ANTONELLA NATALE - RITORNO IN IRPINIA

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Antonella Natale

Ritorno in Irpinia

Studio Byblos


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Ritorno in Irpinia

Introduzione Ho voluto ambientare questo libro nel periodo post terremoto perché anche se era un periodo molto difficile, la gente aveva voglia di vivere e ricominciare. Nonostante il ricordo del terremoto riecheggiava spesso nei discorsi di tutti i giorni, tutti avevano voglia di ritornare alla normalità. L’Irpinia è una terra ricca di tradizioni, ma anche di tante problematiche, tra cui l’emigrazione. Una terra dove c’è tanto verde e tanta natura da scoprire, tanti racconti da ascoltare. Nelle sere passate vicino al fuoco, durante l’in-

verno quando c’era poco da fare, era un modo per trascorrere il tempo, i racconti dei miei genitori non mancavano mai. È a loro che dedico questo libro, mio padre e mia madre, a i loro sacrifici e al loro amore. ANTEPRIMA

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Il treno giunge in stazione e si ferma, tutti i passeggeri iniziano a prendere i bagagli ed avviarsi all' uscita. Elisabetta si guarda intorno, sa di dover scendere ma proprio non ha voglia, continua ad attendere cercando di rinviare il più possibile quel momento. Bastano alcuni minuti e si ritrova sola nel vuoto e silenzioso vagone. A questo punto si alza con malavoglia, prende i suoi bagagli e si avvia all'uscita, scende dal treno ritrovandosi in una folla di persone, con molta pacatezza inizia a cercare qua e là per scorgere un viso conosciuto. Ad un tratto avverte il tocco di una mano sulla spalla, si volta e vede la persona che cercava. Lo riconosce a malapena, lo vede invecchiato, dimagrito, i suoi capelli sono brizzolati, i suoi occhi castani appaiono stanchi, di altezza media e qualche chilo mancante, il viso molto abbronzato con un sorriso sincero. Indossa una camicia grigia e un paio di pantaloni di jeans chiaro, molto informale, ma di solito questo è il suo modo di essere, tutto contento l'abbraccia e gli dice. - Elisabetta sei arrivata finalmente! Sono proprio contento!La ragazza non proferisce parola, l’altro toglie le valige di mano alla nuova arrivata e le fa strada verso l'auto, si muovono 5

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tra la folla con difficoltà, la stazione ferroviaria di Avellino di sabato è più affollata del solito. Dopo poco arrivano vicino al mezzo, una fiat 128 verde tenuta benissimo; sistemano le valige, entrano e partono per la loro destinazione. Durante il tragitto l'uomo continua a parlare e a raccontare ciò che è successo in questo periodo in cui lei è mancata, la ragazza continua a rimanere in silenzio non curante dei racconti dell'uomo, il pensiero va alla vita che l'attende da oggi in poi. L'auto da Avellino si sposta verso l'entroterra irpino, si addentra sempre di più nella zona montuosa, man mano che l'auto procede e attraversa i paesi alla ragazza viene in mente quando cinque anni prima sono arrivate in quei luoghi segnati dal terremoto, era gennaio del 1981. Ricorda quando lei e sua madre arrivarono lì, ciò che le circondava era desolante, a due mesi dal terremoto il paesaggio tutto intorno a loro era ridotto a cumuli di macerie e gente che cercava di recuperare qualcosa che non fosse troppo mal ridotto. Nel ripensare a quel periodo gli viene un nodo allo stomaco. Tutto inizia quando sua madre appena appresa la notizia del terremoto decide di dover aiutare la gente del suo paese d’origine. Fanno le valige in tutta fretta e si catapultano in Irpinia, l’opinione della figlia Elisabetta, allora bambina di undici anni, non viene tenuta in considerazione dalla madre. La piccola non voleva andare via da Milano, città in cui era cresciuta e aveva tanti amici, ma anche perché non voleva allontanarsi dal suo adorato papà. Durante tutto il tragitto, mentre la ragazza è immersa nei suoi ricordi, il patrigno non fa altro che raccontarle tutte le prospettive che possono realizzarsi per lei, 6

