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Le prescrizioni ambientali come opportunità
ambiente&territorio
Manuela Rocca(1) Marzia Giacoia(2) Sara Settembrino(3)
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LE PRESCRIZIONI AMBIENTALI
COME OPPORTUNITÀ
Il cantiere della Torino-Lione a Chiomonte in Val di Susa
Utilizzare una prescrizione ambientale al progetto di una grande opera come occasione di ricerca scientifica e attivare un progetto sperimentale di biodiversità pensato oltre il perimetro del cantiere. È quanto sta avvenendo in Val di Susa nelle aree interessate dai lavori per la realizzazione della sezione transfrontaliera della Torino-Lione dove si sta realizzando un corridoio ecologico per tutelare la farfalla Zerynthia polyxena, specie protetta a livello europeo presente nell’area di espansione del cantiere a Chiomonte. Il processo che ha portato all’attivazione di questa soluzione ha richiesto diversi passaggi e molti confronti tra Esperti di settori diversi che si sono trovati a lavorare insieme con un obiettivo comune: garantire la tutela a lungo termine di una specie protetta, compatibilmente con l’inserimento sul territorio di una grande opera infrastrutturale.
LE PRESCRIZIONI DEL COMITATO INTERMINISTERIALE PROGRAMMAZIONE ECONOMICA (CIPE)
Le prescrizioni ambientali sul lepidottero e altre specie presenti nell’area sono state inserite nella delibera 39 del CIPE con cui nel 2018 è stato approvato il progetto di variante di cantierizzazione dei lavori in Italia, che per motivi di ordine pubblico cambiava la localizzazione del cantiere principale del tunnel di base del Moncenisio da Susa a Chiomonte. Le prescrizioni imponevano di condurre numerosi approfondimenti specifici sulla flora e sulla fauna nell’area e in particolare sulla presenza del lepidottero prima di procedere con il progetto esecutivo. Vista la stagionalità legata a questo tipo di studi non era possibile effettuarli prima della delibera salvo mettere in stand-by la prosecuzione del progetto. A Chiomonte, durante la fase di scavo del cunicolo geognostico, il Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi (DBIOS) dell’università di Torino, uno dei massimi Esperti internazionali della Zerynthia polixena, era già sul territorio per mappare la presenza del lepidottero segnalato nella zona. Le prime attività di campo hanno confermato la presenza di sottopopolazioni di Zerynthia polixena non solo nell’area di ampliamento del cantiere ma anche in altri siti nel raggio di una decina di chilometri nei territori di Chiomonte, Giaglione e Salbertrand. Vista la convergenza tra il progetto di ricerca dell’Università e il percorso di rispetto delle prescrizioni per l’ampliamento del cantiere, TELT (Tunnel Euralpin Lyon Turin) e il DBIOS hanno attivato una prima collaborazione scientifica che si è trasformata successivamente in un gruppo di lavoro per la salvaguardia della biodiversità.
I TAVOLI DI LAVORO CON LA REGIONE PIEMONTE
Per ottemperare ai vincoli espressi dal CIPE, il Promotore ha proposto alla Regione Piemonte, l’Ente incaricato di vigilare sull’adempienza alle prescrizioni, di attivare specifici tavoli tecnici per lo studio di questo protocollo. In particolare, la prima prescrizione riguardava la verifica della presenza nel raggio di 2,5 km dall’area di cantiere di Chiomonte di altri potenziali habitat della farfalla Zerynthia polyxena, che richiede rigorosa protezione su tutto il territorio europeo, oltre a quelli già rilevati (come da Direttiva Habitat 43/92/CEE). Il Promotore Pubblico in questo frangente avrebbe potuto risolvere l’ottemperanza affidandosi a un’expertise tecnica ma ha scelto la via scientifica per trasformare la prescrizione nell’occasione di creare un valore aggiunto per l’ambiente.
UN TEAM DI RICERCA SPECIALIZZATO
In accordo con ARPA, TELT ha coinvolto nel tavolo il team di ricerca altamente specializzato che già aveva indagato la presenza della farfalla nella primavera del 2018: il Laboratorio di Zoologia dell’Università di Torino coordinato dalla professoressa Simona Bonelli del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino.
1. La farfalla Zerynthia polyxena in Val di Susa
Per rilevare i parametri della vegetazione caratterizzanti il microhabitat, è stata richiesta successivamente una collaborazione con il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, con il coinvolgimento del Prof. Michele Lonati. È stato quindi creato il Gruppo di lavoro Biodiversità, di cui fa parte anche il Prof. Sandro Bertolino, anch’egli del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino, per gli aspetti legati ai chirotteri e ai grandi mammiferi. TELT, con la collaborazione dei ricercatori dell’Università, ha inoltre allestito un Laboratorio di Ricerca presso il Museo Archeologico di Chiomonte che ha consentito di svolgere le attività direttamente sul territorio e che funge da presidio per il Gruppo di Lavoro sul territorio.
