tempo in quanto le produzioni relative alla serialità sono diventate, sia a livello di potenzialità che di contenuti stessi, molto più vicine nel “modus operandi” a quelle cinematografiche. Esempi ne abbiamo potuti vedere grazie a prodotti seriali come “Breaking Bad”, che dal mio punto di vista ha superato in qualità molti film proiettati al cinema negli ultimi anni.»


Intervista allo spettatore modello Lorenzo / La tua relazione con la serialità e le serie Tv, in questo rapporto rinnovato con la televisione, è stata influenzata anche dalla tua passione di lettore di libri e fumetti? Il dialogo tra narrativa letteraria o fumettistica e arte filmica ti appassiona, o ritieni che debbano vivere due realtà separate? «Credo che il rapporto tra letteratura e cinema sia imprescindibile perché vanno esattamente di pari passo. Non solo relativamente alle trasposizioni filmiche di opere letterarie, ma proprio nel modo di narrare del cinema stesso che nasce pur sempre da una sceneggiatura scritta, e che senza di essa non può esistere. Relativamente alle trasposizioni cinematografiche sicuramente dalla nascita del cinema c’è da sempre una grossa ricchezza letteraria da cui attingere, coronata da una costante volontà di portare i classici sul grande schermo.» “Il Signore degli Anelli” ne è un esempio lampante… «Certo, come anche la serie degli “Harry Potter” e tante altre saghe…»

Hai registi che preferisci? «Certo! Partendo da registi che è impossibile non citare quali Kubrick, Hitchcock o Welles che sono stati lo scheletro, ma soprattutto Welles che possiamo dire abbia cambiato letteralmente il modo di fare cinema poi esaltato al suo massimo della tecnica e della pignoleria da Kubrick nella realizzazione di prodotti quasi sempre perfetti, fino ad arrivare a nomi della fine degli anni ’90 come Tarantino... o il danese Lars Von Trier, per non tralasciare il carattere europeo. Questi sono sicuramente i nomi che mi hanno da sempre appassionato.»

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Focus / Santa Maradona Hai appena citato tre registi che hanno operato con metodologie particolari non solo sulle loro pellicole filmiche, ma anche sull’intero aspetto promozionale delle loro opere. Sto parlando di Welles, Hitchcock e Kubrick, tre registi che sono intervenuti attivamente in prima persona in particolar modo sui trailer dandone una visione diversa rispetto anche a quelli odierni. Secondo te, il loro metodo operativo nei confronti del trailer, era più efficace rispetto a metodi operativi e comunicativi attuali? «Sicuramente si. Dal mio punto di vista oggi si tende a far trailer con una metodologia che reputo inconcepibile, in quanto un trailer deve porsi nei confronti di un film in modo esclusivamente pubblicitario senza sviscerarne all’eccesso la trama. Basta dire che i trailer oggi “parlano” troppo, o per lo meno “parlano” di cose sbagliate, spesso nemmeno relative al tema del film. Vendono quindi un prodotto illudendo le aspettative.» Hai notato quindi che nei trailer di oggi spesso la promessa non viene mantenuta nel rimando alla pellicola pubblicizzata. Mentre nei trailer più vecchi dei grandi autori prima citati, la semplice evocazione della trama non svelava nulla… 82

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«Esattamente, il prossimamente ti invogliava esclusivamente ad andar a vedere il prodotto pubblicizzato.» Ricordi in tempi recenti di esserti recato al cinema unicamente spinto dalla curiosità innescata da un trailer? «Si, ma solo in parte. Ricordo che per il film IT, di freschissima uscita, avevo discrete aspettative in quanto mi sembrava, non tanto dal trailer quanto dal teaser, un prodotto leggermente diverso da quello proposto dal classico panorama del cinema horror degli ultimi anni. Ricollegandomi a quello detto prima, essendo tratto da una grande opera letteraria di Stephen King, nonché una delle sue opere più amate degli ultimi trenta anni, avevo riposto notevoli aspettative ma anche in questo caso mi sono trovato di fronte ad una promessa non mantenuta, in quanto veniva proposto come un film “diverso” dai canoni convenzionali e a conti fatti non è stato così.»


Intervista allo spettatore modello Lorenzo / Condividendo a pieno la tua analisi, volevo inoltre sottolineare come questo prodotto sia un remake di una nota pellicola televisiva, quindi dai canoni pubblicitari completamente differenti. Presupponendo con certezza che sei al corrente della differenza tra spot Tv, teaser e trailer, reputo il teaser la forma comunicativa odierna più vicina al nostro modo di comunicare. Vivendo in una società “smart” ed avendo tutto a disposizione immediata di un “tocco”, un teaser di pochi secondi trova perfettamente il suo spazio. Sai quindi farmi l’esempio di un teaser di cui sei rimasto colpito?

«Per quanto riguarda un teaser che all’epoca mi colpì ti cito il film “Cloverfield”, pellicola del 2008, che complessivamente nella sua campagna pubblicitaria, comprensiva di locandina, teaser e trailer, mi ha suscitato notevole curiosità soprattutto per quell’alone di mistero che circondava l’intero film. Ricordo, che la volontà di andare al cinema per scoprire di più era proprio dovuta al fatto che ne nel teaser ne nel trailer c’era un accenno di trama, ma c’erano solo dei rimandi per immagini di oggetti. Forse è stato il caso più eclatante di Viral Marketing che ricordo degli ultimi dieci anni, in quanto nemmeno il breve teaser lasciava spazio ad intuizioni. Sicuramente sono teaser del genere che ti invogliano a scoprire il film. »

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Focus / Santa Maradona Recentemente a me è capitato di provare curiosità verso una pellicola attraverso il teaser, per il film “Blade Runner: 2049”. Teaser che ha partecipato ad entrambi i concorsi di trailer di cui uno, sicuramente saprai, è tutto italiano, cioè il “Trailer FilmFest”. Per caso, lo conosci? Lo segui? «In realtà lo conosco, ma non lo seguo molto… Anche perché bisogna ricordare una cosa molto importante, cioè che il trailer è un prodotto a se stante…» Invece, ritornando ora sul panorama filmico italiano, hai qualche regista o qualche pellicola che ritieni davvero degna di nota? «Sicuramente sono più legato alle pellicole anni ’40/’50 relative al periodo del neorealismo. Decenni che hanno prodotto film di una qualità a livello contenutistico non ancora paragonabile, certamente dovuti al periodo storico post-bellico totalmente differente al panorama che si è presentato successivamente sino ad oggi. Ecco perché ritengo che la cinemato-

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grafia di De Sica, Fellini e Rossellini è stata, ed è tutt’oggi, impareggiabile.» Anche se devo dire che nell’ultimo periodo i prodotti italiani, forse proprio grazie alla diffusione della serialità televisiva, hanno acquisito nuovamente un certo pregio riuscendo a sbarcare anche nel “nuovo mondo”. «Anche secondo me oggi stiamo vivendo la rinascita di nuovo splendore italiano, almeno da un paio di anni a questa parte. Grazie a recenti pellicole come “Veloce come il vento”, “Indivisibili”, “Lo chiamavano Jeeg Robot”, e prodotti di serialità come “Gomorra”, o prima ancora “Romanzo Criminale” fino ad arrivare a “Suburra” che ci stanno ridando una certa visibilità sul panorama internazionale. » Stefano Sollima, regista per l’appunto di alcune opere da te appena citate, è stato infatti assoldato negli Stati Uniti per girare il film “Soldado”, seguito del successo di Denis Villeneuve, quest’ultimo molto citato negli ultimi mesi visto il successo


Intervista allo spettatore modello Lorenzo / di “Blade Runner: 2049”. Stiamo quindi mantenendo una coerenza produttiva… «Si, ci stiamo uniformando a livello europeo soprattutto con il cinema francese e tedesco, che seppur non godendo dello stesso clamore del cinema britannico, producono ottimi risultati.» Io ad esempio sono molto legato ad una pellicola che reputo rappresentativa del decennio “anni ‘90” e della sua generazione. Sto parlando di “Santa Maradona” di Marco Ponti. Hai mai visto il film? Cosa ne pensi? «Certamente che l’ho visto, e lo reputo anche un ottimo film! Una pellicola che sicuramente per l’epoca in cui era stata girata era considerabile “diversa” dal gusto comune e dalla chiara influenza britannica, a mio parere, molto vicino al film “Trainspotting”.»

Anche tu, come me, hai notato quindi numerosi citazionismi alla pellicola di Danny Boyle… «Assolutamente si, soprattutto nelle sequenze ritmate! Il rimando alla qualità della regia, mi vien quasi da pensare, sia completamente ispirata al film “Trainspotting” in una serie di riferimenti sicuramente voluti.»

“Credo che il rapporto tra letteratura e cinema sia imprescindibile perché vanno esattamente di pari passo.” Parlando invece dal punto di vista pubblicitario, avendo visto il trailer e colti anche i riferimenti a “Trainspotting”, hai notato qualche cosa in particolare che ti ha colpito di più? Ed in generale ti ha convinto? «Il trailer devo dirti che mi ha convinto, molto probabilmente perché non riesco a non relazionarlo al film che ho rivisto recentemente.

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Focus / Santa Maradona Lo reputo efficace perché punta molto sull’esuberanza dei due protagonisti, nonché punto centrale della trama su cui verte l’intera pellicola. Stefano Accorsi e Libero De Rienzo, sono tanto centrali nel film quanto nel trailer, e le sequenze mostrateci in quest’ultimo sono ritmate in perfetta sintonia con il film. Dopo aver visto il trailer e successivamente la pellicola non rimaniamo delusi perché esso rappresenta ciò che ti aspetti lasciando che la premessa non disilluda le aspettative. Se avessi visto il trailer all’epoca della sua uscita, sono certo che avrei voluto vederne il film soprattutto per l’umorismo di fondo e per l’interpretazione attoriale dei due protagonisti, ritenendolo a posteriori assolutamente incisivo. » Tutto ciò lo rende quindi un trailer sufficientemente efficace? «Secondo me si. Lo definirei un trailer dalla giusta durata, che non svela troppo della trama ma focalizza la sua attenzione sui protagonisti.»

