Olmo Quercus - I 43 alberi della radura della memoria

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Olmo

uercus

I 43 alberi della Radura della memoria ùvari tentativi di poesiaQ

Studio H́blos



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1

Salice piangente Salix babylonica

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Frassino Rá-ood Fraxinus angustifolia “Ray ood”

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Ginco Obelis” Gingo biloba “Obelisk”

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Gelso Morus platanifolia “Fruitless”

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Magnolia Magnolia grandiflora

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Acero di monte Acer pseudoplatanus

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Nespolo del Giappone Eriobotrya japonica

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Tiglio argentato Tilia tomentosa

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Robinia del Giappone Sophora japonica

10 Albicocco Prunus armeniaca 11 Castagno Castanea sativa 12 Rovere Quercus petraea 13 Hagolaro Celtis autralis 14 Pero cotogno Cydonia oblonga 15 Acero riccio Acer platanoides 16 Platano orientale Platanus orientalis 17 Tamerice Tamarix gallica 18 Carpino nero Ostrya carpinifolia 19 Pino di Aleppo Pinus Halepensis 20 Corniolo Cornus mas 21 Pioppo cipressino Populus nigra “italica” 22 Faggio Tricolor Fagus sylvatica “tricolor” 4


23 Noce –uglans regia 24 Mirabolano Pissardii Prunus cerasifera “Pissardii” 25 Spino di Giuda Sunburst Gleditsia triacanthos “Sunburst” 26 Leccio Quercus ilex 27 Sorbo domestico Sorbus domestica 28 Corbezzolo Arbutus unedo 29 Ippocastano rosso (Aesculus x carnea) 30 Roverella (Quercus pubescens) 31 Cipresso di Monteré (Cupressus macrocarpa) 32 Nocciolo di Costantinopoli (Corylus colurna) 33 Gingo Fastigiata Hlagon (Gingko biloba “Fastigiata blagon”) 34 Olivo (Olea europaea) 35 Albero di Giuda (Cercis siliquastrum) 36 Tasso (Taxus baccata) 37 Sughera (Quercus suberQ 38 Ciliegio da fiore (Prunus sargentii) 39 Giuggiolo ( izipus jujuba) 40 Acero campestre (Acer campestre) 41 Tiglio selvatico (Tilia cordata) 42 Ciliegio d’inverno (Prunus subhirtella “autunnalis”) 43 Canforo (Cinnamomun camphora)

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Paul CeJzanne (1839-1906) La radura, olio su tela (non datato) cm 64,8x54,3 Morohashi Museum of Modern Art, Fukushima, Giappone

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La canzone dell’albero ♫ DORMONO I RAMI TRAN 6ILLI CANTANO 6CCELLI CONTENTI S6ONA L’ORC8ESTRA DEI GRILLI SOFFIANO E DAN ANO I 5ENTI. ☼ 6n seme piccino picciò V fin/ su una zolla però coperto di foglie e bambè V per mesi tranquillo dorm/ ☼ Poi l’acqua cadendo bagnò V e il sole scaldando asciugò il seme che un becco portò V quel seme d’incanto spar/ ☼ 6na piccola pianta spuntò V mettendo germogli cos/ radici profonde gettò V nutrendo il suo fusto ogni d/ ☼ Lenta e tranquilla cambiò V il tronco ogni anno allungò di foglie piè grandi vest/ V insetti e farfalle ospitò RITORNELLO ♫ ☼ 6n albero grande restò V fra canne cespugli e bambè ai passeri e colibr/ V i nidi ogni d/ riparò ☼ L’uccello notturno cantò V il fiore appassito sfior/ il manto di neve copr/ V la notte alla luna parlò ☼ 6n gruppo di bimbi giocò V all’ombra che lui regalò il cielo di foglie sfiorò V e tante stagioni dorm/ ☼ E frutti d’estate donò V e cibo alla Terra serv/ quiete diffuse perciò V dall’alto dei rami lassè. ♫ DORMONO I RAMI TRAN 6ILLI CANTANO 6CCELLI CONTENTI S6ONA L’ORC8ESTRA DEI GRILLI SOFFIANO E DAN ANO I 5ENTI. gennaio 2009

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Premessa

Raffaello Sernesi (1838-1866), Radura nel bosco.olio su tela riportato su cartoncino, cm 21x15 Mostra: I Macchiaioli. Una rivoluzione d’arte al Caffè Michelangelo. Pavia, Scuderie del Castello Visconteo, 19 settembre - 20 dicembre 2015

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Radura In un’area boscosa sta la radura della memoria dove gli alberi si diradano e cresce la cicoria k uno spiazzo di terra, una zona più larga dove il sole s’insinua e si attacca una targa 6n ricordo di terribili eventi, foschi è una piazza rotonda tra i boschi un’arena con l’ombra di un ponte come un’agorà, una piazza e una fonte. Anche il legno per camminarci se volete la pedana lunga e tonda, in forte abete alberi abbattuti da 5aia la tempesta è arrivato dalla Carnia, ferita di foresta Luogo di gioia e d’incontri la radura tornando a viverci senza più paura una piazza variegata, dove ricordare e incontrarsi per ridere ed amare.

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Pierre-Auguste Renoir (1841-1919) La Clairière (La radura), olio su tela, cm 57,2x82,6, 1865. Detroit Institute of Arts, USA

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La casa degli uccelli L’albero è come un piccolo paese ogni stagione, ogni ora, ogni mese con pareti di cortecce e di foglie senza finestre, nè muri, nè soglie L’albero è una casa sicura, carina con tetto di foglie davvero piccina posto di uccelli, di vita e di canti di pigolii, gorgheggi e brevi pianti Nido di merli, passeri e altri uccelli tana di ghiri, upupe e fringuelli con tanti piani come un palazzo rami diversi, come fiori in un mazzo Di notte, come in cima ad una vetta riecheggia acuto, un grido di civetta che cerca roditori, prede, sola soletta voli bassi e lenti, senza alcuna fretta.

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Utaga a Hiroshige (Edo, 1797K1858) Civetta su un acero sotto la luna piena 1832-33. Mostra: Hokusai, Hiroshige e Utamaro. Dal 22 settembre 2016 fino al 27 gennaio 2017, Palazzo Reale di Milano

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Le foglie al vento 5ibrano liete le foglie al vento si staccano dai rami danzando e ballano in un ritmo lento e corrono, nell’aria, volando Sono esili le foglie al vento come pezzetti di carta sottili sono tante, oltre mille più cento e si posano su tetti e fienili Sono colorate le foglie al vento verdi d’estate, arancio d’autunno mai stanno ferme, e in movimento pulite, ordinate come un alunno Termina il viaggio di foglie al vento sono gialle, marroni, alcune d’argento in breve tempo si posano in terra pane per semi in una piccola serra.

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Giovanni Fattori (Livorno, 1825 K Firenze, 1908) K La libecciata (studio preparatorio) K 1980-85 ca. Olio su tavola cm 19,2 x 32,2 Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti

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Radici Gambe invisibili e forti sotto filari e piccoli orti sotto le sponde dei rivi legni scuri, inermi ma vivi Sono forti come catene ricche di linfa dentro le vene sono rene, arteria, cuore, crescono sempre, senza rumore Spostano terra, sassi piano, a piccoli passi sono lunghe e profonde sottili, robuste e rotonde Tengono salde le colline sentieri, ciuffi d’erba e cascine sono regine di ogni terreno come in cielo, l’arcobaleno.

