ANDREA MUSTON - FATTI DIVERSI

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Testi, immagini e progetto grafico dell'autore e-mail: andreamuston@gmail.com instagram: #andreamuston fb: Andrea Muston Grafico ed altro YouTube: Andrea Muston Artista Atelier AMA via Stegher, 27 – 60025 – Loreto – AN +39 328 5369616 commento di Gerolamo Sirena introduzione all'autore di Massimo Gherardini

in copertina ritratto di EffE (part.)

Studio Byblos Editore - Palermo 2021


andrea muston

FATTI diVERSI ovvero QUALCOSA DI COMPLETAMENTE DIVERSO DA QUELLO CHE HO FATTO NEI TRENT'ANNI PRECEDENTI testi ed immagini 2007 – 2020

a Fanny

Studio Byblos


RINGRAZIAMENTI Un ringraziamento particolare a Fanny, mia compagna, amica e musa. Senza i suoi incoraggiamenti e le sue critiche non sarei mai arrivato sin qui. Il libro é dedicato a lei. Un sentito ringraziamento al Dott. Gerolamo Sirena, psicoanalista della Comunità Internazionale di Psicoanalisi presso la quale si occupa di formazione, insegnamento e pubblicazioni, e al Dott. Massimo Gherardini per le generose parole con cui hanno commentato i miei lavori. Infine un grazie a Maria e Kristina che hanno prestato la loro bellezza per la produzione di disegni e fotografie. NOTA DELL’AUTORE Raccoglie in questo libro alcuni lavori grafici e fotografici e testi, che sono poesie, filastrocche, giochi di parole realizzati negli anni 2007 - 2020. Testi ed immagini che vivono di vita propria, ma talvolta si rispecchiano gli uni negli altri: i testi poetizzano le opere grafiche e queste ultime illuminano i testi. Talvolta le immagini hanno indotto la scrittura, altre volte, invece, i testi hanno suscitato un'immagine.


PAESAGGI SONORI

Più che altrove la poesia è memoria nel mentre scrive la vita. Non ricordo, nostalgia o economia del tempo orpellato di rimpianti, commemorazioni, reviviscenza di un passato mai compiuto dal lavoro del lutto e perciò ombra proiettata in un futuro di lamentazioni, di languide agonie, di mancamenti vittoriani. La poesia è un’orma del sacro, memoria inesausta non appesantita dai gravami della ragione con i suoi benefici ordinativi di regole che discriminano, separano e categorizzano. Quell’orma è la parola libera e quindi, libera, la poesia è scrittura della differenza (sua et subjecti); è sogno, è freccia, è lampo, è ri-nascere, è rinascimento. Andrea Muston scrive poesie d’amore: il suo cielo. E lo ama con le sue nubi e la sua luce: velature e disvelamenti, con il va e vieni della vita senza affanni né risentimenti, senza affetto come difetto, ma con la saggezza quale effetto del viaggio d’amore. E il viaggio è d’amore non amoroso che sarebbe un’erotica del sentimentalismo, una fissazione della donna all’immaginario angelicato e al suo rovescio: la donna resa animale fantastico nello zoo della malinconia. Il viaggio è d’amore, con le sue muse: la traccia e il disegno, impressioni della luce, pittura delle idee, sfumature della memoria in una lingua altra che attinge alla virtù della libertà; necessità d’infinito con i suoi paesaggi, con i suoi ritratti: geografie senza i precetti dell’estensione ovvero senza patetismi né patemi: la geografia dell’amore è il disegno con il suo cielo. Talento poetico, quello di Andrea Muston che scrive quando “canta" d’amore e che “scrive" quando disegna il cielo del suo amore: sogno, dimenticanza, racconto. È il tempo che non finisce. Gerolamo Sirena


TU CREDI

Tu credi di avere appoggiato il piede sulla riva invece l'hai poggiato sul mio petto, reso affannoso il respiro, palpitante il cuore, fremente, nell'attesa di incontrarti. settembre 2009

IV


AMORE, EROS ED ALTRE CREATURE MITOLOGICHE

“In me Eros che mai età alcuna mi rasserena come tramontana rosso di fulmini rapido muove; così, torbido, spietato arso di demenza...” Ibico Calabro – VI sec. a.c.

nella pagina precedente: Il cuscino rosso (part.)

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NON PUOI NON PENSARMI

Non puoi non pensarmi perché sono la sabbia dove ti sei sdraiata, lo scoglio da cui hai guardato il mare e il rumore del mare con cui hai cercato di non sentire il rumore del cuore. Non puoi non pensarmi perché sono il sole che ti ha scaldato le labbra le alici che hai mangiato ed il vino bianco fresco con cui hai cercato di mandami via. Non puoi non pensarmi perché sono il tuo passo che ti ha portata a casa e le tue cose conosciute che hai ritrovato. E non potrai non pensarmi stanotte perché sono le lenzuola del tuo letto dove dormirai e il sogno dove mi ritroverai. luglio 2009

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ACQUA, ACQUA, ACQUA, VENTO, STELLA

