Bere acqua per guadagnare salute

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Laudato si', mi Signore, per sor'acqua, la quale è molto utile et humile et pretiosa et casta. (Francesco d'Assisi, 1182-1226)

BERE ACQUA PER GUADAGNARE SALUTE Linee di indirizzo per l’utilizzo salutare e sostenibile dell’acqua di rubinetto

Un sufficiente apporto di acqua è di vitale importanza per quasi tutte le funzioni dell’organismo e, in particolare, per regolare la temperatura corporea. L'acqua è allo stesso tempo un nutriente essenziale per la salute e la vita e il componente predominante dell'organismo, con variazioni legate al sesso (lievemente inferiore nella donna) e all’età, diminuendo progressivamente dalla nascita alla vecchiaia. In media, l’acqua corporea totale è pari a circa il 60% della massa corporea (intervallo tra il 45 ed il 75%) e varia con la composizione corporea (ad esempio, è maggiore in presenza di ridotta massa grassa e alto contenuto di glicogeno muscolare, come negli atleti). Nel complesso, l'acqua corporea totale diminuisce con l'età, dal 75% nei neonati (range 6484%) al 56% (range 47-67%) e 47 % (range 39-57%) negli uomini e nelle donne di età superiore ai 50 anni, rispettivamente. Soggetti di sesso femminile, iniziando dalla pubertà, mostrano percentuali di acqua inferiori rispetto ai maschi a causa della maggiore massa grassa. Il contenuto di acqua del tessuto adiposo e osseo è basso (circa 10% e 22%, rispettivamente) rispetto a tutti gli altri organi del corpo (cervello 85%, rene 83%, fegato 68%). L'acqua è indispensabile per lo svolgimento di tutti i processi fisiologici e le reazioni biochimiche che avvengono nel nostro corpo e ciò richiede che gli elettroliti e le altre molecole in soluzione mantengano una concentrazione e una pressione osmotica il più possibile costanti. Infatti, l’acqua entra nella struttura di varie sostanze e agisce da solvente ottimale per la maggior parte dei nutrienti (minerali, vitamine idrosolubili, aminoacidi, glucosio, ecc.), svolgendo un ruolo essenziale nella digestione, nell’assorbimento, nel trasporto e nell’utilizzazione degli stessi nutrienti. Oltre ad essere indispensabile per la regolazione della temperatura corporea, l’acqua è anche il mezzo attraverso il quale l’organismo elimina le scorie metaboliche. Inoltre, l’acqua agisce come “lubrificante” e ha funzioni di ammortizzatore nelle articolazioni e nei tessuti, mantiene elastiche e compatte la pelle e le mucose (la cui funzionalità dipende da un giusto grado di idratazione) e garantisce la giusta consistenza del contenuto intestinale. Modifiche anche minori della composizione dei fluidi dell’organismo non sono tollerate dall’organismo e attivano immediatamente meccanismi di compenso basati essenzialmente sull’assunzione (processo della sete) o sull’eliminazione (urine, sudore) di liquidi. Il bilancio idrico e quello elettrolitico non possono essere considerati separatamente, in quanto gli elettroliti in soluzione sono responsabili del mantenimento della pressione osmotica e dei potenziali elettrici attraverso le membrane cellulari, fondamentali per molte funzioni fisiologiche, come l’attivazione neuromuscolare e la conduzione dell’impulso nervoso. L’acqua presente nel corpo è distribuita in due compartimenti principali: intracellulare ed extracellulare (comprende il liquido interstiziale, il plasma, l’acqua contenuta nel tessuto connettivo e quella legata al tessuto osseo). Il compartimento interstiziale (extravascolare) e quello intravascolare comunicano tra loro e costituiscono un’unità funzionale. Oltre il 65% dell'acqua totale (circa i 2/3) è ripartita nello spazio intracellulare e la quota restante è extracellulare. Mentre il volume cellulare può espandersi o contrarsi in base allo stato di idratazione entro limiti molto ristretti, il compartimento extracellulare sopporta maggiori deviazioni dalla composizione normale e svolge quindi un ruolo di “riserva”, fornendo o ricevendo acqua dal

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compartimento intracellulare concentrazione.

e

quindi

contribuendo

a

mantenere

costante

la

sua

La maggior parte dell'acqua presente nel corpo è di origine esogena, viene cioè introdotta con le bevande e con gli alimenti. Una parte invece è di origine endogena, perché si forma nei processi ossido-riduttivi, per esempio nei processi di utilizzo da parte delle cellule di zuccheri, grassi e proteine, come ultimo prodotto del processo catabolico. Quando l'acqua che viene introdotta con gli alimenti e le bevande e quella che si forma nell’organismo come risultato dei processi biochimici che in esso avvengono equivale a quella eliminata attraverso le urine, il sudore, e la respirazione, l'individuo è in equilibrio idrico. Per capire quanto bere, per garantire un’adeguata idratazione dei tessuti, bisogna infatti ragionare in termini di bilancio fra l’acqua che si perde (sudore, respirazione, feci e urine) e quella che si assume. Ogni giorno un adulto perde circa 600-1.000 ml di acqua fra vapore acqueo che satura l’aria espirata e l’acqua persa attraverso la cute per evaporazione. Molto dipende dalla temperatura, sia quella corporea sia quella ambientale, ecco perché d’estate bisogna bere di più. Un aumento della temperatura corporea di 2°C aumenta l’evaporazione del 50%, l’innalzamento della temperatura esterna da 24°C a 31°C raddoppia la perdita di acqua tramite la perspiratio (vapore acqueo e sudore). In aggiunta, attraverso le feci e le urine si perdono giornalmente circa 900-1.600 ml di acqua. Complessivamente, la quantità di acqua in uscita non può scendere al di sotto di 1.700 ml/giorno per non compromettere l’ottimale eliminazione di tossine, urea e metaboliti di scarto. I principali mezzi attraverso i quali il nostro organismo mantiene l’equilibrio idrico sono il meccanismo della sete, regolato dall’ipotalamo, e il riassorbimento dell’acqua nei reni. La sete regola la quantità di acqua da ingerire, ma ha un tempo di risposta ritardato e spesso interviene solo quando la perdita di acqua è già stata tale da provocare i primi effetti negativi. Inoltre, a volte (particolarmente negli individui anziani) il meccanismo della sete funziona male, e quindi molte persone rischiano di non rimpiazzare adeguatamente e tempestivamente le perdite di acqua. Infine, occorre tener presente che bambini molto piccoli hanno difficoltà ad esprimere la sete.