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Giuseppe Arcimboldo, Inverno (Milano, 1526-1593), cm 67x51 "unsthistorisches Museum, Vienna

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I 43 alberi della Radura della memoria

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Utaga a Hiroshige (Edo 1797-1858) - Luna d’autunno sul fiume Tamaga a. Dalla serie Le otto vedute dei dintorni di Edo (1837-1838) xilografia policroma. Parigi, MuseJe Guimet - MuseJe national d’Arts asiatiques

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1 - Salice piangente Si chiama salice detto il piangente ma non è cos/ triste, in più è resistente sotto la chioma la capra Amaltea allattò Giove e la sorella Era, la dea Dal suo legno si costruivano zoccoli sotto i suoi rami beati anatroccoli. Di vimini erano le culle e i panieri costanti, ancora oggi, come ieri Il 5iminale a Roma porta il suo nome per ricordare fili argentati, le chiome i filari delle vigne da sempre hanno legato e di polline tanto le api han banchettato.

Originario della Cina, il salice piangente è arrivato in Europa alla fine del ́VII secolo seguendo la Via della Seta. Il termine “salice” ha origini celtiche e significa “vicino all’acqua”, mentre l’aggettivo del nome scientifico (Salix Babylonica) è frutto di un curioso fraintendimento linguistico: un salmo dell’Antico Testamento descrive il pioppo babilonese, che in traduzione è diventato erroneamente il salice piangente.

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–ohn Constable (East Bergholt Suffollk 1776 - Londra, 1837) Alberi vicino alla chiesa di Hampstead, anno 1821, tela, cm 91,4x72,4 Victoria and Albert Museum, Londra.

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2 - Frassino Raywood Dedicato a Nemesi, dea della 5endetta bello come Narciso e spicca sulla vetta bordeau , giallo, violetto, rosso scuro anche distante lo riconosci di sicuro. I suoi frutti sono alati, sue le gemme nere vi si cibano starne, cince allegre e capinere flessibile al vento, alla neve e l’inverno gelato il suo legno è bianco chiaro, biancoyrosato. Adatto ai piedi con gli sci, belli, forti e resistenti la corteccia cura febbri, come i salici piangenti e la sua manna, con dense lacrime dal fusto rugoso come un vecchio disseta di gran gusto.

Il genere Fraxinus comprende circa 70 specie di piante arboree diffuse in prevalenza nell’emisfero settentrionale, tra Europa e Stati Uniti, ma raggruppa pure alcune specie resistenti alla siccità diffuse nelle zone mediterranee fino al nord Africa. Appartiene alla famiglia delle Oleaceae. In Italia sono presenti allo stato spontaneo tre specie (in base al clima): il frassino maggiore (Fraxinus excelsior), l’ossifillo o frassino meridionale (angustifolia, sinonimo F. oxycarpa) e l’orniello (Fraxinus ornus).

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Ginkgo biloba di Mary Emily Eaton, (1873-1961) illustratrice alle dipendenze del Giardino Botanico di Ne

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Zork


3 - Ginco Obelisk Albero elegante a forma colonnale te ne innamori e più di un esemplare La sua crescita è lenta come piccoli passi cresce dappertutto, persino tra i sassi. A 8iroscima dopo il fungo atomico, di sera dai monconi, emise i germogli a primavera. Lo trovi anche negli sperduti angoli rocciosi visitato da validi solisti e cantanti melodiosi Le sue foglie sono un piccolo ventaglio uguali, come i due nostri lobi del cervello albero sacro di rinascita, foglie d’oro giallo d’autunno più splendenti del misero metallo.

L’albero originario della Cina, viene chiamato ginko o ginco o albero di capelvenere. Il nome della specie (biloba) deriva invece dal latino bis e lobus con riferimento alla divisione in due lobi delle foglie, a forma di ventaglio.

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Vincent Van Gogh (1843-1890). Albero di Gelso, 1889, cm 54x65 The Norton Simon Museum of Art, California

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4 - Gelso Fruitless Fruitless è una pianta ornamentale, senza frutti ma a noi piace invece ricordare ed elencarli tutti Il Morus alba e il nigra e altre di luoghi temperati e i loro frutti scuri e dolci da sempre assaporati Piramo e Tisbe si amano, ma osteggiati devono fuggire trovando a brandelli il velo dell’amata, Piramo si uccide vedendo il giovane trafitto, Tisbe usa quel pugnale per morire. Sotto un gelso, Ovidio* scrive, l’unione troveranno nel finire. Le foglie sono ovate, grandi, di colore verde intenso i semi e le piante camminano e arrivarono a Hisanzio per i bachi della seta fine, dall’Oriente o dal Catai,* dall’India o un altro posto non lo sapremo mai. *Ovidio, Le metamorfosi *Catai, antico nome della Cina

L’albero Morus alba “Fruitless” è un albero deciduo originario della Cina, che appartiene alla famiglia delle Moraceae.

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Una specie di Magnolia Incisione colorata di Georg Dionisyus Ehret (Heidelberg,1708 - Londra,1770)

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5 - Magnolia Sempreverdi Campbellii, Macrophilla, Obavata Xilsonii, Denudata, odore di zagara, Stellata sepali fiori bianchi, sempreverde, Grandiflora decidua, profumo intenso. Fiori rosa, Liliflora Foglie lucide e brillanti lato esterno linfa vitale e anima al suo interno di un’azalea vicina un dì, si innamorò col cuore fatto a pezzi, due piante diventò Pierre Magnol* le diede il nome e oggi sappiamo dove e come per i monaci buddisti sacro fiore puro e solenne valore dell’amore. *Medico e botanico francese (Montpellier, 1638 K 21 maggio 1715)

Magnolia L. è un genere di piante della famiglia delle Magnoliacee, originarie del Nord e Sud America e dell'Asia sud-orientale, dall'India alla Nuova Guinea. Il nome del genere è un omaggio Pierre Magnol medico e botanico francese, direttore dell'orto botanico di Montpellier.

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"atsushika Hokusai (1760-1849) Foglie d’acero. ́ilografia policroma

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6 - Acero di monte (Acero 1) Il cavallo vuoto dell’Eneide era finto lo scrive 5irgilio nel lungo racconto di acero le travi fuori Troia ad aspettare che i nemici l’inganno potessero attuare Aceri dei re nei ricchi troni sotto il culo legno tenace e resistente come un mulo del Canada è la bandiera rossa e bianca e il rosso d’autunno occhi mai non stanca Aceri antichi di Sardegna, di Hologna dei Nebrodi, delle alture di Romagna il suo sciroppo medicina del palato api bottinano il suo fiore delicato.

L'Acero di monte, anche noto come Acero bianco, Acero fico, Agare, Loppone, falso Platano, è il più grande Acero europeo. Pianta appartenente alla famiglia delle Aceraceae. è anche chiamato sicomoro.

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Nespolo e uccello di montagna, di un pittore anonimo della dinastia Song meridionale (1127K1279)Y i piccoli dipinti su fogli di album come questo erano popolari tra i proprietari terrieri e i funzionari-letterati dei Song meridionali

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7 - Nespolo del Giappone Dalla Cina arriva, una delle tante come altre curiose e numerose piante in Oriente, da 5alencia alla Conca d’oro il comune, sacro a Crono, frutti di ristoro Se vedete la nespola piangete perche“ è l’ultimo frutto dell’estate cos/ recita il proverbio contadino segnale dell’inverno ormai vicino come il calicantus* inebriante e e profumato fiorisce nel cuore dell’inverno già inoltrato Dalle Germanie alle terre fertili romane e intrecciar di semi tondi le collane. *Il calicantus o calicanto (“fiore d’inverno”) è un genere di piante appartenente alla famiglia delle Calycanthaceae, originarie dell’Asia

Eriobotrya japonica è un albero da frutto appartenente alla famiglia delle Rosacee e al genere Eriobotrya, coltivata a scopo ornamentale e per il suo frutto conosciuto come nespolo del Giappone.