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Che modifiche attueresti dovessi attualizzarlo? «Probabilmente nessuna, perché rivedendolo ad oggi mi pare ancora molto adatto. Purtroppo trailer simili non se ne vedono più, anzi accade spesso che nei film italiani, soprattutto comici, vengano introdotte le battute migliori dell’intera pellicola solo per attrarre al cinema, lasciandone scadere la qualità promessa. In questo caso invece abbiamo di fronte un trailer ben fatto perché viene mostrato un impegno forte nel voler mantenere un giusto peso tra la forma, nella quale anche la colonna sonora è perfettamente cadenzata, e la trama, redendolo perfetto anche per i nostri tempi. Il carattere citazionistico non lo trovo inoltre un aspetto negativo, anzi riguarda esclusivamente un fattore estetico e non ne coinvolge il contenuto che scopriamo solamente guardando il film. » Ricordi invece quale è stata la tua reazione alla prima visione della pellicola? «Ricordo di averla vista alcuni anni


Intervista allo spettatore modello Lorenzo / dopo l’uscita nelle sale, perché nel 2001 avendo solamente nove anni risultava poco adatta alla mia età. Vedendolo successivamente, da più grande e con maggiore consapevolezza, ho capito anche perché se ne parlò molto all’epoca e ne riconosco tutt’oggi la particolarità del punto di vista filmico.»

L’unico elemento che, a mio parere, trae in inganno venendo leggermente forzato rispetto al reale ruolo nella trama filmica, è il rapporto tra Stefano Accorsi e Anita Caprioli. «No, forse da un determinato punto di vista è anche un bene. Chiaramente nel film il rapporto tra il protagonista e la ragazza è pre-

“Non conoscendo molto del film dovremmo intuire grazie al trailer quello che stiamo per andare a vedere, identificandone innanzi tutto l’autore e riconoscendone poi la sua paternità.” Reputi il trailer comunicativamente corretto in riferimento al target? «Si, perché essendo oggi in età da target, penso che anche allora, avessi avuto l’età odierna, mi avrebbe attirato per la sua particolarità.» Dal mio punto di vista questo trailer è efficace perché, anche se con un’impronta indiretta, è presente la mano del regista... «Condivido. Anche secondo me vedendo il film concepisci che anche il trailer è un impegno registico. »

sente, e la scelta di inserire un’giusta proporzione di scene legate alla relazione nel trailer ha avuto la funzione di non omologarlo con altre pellicole dello stesso genere e target. La relazione la scopriamo infatti nella sua interezza solamente nel film senza i classici romanticismi o banalità, concependola sin dal trailer come diversa da quella promessa dai classici cliché. Secondo me il trailer ribadisce solamente il concetto che la relazione cardine è quella tra Accorsi e De Rienzo, e non quella della coppia di fidanzati.» MARZO 2018 TESI DI STEFANO NOTA

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Focus / Santa Maradona Quand’è invece l’ultima volta che sei andato al cinema? «Circa tre settimane fa, quando sono andato a vedere It.» Ti lascio ora con un’ultima osservazione, di cui sono curioso sapere il tuo parere. Ho visto recentemente il trailer di “Deadpool 2” e lo reputo davvero persuasivo perché riassume in se una buona parte dei canoni che abbiamo definito come efficaci, anche se in realtà fa parte di un genere cinematografico oggi è davvero inflazionato, cioè i “cinecomic”. L’hai visto? Che ne pensi? «Il trailer di cui parli ad essere onesti non l’ho ancora visto, certo è che anche relativamente al primo capitolo del film di “Deadpool” ci fu una campagna marketing bizzarra, aggressiva e soprattutto dissacrante che attirò nelle sale anche chi non era propriamente appassionato di super eroi… » Questo genere che, secondo me, a già dato “troppo” all’industria cinematografica, ci può quindi dimostrare che grazie al trailer è ancora in grado di sorprendere...

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«Certo, soprattutto perché il trailer può e deve essere fondamentale!» Sarà forse il ritorno ad un trailer autoriale, volendo anche con un’impronta più registica, a far riemergere la qualità e l’efficacia pubblicitaria? «Certamente si!» Anche per un film non d’autore quindi… «Assolutamente, anche perché noi non conoscendo molto del film sotto alcun aspetto, dovremmo intuire grazie al trailer quello che stiamo per andare a vedere identificandone innanzi tutto l’autore e cercando poi di riconoscerne la sua paternità.» Grazie Lorenzo per la chiacchierata che abbiamo fatto. Sono felice di aver la conferma di condividere con te svariate opinioni e gusti cinematografici simili, probabilmente dovuti ai percorsi culturali vicini. Spero di poter continuare in futuro a scambiare opinioni sul cinema con te, quindi ringraziandoti ti saluto! «Grazie a te, a presto!»


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Intervista allo spettatore modello Alessio /

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lessio, 25 anni, torinese anch’egli dalla nascita, ha ricordi legati al cinema sin dai primi anni della sua vita. Appassionato di cinema, ne riempie con costanza il suo tempo libero senza tralasciarne alla sua passione di lettore. Seleziona libri e film basandosi su di un suo preciso e mirato gusto personale, forgiato da innumerevoli ore dinnanzi ad una proiezione o a carta stampata. Neolaureato in ingegneria civile, e professionalmente lontano dalla sua passione, sta per immettersi nella realtà lavorativa esattamente come il protagonista del film “Santa Maradona”, condividendone oltre che le difficoltà anche la realtà locale. Esempio sicuramente calzante di spettatore medio modello, a pieno titolo nel target a cui volgiamo la nostra analisi.

ricordo di aver iniziato a Ciao Alessio. Sono convederne fin da quando tento di essere qui per ero un bambino. Il primo fare una chiacchierata ricordo legato alla mia pascon te sul cinema sapensione risale proprio a quegli doti molto appassionato, olanni, in cui mio papà mi regalò tre che collezionista di cofanetti il primo cofanetto in VHS di “Star cinematografici e cultore della sala Wars” contenente “la vecchia trilogia” cinematografica, al punto di aver diretta da George Lucas, dando così riprodotto, tramite proiettore ed inizio alla mia curiosità allora rivolta impianto Dolby Sorround, una vera principalmente al genere fantasciene propria sala in miniatura in casa tifico ed in particolare all’universo tua. Quindi mi affretterei subito a chiederti come è nata la tua passio- di “Guerre Stellari”. Ricordo inoltre di aver frequentato sin da bambine e quali sono i film che ti hanno guidato in quello che è il tuo percor- no la sala cinematografica, quando i miei genitori mi accompagnavano al so culturale cinematografico... cinema del paese per vedere i car«Ciao Stefano! Inizio facendoti una toni animati Disney, come “Tarzan” o premessa importante, e cioè che pur non ricordando quale sia stato il pri- “Hercules”, ed alcuni film per ragazzi come la saga degli “Harry Potter”. mo film che ho visto nella mia vita MARZO 2018 TESI DI STEFANO NOTA

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Focus / Santa Maradona Solo crescendo ho avuto modo di approcciarmi a molti altri generi cinematografici...» Quindi ti sei appassionato solo successivamente a molti generi cinematografici rimanendo in particolar modo legato alla fantascienza, al fantasy ed ai film contenenti “effetti speciali”. Ma la televisione ha influenzato i tuoi gusti? «No, anche se devo dire che un tempo ero molto più legato alle programmazioni televisive, oggi guardo la maggior parte dei film e delle serie tv attraverso il computer grazie a servizi On Demand online. Posso però sicuramente asserire che la televisione non è stato il mezzo attraverso il quale mi sono avvicinato alla mia passione.» Sapendo che sei un gran lettore, sono i libri che ti hanno avvicinato al cinema? «No, in realtà è stato l’esatto contrario. Ricordo che iniziai ad espandere la mia curiosità all’ambito letterario quando vidi per la prima volta “Harry Potter 90

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e la pietra filosofale” e mi incuriosii nel ricercare nell’opera da cui era tratto differenze o stravolgimenti di trama, fenomeno che purtroppo oggi avviene per molte pellicole cinematografiche tratte da opere letterarie.» Il tuo rapporto libri / film non è quindi quello che normalmente ci si aspetta... «No, ma anche se è un rapporto anomalo, devo precisare che oggi leggo molti libri che non hanno legami con il cinema, sebbene il mio gusto letterario in fatto di generi sia comunque molto vicino a quest’ultimo.» Quanti film vedi in media alla settimana? «Settimanalmente ne guardo una media di cinque o sei, anche se possono capitare settimane dove non ne vedo nessuno. Diciamo che mensilmente riesco a vederne un numero considerevole.»


Intervista allo spettatore modello Alessio / Di questa settimana sei già andato quindi al tuo appuntamento con la sala buia? «Si, certo! Sono andato a vedere “Justice League”, l’ultimo cinecomic tratto da una testata DC Comics, e devo dirti che ne sono uscito molto soddisfatto.»

Ma quanti di essi vedi a casa e quanti in una sala cinematografica? «Diciamo che la maggior parte dei film li vedo a casa, anche se settimanalmente cerco almeno un giorno per godermi uno spettacolo in sala. Mantengo quindi una media costante tra proiezioni private e proiezioni al cinema.»

Mi pare quindi di intuire che la tua opinione non è fondata sulla base di un giudizio critico o tecnico comprensivo della “macchina” e della storia cinematografica... «Esattamente, perché la mia formazione professionale è molto lontana dall’ambito cinematografico. Questo mi porta a giudicare un film inizialmente dalla locandina e dal tema e non dal trailer che, anche se non manco mai di vedere, lo reputo troppo fuorviante rispetto ad una sinossi scritta.» Parlando dunque di trailer, e premettendo che sei sicuramente al corrente delle differenze con il teaser o lo spot tv, as-

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Focus / Santa Maradona serisci comunque che esso non ti attrae. Non ti piace quindi il metodo comunicativo del trailer e come esso viene proposto? «No. Senza farti esempi concreti ma prendendo a modello un qualsiasi film che potrei reputare narrativamente “lento”, dal trailer potrebbe apparire avvincente mostrandoti un montaggio delle uniche scene d’azione, promettendoti così una pellicola “spettacolare”. La delusione arriverebbe solamente in sala quando ci troveremmo di fronte ad un film, che seppur molto bello resta troppo distante da quello che il trailer ci ha promesso o comunicato.» Chi è quindi il tuo regista preferito? «Sicuramente George Lucas che con la saga di “Star Wars” mi ha accompagnato dall’infanzia fino ad oggi all’età adulta.» Andando allora nello specifico, mi viene da chiederti se non ti sono piaciuti nemmeno i trailer di “Star Wars”… «Avendo visto i primi tre film molti