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Tutte le scoperte della medicina si possono ricondurre alla breve formula: l'acqua bevuta moderatamente, non è nociva. (Mark Twain, 1835-1910)

Bere tanta acqua tutti i giorni sembra uno dei dogmi della salute … ma, quanto occorre bere per essere effettivamente in buona salute ? La questione è discussa, tutti concordano che l’idratazione è essenziale per l’organismo, ma sul come e quanto i pareri sono diversi e non sempre concordi. Quello che è in ogni caso fondamentale e condiviso è mantenere il più possibile costante la quantità di acqua dell’organismo. Per il resto, non è possibile dare una quantità minima adatta a chiunque, in quanto il fabbisogno di acqua dipende dalle condizioni individuali, alimentari, ambientali e dall’attività fisica.

La variabilità dei fattori dietetici e ambientali Gli alimenti consumati hanno un contenuto di acqua variabile, che contribuisce all’introito complessivo di acqua nell’organismo. In questa tabella, ad esempio, ci sono le percentuali di acqua presenti in alcuni alimenti:

ALIMENTO Sedano Seme di girasole Ananas Cioccolato al latte Cocomero Yogurt Bistecca di manzo Lattuga Chicco di mais Pomodoro Mozzarella Uovo Miele Prosciutto crudo

% ACQUA 88 5 87 2 97 87 65 93 70 95 60 74 18 42

Pertanto, il tipo e la composizione della dieta condizionano decisamente l’entità dell’apporto aggiuntivo che deve essere introdotto con l’acqua per conservare una giusta idratazione. Ad esempio, una dieta particolarmente ricca di proteine e di sodio accresce il fabbisogno di acqua necessaria per l'escrezione urinaria di soluti (soprattutto NaCl e prodotti del catabolismo proteico). D’altro canto, l'assunzione di carboidrati può diminuire il fabbisogno di acqua in quanto impedisce la formazione nel metabolismo di corpi chetonici che dovrebbero essere escreti. Viceversa, un aumento della assunzione di fibre alimentari incrementa notevolmente la perdita di acqua per via fecale. Infine, la caffeina, che è presente nel caffè, tè e cioccolata e numerose bevande ha un effetto diuretico e natriuretico e diminuisce l'acqua e soprattutto il riassorbimento del sodio nel rene. Durante l'esercizio fisico, la temperatura corporea aumenta in proporzione al maggior impegno metabolico. Aumenta il flusso di sangue al tessuto cutaneo per effetto compensativo e il sudore è prodotto per dissipare il calore. La produzione di sudore durante un esercizio prolungato in

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un ambiente caldo può superare 1,5 l/h e, se non sostituito con il consumo di liquidi, portare ad un deficit idrico dell’organismo, che significa un aumento della temperatura corporea e la compromissione della funzione cardiovascolare, con aumento della frequenza cardiaca e difficoltà a mantenere la pressione sanguigna. Questo, a sua volta, porta a ridotta dissipazione di calore e calo della prestazione fisica. Una perdita di acqua corporea, di circa 1% viene normalmente compensata entro 24 ore. Diversi studi condotti su persone sane per valutare gli effetti della disidratazione sulle prestazioni cognitive e sulle funzioni motorie (affaticamento, tono dell’umore, tempi di reazione, memoria a breve e lungo termine, attenzione, ecc.) dimostrano che una perdita di acqua corporea del 2% indotta da esercizio è sufficiente per compromettere le funzioni e le prestazioni. Una perdita del 10% dell’acqua corporea può essere fatale. I bambini e gli adolescenti sono particolarmente a rischio di compromissione della funzione cognitiva (concentrazione, attenzione e memoria a breve termine) a causa di un deficit di idratazione. Attività in quota (trekking, sci-alpinismo, ecc.) è accompagnata da elevate perdite di acqua per via respiratoria, da diuresi indotta da ipossia, eventualmente ridotto consumo di liquidi e aumento della sudorazione come conseguenza di un più alto tasso metabolico, e questa combinazione può portare a deficit di acqua corporea e disidratazione. La diuresi indotta dal freddo è un fenomeno fisiologico e produce urina di basso peso specifico. Le perdite idriche subite in condizioni estreme di temperatura esterna e esercizio fisico, che possono arrivare a oltre 8 l/giorno, devono essere sostituite con apporti adeguati. In tali casi, le perdite concomitanti di elettroliti devono essere sostituiti in modo adeguato per evitare disturbi da diminuzione dell’osmolarità plasmatica (gastrointestinali e cerebrali). Un consumo troppo elevato di acqua, che non può essere compensato dall'escrezione di urina molto diluita (il tasso di escrezione massimo del rene dell’adulto è pari a circa 0,7-1 litro all’ora) può portare a iponatriemia, ipo-osmolarità plasmatica e intossicazione da acqua con edema cerebrale.

