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LUIGI CASTELLANO
CHE COS’È L’UOMO PERCHÈ TE NE PRENDA CURA?
Studio Byblos ANTEPRIMA
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Dedicato a mia madre, donna forte e premurosa. Esempio di saggezza e di virtù in ogni cosa.
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Prefazione Testimonianza di vita e di pensiero: la lettura delle pagine che seguono rappresenta un dialogo che l’Autore crea con il lettore, attraverso riflessioni di vita che si specchiano alla luce delle Sacre Scritture. Attraverso un viaggio che trae le sue origini dalla Creazione dell’Uomo, intesa come gesto d’amore, si giunge alla domanda che crea tanto stupore ed una incredibile attesa: “Che cosa è l’uomo perché te ne prenda cura?”. Tale interrogativo, tratto dal Salmo 8, rappresenta la celebrazione della grandezza e della bellezza dell’uomo che necessita di essere colta in relazione all’infinita Grazia divina. L’imperfezione propria dell’essere umano risuona maggiormente quando viene rapportata alla Perfezione di Dio. Più tale confronto, tra imperfezione umana e perfezione divina, diviene ampio, più tale domanda risuona all’interno della nostra anima con una forza dirompente: “Signore, chi sono io perché tu te ne prenda cura?”. Navigando tra i libri della Bibbia, l’Autore ci travolge con spunti di riflessione che orbitano intorno alla stessa domanda, trasformando il Salmo 8 in una preghiera intima e personale che, inevitabilmente, conduce al cuore della riflessione, ovvero al concetto di “prendersi cura”. Dio è disposto a prendersi cura di te, a difendere la tua causa, a proteggere i tuoi sogni, perché Lui ti ha amato ancor prima di averti creato. Il Pastore Dott. Giuseppe La Spina
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Introduzione dell’autore Nel corso della storia sono stati scritti molti libri inerenti all’uomo. Alcuni veramente importanti frutto del lavoro, dell’impegno e della passione di eminenti scrittori, che con enfasi ne raccontano vizi e virtù. Opere bellissime dedicate a uomini, grandi uomini semplici o acculturati, che con le loro invenzioni e scoperte medico-scientifiche, hanno dato lustro e prestigio alle varie società e culture in cui sono vissuti, in periodi diversi. Mi permetto anche io di scrivere qualcosa, alcuni pensieri sull’uomo, in punta di piedi e con umiltà, molta umiltà, sapendo che non è facile e c’è responsabilità in quello che si dice, e a maggior ragione in quello che si scrive. Senza presunzione voglio direzionare il mio sguardo quanto attento e rispettoso il più possibile, su questo essere molto speciale, e metterne in risalto tutta la sua umanità, la sua forza, la profondità della sua anima, ma anche la sua fragilità e lo sconforto in cui egli piomba in momenti e situazioni particolari. Quindi nasce in me il desiderio di relazionare scrivendo intorno ad esso, non badando alle superficialità o stereotipi comuni, ma voglio andare oltre, poiché come dice un mio carissimo amico e fratello: c’è di più, c’è molto di più. Ma cosa può rivelarci questo libro, questo nostro viaggio che ancora non sappiamo? Potremo comprendere meglio, qualcosa che ancora ci pare poco chiaro? Da diversi mesi mi rimbomba dentro con forza, con vigore ed entusiasmo, il vers.4 del Salmo 8 che darà il titolo al nostro libro, ovvero: 7
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“Che cos’è l’uomo perché te ne prenda cura?’’. Questo versetto mi ha spinto e incoraggiato a prendere la penna in mano. Ringrazio Dio per ciò che da ora in avanti riceverò, affinché ve lo possa comunicare. Ma desidero fortemente che chiunque tu sia, possa accostarti a questa lettura, facendo tuo un concetto. Questo viaggio che stiamo per fare insieme, ci porterà passo dopo passo, all’interno dell’animo umano. Cercheremo di capire il suo cuore, i suoi desideri e le sue aspettative. Ma non solo questo, ci occuperemo delle sue delusioni e le sue amarezze, nonché i suoi fallimenti. Ma avremo modo di considerare la sua forza interiore e la capacità di rialzarsi, vincendo ogni avversità. Tutto questo lo appureremo strada facendo. Ho intenzione di esporre il mio pensiero in un modo semplice ma profondo. Certamente non voglio usare frasi ad effetto, del tipo: “non è un caso se ti trovi questo libro tra le mani’’, o ancora “dopo la Bibbia, questo è il libro di cui hai bisogno’’. Non ti dico queste cose