MICELLI MAURIZIO - RESPIRI PROFONDI DALL'ADRIATICO

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MAURIZIO MICELLI

Respiri profondi dall’Adriatico Narra!va culturale

Studio Byblos ANTEPRIMA


© Tutti i diritti riservati all’autore. ANTEPRIMA


A mio padre (perché ogni cosa è controversa).

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PRESENTAZIONE Maurizio Micelli è nato, e vive, a Mesagne (BR) il 22 Ottobre 1958 una cittadina pugliese a dieci chilometri dal mare Adriatico. Superata, auguriamoci per tanto tempo, una grave malattia, trova lo sprone per realizzare il suo sogno. Scrivere. Lo fa da sempre, fin da bambino, Non ha mai osato però inviare alcunché ad una casa editrice. Lo fa ora, raggiunto il coraggio consapevole delle proprie idee. E dopo un percorso di vita che non lo agevola, ma alla fine poco a poco incamera l’autostima, mai spocchiosa, ma necessaria per “tentare l’impresa”. Deve per questo ringraziare il Professor Fortunato Sconosciuto. Profondo conoscitore di storia, filosofia, mente acuta, oratore limpido, Suo Ispiratore e Motivatore (Maurizio dice “spero non suo malgrado”). ANTEPRIMA


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L’autore ha frequentato il liceo scientifico, non ha completato gli studi di giurisprudenza - della cosa se ne da ampio conto nel manoscritto - e conosce molto bene i meccanismi dell’alta finanza per aver svolto ruoli direttivi in una organizzazione finanziaria internazionale. Nel 2016 tiene una conferenza per spiegare i meccanismi della crisi dei sub prime affiancato da Paolo Maddalena vicepresidente emerito della Corte Costituzionale. Quando Maurizio ne parla, dice che si è sentito come Calimero al cospetto di un gigante. Partecipa attivamente da laico, “alla scuola del dialogo” un circolo culturale di orientamento prevalentemente cattolico, guidato da un parroco illuminato e aperto. Promuove in quell’ambito la diffusione di vari temi per la comprensione del mondo moderno. L’autore si confronta con vari temi a livello personale e varie questioni sociali fino ad formulare e divulgare teorie filosofiche molto personali. Nonostante i temi del manoscritto possano apparire impegnativi, il libro è una sinossi del mondo moderno che viene letta tutta d’un fiato poiché scorrevole, ironica e a tratti sarcastica.

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INTRODUZIONE DELL’AUTORE liberamente tratta da (Cavallo Pazzo - Giuliano Il Solfista)

Noi cerchiamo le tracce, intercettiamo i segnali, fiutiamo il contesto. Noi siamo vigili, attenti, sospettosi e pensiamo che, al minimo dubbio, non ci siano dubbi. Noi siamo corrosivi, grattiamo la superficie. Noi siamo quelli che non se la bevono. Noi siamo gli ἈPOTI.

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INDICE Presentazione.....................................................................................................5 Introduzione dell’autore...................................................................................7 Parte I Sospensione notturna....................................................................................................11 Parte II Risorgi... meno!..........................................................................................................17 Parte III La conoscenza e la libertà ........................................................................................27 Parte IV Conoscenza, intensità di vivere. Papà Lachaise .......................................................33 Parte V Io, mio padre e un liceo di provincia ..........................................................................43 Parte VI Ancora papà , un po’di filosofia, molte idee avverse ................................................51 Parte VII Il comunismo ha fallito, liberismo “uber alles” e gli gnomi di Zurigo pisciano sul capitale..61 Parte VIII Libertà e Capitalismo. Da porci con le ali, a porci in volo ...................................83 Parte IX Umano troppo umano, fino a quando? .....................................................................97 Parte X Temo l'uomo ma confido nel divenire immanente, controverso e coerente .............111 Parte XI Teleologia della metempsicosi. Attento al marciapiede .........................................117 Parte XII Usa e getta oppure Usa e Cina. Un osservatorio privilegiato...............................123 Appendice ......................................................................................................131 ANTEPRIMA


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Parte - I Sospensione notturna.