Sarò acqua forte per sostenere la tua chiglia acqua docile che si apre davanti alla tua prua acqua obbediente al volgere del tuo timone poi sarò vento costante per gonfiare la tua vela, orizzonte sicuro per darti una meta e stella luminosa per indicarti la via. Infine ancora acqua trasparente per riportarti a casa sponda sicura su cui poggiare il piede sarò casa, dove ti aspetto. agosto 2009

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TU CREDI

Tu credi di avere appoggiato il piede sulla riva invece l'hai appoggiato sul mio petto, reso affannoso il respiro, palpitante il cuore, fremente, nell'attesa di incontrarti. settembre 2009

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VIENI, ASCOLTA RAGAZZA

Non avevo occhi per guardarti la prima volta che ti ho vista lieve, nella luce piena del sole, giovane libellula, ali scintillanti. Vieni ragazza, solo un sorso d'acqua fresca scambiato con un pezzo di pane un semplice gesto inizia la nostra storia. Non avevo braccia forti per tenerti anche se ci siamo abbracciati avidi adolescenti incoscienti, coraggiosi, spauriti e frementi. Vieni ragazza, accoglimi nei tuoi fianchi ardenti avvolgimi con un semplice gesto nelle tue ali stellate e seducenti. Non avevo abbastanza cuore per trattenerti quando una sera d'estate mi hai guardato dritto negli occhi dove non hai visto il tuo destino Ascolta ragazza, la nostra storia non è finita, sono le parole che non sono riuscito a dire prima che tu ti voltassi verso la tua vita. Non avevo pensieri per pensarti nei molti anni, lunga notte, che sei stata via sei stata dentro, nascosta, disconosciuta, amica mia, non potevo dimenticarti.

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la ragazza (ritratto di EffE)


Vieni ragazza, dimentica ogni tradimento, seduta in una piega dell'anima non hai mai tagliato il filo del sentimento. Non avevo desideri per desiderarti senza sapere di aspettare il tuo ritorno ho tessuto una tela testarda fino a che ti ho vista alare la tua nave. Vieni ragazza, raccontami tutti i tuoi affetti, quelli dei tuoi amanti di un tempo e quelli per i tuoi figli che un giorno dirò diletti. Avrò cuore per comprendere senza parole tutta la tua vita, di ieri, d'ora e di domani, adesso che con i miei occhi nuovi ti vedo, lieve, nella luce piena di sole. Ascolta ragazza, raccogli i giorni che restano ormai, uniscili ai miei, tienimi per mano, senza dire sempre, senza dire mai, ma illudimi ancora, mentre ci abbracciamo, sussurra sulle mie labbra: non ci lasceremo più.

luglio 2011

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NUDI

Nudi, guardiamo senza pudore le imperfezioni dei nostri corpi di cui francamente non ce ne importa nulla. Preferiamo guardare la perfezione dei nostri cuori per amarci senza timore. settembre 2018

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LA NINFA CHE MI CONSOLA

Anche la siepe di tamerici ha tremato per la delicata brezza, entra dalla finestra chiusa, agita la tenda come corpo di donna. Inafferrabile madre delle muse, madre mia, non ti comando e non ti temo, m'invade tutta la tua forza tutta la tua ingovernabile passione. Travolgimi, stravolgimi, consolami di tutto ciò che non ho avuto di tutti coloro che non ho amato e che ora, per tua virtù, riconosco e amo. ottobre 2014

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LA NINFA

Sento la ninfa premere, correre, si muove sotto la pelle canta tra le foglie dell'albero mormora dentro la corteccia scivola sinuosa nelle onde sorgive. Non riesco e non voglio svegliarmi e sogno e voglio sognare la ninfa premere sotto la pelle là dove brucia il desiderio dell'adolescenza che non mi abbandona. Creatura d'istinto e luce, madre mia, sorella, occhio trasparente, squarcia il petto della normalità risveglia la sorgente del sangue provoca i battiti del cuore della vita. Voglio essere primitivo, ardente di segrete impurità. Luglio 2013 nella pagina precedente: la follia che viene dalla ninfa (part.)

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CON TE

Rinnovo con te il sacro rito dell'acqua e della purificazione. Percorriamo insieme la santa scala composta di lente carezze e baci, fino al bagno lustrale dove insieme rinasciamo innocenti. Con calma la tua voce mi guida nella cerimonia che ci accomuna ed il procedere l'un verso l'altra perfeziona la partecipazione nell'estasi della comunione fino all'oblio del mondo, anestesia d'ogni dolore. novembre 2017

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TI SEI MAI CHIESTA?

Ti sei mai chiesta cosa c'é dentro l'amore che ho per te? Te lo dico io prima che tu me lo chieda. C'é nascosto l'amore per gli altri amori prima di te c'é la gioia degli incontri, la tenerezza delle condivisioni, c'é il dolore degli addii. E ci sei anche tu, prima di te, la gioia del nostro incontro, la tenerezza della nostra condivisione, il dolore del nostro addio, amica mia, amata, perduta, ritrovata, riamata. gennaio 2017

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VITA DI ODISSEO

Vi lascio alle dimore fisse, agli armenti e ai campi, ai telai, alle vostre stirpi, disse Ulisse. maggio 2016

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ODISSEO, ADDIO

Nella landa desolata di un paese brumoso il vomere di un trattore rumoroso e potente svelle ciò che resta del legno d'un remo e qualche osso disseccato. L'uno e gli altri confusi tra loro e un po' di terra son tolti dalla fossa, gettati in un fosso. Lento un rivolo d'acqua ne consuma l'ultima memoria. luglio 2017

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LA RAGAZZA COL CAPPELLO

La ragazza con il cappello sempre m'insegue nasconde dentro l'ombra scura della tesa l'occhio del serpente, drago piumato, fonte limpida e trasparente, ninfa irragionevole e folle aprile 2016 nella pagina precedente: La ragazza col cappello (part.)