che comunque potrebbero corrispondere quasi a verità per quanto riguarda qualche testo. Ma ti espongo queste mie riflessioni perché voglio ribadire che l’unico libro di cui l’uomo non può fare a meno e di cui realmente ha bisogno, è la Bibbia. Come leggiamo alla seconda lettera a Timoteo 3:16 «Ogni Scrittura è ispirata da Dio. È utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia». Quindi possiamo realizzare come sia la Bibbia l’unico testo autorevole, insostituibile, veritiero ed infallibile. Essa contiene tutta la parola di Dio, tutto l’amore di Dio, tutto il suo consiglio e la sua opera in favore dell’umanità. Possiamo leggere ciò che vogliamo, complimentarci con alcuni scrittori che mettono su carta cose belle, giuste e sagge. Ma solo il testo sacro è veramente indispensabile e insostituibile. La Bibbia è una vera propria lettera d’amore di Dio per noi. Perciò ti dico solo una cosa; hai per le mani questo libro? Allora leggilo. Non troverai termini difficili, parole greche o ebraiche e via di questo passo, 8
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non troverai nemmeno concetti volgari o termini ingarbugliati, che con fare pomposo dicono cose complicate, ma in realtà vuote di significato. Sono convinto che ti piacerà, perché ti consentirà di entrare in una dimensione diversa, da ciò che c’è in superficie, potendo visionare e comprendere aspetti intimi e profondi, a volte anche criticabili, di questo essere speciale chiamato uomo. Cercheremo di scoprire insieme perché Dio se ne prende cura, e ci tiene così tanto al suo benessere. Ti ho convinto? E allora partiamo insieme, perché questo è il nostro viaggio. Insieme alla scoperta di noi stessi. Vi dico semplicemente che scriverò questo libro quasi in presa diretta. Una estemporanea tra quello che c’è dentro di me, e quello che mi arriva dall’alto. Tranne correzioni grammaticali, doverose e necessarie, non ho intenzione di cambiare né tantomeno di ampliare o addirittura abbellire, nessun concetto, nessun ragionamento, nessun significato. Il mio scopo è quello di riportarvi fedelmente, tutto quello che il momento mi suggerisce. Per questo ringrazio Dio per la rivelazione che Egli nella sua bontà mi dona, permettendomi così di offrirvi la prima spremitura di tutto quello che il Signore mi permetterà di comunicarvi. È vero che zucchero non guasta bevanda, ma non sono favorevole ai vani ragionamenti, anche se poi in un modo più o meno rocambolesco, possono riportarci al nocciolo, al centro del discorso. Né tantomeno sono favorevole ai solfiti, che addolciscono e ricompongono chimicamente alimenti guasti o deteriorati, come ad esempio il vino, quando viene ricavato da una cattiva fermentazione del mosto. Questo è il mio modo di essere e pensare, e la mia penna scriverà con la grazia di Dio, senza compromessi. Semplicità sì, sempre e comunque, falsità mai. Anche perché ti devo fare una confidenza, che più che altro è una confessione. Tranne questa introduzione che stai leggendo e una piccola parte iniziale del primo capitolo, non ho ancora ben definito il proseguo o addirittura la stesura completa di questo libro. 9
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Ecco perché ti ho detto all’inizio che sto scrivendo quasi in presa diretta. Ma dentro di me c’è un’eruzione e una voglia comunicativa che ha dell’incredibile. Vado avanti lodando e ringraziando Dio per ogni cosa, ogni pensiero e ogni concetto che Egli onorandomi vorrà riversare su di me. Pensa che quando incontrerai quesiti o enigmi, probabilmente nemmeno io in quel preciso instante in cui scrivevo, conoscevo risposte o soluzioni. Questo è il nostro viaggio e va fatto senza fretta con calma, con pazienza, per scrutare, capire e approfondire meglio ogni cosa. Se nel percorso di scrittura dovessi attraversare una qualsiasi crisi, che sia motivazionale o addirittura d’ispirazione, se anche questa dovesse venir meno e non sentissi più la benedizione per continuare mi fermerò, ripartendo solo quando il Signore lo vorrà. Aspetterò con pazienza anche il momento della pubblicazione e con esso la mia gioia di potervi offrire, condividendo con voi, questo libro-viaggio. Teniamoci sempre pronti in questa nostra avventura. Pronti a vivere brusche frenate e repentine accelerazioni, tuffi nel passato e voglia di volare nel futuro. Attendendo insieme, tutti insieme, mano nella mano il nostro tempo, il tempo che verrà!