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Settembre, oramai non c’è più nessuno qui al mare. Resiste solo un folto gruppo di famiglia di fronte alla villetta che mi ospita. Cala sempre un po’di umida frescura marina dopo il tramonto. Cenano comunque all’aperto, ogni sera, invariabilmente. Discutono fino a tardi. Prolungano la pausa estiva. Sento le voci, intravedo le luci, mi fanno compagnia. Io sono fuori, sul terrazzino. Il vento di tramontana spinge forte. Porta il suono della risacca e il salutare iodio dal mare adriatico. Il mare non si vede da qui, ma è a poche centinaia di metri. Lo sento eccome, lo respiro, è cosi intimo, benefico, un privilegio. Passo la notte così, su una sdraio, imbacuccato, ascoltando musica di mio esclusivo gradimento dal mio cellulare. “Oh madre dal cuore atomico”1 un miracolo, anzi due, forse addirittura tre. Vedremo. Se non ci fosse stata quell’epoca di sperimentazione sociale, quindi culturale, perciò anche musicale, non avrei potuto sperare in quella “suite”, vabbè... Ascoltata all’aperto, peccato veniale, ma tanto poi in inverno l’avrei ascoltata a casa, dove sarei reANTEPRIMA


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stato quasi certamente bloccato. Play list. Titolo: -Suite indoor.(Uhm buona trovata). Grazie Federico, sei l’unico al mondo che può ridere a crepapelle di questa... Come dici? ...superfetazione pleonastica? Pletorica? Pure.! Eh certo... “tauto-logical song”... (Supertramp). Rincara la dose dai. Spingi al massimo… Bastaaa! Mi prendi troppo per i fondelli, ricorda che ho un’età… La tua risata è contagiosa, eclatante direi, fetentissimo amico mio, ho il respiro corto lo sai, soffoco dalle risate. Non chiamarmi più! Devo prendere un po’di ossigeno, si si dalla bombola, ma mi son divertito da pazzi parlando con Federico, gran maestro di musica. Interlocutore aperto, colto, intelligente. È l’unica cosa che chiedo in fondo. Spero non l’ultima. Pretendo relazioni costruttive, ridere di gusto, di qualità. Se non rido di gusto vuol dire che la qualità scarseggia nella mia vita - non certo ridere di cose risibili-2 Solo di questioni che mi premono, stanno a cuore. Da prendere sul serio. E se non posso riderne, allora voglio incazzarmi. Di un’incazzatura che mi sembri onesta. E solo un dialogo con me stesso in effetti, mi da forza, recupero identità. Mi serve. Indignazione? Anche. Chi me lo impedirebbe. Ne ho diritto. ANTEPRIMA


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Vedo indignarsi solo personaggi indegni. E noi? Ed io? A me è consentito anche un po’di turpiloquio, Q. B. Non sto bene lasciatemi in pace, e poi in fondo me lo sono guadagnato. Infatti nessuno ha il coraggio di farmelo notare. Non storcono il naso... bravi! Amici, conversazioni, musica, libri, risate. Deve essere tutto gustoso, di qualità. Cibo e vino specialmente. Non solo un vino buono per l’estate,3 ma rosso corposo e morbido d’inverno. O grandi rosati pugliesi da vitigni digradanti dalle colline al mare. Senatore Cappelli. E altri semi in purezza magari. A queste condizioni sarei, forse, anche disposto ad ascoltare fino in fondo l’ultima parte del discanto.4 Sul terrazzino, alle tre del mattino, si materializza. Silenziosa come sempre. Bionda, sconvolta dal sonno mi guarda, “Vieni a letto”... “Cazzo! mi hai spaventato… Verrà la morte e…” “i miei sono celesti cretino!”…5 E con cura, e tutta la fermezza concessa dal corpo intorpidito, impone un altra coperta alla mia fragilità. Non vuole che prenda un malanno. Sa che non me lo posso permettere. Va tutto bene. Respiro profondamente. L’aria marina scende armonicamente fino alla parte periferica dei polmoni, m’invade, non trova ostacoli, respiro profondamente, si è vero! Grazie Dio, Nettuno, iodio. Chiunque o qualunque cosa tu sia. ANTEPRIMA


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Mi dicono che Vasco ha fatto la stessa cosa. Più in grande ovviamente. Villone sul mare. Mi sento rasserenato. La mia terrazzina di notte, il mare intorno. Mia minuscola, adorabile personalissima Pangea.

