Compravendita di foto compromettenti. Gira e rigira c’è sempre di mezzo Signorini, il giornalista più amato da B.
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€ 1,20 – Arretrati: € 2,00 Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009
Sabato 23 gennaio 2010 – Anno 2 – n° 19 Redazione: via Orazio n° 10 – 00193 Roma tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230
“INSULTATI DAL PREMIER MINACCIATI DALLA MAFIA”
La rivolta dei giudici in prima linea contro i boss Il procuratore Di Matteo: ingiurie che fomentano gli stessi clan. Strage di via D’Amelio, ritratta il superpentito. I magistrati: Spatuzza attendibile pag. 2-3 z di Sandra Amurri
Udi Marco Lillo POLVERINI TUTTA CASE E CHIESA enata Polverini nel 2002 ha Ra prezzo acquistato una delle sue case stracciato dallo IOR, la banca del Vaticano. Lo stesso anno aveva comprato con lo sconto una casa all’Eur dell’Inpdap, l’ente previdenziale nel quale l’Ugl è rappresentato. pag. 7 z
ino Di Matteo, sostituto procuraNa questa tore della Dda: “Da qualche anno parte è diventata abitudine da parte di uomini delle istituzioni e giornalisti dire che i magistrati sono politicizzati, deviati, che desiderano il male altrui, fino a diventare ‘plotone di esecuzione’. È un’assenza di rispetto per il ruolo del magistrato che non ha nulla a che vedere con le legittime critiche ai provvedimenti”. pag. 2 z
L’INCHIESTA x Si aggrava la posizione del sindaco
BOLOGNA, ECCO PERCHÉ DELBONO DEVE DIMETTERSI Udi Luca Telese
Udi Gianfranco Pasquino
VENDOLA LA CORSA DEL FAVORITO
accuse nei confronti del sindi Bologna Delbono soLno edaco molte e pesantissime: abuso
e si vuole provare a capire Sglia,cosa sta accadendo in Pudove il ciclone di Nichi Vendola ancora una volta sconvolge i calcoli della classe politica non bisogna fare altro che seguirlo: ore, chilometri, discorsi a raffica. pag. 8 z
d’ufficio, peculato, truffa aggravata (perché pubblico ufficiale ai tempi in cui viaggiava allegramente il mondo con la sua fidanzata). Naturalmente, come di solito dicono gli esponenti del Partito democratico quando tocca a qualche politico del centrodestra, “lasciamo che la giustizia faccia il suo corso”. pag. 18 z
NUOVA EDIZIONE STORIA DEL MOVIMENTO ANTIMAFIA di Umberto Santino
LA PRIMA STORIA DELLE LOTTE SOCIALI CONTRO LA MAFIA
www.editoririunitiuniversitypress.it
Dopo le accuse della segretaria e fidanzata oggi sarà interrogato dai magistrati di Silvia Truzzi
opo la buca presa da CofferaDno non ti, l’uscita di strada di Delboci voleva: Pd incidentato,
Flavio Delbono e sotto Piersilvio Berlusconi
ammaccato, soprattutto scosso. E molta tensione a Bologna, culla rossa d’Italia. pag. 9 z
Udi Stefano Feltri
nimmigrazione
IL GOVERNO ASSEDIA TELE COM
Saviano alla Normale di Pisa: vi racconto trent’anni di schiavitù
on potevano essere più espliciti al convegno di ieri: ministri, sottosegretari e deputati, da Scajola a Cicchitto, vogliono decidere le strategie industriali di Telecom. Ma Franco Bernabè, l’amministratore delegato, prova a resistere. pag. 10 z
N
Calapà pag. 5z
nmediatrade Indagati Silvio e Piersilvio per fatti fino al 2009 Gomez pag. 10z
CATTIVERIE D’Alema attacca Vendola “Da soli le elezioni si perdono e io non ne ho persa una”. È vero. Preferisce farle perdere ai compagni (Brutus)
Chiamiamola amnistia di Marco Travaglio