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Capitolo I LA CREAZIONE: LO STRAORDINARIO INIZIO DI TUTTE LE COSE
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Sembra una cosa strana, addirittura potrebbe apparire come un paradosso, ma per iniziare ad intavolare una discussione sull’uomo formando pensieri e riflessioni che lo riguardano, dobbiamo tornare indietro nel tempo, quando dell’uomo ancora non c’era traccia alcuna. Questo nostro andare a ritroso, ci porterà fino all’inizio della creazione. Cercheremo di capire insieme quale fu il motivo scatenante, che diede l’input a Dio di creare l’uomo. Vedremo come Dio si muove e come Egli prepara ogni cosa, affinché tutto fosse in sintonia con ciò che c’era nella sua mente. Leggiamo ciò che la Bibbia dice a proposito nel libro della Genesi 1:1 «Nel principio Dio creò i cieli e la terra». Stiamo partendo veramente dal principio della creazione biblica, dove tutto iniziò per volere e per opera di Dio. Dobbiamo considerare che prima dei cieli e della terra c’era il nulla assoluto. Chiaramente le cose dovevano andare in questo modo, perché Dio è un Dio d’ordine, un Dio di saggezza, un Dio che dal nulla crea, mettendo i tasselli giusti nel mosaico che Egli vuole formare. Come un abile orafo che produce le sue opere preziose, con sapienza e maestria, Dio trasforma il nulla in opere compiute. Forse anche nella nostra vita c’è un vuoto, un nulla al quale non sappiamo far fronte. Mi sono trovato a volte durante la mia vita, a vivere situazioni difficili, momenti bui. Mi è anche capitato di soffrire provando un senso di sconforto e frustrazione, che hanno letteralmente con violenza, formato in me un vuoto interiore, quasi tangibile. Ringrazio Dio che mi ha tirato fuori da queste paludi, sabbie mobili spirituali che stavano per inghiottire la mia esistenza. 13
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Dio come un esperto artigiano ha messo sempre a posto ogni cosa. C’è qualcuno che ha fatto questa esperienza di dolore, di paura, di ansia e Dio l’ha tirato fuori da queste sabbie mobili spirituali e ha ricevuto vita nuova? Ne sono felice. C’è invece qualche altro che ha problemi e non avendo più forze né speranze, sta sprofondando? Rivolgiti con fiducia a Dio, invocalo, autorizzalo a prendersi cura di te, Egli opererà e ristorerà la tua vita. In questo nostro dialogo, in questo nostro interagire, ovvero io che scrivo e voi che leggete, non useremo supposizioni scientifiche o teorie più o meno credibili o anche affascinanti. Lasciamo di buon grado ad altri questi artifici mentali, con tutte le illazioni del caso. Per quanto ci riguarda terremo ben stretto il nostro soggetto, cioè l’uomo, sviluppando i nostri ragionamenti in sua funzione. Nell’arco di sei giorni Dio creò ogni cosa, lo vedremo più avanti, spero con accuratezza. Ma come diceva un noto presentatore della televisione italiana, “la domanda nasce spontanea’’. Perché Dio creò tutto questo? Sono passati quasi trentacinque anni dal tempo della mia conversione a Gesù nella grande tenda di “Cristo è la risposta’’. Ricordo che la sera tardi si parlava con gli amici nel nostro solito punto di ritrovo, al centro del corso Vittorio Emanuele, di fronte un noto bar dell’epoca. Vi posso garantire che si parlava e si dibattevano questioni che andavano dalla politica, al sociale, al filosofico. E se ne discuteva a volte, per non dire spesso, in modo animato e oserei dire passionale. Gli animi prendevano fuoco come solo l’animo di un ventenne può fare. Ma l’argomento che più di ogni altro intrigava, affascinava e dava il là a quasi tutti gli interventi, era la creazione del mondo e dell’universo intero, e di conseguenza, inutile a dirlo, la nascita e l’origine della vita. Quello era un gruppo ben assortito, poiché erano presenti: studenti universitari, comunisti, atei e agnostici, lavoratori e disoccupati. C’erano anche i figli di papà e cocchi di mamma che essendo nullafacenti, si divertivano a prendere in giro tutti, poiché non sposavano nessuna posizione, e non si schieravano da nessuna parte. 14
