Progetto Didassi Progetto Didassi Maria Patrizia Burgio
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Studio Byblos - editore
Maria Patrizia Burgio
Progetto Didassi
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L’uomo è un valore vivente e vive una vita veramente umana grazie alla cultura (Giovanni Paolo II). In ottemperanza a questo assunto già dalla remota antichità romanica si utilizzava il “mos majorum” prima e l’humanitas in rispetto della tradizione, esse rappresentavano le virtù civili e i valori sociali e personali a cui tutti aspiravano,non solo la società ma anche la famiglia patriarcale romana era orientata verso questi valori e si occupava direttamente dell’istruzione dei “pueri” fino a che vespasiano fece di quest’ultima una res– pubblica; l’istruzione divenne appannaggio dello Stato. Egli Vespasiano, incaricò Quintiliano, un eccellente maestro, di “educere” i fanciulli romani e fu tra i primi educatori ad auspicare una “scuola attiva”. Il “mos majorum” di derivazione ellenistica, in luogo dell’etica del lavoro e del sacrificio, la filosofia e la poesia stile di vita, quest’ultimo basato sulla benevolenza e sulla modernità, nonché lo scetticismo in luogo
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della religiosità, non sono qualcosa che si contrappone necessariamente al costume degli antichi, ma che al contrario coesiste e ne rispetta i valori tradizionali: potremmo dire con cicerone “cultura est humanitas”. In Grecia dunque è sorto il pensiero filosofico con le problematiche e le strutture che sono proprie della nostra cultura; i greci per primi si posero con coscienza il problema di concretizzare un’educazione completa dell’uomo, che guardasse non soltanto alle aspettative dell’individuo, ma innanzitutto a quelle della società. Essi ebbero la più elevata concezione dello Stato,la cui principale funzione era quella di educare i suoi cittadini verso un’ideale di filosofia e cultura che avevano costruito (si vedano i filosofi) succedutisi come Socrate, Platone, Aristotele, i quali hanno indirizzato tanto il pensiero filosofico quanto la pedagogia, orientando le scuole verso obiettivi didattici superiori quali la formazione in toto della persona umana nell’armonioso sviluppo delle facoltà (fisica e spirituale). La filosofia e la pedagogia da sempre hanno agito in sinergia; La pedagogia ci veicola il concetto di educazione ma non può fare a meno della filosofia, da cui evince la concezione universale della realtà, e più specificatamente la conoscenza del creato, della natura dell’uomo e dei suoi fini. Con l’avvento del medioevo la cultura e l’educazione che fu-
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rono tutelate dalla chiesa, ebbero un arresto notevole; la chiesa fu l’unica a tramandare le grandi opere letterarie e la preziosa filosofia greca insieme al diritto dell’antica Roma. L’umanesimo apportò l’esigenza di una scuola rinnovata, assumendo un carattere intermedio tra la scuola elementare e l’università e preparando agli studi delle facoltà delle arti. La formula del trivio (grammatica, retorica, dialettica) e del quadrivio (aritmetica, geometria, astronomia, musica) veniva rinnovata. I classici preferiti erano Platone, Aristotele, Virgilio, Cicerone, Orazio, per la pedagogia Plutarco e Quintiliano. Si studiarono talvolta le opere latine contemporaneamente Dante e Petrarca. Il rinascimento fu il periodo culminante in cui si distinsero geni come Leonardo da Vinci (inventore e realizzatore della gran parte della tecnologia moderna etc. altresì pittore eccellente), Leon Battista Alberti (filosofo, architetto ed artista completo. La pedagogia di quest’epoca si forgia su un tipo di educazione più pratica che teorica, con basi umanistiche. Ritornando al medioevo, San Tommaso D’Aquino, riferendosi ad Aristotele, dice che il percorso educativo è un itinerario “incontinuum” e una trasformazione interiore che passa, dalla potenza dell’apprendimento all’atto, dalla pura osservazione della realtà, il discente, non essendo“tabula rasa” ma