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In morte del physeter macrocephalus linnaeus albus noto MOBY DICK


IL LEVIATANO (Moby Dick, addio)

Sempre maestoso ed indomabile levi al cielo la grande coda pinnata per poi scendere con lenta eleganza sino al fondo dell'abisso insondabile. Quante volte con la tua corsa veloce hai beffato le baleniere assassine: ogni solco d'arpione sulla tua pelle mostra il fallimento della caccia feroce. Con la mandibola che tutto mastica hai solcato inarrestabile ogni mare, solo il tradimento ha potuto ucciderti, soffocato da un sacchetto di plastica. ottobre 2010 nella pagina precedente: In morte del physeter macrocephalus linnaeus albus noto MOBY DICK (part.)

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ANCHE TU TORNERAI

Dopo tanto tempo sono tornato dove siamo stati ragazzi insieme, quando il desiderio bruciava sotto la pelle e noi, avidi, tremanti, gettavamo i vestiti per terra. Tu non c'eri e, nel girare lo sguardo intorno, tra le case e gli alberi ho misurato il vuoto che hai lasciato nello spazio che insieme abbiamo vissuto nel tempo che insieme abbiamo trascorso. Quando, dopo di me, anche tu tornerai dove siamo stati ragazzi insieme, non vedrai il vuoto che ho lasciato. Tra gli alberi e le case non ci sarà né traccia, né orma, né profumo dell'amore di allora, ed ora, della mia malinconia. dicembre 2015

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EDIPO

Principe dal cammino incerto hai vissuto insieme nella verità e nella menzogna insieme tu che sapevi e non sapevi che credevi di sapere tutto e tutto evitare con il tuo progetto solo hai compiuto il destino certo. Quando infine tutto hai saputo non hai saputo più nulla ogni tua sapienza é svanita come torma d'uccelli marini chiamati dalla tempesta e per non vedere ciò che avevi visto, gli occhi offesi, tutto hai perduto. settembre 2017

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Edipo


DOMATORE DI PAROLE

“...Conservane la cipria nello specchietto quando spenta ogni lampada la sardana si farà infernale...” Eugenio Montale – Piccolo Testamento 1953

nella pagina precedente: Edipo e la luna (part.)

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IL DOMATORE

Lavoro al circo, saltuario, sono un domatore di parole. Ho la divisa rossa sgargiante, con stivali alti e neri e son neri pure i baffi. Loro, le parole le scrivo, le costringo tutte a stare in riga, un po' scontente. Però loro sanno di essere in buona compagnia, un po' meno orfanelle. Talora le pronuncio, intimidito, con la mia stessa voce un poco tremante. Però loro sanno che così son vive e vanno insieme per il mondo. Entrano nella testa delle persone e, se son brave, anche nel loro cuore. Però loro sanno che non devono fermarsi mai, ma proprio mai. Entrano, nelle pagine, nelle case, nella voce e nell'anima di chi le ama. Sono poesie, poche parole messe in riga, si tengono per mano. luglio 2014

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AUTUNNO

Cadendo le foglie vanno lontano un brivido di piacere trema il ramo. Ora l'albero più nudo e nero è pronto per affrontare il gelo. novembre 2016

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INVERNO

Torno, e per scaldarmi come ognuno cerco il calore del fuoco, della brace e dell'abbraccio d'amore ottobre 2017

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LA GEMMA (PRIMAVERA)

Premo tra le fibre del ramo il brivido é come una doglia giunge dal profondo delle radici - voglio uscire, diventare foglia novembre 2015

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ESTATE

Ah, potessi portare con me dentro l'inverno tutto il calore che bevo con la pelle come ramarro disteso al sole. ottobre 2017

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SE

Quando con occhi lucenti mi guarda dal sotto in su, cosa succederà forse lo so, lei comunque certamente lo sa: é il momento di scordare tutti i se quando sorridendo mi dice di sì. marzo 2015

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GIOCO CON LE VOCALI

Amata a. Le e?, bene! Gli i: indivisibilissimi. L'o, solo, L'u? huff. giugno 2017

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ALFABETO

21 semplici segni stampati all'infinito e più nelle ali bianche dei libri. Ogni volta diversi rendono noto l'ignoto, svelano il mondo a chi vuole saperlo. luglio 2017

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NEL BOSCO DI PALI (ricordando Quasimodo e Montale)

In un bosco di pali ciascuno sta seduto in cima al suo. Cerca la mano altrui per non cadere e svanire nella sera. Solo un tenue filo rosso sottile, brillante e fragile come seta di ragno ci lega e collega l'uno all'altro per non cadere e svanire nella solitudine. Custodisci quel filo rosso, insegna la danza al tuo cavallo, conserva il velo di cipria sul viso, indossa il cappello piumato: saranno la tua salvezza nella tempesta bituminosa febbraio 2018 nella pagina precedente: ultimi dispacci dalla città di Tebe: la tempesta (part.)