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Che gruppo gagliardo! Venticinque o anche a volte trenta bocche che si aprivano e bombardavano tutti e tutte come o anche di più di una batteria di cannoni dell’esercito napoleonico. Vi lascio immaginare il caos. In ultimo c’ero io, unico credente, fresco fresco di conversione, stimato da tutti come una persona perbene, allegra, socievole e leale, ma poco considerato in virtù della mia conversione alla quale molti di loro, avevano assistito. Mi avevano visto sotto la tenda “Cristo è la risposta’’ accettare Gesù, poiché anche molti di loro spesso erano partecipi alle riunioni. Quindi iniziai a parlare della fede, utilizzando ogni opportunità di condivisione. Certo mi ero trovato fuori dai canoni e dai luoghi comuni circolanti in quel gruppo, che definirei molto omogeneo, perché come un caleidoscopio pieno di colori, esso era pieno di vigore con vari modi di pensare. Una umanità piena di energia, non corrotta da qualsiasi forma di nefandezza. Ragazzi che io amavo e apprezzavo molto, anche i nullafacenti mi erano simpatici. Ma ognuno si struggeva l’anima per cercare di trovare risposte e tutto sommato era da apprezzare. Come già scritto sopra ero l’unico credente, e per questo motivo fui un po’ isolato. Mi viene da pensare che questa forma di isolamento avviene ancora oggi, nei confronti dei nuovi convertiti. Nuovi convertiti ai quali voglio dire con umiltà, ma con forza e fermezza, non abbiate paura o timore nel manifestare la vostra fede, ma con franchezza proclamiamo tutti insieme il Regno di Dio. Ricordiamo che se per gli altri non abbiamo grande importanza, se per gli altri non valiamo niente, per Dio siamo preziosi! Dopo questa fatemelo dire santa precisazione, torniamo ai miei amici. Non si parlava di calcio, né di donne, né tantomeno di droghe. Anzi, a dire il vero, una sera notai che la discussione era, usando una terminologia cara a un illustre fratello, salita di livello. Si stava parlando e si dibatteva in merito alla santissima trinità, e alla creazione del mondo. 15
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Alcuni dicevano che Dio avesse creato il mondo per testare le sue capacità, cercando di capire fin dove potesse spingersi. Altri invece dicevano che Dio era talmente annoiato nella sua pace, nella sua dimensione cosmica, che stufo del dolce far niente si mise all’opera. Altri ancora dicevano che non cera nessun Dio e che tutto si era creato da sé. Questi ultimi suscitavano in me una forte rabbia, poiché vedevo che non erano alla ricerca di niente. Questa loro passività, mi rattristava grandemente. C’era anche qualcuno che volendo fare sfoggio di sapienza, disse che tutto iniziò tramite il famoso Big Bang, e che era innegabile che grazie ad esso si formò l’universo, che poi è andato evolvendosi nel corso di milioni e milioni di anni. Mamma mia quante assurdità. Ero letteralmente frastornato, non sapevo più cosa dire. Ciò nonostante alcuni di loro, vennero ancora qualche volta sotto la tenda, e per come mi è sembrato di capire, ricevettero benedizioni dal Signore. Ad ogni modo ci siamo persi di vista quasi tutti, ciò non toglie che desidero andarli a cercare uno per uno, capire e vedere come stanno, e fare qualcosa per loro, principalmente ripredicando la buona novella di Cristo. Ma torniamo alla fatidica domanda “perché Dio creò il mondo?’’. Oggi che non sono più un neofita della fede, sento di poter esprimere una risposta a questa domanda. Sia ben chiaro che la mia è solo e soltanto un’idea, una convinzione che non pretende di essere una verità assoluta, e quindi come tale può essere discussa, criticata, valutata, ma può essere anche rigettata. Perciò mi sento di dire con serenità e senza presunzione, che Dio creò il mondo per amore. Per amore? Sì, precisamente per amore, e oserei dire anche per condivisione. Un’idea semplice, una convinzione profonda, sì, io credo in questo e lo ripeto, che Dio creò il mondo e tutto il resto, per amore e per condivisone. Ti è mai capitato di possedere qualcosa di bello, di speciale e prezioso, qualcosa che porta gioia, pace, serenità alla tua anima, al tuo 16
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cuore, al tuo spirito e ti rende felice? E non hai sentito una molla che scatta? Inizi così a muoverti, cercando qualcuno per farlo partecipe del tuo status. Non rende felice e gioiosi vedere i nostri figli, i nostri genitori, anche i nostri fratelli e amici che grazie a ciò che condividiamo la loro vita riceve benedizione? Certo che sì. Assolutamente sì. Chiunque ha l’amore dentro di sé e spirito di condivisione, mette tutto ciò che ha a disposizione di altri, fino anche la propria vita, come estremo dono. Tutto bello, tutto super, tutto buono e meraviglioso. Ma pongo una domanda, così d’istinto, colui che creò il mondo con tanta passione, cioè Dio, con chi o con che cosa avrebbe potuto condividere il suo amore e la sua presenza?