Fabbisogno idrico di gruppi di popolazione in buona salute Il fabbisogno d'acqua cambia nel corso della vita. Le necessità di adulti, anziani, bambini, donne in gravidanza e allattamento non sono le stesse. Esistono diverse modalità per definire quale sia il quantitativo di liquidi da assumere giornalmente. Il Gruppo di esperti scientifici sui prodotti dietetici, l’alimentazione e le allergie (NDA) dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha fornito nel 2010 dei valori di riferimento circa il fabbisogno idrico della popolazione europea, basandosi su una moderata attività fisica e temperature ambientali medie [EFSA Journal 2010; 8(3):1459]. Con l’espressione fabbisogno idrico, utilizzata dal Gruppo di esperti, si intende l’apporto complessivo di acqua (“acqua totale”), ovvero l’acqua potabile, l’acqua proveniente dalle bevande in genere e quella contenuta nei cibi. Si considera che, generalmente, il contributo degli alimenti all’apporto idrico giornaliero varia dal 20 al 30%, mentre il 70-80% proviene dall’acqua potabile e altre bevande. Ovviamente, tale rapporto a sua volta non è fisso e

dipende dal tipo di bevanda e dagli alimenti consumati. Con il termine “acqua totale disponibile” il Gruppo di esperti considera la somma dell’acqua totale assunta e dell’acqua prodotta dai processi metabolici ossidativi dell’organismo. Negli adulti, in condizioni fisiologiche, il turnover giornaliero di acqua corrisponde al 6-10% del peso corporeo. Si calcola che un apporto giornaliero di acqua pari a 1 ml per ogni kcal di energia spesa consente di bilanciare le perdite insensibili attraverso i polmoni e la cute senza affaticare il rene. Quindi, un’assunzione adeguata di acqua totale dovrebbe essere pari a 2 litri al giorno per le femmine e a 2,5 litri al giorno per i maschi. Il fabbisogno di acqua degli anziani è simile a quello di un qualunque adulto, ma bisogna prestare particolare attenzione alle persone in età avanzata, che rischiano di non assumere una quantità adeguata di acqua quando lo stimolo della sete è attenuato o non può essere

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soddisfatto autonomamente. Le donne sono a maggior rischio di insufficiente assunzione. Inoltre, a fronte di un fabbisogno energetico inferiore, l’apporto giornaliero di acqua negli anziani in rapporto all'energia alimentare diventa più elevato a causa di una diminuzione della capacità di concentrazione renale. I bambini più piccoli sono particolarmente a rischio di disidratazione per la maggiore quantità di acqua corporea per unità di peso, del turnover più veloce dell’acqua corporea (nei primi mesi di vita giornalmente corrisponde al 15% del peso) e della ridotta capacità dei reni a smaltire il carico dei soluti derivanti dalle proteine. I neonati nei primi sei mesi di vita allattati al seno non necessitano generalmente di assunzioni di acqua, data la composizione del latte materno (87% di acqua), sufficiente a coprire il fabbisogno di 100-190 ml/kg al giorno. Nei bambini e, soprattutto, nei più piccoli oltre all’acqua necessaria per compensare le perdite è necessaria anche un po’ d’acqua per la crescita. Per i bambini il fabbisogno è quindi maggiore rispetto all’adulto, e corrisponde approssimativamente ad 1,5 ml/kcal/giorno. Nei bambini più grandi e di età scolare il Gruppo di Esperti EFSA raccomanda un’assunzione di acqua totale giornaliera pari a 1,6 litri in ragazzi e ragazze di 4-8 anni e 2,1 litri e 1,9 litri nei ragazzi da 9 a 13 anni e nelle ragazze da 9 a 13 anni, rispettivamente. Per gli adolescenti dai 14 anni di età in su si applicano i valori di riferimento per gli adulti. La donna durante la gravidanza necessita di un incremento dell’apporto di acqua, in rapporto all’aumento di peso e dell’apporto energetico, pari a circa 300 ml al giorno in più rispetto ad un adulto. Tale fabbisogno aumenta con l’allattamento: non dimentichiamo che il latte materno è fatto all’87% di acqua. Quindi, l'assunzione dell'acqua totale nelle donne che allattano deve essere almeno pari a quella delle donne che non allattano della stessa età più il contenuto d'acqua del latte prodotto, cioè 600-700 ml/giorno. Anche la Sintesi prefinale dei Livelli di assunzione di riferimento di nutrienti ed energia - LARN 2012, elaborati dalla Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU), illustra il fabbisogno idrico necessario a soddisfare i fabbisogni di gruppi di popolazione italiana, con valori parzialmente sovrapponibili a quelli che l’EFSA ha stabilito per l’intera popolazione europea. Date le finalità del presente documento, nella tabella seguente è sintetizzata principalmente l’assunzione adeguata per bambini e adolescenti, stabilita dai nuovi LARN 2012.