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anni dopo la loro uscita nelle sale per ovvi motivi temporali, non mi sento di giudicarne i trailer a posteriori. Dall’uscita del Film “Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma” del 1999 invece, li ho visti tutti sino ad oggi. Del penultimo film “Star Wars: Episodio VII – Il risveglio della forza”, canonico nella saga temporale sebbene non ultimo film del franchise cinematografico ed inoltre terzultimo in fatto di trailer, avendo già visto lo scorso ottobre quello relativo a “Star Wars: Episodio VIII – Gli ultimi Jedi” di prossima uscita, non saprei come giudicarti la mia reazione al trailer, avendomi comunicato quest’ultimo davvero molto poco. Soprattutto il teaser, che sebbene Lucas non diriga più da anni sia la promozione che i film, mi ha solamente incuriosito con nuove domande.» Ma quindi, questa operazione ti è piaciuta? «Si, certo. Mi è piaciuta perché senza dirmi nulla del film, proprio perché dava per scontato che io sapessi già a che genere apparteneva e di cosa


Intervista allo spettatore modello Alessio / trattava, è riuscita a coinvolgermi no- Cosa ne pensi invece del panorama tevolmente. Mi rendo inoltre conto di cinematografico italiano? aver saputo giudicare che fosse un bel Hai un regista nostrano preferito o teaser fin da subito, proprio perché una pellicola in particolare che apgià sapendo il tema del film, stimolava prezzi? le mie aspettative permettendomi di «In realtà non ho film preferiti italiani giudicarlo anche prima della visione ed il mio rapporto con le pellicole della pellicola. nostrane è legato al periodo dell’inQuando invece mi trovo dinnanzi al fanzia in cui guardavo i film definiti trailer di un film del quale non so cosa “cinepanettoni” o più in generale di aspettarmi, sebbene le musiche siano genere comico. curate e le scene minuziosamente Solo recentemente mi sono riavviciselezionate (ed a mio parere sempre nato a pellicole italiane anche di gele migliori dell’intera pellicola), non nere drammatico. Ricordo ad esemriesco a darne un giudizio obiettivo.» pio con piacere la pellicola “Il ragazzo invisibile” di Gabriele Salvatores, che Per ora ci siamo concentrati esclu- mi ha aiutato a realizzare come sia sivamente su George Lucas, e di ri- avvenuta una bella evoluzione cineflesso su J.J. Abrams, ma non sono gli matografica anche nel nostro paese. unici registi che stimi… Secondo me, un tempo eravamo «No, assolutamente no. Apprezzo troppo legati a pellicole comiche…» molto anche Peter Jackson o Chri- Intendi comunque un tempo recenstopher Nolan, che con i suoi film mi te, avendo noi avuto anche grandi ha sempre fatto sognare.» opere filmiche nel nostro passato… E la tua opinione riguardante i trai- «Certo! Tutte le pellicole che ricordo ler è sempre la stessa anche nei con- mi sono piaciute molto e da ragazzifronti di tutti i film di questi registi no mi divertivano parecchio.» che mi stai citando? «Si, senza ombra di dubbio!»

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Focus / Santa Maradona Riguardo invece a periodi come il Neorealismo, con registi quali Fellini o Rossellini, hai mai visto film di tale epoca o di altri grandi registi? «Non ricordo, ma comunque non penso di averne mai visti.» Deduco quindi tu sia in generale molto più legato al cinema degli ultimi vent’anni e di quello più odierno. Inoltre mi è parso di capire che il tuo criterio di selezione e giudizio di una pellicola filmica è legato esclusivamente al tuo gusto personale. «Certo. Generalmente seleziono i film in base alle proiezioni in sala, tralasciando i film del cinema indipendente che, seppur non giudico “brutti”, non mi interessano non facendo parte dei mei gusti preferiti.» Vista la tua posizione non prettamente positiva e piuttosto critica verso i trailer, volevo sapere da te se eri a conoscenza del fat-

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to che esistono due grandi festival dedicati al trailer cinematografico. Il primo celebrato negli Stati Uniti che svolge un ruolo più internazionale e che premia anche teaser e locandine in numerose categorie. Il secondo del tutto italiano, che premia annualmente i migliori trailer. Conosci questi festival? «Purtroppo no. Seguo altresì alcuni festival del cinema quali “il Festival del Cinema di Venezia”, “Il Festival di Cannes” e i “Premi Oscar” cercando se mi è possibile di vederne addirittura la premiazione in diretta streaming.» Non hai però citato il concorso italiano dei “David di Donatello”… «Già, perché in realtà non lo seguo.» Te lo citavo, perché ora volevo chiederti se conosci invece il film “Santa Maradona” diretto da Marco Ponti, vincitore del David di Donatello come Miglior regista esordiente nel 2002,


Intervista allo spettatore modello Alessio / un film che reputo significativo sotto vari aspetti. Lo hai mai visto? «Si, rientra per l’appunto, tra i film italiani che ho visto!» Quale è il tuo parere su questo film? «Devo sincerarmi con te sul fatto che si è trattato di un film che mi ha coinvolto sin da subito, invogliandomi a continuarlo fino alla fine. L’aspetto negativo che però non ho apprezzato è riposto in un finale molto “aperto” che lascia troppo spazio a noi per esser definito. Tutta la narrazione filmica è incentrata sulla definizione dei personaggi, anche attraverso l’innamoramento e le relazioni personali che nel finale non portano a nessuna particolare svolta, anzi ci lasciano in un modo inconcludente. Alla fine del film mi sono sentito come se in realtà fossi nuovamente all’inizio.» Dal mio punto di vista l’ho comunque apprezzato anche per via dei numerosi riferimenti ad altre pellicole che probabilmente, essendo lontane dai tuoi orizzonti cinematografici prima estraniati, tu non hai colto. Mi sbaglio? «Non ho notato alcun citazionismo a pellicole che conosco, quindi non posso far altro che darti assoluta ragione.»

Non conscendo quindi a fondo la storia del cinema, non interessandoti sul cinema indipendente, ma guardando per la maggior parte pellicole blockbuster odierne, non hai avuto il necessario per notare alcuni parallelismi di trama, scene o inquadrature. Giusto? «Esattamente. Ho osservato piacevolmente questo film, che pur considerandolo “indipendente” e valutandolo esclusivamente per gusto personale, l’ho considerato un bel film.»

“Il trailer di Santa Maradona è onesto perchè rispecchia il film senza lasciare sorprese alle aspettative che avevamo riposto.” Non so a questo punto se tu prima della proiezione hai visto il trailer di questo film, oppure no… «No, il trailer non l’ho visto, ma come abitudine ho visto prima la locandina, ne ho letto poi la sinossi, e spinto allora dalla curiosità ho deciso di dargli una possibilità di visione. Quando ho deciso di guardare la pellicola mi sono preposto che nel caso in cui non mi fosse piaciuta avrei interrotto MARZO 2018 TESI DI STEFANO NOTA

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Focus / Santa Maradona la proiezione. Un’eventualità che non è poi capitata. » Visto poi il trailer invece cosa ne hai pensato? «Ho pensato che esattamente come l’intero film, dice tutto e non dice nulla. Si intuiscono chiaramente i temi del film cioè la disoccupazione e la storia d’amore, senza ovviamente lasciar intuire nulla riguardo agli esiti della relazione. » Possiamo quindi dire che ti ha convinto? «Si, mi ha abbastanza convinto proprio perché rispecchia quello che in realtà poi il film è!» Avessi quindi visto il trailer nel 2001 prima dell’uscita del film, ti avrebbe convinto ad andare in sala per vederne la pellicola? «Innanzi tutto ti devo dire che nel 2001 era un film di un genere che non mi interessava, ma visto attraverso “i miei occhi attuali” probabilmente mi avrebbe convinto. Inoltre, a film visto, mi sarei ritenuto soddisfatto delle aspettative che il trailer mi proponeva.» 96

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Mi sono concentrato particolarmente su questo trailer, perché ritengo che abbia una caratteristica molto importante che altri trailer non hanno. Sto parlando dell’evidente impronta registica, palesata anche attraverso alcuni riferimenti citazionistici che però, come abbiamo detto prima, non hai colto. Tenendo come riferimento i trailer di registi quali Hitchcock, Kubrick o Welles che presentarono alcuni loro film solo stimolando la curiosità e tralasciando scene rimontate del film, hai notato anche tu questa peculiarità nel trailer di Santa Maradona? «Secondo me si. Esattamente come hai appena asserito riguardo alla promozione filmica dei grandi registi, i trailer andrebbero realizzati con quel tipo di struttura. Mi stimolerebbe di più una presentazione registica che pone interrogativi, simile a quella effettuata dai “grandi registi”, che troverebbe risposte solo nella vera e propria pellicola. Con questo sistema mi sentirei sicuramente più invogliato a vederne il film. »


Intervista allo spettatore modello Alessio / Quindi l’evidente impronta registica nel trailer di Santa Maradona, o la presentazione registica alla Hitchcock, o gli stimoli accattivanti di Kubrick sono soluzioni migliori rispetto a quelle dei trailer che vedi ultimamente? «Si, proprio perché i trailer odierni sono esclusivamente montaggi di scene del film con musiche particolarmente belle e coinvolgenti, ma che alla fine non rispecchiano affatto il film che vanno a pubblicizzare. »

Ricordi l’ultimo trailer che hai visto? «Ne ho visti molti al cinema e soprattutto di recente, ma l’ultimo che mi ha colpito è quello di “Justice League” che rispecchia a pieno l’idea che mi ero fatto del film.»

Reputi allora l’impronta registica un Sapendo che l’ambito cielemento importante? necomic ti appassiona abba«Si. Apprezzerei anche di più un film stanza, volevo chiederti se hai se lo notassi da un trailer che non visto il recente trailer del film comunica troppo sulla pellicola stessa, “Deadpool 2”… ma che piuttosto stimolando la mia «Si, e mi è piaciuto molto perché curiosità riguardo al punto di vista re- mi ha fatto morire dal ridere!» gistico, esponga la trama senza svelar- E secondo te, potrebbe rispecchiati troppo degli sviluppi. Ad esempio re in alcune cose parte del discorso come, secondo me, ha fatto Abrams che abbiamo finora fatto io e te? con il teaser di “Star Wars VII – Il Ri- «Si, nel senso che avendo visto il prisveglio della Forza”. Teaser che ripeto, mo film e potendomi rapportare ad mi è piaciuto molto. » esso, se il secondo film sarà di pari emotività il trailer risulterà perfetto Quindi il tuo giudizio finale riguardo ed efficace. Proprio perché lascia al trailer di Santa Maradona in re- solo a pochissimi secondi un monlazione al film, è positivo? taggio scollegato di scene tratte dal «Si, perché è onesto e rispecchia il film, lasciando per il resto una presenfilm senza lasciare sorprese alle aspet- tazione che non sarà presente nella tative che avevamo riposto.» pellicola, posso dire che mi è piaciuto e che ha stimolato la mia curiosità.» MARZO 2018 TESI DI STEFANO NOTA

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Focus / Santa Maradona Anche io, ad esempio, lo reputo il più bello tra i trailer recenti dei cinecomic… «Secondo me, proprio perché gli altri cinecomic sono generalmente un eccessivo montaggio delle scene migliori e delle azioni più “clou” tratte dai film. Mi viene inoltre da dirti che anche rispetto al trailer del film “Justice League” che ti ho citato poco fa, lo reputo migliore perché molto più calzante e personalmente e più attrattivo.»