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Capitolo II UN PROGETTO MERAVIGLIOSO
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Quindi come abbiamo visto, la Bibbia ci dice in Genesi 1:1 che nel principio Dio creò i cieli e la terra. Noi come uomini di fede, crediamo fermamente a questa verità, e per certo non ci facciamo ammaliare da teorie e supposizioni più o meno scientifiche, che possono anche essere affascinanti e per certi versi plausibili. Mi riferisco al famoso Big Bang, ovvero un’esplosione cosmica che fu lo start secondo i più, dell’origine dell’universo, l’inizio di ogni cosa. Ma ci sono anche altre teorie che parlano di universi paralleli, nuove galassie e teorie che parlano pure di stelle che si accendono per poi spegnersi, dando così origine ai buchi neri. Addirittura ci sono scienziati e ricercatori che attribuiscono la nascita della vita e di tutto il resto, a microbi e particelle varie, che muovendosi creano vita. Questo è il pensiero della teoria quantistica, che studia il comportamento e il movimento della materia. No, no e ancora no. Basta a tutto questo scempio, basta a questa scelleratezza. Con tutto il rispetto possibile e immaginabile per questi scienziati e ricercatori, mi sento di affermare, ci sentiamo di affermare che la Bibbia dice che nel principio Dio creò i cieli e la terra e così fu. E così è. Continuando sempre a leggere in Genesi 1, il testo sacro ci informa che dopo avere formato cielo e terra, essa era informe e vuota, le tenebre coprivano l’abisso e lo spirito aleggiava sulle acque. Mi viene da pensare e lo credo ciecamente che Egli si contristò, e anche se il progetto della creazione era chiaro nella sua mente, dicevo che egli si contristò nel vedere le tenebre, l’oscurità, l’abisso. Perché credetemi Dio non ama il buio, non ama l’oscurità, e non ama nemmeno il vuoto, né 21
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tantomeno il nulla oscuro e malefico come può essere l’abisso. Egli è un Dio di luce, di ordine e di pace, creativo e propositivo, e vuole che ti appropri di queste virtù, per dare alla tua vita un’impronta santa, eterna. Se oggi ti trovi nella condizione in cui nella tua vita c’è disordine, c’è oscurità, una voragine si è aperta sotto di te, ingoiando i tuoi sogni, i tuoi desideri e le tue motivazioni, ricorda Dio c’è ed è per te. Non importa ciò che sei o ciò che sei stato, e non importa nemmeno la gravità delle tue azioni o dei tuoi pensieri. Non importa in quale abisso oscuro e malefico ti sei cacciato, o l’entità di ciò che ti affligge. Il Santo Spirito di Dio aleggia sulla tua vita, e vuole fare cose nuove, nella grazia e nella luce. Dicevamo che Dio non contento di vedere tenebre, creò la luce, ed ancora il testo biblico ci dice che Dio vide che la luce era buona e la separò dalle tenebre. Questo fu il primo giorno. Ancora leggiamo che Dio creò il mondo in sei giorni e il settimo si riposò. Certamente non vogliamo addentrarci in labirinti strutturali, e non vogliamo dibattere intorno alla durata reale, ovvero al tempo impiegato da Dio per completare l’opera, e cioè come dicono alcuni che per Dio un giorno è come mille anni, e mille anni come un giorno, basandosi sulla scrittura che troviamo in 2 Pietro 3:8. Ma sappiamo per certo e lo crediamo fermamente, che Dio creò il mondo nonché ogni cosa, e che questo suo progetto nato dall’amore della condivisone stava prendendo forma. Tutto era chiaro nella sua mente e ogni cosa stava per venire alla luce. Non direi un’eresia affermando che Dio avrebbe potuto creare tutto in un giorno o forse anche meno. Ma comunque ritengo che il nostro Dio è un Dio di perfezione, e come tale fa ogni cosa con sapienza e intelligenza, nei giusti tempi e nei giusti modi. Guardo e osservo Dio muoversi e darsi da fare per realizzare la sua opera, ma lo faccio non per criticare o per obiettare su qualcosa, ma guardo Dio per imparare. Cerco di allargare le mie competenze, poiché ritengo che Egli in ogni cosa che fa, ci vuole dare un insegnamento, 22
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una lezione. Dalla sua opera di creazione del mondo traggo un esempio che se mi permettete deve o dovrebbe diventare parte integrante e attiva della nostra vita. L’esempio è questo: quando lavoriamo nell’opera del Signore nostro Dio, dobbiamo essere ordinati, dedicati, fedeli, impegnandoci con tutte le nostre energie e risorse. Per farla breve dobbiamo fare le cose per bene, come si deve. Non fa Egli così? Certamente. La luce fu chiamata giorno e le tenebre notte. Nel secondo giorno creò il cielo e nel terzo i mari, apparve la terra asciutta e la vegetazione, erbe, semi e alberi da frutto. Nel quarto giorno Dio creò i luminari, cioè il sole e la luna insieme a tutte le stelle del cielo. Nel quinto giorno creò esseri viventi, cioè