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colui a cui appartiene un certo grado di sapienza che è in potenza,per acculturarsi richiede dall’esterno l’azione del maestro. La pedagogia tommasea tratta il processo educativo sulla base teorica aristotelica della potenza e dell’atto che è la realtà. Ciò detto vale anche nel rapporto docente-discente, infatti l’educatore è il riferimento a cui l’educando deve tendere attraverso un’itinere di conoscenza San Tommaso veicola il movente dell’apprendere nello stimolo interiore, non nell’azione puramente esteriore di chi educa ma altresì che il discente formi in autonomia le proprie concezioni. La pedagogia di San Tommaso è pregna della figura dell’educando, mette in atto un atteggiamento alquanto moderno che non fu comune a tutta la filosofia scolastica, la quale divenne sillogismo infecondo e come tale attrasse a sé, con polemica, il periodo umanistico. Ritornando all’assunto della frase succitata di Giovanni Paolo II, per ottemperare all’arduo compito dell’educazione chi qui annota era un’insegnante di scuola materna che ha potuto sperimentare insieme ai bimbi stimolando i loro bisogni ed interessi, un’esperienza unica, soffermandoci e scoprendo ogni giorno orizzonti nuovi attraverso un metodo concretizzato emulando la filosofia socratica.attuando la “maieutica”, ponendomi da tramite traendo la verità che è già dentro di
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UNA LIRICA PER L’ANIMA
Il figliol prodigo Voltò le spalle alla casa paterna in modo che ancor tutti costerna, rovinosa avventura lo colse così indietro si volse. Gli occhi del padre consunti dal dolore nella paziente attesa la sapiente speme il trascorrer del tempo leniva i giorni dell’antico genitore. Altro avventore fe’ la sua vece Il ritorno fù la sua prece. Verso i quotidiani gesti verso la semplicità il figliol prodigo la sua attenzione rivolgerà; una grande festa il vecchio padre ordinerà e a banchettare i commensali con grande gioia inviterà. Le più decise pennellate Rembrandt nella sua famosa tela infuse, “magnificiente” similitudine con l’eterno padre impose. Divina carità mosse l’alto fattore E l’umanità intera sin dai tempi antichi accoglie sempre con immenso amore.
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Lu suli Lu suli cucenti cu’ li so’ rai calanti tuttu arricria e la terra e li vermi calìa Binidittu ‘ddu ‘ntillettu magnu Ca’ fici lu munnu e a mia ca’ dintra ci sugnu ca’ dissi <<sia fattu lu suli, ca’ piaci all’aceddu,a li voi e a li muli>>. Lu suli, ca’ ‘ntisiarrispusi <<cumannao gran putenti ca’ fazzu a tutti cuntenti, a li sciura, all’armali di tutti li formi e all’omu ca la notti cuntenti s’addormi!>>
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Un uomo (per Alekos Panagoulis) Un uomo, una storia, una marea di emozioni, atomo del nulla, relatività di pensieri. Anima graffiata con solchi profondi theòs theòs mou -un uomo - un uomo come te Don Chisciotte che combatte i suoi mulini a vento Un uomo sconfitto; vittorioso alfine eleuteria conduceva i tuoi passi, andasti incontro al tuo destino e fu così che tirannide ti uccise, mani assassine ti spinsero nel baratro. Theòs theòs mou - ora sei lì ove l’immobile impera, <<io>> vagante nell’immenso mare dell’oblio.
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A mia figlia (alla mia adorata Poripò) È l’alba chiara con le sue novità, le sue promesse come una donna con le sue chiome sparse. È l’alba della tua vita, chiara limpida creaturina mia, obliate insieme in un tormento unanime che non va più via. Chiara dolce chiara virgulto mio, amata figlia mia al calore della tua essenza si sciolgono i ghiacciai e la vita mia. Una veste antica ai tuoi piedini Come un’eroina da Dio prescelta Nel dir omerico vedo A proferir parole come un antico aedo, neppur le rocce rimangono insensibili al calor dell’afflato tuo, sii vittoriosa sempre e incalza e vinci il nemico tuo. Il mio abbraccio eterno ti donerò per sempre Che avvolgerà le tue dolci membra, un sapore antico nel tuo ricordo rimembrar potrai nel tuo bel viso il tuo sorriso riecheggiar udrai. Pensami ogni tanto sul far della sera E accenna così per me una fugace preghiera. Dall’alto dei cieli ti benedirò e rimarrai, per sempre la mia adorata Poripò.
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Illusioni perdute I valori da tempo sopiti e i baci rubati al tempo saranno loro che ci daranno scampo nel sapere di non sapere nulla amore o psiche ragioniam d’incantamento al culmine del compimento di ogni giorno od ogni ora in letizia o a tribolar nel nostro cor, sogno o son desto, sperando di scansar ciò che è molesto, noi: creature caduche immuni al turbinio avvolgente che è la vita, guidami in questo viaggio, prefiggi tu la meta l’onirico o il reale illusioni perdute convien lasciare.
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Finito di stampare Luglio 2019 per conto dello Studio Byblos - Palermo
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