Bambini

Maschi

Femmine

Età (anni)

Acqua (ml.)

1-3

1.200

4-6

1.400

7-10

1.800

11-14

2.000

15-17

2.500

11-14

1.900

15-17

2.000

I bambini sviluppano l’atteggiamento verso il bere nella prima infanzia, è quindi importante trasferire loro delle corrette abitudini e la consapevolezza di quanto sia importante una buona idratazione che li aiuterà sia durante l’accrescimento sia nelle fasi successive. Bisogna ricordare che per un bambino è estremamente facile disidratarsi rapidamente con l’attività fisica, una febbre, nelle giornate calde o durante una diarrea. Questa fragilità è giustificata da: • maggiore superficie corporea rispetto agli adulti, che causa una più rapida perdita di liquidi per traspirazione; • regolazione meno efficiente della sudorazione e della funzionalità renale; • minore percezione della sete.

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Anche noi, come l'acqua che scorre, siamo viandanti in cerca di un mare. (Juan Baladán Gadea, 1942-)

Quale acqua bisogna bere ? Al fine di garantire e soddisfare la richiesta fisiologica di acqua, le differenze nella composizione tra acqua minerale ed acqua “normale”, che esce dai rubinetti delle nostre case, nelle maggior parte dei casi è irrilevante. L’acqua del rubinetto e l’acqua minerale sono entrambe valide, anche se nei consumatori esiste una certa diffidenza nei confronti dell’acqua che sgorga dal rubinetto a vantaggio del consumo di acqua imbottigliata, spesso indotta da spot pubblicitari o diciture sulle etichette che puntano spesso sull’irresistibile binomio salute-bellezza. L'acqua del nostro acquedotto è un prodotto sicuro, di qualità e che non ha nulla da invidiare alle altre tipologie di acqua. È un’acqua sotterranea, che sgorga da sorgenti di montagna, naturalmente protetta da qualsiasi fonte di inquinamento e stabile nella sua composizione minerale. Essa è correntemente definita “potabile” in quanto è destinata a usi alimentari e domestici. Pertanto, deve avere requisiti organolettici, batteriologici, chimici che la rendono favorevole per la salute. La normativa sulle acque potabili destinate al consumo umano (D.Lgs. 31/2001) è particolarmente sensibile alla tutela della salute pubblica e i controlli sono numerosi sia da parte del SIAN (ASUR AV5 AP) sia da parte dell'ente gestore e le analisi sono effettuate da Laboratori accreditati diversi. A secondo della grandezza della rete di distribuzione i controlli vengono effettuati ad intervalli temporali che variano: più è grande il bacino di utenza, maggiori e più ravvicinati sono i controlli. Da un punto di vista della sicurezza, l’acqua che sgorga dai nostri rubinetti non ha nulla da invidiare rispetto all’acqua che acquistiamo al supermercato. Le verifiche effettuate a vari livelli consentono quindi di monitorare la qualità dell'acqua distribuita dagli acquedotti e i relativi valori nutrizionali. Anche gli utenti appartenenti a collettività più sensibili possono perciò dissetarsi serenamente con l'acqua di rubinetto. L'acqua di rubinetto ha poi i vantaggi di essere corrente, sempre disponibile, di non richiedere stoccaggi e manipolazioni particolari. Non è necessario ricorrere a trattamenti in loco con impianti domestici (es. addolcitori, impianti a carboni attivi, a osmosi inversa). L'acqua distribuita è già idonea al consumo umano e spesso l'uso di tali dispositivi determina un impoverimento del contenuto salino e un incremento batterico che spesso peggiora la qualità dell'acqua.