“Mi stimolerebbe di più una presentazione registica che pone interrogativi, simile a quella effettuata dai “grandi registi”, che trovano risposte solo nella vera e propria pellicola.” Ti ringrazio per la tua disponibilità nel concedermi queste tue opinioni cinematografiche che, seppur molto vicine e a tratti molto lontane dalle mie, rappresentano un parere fondato sul gusto personale dello spettatore medio, in te individuato come modello. «Figurati, grazie a te.» 98

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Incontro con il regista Marco Ponti /

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all’analisi sinora condotta, avvalorata dalle due interviste a spettatori modello, possiamo già desumere alcune osservazioni importanti riguardo ai punti di forza e di debolezza che i trailer esercitano su diverse categorie di spettatori. Sebbene le interviste siano molto distanti come punto di osservazione filmico, entrambe lamentano una carenza di attrattività dovuta alla scarsità di curiosità che il trailer stimola in loro. Lamentano inoltre che la disillusione provocata alla visione della pellicola, porti a non osservare più con attenzione alcun trailer, eccezion fatta nel caso in cui essi abbiano contenuti originali o esclusivi del materiale promozionale. Sia che si desti maggiore attenzione ad una paternità registica dell’opera di riferimento, sia che si tratti esclusivamente di gusto personale nello scoprire scene e retroscene di un nuovo film proposto, l’attenzione pare si ponga maggiormente alle scene scritturate esclusivamente per il materiale promozionale. Individuare scene non riproposte nella pellicola di riferimento, giustificherebbe la narrativa fuorviante insita nel carattere pubblicitario stesso. Da paratesto il trailer diventerebbe quindi testo narrante, come già parzialmente avviene in tutti i casi nei quali non abbiamo una piena visione della trama proposta, ma individuati il tema ed i protagonisti, veniamo catapultati in una realtà “causa – effetto” della quale siamo esclusivamente spettatori di uno dei due fattori. Inserire nel trailer “le scene migliori”, spesso nel caso in cui esse non coincidano nemmeno con una svolta narrativa, o assistere ad una rielaborazione di materiale filmico rimontato con una finalità narrativa distante dal testo di riferimento, si sono rivelate le cause principali della scarsità attrattiva dei trailer. In assenza di materiale pubblicitario esclusivo, solamente una manipolazione filmica evocativa del tema, ed assolutamente non troppo illustrativa del carattere dei protagonisti, può garantire una giusta stimolazione dello spettatore nel target di riferimento. Ecco quindi i motivi per i quali entrambi i nostri spettatori modello hanno provato un certo tipo di curiosità alla visione del trailer di Santa Maradona. Ritmato in un modo molto simile al carattere narrativo della pellicola, tematicamente illustrato e molto ben caratterizzato sulle personalità dei protagonisti, presenta inoltre al suo interno scene non presenti nella pellicola. Il montaggio cromaticamente e narrativamente evocativo è sottolineato dall’i-

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Focus / Santa Maradona nusuale utilizzo di inquadrature subliminali che data la loro velocitĂ sono difficilmente percepibili ad occhio nudo, e che sebbene siano anche presenti nella pellicola di riferimento espongono implicitamente il ritmo generale, location e situazioni che il trailer dichiaratamente palesa. Siamo quindi di fronte ad un trailer italiano che espone parzialmente un metodo comunicativo pubblicitario sufficientemente efficace. Quindi per rispondere alle varie domande e curiositĂ con le quali abbiamo iniziato la nostra analisi ora giunta ad un mirato approfondimento, non ci resta che ascoltare il parere registico di chi il film lo ha ideato, ed il trailer supervisionato.

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Incontro con il regista Marco Ponti /

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ontattato personalmente venerdì 13 ottobre 2017, il regista Marco Ponti non ha esitato nel fissare una data d’incontro per discutere in modo informale di una passione che ci accomuna. “Passione” che lo ha spinto sin dall’età giovanile ad interessarsi di cinema e ad accrescere la sua curiosità verso tutti gli aspetti che gravitano intorno alla realtà cinematografica, tra cui anche l’importanza dei trailer, tema centrale della sua tesi di Laurea alla facoltà di Lettere Moderne dell’Università di Torino. Mosso quindi da una forte curiosità mi sono recato mercoledì 20 Dicembre 2017 presso un intimo bar nella cittadina natale del regista, luogo dove avevamo fissato il nostro appuntamento.

Dopo i convenevoli di presentazione, e di fronte ad una tazza di thè caldo,

la curiosità iniziale che il regista Ponti ha mosso nei miei confronti è stata molto particolare: “Hai amici qui in zona con i quali condividi questa tua passione?” Domanda alla quale ho risposto con non poca difficoltà, condividendo la mia passione esclusivamente sul piano critico con pochi amici stretti, e sul piano “tecnico” con nessun amico entro i 25 km di distanza. Il regista, con un sorriso compassionevole, ha proiettato la sua esperienza giovanile nella mia risposta, reimmedesimandosi nella stessa realtà nella quale entrambi siamo cresciuti. Le difficoltà iniziali per intraprendere questo tipo di carriera quando non si vive in una realtà cittadina, obbligano necessariamente ad allargare i propri orizzonti. L’università ha il potere di mettere in contatto le realtà individuali che per passioni si manifestano affini, e questo si rivela essere un passaggio molto importante nella vita di chi intraprende questo tipo di percorso. Una realtà che ha visto dare alla luce anche il primo soggetto di Santa Maradona ben cinque anni prima della nascita del film, e tre prima della stesura della sua sceneggiatura. Un’esperienza che si è rivelata maggiormente formativa durante gli MARZO 2018 TESI DI STEFANO NOTA

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Focus / Santa Maradona

anni passati al corso serale di sceneggiatura alla scuola Holden di Torino cha ha garantito un primo contatto con il mondo cinematografico, ed in particolar modo con i “corti”. Sebbene non presente sul set, sceneggiare il corto “Blue(S)” e partecipare ad un concorso indetto dalla scuola Holden, hanno svezzato la sua neonata carriera nel mondo del cinema. La difficoltà iniziale dopo aver elaborato un buon soggetto, accuratamente sceneggiato, è stata quella di trovare i contatti per avviarne la pre-produzione. Santa Maradona, ha colpito sin da subito per la particolarità della realtà che andava a rappresentare. Negli anni ’90 Torino non era assolutamente la città ideale frenetica, ricca di locali notturni e culturali pre102

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senti nel film. La vita universitaria non aveva ancora quel sapore di divertimento che oggi è una caratteristica per la maggior parte degli studenti. La convivenza tra coinquilini fatta di discussioni altalenanti, nasce cinematograficamente in Italia con questa pellicola, come l’intera realtà ideale universitaria. I protagonisti, sebbene siano in un’età subito successiva all’esperienza scolastica, vivono ancora con la stessa identica disposizione vitale evidenziata sia dalla scenografia dell’appartamento che dall’intraprendenza svogliata nel voler diventare adulti attraverso un lavoro serio. Una realtà volutamente distante da quella simile rappresentata pochi mesi prima da Gabriele Muccino nella sua pellicola “L’ultimo ba-


Incontro con il regista Marco Ponti / cio” che ha come protagonista sempre un giovane Stefano Accorsi. Torino, grazie a Santa Maradona, diventa una meta universitaria ideale, sebbene nel 2001 essa non avesse nulla di tutto ciò che il film mostrava, e sicuramente grazie anche alla band Subsonica, presente nel film con il progetto alternativo “Motel Connection”, assume il titolo di capofila tra le città del divertimento giovanile illudendo, almeno inizialmente, le aspettative di molti studenti fuorisede. Tutte queste informazioni sono state raccolte da Ponti attraverso le numerosi tesi di laurea rivolte al cinema, che citano il film come pietra miliare del genere anche se, al di là dei due David di Donatello assegnati nel 2002, alla sua uscita subì critiche molto pesanti dall’itero mondo della critica cinematografica. “Bart è il classico coinquilino che tutti avremmo voluto… Ma non oltre una settimana!”, con questa frase il regista descrive i due protagonisti come i classici “sfigati” dei primi anni 2000. La camicia Hawaiana, il carattere NERD di entrambi e la

svogliatezza con la quale affrontano anche le difficoltà più serie, fanno di loro il classico modello di sfigato con cui è piacevole passare la serata. La loro passione per i fumetti è inoltre un riflesso del regista e della sua passione come lettore, della quale abbiamo evidenziato inoltre anche alcuni gusti in comune. Il film girato con un basso budget, ha inoltre reso l’ambiente “sfigato” molto più reale e veritiero, un esempio fu “mitica” Ford Capri del ’69 affittata per l’occasione, che avendo problemi di avviamento, venne spinta a mano durante alcune riprese. L’esperienza filmica in se è stata molto divertente e formativa anche dal punto di vista tecnico. Solo quest’anno, dopo 17 anni, per il regista è arrivata l’occasione, con il prossimo film “Vita Spericolata” in uscita in primavera 2018, di inserire un cameo di Libero De Rienzo nel ruolo di Bart. La camicia Hawaiana sotto la divisa sanitaria di un dipendente della scientifica, riporta il ruolo di Libero al Bart di Santa Maradona oggi divenuto adulto