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l'uomo è entusiasta e fa credere che anche il resto della famiglia lo sarà. Quando si riprende dal frastuono dei suoi pensieri si accorge che sono quasi arrivati a destinazione, nel paesino di Nusco alla contrada Gargone, è lì che risiede oggi la nuova famiglia di sua madre ed è lì che Elisabetta dovrà restare anche se non vuole. Dopo il divorzio dei genitori lei è stata affidata alla madre è deve restare con lei fino alla maggiore età, ossia altri 16 mesi e 4 giorni, li ha contati e ricontati da quando ha saputo, una settimana prima, che sarebbe ritornata in quel posto. Avrebbe preferito passare questo tempo nel collegio di suore dove ha passato gli ultimi quattro anni, ma la retta che pagava il padre è diventata troppo esosa, secondo la nuova compagna del genitore, perciò doveva essere eliminata. Così lei si ritrova a dover tornare dopo 4 anni in quella casa, dove ha trascorso i 12 mesi peggiori della sua vita, allora non riusciva ad adattarsi a quella vita, così di comune accordo i genitori decisero di farla stare nel collegio a Roma, in modo che fosse a metà strada da entrambi. L’angoscia l’assale al solo pensiero di ciò che ha passato, intanto l’auto svolta a destra, imbocca il vialetto delineato da un muretto, dopo una decina di metri si ferma davanti ad una classica casa di campagna. Modesta, da poco ridipinta all’esterno di un colore giallo delicato, gli infissi nuovi lucidi di un marrone chiaro, la costruzione si distribuisce su due piani, è immersa dal verde degli alberi, dei cespugli, dell’erba, le altre abitazioni sono molto distanti. 7

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Il patrigno scende e prende le valigie, apre la porta alla ragazza e la invita a scendere, con movimenti distratti lei mette i piedi a terra scendendo dall'auto, ancora una volta l'uomo gli ripete. - Vedrai saranno tutti contenti per il tuo ritorno.- Il patrigno le circonda le spalle con un braccio quasi la trascina in casa, appena varcano la soglia dell’abitazione si trovano subito in cucina, una stanza molto grande con due finestre che donano luce in abbondanza, c’è un ampio camino in marmo rosa circondato da due poltrone sulla parete alla destra del portone d’ingresso, di fronte a quest’ultimo c’è anche un balcone, una parete è dedicata ai mobili dediti alla cucina, al centro della stanza un enorme tavolo in legno circondato da sei sedie, l’arredamento è essenziale, pochi i soprammobili che personalizzano l’ambiente, qualche vaso senza fiori sul camino, e un centro tavolo con della frutta fresca sul tavolo. Una volta dentro l’uomo annuncia a gran voce. - È tornata Elisabetta! Ma a quell’invito nessuno risponde nel modo in cui l'uomo ci si aspetta. C’e una donna che è intenta a cucinare e due ragazzini che stanno finendo di fare i compiti. La donna si volta per un momento senza soffermarsi sulla nuova arrivata. - è pronto da mangiare, ragazzi apparecchiate la tavola.Elisabetta riconosce in quella figura di donna, sua madre. Si sofferma con lo sguardo su di lei, il suo fisico sempre slanciato e asciutto, ma i capelli hanno perso la loro lucentezza, ora sono di un castano spento e non sono più come una volta sempre in ordine con la messa in piega, li tiene legati a coda, gli occhi marroni circondati dalle occhiaie, il viso tirato. 8

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L’aspetto di sua madre le suscita perplessità più del fatto che neanche la saluta, questo in effetti se lo aspettava, infatti nei lunghi anni passati in collegio sua madre non le ha fatto mai una visita e non l’ha neanche mai chiamata. Intanto i due giovanotti, ossia i gemelli figli del patrigno, sgomberano il tavolo per apparecchiare. L’uomo la desta dai suoi pensieri. - Cara ti accompagno in camera tua, vieni.- Gli prende le valige e le fa strada. Salgono due rampe di scale che portano al piano superiore. Attraversano un lungo corridoio fiancheggiato da varie porte per fermasi davanti all’ultima porta in fondo, l’uomo la apre e si addentra. Entra anche la giovane, vede una stanza abbastanza grande divisa da una lunga tenda, il lato che spetta a lei è un po’ piccolo, come arredamento ha un letto singolo con una testiera in ferro battuto ben lavorato, un piccolo armadio di ciliegio a due ante, un comodino con sopra un paralume. L’uomo mette una mano sulla spalla della ragazza - Tua madre è contenta che sei tornata, si comporta così solo perché è orgogliosa! E poi stiamo passando un periodo un po’ particolare. - Il patrigno giustifica il comportamento della moglie. Ti aspettiamo giù così mangiamo tutti insieme.- Veramente non ho molta fame .- Risponde la ragazza un po’ avvilita. Ma l’altro non ammette un no come risposta. - Devi scendere a mangiare con noi, non esiste che resti qua sopra da sola, siamo una famiglia e si mangia tutti insieme.L’uomo ci tiene a farla sentire a casa. Lei esausta per il viaggio e per i tanti cambiamenti che ci sono stati nella sua vita, preferisce accettare l’invito piuttosto che mettersi a discutere. 9