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Antonio Fontanesi (1838-1882) Aprile, 1872-1873, olio su tela, cm 171 ́ 254,8. Torino, Galleria d’Arte Moderna

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8 - Tiglio argentato Tilia è il suo autentico nome, antico da 5irgilio poeta e Columella amico la sua peluria chiara e tomentosa* si espande nell’aria più ventosa dall’Asia, al Danubio e i Carpazi tiglio d’argento, occupa gli spazi nei parchi, nei bordi delle strade nei filari di città e nelle contrade perchè è una pianta resistente se si è insonni, aiuta tanta gente il suo legno è adatto per l’intaglio come di faggio un vecchio maglio. *Tomento. In botanica, insieme di peli più o meno lunghi

Il tiglio (Tilia) è un genere di piante arboree o arbustive delle Tigliacee. Originaria dell'Europa sudorientale e dell'Asia Minore è stato importato in Europa intorno a metà del Settecento. Sono alberi di notevoli dimensioni, hanno una vita lunga (arrivano fino a 250 anni o più), dall'apparato radicale espanso, profondo.

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Attribuita a "atsushika Hokusai (o a un suo allievo) (1760-1849) Periodo Meiji (1868-1912) Passeri e glicine. ́ilografia policroma

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9 - Robinia del Giappone o Sophora del Giappone 8a tanti anni ma è recente non ha radici di leggende giallo il colore di BrutinaU a tinger vesti nella lontana Cina parente stretta di fagioli e di piselli del suo nettare elisir di tanti uccelli gialla d’autunno e verde lucente ai raggi del sole sempre splendente lucide le foglie, delicata la sua chioma profumo intenso, grande aroma dai suoi fiori colorati bianco crema in arabo sopherae che mai trema.

La Sophora –aponica, scientificamente conosciuta come Styphnolobium japonicum, è nota a tutti come Acacia del Giappone. Specie esotica, si contraddistingue per una fioritura particolarmente bella e per un portamento elegante: per questi motivi, è prevalentemente utilizzata come ornamento. Importata in Europa solo nel diciottesimo secolo, parente dei fagioli e dei piselli, appartiene alla famiglia delle Leguminosae essendo affine anche alla Robinia.

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Albicocco: Foglio di antico erbario di Pietro Andrea Mattioli, 1568

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10 - Albicocco Pinta da fiore nella Armenia a noi vicina, racconta la leggenda che dopo una rovina durante la guerra, una fanciulla pianse e dalle lacrime l’albero la sua forza attinse come ambra caddero sulle sue radici e scapparono allibiti tutti quei nemici e i petali di rosa e bianco colorati divennero albicocche, frutti dorati Alessandro Magno la portò a Corinto orgoglioso della pianta come un vanto pianta di Sardegna, del 5esuvio, di 5itulia Sicania, Trina”ria, antichi nomi di Sicilia.

L'albicocco (Prunus armeniaca) è un albero da frutto appartenente alla famiglia delle Rosacee.

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Pissarro Camille (1830-1903). Il bosco di castagni in inverno, Louveciennes. Olio su tela, cm. 27x40,4. 1872 Fondation Bemberg MuseJe, Toulouse, France

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11 - Castagno Dall’antica Lidia, forte come un bove per giungere ad Ellade, ghiande di Giove farina per pane di sapore antico cugino, per bontà di frutti, al fico A Trecastagni* dell’Etna, terre scure e valli si erge il monumento dei cento cavalli che diede rifugio a Giovanna D’Aragona con cento cavalieri sperduti nella zona A giugno fiorisce, profuma, le api lo sanno a banchettar festose e senza recar danno pali del telefono e costruire vecchi tetti cena d’inverno, nuovo vino e doghe per le botti. *Comune in provincia di Catania con oltre 10 mila abitanti

Il castagno europeo, in Italia più comunemente chiamato castagno, è un albero appartenente alla famiglia Fagaceae, di cui è l'unica autoctona presente in Europa. Negli ultimi decenni è stato introdotto, il castagno giapponese.

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Giovanni Fattori (1825-1908) Querceto, 1894. Olio su tavola cm 19,1x32,7 Esposizione: I Macchiaioli a Palazzo Strozzi, VI Biennale Internazionale dell'Antiquariato, Firenze, Palazzo Strozzi, 30 settembre - 19 ottobre 1969

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12 - Rovere (Quercia 1) Albero è il suo nome e pure il busto si chiama quercia antica, alto, robusto Farnia robur più nota e conosciuta Farnetta maestosa, la figlia risoluta Legno dei torchi per stampare ingranaggi dei mulini per mangiare navi possenti per solcare il mare mattoni di legno dove camminare Albero di Giove, forte e resistente mobile per casa, il più accogliente i soldati di Cesare avevano paura a chi scalfiva sangue più sventura.

Il rovere, o la rovere, è una quercia semi-caducifoglia di prima grandezza, appartenente alla famiglia delle Fagacee.

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–ohn Constable, Xivenhoe Park, Essex, 1816, olio su tela, 56,1 x 101,2 cm (National Gallery of Art)

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13 - Bagolaro (manico) Spaccasassi Lodogno, oppur, Romigna sposo tenace nei lunghi filari, nella vigna la corteccia si usava per tingere di giallo albero forte, orgoglioso come un gallo Cresce nei terreni aridi e pietrosi pianta rustica di posti difficili, sassosi dove altri alberi più non han pazienza. k il simbolo di tenacia e resistenza Fu Lucifero a portare, scrive il racconto, dal cielo, cacciato sulla terra, senza sconto foglie appuntite e ricurve, come artigli cresce con carpini e altri bei romigli.* *Romiglio, Albero dei rosari: altri nomi del Bagolaro

è una pianta spontanea appartenente alla famiglia Ulmaceae. La specie è nativa dell'Europa meridionale, Africa del Nord e Asia minore.

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Mele cotogne (particolare) Affresco raffigurante scene di un giardino da Villa Livia. Palazzo Massimo alle Terme e Museo Nazionale Romano

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14 - Pero cotogno Le foglie sono ovali e di grandi dimensioni sono caduche, gemme ricoperte di peluria non ama i venti forti, ma un posto riparato Cotogno, Ćdonia oblonga, nome dal passato Dono nuziale di Gea a eus che ad Era regalò pomi d’oro nel giardino delle Esperidi*, piantò piccolo, ma voluminose chiome ben ramificate melo con pero cotogno da sempre apparentate come il melograno, Frutto sacro ad Afrodite, aspre crude ma cotte all’uomo ben gradite sapore più dolce ed intenso, una bontà giallo dorato, simbolo di amore e fecondità. *Esperidi: nelle leggende della della mitologia greca, custodivano il giardino dei pomi d'oro di Era

Albero da frutto appartenente alla famiglia delle Rosacee e al genere Cydonia. è uno dei più antichi alberi da frutto conosciuti: era coltivato già nel 2000 a.C. dai Babilonesi.

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Utaga a Hiroshige (Edo, 1797K1858) wIl santuario Akiba a Ukeij”. ́ilografia

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15 - Acero riccio (Acero 2) Acero minore, acero campestre e ancora Acero riccio e acero di monte, nell’aurora i caprioli scaltri, sanno cogliere il momento per cibarsi delle foglie planate giè dal vento Legno prezioso nelle mani dei liutai conservato come chicchi nei granai manici per violini, archi ed armonie ricci per le corde e sublimi melodie Aceri di Pasternà” nel Dottore* l’amore per Lara che ferisce il cuore Esenin nei versi “che bagna la pioggia dei tigli, acero antico, a me nel capo somigli”. *Boris Pasternak (1890-1960). Romanzo, Il dottor

ivago, del 1957

Appartenente alla famiglia delle Sapindaceae, è una pianta spontanea in molti boschi di latifoglie umidi e riparati. Si accompagna ad altri aceri, specialmente Acer pseudoplatanus, nelle gole profonde dove scorre un corso d’acqua (forre mesofile) centro-settentrionali. Viene spesso coltivato a scopo ornamentale.