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Focus / Santa Maradona e con un lavoro serio. Non tanto se- sono contemplati tutti gli oggetti di ria sarà invece la scena dissacrate nel scena e tutti gli strumenti tecnici nequale è coinvolto, essendo ripreso cessari, reperibili nel magazzino della mentre intraprende un’esuberante “Panavision” di Roma, dove il regista si conversazione con un poliziotto in- reca personalmente per individuare tento a fumare uno spinello tenuto gli strumenti più adatti. tra le dita di una mano di un braccio Della stessa forza dissacrante e immozzato di un cadavere. morale è invece un’altra folle scena presente nel prossimo film, che vedrà un agente di polizia intento a fare uso “La convivenza di cocaina nel suo ufficio alla presentra coinquilini za del quadro del presidente della repubblica, prima di partire per un fatta di discussioni inseguimento. “Per di più, la cocaina altalenanti, nasce sul tavolo forma la scritta W LA FIGA… cinematograficamente Sicuramente avrò problemi di denunce in Italia con Santa e censure per eventuali trasmissioni in Maradona, come tv, o proiezioni!” dice ridendo il regista. Da qui si apre il discorso sulla distril’intera realtà ideale buzione di una pellicola. universitaria.” Un film nasce da una perfetta tripartizione di precisi compiti affidati ai tre principali ruoli legati ad esso: regista, Anche sotto l’aspetto tecnico 17 anni produzione e distribuzione. sono tanti, ed il budget è sicuramente differente. Per girare una scena di po- Mentre il regista si occupa della parte chi secondi nella quale il cast dei pro- creativa e tecnico-pratica della realiztagonisti si trova in un’auto in fiamme zazione di un film (essendo esso una che avanza, al di là della richiesta fol- proiezione della visione mentale del regista), la casa di produzione si ocle effettuata agli attori, gli oggetti di cupa di rendere possibile tutte le fasi scena e tutti gli strumenti tecnici di dallo sviluppo e pre-produzione sino ripresa hanno un costo di affitto e un determinato tempo di utilizzo. Gene- alla post-produzione, finanziando interamente i costi totali e reperendo ralmente quando la sceneggiatura è pronta e depositata, viene compila- ruoli e strumenti necessari a renderlo ta una “lista della spesa” nella quale “reale”. 104

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Incontro con il regista Marco Ponti / La casa di distribuzione entra invece in gioco solamente a film concluso, dovendosi occupare della distribuzione della pellicola in ogni luogo in cui essa viene riprodotta. Vengono così stipulati contratti sia con sale cinematografiche, che con emittenti televisive o siti streaming online che prevedono inoltre accordi riguardanti la percentuale di guadagno su ogni singolo spettatore. Il rimanente guadagno ottenuto viene versato alla casa di produzione per pareggiare le spese sostenute e per ottenerne profitto, e da ciò ne deriva anche una percentuale di guadagno del regista (oltre alla cifra di ingaggio) in quanto soggetto detentore del diritto di autore dell’opera cinematografica. Attrarre gli spettatori per ottenere il maggior guadagno possibile da una pellicola cinematografica spetta quindi alla casa di distribuzione e agli investimenti che essa decide di effettuare a scopo pubblicitario. Il regista, in quanto membro creativo del “trio produttivo” filmico, ha comunque sempre voce in capitolo riguardo alle scelte

creative relative alla pubblicizzazione della propria opera, ma non sempre ne ha il diritto di veto. Ad esempio nel caso della locandina promozionale di un film, sebbene se ne debba occupare generalmente la casa di distribuzione, spesso se ne occupa la casa di produzione sulla quale ha diritto di veto il regista e viceversa. Il regista può liberamente decidere quale sia l’immagine da porre sulla locandina, ma la produzione deve concordare tale scelta, esattamente come la produzione deve chiedere al regista se l’immagine selezionata può essere mostrata come locandina o meno. Avviene quindi una collaborazione costante tra i diversi ruoli, per ottenere un risultato soddisfacente. Spesso accade però che in questa fase il regista dia solamente un parere veloce sugli aspetti promozionali del film, in quanto oltre ad essere intento alla realizzazione del prodotto in se piuttosto che non delle sue appendici, rischierebbe di far realizzare prodotti troppo distanti dal film e non sufficientemente accattivanti per uno MARZO 2018 TESI DI STEFANO NOTA

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Focus / Santa Maradona spettatore alla prima visione. Molto più semplicemente spesso invece è stufo di dover visionare per l’ennesima volta del materiale su cui lavora già da mesi, ed in alcuni casi da anni. Per quanto riguarda il trailer, paratesto per eccellenza di un film, se ne occupa sempre la distribuzione, come per tutto il resto del materiale pubblicitario. Sebbene durante la fase di contratto sia possibile stabilire una clausola a favore del regista per la realizzazione di un trailer originale senza estratti di girato del film, ma ciò graverebbe interamente sulle spalle di quest’ultimo oltre al già dispendioso impegno temporale che la pellicola di per se prevede. Inoltre essendo compito della casa di distribuzione riuscire a realizzare pubblicità s u f fi c i e n t e m e n t e attrattive ed accatti-

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vanti per ottenere il guadagno desiderato, la dialettica pubblicitaria è affidata a questi ultimi e prevede di imporre precise linee guida per i propri prodotti con conseguenti vincoli registici. Anche se alla maggior parte del pubblico cinematograficamente acculturato pare che un trailer ricavato da un montaggio delle scene migliori, o tematicamente fuorviante, possa avere un risvolto negativo sul risultato economico finale, purtroppo non è così. Il pubblico fedele alle proiezioni, appassionato ed informato sulle uscite e sulle novità sebbene non abbia un prodotto pubblicitar io cinematograficamente elevato alla sua


Incontro con il regista Marco Ponti / altezza, nella maggior parte dei casi si reca comunque in sala. Il compito prefissato del trailer allora è quello di attrarre con ogni strumento lo spettatore occasionale, non informato, e non eccessivamente disilludibile una volta visionata la pellicola. Ecco perché i trailer della realtà italiana odierna non possono essere paragonati a trailer di altre epoche, o di altri grandi autori stranieri o più in generale di un mercato estero. Di positivo bisogna comunque sostenere che la diffusione di internet e di prodotti di produzioni internazionali in contemporanea mondiale, sta formando una generazione culturale globale che da la possibilità anche a trailer esteri di colpire il bersaglio a migliaia di chilometri di distanza. Sicuramente questo fenomeno è dovuto anche alla diffusione delle serie televisive in lingua originale (dilatatosi nell’ultimo periodo anche ai neofiti grazie al fenomeno “spoiler”), di cui Ponti ne è appassionato, spendendone anche un’ottima critica personale verso serie britanniche come “Peaky Blinders”, oltre che a piccole osserva-

zioni gradite come la partecipazione di Rosabell Laurenti Sellers (“Angelica” nel suo film “Passione Sinistra”) in “Game of Thrones” o la scelta di Lorenzo Richelmy come protagonista del suo prossimo film “Vita Spericolata” conosciuto dopo il suo ruolo principale nella ben più sfortunata serie Netflix “Marco Polo”.

“Un film nasce da una perfetta tripartizione di precisi compiti affidati ai tre principali ruoli legati ad esso: regista, produzione e distribuzione. Del trailer se ne occupa sempre quest’ultima come per tutto il resto del materiale pubblicitario.” Per la realizzazione dei trailer tratti dai suoi film, Ponti si affida come da contratto alla casa di distribuzione.

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Focus / Santa Maradona Essa si appoggia a ditte esterne di pubblicitari e montatori cinematografici professionisti, che si occupano esclusivamente della realizzazione di trailer, teaser ed eventualmente spot televisivi. Riguardo alla distribuzione televisiva Ponti preferisce non esprimersi, non essendo da molto tempo uno spettatore televisivo e non essendo nemmeno messo al corrente riguardo alla messa in onda dei suoi film, ma dichiara apertamente di trovare assolutamente poco gradevoli e assolutamente non attrattivi gli spot Tv. Relativamente al trailer cinematografico invece il compito viene sicuramente affidato individualmente ad una persona che in tempi molto ristretti (circa una settimana) realizza il trailer partendo dal montato finale. In alcuni casi addirittura per l’uscita del teaser, il montatore pubblicitario non ha nemmeno a disposizione il montato finale, ma esclusivamente il girato post-prodotto. Ponti intrattiene esclusivamente per via telefonica un breve quanto intenso rapporto con il montatore, che basandosi sulle scelte del regista di quali scene includere e quali escludere, sottopone a quest’ultimo ogni singola variazione, instaurando un costante dialogo fino al prodotto finito. Sicuramente il trailer di “Santa Maradona” è stato un buon prodotto, sia 108

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per l’eccellente lavoro di Alessandro Heffler, sia per la minuziosa supervisione telefonica di Ponti a suo dire “ancora fresco di tesi!”. Soprattutto ci tiene a precisare una cosa fondamentale. A differenza dei teaser o degli spot Tv (duramente criticati da Ponti), i trailer si trovano inoltre a comunicare spesso già con i diretti interessati, infatti il luogo più frequente dove ci troviamo sottoposti alla visione di un trailer è proprio la sala cinematografica prima della proiezione di un altro film. Per questo motivo le produzioni negli ultimi anni hanno provato a dar spazio a giovani YouTuber, per cercare di attrarre nuovo pubblico in sala ma con risultati sempre disastrosi (diverso potrebbe solo essere nel prossimo 2018 il caso di Fabio Rovazzi con il suo primo film “Il Vegetale” diretto da Gennaro Nunziante, regista di Checco Zalone, e prodotto dalla Walt Disney Company). Uno sbaglio purtroppo ancora frequente è la proiezione in sala di trailer non indicati al target del film che precedono,


Incontro con il regista Marco Ponti / oltre che alla scelta sbagliata del pe- debba mettere al corrente. Questa riodo nel quale fissare la data di uscita “mancanza” di sincerità totale non viedella pellicola (in concomitanza con ne vissuta come un tradimento dallo colossal o film particolarmente attesi). spettatore, esclusivamente perché A questi aspetti, si deve prestare l’emotività non viene illusa nemmeno sempre molta attenzione perché se dagli stravolgimenti della trama che accompagnati da un trailer non suf- accadono con la stessa naturalezza ficientemente adeguato rischiano di con la quale eravamo stati preparati. annullare completamente l’interesse Nel caso del prossimo film previsto verso l’attesa di una pellicola. per la primavera 2018 “Vita SperiEcco perché nei trailer dei film di colata”, il target di riferimento sono Ponti, un occhio di riguardo è sempre i giovani under 30. La scelta del cast rivolto all’emozione che esso fa pro- principale è ricaduta per l’appunto vare. Senza fuorviare sulla trama o sul su Lorenzo Richelmy (“Marco Polo”) tema generale del film, il trailer deve e su Matilda De Angelis (“Giulia De proiettare sempre nello spettatore Martino” in “Veloce come il vento”) la stessa emozione che proietterà il due volti giovani del panorama italiafilm in lui. Prendiamo come esempio no attoriale e per la comunicazione ha il suo film “La Cena di Natale”, pre- voluto sperimentare un teaser online sentato nelle sale il 24 Novembre girato appositamente e contenente 2016 (periodo pre natalizio, ma non materiale inedito e distaccato dalla in concomitanza dell’uscita di pellico- pellicola, che presentato sulla pagina le come “Star Wars: Rogue One”), dal Facebook vedrà la luce in concomitrailer noi desumiamo che il film sia tanza con l’uscita del trailer ufficiale. fondamentalmente per donne. Non L’ultima cosa fondamentale da tenere per donne in quanto mogli, madri sempre conto, è l’importanza di saper o lavoratrici, ma semplicemente in imparare dagli sbagli altrui valutando qualità di “donne”, che si recano al ci- bene la risposta di pubblico dei film nema con le amiche per trascorrere in rapporto al periodo di uscita, oltre in compagnia una serata alternativa. che ad una corretta valutazione dei L’emozione che trasmette il trailer è film concorrenti in sala. Il confronto la stessa che trasmetterà la pellicola, con il panorama filmico locale è fonlasciando che sia il film stesso a far damentale per un buon risultato al trapelare risvolti tragicomici della no- botteghino, e conseguentemente di stra società, senza che il trailer ce ne critica valutativa. MARZO 2018 TESI DI STEFANO NOTA