1) Atom heart mother (Album dei Pink Floyd). 2) l.t. Da : Il nome della rosa ( U. Eco) 3) da: “Discanto” (pezzo musicale di Ivano Fossati). 4) Discanto (pezzo musicale di Ivano Fossati). 5) Verrà la morte e avrà i tuoi occhi verdi. (Cesare Pavese). ANTEPRIMA


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Parte - II Risorgi... meno!.

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Ineluttabile, come tutte le tragedie, arriva il giorno. Sole prepotente. Poi non so perché al mattino gira sullo scirocco. Sull’Adriatico, scirocco, significa vento che porta fuori. Mare azzurrino, cristallino. Meravigliosa costa di Puglia. Invasa da turisti e limitrofi di giornata. Troppa gente per le mie forze. “Andiamo in spiaggia.” “Ma no vai con i tuoi amici.” “Io non posso, sono foto sensibilizzato dai farmaci.” “Sei misantropizzato dalla collera.” Ma non è cosi, devo solo trovare un posto ombreggiato per leggere. Voglio morire leggendo, storcermi la cervicale, svenire. Maledetto scirocco fiaccante, lasciami leggere. Giancarlo De Cataldo, titolo del romanzo: “I traditori”.6 Mi interessa. Lascia intuire, allude forse. Storia appassionante. ANTEPRIMA


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Finisco il libro, che mi sembra “disvelarsi” solo alla fine. Veleggio leggero nell’aria verso quella idea appena accennata, sottintesa, oppure io percepisco messaggi frutto della mia sola stupida interpretazione. Devo approfondire. Fatti storici ed interpretazione soggettiva: il clipper è un veliero dalla linea filante, forse l’ultima nave a vela della storia. La più veloce, la migliore. È ambita, va a ruba. Garantisce scambi commerciali più rapidi e sicuri.Varata nel 1820, resta la regina incontrastata dei mari per molti decenni. Domina le rotte commerciali. L’impero di sua Maestà Britannica decide una mossa impegnativa. Il Barone dallo Scudo Rosso7 accetta, e presta allo stato inglese, in contanti ed in un solo giorno, quattro milioni di sterline. Disraeli, primo ministro britannico, garantisce per la Corona. O meglio, è la Corona in quanto istituzione, che garantisce per Disraeli e la Regina Vittoria. Compagni di merende in questa avventura finanziata da un privato. L’Egitto, sull’orlo del fallimento, cede agli inglesi i diritti sul canale di Suez. “Aida” , come sei bella… (canta di Rino Gaetano). Aida (opera di Giuseppe Verdi, ambientata in Egitto, composta per l’inaugurazione del Canale di Suez). La Francia potrà ancora incassare una parte residuale dei dazi doganali, ma poca cosa. Le due potenze marittime e coloniali sono al cambio della guarANTEPRIMA