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Vincent van Gogh (1843-1890) Les grands platanes (Travailleurs de la route à Saint-ReJmy) (1889). Olio su tela, Cleveland Museum of Art

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16 - Platano orientale Pianta sacra a Gea, Terra Madre, Grecia antica sulle colline e sui pendii, cresce e non fatica in terre umide, povere, vicina ad ogni fonte Teheran Bluogo dove crescono i plataniU. Ponte. Simbolo di Dei piantata ai templi assai vicino, ombra e riposo di viandante nel cammino Sotto i rami ad Atene insegnava Socrate curava, guariva malanni e visitava Ippocrate. Per i mali della pelle, gemme macerate Acheni*. Foglie per foraggio e guarire le ferite foglie a mano aperta, sii sempre benvenuta pelle di serpente, ogni anno va cambiata. *Achenio: frutto secco con un pericarpo più o meno indurito che contiene un unico seme

Pianta appartenente alla famiglia delle Platanaceae. Comune del Mediterraneo orientale fino ad est dell’Himalaya e della penisola Balcanica. Spontaneo anche in Sicilia, Calabria e Cilento. è una pianta longeva, che predilige i terreni fertili, profondi e freschi, piuttosto umidi, cresce spesso lungo piccoli corsi d'acqua, tollera i geli invernali ed il caldo estivo.

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Antonio Fontanesi (R. Emilia, 1838-Torino, 1882): Paesaggio con alberi. Galleria d’Erte Moderna, Torino

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17 - Tamerice Le tamerici si sposano col vento e danzano in vortici e lamento e nascono i fiori in tutti i rami come dipinti o splendidi ricami come un lontano ginepro può apparire ma non ha spine e ci attrae il fiorire non sono grandi alberi ma arbusti forti come rocce e assai robusti Tamerix tetranda, gallicche, causiche già 5irgilio scrive nelle sue Hucoliche Bpiove su le tamerici salmastre ed arseU* righe di poeta più citate e mai scomparse. *Riferimento a Gabriele D’Annunzio. “La pioggia nel pineto” (1902)

Tamarix L. è un genere di piante della famiglia delle Tamaricaceae, originario delle zone sabbiose e salmastre di India, Cina ed Europa meridionale. Il nome del genere è di origine latina e deriverebbe dal fiume Tambre, chiamato anticamente wTamaraw, che scorre in Galizia.

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Maurice de Vlaminck (Parigi, 1876 K Rueil-la-Gadelière, 1958) Gli alberi rossi, 1905, olio su tela, cm 65x81. Parigi, MuseJe National d’Art Modern, Centre Pompidou

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18 - Carpino nero Carpi ne porta il nome, è una città fonte di calore, dal bosco è una bontà Non ama le alture e la montagna albero amico di collina e di campagna Celtico BCarU e BPinU legno e testa Carpinus, giogo per buoi parate a festa Carpino nero e carpino bianco son fratelli Carpino bianco e carpino nero, molto belli la famiglia è la betulla bianca e snella attrezzi, bottoni, manico sicuro di padella carbone, legno rosso bruno per telai piccole sculture di vecchi marinai.

Carpino nero (Ostrya carpinifolia): Il carpino nero ed il carpino bianco sono due alberi con foglie simili, appartenenti alla stessa famiglia, quella delle Betulaceae, ma rappresentanti di due generi diversi. Il carpino bianco, Capinus betulus, appartiene al genere Carpinus che conta trentacinque specie. Il carpino nero appartiene al genere Ostrya, formato da sole sette specie a foglia decidue di dimensioni medie e piccole. La sua diffusione, oltre all’Italia, comprende, la penisola balcanica, la Turchia, l’Armenia e il Caucaso.

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Giovanni Segantini (Arco, 1896 K Pontresina, Svizzera, 1898) Pino cembro. olio su tela, 77,5 x 32 cm St. Moritz, Segantini Museum

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19 - Pino di Aleppo Da Aleppo e Hagdad, triste realtà terre di culture e antiche civiltà terre del fico di mandorlo ed ulivo terre martoriate, ora, mentre scrivo sotto le bombe, vite umane e alberi bruciati città distrutte e altri alberi abbattuti futuro miope di potenti con la guerra mai più pace in quell’antica terra Pino di Aleppo dagli aghi pungenti torneranno come ad 8iroshima i canti tra rami alti che i nidi ospiteranno forse un giorno, dopo tanto danno.

In Italia i pini mediterranei autoctoni sono il Pino d’Aleppo (Pinus halepensis) e il Pino marittimo (Pinus pinaster)Y introdotto invece da tempi remoti è il Pino domestico (Pinus pinea). Il maggiore “temperamento” mediterraneo è mostrato dal Pino d’Aleppo. è presente dal Nordafrica (Tunisia, Algeria, Marocco) all’Europa meridionale e mediterranea (Spagna, Francia, Italia, ex-–ugoslavia, Albania, Grecia) ed ai Paesi dell’Asia Minore (Turchia, Libano, Siria, Israele).

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Lorenzo Delleani (Pollone, 1840 - Torino, 1908) Autunno, 1904 olio su tavola, cm 32 Raccolta Frugone, Genova-Nervi

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20 - Corniolo Cibo per uomini e maiali, bocche sfamate le sue minute bacche di rosso son pittate corniole, pianta piccola e spontanea occupa l’Europa, flora mediterranea k vero, è minuto, un piccolo alberello ma è slanciato, sinuoso, perfin bello nell’infinita fantasia, ha ben altre ricette poemi* e il mago* con le sue bacchette Posto, nei giardini per la sua bellezza liquori e confetture di prelibatezza è socievole e sa stare anche da solo In Serbia, tutti Bsani come un cornioloU. *Omero e Virgilio *Harry Potter

Il corniolo (Cornus mas) è un albero da frutto, spontaneo, appartenente alla famiglia delle Cornaceae e al genere Cornus. Molti lo usano in giardino per la bellezza del suo fogliame e per il colore dei suoi frutti. Originaria della regione mediterranea, questa specie si trova allo stato spontaneo in tutta la Penisola (più difficile ritrovarlo nelle Isole).

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Claude Monet (1840-1926) Pioppi vicino a Giverny, tempo nuvoloso Olio su tela, 1891 MOA Museum of Art (Atami, Giappone)

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21 - Pioppo cipressino BPopoloU è il nome dalla diceria romana nato dal brusio di vento in epoca lontana Piazza del Popolo nella grande Roma quando il vento smuove la sua chioma Pioppo nero o Nigra il più famoso o Bianco e Alba, medicamentoso Pioppo ganescente o gatterino e Tremulo in uno splendido mattino Fiammiferi, cassette e compensato in pittura base per colore nel passato Andrea del Sarto e Gioconda di Leonardo La ninfa Leù per sfuggire ad Ade, il vegliardo.

Il termine “Populus” deriva dal latino “arbor populi” e significa “albero del popolo”. ... Il Pioppo Cipressino è una delle varietà del Populus nigra, una di quelle coltivate soprattutto a scopo ornamentale, è nata con questo obiettivo già nel ́VII secolo proprio in Italia, in Lombardia.