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Focus / Santa Maradona Non solamente però le cause dei trailer poco efficaci sono queste, e nemmeno possiamo permetterci paragoni con trailer come quello di “Thor: Ragnarok” prodotto da Marvel e distribuito dalla The Walt Disney Company che oltre ai diversi metodi comunicativi dispone di una somma di budget “stellare” rispetto alle somme italiane, senza tener conto inoltre del fatto che in questo caso il trailer non deve attrarre al cinema ma esclusivamente ricordare al pubblico l’uscita di un film atteso. Senza ritornare a parlare delle differenze di metodi comunicativi, c’è però da sottolineare come la crisi abbia profondamente colpito anche il mondo del cinema, riducendo notevolmente le cifre di budget. Un lavoro divertente e relativamente poco impegnativo quale un videoclip musicale, ha visto la riduzione del proprio budget in maniera assolutamente drastica, come asserisce anche Samuel dei Subsonica sempre in contatto di amicizia con Ponti, e come il regista stesso mi conferma rappor tando

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alla cifra per la quale si investì per la realizzazione del videoclip “Il mondo che vorrei” di Vasco Rossi che ammontava a 100.000€, i 10.000€ o 5.000€ attualmente stanziati per un prodotto similare. Questa situazione coinvolge di riflesso anche il mondo del cinema, perché senza la possibilità di sperimentare attraverso questi canali quella che è la “macchina registica” o comunque senza i giusti finanziamenti di distribuzione, i ragazzi giovani trovano numerose difficoltà nel riuscire ad intraprendere questo tipo di carriera ed ottenere i primi risultati. Attualmente in Italia il lavoro di “regista” è svolto da relativamente poche persone che formano una sua personale rete di contatti, conoscenze e amicizie che non ha un’età giovanile. Attualmente tutti i registi con i quali Ponti intrattiene rapporti hanno circa 50 anni, anche i più giovani “esordienti” del panorama italiano come Fabio&Fabio, che hanno raggiunto il successo con il film “MINE” nel 2016, hanno rispettivamente 37 e 38 anni. Autori più popolari come Fausto


Incontro con il regista Marco Ponti / Brizzi, recentemente nell’occhio del ciclone per scandali sessuali, e anche meno popolari come Luca Guadagnino che sta ricevendo un particolare elogio di critica e numerosissime candidature a svariati premi internazionali con la sua pellicola “Call me by your name” (2017), devono compiere o hanno appena compiuto 50 anni. Lo stesso Gabriele Mainetti, che ha esordito nel 2015 con la pellicola “Lo chiamavano Jeeg Robot” ha da poco compiuto i 40 anni, (sebbene egli non faccia testo in quando il film è stato interamente prodotto dalla sua stessa casa produttrice.) L’assenza di un ricambio giovanile dietro la macchina da presa, porta inevitabilmente anche alla carenza di volti nuovi nel mondo della recitazione. Sono molto pochi i giovani attori che riescono ad emergere nel panorama cinematografico italiano attuale. Se le produzioni e le distribuzioni non scommettono su registi emergenti e quindi conseguentemente su attori agli esordi, i registi conosciuti nella maggioranza dei casi si affidano a volti noti in grado di garantire parzialmente una buona riu-

scita “pubblicitaria” veicolata dai divi. La crisi economica sta letteralmente facendo invecchiare il cinema italiano ed ecco perché conseguentemente anche il metodo comunicativo invecchia, non facendo più presa sui giovani. La scelta di Ponti di scommettere su due volti giovani per il suo prossimo film, e di provare un sistema comunicativo alternativo e contemporaneo ai metodi tradizionali, è una sfida ad un ritorno ad un cinema giovane, sebbene non sia l’unico nel panorama attuale e sebbene non sia nemmeno più lui considerabile “giovane”. (Un altro esempio può essere la serie dei film “Smetto quando voglio” di Sydney Sibilia, nata sulla scia del popolare ShowTv “Breaking Bad”). Un cambiamento evidente dei tempi che mutano, soprattutto a causa della crisi, può essere individuabile nella sempre meno frequente “Prima” cinematografica, imbastita dell’immancabile tappeto rosso e buffet offerto, che ad oggi non svolgendo più alcun scopo pubblicitario ed essendo divenuta esclusivamente una festa generale è rientrata nei costi risparmiabili.

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Focus / Santa Maradona Essere regista ha inoltre dato a Ponti la possibilità di realizzare esperienze che dal punto di vista di appassionato di cinema rendono entusiasti. Esordisce allora raccontandomi alcuni aneddoti particolari. Durante un periodo che trascorse nella città di Los Angeles ebbe occasione di incontrare il regista statunitense Quentin Tarantino, durante una rassegna cinematografica organizzata da quest’ultimo che prevedeva la proiezione di due film western italiani preceduti da una sua presentazione e susseguiti da commenti. “Durante la pausa mi recai a prendere i popcorn, ed al mio ritorno trovai il mio posto occupato. Quando chiamai la persona che si era seduta sulla mia poltrona, si voltò ed era Quentin Tarantino”, mi riferisce con un sorriso compiaciuto. “Abbiamo commentato alcune parti del film e lui e rimasto molto colpito che io conoscessi personalmente il regista Giuliano Montaldo, al punto che sembrava lui esaltato di poter parlare con me!”. Una persona indubbiamente colta, ecco l’unico commento che Ponti ha rivolto in merito a Tarantino. Stare sui set hollywoodiani di 007 o Iron Man 2 hanno cambiato radicalmente la sua visione di come nasce un film negli Stati Uniti. “Ero sul set di Iron Man 2, quando era tutto pronto per girare la scena. Tutti in posizione, attori pronti 112

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Incontro con il regista Marco Ponti / mancava solamente il regista. Dopo pochi minuti lo vidi arrivare a bordo di un caddy, fermarsi davanti alla cinepresa e urlare: “Action!”. Finito di girare risalì sul suo mezzo e se ne andò, così che la truppe potesse liberamente organizzare tutto per le scene successive… Incredibile, vero?”. Di altrettanto stupore per me è stato il racconto di quando recatosi alla Panavision di Roma per prendere le armi necessarie al suo film (di tre tipologie: una reale per le scene in tasca, una a canna “tappata” per quando si spara ed una in plastica per le botte in testa, tutte fedelmente riprodotte) ebbe l’occasione di impugnare la pistola COLT utilizzata da Clint Eastwood nei suoi film di Sergio Leone “…Quella originale!”. Sempre alla Panavsion si è trovato a dover rinunciare ad una particolare ottica “rétro” (voluta per l’effetto “sbagliato” di fabbrica che rendeva particolare l’inquadratura scelta) perché già prenotata da Ridley Scott in quei giorni a Roma per girare “Tutti i soldi del mondo”. Senza tener conto della sua collezione personale di pellicole che archivia sin da ragazzo, quando suo zio gestiva il cinema del paese. “Oltre a tante pellicole di trailer, tra cui quello di Eyes Wide Shut di Kubrick, ho ancora tutte le bobine dei miei film.” Effettivamente, ci tiene a precisare che non gli sarebbe dispiaciuto poter effettuare

la scansione in BlueRay della pellicola di Santa Maradona per un’edizione celebrativa dei 15 anni, ma visti gli impegni ed i costi troppo dispendiosi e poco remunerativi l’idea è stata abbandonata. “Si potrà sempre fare per i 20 anni!” esordisco sorridendo, “Non si sa mai!” ribatte lui in tono cordiale “…Anche perché di Santa Maradona non ne ho una copia a casa nemmeno io, dato che sono sempre costretto a regalare il DVD non appena me la chiedono!”

“Il Cinema mi ha fatto capire quanto credere in un sogno, per quanto difficile, possa in verità diventare reale.” Quando siamo in procinto di salutarci, senza esserci nemmeno resi conto di aver trascorso più di un’ora e mezza a chiacchierare sul cinema e a scambiare opinioni, ci vestiamo e usciamo dal locale. Prima dell’ultimo saluto Ponti mi rivolge un’ultima domanda “Cosa ti piacerebbe fare nel futuro?” e tempestiva arriva la mia risposta “Se mi è concesso sognare, perché no? Il regista magari!”. Al che, dopo i classici “in bocca al lupo” di rito, mi precisa un’ultima cosa. Il cinema nel corso della sua vita gli ha dato tante possiMARZO 2018 TESI DI STEFANO NOTA

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Focus / Santa Maradona bilità. Gli ha fatto capire quanto cre- “Un regista che mi piacerebbe conoscedere in un sogno, per quanto difficile, re? Steven Spielberg! L’ultima volta che possa in verità diventare reale. Lo ha doveva venire in Italia l’ho mancato per messo in contatto con persone di un soffio!” qualsiasi estrazione sociale, portandolo addirittura a conoscere “colleghi” che stimava da prima di intraprendere questa carriera. Ricorda gli esordi nel corto di “Benvenuti a San Salvario”, dove offrendosi come correttore della sceneggiatura ottenne il posto di assistente alla regia di Verra, “Offrii lavoro gratis per avere altro lavoro gratis! Conveniente, no?”. Un’esperienza formativa totale che lo ha portato nella sua vita ad intrattenere conversazioni sia con prostitute nigeriane di San Salvario, assoldate a giornata per 80Mila Lire, sia con artisti di fama nazionale e internazionale come Vasco Rossi e Ligabue o Quentin Tarantino. Ed io dalla chiacchierata di questo pomeriggio o imparato molto di più dei retroscena che muovono la macchina “cinema”, ho imparato che dietro ogni regista c’è un sognatore. 114