I RISULTATI DELLA RICERCA
Andando oltre quanto prescritto nella delibera CIPE, nel quadro della sua ricerca il Gruppo di Lavoro Biodiversità ha ritenuto opportuno non solo indagare le sottopopolazioni nei dintorni dell’area di cantiere (che ricadono nei comuni di Chiomonte e Giaglione), ma anche quelle al di fuori del raggio di 2,5 km (che ricadono nel comune di Salbertrand), al fine di avere a disposizione il maggior numero di dati possibile sulla presenza del lepidottero nella Valle. Dopo un anno di ricerca, è stato possibile fare un censimento delle sottopopolazioni presenti nell’area, individuarne i microhabitat ottimali e prevederne la vitalità a medio e lungo termine. La Zerynthia polixena è infatti una specie la cui sopravvivenza è legata alla pianta Aristolochia pallida che prolifera in ambienti dove è intervenuta la deforestazione per interventi umani. In particolare la sottopopolazione de La Maddalena di Chiomonte, data la sua bassa numerosità e trovandosi in un habitat dominato dal bosco, secondo le stime degli Esperti, potrebbe non permanere vitale oltre circa 40 anni (anche senza la presenza del cantiere). Grazie all’attività sul campo, il gruppo di ricerca ha quindi elaborato un protocollo sperimentale per aumentare la prospettiva di vita delle popolazioni presenti sull’area. L’obiettivo è permettere al raro lepidottero di connettersi alle altre aree presenti nella zona, che risultano permanere vitali più a lungo, favorendo popolazioni più eterogenee e mobili che possano garantire la sopravvivenza a lungo termine per la specie.
OLTRE LA PRESCRIZIONE, LA REALIZZAZIONE DEL CORRIDOIO ECOLOGICO
Sebbene il promotore pubblico per rispondere alla prescrizione del CIPE avrebbe potuto fermarsi alla mappatura emersa dal primo anno di ricerca, che già aveva garantito la sopravvivenza del lepidottero grazie alle popolazioni mappate lontano dall’area di cantiere, ha deciso di mettere in atto il protocollo sperimentale. Con un utilizzo innovativo dei fondi messi a disposizione per le compensazioni forestali (quindi senza fondi aggiuntivi rispetto a quelli già stanziati) e in collaborazione con il Consorzio Forestale Alta Valle Susa, seguendo il progetto dell’Università, nella primavera 2020 sono stati realizzati i corridoi ecologici composti da nuove radure in cui sono state traslocate le piante nutrici della farfalla e i bruchi. I corridoi mettono in comunicazione le diverse “oasi”, consentendo così alle farfalle di spostarsi e far nascere popolazioni più ampie e varie e, quindi, più longeve, con la possibilità che restino vitali oltre i 100 anni (e non i 40 anni stimati dalla ricerca in una situazione inalterata). La sfida, quindi, consiste nel ricreare le condizioni ottimali della specie all’interno delle radure e traslocare piante nutrici e bruchi per favorire la colonizzazione spontanea e la congiunzione delle sottopopolazioni. Questo tipo di intervento non solo consente di bypassare l’impatto del cantiere ma favorisce la sopravvivenza a lungo termine della specie.
UN PROGETTO PIÙ AMPIO PER LA BIODIVERSITÀ DELL’AREA
Parallelamente il Consorzio Forestale Alta Valle Susa ha realizzato anche dei nuovi rifugi naturali per i pipistrelli presenti nella zona: in un’ottica di compensazione, sono state create delle cavità artificiali su molti alberi distribuiti sui tre comuni; sulle stesse piante sono state collocate delle cassette nido specifiche per pipistrelli (bat box). Quest’attività costituisce un progetto sperimentale, che potrà portare a un protocollo da applicare in seguito in altre situazioni simili in ambito regionale. L’Ente realizzerà inoltre alcuni interventi di miglioramento forestale per favorire due specie erbacee molto rare in Piemonte e presenti nelle aree golenali di Salbertrand (Epipactis palustris e Typha minima) e per contenere l’espansione di un arbusto alloctono invasivo (Buddleja davidii). Inoltre nell’area di Salbertrand, dove è prevista la realizzazione di una fabbrica per la lavorazione del calcestruzzo per la galleria di base, la prescrizione del CIPE ha dato indicazione al promotore pubblico di eseguire “prima della messa in opera del cantiere, le indagini sugli spostamenti della fauna selvatica con particolare riferimento al lupo”. L’area di Salbertrand ospita infatti il Parco Naturale del Gran Bosco ed è molto rilevante dal punto di vista della biodiversità. Per rispondere a questa prescrizione è stato coinvolto il gruppo di ricerca sulla Conservazione dei Mammiferi del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino (Responsabile Scientifico Prof. Sandro Bertolino). Esperti di farfalle, mammiferi e vegetazione sono quindi oggi impegnati in una ricerca applicata e, in dialogo con gli ingegneri ambientali del promotore pubblico, cercano di trasformare i cantieri di un’opera strategica in opportunità di progetti di miglioramento ambientale. n
HABITAT NATURALI
2. Lavoro sul campo durante il progetto Biodiversità
(1) Ingegnere, Direttrice Affari Generali di TELT (2) Direzione Affari Generali di TELT (3) Ufficio Stampa di TELT