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Xilliam Turner (1755-1851) Bosco di faggi con zingari seduti in lontananza, 1799-1801, Cambridge, Fitz illiam Museum, University of Cambridge, U" (United "ingdom)

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22 - Faggio tricolor BLe fagioleU sono i semi per le barche dona i remi il suo legno per scultura è il migliore addirittura Per i manici e“ famoso del martello non nodoso le sue gemme verdeychiaro cibo di cervo, cavallo e somaro Nell’autunno è bella vista giallo, rosso e grande festa segatura soffice, profumata nutre il bosco in ogni annata.

Il Faggio tricolor è una pianta arborea appartenente alla famiglia delle Fagacee e al genere Fagus. Diffusa nell'Europa centrale, si estende in una vasta area che va dalla Scandinavia alla Russia, dalla Grecia alla –ugoslavia, dall'Italia (eccetto la Sardegna) alla Spagna e ai Pirenei.

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Carlo Fornara (Prestinome, Piemonte 1871-1968). I due noci, 1921 circa, olio su tela, cm 44 x 56. Verbania, Museo del paesaggio

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23 - Noce Sotto i boschi di conifere e di faggio dorme a lungo anche a fine maggio Nux, nome antico, per la scorza tanto dura ama il sole e sempre vicino alla radura Tanti i suoi nomi ben graditi oleosi i suoi gherigli e saporiti Nus, Noceto, Nogara, Nogareto, Noceti, se pulisci il mallo dita nere come preti Nocino è il liquore tanto scuro il suo legno è forte più di un muro sui pansoti il sugo è prelibato ecco il noce da tutti tanto amato.

Il noce da frutto o noce bianco è un albero appartenente alla famiglia –uglandaceae. è il rappresentante più conosciuto e più importante dal punto di vista economico nel suo genere, ed è anche chiamato con i termini wnoce comunew o wnoce realew. Il frutto, dal guscio molto resistente, viene detto noce.

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Rembrandt Harmenszoon van Rijn (Leida 1606KAmsterdam 1669). I tre alberi. Acquaforte, con puntasecca e bulino, 1643. mm 208x279. Gabinetto dei disegni e delle Stampe. Uffizi, Firenze

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24 - Mirabolano L’amolo, mirabolano, brombolo o marusticano, Rosaceae, Prunus e semplicemente rusticano, albero da frutto ma anche ornamentale. Selvatico in Italia. Si può anche coltivare. Arbusto grande dalle foglie verde chiaro tronco eretto, fiore bianco, alle api tanto caro Amoli i suoi frutti come cerase tondi ma il sapore di sicuro non confondi se le ciliegie ne mangi a più non posso amoli son prugne e varia il color rosso Se sbagli appena e fai una scorpacciata al bagno devi correre, spesso in ritirata.

L'amolo, detto anche mirabolano, brombolo o marusticano, o semplicemente rusticano, è una pianta appartenente alla famiglia delle Rosaceae e al genere Prunus. è un albero da frutto ma spesso è anche usato come albero ornamentale Chiamato anche Ciliegio-susino, è un albero originario del Caucaso e dell'Asia occidentale, introdotta in Europa in epoca preromana.

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Alfredo D’ Andrade (Lisbona, 1839 - Genova, 1915) Motivo sulla Bormida, 1865., olio su tela, cm. 80 x 147 GAM Genova Nervi

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25 - Spino di Giuda La Gleditsia inerme non ha spini i suoi frutti son piccoli semini come le carrube son marroni è una pianta dei lontani americani come la magnolia, la catalpa e l’acero nella leggenda, Giuda pentito e misero s’impiccò a un suo ramo per morire riparando così, al torto di tradire Nelle carestia dei poverini, quando non c’è si tostano i semi come chicchi di caffè non sopporta il vento e come in un pigneto di polline forma un giallo suo tappeto.

Lo spino di Giuda è una pianta angiosperma dicotiledone appartenente alla famiglia delle Fabaceae sottofamiglia delle Caesalpinioideae. Originaria dell'America settentrionale fu introdotta in Europa nel ́VIII secolo.

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Carlo Carr/ (Quargnento (AL), 1881 - Milano, 1966). Il leccio. Olio su tela cm 35x40. 1926. Museo del Novecento, Milano

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26 - Leccio (Quercia 2) Cocciniglia scarlatta per tingere le lane argine dei boschi per le frane le foglie colore verde scuro alto il fusto, forte di sicuro Rovere di Slovenia al buio coricati dove riposano per anni i distillati traverse sotto le rotaie, sui binari viaggiavano treni sopra tronchi secolari Carbone di Farnia per fondere l’oro ghianda il frutto duro, a volte moro nelle carestie ha sfamato uomini e animali rancio per tanti poverelli e cibo per maiali.

Il leccio, detto anche elce, è un albero appartenente alla famiglia Fagaceae, diffuso nei paesi del bacino del Mediterraneo. In Italia è spontaneo nelle zone a clima più mite, dove è anche molto frequente nei giardini e nei viali cittadini.

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Daniele Ronzoni (Novara, 1843 - Verbania, 1889) Bosco di Antoliva, 1867-68, Pallanza (Verbania, provincia di Novara) Museo del Paesaggio

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27 - Sorbo Albero felice scrive Plinio il vecchio per le sue bacche dentro un secchio posate con cura a riposare e grappa profumata a distillare cibo per tordi e ciuffolotti fonte di ricerca per i dotti dicerie contro fulmini e saette lontane scope di streghe cosiddette Legno per oggetti di cucine bacche e bucce assai rossine collane colorate per ragazze allegre neve rossa dopo il pasto delle cinciallegre.

Sorbus L. è un genere di piante della famiglia delle Rosacee. Comprende alberi e arbusti che producono frutti simili, ma molto diversi per grandezza e anche per colore. Dante Alighieri lo cita come frutto aspro, in contrapposizione al fico, che ha frutti dolci.

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Gustav "limt (Vienna, 1862-1918) Faggeto I - 1902 olio su tela. Galleria dei Nuovi Maestri, Dresden

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28 - Corbezzolo Molto sotto a due cocuzzoli noi troviamo tre corbezzoli come il frutto tondi e belli Bnon mi rompere i corbelliU* Tra i primi tricolori di bandiera e tre colori foglie verdi, fiori bianchi, frutti rossi nei suoi fianchi aspro, solo uno da mangiare* 5ecchio Plinio a raccontare fiori a marzo fino a novembre la raccolta poi a dicembre. *detto popolare, in sostituzione di “non mi rompere le scatole” e altro... *wunum tantum edow, la frase detta da Plinio Il Vecchio wne mangio uno soltanto” a sottolineare la scarsa bontà del frutto

Il corbezzolo, che viene chiamato anche albatro o, poeticamente, arbuto, è un albero da frutto appartenente alla famiglia delle Ericaceae e al genere Arbutus. è diffuso nei paesi del Mediterraneo occidentale e sulle coste meridionali dell'Irlanda. I frutti vengono chiamati corbezzole o talvolta albatre.

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Vincent van Gogh (1843-1890) Ippocastano in fiore. Olio su tela cm 55,8x46,5. Van Gogh Museum, Amsterdam

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29 - Ippocastano rosso Ibrido di Aesculus, involucro pungente bello fiorito, come una sorgente per farfalle e colibr/ molto attraente albero da ombra assai abbondante Spinoso, verde chiaro il mallo pungente come punte di corallo all’interno una o due Bcastagne matteU ucide, marroni, velenose, ma ben fatte Da portare appresso contro il raffreddore come dice nonna, credenza popolare a grappoli pannocchie, di rosa colorate inciampo su castagne ormai cadute.