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L’acqua a scuola Per favorire un’adeguata assunzione di acqua del bambino o ragazzo a scuola, bisognerebbe che gli istituti scolastici trovassero una modalità efficace per consentire una corretta idratazione (e conseguente uso della toilette), ai cambi di ora o nelle pause; a dirigenti, insegnanti e personale scolastico interesserà sapere che l’impegno in questa direzione li ripagherà certamente con alunni più attenti, concentrati e partecipi. Infatti, alcuni studi hanno evidenziato il fatto che far bere i bambini li può aiutare a ottenere risultati migliori nei test standard di concentrazione, memoria a breve termine e altri elementi essenziali del processo di apprendimento. Pertanto, quando i bambini sono a scuola, non dovrebbe essere trascurato il fabbisogno idrico, in particolare durante lo svolgimento dell’attività fisica. La modalità che appare più efficace, e alla quale potrebbero dare un contributo etico le Amministrazioni pubbliche o Aziende private (in primis il Gestore dell’acquedotto), è quella di predisporre una o più fontanelle o “beverini” a getto parabolico, con foro laterale per zampillo, con pulsante (o sistema simile) a ritorno automatico per l’aperture e chiusura dello zampillo, da collocare al di fuori dei servizi igienici, in un’area facilmente controllabile dal personale scolastico. Se la fontanella viene installata all’esterno degli edifici o nei pressi di impianti sportivi, è opportuno che sia dotata di una copertura. La fontanella, preferibilmente, dovrebbe essere tale da permettere di dissetarsi senza far uso di bicchieri di plastica o altro. Per le fontanelle dovrebbero essere messe in opera nuove linee di adduzione dell’acqua potabile (in materiale conforme al Decreto 6 aprile 2004, n. 174), che dovranno avere come punto di presa diretta quello più prossimo alla zona di fornitura dall’acquedotto pubblico (contatore), bypassando così le linee esistenti, nonché gli impianti di deposito e pompaggio posti a servizio dell’edificio scolastico. La linea di adduzione dovrebbe essere protetta da qualsiasi fonte di calore, in modo che l’acqua erogata si mantenga fresca in ogni stagione (pochi °C in più rispetto alla temperatura alla sorgente). L’intervento può essere prospettato ai diversi stakeholders in quanto ha molteplici finalità: a) la riduzione dei rifiuti plastici (soprattutto PET: polietilene tereftalato); b) la riduzione dei costi ambientali dovuti al ciclo: produzione, imbottigliamento, trasporto, stoccaggio, smaltimento delle bottiglie di plastica (ingente consumo di materie prime ed energia, necessarie a produrre le bottiglie di plastica un aumento dell’inquinamento dell’aria legato alla produzione di PET, l’emissione in atmosfera di notevoli quantità di CO2, legata al trasporto su ruote delle acque minerali dalle sorgenti ai luoghi di consumo, una notevole produzione di rifiuti plastici, con costi notevoli per il loro smaltimento); c) la costruzione di un flusso di comunicazione che, partendo dagli operatori scolastici e dai bambini, conduca al coinvolgimento delle famiglie e dei cittadini in generale in azioni volte alla riduzione dei rifiuti contribuendo così a formare una “coscienza ambientalista” individuale e collettiva; d) la valorizzazione del lavoro svolto dagli Enti preposti (CIIP, ASUR, Comune) a garanzia della potabilità dell’acqua di rete. In aggiunta, va considerato anche l’obiettivo prioritario di salute di contribuire alla riduzione del consumo di bevande dolci sia da parte dei bambini/ragazzi e sia da parte degli adulti. A supporto, si può ipotizzare un progetto che coinvolga e sensibilizzi i bambini e tutto il personale delle scuole con l’obiettivo di migliorare gli stili di vita e l’idratazione, soprattutto dei bambini più piccoli, e di incrementare la consapevolezza delle responsabilità individuali, dell’importanza delle azioni quotidiane, anche le più semplici come bere un sorso d’acqua, per il benessere individuale e per la riduzione della produzione di rifiuti.

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L’acqua dell’acquedotto è accessibile e usufruibile da tutti i cittadini, garantita da controlli e analisi frequenti, presenta parametri chimico-fisici molto simili o addirittura migliori delle comuni acque imbottigliate comprate al supermercato ed è molto più economica. Pertanto, l’iniziativa avrà un grosso impatto educativo e andrà ad incidere positivamente sullo stile di vita di fasce della popolazione: insegnanti, operatori scolastici, alunni e le loro famiglie. Infatti, l’abitudine all’utilizzo per bere di acqua dell’acquedotto nelle scuole e nelle mense scolastiche offre la possibilità di trasferire tale comportamento anche nel contesto familiare sia degli adulti che dei bambini. Infine, un aspetto importante è quello legato alla corretta gestione della rete idrica interna all’edificio scolastico: è buona norma, infatti, dopo periodi prolungati di chiusura degli edifici (feste di Natale, interruzione estiva, ecc.), flussare abbondantemente l’acqua dai rubinetti, in modo di eliminare l’acqua stagnante e rimuovere eventuali residui accumulatisi lungo le pareti interne delle tubazioni a seguito della temporanea inutilizzazione.

Significato dei principali parametri chimico-fisici dell’acqua. La presenza di sali minerali disciolti conferisce all’acqua un sapore gradevole. Il contenuto di sali viene espresso con il parametro “durezza”. La durezza dell'acqua dipende principalmente delle concentrazioni di ioni calcio e magnesio. In natura il calcio e il magnesio sono presenti in molte rocce sedimentarie, le più comuni delle quali hanno composizione calcarea. L'acqua, a seconda del valore di durezza misurato, viene classificata in dura e dolce. In particolare, la durezza dell’acqua del nostro acquedotto è piuttosto bassa, pari a circa 15 °f (o gradi francesi, dove 1 °f = 10 mg CaCO3 per litro d’acqua = 10 ppm). Comunque, per quanto riguarda la salute umana, non esistono evidenze che la durezza dell'acqua causi effetti avversi. In particolare, il calcio presente nell'acqua, contrariamente alle credenze, non favorisce la formazione di calcoli renali. Anzi, le persone predisposte a formare calcoli devono bere abbondantemente durante la giornata ed è stato dimostrato che anche un'acqua ricca di calcio può costituire al riguardo un fattore protettivo. Sottoposta ad analisi chimica, l’acqua deve risultare priva di sostanze organiche, di ammoniaca, di solfuri, di azoto albuminoideo, di fosfati, di nitriti. In particolare, i nitrati non devono superare i 45 milligrammi a litro e, a tal proposito, nell’acqua dei nostri rubinetti il parametro nitrati ha valori inferiori a 1,5 mg/l. Il pH è una misura dell'acidità dell'acqua. L'acqua potabile ha generalmente valori di pH compresi tra 6,5 e 8,5. L’acqua dei nostri rubinetti ha pH pari a circa 7,6. I solfati nelle acque hanno diverse possibili origini, naturali o dovute all'azione dell'uomo. Il solfato è uno degli anioni meno tossici, tuttavia a concentrazioni elevate (oltre 600 mg/l) può dare effetti lassativi, disidratazione e irritazione gastrointestinale. Il valore di parametro da non superare, stabilito dal D. Lgs. 31/01, è più cautelativo e pari ad una concentrazione di 250 mg/l. L’acqua dei nostri rubinetti ha valori < 5 mg/l. I cloruri nelle acque sotterranee generalmente provengono dal minerali contenenti sali sodici o potassici (NaCl, KCl), ma possono essere anche di origine organica e quindi indice di inquinamento. In questo caso, si verifica in genere la contemporanea presenza a concentrazioni piuttosto elevate di ammoniaca o nitriti, derivanti da scarichi fognari civili e industriali. Un'altra fonte di ioni cloruro nelle acque potabili possono essere i processi di disinfezione. Non è stata osservata tossicità del cloruro per l'uomo, ad eccezione dei casi in cui l'equilibrio sodio – cloruro sia alterato, come per le insufficienze cardiache; il cloruro, anzi, è un elemento indispensabile all'organismo, implicato nel mantenimento dell'equilibrio idro-

