MARINA DORIA - ROSSI PAPAVERI NEL VENTO

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Marina Doria

Rossi papaveri nel vento

Studio Byblos ANTEPRIMA


© Tutti i diritti riservati all’autore. ANTEPRIMA


A Mamma

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Rossi papaveri nel vento

PREFAZIONE C’è nessuno... nessun essere umano... che sappia quello che sta vivendo mentre lo vive? Nessuno? I santi e i poeti, forse... forse un poco (Thorton Wilder, Piccola città) Ho sempre pensato che per scrivere dei versi, ci voglia coraggio. Persino per scrivere dei versi che rimangono chiusi in un cassetto - e se qualcuno li scoprisse? Perché la poesia lirica - se non è freddo esercizio accademico - ti costringe a rivelare una parte della tua anima, delle tue emozioni, dei tuoi sentimenti, delle tue fragilità, delle tue contraddizioni, dei tuoi sogni… E Marina Doria non teme di far dono al lettore di questo prezioso tesoro. I suoi testi rivelano una profonda sensibilità ed un’acuta capacità di riflessione che trae spunto sia dai paesaggi reali - dell’amata Valsesia o della Costiera Amalfitana sia dai paesaggi dell’anima, spesso segnati da malinconia, solitudine, ma anche illuminati da un’indomabile capacità di amare. Non da ultimo la quotidianità è fonte di ispirazione, la quotidianità come avventura vissuta fino in fondo: tra le poesie più coinvolgenti in questa raccolta le liriche ispirate al tema della pandemia e del conseguente senso di sconforto, angoscia, nostalgia di rivedere le persone care. ANTEPRIMA


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Rossi papaveri nel vento

Lascio poi al lettore il piacere di scoprire la toccante delicatezza dei testi dedicati alla figura della madre. Leggendo i versi di Marina non si può fare a meno di risentire l’eco del “Congedo” di Ungaretti: “…Poesia è il mondo l’umanità la propria vita fioriti dalla parola…” E molti sono i legami con la tradizione letteraria (Baudelaire parlerebbe di “corrispondenze”) che si potrebbero scoprire tra le righe. A partire dall’immagine della luna, interlocutrice privilegiata delle notti di insonnia, di silenzio e di poesia, all’utilizzo dell’analogia, così cara alla poesia del Novecento, ai ‘papaveri rossi’ del titolo della raccolta che ondeggiano al vento con le note della Guerra di Piero di De André…insomma Marina è stata ed è sicuramente anche una raffinata lettrice di poesia, qualità non secondaria e non scontata. C’è un ultimo aspetto che mi ha sempre colpito nelle sue opere: la sensibilità per i colori, che si intrecciano e si armonizzano come i fili di uno splendido arazzo. Mi suggeriscono sempre l’immagine del bambino che ai piedi della mamma la guarda ricamare e non capisce il senso della sua opera se non quando la mamma abbassa il telaio e gli fa vedere il disegno per il verso giusto. Ecco: la poesia opera questa magia. Ci permette di vedere - o almeno di scorgere - il senso della nostra avventura terrena. E le contraddizioni si compongono in una superiore armonia. Sì Marina, i tuoi pensieri, che spesso ami definire “ribelli” in ANTEPRIMA


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Rossi papaveri nel vento

realtà ci rassicurano sul fatto che, come sublimemente afferma Dante nel suo Paradiso tutto ciò che si “squaderna” per l’universo è “legato con amore in un volume”. O forse i tuoi pensieri sono “ribelli” perché si distaccano dal nichilismo di molti. Grazie di condividere i tesori del tuo cuore. Maddalena Remus

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Rossi papaveri nel vento

ROSSI PAPAVERI NEL VENTO Rossi papaveri danzano indisturbati nel vento di maggio come fossero anime fragili che si cullano gioiose tra i turbinii di cuori emozionati. Sogni infiniti di amori perduti sospinti da liberi pensieri volteggiano sotto un cielo azzurro che pare un respiro. Rossi papaveri si rincorrono nei silenzi di sguardi innocenti, quasi esitanti, sinfonie di istanti magici carezzano gli orizzonti vestiti a festa con fogli di poesie nella meravigliosa follia che profuma di vita.