La pianta di Aesculus x carnea (Ippocastano rosso) è un ibrido tra Aesculus hippocastanum (comune Ippocastano) e Aesculus pavia (specie americana), che può raggiungere i 20 metri di altezza. Produce frutti rotondi leggermente pungenti, con seme non commestibile. Albero rustico ornamentale, adatto a giardini di grandi dimensioni, come esemplare isolato.

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Gustave Courbet (1819-1877) wLa quercia di Flageyw, olio su tela di cm 89x110. Museo Courbet d’Ornans regione francese di Doubs-Franche-ComteJ

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30 Roverella - (Quercia 3) Dai suoi getti nacquero le ninfe e driadi* della terra e nuove linfe i nomi sono numerosi tanti, tanti come sulle chiome gli svolazzi e i canti i suoi graticci* daranno ghiande scure acheni* verdi e poi marroni e dure Farnia, farneto, leccio, rovere di ferro sughera, vallonea, roverella cerro 5ischio come auguri d’anno ben accetto incidendo la corteccia col falcetto i sacerdoti druidi coglievano il seme ambra degli dei che il male mai non teme.

*Graticci: i fiori *Acheni: le ghiande

Pianta di origine europea la poverella (Quercus pubescens) è la specie di quercia più diffusa in Italia. è estesa nell'Europa centro-meridionale e orientale, dai Pirenei all'Asia Minore. Nell'Europa meridionale e Sud-orientale la Roverella costituisce uno dei componenti fondamentali dei querceti e dei boschi misti a latifoglie.

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Vincent Van Gogh, (1853-1890) Cipressi e due donne Olio su tela cm 43,5x27,2 Van Gogh Museum, Amsterdam

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31 - Cipresso Montrey Se provi le sue foglie a strofinare profumo di agrumi puoi sentire legno eterno dagli inizi della storia ogni popolo ne conserva la memoria. Apollo, dio del sole trasforma Cipariso in albero di lutto, per un cervo ucciso. Legno eterno. Sarcofagi degli antichi egizi canzone di Faber,* bare di papi e di patrizi. Il nostro invece è giovane, in California nato in viali o come frangivento viene usato protegge il ricordo dei morti, i cimiteri in tanti popoli e culture, oggi come ieri.

“Inverno” di Fabrizio De Andrè ...Sale la nebbia sui prati bianchi W come un cipresso nei camposanti W un campanile che non sembra vero W segna il confine fra la terra e il cielo ...

Il Cipresso di Monterey (Cupressus macrocarpa) è una conifera, un albero della famiglia Cupressaceae originario della California e molto utilizzato come pianta ornamentale.

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Piet Mondrian (1872-1944) Bosco presso Oele. Olio su tela, 1908, cm 128x158. Gemeentemuseum di Den Haag. L’Aia

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32 - Nocciolo di Costantinopoli Hisanzio antico nome come i frutti assieme alle noci rotondi e asciutti. dei ceti Albero sacro. Nobili son sette* e sfidano il tempo, fulmini e saette col suo ramo tra le mani il rabdomante va sicuro alla ricerca d’acqua e di una fonte con lo zolfo il suo carbone molto raro col salnitro si creava la polvere da sparo le collane alle ragazze come BrestaU con i fiori di campo sulla testa alla Guardia* si portava a benedire con il ciclo della vita a cominciare. *quercia, agrifoglio, tasso, frassino, nocciolo, pino e melo *Santuario sulle alture di Genova

Il Corylus colurna, o colurno, comunemente chiamato Nocciolo di Costantinopoli, è un albero di media grandezza, a foglie caduche, a foglie decidue originario dell'Europa sud-orientale e dell'Asia sud-occidentale, dai Balcani attraverso la Turchia settentrionale all'Iran settentrionale.

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Egon Schiele (1890-1918) Quattro alberi (1917) Museo Belvedere Vienna

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33 - Ginkgo Fastigiata Blagon Specie tante del poeta* nell’Etruria Colonnare Maris e La Selvans Fastigiata di portamento nobile, assai ramificata la Feronia e la Globosa Tinia va potata Selvans dio della foresta e di natura Maris dea delle messi e agricoltura Tinia sovrana del cielo dio della luce Feronia, dea e dei boschi protettrice * Il giallo d’autunno persiste settimane frutti come nocciole, tonde, san di pane sul fuoco a cucinare prima di mangiare generoso, dona medicine per curare.

*Ginkgo biloba. La foglia di quest’albero, affidato dall’Oriente al mio giardino, sensi segreti fa gustare al sapiente e lo conforta. 26 settembre 1815 a Marianne Xillemer. –ohann Xolfgang von Goethe (1749-1832) *Divinità etrusche e romane Fastigiata Blagon è un albero deciduo (famiglia Ginkgoaceae), strettamente conico a colonnare, che mantiene una chioma stretta quando è maturo e raggiunge un'altezza di circa 15 m. Le foglie verde chiaro a forma di ventaglio diventano giallo dorato in autunno.

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Rubaldo Merello (Madesimo Sondrio, 1872 - S. Margherita, 1922) Olivi a San Fruttuoso. Olio su tela, cm 71x81 Galleria d’Arte Moderna, Genova-Nervi

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34 - Olivo Foglie d’argento attraversano il cielo cingono la fronte di chi vince, come un velo oleastri e olivastri dall’uomo coltivati e i getti di ceppaia sempre van potati. Ed Ercole del legno fece la sua clava a Roma ogni donna la pelle ammorbidiva Odisseo sotto l’albero trovò quiete e riparo pane e olive del misero, ricco o del bovaro Civiltà dell’ulivo e del castagno la Liguria del sud dello Stivale, di 6mbria e dell’Etruria foglie la domenica di palme religiosa giallo il colore dell’olio, come la mimosa.

L'olivo o ulivo ; un albero da frutto delle Oleacee (Olea europaea sativa) che si presume sia originario dell'Asia Minore e della Siria. La spremitura meccanica dei suoi frutti ci dona l’olio, alla base della dieta mediterranea.

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Piet Mondrian (Amersfoort, Olanda 1872 - Ne Zork, 1944) Albero rosso, 1908-1910, olio su tela, 70 x 99 cm. Gemeentemuseum Den Haag. L’Aia

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35 - Albero di Giuda L:albero di Giuda o siliquastro, tronchi contorti nodosi, ruvidi, resistenti e molto forti la sua bellezza è la ramificazione fittamente sulla corteccia nuda, trionfo di fiori affascinante può crescere isolato oppure lungo i viali, leggiadria dei fogliami verdi ornamentali "erkis siliquastrum, origine greca molto nota nella leggenda s’impicca, Giuda l’Iscariota k scelto per l’intenso e acceso suo colore ha origini lontane, Giudea, Asia Minore Fiore vivace color rosaylillà, come il pisello vicino della roverella, quercia e orniello.

L’albero di Giuda (Cercis siliquastrum), noto anche come siliquastro, è una splendida specie arborea, perfetta per essere coltivata a fini ornamentali. Una leggenda narra che Giuda Escariota diede il bacio del tradimento a Gesù sotto un albero e che poco dopo, distrutto dai sensi di colpa, decise di impiccarsi proprio a quell'albero.

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Vincent Van Gogh (1853-1890) Tronco di un vecchio albero di tasso. 1888 Nelly Nahmad Gallery. Londra

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36 - Tasso Albero delle Furie e dell’ Averno resta nell’ombra d’estate e nell’inverno legno rossoybruno dei rami il suo colore amaro e velenoso il suo sapore Anche giallognolo, pezzi da scolpire da passare al tornio per creare cercato dagli uccelli per i frutti i merli da sempre vanno ghiotti dai rami bastoni per andare in giro ed archi per centrare ad ogni tiro veleno di frecce più appuntite ramoscelli per persone dipartite.