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VERRANNO ANCORA

Verranno ancora dopo di me i bambini che vogliono vuotare il mare con un secchiello contare le stelle del firmamento distesi di notte nel prato di casa. Torneranno ancora dopo di me i bambini a contare i granelli di sabbia delle spiagge per raggiungere l'infinito. Verranno ancora dopo di me i bambini a rincorrere le farfalle nei prati per illudersi di poter volare anche loro come piccoli fiori delicati. Verranno ancora dopo di me i ragazzi a sventolare le bandiere che abbiamo lasciato cadere. dicembre 2018

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VERSO SERA (Grazie Emily)

Solo verso sera mi sovviene che le mie finestre sono luminose le porte aperte il tetto, un cielo azzurro e tutto é sempre stato così – in verità Non saperlo é motivo di molti errori e pene allora e tanti rimpianti, ma anche molta gioia ora che c'é luce ancora. giugno 2018

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Così il mio volo


COSÍ IL MIO VOLO

Così il mio volo é partito prima del tuo arrivo ma non provare un inutile dolore: al deposito bagagli ti ho lasciato un ricordo, un pezzo del mio cuore, il pezzo più grande che restava. La cosa più saggia che riesco a fare é mettere questo biglietto in una bottiglia abbandonarlo in una stazione dove un giorno tornerai chiedendo del capotreno della notte. Al deposito bagagli il codice d'accesso é semplice, é solo un ricordo vago o forse un vago sorriso: ricorda il mio nome. Luglio 2020 nella pagina precdente: così il mio volo

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DARE VOCE A CHI NON HA LA PAROLA

“Ma forse la risposta che mi sta più a cuore dare è un'altra: magari fosse possibile un'opera concepita al di fuori del self, un'opera che ci permettesse d'uscire dalla prospettiva limitata d'un io individuale, non solo per entrare in altri io simili al nostro, ma per far parlare ciò che non ha parola, l'uccello che si posa sulla grondaia, l'albero in primavera e l'albero in autunno, la pietra, il cemento, la plastica...” Italo Calvino “Lezioni Americane”

nella pagina precedente: il suonatore di tromba (part.)

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LO SCOGLIO

Fermo sotto le tue incessanti carezze non mi sottraggo al continuo ritorno: nel lungo tempo vincerai le mie durezze. In molti mille anni mi scioglierò in te lentamente mai più ostacolo alle acque ed alle brezze finalmente anch'io correrò nel mare liberamente. luglio 2015

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L'ONDA

Ho la forza paziente del ritorno infinito la mia voce é quella del rombo atlantico o quella più dolce del mare racchiuso. Sempre ritorno a frangermi sulle rocce e sulle sabbie, sempre diversa e sempre uguale più misteriosa dell'idea del tempo. aprile 2017

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L'onda


VIENE, TORNA, RITORNA

Viene, torna, ritorna l'onda del mare oceano sempre uguale sempre diversa da sempre prima di noi per sempre dopo di noi figura l'infinito sempre rumoreggia nel silenzio della nostra vita da il sentimento di uno stupore senza ragione. novembre 2020

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IL CEMENTO ARMATO

Non parlare troppo male di me per i viadotti, per i pilastri e per ogni muro che talora fan più brutto il mondo: io sostengo anche i vostri tetti. Nasco morbido per natura solo dopo, col tempo, divento duro chiuso dentro un cassone dritto o tondo per l'arte di geometri, ingegneri ed architetti Son loro che mi danno forma io faccio solo il mio mestiere d'essere sicuro per questo mi fan lavorare in tutto il mondo perché insieme il ferro ed io siamo perfetti. novembre 2016

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LA FOGLIA

Staccandosi dal ramo con lieve volo d'addio sospira la foglia: sempre t'amo dice – caro albero mio. novembre 2016

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IL SASSO

Sebbene da questo luogo non mi muovo mai ero che non eri sarò che non sarai. novembre 2015

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AVVERTENZA La conoscenza del titolo del testo dal Titolo Riservato contenuto nella pagina successiva può offendere la sensibilità del lettore. Le persone sensibili sono invitate ad evitare la lettura del titolo del Testo dal Titolo Riservato limitandosi alla sola lettura del testo stesso e passando direttamente alla pagina 52. Per leggere il testo, tagliare lungo il bordo tratteggiato e piegare il lembo a finestra.

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AH, MA ALLORA SEI TESTARD*!

Ti avevo detto di non farlo! Bene, visto che insisti, allora sappi che nel caso di lettura completa della pagina seguente, l'Autore e l'Editore declinano qualsiasi responsabilità riguardo ad eventuali reazioni avverse.