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Conclusione / A Trailer Strategy

elineato il percorso storico del trailer e definite le differenze con le molteplici pubblicità “della stessa specie”, alla luce della caratterizzazione distinta in varie tipologie, ne abbiamo individuato molteplici esempi e concorsi. Dall’analisi meticolosa del film Santa Maradona, e del suo trailer, abbiamo potuto inoltre introdurre un discorso più specifico sull’efficienza e sulla strategia pubblicitaria di questa particolare pubblicità artistica. Dedotte le posizioni culturalmente divergenti di due spettatori medi modello, rispetto sia a quest’ultimo trailer citato che al panorama cinematografico più in generale, le abbiamo poste poi a diretto confronto con la visione dirimpetta del regista del film pubblicizzato. Le differenti posizioni prese nei confronti di esso, ci hanno esortato quindi a provare di ridefinire teoricamente la forma strategica pubblicitaria per cercare di migliorare l’efficienza promozionale valorizzando il prodotto artistico. Possiamo quindi asserire che il trailer cinemaIl trailer, sebbene tografico di un film, sebbene sia un sia un paratesto paratesto di quest’ultimo, debba indel film, deve venir nanzitutto venir contemplato come contemplato come testo comunicante a se stante. Esso testo comunicante a se non deve quindi essere un riassunto narrativo per espedienti, ma benstante. sì deve essere concepito e recepito come uno stimolo espositivo di protagonisti, tematiche ed emozioni. L’attenta analisi di mercato deve inoltre focalizzarsi, oltre che sul target anagrafico, anche sul target emotivo e culturale a cui mira. Il metodo “Best of” (ricavato dal montaggio delle scene migliori) della maggior parte dei trailer italiani odierni non è quindi totalmente errato ma semplicemente è da considerarsi decentrato rispetto al target emotivo che prende in considerazione. Ad esempio, capostipite dei trailer con metodo “Best Of” possono essere individuati nei prossimamente dei classici cinepanettone che presentano esclusivamente le scene migliori e più divertenti della pellicola tralasciando completamente trama, tema ed emozione. In questo caso la strategia non si rileva errata dal momento che anche nel film tutti questi elementi sono un pretesto per contestualizzare le “gag” e per dare spazio ai volti noti con

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Conclusione / A Trailer Strategy L’analisi di mercato deve le loro battute di scena. Però lo stesso metodo utilizzato per altre focalizzarsi, oltre che sul tipologie di film risulterebbe sicutarget anagrafico, anche ramente fuori luogo sebbene esso sul target emotivo e culpossa attrarre comunque spettaturale a cui mira. tori cinematograficamente meno colti. Ecco perché la maggioranza della pubblicità cinematografica, utilizzando questa metodologia “decentrata” come forma di paratesto, viene considerata illusoria ed esplicitamente attrattiva al solo fine commerciale, portando in minima parte ad una svalorizzazione della cultura visivo-comunicativa. Al di fuori del panorama italiano invece sono storicamente molto più presenti trailer “testo” narrativi (originali e non “paratesto”), realizzati su misura con l’esclusivo scopo pubblicitario. Il trailer del film “Spider-Man” di Sam Raimi del 2001 (ritirato successivamente dal mercato per via dell’attentato dell’11/09), era una sequenza di scene girate nel World Trade Center appositamente a questo scopo, e riprendeva nel suo complesso le stesse emotività e lo stesso ritmo che avremmo poi ritrovato nella pellicola. Esattamente come i prossimamente dei film dei grandi registi antecedenti (quali Kubrick, Hitchcock o Welles), anche quello di “Spider-Man” può rientrare in una moderna categoria dei trailer “testo” emotivamente narrativi. Di natura geografica completamente differente è invece il contemporaneo trailer di “Santa Maradona” che, sebbene attraverso strumenti comunicativi cronologicamente contemporanei ma localmente differenti, trae evidente spunto da una tipologia narrativamente emotiva simile a quella sopracitata. Infatti, il panorama spettatoriale italiano medio attuale non è per la maggior parte in grado di concepire tipologie differenti di trailer, che abbiano ruoli narrativamente evocativi e trasversali al testo a cui fanno riferimento. Sul piano internazionale invece molti registi (per la maggior parte detentori di un “nome-brand” o autori di un “titolo-brand”) stanno sperimentando questa rinnovata forma pubblicitaria, rivolta 118

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Il metodo “Best of” ad un pubblico più consapevole ed acculturato riscontrando esiti ponon è quindi totalmensitivi sia a livello locale che anche te errato ma sempliceal di fuori dei confini nazionali. La mente è da considerarsi diffusione delle serie televisive e decentrato rispetto al del conseguente fenomeno “spoiler” target. ha mutato profondamente anche il rapporto con le pellicole cinematografiche coinvolgendo un più ampio pubblico medio globale che ricercando un prodotto il più possibile vicino alla data di uscita, trova un prodotto frutto di una campagna pubblicitaria differente. Ecco quindi che un trailer per il pubblico statunitense, come quello recentemente presentato per il film Deadpool 2, trova grazie ad internet ed ai social network bersagli anche oltre oceano, dimostrandosi efficace nei confronti di un pubblico tanto distante quanto cinematograficamente erudito. Essendo la comunicazione per immagini lo strumento più semplice ed efficace che l’essere umano conosca, definita la chiave di codifica di un messaggio, oltre che al mezzo, esso è in grado di essere recepito anche senza l’ausilio della comprensione della lingua. Ulteriore problema di fondo della pubblicità cinematografica italiana, esattamente come ha espresso il regista Marco Ponti, resta l’errata priorità di distribuzione nelle sale. Capita spesso, ad esempio, che il trailer proiettato al cinema abbia un differente target in riferimento al film successivamente proiettato, stimolando inoltre un pubblico già di per sé critico ed interessato e Il trailer “testo” narratralasciando una porzione pubblico tivo invece trova grazie esterno ancora da rendere curioso ad internet ed ai social e partecipe. network bersagli anche Sebbene quindi, riferendoci al panorama internazionale abbiamo oltre oceano, dimoindividuato una precisa strategia in strandosi efficace nei grado di rendere più accattivanti confronti di un pubblico ed attrattivi i trailer, nel panorama tanto distante quanto nostrano questa strategia non trocinematograficamente verebbe un adeguato contesto ed avrebbe una scarsa efficacia. erudito. MARZO 2018 TESI DI STEFANO NOTA

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Conclusione / A Trailer Strategy Come può allora un trailer nostrano, sottostando sia alle dinamiche contrattuali della distribuzione che al panorama culturale comunicativo, essere efficace per la maggioranza del pubblico? Un trailer odierno pienamente inserito nel panorama italiano per risultare efficace deve saper mixare al suo interno una giusta proporzione di materiale tratto dal montato finale con scene o sequenze esclusive girate appositamente o appartenenti ad outtakes. Elementi comunicativi fondamentali in grado di non tradire le aspettative di pubblico, sia acculturato che generalista, sono l’emotività ed il ritmo. Rispecchiando saggiamente queste due caratteristiche basilari, noi ritroveremo sempre le peculiarità reattive del film all’interno del trailer e viceversa, rendendo palese il rapporto tra testo e paratesto che, grazie alle sue scene esclusive, sottolinea anche la sua funzione individuale come narrazione a sé stante. Individuate quindi le sequenze chiave della nostra narrazione filmica e selezionate o realizzate le sue scene esclusive, possiamo provare a ideare il trailer condensando l’emozione generale che guida la tematica della pellicola, utilizzando espedienti rievocativi in grado di riproporre, grazie al montaggio, lo stesso ritmo narrativo. Ecco allora che nella fase di selezione delle scene o nelle scene girate apposite, si possono intenzionalmente individuare le caratteristiche peculiari del regista Un trailer italiano da evidenziare nel montaggio delle odierno deve quindi sequenze finali. Ulteriore elemento importate da tenere saldamente in fondere al suo interno considerazione è la brevità ed esuna giusta proporzione senzialità con la quale i personaggi di materiale tratto dal e la trama devono essere presentamontato finale con sceti. Dei primi serve un’unica quanto ne o sequenze esclusive breve definizione, mentre della seconda ne deve trasparire unicamengirate appositamente, te la domanda “causa” cui solo la tutto mixato con la pellicola ne darà la risposta “effetgiusta emotività e lo to”. La giusta immagine coordinata stesso ritmo del film tra trailer, teaser, locandine e spot pubblicizzato. tv garantirà inoltre che nessuno di

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essi dia risposte alle domande che altri elementi pubblicitari pongono, ma bensì che convergano nell’unica risposta possibile lasciata alla visione del film. Ulteriore caratteristica fondamentale alla base della differenza teaser – trailer è la brevità che, sebbene nel teaser sia elemento fondante su cui lasciar trasparire alcuni elementi a discapito di altri, nel trailer dev’essere pretesto per costruire sagacemente una trama emozionale. Definite quindi tali caratteristiche riusciamo ora a concepire il motivo per cui la nostra analisi si è concentrata in particolar modo sul trailer del film “Santa Maradona”;Trailer che, valutandolo da una diversa prospettiva, include in sé in forma embrionale tutte le caratteristiche strategiche individuate. L’insieme di queste osservazioni, ricavate dall’analisi effettuata sul trailer del film “Santa Maradona” e dalle ricerche sul sistema dei prossimamente, ha permesso di definire le caratteristiche qui esposte per una rinnovata metodologia strategica rivolta a questa particolare pubblicità artistica chiamata “Trailer”.

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Sai qual è la verità? E che è tutta la vita che aspetto di dire questa cosa e non me l’aveva mai chiesta nessuno. E guarda che è brutto avere una risposta bella e pronta e nessuno mai ti fa la domanda giusta… - Bart

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Ringraziamenti / «Prosit!» « Se “ogni occasione è buona per brindare!”, allora quale avvenimento migliore per alzare al cielo i nostri bicchieri. Propongo un brindisi: Alla salute di Susanna e Carlo, i miei genitori, che sostengono giorno per giorno le mie passioni, i miei impegni, le mie gioie e i miei dolori. A loro devo tutto ciò che sono; Alla salute di mia nonna Linda, che mi ha cresciuto e mi nutre per farmi diventare forte, sano ed in salute; Alla memoria di mio nonno Renzo, che per primo mi ha fatto crescere facendomi capire il vuoto incolmabile che genera l’assenza; Alla memoria di mia nonna Alma e mio zio Fulvio, che hanno avuto il piacere di congratularsi con me scherzando sul mio titolo di “dottore”, sebbene non avessi alcuna capacità di tenerli ancora qui per scherzare ancora; Alla salute della mia fidanzata Giulia, motivo speciale per il quale su infinite vite ripeterei infinite volte l’esperienza accademica tale e quale; Alla salute dei miei amici Lorenzo, Alessandro e Simone, dato che senza di loro non si sarebbe mai accesa la miccia che fa ardere costantemente la mia passione per cinema e fumetti; Alla salute dei miei amici Alessio, Pietro, Mattia e Ludovica, incontrati piano piano sul mio percorso di vita e partecipi di una moltitudine infinita di ricordi; Alla salute dei Danger, il gruppo di amici più solido, sincero e duraturo che vanto nella mia vita. Una famiglia cerialese fatta di fratelli e sorelle degni di essere considerati i veri “Amici Miei” in tutte le nostre zingarate; Alla memoria del mio amico Federico, che come promesso ha preso ferie dal cielo per essere qui oggi a sentire la discussione della mia tesi sul “Porno post avanguardistico sovietico”, sperando per lui che “ne sia valsa la pena”; Alla salute dei miei compagni d’Accademia in particolare ad Alessio De C., amico e professionista a cui auguro tanta fortuna quanta la sua creatività; Alla salute del mio amico Alessio B., pronto ad aiutarmi e sostenermi in tutti i progetti audiovisivi sin dalle mie prime sperimentazioni; Alla salute del mio docente relatore Matteo Pollone, fondamentale nelle sue conoscenze per rendere possibile questo testo;

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Ringraziamenti / «Prosit!» Alla salute del regista Marco Ponti, a cui prima di esser grato per il contributo concessomi, gli sono grato per avermi dato prova che nella vita anche chi parte da Avigliana può arrivare al cuore di milioni di spettatori. Alla salute di tutti coloro che hanno preso parte da vicino a quest’ultimo progetto e a chi ha sostenuto nel tempo, con una critica o un consiglio, ogni mia iniziativa creativa sia accademica che personale. In ultimo, ma non meno importante, alla salute della mia gatta Tata, ormai anziana, ma ancora arzilla con il suo fascino da valchiria. Prosit!»