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dia per il dominio del mondo. Talassocrazia. Ancora il mare. Le navi inglesi non dovranno più fare il giro dall’Africa per raggiungere il loro più importante possedimento. L’India. Il canale è perfetto per evitare il periplo. D’altronde anche i francesi hanno grossi interessi nel Maghreb. Pur essendo propensi a mantenere lo Stato Pontificio fuori dal processo di annessione all’Italia, spingeranno per la rotta commerciale priva di inutili intralci. L’Unità d’Italia garantirà un unico corridoio costiero ad est e ad ovest, che guarda caso va a tuffarsi proprio nel canale. Bisogna abbreviare i tempi di viaggio, altrimenti troppo costoso. Più dura più costa. Viva il clipper. Viva l’Italia. Capitano ed equipaggio sono pagati a giornata. Le merci sono deperibili. Prima arrivano, in partenza ed al ritorno e meglio sarà per tutti. Armatori in primis. Antonio, tranne terribili tempeste, probabilmente non avrà più paura di dover pagare l’insolvenza con una libbra della sua carne8. Inglesi e francesi ci vogliono un gran bene, ci vedono in un solo unico abbraccio italico. Vedono di buon grado una bella passeggiata di salute nel mare nostrum. Evitando soste e dazi da pagare ad ogni piè sospinto agli staterelli peninsulari. Certo, si scatenerà una guerra. L’unificazione non sarà un pranzo di gala. Ci saranno morti, cambi di casacca, tradimenti, lutti e altri lutti ancora, orgoglio, schifezze brigantaggio e ‘ndranghetia. ANTEPRIMA


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La rotta unica bisogna farla comunque. Saranno gli eroi italiani che uniranno la nazione. Sono già d’accordo, pregustano il loro posto nella storia. Viva Garibaldi. Viva Mazzini, sempre ospite degli inglesi. Al centro di pericolosi giochi di spie, ma ineffabile, consapevole che la vera partita si gioca più in alto. Più importante dei pur insidiosi complotti sotterranei concepiti ai suoi danni dalle spie asburgiche. Giancarlo, aiutami! Il gioco sembra troppo grosso per i Savoia. Hanno riserve valutarie esigue ed una inflazione che rende la loro moneta carta straccia. Le guerre costano, e Cavour lo sa bene, ma conta sull’aiuto dell’esercito francese. E chi paga l’intervento d’oltralpe? Certo, il tesoro di “Francischiello”. (Francesco II di Borbone – l’ultimo re di Napoli). Ci sono cospicue riserve valutarie in oro nelle sue casse. Viva l’Italia unita, ed i suoi eroi. Avanti Savoiaaaaa! Traditori? Ho imparato cose diverse a scuola. Giancarlo aiutami, ti prego! L’indifferenza dello scrittore. De Cataldo non si fa vivo ovviamente. E quando mai uno scrittore, specialmente di quel valore, usa il suo tempo per spiegare il senso della sua opera ad un singolo lettore? ANTEPRIMA


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Perciò mi consolo aspettando con speranza il crepuscolo, a quell’ora si capisce già se gira ancora sulla benefica tramontana. La sento arrivare finalmente, ventilazione asettica. Ripulisce tutto il marciume imprigionato nelle gocce di umidità e la confusione generatasi nella mia testa. Avverto che il vento ha lievemente mutato angolazione. Mi sono procurato uno sgabello per appoggiare i piedi, distendere le gambe. Sono più comodo, sono debole. Aspetto che arrivi la notte. Terapia talassica. Sempre il mare. Le voci giungono più chiare e distinte stasera. La tribù di fronte ride forte, di gusto. Sono un po’ alticci forse. C’è di sicuro una gran comunicazione tra loro. Avrei voglia di aprire il cancello e farmi offrire da bere. Ma non si rompono certi equilibri, il miracolo di capirsi al volo. Blindati nel noto che li cementa, li identifica, ma qualcosa riesco a comprendere. Siamo quasi conterranei in fondo. Intuisco quasi tutto. Sono uniti. Forse perché senza rendersene conto, sprangano i concetti in battute salaci espresse in lingua dialettale. “Tetragonie” antropiche. Comunicazione non permeabile. Sembra un’inconsapevole difesa di un antica identità. Si esaltano. Diventa gnosi. Dimentico di monitorare l’ossigenazione. A spanne… mi sento bene. ANTEPRIMA