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Quando resta da sola in camera si guarda intorno, la stanza è divisa da questa enorme tenda, si avvicina per sbirciare dietro. Ci sono due tavoli messi uno sull’altro, una decina di sedie e altra roba difficile da identificare tanto il disordine che c’è. Allora la ragazza intuisce che quello doveva essere il ripostiglio, sistemato poi alla meglio per lei. Sconsolata si dirige verso le sue misere valige per sistemare i suoi pochi abiti nell’armadio, dopo cinque minuti ha già terminato. Dopo che ha finito di sistemare il tutto si rende conto che all’interno dell’anta dell’armadio c’è uno specchio, vede il riflesso che gli rimanda, resta imbambolata a fissare la sua immagine, i suoi capelli scuri, leggermente ondulati le ricadono sulle spalle e appaiono trascurati, osserva i suoi occhi neri, come quelli di suo padre, la sua pelle olivastra, il suo fisico in carne con i fianchi arrotondati; quel viso quasi sempre cupo. Solo la sua postura le dà una certa austerità, uno dei doni legati alla rigidità delle regole del collegio. La sua immagine le rimanda tanta malinconia e tanta tristezza, richiude l’anta dell’armadio e si accinge a scendere. Finite le scale si ritrova in cucina, dove è già tutto pronto per la cena, sono tutti a tavola. - Elisabetta siediti.- La invita il patrigno. Ci sono due sedie libere, la ragazza le osserva cercando d’intuire quale sia il suo posto. - Siediti dove vuoi, siamo solo noi stasera.- Il padrone di casa capisce il suo problema. Lei sta per sedersi su una sedia vuota quando i gemelli in coro subito la bacchettano. - Quello è il posto di Marco!- Allora lei subito balza di nuovo in piedi, tra le risate dei due. 10

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Il padre prontamente riprende i due giovanotti, i quali continuano a ridere sotto i baffi. I due fratelli sono del tutto identici se ad osservarli è un occhio non esperto, hanno lo stesso colore di capelli, nero corvino, lo stesso taglio, infine per complicare le cose si pettinano allo stesso identico modo con la riga girata a destra. Occhi verdi, furbi, vivaci; un fisico asciutto, quando uno inizia la frase l’altro la completa, ma soprattutto quando si tratta di fare guai pensano all’unisono. Una volta che la nuova arrivata ha preso posto, inizia la cena. C’è la zuppiera con il pollo arrosto, l’insalata e la frittata con le zucchine. Durante la cena la famiglia parla soprattutto dell’ andamento a scuola dei ragazzi. - Dovete studiare giovanotti -. Lo so che la scuola è appena finita, vorreste godervi le vacanze, però ricordatevi che a settembre andrete alle medie. Iniziate a completare il libro delle vacanze, un po’ alla volta così non vi peserà, lo finirete con calma ripassando gli argomenti già studiati a scuola. - La maestra ha detto che se v’impegnate potete raggiungere dei buoni risultati. Avete le capacità ma non la volontà.- Esordisce la matrigna vicino a i due gemelli, che di tutta risposta chinano la testa in senso di pentimento. Poi si rivolge al marito. - Sono andata ritirare le pagelle, sono entrambi promossi, ma la maestra mi ha detto che sono un po’ troppo vispi in classe, qualche volta non portano i compiti fatti. Però quando hanno voglia le cose le fanno e anche bene...- Il padre ascolta senza replicare, poi osserva i figli senza parlare, i due sanno che ci saranno delle conseguenze. Poi la donna decide di cambiare argomento. - Sai se devo lasciare qualcosa da mangiare a Marco?11