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il Titolo Riservato é

LA CACCA

Fai bene a disprezzarmi in fondo sono solo il ricordo di ciò che hai goduto. Non ti resta che lasciarmi ora e qui, ma un'ultima volta girati a guardarmi: sono ormai tutto ciò che non hai più voluto. marzo 2015

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LA TALPA

Ci vuol pazienza a muoversi qua sotto scavando la terra con queste zampe a pala cieca come sono, non so se faccio centro. Quel che mi spaventa quando esco al cielo non è la luce del sole che non vedo ma non sentire la terra premere contro il pelo. novembre 2015

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GLI OCCHIALI 3D

Ordinati in righe e file ci infiliamo i nuovi occhiali con un occhio rosso rubino e l'altro verde smeraldo. Com'é bella la nuova realtà aumentata nelle sale in 3D molto meglio di quella vera di tutti i dì, quella rosso sangue e verde marcio che sta fuori di qui. settembre 2017

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IL CORPO UMANO

“..... insomma l'”impoetico” non esiste, esiste solo la libertà di considerare poesia … quello che il poeta giudica poetabile.” Fausto Curi - L'avanguardia e l'”impoetico”

nella pagina precedente: nudo arancione (part.)

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IL PIEDE

Sono così lontano che a volte fatichi a riconoscermi tuo. Quando mi trascuri divento duro con te e ti faccio soffrire, quaggiù in fondo. Eppure sono io il viaggiatore che ti porta in giro a conoscere il mondo. marzo 2016

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LA MANO SINISTRA

Pensiamo che la mano destra sia migliore della mano sinistra, più abile, più precisa. In realtà quando apriamo un semplice barattolo é la mano sinistra che lo tiene, il barattolo; quando tagliamo un cibo appetitoso per assaporarlo é la mano sinistra che lo tiene fermo; quando accendiamo un piccolo fiammifero é la mano sinistra che tiene ferma la scatoletta. Quando scriviamo una poesia é la mano sinistra che tiene fermo il foglio, altrimenti le parole non stanno ferme in riga. E quando ci amiamo, e ti accarezzo con la mano destra e ti bacio le labbra, e ti dico: Ti amo, é la mano sinistra che ti tiene stretta a me. gennaio 2017

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L'INTESTINO

Ti ho inviato un avviso di comparizione ma tu non mi ascolti e non ti fermi mai siediti e fammi fare la mia funzione, fermati! ché se mi fermo io, per te son guai. novembre 2017

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LA VOCE

Giunge una voce calma e cadenzata e invece vicina e invece lontana raccoglie un grumo di sentimenti lasciati da tempo in un angolo dell'anima. Questa restituzione, dolce e dolorosa al tempo stesso non vuole lasciarmi più. Occhi, labbra, seni, cosce di donna un celeste mantello di femminilità avvolge l'anima mia figlia di Eros torbida, impura, arsa di desiderio La dolcezza di questo abbandono mi consola e mi invola in un cielo senza tempo. novembre 2015

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I CAPELLI

Affondo le mie dita orfane nei tuoi forti e folti capelli neri, e subito sono un vascello in cerca di un arcipelago di salvezza. agosto 2015

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IL SANGUE DELLE DONNE Non è vero che le donne invidiano la potenza del maschio perché esse sanno che loro sanguinano per dare la vita e il maschio no. Sono gli uomini che invidiano il sangue delle donne perché essi sanno che loro sanguinano solo se feriti. Impongono alla donna di nascondere il sangue perché essi invidiano quel sangue promessa di futura vita. Quel sangue come un fiume carsico ora si mostra, ora si nasconde come un flusso inarrestabile scorre attraverso le dita che provano a fermarlo e scorre nel mondo per il mondo. Il sangue, il sangue, nasconde la propria origine vuole essere conosciuto per essere riconosciuto oltre l'invidia maschile perché é vero che il sangue é anche quello della donna ferita Il maschio astioso ferisce la donna compie l'esorcismo della sua inutile ignoranza. Va e viene il sangue carsico si presenta e ripresenta alle porte della vita pretende memoria e amore. luglio 2017

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CICATRICI (kintsugi umano)

Prendiamo nelle mani i nostri cuori spezzati convalescenti degli amori passati e finiti coliamo l'oro della speranza nelle fratture saranno così di nuovo intatti per un amore nuovo mostrando senza pudore le cicatrici splendenti. novembre 2018

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IL TUO FIANCO

Dopo tanti anni scorre la mia mano impertinente sul tuo fianco morbido curvo e seducente. Dopo tanti anni ancora accarezzo il tuo fianco morbido nudo di panni. Come d'amore un lido sogno il tuo fianco morbido Come d'amore un nido sfioro il tuo fianco morbido A questo amore m'affido accarezzando il tuo fianco morbido Quando morimmo ancora accarezzavo il tuo fianco morbido Morimmo che ancora la mia mano impertinente accarezzava il tuo fianco morbido e seducente. giugno 2017

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UN POCO DI CONSAPEVOLEZZA

“La giusta indignazione …(é una virtù)” Aristotele – Etica a Nicomaco, II, 1108b

nella pagina precedente: grande scarpa rossa (part.)