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elettrolitico dei fluidi corporei. Il valore massimo di parametro stabilito dal D. Lgs. 31/01 è di 250 mg/l. L’acqua del nostro acquedotto ha valori < 3,5 mg/l. I sali di sodio, soprattutto cloruro di sodio, si trovano normalmente in tutte le acque potabili. In esse le concentrazioni di sodio sono tipicamente inferiori a 20 mg/l, ma possono essere molto superiori in alcune zone (anche oltre 250 mg/l), a causa di infiltrazione da depositi minerali, immissione di acqua marina, reflui, sali usati come antigelo per le strade. Anche i trattamenti dell'acqua con sali di sodio possono aumentarne la concentrazione, così come l'applicazione di alcuni tipi di addolcitori domestici. In generale, i sali di sodio non danno tossicità acuta, in quanto il rene dell'adulto rimuove efficacemente l'eccesso di sodio. Il valore di parametro stabilito dal D. Lgs. 31/01 è di 200 mg/l. L’acqua dei nostri rubinetti ha valori < 2 mg/l. Il residuo fisso (ottenuto evaporando l'acqua a 180ºC) è costituito dal complesso delle sostanze solide e prevalentemente inorganiche presenti. La sua determinazione consente di distinguere le acque in base al loro grado di mineralizzazione. In particolare, l’acqua del nostro acquedotto, che ha un residuo fisso compreso tra 140 e 160 mg/l, deve essere considerata un’acqua “oligominerale”, quindi ottima come bevanda e per qualsiasi altro uso, senza limitazioni. Considerato quanto sopra e pur nel rispetto dei gusti delle persone, occorre fare quanto possibile per rendere facilmente disponibile in tutte le scuole del nostro territorio l’acqua potabile di rubinetto in tutte le fasi della vita scolastica, sia per i bambini che per gli adulti che devono dare l’esempio, in quanto così facendo si facilita una scelta salutare.

ALCUNE FALSE CREDENZE SULL’ACQUA 1.

Non è vero che l’acqua vada bevuta solo al di fuori dei pasti. Al limite, se si eccede nella quantità si allungheranno di un poco i tempi della digestione (per una diluizione dei succhi gastrici), ma un’adeguata quantità di acqua (non oltre i 600700 ml) è utile per favorire i processi digestivi, perché migliora la consistenza degli alimenti ingeriti.

2.

Non è vero che l’acqua faccia ingrassare. L’acqua non contiene calorie, ed ogni variazione a breve termine del peso corporeo dovuta a maggiore perdita o a maggiore ritenzione di acqua è ingannevole e momentanea. Quindi, il tentativo di contenere il peso mediante il razionamento dell’acqua è assolutamente inutile, oltre ad essere rischioso per il nostro stato di salute.

3.

Non è vero che bere molta acqua provochi maggiore ritenzione idrica. La ritenzione idrica dipende più dal sale e da altre sostanze contenute nei cibi che consumiamo che dalla quantità di acqua che ingeriamo.

4.

Non è vero che il calcio presente nell’acqua non sia assorbito dal nostro organismo. Ricerche recenti dimostrano il contrario. La capacità dell’intestino umano di assorbire il calcio contenuto nelle acque (spesso presente in quantità consistente) è considerata addirittura simile a quella relativa al calcio contenuto nel latte.

5.

Non è vero che il calcio presente nell’acqua favorisca la formazione dei calcoli renali. Le persone predisposte a formare calcoli renali devono bere abbondantemente e ripetutamente nel corso della giornata, senza temere che il calcio contenuto nell’acqua possa favorire la formazione dei calcoli stessi: anzi, è stato dimostrato che anche le acque minerali ricche di calcio possono costituire al riguardo un fattore protettivo.

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I sapori semplici danno lo stesso piacere dei più raffinati, l'acqua e un pezzo di pane fanno il piacere più pieno a chi ne manca. (Epicuro, 342-270 a.C.)