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CORIANDOLI D’AMORE Respiri colorati nell’anima nel silenzio assordante in bilico nel cuore, cerco parole per raccontare i sogni che fuggono in una notte d’estate. Scrivo lettere a quel cielo mentre mi parla con la voce della luna come fosse una sirena tra le onde del mare. Danzo nel vento una musica nuova, riscaldo il domani con arpeggi di ricordi, trasformo la solitudine dei giorni in un’eco che invade i pensieri nell’inquietudine delle notti insonni. È un continuo stillar note da suonare nel pentagramma delle stelle, indosso il mio sorriso più bello, cammino leggera nell’alba del mio tramonto svelando l’incanto di profumi antichi che addobbano la mia vita con coriandoli d’amore.

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APRITE IL CANCELLO Aprite il cancello.... Buttate le chiavi... Carcerati senza aver commesso crimini. Non più musica, nemmeno una Messa, neppure un rosario da sgranare in compagnia. Giorni come notti e notti come giorni, senza alba ne tramonti girando nervosamente i pollici aspettando il... Sonno... Vecchi, tutti salvi, con la solitudine imprigionata con loro. Aprite il cancello, buttate le chiavi, lasciate che sentano il vento sfiorare le profonde rughe del tempo che solcano il viso, lasciate che il sole baci le loro lacrime tristi affinché diventino sorrisi, gioia di vita ancora per un attimo... Aprite il cancello... Buttate le chiavi...

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LIBERTÀ NEGATA (Zona rossa) Esistenze sospese in bilico su quel che pareva tutto dovuto, sembrava solo un attimo invece siamo qui a disperar per quella libertà che appare negata. Siamo figli di un mare in tempesta confidiamo nei sogni accendiamo i respiri, siamo ombre della sera aspettiamo domani che pare non arrivare. Stessi sguardi un po’ smarriti, sorrisi spenti e silenzi assordanti che risuonano dentro. Istanti confusi, nascosti nel profondo del cuore alimentano i nostri giorni in questi mesi infiniti. Libertà, parola sconosciuta perché ci pareva dovuta, vorremmo andare, camminare, magari cantare ma siamo bloccati in una notte che attende un’alba nuova.

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NUMERI SENZA VOLTO Siamo numeri, senza nome, senza volto con una solitudine senza lacrime. Refoli di vento accompagnano l’ultimo viaggio in un silenzio che pare spettrale... Soli, in una rispettosa lontananza senza un abbraccio, senza un saluto, senza sapere dove andremo. Un giorno, forse canteremo o, forse, non avremo più voce. Cercheremo risposte a domande mai domandate: saremo ancora noi? Forse sì ma con il cuore spezzato da tanti numeri... Senza nome, senza volto…

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DOMANI ARRIVERÀ Vorrei scriverti parole d’amore ma ho i pensieri bloccati in quella linea dell’orizzonte tra cielo e mare. Vorrei partire... Per non so dove... Vorrei vederti... Ma non so quando... In una fessura dell’anima nasce la speranza di ritrovarti in quel luogo in cui eravamo felici. La malinconia m’accompagna in giorni sospesi come non ci fosse domani Ma… Domani arriverà forse non come speravo fosse forse con un sorriso un po’ spento ma con nel cuore un unico desiderio: quello di vederti arrivare e accogliermi in quell’abbraccio che tanto mi manca.

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È TUTTO FINITO È tutto finito, o forse no... Si torna a vivere, o forse no... Alcuni non dimenticano, alcuni hanno dimenticato, altri non hanno nulla da ricordare... I giovani vivono la notte come fosse giorno, Alcuni vivono come non esistesse un domani, altri vivono oggi pensando ancora a ieri. I Vecchi in una casa di riposo attendono domani l’arrivo di un figlio... Forse dopodomani... Forse domenica... Vecchi, tutti salvi da un virus che aleggia come vento freddo d’inverno ma morti nel cuore per una strana malattia di cui non sanno dare nome: forse si chiama solitudine...

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CERCASI UMANITÀ Dignità calpestata, offesa, rovesciata in una scatola di cartone come uno straccio vecchio senza vita. Umiltà oltraggiata in silenzi di pensieri persi nel passato e una fotografia d’argento a ricordo di un tempo senza tempo. Cercasi umanità in volti che camminano fuggendo al tuo sguardo come giganti che impediscono al sole di scaldare quel corpo cadente disperso nell’aria che respira.