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LA FESTA

Rullano i tamburi, il santo passa, la gente applaude, si mangia, si beve: é la festa! Poi tutto é finito. marzo 2016

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PER ORA HAI VINTO TU (omaggio a B. Brecht)

Generale, per ora hai vinto tu: il tuo bombardiere è una macchina di terribile forza e precisione. Per la sua potente capacità d'uccidere non serve neppure un pilota: quell'aereo è diventato un drone. Il tuo carro è un'arma invincibile dotata di un potente cannone e d'ogni tipo di munizione. Con la sua corazza impenetrabile non difende più un equipaggio: è guidato solo da un ingranaggio. Generale, ora usi una tecnica nuova, ma il tuo scopo è sempre quello: uccidere persone ad ogni manovra. Ma gli uomini hanno sempre lo stesso difetto: se pensano smettono di essere tue vittime e prima o poi fermano il tuo piano perfetto. Generale ma tu hai un nuovo piano geniale fai tacere il cannone, lasci a terra il drone sopra la divisa indossi un bell'abito blu verso il cielo alzi l'antenna della comunicazione. Anche tu sai bene che l'uomo può pensare nella sua coscienza lucidamente hai visto il nuovo campo di battaglia da conquistare. luglio 2016

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HO VISTO

Ho visto lunghe colonne, di uomini, donne, bambini, mariti, mogli, madri e padri, figli e genitori, fratelli, sorelle, accalcati, sconosciuti tra loro, con la valigia stretta nelle mani con la paura che si rompa, sparga sul cammino le poche cose. Ho visto barconi stipati di essere umani, tra loro, donne, uomini, bambini, di pelle più chiara o più scura, accalcati, sconosciuti tra loro stretti i denti, sgomenti gli occhi, per la paura che il mare si apra, li inghiotta nella sua profondità. Ho visto colonne di uomini in divisa stendere ancora rotoli di filo spinato, efficace applicazione minimale, metallo che illumina i denti sorridenti dei governanti compiaciuti nell'arte di inventare le patrie e dividere gli uomini e governare.

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Ho visto la mia piccola amorevole moglie preparare il pranzo di natale nella nostra piccola confortevole casa dove con la loro piccola automobile sono convenuti genitori e figli, uomini e donne, amici. Abbiamo levato calici sottili e trasparenti colmi di vino e bollicine. Ci siamo scambiati gli auguri gaudenti per un piccolo futuro migliore: il nostro naturalmente.

luglio 2016

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DG - DOCILI E GABBATI (Digital generation)

Batte e ribatte insistente il dito sullo schermo piatto del mio vecchio smart-phone la mia mano é un poco piccola ma sarà più grande ed adeguata dopo la chirurgia plastica quanti bei selfie mi farò anche con l'ultimo regalo di papà, il mio nuovo drone il dottore ha migliorato il mio pollice tagliato in tante piccole dita per digitare senza fatica adesso condivido proprio tutto anche quello che mi capita non so dove e come posto tutte le foto mie e degli amici anche di quello che mi tocca il culo e talvolta la fica ma francamente non mi interessa anche perché domani avrò un altro nuovo smart-phone é molto diverso da quello di prima ma imparerò ad usarlo in men che non si dica lo so sin d'ora e senza provare trasformerà la mia vita come un ciclone con quello saran più belli i selfie che farò a mio piacere grandi e piccoli con due sole dita però prima devo togliere gli auricolari altrimenti non so che dice qui davanti il mio clone, e non capisco perché se ne sta qui davanti a me, invece di parlarmi con il suo i-phone. aprile 2015

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Esodo


SOLO

Sopravvivo indolente nella nostra casa, sento l'eco dei miei passi nel corridoio non so come, passeggio per stanze vuote colme solo della mia accidia Mi lavo casualmente dopo una notte di sonno inutile mentre vibrazioni elettromagnetiche mi ordinano di essere felice Mi siedo distrattamente, consumo un cibo qualunque mentre il direttivo ipnotico elargisce centomila menzogne farneticanti Bevo una qualche acqua dal rubinetto anche se non ho una vera sete mentre l'insistente connessione mi allinea con persone sconosciute Esco nel mondo faticosamente cammino per la strada mi guardo intorno senza vedere niente con le mani nelle tasche del giaccone. Entro per caso e lentamente in un centro commerciale sempre uguale a se stesso pieno di oggetti che non mi servono.

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Torno e ripeto i passi nel corridoio e penso a quando tornerai mentre il cellulare trilla avvisi che non voglio ricevere Così ci riduce lo strepitoso, inarrestabile sviluppo a mangiare in fretta cibi insapori, bere alcoolici per stordirci e dimenticare che siamo eroi del nulla senza progresso. invece di salire nella vita, - inebetiti siamo discesi lentamente nella notte alcoolica

marzo 2016

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LA CITTÀ IN PIEDI

Nelle città coricate, lungo le vie e tra le case, anche i giardini poco nascondono, tutti vedono tutti: il sazio vede l'affamato, l'ubriaco l'assetato, l'assassino ed il truffatore, la loro vittima designata. Io vivo nell'agio, vedo il povero, la sua povertà mi disturba pure un po'; il povero mi vede, immagina la mia ricchezza e rabbia gli fa. Nella città verticale dritta in piedi tu non ci vedi, abbiamo costruito le nostre case in cielo. Così nell'azzurro con i miei amici ci sentiamo proprio dio. Non ho bisogno d'essere misurato nel mio lusso: per salire su da me c'è un ascensore riservato. Laggiù nelle strade e tra le case della città distesa l'affamato, l'assetato, l'ignorante, l'assassino e il truffatore non mi vedono più, ma son sempre rabbiosi come cani. E anch'io sto meglio, vivo lassù nel mio lusso sfrenato con le mie belle donne, i bei bambini e le buone sostanze che mi porta quel bravo ragazzo che ho autorizzato. Quando si stufano della loro miserevole vita e s'agitano un po' troppo nella città distesa laggiù li spavento con qualche attentato qua e là e se voglio, pure una guerra posso scatenare, e se non si calmano e stanno zitti e buoni bombardiamo un ospedale, o una scuola e che non se ne parli più! luglio 2016