Quindi, perché bere l’acqua del rubinetto? È possibile sintetizzare le motivazioni della scelta di bere acqua di rubinetto come di seguito: 1. Per ridurre i rifiuti di plastica Gli italiani bevono una media di 195 litri a testa all’anno di acqua minerale (primi in Europa e terzi nel mondo), producendo 100 mila tonnellate di plastica da smaltire. 2. Per non inquinare L’imbottigliamento e il trasporto su gomma di 100 litri d’acqua che viaggiano per 100 km producono emissioni almeno pari a 10 kg di anidride carbonica. 3. Perché costa meno 1 litro di acqua di rubinetto costa solo 0,00181 € (1,81 € al mc, tariffa 2013 dell’acquedotto gestito da C.I.I.P. spa). 4. Perché è controllata e garantita L’acqua del rubinetto è sottoposta a controlli severissimi, sia da parte del Gestore, sia dal SIAN dell’ASUR AV5. 5. Perché è fresca Non viene stoccata nei magazzini per lungo tempo e non rischia di essere sottoposta a condizioni ambientali (luce e calore), che ne alterano le caratteristiche organolettiche. 6. Perché è sana L’acqua del rubinetto contiene una giusta quantità di sali necessari all’equilibrio salutare dell’organismo. 7. Perché è sempre disponibile “a KM 0” Non deve essere trasportata, non fa lunghi viaggi … è sempre a portata di mano nella tua casa. In sintesi, bere l’acqua del rubinetto fa bene alla salute, fa risparmiare e aiuta a rispettare l’ambiente!

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Più ci saranno gocce d'acqua pulita, il mondo risplenderà di bellezza. (Madre Teresa di Calcutta, 1910-1997)

Perché l’acqua non va sprecata ? Il nostro territorio è fortunato ad avere oggi acqua sufficiente e di ottima qualità, ma altrove non è così. E forse non sarà sempre così neanche da noi. L’acqua è fonte insostituibile di vita, patrimonio dell’umanità, diritto inalienabile e universale. È un bene primario e come tale deve essere tutelato e reso accessibile a tutti. Ma la risorsa acqua è anche grave emergenza in molte aree del mondo: ogni giorno 30.000 persone muoiono per cause connesse alla scarsità d'acqua o alla sua cattiva qualità e igiene. La qualità e la quantità delle risorse di acqua dolce affrontano crescenti sfide anche in molte parti d'Europa. Il cambiamento climatico, la rapida crescita demografica e l'urbanizzazione, la diminuzione delle risorse di acqua dolce e l'invecchiamento delle infrastrutture pesano fortemente sull'approvvigionamento idrico. Mentre la popolazione è in rapido aumento, le risorse idriche di molti Paesi sono rimaste costanti e risultano sempre più inquinate. La domanda e la disponibilità sono squilibrate e questa situazione è destinata a persistere: si stima che la domanda globale di acqua supererà la disponibilità del 56% entro il 2025. Attualmente il 18% della popolazione europea vive in paesi che sono sotto "stress idrico" (la domanda supera la disponibilità di oltre il 20%). In particolare, in Italia i consumi domestici permangono a livelli eccessivi, quindi di spreco, se si pensa che l’italiano medio consuma 213 litri al giorno d’acqua potabile mentre uno svizzero si limita a 159 e uno svedese si “accontenta” di 119 litri. L'accesso all'acqua è dunque un diritto fondamentale e inalienabile, che va garantito a tutti. Eppure l'abitudine allo spreco e la noncuranza ci fanno spesso perdere di vista la necessità di proteggere questa risorsa. Anche noi possiamo fare qualcosa nella nostra vita quotidiana per salvare l’acqua del nostro rubinetto, e non solo limitando gli sprechi domestici.

Anche il “fattore cibo” è un condizionare i consumi di acqua

elemento

molto

importante

nel

Infatti, anche la scelta di un particolare stile alimentare può avere un’ampia ricaduta sulla gestione sostenibile dell’ambiente e, in particolare, delle risorse idriche. In tal senso, il “modello alimentare mediterraneo”, prevedendo un elevato consumo di verdura, frutta, legumi, frutta secca, olio di oliva e cereali (prevalentemente integrali), un moderato consumo di pesce e latticini e un basso consumo di carne e grassi saturi, oltre a rappresentare una scelta oculata per la protezione dalle più diffuse malattie croniche, implica anche un minore impatto in termini di consumo di risorse naturali (suolo, acqua, ecc.). Gli studi di ecologia della nutrizione dimostrano che proprio il consumo eccessivo di quegli alimenti che dovrebbero essere utilizzati con minore frequenza, per le loro note conseguenze negative sulla salute, quali ad esempio la carne rossa e gli alimenti ricchi di