tutti gli animali, del cielo e della terra, e pesci del mare, nonché i grandi animali acquatici. Finalmente la vita era arrivata nel mondo, quella vita a noi più vicina, più consona. Ma non era ancora la nostra vita, lo dico da essere umano. Possiamo ben dire che non era arrivata, perché non era ancora stata creata, quel tipo di vita, a cui Dio voleva dare la sua vita. Troppo difficile? No! Dio voleva creare un tipo di vita molto speciale, diversa dalle altre vite animali e vegetali già presenti. Rifletto e come già menzionato prima, guardo Dio che da quell’abile artigiano quale Egli è, colloca con ordine, ognuna a suo tempo, tutte le parti di questo mosaico. Riesco a percepire la soddisfazione che trae nel visionare la sua opera, ovvero tutto ciò che aveva creato. Egli si sentì gratificato per tutto quello che prima non c’era e che adesso appariva in perfetta armonia col suo volere. Una creazione omogenea, amalgamata con tutto ciò che di volta in volta, tassello dopo tassello, andava a formare il suo disegno, completando il suo meraviglioso progetto. Riusciamo a percepire il suo compiacimento totale per l’opera che ha modellato? E non mi dire il contrario solo perché sono passati migliaia e migliaia di anni da allora. Perché il racconto biblico è potente, vivo e coinvolgente, e ci trasmette eventi ed episodi con tale passione, 23
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che ci fanno vibrare e ci proiettano dentro gli eventi, dentro gli avvenimenti che man mano attenzioniamo. In questi primi cinque giorni di creazione non ho potuto fare a meno di notare e di apprezzare la maestria di Dio nel fare ogni cosa con oculatezza. Egli crea con vigore e con ardore mettendo in azione le sue più preziose qualità, e con amore, decisione e carattere Egli fa. Ma credo sia arrivato il momento di iniziare a conoscere meglio il carattere di Dio o almeno qualche lato del suo aspetto, e accostandoci con molta riverenza lo vogliamo fare con l’ausilio di un esempio biblico. L’esempio che vi voglio portare si trova nel libro delle Cronache, il secondo per la precisione, al capitolo 2. Si parla di Salomone che volendo costruire un tempio per Dio e un palazzo per se stesso, impegna un consistente numero di lavoratori, per la precisione 153600 unità, che utilizza per procurarsi tutto il materiale necessario. A partire dai materiali preziosi: come oro, argento, pietre preziose, stoffe raffinate ed eccelse, ma anche alberi dal Libano, pietre pregiate dalle montagne e materiali vari. Un tempio a Dio che potesse dimostrare al mondo intero la grandezza e la magnificenza di Dio stesso. Ma ad un certo punto, si sentì inadeguato. Leggiamo in 2 Cronache 2:7 «Mandami dunque un uomo abile a lavorare l’oro, l’argento, il bronzo, il ferro, la porpora, lo scarlatto, il violaceo, che sappia fare ogni sorta di lavori d’intaglio…». Il versetto continua, ma noi ci vogliamo fermare in questo punto, e riflettendo ammettiamo che a volte ci capita di desiderare di fare qualcosa per Dio, oppure per i nostri amici o anche per la nostra famiglia o la nostra Chiesa. Ma pur programmando tutto al meglio ci sentiamo inadeguati e ci blocchiamo, ci fermiamo e ci scopriamo senza forze. Ma quando si presentano queste situazioni, quando lo sconforto ci assale, pensiamo a Salomone che non si scoraggiò, e nella sua sapienza, nella sua saggezza, virtù che gli provenivano da Dio, cercò aiuto perché realizzò che aveva bisogno di un sostegno. E non è che si rivolse al primo capo tribù in24
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contrato per strada. Salomone chiese aiuto ad un altro re, molto potente a quei tempi, Curam re di Tiro. A lui Salomone fece pervenire il suo bisogno di aiuto, poiché come abbiamo già visto, era completamente come diremmo oggi, entrato nel panico. Quindi dopo aver ricevuto l’ambasciata di Salomone, Curam re di Tiro rispose, dopo naturalmente avere espletato i saluti convenevoli di rito, Egli prese a dire, leggiamo in 2 Cronache 2:13-14 «Io ti mando dunque un uomo abile e intelligente, Curam-Abi, figlio di una donna della tribù di Dai e di padre di Tiro, il quale è abile a lavorare l’oro, argento, il bronzo, il ferro, la pietra, il legno, la porpora, il violaceo, il bisso, lo scarlatto, inoltre sa fare ogni tipo d’intaglio, ed eseguire qualsiasi lavoro d’arte che gli si affidi». Capite? Quando non ce la facciamo più, e nonostante le buone intenzioni non riusciamo nei nostri intenti, rivolgiamoci con fiducia a Dio, Egli dispone di una soluzione per ogni necessità, e ti manderà il suo aiuto anche in modo sorprendente, che mai avresti messo in conto. Supera alla grande le nostre aspettative e ci sostiene oltre le nostre più rosee speranze. Curam re di Tiro dice ancora a Salomone che questo uomo abile e intelligente (che ricordiamo si