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- No, oggi è sabato, è uscito con gli amici, mangerà qualcosa fuori.- La cena è finita la donna inizia a sgomberare la tavola, per poter mettere un po’ di frutta. - Ti è piaciuta la cena Elisabetta?- L’uomo ha constatato con molto piacere, che la giovane ha gradito la cena. - Si, era tutto buono.- Con suo enorme stupore davvero ha gradito le varie pietanze, non solo per fame, ma per la loro bontà. - L’insalata è quella del nostro orto, come anche le zucchine, anche i polli li cresciamo noi. Domani se ne avrai voglia potrai fare un giro nella nostra campagna. Adesso mangiamo un po’ di frutta e poi è meglio andare a letto che si è fatto tardi e sarai stanca per il lungo viaggio.- E sì! Il tempo era volato anche quella giornata era finita. La giornata che segnava, l’ennesimo, punto di svolta nella sua vita. Si trova a osservare sua madre mentre sbriga alcune faccende di casa, non le ha rivolto la parola per tutta la sera, cerca di evitarla in tutti i modi, o parla con il marito o con i figliastri, facendo ben attenzione a non curarsi di lei. Osserva bene il suo viso, senza un filo di trucco, per Elisabetta è una novità, che ha visto sua madre sempre ben curata e truccata. È come se la vedesse per la prima volta, come se non fosse lei, ora può notare le rughe che le solcano il volto, può vedere il vero colore dei suoi occhi, marroni quasi neri, così profondi. Non è più quella donna snob che sei anni prima abitava a Milano. Persa nei suoi pensieri non si accorge che la frutta è in tavola, i due gemelli velocemente l’agguantano per mangiarla, ci sono delle invitanti fette di anguria e i primi fichi. 12

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- Ragazzi lasciate qualcosa anche agli altri, non fate i maleducati.- I due fratelli si danno un occhiata e si mettono a ridere mentre mangiano di gusto una fetta d’anguria. - Prendi Elisabetta, prima che finisca tutto.- La ragazza divertita dall’intesa dei due adolescenti si ritrova a sorridere del loro comportamento così spensierato e ingenuo, nel contempo si serve anche lei una fetta d’anguria. Dopo aver finito di mangiare la frutta la famiglia si trasferisce sul balcone, ognuno prende il suo posto, il capofamiglia si siede su un divanetto, subito va ad affiancarlo la moglie, i due fratelli prendono posto su delle sedie di vimini ed infine rimane l’ultima sedia per la nuova arrivata, posti vuoti non ce né sono. Allora la ragazza fa mente locale, si rende conto d’aver occupato il posto che di solito spetta a qualcun altro. Ma subito quel pensiero viene spazzato via perché la sua attenzione ricade sull’ ambiente circostante, un profumo intenso di erba tagliata combinata con un dolce aroma di albicocche, poi un leggero venticello le accarezza il viso. Si sente così rilassata, i rumori della campagna sono dolci, tutt’insieme sembrano suonino una melodia ben intonata, la tranquillità di quel posto la travolge, ma a riportarla sulla terra ci pensano i gemelli che puntualmente iniziano a litigare per un qualcosa che neanche esiste. - Basta ragazzi! - Il padre subito interviene prima che la situazione degeneri. - Andate in bagno e subito a letto.- I due non provano nemmeno a contraddire, si alzano come dei soldati e prendono la strada per andare a letto. 13

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- Allora Elisabetta, come ti sembra il ritorno? Lo so che è presto per valutare, però come hai potuto vedere sono cambiate tante cose, la ricostruzione delle case buttate giù dal terremoto sta proseguendo bene. - Il patrigno, come sempre molto premuroso, cerca di far sciogliere la figliastra. - Anche noi abbiamo quasi finito di sistemare casa, qualche ritocco poi sarà completa.- Lei risponde con un filo di voce. - Va bene, mi piace.- Abbassa gli occhi per non incontrare lo sguardo della madre però si sente comunque osservata. - Penso che andrò a letto anch’io, sono stanca. Buonanotte.- Si alza senza aspettare risposta e va via. Arrivata in camera si siede sul letto nonostante l’ora non si sente stanca, neanche pronta per andare a letto, allora decide di aprire un po’ la finestra per respirare ancora quell’aria che tanto le piace, sembra così pura, leggera. Una volta aperto il battente della finestra sente le voci dei due coniugi, si ritrae per non essere vista ma lascia aperto per ascoltare. È il marito che parla. - Perché non provi a parlarle e chiarite? Lei adesso vivrà qua con noi, basta con questa ostilità non l’hai neanche salutata quando è arrivata …Lei lo interrompe e risponde con amarezza. - Quando è andata via neanche lei ha salutato, mi sembra di ricordare! Cosa si aspettava che le stendessimo il tappeto rosso al suo ritorno? Sei tu che le dai troppo credito non se lo merita. Lui tenta pazientemente di far ragionare la moglie, nella speranza che possa ricucire il rapporto con la figlia. 14