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Ti aspetterò


TI ASPETTERÒ

Ti aspetterò in un luogo facile da trovare, ti aspetterò in una stazione di servizio di carburanti Non so dirti che colore o che luci risplenderanno nel giorno o nella notte quando mi cercherai. Ma ce n'è così tante in giro e son tutte somiglianti che non avrai difficoltà a trovarmi in quella stazione di servizio di carburanti. maggio 2016

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CAMBIA CANALE

La luce del televisore illumina la stanza, dallo schermo mi guarda una bella ragazza con occhi brillanti e con un dolce sorriso mi chiede: vuoi più parole? cambia canale vuoi più canzoni? vuoi più ballo? cambia canale vuoi più ragazze e beltà vuoi più sesso e nudità? cambia canale vuoi più giochi? vuoi più gioco con la palla? cambia canale vuoi più dio per inginocchiarti? vuoi più sostanze per drogarti? cambia canale vuoi più viaggi per divertirti? vuoi più vestiti per rimirarti? cambia canale vuoi più bere? vuoi più cibo? cambia canale

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vuoi più animali per coccolarli? vuoi più animali per mangiarli? cambia canale vuoi più animali che mangiano animali? Vuoi più animali che sbranano uomini? Vuoi più uomini che sbranano uomini? cambia canale ed io ho sempre cambiato canale la mia anima morta ha dimenticato il male, lasciato sulla poltrona davanti al video acceso un corpo vuoto senza parola e senza peso.

luglio 2016 nella pagina 78: l'Idra (part.)

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LA PALUDE

distesi in riva alla palude abbronzati, crediamo di vedere un mare accecati dietro gli occhiali da sole crediamo di guardare il vasto oceano seduti in riva alla palude ci muoviamo solo per mangiare e bere sotto un ventre troppo pieno ci addormentiamo incapaci di sognare da un qualsiasi paludoso Altrove qualcuno viene insinua la morte sotto la fessura degli occhi. Inconsapevoli, siamo già morti. marzo 2015

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L'inganno


L'INGANNO

In questi giorni ti puoi spogliare nessuno ha da criticare l'armonia delle tue curve a tutti piace guardare ed anche un po' toccare il concerto delle tue morbidezze che lasci vedere con la favola della bellezza che sempre t'inganna. Non crederai che mi interessa quel che pensi che ascolti, che parli o le emozioni che senti, l'importante é che soddisfi tutti i miei sensi che muova il tuo corpo senza pentimenti tu, in fondo, credi che questa sia la libertà. aprile 2016

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Il pesce sull'albero


IL PESCE SULL'ALBERO

Quante volte il tuo scatto veloce ha suscitato la gelosia di piccoli uomini che t'hanno sfidato invidiosi e malevoli a far prova contro la tua stessa natura. Ingenuo e generoso sei salito sull'albero con solo la tua coda e le lunghe pinne maldestre come remi incastrati tra i rami: ora sei debole e buffo tanto potente eri prima. Non farlo e torna libero ed indomabile a solcare ogni mare azzurro e selvaggio, a frequentare le tempeste e le bonacce volteggiando i tuoi fianchi lucidi e guizzanti Lascia sulle labbra degli sciocchi il riso sterile di chi indegno sullo scranno del giudice pretende che sia un errore di natura se il pesce non é scoiattolo e torna in te a essere chi sei. febbraio 2017

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IL TERREMOTO (ricordando S. Martino del Carso di G. Ungaretti)

Di questi paesi non è rimasto che qualche casa diroccata. Cumuli di pietre sono il sepolcro di giardini, vie e piazze Il tremore più grande é nel cuore straziato. Di tanti che la notte fuggirono solo pochi non sono tornati, ma quei pochi son pure troppi. luglio 2016

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LA POESIA (omaggio a Marianne Moore)

Certo é difficile da amare e perdere molto tempo con lei tuttavia non si può negare che dopo sei migliore di come sei. dicembre 2017

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TESTAMENTO

Adesso taglia l'albero che germogliò quando nacqui; spoglialo delle sue foglie, scava il suo tronco e nel tronco scavato riponi le mie spoglie. Affidalo alle acque del fiume, lasciami tornare in lenta solitudine al mio mare per l'ultimo naufragio. agosto 2017

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SULLA POLTRONA

Sulla poltrona fiorata arenato tra macerie e reperti di buoni propositi sto. ottobre 2020