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grassi saturi, determina un grave impatto sull’ambiente (gli allevamenti producono il 3540% delle emissioni di metano e il 65% delle emissioni di ossido di azoto, rappresentando quasi 1/5 dell'inquinamento responsabile del riscaldamento globale) e un altissimo consumo anche delle risorse idriche. Inoltre, l'alimentazione a base di carne e prodotti animali contribuisce anche in maniera rilevante alla deforestazione, alla desertificazione, all'effetto serra, all'inquinamento della falde acquifere, dei fiumi e dei mari, all'eutrofizzazione. In particolare, ben il 70% dell'acqua utilizzata sul pianeta è consumato dalla zootecnia e dall'agricoltura, i cui prodotti servono in gran parte a nutrire gli animali d'allevamento. In un mondo sempre più assetato e dove l’acqua sta diventando una risorsa sempre più preziosa, sono necessari circa 100.000 litri di acqua per ottenere 1 solo chilo di carne di manzo, mentre ne sono sufficienti solo 500 per le patate, 900 per il grano, 1910 per il riso e 2000 per la soia. Infatti, gli animali d'allevamento, considerati come “macchine” che trasformano risorse vegetali in prodotti animali, sono completamente inefficienti: servono ben 15 kg di alimenti vegetali per ottenere 1 kg di carne. Questo spreco di risorse causa, oltre che ovvi problemi sociali (disuguaglianza nella distribuzione delle risorse, indirizzate verso l’alimentazione animale e non umana), anche gravi impatti sull'ambiente. Tra questi, uno dei maggiori problemi è costituito proprio dal consumo di acqua. Invece, i cibi più salutari sono quelli che implicano anche un minore impatto in termini di consumo delle risorse naturali ed emissioni inquinanti e sono quelli che si trovano alla base della piramide alimentare del modello mediterraneo, cioè i prodotti ortofrutticoli e i cereali. Quindi, modificare la dieta delle persone verso un modello mediterraneo, moderando i consumi di carne e prodotti di origine animale, migliora la salute e il benessere delle persone e determina anche un risparmio delle risorse idriche. Ed è una scelta personale e libera, che non necessita di normative, infrastrutture o tecnologie, e come tale è immediatamente applicabile.

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E la canzone dell’acqua è una cosa eterna. È la linfa profonda che fa maturare i campi. È sangue di poeti che lasciano smarrire le loro anime nei sentieri della natura. Che armonia spande sgorgando dalla roccia! Si abbandona agli uomini con le sue dolci cadenze. (Federico Garcia Lorca, 1898-1936)

Esempi di corretta gestione dell’acqua del nostro acquedotto pubblico, soprattutto a casa: •

Tra la doccia e il bagno scegli di fare la doccia! Eviterai di sprecare fino a 28.000 litri di acqua all’anno. E se chiudi il rubinetto mentre ti insaponi risparmierai ancora più acqua e l’energia necessaria a riscaldarla.

Non buttare l’acqua con cui hai lavato la frutta o la verdura! Usala per innaffiare i vasi di fiori.

L’acqua di cottura della pasta è un ottimo sgrassante per le stoviglie, conservala nel lavello e utilizza l’acqua corrente solo per il risciacquo.

Un rubinetto che gocciola o un water che perde può sprecare fino a 24.000 litri di acqua all’anno. Se con tutti i rubinetti chiusi la lancetta del contatore continua a girare vuol dire che c’è un guasto da far riparare!

Quando ti spazzoli i denti con il dentifricio o ti radi non lasciare scorrere l’acqua! In questo modo potrai risparmiare fino a 10.000 litri di acqua all’anno.

Ogni volta che azioniamo il pulsante dello sciacquone se ne vanno almeno 12 litri di acqua. Installare il sistema di scarico differenziato ci permette di risparmiare fino a 26.000 litri di acqua all’anno.

Per evitare sprechi innaffia il tuo giardino quando il sole è calato così l’acqua evapora più lentamente e ricorda di usare sempre acqua non potabile.

Per contribuire al risparmio idrico ed elettrico usa sempre la lavatrice e la lavastoviglie a pieno carico riducendo così la frequenza dei lavaggi. Garantirai anche una minore usura ai tuoi elettrodomestici e preserverai l’ambiente.

Per ridurre il consumo di acqua fino al 60% applica ai rubinetti e alla doccia il frangigetto aeratore.

Per lavare la nostra auto usiamo acqua non potabile o portiamola negli impianti di autolavaggio autorizzati.

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L'acqua che tocchi de' fiumi è l'ultima di quella che andò e la prima di quella che viene. Così il tempo presente. (Leonardo da Vinci, 1452-1519 - Codice Trivulziano)

La carta europea dell’acqua La carta europea dell’acqua, promulgata a Strasburgo il 6 Maggio 1968 dal Consiglio d'Europa, è un documento che fissa i principi per la conservazione della risorsa acqua: 1. Non c'è vita senza acqua. L'acqua è un bene prezioso, indispensabile, a tutte le attività umane. 2. Le disponibilità di acqua dolce non sono inesauribili. È indispensabile preservarle, controllarle e, se possibile, accrescerle. 3. Alterare la qualità dell'acqua significa nuocere alla vita dell'uomo e degli altri esseri viventi che da lui dipendono. 4. La qualità dell'acqua deve essere tale da soddisfare tutte le esigenze delle utilizzazioni previste, ma deve soprattutto soddisfare le esigenze della salute pubblica. 5. Quando l'acqua, dopo essere stata utilizzata, è restituita al suo ambiente naturale, essa non deve compromettere i possibili usi, tanto pubblici che privati che in questo ambiente potranno essere fatti. 6. La conservazione di una copertura vegetale appropriata, di preferenza forestale, è essenziale per la conservazione delle risorse idriche. 7. Le risorse idriche devono formare oggetto di inventario. 8. La buona gestione dell'acqua deve formare oggetto di un piano stabilito dalle autorità competenti. 9. La salvaguardia dell'acqua implica uno sforzo importante di ricerca scientifica, di formazione di specialisti e di informazione pubblica. 10. L'acqua è un patrimonio comune, il cui valore deve essere riconosciuto da tutti. 11. La gestione delle risorse idriche dovrebbe essere inquadrata nel bacino naturale piuttosto che entro frontiere amministrative e politiche. 12. L'acqua non ha frontiere. Essa è una risorsa comune, che necessita di una cooperazione internazionale.

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BIBLIO E SITOGRAFIA

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