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- Angela cara, allora era solo una bambina io sono sicuro che non sapesse cosa faceva, non capiva il male che arrecava agl’altri, a te più di tutti, dagli una possibilità per recuperare il vostro rapporto. È sempre tua figlia. Lei non tollera più le continue scuse mosse a favore della figlia viziata ed esplode. - Tu hai sempre straveduto per lei, e come siamo stati ripagati? Non è venuta neanche al nostro matrimonio, dopo che l’abbiamo supplicata. Non ci ha scritto una lettera in questi anni mai una chiamata, adesso il padre non vuole pagare più la retta del collegio e ce la rispedisce qui senza neanche chiedere cosa ne pensiamo. - La donna è molto arrabbiata. - Quando è stata qui ogni suo capriccio era un ordine, l’accontentavamo in tutto, abbiamo messo da parte gli altri per lei, invece lei ha preferito andare in un collegio di suore piuttosto che stare con noi. È troppo viziata, ha la stessa arroganza del padre questo è il suo problema. L’uomo non prova neanche più a rispondere, lascia sfogare la sua metà, la quale continua come un fiume in piena. - Se vorrà stare qui dovrà adattarsi alle regole della casa, dovrà svolgere anche lei delle mansioni, il suo ruolo da principessa l’ha perso. Tu smettila di difenderla sempre, non è tua figlia!È quest’ultima affermazione viene usata dalla donna solo per ferire il marito, poi si sente solo il silenzio. La ragazza è rimasta ad ascoltare ed ogni parola detta dalla madre le pesa come un macigno, i rimorsi per i suoi comportamenti passati la devastano, ma come ha detto il suo patrigno era poco più di una bambina, molto 15

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viziata, egoista ed abituata ad avere tutto. Non la spaventa dover svolgere qualche mansione, ma a questo punto si rende conto che non la spaventa neanche l’ostilità delle persone che ha ferito anni prima, le quali adesso vogliono vendicarsi, come sua madre e non solo, troppi pensieri, troppi rimorsi, troppe cose che vorrebbe cambiare ma non si può. Demoralizzata decide di mettersi a letto, dopo qualche minuto è già nel mondo dei sogni. I primi raggi di sole entrano nella camera, la ragazza si sveglia non riconosce quell’ambiente, ci vogliono alcuni secondi affinché capisca dove si trova, poi ricorda tutto, si mette seduta, rassegnata decide di sopravvivere a questa nuova vita, mancano poco più di sedici mesi alla maggiore età momento in cui potrà andare via da lì per non farne più ritorno, adesso però deve combattere per andare avanti. Sente il bisogno di andare in bagno, solo che deve mettersi un pantalone addosso non può uscire solo con la camicetta, trova degli shorts e se l’infila. Apre la porta, sente il silenzio intorno a lei, ancora tutti dormono. Cerca di fare piano per non svegliare gli altri, arriva alla porta del bagno ed entra. Si lava la faccia, una volta guardatasi allo specchio decide anche di pettinarsi, i suoi capelli li trova orrendi, dopo aver dato un po’ di colpi di spazzola si arrende e decide di tornare in camera sua. Apre la porta per poi richiuderla lentamente tendendo la maniglia con entrambe le mani cercando di fare il più piano possibile una volta riuscita nel suo intento, tutta soddisfatta si volta per rientrare in camera, ma quando sta per procedere si trova un muro davanti a lei che le impedisce di camminare, un muro umano, 16