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Introduzione all’Autore «L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è.» (Paul Klee) Il sorprendente, poliedrico, innovativo e mai banale autore Andrea Muston crea un proprio stile, una propria timbrica in un’arte composita, che unisce la pittura alle parole e l’idea alla rappresentazione fisica e materiale. Muston, maestro della grafica, sceglie in pittura di percorrere la via del segno, alla continua ricerca della conoscenza, il cui anelito interiore appare insaziabile. Di pari passo Muston sperimenta, così, svariate tecniche e molteplici materiali in percorsi, strade, rotte, vie, sentieri, molto diversi fra loro, ma tendenti univocamente ad una meta comune: il messaggio da esprimere. Un’arte pensata e organizzata teatralmente, sicché l’autore diviene contemporaneamente regista, scenografo e sceneggiatore. Ruolo fondamentale spetta, così, all’osservatorelettore al quale è rivolta. Oltre al pregevole ed intrigante significante, “chi guarda” è invitato a volgere all’ermeneutica, all’interpretazione per cogliere il significato. L’arte di Andrea Muston, quindi, si pone l’obiettivo di scuotere le coscienze, di risvegliare gli animi per rendere l’uomo da spettatore ad attore protagonista. È il caso di Ora d’acqua – 2012, (visible su YuoTube nella galleria dell'Artista) dove gli esseri umani, con l’ombrello in mano, girano in tondo come dei carcerati nell’ora d’aria. La porta è murata, fuori la finestra è buio. L'opera suggerisce senza equivoci che il difficile da trovare è il vivere. Allo stesso modo in Inganno – 2015 i legami amorosi intrecciano e annodano il volto della donna, su uno sfondo rosso che sembra più richiamare la passione ed il dolore, piuttosto che l’emozione. Come la Vita, anche L’Amore vero ed il rispetto dell'essere donna sono difficili da trovare. L’opera Be cool – 2012, (anche quest'opera visible su YuoTube nella galleria dell'Artista) invece, con una testa fatta a strisce del soggetto rappresentato, sullo sfondo giallo del dubbio, suscita l’interrogativo, molto attuale, se “tagliare le proprie radici” possa aprire davvero la strada della felicità. Ma è con Esodo e con In morte del Physeter macrocephalus Linnaeus Albus noto Moby Dick – 2020, che Muston desta più fortemente i sensi, l’animo e la coscienza sopiti. Nel primo, la figura dell’uomo in trasparenza sta quasi per scomparire. Nel secondo il mitico leviatano Moby Dick non è ramponato e inseguito da Achab, ma è ucciso dalla banalità sconcertante di un’umanità di plastica. Il messaggio è chiaro: la vita e la morte del mondo dipendono da noi uomini, che abbiamo l’immenso potere di far divenire qualcosa il nulla e qualcuno il nessuno. «L’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni.» (Pablo Picasso) Massimo Gherardini

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INDICE Paesaggi sonori di Gerolamo Sirena Amore, Eros ed altre creature mitologiche ..............5 Non puoi non pensarmi ................................................6 Acqua, acqua, acqua, vento, stella ..............................7 Tu credi ........................................................................8 Vieni, ascolta ragazza ..................................................9 Nudi ............................................................................12 La ninfa che mi consola .............................................13 La ninfa ......................................................................15 Con te .........................................................................16 Ti sei mai chiesta? ......................................................17 Vita di Odisseo ...........................................................18 Odisseo, addio ...........................................................19 La ragazza col cappello .............................................21 Il leviatano ..................................................................23 Anche tu tornerai ........................................................24 Edipo ..........................................................................25 Domatore di parole ..................................................27 Il domatore .................................................................28 Autunno ......................................................................29 Inverno .......................................................................30 La gemma (Primavera) ..............................................31 Estate ......................................................................... 32 Se ...............................................................................33 Gioco con le vocali .....................................................34 Alfabeto ......................................................................35 Nel bosco di pali .........................................................37 Verranno ancora .........................................................38 Verso sera ..................................................................39 Così il mio volo ...........................................................41 Dare voce a chi non ha parola ................................43 Lo scoglio ...................................................................44

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L'onda .........................................................................45 Viene, torna, ritorna ....................................................47 Il cemento armato ......................................................48 La foglia ......................................................................49 Il sasso .......................................................................50 Avvertenza .................................................................51 Testo con titolo riservato ............................................55 La talpa ......................................................................56 Gli occhiali 3D ............................................................57 Il corpo umano .........................................................59 Il piede ........................................................................60 La mano sinistra .........................................................61 L'intestino ...................................................................62 La voce .......................................................................63 I capelli .......................................................................64 Il sangue delle donne .................................................65 Cicatrici ......................................................................66 Il tuo fianco .................................................................67 Un poco di consapevolezza ....................................69 La festa ......................................................................70 Per ora hai vinto tu .....................................................71 Ho visto ......................................................................73 DG – Docili e Gabbati ................................................75 Solo ............................................................................77 La città in piedi ...........................................................79 Ti aspetterò ................................................................81 Cambia canale ...........................................................83 La palude ...................................................................85 L'inganno ....................................................................87 Il pesce sull'albero ......................................................89 Il terremoto .................................................................90 La poesia ....................................................................91 Testamento .................................................................92 Sulla poltrona .............................................................93 Introduzione all'Autore di Massimo Gherardini ...........94

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