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E CI CHIAMANO UMANI E ci chiamano umani: mascherine buttate nei boschi della nostra adorata Valle, bottiglie di plastica che galleggiano nel nostro mare che pare accoglierci con un abbraccio, immondizia abbandonata nei nostri verdeggianti prati... E ci chiamano umani: atti ignobili verso altre creature figlie, come noi, della stessa terra.. Viviamo senza amore, senza rispetto, senza un Dio da pregare... E ci chiamano umani: vivo con la speranza che qualcuno guardi con me, la luna piena di stasera, che s’innamori di un tramonto sul mare, che si stupisca di un arcobaleno dopo un temporale, che rimanga estasiato ammirando il volo armonico di un’aquila reale...

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…MA PAREVA TUTTO TRISTE Nel frattempo ancora tanti numeri che parevano persone spazzati via come foglie secche trascinate dal vento… Pareva triste… Nel frattempo le mamme infornavano torte per i bimbi che non potevano correre nel parco, anche il loro vociare allegro... Pareva triste... Nel frattempo i vecchi, chiusi nella loro fredda solitudine, guardavano oltre la finestra di pensieri stanchi Pareva triste… Nel frattempo tutti a casa a volte si cantava affacciati alla finestra, a volte si piangeva nel silenzio, a volte si sognava di passeggiare nel bosco, a volte si pensava Andrà tutto bene, torneremo ad essere noi… Nel frattempo si attendeva il 4 maggio, uguale a ieri, uguale a oggi, forse diverso sarà domani... Ma pareva tutto triste...

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Rossi papaveri nel vento

L’ARCOBALENO NEL CUORE Cammino lenta con i pensieri stanchi che annebbiano la mente; cerco, nel mio bosco, quasi un riparo da una realtà difficile da accettare. Pareva tutto finito in un giorno che pare ieri, siamo ancora qui a cercare un nemico senza saper cosa cercare... Vorrei la luce, il calore del sole per sentirmi viva tra “Numeri” dentro un sacco nero senza l’ultimo saluto, senza l’ultimo abbraccio. Attoniti, sbigottiti, quasi impauriti in un temporale privo di un arcobaleno ad indicar la fine. Vorrei sentirmi felice in istanti senza calendario, cadere, rialzarmi, per poi correre a perdifiato tra i sentieri ombreggiati dei miei monti... Leggere lacrime rigano il viso, barcollo sulla strada della vita che appare tutta in salita. Anche la mia Valle è malinconica, quasi triste ma tornerà l’estate, non so ancora quando ma tornerà.

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Rossi papaveri nel vento

IL RISVEGLIO Odo nell’aria un cinguettar raggiante che s’intreccia con ondeggianti campanule bianche, Il mio cuore bisbiglia una dolce nenia quasi fossi tornata fanciulla con i raggi di sole tatuati sul viso. L’anima sorride all’eco di passi leggeri e vibranti tra nuvole di crocus che rivestono l’erba nuova: fotografo i colori della mia Valle, disegno la pace che quieta i respiri e indosso sorrisi ricamati di vento.

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Rossi papaveri nel vento

IO E LA MONTAGNA Riposo i pensieri guardando le cime innevate, disegno immagini che s’innalzano in cielo seguendo il bisbiglio del silenzio, respiro il profumo dell’erba verde in un tempo che pare incantato. La musica del vento si intreccia con la purezza dell’anima e mi sento viva tra cose semplici che diventano straordinarie ai miei occhi. Io sono in quel tempo in istanti che soffiano nell’aria fresca del mattino, ho messo le ali al cuore padrone di ogni splendore; m’inarco, guardo quel tappeto di nuvole trovo leggeri versi in una piuma d’ argento che ruba i sogni alla luna; timidamente lascio il palcoscenico al creato che tratteggia, con amore, i confini dei monti della mia Valle.

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Rossi papaveri nel vento

LA MIA PARETE COLORATA Dipingo una parete con pastelli colorati per dare un senso al nero che da mesi opprime il cuore. Il verde: come i prati d’ estate nella nostra Valle dove gialli ranuncoli bianche margherite e rossi papaveri fan capolino tra l’erba alta. L’azzurro: come il cielo in un giorno di maggio mentre il sole, con i suoi raggi, scalda corpi infreddoliti dal lungo inverno. Il rosa: come le nuvole che carezzano il Fenera al calar della sera creando uno spettacolo di sfumature che lambiscono l’anima. Creo il mio angolo sulla parete, ammiro il mio operato e, finalmente, mi siedo a riposare ascoltando il respiro sereno che si perde in un arcobaleno...

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