Il tasso, conosciuto anche come albero della morte, percheJ tutta la pianta, escluso l’arillo (molto appetito dagli uccelli) è molto tossica e contiene una sostanza mortale, la tassina, da cui deriva il nome volgare. Quelli che sembrano i frutti in realt/ sono degli arilli: escrescenze carnose che ricoprono il seme. Inizialmente verdi, ma carnosi e rossi a maturità, gli arilli contengono un solo seme, duro e molto velenosoY la polpa invece è innocua e commestibile.

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Claude Monet (1840-1926). La quercia di Bodmer, foresta di Fontainebleau. Olio su tela cm 96,2x129,2. Metropolitan Museum of Art, Ne Zork

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37 - Sughera (Quercia 4) Pianta iberica, di Puglia e isole italiane Africa del nord e terre mediterranee, s’indorano le fronde colore come frutti di nocciolo e canta tra i suoi rami un gufo, un usignolo si attende la pasciona* delle sue abbondanze maiali pasciuti ma anche somarelli e manze l’anno grasso di raccolta sotto i rami e la radura cibo dai rami e apprezzata, saporosa la pastura con la demaschiatura si estrae il primo sugherone sughero maschio, grossolano, poroso e ruvidone il secondo sughero più fine detto femminile più chiaro, leggero, compatto, uniforme, gentile. *Annata abbondante di frutti

La quercia da sughero, o sughera, è un albero sempreverde della famiglia delle Fagacee. Originaria dell'Europa sud-occidentale e dell'Africa nord-occidentale è da tempi remoti naturalizzata e spontanea in tutto il bacino occidentale del mar Mediterraneo, molto longeva e può diventare plurisecolare.

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"atsushika Hokusai (Edo 1760-1849) Tronco di Pruno in fiore

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38 - Ciliegio da fiore (Ciliegio 1) Cerasunte, città turca sul Mar Nero da dove deriva la cerasa, durone fiero ciliegie, amarene, visciole e marasche ama il sole. Teme il vento e le burrasche k un simbolo nel Giappone il suo bel fiore hanami, la sua festa, l’augurio migliore fragile fiore tra i capelli e tra le dita auspicio del domani, come nuvola fiorita la tisana calda con il secco fiore respiri al sole e pace interiore petali per gelati dalla fioritura Da fiore. Prunus serrulata o sakura.

L’albero di Prunus Prunus serrulata Lindl. gruppo “"anzan” (famiglia delle rosaceae) è un albero deciduo, dal portamento eretto, proveniente dalla Cina, dalla Corea e dal Giappone. A metà e tarda primavera sviluppa fiori doppi, di colore rosa intenso, larghi 5 cm, raccolti in mazzetti di 2-5. Raggiunge l’altezza di circa 10 metri. è coltivato per la sua splendida fioritura.

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Camille, Pissarro (Isole Vergini, 1830 - Parigi, 1903) L’orto. Olio su tela, 1878, cm 55,2x45,9 Bridgestone Museum of Art, Ishibashi Foundation, Tokyo, Giappone

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39 - Giuggiolo Non serve coltivarla, solo alberi spontanei a 5enezia circonda la laguna e i Colli Euganei Cristo sul Calvario con in testa la corona come in un quadro del Seicento o una icona Presente in Dalmazia, Antico Egitto e Roma albero minuto, foglie chiare e piccola la chioma frutti, dattero cinese per liquore a fermentare pianta generosa, rustica, cresce per restare In terreni poveri lo trovi, calcarei e anche sassosi allegri gli uccelli che rubano giuggiole chiassosi Olmo* gradisce le foglie, ramoscelli e il frutto chiaro stritola anche con forza il piccolo seme molto duro. *Il mio asino

L’albero di giuggiole, nome scientifico iziphus jujuba (dattero cinese), appartiene alla famiglia botanica delle Rhamnaceae. è anche conosciuta come iziphus zizyphus o iziphus sativa. Si tratta di una pianta di origine asiatica, ma conosciuta nel nostro continente da tempi antichi. I Romani la introdussero in Italia, dalla Grecia, al tempo dell’imperatore Augusto. Il frutto viene detto comunemente giuggiola.

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Alberto Issel (Genova, 1848-1926) Paesaggio con figure, olio su faesite, 1870. Galleria Arte Moderna Genova-Nervi

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40 - Acero campestre (Acero 2) Acero di Montepellier detto il minore come un tono basso di un tenore molti metri è alto il bel campestre, più piccolo il minore, cupola alpestre Cresce nell’Europa intera, fino all’Inghilterra e sopporta ogni clima ed ogni terra amico di conifere e boschi degli abeti canto nei suoni di scrittori e di poeti Forte come un palo dei grappoli dorati a sostegno dei fili dei filari ben tirati come il gelso delimita il terreno tra orti, viti e campi per il fieno.

L'acero campestre (Acer campestre L.) è una specie diffusa in Europa e Asia. è originaria dell'Europa centrale, compresa l’Inghilterra. Viene anche chiamato loppio o testucchio. In Italia è molto comune nei boschi di latifoglie mesofile, insieme alle querce caducifoglie dal livello del mare fino all'inizio della faggeta.

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Caspar David Friedrich (Greifs ald, 1774 - Dresda, 1840). Un uomo e una donna in contemplazione della luna 1819, olio su tela. Berlino, Alte Nationalgalerie

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41 - Tiglio selvatico Se a dormire fai fatica tisana di tiglio e frittata d’ortica Ti protegge dai malanni vive due o trecento anni Albero di Chirone, Centauro figlio di Ninfa sotto tughe di cortecce scorre linfa carboncino sottile per fogli di pittori robusto legno per arti e per scultori Albero dei saggi e luogo per i giusti seduti a sentenziare sotto i fusti le sue strisce a lungo macerate sono medicina per curare le ferite.

Il tiglio selvatico ; un albero caducifoglie della famiglia delle Tiliacee e del genere Tilia. è un albero longevo e puà diventare secolare. Trae le sue origini dalle zone poste al Nord dell’Europa ed è presente in diverse zone della penisola.

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Utaga a Hiroshige (17927-1858). Tramonto sul Ponte di "oganei. ́ilografia dalla serie “Otto viste nei dintorni di Edo” (Edo kinko hakkei no uchi)

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42 - Ciliegio d’inverno (ciliegio 2) Lodi antiche nei versi sottili dei cinesi e venerato nei culti scintoisti giapponesi le nuvole di petali sul capo e nel vento gioia leggera, beatitudine antica e canto Lucullo dalla guerra contro Mitridate portò a Roma le perle preziose e prelibate dalla Hritannia, le Fiandre fino lungo il Reno si festeggia, capezzoli rossi di un bel seno Le sue tante specie sono più di cento e avercelo nel campo è certo un vanto da drupe cadute dagli uccelli nascono alberelli, danno orecchini rossi come gote e belli.

Il Solanum, è un piccolo arbusto originario del Brasile con foglie ovali, allungate, lucide, di colore verde vivo. Presenta dei frutti sotto forma di bacche, molto decorativi, ovali o arrotondati, colorati in varie sfumature di rosso e arancio.

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Rubaldo Merello (1872-1922) Pineta o Alberi sul mare. Olio su cartone cm 48x44. Museo dell'Accademia Ligustica di Belle Arti, Genova

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43 - Canforo Racconta un leggenda in Cina, devi usare i frutti come medicina trattare con rispetto e poi mangiare se infine vorrai essere immortale pianta longeva, albero della vita sopravvissuto con più di una ferita ad 8iroshima quella bomba tremenda che distrusse una città sgomenta ottieni la canfora distillando il legno cristalli bianchi di un antico regno di purezza e di longevità e virtù incenso da cerimonia per gli indù.