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l’ultimo elemento della famiglia, quello che più teme. Alza gli occhi lentamente non se lo ricordava così alto, la supera di una ventina di centimetri, sembra una montagna, deglutisce a fatica, sì è proprio Marco. Almeno gli occhi castani, i capelli scuri e arruffati, la pelle olivastra ricordano la sua persona, ma è molto diverso ora è un uomo, il suo viso ha assunto dei lineamenti più decisi ha un leggero velo di barba, le spalle più larghe, indossa un pantalone di tuta e una maglietta bianca che mette in evidenza i muscoli. Arriva a incrociare i suoi occhi, quasi resta ipnotizzata, si scambiano lo sguardo per alcuni secondi senza che nessuno dei due proferisca parola; poi lui la squadra dalla testa ai piedi con palese disprezzo, dopo qualche secondo esclama con voce atona. - Hai avuto il coraggio di tornare?- Lei non riesce a reagire sembra quasi imbalsamata, continua a fissarlo, non sa cosa rispondere. Il ragazzo non ricevendo risposta decide di concludere quell’incontro spostando di peso la ragazza con un braccio e facendosi largo per aprire la porta per entrare in bagno. Elisabetta resta ancora qualche secondo davanti la porta poi si avvia lentamente verso la sua camera, entra e si appoggia alla porta, si guarda il braccio che Marco le ha afferrato, può ancora sentire la sua mano con tutta la sua rabbia e il suo disprezzo, son passati anni ma lui ancora la odia come allora. Malinconicamente si avvia verso il letto, si siede, pensa, sa di aver sbagliato tanto in quegl’ anni, i suoi capricci, le crisi, le sue vendette, ricadevano su tutta la famiglia, la quale cercava di accontentarla ma inutilmente. 17

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I gemelli erano piccoli allora perciò spera che almeno loro abbiano rimosso, ma Marco era quello che più subiva, era quello grande che doveva capire per poi mettersi da parte per la nuova arrivata che doveva adattarsi. Ricorda tutti i loro litigi che finivano puntualmente con la vittoria della ragazza. Dalla camera da letto, che il ragazzo fu costretto ad abbandonare per cedere a lei, alla rinuncia della scuola calcio perché lei desiderava andare a scuola di ballo. Ricorda tutte le cattive parole che si sono dette l’ultimo giorno prima che lei decidesse di andare via, rivive con la mente quell’episodio come se quei due ragazzi fossero davanti a lei. - Tu non sei altro che una piccola strega, quelle come te le mettevano sul rogo, ed io verrei ad attizzare il fuoco.- La risposta delle ragazzina non si fece attendere, come sempre...Tu non sei altro che il figlio di un contadino, quale obiettivo pensi di raggiungere nella vita? Non vali niente e nulla concluderai nella vita!- Quelle parole la destano dai suoi ricordi, la turbano al contempo, quanta cattiveria per essere solo dei ragazzini. Prima di ritornare in quel luogo aveva fatto una promessa a se stessa, accettare le conseguenze del suo passato con razionalità, sapeva di aver sbagliato ma non era in grado di mutare il passato; voleva dimostrare, a chi le desse la possibilità, di essere cambiata, sapeva che non sarebbe stato facile. Soprattutto per chi come sua madre e Marco hanno sofferto molto per il suo comportamento. Deve reagire e affrontare la situazione, anche perché non ha alternativa, il suo posto sarà in quel luogo per i prossimi mesi. 18

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Si rimette in piedi, inspira profondamente, quello è il suo obiettivo, attendere il diciottesimo compleanno ed essere libera di andarsene. “Devo mantenere la calma”, ripete a mente a se stessa. Qualche lacrima spinge per uscire, ma lei stringe i pugni, non deve piangere, ha versato già troppe lacrime. Si guarda intorno, con l’intenzione di distrarre la sua mente. La sua camera da letto non le porta molte distrazioni. Sente l’angoscia che le sale in gola, presa dall’agitazione decide di uscire velocemente arriva al piano terra, dove non trova nessuno, allora si butta fuori. Lì vede i due gemelli, ognuno di loro con una busta in mano e pronti per partire. Ma prima di partire iniziano a litigare. - Non è giusto Luca! Ti sei preso la busta più leggera la mia è più pesante!- Prontamente l’altro risponde. - Non è vero, sono uguali. E poi me l’ha data papà. Mentre litigano arriva un cagnolino, un bastardino piccolo rossiccio, col pelo lungo. Tutto contento inizia a fare le feste a i due ragazzini i quali gli ricambiano le attenzioni. I tre si divertono da morire un fratello dice vicino all'altro - Luca dai acchiappa a Richy non fartelo scappare.- L'altro gli risponde. - Antonio sta venendo verso di te bloccagli la strada.- Continuano a correre, saltare e ridere, poi si allontanano dalla ragazza che in tutto quel trambusto non ci ha capito nulla però si ritrova a sorridere senza neanche volerlo, li vede allontanarsi e istintivamente inizia a seguirli, si allontanano dal viadotto di casa per prendere la strada che scende verso destra. Elisabetta preoccupata per l'allontanamento dei ragazzi li chiama. 19