chiamava Curam-Abi), non avrebbe messo da parte, né tantomeno accantonato i lavoratori già reclutati da Salomone. Ma con molta umiltà, egli metteva a disposizione di tutti, le sue competenze, conoscenze e abilità, e avrebbe collaborato con tutti per la buona riuscita dell’opera. Questo è lo stile di Dio, il modo come si muove. Egli interviene nella nostra vita con tutto il suo potere, con tutta la sua gloria. Non ci mette da parte, ma collabora con noi, affinché le nostre preoccupazioni si risolvano per il meglio. Dicevamo, prima di questa piccola riflessione, che Dio era soddisfatto di ciò che aveva creato, e nei primi cinque giorni, abbiamo avuto modo di seguire gli eventi. Ma Egli sentiva (e di questo ne sono certo), che mancava qualcosa alla sua creazione, qualcosa di veramente importante, qualcosa ancora non ben de25
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finita, ma come diremmo oggi, potrebbe rappresentare ed essere sicuramente la ciliegina sulla torta! Un ultimo tassello, il più importante, il più necessario, un essere molto più superiore di quello che era stato creato, fino a quel momento. Una creatura, una forma di vita, un’entità, con la quale potersi relazionare e condividere il suo cuore. Ma che tipo di essere sarebbe stato? Quale creatura aveva Egli in mente? E soprattutto quali caratteristiche avrebbero contraddistinto la sua esistenza, quale luogo, quale importanza, avrebbe rivestito nel contesto della creazione?
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Capitolo III L’UOMO… APPARE
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A volte penso a come molti di noi si siano trovati nella condizione di avere un terreno edificabile, o anche ricevuto in eredità. Normalmente il desiderio della maggior parte di noi esseri umani, e specialmente di chi ha una famiglia numerosa ed è in affitto, il desiderio è uno solo: costruire una casa utile e comoda in funzione della nostra famiglia. Non è così? Quindi si inizia a pensare in che modo si può costruire. Se c'è possibilità economica e tutte le documentazioni e i permessi sono in regola, l'opera iniziando i lavori comincia a prendere forma. Quindi iniziamo a scandagliare ogni cosa. Oltre al progetto vero e proprio della casa, avendo spazio cominciamo a pensare di piantare un giardino, un bel garage nonché una zona parcheggio e naturalmente non deve mancare l'angolo barbecue. Possibilmente oltre questi comfort, se c'è ancora spazio e disponibilità economica, una bella piscina. Personalmente sono favorevole e sono felice se Dio dà grazia e benedizioni ad alcuni di realizzare le cose citate sopra. Non c'è scritto da nessuna parte che non possiamo avere una migliore qualità della vita, purché tutto sia a norma di legge, e soprattutto in sintonia con il volere di Dio. Mi sono trovato in una situazione simile. Diversi anni addietro mio padre mi donò il terzo piano del condominio di famiglia. Esso era costruito secondo i criteri di circa trenta anni addietro. Prima di andare ad abitarvi, iniziai a pensare di effettuare delle modifiche per renderlo più vivibile, congruo alle esigenze di una coppia giovane, ma che doveva pensare anche a preparare l'ambiente per eventuali nuovi arrivi in famiglia. 29
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Cominciai a pensare a tante cose, semplici e funzionali. Ma la mia condizione economica mi consigliava, anzi mi imponeva prudenza. Grazie a Dio e alla sua bontà, riuscii nell'impresa. Un grosso aiuto lo ricevetti da mia moglie che mi ha incoraggiato sempre, in ogni circostanza. Ancora oggi mi ritrovo a pensare a come rendere l'ambiente più comodo, più accogliente perché non ho ancora completato l'opera. Ma credo che Dio mi darà la benedizione di fare ogni cosa, intervenendo nelle mie finanze, e facendomi grazia di vedere il compimento dei lavori. A Lui sia la gloria per la sua fedeltà, perché mi ha sostenuto e mi sosterrà. Vi ho scritto queste cose pratiche affinché tutti insieme realizziamo che noi esseri umani siamo limitati. Di poche risorse e che quando ci ripromettiamo di fare qualcosa, ci accorgiamo, amaramente delle tante difficoltà e dei molteplici paletti che stanno proprio davanti a noi, sul nostro percorso. Ma quando è Dio che interviene, quando è Dio che opera, Egli fa ogni cosa con potenza e autorità, con sapienza ed intelligenza. Se solo noi lo chiediamo e lo vogliamo, è disposto a sostenerci, prendendosi cura di noi ed entra in azione, con tutta la sua gloria. Creando il mondo lo rese un posto perfetto, dove tutto funzionava con armonia e ogni elemento era magistralmente integrato con tutto il resto. Immaginiamo di vedere, non è tutto meraviglioso? Sono sicuro che Dio ancora una volta si fermò un attimo a mirare il suo operato, dilettato nel vedere cotanta perfezione: alberi rigogliosi, mari pieni di vita, montagne maestose, animali in gran numero liberi su tutta la terra. C'era luce, c'era equilibrio. Ma più Egli guardava più si rendeva conto che mancava quell'essere senza il quale questo equilibrio probabilmente non sarebbe durato a lungo. Dio realizzò ancora una volta che c'era bisogno di un essere capace, intelligente, che con sapienza disciplina ma soprattutto con amore e fedeltà, si sarebbe preso cura di ogni cosa fungendo da custode, e gestendo tutto al meglio dando vitalità all'ambiente intero, con impegno e ar30