L'albero della canfora o canforo (Cinnamomum camphora) è un grande albero della famiglia delle Lauracee, originario dell'Asia orientale. Nonostante la provenienza esotica, è molto diffuso in Europa.

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Charles-François, Daubigny (Parigi, 1817-1878) Paesaggio con anatre. Olio su legno, 1872, cm 38,1x67,3 Metropolitan Museum of Art, Ne Zork, NZ, USA

Nota: non ho indicato l’ubicazione delle stampe giapponesi, perche“ essendo ilografie stampate in più copie, sono presenti in numerose collezioni private e musei di tutto il mondo. Per le altre immagini, ho cercato le opere conservate nei musei o esposte in mostre pubbliche fornite di catalogo. Purtroppo, non ho potuto e voluto riportare quadri di collezioni private. 106


Hibaku jumoku (albero sopravvissuto) Balberi colpiti dalla bomba atomicaU del agosto 194

Ginkgo biloba

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un eucalipto sopravvissuto all'atomica

L’albero più vicino al punto esatto in cui esplose la bomba a 8iroshima era ed è ancora un salice piangente. uegli alberi sono registrati ufficialmente come alberi sopravvissuti e sono tutti identificati con una apposita targa. Ci sono circa 170 alberi sopravvissuti, che appartengono a 32 specie diverse. 108


Se pur pesantemente danneggiati dall:esplosione stessa, la porzione interrata delle piante era ancora viva e ha gettato nuovi germogli. 6n ginkgo biloba, oggi piegato verso il centro della città, si trovava a 1130 metri dall’epicentro, ùpiù altri cinque sopravvissuti a un paio di chilometri dall’esplosioneQ. Per questo, l:albero di Gin”go è diventato un simbolo di speranza per il Giappone un albero della canfora a 1120 metri' un agrifoglio di Kurogane a 910 metri L “ albero che si trovava più vicino al punto dell “ esplosione, circa 370 metri, è invece un salice piangente, Sali babilonica. k riuscito a rinascere dalla sue radici dopo essere stato quasi completamente distrutto. Gli altri alberi sopravvissuti sono un pino nero giapponese, Pinus thunbergi, con una cicatrice sul fusto e un muku Aphananthe aspera.

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Nota dell’autore

Salice piangente

Con la mia scarsità di poeta, ho voluto cimentarmi con questa piccola impresa per ricordare le vite spezzate a causa della tragedia del crollo del ponte Morandi. 8o lavorato quasi venticinque anni presso la Hiblioteca Cervetto di Rivarolo prima in Piazza Pallavicini e dal 2001 in Castello Foltzer fino al 201 . 8o conosciuto uomini, donne e tantissimi loro figli, bambini di Certosa 110


e di 5ia Porro. Persone che venivano in biblioteca per obbligo scolastico, ma anche per divertimento o per viaggiare con la fantasia curando l’anima attraverso la geniale invenzione della scrittura e del libro stampato. A loro, ai familiari e a tutti coloro, di altri quartieri, Paesi e Continenti, che hanno perso la vita in quel tragico 14 agosto del 201ì, dedico le quarantatre“ piccole poesiole. Alberi come futuro, alberi come rinascenza, sempre con il ricordo delle vittime, a memoria della vita umana e della tragedia scaturita dall’incuria. Gli alberi sono un rifugio, gli alberi sono una casa... 8o voluto aggiungere poche righe di una veloce ricerca sugli alberi di 8iroshima. Non vi è nessuna affinità tra la tragedia del Giappone e quella di 5ia Zalter Filla” e 5ia Porro di Certosa. Ciò che a mio parere li unisce sono gli alberi sopravvissuti e gli altri piantati. Tutti per ricordare...

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Vincent van Gogh, raccolta delle olive. 1889. Xashington, National Gallery of Art

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Indice La canzone dell’albero .............................................................................ì Premessa ..............................................................................................9 Radura ................................................................................................10 La casa degli uccelli ..............................................................................12 Le foglie al vento ..................................................................................14 Radici .................................................................................................1 I 43 alberi della radura della memoria .....................................................19 1 Salice piangente Salix babylonica .......................................................21 2 Frassino Rá-ood Fraxinus angustifolia “Ray ood” ...............................23 3 Ginco Obelis” Gingo biloba “Obelisk” ...................................................2 4 Gelso Morus platanifolia “Fruitless” .....................................................27 Magnolia Magnolia grandiflora ............................................................29 Acero di monte Acer pseudoplatanus ..................................................31 7 Nespolo del Giappone Eriobotrya japonica ...........................................33 ì Tiglio argentato Tilia tomentosa .........................................................3 9 Robinia del Giappone Sophora japonica ...............................................37 10 Albicocco Prunus armeniaca ..............................................................39 11 Castagno Castanea sativa .................................................................41 12 Rovere Quercus petraea ....................................................................43 13 Hagolaro Celtis autralis .....................................................................4 14 Pero cotogno Cydonia oblonga ...........................................................47 1 Acero riccio Acer platanoides .............................................................49 1 Platano orientale Platanus orientalis ................................................... 1 17 Tamerice Tamarix gallica ................................................................... 3 1ì Carpino nero Ostrya carpinifolia .........................................................

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19 20 21 22 23 24 2 2 27 2ì 29 30 31 32 33 34 3 3 37 3ì 39 40 41 42 43

Pino di Aleppo Pinus Halepensis ......................................................... 7 Corniolo Cornus mas ........................................................................ 9 Pioppo cipressino Populus nigra “italica” .............................................. 1 Faggio Tricolor Fagus sylvatica “tricolor” .............................................. 3 Noce –uglans regia ........................................................................... Mirabolano Pissardii Prunus cerasifera “Pissardii” .................................. 7 Spino di Giuda Sunburst Gleditsia triacanthos “Sunburst” ...................... 9 Leccio Quercus ilex ..........................................................................71 Sorbo domestico Sorbus domestica ....................................................73 Corbezzolo Arbutus unedo .................................................................7 Ippocastano rosso (Aesculus x carnea) ...............................................77 Roverella (Quercus pubescens) ..........................................................79 Cipresso di Monteré (Cupressus macrocarpa) .....................................ì1 Nocciolo di Costantinopoli (Corylus colurna) .........................................ì3 Gingo Fastigiata Hlagon (Gingko biloba “Fastigiata blagon”) ...................ì Olivo (Olea europaea) .......................................................................ì7 Albero di Giuda (Cercis siliquastrum) ..................................................ì9 Tasso (Taxus baccata) ......................................................................91 Sughera (Quercus suber) ..................................................................93 Ciliegio da fiore (Prunus sargentii) ......................................................9 Giuggiolo ( izipus jujuba) .................................................................97 Acero campestre (Acer campestre) .....................................................99 Tiglio selvatico (Tilia cordata) ...........................................................101 Ciliegio d’inverno (Prunus subhirtella “autunnalis”) .............................103 Canforo (Cinnamomun camphora) ....................................................10

8iba”u )umo”u ...................................................................................107 Nota dell’autore ..................................................................................110 Indice ...............................................................................................113

114


x Olmo uercus ùPietro GuellaQ Serra Riccò, 2021 Immagine di copertina Foto De Chaud uarta di copertina watsushi”a 8o”usai ù17 0y1ì49Q Fiori di ciliegio. (ilografia. Prima pubblicazione nel 1ì30


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