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- Ragazzi non vi allontanate tanto da casa. - Uno dei due gemelli, senza capire quale sia, gli risponde. - Non preoccuparti Elisabetta andiamo da nonna Maria, vieni anche tu!La ragazza si ritrova ad inseguirli senza volerlo. I ragazzi fanno strada e lei li segue, camminano per un bel po' dopodiché si addentrano in una stradina sbrecciata. Dopo poco più di100 metri si trovano davanti ad un casolare in pietra, un po' grezzo e trascurato, è tutto disposto su un piano e non molto grande. Da un lato vedono arrivare una signora che cammina appoggiandosi ad un bastone. La signora un po' curva, molto anziana, porta un foulard nero in testa che le nasconde i capelli, il suo viso molto rugoso, gli occhi infossati e scuri, indossa una veste lunga fin quasi alle caviglie, una maglia di cotone tutto rigorosamente nero, alla vista degli arrivati alza la mano dicendo. - Buongiorno! A quest'ora vi presentate, non è un po' tardi?Subito i due gemelli gli vanno incontro, la abbracciano salutandola con un bacio, non perdono occasione per presentare la nuova arrivata in famiglia, in coro dicono. - Nonna è tornata Elisabetta da noi, te la ricordi?- Sì me la ricordo…- Risponde sconfortata la signora. -… È quella che faceva tanti capricci. Speriamo che gli siano passati.- A quella risposta la ragazza si blocca e non prosegue, resta muta, quasi immobile come se qualcuno le avesse ghiacciato gli arti. L’ennesima persona che ha un pessimo ricordo di lei. 20

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Sapeva che sarebbe successo e che risuccederà, ma ogni volta è una doccia glaciale che le penetra nella pelle fino ad arrivare nelle ossa. La signora anziana subito riprende i suoi ospiti. - Dai entriamo a fare colazione che è pronta da un po'- Subito i due fratelli corrono al portone lo aprono ed entrano, seguiti a passo lento dalla padrona di casa che prima di entrare si rivolge alla ragazza. - Elisabetta vieni la colazione c’è anche per te. - L’altra in evidente imbarazzo balbetta cercando una scusa per non entrare. - Non puoi arrivare davanti casa mia e non entrare, forza!Il tono dell’anziana non ammette repliche, la ragazza riluttante si avvicina all’abitazione. - Prima devi salutarmi come si deve!- Allora la giovane si avvicina dicendo un semplice ciao, ma la donna si aggrappa a lei, la fa abbassare per darle due baci sulle guance. Un profumo di rosa selvatica arriva alle narici della giovane, così dolce e penetrante al tempo stesso. - Entra così mangiamo tutti insieme.La ragazza quasi contenta per quel gesto d’affetto inatteso si sente sollevata. Apre il portone spingendolo con forza per quanto è pesante, fatto di abbondante legno, molto vecchio, tanto che il colore è saltato quasi del tutto ma comunque di un eleganza unica, con le sue incisioni così particolari e uniche. Aprendolo si arriva direttamente in cucina dove trovano il tavolo già pronto per la colazione, le tazze disposte sulla tavola, il pane già affettato al centro, con il latte caldo e il caffè già pronto. La cucina non è molto grande, ha pochi mobili giusto l’essenziale, c’è una finestra che 21