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Bibliografia, filmografia e sitografia

Bibliografia Federico M., Trailer e film. Strategie di seduzione cinematografica nel dialogo tra i due testi, Milano - Udine, Mimesis Edizioni (2017) Regosa M., Per un’analisi del trailer cinematografico, Firenze, Alinea Editrice (2003) in Trailer, spot, clip, siti, banner. Le forme brevi della comunicazione audiovisiva, Roma, Meltemi Editore (2002), p. 31 - 66 Dusi N., Le forme del trailer come manipolazione intrasemiotica, Pezzini I. (a cura di) Casetti F., La galassia Lumière. Sette parole chiave per il cinema che viene, Milano, Bompiani/RCS Libri S.p.A. (2015)

Filmografia Santa Maradona. Dir. Marco Ponti. Perf. Stefano Accorsi, Libero De Rienzo, Anita Caprioli, Mandala Tayde. Mikado Film, Harold, Rai Cinema, 2001. Film. A/R Andata+Ritorno. Dir. Marco Ponti. Perf. Libero De Rienzo, Vanessa Incontrada. Mikado Film, Rai Cinema, 01 Distribution, 2004. Film. Passione Sinistra. Dir. Marco Ponti. Perf. Valentina Lodovini, Vinicio Marchioni, Alessandro Preziosi, Eva Riccobono. Bianca Film, Rai Cinema, 01 Distribution, 2013. Film. Io che amo solo te. Dir. Marco Ponti. Perf. Riccardo Scamarcio, Laura Chiatti, Michele Placido, Maria Pia Calzone. IIF, Lucisano Media Group, Rai Cinema, 01 Distrubution, 2015. Film. MARZO 2018 TESI DI STEFANO NOTA

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Bibliografia, filmografia e sitografia La cena di natale. Dir. Marco Ponti. Perf. Riccardo Scamarcio, Laura Chiatti, Michele Placido, Maria Pia Calzone. IIF, Lucisano Media Group, Rai Cinema, 01 Distrubution, 2016. Film. Tutti giù per terra. Dir. Davide Ferrario, Perf. Valerio Mastrandrea, Carlo Moni, Caterina Caselli. Hera International Film, 1997. Film. Cresceranno i carciofi a Mimongo. Dir. Fulvio Ottaviano, Perf. Daniele Liotti, Francesca Schiavo, Valerio Mastrandrea. Cecchi Gori Group, 1996. Film. Amici Miei. Dir. Mario Monicelli, Perf. Ugo Tognazzi, Gastone Moschin, Philippe Noiret, Dulio Del Prete, Adolfo Celi. Rizzoli Film, 1975. Film. Clerks. Dir. Kevin Smith, Perf. Brian O’Halloran, Jeff Anderson, View Askew Production, Miramax Films, 1994. Film. Trainspotting. Dir. Danny Boyle, Perf. Ewan McGregor, Robert Carlyle, Ewen Bremner, Jonny Lee Miller, KevinMc Kidd. Channel Four Films, PolyGram Filmed Entertainment, 1996. Film. Lolita. Dir. Stanley Kubrick, Perf. Perf. James Mason, Sue Lyon, Cherlotte Haze. Seven Arts, Metro Goldwyn Mayer, 1962. Film. Arancia Meccanica. Dir. Stanley Kubrick, Perf. Malcom McDowell. Hawk Films, Warner Bros. Company, 1971. Film.

Sitografia Fonti Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Trailer Trailer https://it.wikipedia.org/wiki/Golden_Trailer_Awards Golden Trailer Awards

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Bibliografia, filmografia e sitografia https://it.wikipedia.org/wiki/Trailers_FilmFest Trailer Film Fest https://it.wikipedia.org/wiki/Ciak_d’oro Ciack d’Oro https://it.wikipedia.org/wiki/Teaser_(pubblicità) Teaser https://it.wikipedia.org/wiki/Pubblicità_televisiva Pubblicità Televisiva (Spot TV) https://it.wikipedia.org/wiki/Featurette Featurette https://it.wikipedia.org/wiki/Blooper Blooper https://it.wikipedia.org/wiki/Locandina Locandina https://en.wikipedia.org/wiki/Andrew_J._Kuehn Andrew J. Kuehn https://en.wikipedia.org/wiki/Don_LaFontaine Don LaFontaine https://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Ponti Marco Ponti https://it.wikipedia.org/wiki/Santa_Maradona Santa Maradona https://it.wikipedia.org/wiki/A/R_Andata_%2B_Ritorno A/R Andata+Ritorno https://it.wikipedia.org/wiki/Amsterdam_(film) Amsterdam (Corto d’esordio di Marco Ponti) Fonti per “Trailer Story” https://www.wired.it/play/cinema/2015/02/17/evoluzione-trailer-cinema/ Articolo della rivista Wired sulla storia dei trailer http://www.ilpost.it/2016/06/04/trailer-storia/ Articolo della rivista ilPost sulla storia dei trailer http://www.cinecriticaweb.it/panoramiche/analisi-e-tendenze-del-trailer-cinematografico/ Articolo del sito CineCriticaWeb sul trailer MARZO 2018 TESI DI STEFANO NOTA

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Bibliografia, filmografia e sitografia http://www.hopesandfears.com/hopes/culture/film/214473-epic-history-movie-trailers-mad-max-independence-day Articolo del sito Hope&Fears sulla storia dei trailer (En) http://www.stevenbenedict.ie/ Sito ufficiale del professore, scrittore e regista Steven Benedict https://vimeo.com/stevenbenedict Canale Vimeo del professore, scrittore e regista Steven Benedict http://nonstoptrailers.com/ Sito ufficiale dello studio NonStop Trailer divisione della Warner/ Chappel Production Music Fonti per “Trailer Awards” http://trailersfilmfest.ivid.it/ Sito ufficiale dell’evento Trailer FilmFest https://www.youtube.com/watch?v=-diZasKk05k Video dei 10 Pitch Trailer in concorso per il Trailer FilmFest 2016 https://www.youtube.com/channel/UCbFaq8cYdaXb96RbEKhFJog Canale Youtube dell’evento Trailer FilmFest http://www.goldentrailer.com/ Sito ufficiale dell’evento Golden Trailer Award Fonti per “Biografia Marco Ponti” http://www.lagenda.news/intervista-regista-marco-ponti-set-moncenisio/ Intervista a Marco Ponti dal set del suo ultimo film “Vita Spericolata” http://www.ilpost.it/robertogagnor/2013/04/29/il-film-ha-sempre-ragione-marco-ponti-e-passione-sinistra/ Intervista a Marco Ponti sul suo film “Passione Sinistra” http://www2.film.it/marco-ponti/biografia/ Biografia del regista Marco Ponti del sito Film.it http://www.cortoinbra.it/it/il-festival-di-corto-in-bra/27/kissing-paul-newman Info e sinossi del corto sceneggiato da Marco Ponti nel 2001 http://www.lastampa.it/2016/10/18/spettacoli/ancora-tutti-gi-per-terra-ventanni-dopo-il-film-resta-attuale-gpC84BniCIOcqk7somBDxJ/pagina.html Articolo del quotidiano “La Stampa” sul film di Davide Ferrario 128

Il TRAILER CINEMATOGRAFICO MARZO 2018


Bibliografia, filmografia e sitografia Fonti per “Analisi Film e Analisi Trailer di Santa Maradona” https://www.cinemaitaliano.info/santamaradona Info e sinossi del film Santa Maradona https://www.comingsoon.it/film/santa-maradona/41127/scheda/ Info e sinossi del film Santa Maradona a cura di RdC-Cinematografo.it http://www.kinematrix.net/articoli/santamaradona.htm Sceneggiatura completa e lista dei dialoghi del film Santa Maradona http://www.sentieriselvaggi.it/santa-maradona-di-marco-ponti/ Analisi e critica del film Santa Maradona a cura di Marina Nasi http://filmup.leonardo.it/santamaradona.htm Analisi e critica del film Santa Maradona a cura di Valeria Chiari http://news.cinecitta.com/IT/it-it/news/55/53523/santa-maradona.aspx Analisi e critica del film Santa Maradona a cura di Daniela Canizzaro http://www-3.unipv.it/cinema/spazio/Vecchie%20recensioni/santamaradonasg.htm Analisi e critica del film Santa Maradona a cura di Sergio Gatti http://civet.berkeley.edu/~atrave/slih/maradona.html Analisi e critica del film Santa Maradona a cura di Andrea Trave https://www.pianetafilm.it/recensioni-film/santa-maradona/ Analisi e critica del film Santa Maradona a cura di pianetafilm.it http://www.torinocittadelcinema.it/schedafilm.php?film_id=154 Informazioni, critiche e approfondimenti del film Santa Maradona a cura di Davide Larocca http://digilander.libero.it/stefanoaccorsi/specialemaradona.htm Approfondimenti e curiosità sul film Santa Maradona http://www.joeinchincoli.it/05-05-02.html Foto dal Set a cura di Joe Inchincoli http://www.bloopers.it/testo/index.php?id_film=1849&Lettera=S Elenco dei bloopers nel film Santa Maradona

MARZO 2018 TESI DI STEFANO NOTA

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