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Mi sono rinfrancato lo stesso. Portentosi aneddoti. Gustosissimo folklore. Barzellette sconce che sortiscono sorprendenti effetti terapeutici, insaporite ed irrorate dallo slang. Ora gridano e ridono, bevono sbattono sul tavolo e sbraitano. Strano. C’è un po’ di violenza. Macché, mi sono appisolato un attimo. Ho sognato un manipolo di ribaldi pronti a diventare briganti, darsi alla macchia e preparare attentati cruenti a strenua difesa delle loro barzellette. Che idiota. Si tratta solo di Gaspare e la sua famiglia i soliti simpatici, innocui, chiassosi dirimpettai. Ignari del mio… “voyeurismo auricolare”. Giancarlo, mi hai dato alla testa! Ha mutato un po’ direzione stasera , non c’è dubbio. Di tanto in tanto mi assale l’odore di alghe putrefatte. O forse no, si tratta solo del corpo in decomposizione di Bendicò!9 Povero Bendicò! Povera bestia giocherellona! Straccio di pelle canina gettato nella polvere spazzata via dalla storia. Una strana storia che non riesce a completare il suo corso. Insomma chi sono i traditori? Grossolane spie borboniche alleate con altezzose spie asburgiche, e cospiratori vari che vogliono far fuori Mazzini ed impedire l’Unità e l’Indipendenza d’Italia? O addirittura gli Eroi del Risorgimento? I nostri cari polverosi eroi sedimentati nella nostra tradizione? Indiscutibili, coraggiosi, visionari. ANTEPRIMA


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Ci hanno venduto allo straniero per un sogno, in fondo personale? Parla maledetto scrittore non sai che il lettore parla con te? Oppure lo straniero lo hanno subito per imbelle, atavica, italica debolezza? Se così fosse suonerebbe come una sinfonia tutt’ora in voga. De Cataldo se ne sbatte altamente. Ti aspetti che l’autore del libro ti attenda in casa, acquattato e silenzioso nei fogli di carta, come un ombra, segnacolo schiacciato nell’ultima pagina letta, pronto a dare nuove emozionanti informazioni. Non tradirmi, mi verrebbe da dire. Nulla di fatto… Giancarlo non mi hai voluto aiutare. Non ho altra scelta. Perso nel dubbio, credo sia lecito anzi… d’obbligo a questo punto - d’altronde , “noblesse oblige”… Dover gridare ai traditori, chiunque essi fossero, un glorioso, totalizzante, ecumenico, ma soprattutto unificante… vaffanculo! E così sia! 6) I traditori (libro di Giancarlo De Cataldo). 7) Scudo Rosso (emblema da cui deriva il prestigioso cognome dei potenti banchieri - Rotschild-). 8) Antonio (armatore veneziano protagonista de “Il mercante di Venezia” di William Shakespeare). 9) Bendicò (Il cane dei Principi di Salina. Simboleggia grandezza e decadenza delle famiglie siciliane dopo l’Unità d’Italia. da “Il Gattopardo”- Tomasi Di Lampedusa). ANTEPRIMA



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Parte - III La conoscenza e la libertà.

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Tutte le volte che mi tocca andare in chiesa, la cosa che odio di più, è ascoltare la messa. Che palle sti’ preti! Ripetono indolenti una litania incomprensibile, cadenzata, inutile. Oramai mi son convinto, come tanti, che sono dei poveracci rifugiatisi in un nuovo grembo in quanto pederasti o pedofili. Peggio ancora. Esseri così mediocri da non trovare altro posto nel mondo. Indossano una divisa che credono possa proteggerli, identificarli, conferire rispetto. Eppure, trascorsa oramai l’estate, nella casa invernale ascolto volentieri le omelie di Don Salvatore. Amici premurosi mi inviano, attraverso “Whatsapp”, le registrazioni, ed io ne faccio tesoro. Come prevedibile sono bloccato in casa. Salute malferma. Questo sacerdote mi pare un grande intellettuale. Formidabile dominatore della scrittura, riesce a renderla comprensibile. Assume senso. Diventa spessa, tangibile e quotidianamente applicabile oserei. ANTEPRIMA


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