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dà poca luce, in un angolo c’è un camino fatto di mattoni accerchiato da un divanetto di stoffa scura, due poltroncine e di fronte si trova il televisore, infine c’è una porta che conduce alla zona notte. Ma quello che balza subito agl’occhi e al naso della giovane è l’ordine meticoloso insieme al profumo di fresco, come se fossero all’aria aperta in un campo di fiori. La ragazza nota che a tavola ci sono quattro tazze, la cosa le sembra alquanto strana, come faceva a sapere del suo arrivo la signora? Il mistero viene presto svelato da uno dei due gemelli. - Marco non viene nonna che deve fare dei lavori con papà. Dopodiché entrambi i fratelli si siedono e iniziano a servirsi la colazione. - Non fa nulla…- risponde con pacatezza la padrona. -… lo rimpiazziamo con Elisabetta .- Ma quella affermazione non piace alla nuova arrivata. È come se ancora una volta gli mancasse di rispetto, come se ancora una volta lui avesse un motivo in più per odiarla, si ritrova a prendere il suo posto quando lui non c’è. - Dai siediti e serviti, senza fare complimenti. Tanto Marco non verrà.- La ragazza con un po’di preoccupazione, si avvicina al tavolo per servirsi. Tiene lo sguardo fisso alla porta con la paura che da un momento all’altro possa entrare il giovane e la faccia sgomberare di forza. Come se la stesse leggendo nel pensiero l’anziana la tranquillizza. - Non verrà Marco, stai serena, mio genero l’avrà messo in punizione. Per farlo lavorare di domenica mattina presto...22

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- Come dei professori ci tengono a specificare la situazione. - Questa notte è tornato che era l’una. Papà è rimasto sveglio fino al suo arrivo, si è arrabbiato molto, per questo l’ha messo in punizione a fare i lavori nell’orto. - L’anziana donna solleva le spalle e sospira. - Voi giovani d’oggi siete difficili da gestire, non capite che ci sono dei limiti.- Elisabetta a quel punto si rilassa godendosi la colazione, con latte fresco e pane casereccio ancora caldo, non ha mai mangiato del latte così buono, il pane profuma ancora di grano, tutti mangiano con gusto. Presto arriva l’ora d’andare, tutti salutano la padrona di casa con un bacio sulla guancia. Per strada la ragazza, che rimane puntualmente in dietro rispetto a i due ragazzini, pensa al piacere che ha provato nel condividere la colazione a casa di quella signora che neanche ricordava più. Si è sentita accolta, ben accettata, un emozione rara per lei che si sente sempre a disagio e fuori luogo come se non facesse parte di questo mondo. Sulla strada del ritorno si riunisce a loro anche il piccolo cane Richy, sempre pronto a giocare insieme a i gemelli. Quando ritornano a casa, lei è distrutta mentre il resto della compagnia è ancora intento a saltellare con il piccolo bastardino. Mentre la ragazza si ferma a riprendere fiato vede rientrare dalla campagna il patrigno. - Ragazzi avete portato la verdura alla nonna?- Uno dei due gemelli si ferma un attimo per rispondere. - Si papà siamo andati, tutto a posto. È venuta anche Elisabetta con noi.- L’uomo tanto è adirato che neanche aveva notato la giovane. 23

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Ritorno in Irpinia

- Buongiorno cara, sei già sveglia? - Nel vederla il suo umore muta, il viso in un secondo si trasforma da corrucciato diventa radioso. - Ti sei stancata è una bella sfacchinata fin laggiù, spero non ti abbiano costretta i gemelli a farlo?Lei fa un passo avanti e subito mette in chiaro. - Buongiorno, non sono stati loro a costringermi sono andata per sgranchirmi le gambe.Sente uno dei due fratelli mugugnare. - Che ha fatto alle gambe? Non ho capito?- L’altro lo rimbecca. - Lei non ha fatto niente alle gambe, come tu non fai mai i compiti d’italiano.L’uomo molto compiaciuto le rimanda un sorriso. - Va bene, mi fa piacere che esci e ti ambienti, vedrai che ti troverai bene, c’è tanta brava gente nel vicinato, una volta che avrete fatto amicizia ti vorranno bene. Stamattina fanno il mercato al paese, perché non vai un po’? Vengono anche i giovanotti per mostrarti il paese. Lei titubante non sa cosa vuole fare, rimane in silenzio a pensare. - Vai! Esci non puoi rimanere rinchiusa in casa. Tra tre quarti d’ora si parte.- Non le da neanche il tempo di contraddire che è già dentro. Mentre cerca di riordinare le idee vede uscire da dietro la casa Marco, con il volto scuro, i suoi pantaloni di jeans e la camicia a quadri tutti impolverati dalla terra. Per un attimo alza lo sguardo e lo incrocia con il suo, quegl’occhi neri come la notte gli mettono i brividi, lei subito abbassa il capo, poi si dirige in 24

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