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monia. Ma soprattutto cosa importantissima e fondamentale, egli avrebbe dovuto relazionarsi con il suo Creatore e Dio, condividendo con lui gioie, speranze, e perché no anche progetti futuri. Però l'uomo non c'era, Dio non lo aveva ancora formato. l'Eterno voleva un essere veramente speciale al quale affidare i frutti e le fatiche di quei giorni. Ma siamo già arrivati al quinto giorno di creazione e ancora non si intravedeva una soluzione, e in nessuna forma di vita, c'era ciò che Dio voleva. Quindi a chi Dio avrebbe affidato il dominio e la responsabilità, nonché la signoria di questo mondo? Il problema era molto serio, e la situazione necessitava di essere risolta nel minor tempo possibile. Vi invito a seguirmi onorandomi con la vostra attenzione perché voglio condividere questo mio pensiero personalissimo con voi. Credo che visto che niente di ciò che c'era già corrispondeva al suo standard, Dio si ispira a se stesso, e attinge alla sua stessa essenza, per dare forma e identità, a questa nuova creatura. Dopo averne discusso con il Figlio e lo Spirito Santo, ovvero la Trinità divina, fu presa una decisione definitiva, e cioè... Ma vogliamo leggere il testo biblico per comprenderne meglio lo sviluppo degli eventi. Leggiamo insieme dal libro della Genesi 1:26 «Poi Dio disse: facciamo l’uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza». Per dare forma personalità e identità a questa nuova espressione di vita, Dio ha dovuto attingere alla sua stessa essenza, dalla sua stessa natura. Nulla di ciò che era già, soddisfaceva i suoi parametri. Quindi dopo questo incontro, questa consultazione ai massimi livelli, la divina Trinità al gran completo, decise e diede il via alla creazione più stupefacente mai vista prima. Addirittura possiamo dire che sembra quasi quasi, e certamente lo è, che Dio abbia lavorato e preparato ogni cosa, per accogliere il nuovo arrivato. Nemmeno voglio interrogarmi se può essere vero o meno, è bello già a pensarlo. 31
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Tutte le citazioni bibliche, sono tratte dalla BIBBIA VERSIONE NUOVA RIVEDUTA – ED.2006 Società biblica di Ginevra - Svizzera
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SOMMARIO Prefazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5 Introduzione dell’autore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7 1.
La Creazione: lo straordinario inizio di tutte le cose . . . . . .11
2.
Un progetto meraviglioso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .19
3.
L’uomo... appare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .27
4.
Un meccanismo perfetto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .35
5.
Un essere speciale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .45
6.
La gloria dell’uomo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .53
7.
Il divieto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .59
8.
Un piano malefico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .65
9.
Un sibilo, un sussurro, una vocina . . . . . . . . . . . . . . . . . . .69
10. Un cammino in salita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .75 11. Un quadro allarmante . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .81 12. Un nuovo inizio? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .89 13. Un Dio che soffre! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .97 14. Dio scende fra il suo popolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .103 15. Un tempo nuovo... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .109 16. Voce di uno che grida nel deserto . . . . . . . . . . . . . . . . . . .115 17. ...Per un nuovo tempo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .121 18. Un ragazzo di trent’anni... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .127 19. …E la sua missione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .133 20. Tra due fuochi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .139 21. L’opera di Cristo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .147 Epilogo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .153 Ringraziamenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .159
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