lla fine il sagace Gasparri, ad Annozerol’ha ammesso. Non se n’è accorto, come spesso gli accade, ma l’ha ammesso: “Siccome nel 2006 il centrosinistra ha fatto l’indulto, i processi per reati commessi fino al 2006 sono inutili e quindi tanto vale non celebrarli più. Per questo abbiamo reso retroattivo il processo breve”. Cioè: dopo l’indulto del centrosinistra (votato anche da Forza Italia e Udc), arriva l’amnistia del centrodestra. Solo che, se la chiamassero col suo vero nome, quelli del Pdl non potrebbero approvarla con la loro maggioranza, avrebbero bisogno dei due terzi; ma, soprattutto, non potrebbero più uscire di casa nemmeno con barba posticcia e plastica facciale: qualcuno dei milioni di gonzi che li votarono meno di due anni fa in nome della “sicurezza”, della “certezza della pena” e della “tolleranza zero”, li riconoscerebbero e li farebbero a fette. Perché l’amnistia è ancora peggio dell’indulto: se questo “abbuona” 3 anni di pena, quella cancella il reato e dunque il processo. Per questo il “processo breve” retroattivo è un’amnistia camuffata: estingue il processo e dunque il reato. Con l’indulto, i colpevoli vengono comunque condannati e se han danneggiato qualcuno devono risarcirlo. Con l’amnistia (e il processo breve) non c’è neppure l’accertamento della verità, dunque il colpevole la fa franca, rimane incensurato e la parte offesa deve imbarcarsi in una lunghissima causa civile dall’esito incerto (visto che non c’è stata condanna in sede penale). E per i processi nuovi, che succede? Per quelli niente paura, dice Gasparri: i giudici avranno “da 10 a 15 anni di tempo”. Campa cavallo. E, se lo dice lui che della legge è il primo firmatario, c’è da credergli. Purtroppo, come disse un giorno Storace a proposito di quella sulle tv, “Gasparri ‘sta legge non solo non l’ha scritta, ma manco l’ha letta”. Infatti, salvo per i reati più gravi e più rari, puniti con pene superiori ai 10 anni (omicidio, mafia, terrorismo, strage), i processi non potranno durare più di 6 anni e mezzo: 3 dalla richiesta di rinvio a giudizio alla sentenza di primo grado, 2 da questa alla sentenza d’Appello, 1 e mezzo da questa alla sentenza di Cassazione. Il che significa, in un paese dove durano in media 7 anni, un’amnistia anche per i processi futuri. Anche perché, con una furbata da azzeccagarbugli, lorsignori hanno infilato al comma 3 dell’articolo 5, un codicillo che ammazza il processo ancor prima dei 6 anni e mezzo: “Il pm deve assumere le proprie determinazioni in ordine all’azione penale entro e non oltre tre mesi dal termine delle indagini preliminari. Da tale data iniziano comunque a decorrere i termini di cui ai commi precedenti, se il pm non ha già esercitato l’azione penale…”. Traduzione: se il pm non chiede il rinvio a giudizio entro 3 mesi dalla scadenza delle indagini, al 91° giorno parte comunque il conteggio dei 3 anni concessi per il primo grado. Ma è impossibile chiedere il rinvio a giudizio entro tre mesi dalla scadenza delle indagini, perché prima il pm deve far notificare l’avviso di chiusura indagini, i difensori hanno 20 giorni per chiedere nuove indagini e interrogatori, dopodiché il pm deve farli e depositare gli atti conseguenti. Impensabile che bastino 3 mesi. Non solo: nei processi di media complessità, le indagini non scadono lo stesso giorno per tutti gli indagati: alcuni vengono iscritti prima e altri dopo; alla fine il pm chiede il rinvio a giudizio per tutti quelli che lo meritano. Quindi, con la nuova legge, la sabbia dei 3 anni per il calcolo della prescrizione processuale comincerà a scendere nella clessidra per i primi iscritti sul registro degli indagati ancor prima che scadano i termini delle indagini per gli ultimi iscritti. E il processo morirà certamente prima della sentenza di primo grado. Ecco la filosofia del processo breve: prendono un atleta, gli tagliano le gambe, poi gli ordinano di correre i 100 metri in 10 secondi netti; se non ce la fa, gli sparano.
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